Grazie al nuovo franchise di
Spider-Man totalmente integrato nel MCU, Tom
Holland e Zendaya hanno dato vita, nei panni
rispettivamente di Peter Parker e Michelle “MJ” Jones, ad una delle
nuove coppie cinematografiche più amate degli ultimi anni. In
particolare, grazie agli eventi di
Spider-Man: Far From Home, le dinamiche tra i due
personaggi sono stati maggiormente arricchite, permettendo alle due
giovani star di sfoggiare una chimica sullo schermo davvero
invidiabile.
I due attori sono attualmente
impegnati sul set di
Spider-Man 3, che dovrebbe arrivare nelle sale di
tutto il mondo il prossimo dicembre. Nella scena durante i titoli
di coda di
Far From Home, l’identità di Spider-Man è stata
ufficialmente rivelata al mondo intero, quindi c’è parecchia
eccitazione in merito a quella che sarà la trama del threequel.
Sappiamo inoltre che
Spider-Man 3 affronterà il tema del Multiverso e
riporterà indietro molti personaggi dell’universo dell’Uomo Ragno,
incluso l’Electro di Jamie Foxx e il Doctor Octopus di Alfred Molina.
Naturalmente, al di là di tutti
questi aspetti, i fan non vedono l’ora di scoprire anche come si
evolverà la relazione tra Peter ed MJ nel terzo capitolo. In una
recente intervista con
Backstage, Tom
Holland ha parlato proprio del suo speciale
rapporto con Zendaya, rivelando come l’attrice l’abbia
aiutato tanto dal punto di vista umano quanto dal punto di vista
professionale, al pari di quanto aveva già fatto Robert Downey Jr.
“Quando abbiamo iniziato a
girare il primo Spider-Man, io lei e Jacob Batalon siamo diventati
grandi amici”, ha spiegato Holland. “È stata veramente
importante per me, perché in quel momento la mia vita stava
cambiando: non solo stavo girando un grande film e avevo
l’opportunità di girare il mondo, ma le persone iniziavano a
riconoscermi. Inevitabilmente, devi comportarti in un certo modo.
Hai delle responsabilità, anche nei confronti dei piccoli
spettatori. E Zendaya mi è stata davvero utile in questo processo.
Non si può davvero dire nulla contro di lei. È semplicemente
perfetta.”
Tom Holland e l’influenza di Zendaya sulla sua vita
“È stato meraviglioso avere
qualcuno come lei dalla mia parte, mi ha davvero aiutato a crescere
durante quel periodo”, ha continuato l’attore. “Ho anche
commesso degli errori. C’è stato un periodo in cui odiavo scattare
foto insieme alla gente. Chiedevo di essere lasciato in pace. Ma
lei mi ha fatto capire che il mio sottrarmi mi avrebbe procurato
ancora più stress. Dovevo solo essere gentile. E aveva ragione! Ha
reso quel periodo davvero incredibile. Averla come amica è stato
incredibilmente prezioso per il mio successo e per la mia carriera,
ma anche e soprattutto per la mia vita.”
È uno dei titoli che
accompagnano l’inaugurazione di Star, Godfather of
Harlem, disponibile su Disney+ all’interno
dell’offerta del suo nuovo canale che offrirà contenuti più adulti
ai suoi abbonati. E non a caso si tratta di una storia di violenza,
di mafia, di potere e di lotta per i diritti civili.
Ispirato a persone ed
eventi reali, Godfather of Harlem reimmagina la
storia del famigerato boss del crimine Bumpy Johnson (il vincitore
Premio Oscar Forest Whitaker), che nei primi anni ’60 torna
dopo dieci anni di prigione e trova in rovina il quartiere che un
tempo governava. Con le strade controllate dalla mafia italiana,
Bumpy deve affrontare la famiglia criminale Genovese, che nel
frattempo aveva steso la sua mano su Harlem, per riprendere il
controllo. Durante la brutale battaglia, forma un’alleanza con il
predicatore radicale Malcolm X (Nigél Thatch) e la
loro storia si interseca tra l’ascesa politica di Malcolm, in pieno
sconvolgimento sociale, e una guerra di mafia che minaccia di fare
a pezzi la città. Godfather of Harlem è una collisione tra la
malavita e il movimento per i diritti civili durante uno dei
periodi più tumultuosi della storia americana.
Godfather of Harlem: reimmaginando una storia vera
Scritto da Chris
Brancato e da Paul Eckstein,
Godfather of Harlem deve la sua esistenza al suo
produttore esecutivo e protagonista, Forest Whitaker, che ha scelto di indagare per
prima cosa luoghi e persone, per ricreare il suo Bumpy Johnson,
nato Ellsworth Raymond Johnson, che per 38 anni
governò a tutti gli effetti il grande quartiere di New York, per il
quale era “uomo d’affari, un padre di famiglia, un poeta, uno
stratega, un giocatore di scacchi”, a tutti gli effetti un
supervisore, un padrino.
L’aspetto più
interessante di questa storia è che la malavita si intreccia con la
politica, in una circostanza che però ha come obbiettivo il bene
comune, o almeno queste erano le motivazioni di Malcolm X, che si
alleò con il boss per portare avanti la sua rivoluzione per la
difesa e la promozione dei diritti civili dei neri. A interpretare
il politico radicale è stato chiamato Nigél
Thatch, che aveva già interpretato il personaggio storico
in Selma, di Ava DuVernay, e che
qui torna ad offrire non solo i suoi tratti, ma il suo spirito ad
una delle figure più fondanti e controverse della storia
americana.
Tra Whitaker e
Thatch si inserisce un gigantesco, non solo per la sua stazza,
Vincent D’Onofrio, a cui è stato affidato il
ruolo di Vincent Chin Gigante, appartenente alla
famiglia italiana che aveva preso il controllo della zona in
assenza di Johnson, e che era un personaggio violento e
profondamente razzista. Molte sono le dichiarazioni di D’Onofrio
proprio in merito alla sgradevolezza del suo personaggio, che
spesso, ha detto, era difficile da interpretare perché gli lasciava
addosso un’energia negativa che lo seguiva fino a casa. Lo sforzo
interpretativo dell’attore è stato però premiato da un risultato
eccellente, come ci ha abituato da molto tempo fino a oggi.
Un’altra difficoltà riscontrata da D’Onofrio, è stata che se
Whitaker e Thatch hanno avuto la possibilità di parlare e
confrontarsi con i parenti delle persone chiamate ad interpretare,
o comunque di avere riferimenti audiovisivi su cui studiare il
personaggio, per lui questo non è stato possibile, il che aggiunge
un grado di difficoltà ulteriore alla performance.
Tuttavia, proprio questo
elemento introduce una componente a cui la piattaforma produttiva
tiene molto, ovvero che la storia, pur basandosi su fatti reali, è
stata oggetto di drammatizzazione e invenzione, per rendere i fatti
raccontati più adatti alla struttura seriale, che prima di tutto
tende all’intrattenimento. Nei comunicati ufficiali di Godfather of
Harlem si legge infatti che “nonostante questa storia sia
ispirata a eventi reali, alcuni personaggi, caratterizzazioni,
fatti, luoghi e dialoghi sono stati romanzati o inventati per
necessità di drammatizzazione”.
Se Godfather of
Harlem trova il suo punto di forza principalmente nelle
interpretazioni degli attori, così solidi e in parte, è anche una
serie tv che è un piacere guardare da un punto di vista estetico,
visto che offre una ricostruzione davvero curata e attenta degli
anni Sessanta ad Harlem, e pure se spesso indugia su scenari
trasandati e non certo gradevoli, lo fa con una ricercatezza e una
verità filologica che non fanno altro che arricchire il valore
complessivo del lavoro svolto.
I primi due episodi di
Godfather of Harlem saranno disponibili su
Disney+ dal 23 febbraio, mentre dal 26
in poi verranno resi disponibili in streaming gli altri otto
episodi della prima stagione.
Sappiamo tutti quanto la produzione
di Justice
League sia stata incredibilmente travagliata.
Zack Snyder ha dovuto abbandonare il film nel
bel mezzo delle riprese a causa di una tragedia familiare. Il
regista venne quindi sostituito da Joss Whedon, che aveva già lavorato per i
Marvel Studios occupandosi delle regie di
The Avengers e Avengers:
Age of Ultron.
È altrettanto noto a tutti quanto
la versione cinematografica di Justice
League, ossia il film arrivato nelle sale nel 2017 e
portato a compimento proprio da Whedon, abbia totalmente stravolto
la visione originale di Snyder, regalando di fatto al pubblico un
film completamente “alternato” tanto nella forma quanto nel
contenuto. Proprio per questo, dopo alcuni anni di campagne a
sostegno del lavoro di Snyder, il regista è finalmente riuscito ad
ottenere il via libera della Warner Bros. per lavorare al suo
taglio del cinecomic e permettere finalmente ai suoi fan di poterne
godere.
La Snyder Cut di Justice
League arriverà su HBO Max il prossimo 18 marzo e
proprio in questi giorni Zack Snyder è impegnato con l’attività
promozionale della sua bramatissima versione del film. In un nuovo
report di
Vanity Fair, che ha avuto la possibilità di intervistare
Snyder, viene rivelato un dettaglio assai curioso proprio in
relazione alla versione cinematografica e all’operato di Whedon: un
dirigente della Warner Bros. che ha richiesto di restare anonimo,
avrebbe rivelato alla rivista che anche allo studio non piaceva
quello che Whedon aveva fatto il film di Snyder.
