Con Kevin Feige che
divide la sua attenzione tra uscite cinematografiche e streaming
durante le prime due Fasi della Saga del
Multiverso, è giusto dire che questo periodo di narrazione
è stata più altalenante di quanto la maggior parte avrebbe
voluto.
Ci sono stati comunque molti più
momenti buoni che cattivi, ma diversi titoli hanno avuto un
rendimento inferiore sia a livello di critica che commerciale. Nel
frattempo, un’apparente mancanza di direzione ha frustrato i fan
(l’abbandono di Kang il Conquistatore per
Doctor Doom di Robert Downey Jr.
è uno dei più grandi cambiamenti che abbiamo visto negli ultimi due
anni).
Si ritiene ampiamente che la
Mutant Saga sia la prossima per i Marvel Studios e potrebbe essere ciò che
rimette questo franchise sulla strada giusta insieme ai prossimi
film di Avengers che lo precedono,
Doomsday e Secret Wars.
L’Era della Mutant Saga
Lo scooper
@MyTimeToShineH ci racconta come si presenta
attualmente la Mutant Saga. A quanto pare, sembra che nel
futuro ci sarà una Terra che conoscerà sia i Fantastici Quattro che
i mutanti (che finalmente ne fanno parte).
Ciò suggerisce che la Prima Famiglia
Marvel farà di Terra-616 la sua
dimora permanente dopo Secret Wars –
The Fantastic Four: First
Steps è ambientato in una realtà alternativa! – con i
mutanti che la chiamano casa dopo essere stati precedentemente
confinati su Terra-10005.
Il film Midnight
Sons si starebbe svolgendo con Mefistofele e Lilith come i
cattivi principali, mentre Nova presenterà
effettivamente Annihilus. Per quanto riguarda i
film sugli X-Men, Mister Sinister
è presumibilmente il grande cattivo, qualcosa che abbiamo
sospettato a lungo dopo gli sforzi della Fox concentrati su
Magneto.
Infine, si dice che il prossimo
grande film evento sugli Avengers sarà Avengers vs. X-Men! È stato ampiamente
teorizzato che i prossimi Doomsday e
Secret Wars potrebbero mettere i più potenti eroi
di Terra-616 contro gli X-Men di Terra-10005 e, anche se ciò
potrebbe ancora accadere, sembra che i Marvel Studios stiano cercando di
salvare il concetto per questo progetto futuro.
“Penso che vedrete che ciò
continuerà nei nostri prossimi film con alcuni giocatori degli
X-Men che potreste riconoscere”, ha detto Kevin
Feige lo scorso novembre. “Subito dopo, l’intera
storia di Secret Wars ci porterà davvero in una nuova era di
mutanti e degli X-Men. Di nuovo, [è] uno di quei sogni che si
avverano. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men”.
Dopo un primo ciclo
di episodi da record, la nuova stagione della serie HBO e Sky
Exclusive vincitrice dell’Emmy Award® The
Last of Us, ispirata al celebre videogioco
sviluppato da Naughty Dog per PlayStation®, come annunciato dal
nuovo teaser appena rilasciato arriverà in esclusiva su Sky
e in streaming solo su NOW ad aprile, in contemporanea
assoluta con gli Stati Uniti.
In questo secondo
capitolo della serie, cinque anni dopo gli eventi della prima
stagione Joel (Pedro
Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey)
saranno trascinati in un conflitto fra di loro e contro un mondo
persino più pericoloso e imprevedibile di quello che si erano
lasciati alle spalle.
La seconda
stagione, in sette nuovi episodi, vede di nuovo protagonisti Pedro
Pascal e Bella Ramsey nei panni, rispettivamente, di Joel ed Ellie,
insieme a Gabriel Luna che interpreta Tommy e Rutina Wesley nel
ruolo di Maria. Le già annunciate new-entry nel cast sono invece
Kaitlyn Dever che vestirà i panni di Abby, Isabela Merced nel ruolo
di Dina, Young Mazino in quello di Jesse, Ariela Barer interpreterà
Mel, Tati Gabrielle sarà Nora, Spencer Lord vestirà i panni di
Owen, Danny Ramirez sarà Manny e Jeffrey Wright interpreterà invece
Isaac. Catherine O’Hara è guest star della nuova stagione.
Basata
sull’acclamato franchise videoludico sviluppato da Naughty Dog per
le console PlayStation®, “The Last of Us” è scritta e prodotta
esecutivamente da Craig Mazin e Neil Druckmann. La serie è una
co-produzione con Sony Pictures Television ed è prodotta
esecutivamente anche da Carolyn Strauss, Jacqueline Lesko, Cecil
O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan ed Evan Wells. Società di
produzione: PlayStation Productions, Word Games, Mighty Mint e
Naughty Dog.
THE LAST
OF US | La nuova stagione ad aprile in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW
Prima che il reboot dei
Fantastici Quattro della Marvel Studios, ora intitolato
ufficialmente The
Fantastic Four: First Steps, entrasse in produzione,
circolavano voci insistenti sul fatto che il film avrebbe
introdotto una versione femminile di Silver Surfer
insieme alla Prima Famiglia della Marvel. Si è poi scoperto che
Julia Garner (Ozark)
era stata scelta per il ruolo, ma non interpreterà una versione di
genere diverso di Norrin Radd.
Garner interpreterà effettivamente
il ruolo di Shalla-Bal, che era l’imperatrice del pianeta
Zenn-La e il primo amore di Norrin Radd. Quando Galactus arrivò per
divorare il loro pianeta, Radd si offrì volontario per diventare il
suo araldo in cambio del risparmio di Zenn-La. In seguito, quando
Franklin Richards assunse il ruolo del nuovo Galactus, conferì a
Shalla gli stessi poteri cosmici e le permise di servire come
araldo gemello insieme a Radd.
Mentre chiacchierava con
ComicBook.com, Julia Garner ha discusso per la
prima volta del suo debutto nel MCU, ma non è stata disposta a
divulgare alcun dettaglio sul suo personaggio spaziale. “Voglio
dire, quanto è grande”, ha detto Garner quando le è stato
chiesto cosa l’avesse sorpresa di più nella preparazione per la
parte. “È un grande universo e sono così grata di poterne
essere una piccola parte, per essere onesta”, ha detto Garner
a ComicBook. “Tutti quelli che lavorano per quel ruolo, penso
che il casting sia fenomenale e sono così meravigliosi. E [il
regista] Matt Shakman è incredibile. Sono molto
emozionata”.
Alcuni fan non sono troppo contenti
che Shalla-Bal sia stata introdotta prima dell’originale
Sentinel of the Spaceways, ma abbiamo sentito che
il ruolo di Garner sarà “una tantum”, lasciando forse la porta
aperta all’apparizione di Norrin Radd in futuro. Il primo
trailer per I Fantastici Quattro deve ancora
essere rilasciato ufficialmente, ma ci sono alcune versioni
trapelate da vari eventi come SDCC e D23 che circolano online.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Fantastic Four: First Steps
Il film The
Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Marvel Studios ha ufficialmente
rilasciato tre nuove immagini di Daredevil:
Born Again. È probabile che le abbiate viste di
recente pubblicate altrove con fastidiose filigrane posizionate in
primo piano e al centro. Tuttavia, ora abbiamo le versioni ad alta
risoluzione che potete esaminare attentamente.
La prima (qui) offre uno sguardo
dettagliato al costume MCU dell’Uomo Senza
Paura che non presenta ancora il classico logo
“DD” sul petto dell’eroe. Il sito stampa della
Disney conferma che è stata presa dal sesto episodio. La foto
successiva (qui) mostra
Wilson Fisk di Vincent D’Onofrio,
alias il Kingpin del Crimine, ed è tratta dalla première. Così come
quella (qui) di Matt
Murdock accanto a Karen Page.
Queste immagini potrebbero
annunciare l’arrivo atteso da tempo del primo trailer di
Daredevil:
Born Again. Dovrebbe uscire questo mese con la
première del 4 marzo che si avvicina rapidamente, ma non si sa
ancora esattamente quando uscirà. “La terza stagione era stata
ben accolta e si erano già messi al lavoro sulla quarta
stagione”, ha detto di recente Charlie Cox
sui piani abbandonati per Daredevil su Netflix. “Mi avevano proposto un arco narrativo
davvero interessante per la stagione. Da quello che ho capito,
erano davvero decisi a rompere quella stagione nella stanza degli
sceneggiatori e poi, da un giorno all’altro, è andata
persa”.
“Non avrei mai pensato che
sarebbe diventata di nuovo una serie TV. Ho solo dato per scontato
che l’avessimo fatto, quindi forse sarebbe stata
qualcos’altro”, ha continuato l’attore. “Quindi sono
rimasto scioccato quando mi hanno detto nel 2022 che avremmo fatto
una serie, ma ero anche emozionato. È un mezzo fantastico per
questo personaggio. C’è ancora così tanta storia da raccontare.
Quindi più tempo abbiamo per farlo, meglio è!”
In
Daredevil:Born Again
della Marvel Television, Matt Murdock
(Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate,
lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale,
mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
Il cast di Daredevil:Born
Again
La serie vede la partecipazione
anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson,
Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark
Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet
Zurer e Jon Bernthal. Dario
Scardapane è lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Di recente sono stati condivisi
online un paio di spot pubblicitari a tema Captain America: Brave New World e,
sebbene contengano solo brevi frammenti di filmati tratti dal film
stesso, una rapida scena potrebbe spiegare come Sam Wilson riesca a
resistere e combattere un nemico di incredibile potenza come Red
Hulk.
Da quando abbiamo sentito per la
prima volta che il nostro nuovo Cap avrebbe affrontato “Rulk” nel
film, i fan si sono chiesti come un individuo altamente
qualificato, ma non potenziato, come Wilson potesse sperare di
resistere più di qualche secondo contro il furioso Red
Goliath. Certo, la tuta e lo scudo gli darebbero un
vantaggio rispetto al soldato medio, ma senza siero da super
soldato, la battaglia si concluderebbe comunque molto
rapidamente.
Durante un’intervista del 2024, a
Anthony Mackie è stato chiesto come il suo
personaggio avrebbe potuto resistere a un attacco di Red
Hulk. “L’evoluzione di Sam è semplice. È ancora un
consigliere. Sta ancora servendo i soldati, ma allo stesso tempo,
ora è un leader della sua comunità nel paese”, ha iniziato
l’attore. “È molto diverso con il siero: puoi combattere
chiunque. Quando non hai il siero, devi essere intelligente e
progettare modi diversi per sconfiggere [i nemici]. Con Sam, che è
un consigliere, usa più il cervello che la forza. Usa più il suo
ingegno che il suo pugno. È più un amico per tutti”.
Mackie ha concluso accennando che
Wilson potrebbe aver “cenato” in Wakanda a un certo punto,
e sembra che questo viaggio nella terra natale di T’Challa gli
abbia fornito la tecnologia di cui ha bisogno per competere testa a
testa con Ross.
L’inquadratura in questione
(che trovate
qui) vede Rulk far rimbalzare Wilson tra due auto come
un flipper, mentre le sue ali emettono un alone viola. Ciò
sembrerebbe confermare che la nuova tuta di Sam avrà le stesse
capacità dei costumi di Black Panther disegnati da Shuri
(Letitia Wright). Se così fosse, ci sono buone
probabilità che la nuova tuta alare di Cap sarà in grado di
assorbire i colpi di Red Hulk e di incanalarli in energia cinetica,
fungendo anche da scudo.
Questo spiegherebbe realisticamente
come Wilson sarebbe sopravvissuto a un assalto di tale portata?
Ehi, è un film di supereroi: Black Widow (Scarlett Johansson) e Hawkeye (Jeremy Renner) sono usciti
da ogni genere di situazione che nessun essere umano normale
avrebbe mai affrontato nei precedenti film dell’MCU, e tutto ciò che avevano era un
arco e una freccia e alcuni taser da polso.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.
Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato
come uno dei titoli più importanti della Fase
5. Anthony Mackie ha recentemente dichiarato
che questo film è “10 volte più grande” della sua
serie Disney+ e ha parlato
della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono
in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi
militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più
amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui
non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Con così tanto di Ant-Man and The Wasp: Quantumania ambientato
nel Regno Quantico, non c’era tempo per continuare a esplorare la
vita personale di Scott Lang. Di conseguenza, sia
Jim Paxton di Bobby Cannavale che Maggie Lang di
Judy Greer erano assenti dal terzo capitolo.
In un’intervista con The Direct, Judy
Greer ha rotto il silenzio sull’essere stata esclusa dal
film e ha ammesso di essere rimasta delusa quando i Marvel Studios non le hanno chiesto di tornare
come ex moglie di Scott e madre di Cassie. “Ero negli ultimi
‘Guardiani’ come War Hog. War Pig, credo, era il mio nome negli
ultimi ‘Guardiani’, ma nei primi due film di ‘Ant-Man’, non… Ci
sono stati molti film”, ha spiegato. “Ma il motivo, non so
perché non fossi in ‘Quantumania’, tra l’altro, ma sono andata al
cinema e l’ho visto. Non so perché non mi abbiano messo lì, ma
volevo davvero esserci. È così divertente”.
In effetti, Greer aveva spinto
affinché il suo personaggio subisse una sorta di trasformazione nel
franchise. “Imploravo Peyton Reed di dargli un
superpotere”, ha ammesso. “Ero tipo, ‘Per favore, per
favore, posso, tipo, incontrare qualcuno per strada e ottenere un
superpotere? Per favore, per favore, per favore?’ E lui e
Paul Rudd ridevano di me, e poi non me ne hanno mai
dato uno”.
