Christian Bale, Margot Robbie
and John David Washington in “Amsterdam” Disney
In occasione del CinemaCon è stato
annunciato che il titolo del nuovo film all-star di David
O. Russell sarà Amsterdam. Il film dei
20th Century Studios parla di tre amici, anche se il cast annovera
molti nomi di spicco, tra cui Christian Bale,
Margot Robbie,
John David Washington, Rami Malek, Zoe Saldana, Mike Myers,
Timothy Olyphant, Michael Shannon, Chris Rock, Anya Taylor-Joy,
Andrea Riseborough, Matthias Schoenaerts, Alessandro Nivola, Taylor
Swift e Robert De Niro.
Il film è ambientato all’inizio del
20° secolo, che a giudicare del trailer mostrato nel corso del
panel vanta l’atmosfera rock-and-roll assurda e i picchi della
commedia poliziesca di Russell, American Hustle.
Nel trailer, De Niro interroga
scettico il trio sul loro passato. Sono un medico, un’infermiera e
un avvocato, tutti veterani che si sono incontrati in Belgio. Un
intertitolo recita: “Molto di questo è realmente
accaduto”. Si sentono “Join Together With the Band” dei The
Who e la voce fuori campo di Bale, che ci dice: “Abbiamo
stretto un patto e abbiamo giurato di proteggerci a vicenda,
qualunque cosa accada. Ma a volte la vita è perfetta finché non lo
è.”
Il trailer culmina con Rock, Bale e
Swift in piedi attorno a una bara. “Hai un uomo bianco morto
nella scatola”, dice Rock a Bale. “Chi pensi che finirà
nei guai per questo? Il ragazzo nero”. L’uscita del film
prodotto da New Regency è attualmente prevista per il 4
novembre.
In occasione del CinemaCon è stato
mostrato il primo trailer e annunciato il titolo ufficiale di
Avatar
2; il ritorno a Pandora si intitolerà Avatar: The Way
of Water.
Avatar: The Way of
Water si svolge dentro e intorno all’oceano. Sully
(Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice
Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il
sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso
rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su
pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena,
eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la
natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro
l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo
completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film
3 volte vincitore di Oscar.
Avatar: The Way of Waterdebutterà il 16
dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20
dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Disney+ ha diffuso il nuovo trailer e
la key art del film originale
Cip e Ciop Agenti Speciali. Un ritorno atteso da 30
anni, la commedia d’azione che fonde animazione CGI e live-action
ritrova le ex star televisive di Disney Afternoon nella Los Angeles
dei giorni nostri. Il film debutterà il 20 maggio 2022 in esclusiva
su Disney+.
Francesca Chillemi
si aggiunge al cast delle voci italiane nel ruolo di Scheggia,
insieme ai già annunciati Raoul Bova e
Giampaolo Morelli, che doppieranno rispettivamente
i protagonisti Cip e Ciop, e a Jonis Bascir che
darà la sua voce al personaggio di Monterey Jack.
Il film è diretto da Akiva Schaffer
(Saturday Night Live), scritto da Dan Gregor e Doug Mand
(Crazy Ex-Girlfriend) ed è prodotto da Todd Lieberman
(Wonder) e David Hoberman (La Bella e la Bestia),
mentre Alexander Young (Extinction) e Tom Peitzman sono
gli executive producer.
In Cip e Ciop Agenti
Speciali, Cip e Ciop vivono tra i cartoni animati e gli umani
nella Los Angeles dei giorni nostri, ma le loro vite ora sono molto
diverse. Sono passati decenni da quando la loro serie televisiva di
successo è stata cancellata, e Cip (doppiato nella versione
italiana da Raoul Bova) ha ceduto a una vita di ordinaria
quotidianità di periferia come assicuratore. Ciop (doppiato nella
versione italiana da Giampaolo Morelli), nel frattempo, ha subito
un intervento di chirurgia CGI e lavora nel circuito delle
convention nostalgiche, alla disperata ricerca di rivivere i suoi
giorni di gloria. Quando un ex membro del cast scompare
misteriosamente, Cip e Ciop devono ricucire la loro amicizia
spezzata e vestire nuovamente i panni di Agenti Speciali per
salvare la vita del loro amico.
La “Chip ‘n Dale: Rescue Rangers
Original Soundtrack”, con le musiche del compositore Brian Tyler,
sarà rilasciata il 20 maggio da Walt Disney Records.
Saga di fantascienza per eccellezza,
Star
Wars è dal 1977 ad oggi divenuto un vero e
proprio culto, con innumerevoli fan in tutto il mondo e altrettanti
prodotti di vario genere derivati dalla trilogia originale, ideata
da George Lucas. Dopo che tra il 1999 e il 2005
uscì al cinema la cosiddetta “trilogia prequel”, si pensò che nulla
più fosse rimasto da raccontare di quell’universo. L’acquisizione
della Lucasfilms da parte della Disney ha però
cambiato questa convizione, dando vita ad ulteriori opere, a
partire da Star Wars VII – Il risveglio della
forza (qui la recensione), il settimo
lungometraggio della saga uscito in sala nel 2015 per la regia di
J. J.
Abrams.
Riprendendo il racconto da dove si
era interrotto con Star Wars VI – Il ritorno dello
Jedi, questo settimo lungometraggio ha calcato territori
sicuri, sfoggiando più di una somiglianza con Star Wars IV – Una nuova
speranza. Allo stesso tempo ha però introdotto una serie
di novità, come una nuova generazione di attori e personaggi e
nuove dinamiche, sempre legate all’eredità degli Skywalker. Amato e
odiato, con poche vie di mezzo, questo nuovo film si è affermato
naturalmente come un successo straordinario, incassando oltre 2
miliardi a fronte di un budget di 245 milioni e stabilendo numerosi
record.
Seguito poi da Star Wars VIII – Gli ultimi
Jedi e Star Wars IX – L’ascesa di
Skywalker, che hanno concluso questa trilogia, il film è
oggi generalmente apprezzato, in particolare per il suo essersi
tenuto fedele a determinate caratteristiche degli originali. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama,
ai personaggi e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Star Wars VII – Il risveglio della forza: la trama del
film
La storia è ambientata circa
trent’anni dopo la battaglia di Endor, quando dopo aver sconfitto
l’Impero, il cavaliere Jedi Luke Skywalker
scompare misteriosamente. In sua assenza, le forze del male si sono
riorganizzate, ripresentandosi come il Primo Ordine, al cui comando
vi è il misterioso Leader Supremo Snoke. Nel
tentativo di contrastare questa nuova minaccia, la Resistenza
capeggiata da Leia Organa cerca di entrare in
possesso di una mappa che condurrebbe al nascondiglio dello Jedi.
Il pilota Poe Dameron è inviato su Jakku per
recuperare tali informazioni, ma lì si scontra
con Kylo Ren, apprendista Sith di Snoke, il
quale fa catturare il ribelle.
Prima di essere catturato, Dameron
nasconde la mappa nel droide BB-8 che viene ritrovato dalla giovane
Rey nella zona desertica dove la ragazza vive, in
attesa del ritorno dei suoi genitori. La ragazza, vissuta da sempre
ai margini della galassia, non sa di essere entrata in possesso di
qualcosa di estremo valore, ricercato tanto dai buoni quanto dai
cattivi. Per lei ha così inizio un’avventura incredibile, che la
porterà su mondi lontani e a confrontarsi con leggende della
Resistenza come Han Solo e
Chewbecca. Con l’aiuto di Leia, Rey scoprirà
inoltre di padroneggiare i poteri Jedi, dimostrandosi dunque un
elemento prezioso, il cui passato è tutto da scoprire.
Star Wars VII – Il
risveglio della forza: i personaggi e il cast del film
Come anticipato, questo settimo
capitolo presenta tanto personaggi già noti ai fan quanto altri qui
introdotti per la prima volta. Tra i primi, si annoverano
Mark Hamill nei panni di Luke Skywalker, il grande
protagonista della trilogia originale, ma anche Harrison Ford
nel ruolo del cacciatore di taglie Han Solo e Carrie
Fischer nei panni della principessa Leia Organa. I tre
attori hanno accettato molto volontieri di tornare a recitare nella
saga, curiosi di sapere cosa era accaduto ai personaggi che li
hanno resi celebri. Altri due attori della trilogia originale che
tornano nel film, sono Anthony Daniels e
Peter Mayhew, i quali però recitano nascosti
rispettivamente dai costumi del droide C-3PO e del wookie
Chewbecca.
Tra i nuovi volti entrati nella saga
vi è invece Daisy Ridley,
protagonista femminile con il ruolo di Rey. Accanto a lei, a
formare il trio di personaggi principali, vi sono John Boyega nei
panni dell’assaltatore che tradisce il Primo Ordine, e
Oscar Isaac nei panni
del pilota di X-Wing Poe Dameron. Particolarmente apprezzata è
stata poi la presenza di Adam Driver per la
parte del complesso Kylo Ren. La sua è stata un’interpretazione
molto lodata e il suo personaggio è stato indicato come il migliore
di questa nuova trilogia. Si ritrovano poi nel cast principale
anche gli attori Domhnall
Gleeson nei panni del Generale Hux e Lupita Nyong’o
in quelli della saggia Maz Katana. Andy Serkis,
invece, interpreta Snoke tramite motion capture.