Pare che i dirigenti non fossero
per nulla soddisfatti della leggerezza e della componente
umoristica del film, e che alla fine siano rimasti sconcertati dal
risultato finale. La fonte anonima, senza usare mezzi termini, ha
spiegato: “Quando abbiamo visto cosa aveva fatto Joss, siamo
rimasti a bocca aperta. Il ladro sul tetto… era sciocco, davvero
terribile. La famiglia Russa… praticamente inutile. Era veramente
imbarazzante e nessuno voleva ammettere che il risultato finale
fosse una m***a.”
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Disponibile dal 5 marzo su Disney+ con accesso Premier e, dove
possibile, nei cinema, Raya
e l’Ultimo Drago è il nuovo film d’animazione
Walt Disney. I registi Don Hall e
Carlos López Estrada, la produttrice Osnat
Shurer e gli sceneggiatori Qui Nguyen e
Adele Lim hanno partecipato ad un incontro on line
con la stampa, per raccontare questa nuova eroina che è principessa
e guerriera.
Una storia magica, un
viaggio avventuroso ma anche di speranza e di trasformazione. Come
si può descrivere però un personaggio come Raya?
Don Hall: “Una
delle cose che amo di Raya è il fatto che è un personaggio alquanto
complesso. Credo che sia da riconoscere che è una principessa, è la
figlia del capo, ma è anche una guerriera ed è tutta la vita che si
sta preparando per essere la custode della Gemma del Drago. Quindi
amo molto questo dualismo del personaggio. Inoltre tutto il film
verte sul tema della fiducia. Vediamo questo personaggio che ha
perso la fiducia nel popolo di Kumandra e su di lei si accumulano
notevoli pressioni. Dobbiamo vederla evolvere per recuperare la
fiducia nel mondo, e guardando il mondo sulla base delle sue
esperienze è chiaro che è difficile avere fiducia nel prossimo. Mi
piace la sua ferocia e la sua forza, mi piace il fatto che ha un
belò senso dell’umorismo ma è anche vulnerabile. Sono un suo grande
fan e amo molto anche Sisu.”
Quanto è importante
mantenere viva la fantasia nella nostra vita, soprattutto in questa
particolare fase?
Carlos López
Estrada: “Credo che in assoluto sia una delle cose più
importanti. Dobbiamo continuare ad alimentare la nostra fantasia,
dobbiamo continuare a rivolgerci a cose che possono entusiasmanti.
Io devo ringraziare la Disney, perché sono cresciuto vedendo questi
bellissimi film animati e questo ha seriamente modificato il mio
modo di vedrre le cose, la mia fantasia. E questo ha avuto un
effetto su come sono oggi. Mi auguro che Raya possa offrire
un’opportunità molto simile a grandi e piccoli. L’idea è che con
Raya si possa viaggiare in luoghi mai visti, scoprire personaggi
molto diversi e affascinanti, è un viaggio che consente di ampliare
la mente e riflettere su una serie di idee che sono importanti. Ma
al tempo stesso è anche un rifugio in un altro mondo. Penso che
questo sia un film molto importante.”
Il film è
decisamente multietnico. Quanto è stato importante per il
film?
Osnat Shurer:
“Questo progetto per alcuni di noi è molto personale. Si
trattava di capire quale fosse il messaggio da trasmettere, ma
anche di riflettere sulle divisioni che caratterizzano il nostro
mondo e su come le differenze possano creare antagonismi e quanto
sia importante superarle per noi, in tutto quello che facciamo.
Dobbiamo curarci degli altri, quindi per noi si trattava di
spostarci in un altro territorio, il Sud Est Asiatico e ci siamo
innamorati di questo senso di appartenenza di una comunità in cui
conti il noi e non l’io, nonostante le culture variegate di questo
territorio.”
Parliamo invece di Namaari
che è trai personaggi che cambia maggiormente nel corso del
film.
Adele Lim: “Io
adoro Namaari, ed è davvero il personaggio che più cambia.
All’inizio era la cattiva di turno, ma strada facendo si trasforma
e ci interessava molto capire la dinamica del suo rapporto con
Raya, dal momento che si tratta di un’amicizia femminile che in
genere non si vede spesso al cinema e nel cinema d’animazione. Lei
è Raya hanno la stessa origine: sono figlie di leader ed entrambe
vogliono la sopravvivenza del loro popolo, ma affronta questa sfida
in modo molto diverso. Ma l’esempio di Raya e dei suoi le offrono
un punto di vista differente. Lei è decisamente il mio personaggio
preferito.”
Quanto è importante
mantenere fede alle nostre tradizioni e preservarle?
Qui Nguyen:
“Sia per Adele che per me fare un film come questo, che è un
omaggio alla cultura del Sud Est Asiatico è particolarmente
importante perché è la nostra cultura e raramente nei grandi film
hollywoodiani i nostri figli possono assistere a qualcosa del
genere e identificarsi con gli eroi del grande schermo. Queste
immagini possono essere d’ispirazione per i nostri figli. Per noi è
stato un dono da parte nostra per loro, in modo tale da poterli
ispirare.”
Raya e
l’Ultimo Dragoarriverà su Disney+ il prossimo 5 marzo,
disponibile con account VIP e, dove possibile, arriverà anche sul
grande schermo.
Black Panther, il cinecomic Marvel uscito nelle sale nel 2018,
ha rappresentato un vero punto di svolta nella storia del MCU, se non altro per il modo in
cui il film è stato accolto a livello mondiale da pubblico e
critica, ma anche e soprattutto per l’impatto che ha avuto sulla
cultura afroamericana.
Guidato dal compianto Chadwick Boseman, il film vanta un cast
incredibile, composto quasi interamente da attori neri quali
Michael B. Jordan, Danai Gurira, Lupita Nyong’o, Angela Bassett e
Forest Whitaker. Tra questi figurava anche Daniel Kaluuya, esploso grazie all’horror
Scappa – Get
Out di Jordan Peele, che nel film ha interpretato
W’Kabi, il migliore amico di T’Challa, nonché capo della sicurezza
della Tribù di Confine, la prima linea di difesa del Wakanda.
Sappiamo che gran parte del cast del
primo film tornerà per Black
Panther 2, ma ad oggi il destino di W’Kabi è ancora
avvolto nel mistero. Kaluuya è attualmente impegnato con la
promozione del film
Judas and the Black Messiah e in una recente intervista
con Jemele Hill ha avuto
l’occasione di parlare del suo eventuale ritorno nel sequel
Marvel. L’attore ha confermato di
non sapere ancora se sarà effettivamente coinvolto in Black Panther
2, ma ha anche chiarito che sarebbe ovviamente disposto a
tornare se la storia lo richiesse.
“Sono quel tipo di persona che
guarderebbe comunque quel determinato film anche senza la propria
presenza, perché vorrebbe vederlo a prescindere”, ha spiegato
Kaluuya. “Se sono nel film e sono funzionale alla storia,
allora io ci sono. E resto di quest’idea”. W’Kabi aveva
soltanto un ruolo secondario in
Black Panther, tuttavia la sua storia non è stata portata
a termine alla fine del film.
Quale scenario per K’Wabi in Black Panther 2?
Il personaggio voltò le spalle a
T’Challa per sostenere Killmonger: ciò lo ha messo in conflitto con
Okoye e ha portato i due ad una resa dei conti nel finale
abbastanza repentina. Alla fine abbiamo assistito alla resa di
W’Kabi e al suo invio in prigione. Il personaggio potrebbe ancora
essere rinchiuso dopo tutti questi anni, oppure potrebbe essere
scappato durante il caos causato dallo Snap di Thanos, o
addirittura essere stato lui stesso una delle vittime della
decimazione. Ci sarebbe, quindi, più di un motivo valido per
riportare W’Kabi in Black Panther
2.
Black
Panther 2, che sarà ancora una volta scritto e diretto
da Ryan
Coogler, arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Di
recente è stato annunciato che l’attore Tenoch
Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain
principale del sequel. Huerta è noto per il ruolo di Rafale Caro
Quintero nella serie Narcos: Mexico; il prossimo
anno sarà tra i protagonisti di The Forever
Purge, quinto e ultimo capitolo del celebre franchise
horror/distopico. Al momento i dettagli sul personaggio che
l’attore interpreterà nel sequel di Black
Panther non sono stati svelati.
Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha
confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al
compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel. Letitia
Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
Martha Stewart,
attrice nota per aver recitato accanto a Joan
Crawford e Humphrey Bogart
rispettivamente in L’Amante Immortale e Il
diritto di Uccidere, si è spenta a 98 anni, come conferma
sua figlia Colleen Shelly su Twitter.
“L’originale Martha Stewart di
ha lasciati ieri,” ha scritto Shelly “Aveva una nuova
parte da interpretare in un film con tutti i suoi amici celesti. Se
n’è andata pacificamente circondata dalla sua famiglia e dal
gatto.”
Nota per i suoi film di maggiore
successo tra gli anni ’40 e ’50, ha debuttato nel classico musical
Doll Face, nel 1945.
Netflix Italia ha diffuso il trailer
italiano di A Week
Away, il prossimo film originale Netflix in arrivo. Il
film è una commedia romantica ed è tratto da un’idea originale
dell’attore/musicista/sceneggiatore Alan Powell.
Prodotto da Steve Barnett, Alan
Powell, Gabe Vasquez, Corby Pons con produttore esecutivo Vicky
Patel. Le coreografie sono Paul Becker e Melena Rounis. A Week Away
è diretto da Roman White e vede protagonisti Bailee Madison, Kevin
Quinn, Sherri Shepherd e David Koechner, e gli esordienti Jahbril
Cook, Kat Conner Sterling e Iain Tucker.
