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The Killer: la spiegazione del finale del film di David Fincher

The Killer: la spiegazione del finale del film di David Fincher

The Killer (qui la recensione) è il thriller neo-noir del celebre regista David Fincher (Fight Club, Zodiac, Gone Girl), disponibile dal 10 novembre su Netflix. Presentato in anteprima lo scorso settembre all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, il film vede protagonista l’attore Michael Fassbender (Shame, 12 anni schiavo, Steve Jobs) nei panni di un paranoico sicario, un assassino senza nome. La sua vita è dettata da un codice ben preciso e iterativo, finché – dopo aver fallito una missione uccidendo la persona sbagliata – il killer si ritrova in una caccia all’uomo internazionale dove è costretto ad affrontare i suoi committenti e sé stesso. Il film, basato sull’omonima serie di graphic novel francese (titolo originale “Le Tueur”) illustrata da Luc Jacamon e scritta da Matz (Alexis Nolent) presenta dunque un racconto ambiguo e più complesso di quel che potrebbe sembrare.

La trama di The Killer

The Killer Michael Fassbender
Michael Fassbender in una scena di The Killer. Cr. Netflix ©2023.

Il cupo e teso film di Fincher si apre con la visione dell’anonimo killer che temporeggia all’ultimo piano di un ufficio WeWork a Parigi. Dalla sua finestra spia la suite dell’edificio sul lato opposto della strada, attendendo il suo obiettivo. Inizia dunque un monologo interiore in cui il protagonista racconta le sue abilità e le modalità con cui lavora: è un uomo disciplinato, fermo, deciso, imperturbabile. Segue gli ordini per cui è pagato bene senza curarsi delle conseguenze. Ma quando poco dopo sbaglia il tiro, uccidendo l’amante del suo bersaglio, sul suo volto cala improvvisamente un velo di terrore e smarrimento. Raccatta tutto ciò che può nel breve tempo possibile e fugge via dell’edificio, organizzando un volo per casa in Repubblica Dominicana. Al suo arrivo però scopre che il suo committente lo ha già punito: la sua compagna Magdala (Sophie Charlotte) è stata aggredita e torturata. Ferito e in collera, il Killer inizia una caccia vendicativa in cui fa fuori chiunque si sia macchiato del sangue di lei.

Come finisce The Killer?

The Killer Netflix
Michael Fassbender in una scena di The Killer. Cr. Netflix ©2023.

Il Killer comincia la sua spietata ricerca uccidendo Hodges (Charles Parnell), il suo misterioso datore di lavoro. Successivamente convince la segretaria Dolores (Kerry O’Malley) a svelare il cliente mandante che lo sta cercando e i due aggressori che hanno torturato Magdala. Ricevuto i nomi, parte prima per Miami per uccidere i due scagnozzi: un uomo chiamato il Bruto (Sala Baker) e una donna conosciuta come L’Esperto (Tilda Swinton). Attraversa poi Chicago per trovare il Cliente, Claybourne (Arliss Howard). Quando i due si ritrovano faccia a faccia, Claybourne gli spiega che è stato lo stesso Hodges a suggerirgli di eliminare il Killer dal consiglio per l’inefficienza del suo caso. Non c’era, quindi, “nulla di personale”. Soddisfatto della sua vendetta e di aver scoperto la verità, il Killer decide di non eliminarlo e partire via con Magdala.

Cosa si cela dietro il finale di The Killer?

The Killer David Fincher
Michael Fassbender in una scena di The Killer. Cr. Netflix ©2023.

Fin dal primo minuto, Fincher dipinge il protagonista come una persona meticolosa, calcolatrice, pacata e fredda. Persino quando fallisce la sua missione, colpendo la persona sbagliata, riesce a contenere le proprie emozioni molto più di quanto sarebbe in grado chiunque altro. Ed è proprio questa sua consapevole e tanto orgogliosa impassibilità e indolenza che crolla a poco a poco nel film. Se inizialmente si considera “uno dei pochi”, solo alla fine si rende conto di essere in realtà “uno dei molti”. Sotto tutti quei travestimenti e false identità, dunque, non c’è semplicemente una spietata macchina per uccidere ma un uomo. Un uomo come tanti altri che – oltre l’anonima espressione gelida da assassino – sente il bisogno di amare ed essere amato. E ciò che lo scuote dal suo ruolo di inalterabile assassino è il trovare la donna che ama malridotta e morente a causa del suo lavoro. Una scena che lo porta a fargli desiderare di avere una vita normale e tranquilla con lei.

The Killer racconta dunque una storia di evoluzione: il protagonista alla fine del film non è lo stesso uomo che è stato presentato al pubblico nel suo spoglio ufficio a Parigi. E questo viene messo in risalto anche dalla sua controversa scelta di non uccidere Claybourne. Se da un lato questa decisione pare indicare un punto di svolta nella vita del Killer e al fatto che sia davvero cambiato; dall’altro lascia alcuni interrogativi che alludono a un possibile secondo fine: risparmiare quel potente committente potrebbe tornargli utile professionalmente in futuro? È davvero cambiato o – come per tutto il resto del film – anche questa scelta nasconde un piano ben studiato?

I comandamenti del Killer: “Attieniti al piano

The Killer Michael Fassbender
Michael Fassbender in The Killer. Cr. Netflix ©2023

“Attieniti al piano. Non fidarti. Niente empatia. Gioca d’anticipo, non improvvisare. Mai concedere un vantaggio. Combatti solo se sei pagato per combattere. Attieniti al piano”. Questo è ciò che il Killer recita più volte a sé stesso durante il film, un vero e proprio mantra di concentrazione e fermezza che lo accompagna in ogni sua metodica mossa. Quasi una preghiera che lo rende invulnerabile e privo di tutte quelle emozioni che potrebbero intaccare il suo operato. Il protagonista di Fincher sembra credere fedelmente a quelle parole, finché le conseguenze del suo lavoro non bussano alla porta di casa, l’unico luogo in cui sembrano custoditi i suoi sentimenti più puri. Infatti, è ciò che prova per Magdala a mettere in moto il suo blitz di vendetta che si conclude con una decisione inaspettata. Il Killer non si attiene al piano né quando sbaglia bersaglio né probabilmente quando risparmia Claybourne, eppure alla fine del film sembra essere sollevato e soddisfatto accanto alla donna che ama.

Il confronto con l’Esperto (Tilda Swinton) in The Killer

The Killer Tilda Swinton
Tilda Swinton è L’Esperto in The Killer. Cr. Netflix ©2023

L’uccisione più elegante e significativa del film è senz’altro quella del secondo lacchè, l’Esperto. Con il suo iconico savoir-faire, Tilda Swinton, nel confronto col personaggio di Michael Fassbender, dà vita a una delle scene più accattivanti e interessanti del film. L’Esperto – con una favola cupa e bizzarra in cui spiega che ciò che muove un cacciatore a uccidere un orso non è la preda stessa ma la caccia in sé – cerca disperatamente di dissuadere il Killer dall’ucciderla. Un momento di tensione in cui il personaggio della Swinton suggerisce al pubblico una morale che in fondo si rispecchia nelle loro vite: il lavoro del sicario è una caccia all’uomo mossa solamente dal denaro e dal piacere di uccidere, non riguarda niente di personale.

Con chi sta realmente parlando il Killer?

The Killer
Michael Fassbender in The Killer. Cr. Netflix ©2023.

Tutto in The Killer è ridotto ai minimi termini, persino i dialoghi. Infatti, ciò che davvero accompagna la narrazione è il monologo interiore del protagonista. Un continuo flusso di coscienza che tenta di incoraggiare lo spettatore a guardare il mondo con gli stessi occhi del Killer. Ma, di fatto, a chi si rivolge il Killer? Per chi esegue questo monologo interiore? Queste sono le stesse domande che Erik Messerschmidt, direttore della fotografia, ha posto al regista: “Per comprendere meglio a chi si rivolge il protagonista, Fincher mi suggerì di guardare ‘Le Samourai’ (thriller poliziesco del 1967 diretto da Jean-Pierre Melville), spiegandomi che questo film francese mi avrebbe fatto comprendere ciò che si prova a essere oggettivamente un fantasma in una stanza. Come ci si sente quando si ha davanti qualcuno che non permette mai a nessuno di stargli accanto?” – ha raccontato il collaboratore. In altre parole, il monologo del Killer è tanto rivolto al pubblico quanto a sé stesso, un dialogo intimo e personale che permette di conoscere la psiche del personaggio e comprenderne la storia.

Cosa ha detto David Fincher riguardo al finale di The Killer?

The Killer
Michael Fassbender in The Killer. Cr. Netflix ©2023.

The Killer è una pellicola tremendamente elegante e algente, al punto da non essere semplice per il pubblico provare empatia nei suoi confronti. A riguardo, al Festival del Cinema di Venezia, il tre volte candidato all’Oscar David Fincher ha spiegato che quando ha dato vita a questo personaggio non voleva che fosse simpatico o spaventoso. In realtà, ciò che davvero spera di suscitare nel pubblico è l’irritabilità verso il prossimo o, stando alle sue parole: “La mia speranza è che qualcuno veda questo film e diventi nervoso pensando alla persona che si trova dietro di lui in una qualunque fila“, lasciando dunque intendere che chiunque potrebbe essere un assassino, proprio come il protagonista del film e la sua ricerca dell’anonimato dimostra.

Loki stagione 2: spiegazione del finale del sesto e ultimo episodio

La seconda stagione di Loki si è conclusa con un finale importante che porterà a diverse ramificazioni temporali e nuovi propositi per il personaggio interpretato da Tom Hiddleston. Nella fattispecie, Loki è diventato un nuovo dio, parte integrante della stabilità dell’intero multiverso Marvel. Inoltre, sembra che Loki abbia finalmente scoperto quale sia il suo “glorioso scopo” finale. Come si è visto nella serie, Loki e la TVA erano alle prese con le conseguenze della morte di Colui che Rimane e con il conseguente afflusso di nuove linee temporali ramificate che aveva creato. Questo ha messo a dura prova il Telaio Temporale della TVA, che aveva il compito di intrecciare le varie ramificazioni nella Sacra Linea Temporale. Avendo acquisito il controllo sulla sua nuova afflizione nota come time-slipping, il finale della seconda stagione di Loki presenta un drastico cambiamento dello status quo del personaggio.

Loki ha salvato il Multiverso

Dopo aver trascorso secoli a imparare tutto il possibile e a cercare continuamente di usare il Moltiplicatore di Portata di O.B. e Victor Timely per stabilizzare il Telaio Temporale, Loki scopre che il problema ha una portata più grande. Sceglie così di rompere il loop e di “cambiare l’equazione”, distruggendo intenzionalmente il Telaio Temporale e usando i suoi poteri per salvare tutte le linee temporali ramificate, diventando un nuovo dio custode del Telaio Temporale per l’intero multiverso.

Il nuovo ruolo di Loki

Loki 2 spiegazione finale quinto episodio

Con il suo nuovo costume, Loki ha iniziato così la guerra del Multiverso diventando il nuovo Dio delle Storie, in modo simile alla sua reinvenzione nei fumetti originali dal Dio del Male che era un tempo. Attualmente, l’intero multiverso del MCU e tutte le sue linee temporali ramificate sono dunque tenute insieme e mantenute da Loki stesso.

Gloriosi propositi: che cosa significa?

Loki

Il finale della seconda stagione di Loki si intitola “Gloriosi propositi”, richiamando la classica battuta che il personaggio di Tom Hiddlestone fa in Avengers. Tuttavia, questo nuovo episodio vede Loki riconoscere l’effettivo peso di uno scopo glorioso. Questo motiva la decisione di rinunciare alla sua vita e di rivendicare il nuovo ruolo, assumendo il pesante fardello di tenere insieme l’intero multiverso. Per questo motivo, si tratta di un culmine incredibilmente soddisfacente di tutto ciò che è stato visto da Loki nel MCU fino ad ora.

L’albero del Multiverso

Diventato il Dio delle Storie, Loki è ora un Telaio Temporale vivente che tiene insieme tutti i rami. A tal fine, Loki ha trasformato le linee temporali in un vero e proprio albero del multiverso, completo di radici e rami veri e propri, con Loki stesso al centro che mantiene tutto in vita e in crescita, seduto su un nuovo trono. Questo non solo richiama l’albero asgardiano Yggdrasil e i Nove Regni, ma potrebbe anche far pensare al ruolo di Loki in Avengers: Secret Wars, in quanto la versione dei fumetti vedeva il “Dio Imperatore Destino” governare ciò che restava del multiverso dal suo trono formato da un albero.

Dove si trova Ravonna Renslayer?

Il finale di Loki 2 ha rivelato anche il destino dell’ex giudice della TVA Ravonna Renslayer. Come si è visto nell’episodio 5 della seconda stagione di Loki, Ravonna è stata eliminata in seguito al suo tentativo di prendere il controllo della TVA e al brutale assassinio di coloro che si sono rifiutati di unirsi a lei. Ora, Ravonna si risveglia nel Vuoto alla Fine del Tempo nel finale della seconda stagione di Loki e sembra essere intrappolata lì per il prossimo futuro.

Cos’è il lampo di luce viola?

Dopo il risveglio di Ravonna, è stato mostrato un grande ruggito e un bagliore viola proveniente da qualcosa fuori dallo schermo. Si tratta senza dubbio di Alioth, l’enorme guardiano temporale il cui potere è stato sfruttato da Colui che Rimane durante la prima Guerra Multiversale, come è stato rivelato nella prima stagione. Data la natura onnipresente di Alioth nei confronti di tutto ciò che arriva nel Vuoto, la sua presenza non lascia presagire nulla di buono per il futuro di Ravonna nel MCU.

Il nuovo scopo della TVA: cercare le varianti di Colui che Rimane

Sulla scia del sacrificio di Loki, sembra che la nuova missione della TVA sia ora quella di cercare le varianti di Colui che Rimane. Tra queste c’è il Kang esiliato visto in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, a cui Mobius fa riferimento nel finale della seconda stagione. Mobius conferma inoltre che la realtà e la linea temporale primaria del MCU è effettivamente designata come Terra-616.

La TVA tornerà nel MCU?

Sembra proprio che la TVA e il suo nuovo status quo saranno presenti nel futuro del MCU. Soprattutto con la Saga del Multiverso che continua nella Fase 6 e culminerà con Avengers: Secret Wars, la presunta rottura dell’intero multiverso giustificherà probabilmente la loro presenza in futuro. Allo stesso modo, è stato riferito che l’Agente Mobius (Owen Wilson) e la TVA avranno un ruolo in Deadpool 3.

Cosa succede a Mobius?

Loki 2 Owen Wilson

Scegliendo di prendersi una pausa temporanea dal lavoro alla TVA, Mobius visita e osserva finalmente la sua vita originale sulla Sacra Linea Temporale. Scegliendo di lasciare “passare il tempo”, Mobius vuole osservare tutto ciò a cui la TVA sta lavorando per proteggere nel multiverso. Tuttavia, ci si aspetta che Mobius torni presto a lavorare tra le mura della TVA, considerando il prossimo film dove comparirà.

Cosa succede a Sylvie?

Loki 2 Sylvie scena post credit

Allo stesso tempo, nel finale della seconda stagione di Loki viene anche rivelato che Sylvie non vede l’ora di godersi la sua ritrovata libertà. Questo potrebbe significare che potrebbe fare qualcosa di più che lavorare al McDonald’s di Broxton, in Oklahoma, come aveva fatto finora. Finché avrà ancora il dispositivo temporale potrà facilmente intraprendere un viaggio nelle varie linee temporali, se lo desidera. Avendo detto a Mobius che farà “quello che vuole”, ci sono diverse possibilità per il futuro di Sylive ora che ha davvero la libertà grazie al sacrificio di Loki nello show del MCU.

Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente: chi sono i protagonisti del prequel?

Sequel ufficiale della tetralogia con Jennifer Lawrence, Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente è un’espansione, indietro nel tempo, del mondo di Panem, che come la storia di Katniss Everdeen, affonda le sue radici nella letteratura per ragazzi di Suzanne Collins.

Molti anni prima di diventare il temuto Presidente Snow, Coriolanus era un giovane pieno di talento e passione, con l’ambizione di riabilitare il nome di famiglia in una Panem ancora ferita dagli Anni Bui e dalla prima Prima Ribellione. Questa la premessa della storia che vedremo dal 15 novembre in sala, grazie a Notoriuos Pictures, ma chi sono i protagonisti di questa nuova avventura ambientata circa sei decenni prima di Hunger Games, Katniss e Peeta? Scopriamoli insieme.

Sejanus Plinth

Sejanus Plinth
Gentile concessione di © Notorious Pictures

Sejanus Plinth è un cittadino di Capitol City, precedentemente proveniente dal Distretto 2, e mentore del tributo maschio del Distretto 2, Marcus, durante i 10° Hunger Games. È stato uno dei 24 senior più performanti dell’Accademia selezionati per un ruolo di mentore. Era un amico intimo di Coriolanus Snow.

Sejanus nacque nella famiglia Plinth, unico figlio di Strabo e della signora Plinth, una ricca coppia del Distretto 2. Suo padre traeva gran parte della sua ricchezza dalla produzione di munizioni e armi. In giovane età, ha frequentato la scuola con Marcus, al quale avrebbe poi fatto da mentore nei 10° Hunger Games. Suo padre lo ha addestrato a sparare con una pistola, facendolo allenare ogni settimana obbligatoriamente, dal momento che considerava la pratica una parte dell’azienda di famiglia.

La famiglia Plinth trasse grandi profitti dalla Prima Ribellione, dal momento che fu la principale fonte di armi usate nella lotta contro il Distretto 13. La decisione di Strabo Plinth di schierarsi con Capitol City, combinata con la ritrovata ricchezza della famiglia, fece guadagnare ai Plinths la cittadinanza,  cosa che fruttò loro privilegi immediati pari a quelli dei quali godevano le famiglie più antiche della capitale.

Sejanus arrivò a Capitol City all’età di 8 anni, dieci anni prima dei 10° Hunger Games. Proveniente dalle Circoscrizioni, venne subito percepito come un outsider e sottoposto ad una campagna di feroce bullismo da parte dei suoi compagni di classe. Le generose donazioni di Strabo Plinth nel periodo della ricostruzione, fecero ottenere a Sejanus un posto presso l’Accademia. In Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente è interpretato da Josh Andrés Rivera.

