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Rachelle Lefevre: tutto quello che non sai sull’attrice di Twilight

Rachelle Lefevre in Under The Dome
dalla serie Under The Dome - Rachelle Lefevre [fonte: IMDB]

Facciamo insieme un piccolo viaggio indietro nel tempo fino al 2008, anno in cui al cinema debuttava Twilight, il primo film della famosa saga sui vampiri ispirata ai libri di Stephenie Meyer. Grazie alla tetralogia della scrittrice americana, e ai successivi film, sono state lanciate le carriera di tantissimi attori come Robert Pattinson, Kristen Stewart, Cam Gigandet, Taylor Lautner, Jackson Rathbone, Nikki Reed e molti altri ancora. In tanti hanno beneficiato della fama di Twilight, eppure c’è chi come Rachelle Lefevre ha abbandonato la nave troppo presto.

Oggi vi parliamo quindi delle bellissima interprete di Victoria, la bella e letale vampira dai capelli rossi. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Rachelle Lefevre, sulla sia vita privata e soprattutto sulla sua carriera post Twilight.

Rachelle Lefevre film e serie tv: gli inizi della sua carriera

Nata a Montréal il 1º febbraio del 1979, Rachelle Marie Lefevre è figlia di una psicologa e un insegnante d’inglese e ha tre sorelle. Dopo aver studiato arti creative al Dawson College e teatro alla Walnut Hill School, Rachelle comincia il suo percorso di studi alla McGill University con indirizzo educazione e letteratura. Impegnatissima negli studi, la Lefevre intraprende la carriera d’attrice un po’ per caso.

Durante gli anni del college, infatti, Rachelle lavora part time come cameriera in un famoso sushi bar di Westmount, quando un cliente abituale le propone un provino. Grazie al suo aiuto ottiene un’audizione per la sitcom Student Bodies ma purtroppo non ottiene la parte. Poco più tardi però, Rachelle riceve una telefonata dal direttore del casting di un’altra serie tv canadese, Big Wolf on Campus (1999), che le offre la sua prima parte. Rachelle ottiene il ruolo di Stacey Hanson nella serie e continua a recitare nonostante gli studi universitari.

Grazie al suo debutto con Big Wolf on Campus, Rachelle continua a lavorare sul piccolo schermo. Negli anni successivi la vediamo in serie tv come The Hunger (2000) Undressed (2002), Largo Winch (2003), Streghe (2003), Bones (2005), Veronica Mars (2006), The Class – Amici per Sempre (2006), A Proposito di Brian (2006-2007), How I Met Your Mother (2007), The Closer (2007), CSI: NY (2007), Boston Legal (2008), CSI: Scena dei Crimine (2008), Eli Stone (2008) e Better Off Ted – Scientificamente pazzi (2009).

Rachelle Lefevre partecipa anche a diversi film per la tv come The Legend of Sleepy Hollow (1999), See Jane Date (2003), Picking Up & Dropping Off (2003), Pool Guys (2005), The Legend of Butch & Sundance (2006), Life on Mars (2008), Do You Know Me (2009) e Gimme Shelter (2010).

Rachelle Lefevre in How I Met Your Mother

Tra le ‘comparsate’ o i ruoli minori più famosi di Rachelle c’è quella nella celebre sitcom How I Met Your Mother. Creata da Craig Thomas e Carter Bays per la CBS, in onda dal 2005 al 2014 per ben 9 stagioni e 208 episodi, HIMYM è diventata una delle sitcom più famose ed amate dal pubblico in tutto il mondo.

Ambientata nella New York del terzo millennio, la serie racconta delle vite e delle vicissitudini sentimentali e non di cinque amici, Ted (Josh Radnor), Robin (Cobie Smulders), Marshall (Jason Segel), Lily (Alyson Hannigan) e Barney (Neil Patrick Harris). In ogni episodio vediamo i ragazzi alle prese con problemi lavorativi, familiari o di cuore, protagonisti di avventure ai limiti della follia. Tuttavia, il filo conduttore della serie è Ted, pasticcione e un po’ sfortunato in amore, alla costante ricerca della sua anima gemella.

https://youtu.be/BzXJY_A0QBk

Rachelle Lefevre compare come guest star nell’episodio 2×18 “Movin Day “ (in italiano Il Trasloco) di How I Met Your Mother, e interpreta Sarah. In questo episodio Ted e Robin decidono di vivere insieme nell’appartamento di lei ma Barney darà loro del filo da torcere. Intanto anche a Lily Marshall le cose non vanno meglio. Vivendo da poco da soli, si rendono conto in fretta che molte delle commissioni relative alla gestione della casa erano affidate a Ted e ora sono una loro responsabilità.

Rachelle Lefevre in Twilight

Contemporaneamente alla sua carriera in tv, Rachelle Lefevre comincia a muovere i primi passi anche sul grande schermo. Il suo debutto cinematografico risale al 2000, anno in cui l’attrice partecipa al film Stardom, diretto da Denys Arcand. Ma grazie alla sua esperienza in tv, alla sua formazione e al suo talento per la recitazione, Rachelle in breve tempo riesce a farsi largo tra la folla.

Negli anni successivi la vediamo in molti altri film come Abandon – Misteriosi Omicidi (2002), Confessioni di Una Mente Pericolosa (2002) – diretto da George Clooney -, La Preda (2003), Un Amore Sotto L’Albero (2004), The River King (2005) e Fugitive Pieces (2007).

Tuttavia, il successo più grande per Rachelle arriva nel 2008 quando l’attrice viene scelta per entrare a far parte del cast di Twilight. Diretto da Catherine Hardwicke, Twilight è il primo di una saga di quattro film, ispirati alla famosa tetralogia letteraria di Stephenie Meyer dedicata ai vampiri.

Il film racconta la storia di Bella Swan (Kristen Stewart), una diciassettenne che da Phoenix si trasferisce a Fork, una piccola cittadina piovosa nello stato di Washington. A causa delle continue trasferte della madre e del suo nuovo compagno, un giocatore di baseball di serie B, Bella viene mandata a vivere a Fork da padre, Charlie Swan (Billy Burke).

Durante il suo primo giorno nella nuova scuola, Bella, nonostante il suo carattere un po’ introverso e cupo, riesce subito a farsi degli amici. A darle il benvenuto ci sono Jessica Stanley (Anna Kendrick), Angela Weber (Christian Serratos), Eric Yorkie (Justin Chon) e Mike Newton (Michael Welch). Ma c’è qualcun altro che riesce a catturare l’attenzione di Bella. Si tratta di Edward Cullen (Robert Pattinson), un ragazzo bellissimo e misterioso, figlio del ricchissimo e famoso medico Carlisle Cullen (Peter Facinelli).

https://youtu.be/z3RQtICuVoI

Leggi anche: Brittany Murphy, chi è? curiosità sull’attrice di Ragazze Interrotte

Ma Bella non è la sola ad aver notato Edward. Il giovane Cullen e i suoi fratelli e sorelle, Rosalie (Nikki Reed), Alice (Ashley Greene), Emmett (Kellan Lutz) e Jasper (Jackson Rathbone), sono i più ammirati della scuola. Tuttavia, sembra che il giovane Edward non sopporti neanche la vista di Bella che, sconfortata e confusa, cerca di stargli alla larga.

Quello che però all’inizio sembra essere ‘disgusto’, si rivela essere tutta un’altra cosa. I due ragazzi si ritrovano spesso a interagire, dentro e fuori scuola, imparando così a conoscersi meglio. E ben presto, una semplice ma strana amicizia, si trasforma in attrazione travolgente. Eppure c’è ancora qualcosa riguardo Edward che Bella non riesce a capire.

Con l’aiuto di Jacob Black (Taylor Lautner), membro della tribù dei Quileute e figlio di un amico di vecchia data di suo padre, Bella impara a conoscere molte delle leggende del posto e dell’antica lotta tra umani, licantropi e vampiri. Grazie alle informazioni ottenute, la ragazza capisce che dietro la facciata da bello e impossibile di Edward si nasconde molto di più, un pericoloso e oscuro segreto che non vede l’ora di scoprire.

Rachelle Lefevre in Twilight interpreta Victoria, una bellissima vampira dai capelli rossi che diventerà l’antagonista principale di Bella e dei Cullen in New Moon ed Eclipse, secondo e terzo capitolo della saga. In Twilight, Victoria viene presentata come membro di un trio di vampiri assetati di sangue che terrorizza lo stato di Washington. Insieme al suo compagno James (Cam Gigandet) e al terzo vampiro della congrega, Laurent (Edi Gathegi), Victoria attacca gli esseri umani, arrivando anche a minacciare Bella e mettendosi quindi contro i Cullen.

Rachelle Lefevre e Bryce Dallas Howard: l’evoluzione di Victoria

Forse pochi sanno che il ruolo di Victoria non è stato assegnato a caso a Rachelle Lefevre. Pare infatti che l’attrice fosse una grande fan della saga della Meyer nonché di Catherine Hardwicke e che, per ottenere una parte nel nuovo film di Twilight, abbia scritto una lettera particolarmente ispirata alla regista.

Appassionata di fantasy e di vampiri da quando era stata abbastanza grande da leggere Dracula di Bram Stoker, Rachelle riesce a convincere la Hardwicke che le assegna il ruolo di Victoria. Il suo personaggio, considerato come secondario nei film Twilight e New Moon, nel terzo capitolo della saga avrebbe invece avuto maggiore importanza. Se nei primi due film le minacce alla vita di Bella non arrivano mai a concretizzarsi, in Eclipse Victoria è al centro dell’azione, pronta a sferrare il suo attacco mortale.

Nonostante però l’entusiasmo iniziale, a sorpresa, Rachelle Lefevre rinuncia al ruolo di Victoria in Eclipse lasciando i suo fan senza parole. L’attrice, già impegnata in quel periodo con tanti altri progetti, decide di abbandonare il treno di Twilight. A prendere però il suo posto in Eclipse è Bryce Dallas Howard, scelta dal regista David Slade per dare nuova vita al personaggio di Victoria.

Rachelle Lefevre in Under The Dome

Grazie alla notorietà acquisita con Twilight e New Moon, Rachelle continua la sua carriera passando da un progetto all’altro. In quegli anni la vediamo in moltissimi film tra i quali ricordiamo La versione di Barney (2010), Il Gioco dei Soldi (2010), Sotto Assedio – White House Down (2013), Pawn Shop Chronicles (2013), Homefront (2013), Reclaim (2014), Il Volto della Verità (2016) e Hollow In The Land (2017).

Anche in tv la sua carriera prosegue a gonfie vele. Dal 2011 la vediamo nelle serie tv Off The Map (2011), A Gifted Man (2011-2012), Law & Order – Unità Vittime Speciali (2017), Philips K. Dick’s Electric Dreams (2017) e Mary Kills People (2018). Ma tra i suoi progetti televisivi più importanti c’è di sicuro Under The Dome, serie tv creata da Brian K. Vaughan per la CBS, basata sul romanzo The Dome di Stephen King.

La serie racconta delle vicende degli abitanti di Chester’s Mill, una piccola cittadina dello stato del Maine, tagliati improvvisamente fuori dal mondo. Attorno alla città infatti è comparso dal nulla uno strano e invisibile campo di forza che impedisce ai cittadini di uscire e agli esterni di entrare. Intrappolate e senza via di scampo, le persone cominciano a cedere al panico e, in breve tempo, tutte le strutture sociali e governative crollano. Sarà compito dei più audaci e illuminati riportare l’ordine in città e trovare un modo per sorpassare la barriera.

Nella serie Rachelle Lefevre interpreta Julia Shumway, una giornalista caduta in disgrazia che da Chicago si trasferisce a Chester’s Mill per ricostruire la sua carriera. Under The Dome è andato in onda dal 2013 al 2015 per 3 stagioni e 39 episodi.

Rachelle Lefevre 2020

A causa della pandemia da Coronavirus moltissime produzioni sia cinematografiche che televisive sono state bloccate e molti attori, per cause di forza maggiore, hanno dovuto smettere di recitare. Solo pochi progetti, a cavallo tra il 2019 e il 2020, sono riusciti a vedere la luce e tra questi c’è anche la miniserie drama thriller dal titolo The Sounds con Rachelle Lefevre.

Creata da Sarah-Kate Lynch, la serie racconta la storia di una giovane coppia di sposi alle prese con una famiglia invadente. Maggie (Rachelle Lefevre) e Tom Cabbott (Matt Whelan) si sono trasferiti nella città di Pelorus per sfuggire all’influenza opprimente della famiglia di Tom. Ma quando l’uomo scompare misteriosamente, Maggie è costretta a fare i conti con una lunga serie di scoperte inquietanti che riapriranno vecchie e dolorose ferite.

La serie The Sounds è andata in onda sul canale canadese CBC Television dal 3 settembre 2020 al 12 ottobre 2020, per una sola stagioni di 8 episodi della durata di circa 40 minuti ciascuno.

Rachelle Lefevre Instagram

Per essere sempre aggiornati sulle ultime avventure professionali di Rachelle Lefevre e sulla sua vita privata, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram ufficiale.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

 
 

Elliot Page,precedentemente noto come Ellen Page, annuncia: “Sono transgender”

Elliot Page

Elliot Page, la star nominata all’Oscar di Juno e protagonista di The Umbrella Academy, ha annunciato di essere transgender. Elliot, precedentemente noto come Ellen Page, si è rivolto ai suoi numerosi follower sui social media dicendo:

“Ciao amici, voglio condividere con voi che sono trans, i miei pronomi sono lui / loro e il mio nome è Elliot. Mi sento fortunato a scrivere questo. Essere qui. Di essere arrivato a questo punto nella mia vita. Sento un’incredibile gratitudine per le persone incredibili che mi hanno sostenuto in questo viaggio. Non riesco a esprimere quanto sia straordinario amare finalmente chi sono abbastanza per perseguire il mio sé autentico. Sono stato continuamente ispirato da così tanti nella comunità trans. Grazie per il vostro coraggio, la vostra generosità e il lavoro incessante per rendere questo mondo un luogo più inclusivo e compassionevole. Offrirò tutto il supporto possibile e continuerò a lottare per una società più amorevole ed equa”, ha scritto.

