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Justice League Snyder Cut: l’attore di Lanterna Verde commenta il taglio del personaggio

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È ormai risaputo che Zack Snyder sperava di includere il personaggio di John Stewart/Lanterna Verde nel suo taglio di Justice League, ma come il regista ha spiegato più volte in precedenza, la Warner Bros. lo ha spinto ad usare al suo posto Martian Manhunter (essenzialmente, per via dei piani che lo studio aveva sull’eroe).

Di recente abbiamo appreso che Wayne T. Carr aveva filmato delle scene nei panni del personaggio. Ora è stato proprio l’attore a commentare, per la prima volta, il suo casting nel film nei panni del noto membro del Corpo delle Lanterne Verdi e la sua relativa esclusione dal montaggio finale.

“Zack mi ha detto: ‘Lo gireremo e vedremo cosa ne pensa lo studio'”, ha spiegato l’attore in una recente intervista con LightCast. “È una cosa alquanto folle, perché l’abbiamo girato nel vialetto della sua abitazione. Mi ha chiamato dopo averlo mostrato a tutti. Credo che fosse la seconda volta, perché lo avevano visto a più riprese. Zack continuava a ripetere: ‘Non mi permetteranno mai di tenerlo'”.

“Quando ho visto il film, mi sono goduto il viaggio come penso abbiano fatto tutti. Poi, alla fine, ho realizzato che non ne facevo parte. Che peccato!”, ha aggiunto Carr. “La cosa che mi ha rincuorato è stata il fatto che quando sono emersi tutti i concept art, la reazione dei fan è stata incredibile. Non sono nel film, ma è stato bellissimo vedere tutti quei feedback positivi e tutto quel supporto. È una cosa folle. La adoro.”

Se un giorno Snyder avrà l’opportunità di riprendere il timone dei sequel di Justice League pianificati in origine, allora è possibile che vedremo Carr vestito finalmente come la versione di Lanterna Verde immaginata dal regista. Allo stato attuale, le sue scene restano sul pavimento della sala di montaggio ed è improbabile che vengano rilasciate in qualche modo in futuro.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Film per ragazze: dieci titoli trai più belli da vedere

Film per ragazze: dieci titoli trai più belli da vedere

Non c’è niente come una serata tra amiche, un bel pigiama party, una bella giornata tra ragazze. Non c’è niente come la sorellanza, e il cinema ce lo ricorda spesso. Ecco dieci film per ragazze da vedere da sole o con le amiche: per celebrare l’essere ragazze e l’essere insieme, per un po’ di girl power, e per sospirare insieme con i migliori film romantici.

Film per ragazze

film per ragazze

Cominciamo con i film sulle ragazze al liceo, alcuni tra i film americani per ragazze più famosi di sempre. Film con ragazze cattive con qualcosa da nascondere, e con ragazze dal cuore d’oro che cercano di farsi strada: questi film ci insegnano a non fidarci troppo delle apparenza, e di come le ragazze in particolare hanno a che fare con stereotipi e pregiudizi. Ecco dei film per ragazze da vedere assolutamente prima dei 20 anni:

  • Mean Girls, Mark Waters (2004). L’adolescente Cady Heron è stata educata in Africa dai genitori scienziati. Quando la famiglia si trasferisce in Illinois, in provincia, Cady finalmente riesce a fare esperienza della scuola pubblica americana: e della crudele legge della popolarità che la governa e divide i ragazzi in gruppi. Si ritrova, controvoglia, nelle grazie di un gruppo di studentesse popolari, e capirà come funzionano le cose.
  • La rivincita delle bionde, Robert Luketic (2001). Mai fidarsi delle apparenze. Elle Woods ha tutto, ma vuole solo sposare Warner Huntington III, che l’ha rifiutata perché la ritiene superficiale (e troppo bionda). Per provare il contrario, e riconquistarlo, Elle userà tutte le proprie forze per entrare nella scuola di Legge di Harvard, e avere successo.
  • Easy Girl, Will Gluck (2010). Spinta da una migliore amica particolarmente popolare, Olive, una ragazza acqua e sapone, decide di cambiare la propria immagine mentendo a riguardo della propria verginità. Ma la ficcanaso della scuola capta parte della loro conversazione, e Olive diventerà famosa a scuola per i motivi sbagliati.

Un altro classico per ragazze adolescenti? Quattro amiche e un paio di jeans, 17 anni (e come uscirne vivi).

Film belli da vedere per ragazze

film per ragazze

Tra i migliori film per ragazze ci sono quelli che forniscono dei modelli indimenticabili: di bellezza, di amicizia, di girl power. Ecco alcuni dei più belli film per ragazze.

  • Sognando Beckham, Gurinder Chadha (2002). Jess Bhamra, è figlia di una coppia insieme piuttosto tradizionalista che vive a Londra. Non le è permesso giocare in partite di calcio organizzato, anche se ha già diciotto anni. Un giorno, sta giocando per conto suo, quando le sue incredibili qualità sono notate da Jules Paxton, che la convince a giocare per la sua squadra semi-professionista. Jess inventa scuse elaborate per nascondere le partite alla famiglia. E si innamora del proprio coach, Joe.
  • Sex and the City, Michael Patrick King (2008). Il primo film ispirato alla famosissima serie è sicuramente il migliore. Quattro anni dopo le prime avventure di Carrie Bradshaw e le sue amiche, lei e il suo amante storico Big sono in una relazione seria. Samantha ha battuto il cancro, ed è in una relazione con Smith Jerrod. Charlotte e il marito vivono a Park Avenue, e Miranda ora sta a Brooklyn, e comincia a sentire la pressione della vita familiare.
  • Thelma e Louise, Ridley Scott (1991). La casalinga Thelma e l’amica Louise parono per un piccolo viaggio per andare a pesca. Ma la gita diventa una fuga dalla polizia, dopo che Louise spara e uccide un uomo che cerca di stuprare Thelma in un bar. Louise decide di scappare in Messico, e Thelma la segue. Per strada, Thelma si innamora del giovane e sexy ladro J.D. e l’amichevole detective Slocumb cerca di convincere le sue donne a consegnarsi alla legge prima che il loro futuro sia deciso.

Altri suggerimenti del genere? Prime, Il diavolo veste Prada.

Film d’amore per ragazze

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Tra i migliori film da vedere tra amiche? I film d’amore, ovviamente. Ecco i film per ragazze romantici da vedere assolutamente: quelli con le protagoniste che vorremmo essere o nelle quali ci identifichiamo, e con i principi azzurri migliori della storia.

  • Pretty Woman, Garry Marshall (1990). La rivisitazione moderna della storia di Cenerentola. La protagonista è una prostituta, Vivian (Julia Roberts), che incontra un ricco uomo d’affari, Edward. Lui la paga per passare il weekend con lui, ma i due si avvicinano. Si innamorano, ma scopriranno che le differenze tra di loro non possono essere ignorate, e dovranno lavorare per colmare il divario tra i loro mondi.
  • Colazione da Tiffany, Blake Edwards (1961). La storia di una giovane donna a New York. Incontra un uomo particolarmente ricco, ma il cui sogno è quello di essere uno scrittore. Lei lavora come una sorta di escort, pagata grandi somme per visitare un uomo in prigione.

Film romantici per ragazze

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  • Il diario di Bridget Jones, Sharon Maguire (2001). È Capodanno, e la trentaduenne Bridget (Renée Zellweger) decidere di prendere controllo della propria vita scrivendo un diario personale. Nella sua vita c’è Daniel, l’affascinante capo che sembra essere attratto da lei, Mark, un avvocato di successo bellissimo ma snob, un esilarante gruppo di amici, una madre particolare e qualche bicchiere di vino di troppo. Ma qualcuno si innamorerà di lei, così com’è. La trilogia è divertentissima.
  • Notting Hill, Roger Michell (1999). William Thacker (Hugh Grant) è proprietario di una libreria di viaggi nel pittoresco quartiere di Londra Notting Hill. La sua vita viene sconvolta dall’incontro con una famosa attrice americana, Anna Scott, che un giorno entra nel suo negozio. Un uomo normale e una stella del cinema si innamorano: il sogno di tutti in un film divertente e tra i più romantici di sempre.

Altri film romantici da vedere assolutamente con le amiche? Harry ti presento Sally, Quattro matrimoni e un funerale, La verità è che non gli piaci abbastanza, Dirty Dancing.

Dorian Gray: trama e cast del film tratto dall’opera di Oscar Wilde

Il desiderio di rimanere eternamente giovani è  da sempre parte dell’animo umano. Arrendersi allo scorrere del tempo e al decadere del corpo umano è infatti un trauma che ha caratterizzato a suo modo tutte le epoche. Una delle opere più celebri ad aver trattato questa e altre tematiche annesse, è Il ritratto di Dorian Gray, scritto da Oscar Wilde nel 1890. Questo è poi stato rielaborato in innumerevoli modi per il cinema, passando dal genere erotico a quello horror. Una delle trasposizioni più recenti e affascinanti è però quella del 2009, intitolata semplicemente Dorian Gray (qui la recensione) e diretta da Oliver Parker, qui al suo terzo film tratto da un’opera di Wilde.

Nel dar vita al celebre racconto di colui che racchiude il proprio invecchiamento nel dipinto che lo ritrae, il regista garantì di esaltare tutta la componente gotica della vicenda. L’intenzione era infatti quella di rendere il film particolarmente cupo, al punto da farlo diventare vietato ai minori di 14 anni in Italia. Allo stesso tempo, però, il regista e lo sceneggiatore Toby Finlay si sono concentrati sull’evidenziare anche l’attualità della vicenda, con il desiderio del protagonista estremamente radicato anche nell’umanità di oggi. Tra toni thriller ed elementi fantastici, Dorian Gray è così in grado di parlare una lingua universale e senza tempo.

Pur mantenendo lo spirito e il cuore del romanzo, il film si costruisce però come opera a sé, andando a ricostruire la vita del personaggio in modi che l’opera di Wilde lascia solo intuire. Proprio per tale motivo, anche al netto dei suoi difetti, la pellicola manifesta un suo fascino tutto da scoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dorian Gray: la trama del film

La vicenda si svolge in piena epoca vittoriana ed ha per protagonista Dorian Gray, un giovane di bell’aspetto che si trova a recarsi nella città di Londra per ereditare una grande fortuna dal nonno appena defunto. Orfano sin da bambino, Dorian viene ora preso sotto l’ala protettrice di Lord Henry Wotton, che lo inserisce però in un mondo di dissolutezza e perdizione. È proprio in questo contesto che Dorian incontra il pittore Basil Hallward, il quale si offre di realizzare un suo ritratto. Al momento dello svelamento di questo, tutti rimangono sbalorditi dalla bellezza dell’opera, che ripropone fedelmente quella di cui Dorian è dotato.

Wotton, però, è l’unico a sottolineare come ben presto il ritratto supererà l’originale, destinato ad invecchiare e deperire. Lord Henry chiede così a Dorian se sarebbe disposto a vendere l’anima al diavolo pur di rimanere giovane per sempre, e il ragazzo non esita a dimostrarsi disponibile ad accettare tale offerta. Con il passare degli anni, mentre tutti invecchiano Dorian sembra non cambiare mai, lasciando il sospetto in quanti lo incontrano che egli abbia realmente ottenuto ciò che desiderava a costo della sua anima. Temendo la natura demoniaca del giovane, un ormai anziano Wotton si troverà a fare tutto ciò che è in suo potere per evitare che sua figlia Emily si innamori di Dorian.

Dorian Gray cast

Dorian Gray: il cast del film

Ad interpretare il sempre giovane Dorian Gray vi è l’attore Ben Barnes, divenuto celebre grazie a questo ruolo. Prima di recitare in Dorian Gray, però, egli si era distinto anche per essere stato il principe Caspian in Le cronache di Narnia – Il principe Caspian. Fu proprio questo ruolo a permettergli di ottenere la parte del protagonista nella nuova trasposizione dell’opera di Wilde. Per prepararsi a tale personaggio, Barnes ha studiato a fondo le tematiche trattate come anche le principali usanze dell’Inghilterra vittoriana. Accanto a lui, nei panni del pittore Basil Hallward vi è invece l’attore Ben Chaplin, noto anche per i suoi ruoli in Cenerentola e The Water Horse.

L’attrice Rebecca Hall è invece la protagonista femminile Emily Wotton. Pur essendo interprete di un ruolo importantissimo nel racconto, l’attrice non compare in scena prima di 72 minuti dall’inizio del film. Il premio Oscar Colin Firth è l’interprete di Lord Henry Wotton, altro personaggio chiave della storia. Nell’approcciarsi a questo, l’attore ha puntato sull’evidenziare tutti gli aspetti più controversi del personaggio, sia nel bene che nel male. Nel film sono poi presenti Rachel Hurd-Wood nei panni di Sybil Vane e Emilia Fox in quelli di Lady Victoria Wotton. Fiona Shaw, celebre per il ruolo di Petunia Dursley nella saga di Harry Potter è invece Agatha.

Dorian Gray: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Dorian Gray è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 26 aprile alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

 

I Mitchell contro le macchine: la recensione del film Netflix

I Mitchell contro le macchine: la recensione del film Netflix

Basta la sequenza d’apertura di I Mitchell contro le macchine per essere subito conquistati dal film d’animazione Netflix senza poter opporre alcuna resistenza. Col senno di poi, diventa sempre più evidente come sia un’opera questa che non ha bisogno di pretendere attenzioni, poiché lo spettatore sarà portato a concedergliele di propria volontà, affascinato dall’intrattenimento e dalle emozioni offerte. A scrivere e dirigere il film, vi sono gli esordienti Mike Rianda e Jeff Rowe. A produrlo si ritrovano invece Phil Lord e Christopher Miller, noti per aver contributo a numerosi film d’animazione tra cui Spider-Man – Un nuovo universo. Proprio il team creativo di quest’ultimo ha sviluppato il nuovo lungometraggio Netflix, arrivando a risultati sbalorditivi.

