Dal 23 dicembre al
cinema Il
capo perfetto di Fernando León de Aranoa con
Javier Bardem, il film che rappresenterà la Spagna
agli Oscar 2022. Il capo perfetto è un film
scritto e diretto da Fernando León de Aranoa e arriverà al cinema
distribuito da Bim Distribution.
La trama
Ne Il
capo perfetto Blanco (Javier Bardem), proprietario di
una storica azienda spagnola di bilance industriali, amato e
stimato dai dipendenti per la sua grande umanità, è in gara con la
sua impresa per un premio di eccellenza locale. Considerato da
tutti e da se stesso un capo magnanimo, è disposto a qualunque cosa
pur risolvere i problemi dei suoi dipendenti affinché non riducano
la produttività e gli consentano di aggiudicarsi l’ambito
riconoscimento. E mentre la tensione sale per la visita di
ispezione della commissione del premio, Blanco inizia a
collezionare una serie di errori e comici disastri che lo
porteranno a dover dimostrare di essere davvero un capo
perfetto…
Spider-Man:
No Way Home è un’avventura multiversale in cui Peter
Parker tenta di convincere Doctor Strange a riscrivere la storia,
ma tutto va malissimo, e arrivano nel MCU i classici cattivi delle altre
serie cinematografiche di Spider-Man. Ci sono stati rumors costanti
sulla presenza di Tobey Maguire e Andrew Garfield nel film, al
fianco di Tom Holland e a trailer uscito, la presenza dei due
“vecchi” Spider-Man è ancora un rumor.
Il tanto atteso
secondo trailer di Spider-Man:
No Way Home è finalmente uscito e di seguito
abbiamo provato a sottoporvi tutte le particolarità, i dettagli e
le rivelazioni che il video ci regala in relazione al film, che
arriverà in sala il 15 dicembre. Ecco tutte le rivelazioni e i
segreti del trailer:
1Spider-Man: No Way Home minaccia il
collasso multiversale
Il
trailer di Spider-Man: No Way Home culmina con
Doctor Strange e Spider-Man che guardano in alto mentre il
multiverso inizia a crollare. L’effetto ricorda un evento a fumetti
chiamato incursione, in cui diversi universi si scontrano,
rischiando la distruzione reciproca. Il dottor Strange tenta di
tenere a bada il fenomeno, ma è probabile che l’incursione possa
essere fermata solo rimandando indietro tutti i cattivi.
Spider-Man si trova nella non invidiabile
posizione in cui deve rompere il suo codice per salvare l’universo
– ed è possibile che le ripercussioni di ciò si estenderanno in
Doctor Strange in the Multiverse of
Madness.
Ecco il teaser trailer di La Befana Vien di Notte 2 – le origini, film
diretto da Paola Randi, da un soggetto e una
sceneggiatura di Nicola Guaglianone e
Menotti. Nel cast del film Monica Bellucci, Zoe Massenti, Alessandro Haber,
Herbert Ballerina, Guia Jelo, con Corrado Guzzanti e con
Fabio De Luigi. Il film uscirà il 30 dicembre
nelle sale italiane.
La Befana Vien di Notte 2 – le
origini, la trama
XVIII secolo. Paola (Zoe
Massenti), una ragazzina di strada, truffaldina e sempre a
caccia di guai, si trova inavvertitamente a intralciare i piani del
terribile Barone De Michelis (Fabio De Luigi), un
omuncolo gobbo sempre scortato dal fidato e bistrattato Marmotta
(Herbert Ballerina), con una sconfinata sete di
potere e uno smisurato odio verso le streghe. L’intervento della
dolce e potentissima Dolores (Monica Bellucci), una strega buona
che dedica la sua vita ai bambini, salva Paola da un rogo già
acceso. Tra un magico apprendistato, inseguimenti, incredibili
trasformazioni e molti, molti, guai, Paola scoprirà che il destino
ha in serbo per lei qualcosa di davvero speciale… Che la leggenda
abbia inizio!
Red,
il nuovo lungometraggio d’animazione Pixar Animation Studios
diretto da Domee Shi, arriverà il 10 marzo 2022 nelle sale
italiane.
Secondo la regista Domee Shi,
ambientando la storia di una ragazza di 13 anni nei primi anni
2000, è quasi obbligatorio includere una boy band. “Avevamo
bisogno che la nostra protagonista Mei fosse ossessionata da
qualcosa che sua mamma non avrebbe approvato”, afferma Shi.
“Le boy band rappresentavano il primo passo nel mondo dei
ragazzi per molte ragazze di quell’età. I ragazzi erano tutti molto
carini, educati, teneri e amorevoli, e riuscivano a riunire le
ragazze e le loro migliori amiche. Inoltre, ho pensato che sarebbe
stato molto bello creare una boy band animata”.
I 4*Town sono la prima boy band di
Pixar. I filmmaker si sono rivolti ai cantautori vincitori del
Grammy® Billie Eilish e FINNEAS per scrivere le canzoni della band
immaginaria, tre in totale, tra cui il brano “Nobody Like U”
presente nel nuovo trailer. “Quando abbiamo iniziato a pensare
a Billie Eilish e FINNEAS, prima che vincessero numerosi Grammy,
abbiamo potuto notare come avessero il polso della
situazione”, ha affermato la produttrice Lindsey Collins.
“Eravamo grandi fan. Li abbiamo incontrati e abbiamo proposto
loro questa pazza idea di una boy band, chiedendo se sarebbero
stati interessati a scrivere e produrre le canzoni. E lo
erano!”.
Red – il poster
Eilish, il cui secondo album,
“Happier Than Ever”, ha debuttato al primo posto della Billboard
200 negli Stati Uniti e in 19 paesi in tutto il mondo, ha fatto la
storia come l’artista più giovane a vincere in tutte le categorie
principali ai 62esimi GRAMMY® Award, ricevendo premi come migliore
nuova artista, album dell’anno, disco dell’anno, canzone dell’anno
e miglior album pop vocale.
FINNEAS, il più giovane ad aver mai
vinto il GRAMMY® come produttore dell’anno (non classico), ha
costruito un’eccellente discografia scrivendo e producendo successi
per numerose superstar, non solo per sua sorella, Billie Eilish, ma
anche per Justin Bieber, Demi Lovato, Selena Gomez, Camila Cabello,
Tove Lo, Kid Cudi e Ben Platt, tra gli altri. Il suo album di
debutto da solista “Optimist” è ora disponibile.
Il compositore svedese vincitore di
GRAMMY®, Oscar® ed Emmy® Ludwig Göransson (Black Panther,
The Mandalorian) firma la colonna sonora di Red.
“Sono una sua fan da diverso tempo”, ha dichiarato Shi.
“Siamo stati attratti dalla sua versatilità: è un compositore,
ma produce anche musica pop. Sapevamo che ci avrebbe aiutato a
creare uno stile unico”.
RED
Il film Disney e Pixar Red
vede protagonista Mei Lee, una tredicenne maldestra e sicura di sé,
combattuta tra il rimanere una figlia disciplinata e il caos
dell’adolescenza. Sua madre, Ming, è protettiva, se non leggermente
autoritaria, e non si allontana mai da sua figlia: una realtà
imbarazzante per un’adolescente come lei. E come se i cambiamenti
dei suoi interessi, delle sue relazioni e del suo corpo non fossero
abbastanza, ogni volta che si emoziona troppo (che significa
praticamente SEMPRE), si trasforma in un gigantesco panda
rosso!
Red è diretto dalla
vincitrice dell’Academy Award® Domee Shi (cortometraggio Pixar
Bao) e prodotto da Lindsey Collins.
Tom Hanks è uno
degli attori più amati e capaci che la storia del cinema abbia mai
conosciuto. Battezzato come il moderno James Stewart, Hanks ha
regalato, in più di 30 anni di carriera, tante emozioni in tutto il
mondo. L’attore ha conquistato tantissime generazioni di
spettatori, dai più grandi ai più piccini, protagonista di tante
avventure e tanti film tratti da storie vere. Un attore eclettico,
versatile e capace come pochi.
Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Tom
Hanks.
2. Ha partecipato al
doppiaggio di noti film d’animazione. Tom Hansk è noto
anche per essere la voce originale di Woody in Toy Story – Il mondo dei
giocattoli (1995). Ha poi ripreso tale ruolo anche per
Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa (1999), Toy Story 3 – La grande
fuga (2010) e Toy Story 4 (2019). Ha
però partecipato anche al doppiaggio di diversi cortometraggi e
videogiochi legati al mondo di Toy Story, sempre fornendo la sua
voce per il personaggio dell’amato sceriffo Woody.
3. Ha diretto e prodotto
alcuni film. Nel corso della sua carriera Hanks ha
realizzato diversi progetti da regista. Ha diretto un episodio
delle serie I racconti della cripta, A League of Their Own e
Fallen Angels, delle miniserie Dalla Terra alla Luna
e Band of Brothers – Fratelli al fronte. Ma ha diretto
anche due film: Music Graffiti (1996) e L’amore
all’improvviso – Larry Crowne (2011). Hanks ha poi svolto in
numerose occasioni il ruolo di produttore, in particolare per i
film da lui interpretati ma anche per titoli come Il mio grosso
grasso matrimonio greco (2001), Un’impresa da Dio
(2007), Mamma mia! (2008) e Nel paese delle creature
selvagge (2009).
Tom Hanks e gli Oscar
4.Ha vinto
due Oscar. Hanks, nel corso della sua carriera, ha
ottenuto sei nomination agli Oscar, per Big, Philadelphia,
Forrest Gump, Salvate il soldato Ryan, Cast Away e
Un amico straordinario, vincendone due. Infatti, vince per
due anni consecutivi, nel 1994 e 1995, l’Oscar al Migliore Attore
per Philadelphia e Forrest Gump. Inoltre, Hanks è
stato vice presidente dell’Academy e attualmente fa parte del
consiglio di amministrazione.
Tom Hanks in Cast
Away
5. Gli ci è voluto molto
tempo per perdere il necessario peso. Per sembrare un uomo
di mezza età mediamente fuori forma in Cast Away, Tom
Hanks non si è esercitato a lungo e si è permesso di diventare
grassoccio. La produzione è stata poi interrotta per un anno in
modo che potesse perdere circa 25 chili e far crescere i capelli,
così da sottolineare il tanto tempo trascorso sull’isola deserta.
Durante questa pausa, il regista Robert Zemeckis
ha usato la stessa troupe per filmare Le verità
nascoste.
