Ant-Man and the Wasp: Quantumania è uno dei
prossimi progetti del MCU più attesi di sempre.
Nonostante il personaggio di Scott Lang sia sempre stato
considerato uno degli eroi minori all’interno dell’universo
condiviso, il terzo capitolo del franchise a lui dedicato sembra
essere degno di attenzione per almeno due motivi principali:
l’introduzione del villain
Kang il Conquistatore e il coinvolgimento di Kathryn
Newton nei panni di
Cassie Lang.
Kang, che sarà interpretato da
Jonathan Majors, sembra essere destinato a
stravolgere gli equilibri dell’intera saga, dal momento che nei
fumetti è una delle più grandi minacce mai esistite;
parallelamente, il personaggio di Cassie Lang e la sua eventuale
trasformazione in Stature potrebbe finalmente condurre
all’introduzione degli Young Avengers sul grande schermo.
Ad oggi Ant-Man and the Wasp: Quantumania non ha
ancora uan data di uscita ufficiale. Ciononostante, pare che le
riprese del film siano pronte a partire. Negli ultimi giorni,
infatti, sia
Michael Douglas che
Evangeline Lilly hanno confermato quando
dovrebbe ufficialmente partire la produzione: durante un Q&A su
Instagram (via Ant-Man
News), Douglas ha risposto alla domanda di un fan, ma è stato
alquanto generico, limitandosi a dire che le riprese partiranno
quest’anno; la stessa domanda è stata posta anche a Lilly, che ha
invece risposto – sempre via Instagram – in
maniera molto più esaustiva, confermando che l’obiettivo è quello
di iniziare a girare entro l’estate del 2021.
Arriva un importante aggiornamento
in merito a The
Flash, il cinecomic DC che, dopo una genesi
particolarmente travagliata, sembra finalmente aver trovato la
giusta direzione, anche grazie al coinvolgimento del
regista Andy
Muschietti. Pochi giorni fa si era diffusa la notizia
che
le riprese del cinecomic fossero ufficialmente partite grazie
ad un post condiviso via Instagram dalla produttrice Barbara
Muschietti, sorella di Andy.
Ora apprendiamo invece che un
personaggio molto amato dai fan dei fumetti sarà presente nel film:
stiamo parlando di Supergirl, la controparte
femminile di Superman, creata da Otto Binder. Ma non è tutto: è
stata anche già scelta la sua interprete! Come rivelato proprio dal
regista Muschietti in un post condiviso via
Instagram, sarà l’attrice americana Sasha
Calle, nota per la soap opera Febbre d’amore, a
vestire i panni dell’iconico personaggio.
Al momento non sappiamo quale sarà
l’identità che la Supergirl di Calle assumerà nel film, né il ruolo
che il personaggio giocherà all’interno della storia. È
ipotizzabile che l’introduzione di Supergirl non sia legata alla
mitologia stabilita dallo SnyderVerse: dal momento che The
Flash introdurrà ufficialmente il concetto di Multiverso, è
probabile che l’iterazione di Calle provenga da una realtà
completamente diversa. Quel che è certo è che il personaggio è
destinato a diventare una parte importante dell’universo
condiviso.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash
Ricordiamo che The
Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film
sarà diretto da Andy
Muschietti, regista di IT e IT
– Capitolo Due.Ezra
Miller tornerà a vestire i panni del Velocista
Scarlatto dopo un cameo in Batman
v Superman: Dawn of Justice e Justice
League. Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti
“Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy
Kubert.
Dopo il primo trailer Disney ha
diffuso l’ultimate trailer di
The Falcon and The Winter Soldier. La nuova serie
composta da sei episodi debutterà in esclusiva su Disney+ il
19 marzo 2021. Nella serie tornano in azione due noti personaggi
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro ruoli nei
panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier
(alias Bucky Barnes).
The Falcon And The Winter Soldier,
la serie tv
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il
ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero
Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Di recente molti attori di Harry Potter sono tornati a parlare della
loro esperienza con la celebre saga. Gli interpreti dei
gemelli Wesley, ad esempio, hanno rivelato che all’inizio delle
riprese non erano a conoscenza di quale personaggio avrebbero
interpretato;
Rupert Grint (Ron Weasley) ha ammesso di aver visto solo tre
degli otto film del franchise, mentre l’attore che ha prestato il
volto a
Neville Paciock ha rivelato che ad oggi è molto difficile per
lui rivedere i film del franchise.
Nonostante il successo del franchise
persista ancora oggi, pare che non tutti i membri del cast siano
legati ad esso allo stesso modo di quel pubblico che ha contribuito
alla sua immensa fortunata. Di recente, anche Daniel Radcliffe, l’interprete di Harry, è
tornato a parlare della sua esperienza in una recente intervista
con
Empire (via
Metro) che ha dedicato uno speciale alla celebre saga in
occasione dei suoi 20 anni.
Nonostante sia “incredibilmente
grato” per aver avuto la possibilità di interpretare un
personaggio come Harry Potter, Radcliffe ha ammesso di sentirsi
“profondamente in imbarazzo” di fronte ad alcuni momenti
del film a causa della sua recitazione: “È difficile separare
il mio rapporto con Harry dal mio rapporto con i film nel loro
insieme”, ha spiegato l’attore trentunenne. “Sono
incredibilmente grato per quell’esperienza. Mi ha fatto capire cosa
volessi fare realmente per il resto della mia vita. Riuscire a
capire cosa ami fin da subito è davvero un privilegio. Tuttavia, mi
sento profondamente in imbarazzo di fronte ad alcune scene, e
questo a causa della mia recitazione. Penso che sia come chiedere a
qualcuno di ricordare la propria adolescenza. C’è così tanto in
ballo che è difficile parlarne facendo riferimento ad una singola
sensazione.”
È importante ricordare che Radcliffe
aveva solo 12 anni quando è stato scelto per interpretare il ruolo
del protagonista nella celebre saga, quindi i sentimenti
dell’attore nei confronti della sua performance sono assolutamente
comprensibili. Tuttavia, è innegabile quanto il pubblico sia stato
testimone di una vera e propria evoluzione del suo talento, tant’è
che ad oggi, riuscire ad immaginare un altro attore nei panni di
Harry è praticamente impossibile.
Anche se Marvel e Sony non hanno ancora
confermato la notizia, sappiamo da un po’ di tempo che un film
dedicato a Spider-Woman è in fase di sviluppo. Il film in
questione dovrebbe essere dedicato a Jessica Drew, primo
personaggio dei fumetti ad adottare l’identità della Donna
Ragno.
A febbraio dello scorso anno era
circolate delle voci secondo cui il premio Oscar Alicia Vikander(The Danish
Girl, Tomb
Raider) era in lizza per ottenere la parte della
protagonista, ma da allora non ci sono più stati aggiornamenti. Ad
oggi non sappiamo ancora nulla di concreto in merito al film, ma
pare ci sia un’attrice particolarmente interessata al ruolo: stiamo
parlando di Daisy Ridley, nota al grande pubblico per il
ruolo di Rey nella trilogia sequel di
Star Wars.
Nonostante l’arrivo di alcuni
interessanti progetti che la vedranno coinvolta (come ad esempio
Chaos Walking, al fianco di Tom Holland), in
passato è stata la stessa Ridley a confermare di aver faticato
parecchio per riuscire a trovare ruoli interessanti
dopo la fine della sua esperienza con la saga di Star
Wars e un film come quello dedicato a Spider-Woman
potrebbe sicuramente rappresentare un’opportunità irripetibile per
la giovane attrice.
Intervistata da Sariah
Wilson, giornalista di USA Today, proprio in occasione
dell’uscita di Chaos Walking, Daisy Ridley ha avuto la possibilità di
commentare le voci su Spider-Woman. L’attrice ha spiegato di non
sapere nulla a proposito del film o del potenziale ruolo, ma ha
anche specificato che sarebbe felice di unirsi allo SPUMC. “Mi
piacerebbe interpretare Spider-Woman”, ha detto Ridley.
“Ma è più una questione legata ad un universo esteso di
Spider-Man, giusto?”
La storia di Spider-Woman nei fumetti
Nei fumetti, Jessica Drew è una
giovane donna che decenni fa si ammalò gravemente dopo mesi di
esposizione all’uranio, usato dal padre nei suoi esperimenti
scientifici. Per salvarle la vita, l’uomo fu costretto ad usare una
medicina sperimentale, basato sulla biologia di un ragno
radioattivo. Jessica venne sigillata in un acceleratore genetico in
modo da amplificare gli effetti del siero. Si risvegliò decenni
dopo, senza essere invecchiata, con tutta una serie di poteri,
senza però ricordare nulla del suo passato.
Ricordiamo che la Sony Pictures ha
fissato per l’8 ottobre 2021 l’arrivo nelle sale di un nuovo
misterioso film dello Spiderverse: al momento non
sappiamo se si tratterà proprio del film su Jessica Drew o magari
di un film dedicato ad un’altra delle nemesi dell’Uomo Ragno.
A quanto pare, la regista
Chloé Zhao si sarebbe ispirata a Revenant
– Redivivo per le scene d’azione de Gli Eterni,
l’attesissimo cinecomic Marvel in arrivo nelle sale a
novembre, progetto che si trascina fin dal suo annuncio un carico
parecchio elevato di curiosità e aspettative, soprattutto per il
coinvolgimento di Zhao.
Proprio di recente si era parlato
dell’approccio “creativo” della regista cinese alla scelta del cast
del film. Ora, è stata la stessa a rivelare in una recente
intervista con
The Playlist di essersi lasciata ispirare dal film di
Alejandro González Iñárritu del 2015 (che regalò a
Leonardo DiCaprio il tanto agognato Oscar come migliore attore
protagonista) per le scene d’azione del cinecomic che introdurrà
nell’universo condiviso il gruppo di esseri immortali dotato di
abilità incredibili.
La cosa più sorprendente è che la
Marvel ha da subito apprezzato il
tipo di approccio di Zhao al materiale originale, come spiegato
dalla regista: “Ci sono molti film a cui mi sono ispirata per
Gli Eterni. Ma per quanto riguarda le scene d’azione, che mi sono
divertita veramente tanto a realizzare, anche grazie ad un team
davvero fantastico, ho voluto fare riferimento a Revenant. È un
film che amo particolarmente e durante le riprese lo abbiamo
guardato molte volte. La maggior parte di quelle scene sono state
girato sul posto ed è proprio questo a rendere le scene di quel
film incredibilmente coinvolgenti. Quindi direi che Revenant è il
film a cui aspiriamo. La Marvel ha supportato in tutto e per
tutto la nostra idea. Mi hanno sempre supportata.”
A causa della pandemia di Covid-19,
Gli Eterni è stato
posticipato di un intero anno. Attualmente l’uscita nelle sale
americane è fissata per il prossimo novembre, sperando che per
l’allora la situazione a livello mondiale sia tornata alla
normalità. Le recenti dichiarazione di Zhao non fanno altro che
aumentare il nostro desiderio di scoprire quale sarà effettivamente
il prodotto finale e, soprattutto, se Gli Eterni si distaccherà
effettivamente dai precedenti film prodotti dal MCU.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
WandaVision
di Marvel Studios unisce televisione
classica e Marvel Cinematic
Universe e vede protagonisti Wanda Maximoff e Visione,
due individui dotati di super poteri che conducono vite di
periferia idealizzate, che iniziano a sospettare che ogni cosa non
sia come sembra.
WandaVision,
la prima serie targata Marvel Studios, creata in esclusiva
per Disney+, ha per protagonisti
Elizabeth Olsen nel ruolo di Wanda Maximoff e
Paul Bettany in quello di Visione. Kathryn Hahn è Agnes e
Teyonah Parris è Monica Rambeau, personaggio che è stato
presentato al pubblico in Captain
Marvel. Kat
Dennings riprenderà il suo ruolo di Darcy
da Thor e Thor:
The Dark World, mentre Randall Park tornerà a vestire i
panni di Jimmy Woo da Ant-Man
and The Wasp. La serie è diretta da Matt Shakman
mentre Jac Schaeffer è il capo sceneggiatore. Composta da nove
episodi, WandaVision è disponibile in streaming
su Disney+.