Protagonisti di questo sono i Mitchell, composti da Katie, Rick, Linda e Aaron. Si tratta di una famiglia come ce ne sono tante, dove ogni membro è dotato di proprie personali passioni, difetti e stranezze. Questa si ritrova ora ad intraprendere un forzato viaggio insieme verso la California, dove Katie è stata accolta presto una prestigiosa università di cinema. La ragazza non vede l’ora di lasciarsi alle spalle la sua ingombrante famiglia, ma prima dovrà sopravvivere all’ostinato desiderio del padre di accompagnarla personalmente. A peggiorare le cose vi sarà l’improvviso scoppio di una rivoluzione delle macchine, pronte a prendere il dominio del mondo. Ultima speranza rimasta per l’umanità, i Mitchell dovranno prima risolvere i propri problemi personali per poter raggiungere l’unione necessaria alla vittoria.

La storia di un padre e di una figlia

Il viaggio che la famiglia Mitchell si prepara ad affrontare è quanto mai delicato. Al termine di questo la protagonista Katie intraprenderà una vita indipendente, e ogni cosa non sarà mai più come prima. In vista di quel momento, suo padre Rick dovrà dunque riuscire a riappacificarsi con lei, riscoprendo quel rapporto che sembrava essersi indebolito con gli anni. Le tematiche intorno a cui ruota il film sono dunque particolarmente universali e intime. Ognuno può ritrovarsi nel punto di vista di Katie, la quale si sente incompresa dal padre, e in quello di Rick, il quale non si spiega come il tempo possa aver cambiato le cose tra lui e sua figlia.

Intorno alle dinamiche famigliari si costruisce una vera e propria apocalisse tecnologica. Elemento apparentemente dissonante con le tematiche centrali del film, questo risvolto narrativo si rivela invece un espediente a dir poco brillante per trattare un ulteriore discorso altrimenti già affrontato tante volte. Tale ribellione delle macchine porta infatti a dover abbandonare ogni forma di tecnologia, dai computer agli smartphone. Pur con i loro benefici, tali strumenti diventano infatti spesso involontariamente mezzi che contribuiscono al distaccamento nei confronti di quanto ci circonda.

Senza, Katie e Rick, le cui opinioni riguardo l’uso della tecnologia sono diametralmente opposte, sono costretti a confrontarsi senza alcun filtro. I due personaggi possono così iniziare un percorso di riavvicinamento che li porta a scoprirsi, ferirsi, comprendersi e infine accettarsi. Il cuore di I Mitchell contro le macchine sta dunque nel suo porre in risalto le cose che ci rendono unici. È un film che punta a ricordarci cosa vuol dire essere, e decidere di rimanere, umani in un mondo sempre più invaso dalla tecnologia, tenendo stretti a sé le persone più importanti, non sapendo mai quando l’inaspettato può verificarsi.

I Mitchell contro le macchine Netflix

I Mitchell contro le macchine: crescere fa paura

Si muove dunque su queste corde il film di Rianda e Rowe. Questo si dimostra però non solo emotivamente coinvolgente, ma anche estremamente entusiasmante da vedere. Se già Spider-Man – Un nuovo universo era una gioia per gli occhi, anche I Mitchell contro le macchine non è da meno. Al di là della sua esplosione di colori e della sua grafica a metà tra disegno 3D e stile fumettistico, il film fa una cosa che pochi film d’animazione sembrano avere il coraggio o la volontà di fare, ovvero giocare con le possibilità che il genere offre. Sono infatti numerose le animazioni nell’animazione, che esaltano ancor di più la bellezza estetica del film e ne fanno un prodotto enormemente accattivante.

Arricchire in questo modo quanto si sta vedendo permette di rimanere continuamente sorpresi, portando avanti parallelamente intrattenimento ed emozione. Il film è così un’altalena continua tra genuine risate, adrenalina, tensione e pura commozione. Tutto ciò è possibile anche per la crescente consapevolezza che quanto si sta guardando non è altro se non una potente metafora sul crescere e su come i genitori cerchino di proteggere come possibile i loro figli nel corso di questo delicato processo, che è anche inevitabilmente un processo di distaccamento. I Mitchell contro le macchine è dunque la storia di un padre che accompagna sua figlia verso una nuova fase della sua vita, lasciandola libera nel mondo, con tutta la paura e l’emozione che ciò richiede.

Oscar 2021: i momenti memorabili della 93° edizione

È stata senza dubbio un’edizione strana, quella degli Oscar 2021, un’edizione senza orchestra, senza numero comico d’apertura, senza tanti ospiti, un evento che a ragione poteva sembrare sottotono e che invece ha dimostrato la voglia di esserci, il ritorno ad un red carpet in presenza, anche se contenuto, di nuovo persone che si guardano negli occhi, anche se a distanza, ma in presenza.

E forse è questa la magia più grande della scorsa notte, un assaggio di normalità, l’idea che la notte delle stelle di Hollywood si sia trasformata in una specie di party esclusivo con pochi e selezionati invitati che, in presenza, hanno celebrato il cinema. Ma l’eccezionalità dell’evento non lo ha risparmiato dal collezionare una serie di momenti memorabili che vi raccontiamo di seguito.

Chloé Zhao da record

La prima donna cinese a vincere un premio Oscar per la regia e per il miglior film, Zhao entra in quel club esclusivo di due, insieme a Kathryn Bigelow, un club che ci auguriamo possa infoltirsi molto di più nei prossimi anni. La regista ha portato a casa due premi su quattro nomination, dal momento che oltre a dirigere e produrre Nomadland, lo ha anche scritto e montato.

Frances McDorman ulula a sorpresa

Prima l’ululato a chiusura del discorso di ringraziamento per il miglior film, poi un altro discorso, brevissimo e forse figlio della sorpresa di essere stata premiata per la terza volta dall’Academy. Quell’ululato è stato un omaggio a Michael Wolf Snyder, il sound mixer di Nomadland, scomparso da poco a soli 35 anni. Ma oltre alla parentesi colorita, McDormand ha anche invitato tutti a tornare in sala, a vedere i film tutti i film nominati.

La prima volta di una coreana a Hollywood

Yuh-Jung Youn, vincitrice dell’Oscar come attrice non protagonista in Minari, ha tenuto il discorso di ringraziamento forse più divertente che la storia recente del premio ricordi. Visibilmente emozionata, l’attrice ha scherzato sull’aver finalmente incontrato Brad Pitt, che ha presentato il premio, chiedendogli anche perché mai non avesse fatto visita al set del film durante le riprese. Ha poi perdonato tutti coloro che, in America, pronunciano male il suo nome, e si è detta semplicemente più fortunata di Glenn Close, perché la fortuna è l’unico motivo per cui lei poteva vincere contro l’attrice. Yuh-Jung Youn è la prima attrice coreana a vincere un Oscar.

Daniel Kaluuya colpisce ancora

Dopo la gaffe ai Golden Globes, durante i quali ha pronunciato metà del suo discorso di ringraziamento a microfono spento, Daniel Kaluuya colpisce ancora. Durante il discorso di ringraziamento per il suo Oscar per il migliore non protagonista in Judas and the Black Messiah, l’attore ha ringrazia persino il fatto che i suoi genitori abbiano fatto sesso per concepirlo e metterlo al mondo. “Sono così felice di essere vivo” ha detto Kaluuya, e senza dubbio capiamo le sue intenzioni, tuttavia l’espressione della madre che reagisce live a quanto dichiarato dal figlio non era esattamente di felicità.

Glenn Close goes wild

L’unico momento di spettacolo e intrattenimento, durante la serata, ha visto Glenn Close protagonista; l’attrice nominata ha sfoggiato le sue conoscenze musicali e le sue abilità da ballerina. Il quiz ha coinvolto i partecipanti che cercavano di identificare un segmento di canzone e indovinare se la canzone fosse o meno tra quelle che avevano vinto agli Oscar nel corso degli anni. Dopo le risposte traballanti di Andra Day e Kaluuya, Close ha risposto con grande precisione alla sua domanda e ha identificato correttamente una clip di “Da Butt”, scritta da Marcus Miller ed eseguita dalla Experience Unlimited tratta dal film del 1988 di Spike Lee Aule turbolente. Close si è poi esibita in una breve sequenza di ballo che l’ha portata nei trend topic di Twitter, vincendo comunque a modo suo la serata.

Anthony Hopkins vince a sorpresa

La serata degli Oscar 2021 ha visto anche un piccolo cambio di programma, dal momento che a fine serata si è palesato il fatto che la scaletta avrebbe previsto prima il premio al miglior film, vinto da Nomadland, e per finire quello alla migliore attrice e al migliore attore. Quest’ordine di eventi ha fatto pensare che il premio maschile sarebbe andato postumo a Chadwick Boseman e che la cerimonia si sarebbe conclusa con un suo ricordo. Tuttavia, dopo la vittoria di Frances McDormand per le attrici, è arrivata sempre a sorpresa un’altra vittoria per l’ottantatreenne Anthony Hopkins, che non era presente alla cerimonia. L’attore di The Father ha così conquistato un secondo Oscar dopo quello per Il Silenzio degli Innocenti, e solo in mattinata ha diffuso un suo videomessaggio in cui esterna la sua sorpresa e la sua gratitudine, oltre a dedicare un pensiero proprio a Boseman “che ci è stato tolto troppo presto”.

Thomas Vitenberg dedica il premio alla figlia

Nominato anche nella cinquina dei migliori registi, Thomas Vitenberg ha ritirato l’Oscar per il miglior film internazionale, Another Round. Il regista ha pronunciato un accorato discorso di ringraziamento, dedicato alla figlia adolescente, Ida, che avrebbe dovuto avere una parte nel film e che è scomparsa a causa di un incidente d’auto a pochi giorni dall’inizio delle riprese. Vitenberg ha dedicato la vittoria a lei. “Abbiamo finito per realizzare questo film per lei, in sua memoria. Quindi, Ida, questo è un miracolo che è appena accaduto e tu sei parte di questo miracolo, magari anche tirando dei fili da qualche parte. Ma questo è per te.”

Il ritorno del red carpet

Come anticipato, dopo un anno di cerimonie e premi via Zoom, gli Oscar 2021 hanno fatto srotolare di nuovo un tappeto rosso. E sono tanti i nomi di coloro che hanno sfilato, da Audra Day, audacissima in Vera Wang, oppure Carey Mulligan, regale in Valentino Haute Couture, così come la meravigliosa Zendaya che anche con un colore rischioso come il giallo canarino era assolutamente impeccabile. E ancora Vanessa Kirby, regale in Gucci, e Margot Robbie in Chanel, semplice ed elegante. Halle Berry ha scelto Dolce & Gabbana e Viola Davis Alexandra McQueen. In total white come lei c’era Maria Bakalova, con un look principesco firmato da Louis Vuitton, mentre Amanda Seynfield non è passata certo inosservata nel suo abito rosso fuoco di Armani Privè. Il glamour è tornato e anche se si è trattato di un piccolo assaggio rispetto al solito splendore da Oscar, è stata una bella emozione. Per una volta abiti, trucchi e gioielli non sono stati soltanto una frivolezza.

Il numero di apertura di Regina King

All’attrice e regista Regina King è stato affidato il compito di introdurre la cerimonia. E il suo discorso di apertura è stato molto serio e rigoroso, si è aperto con la commemorazione di tutti coloro che abbiamo perso quest’anno a causa della pandemia ed ha continuato con un deciso piglio politico.

“È passato un anno e siamo ancora nel bel mezzo della pandemia”, ha detto King. “Stiamo piangendo la perdita di così tanti, e devo essere onesta, se le cose fossero andate diversamente la scorsa settimana a Minneapolis, avrei potuto scambiare i miei tacchi con stivali da marcia”. Il polso dell’America batte ancora troppo velocemente, ed è giusto che Hollywood continui a portare all’attenzione pubblica i problemi della società.

West Side Story: teaser trailer italiano del nuovo film di Steven Spielberg

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The Walt Disney Company ha rilasciato il primo trailer del nuovo adattamento cinematografico del musical West Side Story, diretto dal regista vincitore dell’Academy Award Steven Spielberg, che arriverà prossimamente nelle sale Italiane.

Diretto dal vincitore dell’Academy Award Steven Spielberg, da una sceneggiatura del vincitore del Premio Pulitzer e del Tony Award Tony Kushner, West Side Story racconta la classica storia delle feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957. La rivisitazione dell’amato musical è interpretata da Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler (María), Ariana DeBose (Anita), David Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff), Josh Andrés Rivera (Chino), Ana Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente Schrank), Brian d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita Moreno (nel ruolo di Valentina, proprietaria del negozio in cui lavora Tony). Moreno, una degli unici tre artisti ad aver vinto i premi Oscar, Emmy®, GRAMMY®, Tony e Peabody, è anche una dei produttori esecutivi del film.

La squadra creativa del film, che unisce il meglio di Broadway e Hollywood, include Tony Kushner, che è anche il produttore esecutivo; il vincitore del Tony Award Justin Peck, che ha ideato le coreografie del film; il celebre direttore d’orchestra della Los Angeles Philharmonic e vincitore del GRAMMY Award Gustavo Dudamel, che ha curato le registrazioni dell’iconica colonna sonora; il compositore e direttore d’orchestra candidato all’Academy Award David Newman (Anastasia), che ha composto la colonna sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award Jeanine Tesori (Fun Home, Thoroughly Modern Millie), che ha supervisionato il cast per le parti cantate; e il music supervisor candidato al Grammy Matt Sullivan (La Bella e la Bestia, Chicago), produttore esecutivo delle musiche del film. Il film è prodotto da Spielberg, dalla produttrice candidata all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger e dal produttore vincitore del Tony Award® Kevin McCollum. West Side Story è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di Broadway originale del 1957, con libretto di Arthur Laurents, musiche di Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim, e ideato, diretto e coreografato da Jerome Robbins.

Il film 20th Century Studios West Side Story arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Notorious Cinemas annuncia la riapertura tutte le Multisale

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Notorious Cinemas annuncia la riapertura tutte le Multisale

Notorious Cinemas annuncia la riapertura tutte le Multisale del circuito nella data di giovedi 29 aprile 2021, sulla scia del grande successo della 93ma edizione degli Oscar.

Andrea Stratta, Amministratore Delegato di Notorious Cinemas, dichiara: “Siamo molto felici, dopo sei lunghi mesi di chiusura, di aprire al pubblico le nostre sale, sostenendo così la riapertura di tutto il settore cinematografico italiano.”

Il circuito Notorious Cinemas basa il suo modello di intrattenimento sui più elevati standard tecnici audio e video, comfort di altissimo livello, accoglienza qualificata, location accurate, estrema cura, pulizia e igienizzazione degli ambienti, informatizzazione e automazione dell’area ticketing.

