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The Last of Us – stagione 2 debutterà ad Aprile 2025, ecco un teaser trailer!

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Il mese di uscita della seconda stagione di The Last of Us è stato rivelato in un nuovo teaser trailer. La stagione 1 è uscita nel 2023 ed è stata accolta con favore dalla critica, anche per l’interpretazione di Pedro Pascal nel ruolo di Joel e di Bella Ramsey in quello di Ellie. La storia di The Last of Us – stagione 2 continuerà a seguire Joel ed Ellie, ma si concentrerà anche su un nuovo personaggio, Abby (Kaitlyn Dever). La seconda stagione è già stata confermata per l’uscita nel 2025, ma non è ancora stata annunciata una data o un mese specifico.

Max ha ora pubblicato un nuovo teaser trailer che rivela che la seconda stagione di The Last of Us debutterà ad aprile. Oltre al mese di uscita, vengono mostrati Joel (Pedro Pascal), Ellie (Bella Ramsey), Abby (Kaitlyn Dever), il nuovo personaggio di Jeffrey Wright, Isaac, e il ritorno del fratello di Joel, Tommy (Gabriel Luna). Anche gli infetti sono presenti, compresa un’inquadratura in cui si lanciano contro le mura di protezione di una comunità. Guardate il trailer qui sotto:

Nel teaser si vede per la prima volta Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby, un personaggio nuovo per lo show ma che ha avuto un ruolo chiave nella serie di videogiochi “The Last of Us”. “Non importa se hai un codice come me”, dice dopo averla vista camminare lungo un corridoio buio, con la pistola in mano. “Ci sono cose che tutti concordano sul fatto che siano sbagliate”.

Cosa significa per The Last Of Us

The Last Of Us stagione 2

L’attesa per la seconda stagione è quasi finita

L’annuncio del mese di uscita conferma che l’attesa per la seconda stagione diThe Last of Us non sarà molto lunga. Era possibile che la serie finisse per debuttare nella seconda metà del 2025, ma ora mancano solo tre mesi alla sua ripresa. Mentre chi ha giocato ai videogiochi sa cosa succede a Joel ed Ellie dopo il finale della stagione 1 di The Last of Us, molti spettatori aspettano da due anni di scoprire cosa succederà dopo.

Tuttavia, come si è visto con la stagione 1, in particolare con l’emozionante storia di Bill (Nick Offerman) e Frank (Murray Bartlett), ci saranno sorprese in serbo per tutti gli spettatori, rendendo il mese di uscita confermato ancora più allettante. L’avvicinarsi dell’uscita della seconda stagione è una buona notizia anche per Max, che con la seconda stagione di The Last of Us è probabilmente il suo show più importante dopo il finale della seconda stagione di House of the Dragon dello scorso agosto. Il tanto atteso ritorno della serie porterà probabilmente a un aumento significativo degli abbonamenti ad aprile.

Grease: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Grease: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Considerato ancora oggi come il musical di maggio successo nella storia del cinema, Grease arrivò nelle sale di tutto il mondo nel 1978, dando vita ad un fenomeno mai passato di moda. Diretto da Randal Kleiser, questo è basato sull’omonimo spettacolo di Jim Jacobs e Warren Casey. Divenuto uno grandissimo successo a Broadway, l’arrivo sul grande schermo non fece che confermarne la popolarità a livello mondiale grazie alle sue canzoni, alle tematiche e ai suoi protagonisti. Il film contribuì infatti a lanciare definitivamente le carriere di John Travolta e Olivia Newton-John.

Con un budget di soli 6 milioni di dollari, il film arrivo ad incassarne a livello mondiale oltre 394, affermandosi come il titolo più visto della sua stagione. L’incredibile successo di pubblico è stato accompagnato anche da un particolare favore di critica, la quale elogiava le energiche coreografie come anche le tematiche. Queste sono infatti insolite per un musical pensato per un ampio pubblico, comprendendo problematiche con la gravidanza adolescenziale e la violenza tra le bande. Fu però proprio la capacità di trattare queste in modo grossomodo leggero a conferire al film ulteriori elementi di fascino.

Tale popolarità ha portato nel 1982 alla realizzazione di un sequel, intitolato Grease 2, il quale però presenta un cast differente. Mancando questo, il titolo non ottenne il successo del suo predecessore. Ciò che rende l’originale unico, infatti, è il cast di attori, tra cui vi è un evidente e fortissima chimica, come anche i brani musicali entrati di diritto nell’immaginario collettivo. Numerose sono ancora oggi le curiosità da scoprire sul film, molte delle quali relative proprio a tali due elementi. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire le principali tra queste, come anche dove è possibile trovare il film in streaming.

John Travolta, Jeff Conaway, Barry Pearl, Michael Tucci e Kelly Ward in Grease
John Travolta, Jeff Conaway, Barry Pearl, Michael Tucci e Kelly Ward in Grease. © 1978 – Paramount Pictures

 

La trama di Grease – Brillantina

Al centro della trama di Grease vi è il magico e romantico incontro tra l’affascinante Danny Zuko e la timida Sandy Olsson. Incontratisi durante una vacanza, quella tra loro sembrava destinata a rimanere una breve storia d’amore estiva, poiché al termine di questa la ragazza farà ritorno in Australia, dove è nata e cresciuta. Tutto cambia nel momento in cui invece Sandy rimane negli Stati Uniti per frequentare proprio la scuola dove va anche Danny. Nel momento in cui rincontra il ragazzo che l’ha fatta innamorare, Sandy si accorge però di come questi sia profondamente diverso da come lo credeva. Danny ha infatti una reputazione da duro, e con la sua banda chiamata Thunderbirds non sembra avere tempo da perdere con lei.

Di conseguenza, Sandy stringe amicizia con un gruppo di ragazze capitanato da Betty Rizzo, la quale le insegna a vivere secondo uno stile più libertino. Ciò che Sandy non sa, è che Danny è profondamente rammaricato per averla trattata male, e cerca in tutti i modi di farsi perdonare e riconquistarla. Prima che il loro amore possa compiersi, però, i due dovranno andare incontro a numerosi ostacoli, tra i problemi a scuola agli scontri con bande rivali. L’avvicinarsi della termine delle lezioni e del classico ballo di fine anno sarà per Danny l’occasione di dimostrare a Sandy tutto il suo amore, abbandonando così il ruolo da duro fino a quel momento interpretato.

Il cast del film

Come già accennato, motivo di grande fascino del film sono gli attori che vi hanno preso parte, capaci di conferire il giusto carisma ai personaggi principali, oggi divenuti iconici. Per il ruolo di Danny Zuko, ad esempio, è impensabile immaginare un volto diverso da quello di John Travolta. Eppure, originariamente il ruolo era stato offerto ad Henry Winkler, divenuto famoso in quegli anni per il ruolo di Fonzie in Happy Days, che presentava diverse somiglianze con il personaggio di Danny. Winkler però rifiutò la parte, che venne allora affidata a Travolta. Questi iniziò le riprese quattro giorni dopo aver completato quelle di La febbre del sabato sera, e si trovò così a vivere un periodo estremamente fortunato della propria carriera.

Olivia Newton-John, invece, recita nel ruolo di Sandy. Prima di tale film, ella era nota principalmente come cantante, e non aveva recitato che in pochi film. I produttori decisero allora di farle sostenere un provino insieme a Travolta, al fine di valutare la chimica di coppia tra di loro. Questo si rivelò particolarmente positivo, e fu così che la parte le venne affidata. Jeff Conaway è invece l’interprete di Kenickie, braccio destro di Danny. Per poter interpretare il ruolo, all’attore venne richiesto di cercare di apparire più basso rispetto a Travolta, così da far risaltare quest’ultimo. Infine, la pluripremiata Stockard Channing interpreta la grintosa Betty Rizzo, uno dei personaggi più amati del film. Al momento di doversi calare nei panni di questa, l’attrice aveva trentaquattro anni, e dovette essere truccata affinché potesse sembrare un’adolescente.

John Travolta e Olivia Newton-John nel finale di Grease
John Travolta e Olivia Newton-John nel finale di Grease. © 1978 – Paramount Pictures

Le canzoni del film Grease

Spesso ricordata come una delle colonne sonore più celebri del cinema, tutti hanno almeno una volta cantato le canzoni presenti nel film. Pubblicata come disco parallelamente all’uscita del film, questa è rimasta per diverse settimane al primo posto delle classifiche in molti paesi. Particolarmente celebri sono ancora oggi brani come Summer Nights, Look at Me I’m Sandra Dee, There Are Worse Things I Could Do, Sandy, You’re the One That I Want e We Go Together, su cui si chiude il film. Ad affermarsi più di tutti fu però il brano cantato dalla Newton-John intitolato Hopelessly Devoted to You, il quale ricevette anche una nomination al premio Oscar come miglior canzone originale.

La spiegazione del finale del film

Una popolare teoria dei fan su Grease offre una macabra spiegazione per il finale: Sandy è annegata all’inizio del film. Secondo questa teoria, l’intero Grease è quindi un’elaborata sequenza di fantasia che si svolge durante il coma di Sandy e che termina con la sua morte alla fine del film. La teoria parte dalla battuta di Danny “le ho salvato la vita, è quasi annegata” e ipotizza che Danny non sia riuscito a salvare la vita di Sandy e che il resto del film sia essenzialmente la realizzazione di un desiderio di Sandy. La teoria suggerisce anche che la famigerata auto volante rappresenti quindi la morte della regazza e la sua ascesa al cielo, anziché un simbolico lieto fine per lei e Danny. Questo spiegherebbe anche il motivo per cui Sandy e Danny non sono tornati in Grease 2.

La teoria è nel tempo divenuta così popolare che il creatore di Grease, Jim Jacobs, è dovuto intervenire per smentirla. Anche se probabilmente non rappresenta Sandy che va in paradiso, questa conclusione rappresenta comunque un lieto fine per entrambi i personaggi. Grease non è tanto uno sguardo realistico sugli studenti della Rydell High, quanto piuttosto uno sguardo nostalgico filtrato attraverso lenti rosa, e la conclusione del film con i personaggi che volano verso il tramonto rafforza questo tema. Anche se l’auto volante sembra fuori luogo in un film altrimenti quasi realistico, volare insieme verso il tramonto e abbracciare le opportunità del futuro è il finale perfetto per Grease.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di una delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Grease è infatti presente all’interno di Rakuten TV, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per poter usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per lunedì 6 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Here e Ritorno al Futuro: la sfida tra de-aging e trucco prostetico

Here di Robert Zemeckis uscirà il 9 gennaio al cinema e offre la possibilità di confrontare questo lavoro con uno dei più famosi del regista americano: Ritorno al Futuro. Mentre Robert Zemeckis ha diretto tutti i tipi di film amati come Chi ha incastrato Roger Rabbit, Forrest Gump e Cast Away, Ritorno al futuro è probabilmente l’opera più popolare e influente del regista. Le impronte digitali di Ritorno al futuro sono ancora visibili 39 anni dopo l’uscita del film, con un aspetto di Here che richiama l’iconico film sui viaggi nel tempo.

Here del 2024 è il nuovo film del regista Robert Zemeckis, in cui il regista torna a dirigere Tom HanksRobin Wright come aveva fatto in Forrest Gump. Here è incentrato su una singola casa che viene mostrata nel corso dei decenni, sempre dallo stesso punto di vista. Il film utilizza solo un’angolazione della telecamera per tutta la sua durata, rendendo l’esperienza visiva davvero unica. Dal momento che i protagonisti del film attraversano diversi decenni, Zemeckis ha utilizzato l’ormai consolidata tecnica che de-aging per Hanks e Wright, a differenza di quanto invece fatto in Ritorno al Futuro, dove si è affidato al trucco prostetico.

Tecniche diverse per lo stesso obbiettivo

Ritorno al Futuro - Parte II cast
Michael J. Fox e Tom Wilson in Ritorno al futuro – Parte II. © Universal Studios – All Rights Reserved.

I personaggi di Tom Hanks e Robin Wright sono visti come studenti delle superiori e continuano ad apparire finché non sono anziani, con il film che deve mostrare come appaiono dopo i cambiamenti che si sono verificati nel corso della metà di un secolo. Here tenta di far sembrare Hanks e Wright più giovani di quanto non siano in realtà per la stragrande maggioranza del film, e solo in poche scene la tecnologia di invecchiamento viene usata per far sembrare gli attori più vecchi.

Questa non è la prima volta che Robert Zemeckis tenta di cambiare l’età degli attori, con il caso più famoso di Ritorno al futuro. Tuttavia, nel classico del 1985 e nei suoi due sequel, gli attori sono ricoperti di effetti di invecchiamento prostetici. Gli effetti usati per far sembrare più vecchi attori come Christopher Lloyd, Lea Thompson, Crispin Glover e Thomas F. Wilson sono alcune delle parti più acclamate del film, dato che il trucco di Ritorno al futuro che è stato rivoluzionario negli anni ’80 e ’90.

Gli effetti di invecchiamento di Ritorno al futuro sono superiori alla tecnologia anti-invecchiamento di Here

Here di Robert Zemeckis – Tom Hanks e Robin Wright – Credits Eagle Pictures

Nonostante Here abbia avuto quasi quattro decenni per migliorare le tecniche usate in Ritorno al futuro, gli effetti di invecchiamento nel film del 1985 di Robert Zemeckis sono ancora efficaci a schermo. Here e Ritorno al futuro affrontano i loro effetti di invecchiamento in modi molto diversi, Here usa la sua tecnologia di invecchiamento per far sembrare gli attori più giovani per la maggior parte del film, mentre Ritorno al futuro usa il suo trucco per far sembrare gli attori più vecchi. L’approccio di Ritorno al futuro è di gran lunga superiore, poiché, sebbene utilizzato con parsimonia, è molto più convincente degli effetti visti in Here.

La tecnologia di ringiovanimento di Here fa sembrare tutti gli attori come se avessero la pelle di plastica e, poiché il pubblico sa già che aspetto avevano questi attori quando erano giovani, non si può certo evitare una sensazione di straniamento. Oltre a ciò, gli effetti di ringiovanimento non aiutano a mascherare il fatto che gli attori si muovono come se fossero persone più anziane. Ritorno al futuro non ha avuto questo problema. Il pubblico non sapeva che aspetto avrebbero avuto questi attori quando sarebbero invecchiati e i giovani possono sempre fingere di muoversi come se fossero più anziani. Questi fattori e altri hanno portato il trucco a essere una delle parti più elogiate della trilogia.

La dipendenza di Here dalla tecnologia de-aging è l’esatto opposto dell’approccio di Ritorno al futuro

Ritorno al futuro - parte 2 Biff TannenLa più grande disparità negli approcci all’invecchiamento tra Here e Ritorno al futuro è la frequenza con cui li hanno usati. Nel film del 1985, gli effetti del trucco sono usati con parsimonia. Gli attori sono truccati da anziani solo durante le scene del 1985 che costituiscono l’inizio e la fine di Ritorno al futuro. La maggior parte del film si svolge nel 1955, il che significa che tutti gli attori sembrano semplicemente come sono naturalmente.

Qui, tuttavia, Tom Hanks, Robin Wright e gli altri attori sono ringiovaniti o invecchiati per la stragrande maggioranza del film. Ci sono pochissime scene in cui agli attori è permesso di essere semplicemente se stessi, il che rende l’intero effetto del film artificiale. Tuttavia, alla luce degli scopi completamente diversi dei due film, questo effetto “plastica” non crea certo un ostacolo per l’esito del film in sé. Sebbene in USA non siano stati troppo contenti del film, è innegabile che la sua ambizione e la capacità che ha di raccontare lo scorrere del tempo rispetto all’uomo e alla vita riesce a toccare le corde emotive degli spettatori maggiormente predisposti all’ascolto.

Golden Globes 2025: le più grandi sorprese della serata

Golden Globes 2025: le più grandi sorprese della serata

I Golden Globes Awards 2025 sono stati un bilanciato mix di premi attesi e autentiche sorprese. Tra le sorprese annoveriamo anche la freschezza della conduzione di Nikki Glaser che caustica ed elegante ha tenuto la barra dritta senza intoppi fino al finale della serata che ha incoronato Emilia Perez miglior film comedy/musical.

