Il finale di Avengers:
Endgame ha lasciato molte domande senza risposta in
merito al personaggio di Steve Rogers. Ad oggi non sappiamo se la
vita di Steve con Peggy faccia parte della timeline principale
oppure no, nonostante Anthony e Joe Russo abbiano
più volte specificato che dal loro punto di vista la vita di Steve
con Peggy faccia parte di un’altra linea temporale.
Presumibilmente, Steve avrebbe usato
le particelle Pym rimanenti per tornare alla linea temporale con
Peggy dopo aver dato lo scudo a Sam, motivo per cui non lo abbiamo
visto in The Falcon and the Winter Soldier. Tuttavia,
Steve potrebbe anche nascondersi nella linea temporale principale o
essere morto dall’ultima volta che l’abbiamo visto. Nel primo
episodio della serie Disney+, il personaggio di Joaquin
Torres menziona diverse teorie in merito alla posizione di Steve,
inclusa una secondo cui risiederebbe su una base lunare
segreta.
In molti hanno cominciato a credere
che quel particolare riferimento a Steve potesse essere un indizio
del fatto che il personaggio sarebbe apparso nella serie in qualche
modo, ma sappiamo che alla fine le cose non sono andate così. Al
contrario, in una recente intervista con
Inverse, Malcolm Spellman, lo showrunner della
serie con Anthony Mackie e
Sebastian Stan, ha rivelato di non sapere
assolutamente cosa sia successo a Steve. A quanto pare, Kevin Feige
e i Marvel Studios non gli hanno detto nulla sul
passato, sul presente e – soprattutto – sul futuro di Steve
nell’Universo Cinematografico Marvel.
“La verità è che la Marvel non mi ha detto cosa è
successo a Steve. E ne ha intenzione di farlo”, ha rivelato
Spellman. “In un certo senso, abbiamo avuto la possibilità di
scrivere quello che volevamo perché non sapevamo cosa gli fosse
capitato. Nonostante quel riferimento nella serie, anche noi ci
chiediamo se possa essere davvero sulla luna… è semplicemente
un’ipotesi valida come qualsiasi altra. E questo perché non so
assolutamente cosa gli sia capitato. Non me lo hanno
detto.”
Alla fine, la scelta di non far
apparire Steve Rogers in The Falcon and the Winter Soldier è stata,
probabilmente la decisione migliore. È vero, la serie è incentrata
sull’eredità di Captain America, ma al tempo stesso imposta anche
il futuro del personaggio. Inevitabilmente, la presenza di Steve
avrebbe minato l’arco narrativo di Sam, la cui trasformazione nel
nuovo Cap è il vero cuore pulsante dello show.
Arriverà il prossimo 28 maggio e
tutti non vediamo l’ora di vederlo al cinema. Stiamo parlando di
Crudelia, il prossimo live action Disney che vedrà
protagonista il premio Oscar Emma Stone nei panni della cattiva
spigolosa che adora le pellicce animali.
A vestire questo personaggio
insolito ma molto amato è stata Jenny Beavan, la
geniale costumista due volte premio Oscar, la quale ha dichiarato
che, per quanto abbia avuto delle difficoltà a lavorare per
Crudelia, ha fatto un lavoro molto più complicato
e difficile per Mad Max: Fury Road, film di
George Miller del 2015.
“Non credo che questa sia stata
la mia sfida più grande. Direi che quella è stata Mad Max, perché
era completamente fuori dalla mia confort zone, ma ha anche aperto
per me una carriera praticamente completamente nuova perché avendo
fatto una quantità enorme di adorabili drammi d’epoca ambientati
nell’età vittoriana, penso che le persone fossero leggermente
sorprese che potessi affrontare un mondo post-apocalittico in un
modo piuttosto disgustoso. È stato fantastico. Ma quella era
probabilmente la sfida più grande. Perché come ho detto, non avrei
potuto essere più fuori dalla mia comfort zone. A differenza di
Crudelia, perché ricorda gli anni ’70 e la storia è molto chiara.
Ci sono molte cose a cui aggrapparsi, molti spunti in Crudelia. Il
nostro problema era il tempo… Avevo una squadra fantastica, davvero
una squadra fantastica. E in qualche modo l’abbiamo fatto. Quindi,
che sia benedetta la mia squadra.”
Ambientato durante la rivoluzione
punk rock nella Londra degli anni Settanta, Crudelia
segue le vicende di una giovane truffatrice di nome Estella
(Emma
Stone), una ragazza intelligente e creativa
determinata a farsi un nome con le sue creazioni. Fa amicizia con
una coppia di giovani ladri che apprezzano la sua inclinazione alla
cattiveria e insieme riescono a costruirsi una vita per le strade
di Londra.
Un giorno, il talento di Estella per
la moda cattura l’attenzione della Baronessa von Hellman, una
leggenda della moda incredibilmente chic e terribilmente raffinata
(Emma
Thompson). Ma la loro relazione mette in moto una
serie di eventi e rivelazioni che portano Estella ad abbracciare il
suo lato malvagio e a diventare la prorompente, alla moda e
vendicativa Cruella.
Sono cominciate le riprese del tanto
rimandato The
Flash e le prime foto che arrivano dal set del film
Warner Bros riguardano la Wayne Manor. Si tratta della Burghley
House nel Lincolnshire, in Inghilterra, insieme ai camion e
all’impresa di costruzioni della Warner Bros che stanno allestendo
il set.
Ezra Miller, che
torna a essere Barry Allen /Flash, Michael Keaton,
che farà il suo grande ritorno nei panni di Bruce Wayne / Batman,
non sono ancora stati fotografati sul set, ma scommettiamo che i
paparazzi riusciranno a immortalarli nei prossimi giorni.
E temos as primeiras imagens do set de
#TheFlash em Lincolnshire
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish
West dopo essere apparsa in
Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Non ci sarà
invece Billy Crudup, che aveva interpretato
Henry Allen (il padre di Barry) in Justice
League: l’attore verrà sostituito nella parte da
Ron Livingston. Il film dovrebbe essere ispirato
alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns
e disegnata da Andy Kubert.
Lupita Nyong’O,
attrice premio Oscar e componente del cast di Black
Panther della Marvel, ha parlato del suo prossimo
ritorno al franchise nel ruolo di Nakia, commentando anche,
naturalmente, il fatto che per questo secondo capitolo
Chadwick Boseman non sarà più il re T’Challa.
In merito all’inizio delle riprese,
Nyong’O ha dichiarato: “Le persona continuano a chiedermi se
sono eccitata di tornare sul set, ma non direi che è la parola
adatta. Mi sento molto meditativa in merito a Black Panther 2. La sua morte
è ancora una ferita aperta per me e non posso nemmeno immaginare
cosa sarà andare sul quel set senza di lui.”
“Ma allo stesso tempo abbiamo un
grande leader in Ryan – ha aggiunto l’attrice in riferimento
al regista del film, Ryan Coogler– che come
tutti noi sente la mancanza di Chadwick in maniera molto profonda.
E la sua idea, il modo in cui ha ri-creato la storia del secondo
film è assolutamente rispettosa della sua perdita e dell’esperienza
che come cast e come mondo abbiamo vissuto. Quindi sento che fare
questo film è spiritualmente ed emotivamente corretto. E spero che
quello che faremo sarà ritornare insieme e onorare quello che ha
cominciato con noi e continuare a far splendere la sua luce. Perché
ci ha lasciato tanta luce dentro la quale ancora siamo immersi, lo
so con sicurezza.”
Kevin Feige, ha
confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto
Chadwick Boseman nel primo film, non
verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in
CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di
Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei
fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il villain
principale del sequel.
Presentato in concorso al Festival
di Cannes del 2018, il film In guerra
(traduzione letterale del francese En guerre) è il nuovo
film diretto da Stéphane Brizé con il suo attore
feticcio Vincent Lindon. I due avevano infatti già
lavorato insieme per Mademoiselle Chambon, Quelques heures de
printemps e La legge del mercato, per il quale
l’attore ha vinto il premio come miglior interpretazione maschile
proprio in quel di Cannes. Con questo loro nuovo progetto i due
tornano a raccontare gli ultimi, in questo caso i lavoratori delle
fabbriche lasciati in disparte nel bel mezzo di un mondo afflitto
da una nuova crisi economica.
L’idea per il film prende spunto
dall’immagine di due dirigenti di Air France, aggrediti dagli
impiegati fino a strappargli la camicia. Tale gesto e tale
disperazione raccontano infatti meglio di ogni altra cosa la paura
di chi ha lavorato con dedizione e si vede ora negare il futuro. Il
regista è andato alla ricerca dell’immagine mancante, di ciò che la
televisione non mostrava e che invece aveva portato a quella
disperazione. Scritta dallo stesso Brizé insieme ad Olivier
Gorce, la sceneggiatura del film è stata curata sin nel
dettaglio, ricercando un realismo privo di ogni possibile
retorica.
Si tratta dunque di un’opera assai
simile a Due giorni, una notte,
intrepretato da Marion
Cotillard, o gli ultimi film di Ken Loach
come Io, Daniel Blake e Sorry We Missed
You. Crudo e realistico, In guerra è la
ricerca quanto più oggettiva possibile di dinamiche e situazioni
poco trattate al cinema. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
In guerra: la trama del film
In guerra è la storia di
rivendicazioni sociali e lotte operaie ambientata in Francia. Nella
fabbrica Perrin, specializzata in apparecchiature automobilistiche,
parte dell’azienda tedesca Schafer, lavorano 1100 operai. In crisi
come molti comparti industriali, l’azienda fa firmare un accordo ai
dirigenti e ai suoi lavoratori chiedendo uno sforzo salariale, una
riduzione del loro stipendio in cambio della certezza del lavoro
per i successivi 5 anni. Nonostante tale promessa, nel giro di due
anni l’azienda decide ugualmente di chiudere e cessare le proprie
attività, rendendo di fatto disoccupati oltre mille lavoratori e
con loro le rispettive famiglie. Gli operai, però, non sono
intenzionati a cedere e guidati dal portavoce sindacale
EricaLaurent faranno di tutto
per difendere i loro diritti.
In guerra: il cast del film
Come anticipato, nel ruolo del
protagonista vi è l’attore Vincent Lindon, tra i
più apprezzati del cinema francese. Questi veste i panni del
combattivo operaio Eric Laurent, che guiderà i propri colleghi in
una vera e propria guerra per ottenere il rispetto dei loro
diritti. L’attore, molto riservato, ha raccontato di non sapere con
precisione quale sia il suo metodo, ma di essersi avvicinato al
ruolo con molta umiltà. In generale, egli ha però cercato di
avvicinarsi quanto più possibile alla realtà della persona da
interpretare, mettendosi nei suoi panni per alcuni mesi, usando
gesti e movimenti visti utilizzare alla gente incontrata per
strada. Egli ha inoltre dichiarato di aver avuto grande possibilità
di sperimentare sul set.
