Ray Liotta, il formidabile attore la cui
carriera è sbocciata con il classico di Martin
ScorseseQuei bravi ragazzi, è morto.
Deadline riporta che l’attore è
morto nel sonno nella Repubblica Dominicana, dove stava girando il
film Dangerous Waters. Liotta aveva 67 anni e
lascia una figlia, Karsen. Era fidanzato con Jacy
Nittolo.
La carriera di Ray Liotta stava attraversando una
rinascita. I suoi recenti titoli comprendono The Many
Saints of Newark, Marriage Story e
No Sudden Move. Ha terminato Cocaine
Bear, diretto da Elizabeth Banks, e
avrebbe dovuto recitare nel film della Working Title The
Substance al fianco di Demi Moore e
Margaret Qualley.
Ha anche recitato con Taron
Egerton nella serie Apple
TV+Black Bird.
Con Qualcosa di
travolgente di Jonathan Demme ha
ottenuto una nomination ai Golden Globe, e poi ha interpretato la
superstar Shoeless Joe Jackson in L’uomo
dei sogni. Ha poi seguito rapidamente il ruolo del
gangster Henry Hill in Quei bravi ragazzi di
Scorsese, al fianco di Robert De Niro e
Joe Pesci in quello che sarebbe stato il ruolo
decisivo della sua carriera. Ray Liotta era
un perfetto Henry Hill, che raccontava una storia della sua
crescita in una banda criminale organizzata, quella che ha portato
a termine la famosa rapina alla Lufthansa all’aeroporto
internazionale John F. Kennery nel 1978, rubando oltre 5 milioni di
dollari in contanti e gioielli conservati nell’edificio del cargo
aereo della compagnia aerea tedesca.
Sono bastati pochi ruoli tra cinema
e televisione a Miriam Dalmazio per affermarsi
come una delle attrici italiane più quotate del momento. Capace di
passare con naturalezza da un genere ad un altro, trasformandosi
radicalmente, è lei uno dei nomi della recitazione da tenere bene a
mente, pronta a dar vita a numerose altre prove che ne dimostrino
le capacità e il talento.
Ecco 10 cose che non sai su Miriam
Dalmazio.
Miriam Dalmazio: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Il debutto sul grande schermo con un ruolo di
rilievo arriva per lei nella commedia Sole a catinelle, con
protagonista Checco Zalone (alias Luca Medici).
In seguito ha recitato in Che strano chiamarsi Federico
(2013), Maldamore (2014), Una donna per amica
(2014) e Meraviglioso Boccaccio (2015). Nel 2021 è invece
stata protagonista del film Il mio corpo vi
seppellirà, dove interpreta Errè, recitando accanto ad
Antonia Truppo e Guido
Caprino.
2. È celebre per diverse
fiction. La Dalmazio inizia a recitare per la televisione
nel 2011 nel film Come un delfino, con Raoul Bova, e
nella popolare fiction Che Dio ci aiuti, dove con il ruolo
di Margherita Morbidelli rimmarrà fino al 2017. Ha poi preseo parte
ad altre note fiction come Sposami (2012), Il
commissario Montalbano (2016), Squadra mobile (2017),
Il cacciatore (2018-2021), La vita promessa
(2018-2020), I Medici (2018), Leonardo (2021) e
Anna (2021). Nel 2021 recita anche nel film per la TV
Appunti di un venditore di
donne, mentre nel 2022 recita nella serie Studio
Battaglia.
Miriam Dalmazio: chi è suo marito
3. È molto riservata sulla
sua vita privata. L’attrice ha sempre preferito evitare
che l’attenzione dei media si spostasse dalla sua attività
lavorativa alla vita privata. Di questa sappiamo dunque molto poco,
se non che da diversi anni è impegnata con un uomo di nome Paolo,
anch’egli siciliano e imprenditore, proprietario di un isola vicino
Bali. Nel 2016, infine, i due hanno dato alla luce un bambino,
chiamato Ian. Lui non è però solito comparire accanto a lei in
occasioni ufficiali, ulteriore segno del loro voler mantenere
privata la propria vita sentimentale.
Miriam Dalmazio in Che Dio ci aiuti
4. Si è ritrovata molto nel
suo personaggio. Nella fiction Che Dio ci aiuti
interpreta – nella prima, seconda e terza stagione – la timida e
impacciata dottoressa Margherita Morbidelli, una ragazza di
provincia trasferitasi nel convitto gestito da Suor Angela per
motivi di studio. L’attrice ha raccontato di essersi ritrovata
molto nel carattere del suo personaggio, anche se ha affermato
esserci differenze sul modo in cui lei e Margherita esprimo i
propri stati d’animo.
5. Ha lasciato la serie dopo
la terza stagione. Nel corso della terza stagione, come
noto, Margherita rimane incinta e vive profondi sconvolgimenti
emotivi. Al termine della stagione il suo personaggio viene fatto
uscire di scene e ciò ha significato anche l’abbandono della
Dalmazio. L’attrice ha poi avuto modo di comparire in alcuni
episodi della quarta stagione, ma per via di altri impegni non ha
potuto riprendere il suo ruolo a tempo pieno.
Miriam Dalmazio in Studio Battaglia
6. Ha fatto un sacrificio
per recitare nella serie. Per recitare nei panni
dell’avvocato Nina nella serie Studio Battaglia, l’attrice
ha dovuto sacrificare i suoi amati capelli ricci. Nella serie
compar infatti con un taglio più corto e liscio. Allo stesso tempo,
però, ha dovuto imparare a nascondere il suo accento palermitano
per sfoggiarne invece uno milanese, ovvero quello richiesto per il
ruolo.
Miriam Dalmazio in Sole a catinelle
7. È stato il suo primo
ruolo al cinema. Nel 2013 l’attrice ha l’occasione di
recitare nel film campione di incassi Sole a catinelle.
Qui interpreta Daniela Parisi, la protagonista femminile del film
nonché ex Moglie di Checco e Mamma di Nicolò. Ama tanto il figlio e
prova ancora sentimenti per il suo ex marito, sebbene lei lo abbia
lasciato per la crisi. È stato proprio questo ruolo a conferire
ulteriore notorietà all’attrice.
Miriam Dalmazio è stata Miss Italia?
8. Non ha partecipato al
noto concorso. Recentemente è circolata in rete la
convinzione che l’attrice, prima di divenire celebre, avesse
partecipato al concorso di bellezza Miss Italia. La notizia,
tuttavia, non ha trovato conferma. Prima della notorietà, infatti,
la Dalmazio ha piuttosto frequentato il Centro Sperimentale di
Cinematografia, studiando dunque per divenire attrice.
Miriam Dalmazio è su Instagram
9.Ha un
account personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo personale seguito da circa 60 mila
persone. All’interno di questo, con oltre 700 post, l’attrice è
solita condividere immagini o video relativi al suo lavoro, con
curiosità e dietro le quinte. Non mancano però anche post relativi
alla sua vita privata, con eventi, luoghi visitati o momenti di
svago insieme ad amici o famigliari. Seguendola, dunque, si potrà
rimanere aggiornati su tutte le sue attività.
Miriam Dalmazio: età e altezza dell’attrice
10. Miriam Dalmazio è nata
il 14 settembre del 1987 a Palermo, Italia. L’attrice è
alta complessivamente 168 centimetri.
Lucasfilm è felice di annunciare il
ritorno di Hayden Christensen nell’iconico ruolo
di Darth Vader nella serie Obi-Wan
Kenobi, disponibile in esclusiva su Disney+ da domani 27 maggio con i primi
due episodi.
Per questa occasione è stato
realizzato un divertente video in cui Hayden (41 anni) si confida
con il piccolo super-fan di Star
Wars Inathi Rozani (10 anni). Una sorprendente intervista che
mette alla prova l’attore di Anakin Skywalker e Darth Vader.
Nella commovente e divertente
intervista, Hayden rivela come la nuova serie sia “fondamentalmente
una grande partita a nascondino”, oltre a svelare i dettagli dello
speciale abbigliamento Sith che lo tiene al fresco durante le
riprese. Hayden ha inoltre rivelato il motivo per cui Ewan
McGregor sia l’attore più divertente sul set e perché, tra
tutti i personaggi dell’universo di Star Wars, Yoda sarebbe il suo
compagno ideale per una cena.
Inathi, vestito con l’incredibile
costume Rubies di Darth Vader, ha sfidato Hayden a costruire il set
X-wing Fighter di Luke Skywalker di Lego, mentre lo interrogava
sulla sua esperienza sul set. Ma il divertimento non finisce qui,
perché l’interprete di Darth Vader ha anche dato prova delle sue
capacità con la spada laser, insegnando a Inathi come manovrare la
Spada Laser Lightsaber Forge Darth Vader di Hasbro.
Obi-Wan
Kenobi debutterà in esclusiva su
Disney+ venerdì 27
maggio con i primi due episodi. Successivamente, la serie tornerà
in streaming ogni mercoledì, fino al finale previsto per mercoledì
22 giugno.
La Fase 4 dell’MCU è iniziata più di un
anno fa con l’uscita di Black
Widow. A differenza delle precedenti, questa fase non
include solo film, ma anche una serie di
programmi televisivi in uscita su Disney+. Il
grande obiettivo di Kevin Feige e dei Marvel
Studios è quello di ampliare quanto più possibile
l’MCU, cercando di inglobare
anche altri universi.
L’esplosione del Multiverso
ha aperto tante nuove possibilità per il franchise. Gli autori
hanno sfruttato l’immensità del materiale a disposizione per creare
grandi storie. Nell’ultimo anno, i colpi di scena e le sorprese
sono state numerose: vediamo le 10 rivelazioni più entusiasmanti
della Fase 4 dell’MCU.
L’introduzione di Blade
(Eternals)
Nonostante
tutti i personaggi introdotti nell’MCU
daEternals,
la più interessante rivelazione si trova nella scena post-credits.
In realtà, la new entry è un personaggio che non viene nemmeno
visto.
Nella scena post-credits, si
vede Dane Whitman che trova la Lama
d’Ebano ma viene colto di sorpresa da una voce sconosciuta.
Dopo molte speculazioni, sembra certo che la voce sia quella di
Mahershala
Ali, interprete di Blade. In questo
modo, il cacciatore di vampiri fa il suo ingresso
nell’MCU.
L’altro Quicksilver
(WandaVision)
In WandaVision, Wanda usa la sua magia per
riportare in vita Visione. Questo fatto ha portato i fan
dell’MCU a chiedersi se la
strega avrebbe potuto fare lo stesso con il suo defunto fratello,
Pietro Maximoff. In effetti, Wanda fa comparire
Quicksilver, ma non si tratta dell’originale.
Con grande sorpresa, si scopre nel
corso della serie che il Quicksilver che vediamo in
WandaVision
è un falso, un ragazzo di nome Ralph Bohner che non ha
nulla a che fare con Pietro.
Ikaris si mette contro la sua
squadra (Eternals)
Tra i membri degli Eterni, al
momento della loro introduzione nell’MCU, Ikaris era
forse il più celebre. Nel film come nei fumetti,
Ikaris è un leader potente e viene visto da molti come la
versione Marvel di Superman.
Nonostante ciò, alla fine di
Eternals
si scopre che il personaggio è a conoscenza della distruzione
pianificata della Terra. Non solo: contro ogni aspettativa, il
Ikaris è disposto a mettersi contro la sua stessa squadra
per permettere che questo accada.
La morte di
Zia May (Spider-Man: No Way Home)
Per quanto originale, la
presenza di Tobey Maguire e Andrew
Garfield in Spider-Man: No Way Home era un
fatto già noto prima dell’uscita del film. Il vero colpo di scena
di No Way Home è infatti un altro.
Il momento più straziante di tutto
il lungometraggio, nonché uno dei più tristi della Fase 4
MCU, è la morte di Zia
May. Nonostante il personaggio abbia sempre avuto un ruolo
marginale all’interno del franchise, il suo discorso in punto di
morte sul potere e sulla responsabilità è veramente toccante, per
Peter (Tom
Holland) come per lo spettatore.
L’arrivo di Clea (Doctor Strange In
The Multiverse Of Madness)
Interpretata da Charlize Theron, la maga appare per pochi
secondi, giusto il tempo di prelevare Stephen (Benedict
Cumberbatch) e trasportarlo chissà dove nel
Multiverso. Avendo scelto un’attrice da
Oscar per il ruolo di Clea, sicuramente
l’MCU ha grandi progetti per
il personaggio.
Sharon Carter è il Power Broker
(The Falcon And The Winter Soldier)
Con il film i fan MCU scoprono che
Sharon ha ora assunto il ruolo del cattivo
Power Broker. È decisamente sorprendente vedere un eroe
così altruista e benevolo improvvisamente trasformato in uno
spietato trafficante d’armi.
Il ritorno di Kingpin
(Hawkeye)
La serie Hawkeye ha
portato una bella boccata d’aria fresca nell’MCU: un’avventura breve e
aneddotica, ma ricca di momenti appassionanti. Nonostante la
leggerezza dello show, non sono mancati i colpi di scena, primo fra
tutti il ritorno di Kingpin.
Kingpin è uno dei
personaggi più acclamati della serie Daredevil di Netflix e i fan erano entusiasti di vedere
Vincent D’Onofrio tornare nel ruolo per
l’MCU. Inoltre, questo
passaggio ha anche aperto la porta del franchise ad altri attori
dello show Netflix.
