Arriverà al cinema dal 16 Giugno
Spiral – L’eredità di Saw, il nuovo film del franchise horror di
SAW scritto da Josh Stolberg & Pete Goldfinger. Diretto da
Darren Lynn Bousman nel cast protagonisti sono
Chris Rock, Max Minghella, Marisol Nichols e
Samuel L. Jackson. Un’esclusiva per
l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema.
Nel film Una mente sadica mette in
atto una contorta forma di giustizia in SPIRAL, il nuovo
adrenalinico capitolo della saga di SAW. Lavorando all’ombra di uno
stimato veterano della polizia (Samuel L. Jackson), lo sfrontato
detective Ezekiel “Zeke” Banks (Chris Rock) e il suo partner alle
prime armi (Max Minghella) si occupano di una sconvolgente indagine
su omicidi che ricordano l’inquietante passato della
città. Inconsapevolmente intrappolato in un mistero che si
infittisce sempre di più, Zeke si trova al centro del morboso gioco
dell’assassino.
Il regista premio Oscar
Woody Allen torna solo al cinema con il nuovo film
Rifkin’s
Festival, prodotto e girato in Europa da The Mediapro
Studio, Gravier Productions e l’italiana Wildside. Protagonisti
sono Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis
Garrel, Elena Anaya, Sergi
López e Christoph
Waltz.. Il direttore della fotografia è Vittorio
Storaro, la scenografia è di Alain Bainée, il montaggio di Alisa
Lepselter, i costumi di Sonia Grande e le musiche di Stephane
Wrembel.
La pellicola uscirà dal 6 maggio 2021 distribuito da
Vision Distribution.
In Rifkin’s
Festival Mort Rifkin (Wallace Shawn) è un ex
professore e un fanatico di cinema sposat.o con Sue (Gina Gershon),
addetta stampa di cinema. Il loro viaggio al Festival del cinema di
San Sebastian, in Spagna, è turbato dal sospetto che il rapporto di
Sue con il giovane regista suo cliente, Philippe (Louis Garrel),
oltrepassi la sfera professionale. Il viaggio è però per Mort anche
un’occasione per superare il blocco che gli impedisce di scrivere
il suo primo romanzo e per riflettere profondamente. Osservando la
propria vita attraverso il prisma dei grandi capolavori
cinematografici a cui è legato, Mort scopre una rinnovata speranza
per il futuro. Con il suo consueto surreale umorismo, Woody Allen
mescola situazioni al limite dell’assurdo con storie dall’intreccio
romantico a tratti amare.
Lo scorso 25 aprile, in occasione
della cerimonia di premiazione degli
Oscar 2021, la regista Chloé Zhao ha trionfato
grazie al suo acclamato Nomadland, portandosi a casa l’Oscar come
Miglior regista (insieme ad altre due statuette, ossia Miglior film
e Migliore attrice protagonista, quest’ultimo andato a Frances McDormand), diventando la seconda
regista donna nella storia del prestigioso riconoscimento – dopo
Kathryn Bigelow per The Hurt Locker – ad
aver vinto il premio.
In seguito alla notte delle stelle,
il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige ha
rilasciato un’intervista a
Variety in cui ha ironizzato sul fatto che il prossimo anno
sarà Gli
Eterni a vincere l’Oscar come Miglior film. Per chi
ancora non lo sapesse, Gli Eterni
è il nuovo film dei Marvel Studios in arrivo il
prossimo novembre (dopo essere stato posticipato di un anno a causa
della Pandemia di Covid-19) che sarà diretto proprio da
Chloé Zhao. Ovviamente, se prima l’attesa nei
confronti del cinecomic era alle stelle, dopo la vittoria
dell’Oscar da parte di Zhao è diventata letteralmente
spasmodica.
Parlando del futuro dell’Universo
Cinematografico Marvel, Feige ha ironizzato sul
fatto che Gli
Eterni vincerà l’Oscar come Miglior film alla prossima
edizione degli Academy Awards e che Avengers 5 – su cui vige ancora il più
assoluto mistero – diventerà il film con il maggior incasso di
tutti i tempi, battendo di nuovo Avatar. Nonostante
la storia ci insegni che spesso alcuni leggendari cineasti si sono
scontrati con il sistema dei grandi studi di Hollywood, in un’altra
intervista – sempre con
Variety – è stata proprio Chloé Zhao a
definire Feige “un grande capo”, sottolineando come abbia
appoggiato la sua visione del film in tutto e per tutto.
Chloé Zhao conferma che i lavori su
Gli Eterni sono quasi terminati
Zhao ha poi rivelato che, prima
dello scoppio della pandemia, Gli Eterni
sarebbe dovuto uscire prima di
Nomadland. Se non ci fosse stato il Coronavirus, la
regista sarebbe stata in grado di completare i lavori sul cinecomic
e di far uscire il film prima. Tuttavia, è comunque grata per come
sono andate le cose e per l’accoglienza e la risonanza che
Nomadland ha avuto a livello mondiale. “Ho
attraversato molti alti e bassi nella mia breve carriera”, ha
spiegato Zhao. Inoltre, la regista ha confermato che
Gli
Eterni è ormai completato: “Mancano davvero le ultime
cose. Come succede con la scultura, non vuoi mai che finisca. Vuoi
solo andare avanti finché non ti dicono che non puoi più andare
avanti.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Arriva da
Deadline la notizia che l’attore Vincent
Kartheiser è entrato a far parte del cast di
Titans 3, l’annunciata
terza stagione della serie Titans che
arriverà su HBO
MAX. Vincent Kartheiser è entrato a far parte del cast di
Titans di HBO Max ed è pronto ad affrontare Jonathan Crane, alias
Spaventapasseri, nella terza stagione.
Jonathan Crane di Kartheiser è un detenuto presso l’Arkham
Asylum che terrorizzava Gotham City usando le tossine per sfruttare
le fobie dei suoi nemici. Mentre Kartheiser farà il suo
debutto come cattivo DC nella prossima terza stagione della serie,
Spaventapasseri è già apparso in numerosi titoli DC tra cui Le
avventure di Batman, Harley Quinn e persino The Lego Batman
Movie.
Titans 3
Titans 3 sarà la
terza stagione della serie Titans
prodotta dalla DC Entertainmet
e creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg
Berlanti. Titans vede come produttori
esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e
Sarah Schechter.
In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick”
Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r /
Starfire,
Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e
Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan /
Beast Boy. Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan
Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka
Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey
Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno
Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua
Orpin nei panni di Superboy e Esai
Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.
Nella serie tv Dick Grayson emerge
dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi
eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono
aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche
che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di
fumetti di sempre. La prima stagione Titans
ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC
Universe, gestito da Warner Bros. Digital
Networks.
The Handmaid’s Tale 4 è la quarta
stagione della serie tv creata da Bruce
Miller per HULU e
basata sul romanzo omonimo distopico del 1985 dell’autrice
femminista Margaret Atwood.
In The Handmaid’s Tale
4 ritorneranno June Osborne / Difred (stagione 1-in
corso), interpretata da
Elisabeth Moss, Serena Joy Waterford (stagione
1-in corso), interpretata da Yvonne Strahovski, Comandante
Fred Waterford (stagione 1-in corso), interpretato da
Joseph Fiennes, Emily / Diglen /
Disteven (stagione 1-in corso), interpretata da
Alexis Bledel, Janine / Diwarren / Didaniel
(stagione 1-in corso), interpretata da Madeline
Brewer, Lydia Clements / Zia Lydia (stagioni 1-in
corso), interpretata da Ann Dowd, Luke Bankole
(stagioni 1-in corso), interpretato da O. T.
Fagbenle, Custode Nick Blaine (stagioni 1-in corso),
interpretato da Max Minghella, Moira Strand
(stagioni 1-in corso), interpretata da Samira
Wiley, Rita (stagioni 2-in corso, ricorrente stagione 1),
interpretata da Amanda Brugel e Comandante Joseph
Lawrence (stagioni 3-in corso, ricorrente stagione 2), interpretato
da Bradley Whitford.
La serie racconta di In un futuro
non lontano, il tasso di fertilità umana è in calo a causa di
malattie e inquinamento. Dopo una guerra civile, il regime
teocratico totalitario di Gilead prende il comando nella zona un
tempo conosciuta come Stati Uniti d’America. La società è
organizzata da leader assetati di potere e divisa in nuove classi
sociali, in cui le donne sono brutalmente soggiogate e non possono
lavorare, leggere o maneggiare denaro.
Ci sono film talmente tanto assurdi
e dissacranti nelle loro premesse da diventare immediatamente opere
cult imperdibili. Tra i più recenti di questo genere vi è senza
dubbio L’uomo che uccise Hitler e poi il
Bigfoot, scritto, diretto e prodotto nel 2018
dall’esordiente Robert D. Krzykowksi. Si tratta di
un film che attraversa diversi generi, dall’avventura al
drammatico, dalla fantascienza all’opera bellica. Tipologia di
prodotto alquanto raro nell’odierna industria cinematografica,
questo ha comunuque ottenuto grande successo e fama proprio per la
sua stravaganza. Ad avvalorare l’interesse nei suoi confronti, vi
sono alcuni noti attori qui alle prese con ruoli inediti e bizzarri
quanto il film.
Eppure, nonostante il titolo possa
far pensare ad un prodotto B-Movie, il film sfoggia anche una serie
di riflessioni particolarmente profonde e coinvolgenti. Il tono
diventa infatti crepuscolare, raccontando dell’inevitabile scorrere
del tempo, del sopraggiungere dell’anzianità e di come i ricordi
possano essere un porto salvifico. Tra eroismo, dovere morale e
delusioni inevitabili, si costruisce così la figura del
protagonista che si sposa appieno con il contesto che lo circonda.
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot è dunque
anche un’opera più intima e delicata di quello che si potrebbe
immaginare, benché non manchino anche momenti particolarmente
adrenalinici.
Presentato con successo a diversi
festival cinematografici di genere, il film si è così affermato
come il successo che meritava di essere, guadagnando sempre più
popolarità e apprezzamenti. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot: la trama
del film
Protagonista del film è
Calvin Barr è un veterano della seconda guerra
mondiale che durante il conflitto è riuscito ad uccidere il celebre
dittatore Adolf Hitler, venendo però costretto a
mantenere segreta questa informazione al fine di evitare problemi
internazionali. Ormai anziano, egli vive in tranquillità tra i
flashback della guerra, il rimorso di aver ucciso un uomo, seppure
da lui giudicato un mostro, e il ricordo di un amore perduto. A
richiamarlo all’azione, un giorno, vi sono l’FBI e la
Royal Canadian Mounted Police, che gli chiedono di andare in
missione nell’America del Nord, per cacciare e uccidere una
creatura leggendaria.
Questa è il bigfoot, portatore di
una misteriosa malattia che ha già decimato le forme di vita locali
e che, se dovesse diffondersi su larga scala, potrebbe segnare
l’estinzione dell’umanità. L’essere si muove all’interno di un’area
circoscritta, detta “zona morta”, e se Calvin dovesse fallire, il
governo statunitense sarebbe pronto a sganciare un ordigno nucleare
per spazzare via ogni minaccia. Unica persona al mondo in grado di
affrontare una simile impresa, in Calvin si scatena uno straziante
conflitto interiore, in quanto aveva giurato di non uccidere mai
più.