Il regista ha infatti consentito a
tutti di esternare emozioni sincere, senza dire a nessuno cosa il
rispettivo personaggio dovesse provare. Ciò ha dato a Lindon e a
tutti gli altri grande possibilità di sperimentare. Ancora una
volta, inoltre, Brizé si è rivolto, fatta eccezione per Lindon, ad
un cast di non professionisti. Egli ha infatti provinato oltre 600
persone per cercare le più idonee e spontanee. Utilizzando attori
non professionisti, egli ha avuto modo di ottenere grande sincerità
nelle interpretazioni, che risultano così estremamente vicine,
quasi con stile documentaristico, a ciò che i veri operai sono.
In guerra: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. In guerra è infatti
disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play e
Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente, in prima
visione TV, nel palinsesto televisivo di venerdì
30 aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
La cosa straordinaria della
narrativa del MCU è che si tratta di una grande
catena di eventi. L’attesissima serie Loki,
che debutterà a giugno su Disney+, vedrà il Dio dell’Inganno al
centro di una nuova avventura a spasso nel tempo, in cui rivisiterà
regni come Asgard, la Terra e anche alcuni eventi accaduti nella
medesima linea temporale. In attesa del suo debutto,
Screen Rant ha raccolto 10 grandi eventi che hanno portato alla
serie con Tom Hiddleston:
Odino scopre l’abbandono di
Loki
Nessuna delle attività di Loki nel MCU sarebbe stata possibile se non
fosse stato scoperto da Odino su Jotunheim. Nonostante fosse figlio
di Laufey, Loki venne abbandonato e lasciato morire perché
considerato piccolo e debole per il re dei Giganti di
Ghiaccio.
Ciò diede a Odino l’idea di prendere Loki e farlo
crescere come suo figlio, per eleggerlo a re di Jotunheim una volta
raggiunta la maggiore età. È stata la combinazione dell’abbandono
di Laufey e dei piani di Odino per Loki che alla fine hanno
plasmato i suoi giorni come principe di Asgard.
Thor viene insultato dai Giganti di Ghiaccio
È interessante notare che i Vendicatori non si sarebbero mai
formati se Thor non fosse stato ribattezzato “principessa” da uno
dei Giganti di Ghiaccio su Jotunheim. Ciò lo ha spinto ad attaccare
i Giganti del Ghiaccio, portando alla guerra tra Jotunheim e
Asgard.
Lo
stesso Loki non avrebbe scoperto la sua vera natura di Gigante di
Ghiaccio se non fosse stato per il suo coinvolgimento durante la
schermaglia su Jotunheim, dato che lo ha scoperto dopo essere
riuscito a sfuggire proprio all’attacco di uno dei Giganti. Ciò lo
ha portato alla fine ad attaccare la Terra in The Avengers e ad impostare la formazione del team del
titolo.
L’esilio di Thor da parte di Odino
Loki non aveva pianificato
di far bandire Thor da Asgard quando lasciò entrare i Giganti di
Ghiaccio, poiché la sua intenzione era semplicemente quella di
presentare Thor come un debole successore di Odino. Il “Padre del
Tutto” alla fine bandì il suo primogenito sulla Terra, ponendo Loki
come suo successore.
Questo ha fatto sì che Loki restasse
deluso dall’idea di poter diventare re, poiché ha confessato di non
aver mai realmente voluto il trono fino a quando non l’ha realmente
ottenuto. Ma una volta fatto, Loki ha cercato di bandire
definitivamente Thor sulla Terra.
Loki costringe Odino al “Sonno di Odino”
Col senno di poi, è più che
probabile che Loki avrebbe potuto superare il suo disprezzo per
Odino se quest’ultimo non fosse caduto nel “Sonno di Odino”. A
causa di ciò, Loki non fu in grado di ascoltare appieno la versione
della storia del “Padre del Tutto” in merito alla sua adozione e
finì per giungere alle sue conclusioni, e cioè che Odino non lo
amasse davvero.
Questo evento
indusse Loki a pensare che aveva bisogno di dimostrare di essere un
figlio degno, in seguito al quale ideò il piano per ingannare
Laufey ad Asgard: con la morte del suo nemico giurato, Loki sperava
di riuscire ad impressionare il suo padre putativo.
Il rifiuto di Loki da parte di Odino
Loki è andato fuori
controllo durante il suo piano per dimostrare a Odino che aveva
deciso di commettere un genocidio contro Jotunheim. Questo lo mise
in conflitto con Thor, con il risultato che entrambi i fratelli si
trovavano precariamente ai margini del ponte Bifrost.
Odino è stato rianimato dall’evento
ed è riuscito a entrare in contatto con il duo, ma ha anche
respinto le affermazioni di Loki secondo cui lo aveva fatto dopo
una sua approvazione. Di fronte alla realtà che suo padre non
riconosceva ciò che aveva fatto per lui, Loki decise di lasciarsi
cadere nello spazio, dove finì per incontrare Thanos.
La distruzione del Bifrost
La battaglia di New York
non si sarebbe mai intensificata così tanto se gli Asgardiani
fossero stati coinvolti. Tuttavia, questo non è stato possibile a
causa della distruzione del Ponte Bifrost in Thor,
il che significa che la civiltà più avanzata dei Nove Regni è stata
tagliata fuori dall’accesso alla Terra.
La sua distruzione è dipesa dall’uso
da parte di Loki del ponte Bifrost come un modo per cancellare
Jotunheim. Per evitare che ciò accadesse, Thor scelse di demolire
il ponte stesso, sventando così il piano di Loki e bloccando gli
Asgardiani nel loro regno.
Il rapimento del Tesseract
Lo stato del Tesseract è
una delle domande più longeve a cui la serie Lokidovrebbe
rispondere, dal momento che è proprio il Tesseract la causa della
scomparsa del Loki originale. Avrebbe dovuto essere distrutto su
Asgard in Thor:
Ragnarok, ma Loki non riuscì a trattenersi dal prenderlo
prima dell’evacuazione.
Alla fine, Loki sigillò il proprio
destino attraverso questa mossa, quando Thanos divenne consapevole
della posizione del Tesseract e lo rintracciò fino agli Asgardiani
nello spazio. Fu estraendo la Gemma dello Spazio dal Tesseract che
Thanos alla fine completò lo Snap e diede il via al piano degli
Avengers di tornare indietro nel tempo.
Tutti i tradimenti di Loki
Sebbene i dettagli completi
siano ancora scarsi, ciò che si sa finora della serie Loki è che la
Time Variance Authority ha posto il personaggio del titolo sotto la
custodia di Mobius M. Mobius a causa dei suoi numerosi tradimenti
nel corso degli anni. Tutti i peccati di Loki sono tornati a
perseguitarlo da quando la TVA lo considera indispensabile.
Se non fosse stato per l’abitudine
di Loki a pugnalare le persone alle spalle, non sarebbe stato solo
e senza amici, il che alla fine ha contribuito alle sue
insicurezze. Per non parlare del fatto che la redenzione dai suoi
modi traditori è il tema principale della serie…
La morte di Loki per mano di Thanos
Nonostante quello che è successo tra i due, Thor e Loki si
consideravano fratelli, e Loki morì nel suo tentativo di proteggere
proprio Thor. In Avengers: Infinity War, Loki ha
compiuto un ultimo disperato tentativo per uccidere Thanos
pugnalandolo con una lama nascosta, soltanto per ritrovarsi ad
essere lui la vittima.
Thor
venne consumato dalla vendetta per la morte di suo fratello e
scelse di non uccidere subito Thanos a Wakanda, optando per
perforargli il petto e dirgli in faccia che lo avrebbe fatto
soffrire per aver ucciso Loki. Ciò ha permesso a Thanos di
completare lo Snap, che ha messo poi in moto il piano dei
Vendicatori, portando infine alla fuga del Loki alternativo dopo la
battaglia di New York. In sostanza, la morte del Loki originale ha
assicurato la sopravvivenza di quello alternativo.
Hulk
che prende le scale
Nel MCU, l’unico modo in cui la serie
Disney+ è stata possibile è perché a
Hulk è stato negato di prendere l’ascensore in Avengers: Endgame. Dopo la battaglia
di New York, Hulk fu costretto a prendere le scale, irrompendo così
nella sala dove poi il Tesseract, fuoriuscendo dalla valigetta,
arrivò direttamente nelle mani del Dio dell’Inganno.
Loki ha colto questa come la sua
opportunità di fuga, alterando così la linea temporale, dal momento
che avrebbe dovuto essere portato ad Asgard. È questa frattura
della sequenza temporale che ha portato Loki sul radar della Time
Variance Authority e questa variante di Loki è il fulcro dello
spettacolo Disney+.
Ora, in una recente intervista con
CinemaBlend, Kari Skogland, regista della
serie con Anthony Mackie e Sebastian Stan, si è detta aperta alla
possibilità di dirigere il quarto capitolo del franchise dedicato
all’eroe a stelle e strisce. “Penso che se la Marvel mi chiamasse per dirigere
l’elenco telefonico… lo farei”, ha ironizzato Skogland. “I
personaggi di quell’universo sono tutti estramemente ricchi. Sono
diventata molto amica di Anthony e Sebastian e mi è piaciuto molto
lavorare con loro. E ovviamente anche con Emily e Daniel. Ho
lavorato con tutti questi attori per un paio di anni, quindi hanno
tutti un posto speciale nel mio cuore. Come ho detto, se Kevin
Feige dovesse alzare il telefono, risponderei
sicuramente.”
Il sesto e ultimo episodio
di The
Falcon and the Winter Soldier ha visto Sam indossare
finalmente il suo costume da Captain America, equipaggiato con ali
di Vibranio per gentile concessione di Wakanda. Anche se è chiaro
che Anthony Mackie sarà il protagonista del film
nei panni, appunto, del nuovo Cap,
l’attore ha rivelato di non aver ancora sentito nulla da parte
dei Marvel Studios in merito al
progetto.
Kari Skogland
sarebbe una scelta ovvia per la regia del quarto Captain America. Insieme a Spellman, la
regista ha aiutato Sam Wilson ad evolversi da Falcon a Cap,
catturando abilmente sia i combattimenti frenetici che i momenti
più emozionanti della serie.
In una recente intervista con
Variety all’indomani del trionfo di
Nomadland agli Oscar 2021, la regista Chloé
Zhao ha parlato di differenti ispirazioni stilistiche per
Gli Eterni, facendo
riferimento in maniera particolare ai manga e al genere
fantasy.