Il mondo dimentica Peter Parker
(Spider-Man: No Way Home)
Se per tanti versi No Way Home è stato un film divertente, non sono
mancati gli aspetti tragici. Non solo la morte di Zia May,
ma anche il finale ha lasciato tutti con l’amaro in bocca. Il fatto
che Peter Parker venga dimenticato da tutti, soprattutto
da Ned e MJ, rappresenta un sacrificio immenso
per Spidey.
Nel tentativo di fermare altri
invasori in arrivo da tutto il Multiverso, Spider-Manconvince
il Doctor Strange a lanciare un incantesimo che farà
dimenticare a tutti chi è Peter Parker. Di conseguenza,
Peter termina il film da solo: probabilmente questo
momento segna la fine del viaggio di Tom Holland
nell’MCU.
L’arrivo di Kang (Loki)
Nella Fase 4 dell’MCU un ruolo essenziale è
giocato dal Multiverso. Parlando di Multiverso
non si può tralasciare
Colui Che Rimane. Il personaggio, introdotto dalla
serieLoki è l’essere che ha creato la TVA e
che sovrintende alla sacra linea temporale. Proprio per questo, la
sua morte getta il Multiverso nel caos.
In tutto ciò, una delle più grandi
minacce si rivela essere una variante di Colui Che Rimane,
il potente criminale MarvelKang il
Conquistatore. Già era stato detto che il cattivo sarebbe
apparso in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, ma questa prima comparsa a sorpresa
nell’MCU suggerisce che il
personaggio svolgerà un grande ruolo in futuro.
Gli Illuminati (Doctor Strange nel
Multiverso della Follia)
La presenza degli
Illuminati in Doctor Strange nel Multiverso della Follia era un
fatto già annunciato prima dell’uscita del film, ma di sicuro i fan
MCU non si aspettavano
un’uscita di scena così rapida e cruenta per il team.
Dopo una breve scena introduttiva in
cui gli Illuminati affrontano Strange, essi sono costretti a combattere Scarlet
Witch. La strega riesce in poco tempo a fare a pezzi
tutti questi potenti eroi, dal sibilante Black
Bolt a Charles Xavier di Patrick Stewart.
Durante una recente conferenza
stampa (tramite Insider) per Crimes of
the Future, in occasione del Festival
di Cannes 75, Kristen Stewart ha descritto come si è
sentita quando si è vista per la prima volta sullo schermo durante
la premiere del film di David Cronenberg.
L’attrice ha ammesso di non avere la
minima idea di cosa trattasse il film durante la produzione, ma
dopo aver visto il film lei stessa, i temi narrativi avevano tutti
un senso.
“Noi, gli attori, passavamo ogni
singolo giorno dopo il lavoro dicendo, ‘Che cazzo stiamo facendo?’
Ma poi ho guardato il film la scorsa notte ed è stato così chiaro
per me. È così esponenziale e sembra che tu stia sventrando organi
quando stai facendo qualcosa, e se non è così non lo è ne vale la
pena.”
In Crimes of the Future, Kristen Stewart interpreta Timlin, un
investigatore del National Organ Registry che sta indagando su Saul
Tenser (Viggo Mortensen), un artista performativo
affetto da una malattia unica chiamata Sindrome dell’evoluzione
accelerata che gli consente di far crescere nuovi organi
all’interno del suo corpo. Con l’aiuto della sua compagna Caprice
(Léa Seydoux), li estrae durante le performance
artistiche per il pubblico.
Non è
una congettura nuova quella che vorrebbe l’esordio di un nuovo
Robin in Batgirl.
Già altre foto dal set del film HBO Max avevano fatto presagire
questo risvolto, ma adesso è Leslie Grace che, in
una storia su Instagram, dà un suggerimento.
Quasi due mesi dopo la fine delle
riprese, Leslie Grace è andata su Instagram (tramite
CBR) per stuzzicare i fan che la attendono nei panni di
Batgirl.
In una storia ormai off-line, Grace ha condiviso un’immagine di
Detective Comics n. 526, un’edizione per l’anniversario che ha
segnato la 500esima apparizione di Batman nella serie a fumetti e
che include anche Batgirl e Robin, scatenando nuove speculazioni
sull’apparizione del Ragazzo Meraviglia nel nuovo film DCEU.
Batgirl doveva
essere diretto da Joss Whedon, regista
di The
Avengers e Avengers:
Age of Ultron, nonché della versione cinematografica
di Justice
League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di
abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a
“decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El
Arbi e Bilall Fallah.
Il protagonista di Elvis,
Austin Butler, dice di essere stato costretto a
letto dopo aver completato le riprese del film di Baz
Luhrmann. Butler interpreta il re del rock ‘n roll nel
film biografico, che seguirà gli umili inizi di Presley fino al suo
status di icona musicale e sullo schermo. Accanto a Butler, che
interpreta Elvis, c’è anche Tom Hanks nei panni del talent manager di
Elvis Presley, il colonnello Tom
Parker e Olivia DeJonge nei panni di
Priscilla Presley.
Sembra che l’etica del lavoro di
Butler abbia avuto dei lati decisamente negativi sul suo fisico.
Parlando con GQ, Butler ha rivelato di essere
stato costretto a letto dopo la produzione di Elvis.
Quando le riprese si sono concluse a marzo 2021, l’attore si è
sentito molto male dopo aver dedicato così tanta della sua energia
al personaggio di Presley per così tanto tempo. Dopo essere stato
trasferito in ospedale, a Butler è stato successivamente
diagnosticato un virus che “simula l’appendicite”.
“Il giorno dopo (la fine delle
riprese) mi sono svegliato alle quattro del mattino con un dolore
lancinante e sono stato portato d’urgenza in ospedale… Il mio corpo
ha iniziato a spegnersi il giorno dopo aver finito Elvis”.
Oltre allo stress per dover portare
sullo schermo una tale icona, Austin
Butler ha anche condiviso il set con un’altra icona
vivente, Tom Hanks, che gli ha dato il seguente
suggerimento:
“Ogni giorno cerco di leggere
qualcosa che non ha nulla a che fare con il lavoro che sto
facendo”. Questo mi ha fatto sentire in grado di farlo, perché fino
a quel momento leggevo solo tutto ciò che aveva a che fare con
Elvis. Ascoltavo solo Elvis. Erano le influenze di Elvis e lo
stesso Elvis e nient’altro.”
Dal regista candidato all’Oscar
Baz Luhrmann arriva Elvis
della Warner Bros. Pictures, con Austin Butler e il Premio Oscar
Tom Hanks. Il film esplora la vita e la musica
di Elvis Presley (Austin Butler ), viste attraverso il prisma della
sua complicata relazione con l’enigmatico manager, il colonnello
Tom Parker (Tom
Hanks). La storia approfondisce le complesse dinamiche
tra Presley e Parker nell’arco temporale di oltre 20 anni,
dall’ascesa alla fama di Presley che raggiunse un livello di
celebrità senza precedenti, sullo sfondo un panorama culturale in
evoluzione e la perdita dell’innocenza in America. Al centro di
questo viaggio, una delle persone più significative e influenti
nella vita di Elvis, Priscilla Presley (Olivia DeJonge).
Recitano al fianco di Tom Hanks e Austin
Butler, la pluripremiata attrice di teatro Helen
Thomson (“Top of the Lake: China Girl”, “Rake”) nei panni
della madre di Elvis, Gladys; Richard Roxburgh
(“Moulin Rouge!”, “Breath”, “La battaglia di Hacksaw Ridge”) in
quelli del padre di Elvis, Vernon, mentre Olivia
DeJonge (“The Visit”, “Stray Dolls”) interpreta Priscilla.
Luke Bracey (“La battaglia di Hacksaw Ridge”,
“Point Break”) interpreta Jerry Schilling; Natasha
Bassett (“Ave, Cesare!”) interpreta Dixie Locke;
David Wenham (“Il Signore degli Anelli” la
trilogia, “Lion – la strada verso casa”, “300”) è Hank Snow;
Kelvin Harrison Jr. (“Il processo ai Chicago 7”,
“L’assistente della star”) è BB King; Xavier
Samuel (“Two Mothers”, “Amore e inganni”, “The Twilight
Saga: Eclipse”) interpreta Scotty Moore, e Kodi
Smit-McPhee (“Il potere del cane”) interpreta Jimmie
Rodgers Snow.
Completano il cast Dacre
Montgomery (“Stranger Things”, “La galleria dei
cuori infranti”) nei panni del regista televisivo Steve
Binder, al fianco degli attori australiani Leon
Ford (“Gallipoli”, “The Pacific”) nei panni di Tom Diskin,
Kate Mulvany (“Il grande Gatsby”, “Hunters”) in quelli di
Marion Keisker; Gareth Davies (“Peter Rabbit,”
“Hunters”) come Bones Howe, Charles Grounds (“Crazy & Rich”,
“Camp”) come Billy Smith, Josh McConville (“Fantasy Island”) è Sam
Phillips, e Adam Dunn (“Home and away”) nei panni di Bill
Black.
Per ritrarre le altre icone della
musica del film, Luhrmann ha scelto la cantautrice Yola come Sister
Rosetta Tharpe; il modello Alton Mason come Little Richard; il
texano di Austin Gary Clark Jr., come Arthur Crudup, e l’artista
Shonka Dukureh come Willie Mae “Big Mama” Thornton.
Il candidato all’Oscar Luhrmann (“Il
Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”) ha diretto il film da una
sceneggiatura da lui scritta assieme a Sam Bromell, Craig Pearce e
Jeremy Doner, basata su una storia dello stesso Baz Luhrmann e
Jeremy Doner. I produttori del film sono Luhrmann, la vincitrice
dell’Oscar Catherine Martin (“Il Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”),
Gail Berman, Patrick McCormick e Schuyler Weiss, mentre i
produttori esecutivi sono Courtenay Valenti e Kevin McCormick.
Il team creativo che ha lavorato
dietro le quinte include la direttrice della fotografia Mandy
Walker (“Mulan”, “Australia”), la scenografa e costumista premio
Oscar Catherine Martin (“Il Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”), la
scenografa Karen Murphy (“A Star Is Born”), i montatori Matt Villa
(“Il grande Gatsby”, “Australia”) e Jonathan Redmond (“Il grande
Gatsby”), il supervisore degli effetti visivi nominato all’Oscar
Thomas Wood (“Mad Max: Fury Road”), il supervisore musicale Anton
Monsted (“Australia”, “Moulin Rouge!”) e il compositore Elliott
Wheeler (“The Get Down”).
Le riprese principali di Elvis
si sono svolte nel Queensland, in Australia, con il sostegno del
governo del Queensland, di Screen Queensland e del programma
Producer Offset del governo australiano. Warner Bros. Pictures
presenta, una produzione Bazmark Production, Jackal Group, un film
di Baz Luhrmann: Elvis,
che sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.
Il film uscirà nelle sale italiane il 22 giugno 2022.
Secondo quanto riferito, la Warner
Bros. ha espresso frustrazione a seguito della mancanza di proposte
da parte di J.J. Abrams in merito a
progetti basati sui personaggi DC Comics per HBO Max.
Abrams è uno degli sceneggiatori, registi e
produttori più importanti a livello globale, grazie al suo lavoro
in franchise cinematografici di successo come Star Wars, Star Trek e Mission:
Impossible. Prima del suo lavoro cinematografico, Abrams
era noto per programmi TV di successo come Lost,
Alias e Felicity. Sembrava che il
regista avesse il tocco magico e ogni studio stava cercando di
coinvolgerlo per iniziare, rilanciare o assistere nel loro
franchise.
Nel 2019 Abrams e la sua società di
produzione Bad Robot hanno firmato un contratto
quinquennale con la Warner Bros. per produrre diverse proprietà,
con lo studio che sperava che Abrams potesse aiutare a
rivitalizzare i loro marchi DC. Abrams, dal canto suo, ha
annunciato l’intenzione di sviluppare proprietà basate sui
personaggi di Justice League Dark, inclusa una serie per i
personaggi di
John Constantine e Madame Xanadu. È anche produttore del
prossimo film di Zatanna con Emerald
Fennell di Promising Young Woman che
scriverà la sceneggiatura. Ha anche firmato come produttore di un
nuovo film di Superman con lo sceneggiatore
Ta-Nehisi Coates incentrato su un Superman nero.
Tuttavia, dopo tre anni di contratto, nessuno di questi progetti si
è concretizzato e, con il contratto che scadrà nel 2024, lo studio
sembra essere preoccupato.
Secondo THR, fonti
affermano che Warner Bros. Discovery è frustrata dal fatto che
J.J. Abrams abbia rivendicato molti personaggi
DC ma non abbia ancora ricevuto nulla da mandare in onda su HBO
Max. Secondo quanto riferito, lo studio ha visto le sceneggiature
per Constantine e il pilot di Madame X, ma sembra che non ci siano
date di inizio della produzione pianificate. Secondo quanto
riferito, l’amministratore delegato di Warner Bros. Discovery,
David Zaslav, è frustrato dalla mancanza di
risultati da parte di Bad Robot e sta esaminando
tutti gli accordi complessivi dello studio, incluso l’accordo da $
250 milioni di Bad Robot, mentre cerca di tagliare
$ 3 miliardi.
L’account Instagram ha condiviso un fan poster di
quello che potrebbe essere un Avengers 5. Nell’immagine, gli
Original Six, i sei Avengers originali, sono sostituiti con le loro
controparti che prenderanno quasi certamente il loro posto nelle
fasi successive del MCU.
