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Oltre l’infinito: Buzz e il viaggio verso Lightyear, il trailer del documentario Disney

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A pochi giorni dall’uscita nelle sale del film Disney e Pixar Lightyear – La vera storia di Buzz, Disney+ invita i fan a esplorare la storia di Buzz Lightyear e a dare un’occhiata in anteprima alla realizzazione del nuovissimo film. Oltre l’infinito: Buzz e il viaggio verso Lightyear, targato Pixar Animation Studios, esplora l’evoluzione di un’icona, ripercorrendo il percorso di Buzz Lightyear da giocattolo a eroe protagonista della nuova pellicola. Il documentario è ora disponibile su Disney+.

Con la partecipazione di registi, storyteller, artisti e membri del cast delle voci originali di Lightyear – La vera storia di Buzz, Oltre l’infinito: Buzz e il viaggio verso Lightyear, racconta come è stato realizzato il design originale dell’action-figure di Buzz e di come quel look sia stato trasformato anni dopo in un eroe umano. Il documentario analizza l’impatto culturale dello Space Ranger più famoso della galassia e il suo significato per i registi Pixar, e si interroga su cosa ci sia effettivamente oltre l’infinito. Diretto da Tony Kaplan, è prodotto da Sureena Mann.

Dal 15 giugno nelle sale italiane, Lightyear – La vera storia di Buzz racconta le origini di Buzz Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy Story, e segue il leggendario Space Ranger in un’avventura intergalattica. Il film è diretto da Angus MacLane (co-regista di Alla Ricerca di Dory) ed è prodotto da Galyn Susman (Toy Story: Tutto un altro mondo).

Fuorigioco: una storia di vita e di sport, il trailer

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Fuorigioco: una storia di vita e di sport, il trailer

Fuorigioco: una storia di vita e di sport è la nuova docu-fiction su Beppe Signori, da un’idea di Paolo Rossi Pisu e diretta da Pierpaolo Paganelli. Evento speciale al Biografil Festival il 17 giugno 2022 e in prima visione tv il 19 giugno, alle 21.15 su Sky Documentarie.

Genoma Films è lieta di presentare il trailer del nuovo progetto Fuorigioco – Una storia di vita e sport, la docu-fiction nata da una idea di Paolo Rossi Pisu e Emanuela Zaccherini, diretta da Pier Paolo Paganelli e che racconta la storia del grande campione Beppe Signori.

Fuorigioco sarà presentato a Bologna come Evento Speciale venerdì 17 giugno al Medica al Biografilm Festival. Il documentario sarà poi trasmesso in prima visione tv il 19 giugno alle ore 21.15 su Sky Documentaries (Canali 122 e 402 di Sky) e disponibile anche On Demand e in streaming su NOW.

Fuorigioco – Una storia di vita e di sport è un originale docu-film sulla vita di Beppe Signori, l’ex attaccante che ha militato in numerose squadre (Piacenza, Foggia, Lazio e Bologna) e che è stato vicecampione del mondo con la Nazionale Italiana nel 1994. Il film vuole essere occasione per ripercorrere le tappe della sua carriera e concentrarsi sugli ultimi dieci anni della sua vita, in cui è stato coinvolto nella nota vicenda del Calcioscommesse di Cremona, che lo ha visto indagato, processato e poi assolto. Per uscire completamente “pulito” dalle accuse, Beppe e il suo avvocato Patrizia Brandi del Foro di Bologna, hanno dovuto addirittura rinunciare alla prescrizione, pretendendo così che l’imputato venisse processato. Dopo la giustizia ordinaria, anche quella sportiva, a dieci anni esatti dal suo arresto (1.6.2011) lo ha potuto finalmente riabilitare (1.6.2021).

Il documentario vede la partecipazione di molti volti noti dello sport e dello spettacolo legati alla vita di Beppe Signori: da Zdenek Zeman, l’allenatore che l’ha fatto debuttare in Serie A con il Foggia, a Francesco Guidolin, l’ultimo Mister con il quale ha condiviso l’esperienza nel Bologna, fino a Gianluca Pagliuca che non è mai riuscito a parargli un rigore.

Commenta il produttore Paolo Rossi Pisu: “Sono felice di aver realizzato questo film perché sono tra coloro che hanno sempre creduto all’innocenza di Beppe, penso che servirà a raccontare in maniera obiettiva anche questa parentesi difficile che ormai Beppe si è messa alle spalle”.

Fuorigioco – Una storia di vita e di sport è stato realizzato con il supporto della Emilia Romagna – Film Commission, e in collaborazione con Deisa Ebano Spa (Zig Zag, Calzanetto e Ebano), Filicori Zecchini, BCC Emilbanca, A&F, Radici Group. British School Group, Mare Termale, Luca Elettronica e Policinema.

Beppe Signori ripercorre la lunga vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista non solo nel film, ma anche nel libroFuorigioco. Perde solo chi si arrende, edito da Sperling & Kupfer. Nel volume Signori si volta a guardare come un superstite la tempesta passata, ripercorrendola nei dettagli per riscattare attraverso le parole il senso e la dignità di una vita intera.

Sinossi: FUORIGIOCO racconta le vicende sportive di un grande calciatore, ma soprattutto gli anni vissuti all’ombra dell’infamia e del sospetto. Un percorso di vita sportiva distrutta per un’accusa che si è rivelata priva di fondamento. La forza di un uomo che dopo essere stato radiato dal calcio, perdendo contratti televisivi e la possibilità di allenare, dopo dieci anni di sacrifici, rifiuta la prescrizione delle accuse e allunga i tempi processuali per cominciare la sua battaglia: essere proclamato innocente. Finalmente nella primavera del 2021 arrivano le assoluzioni e, a seguire, la sua riabilitazione sportiva.

Nel mio nome, la recensione del film italiano prodotto da Elliot Page

È stato sicuramente tra i film più attesi – di certo annunciati – all’ultimo Festival di Berlino, dove Nel mio nome di Nicolò Bassetti è arrivato forte della produzione esecutiva di Elliot Page, probabilmente il più famoso transgender del circuito cinematografico internazionale dopo l’annuncio del 1º dicembre 2020 della decisione di abbandonare il nome fino a quel punto utilizzato di Ellen. Oggi, placato quel clamore e superata la Berlinale, il documentario del regista italiano (in precedenza ideatore del progetto dal quale Gianfranco Rosi ha realizzato Sacro GRA) arriva nelle nostre sale, grazie a I Wonder Pictures che nei giorni del 13, 14 e 15 giugno lo presenta al cinema come evento speciale.

Nel mio nome: Nico, Leo, Andrea e Raffi

E di speciale ha molto, questa storia di formazione di quattro giovani amici che condividono – con il pubblico e tra loro – momenti importanti delle loro vite e delle loro transizioni di genere da un’identità femminile a un’identità maschile. A partire dall’origine, visto che tutto nasce da un’idea avuta dal regista insieme al figlio Matteo, “transgender F to M di ventisei anni” e da uno sguardo ibridato da quello del genitore che ha fatto definire il film come “unico” allo stesso Page.

Ma il merito è da dividere con i protagonisti delle storie raccontate: Nico, di 33 anni, Leo di 30, Andrea di 25 e Raffi di 23. Ragazzi diversi, di diversa provenienza, con sogni diversi e in diversi momenti delle loro vite e delle loro transizioni. Delle quali raccontano gli aspetti più diversi, da quelli tecnici, medici a quelli più privati e personali. Perché sono i ricordi e le esperienze a fare una persona, e il loro coming out lo hanno già fatto da tempo.

Dal podcast allo schermo

Quattro racconti più che quattro interviste, assemblate in forma filmica, ma raccolte ‘in confidenza’ per il podcast di Leo, che vuole “riempire il mondo di narrazioni nostre” per colmare un vuoto. Questo il presupposto del film, che lo giustifica e motiva. E che mette in secondo piano certe debolezze proprio figlie del taglio scelto nel presentare i risultati dei tre anni passati a testimoniare la loro vita quotidiana.

Normale ed eccezionale insieme, visto che dei quattro ragazzi si finisce con il dare una immagine quasi ‘fuori dal comune’, tanto sono intensi e dotati. Merito loro, certo, ma anche della volontà di rendere le loro storie ancor più singolari di quanto siano naturalmente. Nel senso di uniche, come lo sono tutte, e importanti, in fondo nella loro universalità.

Crescita, scoperta, conflitto, definizione di sé sono passaggi imprescindibili di ogni essere umano, anche se non tutti possono godere delle stesse condizioni nell’affrontarle. Ed è importante seguire Nicolò Sproccati, Leonardo Arpino, Andrea Ragno e Raffaele Baldo nel loro affrontare un mondo binario, dai primi passi del viaggio a oggi.

Unici, ma come tutti

Bassetti fa un gran lavoro nell’intrecciare le quattro storie, cercando di restare testimone discreto degli entusiasmi e le delusioni, la rabbia e la volontà di rifiutare e – insieme – inseguire certi modelli. La tentazione del conformismo è anch’essa naturale, e non solo a una certa, e per quanto possa trasmettere una impressione sbagliata, qui in fondo qui non fa che sottolineare il bisogno di imparare ad affrancarsi da una dialettica tra i generi che preveda una scelta di campo, o anche solo di un punto di vista. O almeno provarci.

Questo ribadiscono con decisione il documentario e i suoi protagonisti, soggetti e oggetti di una osservazione che – inevitabilmente – riduce la spontaneità e, nella sua forma ultima, ci restituisce una recitazione più o meno inconscia, ostenta tanto il pudore quanto la voglia di esemplarità di un prodotto che ha una intenzione, un obiettivo preciso, e un pubblico, che non è quello del podcast.

E che spesso, Nel mio nome sbaglia in buona fede, nell’approcciarsi a una realtà che anche i diretti interessati a lungo faticano a inquadrare. Anche per responsabilità esterne, indubbiamente, visto che – come viene ripetuto – nel nostro ordinamento giuridico “non c’è spazio per un terzo genere”. E se forse certi attacchi al sistema e a un colpevole “limbo normativo” finiscono per oltrepassare i confini del legittimo e sensato nel loro giustissimo “coltivare disobbedienza a tutte le regole di genere”, alla fine a colpire e far riflettere è il confronto con Irene/Nicolò e sua moglie. Sopraffatta da emozioni di diverso segno nel raccontare il suo esser parte di una coppia, prima, protagonista di una battaglia civile a lungo combattuta e conclusasi felicemente con un matrimonio, poi e solo poi, dopo la lunga transizione, più facilmente accettata come ‘tradizionale’.

Taormina Film Fest 2022: annunciata la giuria

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Taormina Film Fest 2022: annunciata la giuria

Saranno la cantante Noemi, lo sceneggiatore Marco Borromei, l’attore Massimiliano Gallo, il regista e sceneggiatore Aleem Khan i componenti della giuria del Concorso Internazionale della 68ma edizione del Taormina Film Fest, in programma dal 26 giugno al 2 luglio, presieduta da Cristina Comencini, regista, scrittrice, sceneggiatrice, drammaturga, nominata all’Oscar nel 2006 per “La bestia nel cuore”. A loro spetterà il compito di scegliere i vincitori e assegnare i Cariddi d’Oro e d’Argento fra i sei titoli della sezione competitiva e le Maschere di Polifemo riservate alla migliore attrice e al miglior attore. Una giuria composta da personalità diverse e poliedriche che rispecchia l’anima del Festival. Un concorso che rappresenta il cuore pulsante dell’intera kermesse, divenuto ormai una delle vetrine più prestigiose nel panorama internazionale cinematografico.

Cantante, autrice, musicista, Noemi – nome d’arte di Veronica Scopelliti – è da sempre un’appassionata cinefila ed esperta di audiovisivo con una laurea al Dams in regia televisiva e cinematografica e un’esperienza come sceneggiatrice e regista di cortometraggi. Oltre a numerosi dischi d’oro e di platino, Noemi ha collezionato diversi riconoscimenti rea cui due premi Lunezia e un Nastro d’Argento per l’interpretazione di “Domani è un altro giorno”. In oltre 10 anni di carriera ha interpretato  brani dei principali autori italiani tra cui Vasco Rossi, Gaetano Curreri, Ivano Fossati, Giuliano Sangiorgi, Fabrizio Moro.

Francis Ford Coppola aprirà la 68edizione del Taormina Film Fest 2022

Docente al corso di Writers’ Room al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Marco Borromeidebutta alla Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia nel 2018 con “Saremo giovani e bellissimi”, il primo lungometraggio di cui firma soggetto e sceneggiatura. Con Elisa Dondi e Laura Samani, è autore della sceneggiatura di “Piccolo Corpo” di Laura Samani,  presentato alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes e David di Donatello 2022 per il miglior esordio alla regia. È autore del soggetto di serie “Blocco 181”, in onda su Sky.