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot: il cast del
film
Ad interpretare il personaggio del
veterano cacciatore Calvin Barr vi è l’attore Sam Elliott. Questi è
recentemente divenuto ulteriormente popolare per il film A Star
Is Born, per il quale ha anche ottenuto una nomination
all’Oscar. Elliott è però noto anche per film come Il grande Lebowski,
Hulk, Ghost Rider. Nell’assumere
i panni del protagonista in L’uomo che uccise Hitler e poi il
Bigfoot, egli ha affermato di essere rimasto affascinato dalla
natura complessa del personaggio, coinvolto tanto in azioni eroiche
quanto in grandi emozioni che ne dettano il carattere. L’attore si
è inoltre allenato a livello fisico per poter eseguire molte delle
scene più complesse e dinamiche.
Nei panni del giovane Calvin Barr vi
è invece l’attore Aidan Turner. Questi è meglio
noto per aver interpretato il nano Kili nella trilogia di Lo Hobbit, mentre
recentemente è apparso in televisione con la serie
Leonardo, dove interpreta il celebre artista e inventore
rinascimentale. Accanto a lui, nei panni dell’amata Maxine, vi è
invece l’attrice Caitlin FitzGerald, nota per la
serie Masters of Sex. Dopo essersi conosciuti sul set di
questo film, lei e Turner sono diventati una coppia nella vita. Nel
film sono poi presenti gli attori Ron Livingston
nei panni di Flag Pin, Larry Miller in quelli di
Ed e Ellar Coltrane, celebre per il film
Boyhood, nei panni di un
commesso. Mark Steger è invece il Bigfoot.
L’uomo che uccise Hitler e poi
il Bigfoot: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot
è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video e Now. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 29
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Ci sono film che si propongono di
scavare nell’animo umano alla ricerca dei suoi lati peggiori, nel
tentativo di comprenderli. In particolare, a riguardo, una delle
tematiche più affascinanti è quella relativa al concetto di
peccato. Che cos’è il peccato? Chi sono i peccatori? Il cinema da
sempre prova a rispondere a queste domande con storie che hanno
tali argomenti come loro cuore narrativo. Uno dei più interessanti
degli ultimi anni incentrato su tali riflessioni è
Stone, scritto da Angus
MacLachlan e diretto da John Curran nel
2010. Appartenente al genere thriller, questo presenta una vicenda
tanto controversa quanto affascinante, portanto avanti un discorso
altrettanto interessante.
La storia narrata era nata intorno
al 2000 come dramma teatrale per mano di MacLachlan. Il testo fu
però esposto pubblicamente soltanto una volta. Successivamente, il
drammaturgo iniziò a rielaborare il racconto adattandolo ai canoni
cinematografici. Richiamando l’interesse di Hollywood, questo è
infine divenuto il film che oggi possiamo ammirare, con
protagonisti alcuni celebri attori, tra cui un premio Oscar,
chiamati qui a dar vita a personaggi particolarmente complessi e
ricchi di sfumature. La complessita e l’imprevedibilità del film
hanno infatti contribuito a renderlo ancor più noto presso il
grande pubblico.
Questo non portò però il film a
divenire un gran successo, rivelandosi anzi un notevole flop al box
office. Con il passare del tempo è però stato parzialmente
riscoperto, divenendo un buon film per gli amanti del genere e per
chi desidera farsi sorprendere da una serie di dinamiche
inaspettate. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Stone: la trama del film
Protagonista del film è il
poliziotto Jack Mabry, il cui compito è quello
d’indagare, comprendere e valutare la buona fede e le reali
intenzioni di tutti quei detenuti che chiedono la decurtazione
della pena. Una sua parola può infatti garantire la libertà a
quanti se la sono vista fino a quel momento negare. Jack, però, è
ormai prossimo alla pensione, ma prima di lasciare definitivamente
la sua mansione desidera risolvere un ultimo caso. Si imbatterà
così in quello di Gerald “Stone” Creeson,
condannato a una lunga reclusione per essere stato complice della
morte dei suoi nonni e per aver successivamente dato fuoco alla
loro casa.
Quest’ultima valutazione si rivelerà
per Jack tutt’altro che semplice, poiché egli non riesce realmente
a stabilire se il detenuto sia cambiato o meno. A rendere più
complessa la situazione vi è anche il coinvolgimento
dell’affascinante e seducente Lucetta Creeson,
moglie di Stone. La donna, attraverso sottili giochi psicologici,
s’insinuerà nella mente e nei pensieri del poliziotto, tanto da
portarlo a vivere un insostenibile conflitto interiore tra i
desideri della carne e la sua fedeltà al matrimonio. Questo gioco
di potere, seduzione e inganno sembrerà arrivare sino a un punto di
non ritorno, portando con sé conseguenze disastrose.
Stone: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
poliziotto Jack Mabry vi è il due volte premio Oscar
Robert De Niro. Questi
si disse da subito disponibile a prendere parte al film, attratto
dalle sue tematiche. In particolare, egli lavorò sul rendere
evidenti i conflitti del personaggio, come anche il fatto che egli
stesso passi più volte dalla ragione al torto e viceversa,
macchiandosi a sua volta di diversi peccati. De Niro, inoltre,
visse una strana situazione sul set quando una sua fan ubriaca,
eludendo la sicurezza, gli si avvicinò nel tentativo di
incontrarlo. La donna fu però prontamente fermata e sottoposta ad
arresto. Nei panni della moglie di Jack, Madylyn, vi è l’attrice
Frances Conroy, celebre per la serie American
Horror Story.
L’attore Enver Leif
Gjokaj è invece presente nei panni di un giovane Jack.
Gjokaj è meglio noto per aver interpretato l’agente Daniel Sousa
nel Marvel Cinematic Universe.
Pepper Binkley interpreta allo stesso modo la
giovane Madylyn. Nei panni di Gerald “Stone” Creeson vi è invece
EdwardNorton, con un personaggio simile a quello
interpretato nel suo primo film, Schegge di paura. Per
prepararsi al ruolo questi ha speso diverso tempo con alcuni
carcerati, apprendendo quanto gli occorreva per la sua
interpretazione ed ispirandosi ad alcuni detenuti per il modo di
parlare, alcune specifiche frasi e l’acconciatura di capelli. Nei
panni di sua moglie Lucetta, infine, vi è l’attrice Milla
Jovovich.
Stone: il trailer e dove vedere il
film in streaming e in TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Stone è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28
aprile alle ore 21:10 sul canale
Paramount Channel.
Ambientato in una splendida città
di mare della Riviera italiana, Luca
è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di
crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da
gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste
avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento
è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro
mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.
Dopo il successo agli Oscar con
The Father, che lo studio ha prodotto e venduto,
la londinese Embankment ha svelato una prima foto di Emma Mackey, star di Sex
Education di Netflix, nei panni della scrittrice Emily Brontë. Il
film si intitolerà Emily e sarà una storia di origini per la famosa
autrice britannica.
Il film segna il debutto della
sceneggiatrice e regista dell’attore Frances
O’Connor, due volte candidata ai Golden Globe per le sue
interpretazioni in Madame Bovary e Missing. Insieme a Mackey e
Fionn Whitehead (Dunkirk, Voyagers) in quello che Embankment descrive
come un “cast di giovani vibranti talenti britannici” ci sono
Oliver Jackson-Cohen (The Haunting of Hill House),
Alexandra Dowling (I moschettieri), Amelia Gething
(La principessa spagnola), nonché la candidata ai BAFTA
Gemma Jones (Ammonite, Rocketman) e Adrian
Dunbar (Line of Duty).
Il primo sguardo al film, di
seguito, mostra Mackey nei panni di Brontë, una giovane donna su
uno sfondo che assomiglia molto a una vasta brughiera dello
Yorkshire.
Diretto da
Chris McKay e scritto da Zach Dean
La guerra di domani (The Tomorrow
War) è prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don
Granger, Jules Daly, David Goyer, Adam Kolbrenner.
Executive Producer sono Rob Cowan, Chris Pratt,
Brian Oliver, Bradley J. Fischer.
In La guerra
di domani (The Tomorrow
War), il mondo rimane sotto shock quando un gruppo di
viaggiatori nel tempo arriva dal 2051 per portare un messaggio
urgente: di lì a trent’anni la razza umana sarà sul punto di
perdere una guerra globale contro una letale specie aliena. L’unica
speranza per sopravvivere è che soldati e civili del presente
vengano trasportati nel futuro e si uniscano alla battaglia. Tra le
reclute c’è l’insegnate di liceo e padre di famiglia Dan Forester
(Pratt). Determinato a salvare il mondo per la sua giovane figlia,
Dan si unisce a una brillante scienziata (Yvonne Strahovski) e al
padre da cui si era allontanato (J.K. Simmons) nella disperata
impresa di riscrivere il destino del pianeta.
Il genio, miliardario, playboy,
filantropo del MCU,
Tony Stark, si è sempre distinto per le sue qualità, il suo
acume e anche per il suo senso dell’umorismo, che, nel corso di 22
film, lo ha portato a inventare nomignoli irriverenti per quasi
tutti i suoi compagni di squadra… e per qualche nemico. Ecco tutti
i nomignoli più divertenti:
Triplogiochista per
Vedova Nera
Tony Stark incontra per la
prima volta
Natasha Romanoff quando la assume come segretaria, in Iron
Man 2. Viene rivelato più avanti nel film che Romanoff è un
agente dello S.H.I.E.L.D e ha lavorato sotto copertura per
assicurarsi che Stark rimanesse al sicuro e si comportasse
bene.
Stark rimane scioccato e sconvolto
dal fatto che lo
S.H.I.E.L.D lo stesse tenendo d’occhio e che non sospettasse
affatto che Romanoff fosse un agente. Non è il nomignolo più
intelligente che abbia mai inventato, è anche vero però che in
quella situazione, forse come non mai, Tony viene preso in
contropiede e non sa bene come uscire “vincitore” da quella
conversazione in cui è visibilmente in svantaggio.
Piccolo cervo per
Loki
Tony Stark chiama Loki
Piccolo Cervo nel primo film
Avengers quando lo incontra per la prima volta. Naturalmente si
riferisce nella versione italiana al suo copricapo con le corna
allungate sulla fronte, più simili a quello di uno stambecco che a
quelle di un cervo. Tuttavia si tratta di un adattamento
dall’inglese Reindeer Games.
Si tratta di una locuzione entrata
nel linguaggio comune e tratta dalla canzone natalizia, Rubolph la
renna con il naso rosso, di Johnny Marks. La frase è riferita a
quelle renne che stavano bullizzando Rudolph e Loki in effetti sta
facendo il bulletto con delle persone indifese.
Point Break per Thor
Tony Stark
dà al Dio del tuono Thor diversi soprannomi nel
corso delle loro interazioni nel’MCU, ma uno dei più memorabili è
quando Stark lo ha chiamato “Point
Break” nel primo film degli Avengers. Stark lo chiama così per
fare riferimento al personaggio dai capelli biondi di Patrick Swayze, Bodhi, nell’omonimo film
culto.
Fronte della sicurezza
per Happy Hogan
In Iron Man 3 Happy viene promosso capo della
sicurezza di Tony Stark e Tony è immediatamente infastidito dal suo
zelo. Dopotutto fa parte del personaggio: Happy è un uomo buono e
devoto che prende molto sul serio il suo ruolo. Mentre dal canto
suo, Tony è sempre annoiato da procedure, scartoffie e
burocrazia.
Nella scena in cui Happy risponde
ad una videochiamata di Tony da un tablet, orientando verso la sua
testa la camera e inquadrando solo la sua fronte, il suo capo lo
chiama “fronte della sicurezza”.