Nell’immagine si possono vedere
schierati Kate Bishop al posto di Clint Barton, Mighty Thor al
posto di Thor, She-Hulk al posto di Hulk, Sam Wilson al posto di
Steve Rogers (unico passaggio di testimone ufficiale), War Machine
al posto di Iron Man e Yelena Belova al posto di Natasha Romanoff.
Vi piace il nuovo schieramento?
Esce oggi nelle sale italiane
Alcarràs, film della regista Carla
Simòn con Jordi Pujol Dolcet e
Anna Otin protagonisti. Vincitore
dell’Orso d’oro alla 72esima
edizione della Berlinale,
la pellicola è distribuita da I Wonder
Pictures.
L’estate dell’ultimo raccolto
Campi estesi e piantagioni, questa è
la cornice che muove la trama di Alcarràs. Tre
bambini si divertono all’interno di un’auto abbandonata,
immaginando una nuova avventura, ma il disperato mondo degli adulti
interrompe il gioco: i membri della famiglia Solé
si rendono conto che non potranno più coltivare il terreno dei
Pinyol, e i frutteti di pesco di cui si occupano
da generazioni. Senza documenti che legalizzino la presunta
cessione del terreno fatta dal nonno, l’erede
Pinyol ha deciso di vendere il terreno a
un’azienda energetica per installarvi sopra pannelli solari,
redditizi e sostenibili. Quest’estate è dunque l’estate
dell’ultimo raccolto per i Solé.
Un approccio introduttivo in tre
sequenze risolve rapidamente la trama principale del film. Il resto
dei 120 minuti di Alcarràs sono il cammino estivo
verso quella fine annunciata troppo presto, che sembra inevitabile
ma che nessuno vuole accettare. Il secondo lungometraggio di
Carla Simón (Verano
1993) si avvicina alla famiglia Solé durante questi
mesi di agonia. La possibilità della caduta in un abisso rovinoso
si apre per ciascuno di loro, che vuole dare un senso a questo
crepuscolo a partire dalla propria esperienza e dal proprio ruolo
all’interno di quello che si configura come un vero e proprio
clan: c’è chi si sottrae per scelta o perché non riesce a
capire, chi si arrabbia e chi rimane calmo, chi cerca vie d’uscita
e chi mantiene una cieca fedeltà, chi si preoccupa e chi si
rammarica.
Un film che pianta un seme
collettivo
Carla Simón traduce
in immagini ciò che molti cineasti neorealisti – e i loro magnifici
eredi, dall’Ermanno Olmi de L’albero
degli zoccoli all’Alice Rohrwacher
de Il paese delle meraviglie – hanno
incessantemente perseguito: la verità, questa volta di uno spazio e
di un tempo di cambiamento, che riguarda e si rivolge alla
collettività, senza tuttavia lasciare mai incolto il seme
dell’individuo. La macchina da presa, sembra suggerirci
Simòn, è sempre in grado di scrutare qualcosa che
l’occhio umano non riesce a percepire e, in questo modo, riesce a
raggiungere anche una certa essenza della vita, un momento sacro
che esplode come un’epifania. Epifania che ha incontrato il gusto e
il cuore di M. Night Shyamalan, presidente di
giuria a Berlino
72, che ha premiato Alcarràs “per
le sue straordinarie interpretazioni, da attori bambini ad attori
ottantenni, per la sua capacità di mostrare la tenerezza e la
comicità della famiglia e della sua lotta, e per il ritratto della
nostra connessione e dipendenza dalla terra che ci
circonda“.
Il testo di
Alcarràs può essere letto da molti punti di vista:
come rivendicazione dell’identità di un mestiere, quello del
contadino tradizionale, che si identifica con la terra e i suoi
frutti; come ritratto organico e vivace, scevro da manicheismi,
della crisi di una famiglia provocata da un dilemma morale; come
riflessione sul progresso che cancella le tracce della Storia; in
sostanza, su uno spaccato di vita che pulsa e respira attraverso i
volti di attori non professionisti, protagonisti del documentario
di un’estate che riserva loro un futuro incerto.
La famiglia come spazio per
ricostruire il futuro
Il film riunisce tutte queste
prospettive individuali e le lega al filo invisibile del nucleo
familiare, ultima barriera di fronte a un sistema economico che ne
divora i membri perché li considera già perduti. È in questo spazio
ridotto, scoraggiante ma pulsante di calore, perché condiviso con i
propri cari, che Alcarràs coinvolge
irrimediabilmente. Non per costruire un muro di semplice
resistenza, quasi di reazione, ma per piantare un seme sul cui
futuro, e raccolto, vogliamo e dobbiamo costruire insieme, per
renderlo meno minaccioso. Alcarràs ci avvicina,
dal territoriale e con i suoi attori non professionisti, a quello
spazio in cui il cinema sembra toccare la vita e le sue crepe che,
per quanto spaventose appaiano, siamo chiamati a ricostruire
insieme come pubblico.
Per quanta sofferenza possa causare
la perdita di un terreno perché il proprietario vuole installarvi
dei pannelli solari, c’è comunque il piacere del lavoro
comunitario, delle riunioni di famiglia con le lumache alla griglia
come piatto forte, dei giochi dei bambini negli orti dei vicini.
Ognuno in famiglia ha le sue ragioni, sembra dirci
Simòn e, in ogni discussione, c’è un’emozione
diversa, che questo film generoso condivide con lo spettatore senza
chiedere nulla in cambio. Ogni membro della famiglia necessita, in
questo senso, di riprese cucite su misura, di un aspetto e una voce
ben distinguibili, senza gerarchia alcuna, sempre disposti nel
quadro con luminosa chiarezza.
Sebbene abbia molti punti in comune
con Verano 1993 – nel suo meraviglioso
approccio alla psicologia infantile, ad esempio –
Alcarràs è più ambizioso e lascia respirare
ampiamente il soggetto narrativo, mai incastonandolo nel limite
della prospettiva unica. Piuttosto, riprende le fila del
cortometraggio Correspondencia, che
Simòn ha firmato a due mani con Dominga
Sotomayor, dove c’è già l’idea che le nostre vite, i
nostri progetti, sono in qualche modo attraversati dal contesto
socio-economico e, in ultima analisi, sempre politico in cui
viviamo. Nella cornice di Alcarràs, sostenuta
dagli echi della sua personalissima storia, Carla
Simón si libra nelle sue virtù registiche: gira con
precisione e passione, paziente nel raccogliere la verosimiglianza
dei simboli di un’estate, per testimoniare l’ingiustizia di un
sistema che cerca solo la redditività economica.
Non sappiamo se ad un certo punto
comparirà da qualche parte, ma per ora immaginiamo che nella
timeline ufficiale del MCU Loki sia morto e che quindi non
lo vedremo in Thor: Love and Thunder.
Sarebbe la prima volta che Thor
compare in scena senza doversi confrontare con il fratello dio
dell’inganno, e qualche fan ha pensato che invece sarebbe stato
bello. Infatti, ecco un fan poster del film in
cui si immagina Loki nel film:
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Bryce Dallas Howard riflette sulle critiche
ricevute dai tacchi alti del suo personaggio nel primo
Jurassic World. Segnando una sorta di riavvio
graduale del franchise di Jurassic Park, il
successo del 2015 di Colin Trevorrow,
Jurassic World, ha introdotto un nuovo cast di
personaggi e un nuovo parco a tema di dinosauri. Il film segue Owen
Grady (Chris
Pratt) e Claire Dearing (Bryce
Dallas Howard) mentre tentano di sopravvivere dopo che
un dinosauro geneticamente modificato è sfuggito al contenimento e
ha devastato il parco.
Pur ottenendo recensioni
generalmente positive e generando oltre 1,67 miliardi di dollari al
botteghino mondiale, un elemento particolare del film si sarebbe
rivelato piuttosto controverso sia con i critici che con i fan: le
calzature di Claire. All’inizio del film, Claire è il Park
Operations Manager di Jurassic World, una persona
relativamente rigida e orientata agli affari che alla fine diventa
uno degli eroi principali del film. Tuttavia, molti spettatori
hanno contestato i tacchi alti di Claire, soprattutto considerando
che il personaggio di Pratt era vestito più tipicamente come un
eroe d’azione. Un critico ha persino definito “ridicola” la scelta
delle calzature di Claire.
In una nuova intervista con Variety
prima dell’uscita del prossimo terzo capitolo, Jurassic
World – Il dominio, Bryce Dallas Howard riflette sulla
controversia causata dai tacchi alti di Claire, rivelando di essere
fedele alla decisione. Dopo aver scherzato sul fatto che
“nessuno ha notato” le scarpe di Claire, Howard spiega che
i tacchi erano un aspetto importante del personaggio e che si è
sempre sentita “potenziata” mentre era sul set.
“Anche entrare nei panni di
Claire è stato un po’ impegnativo perché aveva i tacchi, ma nessuno
se ne è accorto. Per DeWanda, ha tutto a che fare con com’è
l’esperienza mentre stai girando il film e come ti senti potenziato
o depotenziato. Mi sono sempre sentita potenziata, ogni singolo
minuto di “Jurassic” di Colin Trevorrow. E nessun commento,
osservazione o analisi potrà mai portarmi via
quell’esperienza”.
Jurassic World – Il dominio, il film
In Jurassic
World – Il dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla
Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in
tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e
determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i
predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le
creature più temibili della storia.
Prodotto dalla Warner Bros, è in
fase di riprese Blue
Beetle, del quale sono emerse on-line le prime
immagini dal set. Nelle foto, vediamo la star di Cobra Kai,
Xolo Maridueña, nel costume completo dell’eroe
titolare.
Si aveva un’idea abbastanza chiara
di cosa aspettarsi dall’outfit grazie ad alcuni concept art
rilasciati durante il DC FanDome dello scorso
anno, e chiaramente il risultati sembra abbastanza vicino a quanto
promesso.
Nel cast di Blue
Beetle ci sono Xolo Maridueña
che interpreta il protagonista, insieme a Harvey
Guillén, Bruna Marquezine,
Sharon Stone, Raoul Max Trujillo,
Susan Sarandon e Belissa Escobedo.
Marquezine interpreterà Penny, la protagonista femminile e
l’interesse amoroso di Jaime, mentre Escobedo interpreterà la
sorella minore di Jaime, Milagros. Stone è Victoria Kord mentre
Trujillo interpreterà il
villain. L’uscita
del film è prevista per il 18 agosto 2023.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue
Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne
pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a
partire dal 1940; è un supereroe che ha avuto nel tempo diversi
alter ego.
Kord “è saltato” nell’universo DC
Comics durante Cisis on Infinite Earths insieme
a un certo numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il
secondo Blue Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24
numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la
scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere
il crimine. È diventato un membro della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics .
Il terzo Blue Beetle, creato dalla
DC Comics, è Jaime Reyes, un adolescente che ha
scoperto che lo scarabeo originale di Blue Beetle si è trasformato
in una tuta da battaglia che gli ha permesso di combattere il
crimine e viaggiare nello spazio. Nel corso degli anni Reyes è
diventato un membro dei Teen Titans e ha recitato in due
serie a fumetti di Blue Beetle. Nel reboot “New 52” del 2011
della DC Comics, Jaime Reyes era il personaggio principale di Blue
Beetle, riferendosi solo occasionalmente alle versioni
precedenti. Con la successiva revisione di continuità “DC
Rebirth”, sono state ripristinate le versioni precedenti.
Ogni grande avventura
arriva alla sua conclusione, e così accadrà a breve per la serie tv
che dal 2016 riporta, con grande insistenza e convinzione, gli
spettatori di Netflix
indietro nel tempo, agli anni ’80. Stranger Things 4 – Volume 1 arriva
in piattaforma il 27 maggio e, per la prima volta nella sua storia,
non sarà tutta disponibile per i bingewatcher lì fuori. La prima
cosa da sapere in questa recensione di Stranger Things 4 –
Volume 1 (episodi da 1 a 7) è che la serie dei Differ
Brothers è stata divisa in due capitoli e che, se il primo, quello
di cui si parla in questa sede, arriva a fine maggio, per vedere il
secondo blocco di episodi, i due conclusivi, bisognerà aspettare al
1° luglio.
Poco male, perché
sebbene il settimo episodio si concluda con un grande cliffhanger e
un gigantesco punto di domanda, l’attesa non è poi troppa e, in
questo caso, potrebbe aumentare il piacere, anche perché, questa
volta, gli episodi della quarta
stagione durano tutti più di 60 minuti, oltre un’ora a episodio
per la nostra quarta volta a Hawkins. Nel dettaglio, il primo
episodio dura un’ora e 18 minuti, il settimo (l’ultimo del primo
volume) un’ora e 38 minuti. L’episodio più breve, il terzo, ha una
durata di un’ora e 3 minuti. Ma l’episodio più lungo è il nono ed
ultimo: due ore e 30 minuti.
Stranger Things 4 Parte 1, cosa succede a Hawkins?