Zhao ha anche elogiato il materiale
originale di Jack Kirby, affermando che è stato
fondamentale per il film. Nello specifico, la regista ha
detto: “Jack Kirby e la sua immaginazione, il suo incredibile
lavoro, sono le vere fondamenta del film. In cima, poi, c’è
quest’incredibile universo che i Marvel Studios stanno costruendo,
quest’incredibile viaggio che prosegue ormai da anni. E poi ci sono
io, che sono una fan del MCU. Sono cresciuta con i film di fantascienza, con il genere
fantasy e con i manga. L’obiettivo era riuscire a mescolare tutti
questi ingredienti e dare vita a qualcosa che avesse un sapore
leggermente diverso. È stato davvero eccitante, perché tutti lo
volevamo. Vedremo come reagirà il pubblico.”
Come sappiamo ormai da tempo,
Gli
Eterni introdurrà sul grande schermo un gruppo di
personaggi fortemente eterogeneo. Sempre nel corso della medesima
intervista, Chloé Zhao ha spiegato che la Marvel ha sempre appoggiato il suo
approccio così diversificato alla storia. “È stata
un’esperienza davvero incredibile lavorare con il team della
Marvel. Ci tengo a precisare che
hanno sempre sostenuto la mia visione del film e quello che volevo
fare”, ha spiegato la regista. “Voglio che la gente lo
sappia. Voglio che sappiano che ho ricevuto tutto il supporto
possibile da questo team incredibile formato da alcuni degli
artisti più talentuosi al mondo. È stato un lavoro di squadra che,
tuttavia, mi hanno permesso di guidare.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri
superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e
i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come
Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore
tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi,
eroina che ama muoversi tra gli umani.
Nel 2019 arrivò la notizia che
Noah Centineo, noto per la trilogia di To
All the
Boys (disponibile su Netflix), avrebbe interpretato He-Man nell’annunciato
reboot di Masters of the Universe. Da
allora non ci sono più stati aggiornamenti in merito al progetto,
ma oggi, grazie a
Collider, apprendiamo che il giovane attore non sarà più il
protagonista del film.
A confermare la cosa alla fonte è
stato un rappresentate dell’attore, il quale si è semplicemente
limitato a dire: “Noah non è più collegato a quel
progetto”. Al momento, quindi, non sappiamo perché Centineo
non è più coinvolto nel film. Ricordiamo che di recente Centineo è
stato confermato nel cast di Black
Adam, il cinecomic DC con protagonista
Dwayne Johnson, nei panni di Atom Smasher.
È probabile che l’attore abbia
abbandonato Masters of the Universe per un conflitto con
le riprese di Black
Adam, ma ovviamente questa è una mera speculazione.
Tuttavia, nonostante i fan siano eccitati in merito al reboot, pare
che il film non sia una priorità alla Sony Pictures, con la
pandemia di Coronavirus che – ovviamente – non ha fatto progredire
i lavori.
Ad oggi sappiamo che il reboot di
Masters of the Universe sarà scritto e diretto da
Aaron e Adam Nee (Band of
Robbers). Nel corso degli anni, la sceneggiatura del film è
passata nelle mani di tantissimi autori, tra cui David S. Goyer,
Christopher Yost e Matt Holloway e Art Marcum.
In attesa di nuovi aggiornmenti,
ricordiamo che il personaggio di He-Man ha
ispirato le serie televisive He-Man- I dominatori
dell’universo, She-Ra: La principessa del potere e
He-Man (Le nuove avventure), insieme anche ad un primo
live action uscito nel 1987 con Dolph
Ludgren e Frank Langella.
Molti fan si aspettavano che il
finale di The Falcon and the Winter Soldier anticipasse
in qualche modo l’arrivo dei Thunderbolts.
Sfortunatamente, il Barone Zemo è stato condotto al Raft dalle Dora
Milaje e nessuna squadra di eroi si è presentata per
reclutarlo.
In una recente intervista con
Entertainment Weekly, Nate Moore, produttore
esecutivo della serie, ha spiegato che in realtà i Marvel Studios non hanno mai preso in
considerazione l’ipotesi di far debuttare il gruppo di supereroi
nello show Disney+. “È un’idea che non abbiamo
mai preso in considerazione non perché pensiamo che non siano dei
personaggi fighi, perché lo sono”, ha spiegato Moore. “Il
fatto è che c’era già troppo cose in ballo in questa serie. Non
volevamo introdurre nuovi personaggi o reintrodurre vecchi
personaggi già visti in passato e offuscare in qualche modo la
storia principale.”
“Se introduci un personaggio,
alla fine devi farlo aderire alla storia. Trovargli una
collocazione”, ha aggiunto. “E poi, se avessimo aggiunto i
Thunderbolts,
probabilmente non avremmo avuto il tempo di tornare a casa con Sam
e Bucky in Louisiana, o magari raccontare altre cose. È per questo
che ci siamo interessati alla serie, il fatto che fosse molto
focalizzata sui protagonisti.”
Tuttavia, solo perché i Thunderbolts
non sono apparsi in The Falcon and the Winter Soldier, non
significa che i Marvel Studios non abbiano dei
piani per i personaggi. Malcolm Spellman, lo
showrunner della serie (che di recente è stato confermato alla
sceneggiatura di Captain America 4, ha dichiarato in merito:
“Onestamente, non ne so molto. So che se ne sta parlando. Ma
non so se la colpa sia solo dei fan o se ci sia qualcosa di
vero…”
Al di là di tutto, esattamente come
accaduto con Mefisto per
WandaVision, tutte queste chiacchiere e teorie
sottolineano ancora di più che ci sono alcuni personaggi che i fan
non vedono l’ora di vedere nel MCU. Resta da capire dove
potrebbero debuttare i Thunderbolts… e se fosse in Black Widow?
In streaming in esclusiva su
Disney+ a partire da oggi, venerdì 30
aprile, il secondo episodio di questa innovativa serie di speciali
in stile documentario segue
Anthony Mackie e Sebastian Stan, insieme ai membri del cast e
della troupe, mentre invitano gli spettatori dietro le quinte della
serie di grandissimo successo The Falcon and The Winter Soldier. Gli
spettatori impareranno come le origini di questi due personaggi
risalgano fino a Captain America: The Winter
Soldier e di come il loro percorso si sia evoluto nei film
successivi.
Le menti creative dietro la serie,
come trampolino di lancio per esplorare il mondo post-blip, si sono
basate sulle ricche storie di questi personaggi e sulla dinamica
del rapporto tra Mackie e Stan. Allo stesso tempo, l’eredità di
Captain America è stata la loro fonte d’ispirazione ma anche un
elemento con cui fare i conti. Il cast e la troupe parlano della
speciale alchimia che hanno sviluppato per la serie, mescolando i
generi, dai thriller di spionaggio ai polizieschi. L’episodio
mostra anche come il team ha filmato le scene ad alta quota e in
giro per il mondo, riportando sullo schermo i personaggi preferiti
dei fan come la Sharon Carter di Emily VanCamp e il Barone Zemo di Daniel Bruhl, e introducendone di nuovi.
The Falcon and The Winter
Soldier
La serie Marvel Studios The Falcon and The Winter Soldier vede
protagonisti Sam Wilson/Falcon e Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Il Soldato d’Inverno). La coppia, che si è riunita nei momenti
finali di Avengers: Endgame, si allea in un’avventura globale
che mette alla prova le loro capacità e anche la loro pazienza.
Diretta da Kari Skogland, con Malcolm Spellman come capo
sceneggiatore, la serie composta da 6 episodi vede nel cast anche
Wyatt Russell (John Walker), Emily VanCamp (Sharon Carter) Daniel
Brühl (Barone Zemo), Danny Ramirez (Joaquin Torres), Adepero Oduye
(Sarah Wilson) e Erin Kellyman (Karli Morgenthau). Tutti e 6
gli episodi di The Falcon and The Winter
Soldier sono disponibili in streaming su Disney+.
In una recente intervista con
Variety in occasione del trionfo di Chloé Zhao
agli Oscar con
Nomadland, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha parlato di
quanto sia rimasto impressionato dalle capacità della regista
durante la lavorazione del film.
Feige ha spiegato che Zhao aveva
mostrato alla Disney una demo reel di vari filmati che aveva girato
per Gli
Eterni e di essere rimasto impressionato da ciò
che era stata in grado di catturare con la macchina da presa senza
l’impiego di alcun effetto visivo. Quando poi ha visto Nomadland – che è stato girato dopo Gli Eterni – e ha
notato delle similitudini tra i due film a livello di inquadrature,
ha capito che quella era una caratteristica del suo stile e non
qualcosa che voleva portare all’interno del MCU.
“Ricordo che abbiamo messo
insieme un piccolo reel per mostrarlo ai superiori della
Disney”, ha spiegato Feige. “Era talmente bello che ho
dovuto specificare: ‘Questo è il frutto della sola macchina da
presa. Non ci sono effetti visivi’. Aveva riprese un bellissimo
tramonto, con onde perfette e una nebbia che saliva dalla riva su
una gigantesca scogliera. Immagini davvero, davvero
impressionanti.”
“Quando poi ho visto Nomadland
dopo che abbiamo girato Gli Eterni, mi sono detto: ‘Allora non è
solo quello che voleva portare alla Marvel, per uscire da un mondo
virtuale basato sul green screen, come spesso accade nei nostri
film. Si tratta del suo stile caratteristico”, ha aggiunto
Feige.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri
superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e
i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come
Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore
tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi,
eroina che ama muoversi tra gli umani.
I sequel di Star Wars non sono riusciti a risolvere
completamente il mistero attorno al Leader Supremo Snoke. Tuttavia,
L’ascesa di Skywalker (così come il romanzo basato sul
film) ha confermato che si trattava di un clone che l’Imperatore
Palpatine aveva creato per manipolare Ben Solo e il Primo Ordine.
Su Exegol, abbiamo anche potuto vedere che c’erano vasche utili
alla clonazione piene di Snoke “falliti”.
Anche The
Mandalorian ha accennato al fatto che Moff Gideon voleva
Il Bambino per creare un nuovo corpo per l’Imperatore. Una
possibile ragione per cui il celebre villain aveva pianificato di
tornare come un nuovo essere è che non poteva affrontare la
Galassia sapendo della sua sconfitta. Sfortunatamente, questa è una
mera speculazione, e tale resterà fino a quando la Lucasfilm non
fornirà una spiegazione a tutte le teorie.
Quello che sappiamo è che uno dei
cloni andati a buon fine è riuscito a fuggire da Palpatine ed è
arrivato ad avere una figlia che, alla fine, avrebbe addirittura
sconfitto il cattivo. Questo rende Rey sia una Palpatine, ma anche
la figlia e insieme la nipote dell’Imperatore. Si tratta di una
svolta piuttosto bizzarra, ma ora, grazie alla serie a fumetti
Darth Vader #11 (via
ComicBookMovie), veniamo a conoscenza di un dettaglio molto
particolare.