Jolly Green per Hulk
In
Avengers: Endgame,
Bruce Banner ha raggiunto un equilibrio tra le due entità che
formano la sua persona. Ha infatti il corpo forzuto e verde di
Hulk, ma la mente brillante e il temperamento mite di Banner.
Quando Tony torna e vede il cambiamento nell’amico, lo chiama Jolly
Green.
Si tratta di un riferimento al
Jolly Green Giant, il simbolo di un famoso marchio americano di
verdure surgelate, e sembra estremamente adatto alla nuova versione
di Hulk/Banner.
Una boy band segreta per
gli Avengers
Nick
Fury si rivolge a Tony Stark in merito alla sua idea di creare
un gruppo di supereroi che possano lavorare insieme per affrontare
qualsiasi possibile minaccia aliena che lo S.H.I.E.L.D non può
gestire da solo.
Tony, all’inizio, pensa che sia
un’idea ridicola e dice a
Fury che la sua idea di una boy band segreta non può
funzionare. Nonostante la storia abbia poi smentito Tony, il
nomignolo funziona ancora benissimo.
Gli stregoni per Dr.
Strange e Wong
Dr. Strange e
Wong appaiono da un portale per aiutare Tony e Bruce alle
prese con Thanos. I due scienziati sono sorpresi dalla presenza di
due persone che hanno dei poteri così particolari.
Tony pertanto li chiama i maghi e
tutti uniscono le forze contro
Thanos. Tony chiede a Bruce di trasformarsi in Hulk, ma visto
che il gigante di giada è traumatizzato dallo scontro precedente
con
Thanos, si rifiuta di uscire, e Tony con il suo solito sarcasmo
gli dice “non farmi fare brutta figura davanti agli stregoni”.
Blue Meanie per
Nebula
Tony e
Nebula sono gli unici due a sopravvivere allo schiocco di
Thanos su Titano, quindi i due prendono la nave e cercano di
tornare sulla Terra. Rimangono bloccati per molto tempo nello
spazio, nel lasso di tempo che intercorre tra
Infinity War ed
Endgame quando esauriscono il carburante e vengono lasciati
alla deriva nello spazio.
I due iniziano a legare e diventano
davvero amici mentre Tony insegna a Nebula a giocare a football di
carta mentre lei gli concede le sue ultime razioni di cibo. Tony le
dà il soprannome di Blue Meanie, dal film Yellow
Submarine dei Beatles, e sebbene sia un soprannome divertente c’è
un modo molto affettuoso di Tony di chiamarla così.
Shakespeare in estiva per
Thor
All’inizio di The Avengers, Thor vola sulla Terra per
cercare di fermare suo fratello
Loki prima che possa distruggere i miseri umani di Midgard.
Tony e Steve hanno già catturato
Loki quando inizia una tempesta di fulmini che porta Thor e i
tre a incontrarsi per la prima volta.
Tony si riferisce immediatamente
all’aspetto di Thor e in particolare al suo mantello mentre chiede
“tua madre sa che indossi le sue tende?” e gli chiede se è arrivato
per una sessione di Shakespeare in estiva, dal momento che Thor ha
cominciato a dirgli a muso duro che la questione riguarda solo lui
e suo fratello.
Tony chiama Drax Mastro Lindo (Mr.
Clean in inglese), e in effetti, una volta detto, la somiglianza è
talmente lampante che resta impressa. When you see it, you can’t
unsee.
“P***Ant” per
Ant-Man
Tony Stark
inizia a pensare a soprannomi meschini per chiamare le persone non
appena le incontra. Ad esempio, quando ha incontrato un ragazzo di
nome Ant-Man e si è reso conto che non è il ragazzo più brillante
che abbia mai incontrato, deve aver scansionato il suo cervello
alla ricerca di parolacce e insulti che includessero la parola
“formica” e ha pensato al perfetto insulto per Ant-Man:
“pissant.”
Ha aspettato il momento perfetto
per usarlo e finalmente ha avuto l’opportunità in Avengers: Endgame. Dopo che Hulk del 2012 ha
accidentalmente rovinato la parte del 2012 del piano “rapina nel
tempo”, Ant-Man si arrabbia con Tony mentre Tony pensa a un piano
di riserva e gli dice: “Grazie per l’incoraggiamento,
pissant“. In italiano purtroppo la parola non è stata
tradotta, lasciando la battuta di Tony monca.
Manchurian Candidate per
Bucky
Tony usa il nickname
Manchurian Candidate per Bucky, l’amico di infanzia di Cap a cui è
stato lavato il cervello dall’Hydra per farlo diventare il temibile
assassino The Winter Soldier. Lui ha ucciso i genitori di Tony ed è
stato mandato ad uccidere Cap stesso.
Il nickname è tratto dal titolo del
romanzo del 1959 scritto da Richard Condon, The Manchurian
Candidate appunto, che racconta proprio del governo degli Stati
Uniti che fa il lavaggio del cervello ai soldati per trasformarli
in assassini. Nel 1962 c’è stato un primo adattamento del romanzo,
un film osannato come uno dei thriller politici più belli della
storia, mentre Denzel Washington ha partecipato al remake del
2004.
Legolas per Occhio di
Falco
In The Avengers, quando
Iron Man fa volare
Occhio di Falco per dargli una prospettiva migliore per il suo
tiro con l’arco nella battaglia di New York, lo chiama “Legolas”.
Legolas, ovviamente, è l’arciere elfo interpretato da Orlando Bloom
nella trilogia de Il Signore degli Anelli.
Ha reso interessante il tiro con
l’arco sul grande schermo molto prima che arrivassero Occhio di
Falco o Katniss o la Principessa Merida.
Occhio di Falco viene spesso preso in giro per essere il
Vendicatore più inutile, ma è sempre lì, a combattere in battaglia
insieme ad altri eroi più qualificati, facendo esplodere invasori
alieni con il suo arco e speciali frecce esplosive.
Build-A-Bear per
Rocket
Quando Tony incontra Rocket
per la prima volta in
Avengers: Endgame, è appena tornato sulla Terra da quello che
pensava fosse il suo letto di morte nelle profondità dello spazio.
Nel bel mezzo di un discorso emozionante sulla “armatura intorno a
tutto il mondo” che Steve Rogers non gli avrebbe permesso di creare
dopo la furia di Ultron di alcuni anni prima, dice a Rocket:
“Onestamente, fino a questo esatto secondo, pensavo che fossi un
peluche.”
Nell’originale, Tony dice
Build-A-Bear e si riferisce a un marchio di giocattoli che vende
orsacchiotti e animali di peluches.
Underoos per
Spider-Man
Iron Man
ha sempre avuto un rapporto molto speciale con Spider-Man. È stato
lui a reclutarlo per unirsi alla battaglia a Berlino in Captain America: Civil War, è stato colui che
gli ha fatto da mentore in Spider-Man: Homecoming, e negli ultimi due
film di Avengers, il loro legame si è cementato.
Nella loro prima battaglia insieme
– quella all’aeroporto di Berlino in Civil War – Iron Man chiama
Spider-Man “Underoos”. Underoos, ovviamente, era un marchio di
tutina negli anni ’70 che permetteva ai bambini di vestirsi come i
loro supereroi preferiti (in maglietta e slip). In italiano la
parola è andata perduta, e Iron Man lo chiama semplicemente
“bimbo-ragno”.
Capsicle per Captain
America
Il primo film dedicato ai
Vendicatori ha posto le basi per una serie di diverse partnership
all’interno della line-up degli Avengers, ma quello che è emerso
meglio degli altri è stato sicuramente il conflitto tra il
pessimismo del miliardario esperto di tecnologia Tony Stark contro
l’ottimismo del vecchio soldato
Steve Rogers.
Ad un certo punto, Tony chiama Cap
“Capsicle” in riferimento ai 70 anni che ha trascorso congelato
criogenicamente. La battuta “Capsicle” funziona su diversi livelli:
funziona come un gioco su “ghiacciolo”, funziona come una
combinazione di “Capitano” e “ghiacciolo” (popsicle) e funziona
come un gioco di parole con il diminutivo “Cap”. Naturalmente
l’efficacia della parola in italiano si è un po’ annacquata, visto
che Tony dice “capitan ghiacciolo”.
Rock Of Ages per
Loki
Rock
of Ages è un musical di Broadway di successo che prende in giro
la cultura hair metal degli anni ’80, quindi i membri del cast
hanno tutti pettinature lunghe, fluenti e ridicole. Ecco perché
Tony Stark chiama Loki “Rock
of Ages” in The Avengers del 2012.
Loki è la peggiore minaccia che i
più potenti eroi della Terra hanno affrontato fino a questo punto –
in effetti, è la prima minaccia in assoluto che hanno affrontato
come una squadra – e quindi Tony ha sentito il bisogno di
alleggerire l’atmosfera. Non solo questo è un soprannome
appropriato, ma è anche caratteristico di Tony fare un riferimento
a Broadway poiché vive a New York City. Sorprendentemente, questo
nomignolo è stato molto pensato, solo che in italiano è stato
tradotto con un semplice “rocchettaro”.
Squiddi per Ebony
Maw
La linea narrativa di Tony
Stark in Infinity War è stata una delle più eccitanti, poiché lo ha
accoppiato con una corrispondenza intellettuale e un opposto
ideologico,
Stephen Strange, e ha approfondito il suo rapporto padre-figlio
con
Peter Parker (il terzetto viene poi raggiunto dai
Guardiani di la Galassia).
Verso l’inizio del film, i tre si
ritrovano a bordo di una Q-Ship con Ebony Maw, uno dei servitori
più fidati di
Thanos. A causa della sua faccia strana e del naso gigante e
penzolante, Tony ha dato a Maw il soprannome di Squiddi, in
riferimento al burbero vicino di casa di SpongeBob SquarePants.
Come accade per Drax/Mastro Lindo: when you see it, you
can’t unsee.
Flash Gordon per Peter
Quill
È stato interessante vedere
come Peter
Quill si scontra con i Vendicatori negli ultimi due film.
Quando incontra Thor, cerca di impersonare la sua voce profonda e
il regale accento inglese. Quando incontra Tony Stark, cerca di
batterlo intellettualmente e fallisce ogni volta.
La differenza è che Thor ha la
pazienza di affrontare l’immaturità di Quill, mentre Tony no.
Quando si incontrano per la prima volta in Infinity War, Tony
chiama Quill “Flash Gordon” e Quill cerca di contrattaccare dicendo
che considera “Flash Gordon” un complimento, replicando che se il
50% di lui è umano e stupido, questo vuol dire che il 100% di Tony
Stark è stupido (perché umano).
Lebowski per Thor
Tony Stark ha inventato
diversi soprannomi per Thor, il più noto era “Point Break”, ma il
più divertente (e l’ultimo prima della sua morte) è stato “Lebowski“.
L’aumento di peso di Thor nel salto temporale di cinque anni in
Avengers: Endgame si è rivelato
controverso nel parere di alcuni fans, ma molti spettatori lo hanno
trovato uno sviluppo divertente e sorprendente nell’arco narrativo
del personaggio.
Tony lo chiama “Lebowski”,
dopodiché il dio del tuono continua a giocare su questo
riferimento, con gli stessi occhiali da sole, il cardigan e
l’abitudine delle bevute diurne del personaggio principale di
Il grande Lebowski, film cult dei Coen con
Jeff Bridges.