In A Week
Away Will Hawkins (Kevin Quinn) è un adolescente
tormentato. Uno scontro con la legge lo mette di fronte a una
scelta importante: il carcere minorile o un campo estivo cristiano.
Inizialmente spaesato, Will riesce ad aprirsi, si innamora di una
veterana del campo (Bailee Madison) e trova un senso di
appartenenza nell’ultimo posto al mondo in cui avrebbe pensato di
trovarlo.
Lo Stato del Grande Cielo,
così viene anche soprannominato il Montana, uno dei meno popolosi
ma più belli di tutti gli Stati Uniti. Sotto il suo vasto cielo
azzurro, che avvolge le numerose catene montuose qui presenti, si
snoda la storia di Big Sky, serie di
genere thriller ideata da David E.Kelley. Esperto del genere, questi si è già
reso noto per titoli televisivi come Big Little Lies e la
recente The Undoing. Con questo
nuovo progetto si cimenta invece nell’adattamento di The
Highway, scritto nel 2013 dal noto autore di polizieschi
C. J. Box. Il libro è il primo di una trilogia
dedicata alla detective Cassie Dewell, divenuto in breve un vero e
proprio best seller. Quello che ha funzionato sulla pagina non
sembra però trovare altrettanta fortuna nella sua trasposizione in
immagini, poiché la serie risulta essere particolarmente priva di
mordente.
Disponibile dal 23 febbraio su
Disney+, la storia qui narrata
è quella dei detective privati Cassie Dewell
(Kylie Bunbury) e Cody Hoyt
(Ryan Phillippe) che uniscono le loro forze con
l’ex poliziotta, Jenny Hoyt (KatherynWinnick), moglie di Cody, per cercare due
sorelle rapite da un camionista su una remota autostrada del
Montana. Le loro indagini li porteranno ad imbattersi nell’ambiguo
agente Rick Legarski (John Carroll
Lynch), il quale li informerà che numerose ragazze sono
già scomparse in quella zona senza mai essere ritrovate. Per i
detective ha così inizio una corsa contro il tempo volta a scoprire
l’identità del rapitore e le sue intenzioni prima che sia troppo
tardi. Ad ostacolare l’indagine, però, vi è il complesso rapporto
tra le due donne, trovatesi a condividere lo stesso uomo.
Un thriller privo di mordente
Un paesaggio di montagna come
quello sfoggiato in Big Sky, unito alla sua atmosfera da
thriller, non può che far pensare alla celebre I segreti di Twin Peaks. La serie di
David Lynch ha infatti contribuito nei primi anni
Novanta a definire in modo inequivocabile le caratteristiche
indispensabili per questo tipo di racconti. Il nuovo progetto di
Kelley segue queste in modo anche particolarmente evidente,
tralasciando ovviamente la componente soprannaturale. Le intenzioni
di dar vita ad una caratteristica cittadina e i suoi abitanti
sconvolta da un nuovo rapimento si manifestano sin da subito. La
sua presentazione appare infatti particolarmente precisa in tutte
le dinamiche necessarie per la partenza della storia.
Dinamiche che però non risultano
sufficientemente accattivanti, ma anzi manifestano una serie di
debolezze non indifferenti. La prima e più importante si ritrova
proprio nelle due protagoniste. Pur interpretate da valide attrici,
queste presentano una serie di carenze nello spessore invece
richiesto a personaggi che dovrebbero condurre le diverse puntate
previste. Il conflitto tra le due sembra non andare oltre l’aver
avuto rapporti con lo stesso uomo, Cody, fermandosi dunque ad uno
stereotipo non da poco. Si tratta naturalmente di una linea
narrativa ripresa dal romanzo, ma che viene qui riproposta senza
nessun apparente sforzo di renderla più coinvolgente per lo
spettatore.
Il problema che Big
Sky manifesta nei suoi primi episodi sembra racchiuso tutto
qui, nell’adattare un dato materiale senza ambire a particolari
risultati. A dimostrarlo vi è la troppa semplicità con cui vengono
proposte o liquidate alcune situazioni, tra cui lo stesso
rapimento. Il risultato è che, almeno nei primi due episodi visti
in anteprima, non vi sono personaggi o eventi per cui lo spettatore
è attivamente chiamato ad avere un certo trasporto emotivo. Per
un’opera di genere thriller questo è un problema letale. L’avere
una stagione composta di ben 16 episodi, inoltre, lascia pensare a
tempi talmente diluiti da accentuare tale mancanza.
Big Sky: una serie intera sulle
spalle di un solo attore
La lunghezza in termini di episodi
di Big Sky richiede per forza di cose di rimandare un
giudizio definitivo. Se è però vero che un racconto si fonda sulle
basi costruite dal suo incipit, la serie in questione presenta un
equilibrio a dir poco precario. Non manca certo di rivelare una
serie di colpi di scena che risvegliano l’attenzione, ma questi
risultano sempre discontinui e mal supportati rispetto alla
totalità. In mezzo a tutto ciò, però, vi è un elemento che sembra
distinguersi più degli altri, ed è la presenza dell’attore
John Carroll Lynch. Noto per aver dato volto a
Arthur Leigh Allen, principale sospettato nel film Zodiac, questi sembra
essere in Big Sky l’unico realmente interessato ad elevare
il livello della serie.
La serie si sorregge dunque su di
lui, che però per quanto importante non è il protagonista di turno.
In generale, questa risente di una molteplicità di stereotipi e
cliché che evidenziano una scrittura ben lontana da quella che
invece vanta Big Little Lies. In un contesto dove le serie
TV si distinguono per le loro innovazioni e
sperimentazioni, Big Sky risulta essere un netto
passo indietro. Si configura infatti come un prodotto anomalo, che
non sembra realmente appartenere al suo tempo. Lasciando il
beneficio del dubbio sul suo sviluppo, risulta difficile non
pensare che serie come queste sembrano ormai superate da tempo, o
almeno dovrebbero esserlo.
La Snyder Cut di
Justice
League è sicuramente uno dei progetti più attesi di
sempre, dal momento che i fan dell’universo DC avranno finalmente
la possibilità di vedere la versione del cinecomic che
Zack Snyder ha sempre voluto realizzare. Il film si
preannuncia ricco di sorprese, a cominciare dalla già confermata
presenza del Joker di Jared Leto, che sarà protagonista di una
sequenza insieme al Batman di Ben Affleck.
Sappiamo più o meno quali saranno
tutti i personaggi che appariranno nella Snyder Cut,
incluso il temibile Darkseid (sostituito nella versione
cinematografica ad opera di Joss Whedon da Steppenwolf) e il tanto
atteso Martian Manhunter (alter ego del personaggio del generale
Swanwick già visto ne L’uomo
d’acciaio e in Batman
v Superman: Dawn of Justice). Eppure, a quanto pare, il
taglio di Snyder non ha ancora svelato tutte le sue carte, dal
momento che un nuovo report di
Vanity Fair suggerisce che nel film ci sarà il cameo di un
supereroe assolutamente inatteso.
Di recente
Zack Snyder ha rilasciato un’intervista alla celebre
rivista proprio in occasione della promozione della Snyder Cut.
Nell’articolo si può leggere la seguente affermazione: “Snyder
ha girato nuovamente il finale con il cameo di un eroe che lascerà
a bocca aperta i fan più accaniti”. Non si tratta di una
dichiarazione diretta dello stesso Snyder, ma semplicemente
riportata: ciò significa che il personaggio in questione resterà un
mistero fino all’arrivo del film su HBO Max il prossimo 18
marzo.
Il cameo non ancora annunciato di
un supereroe a sorpresa è sicuramente un nuovo motivo di
eccitazione per tutti i fan di Snyder. Di conseguenza, sul web in
molti hanno cominciato ad interrogarsi sulla possibile identità del
personaggio, azzardando che possa trattarsi dell’iterazione di
Lanterna Verde ad opera di
Ryan Reynolds. Lo stesso però – sempre con la solita
ironia che lo contraddistingue – ha specificato attraverso il suo
account
Twitter che il misterioso eroe in questione non è Hal
Jordan.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Continuano le riprese ad Atlanta di
Hawkeye,
l’annunciata prossima serie tv targata Marvel Studios e prodotta per la piattaforma
Disney+.
Il Vendicatori originale, Jeremy Renner, torna come protagonista in
Hawkeye,
affianco a la riconosciuta arciera dei fumetti Marvel, Kate Bishop, interpretata
da Hailee Steinfeld. Nel cast della serie ci sono
anche Vera Farmiga, Fra Fee e l’esordiente Alaqua
Cox nei panni di Maya Lopez con gli episodi diretti da Rhys Thomas
e dal duo Bert and Bertie.
Vi ricordiamo che Hawkeye
fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto
uscire su Disney+ a
partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere
stato The Falcon and The
Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa
della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre
serie tv includono WandaVision (sempre
nel 2020?), Loki (primavera
2021) oltre a Hawkeye.Tutti
vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.
La trama si svolge dopo gli eventi
di Avengers:
Endgame e si baserà sulle avventure
di Young Avenger, Kate Bishop,
che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in
seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy
Renner tornare nei panni del personaggio, e
l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H
durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la
serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco,
ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che
tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime
indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue
notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone
battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint
Barton, sia da sola.
È da molto tempo che ci parla della
possibilità che Bruce Campbell possa apparire in
Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, l’attesissimo
sequel di Doctor Strange che vedrà il ritorno di
Benedict Cumberbatch nei panni dello Stregone
Supremo. Ora, tramite i suoi profili social, l’attore ha confermato
di essere a Londra, il che lascia intendere che potrebbe
effettivamente prendere parte al sequel.