Attore di lungo corso e vincitore di numerosi premi, Massimiliano Gallo proviene da una famiglia d’arte e debutta in teatro a cinque anni. È del 2009 la consacrazione al cinema con Marco Risi in Fortapàsc, una carriera che prosegue con registi come Ferzan Özptek, Matteo Garrone, Mario Martone, Paolo Sorrentino, fra gli altri. Nel 2021 vince un Nastro d’Argento Grandi Serie come miglior attore. Il suo ultimo film, per cui ottiene un Ciak d’oro, è “Il silenzio grande” di Alessandro Gassmann con cui è nato un sodalizio umano e professionale.

Il regista e sceneggiatore britannico Aleem Khan ha esordito con “After Love” acclamato dalla critica a livello mondiale e selezionato alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes, al Festival di Telluride, a Toronto e alla Festa del Cinema di Roma. Il film vince sei British Independent Film Awards, un record per un’opera prima, e un BAFTA su quattro nomination. Khan sta attualmente lavorando al suo secondo film.

Ed è un omaggio a Vittorio Gassmann e Ugo Tognazzi – nel centenario della nascita – il manifesto ufficiale della 68ma edizione che quest’anno dedica un’attenzione particolare alla commedia. Le due icone internazionali del nostro cinema, che hanno attraversato tempo e generazioni al di là dei film, verranno quest’anno celebrate al Festival attraverso il ricordo e la memoria dei figli Paola Gassmann e Gian Marco Tognazzi e grazie alla collaborazione con CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia e Cineteca Nazionale.

Il manifesto, ideato e realizzato da Ginevra Chiechio, è una gioiosa composizione stilizzata che utilizza la tecnica del collage e una palette cromatica che evoca i colori del mare e della terra. Un’immagine pop che ritrae Gassmann ne Il Sorpasso di Dino Risi, nel sessantesimo anniversario del film, e Tognazzi in uno scatto rubato al Festival di Venezia del 1960, per un’edizione nel segno del sorriso, della commedia e di una ritrovata serenità.

Novità di quest’edizione è la giuria popolare composta da appassionati di cinema che assegnerà il premio del pubblico per i film in concorso. Il programma della 68ma edizione del Taormina Film Fest verrà presentato Giovedì 16 Giugno all’Hotel Metropole di Taormina.

Tom Hiddleston favorevole ad approfondire la bisessualità di Loki

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In Loki, i Marvel Studios hanno rivelato che il Dio del male è bisessuale. È stato un piccolo momento, ma che ha significato moltissimo per i fan del MCU che speravano in un maggiore livello di rappresentazione sullo schermo. Ci sono state alcune critiche rispetto alla decisione di confermare la bisessualità del personaggio prima che lui intraprendesse un filone romantico, ma per la maggior parte, la risposta a questa rivelazione è stata positiva. Parlando con Variety, l’attore Tom Hiddleston ha espresso la sua eccitazione per essere coinvolto in un momento che aiuta il MCU“riflettere meglio il mondo in cui viviamo”.

L’identità di LOKI

Ritornato dai miei primi giorni di ricerca del personaggio nei miti antichi, l’identità di Loki era fluida in ogni aspetto e nel genere, nella sessualità”, ha spiegato Tom Hiddleston“È una parte molto antica del personaggio e penso di averci pensato. Non era emersa nelle storie che abbiamo raccontato. E sono stato davvero contento e privilegiato, in realtà, che sia uscito fuori nella serie”.

È un piccolo passo ma c’è molto altro da fare”, ha continuato Hiddleston. “Il Marvel Cinematic Universe deve riflettere il mondo in cui viviamo. Quindi è stato un onore parlarne. È stato davvero importante per me. È stato davvero importante per [il regista] Kate Herron e [lo showrunner] Michael Waldron, e sono contento che abbiamo potuto portarlo nella nostra storia”.

Ad oggi è difficile dire se Loki avrà più spazio per esplorare ulteriormente la sessualità dell’antieroe in futuro, soprattutto perché il prossimo lotto di episodi racconterà del personaggio in una linea temporale alternativa governata dalla TVA di Kang il Conquistatore. Troviamo difficile immaginare che lui e Sylvie stiano sistemando le cose dopo le sue azioni nel finale, quindi entrambe le varianti potrebbero trovare nuovi interessi romantici la prossima volta che li incontreremo!

I Marvel Studios hanno recentemente introdotto la supereroina lesbica America Chavez in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, anche se la sua sessualità non è mai stata affrontata in modo significativo. Come suggerisce Tom Hiddleston (anche se ovviamente non si riferisce al sequel di Doctor Strange), c’è ancora del lavoro da fare. Le riprese della seconda stagione di Loki inizieranno quest’estate per un’uscita prevista nel 2023.

Thunderbolts: lo sceneggiatore conferma, rivelata la prossima apparizione di Val?

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All’inizio della scorsa settimana, abbiamo appreso che i Marvel Studios stanno ufficialmente andando avanti con lo sviluppo di un film su Thunderbolts. Questo progetto è al centro di voci da anni ma da quanto di Valentina Allegra de Fontaine è apparsa in The Falcon e The Winter Soldier e Black Widow, i rumors sono diventati molto più insistenti dato che la sua apparizione è stata la base per la costruzione di una squadra di antieroi/cattivi che dovrebbe entrare in azione al posto degli Avengers.

Come abbiamo appreso Jake Schreier (Robot & Frank) si siederà dietro la macchina da presa di questo nuovi film, mentre avevamo appreso che lo sceneggiatore di Black WidowEric Pearson era stato scelto per scrivere la sceneggiatura. Quest’ultimo oggi ha finalmente confermato il suo coinvolgimento in una storia di Instagram in cui ha condiviso uno screenshot dell’articolo diffuso da Deadline insieme alla didascalia “Immagino che possiamo finalmente parlarne!”

John Walker, alias agente degli Stati Uniti, sembra essere l’unica recluta confermata di Val finora, sebbene abbia anche un rapporto di lavoro con Yelena Belova. Ora la domanda è la sua prossima recluta potrebbe essere rivelata in Black Panther: Wakanda Forever ?

Lo scooper Charles Murphy ha suggerito che potrebbe davvero accadere nel prossimo film. In uno scambio con un follower ha chiarito questo membro non sarà il resuscitato Erik Killmonger lasciando però aperto uno spiraglio all’interpretazione di chi potrebbe essere la nuova recluta. Namor potrebbe rappresentare un’entusiasmante aggiunta alla squadra, anche se dovremo aspettare molto per vedere Namor in azione!  Chi vorreste vedere nella squadra dei Thunderbolts nel MCU? Facci sapere i tuoi pensieri commentando l’articolo nella nostra fanpage su Facebook!

Taika Waititi rivela la principale sfida che ha dovuto affrontare scrivendo il nuovo film di STAR WARS

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Con il Rogue Squadron di Patty Jenkins apparentemente sospeso per ragioni che non sono ancora state chiarite alla community di Star Wars, sembra che il nostro prossimo viaggio nella Galassia Lontano, Lontano al cinema sarà il misterioso progetto scritto e diretto da Taika Waititi. Il regista ha diretto il “Capitolo 8” di The Mandalorian e sta scrivendo la sceneggiatura di questo film insieme a Krysty Wilson-Cairns (1917). 

Durante la promozione Lightyear della Pixar che lo vede coinvolto nei panni di doppiatore, Taika Waititi ha condiviso un aggiornamento sui suoi piani in merito al suo film di Star Wars sul grande schermo. Il regista ha anche rivelato le sfide che sta affrontando per assicurarsi che sia unico e allo stesso tempo che rende giustizia al franchise.

“Deve ancora essere visto. Non lo so. Sto ancora scrivendo”, ha detto a Screen Rant  su come sta procedendo il lavoro. “Sto ancora inventando le idee e la trama e voglio solo assicurarmi che sembri un film di Star Wars”. “Perché potrei dire, ‘Oh sì, scriveremo qualsiasi cosa vecchia e ambienteremo nello spazio e poi metteremo Star Wars in primo piano.’ Ma non sarebbe un film di Star Wars senza alcuni elementi e un certo trattamento”,ha continuato Waititi, “quindi devo solo assicurarmi che rimanga all’interno di quel canone tracciato”.

Mentre il presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy ha suggerito che il film di Waititi uscirà nel 2023, sembra che ci sia ancora molto lavoro da fare prima che la lavorazione possa iniziare ed entrare nel vivo. Il regista dovrebbe anche dirigerlo. Ad oggi è ancora a lavoro su Thor: Love and Thunder.

Pleasure: la recensione del film di Ninja Thyberg

Pleasure: la recensione del film di Ninja Thyberg

Nel 2013 la regista svedese Ninja Thyberg realizza un cortometraggio dal titolo Pleasure, nel quale si occupa di descrivere sommariamente le dinamiche di un set porno e i rapporti che si instaurano tra gli attori coinvolti. A distanza di anni, la regista avverte però quel suo lavoro come non sufficientemente sincero sull’argomento e decide di condurre una nuova ricerca a riguardo che la porterà a girare, nel 2018, il suo primo lungometraggio, anch’esso con il titolo Pleasure. Il film, presentato al Sundance Film Festival, trova però distribuzione solo ora, senza che ciò gli abbia fatto generare mancanze in quanto ad attualità e valore sociale.

Per percorrere questo viaggio la regista dà vita a Bella (Sonia Kappel), un’attraente ragazza di diciannove anni, bionda con brillanti occhi azzurri. Bella, come normale a quell’età, ha sogni e aspirazioni. Questi, tuttavia, differiscono non poco da quelli che si è soliti sentire espressi. Lei desidera infatti diventare la prossima superstar del porno. Per riuscirci vola dalla Svezia a Los Angeles, dove la sua sfrenata ambizione la porterà a confrontarsi con ambienti sempre più pericolosi, trovandosi ben presto costretta a conciliare i suoi sogni di affermazione con la realtà e a scontrarsi con il lato più oscuro dell’industria.

Nessuno mi può giudicare

Maltrattata e malvista, l’industria del cinema porno è una delle realtà economiche più solide e redditizie che ci siano. Un ambiente su cui circolano sottovoce tante verità quante menzogne e proprio per questo suo essere troppo spesso un tabù la comprensione delle sue dinamiche interne risulta spesso sfuggente. La regista si lancia dunque giù per la tana del coniglio, desiderosa di entrare in contatto con quel sottobosco e portarne alla luce quanti più aspetti possibile, dai giochi sessuali a quelli di potere, possibilmente con uno sguardo inedito. Un obiettivo evidentemente tutt’altro che semplice.

Per riuscirci, Thyberg sceglie la sola via probabilmente giusta per questo tipo di operazioni: abbattere i confini tra documentario e fiction. Costruisce dunque una protagonista che, pur trovando modelli di riferimento nella realtà, è frutto dell’immaginazione, e la pone in un ambiente dove tutto è invece quanto più vero possibile. Tutti gli attori intorno a lei sono vere pornostar, i registi veri registi di opere porno e anche le scene più esplicite sono affrontate nel modo più vicino possibile alla realtà. Attraverso lo sguardo di Bella, dunque, lo spettatore entra realmente a contatto con ciò che c’è da sapere a riguardo.

Una volta riuscita in ciò, la regista sembra però anche consapevole di avere il dovere di rimanere quanto più imparziale possibile. Sarebbe fin troppo facile giudicare un contesto simile, dove la donna è nella stragrande maggioranza dei casi un mero oggetto di piacere per uno sguardo maschile. Thyberg, fedele anche alle sue intenzioni documentarie, riesce dunque a costruire un film con situazioni e dialoghi attraverso cui non traspare un suo giudizio, positivo o negativo che sia. Allo stesso tempo, in modo più implicito e convincente, questo emerge in ogni inquadratura dove la protagonista è colta nella sua solitudine, circondata da una tenebrosa atmosfera di malinconia.

Pleasure Ninja Thyberg

Lo sguardo del piacere

Pleasure è dunque un film che, proprio come l’industria del porno in generale, contiene in sé una facciata esteriore e una interiore. È ufficialmente un film di finzione, ma ha chiari intenti documentaristici. Propone una rappresentazione priva di giudizio di questo ambiente, ma l’opinione della regista non può che emergere ugualmente anche se in modo meno esplicito. Ed è proprio questo costruirsi sugli “opposti” e sulle “contraddizioni” che rende Pleasure un’opera tanto affascinante e audace, quanto disturbante. Certe scene hanno evidentemente l’obiettivo di costringere lo spettatore ad immedesimarsi in situazioni scomode, specialmente per via del loro punto di vista ribaltato.