Justin Kroll, giornalista di
Deadline, ha condiviso un piccolo aggiornamento via Twitter
in merito a Fantastici
Quattro, il nuovo film dedicato ai personaggi creati
da Stan Lee e Jack Kirby che sarà ambientato nel MCU. Secondo quanto riportato dal
giornalista, i Marvel Studios hanno cominciato ad incontrare
diversi sceneggiatori.
Al momento non è stato ancora
designato chi si occuperà ufficialmente di scrivere il reboot.
Ricordiamo che il film sarà diretto da Jon Watts,
regista di
Spider-Man: Homecoming che ha anche contribuito alla
sceneggiatura del film con Tom Holland; nulla esclude che alla fine
Watts possa essere coinvolto nel nuovo progetto dedicato alla
grande famiglia Marvel anche in qualità di
sceneggiatore.
La ricerca dello sceneggiatore (o
del gruppo di sceneggiatori) che si occuperanno di scrivere
Fantastici
Quattro potrebbe durare diversi mesi, quindi è
probabile che il film non entrerà in produzione molto presto. Basti
pensare a quanto accaduto con Blade, il cinecomic
che avrà come protagonista il due volte premio Oscar Mahershala Ali: il film è stato annunciato per
la prima volta nel 2019, ma la sceneggiatrice del film è stata resa
nota soltanto quest’anno (si tratta di
Stacy Osei-Kuffour, autrice dell’acclamata serie
Watchmen).
In seguito all’acquisizione di Fox
da parte di Disney, i personaggi di Reed Richards, Sue Storm,
Johnny Storm e Ben Grimm potranno diventare finalmente parte
integrante dell’Universo Marvel e condividere le loro storie
con il più ampio universo cinematografico. Ricordiamo che
Jon Watts è attualmente impegnato con la
produzione di
Spider-Man 3, che dovrebbe arrivare nelle sale a
dicembre di quest’anno.
Le info su Fantastici Quattro
Il film dei Fantastici
Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente
annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al
momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la
pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista
di Spider-Man:
Homecoming, Spider-Man:
Far From Home e di Spider-Man
3, attualmente in fase di produzione.
“Si parla sempre solo delle navi
che sono arrivate a destinazione, non di quelle che non sono mai
arrivate. C’erano navi che affondavano con i nostri antenati e noi
vogliamo raccontare le loro storie. Enslaved è molto più
di una serie tv; per me è il tentativo di ridare la voce a milioni
di persone: voce che era stata messa a tacere”. Così l’attore
Samuel L. Jackson introduce
Enslaved: la crudele tratta atlantica degli
schiavi afroamericani, la docu- serie tv in sei
episodi condotta dallo stesso Jackson, insieme ai giornalisti e
documentaristi Afua Hirsch e Simcha Jacobovici, in onda in
esclusiva su History Channel (canale 407 di Sky) dal 22
febbraio alle 21.00 (due episodi a serata). È la
drammatica ricostruzione della tratta – durata 400 anni – di esseri
umani dai Paesi africani al nuovo mondo: oltre 12 milioni di
persone rapite e vendute in schiavitù, di cui almeno 2 milioni
morti durante il viaggio.
Nella serie per la prima volta la
nuova tecnologia subacquea – come la mappatura 3D avanzata e il
radar penetrante nel terreno – ha permesso di individuare ed
esaminare numerose navi negriere affondate, rivelando una
prospettiva completamente nuova sulla storia della tratta
transatlantica degli schiavi. In diversi siti di immersione, tra
Regno Unito, Giamaica e Florida, un team esperto di subacquei ha
localizzato sei navi che affondarono con gli schiavi a bordo. Nel
frattempo, sulla terraferma, gli esperti hanno indagato sulle
storie che legano gli schiavi del Ghana, le case signorili
dell’Inghilterra e le piantagioni americane.
Il lavoro investigativo e scientifico, gli indizi recuperati in
fondo al mare, il reportage e le ricostruzioni delineano
l’ideologia, l’economia e la politica della schiavitù, e
restituiscono alla luce i particolari perduti di eventi del passato
e le storie dimenticate delle sofferenze di milioni di persone.
Enslaved è coprodotta da
Associated Producers (Toronto) e Cornelia Street Productions
(Londra). Diretta da Simcha Jacobovici, la serie è
prodotta da Ric Esther Bienstock, Sarah Sapper e Felix Golubev,
mentre produttori esecutivi sono
Samuel L. Jackson, LaTanya Jackson, Eli Selden, Rob Lee, Simcha
Jacobovici, Ric Esther Bienstock, Sarah Sapper e Yaron Niski.
GLI EPISODI
Storia sommersa
Samuel L. Jackson intraprende un
viaggio personale, dopo aver scoperto che il suo DNA risale alla
tribù Benga del Gabon. Accolto come un figlio perduto da tempo che
è tornato a casa, partecipa ad un rito di iniziazione. Ma Jackson
fa un ulteriore passo avanti: trasforma il suo personale viaggio in
uno sforzo per sensibilizzare gli spettatori sulla storia della
tratta transatlantica degli schiavi afroamericani.
A tal fine coinvolge l’associazione
di subacquei “Diving With a Purpose” (DWP) per andare alla ricerca
di navi negriere affondate nell’Oceano Atlantico. DWP è
un’organizzazione dedicata alla conservazione e protezione delle
risorse del patrimonio sommerso, per esempio dei coralli, attiva
nel campo dell’archeologia marittima e della conservazione
dell’oceano, con un focus speciale sulla protezione, la
documentazione e lo studio dei relitti della tratta degli schiavi.
DWP collabora con la National Association of Black Scuba Divers
(NABS). In questo episodio vedremo quindi
Samuel Jackson andare quindi alla ricerca di una nave affondata
al largo della costa della Florida. L’episodio stato girato sul
posto in Gabon, Ghana e Florida.
I perché della
tratta
Nella sua ricerca per raccontare la
storia della tratta degli schiavi, Samuel L. Jackson recluta due
giornalisti e documentaristi pluripremiati, Simcha Jacobovici e
Afua. In che modo gli schiavisti hanno provato a giustificare 400
anni di tratta e lo sfruttamento e l’omicidio di milioni di persone
provenienti dai paesi africani? Nel mondo antico il colore non era
un criterio in base al quale le persone si giudicavano a
vicenda.
Allora come è nata l’ideologia del
razzismo? Jackson invia Jacobovici e Hirsch in missione per
comprendere il processo che ha portato gli europei a ritenere la
schiavitù non solo redditizia economicamente ma anche fondata
razionalmente. Parallelamente a questa indagine, nel Canale della
Manica, i subacquei di DWP individuano uno dei relitti
più antichi di navi negriere, recuperando un oggetto risalente a
350 anni fa. Questo episodio è stato girato in Ghana, Regno Unito e
Spagna.
Segui i soldi
L’episodio indaga sulle ragioni
economiche della schiavitù seguendo la ricerca della nave,
“The Leusden“, in Suriname. Questa nave olandese
rappresenta la più grande perdita di vite umane durante l’intera
tratta degli schiavi. Mentre la nave stava affondando, l’equipaggio
inchiodò i boccaporti, impedendo ad oltre 640 persone provenienti
di salvarsi. I proprietari della nave non tennero nascosta la
tragedia. Tutt’altro: fecero richiesta di rimborso
all’assicurazione per “carico smarrito”. Jackson, Jacobovici e
Hirsch ritrovano i crediti dell’assicurazione ma anche fosse
comuni e manufatti rari, che permettono di mettere insieme i motivi
economici della schiavitù. L’episodio è stato girato in Suriname,
Brasile, Portogallo e Regno Unito.
Le culture del Nuovo Mondo
Esplorando cibo, musica e scienza,
scopriremo che gran parte della cultura del Nuovo Mondo è nata
all’interno delle navi, dove africani di diversi Paesi e tribù
interagivano tra loro e con gli europei che li commerciavano. La
tipica cucina del sud degli Stati Uniti è di origine africana.
Samuel L. Jackson visita Africatown in Alabama., l’unica città
africana fondata in America da schiavi liberati. Qui incontra
l’artista vincitore del Grammy Rhiannon Giddens, che esplora le
origini africane del banjo. I subacquei di DWP aiutano alcuni
giovani in Costa Rica a scoprire le loro origini africane,
identificando una nave di schiavi affondata al largo del Paese Come
i giovani costaricani, gli spettatori saranno sorpresi di scoprire
quanto della nostra cultura globale – dal reggae ai frattali
matematici – sia legata alla storia della schiavitù. L’episodio è
stato girato in Costa Rica, Giamaica, Etiopia e Stati Uniti.
Resistenza
Questo episodio illustra la
resistenza alla tratta da parte degli schiavi sia in Africa sia
durante la diaspora – dal Ghana al Regno Unito all’America. I
sommozzatori di DWP intraprendono un’indagine senza precedenti per
individuare il relitto perfettamente conservato della “Freedom
Boat” nei Grandi Laghi nel nord degli USA, una goletta che h
traghettò gli afroamericani verso la libertà in Canada.
Identificano persino i nomi di alcuni degli schiavi che furono
salvati dal capitano della nave. Jackson, Jacobovici e Hirsch
approfondiscono inoltre il ruolo ricoperto da africani nella lotta
alla schiavitù nel proprio continente o durante la Guerra Civile
americana.
Abolizione
La politica ha favorito la
schiavitù. Ma è stata la politica a porre fine ad essa come è
successo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. E proprio negli USA
di oggi viene intervistato il deputato John Lewis, una delle più
importanti figure nella lotta contro la segregazione razziale
e recentemente scomparso. L’episodio proverà a risolvere infine il
mistero della nave “The London“, affondata al
largo della Cornovaglia, mentre trasportava illegalmente
decine di africani che, erano stati liberati per poi essere ridotti
nuovamente in schiavitù. L’episodio è stato girato nel Regno Unito,
negli Stati Uniti e in Ghana.
I moti della Primavera Araba sono
stati una delle più importanti rivoluzioni del nuovo millennio, ed
hanno coinvolto quasi tutti i paesi del Nord Africa e non solo.
Inevitabile che simili eventi venissero toccati, seppur anche in
modo marginale, da quel potente mezzo di comunicazione di massa che
è il cinema. Uno dei titoli più interessanti a riguardo è
Omicidio al Cairo, diretto dal regista
svedese di origini egiziane Tarik Saleh. Già noto
per film come Gitmo – The New Rules of War e
Metropia, questi ha nel 2017 portato al cinema questa sua
nuova opera, ad oggi la più apprezzata e premiata della sua
filmografia.
Con questo, il regista ricostruisce
con grande fedeltà alcuni degli eventi che portarono alle prime
rivolte verificatesi in Egitto a partire dal 2008. Il suo è un film
di denuncia contro le autorità e la situazione politica di quegli
anni, e attraverso l’adattamento di un episodio realmente accaduto
riesce a raccontare ancor di più i retroscena di tali ambienti.
Trattando tematiche simili, Saleh ebbe non poche difficoltà a
realizzare il film. Fu infatti costretto a spostare le riprese dal
Cairo a Casablanca, poiché il governo non concesse di girare nella
capitale. Il film riuscì in ogni modo a prendere forma, ottenendo
poi riconoscimenti da tutto il mondo.
Presentato al Sundance Film
Festival, questo ricevette il premio World Cinema Grand Jury Prize.