6. Ha avuto lui l’idea per
il film. In una recente intervista, Tom Hanks ha
dichiarato di aver avuto l’idea del film dopo aver letto un
articolo su FedEx. “Mi sono reso conto che i Boeing 747 pieni
di pacchi volano attraverso il Pacifico tre volte al giorno. Cosa
succede se uno di questi va giù?“, ha detto. L’attore ha poi
preso quell’idea e l’ha combinata con il suo interesse per come
sopravvivere senza i cinque elementi necessari: cibo, acqua,
riparo, fuoco e compagnia.
Tom Hanks in Big
7. Ha recitato come un
bambino. In Big, film del 1988 diretto da
Penny Marshall, si racconta del dodicenne Josh
Baskin, un ragazzino di appena dodici anni che per sfuggire dalla
sua vita esprime il desiderio di diventare subito trentenne,
vedendo questo realizzarsi. Per dare a Tom Hanks un’idea di come si
comporterebbe un ragazzino nei panni di un adulto, il regista ha
dapprima filmato ogni scena “da adulti” con David
Moscow, interprete del giovane Josh, e in seguito Hanks ha
poi copiato il suo modo di comportarsi.
8. Ha eseguito una nota
scena senza controfigure. Il giorno in cui Hanks e
l’attore Robert Loggia hanno filmato la famosa
scena della tastiera alla FAO Schwarz, entrambi hanno notato alcune
controfigure vestite come loro, i quali sarebbero intervenuti nel
caso in cui i due attori non fossero riusciti aad eseguire
correttamente i passi di danza. Divenne il loro obiettivo quello di
non farsi sostituire per l’intero numero e con un po’ di pratica ci
riuscirono.
Tom Hanks: i suoi figli
9. Ha quattro figli da due
mogli. Dal 1978 al 1987 l’attore è stato sposato con
l’attrice Samantha Lewes, dalla quale ha avuto i
figli Colin, nato nel 1977 ed
Elizabeth, nata nel 1982. Colin, in seguito, ha
seguito le orme del padre diventando un noto attore. Lo si può
ritrovare in film come Orange County, King Kong e
Jumanji – Benvenuti nella giungla. Il suo debutto è però
avvenuto nel 1996 in Music Graffiti, diretto proprio dal
padre. Nel 1988, invece, Hanks ha sposato l’attrice Rita
Wilson, dalla quale ha avuto i figli
Chester, nato nel 1990, e Truman
Theodore, nato nel 1995.
Tom Hanks: età e altezza
dell’attore
10. Tom Hanks è nato il 9
luglio del 1956 a Concord, in California, Stati
Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.83
metri.
Kirsten Dunst afferma che la disparità
retributiva tra lei e Tobey Maguire in
Spider-Man era “estrema”. L’attrice de Il
Giardino delle Vergini Suicide ha recitato in tutti e tre
i film della trilogia di Spider-Man di Sam
Raimi dal 2002 al 2007 nei panni dell’interesse amoroso di
Peter Parker, Mary Jane Watson. Quel ruolo, che ha ottenuto a 19
anni, è stato un trampolino di lancio per la carriera di Dunst, che
l’ha portata poi alle sue acclamate interpretazioni nel grande
cinema, come le collaborazioni con Sofia Coppola e con Lars Von
Trier.
Con Spider-Man: No Way Home in uscita il mese
prossimo, il film MCU che collegherà tre generazioni
di film di Spider-Man con le apparizioni di Doc Ock di
Alfred Molina e Electro di Jamie
Foxx, le aspettative rimangono alte sul ritorno degli
Spider-Men di Tobey Maguire e Andrew
Garfield. Ciò aveva portato alla speculazione che anche i
loro rispettivi interessi amorosi, Mary Jane e Gwen Stacy
(Emma Stone), potessero unirsi a loro. Tuttavia,
entrambe le attrici hanno smentito la teoria, con Dunst che ha
messo a tacere le voci in una recente intervista.
Parlando con The Independent per
promuove il suo nuovo progetto, Il Potere del Cane, Dunst ha
ripensato al suo tempo come Mary Jane, rivelando che la disparità
retributiva tra lei e Maguire era “estrema”. Ecco cosa ha detto:
“La disparità salariale tra me e Spider-Man era davvero estrema.
Non ci ho nemmeno pensato, all’epoca. Ero tipo, “Oh sì, Tobey
[Maguire] sta interpretando Spider-Man”. Ma sai chi c’era sul
poster del secondo Spider-Man? Spider-Man e ME.”
E’ chiaro che all’epoca non si
sollevavano queste questioni che per fortuna al giorno d’oggi sono
battaglie giuste e all’ordine del giorno che vanno perseguite fino
a che non sarà normale una paga equa e pari per ogni membro del
cast a seconda dei proprio coinvolgimento del film.
Una nuova foto dal dietro le quinte
di Hocus
Pocus 2 della Disney rivela come vengono effettuate le
scene di volo delle sorelle Sanderson. Hocus Pocus
è uscito per la prima volta nel 1993, presentando al mondo tre
streghe campy, conosciute come le sorelle Sanderson, che fanno a
gara per rimanere giovani per sempre.
Quando la popolarità del film ha
raggiunto lo status di cult nei decenni successivi, Bette
Middler (Winifred), Kathy Najimy (Mary) e
Sarah Jessica Parker (Sarah) sono diventate delle
icone di Halloween. In varie occasioni, il trio di stelle ha
chiarito che sarebbe piaciuto loro riprendere i loro ruoli malvagi,
e i fan hanno moltiplicato la loro idea.
Disney ha finalmente dato il via
libera a Hocus Pocus
2 nel 2021, con Anne Fletcher al
timone. Per la gioia del pubblico, tutte e tre le originali sorelle
Sanderson stanno tornando a seminare il caos. Doug
Jones (Billy Butcherson) è l’unico altro attore del primo
film che tornerà, poiché il resto del cast è nuovo di zecca. La
sinossi sembra attenersi alla formula magica di tre liceali che
devono salvare Salem dalle sorelle Sanderson la notte di Halloween.
Un’altra somiglianza con il sequel è la preferenza per gli effetti
pratici rispetto alla CGI.
Di seguito, ecco la foto dal set del
film che ci mostra in che modo le tre streghe voleranno nel
film:
Star Wars: L’ascesa di Skywalker ha introdotto
la base Sith di Exegol e i fumetti e le storie tie-in hanno
gradualmente spiegato perché quel posto è importante per i Sith
persino più del loro pianeta natale, Moraband. Gli scrittori Tom
Veitch e Kevin J. Anderson furono i primi a partorire l’idea di
interi mondi che erano caduti sotto l’influenza del lato oscuro, e
introdussero il pianeta natale dei Sith, un pianeta che chiamarono
Korriban. A George Lucas piaceva l’idea, ma decise
che il nome era un po’ troppo simile a “Coruscant”, e così quando
introdusse il pianeta natale dei Sith in Star
Wars: The Clone Wars, lo ribattezzò Moraband. Tuttavia, l’era
Disney ha reso entrambi i nomi canoni, confermando che Korriban è
un vecchio nome per Moraband.
Moraband era chiaramente il luogo
prediletto dei Sith, ma sorprendentemente Star Wars: L’ascesa di Skywalker ha rivelato
che probabilmente non era il più importante. Come visto in
Star Wars: L’ascesa di Skywalker, Exegol era il
sito di un antico trono Sith, suggerendo che i Sith si aspettassero
di governare la galassia da Exegol. Il recente libro della
Lucasfilm Publishing Secrets of the Sith fa un
ulteriore passo avanti, stabilendo che la Dottrina della Diade era
inscritta nelle mura della cittadella su Exegol. Ma perché Exegol
era così importante per i Sith?
I Sith bramano il potere, e c’è un
potere che desiderano più di ogni altra cosa; la capacità di
vincere la morte stessa. Star Wars: Dark Legends
di George Mann rivela che Exegol era un mondo
unico, un confine nella Forza dove il velo tra la vita e la morte è
sottile. Qualsiasi Signore dei Sith che cercava l’immortalità
sarebbe stato inevitabilmente attratto da Exegol, il che significa
che chiunque cercasse di diventare il supremo Imperatore dei Sith
avrebbe stabilito il suo trono lì, sperando di approfittare della
convergenza del pianeta per assicurarsi che il loro dominio non
finisse mai.
La posizione di Exegol sembra essere
stata persa, con il romanzo di Chuck WendigAftermath: Empire’s End che rivela che le
meditazioni di Palpatine lo hanno portato a percepire la sua
esistenza nelle Regioni sconosciute. Come raccontato in
Secrets of the Sith, quando Palpatine riscoprì
Exegol mandò lì i suoi accoliti più devoti per reclamare il pianeta
e trovare un modo per resuscitarlo se mai fosse stato ucciso.
Moraband, o Korriban come viene
talvolta chiamato, era il pianeta natale ancestrale dei Sith; ma
ogni Signore dei Sith che cercava l’immortalità sentiva che Exegol
sarebbe stata la chiave del loro futuro. Innumerevoli Signori
Oscuri dei Sith centrarono i loro imperi su Exegol, e Palpatine fu
l’ultimo di questi. I suoi accoliti riuscirono davvero a trarre il
suo spirito dagli inferi della Forza e ad impiantarlo all’interno
di un corpo clone; ma il processo si dimostrò instabile, poiché un
clone non poteva contenere l’infinita riserva del lato oscuro che
Palpatine era diventato.
Fu solo quando l’imperatore incontrò
sua nipote Rey che credette di aver trovato un ospite adatto; e
poi, con sua grande gioia, si rese conto che faceva parte
dell’ambita Diade della Forza dei Sith. In quel momento,
l’Imperatore deve aver creduto che tutte le profezie dei Sith si
fossero allineate per lui – ma, alla fine, la predetta Diade era la
distruzione dei Sith, non il suo trionfo.
C’è un’ironia oscura in questo. I
Sith avevano lasciato Moraband alla ricerca di un futuro in cui
avrebbero governato la galassia, ma alla fine tutti i loro sforzi
erano destinati a portare alla loro distruzione. È significativo
che, secondo Secrets of the Sith, Palpatine non sia mai
tornato a Moraband. Anche se lo avesse fatto, tuttavia, il più
grande cattivo di Star Wars non aveva la saggezza per mettere in
discussione i suoi modi oscuri.
I villain di tutti i film di
Spider-Man torneranno sul grande schermo: a
confermarlo ulteriormente è il nuovo, attesissimo trailer
rilasciato da Sony. Oltre a presentarci lo
Spider-Man di Holland e il Doctor
Strange di Cumberbatch, il trailer di Spider-Man: No Way Home anticipa la comparsa
sulla scena di cinque villain dei precedenti franchise di
Spidey, tra cui Doc Ock,
Green Goblin, Electro, Sandman
(interpretato da Thomas Haden Church in Spider-Man 3) e Lizard
(interpretato da Rhys Ifans in The Amazing
Spider-Man). Tornano anche il migliore amico di
Peter Parker, Ned Leeds
(Jacob Batalon), la fidanzata MJ
(Zendaya),
zia May (Marisa
Tomei) e l’amico Happy Hogan
(Jon
Favreau).