Se, come detto precedentemente, il cinema porno è costruito primariamente con uno sguardo maschile, la regista sceglie qui di farci assumere quello femminile di Bella. Si esprime anche da qui quella rivoluzione nello sguardo che negli ultimi anni è diventata tanto urgente e che in Pleasure contribuisce a proporre con forza una delle domande alla base del film: chi prova piacere? È forse Bella? O Chi la guarda? E se non è la protagonista a provarlo, cosa le resta? Il film dichiaratamente non ha risposte certe, ma ha l’obiettivo di porre questi e altri quesiti con cui riflettere su tale ambito e per il modo in cui la regista costruisce quest’indagine, difficilmente ci si dimenticherà presto di quanto visto.

I cattivi più cattivi della storia del cinema

I cattivi più cattivi della storia del cinema

Si intitola “I cattivi più cattivi della storia del cinema” il volume, curato da Marta Zoe Poretti, che raccoglie i ritratti dei dieci cattivi più cattivi della storia del cinema, analizzati in maniera trasversale dalla redazione de LaScimmiaPensa.

Un’opera corale e contemporanea, che indaga le figure più torbide della storia del cinema: Dracula, Sauron (Il signore degli anelli), Darth Vader (Star Wars), il mostro di Alien, Mr. Smith (Matrix), Hannibal Lecter, Pazuzu (L’esorcista), Joker, Annie Wilkes (Misery non deve morire), Norman Bates (Psycho). I personaggi costituiscono i capitoli del volume, con un’analisi multidisciplinare che passa dallo studio della genesi dei singoli cattivi sino alla costruzione di un immaginario collettivo. Tra storia del cinema, letteratura e musica.

Dracula, Sauron, Darth Vader, Alien, Hannibal Lecter, Joker, Agente Smith, Norman Bates, Annie Wilkes, Pazuzu. Crudeli, spaventosi, cattivi. Anzi, cattivissimi. I più cattivi della storia del cinema.

“L’idea che ci ha spinto a progettare il saggio era proprio conservare l’approccio Pop del Blog (e dei celeberrimi social legati a “La Scimmia”) senza per questo escludere profondità e attenzione nel processo di ricerca storica. Naturalmente gli autori hanno età, stile e formazione molto diversi. Sia io che l’editor abbiamo cercato di intervenire poco, anzi pochissimo sui testi dei redattori. Credo infatti che, se questo volume ha un fascino, si nasconda proprio nella sua natura eclettica ed eterogenea.” Dichiara la curatrice, Marta Zoe Poretti.

Quante volte abbiamo sussultato sulla poltrona di una sala cinematografica alla vista di uno di questi dieci villain? Tra paura e fascino, il Male, attraverso le molteplici narrazioni dell’arte cinematografica, si presenta come vera e propria celebrazione iconica di personalità in rota con l’esistenza e con l’ambientazione del mondo circostante, sia esso ispirato alla realtà (storica o contemporanea) che totalmente immaginario.

I dieci cattivi più cattivi della storia del cinema è lo studio originale, condotto dalla redazione de LaScimmiaPensa, sulla genesi dei personaggi cinematografici più complessi e iconici: un volume che raccoglie alcune fra le interpretazioni più singolari in ambiti che spaziano dalla letteratura, alla musica, fino a giungere alla psicologia per riuscire a restituirci aspetti inediti dei personaggi più contorti.

Solo per chi ama i cattivi. Anzi, i più cattivi della storia del cinema.

Star Wars: il mito dai mille volti, dal 13 giugno disponibile l’edizione aggiornata

In uscita il 13 giugno per Golem Libri l’edizione ampliata e aggiornata del successo di Andrea GuglielminoStar Wars: il mito dai mille volti”, con capitoli aggiuntivi, una nuova prefazione di Lorenzo Fantoni (in aggiunta a quella di Oscar Cosulich) e le bellissime illustrazioni di Mauro “Manthomex” Antonini, Sudario Brando, Oscar Celestini, Fabrizio “Fumettista Esplosivo” De Fabritiis e Mirko Fascella.

In uscita il 13 giugno per Golem Libri Star Wars: il mito dai mille volti EDIZIONE ESTESA, la versione ampliata e aggiornata del “saggio di antropocinema” che Andrea Guglielmino ha voluto proporre ai suoi lettori in concomitanza con la programmazione su Disney+ della miniserie Obi-Wan Kenobi.

La nuova edizione del libro, oltre a riproporre nel suo impianto di fondo l’innovativa analisi comparativa che l’Autore applica alle più celebri saghe di celluloide (viste come miti contemporanei e lette attraverso le lenti dell’antropologo e dello storico delle religioni), si arricchisce di nuovi capitoli, di una nuova prefazione a cura di Lorenzo Fantoni (n3rdcore.it) e di una serie di bellissime illustrazioni firmate da Mauro “Manthomex” Antonini, Sudario Brando, Oscar Celestini, Fabrizio “Fumettista Esplosivo” De Fabritiis e Mirko Fascella.

Scrive l’Autore: “Quando ho dato alle stampe Star Wars: il mito dai mille volti, esattamente quattro anni fa, sapevo che avrei dovuto, o più propriamente voluto, tornare nella Galassia Lontana Lontana per chiudere la trattazione. La trilogia sequel non era ancora completata ed eravamo a ridosso di Solo, che ancora non si era rivelato l’insuccesso epocale che avrebbe portato a un totale cambio di rotta per la saga. Immaginavo che avrei scritto magari un altro libro per concentrarmi sui nuovi capitoli a integrazione del primo, ma non avrei mai immaginato che la direzione intrapresa dalla saga avrebbe condizionato in maniera così radicale anche il pregresso. Questo ha portato all’idea di realizzare un’edizione estesa che non proseguisse semplicemente il percorso lasciato in sospeso a suo tempo ma lo integrasse e lo aggiornasse, rendendolo fruibile anche per i nuovi lettori. La parte nuova, però, è talmente consistente che si può parlare di un nuovo saggio, in cui ho potuto includere non solo la trattazione de L’Ascesa di Skywalker, ultimo capitolo della nuova trilogia, ma anche quella delle serie passate su Disney+, The Mandalorian e The Book of Boba Fett, importantissime per comprendere i nuovi meccanismi di fruizione del franchise… Mi interessava capire certi meccanismi del Mito e ora ci sono tutti gli elementi per farlo al meglio”.

Becoming Elizabeth: recensione della serie Starzplay

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Becoming Elizabeth: recensione della serie Starzplay

Se c’è una storia che non perde mai il suo fascino, che per quanto venga raccontata trova sempre il modo di arrivare a una fascia di pubblico di versa, parlando ogni volta al suo tempo è quella dei reali inglesi, in particolare quella della famiglia Tudor e dell’ascesa al trono di Elisabetta I, figura storica importantissima, moderna oltre ogni dire, un unicum nella Storia dell’umanità. Ed è proprio di questo che parla Becoming Elizabeth, serie drammatica in costume disponibile dal 12 giugno su STARZPLAY (con appuntamento settimanale) e ideata dalla drammaturga Anya Reiss (Spur of the Moment). 

Becoming Elizabeth, la storia

La storia, almeno dalle prime puntate viste in anteprima, racconta della giovinezza di Elisabetta Tudor, dei tumultuosi anni che hanno portato alla sua ascesa al trono e delle teste che sono dovute cadere e dei pretendenti al trono che sono dovuti morire prima che la Regina Vergine si sedesse sul trono d’Inghilterra. Ma facciamo un passo indietro: Enrico VIII è appena morto, gli sopravvive la sesta moglie, Catherine Parr che immediatamente dopo la morte del marito, sposa la sua vecchia fiamma Thomas Seymour. Questa unione viene vista di cattivo occhio dalla Corona, che nel frattempo è passata a Edoardo VI, il figlio che Enrico ebbe con la Regina Jane Seymour, sua terza moglie. Al suo fianco si schiera Maria, la maggiore dei figli in vita di Enrico, l’unica cattolica e l’unica figlia che il re ebbe con Caterina d’Aragona. La Regina Vedova e il suo nuovo marito però prendono sotto la propria ala l’adolescente Elisabetta, che con la loro guida, in particolare con quella infida e con secondi fini molto chiari di Thomas, comincia la sua scalata al trono, intenzionata a sedersi al posto di suo padre.

Gli intrighi dei Tudor

La vicenda storica che racconta Becoming Elizabeth è già di per sé una soap opera e la serializzazione e la drammatizzazione non fanno altro che accentuarne i punti di forza, calcando la mano sugli aspetti licenziosi e torbidi della corte inglese, come aveva già fatto la serie The Tudors, e dispiegando tutta la sequela di nomi, titoli, parentele e alleanze che la situazione richiedeva.

Il risultato è una serie ricchissima, dal punto di vista scenografico, dei costumi e degli interpreti, ma anche degli avvenimenti. Becoming Elizabeth racconta una storia densa in cui ogni trama, anche se non direttamente collegata alla sua protagonista, diventa interessante perché aggiunge non solo un avvenimento al quadro, ma anche un punto di vista e una rilettura della Storia. 

Becoming Elizabeth è un racconto femminista

Becoming Elizabeth è un racconto che si riveste di femminismo attraverso gli occhi infuocati di Alicia von Rittberg, a cui viene affidato il compito di portare a schermo la giovane Elisabetta. Siamo molto lontani dal ritratto tempestoso e deciso che Cate Blanchett ha fatto (in due tempi) del personaggio sul grande schermo. 

Questa Elisabetta cerca un appoggio e una guida ma sente anche dentro di sé il fuoco dei Bolena, la voglia di riscatto, la convinzione cristallina che il posto più in alto spetta a lei. Si tratta del coming of age di una delle persone (non solo di una delle donne) più eccezionali che la Storia dell’umanità ricordi. Reiss arricchisce di strati e complessità un personaggio già estremamente affascinante e regala agli spettatori appassionati di period drama una nuova avventura da gustarsi, episodio per episodio. 

Completano il cast di Becoming Elizabeth Tom Cullen, nei panni di Thomas Seymour, Romola Garai, in quelli di Mary e Jessica Raine che invece interpreta Catherine Parr.

Una folle passione: libro, trama e cast del film

Una folle passione: libro, trama e cast del film

Consacratisi insieme grazie al film Il lato positivo, gli attori Bradley Cooper e Jennifer Lawrence hanno poi nuovamente recitato insieme in American Hustle, Joy e Una folle passione (qui la recensione). Quest’ultimo, diretto dalla premio Oscar Susanne Bier, è uscito in sala nel 2014, portando sul grande schermo una complessa vicenda sentimentale segnata anche dal potere e dal contesto storico in cui si svolge. Il film riunisce così una coppia di attori particolarmente brillante, che trae dalla chimica che scorre tra loro il vero punto di forza di quanto gli ruota intorno.

Il film, scritto da Christopher Kyle, è tratto dal romanzo Serena (che è anche il titolo inglese del film), scritto nel 2008 da Ron Rash. Si tratta del suo libro più noto, divenuto un bestseller e incentrato sulle tematiche dell’avidità, della corruzione e della passione che sfocia nell’ossessione. Attraverso i due personaggi protagonisti e le loro attività, tutto ciò si evidenzia in modo forte e chiaro, lasciando allo spettatore il compito di riflettere su quanto realmente ciò per cui si ha una passione alla lunga finisce con il possederci.

Nel dar vita all’adattamento del film, Kyle, la Bier e i produttori hanno in particolare puntato sulla profondità psicologica dei personaggi come anche sul punto di vista di entrambi, mentre nel libro si ritrova solo quello di Serena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Una folle passione: la trama del film

Ambientato sul finire degli Anni Venti, sullo sfondo delle montagne del North Carolina, la pellicola vede protagonisti George e Serena Pemberton, due giovani neosposi, bellissimi e innamoratissimi, che iniziano a lavorare per quello che diventerà presto un impero del legname. La vera artefice del loro destino è però Serena, una giovane donna forte, passionale e senza paura. È lei che supervisiona i taglialegna, dà la caccia a serpenti a sonagli e salva addirittura la vita di un uomo in mezzo alla natura selvaggia. Il suo potere decisionale sull’azienda, così come anche sull’uomo che ha sposato, non ha eguali.

Forti del loro potere, dell’ascendente e del carisma che esercitano sugli altri, i Pemberton non permettono a nessuno di ostacolare il loro amore folle e le loro ambizioni. Quando Serena, però, scopre il passato segreto di George e si trova a fare i conti con il proprio ineluttabile destino, l’unione passionale dei Pemberton comincia a sgretolarsi, facendo presagire un drammatico epilogo. A quel punto, il amore forte finirà con il trasformarsi in follia, passando dall’essere un sentimento all’essere un’ossessione, in grado di raggiungere i meandri più bui dell’animo umano.

