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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, le riprese partiranno quest’estate

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania è uno dei prossimi progetti del MCU più attesi di sempre. Nonostante il personaggio di Scott Lang sia sempre stato considerato uno degli eroi minori all’interno dell’universo condiviso, il terzo capitolo del franchise a lui dedicato sembra essere degno di attenzione per almeno due motivi principali: l’introduzione del villain Kang il Conquistatore e il coinvolgimento di Kathryn Newton nei panni di Cassie Lang.

Kang, che sarà interpretato da Jonathan Majors, sembra essere destinato a stravolgere gli equilibri dell’intera saga, dal momento che nei fumetti è una delle più grandi minacce mai esistite; parallelamente, il personaggio di Cassie Lang e la sua eventuale trasformazione in Stature potrebbe finalmente condurre all’introduzione degli Young Avengers sul grande schermo.

Ad oggi Ant-Man and the Wasp: Quantumania non ha ancora uan data di uscita ufficiale. Ciononostante, pare che le riprese del film siano pronte a partire. Negli ultimi giorni, infatti, sia Michael Douglas che Evangeline Lilly hanno confermato quando dovrebbe ufficialmente partire la produzione: durante un Q&A su Instagram (via Ant-Man News), Douglas ha risposto alla domanda di un fan, ma è stato alquanto generico, limitandosi a dire che le riprese partiranno quest’anno; la stessa domanda è stata posta anche a Lilly, che ha invece risposto – sempre via Instagram – in maniera molto più esaustiva, confermando che l’obiettivo è quello di iniziare a girare entro l’estate del 2021.

Qualora le riprese del film dovessero ufficialmente partire la prossima estate, non è detto che il terzo Ant-Man riesca ad arrivare nelle sale già nel 2022, dal momento che già le uscite di ben quattro cinecomic Marvel sono stati fissati per quell’anno: Doctor Strange in the Multiverse of Madness, Thor: Love and Thunder, Black Panther 2 e Captain Marvel 2

Le info su Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

The Flash: Supergirl apparirà nel film, ecco chi la interpreterà

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The Flash: Supergirl apparirà nel film, ecco chi la interpreterà

Arriva un importante aggiornamento in merito a The Flash, il cinecomic DC che, dopo una genesi particolarmente travagliata, sembra finalmente aver trovato la giusta direzione, anche grazie al coinvolgimento del regista Andy Muschietti. Pochi giorni fa si era diffusa la notizia che le riprese del cinecomic fossero ufficialmente partite grazie ad un post condiviso via Instagram dalla produttrice Barbara Muschietti, sorella di Andy.

Ora apprendiamo invece che un personaggio molto amato dai fan dei fumetti sarà presente nel film: stiamo parlando di Supergirl, la controparte femminile di Superman, creata da Otto Binder. Ma non è tutto: è stata anche già scelta la sua interprete! Come rivelato proprio dal regista Muschietti in un post condiviso via Instagram, sarà l’attrice americana Sasha Calle, nota per la soap opera Febbre d’amore, a vestire i panni dell’iconico personaggio.

Al momento non sappiamo quale sarà l’identità che la Supergirl di Calle assumerà nel film, né il ruolo che il personaggio giocherà all’interno della storia. È ipotizzabile che l’introduzione di Supergirl non sia legata alla mitologia stabilita dallo SnyderVerse: dal momento che The Flash introdurrà ufficialmente il concetto di Multiverso, è probabile che l’iterazione di Calle provenga da una realtà completamente diversa. Quel che è certo è che il personaggio è destinato a diventare una parte importante dell’universo condiviso.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

The Falcon and the Winter Soldier: ultimate trailer della serie Marvel

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Dopo il primo trailer Disney ha diffuso l’ultimate trailer di The Falcon and The Winter Soldier. La nuova serie composta da sei episodi debutterà in esclusiva su Disney+ il 19 marzo 2021. Nella serie tornano in azione due noti personaggi Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes).

The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Harry Potter: Daniel Radcliffe imbarazzato dalla sua recitazione

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Harry Potter: Daniel Radcliffe imbarazzato dalla sua recitazione

Di recente molti attori di Harry Potter sono tornati a parlare della loro esperienza con la celebre saga. Gli interpreti dei gemelli Wesley, ad esempio, hanno rivelato che all’inizio delle riprese non erano a conoscenza di quale personaggio avrebbero interpretato; Rupert Grint (Ron Weasley) ha ammesso di aver visto solo tre degli otto film del franchise, mentre l’attore che ha prestato il volto a Neville Paciock ha rivelato che ad oggi è molto difficile per lui rivedere i film del franchise.

Nonostante il successo del franchise persista ancora oggi, pare che non tutti i membri del cast siano legati ad esso allo stesso modo di quel pubblico che ha contribuito alla sua immensa fortunata. Di recente, anche Daniel Radcliffe, l’interprete di Harry, è tornato a parlare della sua esperienza in una recente intervista con Empire (via Metro) che ha dedicato uno speciale alla celebre saga in occasione dei suoi 20 anni.

Nonostante sia “incredibilmente grato” per aver avuto la possibilità di interpretare un personaggio come Harry Potter, Radcliffe ha ammesso di sentirsi “profondamente in imbarazzo” di fronte ad alcuni momenti del film a causa della sua recitazione: “È difficile separare il mio rapporto con Harry dal mio rapporto con i film nel loro insieme”, ha spiegato l’attore trentunenne. “Sono incredibilmente grato per quell’esperienza. Mi ha fatto capire cosa volessi fare realmente per il resto della mia vita. Riuscire a capire cosa ami fin da subito è davvero un privilegio. Tuttavia, mi sento profondamente in imbarazzo di fronte ad alcune scene, e questo a causa della mia recitazione. Penso che sia come chiedere a qualcuno di ricordare la propria adolescenza. C’è così tanto in ballo che è difficile parlarne facendo riferimento ad una singola sensazione.”

È importante ricordare che Radcliffe aveva solo 12 anni quando è stato scelto per interpretare il ruolo del protagonista nella celebre saga, quindi i sentimenti dell’attore nei confronti della sua performance sono assolutamente comprensibili. Tuttavia, è innegabile quanto il pubblico sia stato testimone di una vera e propria evoluzione del suo talento, tant’è che ad oggi, riuscire ad immaginare un altro attore nei panni di Harry è praticamente impossibile.

Daisy Ridley vorrebbe interpretare Spider-Woman al cinema

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Daisy Ridley vorrebbe interpretare Spider-Woman al cinema

Anche se Marvel e Sony non hanno ancora confermato la notizia, sappiamo da un po’ di tempo che un film dedicato a Spider-Woman è in fase di sviluppo. Il film in questione dovrebbe essere dedicato a Jessica Drew, primo personaggio dei fumetti ad adottare l’identità della Donna Ragno.

A febbraio dello scorso anno era circolate delle voci secondo cui il premio Oscar Alicia Vikander (The Danish Girl, Tomb Raider) era in lizza per ottenere la parte della protagonista, ma da allora non ci sono più stati aggiornamenti. Ad oggi non sappiamo ancora nulla di concreto in merito al film, ma pare ci sia un’attrice particolarmente interessata al ruolo: stiamo parlando di Daisy Ridley, nota al grande pubblico per il ruolo di Rey nella trilogia sequel di Star Wars

Nonostante l’arrivo di alcuni interessanti progetti che la vedranno coinvolta (come ad esempio Chaos Walking, al fianco di Tom Holland), in passato è stata la stessa Ridley a confermare di aver faticato parecchio per riuscire a trovare ruoli interessanti dopo la fine della sua esperienza con la saga di Star Wars e un film come quello dedicato a Spider-Woman potrebbe sicuramente rappresentare un’opportunità irripetibile per la giovane attrice.

Intervistata da Sariah Wilson, giornalista di USA Today, proprio in occasione dell’uscita di Chaos Walking, Daisy Ridley ha avuto la possibilità di commentare le voci su Spider-Woman. L’attrice ha spiegato di non sapere nulla a proposito del film o del potenziale ruolo, ma ha anche specificato che sarebbe felice di unirsi allo SPUMC. “Mi piacerebbe interpretare Spider-Woman”, ha detto Ridley. “Ma è più una questione legata ad un universo esteso di Spider-Man, giusto?”

La storia di Spider-Woman nei fumetti

Nei fumetti, Jessica Drew è una giovane donna che decenni fa si ammalò gravemente dopo mesi di esposizione all’uranio, usato dal padre nei suoi esperimenti scientifici. Per salvarle la vita, l’uomo fu costretto ad usare una medicina sperimentale, basato sulla biologia di un ragno radioattivo. Jessica venne sigillata in un acceleratore genetico in modo da amplificare gli effetti del siero. Si risvegliò decenni dopo, senza essere invecchiata, con tutta una serie di poteri, senza però ricordare nulla del suo passato.

Ricordiamo che la Sony Pictures ha fissato per l’8 ottobre 2021 l’arrivo nelle sale di un nuovo misterioso film dello Spiderverse: al momento non sappiamo se si tratterà proprio del film su Jessica Drew o magari di un film dedicato ad un’altra delle nemesi dell’Uomo Ragno.

Gli Eterni: la regista si è ispirata a Revenant per le scene d’azione

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A quanto pare, la regista Chloé Zhao si sarebbe ispirata a Revenant – Redivivo per le scene d’azione de Gli Eterni, l’attesissimo cinecomic Marvel in arrivo nelle sale a novembre, progetto che si trascina fin dal suo annuncio un carico parecchio elevato di curiosità e aspettative, soprattutto per il coinvolgimento di Zhao.

Proprio di recente si era parlato dell’approccio “creativo” della regista cinese alla scelta del cast del film. Ora, è stata la stessa a rivelare in una recente intervista con The Playlist di essersi lasciata ispirare dal film di Alejandro González Iñárritu del 2015 (che regalò a Leonardo DiCaprio il tanto agognato Oscar come migliore attore protagonista) per le scene d’azione del cinecomic che introdurrà nell’universo condiviso il gruppo di esseri immortali dotato di abilità incredibili.

La cosa più sorprendente è che la Marvel ha da subito apprezzato il tipo di approccio di Zhao al materiale originale, come spiegato dalla regista: “Ci sono molti film a cui mi sono ispirata per Gli Eterni. Ma per quanto riguarda le scene d’azione, che mi sono divertita veramente tanto a realizzare, anche grazie ad un team davvero fantastico, ho voluto fare riferimento a Revenant. È un film che amo particolarmente e durante le riprese lo abbiamo guardato molte volte. La maggior parte di quelle scene sono state girato sul posto ed è proprio questo a rendere le scene di quel film incredibilmente coinvolgenti. Quindi direi che Revenant è il film a cui aspiriamo. La Marvel ha supportato in tutto e per tutto la nostra idea. Mi hanno sempre supportata.”

A causa della pandemia di Covid-19, Gli Eterni è stato posticipato di un intero anno. Attualmente l’uscita nelle sale americane è fissata per il prossimo novembre, sperando che per l’allora la situazione a livello mondiale sia tornata alla normalità. Le recenti dichiarazione di Zhao non fanno altro che aumentare il nostro desiderio di scoprire quale sarà effettivamente il prodotto finale e, soprattutto, se Gli Eterni si distaccherà effettivamente dai precedenti film prodotti dal MCU.

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

WandaVision: promo dell’episodio 7 e 8

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WandaVision: promo dell’episodio 7 e 8

Disney+ ha diffuso il promo ufficiale degli episodi 7 e 8 di WandaVision, la nuova serie tv Marvel Studios in programmazione e  streaming in esclusiva su Disney+.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare le più belle storie Marvel e molto altro!

WandaVision, la serie tv 

WandaVision di Marvel Studios unisce televisione classica e Marvel Cinematic Universe e vede protagonisti Wanda Maximoff e Visione, due individui dotati di super poteri che conducono vite di periferia idealizzate, che iniziano a sospettare che ogni cosa non sia come sembra.