Il circuito si compone al momento dei seguenti Multisala:

Notorious Cinemas Sesto San Giovanni, Multisala all’interno del Centro Commerciale Sarca, composta da 10 sale di cui una IMAX per un totale di 1.376 posti, interamente rinnovato all’apertura nel settembre 2019 sul format The Experience, con poltrone di ultima generazione con schienale reclinabile e poggiapiedi, comandate elettronicamente, con ampia seduta, tavolino, porta bibite e porta usb integrata, ampia distanza fra una fila e l’altra in sala, rivestimenti eco-sostenibili e aree relax.

Notorious Cinemas Rovigo,  Multisala ubicata nell’ambito del Parco Commerciale “La Fattoria” a Rovigo, composta da 8 sale per un totale di 1.260 posti, interamente rinnovato sul format The Experience, con poltrone Extra Comfort di ultima generazione con ampia seduta, tavolino spazioso e porta bibite, con rivestimento in eco pelle, ampia distanza fra una fila e l’altra in sala, rivestimenti eco-sostenibili e aree relax.

Notorious Cinemas Gloria, storica Multisala collocata nel centro di Milano, in Corso Vercelli, composta dalle famose Sala Marylin e Sala Garbo per un totale di 550 posti, interamente rinnovata secondo il format The Experience durante i mesi di chiusura forzata a causa della pandemia, che aprirà al pubblico in una veste nuova con poltrone Extra Comfort di ultima generazione con ampia seduta, tavolino spazioso e porta bibite, con rivestimento in eco pelle, ampia distanza fra una fila e l’altra in sala e aree relax. Per la riqualificazione dell’intera struttura si è data molta importanza all’eco-sostenibilità scegliendo sempre i materiali a più basso impatto ambientale.

NOTORIOUS CINEMAS SRL, è una società con sede operativa a Milano, controllata al 100% da Notorious Pictures S.p.A., e dedicata alla gestione diretta di sale cinematografiche condotte esclusivamente in affitto. La controllante Notorious Pictures è una società indipendente costituita nel luglio 2012 con sede a Roma, quotata sul mercato AIM Italia, organizzato e gestito da Borsa Italiana, opera nella produzione, nell’acquisizione e commercializzazione di Diritti di Opere filmiche in tutti i canali di distribuzione (cinema, home video, pay tv e free tv, new media) e nella gestione di sale cinematografiche attraverso la controllata Notorious Cinemas. Nel 2020 il Gruppo, sulla base dei dati finanziari esposti in conformità ai principi contabili IAS/IFRS, ha registrato ricavi pari a Euro 13,4 milioni, un Ebitda margin del 37,5% e una perdita netta di Euro 2,1 milioni. Notorious Pictures è PMI Innovativa dal luglio 2017.

Nomadland, il film vincitore dell’Oscar dal 29 Aprile al cinema

Nomadland, il film vincitore dell’Oscar dal 29 Aprile al cinema

Nomadland, il lungometraggio Searchlight Pictures vincitore di tre Premi Oscar come Miglior film, Miglior regista (Chloé Zhao) e Miglior attrice (Frances McDormand), arriverà il 29 aprile nelle sale italiane e il 30 aprile su Star all’interno di Disney+.

Diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao e interpretato dall’attrice Premio Oscar Frances McDormand, il film è basato sul libro di Jessica Bruder “Nomadland. Un racconto d’inchiesta”, edito in Italia da Edizioni Clichy.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare Nomadland e altre produzioni originali

Dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, Fern carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come una nomade moderna. Terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao, Nomadland vede nel cast la presenza dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nel ruolo di mentori e compagni di viaggio di Fern durante il suo vagare attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano.

NOW arriva finalmente su AppleTV

NOW arriva finalmente su AppleTV

NOW continua la sua evoluzione e a poche settimane dal suo completo restyling diventa ancora più accessibile a tutti gli appassionati di intrattenimento di qualità. Da oggi anche sui dispositivi Apple TV di quarta generazione (Apple TV HD e Apple TV 4K) è disponibile l’app di NOW: entrando nell’App Store è possibile scaricarla, registrarsi e abbonarsi a uno o più Pass sul sito nowtv.it ed iniziare a godersi l’intrattenimento allo stato puro.

A chi possiede una Apple TV basterà solo un click per entrare nella homepage di NOW e navigare in modo agile e intuitivo. La disposizione grafica, in cui dominano le sfumature di verde della nuova identità di brand, e la suddivisione per categoria rendono immediato il percorso tra Serie TV, Show, Cinema e Sport per raggiungere i contenuti desiderati. Una vetrina che stimola la curiosità con i titoli del momento e con i grandi classici.

Le novità non finiscono qui, sempre da oggi tutta l’offerta live e on demand del servizio in streaming di Sky è visibile sul big screen in qualità HD mentre per coloro che accederanno ai Pass Cinema, Entertainment e Kids da un dispositivo mobile è ora disponibile la visione in HD in qualità 720p come già previsto per il Pass Sport.

Non resta che entrare nella community di NOW per scoprire le sorprendenti Serie TV del momento come Anna, Domina, The Undoing, Speravo De Morì Prima – La serie su Francesco Totti, Zack Snyder’s Justice League e trovare le saghe complete di Harry Potter e de Il Trono di Spade, la produzione Sky Original Gomorra oltre agli Show di Sky come Alessandro Borghese – 4 Ristoranti e i grandi eventi sportivi nazionali e internazionali.

Entrare in NOW è facile con i Pass Entertainment, Pass Cinema in versione mensile e Pass Sport in versione mensile o giornaliera. Per i nuovi iscritti è valida la possibilità di sottoscrivere i Pass Cinema e Entertainment a 3€ per il primo mese anziché 14,99€.

Contenuti e tecnologia di qualità ancora una volta al centro del mondo NOW in continua evoluzione per soddisfare le esigenze dei propri clienti.

Helena Bonham Carter: 10 cose che non sai sull’attrice

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Helena Bonham Carter: 10 cose che non sai sull’attrice

Helena Bonham Carter è una delle attrici più famose del pianeta, tanto che nel 2009 venne messa al primo posto delle più grandi attrici britanniche di tutti i tempi secondo la rivista The Times. La Carter si è sempre contraddistinta per le sue indubbie capacità recitative, ma è molto più di questo.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Helena Bonham Carter.

Helena Bonham Carter: film e carriera

Helena Bonham Carter: film e carriera

1. Helena Bonham Carter è nata nel 1966. La Carter è nata il 26 maggio del 1966 a Golders Green, a Londra. Più piccola di tre fratelli di Elena, una psicoterapeuta e di Raymond Bonham Carter, un banchiere. Da parte del padre discende dal Primo Ministro Herbert H. Asquith e il suo albero genealogico comprende anche baroni e baronesse, diplomati e registi: il prozio della Carter, Anthony Asquit realizzò Pigmalione (1938) e L’importanza di chiamarsi Ernesto (1952). Il nonno da parte di madre, Eduardo Propper de Callejon, era un diplomato spagnolo che è stato rinosciuto Giusto tra le Nazioni da Israele, per aver aiutato degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. La nonna da parte di madre, Hélène Fould-Springer, proveniva da una famiglia ebrea di origini francesi, autriache e tedesche.

2. Helena Bonham Carter ha avuto un’infanzia dura. Helena Bonham Carter ha avuto un’infanzia difficile, con la madre vittima di esaurimenti nervosi e il padre colpito da paralisi dopo un’operazione al cervello. Ha iniziato a studiare alla South Hampstead High School e alla Westminster School a Londra, per poi diventare scegliere la carriera di attrice. La sua carriera inizia molto preso, nel 1979, quando, a tredici anni, vinse il secondo posto di una competizione nazionale di poesia e uso la vincita per fare delle foto e partecipare al casting di Spotlight. Cominciò presto ad avere un’agente e il suo primo lavoro attoriale fu all’età di sedici anni per una pubblicità. Successivamente, cominciò ad interpretare ruoli di valore come nel film per la televizione A Pattern of Roses (1983) e nel film di James Ivory Camera con vista (1985). Recitò poi in Lady Jane (1986) e in tra film: Maurice (1987), per il quale non venne accreditata, Monteriano – Dove gli angeli non osano metter piede (1991) e Casa Howard (1992).

3. Helena Bonham Carter ha acquisito successo con Le ali dell’amore. Per Helena Bonham Carter gli anni ’90 sono stati importanti, in quando l’hanno resa famosa a livello internazionale. Nel 1997 partecipa al film Le ali dell’amore, per il quale riceve la sua prima nomination agli Oscar per la categoria di Migliore Attrice Protagonista, così come per i Golden Globe, i BAFTA e i SAG. Da Le ali dell’amore planò verso il film cult di David Fincher, Fight Club nel 1999. Nei tardi anni ’90 ottenne numerosi ruoli per film come La teoria del volo (1998) di Paul Greengrass, La dodicesima notte (1996) di Trevor Nunn, La dea dell’amore (1995) di Woody Allen e in Frankenstein di Mary Shelley (1994) di Kenneth Branagh.

Helena Bonham Carter e Tim Burton

4. Helena Bonham Carter ha recitato in tanti film di Tim Burton. Dagli anni 2000, Helena Bonham Carter ha cominciato a recitare nei film del marito Tim Burton come in Planet of Apes – Il pianeta delle scimmie (2001), Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003), La fabbrica di cioccolato (2005), Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007), film per il quale viene nominata per la quinta volta ai Golden Globe, Alice in Wonderland (2010) e Dark Shadows (2012). Ma i film che forse hanno fatto in modo di farla conoscere a un largo spettro di generazioni, oltre alla sua performance in Il discorso del re (2010), sono stati i 4 film di Harry Potter in cui si unisce al cast per il ruolo di Bellatrix Lestrange: Harry Potter e l’Ordine della Fenice (2007), Harry Potter e il principe mezzosangue (2009), Harry Potter e i doni della Morte – Parte 1 e Parte 2 (2010 e 2011).

Nel 2013 prende parte al film The Lone Ranger, al fianco di Johnny Depp. Nel 2015 interpreta la Fata Madrina nel film Disney Cenerentola, diretto da Kenneth Branagh. Nello stesso anno è nel cast di Suffragette, al fianco di Meryl Streep e Carey Mulligan.

Helena Bonham Carter in The Crown

Helena Bonham Carter the crownNel 2019-20 entra a far parte del cast della terza stagione di The Crown, l’acclamata serie tv originale Netflix che racconta la storia della famiglia reale inglese. Nella serie tv interpreta il ruolo della principessa Margaret. Ruolo che riprenderà anche nella quarta stagione della serie che arriverà entro la fine del 2020.

Sempre nel 2020 sarà nel cast di Enola Holmes, il film giallo diretto da Harry Bradbeer e basato sul romanzo di Nancy Springer che racconta le vicende della sorella di Sherlock Holmes. L’attrice reciterà al fianco di Millie Bobby Brown nel ruolo di Enola Homes e di Henry Cavill nei panni di Sherlock Holmes. Nel 2021 presterà la sua voce per doppiare il film d’animazione The Land of Sometimes. Sempre quest’anno sarà nel cast della serie tv The Cleaner.

5. Helena Bonham Carter ha conosciuto Tim Burton sul set de Il Pianeta delle Scimmie. Lei proveniva da una relazione di ben cinque anni con Kenneth Branagh, iniziata nel 1994 e conclusasi nel 1999 e insieme hanno trovato la complicità. Dalla loro unione sono nati Billy Raymond Burton, nato nel 2003, e Nell Burton, nata nel 2007. Nel 2014 la coppia ha annunciato la separazione, ma sono rimasti in ottimi rapporti.

Helena Bonham Carter hot

6. Helena Bonham Carter ha un lato hot. Grande animalista e con la fobia dei pesci, la Carter ha posato per un servizio fotografico in cui stava avvinghiata a un tonno, entrambi senza veli. Questo progetto, ha fatto parte di un programma di sensibilizzazione della Blue Foundation Marine contro la pesca intensiva, coinvolta da Greta Scacchi.

Helena Bonham Carter: curiosità

7. Helena Bonham Carter è stata respinta da King’s College della Cambridge University. La Carter aveva fatto richiesta per essere ammessa al King’s College, ma è stata respinta. Le motivazioni non riguardavano i risultati dei suoi test o altri punteggi; più che altro i dirigenti della scuola erano preoccupati che lei avrebbe potuto abbandonare a metà del percorso per seguire la sua carriera di attrice. Date le circostanze, Helena decise di dedicarsi completamente alla recitazione.

8. Helena Bonham Carter ha un passato da stilista. Nel maggio del 2006 ha lanciato una sua linea di moda chiamata The Pantaloonies, con la designer Samantha Sage. La loro prima collezione, chiamata Bloomin’ Bloomers, con camicie e pantaloni in stile vittoriano.

9. Helena Bonham Carter è stata onorata a Londra. Grazie ai suoi servizi redi all’arte drammatica, Helena Bonham Carter è stata onorata con il titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico.

10. Helena Bonham Carter non ha nessun social. Con tutta probabilità, Helena Bonham Carter preferisce mantenere la sua vita privata, tanto che non possiede nessun account social.

Fonte: IMDb

Daniel Radcliffe: 10 cose che non sai sull’attore

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Daniel Radcliffe: 10 cose che non sai sull’attore

Da quando è bambino, Daniel Radcliffe ha fatto parte di diverse produzioni teatrali e cinematografiche, prima di raggiungere il successo con l’interpretazione di Harry Potter in tutti e otto i film della saga. Daniel è un attore versatile che si mette sempre alla prova, alla ricerca di ruoli diversi ed interessanti. Ma la sua vita non è stata tutta rose e fiori.

Ecco dieci cose che non sai su Daniel Radcliffe!