“Adoro il fatto di essere trans. E adoro il fatto di essere queer. E più mi tengo vicino e abbraccio pienamente chi sono, più sogno, più il mio cuore cresce e più prospero. A tutte le persone trans che ogni giorno si occupano di molestie, disgusto di sé, abusi e minacce di violenza: ti vedo, ti amo e farò tutto il possibile per cambiare questo mondo in meglio”, ha continuato Page.

Nick Adams, Direttore di Transgender Media di GLAAD, ha dichiarato: “Elliot Page ci ha regalato personaggi fantastici sullo schermo ed è stato un schietto difensore di tutte le persone LGBTQ. Ora sarà un’ispirazione per innumerevoli persone trans e non binarie. Tutte le persone transgender meritano la possibilità di essere loro stesse e di essere accettate per quello che siamo. Celebriamo oggi lo straordinario Elliot Page”.

Page ha recitato nel famoso film indipendente di Jason Reitman e Diablo Cody Juno, per il quale Page ha ricevuto una nomination all’Oscar, tra gli altri riconoscimenti.

I suoi ruoli importanti includono Kitty Pryde nella serie X-Men, Inception di Christopher Nolan. Ha prodotto e interpretato film come Tallulah e Freeheld e lo scorso anno ha segnato il suo debutto alla regia esaminando il razzismo ambientale affrontato dalle persone di colore e dalle comunità delle Prime Nazioni del Canada.

Prima della transizione, Page era uno degli attori gay più in vista di Hollywood. L’annuncio arricchisce ulteriormente la sua eredità e lo aggiunge a un piccolo ma crescente numero di creatori e star trans di Hollywood.

Fonte

 
 

Sylvie’s Love, recensione del film con Tessa Thompson

sylvie's love recensione

Otto anni dopo Homecoming, Eugene Ashe, regista, sceneggiatore ed ex musicista di Harlem, torna dietro la macchina da presa con Sylvie’s Love, una produzione originale Amazon Studios e iAm21 Entertainment in associazione con lo stesso Ashe e la sua Seven Letters Word Films.

Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha sono i protagonisti di una storia d’amore a suon di jazz, ambientata nella New York degli anni ’50 e ’60.

La trama di Sylvie’s Love 

1962, Sylvie, Tessa Thompson, e Robert, Nnamdi Asomugha, si rincontrano dopo cinque anni davanti a un teatro newyorkese, dove lei aspetta qualcuno e lui ha appena finito le prove col suo gruppo jazz, l’ormai famoso Dickie Brewster Quartet. Un sorriso e un saluto riportano alla mente di entrambi gli inizi della loro storia, che forse non si è ancora conclusa. Dal primo incontro nel negozio di dischi del padre di Sylvie, Mr. Jay, Lance Reddick, dove Robert si era fatto assumere come aiutante, al loro amore sbocciato di lì a poco, nonostante le differenze sociali e il fatto che Sylvie fosse in procinto di sposarsi, mentre Robert suonava il sax sperando che qualcuno notasse la sua band. Dal momento in cui le loro strade si erano divise per la prima volta, a quel 1962 che li ha fatti ritrovare, lui ormai famoso, lei sposata, in carriera e con una figlia, ma con un matrimonio che non la soddisfa più. Cosa faranno del loro amore? Quanto durerà il successo per Robert? Riuscirà a dare a Sylvie tutto quello che ha sempre voluto?

La storia d’amore di Sylvie secondo Eugene Ashe

Per Eugene Ashe dirigere Sylvie’s Love è stato un modo per coniugare due sue passioni: cinema e musica. Il cinema amato dal regista è presente soprattutto a livello di ispirazione. Ashe ha infatti dichiarato in una recente intervista di aver tenuto presenti per questo lavoro film quali Come eravamo di Sydney Pollack (1973) e Paris Blues di Martin Ritt (1961), volendo anche rendere omaggio a questa seconda pellicola, citandone una scena all’interno di Sylvie’s Love. Il film però non è una riproposizione, ma un’interpretazione originale e più attuale. Ashe fa della protagonista, una donna di colore, interpretata con aderenza e coinvolgimento da Tessa Thompson, una figura forte e determinata, che non insegue solo il proprio sogno d’amore, ma anche la realizzazione di sé e delle proprie ambizioni.

Sylvie’s Love, perfetta ricostruzione Sixties che porta dritti all’attualità

Ciò che colpisce fin dai primi fotogrammi del film e dalle prime note è l’accuratezza estrema della ricostruzione d’epoca: l’ambientazione nella New York anni Cinquanta e Sessanta è perfettamente ricreata, non solo attraverso il tappeto sonoro jazz che percorre tutto il film, ma anche con le scenografie, i costumi di Phoenix Mellow – in particolare quelli indossati da Tessa Thompson sono davvero notevoli – ma anche il trucco e le acconciature. Tutto concorre ad una messa in scena veramente molto ben fatta, che ha la capacità di riportare lo spettatore immediatamente indietro nel tempo. Da notare anche l’accorto uso del flashback, coerente e non eccessivo, raccordato dal montaggio di Dana Congdon.

Pur mantenendo il focus sulla storia d’amore tra Sylvie e Robert, Ashe, anche sceneggiatore e co-produttore del film, decide dunque di mettere al centro la figura di una donna in carriera, di colore, anticipatrice dei tempi, molto in sintonia con un oggi in cui le donne fanno sentire la loro voce in molti modi, attraverso una sempre maggiore affermazione professionale, ma anche con movimenti di denuncia come Me Too, in cui le strade americane si affollano di manifestanti uniti al grido di “black lives matter”. Al tempo stesso Sylvie’s Love è  una storia d’amore di impianto classico – i protagonisti che si lasciano e si ritrovano varie volte, un amore che va in crisi ma che non muore mai – giocata sulla disparità sociale tra i due che pone ostacoli e introduce l’elemento dell’inadeguatezza, dell’insicurezza da parte di uno dei due. Stavolta però è l’uomo a non sentirsi all’altezza, mentre la donna non si sente affatto sminuita nello stare accanto ad un uomo che non è altrettanto “vincente”.

Anche questo un segno dei tempi. Thompson (Veronica Mars, Westworld, Selma – la strada per la libertà) e Asomugha, attore ed ex giocatore di football americano, danno vita a questa coppia. Lei con maggiore efficacia, dimostrando duttilità espressiva e capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore, lui con qualche limite in più, ma comunque in maniera dignitosa. Sylvie’s love è dunque un inno all’amore, ma anche all’emancipazione femminile e alla possibilità per la comunità black di prendersi la scena da protagonista, dimostrando di saperla gestire efficacemente.

Sylvie’s Love, il cast

Accanto a Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha, vi sono Aja Naomi King (The birth of a nation – Il risveglio di un popolo, Sempre amici), che interpreta la cugina di Sylvie, il già citato Lance Reddick (The Wire, Fringe, Sotto assedio – White House Down) nei panni del padre di Sylvie, Mr. Jay, l’attore e stand-up comedian Tone Bell nel ruolo di Dickie, leader del gruppo in cui milita Robert, la loro manager soprannominata La Contessa, Jemima Kirke, e l’amica Carmen, Eva Longoria (Desperate Housewives, La sposa fantasma, Dora e la città perduta).

Le musiche di Sylvie’s love

La musica è anch’essa protagonista del film con una robusta e più che appropriata colonna sonora. Non poteva essere altrimenti, dal momento che Ashe stesso è stato, oltre che musicista, compositore di svariate colonne sonore. Inoltre, pare che abbia tratto in parte ispirazione dal suo passato nella band dei Funky Poets e dalla musica della cantante Nancy Wilson. La sua The nearness of you è infatti nella colonna sonora ad opera di Fabrice Lecomte. Al suo interno anche brani come Waltz for Debby di Bill Evans, cantata da Smantha Sidley, Quizás, Quizás, Quizás di Osvaldo Farrés, cantata da Eva Longoria, ma anche See You Later Alligator, nella versione di Bill Haley, My Little Suede Shoes di Charlie Parker e naturalmente Summertime di George Gershwin, cantata da Sam Cook. Scelte oculate, che accompagnano in maniera ottimale i diversi momenti del film, traghettando lo spettatore in un’altra epoca.

Sylvie’s Love, dove e quando vederlo in streaming

Sylvie’s Love sarà disponibile in streaming su Amazon Prime Video dal 23 dicembre sia negli Usa che in Europa.

 
 

I delitti del barlume: foto e trailer dei due nuovi episodi in arrivo

I DELITTI DEL BARLUME
photocredit: Paolo Ciriello

Rilasciate oggi le prime immagini de I DELITTI DEL BARLUME, la produzione Sky Original coprodotta con Palomar, che tornerà con due nuove storie in prima tv su Sky Cinema e in streaming su NOW TV l’11 e il 18 gennaio 2021, disponibili anche on demand.

Anche quest’anno due nuovi casi scuotono la quotidianità dell’immaginaria cittadina di Pineta (come sempre ambientata a Marciana Marina, sull’Isola d’Elba), chiamata a fare i conti con la pandemia che condizionerà la vita di tutti i suoi abitanti.

I due nuovi capitoli “Mare forza quattro” e “Tana liberi tutti”, sempre ispirati al mondo dei romanzi di Marco Malvaldi editi da Sellerio Editore, sono scritti da Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu e Carlotta Massimi.

Confermata nuovamente la regia di Roan Johnson, così come gli storici personaggi che hanno reso famoso il “BarLume”: Filippo Timi veste ancora i panni di Massimo Viviani, Lucia Mascino quelli del Commissario Fusco, Enrica Guidi è la Tizi, mentre Stefano Fresi e Corrado Guzzanti sono ancora una volta Beppe Battaglia e Paolo Pasquali. Sempre insieme, anche se questa volta con l’ausilio della tecnologia, il “quartetto uretra”, capitanato da Alessandro Benvenuti (Emo), insieme ad Atos Davini (Pilade) Marcello Marziali (Gino) e Massimo Paganelli (Aldo).

 Le due nuove storie de I DELITTI DEL BARLUME “Mare forza quattro” e “Tana liberi tutti” – saranno in prima TV lunedì 11 e 18 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema  e disponibili anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV 

 
 

MAX3MIN: Very Short Film Festival 1° edizione dal 10 al 21 marzo 2021

MAX3MIN

Si terrà dal 10 al 21 marzo la prima edizione di MAX3MIN, festival di cortometraggi con film di breve durata, per un massimo di 3 minuti. Il festival è diretto da Martina Schmied, scenografa italo-argentina che nella sua carriera ha lavorato sia come producer di video musicali per numerosi artisti tra cui Sting, Bluvertigo, Milva, Gino Paoli, Zucchero e molti altri, che come curatrice di mostre d’arte contemporanea.

MAX3MIN nasce dall’idea di raccontare delle storie condensate in un tempo minimo, che fanno della brevità il loro marchio di fabbrica: storie di emozioni che non hanno bisogno di tempo, storie che si possono rivedere come si riascoltano le canzoni, storie che non vogliono proporre nient’altro fuorché loro stesse.

Il bando di selezione è aperto: c’è tempo fino al prossimo 14 gennaio per poter inviare le opere da sottoporre ai selezionatori tramite l’apposito form sul sito www.max3min.com. I cortometraggi potranno essere di ogni genere e lingua, girati in qualsiasi formato e in qualsiasi tempo, con un unico limite ovvero la durata di massimo 3 minuti, esclusi i titoli.

Tutti i film saranno disponibili sulla piattaforma del festival nella sala virtuale a cui si potrà accedere tramite una semplice registrazione. Il festival ospiterà film di ogni genere, con il solo limite della durata, ma senza limiti geografici: la programmazione di MAX3MIN, infatti, non sarà disponibile solo entro i confini nazionali ma worldwide.

Dopo la serata inaugurale di mercoledì 10 marzo 2021, anch’essa in streaming sulla piattaforma del festival, ogni giorno la sala virtuale ospiterà un gruppo di cortometraggi, fruibili gratuitamente in tutto il mondo per 24 ore. Il festival MAX3MIN si chiuderà domenica 21 marzo 2021 con la cerimonia di premiazione in live streaming, nel corso della quale verranno annunciati i cortometraggi vincitori.

A decretare il film vincitore della 1° edizione di MAX3MIN sarà una Giuria Internazionale composta da professionisti provenienti da tutto il mondo. Tra i primi giurati confermati, Tony Kaye, registra britannico di film, tra cui l’acclamato American History X, nonché pluripremiato regista di spot e videoclip, tra cui Dani California dei Red Hot Chili Peppers e God’s Gonna Cut You Down di Johnny Cash, per il quale ha vinto nel 2008 il Grammy Award al Miglior Videoclip Musicale. Accanto a lui, farà parte della giuria internazionale anche Elisa Bonora, montatrice italiana ma di base a Los Angeles, che nella sua carriera ha collaborato con registi del calibro di Oliver Stone, Cameron Crowe, James Keach, Jerry Sherr, Cecilia Peck, oltre che con Tony Kaye. Nelle prossime settimane sarà annunciata la giuria completa.