Star Wars VII – Il risveglio
della forza: il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di
Star Wars VII – Il risveglio della forza
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
iTunes, Disney+, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 27 aprile alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.
Il 28
aprile le porte di Casa Crawley vengono riaperte e la
recensione diDownton Abbey II – Una Nuova
Eraproverà a preparare lo
spettatore a questo viaggio leggermente insolito per la serie, ma
affascinante e divertente per i fan affezionati.
Se è vero che facciamo
tutti parte di un’unica grande storia che non si conclude mai, ma
che cambia soltanto i suoi attori, allora Julian
Fellowes è il protagonista principale di una narrazione
senza fine che gira intorno ad una grande casa, ricca e nobile, con
segreti e nascondigli, ma solida e ben costruita, bisognosa di
manutenzione ma inamovibile e che impara a trasformarsi con il
tempo. Downton Abbey II – Una Nuova Era è proprio
questo, il
racconto di cosa si muove intorno ad una grande casa che non è
solo un edificio, è anche l’istituzione della nobiltà, che ormai ha
ceduto il passo al tempo, è l’apertura mentale, è l’arrendessi alla
fine di alcune trame, il coraggio di dare il benvenuto a novità,
l’abbracciare il cambiamento sempre, come unico modo per non
soccombere e fare fronte alla vita, così come viene.
Downton Abbey II – Una
Nuova Era, la trama
In Downton Abbey
II – Una Nuova Era il nostro amato gruppo di Crawley si
divide. La notizia che Lady Violet ha ereditato una villa sulla
costa mediterranea della Francia porta scompiglio nella grande
casa, e Lord Grantham decide di partire per l’esotica località per
verificare di persona le faccende burocratiche e logistiche di
questo lascito. Con lui vanno Lady Cora, ovviamente, e Lady Edith
con marito al seguito. A loro si aggiungono anche Tom Branson e la
sua nuova moglie, Lucy Smith, che abbiamo conosciuto nel film del
2019. Con loro Carson, Bates e Baxter, a ottemperare i doveri di
aiutanti, valletti e cameriere personali. Resta invece a Downton
Lady Mary che è alle prese con una grande novità. Una troupe
cinematografica ha scelto la casa come location dal vero per girare
le scene di un film, e così l’erede di Lady Violet fa gli onori di
casa, gestendo, tra la curiosità eccitata dei domestici, regista,
attori e tutti i tecnici accorsi nella tenuta dei
Grantham.
Julian
Fellowes, il narratore supremo che tutto vede e tutto
conosce, ha cercato di dare una scossa alla serie facendo cambiare
location e spirito parte della collaudata ciurma di personaggi che
affollano le stanze di Downton dall’inizio di questa saga
familiare, cominciata il 14 aprile del 1912. Questo spostamento ha
creato un divertente movimento per i protagonisti ma dato loro
anche qualcosa che, nonostante tutto, non avevamo mai conosciuto,
ovvero la dimensione del cliché. Lord e Lady Grantham sono
evidentemente fuori posto in costiera, mentre invece i giovani si
dilettano in sport estivi e bagni di mare e sole come farebbero i
protagonisti di una cartolina.
L’infallibile Lady Mary torna a colpire
Intanto nella grande
casa, ancora una volta Mary si rivela all’altezza di una situazione
completamente nuova e inaspettata, traghettando al sicuro dalla
tempesta una nave che non si aspettava di dover pilotare. E per
quanto si ami totalmente la bella primogenita di casa Crawley,
forse è anche arrivato il momento di vederla vacillare piuttosto
che essere infallibile a ogni passo.
La genuina spinta a
trovare qualcosa di nuovo da raccontare che aveva animato il primo
film, uscito a tre anni dalla chiusura della serie, qui latita e
sebbene in molti angoli si ritrovi lo spirito raffinato di Fellowes
e la sua inventiva nel trovare sempre nuovi spunti e cavilli per
far progredire le storie di così tanti personaggi, Downton
Abbey II – Una Nuova Era ha perso un po’ dello smalto che
possedeva. I momenti di fan service sono tanti, e tutti molto
garbati, ma troppe sono invece le situazioni grezzamente ritagliate
nel tessuto della storia, con svolte previste e impreviste che non
ricordano nell’uno da lontano il raffinato intreccio e l’altalena
emotiva che questi personaggi ci avevano abituati ad affrontare a
ogni episodio.
Dopotutto la
struttura di Downton Abbey II – Una Nuova Era,
così come era stato per il primo film, è quella di uno
Speciale di Natale, occasione sempre preziosissima
per Fellowes e i suoi sodali, di portare avanti e in qualche
occasione concludere brillantemente gli archi narrativi di un
personaggio o dell’altro.
Si rinuncia all’eccellenza in favore esclusivo dei fan
Ogni grande storia giunge
al suo compimento e anzi, i fan di Downton Abbey possono dirsi più
che soddisfatti per aver giovato così a lungo e con tale ricchezza
di tutti i personaggi che hanno imparato ad amare. Ma se nel 2019
il lavoro del creatore della serie era stato indirizzato ad un
racconto che fosse autosufficiente, in questa seconda avventura
cinematografica dei Crawley tutto si appoggia su un pregresso che
non consente allo spettatore di godere a pieno della forma “film”,
ma che richiede una preparazione previa. Il valore di
Downton Abbey II – Una Nuova Era in quanto
film viene quindi a decadere, in favore di un’operazione
dedicata esclusivamente ai fan, che non è sbagliata in senso
assoluto, ma che mina un po’ le basi di eccellenza su cui questa
grande cattedrale della serialità televisiva si era sempre
poggiata.
Netflix ha acquisito
BARDO, False Chronicle of a Handful of Truths, il
nuovo film del visionario premio Oscar Alejandro G. Iñárritu. Il regista è
attualmente in fase di post-produzione, che dovrebbe concludersi
entro l’autunno.
Girato in 65 mm e dotato
di una straordinaria fotografia del candidato all’Oscar Darius
Khondji (Amour, Se7en), BARDO godrà di un’uscita nelle sale su
scala globale entro la fine dell’anno, anche in Messico, il suo
paese di origine, così come negli Stati Uniti, in Canada, Regno
Unito, Italia, Spagna, Germania, Argentina, Brasile, Australia,
Nuova Zelanda, Scandinavia, Paesi Bassi, Giappone e Corea tra gli
altri, prima del suo debutto su Netflix.
Scritto da Iñárritu e
Nicolás Giacobone (che in precedenza avevano
collaborato alla sceneggiatura vincitrice dell’Oscar
Birdmano L’inaspettata virtù
dell’ignoranza e a quella di Biutiful),
BARDO, False Chronicle of a Handful of Truths è una commedia
nostalgica ambientata durante un epico viaggio personale. Racconta
la storia di un famoso giornalista e documentarista messicano, che
torna a casa e lavora attraverso una crisi esistenziale mentre è
alle prese con la sua identità, le relazioni familiari, la follia
dei suoi ricordi e il passato del suo paese. Cerca risposte nel suo
passato per riconciliare chi è nel presente.
“Alejandro è uno dei più
grandi registi moderni e uno dei principali visionari del nostro
settore”, ha affermato Scott Stuber, Head of Global Film di
Netflix. “BARDO è un’esperienza cinematografica che ci ha ispirati
a creare una strategia di distribuzione progettata affinché il film
penetri nella cultura nel modo più vasto e ampio possibile. Daremo
agli amanti del cinema di tutto il mondo l’opportunità di vivere il
film attraverso un’uscita globale nelle sale cinematografiche e su
Netflix. Conoscendo Alejandro da molto tempo, sono personalmente
molto entusiasta di poter finalmente lavorare al suo fianco e
portare il suo film a un pubblico globale”.
BARDO è interpretato da
Daniel Giménez Cacho e Griselda Siciliani. Oltre a Khondji, il
regista collaborerà con professionisti affermati quali il designer
messicano premio Oscar Eugenio Caballero (ROMA, Il labirinto di
Pan) e la costumista Anna Terrazas (The Deuce, ROMA). Il film,
profondamente personale, è stato girato nella città natale di
Iñárritu, Città del Messico.
Iñárritu ha vinto l’Oscar
per il miglior film, regia e sceneggiatura nel 2014 per
Birdman o l’inaspettata virtù dell’ignoranza e un
secondo Oscar per la regia un anno dopo per The Revenant, con il vincitore dell’Oscar
Leonardo DiCaprio. I suoi altri titoli includono i
pluripremiati Biutiful (2010),
Babel (2006), 21 Grams (2003) e
Amores Perros (2001). Nel 2018, Iñárritu ha vinto
uno Special Achievement Academy Award per la sua installazione di
realtà virtuale Carne y Arena.