Quando il Signore dei Sith visita
Exegol, trova un enorme Kyber Crystal che viene utilizzato per
alimentare quello che alla fine sarebbe diventato noto come Ordine
Finale e una serie di vasche necessarie alla clonazione. Una di
queste contiene una mano che, alla fine, ha spinto molti fan a
credere che possa appartenere a Luke Skywalker (ricordiamo che
Vader gliel’aveva tagliata su Bespin ne
L’impero colpisce ancora).
Star Wars e la rivelazione “Rey
Skywalker”
È difficile immaginare a quale altro
personaggio potrebbe appartenere la mano. Ciò potrebbe essere
un’indicazione del fatto che Palpatine ha clonato Luke o del fatto
che ha usato il suo DNA per creare Snoke e gli altri suoi cloni. Se
è così, allora Rey potrebbe avere un po’ del DNA degli Skywalker
dentro di sé, una svolta che potrebbe giustificare l’intera
rivelazione “Rey Skywalker”. La speranza è che prima o poi la cosa
venga confermata ufficialmente…
Parlando della storia del film,
Mads Mikkelsen – che prossimamente vedremo
anche in Indiana Jones 5 – ha spiegato: “Abbiamo finito le
riprese. Naturalmente, ho trascorso solo la metà del tempo sul set
rispetto al resto del cast. È stata un’esperienza bellissima. Credo
che la sceneggiatura sia davvero fantastica. La storia è parecchio
solida e molto bella. Quindi, sulla base di ciò, potrei affermare
che il film sarà… insomma, sarà magico quanto basta, con le
creature fantastiche e tutto il resto. Ci sono delle storie davvero
interessanti e parecchio struggenti all’interno del film. Spero
vengano apprezzate.”
Parlando invece del personaggio di
Grindelwald, l’attore ha confermato anche una volta che sarà
abbastanza diverso dalla versione proposta da Depp: “Abbiamo
pensato ad una serie di collegamenti per consentire agli spettatori
di riconoscere il personaggio. Come ho già detto in passato,
l’abbiamo fatto nostro. Sono un fan di Johnny Depp fin da quando
era giovane e cercare di replicare la sua intensità e il suo modo
di fare è impossibile. Ho dovuto fare mio il personaggio, perché
Johnny è unico. Ho preso atto di questa cosa e ho intrapreso
un’altra strada.
In attesa che debutti il primo
episodio di Outlander 6, l’attesa sesta stagione
dell’acclamata serie Outlander
oggi Starz ha rivelato il titolo dei primi 4 episodi della nuova
stagione.
La trama della sesta stagione e i
dettagli non sono stati ancora rivelati.
Nella sesta stagione
di Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata daCaitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
Dopo sette anni di silenzio,
Maps to the Stars è del 2014, David
Cronenberg ha ufficializzato che sta tornando a dirigere
un film. Il prossimo agosto Cronenberg sarà in Grecia a girare uno
sci-fi che si intitolerà Crimes of the
Future.
Non sappiamo ancora nulla della
trama, ma sappiamo che nel 1970, il giovane Cronenberg realizzò un
film di poco più di un’ora con le stesso titolo. In quel film si
raccontava di un futuro distopico (il 1997, nella storia) in cui
quasi tutta la popolazione femminile del pianeta era stata uccisa
dagli effetti collaterali di un prodotto cosmetico e gli uomini si
devono adattare ad un nuovo contesto sociale, affidandosi ad
esperimenti genetici. Le poche bambine rimaste in vita, sono invece
tenute prigioniere.
Con il regista tornerà anche
Viggo Mortensen, che ormai vanta un vero e
proprio sodalizio artistico con Cronenberg. L’attore aveva già
dichiarato di essere al lavoro su un suo nuovo film, una specie di
ritorno alle origini, aveva detto, tra l’horror e la
fantascienza.
Si tratta della quarta
collaborazione tra Mortensen e David Cronenberg, dopo A
History of Violence (2005), La promessa
dell’assassino (2007) e A Dangerous
Method (2011).
Con l’espressione «prima
le donne e i bambini» si indica un
protocollo, una norma sociale, una prassi o una
consuetudine storica di tipo cavalleresco/marinaro secondo cui
le donne e i bambini devono essere salvati per
primi nel caso ci si trovi in una situazione di possibile
pericolo.
Gli organizzatori di ARF! il
Festival del Fumetto di Roma forse non saranno cavalieri e
non saranno marinai, ma sono convinti che donne e bambini sono i
pilastri da cui ripartire, come energici emblemi di forza,
resistenza e resilienza durante questo periodo pandemico. E allora,
in questo 2021, ancora tinteggiato di giallo,
arancione e rosso, in mancanza delle condizioni per presentare la
sesta edizione e vista l’emergenza sanitaria che continua a vietare
gli assembramenti – e quindi eventi come i precedenti ARF! e le sue
decine di migliaia di visitatori – ARF! si fa in
due.
Dopo aver annunciato la mostra tutta
al femminile Women In Comics a Palazzo
Merulana, (la cui apertura è stata anticipata a venerdì 28 maggio)
con oltre 90 opere di 25 leggendarie fumettiste
del panorama nordamericano, ecco che il 21, 22 e 23 maggio
2021 a Roma, ritorna ARF! KIDS, alla
Città dell’Altra Economia, un luogo accogliente e
familiare perché già parte integrante di ARF! nelle
scorse edizioni.
Una versione in
presenza della rodatissima Area
Kids del Festival romano che riparte da giovani e
giovanissimi, i primi appassionati lettori di fumetti, mantenendo
una formula che possa permettere di svolgere l’evento
interamente all’aria aperta, in completa
sicurezza e a ingresso
gratuito.
Dopo un anno di eventi virtuali, di
mostre in formato PDF, di webinar e “didattiche a distanza” (una
prova sempre più estenuante per bambini e
genitori) si torna Live rispettando i
protocolli, mantenendo le distanze, ma guardandosi
finalmente negli occhi e parlando la stessa lingua. Quella
della bellezza dei fumetti, di «storie, segni & disegni», di
autrici e autori di prima grandezza nel panorama italiano
dell’editoria per l’infanzia.
Con la volontà di riprendere a disegnare insieme dal
vivo e partecipare a laboratori creativi di qualità, a
incontri con libri e letture – con la presenza delle librerie
Giufà e Ottimomassimo – e
tre mostre imperdibili.
LABORATORI.
Da venerdì 21 a domenica 23, i laboratori aperti e non-stop
di ARF! KIDS – con iscrizione gratuita su Eventbrite –
garantiranno la sicurezza di tutti i bambini con la partecipazione
a numero limitato, le postazioni distanziate a norma di legge, le
mascherine personalizzate in regalo e il materiale da
disegno monouso.
Come sempre, la «Premium
quality» del brand ARF! si avvale di partner prestigiosi come
Internazionale Kids, Sinnos,
Tunué, Terre di Mezzo,Mondadori Ragazzi e il progetto “Fumetti nei
Musei” del Ministero della Cultura e
Coconino Press, attraverso docenze di massimo
livello di autrici e autori quali Lorenza di Sepio
e Marco Barretta, Gud,
Susanna Mattiangeli, Laura
Scarpa, Marta Baroni, Maria
Chiara Di Giorgio, Francesca Carabelli, Federico Rossi
Edrighi e tanti altri.
LE MOSTRE.
“QUESTA È UNA MOSTRA CON I
DISEGNI DI SIO”: la prima mostra “calpestabile” e
interattiva del fenomenale Sio, autore del
manifesto di ARF! KIDS 2021, vera e propria
webstar dei giovanissimi grazie al canale Youtube
Scottecs (che vanta oltre 2 milioni di iscritti),
al bimestrale Scottecs Magazine (che registra oltre 30mila
copie a numero), al diario scolastico SComix, ai libri
Feltrinelli Comics, nonché – proprio alla vigilia di questa estate
2021 – autore delle nuove vignette del mitico gelato Cucciolone
dell’Algida!
“IL GRANDE GIANNI DE LUCA DE
IL GIORNALINO”: la personale dedicata al Maestro
Gianni De Luca nell’anno del trentennale della sua
scomparsa (cit: «uno dei più grandi Maestri del Fumetto
italiano al pari di Hugo Pratt, Guido
Crepaxo Sergio Toppi, la cui influenza
culturale è riconosciuta da star internazionali come Frank
Miller, Dave McKean o Bill
Sienkiewicz») con una ricca selezione di alcune delle
più belle tavole originali tratte da La Trilogia
Shakespeariana, Paulus e il Commissario
Spada, in collaborazione con il celebre settimanale per
ragazzi Il Giornalino delle Edizioni San Paolo;
“TU-SAI-CHI –
Dissennatori e Dissennatrici per
Colui-che-non-deve-essere-nominato”: una
straordinaria collettiva di opere inedite ispirate al celeberrimo
villain della saga di di J.K. Rowling, realizzate da oltre
trenta nomi tra le migliori matite della nuova scena del Fumetto
italiano, come Giacomo Bevilacqua, Pera Toons, Francesco
Guarnaccia, Samuel Spano, Kalina Muhova, Gloria Pizzilli, Martoz,
Nova e molti altri.
Una rilettura del tema del “Male” e delle sue tante sfaccettature,
realizzata in collaborazione con Tonki e –
paradossalmente visto il tema trattato – interamente a sostegno di
Mediterranea Saving Humans.
NON SOLO ARF! KIDS. WOMEN IN
COMICS. Gli incontri, la Mostra, il Contest
Continuano nel frattempo le
dirette USA/Italiaon-line (prossimi
appuntamenti 13 maggio e 10 giugno, ore 18) insieme alle più
prestigiose fumettiste americane e italiane in diretta sulle pagine
Facebook di ARFestival, COMICON e dell’Ambasciata degli
Stati Uniti d’Americain Italia,
co-organizzatori della mostra WOMEN IN
COMICS, in programma a Roma dal 28 maggio al 13
luglio a Palazzo Merulana.
Non solo: è già online sul sito
Arfestival.it il bando del
contest creativo WOMEN IN COMICS “White
Cover” rivolto a tutti gli Under
25 italiani che vogliono cimentarsi in una
coloratissima sfida di disegno, che mette in palio una tavoletta
grafica WACOM Intuos Pro M, kit da disegno della
Koh-I-Noor e la possibilità di essere esposti in
mostra a Palazzo Merulana per i primi 3 classificati, accanto alle
leggende del fumetto americano!
ARF! KIDS è una coproduzione ARF!
Festival e COMICON, con il
sostegno di Regione
Lazio e Lazio Crea, con il
patrocinio di Roma Capitale – Assessorato alla
Crescita Culturale, con le partnership
della Direzione Generale Creatività
Contemporanea del MiC, Città
dell’Altra Economia, il
Giornalino, Internazionale
Kids, Koh-I-Noor, PressUp, Tonki e Tombow.