In Svezia, ai prestigiosi Guldbagge Awards vinse invece cinque
premi, tra cui quello di miglior film. Omicidio al
Cairo è un gioiello da riscoprire assolutamente per poter
aprire una finestra su luoghi del mondo normalmente non
frequentati. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
vera storia a cui è ispirato. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Omicidio al Cairo: la trama del
film
La storia si svolge in Egitto, nel
2011, più precisamente nella capitale Il Cairo. In quel periodo la
città è sconvolta dalle prime agitazioni e proteste contro il
trentennale regime del presidente Mubarak. A margine di ciò, si
segue la vicenda del detective della polizia Noredin
Mostafa, il quale, come vuole la norma, è corrotto come
tutti i suoi colleghi. Mustafa è infatti solito chiedere una ricca
tangente ai commercianti per garantire loro protezione da eventuali
attacchi. A cambiare il suo modo di agire arriva però l’insolito
caso di una cantante trovata morta nella sua stanza d’albergo. La
cameriera Salwa sembra l’unica a sapere cosa sia
accaduto.
Sospettando qualcosa di grosso, che
potrebbe garantirgli un avanzamento di carriera, il poliziotto
inizia così ad indagare. Più si avvicina alla verità però, più
scoprirà il coinvolgimento nell’omicidio di nomi importanti, alcuni
dei quali appartenenti alla classe politica. Sarà a quel punto che
gli verrà ordinato di archiviare il caso e insabbiare quanto
scoperto. Mostafa però, pur essendo corrotto, non è privo di
coscienza. Frustrato dai soprusi contro il popolo egiziano, decide
di andare fino in fondo alla questione, sfidando i potenti e
mettendo a rischio la propria vita pur di ottenere la verità.
Omicidio al Cairo: il cast del
film
Interpreti del film sono
prevalentemente attori di origini africane o francesi, forse poco
noti al pubblico internazionale ma divenuti poi particolarmente
celebri anche grazie a questo film. Ad interpretare il ruolo del
protagonista, il poliziotto Noredin Mostafa, vi è l’attore
Fares Fares, divenuto celebre a livello
internazionale grazie a film come Zero Dark Thirty, Child 44
e Rogue One: A Star Wars
Story. Ad interpretare la cameriera Salwa vi è l’attrice
Mari Malek, mentre Yasser Ali
Maher è Kammal Mostafa. Slimane Dazi,
noto per il film Il profeta, è invece presente nel ruolo
del misterioso uomo dagli occhi verdi. Hichem
Yacoubi, visto sia in Munich che in Il
profeta, interpreta Nagui, mentre Ger Duany,
noto per Restless City e The Good Lie, dà vita al
personaggio di Clinton.
Omicidio al Cairo: la vera storia
dietro il film
La storia narrata nel film è la
rielaborazione che il regista ha fatto di un evento realmente
accaduto in Egitto, nel 2008. Si tratta dell’assassinio della
cantante libanese Suzanne Tamim. Questa era
divenuta particolarmente celebre dopo aver vinto nel 1996 il talent
show libanese Studio El Fan, all’età di soli 19 anni. Questa
intraprese così una fortunata carriera nel mondo della musica,
dando vita a brani che univano le sonorità del pop a quelle della
tradizione araba. Il 28 luglio del 2008, all’età di 30 anni, la
cantante venne però ritrovata morta nel suo appartamento.
Inizialmente si diffuse la notizie che Tamim era stata decapitata,
ma in seguito venne rivelato che era morta per uno sgozzamento.
Data la sua popolarità, il caso fece estremamente scalpore e in
breve si arrivò ad arrestare alcuni sospettati.
Questi erano un noto milionario e
Hisham Talaat Moustafa, anche legislatore della
camera alta del Parlamento egiziano. Accusati di aver assunto un
sicario per uccidere la cantante, nel 2009 vennero ritenuti
colpevoli e condannati all’impiccagione. Nel marzo del 2010,
tuttavia, la Corte suprema chiese di rivedere la sentenza, e con il
nuovo processo Moustafa e il milionario vennero condannati a 15
anni di carcere, mentre il killer all’ergastolo. Questo era stato
identificato in Al-Sukkari, ex poliziotto. Nel
2011, tuttavia, si è diffusa la notizia che, a causa dei disordini
popolari, il misterioso milionari era evaso di prigione. Di questi,
amico del presidente Mubarak, si proibì inoltre di parlare
pubblicamente. Ad oggi, ancora molti sono i misteri rimasti
irrisolti sul caso.
Omicidio al Cairo: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Omicidio
al Cairo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti
disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play,
Apple iTunes, Rai Play, YouTube e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente, in prima visione
assoluta, nel palinsesto televisivo di sabato 20
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Ha visto la luce nel 2019
Res Creata – Esseri umani e altri animali, il documentario
di AlessandroCattaneo presentato in vari festival,
tra cui Toronto 2020 e il Festival Internazionale Visioni
dal Mondo, dove si è aggiudicato il Premio Giuria
Giovani e la Menzione del pubblico. Ha poi ricevuto la
nomination ai Nastri d’Argento 2021. L’edizione 2021 del
premio assegnato dalla critica cinematografica prevede ampio spazio
dedicato al documentario nelle sue diverse forme, articolandone la
presenza in tre sezioni:Cinema spettacolo
cultura, Docufiction e Cinema del reale, della
quale fa parte appunto Res Creata, che si contenderà il
premio con lavori comeMi chiamo Francesco
Totti di Alex Infascelli,Fuori era primavera di
Gabriele Salvatores e Molecole di Andrea
Segre.
Alessandro Cattaneo e
il racconto del reale
E’ proprio il racconto
della realtà la passione del regista Alessandro Cattaneo, che
esordisce dietro la macchina da presa con Wide blue
delivery nel 2015. Un documentario autoprodotto, girato su
una nave mercantile in viaggio tra Italia e Africa, che ritrae la
vita dell’equipaggio con le sue problematiche. Il film si aggiudica
il Best Film Award al Napoli Film Festival 2016 e partecipa al
concorso svizzero Visions du Reel, vincendo il Premio
Buyens-Chagoll. Ciò che questo primo lavoro ha in comune con
Res Creata è la riflessione sulla parte più
istintuale dell’uomo, spesso trascurata, ma portatrice di esigenze
imprescindibili. Nel 2017 Cattaneo inizia la collaborazione con
Silvia della Sala. Assieme a lei è autore del mediometraggio
Mutu. La collaborazione prosegue con Res
Creata.
Le storie di Res
Creata
Inizia con il
pellegrinaggio spontaneo a una balena spiaggiata sulla battigia di
Platamona, in Sardegna, Res Creata. Prosegue con il viaggio
verso passato e futuro di un cantautore simbolo della scena punk
italiana, intelligenza tra le più lucide e feconde, che oggi vive
con i suoi cavalli sull’appennino tosco-emiliano. Ecco poi il
pastore in simbiosi con le sue pecore e il giovane falconiere con i
suoi uccelli. Quindi, uno psicanalista, un filosofo e uno
zoomusicologo, un poeta e un’apicultrice. Si aprono squarci su come
l’uomo si sia allontanato dalla sua parte istintuale. Si riflette
sulla differenza tra collaborazione e sfruttamento nel rapporto tra
uomini e animali, si osservano riti religiosi in cui gli animali
sono protagonisti e si assiste a uno spettacolo acrobatico a
cavallo. Una è la costante: l’esplorazione di una relazione così
atavica come quella con gli animali, ancora assai feconda per
l’uomo e tutta da riscoprire.
Esseri umani e
altri animali
È proprio nella parola
“altri” la chiave di Res Creata. È nel suo
approccio non gerarchico alla relazione uomo-animale che si
racchiude l’essenza del lavoro di Cattaneo. Come afferma il
filosofo Felice Cimatti, quando sostiene che occorre mettere
da parte l’antropocentrismo, far si che il punto di vista dal quale
si ragiona non sia sempre ed esclusivamente l’umano. E invita a
riflettere sul concetto di “divenire animale”, ovvero
cercare di far proprio il modo in cui gli animali stanno al mondo,
vivendo il presente, l’istante, in armonia con la natura. Di
recupero da parte dell’uomo dell’istinto e dell’aspetto sensoriale,
della relazione profonda col mondo che lo circonda, di cui è parte,
parla anche lo psicanalista Daniele Ribola. Accanto a loro
lo zoomusicologo Dario Martinelli, il poeta Franco
Marcoaldi.
Il regista alterna i loro
contributi di riflessione a quelli di chi racconta la sua
esperienza quotidiana con gli altri animali e più in generale nella
natura, in un rapporto di mutuo scambio. Giovanni Lindo
Ferretti, tra le menti e le voci più acute della musica e della
cultura italiana contemporanea, oggi alleva cavalli sull’appennino
e vive grazie a quello che ha chiamato “teatro barbarico”:
una forma di commistione tra parola e spettacolo della natura.
Colpisce la vicenda di quest’uomo che dopo tante esperienze
diverse, urbane, di ribellione e trasgressione, ha trovato una sua
dimensione riconnettendosi a un passato rurale, più “semplice”, di
cui ha sofferto a lungo la mancanza, trasformandolo nel suo
presente e futuro.
Il pastore Piero
Tomei racconta invece del rapporto con il suo gregge, senza
tralasciare l’esperienza della morte, comunicando un senso di
profondo rispetto per questo suo compagno di vita. Lo stesso
rispetto che lega il giovane falconiere Gregorio Tinteri ai
suoi animali, falchi e gufi e l’apicultrice Enrica Lucchelli
alle sue api. Tutti rapporti improntati il meno possibile allo
sfruttamento, il più possibile invece ad un’ottica di cooperazione
tra uomo e animale, ove, auspicabilmente, non vi sia coercizione, e
dunque non vi sia un vero “possesso”. Perchè, come ben sintetizza
Dario Martinelli, più capiamo gli animali, più li
rispettiamo, più “diventa difficile abusarne a cuor
leggero”. Non mancano poi le antiche tradizioni che vedono
protagonisti uomini e animali, come la Festa di San Domenico, detta
“dei serpari”, nel piccolo comune di Cocullo in Abruzzo, che sposa
il cattolicesimo con l’antico culto di Angizia, dea dei Marsi,
incantatrice di serpenti e dea della fertilità. O la tradizione
sarda della pariglia: la tipica corsa acrobatica a cavallo.
Esempi questi che
interessano il regista e Silvia della Sala, autrice con lui
del soggetto e della sceneggiatura del film, in
quanto testimonianze di un legame profondissimo e atavico tra uomo
e animale, quasi una vera fusione. Aspetto questo evidenziato nelle
inquadrature scelte dal regista, che si occupa anche della
fotografia: i contorni dell’uomo si fondono con quelli
dell’animale, come nella locandina del film, in cui la testa del
giovane falconiere diventa tutt’uno con quella del gufo che lo
segue ovunque vada. Immagine e fotografia veicolano il rispetto che
può nascere solo dalla constatazione di una similitudine, dal
riconoscimento dell’essere l’uomo stesso animale e dell’essere
tutti, uomini e altri animali, appartenenti alla natura e
rispondenti alle sue leggi, senza gerarchie o presunzioni di
superiorità.
Immagini poetiche ed
evocative, in cui la natura è protagonista e, d’altro canto,
immagini in grado di evidenziare come l’uomo spesso tenda a
razionalizzare, a studiare, a classificare, a pensare la natura,
anziché semplicemente ricordarsi di farne parte e viverla
concretamente, assieme agli altri animali.
Res Creata
è dunque un invito a riscoprire la parte istintiva nell’uomo, non
già nel senso deteriore del termine, che conduce alla brutalità e
alla disumanizzazione, bensì nella sua accezione più nobile, che
induce a recuperare l’elemento sensoriale, capace di riconnettere
l’uomo agli altri esseri viventi e di farlo sentire pienamente
parte della natura, in grado di apprezzare l’istante e la bellezza
che lo circonda. Questa parte è oggi spesso disconosciuta e
soffocata in favore di un vivere artificiale e ultra tecnologico,
che rischia di far perdere il contatto con sé stessi.