Daniel Radcliffe: film e carriera

  1. Daniel Radcliffe è sempre stato un attore. Daniel Radcliffe, di secondo nome Jacob, è nato il 23 luglio del 1989 a Fullham, Londra, dall’agente di casting Marcia Gresham e dall’agente letterario Alan George Radcliffe. Suo padre è originario dell’Irlanda del Nord e ha un background protestante, mentre la madre è nata in Sudafrica da una famiglia ebrea (della Lituania, Polonia, Russia e Germania). Daniel ha iniziato da piccolo in piccole produzioni scolastiche e ha preso parte al ruolo del giovane David Copperfield in David Copperfield del 1999. Un paio di anni dopo, ha interpretato il ruolo di Mark Pendel in Il sarto di Panama (2001), figlio di Harry e Louisa Pendel (interpretati da Geoffrey Rush e Jamie Lee Curtis).
  2. Daniel Radcliffe ed il suo Harry Potter. Daniel Radcliffe dopo le audizioni, è stato scelto per il ruolo di protagonista per il film Harry Potter. Harry Potter e la pietra filosofale, diretto da Chris Columbus, ha debuttato al cinema il 16 novembre 2001. Da qui in poi la sua carriera non si è più fermata, riconosciuto in tutto il mondo dopo questo film. Come tutti ben sanno, è apparso in tutti i film della saga, Harry Potter e la camera dei segreti (2002), Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), Harry Potter e il calice di fuoco (2005), Harry Potter e l’ordine della fenice (2007), Harry Potter e il principe mezzosangue (2009) e Harry Potter e i doni della morte – Parte 1 e Parte 2 (2010 e 2011).
  3. Daniel Radcliffe non è solo Harry Potter. Nel 2005 ha preso parte alle riprese di I ragazzi di dicembre, girato in Australia (uscito poi due anni dopo). Nel 2007 ha partecipato a My Boy Jack, film per la televisione. Dopo aver dato la voce a un personaggio in un episodio della serie The Simpson nel tardo 2010, Radcliffe ha debuttato nei panni di J. Pierrepont Finch nello spettacolo di Broadway How to succeed in Business without really trying, ruolo precedentemente interpretato da Robert Morse e Matthew Broderick. Il ruolo gli ha fatto guadagnare diversi premi teatrali, tra cui il Drama Desk Award e il Drama League Award, mentre la produzione ha ricevuto un totale di nove nomination ai Tony Award. Il suo primo film post- Harry Potter è stato nel 2012 con The woman in black, adattamento della storia di Susan Hill realizzata nel 1983. Nel 2013 interpreta il poeta americano Allen Ginsberg nel drammatico Giovani ribelli – Kill your darlings, diretto da John Krokidas. Ha anche fatto parte nella commedia romantica irlandese-canadese The F World diretta da Micheal Dowseand. Radcliffe ha anche preso parte al Noel Coward Theatre nella dark comedy di Martin McDonagh The cripple of inishmaan, nel ruolo di Billy Claven, per il quale ha vinto il WhatsOnStage Award per la Miglior Interpretazione.

Daniel Radcliffe: tra nudo e gli ultimi anni.

  1. Daniel Radcliffe non nasconde le proprie nudità. Durante gli anni in cui stava ancora girando Harry Potter, nel 2007 Daniel Radcliffe ha deciso di partecipare all’opera teatrale di Peter Shaffer, Equus, che narra la storia di uno psichiatra che tenta di curare un ragazzo con attrazione patologica per i cavalli, apparendo completamente nudo sul palco. Comparirà poi, ancora completamente nudo in The F World e anche in Kill your darlings.
  2. Daniel Radcliffe ha scelto ruoli sempre più disparati negli ultimi anni. Dal 2015, Daniel Radcliffe ha preso parte a molteplici ruoli, tutti diversi tra loro. Dal ruolo di Igor in Victor – La storia segreta del dott. Frankenstein a quello di Walter Mabry in Now you see me 2 (2016), dall’interpretazione di un cadavere nello strambo Swiss Army Man – Un amico multiuso (2016) insieme a Paul Dano, al ruolo di Nate Foster in Imperium (2016), un agente della sezione antiterrorismo dell’FBI che lavora sotto copertura, per venti mesi, in un gruppo di neonazisti americani. nel 2017 ha interpretato se stesso in Lost in London ed è stato Yossi Ghinsberg in Jungle e Gareth / Thomas the Tank Engine nella serie Robot Chicken. Nel 2018 invece è stat Sean Beast of Burden – Il trafficante. Nel 2019 ha prestato la voce a Rex Dasher in Playmobil The Movie. Ha inoltre interpretato Miles in Guns Akimbo. Nel 2020 Daniel Radcliffe, nell’anno della pandemia COVID-19 è stato Tim Jenkin nel thriller di successo Escape from Pretoria e Prince Chauncley nella serietv Miracle Workers.  Nel 2022 sarà nel cast di Lost City of D, l’atteso film di Aaron Nee, Adam Nee nel quale recita al fianco di Brad Pitt e Sandra Bullock.

Daniel Radcliffe: tra malattia e alcolismo

  1. Daniel Radcliffe soffre di disprassia. Daniel Radcliffe soffre di una malattia neurologica chiamata disprassia, che influisce sulla coordinazione e il movimento. Il cervello non riesce a comunicare con il corpo in alcune particolari situazioni e ciò gli provoca dei problemi, soprattutto nella scrittura. Questa malattia è stata anche uno dei motivi tale per cui ha iniziato con la recitazione.
  2. Daniel Radcliffe ha avuto problemi di alcolismo. Durante le riprese di Harry Potter, Daniel Radcliffe ha avuto un momento decisamente no. Durante Harry Potter e il principe mezzosangue, nel 2007, ha avuto una relazione complicata con l’alcool. Ne era diventato completamente dipende e questo lo aiutava a combattere la pressione psicologica per via del suo grande successo. Ma dopo la fine delle riprese e dell’intera saga ha proclamato il suo divorzio con le sostanze alcoliche; una promessa che sta mantenendo tutt’ora.

Daniel Radcliffe: tra i social e la fidanzata

  1. Daniel Radcliffe non ha account social ufficiali. Daniel Radcliffe ha ammesso in diverse interviste di non amare i social e di non avere né una pagina né un account ufficiale Instagram. Per un semplice motivo: mantenere la sua vita privata come tale. L’unica fonte ufficiale che possiede è un account su Google+, in cui promuove i suoi progetti.
  2. Daniel Radcliffe si sta per sposare. Pare che Daniel Radcliffe abbia recentemente chiesto la mano alla fidanzata Erin Darke, attrice americana conosciuta sul set di Giovani Ribelli.
  3. Daniel Radcliffe si è schierato pubblicamente contro l’omofobia. Daniel Radcliffe ha partecipato a diversi progetti che promuovessero la consapevolezza dei gay e di prevenire la depressione e/o eventuali tentativi di suicidio adolescenziali.

Fonti: IMDb

The Falcon and the Winter Soldier: come il finale ha impostato il futuro del MCU

Nonostante abbia raccontato una storia in parte autoconclusiva, The Falcon and the Winter Soldier ha anche gettato le basi per alcune nuove grandi storie che potrebbero trovare il loro spazio all’interno del MCU. ComicBookMovie ha raccolto 8 modi in cui il finale della serie Disney+ ha impostato il futuro dell’Universo Cinematografico Marvel:

Un nuovo inizio per Bucky Barnes

Nel finale di The Falcon and the Winter Soldier, Bucky ha completamente fatto ammenda per le sue azioni passate come Soldato d’Inverno. Il suo passato potrebbe ancora perseguitarlo, ma il finale della serie lascia intendere che ora lo attende un inizio totalmente nuovo. Bucky non sarà più perseguitato dai suoi incubi o da ciò che l’Hydra lo ha costretto a fare in qualità di assassino, intraprendendo un cammino nuovo di zecca come supereroe.

Non possiamo sapere dove questo cammino lo condurrà, ma un posto al fianco di Captain America sarebbe più che appropriato. La Marvel Comics ha spesso faticato per trovare a Bucky una giusta collocazione dopo la fine del suo periodo come Captain America, quindi si spera che Kevin Feige abbia qualche asso nella manica, quindi un’idea migliore rispetto alla controparte fumettistica. La speranza, ora, è che Sebastian Stan voglia ancora interpretare Bucky Barnes…

Il mistero di Steve Rogers

Prima dell’uscita di The Falcon and the Winter Soldier, i fan si aspettavano che la serie avrebbe chiarato dove si trovasse esattamente Steve Rogers dopo gli eventi di Avengers: Endgame. L’ultima volta che abbiamo visto l’originale Captain America, Steve – ormai invecchiato – aveva deciso di tornare nel passato per poter finalmente vivere la sua vita insieme alla sua amata Peggy Carter. Steve ha quindi ottenuto il suo lieto fine, ma… cosa è successo dopo?

Purtroppo, la serie non ha rivelato nulla in merito, dunque il mistero del destino del Vendicatore persiste. Sappiamo che Chris Evans dovrebbe fare ritorno nel MCU, quindi è probabile che ci siano davvero dei piani per approfondire quanto accaduto a Steve durante la sua vita con Peggy…

La missione di Zemo è finita… per ora?

Zemo è convinto che i supersoldati non debbano esistere. Riesce ad uccidere con successo i rimanenti Flag-Smashers nonostante sia rinchiuso “al sicuro” nel Raft. Le sue macchinazioni sembrano per ora terminate, ma sappiamo quanto il Barone possa essere una figura potente anche dietro le sbarre. Potrebbe aver perdonato Bucky, ma là fuori ci sono molti altri individui superpotenti che continuano a causare danni molti simili a quelli che hanno portato alla caduta di Sokovia.

Per contrastarli e usurparli, Zemo potrebbe creare una propria squadra. Naturalmente, questa è una mera speculazione. Tuttavia, sembrerebbe essere un passo logico per il futuro del personaggio…

Sharon Carter è in realtà uno Skrull?

Le azioni di Sharon Carter in The Falcon and the Winter Soldier non hanno molto senso, soprattutto perché tutto quello che ha fatto nella serie non si “addice” a come, in genere, si comporterebbe il personaggio. È normale che fosse amareggiata dopo che il paese che ha servito le ha voltato le spalle, ma Sharon è un personaggio molto intelligente, dunque era consapevole di ciò che aveva fatto durante gli eventi di Captain America: Civil War.

Ecco perché, secondo una delle teorie più accreditate, Sharon sarebbe in realtà uno Skrull. In qualità di Power Broker, ha creato supersoldati che l’Impero Skrull potrebbe usare nella sua invasione della Terra. Inoltre, Sharon ora ha anche accesso al tipo di informazioni che possono aiutare a rendere la loro “invasione segreta” un po’ più facile…

Nuove “spalle”

La storia di Captain America è destinata a continuare, non solo attraverso una seconda stagione di The Falcon and the Winter Soldier, ma anche grazie all’annunciato quarto capitolo del franchise. In entrambi i progetti, potrebbero trovare nuovo spazio i personaggi di Joaquin Torres e Eli Bradley. Nei fumetti, quest’ultimo assume il ruolo di Patriot e diventa il leader dei Young Avengers. Torres, invece, diventa il nuovo Falcon dopo che Sam Wilson ha preso il posto di Steve Rogers come Captain America. Tuttavia, spesso i Marvel Studios hanno introdotto personaggi legati ai fumetti che poi non hanno più sviluppato.

Sarebbe decisamente interessante se quanto detto prima si traducesse anche sul grande schermo. Purtroppo, al momento, solo Kevin Feige sa cosa c’è davvero in serbo per questi due personaggi…

U.S. Agent

John Walker è chiaramente ancora affetto da disturbo da stress post-traumatico e il Siero del supersoldato è servito solo per migliorare problemi di salute mentale che forse aveva già avuto in passato. Nonostante ciò, ha fatto la cosa giusta entrando in azione per salvare i membri del GRC, dimostrando di essere, in fondo, un brav’uomo e un bravo eroe. Che poi sia davvero capace di continuare su questa linea… questo è un altro discorso.

Il suo modo di affrontare le cose sembra essere molto diverso da quello di Steve e di Sam, ma essendo ormai U.S. Agent, forse è giusto che sia così. È chiaro che ci sia uno scopo per lui nell’America di oggi, e sebbene non abbia (ancora) uno scudo, Valentina Allegra de Fontaine sembra avere grandi progetti per il suo Captain America. Quali potrebbero essere? Ecco la teoria più accreditata…

Oscuri Vendicatori

Da un lato, sembra che i Thunderbolts debutteranno presto nel MCU. Dopotutto, Thunderbolt Ross sarebbe il candidato ideale per mettere insieme un gruppo del genere. Dall’altro, la Contessa potrebbe mettere insieme la sua squadra di Vendicatori – teoria che ha decisamente più senso -, e non c’è motivo per cui ciò non possa portare a un gruppo chiamato, nel MCU, proprio Thunderbolts.

Nome a parte, il fatto che Val (che potrebbe anche lei essere uno Skrull!) metta insieme una nuova squadra di supercriminali potrebbe essere molto interessante per la Fase 4 del MCU. Potrebbero operare dalla costa occidentale o essere introdotti come risposta del Governo a quello che vorrebbero fossero, in realtà, i Vendicatori.

Captain America and the Winter Soldier

The Falcon and the Winter Soldie si conclude con un nuovo titolo: Captain America and the Winter Soldier. È un cambiamento appropriato e, sebbene siamo un po’ sorpresi che Bucky non abbia ottenuto un nome diverso, apparentemente ha finalmente fatto i conti con ciò che significava essere il Soldato d’Inverno e con ciò che significa ora. In altre parole, sta iniziando a fare sua quell’identità, cosa che potrebbe aprire la strada ad una seconda stagione dello show.

Il MCU ha un nuovo Captain America ora, destinato a essere un personaggio molto importante nella restante Fase 4. La speranza è che possa guidare qualunque altra iterazione degli Avengers che arriverà in futuro.

Chris Hemsworth: 10 cose che non sai sull’attore

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Chris Hemsworth: 10 cose che non sai sull’attore

Chris Hemsworth è uno degli attori più amati del pianeta. Australiano, intraprendente, meticoloso ma anche piacente, muscoloso e di gran simpatia, Chris Hemsworth ha conquistato larga parte del pubblico mondiale. Il suo successo è certamente dovuto all’aver interpretato il personaggio Marvel di Thor, ma non solo.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate su Chris Hemsworth.