I veterani Demi Moore e Colin Farrell sono riusciti a salire sul palco, conquistando il loro premio, mentre Anora e Il Robot Selvaggio, trai titoli più amati della stagione, sono andati a casa a mani vuote. Diversi vincitori hanno esternato una genuina sorpresa, su tutti Fernanda Torres, splendida protagonista di Io sono ancora qui, premiata per la migliore interpretazione in un film drammatico. Insieme a lei anche Jacques Audiard, regista di Emilia Perez, salito sul palco più volte di quante avesse preventivato. Lui come Brady Corbet, per il suo The Brutalist che ha portato a casa i premi principali.

Naturalmente, cosa significheranno queste sorprese per la stagione dei premi in generale resta da vedere: non c’è sovrapposizione tra i membri della HFPA e degli Academy Awards, e la divisione in categorie per il dramma e la commedia/musical nei premi della stampa estera offre un ventaglio più ampio di vincitori rispetto agli Oscar. 

Fernanda Torres stupisce tutti (lei per prima)

La più grande sorpresa della serata è stata senza dubbio la vittoria di Fernanda Torres per Io sono ancora qui, in cui interpreta una donna che deve sopportare la scomparsa del marito durante la dittatura militare brasiliana (tratto da una storia vera). Il lavoro profondamente toccante e sobrio di Torres nel film si distingue dalle performance delle altre candidate, tutte impegnate in ruoli che le hanno invece spinte a superare dei limiti, basti pensare alle parti di Angelina Jolie e Nicole Kidman per le rispettive candidature (Maria e Babygirl). La gara per l’assegnazione dell’Oscar alla migliore attrice di quest’anno è un campo incredibilmente affollato e la vittoria di Torres ai Golden Globes sembra mescolare ancora di più le carte.

La categoria Musical o Commedia sorprende con le vittorie di Demi Moore e Sebastian Stan

Con una delle vittorie e gratificanti della serata, Demi Moore ha battuto le presunte favorite Cynthia Erivo e Mikey Madison per il suo ruolo nel body horror The Substance. Nel suo commovente discorso, Moore ha detto che durante la sua carriera pluri-decennale, questa è la prima volta che vince qualcosa per una sua interpretazione, e ha continuato dicendo che un produttore le aveva detto all’inizio della sua carriera che era un'”attrice da popcorn”, cosa che le aveva sempre fatto pensare di essere limitata nelle sue scelte. Ma quel produttore si sbagliava di grosso, come sa chiunque abbia visto la straordinaria interpretazione di Moore nel film scritto e diretto da Coralie Fargeat. Come accennato, la categoria per la migliore attrice è estremamente competitiva quest’anno, ma Moore potrebbe aver pronunciato il tipo di discorso che le garantirebbe una nomination all’Oscar.

Subito dopo la vittoria di Moore, Sebastian Stan è stato invitato sul palco per accettare il suo globo d’oro per l’interpretazione in A Different Man, in cui interpreta un attore nevrotico con la deturpante condizione di neurofibromatosi che si sottopone a una procedura sperimentale che lo cura così profondamente che finisce per assomigliare al Soldato d’Inverno. La maggior parte degli esperti vedeva Stan come outsider in questa categoria, con Jesse Eisenberg come principale contendente per la sua toccante interpretazione in A Real Pain, che ha anche diretto.

Emilia Perez batte Anora e Wicked

In una delle categorie più aperte in una stagione di premi straordinariamente incerta, Emilia Perez ha finito per portare a casa anche il Golden Globe per il miglior musical o commedia. Mentre l’operetta non convenzionale, sul capo di un cartello messicano (la candidata Karla Sofía Gascón) che diventa donna dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico di affermazione di genere, è già il musical più candidato nella storia dei Globes, la sua vittoria qui non era affatto scontata, anche perché il film era il favorito nella categoria di Miglior Film in lingua non inglese.

Anora ha incantato il pubblico da quando ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes; l’adattamento musicale di successo di Broadway Wicked ha battuto i record al botteghino per settimane; la satira nera The Substance è emersa come uno dei più grandi successi di passaparola della stagione; e il toccante A Real Pain ha incantato praticamente chiunque l’abbia visto.

Alla fine, il film di Audiard ha superato tutti i concorrenti e le sue molteplici vittorie (attrice non protagonista, canzone originale e film) hanno ufficialmente piazzato il film Netflix in pole position nella stagione dei premi.

Wicked vince solo il premio del botteghino

Wicked è per molti versi il film dell’anno, in quanto è stato un enorme successo al botteghino, è stato elogiato dalla critica ed è diventato un galvanizzante evento culturale. E sebbene il regista Jon M. Chu sia stato trascurato per il suo lavoro, l’organismo di voto dei Globes ha candidato il film per quattro premi, con Cynthia Erivo e Ariana Grande nelle categorie attrice e attrice non protagonista, e il film sia nella categoria miglior musical o commedia che nella nuova categoria dedicata ai film con il maggiore incasso della stagione. E alla fine, solo quest’ultimo è il Golden Globe che Wicked si porta a casa, battendo Deadpool & Wolverine di Ryan Reynolds, che era il favorito, mentre la stagione dei premi entra nel vivo.

Anora non vince niente

Anora era l’unico film tra i candidati principali ad aver vinto un premio cinematografico importante, ovvero la Palma d’oro al Festival di Cannes. Con i candidati per film (musical/commedia), regista, attrice, attore non protagonista e sceneggiatura, la maggior parte si aspettava che la frizzante commedia avrebbe vinto almeno un premio. Invece, Anora è stato il candidato di più alto profilo a tornare a casa a mani vuote.

Colin Farrell batte Richard Gadd

Un’altra delle sorprese della serata è stata la vittoria di Colin Farrell per The Penguin (categoria migliore interpretazione maschile in una miniserie). Farrell ha interpretato Oswald Cobb sotto strati di protesi, il che non gli ha impedito di offrire una performance sorprendente. La vittoria di Farrell ha impedito a Richard Gadd, vincitore dell’Emmy di categoria, di trionfare, anche se Baby Reindeer ha vinto nella categoria serie e nella categoria attrice non protagonista, in cui Jessica Gunning è stata premiata per la sua interpretazione della stalker, Martha.

Il trionfo di Shōgun, la rivincita di Tadanobu Asano

Per la sua performance nei panni dell’opportunista signore della guerra Yabushige, la star giapponese Tadanobu Asano aveva perso la gara per il miglior attore non protagonista agli Emmy a settembre, nonostante Shōgun quella sera abbia dominato. Ma contro una concorrenza formidabile ai Globes, in particolare Ebon Moss-Bachrach di The Bear, che ha vinto l’Emmy per il miglior attore non protagonista in una commedia, ha ottenuto una vittoria a sorpresa in questa categoria, che include drama, comedy e spettacoli limitati. E sembrava felice durante il suo discorso, presentandosi persino al pubblico: “Forse non mi conoscete. Sono un attore giapponese e mi chiamo Tadanobu Asano!”.

Ali Wong è la migliore stand-up comedian

Questo è solo il secondo anno in cui questa categoria riconosce gli speciali di stand-up come una categoria a sé stante (l’anno scorso ha vinto Ricky Gervais), quindi non ci sono molti precedenti su cui basarsi. Detto questo, persino Ali Wong è sembrata sorpresa di vincere per il suo speciale Netflix “Ali Wong: Single Lady” soprattutto guardando la concorrenza, in particolare Jamie Foxx per “Jamie Foxx: What Had Happened Was…“, che ha offerto i suoi primi commenti pubblici sull’ictus che ha subito nel 2023. La presentatrice della serata, Nikki Glaser, era una delle favorite per il suo speciale HBO “Nikki Glaser: Someday You’ll Die“, ma ha commentato la sconfitta con una brillante battuta. “Potrei non aver vinto stasera”, ha detto Glaser. “Ma il lato positivo è che ho appena guadagnato $ 11.000 scommettendo su Ali Wong su un sito di gioco d’azzardo europeo”.

The Penguin: la showrunner parla della probabile seconda stagione “Ci sono altre storie da raccontare”

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La showrunner Lauren LeFranc parla del successo di The Penguin e rivela se vorrebbe realizzare un progetto simile incentrato su un altro personaggio della DC. The Penguin è il primo spinoff dell’universo di The Batman di Matt Reeves. Sebbene il Batman di Robert Pattinson non appaia in The Penguin, la serie continua a costruire la grintosa Gotham City creata da The Batman del 2022 e prepara sottilmente The Batman – Parte II di Matt Reeves con uno sguardo più approfondito sul mondo criminale di Gotham e uno scossone nella gerarchia del crimine organizzato della città.

Parlando con ScreenRant ai Golden Globes del 2025, la showrunner del Pinguino Lauren LeFranc ha espresso la sua soddisfazione per l’accoglienza estremamente positiva dello show. LeFranc difende la natura di serie limitata di The Penguin e conferma che un seguito diretto sarà realizzato solo con “l’idea giusta o i personaggi giusti”. LeFranc afferma inoltre che sarebbe “onorata ‘ di dirigere un nuovo progetto nell’universo di The Batman di Matt Reeves, ma spiega che affronterebbe il progetto solo se trovasse ’qualcosa di unico e diverso” con i personaggi. Leggete i commenti completi di Lauren LeFranc qui sotto:

Lauren LeFranc: Dovevamo essere una serie limitata, quindi sono davvero orgogliosa della prima stagione e della storia che abbiamo realizzato. Ci sono sicuramente altre storie da raccontare, se riusciamo a trovare l’idea giusta o i personaggi giusti.

Non ne sono ancora sicura, ma sono davvero orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto.

ScreenRant: C’è un altro personaggio che le piacerebbe provare a portare nell’universo di Matt Reeves?

Lauren LeFranc: Per me si tratta solo di assicurarmi di trovare un legame personale con quel personaggio e di sentire che posso fare qualcosa di unico e diverso con lui. È quello che ho trovato con Oz, e poi in quel mondo ho potuto inserire Sofia e tutti gli altri personaggi. Quindi, per me, si tratta sempre di cercare qualcosa di personale. E se riuscirò ad agganciarlo, ne sarò onorato.

Cosa significano le dichiarazioni dello showrunner della DC per la seconda stagione di The Penguin

Colin Farrell è Oz Cobb The Penguin
Colin Farrell è Oz Cobb in The Penguni Episodio 6 – Cortesia di Max

Nell’epoca d’oro degli adattamenti dei fumetti live-action, sarebbe facile dare il via libera a più spinoff di The Batman e a più stagioni dopo il successo di The Penguin. Tuttavia, la showrunner di The Penguin, Lauren LeFranc, e il regista di The Batman, Matt Reeves, sono stati molto chiari sulla loro intenzione di mantenere il franchise strettamente limitato alle puntate necessarie. Reeves ha ancora intenzione di realizzare una trilogia standalone, mentre LeFranc insiste nel definire The Penguin una serie limitata. Naturalmente, il successo de The Penguin rende possibile una seconda stagione e sia Lauren LeFranc che la star principale Colin Farrell hanno lasciato la porta aperta a un eventuale ritorno, ma la seconda stagione de The Penguin si farà solo se riuscirà a eguagliare la qualità della prima.

Squid Game 2: una star conferma un dettaglio importante che molti spettatori hanno notato nella gara a sei zampe

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L’attore di Squid Game ‘Front Man’, Lee Byung-hun, conferma un dettaglio importante durante la gara a sei gambe. Il nuovo gioco della seconda stagione di Squid Game prevede che squadre di cinque persone abbiano le gambe legate insieme mentre ogni individuo deve completare una mini-competizione. Ogni squadra ha a disposizione solo cinque minuti per completare l’intera sfida, e la squadra che perde viene uccisa dalle guardie. Sotto le sembianze del Giocatore 001, il Front Man fa parte della stessa squadra di Seong Gi-hun (Lee Jung-jae) ed è responsabile della parte della gara che prevede l’uso della trottola.

In un video di Netflix dietro le quinte della stagione 2 di Squid Game, Lee conferma che il Front Man è mancino, ma usa la mano destra durante la gara. Lee era preoccupato di rendere la cosa convincente, dal momento che è destrorso, e il cambio è stato pensato per rendere più impegnativo per il Front Man completare la gara di trottole in modo tempestivo. L’attore afferma di essere preoccupato che questo possa portare a un numero eccessivo di bloopers. Guardate i commenti di Lee qui sotto:

Ecco il problema che ho incontrato. In realtà sono destrorso, ma il Front Man della serie è mancino. Temevo di avere troppi errori durante le riprese della scena.

Cosa significa questo per Squid Game

Con la squadra che si è comportata così bene nella gara a sei gambe, era chiaro che le difficoltà del Front Man con la trottola erano un tentativo deliberato di rendere la loro vittoria meno agevole. È riuscito a farlo usando intenzionalmente la mano non dominante durante la gara. Se avesse cercato di farlo con la mano sinistra, sarebbe stato più difficile per il Front Man far sembrare che stesse davvero lottando con il gioco. Usando la mano non dominante, il Front Man ha effettivamente avuto difficoltà con il gioco, come era nelle sue intenzioni.

Le riprese della scena hanno comportato l’ulteriore sfida di Lee, che è destrorso, ma è stato comunque in grado di far sembrare reale la lotta del Front Man. Scene come questa tra Gi-hun e il Front Man creano ulteriore attesa per l’inevitabile momento della storia di Squid Game, la terza stagione, in cui Gi-hun scoprirà che il Giocatore 001, di cui si è fidato e con cui ha lavorato a stretto contatto per tutta la durata dei giochi, è in realtà il Front Man. Questo cambierà completamente tutto ciò che Gi-hun pensava di sapere, compresa la sua comprensione di ciò che è accaduto durante la parte della gara a sei gambe con la trottola.

I DC Studios vogliono Josh Brolin per un altro ruolo

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I DC Studios vogliono Josh Brolin per un altro ruolo

A ottobre era circolata la voce che Josh Brolin fosse in trattativa per interpretare Hal Jordan nella prossima serie HBO Lanterns, e i giornali avevano apparentemente confermato la notizia iniziale quando era stato annunciato che Kyle Chandler (Friday Night Lights, Catch 22) aveva ottenuto la parte.

Brolin – che non è nuovo a ruoli di supereroi avendo già interpretato Thanos, Cable e Jonah Hex – avrebbe poi confermato di essere in trattative per il ruolo. La star di Dune  – Parte Due ha rifiutato di entrare nei dettagli, lodando invece l’uomo che vestirà i panni del veterano eroe con gli anelli nella serie del DCU.

“Sapete una cosa? Lanterna Verde non ha funzionato, ma va bene così ”, ha detto Brolin a ComicBook.com quando gli è stato chiesto se avesse rifiutato il ruolo perché era in attesa di un personaggio DC migliore. “Sta funzionando. Chi sarà, Kyle Chandler? Lo adoro come attore, penso che sia meraviglioso, in realtà. E, sai, vedremo cosa succederà in futuro”.

Non sappiamo esattamente perché le cose non abbiano funzionato (secondo quanto riferito, la parte era stata offerta a diverse altre star di prima grandezza, e si ritiene che il ruolo sia stato “macchiato” dal famigerato film su Lanterna Verde con Ryan Reynolds), ma sembra che James Gunn e co. siano ancora intenzionati a lavorare con Brolin.

Secondo Daniel Richtman, i DC Studios vogliono Brolin per un altro ruolo del DCU. Non cita alcun personaggio specifico, ma sembra che l’attore sia aperto alla possibilità di vestire i panni di un altro eroe (o cattivo) in futuro.

Richtman ha anche accennato al fatto che i DC Studios hanno “grandi progetti” per il Lobo di Jason Momoa, dopo la notizia che l’ex star di Aquaman debutterà come Main Man in Supergirl: Woman of Tomorrow (anche se non sarebbe una sorpresa).

Quale personaggio della DC Comics vorreste vedere interpretato da Brolin? Fatecelo sapere nella sezione commenti.

Chandler sarà affiancato da Aaron Pierre nel ruolo di John Stewart. Kelly MacDonald (The Radleys, Boardwalk Empire) interpreterà la protagonista femminile (che si pensa sia l’interesse amoroso di Jordan), lo sceriffo Kerry, mentre Garret Dillahunt sarà il cattivo William Macon, “un uomo moralista e cospiratore che maschera la sua spietata ambizione dietro una facciata affascinante e calcolata”.

James Hawes (Slow Horses, Penny Dreadful, The Mist, The Alienist, Snowpiercer) dirigerà i primi due episodi.