Res Creata nominato
ai Nastri d’Argento
Ai prossimo Nastri
d’Argento lavori pregevoli come questo Res Creata
di Alessandro Cattaneo e come anche Molecole
di Andrea Segre meriterebbero un riconoscimento, senza nulla
togliere a un gioiellino nazional popolare assolutamente
trasversale come Mi chiamo Francesco Totti. Ad ogni
modo, in un anno in cui il cinema ha subito i colpi della pandemia
tutt’ora in corso, si può almeno gioire dell’ottima salute del
documentario italiano.
Arriverà su Amazon Prime Video il 26 febbraio Tutta
Colpa di Freud, la serie tv co-prodotta da RTI LOTUS
PRODUCTION, una società LEONE FILM GROUP COMPANY, in collaborazione
con AMAZON PRIME VIDEO e prodotta da MARCO BELARDI. La serie si
basa sul film di Paolo Genovese del 2014, e
infatti lo stesso autore racconta: “Quando abbiamo scritto
Tutta colpa di Freud, il film, ci siamo accorti che il materiale
era tantissimo, avevamo una sceneggiatura lunghissima, c’era tanto
da dire sull’argomento e quindi già a film finito ci siamo detti
che il materiale era ancora abbondante e ci sembrava giusto avere
più tempo per raccontare le storie e approfondire i personaggi,
raccontare meglio le tre figlie. L’idea è venuta subito, ma poi
ognuno ha i suoi progetti e la cosa è rimasta in stand by. Poi tre
anni fa, quando Mediaset cercava un family, abbiamo proposto questa
idea e hanno deciso di provare a raccontare questa storia in una
serie invece che nella due ore del film.” Ma sulle differenze
tra film e serie, Genovese specifica: “Le storie prendono la
loro strada, per cui ritroverete l’idea ma rispetto al film la
serie prende una sua strada e si discosta molto
dall’originale.”
Ma perché l’autore di Tutta
colpa di Freud non ha voluto mettere la sua firma sulla
regia della serie? “Ho scelto di non dirigere perché io quella
storia l’avevo già raccontata, mi sarei seduto sul lavoro già
fatto. Invece Rolando è un regista estremamente capace di
raccontare i rapporti tra le persone, le emozioni, i legami, tutto
quello che racconta la serie, alla luce di questo è molto
stimolante per un autore vedere come qualcun’altra racconta le tue
storie.”
Alla regia infatti c’è
Rolando Ravello, che firma con il suo stile piano
e rassicurante dialoghi e vicende in una Milano inedita.
“Raccontare Milano è desueto, ormai si gira tutto a Roma o in
Puglia. Girare a Milano è stata una novità, ma soprattutto ha
consentito di introdurre un personaggio come quello di Max Tortora.
Ho amato lavorare con queste quattro attrici fantastiche, è stato
bello dirigere Luca Bizzarri, ma la cosa bella della serie sono
stati Claudio Bisio e Max Tortora che non si conoscevano prima, e
in un attimo, dalla prima scena, hanno dimostrato una chimica
fenomenale. Sono riusciti a raccontarci Milano e Roma in maniera
insolita e sornione, sono stati fantastici.”
La serie è interpretata
da Claudio Bisio, Caterina Shulha, Marta Gastini,
Demetra Bellina, Luca Bizzarri, Stefania Rocca, Claudia
Pandolfi e Max Tortora, diretta da Rolando
Ravello. Sarà disponibile su Amazon Prime Video a partire
dal 26 febbraio prossimo.
Warner Bros. Entertainment Italia
annuncia l’arrivo in Italia di Zack
Snyder’s Justice Leaguein esclusiva
digitale da giovedì 18 marzo, in contemporanea con gli
USA, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV. Dal 1° aprile, il film sarà inoltre disponibile per il
noleggio su Sky Primafila e Infinity.
In Zack
Snyder’s Justice League, determinato ad assicurarsi
che il sacrificio finale di Superman (Henry Cavill) non sia stato
vano, Bruce Wayne (Ben Affleck) unisce le forze con Diana Prince
(Gal Gadot) con lo scopo di reclutare una squadra di metaumani, al
fine di proteggere il mondo da un minaccia imminente di proporzioni
catastrofiche. Il compito si rivela più difficile di quanto Bruce
immaginasse, poiché ogni componente deve affrontare i demoni del
proprio passato, per trascendere da ciò che li ha bloccati,
permettendo loro di unirsi e formare finalmente una lega di eroi
senza precedenti. Finalmente insieme, Batman (Affleck), Wonder Woman (Gadot), Aquaman (Jason Momoa), Cyborg (Ray Fisher) e Flash
(Ezra Miller) potrebbero essere in ritardo per salvare il pianeta
da Steppenwolf, DeSaad e Darkseid e dalle loro terribili
intenzioni.
Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavill come Superman, Ben
Affleck come Batman, Gal
Gadot come Wonder
Woman, Ezra
Miller come Flash,Jason
Momoa come Aquaman eRay
Fisher come Cyborg. Nel cast
anche Amber
Heard, Amy
Adams, Jesse
Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K.
Simmons eJeremy
Irons. La sceneggiatura è di Chris Terrio, da una
storia di Chris Terrio, Zack Snyder e Will Beall, basata sui
personaggi della DC, Superman creati da Jerry Siegel e Joe Shuster.
I produttori del film sono Charles Roven, Deborah Snyder, mentre i
produttori esecutivi sono Christopher Nolan, Emma Thomas, Wesley
Coller, Jim Rowe, Curtis Kanemoto, Chris Terrio e Ben Affleck.
MUSIC è
una potente, originale e celebrativa dichiarazione artistica. Nel
suo lungometraggio di esordio come sceneggiatrice e regista, la
leggendaria artista musicale
mondiale Sia ha reinventato in modo
audace e avvincente il genere cinematografico
musical.
Star mondiale
multi-platino nominata nove volte ai Grammy Award, due ai
BRIT Awards e due ai Golden Globe, Sia è stata più volte definita
regina del pop e una delle più importanti iconiche popstar del
nuovo millennio, grazie a un ricercato songwriting e ad incredibili
performance live. Protagoniste del
film, Maddie Ziegler, musa della cantante e
protagonista di molti suoi video (tra cui l’acclamato “Chandelier”)
e Kate
Hudson, candidata agli Oscar e vincitrice del Golden
Globe per il film Quasi famosi.
Music parla della
magia che può nascere quando chi non è in grado di esprimersi a
parole incontra persone capaci di ascoltare col
cuore.
La storia ha inizio quando Zu
(Hudson), in rotta con la propria famiglia e con una propensione a
rovinarsi la vita con le proprie mani, si ritrova a essere nominata
unica tutrice della sorellastra adolescente, Music (Ziegler). Music
è una ragazza con un disturbo dello spettro autistico non verbale e
Zu entra immediatamente in conflitto con le sue nuove
responsabilità di tutrice. Presto conosce Ebo (Odom), un vicino di
casa premuroso e dall’animo gentile che la sorprende manifestando
non solo compassione, ma anche una profonda comprensione nei
confronti di Music. Zu si rende conto che Ebo è una persona su cui
può fare affidamento e dalla quale può imparare
molto.
Music fonde un
sentito racconto sulla forza dell’amore con sequenze musicali dai
toni fluo e immaginifici, tipici di Sia, che offrono al pubblico un
vivace scorcio della vita interiore dei personaggi.
Aster si occuperà anche della
sceneggiatura. I dettagli sulla trama del film non sono ancora
stati svelati, nonostante il film sia già stato descritto come
“il ritratto intimo e lungo decenni di uno degli imprenditori
di maggior successo di tutti i tempi”.
Aster sarà coinvolto anche in
qualità di produttore insieme a Lars Knudsen e alla loro società
Square Peg. Al momento non sappiamo quando inizieranno le riprese,
anche se è molto probabile che Phoenix si dedicherà prima alla
produzione di Kitbag di Ridley Scott, in
cui vestirà i panni di Napoleone Bonaparte.
Tra i prossimi progetti di Joaquin
Phoenix figura anche C’mon
C’mon, il nuovo dramma di Mike
Mills, regista di Beginners con Ewan
McGregor e il compianto
Christopher Plummer. Le riprese del film sono terminate da
oltre un anno, ma ad oggi non sappiamo ancora quando verrà
distribuito.
James e
Oliver Phelps, gli attori che hanno interpretato
Fred e George Weasley nei film della saga di Harry Potter, hanno rivelato che all’inizio
delle riprese non erano a conoscenza di quale personaggio avrebbero
interpretato.
Il 2021 segna il 20° anniversario
dell’uscita del primo capitolo di Harry Potter, ed ancora oggi l’entusiasmo dei
fan nei confronti del personaggio non è minimamente calato. Sebbene
l’autrice J.K. Rowling sia stata al centro di
alcune polemiche negli ultimi mesi a causa delle sue dichiarazioni
anti-trans, la fanbase di Harry Potter continua ad essere molto
forte, grazie anche alla serie prequel di Animali Fantastici e alla tanto chiacchierata
serie tv che dovrebbe arrivare su HBO Max.
Solo una manciata di attori può
essere annoverata tra coloro che figurano in ogni singolo film di
Harry Potter, e tra questi ci sono anche i fratelli
Phelps. Interpreti di Fred e George Weasley, i Phelps hanno spesso
rappresentato l’aspetto più divertente del franchise, qualcosa di
estremamente necessario per riuscire a bilanciare un raccontato che
diventava a mano a mano sempre più oscuro. Una battuta comune in
tutta la serie di
Harry Potter è che le persone fanno sempre confusione tra
Fred e George, inclusa la loro madre Molly (interpretata da
Julie Walters). La cosa divertente, però, è che
quella confusione si è estesa per un breve periodo anche alla
realtà…
James e Oliver gestiscono insieme un
podcast chiamato
Normal Not Normal, e nell’ultimo episodio hanno chiacchierato
con la collega Evanna Lynch (interprete di Luna
Lovegood nella saga). A un certo punto, Lynch ha chiesto ai due
come fossero riusciti ad ottenere i rispettivi ruoli, il che ha
portato i fratelli ad ammettere che ci è voluto un po’ per capire
chi stessero interpretando.
“Stavamo parlando prima che
dovessero partire le riprese e non avevamo ancora idea di chi fosse
Fred e chi fosse George”, ha spiegato Oliver. Poco prima della
prima lettura della sceneggiatura di Harry Potter e la pietra
filosofale, infatti, si sono rivolti al direttore del casting
Janet Hirshenson per avere dei chiarimenti. Hirshenson, che ha
chiesto loro se stessero “scherzando”, ha coinvolto la
Rowling, il regista Chris Columbus e il produttore David Heyman in
una “discussione di 20 secondi”. Poi ha spiegato loro che
James avrebbe interpretato Fred e Oliver sarebbe stato George.
Fin dal primo Iron Man del
2008, ogni film del MCU ha incluso almeno una scena extra durante
o dopo i titoli di coda. Tali scene hanno sempre avuto la funzione
di anticipare ciò che il futuro del franchise aveva in serbo per i
suoi numerosissimi fan. Ma sono davvero state tutte all’altezza
delle aspettative?
Screen Rant ha raccolto le 5 migliori e le 5 peggiori scene
post-credits dell’Universo Cinematografico Marvel:
L’identità di Peter Parker
Questa è la scena che ha
reso la momentanea rottura delle trattative con Sony ancora più
difficile da digerire. Quando sembrava che Spidey stesse per uscire
dal MCU, i fan non hanno pensato alla
perdita di uno dei migliori personaggi del franchise; piuttosto,
non avrebbero potuto sopportare un’uscita di scena sulla scia di un
cliffhanger così eclatante.