La Giuria internazionale stilerà  una classifica dei migliori 10 cortometraggi, e il vincitore riceverà un premio del valore di 3.000 euro per la produzione di un nuovo film. Sarà inoltre assegnato il Premio del Pubblico, che tramite votazione on-line decreterà il film vincitore.

 
 

Thor: Love and Thunder, i personaggi del MCU che potrebbero apparire nel film

Thor: Love and Thunder

Secondo quanto riferito, i Marvel Studios starebbe assemblando un cast in stile Avengers per Thor: Love and Thunder. Ecco, quindi, che Screen Rant ha stilato una lista di alcuni personaggi del MCU che potrebbero apparire nell’attesissimo cinecomic di Taika Watiti in arrivo a febbraio del 2022.

1Eitri

Peter Dinklage

Thor: Love and Thunder potrebbe anche essere il film in cui Peter Dinklage potrebbe tornare nei panni di comeEitri. Si è unito al MCU in Avengers: Infinity War e ha aiutato Thor a costruire la sua nuova arma preferita, lo Stormbreaker.

Ci si aspettava che Eitri sarebbe tornato anche in Avengers: Endgame, ma non è successo. Con la possibilità che il Mjolnir ritorni, Eitri potrebbe tornare in Thor 4 per ricostruire il martello o creare un’altra potente arma da far usare a Thor.

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Lashana Lynch parla dei provini per il MCU prima di Captain Marvel

lashana lynch

Lashana Lynch, che ha interpretato il personaggio di Maria Rambeau in Captain Marvel, ha rivelato di recente di aver sostenuto provini per altri ruoli nel MCU. Maria è un personaggio fondamentale del cinecomic del 2019, in quanto svolge un ruolo fondamentale nel viaggio di Carol Danvers. In qualità di amica del supereroe e collega pilota dell’Air Force, Maria rappresenta un collegamento con la vita di Carol sulla Terra. Anche la figlia di Maria, Monica, appare nel film ambientato negli anni ’90, ed è stato già confermato che avrà un impatto sul futuro del MCU: l’attrice Teyonah Parris, infatti, interpreterà la versione adulta di Monica nella prossima serie Disney+ della Marvel, l’attesissima WandaVision

Lashana Lynch è una star decisamente in ascesa in questo momento. Sebbene Captain Marvel sia stato il suo primo ruolo cinematografico di spicco, aveva già recitato in Still Star-Crossed della ABC nel 2017, nei panni di Rosaline Capulet. Tuttavia, la sua performance più rivelante arriverà l’anno prossimo, quando finalmente uscirà al cinema No Time to Die, in cui Lynch interpreterà Nomi (che nel film assumerà temportaneamente l’identità di nuovo 007).

Nonostante manchino ancora diversi mesi all’uscita di No Time to Die, il cast è già impegnato con la promozione del film. Recentemente, Lashana Lynch ha parlato con la versione inglese di GQ del ruolo, condividendo anche alcuni dettagli sul percorso che l’ha portata ad ottenere una parte in Captain Marvel: “Ho fatto provini per anni”, ha spiegato Lynch. “Il direttore casting della Marvel, Sarah Finn, mi conosceva benissimo perché ho sostenuto provini sia per ruoli importanti che per ruoli minori: per Black Panther (non dirò per quale personaggio, perché ho degli amici nel film), Venom, un film degli Avengers… ce ne sono stati davvero tanti.”

I commenti di Lynch fanno eco a quelli della protagonista Brie Larson, che è stata altrettanto aperta circa la sua esperienza con le audizioni, incluse quelle per il MCU. Tuttavia, Larson e Lynch non si sono mai contese alcun ruolo, poiché Larson è stata provinata sia per Iron Man 2 che per Thor. Come accaduto con Larson, è difficile immaginare per quali personaggi si fosse candidata Lynch. In Black Panther, ci sono tre personaggi principali intorno all’età dell’attrice: Nakia (Lupita Nyong’o), Okoye (Danai Gurira) e Shuri (Letitia Wright). È probabile che abbia sostenuto un provino per uno di questi, anche se potrebbe essere stato per un ruolo ancora più secondario.

 
 

Tutto qua: completate le riprese del film di Davide Ferrario

davide ferrario

Dopo circa 6 settimane di riprese si chiuderanno tra pochi giorni le riprese dell’ultimo film di Davide Ferrario, Tutto qua (titolo provvisorio) girato a Torino dal 26 ottobre scorso. Moltissime le location utilizzate in città (OGR, Officine Ferroviarie, Environment Park, Grattacielo di Intesa Sanpaolo, Campus ONU ITC-ILO, l’Hotel Double Tree by Hilton del Lingotto), insieme ad alcune località limitrofe come Pecetto, Villastellone, Pianezza e ad altre della provincia di Asti (Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito, Albugnano).

Un cast artistico di rilievo che vede protagonisti Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti Giorgio Tirabassi, con un’importante presenza di attori piemontesi: Paolo Giangrasso, Linda Messerklinger, Luca De Stasio, Marilina Succo, Mauro Morittu, Chiara Cardea, Toni Mazzara, Zoe Tavarelli.

Altrettanto massiccia la presenza di professionisti piemontesi nel cast tecnico, con una troupe formata per il 95% da maestranze locali: la regia di Davide Ferrario naturalmente, la fotografia di Emanuele Pasquet, le scenografie di Francesca Bocca, insieme a Ladis Zanini in qualità di organizzatore generale, Cristina Vecchio come direttore di produzione, Davide Spina come location manager, Vito Martinelli al suono e molti altri.

Tutto qua racconta la storia di un gruppo di amici adulti uniti dal legame e dalla passione per la musica, che molti anni fa li aveva fatti incontrare. The Boys, questo il nome della band, aveva avuto un grande successo con un disco negli anni Settanta. Nella loro routine, tra vicende amorose e familiari irrompe una nuova possibilità per tornare al professionismo, ma dovranno fare i conti con i sogni e le ambizioni di un tempo e il mondo di oggi.

Il film – prodotto da Lionello Cerri e Cristiana Mainardi, una produzione Lumière & Co. con Rai Cinema – è realizzato con il contributo del POR FESR Piemonte 2014-2020 – Azione III.3c.1.2 – bando “Piemonte Film TV Fund” e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.

In un momento segnato gravemente dalla pandemia che ha penalizzato il comparto della Cultura e in particolare quello dello spettacolo con la chiusura delle sale e dei teatri – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Vittoria Poggio – era importante dare un segnale di vitalità con la prosecuzione delle attività che hanno coinvolto tecnici e attori valorizzando molte professionalità piemontesi.”. “Grazie al sostegno di Film Commission, degli sponsor, di Rai Cinema e della casa di produzione Lumier & Co  – ha aggiunto Poggio – il Piemonte si conferma attrattore di progetti e fucina di idee a conferma della propria vocazione in campo culturale a 360°”.

L’attribuzione del contributo del “Piemonte Film Tv Fund” a “Tutto Qua”, è stata resa nota proprio in questi giorni, insieme ad ulteriori 4 titoli, nella graduatoria del Bando POR FESR “Piemonte Film Tv Fund”, Fondo della Regione Piemonte per il sostegno alla produzione di cinema, film tv e serie tv, con contributi a singolo progetto fino a 200 mila Euro (misura di aiuto nell’ambito dei fondi strutturali POS FESR 2014-2020).

Oltre al film di Davide Ferrario sono 2 i lungometraggi e 2 le serie TV, che prevedono la realizzazione nel 2021 su territorio piemontese: la società piemontese Indyca con il lungometraggio “The Store”; la società milanese Casa delle Visioni con il lungometraggio “Peripheric love”; IIF Italian International Film con la serie TV “Guida astrologica per cuori infranti”; Viola Film, già due volte in Piemonte con il sostegno della Regione Piemonte e di FCTP, con una nuova serie Tv tedesca dal titolo “Der Feind Meines Feindes”.

 
 

Grey’s Anatomy 17×06: anticipazioni dal finale d’inverno

Grey's Anatomy

Dopo il quinto episodio il network americano ABC ha diffuso le anticipazioni di Grey’s Anatomy 17×06, il sesto episodio della diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 17×06 che si intitolerà “No Time for Despair (Winter Finale)”  Il Grey Sloan Memorial deve affrontare nuove pressioni mentre il Seattle Pres è sovraccarico e il Grey Sloan Memorial è ora sottoposto al protocollo di capacità di picco. Nel frattempo, Owen e Amelia si trovano ad affrontare uno degli interventi chirurgici più controversi della loro carriera nel nuovo episodio di Grey’s Anatomy che andrà in onda giovedì 17 dicembre sulla ABC.

Iscriviti a Disney+ per guardare Grey’s Anatomy e le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

In Grey’s Anatomy 17×06 protagonisti sono Ellen Pompeo nei panni di Meredith Gray, Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey, James Pickens, Jr nei panni di Richard Webber, Kevin McKidd nei panni di Owen Hunt, Kim Raver nei panni di Teddy Altman, Jesse Williams nei panni di Jackson Avery, Camilla Luddington nei panni del dottor Jo, Caterina Scorsone come Amelia Shepherd, Kelly McCreary come Maggie Pierce, Giacomo Gianniotti  come Andrew DeLuca, Chris Carmack come Atticus “Link” Lincoln, Jake Borelli come Levi Schmitt, Greg Germann come Tom Koracick, Richard Flood come Cormac Hayes e Anthony Hill come Winston Ndugu.

Grey’s Anatomy 17×05

La diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy debutterà giovedì 12 novembre 2020.  In Grey’s Anatomy 17 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 17 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

Grey’s Anatomy è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes. Betsy Beers, Mark Gordon, Krista Vernoff, Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

 
 

Viggo Mortensen risponde alle critiche sul personaggio gay in Falling

viggo mortensen

Negli ultimi anni è stata prestata molta più attenzione al modo in cui Hollywood racconta i personaggi LGBTQ+ nei film e nelle serie tv. In passato, era abbastanza comune per attori eterosessuali interpretare personaggi omosessuali ed essere elogiati per quelle che venivano definite scelte di carriera “coraggiose”.

Oggi assistiamo sempre più ad una maggiore inclusione a livello di casting, con molti attori gay che interpretano personaggi gay, aggiungendo forse più autenticità alle loro performance. Uno dei titoli più recenti ad aver ricevere una sorta di contraccolpo per le sue scelte di casting è stato Falling, il debutto alla regia di Viggo Mortensen che vede l’attore candidato all’Oscar interpretare proprio un uomo gay.

In un’intervista con il Times (via The Playlist), a Mortensen è stato chiesto proprio delle critiche al fatto che, nel film, abbia deciso di interpretare il protagonista Will, un uomo gay che vive a Los Angeles con suo figlio John, il suo compagno Eric e la loro figlia, e che da sempre ha un rapporto conflittuale con suo padre, il quale non ha mai accettato la sua omosessualità. In risposta alle controversie, la star de Il Signore degli Anelli e di Green Book ha spiegato che le persone dovrebbero smetterla di credere di sapere tutto a proposito della sua vita privata; proprio per questo, dovrebbero smetterla di giudicare i ruoli che decide di interpretare.

“Guarda, questi sono i tempi in cui viviamo e penso che sia salutare che questi problemi vengano sollevati”, ha detto Viggo Mortensen. “La risposta breve è che non pensavo fosse un problema. Le persone poi mi chiedono: ‘E allora Terry Chen (che interpreta mio marito nel film) è omosessuale?’. La risposta è che non lo so. Non avrei mai il coraggio di chiedere a qualcuno, durante un casting, se lo sia.”

L’attore ha poi aggiunto: “E poi… come fai a sapere qual è la mia vita? State dando per scontato che io sia completamente eterosessuale. Forse lo sono, forse non lo sono. E francamente non sono affari vostri. Voglio che il mio film funzioni e voglio che il personaggio di John sia efficace. Quindi, se non avessi pensato che fosse una buona idea, non l’avrei fatto.”

Falling ha debuttato al Sundance Film Festival di quest’anno ed è stato ospitato in numerosi altri festival durante tutto l’anno. Attualmente è in uscita in diversi mercati europei, ma deve ancora essere annunciata una data di uscita ufficiale negli Stati Uniti.

 
 

Euphoria 2: promo dai nuovi episodi

Euphoria

Il canale americano HBO ha diffuso il promo ufficiale di Euphoria 2, l’attesa nuova stagione della serie Euphoria acclamata che ritorna con due episodi speciali.

La serie drammatica della HBO vincitrice di un Emmy EUPHORIA tornerà con due episodi speciali, con il primo debutto DOMENICA 6 DICEMBRE alle 21:00 ET / PT. L’episodio andrà in onda su HBO e sarà disponibile per lo streaming su HBO Max negli USA. In Italia non ha ancora una collocazione su SKY.

https://www.youtube.com/watch?v=uY0_7wPGJlk

Dopo essere stato lasciato da Jules alla stazione dei treni e ricaduta, il primo episodio speciale segue Rue (interpretata dalla vincitrice dell’Emmy Zendaya) mentre celebra il Natale. Scritto e diretto dal creatore della serie Sam Levinson, l’episodio, intitolato “Trouble Don’t Last Always”, è interpretato anche da Colman Domingo, che è apparso nella prima stagione. Il titolo e la data del secondo episodio sono in arrivo. Entrambi gli episodi speciali sono stati prodotti sotto Linee guida COVID-19.

Euphoria ha ricevuto tre Primetime Emmy quest’anno, tra cui Miglior attrice protagonista in una serie drammatica (Zendaya), Miglior trucco contemporaneo (non protesico) e Musica e testi originali eccezionali.