Si unisce a un team creativo che comprende il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, lo showrunner di Ozark Chris Mundy e lo scrittore di fumetti Tom King. Si dice che anche Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly siano a bordo.

Lanterns “segue la nuova recluta John Stewart e la leggenda delle Lanterne Hal Jordan, due poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore dell’America”.

La produzione di Lanterns dovrebbe iniziare all’inizio di quest’anno nel Regno Unito, il che potrebbe far pensare a un’uscita nel 2026.

Il Guy Gardner di Nathan Fillion, che debutterà nel reboot di Superman di Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.

Una precedente serie televisiva di Lanterna Verde era in lavorazione prima che Gunn e Safran assumessero la direzione dei DC Studios. Quella versione era stata creata da Greg Berlanti e avrebbe avuto come protagonista Finn Wittrock nel ruolo di Guy Gardner.

Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde.

“Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato. “Ci sono anche altre Lanterne, ma si tratta di uno show televisivo su base terrestre, quasi come True Detective, con una coppia di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano il distretto terrestre e che scoprono un mistero terrificante che si collega alla nostra storia più grande del DCU”.

Masters of the Universe: Nicholas Galitzine dice che il reboot si allontanerà dal tono del cartone animato

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Dopo un’infinità di ritardi e false partenze, finalmente l’anno prossimo arriverà nelle sale un film live-action dei Masters of the Universe. Nicholas Galitzine interpreterà He-Man e la star di Suicide Squad e Morbius Jared Leto si trasformerà nel malvagio Skeletor.

The Hollywood Reporter  ha recentemente incontrato Galitzine e gli ha chiesto se ha guardato il classico cartone animato di He-Man e i Masters of the Universe e, in caso affermativo, come lo confronta con il film in uscita.

“L’ho fatto, sì. Guarda, quello che voglio dire è che la nostra versione è abbastanza diversa dall’animazione originale, che siamo tutti d’accordo che era camp a sé stante e funzionava così bene per l’epoca”, ha spiegato l’attore. “Ma ci sono state un paio di iterazioni, ovviamente da quando c’è stata la versione rivelazione di Master of the Universe, e i fumetti stessi”.

“E stiamo trattando la nostra sceneggiatura come una Bibbia, sapete. Ma è incredibile sentire cosa ha significato questa serie per molte persone ”, ha continuato Galitzine. “È stato davvero formativo per molte persone, quindi è eccitante fare qualcosa che abbia un elemento di nostalgia e che, si spera, attiri un gruppo di nuovi fan”.

La decisione di allontanarsi dal tono della serie animata sarà una buona notizia per alcuni e una sgradita partenza per altri. Abbracciare l’ironia potrebbe essere servito a Masters of the Universe, ma diventare troppo seriosi potrebbe portare a risultati contrastanti sulla base dell’esperienza passata.

Travis Knight, regista di Bumblebee, sta dirigendo il film sul più grande guerriero di Eternia e ha ingaggiato Sam C. Wilson (House of the Dragon) per il ruolo di Trap Jaw, Kojo Attah (The Beekeeper) per Tri-Klops e Hafthor Bjornsson (Game of Thrones) per Goat Man.

Recentemente si sono uniti a un cast che comprende Alison Brie (Promising Young Woman) nel ruolo del luogotenente di Skeletor, Evil-Lyn; Camila Mendes (Riverdale) nel ruolo della fidata compagna di He-Man, Teela; e Idris Elba (Thor: Ragnarok) nel ruolo del padre di Teela, Man-at-Arms.

Sebbene i dettagli sulla trama non siano stati resi noti, sappiamo che il collaboratore di Knight in Wildwood, Chris Butler (ParaNorman), ha scritto l’ultima bozza della sceneggiatura. David Callaham e Aaron e Adam Neem si erano già occupati della sceneggiatura.

He-Man ha guadagnato una vasta popolarità grazie alla serie televisiva animata He-Man and the Masters of the Universe, andata in onda dal 1983 al 1985, che ha generato una vasta gamma di merchandising, fumetti e un seguito di culto.  Masters of the Universe arriverà nelle sale il 5 giugno 2026.

Avengers: Doomsday, rivelati due degli X-Men che dovrebbero apparire nel film

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I prossimi film dei Vendicatori hanno subito significativi cambiamenti da quando sono stati annunciati: Kang è fuori e il Dottor Destino è dentro. I Marvel Studios si sono affidati ai fratelli Russo per concludere la Saga del Multiverso con Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars.

Tra la scena post-credit di The Marvels e il tanto atteso Deadpool & Wolverine, è evidente che i mutanti – e, più specificamente, Terra-10005 – giocheranno un ruolo cruciale. La teoria più diffusa è che un’incursione tra Terra-10005 e Terra-616 porterà alla tanto attesa battaglia tra Vendicatori e X-Men in live-action.

Dafne Keen
L’attrice Dafne Keen partecipa all’evento per i fan di “The Acolyte”. Foto di [email protected] via Depositphotos.com

Secondo lo scooper @MyTimeToShineH, Dafne Keen, interprete di X-23, è ora confermata per entrambi i film degli Avengers. Una notizia attesa da molti, che sperano di vedere finalmente il suo personaggio interagire con il Wolverine di Hugh Jackman.

Anche Alex Perez di Cosmic Circus ha rivelato su X che Hank McCoy/Bestia, interpretato da Kelsey Grammer, apparirà in Doomsday e Secret Wars. Considerando che i Marvel Studios hanno ridisegnato il personaggio per il suo cameo in The Marvels, non è una sorpresa sapere che tornerà.

Questa notizia si aggiunge al recente aggiornamento sulla Scarlet Witch di Elizabeth Olsen, pubblicato oggi.

Cosa ha detto Kevin Feige sugli X-Men?

Parlando dell’ingresso degli X-Men nel MCU, il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha dichiarato la scorsa estate: “Penso che vedrete come questo tema continuerà nei prossimi film, con alcuni protagonisti degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci condurrà in una nuova era dei mutanti e degli X-Men. È uno di quei sogni che diventano realtà: finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men.”

Dafne Keen, da parte sua, è entusiasta di tornare a interpretare Laura/X-23: “Mi piacerebbe moltissimo tornare. Pagherei per farlo. Interpretare Laura è stato il più grande onore della mia vita. Penso che abbiamo solo scalfito la superficie del personaggio, che è così complesso e potente. Dal punto di vista dei fan, c’è ancora tantissimo da esplorare.

Anche Kelsey Grammer ha espresso la sua emozione per il ritorno di Bestia: “Non c’è molto di cui possa parlare. Quello che so è che c’è stata una grande esplosione di entusiasmo quando sono apparso alla fine di The Marvels. La reazione è stata incredibile, quasi travolgente, anche se non del tutto inaspettata. Questo ha portato a delle conversazioni interessanti.”

Quindi, è ormai certo che X-23 e Bestia avranno ruoli significativi nella chiusura della Saga del Multiverso. Resta solo da vedere quanto saranno centrali nella storia che si svilupperà nei prossimi capitoli del MCU.

Creature Commandos: David Harbour è pronto a interpretare Frankenstein in carne e ossa

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Creature Commandos si concentra su un’intera squadra di mostri, ma solo uno di loro sembra essere un vero cattivo. Anche se probabilmente possiamo incolpare il suo creatore per almeno alcuni dei tratti meno attraenti della sua personalità, Eric Frankenstein è un lavoro piuttosto cattivo sotto molti aspetti, anche se David Harbour infonde al personaggio un briciolo di umanità con il suo lavoro vocale stellare.

Il co-capo dei DC Studios James Gunn ha confermato che gli attori scritturati nei progetti animati del DCU riprenderanno i loro ruoli nel live-action, e ad Harbour è stato chiesto di tornare potenzialmente nei panni di Frankenstein durante un’intervista con Collider.

L’attore di Stranger Things ha detto di averne discusso con Gunn, ma non è sicuro che alla fine Eric passerà al live-action.

creature commandos david-harbour frankenstein

“Io dico solo: ‘Vai avanti. Mettilo là fuori! Perché penso che sarebbe molto divertente. Ne abbiamo parlato casualmente. Non c’è nulla di programmato, ma gli ho parlato un po’ della realtà di come sarebbe in termini di computer grafica o di effetti pratici, e lui ha avuto un sacco di pensieri e idee diverse. Ma credo che stiano ancora costruendo il loro universo, e questo è divertente. Man mano che lo costruiscono, credo che vedranno cosa piace alla gente o cosa funziona, e questo sarà un elemento che li porterà ad andare avanti. Ma è un’idea così divertente che Batman si imbatta in un Frankenstein arrabbiato, o in Superman, o in qualsiasi altra cosa! È divertente che tutti questi personaggi esistano nello stesso universo, e chissà dove andrebbero a finire? Sarebbe una figata”.

Ad Harbour è stato anche chiesto se tornerà nei panni del suo personaggio dei Thunderbolts* , Red Guardian, per Avengers: Doomsday, ma ha fatto finta di non sentire la domanda!

A proposito di notizie, James Gunn ha confermato che il finale di stagione di Creature Commandos di questa settimana conterrà una scena post-credits, ma non ha rivelato alcun dettaglio. In base ai suoi commenti precedenti, è probabile che la scena post-credits abbia un impatto sugli eventi di Superman e/o sulla seconda stagione di Peacemaker.

 

Elizabeth Olsen è stata apparentemente confermata per Avengers: Doomsday?

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All’inizio del weekend potreste aver visto un annuncio di Production Weekly che affermava di rivelare il cast e la data di inizio delle riprese di Avengers: Doomsday. In generale, è meglio prendere questo tipo di notizie con cautela, soprattutto considerando che spesso risultano più imprecise che accurate.

Il cast del film ha iniziato a delinearsi nelle ultime settimane, con Chris Evans, Hayley Atwell, Tom Holland e Charlie Cox che si uniranno a Robert Downey Jr. nel film previsto per il 2026. Ora sembra che possiamo aggiungere un altro nome alla lista: Wanda Maximoff/Scarlet Witch, interpretata da Elizabeth Olsen.

Lo scooper @MyTimeToShineH sostiene di aver “confermato” che il personaggio apparirà in Avengers: Doomsday e suggerisce anche una possibile presenza in Avengers: Secret Wars. Sebbene queste affermazioni non provengano direttamente da fonti ufficiali, è plausibile che Scarlet Witch torni a far parte della storia.

In passato si era ipotizzato che Scarlet Witch potesse allearsi con il Dottor Destino, forse come riferimento alla trama di Avengers: Children’s Crusade. In quella storia, Scarlet Witch perdeva la memoria e si innamorava di Victor Von Doom; purtroppo, lui finiva per tradirla, rubandole i poteri nel tentativo di riscrivere la realtà a proprio vantaggio.

Lo scorso novembre, la star di WandaVision aveva spiegato che, sebbene il suo ruolo nel Marvel Cinematic Universe le permetta di dedicarsi a progetti più personali, non è l’unico motivo per cui continua a interpretare Scarlet Witch.

Cosa ha detto Elizabeth Olsen sull’interpretare Scarlet Witch?

“Non ho mai avuto la mentalità del ‘uno per loro, uno per me’”, ha dichiarato la Olsen. “La Marvel è stata una presenza costante a cui sono sempre potuta tornare, offrendo – come si dice? – una sorta di sicurezza nella mia vita, che mi ha dato la libertà di scegliere altri lavori. Non mi sono mai sentita obbligata a fare questo per poter fare qualcos’altro.”

L’attrice ha inoltre aggiunto che tornare nel MCUè sempre stata una scelta” e ha spiegato: “Ogni volta, tutto dipende dal personaggio. Quando dicono: ‘Abbiamo questa idea ed è per questo che vogliamo che tu torni’, allora accetto. Non è mai stato: ‘Inseritela in qualcosa a caso’.”

Scarlet Witch è un personaggio che amo riprendere, ma solo quando c’è un buon motivo per farlo“, ha proseguito la Olsen, riflettendo sul suo futuro nel MCU. “Sono stata fortunata perché fin dall’inizio sono stata utilizzata bene, anche se per un momento sembrava che non sapessero cosa fare con me. Se trovano un modo convincente per usarla, sarò felice di tornare.”

Quando le è stato chiesto se la Vendicatrice fosse ancora viva dopo gli eventi recenti, l’attrice ha risposto: “Penso di sì. Lo immagino. C’era una luce rossa esplosiva alla fine. Forse sono morta. Ma pregherei per lasciare aperta una porta. Mi sono divertita moltissimo a interpretare questo personaggio. Vorrei scoprire un modo intelligente per tornare, anche come non-morta. Serviranno gli scrittori più creativi per dare un senso a tutto ciò. Io sono aperta a qualsiasi idea.”

Quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

“Essere in grado di creare storie ed esplorare personaggi all’interno dell’universo Marvel ha realizzato un sogno di una vita e abbiamo scoperto un potente legame con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e l’intero team Marvel per portare questa epica avventura nella narrazione in luoghi nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno affermato i fratelli Russo in una dichiarazione dopo il panel del SDCC.

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The Fantastic Four: First Steps, un nuovo sguardo sui protagonisti dal merchandise

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Ci aspettiamo che il primo trailer di The Fantastic Four: First Steps venga rilasciato entro il prossimo mese, probabilmente in occasione del Super Bowl. Nel frattempo, alcuni nuovi artwork del reboot sono stati avvistati nel merchandising in vendita presso il Disney Dream Store brasiliano.

Oltre ai noti profili della Prima Famiglia Marvel, mostrati per le strade di San Diego durante il Comic-Con dello scorso luglio, viene menzionata anche la “Future Foundation”, un’organizzazione creata nei fumetti da Mister Fantastic per servire al meglio il futuro dell’umanità.

Una tagline che accompagna questa nuova immagine è stata particolarmente apprezzata dai fan del MCU sui social media: “Eroi. Scienziati. Esploratori. Protettori.”

Un modo perfetto per descrivere i Fantastici Quattro, non credete? A un livello più profondo, questa frase suggerisce che i Marvel Studios abbiano compreso ciò che rende questi personaggi così speciali, qualcosa che ci aspettiamo di vedere sul grande schermo alla fine dell’estate.

Cosa ha detto il regista di The Fantastic Four: First Steps ?

È diverso sotto molti aspetti, perché sono una vera famiglia,” ha detto il regista Matt Shakman a proposito del suo approccio a The Fantastic Four: First Steps. “Non una famiglia che si forma lungo il cammino, come gli X-Men o i Vendicatori, ma una vera famiglia, con tutti i problemi che ne derivano, simili a quelli dei Monarch. Con tutto l’amore, il dolore e la complessità che questo comporta.”

Penso che sarà diverso da qualsiasi cosa abbiate mai visto prima, e certamente diverso da qualsiasi cosa Marvel abbiate mai visto,” ha aggiunto. Date un’occhiata a questo nuovo sguardo a The Fantastic Four: First Steps nei post su X qui sotto.

Tutto quello che c’è da sapere su The Fantastic Four: First Steps

Il film The Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

CORRELATE:

Jason Momoa ha ricevuto la sceneggiatura di Supergirl: “Solo per gli occhi di LOBO”

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Jason Momoa ha condiviso un breve video su Instagram in cui mostra di aver ricevuto la sceneggiatura di Supergirl: Woman of Tomorrow. Sulla sceneggiatura si legge bene la scritta: Solo per gli occhi di Lobo.

Alla fine del 2024 abbiamo avuto la conferma che Momoa avrebbe interpretato il personaggio della DC Comics nel prossimo film sulla cugina di Superman la quale esordirà proprio nel film diretto da James Gunn e avrà il volto di Milly Alcock.

Supergirl: Woman of Tomorrow è attualmente previsto come secondo titolo DCU dei DC Studios e sarà diretto dal regista di Crudelia Craig Gillespie. Ana Nogueira (The Vampire Diaries) ha scritto la sceneggiatura dopo essere stata inizialmente ingaggiata per scrivere il film di Supergirl con Sasha Calle.

Nel film dei DC Studios, Supergirl viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21° compleanno con Krypto il supercane. Lungo la strada, incontra una giovane donna di nome Ruthye e si ritrova in una ricerca omicida di vendetta. Supergirl: Woman of Tomorrow arriverà nelle sale il 26 giugno 2026.