Una folle passione cast

Una folle passione: il cast del film

Originariamente, ad interpretare il ruolo di Serena era stata chiamata l’attrice Angelina Jolie, la quale però finì con l’allontanarsi dal progetto. Al suo posto venne a quel punto scelta la premio Oscar Jennifer Lawrence. L’attrice, rimasta affascinata dal complesso animo del personaggio, si disse da subito disponibile a recitare nei panni della protagonista. Per calarsi nei suoi panni, iniziò in particolare ad approfondire il ruolo della donna in quel contesto storico, al fine di poter risultare più realistica. Come anticipato, accanto a lei, nei panni di suo marito George si ritrova il candidato all’Oscar Bradley Cooper. Fu proprio la Lawrence a suggerire l’attore per la parte. I due, che avevano lavorato così bene insieme sul set di Il lato positivo, erano rimasti in ottimi rapporti e cercavano da tempo un nuovo progetto dove poter recitare insieme.

Dopo aver letto la sceneggiatura di Una folle passione, la Lawrence la inviò a Cooper, convincendolo ad accettare. Cooper, allo stesso modo, studiò il periodo storico e l’attività del suo personaggio, calandosi come suo solito quanto più possibile nella mentalità di questo. Accanto a loro, nei panni del controverso Galloway, vi è l’attore Rhys Ifans, ricordato in particolare per il ruolo di Spike in Nottingh Hill. Sean Harris, attore visto anche in Mission: Impossible – Rogue Nation Prometheus, invece, ricopre il ruolo di Campbell, uno dei lavoratori di George. Toby Jones, noto come doppiatore di Dobby nella saga di Harry Potter, recita qui nel ruolo dello sceriffo McDowell, mentre Sam Reid è Joe Vaughn.

Una folle passione: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Una folle passione è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 11 giugno alle ore 21:20 su Canale 5.

Fonte: IMDb

 

 

Hill of Vision: l’incontro con i protagonisti

Hill of Vision: l’incontro con i protagonisti

È stato presentato a Roma Hill of Vision, il nuovo film di Roberto Faenza, prolifico regista, sceneggiatore e professore italiano che ha girato spesso anche negli Stati Uniti e che questa volta sceglie di raccontare «una storia incredibile, se non fosse accaduta davvero», come dice lui stesso: il racconto dell’infanzia del genetista premio Nobel per la scienza Mario Capecchi.

Hill of Vision è stato proiettato quest’anno in apertura al Bifest (Bari International Film Festival), prodotto da Elda Ferri e Milena Canonero, costumista che si è aggiudicata l’Oscar per quattro volte, è nato praticamente per caso, come racconta Ferri: «Sono stata io ad instillare in Roberto l’idea di girare questa storia. Ero in una sala d’attesa e leggendo una rivista mi sono imbattuta nella notizia che diceva che lo scienziato Mario Capecchi aveva regalato al museo di Kyoto un cappello. Il fatto mi ha talmente incuriosita che abbiamo deciso di partire, intervistarlo e conoscere cosa ci fosse dietro».

Prende la parola il regista, a cui stanno particolarmente a cuore le tematiche sulla formazione, anche e soprattutto quando attingono dalla storia: «Il punto focale che mi ha interessato di più e che ho voluto trasmettere ai miei giovani attori, è la fortuna che Mario ha avutoad incontrare i suoi zii quaccheri, scienziati, che capiscono che lui non è affatto stupido, come invece gli viene detto da tutti a scuola. Il fatto che i suoi adulti di riferimento credano in lui, gli dà la spinta per riprendere a vivere e diventare chi poi è diventato. Trovo che sia una storia talmente incoraggiante che debba essere per forza portata al cinema, e anche nelle scuole. Jona che visse nella balena è stato visto da un milione e mezzo di studenti, con Hill of Vision arriverò a due! », sorride soddisfatto Roberto Faenza che nella sua carriera può vantare una grande affinità nella direzione di giovani talenti: «De Sica sosteneva che fosse difficilissimo lavorare con i ragazzini, io invece penso che sia la cosa più semplice del mondo. Basta, però, trovare il bambino giusto. Sanno essere disponibilissimi, a meno che tu non vada contro qualcosa che proprio non vogliono fare. Con Lorenzo Ciamei e Sofia D’Elia non ho dovuto praticamente far nulla, andavano avanti da soli, non mi chiedevano nessun chiarimento, a differenza degli adulti che hanno sempre bisogno di capire tutto», spiega ridendo il regista.

Viene poi rivolta una domanda a Milena Canonero, che racconta la propria esperienza anche attraverso il rapporto con Faenza e Elda Ferri, che risale agli anni ’90 con Mio caro dottor Gräsler: «Non si tratta mai di fare solo dei “vestitini”, si comincia sempre col capire innanzitutto quale sia il film che vuole fare il regista. Quando scelgo di lavorare ad un progetto è perché è il soggetto a incuriosirmi. In questo caso l’amicizia che mi lega a Elda e Roberto non mi ha influenzata, perché era la storia stessa di Mario Capecchi a essere entusiasmante. Quando lo abbiamo conosciuto ci ha raccontato tanti aneddoti che non è stato possibile inserire nel film, ci vorrebbe quasi un seguito», dice scherzando Canonero, che rivela, tra l’altro, il suo importante coinvolgimento nella scrittura e lavorazione del film: «Non guardo mai se la produzione del film sia grande o piccola. Se trovassi qualcosa d’interessante in un Marvel potrei anche collaborare in uno di quei film», scherza Canonero con la sua proverbiale eleganza.

Faenza svela poi che il protagonista di Hill of Vision ha guardato il film in anteprima: «Mario Capecchi non ha commentato nulla perché ha pianto per due ore  mezza. Dopo un po’ ha solo detto che quella fosse la prima volta che qualcuno gli stava restituendo qualcosa. È rimasto molto colpito. Credo che sia stato il rapporto con la mamma ad averlo toccato di più. Lui a casa conserva ancora il baule con delle lettere appartenute a lei che ha scelto di non leggere, dopo tutti questi anni. L’aspetto più drammatico per lui riguarda il ricordo del padre. Ne ha memoria come se fosse un demonio, non ne vuol sentire parlare. È forse anche un tantino esagerato. Quello che lui ci ha sempre detto quando lo abbiamo intervistato, è che l’unica cosa della sua vita che veramente merita di essere raccontata è la sua infanzia. E credo che sia un insegnamento di grande conforto per i ragazzi di oggi, che spesso oggi sono totalmente abbandonati dalla società e i genitori non se ne occupano».

Quasi in chiusura, la costumista e produttrice Milena Canonero si lascia scappare la rivelazione di una nuova idea che sta prendendo forma nel cantiere del regista: «La nuova direttrice di Rai Cinema ci ha proposto di fare un film su Alda Merini, siamo stati seguiti nel progetto da Arnoldo Mondadori Jr che l’ha conosciuta. A luglio inizieremo con il set».

Hill of Vision uscirà in sala il 16 giugno.

Pirati dei Caraibi: Johnny Depp torna nel franchise?

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Pirati dei Caraibi: Johnny Depp torna nel franchise?

A seguito della vittoria in tribunale di Johnny Deppil destino sulla carriera dell’attore sembra essere tornato nei pensieri di Hollywood, tanto che l’attore dopo il verdetto potrebbe presto essere riabilitato nientemeno che dalla Disney. Le voci su un potenziale ritorno di Johnny Depp sulle scene hollywoodiane si susseguono praticamente dal giorno della vittoria. Negli ultimi giorni a parlare di un possibile riavvio del franchise di Pirati dei Caraibi è stato il produttore di Top Gun: Maverick, Jerry Bruckheimer, che reduce dal successo del film ha rivelato lo stato dell’arte in seno allo studios.

Il produttore ha confermato che è nelle intenzioni della Disney riavviare un franchise e che ci sono ben due progetti in fase di sviluppo. Il primo è un reboot ancora avvolto nel mistero e l’altra per una nuova versione della storia con protagonista Margot Robbie. A parlare invece esplicitamente di Johnny Depp è stato un ex dirigente della Disney, che ha parlato della questione a  People, affermando che il ritorno di Depp nel reboot si concretizzerà davvero:  «Credo assolutamente che, dopo il verdetto di questi gironi, la saga di Pirati dei Caraibi sia pronta per il reboot con Johnny nei panni del capitano Jack. Il discorso è molto, molto semplice: dietro ad un progetto del genere c’è letteralmente un tesoro per il botteghino, il personaggio è profondamente amato in tutto il mondo e fa parte della cultura Disney».

Che dire, al momento nulla di ufficiale ma il ritorno dell’attore nei panni dell’iconico personaggio sarebbe il giusto modo per porre fine ad una vicende che indipendentemente da chi ha perso o vinto, è stata fin dall’inizio brutta per tutti. Johnny Depp ha interpretato Jack Sparrow per ben 5 volta dal primo La maledizione della prima luna, fino a Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma (2006), Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (2007), Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare (2011) e Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (2017).

Aquaman e il regno perduto: l’hashtag BoycottAquaman2 di tendenza dopo le voci sul ruolo ampliato di Amber Heard

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Come molti di voi sapranno Johnny Depp ha vinto nella sua battaglia legale contro la star di Aquaman Amber Heard, ma per molte persone questo non è abbastanza. C’è chi ritiene che la carriera dell’attore sia stata ingiustamente rovinata dopo che la sua ex moglie lo ha bollato come un “picchiatore di moglie” e la notizia secondo cui il suo ruolo nel prossimo atteso sequel Aquaman e il regno perduto sia stato ampliato di recente nel montaggio finale non è stato accolto favorevolmente. 

Tutto è iniziato quando un utente di Twitter chiamato Undercover Audience  ha affermato che le ultime proiezioni di prova per il sequel hanno aumentato il minutaggio e il rullo sullo della Heard nei panni di Mera da circa 10 minuti a 20-25 minuti. Tempo fa avevamo pubblicato la notizia secondo cui Warner Bros. avrebbe limitato il ruolo della Heard in Aquaman e il regno perduto a causa della mancanza di chimica con il co-protagonista Jason Momoa, ma l’attore ha affermato di credere che in realtà il taglio sia dovuto alla sua guerra in tribunale con Johnny Depp. Riformulare Mera sarebbe stata la mossa più intelligente dello studio, ovviamente, ma molti fan non sono contenti che Amber Heard, possa avere più scene, tanto da far ritornare di tendenza l’hashtag BoycottAquaman2. 

Probabilmente tutto ciò è iniziato quando Johnny Depp è stato licenziato dalla Warner Bros.’ dal franchise di Animali fantastici e sostituito con un altro attore, Mads Mikkelsen, quindi è probabile che i suoi fan finché non accadrà lo stesso a Heard… continueranno a mantenere di tendenza l’hastag #BoycottAquaman2.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il regno perduto

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il regno perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman e il regno perduto uscirà nelle sale americane il 17 marzo 2023.

Valentina Lodovini racconta la sua esperienza in Love & Gelato

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Valentina Lodovini è Francesca in Love & Gelato, il nuovo film Netflix, disponibile sulla piattaforma a partire dal 22 giugno. Ecco cosa ci ha raccontato del suo personaggio.

Volto amatissimo del cinema italiano, Valentina Lodovini è trai protagonisti di Love & Gelato. Nel film interpreta Francesca, una giovane donna italiana che prende sotto la sua ala Lina, la figlia di una sua amica americana che non c’è più. Con tanta energia, ma anche con discrezione, aiuterà la giovane a trovare la sua strada nel corso di una calda estate romana.

Già dal titolo, il film richiama alla mente quest’abitudine, tutta italiana, di cercare cura e conforto nel cibo, in particolare nel gelato. Ma qual è il conforto di Valentina Lodovini?

“Nella vita la mia carezza è il carboidrato (ride)! … Una cosa che su di me esercita una grande influenza è l’arte in generale. Dico sempre che se la vita ti delude, rifugiati nell’arte. Quindi andare in un museo mi rimette in pace e mi offre un punto di vista nuovo sulle cose. L’arte ti fa capire che esiste un altro punto di vista. E anche quello, oltre al cibo, nel nostro Paese, è una cosa che troviamo dietro ogni angolo.”

Nel film, Valentina Lodovini recita in lingua doppia, confessando di aver girato tutte le scene importanti del suo personaggio in due versioni: “L’esperienza della doppia lingua è stata divertente. Giravo sempre tutte le scene in italiano e in inglese, perché a seconda della situazione si sceglieva una versione piuttosto che un’altra. Guardando il trailer ho un po’ ‘rosicato’ perché mi hanno tagliato un bel monologo in inglese e hanno scelto l’italiano, ma forse in quel momento era più adatto per il personaggio.”

La storia del cinema è piena di pellicole che raccontano più o meno la storia che vediamo in Love & Gelato: una giovane donna americana che viene in Italia per trovare se stessa. Tra esempi altissimi, come Vacanze Romane, e film neo riusciti, come Mangia Prega Ama, da cosa dipende il fascino che il Belpaese esercita sui cugini d’Oltreoceano?