ARF! Festival e COMICON fanno parte di RIFF • Rete
Italiana Festival di Fumetto
Debutterà al cinema il 20 maggio
distribuito da Notorious Io rimango qui,
il teen drama basato su una storia vera. Il film è diretto da André
Erkau con Sinje Irslinger, Max Hubacher, Heike Makatsch,
Til Schweiger, Jürgen Vogel, Jasmin Gerat, Benno Fürmann, Dietmar
Bär, Inka Friedrich, Jonas Holdenrieder, Moritz Bäckerling, Thomas
Krutmann, Ileana Florentina Tautu
Nel film Io rimango qui La
vita di Steffi non potrebbe essere più perfetta: è giovane, è nel
pieno di una bellissima storia d’amore e ha in programma un viaggio
con destinazione Parigi. Se non fosse che a pochi giorni dalla
partenza, dopo una serie di controlli medici, una diagnosi le
cambierà per sempre la sua vita: non ha molto più tempo. Ma Steve,
un ragazzo che conosce a malapena, classico “bad boy”, si offre di
accompagnarla a Parigi. Senza ulteriori indugi all’insaputa di
tutti e con un’auto rubata, i due partono per un incredibile
viaggio che Steffi non scorderà mai.
Scarlett Johansson in persona è la
protagonista dell’annuncio dei Marvel Studios che vedono finalmente
all’orizzonte l’arrivo di Black
Widow al cinema. Non si tratta solo del prossimo
appuntamento con il Marvel Universe, ma anche
dell’attesa storia dedicata interamente a uno dei personaggi
migliori e più amati del franchise.
Appuntamento il 9 luglio, nei cinema aperti e su Disney+ con accesso VIP.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
A seguito della chiusura delle sale
cinematografiche lo scorso ottobre, l’uscita di Freaks
Out, il nuovo e atteso film di Gabriele
Mainetti, è stata posticipata e adesso abbiamo una nuova
data: 28 ottobre 2021.
Questa data potrebbe indicare che il
film possa essere presentato alla prossima Mostra di Venezia,
oppure alla Festa di Roma, come accadde per Lo chiamavano
Jeeg Robot.
Nel cast di Freaks
Outprotagonisti sono
Aurora Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la
partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta,
Franz Rogowski.Freaks Out è
prodotto da Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Freaks Out, la trama
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Prima del 2014, i Guardiani della Galassia
erano forse i personaggi meno noti della Marvel. Tuttavia, dopo l’uscita del
primo film a loro dedicato (che all’epoca era considerato un vero e
proprio “rischio”), Star Lord & co. sono ufficialmente entrati nel
cuore di tutti i fan del MCU. Oggi, i Guardiani si collocano
tra i personaggi della Marvel più popolari al mondo.
Screen Rant ha raccolto 10 volte in cui hanno dimostrato di
essere i migliori eroi dell’universo condiviso:
La fuga dal Klyn
La prima volta che i
Guardiani si riuniscono come squadra è quando sono tutti rinchiusi
nel Kyln e decidono di scappare in modo da poter portare Orb
nell’Ovunque e dividersi la ricompensa.
A causa di un’incomprensione
relativa al piano di fuga, Groot esegue prima la fase finale, con
la squadra che deve quindi improvvisare. Ciò esemplifica quanto sia
fantastico il loro modo di lavorare insieme.
“Un branco di deficenti in
piedi che formano un cerchio.”
Ciò che inizialmente unisce
i Guardiani è l’enorme ricompensa che condivideranno dopo aver
venduto la Gemma del Potere. Tuttavia, diventano davvero una
squadra quando Quill li galvanizza per aiutare a salvare Xandar
dall’ira di Ronan l’Accusatore.
L’ultimo ad alzarsi in piedi e dimostrare la propria
solidarietà alla squadra è Rocket, che smorza il dramma del momento
dicendo: “Va bene, eccomi qua. Contenti? Così ci siamo tutti,
adesso. Un branco di deficente in piedi che formano un
cerchio.”
Il sacrifico di Groot
Durante la battaglia finale
del primo film dei Guardiani della Galassia, gli eroi riescono a
infiltrarsi nella nave di Ronan e ad abbatterla. Groot inizia a far
crescere i suoi rami per dare ai suoi nuovi amici un bozzolo che li
proteggerà dall’impatto dello schianto.
Rocket dice a Groot che non può farlo perché morirà, ma Groot
riassume con poche semplice (e commoventi) parole il motivo per cui
è felice di sacrificarsi per salvare gli altri Guardiani: “Noi…
siamo… Groot”.
Salvare Xandar… a passo di danza
Quando la nave di Ronan si
schianta su Xandar e il cattivo Kree si prepara a usare la Gemma
del Potere per distruggere l’intero pianeta, Quill lo distrae con
alcuni passi di danza sulle note di “O-o-h Child” dei Five
Stairsteps.
Mentre il Kree è distratto, Quill afferra la Gemma del Potere
e tutti gli altri Guardiani gli prendono la mano per aiutarlo a
sopportare il peso del suo immenso potere. Quill dice a un Ronan
sconcertato: “L’hai detto tu stesso, st****o! Siamo i Guardiani
della Galassia!”
Rocket, Groot e il detonatore
Nell’ultimo disperato tentativo da parte dei Guardiani di far
scomparire Ego e impedire il suo piano di espansione, gli eroi
decidono che l’unico modo per ucciderlo è far esplodere una bomba
all’interno del suo nucleo.
Ma
l’unico abbastanza piccolo da entrare nel nucleo e piazzare la
bomba è Baby Groot, che non riesce a capire quale pulsante dovrebbe
premere… non importa quante volte Rocket glielo spieghi.
“Non avresti dovuto uccidere
mia madre e schiacciare il mio walkman!”
Poco prima dell’atto finale
di Guardiani della Galassia Vol.
2, Ego rivela il suo piano malvagio a suo figlio, nella
speranza che si unisca a lui. Quill, ovviamente, rifiuta e decide
invece di affrontare difficoltà insormontabili e sfidare in un
combattimento il suo potentissimo padre biologico.
“The Chain” di Fleetwood
Mac accompagna la scena in cui Quill attinge alle sue emozioni per
trarre potere dal pianeta di Ego. A quel punto, dice semplicemente
al suo papà Celestiale: “Non avresti dovuto uccidere mia madre
e schiacciare il mio Walkman!”
Il sacrificio di Yondu
Quando Rocket sta per
lasciare il pianeta di Ego mentre Quill si trova ancora laggiù, dà
a Yondu l’unica tuta spaziale e, senza dire una parola, capisce il
sacrificio che sta per compiere.
Dopo
che Quill sconfigge Ego e accetta il suo destino, mentre il pianeta
si sgretola intorno a lui, Yondu si precipita per aiutarlo e
sacrifica la sua vita per salvare il figlio adottivo. Alla fine
dice a Peter: “Potrebbe essere stato tuo padre, ma non è mai
stato il tuo papà.”
Il funerale di Yondu
Subito dopo lo straziante sacrificio di Yondu, i Guardiani
organizzano il suo funerale. Spargono le sue ceneri nello spazio e
vengono raggiunti dagli altri gruppi di Ravager, venuti a rendergli
omaggio.Tra i momenti più
belli dell’intera sequenza, c’è sicuramente l’urlo appassionato di
Kraglin.
Quill cerca di sparare a Gamora
In Avengers: Infinity War, quando i
Guardiani si dirigono verso Ovunque per tenere la Gemma della
Realtà lontana da Thanos, Gamora fa promettere a Quill di ucciderla
se dovesse essere catturata dal Titano Pazzo, poiché non sarà più
in grado di mantenere segreta la posizione della Gemma
dell’Anima.
Quando arrivano su Ovunque e Gamora
viene prontamente catturata da Thanos, un Quill dal cuore spezzato
mantiene con riluttanza la sua promessa, ma alla fine Thanos
trasforma il fuoco del suo blaster in bolle di sapone.
Thor lascia la Terra con i Guardiani
C’erano una serie di grandi
team-up nell’ambizioso evento crossover Avengers: Infinity
War, ma il più allettante è stato quello di Thor che aspettava
di unirsi ai Guardiani della Galassia.
Chris Hemsworth ha dimostrato di
avere una chimica fantastica con il cast dei Guardiani. Quindi, è
stata una gioia quando è tornato insieme alla squadra in
Avengers: Endgame. Si è unito a loro,
sulla loro nave, mentre lasciavano la Terra dopo il funerale di
Tony Stark. Le battute di Thor e Quill su chi comanderà creano una
dinamica esilarante per l’attesissima apparizione dei Guardiani in
Thor: Love and Thunder.
Durante la presentazione dei
progetti Rai Cinema, è stato confermato che Diabolik
dei Manetti Bros arriverà al cinema il 16 dicembre
2021. A sorpresa, la produzione ha anche ufficializzato la messa in
cantiere di due sequel per il film, che andranno quindi a
costituire una trilogia.
Il film, adattamento
cinematografico delle avventure del personaggio creato da
Angela e Luciana Giussani, è diretto dai Manetti bros., scritto da Michelangelo
La Neve e Manetti bros., che hanno
firmato anche il soggetto insieme a Mario
Gomboli.
Oltre a Luca Marinelli, Miriam
Leone e Valerio Mastandrea, nel
cast anche Alessandro Roia,Serena Rossi, Claudia Gerini, Roberto Citran.
DIABOLIK è una produzione Mompracem con Rai
Cinema, prodotto da Carlo
Macchitella e Manetti bros., in
associazione con Astorina, con il sostegno
di Emilia – Romagna Film Commission,Friuli Venezia Giulia Film Commission, Film Commission Vallee D’Aoste, distribuito
da 01 Distribution.
L’attrice Serena
Rossi condurrà le serate di apertura e di chiusura della
78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia, diretta da Alberto Barbera.
Serena Rossi aprirà la 78. Mostra di Venezia nella serata di
mercoledì 1 settembre 2021, sul palco della Sala Grande (Palazzo
del Cinema al Lido) in occasione della cerimonia di inaugurazione,
e guiderà la cerimonia di chiusura sabato 11 settembre, in
occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi
ufficiali della 78. Mostra.
Serena Rossi nasce a Napoli il 31 agosto del 1985. A 16 anni
debutta in teatro con “C’era una volta… Scugnizzi”, il musical di
successo scritto da Claudio Mattone ed Enrico Vaime. La notorietà
arriva nel 2002 con “Un Posto al Sole” e negli anni a seguire con
numerose serie di successo per Rai e Mediaset come “Il Commissario
Montalbano”, “Il clan dei camorristi”, “Sant’Agostino”, “Adriano
Olivetti”, “Che Dio ci Aiuti”, “L’ispettore Coliandro”.
Ritorna in teatro con il ruolo di Rosetta in “Rugantino” di Garinei
e Giovannini, commedia musicale con la quale dal Teatro Sistina
approda al New York City Center di Broadway.