Golden Globes 2025: tutti i vincitori. E’ la notte di Emilia Perez

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Ecco tutti i vincitori dei Golden Globes 2025, i premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association, l’organizzazione formata da giornalisti professionisti che rappresentano l’industria del cinema statunitense in una varietà di media, (giornali e riviste) al di fuori degli Stati Uniti d’America. Attualmente, i 90 membri della HFPA lavorano in almeno 55 paesi, ed hanno un bacino di lettori di oltre 250 milioni di persone.

E’ stata un’edizione di prime volte e di conferme per la HFPA. Demi Moore, Zoe SaldanaSebastian Stan hanno vinto per la prima volta una statuetta, mentre Colin Farrell e Ali Wong hanno portato a casa di nuovo un riconoscimento dalla stampa estera. I premi della serata sono stati generalmente ben distribuiti con pochi film che hanno portato a casa più di un premio, e tra questi l’imbattibile Emilia Perez, che ha vinto nella categoria Miglior film in Lingua non Inglese, in cui gareggiava l’Italia con Vermiglio, e in quella per il miglior film comedy o musical.

Anche The Brutalist di Brady Corbet ha portato a casa diversi riconoscimenti, tra cui miglior regia, migliore attore a Adrien Brody e miglior film drama. Per quanto riguarda invece le serie, Shogun, Hacks e Baby Reindeer sono stati i più premiati.

Ecco tutti i vincitori ai Golden Globes 2025

FILM

MIGLIOR FILM – DRAMA

MIGLIOR FILM – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIOR FILM – ANIMATED

  • FLOW (Sideshow / Janus Films)

CINEMATIC AND BOX OFFICE ACHIEVEMENT

MIGLIOR FILM – NON-ENGLISH LANGUAGE

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA – DRAMA

  • FERNANDA TORRES (I’M STILL HERE)

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA – DRAMA

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA

MIGLIORE REGIA – MOTION PICTURE

MIGLIORE SCENEGGIATURA – MOTION PICTURE

MIGLIORE COLONNA SONORA – MOTION PICTURE

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE – MOTION PICTURE

  • “EL MAL” –– EMILIA PÉREZ – Music & Lyrics by: Clément Ducol, Camille, Jacques Audiard

SERIE TV

MIGLIORE SERIE – DRAMA

MIGLIORE SERIE – MUSICAL OR COMEDY

  • HACKS (HBO | MAX)

MIGLIORE SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE – DRAMA

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE – DRAMA

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE – MUSICAL OR COMEDY

  • JEAN SMART (HACKS)

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA PER UNA SERIE

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA PER UNA SERIE

MIGLIORE PERFORMANCE IN STAND-UP COMEDY PER LA TV

  • ALI WONG (ALI WONG: SINGLE LADY)

Golden Globes 2025: le foto dal red carpet

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Golden Globes 2025: le foto dal red carpet

Si apre ufficialmente la Season Awards con il red carpet dei Golden Globes 2025 (qui tutti i nominati), dove hanno sfilato i protagonisti di Hollywood, nominati e non, presentatori e accompagnatori, per celebrare le assegnazioni dei premi decisi dalla Hollywood Foreign Press Association. Con una tendenza spiccatamente “metallica”, ecco i look dal red carpet dei Golden Globes 2025:

Emma Stone

Mikey Madison

Karla Sofía Gascón

Colman Domingo

Daniel Craig

Anya Taylor-Joy

Angelina Jolie

Timothee Chalamet

Dakota Fanning

Anna Sawai

Leighton Meester e Adam Brody

Zoe Kravitz

Andrew Scott

Mindy Kaling

Kerry Washington

Cate Blanchett

Glen Powell

Ali Wong

Monica Barbaro

Miley Cyrus

Ariana Grande e Cynthia Erivo

Zendaya

Demi Moore

Nicole Kidman

Numero 24, la storia vera dietro al film Netflix

Numero 24, la storia vera dietro al film Netflix

Diretto da John Andreas Andersen, il dramma bellico biografico di Netflix, Numero 24 (Number 24), segue la storia di Gunnar Sønsteby, che si unisce alla Resistenza norvegese dopo l’occupazione nazista della Norvegia nel 1940. Il film si concentra sui cinque anni di lavoro di Gunnar come combattente della resistenza, durante i quali egli attraversa molti alti e bassi. Sacrifica tutto per servire il suo Paese e liberarlo dal regime fascista che odia con tutto il cuore. Il suo coraggioso viaggio è fonte di ispirazione, ma incute anche timore e ci si chiede come una persona possa aver fatto così tanto nell’arco di cinque anni.

Numero 24 (Number 24) parla del coraggio di Gunnar Sønsteby durante la Seconda Guerra Mondiale

Scritto da Erlend Loe, sulla base di una sceneggiatura originale di Espen von Ibenfeldt, “Numero 24 (Number 24) si concentra interamente sugli eventi reali, per quanto incredibili possano sembrare, accaduti nella vita di Gunnar Sønsteby. Nato l’11 gennaio 1918 in una piccola città chiamata Rjukan, Gunnar Fridtjof Thurmann Sonsteby si trasferì a Oslo negli anni ’30 e studiò economia. Lavorava come contabile e aveva solo ventidue anni quando ci fu l’invasione tedesca. Nel suo libro di memorie, Gunnar ricorda l’umiliazione provata nel vedere i soldati nazisti per le strade del suo Paese. Per questo motivo non ci pensò due volte a unirsi alla ribellione.

All’inizio pensò di andare in Gran Bretagna per unirsi alla resistenza, ma quando il viaggio non andò a buon fine, tornò a Oslo e si impegnò in altre attività. Insieme ad altri come lui, pubblicò un giornale clandestino per contrastare la propaganda nazista. Si unì anche al movimento di organizzazione militare e, poco dopo, iniziò a raccogliere informazioni sui movimenti degli ufficiali nazisti norvegesi. Il suo lavoro lo portò più volte a fare avanti e indietro dalla Svezia, un viaggio che spesso faceva a piedi. Nel 1941 entrò in contatto con l’ambasciata britannica a Stoccolma e si unì allo Special Operations Executive (SOE), dove divenne l’Agente 24. Un altro nome in codice che ricevette fu Kjj. Un altro nome in codice che ricevette fu Kjakan, alias Il Mento. Nel 1943 fu paracadutato a Oslo, dopo aver completato il suo addestramento in Scozia.

Gunnar Sønsteby divenne una seccatura per il regime nazista in Norvegia

Mentre il suo primo incarico consisteva nel raccogliere informazioni sullo sviluppo del porto da parte dei tedeschi per facilitare il loro trasporto navale, Gunnar fu presto coinvolto in importanti atti di sabotaggio. Rubò le lastre per la stampa delle banconote della banca di stato norvegese per creare valuta falsa per finanziare la resistenza. Fu nominato capo della Compagnia Linge e della banda di Oslo, con la quale continuò la serie di eventi che tenevano i nazisti con il fiato sospeso. Con le sue squadre, distrusse la fabbrica di armi Kongsberg, distrusse gli impianti di produzione di acido solforico, bombardò gli archivi dell’Ufficio di collocamento per impedire l’arruolamento dei norvegesi nell’esercito tedesco e distrusse 75.000 registri per frenare l’ingiusto razionamento.

Si dimostrò un abile falsario, spesso contraffacendo la firma di Karl Marthinsen, e creò più di 30 identità che gli permisero di sfuggire ai nazisti, dato che era diventato molto presto uno degli uomini più ricercati della Norvegia. Per arrivare a lui, suo padre fu arrestato dai tedeschi, ma nemmeno questo scoraggiò Gunnar. Nel 1944, dopo l’invasione della Normandia, Gunnar e la resistenza sabotarono le ferrovie in modo che i tedeschi non potessero inviare rinforzi dalla Norvegia. Negli ultimi giorni del 1944, bombardarono il quartier generale della Gestapo a Oslo. Nel 1945 affondarono la nave da trasporto tedesca. Grazie ai loro sforzi costanti, il regime nazista fu indebolito, e l’impatto fu visibile non solo in Norvegia, ma nell’intera arena della Seconda Guerra Mondiale.

Gunnar Sønsteby scelse una vita più tranquilla dopo la guerra

Numero 24 (Number 24)
© SF Studios ©, Motion Blur ©

Nonostante tutti i problemi che causò ai nazisti e l’accanimento con cui lo cercarono, Gunnar Sønsteby non fu mai catturato. Un’impresa impressionante che non sfuggì ai servizi segreti britannici e norvegesi, che cercarono entrambi di reclutarlo a guerra finita. Tuttavia, egli ritenne di aver fatto la sua parte per il Paese e di aver visto troppe cose in guerra per continuare a lavorare nello stesso campo. Nel 1945 si recò in America e frequentò la Harvard Business School. Trovò lavoro nell’industria petrolifera e tornò in Norvegia alcuni anni dopo per avviare un’attività in proprio. Si è sposato con Anne-Karin nel 1953 e hanno avuto tre figlie.

Pur non entrando nel mondo dello spionaggio nel dopoguerra, Gunnar Sønsteby ha sempre sottolineato l’importanza dei valori democratici. Per tutta la sua vita, ha tenuto conferenze nelle scuole e nei college norvegesi e ha parlato con i giovani del suo Paese della necessità di lottare per la loro libertà e i loro diritti. Nel 1999 ha pubblicato un libro intitolato “Report from #24”, in cui entra nei dettagli delle sue missioni durante la guerra. Nel 2001 si è espresso contro la proposta di intitolare una strada di Oslo a Knut Hamsun, il romanziere noto per essere stato amico di nazisti come Joseph Goebbels. Oltre a questo, ha svolto un ruolo importante nella formazione della politica estera del Paese a diversi livelli.

Gunnar Sønsteby è morto il 10 maggio 2012, all’età di 94 anni. Essendo uno dei più grandi leader del movimento di resistenza del Paese, ha ricevuto un funerale di Stato, che si è tenuto il 25 maggio 2012, con tanto di guardia d’onore, sei ufficiali come portatori di pallone e quattro F-16 dell’Aeronautica per il sorvolo. Alla cerimonia hanno partecipato alcuni dei più importanti funzionari di Noway, tra cui il Primo Ministro e il Re.

Gunnar Sønsteby rimane uno degli eroi di guerra più decorati della Norvegia

Sjur Vatne Brean in Numero 24 (2024)
© SF Studios ©, Motion Blur ©

Per il suo lavoro durante la Seconda guerra mondiale, Gunnar Sønsteby ha ricevuto premi e riconoscimenti da diversi Paesi. È stato insignito del Distinguished Service Order britannico, della Medal of Freedom statunitense con palma d’argento e del premio culturale della American-Scandinavian Foundation. Ha ricevuto la più alta onorificenza norvegese, la Croce di Guerra con Tre Spade, unico norvegese a riceverla. È anche il primo non americano a ricevere la Medaglia del Comando delle Operazioni Speciali degli Stati Uniti e la prima persona a ricevere la Croce d’Onore della Difesa norvegese. Ha ricevuto anche la Medaglia Pro Memoria dalla Polonia.

Nel maggio 2007, una statua di Gunnar Sønsteby è stata inaugurata dal Re di Norvegia in Solli Plass a Oslo. Diversi membri della famiglia reale, tra cui il Re, hanno partecipato al ricevimento per il suo 90° compleanno, tenutosi presso il Museo della Resistenza norvegese nella Fortezza di Akershus, un tempo sede della Gestapo. Nel 2011, il museo ha presentato il suo ritratto, che è in mostra permanente. Nel 2018, in occasione del centenario del suo compleanno, è stato emesso un francobollo in suo onore. La sua eredità è portata avanti dal Gunnar Sønsteby Memorial Fund, istituito nel 2013. Ogni anno viene assegnato il premio Sønsteby ai “coraggiosi difensori dei valori democratici fondamentali”.

Numero 24, la spiegazione del finale: Perché Gunnar Sonsteby è una figura così venerata?

Numero 24 (Number 24) è un emozionante biopic di guerra di Netflix basato sulla vita di Gunnar Sonsteby, il più grande eroe di guerra norvegese, che guidò coraggiosamente la famigerata banda di Oslo, che diede la caccia ai nazisti nel Paese durante la Seconda Guerra Mondiale. La trama racconta l’introduzione del giovane Gunnar Sonsteby nella vita di un membro della Resistenza, nonostante non avesse mai avuto a che fare con l’esercito o il governo, e la sua ascesa fino a diventare uno dei cittadini più decorati e venerati della Norvegia. Nel complesso, Numero 24 (Number 24) è una visione molto interessante, soprattutto per coloro che non conoscono bene Sonsteby e il suo contributo contro i nazisti.

Di cosa parla il film?

Numero 24 (Number 24) inizia in una scuola della città di Rjukan, in Norvegia, dove un uomo anziano viene invitato a salire sul palco per parlare a un folto gruppo di studenti seduti in una sala. La scena è ambientata in epoca moderna e l’anziano signore è Gunnar Sonsteby, uno dei cittadini più rispettati del Paese, noto alla maggior parte degli studenti come rinomato uomo d’affari che aveva avuto un ruolo anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma quando inizia a parlare del periodo trascorso nella Resistenza norvegese quando i nazisti avevano preso il controllo del Paese, viene rivelata la portata dei notevoli riconoscimenti e dei risultati ottenuti da Gunnar, chiarendo il motivo per cui è ancora l’unica persona ad aver ricevuto la Croce di Guerra con tre spade, la più alta onorificenza militare norvegese.

Qual è l’episodio scatenante?

Il primo grande sabotaggio di Gunnar consiste nel far esplodere un edificio, ma il giorno dopo i giornali non ne parlano. Questo porta a un inquietante parallelismo con i giorni nostri, data l’epoca della disinformazione. Gunnar deve persino portare con sé delle granate perché i nazisti conoscono il suo nome, una precauzione da prendere in caso di cattura. Questo dimostra quanto sia disposto a spingersi all’estremo per assicurarsi che la sua missione rimanga intatta e che non sveli nessuno dei suoi segreti. Come allude lo stesso Gunnar in questo film, non si può mai sapere come si reagisce alla tortura e nessuno penserebbe male di coloro che danno informazioni nelle circostanze più dure.

Gunnar è così prolifico in questo ruolo che incontra anche il Re, che incoraggia Gunnar a continuare a sabotare a qualunque costo, pregandolo essenzialmente di cacciare i tedeschi. Questo contribuisce a spronare Gunnar, ma purtroppo i suoi due compagni più stretti, Tallak e Greggers, vengono uccisi.

Senza Gunnar, entrano in contatto con due tedeschi disertori della Luftwaffe. O meglio, pensavano di essere disertori. Si scopre che in realtà erano nazisti ed entrambi gli uomini sono stati tragicamente uccisi. Tallak fu colpito al volto e sopravvisse miracolosamente, ma finì per essere torturato. Tallak non voleva però tradire Gunnar e gli altri, scegliendo invece di suicidarsi.

Chi uccide Gunnar?

In Numero 24 (Number 24) Gunnar Sønsteby deve affrontare una serie di missioni più estreme. Gli viene affidato il compito di uccidere Gunnar Lindvig, un nazista, e per questa missione prende con sé Andreas. Andreas è fedele dopo che suo fratello è stato ucciso dai nazisti sotto costrizione. Questo è uno dei tanti uomini uccisi da Gunnar, ma il nostro protagonista rimane fermo, anche quando viene interrogato nel presente, sul fatto che questa è la mossa giusta per preservare la libertà del suo Paese, a qualunque costo.

Il caso controverso è quello di Karl Marthinsen. È il responsabile dei campi di concentramento in Norvegia e si dà il caso che sia il più grande assassino di massa della storia norvegese, quindi ovviamente doveva morire. Purtroppo, i tedeschi si sono vendicati e hanno ucciso 28 norvegesi, sia combattenti della resistenza che passanti innocenti. Questo getta immediatamente grandi dubbi sulla missione di Gunnar e sul fatto che le sue azioni abbiano messo in pericolo più norvegesi del necessario.

Chi è Erling Solheim?

In Numero 24 (Number 24) Erling Solheim è in realtà un parente di una delle donne presenti nella folla durante il discorso dei giorni nostri. Si scopre che era un uomo che intendeva denunciare alla polizia Gunnar e altri membri del movimento di resistenza. Essendo Gunnar a questo punto il capo del movimento di resistenza, decise che bisognava “prendersi cura di lui” per mantenere vivo il loro sogno di libertà.