“Credo che sia la Storia italiana ad esercitare questo fascino sugli stranieri. Siamo nati in una culla di cultura e questa cosa si percepisce. Quando sono negli Stati Uniti io avverto il contrario, avverto la mancanza della loro storia. Ma basta pensare all’Opera, che ha fatto conoscere l’italiano in tutto il mondo. Chiunque, grazie all’Opera, conosce almeno una parola di italiano. In Italia la Storia si respira ad ogni angolo, e Roma in particolare, ti sbatte in faccia la sua bellezza. Nonostante non sia una bellezza di cui ci si prende cura, resta comunque da togliere il fiato.”

Com’è stato lavorare con una produzione Netflix e come è andato il lavoro con Brandon Camp, il regista?

“La presenza di Netflix la davo per scontata. Immaginavo che, essendo una produzione Netflix America, sarebbe andato tutto in un certo modo. Avevamo tanti giorni per lavorare, si aveva il tempo per fare le cose per bene (…) Porterò sempre con me il lavoro con il regista, e questo non dipende dalla nazionalità ma dalla qualità umana. Mi sono sentita sempre protetta e coinvolta nella parte creativa, Brandon ha visto tutti i miei film, e non capita sempre. Ha tenuto in considerazione molti dei miei suggerimenti e, soprattutto nei momenti in cui dovevo essere più allegra, dovevo spingere di più sulla commedia, lui mi diceva sempre che non avrebbe potuto darmi indicazioni che io già non sapessi, essendo italiana. Diceva sempre ‘l’avete inventata voi la commedia’.”

Love & Gelato arriva su Netflix dal 22 giugno. Diretto da Brandon Camp, vede nel cast, oltre a Valentina Lodovini, Susanna Skaggs, Saul Nanni e Tobia de Angelis.

Love & Gelato: intervista ai protagonisti del film Netflix

Black Panther: Wakanda Forever, una promo art rivela il nuovo look di Shuri

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Recentemente abbiamo dato una prima (sfocata) occhiata a Namor interpretato da Tenoch Huerta tramite alcune immagini promozionali di Black Panther: Wakanda Forever. Ebbene oggi nuove promo art sono state trovate online grazie alla promozione tie-in di Sprite.

Le immagini non sono delle più nitide, ma grazie a quest’ultima fuga di notizie vediamo Okoye (Danai Gurira ) e Ahuri (Letitia Wright) che assumono la tipica posa di saluto del Wakanda, con quest’ultimo che sfoggia un outfit aggiornato e una nuova pettinatura. All’inizio di questa settimana è circolata una voce secondo cui il primo trailer del sequel avrebbe debuttato stasera durante le finali NBA, ma questa voce sembra essere stata smentito.

Cosa sappiamo su Black Panther: Wakanda Forever

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Love & Gelato: intervista ai protagonisti del film Netflix

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Love & Gelato: intervista ai protagonisti del film Netflix

Susanna Skaggs, Saul Nanni e Tobia de Angelis sono i protagonisti di Love & Gelato, il nuovo film originale Netflix, che sarà disponibile il 22 giugno sulla piattaforma.

“Prima di cominciare a girare, non avevo molte aspettative, non sapevo cosa aspettarmi dalla città e dall’esperienza. Sapevo solo che mi sarebbe piaciuto visitare il Paese e imparare la lingua. Quello che mi ha colpito di più del lavoro sul set è stato il modo in cui si sono superate le barriere linguistiche sul set. Erano due culture che si mescolavano sul set, tra l’italiano e l’inglese, e l’ho trovato davvero brillante.”

Esordisce così Susanna Skaggs, protagonista di Love & Gelato, il nuovo film Netflix in cui interpreta Lina, una ragazza americana che, dopo aver perso la madre, arriva a Roma per esaudirne l’ultimo desiderio: passare un’estate nella Città Eterna, dove da ragazza sua madre ebbe un’esperienza indimenticabile.

“Quello che ho ammirato di Roma invece è che tutto è molto antico. Camminare tra edifici così vecchi che ancora stanno in piedi e vengono usati… persino l’edificio in cui c’è il McDonald è un posto bellissimo. È tutto così diverso rispetto al posto in cui vivo io!”

Come ogni americana a Roma, Lina sarà “contesa” tra più giovani italiani. In questo caso si tratta di Alessandro e Lorenzo, interpretati rispettivamente da Saul Nanni e Tobia de Angelis. Entrambi i giovani interpreti hanno recitato in inglese, un’esperienza nuova per loro, dalla quale però escono entrambi vincitori.

“Per me è stato bellissimo avere l’occasione di cimentarsi in un’altra lingua – spiega Nanni – qualche anno fa ho vissuto a Los Angeles e questa è stata una bella possibilità che ti porta a vivere in un altro mondo. Dovevo interpretare un ragazzo italiano, per cui andava anche bene l’accento che avevo io. È stato bellissimo costruire il rapporto con il regista in un’altra lingua.”

Tobia de Angelis aveva più timori, come spiega: “Ero abbastanza spaventato per la doppia lingua, perché in italiano posso improvvisare e aggiungere cose. Mentre in inglese dovevo mantenere un tono, una fluidità. Abbiamo però deciso che avrei mantenuto il mio accento, dal momento che dovevo interpretare un ragazzo italiano. Abbiamo cercato una via di mezzo tra ciò che era accettabile per un pubblico americano e quello che invece andava bene per il mio personaggio. Quello che infatti mi ha aiutato era sporcare con alcuni intercalari in italiano.”

In che modo, in Love & Gelato, il percorso dei personaggi coincide con quello degli interpreti?

Susanna Skaggs: “Per fortuna, rispetto alla sorte di Lina, mia madre è qui con me e sono molto contenta di questo, è stata con me per tutte le riprese. Mi immedesimo nell’ansia di Lina nel provare nuove cose e nel permettere a me stessa di apparire strana. Ho davvero apprezzato la sua forza di volontà nel lasciarsi andare. Mi sento in connessione con questo aspetto, e ho capito che a volte basta solo avere coraggio e saltare da una scogliera con un ragazzo italiano. Essere aperta a nuove esperienze.”

Nanni interpreta invece un ragazzo costretto dalla famiglia a seguire un percorso che lui non sente suo: “Conosco tante persone che hanno avuto una vita scritta da altri. Ho anche tanti amici che vivono questa situazione. Io per fortuna ho avuto una famiglia che mi ha sempre supportato nelle mie scelte. È stata una bella esperienza portare sullo schermo questo aspetto perché appartiene ad altri che conosco.” De Angelis, invece ha cercato di aggiungere un po’ di spirito al suo Lorenzo, per renderlo più simile a se stesso, meno “bravo ragazzo” in senso bidimensionale e più persona con cui entrare in relazione. 

Ma cosa c’è di affascinante per gli americani nel nostro Paese? Secondo Tobia de Angelis “L’Italia e l’America hanno un rapporto privilegiato. Siamo una specie di figliocci degli Stati Uniti, e qualche volta sono loro i nostri figliocci, quindi c’è la fascinazione reciproca. Rispetto ad altri paesi non è così, nella mia esperienza spesso l’italiano non è visto di buon occhio.”

Nonostante il film ricordi una certa cinematografia che vede lo straniero in Italia a confronto con sapori, luoghi e amori del posto (basti pensare a Vacanze Romane o Io ballo da sola), il regista Brandon Camp ha assegnato dei compiti ai protagonisti che prevedevano la visione di una serie di commedie romantiche di fine anni Novanta inizio Duemila, un suggerimento per rettare il tono del film. 

E Susanna, Tobia e Saul hanno fatto i compiti con grande diligenza, pur avendo in mente loro stessi dei modelli e delle ispirazioni a cui tendere per quello che riguarda la propria carriera. E se Susanna Skaggs si è dimostrata molto attenta a alle giovani interpreti americane, facendo il nome, tra le altre, di Florence Pugh, Nanni e de Angelis si sono divisi i Golden boys del cinema italiano contemporaneo, ispirandosi rispettivamente a Alessandro Borghi e Luca Marinelli (con una nomination particolare, da parte di Tobia, per la personalità e il talento di Elio Germano).

Love & Gelato arriva su Netflix a partire dal 22 giugno.

Valentina Lodovini racconta la sua esperienza in Love & Gelato

Spider-Man: No Way Home – The More Fun Stuff Version torna al cinema con una versione estesa

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Sebbene si vociferava da mesi, Sony Pictures e Marvel Studios hanno annunciato che  Spider-Man: No Way Home tornerà ufficialmente nelle sale questo autunno con Spider-Man: No Way Home – The More Fun Stuff Version, un taglio esteso del Grande successo da miliardi di dollari del 2021. Attualmente, il film diretto da Jon Watts riaprirà negli Stati Uniti e in Canada il 2 settembre, con l’annuncio di altri paesi che si aggiungeranno a breve.

È stato fortemente ipotizzato sin dalla corsa iniziale del film che Sony intendesse ripubblicare la pellicola al cinema ad un certo punto nel 2022 e quelle voci sono diventate qualcosa di più quando  il film è uscito in home video senza includere scene eliminate.

Dal punto di vista della storia, è improbabile che il nuovo taglio sia drasticamente diverso dall’originale, ma dovremmo aspettarci una forte dose di nuove scene che probabilmente coinvolgerà i tre Spidey insieme, nonché forse qualche altra scena di Matt Murdock e i cattivi del multiverso. C’è anche la possibilità che alcuni lavori sugli effetti visivi vengano aggiornati per il nuovo taglio. Dunque possiamo aspettarci che Spider-Man: No Way Home – The More Fun Stuff Version venga  ripubblicato su 4K Ultra HD, Blu-ray e Digital anche quest’inverno, probabilmente giusto in tempo per Natale. Guarda un’anteprima di una di queste nuove scene nel video dell’annuncio qui sotto:

https://www.youtube.com/watch?v=ZaEZqG82U5U

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato: tutte le curiosità sul film

Tutti conoscono il film del 2005 La fabbrica di cioccolato, diretto da Tim Burton e con Johnny Depp nei panni dell’iconico Willy Wonka, proprietario della stravagante fabbrica di cioccolato del titolo. Le generazioni di spettatori più giovani probabilmente non sanno però che già nel 1971 era stato portato sul grande schermo un adattamento del celebre romanzo omonimo di Roald Dahl. Con il titolo Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, questo presenta grossomodo la medesima vicenda, seppur con alcune significative differenze. Diretto da Mel Stuart e interpretato dall’attore Gene Wilder, il film è oggi considerato un vero e proprio cult.

A far scoprire il romanzo di Dahl a Stuart fu sua figlia, che avendo appena letto il libro gli chiese di farne un film. Ben presto, il racconto divenne oggetti di forte interesse, presentandosi sulla carta come un film adatto alle famiglie sulla scia di titoli come Il mago di Oz e Mary Poppins. La sceneggiatura che ne venne scritta, firmata da David Seltzer, lasciò però particolarmente scontento proprio Dahl, il quale affermò che questo adattamento aveva completamente perso di vista il cuore narrativo del racconto, dando inoltre maggior enfasi a Wonka piuttosto che a Charlie, il vero protagonista del romanzo.

Distintosi per dei buoni incassi e per una nomination agli Oscar per la miglior colonna sonora, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato è ad ogni modo divenuto un classico del cinema fantastico, guadagnando sempre più popolarità anche a distanza di tempo dalla sua uscita. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato: la trama e il cast del film

Protagonista del film è il giovane Charlie Bucket, il quale vive in estrema povertà insieme ai genitori e ai quattro nonni. La sua vita cambia improvvisamente quando trova uno dei cinque biglietti d’oro che permettono ad altrettanti fortunati di fare una visita nella misteriosa fabbrica di cioccolato di proprietà dell’ancor più misterioso Willy Wonka. Accompagnato dal nonno Joe, Charlie ha così modo di conoscere tanto gli altri bambini vincitori quanto una realtà imprevedibile, che si svelerà sempre più ai suoi occhi come l’inizio di qualcosa di magico nella sua vita.

Come anticipato, ad interpretare Willy Wonka vi è l’attore Gene Wilder, celebre anche per il film Frankenstein Junior. Questi accettò la parte solo a condizione che la prima apparizione di Wonka sullo schermo lo avesse visto uscire dalla fabbrica zoppicando claudicante con un bastone, per poi perderlo lungo il tragitto, e fare una capriola rivelando di essere sanissimo. Tale sua volontà è stata poi esaudita e questo è proprio il modo in cui Wonka compare per la prima volta nel film. L’attore, inoltre, contribuì a definire il look del personaggio, in particolar modo per quanto riguarda l’abbigliamento.