WandaVision

WandaVision, la prima serie targata Marvel Studios, creata in esclusiva per Disney+, ha per protagonisti Elizabeth Olsen nel ruolo di Wanda Maximoff e Paul Bettany in quello di Visione. Kathryn Hahn è Agnes e Teyonah Parris è Monica Rambeau, personaggio che è stato presentato al pubblico in Captain MarvelKat Dennings riprenderà il suo ruolo di Darcy da Thor e Thor: The Dark World, mentre Randall Park tornerà a vestire i panni di Jimmy Woo da Ant-Man and The Wasp. La serie è diretta da Matt Shakman mentre Jac Schaeffer è il capo sceneggiatore. Composta da nove episodi, WandaVision è disponibile in streaming su Disney+.

Fantastici Quattro: la Marvel ha iniziato a cercare gli sceneggiatori

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Justin Kroll, giornalista di Deadline, ha condiviso un piccolo aggiornamento via Twitter in merito a Fantastici Quattro, il nuovo film dedicato ai personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby che sarà ambientato nel MCU. Secondo quanto riportato dal giornalista, i Marvel Studios hanno cominciato ad incontrare diversi sceneggiatori.

Al momento non è stato ancora designato chi si occuperà ufficialmente di scrivere il reboot. Ricordiamo che il film sarà diretto da Jon Watts, regista di Spider-Man: Homecoming che ha anche contribuito alla sceneggiatura del film con Tom Holland; nulla esclude che alla fine Watts possa essere coinvolto nel nuovo progetto dedicato alla grande famiglia Marvel anche in qualità di sceneggiatore.

La ricerca dello sceneggiatore (o del gruppo di sceneggiatori) che si occuperanno di scrivere Fantastici Quattro potrebbe durare diversi mesi, quindi è probabile che il film non entrerà in produzione molto presto. Basti pensare a quanto accaduto con Blade, il cinecomic che avrà come protagonista il due volte premio Oscar Mahershala Ali: il film è stato annunciato per la prima volta nel 2019, ma la sceneggiatrice del film è stata resa nota soltanto quest’anno (si tratta di Stacy Osei-Kuffour, autrice dell’acclamata serie Watchmen). 

In seguito all’acquisizione di Fox da parte di Disney, i personaggi di Reed Richards, Sue Storm, Johnny Storm e Ben Grimm potranno diventare finalmente parte integrante dell’Universo Marvel e condividere le loro storie con il più ampio universo cinematografico. Ricordiamo che Jon Watts è attualmente impegnato con la produzione di Spider-Man 3, che dovrebbe arrivare nelle sale a dicembre di quest’anno.

Le info su Fantastici Quattro

Il film dei Fantastici Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista di Spider-Man: HomecomingSpider-Man: Far From Home e di Spider-Man 3, attualmente in fase di produzione.

Enslaved: la crudele tratta atlantica degli schiavi afroamericani con Samuel L. Jackson i

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“Si parla sempre solo delle navi che sono arrivate a destinazione, non di quelle che non sono mai arrivate. C’erano navi che affondavano con i nostri antenati e noi vogliamo raccontare le loro storie. Enslaved è molto più di una serie tv; per me è il tentativo di ridare la voce a milioni di persone: voce che era stata messa a tacere”. Così l’attore Samuel L. Jackson introduce Enslaved:  la crudele tratta atlantica degli schiavi afroamericani, la docu- serie tv in sei episodi condotta dallo stesso Jackson, insieme ai giornalisti e documentaristi Afua Hirsch e Simcha Jacobovici, in onda in esclusiva su History Channel (canale 407 di Sky) dal 22 febbraio alle 21.00 (due episodi a serata). È la drammatica ricostruzione della tratta – durata 400 anni – di esseri umani dai Paesi africani al nuovo mondo: oltre 12 milioni di persone rapite e vendute in schiavitù, di cui almeno 2 milioni morti durante il viaggio.

Nella serie per la prima volta la nuova tecnologia subacquea – come la mappatura 3D avanzata e il radar penetrante nel terreno – ha permesso di individuare ed esaminare numerose navi negriere affondate, rivelando una prospettiva completamente nuova sulla storia della tratta transatlantica degli schiavi. In diversi siti di immersione, tra Regno Unito, Giamaica e Florida, un team esperto di subacquei ha localizzato sei navi che affondarono con gli schiavi a bordo. Nel frattempo, sulla terraferma, gli esperti hanno indagato sulle storie che legano gli schiavi del Ghana, le case signorili dell’Inghilterra e le piantagioni americane.

Il lavoro investigativo e scientifico, gli indizi recuperati in fondo al mare, il reportage e le ricostruzioni delineano l’ideologia, l’economia e la politica della schiavitù, e restituiscono alla luce i particolari perduti di eventi del passato e le storie dimenticate delle sofferenze di milioni di persone.

Enslaved è coprodotta da Associated Producers (Toronto) e Cornelia Street Productions (Londra). Diretta da Simcha Jacobovici, la serie è prodotta da Ric Esther Bienstock, Sarah Sapper e Felix Golubev, mentre produttori esecutivi sono Samuel L. Jackson, LaTanya Jackson, Eli Selden, Rob Lee, Simcha Jacobovici, Ric Esther Bienstock, Sarah Sapper e Yaron Niski.

GLI EPISODI

Storia sommersa

Samuel L. Jackson intraprende un viaggio personale, dopo aver scoperto che il suo DNA risale alla tribù Benga del Gabon. Accolto come un figlio perduto da tempo che è tornato a casa, partecipa ad un rito di iniziazione. Ma Jackson fa un ulteriore passo avanti: trasforma il suo personale viaggio in uno sforzo per sensibilizzare gli spettatori sulla storia della tratta transatlantica degli schiavi afroamericani.

A tal fine coinvolge l’associazione di subacquei “Diving With a Purpose” (DWP) per andare alla ricerca di navi negriere affondate nell’Oceano Atlantico. DWP è un’organizzazione dedicata alla conservazione e protezione delle risorse del patrimonio sommerso, per esempio dei coralli, attiva nel campo dell’archeologia marittima e della conservazione dell’oceano, con un focus speciale sulla protezione, la documentazione e lo studio dei relitti della tratta degli schiavi. DWP collabora con la National Association of Black Scuba Divers (NABS). In questo episodio vedremo quindi Samuel Jackson andare quindi alla ricerca di una nave affondata al largo della costa della Florida. L’episodio stato girato sul posto in Gabon, Ghana e Florida.

I perché della tratta

Nella sua ricerca per raccontare la storia della tratta degli schiavi, Samuel L. Jackson recluta due giornalisti e documentaristi pluripremiati, Simcha Jacobovici e Afua. In che modo gli schiavisti hanno provato a giustificare 400 anni di tratta e lo sfruttamento e l’omicidio di milioni di persone provenienti dai paesi africani? Nel mondo antico il colore non era un criterio in base al quale le persone si giudicavano a vicenda.

Allora come è nata l’ideologia del razzismo? Jackson invia Jacobovici e Hirsch in missione per comprendere il processo che ha portato gli europei a ritenere la schiavitù non solo redditizia economicamente ma anche fondata razionalmente. Parallelamente a questa indagine, nel Canale della Manica, i subacquei  di DWP individuano uno  dei relitti più antichi di navi negriere, recuperando un oggetto risalente a 350 anni fa. Questo episodio è stato girato in Ghana, Regno Unito e Spagna.

Segui i soldi

L’episodio indaga sulle ragioni economiche della schiavitù seguendo la ricerca della nave, “The Leusden“, in Suriname. Questa nave olandese rappresenta la più grande perdita di vite umane durante l’intera tratta degli schiavi. Mentre la nave stava affondando, l’equipaggio inchiodò i boccaporti, impedendo ad oltre 640 persone provenienti di salvarsi. I proprietari della nave non tennero nascosta la tragedia. Tutt’altro: fecero richiesta di rimborso all’assicurazione per “carico smarrito”. Jackson, Jacobovici e Hirsch ritrovano i crediti dell’assicurazione ma anche  fosse comuni e manufatti rari, che permettono di mettere insieme i motivi economici della schiavitù. L’episodio è stato girato in Suriname, Brasile, Portogallo e Regno Unito.

Le culture del Nuovo Mondo

Esplorando cibo, musica e scienza, scopriremo che gran parte della cultura del Nuovo Mondo è nata all’interno delle navi, dove africani di diversi Paesi e tribù interagivano tra loro e con gli europei che li commerciavano. La tipica cucina del sud degli Stati Uniti è di origine africana. Samuel L. Jackson visita Africatown in Alabama., l’unica città africana fondata in America da schiavi liberati. Qui incontra l’artista vincitore del Grammy Rhiannon Giddens, che esplora le origini africane del banjo. I subacquei di DWP aiutano alcuni giovani in Costa Rica a scoprire le loro origini africane, identificando una nave di schiavi affondata al largo del Paese Come i giovani costaricani, gli spettatori saranno sorpresi di scoprire quanto della nostra cultura globale – dal reggae ai frattali matematici – sia legata alla storia della schiavitù. L’episodio è stato girato in Costa Rica, Giamaica, Etiopia e Stati Uniti.

Resistenza

Questo episodio illustra la resistenza alla tratta da parte degli schiavi sia in Africa sia durante la diaspora – dal Ghana al Regno Unito all’America. I sommozzatori di DWP intraprendono un’indagine senza precedenti per individuare il relitto perfettamente conservato della “Freedom Boat” nei Grandi Laghi nel nord degli USA, una goletta che h traghettò gli afroamericani verso la libertà in Canada. Identificano persino i nomi di alcuni degli schiavi che furono salvati dal capitano della nave. Jackson, Jacobovici e Hirsch approfondiscono inoltre il ruolo ricoperto da africani nella lotta alla schiavitù nel proprio continente o durante la Guerra Civile americana.

Abolizione

La politica ha favorito la schiavitù. Ma è stata la politica a porre fine ad essa come è successo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. E proprio negli USA di oggi viene intervistato il deputato John Lewis, una delle più importanti figure nella lotta contro la segregazione razziale  e recentemente scomparso. L’episodio proverà a risolvere infine il mistero della nave “The London“, affondata al largo della Cornovaglia, mentre trasportava illegalmente  decine di africani che, erano stati liberati per poi essere ridotti nuovamente in schiavitù. L’episodio è stato girato nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Ghana.

Omicidio al Cairo: trama, cast e la vera storia dietro il film

Omicidio al Cairo: trama, cast e la vera storia dietro il film

I moti della Primavera Araba sono stati una delle più importanti rivoluzioni del nuovo millennio, ed hanno coinvolto quasi tutti i paesi del Nord Africa e non solo. Inevitabile che simili eventi venissero toccati, seppur anche in modo marginale, da quel potente mezzo di comunicazione di massa che è il cinema. Uno dei titoli più interessanti a riguardo è Omicidio al Cairo, diretto dal regista svedese di origini egiziane Tarik Saleh. Già noto per film come Gitmo – The New Rules of War e Metropia, questi ha nel 2017 portato al cinema questa sua nuova opera, ad oggi la più apprezzata e premiata della sua filmografia.

Con questo, il regista ricostruisce con grande fedeltà alcuni degli eventi che portarono alle prime rivolte verificatesi in Egitto a partire dal 2008. Il suo è un film di denuncia contro le autorità e la situazione politica di quegli anni, e attraverso l’adattamento di un episodio realmente accaduto riesce a raccontare ancor di più i retroscena di tali ambienti. Trattando tematiche simili, Saleh ebbe non poche difficoltà a realizzare il film. Fu infatti costretto a spostare le riprese dal Cairo a Casablanca, poiché il governo non concesse di girare nella capitale. Il film riuscì in ogni modo a prendere forma, ottenendo poi riconoscimenti da tutto il mondo.