Euphoria è stato creato e scritto da Sam Levinson, che è anche produttore esecutivo; i produttori esecutivi Ravi Nandan, Kevin Turen, Drake, Future the Prince, Hadas Mozes Lichtenstein, Ron Leshem, Daphna Levin, Tmira Yardeni, Mirit Toovi, Yoram Mokady e Gary Lennon; Will Greenfield è co-produttore esecutivo. Prodotto in collaborazione con A24 e basato sull’omonima serie israeliana, creata da Ron Leshem e Daphna Levin, di HOT.

 
 

El Cid, recensione della serie Prime Video con Jaime Lorente

El Cid recensione serie tv prime video

La Casa di Carta e Elité ne hanno fatto un volto amatissimo in tutto il mondo, ma, dopo aver lavorato con e per Netflix, Jaime Lorente è pronto per passare ad Amazon Prime Video, con un nuovo progetto seriale che affonda le sue radici nella tradizione spagnola e presta il suo volto a El Cid, il condottiero medievale, leggendaria figura della Reconquista spagnola. La serie sarà disponibile sulla piattaforma a partire dal 18 dicembre 2020, in tempo per far compagnia agli spettatori in questo insolito periodo natalizio che si sta approssimando.

La serie tv, che prende proprio il titolo dal condottiero, El Cid, racconta la sua storia, il suo epico viaggio, da ragazzino, a eroe di guerra e scudiero del re, alla ricerca del proprio posto nella monarchia, nel mondo, mentre si trova a vivere in un periodo storico che lo mette a contatto con le diverse comunità religiose spagnole. Amore, lealtà e coraggio forgiano lo spirito di un guerriero che è diventato leggenda.

A creare la serie c’è José Velasco, insieme a Luis Arranz e Head Writer, mentre alla regia dei cinque episodi c’è Adolfo Martínez. Zebra Producciones ha affiancato Prime Video per realizzare un racconto storico, epico, che infonde grande cura nei dettagli della messa in scena ma che, come tutte le produzioni spagnole per la tv, sembra proporre una recitazione stentorea che si allontana dai gusti più naturalistici a cui il pubblico è abituato.

El Cid dal 18 dicembre su Amazon Prime Video

Nel cast, assieme a Jaime Lorente nel ruolo di El Cid, ci sono anche  José Luis García-Pérez, nel ruolo di Re Ferdinando Primo Il Grande, Elia Galera nei panni della Regina Sancha La Bella,  Juan Echanove  nei panni del Vescovo,  Alicia Sanz nel ruolo dell’Infanta Urraca, Juan Fernández  nei panni di Rodrigo, nonno del  Cid,  Pablo Álvarez  nel ruolo di Orduño, l’antagonista di Ruy,  Ginés García Millán nei panni del Re Ramiro di Navarra e Zohar Liba, che interpreta Abu Bakr.

Indirizzata ad un pubblico che ama la ricostruzione storica e il poema cavalleresco, El Cid non trascura nemmeno un pizzico di modernità nella messa in scena dei suoi personaggi, dai tratti eroici dei protagonisti, e degli antagonisti, al tratteggio delle figure femminili, volitive e passionali.

Sembra tuttavia scontato che la serie avrà tutto il successo e il pubblico che il Denver de La Casa di Carta riuscirà a trascinare, fino alla fine del primo ciclo narrativo, perché se l’impegno produttivo e artistico dello show si vede sin dalle prime battute, è anche vero che il volto trascinatore di Lorente rappresenta almeno della metà dell’interesse intorno al progetto.

 
 

Batman alle prese con gli effetti della pandemia in un video parodia

batman

In un nuovo video parodia con Jeff Ward, star di Agents of S.H.I.E.L.D., Batman declassa la Batmobile e perde la sua Batcaverna. Di recente, si è tornati a parlare con un certo fervore del classico supereroe all’interno del DC Extended Universe. Ciò è dovuto all’uscita di The Batman, che avrà come protagonista Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne. Tuttavia, il Batman originale del DCEU, Ben Affleck, non ha ancora finito con il ruolo: apparirà, infatti, nel film The Flash accanto al collega Michael Keaton, interprete del Crociato di Gotham nei due film realizzati da Tim Burton tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Affleck riprenderà il ruolo anche nell’attesissima Snyder Cut di Justice League, che debutterà su HBO Max il prossimo anno.

Essendo uno degli eroi più famosi della DC, Batman è stato protagonista di questo distopico 2020 anche fuori dallo schermo. Prima, un uomo travestito da Cavaliere Oscuro è sceso per le strade del Messico, con una Batmobile improvvisata, per spingere le persone a seguire le precauzioni contro il Coronavirus; dopo, un diverso cosplayer si è presentato ad una protesta a Philadelphia, tra gli applausi generali dei presenti. Tuttavia, entrambi gli esempi mostrano la popolarità duratura del personaggio e il simbolo della speranza che ancora oggi rappresenta.

Jeff Ward lo dimostra perfettamente in un nuovo video intitolato “Fund the Bat” (letteralmente “Finanzia il pipistrello”). Nel video, Ward interpreta un Batman colpito dalla pandemia di Coronavirus, costringendolo a rinunciare alla sua Batcaverna e a scambiare la Batmobile con un’opzione più sensata. Scritto e diretto da Jeffrey Bell, co-showrunner di Agents of S.H.I.E.L.D., la parodia è stata realizzata in realtà per provare ad incrementare le donazioni al Covid-19 Emergency Relief Fund dell’MPTF, che sostiene i lavoratori di Hollywood rimasti senza lavoro a causa della pandemia.

https://www.youtube.com/watch?v=Z01VERI5fiQ&feature=emb_title

 
 

Peter Dinklage protagonista del reboot di The Toxic Avenger

Peter Dinklage film

Arriva da Deadline la notizia che Peter Dinklage, il celebre Tyrion Lannister della serie Game of Thrones, sarà il protagonista del reboot di The Toxic Avenger, film del 1984 diretto da Lloyd Kaufman e Michael Herz, primo film horror prodotto dalla Troma.

Il film originale, a metà tra commedia, fantascienza e horror, è ambientato nella città fittizia di Tromaville, NJ, e racconta la storia di un custode in un centro benessere che viene lanciato dalla finestra del secondo piano da un gruppo di bulli, atterrando in un bidone di rifiuti tossici. I prodotti chimici lo portano a trasformarsi nel “vendicatore tossico” del titolo, che ha dimensioni e forza sovrumane e contrasta i bulli e la corruzione.

Il reboot sarà diretto dall’attore Macon Blair, che ha esordiato alla regia con I Do Not Feel at Home in This World Anymore, presentato per la prima volta nel 2017 e vincitore del Gran Premio della giuria al Sundance Film Festival. Sullo schermo, Blair ha recitato in Blue Ruin, Green Room, Murder Party, Gold, La truffa dei Logan, American Woman e nel film horror di Netflix Hold the Dark.

L’originale The Toxic Avenger ha dato il via a un franchise, tra cui sequel, The Toxic Avenger Part II, The Toxic Avenger Parte III: The Last Temptation of Toxie e Citizen Toxie: The Toxic Avenger IV, nonché a una strana produzione musicale, un film per bambini, una serie di cartoni animati e persino un fumetto Marvel.

Kaufman e Herz, registi del film originale, figureranno come produttori al riavvio per Troma Entertainment, mentre Alex Garcia Jay Ashenfelter supervisioneranno il progetto per conto di Legendary. Lo studio non ha ancora annunciato una data di uscita ufficiale.

I prossimi progetti cinematografici di Peter Dinklage

Tra i prossimi progetti cinematografici di Peter Dinklage (che abbiamo visto l’ultima volta al cinema in Avengers: Infinity War e I Think We’re Alone Now, entrambi del 2018) figurano Brothers, la nuova commedia di  Etan Cohen in cui reciterà al fianco di Josh Brolin, il remake de Il Mucchio Selvaggio ad opera di Mel Gibson che vedrà nel cast anche Michael Fassbender e Jamie Foxx, ed una nuova versione della storia di Van Helsing in cui Dinklage reciterà insieem a Jason Momoa.

 
 

Star Trek: Noah Hawley crede che il suo film non vedrà mai la luce

Il creatore di Fargo, Noah Hawley, non pensa che il suo film di Star Trek verrà realizzato. Nel 2009, J.J. Abrams ha riportato in vita il franchise sul grande schermo grazie ad un nuovo film incentrato su versioni alternative – rispetto alla saga originale – dell’equipaggio dell’Enterprise. Il primo Star Trek di Abrams ha portato alla realizzazione di ben due sequel, e sebbene ci fossero dei piani per un quarto capitolo con il medesimo cast, tutto sembra essere caduto nel dimenticatoio a seguito della tiepida accoglienza riservata a Star Trek Beyond del 2016. Da allora, il futuro del franchise di Star Trek è rimasto in una sorta di limbo.

Lo scorso novembre, sembrava che si stessero facendo dei progressi quando la mente creativa dietro la serie tv Fargo, Noah Hawley, è stato scelto per scrivere e dirigere il prossimo film di Star Trek. All’inizio, i fan pensavano che sarebbe stato il tanto atteso Star Trek 4, ma Hawley ha subito messo in dubbio tale credenza quando ha descritto il progetto come un “nuovo inizio” per la saga. In seguito, alcuni report volevano che il progetto fosse stato messo in stand-by dalla Paramount, che stava parallelamente considerando altri due film legati alla saga, uno dei quali avrebbe riportato sul grande schermo il cast del reboot di Abrams.

Adesso, sembra davvero che lo Star Trek di Hawley non sia più una priorità per lo studio. In una nuova intervista con Deadline in occasione del finale di stagione del quarto ciclo di episodi di Fargo, a Noah Hawley è stato chiesto se crede ancora che Star Trek sarà nel suo futuro: purtroppo, non sembra essere così! Lo sceneggiatore statunitense ha risposto in maneira diplomatica, citando le mutevoli priorità della Paramount come motivo per cui il suo progetto è stato interrotto.

“Non sembra un progetto che farà parte del mio prossimo futuro. Penso che quando Emma [Watts, presidente della Paramount] è entrata, ha dato un’occhiata al franchise e voleva andare in una direzione diversa. Ma sai, la vita è lunga. Eravamo molto vicini alla produzione, ma in questo settore può significare tutto o nulla. Devi essere in gara sin da subito, se sai cosa intendo.” 

Sembra quindi che Hawley ed il suo Star Trek si siano avvicinati persino ad un inizio di produzione, ma è evidente che la Paramount sia interessata a muoversi in una nuova direzione. In realtà, si è sempre saputo molto poco circa il progetto di Hawley, tranne che si sarebbe concentrato su nuovi personaggi e non sulla timeline di Kelvin, e che avrebbe avuto al centro un conflitto incentrato su un virus mortale, qualcosa che molti avevano già bollato come “inadeguato” da un punto di vista narrativo.

 
 

Birds of Prey: Rosie Perez spera in un sequel senza battute sull’età

A quanto pare, Rosie Perez non ha particolarmente gradito le battute sull’età presenti in Birds of Prey. Prima dello scoppio della pandemia di Coronavirus, il cinecomic DC è stato uno dei pochi grandi blockbuster ad uscire nelle sale all’inizio di quest’anno. Nonostante non abbia raccolto i consensi sperati in termini di incassi, Birds of Prey è stato accolto generalmente bene dai fan e dalla critica. Diretto da Cathy Yan, l’ultimo episodio del DCEU (il primo classificato come vietato ai minori) ci ha mostrato il personaggio di Harley Quinn (Margot Robbie) dopo la rottura con il Joker (Jared Leto), intenta a rivendicare la sua indipendenza.

Alla fine, nonostante il titolo, gran parte di Birds of Prey è stato incentrato su Harley anziché sul team, nonostante i fan abbiano comunque risposto calorosamente ai nuovi personaggi del DCEU, ossia Cacciatrice (Mary Elizabeth Winstead), Black Canary (Jurnee Smollett) e Renee Montoya (Rosie Perez). Nello specifico, Montoya è un detective del dipartimento di polizia di Gotham City che viene costantemente ignorato dai suoi colleghi maschi: quando si alleerà con le Birds of Prey, giungerà ad una svolta liberatoria. 

Di recente Rosie Perez ha recentemente proprio di Birds of Prey in una nuova intervista con UPROXX. All’attrice è stato chiesto per la prima volta se sarebbe interessata a tornare per un eventuale sequel (la risposta è stata che accetterebbe!), ma poi è andata ben oltre, condividendo il suo più grande rammarico nei confronti del primo film: le battute fatte sull’età del suo personaggio.

“Voglio dire, se un sequel dovesse accadere, certo che accetterei. Quando me lo hai chiesto, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ‘Oh mio Dio! Devo perdere peso e rimettermi in forma’. Spero soltanto che non ci siano ancora una volta battute sull’età. Mi hanno chiamato ‘nonna’. Quella era l’unica cosa che non mi è piaciuto. Ricordo di aver esclamato: ‘Davvero ragazzi? Veramente?’. Ho pensato: ‘Avreste il ​​coraggio di dirlo a Helen Mirren, che ha fatto 50 milioni di film d’azione?’. 

La rappresentanza di genere in Birds of Prey

Non sorprende che Rosie Perez abbia messo in discussione questo tipo di battute. Birds of Prey è stato lodato per la sua rappresentazione delle donne, ma anche per i personaggi LGBTQ e di colore. Renee ha sicuramente offerto il suo marchio di rappresentanza, poiché era il membro più anziano del gruppo. Tuttavia, scherzando a buon mercato sulla sua età, il film non ha dato al personaggio la stessa rappresentazione positiva che hanno ricevuto gli altri, almeno dal punto di vista della sua interprete… 

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, è uscito nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast Margot Robbie (Harley Quinn), Mary Elizabeth Winstead Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), ma anche Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain). Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis; l’altro villain principale, Victor Zsasz, è intepretato da Chris Messina.