Chris Hemsworth: film e carriera

Chris Hemsworth filmografia

1. Chris Hemsworth è australiano. Christopher Hemsworth è nato l’11 agosto del 1983 a Melbourne, in Australia, da Leonie, un’insegnante d’inglese e da Craig Hemsworth, un amministratore dei servizi sociali. È secondo di tre fratelli, più giovane di Luke e più grande di Liam, entrambi attori noti tra il piccolo e il grande schermo. Ha origini tedesche, irlandesi, inglesi, scozzesi e olandesi. Chris ha visto poco del territorio nella sua infanzia, dopo che la sua famiglia di è trasferita al Nother Territory e prima che finalmente tutti e cinque si stabilissero a Philip Island, nel sud di Melbourne.

2. Chris Hemsworth ha cominciato a recitare in alcune serie televisive. Chris Hemsworth ha iniziato a recitare nel 2002 in alcune serie televisive come Neightbours, Marshall Law, Ginevra Jones e The Saddle Club. Nel 2004 aveva fatto un provino, rivelatosi poi fallimentare, per la soap Home and Away: tuttavia, fu richiamato per il ruolo di Kim Hyde che ha interpretato fino al 2007. Nel 2006 ha partecipato a Ballando con le stelle, esibendosi con la ballerina Abbey Ross, uscendo dal programma, causa eliminazione, dopo 6 settimane.

3. La prima apparizione hollywoodiana di Chris Hemswort è nel 2009. In quell’anno Chris debutta ad Hollywood con Star Trek. Nello stesso anno fa parte del cast del film A perfect getaway – Una perfetta via di fuga, mentre l’anno successivo lo si vede in Cash Game – Paga o muori. Dopo l’enorme successo avuto con Thor nel 2011, l’anno successivo appare sul grande schermo con Biancaneve e il cacciatore, interpretando il cacciatore, ruolo poi ripreso nel sequel/spin-off in Il cacciatore e la regina di ghiaccio del 2016. Nel 2013 interpreta James Hunt per il film Rush di Ron Howard, al fianco di Daniel Brühl, e tornerà a lavorare con il regista americano per Heart of the sea – Le origini di Moby Dick nel 2015. Sempre nel 2015 Chris Hemsworth recita in Blackhat di Michael Mann, in Avengers: Age of Ultron e Come ti rovino le vacanze. Nel 2016 entra nel cast di Ghostbusters, nel 2018 appare in 12 Soldiers e in 7 sconosciuti a El Royale. Nel 2019 ha ripreso il ruolo del Dio del Tuono nell’epilogo della saga dell’infinito dei Marvel Studios, Avengers: Endgame. Nello stesso hanno ha interpretato Agent H in Men in Black: International, se stesso in Jay and Silent Bob Reboot. Nel 2020, l’anno della pandemia globale che ha messo in ginocchio l’industria cinematografica ha interpretato Tyler Rake nel film Tyler Rake.

Nel 2021 sarà trai protagonisti di Escape From Spiderhead. Inoltre riprenderà il ruolo del Dio del Tuono nell’attesissimo Thor: Love and Thunder. E’ invece in pre-produzione per uscire nel 2023 l’annunciato spin-off di Max Max Fury Road su Furiosa.

Chris Hemsworth: Thor

Chris Hemsworth Thor4. Chris Hemsworth deve la sua fama a Thor. Nel 2009 Chris Hemsworth ottiene, battendo anche suo fratello Liam e tanti altri contendenti, il ruolo del dio Thor per l’adattamento omonimo di Kenneth Branagh. Per ottenere e mantenere la parte ha dovuto lavorare duramente sul proprio fisico, accumulando diversi chili di muscoli. Il ruolo del dio del tuono è stato ripreso in The Avengers (2012), Thor: The Dark World (2013), Avengers: Age of Ultron (2015), Thor: Ragnarok (2017), Avengers: Infinity War (2018) e nel 2019 iAvengers: Endgam (2019). Nel 2021 riprenderà il ruolo del Dio del Tuono nell’attesissimo Thor: Love and Thunder.

Chris Hemsworth: instagram

5. Chris Hemsworth ha un profilo Instagram seguitissimo. Dire che l’account Instagram di Chris sia seguitissimo è decisamente riduttivo. Chris ha qualcosa come 21,6 milioni di follower, roba da far impallidire chiunque. Chris è molto estroverso e spensierato e posta veramente di tutto: dai tour promozionali dei suoi film fino ai backstage degli stessi, dai diversi viaggi e dagli shooting che fa, alle tantissime foto che lo ritraggono nella quotidianità. Sono moltissime, infatti, le foto che lo ritraggono insieme a sua moglie Elsa e ai suoi tre meravigliosi bambini o quelle che lo vedono insieme alla sua famiglia e ai suoi due fratelli.

6. Chris Hemsworth ha anche un profilo Twitter. Il suo account ufficiale, con 4,15 milioni di follower, è utilizzato da Chris per comunicare ai suoi fan tutte le informazioni relativi ai vari progetti lavorativi di cui Chris fa parte, oltre che essere un modo per condividere ciò che posta sul suo profilo Instagram.

Chris Hemsworth: Elsa Pataky

7. Chris Hemsworth è sposato dal 2010. Chris Hemsworth è sposato con Elsa Pataky, attrice spagnola, dal 2010. I due, che pare si siano conosciuti perché rappresentati dalla stessa agenzia, si sono incontrati per la prima volta nel gennaio 2010 e si sono sposati nel dicembre dello stesso anno, dopo 10 mesi di conoscenza, di cui 5 di fidanzamento. I due hanno avuto la loro prima figlia, India Rose, nel 2012, e i gemelli Tristan e Sasha nel 2014.

Chris Hemsworth: curiosità

Chris Hemsworth

8. Chris Hemswroth è diventato un genio del computer. Per il suo ruolo di Blackhat, Chris Hemswoth ha seguito delle lezioni di computer per più di due mesi, cercando anche di scrivere a dieci dita senza mai guardare la tastiera. Lezioni necessarie per rendere il personaggio nel modo più realistico possibile (cosa a cui Chris tiene tantissimo).

9. Chris ha dovuto fare tantissimo allenamento per il ruolo di Thor. Per interpretare Thor, Chris si è concentrato nel prepararlo meticolosamente. Ha cominciato a fare molto esercizio fisico, seguito da un esperto, e ha messo su diversi chili di muscoli. Talmente tanti che, tra un film su Thor e uno sugli Avengers si è dovuto dare un po’ una calmata, dato che la tuta cominciava persino a stargli un po’ stretta.

10. Chris Hemsworth non pensava di diventare un attore affermato. Chris ha sempre pensato di fare dei lavori diversi, come il dottore. Ma a scuola non c’era niente che lo coinvolgesse a pieno, mentre il corso di arte drammatica era l’unica disciplina che lo interessava davvero. Per arrivare a fare l’attore ha comunque svolto diversi lavori, come il commesso e il muratore e ne va molto fiero.

Chris Hemsworth fisicoFonte: IMDb

Aquaman 2: Amber Heard ha iniziato gli allenamenti in vista delle riprese

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Amber Heard ha confermato di aver iniziato ad allenarsi in vista delle riprese di Aquaman 2, l’attesissimo sequel del cinecomic DC diretto da James Wan che ha incassato 1,1 miliardi di dollari in tutto il mondo.

Heard ha pubblicato una foto del suo allenamento su Instagram e ha confermato di essere tornata ad allenarsi in vista della produzione di Aquaman 2. Ricordiamo che l’attrice è tornata nei panni di Mera nella Snyder Cut di Justice League, per il quale ha dovuto prendere parte ad alcune riprese aggiuntive. Ora, il personaggio di Mera dovrebbe avere un ruolo di assoluto rilievo in Aquaman 2.

Di recente anche Patrick Wilson, che nel sequel tornerà nei panni di Ocean Master, aveva confermato, sempre via Instagram, di aver iniziato ad allenarsi in vista del primo ciak, così come Yahya Abdul-Mateen II, che già dallo scorso gennaio aveva mostrato attraverso i social la sua preparazione fisica per tornare nei panni di Black Manta.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Vi ricordiamo che Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel sequel di Aquaman, film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios vorrebbero riportare James Wan dietro la macchina da presa per Aquaman 2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di sviluppo.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di James Wan (The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori.

Captain America: in cosa differisce il costume di Sam da quello di Steve?

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Sam Wilson è diventato ufficialmente Captain America nel finale di The Falcon and the Winter Soldier. Ma in che modo il suo costume è diverso da quello di Steve Rogers? Scopriamolo insieme, grazie a Screen Rant.

Grazie a Bucky, che ha chiesto un favore alle Dora Milaje dopo aver consegnato loro il Barone Zemo una volta terminata la loro alleanza, Sam ha ottenuto un costume nuovo di zecca che mescola il meglio delle sue due identità da supereroe: il suo costume da Falcon e le sue specifiche caratteristiche, e il costume di Captain America. Anche nei fumetti Sam Wilson è diventato Captain America ad un certo punto, e anche in quell’occasione gli è stato donato un nuovo costume. I fan sono stati quindi felici di vedere che il MCU ha deciso di rimanere fedele al design dei fumetti, anche se con alcune modifiche per adattarsi meglio allo stile di questo universo e renderlo più credibile.

Per quanto riguarda il look, il costume da Captain America che Sam ha sfoggiato nel finale di The Falcon and the Winter Soldier è una versione più semplice di quella vista nei fumetti. Il costume mantiene la stessa tavolozza di colori (blu, rosso e bianco), ed è un mix tra il suo costume di Falcon e quello di Captain America. Steve Rogers ha indossato diversi costumi di Captain America nel corso della sua storia nel MCU, quindi per confrontare il suo costume con quello di Sam, il modo migliore è farlo con il l’ultimo sfoggiato dall’eroe, quello in Avengers: Endgame.

Nel film di Anthony e Joe Russo,  Steve indossa un costume con una cotta di maglia, si è rimesso la stella sul petto (se l’era tolta dopo gli accordi di Sokovia e il conflitto di Civil War), così come il logo degli Avengers. Dato che Steve era un Supersoldato, non aveva bisogno di molta protezione da parte del costume, anche se sicuramente lo ha aiutato ad assorbire diversi colpi. Anche il costume di Sam ha un’evidente protezione, principalmente sul petto, i suoi guanti tradizionali sono stati trasformati in guanti da combattimento, la sua visiera ha la tecnologia dei sensori (grazie a Wakanda) e le sue ali sono state aggiunte al costume, permettendogli così di volare e proteggersi nel caso di un’esplosione o di un incidente. Anche il suo fedele Redwing fa parte del nuovo costume.

Il futuro di Sam Wilson nei panni di Captain America

È importante ricordare che Sam non è un Supersoldato, e per quanto sia stato addestrato al combattimento, ha bisogno di più protezione di Steve e di anche di altri personaggi con superpoteri, quindi la tecnologia di Wakanda ha giocato un ruolo decisamente chiave nella sua concezione, anche se al momento non sappiamo se i pezzi del costume sono fatti di Vibranio oppure no.

Ovviamente, il finale di The Falcon and the Winter Soldier non sarà l’ultima volta che i fan della Marvel vedranno Sam Wilson nel suo nuovissimo costume da Captain America, dato che il suo arco come nuovo Cap è appena iniziato. Mentre si adatta a questa nuova identità e a questo nuovo ruolo nel MCU, lo stesso Sam – al pari degli spettatori – continuerà ad imparare di più sul costume, sulle sua composizione e su tutto ciò che può fare con esso.

Film al cinema: ecco cosa vedere dal 26 Aprile

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Film al cinema: ecco cosa vedere dal 26 Aprile

Riaprono finalmente le sale cinematografiche e anche se non tutti gli schermi saranno aperti ecco la lista di film al cinema che potrete vedere tra nuove uscite e ritorni sul grande schermo.

Trai titoli che spicchiano c’è su tutti i film candidati all’oscar 2021 come Minari e Una donna promettente. Arriva anche Mank il film originale Netflix di David Fincher uscito a fine 2020. Debutta sul grande schermo anche Est – Dittatura last minute, COLLECTIVE, 100% Lupo e Bad Luck banging or Loonay Porn. Di seguito tutti i film.

Minari: dal 29 aprile

Minari film 2020

Minari (dal nome di una pianta acquatica coreana simile al crescione europeo) è ambientato negli Stati Uniti degli anni 80 e si ispira alle vicende personali del regista. Tutto ha inizio quando Jacob (Steven Yeun, The Walking Dead, Burning – L’amore brucia), immigrato coreano, trascina la sua famiglia dalla California all’Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita da agricoltore. Sebbene Jacob veda l’Arkansas come una terra ricca di opportunità, il resto della famiglia è sconvolto da questo imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell’isolata regione dell’Ozark. Ad aiutare Jacob nella fattoria il veterano di guerra Paul, inarrestabile lavoratore estremamente religioso, interpretato da Will Patton (Yellowstone).  L’arrivo dalla Corea della nonna (Yuh-Jung Youn, Youn’s Kitchen, The Housemaid), donna imprevedibile e singolare, stravolgerà ulteriormente la loro vita. I suoi modi bizzarri accenderanno la curiosità del nipotino David (Alan Kim) e accompagneranno la famiglia in un percorso di riscoperta dell’amore che li unisce.

Una donna promettente dal 29 aprile

Una donna promettente

Dalla visionaria regista Emerald Fennell (Killing Eve) arriva un nuovo appassionante thriller sulla vendetta. Tutti dicono che Cassie (Carey Mulligan) era una giovane donna promettente… fino ad un misterioso evento che ha brutalmente dirottato il suo futuro. Nella vita di Cassie però nulla è come sembra: è perfidamente intelligente, seducente e astuta, e vive una doppia vita segreta di notte. Ora un incontro inaspettato sta per dare a Cassie l’opportunità di rimediare agli errori del passato in questa avvincente e emozionante storia. La recensione di Una donna promettente.

Mank

Mank

La Hollywood degli anni ’30 è rivalutata attraverso gli occhi del graffiante critico sociale e sceneggiatore alcolista Herman J. Mankiewicz, mentre si affanna a finire il copione di Quarto potere per Orson Welles. Il cast include il premio Oscar Gary Oldman, Amanda Seyfried, Lily Collins, Arliss Howard, Tom Pelphrey, Sam Troughton, Ferdinand Kingsley, Tuppence Middleton, Tom Burke e Charles Dance.