Erling, nella sua lettera intercettata dalla resistenza, afferma di avere informazioni su Sonsteby, Haughland e Heiberg. Dato che intercettano la lettera, Gunnar ha orchestrato l’intera missione, mandando diversi agenti a prelevarlo e ingannando Erling affinché andasse con loro nella capitale, con la promessa di una grossa ricompensa a Oslo. Sfortunatamente, viene ucciso.

Naturalmente, Gunnar conosce quest’uomo, visto che è il suo amico d’infanzia con cui era in montagna all’inizio del film. Questa azione dimostra quanto Gunnar fosse disposto a rinunciare per garantire la libertà del suo Paese.

Non molto tempo dopo, la Norvegia viene liberata dalle catene naziste, grazie alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Come finisce Numero 24?

Sjur Vatne Brean in Nr. 24 (2024)

Nel presente, Gunnar parla con lo studente che l’ha sfidato per la morte di Erling. Qui, da solo, Gunnar alla fine rivela la verità su ciò che è accaduto, ma gli fa male parlarne e deve essere persuaso con dolcezza ad affrontare i suoi demoni del passato.

Questo si ricollega all’inizio del film, dove Gunnar stesso parla dei suoi “cinque cassetti” che si riferiscono a diverse parti della sua memoria. Il quinto e ultimo cassetto è quello inferiore, che ha tenuto chiuso dall’8 maggio 1945. È così che è riuscito ad andare avanti per tutto questo tempo, ma naturalmente per altri non è così facile acclimatarsi agli orrori della guerra.

Andreas ha iniziato a bere pesantemente il giorno della Liberazione e non ha smesso prima di spararsi nel 1965.

Cosa è successo a Gunnar?

Gunnar non fu mai arrestato dai tedeschi. Anzi, condusse più di 20 missioni di sabotaggio durante la guerra ed è il cittadino norvegese più decorato, nonché l’unico ad aver ricevuto la croce di guerra con tre spade. Gunnar ha sposato la sua amata, Anne-Karin, nel 1953, e ha trascorso 7 anni della sua vita ad aiutare coloro che hanno lottato con gli effetti della guerra.

Quest’uomo straordinario, che ha sempre giurato di fare tutto il possibile per la libertà del suo Paese, ha fatto ciò che si era prefissato nella sua vita, chiudendo la sua eredità come il prolifico Numero 24.

Departure – Stagione 2, la spiegazione del finale

Departure – Stagione 2, la spiegazione del finale

La seconda stagione della serie drammatica intelligente e ricca di suspense Departure di Vince Shiao vede l’acclamata investigatrice Kendra Malley occuparsi del caso di un altro incidente. In questa stagione, la storia si fa letteralmente terra terra, spostando la sua attenzione dall’aviazione alla ferrovia. La tavolozza dei colori diventa più calda e i personaggi più avvincenti.

Il mistero inizia con l’incidente di un treno automatico superveloce e immerge il pubblico in una trama labirintica dalle implicazioni devastanti. Il mistero è abbondante e sconfinato, cosparso della giusta dose di bugie, inganni e intrighi politici. Se il finale della storia vi sta facendo riflettere in silenzio, lasciateci dare forma ai vostri pensieri.

Recap della seconda stagione di Departure

Il mistero della stagione inizia con il deragliamento del treno automatizzato ad alta velocità Apollo, in viaggio da Toronto a Chicago. A 140 miglia orarie, il treno perde il controllo in una curva difficile e colpisce un’autocisterna a un incrocio. In totale muoiono settantadue passeggeri, compreso il conducente, Walter Mack. Su raccomandazione di Howard, l’investigatrice dell’incidente Kendra Malley e il suo assistente Theo volano dall’altra parte dell’oceano per assistere la FTSA nelle indagini. Collaborano con l’agente dell’FBI Ellen, la collega appassionata di computer Charlotte e lo sceriffo locale Parker per risolvere il caso. Il detective di Scotland Yard Dom si unisce alle indagini. Il deragliamento del treno ci porta su molti binari del mistero, conducendo a una rivelazione scioccante.

Ma prima di questo, raccontiamo i passeggeri del treno. Uno dei passeggeri chiave tra i deceduti è Philip Hogan, uno dei progettisti originali del software del modulo Apollo. Più tardi, durante l’autopsia, si scopre che gli hanno sparato a distanza ravvicinata. Jordan Cole, cofondatore e amministratore delegato di URSA, arriva sulla scena del crimine per assicurare alla polizia l’assistenza nelle indagini. Ha studiato al college con Philip, ma non vuole fornire i dati di log del software di Apollo.

Fortunatamente, la scatola nera viene ritrovata pochi istanti dopo l’incidente. Dalla registrazione della sala macchine, si sente il grido di aiuto di Walter, il pilota. Secondo il referto dell’autopsia, ha una ferita da proiettile nella testa altrimenti decimata, ma poco dopo viene escluso il suicidio. Nel frattempo, gli investigatori riescono a rintracciare Bill Ratch, l’operaio ferroviario locale, e di conseguenza Bill viene licenziato dall’azienda.

Ci sono alcuni sopravvissuti sparsi in giro. Tra i sopravvissuti c’è un bambino di otto anni di nome Lucas, che viaggiava con la madre. Purtroppo la madre di Lucas è morta e la squadra investigativa ha la custodia di Lucas dopo il suo recupero. Un fuggitivo di nome Max O’Neil, che l’FBI stava scortando, è in fuga. Dopo un incontro fortuito con Kendra, Max e lei si accordano in modo piuttosto amichevole.

La sua posizione porta gli investigatori a un potenziale coinvolgimento di una banda. La moglie di Max, Maria, era la sorella di Carlos Ortega, il capo della banda Matalona, e Max pensa che Ortega possa volerlo morto. Max pensa anche che l’FBI sia coinvolta, ma si rivela una sua percezione fallace. Fin dall’inizio, però, si delinea come un massacro istigato da una banda. Ma alcune persone potrebbero ostacolare Kendra nelle indagini.

Kendra ha un tête-à-tête con la candidata governatore locale Diana Bright, che vuole motivare la gente ad agire poiché un pericoloso fuggitivo è in libertà. Il figlio di Diana, Richard, trova Bill Ratch e lo convince a fornire una dichiarazione pubblicitaria per la campagna elettorale. Su istigazione della dichiarazione di Diana, qualcuno spara a Max, che finisce nello stesso ospedale di Lucas. Quando Lucas viene a salutare Max, Max chiede a Lucas di mantenere un segreto e noi non riusciamo a sentire il loro sussurro.

Tuttavia, in seguito viene rivelato che Max ha un corriere per Kendra: un microchip pieno di dati finanziari del cartello della droga, che porta l’FBI un altro passo avanti verso Ortega e la banda. Max si dirige a Chicago per incontrare Emilio, il suo amico fidato che sembra aver fatto la spia. Con l’aiuto di Max, Ellen cattura Ortega. Ma in uno dei tanti colpi di scena, Ortega non ha nulla a che fare con l’incidente, il che ci riporta alla teoria della percezione errata e della paranoia di Max. Forse non era Max l’obiettivo.

Forse l’obiettivo era Philip Hogan. Dopo un po’ di ricerche, Charlotte e Theo scoprono l’Accordo di Partecipazione, un vincolo legale che garantisce che, se uno dei titolari dei brevetti è deceduto, le azioni vengono redistribuite al titolare principale. Per coincidenza, l’ultimo contatto telefonico di Hogan prima del disastro è stato Connor Tate, anch’egli morto in un altro incidente stradale. Come il treno, anche l’auto mostra segni di manomissione dei freni. Dom e l’investigatore della polizia locale Siobhan fanno visita a Rose, la sorella di Connor, e la vista della foto di Hogan la rende nervosa.

Anche se Rose non rivela nulla alla polizia, le ricerche di Kendra e della squadra rivelano che Rose è uno dei quattro azionisti principali dell’URSA, insieme a suo fratello Connor, Philip Hogan e Jordan Cole. Tra i quattro, due sono deceduti, il che restringe apparentemente i sospetti a due. Dom torna a casa di Rose e la trova nella vasca da bagno, priva di sensi dopo un tentativo di suicidio. Jordan Cole sembra essere l’autore della serie di omicidi, ma la situazione si fa ancora più confusa quando anche Cole viene ucciso da un assalitore fantasma.

Finale della seconda stagione di Departure: Chi è il fantasma? È vivo o morto?

Departure archie panjabi
Steve Wilkie/Shaftesbury/Greenpoint Productions/Peacock

L’aggressore fantasma di Philip Hogan in Departure torna sulla scena del crimine per un altro atto di manomissione delle prove. Mentre Theo scopre che i freni sono stati progettati per il disastro, l’assalitore fantasma lo colpisce alle spalle. Mentre soccorre Theo, Bill Ratch sembra riconoscere il fantasma. Veniamo a sapere che quest’uomo è salito sul treno da Detroit, è rimasto invisibile per la maggior parte del viaggio e ha sparato a Philip Hogan a sangue freddo quando era il momento. Si fa chiamare con diversi nomi, ma il suo vero nome è Tyler Brick, un ex-militare ed ex-lavoratore dell’URSA che era sotto la supervisione di Bill.

L’aggressore fantasma di Philip Hogan torna sulla scena del crimine per un altro atto di manomissione delle prove. Mentre Theo scopre che i freni sono stati progettati per il disastro, l’assalitore fantasma lo colpisce alle spalle. Mentre soccorre Theo, Bill Ratch sembra riconoscere il fantasma. Veniamo a sapere che quest’uomo è salito sul treno da Detroit, è rimasto invisibile per la maggior parte del viaggio e ha sparato a Philip Hogan a sangue freddo al momento opportuno. Si fa chiamare con diversi nomi, ma il suo vero nome è Tyler Brick, un ex-militare ed ex-lavoratore dell’URSA che era sotto la supervisione di Bill.

Questo spiega la faccia sbalordita di Bill quando vede l’aggressore e il motivo per cui ha nascosto l’informazione alla polizia. Tyler Brick fa visita a Bill poco dopo e, dopo un confronto, Bill si rende conto di una verità devastante: il sistema frenante non è ancora automatizzato. Ellen e la sua squadra si avvicinano a Tyler, e Kendra insiste per unirsi al raid. Dopo un confronto con Brick, Kendra, disarmata, si trova in una situazione precaria.

Mentre Ellen si precipita a salvarla, il criminale riesce a scappare. Nel diario di Tyler vengono trovati degli scritti che sembrano tentativi di espiazione. Ha una visione del mondo piuttosto radicale e contorta. Ellen emette un mandato di ricerca per Tyler, ma quest’ultimo riesce comunque a raggiungere Jordan Cole. Dopo aver aggredito Jordan, Tyler viene affrontato dalla polizia e cade in uno scontro a fuoco. Questa è la fine di Tyler, ma non risponde alla domanda più grande di tutte.

Chi ha orchestrato il disastro in Departure 2? Come hanno fatto?

Alla fine risulta chiaro che il disastro è stato orchestrato da Richard Bright, il figlio del governatore eletto Diana Bright. Richard e Rose sono apparentemente vecchi conoscenti e persino amanti, almeno secondo la prospettiva di Rose. Richard voleva acquistare l’URSA dagli azionisti originari, ma c’è stato un forte disaccordo. Né Connor né Philip volevano vendere l’azienda. La posizione di Jordan rimane ambigua fino alla fine, ma il finale rivela che la sua ambiguità è una facciata per mantenere l’immagine dell’azienda. In realtà, Jordan sospetta che Richard abbia a che fare con gli omicidi di massa.

Richard provoca il disastro per abbassare il prezzo delle azioni della URSA. Dopo la morte di Jordan Cole, le azioni subiscono un altro colpo. A questo punto, Richard intende acquistare l’azienda a basso costo. La madre di Richard potrebbe essere complice, poiché alla fine sfrutta il disastro per guadagnare voti. Inoltre, conclude la storia con una dichiarazione apparentemente accorata alle famiglie dei defunti, ma sappiamo che il politico che c’è in lei è piuttosto abile nei tocchi personali.

Richard e sua madre usano l’indottrinamento ideologico per motivare i colpevoli, mentre cercano di mantenere le mani pulite. Uno degli ingegneri dell’attacco è Tyler Brick. Brick non è un superuomo che può manomettere i freni, sparare all’autista e a Philip e fuggire indenne: deve avere un complice.

Il colpo di scena finale rivela che lo sceriffo Parker è l’altro colpevole. Sembra che sia stato spinto al gesto perché la tecnologia dell’automazione sta rubando milioni di posti di lavoro. Tuttavia, capiamo che queste sono solo informazioni manipolate dalla coppia madre-figlio Bright. Lo sceriffo uccide il conducente, mentre Tyler Brick si occupa dei freni. I freni richiedono ancora l’assistenza manuale, e gli orchestratori sfruttano questa unica vulnerabilità del software.

Cosa succede a Lucas in Departure 2?

All’indomani dell’indagine, la reputazione di Kendra le fa guadagnare un’offerta di lavoro presso il Ministero dei Trasporti negli Stati Uniti. Sembra che ci stia pensando, ma nel frattempo dovrebbe tornare a Londra per incontrare AJ. AJ, apprendiamo da Dom, sta completando il suo primo anno di college a Oxford dopo il suo periodo di vandalismo. Theo si avvicina con successo a Charlotte e i due progettano sessioni di studio per il futuro.

Tuttavia, ci si può chiedere che fine farà Lucas. Il suo personaggio è un’aggiunta avvincente alla storia. Il marito violento della madre defunta arriva per prendere Lucas, ma lui non vuole andare via con l’uomo. Con il sostegno di Ellen, Kendra riesce a tenere Lucas con la squadra investigativa finché non viene rintracciato il parente più prossimo del ragazzo. Lucas è un testimone chiave nello svolgimento del mistero e, dopo l’inseguimento finale con lo sceriffo, il suo trauma è solo immaginabile.

Alla fine degli eventi, Lucas parte con il nonno, il signor Miller. Prima di partire, fa a Kendra la promessa di tenersi in contatto.

Cristin Milioti di The Penguin parla del futuro della DC dopo il ritardo di THE BATMAN 2

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Nel finale di stagione de The Penguin, Oz Cobb ha posto fine alla sua faida con Sofia Gigante svelando il suo ruolo nella distruzione di Crown Point e facendo in modo che “Il Boia” tornasse ad Arkham.

È lì che Sofia riceve una lettera dalla sua sorellastra, Selina Kyle, la vigilante che abbiamo visto per la prima volta nei panni di Catwoman in The Batman del 2022.

Il palcoscenico è stato preparato per la condivisione di entrambi i personaggi sullo schermo ma, mentre scriviamo, è più probabile che ciò avvenga nella seconda stagione de The Penguin piuttosto che nel recente ritardo di The Batman – Parte II (che ora è senza titolo).

IndieWire ha recentemente parlato con Cristin Milioti del suo futuro come personaggio e le ha chiesto cosa di Sofia spera di esplorare in futuro.

“Non lo so ”, ha ammesso. “Mi è sembrato che ci siano infinite possibilità di dove potrebbe andare. Ovviamente vorrei vederla uscire da Arkham. È la prima cosa da fare. Non la voglio lì dentro. Quindi voglio vederla uscire da lì e poi vendicarsi”.

“Forse ora sarebbe ancora più una mina vagante, perché prima era piuttosto concentrata su di lui e sull’acquisizione di potere, ma a seconda di quello che le succede lì dentro, potrebbe essere un obiettivo ancora più grande ”, ha continuato Milioti. “Mi piacerebbe esplorare questo aspetto”.

Nonostante ciò, l’attore ha notato che c’è una grande parte di lei che vorrebbe continuare a esplorare Arkham. “Oh sì. [Quelle scene sono divertenti. Quindi forse lei rimarrà lì per un po’ e io ne farò un paio”.

Riflettendo sull’ingresso nell’Universo DC, Milioti ha dichiarato: “È stato emozionante. Sono una fan sfegatata di Batman, il mio sogno da sempre è quello di essere una cattiva di Batman e di poter mostrare la sua intera storia. Il fatto che questo venga dal cervello di una donna, lo si può percepire, lo si può sentire. Soprattutto il fatto che quell’episodio sia stato diretto dalla [regista] Helen [Shaver], è stato sicuramente un elemento in più”.

Ci sono così tante cose che Sofia fa nello show che, ovviamente, sono moralmente riprovevoli, ma molte donne mi hanno detto: “Questa parte è stata così bella” o “catartica” nel vederla affrontare tutto questo, e anch’io mi sono sentita così. È incredibile ”, ha concluso l’attrice.