Accanto a lui, nei panni del giovane Charlie Bucket, vi è Peter Ostrum. Per lui si trattò del primo film come attore e rimase anche l’unico, in quanto in seguito Ostrum decise di abbandonare la recitazione per diventare un veterinario. L’attore premio Oscar Jack Albertson interpreta il ruolo del nonno Joe, mentre gli attori Julie Dawn Cole, Denise Nickerson, Paris Themmen e Michael Bollner interpretano rispettivamente Verusca Salt, Violet Beauregarde, Mike Travis e Augustus Gloop, gli altri bambini vincitori del concorso. Questi ultimi e Ostrum hanno dichiarato di essere rimasti in contatto dopo il film e ancora oggi partecipano insieme ad occasioni dedicate a questo.

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato film

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato: le differenze tra il libro e il film

Un romanzo come quello di Dahl era particolarmente complesso da adattare, in particolare per la grande quantità di ambienti e situazioni bizzarre. Si dovette pertanto ricorre ad una serie di modifiche, che trasformarono però il racconto a tal punto da non renderlo gradito allo scrittore. La prima sostanziale differenza è quella di aver reso Willy Wonka il protagonista, riportandolo come tale già nel titolo del film. Oltre ciò, differenze si possono ritrovare nella descrizione della famiglia di Charlie. Nel film questa è infatti molto meno povera rispetto a quanto riportato nel libro. Un elemento che il film amplifica rispetto al libro è inoltre quello delle canzoni.

Nel libro queste vengono eseguite solo dagli Oompa Loompa, mentre nel film vi sono diversi personaggi che si esibiscono nel canto. Anche gli stessi Oompa Lumpa sono stati raffigurati in modo diverso rispetto al libro. In questo, sono personaggi grandi come bambole e continuamente intenti a ridere. Nel film sono invece di dimensioni maggiori e si caratterizzano per la pelle arancione e i capelli verdi. In ultimo, il personaggio di Wonka acquista nel film dei connotati molto più inquietanti e da sociopatico. Di conseguenza, molte situazioni nel corso del film acquistano un tono più cupo.

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 10 giugno alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb, Looper

X-Men le origini – Wolverine: trama e cast del film con Hugh Jackman

Con l’inizio del nuovo millennio i film dedicati ai supereroi dei fumetti, in particolare Marvel e DC Comics, sono diventati una realtà particolarmente solida dell’attuale panorama cinematografico mondiale. Veri e propri dominatori del box office, questi hanno negli anni guadagnato sempre più consenso. Ci sono però alcuni titoli particolarmente più apprezzati di altri, e tra questi figura certamente X-Men le origini – Wolverine. Uscito in sala nel 2009, il film è il primo capitolo della trilogia spin-off dedicata al più celebre degli X-Men.

Diretto dal premio Oscar Gavin Hood, il film è stato il quarto film della saga uscito in sala, ma si colloca in un tempo precedente rispetto alla trilogia da poco conclusasi. Questo va infatti ad esplorare le origini di James “Logan” Howlett, da quando egli era solo un bambino sino alla macchina di morte meglio nota come Wolverine. La saga dedicata ai celebri mutanti ha così iniziato ad espandersi, e la storia di Logan è poi stata proseguita con i film Wolverine – L’immortale e Logan – The Wolverine.

Dopo una lunga preparazione, il film è infine arrivato in sala affermandosi come un buon successo. A fronte di un budget di circa 150 milioni di dollari, X-Men le origini – Wolverine ha ottenuto un incasso totale di oltre 373 milioni. Tale risultato ha così spinto la Fox a produrre ulteriori film dedicati ai mutanti, dando vita ad una delle maggiori saghe supereroistiche di sempre. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire ulteriori dettagli riguardo la trama e il cast del film, scoprendo così nuove curiosità riguardo al titolo in questione.

X-Men le origini – Wolverine: la trama del film

La storia qui narrata si apre nel 1845, dove il giovane James Howlett è un ricco bambino dalla salute cagionevole. Egli passa tutto il suo tempo in compagnia di Victor, il figlio adolescente del giardiniere della villa di famiglia. Una notte, però, proprio quest’ultimo irrompe in casa ubriaco, e in seguito ad un litigio con John Howlett finisce per uccidere il padre di James. Lo shock risveglia nel ragazzo i suoi poteri da mutante, con i quali uccide l’uomo prima di fuggire insieme a Victor, al quale giura di rimanere per sempre legato. I due si trovano così ad attraversare i maggiori eventi della storia, dalla guerra di secessione americana alle trincee della Prima e Seconda guerra mondiale, fino alla terrificante giungla della guerra del Vietnam.

Ormai noti per le loro capacità in battaglia, i due vengono reclutati dal colonnello William Stryker per far parte di una squadra di mutanti. Questa, composta anche da Wade Wilson, Fred Dukes, John Wraith e Zero, si trova infatti a svolgere missioni particolarmente rischiose, che nessun umano potrebbe essere in grado di affrontare. Stanco di quella vita, però, Logan decide di recarsi in Canada per vivere una vita pacifica. Ben presto le sue speranze verranno tragicamente infrante. Dopo aver subito un terribile lutto, il mutante decide dunque di andare in cerca di una personale vendetta, ma prima di ciò dovrà sottoporsi ad un doloroso esperimento, che lo porterà a potenziare i propri poteri.

X-Men le origini - Wolverine cast

X-Men le origini – Wolverine: il cast del film

Con X-Men le origini – Wolverine, l’attore Hugh Jackman si ritrova ad interpretare il personaggio di Wolverine per la quarta volta. Ormai particolarmente legato al personaggio, egli si sottopose ad un allenamento fisico ancor più intenso dei precedenti, raggiungendo una forma fisica sbalorditiva. Grazie a questa l’attore ha potuto prendere personalmente parte alle sequenze d’azione del film, senza affidarsi eccessivamente a controfigure. Tuttavia, Jackman si è dichiarato non particolarmente soddisfatto dal risultato del film, e che desiderava dare al personaggio ulteriore spazio attraverso altre pellicole per poterlo esplorare al meglio. Accanto a lui nel film vi è poi Liev Schreiber. I due avevano già lavorato insieme per il film Kate & Leopold, e Jackman raccomandò Schreiber alla produzione per il ruolo di Victor Creed, alias Sabretooth.

Una volta ottenuto il ruolo, Schreiber si ritrovò a dover indossare un costume che simulasse un corpo muscoloso, così da non sfigurare accanto a Jackman. Schreiber tuttavia si sentì umiliato dalla cosa, chiedendo di poter avere il tempo di acquisire naturalmente la muscolatura richiesta. Dopo un lungo addestramento, l’attore fu in grado di competere ad armi pari con Jackman. Nel film sono poi presenti gli attori Ryan Reynolds nei panni di Wade Wilson, Lynn Collins in quelli di Silver Fox e Taylor Kitsch come Gambit. L’attore Danny Huston è invece il perfido colonnello William Stryker, mentre, il rapper Will.i.am è presente nei panni del mutante John Wraith. Dominic Monaghan è Bolt, capace di interagire con tutto ciò che funziona ad elettricità, e Kevin Durand è Blob, specialista nelle armi da fuoco. Compare in un cameo anche Patrick Stewart, riprendendo i panni di Charles Xavier.

X-Men le origini – Wolverine: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. X-Men le origini – Wolverine è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 10 giugno alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

ArteKino Classics: un nuovo sguardo sul patrimonio cinematografico europeo

Il patrimonio cinematografico europeo è un tesoro culturale inestimabile. La varietà storica e culturale del Vecchio Continente si rispecchia nella sua produzione cinematografica, ricchissima e per lo più nascosta. A questo problema, legato a una serie di questioni, non ultima la difficoltà della sopravvivenza della sala nel post-pandemia, cerca di porre rimedio la programmazione di ARTE

ARTE, il canale culturale europeo, è presente in Italia con la sua offerta disponibile in streaming gratuitamente (arte.tv/it). L’offerta di ARTE in italiano propone la versione sottotitolata di un’ampia selezione del catalogo di ARTE, costituito da tutti i generi audiovisivi di carattere informativo e culturale: documentari e reportage, serie, programmi di infotainment, musica e spettacoli dal vivo. Fruibile anche sulle applicazioni ARTE per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili e sul servizio tivùon di tivùsat, l’offerta si arricchisce e rinnova ogni settimana con nuovi contenuti e programmi che affrontano tematiche molto diversificate: politica, cultura, viaggi e scoperte, scienze e storia.

Con la collezione ArteKino Classics, il canale tv on-line propone una serie di titoli di altissimo profilo culturale che si uniscono ai classici da (ri)scoprire. Lo scopo principale della rassegna è valorizzare e far conoscere dei film “piccoli” di assoluto valore artistico, rendendoli disponibili per chiunque voglia, offrendo una loro visione del mondo, insolita, particolare, talvolta struggente e romantica, con linguaggi ricercati, che si spingono oltre i limiti delle soluzioni classiche, che inventano, scoprono e percorrono strade nuove.

ArteKino Classics ha avuto inizio il 29 marzo 2022 e durerà ancora per tutta l’estate: la rassegna sarà accessibile su arte.tv, da  tutta Europa e in 6 versioni sottotitolate. La selezione offerta da ArteKino Classics conta 10 titoli da altrettanti paesi europei, tutti recentemente restaurati in collaborazione con l’ACE (Association des Cinémathèques Européennes), con un terzo delle pellicole proposte a portare la firma di registe donne.

ArteKino Classics_bannerTrai vari titoli di rilievo, l’inquietante Benny’s Video di Michael Haneke a “rappresentare” l’Austria. È la storia di un adolescente che ha una fascinazione per la ripresa di eventi reali e che, dopo un’esperienza particolarmente cruda, dà una svolta alla sua vita e trascinerà in un baratro anche i genitori, che avevano deciso di proteggere i suoi crimini. Sjećaš li se Dolly Bell? (Ti ricordi di Dolly Bell?) è invece il film-bandiera della Serbia, anche se  quando è stato realizzato era una produzione Jugoslava. Si tratta del primo e già acclamato film del regista Emir Kusturica, reso celebre da Il tempo dei Gitani e acclamato dal circuito festivaliero europeo. I ricordi di una gioventù ribelle in una società oppressa dal comunismo sono uno dei momenti più alti della programmazione ArteKino Classics.

Presente in rassegna anche il maestro spagnolo Carlos Saura, con Carmen Story, l’adattamento cinematografico della Carmen che realizzò nel 1983 e che è diventato uno dei titoli più emblematici della cinematografia iberica. Il film venne presentato al festival di Cannes dello stesso anno, dove conquistò il riconoscimento al miglior contributo artistico.

Tra i titoli più recenti spicca il grande classico della Cineteca reale belga “L’Uomo dai capelli a zero” di André Delvaux (1966), storia dell’‘avvocato Govert Miereveld, insegnante presso una scuola femminile, che si innamora di una delle sue allieve. Per non parlare dell’omaggio al cinema irlandese, solitamente non tra i più “prolifici”, ma comunque capace di regalarci delle produzioni-scandalo: una di queste è certamente “She didn’t say No”, di Cyril Frankel (1958), inizialmente censurata sull’Isola-Smeraldo e ispirata al libro di Una Troy “Noi siamo sette”, la tragica storia vera di Moll McCarthy.

La raccolta ArteKino Classics, disponibile a questo link, diventa così una rappresentante di voci e sguardi diversi, costituita da opere capaci di scandire i momenti emblematici e i punti di snodo della storia del cinema europeo. Il progetto ArteKino, con il supporto dell’Association des Cinémathèques Européennes (ACE), è cofinanziato dal programma Creative Europe MEDIA dell’Unione Europea.

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Justice Society of America, spiegazione: membri, origini e poteri

I membri della Justice Society of America svolgono un ruolo fondamentale in Black Adam e hanno origini e poteri variegati. La squadra di supereroi, comunemente nota come JSA, è apparsa per la prima volta in All-Star Comics #3 della DC nel 1940 e comprendeva il Dottor Destino, Hawkman, The Spectre, Sandman, Atom, Flash, Green Lantern e Hawkman. Il nuovo trailer di Black Adam ci presenta i membri selezionati per apparire nel film, ma dobbiamo ricordarci che si tratta di una squadra la cui formazione è cambiata costantemente nei fumetti, con rotazione regolare di nuovi e vecchi membri. Inoltre, La JSA ha preceduto la Justice League di due decenni, essendo la prima squadra di supereroi della DC.

Il coinvolgimento di Black Adam nella Justice Society of America risale alla fine degli anni ’90, quando ha combattuto per la prima volta contro il gruppo di supereroi prima di unirsi ai loro ranghi e formare uno stretto legame con Atom Smasher, che considera come il fratello che non ha mai avuto. Oltre a questi, scopriamo insieme quali altri membri della JSA vedremo in Black Adam.