 
 

Avengers: Endgame, la voce di F.R.I.D.A.Y. sulla scena della morte di Iron Man

Kerry Condon, che nel MCU ha prestato la voce a F.R.I.D.A.Y., l’interfaccia utente di Iron Man, ha recentemente parlato di una nota che ha ricevuto mentre lavorava alla scena della morte di Tony Stark in Avengers: Endgame. Sebbene sia uscito più di un anno e mezzo fa, Endgame continua ad essere oggetto di interesse per i fan della Marvel. Il film ha segnato la fine del MCU come lo conoscevano gli spettatori, grazie alle dipartite di alcuni degli Avengers originali, come appunto Iron Man, ma anche Captain America e Vedova Nera. Sebbene lo Steve Rogers di Chris Evans abbia avuto un lieto fine, Natasha e Tony non sono stati così fortunati: entrambi, infatti, si sono sacrificati durante la narrazione. La morte di Iron Man è arrivata al culmine del film, dopo aver impugnato il Guanto dell’Infinito.

Tony ha iniziato ad usare F.R.I.D.A.Y. come sostituto di J.A.R.V.I.S., dopo che quest’ultimo è stato impiegato per aiutare a creare Visione. F.R.I.D.A.Y. è apparso accanto ad Iron Man in diversi film del MCU, tra cui Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War e gli ultimi due film degli Avengers, Infinity War ed Endgame. F.R.I.D.A.Y. ha anche avuto un ruolo in Spider-Man: Homecoming, accanto al Peter Parker di Tom Holland. Sebbene J.A.R.V.I.S. rimane l’interfaccia più nota di Tony, F.R.I.D.A.Y. ha comunque fatto parte di molte scene chiave all’interno dell’arco narrativo del personaggio.

In un’intervista con Collider, Kerry Condon ha parlato del suo lavoro nel MCU in qualità di doppiatrice di F.R.I.D.A.Y.. L’attrice irlandese ha spiegato che spesso si è ritrovata a dover utilizzare la sua voce fuori campo e a lavorare di fronte ad uno schermo vuoto, o per motivi di segretezza o perché la scena in questione non era completa, con altre persone che puntualmente dovevano spiegarle il contesto e ciò che accadeva in quella particolare scena. Parlando nello specifico della morte di Tony, Condon ha detto:

“L’ultima volta, quando è morto, ricordo di aver pensato: ‘Oh mio Dio!’. Ogni volta era come: ‘Ma c’è speranza, giusto? Non è veramente morto!’. Invece mi guardarono e allora pensai: ‘Oh mio Dio!’. Sapevo che era tutto finito. E allora mi dissero: ‘Prova a dirlo come se fosse la cosa più triste che tu abbia mai detto in vita tua’. E allora risposi: ‘Beh, non sarà difficile, c***o! È tutto finito’.”

La morte di Iron Man in Avengers: Endgame

Oltre a ricordare quanto sia stata devastante la morte di Tony in Avengers: Endgame, i commenti di Condon evidenziano anche la natura sorprendente del momento. Sebbene molti fan sapevano che uno degli Avenger originali sarebbe morto nel film, il devastante sacrificio di Vedova Nera all’inizio di Endgame ha fatto credere che il resto dei Vendicatori sarebbe sopravvissuto; così non è stato, e la morte di Tony è diventato il momento più straziante dell’arco narrativo del personaggio. 

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019. Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

 
 

Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato: libro, trama e cast del film

Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato film

Per tutti coloro rimasti incantati dalla Terra di Mezzo grazie alla trilogia de Il Signore degli Anelli, il regista premio Oscar Peter Jackson dà loro la possibilità di tornarvi grazie ad un nuovo film qui ambientato. Si tratta di Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, primo capitolo di una trilogia prequel proseguita poi con La desolazione di Smaug e La battaglia delle cinque armate. Uscito nel 2012, il film ha visto il ritorno sul grande schermo di numerosi personaggi già conosciuti e amati, come anche l’introduzione di nuovi eroi tutti da scoprire, grandi o piccoli che siano. Con questo è così ricominciata l’eterna lotta tra il male e il bene, con quest’ultimo capace di nascondersi anche nei luoghi più inaspettati.

Come già avvenuto per i precedenti film, anche Lo Hobbit si basa sull’omonimo romanzo del celebre scrittore J. R. R. Tolkien. Pubblicato per la prima volta nel 1937, questo racconta le gesta dell’hobbit Bilbo Baggins, e del suo incredibile viaggio verso terre e luoghi mai visti prima. Nel film di Jackson, la missione di questi è quella di aiutare un gruppo di nani a sconfiggere il terribile drago Smaug, ma forze più grandi inizieranno ad agitarsi nell’ombra, riportando alla luce l’Unico Anello, ricercato con grande avidità dal malvagio Sauron. Originariamente, era proprio da questo racconto che Jackson desiderava partire, ma per problematiche legali finì invece con il concentrarsi sull’altra ben nota trilogia.

Arrivato in sala, il film raccolse grandi consensi, in particolare da tutti quegli spettatori che non vedevano l’ora di rivivere avventure simili a quelle già conosciute. Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato arrivò così ad un guadagno globale di oltre un miliardo di dollari a fronte di un budget stimato tra i 200 e i 300 milioni. Con tale risultato, il film è diventato il trentacinquesimo titolo di maggiore incasso della storia del cinema, nonché il quarto del 2012. Molte sono le curiosità da scoprire legate al titolo, specialmente in occasione di una nuova visione. Proseguendo nella lettura si potranno scoprire così dettagli sulla trama, il cast e molto altro.

Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato: la trama del film

La storia ha inizio con l’anziano Bilbo Baggins intento a scrivere le proprie memorie nel Libro Rosso, che intende poi donare a suo nipote Frodo. In particolare, l’hobbit si concentra sull’avventura che lo vide coinvolto nella liberazione di Erebor, roccaforte dei nani ora in possesso del terrificante drago Smaug. Per Bilbo, tutto inizio nel momento in cui riceve la visita di Gandalf il grigio, potente quanto misterioso stregone. Questi gli offre la possibilità di partire con lui per un grande viaggio, ma affezionato alla sua terra e poco incline al rischio, Bilbo rifiuta categoricamente. Nel momento in cui però alla sua porta si presentano 12 nani guerrieri, egli comprende di non avere altre alternative se non quella di partire.

Ha per lui inizio un viaggio inaspettato, per buona parte del quale si sentirà un elemento di troppo in mezzo ai coraggiosi nani che affrontano ogni pericolo senza la minima esitazione. Eppure, Bilbo sembra poter essere l’unico a compire il più indispensabile degli atti di quella missione. Egli è infatti chiamato ad introdursi nella Montagna Solitaria, dimora di Smaug, per farvi poi introdurre anche i suoi compagni di viaggio. La strada verso questa è però lunga e tortuosa, e durante il loro cammino il gruppo dovrà scontrarsi con pericoli di ogni genere. Ciò che però non sanno, è che nell’ombra forze oscure si stanno rianimando, attratte dalla ricomparsa di un oggetto tanto prezioso quanto letale.

Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato: il cast del film

Per dar vita ai nuovi personaggi presenti nel film, il regista ha condotto lunghi casting al fine di individuare le personalità più adatte. Ad interpretare il giovane Bilbo Baggins è così stato scelto Martin Freeman, il quale aveva però inizialmente rifiutato la parte per via di impegni già presi con la serie Sherlock. Pur di avvalersi della sua partecipazione, però, Jackson decise di riorganizzare le riprese. Per assumere i panni di Bilbo, Freeman dovette inoltre sottoporsi a diversi tipi di allenamento, tra cui anche quelli di combattimento con la spada. Accanto a lui, nei ruoli dei nani si ritrovano attori come Richard Armitage come Thorin Scudodiquercia, leader del gruppo, Aidan Turner nei panni di Kili, e Graham McTavish in quelli di Dwalin.

Nel film è poi presente Gandalf il grigio, interpretato nuovamente da Ian McKellen, il quale però non nasconde una certa insoddisfazione. L’attore si trovò infatti a dover recitare prevalentemente da solo circondato dal green screen, con il risultato di sentirsi emarginato e umiliato dalla situazione. McKellen considerò anche di lasciare il ruolo, salvo ripensarci perché troppo legato ad esso. A seguirlo nei grandi ritorno vi è poi Christopher Lee che veste nuovamente i panni di Saruman il bianco. Pur non essendo presente nel libro, Jackson ha inserito nel film anche il personaggio di Galandriel, interpretata da Cate Blanchett. Hugo Weaving torna invece nei panni di re Elrond, signore di Gran Burrone. Ritorno altrettanto gradito è quello del celebre Andy Serkis nei panni di Gollum.

Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato cast

Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato: le differenze tra il libro e il film

Nel dar vita alla trasposizione cinematografica di Lo Hobbit, Jackson si prese diverse libertà rispetto a quanto in esso narrato. Egli non si fa infatti problemi ad aggiungere personaggi non presenti nel romanzo, come Galandriel o Legolas. La prima tra le differenze è però il prologo dedicato alla caduta del popolo dei nani. Nel romanzo questo racconto è solo accennato, mentre trova maggior approfondimento nel film. Allo stesso modo il celebre Bian Consiglio viene qui ad essere portato in scena pur non essendo presente nel testo di Tolkien. Jackson se ne avvale per introdurre la questione del Necromante, che si rivelerà poi essere il malvagio Sauron tornato per reclamare il regno. Per poter dare al film un villain concreto, si scelse infine di ampliare il ruolo di Azog il Profanatore.

Questi è un gigantesco orco che si distingue per la sua pelle bianca. Da sempre acerrimo nemico dei nani, questo diventa la loro maggior minaccia, desideroso di uccidere Thorin, colpevole di averlo mutilato durante la Battaglia di Nanduhirion. Nel romanzo, tuttavia, durante questa Azog viene propriamente ucciso da Thorin, e al suo posto come capo degli Orchi subentra il figlio Bolg. Per concludere, una delle scene più celebri è certamente quella che vede Bilbo e Gollum sfidarsi ad una serie di complessi indovinelli. Per dar vita a questo momento in particolare, Jackson ha invece deciso di rimanere particolarmente fedele a come viene descritto nel libro, dando vita ad una scena particolarmente ricca di tensione e grande intrattenimento.

Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 30 novembre alle ore 21:30 sul canale TV8.

Fonte: IMDb

 
 

DIVERGENTI – Festival Internazionale di Cinema Trans, i vincitori dell’edizione 2020

divergenti

Si è conclusa con una straordinaria partecipazione di pubblico la decima edizione di Divergenti, il più longevo festival cinematografico in Italia e uno dei pochi in tutto il mondo, interamente dedicato all’immaginario trans, che per la prima volta, si è tenuto completamente online sulla piattaforma della DER – Documentaristi Emilia Romagna docacasa.it, con la direzione di Nicole De Leo e Porpora Marcasciano.

Nella serata di sabato 28 novembre, in diretta Zoom e Facebook, la giuria composta da dalla fotografa Lina Pallotta, dalla regista e attivista Giorgina Pi e dallo scrittore e giornalista Jonathan Bazzi, alla presenza della direzione e dello staff organizzativo del festival, ha annunciato i vincitori scelti tra gli undici titoli del concorso internazionale: Alice Junior di Gil Baroni è il Miglior Film della decima edizione di Divergenti; mentre tre menzioni speciali vanno a Indianara di Aude Chevalier-Beaumel e Marcelo Barbosa, Sunken Plum (Prugna d’acqua dolce) di Xu Xiaoxi e Roberto F. Canuto e Lingua Franca di Isabel Sandoval. I film vincitori sono disponibili sulla piattaforma fino alle ore 10 di  lunedì 30 novembre.

Successo anche per la nuova sezione del festival dedicata ai Vlog, ovvero brevi racconti video in forma di diario o blog, che come ha ricordato Richard Thunder, presidente del comitato di selezione, dimostra quanto la pratica dell’autonarrazione sia importante soprattutto tra i giovani della comunità trans, per riappropriarsi di una narrazione spesso lasciata a esperti, medici e psicologi.

Di seguito tutti i film vincitori con le motivazioni.

Miglior Lungometraggio a:

Alice Junior di Gil Baroni

Con la seguente motivazione: Perché legge l’esperienza della transizione, dell’isolamento adolescenziale e del bullismo in un Brasile differente da quello più rappresentato, con una nuova generazione protagonista, le sue pulsioni e i suoi linguaggi, senza il sistema giudicante verso gli adolescenti e le loro abitudini, offrendo un’alternativa, anche emotiva, alle narrazioni più classiche su questi temi. Un’opera pop luminosa e intelligente, capace di parlare a tante e a tanti, con delicatezza, originalità e ironia, ma senza mai penalizzare la profondità dei temi in campo.

Menzione speciale a:

Indianara di Aude Chevalier-Beaumel e Marcelo Barbosa

Con la seguente motivazione: Per lo sguardo diretto, senza retorica, nel raccontare la vita di una grande attivista contemporanea e il suo coraggioso progetto di alleanza umana e politica nel Brasile di Bolsonaro. Le lotte, le complicità tra amiche e amici, fino alla violenza della storia che irrompe: Indianara è un inno alla resistenza attraverso l’amore che tiene insieme le comunità. Un’opera che non rifiuta le contraddizioni, ma le immette tutte nel movimento vitale che punta a un mondo più libero e giusto.