Signoranonna

Signoranonna è la nonna di Coriolanus e Tigris Snow. Il suo soprannome è stato creato da Tigris, quando era ancora una bambina, perché sentiva che la nonna meritasse un nome che rievocasse un titolo nobiliare.

Fa parte della ricca famiglia Snow, nella quale è entrata probabilmente per matrimonio e ha presumibilmente guadagnato gran parte della sua ricchezza e dei suoi privilegi dopo la morte di suo marito. Aveva almeno due figli, uno, Crassus, padre di Coriolanus, e l’altro, padre (o madre) di Tigris.

Durante la Prima Ribellione, suonava l’inno durante le festività nazionali per Coriolanus, che all’epoca aveva cinque anni, e per sua cugina Tigris, che ne aveva invece otto, per alimentare il loro patriottismo. Quando Capitol City era sotto assedio, diceva loro: “Ricordate, figli, siamo solo assediati. Non ci siamo arresi!” poi canticchiavano l’inno mentre le bombe piovevano sul loro appartamento. Non sapeva cucinare, ma spesso minacciava di imparare a farlo. Sebbene Coriolanus l’amasse, sentiva che lei aveva perso il contatto con la realtà. Anche quando la famiglia Snow era in profonda povertà, spesso iniziava le sue frasi dicendo “Quando Coriolanus sarà presidente…”. In Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente è interpretata da Fionnula Flanagan.

Lucretius Flickerman

Lucretius Flickerman di Jason Schwartzman
Gentile concessione di © Notorious Pictures

Lucretius Flickerman, generalmente noto con il soprannome di “Lucky Flickerman”, è un meteorologo scelto per condurre le interviste del 10° Hunger Games e successivamente commentare i Giochi stessi. Il suo cognome fa suonare un campanello nella testa dei fan di Hunger Games, che hanno ben vivido il ricordo di Caesar Flickerman, commentatore dei 74° e dei 75° Hunger Games. Non si hanno conferme, ma è probabile che i due siano legati da lontana parentela.

Lucky Flickerman è apparso per la prima volta alla 10° edizione degli Hunger Games per le interviste ai tributi, un format televisivo noto come The Hunger Games: A Night of Interviews. In Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente è interpretato da Jason Schwartzman.

Volumnia Gaul

Volumnia Gaul di Viola Davis
Gentile concessione di © Notorious Pictures

Volumnia Gaul, solitamente conosciuta come la Dottoressa Gaul, è la Capo Stratega dei 10° Hunger Games, nonché un’istruttrice presso l’Università, anche se a volte prestava i suoi servizi anche all’Accademia. È anche la mente dietro alla divisione di armi sperimentali di Capitol City, con sede presso la Cittadella. Ha iniziato la sua carriera come ostetrica, ma ha scoperto che non faceva per lei. Più che con partorienti e bambini, scopre di essere più brava ad avere a che fare con creature geneticamente modificate e mutazioni che custodisce nel suo laboratorio.

È stata la Dr. Gaul a essere indirettamente responsabile della creazione degli Hunger Games. Mentre prestava servizio come insegnante all’Università, assegnò un progetto ai suoi studenti: creare una punizione per i propri nemici così estrema da non permettere loro di dimenticare i loro reati. Due dei suoi studenti, Casca Highbottom e Crassus Snow, lavorarono insieme al progetto. Una sera, Snow fece ubriacare Highbottom per attingere ai suoi impulsi più oscuri, portandolo a teorizzare la prima forma di Hunger Games. Snow gli assicurò che quella conversazione non sarebbe mai stata rivelata a terzi, ma poi consegnò il progetto a Gaul. Dopo la fine della guerra, Gaul mise in pratica la proposta e presentò a Panem Casca Highbottom come il creatore di Hunger Games. In Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente è interpretata dal premio Oscar Viola Davis.

Tigris Snow

Tigris Snow di Hunter Schafer
Gentile concessione di © Notorious Pictures

Tigris Snow è la cugina di Coriolanus Snow ed è uno dei pochi personaggi di Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente che abbiamo già visto nei film originali. Amica di Cressida e Plutarch Heavensbee, nonché membro dei rivoltosi della seconda Ribellione, la incontriamo anche in Il canto della rivolta.

Tigris nasce nella ricca famiglia Snow, parte di una vecchia guardia dell’élite di Capitol City, che includeva altre famiglie importanti come i Cranes. Il loro status dava loro molti privilegi, trai quali quello di possedere dei senza-voce, degli schiavi muti, per provvedere ai suoi bisogni. Nonostante la loro notevole ricchezza prima dei Giorni Oscuri, la famiglia fu colpita terribilmente dalla Prima Ribellione, poiché la loro ricchezza veniva proprio dai laboratori del Distretto 13. Questo fu un fattore determinante per la caduta in disgrazia dell’intera famiglia.

In un momento sconosciuto durante o prima dei Giorni Oscuri, i suoi genitori morirono, costringendola a vivere con suo cugino, Coriolanus Snow, e sua nonna. Quando Tigris aveva 8 anni, iniziò a cucinare per la famiglia dopo la morte dei genitori di Snow poiché non potevano più assumere cuochi.

Era anche una ex studentessa dell’Accademia ed è stata accettata facilmente grazie alla lunga storia di donazioni da parte della sua famiglia alla scuola. Tuttavia, scelse di evitare gli studi all’università, preferendo invece intraprendere una carriera nella moda. In Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente è interpretata, nel suo primo ruolo cinematografico, da Hunter Schafer.

Casca Highbottom

Casca Highbottom di Peter Dinklage
Gentile concessione di © Notorious Pictures

Casca Highbottom è il preside dell’Accademia e il creatore involontario degli Hunger Games. Quando la creazione dei giochi fu annunciata ufficialmente, Highbottom fu il volto pubblico dell’evento, cosa che diede inizio a un suo lentissimo declino, che si compì soltanto molto anni dopo per mano del giovane Coriolanus Snow.

Da giovane, Highbottom ha frequentato l’Università con Crassus Snow, il padre di Coriolanus. Erano molto amici e passavano molte serate insieme a bere. La sua vita cambiò quando per il corso con la dottoressa Volumnia Gaul, che detestava, Highbottom lavorò in coppia con Snow. Gli studenti avrebbero dovuto creare una punizione per i propri nemici così estrema da non permettere mai più ai nemici stessi di riprovare a far loro torto. In stato di ebbrezza, facilitato da Snow, Highbottom concepì quelli che sarebbero diventati gli Hunger Games. La mattina dopo, Highbottom si svegliò, inorridito nello scoprire che Snow aveva consegnato l’idea alla dottoressa per ottenere un buon voto. Non ha mai perdonato Snow per questo tradimento.

Dopo i Giorni Oscuri, la Dr. Gaul ha ripreso l’idea degli Hunger Games, istituzionalizzandola, e ha pubblicamente accreditato Highbottom come creatore, presentandolo a tutto Panem come l’architetto dell’evento. Quella notte, Casca ha assunto per la prima volta la morfamina, della quale è diventato poco a poco dipendente. Pensava che gli Hunger Games prima o poi si sarebbero estinti, a causa della loro natura feroce e violenta, ma Gaul ha perfezionato e portato avanti l’idea il format. Highbottom sviluppò rancore nei confronti di Coriolanus Snow per le azioni di suo padre, mantenendo un’antipatia per il ragazzo durante i suoi anni all’Accademia. In Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente è interpretato da Peter Dinklage.

Coriolanus Snow

Tom Blyth Coriolanus Snow-hunger games prequel
Gentile concessione di © Notorious Pictures

 

Come Tigris, anche Coriolanus Snow è un personaggio che i fan delle avventure di Katniss già conoscono. È l’autocratico dominatore di Capitol City e di tutta Panem; all’apparenza tranquillo e rilassato, il suo atteggiamento nasconde un animo spietato. Viene descritto come un uomo dall’aspetto orribile, con le labbra gonfiate dalla chirurgia estetica (di cui si fa largo uso a Capitol City).

Conosciamo bene la sua fine: viene catturato durante l’ultima battaglia ne Il canto della rivolta e tenuto prigioniero nella sua villa in attesa di venire giustiziato da Katniss. Sappiamo però che l’eroina non ha mai ucciso Snow di sua mano, ma il tiranno è morto calpestato dalla folla oppure soffocato dal suo stesso sangue. Tuttavia, in Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente scopriremo come ha raggiunto il potere e qual è il suo legame con il Distretto 12. Da giovane, ha fatto infatti da mentore al tributo femmina di quel distretto, Lucy Gray Baird.

Ha studiato presso l’Accademia e si è laureato all’Università, per poi operare brevemente come pacificatore e mediatore e infine salire al potere come Presidente di Panem facendosi largo trai suoi nemici tramite l’utilizzo massiccio di veleno. In Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente è interpretato dall’esordiente Tom Blyth.

Lucy Gray Baird

Lucy Gray Baird di Rachel Zegler
Gentile concessione di © Notorious Pictures

Lucy Gray Baird è il tributo femminile del Distretto 12, in occasione dei 10° Hunger Games. Il suo mentore era Coriolanus Snow, uno studente con i migliori risultati dell’Accademia, che avrebbe sviluppato dei sentimenti per lei.

Come membro di un gruppo nomade noto come Covey, Lucy Gray e sua madre, suo padre, il fratello maggiore e il fratello di mezzo viaggiarono attraverso Panem durante la Prima Ribellione. Non si sa da quale distretto provenissero.

Alcuni anni prima degli eventi de La Ballata dell’usignolo e del serpente, i pacificatori avevano radunato i Covey e ne avevano uccisi molti, trai quali anche i membri della famiglia di Lucy, padre, madre e fratelli. La ragazza rimane quindi sola con sua cugina più giovane, Maude Ivory, e i pochi sopravvissuti dei Covey. Il gruppo rimane bloccato nel Distretto 12, dove cominciano a guadagnarsi da vivere con degli spettacoli musicali. Ad un certo punto, Lucy Gray si innamora, ricambiata, di Billy Taupe Clade. Poco prima della mietitura per i 10° Hunger Games, Lucy e Billy non facevano più coppia e lui usciva già con Mayfair Lipp, la figlia del Sindaco del Distretto 12.

Truccando la Mietitura, Mayfair, che aveva chiesto aiuto al padre, si accertò che Lucy venisse scelta come tributo per eliminarla dal triangolo amoroso involontario che si era venuto a creare tra loro due e l’ignaro Billy. In Hunger Games – La Ballata dell’usignolo e del serpente, dal 15 novembre in sala grazie a Notoriuos Pictures, è interpretata da Rachel Zegler.

Fantastici Quattro: i Marvel Studios potrebbero introdurre un Silver Surfer di genere diverso

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Con lo sciopero SAG-AFTRA finalmente concluso, da qui alle prossime settimane arriveranno sicuramente molte notizie sul casting di tutti quei progetti ad oggi rimasti in sospeso. Uno di quelli su cui sono rivolte numerose attenzioni è quello di Fantastici Quattro, l’atteso film Marvel che introdurrà finalmente la celebre famiglia dei supereroi all’interno dell’MCU. Oltre ai quattro protagonisti, di cui si attendono dunque le comunicazioni riguardo a chi andrà ad interpretarli, c’è grande curiosità su quali altri personaggi potrebbero comparire nel film.

Ad oggi si è parlato di Dottor Destino e Galactus, celebri villain dei Fantastici Quattro, ma i fan attendono di scoprire se anche Silver Surfer, alto iconico personaggio del franchise, farà la sua comparsa nel film. Come noto, il surfista argentato era già stato portato al cinema nel 2007 con il film Fantastici Quattro e Silver Surfer, riscuotendo un buon successo. Tuttavia, se davvero Silver Surfer sarà presente nel film, potrebbe non avere l’aspetto per cui è noto. Secondo John Rocha e Jeff Sneider nel podcast The Hot Mic, i Marvel Studios potrebbero infatti affidare il ruolo ad un’attrice.

Così facendo, per l’Araldo di Galactus si opererebbe dunque un gender-swap. Come i fan sapranno, esiste già una versione femminile del personaggio, chiamata Frankie Raye. Quest’ultima era un personaggio di supporto nei fumetti dei Fantastici Quattro che in seguito diverrà nota come l’Araldo “Nova” dopo che Silver Surfer si ribella a Galactus. Potrebbe dunque darsi che più che Silver Surfer, i Marvel Studios potrebbero introdurre proprio questo personaggio meno noto. Ad oggi si tratta però di una notizia senza alcuna conferma ufficiale, ma con la situazione ora sbloccatasi in quel di Hollywood, potrebbe non volerci molto per saperne di più.

Fantastici Quattro: tutto quello che sappiamo sul film

Il regista di Fantastici Quattro sarà Matt Shakman, il quale ha recentemente anticipato il suo approccio al film dicendo che intende “fare le cose in modo molto diverso dal punto di vista della storia” e attuare “un punto di vista registico che si adatti davvero al materiale narrativo“. Ha poi aggiunto: “Penso che sarà diverso da qualsiasi cosa abbiate visto prima, e certamente diverso da qualsiasi cosa della Marvel vista fino ad oggi“. Per quanto riguarda gli attori che potrebbero interpretare i quattro protagonisti, ad oggi si è parlato di Jake Gyllenhaal per il ruolo di Mister Fantastic, mentre Vanessa Kirby potrebbe assumere il ruolo della Donna Invisibile.

L’attore Ebon Moss-Bachrach, visto in The Bear, potrebbe essere un punto fermo per La Cosa. Per la Torcia Umana si è invece parlato di Joseph Quinn, attore divenuto popolare per il ruolo di Eddie Munson nella quarta stagione di Stranger Things. Si è invece parlato di Antonio Banderas come papabile per interpretare Galactus. Shakman ha lavorato sia con  il co-sceneggiatore di Avatar: The Way of Water Josh Friedman che con Cam Squires di WandaVision su una bozza della sceneggiatura di Fantastici Quattro. L’uscita del film è attualmente prevista nelle sale il 2 maggio 2025.

MCU: i Marvel Studios annunciano i primi cambiamenti nelle date di uscita dei loro film

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Gli scioperi della SAG-AFTRA e della WGA sono ufficialmente terminati, ma con le produzioni costrette a fermarsi per un periodo di tempo così lungo, i ritardi nelle date di uscita erano inevitabili. I Marvel Studios hanno dunque ora comunicato diversi spostamenti per quanto riguarda le uscite sul grande schermo dei film MCU 2024, tranne una, ovvero Deadpool 3, che ha ora una data di uscita fissata al 26 luglio 2024. Con poco più del 50% delle riprese completate e il rinizio dei lavori previsto già per questi giorni, sembra dunque che l’atteso film con Ryan Reynolds e Hugh Jackman sarà pronto in tempo per infiammare l’estate cinematografica.

Ad essere stati rimandati sono invece Captain America: Brave New World, che uscirà ora il 14 febbraio 2025, Thunderbolts, che passa dal 20 dicembre 2024 al 25 luglio 2025, e Blade, che uscirà ora il 7 novembre 2025. Sebbene questi spostamenti di data non siano esattamente inaspettati, a sorprendere è senz’altro quello del quarto Captain America. Secondo quanto riportato da Jeff Sneider nell’episodio di questa settimana del podcast The Hot Mic, il film MCU con Anthony Mackie ed Harrison Ford non è stata accolta particolarmente bene durante i primi test di proiezione.

A quanto pare, tre sequenze chiave sono state tagliate e sono previste ampie riprese aggiuntive da gennaio a maggio/giugno del prossimo anno. Ciò avrebbe dunque portato allo spostamento di quasi un anno ora comunicato (inizialmente il film era previsto in sala per il 3 maggio 2024). Deadpool 3 sarà dunque l’unico film dell’MCU ad arrivare sul grande schermo nel 2024, come confermato anche dallo stesso Reynolds con un tweet. I fan potranno però contare su un ampio numero di serie televisive previste su Disney+ nel corso del prossimo anno, a partire da Echo.

The Killer: recensione del film di David Fincher con Michael Fassbender #Venezia80

Attieniti al tuo piano. Anticipa, non improvvisare. Non fidarti di nessuno. Non cedere mai un vantaggio. Combatti solo le battaglie per cui sei pagato. È questo il mantra che l’assassino interpretato da Michael Fassbender in The Killer si ripete ogni volta prima di eliminare gli obiettivi che gli vengono assegnati. A rivelarci queste regole è proprio lui, grazie all’accesso privileggiato alla sua mente che il regista del film, David Fincher, ci permette di avere. Dopo aver raccontato di serial killer in Se7en, Zodiac e Mindhunter, egli decide infatti stavolta di assumere il loro punto di vista, alla scoperta del loro codice e del modo in cui la loro realtà possa differire dalle aspettative.

Presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, The Killer segna dunque il ritorno di Fincher al mondo criminale, dopo la parentesi sul mondo del cinema di Mank. Ma è un ritorno estremamente particolare, lontano da ciò che ci si potrebbe aspettare e che pertanto potrebbe scontentare chi si aspetta un film su tale argomento simile alle opere del regista poc’anzi citate. Perché con The Killer non ci confrontiamo con un intricati complotti o sorprendenti colpi di scena, né con ritmi esagitati o frequenti scene d’azione. Insomma, non è il classico dramma basato sulla trama, bensì qualcosa di molto più esistenziale e filosofico di quanto possa sembrare ad una prima visione.

The Killer… preparati, attendi, uccidi, ripeti

Non c’è dunque molto da dire riguardo la storia del film, volutamente molto esile, la quale semplicemente ha per protagonista un assassino (Michael Fassbender) che, dopo un disastroso passo falso di cui rimane sorpreso egli stesso, si trova a dover sfidare i propri committenti intraprendendo una caccia all’uomo su scala globale che egli giura non avere niente di personale. Ma è davvero così? Oppure sta ingannando sé stesso per primo? Quanto è disposto a tradire le proprie regole pur di ristabilire il proprio status quo e quanto la realtà intorno a lui può sfuggire al suo controllo? Prenderà così forma un disperato tentativo di riparare ai propri errori.