Il primo trailer di
Spider-Man: No Way Home ha rivelato completamente solo
Doc Ock e ha preso in giro gli altri quattro
cattivi, ma questo secondo trailer mostra tutti e cinque gli
antagonisti. I tentacoli metallici di Doc Ock sono
ben visibili, mostrati mentre combatte lo
Spider-Man di Holland. Anche Green Goblin è
chiaramente mostrato in questo secondo trailer, in vesti totalmente
inedite. Inoltre, il ridisegnato Electro di
Foxx, che ora ha un costume più accurato dei fumetti,
viene mostrato alle prese con suoi poteri, mentre
Sandman e Lizard fanno lo stesso
mentre affrontano Spidey su un’impalcatura. Tutto
sommato, questo nuovo trailer rivela tante curiosità sull’aspetto
dei cattivi, e prende anche in giro la tensione tra
Peter e Doctor Strange, che
discutono su come gestire gli antagonisti multiversali.
1Spider-Man: No Way Home: L’Uomo
Sabbia
Il
trailer presenta inoltre l’Uomo Sabbia (William
Baker), un super-criminale con il corpo interamente costituito da
sabbia. Interpretato da Thomas Haden Church fece
la sua prima apparizione cinematografica in Spider-Man 3 di Raimi, nel
2007. Nei fumetti aveva esordito invece nel 1963, tra i primissimi
nemici di Peter Parker, su Amazing
Spider-Man 4 di Lee e
Ditko.
Nei
film di Raimi, Marko si
trasforma nell’Uomo Sabbia dopo essere stato
investito da un’esplosione nucleare che mischiò le
sue molecole con la sabbia. Per aumentare il senso di
colpa del protagonista riguardo alla morte dello zio
Ben, nel film l’Uomo Sabbia divenne
corresponsabile della morte del defunto
Parker.Raimi, inoltre, aggiunse a
Marko un drammatico passato e una storia
completamente diversa da quella della sua controparte
fumettistica.
È
un supercriminale che nel corso della sua carriera spesso
si è dato degli pseudonimi per celare la propria identità. Si è
fatto chiamare Flint Marko, poi Sylvester
Mann. Fra i primi nemici dell’Uomo Ragno, l’Uomo Sabbia è stato
un membro dei Sinistri Sei e
dei Terribili Quattro.
Secondo quanto riferito, l’ultimo
remake live-action della Disney, Biancaneve,
sceglie Greta Gerwig per sceneggiare l’adattamento
del classico film d’animazione. Gerwig sta vivendo degli anni di
incredibile successo. I suoi lavori più importanti includono
Lady Bird del 2017 e Piccole
donne del 2019, entrambi scritti e diretti da lei. Più di
recente, Gerwig è stata reclutata per scrivere un film live-action
su Barbie e in seguito è stato confermato che
dirigerà il film, che vedrà come protagonista Margot
Robbie di Birds of Prey.
Biancaneve ha già
trovato le sue protagoniste, in quanto Rachel
Zegler sarà la
protagonista e Gal Gadot
come la regina cattiva. Zegler è un’attrice emergente che
vedremo nel ruolo di Maria in West
Side Story di Steven Speilberg.
Gadot è meglio conosciuta per il suo ruolo di Diana Prince in
Wonder Woman. Il film sarà diretto da Marc Webb
(500 Giorni insieme, The Amazing Spider-Man 2) e
prodotto da Marc Platt (Dear Even Hanson,
La La
Land, Crudelia) e Russell Allen
(Il Re Leone, Jurassic World). Nuove canzoni di
Benj Pasek e Justin Paul
(The Greatest Showman, Dear Evan Hansen) saranno
presenti insieme alle tracce originali.
Oggi, The DisInsider riferisce che
Greta Gerwig è stata scelta come sceneggiatrice per il film. Il
report suggerisce anche che Gerwig è stata coinvolta nella stesura
per un po’ di tempo e ha già redatto una bozza per il progetto. Si
dice che la produzione di Biancaneve inizierà il
prossimo anno con le prove musicali che saranno seguite dalle
riprese intorno a marzo.
Biancaneve in live
action sarà diretto da Marc Webb e scritto da
Greta Gerwig. Nel cast Rachel
Zegler e Gal Gadot.
No Time
to Die ha stabilito un record al box office,
diventando il film con il maggior incasso al botteghino
internazionale nell’era della pandemia. Originariamente previsto
per l’uscita nell’aprile 2020, No Time
to Die è stato il primo film a spostare la sua
data di uscita a causa delle allora solo preoccupazioni per la
pandemia di COVID-19. Dopo molte date provvisorie,
il film è finalmente uscito.
No Time To Die ha
esordito al botteghino nazionale con $ 55,2 milioni, cifra
inferiore ai precedenti tre film di James Bond con Daniel
Craig. A livello nazionale, il film ha incassato 150
milioni di dollari, diventando il film con l’incasso più basso
dell’era Craig, ma in tutto il mondo la storia è stata molto
diversa per 007. Il weekend di apertura internazionale di No Time
to Die ha stabilito un record al botteghino in
era pandemica con 119,1 milioni di dollari in 54 mercati, ed è
diventato il più grande film della Universal Pictures (che detiene
i diritti internazionali di No Time To Die) nel
Regno Unito battendo Mamma Mia!.
Secondo Box Office Mojo, tramite
Fandom, No Time
to Die ha superato Fast and Furious
9 al botteghino internazionale con $ 558 milioni,
diventando il film di Hollywood con il maggior incasso in tutto il
mondo dall’inizio della pandemia di COVID-19 nel marzo 2020.
No Time To Die ha ha incassato $ 708 milioni in
tutto il mondo, il che lo pone al di sopra di Casino
Royale e Quantum of Solace come risultato
al box office.
In No Time
to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica
dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere
viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio
amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Il
secondo trailer di Spider-Man: No Way Home
potrebbe presentare delle inquadrature e shot in cui Tobey
Maguire e Andrew Garfield sono stati
rimossi dal video per non essere presentati “subito” ai fan.
Sappiamo che è molto probabile che i due attori che hanno
interpretato l’arrampica-muri possano tornare in questo film, ma
SONY e Marvel Studios non confermano
ufficialmente. Per cui è plausibile che proprio per il trailer, si
sia deciso di conservare quest’ultima sorpresa per i fan.
Un momento del nuovo trailer di Spider-Man:
No Way Home sta regalando ai fan su Twitter
importanti flashback legati a Gwen Stacy. Nei fumetti Marvel, Gwen Stacy è il primo
interesse romantico di Peter Parker, la quale però viene uccisa dal
Green Goblin. Il personaggio si è fatto strada sul grande schermo
con The Amazing Spider-Man del 2012, interpretata
perfettamente dall’attrice Emma Stone, che in seguito ha ripreso il
suo ruolo nel sequel del 2014 sempre al fianco di Andrew
Garfield.
La tuta di Spider-Man è ora di
proprietà di Tom
Holland, che ha interpretato il supereroe nel MCU dal
2016 in Captain America: Civil War. Da allora, il
personaggio è stato protagonista di due film da solista che sono
diventati grandi successi: Spider-Man: Homecoming
(2017) e Spider-Man: Far From Home (2019).
L’imminente terzo capitolo dovrebbe arrivare nelle sale il 15
dicembre e vede protagonisti anche altri volti della Marvel, tra
cui
Zendaya, Jon Favreau,
Marisa Tomei e Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor
Strange. Spider-Man: No Way Home riporta anche
alcuni dei cattivi più feroci di Peter Parker visti nei film
passati come l’Otto Octavius di Alfred Molina, Electro di Jamie Foxx e Green Goblin di
Willem Dafoe.
Dopo la diffusione del nuovo trailer
di Spider-Man: No Way Home, i fan non hanno potuto
fare a meno di notare una scena particolare che ricorda stranamente
i momenti finali di Gwen Stacy in The Amazing Spider-Man
2. Gwen ha fatto rapidamente tendenza su Twitter mentre i
fan analizzavano il straordinario riferimento tra i due film di
Spider-Man. La scena si svolge verso la fine del trailer, quando
Peter allunga disperatamente la mano per cercare di salvare MJ
(Zendaya) dalla caduta da un grattacielo.
Tra i commenti che si sono distinti
c’è la teoria dei fan secondo cui questa sarebbe stata la scena in
cui lo Spider-Man di Andrew Garfield riesce a
salvare MJ dal momento che non è riuscito a salvare Gwen in TASM 2.
Ecco di seguito alcuni commenti:
Il nuovo
trailer di Spider-Man:
No Way Home è stato diffuso in rete questa notte
e, sebbene non abbia confermato ufficialmente nessuno dei grandi
ritorni in cui molti fan speravano, abbiamo visto l’arrampicatore
di muri di Tom Holland confrontarsi con cinque dei Sinistri Sei,
provenienti dal Multiverso.
La versione del trailer che ha
debuttato sulla pagina Twitter di Sony Pictures Brasil è
leggermente diversa e, sebbene contenga solo circa due secondi di
filmati aggiuntivi rispetto agli altri trailer diffusi in giro per
il mondo, quei due fotogrammi in più sono davvero eloquenti.
Ad un certo punto, vediamo Spidey
lanciarsi in battaglia contro i cattivi, ma la versione brasiliana
del trailer (circa al secondo 54) lascia l’inquadratura un po’ più
larga e un po’ più a lungo, e sembra abbastanza chiaro che
Lizard, in basso, venga preso a pugni da qualcuno
di invisibile. Ora, o Sue Storm ha un cameo nel film, o il trailer
è stato modificato per rimuovere gli Spider-Men di Tobey
Maguire e Andrew Garfield da quello che sarà sicuramente
un momento di grande collaborazione nel finale del film.
Non è una rivelazione scioccante in questa fase, ovviamente, ma è
interessante notare come i trailer siano leggermente differenti
proprio in questo punto. Dopotutto i Marvel Studios non sono nuovi a
modifiche nei trailer per confondere gli spettatori! Di seguito la
scena “incriminata” tratta dal trailer brasiliano di
Spider-Man:
No Way Home:
Diversi membri del cast originale di
Harry Potter sono ufficialmente pronti a riunirsi
in un nuovo speciale di HBO Max in onore del 20°
anniversario del franchise. Ben prima che Animali
fantastici si trasformasse in un franchise cinematografico
e La maledizione dell’erede dominasse il
palcoscenico, il mondo magico era composto esclusivamente dalla
storia di un mago ragazzino.