Le voci su un possibile
coinvolgimento di Campbell nel progetto dei Marvel Studios sono iniziate a circolare
subito dopo la conferma che Sam Raimi avrebbe
sostituito Scott Derrickson alla regia. Sappiamo bene che Campbell
è uno degli attori feticcio di Raimi: i due hanno lavorato insieme
per la celebre trilogia horror di Evil Dead, e Campbell è
persino apparso in tutte e tre i capitoli della saga di Spider-Man diretta da Raimi, interpretando ogni
volta un personaggio diverso in un breve cameo.
Inoltre, quando Saimi è stato
ufficializzato al timone di Doctor
Strange 2, è stato proprio Campbell a dichiarare
che avrebbe voluto prendere parte al film. Sulla scia delle
loro precedenti collaborazioni e della volontà dell’attore di far
parte del cast del sequel, l’ultimo post condiviso da Campbell via
Twitter ha sollevato più di una domanda. L’attore statunitense,
infatti, ha confermato di essere a Londra, senza offrire ulteriori
dettagli sul motivo della sua permanenza nella capitale. Sappiamo,
però, che è proprio lì che sono attualmente in corso le riprese di
Doctor
Strange 2…
Nella didascalia che ha accompagnato
il post su Twitter, l’attore ha specificato di essere in
quarantena, quindi è chiaro che dovrà prendere parte alle riprese
di un film, dal momento che, in seguito all’esplosione della
pandemia di Covid-19, è obbligatorio per gli attori trascorrere
almeno un paio di settimane in isolamento prima di iniziare a
lavorare. Ovviamente, questa è al momento una mera speculazione.
Non ci resta che attendere una conferma ufficiale.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la
nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al
confronto con Dormammu. Nel film c’erano
anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
War e in Endgame.
Doctor Strange in the
Multiverse of Madness arriverà al cinema il 5
novembre 2021.
Tracy Morgan,
Jermaine Fowler, Nomzamo Mbatha, Rotimi, Luenell, Teyana Taylor,
Wesley Snipes, Louie Anderson, Paul Bates, Vanessa Bell
Calloway, Garcelle Beauvais, John Amos,
Eddie Murphy, Arsenio Hall, Leslie Jones, Akiley Love
e Bella Murphy. Il cast al completo de
Il principe cerca figlio, vecchi e nuovi volti, ha
partecipato agli incontri con la stampa, in cui la giornalista di
Rotten Tomatoes, Jacqueline Coley, ha parlato con
ognuno di loro, ricordando il film originale e presentando, senza
fare spoiler, la nuova avventura dell’adesso Re Akeem.
Naturalmente, tutto il cast che
aveva già partecipato a Il principe cerca moglie ha affrontato un
lungo excursus sul viale dei ricordi, rievocando i momenti più
iconici del primo film, che in tutto il mondo è entrato a far parte
dell’immaginario collettivo, un piccolo culto. È Nomzamo
Mbatha a mettere al centro della conversazione il
primo elemento rilevante in questo secondo appuntamento con i reali
di Zamunda.
“Il film affronta il tema
centrale della ricerca dell’identità, la ricerca di uno scopo, la
ricerca di lasciare tutto ciò che hai sempre saputo alle spalle e
addentrarti nel nuovo. Ma una delle cose più importanti e dinamiche
di questo film è un tema centrale attorno al potere della voce
femminile e al potere dell’emancipazione femminile. Questo è ciò
che amo del sequel. C’è il polso della situazione
attuale.”
Il principe cerca figlio, l’incontro con il
cast
Sempre Mbatha continua a
spiegare l’importanza culturale del film che, a differenza del
primo, non sarebbe stato ambientato nel Queens, ma a Zamunda:
“Per me era importante anche perché il film non sarebbe stato
ambientato nel Queens. Stava arrivando a Zamunda. Quindi si
trattava di ciò che io come donna africana sono in grado di portare
in termini di sfumature, in termini di verità, radicandola in così
tanta consistenza e cultura… Mirembe è arguta. È intelligente. È
sfacciata. C’è così tanta connessione umana che possiamo veramente,
veramente imparare. Quindi sono davvero entusiasta che tutti, ogni
ragazza black, ogni bambina in tutto il mondo veda se stessa, si
senta rappresentata.”
In merito alla portata del film e
alla sua importanza per la comunità black, Luenell racconta:
“Lasciatemi solo dire che non c’è un attore nero, più vecchio,
di mezza età o più giovane in questa città o in qualsiasi altra
città che non volesse avere solo una piccola parte di questo film.
Soprattutto nella scena finale… È stato come un grande climax in
cui abbiamo avuto modo di stare tutti insieme e ballare.”
Ma naturalmente il più atteso è
stato Eddie Murphy in persona, che torna
interpretare il personaggio che è entrato nelle case di tutto il
mondo: “C’erano circa tre bozze della sceneggiatura e siamo
arrivati al punto in cui la struttura e il filo narrativo erano
abbastanza forti… Ero consapevole che avevamo un film qui, e
dovevamo solo portare a bordo un giovane sceneggiatore che ci
avrebbe messo un tocco moderno.”
“Volevamo riportare
tutti indietro dall’originale – ha continuato Murphy – In
realtà, volevamo ripartire da dove la storia si era interrotta,
esattamente da quel momento. Quindi la questione era come collegare
i punti? È così che abbiamo scelto chi sarebbe stato nel
film.”
Il principe cerca figlio sarà
disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 5 marzo. Il film
è diretto da Craig Brewer e vede protagonisti
Eddie Murphy, Arsenio Hall e tutto il cast
originale del film del 1988.
Tom
Holland è sicuramente uno dei giovani attori più
richiesti del momento. La sua fama è indissolubilmente legata al
ruolo di Spider-Man nel MCU, che l’attore tornerà a
ricoprire nell’attesissimo
Spider-Man 3, le cui riprese sono attualmente in corso.
Naturalmente, come accade nella carriera di ogni giovane attore,
anche Holland ha provato ad ottenere una parte nei più grandi
franchise di successo.
In una recente intervista con
Backstage, a Tom
Holland è stato proprio chiesto di parlare di
alcuni dei provini sostenuti nel corso degli anni che purtroppo
sono andati male. L”attore ha così rivelato di aver partecipato
alle audizioni per il ruolo di Finn nella trilogia sequel di
Star Wars (ruolo poi affidato a John Boyega). Come spiegato da Holland,
all’inizio sembrava che le varie fasi del provino stessero volgendo
a suo favore, ma alla fine lo stesso si è reso conto di non aver
effettivamente dato il meglio di sé.
“Parecchi provini sono andati
male”, ha spiegato Tom
Holland. “Ricordo ancora la mia audizione per
Star
Wars. Ero al quarto, quinto provino e credo stessi sostenendo
l’audizione per il ruolo poi andato a John Boyega. Ricordo di aver
provato questa scena con questa ragazza – che Dio la benedica – e
lei aveva la parte di un drone. Quindi mentre io esclamavo:
‘Dobbiamo tornare alla nave!’, lei rispondeva: ‘Bleep, bloop bloop,
bleep bloop’. Non riuscivo a smettere di ridere. L’ho trovato così
divertente. Mi sono sentivo davvero male, perché lei si stava
sforzando davvero di essere un androide convincente o un drone o
come si chiamano. Ovviamente non ho avuto la parte. Decisamente,
non è stato il mio momento migliore.”
Probabile, se Holland avesse
ottenuto la parte di Finn, non sarebbe stato scelto per il ruolo di
Peter Parker. In fin dei conti, il non essere riuscito ad entrare a
far parte del galassia lontana, lontana ha avuto i suoi effetti
positivi: fin dal suo debutto in Captain
America: Civil War, infatti, Tom
Holland è riuscito a fare suo il personaggio di Peter
e a regalare ai fan una nuova iterazione dell’iconico supereroe
che, ad oggi, è annoverata tra le migliori mai apparse sul grande
schermo.
I prossimi progetti di Tom Holland
Ricordiamo che Tom
Holland sarà il protagonista di Cherry,
l’ultimo film di Anthony e Joe Russo (registi di Avengers:
Endgame) che arriverà su Apple
TV+ il prossimo 12 marzo. Tra i prossimi progetti dell’attore
figurano Chaos
Walking di Doug Liman, al fianco di Daisy Ridley, e
Uncharted,
l’attesissimo adattamento dell’omonimo videogioco sviluppato da
Naught Dog.
Dopo
l’ultimate trailerDisney ha diffuso le foto
promozionali di The Falcon And The Winter Soldier. La nuova
serie composta da sei episodi debutterà in esclusiva su Disney+ il
19 marzo 2021. Nella foto vediamo il ritorno in azione due noti
personaggi
Anthony Mackie e Sebastian Stan che riprenderanno i loro ruoli
nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier
(alias Bucky Barnes). Nelle foto anche l’attrice Emily VanCamp che riprende il ruolo di Sharon
Carter.
The Falcon And The Winter Soldier,
la serie tv
The Falcon And The Winter Soldier è la
serie di prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon And The Winter Soldier è
previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo
cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per
quanto concerne la serie di The Falcon And The Winter Soldier, il lancio è
fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Tutti ci siamo chiesti almeno una
volta nella vita cosa penserebbero di noi gli alieni potendoci
osservare da vicino. A togliere questo dubbio, dando la propria
versione dei fatti, è la nuova serie animata Solar
Opposites, in arrivo dal 23 febbraio come uno dei
primi Star Originals sulla
piattaforma Disney+. Gli appassionati del
genere ritroveranno da subito numerose somiglianze tra questa e la
celebre Rick and Morty. Il motivo è
presto detto, dietro entrambe si nasconde la stessa mente creativa,
ovvero quella di Justin Roiland. Per questa
nuova avventura, egli è stato affiancato anche da Mike
McMahan, ideatore di Star Trek: Lower Decks.