The Killer Michael Fassbender
Michael Fassbender in The Killer. Cr. Netflix ©2023

Nella mente del serial killer

Essere un assassino non è facile come viene raccontato nei film, dove spesso viene offerta una rappresentazione romantica o avvincente della loro vita, per quanto ciò che compiono rimanga inaccettabile. Fincher, che con ogni suo film cerca di smarcarsi dai cliché, si pone dunque nella mente del serial killer per cercare di studiarne i pensieri, la routine, la gestualità. Il suo assassino senza nome non è un uomo dotato di particolari gadget e per ottenere ciò che gli serve, che sia un travestimento o un accessorio, si rivolge a negozi online quale può essere Amazon. Insomma, quello di The Killer è un personaggio che cerca di rimanere il più possibile nell’anonimità e per farlo sa di dover seguire un preciso codice.

Le sue missioni, inoltre, non sono per nulla avventure caratterizzate da epici scontri o dinamici inseguimenti. Lo dimostra la sequenza d’apertura del film, dove il killer deve attendere  l’arrivo del suo obiettivo rimanendo nascosto in un appartamento di Parigi. In tale frangente egli ci rende partecipi dei suoi pensieri, riempiendo dunque di parole scene nelle quali sostanzialmente non avviene nulla se non l’atto di attendere, intervallato da attività come lo stretching, l’andarsi a comprare del cibo e naturalmente il dormire. Una sequenza che potrebbe scoraggiare quanti ricercano ben altri ritmi e atmosfere, ma se si fa attenzione è diffiicile non rimanere catturati dalla messa in scena che Fincher propone.

Con una calma metodica e grande attenzione ai particolari, il regista inquadra il tutto con un gusto per la composizione e una precisione da vero serial killer, rendendo tutto ciò così attraente che è difficile non venire rapiti da questo modo di raccontare per immagini. Sono infatti queste ad avere la priorità assoluta sul film, persino sul racconto in sé, ridotto qui al suo grado più elementare per ricercare tanto un senso di distacco coerente con quello che il protagonista porta avanti nei confronti della realtà, quanto per far emergere la sua percezione delle cose quale vero e proprio cuore pulsante di The Killer.

The Killer Michael Fassbender
Michael Fassbender in una scena di The Killer. Cr. Netflix ©2023.

The Killer è uno dei film più importanti dell’anno

The Killer lavora dunque sulla scissione esistente tra realtà e soggettività, proponendocela non solo tramite la voice over del protagonista, ma anche con un preciso lavoro sulla fotografia, il montaggio e il sonoro, con il quale si punta anche a costruire un senso di crescente disagio e ansia. Quando ad esempio il killer è in controllo della situazione, tutto scorre fluidamente, ma basta un attimo perché la realtà si riveli differente, lasciando spazio ad una maggiore rigidità che disorienta e annulla tutto ciò che credevamo di sapere. Capiamo dunque che quello di Fincher è un narratore inattendibile, costretto egli stesso a scontrarsi con l’imprevisto e portarci a riflettere sul nostro rapporto con esso e con ciò che lui è chiamato a compiere.

Semplicemente perfetta si rivela allora la scelta di Fassbender nel ruolo del protagonista. L’attore non solo torna a regalarci un’interpretazione di alto livello dopo diversi passi falsi, ma con il suo volto glaciale riesce a raccontarci tutto il distacco e all’occorrenza anche la paura del suo personaggio. E ciò che lui prova impariamo a provarlo anche noi, scontrandoci con un film che richiede assolutamente molteplici visioni, necessarie per rapportarsi in modo approfondito con il gusto per le immagini che Fincher da sempre possiede e con le quali ci intrattiene. Di certo, però, già a primo impatto The Killer risulta una delle opere più dense di significati e valori viste quest’anno.

Il problema dei 3 corpi: clip e data di uscita!

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Il problema dei 3 corpi: clip e data di uscita!

Netflix ha diffuso una clip esclusiva di Il problema dei 3 corpi (3 Body Problem), l’attesa serie tv Originale Netflix. Insieme ad una prima scena della serie il colosso streaming ha annunciato la data di uscita della serie che debutterà in streaming sulla piattaforma il 21 Marzo 2024.

Dagli ideatori pluripremiati agli Emmy David Benioff e D.B. Weiss (Il trono di spade), e dal candidato agli Emmy Alexander Woo (The Terror: Infamy, True Blood) ecco un racconto elettrizzante che ridefinisce i canoni del dramma fantascientifico attraverso misteri sovrapposti e gravi implicazioni al di fuori di ogni classificazione. Serie tratta dall’acclamata trilogia bestseller Il problema dei tre corpi.

La fatidica decisione di una donna nella Cina degli anni ’60 riecheggia attraverso lo spazio e il tempo fino a raggiungere un gruppo di geniali scienziati nel presente. Quando le leggi della natura si sgretolano davanti ai loro occhi, cinque ex colleghi si riuniscono per affrontare la più grande minaccia nella storia dell’umanità.

Lubo: recensione del film di Giorgio Diritti #Venezia80

Lubo: recensione del film di Giorgio Diritti #Venezia80

Lubo, nuovo film di Giorgio Diritti, è stato presentato quest’oggi in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Nel film, il camaleontico Franz Rogowski interpreta il personaggio titolare, un nomade Jedish il cui arco copre cinquant’anni di storia. Tra il dramma, alcuni tratti del revenge movie e la ricostruzione storica, Lubo è una riflessione sul concetto di giustizia, sulle contraddizioni delle istituzioni, su come un ambiente di violenza generi reazioni, ma anche una storia i cui personaggi sono profondamente mossi dall’amore.

Lubo, lo Jenisch privato di affetti e valori

Nel 1939, Lubo Moser, un artista di strada nomade di origine yenish, viene chiamato a prestare servizio militare nell’esercito svizzero per proteggere il confine. Viene a sapere da suo cugino che la polizia ha sequestrato i suoi figli nell’ambito del Kinder der Landstrasse (“Bambini della strada”), un programma di rieducazione nazionale influenzato dai principi dell’eugenetica. Lubo cerca senza sosta i suoi figli e si propone di vendicarsi a modo suo per il torto subito.

Il romanzo di Mario CavatoreIl Seminatore” si concentra su vicende storiche poco note, le persecuzioni contro una minoranza nomade, gli Jenisch, i cui figli sono stati portati via per essere “rieducati” nel periodo tra gli anni Trenta e gli anni Settanta. Le stime delle ricerche parlano di circa 2.000 bambini sottratti alla minoranza Jenisch. Uno studio che ha colpito Diritti in modo inquietante e particolarmente stridente per un Paese democratico e civilizzato come la Svizzera, la Confederazione Elvetica, spesso citata come “esempio virtuoso” di rapporto tra cittadini e istituzioni.

Lubo mette in luce gli effetti dannosi provocati da principi irrazionali e leggi discriminatorie, che penetran nella società alla manieradi un contagio, impattando la quotidianità, i percorsi e i valori della gente. Una trasformazione che scatena al contempo dolore, rabbia, violenza e ambiguità ma tramite la quale emerge anche un profondo amore per la vita e per i propri figli, un sentimento che cerca di sopravvivere a qualsiasi ostacolo e di ripristinare la giustizia.

Franz Rogowski in una scena del film Lubo

Un camaleontico Rogowski

Dopo la notevole prova in Passages di Ira Sachs Franz Rogowski, che per il cinema italiano aveva interpretato anche il villain di Freaks Out, mette anima e corpo nel ritratto di un personaggio che è colonna portante dell’intero film. Lubo consente a questo attore poliedrico di sperimentare tanto sul piano linguistico – qualcosa in cui Rogowski si sta progressivamente specializzando e ne sta favorendo la fama internazionale – quanto su quello fisico. Non c’è un solo Lubo, le declinazioni di questa personalità vagabonda sono molteplici, dipendono dal contesto, dal periodo storico e dalle persone che Lubo incontra sul suo cammino: Rogowski, pilastro della buona riuscita del film, riesce a distinguerle tutte in maniera precisa.

Lubo si presenta come imponente produzione internazionale: è un film itinerante, che passa per tanti luoghi storici e ne ricrea altrettanti. Lo sforzo produttivo è evidente e, dal punto di vista registico, Diritti trae massimo profitto dalla suggestività delle location in cui la storia prende piede, inquadrando il personaggio di Rogowski come parte fondamentale del paesaggio, caratterizzandolo secondo un disegno topografico.

Un film intriso di umanità

Sebbene la sceneggiatura di Lubo non risulti sempre convincente – un secondo atto forse troppo allungato si oppone a una prima parte dall’ottimo equilibro narrativo – la scrittura di Giorgio Diritti è infusa di un’umanità necessaria, tanto per i suoi personaggi quanto per la Storia di ieri e di oggi, intercettata dagli interpreti e di fronte a cui il pubblico non rimarrà indifferente. La durata complessiva di tre ore potrebbe spaventare ma, a parte qualche inciampo in termini di ritmo nella seconda parte, il film non si trascina mai, scorre seguendo le urgenze emotive di un nomade e outsider a cui è stato tolto tutto, e che si lancerà in una personale battaglia per soddisfare un bisogno di appartenenza, coesistenza in un nucleo da chiamare famiglia.

Club Zero: recensione del film con Mia Wasikowska – Cannes 76

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Club Zero: recensione del film con Mia Wasikowska – Cannes 76

Il suo Hotel, nel 2004, era stato molto apprezzato tra i film dell’Un Certain Regard del Festival di Cannes, dove era già passata tre anni prima con Lovely Rita ed è poi tornata con l’Amour Fou del 2014. Ma il vero salto di categoria, Jessica Hausner, l’ha fatto probabilmente con il Little Joe del 2019, finalmente in concorso per la Palma d’Oro, come l’ultimo criticatissimo Club Zero, interpretato da Mia Wasikowska e capace di dividere la critica (ma anche di inserirla di diritto tra gli ‘amici’ della kermesse francese, nonostante la sua partecipazione alla giuria della 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia).

Non si parla del Club Zero

La bionda ed esile protagonista del Jane Eyre di Cary Fukunaga e del Crimson Peak di Guillermo Del Toro stavolta è Miss Novak, insegnante di educazione – o meglio di consapevolezza – alimentare in una esclusivissima scuola privata per giovani talenti. Con cinque dei quali si stabilisce un rapporto particolare, soprattutto quando decidono di passare dalla normale didattica a un programma che piano assume i connotati di una setta nella quale si pratica una pericolosissima quanto radicale riduzione del cibo assunto E’ il misterioso Club Zero, del quale sono all’oscuro tanto gli altri professori quanto i genitori dei ragazzi.

La pratica non rende

Da diversi anni è diventata di dominio comune l’esistenza dei breathariani, o respiriani che dir si voglia, ma averci a che fare non è così semplice (anche per ovvi motivi, vista la difficoltà a sopravvivere in assenza di nutrimento). Ben venga quindi un film che li mette al centro del suo sviluppo, per quanto in maniera sfumata e trasversale e nonostante le critiche di quanti temono pericolose emulazioni e la banalizzazione – o spettacolarizzazione – di una pratica inevitabilmente suicida.

Paure legittime, ma che – come al solito – non cura la censura, in questo caso più teorica che altro, visto che il film è nel concorso del Festival di Cannes 2023 dove potrebbe persino essere uno dei più apprezzati dal Presidente di Giuria Ruben Östlund (The Square, Triangle of Sadness). Meno innovativo e all’avanguardia di molto del cinema del suddetto e di quanto venga presentato, il film ha comunque dei momenti interessanti. Intanto nella rassegna dei motivi per cui un adolescente sano e senziente dovrebbe sentire il bisogno di sottoporsi a un regime alimentare specifico – dalla cura del proprio fisico alla riduzione dell’impatto ambientale fino all’autoaffermazione e alla conquista di un maggior controllo su se stessi – e poi nella rappresentazione del contesto che circonda i soggetti osservati.

Il termine è esageratamente asettico, ma al di là dello spirito con cui si mette in scena una storia di manipolazione e debolezze, i cinque ragazzi dei quali seguiamo il percorso assomigliano molto a delle vere e proprie cavie, tanto sullo schermo quanto nelle intenzioni della regista. Che ce li mostra a scuola, isolarsi dal resto dei compagni, e a casa, sempre più distanti dalla famiglia e tutti uguali nel loro diverso chiudersi a riccio al mondo esterno. Una strategia di difesa orchestrata in maniera subdola dalla ‘santona-nutrizionista’, sorta di vampira abile a sostituirsi ai referenti più naturali per dei ragazzi in crescita e a offrire loro una nuova identità, anche facendo leva sulla loro paura dell’incertezza economica, del futuro e del non esser visti.

Avanguardia, o anticamera del disastro

Temi, questi sì, sui quali alzare il livello di attenzione. Dai quali però la vicenda si allontana, scegliendo la strada di un integralismo di matrice quasi religiosa, forse più riconoscibile dal pubblico. Che probabilmente apprezzerà più della critica una storia sbilanciata ad arte e che manca quasi completamente di controparti – né i genitori né la scuola lo sono, anche per necessità narrative – e di una evoluzione reali. Forse anche per le tentazioni – involontariamente? – umoristiche che, qui e lì, la storia si concede (la prima scena con la cioccolata, lo sguardo sconcertato della cameriera di casa) e per una coerenza di tono che punta su una costante “assenza” – di reazioni, di espressioni, fisica – che ben si adatta alla protagonista, ma allontana i ragazzi.

Eppure sono proprio questi dei piccoli segnali di una generale semplificazione, che se alleggerisce il tema fa sì che manchi un vero coinvolgimento emotivo. E questo nonostante il film, in definitiva, si dimostri in grado di ottenere la fiducia dello spettatore, senza però quasi sapere che farne. La colonna sonora, falsamente monocorde salvo alcuni intermezzi di musica tra il tribale e l’orientale, l’ambientazione minimale, la coerenza stilistica dei personaggi e delle location, la caratterizzazione delle famiglie, seppur ridotta all’essenziale, evidenziano uno studio dettagliato alla radice del progetto. Che fatto salvo lo sgomento per la rivelazione della fede e delle conseguenze di una osservanza cieca e immatura si affida principalmente a Wasikowska – della quale si poteva offrire un lato anche più oscuro – con il risultato di non andare molto al di là degli stereotipi utilizzati nelle premesse.

Tutto quello che c’è da sapere sulle pratiche relative ai dati di Temu, l’app per lo shopping più famosa al mondo

Ora che lo shopping digitale fa sempre più parte integrante della nostra quotidianità, è estremamente importante fare chiarezza su come le app di e-commerce gestiscono i nostri dati. Qui esaminiamo Temu, una stella nascente nel mercato online che sta spopolando in Germania, e vediamo come gestisce i dati dei propri utenti per garantire la trasparenza e mantenere la loro fiducia. Ecco come Temu tratta i tuoi dati personali.

L’approccio di Temu alla raccolta dei dati

La filosofia di Temu è semplice: raccoglie dati al solo scopo di fornire e migliorare la tua esperienza di acquisto. Temu, in realtà, raccoglie meno informazioni sugli utenti rispetto ad altre consumer app, concentrandosi solo su ciò che è necessario per elaborare e migliorare il proprio servizio. Ciò significa che, a differenza di altre app, Temu non vede i tuoi contatti o non è in grado di controllare la tua posizione.

Quali dati raccoglie Temu?

Ecco una panoramica di tutte le categorie di dati che Temu raccoglie con il relativo scopo, in base alla divulgazione dei dati sull’App Store di Apple:

  • Acquisti e informazioni finanziarie: Temu richiede queste informazioni per elaborare ed evadere gli ordini.
  • Dati sulla posizione: Temu richiede l’accesso alle autorizzazioni di posizione solo in Medio Oriente per facilitare la compilazione degli indirizzi di spedizione. Le funzionalità di localizzazione precise sono fondamentali per gli indirizzi di consegna in Medio Oriente a causa della mancanza di un sistema di indirizzi completo.
  • Informazioni di contatto: oltre che per l’evasione degli ordini, tali dati sono necessari per la creazione di un profilo. Ovvero le informazioni di contatto dell’utente, non della rubrica del telefono.
  • Contenuti dell’utente: tali dati consentono agli utenti di caricare foto, lasciare una recensione, cercare articoli con un’immagine, contattare l’assistenza al cliente, ecc. Temu utilizza il selettore di foto integrato nel sistema operativo dello smartphone per scegliere e caricare le immagini senza richiedere il permesso di accedere all’intera galleria fotografica.
  • Cronologia delle ricerche: tali dati si riferiscono alle ricerche degli utenti su Temu, che aiutano l’app a offrire un’esperienza più personalizzata consigliando prodotti o servizi che potrebbero essere interessanti per l’utente.
  • Identificatore, diagnostica e dati di utilizzo: la maggior parte, se non tutte le app, raccolgono abitualmente tali dati per identificare un profilo o un dispositivo, analizzare/individuare i problemi di arresto anomalo dell’app e migliorarne continuamente i servizi.

Temu e le autorizzazioni dell’app

In seguito all’aumento delle preoccupazioni sulla sicurezza dei dati, Temu ha condiviso pubblicamente il modo in cui gestisce le autorizzazioni delle app. L’app ha ridotto al minimo le richieste di autorizzazione. Per consentire agli utenti di visualizzare facilmente le autorizzazioni richieste, Temu ha creato informazioni ad hoc all’interno delle impostazioni nell’app o nella pagina web di divulgazione delle autorizzazioni. Le autorizzazioni delle applicazioni sono misure di sicurezza messe in atto dal sistema operativo del telefono (come Android o iOS) per controllare ciò che le app possono o non possono fare.

Funzionano come sportelli di protezione che assicurano che le app accedano solo alle funzionalità o ai dati di cui hanno assolutamente bisogno e che l’utente ne sia a conoscenza e che abbia accettato.

Ad esempio, le app potrebbero aver bisogno dell’autorizzazione per accedere alla tua posizione, utilizzare la fotocamera, ecc. L’utente potrebbe richiedere autorizzazioni specifiche quando installa o utilizza determinate funzionalità di un’app. Quindi, se l’utente fosse d’accordo, l’app può utilizzare quella funzione o quei dati. In caso l’utente rifiutasse, allora l’app non può utilizzare quella funzione o quei dati.

Temu si impegna a mantenere la trasparenza e ridurre al minimo l’uso delle autorizzazioni all’interno della propria app. Anche quando Temu utilizza le foto per lasciare una recensione, cercare articoli e così via, non otterrà direttamente le autorizzazioni di sistema. Temu, al contrario, utilizza la fotocamera integrata o il selettore di foto del dispositivo dell’utente. Ciò significa che gli utenti hanno sempre il controllo e l’applicazione non può mai accedere a foto, fotocamera o microfono del dispositivo senza un esplicito permesso da parte degli utenti. L’approccio di Temu è volto a migliorare la sicurezza dei propri utenti.