Alla fine di Spider-Man: Far From Home,
quando tutto sembrava stesse andando alla grande per Peter Parker,
Mysterio, direttamente dall’oltretomba, ha rivelato la sua identità
segreta al mondo intero con l’aiuto del Daily Bugle, incastrando il
giovane per l’attacco a Londra.
Bruce Banner analizza Tony Stark
Invece di anticipare
Captain America: The Winter
Soldier o Guardiani della Galassia o uno
qualsiasi degli altri entusiasmanti progetti del MCU in arrivo, la scena
post-credits di Iron
Man 3 vedeva Tony Stark sfogarsi apertamente con Bruce
Banner, prima che questi gli facesse capire di non essere
esattamente quel tipo di dottore…
L’intervento di Captain Marvel
Dopo il
successo del piano di Thanos, ossia spazzare via metà della
popolazione mondiale, la scena post-credits di Avengers: Infinity War ci offre
uno sguardo all’impatto dello Snap sul resto del mondo.
Nick Fury e Maria
Hill guidano in una città avvolta nel caos. Mentre Hill si
trasforma in polvere, Fury tira fuori un cercapersone e chiama la
sua ancora di salvezza per chiedere aiuto. Quando si trasforma
anche lui in polvere, lascia cadere il cercapersone, rivelando
l’emblema di Captain Marvel.
Thor fa visita a Jane
Thor: The Dark World è ricordato
ancora oggi come uno dei peggiori capitoli del MCU. Nella scena post-credits, il
Dio del Tuono si reca a Londra per far vistia a Jane Foster. Ma dal
momento che il film non ci ha dato motivo di preoccuparci della
loro relazione, la scena non ha avuto alcun impatto.
Thor arriva sullo Statesman
Subito dopo
che Thor e gli Asgardiani sopravvissuti fuggirono dalla distruzione
del loro pianeta natale nello Statesman e si prepararono a
stabilirsi sulla Terra, la nave di Thanos incombeva su di loro.
Questo ha fornito al pubblico una sorta di campanello d’allarme:
cose spaventose sarebbero presto accadute.
Avengers:
Infinity War si apre proprio sulla scia di tale avvenimento,
con Thanos e l’Ordine Nero che hanno distrutto la nave e ucciso la
maggior parte dei suoi abitanti.
Troppi stregoni!
Dopo i
titoli di coda di Doctor Strange, Karl Mordo fa visita a
Jonathan Pangborn e lo spoglia dei suoi poteri magici, sostenendo
che ci sono “troppi stregoni” nel mondo.
Concentrandosi su
due personaggi secondari e non anticipando nulla sull’immediato
futuro, questa è stata una scena piuttosto deludente. Inoltre,
avendo Scott Derrickson abbandonato la regia di Doctor Strange in the
Multiverse of Madness, non ci sarà più modo per lui di
rimediare.
“Bene. Lo farò da solo!”
Dopo che
The Avengers ha svelato che è Thanos il cattivo monolitico
che controlla Loki come un burattino, Avengers: Age of Ultron ha
anticipato che avrebbe finalmente affrontato gli eroi più potenti
della Terra nella loro prossima avventura di gruppo.
Insoddisfatto del
lavoro dei suoi lacchè, Thanos indossa il Guanto dell’Infinito e
proclama: “Bene, lo farò da solo!”. Damion Poitier ha
interpretato Thanos in The Avengers, mentre il Titano
Pazzo è stato finalmente interpretato da Josh Brolin in Age of
Ultron.
Bucky è vivo!
Alla fine di Captain America: Civil War,
Bucky Barnes è sprofondato nel sonno criogenico in Wakanda, mentre
Shuri ha cercato di capire come aggiustare il suo cervello. La
scena post-crediti di Black Panther ha semplicemente
stabilito che Bucky sarebbe tornato in forma, pronto al
combattimento, giusto in tempo per Avengers: Infinity War.
Di tutte le possibili configurazioni per quel film, questa è stata
probabilmente la meno entusiasmante.
Nick Fury e l’Iniziativa Avengers
Robert Downey, Jr. ha
improvvisato la fine di Iron Man. Il piano originale era
di attenersi ai fumetti e di “giustificare” Iron Man come la
guardia del corpo di Tony Stark. Tuttavia, Downey pensava che Tony
sarebbe stato troppo arrogante per lasciare che ciò accadesse e
alla fine si è dichiarato: “Io sono Iron Man”.
Nei titoli di coda, Tony viene
avvicinato da Nick Fury, che introduce l’Iniziativa Avengers.
Questa è la scena post-credits che per prima ha introdotto l’idea
di un universo cinematografico condiviso con molti altri eroi in
arrivo.
Nick invita Steve Rogers ad unirsi agli Avengers
Dopo l’entusiasmo di Nick
Fury che raccontava a Tony Stark dell’Iniziativa Avengers nella
scena post-crediti di Iron Man,Captain America: Il
primo vendicatore ha fatto la stessa cosa, ma con risultati
diametralmente opposti.
Fury fa visita Steve Rogers
nel 21° secolo e lo invita a far parte della squadra. Non era
nemmeno una scena originale: è stata semplicemente usata una scena
tagliata di The Avengers.
Uno dei protagonisti del film
Gran Torino diretto da Clint
Eastwood nel 2008 si è scagliato contro l’impiego
di insulti anti-asiatici presenti nel film, che dal suo punto di
vista hanno contribuito a rendere il razzismo un sentimento ancora
più mainstream. Gran Torino racconta la storia di un veterano della
guerra di Corea (interpretato da Eastwood) che viene allontanato
dalla sua famiglia dopo essere rimasto vedovo. L’uomo è in realtà
un burbero razzista che sfoga la sua ira nei confronti dei suoi
vicini di casa, di etnia Hmong.
Tuttavia, alla fine del film, Walt
riesce a stabilire un’improbabile ed inatteso rapporto con uno di
loro, il giovane adolescente Thao, interpretato dall’attore
Bee Vang, riuscendo così a superare il suo
disprezzo nei confronti del “diverso”. Uscito nel 2008, il film è
stato un successo al botteghino, arrivando a conquistare 148
milioni di dollari negli Stati Uniti e 270 milioni nel resto del
mondo. Ciononostante, il film è stato anche ampiamente criticato
per l’uso massiccio di insulti razzisti.
In un editoriale scritto per
NBC News, è stato proprio Vang ad esprimersi in prima persona
contro il linguaggio razzista usato dal personaggio principale
interpretato da Eastwood. Anche se Vang riconosce che
Gran Torino ha contribuito ad aumentare la
rappresentanza degli asiatici americani, al tempo stesso è convinto
che il film abbia contribuito a rendere il razzismo nei confronti
degli asioamericani ancora più mainstream.
Nell’editoriale scritto a 13 anni di
distanza dall’uscita del film, Vang scrive: “All’epoca, si
discusse molto se gli insulti del film fossero insensibili e
gratuiti o semplicemente degli ‘scherzi innocui’. Ho trovato
snervante le risate che gli insulti suscitano nei cinema con un
pubblico prevalentemente bianco. Ed erano sempre i bianchi che
dicevano: ‘Non sai accettare una battuta?’.”
Vang ha poi citato la pandemia di
Coronavirus come motivo che lo ha spinto a parlare adesso. “Il
razzismo anti-asiatico che una volta era camuffato da umorismo
bonario si è rivelato per quello che è grazie al Covid-19. Pur
incrementando la presenza asiatico-americana, è preoccupante la
maniera in cui Gran Torno ha reso mainstream il razzismo
anti-asiatico. Sono ancora tormentato dalle risate del pubblico
bianco. Scherzi innocui, giusto? Fino a quando non sono più degli
scherzi, ma piuttosto una scusa in più per ignorare la supremazia
bianca e il razzismo.”
Evan Peters è ufficialmente entrato a far
parte del MCU dopo la sua sconvolgente
apparizione alla fine del quinto episodio di
WandaVision. Peters ha interpretato Quicksilver nel
franchise di Fox dedicato agli X-Men, mentre Aaron Taylor-Johnson è stato il personaggio
nel MCU, nonostante sia apparso
soltanto nella scena post-credits di Captain America: The Winter Soldier e in Avengers: Age of Ultron (film in cui è stato
ufficialmente ucciso).
Naturalmente, ogni fan della
Marvel ha la sua iterazione
preferita, ma confrontando le abilità e l’uso di entrambi i
personaggi nei rispettivi franchise, quale versione potrebbe
davvero definirsi la migliore? Un nuovo report di
Screen Rant ha provato a rispondere a questa domanda,
sostenendo la tesi che la versione di Quicksilver ad opera di
Peters sia quella vincente.
Essendo i diritti cinematografici
della Marvel divisi, in origine, tra 20th
Century Fox e Disney, i franchise di X-Men e degli Avengers hanno
presentato due diverse versioni del velocista. Il MCU, non potendo utilizzare la
tradizione mutante, e ha dato a Pietro un nuovo background,
rendendolo un orfano dilaniato dalla guerra che riceve i suoi
poteri dalla sperimentazione dell’HYDRA tramite la Gemma della
mente. Dall’altra parte, il franchise di X-Men non poteva includere
l’associazione di Peter con gli Avengers, ma aveva la possibilità
di utilizzare senza problemi l’origine mutante per costruire il
personaggio e rivelare, alla fine, che Magneto era suo padre.
Pietro ha regalato al pubblico un
Quicksilver più cupo e minaccioso in
Avengers: Age of Ultron; un personaggio che aveva
certamente del potenziale, ma che forse è stato ucciso troppo
presto. Introdotto per la prima volta in
X-Men: Giorni di un Futuro Passato, Peters è stato
decisamente più riconoscibile, anche in termini di comicità, al
punto che anche i detrattori del franchise hanno apprezzato
l’iterazione. Si potrebbe quindi dire che, in termini di simpatia,
è sempre stato il Quicksilver di Peters il favorito del
pubblico.
Il dibattito sul design dei
personaggi, invece, è molto più soggettivo, nonostante anche in
questo caso i fan si sono schierati apertamente. Alcuni trovano il
costume di Pietro molto più realistico e conforme ai canoni, mentre
altri sostengono che il personaggio, se messo a paragone con gli
altri Vendicatori, appaia decisamente più anonimo. Anche se alcuni
erano titubanti in merito allo stile anni ’80 di Peters, le sue
ciocche d’argento, la giacca metallica e il merchandising dei Pink
Floyd avevano sicuramente uno stile retrò che è riuscito a lasciare
il segno.
Quicksilver nel MCU: cosa non ha funzionato?
Probabilmente, l’aspetto che ha
deluso di più del Quicksilver di MCU è stato il poco tempo che gli è
stato concesso sullo schermo. Al di là del breve cameo in Captain America: The Winter Soldier,
Taylor-Johnson viene presentato e poi ucciso nell’arco di un solo
film, così che ha rovinato ogni eventuale potenziale in merito allo
sviluppo del suo personaggio. Sebbene non sia un personaggio
canonico per i fumetti, il nuovo retroscena di Pietro avrebbe
potuto creare un arco parecchio interessante. Invece, è stato
utilizzato principalmente come escamotage narrativo, al fine di
portare avanti le storyline di Wanda e Occhio di Falco. Anche l’uso
delle sue abilità in
Avengers: Age of Ultron era piuttosto privo di
fantasia: correva veloce, correva bene, ma il contributo più
emozionante che ha dato al film è stato – purtroppo – la sua
morte.
Al contrario, il Quicksilver di
Peters è partito come personaggio minore, ma ha rapidamente rubato
la scena con sequenze al rallentatore che sono diventate tra le più
amate e apprezzate nella storia recente dei film di supereroi. Gli
X-Men hanno anche utilizzato le abilità di Quicksilver in modi
veramente unici. Quando si tratta dell’uso dei suoi poteri, è
facile intuire quanto il Quicksilver di Peters vinca decisamente a
mani basse, dal momento che in Age of Ultron i poteri di Pietro
sono meno appariscenti e impressionanti rispetto a quelli del
Quicksilver di Peters. Anche nei pochi momenti in slow-motion, il
Quicksilver del MCU non sembra mai raggiungere il
suo pieno potenziale.