Menzione speciale a:

Sunken Plum (Prugna d’acqua dolce) di Xu Xiaoxi e Roberto F. Canuto

Con la seguente motivazione: Per la poesia che riverbera nella tensione tra la realtà poco conosciuta della Cina rurale e la contemporaneità. Un intreccio tra vita e esperienza onirica che racconta il difficile processo, universale, di rimarginazione delle ferite, ambientandolo in una comunità ancora così tanto oppressa com’è quella trans cinese.

Menzione speciale a:

Lingua Franca di Isabel Sandoval

Con la seguente motivazione: Una storia d’amore nell’ambiente politicamente corrotto dell’America trumpiana che rompe stereotipi, nuovi autoritarismi e paure normative. Un film che colpisce per la straordinaria adesione psicologica e poetica tra estetica cine-fotografica e corpo della protagonista-autrice.

La X edizione di Divergenti è ideata e organizzata da MIT – Movimento Identità Trans con la direzione artistica di Nicole De Leo e Porpora Marcasciano. Con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Transitional States, University Of Lyncoln; e con il sostegno di UNAR. In collaborazione con: Cineteca di Bologna, Centro di Ateneo SInAPSi, CENESEX (Cuban National Center for Sex Education), DER- Documentaristi Emilia-Romagna, Archivio OUT-TAKES dell’Associazione CESD, StickerMule, Divine Queer Festival, Lovers Film Festival, USN|expo Sardinia Queer Short Film Festival. Con il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), e di Amnesty International Italia.

Evento realizzato nell’ambito del Patto di collaborazione generale per la promozione e la tutela dei diritti delle persone e della comunità LGBTQI nella città di Bologna.

Il festival ringrazia il fotografo Paolo Titolo che ha dato la sua immagine per il manifesto della decima edizione di Divergenti.

 
 

L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, la recensione del film di Sydney Sibilia

L'incredibile storia dell'Isola Delle Rose film 2020

In un momento in cui i viaggi sono assolutamente fuori discussione, si dovrà rinunciare al cenone di Natale con la famiglia riunita, ai festeggiamenti di Capodanno e alle uscite serali nelle cittadine addobbate a festa dalle luminarie natalizie, su Netflix arriva non solo un film che ci trasporta in un altro tempo e in un altro “stato” (autoproclamato, lo vedremo a breve), ma anche un film che racconta una storia di libertà e autonomia, l’utopia dell’ingegnere Giorgio Rosa e di Sydney Sibilia che ne ha raccolto la vicenda e l’ha trasformata ne L’incredibile storia dell’isola delle Rose.

La trama de L’incredibile storia dell’Isola delle Rose

Tratto da una storia incredibile, appunto, realmente accaduta, il film racconta di Giorgio Rosa, giovane ingegnere bolognese con la testa tra le nuvole che, nella difficoltà di inserirsi in un contesto sociale e lavorativo che non va certo in contro alle sue attitudini insolite, decide di crearsi una nazione tutta per sé, un’isola fuori dalla giurisdizione dello Stato italiano e di qualunque altro Stato sovrano precostituito. Così, con l’aiuto e i fondi di un suo collega, costruisce a largo delle acque territoriali italiane, a largo della costa adriatica, una piattaforma di 400 metri quadrati che chiama Isola delle Rose.

Era l’estate del 1968, il mondo viveva un periodo di ferventi proteste, mentre la riviera romagnola era affollata di sole e di vacanzieri, e l’Isola delle Rose diventa un’attrazione, qualcosa di molto simile ad una discoteca in mezzo al mare, come farà notare a Giorgio stesso Gabriella, sua indimenticata ex che è pronta a convolare a nozze con un altro. Ma il nostro eroe vuole di più, vuole una nazione in senso proprio, libera e autonoma, con una moneta, un sistema postale, una lingua addirittura, e così comincia la sua battaglia contro i poteri costituiti per dare dignità di Stato alla sua piccola utopia.

Sydney Sibilia è inciampato per caso in questa storia che sembra inventata e con la collaborazione tra la sua Groenlandia (con Matteo Rovere) e Netflix, ha realizzato una commedia leggera che vede Elio Germano interpretare il bolognese Giorgio Rosa. Scritto a quattro mani con Francesca Minieri, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose è un invito alla vita, ai sogni in grande, per quanto siano folli o strambi, racconta una persona e le sue strambe attitudini e aspirazioni, ma racconta anche di un Paese in cui sognare così in grande poteva essere possibile e fattibile.

La storia di Giorgio Rosa, ingegnere e utopista

Il film pone lo squinternato eroe Giorgio, con la sua ciurma di separatisti, di fronte ad un nemico inedito, quel Governo guidato da Giovanni Leone, con Franco Restivo agli Interni, che nella storia del nostro Paese è ammantato di un alone di nobiltà e reverenza, se non fosse altro perché era formato da alcuni dei padri costituenti, gli uomini che hanno vergato la nostra costituzione dopo la proclamazione della repubblica. Proprio nella rappresentazione di questi inediti villain che ostacoleranno l’eroe risiede l’aspetto più comico e godibile del film, grazie soprattutto a Luca Zingaretti e Fabrizio Bentivoglio che, interpretando rispettivamente Leone  e Restivo, danno vita a siparietti comici impagabili.

L’ISOLA DELLE ROSA (ROSE ISLAND) (L to R) ELIO GERMANO as GIORGIO and TOM WLASCHIHA as W.R. NEUMANN in L’ISOLA DELLE ROSA (ROSE ISLAND). Cr. COURTESY OF NETFLIX © 2020

Non che il resto del cast sfiguri, perché al netto di un accento bolognese un po’ forzato per alcuni degli interpreti, Germano, Matilda De Angelis, Leonardo Lidi e Tom Wlaschiha (che recita in un comico italiano con forte accento tedesco) riescono a formare un gruppo abbastanza convincente, a tratti grottesco, più che comico.

Dopo il successo della trilogia di Smetto Quando Voglio, ci si aspettavano grandi cose da Sibilia che, scegliendo di raccontare proprio questa storia, conferma che come cineasta è interessato a raccontare storie di singoli, di uomini che misurano il loro potere in rapporto ad un potere costituito. La storia di Giorgio Rosa è coerente con questo concetto, tuttavia si sviluppa con un linguaggio di commedia quasi distaccato. Non sembra esserci troppa intenzione di costruire empatia trai personaggi e lo spettatore e il risultato è soltanto un racconto dei fatti avvenuti tra il ’68 e il ’69, ai quali manca totalmente la dimensione epica ed eroica del compimento dell’impresa impossibile.

L’immaginario pop di Sibilia è intriso di cinema americano, il regista gioca con quei punti di vista, con quello stile, perdendo troppo spesso di vista quello che serve effettivamente alla storia, auto-compiacendosi di voli acrobatici e inquadrature dall’alto. Il risultato è una visione presuntuosamente grandiosa dello spazio raccontato che però perde di vista il cuore della storia. Quello di Giorgio Rosa sembra semplicemente un capriccio, una bravata venduta, a parole più che a fatti, come un atto di ribellione in nome di un sogno, in nome della libertà.

La coraggiosa impresa di Sydney Sibilia

L’incredibile storia dell’isola delle Rose paga anche il prezzo di un budget non sufficiente a permettere la messa in scena di alcuni dei momenti chiave della storia, soprattutto nel finale, lasciando parte dell’azione più spettacolare nel fuori campo, nell’immaginazione dello spettatore, nello sguardo rassegnato di Elio Germano. Nonostante ciò, l’impresa è coraggiosa, portata avanti dall’ambizione di fare cinema con un linguaggio e un appeal che possano essere apprezzati anche fuori dai confini nazionali, possibilità che Netflix offre per sua stessa natura di piattaforma globalizzante, che contribuisce ad abbattere i confini della distribuzione tradizionale.

L’incredibile storia dell’isola delle Rose vincerà l’attenzione e l’approvazione degli spettatori per la storia fuori dall’ordinario che racconta, una storia che era rimasta “sepolta in bella vista” e che la curiosità di Sibilia e del suo team ha riportato alla luce.

 
 

Il Signore degli Anelli: tutti i tentativi di portare il romanzo al cinema

La trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson si è rivelata un capolavoro cinematografico, ma diversi registi avevano già provato – senza riuscirci – a realizzare i film. J.R.R. Tolkien è stato uno dei più grandi scrittori fantasy di tutti i tempi, e con il senno di poi era inevitabile che i suoi libri diventassero dei successi. Eppure, ci è voluto sorprendentemente molto tempo prima che le opere di Tolkien trionfassero sul grande schermo.

1I primi tentativi di Peter Jackson

il signore degli anelli

Peter Jackson è stato coinvolto per la prima volta nell’adattamento de Il Signore degli Anelli durante gli anni ’90, quando iniziò a lavorare ad un possibile film per conto della Miramax. Harvey Weinstein era convinto che Jackson stesse sprecando 12 milioni di dollari nel tentativo di realizzare il suo franchise: secondo il produttore, avrebbe dovuto concentrarsi esclusivamente su un singolo film della duranta di due ore.

In effetti, Weinstein avrebbe minacciato di sostituire Jackson con Quentin Tarantino se si fosse rifiutato di sottostare alle sue regole. Jackson lavorò quindi ad un adattamento “ridotto”, dal quale vennero eliminati alcuni passaggi fondamentali della storia, tra cui il Fosso di Helm,  i Balrog e perfino Saruman. Alla fine, Weinstein accettò che Peter Jackson portasse la sua sceneggiatura ad un altro studio; arrivò così alla New Line… il resto è storia!

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The Flash: ci sarà anche il Batman di George Clooney? L’attore risponde

george clooney

George Clooney ha confermato che non gli è stato chiesto di tornare nei panni di Batman per l’atteso The Flash. Sono passati più di vent’anni da quando Clooney ha indossato l’iconico costume del Cavaliere Oscuro nel bistrattato Batman & Robin. Sebbene il film sia oggi ricordato come uno dei peggiori mai realizzati sul personaggio, vista la trama di The Flash (ricordiamo che il film esplorerà il Multiverso e riporterà sullo schermo passate iterazione cinematografiche del Crociato di Gotham), in molti hanno ipotizzato che anche il Batman di Clooney potesse fare ritorno.

Sappiamo infatti che Michael Keaton tornerà nei panni di Batman quasi trent’anni dopo aver interpretato l’ultima volta il ruolo in Batman – Il ritorno di Tim Burton. Nel film tornerà anche il più recente Batman di Ben Affleck, che abbiamo visto in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League. Naturalmente, l’idea dell’esplorazione del Multiverso e la possibilità di avere due diverse versioni di Batman in un solo film, ha portato i fan a chiedersi se anche altre passate incarnazioni cinematografiche del personaggio potessero apparire nell’atteso cinecomic.

Si è parlato della possibilità di rivedere Christian Bale, Val Kilmer, George Clooney e anche il più recente Robert Pattinson (che debutterà nei panni dell’eroe in The Batman). Di recente, in un’intervista concessa ad Empire Magazine (via Digital Spy), proprio Clooney è stato interrogato sulla questione. Tuttavia, l’attore premio Oscar ha spento qualsiasi tipo di entusiasmo, confermato di non essere stato contattato per tornare nei panni di Batman, dichiarandosi anche piuttosto fiducioso che le cose non cambieranno.

“È divertente: noterai che non mi hanno chiamato! In qualche modo, non ho ricevuto quella chiamata. Non hanno richiesto i miei capezzoli”, ha ironizzato l’attore. “Ascolta, ci sono alcune cose che non puoi prevedere. Questa, la dò per scontata (ride).”

In altre parole, George Clooney non tornerà in The Flash e non si aspetta nemmeno una chiamata dalla Warner Bros. Sarebbe molto divertente vederlo di nuovo nei panni del personaggio, ovviamente; tuttavia, è difficile immaginare che Clooney accetti un’offerta del genere dal momento che Batman & Robin è ancora oggi ricordato come il punto più basso della sua carriera di attore.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

 
 

Gli Eterni: confermato un legame con Thanos?

“Avengers S.T.A.T.I.O.N.” è una mostra interattiva che include vari oggetti di scena e informazioni sull’Universo Cinematografico Marvel. Anche se quest’anno è rimasta per lo più chiusa, ha continuato a girare il mondo: ad esempio, la mostra è stata aperta a Toronto, in Canada, fino all’inizio di questo mese (quando è stata poi costretta a chiudere i battenti a causa della pandemia di Covid-19).

Tuttavia, i ragazzi di The Direct sono riusciti a visitare la mostra prima della sua chiusura, e ora hanno condiviso alcune informazioni particolarmente intriganti su Thanos, il villain principale della Saga dell’Infinito che abbiamo finalmente visto in azione in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, che potrebbero aver svelato un collegamento con l’attesissimo Gli Eterni.

“Si dice che l’origine di Thanos sia sulla luna più grande di Saturno, Titano, rendendolo così un Titano in natura”, si legge in un display. “Si dice, tuttavia, che Thanos sia l’ultimo di una specie antica e altamente sofisticata conosciuta in tutto l’universo come Gli Eterni”. Questo spiegherebbe certamente l’aspetto unico del Titano Pazzo e il fatto che sia in grado di brandire le Gemme dell’Infinito.

È da molto tempo ormai che girano parecchie voci sul fatto che Thanos sarà legato al prossimo film Marvel dedicato agli Eterni: guardando alla sua storia nei fumetti, la cosa non dovrebbe sorprendere più di tanto. Proprio nei fumetti, infatti, il cattivo era il figlio di due Eterni, A’lars e Sui-San, e Thena (che sarà interpretata da Angelina Jolie nel cinecomic) è proprio la cugina di Thanos.

