Il mese di uscita della seconda
stagione di The
Last of Us è stato rivelato in un nuovo teaser
trailer. La
stagione 1 è uscita nel 2023 ed è stata accolta con favore
dalla critica, anche per l’interpretazione di Pedro Pascal nel ruolo di Joel e di Bella
Ramsey in quello di Ellie.
La storia di The Last of Us – stagione 2 continuerà a seguire
Joel ed Ellie, ma si concentrerà anche su un nuovo personaggio,
Abby (Kaitlyn
Dever). La seconda stagione è già stata confermata per
l’uscita nel 2025, ma non è ancora stata annunciata una data o un
mese specifico.
Max ha ora
pubblicato un nuovo teaser trailer che rivela che la
seconda stagione diThe Last of Usdebutterà
ad aprile. Oltre al mese di uscita, vengono mostrati Joel
(Pedro Pascal), Ellie (Bella Ramsey), Abby (Kaitlyn Dever), il
nuovo personaggio di Jeffrey Wright, Isaac, e il ritorno del
fratello di Joel, Tommy (Gabriel Luna). Anche gli infetti sono
presenti, compresa un’inquadratura in cui si lanciano contro le
mura di protezione di una comunità. Guardate il trailer qui
sotto:
Nel teaser si vede per la prima
volta Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby, un personaggio nuovo
per lo show ma che ha avuto un ruolo chiave nella serie di
videogiochi “The Last of Us”. “Non importa se hai un codice come
me”, dice dopo averla vista camminare lungo un corridoio buio, con
la pistola in mano. “Ci sono cose che tutti concordano sul fatto
che siano sbagliate”.
Cosa significa per The Last Of
Us
L’attesa per la seconda
stagione è quasi finita
L’annuncio del mese di uscita
conferma che l’attesa per la seconda stagione
diThe Last of Usnon
sarà molto lunga. Era possibile che la serie finisse per
debuttare nella seconda metà del 2025, ma ora mancano solo tre mesi
alla sua ripresa. Mentre chi ha giocato ai videogiochi sa cosa
succede a Joel ed Ellie dopo il finale della stagione 1 di The
Last of Us, molti spettatori aspettano da due anni di scoprire
cosa succederà dopo.
Tuttavia, come si è visto con la
stagione 1, in particolare con l’emozionante storia di Bill (Nick
Offerman) e Frank (Murray Bartlett), ci saranno sorprese in serbo
per tutti gli spettatori, rendendo il mese di uscita confermato
ancora più allettante. L’avvicinarsi dell’uscita della
seconda stagione è una buona notizia anche per Max, che
con la seconda stagione di The Last of Us è probabilmente
il suo show più importante dopo il finale della seconda stagione di
House of the Dragon dello scorso
agosto. Il tanto atteso ritorno della serie porterà probabilmente a
un aumento significativo degli abbonamenti ad aprile.
Considerato ancora oggi come il
musical di maggio
successo nella storia del cinema, Grease arrivò
nelle sale di tutto il mondo nel 1978, dando vita ad un fenomeno
mai passato di moda. Diretto da Randal Kleiser, questo
è basato sull’omonimo spettacolo di Jim Jacobs e
WarrenCasey. Divenuto uno
grandissimo successo a Broadway, l’arrivo sul grande schermo non
fece che confermarne la popolarità a livello mondiale grazie alle
sue canzoni, alle tematiche e ai suoi protagonisti. Il film
contribuì infatti a lanciare definitivamente le carriere di
John Travolta e
Olivia Newton-John.
Con un budget di soli 6 milioni di
dollari, il film arrivo ad incassarne a livello mondiale oltre 394,
affermandosi come il titolo più visto della sua stagione.
L’incredibile successo di pubblico è stato accompagnato anche da un
particolare favore di critica, la quale elogiava le energiche
coreografie come anche le tematiche. Queste sono infatti insolite
per un musical pensato per un ampio pubblico, comprendendo
problematiche con la gravidanza adolescenziale e la violenza tra le
bande. Fu però proprio la capacità di trattare queste in modo
grossomodo leggero a conferire al film ulteriori elementi di
fascino.
Tale popolarità ha portato nel 1982
alla realizzazione di un sequel, intitolato Grease
2, il quale però presenta un cast differente. Mancando
questo, il titolo non ottenne il successo del suo predecessore. Ciò
che rende l’originale unico, infatti, è il cast di attori, tra cui
vi è un evidente e fortissima chimica, come anche i brani musicali
entrati di diritto nell’immaginario collettivo. Numerose sono
ancora oggi le curiosità da scoprire sul film, molte delle quali
relative proprio a tali due elementi. Proseguendo nella lettura
sarà possibile scoprire le principali tra queste, come anche dove è
possibile trovare il film in streaming.
Al centro della trama di
Grease vi è il magico e romantico incontro tra
l’affascinante Danny Zuko e la timida
Sandy Olsson. Incontratisi durante una vacanza,
quella tra loro sembrava destinata a rimanere una breve storia
d’amore estiva, poiché al termine di questa la ragazza farà ritorno
in Australia, dove è nata e cresciuta. Tutto cambia nel momento in
cui invece Sandy rimane negli Stati Uniti per frequentare proprio
la scuola dove va anche Danny. Nel momento in cui rincontra il
ragazzo che l’ha fatta innamorare, Sandy si accorge però di come
questi sia profondamente diverso da come lo credeva. Danny ha
infatti una reputazione da duro, e con la sua banda chiamata
Thunderbirds non sembra avere tempo da perdere con lei.
Di conseguenza, Sandy stringe
amicizia con un gruppo di ragazze capitanato da Betty
Rizzo, la quale le insegna a vivere secondo uno stile più
libertino. Ciò che Sandy non sa, è che Danny è profondamente
rammaricato per averla trattata male, e cerca in tutti i modi di
farsi perdonare e riconquistarla. Prima che il loro amore possa
compiersi, però, i due dovranno andare incontro a numerosi
ostacoli, tra i problemi a scuola agli scontri con bande rivali.
L’avvicinarsi della termine delle lezioni e del classico ballo di
fine anno sarà per Danny l’occasione di dimostrare a Sandy tutto il
suo amore, abbandonando così il ruolo da duro fino a quel momento
interpretato.
Il cast del film
Come già accennato, motivo di grande
fascino del film sono gli attori che vi hanno preso parte, capaci
di conferire il giusto carisma ai personaggi principali, oggi
divenuti iconici. Per il ruolo di Danny Zuko, ad esempio, è
impensabile immaginare un volto diverso da quello di
John
Travolta. Eppure, originariamente il ruolo era stato
offerto ad Henry Winkler, divenuto famoso in
quegli anni per il ruolo di Fonzie in Happy Days, che
presentava diverse somiglianze con il personaggio di Danny. Winkler
però rifiutò la parte, che venne allora affidata a Travolta. Questi
iniziò le riprese quattro giorni dopo aver completato quelle di
La febbre del sabato sera, e si trovò così a vivere un
periodo estremamente fortunato della propria carriera.
Olivia Newton-John, invece, recita nel ruolo di Sandy.
Prima di tale film, ella era nota principalmente come cantante, e
non aveva recitato che in pochi film. I produttori decisero allora
di farle sostenere un provino insieme a Travolta, al fine di
valutare la chimica di coppia tra di loro. Questo si rivelò
particolarmente positivo, e fu così che la parte le venne affidata.
Jeff Conaway è invece l’interprete di Kenickie,
braccio destro di Danny. Per poter interpretare il ruolo,
all’attore venne richiesto di cercare di apparire più basso
rispetto a Travolta, così da far risaltare quest’ultimo. Infine, la
pluripremiata Stockard Channing interpreta la
grintosa Betty Rizzo, uno dei personaggi più amati del film. Al
momento di doversi calare nei panni di questa, l’attrice aveva
trentaquattro anni, e dovette essere truccata affinché potesse
sembrare un’adolescente.
Spesso ricordata come una delle
colonne sonore più celebri del cinema, tutti hanno almeno una volta
cantato le canzoni presenti nel film. Pubblicata come disco
parallelamente all’uscita del film, questa è rimasta per diverse
settimane al primo posto delle classifiche in molti paesi.
Particolarmente celebri sono ancora oggi brani come
Summer Nights, Look at Me I’m Sandra Dee, There Are
Worse Things I Could Do, Sandy, You’re the One That I
Want e We Go Together, su
cui si chiude il film. Ad affermarsi più di tutti fu però il brano
cantato dalla Newton-John intitolato Hopelessly Devoted
to You, il quale ricevette anche una nomination al
premio Oscar come miglior canzone originale.
La spiegazione del finale del film
Una popolare teoria dei fan su
Grease offre una macabra spiegazione per il
finale: Sandy è annegata all’inizio del film. Secondo questa
teoria, l’intero Grease è quindi un’elaborata
sequenza di fantasia che si svolge durante il coma di Sandy e che
termina con la sua morte alla fine del film. La teoria parte dalla
battuta di Danny “le ho salvato la vita, è quasi
annegata” e ipotizza che Danny non sia riuscito a salvare la
vita di Sandy e che il resto del film sia essenzialmente la
realizzazione di un desiderio di Sandy. La teoria suggerisce anche
che la famigerata auto volante rappresenti quindi la morte della
regazza e la sua ascesa al cielo, anziché un simbolico lieto fine
per lei e Danny. Questo spiegherebbe anche il motivo per cui Sandy
e Danny non sono tornati in Grease 2.
La teoria è nel tempo divenuta così
popolare che il creatore di Grease, Jim
Jacobs, è dovuto intervenire per smentirla. Anche se
probabilmente non rappresenta Sandy che va in paradiso, questa
conclusione rappresenta comunque un lieto fine per entrambi i
personaggi. Grease non è tanto uno sguardo
realistico sugli studenti della Rydell High, quanto piuttosto uno
sguardo nostalgico filtrato attraverso lenti rosa, e la conclusione
del film con i personaggi che volano verso il tramonto rafforza
questo tema. Anche se l’auto volante sembra fuori luogo in un film
altrimenti quasi realistico, volare insieme verso il tramonto e
abbracciare le opportunità del futuro è il finale perfetto per
Grease.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di una delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Grease è
infatti presente all’interno di Rakuten TV, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale
alla piattaforma. In questo modo sarà poi possibile vedere il
titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video, senza
limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per
lunedì 6 gennaio alle
ore 21:20 sul canale Italia
1.
Here di Robert Zemeckis
uscirà il 9 gennaio al cinema e offre la possibilità di confrontare
questo lavoro con uno dei più famosi del regista americano:
Ritorno al Futuro. Mentre Robert Zemeckis ha
diretto tutti i tipi di film amati come Chi ha incastrato
Roger Rabbit,
Forrest Gumpe Cast
Away, Ritorno al futuro è probabilmente
l’opera più popolare e influente del regista. Le impronte digitali
di Ritorno al futuro sono ancora visibili 39 anni
dopo l’uscita del film, con un aspetto di Here che richiama
l’iconico film sui viaggi nel tempo.
Here del 2024 è il
nuovo film del regista Robert Zemeckis, in cui il
regista torna a dirigere
Tom Hanks e Robin
Wright come aveva fatto in
Forrest Gump. Here è incentrato su una singola casa
che viene mostrata nel corso dei decenni, sempre dallo stesso punto
di vista. Il film utilizza solo un’angolazione
della telecamera per tutta la sua durata, rendendo l’esperienza
visiva davvero unica. Dal momento che i protagonisti del film
attraversano diversi decenni, Zemeckis ha utilizzato l’ormai
consolidata tecnica che de-aging per Hanks e Wright, a differenza
di quanto invece fatto in Ritorno al Futuro, dove si è affidato al
trucco prostetico.
I personaggi di Tom
Hanks e Robin Wright sono visti come
studenti delle superiori e continuano ad apparire finché non sono
anziani, con il film che deve mostrare come appaiono dopo i
cambiamenti che si sono verificati nel corso della metà di un
secolo. Here tenta di far sembrare Hanks e Wright
più giovani di quanto non siano in realtà per la stragrande
maggioranza del film, e solo in poche scene la tecnologia di
invecchiamento viene usata per far sembrare gli attori più
vecchi.
Questa non è la prima volta che
Robert Zemeckis tenta di cambiare l’età degli
attori, con il caso più famoso di Ritorno al
futuro. Tuttavia, nel classico del 1985 e nei suoi due
sequel, gli attori sono ricoperti di effetti di invecchiamento
prostetici. Gli effetti usati per far sembrare più vecchi attori
come Christopher Lloyd, Lea Thompson,
Crispin Glover e Thomas F. Wilson
sono alcune delle parti più acclamate del film, dato che il trucco
di Ritorno al futuro che è stato rivoluzionario
negli anni ’80 e ’90.
Gli effetti di invecchiamento di
Ritorno al futuro sono superiori alla tecnologia
anti-invecchiamento di Here
Here di Robert Zemeckis – Tom Hanks e Robin Wright – Credits Eagle
Pictures
Nonostante Here
abbia avuto quasi quattro decenni per migliorare le tecniche usate
in Ritorno al futuro, gli effetti di
invecchiamento nel film del 1985 di Robert
Zemeckis sono ancora efficaci a schermo.
Here e Ritorno al futuro
affrontano i loro effetti di invecchiamento in modi molto diversi,
Here usa la sua tecnologia di invecchiamento
per far sembrare gli attori più giovani per la maggior parte del
film, mentre Ritorno al futuro usa il suo trucco
per far sembrare gli attori più vecchi. L’approccio di
Ritorno al futuro è di gran lunga superiore,
poiché, sebbene utilizzato con parsimonia, è molto più convincente
degli effetti visti in Here.
La tecnologia di ringiovanimento di
Here fa sembrare tutti gli attori come se avessero
la pelle di plastica e, poiché il pubblico sa già che aspetto
avevano questi attori quando erano giovani, non si può certo
evitare una sensazione di straniamento. Oltre a ciò, gli effetti di
ringiovanimento non aiutano a mascherare il fatto che gli attori si
muovono come se fossero persone più anziane. Ritorno al
futuro non ha avuto questo problema. Il pubblico non
sapeva che aspetto avrebbero avuto questi attori quando sarebbero
invecchiati e i giovani possono sempre fingere di muoversi come se
fossero più anziani. Questi fattori e altri hanno portato il trucco
a essere una delle parti più elogiate della trilogia.
La dipendenza di Here dalla
tecnologia de-aging è l’esatto opposto dell’approccio di Ritorno al
futuro
La più grande disparità
negli approcci all’invecchiamento tra Here e
Ritorno al futuro è la frequenza con cui li hanno
usati. Nel film del 1985, gli effetti del trucco sono usati con
parsimonia. Gli attori sono truccati da anziani solo durante le
scene del 1985 che costituiscono l’inizio e la fine di
Ritorno al futuro. La maggior parte del film si
svolge nel 1955, il che significa che tutti gli attori sembrano
semplicemente come sono naturalmente.
Qui, tuttavia, Tom
Hanks, Robin Wright e gli altri attori
sono ringiovaniti o invecchiati per la stragrande maggioranza del
film. Ci sono pochissime scene in cui agli attori è permesso di
essere semplicemente se stessi, il che rende l’intero effetto del
film artificiale. Tuttavia, alla luce degli scopi completamente
diversi dei due film, questo effetto “plastica” non crea certo un
ostacolo per l’esito del film in sé. Sebbene in USA non siano stati
troppo contenti del film, è innegabile che la sua ambizione e la
capacità che ha di raccontare lo scorrere del tempo rispetto
all’uomo e alla vita riesce a toccare le corde emotive degli
spettatori maggiormente predisposti all’ascolto.
I Golden Globes Awards
2025 sono stati un bilanciato mix di
premi attesi e autentiche sorprese. Tra le sorprese annoveriamo
anche la freschezza della conduzione di Nikki
Glaser che caustica ed elegante ha tenuto la barra dritta
senza intoppi fino al finale della serata che ha incoronato Emilia
Perez miglior film comedy/musical.