The Penguin ha battuto i record di spettatori sulla HBO ed è stato un successo di critica, quindi quasi certamente vedremo ancora la Sofia Falcone/Gigante preferita dai fan di Milioti. Se la serie ambientata ad Arkham con il Joker e l’Enigmista fosse stata realizzata, sarebbe stato divertente vederli incrociare le loro strade (potrebbe ancora accadere, ovviamente). L’intera prima stagione deThe Penguin è ora disponibile in streaming su SKY. Per quanto riguarda il sequel di The Batman, è stato spostato al 1° ottobre 2027.

Nicholas Hoult parla del suo ruolo “sfaccettato e dimensionale” di Lex Luthor

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Superman di James Gunn non sarà il primo incontro di Nicholas Hoult con il genere dei supereroi (ha interpretato Bestia nei film degli X-Men della 20th Century Fox), ma sarà la prima volta che interpreterà un personaggio importante della DC Comics, dopo aver mancato per un soffio la parte di Bruce Wayne/Cavaliere Oscuro in The Batman di Matt Reeves – e aver fatto il provino per l’Uomo d’Acciaio stesso.

Nicholas Hoult era in lizza per il ruolo di Superman prima che David Corenswet venisse scritturato, ma leggendo la sceneggiatura di Gunn ha capito che sarebbe stato più adatto alla nemesi dell’eroe.

È buffo, perché quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta, mi ricordo di averla letta e c’era una piccola parte di me che diceva ‘Oh, penso che ti saresti divertito a interpretare Lex ‘”, ha detto Hoult durante una recente intervista con Deadline. “E non ho detto nulla, e poi quando James [Gunn] mi ha chiamato per interpretare Lex, ho fatto una specie di gracchiamento – credo sia il modo in cui lo descriverei. Non ho detto nulla”.

“Credo che mi abbia detto: ‘Vogliamo che tu interpreti Lex’, e io ho riso, perché credo che ci fosse qualcosa nel mio istinto, quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura, in cui pensavo: ‘Penso che sia più quello che dovrei fare in questa storia’”.

Nel corso di una nuova intervista con Vanity Fair, Nicholas Hoult ha parlato della storia e della sua interpretazione di Luthor, e sembra che quest’ultima versione del cattivo possa essere più di un semplice megalomane malvagio.

“Ogni elemento di quel mondo che [Gunn] sta creando è speciale. Lo stesso vale per il modo in cui sta ritraendo Lex nella sceneggiatura. È un personaggio sfaccettato e dimensionale”.

In passato Lex è stato rappresentato come una figura un po’ più simpatica e Gunn ha recentemente rivelato di aver preso spunto dalla miniserie di Brian Azzarello del 2005 Lex Luthor: Man of Steel di Brian Azzarello, che ha mostrato un nuovo lato dello spietato cattivo esplorando le motivazioni che spingono Luthor a essere un nemico costante dell’Uomo d’Acciaio in una città che lo ha ampiamente accolto.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Nicholas Hoult è Lex Luthor in Superman
Nicholas Hoult è Lex Luthor in Superman. Cortesia di DC Studios

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Un passo dal cielo 8 dal 9 gennaio su RAI 1

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Un passo dal cielo 8 dal 9 gennaio su RAI 1

L’ottava stagione di Un passo dal cielo torna – in sei serate su Rai 1, a partire dal 9 gennaio 2025 – raccontando un presente sempre più attento ai cambiamenti climatici e alla salvaguardia del pianeta, con uno sguardo pieno di speranza.

Un passo dal cielo 8 è prodotta da Lux Vide, società del Gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction. Da un’idea di Salvatore Basile, i soggetti di serie sono scritti da Mario Ruggeri, Enrico Oldoini, Andrea Valagussa, Francesca De Michelis, Salvatore Basile. La regia è di Alexis Sweet e Laszlo Barbo.

Cosa succederà nell’ottava stagione di Un passo dal cielo

I fratelli Nappi sono ormai una coppia perfettamente consolidata nelle indagini: Vincenzo (Enrico Ianniello) è sempre un vicequestore generoso, scaltro e ligio al dovere, e Manuela (Giusy Buscemi) ha intanto affinato le sue abilità nello studio della prossemica, diventando una risorsa sempre più importante per la squadra. Un talento, il suo, che potrebbe offrirle nuove opportunità anche lontano da San Vito di Cadore, anche se lei tra quelle montagne sta bene.

Lì c’è la sua famiglia, c’è Vincenzo che ha finalmente imparato a fidarsi di lei e del suo intuito, e poi c’è Nathan (Marco Rossetti). Della storia di Nathan si sa poco o perlomeno quello che lui ricorda: è stato trovato nel bosco da una coppia di antropologi che lo ha adottato. Prima, Nathan ricorda solo che un’orsa si è presa cura di lui, poi crescendo ha provato a vivere in società ma, non sentendosi capito, a diciott’anni ha deciso di tornare nella natura, unico luogo al quale ha sempre sentito di appartenere. Dopo aver conosciuto Manuela e Vincenzo, però, ha scoperto che gli esseri umani non sono tutti uguali. Di alcuni di loro ci si può fidare, con altri si può collaborare e, di qualcuno, a volte, ci si può anche innamorare o, almeno, questo è quello che spera Manuela.

Dopo mesi dalla promessa d’amore silenziosa che i due si sono fatti al cospetto delle Cinque Torri alla fine della scorsa stagione, Manuela spera infatti che Nathan le dica di non lasciare San Vito e di rimanere con lui. Ma Nathan sarà pronto per questo? Forse, prima di legarsi a qualcuno, ha bisogno di fare chiarezza sul suo passato, scoprire chi è davvero, quale sia la sua storia e come ha fatto a ritrovarsi nel bosco, così piccolo, da solo.

Ad aiutarlo a far luce sulle sue origini, potrebbe essere un nuovo personaggio: Stephen Anderssen (Raz Degan), un ricercatore affascinante, idealista e carico di mistero che arriva con la sua squadra a San Vito di Cadore e si stabilisce alle pendici di un ghiacciaio con un sogno: salvarlo. Stephen sa infatti che se scoprisse un modo per impedire lo scioglimento di un solo ghiacciaio, potrebbe salvare anche tutti gli altri e in questo modo, forse, salvare l’intero pianeta. Questo esperimento affascina Manuela e sarà lei, grazie al suo sguardo sensibile e acuto, a scoprire che la fragilità di quell’imponente ghiacciaio nasconde invece un segreto.

Della squadra di Stephen fanno parte diversi scienziati, tra cui Gabriele (Alberto Malanchino), un ragazzo molto ambizioso e pronto a tutto per la salvaguardia del pianeta, Laura (Alice Arcuri), storico braccio destro di Stephen che lo aiuta anche nella parte burocratica dell’associazione, e Anna (Cecilia Bertozzi), un’orfana che Stephen ha preso sotto la sua ala protettiva. Anna è una ragazza dotata di spirito selvaggio che si batte per quello in cui crede e sembra comprendere perfettamente il modo di vivere di Nathan. Il loro incontro metterà quindi in crisi l’uomo degli orsi, che si troverà tra due personalità completamente differenti: Anna, così simile a lui, e Manuela, che ha rivoluzionato il suo mondo.

Così come rivoluzionata sarà anche la famiglia di Vincenzo. Lui e Carolina (Serena Iansiti)verranno infatti messi alla prova e dimostreranno come, grazie alla persona amata, si possa trovare la forza di rialzarsi in tutte le prove della vita. E le prove, in questa nuova stagione, per loro saranno tante: dalla gestione di una famiglia sempre più grande con l’arrivo della terzogenita Nina e dello zio di Carolina, Nino (Nino Frassica), ai colpi di testa di Paolino (Alvise Marascalchi) che, sempre innamorato perso di Lisa (Francesca Masini), mostrerà di essere cresciuto molto più in fretta di quanto Carolina stessa sia pronta ad ammettere.

Infine, la vita di Vincenzo sarà stravolta da un evento inaspettato, diverso da tutti quelli che ha dovuto affrontare fino a questo momento nella sua carriera in Polizia. E così, per la prima volta, dopo tanti anni da napoletano sradicato, Vincenzo – insieme a Huber (Gianmarco Pozzoli), Carolina e tutta la famiglia di “Un passo dal cielo” – dovrà imparare ad amare davvero la montagna, perché per la prima volta si troverà a osservarla da un punto di vista completamente nuovo.

Fuori in 60 secondi: trama, cast e curiosità sul film

Fuori in 60 secondi: trama, cast e curiosità sul film

Nel corso della sua lunga e prolifica carriera l’attore Nicolas Cage si è distinto anche per diversi adrenalinici action movie, tra cui si ricordano in particolare The Rock, Con Air e Face/Off – Due facce di un assassino. Un altro suo popolare lungometraggio, sempre appartenente a questo genere, è Fuori in 60 secondi. Diretto nel 2000 da Dominic Sena, regista anche di Whiteout – Incubo bianco e L’ultimo dei templari, il film è ambientato nel corso di una sola notte, durante la quale il protagonista è chiamato a compiere un’impresa impossibile per salvare la vita di suo fratello.

Il film, scritto da Scott Rosenberg, è il remake di Rollercar – Sessanta secondi e vai!, pellicola cult del 1974 più volte omaggiata anche dal premio Oscar Quentin Tarantino. La crescente popolarità di questo film spinse il produttore Jerry Bruckheimer a volerne realizzare una nuova versione, che si discosta però molto dall’originale. Mentre questo era incentrato sugli inseguimenti in città e sull’azione, dedicando davvero poco tempo alle parti dialogate, il remake invece concentra molto l’attenzione sui preparativi per il “grande furto” e indaga più a fondo nei rapporti umani fra i personaggi della storia.

Nonostante lo scarso favore da parte della critica cinematografica, il film ha ottenuto un buon successo di pubblico, dimostrandosi un titolo in grado di offrire del sano intrattenimento tra grandi scene d’azione e sentimenti. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle automobili utilizzate. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

LEGGI ANCHE: Fuori in 60 secondi è basato su una storia vera?

Nicolas Cage e Angelina Jolie in Fuori in 60 secondi (2000)
Nicolas Cage e Angelina Jolie in Fuori in 60 secondi © 2000 – Touchstone Pictures

 

La trama di Fuori in 60 secondi

Protagonista del film è Randall “Memphis” Raines, leggendario ladro di automobili, noto per impiegare solamente 60 secondi per disattivare l’antifurto di qualsiasi vettura. Ormai ritiratosi però dal mercato delle auto rubate, egli cerca ora di condurre una vita tranquilla e lontana da guai. A ritrascinarlo in quella vita frenetica, però, ci pensa il fratello Kip Raines, il quale è a sua volta un aspirante ladro d’auto, privo però del talento del fratello. Questi ha commesso l’errore di aver promesso al gangster Raymond Calitri di rubare per lui ben cinquante auto di lusso. Quando però fallisce nel suo obiettivo, Kip viene fatto rapire dal criminale.

Sarà a questo punto che Randall si vedrà costretto ad entrare nella faccenda, nel tentativo di salvare il fratello. Per far sì che Raymond liberi Kip e consideri annullato il suo debito, Randall deve ora rubare le cinquanta automobili in una sola notte. L’impresa è quantomai complessa, ma il celebre ladro può contare sull’aiuto del suo vecchio mentore Otto Halliwell, sull’istruttore di guida Donny Astricky, sul becchino muto Sphynx e, in particolare, su Sara “Sway” Wayland, l’ex fidanzata di Randall, di professione meccanico. Con la polizia alle calcagna, ha per Randall l’ultima missione, la più importante di sempre, che lo porterà anche a confrontarsi con l’unica auto che non è mai riuscito a rubare.

Il cast di attori

Come anticipato, ad interpretare il protagonista del film vi è l’attore Nicolas Cage. Particolarmente affascinato dal progetto, egli ha eseguito la maggior parte delle acrobazie di guida previste. Ha inoltre frequentato la Bondurant Driving School a Phoenix, in Arizona, e la Bobby Ore Stunt Driving School in preparazione per il film. Gli piaceva così tanto la scuola di guida per auto da corsa che ha continuato a praticarla come hobby anche dopo che le riprese erano state completate. Accanto a lui, nei panni del fratello Kip vi è invece l’attore Giovanni Ribisi, il quale a sua volta si è addestrato nella guida di auto sportive.

Il film vanta poi un cast di comprimari di tutto rispetto, da Angelina Jolie nei panni di Sara Wayland al premio Oscar Robert Duvall in quelli di Otto Halliwell. La Jolie accettò di recitare in Fuori in 60 secondi in quanto grande appassionata di auto. Duvall, invece, ha lavorato con un tecnico professionista per prepararsi al suo ruolo. Nel film sono poi presenti Christopher Eccleston nel ruolo del criminale Raymond Calitri, Delroy Lindo in quelli del detective Roland Castlebeck e Timothy Olyphant per il ruolo del detective Drycoff. Completano il cast gli attori Will Patton nei panni di Atley Jackson, Chi McBride in quelli di Donny Astricky e Vinnie Jones in quelli di Sphinx.

Fuori in 60 secondi (2000)
© 2000 – Touchstone Pictures

Le auto presenti nel film

Nel film, grandi protagoniste sono le auto. Per completare l’elenco delle cinquanta vetture da rubare, sono stati scelti modelli che vanno dal 1957 al 2000. Fra le auto presenti nel film, oltre alla Ford Shelby Mustang GT500 del 1967, l’auto mai rubata dal protagonista, si possono citare la Ferrari 275 GTB, la Ferrari F355, la Ferrari 550 Maranello, la Jaguar XJ220, la Ford Thunderbird, la Cadillac Eldorado e l’Escalade, la Lamborghini Diablo, svariate Porsche, Corvette e auto d’epoca. Ad ogni auto nel film, inoltre, viene associato un nome di donna.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Fuori in 60 secondi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Disney+, Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Confini e dipendenze: la storia vera dietro il film

Confini e dipendenze: la storia vera dietro il film

Una delle più grandi problematiche oggi esistenti negli Stati Uniti è quella della diffusione e dipendenza da oppiacei. Un dramma che miete ogni anno innumerevoli vittime e che si è cercato di affrontare tanto con discussioni pubbliche quanto con film, romanzi e ogni altro mezzo di comunicazione. Tra i più recenti ad aver ribadito l’urgenza di un intervento su tale dinamica vi è il film Confini e dipendenze, il cui titolo originale è Crisis. Questo è stato girato nel 2021 dal regista Nicholas Jarecki, specializzato in documentari ma autore anche di film quali The Outsiders (2005) e il thriller finanziario La frode (2012).

Jarecki torna dunque alla regia di un film di fiction per dar vita ad un’opera dal sapore documentaristico, con cui va ad indagare una tragica realtà e i suoi retroscena, con l’obiettivo di contribuire allo smascheramento di coloro che si nascondono dietro questa emergenza sociale. Realizzato in modo totalmente indipendente, Confini e dipendenze non ha potuto contare su particolari spinte distributive ed è dunque passato grossomodo inosservato. Nonostante ciò, può vantare la presenza di diversi celebri attori, dichiaratisi interessati al tema e a prendere parte ad un film che lo affronta con questo vigore.

Grazie al suo arrivo su alcune piattaforme streaming, Confini e dipendenze è divenuto uno dei titoli più visti del momento e ciò sta dunque permettendo una sua riscoperta, a cui consegue una nuova riflessione sull’emergenza affrontata nel film. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Confini e dipendenze. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Confini e dipendenze trama
Michelle Rodriguez e Armie Hammer in Confini e dipendenze

La trama e il cast di Confini e dipendenze

La vicenda si svolge negli Stati Uniti d’America. Sullo sfondo di un’anomala serie di overdose da farmaci oppioidi, si incrociano tre storie diverse, quella dell’agente Jake Kelly, infiltrato della DEA in un’operazione di contrabbando di Fentanyl, quella di Claire Reimann, architetto che si sta riprendendo dalla dipendenza da ossicodone e deve affrontare la morte del figlio e infine quella del professore universitario Tyrone Brower, ricercatore per un farmaco antidolorifico esente da dipendenza alternativo all’ossicodone. Per quanto slegate, le loro vicende si riveleranno in realtà essere più correlate del previsto.