Ha così inizio una nuova serie dettata dal desiderio di dar sfogo a
tutta una sequela di classici elementi fantascientifici in chiave
parodica, come anche una più profonda riflessione sull’umanità e il
senso della sua esistenza oggi.
Contrariamente alla prima serie da
lui ideata, con Solar Opposites Roiland non porta i suoi
spettatori ad esplorare l’Universo, bensì alla scoperta
dell’umanità, in tutti i suoi vizi e virtù. Questa è infatti
incentrata su un gruppo di quattro alieni che scappano dal loro
defunto pianeta e trovano rifugio in una piccola cittadina
statunitense. Per due di loro, Korvo e
Yumyulack, la Terra è un posto orribile,
caratterizzato dall’inquinamento e dal consumismo.
Terry e Jesse, invece, entrano
subito in sintonia con gli umani e la loro cultura. Nonostante
queste divergenze di opinione, i quattro hanno un compito ben
preciso: proteggere e far crescere Pupa. Si tratta
di un super computer vivente che un giorno si evolverà distruggendo
la terra e ricreando il pianeta natale dei quattro alieni.
L’umanità vista dagli
extraterrestri
Intraprendendo la visione di
Solar Opposites si può inizialmente rimanere frastornati
dalla quantità di eventi e informazioni che vengono forniti in
brevissimo tempo. Il rischio è di provare un certo distacco per
quanto si sta vedendo, domandandosi se ci sia qualcosa di più
dietro quella frenesia generale. Occorre dunque la visione di più
di qualche episodio per entrare davvero nel cuore del progetto, che
a quel punto si manifesterà in modo più chiaro. Con questa nuova
serie Roiland e McMahan utilizzano l’arrivo dell’alieno per poter
mettere alla berlina una serie di abitudini e stili di vita che
caratterizzano l’essere umano del nuovo millennio.
Ogni episodio appare così
incentrato a criticare o ironizzare su aspetti di questo tipo, dal
sistema scolastico al mondo dell’intrattenimento. Tutto ciò che
oggi può sembrare normale e comunemente accettato si trova qui ad
essere analizzato fino all’osso, rivelando la propria futilità o
insensatezza. La presenza di personaggi in disaccordo sulla cultura
umana permette infine di presentare due lati della stessa medaglia,
non facendo dunque schierare il progetto unicamente verso una sola
direzione. Se questo è l’argomento della serie, il contesto in cui
tutto ciò si svolge è estremamente simile a quello a cui Roiland ha
già abituato i suoi spettatori con Rick and Morty.
Pur rimanendo sulla Terra, si ha
dunque a che fare con un susseguirsi di eventi nonsense di
carattere fantascientifico. Si genera così quell’intrattenimento
senza limiti che rinuncia ad una coerenza interna in favore di gag
e battute a raffica. Elementi, questi, attraverso cui è
ulteriormente possibile ironizzare sull’essere umano. Solar
Opposites non si riduce però solo a questo. Parallelamente ad
una forte narrazione verticale ne porta avanti anche una, meno
evidente, di natura orizzontale. Ciò permette di presentare una
serie di elementi che si intuisce avranno una loro particolare
importanza nel futuro della storia.
Solar Opposites: il valore della
satira
Quella che la serie propone è una
satira forse semplice nella premessa ma certamente più accattivante
nel suo svolgimento. Risulta ormai difficile poter essere realmente
pungenti o innovativi nell’affrontare questo tipo di tematiche. Se
anche Solar Opposites non riesce sempre ad esserlo
presenta ugualmente una serie di elementi, narrativi o visivi, che
bastano a garantirgli una propria identità. Ciò risulta evidente a
partire dai quattro personaggi protagonisti, ben caratterizzati e
accattivanti, a discapito dei secondari che attualmente faticano
invece a rendersi memorabili. Da un punto di vista visivo, invece,
risulta difficile non rimanere attratti dall’esplosione di colori,
forme e invenzioni messe in gioco dagli autori.
A frenare in parte gli intenti vi è
però, come precedentemente accennato, un ritmo piuttosto
altalenante. Se è vero che vi sono momenti di grande frenesia e
follia, è anche vero che vi sono alcuni “momenti morti” che
finiscono con il rallentare la visione e il coinvolgimento. Ciò
viene tuttavia in parte superato nel momento in cui si va a
prediligere la narrazione orizzontale, che sempre più si spera
possa però intrecciarsi con quella verticale, comunque fondamentale
per un prodotto di questo tipo. La volontà di dar vita a questa
unione si manifesta già, seppur ancora in potenza. Si spera possa
concretizzarsi ulteriormente con il proseguire degli episodi.
Arriva da
Deadline la notizia che Hope Davis è entrata a far parte del
cast di Succession 3, la prossima terza
stagione della serie drammatica vincitrice di un Emmy della HBO
Succession.
La stagione 3 è attualmente in produzione.
Hope Davis ha firmato per un arco
di più episodi nella prossima terza stagione della serie HBO
vincitrice di un Emmy, che è attualmente in
produzione. Interpreterà Sandi Furness, figlia del rivale di
lunga data di Logan Roy, Sandy Furness (Larry Pine).
Teso un’imboscata da parte del figlio ribelle Kendall alla fine
della seconda stagione, Logan Roy (Brian Cox) inizia la terza
stagione in una posizione pericolosa. Lottando per assicurarsi
alleanze familiari, politiche e finanziarie, le tensioni aumentano
mentre un’aspra battaglia aziendale minaccia di trasformarsi in una
guerra civile familiare.
Succession 3
Succession
3 è la terza
stagione della serie tv Succession
creata da Jesse Armstrong, per il canale
americano HBO.
La serie è incentrata sulla famiglia immaginaria di Roy, i
proprietari disfunzionali di un impero globale dei media e
dell’ospitalità che si battono per il controllo dell’azienda in
mezzo all’incertezza sulla salute del patriarca della famiglia,
Logan Roy.
In Succession 3
ritorneranno i protagonisti Marcia
Roy (stagione 1-in corso), interpretata
da Hiam Abbass, Greg
Hirsch (stagione 1-in corso), interpretato
da Nicholas Braun. Logan Roy (stagione 1-in
corso), interpretato da Brian Cox, Roman
Roy (stagione 1-in corso), interpretato da Kieran Culkin, Frank
Vernon (stagione 1-in corso), interpretato da Peter Friedman, Rava
Roy (stagione 1-in corso), interpretata da Natalie Gold, Tom
Wambsgans (stagione 1-in corso), interpretato da Matthew
Macfadyen. Connor Roy (stagione 1-in corso),
interpretato da Alan Ruck, Siobhan “Shiv” Roy (stagione 1-in
corso), interpretata da Sarah Snook, Kendall Roy (stagione 1-in
corso), interpretato da Jeremy Strong, Lawrence Yee (stagione 1-in
corso), interpretato da Rob Yang.
Zack Snyder è attualmente impegnato con la
promozione della Snyder Cut di Justice
League, che arriverà su HBO Max il prossimo 18 marzo.
In una recente intervista con Vanity Fair, il regista ha avuto modo
di parlare dei piani iniziali per il film, rivelando che in origine
avrebbe voluto una storia d’amore tra Bruce Wayne e Lois Lane.
Come spiegato da Snyder, il tutto
sarebbe avvenuto sulla scia della morte di Superman in Batman v Superman: Dawn of Justice. Bruce
sapeva che per salvare il mondo era necessario far resuscitare
Clark Kent e così, pur dilaniato da un enorme conflitto interiore,
alla fine avrebbe deciso di mettere a tacere i suoi sentimenti per
salvare l’umanità.
“L’intenzione era che Bruce si
innamorasse di Lois”, ha spiegato Snyder. “Poi si rendeva
conto che l’unico modo per salvare il mondo era riportare in vita
Superman. Così avrebbe vissuto questo folle conflitto, perché Lois,
ovviamente, era ancora innamorata di Superman. C’era questo
bellissimo dialogo in cui Bruce diceva ad Alfred: ‘Non ho mai avuto
una vita fuori dalla caverna. Non ho mai immaginato un mondo per me
oltre tutto questo. Ma questa donna mi fa pensare che se riesco a
mettere insieme questo gruppo di dei, allora il mio lavoro è
finito. Posso ritirarmi. Posso smettere’. Ma ovviamente non
funziona per lui.”
I fan sanno bene che esistono ben
tre versioni diverse della sceneggiatura di Justice
League: una prima versione che risale a prima
dell’arrivo di Batman v Superman nelle sale; una seconda utilizzata
per la versione cinematografica di Joss Whedon; ed infine una
terza, quella impiegata per il taglio di Snyder. Ovviamente, non
possiamo sapere quale delle tre versioni prevedesse la storia tra
Bruce e Lois, ma è probabile che la storyline fosse già stata
eliminata prima ancora che il film entrasse in produzione.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
In onda mercoledì 10 marzo in prima
serata su Rai1 La bambina che non voleva cantare,
il nuovo film tv di Rai Fiction diretto da Costanza
Quatriglio. Il film è una produzione
PICOMEDIA in collaborazione con RAI
FICTION e prodotto da ROBERTO SESSA.
Ispirato al libro “IL MIO CUORE UMANO” di NADA MALANIMA pubblicato
da Edizioni di Atlantide.