Dottor Destino (Pierce Brosnan)

Il Dottor Destino è un personaggio magico della DC il cui potere deriva da Nabu, un essere cosmico affiliato ai Signori dell’Ordine, una delle originali entità incorporee che hanno creato l’universo. Nabu fu assegnato alla Terra, dove alla fine assunse forma umana, diventando Nabu il Saggio e servendo come consigliere del principe Khufu Kha-taar nonché alleato di Teth-Adam per un certo periodo prima della sua “morte”.

All’inizio degli anni Venti, Kent Nelson e suo padre scoprirono la tomba di Nabu, riportando in vita l’antico stregone mistico, che nel frattempo uccise accidentalmente il padre di Kent. Nabu ebbe pietà di Kent e decise di insegnargli a padroneggiare le abilità da stregone per ben due decenni, donandogli l’iconico Elmo del Destino, l’Amuleto di Anubi e il Mantello del Destino, che contribuirono ad amplificare i poteri di Kent come Dottor Destino. In seguito, il Dottor Destino diventerà uno dei membri fondatori della JSA.

La magia è l’elemento chiave dei poteri del Dottor Destino, che si dice sia il personaggio magico più potente dell’Universo DC. È un maestro incantatore con capacità quali il volo, l’invisibilità, il teletrasporto e la telecinesi. Interpretato da Pierce Brosnan, il Dottor Destino è anche immortale, il che lo rende ancora più potente tra i suoi simili. E’ il suo elmo che conserva la maggior parte del suo potere e lo rende immune ad attacchi magici esterni.

Hawkman (Aldis Hodge)

Black-Adam-Hawkman-Aldis-HodgeIl personaggio di Hawkman ha un’origine complessa e nel corso degli anni vi sono state più versioni di questa figura. La sua origine della Golden Age è strettamente legata sia a Black Adam che al Dottor Destino, e potrebbe essere la sua origin story privilegiata anche per Black Adam, dove sarà interpretato da Aldis Hodge (Leverage, L’uomo Invisibile). In questa versione, Hawkman è lo spirito reincarnato del principe Khufu Kha-taar, che nel presente assume la forma dell’archeologo americano Carter Hall. Hall realizza da sè le proprie armi: una cintura gravitazionale, le ali, l’elmo, gli stivali, il guanto e l’armatura con il metallo Nth, ricavato da un’astronave precipitata appartenente alla razza aliena Thanagariani.

Lo schianto dell’astronave è stato profetizzato da Nabu, lo stregone che in seguito avrebbe addestrato il Dottor Destino e gli avrebbe conferito i suoi poteri magici; Khufu e Teth-Adam (la prima incarnazione di Black Adam) hanno indagato e raccolto l’astronave. Khufu (reincarnato in Carter Hall) assunse il mantello di Hawkman, unendosi poi ad altri eroi DC per formare la JSA. In un’altra versione delle sue origini, è invece un poliziotto alieno proveniente dal pianeta Thanagar di nome Kator Hall, che si schianta sulla Terra.

I poteri di Hawkman sono caratterizzati da molti elementi, il primo dei quali è legato al suo spirito reincarnato. Essendo in origine il Principe Khufu, il suo spirito si è reincarnato più volte e ogni nuovo corpo che ha abitato ha acquisito l’esperienza e le competenze del precedente, rendendolo un guerriero formidabile con una moltitudine di armi e abilità. Quando diventa Carter Hall, forgia l’armatura, l’elmo e la cintura di Hawkman, che gli conferiscono il potere del volo, oltre a una maggiore velocità, visione, forza, ecc.

Atom Smasher (Noah Centineo)

L’Atom Smasher di Black Adam, alias Albert Rothstein, è il figlioccio di Al Pratt, l’Atom della Golden Age, e il nipote di Cyclotron, un eroe reticente che ha acquisito capacità sovrumane dopo essere stato sottoposto a esperimenti dal cattivo Ultra-Humanite. Ciclotrone morì sconfiggendo il cattivo dopo essere stato manipolato per combattere Atom, al quale aveva inavvertitamente conferito i suoi poteri. Anche la figlia di Cyclotron, Terri, assorbì alcune delle radiazioni di Cyclotron, che a loro volta si trasferirono al figlio Albert, il quale iniziò in seguito la sua carriera da supereroe nei panni di Nuklon, prima di passare ad essere Atom Smasher, quando infine si unì alla JSA e strinse un’amicizia duratura con Black Adam.

Analogamente agli altri membri della sua stirpe, Atom Smasher può aumentare di dimensioni, raggiungendo il record di 60 piedi nei fumetti, il che lo rende un temibilissimo avversario per una miriade di supercriminali (ed eroi). La sua superforza e la capacità di modificare la sua struttura molecolare lo rendono un membro formidabile della JSA, anche se è ancora suscettibile a personaggi troppo potenti, come Superman o Black Adam, che possono mettere fuori gioco Atom Smasher con un solo pugno. Oltre ai suoi superpoteri, Atom Smasher è anche un abile pilota e meccanico, spesso incaricato di pilotare il jet della JSA, lo Steel Eagle. Atom Smasher è interpretato da Noah Centineo, noto soprattutto per la sua performance nella serie di film Tutte le volte che ho scritto ti amo di Netflix.

Cyclone (Quintessa Swindell)

Cyclone è il personaggio più recente tra i membri della JSA in Black Adam, avendo fatto la sua prima apparizione sulle pagine di Justice Society of America #1 nel 2006. Nipote del Red Tornado originale della DC, Cyclone, alias Maxine Hunkel, è cresciuta avendo come idoli i membri della JSA. In giovane età, è stata rapita dallo scienziato pazzo T.O. Morrow (che ha creato il secondo androide Red Tornado) e le sono stati iniettati i nanobiti della tecnologia Red Tornado, le cui conseguenze si sono manifestate solo anni dopo, quando ha acquisito la capacità di controllare e creare energia eolica. La chiacchierona e vivace Cyclone viene invitata a unirsi alla JSA quando questa apre i propri ranghi a nuovi eroi, diventando così uno dei membri più recenti (e più giovani) della squadra.

La manipolazione del vento è il potere chiave di Cyclone, che le permette di generare cicloni, vortici, tornadi, ecc. e di sprigionare a piena potenza l’energia del vento. Possiede anche la capacità di planare sulle correnti d’aria, leggermente diversa dal volare. Può deviare gli attacchi con il potere del vento, evocando grandi raffiche di energia aerea per allontanare gli attacchi. Inoltre, Cyclone è in grado di controllare le anomalie naturali del vento e i modelli meteorologici utilizzando i suoi poteri, che le torneranno sicuramente utili in Black Adam. Cyclone è interpretata da Quintessa Swindell, nota soprattutto per le sue perfomance in Trinkets e In Treatment.

The Boys 4: Amazon conferma la serie per la quarta stagione

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The Boys 4: Amazon conferma la serie per la quarta stagione

Prime Video annuncia oggi che ha ufficializzato The Boys 4, la quarta stagione della serie nominata agli Emmy The Boys, coprodotta con Sony Pictures Television, dopo il successo esplosivo della terza stagione. I primi tre episodi della terza stagione hanno debuttato venerdì 3 giugno, e nuovi episodi saranno disponibili ogni venerdì, fino all’epico finale di stagione di venerdì 8 luglio. La stagione di otto episodi è disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Nei primi tre giorni di uscita della terza stagione, il pubblico mondiale di The Boys è cresciuto del 17% rispetto alla seconda stagione e del 234% rispetto alla prima.

“Dalla nostra prima conversazione con Eric Kripke e il team creativo della terza stagione di The Boys, sapevamo che lo spettacolo stava diventando ancora più audace, un’opera impressionante considerando il grande successo della seconda stagione nominata agli Emmy”, ha affermato Vernon Sanders, head of global television, Amazon Studios. “The Boys continua a mettere alla prova i limiti della narrazione, divertendo e, contemporaneamente, facendo una satira sociale a tratti fin troppo reale. Questo mondo creato nella serie ha fatto presa a livello globale in modo incredibile e il numero di spettatori nel weekend di lancio ne è la prova. Siamo immensamente orgogliosi del cast e della troupe che hanno dato vita al franchise per Prime Video e non vediamo l’ora di portare ancora più The Boys ai nostri spettatori”.

“Parlando per il cast e la troupe, siamo davvero grati a Sony, Amazon e soprattutto ai fan per aver amato la serie e averci permesso di fare di più”, ha affermato Eric Kripke, showrunner di The Boys. “Siamo entusiasti di continuare la lotta di Butcher e dei TThe Boys contro Homelander e i Seven e allo stesso tempo di poter dire la nostra sul mondo folle in cui viviamo. Inoltre, questa è la prima volta nella storia in cui l’esplosione di genitali ha portato ancora più successo”.

“I produttori e il cast di The Boys hanno dimostrato anno dopo anno che non c’è limite che non possano superare”, hanno affermato Jeff Frost e Jason Clodfelter, rispettivamente presidente e co-presidente della Sony Pictures Television. “Siamo incredibilmente orgogliosi di questa brillante e sovversiva serie fuori dai generi. Il nostro rapporto con Prime Video è molto più di una partnership, è come se fossimo una famiglia allargata. Tutti qui alla Sony Pictures Television sono grati di lavorare con Prime Video e Eric Kripke per un’altra stagione di successo”.

Il franchise di The Boys ora include anche una serie animata antologica di otto episodi, The Boys Presents: Diabolical, ora in streaming su Prime Video, oltre a Untitled Boys Spinoff, ambientato nell’unico college americano esclusivamente per supereroi adolescenti, attualmente in produzione.

In nome del cielo: recensione della serie con Andrew Garfield

In nome del cielo: recensione della serie con Andrew Garfield

Il 24 luglio 1984 Brenda Lafferty e la sua bambina di quindici mesi Erica vennero brutalmente assassinate nella loro abitazione. Quasi vent’anni dopo lo scrittore Jon Krakauer scrisse il libro-inchiesta che raccontava come si fosse arrivati a quel crimine orrendo, scavando nella storia della religione mormone e analizzando anche sue derive maggiormente fondamentaliste. In nome del cielo: è la miniserie in sette puntate che si basa sul testo omonimo drammatizzandone gli eventi, ovvero raccontando le indagini che portarono alla cattura degli assassini.  

Cosa succede in In nome del cielo?

Creato dal premio Oscar Dustin Lance Black (Milk), lo show fin dal pilot riesce a creare un puzzle narrativo e visivo di potenza drammatica non comune, neppure per il prodotto seriale televisivo. La grande forza di questo adattamento televisivo sta nel rispettare pienamente lo spirito e l’intento primo del romanzo smentendone al tempo stesso la natura di non-fiction al fine di creare la struttura più adatta per lo show. Mettendo al centro della storia i due detective incaricati di risolvere il caso di duplice omicidio, Black innesca immediatamente il classico meccanismo della detection, salvo poi adoperarlo anche, anzi forse soprattutto, per esporre dall’interno l’universo chiuso e soffocante di una cultura religiosa la cui rigidità sfiora fin troppo spesso il radicalismo. Il vero e proprio colpo di genio del creator sta nell’inserire uno dei due poliziotti, Jeb Pyre (Andrew Garfield) fortemente dentro il contesto culturale, sociale e religioso dentro cui deve indagare: all’opposto si trova invece il collega Bill Taba (Gil Birmingham) che essendo un nativo americano riesce a lavorare col giusto distacco emotivo e psicologico. In questo modo le indagini si trasformano non soltanto in un confronto sottile ma vibrante tra due persone che vivono in maniera diversa il rispettivo credo religioso, ma pian piano lo sviluppo del caso diventa per lo stesso Pyre un percorso a tappe all’interno della propria coscienza, viaggio moralmente lancinante che lo porta a mettere in discussione i fondamenti di quelle stesse convinzioni su cui ha basato la vita, sua e della sua famiglia.

In nome del cielo
CR: Michelle Faye/FX.

L’architettura narrativa di Under the Banner of Heaven viene inoltre costruita come un poderoso mosaico che adopera svariati flashback per dipanare i fatti accaduti, spingendosi a ricostruire anche i momenti salienti che nel XVIII secolo hanno portato alla fondazione e allo sviluppo della religione mormone. In questo modo Black e la sua miniserie riescono a gettare uno sguardo indagatore di notevole lucidità sulle radici di una religione controversa, esplorando con ferocia estetica e drammaturgica il fatto che il fondamentalismo sia un qualcosa di presente, se non addirittura radicato, anche dentro i confini americani. 