Presentato al Sundance Film Festival, questo ricevette il premio World Cinema Grand Jury Prize. In Svezia, ai prestigiosi Guldbagge Awards vinse invece cinque premi, tra cui quello di miglior film. Omicidio al Cairo è un gioiello da riscoprire assolutamente per poter aprire una finestra su luoghi del mondo normalmente non frequentati. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia a cui è ispirato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Omicidio al Cairo: la trama del film

La storia si svolge in Egitto, nel 2011, più precisamente nella capitale Il Cairo. In quel periodo la città è sconvolta dalle prime agitazioni e proteste contro il trentennale regime del presidente Mubarak. A margine di ciò, si segue la vicenda del detective della polizia Noredin Mostafa, il quale, come vuole la norma, è corrotto come tutti i suoi colleghi. Mustafa è infatti solito chiedere una ricca tangente ai commercianti per garantire loro protezione da eventuali attacchi. A cambiare il suo modo di agire arriva però l’insolito caso di una cantante trovata morta nella sua stanza d’albergo. La cameriera Salwa sembra l’unica a sapere cosa sia accaduto.

Sospettando qualcosa di grosso, che potrebbe garantirgli un avanzamento di carriera, il poliziotto inizia così ad indagare. Più si avvicina alla verità però, più scoprirà il coinvolgimento nell’omicidio di nomi importanti, alcuni dei quali appartenenti alla classe politica. Sarà a quel punto che gli verrà ordinato di archiviare il caso e insabbiare quanto scoperto. Mostafa però, pur essendo corrotto, non è privo di coscienza. Frustrato dai soprusi contro il popolo egiziano, decide di andare fino in fondo alla questione, sfidando i potenti e mettendo a rischio la propria vita pur di ottenere la verità.

Omicidio al Cairo cast

Omicidio al Cairo: il cast del film

Interpreti del film sono prevalentemente attori di origini africane o francesi, forse poco noti al pubblico internazionale ma divenuti poi particolarmente celebri anche grazie a questo film. Ad interpretare il ruolo del protagonista, il poliziotto Noredin Mostafa, vi è l’attore Fares Fares, divenuto celebre a livello internazionale grazie a film come Zero Dark Thirty, Child 44 e Rogue One: A Star Wars Story. Ad interpretare la cameriera Salwa vi è l’attrice Mari Malek, mentre Yasser Ali Maher è Kammal Mostafa. Slimane Dazi, noto per il film Il profeta, è invece presente nel ruolo del misterioso uomo dagli occhi verdi. Hichem Yacoubi, visto sia in Munich che in Il profeta, interpreta Nagui, mentre Ger Duany, noto per Restless City e The Good Lie, dà vita al personaggio di Clinton.

Omicidio al Cairo: la vera storia dietro il film

La storia narrata nel film è la rielaborazione che il regista ha fatto di un evento realmente accaduto in Egitto, nel 2008. Si tratta dell’assassinio della cantante libanese Suzanne Tamim. Questa era divenuta particolarmente celebre dopo aver vinto nel 1996 il talent show libanese Studio El Fan, all’età di soli 19 anni. Questa intraprese così una fortunata carriera nel mondo della musica, dando vita a brani che univano le sonorità del pop a quelle della tradizione araba. Il 28 luglio del 2008, all’età di 30 anni, la cantante venne però ritrovata morta nel suo appartamento. Inizialmente si diffuse la notizie che Tamim era stata decapitata, ma in seguito venne rivelato che era morta per uno sgozzamento. Data la sua popolarità, il caso fece estremamente scalpore e in breve si arrivò ad arrestare alcuni sospettati.

Questi erano un noto milionario e Hisham Talaat Moustafa, anche legislatore della camera alta del Parlamento egiziano. Accusati di aver assunto un sicario per uccidere la cantante, nel 2009 vennero ritenuti colpevoli e condannati all’impiccagione. Nel marzo del 2010, tuttavia, la Corte suprema chiese di rivedere la sentenza, e con il nuovo processo Moustafa e il milionario vennero condannati a 15 anni di carcere, mentre il killer all’ergastolo. Questo era stato identificato in Al-Sukkari, ex poliziotto. Nel 2011, tuttavia, si è diffusa la notizia che, a causa dei disordini popolari, il misterioso milionari era evaso di prigione. Di questi, amico del presidente Mubarak, si proibì inoltre di parlare pubblicamente. Ad oggi, ancora molti sono i misteri rimasti irrisolti sul caso.

Omicidio al Cairo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Omicidio al Cairo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Rai Play, YouTube e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente, in prima visione assoluta, nel palinsesto televisivo di sabato 20 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Res Creata, recensione del film di Alessandro Cattaneo

Res Creata, recensione del film di Alessandro Cattaneo

Ha visto la luce nel 2019 Res Creata – Esseri umani e altri animali, il documentario di Alessandro Cattaneo presentato in vari festival, tra cui Toronto 2020 e il Festival Internazionale Visioni dal Mondo, dove si è aggiudicato il Premio Giuria Giovani e la Menzione del pubblico. Ha poi ricevuto la nomination ai Nastri d’Argento 2021. L’edizione 2021 del premio assegnato dalla critica cinematografica prevede ampio spazio dedicato al documentario nelle sue diverse forme, articolandone la presenza in tre sezioni:  Cinema spettacolo cultura, Docufiction e Cinema del reale, della quale fa parte appunto Res Creata, che si contenderà il premio con lavori come  Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli,  Fuori era primavera di Gabriele Salvatores e Molecole di Andrea Segre. 

Alessandro Cattaneo e il racconto del reale 

E’ proprio il racconto della realtà la passione del regista Alessandro Cattaneo, che esordisce dietro la macchina da presa con Wide blue delivery nel 2015. Un documentario autoprodotto, girato su una nave mercantile in viaggio tra Italia e Africa, che ritrae la vita dell’equipaggio con le sue problematiche. Il film si aggiudica il Best Film Award al Napoli Film Festival 2016 e partecipa al concorso svizzero Visions du Reel, vincendo il Premio Buyens-Chagoll. Ciò che questo primo lavoro ha in comune con Res Creata è la riflessione sulla parte più istintuale dell’uomo, spesso trascurata, ma portatrice di esigenze imprescindibili. Nel 2017 Cattaneo inizia la collaborazione con Silvia della Sala. Assieme a lei è autore del mediometraggio Mutu. La collaborazione prosegue con Res Creata.

Le storie di Res Creata

Inizia con il pellegrinaggio spontaneo a una balena spiaggiata sulla battigia di Platamona, in Sardegna, Res Creata. Prosegue con il viaggio verso passato e futuro di un cantautore simbolo della scena punk italiana, intelligenza tra le più lucide e feconde, che oggi vive con i suoi cavalli sull’appennino tosco-emiliano. Ecco poi il pastore in simbiosi con le sue pecore e il giovane falconiere con i suoi uccelli. Quindi, uno psicanalista, un filosofo e uno zoomusicologo, un poeta e un’apicultrice. Si aprono squarci su come l’uomo si sia allontanato dalla sua parte istintuale. Si riflette sulla differenza tra collaborazione e sfruttamento nel rapporto tra uomini e animali, si osservano riti religiosi in cui gli animali sono protagonisti e si assiste a uno spettacolo acrobatico a cavallo. Una è la costante: l’esplorazione di una relazione così atavica come quella con gli animali, ancora assai feconda per l’uomo e tutta da riscoprire.

Esseri umani e altri animali 

È proprio nella parola “altri” la chiave di Res Creata. È nel suo approccio non gerarchico alla relazione uomo-animale che si racchiude l’essenza del lavoro di Cattaneo. Come afferma il filosofo Felice Cimatti, quando sostiene che occorre mettere da parte l’antropocentrismo, far si che il punto di vista dal quale si ragiona non sia sempre ed esclusivamente l’umano. E invita a riflettere sul concetto di “divenire animale”, ovvero cercare di far proprio il modo in cui gli animali stanno al mondo, vivendo il presente, l’istante, in armonia con la natura. Di recupero da parte dell’uomo dell’istinto e dell’aspetto sensoriale, della relazione profonda col mondo che lo circonda, di cui è parte, parla anche lo psicanalista Daniele Ribola. Accanto a loro lo zoomusicologo Dario Martinelli, il poeta Franco Marcoaldi.

Il regista alterna i loro contributi di riflessione a quelli di chi racconta la sua esperienza quotidiana con gli altri animali e più in generale nella natura, in un rapporto di mutuo scambio. Giovanni Lindo Ferretti, tra le menti e le voci più acute della musica e della cultura italiana contemporanea, oggi alleva cavalli sull’appennino e vive grazie a quello che ha chiamato “teatro barbarico”: una forma di commistione tra parola e spettacolo della natura. Colpisce la vicenda di quest’uomo che dopo tante esperienze diverse, urbane, di ribellione e trasgressione, ha trovato una sua dimensione riconnettendosi a un passato rurale, più “semplice”, di cui ha sofferto a lungo la mancanza, trasformandolo nel suo presente e futuro. 

Il pastore Piero Tomei racconta invece del rapporto con il suo gregge, senza tralasciare l’esperienza della morte, comunicando un senso di profondo rispetto per questo suo compagno di vita. Lo stesso rispetto che lega il giovane falconiere Gregorio Tinteri ai suoi animali, falchi e gufi e l’apicultrice Enrica Lucchelli alle sue api. Tutti rapporti improntati il meno possibile allo sfruttamento, il più possibile invece ad un’ottica di cooperazione tra uomo e animale, ove, auspicabilmente, non vi sia coercizione, e dunque non vi sia un vero “possesso”. Perchè, come ben sintetizza Dario Martinelli, più capiamo gli animali, più li rispettiamo, più “diventa difficile abusarne a cuor leggero”. Non mancano poi le antiche tradizioni che vedono protagonisti uomini e animali, come la Festa di San Domenico, detta “dei serpari”, nel piccolo comune di Cocullo in Abruzzo, che sposa il cattolicesimo con l’antico culto di Angizia, dea dei Marsi, incantatrice di serpenti e dea della fertilità. O la tradizione sarda della pariglia: la tipica corsa acrobatica a cavallo.

Esempi questi che interessano il regista e Silvia della Sala, autrice con lui del soggetto e della sceneggiatura del film, in quanto testimonianze di un legame profondissimo e atavico tra uomo e animale, quasi una vera fusione. Aspetto questo evidenziato nelle inquadrature scelte dal regista, che si occupa anche della fotografia: i contorni dell’uomo si fondono con quelli dell’animale, come nella locandina del film, in cui la testa del giovane falconiere diventa tutt’uno con quella del gufo che lo segue ovunque vada. Immagine e fotografia veicolano il rispetto che può nascere solo dalla constatazione di una similitudine, dal riconoscimento dell’essere l’uomo stesso animale e dell’essere tutti, uomini e altri animali, appartenenti alla natura e rispondenti alle sue leggi, senza gerarchie o presunzioni di superiorità.

Immagini poetiche ed evocative, in cui la natura è protagonista e, d’altro canto, immagini in grado di evidenziare come l’uomo spesso tenda a razionalizzare, a studiare, a classificare, a pensare la natura, anziché semplicemente ricordarsi di farne parte e viverla concretamente, assieme agli altri animali.

Res Creata è dunque un invito a riscoprire la parte istintiva nell’uomo, non già nel senso deteriore del termine, che conduce alla brutalità e alla disumanizzazione, bensì nella sua accezione più nobile, che induce a recuperare l’elemento sensoriale, capace di riconnettere l’uomo agli altri esseri viventi e di farlo sentire pienamente parte della natura, in grado di apprezzare l’istante e la bellezza che lo circonda. Questa parte è oggi spesso disconosciuta e soffocata in favore di un vivere artificiale e ultra tecnologico, che rischia di far perdere il contatto con sé stessi. 