L’approccio di Temu verso i malintesi

Alcune persone hanno contestato Temu per l’adottare pratiche di dati intrusive. Tuttavia, questi allarmismi spesso derivano da incomprensioni. Ad esempio, Temu non utilizza i servizi di localizzazione del dispositivo a meno che non sia assolutamente necessario per la funzionalità, come in Medio Oriente, dove i sistemi di indirizzi sono poco strutturati.

L’informativa sulla privacy di Temu spiega chiaramente l’uso di identificatori univoci come indirizzi IMEI o MAC, che sono standard per la maggior parte dei dispositivi e delle app. Questi vengono utilizzati semplicemente per identificare il tuo dispositivo per una migliore esperienza utente.

Temu è al fianco degli utenti per quanto concerne privacy e sicurezza dei dati, aderendo agli standard del settore ma optando per un approccio più incentrato sull’utente. Raccogliendo meno dati ed evitando inutili autorizzazioni di sistema, Temu dimostra il suo impegno per la privacy e la sicurezza degli utenti.

A chi interessassero più informazioni specifiche può consultare l’informativa sulla privacy completa di Temu disponibile sul suo sito web, che offre approfondimenti sulle sue pratiche in materia di dati. Ricordiamo che scegliere consapevolmente è il fulcro della sicurezza dei dati nell’era digitale e Temu garantisce che la tua esperienza di acquisto sia sicura e personalizzata.

The Lost City: ecco le location del film con Sandra Bullock

The Lost City: ecco le location del film con Sandra Bullock

Il cinema d’avventura è stato rilanciato sul grande schermo nel 1981 grazie al film I predatori dell’arca perduta, che ha fatto riscoprire agli spettatori il fascino che tale genere può vantare, tra personaggi eroici, ambientazioni esotiche e missioni da portare a termine. Nel tempo tali caratteristiche sono state riproposte anche da innumerevoli altri film, che hanno cercato di cavalcare l’onda dell’entusiasmo per tale genere. Uno tra i più recenti esempi di questo filone è il film del 2022 The Lost City (qui la recensione), diretto da Aaron e Adam Nee.

Il film, in realtà, è un remake non ufficiale di All’inseguimento della pietra verde, film del 1984 di Robert Zemeckis che a sua volta si rifaceva a quei canoni del cinema d’avventura riproposti dal film su Indiana Jones. Vi aggiungeva però in più l’elemento romantico, che The Lost City ripropone. Nonostante le somiglianze, il film dei fratelli Nee presenta una comicità e un senso dell’avventura che non mancheranno di entusiasmare gli appassionati del genere. In più, si ritrovano all’interno del film una serie di partecipazioni inaspettate che rendono il tutto ancor più stravagante e divertente.

Ora che è arrivato su Netflix, The Lost City sta guadagnando nuova popolarità ed è subito diventato uno dei titoli più visti sulla piattaforma. Si tratta dunque dell’occasione giusta per riscoprire questa divertente commedia. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove è stato girato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Lost City

La trama e il cast di The Lost City

Protagonista del film è l’autrice di romanzi rosa di successo, Loretta Sage, i cui racconti sono sempre ambientati in luoghi esotici e hanno come protagonista maschile Dash, classico eroe belloccio che ha il volto nella vita reale del modello Alan. La vita di Loretta viene però stravolta quando si ritrova rapita da Fairfax, un miliardario che crede che la scrittrice conosca il modo per giungere nella città perduta, che lei stessa descrive in un suo romanzo, e dove si troverebbe un ricco tesoro. Alan, deciso a dimostrare che non presta solo il volto a un eroe, ma lo è anche nella realtà, cercherà di salvare Loretta e mettersi sulle tracce del tesoro prima che Fairfax lo trovi.

Ad interpretare Loretta Sage vi è l’attrice premio Oscar Sandra Bullock, mentre a dare volto al modello Alan vi è Channing Tatum. Originariamente il ruolo era stato pensato per Ryan Reynolds, ma per via di altri impegni non ha potuto prendere parte al progetto. A dare volto al malvagio Fairfax vi è invece Daniel Radcliffe, celebre per aver interpretato Harry Potter nell’omonima saga fantasy e qui chiamato a misurarsi con un ruolo da villain. A dare volto al villain di fantasia ideato da Loretta vi è invece l’attore Stephen Lang, noto per essere l’antagonista della saga di Avatar. Recita nel film anche Brad Pitt, nei panni dell’ex Navy SEAL Jack Trainer.

The Lost City recensione
Sandra Bullock and Channing Tatum star in Paramount Pictures’ “THE LOST CITY.”

Le location di The Lost City: ecco dove è stato girato il film

Questa commedia avventurosa vantaalcuni scenari mozzafiato: foreste verdi e traboccanti di alberi, un vulcano pronto a eruttare, grotte e una cascata sbalorditiva. Mentre le scene subacquee sono state girate nei Pinewood Studios della Repubblica Dominicana e il vulcano è stato realizzato con l’uso di CGI, il resto delle scene esterne del film sono state girate dal vivo nella provincia di Samana della Repubblica Dominicana. Ad esempio, dopo essere sfuggiti al Fairfax di Daniel Radcliffe, i due protagonisti corrono nella giungla, si arrampicano sulle scogliere e si nascondono lì mentre si dirigono verso la città.

Le scene nella giungla sono state girate principalmente a Portillo, nota soprattutto per la sua spiaggia – parte della costa di Las Terrenas – mentre l’ambientazione nella giungla si trova oltre la sabbia bianca. Il sito di scavo di Abigail Fairfax, costruito dalla troupe del film, e il complesso sono invece stati girati a West Grove, una piantagione di cocco. Il villaggio dove Loretta e Alan si rifuggiano è stata ricreato nel villaggio di Altos de Chavón, che è stato preso a modello dai villaggi mediterranei del XVI secolo. Altos de Chavón non è lontano dal resort Casa de Campo nella Repubblica Dominicana.

La zona della cascata in cui Loretta scopre la tomba di Kalaman è invece stata girata al Salto de Socoa, che si trova nel Parco Nazionale di Los Haitises. La cascata stessa è circondata dalla giungla e l’acqua scende in un laghetto chiuso. Il Salto de Socoa ha anche villaggi vicini e una valle che offre una vista mozzafiato. Le scene ambientate nella grotta sono invece state girate in diverse location: la Grotta Iguabonita e le grotte del Parco Nazionale di Los Haitises. Infine, la scena della spiaggia è stata girata nella regione di Las Terrenas, nella provincia di Samana. L’area è la visione perfetta di un periodo di relax, con spiagge sabbiose, un bellissimo oceano blu e palme.

Il trailer di The Lost City e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Lost City grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video, Paramount+ e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1: trama, cast e curiosità sul film

Grazie al successo di Harry Potter al cinema, ha sempre più preso vita una fortunata stagione di saghe cinematografiche ispirate a celebri romanzi per ragazzi, ambientati prevalentemente in futuri distopici. Con Hunger Games si ha a che fare con il titolo di maggior successo tra questi, ed anche con uno dei pochi che è riuscito a completare la propria avventura cinematografica. Molto spesso, infatti, nel passaggio dalla carta allo schermo tali produzioni non hanno riscontrato il favore di pubblico sperato. Ma non è questo il caso di Hunger Games, e l’ennesima conferma a riguardo è arrivata anche grazie alla prima parte del suo finale: Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 (qui la recensione), arrivato in sala nel 2014.

Scritto nel 2008 da Suzanne Collins, il primo volume della saga ha ottenuto un successo tale da rendere inevitabile una sua trasposizione cinematografica. Questa, uscita al cinema nel 2012, non ha però solo dato vita ad uno dei principali romanzi del genere distopico, ma ha anche ad un vero e proprio filone cinematografico composto da titoli come Maze Runner e Divergent. L’esplorazione di tematiche giovanili, come anche l’approcciarsi dei protagonisti, poco più che adolescenti, ad un mondo particolarmente ostile, sono infatti tematiche particolarmente sentite, che non hanno mancato di trovare milioni di spettatori appassionati.

A fronte di un budget maggiore rispetto ai precedenti, attestato intorno ai 130 milioni di dollari, questo terzo film è arrivato a guadagnarne ben 755 in tutto il mondo, confermando il grande interesse nei confronti della saga, conclusasi l’anno successivo con Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 2 . Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze tra il romanzo e il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1: la trama del film

Il terzo film si apre su Katniss Everdeen in visita al distretto 13, che sopravvive segretamente sotto terra da diversi anni. Il capo della ribellione Plutarch Havensbee e la presidentessa Alma Coin vorrebbero che Katniss diventasse il simbolo della rivolta contro il Presidente Snow. Per convincere la ragazza ad unirsi alla lotta, Plutarch le mostra la devastazione che Capital City ha prodotto nel suo vecchio distretto. Quella stessa sera, comprende ulteriormente la gravità della situazione nel momento in cui scopre che Peeta è stato plagiato dai suoi nemici. La giovane accetta dunque di guidare la rivolta. Quando i rivoltosi distruggono la diga e Capital City viene inondata, Peeta appare nuovamente sullo schermo, e con recuperata lucidità rivela che il distretto 13 sta per essere bombardato. Katniss sta per riabbracciare l’amico, ma non può immaginare quanto le torture abbiano cambiato il ragazzo.

Hunger Games - Il canto della rivolta - Parte 1 cast

Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1: il cast del film

Per il ruolo della guerriera Katniss sono state sottoposte ad un provino alcune tra le più note giovani attrici di Hollywood, ma il ruolo venne infine vinto da Jennifer Lawrence, la quale risultò da subito la scelta giusta per il regista, impressionato dalle sue qualità. L’attrice, tuttavia, intimorita dalla grandezza del progetto, impiego diversi giorni prima di capire se accettare o meno la parte. Il suo timore più grande riguardava il modo in cui un ruolo del genere avrebbe potuto cambiare la sua carriera e l’intera sua vita. Tuttavia, attratta dalla personalità e dallo spirito combattivo del personaggio, finì con l’accettare. Per il ruolo di Peeta fu invece scelto l’attore Josh Hutcherson, il quale si trovò a dover attuare radicali trasformazioni della sua persona. All’attore venne infatti richiesto di tingersi i capelli di biondo per ricoprire il personaggio, come anche di guadagnare circa 7 chili di muscoli per acquisire il fisico robusto descritto per il personaggio nel libro. Liam Hemsworth ricopre il ruolo di Gale, amico di lunga data della protagonista.

Stanley Tucci è invece il volto di Caesar Flickerman, il presuntuoso presentatore degli Hunger Games. A ricoprire il ruolo del malvagio presidente Snow è invece Donald Sutherland. Questi ha dichiarato di essere rimasto affascinato dai richiami politici presenti nella sceneggiatura, da lui giudicati particolarmente attuali e urgenti. Per tale motivo, decise di accettare la parte. Woody Harrelson accettò invece il ruolo di Haymitch Abernathy poiché attratto dai taciuti traumi di questo, trovandolo pertanto un personaggio particolarmente intrigante. Elizabeth Banks, infine, è la presentatrice degli Hunger Games. Il suo personaggio si è affermato nell’immaginario degli spettatori, grazie anche alla cura che l’attrice ha riposto tanto nella caratterizzazione quanto dei suoi suggerimenti sul look. Si aggiungono poi al film gli attori Philip Seymour Hoffman nei panni di Plutarch, e Julianne Moore in quelli di Alma Coin.

Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1: le differenze tra il romanzo e il film

Nell’adattare il romanzo, la produzione si è assicurata di non allontanarsi troppo dal materiale di partenza, curando di dar vita ad una trasposizione quanto più fedele possibile. Le differenze, che inevitabilmente vi sono, riguardano infatti prevalentemente dettagli o aspetti secondari. In particolare, una di queste si ritrova nell’inizio del film. Questo si apre con Katniss accovacciata in un corridoio del Distretto 13, colta da un attacco di panico. Ciò ha permesso di mostrare da subito la sua vulnerabilità, che non si ritrova invece nel romanzo. L’incipit di questo vede infatti la protagonista recarsi direttamente nel Distretto 12. Lievi cambiamenti vi sono anche nel momento in cui Katniss sta per indossare i panni della ghiandaia imitatrice. Nel romanzo quest’ultima accetta ponendo però una serie di condizioni. Di queste, nel film sono citate solo l’immunità per i vincitori degli Hunger Games e la possibilità per sua sorella di tenere il proprio gatto.

Un’interessante differenza si ritrova anche nella scena in cui Katniss riceve un nuovo arco. Nel romanzo, quest’ultimo presenta una serie di particolarità, tra cui un mirino e la capacità di riconoscere la voce della propria padrone. Ciò non trova però spazio nel film, dove l’arco non sembra avere particolarità, risultando così più realistico. In questo film si ritrova poi l’aggiunta di un personaggio non esistente nella saga. Si tratta di Antonius, ministro del presidente Snow, qui inserito per circondare ulteriormente il principale antagonista di ulteriori alleati. E proprio riguardo a Snow si ritrovano diverse differenze. Nel film sono infatti presenti diverse scene in cui questi si consulta con i suoi ministri, dialoghi non presenti nel romanzo. Un’ultima aggiunta rispetto a questo è anche il video-messaggio che Katniss invia a Snow nel tentativo di distrarlo prima dell’attacco finale.

Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Infinity+, Apple iTunes, Prime Video, Now e Netflix. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 9 novembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Disney+ annuncia l’arrivo di American Horror Story: Delicate

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Disney+ annuncia l’arrivo di American Horror Story: Delicate

Disney+ ha annunciato American Horror Story: Delicate, il nuovo capitolo della serie franchise di successo che debutterà in Italia il 29 novembre sulla piattaforma streaming. I cinque episodi della prima parte della nuova stagione arriveranno a cadenza settimanale.

American Horror Story è una serie horror antologica creata e prodotta da Ryan Murphy e Brad Falchuk. Dal 2011, i creatori hanno ridefinito il genere horror con stagioni che hanno avuto al centro un manicomio inquietante, una congrega di streghe, un freak show itinerante, un hotel infestato e persino l’apocalisse. La serie televisiva ha dato vita a una moltitudine di fan sfegatati che aspettano con ansia le storie e i terrori del capitolo successivo. Vincitrice di numerosi premi Emmy® e Golden Globe®, American Horror Storyè stata pioniera del formato moderno delle miniserie ed è lo show con episodi da un’ora più longevo nella storia di FX, con 11 stagioni all’attivo e con un rinnovo confermato fino alla tredicesima.

Murphy, Falchuk, Halley Feiffer, Alexis Martin Woodall, John J. Gray e Scott Robertson sono i produttori esecutivi. American Horror Story è prodotta da 20th Television.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Kevin Feige affronta le voci sul ritorno di Robert Downey Jr. e Scarlett Johansson

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Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, ha parlato di una recente voce che si sta diffondendo ad Hollywood e che dà per prossimo il ritorno di Robert Downey Jr. Scarlett Johansson nel Marvel Cinematic Universe.

Alla premiere di The Marvels, Feige ha rilasciato una breve intervista con Entertainment Tonight  Durante questa intervista, al presidente è stato chiesto di un recente rapporto secondo cui i Marvel Studios stavano valutando la possibilità di realizzare un film con protagonisti gli Avengers originali, inclusi Robert Downey Jr. Scarlett Johansson, i cui personaggi caduti sarebbero dovuti però tornare in vita.

Kevin Feige ha dichiarato di non aver sentito le voci secondo cui i due acclamati attori e i loro personaggi avrebbero fatto un ritorno nel MCU, ma che la Marvel sta realizzando un progetto che Scarlett Johansson  sta producendo.

Il ritorno dei Vendicatori Caduti, è una novità? Non l’ho letteralmente nemmeno letto, è una nuova voce”, ha chiesto Kevin Feige . “Non ne abbiamo parlato al ritiro, è la verità. Stiamo realizzando un progetto con Scarlett. Adoro Robert, che è parte della famiglia. Per quanto riguarda il ritorno, vedremo”.

Qual è il film Marvel più recente?

Il film più recente del MCU è The Marvels, che esce al cinema proprio oggi in Italia.  Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel con protagonista il premio Oscar Brie Larson, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman. Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale.

Un colpo di fortuna (Coup de chance): trailer del nuovo film di Woody Allen

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Lucky Red ha diffuso il trailer del nuovo film di Woody Allen, il thriller romantico Un colpo di fortuna (Coup de chance) con protagonisti Lou De Laâge, Niels Schneider, Valérie Lemercier e Melvil Poupaud. Presentato fuori concorso alla 80a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove è stato accolto con gli applausi calorosi del pubblico e della critica, Un colpo di fortuna (Coup de chance) di Woody Allen è in arrivo nelle sale italiane il prossimo 6 dicembre.

Il cinquantesimo film di Woody Allen è ambientato a Parigi e girato per la prima volta in francese. Un thriller romantico con protagonisti Lou De Laâge, Niels Schneider, Valérie Lemercier e Melvil Poupaud.

La trama del film Un colpo di fortuna (Coup de chance)

Coup de Chance parla dell’importante ruolo che il caso e la fortuna giocano nelle nostre vite. Fanny e Jean sembrano la coppia di sposi ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati come la prima volta che si sono incontrati.

Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi…

Stefano Piccoli, Direttore di ARF!, eletto Presidente di RIFF la “Rete Italiana Festival del Fumetto”

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Stefano “S3Keno” Piccoli, direttore di Arf! Festival del Fumetto di Roma, è stato eletto nuovo Presidente di RIFF • Rete Italiana Festival di Fumetto.

La nomina è stata decisa con votazione unanime a Lucca Comics & Games, durante l’annuale Assemblea Nazionale di RIFF, l’associazione di categoria fondata nel 2020 da ARF! Festival, Comicon, Etna Comics, Treviso Comic Book Festival e la stessa Lucca C&G e che negli anni ha raggiunto la quota di 40 soci. Durante lo svolgimento della stessa Assemblea, sono inoltre entrate a far parte della rete dei festival cinque nuove manifestazioni: Albissola Comics (Albissola Marina), Messina Con (Messina), il Piccolo Festival dell’Animazione (San Vito al Tagliamento, PN) il Piccolo Festival del Fumetto (Cremona) e il Paw Chew Go Festival (Milano), a cui tutti i 35 Festival già associati danno il loro benvenuto!