I veterani
Demi Moore e Colin Farrell sono riusciti a salire sul
palco, conquistando il loro premio, mentre Anora e
Il Robot Selvaggio, trai titoli più amati della
stagione, sono andati a casa a mani vuote. Diversi vincitori hanno
esternato una genuina sorpresa, su tutti Fernanda
Torres, splendida protagonista di Io sono ancora qui, premiata per la migliore
interpretazione in un film drammatico. Insieme a lei anche
Jacques Audiard, regista di Emilia
Perez, salito sul palco più volte di quante avesse
preventivato. Lui come Brady Corbet, per il suo
The Brutalist che ha portato a casa i premi
principali.
Naturalmente, cosa significheranno queste sorprese per la stagione
dei premi in generale resta da vedere: non c’è sovrapposizione tra
i membri della HFPA e degli Academy Awards, e la divisione in
categorie per il dramma e la commedia/musical nei premi della
stampa estera offre un ventaglio più ampio di vincitori rispetto
agli Oscar.
Fernanda Torres stupisce tutti (lei per prima)
La più grande sorpresa della serata è stata senza dubbio la
vittoria di Fernanda Torres per Io sono ancora qui, in cui interpreta una
donna che deve sopportare la scomparsa del marito durante la
dittatura militare brasiliana (tratto da una storia vera). Il
lavoro profondamente toccante e sobrio di Torres nel film si
distingue dalle performance delle altre candidate, tutte impegnate
in ruoli che le hanno invece spinte a superare dei limiti, basti
pensare alle parti di Angelina Jolie e
Nicole Kidman per le rispettive candidature
(Maria e Babygirl). La gara per
l’assegnazione dell’Oscar alla migliore attrice di quest’anno è un
campo incredibilmente affollato e la vittoria di Torres ai Golden
Globes sembra mescolare ancora di più le carte.
La categoria Musical o Commedia sorprende con le vittorie di
Demi Moore e Sebastian Stan
Con una delle vittorie e gratificanti della serata, Demi
Moore ha battuto le presunte favorite Cynthia
Erivo e Mikey Madison per il suo ruolo
nel body horror The Substance. Nel suo commovente
discorso, Moore ha detto che durante la sua carriera
pluri-decennale, questa è la prima volta che vince qualcosa per una
sua interpretazione, e ha continuato dicendo che un produttore le
aveva detto all’inizio della sua carriera che era un'”attrice da
popcorn”, cosa che le aveva sempre fatto pensare di essere limitata
nelle sue scelte. Ma quel produttore si sbagliava di grosso, come
sa chiunque abbia visto la straordinaria interpretazione di Moore
nel film scritto e diretto da Coralie Fargeat.
Come accennato, la categoria per la migliore attrice è estremamente
competitiva quest’anno, ma Moore potrebbe aver pronunciato il tipo
di discorso che le garantirebbe una nomination all’Oscar.
Subito dopo la vittoria di Moore, Sebastian Stan è stato invitato sul palco
per accettare il suo globo d’oro per l’interpretazione in A
Different Man, in cui interpreta un attore nevrotico con
la deturpante condizione di neurofibromatosi che si sottopone a una
procedura sperimentale che lo cura così profondamente che finisce
per assomigliare al Soldato d’Inverno. La maggior parte degli
esperti vedeva Stan come outsider in questa categoria, con
Jesse Eisenberg come principale contendente per la
sua toccante interpretazione in A Real
Pain, che ha anche diretto.
In una delle categorie più aperte in una stagione di premi
straordinariamente incerta, Emilia
Perez ha finito per portare a casa anche
il Golden Globe per il miglior musical o commedia. Mentre
l’operetta non convenzionale, sul capo di un cartello messicano (la
candidata Karla Sofía Gascón) che diventa donna
dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico di affermazione
di genere, è già il musical più candidato nella storia dei Globes,
la sua vittoria qui non era affatto scontata, anche perché il film
era il favorito nella categoria di Miglior Film in lingua non
inglese.
Anora ha incantato il pubblico da quando ha
vinto la Palma d’oro al Festival
di Cannes; l’adattamento musicale di successo di Broadway
Wicked
ha battuto i record al botteghino per settimane; la satira nera
The Substance è emersa come uno dei più grandi
successi di passaparola della stagione; e il toccante A Real
Pain ha incantato praticamente chiunque l’abbia
visto.
Alla fine, il film di Audiard ha superato tutti i concorrenti e
le sue molteplici vittorie (attrice non protagonista, canzone
originale e film) hanno ufficialmente piazzato il film Netflix in pole position nella stagione dei
premi.
Wicked vince solo il premio del botteghino
Wicked è per molti versi il film dell’anno, in
quanto è stato un enorme successo al botteghino, è stato elogiato
dalla critica ed è diventato un galvanizzante evento culturale. E
sebbene il regista Jon M. Chu sia stato trascurato
per il suo lavoro, l’organismo di voto dei Globes ha candidato il
film per quattro premi, con Cynthia Erivo e
Ariana Grande nelle categorie attrice e attrice
non protagonista, e il film sia nella categoria miglior musical o
commedia che nella nuova categoria dedicata ai film con il maggiore
incasso della stagione. E alla fine, solo quest’ultimo è il Golden
Globe che Wicked si porta a casa, battendo
Deadpool & Wolverine di Ryan
Reynolds, che era il favorito, mentre la stagione dei
premi entra nel vivo.
Anora non vince
niente
Anora era l’unico film tra i
candidati principali ad aver vinto un premio cinematografico
importante, ovvero la Palma d’oro al Festival di Cannes. Con i
candidati per film (musical/commedia), regista, attrice, attore non
protagonista e sceneggiatura, la maggior parte si aspettava che la
frizzante commedia avrebbe vinto almeno un premio. Invece,
Anora è stato il candidato di più alto profilo a
tornare a casa a mani vuote.
Colin Farrell batte Richard
Gadd
Un’altra delle sorprese della serata
è stata la vittoria di Colin Farrell per The
Penguin (categoria migliore interpretazione maschile in una
miniserie). Farrell ha interpretato Oswald Cobb sotto strati di
protesi, il che non gli ha impedito di offrire una performance
sorprendente. La vittoria di Farrell ha impedito a Richard Gadd,
vincitore dell’Emmy di categoria, di trionfare, anche se Baby
Reindeer ha vinto nella categoria serie e nella categoria attrice
non protagonista, in cui Jessica Gunning è stata
premiata per la sua interpretazione della stalker, Martha.
Il trionfo di Shōgun, la rivincita
di Tadanobu Asano
Per la sua performance nei panni
dell’opportunista signore della guerra Yabushige, la star
giapponese Tadanobu Asano aveva perso la gara per
il miglior attore non protagonista agli Emmy a settembre,
nonostante Shōgun quella sera abbia dominato. Ma
contro una concorrenza formidabile ai Globes, in particolare
Ebon Moss-Bachrach di The Bear,
che ha vinto l’Emmy per il miglior attore non protagonista in una
commedia, ha ottenuto una vittoria a sorpresa in questa categoria,
che include drama, comedy e spettacoli limitati. E sembrava felice
durante il suo discorso, presentandosi persino al pubblico:
“Forse non mi conoscete. Sono un attore giapponese e mi chiamo
Tadanobu Asano!”.
Ali Wong è la migliore stand-up
comedian
Questo è solo il secondo anno in cui
questa categoria riconosce gli speciali di stand-up come una
categoria a sé stante (l’anno scorso ha vinto Ricky
Gervais), quindi non ci sono molti precedenti su cui
basarsi. Detto questo, persino Ali Wong è sembrata
sorpresa di vincere per il suo speciale Netflix “Ali Wong:
Single Lady” soprattutto guardando la concorrenza, in
particolare Jamie Foxx per “Jamie Foxx:
What Had Happened Was…“, che ha offerto i suoi primi
commenti pubblici sull’ictus che ha subito nel 2023. La
presentatrice della serata, Nikki Glaser, era una
delle favorite per il suo speciale HBO “Nikki Glaser:
Someday You’ll Die“, ma ha commentato la sconfitta con una
brillante battuta. “Potrei non aver vinto stasera”, ha
detto Glaser. “Ma il lato positivo è che ho appena guadagnato $
11.000 scommettendo su Ali Wong su un sito di gioco d’azzardo
europeo”.
La showrunner Lauren LeFranc parla
del successo di The
Penguin e rivela se vorrebbe realizzare un
progetto simile incentrato su un altro personaggio della DC.
The
Penguin è il primo spinoff dell’universo di The
Batman di Matt Reeves. Sebbene il Batman di Robert
Pattinson non appaia in The Penguin, la serie continua a
costruire la grintosa Gotham City creata da The
Batman del 2022 e prepara sottilmente The
Batman – Parte II di Matt Reeves con uno sguardo più
approfondito sul mondo criminale di Gotham e uno scossone nella
gerarchia del crimine organizzato della città.
Parlando con ScreenRant ai
Golden Globes del 2025, la showrunnerdel PinguinoLauren LeFranc ha
espresso la sua soddisfazione per l’accoglienza estremamente
positiva dello show. LeFranc difende la natura di serie
limitata di The Penguin e conferma che un seguito diretto
sarà realizzato solo con “l’idea giusta o i personaggi
giusti”. LeFranc afferma inoltre che sarebbe “onorata
‘ di dirigere un nuovo progetto nell’universo di The
Batman di Matt Reeves, ma spiega che affronterebbe il progetto
solo se trovasse ’qualcosa di unico e diverso” con i
personaggi. Leggete i commenti completi di Lauren LeFranc qui
sotto:
Lauren
LeFranc:Dovevamo essere una serie
limitata, quindi sono davvero orgogliosa della prima stagione e
della storia che abbiamo realizzato.Ci sono
sicuramente altre storie da raccontare, se riusciamo a trovare
l’idea giusta o i personaggi giusti.
Non ne sono ancora sicura, ma
sono davvero orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto.
ScreenRant:C’è un altro personaggio che le piacerebbe provare a portare
nell’universo di Matt Reeves?
Lauren
LeFranc:Per me si tratta solo di
assicurarmi di trovare un legame personale con quel personaggio e
di sentire che posso fare qualcosa di unico e diverso con
lui.È quello che ho trovato con Oz, e poi in quel
mondo ho potuto inserire Sofia e tutti gli altri
personaggi.Quindi, per me, si tratta sempre di
cercare qualcosa di personale.E se riuscirò ad
agganciarlo, ne sarò onorato.
Cosa significano le
dichiarazioni dello showrunner della DC per la seconda stagione di
The Penguin
Colin Farrell è Oz Cobb in The Penguni Episodio 6 – Cortesia di
Max
Nell’epoca d’oro degli adattamenti
dei fumetti live-action, sarebbe facile dare il via libera a più
spinoff di The Batman e a più stagioni dopo il successo di
The Penguin. Tuttavia, la showrunner di The
Penguin, Lauren LeFranc, e il regista di The Batman,
Matt Reeves, sono stati molto chiari sulla loro intenzione di
mantenere il franchise strettamente limitato alle puntate
necessarie. Reeves ha ancora intenzione di realizzare una
trilogia standalone, mentre LeFranc insiste nel definire The
Penguinuna serie limitata.
Naturalmente, il successo de The Penguin rende possibile
una seconda stagione e sia Lauren LeFranc che la star principale
Colin Farrell hanno lasciato la porta aperta a
un eventuale ritorno, ma la seconda stagione de The Penguin si
farà solo se riuscirà a eguagliare la qualità della prima.
L’attore di Squid
Game ‘Front Man’, Lee Byung-hun,
conferma un dettaglio importante durante la gara a sei gambe. Il
nuovo
gioco della seconda stagione di Squid Game prevede che
squadre di cinque persone abbiano le gambe legate insieme mentre
ogni individuo deve completare una mini-competizione. Ogni squadra
ha a disposizione solo cinque minuti per completare l’intera sfida,
e la squadra che perde viene uccisa dalle guardie. Sotto le
sembianze del Giocatore 001, il Front Man fa parte della
stessa squadra di Seong Gi-hun (Lee Jung-jae) ed è
responsabile della parte della gara che prevede l’uso della
trottola.
In un video di Netflix dietro
le quinte della
stagione 2 di Squid Game, Lee conferma che il
Front Man è mancino, ma usa la mano destra durante la
gara. Lee era preoccupato di rendere la cosa convincente,
dal momento che è destrorso, e il cambio è stato pensato per
rendere più impegnativo per il Front Man completare la gara di
trottole in modo tempestivo. L’attore afferma di essere preoccupato
che questo possa portare a un numero eccessivo di bloopers.
Guardate i commenti di Lee qui sotto:
Ecco il problema che ho
incontrato.In realtà sono destrorso, ma il Front Man della
serie è mancino.Temevo di avere troppi errori durante le
riprese della scena.
Cosa significa questo per Squid
Game
Con la squadra che si è comportata
così bene nella gara a sei gambe, era chiaro che le
difficoltà del Front Man con la trottola erano un tentativo
deliberato di rendere la loro vittoria meno agevole. È
riuscito a farlo usando intenzionalmente la mano non dominante
durante la gara. Se avesse cercato di farlo con la mano sinistra,
sarebbe stato più difficile per il Front Man far sembrare che
stesse davvero lottando con il gioco. Usando la mano non dominante,
il Front Man ha effettivamente avuto difficoltà con il gioco, come
era nelle sue intenzioni.
Le riprese della scena hanno
comportato l’ulteriore sfida di Lee, che è destrorso, ma è stato
comunque in grado di far sembrare reale la lotta del Front
Man. Scene come questa tra Gi-hun e il Front Man creano
ulteriore attesa per l’inevitabile momento della
storia di Squid Game, la terza stagione, in cui Gi-hun
scoprirà che il Giocatore 001, di cui si è fidato e con cui ha
lavorato a stretto contatto per tutta la durata dei giochi, è in
realtà il Front Man. Questo cambierà completamente tutto ciò che
Gi-hun pensava di sapere, compresa la sua comprensione di ciò che è
accaduto durante la parte della gara a sei gambe con la
trottola.
A ottobre era circolata la voce che
Josh Brolin fosse in trattativa per
interpretare Hal Jordan nella prossima serie HBO Lanterns,
e i giornali avevano apparentemente confermato la notizia iniziale
quando era stato annunciato che Kyle Chandler
(Friday Night Lights, Catch 22) aveva
ottenuto la parte.
Brolin – che non è nuovo a ruoli di
supereroi avendo già interpretato Thanos, Cable e Jonah Hex –
avrebbe poi confermato di essere in trattative per il ruolo. La
star di Dune
– Parte Due ha rifiutato di entrare nei dettagli,
lodando invece l’uomo che vestirà i panni del veterano eroe con gli
anelli nella serie del DCU.
“Sapete una cosa?Lanterna Verde non ha funzionato, ma va bene così
”, ha detto Brolin a ComicBook.com quando gli è stato chiesto se
avesse rifiutato il ruolo perché era in attesa di un personaggio DC
migliore. “Sta funzionando.Chi sarà, Kyle
Chandler?Lo adoro come attore, penso che sia
meraviglioso, in realtà.E, sai, vedremo cosa
succederà in futuro”.
Non sappiamo esattamente perché le
cose non abbiano funzionato (secondo quanto riferito, la parte era
stata offerta a diverse altre star di prima grandezza, e si ritiene
che il ruolo sia stato “macchiato” dal famigerato film su
Lanterna Verde con Ryan Reynolds), ma
sembra che James
Gunn e co. siano ancora intenzionati a lavorare con Brolin.
Secondo Daniel Richtman, i DC Studios vogliono Brolin
per un altro ruolo del DCU. Non cita alcun personaggio specifico, ma
sembra che l’attore sia aperto alla possibilità di vestire i panni
di un altro eroe (o cattivo) in futuro.
Richtman ha anche accennato al
fatto che i DC Studios hanno “grandi progetti” per
il Lobo di Jason Momoa, dopo la notizia che l’ex star di
Aquaman
debutterà come Main Man in Supergirl:Woman of
Tomorrow (anche se non sarebbe una sorpresa).
Quale personaggio della DC Comics
vorreste vedere interpretato da Brolin? Fatecelo sapere nella
sezione commenti.