Bardo – la prima immagine ufficiale
BARDO, False Chronicle of a Handful of Truths – courtesy of
Netflix
Sembra che le trame relative alla
Strega
Scarlatta si evolveranno nell’MCU.
Stando al trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, nel film
insieme a Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) vedremo anche i figli Billy e
Tommy. Infatti, il viaggio attraverso il Multiverso
sarà anche l’occasione per introdurre nell’Universo
Cinematografico Marvel alcuni dei migliori
personaggi di Scarlet Witch provenienti
dallaMarvel Comics, come ad
esempio Magneto.
I fumetti di Wanda Maximoff includono anche importanti
Vendicatori che non sono ancora arrivati sullo schermo.
Chi manca all’appello? Vediamo tutti i personaggi che, grazie alla
crescente importanza di Wanda nel
MCU, potrebbero arrivare in un prossimo
futuro.
1Magneto
Tra
tutti, il personaggio legato ai fumetti di Scarlet
Witch di cui si sente maggiormente la mancanza
nell’MCU è forse Magneto. Wanda
compare per la prima volta proprio in un libro degli X-Men legato
al personaggio: The Brotherhood of Evil
Mutants.
Nella Marvel Comics,
Magneto è il padre di Scarlet. La connessione
familiare tra i due personaggi potrebbe diventare un aspetto
interessante da mostrare nell’MCU, considerando
anche il ruolo del Professor X nel prossimo Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Dopo il regista inglese
Andrea Arnold, Valeria Golino sarà Presidente della giuria di
Un Certain Regard al 75° Festival di Cannes. Insieme a 4
membri provenienti da Polonia (attrice Joanna
Kulig), Venezuela (attore Édgar Ramírez),
Stati Uniti (regista Debra Granik) e Francia
(cantautore e attore Benjamin Biolay), selezionerà
i vincitori di questa sezione che celebra film giovani, d’autore e
di rivelazione.
Un Certain Regard presenterà
quest’anno 20 film, di cui 8 opere prime e 9 di registe donne,
così come Maryland di Alice
Winocour, Montparnasse Bienvenue di
Léonor Serraille che ha vinto la Caméra d’or e il
cui nuovo film è in concorso, A Brother’s love di
Monia Chokri e Good Mother di
Hafsia Herzi nel 2021. Il vincitore dello scorso
anno di Un Certain Regard è stato Unclenching the
fists della regista russa Kira
Kovalenko.
Un Certain Regard – la Giuria
Valeria
Golino – President
Director, actress, producer
Italy
Debra
Granik
Director
United States
Joanna
Kulig
Actress
Poland
Benjamin
Biolay
Singer-songwriter, producer, actor
France
Édgar
Ramírez
Actor, producer
Venezuela
“Sono stata a Cannes tante
volte, come attrice, come regista, in diverse selezioni… È l’evento
del mese di maggio. È una festa, dove ti riconnetti con gli amici.
Ma è anche l’occasione per riflettere: che strada ho fatto? Cosa
hanno fatto gli altri? Cosa dice il cinema di universale, inerente
a tutti i tempi e a tutti i paesi? È tanto più intenso all’interno
di una giuria, dove sentiremo, penseremo e condivideremo insieme.
In questo mondo pieno di suoni e furia, sono felice e onorata di
essere qui per aiutare, forse, i registi a emergere.”
Valeria Golino,
Presidente di Giuria di Un Certain Regard
Scrivere la
recensione di Anatomia di uno scandalo potrebbe sembrare
semplice, perché la serie Netflix con Michelle Dockery e Sienna Miller si focalizza principalmente
sul tema del consenso in fatto di rapporti sessuali. Un argomento
chiaro e fondamentale, eppure molto sfumato. Tuttavia, la serie
sviluppata da David E. Kelley e Melissa
JamesGibson, e basata sul romanzo di
Sarah Vaughan, Anatomy of a Scandal,
racchiude tutta un ventaglio di argomenti correlati che la rendono
estremamente interessante anche se forse non universalmente
gradita.
La trama di Anatomia di uno scandalo
Per molte serie tv, è
fondamentale conoscere lo svolgersi degli eventi, ma nel caso di
Anatomia di uno scandalo la trama può essere riassunta in poche
parole: un rappresentante del Governo britannico viene accusato di
violenza sessuale all’interno delle Camere. Un affare sporco,
rischioso e pericoloso per entrambe le parti, una faccenda che
potrebbe trascinare nel fango un uomo per bene con la sua famiglia
e il suo lavoro, o che potrebbe mettere alla berlina ancora una
volta una donna che ha tutto da perdere e che trova il coraggio di
denunciare. Come in ogni situazione del genere, purtroppo molto
spesso anche nella vita reale, ci sono due versioni della storia, e
se i fatti sono univoci e parlano chiaro, il racconto degli stessi
prende sempre una parte.
L’aspetto più
interessante di Anatomia di uno scandalo è proprio
questo: lo spettatore sa chi mente, i fatti vengono mostrati in
maniera univoca e oggettiva, eppure, all’interno dell’aula di
tribunale, lo spettatore esterno regredisce a partecipante al
processo e assiste a interrogatori e arringhe chiedendosi davvero
da quale parte si trovi la ragione.
Merito di questo è chiaramente
insito nella scrittura di David E. Kelley e
Melissa JamesGibson che riesce a
dare spessore a ogni personaggio senza mai scendere nel
macchiettiamo e nella rappresentazione bidimensionale. A questo si
associa poi un cast, tutto inglese ovviamente, che riesce a
consegnare allo spettatore delle prove di altissimo profilo, sia
che si tratti della sempre impeccabile Michelle Dockery, sia che invece si parli del
più discontinuo Rupert Friend che in questo caso è un
credibilissimo Mister Whitehouse, funzionario del Governo e marito
e padre impeccabile.
“I Whitehouse sono
dei vincenti” è questo che il padre ripete in maniera
ossessiva ai suoi figli, ed è questo che i bambini, nella loro
purezza, imparano e assimilano. Sono nati con il privilegio del
nome e della classe e mai e poi mai possono uscire battuti da un
contenzioso, o almeno è questo quello che vengono educati a
credere, come suo padre prima di loro, che sin da adolescente ha
sempre avuto le spalle sicure della sua posizione. È un concetto
centrale della serie che punta il dito contro un privilegio (che
coincide poi con quello del maschio bianco etero cis) a discapito
di chi non è nato ricco, non è nato bello e, peggio ancora, non è
nato uomo. Alla luce di questo, James Whitehouse fa una figura men
che misera, soprattutto in confronto alle tre donne che in qualche
modo ne determinano la sorte.
Il cast di Anatomia di uno scandalo
In Anatomia di uno
Scandalo cast e personaggi vanno a braccetto. La moglie,
Sophie, interpretata da Sienna Miller, è la perfetta controparte
femminile del privilegio: anche lei nata nelle stesse condizioni di
favore e agiatezza, si lascia convincere, e forse le fa comodo, che
quei comportamenti, quella vita, quello stile di pensiero possano
davvero essere giusti, comportamenti buoni per un uomo buono. Per
fortuna l’arco del personaggio è molto articolato, e Miller riesce
con una classe che continua a maturare con il tempo, a dare
giustizia alla scrittura della sua Sophie. Naomi Scott è invece Olivia Lytton, la
stagista che intreccia una relazione clandestina con il suo capo
sposato e che non viene ascoltata nel momento in cui gli dice “No”.
Lei è colei che ha tutto da perdere, è giovane e di talento, si è
fatta coinvolgere in una relazione eticamente sbagliata, e pur
tuttavia è colei che avrebbe maggiormente giovato dal silenzio. Ma
non ci sta e rischia tutto pur di avere giustizia. Scott non sembra
molto a suo agio nel ruolo, ma forse, a dispetto della sua
importanza destabilizzante, si tratta del personaggio scritto con
meno attenzione, forse perché strumentale a scuotere uno status
quo.
Chiude questo tris
Michelle Dockery, nei panni di Kate Woodcroft,
l’avvocato a cui la Corona affida il compito di difendere Olivia e
di perorare la sua causa. È lei che deve sostenere l’accusa di
stupro contro Whitehouse, è lei che deve abbattere il pregiudizio
della giuria che un uomo così affascinante e per bene non può aver
commesso un atto così deplorevole. È lei che si deve stagliare
contro la forma mentis della società in cui vive. I lineamenti
spigolosi di Dockery la rendono fisicamente perfetta per il ruolo,
ma sono le sue micro espressioni, il suo talento, la sua postura e
la sua tenuta della scena a fare dell’avvocato Woodcroft un
personaggio indimenticabile.
Anatomia di uno
Scandalo racconta con un punto di vista interessante e
approfondito un argomento delicatissimo, quale il consenso, e lo fa
sfruttando una dialettica precisa e un modo di mettere in scena gli
eventi certosino, avvalorato da un montaggio prezioso e mette bene
in evidenza ogni momento, giocando con dissolvenze e
sovrapposizioni, scivolamento da un tempo all’altro, da una scena
all’altra, senza mai perdere la grazie e il gusto. È possibile
guardare in streamingAnatomia di uno scandalo
su Netflix.