Res Creata nominato ai Nastri d’Argento

Ai prossimo Nastri d’Argento lavori pregevoli come questo Res Creata di Alessandro Cattaneo e come anche Molecole di Andrea Segre meriterebbero un riconoscimento, senza nulla togliere a un gioiellino nazional popolare assolutamente trasversale come Mi chiamo Francesco Totti. Ad ogni modo, in un anno in cui il cinema ha subito i colpi della pandemia tutt’ora in corso, si può almeno gioire dell’ottima salute del documentario italiano. 

Tutta colpa di Freud, i realizzatori presentano la serie Amazon Prime Video

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Arriverà su Amazon Prime Video il 26 febbraio Tutta Colpa di Freud, la serie tv co-prodotta da RTI LOTUS PRODUCTION, una società LEONE FILM GROUP COMPANY, in collaborazione con AMAZON PRIME VIDEO e prodotta da MARCO BELARDI. La serie si basa sul film di Paolo Genovese del 2014, e infatti lo stesso autore racconta: “Quando abbiamo scritto Tutta colpa di Freud, il film, ci siamo accorti che il materiale era tantissimo, avevamo una sceneggiatura lunghissima, c’era tanto da dire sull’argomento e quindi già a film finito ci siamo detti che il materiale era ancora abbondante e ci sembrava giusto avere più tempo per raccontare le storie e approfondire i personaggi, raccontare meglio le tre figlie. L’idea è venuta subito, ma poi ognuno ha i suoi progetti e la cosa è rimasta in stand by. Poi tre anni fa, quando Mediaset cercava un family, abbiamo proposto questa idea e hanno deciso di provare a raccontare questa storia in una serie invece che nella due ore del film.” Ma sulle differenze tra film e serie, Genovese specifica: “Le storie prendono la loro strada, per cui ritroverete l’idea ma rispetto al film la serie prende una sua strada e si discosta molto dall’originale.”

Ma perché l’autore di Tutta colpa di Freud non ha voluto mettere la sua firma sulla regia della serie? “Ho scelto di non dirigere perché io quella storia l’avevo già raccontata, mi sarei seduto sul lavoro già fatto. Invece Rolando è un regista estremamente capace di raccontare i rapporti tra le persone, le emozioni, i legami, tutto quello che racconta la serie, alla luce di questo è molto stimolante per un autore vedere come qualcun’altra racconta le tue storie.”

Alla regia infatti c’è Rolando Ravello, che firma con il suo stile piano e rassicurante dialoghi e vicende in una Milano inedita. “Raccontare Milano è desueto, ormai si gira tutto a Roma o in Puglia. Girare a Milano è stata una novità, ma soprattutto ha consentito di introdurre un personaggio come quello di Max Tortora. Ho amato lavorare con queste quattro attrici fantastiche, è stato bello dirigere Luca Bizzarri, ma la cosa bella della serie sono stati Claudio Bisio e Max Tortora che non si conoscevano prima, e in un attimo, dalla prima scena, hanno dimostrato una chimica fenomenale. Sono riusciti a raccontarci Milano e Roma in maniera insolita e sornione, sono stati fantastici.”

La serie è interpretata da Claudio Bisio, Caterina Shulha, Marta Gastini, Demetra Bellina, Luca Bizzarri, Stefania Rocca, Claudia Pandolfi e Max Tortora, diretta da Rolando Ravello. Sarà disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 26 febbraio prossimo.

Zack Snyder’s Justice League, in esclusiva digitale in Italia dal 18 marzo

Warner Bros. Entertainment Italia annuncia l’arrivo in Italia di Zack Snyder’s Justice League in esclusiva digitale da giovedì 18 marzo, in contemporanea con gli USA, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV. Dal 1° aprile, il film sarà inoltre disponibile per il noleggio su Sky Primafila e Infinity.

In Zack Snyder’s Justice League, determinato ad assicurarsi che il sacrificio finale di Superman (Henry Cavill) non sia stato vano, Bruce Wayne (Ben Affleck) unisce le forze con Diana Prince (Gal Gadot) con lo scopo di reclutare una squadra di metaumani, al fine di proteggere il mondo da un minaccia imminente di proporzioni catastrofiche. Il compito si rivela più difficile di quanto Bruce immaginasse, poiché ogni componente deve affrontare i demoni del proprio passato, per trascendere da ciò che li ha bloccati, permettendo loro di unirsi e formare finalmente una lega di eroi senza precedenti. Finalmente insieme, Batman (Affleck), Wonder Woman (Gadot), Aquaman (Jason Momoa), Cyborg (Ray Fisher) e Flash (Ezra Miller) potrebbero essere in ritardo per salvare il pianeta da Steppenwolf, DeSaad e Darkseid e dalle loro terribili intenzioni.

Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. La sceneggiatura è di Chris Terrio, da una storia di Chris Terrio, Zack Snyder e Will Beall, basata sui personaggi della DC, Superman creati da Jerry Siegel e Joe Shuster. I produttori del film sono Charles Roven, Deborah Snyder, mentre i produttori esecutivi sono Christopher Nolan, Emma Thomas, Wesley Coller, Jim Rowe, Curtis Kanemoto, Chris Terrio e Ben Affleck.

https://www.youtube.com/watch?v=T1h1X7ws_PI&feature=youtu.be

Music: prima clip del film con Maddie Ziegler

Music: prima clip del film con Maddie Ziegler

MUSIC è una potente, originale e celebrativa dichiarazione artistica. Nel suo lungometraggio di esordio come sceneggiatrice e regista, la leggendaria artista musicale mondiale Sia ha reinventato in modo audace e avvincente il genere cinematografico musical.

Star mondiale multi-platino nominata nove volte ai Grammy Award, due ai BRIT Awards e due ai Golden Globe, Sia è stata più volte definita regina del pop e una delle più importanti iconiche popstar del nuovo millennio, grazie a un ricercato songwriting e ad incredibili performance live. Protagoniste del film, Maddie Ziegler, musa della cantante e protagonista di molti suoi video (tra cui l’acclamato “Chandelier”) e Kate Hudson, candidata agli Oscar e vincitrice del Golden Globe per il film Quasi famosi.

Music parla della magia che può nascere quando chi non è in grado di esprimersi a parole incontra persone capaci di ascoltare col cuore. 

La storia ha inizio quando Zu (Hudson), in rotta con la propria famiglia e con una propensione a rovinarsi la vita con le proprie mani, si ritrova a essere nominata unica tutrice della sorellastra adolescente, Music (Ziegler). Music è una ragazza con un disturbo dello spettro autistico non verbale e Zu entra immediatamente in conflitto con le sue nuove responsabilità di tutrice. Presto conosce Ebo (Odom), un vicino di casa premuroso e dall’animo gentile che la sorprende manifestando non solo compassione, ma anche una profonda comprensione nei confronti di Music. Zu si rende conto che Ebo è una persona su cui può fare affidamento e dalla quale può imparare molto. 

Music fonde un sentito racconto sulla forza dell’amore con sequenze musicali dai toni fluo e immaginifici, tipici di Sia, che offrono al pubblico un vivace scorcio della vita interiore dei personaggi.

Joaquin Phoenix protagonista per Ari Aster, regista di Hereditary e Midsommar

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Il premio Oscar Joaquin Phoenix (Joker) sarà il protagonista di Disappointment Blvd., il nuovo progetto cinematografico di Ari Aster (regista di Hereditary e Midsommar) che sarà prodotto e finanziato da A24. La notizia è stata riportata da Deadline.

Aster si occuperà anche della sceneggiatura. I dettagli sulla trama del film non sono ancora stati svelati, nonostante il film sia già stato descritto come “il ritratto intimo e lungo decenni di uno degli imprenditori di maggior successo di tutti i tempi”. 

Aster sarà coinvolto anche in qualità di produttore insieme a Lars Knudsen e alla loro società Square Peg. Al momento non sappiamo quando inizieranno le riprese, anche se è molto probabile che Phoenix si dedicherà prima alla produzione di Kitbag di Ridley Scott, in cui vestirà i panni di Napoleone Bonaparte.

Tra i prossimi progetti di Joaquin Phoenix figura anche C’mon C’mon, il nuovo dramma di Mike Mills, regista di Beginners con Ewan McGregor e il compianto Christopher Plummer. Le riprese del film sono terminate da oltre un anno, ma ad oggi non sappiamo ancora quando verrà distribuito.

Harry Potter: gli attori dei gemelli Weasley “confusi” in merito ai loro ruoli

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James e Oliver Phelps, gli attori che hanno interpretato Fred e George Weasley nei film della saga di Harry Potter, hanno rivelato che all’inizio delle riprese non erano a conoscenza di quale personaggio avrebbero interpretato.

Il 2021 segna il 20° anniversario dell’uscita del primo capitolo di Harry Potter, ed ancora oggi l’entusiasmo dei fan nei confronti del personaggio non è minimamente calato. Sebbene l’autrice J.K. Rowling sia stata al centro di alcune polemiche negli ultimi mesi a causa delle sue dichiarazioni anti-trans, la fanbase di Harry Potter continua ad essere molto forte, grazie anche alla serie prequel di Animali Fantastici e alla tanto chiacchierata serie tv che dovrebbe arrivare su HBO Max.

Solo una manciata di attori può essere annoverata tra coloro che figurano in ogni singolo film di Harry Potter, e tra questi ci sono anche i fratelli Phelps. Interpreti di Fred e George Weasley, i Phelps hanno spesso rappresentato l’aspetto più divertente del franchise, qualcosa di estremamente necessario per riuscire a bilanciare un raccontato che diventava a mano a mano sempre più oscuro. Una battuta comune in tutta la serie di Harry Potter è che le persone fanno sempre confusione tra Fred e George, inclusa la loro madre Molly (interpretata da Julie Walters). La cosa divertente, però, è che quella confusione si è estesa per un breve periodo anche alla realtà…

James e Oliver gestiscono insieme un podcast chiamato Normal Not Normal, e nell’ultimo episodio hanno chiacchierato con la collega Evanna Lynch (interprete di Luna Lovegood nella saga). A un certo punto, Lynch ha chiesto ai due come fossero riusciti ad ottenere i rispettivi ruoli, il che ha portato i fratelli ad ammettere che ci è voluto un po’ per capire chi stessero interpretando.

“Stavamo parlando prima che dovessero partire le riprese e non avevamo ancora idea di chi fosse Fred e chi fosse George”, ha spiegato Oliver. Poco prima della prima lettura della sceneggiatura di Harry Potter e la pietra filosofale, infatti, si sono rivolti al direttore del casting Janet Hirshenson per avere dei chiarimenti. Hirshenson, che ha chiesto loro se stessero “scherzando”, ha coinvolto la Rowling, il regista Chris Columbus e il produttore David Heyman in una “discussione di 20 secondi”. Poi ha spiegato loro che James avrebbe interpretato Fred e Oliver sarebbe stato George.

MCU: le 5 migliori e le 5 peggiori scene post-credits

MCU: le 5 migliori e le 5 peggiori scene post-credits

Fin dal primo Iron Man del 2008, ogni film del MCU ha incluso almeno una scena extra durante o dopo i titoli di coda. Tali scene hanno sempre avuto la funzione di anticipare ciò che il futuro del franchise aveva in serbo per i suoi numerosissimi fan. Ma sono davvero state tutte all’altezza delle aspettative? Screen Rant ha raccolto le 5 migliori e le 5 peggiori scene post-credits dell’Universo Cinematografico Marvel:

L’identità di Peter Parker

Questa è la scena che ha reso la momentanea rottura delle trattative con Sony ancora più difficile da digerire. Quando sembrava che Spidey stesse per uscire dal MCU, i fan non hanno pensato alla perdita di uno dei migliori personaggi del franchise; piuttosto, non avrebbero potuto sopportare un’uscita di scena sulla scia di un cliffhanger così eclatante.