Ad interpretare quest’ultimo, il professore Tyron Brower vi è l’attore Gary Oldman, mentre Armie Hammer è l’agente Jake Kelly, della DEA. Evangeline Lilly interpreta Claire Reimann, architetto e tossicodipendente in fase di recupero, mentre Greg Kinnear è Dean Talbot, superiore di Brower all’Università di Everett. Nel cast si ritrova poi anche Michelle Rodriguez nel ruolo del Supervisore Garrett, superiore di Kelly alla DEA, Luke Evans nel ruolo del Dr. Bill Simons, un membro del consiglio di amministrazione della Northlight Pharmaceuticals e Lily-Rose Depp nel ruolo di Emmie Kelly, sorella minore di Jake e tossicodipendente.

La storia vera dietro il film

Il film Confini e dipendenze non è direttamente ispirato ad una vicenda reale, ma il regista Nicholas Jarecki, anche sceneggiatore del film, ha però rivelato di essersi basato per la scrittura della storia su alcuni elementi reali come anche sulla sua esperienza personale di perdita di persone che conosceva a causa della dipendenza da oppioidi. Il film esplora infatti i meccanismi interni e l’emergenza sanitaria indotta dalla crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, in particolare dal Fentanyl. L’impatto emotivo dei decessi legati alla droga e il lavoro delle forze dell’ordine per arginare il traffico di stupefacenti sono dunque tratti da fatti realmente accaduti.

Jarecki ha parlato con giornalisti che si sono occupati della crisi degli oppioidi e ha raccolto informazioni da agenti della narcotici sotto copertura che hanno scoperto la verità dietro l’abuso di farmaci e gli scienziati delle case farmaceutiche. La dipendenza, potenzialmente letale, che colpisce la gente comune, deriva dalle pillole che vengono prescritte per alleviare il dolore. L’incursione di Jarecki nella verità che si cela dietro il ruolo delle multinazionali e delle autorità di regolamentazione lo ha portato a narrare una situazione in cui gli stessi antidolorifici sono diventati assassini. Un aspetto narrato anche nel recente romanzo premio Pulitzer Demon Copperhead, di Barbara Kingsolver.

Confini e dipendenze cast
Gary Oldman in Confini e dipendenze

La crisi degli oppioidi è iniziata negli anni ’90, quando le grandi aziende farmaceutiche hanno commercializzato in modo aggressivo i loro antidolorifici da prescrizione, rassicurando i medici che gli antidolorifici non inducevano dipendenza nei pazienti. Con l’impennata dei prezzi dei farmaci, si sono poi attivati diversi canali illegali che hanno iniziato a spacciare gli oppioidi, soprattutto la droga sintetica, il Fentanyl. Dall’inizio del secolo, gli oppioidi da prescrizione sono stati la presunta causa di morte di oltre 450.000 americani. Quando le tariffe di prescrizione sono state aumentate per scoraggiare l’uso incessante di oppioidi, i consumatori hanno cercato alternative più economiche.

Nel dicembre 2015, l’allora Presidente Barack Obama autorizzò uno stimolo finanziario per finanziare la ricerca sugli oppioidi, al fine di sottrarre la società ai danni dell’epidemia di oppioidi. Nel 2017, l’ex presidente Donald Trump ha invece dichiarato la crisi degli oppioidi un’emergenza di salute pubblica. Poco dopo, diversi Stati hanno intrapreso misure importanti per affrontare il grave problema. Ancora oggi si tratta di una guerra silenziosa, che miete migliaia di vittime ogni anno. Solo nel 2022, infatti, si stimano circa 100 mila morti per overdose da oppiacei.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Seven grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4 gennaio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Contagious: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con Arnold Schwarzenegger

Conosciuto a livello mondiale per i suoi ruoli in film d’azione come Terminator, Last Action Hero o Danni collaterali, l’attore Arnold Schwarzenegger si è cimentato nel 2015 in un progetto per lui inedito. Questo è Contagious (qui la recensione), film a tema zombie dove ricopre il ruolo di un protettivo padre. Un ruolo drammatico attraverso il quale l’attore ha potuto mettere in mostra nuovi aspetti della sua personalità, lasciandosi scoprire attraverso un genere che non sembrava potergli appartenere. A dirigere il film vi è Henry Hobson, noto principalmente per la regia di alcuni spot pubblicitari e qui al suo debutto con un lungometraggio.

Il film, scritto da John Scott 3, era stato inserito nella nota Black List, contenente le migliori sceneggiature non ancora adattate per il grande schermo. Per diversi anni si è cercato di fare in modo che la sua realizzazione avesse luogo, ma nessuno sembrava pronto ad investire in un film di genere che si concentra più su aspetti emotivi che non orrorifici. Venuto a conoscenza del progetto, però, Schwarzenegger accettò tanto di recitarvi quanto di svolgere il ruolo di produttore. La sua partecipazione ha così permesso a Contagious di prendere forma.

Come accennato, non si tratta del solito horror commerciale, bensì di un film psicologico che esplora le tematiche dell’abbandono, della paura e di cosa si sarebbe disposti a fare pur di proteggere i propri cari. Un’opera delicata, resa struggente in particolare dall’interpretazione dei due protagonisti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Contagious cast

La trama di Contagious

Il film è ambientato in un mondo dove un virus noto come Necroambulist si sta spargendo rapidamente in ogni dove, colpendo senza distinzioni. Chi contrae tale virus è condannato lentamente a trasformarsi in creature simili a zombie, estremamente pericolose. In tale contesto di morte e distruzione, la società cerca di andare avanti come può, con la necessità però di sottostare a rigide leggi marziali al fine di garantire l’incolumità di coloro che non sono ancora stati infettati. Da questi pochi individui dipende infatti la salvezza della razza umana. Tra questi vi sono anche Maggie Vogel e suo padre Wade. Ben presto, però, anche i loro tentativi di continuare a vivere in tranquillità crollano inesorabilmente.

Anche Maggie si ritrova ad essere contagiata dal virus, ed è solo questione di tempo prima che si trasformi in una creatura terribile, senza ricordi né emozioni. In attesa di quel momento inevitabile, suo padre decide di prendersi cura di lei come può, tenendola in casa al riparo da minacce esterne. Nell’attesa che il peggio avvenga, Wade si trova però costretto anche a relazionarsi con i pericoli circostanti e con la situazione pronta a sfuggire in ogni momento proteggere sua figlia sarà sempre più complesso. Gli servirà tutto il suo amore di padre per poter fare ciò che deve essere fatto e di più.

Il cast del film

Come anticipato, nel ruolo del protettivo padre Wade vi è l’attore Arnold Schwarzenegger. Dopo aver letto la sceneggiatura, questi si innamorò profondamente della storia raccontata, tanto da accettare di recitare nel film senza percepire alcun compenso. Si tratta inoltre del suo primo film a tema zombie, nonché del film con il budget più basso di tutta la sua carriera. Attratto dal potenziale drammatico del suo personaggio, Schwarzenegger si preparò a lungo per cercare di calarsi quanto più possibile nella mentalità di questi. La sua struggente performance è inoltre stata indicata come una delle sue più belle degli ultimi anni, facendogli guadagnare numerosi riconoscimenti.

Accanto a lui, nel ruolo di sua figlia, avrebbe originariamente dovuto esserci l’attrice Chloe Grace Moretz. A causa di altri impegni, però, questa fu costretta a rinunciare al ruolo, andato poi alla candidata all’Oscar Abigail Breslin, celebre per il film Little Miss Sunshine. Per l’attrice è stato particolarmente importante rendere realistico il processo degenerativo a cui il suo personaggio va incontro. Oltre a loro nel film si ritrovano anche gli attori Joely Richardson, nei panni della matrigna Caroline Vogel, e Aiden Flowers e Carsen Flowers in quelli dei fratellini più piccoli Bobby e Molly Vogel. Questi ultimi, entrambi alla loro prima esperienza cinematografica, vennero scelti proprio in quanto veri fratelli.

Abigail Breslin e Arnold Schwarzenegger in Contagious
Arnold Schwarzenegger e Abigail Breslin in Contagious. Foto di Tracy Bennett – © 2015 – Roadside Attractions

Il finale di Contagious

Nel finale del film, Wade conduce Maggie in un bosco e le mostra un giardino di margherite che fu piantato da sua madre per lei. È l’unica cosa che Wade può mostrare a Maggie per cercare di risollevarle l’umore e le giura di non farla portare via da nessuno: Maggie allora supplica suo padre, dicendogli che quando sarà il momento di morire vuole che sia lui a farlo e nessun altro. Ritornati a casa, Wade riceve un’ultima visita da parte del dottor Vern che consiglia a Wade di usare il fucile. Ben presto, la ragazza è ormai quasi completamente trasformata.

Il mattino dopo Wade se ne sta seduto sulla poltrona armato di fucile, che però è privo della pallottola. Maggie vede suo padre (che finge di dormire) e si avvicina chinandosi ad annusarlo. Inaspettatamente, la ragazza lo bacia sulla fronte e tornando al piano di sopra raggiunge il punto più alto della casa. Wade si alza dalla poltrona ma prima che possa raggiungere la figlia, Maggie salta dal tetto mentre i suoi occhi diventano completamente neri. Nei suoi ultimi istanti di vita, Maggie ha un flashback della sua infanzia con sua madre ancora viva, e l’ultimo ricordo che ha è mentre coglie una margherita.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Contagious è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Infinity+, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4 gennaio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Here: la recensione del film di Robert Zemeckis

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Here: la recensione del film di Robert Zemeckis

Cosa succede quando uno sperimentatore del cinema incontra un’opera letteraria di indiscutibile valore concettuale e spirituale? La risposta arriva nelle sale cinematografiche, a partire dal 9 gennaio, grazie a Eagle Pictures. Arriva infatti al cinema Here (qui il trailer), di Robert Zemeckis, adattamento dell’omonimo fumetto di Richard McGuire. Il risultato è un’operazione tecnicamente impegnativa, che da una parte ha spinto Zemeckis a ragionare sul cinema in maniera inedita e allo stesso tempo gli ha concesso di fare una riflessione sulla vita, limitatamente a un solo luogo nell’arco di un tempo lunghissimo.

Here è un film sulla memoria dei luoghi

Protagonisti del film, Tom HanksRobin Wright, che Zemeckis aveva già diretto, giovani e belli, in Forrest Gump. Il regista, ringiovanendo e invecchiando i due attori, racconta la storia di una coppia, di una famiglia, che vive in un posto che esisteva prima di loro e prima di loro è stato foresta, prateria, cantiere, casa coloniale, villetta a schiera, e tutta una serie di passati e presenti che si susseguono senza linearità, ma si sovrappongono, tutti raccontati dallo stesso punto di vista, un angolo del soggiorno. E lo spettatore diventa testimone costante dello scorrere del tempo in quella stanza, con il mondo fuori da una finestra.

Here di Robert Zemeckis – Credits Eagle Pictures

Con riquadri sovrapposti all’immagine e il montaggio firmato da Jesse Goldsmith, il film abbraccia secoli di storia americana, dall’era dei dinosauri fino al presente segnato dal Covid. In questo spazio si intrecciano le vite di diverse famiglie, in particolare quella di Richard (Tom Hanks) e Margaret (Robin Wright). Richard è un pittore costretto a sacrificare i suoi sogni per scendere a compromessi con le urgenze della vita, mentre Margaret si ritrova stanca di una casa che è al tempo stesso rifugio e prigione, in una vita che le ha chiesto troppo presto di sacrificare le sue ambizioni, che le è fuggita tra le mani senza che lei se ne accorgesse, come ci rivela in una toccante scena del film (e come troppo spesso accade nella vita reale).

Un viaggio non lineare nel tempo

Il film, il cui adattamento dal fumetto è firmato dallo stesso Zemeckis insieme a Eric Roth (Forrest Gump), è una celebrazione del cinema come arte che unisce tecnica e storytelling. Utilizzando uno sguardo fisso, teatrale, ci invita a osservare come il tempo e gli eventi modellino lo spazio e le vite che lo abitano, riducendolo a un unico angolo di mondo che affronta lo scorrere del tempo, delle epoche, degli arredi, degli stili. Here è un trattato sull’umanità. La casa, protagonista silenziosa, è lo specchio delle trasformazioni della società americana e delle vite che vi si intrecciano.

Dagli arredi anni Cinquanta alle mascherine del Covid, ogni dettaglio riflette un’epoca e una mentalità, mettendo in luce quanto il progresso tecnologico influenzi la nostra concezione dello spazio domestico e della memoria. L’espediente della camera fissa, che richiama le origini del dispositivo cinematografico, trasforma la scenografia in sceneggiatura e viceversa, offrendo un’esperienza immersiva che cattura l’attenzione emotiva dello spettatore. Questa fissità concentrata si stravolge poi con un finale di grande eleganza cinematografica che celebra la circolarità della storia umana, un ciclo di eterno ritorno.

Here
Here di Robert Zemeckis – Paul Bettany e Kelly Reilly – Credits Eagle Pictures

Zemeckis: artigiano curioso, genio inventore

Con Here, Robert Zemeckis dimostra ancora una volta di essere un autore geniale, capace di mescolare tecnica avanzata e storytelling emozionale, andando sempre a esplorare territori insoliti che gli consentono di forzare il linguaggio cinematografico per dare vita a qualcosa di nuovo: un inventore costantemente curioso e disposto a mettersi in gioco, un visionario che riesce a vedere possibilità di racconto dove nessun altro riesce. Il regista arricchisce la sua filmografia di una intensa riflessione sul mondo e sullo scorrere del tempo, e si fa anche invenzione linguistica per la settima arte che, nonostante sia sulla soglia dei 130 anni, continua a affascinare, stupire e intrattenere.

Pur rinunciando ai segmenti ambientati nel futuro che rendevano ancora più potente il concetto ideato e sviluppato da Richard McGuire nel suo fumetto, l’aspetto interessante di Here è proprio la riflessione filosofica sul nostro rapporto con lo spazio e il tempo. Attraverso il linguaggio della camera fissa, Zemecckis pone lo spettatore al centro di un racconto che scorre nel tempo (non nello spazio) davanti a lui e gli consente di giocare con il suo senso di prospettiva, trasformando ogni finestra, ogni schermo, ogni riquadro in sovrimpressione in un frammento di realtà che ci riposiziona nel nostro mondo.

Here di Robert Zemeckis – Tom Hanks e Robin Wright – Credits Eagle Pictures

Il film è una meditazione sulla memoria e sull’oblio, un’esplorazione del rapporto tra l’uomo e il suo ambiente. Here si spinge anche oltre, integrando la tecnologia per offrire una visione del futuro del cinema. In quest’ottica, l’uso del de-aging non è un semplice trucco visivo, ma una parte integrante della narrazione, che riflette le trasformazioni interiori ed esteriori dei personaggi che attraversano il tempo.

In Here, la casa al centro della storia diventa un luogo universale, dove si consumano infinite esistenze e dove ognuno di noi può rispecchiarsi. Zemeckis riafferma la sua grandezza, troppo spesso dimenticata, e offre al suo pubblico un’esperienza di cinema allo stato puro: una celebrazione della vita, che stimola i piani emotivi e mentali dello spettatore.

Wallace e Gromit – Le piume della vendetta: recensione del film animato della Aardman

Ritorna sullo schermo una delle coppie dell’animazione più amate di sempre, Wallace e Gromit, ovvero l’inventore pasticcione e il suo fidato cagnolino sempre pronto a riparare ai guai del suo padrone. L’occasione è il secondo lungometraggio a loro dedicato, Wallace e Gromit – Le piume della vendetta (il cui titolo originale è il più simpatico Vengeance Most Fowl), realizzato per Netflix a quindici anni di distanza da Wallace e Gromit – La maledizione del coniglio mannaro, vincitore del premio Oscar come Miglior film d’animazione. Alla regia vi è come sempre Nick Park, accompagnato però stavolta da Merlin Crossingham.

Proprio per i tanti riconoscimenti ottenuti nel tempo, si tratta dell’IP più popolare della Aardman Animation, che negli anni ha dato vita anche ad opere come Galline in fuga, I primitivi e Shaun, vita da pecora – Il film. Opere caratterizzate dai personaggi realizzati in plastilina, perfettamente malleabili per assumere forme e dimensioni di ogni genere, stupendo continuamente grazie ad un’animazione divenuta ormai un marchio di fabbrica. E proprio richiamando i primi lavori della Aardman, questo nuovo lungometraggio è un sequel del cortometraggio del 1993 (anch’esso premiato con l’Oscar) dal titolo I pantaloni sbagliati.