Uno sguardo diverso su
una tragedia più citata che ricordata, come la Storia – anche
recente – non fa che dimostrarci, Quando Hitler rubò il
coniglio rosa nasce da una storia vera, e da un libro, che
Caroline Link ha voluto adattare per il grande
schermo. Vincitrice dell’Oscar 2001 per il miglior film straniero
con Nowhere in Africa, la regista e
sceneggiatrice tedesca sceglie Quando Hitler rubò il coniglio rosa,
classico di Judith Kerr del 1971, pubblicato in
Italia nel 1976 nella collana “BUR dei Ragazzi”.
Un dramma di tutti, in
una storia autobiografica
La storia dei Kemper è
quella della stessa autrice, che nel racconto – parzialmente
autobiografico – fatto dalla piccola Anna racconta la perdita
dell’innocenza e l’ascesa al potere del folle criminale nazista che
guidò la Germania dal 1933 al 1945. Un dramma al quale la Kerr
cercò di trovare un senso, a posteriori, dedicando ai propri
genitori il romanzo, la cui “leggerezza” ha colpito e ispirato la
regista, spingendola a realizzare “un film sulla fiducia, la
curiosità, l’ottimismo e la famiglia”, come spiega lei stessa.
Ma la storia vera della
famiglia protagonista è anche una vicenda di separazione e
orgoglio, di esilio e resistenza, pur se molto particolare, e a suo
modo privilegiata (tanto che la stessa Kerr raccontò alla Link di
ricordare gli anni trascorsi in Svizzera e a Parigi come
“esperienze positive, piene di avventura”). Eccessivamente, per un
pubblico adulto e più disincantato degli spettatori più giovani che
in compenso potrebbero avere difficoltà a comprendere completamente
il senso di quel che vedranno.
Un esilio pieno di
speranza e sorrisi, forse troppo
Un lungo viaggio che
inizia nella Berlino del 1933, dove Hitler è a un passo dal
prendere il potere. E da dove, per sfuggire ai nazisti, il padre di
Anna scappa, per aspettare a Zurigo il resto della famiglia, poco
dopo. E’ solo la prima tappa di una fuga attraverso l’Europa alla
ricerca di un luogo sicuro dove stabilirsi. A nove anni, Anna è
costretta a lasciare tutto, compreso il suo amato coniglio rosa di
peluche, e, insieme alla sua famiglia, ad affrontare una nuova vita
piena di sfide e ostacoli, ma non senza speranza e perfino
sorrisi.
Forse troppi, per quanto
non manchino i momenti complicati e le rinunce, tutti filtrati
dallo sguardo della piccola protagonista. Unica a emergere
veramente, sia per l’interpretazione della giovane Riva
Krymalowsky sia per l’insistenza della macchina da presa
nel metterla costantemente al centro della ricostruzione. Che è
inevitabilmente parziale, anche per scelta della Link e – più
comprensibilmente – della Kerr prima di lei.
Tra Zurigo e Parigi, non
è La vita è bella
In maniera opposta a
quanto visto nel La vita è bella al quale è inevitabile
ripensare, dove l’Orrore era evidente, qui la ricostruzione è
esageratamente ellittica e bonificata, al punto da rendere ardui
l’emozionarsi e l’empatizzare e più o meno spontaneo il confronto
con la Heidi della nostra infanzia. Non mancano le scene con una
certa potenzialità, e sin dall’inizio il mondo dei bambini
offrirebbe spunti migliori della rappresentazione di una Svizzera
neutrale e indifferente o di prese di posizione chiare quanto
scontate sulla stupidità nazista.
Come non mancano momenti
di didascalica retorica (“L’amore è la medicina migliore”, “il bene
vince sempre”) figlia di una sensibilità infantile datata anni ’30
o un’idealizzazione del potere della parola (coerente con il
vissuto paterno e personale dell’autrice), che nascondono ancora di
più un contesto storico al quale viene affidata quasi completamente
certa drammatizzazione. Nonostante l’abbandono sia un tema
predominante e le tensioni non manchino, infatti, il succedersi
degli accadimenti viene osservato passivamente, nell’attesa di una
morale finale che dia un senso al placido e convenzionale
svolgimento nel quale tutto viene reso digeribile. Per ogni tipo di
pubblico.
Il
Bellaria Film Festival (BFF), tra ifestival
italiani più storici (fondato nel 1983),
è pronto per la suaquarantesima
edizione:
si terrà dal12 al 15 maggio 2022
aBellaria Igea Marina
(Rimini) e sarà diretto daDaniela
Persico,
fresca di nomina, che punta a riportare al centro del
festivalil cinema italiano
indipendente,
tornando alla sua vera vocazione, quella di scoprire i futuri
autori del cinema italiano, come è accaduto nelle passate edizioni
con autori come Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Gianfranco Rosi e
Pietro Marcello, per citarne alcuni.
Dopo le passate edizioni maggiormente concentrate sul cinema
documentario,il Bellaria Film Festival torna a
focalizzarsi sul cinema pensato per il cinema,
si susseguiranno tra eventi e film in concorso, alcune tra le opere
prime più interessanti del presente, alcuni in arrivo da importanti
festival internazionali, altri in anteprima assoluta.
Gli eventi di apertura e di
chiusura
saranno affidati alle recenti opere di due registe catalane,
introdotte dalle autrici che saranno presenti per incontrare il
pubblico del festival:Alcarràs
diCarla Simon,
film vincitore dell’Orso d’oro alla Berlinale nel
2022
e che vanta una coproduzione italiana, Kino
produzioni (distribuito in sala da I Wonder dal 26 maggio),
eI Tuttofare
diNeus Ballús,
in anteprima nazionale al Bellaria Film Festival, che ha vinto
ilPardo d’oro
per la miglior interpretazione maschile alFestival
di Locarno 2021(distribuito
in sala da Academy Two dal 9 giugno). Inoltre grazie alla
collaborazione conMUBI
al Bellaria Film Festival verrà proiettato in anteprima
italiana Memoria,
l’ultimo capolavoro di Apichatpong Weerasethakul, presentato
alFestival di Cannes
dove ha vinto il Premio della Giuria.
Tra gli eventi più attesi, l’incontro conAndrea
Carpenzano
che grazie al suo lavoro per dare vita ad Amanda, un ragazzo dalla
realtà non binaria nel film Cancinculo di Chiara Bellosi,riceverà il premio Casa Rossa per il volto del cinema
indipendente italiano.
Il regista Giuseppe Piccioni tornerà a Bellaria per presenteFuori dal Mondo,
film che ha segnato una nuova strada per il cinema italiano
vincendo nel 1999 il Premio Casa Rossa, in occasione dell’uscita
del suo ultimo importante filmL’Ombra del
Giorno,
con Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli. Inoltre il regista
sarà protagonista di una masterclass moderata da Dario
Zonta.
Tornano i due concorsi competitivi.
Il concorso Casa Rossa con
un premio di 5000 euro,
ideato da Enrico Ghezzi e Morando Morandini,dedicato ai film diretti e prodotti dai nuovi protagonisti
del cinema italiano alla loro opera prima o
seconda.
In gara per vincere il Premio Casa RossaPiccolo
Corpo
diLaura Samani, Re Granchio
diMatteo Zoppis
eAlessio Rigo de Righi, Il
Legionario
diHleb Papou, Mother Lode
diMatteo Tortone, Atlantide
diYuri Ancarani.
Il concorsoGabbiano
sarà invece dedicato aifilm indipendenti e inediti,
una giuria internazionale,
composta daLucia Mascino, Martina
Parenti, Massimo D’Anolfi
eMathilde Henrot, assegnerà al vincitore un premio
di 3000 euro.
In gara ci saranno dieci film in prima italiana, che spaziano nel
genere e nella durata. Tra gli altri: la docu-fictionL’Ors
diAlessandro Abba Legnazzi,
su una comunità montana alle prese con un animale che mette in
crisi i rapporti tra gli abitanti,Spartivento
diMarco Piccarreda,
il ritratto intimo di una nonna e del proprio nipote durante
una vacanza al mare eAppendice ad un film girato
in estate
di Samira Guadagnuolo e Tiziano Doria, opera sperimentale in
pellicola sul gesto d’amore nel cinema. Inoltre un premio speciale
verrà conferito aGiovanni Maderna
perThe Walk.
Tutti i film del concorso Gabbiano saranno disponibili in streaming
suMYmovies ONE dove
concorreranno per il Premio del Pubblico, istituito dalla
piattaforma.
In occasione del
Quarantennale,
si organizzerà un tributo a una delle personalità più rilevanti
del Bellaria Film Festival nonché suo direttore artistico per
quattordici edizioni:Enrico
Ghezzi.
L’inaugurazione avverrà conun’istallazione di
Alessandro Gagliardo e dello stesso Ghezzi,
a cui seguiràuna lettura
diLuigi Lo Cascio,
che per l’occasione ridarà voce ad alcuni memorabili interventi del
critico. Inoltre vi sarà un percorso di letture itineranti di
alcuni dei suoi scritti più cult, ideato in collaborazione con la
figlia Aura Ghezzi in occasione dell’uscita del libroL’acquario di quello che manca
(La nave di Teseo), che culmineranno con le performance diLino Musella
eLucia Mascino.