Alla fine di Spider-Man: Far From Home, quando tutto sembrava stesse andando alla grande per Peter Parker, Mysterio, direttamente dall’oltretomba, ha rivelato la sua identità segreta al mondo intero con l’aiuto del Daily Bugle, incastrando il giovane per l’attacco a Londra.

Bruce Banner analizza Tony Stark

Invece di anticipare Captain America: The Winter Soldier o Guardiani della Galassia o uno qualsiasi degli altri entusiasmanti progetti del MCU in arrivo, la scena post-credits di Iron Man 3 vedeva Tony Stark sfogarsi apertamente con Bruce Banner, prima che questi gli facesse capire di non essere esattamente quel tipo di dottore…

L’intervento di Captain Marvel

Dopo il successo del piano di Thanos, ossia spazzare via metà della popolazione mondiale, la scena post-credits di Avengers: Infinity War ci offre uno sguardo all’impatto dello Snap sul resto del mondo.

Nick Fury e Maria Hill guidano in una città avvolta nel caos. Mentre Hill si trasforma in polvere, Fury tira fuori un cercapersone e chiama la sua ancora di salvezza per chiedere aiuto. Quando si trasforma anche lui in polvere, lascia cadere il cercapersone, rivelando l’emblema di Captain Marvel

Thor fa visita a Jane

Thor: The Dark World è ricordato ancora oggi come uno dei peggiori capitoli del MCU. Nella scena post-credits, il Dio del Tuono si reca a Londra per far vistia a Jane Foster. Ma dal momento che il film non ci ha dato motivo di preoccuparci della loro relazione, la scena non ha avuto alcun impatto.

Thor arriva sullo Statesman

Subito dopo che Thor e gli Asgardiani sopravvissuti fuggirono dalla distruzione del loro pianeta natale nello Statesman e si prepararono a stabilirsi sulla Terra, la nave di Thanos incombeva su di loro. Questo ha fornito al pubblico una sorta di campanello d’allarme: cose spaventose sarebbero presto accadute.

Avengers: Infinity War si apre proprio sulla scia di tale avvenimento, con Thanos e l’Ordine Nero che hanno distrutto la nave e ucciso la maggior parte dei suoi abitanti. 

Troppi stregoni!

Dopo i titoli di coda di Doctor Strange, Karl Mordo fa visita a Jonathan Pangborn e lo spoglia dei suoi poteri magici, sostenendo che ci sono “troppi stregoni” nel mondo.

Concentrandosi su due personaggi secondari e non anticipando nulla sull’immediato futuro, questa è stata una scena piuttosto deludente. Inoltre, avendo Scott Derrickson abbandonato la regia di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, non ci sarà più modo per lui di rimediare. 

“Bene. Lo farò da solo!”

Dopo che The Avengers ha svelato che è Thanos il cattivo monolitico che controlla Loki come un burattino, Avengers: Age of Ultron ha anticipato che avrebbe finalmente affrontato gli eroi più potenti della Terra nella loro prossima avventura di gruppo.

Insoddisfatto del lavoro dei suoi lacchè, Thanos indossa il Guanto dell’Infinito e proclama: “Bene, lo farò da solo!”. Damion Poitier ha interpretato Thanos in The Avengers, mentre il Titano Pazzo è stato finalmente interpretato da Josh Brolin in Age of Ultron.

Bucky è vivo!

Alla fine di Captain America: Civil War, Bucky Barnes è sprofondato nel sonno criogenico in Wakanda, mentre Shuri ha cercato di capire come aggiustare il suo cervello. La scena post-crediti di Black Panther ha semplicemente stabilito che Bucky sarebbe tornato in forma, pronto al combattimento, giusto in tempo per Avengers: Infinity War. Di tutte le possibili configurazioni per quel film, questa è stata probabilmente la meno entusiasmante.

Nick Fury e l’Iniziativa Avengers

Robert Downey, Jr. ha improvvisato la fine di Iron Man. Il piano originale era di attenersi ai fumetti e di “giustificare” Iron Man come la guardia del corpo di Tony Stark. Tuttavia, Downey pensava che Tony sarebbe stato troppo arrogante per lasciare che ciò accadesse e alla fine si è dichiarato: “Io sono Iron Man”.

Nei titoli di coda, Tony viene avvicinato da Nick Fury, che introduce l’Iniziativa Avengers. Questa è la scena post-credits che per prima ha introdotto l’idea di un universo cinematografico condiviso con molti altri eroi in arrivo.

Nick invita Steve Rogers ad unirsi agli Avengers

Dopo l’entusiasmo di Nick Fury che raccontava a Tony Stark dell’Iniziativa Avengers nella scena post-crediti di Iron Man, Captain America: Il primo vendicatore ha fatto la stessa cosa, ma con risultati diametralmente opposti.

Fury fa visita  Steve Rogers nel 21° secolo e lo invita a far parte della squadra. Non era nemmeno una scena originale: è stata semplicemente usata una scena tagliata di The Avengers.

Gran Torino: l’attore Bee Vang contro gli insulti anti-asiatici presenti nel film

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Uno dei protagonisti del film Gran Torino diretto da Clint Eastwood nel 2008 si è scagliato contro l’impiego di insulti anti-asiatici presenti nel film, che dal suo punto di vista hanno contribuito a rendere il razzismo un sentimento ancora più mainstream. Gran Torino racconta la storia di un veterano della guerra di Corea (interpretato da Eastwood) che viene allontanato dalla sua famiglia dopo essere rimasto vedovo. L’uomo è in realtà un burbero razzista che sfoga la sua ira nei confronti dei suoi vicini di casa, di etnia Hmong.

Tuttavia, alla fine del film, Walt riesce a stabilire un’improbabile ed inatteso rapporto con uno di loro, il giovane adolescente Thao, interpretato dall’attore Bee Vang, riuscendo così a superare il suo disprezzo nei confronti del “diverso”. Uscito nel 2008, il film è stato un successo al botteghino, arrivando a conquistare 148 milioni di dollari negli Stati Uniti e 270 milioni nel resto del mondo. Ciononostante, il film è stato anche ampiamente criticato per l’uso massiccio di insulti razzisti.

In un editoriale scritto per NBC News, è stato proprio Vang ad esprimersi in prima persona contro il linguaggio razzista usato dal personaggio principale interpretato da Eastwood. Anche se Vang riconosce che Gran Torino ha contribuito ad aumentare la rappresentanza degli asiatici americani, al tempo stesso è convinto che il film abbia contribuito a rendere il razzismo nei confronti degli asioamericani ancora più mainstream.

Nell’editoriale scritto a 13 anni di distanza dall’uscita del film, Vang scrive: “All’epoca, si discusse molto se gli insulti del film fossero insensibili e gratuiti o semplicemente degli ‘scherzi innocui’. Ho trovato snervante le risate che gli insulti suscitano nei cinema con un pubblico prevalentemente bianco. Ed erano sempre i bianchi che dicevano: ‘Non sai accettare una battuta?’.”

Vang ha poi citato la pandemia di Coronavirus come motivo che lo ha spinto a parlare adesso. “Il razzismo anti-asiatico che una volta era camuffato da umorismo bonario si è rivelato per quello che è grazie al Covid-19. Pur incrementando la presenza asiatico-americana, è preoccupante la maniera in cui Gran Torno ha reso mainstream il razzismo anti-asiatico. Sono ancora tormentato dalle risate del pubblico bianco. Scherzi innocui, giusto? Fino a quando non sono più degli scherzi, ma piuttosto una scusa in più per ignorare la supremazia bianca e il razzismo.”

Quicksilver: Peters vs Taylor-Johnson, qual è la migliore iterazione?

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Evan Peters è ufficialmente entrato a far parte del MCU dopo la sua sconvolgente apparizione alla fine del quinto episodio di WandaVision. Peters ha interpretato Quicksilver nel franchise di Fox dedicato agli X-Men, mentre Aaron Taylor-Johnson è stato il personaggio nel MCU, nonostante sia apparso soltanto nella scena post-credits di Captain America: The Winter Soldier e in Avengers: Age of Ultron (film in cui è stato ufficialmente ucciso).

Naturalmente, ogni fan della Marvel ha la sua iterazione preferita, ma confrontando le abilità e l’uso di entrambi i personaggi nei rispettivi franchise, quale versione potrebbe davvero definirsi la migliore? Un nuovo report di Screen Rant ha provato a rispondere a questa domanda, sostenendo la tesi che la versione di Quicksilver ad opera di Peters sia quella vincente.

Essendo i diritti cinematografici della Marvel divisi, in origine, tra 20th Century Fox e Disney, i franchise di X-Men e degli Avengers hanno presentato due diverse versioni del velocista. Il MCU, non potendo utilizzare la tradizione mutante, e ha dato a Pietro un nuovo background, rendendolo un orfano dilaniato dalla guerra che riceve i suoi poteri dalla sperimentazione dell’HYDRA tramite la Gemma della mente. Dall’altra parte, il franchise di X-Men non poteva includere l’associazione di Peter con gli Avengers, ma aveva la possibilità di utilizzare senza problemi l’origine mutante per costruire il personaggio e rivelare, alla fine, che Magneto era suo padre.

Pietro ha regalato al pubblico un Quicksilver più cupo e minaccioso in Avengers: Age of Ultron; un personaggio che aveva certamente del potenziale, ma che forse è stato ucciso troppo presto. Introdotto per la prima volta in X-Men: Giorni di un Futuro Passato, Peters è stato decisamente più riconoscibile, anche in termini di comicità, al punto che anche i detrattori del franchise hanno apprezzato l’iterazione. Si potrebbe quindi dire che, in termini di simpatia, è sempre stato il Quicksilver di Peters il favorito del pubblico.

Il dibattito sul design dei personaggi, invece, è molto più soggettivo, nonostante anche in questo caso i fan si sono schierati apertamente. Alcuni trovano il costume di Pietro molto più realistico e conforme ai canoni, mentre altri sostengono che il personaggio, se messo a paragone con gli altri Vendicatori, appaia decisamente più anonimo. Anche se alcuni erano titubanti in merito allo stile anni ’80 di Peters, le sue ciocche d’argento, la giacca metallica e il merchandising dei Pink Floyd avevano sicuramente uno stile retrò che è riuscito a lasciare il segno.

Quicksilver nel MCU: cosa non ha funzionato?

Probabilmente, l’aspetto che ha deluso di più del Quicksilver di MCU è stato il poco tempo che gli è stato concesso sullo schermo. Al di là del breve cameo in Captain America: The Winter Soldier, Taylor-Johnson viene presentato e poi ucciso nell’arco di un solo film, così che ha rovinato ogni eventuale potenziale in merito allo sviluppo del suo personaggio. Sebbene non sia un personaggio canonico per i fumetti, il nuovo retroscena di Pietro avrebbe potuto creare un arco parecchio interessante. Invece, è stato utilizzato principalmente come escamotage narrativo, al fine di portare avanti le storyline di Wanda e Occhio di Falco. Anche l’uso delle sue abilità in Avengers: Age of Ultron era piuttosto privo di fantasia: correva veloce, correva bene, ma il contributo più emozionante che ha dato al film è stato – purtroppo – la sua morte.

Al contrario, il Quicksilver di Peters è partito come personaggio minore, ma ha rapidamente rubato la scena con sequenze al rallentatore che sono diventate tra le più amate e apprezzate nella storia recente dei film di supereroi. Gli X-Men hanno anche utilizzato le abilità di Quicksilver in modi veramente unici. Quando si tratta dell’uso dei suoi poteri, è facile intuire quanto il Quicksilver di Peters vinca decisamente a mani basse, dal momento che in Age of Ultron i poteri di Pietro sono meno appariscenti e impressionanti rispetto a quelli del Quicksilver di Peters. Anche nei pochi momenti in slow-motion, il Quicksilver del MCU non sembra mai raggiungere il suo pieno potenziale.