La bambina che non voleva cantare:
la trama e il cast
Nella campagna toscana dei primi
anni sessanta vive la piccola Nada. Il suo universo è composto da
nonna Mora, dalla sorella Miria, dal babbo Gino, un uomo buono e
silenzioso, e dalla mamma Viviana, spesso preda di forti
depressioni che la tengono lontana dalla figlia e dal mondo. Quando
viene scoperto il talento di Nada per il canto, il cuore fragile
della bambina si convince che solo la sua voce prodigiosa ha il
potere di far guarire la mamma.
E così, tra la gioia di veder la madre finalmente felice e la paura
che la malattia si possa riaffacciare all’orizzonte, Nada cresce
accettando ciò che Viviana desidera per lei, fino a quando quel
grande talento sopravvivrà persino alle sue stesse paure: tutti
scopriranno presto la voce unica di quella bambina che non voleva
cantare.
In La bambina che non
voleva cantare protagonisti sono
Carolina Crescentini, Sergio Albelli,
Paolo Calabresi, Tecla Insoli, Giuletta Rabeggiani, Massimo
Poggio, Paola Minaccioni e con Nunzia Schiano nel ruolo di
Nonna Mora.
Iniziate oggi in Kenya le riprese
di Questa notte parlami dell’Africa,
primo lungometraggio narrativo diretto da Carolina
Boco (il docu-film Notturno) e Luca La
Vopa (il documentario Il tocco dello sciamano),
tratto dall’omonimo romanzo di Alessandra Soresina
e prodotto da Draka Production di Corrado
Azzollini. Nel cast Roberta Mastromichele
(Manuale d’amore 1 e 2, Come tu mi vuoi, Una moglie
bellissima) al suo debutto da protagonista, Corrado
Fortuna(Baarìa,
Scusate se esisto!, I più grandi di tutti), Diane
Fleri (Mio fratello è figlio unico, Solo un
padre), Marlon Joubert (Romulus)
e Maria Grazia Cucinotta. Un film sul valore
universale dell’amicizia, in cui l’incontro tra due donne diventa
il simbolo dei due mondi che esse rappresentano: l’Europa e il
mondo arabo-africano. Sei le settimane di riprese previste, tra il
Kenya, a Watamu e Malindi, e l’Italia, in Puglia.
Questa notte parlami dell’Africa è co-prodotto da
Draka Production con Italian Dreams
Factory e Seven Dreams Productions di
Giulio Violati, in collaborazione con la BK Prdu (Marocco), con il
supporto di Apulia Film Commission, la collaborazione della Film
Commission Kenya, e come partner la compagnia aerea Air Ethiopian.
Sarà distribuito prossimamente per l’Italia da Draka
Distribution e Coccinelle per
l’estero.
Due donne molto diverse fra loro si
incontrano sullo sfondo della magia e delle contraddizioni
dell’Africa subsahariana. Emma, un’avvocatessa che vive una
profonda crisi personale, decide di prendersi una pausa partendo
per l’Africa. La giovane Nuri, invece, stretta fra i rigidi codici
morali della famiglia musulmana da cui proviene, nutre il desiderio
di scoprire cosa c’è fuori dal suo mondo. Le due entreranno in
contatto con un gruppo di attivisti impegnati nella lotta al
bracconaggio di elefanti, tra cui l’affascinante e misterioso Dylan
e Finn, un giovane dal passato burrascoso. Emma e Nuri faranno i
conti con i loro fantasmi interiori e scopriranno la propria
strada, seguendola senza rimpianti.
ATTENZIONE L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU WANDAVISION
L’ultimo episodio di
WandaVision ha messo lo spettatore di
fronte ad una serie di rivelazioni e svelamenti importanti,
tuttavia ha permesso agli appassionati della serie Disney+/Marvel di assistere anche alla
nascita di un nuovo eroe. All’inizio dell’episodio, infatti,
vediamo che Monica Rambeau (Teyonah
Parris) acquisisce dei poterti che prima non aveva,
attraversando la barriera dell’ESA, il perimetro all’interno del
quale Wanda ha creato la sua realtà alternativa.
Il personaggio di Monica ha una
lunga storia nei fumetti e ogni identità che ha assunto, ha
contribuito a stratificare la sua identità, rendendo il suo
personaggio interessante agli occhi del neofita fan del MCU, che la conosce soltanto
adesso.
Lo sviluppo dell’episodio 7 di
WandaVision ha reso sicuramente il personaggio uno
dei più importanti della serie, e sicuramente del futuro del
MCU, tanto che sappiamo già che
tornerà in alcuni dei film già annunciati, senza escludere
partecipazioni non ancora note al pubblico.
Chi è Monica Rambeau?
Il personaggio esordisce nei fumetti
sulle pagine di Amazing Spider-Man Annual #16 del
1982, in cui Spidey insegue per le strade di New York una donna
misteriosa dotata di enormi poteri, si tratta proprio di Monica che
sta perdendo il controllo dei suoi poteri. Nella storia originale,
Monica era un membro della polizia portuale di New Orleans, e
durante un’operazione in solitaria, nella quale è stata coinvolta
da un vecchio scienziato, amico di suo nonno, viene travolta da un
fascio di energia extra-dimensionale. Questo incidente le fa
acquisire dei poteri che le consentono di trasformarsi in qualsiasi
forma di energia dello spettro elettromagnetico. Verrà battezzata
così con il nome di Captain Marvel.
Nel corso della sua carriera da
supereroina, Monica ha fatto parte di numerosi gruppi di supereroi,
assumendo molteplici identità. Sarà un Avenger e
sarà così importante nel gruppo che, quando Wasp rinuncia al suo
ruolo di leader, lei verrà nominata nuovo capo della squadra. Sarà
anche il leader di una squadra sgangherata di supereroi nella
miniserie di Warren Ellis e Stuart Immonen,
Nextwave, ma farà parte anche di Marvel Divas, Mighty
Avengers e recentemente Strikeforce.
Oltre ad essere stata Captain
Marvel per un periodo abbastanza
lungo, Monica Rambeau ha avuto diversi alias. Quando cede il suo
titolo di Captain Marvell a Genis-Vell, figlio di Mar-Vell (e primo
detentore del nome), diventa Photon e ancora
Pulsar. Nelle sue apparizioni più recenti, Monica
si fa chiamare Spectrum.
Monica Rambeau è Photon?
Come sappiamo, il personaggio è
molto diverso nel MCU. L’abbiamo vista bambina nel
2019, quando, in Captain Marvel, cresce con la
madre single, Maria, e nel mito di “zia Carol”, ovvero l’ufficiale
Captain Marvel. Nel 2023, anno in cui è
ambientato WandaVision, troviamo Monica appena “tornata” dopo il
blip di Hulk (leggi
qui), scopriamo quindi che Maria Rambeau ha contribuito alla
fondazione dell’agenzia S.W.O.R.D. e che Monica Rambeau fa parte
della stessa.
Nell’episodio 7 di WandaVision,
Monica “riceve” i suoi poteri, e tutto ci fa pensare al fatto che
abbiamo assistito alla nascita di Photon. Teyonah
Parris, attrice che interpreta Monica, è infatti attesa in
Captain
Marvel 2, e dato che il contratto di Brie Larson/Carol Danvers è di almeno tre
film, è improbabile che Parris possa diventare la nuova Captain
Marvel, ma è più probabile che
diventi una specie di spalla per Carol, come è accaduto per War
Machine e Falcon.
Dunque, è chiaro che non sappiamo
esattamente chi è diventata Monica, ma è probabile che presto
vedremo Photon (o Pulsar?) affacciarsi nel pantheon del Marvel Cinematic Universe.
Sicuramente abbiamo assistito alla nascita di un nuovo eroe che ci
accompagnerà ancora a lungo nel corso della Fase 4 del MCU appena cominciata.
Arriva su
MioCinema dal 26 febbraio QT8: Quentin Tarantino – The
first Eight, un documentario che racconta la carriera
del celebre cineasta statunitense, dagli esordi come autore di
sceneggiature, Una vita la massimo scritta nel 1987,
Natural Born Killers scritta nel 1989 e Dal tramonto
all’alba scritta nel 1990, passando per l’esordio dietro
la macchina da presa con l’acclamato Le iene, la Palma
d’oro a Cannes e l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale per
Pulp Fiction e il susseguirsi di successi diventati
cult del cinema internazionale, sino al suo ottavo film da regista,
The Eightful Eight.
QT8 vanta interviste
esclusive di diverse star di Hollywood che hanno lavorato con
Tarantino ai suoi film, tra i quali
Samuel L. Jackson,
Kurt Russell,
Tim Roth,
Christoph Waltz. Ma vi sono anche interviste a
personaggi che hanno vissuto in prima persona la crescita
professionale di Tarantino, come i produttori Stacey Sher e Richard
Gladstein, o come l’amico e sceneggiatore Scott Spiegel.
Il documentario racconta retroscena
inediti, aneddoti e segreti del grande regista. Vi sono numerosi
contributi esclusivi, come riprese dei set, fotografie, video di
archivio e animazioni originali. Infine, non potevano mancare
numerose clip dei film di Tarantino, che si amalgamano nel racconto
e nei commenti dei protagonisti.
La cantautrice candidata
ai GRAMMY Awards Andra Day ha ricevuto la
nomination ai Golden Globe come Migliore
Attrice Protagonista in un film drammatico per la sua
interpretazione di Billie Holiday nel film The United
States of America VS. Billie Holiday. Diretto dal
regista Premio Oscar Lee Daniels (The
butler), scritto dal Premio Pulitzer Suzan-Lori
Parks e interpretato da Andra Day e Trevante Rhodes
(Moonlight), il film si è aggiudicato anche la nomination
per la Miglior Canzone “Tigress and tweed” interpretata
proprio da Andra Day.