È un peccato che non
abbiamo potuto vedere la reazione di Maggie quando sua figlia è
diventata una supereroina. Naturalmente, è un peccato ancora più
grande che Ant-Man and The Wasp:
Quantumania abbia dedicato così tanto tempo a un regno
in cui molti fan non hanno più alcun interesse.
Con il 46% su Rotten
Tomatoes e un incasso mondiale al botteghino di 476
milioni di dollari, il terzo capitolo è stato una delusione per i
Marvel Studios. Ora sembra
probabile che la storia di Scott si concluderà nei prossimi film di
Avengers, anche se non è chiaro se vedremo di più
di Hank Pym, Janet Van Dyne e The Wasp (si dice che
Evangeline Lilly si sia ritirata dalla
recitazione).
Ant-Man and The Wasp:
Quantumania è ora in streaming su Disney+.
Le nomination live dei Sag
Awards 2025 saranno posticipate alla luce dell’incendio boschivo che ha devastato la
California meridionale dopo essere scoppiato martedì nel
quartiere di Pacific Palisades a Los Angeles.
“Per eccesso di cautela per la
sicurezza dei nostri presentatori, ospiti e personale, l’annuncio
delle nomination in diretta dal vivo per la 31a edizione annuale
dei SAG Awards è stato annullato a causa degli incendi boschivi e
delle condizioni di vento avverse a Los Angeles”, ha
comunicato il SAG in una dichiarazione condivisa sui social media
martedì sera. “I candidati saranno svelati domani (mercoledì,
oggi, ndr) alle 16.30 tramite comunicato stampa e il sito web dei
SAG Awards. Non vediamo l’ora di celebrare questi attori
incredibili e il loro lavoro alla cerimonia dei SAG Awards del 23
febbraio. Nel frattempo, invitiamo tutti a stare al sicuro e vi
ringraziamo per il vostro continuo supporto”.
Oltre 30.000 residenti sono
sottoposti a ordini di evacuazione e più di 13.000 strutture sono
minacciate, secondo il capo del dipartimento dei vigili del fuoco
di Los Angeles Kristin Crowley. Il governatore della California
Gavin Newsom ha rivelato di aver visto “molte strutture già
distrutte” dopo aver annunciato lo stato di emergenza per le contee
di Ventura e Los Angeles mentre l’incendio di Pacific Palisades
continua a imperversare.
I funzionari non hanno rivelato il
numero esatto di strutture danneggiate o distrutte dall’incendio.
Inoltre, il governatore Newsom ha avvertito i residenti della
regione della California meridionale che non dovrebbero dare per
scontato di essere fuori pericolo.
Secondo il National Weather Service,
potrebbe essere la tempesta di vento più forte di Santa Ana in più
di un decennio che sta attraversando le contee di Los Angeles e
Ventura. Circa mezzo milione di clienti di servizi pubblici
rischiavano di vedersi staccare la corrente per ridurre il rischio
che le apparecchiature innescassero altri incendi. Martedì mattina
un incendio ha rapidamente avvolto quasi due miglia quadrate del
quartiere occidentale di Los Angeles.
La cerimonia di premiazione dei Sag Awards 2025 si
svolgerà il prossimo 23 febbraio.
La scioccante conclusione
dell’adattamento originale de Il pianeta delle
scimmie (qui
la recensione) è stato – ed è tutt’oggi – uno dei finali
cinematografici più memorabili di tutti i tempi. Basato sul romanzo
di Pierre Boulle, la storia immagina un pianeta in
cui le scimmie diventano la specie dominante e gli esseri umani
sono sottomessi come animali. Ricco di commenti politici, il film è
anche un pezzo fondamentale del
cinema di fantascienza e di quello a
tema post-apocalittico, elevandosi da film di serie B a vero e
proprio successo al botteghino. La sua impresa più importante è
però stata quella di lanciare un enorme franchise cinematografico,
che continua ancora oggi.
Con Charlton Heston nei
panni dell’astronauta Taylor, la semplice premessa
de Il pianeta delle scimmie era arricchita da un
brillante lavoro di trucco e da una colonna sonora sorprendente.
Spesso ricordato come uno dei
film di fantascienza più strabilianti degli anni ’60,
Il pianeta delle scimmie non ha perso nulla della
sua forza nei molti decenni trascorsi dalla sua uscita. Non
basandosi solo sulle idee della fantascienza classica, il film
mescola anche elementi di mistero, azione e orrore, dando
all’adattamento un tono unico che ha contribuito a distinguerlo dal
diluvio di fantascienza della fine degli anni Sessanta. Il colpo di
scena finale, poi, conclude la storia in un modo particolarmente
scioccante.
La spiegazione del finale de
Il pianeta delle scimmie
Dopo aver fatto amicizia con gli
scienziati Cornelius e Zira,
Taylor viene liberato dagli utili primati e
portato con la sua compagna di prigionia, Nova,
nella Zona Proibita. Lì, a Taylor viene mostrato un gruppo di
manufatti umani che provano che un tempo l’uomo era stato
industrioso sul pianeta. Arriva però il Dr. Zaius
e rivela di essere sempre stato a conoscenza dei manufatti umani.
Zaius permette a Taylor e Nova di esplorare la Zona Proibita, ma li
avverte che ciò che troveranno potrebbe non piacergli. Zira e
Cornelius vengono invece portati via dal dottor Zaius e processati
per eresia, mentre Nova e Taylor iniziano a esplorare l’arida terra
desolata in cerca di risposte.
Dopo aver presumibilmente esplorato
per qualche tempo, il duo umano si ritrova su un tratto di costa
che termina con la presenza di una distrutta Statua della Libertà.
È a questo punto che Taylor si rende conto di essere stato sulla
Terra per tutto il tempo e che il suo viaggio di secoli non lo ha
fatto precipitare su un altro pianeta ma gli ha solo permesso di
evitare il massiccio evento di estinzione causato dall’uomo che ha
distrutto la civiltà umana e ha portato le scimmie ad assumere il
controllo. Per lui non c’è dunque nessun pianeta terra su cui
tornare, poiché non lo ha mai lasciato.
Il cattivo dr. Zaius è anche uno dei
personaggi principali più intelligenti de Il pianeta delle
scimmie e sa di non avere più motivo di trattenere Taylor.
Dopo aver permesso all’umano curioso di esplorare la Zona Proibita,
sa che qualsiasi cosa Taylor scopra lì non farebbe alcuna
differenza. Si può presumere che Zaius sappia già tutto ciò che
Taylor avrebbe trovato, e non c’era modo di minacciare la società
delle scimmie con questa conoscenza, dato che a nessuno importava
cosa pensassero o sentissero gli umani. Taylor sarebbe dunque
rimasto nella Zona Proibita o sarebbe tornato nelle città delle
scimmie per essere ricatturato e tornare a vivere da schiavo.
Il dottor Zaius vuole mantenere il
segreto sui manufatti umani
Il pianeta delle scimmie ha rivelato
che il dottor Zaius non solo ha fatto arrestare Zira e Cornelius
alla fine per eresia, ma ha anche ordinato di sigillare la grotta
piena di artefatti umani. Le linee temporali de Il pianeta
delle scimmie divergono negli eventuali sequel e reboot
della serie, ma la ricerca di Zaius di sedare la conoscenza era
ancora parte integrante del dominio della società delle scimmie.
Allo stesso modo in cui la società umana copriva gli aspetti più
oscuri della sua storia, la decisione di Zaius di mantenere il
passato segreto permetteva alla struttura sociale di rimanere
intatta.
Con frasi come “legge delle
scimmie” lanciate di frequente, era ovvio che la società di
questo pianeta fosse fondata sulla presunta superiorità delle
scimmie su tutti gli altri esseri viventi. Se si scoprisse che gli
umani sono in realtà esseri altamente capaci, questo potrebbe non
solo dare forza agli umani soggiogati, ma anche portare gli umili
gorilla a mettere in discussione il loro posto nella società. In
linea con l’elemento migliore de Il pianeta delle
scimmie, i suoi cattivi, il dottor Zaius ha ritenuto di
suo interesse mantenere il segreto sui manufatti umani e su ciò che
essi rivelano, per evitare che il suo posto elevato nella società
venga messo in discussione.
La rivelazione della Statua della
Libertà alla fine del film è un’immagine suggestiva che ha lasciato
gli spettatori sotto shock, ma il suo scopo nel film va ben oltre
il semplice valore di shock. Il romanzo di Boulle era stato scritto
per un pubblico francese e tutti i suoi punti di riferimento
attingevano alla cultura francese. Tuttavia, l’adattamento del 1968
fu prodotto negli Stati Uniti e quei riferimenti dovevano dunque
essere modificati.
Il finale di Planet of Apes –Il
pianeta delle scimmie, film del 2001 di Tim Burton, era ad esempio più fedele al
romanzo, ma il film originale ha creato un proprio immaginario che
ha contribuito a distinguerlo dal resto del franchise de Il
pianeta delle scimmie.
Considerando che la Statua della
Libertà è stata usata come simbolo degli Stati Uniti, era
l’immagine perfetta per rivelare a Taylor che si trovava sulla
Terra e nel suo Paese natale. Al di là del modo in cui lo collegava
al suo pubblico primario, aveva anche implicazioni su quanto
avvenuto sulla Terra e sembra suggerire che gli Stati Uniti abbiano
avuto un ruolo importante nella caduta dell’uomo. La rabbiosa
diatriba di Taylor sui suoi predecessori che hanno fatto saltare
tutto in aria dimostra che ha capito che la sua ex nazione deve
essere stata la causa dell’estinzione.
Il vero significato del finale de
Il pianeta delle scimmie
Sebbene il primo sequel,
L’altra faccia del pianeta delle scimmie (1970),
sia particolarmente cupo, lo è anche il suo predecessore, solo in
modo più sottile. Il romanzo è piuttosto esplicito nel commentare
la classe e il dominio dell’uomo sulla Terra, mentre il film del
1968 affronta le stesse idee ma senza essere troppo esplicito.
Molti media dell’epoca della Guerra Fredda avevano lanciato foschi
avvertimenti sulla guerra nucleare, ma tutti avevano l’idea
piuttosto egoistica che la distruzione dell’uomo sarebbe stata la
fine del mondo stesso. Il finale de Il pianeta delle
scimmie era completamente diverso, in quanto suggeriva che
la distruzione dell’uomo non avrebbe posto fine al pianeta, ma solo
al suo dominio.
Copshop è un
termine dello slang britannico che si riferisce a una stazione di
polizia locale. Ed è proprio all’interno di questo ambiente che si
svolge il film Copshop – Scontro a fuoco, thriller
d’azione diretto da Joe
Carnahan (regista di
A-Team e The Grey, entrambi interpretati da Liam Neeson) che fa della sua unità di luogo
l’elemento a partire dal quale costruire tutta l’adrenalina e la
tensione. Un film che si rifà ad una lunga tradizione di film di
questo genere, tra cui spicca il capolavoro del 1976 di
John Carpenter Distretto 13 –Brigate della morte. Ma Copshop –
Scontro a fuoco, a differenza di molti suoi simili, offre
anche un finale aperto piuttosto particolarmente sorprendente.
La trama e il cast di
Copshop – Scontro a fuoco
Tutto ha inizio quando l’agente di
polizia di Gun Creek, Valerie Young
(Alexis Louder) arresta uno sconosciuto,
Theodore “Teddy” Murretto (Frank
Grillo), in fuga da imprecisati inseguitori e
colpevole di aver dato un pugno proprio a Valerie. Mentre Valerie
porta Teddy allo sportello della polizia, scopre che ha una ferita
da arma da fuoco. Valerie si prende quindi cura della ferita di
Teddy, mentre altri due agenti ritrovano la sua Crown Vic non
contrassegnata non lontano dal luogo dell’arresto. Mentre ricuce
Teddy, Valerie ipotizza che qualcuno stia cercando di ucciderlo e
che sia per questo che Teddy si è fatto arrestare di proposito.
Anche la sua auto rubata e non
immatricolata è infatti piena di fori di proiettile, che sembrano
confermare la sua teoria. Teddy chiede quindi di fare una
telefonata e chiama rapidamente la sua amante, Lorraine
Faith. Vuole avvertirla di prendere il loro bambino,
Ryan, e di scappare, ma lei non risponde alla
chiamata. Valerie rinchiude a quel punto Teddy in una cella isolata
e continua le sue indagini. Nel frattempo, un killer su
commissione, Robert “Bob” Viddick (Gerard
Butler), si comporta da ubriaco e cerca di schiantarsi
con la sua auto contro i poliziotti dello Stato che indagano
sull’auto di Teddy.
I due, a quel punto, arrestano Bob e
lo portano alla stazione di polizia di Gun Creek. Lì l’uomo lascia
un ordigno incendiario nel banco dei testimoni, dicendo però ai
poliziotti che si tratta del suo dispositivo per l’insulina. La
legge statale prevede che i poliziotti mettano i criminali
intossicati in alloggi separati, e così Bob si ritrova a
condividere la cella con un altro uomo ubriaco, mentre Teddy è
confinato in quella di fronte. Quando Valerie si allontana, Bob
informa Teddy che è venuto per ucciderlo. A quel punto ha inizio lo
scontro tra i due uomini in quell’ambiente sicuro e pericoloso allo
stesso tempo.