The Falcon and the Winter Soldier doveva
essere la prima serie ambientata nel MCU a debuttare su Disney+. Tuttavia, a causa della
pandemia di Covid-19, i piani dei Marvel Studios sono stati stravolti, e ad
inaugurare la Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel, alla fine, è stato
WandaVision. A differenza di quest’ultima, la serie con
Anthony Mackie e Sebastian Stan non è stata esente da critiche,
soprattutto per quanto riguarda la trama. Vediamo, nello specifico,
cosa ha funzionato e cosa no:
Il legame tra i protagonisti
In tutti i film del
MCU – e si spera anche in quelli
che arriveranno in futuro – il rapporto tra gli eroi protagonisti è
sempre basato sull’ironia e sullo scherzo, elemento che conferisce
alla trama un tono leggero e assai giocoso.
Naturalmente, ciò è alla base anche
del rapporto tra Sam e Bucky, che si sono ritrovati a litigare come
una vecchia coppia sposata persino durante i più importanti e
pericolosi combattimenti. In qualche modo, gli stessi cattivi del
MCU si prendono gioco del loro
legame e delle continue battute. La serie ha quindi mantenuto quel
tono non troppo serioso che era già stato anticipato nei
trailer.
I villain
Potrebbe ormai sembrare
ritondante affermare che un supereroe è tanto valido quanto lo è il
suo nemico principale. Tuttavia, i fan speravano in qualcuno di
migliore di Karli e del Globale Repatriation Countil.
Nello specifico, il GRC è stato
presentato nella serie come un sistema burocratico mondiale
inefficace, mentre del personaggio di Karli Morgenthau (Erin
Kellyman) sono state messe in evidenza principalmente le sue
insicurezze e alcune azioni di poco conto (come il fatto che avesse
minacciato il nipote di Sam). Gli sforzi degli sceneggiatori nel
cercare di far immedesimare il pubblico con il personaggio sono
stati vanificati dal suo stesso comportamento omicida.
I wakandiani
Il pubblico non avrebbe mai
voluto lasciare Wakanda dopo gli eventi di Avengers: Infinity War,
considerata la ricchezza dell’ambientazione e la simpatia degli
abitanti. Tuttavia,
The Falcon and the Winter Soldier ha coinvolto nella
storia alcuni personaggi chiave della popolazione – e le loro
abilità di combattimento – in modo che potessero unirsi al
conflitto in Europa.
Sebbene la serie abbia dato per
scontato chi fosse questi personaggi proveniente da
Blank Panther, al tempo stesso ha ricordato che ci sono
ancora tanti aspetti di Wakanda che meritano di essere
esplorate.
Legami di famiglia
Le
dinamiche familiari vengono trattate raramente nel MCU (in tale senso,Ant-ManeAnt-Man and The
Wasprappresentano due eccezioni degne di
nota. È stato quindi interessante vedere Sam Wilson impegnato ad
sostenere la sua famiglia nonostante l’enorme conflitto personale
che stava vivendo.
Sfortunatamente, la sorella e i nipoti di Sam sono state
sfruttati male nella storia e sono stati spesso dimenticati quando
altri temi hanno preso il sopravvento.
The Falcon and the Winter Soldier non è chiaramente una
sitcom, ma una maggiore attenzione alla famiglia di Sam Wilson
avrebbe aggiunto un senso di maggiore realtà alla caratterizzazione
del personaggio.
Zemo
Il Barone Zemo è stato un
personaggio forse incompreso in Captain America: Civil War,
ecco perché in molti si aspettavano che venisse maggiormente
approfondito in The Falcon and the Winter
Soldier. Zemo ha dimostrato di essere sardonico e astuto come
in passato, ma anche divertente e intelligente, nonché un pessimo
ballerino.
Gli ultimi momenti di Zemo, in cui
lo abbiamo visto partecipare ad un memoriale di Sokovia, sono stati
perfetti considerato il background del personaggio e il ruolo che
ha svolta nella serie, anche se forse è stato troppo breve.
Steve Rogers è morto
The
Falcon and the Winter Soldier sembra insistere sul fatto
che Captain America, ossia Steve Rogers, sia morto e che il mondo
deve andare avanti anche senza di lui. La verità è che Cap non è
morto, come sappiamo bene dagli eventi di Avengers: Endgame. Dopo aver
consegnato lo scudo a Sam, infatti, è tornato nel passato per
vivere finalmente la sua vita insieme a Peggy Carter.
Francamente, si tratta di una presa
di posizione da parte della serie parecchio irritante, poiché
nonostante lo spirito di Cap – inteso come simbolo di una nazione,
portatore di determinati valori, ecc. – sia davvero morto
all’inizio della serie, non si capisce perché i personaggi
principali appaiano come sprezzanti nei confronti dell’uomo che
hanno visto l’ultima volta seduta su una panchina a New York.
John Walker
Quando John Walker (Wyatt
Russell) ha assunto il ruolo di Captain America per volere del
governo, i fan del MCU aveva già anticipato la sua
disfatta. La cosa interessante è che era proprio quello il cuore
pulsante del suo arco narrativo, mentre cercava di entrare in
sintonia con la sua nuova identità assumendo atteggiamenti tanto
buoni quanto cattivi.
Tuttavia, la serie ha fatto bene a
presentare Walker come un personaggio comprensivo che il pubblico
avrebbe potuto potenzialmente odiare, indipendentemente da dove il
suo destino lo condurrà…
Sharon Carter
Al personaggio di Sharon
Carter non è stato dato molto spazio in film come Captain America: The Winter
Soldier o Captain America: Civil War, tant’è che
alla fine i fan l’hanno considerata soltanto un interesse amoroso
per Steve Rogers.
Tuttavia, quel background di Sharon
viene totalmente ignorato in
The Falcon and the Winter Soldier, che presenta un nuovo
lato del personaggio, accompagnato da tutta una serie di rinnovate
abilità. La verità è che ciò non è servito a riempire degli enormi
buchi di trama in merito al suo arco narrativo, per non parlare di
quello che abbiamo visto nella scena post-credits, che avrebbe
meritato un maggiore approfondimento, mentre così è apparso
soltanto come qualcosa che Sharon non meritava davvero.
Bucky Barnes
Uno dei temi principali di
The Falcon and the Winter Soldier è stato la
redenzione di Bucky Barnes, introdotta e poi sottolineata nei primi
due episodi. La storia di una storia costellata di omicidi
inconsapevoli è chiaramente avvincente e l’episodio finale è
riuscito a dare una degna conclusione ai suoi tormenti in maniera
convincente.
Al personaggio di Sebastian Stan è
stata data la possibilità di esplorare qualcosa che andava oltre il
mero combattimento o l’uccisione di altri esseri umani. Dal punto
di vista emotivo, si tratta di qualcosa di estremamente
gratificante per un attore che viene chiamato ad interpretare un
supereroe.
Troppe tematiche
The
Falcon and the Winter Soldier ha mescolato al suo interno
numerose storyline. Tuttavia, le varie tematiche esplorate – i
legami familiari, l’imperialismo, la redenzione, il razzismo, il
coraggio, la moralità, ecc. – sono stati spesso o abbandonati o
ignorati.
Il vero tallone d’Achille dello show
è forse quello di aver voluto trattare troppi temi che alla fine
non sono riusciti a sposarsi bene l’uno con l’altro e non trovare
sufficiente spazio all’interno della serie.
Tutti amano i film di Paddington,
ma chi avrebbe immaginato che lo fossero a tal punto da riuscire a
battere Quarto potere? Il capolavoro di
Orson Welles è stato a lungo il film con il più
alto punteggio su Rotten
Tomatoes, con un numero enorme di giudizi positivi da parte
della critica raccolti negli ultimi otto decenni. Tuttavia, dopo
che è stata ripescata una recensione negativa, l’indice di
gradimento di Quarto potere è sceso dal 100% al 99%.
Si tratta di una recensione che
risale a circa ottant’anni fa, scritta da Mae
Tinée per il Chicago Tribune (potete
leggerla qui),
che è stata appunto responsabile di questo inaspettato cambio di
apprezzamento del film sul noto aggregatore e che ha avuto delle
conseguenze davvero inaspettate. Ora, infatti, è Paddington
2 ad avere il più alto grado di apprezzamento su
Rotten Tomatoes: il
sequel detiene il record per il 100% di gradimento (dato che si
bassa esclusivamente sulle recensioni) ed è quinti riuscito a
surclassare Quarto potere nella classifica dei film col
punteggio più alto.
Per decenni Quarto
potere è stato lodato come il più grande film mai
realizzato. Si tratta del primo film girato da Orson
Welles, che tuttavia all’inizio non incontrò i favori né
della critica né del pubblico (nonostante riuscì ad ottenere ben 9
candidature agli Oscar, vincendo però soltanto quello alla Migliore
sceneggiatura non originale). Soltanto a partire dagli anni ’50,
infatti, la critica iniziò a considerare Quarto potere un
capolavoro. La travagliata produzione del film (che divenne anche
oggetto di boicottaggio) è stata di recente raccontata in Mank di David Fincher,
disponibile su Netflix.
Per quanto riguarda il futuro di
Paddington,
un terzo capitolo del franchise animato basato sulla storia
dell’orso della letteratura inglese creato da Michael
Bond, è stato ufficialmente annunciato lo scorso febbraio.
Tuttavia, ad oggi non ci sono stati ancora aggiornamenti in merito
al progetto.
Persino i Marvel Studios non sono stati immuni
dall’influenza che la pandemia di Covid-19 ha avuto sulle
produzioni in tutto il mondo. Come sappiamo, infatti, la produzione
di The Falcon and the Winter Soldier è stata
prima interrotta e poi posticipata proprio a causa dell’emergenza
sanitaria (ricordiamo che nei piani originali della Marvel, la serie avrebbe dovuto
debuttare prima di
WandaVision).
Lo scorso anno, proprio sulla scia
di questo stravolgimento, sono iniziate a circolare diverse voci
secondo cui le riprese aggiuntive della serie erano servite anche
per rimuovere dallo show una storyline che aveva a che fare con una
pandemia mondiale e che, probabilmente, i Marvel Studios non ritenevano più
adatta considerato ciò che il mondo reale stava vivendo a causa del
Coronavirus.
Ora, in occasione del podcast “Fade
to Black” di Amon Warmann, lo showrunner di
The Falcon and the Winter Soldier,Malcolm
Spellman, ha confermato che effettivamente una storyline è
stata tagliata dalla serie, ma ha negato che fosse collegata ad una
pandemia. Tuttavia, spera che quella “trama perduta” possa essere
ancora usata in futuro, magari in una serie a fumetti.
“Mi è stato detto che devo
smetterla di parlare di questa storyline tagliata dalla serie”, ha
detto Spellman. “Ma la verità è che l’adoravo e sì, posso
confermare che non aveva nulla a che fare con una pandemia. Voglio
vedere se possiamo convincere alcuni degli autori a farci un
romanzo… anche perché sono convinto che persino Kevin Feige adorava
quella storia. Tuttavia, mi è stato detto di smetterla di
parlarne.”
Isaiah Bradley legato ai tagli alla
storia di The Falcon and the Winter Soldier?
È difficile riuscire a immaginare
cosa avrebbe trattato la storyline tagliata da The Falcon and the Winter Soldier. Tuttavia,
non possiamo fare a meno di chiederci se poteva in qualche modo
avere dei legami con Isaiah Bradley, dal momento che il passato del
personaggio è stato solo menzionato nella serie, senza mai essere
davvero mostrato.