Chandler sarà affiancato da
Aaron Pierre nel ruolo di John Stewart. Kelly MacDonald (The Radleys,
Boardwalk Empire) interpreterà la protagonista
femminile (che si pensa sia l’interesse amoroso di Jordan), lo
sceriffo Kerry, mentre Garret Dillahunt sarà il cattivo William
Macon, “un uomo moralista e cospiratore che maschera la sua
spietata ambizione dietro una facciata affascinante e
calcolata”.
James Hawes (Slow
Horses, Penny Dreadful,
The Mist, The
Alienist, Snowpiercer)
dirigerà i primi due episodi.
Si unisce a un team creativo che
comprende il creatore di Lost e
Watchmen, vincitore di un Emmy Award,
Damon Lindelof, lo showrunner di Ozark
Chris Mundy e lo scrittore di fumetti Tom King. Si dice che anche
Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly siano a
bordo.
Lanterns “segue la nuova
recluta John Stewart e la leggenda delle Lanterne Hal Jordan, due
poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre
mentre indagano su un omicidio nel cuore
dell’America”.
La produzione di
Lanterns dovrebbe iniziare all’inizio di
quest’anno nel Regno Unito, il che potrebbe far pensare a un’uscita
nel 2026.
Il Guy Gardner di Nathan Fillion,
che debutterà nel reboot di Superman di
Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.
Una precedente serie televisiva
di Lanterna Verde era in lavorazione
prima che Gunn e Safran assumessero la direzione dei DC Studios.
Quella versione era stata creata da Greg Berlanti e avrebbe avuto
come protagonista Finn Wittrock nel ruolo di Guy Gardner.
Hal Jordan è stato precedentemente
interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011
Lanterna Verde.
“Questa è la storia di una
coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal Jordan”, ha
detto Gunn del progetto quando è stato annunciato. “Ci sono
anche altre Lanterne, ma si tratta di uno show televisivo su base
terrestre, quasi come True Detective, con una coppia di Lanterne
Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano il distretto
terrestre e che scoprono un mistero terrificante che si collega
alla nostra storia più grande del DCU”.
Dopo un’infinità di ritardi e false
partenze, finalmente l’anno prossimo arriverà nelle sale un film
live-action dei
Masters of the Universe. Nicholas
Galitzine interpreterà He-Man e la star di Suicide
Squad e MorbiusJared Leto si trasformerà nel malvagio
Skeletor.
The Hollywood Reporter ha recentemente incontrato
Galitzine e gli ha chiesto se ha guardato il classico cartone
animato di He-Man e i Masters of the Universe e, in
caso affermativo, come lo confronta con il film in uscita.
“L’ho fatto, sì.Guarda, quello che voglio dire è che la nostra versione è
abbastanza diversa dall’animazione originale, che siamo tutti
d’accordo che era camp a sé stante e funzionava così bene per
l’epoca”, ha spiegato l’attore. “Ma ci sono state
un paio di iterazioni, ovviamente da quando c’è stata la versione
rivelazione di Master of the Universe, e i fumetti
stessi”.
“E stiamo trattando la
nostra sceneggiatura come una Bibbia, sapete.Ma è
incredibile sentire cosa ha significato questa serie per molte
persone ”, ha continuato Galitzine. “È stato
davvero formativo per molte persone, quindi è eccitante fare
qualcosa che abbia un elemento di nostalgia e che, si spera, attiri
un gruppo di nuovi fan”.
La decisione di allontanarsi dal
tono della serie animata sarà una buona notizia per alcuni e una
sgradita partenza per altri. Abbracciare l’ironia potrebbe essere
servito a Masters of the Universe, ma diventare troppo
seriosi potrebbe portare a risultati contrastanti sulla base
dell’esperienza passata.
Travis Knight, regista di Bumblebee,
sta dirigendo il film sul più grande guerriero di Eternia e ha
ingaggiato Sam C. Wilson (House of the Dragon) per il ruolo di
Trap Jaw, Kojo Attah (The Beekeeper) per Tri-Klops e
Hafthor Bjornsson (Game of Thrones) per Goat Man.
Recentemente si sono uniti a un
cast che comprende Alison Brie (Promising Young Woman) nel
ruolo del luogotenente di Skeletor, Evil-Lyn; Camila Mendes
(Riverdale) nel ruolo della fidata compagna di
He-Man, Teela; e Idris Elba (Thor:
Ragnarok) nel ruolo del padre di Teela,
Man-at-Arms.
Sebbene i dettagli sulla trama non
siano stati resi noti, sappiamo che il collaboratore di Knight in
Wildwood, Chris Butler (ParaNorman), ha scritto
l’ultima bozza della sceneggiatura. David Callaham e Aaron e Adam
Neem si erano già occupati della sceneggiatura.
He-Man ha guadagnato una vasta
popolarità grazie alla serie televisiva animata He-Man and the
Masters of the Universe, andata in onda dal 1983 al 1985, che
ha generato una vasta gamma di merchandising, fumetti e un seguito
di culto. Masters of the Universe
arriverà nelle sale il 5 giugno 2026.
Tra la scena post-credit di
The Marvels e il tanto atteso Deadpool &
Wolverine, è evidente che i mutanti – e, più
specificamente, Terra-10005 – giocheranno un ruolo cruciale. La
teoria più diffusa è che un’incursione tra Terra-10005 e Terra-616
porterà alla tanto attesa battaglia tra Vendicatori e
X-Men in live-action.
Secondo lo scooper @MyTimeToShineH,
Dafne Keen, interprete di X-23, è ora
confermata per entrambi i film degli Avengers. Una notizia attesa
da molti, che sperano di vedere finalmente il suo personaggio
interagire con il Wolverine di Hugh Jackman.
Anche Alex Perez di Cosmic
Circus ha rivelato su X che Hank McCoy/Bestia, interpretato da
Kelsey Grammer, apparirà in
Doomsday e Secret Wars.
Considerando che i Marvel Studios hanno ridisegnato il
personaggio per il suo cameo in The
Marvels, non è una sorpresa sapere che tornerà.
Parlando dell’ingresso degli X-Men
nel MCU, il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha dichiarato la scorsa estate:
“Penso che vedrete come questo tema continuerà nei prossimi film,
con alcuni protagonisti degli X-Men che potreste riconoscere.
Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci condurrà in
una nuova era dei mutanti e degli X-Men. È uno di quei sogni che
diventano realtà: finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men.”
Dafne Keen, da
parte sua, è entusiasta di tornare a interpretare Laura/X-23:
“Mi piacerebbe moltissimo tornare. Pagherei per farlo.
Interpretare Laura è stato il più grande onore della mia vita.
Penso che abbiamo solo scalfito la superficie del personaggio, che
è così complesso e potente. Dal punto di vista dei fan, c’è ancora
tantissimo da esplorare.”
Anche Kelsey
Grammer ha espresso la sua emozione per il ritorno di
Bestia: “Non c’è molto di cui possa parlare. Quello che so è
che c’è stata una grande esplosione di entusiasmo quando sono
apparso alla fine di The Marvels. La reazione è stata incredibile,
quasi travolgente, anche se non del tutto inaspettata. Questo ha
portato a delle conversazioni interessanti.”
Quindi, è ormai certo che X-23 e
Bestia avranno ruoli significativi nella chiusura della
Saga del Multiverso. Resta solo da vedere quanto saranno
centrali nella storia che si svilupperà nei prossimi capitoli del
MCU.
Creature Commandos si concentra su un’intera
squadra di mostri, ma solo uno di loro sembra essere un vero
cattivo. Anche se probabilmente possiamo incolpare il suo
creatore per almeno alcuni dei tratti meno attraenti della sua
personalità, Eric Frankenstein è un lavoro piuttosto cattivo sotto
molti aspetti, anche se David Harbour infonde al personaggio un
briciolo di umanità con il suo lavoro vocale stellare.
Il co-capo dei DC Studios
James
Gunn ha confermato che gli attori scritturati nei
progetti animati del DCU riprenderanno i loro ruoli nel live-action, e
ad Harbour è stato chiesto di tornare potenzialmente nei panni di
Frankenstein durante un’intervista con Collider.
L’attore di Stranger Things ha detto di
averne discusso con Gunn, ma non è sicuro che alla fine Eric
passerà al live-action.
“Io dico solo: ‘Vai
avanti.Mettilo là fuori!Perché
penso che sarebbe molto divertente.Ne abbiamo
parlato casualmente.Non c’è nulla di programmato,
ma gli ho parlato un po’ della realtà di come sarebbe in termini di
computer grafica o di effetti pratici, e lui ha avuto un sacco di
pensieri e idee diverse.Ma credo che stiano
ancora costruendo il loro universo, e questo è divertente.Man mano che lo costruiscono, credo che vedranno cosa piace
alla gente o cosa funziona, e questo sarà un elemento che li
porterà ad andare avanti.Ma è un’idea così
divertente che Batman si imbatta in un Frankenstein arrabbiato, o
in Superman, o in qualsiasi altra cosa!È
divertente che tutti questi personaggi esistano nello stesso
universo, e chissà dove andrebbero a finire?Sarebbe una figata”.
Ad Harbour è stato anche chiesto se
tornerà nei panni del suo personaggio dei Thunderbolts*
, Red Guardian, per Avengers:Doomsday, ma ha fatto finta di non
sentire la domanda!
A proposito di notizie,
James Gunn ha confermato che il finale di stagione
di Creature Commandos di questa settimana conterrà una
scena post-credits, ma non ha rivelato alcun dettaglio. In base ai
suoi commenti precedenti, è probabile che la scena post-credits
abbia un impatto sugli eventi di Superman
e/o sulla seconda stagione di Peacemaker.
James Gunn confirmed that this week’s
Creature Commandos episode, the season finale, will feature a
POST-CREDITS SCENE,
All’inizio del weekend potreste
aver visto un annuncio di Production Weekly che affermava
di rivelare il cast e la data di inizio delle riprese di
Avengers:
Doomsday. In generale, è meglio prendere questo tipo
di notizie con cautela, soprattutto considerando che spesso
risultano più imprecise che accurate.
Il cast del film ha iniziato a
delinearsi nelle ultime settimane, con Chris Evans, Hayley
Atwell, Tom Holland e Charlie Cox che si uniranno a
Robert Downey Jr. nel film previsto per il 2026.
Ora sembra che possiamo aggiungere un altro nome alla lista: Wanda
Maximoff/Scarlet Witch, interpretata da Elizabeth Olsen.
Lo scooper @MyTimeToShineH sostiene
di aver “confermato” che il personaggio apparirà in
Avengers: Doomsday e
suggerisce anche una possibile presenza in
Avengers: Secret Wars. Sebbene queste
affermazioni non provengano direttamente da fonti ufficiali, è
plausibile che
Scarlet Witch torni a far parte della storia.
In passato si era ipotizzato che
Scarlet Witch potesse allearsi con il Dottor Destino, forse come
riferimento alla trama di Avengers: Children’s Crusade. In
quella storia, Scarlet Witch perdeva la memoria e si innamorava di
Victor Von Doom; purtroppo, lui finiva per tradirla, rubandole i
poteri nel tentativo di riscrivere la realtà a proprio
vantaggio.
Lo scorso novembre, la star di
WandaVision
aveva spiegato che, sebbene il suo ruolo nel Marvel Cinematic Universe le
permetta di dedicarsi a progetti più personali, non è l’unico
motivo per cui continua a interpretare Scarlet Witch.
Cosa ha detto Elizabeth Olsen sull’interpretare Scarlet
Witch?
“Non ho mai avuto la mentalità del
‘uno per loro, uno per me’”, ha dichiarato la Olsen. “La Marvel è stata una presenza
costante a cui sono sempre potuta tornare, offrendo – come si dice?
– una sorta di sicurezza nella mia vita, che mi ha dato la libertà
di scegliere altri lavori. Non mi sono mai sentita obbligata a fare
questo per poter fare qualcos’altro.”
L’attrice ha inoltre aggiunto che
tornare nel MCU “è sempre stata una
scelta” e ha spiegato: “Ogni volta, tutto dipende dal
personaggio. Quando dicono: ‘Abbiamo questa idea ed è per questo
che vogliamo che tu torni’, allora accetto. Non è mai stato:
‘Inseritela in qualcosa a caso’.”
“Scarlet Witch è un personaggio
che amo riprendere, ma solo quando c’è un buon motivo per
farlo“, ha proseguito la Olsen, riflettendo sul suo futuro nel
MCU. “Sono stata fortunata
perché fin dall’inizio sono stata utilizzata bene, anche se per un
momento sembrava che non sapessero cosa fare con me. Se trovano un
modo convincente per usarla, sarò felice di tornare.”
Quando le è stato chiesto se la
Vendicatrice fosse ancora viva dopo gli eventi recenti, l’attrice
ha risposto: “Penso di sì. Lo immagino. C’era una luce rossa
esplosiva alla fine. Forse sono morta. Ma pregherei per lasciare
aperta una porta. Mi sono divertita moltissimo a interpretare
questo personaggio. Vorrei scoprire un modo intelligente per
tornare, anche come non-morta. Serviranno gli scrittori più
creativi per dare un senso a tutto ciò. Io sono aperta a qualsiasi
idea.”
“Essere in grado di creare
storie ed esplorare personaggi all’interno dell’universoMarvelha realizzato un sogno di una vita e abbiamo scoperto un
potente legame con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato.
Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e
l’intero teamMarvelper portare questa epica avventura nella narrazione in luoghi
nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno
affermato i fratelli Russo in una dichiarazione dopo il panel del
SDCC.
Ci aspettiamo che il primo trailer
di The
Fantastic Four: First Steps venga rilasciato
entro il prossimo mese, probabilmente in occasione del Super Bowl.
Nel frattempo, alcuni nuovi artwork del reboot sono stati avvistati
nel merchandising in vendita presso il Disney Dream Store
brasiliano.
Oltre ai noti profili della Prima
Famiglia Marvel, mostrati per le strade di
San Diego durante il Comic-Con dello scorso luglio, viene
menzionata anche la “Future Foundation”, un’organizzazione creata
nei fumetti da Mister Fantastic per servire al meglio il futuro
dell’umanità.
Una tagline che accompagna questa
nuova immagine è stata particolarmente apprezzata dai fan del
MCU sui social media:
“Eroi. Scienziati. Esploratori. Protettori.”
Un modo perfetto per descrivere i
Fantastici Quattro, non credete? A un livello più profondo, questa
frase suggerisce che i Marvel Studios abbiano compreso ciò che rende
questi personaggi così speciali, qualcosa che ci aspettiamo di
vedere sul grande schermo alla fine dell’estate.
Cosa ha detto il regista di The Fantastic Four:
First Steps ?
“È diverso sotto molti aspetti,
perché sono una vera famiglia,” ha detto il regista Matt
Shakman a proposito del suo approccio a The Fantastic Four: First
Steps. “Non una famiglia che si forma lungo
il cammino, come gli X-Men o i Vendicatori, ma una vera famiglia,
con tutti i problemi che ne derivano, simili a quelli dei Monarch.
Con tutto l’amore, il dolore e la complessità che questo
comporta.”
“Penso che sarà diverso da
qualsiasi cosa abbiate mai visto prima, e certamente diverso da
qualsiasi cosa Marvel abbiate mai visto,” ha
aggiunto. Date un’occhiata a questo nuovo sguardo a The
Fantastic Four: First Steps nei post su X qui
sotto.
Nouveau tee-shirt de ‘ THE FANTASTIC FOUR:
FIRST STEPS’ vu au magasin Dream Store, à São Paulo.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Fantastic Four: First Steps
Il film The
Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Jason Momoa ha condiviso un breve video su Instagram
in cui mostra di aver ricevuto la sceneggiatura di
Supergirl: Woman of Tomorrow. Sulla sceneggiatura si
legge bene la scritta: Solo per gli occhi di Lobo.
Alla fine del 2024
abbiamo avuto la conferma che Momoa avrebbe interpretato il
personaggio della DC Comics nel prossimo film sulla cugina di
Superman la quale esordirà proprio nel film
diretto da James
Gunn e avrà il volto di Milly
Alcock.