The United States
of America VS. Billie Holiday arriverà in Italia
al cinema grazie a BiM Distribuzione. È uscita il 19
febbraio la colonna sonora del film distribuita da Warner
Records.
Degli anni Quaranta
l’icona della musica jazz Billie Holiday collezionava successi in
tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di
trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia
contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita.
Il fine ultimo delle azioni intraprese contro la cantante non era
però legato alla droga, ma a impedirle di eseguire la sua
straziante ballata “Strange fruit”, grido di denuncia contro i
linciaggi del governo degli U.S.A. e contributo essenziale
per il movimento per i diritti civili.
Sarà disponibile dal 26 febbraio in
anteprima esclusiva su RaiPlay, La tristezza ha il sonno leggero, commedia
diretta e interpretata da Marco Mario De Notaris, con Stefania
Sandrelli, Serena Rossi, Ciro Priello, Eugenia Costantini, Gina
Amarante, Roberto Caccioppoli, Gioia Spaziani, Tonino Taiuti e con
la partecipazione straordinaria di Marzio Honorato.
La tristezza ha il sonno leggero, prodotto da
Luciano Stella e Maria Carolina Terzi per Mad Entertainment e Carlo
Macchitella per Madeleine con RAI Cinema è
liberamente ispirato al romanzo omonimo di Lorenzo Marone. La tristezza ha il sonno leggero è ambientato
a Napoli, il 9 novembre 1989, durante la notte della caduta del
Muro di Berlino.
Il timido Erri Gargiulo,
quarantenne senza ambizioni, vedrà cadere, a poco a poco nell’arco
di una sera, pregiudizi, imposizioni, traumi familiari e
costrizioni, e anche il suo muro… Note del regista: Nella notte
in cui svanirono le certezze, e qualcuno capì che i sogni potevano
diventare incubi, ognuno dei miei personaggi abbandona la sua
maschera e si svela per quello che siamo tutti: individui alla
ricerca di un po’ di amore.
Marco Mario De Notaris è un attore
e regista napoletano, diplomato al Centro sperimentale di
cinematografia, lavora come attore al cinema, in teatro e in
televisione, in film, telefilm e soap opera, in ruoli comici e
drammatici, sia della tradizione napoletana che della prosa
classica e delle sperimentazioni teatrali. La tristezza ha
il sonno leggero è il suo esordio alla regia.
Il network americano The
CW ha diffuso due featurette di Riverdale 5, l’attesissima quinta stagione
della serie Riverdale
creata da Roberto Aguirre-Sacasa.
Riverdale 5
Riverdale
5 è la quinta
stagione della serie tv Riverdale
sviluppata dal direttore creativo di Archie Comics, Roberto
Aguirre-Sacasa per il network americana The CW.
In Riverdale
5 protagonisti sono i personaggi Archibald
“Archie” Andrews (stagione 1-in corso), interpretato da K.J. Apa Giovane studente di Riverdale
che cerca di seguire la sua passione musicale senza deludere il
padre allo stesso tempo. Elizabeth “Betty” Cooper (stagione 1-in
corso), interpretata da Lili Reinhart. Veronica Lodge (stagione
1-in corso), interpretata da Camila Mendes. Sofisticata e audace ragazza
appena trasferitasi da New York con la madre dopo che uno scandalo
finanziario ha travolto la sua famiglia. Jughead Jones (stagione
1-in corso), interpretato da Cole Sprouse. Migliore amico di Archie,
intelligente e che indossa sempre un cappello grigio. Hermione
Lodge (stagione 1-in corso), interpretata da Marisol
Nichols. Madre di Veronica, con la quale si è appena
trasferita in città dopo l’arresto del marito Hiram Lodge, al
centro di uno scandalo finanziario. Cheryl Blossom (stagione 1-in
corso), interpretata da Madelaine Petsch. Sorella
gemella di Jason, è una ragazza ricca e manipolatrice, tra le più
popolari della città. Josie McCoy (stagione 1-in corso),
interpretata da Ashleigh Murray. Una delle
studenti della città, nonché cantante del gruppo Josie and the
Pussycats. Figlia del sindaco. Alice Cooper (stagione 1-in corso),
interpretata da Mädchen Amick. Madre di Betty ed
editrice del giornale locale della città. Hiram Lodge (stagione
2-in corso), interpretato da Mark Consuelos.
Arriva da
Deadline la notizia che Laurel Marsden è entrata a far parte
del cast di Ms.
Marvel, l’attesa nuova serie dei Marvel Studios. Laurel Marsden, che
ha recitato in Quibi’s Survive, interpreterà Zoe Zimmer nella
prossima serie che segue l’eroe adolescente Kamala Khan (Iman
Vellani).
Zimmer è una specie di nemico per Ms. Marvel; una ragazza popolare
alla Coles Academic High, il supereroe la salva per la prima volta
nel fiume Hudson. Zimmer risale all’atleta “it” della scuola
Josh Richardson. Il personaggio ha fatto il suo debutto nel
film Ms. Marvel No.3 del 2014 dello
sceneggiatore G. Willow Wilson e dell’artista Adrian Alphona.
Ms. Marvel
Ms.
Marvel è l’annunciata serie tv prodotta dai
Marvel Studios scritta da
Bisha K. Ali e basata sull’omonimo personaggio dei
Marvel Comics. Nella serie tv il New
Jersey cresciuto Kamala Khan scopre di avere poteri polimorfi. Ms.
Marvel sarà presentato in anteprima
su Disney+
nel 2022.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER
SULL’EPISODIO 7 DI WANDAVISION!
Il
finale del settimo episodio di WandaVison ha finalmente rivelato la vera
identità del personaggio di Agnes, la vicina ficcanaso di Wanda e
Visione interpretata da Kathryn Hahn: si tratta in
realtà, come in molti avevano già ipotizzato, della potente strega
Agatha Harkness. In attesa di scoprire quale sia effettivamente il
suo ruolo all’interno della storia (e, soprattutto, se è lei
l’unico vero cattivo che sta manipolando Wanda e la sua realtà),
Screen
Rant ha raccolto 10 cose che bisogna sapere sul personaggio
creato da Stan Lee e Jack Kirby:
Agatha ha più di 12.500 anni
Agatha Harkness ha in
realtà ben più di 12,500 anni. Mentre la sua prima apparizione
risale al 1970 in Fantastic Four #94 di Stan Lee, Jack Kirby, Joe
Sinnott e Sam Rosen, questa parte del suo passato è stata
interpretata in Silver Surfer #135 del 1998 da JM DeMatteis, Tom
Grummett, Matt Ryan, Tom Smith e John Costanza.
In quel numero, è stato rivelato che
era abbastanza vecchia da ricordare, 500 anni prima che Atlantide
affondasse, che era il 10.500 a.C. nei fumetti Marvel.
Harkness ha tradito la sua stessa specie a New Salem
Agatha Harkness era una
strega e ha fatto molto per garantire la propria sopravvivenza. Ciò
divenne molto importante quando visse a New Salem, dove incontrò
streghe secolari, unendosi a loro. Nel corso degli anni, Agatha
divenne la grande dama di questo gruppo e alla fine consegnò varie
streghe alle autorità che ne reclamavano l’uccisione.
Lo ha fatto sotto copertura, anche
se il suo obiettivo principale era quello di liberare New Salem
dalle streghe più deboli per rendere la sua congrega ancora più
forte.
È stata una tata per i Fantastici Quattro
Alla fine, Agatha
Harkness divenne una governante che prestava servizio ai bambini
bisognosi, anche se, quando il mondo Marvel Comics incontrò i suoi primi supereroi,
si era ritirata da tempo.
Tutto è cambiato quando i Fantastici
Quattro hanno cercato una tata per Franklin Richards. Quando si
rese conto che Franklin poteva avere poteri più grandi, accettò il
lavoro e aiutò il bambino quando iniziò a prenderne coscienza. È
perciò cresciuta vicino ai Fantastici Quattro e li ha aiutati in
varie missioni.
Agatha è una strega potente
Agatha
Harkness ha nascosto i suoi poteri per molto tempo, ma alla fine ha
rivelato ai Fantastici Quattro che era una strega. Non solo Agatha
era una strega, ma era anche una strega molto potente, una delle
più forti conosciute all’epoca.
Nel corso degli
anni, Agatha Harkness ha dimostrato di essere una potente alleata
quando i Fantastici Quattro – e in seguito anche i
Vendicatori – hanno avuto bisogno del suo aiuto. Sebbene non possa
combattere, i suoi poteri di strega sono inestimabili: dalla
formulazione di incantesimi alla telepatia, dalla proiezione
astrale ai fulmini di energia che causano enormi danni.
Suo figlio è Nicholas Scratch
Uno dei primi nemici dei
Fantastici Quattro era un potente stregone di nome Nicholas
Scratch. La sua prima apparizione è avvenuta nel 1977 in Fantastic
Four #185. È arrivato a New Salem e ha processato Agatha per aver
cercato di tradire la comunità.
Si è scoperto che Nicholas era suo
figlio, e quando ha attirato i Fantastici Quattro a New Salem, ha
perso il loro sostegno. Nel corso degli anni, è tornato più volte e
alla fine è stato sconfitto e imprigionato, con la stessa Agatha
che alla fine ha rivelato che era suo figlio.