Stefano Piccoli succede a Claudio Curcio, al vertice della Rete nel primo triennio di vita RIFF giunge quindi a 40 Festival associati che – nella loro eterogeneità – esprimono a tutto tondo il linguaggio del Fumetto e delle culture pop, oltre che promuovere e valorizzare le eccellenze creative e le ricchezze artistiche e culturali dei propri territori, operando da nord a sud in ogni regione d’Italia!

“Ringrazio i festival soci per la fiducia accordatami e ringrazio infinitamente Claudio Curcio per il lavoro svolto sinora: in pochissimi anni, tre, abbiamo realizzato davvero tanto” è il primo commento del neo presidente Stefano Piccoli.Sono pronto a lavorare in continuità e a riprendere in mano tutte le sfide che ci attendono, dal dialogo col Ministero per il rilancio dei bandi e occasioni di finanziamento, oltre alla promozione degli eventi che fanno parte della Rete. I 40 associati di RIFF, nella loro eterogeneità, esprimono a tutto tondo il linguaggio del Fumetto e delle culture pop, oltre a promuovere e valorizzare le eccellenze creative e le ricchezze artistiche e culturali dei propri territori, operando da nord a sud in ogni regione d’Italia! Ancora una volta i festival vogliono essere gli alfieri della filiera fumettistica italiana, dialogando con enti, associazioni, editori, autori, addetti ai lavori e soprattutto… il pubblico”.

RIFF – Rete Italiana Festival di Fumetto conta 40 associati ed è attualmente composta da: ARF! Festival (Roma), Comicon (Napoli/Bergamo), Etna Comics (Catania), Lucca Comics & Games (Lucca), Treviso Comic Book Festival TCBF (Treviso) – soci fondatori – e poi Ad occhi aperti (Bologna), il nuovo format che sostituisce lo storico BilBolBul Festival, Albissola Comics (Albissola Marina, SV), ALEcomics (Alessandria), ArtMaySound (Bolzano), B-Geek (Bari), Balloon (Policoro, MT), Be Comics! (Padova), Bergomix (Bergamo), Betty B (Savignano sul Panaro, MO), Cesena Comics & Stories (Cesena), San Donà Fumetto (San Donà di Piave, VE), Lanciano nel Fumetto (Lanciano, CH), Le Strade del Paesaggio (Cosenza), Festival del Nerd (Foggia), Lucca Collezionando (Lucca), Ludicomix (Empoli), Messina Con (Messina) Palermo Comic Convention (Palermo), Paw Chew Go (Milano), Paff! (Modena), Pescara Comix & Games (Pescara), Piccolo Festival Animazione (San Vito al Tagliamento, PN), Porte Aperte Festival (Cremona), Piccolo Festival del Fumetto (Cremona) Prato Comics + Play (Prato), Rapalloonia! (Rapallo, GE), Rovigo Comics (Rovigo), San Beach Comix (San Benedetto del Tronto, AP), San Marino Comics (San Marino), Smack! (Genova), Tiferno Comics (Città di Castello, PG), Trapani Comix (Trapani),  Varchi Comics (Montevarchi. AR), Venezia Comics (Venezia) e Vitercomix (Viterbo).

Loki 2: trailer del finale in arrivo stasera su Disney+

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Loki 2: trailer del finale in arrivo stasera su Disney+

Disney+ ha diffuso il trailer per l’atteso finale della seconda stagione di Loki, la serie di successo targata Marvel Studios che vede Tom Hiddleston nei panni del Dio dell’inganno.

Tom Hiddleston è tornato nel ruolo del dio del male nella seconda stagione di Loki, insieme alle star della prima stagione come Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Tara Strong e la nuova aggiunta Ke Huy Quan.

Eric Martin è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo della seconda stagione. Hiddleston è anche produttore esecutivo insieme al capo dei Marvel Studios Kevin Feige e Stephen Broussard, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Kevin R. Wright, Justin Benson e Aaron Moorhead e Michael Waldron. Trevor Waterson è co-produttore esecutivo. Benson & Moorhead, Dan Deleeuw e Kasra Farahani sono stati i registi della stagione. I nuovi episodi di Loki debuttano giovedì alle 21:00 ET/18:00 PT su Disney+.

Masters of the Air: teaser trailer dell’attesissima serie limitata di Apple TV+

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Apple TV+ ha presentato il primo teaser dell’attesissima serie limitata in nove episodi Masters of the Air, creata dai produttori esecutivi Steven Spielberg, Tom Hanks e Gary Goetzman e scritta da John Orloff. Interpretata da un cast stellare guidato dal candidato all’Oscar Austin Butler, Callum Turner, Anthony Boyle, Nate Mann, Rafferty Law, il candidato all’Oscar Barry Keoghan, Josiah Cross, Branden Cook e Ncuti GatwaMasters of the Air  farà il suo debutto su Apple TV+ il 26 gennaio 2024 con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio ogni venerdì, fino al 15 marzo.

Basata sull’omonimo libro di Donald L. Miller e sceneggiato da John Orloff, Masters of the Air segue gli uomini del 100° Gruppo Bombardieri (il “Bloody Hundredth”) alle prese con pericolosi raid di bombardamento sulla Germania nazista in condizioni proibitive, dovute al gelo, alla mancanza di ossigeno e al terrore di un combattimento condotto a 25.000 piedi di altezza. La rappresentazione del prezzo psicologico ed emotivo pagato da questi giovani uomini che hanno contribuito a distruggere l’orrore del Terzo Reich di Hitler è al centro della storia di “Masters of the Air”. Alcuni furono abbattuti e catturati; altri furono feriti o uccisi. Altri ancora ebbero la fortuna di tornare a casa. Indipendentemente dal destino individuale, tutti hanno ricevuto un tributo.

Spaziando dai campi e villaggi bucolici del sud-est dell’Inghilterra, alle dure privazioni di un campo di prigionia tedesco e ritraendo un periodo unico e cruciale della storia mondiale, Masters of the Air è un vero e autentico successo cinematografico sia in termini di scala, che di portata.

Prodotta dagli Apple Studios, “Masters of the Air è prodotta esecutivamente da Spielberg attraverso Amblin Television, e da Hanks e Goetzman per conto di Playtone. Darryl Frank e Justin Falvey della Amblin Television sono co-produttori esecutivi insieme a Steven Shareshian della Playtone. Oltre a scrivere, Orloff è co-produttore esecutivo. Anche Graham Yost è produttore esecutivo della serie. Anna Boden, Ryan Fleck, Cary Joji Fukunaga, Dee Rees e Tim Van Patten si alternano alla regia.

Riabbracciare Parigi: recensione del film di Alice Winocour

Riabbracciare Parigi: recensione del film di Alice Winocour

A tre anni di distanza da Proxima, Alice Winocour torna nei cinema con Riabbracciare Parigi, un nuovo ritratto di donna, quello di Mia, vittima di un attentato terroristico, che si aggira per Parigi come un fantasma, alla ricerca di una memoria sepolta e insondabile. Un vero e proprio film di fantasmi, quanto un pellegrinaggio interiore verso la luce. Scritto in collaborazione con il documentarista Jean-Stéphane Bron, Riabbracciare Parigi, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs 2022, si basa sull’esperienza del fratello della regista, presente al Bataclan la sera del 13 novembre 2015. Il film arriva nelle sale italiane dal 9 novembre, distribuito da Movies Inspired.

Riabbracciare Parigi, la trama

L’attacco terroristico raccontato dal film avviene in una grande brasserie parigina dove Mia (Virginie Efira) è approdata per caso in attesa di un temporale. Tre mesi dopo la tragedia, la sua memoria è un buco nero. All’inizio esitante, si impegna a dissipare l’opacità del trauma. Poi, quando i primi fantasmi e flash le tornano in mente, deve ricomporre un macabro puzzle di sensazioni e suoni. Questa traduttrice professionista è costretta a interpretare i segnali del suo caos mentale.

Attraverso un’associazione di vittime che ogni lunedì organizza visite alla birreria per i sopravvissuti e i parenti dei morti, Mia confronta i propri ricordi frammentati con i punti di vista altrettanto sconnessi delle altre persone presenti quella sera. Il confronto è a volte violento: accecati dalla loro sofferenza, alcuni di loro le impongono testimonianze che lei non può o non vuole accettare. Altri, come Thomas, affetto da ipermnesia e da una gamba gravemente ferita, preferirebbero aver dimenticato tutto piuttosto che essere legati alla sua memoria. Félicia, invece, cerca disperatamente di afferrare un briciolo dell’ultimo respiro dei suoi genitori, esalato nel bel mezzo della cena. Di cosa stavano parlando poco prima di morire?

Riabbracciare Parigi, una scena del film

(Ri)scoprire una città e il proprio cuore

Per Mia, rivedere Parigi significa anche cambiare obiettivo, fare un bilancio della vita che conduceva prima. Concentrandosi sull’ossessione di ritrovare l’uomo che le ha tenuto la mano la notte della tragedia, Alice Winocour mostra l’importanza cruciale della collettività nella ricostruzione: la necessità per le vittime di riunirsi, per condividere il trauma e alleggerire il carico, ma anche, e soprattutto, per assicurarsi che lo sconosciuto di cui hanno incontrato lo sguardo terrorizzato sia sopravvissuto. Il movimento del film Riabbracciare Parigi, prima centrato su Mia, poi sempre più corale, abbraccia questo ritorno salvifico verso gli altri.

Rivisitare Parigi, ritrovarla, rivederla, ma anche ricordarla: sono queste le premesse del quarto lungometraggio di Alice Winocour, che si presenta come una testimonianza, un tributo e un’opera catartica per tutti coloro che hanno vissuto l’orrore e l’indicibile. La regista è attenta a non porre alcun segno temporale: vuole toccare una sorta di universalità nel dolore e nella ricostruzione, ed è attraverso il personaggio di Mia, una traduttrice russa per la radio francese, che riuscirà a raggiungere questo obiettivo.

Mia, un fantasma parigino

Mia attraversa la capitale con la sua moto, come un fantasma che emerge nell’oscurità della notte, lottando per sopravvivere. Tutto sembra diventare un simulacro in cui lei non è altro che un’apparizione, una figura fantasma di cui nessuno si accorge, un morto vivente che si evolve in questo inenarrabile mezzo, al confine con l’aldilà. Virginie Efira si dimostra ancora una volta magnifica, confermando il suo immenso talento nel muoversi tra diversi registri e trascinando lo spettatore in un unico flusso di coscienza, il tutto magistralmente orchestrato da Anna von Hausswolff, la cui colonna sonora serve solo a sublimare il viaggio di Mia verso la luce.

Alice Winocour prende come punto di partenza di Riabbracciare Parigi un attentato in una brasserie e racconta la complessa ricostruzione dei sopravvissuti attraverso gli occhi di due di loro. Mia, che ha perso la memoria di quella sera al punto da credere alla donna che la accusa di essersi chiusa nei bagni, impedendo agli altri di entrare e proteggendosi dai terroristi, e Thomas (Benoît Magimal), che ricorda tutto ma continua a soffrire nel suo corpo a distanza di mesi. Winocour (ri)dà voce e corpo a traumi che sono diventati molto di più – un fatto sociale, una questione politica – in un’opera tanto straziante quanto dignitosa e potentemente organica (notevole il lavoro sul suono), in cui la finzione incontra la società, raccontando l’amore tra i due sopravvissuti come filo rosso della loro resilienza.

Riabbracciare Parigi

Un caos disincantato

Con Maryland e Proxima, un thriller e un dramma sullo sfondo dell’esplorazione spaziale, la regista aveva raccontato mondi molto lontani dal mainstream della produzione francese. Nella sua nuova fatica ritroviamo questa sensazione di sradicamento disincantato. A tratti naturalistico, a tratti estremamente stilizzato, il film si preoccupa solo di tradurre il flusso di pensieri e i sentimenti a volte caotici della sua protagonista.

Per raggiungere questo obiettivo, la regista fa riferimento di continuo alla “sua” attrice, la cui interpretazione è ancora una volta ammirevole. Tuttavia, Efira deve anche fare i conti con le debolezze di una sceneggiatura che a tratti si perde. In effetti, il personaggio di Mia conferisce una sensibilità così tenera al contesto in genere, che l’arco che la vede indagare sull’identità di una vittima, estremamente maldestro, viene rapidamente messo in ombra dalla potenza evocativa dell’insieme.

Avvicinandosi a un’eroina complessa in modo da non dimenticare nessuna delle sue sfaccettature, e abbracciando le più fragili, il film si identifica come uno specchio in frantumi, i cui frammenti non sono tutti ugualmente riflettenti. Resta il fatto che, nonostante una sottotrama dal tono un po’ paternalistico e un candore che sfiora l’ingenuità prefabbricata, il viaggio di Mia contiene abbastanza speranza irrefragabile da tenerci, se non vivi, almeno sempre sul filo del rasoio.

I 10 annunci più importanti del MCU da aspettarsi ora che lo sciopero degli attori è finito

Lo sciopero della SAG-AFTRA, dopo 118 giorni, è ufficialmente terminato. Dopo una lunga battaglia, iniziata a luglio, gli attori potranno riprendere a lavorare, e l’industria cinematografica – bloccata a lungo – tornerà a respirare a pieni polmoni. L’annuncio ha sollevato gli animi di molti, soprattutto quelli dei fan del MCU, i quali da tempo aspettano in trepidante attesa alcuni importanti annunci che la Marvel dovrebbe fare ora che le produzioni dei film possono ri-attivarsi. Scopriamo quali sono.

Dettagli sugli X-Men nel MCU

X-MEN

I fan del MCU fremono per sapere come gli X-Men saranno integrati nell’universo supervisionato da Kevin Feige. Molti sperano che un annuncio a riguardo sia fatto subito dopo la fine dello sciopero, con tutti i dettagli su come i mutanti saranno incorporati. Gli X-Men, in fondo, sono una delle esclusioni più lampanti del franchise, anche se in realtà come ben sappiamo si trattava di una questione legata ai diritti, finalmente tornati ai Marvel Studios – ma solo di recente. Fra l’altro, la loro introduzione nel Marvel Cinematic Universe è stata uno degli annunci più attesi. Un primo assaggio del loro arrivo, in ogni caso, è stato già fornito da una delle scene post-credits di The Marvels.

Spider-Man 4

Tom Holland Spider-Man in No Way Home

Pur non essendo una delle storie di cui il MCU non può fare a meno, tutti sono legati allo Spider-Man di Tom Holland. Ecco perché si aspettano novità in merito a Spider-Man 4, il cui progetto deve ancora essere annunciato. L’Uomo Ragno, lo sappiamo molto bene, è uno degli eroi più amati della Marvel, oltre che uno di quelli più iconici, e i film precedenti – in cui Peter Parker era protagonista – sono stati molto apprezzati. Si era già vociferato di un altro sequel di Spider-Man nel MCU, quindi si attende solo un annuncio ufficiale.

La Fase 7

Avengers Secret Wars

Negli ultimi tempi è circolata una voce riguardante il fatto che il MCU potrebbe essere diretto verso un reboot dopo Avengers: Secret Wars. La fine dello sciopero potrebbe dirci, in maniera ufficiale, se le speculazioni fin’ora diffuse siano vere oppure no. In realtà, secondo alcuni, il reboot potrebbe addirittura risolvere molti problemi che il Marvel Cinematic Universe si è costruito e trascinato nel tempo senza porvi rimedio. A prescindere da ciò, quasi sicuramente la Marvel chiarirà questo punto cruciale quando farà il suo annuncio riguardo le proprie intenzioni per il franchise nella Fase 7.

Il cast dei Fantastici Quattro

Fantastici Quattro

Un’altra storia molto interessante è quella che ha come protagonisti i Fantastici Quattro, eroi molto attesi nel MCU. Fra le speculazioni attualmente circolanti, riguardanti il futuro dell’Universo Marvel, vi è anche quella su chi farà parte del cast del prossimo film de Fantastici Quattro. Con molta probabilità questo sarà uno dei primi annunci ora che lo sciopero è terminato. In fondo, in precedenza, tutti hanno fantasticato su alcuni attori perfetti che potevano ricoprire il ruolo di Mister Fantastic, la Donna Invisibile, la Torcia Umana e la Cosa, e ora giustamente fremono per avere un’ufficialità.

Novità sulla produzione di Blade

Blade Marvel

In questi giorni sono state rivelati alcuni interessanti dettagli sul film Blade; si è infatti scoperto da poco che sarà la seconda pellicola Marvel vietata ai minori dopo Deadpool 3. Seppur, dunque, alcune cose a riguardo si sappiano, ci sono ancora molti dettagli che devono essere svelati e confermati ufficialmente. Per il momento ciò che è certo è la sua data di uscita, che si conferma essere – dopo la fine dello sciopero che ha causato molti problemi fra cui ritardi – il 14 febbraio del 2025. L’unica cosa da capire è se riusciranno a rispettarla, in quanto devono ancora risolvere alcuni problemi nati in fase di scrittura.

Eternals 2: sarà nella Fase 6 o 7?

Eternals

Quando nel 2021 uscì Eternals, in casa “fan della Marvel” non c’era molto entusiasmo. Seppur i suoi risultati non siano stati catastrofici, il film va purtroppo inserito fra quelli meno riusciti della Fase 4 del MCU. Nonostante questo, la storia ha introdotto una serie di personaggi e narrazioni significative, e se molti ricordano si è anche conclusa con un cliffhanger, indi per cui ciò che è stato lasciato in sospeso dovrebbe essere risolto. Ora che lo sciopero si è concluso, si spera che venga fatto un annuncio riguardo lo stato del sequel e soprattutto in quale fase verrà collocato.

Ironheart: quando uscirà?

Ironheart serie tv 2023

Passando alle serie Marvel, una di quelle più attese è Ironheart, la cui data d’uscita è ancora prevista per il 2024. Nonostante sia stato fissato l’anno, non è detto che resti ufficiale, poiché bisogna capire quanto lo show sia stato influenzato dallo sciopero. Si attende perciò di avere conferma sul suo debutto e sul suo stato generale. Intanto, Riri Williams, come noto, è stata introdotta nel MCU con Black Panther: Wakanda Forever.