Quanto di questo verrà esplorato ne Gli Eterni resta da vedere. Purtroppo, a causa della pandemia, è improbabile che scopriremo di più sul film fino a quando il cinecomic non farà ufficialmente il suo debutto a novembre del 2021. La speranza è che un primo teaser trailer venga rilasciato quanto prima.

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

 
 

MCU: in che modo la Fase 4 ci preparerà all’arrivo di Namor?

Namor il Submariner

È da tempo ormai che si parla della possibilità che Namor il Sub-Mariner possa fare il suo debutto nel MCU grazie a Black Panther 2: se così fosse, alla Fase 4 del MCU spetterebbe il compito di “impostare” ufficialmente il personaggio. Namor è uno dei personaggi più affascinanti dei fumetti e, tecnicamente, è uno dei primi mutanti ad aver fatto la sua apparizione. Il suo atteggiamento feroce e il suo comportamento severo lo rendono sia un degno sovrano del regno sottomarino di Atlantide, sia un personaggio molto difficile con cui andare d’accordo, dal momento che ha causato buona parte dei conflitti tra i suoi compagni eroi e il mondo in superficie.

Una delle rivalità più famose di Namor nei fumetti è con un altro re: il T’Challa di Wakanda. Per anni avevano prestato servizio insieme come membri degli Avengers, ma durante gli eventi di Avengers vs X-Men, Namor (che era stato imbevuto dei poteri della Fenice), tentò di distruggere la nazione di Wakanda. Ciò ha provocato una sorta di “guerra fredda” tra i due personaggi, con ripetuti attacchi contro le rispettive nazioni; alla fine, la regina Shuri ha ordinato un feroce attacco alla nazione di Atlantide, lascinadola in rovina. L’astio reciproco tra i due personaggi ha continuato a crescere negli ultimi anni, dando vita ad una delle rivalità dei fumetti più apprezzate di sempre.

A causa della loro storia, i fan del MCU hanno ipotizzato (e sperato) che Namor potesse apparire in Black Panther 2 come villain principale. Anche se il rapporto di Namor e T’Challa con il potere e la regalità sarebbe un ostacolo interessante l’uno per l’altro, c’è un’enorme possibilità che Namor possa effettivamente fare la sua prima apparizione o essere menzionato molto prima nel MCU. A causa della narrativa altalenante della Fase 4, Namor potrebbe fare il suo debutto ne Gli Eterni.

Un punto importante della trama del film e dei personaggi, in generale, è che gli Eterni sono immortali: una propaggine evolutiva creata dai Celestiali per difendere la Terra dalle loro controparte malvagia, i Devianti. A causa della loro longevità, gli Eterni hanno interagito con i membri dell’antico pantheon divino della Marvel e hanno persino interagito con gli antichi greci per conto di divinità come Zeus e Atena. Essenzialmente, sono stati testimoni di quasi tutta la storia umana, cosa che gli ha resi dei veri e propri esperti di antiche conoscenze umane, oltre che supereroi.

Il MCU saprà sfruttare il potenziale narrativo di un personaggio come Namor?

Con il film in uscita il prossimo anno, non c’è dubbio che lo stesso mostrerà alcuni degli eventi che gli Eterni hanno vissuto, solo per dare al pubblico un assaggio di chi sono. Uno di questi eventi importanti potrebbe benissimo essere la distruzione originale di Atlantide, l’evento cataclismico che la fece collassare in mare e prosperare come società sottomarina. Questo sarebbe il modo perfetto per impiantare l’idea di un regno sottomarino nella mente degli spettatori in modo che, se Namor il Sub-Mariner dovesse davvero fare un’apparizione in Black Panther 2, la civiltà atlantidea non sembrerebbe uscire dal nulla.

Tuttavia, c’è anche la possibilità che lo stesso sovrano di Atlantide possa apparire nel film. Con Kit Harington destinato ad interpretare il Black Knight del MCU, i fan non hanno ancora idea del tipo di storia che il film racconterà, mentre è già stato confermato che altri titoli della Fase 4 avranno toni e atmosfere tipiche di un ensemble movie in stile Avengers. Se il MCU vuole davvero capitalizzare il potenziale narrativo del personaggio all’inizio, Gli Eterni è il film perfetto dove farlo apparire e perpettergli di lasciare un segno sul grande schermo prima del suo arrivo in Black Panther 2.

 
 

The Mandalorian 2: la LucasFilm promette scintille nei prossimi episodi

The Mandalorian 2

Cresce l’attesa per i prossimi episodi di The Mandalorian 2 e dopo le rivelazioni del quinto episodio, oggi  Hal Hickel, dirigente della LucasFilm ha postato una suggestiva dichiarazione che lascia intendere quanto dovremo aspettarci dai prossimi episodi.

 

Nel Tweet Hickel asserisce che dovremmo essere pronti  alle “montagne russe degli ultimi tre episodi”. Che dire, è un’affermazione che lancia aspettative enormi per il prosieguo della stagione.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare The Mandalorian e altre produzioni originali

The Mandalorian 2

The Mandalorian 2 è la seconda stagione della serie tv The Mandalorian live action basata sull’universo di Star Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma streaming Disney+.

Ambientata nell’universo di Guerre stellari dopo le vicende de Il ritorno dello Jedi e prima di Star Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del Primo Ordine, The Mandalorian racconta le difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.

La serie The Mandalorian è prodotta e scritta da Jon Favreau (già produttore de Il Re Leone e delle saghe di Avengers e Iron Man). Nel cast anche Gina Carano (DeadpoolFast and Furious); Carl Weathers (Apollo Creed nella saga di Rocky), Nick Nolte (Cape FearIl Principe delle maree), Emily Swallow (SupernaturalLe regole del delitto perfetto), Taika Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo Rabbit), Giancarlo Esposito (Fa’ la cosa giustaBreaking Bad) e Omid Abtahi (24HomelandStar Wars: The Clone Wars).

The Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi, racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A interpretarlo Pedro Pascal (Game of ThronesNarcos).

 
 

George Lucas e il ricordo di David Prowse: “Ha contribuito al successo di Darth Vader”

George Lucas si è unito alle legioni di fan, attori e creativi legati all’universo di Star Wars che stanno rendendo omaggio al compianto David Prowse, scomparso questo fine settimana. Prowse è stato l’attore che ha indossato la memorabile armatura di Darth Vader in tutti i film della trilogia originale, dando così vita al celeberrimo villain (doppiato nei film da James Earl Jones). Prowse è morto all’età di 85 anni.

In seguito alla notizia della scomparsa dell’attore, i tributi a David Prowse sono arrivati da ogni parte del mondo. Senza il preziosissimo contribuito di Prowse, Darth Vader non sarebbe certamente diventato l’iconico cattivo che rimane ancora oggi, a circa quattro decenni dal debutto di Una Nuova Speranza. Mark Hamill, che ha recitato al fianco di Prowse nei panni di Luke Skywalker, ha spiegato come la loro rivalità sul grande schermo abbia ceduto il passo a rispetto e ammirazione profondi nella vita reale. Altre star che hanno reso omaggio a Prowse attraverso i social media sono state William Shatner, Warwick Davis, Joonas Suotamo (che ha interpretato Chewbacca nella trilogia sequel) e Rosario Dawson, che proprio di recente ha debuttato nei panni di Ahsoka Tano nell’acclamata serie The Mandalorian

George Lucas, il creatore del franchise, si ora espresso in merito alla morte di David Prowse. Nei commenti fatti a StarWars.com, Lucas ha parlato di come la presenza fisica di Prowse si prestasse perfettamente al tipo di personaggio che Darth Vader doveva essere. “David ha portato una fisicità a Darth Vader che era essenziale per il personaggio”, ha spiegato Lucas. “Ha fatto saltare Vader fuori dalle pagine e sul grande schermo, con una statura imponente e prestazioni di movimento per abbinare l’intensità e la sottocorrente della presenza di Vader. David era pronto a tutto e ha contribuito al successo di quella che sarebbe diventata una figura tragica e memorabile. Che riposi in pace.”

Prima di interpretare il personaggio di Darth Vader, David Prowse era un sollevatore di pesi e bodybuilder, il che lo ha aiutato a creare quella fisicità che sarebbe poi diventata il marchio del personaggio. Prowse ha anche fatto un’audizione per un altro ruolo nel franchise che richiedeva altrettanta forza e una statura a dir poco impressionante: Chewbacca. Alla fine la parte è stata affidata a Peter Mayhew, purtroppo anche lui scomparso di recente, nell’aprile del 2019.

 
 

Black Panther: un nuovo intro su Disney+ per omaggiare Chadwick Boseman

La versione di Black Panther disponibile su Disney+ contiene ora uno speciale tributo al suo protagonista, il compianto Chadwick Boseman. Sono passati solo pochi mesi dalla sconvolgente notizia della morte dell’attore, che ha combattutto in silenzio, per quattro lunghi anni, contro un cancro al colon. In quello stesso lasso di tempo, Boseman è diventato uno dei volti più riconoscibili del MCU grazie alla sua interpretazione di T’Challa in ben quattro film dell’universo condiviso.

Ieri 29 novembre, Chadwick Boseman avrebbe compiuto 44 anni. Per l’occasione, la Disney ha voluto commemorare ancora una volta la memoria dell’attore attraverso uno speciale tributo: una nuova opening prima dell’inizio di Black Panther. Ad anticipare l’omaggio era già stato l’ex CEO della Disney, Bob Iger, via Twitter, nella giornata del 28 novembre: “A tutti i fan di Black Panther: guardate il film su Disney+ stanotte. Ci sarà un tributo speciale nei confronti di qualcuno che è stato e sarà sempre vicino ai nostri cuori”, aveva scritto.

La nuova opening consiste sostanzialmente in una nuova animazione del classico logo dei Marvel Studios, che è stata modificata includendo soltanto immagini di Chadwick Boseman nei panni di T’Challa. Potete ammirare il nuovo intro di seguito:

Tutto quello che sappiamo su Black Panther 2

Di recente è stato annunciato che le riprese di Black Panther 2 partiranno ufficialmente a luglio 2021 e si terranno ad Atlanta, in Georgia. La produzione del film durerà sei mesi. La data di uscita nelle sale americane resta confermata per il 6 maggio 2022. Per quanto riguarda il cast del film, Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.

È da tempo che si parla della possibilità che il personaggio di Suri interpretato da Wright possa avere un ruolo di maggior rilievo nel nuovo film: in passato, la stessa attrice aveva dichiarato che accetterebbe volentieri la sfida qualora la sorella di T’Challa dovesse mai assumere il ruolo di Pantera Nera. Nel frattempo, è stato anche confermato che l’attore Tenoch Huerta (Narcos: Messico) è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale nel sequel, che sarà scritto e diretto ancora una volta da Ryan Coogler.

Al momento non sappiamo ancora in che modo la storia di Black Panther 2 farà fronte alla tragica scomparsa di Chadwick Boseman; quel che è certo è che l’attore non sarà ricreato digitalmente. A confermarlo è stata, di recente, Victoria Alonso, Executive dei Marvel Studios. “No. C’è un solo Chadwick e non è con noi”, aveva dichiarato via The Wrap“Il nostro re, purtroppo, è morto nella vita reale, non solo nella finzione, e ci stiamo prendendo un po’ di tempo per vedere in che modo tornare alla storia e cosa faremo per onorare questo capitolo di ciò che ci è accaduto, inaspettato, doloroso, e terribile.”

 
 

Thor: Love and Thunder, rivedremo anche Heimdall?

L’ultimo post di Taika Waititi sul suo account Instagram sta alimentando le voci secondo cui il personaggio di Heimdall, interpretato da Idris Elba nel MCU, apparirà in Thor: Love and Thunder. Introdotto nel primo Thor di Kenneth Branagh del 2011, Elba ha ripreso il ruolo di Heimdall più volte fino alla morte del personaggio all’inizio di Avengers: Infinity War. Prima di allora, tuttavia, ha avuto la possibilità di lavorare con Waititi in Thor: Ragnarok

Nonostante, quindi, la morte del personaggio, forse la storia di Heimdall nel MCU potrebbe non essersi del tutto conclusa. L’ultimo post condiviso su Instagram da Taika Waititi potrebbe essere un’indicazione del fatto che il personaggio di Idris Elba farà un’apparizione nell’attesissimo Thor: Love and Thunder. Il regista, infatti, ha condiviso uno scatto che lo ritrae proprio insieme all’attore britannico: lo scorso fine settimana, infatti, i due hanno visitato la All Blacks, la squadra di rugby della Nuova Zelanda. Considerando che le riprese di Thor 4 sono ormai prossime a partire, alcuni hanno visto questa reunion tra i due come un segnale che Elba sarà presente cinecomic di Waititi.

Tuttavia, vale la pena notare che Taika Waititi e Idris Elba hanno lavorato anche al di fuori del MCU. Più di recente, i due hanno recitato nell’attesissimo The Suicide Squad di James Gunn, in cui Elba interpreterà Bloodsport, mentre il ruolo di Waititi non è stato ancora svelato; forse, hanno avuto la possibilità di consolidare ancora di più il loro rapporto proprio durante la lavorazione del cinecomic di Gunn…

Considerato che, di recente, Thor: Love and Thunder è stato descritto come una sorta di film in stile Avengers proprio a causa dell’alto numero di personaggi che la storia coinvolgerà, non è così assurdo ipotizzare un ritorno di Heimdall. È possibile che in qualche modo sia sopravvissuto alla distruzione della nave asgardiana in Infinity War; altrimenti, il suo eventuale cameo potrebbe avvenire attraverso un flashback. Non ci resta che attendere eventuali nuovi aggiornamenti.