Sulla scia di Ghezzi, il Festival diventerà il punto d’incontro tra
arti diverse: a questo proposito è stato organizzato un incontro
con il grande fumettista e disegnatoreManuele
Fior,
che nei suoi ultimi albi ha dato vita a visionari incontri capaci
di offrire spunti per il cinema del futuro.
Si prosegue la tradizione dei film musicali, strettamente connessi
al territorio dell’Emilia-Romagna: in anteprima sarà
presentatoLa moda del liscio
diAlessandra Stefani,
inaspettata rielaborazione di una tradizione locale raccontata
svelando il suo versante più intimo, eItalo
Disco
diAlessandro Melazzini,
che ripercorre in maniera dissonante una tendenza musicale che
arrivò dalla riviera in tutto il mondo.
Il Bellaria Film Festival, inoltre, ospiterà una Giornata
professionale Ciak dal titoloBuone Pratiche
per nuovi esordi a cura di CNA Cinema e Audiovisivo Emilia Romagna,
in cui diversi professionisti si confronteranno sul tema (la
produttriceNadia Trevisan,
l’esercenteMassimiliano
Giometti,
il distributoreAndrea Romeo
e la programmerMathilde Henrot)
moderata daIvan Olgiati.
Nelle giornate del Festival si darà l’avvio a un importanteatelier di sviluppo di opere prime, unico in
Italia,
che unisce cinque festival dedicati al cinema indipendente, Sole e
Luna di Palermo, PerSo di Perugia, Front Doc di Aosta e Festival
dei Popoli di Firenze:ITINERANZE DOC
è un percorso della durata di sei mesi (maggio – novembre 2022),
che prevede cinque incontri, della durata di quattro giorni, in
concomitanza con lo svolgimento dei festival coinvolti nella rete.
I progetti selezionati verranno seguiti da un tutor, che li
accompagnerà per tutta la durata del percorso e sarà il punto di
riferimento per tutto l’arco di tempo previsto dal
programma.
Durante i quattro giorni di festival si svolgeranno per un gruppo
di studenti selezionatiquattro workshop di
formazione:
uno dedicato alla produzione dal titoloBecoming
producers,
che avrà come docenti tra gli altriDario
Zonta(produttore
fra gli altri di Martin Eden di Pietro Marcello e Sacro GRA di
Gianfranco Rosi); uno dedicato alla critica cinematografica dal
titoloWhat a critic!,
uno dedicato al mestiere dei programmatori di festival,Programmer – The right film, when and
where,
a cui parteciperannoCarlo
Chatrian,
direttore della Berlinale,Alessandro
Stellino,
direttore del Festival dei Popoli,Luciano
Barisone,
critico e direttore di festival, eGiuria
Giovani,
un laboratorio dedicato alle giovani e ai giovani che studiano
cinema, che decreteranno il vincitore della sezione Casa
Rossa.
Un’attenzione, infine, verrà data anche agli studenti attraverso
delle attività dedicate tra proiezioni e incontri con l’autore per
gli studenti delle scuole primarie e secondarie.
Come eventi collaterali ci saranno incontri con l’autore negli
appuntamentiDrink A Book,
dove verranno presentati alcuni tra le più interessanti
pubblicazioni di e sul cinema.
ARF! Il Festival del Fumetto
di Roma – anno VIII torna alla Città dell’Altra
Economia a Testaccio, dal 13 al 15 maggio
2022. Nell’intensa tre giorni, tanti i grandi
nomi del mondo del Fumetto italiano e internazionale
come che sarà possibile incontrare
come Silvia
Ziche, Silver, Horacio
Altuna (protagonisti delle tre Lectio
Magistralis), Paco Roca, Pera
Toons, Fumettibrutti, Samuel
Spano, Werther
Dell’Edera, Giacomo Bevilacqua,
LRNZ, Zuzu, Kalina
Muhova, Enrique
Breccia, Otto
Schmidt e tanti altri.
Sei le mostre
esclusive:Icone di Carmine
Di Giandomenico – «un gigante del
panorama fumettistico mondiale» – che firma il manifesto
di questa “Edizione Anno VIII; Le case di
carta la grande mostra inedita che ripercorre
l’intero percorso artistico di Paco
Roca considerato all’unanimità da critica e
pubblico “il maggior esponente del fumetto spagnolo
contemporaneo”, prodotta in collaborazione con
l’Istituto Cervantes di Roma e
la Direzione Generale Creatività
Contemporanea del Ministero della
Cultura; 30 anni di COMIX, una pietra miliare
del Fumetto italiano, con i disegni, le parole, i segni & disegni
di Bonvi, Silver, Magnus, Jacovitti, Cinzia Leone, Disegni &
Caviglia, Silvia Ziche; YY·BB. Yi Yang – Benxi
/Bologna l’esposizione di Yi
Yang, la giovanissima ma già affermatissima autrice che,
grazie ad un personalissimo stile di disegno che miscela la
tradizione del manga al gusto europeo, sta conquistando il Fumetto
italiano con opere come Easy Breezy o
il Dylan Dog Color Fest. Inoltre la consueta mostra
del vincitore del Premio Bartoli, quest’anno
a nome di Lorenzo Mò, e quella
della Self ARF! con le opere visionarie
di Davide Bart. Salvemini e il
suo coloratissimo universo creativo.
Tra le sezioni del Festival, troveremo come sempre l’area
dedicata alle opportunità professionali – la Job
ARF! – uno spazio dove poter mostrare a editor e case
editrici il proprio portfolio con idee, progetti e creatività.
Per i più piccoli non mancherà
ovviamente la ARF! Kids, il luogo dedicato
all’immaginario dei bambini (a ingresso gratuito fino ai 12 anni)
con un ricco programma di laboratori creativi curati da alcuni dei
più rinomati illustratori italiani, letture ad alta voce, disegni,
giochi e tanti libri a disposizione di tutti.
La Self ARF!
2022, l’area indipendente (come sempre ad
accesso gratuito) che presenterà le migliori 30 realtà
dell’autoproduzione e della microeditoria del Fumetto italiano,
quest’anno si presenterà in una veste rinnovata grazie
all’esclusivo allestimento posto nella centrale “piazza” del Campo
Boario.
Sin dalla prima edizione ARF! è
anche sinonimo di solidarietà: dopo Emergency,
Cesvi, Dynamo Camp, Amnesty International, Unchr e Mediterranea,
quest’anno il partner solidale del Festival sarà l’Associazione
antimafie daSud che insieme al
collettivo Magville presenta
un programma denso di attività tra cui il
panel L’educazione come strumento per combattere
disuguaglianze e conflitti, violenza di genere, marginalità sociali
e territoriali che vedrà protagonisti il
rapper Kento, la scrittrice vincitrice del
Premio Campiello 2021 Giulia Caminito, il
fumettista Lelio Bonaccorso e la
fumettista Takoua Ben Mohamed, eletta lo
scorso dicembre “Donna dell’anno 2021” (insieme a Liliana Segre e
Ambra Sabatini) da D – La Repubblica delle Donne.
Disponibile dal 20 aprile su
Netflix, in pochi giorni la serie tv colombiana
Pálpito (The
Marked Heart) è riuscita a guadagnarsi un posto nella top
ten dei film e serie tv più visionati della piattaforma.
Pálpito segue le
vicende di Simón, la cui moglie viene uccisa
perché il suo cuore possa essere rivenduto sul mercato nero degli
organi e trapiantarlo a Camila, una donna sposata
con un uomo benestante e potente. In cerca di vendetta, Simón entra
nel pericoloso mondo del traffico di organi, avvicinandosi alla
donna che ha ricevuto il cuore di sua moglie: gli eventi lo portano
ad innamorarsi di Camila, in cui riconosce tratti umani che gli
ricordano la moglie, ma la scoperta della verità metterà entrambi
in pericolo.
Attenzione: l’articolo
contiene spoiler sulla serie Netflix Pàlpito (The Marked
Heart)
1Camila
Camila Duarte,
protagonista della serie colombianaNetflixPálpito,
è interpretata dall’attrice colombiana
Ana Lucía Domínguez.
Camila è una fotografa professionista molto malata, alla ricerca di
cure efficaci per contrastare la sua cardiomiopatia
dilatativa.
E’ fidanzata ufficialmente con
Zacarías, un esperto di marketing politico, che le
procura illegalmente un cuore per convincerla a un trapianto. Anche
se Zacarías cerca di nascondere l’identità del donatore, Camila
insiste per sapere chi le abbia donato il proprio cuore e inizia a
condurre un’indagine approfondita da sola. E’ così che incontra
Simón, marito di Valeria, rapita
e uccisa… il cui cuore è ora diventato di
Camila.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis,
Californie, un film di Alessandro
Cassigoli e Casey Kauffman con Khadija Jaafari,
Ikram Jaafari, Marilena Amato, Fatima Ramouch, Simona
Petrosino.