Supergirl:
Woman of Tomorrow è attualmente previsto come secondo
titolo DCU dei DC Studios e sarà diretto dal regista di
Crudelia Craig Gillespie. Ana Nogueira (The Vampire Diaries) ha
scritto la sceneggiatura dopo essere stata inizialmente ingaggiata
per scrivere il film di Supergirl con Sasha Calle.
Nel film dei DC Studios, Supergirl
viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21°
compleanno con Krypto il supercane. Lungo la strada, incontra una
giovane donna di nome Ruthye e si ritrova in una ricerca omicida di
vendetta. Supergirl: Woman of Tomorrow
arriverà nelle sale il 26 giugno 2026.
Ecco tutti i vincitori dei
Golden Globes 2025, i premi assegnati dalla
Hollywood Foreign Press Association, l’organizzazione formata
da giornalisti professionisti che rappresentano
l’industria del cinema statunitense in una varietà
di media, (giornali e riviste) al di fuori degli Stati
Uniti d’America. Attualmente, i 90 membri della HFPA lavorano in
almeno 55 paesi, ed hanno un bacino di lettori di oltre 250 milioni
di persone.
E’ stata un’edizione di prime volte
e di conferme per la HFPA.
Demi Moore, Zoe Saldana e Sebastian
Stan hanno vinto per la prima volta una statuetta,
mentre Colin Farrell e Ali Wong
hanno portato a casa di nuovo un riconoscimento dalla stampa
estera. I premi della serata sono stati generalmente ben
distribuiti con pochi film che hanno portato a casa più di un
premio, e tra questi l’imbattibile Emilia Perez,
che ha vinto nella categoria Miglior film in Lingua non Inglese, in
cui gareggiava l’Italia con Vermiglio, e in quella
per il miglior film comedy o musical.
Anche The Brutalist
di Brady Corbet ha portato a casa diversi
riconoscimenti, tra cui miglior regia, migliore attore a
Adrien Brody e miglior film drama. Per quanto
riguarda invece le serie, Shogun,
Hacks e Baby Reindeer sono stati
i più premiati.
Si apre ufficialmente la Season
Awards con il red carpet dei Golden Globes 2025 (qui
tutti i nominati), dove hanno sfilato i protagonisti
di Hollywood, nominati e non, presentatori e accompagnatori, per
celebrare le assegnazioni dei premi decisi dalla Hollywood Foreign
Press Association. Con una tendenza spiccatamente “metallica”, ecco
i look dal red carpet dei Golden Globes 2025:
Diretto da John Andreas
Andersen, il dramma bellico biografico di Netflix,
Numero 24 (Number 24), segue la storia di
Gunnar Sønsteby, che si unisce alla Resistenza
norvegese dopo l’occupazione nazista della Norvegia nel 1940. Il
film si concentra sui cinque anni di lavoro di Gunnar come
combattente della resistenza, durante i quali egli attraversa molti
alti e bassi. Sacrifica tutto per servire il suo Paese e liberarlo
dal regime fascista che odia con tutto il cuore. Il suo coraggioso
viaggio è fonte di ispirazione, ma incute anche timore e ci si
chiede come una persona possa aver fatto così tanto nell’arco di
cinque anni.
Numero 24 (Number
24) parla del coraggio di Gunnar Sønsteby durante la
Seconda Guerra Mondiale
Scritto da Erlend Loe, sulla base
di una sceneggiatura originale di Espen von Ibenfeldt,
“Numero 24 (Number 24) si concentra
interamente sugli eventi reali, per quanto incredibili possano
sembrare, accaduti nella vita di Gunnar Sønsteby. Nato l’11 gennaio
1918 in una piccola città chiamata Rjukan, Gunnar Fridtjof Thurmann
Sonsteby si trasferì a Oslo negli anni ’30 e studiò economia.
Lavorava come contabile e aveva solo ventidue anni quando ci fu
l’invasione tedesca. Nel suo libro di memorie, Gunnar ricorda
l’umiliazione provata nel vedere i soldati nazisti per le strade
del suo Paese. Per questo motivo non ci pensò due volte a unirsi
alla ribellione.
All’inizio pensò di andare in Gran
Bretagna per unirsi alla resistenza, ma quando il viaggio non andò
a buon fine, tornò a Oslo e si impegnò in altre attività. Insieme
ad altri come lui, pubblicò un giornale clandestino per contrastare
la propaganda nazista. Si unì anche al movimento di organizzazione
militare e, poco dopo, iniziò a raccogliere informazioni sui
movimenti degli ufficiali nazisti norvegesi. Il suo lavoro lo portò
più volte a fare avanti e indietro dalla Svezia, un viaggio che
spesso faceva a piedi. Nel 1941 entrò in contatto con l’ambasciata
britannica a Stoccolma e si unì allo Special Operations Executive
(SOE), dove divenne l’Agente 24. Un altro nome in codice che
ricevette fu Kjj. Un altro nome in codice che ricevette fu Kjakan,
alias Il Mento. Nel 1943 fu paracadutato a Oslo, dopo aver
completato il suo addestramento in Scozia.
Gunnar Sønsteby divenne una
seccatura per il regime nazista in Norvegia
Mentre il suo primo incarico
consisteva nel raccogliere informazioni sullo sviluppo del porto da
parte dei tedeschi per facilitare il loro trasporto navale, Gunnar
fu presto coinvolto in importanti atti di sabotaggio. Rubò le
lastre per la stampa delle banconote della banca di stato norvegese
per creare valuta falsa per finanziare la resistenza. Fu nominato
capo della Compagnia Linge e della banda di Oslo, con la quale
continuò la serie di eventi che tenevano i nazisti con il fiato
sospeso. Con le sue squadre, distrusse la fabbrica di armi
Kongsberg, distrusse gli impianti di produzione di acido solforico,
bombardò gli archivi dell’Ufficio di collocamento per impedire
l’arruolamento dei norvegesi nell’esercito tedesco e distrusse
75.000 registri per frenare l’ingiusto razionamento.
Si dimostrò un abile falsario,
spesso contraffacendo la firma di Karl Marthinsen, e creò più di 30
identità che gli permisero di sfuggire ai nazisti, dato che era
diventato molto presto uno degli uomini più ricercati della
Norvegia. Per arrivare a lui, suo padre fu arrestato dai tedeschi,
ma nemmeno questo scoraggiò Gunnar. Nel 1944, dopo l’invasione
della Normandia, Gunnar e la resistenza sabotarono le ferrovie in
modo che i tedeschi non potessero inviare rinforzi dalla Norvegia.
Negli ultimi giorni del 1944, bombardarono il quartier generale
della Gestapo a Oslo. Nel 1945 affondarono la nave da trasporto
tedesca. Grazie ai loro sforzi costanti, il regime nazista fu
indebolito, e l’impatto fu visibile non solo in Norvegia, ma
nell’intera arena della Seconda Guerra Mondiale.
Gunnar Sønsteby scelse una vita
più tranquilla dopo la guerra
Nonostante tutti i problemi che
causò ai nazisti e l’accanimento con cui lo cercarono, Gunnar
Sønsteby non fu mai catturato. Un’impresa impressionante che non
sfuggì ai servizi segreti britannici e norvegesi, che cercarono
entrambi di reclutarlo a guerra finita. Tuttavia, egli ritenne di
aver fatto la sua parte per il Paese e di aver visto troppe cose in
guerra per continuare a lavorare nello stesso campo. Nel 1945 si
recò in America e frequentò la Harvard Business School. Trovò
lavoro nell’industria petrolifera e tornò in Norvegia alcuni anni
dopo per avviare un’attività in proprio. Si è sposato con
Anne-Karin nel 1953 e hanno avuto tre figlie.
Pur non entrando nel mondo dello
spionaggio nel dopoguerra, Gunnar Sønsteby ha sempre sottolineato
l’importanza dei valori democratici. Per tutta la sua vita, ha
tenuto conferenze nelle scuole e nei college norvegesi e ha parlato
con i giovani del suo Paese della necessità di lottare per la loro
libertà e i loro diritti. Nel 1999 ha pubblicato un libro
intitolato “Report from #24”, in cui entra nei dettagli delle sue
missioni durante la guerra. Nel 2001 si è espresso contro la
proposta di intitolare una strada di Oslo a Knut Hamsun, il
romanziere noto per essere stato amico di nazisti come Joseph
Goebbels. Oltre a questo, ha svolto un ruolo importante nella
formazione della politica estera del Paese a diversi livelli.
Gunnar Sønsteby è morto il 10
maggio 2012, all’età di 94 anni. Essendo uno dei più grandi leader
del movimento di resistenza del Paese, ha ricevuto un funerale di
Stato, che si è tenuto il 25 maggio 2012, con tanto di guardia
d’onore, sei ufficiali come portatori di pallone e quattro F-16
dell’Aeronautica per il sorvolo. Alla cerimonia hanno partecipato
alcuni dei più importanti funzionari di Noway, tra cui il Primo
Ministro e il Re.
Gunnar Sønsteby rimane uno degli
eroi di guerra più decorati della Norvegia
Per il suo lavoro durante la
Seconda guerra mondiale, Gunnar Sønsteby ha ricevuto premi e
riconoscimenti da diversi Paesi. È stato insignito del
Distinguished Service Order britannico, della Medal of Freedom
statunitense con palma d’argento e del premio culturale della
American-Scandinavian Foundation. Ha ricevuto la più alta
onorificenza norvegese, la Croce di Guerra con Tre Spade, unico
norvegese a riceverla. È anche il primo non americano a ricevere la
Medaglia del Comando delle Operazioni Speciali degli Stati Uniti e
la prima persona a ricevere la Croce d’Onore della Difesa
norvegese. Ha ricevuto anche la Medaglia Pro Memoria dalla
Polonia.
Nel maggio 2007, una statua di
Gunnar Sønsteby è stata inaugurata dal Re di Norvegia in Solli
Plass a Oslo. Diversi membri della famiglia reale, tra cui il Re,
hanno partecipato al ricevimento per il suo 90° compleanno,
tenutosi presso il Museo della Resistenza norvegese nella Fortezza
di Akershus, un tempo sede della Gestapo. Nel 2011, il museo ha
presentato il suo ritratto, che è in mostra permanente. Nel 2018,
in occasione del centenario del suo compleanno, è stato emesso un
francobollo in suo onore. La sua eredità è portata avanti dal
Gunnar Sønsteby Memorial Fund, istituito nel 2013. Ogni anno viene
assegnato il premio Sønsteby ai “coraggiosi difensori dei valori
democratici fondamentali”.
Numero 24 (Number
24) è un emozionante biopic di guerra di Netflix
basato sulla
vita di Gunnar Sonsteby, il più grande eroe di guerra
norvegese, che guidò coraggiosamente la famigerata banda di Oslo,
che diede la caccia ai nazisti nel Paese durante la Seconda Guerra
Mondiale. La trama racconta l’introduzione del giovane Gunnar
Sonsteby nella vita di un membro della Resistenza, nonostante non
avesse mai avuto a che fare con l’esercito o il governo, e la sua
ascesa fino a diventare uno dei cittadini più decorati e venerati
della Norvegia. Nel complesso, Numero 24 (Number
24) è una visione molto interessante, soprattutto per
coloro che non conoscono bene Sonsteby e il suo contributo contro i
nazisti.
Di cosa parla il film?
Numero 24 (Number
24) inizia in una scuola della città di Rjukan, in
Norvegia, dove un uomo anziano viene invitato a salire sul palco
per parlare a un folto gruppo di studenti seduti in una sala. La
scena è ambientata in epoca moderna e l’anziano signore è Gunnar
Sonsteby, uno dei cittadini più rispettati del Paese, noto alla
maggior parte degli studenti come rinomato uomo d’affari che aveva
avuto un ruolo anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma quando
inizia a parlare del periodo trascorso nella Resistenza norvegese
quando i nazisti avevano preso il controllo del Paese, viene
rivelata la portata dei notevoli riconoscimenti e dei risultati
ottenuti da Gunnar, chiarendo il motivo per cui è ancora l’unica
persona ad aver ricevuto la Croce di Guerra con tre spade, la più
alta onorificenza militare norvegese.
Qual è l’episodio
scatenante?
Il primo grande sabotaggio di Gunnar
consiste nel far esplodere un edificio, ma il giorno dopo i
giornali non ne parlano. Questo porta a un inquietante parallelismo
con i giorni nostri, data l’epoca della disinformazione. Gunnar
deve persino portare con sé delle granate perché i nazisti
conoscono il suo nome, una precauzione da prendere in caso di
cattura. Questo dimostra quanto sia disposto a spingersi
all’estremo per assicurarsi che la sua missione rimanga intatta e
che non sveli nessuno dei suoi segreti. Come allude lo stesso
Gunnar in questo film, non si può mai sapere come si reagisce alla
tortura e nessuno penserebbe male di coloro che danno informazioni
nelle circostanze più dure.
Gunnar è così prolifico in questo
ruolo che incontra anche il Re, che incoraggia Gunnar a continuare
a sabotare a qualunque costo, pregandolo essenzialmente di cacciare
i tedeschi. Questo contribuisce a spronare Gunnar, ma purtroppo i
suoi due compagni più stretti, Tallak e Greggers, vengono
uccisi.
Senza Gunnar, entrano in contatto
con due tedeschi disertori della Luftwaffe. O meglio, pensavano di
essere disertori. Si scopre che in realtà erano nazisti ed entrambi
gli uomini sono stati tragicamente uccisi. Tallak fu colpito al
volto e sopravvisse miracolosamente, ma finì per essere torturato.
Tallak non voleva però tradire Gunnar e gli altri, scegliendo
invece di suicidarsi.
Chi uccide Gunnar?
In Numero 24 (Number
24) Gunnar Sønsteby deve affrontare una serie di
missioni più estreme. Gli viene affidato il compito di uccidere
Gunnar Lindvig, un nazista, e per questa missione prende con sé
Andreas. Andreas è fedele dopo che suo fratello è stato ucciso dai
nazisti sotto costrizione. Questo è uno dei tanti uomini uccisi da
Gunnar, ma il nostro protagonista rimane fermo, anche quando viene
interrogato nel presente, sul fatto che questa è la mossa giusta
per preservare la libertà del suo Paese, a qualunque costo.
Il caso controverso è quello di Karl
Marthinsen. È il responsabile dei campi di concentramento in
Norvegia e si dà il caso che sia il più grande assassino di massa
della storia norvegese, quindi ovviamente doveva morire. Purtroppo,
i tedeschi si sono vendicati e hanno ucciso 28 norvegesi, sia
combattenti della resistenza che passanti innocenti. Questo getta
immediatamente grandi dubbi sulla missione di Gunnar e sul fatto
che le sue azioni abbiano messo in pericolo più norvegesi del
necessario.
Chi è Erling Solheim?
In Numero 24 (Number
24) Erling Solheim è in realtà un parente di una
delle donne presenti nella folla durante il discorso dei giorni
nostri. Si scopre che era un uomo che intendeva denunciare alla
polizia Gunnar e altri membri del movimento di resistenza. Essendo
Gunnar a questo punto il capo del movimento di resistenza, decise
che bisognava “prendersi cura di lui” per mantenere vivo il loro
sogno di libertà.
Erling, nella sua lettera
intercettata dalla resistenza, afferma di avere informazioni su
Sonsteby, Haughland e Heiberg. Dato che intercettano la lettera,
Gunnar ha orchestrato l’intera missione, mandando diversi agenti a
prelevarlo e ingannando Erling affinché andasse con loro nella
capitale, con la promessa di una grossa ricompensa a Oslo.
Sfortunatamente, viene ucciso.
Naturalmente, Gunnar conosce
quest’uomo, visto che è il suo amico d’infanzia con cui era in
montagna all’inizio del film. Questa azione dimostra quanto Gunnar
fosse disposto a rinunciare per garantire la libertà del suo
Paese.
Non molto tempo dopo, la Norvegia
viene liberata dalle catene naziste, grazie alla fine della Seconda
Guerra Mondiale.
Come finisce Numero 24?