Agatha ha fatto sparire i figli di Scarlet Witch
Col passare degli anni, i
Fantastici Quattro non hanno più avuto bisogno di Agatha Harkness
come tata di Franklin, così la strega iniziò a lavorare con Scarlet
Witch. Quando Visione e Wanda hanno avuto i loro gemelli, Agatha è
diventata la loro tata, vegliando sui due bambini.
Purtroppo, Wanda ha creato i due
bambini usando la sua magia, attraverso frammenti dell’anima di
Mefisto. In West Coast Avengers #52 di John Byrne, Mike Machian,
Bon Sharen e Bill Oakley, i bambini finiscono per essere portati
via e Agatha ha rimosso il loro ricordi dalla mente di Wanda.
Agatha è stata la prima insegnante di Scarlet Witch
Dopo la scomparsa dei suoi figli,
Agatha Harkness ha lavorato per aiutare Wanda a controllare meglio
la sua pasticciata magia. Agatha e gli stessi Vendicatori sapevano
che Scarlet Witch aveva poteri forti e potenzialmente pericolosi, e
che aveva bisogno di imparare a controllarli meglio, ed è qui che
Agatha è entrata in gioco.
Doctor Strange si è offerto di aiutare Wanda,
ma i suoi doveri in qualità di Vendicatore hanno sempre avuto la
priorità. Agatha è stata in grado di aiutare Wanda a diventare più
forte, il che ha persino permesso a Scarlet Witch di resuscitare
Wonder Man. Tuttavia, non ha mai imparato a usare i poteri in modo
responsabile.
Scarlet Witch ha ucciso Agatha Harkness
La più grande rovina per
Scarlet Witch è arrivata quando ha creato un mondo nuovo di zecca
in “House of M” ed è poi diventata una cattiva a vita agli occhi
degli X-Men durante “M-Day”.
Tuttavia, in breve tempo ha perso
anche il sostegno dei Vendicatori quando si è ricordata che i suoi
gemelli esistevano e le erano stati portati via. Quando ha saputo
del ruolo di Agatha nell’inganno, Wanda l’ha uccisa e poi ha
attaccato i Vendicatori nella trama di “Avengers Disassembled”.
Resuscitata dalla madre di Scarlet Witch
Nella serie “Scarlet Witch”
del 2015, gran parte della vita passata di Wanda è stata spiegata e
molti aspetti precedentemente sconosciuti di quella stessa vita
sono stati finalmente portati alla luce.
In Scarlet Witch #13, Wanda trova
Agatha su Witches’ Road e poi trova sua madre, Natalya Maximoff. Le
tre finiscono per combattere l’entità astratte Lord Chaos. Natalya
ha sacrificato la propria vita per salvare la dea della
stregoneria, ma non prima di aver fatto resuscitare Agatha Harkness
e riportarla nella terra dei vivi.
Agatha sta ora lavorando con le Daughters of Liberty
Nel 2020, un nuovo gruppo è
arrivato nella Marvel Comics, con una storia lunga ma segreta.
Queste erano le Daughters of Liberty, un gruppo di donne potenti
che hanno aiutato a combattere il male e salvare il mondo,
inizialmente formato da Harriet Tubman, Alexa Volkoff (Lukin),
Peggy Carter e Agatha Harkness.
È stata proprio Harkness che le ha
introdotte alle vie della magia. Al giorno d’oggi, Agatha le sta
ancora aiutando, offrendo, ad esempio, il suo supporto al lavoro di
ricerca di Shuri.
Monica Rambeau è tra i protagonisti
dell’amatissima
WandaVision, il cui attesissimo finale è ormai alle porte
(mancano soltanto due episodi alla fine della serie). Sappiamo però
che ritroveremo il personaggio interpretato da Teyonah
Parris in Captain
Marvel 2, il sequel del cinecomic di successo che
vedrà ancora una volta Brie Larson nei panni di
Carol Danvers.
Il personaggio di Monica era già
apparso nel primo Captain
Marvel, ma in quel film aveva soltanto 11 anni, nonostante
sembrava già avere un legame molto particolare con sua “zia” Carol.
Nell’episodio 5 di WandaVision, Monica ha menzionato brevemente Carol,
lasciando intendere che tra l’agente dello SWORD e il supereroe ci
siano alcuni problemi irrisolti.
In una recente intervista con
ComicBook, alla Parris è stato proprio chiesto di questo
ipotetico “dramma” che potrebbe esistere tra Monica Rambeau e Carol
Danvers, facendo riferimento proprio alla breve menzione di
Captain Marvel in
WandaVision. La risposta dell’attrice ha confermato che i
fan scopriranno tutto nella seconda avventura in solitaria di
Carol: “Monica sarà in Captain Marvel 2 con Carol Danvers e Kamala Khan,
ossia Ms. Marvel. Questo ci darà lo spazio
necessario per esplorare ulteriormente ciò che potrebbe accadere in
quel film.”
È probabile che qualsiasi sia la
questione “irrisolta” tra Monica e Carol, abbia a che fare con la
morte della madre della prima, Maria Rambeau (interpretata nel
primo Captain
Marvel da Lashana Lynch). Come
rivelato nell’episodio 4 di
WandaVision, Maria è morta di cancro due anni dopo che
Thanos ha spazzato via metà della galassia, inclusa Monica.
In base a ciò che sappiamo, Carol
non era impegnata altrove mentre Maria combatteva la malattia, e
forse Monica (o la stessa Maria) avrebbe voluto che Carol fosse lì
a sostenere sua madre. Ad ogni modo, qualunque sia la ragione del
loro conflitto, i fan dovranno aspettare fino all’uscita di
Captain
Marvel 2 per scoprirlo.
Tutto ciò che sappiamo sul sequel
di Captain Marvel
Captain
Marvel 2, il sequel del cinecomic con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto
pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad
affidare la regia del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo
la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una
delle serie Marvel attualmente in sviluppo e
destinate a Disney+.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel diCaptain
Marvel arriverà l’11 novembre 2022.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è uno dei
prossimi progetti del MCU più attesi di sempre.
Nonostante il personaggio di Scott Lang sia sempre stato
considerato uno degli eroi minori all’interno dell’universo
condiviso, il terzo capitolo del franchise a lui dedicato sembra
essere degno di attenzione per almeno due motivi principali:
l’introduzione del villain
Kang il Conquistatore e il coinvolgimento di Kathryn
Newton nei panni di
Cassie Lang.
Kang, che sarà interpretato da
Jonathan Majors, sembra essere destinato a
stravolgere gli equilibri dell’intera saga, dal momento che nei
fumetti è una delle più grandi minacce mai esistite;
parallelamente, il personaggio di Cassie Lang e la sua eventuale
trasformazione in Stature potrebbe finalmente condurre
all’introduzione degli Young Avengers sul grande schermo.
Ad oggi Ant-Man and the Wasp: Quantumania non ha
ancora uan data di uscita ufficiale. Ciononostante, pare che le
riprese del film siano pronte a partire. Negli ultimi giorni,
infatti, sia
Michael Douglas che
Evangeline Lilly hanno confermato quando
dovrebbe ufficialmente partire la produzione: durante un Q&A su
Instagram (via Ant-Man
News), Douglas ha risposto alla domanda di un fan, ma è stato
alquanto generico, limitandosi a dire che le riprese partiranno
quest’anno; la stessa domanda è stata posta anche a Lilly, che ha
invece risposto – sempre via Instagram – in
maniera molto più esaustiva, confermando che l’obiettivo è quello
di iniziare a girare entro l’estate del 2021.
Arriva un importante aggiornamento
in merito a The
Flash, il cinecomic DC che, dopo una genesi
particolarmente travagliata, sembra finalmente aver trovato la
giusta direzione, anche grazie al coinvolgimento del
regista Andy
Muschietti. Pochi giorni fa si era diffusa la notizia
che
le riprese del cinecomic fossero ufficialmente partite grazie
ad un post condiviso via Instagram dalla produttrice Barbara
Muschietti, sorella di Andy.
Ora apprendiamo invece che un
personaggio molto amato dai fan dei fumetti sarà presente nel film:
stiamo parlando di Supergirl, la controparte
femminile di Superman, creata da Otto Binder. Ma non è tutto: è
stata anche già scelta la sua interprete! Come rivelato proprio dal
regista Muschietti in un post condiviso via
Instagram, sarà l’attrice americana Sasha
Calle, nota per la soap opera Febbre d’amore, a
vestire i panni dell’iconico personaggio.
Al momento non sappiamo quale sarà
l’identità che la Supergirl di Calle assumerà nel film, né il ruolo
che il personaggio giocherà all’interno della storia. È
ipotizzabile che l’introduzione di Supergirl non sia legata alla
mitologia stabilita dallo SnyderVerse: dal momento che The
Flash introdurrà ufficialmente il concetto di Multiverso, è
probabile che l’iterazione di Calle provenga da una realtà
completamente diversa. Quel che è certo è che il personaggio è
destinato a diventare una parte importante dell’universo
condiviso.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash
Ricordiamo che The
Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film
sarà diretto da Andy
Muschietti, regista di IT e IT
– Capitolo Due.Ezra
Miller tornerà a vestire i panni del Velocista
Scarlatto dopo un cameo in Batman
v Superman: Dawn of Justice e Justice
League. Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti
“Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy
Kubert.
Dopo il primo trailer Disney ha
diffuso l’ultimate trailer di
The Falcon and The Winter Soldier. La nuova serie
composta da sei episodi debutterà in esclusiva su Disney+ il
19 marzo 2021. Nella serie tornano in azione due noti personaggi
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro ruoli nei
panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier
(alias Bucky Barnes).
The Falcon And The Winter Soldier,
la serie tv
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il
ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero
Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.