Gerard Butler e Frank Grillo in Copshop – Scontro a
fuoco
La vera identità di Teddy
Murretto
Nel frattempo, Valerie Young indaga
sui file di Teddy e scopre che è stato arrestato 22 volte ma non è
ancora stato accusato. Capendo che c’è qualcosa che non va, chiede
a Teddy di rivelarle la verità se vuole che lei lo aiuti a vivere.
È a quel punto che lui gli rivela di essere un faccendiere di alto
profilo che gestisce i clienti dell’industria del gioco d’azzardo
del Nevada. Per un cliente, Teddy si rivolse al procuratore
generale del Nevada William Fenton e cercò di
comprarlo. Ma Fenton non accettò l’accordo e così il boss del
casinò uccise Fenton. Dopo il brutale omicidio di Fenton, Teddy
scopre però che la sua conversazione con Fenton è stata registrata
e divulgata.
Per salvarsi la vita, Teddy fa un
accordo con i federali. Il boss della mafia naturalmente lo scoprì
e cercò di eliminarlo, ma lui sopravvisse all’esplosione di un’auto
e si nascose sottoterra. Una coppia di poliziotti di Las Vegas ha
poi portato Teddy fuori dalla città e ha promesso di consegnarlo ai
federali. Tuttavia, Teddy scoprì in seguito che erano stati
corrotti. Stavano infatti portando Teddy nel deserto isolato per
seppellirlo. Fortunatamente, alcuni federali inseguirono Teddy e
aprirono il fuoco contro i poliziotti corrotti. Nello scontro che
ne è seguito, Teddy è riuscito a fuggire ed è a quel punto che ha
incontro Valerie.
Nessuno di cui fidarsi
Una sottotrama del film si concentra
sull’agente corrotto Huber (Ryan
O’Nan). È stato visivamente stabilito che Huber è stato
minacciato da un boss della mafia di rubare la droga confiscata dal
caveau della polizia. Quando Bob Viddick arriva alla stazione di
polizia, Huber riconobbe Bob e pensa che sia venuto per ucciderlo.
Quando arriva però anche un secondo assassino, Anthony
Lamb, anche lui dimostra di conoscere Huber. Ciò potrebbe
significare che Huber lavora per lo stesso boss di Anthony e Bob.
Se questo è vero, probabilmente il procuratore generale del Nevada
William Fenton ha condotto una guerra contro i boss dei casinò per
aver venduto droga nei loro casinò.
I boss mafiosi hanno dunque fatto
fuori Fenton per salvare il loro impero illegale. Come si scoprirà
più avanti nel film, i proprietari dei casinò hanno poi corrotto
anche la detective Deena Schier del Dipartimento
di Polizia di Las Vegas. Nella narrazione, Deena ha insabbiato le
prove che avrebbero potuto condurre all’attività di spaccio o ai
suoi proprietari. Come ha detto Teddy, le persone per cui lavorava
hanno le mani in pasta in tutto e dunque sono molti gli agenti di
polizia all’interno del film di cui non ci si può fidare.
Gerard Butler in Copshop – Scontro a fuoco
La spiegazione del finale del
film
Verso il finale del film, dunque,
scopriamo che dato che Bob non è riuscito a finire Teddy, la
detective Deena ha informato il boss della mafia per cui lavora che
un’agente alle prime armi, Valerie Young, sta scavando troppo a
fondo nei loro affari. Il sicario psicopatico Anthony viene quindi
mandato alla stazione di polizia e trasforma l’ambiente in un campo
di battaglia. Con la sua mitragliatrice a canna corta, Anthony
uccide brutalmente tutti gli agenti lì presenti, tranne Valerie e
Huber. Valerie, a quel punto, si chiude al sicuro nella zona
blindata dove sono le celle. Fuori, Huber rivela la sua natura
alleandosi con Anthony.
A quel punto, Valerie si accorge di
essere stata ferita e si vede costretta a fidarsi pienamente di
Teddy, divenuto nel frattempo furioso per aver scoperto che Anthony
ha ucciso sua moglie e suo figlio. Valerie gli permette di uscire
dalla cella e lui dà vita ad un feroce scontro a fuoco con Anthony
e Huber. Nel mentre, Bob convince però Valerie che Teddy è un
truffatore egoista e che non sarebbe tornato per salvarle la vita.
Avendo poche opzioni dalla sua parte, Valerie consegna le chiavi
della cella anche a Bob. Quest’ultimo abbatte poi definitivamente
Huber e Anthony insieme a Teddy.
Sembra tutto finito, ma è a questo
punto che Teddy dà fuoco all’intera stazione di polizia. Valerie,
delusa dal suo tradimento, lo affronta e gli spara al braccio.
Sopraggiunge però a quel punto Deena, pronta ad uccidere Valerie,
ma Bob interviene prontamente per eliminare prima la detective
corrotta e poi Teddy. A quel punto, l’uomo fugge dalla stazione con
un’auto rubata. Valerie, invece, mentre viene portata via in
ambulanza, sente della fuga di Bob. Fa dunque scendere gli
infermieri e si impadronisce dell’ambulanza. Il film termina in un
finale aperto, con Valerie all’inseguimento dell’ignaro Bob. Non
sappiamo come terminerà la scontro tra i due, ma la poliziotta ha
decisamente imparato dai suoi errori e non è disposta a farla
passare liscia a nessuno.
Il ritorno di Armie Hammer si sta concretizzando dopo che
l’attore ha ottenuto il ruolo da protagonista nell’ultimo film di
Uwe Boll, The Dark Knight. Hammer
interpreterà il personaggio principale che combatte il crimine nel
thriller di vigilantes, le cui riprese principali dovrebbero
iniziare in Croazia il 27 gennaio.
L’attore, la cui carriera si è
fermata nel 2021 a seguito di accuse di molestie sessuali, è
tornato di recente a lavorare nel western di Travis Mills
“Frontier Crucible”, che vede protagonisti anche
Thomas Jane e William H.
Macy.
A seguito di una lunga indagine, nel
2023 i procuratori di Los Angeles hanno rifiutato di accusare
l’attore di alcun crimine. Prima delle accuse,
Hammer ha recitato in film di alto profilo come “The Lone
Ranger” di Gore Verbinski al fianco di
Johnny Depp, “Operazione
U.N.C.L.E.” di Guy Ritchie con
Henry Cavill e Luca Guadagnino in
“Chiamami col tuo
nome” con Timothée Chalamet.
In una recente intervista podcast,
Hammer ha detto che la sua carriera di attore è decollata così
tanto che ha iniziato a rifiutare lavori. “Il mio carnet di
ballo si sta riempiendo parecchio”, ha detto. “Quel primo
lavoro che ho rifiutato dopo quattro anni di questa merda, voglio
dire, è stata la sensazione migliore che abbia mai
provato”.
In The Dark Knight,
basato su una sceneggiatura originale di Boll, Armie Hammer interpreta Sanders, che si fa
giustizia da solo mentre si mette a dare la caccia ai criminali.
Mentre la sua crociata lo trasforma in una star dei social media e
in un eroe agli occhi del pubblico, il capo della polizia locale lo
vede come una minaccia per la società e mira ad abbatterlo.
Con il film del
2013 Attacco al potere – Olympus Has
Fallen, il regista Antoine
Fuqua aveva portato sul grande schermo il racconto di
un attentato terroristico al principale centro del potere degli
Stati Uniti, ovvero la Casa Bianca. Affermatosi come un grande
successo, nel 2016 è stato poi realizzato un Attacco
al potere 2 (qui la recensione), il cui
titolo originale è London Has Fallen. Come questo
lascia intuire, alla base della vicenda vi è ora la capitale
dell’Inghilterra, obiettivo di un nuovo attacco terroristico, per
un film ricco di azione, esplosioni e grande ritmo. A dirigere
questo non vi è però Fuqua, sostituito dal regista iraniano
Babak
Najafi.
Anche questo sequel si è affermato
come un vero e proprio blockbuster filo-statunitense simile sotto
più punti di vista a titoli simili realizzati negli anni Ottanta e
Novanta. Si costruisce così la vicenda di un uomo pronto a tutto
pur di affermare i valori della giustizia, della libertà e della
pace ad ogni costo. Di natura quasi supereroica, il protagonista è
il diretto discendente di personaggi come il John McClane
interpretato da Bruce Willis nella
saga di Die Hard. Anche se accusato di
sfruttare la paura derivata dagli attacchi terroristici
verificatisi nel corso del 2015, il film si è comunque affermato
come un buon successo.
Con un incasso di oltre 200 milioni
di dollari, Attacco al potere 2 ha confermato l’interesse
verso questo format, permettendo poi la realizzazione nel 2019 di
Attacco al potere 3 –
Angel Has Fallen. Un ulteriore capitolo,
attualmente intitolato Night Has
Fallen, sembra ora essere in lavorazione, per quella
che diventa dunque a tutti gli effetti una saga. Prima di
intraprendere una visione del secondo film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il film vede di nuovo in azione gli
stessi protagonisti che si muovono nei piani alti del potere
statunitense. Questi sono il presidente americano Benjamin
Asher, il vicepresidente Allan Trumbull,
il capo dei servizi segreti Lynne Jacobs e l’uomo
chiave della scorta del presidente, tale Mike
Banning. Tutto ha inizio quando la morte totalmente
inaspettata del primo ministro britannico costringe il presidente a
presenziare ai funerali di Stato. L’evento, tuttavia, si rivela ben
presto essere una trappola organizzata dal terrorista e trafficante
d’armi Aamir Barkawi, che ha giurato vendetta per
l’eccidio della sua famiglia.
Per portarla a termine non esita ad
uccidere tutti i capi di Stato presenti alla cerimonia. Solo il
presidente americano riesce a salvarsi, grazie all’intervento,
risoluto ed essenziale, di Mike. Ma la strada verso la salvezza è
lastricata di ostacoli e minacce d’ogni tipo. L’agente Banning
dovrà infatti partecipare ad una vera e propria corsa contro il
tempo, cercando di individuare e fermare Barkawi prima che possa
compiere una nuova strage. Con la paura sempre più dilagante di
quanto può accadere da un momento all’altro, l’uomo si troverà così
a dover fronteggiare situazioni estremamente pericolose. Obiettivo
primario è salvare i suoi cari e il presidente.
Il cast del film
Ad interpretare nuovamente il ruolo
dell’agente Mike Banning vi è l’attore Gerard Butler,
che riprende così il ruolo per la seconda volta. Particolarmente
devoto al personaggio, egli si allenò anche in questo caso al fine
di poter eseguire quante più acrobazie senza dover ricorrere a
controfigure. Ad interpretare il presidente degli Stati Uniti
Benjamin Asher vi è nuovamente l’attore Aaron Eckhart,
noto anche per lungometraggi come Thank You for Smoking e
Il cavaliere oscuro. Per lui questo è stato l’ultimo
film in cui compare in tale ruolo, non avendolo poi ripreso per il
terzo capitolo. Nel film compaiono poi anche gli attori
Alon Moni Aboutboul nei panni del terrorista Aamir
Barkawi e Robert Forster in quelli del Generale
dell’esercito Edward Clegg.
Il premio Oscar Morgan Freeman
riprende i panni del vicepresidente Allan Trumbull, affermando di
aver accettato nuovamente la parte unicamente per il ricco compenso
offertogli. Per via di altri impegni, però, Freeman si è trovato a
dover girare tutte le sue scene in breve tempo, spesso non
comparendo in scena con gli altri attori. Angela Bassett,
interprete del capo dei servizi segreti Lynne Jacobs, non ha
infatti avuto neanche una scena da dividere con Freeman, nonostante
avesse accettato di partecipare al film proprio per poter recitare
con il premio Oscar. Completano il cast Jackie Earle
Haley nel ruolo di deputato della Casa Bianca Mason, e
Melissa Leo in quello della segretaria alla
difesa Ruth McMillan.
I sequel di Attacco al potere – Olympus Has
Fallen
Gli attori del film sono poi tornati
nei rispettivi ruoli anche per il terzo film. Uscito nel 2019,
Attacco al potere 3 – Angel Has
Fallen, vede lo stesso protagonista come principale
accusato di un attentato al presidente. I produttori hanno poi
confermato la volontà di dar vita anche ad altri tre film, con il
titolo del quarto che sarà Night Has Fallen. Nel
settembre 2023, il produttore Les Weldon ha
confermato che il sequel è ancora in cantiere. Weldon ha fatto
dipendere i futuri capitoli dal successo di Night Has
Fallen, il che conferma che è già in atto un piano per
continuare il franchise se le cose andranno bene. Weldon ha
dichiarato: “Se funziona bene come i tre precedenti, allora
tutto è possibile”.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
In attesa di vedere il terzo
capitolo, è possibile fruire del secondo film grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Attacco al potere 2 è
infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Apple
iTunes, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 7 gennaio alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Jacob Elordi è nelle prime trattative per
recitare nel thriller post-apocalittico di Ridley Scott
“The Dog Stars” per la 20th Century, in sostituzione di
Paul Mescal, che ha avuto problemi di
programmazione. Mescal, che recita
nel sequel Il Gladiatore, era pronto per
recitare nel film su un virus influenzale catastrofico che spazza
via quasi tutta l’umanità. Ma è stato costretto ad abbandonare a
causa delle riprese dell’antologia
dei Beatles di Sam
Mendes.
Basata su un romanzo del 2012 di
Peter Heller, la sceneggiatura di “Dog
Stars” è stata scritta da Mark L. Smith
(“Twisters”) e Christopher Wilkinson (“Ali”) e
dovrebbe essere il prossimo film di Scott dopo un
film biografico sui Bee Gees per la Paramount.