100% LUPO

100%Lupo film 2020Freddy Lupin è l’erede di una orgogliosa famiglia di lupi mannari. Nel disperato tentativo di diventare lui stesso un lupo mannaro, Freddy è scioccato quando al suo tredicesimo compleanno la sua prima trasformazione in lupo va male, trasformandolo in un feroce … barboncino. Proprio quando Freddy pensa che la vita non possa andare peggio, viene curato contro la sua volontà, inseguito per le strade e gettato nella prigione del cane. Freddy e il suo nuovo amico, Batty, possono scappare? Chi è l’uomo sinistro che segue ogni sua mossa? Nonostante il suo esterno rosa e soffice, Freddy può dimostrare di essere ancora lupo al 100%?

https://youtu.be/O_VKyKBEDM8

Est – Dittatura last minute

EST - Dittatura Last Minute

Diretto da Antonio Pisu, EST – Dittatura Last Minute ha già conquistato già in tempi non sospetti il plauso della critica e l’interesse internazionale, vincendo diversi festival e catturando l’interesse del noto regista Oliver Stone durante le Giornate degli Autori nell’ambito della 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Forte anche di un primo passaggio negli ultimi mesi sulle principali piattaforme di streaming on demand dove ha raccolto ottimi giudizi e buoni risultati in termini di download, EST – Dittatura Last Minute arriva ad animare la programmazione dei cinema italiani in zona gialla che dal 26 aprile riapriranno in tutta sicurezza le proprie sale.

EST – Dittatura Last Minute è ambientato nel 1989 alla vigilia della caduta del Muro, tratto da una storia vera e girato tra il Cesenate e la Romania. Il film è scritto e diretto da Antonio Pisu (che ritorna alla regia dopo la sua opera prima Nobili Bugie) e prodotto da Genoma Films di Paolo Rossi Pisu, in collaborazione con Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi, già autori del libro “Addio Ceausescu” da cui è tratta la sceneggiatura.

La storia nasce da un’idea degli stessi Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi che nel 1989, giovani ventiquattrenni dal grande entusiasmo, intrapresero con un amico il viaggio raccontato nel film. Il ruolo del protagonista è affidato a Lodo Guenzi – voce e chitarra de Lo Stato Sociale nonché diplomato all’accademia di Arte Drammatica Nico Pepe – che con il film EST – Dittatura Last Minute fa il suo esordio sul grande schermo. Al suo fianco gli altri due attori esordienti Matteo Gatta e Jacopo Costantini. Il film è stato realizzato con il sostegno della Regione Emilia Romagna

Collective

Collective di Alexander Nanau (solo in vos) – documentario d’inchiesta candidato agli Oscar come Miglior Film Straniero e Miglior Documentario.

Tutti gli altri titoli:

  • Sul più bello
  • La vita straordinaria di David Copperfield
  • I predatori
  • Trash
  • Greenland
  • Lockdown all’italiana
  • Cosa sarà
  • Palm Springs
  • Il Giorno Sbagliato

The Falcon and the Winter Soldier: Wyatt Russell sul finale e sul futuro di John Walker

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL FINALE DI THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER!

È chiaro, The Falcon and the Winter Soldier si è concentrato principalmente su Sam Wilson e Bucky Barnes, ma la serie ha anche introdotto un nuovo importante personaggio nell’Universo Cinematografico Marvel, ossia John Walker, interpretato da Wyatt Russell.

Il suo arco narrativo si è rivelato forse il più affascinante: alla fine della serie, l’abbiamo visto smettere i panni di Captain America e “abbracciare” l’identità di U.S. Agent. Intervistato da Vanity Fair proprio in merito alla finale della serie, l’attore ha ammesso di aver avuto la stessa reazione di Walker di fronte al suo nuovo costume. “Quando sono andato a vedere il costume, ho pensato che ci sarebbe stato ancora molto da affrontare. Era… è davvero lo stesso identico costume, soltanto che è nero e rosso”, ha detto. “È bello che sia di un colore diverso, ma è praticamente lo stesso costume. Io e Julia abbia avuto una reazione molto divertita, al di là di quello che c’era scritto in sceneggiatura.”

A parte il colore della sua uniforme, Wyatt Russell ha rivelato che spera che i fan, alla fine di The Falcon and Winter Soldier, se non hanno imparato ad amare il personaggio di John Walker, abbiano almeno compreso il viaggio che il personaggio ha intrapreso. “La speranza è che alla fine il pubblico sia stato coinvolto dal suo viaggio, al di là del fatto che il personaggio potrebbe essere stato disprezzato. Che ti piaccia o no, che tu sia d’accordo o no con quello che ha fatto, l’importante è aver capito il perché.”

Per quanto riguarda, invece, il suo futuro nel MCU, ha aggiunto molto vagamente: “La Marvel opera in un modo davvero fantastico e non prendono mai decisioni prima di vedere cosa funziona e cosa no. Non faccio parte di nessuno di questi processi decisionali, ovviamente”. Tuttavia, l’attore è ben consapevole che ci sono dei piani futuri per il suo personaggio, ammettendo che alla fine della serie John non è la più la stessa persona, e che ciò potrebbe essere molto pericoloso…

Dopo The Falcon and the Winter Soldier…

Ricordiamo che sulla scia del finale di The Falcon and the Winter Soldier è stato ufficialmente annunciato Captain America 4, che sarà scritto da Malcolm Spellman e da Dalan Musson, che hanno già lavorato alla serie Disney+. Del cast del film non si sa ancora niente, ma possiamo scommettere che oltre a Anthony Mackie, nel film ci sarà spazio anche per Sebastian Stan (Bucky), Emily VanCamp (Sharon Carter), Wyatt Russell (John Walkers) e Daniel Bruhl (Zemo).

Stitches – Un legame privato al cinema

Stitches – Un legame privato al cinema

Stitches – Un legame privato di Miroslav Terzić, che arriverà in anteprima nelle sale italiane dal 13 maggio 2021 grazie a Trent Film in associazione con Infilmica.

Ispirato a una storia vera che arriva dal passato recente dei Balcani, il film è stato presentato in anteprima nella sezione Panorama della 69° Berlinale, dove ha vinto l’Europa Cinemas Label. Scritto da Elma Tataragić, già autrice di “Dio è donna e si chiama Petrunya”, “Stitches – Un legame privato” è un film che scava nelle emozioni fino alla speranza, raccontando la storia di una donna tenace che diventa un’eroina moderna, in lotta contro tutto e tutti per inseguire la verità mettendosi sulle tracce del figlio scomparso.

La sceneggiatura è ispirata alla testimonianza di una sarta di Belgrado che ha cercato per quasi vent’anni tracce di suo figlio, dichiarato morto subito dopo la nascita. Qualche giorno dopo il parto, l’ostetrica le aveva comunicato la morte prematura del neonato, senza però restituirle il corpo del bambino e senza mai indicarle il luogo della sepoltura. La donna ha così combattuto contro l’ospedale, i medici, la polizia, i tribunali e i pubblici ufficiali per ottenere un certificato di morte autenticato, che indicasse dove trovare il corpo del suo bambino. Nel corso di questa lunga battaglia la donna ha scoperto numerose irregolarità tra le carte dell’ospedale, rinvenendo documenti ufficiali del comune che hanno confermato i suoi sospetti sul fatto che il suo bimbo non era veramente morto. Dopo quasi vent’anni, è riuscita finalmente a scoprire la verità.

“Sono diventato padre per la prima volta nel 2001. Lo stesso anno, sono venuto a sapere della storia dei rapimenti di neonati negli ospedali” – racconta il regista Miroslav Terzić – “La vicenda delle loro vendite; i falsi certificati di morte; le menzogne alle madri; le famiglie rovinate. Ho cominciato a scavare, ad esaminare archivi e a cercare testimoni che avessero la forza di dirmi qualcosa. Nessuno dei casi è mai stato risolto. La maggior parte di essi sono avvenuti tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, all’alba della guerra che avrebbe lacerato la Jugoslavia. Sono più di 500 le famiglie che stanno cercando di ritrovare i loro bambini. Sono più di 500 storie diverse, e alcune del tutto inascoltate. Ho deciso di raccontarne una”.

Oscar 2021: Anthony Hopkins rende omaggio a Chadwick Boseman

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Oscar 2021: Anthony Hopkins rende omaggio a Chadwick Boseman

Si è svolta ieri la cerimonia di premiazione degli Oscar 2021, in cui – a sorpresa – ha trionfato come miglior attore protagonista Anthony Hopkins, premiato per la sua interpretazione in The Father – Nulla è come sembra (che arriverà nelle sale italiane prossimamente).

A sorpresa perché il favorito sembrava essere il compianto Chadwick Boseman, che per il suo ruolo in Ma Rainey’s Black Bottom (premiato con due Oscar, migliori costumi e miglior trucco) è riuscito ad aggiudicarsi il Golden Globe, il Critics’ Choice Award e lo Screen Actors Guild. Tuttavia, la vittoria del BAFTA da parte di Hopkins aveva in qualche modo preannunciato che nel corso della notte degli Oscar ci sarebbe stato un effettivo colpo di scena.

Anthony Hopkins, che non ha preso parte alla cerimonia di premiazione (neanche da remoto), ha condiviso attraverso il suo account Instagram un prezioso video di ringraziamento. Grazie alla vittoria per The Father, Hopkins (83 anni) è diventato l’attore più anziano ad aver ottenuto un Oscar alla recitazione. Inoltre, per Hopkins si tratta del secondo Oscar come miglior attore protagonista: il primo, vinto grazie al suo indimenticabile Hannibal Lecter nel capolavoro Il silenzio degli innocenti, gli è stato conferito nel 1992.

“Buongiorno, eccomi qui nella mia patria, il Galles, e all’età di 83 anni non mi aspettavo di ricevere questo premio. Davvero non me l’aspettavo”, ha detto Hopkins nel video condiviso attraverso i social (via THR), in cui ha poi reso omaggio proprio a Chadwick Boseman: “Sono grato all’Academy. Grazie. Voglio rendere omaggio a Chadwick Boseman che ci è stato portato via troppo presto. Ancora una volta, grazie mille a tutti. Non me lo aspettavo davvero, quindi mi sento incredibilmente privilegiato e onorato. Grazie ancora.”

Captain America 4 non sarà il film in cui rivedremo Chris Evans?

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Captain America 4 non sarà il film in cui rivedremo Chris Evans?

A gennaio, Deadline aveva riportato la notizia che Chris Evans era vicino a firmare un nuovo accordo con i Marvel Studios per tornare nei panni di Steve Rogers in un futuro film del MCU (lasciando una porta aperta anche ad un eventuale secondo progetto).

Il diretto interessato, cioè Evans, si è subito affrettato a negare la notizia attraverso i suoi profili social, ma sappiamo che Justin Kroll – il giornalista di Deadline che aveva riportato per primo la notizia – è una fonte parecchio attendibile. Inoltre, sappiamo quanta riservatezza ruoti attorno ai progetti dei Marvel Studios, quindi Evans potrebbe essere stato “costretto” a smentire il report originale (anche se probabilmente è già a conoscenza di quello che sarà il suo futuro nell’universo condiviso).

Lo scorso weekend, sulla scia del finale di The Falcon and the Winter Soldier, è invece arrivata la notizia – da The Hollywood Reporter – che Captain America 4 sarebbe stato ufficialmente messo in produzione dai Marvel Studios. Sul progetto non è stato rivelato molto, se non che sarà scritto da Malcolm Spellman e da Dalan Musson, che hanno già lavorato alla serie Disney+.

Anche Deadline ha ovviamente riportato la notizia, ma con un’aggiunta sostanziale: a quanto pare, sembra che il nuovo film dedicato all’eroe a stelle e strisce sarà un progetto totalmente diverso da quello che dovrebbe segnare il ritorno di Evans: Captain America 4 si concentrerà su Sam Wilson (Anthony Mackie) e sulla sua nuova vita in qualità di nuovo Cap, mentre il progetto che vedrà coinvolto Evans sarà qualcosa di separato.

E se ciò fosse indice del fatto che finalmente scopriremo cosa è successo quando Steve Rogers è tornato indietro nel tempo per riportare le Gemme dell’Infinito al loro posto legittimo? In passato, Anthony e Joe Russo aveva dichiarato a ComicBookMovie che sarebbero interessati a raccontare quella storia, pur sottolineando che i Marvel Studios sono adesso concentrati su altri personaggi e su altri eventi. Non ci resta che attendere eventuali aggiornamenti…

Christopher Nolan e Netflix hanno parlato di una possibile collaborazione

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Il mondo della distribuzione cinematografica, lo sappiamo, è ormai in continua evoluzione. Sulla scia della pandemia di Covid-19, sia gli studi che i distributori stanno ripensando a come gestire quello che una volta sembrava essere un business collaudato e inattaccabile. In una recente intervista con il Wall Street Journal, Scott Stuber di Netflix ha rivelato che il regista Christopher Nolan ha avuto alcune conversazione con il colosso dello streaming in merito ad una possibile collaborazione.

Nel corso dell’intervista Stuber, capo dei film originali di Netflix, ha parlato del motivo per cui molti registi sono ancora riluttanti nel voler realizzare film per la società. Sturber riconosce che la distribuzione globale è ancora importante per molti di loro, inclusi cineasti del calibro di Nolan. “Penso che ci siano aspetti della distribuzione globale che risultano ancora parecchio attraenti”, ha spiegato. “Christopher Nolan e io abbiamo parlato un bel po’… è ancora qualcosa che vuole profondamente. Se non possiamo garantirla, sarà comunque un problema per lui.”

Sturber ha continuato dicendo che Netflix è sempre impegnata in conversazioni con gli artisti più disparati, proprio perché alla costante ricerca di nuovi progetti in un panorama come quello dell’industria cinematografica che cambia costantemente. Tuttavia, ha anche ammesso che apprezza il modo in cui Netflix ha gestito finora le uscite cinematografiche, in riferimento alla distribuzione limitata in sala che, in genere, non hai superato le quattro settimane. “Penso che abbiamo un modello che funziona e penso che abbiamo fatto un buon lavoro con i cinema che hanno ospitato i nostri film”, ha detto. “Tutto ciò che ha a che fare con il cinema sta cambiando. Abbiamo sempre questo tipo di conversazioni per capire in che direzione andranno le cose e quale sarà il panorama che ci aspetta in futuro.” 