In Batman v Superman, il Cavaliere Oscuro
(Ben
Affleck) interrompe il suo brutale accanimento nei
confronti dell’Uomo d’Acciaio (Henry
Cavill) e decide di risparmiargli la vita quando
l’eroe kryptoniano pronuncia l’ormai famigerata battuta: “Salva
Martha”.
È un momento che ha generato
un’ondata infinita di meme ed è ancora oggi fonte di ilarità sul
web, nonostante siano passati ormai diversi anni dall’uscita del
film. Pare che in molti (forse deliberatamente?) abbiano voluto
sorvolare sulle implicazioni più profonde della scena, e ricondurre
la decisione di Batman di lasciar vivere Superman al semplice fatto
che le loro madri hanno lo stesso nome.
Durante un’intervista con
I Minutemen in occasione della promozione della Snyder
Cut di Justice
League, il regista Zack Snyder è tornato a difendere la
sequenza, rivelando di considerarla il “fulcro” dell’intero film.
“Chiaramente sono un fan di quel personaggio e sono molto
interessato a come Martha… a come quel concetto sia centrale per il
film”, spiega il regista. “È al 100% il perno che tiene
insieme l’intero film. Penso che sia indicativo del modo in cui
Batman v Superman è stato accolto, ossia
che il suo principio centrale è stato in qualche modo sminuito e
preso in giro.Personalmente ritengo che questa sia
un’idea bellissima e incredibilmente simmetrica che completa nella
sua interezza questo concetto.”
Batman v Superman: in arrivo una
nuova versione IMAX rimasterizzata
A proposito di Batman
v Superman, di recente Zack
Snyder ha confermato di essere a lavoro su
una nuova
versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà
direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione
includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno
riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo
attesissimo taglio di Justice
League (in arrivo su HBO il prossimo 18
marzo), che ha potuto contare su un budget – senza precedenti
per dei reshoot – di 70 milioni di dollari.
Il
Processo ai Chicago 7, l’acclamato film di Aaron
Sorkin, candidato a 5 Golden Globes tra cui miglior film e
regia e uscito lo scorso ottobre su Netflix, sarà disponibile da venerdì 19 febbraio
ore 9.00 (e per 48 ore) gratuitamente sul canale Youtube di
Netflix US.
Questo
perché proprio in questi giorni cade lo storico anniversario della
sentenza del processo di Chicago 7, conclusosi nel febbraio 1970.
Da oggi, Venerdì 19 Febbraio (ore 9.00) a Domenica 21 Febbraio (ore
9.00) il film sarà disponibile in lingua originale e sarà possibile
attivare i sottotitoli in otto lingue, tra le quali
l’italiano.
Il regista Peter
Jackson aveva fatto trapelare la sceneggiatura originale
dei due film de Il
Signore degli Anelli deliberatamente, nella
speranza di potersi liberare di Harvey Weinstein.
Il viaggio del cineasta neozelandese per portare sullo schermo la
sua visione della trilogia de
Il Signore degli Anelli è stato raccontato
innumerevoli volte ed è risaputo che Miramax, di proprietà di Bob e
Harvey Weinstein, (l’ex produttore caduto in disgrazia dopo le
molteplici accuse di aggressione), voleva inizialmente realizzare
solo due film.
Alla fine Jackson è riuscito a
trasferire il suo accordo relativo a Il
Signore degli Anelli alla New Line Cinema, che gli ha
concesso di realizzare tre film e di includere una serie di scene
(come
la sua preferita, quella con Gollum e Smeagol) che erano invece
state tagliate nella versione originale, quella composta
esclusivamente da due film. Il resto è storia del cinema, con la
trilogia considerata ancora oggi un punto culminante per il genere
fantasy e al tempo stesso un punto di volta nell’era dei
grandi blockbuster realizzati in CGI che hanno cambiato per sempre
il volto del cinema.
In seguito Jackson si dedicò alla
realizzazione della trilogia prequel, Lo
Hobbit, che non venne accolto bene come
l’originale. Tuttavia, proprio grazie ai film della saga de
Il Signore degli Anelli, la sua eredità di grande
regista è rimasta comunque inalterata. Adesso, grazie ad un nuovo
report di
Polygon, viene a sapere che Jackson aveva fatto trapelare la
sua sceneggiatura originale de
Il Signore degli Anelli, quella basata
esclusivamente su due film, attraverso il sito Ain’t It Cool come
un modo per attirare l’attenzione sul progetto.
La versione originale de Il Signore
degli Anelli e il tentativo di tenere lontano Harvey Weinstein
A quanto pare, Jackson si assicurò
indirettamente che una copia di quella sceneggiatura finisse nelle
mani dello scrittore Drew McWeeny, che in breve
tempo realizzò una recensione sul potenziale dittico. Alla fine
l’adattamento de Il Signore degli Anelli era già sulla
bocca di tutti, cosa che alla fine portò i Weinstein a condere a
Jackson la possibilità di presentare il progetto alla New Line
Cinema.
Nel resoconto degli eventi esposto
da McWeeny si legge: “Jackson aveva già avuto qualche contatto
con Ain’t It Cool a quel punto e c’erano molte persone all’interno
di WingNut e WETA che stavano provando a contattare la rivista. Si
sentivano come se stessero creando qualcosa di eccezionale ed erano
preoccupati di non essere in grado di trovare uno studio disposto a
farsi avanti. Quindi è stata presa la decisione di far trapelare
gli script ad Ain’t It Cool in un modo che sarebbe stato negato da
tutti in seguito. Non lo hanno fatto in modo diretto e nessuno ci
ha mai chiesto ufficialmente di coprirli, così se mai fossi stato
pressato da qualcuno, avrei potuto dire onestamente che non erano
stati né Peter né Fran Walsh. Tuttavia, è chiaro che mi sia stato
dato l’accesso agli script in modo da poter dire di ciò che pensavo
nel momento esatto in cui New Line stava cercando di prendere una
decisione.”
Danny Elfman,
autore delle musiche di Batman di Tim Burton e
Spider-Man di Sam Raimi, si occuperà della colonna
sonora di Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, tornando così a
collaborare di nuovo con Raimi, scelto ormai da tempo come regista
dell’attesissimo sequel. La prima colonna sonora composta da Elfman
per uno studio importante è stata quella di Pee-Wee’s Big
Adventure di Burton. La collaborazione tra i due è continuata
nel corso degli anni, con Elfman che ha composto anche le musiche
di Beetlejuice – Spiritello porcello,
Batman,
Edward mani di forbice e Batman – Il ritorno.
In passato, Elfman aveva già
lavorato con Raimi alle colonne sonore dei primi due capitoli della
trilogia di
Spider-Man. Anni dopo, il duo è tornato a collaborare
insieme per le musiche de Il
grande e potente Oz del 2011. Più di recente, Eflman si è
occupato di curare la colonna sonora della versione cinematografica
di Justice
League(nonostante nell’attesissima Snyder
Cut le stesse siano invece opera di Junkie XL, storico
collaboratore di Zack Snyder). Per quanto riguarda il MCU, invece, Elfman aveva si era
già occupato delle musiche di Avengers:
Age of Ultron del 2015.
In una recente intervista con
Inverse, è stato proprio Danny Elfman a
confermare che sarà lui ad occuparsi della colonna sonora di
Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, rivelando di
essere già al lavoro su alcuni brani necessari alle riprese del
cinecomic. Inoltre, nonostante non abbia potuto rivelare nulla in
merito alla trama del film, a confermato che inizierà a scrivere
l’intera colonna sonora nel giro di pochi mesi.
“Sto iniziando a fare un po’ di
pre-lavoro per Doctor Strange 2
diretto da Sam Raimi”, ha dichiarato Elfman. “Anche se ci
inizierò a lavorare soltanto nei prossimi mesi, ci sono già delle
registrazioni pronte, dal momento che ne hanno bisogno per i
set.”
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Sam
Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias
Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Arriva il 19 febbraio su
Prime
VideoEl internado: Las Cumbres, una serie
spagnola, che mescola teen drama e horror, remoto di una famosa
serie trasmessa da Antenna 3 all’inizio degli anni 2000. La serie è
prodotta da Globomedia insieme ad Atresmedia Studios e si candida a
diventare uno dei prodotti di punta della piattaforma streaming per
la fine dell’inverno, dato il suo innegabile appeal sul pubblico
dei più giovane e l’importante impronta horror/mistery che attira
un pubblico più adulto.
El Interando: Las Cumbres, la trama
La storia è ambientata
all’intero del collegio Las Cumbres, situato nell’imponente
edificio di un vecchio monastero, a picco su una rupe. L’edificio è
circondato da un bosco che sembra nascondere segreti e insidie.
Incentrato sulle vicende di un ristretto gruppo di ragazzi,
El Interando: Las Cumbres vede dei giovani
turbolenti rinchiusi in questo istituto dove la disciplina è ferrea
e le punizioni sono anche corporali. Ma naturalmente questo non
basta a sedare l’animo naturalmente ribelle dei protagonisti che,
tra una festa clandestina e un furbo contrabbando con l’esterno
grazie al quale riescono ad ottenere sigarette o altri beni
proibiti in collegio, progettano addirittura la fuga. Tuttavia,
queste scorribande e infrazioni delle regole non solo verranno
scoperte e punite, ma si intrecceranno con un mistero che aleggia
su tutto l’edificio, un mistero che arriva da lontano, quando quel
posto era un luogo monastico. Presto i ragazzi capiranno che in
pericolo ci sono le loro vite e che le presenze misteriose di
quelle storie non sono soltanto spauracchi, ma minacce concrete
alla loro sicurezza. Si faranno quindi carico di svelare i misteri
dell’istituto.
Creato e sviluppato da
Laura Belloso e Asier Anduezasulla serie originale andata in onda tra il 2007 e il 2010,
El internado: Las Cumbres è un ottimo prodotto di
intrattenimento che riesce a fare della mescolanza dei generi il
suo punto di forza. La serie ha per protagonisti degli adolescenti,
che quindi portano con sé tutte le problematiche e i turbamenti da
cui è caratterizzata quell’età. Primi amori, prime esperienze
sessuali, ma anche invidie, vendette, legami viscerali, sentimenti
ed emozioni polarizzanti, che solo l’adolescenza conosce.
Parallelamente a questa macro trama, si sviluppa l’aspetto mistery,
il sangue, le leggende, le maledizioni, una componente thriller e
horror che si sviluppa in maniera preponderante man mano che la
serie va avanti, nel corso dei suoi otto episodi, e assume il
massimo della rilevanza a metà stagione.
Interpreti carismatici e convincenti
Questo fa dello show un
interessante crocevia di generi, caratteristica che desterà
sicuramente interesse. Unitamente a questa componente narrativa,
c’è anche quella qualitativa: la serie si presenta realizzata con
cura, sia da un punto di vista della messa in scena che della
concezione di regia e fotografia, nonostante qualche ingenuità nel
reparto degli effetti visivi. Tutto però viene messo sulla retta
via dalle interpretazioni dei protagonisti; gli attori scelti hanno
tutti volti bellissimi e riescono a caratterizzare al meglio i
personaggi che portano in scena. Volti giovani ma molto
carismatici, capaci di bucare lo schermo e far affezionare lo
spettatore immediatamente alle loro vicende.