Sul grande schermo è protagonista della fortunata pellicola dei
Manetti Bros “Song ‘e Napule” (2012) e delle commedie “Al Posto
Tuo”, “Troppo Napoletano” e “Caccia al tesoro”.
Alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è
in concorso con “Ammore e Malavita” dei Manetti Bros, per la cui
interpretazione vince un David di Donatello, un Nastro d’Argento e
un Ciak d’Oro.
“Brave Ragazze” di Michela Andreozzi e “7 ore per farti innamorare”
di Giampaolo Morelli le valgono la candidatura ai Nastri d’Argento
come migliore attrice protagonista di commedia nel 2020 e al Ciak
d’Oro come miglior attrice protagonista. Nello stesso anno è
protagonista in “Lasciami andare” di Stefano Mordini, che viene
presentato alla 77. Mostra di Venezia.
Dopo l’uscita in streaming de “La tristezza ha il sonno leggero” di
Marco Mario de Notaris, è in attesa di presentare in sala
l’attesissimo “Diabolik” dei Manetti Bros.
E’ nei panni di Mia Martini nel film “Io sono Mia” di Riccardo
Donna, presentato al Festival di Sanremo, che Serena raggiunge la
definitiva consacrazione di attrice e cantante, con la vittoria di
un Nastro d’Argento Speciale e una candidatura come migliore
attrice protagonista al Ciak d’Oro.
Nel 2021 è diretta da Tiziana Aristarco in “Mina Settembre”, serie
di Raiuno record d’ascolti, liberamente ispirata ai racconti di
Maurizio de Giovanni.
In veste di doppiatrice presta la sua voce a vari personaggi Walt
Disney: è la principessa Anna della saga di “Frozen”, è Cenerentola
in “Into the Woods” ed è la voce cantata di Emily Blunt ne “Il
ritorno di Mary Poppins”.
La musica è una costante nella carriera artistica di Serena Rossi e
ha un ruolo determinante nell’ambito delle sue capacità.
È per questa sua passione e questo suo talento che, giovanissima,
incide due album per approdare nel 2014 al programma di Rai 1 “Tale
e Quale Show”, condotto da Carlo Conti, vincendo per 2 anni di
seguito.
Inizia da quel momento anche una carriera di conduttrice
televisiva: da “Celebration”, “Da qui a un anno” a “Cinepop”
fino al programma “Canzone Segreta”.
Malcolm Spellman,
lo showrunner di The Falcon and the Winter Soldier, ha
anticipato che presto verranno annunciati diversi nuovi film del
MCU. Ora che la serie Disney+ è ufficialmente terminata, i
fan dell’Universo Cinematografico Marvel sono totalmente concentrati
su ciò che avverrà in futuro.
Nonostante Kevin Feige abbia
confermato che attualmente ci sono in sviluppo anche Blade,
Fantastic 4 e Guardiani della Galassia Vol.
3, pare che ci sono in lavorazione anche altri
progetti che non sono ancora stati annunciati ufficialmente. Questo
è ciò che ha lasciato intendere proprio Spellman durante una
recente intervista con
Murphys’ Multiverse.
Ad un certo punto, lo showrunner ha
detto che i fan, in realtà, non sono davvero a conoscenza di ciò
che la Marvel sta pianificando, poiché ci
sono una serie di film che non sono stati ancora annunciati e che
stravolgeranno totalmente le loro aspettative in merito a ciò che
accadrà in futuro nel MCU. “Sono rimasto sorpreso dal
fatto che, in realtà, siano stati annunciati pochi film Marvel rispetto a quanti ne
arriveranno”, ha rivelato Spellman. “A mano a mano che
questi progetti verranno annunciati, le cose per i fan diventeranno
sempre più chiare.”
Le dichiarazioni dello showrunner
arrivano a pochi giorni dalla conferma del suo coinvolgimento in
Captain America 4, il quarto capitolo del
franchise dedicato all’eroe a stelle e strisce che Spellman
scriverà insieme a Dalan Musson (tra gli
sceneggiatori di
The Falcon and the Winter Soldier). Tuttavia, non ha
confermato se la notizia sia vera o meno, così come ha fatto di
recente Anthony Mackie, che ha specificato di non
sapere nulla in merito al progetto. Ad ogni modo, tale segretezza
potrebbe semplicemente dipendere dal fatto che né Spellman né
Mackie siano autorizzati a parlare del nuovo film.
Gli Eterni è forse uno
dei prossimi progetti dei Marvel Studios (se non IL progetto!) più
attesi di sempre. Da una parte abbiamo la regista Chloé
Zhao (fresca di Oscar per
Nomadland) e un cast che include attori del
calibro di Angelina
Jolie e Salma Hayek;
dall’altra, invece, c’è l’ingresso di un’enorme quantità di nuovi
personaggi nel MCU e una storia che – come
confermato dallo stesso Kevin Feige – coprirà un
arco temporale lungo oltre 7.000 anni.
Ovviamente, proprio a causa del
fatto che Gli
Eterni vedrà alternarsi in scena una vasta
carrellata di personaggi, molti fan si chiedono chi sarà
effettivamente il vero protagonista della storia. Ebbene, in una
recente intervista con
Variety, è stato proprio il presidente dei Marvel Studios a parlare del grande
ensemble del film, spiegando che se c’è un personaggio che deve
essere considerato il protagonista assoluto, quello è Sersi di
Gemma Chan.
“C’erano alcuni personaggi
maschili che abbiamo reso femminili”, ha spiegato Feige.
“C’erano alcuni personaggi che stavamo cambiando rispetto ai
fumetti, ma ne eravamo consapevoli. È una scelta dipesa anche molto
dal casting. Per Sersi, ad esempio, che è la vera protagonista
della storia, abbiamo pensato a qualsiasi tipo di donna per quel
ruolo. Ma alla fine Gemma era la migliore. E per fortunata ha
dimostrato di essere davvero una volta che il film è stato
completato.”
Secondo
la descrizione dei personaggi emersa alcuni mesi fa, Sersi è
l’Eterno con un’affinità per l’umanità. È tanto felice di lavorare
come curatrice di un museo quanto di salvare gli esseri umani dalla
minaccia dei Devianti. Ha la capacità di manipolare la materia,
cambiando la composizione di qualsiasi materiale non senziente che
tocca. È anche innamorata di Ikaris (Richard
Madden) da secoli e lo aiuta a reclutare gli Eterni
per un’ultima missione.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri
superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e
i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come
Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore
tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi,
eroina che ama muoversi tra gli umani.
The Suicide
Squad di James Gunn è uno dei titoli più attesi
del 2021, non solo perché il film riporterà sul grande schermo la
Task Force X, tra vecchi e nuovi personaggi, dopo il modesto
tentativo del 2016 ad opera di David Ayer, ma anche – e soprattutto – perché
i fan non vedono l’ora di scoprire come lo stile irriverente e
coloratissimo di Gunn si sia adattato alla proprietà DC.
Naturalmente, la trama del film
promette un gran numero di colpi di scena, con lo stesso James Gunn che non ha mai fatto mistero
delle varie morti che si susseguiranno sul grande schermo. È ormai
da tempo che i fan stanno provando ad indovinare quali saranno i
personaggi che non sopravviveranno nel film, anche se probabilmente
è qualcosa che non verrà mai rivelato e che scopriremo soltanto
durante la visione del film (come forse è giusto che sia!).
Ora, in un recente intervista con
Total Film, Gunn ha spiegato che la Warner Bros. gli ha dato
assoluta carta bianca in merito al cast e ai personaggi,
permettendogli di riportare chiunque volesse dal film del 2016.
Inoltre, il regista ha rivelato che lo studio è stato d’accordo con
la sua visione della storia fin dall’inizio, permettendogli anche
di uccidere qualsiasi personaggio volesse.
“Mi hanno detto che avrei potuto
tenere tutti i personaggi o uccidere chi volevo”, ha spiegato
James Gunn. “Potevo assemblare una squadra
completamente nuova – cosa che ho considerato – e hanno detto:
‘Puoi uccidere chiunque’. La Warner era più o meno d’accordo con la
storia sin dall’inizio. Sostanzialmente, per loro la storia andava
bene sin dall’inizio del mio coinvolgimento nel progetto. Si sono
fidati molto di me durante tutto il processo. La cosa mi ha in
parte spaventato, perché questo film mi rappresenta al 100%.
Quindi, non ci sarà nessuno da incolpare se qualcosa dovesse andare
storto, soltanto me stesso!”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
In occasione della Festa dei
Lavoratori, dal Primo Maggio la piattaforma Nexo+ si
arricchirà ulteriormente grazie a una nuova speciale
collaborazione, quella con L’ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL
MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO, che ebbe come suo primo
Presidente proprio Cesare Zavattini, uno dei padri
del neorealismo italiano ma anche instancabile
sostenitore del cinema come straordinario e irriverente
strumento di conoscenza del reale.
Tra le sue specificità, infatti, la
piattaforma on demand Nexo+ vede la collaborazione con alcuni dei
più importanti editori, produttori, scuole di scrittura,
festival. Si tratta della sezione denominata
Costellazioni, canali dedicati pensati come mappe
per orientarsi nel cielo, tra le stelle più luminose e i percorsi
più preziosi, che spesso sono i meno battuti. Dal Primo maggio,
L’ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO arriverà
così su Nexo+ con una sua Costellazione, composta al suo
debutto da 26 titoli(elenco in
allegato), con documentari e film di Bernardo
Bertolucci, Giuseppe Bertolucci, Alessandra
Bocchetti, Antonello Branca, Basilio Franchina, Ansano Giannarelli,
Ugo Gregoretti, Carlo Lizzani, Ennio Lorenzini, cecilia Mangini,
Annabella Miscuglio, Vittorio Nevano, Glauco Pellegrini, Luigi
Perelli, Elio Petri, Gillo Pontecorvo, Ettore Scola, Gian Maria
Volonté.
Tra le perle si aggiungerà, in
anteprima esclusiva su Nexo+, anche Cent’anni dopo. Un film
sul PCI, il documentario di Monica Maurer prodotto da
AAMOD con il sostegno della Fondazione Enrico Berlinguer e ancora
inedito per l’Archivio, dedicato ai 100 anni del PCI: una lunga
intervista ad Aldo Tortorella arricchita da
rare immagini di
repertorio.
La Fondazione Archivio Audiovisivo
del Movimento Operaio e Democratico, nata alla fine degli anni
Settanta del Novecento, svolge la sua attività nel campo degli
audiovisivi per favorire la costruzione e la diffusione delle
storie e delle memorie collettive dei movimenti sociali e dei loro
protagonisti. Da sempre impegnata nella ricerca, raccolta,
produzione, conservazione di documenti audio-visivi storici, di
repertorio, di attualità, di ricostruzione narrativa, e nella
promozione della loro conoscenza, studio, analisi ed elaborazione
per nuovi usi e riusi, la Fondazione organizza ricerche e studi,
convegni, seminari, rassegne e mostre su temi riguardanti la storia
e la società, il rapporto tra cinema, immaginario e memoria, e cura
pubblicazioni specializzate.