Nel presente, Gunnar parla con lo
studente che l’ha sfidato per la morte di Erling. Qui, da solo,
Gunnar alla fine rivela la verità su ciò che è accaduto, ma gli fa
male parlarne e deve essere persuaso con dolcezza ad affrontare i
suoi demoni del passato.
Questo si ricollega all’inizio del
film, dove Gunnar stesso parla dei suoi “cinque cassetti” che si
riferiscono a diverse parti della sua memoria. Il quinto e ultimo
cassetto è quello inferiore, che ha tenuto chiuso dall’8 maggio
1945. È così che è riuscito ad andare avanti per tutto questo
tempo, ma naturalmente per altri non è così facile acclimatarsi
agli orrori della guerra.
Andreas ha iniziato a bere
pesantemente il giorno della Liberazione e non ha smesso prima di
spararsi nel 1965.
Cosa è successo a
Gunnar?
Gunnar non fu mai arrestato dai
tedeschi. Anzi, condusse più di 20 missioni di sabotaggio durante
la guerra ed è il cittadino norvegese più decorato, nonché l’unico
ad aver ricevuto la croce di guerra con tre spade. Gunnar ha
sposato la sua amata, Anne-Karin, nel 1953, e ha trascorso 7 anni
della sua vita ad aiutare coloro che hanno lottato con gli effetti
della guerra.
Quest’uomo straordinario, che ha
sempre giurato di fare tutto il possibile per la libertà del suo
Paese, ha fatto ciò che si era prefissato nella sua vita, chiudendo
la sua eredità come il prolifico Numero 24.
La seconda stagione della serie
drammatica intelligente e ricca di suspense
Departure di Vince Shiao
vede l’acclamata investigatrice Kendra Malley occuparsi del caso di
un altro incidente. In questa stagione, la storia si fa
letteralmente terra terra, spostando la sua attenzione
dall’aviazione alla ferrovia. La tavolozza dei colori diventa più
calda e i personaggi più avvincenti.
Il mistero inizia con l’incidente
di un treno automatico superveloce e immerge il pubblico in una
trama labirintica dalle implicazioni devastanti. Il mistero
è abbondante e sconfinato, cosparso della giusta dose di bugie,
inganni e intrighi politici. Se il finale della storia vi
sta facendo riflettere in silenzio, lasciateci dare forma ai vostri
pensieri.
Recap della seconda stagione di
Departure
Il mistero della stagione inizia
con il deragliamento del treno automatizzato ad alta velocità
Apollo, in viaggio da Toronto a Chicago. A 140 miglia orarie, il
treno perde il controllo in una curva difficile e colpisce
un’autocisterna a un incrocio. In totale muoiono settantadue
passeggeri, compreso il conducente, Walter Mack. Su raccomandazione
di Howard, l’investigatrice dell’incidente Kendra Malley e il suo
assistente Theo volano dall’altra parte dell’oceano per assistere
la FTSA nelle indagini. Collaborano con l’agente dell’FBI
Ellen, la collega appassionata di computer Charlotte e lo sceriffo
locale Parker per risolvere il caso. Il detective di Scotland Yard
Dom si unisce alle indagini. Il deragliamento del treno ci
porta su molti binari del mistero, conducendo a una rivelazione
scioccante.
Ma prima di questo, raccontiamo i
passeggeri del treno. Uno dei passeggeri chiave tra i deceduti è
Philip Hogan, uno dei progettisti originali del software del modulo
Apollo. Più tardi, durante l’autopsia, si scopre che gli hanno
sparato a distanza ravvicinata. Jordan Cole, cofondatore e
amministratore delegato di URSA, arriva sulla scena del crimine per
assicurare alla polizia l’assistenza nelle indagini. Ha
studiato al college con Philip, ma non vuole fornire i dati di log
del software di Apollo.
Fortunatamente, la scatola nera
viene ritrovata pochi istanti dopo l’incidente. Dalla registrazione
della sala macchine, si sente il grido di aiuto di Walter, il
pilota. Secondo il referto dell’autopsia, ha una ferita da
proiettile nella testa altrimenti decimata, ma poco dopo viene
escluso il suicidio. Nel frattempo, gli investigatori riescono a
rintracciare Bill Ratch, l’operaio ferroviario locale, e di
conseguenza Bill viene licenziato dall’azienda.
Ci sono alcuni sopravvissuti sparsi
in giro. Tra i sopravvissuti c’è un bambino di otto anni di nome
Lucas, che viaggiava con la madre. Purtroppo la madre di
Lucas è morta e la squadra investigativa ha la custodia di Lucas
dopo il suo recupero. Un fuggitivo di nome Max O’Neil, che
l’FBI stava scortando, è in fuga. Dopo un incontro fortuito con
Kendra, Max e lei si accordano in modo piuttosto amichevole.
La sua posizione porta gli
investigatori a un potenziale coinvolgimento di una banda.
La moglie di Max, Maria, era la sorella di Carlos Ortega,
il capo della banda Matalona, e Max pensa che Ortega possa volerlo
morto. Max pensa anche che l’FBI sia coinvolta, ma si
rivela una sua percezione fallace. Fin dall’inizio, però, si
delinea come un massacro istigato da una banda. Ma alcune persone
potrebbero ostacolare Kendra nelle indagini.
Kendra ha un tête-à-tête con la
candidata governatore locale Diana Bright, che vuole motivare la
gente ad agire poiché un pericoloso fuggitivo è in libertà.
Il figlio di Diana, Richard, trova Bill Ratch e lo convince
a fornire una dichiarazione pubblicitaria per la campagna
elettorale. Su istigazione della dichiarazione di Diana,
qualcuno spara a Max, che finisce nello stesso ospedale di Lucas.
Quando Lucas viene a salutare Max, Max chiede a Lucas di mantenere
un segreto e noi non riusciamo a sentire il loro sussurro.
Tuttavia, in seguito viene rivelato
che Max ha un corriere per Kendra: un microchip pieno di
dati finanziari del cartello della droga, che porta l’FBI un altro
passo avanti verso Ortega e la banda. Max si dirige a
Chicago per incontrare Emilio, il suo amico fidato che sembra aver
fatto la spia. Con l’aiuto di Max, Ellen cattura Ortega. Ma in uno
dei tanti colpi di scena, Ortega non ha nulla a che fare con
l’incidente, il che ci riporta alla teoria della percezione errata
e della paranoia di Max. Forse non era Max
l’obiettivo.
Forse l’obiettivo era Philip Hogan.
Dopo un po’ di ricerche, Charlotte e Theo scoprono l’Accordo di
Partecipazione, un vincolo legale che garantisce che, se uno dei
titolari dei brevetti è deceduto, le azioni vengono redistribuite
al titolare principale. Per coincidenza, l’ultimo contatto
telefonico di Hogan prima del disastro è stato Connor Tate,
anch’egli morto in un altro incidente stradale. Come il
treno, anche l’auto mostra segni di manomissione dei freni. Dom e
l’investigatore della polizia locale Siobhan fanno visita a Rose,
la sorella di Connor, e la vista della foto di Hogan la rende
nervosa.
Anche se Rose non rivela nulla alla
polizia, le ricerche di Kendra e della squadra rivelano che
Rose è uno dei quattro azionisti principali
dell’URSA, insieme a suo fratello Connor, Philip Hogan e
Jordan Cole. Tra i quattro, due sono deceduti, il che restringe
apparentemente i sospetti a due. Dom torna a casa di Rose e la
trova nella vasca da bagno, priva di sensi dopo un tentativo di
suicidio. Jordan Cole sembra essere l’autore della serie di
omicidi, ma la situazione si fa ancora più confusa quando anche
Cole viene ucciso da un assalitore fantasma.
Finale della seconda stagione di
Departure: Chi è il fantasma? È vivo o morto?
Steve Wilkie/Shaftesbury/Greenpoint
Productions/Peacock
L’aggressore fantasma di Philip
Hogan in Departure torna sulla scena del crimine
per un altro atto di manomissione delle prove. Mentre Theo scopre
che i freni sono stati progettati per il disastro, l’assalitore
fantasma lo colpisce alle spalle. Mentre soccorre Theo,
Bill Ratch sembra riconoscere il fantasma. Veniamo a
sapere che quest’uomo è salito sul treno da Detroit, è rimasto
invisibile per la maggior parte del viaggio e ha sparato a Philip
Hogan a sangue freddo quando era il momento. Si fa chiamare con
diversi nomi, ma il suo vero nome è Tyler Brick, un ex-militare ed
ex-lavoratore dell’URSA che era sotto la supervisione di Bill.
L’aggressore fantasma di Philip
Hogan torna sulla scena del crimine per un altro atto di
manomissione delle prove. Mentre Theo scopre che i freni
sono stati progettati per il disastro, l’assalitore fantasma lo
colpisce alle spalle. Mentre soccorre Theo, Bill Ratch
sembra riconoscere il fantasma. Veniamo a sapere che quest’uomo è
salito sul treno da Detroit, è rimasto invisibile per la maggior
parte del viaggio e ha sparato a Philip Hogan a sangue freddo al
momento opportuno. Si fa chiamare con diversi nomi, ma il suo vero
nome è Tyler Brick, un ex-militare ed ex-lavoratore dell’URSA che
era sotto la supervisione di Bill.
Questo spiega la faccia sbalordita
di Bill quando vede l’aggressore e il motivo per cui ha nascosto
l’informazione alla polizia. Tyler Brick fa visita a Bill
poco dopo e, dopo un confronto, Bill si rende conto di una verità
devastante: il sistema frenante non è ancora
automatizzato. Ellen e la sua squadra si avvicinano a
Tyler, e Kendra insiste per unirsi al raid. Dopo un confronto con
Brick, Kendra, disarmata, si trova in una situazione precaria.
Mentre Ellen si precipita a
salvarla, il criminale riesce a scappare. Nel diario di
Tyler vengono trovati degli scritti che sembrano tentativi di
espiazione. Ha una visione del mondo piuttosto radicale e contorta.
Ellen emette un mandato di ricerca per Tyler, ma quest’ultimo
riesce comunque a raggiungere Jordan Cole. Dopo aver aggredito
Jordan, Tyler viene affrontato dalla polizia e cade in uno scontro
a fuoco. Questa è la fine di Tyler, ma non risponde alla domanda
più grande di tutte.
Chi ha orchestrato il
disastro in Departure 2? Come hanno fatto?
Alla fine risulta chiaro che il
disastro è stato orchestrato da Richard Bright, il
figlio del governatore eletto Diana Bright.
Richard e Rose sono apparentemente vecchi conoscenti e persino
amanti, almeno secondo la prospettiva di Rose. Richard voleva
acquistare l’URSA dagli azionisti originari, ma
c’è stato un forte disaccordo. Né Connor né Philip volevano vendere
l’azienda. La posizione di Jordan rimane ambigua
fino alla fine, ma il finale rivela che la sua ambiguità è una
facciata per mantenere l’immagine dell’azienda. In realtà, Jordan
sospetta che Richard abbia a che fare con gli omicidi di massa.
Richard provoca il disastro per
abbassare il prezzo delle azioni della URSA. Dopo
la morte di Jordan Cole, le azioni subiscono un
altro colpo. A questo punto, Richard intende acquistare l’azienda a
basso costo. La madre di Richard potrebbe essere complice, poiché
alla fine sfrutta il disastro per guadagnare voti. Inoltre,
conclude la storia con una dichiarazione apparentemente accorata
alle famiglie dei defunti, ma sappiamo che il politico che c’è in
lei è piuttosto abile nei tocchi personali.
Richard e sua madre usano
l’indottrinamento ideologico per motivare i colpevoli, mentre
cercano di mantenere le mani pulite. Uno degli ingegneri
dell’attacco è Tyler Brick. Brick non è un
superuomo che può manomettere i freni, sparare all’autista e a
Philip e fuggire indenne: deve avere un complice.
Il colpo di scena finale rivela che
lo sceriffo Parker è l’altro colpevole. Sembra che
sia stato spinto al gesto perché la tecnologia dell’automazione sta
rubando milioni di posti di lavoro. Tuttavia, capiamo che queste
sono solo informazioni manipolate dalla coppia madre-figlio
Bright. Lo sceriffo uccide il conducente, mentre
Tyler Brick si occupa dei freni. I freni richiedono ancora
l’assistenza manuale, e gli orchestratori sfruttano questa unica
vulnerabilità del software.
Cosa succede a Lucas in
Departure 2?
All’indomani dell’indagine, la reputazione di
Kendra le fa guadagnare un’offerta di lavoro
presso il Ministero dei Trasporti negli Stati
Uniti. Sembra che ci stia pensando, ma nel frattempo dovrebbe
tornare a Londra per incontrare AJ. AJ,
apprendiamo da Dom, sta completando il suo primo
anno di college a Oxford dopo il suo periodo di
vandalismo. Theo si avvicina con successo a
Charlotte e i due progettano sessioni di studio
per il futuro.
Tuttavia, ci si può chiedere che fine farà
Lucas. Il suo personaggio è un’aggiunta avvincente
alla storia. Il marito violento della madre defunta arriva per
prendere Lucas, ma lui non vuole andare via con l’uomo. Con il
sostegno di Ellen, Kendra riesce a tenere Lucas
con la squadra investigativa finché non viene rintracciato il
parente più prossimo del ragazzo. Lucas è un testimone chiave nello
svolgimento del mistero e, dopo l’inseguimento finale con lo
sceriffo, il suo trauma è solo immaginabile.
Alla fine degli eventi, Lucas parte con il nonno, il
signor Miller. Prima di partire, fa a Kendra la
promessa di tenersi in contatto.
Nel finale di stagione de The
Penguin, Oz Cobb ha posto fine alla sua faida con
Sofia Gigante svelando il suo ruolo nella distruzione di Crown
Point e facendo in modo che “Il Boia” tornasse ad Arkham.
È lì che Sofia riceve una lettera
dalla sua sorellastra, Selina Kyle, la vigilante che abbiamo visto
per la prima volta nei panni di Catwoman in The
Batman del 2022.
IndieWire ha recentemente parlato con Cristin Milioti del suo futuro come
personaggio e le ha chiesto cosa di Sofia spera di esplorare in
futuro.
“Non lo so ”, ha
ammesso. “Mi è sembrato che ci siano infinite possibilità
di dove potrebbe andare.Ovviamente vorrei vederla
uscire da Arkham.È la prima cosa da
fare.Non la voglio lì dentro.Quindi voglio vederla uscire da lì e poi
vendicarsi”.
“Forse ora sarebbe ancora
più una mina vagante, perché prima era piuttosto concentrata su di
lui e sull’acquisizione di potere, ma a seconda di quello che le
succede lì dentro, potrebbe essere un obiettivo ancora più
grande ”, ha continuato Milioti. “Mi piacerebbe
esplorare questo aspetto”.
Nonostante ciò, l’attore ha notato
che c’è una grande parte di lei che vorrebbe continuare a esplorare
Arkham. “Oh sì.[Quelle scene sono
divertenti.Quindi forse lei rimarrà lì per un po’
e io ne farò un paio”.
Riflettendo sull’ingresso
nell’Universo DC, Milioti ha dichiarato: “È stato
emozionante.Sono una fan sfegatata di Batman, il
mio sogno da sempre è quello di essere una cattiva di Batman e di
poter mostrare la sua intera storia.Il fatto che
questo venga dal cervello di una donna, lo si può percepire, lo si
può sentire.Soprattutto il fatto che
quell’episodio sia stato diretto dalla [regista] Helen [Shaver], è
stato sicuramente un elemento in più”.
Ci sono così tante cose che
Sofia fa nello show che, ovviamente, sono moralmente riprovevoli,
ma molte donne mi hanno detto: “Questa parte è stata così bella” o
“catartica” nel vederla affrontare tutto questo, e anch’io mi sono
sentita così.È incredibile ”, ha
concluso l’attrice.
The
Penguin ha battuto i record di spettatori sulla HBO ed
è stato un successo di critica, quindi quasi certamente vedremo
ancora la Sofia Falcone/Gigante preferita dai fan di Milioti. Se la
serie ambientata ad Arkham con il Joker e l’Enigmista fosse stata
realizzata, sarebbe stato divertente vederli incrociare le loro
strade (potrebbe ancora accadere, ovviamente). L’intera prima
stagione deThe Penguin è ora disponibile in
streaming su SKY. Per quanto riguarda il sequel di The
Batman, è stato spostato al 1° ottobre 2027.