Se il suo accordo si chiudesse, come previsto, Elordi
interpreterebbe un pilota di nome Hig che fa amicizia con un
pistolero scontroso mentre cercano di sopravvivere a una banda di
spazzini vaganti chiamata Reapers.
Durante una conversazione di
dicembre con il collega regista Christopher Nolan,
seguita alla proiezione di Il Gladiatore 2, Scott
ha lasciato intendere che il coinvolgimento di Mescal nel progetto
era precario. “Paul è in realtà impegnato, dopo si occuperà dei
Beatles. Quindi potrei doverlo lasciare andare”, ha detto a
Nolan.
Ma anche Jacob Elordi ha un programma fitto, con
l’ultima stagione di “Euphoria” della HBO e
“Cime Tempestose” della Warner Bros. con
Margot Robbie che dovrebbero entrare in
produzione nel primo trimestre del 2025. Si dice che anche Scott
stia tenendo d’occhio una data di inizio per la primavera del 2025,
quindi non è chiaro quale di queste produzioni, se ce ne sono,
rinvierà per consentire a Elordi di impegnarsi per “Dog
Stars“.
Lavorando con Scott, Elordi continua
a collezionare la sua serie di registi di prima categoria. L’attore
australiano, il cui ruolo di successo è stato nel film Netflix “The Kissing Booth”, ha recentemente recitato
nei panni di Elvis in “Priscilla” di Sofia
Coppola e interpreta il mostro titolare nel prossimo
“Frankenstein” di Guillermo del
Toro.
La collaborazione cinematografica
tra l’attore
Tom Hanks e il regista Robert
Zemeckis è stata una delle più amate del cinema moderno.
Da Forest Gump a Here, in sala in Italia dal 9
Gennaio, Hanks e Zemeckis sono riusciti a camminare sulla sottile
linea di confine tra l’appeal popolare mainstream e l’arte duratura
che ha davvero resistito alla prova del tempo. Con tanto umorismo e
tanta compassione, Hanks e Zemeckis hanno reciprocamente giovato
alle loro carriere.
Indipendentemente dal risultato,
questo duo ha sempre puntato alla qualità e, nel processo, ha
realizzato alcuni dei personaggi più iconici del cinema
contemporaneo. Con l’uscita di Here all’orizzonte, una nuova
collaborazione si aggiunge ai 30 anni insieme, ed ecco di seguito
tutti i film che Tom Hanks e Robert
Zemeckis hanno realizzato insieme.
Diretto da Robert
Zemeckis, questo film è un’esplorazione del tempo e della
memoria, che svela le vite e le storie intrecciate di famiglie
attraverso le generazioni in un’ambientazione unica, un salotto di
una casa del New England.
Oltre a Zemeckis dietro la
telecamera e Hanks davanti, Here si è avvalso di tantissimi altri talenti.
La sceneggiatura del film è scritta da Zemeckis ed Eric
Roth (Killers of the Flower
Moon). Il film vede anche la partecipazione di
Robin Wright nel ruolo della moglie di Hanks,
Paul Bettany in quello del padre e Kelly
Reilly in quello della madre. Nonostante le critiche
negative raccolte negli USA, il film è un piccolo gioiellino, una
riflessione sul tempo e la vita, per mano di un regista che non
dimentica mai di fra passare lo storytelling attraverso l’inventiva
e la tecnica cinematografica.
La premessa del film prevede di
inquadrare un solo appezzamento di terreno specifico per un periodo
di tempo prolungato per seguire le vite di coloro che vivono lì
(prima e dopo che una casa viene costruita su di essa). Una singola
telecamera in una singola stanza della casa è utilizzata per
seguire gli eventi, il che significa che il film è più simile a
un’opera teatrale filmata che a un film. Nella
nostra recensione si legge: “L’espediente della camera fissa,
che richiama le origini del dispositivo cinematografico, trasforma
la scenografia in sceneggiatura e viceversa, offrendo un’esperienza
immersiva che cattura l’attenzione emotiva dello spettatore. Questa
fissità concentrata si stravolge poi con un finale di grande
eleganza cinematografica che celebra la circolarità della storia
umana, un ciclo di eterno ritorno.”
In fase di annuncio e promozione, si
è fatto ovviamente leva sulla grande reunion che Here propone,
ovvero Tom Hanks e Robin Wright che tornano a essere diretti da
Robert Zemeckis come ai tempi di Forrest Gump.
Tom Hanks recita
nel ruolo di Geppetto. Questo Pinocchio è un
adattamento del 2022 diretto da Robert Zemeckis,e
si inserisce nel filone di adattamento in live action della Disney.
Sebbene qualsiasi collaborazione tra Tom Hanks e
Robert Zemeckis sarebbe una prospettiva
entusiasmante, persino i loro più strenui difensori devono
ammettere di aver mancato il bersaglio con
Pinocchio. Questo adattamento live-action di una
storia classica non aveva l’appeal dell’amata versione Disney del
1940 e, sfortunatamente, è uscito lo stesso anno di
Pinocchio di Guillermo del Toro,
una rivisitazione di gran lunga superiore e molto più pertinente
della storia rispetto all’originale di Collodi. Mentre Hanks nei
panni di Geppetto poteva inizialmente sembrare una buona idea,
tutto in questo film sembrava superfluo.
La versione di Pinocchio di Zemeckis
non è riuscita a giustificare la sua esistenza nello stesso modo in
cui sono riuscite a fare altre uscite di film per bambini con
Hanks, come The
Polar Express, e sebbene gli effetti visivi
sembrassero fantastici, la sceneggiatura non è riuscita a catturare
la stessa magia. Purtroppo, Pinocchio è entrato a
far parte delle peggiori uscite recenti live-action e
fotorealistiche della Disney e, insieme alla versione aggiornata di
Dumbo e Lilli e il Vagabondo, è
stato rapidamente dimenticato dal pubblico. Soprattutto, è stato
difficile entusiasmarsi per il film, mentre la versione di Del Toro
ha creato molto più clamore e ricevuto molti più elogi.
Sebbene sia vero che
Pinocchio sia stata una grande delusione, bisogna
anche ammettere che Tom Hanks ha dato una discreta
interpretazione di Geppetto e lui, insieme agli effetti visivi, è
stato uno degli aspetti più forti del film.
Mentre molti remake live-action
della Disney hanno ricevuto una distribuzione cinematografica,
Pinocchio è stata distribuito direttamente su
Disney Plus che ha lasciato intendere, prima ancora di uscire, che
non sarebbe stata all’altezza dell’eredità dell’originale. Ma il
film non era affatto inguardabile, semplicemente non sembrava un
film che doveva essere realizzato e ha rappresentato un punto basso
per il sodalizio di Hanks e Zemeckis.
Basato sul libro di
Chris Van Allsburg,
Polar Express è un film di animazione fantasy
natalizio del regista Robert Zemeckis. Un
ragazzino viene rapito la vigilia di Natale a bordo del magico
Polar Express, dove incontra nuovi amici in un viaggio per
riscoprire la loro fede nel Natale.
Polar Express ha raggiunto l’impossibile; è
diventato un nuovo film natalizio per il 21° secolo di cui si può
parlare con lo stesso tipo di amore e ammirazione di La
vita è meravigliosa o Miracolo sulla 34a
strada. Basato su un libro per bambini del 1985 di
Chris Van Allsburg,
Polar Express è stata una meraviglia visiva che ha visto
Tom Hanks interpretare più ruoli come animazione
computerizzata motion-capture fusa con personaggi umani. Questa
tecnica ha dato a Polar Express uno stile visivo
unico che lo ha fatto risaltare nel panorama cinematografico del
2004.
Mentre Zemeckis in precedenza aveva
realizzato film che potevano piacere ai bambini, come
All’inseguimento della pietra verde e la serie
Ritorno al futuro, Polar Express
è sembrato diverso ed è stato elogiato come un classico natalizio
istantaneo. Raccontando la storia di un ragazzino su un misterioso
treno diretto a Babbo Natale e al Polo Nord, Hanks e Zemeckis hanno
catturato qualcosa di profondo della meravigliosa magia del periodo
natalizio. Anche lo stile del film stesso ha contribuito alla sua
insolita atmosfera perché, sebbene i personaggi a volte sembrassero
leggermente inquietanti, questo faceva anche parte del suo fascino
unico.
L’amore e la cura con cui sia Hanks
che Zemeckis hanno presentato questa storia significano che ha
resistito alla prova del tempo. Con una forte atmosfera festosa, il
film ha sfruttato i punti di forza di Zemeckis come regista e, nel
suo lavoro vocale, Hanks ha attinto agli stessi manierismi energici
e iconici che hanno reso Woody di Toy Story
un’icona dell’animazione così duratura. Hanks ha utilizzato le sue
abilità in molti ruoli, tra cui Hero Boy, il
capotreno, il burattino di Ebenezer Scrooge e
persino Babbo Natale stesso.
In sostanza, The Polar
Express era una storia natalizia duratura che è sempre
stata una delle preferite delle feste e, per molti, è diventata una
visione obbligatoria ogni dicembre. Mentre gran parte delle
critiche ricevute dal film erano legate alla sensazione inquietante
della rappresentazione del suo personaggio, ciò significava
semplicemente che era un prodotto del suo tempo e che rischi come
questo erano necessari per spingere l’animazione in avanti e
testare i limiti degli effetti speciali.
Diretto da Robert
Zemeckis nella sua seconda collaborazione con Tom
Hanks, Cast Away racconta la storia del dirigente
della FedEx Chuck Noland, che si sforza di sopravvivere su un’isola
deserta dopo un incidente aereo. Il film, che si svolge
principalmente sull’isola disabitata, ha fatto vincere a Hanks un
Golden Globe come miglior attore protagonista.
Essendo la storia di un uomo solo
bloccato su un’isola disabitata, è stato sorprendente che
Cast Away sia riuscito a essere emozionante
dall’inizio alla fine. Guidato da un’incredibile performance di
Tom Hanks e da una sceneggiatura davvero
impressionante di William Broyles Jr.,
Cast Away ha rappresentato il meglio della
collaborazione di Robert Zemeckis con Hanks e ha
rappresentato perfettamente ciò che ha reso la loro partnership
così efficace, riducendola all’osso. Cast Away è
sembrata una vera esperienza cinematografica, poiché il pubblico è
stato sottoposto alle estenuanti sfide, alle difficoltà tortuose e
alle gioie occasionali di questa storia di sopravvivenza.
Hanks ha interpretato Chuck Noland,
un analista di sistemi FedEx che, dopo essere sopravvissuto a un
incidente aereo nell’Oceano Pacifico, è stato trascinato a riva ed
è stato costretto a sopravvivere da solo su un’isola. Con il
passare degli anni, Chuck è diventato barbuto e spettinato, ma ha
anche imparato a conoscere e comprendere i costumi dell’isola. Con
nient’altro che un pallone da pallavolo Wilson a tenergli
compagnia, il potere di Cast Away era interamente
nell’interpretazione di Hanks, poiché ha portato il peso emotivo
del film sulle sue spalle e ha dimostrato di essere uno dei più
grandi attori dell’era moderna.
Il film ha tratto grande ispirazione
dal classico romanzo d’avventura di Daniel Defoe Robinson
Crusoe, che raccontava in modo simile la storia di un uomo
naufragato su una remota isola tropicale deserta. Questi dettagli
hanno giocato sul realismo al centro della storia di Cast
Away, poiché gli spettatori si chiedevano come avrebbero
affrontato le stesse difficoltà di Chuck.
Il successo di Cast
Away è dovuto al modo fantastico in cui Tom
Hanks e Zemeckis hanno lavorato insieme. Poiché questo è
stato il primo film in cui Hanks ha anche partecipato come
produttore, è stato più coinvolto che mai nel dietro le quinte
della produzione. Dopo Forrest Gump, Hanks e
Zemeckis avevano già instaurato un forte rapporto di lavoro e sono
stati in grado di portarlo ancora oltre in questa occasione.
Forrest Gump (1994)
In questo iconico pezzo di
storia del cinema americano, le presidenze di Kennedy e Johnson,
gli eventi della guerra del Vietnam, il Watergate e altri
avvenimenti storici si svolgono attraverso la prospettiva di un
uomo dell’Alabama con un QI di 75.
Forrest Gump è stato un successo al botteghino
che ha attratto spettatori di ogni genere ed è diventato il film
con il maggior incasso del 1994. Come prima collaborazione
cinematografica tra Tom Hanks e Robert Zemeckis,
questo film unico ha raccontato la storia dell’America moderna
attraverso l’esperienza vissuta di una persona straordinaria con
un’intelligenza inferiore alla media. Con una vasta storia che
incorporava tutto, dalla nascita del rock ‘n’ roll alle conseguenze
della guerra del Vietnam, parte del fascino di Forrest Gump era quanto bene fondeva commedia
e dramma.
Con la famosa frase “La vita è
come una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa ti capita”,
l’interpretazione di Hanks di Forrest è stata tra le più iconiche
della sua intera carriera. Per il suo lavoro in Forrest
Gump, Hanks si è portato a casa l’Oscar come miglior
attore e il film ha fatto incetta di premi nella cerimonia con sei
vittorie, tra cui miglior film, miglior regista e migliore
sceneggiatura non originale. Con una performance sincera e tanto
cuore, Hanks ha camminato su un filo sottile con la sua
caratterizzazione, che, nelle mani di un altro attore, sarebbe
potuta risultare esagerata o addirittura offensiva.