Ma torniamo a quello che
veramente ci interessa, ovvero cosa accade ai nostri giovani eroi
in questo quarto e conclusivo ciclo di episodi. Alla fine dei
dolorosi eventi che hanno portato alla sconfitta dei sovietici
nella terza stagione, ma all’apparente morte di Hopper (David
Harbour), Joyce (Winona
Ryder) decide di lasciare Hawkins insieme ai suoi
ragazzi, Jonathan (Charlie Heaton)e Will
(Noah Schnapp), adottando anche Undici (Millie
Bobby Brown), rimasta (ancora) orfana a causa della
scomparsa di Jim ed estremamente in difficoltà nella sua nuova vita
fuori dal suo guscio. Mike (Finn
Wolfhard) e Dustin (Gaten Matarazzo)
cercano di trovane un nuovo equilibrio, dal momento che hanno
“perso” Will e Lucas (Caleb McLaughlin) sembra più
interessato a essere popolare che a frequentare i suoi vecchi
amici. Max (Sadie
Sink), d’altro canto, deve fare i conti con gli eventi
traumatici della passata stagione, anche lei, nella tragica
conclusione della storia, ha perso qualcuno, il suo fratellastro
che era stato posseduto dal Mindflayer e che si era infine
sacrificato per salvarla. Questo percorso di elaborazione del lutto
la porterà a isolarsi. Intanto Nancy (Natalie
Dyer) lavora al giornale della città, sognando il college,
forse con Jonathan, e Steve (Joe Keery) e Robin
(Maya Hawke) sono impegnati nel loro lavoro al
videonoleggio, consolidando quel forte legame di amicizia
(platonico con la P maiuscola, cit.) instaurato nella
terza stagione. Intanto, in una prigione nel deserto innevato della
steppa russa, un prigioniero americano fa progetti di fuga… E
mentre tutti si preparano alle vacanze di primavera, a Hawkins si
verifica un efferato omicidio ai danni di un’adolescente. I guai
per la cittadina dell’Indiana non sono ancora finiti.
Matt e Ross
Duffer hanno deciso di dividere i nostri eroi per la loro
avventura conclusiva. I “gruppi d’azione” si muoveranno infatti in
maniera autonoma, ignari di quanto accade all’altro per tutta la
vicenda. Avventure parallele che però in qualche modo li vedono
collaborare, inconsapevoli, anche a distanza. Abituati ad avere a
che fare con le stranezze e il Sottosopra, i nostri giovani eroi
non si faranno intimidire facilmente da quello che li aspetta. Ma
questa volta la minaccia è antica e sembra risalire alle origini di
tutti i mali che hanno afflitto la città.
Il grande omaggio a Stephen King e a It
Stranger Things
4 – Volume 1 è densissima, di rimandi, di citazioni, ma
anche di idee di messa in scena e dal punto di vista dello sviluppo
della trama. Ovviamente non tutto è originale, ma tutto è
certamente pensato per offrire agli spettatori l’esperienza più
totalizzante mai avuta con la serie. Naturalmente la principale
fonte di ispirazione per questa stagione, ora più che mai, è
Stephen King e il suo capolavoro It. Lasceremo agli spettatori scoprire come,
ma il re del brivido è omaggiato con un elemento fondato della
trama che è inglobato con grande eleganza all’interno della
storia.
C’è poi la sensazione di
“chiusura”, dal momento che, sebbene la storia sia nuova e tutta da
scoprire, torna indietro nel tempo a riportare a galla le origini
del male che si nasconde nel Sottosopra, andando anche a fare luce,
di più e meglio, sulle origini di Undici e sul laboratorio che l’ha
vista come una cavia per gran parte della sua vita.
Uno schema ripetitivo per una miniera di easter eggs
Stranger Things
4 – Volume 1 si conferma un ottimo prodotto, ricco e
curato, che ancora alla quarta
stagione rappresenta il meglio di quanto Netflix
abbia prodotto fino a questo momento. Certo, si fonda sempre sulla
stessa struttura narrativa, ripetendosi, anche questa volta, con
una puntualità esasperante, ma garantisce intrattenimento e
coinvolgimento dello spettatore, riservandogli anche un certo gusto
nello scovare dettagli, citazioni e easter eggs.
Regista tra i più variegati in
quanto a filmografia realizzata, Steven
Soderbergh ha negli anni dato vita a film estremamente
diversi tanto per forma quanto per genere. Passando infatti da
Contagion a La truffa dei Logan, da
Unsane a Panama Papers, egli ha
raccontato sempre storie diverse, ognuna con le sue personalissime
particolarità. Nel 2013 si è cimentato alla regia di un classico
thriller, intitolato Effetti
collaterali, la cui storia ruota intorno ad un
misterioso omicidio e un altrettanto misterioso farmaco. Per quanto
oggi Soderbergh continui ad essere particolarmente prolifico nel
panorama cinematografico, proprio questo film era inizialmente
stato annunciato come il suo ultimo.
Nel realizzarlo il regista si era
dichiarato mosso dall’ispirazione verso i grandi classici del
genere, in particolar modo per i film di Alfred
Hitchcock. Particolare debito è però anche quello nei
confronti di Attrazione fatale, cult del 1987, il cui
rapporto tra i due coniugi protagonisti è ripreso e rielaborato
anche in Effetti collaterali. Ne è così nato un film di
particolare fascino, ricco di colpi di scena e interpretazioni di
alto livello. Come suo solito, infatti, il regista premio Oscar si
è circondato di alcuni tra i più noti attori di Hollywood, tra
nuovi e abituali collaboratori. Presentato in competizione al
Festival di Berlino, il film è stato accolto in modo molto positivo
dalla critica, ottenendo anche un buon riscontro economico.
A fronte di un budget di circa 30
milioni, Effetti collaterali è infatti arrivato ad un
guadagno al box office di circa 67. Ancora oggi è indicato come uno
dei film più apprezzati del regista, capace di adattare il genere
ai propri interessi e al proprio volere. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Effetti collaterali: la
trama del film
Protagonista del film è la giovane
Emily Taylor, la quale da tempo attende il
rilascio dal carcere dell’amato Martin, condannato
per via di una truffa con l’Insider Trading. Quando però il marito
torna a casa, la moglie, anziché provare una felicità sconfinata
per il nido ricostituito, cede ad una fortissima depressione che,
in breve tempo, la conduce ad un tale stato di sconforto da tentare
il suicidio con la sua auto. Sopravvissuta all’impatto
miracolosamente illesa, la protagonista si affida quindi alle cure
di un noto psichiatra, Jonathan Banks, che, dopo
un confronto con la precedente analista di Emily, Victoria
Siebert, prescrive alla paziente degli antidepressivi.
Gli psicofarmaci, però, nonostante
facciano tornare la ragazza ad uno stato di normalità momentanea,
provocano degli inaspettati e pericolosi effetti collaterali, che
travolgono le vite di Emily, dei suoi amati e soprattutto di Banks.
Nel momento in cui, in preda al sonnambulismo, la giovane uccide
suo marito, lo psichiatra si troverà al centro di una vera e
propria tempesta. A lui spetterà determinare la responsabilità
dell’accaduto, con tutti i sospetti pronti a ricadere sul farmaco
da lui prescritto, l’Ablixa. Avrà infatti inizio un
processo mediatico dal quale sarà difficile uscire indenni.
Effetti collaterali: il
cast del film
Come già anticipato, anche per
questo suo film Soderbergh si è avvalso della collaborazione di
alcuni noti interpreti, a partire dalla candidata all’Oscar
Rooney Mara. È
lei ad interpretare il ruolo di Emily Taylor, un personaggio per il
quale ha rinunciato a recitare nell’acclamato Zero Dark
Thirty. Originariamente, però, la parte era stata affidata
all’attrice Blake Lively, ma a causa di contrasti
con la produzione questa abbandonò il progetto. Un’altra candidata
era stata Lindsay Lohan, che il regista sottopose
a più provini. Anche per lei furono i contrasti con i produttori a
non favorire il suo ingresso nel cast. Mara ha in seguito rivelato
di non aver avuto problemi con le proprie scene di nudo, a patto
che queste risultino funzionali alla storia e non gratuite.
Nei panni del dottor Jonathan Banks
vi è invece l’attore Jude Law.
Questi ha in seguito raccontato di essersi sentito particolarmente
insicuro nell’interpretarlo. Era infatti la prima volta che, da
marito e padre, dava vita ad un personaggio che a sua volta era
tale. Inoltre, per lui era il primo ruolo dopo tempo in cui si è
trovato a parlare senza l’utilizzo di particolari accenti, né
trucchi o acconciature diverse dalla sua solita. Ad interpretare
sua moglie, Deirdre Bank, è l’attrice Vinessa Shaw.
Catherine Zeta Jones, che aveva già collaborato
con il regista, interpreta invece l’analista Victoria Siebert. Per
il ruolo di Martin, il marito di Emily, il regista ha scelto
Channing Tatum,
con il quale aveva già lavorato in Magic Mike.
Originariamente però, per tale ruolo era stato considerato l’attore
e cantante Justin Timberlake.
Effetti collaterali: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Effetti collaterali grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 25maggio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha
portato i fan in un viaggio dalle tinte orrorifiche attraverso gli
universi paralleli, mentre il Maestro delle Arti Mistiche cerca di
sconfiggere la crescente malvagità dell’ex Vendicatrice
Scarlet Witch.
La scena mid-credits ha alzato la
posta in gioco presentando ai fan la Clea di
Charlize Theron, una maga della Dimensione
Oscura che potrebbe avere importanti implicazioni nel futuro del
Doctor Strange e degli altri
stregoni. Ora che questo emozionante personaggio ha finalmente
fatto la sua comparsa, i fan si chiedono quale sarà la sua prossima
apparizione nel MCU.
Ant-Man and The Wasp:
Quantumania
Ant-Man
and the Wasp: Quantumania
uscirà nel febbraio del 2023, ma si sa ancora poco del terzo film
della trilogia di
Ant-Man,
salvo una conferma molto intrigante, ovvero l’apparizione diKang il Conquistatore
(Jonathan
Majors).
Mettere un cattivo importante come
Kang contro personaggi del calibro di
Ant-Man e Wasp sembra indicare
che ci sono molte cose di questo film che i Marvel Studios stanno tenendo
nascoste al grande pubblico, dato che un simile scontro
significherebbe trovarci di fronte al film di
Ant-Man più imponente di sempre. Una battaglia del
genere richiederebbe l’aiuto dei supereroi più strettamente
connessi al multiverso, il che indica che Doctor
Strange e Clea potrebbero entrambi fare
la loro comparsa nel film, entrando in contatto con
Kang per la prima, ma probabilmente non ultima,
volta.
Secret Invasion
Secret
Invasion è forse la novità più interessante del
crescente catalogo di serie in streaming del MCU, soprattutto se
si considera la complessità delle sfumature insite nell’omonimo
fumetto. Questa serie Disney+ dovrebbe andare in
onda alla fine del 2022, presentandoci il Nick Fury di Samuel L. Jackson che indaga su un’invasione
clandestina di Skrull sulla Terra, svelando
segreti che cambieranno per sempre il MCU.
Questa serie in particolare sembra
essere pronta a includere eventi significativi che cambieranno per
sempre il franchise e quindi probabilmente comprenderà scene da
ogni angolo del MCU conosciuto e
sconosciuto, che verranno irrimediabilmente colpite dall’invasione
Skrull sulla Terra: sarebbe quindi interessante
vedere come gli stregoni di Kamar-Taj, insieme alla neoarrivata
Clea, reagiranno a questo attacco. Un cameo di
Clea, Strange e
Wong sembra abbastanza probabile in questa serie,
anche se alcuni sostengono che un’apparizione dei
Fantastici Quattro lo sia ancora di più.
She-Hulk
Quest’estate,
Tatiana Maslany farà il suo atteso debutto nei
panni della selvaggia She-Hulk
nella sua serie su Disney+. She-Hulk avrà la forma di un legal
procedural con un tocco da supereroe, in quanto
Jennifer Walters si occuperà ogni settimana di
diversi casi legali che coinvolgono superumani quindi, nel corso
della prima stagione, potrà arrivare a conoscere molto bene tutti
gli angoli del Marvel Cinematic
Universe.
Dato che She-Hulk
sembra essere una serie di ampio respiro, è certamente plausibile
che almeno un episodio della prima stagione possa vedere
Jennifer Walters alle prese con il lato più
mistico del MCU. Se ciò dovesse
accadere, sarebbe l’occasione perfetta per la Marvel di spiegare esattamente cosa
è successo dopo l’incontro tra Clea e
Stephen Strange nella scena mid-credits del
Multiverso della Follia. Con Wong
che ha già confermato la sua presenza nella serie, sembra molto
probabile che questo incontro possa avvenire.
Thor: Love And Thunder
Thor: Love
and Thunder è il prossimo film della Fase
4 della Marvel, che riunisce
Chris Hemsworth e Taika
Waititi per quella che sarà sicuramente un’altra
divertente avventura in diversi angoli della galassia. Il film
vedrà il debutto di Gorr il Macellatore di Dei di
Christian Bale, che minaccerà tutto ciò che il
dio del tuono ha sempre rappresentato, e potrebbe segnare la fine
del periodo di permanenza del più forte Vendicatore nel MCU.
Clea potrebbe essere uno dei tanti
personaggi Marvel non ancora annunciati che
appariranno in Love and
Thunder. Infatti, l’imminente quarto film del
franchise di Thor attraverserà varie parti del
MCU mentre
il supereroe titolare cerca di ritrovare se stesso: è possibile
dunque che si ritrovi ancora una volta a chiedere aiuto all’ex
Maestro delle Arti Mistiche come in Ragnarok. Se così fosse, potrebbe essere
sorpreso di trovare Strange già impegnato con l’incursione
multiversale che Clea gli ha anticipato durante il
loro primo incontro.
Doctor Strange 3
Sebbene i Marvel Studios non abbiano
ancora annunciato ufficialmente il seguito di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
sembra che sarà una scelta inevitabile, visto il successo della
loro ultima uscita cinematografica.