Superman
di James Gunn non
sarà il primo incontro di
Nicholas Hoult con il genere dei supereroi (ha
interpretato Bestia nei film degli X-Men della
20th Century Fox), ma sarà la prima volta che interpreterà un
personaggio importante della DC Comics, dopo aver mancato per un
soffio la parte di Bruce Wayne/Cavaliere Oscuro in
The
Batman di Matt Reeves – e aver fatto il provino
per l’Uomo d’Acciaio stesso.
Nicholas Hoult era
in lizza per il ruolo di Superman prima che David
Corenswet venisse scritturato, ma leggendo la
sceneggiatura di Gunn ha capito che sarebbe stato più adatto alla
nemesi dell’eroe.
“È buffo, perché quando ho
letto la sceneggiatura per la prima volta, mi ricordo di averla
letta e c’era una piccola parte di me che diceva ‘Oh, penso che ti
saresti divertito a interpretare Lex ‘”, ha detto Hoult
durante una recente intervista con Deadline. “E non ho
detto nulla, e poi quando James [Gunn] mi ha chiamato per
interpretare Lex, ho fatto una specie di gracchiamento – credo sia
il modo in cui lo descriverei.Non ho detto
nulla”.
“Credo che mi abbia detto:
‘Vogliamo che tu interpreti Lex’, e io ho riso, perché credo che ci
fosse qualcosa nel mio istinto, quando ho letto per la prima volta
la sceneggiatura, in cui pensavo: ‘Penso che sia più quello che
dovrei fare in questa storia’”.
Nel corso di una nuova intervista
con Vanity Fair, Nicholas Hoult
ha parlato della storia e della sua interpretazione di Luthor, e
sembra che quest’ultima versione del cattivo possa essere più di un
semplice megalomane malvagio.
“Ogni elemento di quel
mondo che [Gunn] sta creando è speciale.Lo stesso
vale per il modo in cui sta ritraendo Lex nella
sceneggiatura.È un personaggio sfaccettato e
dimensionale”.
In passato Lex è stato
rappresentato come una figura un po’ più simpatica e Gunn ha
recentemente rivelato di aver preso spunto dalla miniserie di Brian
Azzarello del 2005 Lex Luthor:Man of Steel di
Brian Azzarello, che ha mostrato un nuovo lato dello spietato
cattivo esplorando le motivazioni che spingono Luthor a essere un
nemico costante dell’Uomo d’Acciaio in una città che lo ha
ampiamente accolto.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Nicholas Hoult è Lex Luthor in Superman. Cortesia di DC
Studios
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
L’ottava stagione
di Un passo dal cielo torna – in sei serate
su Rai 1, a partire dal 9 gennaio 2025 –
raccontando un presente sempre più attento ai cambiamenti climatici
e alla salvaguardia del pianeta, con uno sguardo pieno di
speranza.
Un passo dal cielo
8 è prodotta da Lux Vide, società del Gruppo Fremantle, in
collaborazione con Rai Fiction. Da un’idea di Salvatore Basile, i
soggetti di serie sono scritti da Mario Ruggeri, Enrico Oldoini,
Andrea Valagussa, Francesca De Michelis, Salvatore Basile. La regia
è di Alexis Sweet e Laszlo Barbo.
Cosa succederà nell’ottava stagione di Un passo dal
cielo
I fratelli Nappi
sono ormai una coppia perfettamente consolidata nelle
indagini: Vincenzo (Enrico
Ianniello) è sempre un vicequestore generoso, scaltro e
ligio al dovere, e Manuela (Giusy Buscemi) ha
intanto affinato le sue abilità nello studio della prossemica,
diventando una risorsa sempre più importante per la squadra. Un
talento, il suo, che potrebbe offrirle nuove opportunità anche
lontano da San Vito di Cadore, anche se lei tra quelle montagne sta
bene.
Lì c’è la sua
famiglia, c’è Vincenzo che ha finalmente imparato a fidarsi di lei
e del suo intuito, e poi
c’è Nathan (Marco
Rossetti). Della storia di Nathan si sa poco o perlomeno
quello che lui ricorda: è stato trovato nel bosco da una coppia di
antropologi che lo ha adottato. Prima, Nathan ricorda solo che
un’orsa si è presa cura di lui, poi crescendo ha provato a vivere
in società ma, non sentendosi capito, a diciott’anni ha deciso di
tornare nella natura, unico luogo al quale ha sempre sentito di
appartenere. Dopo aver conosciuto Manuela e Vincenzo, però, ha
scoperto che gli esseri umani non sono tutti uguali. Di alcuni di
loro ci si può fidare, con altri si può collaborare e, di qualcuno,
a volte, ci si può anche innamorare o, almeno, questo è quello che
spera Manuela.
Dopo mesi dalla
promessa d’amore silenziosa che i due si sono fatti al cospetto
delle Cinque Torri alla fine della scorsa stagione, Manuela spera
infatti che Nathan le dica di non lasciare San Vito e di rimanere
con lui. Ma Nathan sarà pronto per questo? Forse, prima di legarsi
a qualcuno, ha bisogno di fare chiarezza sul suo passato, scoprire
chi è davvero, quale sia la sua storia e come ha fatto a ritrovarsi
nel bosco, così piccolo, da solo.
Ad aiutarlo a far
luce sulle sue origini, potrebbe essere un nuovo
personaggio: Stephen Anderssen (Raz Degan),
un ricercatore affascinante, idealista e carico di mistero che
arriva con la sua squadra a San Vito di Cadore e si stabilisce alle
pendici di un ghiacciaio con un sogno: salvarlo. Stephen sa infatti
che se scoprisse un modo per impedire lo scioglimento di un solo
ghiacciaio, potrebbe salvare anche tutti gli altri e in questo
modo, forse, salvare l’intero pianeta. Questo esperimento affascina
Manuela e sarà lei, grazie al suo sguardo sensibile e acuto, a
scoprire che la fragilità di quell’imponente ghiacciaio nasconde
invece un segreto.
Della squadra di
Stephen fanno parte diversi scienziati, tra
cui Gabriele (Alberto Malanchino), un
ragazzo molto ambizioso e pronto a tutto per la salvaguardia del
pianeta, Laura (Alice Arcuri), storico
braccio destro di Stephen che lo aiuta anche nella parte
burocratica dell’associazione, e Anna (Cecilia
Bertozzi), un’orfana che Stephen ha preso sotto la
sua ala protettiva. Anna è una ragazza dotata di spirito selvaggio
che si batte per quello in cui crede e sembra comprendere
perfettamente il modo di vivere di Nathan. Il loro incontro metterà
quindi in crisi l’uomo degli orsi, che si troverà tra due
personalità completamente differenti: Anna, così simile a lui, e
Manuela, che ha rivoluzionato il suo mondo.
Così come
rivoluzionata sarà anche la famiglia di Vincenzo. Lui
e Carolina (Serena Iansiti)verranno infatti
messi alla prova e dimostreranno come, grazie alla persona amata,
si possa trovare la forza di rialzarsi in tutte le prove della
vita. E le prove, in questa nuova stagione, per loro saranno tante:
dalla gestione di una famiglia sempre più grande con l’arrivo della
terzogenita Nina e dello zio di Carolina, Nino (Nino
Frassica), ai colpi di testa di Paolino (Alvise
Marascalchi) che, sempre innamorato perso di Lisa (Francesca
Masini), mostrerà di essere cresciuto molto più in fretta di quanto
Carolina stessa sia pronta ad ammettere.
Infine, la vita
di Vincenzo sarà stravolta da un evento inaspettato, diverso da
tutti quelli che ha dovuto affrontare fino a questo momento nella
sua carriera in Polizia. E così, per la prima volta, dopo tanti
anni da napoletano sradicato, Vincenzo – insieme
a Huber (Gianmarco Pozzoli), Carolina e
tutta la famiglia di “Un passo dal cielo” – dovrà imparare ad amare
davvero la montagna, perché per la prima volta si troverà a
osservarla da un punto di vista completamente nuovo.
Nel corso della sua lunga e
prolifica carriera l’attore
Nicolas Cage si è distinto anche per diversi
adrenalinici action movie, tra cui si ricordano in
particolare
The Rock, Con Air e Face/Off – Due facce di un
assassino. Un altro suo popolare lungometraggio, sempre
appartenente a questo genere, è Fuori in 60
secondi. Diretto nel 2000 da Dominic Sena, regista
anche di Whiteout – Incubo
bianco e L’ultimo dei templari,
il film è ambientato nel corso di una sola notte, durante la quale
il protagonista è chiamato a compiere un’impresa impossibile per
salvare la vita di suo fratello.
Il film, scritto da
ScottRosenberg, è il remake di
Rollercar – Sessanta secondi evai!,
pellicola cult del 1974 più volte omaggiata anche dal premio Oscar
Quentin Tarantino. La crescente popolarità di
questo film spinse il produttore Jerry Bruckheimer
a volerne realizzare una nuova versione, che si discosta però molto
dall’originale. Mentre questo era incentrato sugli inseguimenti in
città e sull’azione, dedicando davvero poco tempo alle parti
dialogate, il remake invece concentra molto l’attenzione sui
preparativi per il “grande furto” e indaga più a fondo nei rapporti
umani fra i personaggi della storia.
Nonostante lo scarso favore da parte
della critica cinematografica, il film ha ottenuto un buon successo
di pubblico, dimostrandosi un titolo in grado di offrire del sano
intrattenimento tra grandi scene d’azione e sentimenti. In questo
articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative
ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alle automobili
utilizzate. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è
Randall “Memphis” Raines, leggendario ladro di
automobili, noto per impiegare solamente 60 secondi per disattivare
l’antifurto di qualsiasi vettura. Ormai ritiratosi però dal mercato
delle auto rubate, egli cerca ora di condurre una vita tranquilla e
lontana da guai. A ritrascinarlo in quella vita frenetica, però, ci
pensa il fratello Kip Raines, il quale è a sua
volta un aspirante ladro d’auto, privo però del talento del
fratello. Questi ha commesso l’errore di aver promesso al gangster
Raymond Calitri di rubare per lui ben cinquante
auto di lusso. Quando però fallisce nel suo obiettivo, Kip viene
fatto rapire dal criminale.
Sarà a questo punto che Randall si
vedrà costretto ad entrare nella faccenda, nel tentativo di salvare
il fratello. Per far sì che Raymond liberi Kip e consideri
annullato il suo debito, Randall deve ora rubare le cinquanta
automobili in una sola notte. L’impresa è quantomai complessa, ma
il celebre ladro può contare sull’aiuto del suo vecchio mentore
Otto Halliwell, sull’istruttore di guida
Donny Astricky, sul becchino muto
Sphynx e, in particolare, su Sara “Sway”
Wayland, l’ex fidanzata di Randall, di professione
meccanico. Con la polizia alle calcagna, ha per Randall l’ultima
missione, la più importante di sempre, che lo porterà anche a
confrontarsi con l’unica auto che non è mai riuscito a rubare.
Il cast di attori
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista del film vi è l’attore Nicolas Cage.
Particolarmente affascinato dal progetto, egli ha eseguito la
maggior parte delle acrobazie di guida previste. Ha inoltre
frequentato la Bondurant Driving School a Phoenix, in Arizona, e la
Bobby Ore Stunt Driving School in preparazione per il film. Gli
piaceva così tanto la scuola di guida per auto da corsa che ha
continuato a praticarla come hobby anche dopo che le riprese erano
state completate. Accanto a lui, nei panni del fratello Kip vi è
invece l’attore Giovanni Ribisi, il quale a sua
volta si è addestrato nella guida di auto sportive.
Il film vanta poi un cast di
comprimari di tutto rispetto, da Angelina Jolie
nei panni di Sara Wayland al premio Oscar Robert
Duvall in quelli di Otto Halliwell. La Jolie accettò di
recitare in Fuori in 60 secondi in quanto grande
appassionata di auto. Duvall, invece, ha lavorato con un
tecnico professionista per prepararsi al suo ruolo. Nel film sono
poi presenti Christopher Eccleston nel ruolo del
criminale Raymond Calitri, Delroy
Lindo in quelli del detective Roland Castlebeck
eTimothy
Olyphantper il ruolo del detective Drycoff.
Completano il cast gli attori Will
Patton nei panni di Atley Jackson, Chi
McBride in quelli di Donny Astricky
e Vinnie Jones in quelli di Sphinx.
Nel film, grandi protagoniste sono
le auto. Per completare l’elenco delle cinquanta vetture da rubare,
sono stati scelti modelli che vanno dal 1957 al 2000. Fra le auto
presenti nel film, oltre alla FordShelby Mustang GT500 del 1967, l’auto mai rubata
dal protagonista, si possono citare la Ferrari 275
GTB, la Ferrari F355, la Ferrari
550 Maranello, la Jaguar XJ220, la
Ford Thunderbird, la Cadillac
Eldorado e l’Escalade, la
Lamborghini Diablo, svariate
Porsche, Corvette e auto d’epoca.
Ad ogni auto nel film, inoltre, viene associato un nome di
donna.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Fuori
in 60 secondi grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Disney+, Prime Video e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 4
gennaio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Una delle più grandi problematiche
oggi esistenti negli Stati Uniti è quella della diffusione e
dipendenza da oppiacei. Un dramma che miete ogni anno innumerevoli
vittime e che si è cercato di affrontare tanto con discussioni
pubbliche quanto con film, romanzi e ogni altro mezzo di
comunicazione. Tra i più recenti ad aver ribadito l’urgenza di un
intervento su tale dinamica vi è il film Confini e
dipendenze, il cui titolo originale è
Crisis. Questo è stato girato nel 2021 dal regista
Nicholas Jarecki,
specializzato in documentari ma autore anche di film quali The
Outsiders (2005) e il thriller finanziario La frode (2012).
Jarecki torna dunque alla regia di
un film di fiction per dar vita ad un’opera dal sapore
documentaristico, con cui va ad indagare una tragica realtà e i
suoi retroscena, con l’obiettivo di contribuire allo smascheramento
di coloro che si nascondono dietro questa emergenza sociale.
Realizzato in modo totalmente indipendente, Confini e
dipendenze non ha potuto contare su particolari spinte
distributive ed è dunque passato grossomodo inosservato. Nonostante
ciò, può vantare la presenza di diversi celebri attori,
dichiaratisi interessati al tema e a prendere parte ad un film che
lo affronta con questo vigore.
Grazie al suo arrivo su alcune
piattaforme streaming, Confini e dipendenze è
divenuto uno dei titoli più visti del momento e ciò sta dunque
permettendo una sua riscoperta, a cui consegue una nuova
riflessione sull’emergenza affrontata nel film. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Confini e dipendenze. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Michelle Rodriguez e Armie Hammer in Confini e
dipendenze
La trama e il cast di Confini e dipendenze
La vicenda si svolge negli Stati
Uniti d’America. Sullo sfondo di un’anomala serie di overdose da
farmaci oppioidi, si incrociano tre storie diverse, quella
dell’agente Jake Kelly, infiltrato della DEA
in un’operazione di contrabbando di Fentanyl, quella di
Claire Reimann, architetto che si sta riprendendo
dalla dipendenza da ossicodone e deve affrontare la morte del
figlio e infine quella del professore universitario Tyrone
Brower, ricercatore per un farmaco antidolorifico esente
da dipendenza alternativo all’ossicodone. Per quanto slegate, le
loro vicende si riveleranno in realtà essere più correlate del
previsto.
Ad interpretare quest’ultimo, il
professore Tyron Brower vi è l’attore Gary Oldman, mentre Armie Hammer è l’agente Jake Kelly, della DEA.