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

 
 

Dave Prowse, morto l’interprete di Darth Vader

Dave Prowse

Dave Prowse, l’ex bodybuilder di Bristol noto per aver interpretato Darth Vader nella trilogia originale di Star Wars, è morto all’età di 85 anni. Prowse è stato scelto come Vader per il suo fisico imponente, anche se il ruolo è stato doppiato da James Earl Jones.

“Che la forza sia con lui, sempre!” ha detto il suo agente Thomas Bowington. “Anche se famoso per aver interpretato molti mostri – per me e per tutti coloro che conoscevano Dave e lavoravano con lui, era un eroe nelle nostre vite.” Il signor Bowington ha definito la morte dell’attore, dopo una breve malattia, “una perdita veramente e profondamente straziante per noi e per milioni di fan in tutto il mondo”.

La carriera di Prowse come attore è durata 50 anni, ma è stato il suo ruolo di Signore dei Sith in Star Wars a portarlo alla fama internazionale. Sfortunatamente, il suo accento del West Country non è stato ritenuto adatto per la parte di un minaccioso cattivo di Hollywood e le sue battute sono state doppiate.

Tuttavia, Prowse è stato una presenza definitiva in tutti e tre i primi film, grazie al suo imponente fisico, era alto 198 cm, affinato dalle abilità di sollevamento pesi che lo hanno visto rappresentare l’Inghilterra ai Giochi del Commonwealth nei primi anni ’60.

Durante questo periodo, avrebbe stretto amicizia con i concorrenti rivali di bodybuilding Arnold Schwarzenegger e Lou Ferrigno (in seguito meglio conosciuto come L’incredibile Hulk della TV), molto prima della loro fama sullo schermo.

Ma fu anche personal trainer di Christopher Reeves, preparandolo al ruolo di Superman, ed ha debuttato al cinema nel 1967, interpretando la Creatura di Frankenstein in una parodia di James Bond, una parte che gli è stato chiesto di interpretare di nuovo in due film dell’iconica serie Hammer, Horror of Frankenstein degli anni ’70 e Frankenstein and the Monster From Hell del 1974.

Ha anche partecipato regolarmente a serie cult come The Saint, Space 1999 e Doctor Who, in cui è stato scelto come minotauro nell’episodio del 1972 The Time Monster, al fianco di Jon Pertwee.

Avvistato dal regista George Lucas nel film Arancia Meccanica del 1971, in cui interpretava una guardia del corpo, Prowse è stato invitato a un’audizione per i ruoli di Darth Vader e Chewbacca in Star Wars: Episode IV – Una Nuova Speranza. In seguito ha detto a Tanya Beckett della BBC che scelse di interpretare Vader invece che Chewbacca, perché i cattivi restano più impressi nella memoria.

Con il successo di Star Wars, Prowse è diventato un personaggio fisso nel circuito dei fan e ha partecipato a convention in tutto il mondo per quasi 40 anni, ma si dice che in seguito abbia litigato con il regista Lucas ed è stato bandito dagli eventi ufficiali nel 2010.

COLLECT PICTURE – David Prowse as The Green cross Code Man

Nonostante il continuo successo per Star Wars, l’attore ha sempre sostenuto che il Green Cross Code Man, che ha interpretato per la prima volta nel 1975, è stato il “miglior lavoro che abbia mai avuto”. Vestito con un caratteristico costume da supereroe verde e bianco, è diventato il volto della sicurezza stradale britannica per oltre un decennio, noto per il suo slogan “Fermati, guarda e ascolta”.

Cresciuto a Bristol, ha trascorso i suoi ultimi anni vivendo a Croydon come “amorevole marito, padre e nonno”. La sua autobiografia Straight from the Force’s Mouth è stata pubblicata nel 2011.

Fonte

 
 

38 Torino Film Festival: tutti i vincitori

Il Torino Film Festival cambia passo

Si chiude oggi, sabato 28 novembre, il 38 Torino Film Festival, la prima edizione diretta da Stefano Francia di Celle e completamente online. I film vincitori saranno annunciati nel corso della premiazione che avrà luogo, in diretta dalla Mole Antonelliana, a partire dalle ore 18:00 sul canale YouTube e sull’account Facebook del Torino Film Festival.

9 giorni di programmazione, 133 film – di cui 64 lungometraggi, 15 mediometraggi, 54 cortometraggi, 29 lungometraggi opere prime, 52 anteprime mondiali, 16 anteprime internazionali, 4 anteprime europee, 40 anteprime italiane su un totale di oltre 4.000 opere visionate – e un fitto calendario di eventi collaterali, conferenze stampa, presentazione di libri, incontri con gli autori e masterclass.

“Siamo riusciti nell’impresa per nulla scontata di dare una soluzione di continuità al festival, nonostante la situazione di estrema difficoltà nella quale ci troviamo, preservandone l’identità – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. I miei complimenti vanno a Stefano Francia, per il risultato particolarmente significativo ed eclatante che abbiamo raggiunto. I consensi raccolti ci confermano che abbiamo fatto la scelta giusta, non solo proponendo i film su piattaforma ma creando un vero e proprio
programma con eventi, incontri, masterclass. Un patrimonio che resta online, i cui contenuti diventano un arricchimento del bagaglio complessivo del festival. L’appuntamento è per l’edizione del 2021 che faremo sia online che in presenza”.

“Questa edizione del Torino Film Festival è stata straordinaria e innovativa, come d’altronde è il cinema – afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Per la prima volta abbiamo gestito un evento completamente online, trovando nuove vie di comunicazione e di fruizione per quello che è uno degli appuntamenti culturali più importanti della città. Il cinema nasce in sala, è lì che si compie la magia, e nulla la potrà sostituire, ma in questa particolare avventura il pubblico ci ha dato ragione. Si aprono così prospettive nuove, non soltanto per i festival che il museo gestisce ma anche per tutti i
numerosi eventi culturali che propone”.

“Ho sempre amato il cinema per la possibilità di viaggiare nel mondo e conoscere persone diverse da me, e per la capacità di condensare, nell’arco di un cortometraggio o un lungometraggio, le emozioni, i colori, i suoni, i volti, i sorrisi di tutto il mondo – racconta Stefano Francia di Celle, direttore del Torino Film Festival. In questa edizione online tutto ciò è avvenuto in maniera ancora più forte, perché i 133 produttori e registi si sono prestati magnificamente al gioco serio di promuovere bellissimi film attraverso una proposta innovativa. Il cinema ha sempre avuto per me un ruolo fondamentale: i film e l’opera dei grandi registi – ma anche dei giovani autori – che ho visto proprio al Torino Film Festival mi hanno formato sia dal punto vista professionale che umano. Ringrazio con tutto il cuore la meravigliosa squadra del TFF, per aver saputo gestire il passaggio da festival ibrido a solo online e per aver fatto propri i temi sociali e di inclusione, solida base dalla quale è nato tutto il 38° Torino Film Festival”.

I film vincitori dei premi ufficiali del 38 TFF saranno proposti in replica su MYmovies a partire dalle ore 19:00 di sabato 28 novembre fino alle ore 24:00 di domenica 29. Biglietti 3,50 euro; gli abbonati potranno accedere alla sala virtuale, compatibilmente con i posti disponibili, senza maggiorazioni di costo.

Ma il Torino Film Festival non si ferma qui, e propone una maratona di Capodanno, sempre su MYmovies, dalle 12 del 31 dicembre e per 24 ore. Per info www.torinofilmfest.org.

TORINO 38 | Concorso Internazionale Lungometraggi
Giuria composta da Waad Al-Kateab (Siria), Jun Ichikawa (Giappone), Paola Randi (Italia), Martina Scarpelli (Italia), Homayra Sellier (Iran).

Miglior Film (€18.000) BOTOX di Kaveh Mazaheri (Iran-Canada, 2020)

Premio Speciale della Giuria SIN SEÑAS PARTICULARES di Fernanda Valadez (Messico-Spagna, 2020)

Miglior Attrice MERCEDES HERNANDEZ (Sin señas particulares, Messico-Spagna, 2020)

Miglior Attore CONRAD MERICOFFER (Camp de Maci, Romania, 2020)

Miglior Sceneggiatura BOTOX di Kaveh Mazaheri e Sepinood Najian (Iran-Canada, 2020)

Menzione speciale EYIMOFE THIS IS MY DESIRE di Arie & Chuko Esiri (Nigeria, 2020)

TORINO 38 CORTI | Concorso Internazionale Cortometraggi

Giuria composta da Waad Al-Kateab (Siria), Jun Ichikawa (Giappone), Paola Randi (Italia), Martina Scarpelli (Italia), Homayra Sellier (Iran).

Miglior Film (€ 2.000)
A BETTER YOU di Eamonn Murphy (Irlanda, 2019)

Premio Speciale della Giuria
JUST A GUY di Shoko Hara (Germania, 2020)

Menzione speciale
THE LAST MERMAID di Fi Kelly (Scozia/Regno Unito, 2019)
L’ESCALE di Pieter De Cnudde (Belgio, 2020)

TFFdoc – INTERNAZIONALE.DOC |Concorso Internazionale Documentari

Giuria composta da Stefano Cravero (Italia), Gaia Furrer (Italia), Paola Piacenza (Italia).
Miglior film per Internazionale.doc (€ 6.000)
THE LAST HILLBILLY di Diane Sara Bouzgarrou e Thomas Jenkoe (Francia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per lo struggente racconto di un mondo in dissoluzione abitato da uomini e donne dimenticati costretti a fare i conti con l’illusione di un falso progresso. Per il rispetto e l’affetto dimostrato nei confronti dei personaggi, svelati poeticamente e senza retorica.”

Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc
OUVERTURES di The Living and the Dead Ensemble (Francia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Con questo film che dimostra il valore del lavoro collettivo, la Storia e il presente dialogano in un processo creativo colto nel suo farsi, in cui la ricerca procede liberamente e per divagazioni. Un viaggio profondo e affascinante nel concetto di rivoluzione e nell’identità di un Paese.”

TFFdoc – ITALIANA.DOC | Concorso Documentari Italiani
Giuria composta da Stefano Cravero (Italia), Gaia Furrer (Italia), Paola Piacenza (Italia).
Miglior film per Italiana.doc (€ 6.000)
PINO di Walter Fasano (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per la capacità di tradurre un lavoro su commissione in un’esplorazione creativa libera e personale. Coniugando il ritorno al luogo d’origine con il paradosso, l’anticonformismo, il gesto vulcanico di Pascali, il film trasporta lo spettatore in una dimensione in cui materiali d’archivio, parole e suoni sono presenze vive che aprono un dialogo tra artista e cineasta.”

Premio Speciale della giuria per Italiana.doc
AL LARGO di Anna Marziano (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Attraverso il flusso immersivo delle immagini e delle parole la regista ci avvicina alla realtà del dolore e alle sue conseguenze sullo spirito dell’uomo: la solidarietà, la cura, il senso della sofferenza. In una conversazione a più voci in cui saggio, esperienza sensoriale e poesia si intrecciano.”

ITALIANA.CORTI | Concorso Cortometraggi Italiani
Giuria composta da Martina Angelotti (Italia), Francesco Dongiovanni (Italia), Elisa Talentino (Italia).
Miglior film per Italiana.corti (€ 2.000)
OLD CHILD di Elettra Bisogno (Belgio, 2020)
MOTIVAZIONE: “L’abbandono della propria terra, evocato da un viaggio filmico vitale, fatto di suoni e memorie, privo di stereotipi linguistici e narrativi”.

Premio Speciale della giuria per Italiana.corti
MALUMORE di Loris Giuseppe Nese (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per la capacità con cui affronta il disagio della precarietà quotidiana, adottando un linguaggio estetico, essenziale e al contempo visionario”.

PREMIO FIPRESCI – Premio della Federazione Internazionale della Stampa
Giuria composta da Hala El Mawy (Egitto), Ariel Schweitzer (Israele), Silvana Silvestri (Italia).
Miglior Film Torino 38
MOVING ON di Dan-bi Yoon (Corea del Sud, 2019)
MOTIVAZIONE: “Per la sua visione sottile della famiglia, della crudeltà ma anche della tenerezza e dell’umanità che caratterizzano i rapporti familiari, per l’eleganza e la maturità del suo stile, la giuria Fipresci ha deciso di assegnare il suo premio al film sudcoreano Moving on del regista Dan-bi Yoon”.

I PREMI COLLATERALI
PREMIO RAI CINEMA CHANNEL | Miglior film scelto nelle sezioni Torino 38 Corti e Italiana.corti
€ 3.000 e acquisizione diritti web e free tv per l’Italia
A BETTER YOU di Eamonn Murphy (Irlanda, 2020)
MOTIVAZIONE: “Opera cinematografica di assoluta originalità, che scava con ironia nell’insicurezza e nella timidezza dell’animo umano in relazione con gli altri. A tratti distopico e anacronistico, fa riflettere sull’eccessivo utilizzo dei social network, sempre guidato da un’eccellente mano registica e da una magistrale interpretazione”.

PREMIO ACHILLE VALDATA| Miglior film scelto nelle sezioni Torino 38
Giuria dei lettori di TorinoSette – La Stampa
EYIMOFE THIS IS MY DESIRE di Arie & Chuko Esiri (Nigeria, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per aver interpretato il tema dell’emigrazione con un taglio alternativo, dal punto di vista del migrante prima che lo diventi. In una sorta di neorealismo gli autori rappresentano con dignità la difficile vita quotidiana di Lagos senza cadere nel melodramma e nella compassione”.