Novità su Daredevil: Born Again

Daredevil Born Again

Continuiamo con le serie MCU, e passiamo a Daredevil: Born Again, un altro progetto molto atteso che segnerà la prima uscita ufficiale da solista di Charlie Cox come l’uomo senza paura. Molti non vedono l’ora di vedere lo show in quanto, con molta probabilità, risponderà a tante domande scottanti sul canone del MCU e sul tono generale di Daredevil nell’Universo Marvel. Ora che lo sciopero si è concluso, una data di uscita ufficiale potrebbe essere uno dei primi annunci che si faranno.

Armor Wars

Armor Wars

Già dalla Fase 1 del MCU si era cominciato a parlare di Armor Wars, un progetto che però per diversi anni non ha mai visto la luce. Fin’ora. All’inizio la storia era stata pensata per un formato seriale, salvo poi trasformarsi in un film. Intanto, con lo sciopero degli attori la Marvel potrebbe fare chiarezza su questo punto, e poi rivelare alcuni dettagli, i quali potrebbero spiegare meglio la storia, i personaggi e il contesto generale del franchise. Il film, come noto, dovrebbe muoversi a partire dagli eventi di Secret Invasion, nel quale il capitano Rhodes è rimasto coinvolto.

Altri annunci di casting

Fantastici Quattro Doctor Doom

 

Per quanto riguarda annunci di casting, ad essere atteso non è solo quello dei Fantastici Quattro, ma ci sono molte altre decisioni che il MCU deve ancora prendere. La fine dello sciopero potrebbe – finalmente – rivelare quali sono gli attori che interpreteranno personaggi chiave della Marvel come per esempio il Dottor Destino, Galactus, Mefisto e potenziali varianti di personaggi esistenti o di ritorno in Avengers: Secret Wars.

Inside Out 2: il primo teaser trailer del sequel Pixar introduce Ansia!

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Il tanto atteso Inside Out 2 ha finalmente un teaser trailer ufficiale. Si tratta del sequel del film Inside Out del 2015, che raccontava l’esperienza interiore dell’undicenne Riley sotto forma di un’avventura all’interno della sua mente condotta dalle sue emozioni Gioia e Tristezza, ma anche Rabbia, Invidia e Paura. Il film ha avuto un enorme successo al botteghino, guadagnando 858 milioni di dollari e diventando il settimo film di maggior incasso dell’anno in tutto il mondo, vincendo infine l’Oscar per il miglior film d’animazione.

Dopo l’annuncio ufficiale di un sequel nel 2022, la Pixar ha ora svelato il teaser trailer del film, con sette mesi di anticipo rispetto alla data di uscita ufficiale di Inside Out 2. Mentre il trailer si apre su una scena bucolica, capiamo di trovarci al momento del tredicesimo compleanno di Riley, ormai dunque una vera e propria adolescente. Questa nuova fase della vita della ragazza provoca una completa riprogettazione della sala di controllo, nonché l’arrivo di un’emozione arancione chiamata Ansia, la quale però anticipa l’esistenza di numerose nuove emozioni in arrivo.

La Pixar ha anche svelato un nuovo poster del film che anticipa ulteriormente – ma senza svelarli – i nuovi personaggi:

Inside Out 2 poster

Inside Out 2: tutto quello che sappiamo sul film

Di Inside Out 2 sappiamo che alla regia ci sarà Kelsey Mann, che subentra dunque a Pete Docter, regista del primo film, mentre della sceneggiatura si occuperà Meg LeFauve. Il film è inoltre atteso in sala per il giugno 2024. Il film originale vedeva Amy Poehler nei panni di Gioia, Phyllis Smith nei panni di Tristezza, Bill Hader nei panni di Paura, Lewis Black nei panni di Rabbia, Mindy Kaling nei panni di Disgusto Al momento non è noto se tutti gli attori del primo film torneranno a doppiare gli iconici personaggi. Hader e la Kaling sembra infatti che non riprenderanno i loro ruoli di Paura e Disgusto, apparentemente per mancati accordi di natura economica.

 

Il sarto: recensione della terza stagione della serie Netflix

Il sarto: recensione della terza stagione della serie Netflix

Dopo solo alcuni mesi dalla seconda stagione, arriva su Netflix il terzo, e sembrerebbe ultimo, capitolo della serie turca Il Sarto. La storia ha avuto il suo debutto il 2 maggio scorso con i suoi primi sette episodi, per poi continuare il 28 luglio con una seconda stagione. Il sarto 3 è invece formato da altri 8 episodi, la cui lunghezza è di circa 40 minuti l’uno. Il cast, diretto dal regista Cem Karcı, è formato da figure note prevalentemente nel panorama cinematografico nazionale. Çağatay Ulusoy interpreta il protagonista Peyami Dokumaci, mentre Şifanur Gül è nel ruolo di Esvet e Salih Bademci è nei panni di Dimitri.

La trama di Il sarto: un amore proibito

Le vicende di tutta la serie Il sarto ruotano attorno alle tre figure di Peyami, stilista e sarto di alta moda, Dimitri, ricco giovane la cui famiglia detiene la società per cui Peyami lavora, ed Esvet (nota nella prima stagione sotto il falso nome di Firuse), moglie di Dimitri ma innamorata di Peyami. Mentre la seconda stagione è più incentrata sul giovane sarto e della sua rinascita dopo un periodo di lutti e dolore, insieme all’entrata in scena di alcune figure chiave come Kiraz, la terza stagione si concentra maggiormente sull’amore impossibile tra Esvet e Peyami. Per quanto la giovane provi a respingere il suo innamorato a favore del marito, i sentimenti non accennano a svanire.

La terza stagione si apre con il ritorno di Peyami da un lungo viaggio di lavoro presso i grandi atelier del suo brand nel mondo. Tornato a Istanbul, scopre che Dimitri ed Esvet partiranno a giorni per New York per stabilirsi li per sempre. Mustafa e Kiraz riusciranno a trattenere con una scusa la coppia qualche giorno in più, dando a Peyami la possibilità di dimostrare un’ultima volta il suo amore ad Esvet ed a convincerla a scegliere lui, contrastando l’ira di Dimitri.

Il sarto terza stagione Netflix
Cagatay Ulusoy nel ruolo di Peyami, Sifanur Gul nel ruolo di Esvet in Il sarto. Per gentile concessione di Netflix © 2023

Il sarto: una fiaba moderna

Fin dal primo episodio della nuova stagione de Il sarto, la storia d’amore impossibile tra Esvet e Peyami viene presentata come una fiaba. Lo stilista, infatti, di ritorno dal suo lungo viaggio, porta con sé un dono che gli è stato fatto: si tratta di un imponente orologio a pendolo. La leggenda narra che questo appartenesse ad una duchessa, innamorata di un uomo ma promessa in sposa ad un altro e che il pendolo avrebbe continuato ad oscillare fin quanto il loro amore impossibile sarebbe stato vivo.

Il paragone con Esvet e Peyami è ovvio ed infatti l’orologio viene mostrato anche a seguire in momenti importanti per il loro rapporto: nel momento in cui i due si rivedono, quando Esvet sta partendo con Dimitri per l’America. Il parallelismo con altre storie viene mantenuto anche nel volgersi verso la fine delle vicende, nel settimo episodio: il paragone in questo caso viene fatto con il tradimento di Giuda a Gesù.

Dimitri: un moderno antieroe

Dimitri è una figura focale ne Il sarto: presentato come un uomo violento, eccentrico e possessivo, con il susseguirsi degli episodi risulterà essere molto di più. Si scoprirà, infatti, quanto molta della cattiveria di Dimitri dipenda dall’opprimente rapporto con il padre Ari. Quest’ultimo tratta da sempre il proprio figlio in maniera troppo dura, ottenendo in risposta solamente disprezzo e ribellione da parte di Dimitri fin dall’infanzia.

Da adulto però, egli è fortemente influenzato dal comportamento paterno, tanto da interiorizzare parte di quell’odio e sprigionarlo in possessività e violenza domestica contro Esvet all’inizio. In questa terza stagione vediamo all’inizio un Dimitri più tranquillo, che cerca di ottenere amore dalla propria moglie; questo stato d’animo si modifica con l’insinuarsi nuovamente di dubbi su una relazione tra Esvet e Peyami, insinuatigli proprio dal padre.

Il sarto terza stagione recensione
Cagatay Ulusoy nel ruolo di Peyami, Sifanur Gul nel ruolo di Esvet in Il sarto. Per gentile concessione di Netflix © 2023

La fragilità di Peyami ed Esvet

Se in questa stagione, soprattutto negli ultimi episodi, si può notare una crescita di Dimitri, lo stesso non si può dire di Peyami ed Esvet. Questi, infatti, hanno dimostrato un certo carattere rispettivamente nella seconda e prima stagione: Peyami ha il coraggio di scrollarsi ogni dolore e ripartire, mentre all’inizio della serie Esvet dimostra grande coraggio nel prendere la propria vita in mano e cercare di fuggire da Dimitri prima del matrimonio.

In questa terza stagione invece Peyami non riesce neanche a trovare il coraggio di affrontare il suo più caro amico rivelandogli i sentimenti ricambiati che provava per la moglie: cosa che comunque aveva già confessato nella precedente stagione. Esvet, dopo essersi rassegnata al matrimonio con Dimitri, sembra essersi abbandonata agli avvenimenti, ed aspetta soltanto di essere salvata da Peyami, a riprova del forte sentimento d’amore che caratterizza tutta la nuova stagione.

Torino Film Festival: annunciato il programma della 41esima edizione

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La 41esima edizione del Torino Film Festival si svolgerà dal 24 novembre al 2 dicembre sotto l’egida del Museo Nazionale del Cinema – presieduto da Enzo Ghigo e diretto da Domenico De Gaetano – con la direzione artistica di Steve Della Casa. Il comitato di selezione, coordinato da Giulio Sangiorgio, è composto da Claudia Bedogni, Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, Grazia Paganelli, Giulio Sangiorgio, Alena Shumakova, Caterina Taricano, Simona Banchi, insieme a Matteo Pollone, Stefano Boni, David Grieco, Paola Poli e Luca Beatrice con Luigi Mascheroni.

Nel solco della scorsa edizione, l’immagine guida è stata affidata nuovamente all’artista di fama internazionale Ugo Nespolo che declina uno dei più celebri fotogrammi di Sentieri selvaggi di John Ford in cui John Wayne tiene tra le braccia Natalie Wood, celebrando l’omaggio che quest’anno il TFF dedicherà al popolare attore, vera e propria icona del cinema americano classico. A conferma della vocazione al dialogo con le eccellenze culturali ed artistiche del territorio, l’inaugurazione della 41esima edizione si svolge quest’anno alla Reggia di Venaria che, restituita alla sua magnificenza barocca, è diventata uno dei siti culturali più visitati d’Italia. Ospite d’eccezione della serata – in diretta su Hollywood Party, Rai Radio3 – il maestro Pupi Avati. Madrina della cerimonia d’apertura Catrinel Marlon.

Si moltiplicano le occasioni di incontro e dialogo dei protagonisti del cinema con il pubblico, scelta fortemente voluta dal direttore Steve Della Casa e tratto identificativo di un festival che coniuga cultura e spettacolo. Numerosi gli ospiti, da Oliver Stone (che riceverà dal Museo Nazionale del Cinema il Premio Stella della Mole) a Fabrizio Gifuni, da Christian Petzold a Caterina Caselli e Paolo Conte, da Kyle Eastwood a Drusilla Foer, da Mario Martone a Barbara Ronchi, da Baloji a Thomas Cailley, da Roberto Faenza a Laura Morante.

Idee e testimonianze diverse tutte accomunate dal grande amore per la settima arte. Il festival presenta quest’anno una selezione estremamente ricca e articolata che riflette sullo stato delle cose della produzione cinematografica contemporanea senza gerarchie di sorta, tra cinema di ricerca e scritture di genere, maestri internazionali e giovani promesse. Uno spirito che si dispiega nelle diverse sezioni del festival, da quelle competitive (Concorso Lungometraggi, Documentario internazionale e italiano, Spazio Italia, Crazies) a quelle fuori concorso (Nuovimondi, Ritratti e paesaggi, TFLab, Il gioco della finzione. Nuovi sguardi argentini).

Uno dei tratti distintivi della selezione è il grande ritorno della commedia, popolare e d’autore, in tutte le sue possibili formulazioni: politica, minimalista, malinconica, metatestuale. L’Italia si ritaglia uno spazio importante, con la presenza di ospiti prestigiosi impegnati anche in masterclass, il concorso documentari italiani ampliato a 10 titoli per festeggiare un’annata particolarmente ricca, quello dei cortometraggi e dunque del cinema del futuro e due sottosezioni fuori concorso La prima volta e Ritratti e paesaggi, rispettivamente dedicate ad alcune tra le più interessanti opere prime della stagione e ad una serie di imperdibili documentari per il grande pubblico.

La 41esima edizione del Torino Film Festival presenta la prima retrospettiva integrale dedicata a Sergio Citti, che a buon diritto si inserisce nella tradizione delle grandi retrospettive del TFF. Per l’occasione sarà pubblicato il volume SERGIO CITTI – La poesia scellerata del cinema a cura di Matteo Pollone e Caterina Taricano (coedizione: Centro Sperimentale di Cinematografia – Edizioni Sabinae). In un’ottica di “sistema” si rinnovano anche quest’anno le collaborazioni con Film Commission Torino Piemonte, Torinofilmlab e Torino Film Industry. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) e della Giornata Mondiale contro l’AIDS (1 dicembre), il Torino Film Festival – in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità della Città di Torino – dedicherà due momenti di riflessione a questi temi attraverso gli interventi di Monica Guerritore, protagonista de I girasoli, film d’esordio alla regia di Catrinel Marlon,
Madrina del 41TFF, e di Laura Morante, attrice ospite del Festival con il film Folle d’amore – Alda Merini di Roberto Faenza.

Il Torino Film Festival ribadisce inoltre il suo impegno rispetto alla sostenibilità ambientale facendo proprie le buone pratiche indicate nella Guida Festival Green realizzata dall’AFIC (Associazione Festival Italiani Cinema). Dieci aree tematiche di intervento – dalla mobilità ai consumi energetici, passando per la sostenibilità alimentare e la produzione di un merchandising ecologico e riciclabile – per rendere un evento cinematografico più sostenibile.

Sono 181 i film presentati in Selezione Ufficiale al 41 Torino Film Festival – di cui 128 lungometraggi, 13 mediometraggi, 40 cortometraggi, 59 anteprime mondiali, 10 anteprime internazionali, 3 anteprime europee e 68 anteprime italiane – selezionati su più di 4000 opere visionate.

Concorso Lungometraggi

  • ARTURO A LOS 30 / ABOUT THIRTY di Martín Shanly (Argentina 2023, DCP, 92′)
    Un uomo alle soglie della maturità, un coming of age tardivo, una commedia irresistibile e inclassificabile, malinconica e cerebrale.
  • BIRTH di Jiyoung Yoo (Corea del Sud, 2023, DCP, 155′) Una gravidanza inattesa spezza l’equilibrio di una coppia. Memore di Lee Chang-dong, un’analisi spietata di sentimenti inconfessabili: egoismo, ambizione, disinteresse.
  • CAMPING DU LAC di Eléonore Saintagnan (Belgio/Francia, 2023, DCP, 70′) Un campeggio vista lago come concentrato di miti e leggende. Un elogio del racconto che è anche parabola ecologica. Trasognato, come un film di Luc Moullet.
  • GRACE di Ilya Povolotsky (Russia, 2023, DCP, 119′)
  • On the road: una incredibile esperienza sensoriale attraverso le frontiere paesaggistiche, linguistiche e culturali della Russia contemporanea.
  • KALAK di Isabella Eklöf (Svezia / Danimarca, 2023, DCP, 125′) Cosa cela dietro quel sorriso spento, Jan? Un trauma scioccante da elaborare, una storia scottante ambientata tra i ghiacci della Groenlandia.
  • LINDA VEUT DU POULET! / CHICKEN FOR LINDA! di Chiara Malta, Sébastien Laudenbach (Francia / Italia, 2023, DCP, 76′) Un maestro dell’animazione francese, una regista da sempre fuori formato, una commedia animata a rotta di collo, anarchica, esilarante, serissima.
  • MANDOOB / NIGHT COURIER di Ali Kalthami (Arabia Saudita, 2023, DCP, 111′)
    In una Riyad notturna, ultramoderna e poco vista al cinema, le tragicomiche vicissitudini di un fattorino, metafora di una società in cambiamento.
  • NON RIATTACCARE di Manfredi Lucibello (Italia, 2023, DCP, 90′)
    Come l’incontro tra Locke e La voce umana: un’auto, una donna alla guida, la voce di un uomo al telefono. Una grande prova di Barbara Ronchi.
  • LA PALISIADA di Philip Sotnychenko (Ucraina, 2023, DCP, 100′)
    Due spari, a 25 anni di distanza. E un film (giallo, a modo suo) che mostra i modi in cui la storia ufficiale viene costruita. Col fantasma della verità, ad aleggiare.
  • LE RAVISSEMENT / THE RAPTURE di Iris Kaltenbäck (Francia, 2023, DCP, 97′)
    Celebrato come uno dei migliori esordi dell’anno, la storia di un sogno di maternità disperato, che procura brividi e tenerezza.
  • SOLEILS ATIKAMEKW / ATIKAMEKW SUNS di Chloé Leriche (Canada, 2023, DCP, 103′)
    Quebec, 1977: cinque persone della comunità di nativi Atikamekw sono trovate morte. E restano in attesa di giustizia. Una versione intima e umanista di Killers of the Flower Moon.
  • WHITE PLASTIC SKY di Tibor Bánóczki, Sarolta Szabó (Ungheria / Slovacchia, 2023, DCP. 111′) In un futuro prossimo, le persone possono scegliere di morire e diventare alberi. Tra Stanisław Lem e Miyazaki, un’animazione distopica che diventa una splendida storia d’amore.