Christopher Nolan e il valore dell’esperienza in sala

Nolan non è estraneo alle battaglie per cercare di preservare il valore inestimabile dell’esperienza cinematografica. Prima dell’uscita del suo ultimo film, Tenet, il regista britannico aveva sperato che la situazione sarebbe tornata alla normalità e che la grande maggioranza dei cinema avrebbe riaperto, dal momento che voleva che gli spettatori potessero godere della sua ultima fatica sul grande schermo. Anche se ciò è accaduto soltanto in parte, è chiaro che Nolan continuerà ad essere un grande sostenitore dell’esperienza cinematografica a 360 gradi, cioè all’interno della sala.

Per quanto riguarda un’effettiva collaborazione tra Nolan e Netflix, è chiaro che il colosso dello streaming dovrà garantire al regista una distribuzione a livello globale dei suoi eventuali progetti futuri, se intende effettivamente dare vita ad un accordo. Non ci resta che aspettare e vedere come si evolveranno le cose…

The Handmaid’s Tale 4: promo “Justice”

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The Handmaid’s Tale 4: promo “Justice”

Il canale americano HULU ha diffuso l’inedito promo “Justice” di The Handmaid’s Tale 4, l’attesa quarta stagione dell’acclamato show The Handmaid’s Tale.

https://www.youtube.com/watch?v=T_9SYU5XjGw

The Handmaid’s Tale 4

The Handmaid’s Tale 4 è la quarta stagione della serie tv The Handmaid’s Tale creata da Bruce Miller per HULU e basata sul romanzo omonimo distopico del 1985 dell’autrice femminista Margaret Atwood.

In The Handmaid’s Tale 4 ritorneranno June Osborne / Difred (stagione 1-in corso), interpretata da Elisabeth MossSerena Joy Waterford (stagione 1-in corso), interpretata da Yvonne Strahovski, Comandante Fred Waterford (stagione 1-in corso), interpretato da Joseph Fiennes, Emily / Diglen / Disteven (stagione 1-in corso), interpretata da Alexis Bledel, Janine / Diwarren / Didaniel (stagione 1-in corso), interpretata da Madeline Brewer, Lydia Clements / Zia Lydia (stagioni 1-in corso), interpretata da Ann Dowd, Luke Bankole (stagioni 1-in corso), interpretato da O. T. Fagbenle, Custode Nick Blaine (stagioni 1-in corso), interpretato da Max Minghella, Moira Strand (stagioni 1-in corso), interpretata da Samira Wiley, Rita (stagioni 2-in corso, ricorrente stagione 1), interpretata da Amanda Brugel e Comandante Joseph Lawrence (stagioni 3-in corso, ricorrente stagione 2), interpretato da Bradley Whitford.

La serie racconta di In un futuro non lontano, il tasso di fertilità umana è in calo a causa di malattie e inquinamento. Dopo una guerra civile, il regime teocratico totalitario di Gilead prende il comando nella zona un tempo conosciuta come Stati Uniti d’America. La società è organizzata da leader assetati di potere e divisa in nuove classi sociali, in cui le donne sono brutalmente soggiogate e non possono lavorare, leggere o maneggiare denaro.

Silver Surfer: Adam McKay è ancora interessato a realizzare il film

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Con l’arrivo del primo film dei Marvel Studios interamente dedicato ai Fantastici Quattro, i fan non vedono l’ora di vedere i personaggi di quell’universo fare il loro debutto nel MCU. Naturalmente, tra i favoriti ci sono Dottor Destino e Galactus, ma anche Silver Surfer è sempre stato in cima alla maggior parte delle liste dei desideri degli appassionati di cinecomics.

È chiaro che il potente araldo di Galactus abbia un potenziale immenso per il MCU e a quanto pare il regista Adam McKay è ancora interessato a realizzare un film a lui interamente dedicato. Durante una recente intervista in occasione del podcast “Happy Sad Confused” di Josh Horowitz, a McKay è stato chiesto proprio se fosse ancora interessato a portare la storia di Silver Surfer sul grande schermo, ovviamente per conto della Marvel.

In passato il regista – noto per aver diretto La grande scommessa, Vice – L’uomo nell’ombra e l’attesissimo Don’t Look Up – aveva espresso interesse nel raccontare la storia di Norrin Radd, ma all’epoca la Fox deteneva ancora i diritti sul personaggio. “Silver Surfer è stato complicato”, ha spiegato. “C’era qualcosa al riguardo, perché l’abbiamo approfondito un paio di anni fa. Poi qualcosa si è intromesso nel processo. Potrei ricordare male, ma c’era un motivo per cui alla fine non se n’è fatto nulla… forse qualcun altro ci stava già lavorando.”

McKay ha poi aggiunto: “Sarebbe molto facile, adesso, usare la sua storia per creare una sorta di allegoria ambientale. Penso che potrebbe essere un film incredibile. Visivamente parlando, potrebbe essere il film Marvel più sbalorditivo che sia mai stato realizzato. Non ho perso interesse nel progetto. In effetti, ora che me lo dici, forse farò una telefonata e cercherò di capire cosa sta succedendo…”

Il futuro de I Fantastici 4 sul grande schermo

A proposito de I Fantastici 4, dopo il due film usciti rispettivamente nel 2005 e 2007 (entrambi diretti da Tim Story) e dopo il disastroso reboot del 2005 di Josh Trank, ricordiamo che i Marvel Studios, dopo l’acquisizione di Fox da parte di Disney, hanno ufficialmente messo in cantiere un nuovo film dedicato alla prima grande famiglia Marvel, che sarà diretto da Jon Watts, regista della saga di Spider-Man con Tom Holland.

Mortal Kombat: il film raggiunge un importante traguardo al box office

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Il produttore Todd Garner ha rivelato via Twitter che Mortal Kombat è diventato il film vietato ai minori con il maggior incasso dallo scoppio della pandemia. Nel suo tweet, Garner ha accennato alla possibilità di un sequel, spiegando che se il franchise continuerà, prenderanno tutto ciò che hanno imparato dalla realizzazione del primo per dare vita ad un secondo film ancora migliore.

Deadline riporta che, nel suo weekend di apertura, Mortal Kombat ha incassato 22,5 milioni di dollari, arrivando a conquistare il primo posto. Il film è uscito nelle sale statunitense e su HBO Max lo scorso 23 aprile. In Italia ancora non sappiamo quando verrà distribuito.

La sinossi ufficiale di Mortal Kombat

In Mortal Kombat, il campione di MMA Cole Young, abituato a farsi picchiare per soldi, è ignaro della sua eredità—e anche del perché l’Imperatore dell’Outworld Shang Tsung abbia mandato il suo guerriero migliore, Sub-Zero, e altri Cryomancer ultraterreni, per dargli la caccia.  Preoccupato per la sicurezza della sua famiglia, Cole parte alla ricerca di Sonya Blade responsabile della Jax, Maggiore delle Forze Speciali che porta anche lei sulla pelle lo stesso marchio del drago con cui Cole è nato.  Molto presto, si ritrova nel tempio di Lord Raiden, Antico Dio e Protettore di Earthrealm, che assicura riparo a tutti coloro che portano un marchio come il suo.

Qui, Cole si allena con guerrieri esperti come Liu Kang, Kung Lao e l’implacabile mercenario Kano, preparandosi a combattere con i più grandi campioni della Terra, contro i nemici dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco il destino dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza motivato da scatenare il suo arcana—l’immenso potere custodito nella sua anima—in tempo non solo per salvare la sua famiglia, ma anche per sconfiggere Outworld una volta per tutte?

West Side Story: il trailer del musical di Steven Spielberg

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West Side Story: il trailer del musical di Steven Spielberg

Durante la 93° notte degli Academy Awards è stato presentato il primo trailer di West Side Story, il remake del classico musical ad opera di Steven Spielberg e che dovremmo vedere nei cinema nella prossima stagione.

Tutto quello che c’è da sapere su West Side Story

West Side Story è basato sull’omonimo musical con libretto di Arthur Laurents, parole di Stephen Sondheim e musiche di Leonard Bernstein, già portato sul grande schermo nel 1961 da  Jerome Robbins e Robert Wise. L’adattamento di Steven Spielberg avrà come protagonisti Ansel Elgort e Rachel Zegler, affiancati da Ariana DeBose, David Alvarez, Mike Faist, Corey StolleBrian d’Arcy James.

Rita Moreno, che nell’originale del 1961 interpretava Anita (ruolo grazie al quale vince l’Oscar come migliore attrice non protagonista), apparirà nel film di Spielberg in un ruolo di supporto. West Side Story verrà distribuito nelle sale americane il 10 dicembre 2021.

Oscar 2021: tutti i vincitori della 93° edizione

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Oscar 2021: tutti i vincitori della 93° edizione

Si è conclusa la cerimonia di presentazione degli Oscar 2021, il primo evento live dopo circa un anno di pandemia e di distanziamento sociale e cerimonie su Zoom. Una premiazione insolita per i fasti del riconoscimento, ma sicuramente interessante e che ha mostrato la voglia di tornare alla normalità con un evento frutto di un grande sforzo organizzativo e produttivo.

Nomadland è il grande vincitore, con i premi a Miglior film, Miglior regia e Migliore attrice protagonista, e la sua regista, Chloé Zhao, si unisce a quella compagnia di due delle registe premio Oscar. Mentre Frances McDormad si unisce a Meryl Streep e Daniel Day Lewis e altri, alla compagnia degli attori che hanno vinto tre premi Oscar, aggiungendo però anche un premio come produttrice per Nomadland.

Ecco tutti i vincitori degli Oscar 2021

Miglior film

Migliore regia 

Miglior attore non protagonista

Miglior attrice non protagonista

  • Youn Yuh-jung (“Minari”) 

Migliori costumi 

  • “Ma Rainey’s Black Bottom,” Ann Roth 

Migliore colonna sonora

  • Soul,” Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste 

Miglior corto d’animazione

  • “If Anything Happens I Love You” (Netflix) 

Miglior cortometraggio live action

  • “Two Distant Strangers” 

Miglior suono

  • Sound of Metal,” Phillip Bladh, Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés, Carolina Santana 

Migliore sceneggiatura adattata

  • “The Father,” Christopher Hampton, Florian Zeller 

Miglior sceneggiatura originale

  • “Promising Young Woman,” Emerald Fennell  

Miglior attore

Migliore attrice

Miglior film d’animazione

  • Soul” (Pixar) 

Miglior Fotografia

  • “Mank,” Erik Messerschmidt

Miglior documentario

  • “My Octopus Teacher” (Netflix) 

Miglior corto documentario

  • “Colette” (Time Travel Unlimited) 

Miglior montaggio

Miglior film internazionale

  • “Another Round” (Denmark) 

Miglior trucco  

  • “Ma Rainey’s Black Bottom,” Matiki Anoff, Mia Neal, Larry M. Cherry  

Miglior canzone originale

Migliore scenografia 

  • “Mank,” Donald Graham Burt, Jan Pascale  

Migliori effetti visivi

  • Tenet,” Andrew Jackson, Andrew Lockley, Scott R. Fisher, Mike Chambers 

Love and Monsters, la recensione del film con Dylan O’Brien 

Si presenta come l’outsider della corsa agli Oscar 2021 per i migliori effetti speciali Love and Monsters. Protagonista Dylan O’Brien, la star di Maze Runner amata dai teenagers, che il regista Michael Matthews  ha voluto per interpretare Joel, in viaggio a rischio della vita in uno scenario post-apocalittico pieno di creature naturali mostruose, per ritrovare l’amore.

La trama di Love and Monsters

Dopo che un asteroide, rischiando di colpire la terra, è stato frantumato da missili terrestri, con rilascio massiccio di sostanze chimiche, gli animali a sangue freddo, ossia rettili, insetti e simili, hanno iniziato a mutare, diventando enormi mostri capaci di attaccare e distruggere l’uomo. Così il 17enne Joel, Dylan O’Brien, si è rifugiato assieme ad un gruppo di superstiti in un bunker sotterraneo, dove vive da sette anni. Mentre la minaccia dei mostri “naturali” si fa sempre più pericolosa, Joel decide di uscire dal bunker e abbandonare la sua colonia umana per andare a cercare Aimee, Jessica Henwick, il suo amore, che era stato costretto a lasciare per scappare dai mostri sette anni prima. Quello verso la colonia di Aimee sarà un vero e proprio viaggio di formazione: pieno di insidie, ma anche ricco di incontri e nuove amicizie, come quella con il cane Boy, e farà del timido Joel un adulto consapevole e coraggioso.  

Love and Monsters nella corsa agli Oscar

Love and Monsters conta sugli effetti speciali curati dai supervisori Matt Sloan e Steve Boyle, che hanno pensato un efficace mix di effetti reali e digitali per creare i suggestivi mostri che danno filo da torcere al protagonista. Hanno le fattezze di enormi rettili o insetti. Ci sono, ad esempio, la formica gigante, la lumaca rocciosa, o anche il granchio. Ciascuno con la sua caratteristica e il suo potere offensivo. Tutto ben fatto. Tuttavia, la strada per ottenere la statuetta più preziosa del cinema non sarà certo spianata. Il film, infatti, dovrà vedersela con avversari più che temibili. Si parte da Tenet di Christopher Nolan per passare a The Midnight Sky di e con George Clooney.

Anche in quest’ultimo lavoro, peraltro, gli umani superstiti si sono nascosti sottoterra dopo la fine del mondo, a seguito di una serie di catastrofi naturali e il protagonista si è rifugiato invece al Polo Nord. Anche lui, come Joel, scopre di non essere solo. Vi sono poi L’unico e insuperabile Ivan di Thea Sharrock, film Disney con Bryan Cranston, che vede protagonista uno scimpanzé, e Mulan di Niki Caro, remake del film d’animazione omonimo, con Liu Yifei. Anche questa una produzione Disney. La natura e le sue creature non umane, il suo essere matrigna, è dunque molto presente in questa edizione degli Oscar ancora segnata dalla pandemia. 