La serie di Harry
Potter creata da J.K. Rowling è stata
portata per la prima volta sul grande schermo nel 2001 ed è
diventata il gold standard per quello che dovrebbe essere un
adattamento da libro a film. Il franchise di successo ha portato
alla realizzazione di otto film in totale, prima di concludersi nel
2011.
Il 2021 segna il 20° anniversario
del primo film, Harry Potter e la pietra filosofale. Diretto
da Chris Columbus, il film ha presentato al mondo
tre bambini allora sconosciuti
Daniel Radcliffe,
Emma Watson e Rupert Grint. Dopo aver ottenuto recensioni
positive, il primo Harry Potter è arrivato a quasi 1 miliardo di
dollari di incasso in tutto il mondo.
Martedì, il giorno del compleanno
ufficiale di Harry Potter e la pietra filosofale, la Warner
Bros. ha annunciato che distribuirà un nuovo speciale intitolato
Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts su HBO
Max il prossimo anno. Riunirà diversi membri del cast di
Harry Potter, tra cui il trio protagonista. Secondo WB, lo speciale
racconterà una storia di creazione attraverso nuove interviste e
conversazioni del cast. Uscirà su HBO Max a mezzanotte del 1°
gennaio 2022, mentre in Italia potremo sperare in una messa in onda
da parte di Sky e NOW.
Dopo aver realizzato gli acclamati
The Hurt Locker e Zero Dark
Thirty, la regista premio Oscar Kathryn
Bigelow porta al cinema nel 2017 il film Detroit,
incentrato sui violenti scontri verificatisi nella città dal 23 al
27 luglio del 1967. Durante questi, scatenatisi in seguito
all’aggressione di alcuni poliziotti ai danni di afroamericani, si
contarono un totale di 43 morte e oltre mille feriti. Furono
giornate difficilissime per gli Stati Uniti, sempre più divisi
dagli scontri razziali. In particolare, il film si concentra sugli
eventi accaduti all’interno dell’Algiers Motel, e da cui si arrivò
al processo contro tre poliziotti accusati di omicidio.
La sceneggiatura è scritta ancora
una volta da Mark Boal, collaboratore con la
regista anche per i precedenti due titoli già citati. Questi iniziò
a lavorare al film in seguito ad una lunga ricerca, condotta
attraverso fonti e versioni differenti dell’episodio. Come sempre,
la regia della Bigelow si rivelò poi decisiva per conferire
all’opera la sua grandezza. Per la quasi intera durata del film,
lungo due ore e venti, si è infatti letteralmente rapiti dal ritmo
e dall’intensità della situazione. Attraverso una costruzione quasi
claustrofobica, lo spettatore è infatti costretto a stare a stretto
contatto con i personaggi, partecipando alle loro vicende.
Al momento della sua uscita il film
viene accolto in maniera particolarmente positiva dalla critica,
che elogia in particolare la sceneggiatura, la regia e le
interpretazioni dei protagonisti. Nonostante tali premesse, il film
non riuscì ad ottenere un buon risultato al box office. A fronte di
un budget di circa 40 milioni, arrivò infatti ad incassarne solo 26
in tutto il mondo. Detroit è però un film da recuperare
assolutamente, capace di narrare con un coinvolgimento non comune
le vicende al centro della trama. Diverse sono poi le curiosità
legate al film, e le principali tra queste si potranno scoprire
proseguendo nella lettura.
Detroit: la trama del film
Come in parte anticipato, il film si
concentra sui brutali scontri razziali che nel luglio del 1967
sconvolsero la città di Detroit. I sobborghi della città, abitati
da molti africani, divengono infatti scenario di un’accesa rivolta
che porta a numerosi morti, feriti e edifici distrutti. Tutto ha
inizio nel momento in cui un gruppo di agenti, tra cui spicca il
razzista Krauss, irrompono in un club eseguendo
una retata. Ha così inizio il primo dei quattro giorni di rivolta,
tra cui celebre è quanto avvenuto all’interno di un hotel locale.
In esso si trovano a pernottare alcuni afroamericani, tra cui il
musicista Larry Reed. Il loro riparo sicuro
finisce però con il non essere più tale nel momento in cui la
polizia farà irruzione, tra cui il poliziotto Krauss. Per chi si
trova all’interno dell’edificio ha così inizio una notte
lunghissima, dettata dalla terrore e dal desiderio di restare
vivi.
Detroit: il cast del film
Con un cast di giovani ma già
affermati interpreti, Detroit vanta interpretazioni di
grande intensità, con gli interpreti perfettamente calati e
credibili nei loro ruoli. Tra i principali protagonisti si ritrova
John
Boyega (Star
Wars VII – Il risveglio della forza), che interpreta la
guardia giurata Melvin Dismukes. Il suo è uno dei punti di vista
più importanti all’interno del film, poiché si pone a metà tra gli
uomini di legge e il popolo afroamericano. Accanto a lui,
particolarmente memorabile è Will Poulter (The
Revenant), che dà invece vita al crudele poliziotto Philip
Krauss. L’interpretazione dell’attore è stata lodata come una delle
più intense e migliori del film. L’attore e cantante Algee
Smith (The Hate U Give) interpreta invece il
musicista Larry Reed. Per il film egli ha anche inciso il brano
Grow, presente nella colonna sonora.
Tra gli altri attori presenti in
ruoli di rilievo vi sono Jacob Latimore
(Collateral Beauty), che interpreta Fred Temple,
Jason Mitchell (Straight Outta Compton),
nei panni di Carl Cooper, e Hannah
Murray (Il Trono di Spade), in quelli di
Julie Ann. Kaitlyn Dever (Justified
– L’uomo della legge) è Karen, mentre il rapper Peyton Alex
Smith ricopre il ruolo di Lee. Vi sono poi nomi
particolarmente noti come Jack Reynor
(Il segreto),
che dà vita al personaggio di Demens. Anthony
Mackie, celebre per il ruolo di Falcon nel Marvel Cinematic Universe è invece
Greene, uno dei coinvolti negli eventi nell’hotel. L’attore e
regista John
Krasinski(A Quiet Place, invece, partecipa
al film nel ruolo dell’avvocato Auerbach.
Detroit: la vera storia dietro al
film
Nel raccontare la storia degli
scontri di Detroit, la Bigelow e lo sceneggiatore Boal hanno
dichiarato di essere rimasti fedeli il più possibili a quanto
realmente accaduto. La loro volontà di accuratezza è poi stata
lodata dai sopravvissuti alla notte nel hotel Algiers, i quali
hanno affermato che quanto viene mostrato è estremamente simile a
ciò che successe realmente. Nonostante ciò, regista e sceneggiatore
decisero comunque di prendersi alcune libertà, così da poter dar
vita anche ad alcune soluzioni più cinematografiche. I nomi
utilizzati nel film non sono quelli veri dei coinvolti, e tale
differenza ha permesso di poter romanzare alcune delle situazioni
mostrate, senza discostarsi però dal reale.
Come riportato anche dal film,
l’evento che diede origine agli scontri si verificò nel momento in
cui un raid della polizia portò le forze dell’ordine al bar
notturno Blind Pig, il quale si rivelò privo di licenza. Gli agenti
presenti iniziarono così a far sgomberare il posto, dando vita ad
accesi conflitti con i clienti e i passanti lì presenti. I toni
divennero poi sempre più violenti, fino a degenerare in scontri di
aperto stampo razzista. Durante gli scontri, diversi afroamericani
si rifugiarono nel hotel Algiers, dove vennero però raggiunti da
alcuni poliziotti, tra cui David Senak (nel film chiamato Philip
Krauss). Qui gli agenti iniziano a dar vita ad una vera e propria
notte di torture, finendo poi con l’uccidere a sangue freddo tre
dei presenti.
Ciò portò in seguito ad un processo
nei confronti dei poliziotti coinvolti, i quali vennero accusati di
omicidio. Come si può ritrovare anche nel film, la giuria
incaricata di giudicare il caso era realmente composta da sole
persone bianche. In modo tutt’altro che sorprendente il verdetto
scagionò dunque i poliziotti, affermando che quanto da loro
commesso era in realtà riconducibile a legittima difesa. Con il
tempo, tale giudizio è stato ampiamente criticato e ritenuto non
veritiero. Ciò è avvalorato da una serie di prove presentate in
tribunale ma mai realmente considerate ai fini del giudizio. Gli
scontri terminarono così senza che i responsabili degli omicidi
subissero particolari condanne.
Detroit: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Detroit è infatti
presente su Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Netflix e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per martedì 16novembre alle ore 21:10 sul
canale Rai Movie.
La laureanda in astronomia Kate
Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il professor Randall Mindy (Leonardo
DiCaprio) fanno una straordinaria scoperta: una cometa in orbita
all’interno del sistema solare. Il primo problema è che si trova in
rotta di collisione con la Terra. E l’altro? La cosa non sembra
interessare a nessuno. A quanto pare, avvisare l’umanità di una
minaccia delle dimensioni del monte Everest rappresenta un evento
scomodo da affrontare. Con l’aiuto del dottor Oglethorpe (Rob
Morgan), Kate e Randall partono per un tour mediatico che li porta
dall’ufficio dell’indifferente presidente Orlean (Meryl Streep) e
del suo servile figlio nonché capo di gabinetto Jason (Jonah Hill),
fino alla stazione di The Daily Rip, un vivace programma del
mattino condotto da Brie (Cate Blanchett) e Jack (Tyler Perry). A
sei mesi dall’impatto della cometa, gestire continuamente le
cronache e catturare l’attenzione del pubblico ossessionato dai
social media prima che sia troppo tardi risulta essere un’impresa
incredibilmente comica. Cosa spingerà il mondo intero a guardare in
alto?
Don’t
Look Up è scritto e diretto dal premio Oscar Adam
McKay (La grande scommessa) ed è anche interpretato da Mark
Rylance, Ron Perlman, Timothée Chalamet, Ariana Grande, Scott
Mescudi (alias Kid Cudi), Himesh Patel, Melanie Lynskey, Michael
Chiklis e Tomer Sisley.
West
Side Story, l’adattamento cinematografico del
musical diretto dal vincitore dell’Academy Award® Steven
Spielberg, e The King’s Man – Le Origini, il
lungometraggio 20th Century Studios diretto da Matthew
Vaughn, arriveranno rispettivamente il 23 dicembre
2021 e il 5 gennaio 2022 nelle sale
italiane, distribuiti da The Walt Disney Company Italia.