Batman v Superman, Zack Snyder torna sulla scena di Martha: “È il fulcro del film”

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In Batman v Superman, il Cavaliere Oscuro (Ben Affleck) interrompe il suo brutale accanimento nei confronti dell’Uomo d’Acciaio (Henry Cavill) e decide di risparmiargli la vita quando l’eroe kryptoniano pronuncia l’ormai famigerata battuta: “Salva Martha”.

È un momento che ha generato un’ondata infinita di meme ed è ancora oggi fonte di ilarità sul web, nonostante siano passati ormai diversi anni dall’uscita del film. Pare che in molti (forse deliberatamente?) abbiano voluto sorvolare sulle implicazioni più profonde della scena, e ricondurre la decisione di Batman di lasciar vivere Superman al semplice fatto che le loro madri hanno lo stesso nome.

Durante un’intervista con I Minutemen in occasione della promozione della Snyder Cut di Justice League, il regista Zack Snyder è tornato a difendere la sequenza, rivelando di considerarla il “fulcro” dell’intero film. “Chiaramente sono un fan di quel personaggio e sono molto interessato a come Martha… a come quel concetto sia centrale per il film”, spiega il regista. “È al 100% il perno che tiene insieme l’intero film. Penso che sia indicativo del modo in cui Batman v Superman è stato accolto, ossia che il suo principio centrale è stato in qualche modo sminuito e preso in giro. Personalmente ritengo che questa sia un’idea bellissima e incredibilmente simmetrica che completa nella sua interezza questo concetto.”

Batman v Superman: in arrivo una nuova versione IMAX rimasterizzata

A proposito di Batman v Superman, di recente Zack Snyder ha confermato di essere a lavoro su una nuova versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo attesissimo taglio di Justice League (in arrivo su HBO il prossimo 18 marzo), che ha potuto contare su un budget – senza precedenti per dei reshoot – di 70 milioni di dollari.

Il processo ai Chicago 7 disponibile su Netflix

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Il processo ai Chicago 7 disponibile su Netflix

Il Processo ai Chicago 7, l’acclamato film di Aaron Sorkin, candidato a 5 Golden Globes tra cui miglior film e regia e uscito lo scorso ottobre su Netflix, sarà disponibile da venerdì 19 febbraio ore 9.00 (e per 48 ore) gratuitamente sul canale Youtube di Netflix US. 

Questo perché proprio in questi giorni cade lo storico anniversario della sentenza del processo di Chicago 7, conclusosi nel febbraio 1970. Da oggi, Venerdì 19 Febbraio (ore 9.00) a Domenica 21 Febbraio (ore 9.00) il film sarà disponibile in lingua originale e sarà possibile attivare i sottotitoli in otto lingue, tra le quali l’italiano.

Il processo ai Chicago 7, recensione del film di Aaron Sorkin

 

Il Signore degli Anelli: Jackson fece trapelare lo script originale per liberarsi di Weinstein

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Il regista Peter Jackson aveva fatto trapelare la sceneggiatura originale dei due film de Il Signore degli Anelli deliberatamente, nella speranza di potersi liberare di Harvey Weinstein. Il viaggio del cineasta neozelandese per portare sullo schermo la sua visione della trilogia de Il Signore degli Anelli è stato raccontato innumerevoli volte ed è risaputo che Miramax, di proprietà di Bob e Harvey Weinstein, (l’ex produttore caduto in disgrazia dopo le molteplici accuse di aggressione), voleva inizialmente realizzare solo due film.

Alla fine Jackson è riuscito a trasferire il suo accordo relativo a Il Signore degli Anelli alla New Line Cinema, che gli ha concesso di realizzare tre film e di includere una serie di scene (come la sua preferita, quella con Gollum e Smeagol) che erano invece state tagliate nella versione originale, quella composta esclusivamente da due film. Il resto è storia del cinema, con la trilogia considerata ancora oggi un punto culminante per il genere fantasy e al tempo stesso un punto di volta nell’era dei grandi blockbuster realizzati in CGI che hanno cambiato per sempre il volto del cinema.

In seguito Jackson si dedicò alla realizzazione della trilogia prequel, Lo Hobbit, che non venne accolto bene come l’originale. Tuttavia, proprio grazie ai film della saga de Il Signore degli Anelli, la sua eredità di grande regista è rimasta comunque inalterata. Adesso, grazie ad un nuovo report di Polygon, viene a sapere che Jackson aveva fatto trapelare la sua sceneggiatura originale de Il Signore degli Anelli, quella basata esclusivamente su due film, attraverso il sito Ain’t It Cool come un modo per attirare l’attenzione sul progetto.

La versione originale de Il Signore degli Anelli e il tentativo di tenere lontano Harvey Weinstein

A quanto pare, Jackson si assicurò indirettamente che una copia di quella sceneggiatura finisse nelle mani dello scrittore Drew McWeeny, che in breve tempo realizzò una recensione sul potenziale dittico. Alla fine l’adattamento de Il Signore degli Anelli era già sulla bocca di tutti, cosa che alla fine portò i Weinstein a condere a Jackson la possibilità di presentare il progetto alla New Line Cinema.

Nel resoconto degli eventi esposto da McWeeny si legge: “Jackson aveva già avuto qualche contatto con Ain’t It Cool a quel punto e c’erano molte persone all’interno di WingNut e WETA che stavano provando a contattare la rivista. Si sentivano come se stessero creando qualcosa di eccezionale ed erano preoccupati di non essere in grado di trovare uno studio disposto a farsi avanti. Quindi è stata presa la decisione di far trapelare gli script ad Ain’t It Cool in un modo che sarebbe stato negato da tutti in seguito. Non lo hanno fatto in modo diretto e nessuno ci ha mai chiesto ufficialmente di coprirli, così se mai fossi stato pressato da qualcuno, avrei potuto dire onestamente che non erano stati né Peter né Fran Walsh. Tuttavia, è chiaro che mi sia stato dato l’accesso agli script in modo da poter dire di ciò che pensavo nel momento esatto in cui New Line stava cercando di prendere una decisione.”

Doctor Strange 2: Danny Elfman si occuperà della colonna sonora

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Doctor Strange 2: Danny Elfman si occuperà della colonna sonora

Danny Elfman, autore delle musiche di Batman di Tim Burton e Spider-Man di Sam Raimi, si occuperà della colonna sonora di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, tornando così a collaborare di nuovo con Raimi, scelto ormai da tempo come regista dell’attesissimo sequel. La prima colonna sonora composta da Elfman per uno studio importante è stata quella di Pee-Wee’s Big Adventure di Burton. La collaborazione tra i due è continuata nel corso degli anni, con Elfman che ha composto anche le musiche di Beetlejuice – Spiritello porcello, Batman, Edward mani di forbice e Batman – Il ritorno.

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In passato, Elfman aveva già lavorato con Raimi alle colonne sonore dei primi due capitoli della trilogia di Spider-Man. Anni dopo, il duo è tornato a collaborare insieme per le musiche de Il grande e potente Oz del 2011. Più di recente, Eflman si è occupato di curare la colonna sonora della versione cinematografica di Justice League (nonostante nell’attesissima Snyder Cut le stesse siano invece opera di Junkie XL, storico collaboratore di Zack Snyder). Per quanto riguarda il MCU, invece, Elfman aveva si era già occupato delle musiche di Avengers: Age of Ultron del 2015.

In una recente intervista con Inverse, è stato proprio Danny Elfman a confermare che sarà lui ad occuparsi della colonna sonora di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, rivelando di essere già al lavoro su alcuni brani necessari alle riprese del cinecomic. Inoltre, nonostante non abbia potuto rivelare nulla in merito alla trama del film, a confermato che inizierà a scrivere l’intera colonna sonora nel giro di pochi mesi.

“Sto iniziando a fare un po’ di pre-lavoro per Doctor Strange 2 diretto da Sam Raimi”, ha dichiarato Elfman. “Anche se ci inizierò a lavorare soltanto nei prossimi mesi, ci sono già delle registrazioni pronte, dal momento che ne hanno bisogno per i set.”

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in EndgameDoctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.

El internado: Las Cumbres, la recensione della serie Prime Video

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El internado: Las Cumbres, la recensione della serie Prime Video

Arriva il 19 febbraio su Prime Video El internado: Las Cumbres, una serie spagnola, che mescola teen drama e horror, remoto di una famosa serie trasmessa da Antenna 3 all’inizio degli anni 2000. La serie è prodotta da Globomedia insieme ad Atresmedia Studios e si candida a diventare uno dei prodotti di punta della piattaforma streaming per la fine dell’inverno, dato il suo innegabile appeal sul pubblico dei più giovane e l’importante impronta horror/mistery che attira un pubblico più adulto.

El Interando: Las Cumbres, la trama

El Internado: Las Cumbres trama e cast

La storia è ambientata all’intero del collegio Las Cumbres, situato nell’imponente edificio di un vecchio monastero, a picco su una rupe. L’edificio è circondato da un bosco che sembra nascondere segreti e insidie. Incentrato sulle vicende di un ristretto gruppo di ragazzi, El Interando: Las Cumbres vede dei giovani turbolenti rinchiusi in questo istituto dove la disciplina è ferrea e le punizioni sono anche corporali. Ma naturalmente questo non basta a sedare l’animo naturalmente ribelle dei protagonisti che, tra una festa clandestina e un furbo contrabbando con l’esterno grazie al quale riescono ad ottenere sigarette o altri beni proibiti in collegio, progettano addirittura la fuga. Tuttavia, queste scorribande e infrazioni delle regole non solo verranno scoperte e punite, ma si intrecceranno con un mistero che aleggia su tutto l’edificio, un mistero che arriva da lontano, quando quel posto era un luogo monastico. Presto i ragazzi capiranno che in pericolo ci sono le loro vite e che le presenze misteriose di quelle storie non sono soltanto spauracchi, ma minacce concrete alla loro sicurezza. Si faranno quindi carico di svelare i misteri dell’istituto. 

Creato e sviluppato da Laura Belloso e Asier Andueza sulla serie originale andata in onda tra il 2007 e il 2010, El internado: Las Cumbres è un ottimo prodotto di intrattenimento che riesce a fare della mescolanza dei generi il suo punto di forza. La serie ha per protagonisti degli adolescenti, che quindi portano con sé tutte le problematiche e i turbamenti da cui è caratterizzata quell’età. Primi amori, prime esperienze sessuali, ma anche invidie, vendette, legami viscerali, sentimenti ed emozioni polarizzanti, che solo l’adolescenza conosce. Parallelamente a questa macro trama, si sviluppa l’aspetto mistery, il sangue, le leggende, le maledizioni, una componente thriller e horror che si sviluppa in maniera preponderante man mano che la serie va avanti, nel corso dei suoi otto episodi, e assume il massimo della rilevanza a metà stagione. 

Interpreti carismatici e convincenti

El Internado: Las Cumbres

Questo fa dello show un interessante crocevia di generi, caratteristica che desterà sicuramente interesse. Unitamente a questa componente narrativa, c’è anche quella qualitativa: la serie si presenta realizzata con cura, sia da un punto di vista della messa in scena che della concezione di regia e fotografia, nonostante qualche ingenuità nel reparto degli effetti visivi. Tutto però viene messo sulla retta via dalle interpretazioni dei protagonisti; gli attori scelti hanno tutti volti bellissimi e riescono a caratterizzare al meglio i personaggi che portano in scena. Volti giovani ma molto carismatici, capaci di bucare lo schermo e far affezionare lo spettatore immediatamente alle loro vicende. 