Evangeline Lilly interpreta Claire Reimann,
architetto e tossicodipendente in fase di recupero, mentre
Greg Kinnear è Dean Talbot, superiore di Brower
all’Università di Everett. Nel cast si ritrova poi anche Michelle Rodriguez nel ruolo del Supervisore
Garrett, superiore di Kelly alla DEA, Luke Evans nel ruolo del Dr. Bill Simons, un
membro del consiglio di amministrazione della Northlight
Pharmaceuticals e Lily-Rose Depp nel ruolo di Emmie Kelly,
sorella minore di Jake e tossicodipendente.
La storia vera dietro il film
Il film Confini e
dipendenze non è direttamente ispirato ad una vicenda
reale, ma il regista Nicholas Jarecki, anche
sceneggiatore del film, ha però rivelato di essersi basato per la
scrittura della storia su alcuni elementi reali come anche sulla
sua esperienza personale di perdita di persone che conosceva a
causa della dipendenza da oppioidi. Il film esplora infatti i
meccanismi interni e l’emergenza sanitaria indotta dalla crisi
degli oppioidi negli Stati Uniti, in particolare dal
Fentanyl. L’impatto emotivo dei
decessi legati alla droga e il lavoro delle forze dell’ordine per
arginare il traffico di stupefacenti sono dunque tratti da fatti
realmente accaduti.
Jarecki ha parlato con giornalisti
che si sono occupati della crisi degli oppioidi e ha raccolto
informazioni da agenti della narcotici sotto copertura che hanno
scoperto la verità dietro l’abuso di farmaci e gli scienziati delle
case farmaceutiche. La dipendenza, potenzialmente letale, che
colpisce la gente comune, deriva dalle pillole che vengono
prescritte per alleviare il dolore. L’incursione di Jarecki nella
verità che si cela dietro il ruolo delle multinazionali e delle
autorità di regolamentazione lo ha portato a narrare una situazione
in cui gli stessi antidolorifici sono diventati assassini. Un
aspetto narrato anche nel recente romanzo premio Pulitzer
Demon Copperhead, di Barbara
Kingsolver.
Gary Oldman in Confini e dipendenze
La crisi degli oppioidi è iniziata
negli anni ’90, quando le grandi aziende farmaceutiche hanno
commercializzato in modo aggressivo i loro antidolorifici da
prescrizione, rassicurando i medici che gli antidolorifici non
inducevano dipendenza nei pazienti. Con l’impennata dei prezzi dei
farmaci, si sono poi attivati diversi canali illegali che hanno
iniziato a spacciare gli oppioidi, soprattutto la droga sintetica,
il Fentanyl. Dall’inizio del secolo, gli oppioidi da prescrizione
sono stati la presunta causa di morte di oltre 450.000 americani.
Quando le tariffe di prescrizione sono state aumentate per
scoraggiare l’uso incessante di oppioidi, i consumatori hanno
cercato alternative più economiche.
Nel dicembre 2015, l’allora
Presidente Barack Obama autorizzò uno stimolo
finanziario per finanziare la ricerca sugli oppioidi, al fine di
sottrarre la società ai danni dell’epidemia di oppioidi. Nel 2017,
l’ex presidente Donald Trump ha invece dichiarato
la crisi degli oppioidi un’emergenza di salute pubblica. Poco dopo,
diversi Stati hanno intrapreso misure importanti per affrontare il
grave problema. Ancora oggi si tratta di una guerra silenziosa, che
miete migliaia di vittime ogni anno. Solo nel 2022, infatti, si
stimano circa 100 mila morti per overdose da oppiacei.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4
gennaio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Conosciuto a livello mondiale per i
suoi ruoli in film d’azione come Terminator,Last Action Hero o Danni collaterali,
l’attore Arnold Schwarzenegger si è cimentato nel
2015 in un progetto per lui inedito. Questo è
Contagious (qui la recensione), film a tema
zombie dove ricopre il ruolo di un protettivo padre. Un ruolo
drammatico attraverso il quale l’attore ha potuto mettere in mostra
nuovi aspetti della sua personalità, lasciandosi scoprire
attraverso un genere che non sembrava potergli appartenere. A
dirigere il film vi è Henry Hobson, noto
principalmente per la regia di alcuni spot pubblicitari e qui al
suo debutto con un lungometraggio.
Il film, scritto da John
Scott 3, era stato inserito nella nota Black
List, contenente le migliori sceneggiature non ancora adattate
per il grande schermo. Per diversi anni si è cercato di fare in
modo che la sua realizzazione avesse luogo, ma nessuno sembrava
pronto ad investire in un film di genere che si concentra più su
aspetti emotivi che non orrorifici. Venuto a conoscenza del
progetto, però, Schwarzenegger accettò tanto di recitarvi quanto di
svolgere il ruolo di produttore. La sua partecipazione ha così
permesso a Contagious di prendere forma.
Come accennato, non si tratta del
solito horror commerciale, bensì di un film psicologico che esplora
le tematiche dell’abbandono, della paura e di cosa si sarebbe
disposti a fare pur di proteggere i propri cari. Un’opera delicata,
resa struggente in particolare dall’interpretazione dei due
protagonisti. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Contagious
Il film è ambientato in un mondo
dove un virus noto come Necroambulist si sta spargendo
rapidamente in ogni dove, colpendo senza distinzioni. Chi contrae
tale virus è condannato lentamente a trasformarsi in creature
simili a zombie, estremamente pericolose. In tale contesto di morte
e distruzione, la società cerca di andare avanti come può, con la
necessità però di sottostare a rigide leggi marziali al fine di
garantire l’incolumità di coloro che non sono ancora stati
infettati. Da questi pochi individui dipende infatti la salvezza
della razza umana. Tra questi vi sono anche Maggie
Vogel e suo padre Wade. Ben presto, però,
anche i loro tentativi di continuare a vivere in tranquillità
crollano inesorabilmente.
Anche Maggie si ritrova ad essere
contagiata dal virus, ed è solo questione di tempo prima che si
trasformi in una creatura terribile, senza ricordi né emozioni. In
attesa di quel momento inevitabile, suo padre decide di prendersi
cura di lei come può, tenendola in casa al riparo da minacce
esterne. Nell’attesa che il peggio avvenga, Wade si trova però
costretto anche a relazionarsi con i pericoli circostanti e con la
situazione pronta a sfuggire in ogni momento proteggere sua figlia
sarà sempre più complesso. Gli servirà tutto il suo amore di padre
per poter fare ciò che deve essere fatto e di più.
Il cast del film
Come anticipato, nel ruolo del
protettivo padre Wade vi è l’attore Arnold
Schwarzenegger. Dopo aver letto la sceneggiatura,
questi si innamorò profondamente della storia raccontata, tanto da
accettare di recitare nel film senza percepire alcun compenso. Si
tratta inoltre del suo primo film a tema zombie, nonché del film
con il budget più basso di tutta la sua carriera. Attratto dal
potenziale drammatico del suo personaggio, Schwarzenegger si
preparò a lungo per cercare di calarsi quanto più possibile nella
mentalità di questi. La sua struggente performance è inoltre stata
indicata come una delle sue più belle degli ultimi anni, facendogli
guadagnare numerosi riconoscimenti.
Accanto a lui, nel ruolo di sua
figlia, avrebbe originariamente dovuto esserci l’attrice Chloe Grace
Moretz. A causa di altri impegni, però, questa fu
costretta a rinunciare al ruolo, andato poi alla candidata
all’Oscar Abigail
Breslin, celebre per il film Little Miss
Sunshine. Per l’attrice è stato particolarmente importante
rendere realistico il processo degenerativo a cui il suo
personaggio va incontro. Oltre a loro nel film si ritrovano anche
gli attori Joely Richardson, nei panni della
matrigna Caroline Vogel, e Aiden Flowers e
Carsen Flowers in quelli dei fratellini più
piccoli Bobby e Molly Vogel. Questi ultimi, entrambi alla loro
prima esperienza cinematografica, vennero scelti proprio in quanto
veri fratelli.
Nel finale del film, Wade conduce
Maggie in un bosco e le mostra un giardino di margherite che fu
piantato da sua madre per lei. È l’unica cosa che Wade può mostrare
a Maggie per cercare di risollevarle l’umore e le giura di non
farla portare via da nessuno: Maggie allora supplica suo padre,
dicendogli che quando sarà il momento di morire vuole che sia lui a
farlo e nessun altro. Ritornati a casa, Wade riceve un’ultima
visita da parte del dottor Vern che consiglia a Wade di usare il
fucile. Ben presto, la ragazza è ormai quasi completamente
trasformata.
Il mattino dopo Wade se ne sta
seduto sulla poltrona armato di fucile, che però è privo della
pallottola. Maggie vede suo padre (che finge di dormire) e si
avvicina chinandosi ad annusarlo. Inaspettatamente, la ragazza lo
bacia sulla fronte e tornando al piano di sopra raggiunge il punto
più alto della casa. Wade si alza dalla poltrona ma prima che possa
raggiungere la figlia, Maggie salta dal tetto mentre i suoi occhi
diventano completamente neri. Nei suoi ultimi istanti di vita,
Maggie ha un flashback della sua infanzia con sua madre ancora
viva, e l’ultimo ricordo che ha è mentre coglie una margherita.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Contagious è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes,
Infinity+, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
4 gennaio alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Cosa succede quando uno
sperimentatore del cinema incontra un’opera letteraria di
indiscutibile valore concettuale e spirituale? La risposta arriva
nelle sale cinematografiche, a partire dal 9 gennaio, grazie a
Eagle Pictures. Arriva infatti al cinema
Here (qui
il trailer), di Robert Zemeckis, adattamento
dell’omonimo fumetto di Richard McGuire. Il
risultato è un’operazione tecnicamente impegnativa, che da una
parte ha spinto Zemeckis a ragionare sul cinema in maniera inedita
e allo stesso tempo gli ha concesso di fare una riflessione sulla
vita, limitatamente a un solo luogo nell’arco di un tempo
lunghissimo.
Here è un film sulla
memoria dei luoghi
Protagonisti del film,
Tom Hanks e Robin
Wright, che Zemeckis aveva già diretto, giovani e
belli, inForrest
Gump. Il regista, ringiovanendo e invecchiando i due
attori, racconta la storia di una coppia, di una famiglia, che vive
in un posto che esisteva prima di loro e prima di loro è stato
foresta, prateria, cantiere, casa coloniale, villetta a schiera, e
tutta una serie di passati e presenti che si susseguono senza
linearità, ma si sovrappongono, tutti raccontati dallo stesso punto
di vista, un angolo del soggiorno. E lo spettatore diventa
testimone costante dello scorrere del tempo in quella stanza, con
il mondo fuori da una finestra.
Here di Robert Zemeckis – Credits Eagle Pictures
Con riquadri sovrapposti
all’immagine e il montaggio firmato da Jesse
Goldsmith, il film abbraccia secoli di storia americana,
dall’era dei dinosauri fino al presente segnato dal Covid. In
questo spazio si intrecciano le vite di diverse famiglie, in
particolare quella di Richard (Tom Hanks) e
Margaret (Robin Wright). Richard è un pittore
costretto a sacrificare i suoi sogni per scendere a compromessi con
le urgenze della vita, mentre Margaret si ritrova stanca di una
casa che è al tempo stesso rifugio e prigione, in una vita che le
ha chiesto troppo presto di sacrificare le sue ambizioni, che le è
fuggita tra le mani senza che lei se ne accorgesse, come ci rivela
in una toccante scena del film (e come troppo spesso accade nella
vita reale).
Un viaggio non lineare
nel tempo
Il film, il cui
adattamento dal fumetto è firmato dallo stesso Zemeckis insieme a
Eric Roth (Forrest Gump),
è una celebrazione del cinema come arte che unisce tecnica e
storytelling. Utilizzando uno sguardo fisso, teatrale, ci invita a
osservare come il tempo e gli eventi modellino lo spazio e le vite
che lo abitano, riducendolo a un unico angolo di mondo che affronta
lo scorrere del tempo, delle epoche, degli arredi, degli stili.
Here è un trattato sull’umanità. La casa,
protagonista silenziosa, è lo specchio delle trasformazioni della
società americana e delle vite che vi si intrecciano.
Dagli arredi anni
Cinquanta alle mascherine del Covid, ogni dettaglio riflette
un’epoca e una mentalità, mettendo in luce quanto il progresso
tecnologico influenzi la nostra concezione dello spazio domestico e
della memoria. L’espediente della camera fissa, che richiama le
origini del dispositivo cinematografico, trasforma la scenografia
in sceneggiatura e viceversa, offrendo un’esperienza immersiva che
cattura l’attenzione emotiva dello spettatore. Questa fissità
concentrata si stravolge poi con un finale di grande eleganza
cinematografica che celebra la circolarità della storia umana, un
ciclo di eterno ritorno.
Here di Robert Zemeckis – Paul Bettany e Kelly Reilly – Credits
Eagle Pictures
Zemeckis: artigiano
curioso, genio inventore
Con
Here, Robert Zemeckis dimostra
ancora una volta di essere un autore geniale, capace di mescolare
tecnica avanzata e storytelling emozionale, andando sempre a
esplorare territori insoliti che gli consentono di forzare il
linguaggio cinematografico per dare vita a qualcosa di nuovo: un
inventore costantemente curioso e disposto a mettersi in gioco, un
visionario che riesce a vedere possibilità di racconto dove nessun
altro riesce. Il regista arricchisce la sua filmografia di una
intensa riflessione sul mondo e sullo scorrere del tempo, e si fa
anche invenzione linguistica per la settima arte che, nonostante
sia sulla soglia dei 130 anni, continua a affascinare, stupire e
intrattenere.
Pur rinunciando ai
segmenti ambientati nel futuro che rendevano ancora più potente il
concetto ideato e sviluppato da Richard McGuire
nel suo fumetto, l’aspetto interessante di Here è
proprio la riflessione filosofica sul nostro rapporto con lo spazio
e il tempo. Attraverso il linguaggio della camera fissa, Zemecckis
pone lo spettatore al centro di un racconto che scorre nel tempo
(non nello spazio) davanti a lui e gli consente di giocare con il
suo senso di prospettiva, trasformando ogni finestra, ogni schermo,
ogni riquadro in sovrimpressione in un frammento di realtà che ci
riposiziona nel nostro mondo.
Here di Robert Zemeckis – Tom Hanks e Robin Wright – Credits Eagle
Pictures
Il film è una meditazione
sulla memoria e sull’oblio, un’esplorazione del rapporto tra l’uomo
e il suo ambiente. Here si spinge anche oltre,
integrando la tecnologia per offrire una visione del futuro del
cinema. In quest’ottica, l’uso del de-aging non è un semplice
trucco visivo, ma una parte integrante della narrazione, che
riflette le trasformazioni interiori ed esteriori dei personaggi
che attraversano il tempo.
In Here,
la casa al centro della storia diventa un luogo universale, dove si
consumano infinite esistenze e dove ognuno di noi può
rispecchiarsi. Zemeckis riafferma la sua grandezza, troppo spesso
dimenticata, e offre al suo pubblico un’esperienza di cinema allo
stato puro: una celebrazione della vita, che stimola i piani
emotivi e mentali dello spettatore.
Ritorna sullo schermo una delle
coppie dell’animazione più amate di sempre,
Wallace e Gromit, ovvero
l’inventore pasticcione e il suo fidato cagnolino sempre pronto a
riparare ai guai del suo padrone. L’occasione è il secondo
lungometraggio a loro dedicato, Wallace e Gromit – Le piume
della vendetta (il cui titolo originale è il più simpatico
Vengeance Most Fowl), realizzato per
Netflix
a quindici anni di distanza da Wallace e Gromit – La
maledizione del coniglio mannaro, vincitore del premio
Oscar come Miglior film d’animazione. Alla regia vi è come sempre
Nick Park,
accompagnato però stavolta da Merlin
Crossingham.
Proprio per i tanti riconoscimenti
ottenuti nel tempo, si tratta dell’IP più popolare della
Aardman Animation, che negli anni ha dato vita
anche ad opere come Galline in fuga, I
primitivi e Shaun, vita da pecora – Il film. Opere caratterizzate
dai personaggi realizzati in plastilina, perfettamente malleabili
per assumere forme e dimensioni di ogni genere, stupendo
continuamente grazie ad un’animazione divenuta ormai un marchio di
fabbrica. E proprio richiamando i primi lavori della Aardman,
questo nuovo lungometraggio è un sequel del cortometraggio del 1993
(anch’esso premiato con l’Oscar) dal titolo I pantaloni
sbagliati.