West Side
Story
Diretto dal vincitore dell’Academy Award® Steven Spielberg, da una
sceneggiatura del vincitore del Premio Pulitzer e del Tony Award®
Tony Kushner, West Side Story racconta la classica storia
delle feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957.
La rivisitazione dell’amato musical è interpretata da Ansel Elgort
(Tony), Rachel Zegler (María), Ariana DeBose (Anita), David Alvarez
(Bernardo), Mike Faist (Riff), Josh Andrés Rivera (Chino), Ana
Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente Schrank), Brian d’Arcy
James (Agente Krupke) e Rita Moreno (nel ruolo di Valentina,
proprietaria del negozio in cui lavora Tony). Moreno, una degli
unici tre artisti ad aver vinto i premi Oscar®, Emmy®, GRAMMY®,
Tony® e Peabody, è anche una dei produttori esecutivi del film.
La squadra creativa del film, che unisce il meglio di Broadway e
Hollywood, include Tony Kushner, che è anche il produttore
esecutivo; il vincitore del Tony Award® Justin Peck, che ha ideato
le coreografie del film; il celebre direttore d’orchestra della Los
Angeles Philharmonic e vincitore del GRAMMY Award® Gustavo Dudamel,
che ha curato le registrazioni dell’iconica colonna sonora; il
compositore e direttore d’orchestra candidato all’Academy Award®
David Newman (Anastasia), che ha composto la colonna
sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award® Jeanine Tesori
(Fun Home, Thoroughly Modern Millie), che ha
supervisionato il cast per le parti cantate; e il music supervisor
candidato al Grammy® Matt Sullivan (La Bella e la Bestia,
Chicago), produttore esecutivo delle musiche del film. Il
film è prodotto da Spielberg, dalla produttrice candidata
all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger e dal produttore
vincitore del Tony Award® Kevin McCollum. West Side Story
è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di Broadway
originale del 1957, con libretto di Arthur Laurents, musiche di
Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim, e ideato, diretto e
coreografato da Jerome Robbins.
The King’s Man – Le
Origini
Quando i peggiori tiranni e menti criminali della storia si
riuniscono per organizzare una guerra per spazzare via milioni di
vite, un uomo dovrà correre contro il tempo per fermarli. The
King’s Man – Le Origini rivela la nascita della prima agenzia
di intelligence indipendente.
The King’s Man – Le Origini è diretto da Matthew Vaughn
ed è interpretato da Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Rhys Ifans,
Matthew Goode, Tom Hollander, Harris Dickinson, Daniel Brühl, con
Djimon Hounsou e Charles Dance.
Il film è prodotto da Matthew Vaughn, David Reid e Adam Bohling,
mentre Mark Millar, Dave Gibbons, Stephen Marks, Claudia Vaughn e
Ralph Fiennes sono i produttori esecutivi. The King’s Man – Le
Origini è basato sul fumetto “The Secret Service” di Mark
Millar e Dave Gibbons, il soggetto è di Matthew Vaughn e la
sceneggiatura è firmata dallo stesso Vaughn & Karl Gajdusek.
Daniel Craig porta in scena “il miglior Bond che
abbiamo mai avuto” (IGN) ed un “finale epico e sorprendente”
(Empire) in No Time To Die, lo straordinario 25° capitolo
della saga di James Bond, disponibile dal 15 dicembre in Dvd,
Blu-ray e 4k Ultra HD.
Con oltre 700 milioni di dollari al
botteghino mondiale, i fan possono ora godersi a casa No Time To Die, giusto in tempo per le Feste
con oltre un’ora di contenuti speciali esclusivi alla scoperta
dell’azione, dello spettacolo e degli stunt. Con focus speciali tra
cui Essere James Bond, una retrospettiva di 45 minuti in 4K UHD, e
quattro esclusive ed emozionanti featurette, potremo finalmente
immergerci dietro le quinte del film ed esplorare a fondo il
retaggio “emozionante e commovente” (Deadline) dello 007 di
Daniel Craig.
No Time To Die vede il ritorno di
Daniel Craig nei panni del James Bond di Ian Fleming,
al fianco del vincitore del Premio Oscar Rami Malek. Dopo aver
lasciato i servizi segreti, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica. Tuttavia, la pace conquistata si rivela di breve durata
quando il suo vecchio amico Felix Leiter gli chiede aiuto. La
missione di salvare uno scienziato rapito si rivela molto più
difficile del previsto, portando Bond sul sentiero di un misterioso
antagonista armato di una nuova pericolosa tecnologia.
No Time To Die ha nel suo cast
Daniel Craig (Spectre, Skyfall), Rami Malek (Bohemian
Rhapsody, Mr. Robot), Léa Seydoux (The French Dispatch, Spectre,
Blue is the Warmest Color), Lashana Lynch (Captain Marvel), Ben Whishaw (Spectre,
Cloud Atlas), Naomie Harris (Spectre, Venom), con Jeffrey Wright
(Spectre, Broken Flowers), Christoph Waltz (Spectre, Bastardi senza
Gloria), e Ralph Fiennes (Spectre, Grand Budapest Hotel).
CONTENUTI SPECIALI NEI FORMATI 4K ULTRA HD, BLU-RAY E DVD:
ANATOMIA DI UNA SCENA: MATERA –
Nel completo stile Bond, c’è un’incredibile sequenza pre-credit
all’interno di No Time To Die. Un inseguimento a perdifiato girato
a Matera che comincia a piedi, prosegue in moto ed infine in auto.
Non un’auto qualunque, peraltro – l’iconica Aston Martin DB5!
Attraverso interviste con Daniel Craig ed il regista Cary Joji
Fukunaga, oltre ad altre interviste sul set con membri chiave della
troupe, scopriamo come è stata realizzata questa incredibile
sequenza.
SIAMO REALISTI: L’AZIONE IN NO
TIME TO DIE – In un mondo pieno di film d’azione pieni di CGI, il
franchise di Bond spicca orgogliosamente tra la folla per girare
sempre i propri stunt dal vivo, senza l’utilizzo di effetti
speciali. In questa featurette, vediamo come No Time To Die
continua questa tradizione con alcune splendide sequenze
d’azione.
UN VIAGGIO GLOBALE – Location
esotiche sono ormai sinonimo dei film di Bond e No Time To Die non
fa eccezione. Oltre a tornare nella patria spirituale di Bond, la
Giamaica, per l’ultimo film di Daniel Craig percorriamo anche un
viaggio attraverso l’Italia, la Norvegia e la Scozia. Ascolteremo
le opinioni di Daniel Craig, Cary Fukunaga, altri membri del cast e
della troupe, su come è stato girare in queste location
spettacolari.
COSTRUIRE IL MONDO DI BOND – Lo
scenografo Mark Tildesley e la costumista Suttirat Anne Larlarb,
insieme al cast e alcuni membri della troupe, discutono
l’ispirazione, le sfide e i vari tentativi di ideazione e creazione
di set e costumi tanto importanti per l’iconico franchise di
Bond.
ESSERE JAMES BOND* – In questa
speciale retrospettiva di 45 minuti, Daniel Craig riflette molto
intimamente sulla sua avventura durata 15 anni nei panni di James
Bond. Con un archivio fotografico inedito proveniente da Casino
Royale, fino al 25° film No Time To Die, Craif condivide i suoi
ricordi personali in una chiacchierata con i produttori di 007,
Michael G Wilson e Barbara Broccoli, fino ad arrivare alla sua
ultima performance nei panni di James Bond.
Sulla scia di Red Notice, Netflix vede trai
suoi titoli più visti un altro film con protagonista Dwayne
Johnson: Jumanji – The Next Level. Uscito nelle sale
nel 2019, il terzo capitolo della serie di film racconta il ritorno
nel gioco dei quattro protagonisti, ma in vesti nuove. Chi
indosserà questa volta i panni del Dottor Bravestome
(Dwayne
Johnson), del professor Shelly (Jack
Black), di Topo (Kevin Hart)
e della coraggiosa Ruby (Karen
Gillan)?
La trama di Jumanji: The Next
Level
Spencer, Anthony,Martha e Bethany, protagonisti già di Jumanji – Benvenuti nella giungla, dopo aver
partecipato a Jumanji, entrando letteralmente nel
videogioco, ora conducono le loro vite da teenagers. Si ritrovano
per un brunch, ma all’appello manca Spencer che,
insoddisfatto della sua vita tra delusione amorose e ansie
universitarie, decide di tornare nel videogioco. I tre amici,
ritrovano la console e tentano di raggiungerlo, ma nel gioco
vengono risucchiati anche due nuovi giocatori:
Eddie, il nonno acciaccato di Spencer, e il
suo ex socio Milo. Una volta arrivati a Jumanji,
i personaggi si trovano catapultati in una nuova avventura. Insieme
al Dottor Bravestome (Dwayne
Johnson), il professor Shelly (Jack
Black), il Topo (Kevin
Hart) e la coraggiosa Ruby (Karen
Gillan) ci sono nuovi aiutanti. Con l’intento di
ritrovare l’avatar in cui è finito l’amico Spencer e di
risolvere la missione per poter uscire dal gioco, i personaggi
devono affrontare nuove sfide in una corsa continua tra struzzi,
ponti volanti e cime innevate.
Scambi di identità
In Jumanji: The Next
Level ogni personaggi ha almeno un doppio. I ragazzi delle
prime scene, ambientate nell’America del presente, sono già stati
nel gioco, come si vede in Jumanji – Benvenuti nella
giungla. Lì ognuno di loro era finito nel corpo del
personaggio scelto prima di iniziare a giocare. Questa volta però,
la console è rotta e non è possibile scegliere il proprio avatar.
Arrivati in Jumanji, iniziano subito le incomprensioni,
non solo tra chi vi aveva già partecipato, ma anche e soprattutto
per i nuovi arrivati: il nonno di Spencer si ritrova nel
corpo del forzuto Dottor Bravestone alias The Rock,
mentre l’amico Milo è Franklin ”Topo’ Finbar,
esperto zoologo. Le identità però, cambiano continuamente durante
il film, includendo anche una ladra, Ming Piedelesto e
Ciclone, un cavallo alato. I continui scambi creano una
confusione divertente, che genera situazioni così assurde da far
sorridere. A tratti il caos diventa eccessivo, ma cӏ da
aspettarselo: siamo pur sempre dentro Jumanji.