In nome del cielo
CR: Michelle Faye/FX

Last but not least

Last but not least, In nome del cielo (Under the Banner of Heaven) ideato e sviluppato con tale lucidità non poteva che diventare veicolo perfetto perché il cast di attori riuscisse a dare il meglio nei rispettivi ruoli. Se a supporto vanno elogiate le prove di Sam Worthington, Kieran Culkin, Wyatt Russell e Daisy Edgar-Jones, l’applauso più sonoro deve necessariamente andare ai due interpreti principali: dopo essersi fatto notare nelle produzioni di Taylor Sheridan, in particolar modo I segreti di Wind River e la serie Yellowstone, Gil Birmingham costruisce un detective Taba tutto d’un pezzo, che affronta l’ostracismo razzista del tessuto sociale in cui lavora con un orgoglio sopito e una determinazione ferrea. La prova di Birmingham non va mai sopra le righe, pur esplicitando pienamente la forza morale  e mentale del poliziotto. Grazie a un gioco di specchi ammirevole invece Andrew Garfield lavora sulle crepe di Jeb Pyre, sul progressivo sgretolamento della sua umanità. Perfetto il lavoro sulla mimica trattenuta del personaggio, sul suo linguaggio fisico che man mano mostra il peso del dubbio prima, e della raggiunta consapevolezza in seguito. Garfield recita con passione e attenzione minuziosa dei particolari, arrivando a creare una figura in chiaroscuro destinata a rimanere impressa.

In nome del cielo è la miglior miniserie thriller/poliziesca da anni a questa parte, capace di adoperare il genere per puntare lo sguardo indagatore (ma mai preconcetto) su un microcosmo produttivo e in espansione, il quale rappresenta per molti versi un significativo “angolo buio” nella società americana. Nel farlo, questa serie propone uno spettacolo di profondità e potenza emotiva che metteranno a dura prova la coscienza dello spettatore, possiamo garantirvelo. Come possiamo assicurarvi che ne vale assolutamente la pena. In Italia la serie debutterà 27 luglio sulla piattaforma streaming Disney+, all’interno di Star.

Thor: Love and Thunder, Jeff Goldblum sarà nel film?

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Thor: Love and Thunder, Jeff Goldblum sarà nel film?

In una recente intervista con Esquire, Jeff Goldblum ha spiegato il suo ruolo nel film in uscita, Thor: Love and Thunder. Quando gli è stato chiesto se il suo personaggio del Granmaestro apparirà nel nuovo film del MCU, l’attore ha risposto umoristicamente che sarà nel film, ma non sarà visto o ascoltato, ma potrà solo essere “percepito”. Ecco cosa ha detto l’attore:

“Sarò in Love and Thunder? La verità è che, e posso dirlo ora perché è uscito il trailer, appaio. È il mio ruolo più impegnativo fino ad oggi e credo che sia il mio risultato più alto. Non mi si vede, visivamente. Non mi vedi mai. E non mi senti. Né mi riferisco, credo, a nessuna scena. Sono percepito, solo vibrazionalmente. Sta allo spettatore capirlo… Ma sentirai qualcosa. E quello sarò io”.

Thor: Love and Thunder, il nuovo trailer in italiano

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il Macellatore di Dei (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia, dal 26 luglio in home video

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Descritto come un “capolavoro psichedelico spiazzante” (Larry Carroll, Looper) Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha esaltato pubblico e critica in tutto il mondo. L’esuberante film di Sam Raimi è un fenomeno globale e “indubbiamente ipnotizzante” (Jenna Anderson, ComicBook.com).

Scopri le realtà alternative con l’arrivo del film Marvel Studio Doctor Strange nel multiverso della follia in 4K Ultra HD™, Blu-ray™ e DVD dal 26 luglio. Abbraccia la follia aggiungendo l’ultimo film del MCU alla tua collezione di film Marvel.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia, la trama

Viaggio verso l’ignoto in Doctor Strange nel multiverso della follia dei Marvel Studios. Quando l’MCU sblocca il Multiverso, il Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) deve chiedere aiuto a vecchi e nuovi alleati mentre attraversa realtà parallele sconvolgenti e pericolose per affrontare un avversario sorprendente. Entra in una nuova dimensione di Strange in questa avventura soprannaturale ricca di colpi di scena e sequenze d’azione spettacolari.

Contenuti extra*
Featurette

  • C’e del metodo nella follia – Unisciti ai membri dello staff e al personale Marvel nelle interviste in cui discutono del loro amore per Sam Raimi e scopri tutti i dettagli che rendono il film la quintessenza di Raimi stesso.

  • Ti presentiamo America Chavez – In questo divertente contributo conosceremo gli umili inizi di America nel mondo dei fumetti. Conosceremo Xochitl Gomez e si discuterà delle implicazioni del suo potere unico nel presente e nel futuro del MCU.

  • La creazione del Multiverso – Scrivere un film Marvel non è un compito facile. In queste interessanti featurette ci tufferemo nella sfida che lo sceneggiatore Michael Waldron ha affrontato nel creare la spiazzante e sorprendente storia di Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Bloopers

  • La gaffe –Uno sguardo ad alcuni momenti divertenti durante le riprese

Scene tagliate

  • “A Great Team”
  • “Pizza Poppa”
  • “It’s Not Permanent”

Commento Audio

  • Guarda il film con il commento audio di Sam Raimi, Richie Palme, e Michael Waldron.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: confermato l’easter egg dedicato a Tony Stark

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Ora che Doctor Strange nel Multiverso della Follia è uscito da oltre un mese, la sequenza itinerante del multiverso di 40 secondi continua a essere sottoposta a ulteriori esami, confermandosi una delle migliori di tutto il film. Framestore, una società di effetti visivi, era incaricata di creare la sequenza CGI e i 20 universi che Doctor Strange e America Chavez attraversano in appena 40 secondi. Parlando a Cinematography World, il supervisore dei VFX Alexis Wajsbrot ha confermato che uno degli universi includeva un Easter Egg di Iron Man sotto forma di droni Stark Industries introdotti in Spider-Man: Far From Home.

“Una volta ottenuta una prima versione dei nostri ambienti principali, ci siamo subito resi conto che dovevamo aggiungere un po’ di vita a ogni mondo. Abbiamo aggiunto api giganti nel mondo a nido d’ape, pesci nel mondo sottomarino, alcuni droni della Stark Industries nel mondo dei tubi… la lista potrebbe continuare. Era importante rendere ogni universo un luogo tangibile, invece di un semplice sfondo.”

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Sing 2 – sempre più forte debutta su SKY e NOW

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Sing 2 – sempre più forte debutta su SKY e NOW

Arriva in prima tv il nuovo capitolo della serie animata di Illumination, ricco di grandi sogni e canzoni di successo, con l’ottimista Buster Moon e il suo cast di artisti che si preparano per lo spettacolo più strabiliante di sempre, SING 2 – SEMPRE PIÙ FORTE, lunedì 13 giugno alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection – 100% Animation), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K. Scritto e diretto da Garth Jennings, nella versione italiana vede protagonisti al doppiaggio Frank Matano, Jenny De Nucci, Valentina Vernia e Zucchero Fornaciari.

 Sing 2 – sempre più forte, la trama

Buster ha trasformato il New Moon Theatre in un successo locale, ma punta ad un palcoscenico più grande col debutto di un nuovo spettacolo al Crystal Tower Theatre nell’affascinante Redshore City. Ma senza referenti, Buster e il suo cast – tra cui la madre tormentata Rosita, la rocker Ash, il serio Johnny, la timida Meena e, ovviamente, il provocatore Gunter – devono intrufolarsi negli uffici della famosissima Crystal Entertainment, gestita dallo spietato magnate Jimmy Crystal.

Nel disperato tentativo di attirare l’attenzione di Mr.Crystal, Gunter lancia un’idea scandalosa che Buster accetta rapidamente, promettendo che il loro nuovo spettacolo vanterà la presenza della leggenda del rock Clay Calloway. Il problema è che Buster non ha mai incontrato Clay, un artista che è sparito dalla circolazione da più di dieci anni, in seguito alla perdita della moglie. Ancora peggio, Buster non si è reso conto che Mr. Crystal è un egocentrico delinquente che sarebbe capace di lanciare qualcuno dal tetto di un edificio piuttosto che sentirsi preso in giro.

Mentre Gunter aiuta Buster a immaginare un capolavoro teatrale dell’altro mondo, e la pressione (e le minacce) da parte di Mr. Crystal aumentano, il ruolo principale di Rosita nello spettacolo viene affidato alla figlia viziata di Mr. Crystal, Porsha. In un disperato tentativo di salvare lo spettacolo e la sua stessa vita, Buster si mette sulle tracce di Clay per convincerlo a tornare sul palco. Quello che inizia come un sogno in grande diventa un richiamo emotivo del potere della musica di guarire anche il cuore più infranto.

La pellicola fa parte anche della SKY CINEMA COLLECTION – 100% ANIMATION, che da sabato 11 a venerdì 17 giugno trasformerà Sky Cinema Collection (canale 303) nella casa dell’animazione per tutta la famiglia con 70 titoli che includono grandi blockbuster dalle maggiori case di produzione e piccoli gioielli tutti da scoprire, tutti disponibili anche in streaming su NOW e on demand su Sky. Tra questi, oltre a SING 2 – SEMPRE PIÙ FORTE, le prime visioni IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI (sabato 11 alle 21.15), l’ultima trasposizione del classico di Jules Verne, che questa volta ha come protagonisti l’impavida scimmietta Passepartout e il furbo Phileas Frog e PIL’S ADVENTURES (giovedì 16 alle 21.15), film d’animazione Sky Original in cui la giovane orfana Pil vivrà mirabolanti avventure per salvare il regno di Foggyburgh.

Non mancheranno poi alcuni dei titoli più amati dai più piccoli: dalla filmografia DreamWorks Animation i due grandi successi BABY BOSS, candidato agli Oscar® 2018, che con ironia e tenerezza descrive la nascita di un fratellino, e il sequel BABY BOSS 2 – AFFARI DI FAMIGLIA; le avventure dell’orco verde più amato di Hollywood con SHREK e SHREK TERZO e i primi 2 capitoli dell’incredibile storia del panda Po, maestro di arti marziali in KUNG FU PANDA e KUNG FU PANDA 2; gli avventurosi ed esilaranti MADAGASCAR e MADAGASCAR 3: RICERCATI IN EUROPA con lo spin off I PINGUINI DI MADAGASCAR per approdare infine ai più recenti I CROODS e CROODS 2 – UNA NUOVA ERA. A questi si aggiungono capolavori sci-fi come MOSTRI CONTRO ALIENI e MEGAMIND. E ancora i titoli di Sony Pictures Animation, con i 4 capitoli di BOOG & ELLIOT e i 2 film sui pinguini surfisti SURF’S UP – I RE DELLE ONDE e SURF’S UP 2 – UNITI PER VINCERE. Da non perdere anche i musicali HAPPY FEET e BALLERINA e il film di animazione western RANGO.

SING 2 – SEMPRE PIÙ FORTE– 13 giugno alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection – 100% Animation), in streaming su NOW e disponibile on demand anche in qualità 4K.

Top Gun: Maverick, Val Kilmer ha commentato la sua partecipazione al film

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Val Kilmer ha parlato delle riprese per il suo cameo in Top Gun: Maverick, dicendo che è stata un’esperienza felice ed emozionante. Oltre all’originale Top Gun, Kilmer è noto per i suoi ruoli in Willow, Batman Forever e Kiss Kiss Bang Bang. Il suo lavoro ha subito un rallentamento negli ultimi anni a causa di una battaglia contro il cancro alla gola, che ha fortemente ridotto la sua capacità di parlare.

Top Gun: Maverick vede il ritorno del Capitano Pete “Maverick” Mitchell di Tom Cruise, che deve fare i conti con il suo passato mentre addestra un nuovo gruppo di giovani aviatori nel programma Top Gun. In cerca di consiglio, Maverick fa visita al suo vecchio rivale, l’ammiraglio Tom “Iceman” Kazansky (Kilmer), che rassicura Maverick sul fatto che può allenare la squadra. Così come Kilmer nella vita reale, Iceman soffre di cancro alla gola e comunica principalmente attraverso la scrittura, ma è in grado di verbalizzare alcune parole. Iceman è stato in grado di parlare grazie alla tecnologia AI che ha replicato la voce parlante di Kilmer.

In una nuova intervista con Entertainment Weekly, Kilmer afferma che Top Gun: Maverick è stato un lavoro divertente e che lui e Cruise hanno rovinato molte riprese ridendo così tanto. Era la prima volta che i due attori lavoravano insieme dall’originale Top Gun, ma Kilmer parla di come sembrava che il tempo non fosse passato per i due. Kilmer ha detto della scena: “Abbiamo mandato all’aria un sacco di riprese ridendo così tanto. È stato davvero divertente… speciale”.

Top Gun: Maverick, il film

Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.

Nel cast di Top Gun: Maverick ci sono Tom CruiseMiles Teller, Val Kilmer, Jennifer Connelly, Glen Powell, Jon Hamm ed Ed Harris. Top Gun: Maverick è al cinema dal 25 maggio.

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