La trama di Wallace e Gromit – Le piume della vendetta

In questo nuovo capitolo, la preoccupazione di Gromit che Wallace stia diventando troppo dipendente dalle sue invenzioni si dimostra giustificata quando il suo padrone pasticcione inventa uno gnomo “intelligente” che sembra sviluppare una mente propria: Norbot. Ben presto, questa nuova presenza mette in ombra il ruolo di Gromit all’interno della casa, ma quando il diabolico pinguino Feathers McGraw torna in cerca di vendetta, toccherà proprio a Gromit lottare contro le sinistre forze scatenatesi e salvare il suo padrone… o Wallace potrebbe non inventare più niente!

Wallace e Gromit - Le piume della vendetta Feathers McGraw
Il vendicativo Feathers McGraw in Wallace e Gromit – Le piume della vendetta. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Guardatevi dall’intelligenza artificiale!

Per un franchise con protagonista un inventore, non essere al passo con i tempi sarebbe un vero crimine! Ecco dunque che l’ovvio sviluppo per questo nuovo lungometraggio della Aardman Animations è quello di inserire l’intelligenza artificiale, sempre però nello stile comico che ha reso celebri Wallace e Gromit. 32 anni dopo quel gioiello animato di 30 minuti che è I pantaloni sbagliati, facciamo dunque la conoscenza dello gnomo Norbot, che è solo la più recente di una serie di intelligenze artificiali che, per via di agenti esterni, si riprogrammano su un comportamento cattivo.

Come la M3GAN del film omonimo, anche in questo caso tale presenza diventa l’occasione – in questo caso comica – per riflettere sull’abuso di queste tecnologie, sui loro possibili pericoli e sulla nostalgia per una vita “analogica”, di cui Gromit cerca invece di farsi custode tra le tante invenzioni superflue del suo sbadato padrone. Al di là della vicenda principale – la vendetta di Feathers McGraw – il film si muove dunque tra questi due poli, raccontando il tutto insieme ad un altro scontro che si svolge in modo forse meno esplicito, ovvero massiccio supporto della CGI che sovrasta la tradizionalità della materia e dell’animazione in stop motion.

I primi lavori della Aardman si sono distinti proprio per questa loro peculiare tecnica animata, che anche nelle forme più grezze riusciva a sorprendere e incantare. Vederla oggi stemperata dal supporto della CGI, per quanto comprensibile (dati i costi e i tempi di lavoro richiesti dalla pura stop motion) dispiace, anche se fortunatamente non tutto l’incanto si perde per strada. È però indubbiamente interessante come il film affronti il tema della tecnologia attraverso questi due discorsi, un po’ come a suo tempo faceva Toy Story (primo film interamente realizzato in CGI) con il tradizionale Woody e il futuristico Buzz Lightyear.

Wallace e Gromit - Le piume della vendetta Netflix
I due protagonisti di Wallace e Gromit – Le piume della vendetta Netflix. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Un film che si muove tra mancanze e idee brillanti

In un panorama di opere d’animazione che sempre più tendono al fotorealismo, è però un bene che ci siano ancora film come questo (o Il robot selvaggio e Flow – Un mondo da salvare) che ci ricordano la bellezza dell’animazione che si lascia andare alle imperfezioni per far emergere il proprio cuore pulsante. Un cuore che, però, in Wallace e Gromit – Le piume della vendetta è in parte troppo legato proprio a I pantaloni sbagliati, di cui ripropone diverse dinamiche (ad esempio, il processo di risveglio di Wallace), che strappano ancora oggi sorrisi, ma senza apportare anche qualche necessaria nuova trovata al tutto.

Ad inficiare parzialmente sul risultato finale c’è anche la sensazione di non assistere ad un adeguato numero di gag e battute tali da giustificare il formato lungometraggio, ma fortunatamente si arriva ad un finale su larga scala che, citando grandi classici dell’azione, si apre ad una serie di scenari intriganti oltreché emozionanti. Certo, manca una sequenza capolavoro come quella dell’inseguimento nel trenino elettrico in I pantaloni sbagliati, ma una serie di altre azzeccate intuizioni di messa in scena permettono comunque al film di arrivare al suo risultato, intrattenendo e divertendo. Il carisma dei due protagonisti, ovviamente, fa il resto.

Batman, la prima apparizione del DCU dimostra quanto James Gunn conosca veramente il Cavaliere Oscuro

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Batman ha fatto la sua prima apparizione ufficiale nel DCU, con un breve cameo che dimostra quanto James Gunn conosca veramente il Cavaliere Oscuro. Gunn, ora al timone dei DC Studios insieme a Peter Safran, è stato incaricato di rilanciare il futuro del DCU. L’universo rinnovato ha svelato il Superman del DCU e ha finalmente offerto un primo sguardo al Crociato Incappucciato, con una breve apparizione nell’episodio 6 di Creature Commandos.

Prima puntata del DCU Chapter One: Gods and Monsters, Creature Commandos offre un tono nuovo al DCU, esplorando personaggi eccentrici e meno conosciuti. Questa serie animata si concentra su una squadra di agenti soprannaturali, mescolando umorismo, orrore e azione. Tuttavia, uno dei momenti più elettrizzanti è stato l’inserimento del Crociato di Gotham, che ha segnato la prima apparizione ufficiale del nuovo Batman nel DCU.

Batman appare in Creature Commandos

Nell’episodio 6 di Creature Commandos, “Priyatel Skelet”, la storia si addentra nell’agghiacciante passato del Dottor Phosphorus. Un tempo scienziato nucleare al servizio del boss mafioso Rupert Thorne, la vita del Dottor Phosphorus prende una svolta oscura quando viene tradito, la sua famiglia uccisa, e subisce un incidente catastrofico. Questa trasformazione lo spinge a vendicarsi, uccidendo Thorne e prendendo il controllo del suo impero criminale. L’apice dell’arco narrativo si raggiunge durante una sequenza di ballo bizzarra e memorabile.

Quando le luci sfarfallano improvvisamente e la corrente si interrompe, la stanza piomba nell’oscurità. In un momento di suspense sapientemente realizzato, Batman viene rivelato. In omaggio ai titoli di testa di Batman: The Animated Series, la sua sagoma appare per prima, per poi essere illuminata da un fulmine. Si tratta di un momento sbalorditivo che sottolinea lo status di Batman come creatura della notte e maestro della paura.

Il cameo di Batman in Creature Commandos dimostra che James Gunn ne capisce sul Cavaliere Oscuro

James Gunn 2023
Il regista statunitense James Gunn arriva alla premiere di Los Angeles della Warner Bros. ‘The Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di imagepressagency – DepositPhotos

La breve apparizione di Batman in Creature Commandos racchiude tutto ciò che gli spettatori amano del personaggio. La sua minacciosa introduzione, emergendo dall’ombra, si allinea perfettamente con l’essenza del Cavaliere Oscuro: una figura che si nutre della paura dei suoi nemici. Questa comprensione della psicologia di Batman dimostra che Gunn ha colto l’identità del personaggio.

Il cameo rivela anche dettagli cruciali sul design del nuovo Batman del DCU. I suoi occhi bianchi, che ricordano le rappresentazioni dei fumetti, suggeriscono un approccio più classico e stilizzato. Le orecchie da pipistrello più corte e il lieve accenno a una combinazione di colori blu e grigio evocano la nostalgia per le interpretazioni iconiche del personaggio.

Suggerisce un allontanamento dall’estetica corazzata e completamente nera dei film recenti. Intrecciando questi elementi in un debutto animato, Gunn costruisce un’anticipazione per l’introduzione completa di Batman in live-action, pur rimanendo fedele al suo mito. In pochi secondi, il cameo di Batman in Creature Commandos rassicura che l’eredità del Cavaliere Oscuro è in mani capaci sotto la guida di James Gunn.

The Fantastic Four: First Steps, l’indiscrezione rivela alcuni importanti dettagli sulla trama del reboot – SPOILERS

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C’è una grande quantità di intrighi intorno a The Fantastic Four: First Steps, in particolare per l’azione ambientata in un’altra realtà. La natura della Saga del Multiverso significa che la Prima Famiglia Marvel viaggerà nella Sacra Linea Temporale, ma prima dovrà affrontare Galactus e Silver Surfer.

Si è parlato molto della possibilità che Galactus sia un cattivo del Multiverso. Abbiamo anche sentito che Franklin Richards sarà legato al personaggio e probabilmente una parte importante di ciò che porta i Fantastici Quattro sulla Terra-616 in Avengers: Doomsday grazie alle sue potenti abilità mutanti.

Oggi, abbiamo qualche nuova informazione da parte dello scooper @MyTimeToShineH su dove troveremo gli eroi quando inizierà The Fantastic Four: First Steps. L’autrice afferma che “la squadra si scioglie dopo la nascita di Franklin Richards, ma si riunisce quando Silver Surfer arriva sulla Terra per avvertirli di Galactus”.

In precedenza è stato riferito che un montaggio ci mostrerà le precedenti avventure dei Fantastici Quattro (e molti dei loro nemici più iconici), per poi rivelare che non sono più una squadra e che il loro status di celebrità ha subito un duro colpo.

Con i Marvel Studios che hanno saltato la storia delle origini inThe Fantastic Four: First Steps, ha senso riprendere gli eroi dopo il loro scioglimento. Perché? Beh, se non li vedremo riunirsi per la prima volta, vederli mettere da parte le loro differenze per ricomporsi sarà la cosa migliore e molto divertente.

Dopotutto, proprio come nei fumetti, quale modo migliore per farli tornare insieme se non quello di metterli contro il Divoratore di Mondi?

“È stato davvero umiliante”, ha dichiarato l’attore di Galactus Ralph Ineson in una recente intervista. “Quando l’hanno annunciato, mi sono chiesto: ‘Come andrà a finire?’, perché c’erano un sacco di grandi nomi che erano stati coinvolti. Mi aspettavo che la gente dicesse: “Scusa, chi?” È stato bello e molto commovente”.

Mi ha dato molta fiducia nell’affrontare il lavoro, ad essere sincero, sapendo che sembra che ci sia una grande porzione di fan a cui piace l’idea che io lo faccia”, ha aggiunto.

Tutto quello che c’è da sapere su The Fantastic Four: First Steps

Il film The Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

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Captain America: Brave New World, il ruolo di Rosa Salazar è stato finalmente confermato

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Captain America: Brave New World è stato sottoposto l’anno scorso a quelli che, secondo molti, sono stati dei significativi restyling. Se i soliti sospetti devono essere creduti, i Marvel Studios hanno tagliato completamente o ridotto significativamente il ruolo svolto dalla Società del Serpente.

Almeno due membri del gruppo sono stati avvistati durante le riprese: Rosa Salazar (Alita: Battle Angel) e la Superstar della WWE Seth Rollins. Lasciarli in disparte sembra estremo e possiamo solo ipotizzare che qualcosa nell’inclusione della Società nel film non funzionasse.

Tuttavia, con Giancarlo Esposito nel ruolo del leader del gruppo, Sidewinder, ci aspettiamo di vedere qualcosa della Serpent Society nel prossimo film di Captain America.

In un articolo in cui si parla dell’ingresso della Salazar nel cast di Einstein della NBC, Variety conferma che “la Salazar apparirà nel prossimo film della Marvel ‘Captain America: Brave New World“ nel ruolo di Rachel Leighton, alias Diamondback, il cui debutto è previsto per febbraio”.

Sospettavamo da tempo che fosse così, ma è la notizia più vicina a un annuncio ufficiale del suo ruolo nel MCU.

L’anno scorso è stato riportato che in un primo montaggio di Captain America: Brave New World, la Società dei Serpenti era composta da Diamondback, Constrictor, Rattler, Asp e Cobra, tutti con tatuaggi segmentati che si aprivano per rivelare potenziamenti cibernetici. Questa parte è un po’ vaga, ma il leak ha rivelato che, insieme, avrebbero dato vita al “Serpent”.

Diamondback poteva sparare proiettili dalle dita, Rattler aveva poteri da boom sonico, Constrictor scatenava bobine cariche dalle braccia, Asp aveva pugni di fuoco e Cobra poteva sputare acido dalle zanne.

Speriamo che Salazar abbia un ruolo decente in Captain America: Brave New World insieme al resto della Serpent Society, perché c’è una tonnellata di potenziale per la squadra di cattivi nel MCU oltre a questo film.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.

Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5. Anthony Mackie ha recentemente dichiarato che questo film è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.

Questo film è un chiaro reset. Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film, si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che la Marvel vuoole essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter Soldier“.

Nosferatu: Bill Skarsgård svela che per girare il finale ci sono voluti “30 Ciak”

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Bill Skarsgård rivela quali sono state le sfide affrontate durante le riprese del finale di Nosferatu. L’adattamento di Robert Eggers racconta il classico racconto gotico dell’ossessione del conte Orlok (Skarsgård) per una giovane donna, Ellen (Lily-Rose Depp). Il cast di Nosferatu comprende Skarsgård, Depp, Nicholas Hoult, Willem Dafoe, Emma Corrin e Ralph Ineson. Il nuovo adattamento è stato acclamato dalla critica e sta ottenendo buoni risultati al botteghino. Al momento in cui scriviamo, il film ha incassato oltre 56 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando così uno dei film horror di maggior incasso del 2024.

Parlando con CinemaBlend, Skarsgård ha parlato delle difficoltà incontrate nel girare il finale di Nosferatu. L’attore del Conte Orlok ha descritto l’enorme quantità di protesi che ha indossato per interpretare il vampiro titolare: “coperto di lattice, tutto il corpo”. Durante le riprese della scena finale, il team ha dovuto fare 30 riprese. Skarsgård era esausto perché ha iniziato a sudare attraverso gli strati di trucco. Il sudore ha persino “creato questa bolla gigante sul [suo] stomaco”. Guarda la citazione completa qui sotto:

Per quanto riguarda il sudore? Non sul viso. Non c’era nulla sul viso. Tutto è come se fossi ricoperto di lattice, su tutto il corpo. L’unica superficie di ME sono i miei occhi e le piante dei piedi. Era l’unica cosa. Tutto era coperto. E quando abbiamo girato il finale, il momento conclusivo del film, abbiamo fatto 30 riprese. Senza rovinare tutto, si tratta di una performance fisica molto intensa. Sei completamente esausto e stai sudando. E siccome il sudore non poteva uscire da nessuna parte, si è creata una bolla gigante sul mio stomaco, che ha iniziato a crescere come un tumore. Ha iniziato a crescere come un tumore. E poi, tra una ripresa e l’altra, hanno dovuto bucarla. … E poi, sopra a tutto questo, sangue finto, sudore e saliva. Era un pasticcio cruento.

Cosa significa questo per Nosferatu

Nosferatu Lily-Rose Depp film horror 2024
Lily-Rose Depp è Ellen Hutter in ‘Nosferatu’. Crediti foto: FOCUS FEATURES

Il finale di Nosferatu vede il vampiro di Skarsgård recarsi a casa di Ellen per un’ultima volta. In un momento tanto violento quanto appassionato, Orlok tiene Ellen ferma sul letto mentre si nutre di lei, succhiandole il sangue dal petto. Questo è il “sangue finto” che Skarsgård descrive e che è abbondante in questa sequenza finale. Sebbene Ellen abbia ceduto a Orlok, è anche lei a provocarne la morte, attirandolo in casa poco prima dell’alba. Quando la luce del sole inonda la stanza di Ellen all’alba, il vampiro cattivo si scotta, appassisce e muore sopra Ellen.

Questa sequenza finale è altamente emotiva, ma il racconto di Skarsgård fa da intrigante contraltare alla difficoltà degli aspetti tecnici. Data la quantità di protesi ed effetti pratici utilizzati nella sequenza, ha senso che la produzione abbia dovuto girare la scena così tante volte. L’esecuzione contrasta con il film originale Nosferatu del 1922. Anche il Conte Orlok di Max Schreck viene mostrato mentre succhia Ellen, ma non risuona con le stesse potenti emozioni e immagini della versione di Eggers. La tecnologia aggiornata gioca un ruolo fondamentale nell’elevare la scena rispetto al film muto, il che significa anche maggiori considerazioni tecniche.

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