Giocare con il nonno a Jumanji
I due ultra-settantenni che
improvvisamente si trovano catapultati nel videogioco,
contribuiscono a creare buona parte del divertimento del film. Sono
due anziani poco tecnologici, che non riescono a comprendere le
regole di un videogioco. Per il nonno Eddie (Danny De
Vito) e l’ex-socio Milo (Danny
Glover) le difficoltà sono ancora di più. Si sono
immersi in un mondo virtuale che non capiscono e in corpi
completamente diversi dai propri. Eddie ad esempio, basso
e zoppo diventa il muscoloso e prestante Bravestone. Lo
scontro tra fisici atletici e anime anziane dà originalità al terzo
film della serie, oltre a generare sketch esilaranti. Il discorso
sulla vecchiaia in Jumanji – The Next Level è
relativamente approfondito. In ogni caso, tra tante silly
jokes, nel film c’è lo spazio anche per parentesi
toccanti.
Jumanji – The Next Level: action
parodico
L’umorismo ormai sembra un
ingrediente molto attraente per i realizzatori di film action. In
questo, come nel precedente Jumanji – Benvenuti nella
giungla, si nota la tendenza odierna per il genere
d’avventura: i dialoghi sono densi di battute demenziali, le scene
create per forzare la risata, gli effetti speciali d’alto livello e
le ambientazioni paradisiache. Come se fosse una ricetta
standardizzata, troviamo più volte film focalizzati troppo sul
divertimento superficiale e sulla iper-stimolazione visiva, che
tentano arrogantemente di catturare l’attenzione dello
spettatore.
Il risultato è che Jumanji –
The Next Level si aggiunge alla lista di film guardabili,
ben fatti e divertenti, ma non emozionanti.
Ci sono molte storyline degli
X-Men che la Fox ha adattato, e alcune che il MCU
potrebbe addirittura rivisitare, oltre a certe che andrebbero
assolutamente evitate. Con l’annuncio del revival della serie
animata degli X-Men, la speculazione intorno alla storia
cinematografica di The Merry Mutants ha iniziato a
rendere ancora più pensierosi i fan.
Essendo passati di mano dalla
Fox ai Marvel
Studios, i fan si sono chiesti quali saranno i
prossimi X-Men ad apparire nel MCU,
così come chi li interpreterà. Ma un’altra domanda a cui bisogna
rispondere è quali storie iconiche degli X-Men il MCU
porterà sia al cinema che su Disney+,
con la Fox che ha già estratto alcune delle
migliori della squadra. Vediamo quali storyline degli
X-Men potrebbe riadattare il MCU e quali sarebbe meglio
evitare.
Da riadattare: I Nuovi Mutanti
Anche se molti vedono
Dark
Phoenix come l’ultimo chiodo per completare franchise
Fox X-Men, è stato in realtà New
Mutants ad occuparsi di ciò. Illustrandoci i
primi cinque Nuovi Mutanti, il film presenta
versioni solide di personaggi come Wolfsbane e
Mirage, ma vacilla in ogni altro aspetto quando si
tratta di adattare le prime storie di Chris Claremont-Bill
Sienkiewicz.
I
Nuovi Mutanti sono comunque un gruppo convincente
nella famiglia degli X-Men e la squadra che ha una dinamica
speciale che il film non è riuscito a catturare. I Marvel
Studios probabilmente adatteranno I
Nuovi Mutanti prima o poi, la domanda è se il cast
originale tornerà o se un nuovo cast subentrerà.
Da riadattare: Gifted
Probabilmente, la storyline
della cura dei mutanti ha confuso un po’ le acque di X-Men: The Last Stand, specialmente se
mescolata alla storia di Dark Phoenix. Detto
questo, è difficile biasimare la troupe dietro il terzo film degli
X-Men per aver voluto prendere spunti da
quella che era, all’epoca, la storia degli X-Men più eccitante sul mercato.
Joss Whedon non è
un individuo popolare in questo momento, ma la storyline a lui
dedicata in Astonishing X-Men con l’artista
John Cassady presentava alcune forti trame, con
Gifted tra queste. La storia ha introdotto il
concetto di una cura per il gene mutante, una nuova audace
incarnazione degli X-Men, e potrebbe facilmente essere la base
per la storia che introduce la squadra del
MCU.
Da riadattare: Wolverine di
Claremont e Miller
Chris
Claremont è un nome che è sinonimo di X-Men, in quanto lo scrittore ha più o meno
trasformato la squadra in quello che è oggi, con il suo lavoro sul
personaggio Wolverine che si è rivelato un vero successo.
La run solista di Claremont sul personaggio con
Frank Miller è stata adattata in The
Wolverine, che, a differenza del precedente film
incentrato su Wolverine, è stato ben accolto.
Raccontando la storia del viaggio di
Logan in Giappone e la sua storia d’amore con
Mariko Yoshida, il film ha colpito tutti i battiti
i punti focali della serie di fumetti senza essere un vero
adattamento. Il MCU non dovrebbe tradurre
completamente la storia ma, dato che il Giappone è legato a tutto
l’essere di Wolverine, ha senso per Kevin
Feige e compagnia onorare questo aspetto del
personaggio.
Da adattare: La caduta dei
mutanti
X-Men:
Apocalypse è visto come un punto basso per i film
degli X-Men, dato che il tanto atteso debutto del
cattivo titolare sul grande schermo ha lasciato molto a desiderare
per alcuni fan. Anche se non è così male come alcuni pensano, è
certamente considerato un cattivo adattamento della storia
Fall of The Mutants, una storia di Chris
Claremont e Louise Simonson.
La storia introduceva
Apocalisse e lo vedeva scatenare i suoi
Quattro Cavalieri sul mondo e aveva tutto il
dramma e la portata che X-Men: Apocalypse ha
cercato di avere, solo che il fumetto ha raggiunto risultati
nettamente migliori. Detto questo, non dovrebbe essere la prima
storia che i Marvel Studios adattano, perché
richiede che il pubblico si affezioni ad alcuni personaggi
specifici, in particolare Angel.
Da adattare: Dio ama, l’uomo
uccide
Una storia potenzialmente
controversa, ma che incarna il messaggio degli X-Men, God Loves, Man Kills è
la graphic novel di Chris Claremont e
Brent Anderson e vede gli X-Men contrapposti ad una setta religiosa
conosciuta come I Purificatori, che sono guidati
dal potente televangelista William Stryker. È una
storia che può suonare familiare a chiunque abbia visto X2: X-Men United.
Il miglior film sugli X-Men finora, X2 adatta alcuni aspetti della storia, ma si
concentra soprattutto su Wolverine ed esclude
alcune delle questioni più scottanti affrontate nel fumetto.
God Loves, Man Kills potrebbe fare innervosire
alcuni fan, ma è una storia che deve essere mostrata, in quanto la
battaglia degli X-Men contro il pregiudizio di
Stryker è una decostruzione convincente dei valori
della squadra.
Da non riadattare: La saga di
Fenice Nera
Questo è un gioco da
ragazzi, dato che la Saga della Fenice Oscura di
Chris Claremont e John Byrne ha
ispirato sia X-Men: The Last Stand che Dark Phoenix, e nessuno dei due rappresenta il
momento migliore del franchise. Basti
dire che i fan sono piuttosto stanchi che questa storia venga
adattata, soprattutto perché quelli che stanno dietro agli
adattamenti sembrano non avere idea di cosa faccia funzionare la
storia.
Dato l’amaro in bocca che ancora
permane per alcuni fan, non sarebbe una grande sorpresa se i
Marvel Studios non si avvicinassero da nessuna
parte a “The Dark Phoenix Saga“.
JeanGrey dovrebbe certamente
diventare La Fenice nel MCU,
ma per il resto, la troupe dietro prossimo franchise dovrebbe
andare in una direzione diversa che si spera dia a
Jean del materiale davvero buono.
Da non riadattare: Weapon X
Anche se ha generato un
grande videogioco, X-Men Origins: Wolverine è
stato considerato, da molti, un assoluto disastro da ogni punto di
vista. Sebbene tragga ispirazione da molte storie, il suo nucleo
narrativo è ispirato dal sottovalutato arco narrativo
“Weapon X“, una storia ampiamente sottostimata di
Barry Windsor Smith che è stata la prima a
raccontare le origini di Wolverine.
Per quanto valido sia il fumetto,
c’è un elemento misterioso sul passato di Wolverine che “Weapon X”
compromette in qualche modo, con la backstory del personaggio che è
un mistero anche per lui stesso. Il Wolverine del MCU
ha bisogno di differenziarsi il più possibile dal ritratto di
Hugh Jackman, e mantenere il mistero del suo
passato è un primo passo solido.
Da non riadattare: X-Men –
L’inizio
A parte il titolo, X-Men: L’inizio ha poca o nessuna somiglianza
con l’omonima storia a fumetti. Scritta da JeffParker e disegnata da RogerCruz, la miniserie a fumetti raccontava le prime
avventure di Ciclope, Jean Grey,
Bestia, Uomo Ghiaccio e
Angel, ma aggiornate per un pubblico moderno.
Anche se ci sono alcuni grandi film
prequel, con X-Men: l’inizio probabilmente tra questi,
l’ultima cosa di cui questa nuova versione degli X-Men ha bisogno è reiterare la trama del
film. Non solo l’idea di un prequel che spiega l’origine della
squadra non è così interessante, ma un altro adattamento di
L’inizio potrebbe anche causare
confusione.
Da non riadattare: X-Men: Giorni di
un futuro passato
X-Men:
Giorni di un futuro passato è uno dei film
Fox più sottovalutati, che ha effettuato molti
cambiamenti rispetto alla storia omonima. Un altro racconto degli
X-Men di Claremont e
Byrne, “Days of Future Past” ha
la stessa storia centrale del film, ma con Kitty
Pryde al centro dell’attenzione al posto di Wolverine.
Mentre “The Dark Phoenix
Saga” non ha bisogno di essere adattato di nuovo, dato che
i due precedenti tentativi sono falliti, “Days of Future
Past” non ha bisogno di essere adattato perché è troppo
semplice come storia, a detta dei fan. Ci sono un sacco di grandi
storie degli X-Men che non ricevono lo stesso livello di
affetto che caratterizza “Days of Future Past” e
che dovrebbero essere più prioritarie rispetto al rimaneggiamento
di una delle più popolari.
Da non riadattare: Il vecchio
Logan
I
film di fumetti oscuramente realistici sono comuni, maLogan
era qualcosa di speciale, in quanto il neo-western di supereroi non
solo è servito come canto del cigno diHugh Jackman
comeWolverine,
ma ha guadagnato parecchia attenzione da parte dei non-fumettisti.
Anche se era la base del film,
Old Man Logan
di
Mark Millar
e
Steve McNiven
è molto diversa dal film.
Non solo è troppo violento per il
MCU,
ma molti disapproverebbero sia le inquietanti rappresentazioni
degli amati personaggi Marvel che il tentativo di
riconquistare la magia di Logan. Ci sono alcuni film che non dovrebbero
essere rifatti e Logan è uno di questi.