Ricordiamo che Malcolm
Spellman è stato incaricato, insieme a Dalan
Musson, di scrivere la sceneggiatura di Captain America 4, il nuovo capitolo del
franchise dedicato al Vendicatore a stelle e strisce che, quasi
sicuramente, avrà come protagonista Anthony Mackie. Al momento sul film non ci
sono ulteriori dettagli.
La sceneggiatura originale che il
noto scrittore William Gibson scrisse per Alien
3 sarà al centro di un nuovo romanzo di Pat
Cadigan. A riportare la notizia è
Bloody Disgusting. Come la maggior parte dei fan del celebre
franchise sapranno, Gibson aveva realizzato uno script per il terzo
capitolo della saga che non è mai stato utilizzato.
David Fincher, infatti, diresse il film
basandosi su una sceneggiatura di David Giler, Walter Hill e Larry
Ferguson. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Gibson, quasi
nulla delle sua sceneggiatura venne effettivamente utilizzato in
Alien
3. Tuttavia, negli ultimi anni quella sceneggiatura ha
ottenuto un adattamento a fumetti ufficiale da parte di Dark Horse,
e ora verrà utilizzata per dare vita ad un romanzo completo.
Titan Books pubblicherà
“Alien 3: The Unproduced Screenplay” il prossimo
31 agosto. La prima bozza della sceneggiatura di Gibson è stata
adattata da Pat Cadigan, la regina del movimento
letterario del cyberpunk, vincitrice del Premio Hugo. La sinossi
ufficiale dell’opera recita: “La sceneggiatura mai adattata
prima di William Gibson per il sequel diretto di Aliens – Scontro
finale, rivela il destino di Ripley, di Newt, dell’androide Bishop
e del caporale Hicks. Quando la nave Sulaco dei Colonial Marines
attracca con la stazione spaziale e l’installazione militare
Anchorpoint, appare una nuova forma di Xenomorfo. Scritto dal
romanziere vincitore dell’Hugo Award, nonché “Regina del
Cyberpunk”, Pat Cadigan, il libro è basato sulla prima bozza mai
prodotta di Gibson.”
Alien 3, il debutto alla regia di David Fincher
Alien
3, uscito nel 1992, è stato il capitolo meno
redditizio della saga, e ancora oggi è considerato da molti il meno
riuscito. Il film segnò il debutto di David Fincher alla regia di lungometraggio
(che all’epoca era noto soltanto come regista di videoclip musicali
per artisti del calibro di Michael Jackson, Madonna e George
Michael). Lo stesso regista ha rinnegato pubblicamente il film,
attribuendone l’insuccesso ai produttori, che limitarono la sua
libertà creativa non avendo fiducia nelle sue capacità.
Sappiamo tutti che il lavoro di
Zack Snyder nel DCEU – soprattutto per quanto
riguarda Batman v Superman: Dawn of Justice – è stato
fortemente influenzato da “Batman: Il ritorno del Cavaliere
Oscuro”. La miniserie di Frank Miller del 1986 è una delle storie a
fumetti più iconiche di tutti i tempi, che ha influenzato anche la
trilogia sul Cavaliere Oscuro ad opera di Christopher Nolan, in particolare il film
Il cavaliere oscuro – Il ritorno.
Zack Snyder non ha mai fatto mistero della sua
ammirazione per il lavoro di Miller, rivelando anche in più di
un’occasione che gli sarebbe piaciuto realizzare un adattamento
cinematografico di “Batman:
Il ritorno del Cavaliere Oscuro“. In occasione del
Justice Con, l’evento virtuale organizzato per celebrare la
Snyder Cut di Justice
League ad un mese dall’uscita, al regista è stato chiesto
di svelare il suo costume preferito dell’Uomo Pipistrello. Senza
esitare, Snyder ha subito menzionato il costume dell’opera di
Miller.
“Il mio Batsuit preferito è
quello de Il ritorno del Cavaliere Oscuro”, ha detto Zack Snyder. “Se dovessi un giorno
realizzare il film, riprodurrei quel costume fedelmente. L’altro
giorno, sui social, mi è apparso un ragazzo, un cosplayer forse,
che aveva ricreato quel costume molto bene. Però non ricordo il suo
nome…”
Allo stesso modo in cui la storia di
Miller è considerata uno dei fumetti di Batman più iconici di tutti
i tempi, la sua Batsuit è altrettanto venerata da molti. Sempre nel
corso del
Justice Con,
Zack Snyder ha riconosciuto le somiglianze tra il
costume di Ben Affleck e quello de “Il ritorno del
cavaliere oscuro”, una scelta popolare che ha chiaramente
ispirato il look del Batman di Affelck.
Anche la
Snyder Cut di Justice
League contiene alcuni riferimenti alla serie di Frank
Miller. Nell’epilogo del film, infatti, Batman può essere visto in
piedi su una Batmobile simile a un carro armato che ricorda molto
quella de “Il ritorno del cavaliere oscuro”. Inoltre,
nella stessa scena, raccolti davanti al veicolo,
si può scorgere la banda dei Mutants, un altro riferimento
all’opera di Miller.
Tra le tante sorprese che ci ha
riservato la cerimonia di premiazione degli Oscar 2021, c’è sicuramente il trionfo di
Anthony Hopkins come Miglior attore
protagonista per The Father – Nulla è come sembra, dal momento
che il favorito sembrava essere agli occhi di tutti Chadwick Boseman, che grazie alla sua ultima
interpretazione in Ma Rainey’s Black Bottom era già riuscito a
conquistare il Golden Globe, il Critics’ Choice Award e lo Screen
Actor Guild.
Essendo l’ultimo lungometraggio
girato da Boseman prima della sua tragica scomparsa, Ma Rainey’s Black Bottom ha goduto di una notevole
pubblicità prima della distribuzione su Netflix, per poi essere apprezzato tanto dalla
critica quanto dal pubblico in seguito alla sua uscita, soprattutto
per le interpretazioni di Boseman e di Viola Davis. Naturalmente, un eventuale Oscar
postumo a Boseman era ritenuto da molti un tributo più che
appropriato ad una delle più grandi star del cinema del 21°
secolo.
Tuttavia, lo scenario è cambiato
quando ad essere proclamato Miglior attore è stato Anthony Hopkins per la sua interpretazione in
The Father, sconvolgendo i fan di Boseman e tutti coloro
che avevano puntato sulla sua vittoria, per i quali la cerimonia si
è chiusa con una nota tanto strana quanto deludente. In seguito
alla vittoria di Hopkins, molti si sono scagliati contro l’Academy,
dando vita ad una vera e propria polemica per la mancata vittoria
della star di Black
Panther.
Tuttavia, a mettere ufficialmente la
parola fine alla sciocca diatriba, è stato Derrick
Boseman, fratello di Chadwick, che intervistato da
TMZ (via
IndieWire) ha spiegato che lui e la sua famiglia non sono
affatto turbati dalla decisione dell’Academy. Nonostante la
vittoria di Chadwick come Miglior attore sarebbe stato un grande
risultato, Derrick e la sua famiglia sanno che Boseman non è mai
stato ossessionato dagli Oscar. “Me li ha sempre descritti come
una campagna”, ha spiegato Derrick.
Il fratello di Chadwick ha poi
difeso la vittoria di Anthony Hopkins, congratulandosi anche da
parte della sua famiglia con il celebre attore per la vittoria.
“Se Chad avesse vinto, anche Anthony si sarebbe
congratulato”, ha aggiunto Derrick. E in un certo senso, è
quello che Hopkins ha fatto, dal momento che nel suo
discorso di ringraziamento arrivato sui social la mattina
seguente, l’attore ha reso omaggio proprio a Chadwick Boseman.
Lo scorso febbraio è arrivata la
notizia che J.J. Abrams starebbe lavorando ad un reboot di
Superman, sempre per conto della Warner Bros.,
insieme al prolifico sceneggiatore Ta-Nehisi
Coates. Al momento nessun attore è ancora collegato
ufficialmente al progetto, ma pare evidente che non sarà Henry Cavill a tornare nei panni dell’eroe
kryptoniano.
Quando la notizia è esplosa, subito
sono iniziate le speculazioni in merito alla star che potrebbe
assumere l’iconico ruolo, con Michael B. Jordan in cima alla lista dei
contendenti. In realtà, non era la prima volta che il nome della
star di Creed
e Black
Panther saltava fuori, dal momento che già in passato era
stato associato al progetto di Abrams, quando non era ancora una
realtà ma soltanto una delle tante voci che si susseguono a
Hollywood e, di conseguenza, sul web.
Ora, è stato proprio Michael B. Jordan a rispondere ai rumor
secondo cui sarà lui ad interpretare il nuovo Superman sul grande
schermo. Parlando con
Jake’s Takes, l’attore ha spiegato di essere lusingato che il
suo nome venga preso in considerazione per il ruolo, ma di non
sapere nulla al di là del progetto: “Ho sentito quelle voci e
non posso che prenderle come un complimento”, ha detto Jordan.
“Apprezzo che le persone pensino a me per quel tipo di ruolo.
Ma davvero, non ho nient’altro da dire in merito se non che è
lusinghiero e che lo apprezzo. Indipendentemente da quello che
succederà, penso che sarà una cosa molto interessante da
scoprire.”
Michael B. Jordan sull’importanza di un Superman nero
In un’altra intervista con
Cinepop, invece, Michael B. Jordanha
ribadito di non essere a conoscenza di ciò che sta accadendo con il
reboot, ma che sarebbe entusiasta all’idea di vedere un Superman
nero sul grande schermo: “Non lo so. Non so davvero cosa stia
succedendo con questo reboot, ma penso che l’opportunità di vedere
un protagonista nero in un ruolo eroico sia davvero, davvero
importante. La rappresentazione è importante.”
In attesa di nuovi aggiornamenti
ufficiali in merito al reboot di Superman, ricordiamo che il film sarà
ambientato all’interno del DCEU e che si tratta del terzo progetto
WB/DC supervisionato da J.J, Abrams, che già sta curando Justice
League Dark e la serie reboot
di Constantine.
Dal momento che Steve Rogers
(Chris
Evans) ha passato lo scudo di Captain America a Falcon
(Anthony
Mackie) nel finale di Avengers:
Endgame, che ha segnato “idealmente” la fine della
Fase 3 del MCU (dal momento che l’ultimo film
ufficiale di quel blocco è stato Spider-Man:
Far From Home), i fan si aspettavano che Sam Wilson
assumesse il ruolo di Cap in una nuova avventura sul grande
schermo.
Tuttavia, quando è stata annunciata
ufficialmente The Falcon and the Winter Soldier, la serie
ambientata nel MCU e disponibile su Disney+, era chiaro che il viaggio di
Sam come erede di Steve si sarebbe svolto sul piccolo schermo. Nel
primo episodio dello show abbiamo visto Sam rinunciare allo scudo,
per poi riappropriarsene soltanto alla fine del quinto
episodio.
Nel percorso per diventare il
prossimo Captain America, Sam ha dovuto affrontare la resistenza
del governo degli Stati Uniti, quindi l’ascesa di John Walker
(Wyatt Russell) come nuovo Cap e del gruppo
anti-nazionalista dei Flag-Smashers guidato da Karli Morgenthau
(Erin Kellyman). Tuttavia, la scoperta
dell’esistenza di Isaiah Bradley (Carl Lumbly), un
supersoldato nero tenuto prigioniero per decenni e sottoposto a
innumerevoli esperimenti da parte del governo, ha finalmente
indotto Sam ad abbracciare il suo destino e ad accettare finalmente
l’eredità di Steve.