Ecco le date in cui sarà possibile partecipare alle proiezioni
presso il cinema GREENWICH di Torino:
Giovedì 28 aprile – 40 biglietti
Venerdì 29 aprile – 50 biglietti
Sabato 30 aprile – 70 biglietti
Domenica 1 maggio – 60 biglietti
Lunedì 2 maggio – 40 biglietti
Mercoledì 4 maggio – 40 biglietti
I biglietti saranno validi per
qualsiasi spettacolo indicato e potranno essere richiesti, fino ad
esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno
specificati il giorno in cui si intende utilizzare
i biglietti e un secondo giorno alternativo nel
caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di
posto.
Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui
siti dei cinema.
È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato
che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità ed al Green Pass.
13 anni dopo il successo di
LOL, la regista francese Lisa
Azuelos affida nuovamente il ruolo principale di uno dei
suoi film a Sophie Marceau. Da domani disponibile
su Amazon Prime
Video, I Love
America narra la storia di Lisa
(Sophie Marceau), una cineasta cinquantenne che
decide di iniziare una nuova vita negli Stati Uniti per voltare
pagina dopo la morte della madre, “matrigna” che non l’ha mai
veramente amata. Vuole fuggire da una Parigi che la sta soffocando
e, magari, ritrovare l’amore nella soleggiata Los Angeles.
I love America: la California di
Sophie Marceau
Nonostante la suggestività del suo
titolo, I Love America non è una nuova serie di
documentari patriottici di Fox News. Vuole infatti essere un film
sul lutto, sulle mancanze genitoriali, sul desiderio e sulla
sessualità femminile dopo i 50 anni ma, soprattutto, è un film su
Lisa Azuelos, regista cinquantenne che ha perso la
madre nel 2019 e che sta girando un film in America per
Amazon Prime Video. Una commedia
romantica francese accuratamente prevedibile, infestata da cliché
e, proprio per questo, immediatamente soddisfacente: il tipo di
pura fantasia di realizzazione dei desideri messa a punto così
tante volte dal cinema, ma qui eseguita con tocco elegantemente
soave, che si prefigge di realizzare tutto ciò che si mette in
testa.
Quella di I love
America è una storia che si afferma quasi come sfida
esistente in un mondo dorato completamente scollegato dalla realtà.
Lisa è presumibilmente una regista cinematografica (che non vediamo
mai dirigere), e, al di là di questa affermazione, non c’è una vera
spiegazione su come possa permettersi di volare tra la sua
benestante casa di famiglia a Parigi e la sua lussuosa, soleggiata
e ariosa casa in affitto a Los Angeles. La carriera del suo
personaggio sembra esistere solo per permettere a Lisa di lavorare
a una sceneggiatura sulla sua stessa vita, ottimizzando
giustificazioni a profusione per aprire lo spazio a molteplici
flashback emotivamente strumentalizzati (luci soffuse, musica soft
al pianoforte), mentre esplora il suo travagliato rapporto con la
madre.
Se Kenneth Branagh
è stato recentemente lodato per la sua capacità di dirigere “da
dietro le quinte” la propria storia in Belfast, il suo ultimo film autobiografico,
Lisa Azuelos fa esattamente il contrario con
I Love America, mettendosi sistematicamente in
mezzo alla narrazione e arrivando perfino a sovrastare il suo
soggetto.
I love America o I love Myself?
Poteva essere il punto di partenza
di una satira, ma I Love America è un film così
disinvoltamente beffardo che non si rende nemmeno conto che il suo
stesso immaginario sta interferendo con la narrazione. Ne è
testimone un’intima scena di flashback in cui Lisa, da bambina,
prova un paio di scarpe col tacco appartenenti a sua madre, troppo
larghe perché i suoi piedini di bimba possano riempirle; ma non è
il ricordo emotivo ad essere soggetto dell’inquadratura, bensì
l’enorme logo YSL, ripreso in primo piano, a riprova di come, anche
negli spazi più personali della sua memoria, Lisa debba sempre
ricordarsi da dove viene.
Oltre al suo onanismo frenetico e
perpetuato, I Love America si distingue per il
crescente senso di abiezione che il suo universo borghese suscita
negli spettatori: rimaniamo ammutoliti dall’accostamento tra la
procrastinazione di Sophie Marceau e le sue
avventure sessuali, volte a intensificare sullo schermo i tratti
esteriori della ricchezza. Ricchi o poveri, il film dovrebbe dirci,
perdere un genitore è una sfida difficile e crescere in una casa
senza amore lo è altrettanto, ma l’esperienza empatica è seriamente
ostacolata dal mondo di I Love America, dove la
cosa peggiore che può accadere in una giornata di routine è
Nestor il parcheggiatore che rompe un fanale della
Ferrari.
Assistiamo continuamente al
personaggio di Sophie Marceau lamentarsi di
Parigi, degli scioperi, della pioggia, del cattivo umore della
gente, in contrasto con l’essere andata a vivere in una villa con
piscina a Los Angeles. Ma non solo, il riflesso narcisistico di
questa sceneggiatura deve continuamente emergere e per questo, per
poter essere veramente felici, ci viene suggerito un viaggio di
sola andata direttamente al Sole: ogni preoccupazione svanirà e lì
farà sicuramente più caldo che nell’ovest di Parigi.
Come si fa a riprendere gli affari
quando si è stati fuori dal gioco per un po’? L’età, il genere, la
percezione di sé, le differenze culturali e il mondo moderno sono
tutti serbatoi di comicità da cui il film attinge. La scelta
giudiziosa di non rendere l’evocazione del passato di Lisa più
pesante del necessario perfeziona l’equilibrio essenziale, e
semplicistico, alla Elite o Emily in
Paris di I love America: Love
is in the air di John Paul Young o
Bad girls di Donna
Summer, il potere della discoteca costituirà gli
ingredienti finali della ricetta inarrestabile, il cocktail
perfetto di una protagonista che ama se stessa molto più che
l’America.
Benedict Cumberbatch reagisce al
fatto che Doctor Strange nel Multiverso della Follia sia
stato bandito in alcuni paesi per l’inclusione di un personaggio
LGBTQ+. L’attore inglese è ancora fresco del suo ruolo candidato
all’Oscar come Phil Burbank in Il potere del cane
(la sua seconda nomination dopo The Imitation Game
del 2014) e della sua apparizione come Doctor Strange in
Spider-Man: No Way Home. Ora, Cumberbatch è
impegnato nel press tour in vista dell’uscita del secondo film da
solista di Stephen Strange.
Nel film vedremo Xochitl
Gomez che fa il suo debutto nel MCU nei panni di America
Chavez, un’adolescente con la capacità di viaggiare tra le
dimensioni aprendo a pugni le porte. Il film Marvel riconosce anche che Chavez è
un personaggio LGBTQ+, il che ha portato a bandire il film in
diversi paesi del Golfo, come Arabia Saudita, Kuwait e Qatar.
Ora, il volto di Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
Benedict Cumberbatch, sta reagendo al divieto del
film in diversi paesi. In un video pubblicato da @DrStrangeUpdate
su Twitter, Cumberbatch ha definito la decisione una “prevista
delusione”, ma è felice che la Disney e la Marvel stiano
continuando a spingere per l’inclusione e l’uguaglianza LGBTQ+.
“È, temo, una delusione
prevista. Siamo venuti a sapere da quei regimi repressivi che la
loro mancanza di tolleranza esclude le persone che meritano di
essere, non solo incluse, ma celebrate per quello che sono e fatte
sentire parte di una società e di una cultura e non punite per il
loro sessualità. Sembra davvero fuori dal tempo con tutto ciò che
abbiamo vissuto come specie, per non parlare di dove siamo più
globalmente come cultura, ma francamente è solo un motivo in più,
per cui non è simbolismo includere un membro della comunità LGBTQ+.
Questo personaggio è quello dei fumetti. Non è qualcosa che abbiamo
creato per il bene della diversità. L’abbiamo inclusa per via di
quanto sia fantastica come personaggio. E questo è solo un aspetto
del suo personaggio ed è tutto ciò che dovrebbe essere, ma
purtroppo è anche ora, politicamente, molto carico. E vorrei che
non lo fosse. Vorrei che potessimo avere una conversazione
normalizzata su questo in cui non era un problema ma non è ancora
così. Quindi dobbiamo ancora combattere. Dobbiamo ancora spingere
per l’inclusione e l’uguaglianza e sono molto contento che in
piccolo, ma su una tela molto grande, la Marvel e la Disney lo
stanno facendo.”
Benedict Cumberbatch addresses
#DoctorStrange in the Multiverse of Madness being banned in
countries for inclusion of a LGBTQ+ character.
“It’s an expected disappointment…We still have to push for
inclusion, and I’m very glad…Marvel and Disney are doing that.”
pic.twitter.com/RfOcyjNwEg
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
In una riedizione della
scena tagliata di Joker da The
Batman, il co-sceneggiatore e regista
Matt Reeves spiega la tragica malattia e il
retroscena che aveva immaginato per il cattivo.