El internado: Las Cumbres è certamente un prodotto che si porta dietro l’eredità di precedenti show spagnoli, che se da una parte hanno avuto grande successo, hanno anche raccolto opinioni negative molto feroci. Tuttavia dare una possibilità a questa serie è d’obbligo, perché riesce a intrattenere, a incuriosire, a portare lo spettatore in un altra dimensione, quella ristretta e claustrofobia del collegio, e mantiene sempre l’equilibrio tra l’aspetto da soap opera e quello legato al mistero sanguinoso da risolvere. 

 

Mortal Kombat: il trailer italiano del film basato sul videogioco

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Da New Line Cinema arriva l’esplosiva avventura cinematografica di “Mortal Kombat”, ispirato alla saga di videogame campione di vendite, che di recente ha visto il miglior lancio di un videogioco nella sua storia, con Mortal Kombat 11. Il film è diretto dal premiato regista australiano Simon McQuoid, al suo debutto nel cinema, e prodotto da James Wan (i film di “The Conjuring”, “Aquaman”), Todd Garner (“Into the Storm”, “Tag”), McQuoid e E. Bennett Walsh (“Men in Black: International”, “The Amazing Spider-Man 2”).

mortal kombat trailer

In “Mortal Kombat”, il campione di MMA Cole Young, abituato a farsi picchiare per soldi, è ignaro della sua eredità—e anche del perché l’Imperatore dell’Outworld Shang Tsung abbia mandato il suo guerriero migliore, Sub-Zero, e altri Cryomancer ultraterreni, per dargli la caccia.  Preoccupato per la sicurezza della sua famiglia, Cole parte alla ricerca di Sonya Blade responsabile della Jax, Maggiore delle Forze Speciali che porta anche lei sulla pelle lo stesso marchio del drago con cui Cole è nato.  Molto presto, si ritrova nel tempio di Lord Raiden, Antico Dio e Protettore di Earthrealm, che assicura riparo a tutti coloro che portano un marchio come il suo. Qui, Cole si allena con guerrieri esperti come Liu Kang, Kung Lao e l’implacabile mercenario Kano, preparandosi a combattere con i più grandi campioni della Terra, contro i nemici dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco il destino dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza motivato da scatenare il suo arcana—l’immenso potere custodito nella sua anima—in tempo non solo per salvare la sua famiglia, ma anche per sconfiggere Outworld una volta per tutte?

Il variegato cast internazionale riflette la natura del brand, con talenti che spaziano dal mondo del cinema, fino alla televisione e alle arti marziali. Il gruppo include Lewis Tan (“Deadpool 2”, “Wu Assassins” per Netflix) come Cole Young; Jessica McNamee (“The Meg”) è Sonya Blade; Josh Lawson (“Bombshell”) è Kano; Tadanobu Asano (“Midway”) come Lord Raiden; Mehcad Brooks ( “Supergirl” per la TV) nel ruolo di Jackson “Jax” Bridges; Ludi Lin (“Aquaman”) è Liu Kang; Chin Han (“Skyscraper”) è Shang Tsung; Joe Taslim (“Star Trek Beyond”) è Bi-Han e Sub-Zero; e Hiroyuki Sanada (“Skyscraper”) come Hanzo Hasashi e Scorpion. Inoltre troviamo Max Huang come Kung Lao; Sisi Stringer come Mileena; Matilda Kimber è la giovane Emily; e Laura Brent in quello della giovane Allison.

McQuoid ha diretto da una sceneggiatura di Greg Russo e Dave Callaham (“Wonder Woman 1984”), da un soggetto di Oren Uziel (“Mortal Kombat: Rebirth”) e Russo, basato sul videogame creato da Ed Boon e John Tobias.  Richard Brener, Dave Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Jeremy Stein e Larry Kasanoff sono i produttori esecutivi.

Per trasporre la popolarissima franchise sul grande schermo, McQuoid ha guidato un team di cineasti australiani ed americani, tra cui il direttore della fotografia Germain McMicking (“True Detective”, “Top of the Lake: China Girl”), lo scenografo Naaman Marshall (“Underwater”, “Servant”), i montatori Dan Lebental (“Spider-Man: Far From Home”) e Scott Gray (“Top of the Lake”, “Daffodils”), il supervisore agli effetti visivi Chris Godfrey (“Hacksaw Ridge”) e la costumista Cappi Ireland (“Lion”, “The Rover”). Le musiche sono di Benjamin Wallfisch (“Blade Runner 2049”, i film di “IT”).

Batman v Superman, Deborah Snyder sulle critiche: “Colpa dei preconcetti”

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La co-produttrice di Batman v Superman: Dawn of Justice, Deborah Snyder, ha parlato per la prima volta delle critiche al film, affermando che erano basate esclusivamente su alcuni preconcetti da parte del pubblico. Uscito nel 2016, il film è stato il secondo capitolo del DCEU dopo L’uomo d’acciaio del 2013 che ha ufficialmente introdotto il Superman di Henry Cavill. C’era molta attesa per il film, dal momento che era la prima volta che i due eroi più famosi della DC condividevano lo schermo insieme.

Sfortunatamente, il film non è stato accolto come speravano i suoi realizzatori. È un eufemismo riconoscere che Batman v Superman è uno dei film più polarizzanti della memoria recente. Anche se alcuni fan hanno elogiato il tentativo di Snyder di reinventare i più grandi personaggi della DC, altri non erano entusiasti delle scelte creative che ha fatto nel film. Alcune delle critiche più notevoli includevano il fatto che il film fosse troppo cupo e che avesse una narrativa parecchio contorta (per non parlare della famigerata scena di “Martha”!).

Ciò ha portato la Warner Bros. ad apportare alcuni grandi cambiamenti al futuro del DCEU, incluso un approccio più pratico ai progetti successivi, in particolare Suicide Squad di David Ayer e Justice League di Zack Snyder/Joss Whedon, che sono stati comunque oggetto di numerose controversie. A quasi cinque anni da quando Batman v Superman è uscito nelle sale, la produttrice Deborah Snyder ha parlato per la prima volta dei commenti negativi che il film ha ricevuto all’indomani dell’uscita in sala.

Parlando con LightCast Podcast, ha spiegato che alcune delle più grandi critiche mosse al film non erano davvero colpa dello stesso prodotto. Piuttosto, erano dovute ad alcuni preconcetti di un certo tipo di pubblico, che appena ha visto non soddisfatte le proprie aspettative, si è sentito immediatamente deluso dal risultato finale. “Abbiamo avuto anche noi la nostra parte di stampa… contraria al film”, ha spiegato Snyder. Batman v Superman è l’esempio perfetto di affermazioni del tipo: ‘È troppo dark!’. Ma troppo dark paragonato a cosa? Alcune delle critiche riguardavano il fatto che non fosse divertente. Per molti non era il film che si aspettavano. Questa è colpa del film? O è colpa dei preconcetti della gente? È stato comunque interessante leggere quel genere di cose.”

Batman v Superman: in arrivo una nuova versione IMAX rimasterizzata

A proposito di Batman v Superman, di recente Zack Snyder ha confermato di essere a lavoro su una nuova versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo attesissimo taglio di Justice League (in arrivo su HBO il prossimo 18 marzo), che ha potuto contare su un budget – senza precedenti per dei reshoot – di 70 milioni di dollari.

Captain America: 10 personaggi che dovrebbero apparire in una serie a lui dedicata

Nonostante il finale di Avengers: Endgame, in cui abbiamo visto una versione anziana di Steve Rogers consegnare lo scudo di Captain America a Sam Wilson, sappiamo che Chris Evans è in trattative con i Marvel Studios per riprendere il ruolo dell’eroe in alcuni progetti futuri. Al momento non ci sono ulteriori dettagli, ma ipotizzando che Evans possa fare ritorno in una serie tv a lui interamente dedicata, Screen Rant ha raccolto 10 personaggi che in uno show dedicato a Captain America non possono di certo mancare:

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Peggy Carter

Partiamo dal personaggio più scontato. Hayley Atwell ha avuto molti elogi per la sua performance di Peggy Carter nel corso degli anni, dai film del MCU fino alla serie Agents of S.H.I.E.L.D. Dato che è l’amore della vita di Captain America, non sarebbe giusto che Steve tornasse senza lei al suo fianco.

Ora sembra che abbiano vissuto molti anni felici insieme e, se uno show televisivo dovesse rivelare come è andato il viaggio di Steve con le Gemme dell’Infinito, allora sarebbe necessario come minimo un suo cameo nel finale.

Bucky Barnes

Steve e Bucky sono praticamente come due fratelli. Sono cresciuti insieme a Brooklyn e Captain America è stato in grado di salvare il suo amico dalle grinfie dell’HYDRA, che aveva preso il controllo della sua mente dopo la caduta dalle montagne durante gli eventi di Captain America: Il primo vendicatore.

A causa della loro vicinanza, Bucky è un altro personaggio che dovrebbe apparire in un’ipotetica serie dedicata a Captain America. Ne hanno passate davvero tante insieme e non si meritano un finale come quello visto in Endgame. A causa delle molte possibilità offerte dal viaggio nel tempo di Steve per rimettere a posto le Gemme dell’Infinito, una versione precedente di Bucky potrebbe persino servire in qualità di antagonista.

Sam Wilson

Anche se Cap insiste nel nutrire fiducia nelle persone, ha comunque una cerchia ristretta di individui di cui si fida di più. Sam Wilson fa parte di quel club d’élite, con le strade dei due che si sono incrociate per la prima volta durante gli eventi di Captain America: The Winter Soldier. Da quel momento in poi, si sono ritrovati in più occasioni, con Sam che è stato anche il primo a contattare Steve dopo essere ritornato in vita in Endgame.

Pertanto, se Rogers deve intraprendere una missione pericolosa, Falcon è un altro alleato su cui potrebbe fare affidamento. Potrebbe persino usare la Gemma del Tempo per reclutare una versione del suo amico, dato che è stato chiaramente un bravo ragazzo per tutta la vita. Chissà, potrebbe anche apparire in The Falcon And Winter Soldier uscirà la serie debutterà su Disney+ a marzo…

Nick Fury

Steve non è sempre entusiasta della maggior parte dei suoi compagni Avengers: durante le sue apparizioni nel franchise lo abbiamo visto confrontarsi con personaggi del calibro di Iron Man, Thor e Spider-Man. Tuttavia, una persona con cui sembra sempre andare d’accordo è Nick Fury.

Nonostante il personaggio di Samuel L. Jackson gli abbia mentito subito dopo essere stato scongelato, Nick e Cap hanno chiaramente un enorme rispetto l’uno per l’altro (e a cui attingono sempre quando le probabilità sono spesso contro di loro). D’altronde, dopo quella scena post-credits in Spider-Man: Far From Home del 2019, un’apparizione da parte di Fury in una serie tv avrebbe davvero senso.

Teschio Rosso

Come accaduto con il primo film di Captain America, anche Avengers: Endgame sembrava essere l’ultimo in cui i fan avrebbero visto Teschio Rosso. Essendo morto ne Il primo vendicatore, il suo ritorno in Avengers: Infinity War del 2018 è stato un vero fulmine a ciel sereno. Sia in quel film che nel sequel, custodisce la Gemma dell’Anima, un destino che gli è stato conferito in seguito al suo fallimento nel controllare l’oggetto pericoloso molti anni prima.

Ma se Cap deve restituire le Gemma, questo potrebbe nuovamente coinvolgerlo nell’incontro con il suo vecchio nemico. È una reunion che i fan adorerebbero sicuramente vedere, non da ultimo a causa dell’epica resa dei conti durante le prime fasi del MCU. C’è, tuttavia, un problema che un altro personaggio dovrebbe affrontare…

Heimdall

Capitan America potrebbe anche aver bisogno dell’aiuto di alcune persone che non ha nemmeno ancora mai incontrato. E Heimdall, che ha servito Thor così fedelmente prima della sua morte devastante in Infinity War, rientrerebbe in questa categoria.