Di particolare rilievo le iniziative
legate al progetto “UnArchive” (termine mutuato dal linguaggio
informatico, letteralmente “de-archiviare”), che indica il filo
rosso di diverse attività promosse dalla Fondazione AAMOD e volte
al riuso del cinema d’archivio come materia cinematografica viva,
capace di produrre significati nuovi e ulteriori in relazione a
concezione filmiche diverse da quelle originarie. Una
“piattaforma”, che ospita iniziative diverse come, ad esempio, il
“Premio Zavattini” giunto alla sua VI edizione e la Residenza
Artistica “Suoni e visioni”.
Accanto alla Costellazione
di AAMOD su Nexo+ sono sempre presenti, incluse nell’abbonamento,
quelle di Elisabetta Sgarbi, Far East Film Festival, Feltrinelli
Real Cinema e Scuola Holden.
La piattaforma Nexo+ è un
progetto Nexo Digital sostenuto dai media partner Radio
DEEJAY, Radio Capital,Rockol.it, Classic Voice,
Danza&Danza, ARTE.it.
Celebre attrice, conduttrice e
modella di origini spagnole, Vanessa Incontrada ha
trovato in Italia la sua fortuna, distinguendosi tanto al cinema
quanto in televisione. Nota per la sua simpatia, la Incontrada è ad
oggi una delle più apprezzate donne di spettacolo del panorama
nazionale, e non manca di riaffermarsi continuamente grazie ai suoi
ruoli. Ecco 10 cose che non sai di Vanessa
Incontrada.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Vanessa Incontrada: i suoi film e
le serie TV
10. Ha recitato in note
commedie italiane. Per l’attrice il debutto
cinematografico avviene nel 2003, quando prende parte a Il
cuore altrove, dove recita accanto a Neri
Marcorè. Successivamente fa parte del cast dei film
A/R Andata + Ritorno (2004), Quale amore (2006),
La cena per farli conoscere (2007), Tutte le donne
della mia vita (2007), con Luca
Zingaretti e Michela
Cescon, Aspettando il sole (2009), con
Raoul Bova e Claudio
Santamaria, Mi rifaccio
vivo (2013), di Sergio
Rubini,Ti sposo ma non troppo (2014),
Tutte lo vogliono (2015) e Non c’è campo (2017).
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Nel corso degli anni l’attrice ha accresciuto
la propria popolarità grazie a prodotti televisivi come Un
paradiso per due (2010), Caruso – La voce dell’amore
(2012), Benvenuti a tavola 2 – Nord vs Sud (2012),
Un’altra vita (2014), Angeli – Una storia d’amore
(2014), Non dirlo al mio capo (2016-2018),
Scomparsa (2017), Il capitano Maria (2018), I
nostri figli (2018) e Come una madre (2020).
8. Ha condotto popolari
programmi televisivi. La Incontrada è particolarmente nota
anche come conduttrice televisiva. Dopo aver ricoperto tale ruolo
per programmi come Super (1998-2000), Nonsolomoda
(2001-2002) e Sanremo Giovani (2001), diventa celebre per
la conduzione del programma comico Zelig (2004-2010),
insieme a Claudio
Bisio. Negli anni successivi ha partecipato anche
programmi come Festivalbar (2005), Music Awards
(2009-2012), Italia’s Got Talent (2015) e 20 anni che
siamo italiani (2019). Nel 2021 sarà protagonista del film
OSTAGGI di Eleonora Ivone e nel film SPOSA IN
ROSSO di Gianni Costantino
Vanessa Incontrada è su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 1,9 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere sue foto in
momenti di svago o dei luoghi visati. Non mancano poi fotografie
realizzate per servizi di moda o riviste, e in ultimo sono presenti
anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Vanessa Incontrada e Rossano
Laurini
6. Vive una lunga relazione
sentimentale. Dal 2007 l’attrice è legata sentimentalmente
all’imprenditore Rossano Laurini, con il quale nel
2008 ha avuto anche un figlio. La coppia ha negli anni
dimostrato di tenere in modo particolare alla propria riservatezza,
evitando per tanto di attirare su di sé i riflettori del
gossip.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Vanessa Incontrada: il suo
monologo
5. Ha riscosso grande
successo con il suo monologo. Durante il programma 20
anni che siamo italiani, l’attrice ha portato in scena un
monologo particolarmente personale, indirizzandolo a tutti coloro
che non si sentono adeguati. L’attrice ha infatti parlato di come
la perfezione non esista, e tutti abbiamo il diritto a sentirsi
bene così come sono.
Vanessa Incontrada ad Amici
4. Fa parte della giuria del
noto programma. A partire dal 2020 l’attrice fa parte
della giuria del programma condotto da Maria De
Filippi su Canale 5. Con la sua esperienza di attrice e
showgirl, la Incontrada si occupa di giudicare i talentuosi giovani
che partecipano al programma, con lo scopo di individuare il
migliore tra loro.
Vanessa Incontrada conduce
Zelig
3. Ha condotto sei edizioni
del programma. La conduzione di Zelig ha permesso
all’attrice di consacrare la propria popolarità, entrando nelle
case degli italiani e conquistando il loro affetto. Grazie al
successo riscosso, la Incontrada è stata riconfermata per ben sei
edizioni alla conduzione del programma.
2. Ha abbandonato
laconduzione. Quella del 2010 è l’ultima
edizione che l’attrice conduce. Recentemente ha motivato la scelta
di non ricoprire ulteriormente il ruolo, dichiarando che negli
ultimi tempi i suoi colleghi si erano dimostrati poco comprensivi
nei confronti delle sue necessità, specialmente in seguito alla
nascita del figlio, portandola così a prendere la decisione di non
condurre ulteriormente il programma.
Vanessa Incontrada: età e
altezza
1. Vanessa Incontrada è nata
a Barcellona, in Spagna, il 24 novembre 1978. L’attrice è
alta complessivamente 170 centimetri.
Il prossimo 18 giugno arriverà in
esclusiva su Disney+Luca,
il nuovo film d’animazione Disney e Pixar ambientato nella città di
mare italiana Portorosso. Fin dall’uscita del teaser trailer, su
Twitter molti utenti hanno iniziato a parlare di una certa
somiglianza tra il film e Chiamami col tuo nome,
mostrando addirittura foto che confrontavano il personaggio di Luca
con quello di Elio (Timothée Chalamet) e quello di
Alberto con quello di Oliver (Armie Hammer).
Ora, in una recente intervista con
ET Canada, è stato proprio Enrico Casarosa,
regista di Luca, a rispondere alla teoria dei fan in merito alla
somiglianza tra il suo e la pellicola di Luca
Guadagnino tratta dall’omonimo romanzo di André
Aciman. Nello specifico, Casarosa ha spiegato: “Non è
mai stato nei nostri piani. La relazione tra i due personaggi, nel
mio film, riguarda l’amicizia e la crescita in un mondo
pre-pubertà.”
Casarosa ha continuato spiegando che
il film è stato ispirato esclusivamente dalla sua infanzia e dai
tempi trascorsi alle Cinque Terre, in Italia, con il suo amico
Alberto, relazione che spesso aveva causato dei problemi ai due.
Tuttavia, in Luca il
rapporto tra i due personaggi sarà esclusivamente platonico e non
avrà una connotazione romantica. “Questo film parla di un tipo
molto speciale di amicizia, quella che si instaura tra persone che
sono molto diverse tra loro. Parla di quelle amicizie che si
obbligano alle sfide. Sarà un grande viaggio tra gli alti e bassi
che accadono in ogni rapporto d’amicizia.”
La sinossi ufficiale di Luca
Ambientato in una splendida città di
mare della Riviera italiana, Luca
è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di
crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da
gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste
avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento
è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro
mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.
Zack Snyder’s Justice
League è un’impresa, più che un film. Rappresenta lo
sforzo creativo di un singolo ma anche la volontà di non arrendersi
di fronte a delle difficoltà che sembrano insormontabili, che siano
le differenze creative e la sfiducia dello Studio che fino a poco
prima aveva puntato tutto su di te, oppure un lutto tremendo che
riposiziona le priorità della vita. Zack Snyder,
forse anche grazie al sostegno dei fan, è riuscito a realizzare la
sua visione, che gli italiani possono vedere e rivedere grazie a
NOW e in
qualche modo ridisegna la storia dell’autorialità al cinema,
confermandosi appartenente a quella categoria inventata da Francois
Truffaut tanti anni or sono.
Il risultato di questo sforzo, lo
sappiamo, è un film di quattro ore, un risultato epico e
coinvolgente, assolutamente fedele ad una visione e motivo di
grande gioia per i fan di Snyder, del suo Batman anziano, del suo
Flash buffone, del suo Superman titubante, della sua Wonder Woman divina. Proprio per la lunghezza
importante del film, di seguito consigliamo i 10 momenti che
maggiormente sono rimasti nell’immaginazione dello spettatore, i
momenti migliori di Zack Snyder’s Justice League.
Il film è disponibili anche on demand su Sky.
L’eco della morte di Superman si
diffonde su tutta la Terra in Zack Snyder’s Justice
League
La scena di apertura di
Zack Snyder’s Justice League contiene una potenza
drammatica importantissima. Siamo messi di fronte agli eventi che
chiudono
Batman v Superman: Dawn of Justice. Superman, dopo aver
detto a Lois che lei è tutto il suo mondo, capisce che l’unica
soluzione per salvare quel mondo che lo ha accolto e che lui ama è
quella di sacrificarsi per abbattere
Doomsday. Armato di lancia di Kryptonite, si scaglia verso
il mostro creato da
Lex Luthor e lo trafigge, venendo trafitto a sua
volta.
L’urlo di Clark, l’urlo di Superman
che muore per salvare la Terra si espande lungo tutto il pianeta.
Da Metropolis, a Gotham City, passando per Central City, fino ad
arrivare nelle profondità degli abissi, ad Atlantide, e all’isola
paradiso di Themyscira. Il più grande difensore della Terra si è
sacrificato per tutti.
Wonder Woman scopre Darkseid
La Wonder Woman di
Gal Gadot è forse la cosa migliore che l’universo DC
al cinema abbia mai prodotto, e questo indipendentemente dai film
che l’hanno vista protagonista assoluta. Non è solo una questione
di bellezza indiscutibile dell’attrice israeliana, ma anche di
presenza scenica, di fisicità, di carisma e di un volto che riesce
ad esprimere severità, forza e dolcezza nello spazio di pochi
secondi. Non è quindi un mistero che tutte le sue scene siano
meravigliose ed emozionanti.