La trama di Wallace e Gromit – Le piume della
vendetta
In questo nuovo capitolo, la
preoccupazione di Gromit che
Wallace stia diventando troppo dipendente dalle
sue invenzioni si dimostra giustificata quando il suo padrone
pasticcione inventa uno gnomo “intelligente” che sembra sviluppare
una mente propria: Norbot. Ben presto, questa
nuova presenza mette in ombra il ruolo di Gromit all’interno della
casa, ma quando il diabolico pinguino Feathers
McGraw torna in cerca di vendetta, toccherà proprio a
Gromit lottare contro le sinistre forze scatenatesi e salvare il
suo padrone… o Wallace potrebbe non inventare più niente!
Per un franchise con protagonista un
inventore, non essere al passo con i tempi sarebbe un vero crimine!
Ecco dunque che l’ovvio sviluppo per questo nuovo lungometraggio
della Aardman Animations è quello di inserire
l’intelligenza artificiale, sempre però nello stile comico che ha
reso celebri Wallace e Gromit. 32 anni dopo quel
gioiello animato di 30 minuti che è I pantaloni
sbagliati, facciamo dunque la conoscenza dello gnomo
Norbot, che è solo la più recente di una serie di intelligenze
artificiali che, per via di agenti esterni, si riprogrammano su un
comportamento cattivo.
Come la M3GAN del film omonimo, anche in questo caso tale presenza
diventa l’occasione – in questo caso comica – per riflettere
sull’abuso di queste tecnologie, sui loro possibili pericoli e
sulla nostalgia per una vita “analogica”, di cui Gromit cerca
invece di farsi custode tra le tante invenzioni superflue del suo
sbadato padrone. Al di là della vicenda principale – la vendetta di
Feathers McGraw – il film si muove dunque tra
questi due poli, raccontando il tutto insieme ad un altro scontro
che si svolge in modo forse meno esplicito, ovvero massiccio
supporto della CGI che sovrasta la tradizionalità della materia e
dell’animazione in stop motion.
I primi lavori della Aardman si sono
distinti proprio per questa loro peculiare tecnica animata, che
anche nelle forme più grezze riusciva a sorprendere e incantare.
Vederla oggi stemperata dal supporto della CGI, per quanto
comprensibile (dati i costi e i tempi di lavoro richiesti dalla
pura stop motion) dispiace, anche se fortunatamente non tutto
l’incanto si perde per strada. È però indubbiamente interessante
come il film affronti il tema della tecnologia attraverso questi
due discorsi, un po’ come a suo tempo faceva Toy Story(primo film
interamente realizzato in CGI) con il tradizionale Woody e il
futuristico Buzz Lightyear.
Un film che si muove tra mancanze e idee brillanti
In un panorama di opere d’animazione
che sempre più tendono al fotorealismo, è però un bene che ci siano
ancora film come questo (o Il
robot selvaggio e Flow – Un mondo da salvare) che ci ricordano la
bellezza dell’animazione che si lascia andare alle imperfezioni per
far emergere il proprio cuore pulsante. Un cuore che, però, in
Wallace e Gromit – Le piume della vendetta è in
parte troppo legato proprio a I pantaloni
sbagliati, di cui ripropone diverse dinamiche (ad esempio,
il processo di risveglio di Wallace), che strappano ancora oggi
sorrisi, ma senza apportare anche qualche necessaria nuova trovata
al tutto.
Ad inficiare parzialmente sul
risultato finale c’è anche la sensazione di non assistere ad un
adeguato numero di gag e battute tali da giustificare il formato
lungometraggio, ma fortunatamente si arriva ad un finale su larga
scala che, citando grandi classici dell’azione, si apre ad una
serie di scenari intriganti oltreché emozionanti. Certo, manca una
sequenza capolavoro come quella dell’inseguimento nel trenino
elettrico in I pantaloni sbagliati, ma una serie
di altre azzeccate intuizioni di messa in scena permettono comunque
al film di arrivare al suo risultato, intrattenendo e divertendo.
Il carisma dei due protagonisti, ovviamente, fa il resto.
Batman ha fatto la
sua
prima apparizione ufficiale nel DCU, con un
breve cameo che dimostra quanto
James Gunn conosca veramente il Cavaliere Oscuro. Gunn, ora al
timone dei DC Studios insieme a Peter Safran, è
stato incaricato di rilanciare il futuro del DCU. L’universo rinnovato ha svelato il
Superman del DCU e ha finalmente offerto un primo
sguardo al Crociato Incappucciato, con una breve apparizione
nell’episodio 6 di Creature
Commandos.
Prima puntata del DCU Chapter One: Gods and Monsters,
Creature Commandos offre un tono nuovo al
DCU, esplorando personaggi eccentrici e
meno conosciuti. Questa serie animata si concentra su una squadra
di agenti soprannaturali, mescolando umorismo, orrore e azione.
Tuttavia, uno dei momenti più elettrizzanti è stato l’inserimento
del Crociato di Gotham, che ha segnato la prima apparizione
ufficiale del
nuovo Batman nel DCU.
Batman appare in Creature
Commandos
Nell’episodio 6 di Creature
Commandos, “Priyatel Skelet”, la storia si addentra
nell’agghiacciante passato del Dottor Phosphorus. Un tempo
scienziato nucleare al servizio del boss mafioso Rupert Thorne, la
vita del Dottor Phosphorus prende una svolta oscura quando viene
tradito, la sua famiglia uccisa, e subisce un incidente
catastrofico. Questa trasformazione lo spinge a vendicarsi,
uccidendo Thorne e prendendo il controllo del suo impero criminale.
L’apice dell’arco narrativo si raggiunge durante una sequenza di
ballo bizzarra e memorabile.
Quando le luci sfarfallano
improvvisamente e la corrente si interrompe, la stanza piomba
nell’oscurità. In un momento di suspense sapientemente realizzato,
Batman viene rivelato. In omaggio ai titoli di testa di
Batman: The Animated Series, la sua sagoma appare
per prima, per poi essere illuminata da un fulmine. Si tratta di un
momento sbalorditivo che sottolinea lo status di Batman come
creatura della notte e maestro della paura.
Il cameo di Batman in Creature
Commandos dimostra che James Gunn ne capisce sul Cavaliere
Oscuro
Il regista statunitense James
Gunn arriva alla premiere di Los Angeles della Warner Bros.
‘The
Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a
Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di
imagepressagency – DepositPhotos
La breve apparizione di Batman in
Creature Commandos racchiude tutto ciò che gli
spettatori amano del personaggio. La sua minacciosa introduzione,
emergendo dall’ombra, si allinea perfettamente con l’essenza del
Cavaliere Oscuro: una figura che si nutre della paura dei suoi
nemici. Questa comprensione della psicologia di Batman dimostra che
Gunn ha colto l’identità del personaggio.
Il cameo rivela anche dettagli
cruciali sul design del nuovo Batman del DCU. I suoi occhi bianchi, che ricordano le
rappresentazioni dei fumetti, suggeriscono un approccio più
classico e stilizzato. Le orecchie da pipistrello più corte e il
lieve accenno a una combinazione di colori blu e grigio evocano la
nostalgia per le interpretazioni iconiche del personaggio.
Suggerisce un allontanamento
dall’estetica corazzata e completamente nera dei film recenti.
Intrecciando questi elementi in un debutto animato, Gunn costruisce
un’anticipazione per l’introduzione completa di Batman in
live-action, pur rimanendo fedele al suo mito. In pochi secondi, il
cameo di Batman in Creature Commandos rassicura
che l’eredità del Cavaliere Oscuro è in mani capaci sotto la guida
di James Gunn.
C’è una grande quantità di intrighi
intorno a The
Fantastic Four: First Steps, in particolare per
l’azione ambientata in un’altra realtà. La natura della
Saga del Multiverso significa che la Prima Famiglia Marvel viaggerà nella Sacra Linea
Temporale, ma prima dovrà affrontare Galactus e Silver Surfer.
Si è parlato molto della
possibilità che Galactus sia un cattivo del Multiverso. Abbiamo
anche sentito che Franklin Richards sarà legato al personaggio e
probabilmente una parte importante di ciò che porta i Fantastici
Quattro sulla Terra-616 in Avengers:Doomsday grazie alle sue potenti
abilità mutanti.
Oggi, abbiamo qualche nuova
informazione da parte dello scooper @MyTimeToShineH su dove
troveremo gli eroi quando inizierà The Fantastic Four: First
Steps. L’autrice afferma che “la squadra si
scioglie dopo la nascita di Franklin Richards, ma si riunisce
quando Silver Surfer arriva sulla Terra per avvertirli di
Galactus”.
In precedenza è stato riferito che
un montaggio ci mostrerà le precedenti avventure dei Fantastici
Quattro (e molti dei loro nemici più iconici), per poi rivelare che
non sono più una squadra e che il loro status di celebrità ha
subito un duro colpo.
Con i Marvel Studios che hanno saltato la storia
delle origini inThe Fantastic Four: First Steps,
ha senso riprendere gli eroi dopo il loro scioglimento. Perché?
Beh, se non li vedremo riunirsi per la prima volta, vederli mettere
da parte le loro differenze per ricomporsi sarà la cosa migliore e
molto divertente.
Dopotutto, proprio come nei
fumetti, quale modo migliore per farli tornare insieme se non
quello di metterli contro il Divoratore di Mondi?
“È stato davvero
umiliante”, ha dichiarato l’attore di Galactus Ralph
Ineson in una recente intervista. “Quando l’hanno
annunciato, mi sono chiesto: ‘Come andrà a finire?’, perché c’erano
un sacco di grandi nomi che erano stati coinvolti.Mi aspettavo che la gente dicesse: “Scusa, chi?” È stato
bello e molto commovente”.
“Mi ha dato molta fiducia
nell’affrontare il lavoro, ad essere sincero, sapendo che sembra
che ci sia una grande porzione di fan a cui piace l’idea che io lo
faccia”, ha aggiunto.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Fantastic Four: First Steps
Il film The
Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Captain America: Brave New World è stato
sottoposto l’anno scorso a quelli che, secondo molti, sono stati
dei significativi restyling. Se i soliti sospetti devono essere
creduti, i Marvel Studios hanno tagliato completamente o
ridotto significativamente il ruolo svolto dalla Società del
Serpente.
Almeno due membri del gruppo sono
stati avvistati durante le riprese: Rosa Salazar (Alita:
Battle Angel) e la Superstar della WWE Seth Rollins.
Lasciarli in disparte sembra estremo e possiamo solo ipotizzare che
qualcosa nell’inclusione della Società nel film non
funzionasse.
Tuttavia, con
Giancarlo Esposito nel ruolo del leader del gruppo, Sidewinder,
ci aspettiamo di vedere qualcosa della Serpent Society nel
prossimo film di Captain America.
In un articolo in cui si parla
dell’ingresso della Salazar nel cast di Einstein della NBC,
Variety conferma che “la Salazar apparirà nel prossimo
film della Marvel ‘Captain America:Brave New World“ nel ruolo di Rachel Leighton, alias
Diamondback, il cui debutto è previsto per febbraio”.
Sospettavamo da tempo che fosse
così, ma è la notizia più vicina a un annuncio ufficiale del suo
ruolo nel MCU.
L’anno scorso è stato riportato che
in un primo montaggio di Captain America:Brave New
World, la Società dei Serpenti era composta da Diamondback,
Constrictor, Rattler, Asp e Cobra, tutti con tatuaggi segmentati
che si aprivano per rivelare potenziamenti cibernetici. Questa
parte è un po’ vaga, ma il leak ha rivelato che, insieme, avrebbero
dato vita al “Serpent”.
Diamondback poteva sparare
proiettili dalle dita, Rattler aveva poteri da boom sonico,
Constrictor scatenava bobine cariche dalle braccia, Asp aveva pugni
di fuoco e Cobra poteva sputare acido dalle zanne.
Speriamo che Salazar abbia un ruolo
decente in Captain America:Brave New World
insieme al resto della Serpent Society, perché c’è una tonnellata
di potenziale per la squadra di cattivi nel MCU oltre a questo film.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.
Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato
come uno dei titoli più importanti della Fase
5. Anthony Mackie ha recentemente dichiarato
che questo film è “10 volte più grande” della sua
serie Disney+ e ha parlato
della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono
in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi
militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più
amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui
non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Bill Skarsgård rivela quali sono state le
sfide affrontate durante le riprese
del finale di Nosferatu.
L’adattamento di Robert Eggers racconta il classico racconto gotico
dell’ossessione del conte Orlok (Skarsgård) per una giovane donna,
Ellen (Lily-Rose
Depp). Il cast di Nosferatu comprende
Skarsgård, Depp, Nicholas Hoult, Willem Dafoe, Emma Corrin
e Ralph Ineson. Il nuovo adattamento è stato
acclamato dalla critica e sta ottenendo buoni risultati al
botteghino. Al momento in cui scriviamo, il film ha incassato oltre
56 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando così uno dei
film horror di maggior incasso del 2024.
Parlando con CinemaBlend, Skarsgård ha parlato delle difficoltà
incontrate nel girare il finale di Nosferatu. L’attore del
Conte Orlok ha descritto l’enorme quantità di protesi che ha
indossato per interpretare il vampiro titolare: “coperto di
lattice, tutto il corpo”. Durante le riprese della scena
finale, il team ha dovuto fare 30 riprese.
Skarsgård era esausto perché ha iniziato a sudare
attraverso gli strati di trucco. Il sudore ha persino
“creato questa bolla gigante sul [suo] stomaco”. Guarda la
citazione completa qui sotto:
Per quanto riguarda il
sudore?Non sul viso.Non c’era nulla sul viso.Tutto è come se fossi ricoperto di lattice, su tutto il
corpo.L’unica superficie di ME sono i miei occhi e le
piante dei piedi.Era l’unica cosa.Tutto era
coperto.E quando abbiamo girato il finale, il momento
conclusivo del film, abbiamo fatto 30 riprese.Senza
rovinare tutto, si tratta di una performance fisica molto
intensa.Sei completamente esausto e stai sudando.E
siccome il sudore non poteva uscire da nessuna parte, si è creata
una bolla gigante sul mio stomaco, che ha iniziato a crescere come
un tumore.Ha iniziato a crescere come un tumore.E
poi, tra una ripresa e l’altra, hanno dovuto bucarla.… E
poi, sopra a tutto questo, sangue finto, sudore e saliva.Era un pasticcio cruento.
Cosa significa questo per
Nosferatu
Lily-Rose Depp è Ellen Hutter in ‘Nosferatu’. Crediti foto: FOCUS
FEATURES
Il
finale di Nosferatu vede il vampiro di Skarsgård
recarsi a casa di Ellen per un’ultima volta. In un momento tanto
violento quanto appassionato, Orlok tiene Ellen ferma sul
letto mentre si nutre di lei, succhiandole il sangue dal
petto. Questo è il “sangue finto” che Skarsgård descrive e
che è abbondante in questa sequenza finale. Sebbene Ellen abbia
ceduto a Orlok, è anche lei a provocarne la morte, attirandolo in
casa poco prima dell’alba. Quando la luce del sole inonda la stanza
di Ellen all’alba, il vampiro cattivo si scotta, appassisce e muore
sopra Ellen.
Questa sequenza finale è altamente
emotiva, ma il racconto di Skarsgård fa da intrigante
contraltare alla difficoltà degli aspetti tecnici. Data la
quantità di protesi ed effetti pratici utilizzati nella sequenza,
ha senso che la produzione abbia dovuto girare la scena così tante
volte. L’esecuzione contrasta con il film originale
Nosferatu del 1922. Anche il Conte Orlok di Max Schreck
viene mostrato mentre succhia Ellen, ma non risuona con le stesse
potenti emozioni e immagini della versione di Eggers. La tecnologia
aggiornata gioca un ruolo fondamentale nell’elevare la scena
rispetto al film muto, il che significa anche maggiori
considerazioni tecniche.