Forrest Gump è
stata un’ode all’America del XX secolo che ha evidenziato, nella
terra della libertà, che chiunque poteva avere un impatto
importante e lasciare il segno nella cultura popolare. Sebbene
Forrest Gump potesse essere apprezzato da tutti
gli spettatori, era anche pieno di complessità e simbolismo
politico poiché Forrest interagiva con eventi storici reali e si
trovava faccia a faccia con tutti, da John F.
Kennedy a John Lennon. L’uso unico di
effetti speciali del film ha inserito Forrest in filmati storici
d’archivio, che gli hanno dato un efficace senso di realismo.
Come film con il maggior incasso
nella carriera di Zemeckis, Forrest Gump ha
incassato la sorprendente cifra di $ 678.226.465 (tramite Collider)
e ha segnato un punto alto per l’acclamato regista nell’appeal
popolare mainstream. L’eredità del lavoro di Zemeckis con Hanks su
Forrest Gump avrebbe alimentato ogni futura
collaborazione e gli spettatori si sono presentati costantemente
per vedere se potevano ripetere l’incredibile successo della loro
prima uscita. Nei tre decenni trascorsi dalla sua uscita,
Forrest Gump è rimasto un film importante da
apprezzare da ogni generazione successiva.
Grazie alla sua partecipazione ad
alcuni celebri film, Robin Wright si è affermata
come una delle interpreti più carismatiche e talentuose della sua
generazione. Ricordata in particolare per il ruolo di Jenny in
Forrest Gump, si è poi
distinta grazie a numerosi altri titoli tra cinema e TV, sempre
mettendosi alla prova e dando continua dimostrazione delle tante
sfumature del suo talento.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Robin Wright.
Nel 2024 l’attrice ha preso parte a
due film, ovvero Damsel,
fantasy con protagonista Millie Bobby Brown, e
Here, dove
torna a recitare accanto a Tom Hanks a 30 anni di
distanza da Forrest Gump.
Tom Hanks e Robin Wright in Here
I film di Robin Wright su Netflix
Sono diversi i film di Robin Wright
oggi presenti nel catalogo di Netflix, tra cui alcuni tra i suoi titoli più
celebri. Al momento, sulla piattaforma si possono infatti vedere in
streaming La promessa (2001), L’arte di vincere
(2011), Wonder Woman (2017),
Wonder Woman 1984 (2020),
Damsel
(2024), ma anche il suo debutto come regista Land (2021) e la
serie
House of Cards.
2. Ha lavorato per il
piccolo schermo ed è anche doppiatrice e produttrice. Nel
corso della sua carriera l’attrice non è comparsa solo sul grande
schermo, ma è apparsa anche in diverse serie tv come Santa
Barbara (1984-1988), Empire Falls – Le cascate del
cuore (2005) e House of Cards – Gli intrighi del potere (2013-2018).
In quanto doppiatrice ha invece prestato la propria voce per
A Christmas Carol (2009) ed è la narratrice di
First Ladies (2020), in quanto produttrice ha poi lavorato
alla realizzazione dei film Virgin (2003), Hounddog
(2007), The
Congress (2013), When Elephants Fight
(2015), Land (2021) e
della serie
House of Cards.
Robin Wright in Forrest
Gump
3. Ha patito il
freddo. Nel film pluripremiato agli Oscar la Wright
interpreta Jenny, la donna amata dal protagonista. Il set, per lei,
non è però stato sempre una passeggiata. L’attrice ha infatti
raccontato di essersi ammalata per il freddo mentre stava filmando
la scena del nightclub. A dispetto di ciò, si sentiva ancora in
grado di cantare durante le riprese, nonostante fossero quasi
ventiquattro ore ininterrotte in cui era quasi nuda al freddo,
tranne che per una chitarra che la copriva.
Tom Hanks e Robin Wright in Forrest Gump
4. Non ha trascorso molto
tempo con Tom Hanks sul set. Robin Wright ha rivelato di
non essere riuscita a passare molto tempo con Tom Hanks durante le riprese, perché lui era
sempre “in giro a correre”. “Correvamo in giro per le
riprese di quel film e ad ogni pausa pranzo Tom era fuori a
correre”, ha ricordato la Wright del periodo trascorso sul
set. “Correva ovunque riuscisse a farlo. Quindi non abbiamo
avuto modo di frequentarci”. L’attrice ha comunque aggiunto
che si sono divertiti “moltissimo” quando i loro programmi
si sono sincronizzati sul set.
Robin Wright in House of
Cards
5. Ha avuto potere
decisionale sul proprio personaggio. Il
regista David Fincher ha offerto alla Wright
il ruolo di Claire Underwood nella serie House of
Cards dopo aver lavorato con lei per il film Millennium – Uomini che odiano le donne. Fincher la
convinse promettendo che avrebbe contribuito alla creazione del
personaggio e così è stato. La Wright ha infatti sempre avuto forte
potere decisionale su ciò che Claire avrebbe detto o fatto nel
corso della serie, come anche sui costumi da lei indossati.
Robin Wright sfoggia il fisico in Wonder Woman
6. Ha interpretato la
celebre amazzone. Nel film Wonder Woman e nel suo
sequel Wonder Woman 1984, la
Wright ricopre il ruolo di Antiope, sorella di Ippolita, la regina
delle amazzoni, e zia di Diana. Per vestire i panni della
guerriera, l’attrice ha raccontato di essersi sottoposta ad un duro
allenamento volto a farle acquisire la fisicità e la muscolatura
necessaria a poter anche interpretare alcune scene di battaglia
molto complesse.
Robin Wright regista di Land
7. Inizialmente doveva
essere solo la regista del film. Inizialmente Robin Wright
era stata scritturata solo come regista per Land, ma per un
problema di programmazione si è fatta avanti per diventare anche
protagonista. La Wright ha dichiarato: “Ci siamo trovati di
fronte a un problema di programmazione e di tempi stretti: dovevamo
girare questo film in una finestra di tempo, e avevamo solo 29
giorni per girarlo. E non potevamo correre il rischio di cercare
qualcuno in quel lasso di tempo. E allora i produttori mi hanno
detto: ‘Beh, perché non lo fai tu?’, e io ho risposto: ‘Beh, tanto
ci sarò comunque, quindi ok’”.
8. Si è sposata tre
volte. L’attrice si è sposata per la prima volta nel 1986
con l’attore Dane Whiterspoon, ma il matrimonio è
durato poco e i due hanno divorziato già nel 1988. Dopo un secondo
matrimonio con Sean Penn, durato dal 1996 al 2007, ha
frequentato il collega Ben Foster dal 2012 al
2015. In seguito, l’attrice si è sposata per terza volta nel 2018
con il manager Clement Giraudel: i due si erano
conosciuti solo l’estate precedente. La coppia, però, ha poi
divorziato nel 2022.
Robin Wright, Sean Penn e i figli
9. È stata sposata con il
noto attore. L’attrice ha sposato il collega Sean Penn nell’aprile
del 1996, dopo sei anni di fidanzamento. I due si erano conosciuti
sul set del film Stato di grazia nel 1990 e dalla loro
unione sono poi nati i figli Dylan Frances (nata
nel 1991) e Hopper Jack (nato nel 1993), entrambi
divenuti a loro volta attori. Alla fine del 2007 la coppia annuncia
la separazione, salvo poi riconciliarsi brevemente un paio di
volte, per poi annunciare il divorzio definitivo il 28 luglio 2010.
Nel corso della loro relazione, l’attrice ha partecipato in diversi
film diretti da Penn, ovvero 3 giorni per la verità (1995)
e La promessa (2001).
L’età e l’altezza di Robin
Wright
10. Robin Wright è nata l’8
aprile del 1966a Dallas, nel Texas. La
sua altezza complessiva corrisponde a 1,68 metri.
Il film del 2024 di Robert
ZemeckisHere usa pannelli su tutta l’inquadratura per
rappresentare nello stesso quadro epoche diverse, per emulare
quello che avviene nel fumetto da cui è tratto il film, realizzato
da Richard McGuire. L’ultimo film sperimentale di
Zemeckis utilizza un espediente in cui il film è girato con
un’unica angolazione della telecamera. Tuttavia, il film usa anche
molto i pannelli, delle finestre in epoche diverse.
Tom Hanks, Robin
Wright e Robert Zemeckis si
riuniscono dopo
Forrest Gump per Here, che mostra un
singolo appezzamento di terra, seguendo gli eventi catturati dal
singolo fotogramma, dall’era preistorica agli anni ’20.
L’utilizzo dei riquadri in Here è
un omaggio al materiale originale
L’uso dei riquadri di
Here è in realtà un omaggio al materiale originale
del film. Here è basato sulla graphic novel di Richard
McGuire, pensata inizialmente come una storia di 6 pagine
pubblicata nel 1989 prima di essere espansa in una di 304 pagine
pubblicata nel 2014. La graphic novel di Here è
stata acclamata dalla critica al momento della sua uscita,
catturando l’attenzione del regista Robert
Zemeckis e guadagnandosi un adattamento
cinematografico.
Il fumetto Here
utilizza spesso pannelli all’interno delle vignette, con questo
stile artistico unico che rende Here così celebre.
Il film di Robert Zemeckis tenta di ricreare
questa iconografia dal materiale originale, con pannelli più
piccoli che si aprono all’interno dell’inquadratura. Ciò accade per
tutta la durata di Here, tanto che anche il
trailer lo mostra.
Here di Robert Zemeckis – Paul Bettany e Kelly Reilly – Credits
Eagle Pictures
L’utilizzo dei riquadri è una delle
parti migliori del fumetto Here, e si tratta
dell’aspetto più interessante del film e il motivo per cui Zemeckis
è riuscito a forzare il linguaggio del cinema rendendolo uguale a
quello del fumetto. Nei fumetti, i lettori si aspettano di vedere
vignette e pannelli. Sebbene le vignette di Here siano leggermente
diverse dai tipici riquadri dei fumetti, sono già sulla pagina, il
che significa che in qualche modo ci si aspetta di vederli
usati.
Il film Here di
Robert Zemeckis, invece, fa apparire i riquadri
sullo schermo, delle finestre che invece di affacciarsi su dei
luoghi si affacciano in un tempo preciso, nel passato o nel
presente. Questa scelta consente agli spettatori di non perdersi
mai nella storia ma di essere sempre consapevoli di ciò che stanno
guardando, regalando al film una dimensione di autocoscienza
superiore rispetto agli altri film “normali”.
Suits
L.A. segnerà il ritorno di uno dei personaggi più
iconici del franchise, Harvey Specter, e anche se sarà bello vedere
l’avvocato ancora una volta sullo schermo, la sua apparizione
significa che una tendenza controversa continuerà. Presente nella
serie dalla prima stagione, Gabriel Macht ha
interpretato Harvey per tutta la durata della serie
originale, lasciando un’eredità duratura. Ora, Harvey
Specter passerà a Suits LA, un prossimo spinoff incentrato su uno studio
legale di Los Angeles, e Macht ha confermato di apparire in un arco
di tre episodi.
Anche se non è ancora chiaro che
tipo di ruolo avrà, il ritorno di Harvey indica che potrebbe essere
amico di Ted Black (Stephen
Amell), dato che Black ha lavorato a New York prima di
trasferirsi a Los Angeles. A prescindere dai suoi potenziali
legami, la presenza di Harvey nello spinoff aggiungerà una certa
legittimità al suo cast, facendo sentire i personaggi principali
più importanti ora che saranno legati alla serie originale. Di
conseguenza, il fatto che Macht riprenda il suo ruolo aggiunge
sicuramente molto clamore al prossimo progetto Suits, ma
mantiene anche una tendenza divisiva che va avanti dal 2019.
Il ritorno di Harvey in Suits
LA non coinvolgerà Mike (per quanto ne sappiamo)
Nonostante la conferma che Harvey
sarà coinvolto in Suits LA, non è stato
detto che Mike Ross farà parte del progetto. Entrambi i personaggi
hanno condotto lo show originale per sette stagioni, ma a parte tre
episodi della stagione 9, il duo non è più stato insieme dal 2018.
Purtroppo, Suits LA sembra che continuerà la tendenza a
separarli, poiché nonostante Mike faccia parte delle migliori scene
di Suits di Harvey e viceversa, non sembra che le loro
strade si incroceranno di nuovo a breve, anche se Patrick J. Adams
tornerà nel franchise attraverso lo spinoff.
Se da un lato la conferma di
Harvey è importante per il prossimo show drammatico, dall’altro
Mike sarebbe un’opportunità ancora più grande per il progetto,
visto che negli ultimi sei anni non ha avuto molte apparizioni nel
franchise.
Dato che il coinvolgimento di
Harvey è stato pubblicizzato come un arco di tre episodi,
sembra improbabile che Mike abbia qualcosa di più di un
cameo nella prima stagione dello spinoff, data la mancanza di
annunci. Se da un lato la conferma di Harvey è importante
per il prossimo show drammatico, dall’altro Mike sarebbe
un’opportunità ancora più grande per il progetto, visto che negli
ultimi sei anni non ha avuto molte apparizioni nel franchise.
Tuttavia, anche se Mike potrebbe avere i suoi episodi prima o poi,
la notizia del ritorno di Adams sarebbe probabilmente già stata
diffusa, il che significa che Harvey presumibilmente continuerà il
suo viaggio in Suits senza il suo ex protetto.