Quella che però abbiamo scelto in
questo caso è quella che la vede alle prese con uno scavo
archeologico in Grecia, nel momento in cui scopre la minaccia di
Darkseid, grazie all’aiuto delle sue sorelle Amazzoni che hanno
appena affrontato
Steppenwolf. Diana, in completo bianco elegantissimo, sfoggia
un superhero-landing da manuale, in tacchi a spillo, e poi si
addentra nello scavo con padronanza e circospezione, fino a
scoprire le incisioni sulle pareti che annunciano l’arrivo della
minaccia Darkseid. Mistero, eroismo e bellezza in pochissimi
gesti.
Battaglia di Atlantide
Il personaggio di Arthur
Curry/Aquaman è quello che forse esce più penalizzato da
questa avventura di gruppo. Sebbene
Jason Momoa si sia rivelato un buon re di Atlantide
(in fieri), il film non gli concede molto spazio, ma non per questo
il suo personaggio non è rilevante. Anzi, proprio il suo regno
custodisce una delle scatole madri e proprio lì si svolge una delle
sequenze di combattimento migliori del film.
Steppenwolf arriva nel regno di Re
Orm e subito attacca gli Atlantidei che sorvegliano la scatola.
Mera fa di tutto per proteggere il prezioso oggetto, sfoderando
tutto il suo potere, ma l’ufficiale di Darkseid è troppo potente
per lei. Proprio quando sta per soccombere sotto la sua scure,
Arthur arriva in suo soccorso con lo scintillante tridente. Ma a
poco serve il suo intervento, pur salvando la vita della bella
Mera, l’eroe soccombe e Steppenwolf porta via con sé la scatola
madre.
https://youtu.be/t7Uv41jEHeM
Squadra decide di risuscitare
Superman
Si tratta di una scena
molto breve ma significativa perché in essa ognuno dei 5 membri
della squadra rivela la sua indole e la sua funzione all’interno
della formazione. La scena si apre con Cyborg, quello che sa le
cose, che spiega qual è la natura della scatola madre, qual è il
suo potere, ovvero quello del cambiamento: “Se bruci una casa, le
particelle esistono ancora, particelle di casa sono diventate
particelle di fumo”. Da qui l’intuizione di Diana, il cervello, il
collante del gruppo: “Chiunque con un fiammifero può trasformare
una casa in fumo”. “Metterlo nella scatola…” dice Arthur, il
compagno leale, la spalla su cui si può sempre contare nella
mischia, guardando la scatola madre e riferendosi a quel fumo. “…
trasforma quel fumo di nuovo nella casa” conclude Bruce, il leader.
“So che stiamo pensando la stessa cosa adesso. Chi lo dirà? Io
non lo dirò.” Conclude Barry, ironico e chiacchierone. A
questo punto, Cyborg proietta un ologramma di Superman che spicca
il volo, mentre il tema di Hans Zimmer da L’Uomo d’Acciaio
conferisce eticità e potenza all’intera scena, una panoramica a
360°, che inquadra insieme, senza stacchi, i volti dei 5 eroi,
pronti a tutto per riportare indietro il migliore di loro.
https://youtu.be/rOK3uux82M0
Alfred
Lo abbiamo conosciuto in
Batman v Superman: Dawn of Justice e lo abbiamo amato dal
primo momento. Con buona pace dell’ottimo
Michael Caine e ancora prima di Michael Gough,
Jeremy Irons conferisce al maggiordomo di Batman non
solo il suo valore paterno e famigliare, ruolo che svolge con
grande dedizione perso il Padron Bruce, ma aggiunge al personaggio
una forza strisciante, un carisma, una brillantezza che mai aveva
avuto prima. Non a caso, nella scena in cui Batman porta per la
prima volta la squadra nella Bat-Caverna, lo presenta a tutti
dicendo: “Lui è Alfred, lavoro per lui”.
L’Alfred di Irons è sì, un padre
putativo, la famiglia che Bruce non ha più, ma è anche un
consigliere duro, severo, è un genio ingegneristico, è un saggio, è
un esperto nell’arte di preparare il te, un signore elegante e a
suo modo seducente, un galantuomo che dà l’impressione di poter
usare anche la forza bruta, se necessario. Soprattutto è la bussola
morale di Bruce, la spinta vitale del Batman stanco interpretato da
Ben Affleck.
Superman spicca il volo
Sappiamo che la squadra
decide di riportare in vita Superman con il potere della scatola
madre. Sappiamo che Bruce dice: “Siamo in sei, non in
cinque”. Sappiamo che la presenza di Superman farà la
differenza contro Steppenwolf. Ma non eravamo pronti all’epicità
che Snyder ha regalato alla rinascita di Superman. Non ci riferiamo
allo scontro ai piedi del monumento a lui dedicato, quando un
intontito Clark si scaglia contro la Justice League, ma a quando lo
stesso Clark, con le idee più chiare, torna sulla sua nave
kryptoniana nei ghiacci e indossa, finalmente, il costume nero.
Sentiamo in sottofondo la voce di
Jor-El e quella di Jonathan, vediamo Superman prepararsi a spiccare
il volo, lo seguiamo librarsi oltre l’atmosfera, alla ricerca del
sole, la sua fonte di energia, lo osserviamo, ammirati, ricaricarsi
al sole, con le braccia aperte ad accoglierne i raggi. L’eroe che
si è sacrificato per noi torna in vita e ascende al cielo. Ci
avevano già detto che Superman era una figura cristologia, Snyder
ce lo racconta per immagini ed emozioni.
https://www.youtube.com/watch?v=4gDIs6zVKlg
Cyborg aiuta la madre single
Cancellato quasi
completamente dalla versione cinematografica di Joss Whedon, Cyborg
è effettivamente il cuore della Snyder Cut. Lui conosce le scatole,
sa come si comportano, conosce il suo nemico ed ha un potere a dir
poco illimitato, in un mondo completamente informatizzato. La scena
che però lo definisce come eroe è quella in cui mostra la sua bontà
d’animo. Si tratta di un passaggio obbligato per ogni personaggio,
dei fumetti e non, che acquisisce delle abilità superiori:
scegliere in che modo utilizzare queste abilità. Succede a
Spider-Man, succede allo stesso Superman, e Zack Snyder ci mostra
in che modo succede a Cyborg.
Avendo accesso a tutte le linee e i
sistemi informatici del pianeta, dai conti bancari al circuito
delle telecamere in strada, Victor assiste alla parabola
disgraziata di una madre single: la donna lavora in un diner, ha un
figlio che accudisce con amore, ma è molto povera, nonostante
questo regala le sue mance ai mendicanti. Quando il suo
appartamento viene pignorato, Cyborg altera il sistema bancario per
riempire di soldi il conto della donna. Cyborg sceglie di fare un
gesto eroico silenzioso, guardando ai piccoli e agli ultimi, un
gesto che non gli dà alcuna gloria, ma che fa la differenza di una
povera donna e di suo figlio.
Flashpoint
Si tratta forse del momento
più sorprendente dell’intero film, quello che nessuno si aspettava
e che ha regalato al Barry Allen di
Ezra Miller l’ufficiale investitura a Velocista
Scarlatto.
Justice League del 2017 aveva ridotto il personaggio di Barry a
un comic relief. Zack Snyder invece, pur mantenendo l’aspetto
divertente del personaggio, affidandogli diverse battute e scambi
comici con l’impassibile Victor Stone, gli ha affidato anche il
compito vero di salvare il mondo, riportando indietro il tempo
nella scena che ormai tutti identificano con il nome di
Flashpoint.
Durante la battaglia finale, quando
un parademone colpisce Barry, il piano di Cyborg per impedire la
fusione delle scatole madri va in fumo, Darkseid arriva sulla Terra
e spazza via tutto, vediamo distintamente i corpi di Superman e di
Cyborg che si disgregano. Ma Flash guarisce in fretta e appena la
sua ferita di rimargina, comincia a correre, così veloce da mandare
il tempo indietro: “Il futuro diventa il passato, è tutto
adesso”, dice Barry, correndo, pensando al padre ingiustamente
in prigione, pensando ai suoi amici, alla Terra da salvare. La slow
motion di Snyder, che è suo cifra stilistica distintiva e che
genera tanta ilarità sia nei fan che nei detrattori, contribuisce
ad aggiungere emozione ad una scena fondamentale, non solo per il
futuro del personaggio, ma anche per l’esito della battaglia.
Tornando indietro nel tempo, Flash riesce ad attuare il piano di
Cyborg e a impedire l’arrivo di Darkseid, così Wonder Woman,
Superman e Aquaman riescono a sconfiggere Steppenwolf, con un
ottimo gioco di squadra.
Padre due volte
Nell’epilogo di
Zack Snyder’s Justice League scopriamo che un
altro personaggio, marginale nella versione del 2017, diventa
fondamentale nella lettura di Snyder. Si tratta di Silas Stone, il
papà di Victor, che lo ha salvato grazie al potere della scatola.
Il messaggio postumo che Victor ascolta è la perfetta conclusione
del viaggio, è ciò che Snyder vuole dire agli spettatori, è una
considerazione sui mali del mondo e su ciò che ci serve a
superarli, ma è anche, azzardiamo, un messaggio che Snyder rivolge
a se stesso, a quella figlia perduta per sempre, a quel lutto nero
e terribile che il regista ha affrontato, ad un periodo nella sua
vita che ha cambiato sicuramente l’uomo, ma ha cambiato anche
l’artista, il regista.
Silas è due volte padre di Victor,
gli ha dato la vita, ma lo ha anche aggiustato, regalandogli
un’altra vita più straordinaria ancora. Allo stesso modo Snyder è
due volte padre, padre di una ragazza che purtroppo non tornerà,
padre di un immaginario che tutto il mondo ha desiderato e che lui
ha voluto dedicare proprio a lei, a Autumn.
Knightmare in Zack
Snyder’s Justice League
Chiude questo elenco del
migliori momenti di Zack Snyder’s Justice
League il
Knightmare, ovvero la sequenza dell’incubo di Bruce
(l’incubo del Cavaliere, a voler tradurre letteralmente). In un
mondo post-apocalittico, in cui Darkseid ha compiuto il suo piano
di conquista e distruzione della Terra, uno sparuto gruppo di eroi
si allea per contrastare Superman, diventato cattivo a seguito
della morte di Lois. Batman, Cyborg, Deathstroke, Mera e Flash
incontrano Joker che sfida l’Uomo Pipistrello in un confronto
dialettico ad alta tensione.
La scena mostra in piccolo quelli
che erano i piani di Zack Snyder, probabilmente, forse un succoso
boccone per i fan, ma comunque un progetto che non vedremo perché
la Warner Bors ha dichiarato che nemmeno su HBO Max ci sarà spazio
per la visione completa del regista. Se pure non vedremo mai al
cinema o in tv lo Snyderverse, potremo sempre vedere, ogni volta
che vorremo, la Zack Snyder’s Justice Leaguet su
NOW.
Il film è disponibili anche on demand su Sky.