Per arrivare a Vomir, Steve avrebbe bisogno di trovare un modo per viaggiare attraverso lo spazio. Avrebbe potuto usare Heimdall per raggiungere quel luogo, tornando indietro nel tempo per incontrare l’alleato di Thor prima della sua morte.

Odin

Odino è un altro personaggio di cui Cap potrebbe chiedere aiuto. Se vuole riportare la Gemma dell’Anima su Vormir, come menzionato sopra, potrebbe anche aver bisogno dell’aiuto del padre di Thor.

Odino è vivo nel 2014 e potrebbe essere usato per raggiungere il luogo misterioso. È capace di somigliare a Heimdall e, considerato quanto la Marvel ama i cameo, un ritorno per il personaggio di Anthony Hopkins non può essere del tutto escluso.

Jane Foster

I fan pensavano di aver visto per l’ultima volta la Jane Foster di Natalie Portman dopo gli eventi di Thor: The Dark World. Tuttavia, con la conferma che l’attrice riprenderà il suo ruolo in Thor: Love and Thunder, questo significa che per lei la porta è aperta per eventuali altre apparizioni in altri progetti Marvel. E un cameo nell’ipotetica serie su Captain America sarebbe sicuramente logico.

Dopotutto, Rocket Racoon ha bisogno di lei per estrarre la Gemma della Realtà in Endgame. Quindi, per questo motivo, Cap dovrebbe rimetterla a posto in modo che gli eventi si svolgano come dovrebbero. Dato che non è piccolo come Rocket, però, questo potrebbe essere un compito più facile a dirsi che a farsi.

L’Antico

A proposito di cameo, è stato certamente sorprendente vedere il cameo dell’Antico di Tilda Swinton in Endgame. In quel film, lei e Bruce Banner hanno litigato per la Gemma del Tempo, con il personaggio di Swinton che alla fine ha ceduto, a condizione che fosse restituita alla sequenza temporale corretta per evitare di creare molte altre linee temporali e dimensioni. Il che è abbastanza comprensibile, vista la posta in gioco.

Cap potrebbe tornare alla New York del 2012 per dargliela, assicurandosi quindi che sia in giro per il momento in cui Doctor Strange entrerà in scena. Legherebbe le cose bene, offrendo una chiusura degna alla storia del suo personaggio.

Howard Stark

Ultimo, ma certamente non meno importante, è Howard Stark. Lui e Cap sono diventati amici durante gli eventi de Il primo vendicatore ed è possibile che le loro strade si incontrino di nuovo quando Steve Rogers dovrà riportare la Gemma dello Spazio alla base militare nel 1970.

Potrebbe essere piuttosto imbarazzante ma potrebbero offrire un’ulteriore degna chiusura sul personaggio di Tony Stark, facendo anticipare a Steve tutte le cose incredibili che Iron Man farà in futuro. Forse causerebbe problemi alla timeline, ma sarebbe comunque una scena soddisfacente da vedere.

Stanley Kubrick: Lunatic at Large, film mai realizzato, entrerà in produzione

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Un progetto incompiuto di Stanley Kubrick entrerà presto in produzione, a circa due decenni di distanza dalla morte del celebre regista, avvenuta nel marzo del 1999. Kubrick è considerato uno dei più grandi registi della storia, autore di classici immortali come 2001: Odissea nello spazio, Arancia meccanica e Shining. Con una carriera lunga quasi mezzo secolo, Kubrick è noto per la meticolosa attenzione ai dettagli e per le produzioni lunghe e rigorose. In vita, ha realizzato un totale di 13 lungometraggi, prendendosi lunghe pause dopo il completamento di ogni film.

Ora, secondo quanto riportato da Variety, Kubrick tornerà nuovamente alla ribalta, poiché una delle sue sceneggiature archiviate, co-scritta insieme a Jim Thompson, sarà ufficialmente adattata in un lungometraggio. Kubrick aveva collaborato con Thompson durante gli inizi della sua carriera, a pellicole quali con Rapina a mano armata, Orizzonti di gloria e Spartacus. Il progetto in questione è un thriller noir dal titolo Lunatic at Large: i diritti sono stati opzionati dai produttori Bruce Hendricks e Galen Walker. La produzione del film inizierà in autunno. I dettagli sulla trama e sugli altri membri coinvolti non sono ancora stati rivelati.

Kubrick ha lasciato molti progetti incompiuti al momento della sua morte, incluso il film di fantascienza A.I. Intelligenza artificiale, che Steven Spielberg ha in qualche modo “riscoperto” e portato sullo schermo nel 2001. Nel corso degli anni, molti produttori hanno anche tentato di far risorgere dalle ceneri la sua epopea storica dedicata alla vita di Napoleone, senza però mai riuscirci. I produttori Hendricks e Walker hanno entrambi alle spalle decenni di esperienza nell’industria cinematografica, quindi il progetto è decisamente in buone mani. Tuttavia, essere all’altezza degli ambiziosi standard di Kubrick sarà senza dubbio un’ardua impresa…

Justice League Snyder Cut: il vero motivo dietro il ritorno del Joker di Jared Leto

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Zack Snyder ha spiegato perché ha voluto inserire il Joker di Jared Leto nella Snyder Cut di Justice League. Snyder aveva abbandonato il film nel 2017, poco prima dell’inizio della post-produzione. Sappiamo che oltre ad utilizzare quanto girato in passato, Snyder ha anche effettuato una serie di riprese aggiuntive per l’imminente taglio di quattro ore che arriverà su HBO Max il prossimo 18 marzo.

Henry Cavill, Ben Affleck e Ray Fisher sono tornati per i reshoot che hanno avuto luogo alla fine dello scorso anno, ma la sorpresa più grande di tutte è stata senza dubbio il coinvolgimento di Jared Leto, che sarebbe tornato nei panni del Clown Principe del Crimine per la prima volta dall’uscita di  Suicide Squad nel 2016. Grazie al nuovo trailer della Snyder Cut diffuso online lo scorso weekend, sappiamo che il Joker sarà il protagonista di un faccia a faccia con Batman ambientato nell’universo distopico del Knightmare.

La relazione tra Batman e il Joker è stata a lungo accennata, non soltanto al cinema ma anche, e soprattutto, nei fumetti, e ora Zack Snyder ha spiegato durante un’intervista con I Minutemen di aver voluto riportare sullo schermo l’iterazione di Leto proprio per arricchire quel rapporto, dal momento che quasi sicuramente non avrà più la possibilità di affrontarlo. Secondo il regista, il conflitto tra i due personaggi è assolutamente centrale per l’universo DC, ancora di più per la storia del DCEU. Per Snyder, riportare indietro il Joker di Leto è stato un modo per regalare ai fan un piccolo assaggio di questo conflitto, che in origine aveva in mente di raccontare in una maniera totalmente diversa, sicuramente più ampia.

“Per me era importante che Batman e Joker avessero una scena insieme. Siamo onesti, Batman e Joker sono una specie di… quel conflitto è centrale per l’universo. Francamente, era un conflitto che avevo già pianificato per la sequenza del Knightmare. E quindi… sai, ero eccitato all’idea di avere l’opportunità di farlo, di regalare un piccolo assaggio di quel momento. Quindi, ho pensato che fosse importante per i fan vedere il Batman e il Joker di questo universo cinematografico arrivare ad un conflitto, seppur breve.”

Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Django: la nuova serie Sky Original con Matthias Schoenaerts

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Django: la nuova serie Sky Original con Matthias Schoenaerts

Il classico del cinema western Django verrà rivisitato in una serie internazionale liberamente tratta dal film di Sergio Corbucci, in 10 episodi da 60’. Django le cui riprese inizieranno a maggio, è una serie Sky Original e una Création Originale CANAL+, prodotta in inglese da Cattleya (ZeroZeroZero, Gomorra – La Serie), parte di ITV Studios, e da Atlantique Productions (Midnight Sun, The Eddy), nota casa di produzione francese che fa parte del gruppo Mediawan. I primi episodi saranno diretti da Francesca Comencini (Gomorra – La Serie), che sarà anche direttrice artistica della serie; protagonista il pluripremiato attore Matthias Schoenaerts (The Danish Girl, Red Sparrow, Via dalla pazza folla, Un sapore di ruggine e ossa).

Questo ambizioso progetto offre un approccio inedito al genere western, con un taglio contemporaneo e psicologico. Django arriverà su Sky in Italia, Regno Unito, Irlanda, Austria e Germania e sui canali CANAL+ in Francia, Benelux e Africa.

Francesca Comencini ha dichiarato: «Questo progetto mi ha catturata fin da subito, anche grazie a personaggi femminili estremamente forti. “Django” offre un nuovo e interessante punto di vista sull’idea di mascolinità nel genere western. È una storia universale che celebra la diversità e le minoranze. Sono sicura che “Django” incuriosirà e affascinerà gli spettatori di tutto il mondo».

«Siamo orgogliosi di annunciare, con “Django”, un nuovo, ambizioso progetto – ha dichiarato Nicola Maccanico EVP Programming Sky Italia – che si inserisce perfettamente nel solco della missione di Sky Studios di sviluppare e produrre i migliori contenuti originali in Europa e che, ancora una volta, conferma l’ambizione di sperimentare sempre nuovi territori attraverso le storie dei nostri Sky Originals. Il western è tra i generi più tradizionali e popolari, e Django è tra i film più amati in Italia e nel mondo. Questa serie rilegge quel cult assoluto in chiave contemporanea, fornendo agli spettatori un approccio al genere e un punto di vista inediti e attuali. Siamo inoltre entusiasti di tornare a collaborare con Francesca Comencini, Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, un team creativo davvero eccellente con cui condividiamo il successo di acclamate serie Sky come “Gomorra” e “ZeroZeroZero”. Insieme a CANAL+, Cattleya e Atlantique non vediamo l’ora di dare vita a questo racconto per il pubblico di Sky in tutta Europa».

Fabrice de la Patellière, Head of CANAL+ Drama, ha dichiarato: «Siamo davvero entusiasti di poter iniziare la produzione di “Django”. Condividiamo con creatori, produttori e partner la volontà di offrire una versione originale ed europea del western, genere mitico e molto popolare. Con queste grandi serie, CANAL + Création Originale sta perseguendo l’ambizione di diventare un attore principale nelle coproduzioni europee. Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli hanno scritto sceneggiature potentissime. Riccardo Tozzi e Olivier Bibas, esperti nel settore delle produzioni, hanno costruito un team artistico eccezionale intorno alla talentuosa Francesca Comencini. Auguriamo a tutti loro il meglio per questa fantastica avventura». 

Riccardo Tozzi, fondatore e CEO di Cattleya, aggiunge: «Nella nostra ricerca sul genere, non potevamo non arrivare al western, in cui il nostro cinema ha una tradizione altissima. Django è un western all’italiana nel senso che usa il genere per raccontare il presente: nei suoi aspetti sociali e politici, così come nelle problematiche individuali».

Anne Chérel, EVP Global Sales and Distribution, e Beatriz Campos, SVP Global Sales and Production Financing, TV Series STUDIOCANAL hanno commentato: «Con un team così illustre di sceneggiatori, produttori e registi, ci siamo innamorati immediatamente di “Django” per il punto di vista unico applicato ad un genere molto tradizionale. Evidenziando temi moderni all’interno di un western classico, i creatori ripenseranno il genere ed esploreranno narrazioni complesse da una forte prospettiva femminile. Era chiaro per noi che con personaggi così potenti e diversi, “Django” non potrà che essere una storia avvincente che appassionerà il pubblico di tutto il mondo».

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