Subito dopo la messa in onda
dell’episodio finale,
THR ha annunciato che i Marvel Studios hanno ufficialmente messo in
cantiere Captain America 4, che sarà
sceneggiato da Malcolm Spellman, showrunner di
The Falcon and the Winter Soldier. Anche se è
chiaro che Anthony Mackie sarà il protagonista del film
nei panni, appunto, del nuovo Cap, l’attore ha rivelato di non aver
ancora sentito nulla da parte dei Marvel Studios in merito al
progetto.
In una recente intervista con
EW,
Mackie ha così reagito alla notizia che la Marvel sta sviluppando il quarto
capitolo del franchise di Captain America: “L’ho scoperto ieri,
mentre ero in un negozio di alimentari. Davvero. Il cassiere, un
uomo di nome Dwayne, una brava persona, mi ha detto: ‘Hey, amico.
Allora è vero?’. Ha preso il suo cellulare: ‘Voglio dire… non hai
sentito nulla?’. Ecco perché adoro lavorare per la Marvel. All’improvviso ti chiamano
e ti dicono: ‘Vieni a Los Angeles. Vogliamo informarti su cosa sta
succedendo’. Sono entusiasta di vedere cosa accadrà, ma non ho
sentito ancora nulla da parte loro.”
Anthony Mackie su una possibile
seconda stagione di The Falcon and the Winter Soldier
Il sesto e ultimo episodio di
The Falcon and the Winter Soldier ha visto Sam
indossare finalmente il suo costume da Capitan America,
equipaggiato con ali di Vibranio per gentile concessione di
Wakanda. Sempre durante la medesima intervista, Anthony Mackie ha scherzato dicendo:
“Quello che sarebbe davvero brutto è se il Captain America 4 iniziasse e io venissi
scaraventato in cielo”. In merito ad una possibile seconda
stagione della serie, invece, ha aggiunto: “È sempre fantastico
lavorare con Sebastian Stan. E Kari Skogland, il nostro regista, è
stato incredibile. Sarebbe divertente da morire.”
In Big Sky 1×14
che si intitolerà “Nice Animals” Cassie, Jenny, Jerrie e Lindor
lavorano per rimettere le cose in carreggiata quando il motel è
ridotto in macerie e entrambi i casi Kleinsasser e Ronald non
stanno andando molto meglio. Al ranch, Cheyenne coglie
l’opportunità di spostare la dinamica del potere familiare a suo
favore e tutto ciò che servirà è la verità nel nuovo episodio di
Big Sky che andrà in onda MARTEDÌ 4 MAGGIO (10: 00-11: 00 pm EDT),
su ABC.
Guest star di Big Sky
1×14 sono è Omar Metwally nei panni di Mark Lindor, Ryan
Dorsey nei panni di Rand Kleinsasser, Britt Robertson nei panni di
Cheyenne Kleinsasser, Michelle Forbes nei panni di Margaret
Kleinsasser e Kyle Schmid nei panni di John Wayne Kleinsasser.
“Nice Animals” è stato scritto da Elwood Reid e Jonathan Shapiro e
diretto da Michael Goi.
Big Sky 1×14
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David
E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley
sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di
libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley,
Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios,
insieme a ABC Signature e Touchstone Television. Big
Sky in streaming è disponibile su Star,
il nuovo canale per adulti di Disney+.
La serie racconta
degli investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt
uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny
Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un
camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono
che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono
correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra
donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti
Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
Il divorzio è un argomento
quantomai delicato, che porta quanti ne sono coinvolti a vivere
sentimenti contrastanti, spesso stranianti. Allo stesso tempo, è un
evento che permette di far uscire aspetti dell’animo umano spesso
taciuti o altrimenti difficili da raccontare. Proprio per questo il
divorzio è spesso stato al centro di grandi storie per il cinema.
Dal classico Kramer contro Kramer al più recente Storia di unmatrimonio, passando per l’iraniano Una separazione. Tra
questi si colloca anche l’acclamato L’affido – Una
storia di violenza, diretto nel 2017 dall’esordiente
Xavier Legrand, da quel momento affermatosi come
nuovo nome da tenere d’occhio del cinema francese.
Il suo film è la tesa ed essenziale
cronaca di una separazione, che affronta in un magistrale crescendo
di suspense la violenza domestica attraverso differenti generi
cinematografici. Nell’idearlo, infatti, il regista non si è
ispirato solo al citato Kramer contro Kramer, ma anche a
film più cupi come La morte corre sul fiume e
Shining. Legrand porta così il pubblico ad acquisire
maggiore consapevolezza su tale tema, giocando con le invenzioni di
messa in scena che il cinema offre. Accolto con entusiasmo dalla
critica internazionale, il film è stato premiato con il Leone
d’argento per la migliore regia e il Leone del Futuro come migliore
opera prima alla Mostra di Venezia.
L’affido ha poi vinto
anche come miglior film, miglior attrice e miglior sceneggiatura
originale ai prestigiosi Premi Cesar, considerati gli Oscar
francesi. Si tratta dunque di un film particolarmente importante,
che punta a rivelare la violenza sotterranea, le paure taciute, le
minacce sommesse vissute ogni giorno da migliaia di donne, in tutto
il mondo. Prima di intraprendere una visione del film, sarà qui
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
L’affido: la trama del film
Protagonista del film è
Miriam Besson, la quale si trova nel pieno del
divorzio dal marito Antoine Besson. Questi è il
responsabile della sicurezza presso un ospedale, dove è considerato
da tutti un brav’uomo e una persona premurosa. Nonostante tale
descrizione, Miriam richiede l’affido esclusivo dei figli
Joséphine, di diciotto anni, e
Julien, di undici anni. Durante il processo,
infatti, la donna fa emergere un ritratto del marito come di una
persona tutt’altro che equilibrata, accusandolo di atti di violenza
e atteggiamenti intimidatori nei confronti tanto di lei quanto dei
figli. La sua battaglia legale, tuttavia, è costretta ad
infrangersi contro un giudice sordo alla richiesta di aiuto di
Miriam.
Nonostante le argomentazioni di lei
e una lettera di Julien, il giudice responsabile della causa
concede infatti l’affidamento condiviso e costringe il bambino a
trascorrere i fine settimana con suo padre. L’essersi visto
accusato in quel modo, inoltre, porta Antoine a diventare
effettivamente più violento e minaccioso. L’uomo, infatti, sembra
del tutto incapace di lasciare l’ormai ex moglie alla sua nuova
vita, desiderando esercitare ancora tutto il suo potere su di lei.
Per Miriam ha così inizio la più dura delle battaglie, durante la
quale dovrà riuscire a dimostrare la pericolosità dell’uomo prima
che possa essere troppo tardi.
L’affido: il cast
Per dar vita al film, il regista si
è affidato grossomodo ad un cast di attori poco noti, tra cui si
annoverano SaadiaBentaieb nei
panni del giudice, Emilie Incerti-Formentini in
quelli dell’avvocato Ghenen e Sophie Pincemaille
in quelli dell’avvocato Davigny. Martine
Vandeville e Jean-Marie Winling sono
invece presenti nei panni di Madeleine Besson e Joel Besson, i
genitori di Antoine. Florence Janas è invece
l’interprete di Sylvia, la sorella di Miriam. Di particolare
importanza sono invece gli attori esordienti nei panni dei figli
della coppia in fase di divorzio. Mathilde
Auneveux è l’attrice presente nel ruolo di Joséphine, la
figlia diciottenne di Antoine e Miriam.
Thomas Gioria
interpreta invece l’undicenne Julien Besson. Il giovane attore ha
ricevuto numerose lodi proprio per la sua struggente e intensa
interpretazione. Infine, nei panni di Antoine Besson vi è l’attore
Denis Ménochet, noto a livello internazionale per
aver interpretato Perrier LaPadite in Bastardi senza
gloria, di Quentin
Tarantino. Per Ménochet non è stato facile
interpretare Antoine, dovendo in tutti i modi cercare di non
giudicare i suoi comportamenti. Nei panni di Miriam Besson vi è
invece l’attrice Léa Drucker, recentemente
divenuta nota anche grazie al film Due. Anche per lei il
ruolo di Miriam si è rivelato complesso, dovendo far emergere tutte
le sue fragilità ma anche la sua forza indissolubile.
L’affido: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Dragonheart è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Now. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 27
aprile alle ore 21:15 sul canale
La 5.
Amazon Studios ha
diffuso le prime immagini del film La
guerra di domani arriva il teaser trailer! Da
Amazon Studios, in arrivo in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo il 2 luglio
2021. Protagonisti sono
Chris Pratt,
Yvonne Strahovski,
J.K. Simmons, Betty Gilpin, Sam Richardson, Edwin Hodge,
Jasmine Mathews, Ryan Kiera Armstrong, Keith Powers
Diretto da
Chris McKay e scritto da Zach Dean
La guerra di domani (The Tomorrow
War) è prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don
Granger, Jules Daly, David Goyer, Adam Kolbrenner.
Executive Producer sono Rob Cowan, Chris Pratt,
Brian Oliver, Bradley J. Fischer.
In La guerra
di domani (The Tomorrow
War), il mondo rimane sotto shock quando un gruppo di
viaggiatori nel tempo arriva dal 2051 per portare un messaggio
urgente: di lì a trent’anni la razza umana sarà sul punto di
perdere una guerra globale contro una letale specie aliena. L’unica
speranza per sopravvivere è che soldati e civili del presente
vengano trasportati nel futuro e si uniscano alla battaglia. Tra le
reclute c’è l’insegnate di liceo e padre di famiglia Dan Forester
(Pratt). Determinato a salvare il mondo per la sua giovane figlia,
Dan si unisce a una brillante scienziata (Yvonne Strahovski) e al
padre da cui si era allontanato (J.K. Simmons) nella disperata
impresa di riscrivere il destino del pianeta.
In the Mood for
Love nei cinema italiani! L’eterno capolavoro
di Wong Kar Wai, restaurato in 4K e
distribuito dalla Tucker Film, uscirà
in 27 sale (il dato è aggiornato al momento in cui
scriviamo), segnando simbolicamente la grande e attesissima
ripartenza. Del resto, ora che il bisogno di bellezza è più urgente
che mai, In the Mood for
Love rappresenta davvero il titolo perfetto…
Hong Kong, 1962. Un uomo e una
donna, il signor Chow e la signora Chan. Due dirimpettai che
si trovano a vivere un amore casto e clandestino. Due attori
meravigliosi, Maggie
Cheung e Tony Leung Chiu-wai,
che hanno spalancato le porte dell’Occidente agli splendori del
nuovo cinema asiatico (Tony Leung Chiu-wai,
ricordiamo, è stato incoronato al Festival
di Cannes nel 2000). Ecco In the Mood for
Love. Un melodramma intenso e raffinatissimo che ha
davvero fatto epoca. Non tanto love story, come spiega lo
stesso Wong Kar Wai, quanto «un film che
parla di segreti…».
La Tucker
Film , porterà al cinema anche le sue prime
due opere, As Tears Go
By e Days of Being
Wild (mai uscite in Italia!) e le
versioni 4K di Angeli
perduti, Hong Kong
Express e Happy
Together. Un prezioso percorso monografico
intitolato Una questione di
stile e inaugurato, appunto,
da In the Mood for
Love.