Tom
Holland, Zendaya
e Jacob Batalon compaiono in un video pubblicato
sull’account Instagram di
Holland in cui sembrano offrire la loro genuina
reazione al trailer nuovo di Spider-Man:
No Way Home, che arriverà nelle prossime ore.
Un Red Notice
emesso dall’Interpol è un avviso globale per dare la caccia e
catturare i criminali più ricercati al mondo. Ma quando un’audace
rapina riunisce il miglior profiler dell’FBI (Johnson) e due
criminali rivali (Gadot, Reynolds), non si può dire cosa
accadrà.
La trama di Red
Notice
In Red
Notice John Hartley (Dwayne Johnson) è il più grande
profiler dell’FBI ed è alle prese con un nuovo red notice, il
mandato dell’Interpol per la cattura dei maggiori latitanti. Le sue
ricerche in tutto il pianeta lo catapultano in una rocambolesca
rapina, durante la quale è costretto ad allearsi con il più grande
responsabile di furti d’arte, Nolan Booth (Ryan Reynolds), per
poter catturare la ladra di opere artistiche più ricercata al
mondo, soprannominata “L’Alfiere” (Gal Gadot). Ne segue una grande
avventura che trascina i tre protagonisti, sempre insieme loro
malgrado, in giro per il globo tra piste da ballo, prigioni isolate
e giungle selvagge. Ritu Arya e Chris Diamantopolous completano un
cast stellare. Con la sceneggiatura e la regia di Rawson Marshall
Thurber (Una spia e mezzo, Skyscraper), la produzione di Hiram
Garcia, Dwayne Johnson e Dany Garcia di Seven Bucks Productions,
Flynn Picture Co. di Beau Flynn e Bad Version, Inc. di Thurber, Red
Notice è un elegante gioco giramondo del gatto col topo… dove i
gatti però sono due.
Arriva in prima
visione il 17 novembre alle 22.15 su Sky Atlantic e in streaming su
NOW, in contemporanea con gli Stati Uniti, Yellowjackets,
survival drama dalle sfumature horror sull’incredibile storia di
una squadra di calcio femminile di una scuola superiore che negli
anni ‘90 sopravvive a un incidente aereo rimanendo isolata nelle
remote terre dell’Ontario in attesa dei soccorsi. Adolescenti, le
protagoniste si dovranno adattare, riunendosi in clan e arrivando a
compiere azioni crudeli e spietate pur di sopravvivere. 25 anni
dopo, nonostante abbiano tentato di ricostruirsi una vita, le poche
sopravvissute all’incidente dovranno confrontarsi con il loro
tormentato passato.
Creata da Ashley
Lyle e Bart Nickerson, creatori anche di Narcos: Mexico, la serie – costruita su due diversi
piani temporali – vanta un ampio cast quasi tutto al femminile: tra
le star della serie
Christina Ricci (Paura e Delirio a Las Vegas, La
Famiglia Addams, Monster) e Juliette Lewis (Cape Fear – Il promontorio
della paura, Assassini nati – Natural Born Killers, I Know
This Much Is True), oltre a Melanie Lynskey (Le Ragazze del Coyote
Ugly), Sophie Thatcher (When The
Streetlights Go On),Tawny Cypress (The
Blacklist: Redemption), Ella Purnell
(Belgravia, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali),
Sammi Hanratty (Salem),Steven
Krueger (The Originals), Keeya
King (Saw: Legacy), Warren Kole (Common
Law).
Anni ’90. Le giovani
e talentuose giocatrici di una squadra di calcio femminile di un
liceo nordamericano sopravvivono per miracolo a un terribile
incidente aereo e si ritrovano da sole nella natura selvaggia
dell’Ontario per svariati mesi. La speranza di essere salvate dai
soccorsi cede presto il posto alla disperazione, alla rabbia e alla
paura, e le ragazze, ormai divise in veri e propri clan, si
ritrovano a lottare senza pietà per la sopravvivenza, arrivando
anche a praticare il cannibalismo. Nel presente, 25 anni
dopo, alcune delle sopravvissute, Shauna, Taissa, Misty
e Natalie, sono andate avanti con le loro vite, ma il ricordo di
quei giorni è impossibile da cancellare: ciò che è successo un
quarto di secolo prima non ha mai smesso e non smetterà mai di
tormentarle.
Tra i numerosi nemici dell’Uomo
Ragno che ritroveremo in
Spider-Man: No Way Home, figura anche
Electro, apparso per la prima e unica volta sul
grande schermo in The Amazing Spider-Man 2, interpretato da Jamie Foxx. In effetti, nel film con Tom Holland ritroveremo proprio la versione
interpretata dall’attore premio Oscar, anche se il modo in cui
verrà inserito all’interno della storia resta, chiaramente, un
mistero. In attesa dell’arrivo del nuovo trailer (che sarà online a
breve), ecco 10 curiosità sulla rivalità tra Spider-Man e Electro
che forse non conoscete.
1Kindred riportà in vita Electro per
combattere Spider-Man
Electro è tornato in vita di recente, e l’unica ragione per la
sua resurrezione era uccidere Spider-Man. Anche Kindred voleva
Spider-Man morto e ha offerto ad ognuno dei suoi nemici la
possibilità di realizzare i loro desideri se lo avessero
ucciso.
Ha
chiesto a Doctor Octopus di riportare Electro e di ripotenziarlo,
così l’originale membro dei Sinistri Sei è tornato in vita.
Tuttavia, le cose sono andate storte quando tutte le altre varie
squadre dei Sinistri si sono presentate e i cattivi si sono tutti
scontrati, fino a quando Doc Ock, alla fine, li ha traditi tutti,
salvando Spider-Man.
Nikki Reed è una
sceneggiatrice e attrice americana, diventata famosa agli occhi del
mondo grazie al ruolo di Rosalie Hale nella saga di Twilight.
Felicemente sposata con Ian
Somerhalder e mamma di una bambina, il passato di Nikki
non è stato facile, dal divorzio dei genitori fino al periodo
post-adolescenza. Eppure si è impegnata molto per diventare
l’attrice di successo che è oggi.
Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Nikki
Reed.
Nikki Redd: i suoi film e la
carriera
1. Un’infanzia
difficile. Nicole Houston Reed è nata il 17 maggio del
1988 a Los Angeles da Cheryl Houston, una
parrucchiera, e da Seth Redd, un designer. Ha due
fratelli e lei non ha avuto un’educazione religiosa, crescendo in
ambienti ebraici. Quando aveva due anni i suoi genitori hanno
divorziato ed è andata a vivere con la madre. Ha frequentato la
Alexander Hamilton High School ma l’ha poi abbandonata, iniziando a
studiare da casa. Con il periodo dell’adolescenza la Reed entrò in
un periodo difficile, fatto di ribellione, come l’aver lasciato
casa a soli 14 anni ed essere diventata schiava, per un periodo, di
alcool e droghe.
2. Il debutto con
Thirteen. In passato la Reed aveva incontrato
Catherine Hardwicke quando lei era la fidanzata
del padre. In seguito le due hanno mantenuto dei buoni rapporti,
tanto che la Hardwicke chiese alla Reed di scrivere insieme la
sceneggiatura di Thirteen – 13 anni. Il film era stato
concepito come una commedia leggera ma mano a mano è andata ad
approfondirsi, basandosi sulla storia della stessa Catherine. Per
poter realizzare il film era necessario trovare gli attori
adeguati: tuttavia non si trovata l’attrice giusta per il
personaggio di Evie e così Catherine propose ad una riluttante
Nikki di interpretarla.
3. È apparsa in molti film e
serie tv. A partire da quel momento recita in film
come Lords of Dogtwon (2005) e La prima
volta di Nicky (2006). Nel 2008 raggiunge la popolarità
internazionale grazie al ruolo di Rosalie Hale in
Twilight. Nikki riprenderà il ruolo in New Moon (2009),
Eclipse (2010), e
Breaking Dawn – Parte 1 (2011) e Parte 2 (2012). In
seguito recita in Empire State (2013), In Your
Eyes (2014) e Il mistero del gatto trafitto (2014).
Ha poi preso parte anche alle serie The O.C. (2006),
Sleepy Hollow (2015-2016) e Dollface (2019).
Nikki Reed è su Instagram
4. Il suo profilo trasmette
amore. L’attrice ha un profilo ufficiale su Instagram
seguito da 3,6 milioni di persone. Su questo social, Nikki posta
tantissime foto che vedono protagonista lei, la natura e il suo
compagno Ian Somerhadler. Le sue foto trasmettono
un amore assoluto verso ciò che dona la natura, per non parlare
dell’amore rivolto a suo marito e padre della sua unica figlia.
5. Le pillole di
placenta. Nikki ha scelto di condividere su Instagram uno
scatto che ha a che fare con la propria placenta. L’attrice,
infatti, ha scelto di prendere delle pillole fatte della propria
placenta. Una pratica molto diffusa in quel di Hollywood e non sono
che, sembra, aiuti a produrre il latte materno e sarebbe una certa
forte di energia. Quella che ultimamente è quasi più una moda,
sembra non piacere molto ai medici, che definiscono la pratica
pericolosa.
Nikki Reed, Ian Somerhalder e la
figlia Bodhi Soleil
6. È sposata con Ian Somerhalder.
Nell’aprile del 2015 i due attori sono convolati a nozze dopo soli
due mesi di fidanzamento, sposandosi in California. Il matrimonio,
avvenuto all’aperto, è stato a sorpresa: sì, perché gli invitati
pensava di essere invitati ad una semplice festa per inaugurare la
loro nuova casa. I due sono il ritratto dell’amore, cose che si
nota anche dai loro post su Instagram.
7. È al secondo
matrimonio. Nell’ottobre del 2011 si era sposata con il
cantante Paul McDonald: i due si sono separati nel 2014 e hanno
ottenuto il divorzio l’anno dopo. Nel 2015 l’attrice ha conosciuto
Ian Somerhalder: anche lui arrivava da una relazione, quella con
Nina Dobrev. I due si sono sposati quasi subito ed anno avuto una
bambina nel luglio del 2017 di nome Bodhi Soleil Reed
Somerhalder.
Nikki Reed in
Twilight
8. Un successo
vampiresco. Uno dei personaggi che l’ha resa famosa a
livello mondiale è stato quello di Rosalie Hale nela saga di
Twilight. I cinque film, tratti dagli altrettanto famosi
romanzi di Stephanie Meyer, le hanno dato una
decisa notorietà internazionale. Pare anche che, per interpretare
il suo ruolo, abbia dovuto imparare a giocare a baseball da
mancina.