Concorso Documentari internazionale

  • CIELO ABIERTO di Felipe Esparza Pérez (Perù, 2023, DCP, 65′)
    Un padre, un figlio, una cava, un programma digitale. In mezzo, il ricordo di una moglie e di una madre scomparsa. Come ricostruire un dialogo fra i due uomini? Come unire il materiale e l’astratto?
  • CLORINDO TESTA di Mariano Llinás (Argentina, 2022, DCP, 100′)
    Un film su Clorindo Testa, architetto brutalista argentino. O forse sul padre del regista o, ancora, sull’Argentina. Di sicuro, un film di Llinás (Historias extraordinarias, La flor) geniale e vertiginoso.
  • DIAMOND MARINE WORLD di Hsiu Yi Huang (Taiwan, 2023, DCP, 154′)
    Il taiwanese Du ha un sogno: avviare un allevamento di gamberi in Myanmar. Ad aiutarlo c’è la ragazza birmana Sue, mentre la regista filma tutto, anche quello che non dovrebbe… Un’avventura epica, politica, incredibilmente intima.
  • NOTRE CORPS / OUR BODY di Claire Simon (Francia, 2023, DCP, 168′)
    Nel reparto di ginecologia di un ospedale di Parigi, Simon registra, ascolta e racconta storie, volti e malattie. Compresa la sua, in una straordinaria indagine sul corpo, e la forza, delle donne.
  • PELIKAN BLUE di László Csáki (Ungheria, 2023, DCP, 80′)
    Alla fine del comunismo, tre ragazzi ungheresi si recano a ovest con biglietti contraffatti. E creano un redditizio (e capitalistico) modello di lavoro. Una vicenda vera e paradossale raccontata con un’animazione da street art.
  • RETRATOS FANTASMAS / PICTURES OF GHOSTS di Kleber Mendonça Filho (Brasile, 2023, DCP, 93′) Un viaggio nel tempo e nell’architettura di Recife e nel cinema dello stesso Mendonça, tra archivio, ricordi e istantanee di un passato in cui le sale erano luoghi di sogni e condivisioni. Un mondo di fantasmi.

Concorso Documentari Italiani

  • ANULLOJE LIGLIN di Fabrizio Bellomo (Italia, 2023, DCP, 62′)
    Tra prima persona e archivio, sulle tracce del regime comunista di Enver Hoxha, disperse nel paesaggio paradossale dell’Albania di oggi.
  • LE BELLE ESTATI di Mauro Santini (Italia, 2023, DCP, 74′) Uno dei massimi registi del cinema laterale italiano adatta Pavese al corpo, allo sguardo e al presente di un liceo pesarese. Un teen movie sperimentale.
  • GETTING OLDER IS WONDERFUL di Fabrizio Polpettini (Francia / Italia, 2023, DCP, 57′) Vita e opere di Kader Abdolah, scrittore iraniano diventato olandese dopo essere fuggito dal suo paese. Un ritratto politico sul senso di essere intellettuale.
  • GIGANTI ROSSE di Riccardo Giacconi (Italia, 2023, DCP, 87′) Esordio nel lungo di una promessa mantenuta del nostro cinema di ricerca. Una commedia familiare. E un giallo sulla messa in scena della realtà e della memoria.
  • LUX SANTA di Matteo Russo (Italia, 2023, DCP, 73′) Tre amici nell’entroterra calabrese. La festa patronale è in arrivo. Un documentario di prossimità, sincero e potente.
  • LA MECCANICA DELLE COSE / THE MECHANICS OF THINGS di Alessandra Celesia (Francia / Germania, 2023, DCP, 92′) Un gatto cade dall’ottavo piano. Sopravvive. È solo il principio di una ricerca in prima persona su come riparare non solo i corpi, ma anche i sentimenti.
  • OLTRE LA VALLE di Virginia Bellizzi (Italia, 2023, DCP, 80′)
    Confine fra Italia e Francia, terra di transito: le vite dei migranti si intrecciano a quelle degli operatori di un centro di accoglienza.
  • A STRANGER QUEST di Andrea Gatopoulos (Italia/USA/Canada, 2023, DCP, 104′)
    David Rumsey è un grande collezionista di mappe. Il film è il suo museo: anche virtuale, anche sentimentale, tutto da attraversare.
  • TEMPO DI ATTESA di Claudia Brignone (Italia, 2023, DCP, 75′)
    Intorno a un’ostetrica esperta, una comunità di donne in gravidanza nasce e si confronta nel parco del Bosco di Capodimonte, a Napoli.
  • TERRA NOVA di Lorenzo Pallotta (Italia, 2023, DCP, 53′)
    2023. Una rompighiaccio segue la rotta di una nave che, 35 anni prima, cercava di raggiungere la baia di Terra Nova. Tra presente e passato d’archivio, epica sperimentale.

Spazio Italia

Concorso Cortometraggi Italiani

  • Programma #1
    La scoperta della vita di giovani di fronte alla Storia, ma anche storie di inganni, disillusione e delicata osservazione del reale.

    • AMATEUR COUPLE di Luca Mastrogiovanni, Ciro Zecca (Italia, 2023, DCP, 26′)
    • LE FENNE di Giulia Di Maggio (Italia, 2023, DCP, 15′)
    • FRARÌA di Alberto Diana (Italia, 2023, DCP, 18′)
    • L’ULTIMO ASINO di Angelo Urbano (Italia, 2023, DCP, 20′)
    • TURISTI di Adriano Giotti (Italia, 2023, DCP, 14′)
    • MISS POLLY HAD A DOLLY di Pietro Lafiandra, Flavio Pizzorno, Andrea Rossini (Italia, 2023, DCP, 6′)
  • Programma #2
    La meraviglia e lo stupore che scaturiscono dal mondo, una certa poesia delle immagini, la feroce ironia del presente e l’eternità di parole antiche.

    • ORCHARD di Federico Barni (UK / Italia, 2023, DCP, 19′)
    • EVEN TIDE di Francesco Clerici (Svizzera / Italia, 2023, DCP, 11′)
    • IMPRESSIO IN URBE – SIRACUSA di Giuseppe Spina, Giulia Mazzone (Italia, 2023, DCP, 18′)
    • BRUM BRUM di Donatello Fumarola, Laura Cingolani (Italia, 2023, DCP, 5′)
    • UN RESPIRO PARZIALE MA INTERO / ONE BREATH PARTIAL BUT COMPLETE di Lorenzo Spinelli (Italia, 2023, DCP, 17′)
    • ROSSO di Lorenzo Puntoni (Italia, 2023, DCP, 20′)
    • IL CORPO DEL MONDO di Simone Massi (Italia, 2023, DCP, 4′)
  • Programma #3
    Il quotidiano e l’inaspettato: storie di vita che si consumano in pochi sguardi o in infiniti ritorni. Incontri magici e scoperte improvvise.

    • DUE BATTITI di Marino Guarnieri (Italia, 2023, DCP, 18′)
    • KORE di Fabiana Russo (Italia, 2023, DCP, 19′)
    • NIENTE di Eugenia Costantini (Italia, 2023, DCP, 20′)
    • OSAS E LE DONNE DI BENIN CITY di Gabriele Gravagna (Italia, 2023, DCP, 15′)
    • SONO APPARSO ALLA MADONNA di Fabio Morgan (Italia, 2023, DCP, 19′)
    • YOU LAND di Debora Maité (UK / Italia, 2023, DCP, 15′)

Cortometraggi Italiani | Fuori Concorso

  • COUPON – IL FILM DELLA FELICITÀ di Agostino Ferrente (Italia, 2023, DCP, 18′)
    Uno scherzo musicale che coinvolge un noto personaggio politico, naturalmente unplugged.
  • DOMINA di Devid D’Amico (Italia, 2023, DCP, 8′)
    Manuela Arcuri ritorna sulle scene con grande ironia, mettendo in scena un personaggio che…
  • GATTO NELLA CASA DEI FANTASMI di Elisabetta Sgarbi (Italia, 2023, DCP, 30′)
    Un gatto, molto materiale d’archivio, un grande scrittore. Il nuovo film di Elisabetta Sgarbi è sospeso trapassioni senza tempo.
  • TUULIKKI di Teemu Nikki (Finlandia, 2022, DCP, 14′)
    La complicata relazione tra una figlia e una madre. Dal regista di Il cieco che non voleva vedere Titanic.
  • L’ERMENEUTICA DEGLI STRACCIONI di Marco Bertolotti (Italia, 2023, BVU, 5′)
    Un professionista in età avanzata si propone di discutere di filosofia con alcuni amici, ma questi lo dileggiano ricordandogli alcune sconfitte al gioco degli scacchi.

FUORI CONCORSO

  • UNE ANNÉE DIFFICILE CS di Olivier Nakache, Éric Toledano (Francia, 2023, DCP, 120′)
    Si può diventare ecologisti per convenienza? Dai registi di Quasi amici, con Noémie Merlant e Pio Marmaï, una commedia scatenata sul consumismo compulsivo e la militanza 2.0.
  • CERRAR LOS OJOS / CLOSE YOUR EYES di Víctor Erice (Spagna / Argentina, 2023, DCP, 169′) Un regista si mette alla ricerca di un attore scomparso, convinto sia ancora vivo. Il ritorno di Erice a tre decenni da Il sole della mela cotogna. Un film sulla memoria, l’oblio. Il cinema.
  • CHRISTINE / CHRISTINE – LA MACCHINA INFERNALE di John Carpenter (USA, 1983, DCP, 110′) A quarant’anni dall’uscita (e a 24 da una storica retrospettiva del TFF a Carpenter), torna uno dei film più cupi del regista americano, tratto naturalmente da Stephen King.
  • DANCE FIRST di James Marsh (USA, 2023, DCP, 100′) Di Samuel Beckett tutti conoscono i lavori, ma chi saprebbe raccontare la sua vita? Ci prova James Marsh (Doppio gioco, La teoria del tutto), in questo biopic con Gabriel Byrne.
  • LOS DELINQUENTES di Rodrigo Moreno (Argentina / Brasile / Lussemburgo / Cile, 2023, DCP, 180′) 25 anni dopo Mala época, Moreno torna al TFF con un racconto in tre atti, tra crime story e commedia drammatica. In patria è già un cult.
  • I DELITTI DEL BARLUME di Roan Johnson, Milena Cocozza (Italia, 2023, DCP, 96’)
    Per l’undicesimo compleanno della collection, il TFF programma un nuovo episodio, Il pozzo dei desideri: un morto in un pozzo dà il via all’estate portando con sé un caso per la Fusco, uno sfratto per Massimo, Tizi e Beppe e un guaio per Pasquali-sindaco.
  • DÉSERTS di Faouzi Bensaïdi (Germania/Belgio/Francia/Marocco, 2023, DCP, 124′)
    Due esattori tra i villaggi del deserto marocchino. Un western dell’assurdo, politico e astratto, un po’ Beckett e un po’ Polanski.
  • DO NOT EXPECT TOO MUCH FROM THE END OF THE WORLD di Radu Jude (Romania / Lussemburgo/ Francia / Croazia, 2023, DCP, 163′) Bucarest: un giorno nella vita di Angela, libera professionista, influencer, sfruttata. Commedia, road movie,
    satira sulla gig economy, tra found footage, Tik Tok e un incredibile finale.
  • EARTH MAMA di Savanah Leaf (UK / USA, 2023, DCP, 97′)
    Nella Bay Area di San Francisco, il racconto della gravidanza di una giovane donna afroamericana: un film dalla dolcezza disarmante, venato di sottile crudeltà.
  • ESSENTIAL TRUTHS OF THE LAKE di Lav Diaz (Filippine / Portogallo / Singapore / Taiwan / Svizzera / UK, 2023, DCP, 215′) Filippine oggi, sotto il regime populista di Duterte: chi ha ucciso Esmeralda Stuart? Lav Diaz riprende la figura dell’investigatore Hermes e la sua sete di verità.
  • EX-HUSBANDS di Noah Pritzker (USA, 2023, DCP, 98′) Peter è in crisi esistenziale, alle prese con matrimoni difficili: il suo, ma anche quello dei genitori. Griffin Dunne assoluto protagonista, ancora insieme a Rosanna Arquette 38 anni dopo Fuori orario.
  • FOLLE D’AMORE – ALDA MERINI di Roberto Faenza (Italia, 2023, DCP, 101′)
    A Milano, sui Navigli, c’è un appartamento sempre pieno di intellettuali e artisti. Sono tutti lì per lei, Alda Merini. Faenza e Laura Morante raccontano la poetessa più amata.
  • THE HOLDOVERS di Alexander Payne (USA, 2023, DCP, 132′)
    Anni ’70. Un insegnante di college (Paul Giamatti) passa le vacanze natalizie con un allievo ribelle. Un legame improbabile ma vero. Payne torna a fare ciò che gli riesce meglio: raccontare storie di uomini fragili.
  • L’ÎLE di Damien Manivel (Francia, 2023, DCP, 73′) Su una spiaggia un gruppo di amici festeggia la partenza di una di loro, mentre in uno studio un gruppo di
    ballerini replica (o anticipa) i loro gesti. Danza, performance, set nel set.
  • INDAGINE SU UNA STORIA D’AMORE di Gianluca Maria Tavarelli (Italia, 2023, DCP, 100′)
    Paolo e Lucia si amano da sempre, ma da tempo sono stanchi e disillusi. E se qualcuno chiedesse loro di partecipare a un programma tv dove raccontare la loro crisi?
  • JEUNE CINÉMA di Yves-Marie Mahe (Francia, 2023, DCP, 73′)
    C’era una volta, tra i 60 e i ’70, il festival di Hyères, luogo di entusiasmi, polemiche, dibattiti e incontri con cineasti già grandi (Godard, Chabrol) e altri ancora acerbi (Garrel, Akerman…).
  • KUBI di Takeshi Kitano (Giappone, 2023, DCP, 131′) Kitano mette in scena il suo romanzo storico sull’incidente di Honnō-ji: un poderoso affresco sul Giappone
    feudale, tra guerre e samurai, violenza e desiderio.
  • MARIANNE di Michael Rozek (UK, 2023, DCP, 87′) Una casa, un divano, un monologo tra vita, arte, cinema. E un regista, silenzioso, che filma. In scena solo lei, Isabelle Huppert, limpida e interlocutoria più che mai.
  • MIMI DE DOAURNENEZ di Sébastien Betbeder (Francia, 2023, DCP, 38′)
  • UN PINCEMENT AU COEUR di Guillaume Brac (Francia, 2023, DCP, 38′)
    La provincia e le scelte di vita. Le possibilità dell’adolescenza e i rimpianti dell’età adulta. Da due maestri del cinema intimista (Betbeder e Brac) due film piccoli e perfetti.
  • OMAGGIO A MIMMO JODICE di Mario Martone (Italia, 2023, DCP, 52′)
    Amico di Jodice, Martone racconta il grande fotografo napoletano: un film realizzato per la mostra alle Gallerie d’Italia di Torino, Mimmo Jodice. Senza tempo.
  • PAOLO CONTE ALLA SCALA – IL MAESTRO È NELL’ANIMA di Giorgio Testi (Italia, 2023, DCP, 105′) Nel febbraio 2023, Paolo Conte tiene un concerto alla Scala di Milano: un grande artista e il tempio della musica.
  • LA PRÁCTICA / THE PRACTICE di Martín Rejtman (Argentina / Cile / Portogallo, 2023, DCP, 89′) Lasciato dalla moglie, infortunato, un insegnante di yoga cerca nuovi modi per ricominciare a vivere. Da Rejtman (giurato del TFF), una commedia minimalista sulla le relazioni umane e il benessere.
  • IL PUNTO DI RUGIADA di Marco Risi (Italia, 2023, DCP, 112′) Due giovani sbandati sono condannati ai lavori socialmente utili in una casa di riposo. Marco Risi: il cinema come lezione di vita.
  • EL REALISMO SOCIALISTA di Raúl Ruiz, Valeria Sarmiento (Cile, 2023, DCP, 78′) Il racconto ironico (come solo le tragedie sanno essere) del processo di Unità Popolare di Salvator Allende, prima del colpo di stato del ’73. Un altro Ruiz recuperato grazie al lavoro di Valeria Sarmiento.
  • RICARDO ET LA PEINTURE / RICARDO AND THE PAINTINGS di Barbet Schroeder (Francia/USA, 2023, DCP, 80′) Schroeder filma vita e lavoro dell’amico artista Ricardo Cavallo (insegnante e paesaggista, uomo semplice e rigoroso) e gira una straordinaria lezione di cinema e pittura.
  • ROBOT DREAMS di Pablo Berger (Spagna / Francia, 2023, DCP, 90′) Dall’autore di Blancanieves, un’incursione animata nella Manhattan anni ’80, dove il solitario Dog si costruisce un robot per avere un amico.
  • ROTER HIMMEL / AFIRE di Christian Petzold (Germania, 2023, DCP, 103′) Due amici, una ragazza, un bagnino, una località di vacanze minacciata dal fuoco: Petzold racconta il desiderio (di storie da vivere e amori da raccontare) con una leggerezza inimitabile.
  • SEDICI MILLIMETRI ALLA RIVOLUZIONE di Giovanni Piperno (Italia, 2023, DCP, 67′)
    Cos’ha significato essere comunisti? E cosa può ancora significare? Piperno viaggia nel tempo (con le parole di Luciana Castellina e le immagini prodotte dal PCI) e parla al presente.
  • SOLO di Sophie Dupuis (Canada, 2023, DCP, 101′) Una storia d’amore distruttiva nell’atmosfera elettrizzante dei drag queen cabaret di Montreal. Proiezione in collaborazione con il Lovers Film Festival.
  • TRAVOLTI DA UN’INSOLITA CENSURA – TUTTO CIÒ CHE AL CINEMA NON SI PUÒ PIÙ VEDERE di Luca Beatrice, Luigi Mascheroni (Italia, 2023, 40′) «È giusto che un’opera d’arte sia sottoposta all’etica e alla morale?», si chiedono i due autori ripensando a film che oggi sarebbero forse considerati scomodi: La città delle donne, Il sorpasso, Dramma della gelosia, Amici miei…
  • UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO di Michele Mally (Italia, 2023, DCP, 86′) Una narrazione straordinaria per conoscere tesori, storie, volti, misteri del Museo più importante. Con una guida d’eccezione: Jeremy Irons.
  • VANGELO SECONDO MARIA di Paolo Zucca (Italia, 2023, DCP, 103′) Una lettura inconsueta della figura di Maria (Benedetta Porcaroli), giovane donna che sogna di scoprire il mondo. E che si innamora di Giuseppe (Alessandro Gassman).
  • YANNICK di Quentin Dupieux (Francia, 2023, DCP, 67′) Humour nero e graffiante in una scatenata e irriverente commedia dell’assurdo dove brilla l’astro nascente del cinema francese: Raphaël Quenard.
  • YOU HURT MY FEELINGS di Nicole Holofcener (USA, 2023, DCP, 93′) Lei è scrittrice, lui terapeuta. Tutto si complica quando per errore lei ascolta lui mentre parla male del suo romanzo. Commedia newyorchese tra (s)fiducia, bugie e non detti.