Amore e mostri, un buon cinema per ragazzi che parla di oggi

Love and Monsters è il classico film per ragazzi. È un racconto di formazione, è avventuroso e coinvolgente. A catalizzare l’attenzione c’è l’aspetto orrorifico, la pericolosità e la spettacolarità dei mostri. Senza dimenticare l’amore. Quell’amore romantico e da favola, irrinunciabile in ogni storia destinata ai teenagers che è ben interpretato da due prtagonisti idoli dei più giovani, come Dylan O’Brien (già nella serie tv Teen Wolf, poi protagonista di Maze Runner) e Jessica Henwick (Il Trono di Spade, Iron Fist). Ma ci sono anche valori come l’amicizia, il senso di comunità e c’è una lezione sul rispetto della natura che sembra figlia dei tempi che stiamo vivendo. In un certo senso, infatti, Love and Monsters è un po’ una metafora della situazione che tutto il pianeta si trova ad affrontare con la pandemia da Covid-19. Il mondo intero non è forse ostaggio di una minaccia che arriva dalla natura stessa?

Durante il lockdown non si è forse costretti a chiudersi in casa, letteralmente a rifugiarvisi per sfuggire a questa minaccia, che è il virus? Si è anche parlato di come l’insorgere del virus possa avere cause in qualche misura legate ad alcuni comportamenti umani – le pratiche utilizzate all’interno dei cosiddetti wet market, il disboscamento, con conseguente ampliamento degli insediamenti umani, l’inquinamento atmosferico.  Allo stesso modo, nel film, gli animali a sangue freddo diventano mostri pericolosi a causa dei composti chimici contenuti nei missili che gli uomini lanciano contro l’asteroide Agatha 616. La natura insomma, diventa nemica, come conseguenza di un comportamento umano. Sta al protagonista riscoprire, pian piano, che “La natura non è niente male quando non vuole ucciderti”.  Il regista Michael Matthews, dunque, crea un mondo  fantascientifico per invitare il pubblico a riflettere su quanto sta accadendo. 

I punti di forza del film, oltre che la buona idea di partenza – il soggetto è di Brian Duffield – e una efficace costruzione delle creature mostruose, sono anche i bei disegni animati che accompagnano tutto il film. Joel infatti disegna e  tiene un diario in cui annota tutte le creature che incontra e le esperienze che fa. Poi c’è l’altro vero protagonista, il cane Boy, che diventa un inseparabile amico di Joel a cui lo spettatore si affeziona subito. Simpatici sono anche Clyde, Michael Rooker, e Minnow, Ariana Greenblatt. Il regista riesce a bilanciare le diverse componenti – avventura, amore, fantascienza, riflessione –  e porta avanti il film con un piglio ironico che non guasta. Il risultato è piacevole, tanto che da più parti si parla già di un sequel. Per ora, Love and Monsters è disponibile su Netflix, prodotto da 21 Lapse Entertainment, Entertainment One e Paramount Pictures.

Tenebre e Ossa: recensione della serie tv di Eric Heisserer

Tenebre e Ossa: recensione della serie tv di Eric Heisserer

Sulla scia del fenomeno Game Of Thrones, prova eclatante di come HBO è riuscita a sdoganare sul piccolo schermo il genere fantasy, che aveva già ispirato Netflix a proporre nel proprio catalogo The Witcher, la piattaforma punta ora su un altro successo letterario degli ultimi anni: Tenebre e Ossa è infatti ispirata all’universo fantastico GrishaVerse, creato dalla mente della scrittrice Leigh Bardugo.

Tenebre e Ossa: la trama

Disponibile su Netflix dal 23 Aprile, Tenebre e Ossa narra la storia di Alina Starkov (Jessie Mei Li), un’orfana e una soldatessa facente parte, in qualità di cartografa, dell’esercito di Ravka, una nazione soggetta a guerre incessanti e che, in un passato non ben precisato, è stata divisa in due da un’enorme barriera di oscurità perenne, la “Faglia”, abitata da creature mostruose. Insieme all’amico di infanzia Malyen Oretsev (Archie Renaux) si ritrova a dover attraversare la spaventosa Faglia d’Ombra, che divide Ravka dalla “nuova” Ravka Ovest. Proprio qui, Alina verrà a conoscenza di possedere un potere straordinario e rarissimo che la rende una Grisha, ovvero una persona dotata di poteri particolari e rarissimi. La sua vità cambierà quindi drasticamente: inizierà a doversi confrontare con i suoi poteri e ad avere a che fare con il Generale Kirigan (Ben Barnes), temibile capo dei Grisha. Alina dovrà inoltre vedersela anche con l’eccentrica ebanda di criminali composta da Kaz Brekker (Freddy Carter), Inej (Amita Suman) e Jesper Fahey (Kit Young).

Tenebre e Ossa: l’unione di differenti spunti narrativi

In un numero complessivo di otto episodi Tenebre e Ossa riesce a convogliare l’immenso universo partorito dalla mente di Leigh Bardugo nei suoi romanzi. Il libro principale a cui si rifà la trama è l’omonimo Tenebre  e Ossa, che affronta le vicende del personaggio di Alina, a cui si aggiungono le storyline della banda di criminali guidata da Kaz Brekker, trattate dalla duologia Sei di Corvi, ambientata anni dopo la storia di Alina. Ispirandosi al successo HBO di Game Of Thrones, il produttore Eric Heisserer ha maturato l’idea di non limitarsi nell’adattamento televisivo a un singolo punto di vista, quello di Alina, ma includere altre figure ben note al vasto pubblico di lettori. Questa scelta ardita e originale può potenzialmente condurre lo spettatore a sentirsi confuso nel marasma di nomi e personaggi, eppure nel complesso, a parte qualche scivolone, le storyline aggiunte riescono a risultare convincenti, grazie a un ottimo lavoro da parte degli sceneggiatori e della scrittrice, che hanno lavorato assieme all’impianto narrativo della serie tv.

Il risultato complessivo è abbastanza convincente, anche se rischia di confondere gli spettatori che non si sono ancora avvicinati all’opera originale, o deludere qualche affezionato lettore non abituato all’elevato numero di intrecci e personaggi, che vengono riassunti in poche puntate.

Le informazioni da assimilare risultano tante, soprattutto nelle prime puntate, tuttavia, una volta entrati nel GrishaVerse, tra combattimenti che lasciano col fiato sospeso, inseguimenti girati con maestria e un egregio lavoro di effetti speciali (curati dallo stesso team che ha lavorato al Demogorgone di Stranger Things) si riesce a rimanere piuttosto colpiti dall’intreccio narrativo.

Un fantasy sorretto da personaggi intriganti

Tenebre e Ossa abbraccia totalmente il genere fantasy: la magia e l’elemento soprannaturale sono preponderanti e si differenziano dal carattere medievaleggiante a cui Game of Thrones aveva abituato il pubblico.

tenebre e ossa

Questo adattamento svetta particolarmente per la capacità di Eric Heisserer di dare forma a un universo ricco di dettagli e ben particolareggiato, in cui sono evidenti richiami ad eventi storici di conflitti tra nazioni, disuguaglianze sociali ed economiche, intolleranza nei confronti del diverso e una lotta verso un potere che si vuole maneggiare dispoticamente. La storyline tra Alina e Mal viene parzialmente modificata nella serie, che ci presenta un rapporto più equilibrato tra i due e un’eroina fortemente indipendente e determinata, incarnata in maniera convincente dall’attrice Jessie Mei li. Quest’ultima regala una performance soddisfacente della crescita personale e formativa dell’eroina e di come riesca  a ridefinire i rapporti con Mal e con il Generale Kirigan, anche se le dinamiche ed interazioni tra i personaggi appaiono a tratti un po’ forzate. Il personaggio di Mal, viene purtroppo penalizzato rispetto ai romanzi, dato che nella serie ci troviamo di fronte ad un’eroina sempre in prima linea. Il trio composto da Kaz, Inej e Jesper, invece, è un’aggiunta di spicco alla trilogia originale: le peripezie affrontate da questo gruppo di personaggi riescono a divertire e al contempo a sostenere il ritmo narrativo di azione e tensione, mantenendo alto il livello di suspense. Menzione d’onore a Ben Barnes che regala una performance incisiva nei panni di un personaggio complesso ed intrigante, presenza estremamente carismatica e ambigua, di cui si scopriranno progressivamente gli spettri del passato e le reali intenzioni.

A livello visivo Tenebre conquista però con una messa in scena elaborata e dettagliata, un buon lavoro sulle scene d’azione e in sede di regia. Svettano in particolare gli effetti speciali con cui si cerca di ricreare l’oscura Faglia popolata dai mostruosi volcra, il leggendario Cervo di Morozova e i poteri dei Grisha, in particolare le tenebre dominate dal Generale Kirigan e la luce manipolata da Alina. Non sempre risulta invece valido l’approccio adottato per combinare elementi young adult con tematiche attuali e rilevanti, per cui si rischia di rendere l’evoluzione dei personaggi approssimativa, oltre che lasciare qualche buco di trama, svolte improvvise e non giustificate in maniera ottimale.

Le premesse di Tenebre e Ossa  sono interessanti, si configura come un progetto fantasy dalle buone possibilità che, tuttavia, a tratti, a causa dell’ambiziosità del racconto corale, rischia di perdere il controllo della narrazione. Oltrepassa gli stilemi tipici delle saghe young adult, aggiungendo i sottotesti di scontri politici e rivendicazioni sociali. Nonostante ciò, la trama è sorretta da buone interpretazioni attoriali e un comparto tecnico degno di nota, soprattutto per quanto riguarda la resa visiva degli effetti speciali e un ottimo lavoro di messa in scena, tra costumi e location suggestive.

Oscar 2021: le previsioni sui vincitori

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Oscar 2021: le previsioni sui vincitori

A poche ore dall’inizio della cerimonia di premiazione degli Oscar 2021, che quest’anno sarà decisamente atipica, ecco le previsioni sui vincitori. Non si tratta di titoli preferiti, o di scommesse, semplicemente di quali sono i titoli e i personaggi che più probabilmente verranno premiati questa notte.

Ecco le previsioni agli Oscar 2021

Miglior film

Migliore regia

Miglior attore non protagonista

Miglior attrice non protagonista 

  • Youn Yuh-jung (“Minari”)

Migliori costumi

  • “Ma Rainey’s Black Bottom,” Ann Roth

Migliore colonna sonora

  • Soul,” Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste

Miglior corto d’animazione

  • “If Anything Happens I Love You” (Netflix)

Miglior cortometraggio live action

  • “Two Distant Strangers”

Miglior suono

  • Sound of Metal,” Phillip Bladh, Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés, Carolina Santana

Migliore sceneggiatura adattata 

  • The Father,” Christopher Hampton, Florian Zeller

Miglior sceneggiatura originale

Miglior attore

Migliore attrice

Miglior film d’animazione

  • Soul” (Pixar)

Miglior Fotografia

Miglior documentario

Miglior corto documentario

  • “A Concerto Is a Conversation” (Breakwater Studios)

Miglior montaggio 

Miglior film internazionale

  • “Another Round” (Denmark)

Miglior trucco 

  • “Ma Rainey’s Black Bottom,” Matiki Anoff, Mia Neal, Larry M. Cherry

Miglior canzone originale

Migliore scenografia

  • “Mank,” Donald Graham Burt, Jan Pascale

Migliori effetti visivi

  • Tenet,” Andrew Jackson, Andrew Lockley, Scott R. Fisher, Mike Chambers

Razzie Awards 2021: i vincitori trai peggiori!

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Razzie Awards 2021: i vincitori trai peggiori!

Non c’è calamità, sciagura o disgrazia che tenga, anche il cinema peggiore ha assegnato i suoi riconoscimenti, in attesa degli Oscar 2021, nella notte del 25 aprile. I Razzie Awards sono un evento sempre molto atteso e anche quest’anno hanno regalato parecchie contraddizioni.

Ricordiamo ad esempio il 2009, anno in cui Sandra Bullock vinse sia il Razzie che l’Oscar di categoria (non con lo stesso film, naturalmente), oppure quando Halle Berry si premurò di portare con sé l’Oscar vinto per Money Ball l’anno prima, quando ritirò il Razzie per Catwoman, oppure ancora quest’anno, in cui il sequel di Borat ha due nomination agli Oscar e ha vinto due Razzie! Insomma, i Razzie sono sicuramente i premi più divertenti del mondo di Hollywood.

Ecco di seguito tutti i vincitori dei Razzie Awards 2021

PEGGIOR FILM

  • 365 giorni
  • Absolute Proof
  • Dolittle
  • Fantasy Island
  • Music
  • Barbara Białowąs and Tomasz Mandes – 365 Giorni
  • Charles Band – I 3 film di Barbie & Kendra
  • Stephen Gaghan – Dolittle
  • Ron Howard – Elegia Americana
  • Sia – Music

PEGGIOR ATTORE

  • Robert Downey Jr. – Dolittle
  • Mike Lindell – Absolute Proof
  • Michele Morrone – 365 giorni
  • Adam Sandler – Hubie Halloween
  • David Spade – La Missy sbagliata
  • Anne Hathaway – Il suo ultimo desiderio e Le streghe
  • Katie Holmes – The Boy – La maledizione di Brahms  e The Secret – La forza di sognare
  • Kate Hudson – Music
  • Lauren Lapkus – La Missy sbagliata
  • Anna-Maria Sieklucka – 365 giorni

PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

  • Chevy Chase – The Very Excellent Mr. Dundee
  • Rudy Giuliani – Borat – Seguito di film cinema
  • Shia LaBeouf – The Tax Collector
  • Arnold Schwarzenegger – The Iron Mask
  • Bruce Willis – Breach, Hard Kill e Survive the Night

PEGGIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

  • Glenn Close – Elegia americana
  • Lucy Hale – Fantasy Island
  • Maggie Q – Fantasy Island
  • Kristen Wiig – Wonder Woman 1984
  • Maddie Ziegler – Music

PEGGIOR COPPIA

  • Rudy Giuliani e la zip dei pantaloni in Borat – Seguito di film cinema
  • Robert Downey Jr. ed il suo accento “gallese” poco convincente in Dolittle
  • Harrison Ford e il cane in CGI totalmente falso in Il richiamo della foresta
  • Lauren Lapkus e David Spade in La Missy sbagliata
  • Adam Sandler e la sua stridente voce da sempliciotto in Hubie Halloween
  • 365 giorni 
  • I 3 film di Barbie & Kendra
  • Dolittle
  • Fantasy Island
  • Elegia Americana

PEGGIOR PREQUEL REMAKE, RIP-OFF O SEQUEL

  • 365 giorni
  • Dolittle
  • Fantasy Island
  • Hubie Halloween
  • Wonder Woman 1984
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