El internado:
Las Cumbres è certamente un prodotto che si porta dietro
l’eredità di precedenti show spagnoli, che se da una parte hanno
avuto grande successo, hanno anche raccolto opinioni negative molto
feroci. Tuttavia dare una possibilità a questa serie è d’obbligo,
perché riesce a intrattenere, a incuriosire, a portare lo
spettatore in un altra dimensione, quella ristretta e claustrofobia
del collegio, e mantiene sempre l’equilibrio tra l’aspetto da soap
opera e quello legato al mistero sanguinoso da
risolvere.
Da New Line Cinema arriva
l’esplosiva avventura cinematografica di “Mortal
Kombat”, ispirato alla saga di videogame campione di
vendite, che di recente ha visto il miglior lancio di un videogioco
nella sua storia, con Mortal Kombat 11. Il film è diretto
dal premiato regista australiano Simon McQuoid, al suo debutto nel
cinema, e prodotto da James Wan (i film di “The Conjuring”,
“Aquaman”), Todd Garner (“Into the Storm”, “Tag”),
McQuoid e E. Bennett Walsh (“Men in Black: International”,
“The Amazing Spider-Man 2”).
In “Mortal Kombat”, il campione di
MMA Cole Young, abituato a farsi picchiare per soldi, è ignaro
della sua eredità—e anche del perché l’Imperatore dell’Outworld
Shang Tsung abbia mandato il suo guerriero migliore, Sub-Zero, e
altri Cryomancer ultraterreni, per dargli la caccia.
Preoccupato per la sicurezza della sua famiglia, Cole parte alla
ricerca di Sonya Blade responsabile della Jax, Maggiore delle Forze
Speciali che porta anche lei sulla pelle lo stesso marchio del
drago con cui Cole è nato. Molto presto, si ritrova nel
tempio di Lord Raiden, Antico Dio e Protettore di Earthrealm, che
assicura riparo a tutti coloro che portano un marchio come il suo.
Qui, Cole si allena con guerrieri esperti come Liu Kang, Kung
Lao e l’implacabile mercenario Kano, preparandosi a combattere
con i più grandi campioni della Terra, contro i nemici
dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco il destino
dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza motivato da
scatenare il suo arcana—l’immenso potere custodito nella
sua anima—in tempo non solo per salvare la sua famiglia, ma anche
per sconfiggere Outworld una volta per tutte?
Il variegato cast internazionale
riflette la natura del brand, con talenti che spaziano dal mondo
del cinema, fino alla televisione e alle arti marziali. Il gruppo
include Lewis Tan (“Deadpool 2”, “Wu Assassins” per Netflix) come Cole Young; Jessica McNamee (“The Meg”)
è Sonya Blade; Josh Lawson (“Bombshell”) è Kano; Tadanobu Asano
(“Midway”) come Lord Raiden; Mehcad Brooks ( “Supergirl” per la TV)
nel ruolo di Jackson “Jax” Bridges; Ludi Lin (“Aquaman”) è Liu
Kang; Chin Han (“Skyscraper”) è Shang Tsung; Joe Taslim (“Star Trek
Beyond”) è Bi-Han e Sub-Zero; e Hiroyuki Sanada (“Skyscraper”) come
Hanzo Hasashi e Scorpion. Inoltre troviamo Max Huang come Kung Lao;
Sisi Stringer come Mileena; Matilda Kimber è la giovane Emily; e
Laura Brent in quello della giovane Allison.
McQuoid ha diretto da una
sceneggiatura di Greg Russo e Dave Callaham (“Wonder Woman 1984”), da un soggetto di Oren
Uziel (“Mortal Kombat: Rebirth”) e Russo, basato sul videogame
creato da Ed Boon e John Tobias. Richard Brener, Dave
Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Jeremy Stein e Larry
Kasanoff sono i produttori esecutivi.
Per trasporre la popolarissima
franchise sul grande schermo, McQuoid ha guidato un team di
cineasti australiani ed americani, tra cui il direttore della
fotografia Germain McMicking (“True Detective”, “Top of the Lake:
China Girl”), lo scenografo Naaman Marshall (“Underwater”,
“Servant”), i montatori Dan Lebental (“Spider-Man: Far From Home”) e Scott
Gray (“Top of the Lake”, “Daffodils”), il supervisore agli effetti
visivi Chris Godfrey (“Hacksaw Ridge”) e la costumista Cappi
Ireland (“Lion”, “The Rover”). Le musiche sono di Benjamin
Wallfisch (“Blade Runner 2049”, i film di “IT”).
La co-produttrice di Batman v Superman: Dawn of Justice,
Deborah Snyder, ha parlato per la prima volta
delle critiche al film, affermando che erano basate esclusivamente
su alcuni preconcetti da parte del pubblico. Uscito nel 2016, il
film è stato il secondo capitolo del DCEU dopo L’uomo d’acciaio del 2013 che ha ufficialmente
introdotto il Superman di
Henry Cavill. C’era molta attesa per il film, dal
momento che era la prima volta che i due eroi più famosi della DC
condividevano lo schermo insieme.
Sfortunatamente, il film non è stato
accolto come speravano i suoi realizzatori. È un eufemismo
riconoscere che Batman v Superman è uno dei film più
polarizzanti della memoria recente. Anche se alcuni fan hanno
elogiato il tentativo di Snyder di reinventare i più grandi
personaggi della DC, altri non erano entusiasti delle scelte
creative che ha fatto nel film. Alcune delle critiche più notevoli
includevano il fatto che il film fosse troppo cupo e che avesse una
narrativa parecchio contorta (per non parlare della famigerata
scena di “Martha”!).
Ciò ha portato la Warner Bros. ad
apportare alcuni grandi cambiamenti al futuro del DCEU, incluso un
approccio più pratico ai progetti successivi, in particolare
Suicide
Squad di David Ayer e Justice
League di Zack Snyder/Joss Whedon, che sono stati
comunque oggetto di numerose controversie. A quasi cinque anni da
quando Batman v Superman è uscito nelle sale, la
produttrice Deborah Snyder ha parlato per la prima
volta dei commenti negativi che il film ha ricevuto all’indomani
dell’uscita in sala.
Parlando con
LightCast Podcast, ha spiegato che alcune delle più grandi
critiche mosse al film non erano davvero colpa dello stesso
prodotto. Piuttosto, erano dovute ad alcuni preconcetti di un certo
tipo di pubblico, che appena ha visto non soddisfatte le proprie
aspettative, si è sentito immediatamente deluso dal risultato
finale. “Abbiamo avuto anche noi la nostra parte di stampa…
contraria al film”, ha spiegato Snyder. “Batman v Superman è l’esempio perfetto di
affermazioni del tipo: ‘È troppo dark!’. Ma troppo dark paragonato
a cosa? Alcune delle critiche riguardavano il fatto che non fosse
divertente. Per molti non era il film che si aspettavano. Questa è
colpa del film? O è colpa dei preconcetti della gente? È stato
comunque interessante leggere quel genere di cose.”
Batman v Superman: in arrivo una
nuova versione IMAX rimasterizzata
A proposito di Batman v Superman, di recente Zack Snyder ha confermato di essere a
lavoro su una
nuova versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà
direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione
includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno
riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo
attesissimo taglio di Justice
League (in arrivo su HBO il prossimo 18 marzo), che
ha potuto contare su un budget – senza precedenti per dei reshoot –
di 70 milioni di dollari.
Nonostante il finale di
Avengers:
Endgame, in cui abbiamo visto una versione anziana di
Steve Rogers consegnare lo scudo di Captain America a Sam Wilson,
sappiamo che
Chris Evans è in trattative con i Marvel Studios per riprendere il ruolo
dell’eroe in alcuni progetti futuri. Al momento non ci sono
ulteriori dettagli, ma ipotizzando che Evans possa fare ritorno in
una serie tv a lui interamente dedicata,
Screen Rant ha raccolto 10 personaggi che in uno show dedicato
a Captain America non possono di certo
mancare:
Partiamo dal personaggio
più scontato. Hayley Atwell ha avuto molti elogi per la sua
performance di Peggy Carter nel corso degli anni, dai film del
MCU fino alla serie Agents of
S.H.I.E.L.D. Dato che è l’amore della vita di Captain
America, non sarebbe giusto che Steve tornasse senza lei al suo
fianco.
Ora sembra che abbiano vissuto
molti anni felici insieme e, se uno show televisivo dovesse
rivelare come è andato il viaggio di Steve con le Gemme
dell’Infinito, allora sarebbe necessario come minimo un suo cameo
nel finale.
Bucky Barnes
Steve e Bucky sono
praticamente come due fratelli. Sono cresciuti insieme a Brooklyn e
Captain America è stato in grado di salvare il suo amico dalle
grinfie dell’HYDRA, che aveva preso il controllo della sua mente
dopo la caduta dalle montagne durante gli eventi di
Captain America: Il primo vendicatore.
A causa della loro vicinanza, Bucky
è un altro personaggio che dovrebbe apparire in un’ipotetica serie
dedicata a Captain America. Ne hanno passate davvero tante insieme
e non si meritano un finale come quello visto in Endgame.
A causa delle molte possibilità offerte dal viaggio nel tempo di
Steve per rimettere a posto le Gemme dell’Infinito, una versione
precedente di Bucky potrebbe persino servire in qualità di
antagonista.
Sam Wilson
Anche se Cap insiste nel
nutrire fiducia nelle persone, ha comunque una cerchia ristretta di
individui di cui si fida di più. Sam Wilson fa parte di quel club
d’élite, con le strade dei due che si sono incrociate per la prima
volta durante gli eventi di
Captain America: The Winter Soldier. Da quel momento in
poi, si sono ritrovati in più occasioni, con Sam che è stato anche
il primo a contattare Steve dopo essere ritornato in vita in
Endgame.
Pertanto, se Rogers deve
intraprendere una missione pericolosa, Falcon è un altro alleato su
cui potrebbe fare affidamento. Potrebbe persino usare la Gemma del
Tempo per reclutare una versione del suo amico, dato che è stato
chiaramente un bravo ragazzo per tutta la vita. Chissà, potrebbe
anche apparire in The Falcon And Winter Soldier uscirà la serie
debutterà su Disney+ a marzo…
Nick Fury
Steve non è sempre
entusiasta della maggior parte dei suoi compagni Avengers: durante
le sue apparizioni nel franchise lo abbiamo visto confrontarsi con
personaggi del calibro di Iron Man, Thor e Spider-Man. Tuttavia,
una persona con cui sembra sempre andare d’accordo è Nick Fury.
Nonostante il personaggio di Samuel
L. Jackson gli abbia mentito subito dopo essere stato scongelato,
Nick e Cap hanno chiaramente un enorme rispetto l’uno per l’altro
(e a cui attingono sempre quando le probabilità sono spesso contro
di loro). D’altronde, dopo quella scena post-credits in Spider-Man:
Far From Home del 2019, un’apparizione da parte di Fury in
una serie tv avrebbe davvero senso.
Teschio Rosso
Come accaduto con il primo
film di Captain America, anche Avengers:
Endgame sembrava essere l’ultimo in cui i fan avrebbero
visto Teschio Rosso. Essendo morto ne
Il primo vendicatore, il suo ritorno in
Avengers:
Infinity War del 2018 è stato un vero fulmine a ciel
sereno. Sia in quel film che nel sequel, custodisce la Gemma
dell’Anima, un destino che gli è stato conferito in seguito al suo
fallimento nel controllare l’oggetto pericoloso molti anni
prima.
Ma se Cap deve restituire le Gemma,
questo potrebbe nuovamente coinvolgerlo nell’incontro con il suo
vecchio nemico. È una reunion che i fan adorerebbero sicuramente
vedere, non da ultimo a causa dell’epica resa dei conti durante le
prime fasi del MCU. C’è, tuttavia, un problema che
un altro personaggio dovrebbe affrontare…
Heimdall
Capitan America potrebbe
anche aver bisogno dell’aiuto di alcune persone che non ha nemmeno
ancora mai incontrato. E Heimdall, che ha servito Thor così
fedelmente prima della sua morte devastante in Infinity
War, rientrerebbe in questa categoria.