Anche se ci sono sicuramente diversi
luoghi in cui il terribile avvertimento di Clea al
Dottor Strange potrebbe essere messo in scena, la
scena mid-credits del Multiverso della Follia sembra puntare più a
Doctor Strange 3. Clea è una
parte importante del mito della storia del Dottor
Strange, poiché nei fumetti i due si sposano: anche se
appare prima altrove, i fan possono essere certi che il personaggio
di Charlize Theron avrà un ruolo importante
nel prossimo capitolo di questo particolare franchise.
Secret Wars
L’MCU sembra essere
diretto verso un evento Secret Wars, una trama multiversale dei
fumetti che vedeva eroi di universi paralleli uniti su
Battleworld, costretti a combattere per
l’esistenza stessa dei loro universi di origine. Un film di questo
tipo sembrerebbe il finale perfetto per la tradizione multiversale
del MCU e
probabilmente prenderebbe la forma di Avengers 5,
che è stato il progetto più top-secret della Marvel fin dall’uscita di Avengers: Endgame nel 2019.
Il messaggio premonitore di
Clea al Doctor Strange alla fine del Multiverso della Follia ha rivelato che
l’MCU è
diretto verso un’incursione con una realtà parallela ancora
sconosciuta. Se lei e Strange non saranno in grado di impedire che
ciò avvenga, si verificherà senza dubbio l’evento Secret
Wars tanto atteso dai fan, lasciando ai due stregoni il
compito di aiutare gli altri eroi del loro mondo a combattere per
la sopravvivenza della loro realtà. Il ruolo di Clea in un film del
genere si rivelerebbe fondamentale, in quanto potrebbe essere
l’unica presente ad aver già assistito agli eventi di
un’incursione.
Un film o una serie tv spinoff
Il Marvel Cinematic
Universe non teme di correre grossi rischi quando si tratta di
dare ai personaggi un proprio franchise spinoff, che sia sotto
forma di film o di serie tv in streaming. Visto il grande successo
ottenuto finora su Disney+, non sarebbe certo da
escludere che i Marvel Studios diano il
via libera a una qualche forma di spinoff incentrato sulla nuova
Clea.
Anche se uno spinoff incentrato su
Clea sembra improbabile come prossima apparizione del personaggio,
non è certo impossibile, soprattutto se si considera che altri
personaggi come Agatha Harkness ed
Echo hanno ricevuto il proprio spinoff dopo un
solo ruolo precedente in un altro progetto del MCU. La Strega
Suprema della Dimensione Oscura avrà probabilmente un ruolo
importante nel futuro del franchise e potrebbe quindi essere già in
stata tenuta in considerazione per un franchise tutto suo, forse
anche prima di quanto i fan si aspettino.
L’abbinamento
perfetto (A Perfect Pairing) è il titolo
originale e azzeccatissimo per una commedia che parla di
amore
e di vino. Il film Netflix di
Stuart McDonald (Black-ish, Crazy
Ex-Girlfriend) racconta l’improbabile avventura di una giovane
sommelier di Las Angeles che, per realizzare il suo sogno, ”molla
tutto” e fugge in Australia. Con un volo pindarico, la protagonista
e lo spettatore si ritrovano catapultati in una pittoresca
farm australiana.
La trama de L’abbinamento
perfetto
Giovane ma già affermata nel suo
campo Lola Alvarez (Victoria Justice)
lavora per una società che esporta vini. Appassionata del suo
lavoro, Lola decide di mollare la sua azienda a causa di
un capo arrogante e di una collega sleale.
Lola coglie l’occasione per mettersi in proprio. Per
partire alla grande con la sua attività, vuole soffiare un cliente
importante alla sua ex società: la celebre Vaughn Family
Wines. Per riuscire nella sua impresa, Lola decide di
andare di persona a conquistare Hazel Vaugh, la
produttrice di vini a capo dell’azienda.
Partendo da Los Angeles,
Lola si reca in Australia, nella campagna del
Queensland dove Hazel sta trascorrendo le vacanze. Giunta
sul luogo, Lola trova un’imprenditrice ostile e difficile
da conquistare. Per entrare nelle grazie di Hazel e
dimostrare la sua determinazione, la protagonista si riduce a fare
i lavori più umili nella fattoria, con l’aiuto del cowboy
misterioso e affascinante Max (Adam
Demos).
Due settimane per realizzare un
sogno
Ne L’abbinamento
perfetto, la protagonista ha un grande sogno: lavorare in
proprio come export di vini e avere fin da subito un cliente
importante. Il desiderio di Lola appare alquanto
irrealizzabile, così assurdo che si vuole scoprire in che modo il
film si svilupperà per permettere alla donna di realizzarlo.
Lola avrà a malapena trent’anni, ma sembra essere capace
ed esperta. Ha a disposizione i risparmi necessari per avviare
un’attività e punta subito in alto. Fortunatamente, una volta
arrivata in Australia, l’entusiasmo (e la convinzione)
della giovane donna vengono smorzati.
Lola ha un’unica chance per
conquistare l’attenzione di Hazel. Deve fare il
lavoro sporco, quello dell’ultimo arrivato in una fattoria:
raggruppare le pecore, aggiustare i recinti, spalare il letame. La
leggerezza e la facilità con cui la protagonista de
L’abbinamento perfetto cambia vita fanno
sorridere. In ogni caso, non sono rappresentazioni credibili o
realistiche e finiscono per non coinvolgere lo spettatore.
Niente di nuovo sul fronte
australiano
Dalla città alla campagna, da un
lato del mondo a quello opposto, dai plastificati Stati Uniti alla
selvaggia Australia. L’abbinamento perfetto è un
film costruito sui contrasti netti e sui modelli visti e rivisti
della
commedia romantica. L’eroina al centro del film non si
distingue troppo da tante altre protagoniste. In un momento di
crisi esistenziale, decide di lasciare tutto e cambiare vita,
recandosi in un luogo lontano in cui, magicamente, c’è un bell’uomo
genuino pronto ad accoglierla. La stessa cosa è successa in
film Netflix come Un castello per Natale o Love Hard. Evidentemente, il format piace e funziona,
anche al di fuori delle commedie natalizie.
L’ambientazione australiana dà quel
tocco di esotico in più, ma lo spazio appare molto costruito e
viene rappresentato principalmente per stereotipi: serpenti,
cappelli da cowboy, canguri, Vegemite sono gli elementi
che urlano Australia dall’inizio alla fine del film.
Amore e vino: un’abbinamento
perfetto?
L’idea alla base del film potrebbe
essere interessante. Il vino si sposa molto bene con il
romanticismo, ma tutto viene affrontato con troppa leggerezza. In
conclusione, L’abbinamento perfetto è la classica
commedia
romantica e disimpegnata carina da vedere, ma che non lascia
nulla di più allo spettatore. I bei volti dei protagonisti, le
tinte pastello e il solito
happy ending fanno scorrere il film, ma non lasciano il
segno.
La Universal
Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di
Beast, il film diretto da Baltasar Kormákur che ha
diretto Everest, Cani sciolti e Contraband di Universal Pictures e
con protagonista Idris Elba. A volte il fruscio tra i
cespugli è davvero causato da un mostro.
Idris Elba (Fast
& Furious: Hobbs & Shaw,
The Suicide Squad) è il protagonista di un nuovo thriller
al cardiopalma che racconta di un padre e delle sue due figlie
adolescenti che si ritrovano braccati da un enorme leone solitario
intenzionato a dimostrare che nella savana c’è solo un predatore
supremo.
Elba interpreta il Dottor Nate
Daniels, un marito rimasto vedovo da poco, che torna in Sudafrica,
dove ha conosciuto sua moglie, per un viaggio a lungo pianificato
con le figlie in una riserva di caccia gestita da Martin
Battles (in serie tv come Sharlto Copley e Russian Doll, e
film come Maleficent), un vecchio amico di famiglia e biologo della
fauna selvatica. Quello che inizia come un viaggio di guarigione si
trasforma in una spaventosa lotta per la sopravvivenza quando un
leone, sopravvissuto a bracconieri assetati di sangue, inizia a
perseguitarli sentendosi ormai minacciato dagli esseri umani.
Iyana Halley (Il
coraggio della verità – The Hate U Give, e la serie TV This is Us)
interpreta la figlia diciottenne di Daniels, Meredith, e Leah Sava
Jeffries (serie TV Rel e Empire) interpreta la tredicenne
Norah.
Dall’intenso regista Baltasar
Kormákur che ha diretto Everest, Cani sciolti e Contraband di
Universal Pictures, Beast è prodotto da Will Packer, produttore di
Il viaggio delle ragazze, della serie Ride Along e di dieci film
che hanno raggiunto il primo posto al botteghino americano, tra cui
La scuola serale, Ossessione omicida e Think Like a Man, da James
Lopez, presidente della Will Packer Productions, e da Baltasar
Kormákur. Il film è scritto da Ryan Engle (Rampage – Furia animale,
Non-Stop), tratto da una storia originale di Jaime Primak Sullivan
che ne diventa anche produttore esecutivo con Bernard Bellew.
Uscito dal teatro di Qui rido io, il regista
Mario Martone torna tra le strade
di Napoli per raccontarne nuove sfumature, colori e suoni. Il suo
nuovo film, Nostalgia, presentato in
concorso al Festival
di Cannes e tratto dall’omonimo romanzo di
Ermanno Rea, ci porta nel rione Sanità (che
Martone aveva già raccontato con Il sindaco del rione
Sanità), per fotografarlo attraverso gli occhi di un uomo
assente da quei luoghi da troppo tempo. Questo viaggio attraverso
vicoli e ambienti decadenti diventa dunque non solo un’atipica ode
alla città, quanto anche il racconto di un ritorno, di una
riscoperta, con tutto il bene e il male che questa comporta.
L’uomo che torna a Napoli, dopo ben
quarant’anni di assenza, si chiama Felice (interpretato da Pierfrancesco
Favino). Ora ricco imprenditore a Il Cairo, egli è
richiamato nel capoluogo campano per far visita all’anziana madre.
Mentre si prende cura di lei, Felice ha modo di riscoprire i luoghi
della sua infanzia, iniziando sempre più a sperimentare i morsi
della nostalgia. Insieme alla sua adolescenza, egli ritrova però lì
anche paure e segreti del passato, con i quali sarà inevitabile
fare i conti. Più passa il tempo, più Felice si ritroverà
fagocitato da una realtà che non lascia via di scampo.
Il ritorno verso casa
Un aereo in volo, un auto in
movimento, un albergo che affaccia sul Vesuvio. Che il protagonista
di Nostalgia sia un uomo in viaggio è evidente sin da
subito, il punto è capire dove si sta recando o, meglio ancora,
verso cosa sta tornando. Il suo parlare un italiano stentato è poi
solo uno dei tanti elementi che ce lo presentano come uno straniero
in quei luoghi che sembra però conoscere così bene. Basta infatti
una passeggiata notturna per rispolverare i ricordi di una
giovinezza che sembrava dimenticata. Si svela così agli occhi del
protagonista un mondo che sa di nuovo e d’antico e attraverso di
lui impara a conoscerlo anche lo spettatore.
La prima parte del film si concentra
dunque tanto sul processo di reintegrazione di Felice quanto sulla
descrizione di una delle zone più problematiche della città. Nello
sguardo di Martone non vi è però giudizio, bensì quello che si
potrebbe definire un intento documentaristico. Egli riprende ogni
situazione facendo sì che lo spettatore possa sentirsi dalla parte
del protagonista e solo così d’altronde può aspirare a far emergere
quella potente emozione che pervade il racconto e dà il titolo al
film. Un dolore del ritorno che si concretizza qui in
scene silenziose e potenti, come quella del figlio che lava con
cura la madre ormai anziana e incapace di farlo da sola.
Più Felice si addentra nel cuore del
rione, però, più il racconto cambia, si schiude verso nuovi
percorsi e risvolti, portando l’attenzione su un passato difficile
da dimenticare e accettare. Allo stesso tempo anche Felice cambia,
riacquisendo una timida parlata napoletana. D’altronde, una volta
chiarito verso cosa stava tornando, la nuova domanda che nasce
spontanea è: perché se ne era andato? La nostalgia si espande e
dalla città arriva ad includere anche il ricordo di un’amicizia
perduta nel tempo. Il suo ritorno verso casa e ciò che ne consegue,
a questo punto, diventa metafora di ciò che la nostalgia è capace
di compiere sull’animo umano.
La delicatezza di Pierfrancesco Favino
Come si può intuire, con
Nostalgia Martone sembra più che altro essere interessato
a raccontare un’emozione, dando dunque vita ad un film
contemplativo, pacato, che riflette sull’esistenza insieme al suo
protagonista. Non c’è bisogno di colpi di scena, né dell’esuberanza
del suo precedente film e anche la raffigurazione della camorra
risulta essere più un colore sullo sfondo. Sullo sfondo, in realtà,
ci finiscono un po’ troppe cose e non sempre il “personaggio” città
o le altre personalità presenti risultano ben rapportati al
protagonista. Forse la natura introspettiva di Nostalgia
si spinge un po’ troppo in là e il film rischia di rimanere lontano
dal cuore dello spettatore.
Se ciò non avviene, è soprattutto
per merito di Pierfrancesco Favino. Il modo in cui
egli sa mettersi al completo servizio dei suoi personaggi è ormai
noto e anche stavolta dà prova di saper fare ciò che forse nessuno
potrebbe fare come lui. La delicatezza del suo Felice, che si
esprime attraverso il modo di parlare, le espressioni del viso e la
gestualità, è probabilmente uno degli aspetti che, prima di ogni
altra cosa, riesce a trasmettere quel senso di paura e di nostalgia
che si prova nel ritornare sui propri passi. Ancora una volta la
sua presenza è dunque decisiva, facendo sì che Nostalgia
possa raggiungere gli intenti prefissati.