Tutte le sale:
Ancona – Azzurro (dal 28 aprile)
Bassano del Grappa – Metropolis (dal 29 aprile)
Belluno – Italia (solo 28 aprile)
Bologna – Lumière (dal 29 aprile)
Cremona – Po spazioCinema (dal 29 aprile)
Genova – Corallo (dal 29 aprile)
La Spezia – Controluce (dal 29 aprile)
Mestre – Dante (dal 29 aprile)
Milano – Anteo, Beltrade e Cinemino (dal 28 aprile)
Rakuten TV ha annunciato oggi
l’espansione dell’attuale offerta AVOD introducendo più di 90
canali lineari gratuiti in 42 mercati europei, unendo così la
migliore programmazione e intrattenimento dai principali canali
internazionali, contenuti locali rinnovati e anche nuovi canali
tematici proprietari. L’offerta migliorerà sensibilmente
l’esperienza degli utenti, offrendo ancora più intrattenimento in
ogni momento e gratuitamente. Il lancio sarà progressivo, con
l’obiettivo di aumentare ulteriormente l’offerta nel corso dei
prossimi mesi.
Questo lancio rappresenta un ulteriore passo per la crescita della
compagnia e rafforza l’obiettivo di Rakuten TV di offrire un’ampia
offerta di contenuti che possano soddisfare ogni esigenza. La
line-up cambierà a seconda del territorio, con una vasta serie di
categorie, inclusi Film, Intrattenimento, Lifestyle, Musica, Sport,
News, Show televisivi e contenuti per bambini. L’offerta alternerà
i migliori brand mondiali come Bloomberg
TV, Bloomberg Quicktake, CNNi (disponibile
nel Regno Unito, Germania e Polonia), Euronews –
il primo canale live integrato nell’offerta AVOD di Rakuten
TV-, Qwest TV, Reuters, contenuti presentati
da XUMO, che includono 8
canali Stingray e il canale di The
Hollywood Reporter, e altri brand di fama mondiale di Condé
Nast come Glamour, GQ, Vanity Fair,
Vogue e Wired.
Il pubblico troverà un’attenta
selezione di contenuti locali in un’ampia gamma di categorie,
attraverso partnership con i principali gruppi media europei per
introdurre nuovi canali come Bizzarro
Movies e Cinema Segreto in
Italia, ¡Hola! Play e Planeta
Junior -leader europeo in contenuti di intrattenimento
per bambini e famiglie- in Spagna, come anche affermati canali
locali come, FilmRise, TalkRadio e the
LEGO® channel nel Regno Unito, e Netzkino,
Waidwerk Free, Tierwelt Live e Deluxe
Lounge HD in Germania.
Il pubblico troverà un’attenta selezione di contenuti
locali in un’ampia gamma di categorie, attraverso partnership con i
principali gruppi media europei per introdurre nuovi canali
come Bizzarro Movies(canale horror,
sci-fi e thriller con titoli “La notte dei morti
viventi” di George A. Romero, la saga “Puppet
Master” prodotta dalla Full Moon Entertainment di Charles
Band, gli squali volanti di “Sharknado” e tanti
altri) e Cinema Segreto in
Italia (canale dei grandi classici del cinema
italiano con film che hanno segnato un’epoca. Tra i
titoli: “La classe operaia va in paradiso” di
Elio Petri con gli indimenticabili Gian Maria Volonté e Mariangela
Melato, “Adua e le compagne” di Antonio
Pietrangeli con Marcello Mastroianni e Sandra Milo e molti
altri).
Harry Lennix ha spiegato come sono state
girate le scene di Martin Manhunter nella
Snyder Cut di Justice
League. Il personaggio appare soltanto due volte nel
taglio di Zack Snyder: la prima volta ha assunto l’identità di
Martha Kent (Diane
Lane) per andare a fare visita a Lois Lane
(Amy
Adams); la seconda, invece, lo vediamo nell’epilogo
del film, quando si reca da Bruce Wayne (Ben
Affleck) per avvertirlo dell’arrivo di Darkseid.
Lennix ha partecipato al
Justice Con (via
Screen Rant) un paio di settimane fa, dove ha condiviso le sue
speranze in merito al futuro di Martian Manhunter e alcune varie
curiosità sul backstage del taglio di Sndyer. L’attore ha spiegato
che la scena in cui lascia l’appartamento di Lois Lane è stato
girata nel cortile di Zack Snyder e, di conseguenza, si aspettava
che la scena finale con Batman sarebbe stata girato più o meno
nello stesso modo.
Tuttavia, a causa della pandemia di
Covid-19, Lennix ha spiegato di aver girato la scena finale a New
York, contro uno schermo verde, mentre Snyder lo ha diretto via
Zoom. “Abbiamo girato la scena di Martha Kent nel cortile di
Zack. Hanno usato un green screen”, ha spiegato l’attore.
“Credevo che avremmo fatto la stessa cosa con la scena finale,
usando la luce naturale, che in California è sempre splendida. Ero
pronto a partire, ma poi il Covid ha stravolto i piani. Era una
scena che volevano assolutamente girare, così alla fine si sono
organizzati e sono riusciti a prenotare un teatro di posa a New
York.”
Il personaggio di Martian
Manhunter era completamente assente nella versione
theatrical, ma grazie al taglio di Zack Snyder il generale Swanwick interpretato
da Harry Lennix ne L’uomo
d’acciaio e in Batman
v Superman ha avuto finalmente la possibilità di
trasformarsi in J’onn J’onzz.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Una nuova foto dal set di Mission
Impossible 7 ci mostra Tom Cruise appeso a un treno, in quello che
sembrerebbe essere uno degli ormai celebri (e pericolosissimi)
stunt con cui all’attore piace cimentarsi in prima persona.
A diffondere lo scatto è stato il
regista Christopher McQuarrie via
Instagram, in cui è possibile vedere Cruise nei panni di Ethan
Hunt appeso a un treno. Nella didascalia che ha accompagnato
l’immagine, McQuarrie ha scritto: “Abbiamo trascorso una
settimana fantastica nell’incredibile Yorkshire. Torneremo per
qualche altra marachella a breve”, lasciando intendere che le
riprese del film si concluderanno molto presto.
https://www.instagram.com/p/COIxlKVD8QX/
Sulla base di questa foto, sembra
che la scena che Tom Cruiseha girato
sarà probabilmente molto simile alla sequenza del treno ad alta
velocità dell’originale Mission Impossible del 1996.
Parallelamente, il
Daily Mail ha condiviso delle foto (che potete vedere cliccando
qui) in cui è possibile vedere Cruise evitare la caduta di un
cameran durante la realizzazione della medesima scena immortalata
da McQuarrie, a cui ha preso parte anche la co-star del film,
Hayley Atwell.
Le date di uscita di Mission
Impossible 7 e 8
Nei prossimi due capitoli della
saga di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai
Morales(Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
A quanto pare, ad Anthony Hopkins sarebbe stata negata la
possibilità di tenere il suo discorso di ringraziamento durante la
cerimonia di premiazione degli Oscar 2021 a causa delle regole dell’Academy,
che quest’anno non prevedevano collegamenti via Zoom.
Assolutamente a sorpresa,
considerato che il favorito era per tutti Chadwick Boseman, Hopkins ha trionfato nella
categoria Miglior attore protagonista grazie alla sua
interpretazione in The Father – Nulla è come sembra, portandosi a
casa il secondo Oscar vinto nella medesima categoria (il primo
risale al 1992, quando venne premiato per Il silenzio degli innocenti) e diventando, a
83 anni, l’attore più anziano ad aver ricevuto l’ambita
statuetta.
A differenza delle altre cerimonie
di premiazione che quest’anno, a causa della pandemia di Covid-19,
si sono dovute adeguare a nuove forme di spettacolo e di
conduzione, gli Oscar non hanno implementato le videochiamate Zoom
per permettere il coinvolgimento degli ospiti non presenti
fisicamente al Dolby Theatre di Los Angeles. I candidati che non
erano fisicamente al Dolby Theatre, infatti, sono stati coinvolti
tramite degli hub istituiti in varie parti del mondo, procedura che
comunque richiedeva un coinvolgimento in presenza.
Hopkins è stato assente dalla
cerimonia di premiazione (non era né presente fisicamente né
collegato in alcun modo), che di fatto si è conclusa senza alcun
discorso di ringraziamento, con l’Academy che ha accettato il
premio a suo nome (stranamente, il premio al Miglior film è stato
assegnato prima di quelli agli attori protagonisti).
Anthony Hopkins e il mancato
discorso di ringraziamento agli Oscar 2021
Ora, secondo quanto riportato da
IndieWire, Anthony Hopkins avrebbe fatto richiesta di
accettare l’eventuale premio via Zoom, richiesta che sarebbe stata
negata dai produttori della trasmissione. L’attore si trova
attualmente in Galles e non aveva intenzione di recarsi negli hub
allestiti a Dublino e a Londra: ha quindi scelto di restare a casa
e, in base a quanto riportato, pare che stesse già dormendo quando
è stato annunciato come vincitore. Una situazione analoga si è
verificata anche con Ann Roth, la costumista
ottantanovenne che ha vinto l’Oscar per i migliori costumi grazie a
Ma Rainey’s Black Bottom.
Considerato il fuso orario (esiste
una differenza di circa otto ore tra Los Angeles e il Galles),
Hopkins avrebbe dovuto recarsi a Dublino o a Londra e restare
lì fino alle 4 del mattino. Essendo Boseman il favorito, è
probabile che Hopkins avesse pensato che non avrebbe mai potuto
vincere, e che quindi la sua assenza alla cerimonia non sarebbe
stata rilevante: dopotutto, viaggiare a 83 anni nel corso di una
pandemia mondiale può essere davvero pericoloso.
Ad ogni modo, il giorno dopo
Anthony Hopkins ha trovato comunque il modo
per ringraziare l’Academy, condividendo via Instagram
un bellissimo video direttamente dal Galles, in cui ha palesato
la sua incredulità per la meritatissima vittoria e in cui ha anche
reso omaggio a Chadwick Boseman.
L’episodio finale di The Falcon and the Winter Soldier ha stabilito
che la Contessa Valentina Allegra de Fontaine
giocherà un ruolo importante nell’Universo Cinematografico Marvel in futuro. Anche se le sue
vere motivazioni e intenzioni rimangono ad oggi un mistero, è
possibile ipotizzare in quali film o serie del MCU potrebbe apparire
nuovamente:
Black Widow
La Contessa è una delle
spie più importanti della Marvel Comics, essendo stata un membro di lunga
data dello SHIELDA. Il suo passato renderebbe quindi naturale e
logica una sua apparizione in Black
Widow.
Anche
se la trama del film rimane un mistero (e nonostante gli eventi
saranno ambientati molto prima dei fatti narrati in
The Falcon and the Winter Soldier), La Contessa è
profondamente radicata nello spionaggio internazionale e potrebbe
tranquillamente fare un piccolo cameo nel film. In effetti, è stato
riferito che originariamente avrebbe dovuto debuttare proprio in
Black
Widow, posticipato di oltre un anno rispetto alla sua data
di uscita originale.
Armor Wars
“Le cose stanno per
diventare strane”, dice la Contessa al suo nuovo dipendente,
John Walker, alias U.S. Agent, nell’episodio finale di
The Falcon and the Winter Soldier. Ciò
potrebbe significare tante cose diverse per il futuro della Fase
Quattro, ma una serie in cui La Contessa potrebbe essere coinvolta
è Armor
Wars.