Alla fine del film, dopo la cattura
dell’Enigmista e la sua successiva prigionia ad Arkham, il cattivo
ha una conversazione con un altro detenuto in fondo al corridoio.
Sebbene tenuto fuori fuoco o mascherato dall’inquadratura per la
maggior parte della scena, viene rivelato che il detenuto non è
altro che il più grande nemico di Batman, il Joker (Barry
Keoghan). Poco dopo che il film è uscito nelle sale, la
Warner Bros. ha rilasciato una scena che mostra un momento tagliato
in cui Batman si reca all’Arkham Asylum per incontrare il Joker
nella speranza che il criminale abbia informazioni che potrebbero
portare all’identità dell’Enigmista. Simile alle visite di Clarice
Starling con Hannibal Lecter ne Il silenzio degli
innocenti, Batman desidera ottenere preziose informazioni
da una mente contorta nella speranza di catturarne un’altra.
La Warner Bros. Entertainment ha
recentemente rilasciato un video commento del regista Matt
Reeves sulla scena di Joker in The
Batman. In esso, Reeves descrive in dettaglio la
malattia del Joker che ha portato alla sua faccia sfigurata.
Secondo Reeves, questa nuova versione del Joker è ispirata
direttamente al ritratto di Gwynplaine di Conrad
Veidt nel film muto espressionista tedesco del 1928,
L’uomo che ride, che a sua volta ha ispirato Bob
Kane e Bill Finger per creare il personaggio originale di
Joker.
Reeves spiega che la sua versione
del Joker è stata afflitta da una malattia degenerativa debilitante
sin dalla nascita che gli ha segnato il viso in un sorriso orribile
permanente.
The
Batman diretto da Matt Reeves
uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia.
Protagonisti del film insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
I protagonisti di Harry
Potter hanno sempre avuto due volti: il primo è quello che
ha conferito loro JK Rowling, attraverso le sue
pagine; il secondo, che è quello che riconosce il mondo intero, è
quello che appartiene agli attori che li hanno interpretati nel
corso dei 12 anni hanno dato corpo agli stessi al cinema.
Ma cosa accade se si provano a
realizzare i personaggi di Harry Potter con le
caratteristiche precise volute da Rowling? Un
utente di Reddit possiede rendering condivisi che ritraggono
importanti personaggi di Harry Potter creati utilizzando un
programma artistico basato sull’apprendimento automatico di una
intelligenza artificiale chiamato Artbreeder.
Più che notizia, si tratta di un
rumor, quindi lo si prenda per quello che è: una “soffiata” che
riguarda un cameo di The
Flash. Secondo
Screen Rant, Michael Shannon comparirà nel film di
Andy Muschietti nei panni del Generale Zod, per un
breve cameo.
Un inviato del giornale era presente
al CinemaCon, dove è stato proiettato il primo
footage del film con Ezra Miller, e ha riferito
che è chiaramente visibile Shannon nei panni del generale
kryptoniano. Dati i trascorsi di Shannon con il ruolo e le
polemiche che hanno portato l’attore a scostarsi da quel franchise,
sembra improbabile che sia di nuovo alle prese con Zod, tuttavia ha
firmato per Batman v Superman quando tutti pensavano che
non l’avrebbe mai fatto, e non ci sono ragioni per cui un testimone
oculare del filmato, presenta al CinemaCon, debba mentire su un
dettaglio così.
Lasciamo un margine di dubbio sulla
faccenda, ma nel caso dovesse rivelarsi confermato, possiamo essere
certi che il coinvolgimento di Michael Shannon non sarà più
impegnativo di un breve cameo.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Sono passati tre anni da quel
momento in Avengers: Endgame, in cui il Capitano
Rogers di
Chris Evans riesce a sollevare il Mjolnir per
affrontare Thanos, un momento che ha fatto perdere la testa a
tutti, ma proprio tutti gli spettatori, in sala e non.
In questi tre anni sono diventati
celebri i video delle reazioni in sala alla scena, e così l’account
Twitter di Fandom ha celebrato con uno di questi il terzo
anniversario dell’uscita di Endgame in sala.
In maniera inaspettata,
Chris Evans ha risposto al tweet, dichiarando che
anche lui ha perso la testa in quel momento specifico, tre anni fa.
Ma come dargli torto?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Una nuova fan art mostra come
sarebbero i personaggi di Encanto della Disney nella vita reale. A parte
le canzoni, una delle caratteristiche più distintive di Encanto è il suo character design. Il
film è stato acclamato per la sua grafica assolutamente
sbalorditiva, che attinge fortemente dalla cultura colombiana, e
gli animatori hanno sicuramente lavorato in grande dettaglio
durante la creazione dell’aspetto di ogni personaggio di
Encanto.
Ogni personaggio ha il suo aspetto
unico e spesso l’aspetto stesso si ricollega con il potere che
ognuno di loro possiede. Il personaggio di Bruno (John
Leguizamo) per esempio ha in realtà due sguardi, a seconda
che sia raffigurato come se stesso o nella versione immaginaria di
“Non parliamo di Bruno“. Naturalmente, ogni personaggio
mette a nudo quel caratteristico aspetto Disney di essere una
versione un po’ esagerata della realtà.
Detto questo, per quei fan che si
sono chiesti come sarebbe la famiglia Madrigal di Encanto se esistesse nel mondo reale, la
risposta è finalmente qui. L’artista digitale Hidreley Leli
Dião ha creato ritratti dall’aspetto realistico di ogni
personaggio di Encanto utilizzando una
combinazione di Photoshop, FaceApp, Gradiente e Remini (come
riportato da
Upworthy). Ecco le immagini di seguito:
È il Barone Mordo a confermare, nel
nuovo spot di Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
che gli Illuminati saranno effettivamente presenti nel film con
Benedict Cumberbatch, in arrivo il 3 maggio in Italia.
La battuta, “Stephen Strange,
the Illuminati will see you now.”, può essere chiaramente
ascoltata dalle labbra di Chiwetel Ejiofor nel breve filmato di
seguito:
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
La Warner Bros. ha rivelato i suoi
piani per un’altra storia del Crociato Incappucciato durante la sua
presentazione al CinemaCon, ufficializzando il sequel di
The
Batman. Il regista del film, Matt
Reeves, era presente per annunciare la notizia che
scriverà e dirigerà il seguito, ma non ha fornito alcun dettaglio
su cosa racconterà il film.
The
Batman, una cruda avventura di supereroi della durata
di tre ore, ha debuttato sul grande schermo a marzo, aprendo con $
134 milioni in patria. Quelle vendite di biglietti restano per ora
il più grande weekend di apertura del 2022, nonché il secondo film
dell’era della pandemia a superare la soglia dei 100 milioni di
dollari in un solo fine settimana dopo Spider-Man: No Way
Home. Con 759 milioni di dollari incassati al box office
mondiale fino ad oggi, The Batman è attualmente il film con il
maggior incasso dell’anno.
In particolare, il film ha segnato
un ritorno alle uscite cinematografiche esclusive per la Warner
Bros. dopo che lo studio ha distribuito l’intero listino del 2021
contemporaneamente su HBO Max. In futuro, la Warner Bros. prevede
di mantenere i suoi nuovi film nei cinema per 45 giorni prima di
mettere i nuovi titoli su HBO Max. Trai film in arrivo ci sono
Elvis (24 giugno), DC League of
Super-Pets (29 luglio), Creed III (23
novembre) e Shazam! Fury of the Gods (16
dicembre).
Nel sequel di The
Batman tornerà anche Robert Pattinson, che riprenderà il ruolo
titolare. Non si hanno ancora conferme sul resto del cast, ma
immaginiamo che possa contare su altri volti conosciuti.
The
Batman diretto da Matt Reeves uscirà
nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia.
Protagonisti del film insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
In occasione del CinemaCon, la
Warner Bros. ha proposto il primo nuovo filmato di Wonka di
Paul King, il musical sul fabbricante di caramelle
che avrà il volto di Timothée Chalamet. Il film non uscirà
prima di Natale 2023.
Il primo sguardo al film ci propone
un periodo storico più o meno concomitante con quello di
Animali Fantastici, quindi anni ’30, ma con
un’atmosfera molto più allegra, con canti e balli e soprattutto
fontane di cioccolata. Nelle immagini, vediamo Wonka arrivare in
quella che sembra essere Londra (il film è stato girato lì) e
ascendere lentamente alla sua fama di impresario di caramelle, dal
momento che il film racconta proprio le origini della sua Fabbrica
di Cioccolato.
Nel cast del film ci sono anche
Sally Hawkins, Rowan Atkinson e Jim
Carter. Il film promette anche una importante componente
romantica, che potrebbe essere determinante per quello che sarà il
Willy Wonka adulto,
così come lo abbiamo conosciuto. Uno degli slogan per la cioccolata
che leggiamo nel trailer è “Non è il cioccolato che conta. Sono le
persone con cui lo condividi”.