Suits ha fatto di Harvey il suo
unico personaggio principale dopo l’abbandono di Patrick J.
Adams
Dopo che Mike ha lasciato la serie
verso la fine della stagione 7, Harvey è diventato l’unico
protagonista, dato che la storia ruotava quasi interamente intorno
a lui. Sebbene si possa sostenere che Suits sia sempre
stato incentrato su Harvey, Mike è stato innegabilmente altrettanto
importante e i due si sono divisi la responsabilità di essere
protagonisti, creando alcune interessanti trame. La loro chimica e
il loro rapporto hanno aggiunto una dinamica cruciale alla serie
che ha contribuito a elevare il dramma, ma con l’uscita di
Patrick J. Adams da Suits
nella stagione 7, le cose sono cambiate drasticamente.
Piuttosto che cercare di sostituire Mike, il franchise ha optato
per un cambio di rotta, facendo diventare Harvey l’unico
protagonista.
Altri personaggi sono stati
valorizzati, ma Harvey è stato al centro dell’azione, rendendo
chiaro che era ufficialmente il personaggio principale di Suits. La partenza di Adams avrebbe
potuto portare alla conclusione della serie dopo sette stagioni per
evitare potenziali problemi, ma la decisione di continuare a tenere
Harvey sotto i riflettori ha dato i suoi frutti a lungo termine.
Anche se le stagioni 8 e 9 non sono state all’altezza delle
precedenti, hanno comunque offerto un intrattenimento
abbondante, una conclusione soddisfacente e hanno
mantenuto vivo l’interesse per il franchise tanto da giustificare
un altro spinoff, battendo al contempo i record di Netflix.
James Mangold ha
recentemente parlato del suo prossimo film diStar
Wars, fornendo accenni su ciò che il pubblico può
aspettarsi. Il
prossimo film di Star Wars è stato ufficiosamente
intitolato “L’alba dello Jedi”, con l’intenzione di esplorare una
parte iniziale della linea temporale di Star
Wars. Rispetto all’ordine
cronologico degli altri film di Star Wars, il film di
Mangold sarà ambientato 25.000 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma. Resta da
vedere se la storia dell’Alba dello Jedi di Star Wars si
verificherà o meno, ma Mangold ha fornito alcune anticipazioni su
cosa aspettarsi.
In un’intervista a MovieWeb, Mangold ha espresso il desiderio di
sfruttare la libertà di creare qualcosa di nuovo in Star
Wars. Mangold ha insistito sul fatto che questo è l’obiettivo
principale per lui e il suo co-sceneggiatore, Beau
Willimon, durante la stesura della sceneggiatura, affermando che il
duo sta cercando di trovare un modo per “dire qualcosa di
originale”. Mangold ha riassunto questi pensieri affermando
che:
“Il film di Star Wars si
svolgerà 25.000 anni prima di qualsiasi film di Star Wars
conosciuto.È un’area e un campo di gioco che ho sempre
[voluto esplorare] e a cui mi sono ispirato da adolescente.Non sono interessato ad essere ammanettato da una
tradizione così grande da essere quasi inamovibile, e non
si può accontentare nessuno”.
Evidentemente, Mangold sta
dedicando molta attenzione a questo progetto. Approfondendo
ulteriormente la linea temporale di Star Wars, Mangold sta
cercando di portare un senso di originalità a Guerre
Stellari che potrebbe non essere così prevalente negli orpelli
familiari della Saga degli Skywalker.
James Mangold capisce il
fascino emotivo di Star Wars
A un livello più profondo, i
commenti di Mangold significano che egli comprende veramente il
fascino emotivo del franchise di Star Wars. Affermando che
il franchise si sente come un parco giochi a cui si è ispirato fin
da quando era un adolescente, ha capito cos’è Star Wars
nel suo nucleo. Star Wars è un franchise che ispira, sia i
bambini che lo guardano per la prima volta, sia gli adolescenti che
guardano i progetti più maturi, sia gli adulti che si fanno
prendere dalla nostalgia.
L’insistenza di Mangold
nell’attingere a questo sentimento di ispirazione e nel creare una
storia svincolata da altri episodi del franchise riassume bene
Star Wars. Dopo tutto, il franchise è nato grazie alla
pura determinazione di George Lucas di raccontare una storia
spaziale stravagante che nessuno, lui compreso, credeva sarebbe
stata un successo. Fortunatamente, Mangold sa che la
sandboxdi Star Warsè
esattamente questo, un luogo in cui l’immaginazione e l’ispirazione
possono guidare la creazione di una storia avvincente.
Le prime reazioni di Wolf Man
si stanno diffondendo sui social media e gli spettatori stanno
lodando il nuovo reboot del film sui mostri. Diretto da Leigh
Whannell, l’imminente rivisitazione del classico mostro della
Universal vede Christopher Abbott nel ruolo del protagonista Blake,
un padre che inizia una terrificante trasformazione mentre si trova
in una baita isolata con la sua famiglia, interpretata da Julia
Garner e Matilda Firth. I trailer di The Wolf Man sono
stati attenti a non rivelare troppo della versione di Whannell
dell’iconico mostro, ma ora il film è stato proiettato, svelando
finalmente l’agghiacciante visione del regista.
In vista dell’uscita nelle sale di
Wolf
Man il 17 gennaio, gli spettatori che hanno visto il
film in anteprima stanno condividendo le loro reazioni positive sui
social media. Le reazioni elogiano l’atmosfera tesa e gli spaventi
sorprendenti, ma affermano anche che c’è una forte storia emotiva
sotto tutto questo terrore. Anche l’interpretazione di Abbott viene
considerata un punto di forza. Di seguito sono riportate alcune
reazioni:
“WOLF MAN di Leigh Whannell è
una rivisitazione al cardiopalma e super divertente del classico
cinema sui licantropi”, scrive Andrew J.
Salazar. “Meno è più in questo efficace racconto sul senso
di colpa generazionale.Anche il design “infetto”
dell’Uomo Lupo funziona molto meglio sullo schermo”.
Tessa
Smith scrive che “L’Uomo Lupo non è solo terrificante, ma
ha anche un forte impatto emotivo.Mi sono ritrovata a
saltare dalla pelle e poi a versare lacrime.La
recitazione è di alto livello e la fotografia è pazzesca.Il modo in cui la macchina da presa cambia il punto di vista è
una vera e propria masterclass dell’orrore.L’ho
adorato!”.
A continuare il sentimento positivo
sono i commenti di That
Hashtag Show, che definisce il film “uno degli horror più
eccellenti della memoria recente”.Una trasformazione
lenta che vi farà star male, ma che racconta una storia che ha un
forte impatto sulla famiglia.Un grande cast sottolinea un
film assolutamente terrificante”.
“L’uomo lupo vi lascerà con la
paura del buio”, scrive Rachel
Leishman. “Ho guardato questo film con i piedi in aria
perché ero terrorizzata da ciò che poteva afferrarmi le
caviglie.Un brivido di suspense dall’inizio alla
fine.Christopher Abbott è una star e lo amo
tantissimo!”.
Nick
L’Barrow definisce Wolf Man “un thriller teso e
diretto che vede Christopher Abbott scatenare la battaglia tra
umani e animali attraverso la sua forte interpretazione!Julia Garner è il cuore e l’umanità del dramma.La
folle creatività visiva e uditiva di Leigh Whannell è
incredibile!”.
“Wolf Man è tutto quello che
volevo e anche di più”, scrive Hunter
Bolding. Lo definisce “un film dell’orrore davvero
eccellente che offre orrore corporeo, orrore familiare e alcuni
effetti raccapriccianti.L’intero cast è eccellente, ma
Christopher Abbott lo porta su un altro livello come classico
‘personaggio’”.
Anthony
definisce il film “spaventoso e commovente”. Scrive che
l’Uomo Lupo presenta “alcuni dei migliori jumpscares
che mi siano capitati guardando un film horror da un po’ di tempo a
questa parte!Le protesi sono pazzesche, la recitazione è
grandiosa, ma la quantità di tempo in cui ho dovuto chiudere gli
occhi per la paura/il disgusto è ciò che mi è rimasto impresso
quando ho lasciato il cinema…”.
Una delle prime impressioni che il
pubblico ha avuto dell’Uomo Lupo è stata la mostra del
film all’evento Halloween Horror Nights degli Universal Studios
Orlando. Il design è stato ampiamente deriso in rete perché
assomigliava più a un goblin che a un lupo mannaro. Whannell ha
affrontato la questione in un’intervista rilasciata a SFX
Magazine a dicembre, confermando che quello avvistato al parco
a tema non è l’aspetto dell’Uomo Lupo di Abbott nel film finale, ma
rivelando anche che la creatura del film è
“pratica al
100%”.
Le prime reazioni rivelerebbero che
le preoccupazioni iniziali sul design dell’Uomo Lupo
potrebbero essere state mal riposte. Nessuna delle
reazioni è in contrasto con il design del personaggio e sembra
proprio che il lupo mannaro sarà un elemento molto spaventoso e
inquietante del film. Non è chiaro se questo sentimento sarà
condiviso dal pubblico in generale, ma il film, come l’acclamato
L’uomo
invisibile di Whannell del 2020, si preannuncia come un
revival ben accolto di un mostro classico della Universal.
Denis Villeneuve
ha criticato l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences per aver
squalificato la colonna sonora di Dune: Parte
Due di Hans Zimmer non è
stata presa in considerazione per la categoria Miglior colonna
sonora originale agli Oscar del 2025. Secondo le regole
dell’Academy, la colonna sonora di un sequel deve essere composta
per almeno l’80% da composizioni originali per potersi qualificare.
Poiché il lavoro di Zimmer per la Seconda
Parte incorpora elementi sostanziali di Dune:Parte Uno, purtroppo non ha soddisfatto
questo criterio. Zimmer aveva già vinto l’Oscar per la migliore
colonna sonora originale nel 2022 per Dune:Parte
Uno.
Secondo Slash Film, Villeneuve ha affrontato la decisione
dell’Academy durante una recente proiezione di Dune:
Parte Due. Le musiche del sequel, pur
attingendo a piene mani dal suo predecessore, presentano
arrangiamenti e temi originali e Villeneuve, nei suoi
commenti, ha elogiato Zimmer definendolo un genio. Di seguito sono
riportati i commenti completi di Villeneuve sulla squalifica:
“Sono assolutamente contrario
alla decisione dell’Academy di escludere Hans, francamente, perché
ritengo che la sua colonna sonora sia una delle migliori
dell’anno.Non uso spesso la parola genio, ma Hans lo
è”.
Cosa significa questo per il
franchise di Dune e per la stagione dei premi
Le regole dell’Academy mirano a
garantire che la musica di un sequel si distingua da quella del
film precedente, dando priorità all’originalità nella categoria.
Mentre Dune: Parte Due introduce
diversi nuovi brani musicali, la sua dipendenza da motivi,
strumenti e leitmotiv del primo film è in linea con la visione di
Villeneuve della serie di Dune. Questa continuità,
tuttavia, è diventata un fattore critico per
l’inammissibilità della colonna
sonora.
Per questo motivo, la delusione di
Villeneuve per la decisione riflette le sfide che i sequel devono
affrontare durante la stagione dei premi. Sebbene la colonna sonora
di Zimmer migliori l’esperienza complessiva del film, la
decisione dell’Academy deriva dalla volontà di premiare
l’originalità piuttosto che la coerenza tematica. Con il
compositore già nominato undici volte all’Oscar per il primo film,
la squalifica del sequel mette in luce la complessità di premiare i
franchise all’interno delle linee guida dell’Academy.
Finora, in questa stagione dei
premi, Dune:Parte Due ha dovuto affrontare
altri ostacoli legati ai premi. Tra gli ostacoli si annoverano
fattori come l’uscita ritardata a causa dello sciopero della
Writers Guild of America del 2023, che ha spostato la prima del
film dal novembre 2023 al marzo 2024. Questo ritardo ha
potenzialmente influito sulla sua visibilità e sullo slancio della
campagna di premiazione, mettendo ulteriore pressione sul
suo riconoscimento agli Oscar del 2025.
Sony ha confermato
che l’imminente adattamento cinematografico di Until
Dawn si discosterà in modo significativo dal
gioco, differenziando il film dal materiale di partenza. Basato
sull’omonimo videogioco del 2015, il
prossimo film di Until Dawn segue un gruppo di
personaggi terrorizzati da misteriose forze soprannaturali. Nel
gioco, questo accade quando un gruppo di amici pernotta insieme in
una baita e il giocatore deve fare delle scelte che determinano chi
vivrà per tutto il gioco e chi morirà lungo il percorso.
Ora, parlando a una presentazione
durante il CES 2025 (via TechRadar), Sony ha confermato che il prossimo
adattamento cinematografico di Until Dawn , che uscirà il
25 aprile 2025, sarà caratterizzato da una nuova storia e
da nuovi personaggi. La conferma dello studio significa
che il film non sarà un adattamento diretto del gioco. Al
contrario, seguirà un gruppo diverso di persone con una nuova
trama, con l’unico ritorno di Peter Stormare nel ruolo del Dr. Alan
J. Hill.
Il regista
David F. Sandberg ha anche postato su Instagram un video del
discorso sul film al CES. Durante il discorso, è stato confermato
che appariranno alcuni elementi del gioco e che si tratterà di un
“omaggio” alla storia originale. Stormare conferma
anche il suo ritorno insieme alla nuova storia e ai nuovi
personaggi, affermando che il film è perfetto sia per i
fan che per i nuovi arrivati. Il video di Sandberg può essere visto
qui sotto:
Cosa significa la nuova storia di Until Dawn per
l’adattamento cinematografico
Le scelte più importanti di
Until Dawn riguardano la vita o la morte del personaggio
in determinate situazioni. L‘interattività del giocatore è
una parte importante del gioco, che si basa anche su
elementi slasher e di terrore soprannaturale per offrire
un’esperienza horror unica. Tuttavia, la notizia che l’adattamento
cinematografico avrà un cast e una storia diversi significa che
alcuni elementi non verranno riproposti. Uno dei principali è lo
Psycho, un cattivo slasher che è in realtà un personaggio del
gioco, motivato da un evento importante che è il motivo per cui i
personaggi si recano alla baita.