A due anni dal suo
esordio dietro la macchina da presa con il cortometraggio
Being My Mom, presentato a Venezia 77 in
Orizzonti, Jasmine Trinca si cimenta con il
lungometraggio, Marcel!, espandendo e arricchendo la storia
del corto, che mostrava una madre e sua figlia, rincorrersi,
perdersi e ritrovarsi tra le rovine di una Roma assolata e deserta,
mentre si trascinavano dietro una grossa valigia e si scambiavano i
ruoli.
Marcel! è un’espansione di Being My Mom
Con le stesse interpreti,
Alba Rohrwacher e Maayane Conti, Trinca
racconta la storia di una donna, artista di strada intensa e
completamente dedita all’arte, e sua figlia, una ragazzina sveglia
e pensosa, che vuole a tutti i costi farsi vedere e amare da sua
madre. La donna, tuttavia, non ha occhi che per il suo cagnolino,
Marcel, che con lei è protagonista di un numero quasi da circo, che
la donna esegue con maestria per le strade della periferia di Roma.
Esasperata dal fatto di essere ignorata rispetto al cagnolino, la
bambina prende una decisione importante che avrà delle conseguenze
molto importanti sulla sua vita e su quella della
madre.
La storia è quindi
un’estensione, più articolata ma comunque sospesa e rarefatta, di
quel cortometraggio d’esordio. Nel film Jasmine Trinca attinge a ricordi e memorie
personali, mentre racconta il turbolento rapporto tra una madre
narcisista e immersa nella sua arte, e una figlia che tutto sommato
è normale, e vuole essere normalmente amata da sua madre che, a
seguito di un evento tragico, finirà per comportarsi non solo da
madre assorbita da se stessa ma addirittura da figlia, con la
ragazzina che si occuperà di nutrirla e fare la spesa. Un
sovvertimento di ruoli che regala alla piccola protagonista la
possibilità tanto agognata di essere vista, dal momento che diventa
indispensabile per la madre.
Alba Rohrwacher come Buster Keaton
Alba Rohrwacher e Maayane Conti sono
una coppia eccellente, con Conti che fa dello stupore che trasmette
il suo sguardo una vera e propria arma comunicativa, mentre
Rohrwacher si concede un ruolo per lei insolito, molto poco
strutturato, eccentrico ed etereo, che ricorda Buster
Keaton e le permette di giocare tanto con i movimenti
liberi del corpo. Il ruolo della madre offre all’attrice la
possibilità di sperimentare con movimenti, gesti e silenzi
un’interpretazione inedita e comunque intensa.
Una narratrice molto sensibile
Marcel! attesta la grande sensibilità di
Jasmine Trinca non solo come interprete amata
in tutta Europa, ma anche come narratrice. I bordi del suo racconto
sono labili eppure ben visibili, le sue indicazioni le immaginiamo
chiare tuttavia ben disposte a lasciare spazio agli interpreti. Il
risultato è un film intimo, personale e poetico, che si abbevera
alla fonte della creatività, unica e sola “madre” di chi vuole fare
dell’espressione di sé la propria arte e la propria
vita.
Marcel! è stato presentato tra le Proiezioni
Speciali di Cannes 75, durante il quale Jasmine Trinca ha anche fatto parte della
Giuria Internazionale. Nel
film, anche Giovanna Ralli che torna al cinema
dopo una lunghissima pausa dalla recitazione.
Dal 13 giugno in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW sarà disponibile
Un amore senza tempo – The Time Traveler’s Wife,
affascinante sci-fi romance HBO di cui viene rilasciato oggi il
trailer ufficiale in italiano. Firmato da Steven
Moffat, co-creatore del cult britannico
Sherlock nonché showrunner di ben cinque
stagioni di Doctor Who, la serie racconta il complicato
amore tra Claire e Henry, messo alla prova dagli imprevedibili e
incontrollabili viaggi nel tempo di lui, che intrecciano le vite
passate, presenti e future dei protagonisti stravolgendo il loro
destino.
A interpretare Claire e Henry due
stelle di prima grandezza della TV e del cinema britannico,
Rose Leslie (Il Trono di
Spade, Vigil) e Theo James (The Divergent Series,
Sanditon). Accanto a loro Caitlin Shorey e Everleigh
McDonell nei panni di Claire da giovanissima e da bambina, e
Brian Altemus e Jason David in quelli di Henry rispettivamente da
adolescente e da piccolo. Desmin Borges è Gomez, amico di Claire,
segretamente innamorato di lei; Natasha Lopez è Charisse, miglior
amica e coinquilina di Claire; Michael Park e Jaime Ray Newman sono
Philip e Lucille Abshire, genitori di Claire; Taylor Richardson e
Peter Graham sono Alicia e Mark Abshire, sorella e fratello di
Claire; mentre Kate Siegel e Josh Stamberg sono Annette e Richard
De Tamble, genitori di Henry. Nel cast anche Chelsea Frei, Marcia
DeBonis, Will Brill e Spencer House.
Un amore senza tempo – The
Time Traveler’s Wife è tratta dall’omonimo, celebre
romanzo di Audrey Niffenegger, già trasposto nel film campione
d’incassi Un amore all’improvviso, con Rachel McAdams ed
Eric Bana. L’adattamento seriale, diretto da David Nutter e targato
HBO, è firmato da Steven Moffat, co-creatore del cult britannico
Sherlock, nonché showrunner e produttore esecutivo di
alcune stagioni di Doctor Who.
Un amore senza tempo – The Time
Traveler’s Wife, la trama
All’età di sei anni, Clare Abshire
incontra Henry DeTamble, il futuro amore della sua vita.
Letteralmente, in quanto Henry soffre di una condizione genetica
che lo fa viaggiare, incontrollabilmente e imprevedibilmente, nel
tempo. Quattordici anni dopo il loro primo incontro, una giovane
Claire rincontra Henry nella biblioteca dove lavora e si fa avanti,
sostenendo non solo di averlo conosciuto, ma di essere la sua
futura moglie. Tra i due nasce una relazione tanto magica quanto
complicata: amore e perdita si intrecciano, in una storia che sfida
le leggi del tempo.
Il trailer definitivo di Thor: Love and Thunder ci ha indicato nel
dettaglio cosa dobbiamo aspettarci dalla quarta uscita da solista
del Dio del Tuono nel MCU. Con il ritorno
di Natalie Portman nel ruolo di Jane Foster, un terrificante Christian Bale nei panni dello scheletrico
Gorr e look rinnovati per alcuni dei
personaggi principali, è chiaro che Thor 4 regalerà uno
spettacolo visivo impressionante affiancato dall’arguzia tipica di
Taika Waititi.
Ma, oltre a fornire al pubblico una
più chiara indicazione sul tono generale del film, il trailer di
Thor: Love and Thunder ha anche rivelato molte
curiosità interessanti, che aumentano il nostro entusiasmo in vista
della data di uscita del film, prevista per l’8 luglio.
Dove si trova Thor?
Dopo l’immagine
precedentemente rilasciata di Thor che medita
sotto un misterioso albero al tramonto, il nuovo trailer ci ha
fatto capire dove effettivamente l’eroe si trova: possiamo sentire
Korg, con l’albero “di
Thor” sullo sfondo, che racconta le avventure
dell’eroe a una razza di alieni dalla pelle blu.
Secondo alcune teorie dei fan,
l’apparizione di questi alieni suggerisce che Thor
trascorrerà almeno una parte del suo tempo sul pianeta desertico di
Indigarr, dato che essi hanno una stretta
parentela con i cosiddetti Signori del Cielo, che
regnavano sul pianeta prima di essere uccisi da
Gorr: questa genealogia che li lega a Gorr il Macellatore di Dei rende la loro
apparizione nel film ancora più sensata. Nel materiale originale,
Thor ha persino portato la pioggia sul pianeta
desertico, il che potrebbe spiegare l’attenzione che il pubblico di
Korg presta al suo racconto.
Nuova Asgard – Il villaggio
turistico
Oltre a mostrare la nuova
casa di Thor, il trailer di Thor: Love and Thunder ha anche rivelato cosa
è successo esattamente alla colonia di Nuova Asgard. Dopo l’ascesa
al trono di Valchiria, sembra che la comunità sia
diventata un’attrazione turistica molto popolare: possiamo notare
navi da crociera, un campo da golf e nuovi edifici che vantano
analogie con il design della città originaria. La
commercializzazione della sua casa natale potrebbe spiegare perché
Valchiria è così determinata a fare squadra con
Thor e Jane per un’altra
avventura.
I Guardiani addestrano Thor
Sebbene il primo teaser
trailer di Love and Thunder ci abbia regalato un
montaggio dell’allenamento che Thor svolge
costantemente per perdere peso, il nuovo trailer offre uno sguardo
ancora più dettagliato sul suo nuovo regime. È ormai chiaro che
Thor viene aiutato dai Guardiani della Galassia:
in un’immagine memorabile, si vede Thor
trascinarsi dietro i Benatar, suggerendo che
l’equipaggio appoggia pienamente la sua missione di passare dal
corpo di un papà a quello di un dio.
L’origine di Gorr il Macellatore di
Dei
Forse la più grande
rivelazione del trailer di Thor: Love and Thunder è l’apparizione di
Gorr il Macellatore di Dei di Christian Bale, l’antagonista principale del
film. Tuttavia, benché il suo character design appaia relativamente
fedele ai fumetti, sembrano esserci comunque alcune differenze
fondamentali. Forse la più significativa è che
Gorr sembra ottenere i suoi poteri senza
Knull, il dio oscuro dei simbionti nei fumetti
Marvel, nonché creatore di
Venom.
Visti i complessi accordi sui
diritti attualmente in vigore tra Marvel e Sony, non sorprende che il
Knull originale sia stato sostituito con una sorta
di nube oscura ancora più ambigua da cui Gorr
apparentemente trae il suo potere. Tuttavia, l’esatta natura della
sua origine cinematografica rimane, per ora, poco chiara.
Gorr non sa se combattere Thor
In quello che potrebbe
essere il più grande indizio dell’intero trailer, Gorr delinea i suoi piani e le motivazioni per
cui desidera vedere gli dei distrutti, dichiarando: “Agli dei
importa solamente di loro stessi… Questa è la mia promessa: tutti
gli dei moriranno“. Questa inequivocabile dichiarazione
d’intenti pone chiaramente gli uomini come Thor
direttamente sulla traiettoria di Gorr.
Tuttavia, il trailer di Thor: Love and Thunder chiarisce anche che,
quando si tratta di Thor stesso,
Gorr è personalmente in conflitto riguardo la
missione: “Non sei come gli altri dei che ho ucciso“,
afferma, forse indicando un cambiamento di rotta, che segue il
cuore. Questo potrebbe fornirci l’indicazione più chiara su come
Thor riesca a sfuggire alle grinfie di Gorr.
L’aspetto di Zeus
Un altro aspetto chiave del
trailer di Thor: Love and Thunder é lo sguardo che ci
viene offerto a quella che sembra una versione del Parlamento degli
Dei. L’organizzazione è storicamente servita come una sorta di
organo di governo per le divinità, e ce lo conferma la presenza
dello Zeus di Russel Crowe.
Sfoggiando quello che sembra essere
un accento greco e una barba folta, il trailer di Thor:
Love & Thunder indica anche che
Zeus può usufruire un minimo della telecinesi,
spogliando Thor con un solo colpo di dita. Questa divertente scena
suggerisce che il pantheon degli dei greci potrebbe servire da
contrasto con il malvagio Gorr in Thor: Love & Thunder.
La data in cui Thor e Jane si sono
lasciati
Il trailer di Thor: Love & Thunder non solo ha confermato
che la coppia si è separata quasi subito dopo gli eventi di
Avengers: Age of Ultron, ma lo ha fatto con una precisione
allarmante. Thor ammette di aver contato i giorni
trascorsi dall’ultima volta che ha visto la sua ex, confermando che
sono passati “8 anni, 7 mesi e 6 giorni… più o meno”. Questo non
solo dimostra l’eterno affetto di Thor per
Jane, ma conferma anche in quale preciso punto
della linea temporale del MCU si svolga il
film.
L’apparizione di Jane Foster nel
primo trailer non è quella “vera”
L’apparizione di Jane Foster nel teaser trailer originale ha
suscitato una comprensibile eccitazione e ha confermato una teoria
di lunga data sulla trama del film. Tuttavia, se da un lato il
nuovo trailer di Thor: Love and Thunder mostra
Jane in azione, dall’altro mette in evidenza che
la sua prima apparizione non è stata del tutto soddisfacente.
Nella clip, si vede
Thor tendere la mano verso un
Mjolnir incrinato mentre indossa la sua vecchia
armatura non troppo elaborata. Tuttavia, quando parla per la prima
volta con Jane, apparentemente scioccato dal suo
arrivo, è vestito con una nuova armatura, completa di un vistoso
elmo alato. La discrepanza tra il suo aspetto in queste due scene
suggerisce che la prima apparizione di Jane Foster potrebbe essere stata una sorta di
visione prima che Thor aggiornasse la propria armatura. Questa
teoria è in linea con la storia di Thor, che da
tempo è perseguitato da sogni profetici, in particolare in
Avengers: Age of Ultron.