È probabile che questa nuova serie
seguirù la trama dei fumetti in cui si scopre che la tecnologia di
Tony Stark è nelle mani dei supercriminali di tutto il mondo. E se
La Contessa fosse coinvolta nell’instaurazione del conflitto o,
forse, nel tentativo di diffonderlo?
Ironheart
Direttamente collegato alla
serie Armor
Wars, che vedrà protagonista War Machine, è
Ironheart,
che si concentrerà sul giovane supereroe Riri Williams. Sebbene non
facesse parte della trama originale del fumetto (e nemmeno La
Contessa), entrambi probabilmente faranno parte dell’adattamento tv
in modo da aggiornare la trama per il MCU.
Tony
Stark è stato mentore di Riri Williams nei fumetti, ma con la sua
morte nel MCU, Riri potrebbe cadere sotto la
guida di una figura diversa, forse anche La Contessa, che sembra
molto intenzionata a “collezionare” eroi…
Hawkeye
Se La Contessa dovesse
davvero apparire in Black
Widow, è probabile che sarà coinvolta in altre
storie del MCU che trattano di spionaggio,
come la prossima serie Hawkeye.
Sebbene la trama della serie sia ancora avvolta nel mistero, i fan
sanno che coinvolgerà Hailee Steinfeld nei panni di Kate Bishop,
che diventa Occhio di Falco nei fumetti ed è probabile che faccia
lo stesso anche nel MCU.
A
seconda delle ambizioni della Contessa, il suo ruolo in Hawkeye
potrebbe essere consistente o minore. Ha legami con Clint Barton
nei fumetti attraverso lo SHIELD e gli Avengers, ma sembra che il
suo personaggio nel MCU sia un po’ meno eroico di
quanto non lo sia stato nelle prime apparizioni a
fumetti.
World of Wakanda
L’imminente serie World of Wakanda di Ryan Coogler in arrivo su Disney+ è destinata a esplorare il
mondo e la tradizione dell’immaginario paese Marvel. Non è chiaro quali
personaggi o storie presenterà lo show, ma se avrà a che fare con
le Dora Milaje, allora un personaggio come La Contessa avrebbe
senso come possibile antagonista.
I
suoi incontri con i wakandiani nei fumetti sono pochi e distanti
tra loro, ma il MCU ha dimostrato più volte che non
ha paura di interconnettere i suoi personaggi e le storie con il
materiale fumettistico originale.
Moon Knight
Marc Spector, l’uomo che
diventa il supereroe Moon
Knight, ha molto in comune con John Walker. È un ex soldato e
agente della CIA, qualcuno che potrebbe adattarsi al tipo di
persona che la Contessa sta cercando per formare la sua
squadra.
Moon Knight ha trascorso del tempo
con John Walker nei fumetti dedicati ai Vendicatori della Costa
Occidentale alla fine degli anni ’80. Quella squadra includeva
anche Occhio di Falco, un’altra importante spia Marvel, ossia Mockingbird, ma anche
Scarlet Witch e Visione. Il Visione Bianco ha debuttato
originariamente proprio in questa serie. Potrebbe essere che La
Contessa stia assemblando i suoi Vendicatori, usando versioni
inverse dei personaggi classici.
She-Hulk
Un altro Avenger di lunga
data che otterrà la sua serie da solista nel MCU è She-Hulk. Come altre serie e film in arrivo, non si
sa nulla della trama. Ciò lascia molto spazio a eventuali
speculazioni su come la Contessa potrebbe inserirsi nello show.
Se la Contessa sta mettendo insieme
la sua squadra di Vendicatori, Jennifer Walters sarebbe una
candidata ovvia data la sua forza. She-Hulk interpreta un ruolo in
“Secret Invasion”, l’enorme crossover a
fumetti che vede gli Skrull invadere la Terra. Ciò potrebbe
collegare sia lei che La Contessa alla prossima serie in
streaming.
Secret Invasion
Uno dei progetti del
MCU più significativi in arrivo è
Secret
Invasion, che sembra adatter la trama dei fumetti del 2008
in cui gli Skrull iniziano una massiccia invasione della Terra. In
quella run, è stato rivelato che La Contessa è un agente Skrull
sotto mentite spoglie, inviato per spiare Nick Fury e lo SHIELD nel
corso degli anni.
Nick
Fury uccide lo Skrull e in seguito scopre che la vera Contessa è
ancora viva. Lei e altre figure eroiche, tra cui Spider-Woman,
vennero nascoste mentre gli Skrull le impersonavano in preparazione
proprio dell’attacco sulla Terra. La Contessa del MCU potrebbe essere uno Skrull
travestito?
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli
Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli potrebbero adattare molte
trame dei fumetti. Tuttavia, le origini del personaggio sembrano
essere al centro di tutto. È possibile che suo padre abbia qualche
connessione con La Contessa, permettendo al personaggio di apparire
così nel film.
Se c’è qualche connessione tra La
Contessa e Power Broker, che sappiamo ora essere Sharon Carter, è
ancora più probabile che Valentina appaia in Shang-Chi, dal momento
che l’eroe ha combattuto contro Power Broker e la sua Corporation
al fianco di Iron Fist in alcune delle sue prime avventure.
Captain America 4
Probabilmente, il progetto
più probabile in cui apparirà la Contessa è
Captain America 4. Il film, che sarà scritto dallo
showrunner di
The Falcon and the Winter Soldier, Malcolm
Spellman, e da uno degli sceneggiatori della serie, Dalan Musson, è
certo che riprenderà i fili narrativi e tematici della serie
Disney+.
Uno di questi è ovviamente legato
alla Contessa, le cui attività sembrano direttamente collegate
all’ascensione di Sam Wilson che diventa Capitan America. Potrebbe
fare la sua grande apparizione nel film ed essere il villain
principale… o forse, chissà, anche un’alleata del nuovo Capitan
America.
Sono passati già due anni da
Avengers: Endgame, da quando i
Marvel Studios hanno portato a termine il
primo grande racconto per il cinema che hanno messo in cantiere. In
questi due anni non abbiamo avuto tutti i film Marvel che volevamo, una pandemia
si è messa in mezzo e ha rallentato i piani di Kevin
Feige.
A due anni da quello schiocco che
distrusse Thanos, Robert Downey Jr. festeggia
l’anniversario postando sul suo account Instagram un breve video di
prove dello SNAP di Tony Stark.
L’emozione è ancora fortissima, sia
per l’affetto che lega l’attore ai fan, sia per il gesto estremo
che Tony Stark, primo vero eroe del Marvel Cinematic Universe,
ha fatto per l’umanità.
Lucy Hale è una delle attrici più
famose della sua generazione, soprattutto per la sua
generazione. È stata infatti protagonista del teen show Pretty Little Liars per anni, dopo aver avuto ruoli
minori e non in produzioni come
The O.C.,
How I Met Your Mother, I Maghi di Waverly e Private
Practice. Non solo, è apparsa anche in numerosi produzioni
cinematografiche (chi ricorda Quattro amiche e un paio di jeans?),
ed è ora al cinema con un nuovo film horror, Obbligo o
verità. Ecco dieci curiosità sull’attrice:
1) Il suo nome completo è Karen
Lucille Hale, e il secondo nome viene dal nome della nonna,
Lucy. Sin da piccola, non ha mai utilizzato Karen, preferendo il
secondo, che poi ha usato anche come nome d’arte.
2) Ha paura delle altezze:
nonostante si debba continuamente spostare in aereo, ha dichiarato
di esserne particolarmente spaventata.
Lucy Hale: i film
3) Buona parte della carriera da
attrice di Lucy Hale è stata televisiva. È cominciata quando
aveva 14 anni, quando diventò famosa come uno dei cinque vincitori
dello show spin-off di American Idle, chiamato American
Junior. Si è poi trasferita a Los Angeles per inseguire la
carriera da cantante, e qui ha cominciato a recitare.
4) È apparsa in show come Ned
scuola di sopravvivenza, Drake e Josh, e The O.C. I suoi
ruoli principali prima di Pretty Little Liars, però, sono
quelli degli otto episodi della serie TV La donna bionica, in
Quattro amiche e un paio di jeans, e Private Practice. Stando a
quanto affermato dalla rivista Seventeen, Hale non ha dovuto
fare un’audizione per la parte in Pretty Little Liars:
aveva già un seguito e una fama abbastanza grandi da vincerle il
ruolo. E la serie fu seguita da ruoli in Once Upon a Song e How I
Met Your Mother.
Nel 2018 ha interpetato Stella
Abbott nella serie Life Sentence. Nel 2019 ha prestato la voce a
Zoe bell nel film Tappo – Cucciolo in un mare di guai. Nel
2020 è stata al protagonista della serie tv Katy
Keene, spin-off di Riverdale, nel
quale interpreta proprio Katy Keene. Nello
stesso hanno ha interpretato Melanie Cole nel film Fantasy Island e Lucy in A Nice Girl Like You
e Carol An in Son o the South. Nel 2021 Lucy
Hale sarà Elly nel film Borrego. Nello stesso
hanno sarà Lucy Hutton nel film The Hating Game.
Interpreterà inoltre DC Lake Edmunds nell’annunciata serie tv
Ragdoll.
5) Inizialmente, Lucy Hale voleva
interpretare Hanna, non Aria. Infatti, era un tipo di
personaggio che non aveva mai esplorato e che per questo la
incuriosiva. È stato quanto la produzione ha cominciato ad
accoppiarla con vari attori per provarne la chimica, che è stato
deciso (e che ha realizzato) che il ruolo perfetto per lei fosse in
realtà Aria.
5) Nel 2019 è arrivato il suo
nuovo show,Life Sentence. La
serie parla di una giovane donna, interpretata da Lucy
Hale, alla quale viene diagnosticato un cancro terminale.
dopo aver ricevuto la notizia, comincia a vivere come se davvero
non ci fosse un domani. I problemi sorgono quando le viene
comunicato che la malattia è in ritirata, e ora deve trovare un
modo per convivere con le decisioni prese.
6) Lucy Hale fa anche la
cantante, e il suo primo album risale al 2014. Si è trasferita
a LA per fare la cantante. Avrà finito per fare l’attrice, ma non
ha mai rinunciato alla propria passione. Infatti, ha firmato con la
Hollywood Records nel 2012. La Hale è cresciuta ascoltando musica
country, che ha avuto una grande influenza su di lei. Il suo primo
album country è uscito nel 2014, e si intitola Road
Between”. A Rolling Stone ha dichiarato di amare la musica
perché le permette di esprimere se stessa davvero. Il suo primo
singolo fu You Sound Good to Me.
6) Lucy Hale non ha mai
frequentato Ian Harding. Mentre la loro relazione sullo schermo
è stata amata e ammirata da molti, la loro relazione nella vita
reale non è stata romantica come molti si aspettavano. I due,
infatti, sono sempre stati solo amici. E, se nelle scene più
intime, all’inizio c’era un po’ di nervosismo, i due hanno finito
per sentirsi perfettamente a loro agio con l’altro.
Lucy Hale: Instagram
7) #outfitgoals. Lucy Hale si
dedica particolarmente a Instagram, e le foto dei suoi outfit sono
la parte migliore del suo profilo. Sfoggia sempre look raffinati,
anche nelle situazioni più informali.
8) Lucy Hale poteva essere la
Anastasia Steele di 50 Sfumature di Grigio. Ha infatti
sostenuto l’audizione per il ruolo, andato poi a Dakota Johnson. La Hale ha
parlato dell’audizione, che ha trovato particolarmente
imbarazzante: un lungo monologo molto, molto spinto, che ha
faticato a pronunciare ad alta voce.