FUORI CONCORSO | Carta bianca a Oliver Stone

  • NUCLEAR NOW di Oliver Stone (USA, 2022, DCP, 105′) E se la risposta al cambiamento climatico fosse il ritorno al nucleare? Provocatorio come sempre Oliver Stone prova a immaginare il futuro.

FUORI CONCORSO | La prima volta

  • AMEN di Andrea Baroni (Italia, 2023, DCP, 89′) Tre sorelle in un casolare di campagna, isolate dal mondo, con un padre inflessibile e una nonna dedita alle
    Sacre Scritture. La tragedia incombe.
  • CASTELROTTO di Damiano Giacomelli (Italia, 2023, DCP, 65′) Un grande Giorgio Colangeli è un Don Chisciotte di provincia, in un revenge movie sulle fake news di paese.
  • GIRASOLI di Catrinel Marlon (Italia, 2023, DCP, 97′) Anni 60. L’amore in gabbia, in un ospedale psichiatrico. Esordio alla regia per la madrina del festival, con Monica Guerritore.
  • HOLY SHOES di Luigi Di Capua (Italia, 2023, DCP, 100′) È “scarpe diem” per diversi personaggi: un’occasione per raccontare nevrosi, manie e frustrazioni e per sorridere un po’ di noi stessi.
  • MAMA MERCY di Alessandra Cutolo (Italia, 2023, DCP, 72′) Una donna africana a Roma, non una città, una federazione di tante diversità. La vita nascosta, raccontata minuziosamente, tra doc e fiction.
  • ROMA BLUES di Gianluca Manzetti ( Italia, 2023, DCP, 86′) Cinefilia portami via: un coming of age adolescenziale sulle strade di Roma e dell’amatissimo noir americano.

FUORI CONCORSO | Ritratti e paesaggi

  • I 400 GIORNI – FUNAMBOLI E MAESTRI di Emanuele Napolitano e Emanuele Sana (Italia, 2023, DCP, 70′) Storia di un casting che ha girato l’Europa: un’iniziativa per scoprire giovani talenti gestita con passione e intelligenza.
  • A GUARDIA DI UNA FEDE di Andrea Zambelli (Italia, 2023, DCP, 100′) Storia e filosofia di un ultrà: un ritratto del Bocia, storica guida della curva atalantina, ora in esilio.
  • ADESSO VINCO IO di Simone Herbert Paragnani, Paolo Geremei (Italia, 2023, DCP, 90′)
    Marcello Lippi, campione del mondo, vincitore di scudetti e di Champions League, innovatore del calcio. Un racconto appassionato di un allenatore vincente e un uomo coraggioso.
  • BERCHIDDA LIVE di Michele Mellara, Alessandro Rossi, Gianfranco Cabiddu (Italia, 2023, DCP, 94′) Paolo Fresu è di Berchidda, dove organizza “Time in jazz”, rassegna imperdibile per molti musicisti e documentata nel corso degli anni.
  • LA DONNA CHE RIAPRIVA I TEATRI di Francesco Ranieri Martinotti (Italia, 2023, DCP, 52′) In Toscana, una signora decide di dedicare la sua vita per salvare un teatro destinato a chiudere. Con Drusilla Foer.
  • ERA SCRITTO SUL MARE di Giuliana Gamba (Italia, 2023, DCP, 60′)
    Marettimo. L’epica storia dei suoi abitanti che, al principio del secolo scorso, navigano fino all’Alaska per lapesca del salmone.
  • GIANNI VERSACE, L’IMPERATORE DEI SOGNI di Mimmo Calopresti (Italia, 2023, DCP, 70′) Gianni Versace fin da bambino passa il suo tempo a disegnare abiti, e a pensare in grande: la sua vita sarà favolosa, il suo nome risuonerà a livello mondiale.
  • IO SONO UN PO’ MATTO E TU? di Dario D’Ambrosi (Italia, 2023, DCP, 79′)
    Il teatro Patologico di Dario D’Ambrosi coinvolge un gruppo di grandi attori italiani per riflettere sulla malattia mentale.
  • LUCI DELL’AVANSPETTACOLO di Francesco Frangipane (Italia, 2023, DCP, 70′)
    Un racconto (con Lillo, David Riondino, Marco Risi, Margherita Fumero…) sul genere più popolare del dopoguerra. Un progetto di Antonio Ferraro.
  • REGINE DI QUADRI / QUEENS OF PAINTINGS di Anna Testa (Italia, 2023, DCP, 53′)
    Anna Testa, autrice di molti documentari al femminile, racconta due artiste che hanno qualcosa che le rende vicine.

Da Il gladiatore 2 a Beetlejuice 2: tutti i film pronti a ripartire dopo la fine degli scioperi

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Con la fine dello sciopero degli attori – durato 118 giorni – alle 12:01 (ora americana) di giovedì mattina, le produzioni di lungometraggi Hollywoodiani potranno ufficialmente riprendere. Secondo quanto riportato da Deadline, i film che riprenderanno questa settimana, o in un futuro molto prossimo, la propria fase di riprese sono Il gladiatore 2 della Paramount diretto da Ridley Scott (di cui sono già stati montati 90 minuti), Beetlejuice 2 della Warner Bros. diretto da Tim Burton (a cui mancano solo due giorni di riprese) e Juror No. 2 di Clint Eastwood (a cui mancherebbero circa una dozzina di giorni di riprese).

Priorità nella ripresa della produzione ce l’avrebbe anche l’adattamento della Sony del romanzo bestseller di Colleen Hoover, It Ends With Us. Si è poi ipotizzato che Captain America: Brave New Worldattualmente in uscita il 26 luglio, potrebbe tornare alla sua uscita iniziale, ovvero a maggio. La Warner, invece, è fiduciosa che Beetlejuice 2 possa ancora essere pronto in tempo per uscire il 6 settembre. Tra gli altri film le cui riprese riprenderanno a breve vi è il lungometraggio ancora senza titolo sulla Formula 1 di Apple Original Film con Brad Pitt protagonista. Tra le riprese previste per l’inizio del 2024 ci sono Tron 3 della Disney (ancora senza data) e Minecraft della Warner Bros con Jason Momoa (data di uscita 4 aprile 2025).

Anche Good Fortune, il film di Aziz Ansari con Keanu Reeves e Seth Rogen della Lionsgate (bloccato dallo sciopero della WGA a maggio), e Mortal Kombat 2 della New Line (ancora senza data) riprenderanno la propria produzione a breve. Inoltre, riprenderà la fase di registrazione del doppiaggio del film Sony Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, il quale al momento è stato tolto dal calendario delle uscite 2024, ma non è escluso che possa rientrarvi. C’è dunque una diffusa euforia per il termine di questo storico sciopero e Hollywood sembra pronta a ripartire subito per cercare di garantire una stagione cinematografica 2024 ricca di nuovi film.

Deadpool 3: le riprese del film ricominceranno molto presto

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Deadpool 3: le riprese del film ricominceranno molto presto

Secondo quanto riferito, a seguito della conclusione dello sciopero degli attori, il film Marvel Deadpool 3 riprenderà la sua produzione molto presto. Come noto, il terzo lungometraggio dedicato al celebre mutante mercenario vedrà Ryan Reynolds riprendere il ruolo di Deadpool per unirsi al MCU, dopo l’acquisizione della 20th Century Fox da parte della Disney. Le riprese di Deadpool 3 erano iniziate nei primi mesi dell’anno, ma la produzione è poi stata interrotta quando sono entrati in vigore gli scioperi della Writers Guild of America e della SAG-AFTRA.

Quest’ultimo sarà sospeso a partire dal 9 novembre, avendo il sindacato trovato un accordo con l’AMPTP (alleanza dei produttori cinematografici e televisivi) e la notizia sta già permettendo la diffusione di aggiornamenti riguardo i tanti progetti ad oggi rimasti in sospeso, tra cui appunto Deadpool 3. Di questo era stato girato circa il 50% di quanto previsto e con le riprese che potrebbero riprendere già questa settimana o “in un futuro molto prossimo“, – come riportato dal rapporto di Deadline – è probabile che il film riesca ad assicurarsi una data di uscita nel 2024, idealmente in autunno. Ad ora Deadpool 3 è stato rimosso dal calendario, ma la sua ultima data di uscita era fissata all’8 novembre 2024.

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck. L’attrice Jennifer Garner sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura.

DCU: arrivano aggiornamenti sulle riprese di Superman: Legacy e The Brave and the Bold

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Lo sciopero degli attori della SAG-AFTRA è ufficialmente terminato, aprendo le porte a nuovi annuncia riguardo progetti fino ad ora rimasti bloccati. Una delle saghe più attese attualmente in lavorazione è senz’altro il DCU di James Gunn e Peter Safran, su cui arrivano ora nuovi aggiornamenti inerenti due dei film più attesi, ovvero Superman: Legacy e The Brave and the Bold, il lungometraggio dedicato a Batman e Robin. Secondo un nuovo rapporto, infatti, Superman: Legacy è stato in pre-produzione per tutta la durata dello sciopero (cosa che Gunn, che sta scrivendo e dirigendo il film, ha confermato sui social media) e si punta ad iniziare la sua produzione nel marzo del 2024.

The Brave and the Bold, invece, sarebbe ancora nelle fasi iniziali del suo sviluppo, con il regista Andy Muschietti che starebbe dando priorità alla serie TV prequel di It, Welcome to Derry prima di dedicarsi al progetto del DCU. Muschietti è inoltre l’unico nome ad ora legato al progetto, per cui non vi sono ancora comunicazioni riguardanti il cast. Ora che lo sciopero degli attori si è concluso, però, è possibile che inizieranno ad arrivare anche notizie a riguardo. Sarà possibile scoprire così chi avrà l’onore di indossare il costume di Batman per il DC Universe. Idealmente, la produzione di questo film potrebbe iniziare nel 2025.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, il primo film del DCU, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

The Brave and the Bold, quello che sappiamo sul film

Insieme all’introduzione della versione DCU di Batman – che esisterà separatamente dalla versione interpretata da Robert Pattinson nei film di The Batman – il film introdurrà “la Bat-family“, ha detto James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta dallo sfortunato film del 1997 Batman e Robin. Questa versione di Robin sarà impersonificata da Damian Wayne, che Gunn ha descritto come “il nostro Robin preferito, “un piccolo figlio di puttana” e “un assassino”.  Damian, per chi non lo sapesse, è il figlio biologico di Bruce Wayne, di cui non quest’ultimo non conosceva l’esistenza.

Tyler Rake 3: il sequel con Chris Hemsworth è in fase di sviluppo

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Scott Stuber, presidente di Netflix Films, ha dichiarato che la sceneggiatura di Tyler Rake 3 sta gradualmente prendendo forma. Parlando con Collider, Stuber ha infatti fornito un aggiornamento sul prossimo film del franchise con protagonista Chris Hemsworth. Oltre a dire che la sceneggiatura è ancora in fase di sviluppo, però, Stuber ha anche lasciato intendere che il terzo film della serie potrebbe riportare in scena il personaggio di Idris Elba, visto brevemente in Tyler Rake 2 ma introdotto come potenzialmente molto significativo per una prossima storia.

Sai, devi trovare la cosa giusta. Penso che il secondo film sia stato così bello perché era emotivo e complesso. Mi ricorda un po’ quando ho lavorato ai film di Jason Bourne. Tony Gilroy ha fatto un ottimo lavoro con il secondo film, rendendolo emotivo. Quindi, in questo film c’era lo stesso tipo di sfondo intorno alla motivazione che guida il personaggio di Chris Hemsworth. L’ingresso di Idris Elba nel franchise è stato un modo interessante per far evolvere tutto ciò. Stiamo aspettando la sceneggiatura e stiamo lavorando sodo, ma l’aspirazione sarebbe quella di ottenere di nuovo quella perfetta combinazione di elementi“.

Diretto da Sam Hargrave e scritto da Joe Russo, il primo Tyler Rake ha debuttato su Netflix nell’aprile 2020. Basato sulla graphic novel Ciudad di Andre Parks, il film ha introdotto Hemsworth nel ruolo di Tyler Rake, mentre hanno recitato anche Rudhraksh Jaiswal, Randeep Hooda e David Harbour. Grazie al successo di quel film, nel 2023 è arrivato il suo sequel e ora un terzo film è stato ufficialmente annunciato. Al momento non sono disponibili ulteriori dettagli sulla trama, anche per via dei vari scioperi verificatisi ad Hollywood e che hanno rallentato lo sviluppo del progetto. Ora che questi si sono risolti, è possibile che maggiori informazioni sul film non tarderanno ad arrivare.

Oppenheimer: Christopher Nolan difende la sua scelta di non mostrare il Giappone

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A distanza di mesi, continuano i dibattiti intorno ad un preciso aspetto del film Oppenheimer  di Christopher Nolan. Ad esprimersi stavolta è lo stesso regista, che rivendica la sua decisione di non mostrare la distruzione di Hiroshima e Nagasaki all’interno della pellicola. Come noto, alcuni spettatori hanno criticato il film per non aver mostrato le vittime che furono uccise quando gli Stati Uniti sganciarono le bombe atomiche sulle due città giapponesi e tra questi vi è anche il regista Spike Lee, che pur ritenendo il film “grandioso“, ha aggiunto che avrebbe voluto vedere “ciò che è accaduto al popolo giapponese”.

Parlando con Variety, Nolan è dunque tornato sull’argomento, difendendo la propria controversa scelta. “Il film presenta l’esperienza di Oppenheimer in modo soggettivo“, ha detto il regista. “È sempre stata mia intenzione attenermi rigidamente a questo. Oppenheimer ha saputo del bombardamento nello stesso momento in cui lo ha saputo il resto del mondo. Volevo mostrare una persona che inizia a farsi un’idea più chiara delle conseguenze involontarie delle sue azioni. Si trattava tanto di ciò che non mostravo quanto di ciò che mostravo“. Essendo il film narrato dal soggettivo punto di vista di Oppenheimer, la scelta del regista appare dunque più che comprensibile.

Tutto quello che c’è da sapere sul film Oppenheimer

Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica.

La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore dell’Oscar Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar Kenneth Branagh. Il cast comprende anche Dane DeHaan (Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno).

Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan. Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero. Uscito al cinema il 20 luglio, ha incassato ad oggi quasi un miliardo di dollari in tutto il mondo, affermandosi come uno dei maggiori successi di Nolan.

Kevin Feige fornisce aggiornamenti sul futuro di Harry Styles nell’MCU

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Come noto a chi ha visto il film Eternals, Harry Styles è apparso alla fine del film Marvel nel ruolo di Starfox/Eros. Sebbene da quel momento egli non sia ancora tornato in scena, Kevin Feige ha detto di non escludere un suo ritorno. Parlando con Entertainment Tonight, infatti, a Feige è stato chiesto del futuro di alcuni personaggi del Marvel Cinematic Universe, tra cui quello di Styles. Il capo dei Marvel Studios ha dunque dichiarato che entrambe le parti sono “entusiaste” riguardo un possibile ritorno, ma non ha aggiunto altro.

Lui è entusiasta, noi siamo entusiasti, vedremo“, ha risposto Kevin Feige. “Abbiamo introdotto molti nuovi personaggi in molti film ma quando li rivedremo? È una bella domanda“. Per quanto riguarda il personaggio di Styles, questi è apparso per la prima volta in The Invincible Iron Man #55 del 1973 come fratello di Thanos. Pur essendo un Eterno nato su Titano, Starfox è stato anche un membro degli Avengers. Per quanto ad oggi non vi sono novità riguardo un sequel di Eternals, è probabile che un buon momento per il personaggio di Styles per riapparire possa essere nei prossimi due film degli Avengers, The Kang Dynasty e Secret Wars.

Già nel gennaio di quest’anno il produttore di Eternals, Nate Moore, ha confermato che vedremo di nuovo Starfox nell’MCU, ma anche in quell’occasione non è stato specificato quando. “Non abbiamo scelto Harry per un semplice cameo, ci sono più storie da raccontare con Eros”, ha rivelato Moore. È un personaggio complicato, ma davvero divertente. E penso che, avendo incontrato Harry Styles, sia affascinante proprio come vorresti che fosse. E penso che non ci sia limite a quanto sarà bravo quel personaggio una volta che lo riporteremo indietro.”

Shrek 5: rivelata la data di uscita?

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Shrek 5: rivelata la data di uscita?

Anche se non si sa molto del prossimo Shrek 5, secondo quanto apprendiamo oggi una potenziale data di uscita del film potrebbe essere stata rivelata!

Sulla piattaforma di social media LinkedIn, uno stagista della NBC Universal ha elencato una manciata di ruoli diversi che ha ricoperto mentre lavorava per l’azienda. Uno di questi stava generando “idee di prodotti di consumo” per una varietà di progetti, inclusi i film Wicked, Cattivissimo Me 4 e Shrek 5. In quelle descrizioni, Shrek 5 è indicato come in uscita nel 2025. Dalla scoperta della notizia, il post di LinkedIn è stato cancellato, ma come spesso capita in questi casi gli screenshot del post sono comparsi online.

Cosa sappiamo di Shrek 5?

Al momento non si sa molto di Shrek 5, anche se il cast completo dei film originali di Shrek dovrebbe tornare, con le trattative con le star iniziate ad aprile. “Prevediamo che il cast ritorni. I colloqui stanno iniziando adesso, e ogni indicazione che abbiamo ottenuto è che c’è un enorme entusiasmo da parte degli attori a tornare” ha detto il fondatore e CEO della Illumination Chris Meledandri.

Dopo l’uscita di Shrek e vissero felici e contenti nel 2010, il franchise di Shrek si è rivolto maggiormente agli altri personaggi presenti nel franchise di Shrek per film e progetti futuri. Nello specifico, Il gatto con gli stivali ha ricevuto due film (Il gatto con gli stivali del 2011 e Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio del 2022), oltre a una breve serie televisiva, Le avventure del gatto con gli stivali.

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