I nuovi poteri di Jane Foster
Oltre all’armatura e al
fisico più imponente, il trailer di Thor: Love and Thunder ha rivelato anche
l’impressionante gamma di poteri di Jane Foster, e alcune modifiche fondamentali
apportate al martello Mjolnir. Non solo è in grado
di volare, evocare fulmini e brandire l’artefatto asgardiano con
forza letale, ma ora sembra degna di usare Mjolnir
come vera e propria arma da lancio: in una scena, il martello si
frantuma in decine di piccoli pezzi e l’eroina riesce a mettere
fuori gioco diversi nemici contemporaneamente. Insieme alle sue
restanti abilità, questo sviluppo rende Jane
Foster nei panni di Mighty Thor una forza
da non sottovalutare.
Mistress Death diventerà parte del
canone MCU?
In una delle rivelazioni
più discrete del trailer, Thor: Love and Thunder potrebbe confermare la
presenza di Mistress Death, una delle figure più
significative dei fumetti Marvel. Vediamo
Jane evocare un fulmine in una cripta misteriosa,
affiancata da una serie di statue; accanto a quelli che sembrano
essere Zeus e l’Osservatore di
What
If…?, sembra esserci una figura incappucciata il cui
volto è fisso, impassibile e simile a un teschio. Questo
personaggio, la cui identità non è stata ancora confermata, ha una
stretta somiglianza con diverse rappresentazioni della Morte nei
fumetti Marvel, secondo molti
spettatori attenti [via Twitter]. Se questa figura è davvero una
rappresentazione della sinistra entità, potrebbe avere serie
ripercussioni, non solo per Thor: Love and Thunder ma per l’intero
MCU.
In diretta da Buckingham
Palace, sabato 4 giugnoa partire
dalle ore 21, Sky (al canale
109) proporrà lo straordinario concerto organizzato per
celebrare il Giubileo di Platino, 70 anni sul trono, della Regina
Elisabetta II, il Platinum Party at the
Palace.
Ad aprire lo show di fronte alla
residenza di Sua Maestà ci saranno i Queen + Adam
Lambert, già protagonisti al Giubileo d’Oro del 2002,
seguiti da artisti del calibro di Alicia Keys, Hans Zimmer,
Ella Eyre, Craig David, Mabel, Elbow, George
Ezra, Duran Duran, Andrea Bocelli, Mimi Webb, Sam
Ryder, Jax Jones, Celeste, Nile Rodgers, Sigala e
Diversity: tutti eseguiranno i loro più grandi
successi in un tributo stellato in onore di Elisabetta II. La
chiusura dello show sarà affidata a Diana
Ross.
Sir Elton John
comparirà in un’esibizione registrata appositamente per questa
occasione, mentre sul palco si esibirà dal vivo anche Sam
Ryder, reduce dal successo dell’Eurovision Song Contest di
Torino dove si è classificato, per il Regno Unito, al secondo
posto.
Accanto alle performance musicali
ci sarà spazio anche per i grandi protagonisti del mondo dello
spettacolo e dello sport ‘made in United Kingdom’ come Sir
David Attenborough, Emma Raducanu, David Beckham, Stephen Fry, Dame
Julie Andrews, The Royal Ballet ed
Ellie Simmonds.
La serata – che sul canale
109 sarà proposta senza interruzioni e che sarà anche
insimulcast su Sky Arte –
ruoterà attorno a temi globali ma cari a Sua Maestà Elisabetta II
come la moda, lo sport, l’ambiente e, ovviamente, la musica,
quest’ultima in un segmento curato dal leggendario compositore
Andrew Lloyd Webber, che parteciperà con
un’apparizione speciale insieme a Lin-Manuel
Miranda. Previste anche esibizioni dei cast e di ospiti
speciali da opere come The Phantom of the Opera, Hamilton,
Six, The Lion King e Joseph and the Amazing
Technicolor Dreamcoat.
Il colossale concerto sarà aperto
da Queen + Adam Lambert con una performance
speciale che richiamerà alla memoria la storica apparizione di
Brian May sul tetto del Palazzo al Concerto del Giubileo d’Oro nel
2002. La spettacolare chiusura vedrà sul palco la leggendaria
Diana Ross, che per il Platinum Party at
the Palace tornerà a esibirsi dal vivo nel Regno Unito a
quindici anni di distanza dall’ultima volta.
In totale, durante lo show (della
durata prevista di 2 ore e mezza), si esibiranno oltre 30 artisti e
performer che spazieranno dal pop al rock, alla musica classica,
fino al musical.
L’esclusivo allestimento del
Platinum Party at the Palace sarà composto da
tre palchi, collegati tra loro da passerelle, per
creare una straordinaria esperienza a 360° di fronte a Buckingham
Palace e al Queen Victoria Memorial. 70 colonne,
rappresentanti i 70 anni di regno della Regina, collegheranno i
palchi in un’unica struttura e si illumineranno in progressione,
facendo risplendere il palco. L’intera facciata di Buckingham
Palace sarà ricoperta da una proiezione di
video-mapping, trasformandosi per quella notte nello
schermo più grande del Regno Unito.
Due dei tre palchi si troveranno
immediatamente di fronte a Buckingham Palace, una cosa mai successa
finora, incorniciando la residenza della Regina: a sinistra del
palazzo ci sarà il palco “Orchestra” dove troveranno posto i 75
elementi dell’Orchestra of the Household Division;
a destra del palazzo ci sarà invece il palco “Pop”, supportato da
schermi LED che renderanno magnifica ogni esibizione.
Al Platinum Party at the
Palace parteciperanno in piazza 22mila
persone: di queste, 10mila sono state scelte in
un’estrazione pubblica e altre 7500 sono lavoratori, membri di
forze armate, associazioni di volontariato ed enti di
beneficenza.
In occasione delle celebrazioni del
Giubileo di Platino della Regina Elisabetta II, dal 3 al 5
giugno il canale 109 diventa Sky
Uno The Royals: un temporary channel che accompagnerà gli
spettatori in un viaggio alla scoperta della storia, delle
curiosità, dei segreti e degli intrighi dei principali regnanti
europei, ed in particolare della Famiglia Reale più popolare e
seguita al mondo, i Windsor.
L’odio di Gorr il Macellatore di dei
verso gli dei viene mostrato molto chiaramente nel secondo trailer
di Thor: Love and
Thunder. Interpretato da
Christian Bale, Gorr è pronto per essere una delle più
grandi minacce che Thor e i suoi alleati abbiano mai incontrato nel
MCU. Armato con All-Black la
Necrosword, Gorr è pronto a scatenare una follia omicida cosmica
che mette a rischio gli dei di ogni pantheon.
Dopo averlo tenuto in ombra
completamente
nel primo trailer, la Marvel ha finalmente svelato il
cattivo di Thor 4
nel secondo trailer. Oltre a rivelare il design del villain, il
video ha anticipato anche il suo ruolo nella storia. Come previsto,
è il malcontento di Gorr verso gli dei che guiderà la storia di
Thor: Love and
Thunder. Nel fumetti Marvel, Gorr disprezzava gli dei e
augurava loro la morte. A tal fine, dà loro la caccia e massacra un
numero incalcolabile di divinità in vari angoli dell’Universo
Marvel.
Sembra che nell’interpretazione di
questi eventi da parte del MCU, spetterà a Thor, a Jane Foster
di
Natalie Portman, a Valchiria e a Korg impedirgli di
raggiungere i suoi obiettivi. Resta da vedere fino a che punto
arriverà prima che i nostri eroi trovino un modo per batterlo.
Per quanto riguarda il motivo per
cui Gorr è così interessato a uccidere gli dei, la Marvel ha esposto le sue ragioni
nel nuovo trailer di Thor: Love and Thunder. Nel
video, Gorr ha affermato che “gli unici di cui gli dei si
preoccupano sono se stessi“. Questo è il punto cruciale della
sua animosità verso gli dei, ma questa osservazione scalfisce solo
la superficie di un idea più profonda. Nei fumetti, Gorr è
cresciuto in un ambiente miserabile. A causa del fatto che il suo
pianeta era afflitto dalla fame, Gorr e la sua gente sentivano di
doversi fidare degli dei per risolvere i loro problemi. Tuttavia,
le divinità che adoravano non hanno risposto alle loro preghiere.
Dopo aver perso i suoi cari, Gorr concluse che l’esistenza degli
dei era una bugia. Ma quando ha scoperto che in realtà sono reali,
ha cominciato a odiarli per la loro inattività.
Il bisogno di vendetta di Gorr era
guidato dall’idea che i loro poteri dessero loro la responsabilità
di prendersi cura di coloro che li adoravano. Ha incolpato gli dei
per le tragedie avvenute sul suo pianeta natale, credendo che gli
dei fossero troppo egocentrici per proteggere i mortali. Gorr ha
rivolto questo odio a tutti gli dei. Il trailer di Thor: Love and
Thunder suggerisce che condividerà i sentimenti
amari della sua controparte a fumetti nei confronti degli dei.
Stando così le cose, è probabile che il retroscena del Gorr del
MCU non differirà molto da quello
che è successo al personaggio di carta.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Film d’autore, l’ultimo
antieroe dell’Universo Cinematografico Marvel e due imperdibili Anime da
collezione: ecco i titoli Home Video targati Eagle Pictures in
arrivo a giugno 2022. A partire dall’8 giugno sarà disponibile
“LICORICE
PIZZA” di Paul Thomas Anderson, edito
nei formati DVD e Blu-ray con all’interno un gadget personalizzato
e contenuti extra, tra cui making of e scene tagliate.
Indimenticabile ballata ambientata negli anni ’70 diretta
dall’acclamato regista di “Il filo nascosto”, “The Master” e “Il
petroliere”, il film racconta del cammino infido del primo amore
tra Alana e Gary che crescono, corrono e si innamorano nella San
Fernando Valley.
Sempre dal 23 giugno sarà
la volta di due imperdibili titoli Yamato Video, azienda leader in
Italia nella gestione dei diritti di animazione giapponese, con la
quale Eagle Pictures ha recentemente firmato un nuovo accordo per
la distribuzione di DVD e Blu-ray.
Tra i primi titoli
disponibili dal 23 giugno ci sarà “CARD CAPTOR SAKURA – THE
MOVIE” di Morio Asaka e Terry Klassen, il primo film con
protagonista la vivace Sakura alle prese con le carte magiche
create dal potente stregone Clow Reed, edito in un’imperdibile
edizione COMBO (con all’interno sia il formato DVD che Blu-ray)
corredata da un booklet e una card da collezione numerata.
Protagonista del film Sakura Kinomoto, una vivace ragazzina che
frequenta la quarta elementare a cui è stato affidato un difficile
compito: recuperare alcune carte create da un potentissimo mago,
ora disperse per la città, servendosi di speciali poteri magici e
dell’aiuto di Kerberos, il custode del libro in cui queste erano
sigillate. La rottura del sigillo, tuttavia, ha scatenato una
maledizione che rischia di portare il mondo intero alla rovina…
In arrivo in Home Video
nel mese di giugno anche la prima stagione di “FIRE
FORCE” di Yūki Yase, con protagonisti i pompieri dotati di
speciali poteri pirocinetici, disponibile sempre in edizione a
tiratura limitata first press in un cofanetto da 3 Blu-ray e in un
cofanetto da 4 DVD, arricchite entrambe da una maxi card numerata a
tiratura limitata e due booklet a colori esclusivi rispettivamente
da 32 e 36 pagine, contenenti i disegni preparatori originali, le
gallerie dei personaggi, illustrazioni, i fondali e tutte le
sinossi degli episodi. Le fiamme dilaniano nel mondo e gli unici
che possono domarle sono i pompieri della Fire Force, personale con
speciali poteri pirocinetici. Il nostro protagonista è Shinra
Kusakabe, giovane appena arruolato nella Fire Force con un tragico
passato legato agli incendi e il misterioso potere delle Orme del
Demonio: è ora di combattere il fuoco con il fuoco.
interpretano un cameo
rispettivamente nella versione italiana e spagnola del nuovo film
Disney e Pixar. Diretto da Angus MacLane e prodotto da Galyn
Susman, Lightyear
– La vera storia di Buzz arriverà il 15
giugno nelle sale italiane.
Lightyear – La vera
storia di Buzz
La nuova avventura Disney e Pixar Lightyear – La vera storia di
Buzz racconta le origini di Buzz Lightyear, l’eroe che ha
ispirato il giocattolo di Toy Story, e segue il
leggendario Space Ranger dopo essere rimasto bloccato su un pianeta
ostile a 4,2 milioni di anni luce dalla Terra insieme al suo
comandante e al loro equipaggio. Mentre Buzz cerca di trovare un
modo per tornare a casa attraverso il tempo e lo spazio, si
uniscono a lui un gruppo di ambiziose reclute e il suo
irresistibile gatto robot di compagnia, Sox. L’arrivo di Zurg, una
presenza imponente con un esercito di robot spietati e un fine
misterioso, complica le cose e mette a rischio la missione.
Lightyear –
La vera storia di Buzz è diretto da Angus MacLane
(co-regista di Alla Ricerca di Dory) ed è prodotto da
Galyn Susman (Toy Story: Tutto un altro mondo). La colonna
sonora del film è firmata dal premiato compositore Michael
Giacchino (The
Batman, Up).
Nella versione italiana del film,
prestano le proprie voci Alberto Malanchino, Ludovico Tersigni ed
Esther Elisha che interpretano rispettivamente lo Space Ranger Buzz
Lightyear; Sox, il suo gatto robot di compagnia; e Alisha
Hawthorne, la sua comandante e migliore amica.