Wonka, il film
Willy Wonka è stato
creato dal famoso autore Roald Dahl. Il
personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964, Charlie e la
fabbrica di cioccolato. Il libro è stato adattato due volte
per lo schermo, nel 1971 e nel 2005, quando Tim
Burton ha scelto Johnny Depp per il ruolo in
questione.
Paul King, il regista dietro la serie di
Paddington, firma la regia di Wonka.
David Heyman produce. Insieme a Timothée Chalamet, il cast comprende anche
Rowan Atkinson, Sally Hawkins, Olivia Colman,
Keegan-Michael Key. Wonka uscirà nelle
sale il 17 marzo 2023.
Apple
TV+ ha diffuso il trailer italiano di
Il serpente dell’Essex, la nuova serie limitata con
protagonisti la vincitrice di Emmy e SAG Award Claire Danes e il candidato all’Emmy Tom Hiddleston e basata sull’omonimo
bestseller di Sarah Perry. Il serpente
dell’Essex farà il suo debutto su Apple
TV+ il 13 maggio con i primi due episodi, seguiti da
un nuovo episodio settimanale, fino al 10 giugno.
Ambientata nell’Inghilterra
vittoriana, la serie vanta un cast stellare guidato da Claire
Danes, vincitrice dell’Emmy e del premio SAG, dal candidato
all’Emmy Tom Hiddleston e con Frank
Dillane, Clémence Poésy e Hayley Squires. Il
serpente dell’Essex segue la vedova londinese Cora
Seaborne (Claire Danes) che si trasferisce nell’Essex per indagare
su un mitico serpente. Qui conosce il vicario del villaggio
(Tom
Hiddleston), con cui stringe un legame improbabile, ma
proprio quando la tragedia colpisce, la gente del posto inizia ad
accusarla di attrarre la strana creatura.
Il serpente
dell’Essex è diretta da Clio Barnard, candidata al BAFTA,
come Anna Symon che ha scritto la serie; entrambe sono anche
produttrici esecutive insieme a Jamie Laurenson, Hakan Kousetta,
Iain Canning, Emile Sherman e Patrick Walters. La serie è prodotta
per Apple TV+ da See-Saw Films.
Arriva come un fulmine a ciel sereno
la notizia che Justin Lin, storico regista della
saga di Fast and Furious, ha abbandonato la sedia
di regia di Fast
and Furious 10, a pochi giorni dall’inizio delle
riprese. Il filmmaker, che ha anche firmato la sceneggiatura con
Dan Mazeau, rimarrà coinvolto nel progetto in
veste di produttore.
Lin ha diffuso un messaggio via
social, attraverso i canali del franchise, in cui dice: “Con il
supporto della Universal, ho preso la difficile decisione di
lasciare la regia di Fast X, mentre rimarrò nel progetto come
produttore.
Per 10 anni e cinque film, siamo
stati capaci di riprendere i migliori attori, i migliori stunts, i
migliori dannati inseguimenti d’auto. Come nota personale, come
figlio di immigrati asiatici, sono fiero di aver contribuito a
costruire il franchise più inclusivo nella storia dei film. Sarò
per sempre grato al meraviglioso cast, alla crew e allo studio per
il loro supporto e per avermi dato il benvenuto nella Fast
Family.”
Lin ha diretto cinque film del
franchise, a cominciare da The Fast and the Furious: Tokyo
Drift del 2006. La sua corsa con il franchise ad alto
numero di ottani è continuata con Fast & Furious
del 2009, Fast Five del 2011 e Fast &
Furious 6 del 2013. Il regista è tornato a dirigere
l’ultima puntata del 2011, F9, che ha vinto oltre
700 milioni di dollari al botteghino. La serie di film di Lin ha
incassato più di 1,9 miliardi di dollari al botteghino globale.
Vi ricordiamo che Fast
and Furious 10 non sarà più diretto da Justin
Lin come annunciato in precedenza. Confermati nel
cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di
Ramsey, Vin
Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di
Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, e
Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han. Tra le new
entry, Jason Momoa nel ruolo del villain e Brie Larson.
In occasione del CinemaCon, la
Warner Bros ha proiettato il primo trailer di The
Flash, che ha mostrato in azione il Batman di Michael Keaton a 30 anni esatti dall’uscita di
Batman – Il Ritorno.
“Vuoi impazzire? Diventiamo
matti”, afferma Batman di Michael Keaton nel trailer, un omaggio
alla sua battuta isterica del film originale di Tim
Burton del 1989. Il trailer continua mostrando molti
omaggi al personaggio originale, come la galleria di costumi o lui
a cavallo della sua moto, che però è il bat-pod di
Nolan! Nel trailer si vede anche un giovane
Superman.
Nel filmato si sente la battuta
“Il tempo ha uno schema”, pronunciata da Barry Allen
(Ezra Miller) che nel frattempo piange, e sembra
stia abbracciando qualcuno, forse sua madre. Il trailer
culmina con il reclutamento da parte di Flash del Cavaliere Oscuro
di Keaton. “Ci stai?” chiede Allen. Chiaramente, sì. Non è
ancora chiaro quando la Warner Bros deciderà di diffondere il video
on-line.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Dopo tanta attesa, finalmente, in
occasione del CinemaCon, è stato proiettato il primo footage di
Aquaman e
il regno perduto. Purtroppo il filmato non è stato
ancora pubblicato on-line, ma le reazioni che si leggono sulle
riviste presenti all’evento sono incoraggianti.
Il filmato è stato presentato da un
video di Jason Momoa introdotto da James
Wan, presente di persona al panel Warner Bros. Momoa ha
detto che era “contento di riavere la band insieme” e ha aggiunto:
“Sarà il miglior film dell’anno”.
Wan ha parlato della nuova
tecnologia che sta usando nel film, mettendo 100 telecamere sugli
attori e catturando la loro esibizione per poi trasformarla in una
rotazione 3D. “Sono ancora nel bel mezzo del mio
montaggio”, ha detto Wan prima di mostrare il footage che
mostra Black Manta raggiungere un potere superiore, e poi si sono
viste moltissime macchine subacquee, simili a polpi, guidate dal
popolo Aqua.
Wan ha detto che il ritorno ad
Atlantide proseguirà la storia e il mondo che è stato creato nel
primo film e “lo porterà al livello successivo”,
introducendo nel percorso diversi regni e nuovi personaggi. In
collegamento video, Momoa ha fatto eco che “i personaggi che si
aggiungono sono piuttosto intensi. Niente di cui io abbia mai fatto
parte è così”.
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni
dell’eroe in Aquaman e il
regno perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori.
Aquaman e
il regno perduto uscirà nelle sale americane il
17 marzo 2023.
La Warner Bros ha mostrato i denti
al CinemaCon in occasione della presentazione del suo programma
cinematografico per i prossimi mesi. Trai protagonisti del panel
Shazam! Fury
of the Gods è stato protagonista della proiezione
del suo primo trailer, evento presieduto dall’intero cast del
film.
Zachary Levi, Jack Dylan Grazer e
Asher Angel, accompagnato da Helen Mirren, che nel film interpreta Hespera,
una delle tre dee avversarie di Shazam. Levi ha detto che era
“un sogno rimettere insieme la banda” e ha promesso che i
temi del film originale sarebbero rimasti nel sequel. “Non
vogliamo deviare dalla magia che siamo stati in grado di trovare
nel primo film, bilanciando azione, commedia, dramma e cuore.
Questa è una parte enorme di ciò a cui le persone si sono collegate
nel primo film”.
Angel, che interpreta il giovane
Billy Batson, ha detto: “L’ultima volta che tutti hanno visto
Billy era un bambino, ora è cresciuto e maturato. Direi che l’età
adulta è all’orizzonte ed è spaventoso perché non sa cosa gli
succederà. Questo pesa molto su di lui e sta cercando di godersi il
momento e, ehi, di avere questi superpoteri.”
Mirren ha definito la banda “La
più meravigliosa famiglia pazza di cui ho avuto l’onore di far
parte. Devi solo tapparti il naso e saltare nella parte più
profonda e lasciare che il turbine ti prenda.”
Il filmato mostrato è iniziato con
Shazam che cena a Parigi con quella che sembra essere Wonder Woman,
che sta tentando di corteggiare, ma in realtà è il mago
interpretato da Djimon Hounsou che è arrivato per
dire a Shazam che deve “combattere per la tua famiglia,
combattere per il mondo”.
Il film arriverà in sala, al
momento, nello stesso fine settimana di Avatar
2 dei Disney/20th Century Studios: il 16 dicembre,
negli USA. La cosa però
non sembra preoccupare la Warner Bros, che non accenna a
spostare l’uscita, tuttavia, trattandosi di una data in prossimità
delle vacanze di Natale, che ci auspichiamo siano le prime senza
restrizioni, da due anni a oggi, si potrebbe sperare in un ritorno
massiccio in sala, e per questo ci sarebbe abbastanza spazio per
due blockbuster.
Cosa sappiamo di Shazam! Fury of
the Gods
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al
cinema il 12 dicembre 2022. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel, mentre i villain saranno
interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel
Zegler eLucy
Liu. Mark
Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana,
mentre Djimon
Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.