Tuttavia, il film potrebbe
continuare a utilizzare gli stessi elementi soprannaturali, come i
wendigo, che sarebbero facili da inserire in una storia
originale grazie alla loro versatilità. Purtroppo, questo significa
che personaggi classici come Josh (Rami Malek),
Sam (Hayden Panettiere) e Mike (Brett
Dalton) non torneranno in nessuna veste. Tuttavia, ciò
significa che il nuovo cast interpreterà personaggi diversi a cui
il pubblico potrà affezionarsi prima dell’inizio degli orrori, e
che l’adattamento del videogioco live-action si differenzierà per
questa decisione.
Tim Allen svela un punto importante della
trama di Toy
Story 5. Allen ha doppiato Buzz Lightyear fin dal
primo film di Toy Story e riprenderà il ruolo per Toy Story
5, la cui uscita è prevista per il 19 giugno 2026. Diretta da
Andrew Stanton, regista di
Alla ricerca di Nemo e WALL-E,
la storia di Toy Story 5 è confermata e vedrà il
ritorno di Woody e Buzz alle prese con l’impatto della
tecnologia su Bonnie. Anche un esercito di Buzz Lightyears bloccati
in modalità giocattolo è coinvolto nella storia.
Durante un’intervista con Good Morning America,
Allen rivela cheToy Story
5vedrà Jessie in difficoltà e bisognosa di
aiuto. Pur non essendo sicuro di ciò che gli è stato
permesso di condividere sulla trama, Allen ha parlato di come stia
registrando le battute di Buzz del terzo atto del film e ha
sottolineato quanto sia impressionato dalla storia che il sequel
sta raccontando. Ha anche anticipato che in Toy Story 5
c’è un notevole intrigo intorno a Buzz. Scoprite i commenti di
Allen qui sotto:
Ho già iniziato, ora sono al
terzo atto.È straordinario quello che hanno fatto… alla
Pixar non mi hanno detto che non potevo dire nulla, ma… vorrei
poterlo fare… C’è molto intrigo con Buzz.Jessie ha un
grosso problema, ha bisogno di aiuto, quindi è una cosa davvero
bella.
Cosa significa questo per Toy
Story 5
Il fatto che Jessie sia in
difficoltà e abbia bisogno dell’aiuto degli altri giocattoli
aggiunge un tassello importante al puzzle, al di là delle teorie su
Toy Story 5. Oltre al ritorno di Woody e Buzz,
all’esplorazione dell’impatto della tecnologia sui bambini e a un
esercito di Buzz Lightyears bloccato in modalità giocattolo, in
precedenza si sapeva ben poco della trama del sequel. La
situazione di Jessie potrebbe essere parte del conflitto
principale che Woody, Buzz e i loro compagni dovranno
risolvere.
Sarà interessante vedere se
la situazione di Jessie è collegata alle sfide poste dalla
tecnologia, dall’esercito di Buzz Lightyears, o se si
tratta di una situazione completamente separata. Il ruolo di primo
piano che Allen lascia intendere per Jessie è un segnale
incoraggiante: Joan Cusack tornerà a vestire i panni del
personaggio che ha doppiato a partire da Toy Story 2. Il
ritorno di Allen e Tom Hanks alla voce di Woody e Buzz è
emozionante e lo sarà ancora di più se a loro si aggiungeranno la
Cusack e altri veterani del franchise.
L’episodio 5 di
Dexter:Original
Sin, episodio 5, “F Is For F**k-Up”, rivela che
Dexter si è lasciato andare nei suoi giorni più giovani, cosa che
non ha mai fatto nella serie originale. Dopo una forte première di
Dexter:Original Sin e un
doppio episodio vintage con gli episodi 2 e 3, gli episodi 4 e 5 di
Dexter: Episodi 4 e 5 continuano a fare passi avanti
impressionanti e divertenti per la serie.
Dexter:Original
Sinepisodio 5 si concentra sulla storia di
Harry attraverso molteplici linee temporali.
Il cast di Dexter:Original Sin è guidato da Patrick Gibson nei panni del
nuovo protagonista, insieme ai nuovi arrivati Molly Brown,
Christian Slater,
Patrick Dempsey e Sarah Michelle Gellar.
Dexter:Original Sin, episodio 4, prolunga il
grande slancio dell’episodio 3 dopo che Dexter ha eliminato il suo
secondo killer, Tony Ferrer, e l’infermiera Mary nell’episodio
precedente. I nuovi episodi diDexter:Original
Sinescono ogni venerdì in esclusiva su
Paramount+.
Dexter non si è mai fatto o
ubriacato nella serie originale (a differenza di molti altri
personaggi importanti)
Nella serie originale di Dexter,
diversi personaggi come Deb, Batista e Quinn si sballano o si
ubriacano in vari momenti, ma mai Dexter. Ogni tanto beve,
ma ha sempre il controllo di se stesso, cosa che ribadisce
a Deb in Dexter:Original Sin. Questo dimostra
quanto sia diventato difficile per lui controllare il suo
Passeggero Oscuro man mano che invecchiava e continuava a uccidere,
poiché non poteva rischiare di perdere il controllo con le droghe o
l’alcol.
Le abitudini alimentari di Dexter
nella serie originale erano ancora più diffuse durante i primi
giorni di uccisioni in Original Sin, ed è così che ha
finito per sballarsi con i brownies all’erba di Deb. Questo gli ha
permesso di essere più aperto e poco serio con Deb in un modo che
lei non aveva mai visto prima, il che ha portato i due a
frequentarsi per la prima volta come veri fratelli, anche se
tecnicamente non lo erano. All’inizio di Original Sin, Deb
viene umiliata per aver portato Dexter a una festa. Cinque episodi
dopo, inizia a formarsi lo stretto legame tra Deb e Dexter,
che è il fulcro della serie originale.
Dexter che si sballa
accidentalmente in Original Sin Stagione 1 Episodio 5 rivela il
vero inizio del suo legame con Deb
Sebbene Dexter che si sballa con i
brownies all’erba non fosse nelle carte della tombola di
Original Sin , questo episodio fornisce un contesto sul
perché Dexter non si sia mai dato alle droghe o all’alcol da
adulto, vivendo tra l’altro a Miami. Anche molti dei suoi colleghi
poliziotti, e in particolare Deb, trovano il modo di rilassarsi, ma
Dexter non rischia mai, sapendo che le conseguenze sarebbero troppo
gravi. Quel momento in Dexter:Original Sin, episodio 5, tra Deb e
Dexter è davvero la prima volta che si comportano come i loro
personaggi della serie originale, cioè quando sono già vicini da
anni.
Helldivers 2, il videogioco di successo di
Arrowhead Game Studios, sta per ottenere un adattamento
live-action. Sviluppato e pubblicato per PlayStation 3, PlayStation
4 e PlayStation Vita nel 2015, Helldivers
è uno sparatutto dall’alto che mette i giocatori contro tre diverse
specie nemiche per contribuire alla sopravvivenza della Super
Terra. Il gioco originale ha ricevuto il plauso della critica e ha
venduto oltre quattro milioni di unità, con un sequel,
Helldivers 2, considerato uno dei migliori sparatutto
cooperativi sul mercato, uscito nel 2024.
Durante la conferenza stampa di
Sony al CES 2025 (via Geoff
Keighley), Asid Quizilbash, responsabile di PlayStation
Productions, ha annunciato che è in sviluppoun filmsu
Helldivers. Quizilbash ha
dichiarato: “Guardando al futuro, sono entusiasta di annunciare
che stiamo lavorando con Sony Pictures allo sviluppo di un
adattamento cinematografico del nostro popolarissimo gioco per
PlayStation Helldivers 2”. Guarda il post di Keighley qui
sotto:
Cosa aspettarsi dal film
Helldivers
Al momento non si sa molto altro,
se non che il film previsto sarà una produzione di PlayStation
Productions e Sony Pictures. Sebbene l’annuncio abbia confermato
che il film sarà l’adattamento di Helldivers 2, è
molto probabile che il film combini elementi di entrambi i
giochi, prendendo le parti più forti di ciascuno per
realizzare il miglior film possibile. I videogiochi si sono
dimostrati notoriamente difficili da adattare negli anni passati, e
la deviazione dal materiale di partenza è stata spesso oggetto di
critiche.
Tuttavia, il successo di progetti
recenti come The Last
Of Us e The Super
Mario Bros. Movie ha rinnovato l’interesse per gli
adattamenti dei videogiochi, e la popolarità di Helldivers
2 significa che potrebbe esserci un forte pubblico per questo
film. Molte risposte al post di Keighley hanno notato somiglianze
tra Helldivers 2 e Starship Troopers, il classico
cult della fantascienza di Paul Verhoeven del 1997 che è stato
citato come una grande influenza per il gioco. Quel film
potrebbe fornire un percorso per dare forma a questa storia per il
grande schermo.
Sebastian Stan condivide la sua opinione sui
ritorni di Avengers: Doomsday, il ritorno
delle due più grandi star del Marvel Cinematic Universe:
Robert Downey Jr. e Chris Evans. Dal 2019,
l’MCU non ha avuto un solo ingresso
nel suo franchise più importante. Tuttavia, le cose cambieranno nel
2026, e i Marvel Studios stanno mettendo insieme una
potente formazione per il primo film dei Vendicatori nella saga del
Multiverso. Avengers:
Doomsday include i ritorni nel MCU di RDJ ed Evans, che
reciteranno nel
prossimo film del MCU insieme ai Fantastici Quattro, al Dottor
Strange e ad altri ancora, tra cui i membri dei Thunderbolts*, in cui compare il Bucky
Barnes di Sebastian Stan.
Parlando con Entertainment Tonight, Sebastian Stan ha commentato
come il ritorno di RDJ e Chris Evans nel MCU faccia parte delle idee fuori
dagli schemi della Marvel che portano a film
migliori. Sebbene l’attore di Bucky Barnes non abbia fatto
i nomi delle due star del MCU dopo che gli è stato chiesto
del loro ritorno, Stan ha affermato che fa parte del desiderio
della Marvel di continuare a esplorare,
cosa che ammira dello studio. Con il multiverso come espediente per
la trama, le possibilità per i prossimi due Avengers sono infinite
e, se Stan ha ragione, potrebbero portare ad alcuni dei
migliori film del MCU. Di seguito riportiamo l’intera
citazione:
“Penso che quello che apprezzo è
che c’è sempre un modo di pensare aperto.I [Marvel Studios] non si chiudono e
non si mettono in tasca niente.Vogliono solo continuare a
esplorare, ed è questo che penso porti a film grandiosi e
migliori”.
Cosa significano i commenti di
Sebastian Stan su Avengers: doomsday
Dal momento che il casting di Chris
Evans per Avengers:Il giorno del giudizio è
stato reso noto solo ora, Sebastian Stan ha probabilmente evitato
di fare commenti più specifici sul suo ritorno e su quello di RDJ,
in attesa che la Marvel annunci ufficialmente il
ritorno di Evans. Dopo l’annuncio del casting del
Dottor Destino di Robert Downey Jr. da parte della Marvel, Stan è stato uno degli
attori che ha commentato il ritorno di RDJ nel MCU, dicendo: “Spero di essere
in una scena con lui”. In base a questo e ai suoi commenti sul
nuovo Avengers:Doomsday, l’attore di Bucky
Barnes sembra essere entusiasta di come si stanno svolgendo le
riprese del prossimo Avengers.
Avengers:Endgame ha apparentemente posto fine ai viaggi di
Evans e Downey nel MCU: Captain America è rimasto nel
passato con Peggy Carter ed è diventato un uomo anziano nel
presente, mentre Iron Man si è sacrificato per fermare
Thanos e il suo esercito. Tuttavia, la Marvel non si è lasciata bloccare
in un angolo a causa di queste decisioni e ha riportato entrambe le
star nel MCU. Sebbene alcuni fan
siano preoccupati che il franchise si stia concentrando troppo sul
passato, Stan sembra essere un fan della mossa, in quanto
considera eccitanti le recenti mosse scioccanti della Marvel.
Il regista di The
BatmanMatt Reeves ha parlato
delle possibilità di Robert Pattinson di essere il
Batman del nuovo Universo DC. Recentemente,
il capo creativo dei DC Studios, James
Gunn, ha rivelato di aver preso in considerazione la
possibilità di includere il Batman di Pattinson nell’universo
condiviso. Questo dopo che Gunn aveva precedentemente affermato che
Pattinson non si sarebbe unito ai
prossimi film del DCU, in quanto il regista di The
Batman Matt Reeves non voleva unire i franchise. Gli
ultimi commenti di Gunn sembrano più positivi sulla situazione e,
dopo che le voci hanno iniziato ad aumentare nelle ultime
settimane, un nuovo aggiornamento potrebbe contribuire a scuotere
il
primo capitolo del DCU.