Per arrivare a Vomir, Steve avrebbe
bisogno di trovare un modo per viaggiare attraverso lo spazio.
Avrebbe potuto usare Heimdall per raggiungere quel luogo, tornando
indietro nel tempo per incontrare l’alleato di Thor prima della sua
morte.
Odin
Odino è un altro
personaggio di cui Cap potrebbe chiedere aiuto. Se vuole riportare
la Gemma dell’Anima su Vormir, come menzionato sopra, potrebbe
anche aver bisogno dell’aiuto del padre di Thor.
Odino è vivo nel 2014 e potrebbe
essere usato per raggiungere il luogo misterioso. È capace di
somigliare a Heimdall e, considerato quanto la Marvel ama i cameo, un ritorno per
il personaggio di Anthony Hopkins non può essere del tutto
escluso.
Jane Foster
I fan pensavano di aver
visto per l’ultima volta la Jane Foster di Natalie Portman dopo gli
eventi di
Thor: The Dark World. Tuttavia, con la conferma che
l’attrice riprenderà il suo ruolo in Thor: Love and Thunder, questo
significa che per lei la porta è aperta per eventuali altre
apparizioni in altri progetti Marvel. E un cameo nell’ipotetica
serie su Captain America sarebbe sicuramente logico.
Dopotutto, Rocket Racoon ha bisogno
di lei per estrarre la Gemma della Realtà in Endgame.
Quindi, per questo motivo, Cap dovrebbe rimetterla a posto in modo
che gli eventi si svolgano come dovrebbero. Dato che non è piccolo
come Rocket, però, questo potrebbe essere un compito più facile a
dirsi che a farsi.
L’Antico
A proposito di cameo, è
stato certamente sorprendente vedere il cameo dell’Antico di Tilda
Swinton in Endgame.
In quel film, lei e Bruce Banner hanno litigato per la Gemma del
Tempo, con il personaggio di Swinton che alla fine ha ceduto, a
condizione che fosse restituita alla sequenza temporale corretta
per evitare di creare molte altre linee temporali e dimensioni. Il
che è abbastanza comprensibile, vista la posta in gioco.
Cap potrebbe tornare alla New York
del 2012 per dargliela, assicurandosi quindi che sia in giro per il
momento in cui Doctor Strange entrerà in scena. Legherebbe le
cose bene, offrendo una chiusura degna alla storia del suo
personaggio.
Howard Stark
Ultimo, ma certamente non
meno importante, è Howard Stark. Lui e Cap sono diventati amici
durante gli eventi de
Il primo vendicatore ed è possibile che le loro
strade si incontrino di nuovo quando Steve Rogers dovrà riportare
la Gemma dello Spazio alla base militare nel 1970.
Potrebbe essere piuttosto
imbarazzante ma potrebbero offrire un’ulteriore degna chiusura sul
personaggio di Tony Stark, facendo anticipare a Steve tutte le cose
incredibili che Iron Man farà in futuro. Forse causerebbe problemi
alla timeline, ma sarebbe comunque una scena soddisfacente da
vedere.
Un progetto incompiuto di Stanley Kubrick entrerà presto in produzione,
a circa due decenni di distanza dalla morte del celebre regista,
avvenuta nel marzo del 1999. Kubrick è considerato uno dei più
grandi registi della storia, autore di classici immortali come
2001: Odissea nello spazio,
Arancia meccanica e
Shining. Con una carriera lunga quasi mezzo secolo,
Kubrick è noto per la meticolosa attenzione ai dettagli e per le
produzioni lunghe e rigorose. In vita, ha realizzato un totale di
13 lungometraggi, prendendosi lunghe pause dopo il completamento di
ogni film.
Ora, secondo quanto riportato da
Variety, Kubrick tornerà nuovamente alla ribalta, poiché una
delle sue sceneggiature archiviate, co-scritta insieme a
Jim Thompson, sarà ufficialmente adattata in un
lungometraggio. Kubrick aveva collaborato con Thompson durante gli
inizi della sua carriera, a pellicole quali con Rapina a mano
armata, Orizzonti di gloria e Spartacus. Il progetto
in questione è un thriller noir dal titolo Lunatic at
Large: i diritti sono stati opzionati dai produttori Bruce
Hendricks e Galen Walker. La produzione del film inizierà in
autunno. I dettagli sulla trama e sugli altri membri coinvolti non
sono ancora stati rivelati.
Kubrick ha lasciato molti progetti
incompiuti al momento della sua morte, incluso il film di fantascienzaA.I.
Intelligenza artificiale, che Steven
Spielberg ha in qualche modo “riscoperto” e
portato sullo schermo nel 2001. Nel corso degli anni, molti
produttori hanno anche tentato di far risorgere dalle ceneri la sua
epopea storica dedicata alla vita di Napoleone, senza però mai
riuscirci. I produttori Hendricks e Walker hanno entrambi alle
spalle decenni di esperienza nell’industria cinematografica, quindi
il progetto è decisamente in buone mani. Tuttavia, essere
all’altezza degli ambiziosi standard di Kubrick sarà senza dubbio
un’ardua impresa…
Zack Snyder ha spiegato perché ha voluto inserire il
Joker di Jared Leto nella Snyder
Cut di Justice
League. Snyder aveva abbandonato il film nel 2017,
poco prima dell’inizio della post-produzione. Sappiamo che oltre ad
utilizzare quanto girato in passato, Snyder ha anche effettuato una
serie di riprese aggiuntive per l’imminente taglio di quattro ore
che arriverà su HBO Max il prossimo 18 marzo.
Henry Cavill, Ben Affleck e
Ray Fisher sono tornati per i reshoot che hanno avuto
luogo alla fine dello scorso anno, ma la sorpresa più grande di
tutte è stata senza dubbio il coinvolgimento di Jared Leto, che sarebbe tornato nei panni del
Clown Principe del Crimine per la prima volta dall’uscita di
Suicide
Squad nel 2016. Grazie al nuovo trailer della
Snyder Cut diffuso online lo scorso weekend, sappiamo che il Joker
sarà il protagonista di un faccia a faccia con Batman ambientato
nell’universo distopico del Knightmare.
La relazione tra Batman e il Joker
è stata a lungo accennata, non soltanto al cinema ma anche, e
soprattutto, nei fumetti, e ora
Zack Snyder ha spiegato durante un’intervista con
I Minutemen di aver voluto riportare sullo schermo l’iterazione
di Leto proprio per arricchire quel rapporto, dal momento che quasi
sicuramente non avrà più la possibilità di affrontarlo. Secondo il
regista, il conflitto tra i due personaggi è assolutamente centrale
per l’universo DC, ancora di più per la storia del DCEU. Per
Snyder, riportare indietro il Joker di Leto è stato un modo per
regalare ai fan un piccolo assaggio di questo conflitto, che in
origine aveva in mente di raccontare in una maniera totalmente
diversa, sicuramente più ampia.
“Per me era importante che
Batman e Joker avessero una scena insieme. Siamo onesti, Batman e
Joker sono una specie di… quel conflitto è centrale per l’universo.
Francamente, era un conflitto che avevo già pianificato per la
sequenza del Knightmare. E quindi… sai, ero eccitato all’idea di
avere l’opportunità di farlo, di regalare un piccolo assaggio di
quel momento. Quindi, ho pensato che fosse importante per i fan
vedere il Batman e il Joker di questo universo cinematografico
arrivare ad un conflitto, seppur breve.”
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Il classico del cinema western
Django
verrà rivisitato in una serie internazionale liberamente tratta dal
film di Sergio Corbucci, in 10 episodi da 60’. Django le
cui riprese inizieranno a maggio, è una serie Sky
Original e una Création Originale CANAL+, prodotta in
inglese da Cattleya (ZeroZeroZero, Gomorra – La
Serie), parte di ITV Studios, e da Atlantique Productions
(Midnight Sun, The Eddy), nota casa di produzione
francese che fa parte del gruppo Mediawan. I primi episodi saranno
diretti da Francesca Comencini (Gomorra – La
Serie), che sarà anche direttrice artistica della serie;
protagonista il pluripremiato attore Matthias
Schoenaerts (The Danish Girl, Red
Sparrow, Via dalla pazza folla, Un sapore di
ruggine e ossa).
Questo ambizioso progetto offre un
approccio inedito al genere western, con un taglio contemporaneo e
psicologico. Django arriverà
su Sky in Italia, Regno Unito, Irlanda, Austria e Germania e
sui canali CANAL+ in Francia, Benelux e Africa.
Francesca
Comencini ha dichiarato: «Questo progetto mi
ha catturata fin da subito, anche grazie a personaggi femminili
estremamente forti. “Django” offre un nuovo e interessante punto di
vista sull’idea di mascolinità nel genere western. È una storia
universale che celebra la diversità e le minoranze. Sono sicura
che “Django” incuriosirà e affascinerà gli spettatori di
tutto il mondo».
«Siamo orgogliosi di
annunciare, con “Django”, un nuovo, ambizioso
progetto – ha dichiarato Nicola
Maccanico EVP Programming Sky
Italia– che si inserisce
perfettamente nel solco della missione di Sky Studios di sviluppare
e produrre i migliori contenuti originali in Europa e che, ancora
una volta, conferma
l’ambizione di sperimentare sempre nuovi
territori attraverso le storie dei nostri Sky Originals. Il
western è tra i generi
più tradizionali e popolari, e Django
è tra i film più amati in Italia e nel mondo. Questa
serie rilegge quel cult assoluto in chiave
contemporanea, fornendo agli spettatori un
approccio al genere e un punto di vista inediti
e attuali. Siamo inoltre entusiasti di tornare
a collaborare con Francesca Comencini, Leonardo Fasoli e
Maddalena Ravagli, un team creativo davvero eccellente
con cui condividiamo il successo di acclamate serie
Sky come “Gomorra” e “ZeroZeroZero”. Insieme a
CANAL+, Cattleya e Atlantique non vediamo l’ora di dare vita a
questo racconto per il pubblico di Sky in tutta
Europa».
Fabrice de la
Patellière, Head of CANAL+ Drama, ha dichiarato:
«Siamo davvero entusiasti di poter iniziare la produzione
di “Django”. Condividiamo con creatori, produttori e partner
la volontà di offrire una versione originale ed europea del
western, genere mitico e molto popolare. Con queste grandi serie,
CANAL + Création Originale sta perseguendo l’ambizione di diventare
un attore principale nelle coproduzioni europee. Leonardo Fasoli e
Maddalena Ravagli hanno
scritto sceneggiature potentissime. Riccardo Tozzi e
Olivier Bibas, esperti nel settore delle produzioni, hanno
costruito un team artistico eccezionale intorno alla
talentuosa Francesca Comencini. Auguriamo a tutti loro il meglio
per questa fantastica avventura».
Riccardo Tozzi,
fondatore e CEO di Cattleya, aggiunge: «Nella nostra
ricerca sul genere, non potevamo non arrivare al western, in cui il
nostro cinema ha una tradizione altissima. Django è un western
all’italiana nel senso che usa il genere per raccontare il
presente: nei suoi aspetti sociali e politici, così come nelle
problematiche individuali».
Anne Chérel, EVP
Global Sales and Distribution, e Beatriz Campos,
SVP Global Sales and Production Financing, TV Series
STUDIOCANAL hanno
commentato: «Con un team così illustre di
sceneggiatori, produttori e registi, ci siamo innamorati
immediatamente di “Django” per il punto di vista unico
applicato ad un genere molto tradizionale. Evidenziando temi
moderni all’interno di un western classico, i creatori ripenseranno
il genere ed esploreranno narrazioni complesse da una forte
prospettiva femminile. Era chiaro per noi che con personaggi così
potenti e diversi, “Django” non potrà che essere una
storia avvincente che appassionerà il pubblico di tutto il
mondo».