9. La saga ha cambiato i
rapporti tra gli attori. Stando a quello che la Reed ha
dichiarato, sembra che all’interno della famiglia di
Twilight i componenti siamo rimasti amici ma i rapporti
siano mutati. Inevitabilmente, l’attenzione maggiore veniva
riservata a Kristen
Stewart, Robert
Pattinson e Taylor Lautner. Il
successo della saga ha accresciuto la popolarità dei tre
protagonisti ma anche la sicurezza. Ciò ha comportato al mutare dei
rapporti tra loro: per salutare Pattinson, come la Reed faceva
sempre, doveva passare oltre a tre guardie del corpo.
Nikki Reed in The
O.C.
10. Ha recitato in alcuni
episodi della celebre serie. Ancora agli inizi della sua
carriera, l’attrice ha avuto modo di recitare nel ruolo di Sadie
Campbell in sei episodi della terza stagione, rispettivamente dal
quindicesimo al ventesimo. Questa arriva a Orange County per
aiutare la zia Gwen e presenziare al funerale del cugino Johnny.
Nel corso degli episodi intreccerà una breve relazione con
Ryan.
Figlio del celebre Bruce Lee,
Brandon Lee era una stella nascente del panorama
cinematografico hollywoodiano. Un attore ricco di talento
distintosi inizialmente in alcuni film di arti marziali ma pronto a
compiere il passaggio verso ruoli e storie diverse. Proprio nel
momento in cui stava per consacrarsi come una star, tuttavia, un
terribile incidente ha per sempre spezzato il suo percorso, dando
vita a miti e leggende che infestano ancora oggi il mondo del
cinema.
Ecco 10 cose che non sai di Brandon Lee.
Brandon Lee: i suoi film e la carriera
1. Ha recitato in diversi
film. La carriera da attore di Lee è iniziata nel 1985 con
il film Crime Killer, dove però non risulta accreditato.
Nel 1986 ottiene però la sua prima grande occasione con il film
Legacy of Rage. Negli anni seguenti recita poi nel
fantascientifico Laser Mission (1989), in Resa dei
conti a Little Tokyo (1991) e Drago d’acciaio (1992),
di cui è protagonista. La consacrazione arriva grazie a Il corvo (1994), basato
sull’omonimo fumetto, dove Lee recita nel ruolo di Eric Draven.
Sfortunatamente questo film esce solo in seguito alla morte
dell’attore.
2. Ha recitato anche per la
televisione. Oltre ad una carriera cinematografica, Lee ne
stava portando avanti anche una televisiva. Nel 1986 ha infatti
recitato nel film La legge del kung fu, dove sfoggiava le
sue abilità con le arti marziali. Recita poi nell’episodio Kung
Fu: The Next Generation della serie CBS Summer
Playhouse (1987). L’anno seguente è invece Kenji nell’episodio
What’s in a Name, dodicesimo della seconda stagione della
serie Ohara.
Brandon Lee in Il corvo
3. Non era ben visto
dall’autore del fumetto. Non tutti erano entusiasti della
scelta di Lee come protagonista di Il corvo. L’autore del
fumetto, infatti, temeva che egli non fosse idoneo alla parte, e
che il film avrebbe finito per rivelarsi un insuccesso. Quando
incontrò l’attore con il trucco applicato in volto, tuttavia,
dovette ricredersi, trovandolo perfetto. Il segreto del successo di
tale trucco fu che ad applicarlo sul suo volto fu lo stesso Lee.
Tale operazione gli fu suggerita dal regista, affermando che in tal
modo avrebbe acquisito un aspetto più realistico e meno
preciso.
4. Andava a dormire con il
trucco in viso. Come noto, sempre in relazione al trucco
del personaggio, Brandon Lee non era soddisfatto dell’aspetto del
suo viso dipinto quando il reparto trucco glielo ha applicato prima
delle riprese. Lee e Proyas hanno poi concordato che sarebbe stato
meglio se Lee avesse continuato a truccarsi da solo, facendolo ogni
sera prima di andare a letto. In questo modo, quando si fosse
svegliato la sua pittura per il viso sarebbe apparsa naturalmente
più consumata.
5. Si è preparato a lungo
per il personaggio. L’attore era particolarmente
affascinato dal ruolo e dalle sue caratteristiche. Per prepararsi
al giusto mood, decise di visitare numerosi cimiteri e ascoltò
molte canzoni del gruppo The Doors facenti riferimento alla morte.
Inoltre, per ottenere un aspetto trascurato ed emaciato si
sottopose ad una dura dieta. Con questa arrivò a perdere ben 18
chili, risultando così ancor più vicino alla natura del
personaggio.
Brandon Lee: com’è morto l’attore
6. Ci sono ancora molti
misteri a riguardo. Sono ancora molti i nodi non sciolti
intorno alla tragica morte di Lee. Tutto ebbe inizio quando, il 31
marzo del 1993, l’attore venne ferito erroneamente da un colpo di
pistola. Questa era tenuta dall’attore
Michael Massee. Secondo le
ricostruzioni successive, l’incidente avvenne per via di una
concatenazione di sfortunati eventi, come anche della negligenza
dei membri della troupe addetti al controllo e alla preparazione
delle armi da fuoco. La pistola usata per la scena doveva essere
caricata a salve, ma purtroppo non lo era, o non esattamente: in
canna c’era ancora un frammento di un’altra cartuccia, usata nelle
riprese precedenti. L’attore fu colpito allo stomaco, e morì
qualche ora dopo.
7. L’attore fu sottoposto ad
una lunga operazione. Per tentare di salvarlo, l’attore fu
anche sottoposto ad una lunga e vana operazione di salvataggio. A
Lee mancavano soltanto tre giorni al termine delle riprese del
film. La pellicola, dopo un periodo di stop, fu infine completata
grazie all’utilizzo di controfigure e di un parziale riutilizzo
delle riprese svolte sino a quel momento. L’utilizzo della computer
grafica, infine, aiutò nel rendere tutto il più naturale possibile,
evitando di evidenziare la sostituzione dell’attore.
8. Ci sono strane
somiglianze tra Lee e il suo personaggio. Eventi come
questi, si sa, al cinema diventano leggende o addirittura
maledizioni. E non ci volle molto prima che la morte di Brandon Lee
rendesse Il corvo uno di quei film che, nella memoria
colletiva, sono maledetti: in pochi realizzarono che Lee fu ucciso
proprio nel momento della storia in cui il suo personaggio viene
assassinato. In pochi si accorsero poi anche di altri strani
parallelisimi tra arte e vita. Ad esempio il fatto che, proprio
come il suo personaggio Eric, Lee era in procinto di sposarsi con
la propria fidanzata Eliza. La cerimonia doveva prendere luogo in
Messico, il 17 di Aprile dello stesso anno.
9. La sua morte ha spinto
verso alcuni cambiamenti sulla sicurezza dei set. Alcuni
credono che a causa della tragica morte di Brandon Lee, questo film
sia responsabile del cambiamento degli standard di sicurezza delle
armi nel film (cioè, nelle scene d’azione, la pistola è tenuta di
lato e vengono utilizzate angolazioni difficili della telecamera
quando l’arma è puntata contro un personaggio per evitare errori di
accensione o altri orribili incidenti). Ciononostante, episodi di
questo tipo hanno continuato di tanto in tanto a verificarsi, come
la recente tragedia sul set di Rust ha dimostrato.
Brandon Lee: età e altezza dell’attore
10. Brandon Lee è nato il 1
febbraio del 1965 a Oakland, in California, Stati Uniti.
L’attore è poi deceduto all’età di 28 anni il 31 marzo del 1993 a
Wilmington, nella Carolina del Nord, Stati Uniti. Lee era alto
complessivamente 1.83 metri.
Il sequel del film del 2019 Downton
Abbey. Il primo film seguiva una visita, alla famiglia Crawley e
allo staff di Downton, da parte del re e della regina
d’Inghilterra. Non è chiaro se un altro illustre personaggio
visiterà la tenuta, o se sarà un altro lo spirito di questo secondo
film.
“Dopo un anno molto impegnativo
con così tanti di noi separati dalla famiglia e dagli amici, è un
enorme conforto pensare che ci aspettano tempi migliori e che il
prossimo Natale ci ritroveremo con i tanto amati personaggi di
Downton Abbey”, ha detto il produttore Neame.
Anche il presidente di Focus
Features Peter Kujawski si è concentrato sui
piaceri ristoratori di un ritorno a Downton: “Non c’è
posto come casa per le vacanze e non possiamo immaginare un regalo
migliore che riunirsi con Julian, Gareth e l’intera famiglia
Downton nel 2021 per riportare a casa i Crawley per i loro
fan”.
Dopo aver partecipato, più di 30 anni fa, al primo film di
Arma Letale, Mel Gibson è ora in trattative per dirigere il
quinto capitolo della saga. Lo annuncia
Variety.
La quinta volta del classico
franchise d’azione è in sviluppo da diversi anni, con
Richard Wenk (The Equalizer) che
ha scritto la bozza più recente della sceneggiatura.
Richard Donner, che ha diretto e prodotto tutti e
quattro i precedenti film di Arma Letale, aveva
lavorato per sviluppare un quinto capitolo, ma è morto il 5 luglio
2021, a 91 anni, lasciando il progetto in un limbo.
La moglie di Donner, Lauren
Schuler Donner, produrrà il film, insieme a Dan
Lin di Rideback. Jonathan Eirich di
Rideback e Derek Hoffman di The Donners’ Company
saranno i produttori esecutivi.
Parlando a un evento a Londra,
Gibson si è lasciato sfuggire che avrebbe assunto la regia del
film, soddisfacendo i desideri del defunto regista.
“Stava sviluppando la
sceneggiatura ed il lavoro era abbastanza avanzato. E un giorno mi
ha detto: “Ascolta ragazzo, se ‘prendo a calci il secchio’, lo
farai tu”. E io ho detto: “Sta’ zitto”, ha detto Gibson
secondo The Sun. “In effetti è morto, ma mi ha chiesto di farlo
e, al momento, non ho detto nulla. L’ha detto a sua moglie, allo
studio e al produttore. Quindi, dirigerò il quinto.”
Il primo Arma
letale ha debuttato nel 1987, lanciando le carriere
hollywoodiane di Mel Gibson, dello scrittore Shane
Black e del formato poliziesco comico e ricco di azione.
Gibson ha recitato nel ruolo del detective della polizia di Los
Angeles Martin Riggs al fianco di Danny Glover nel
ruolo di Roger Murtaugh. Sono seguiti altri tre sequel, oltre a una
serie TV prequel trasmessa dal 2016 al 2019 con Clayne
Crawford e Damon Wayans nei panni di un giovane Gibson e
Glover.