Come i fan della
Marvel sanno, il martello
di Thor è stato distrutto da Hela in Ragnarok. Nel trailer di Love and
Thunder vediamo però che Mjölnir appare di nuovo integro, ma presenta delle
crepe. Qualcuno deve averlo ricomposto, ma chi?
Sempre nel teaser, si scopre che a
brandire Mjölnir non è
Thor(Chris Hemsworth), ma Jane
Foster (Natalie
Portman). Forse è lei che si è occupata del restauro
dell’arma…
Jane come ha ottenuto i poteri di
Thor?
Il trailer di Thor:
Love and Thunder fornisce informazioni
interessanti su Jane Foster (Natalie
Portman) nei panni di Mighty Thor. Il
video non descrive nel dettaglio l’evoluzione di Jane in
Mighty Thor, ma la sua storia potrebbe avere a che fare
con una cura contro il cancro.
Nel teaser vediamo Jane che
usa i suoi immensi poteri sul campo di battaglia: sembra più
potente di Thor stesso. Come ha potuto l’eroina diventare
così forte in così poco tempo? Anche se per ora le cause dei suoi
poteri rimangono un mistero, gli eventi di The Dark World
potrebbero riempire gli spazi vuoti: nel film
infatti, Foster si è esposta alla magica Gemma
della Realtà.
Thor sarà una guida per Jane/Mighty
Thor?
Forse Thor è
rimasto stupito nello scoprire che la sua ex ha acquisito i suoi
poteri. Dal trailer sembra che il Dio del Tuono sia
abbastanza scioccato nel vedere Jane brandire
Mjölnir, ma cerca comunque di sostenere e supportare
l’eroina.
Anche se Jane dimostra di
essere in grado di controllare i suoi poteri, come si vede nella
sequenza di combattimento sull’Olimpo, Thor coglie
l’occasione per entrare in azione. Sia il primo che il secondo
trailer di Love and Thunder suggeriscono che
il dio voglia addestrare Jane come
Mighty Thor.
Perché Gorr ha perso la fiducia
negli dei?
Finalmente i fan possono
scoprire le sembianze di Gorril
macellatore di dei. Il personaggio di Christian Bale è davvero inquietante. E le
intenzioni del cattivo non sono migliori del suo aspetto: nel
trailer Gorr rivela il desiderio di porre fine a tutti
gli dei, che si preoccupano solo di se stessi.
Per ora, le motivazioni che guidano
Gorr non vengono rivelate. Tuttavia, gli appassionati dei
fumetti Marvel sanno che le trame
del macellatore di dei derivano dalla perdita della sua
famiglia, momento in cui Gorr non è stato supportato da
nessuna divinità. Chissà se questa storia originale sarà trasposta
in Love and Thunder.
Thor prova ancora qualcosa per
Jane?
Chi ha visto The Dark World sa che Thor e Jane non stanno più insieme. Inoltre,
nel trailer il Dio del Tuono rivela che non vedeva
Foster da più di otto anni, suggerendo che la donna
potrebbe essere rimasta vittima dello Snap di
Thanos.
Nonostante questo allontanamento, si
percepisce una tensione forte tra i due personaggi. Le vibrazioni
fanno pensare ad un possibile ritorno di fiamma tra Jane e
Thor inLove
and Thunder.
Cosa ci fanno tutti
sull’Olimpo?
Più volte nel trailer di
Love and Thunder compare l’Olimpo.
Qui si svolgono un paio di combattimenti e si vede
anche Zeus (Russell
Crowe) per la prima volta nell’MCU.
Tuttavia, alcune scene alludono al fatto che Jane,
Thor, Valkyrie e Korg stiano mantenendo un basso
profilo, come se non volessero che gli dei dell’Olimpo
sentissero la loro presenza.
Perché si nascondono? Le ragioni del
loro comportamento rimangono poco chiare, soprattutto se si
considera che Thor vuole aiutare gli dei greci a
sopravvivere all’attacco di Gorr.
Jane e Valkyrie diventeranno
amiche?
Per la prima volta
nell’MCU,
nel trailer di Thor: Love and
Thunder compaiono insieme sullo
schermo Janee
Valkyrie (
Tessa Thompson). È emozionante vedere due donne così
potenti fianco a fianco pronte a mostrare le loro abilità al
mondo.
Il momento finale del trailer
suggerisce che Jane e Valkyrie potrebbero diventare grandi amiche e, si
spera, ci sarà una dinamica interessante tra le due.
Valkyrie ottiene il Lighting
Bolt di Zeus?
Un momento del trailer di
Thor: Love and Thunder mostra il Dio
del Tuono e Valkyrie affrontare Gorr in un
ambiente scuro e grigio. In questa scena avvincente,
Valkyrie duella con il cattivo e usa come arma il
fulmine di Zeus.
Non è chiaro in che modo
Valkyrie ottenga il suo fulmine: si tratta di un dono
da parte di Zeus o l’arma è stata rubata di nascosto? In
ogni caso, è sorprendente che l’eroina possa servirsi di un bene
così prezioso per il capo dell’Olimpo.
Dove sono finiti i Guardiani della
Galassia?
Se il primo trailer di
Thor: Love and Thunder dava un assaggio dei
Guardiani della Galassia, il
tema manca completamente nel secondo video rilasciato. Sappiamo con
certezza che i Guardiani
sono tra i personaggi principali del film, ma perché non sono stati
inclusi nel teaser?
È possibile che essi appariranno
solo all’inizio, quando Thor decide di
intraprendere una nuova vita come loro alleato. Tuttavia, il
ruolo della squadra in Love and
Thunder sarà importante per preparare
l’MCU a Guardiani
della Galassia Vol. 3,. La loro
assenza nel teaser sembra quindi sospetta…
Chi morirà?
Vedendo i trailer,
Thor: Love and Thunder si presenta come un film
divertente e pieno d’azione, ma questo non esclude delle
possibili svolte drammatiche. Con un nemico in scena come
Gorr, sicuramente qualche dio verrà sacrificato.
Personaggi come Thor,
Jane e Valkyrie stanno rischiando la vita
per proteggere i Nove Regni e gli altri dei. Naturalmente, molti
fan della Marvel
hanno immaginato chi potrebbe essere la prima vittima. Inoltre, se
il film approfondisce la storia del cancro di Jane,
nemmeno per lei si prospetta un futuro roseo. Nessuno sembra essere
al sicuro.
Il Festival delle
Serie Tv, primo festival italiano interamente dedicato
alla serialità televisiva all’epoca dei servizi di streaming,
annuncia la sua quarta edizione che si terrà il 23-24-25 settembre
2022 a Milano, in collaborazione con Triennale Milano.
Il tema della quarta
edizione di FeST sarà Reframing Nature.
«Reframing Nature
accende i riflettori sui significati che attribuiamo alla parola
“natura” e sulle sue declinazioni nelle storie per la tv.
Reframing vuol dire
dare una nuova cornice a un concetto, perché la cornice fa parte
del quadro e ne modifica l’impatto su chi guarda. In gergo
psicologico, implica l’atto di rimettere in prospettiva, ripensare
a un determinato aspetto in molteplici maniere. E, spesso,
trasformarlo.
È questo il primo
passo nella costruzione di una consapevolezza da cui è impossibile
prescindere. Flora, fauna e mondo minerale non sono il fondale di
cartone su cui si muovono i personaggi, ma personaggi esse stesse;
così come l’umanità non solo vive nella natura, ma ne è
integralmente parte. Pensarsi come altro rispetto al pianeta, alle
sue risorse, agli altri suoi abitanti umani e non umani, diviene
impensabile.
Natura è un costrutto
sociale: rappresenta quello che è lecito o illecito essere nella
società a partire dal proprio corpo e dai ruoli che
predetermina.
Natura è raccontare
storie: il gesto più naturale che esiste per l’essere umano, quello
capace di dare un senso alla realtà.
Natura è convivenza
delle differenze, locuzione che restituisce una connotazione
orizzontale alla valorizzazione dell’unicità, chiave per l’accesso
alla pluralità di punti di vista che le serie tv sono capaci di
offrire.»
Marina
Pierri – direttrice artistica di FeST
Anche quest’anno FeST si
svolgerà su quattro palchi paralleli:
Il Main stage: come sempre
ospitato all’interno di Triennale Milano Teatro, darà spazio ad
anteprime, interviste e panel di intrattenimento per un confronto
con i grandi protagonisti della serialità.
L’Industry
stage: all’interno della sala Agorà, sarà il luogo dove
broadcaster, case di distribuzione e produzione, personalità legate
a tutta la filiera audiovisiva dialogheranno sullo stato dell’arte
della serialità in Italia.
L’Unstage: il palco fuori dagli schemi ospitato
nel giardino di Triennale. In continuità con ciò che è avvenuto in
passato lo stage si occuperà di dare voce alle nicchie cult con
giochi e interazioni inaspettate tra serie tv e realtà.
Il Kids
stage: Durante il weekend è previsto un palco dedicato ai
contenuti per bambini e ragazzi. I più piccoli potranno così
assistere ad anteprime e incontri con i protagonisti della serie
d’animazione e fiction più amate o attese
Per il secondo anno
saranno assegnati i Serial Awards, attribuiti alle migliori serie
tv italiane. Nella prima edizione degli Awards, tenutasi durante la
serata conclusiva di FeST 2021, hanno trionfato “L’amica geniale”
(RAI) e “Anna” (Sky), mentre Netflix ha ottenuto il maggior numero di titoli
vincitori.
FeST – Il Festival delle
Serie Tv, il primo grande progetto entertainment culturale firmato
da DUDE, nato nel 2018 per fotografare lo stato dell’arte
della narrativa televisiva contemporanea, è l’ecosistema di
riferimento dell’intrattenimento seriale in Italia. Grazie alla
direzione artistica di Marina Pierri, FeST dà vita a
un festival interamente dedicato alle serie tv e al loro dialogo
con la realtà. Tre giorni di incontri, talk, performance,
experience, formazione e proiezioni dedicati alle serie tv più
seguite. FeST è una società
di DUDE e BDC.
FeST, con le precedenti
tre edizioni 2018-2019-2021 e lo spin off online Go FeST del 2020
realizzato in collaborazione con Tlon, ha già visto negli anni la
partecipazione dei più grandi broadcaster e servizi di
intrattenimento nazionali ed internazionali, tra cui Amazon Prime Video, De Agostini Editore,
Discovery+, Disney+, Fox Networks Group Italy,
Mediaset, Netflix, Rai Fiction, Sky, TimVision, Turner e ViacomCBS
Networks Italia.
Le categorie e le
candidature dei serial Awards e tutti gli altri dettagli della
quarta edizione di FeST – Il Festival delle Serie Tv saranno
comunicati nelle prossime settimane.
Il co-regista di Avengers: EndgameJoe
Russo si è espresso in maniera sfavorevole nei riguardi
della Disney e di come lo Studio ha gestito la causa intentatagli
da Scarlett
Johansson a seguito dell’uscita in streaming di
Black Widow.
La candidata all’Oscar ha goduto di
un incarico leggendario all’interno del Marvel Cinematic Universe, avendo
debuttato come Natasha Romanoff/Black Widow in Iron Man 2 come
personaggio secondario prima di diventare un personaggio principale
a pieno titolo con The Avengers. Scarlett
Johansson avrebbe continuato il suo ruolo di Vedova
Nera in nove film nel MCU, percorso culminato nel 2021
con Black
Widow, che racconta la sua
storia di origine e funge da commiato per il personaggio dopo la
sua morte in Avengers: Endgame.
Mentre la pandemia di COVID-19
chiudeva i cinema di tutto il mondo, la Disney ha deciso, per
Black Widow, di optare per un’uscita
simultanea nelle sale e in streaming, cosa che ha spinto
Scarlett Johansson a intentare
una causa contro lo studio per violazione del contratto che le
avrebbe impedito di ricevere ulteriori profitti al botteghino.
Scarlett
Johansson e Disney Studios alla fine
hanno raggiunto una risoluzione i cui dettagli non sono stati
rivelati a settembre, con le due parti che avrebbero anche
accettato di continuare a lavorare a un nuovo progetto top-secret
dei Marvel Studios non legato a Black
Widow.
Mentre parlava con Den of Geek del suo prossimo
film NetflixThe Grey Man, Joe
Russo ha parlato della famigerata causa di
Scarlett Johansson contro la Disney per
Black Widow. Il
regista di Avengers: Endgame ha criticato la
Disney per la gestione della situazione e il trattamento riservato
all’attrice stessa, definendolo “inquietante”.
“Non era davvero un modo
appropriato per [Disney] di gestire quella situazione. È stato
inquietante per noi artisti. Scarlett è una nostra buona amica e
siamo rimasti scoraggiati da come è stata gestita. Siamo contenti
che si sia risolto.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è arrivato nelle sale il 7 luglio e su
Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Non è più un segreto che
Taika Waititi sia una “testa matta”, lo dimostra
il suo atteggiamento pubblico e anche, in parte, il suo approccio
al lavoro. Non sorprende quindi che sia stato proprio lui a
deridere i sottotitoli automatici del trailer di Thor: Love and Thunder, il
suo stesso film.
Quella dei sottotitoli automatici è
una funzione che sempre più player mettono a disposizione dei
fruitori, tuttavia, come le prime versioni di Google Translate, non
replicano alla perfezione i dialoghi, perdendosi spesso anche la
punteggiatura e dando alle frasi un senso completamente
differente.
Ecco di seguito i tweet di Taika
Waititi:
Lol if the robots are planning to take over
the world they're going to need to learn different accents. Nice
one, @twitter
technology! pic.twitter.com/p2fatrqKdr
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.