Parlando con
Josh Horowitz, Matt Reeves ha apparentemente lasciato
la porta aperta all’ingresso del Batman di Robert Pattinson nel
DC
Universe di James Gunn.
Reeves non ha dato una risposta
definitiva a nessuna delle due parti in causa, ma il creatore del
franchise di Batman ha rivelato che dipenderà “dal
fatto che abbia senso o meno”. L’obiettivo immediato di Reeves
è finire di scrivere la storia di The
Batman – Parte II. Il film è stato
recentemente posticipato al 2027 per permettere al regista di
terminare la sceneggiatura, ma Reeves si è impegnato a iniziare le
riprese nel 2025. Per quanto riguarda Pattinson nel DCU, c’è ancora speranza, come dice Reeves:
“Dobbiamo vedere come va a finire”. Guarda la citazione
completa qui sotto:
“Si tratta davvero di capire se
ha senso o meno.Penso che l’aspetto positivo sia che si
tratta di un tipo di storia che volevo raccontare – la chiamiamo
“La saga del crimine epico” e tutto il resto – che è il fulcro di
ciò che vogliamo fare, ed è stato importante poterlo fare.
James e Peter sono stati davvero
fantastici al riguardo e ci hanno permesso di farlo.E cosa
ci riservi il futuro, non so dirvelo.Non ne ho idea in
questo momento, se non che la mia testa è concentrata sulla
realizzazione di The Batman – Parte II e sulla realizzazione di
qualcosa di veramente speciale, che, ovviamente, è la cosa più
importante.Non so, dovremo vedere come andrà a
finire”.
Matt Reeves talks about integration of
Robert Pattinson’s Batman in DCU!
Il significato delle dichiarazioni
di Matt Reeves su Robert Pattinson nel DCU Batman
È interessante notare che gli
ultimi commenti di
James Gunn e Matt Reeves sulle possibilità di Robert Pattinson
di diventare il Batman del DCU sono più positivi di un tempo. Batman ha
persino fatto la sua prima apparizione nell’universo condiviso, con
una versione più robusta del Cavaliere Oscuro che appare come cameo inCreature Commandos. Poiché Gunn ha
dichiarato che gli eroi che fanno un cameo nella serie animata non
avranno necessariamente l’aspetto che hanno nella serie nei futuri
progetti live-action, Pattinson potrebbe ancora interpretare il
Batman del DCU.
I commenti di Reeves lasciano
aperta la porta a questa possibilità. Il regista fa intendere che
al momento non c’è una risposta precisa a questa domanda, quindi il
Batman di Pattinson potrebbe benissimo essere quello del DCU se si verificassero due cose. Reeves sostiene
che dovrebbe avere un senso perché ciò avvenga. Inoltre, il regista
ritiene importante realizzare i suoi piani per il franchise
diBatman, cosa che i co-CEO dei
DC Studios James Gunn e Peter Safran gli permettono di fare. Finché
la visione creativa di Reeves rimarrà intatta, il Batman di
Pattinson potrebbe finire nel DCU.
The Last of Us – Stagione 2, la seconda
stagione di The
Last of Us è in arrivo dopo il primo capitolo
ricco di azione dell’adattamento del videogioco della HBO. La prima
stagione si è rivelata un successo: Pedro Pascal e Bella
Ramsey hanno fornito interpretazioni ipnotiche nei panni
di Joel ed Ellie. La chimica tra i due è unica e credibile e
progredisce a ogni episodio, mentre i protagonisti formano un
legame potente in un mondo post-apocalittico. A differenza di molte
serie di zombie e adattamenti di videogiochi, The Last of
Us investe molto tempo nel dramma dei suoi personaggi,
offrendo studi avvincenti che portano a un finale memorabile (e
piuttosto scioccante).
Il finale della prima stagione prepara la seconda stagione di
The Last of Us in molti modi, a partire dallo
scioccante dilemma di Joel, che sceglie di dare priorità alla vita
di Ellie piuttosto che all’umanità dopo aver scoperto il piano
delle Lucciole. Mentre Joel uccide molte persone che cercano di
fermarlo in ospedale, sembra che le sue azioni avranno delle
conseguenze, dato che una Lucciola è riuscita a fuggire. Dato che
The Last of Us II si svolge cinque anni nel futuro,
sarà interessante vedere come gli sceneggiatori e gli showrunner
adatteranno nuovamente il materiale di partenza per la seconda
stagione di The Last of Us.
The Last Of Us Stagione 2
Ultime notizie
Rivelato un nuovo
trailer
Con l’uscita dello show nel 2025
molto attesa, le ultime notizie arrivano sotto forma di
un trailer per la stagione 2 di The Last of Us.
Incorniciato da una conversazione tra il personaggio di Catherine
O’Hara (che forse è una psichiatra) e Joel, il trailerva avanti e
indietro tra un periodo relativamente tranquillo nell’insediamento
del Wyoming e l’imminente invasione delle orde infette.
Nel frattempo, lo spettro delle azioni compiute da Joel nel finale
della prima stagione pesa chiaramente su di lui e potrebbe essere
il cuneo che allontana Ellie da lui. Il teaser si conclude
ribadendo la finestra di uscita del 2025.
Confermata la seconda stagione
di The Last Of Us
Un’altra stagione è in
arrivo
Il successo immediato diThe
Last of Us ha portato a un rapido rinnovo, e poco dopo la
première del secondo episodio dello show, la
seconda stagione diThe Last of Us è stata ufficialmente
rinnovata da HBO. Sembra che non ci siano grossi
cambiamenti nemmeno in sala di scrittura, visto che Craig Mazin e
Neil Druckmann hanno già iniziato a parlare dei loro piani per la
seconda stagione e per quelle successive.
Il cast della seconda stagione
di The Last Of Us
Il cast della seconda
stagione diThe Last of Ussarà composto dalle due star che ritornano. Dopo
essersi rivelati un successo, sia
Pedro Pascal che
Bella Ramsey sono tornati dopo le rispettive nomination agli
Emmy. Con il ritorno di Joel ed Ellie a Jackson alla fine di
The Last of Us, anche Gabriel Luna ha lasciato intendere che
tornerà nella seconda stagione per interpretare Tommy. Poiché è
sposato con Maria, è probabile che torni anche Rutina Wesley.
Altri membri del cast confermati
sono Kaitlyn Dever, che è stata scritturata per il ruolo di
Abby Anderson, un soldato violento in cerca di vendetta, e
Jesse di Young Mazino, che è un membro gentile e generoso della
comunità. Inoltre, Isabela Merced si unisce al cast della seconda
stagione nel ruolo di Dina. La vincitrice
dell’Emmy Catherine O’Hara apparirà nella seconda stagione,
anche se il suo ruolo non è ancora stato rivelato.
Il recente candidato all’Oscar
Jeffrey Wright riprenderà il suo ruolo di
Isaac Dixon dal videogioco The Last of Us II e ha parlato
un po’ di quello che potrebbe accadere in termini di storyline di
Isaac. In un’intervista
rilasciata a TVLine, in cui ha parlato del nuovo spy drama The
Agency, Jeffrey Wright ha anche accennato al fatto che la seconda
stagione di The Last of Us potrebbe raccontare la storia di Issac.
“La gente ha chiesto… se avremo un po’ di retroscena su
Isaac?Potremmo.Potrebbe non essere bella”.
Anche se questo non ci dice molto – e in effetti si rifiuta di
confermare direttamente se la sua backstory farà parte della
stagione – il commento sul fatto che non sarebbe bella è eloquente
e suggerisce che questa sarà una parte più importante della nuova
stagione.
Dettagli sulla trama di The
Last Of Us – Stagione 2
La stagione 1 ha creato diversi
conflitti importanti
I dettagli sulla trama della
stagione 2 diThe Last of Us rivelano che alcune parti
della stagione 2 esploreranno gli eventi tra la Parte I e
la Parte II.
I dettagli sulla trama di The
Last of Us stagione 2 rivelano che alcune parti della
stagione 2 esploreranno gli eventi trala
Parte Ie laParte
II. Mentre nel gioco la morte di Joel avviene molto
presto, nella stagione 2 di The Last of Us potrebbe vivere
più a lungo per esplorare la nuova dinamica del personaggio. Con la
promessa di mostrare nuovi stadi di varianti mortali del
Cordyceps, anche la storia dello show verrà probabilmente
esplorata di più. Sebbene Druckmann e Mazin abbiano apportato
alcune modifiche al materiale di partenza, è probabile che la
seconda stagione di The Last of Us torni ad affrontare il
conflitto tra Abby, Ellie e Joel.
Trailer di The Last Of Us –
Stagione 2
Nell’agosto del 2024 la HBO ha
pubblicato un teaser che anticipa la programmazione futura per la
fine del 2024 e il 2025. La stagione 2 di The Last of
Us occupa la parte più lunga del teaser e presenta un filmato
di Joel che viene intervistato dal nuovo personaggio di Catherine
O’Hara. Inoltre, vengono mostrate diverse grandi sequenze d’azione
e piccoli scorci di Jeffrey Wright nei panni di Isaac e Isabel
Merced in quelli di Dina.
A gennaio del 2025 MAX ha diffuso
un nuovo teaser trailer nel quale annuncia l’uscita della seconda
stagione che arriverà ad Aprile 2025.
Mentre nel Marzo del 2025 è stato
finalmente diffuso il
trailer ufficiale che trovate di seguito:
Tom Hanks è uno
degli attori più amati e talentuosi che la storia del cinema abbia
mai conosciuto. Battezzato come il moderno James Stewart, Hanks ha
regalato, in più di 40 anni di carriera, tanti personaggi
memorabili e tante emozioni a spettatori di tutto il mondo.
L’attore ha infatti conquistato tantissime generazioni di
spettatori, dai più grandi ai più piccini, essendo stato
protagonista di tante avventure e tanti film di ogni genere e
spesso tratti da storie vere. Un attore eclettico, versatile e
capace come pochi.
Ecco dieci cose che, forse, non sapevate su Tom
Hanks.
Oltre ai film qui citati, ci sono
tre titoli che vedono l’attore alle prese – in modi diversi – con
aerei e aeroporti. Questi sono Cast Away (2000),
The Terminal (2004) e
Sully (2016),
quest’ultimo
basato su una storia vera. Il fatto che in tutti e tre i film
Hanks riscontri problemi con questo mezzo di trasporto, ha portato
ad ironizzare che è meglio non viaggiare con lui.
2. Ha partecipato al
doppiaggio di noti film d’animazione. Tom Hansk è noto
anche per essere la voce originale di Woody in Toy Story – Il mondo dei
giocattoli (1995). Ha poi ripreso tale ruolo anche per
Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa (1999), Toy Story 3 – La grande
fuga (2010) e Toy Story 4 (2019). Ha
però partecipato anche al doppiaggio di diversi cortometraggi e
videogiochi legati al mondo di Toy Story, sempre fornendo la sua
voce per il personaggio dell’amato sceriffo Woody. Ha inoltre
partecipato al doppiaggio di Polar Express (2004) e fa dei
cameo vocali in Cars – Motori ruggenti (2006) e
I Simpson – Il film (2007).
Tom Hanks e gli Oscar
3.Ha vinto
due Oscar. Hanks, nel corso della sua carriera, ha
ottenuto sei nomination agli Oscar, per Big, Philadelphia,
Forrest Gump,
Salvate il soldato Ryan, Cast
Away e Un
amico straordinario, vincendone due. Infatti, vinse per
due anni consecutivi, nel 1994 e 1995, l’Oscar al Migliore Attore
per Philadelphia e
Forrest Gump. Inoltre, Hanks è stato vice presidente
dell’Academy e attualmente fa parte del consiglio di
amministrazione.
Tom Hanks in Cast Away
Tom Hanks in Big
4. Ha eseguito una nota
scena senza controfigure. Il giorno in cui Hanks e
l’attore Robert Loggia hanno filmato la famosa
scena della tastiera alla FAO Schwarz, entrambi hanno notato alcune
controfigure vestite come loro, i quali sarebbero intervenuti nel
caso in cui i due attori non fossero riusciti aad eseguire
correttamente i passi di danza. Divenne il loro obiettivo quello di
non farsi sostituire per l’intero numero e con un po’ di pratica ci
riuscirono.
Tom Hanks in Cast
Away
5. Gli ci è voluto molto
tempo per perdere il necessario peso. Per sembrare un uomo
di mezza età mediamente fuori forma in Cast Away, Tom Hanks non si è esercitato a lungo e si
è permesso di diventare grassoccio. La produzione è stata poi
interrotta per un anno in modo che potesse perdere circa 25 chili e
far crescere i capelli, così da sottolineare il tanto tempo
trascorso sull’isola deserta. Durante questa pausa, il regista
Robert Zemeckis ha usato la stessa troupe per
filmare Le verità nascoste.
6. Ha avuto lui l’idea per
il film. In una recente intervista, Tom Hanks ha
dichiarato di aver avuto l’idea del film dopo aver letto un
articolo su FedEx. “Mi sono reso conto che i Boeing 747 pieni
di pacchi volano attraverso il Pacifico tre volte al giorno. Cosa
succede se uno di questi va giù?“, ha detto. L’attore ha poi
preso quell’idea e l’ha combinata con il suo interesse per come
sopravvivere senza i cinque elementi necessari: cibo, acqua,
riparo, fuoco e compagnia.
Tom Hanks è Otto in Non così vicino
7. È stato ringiovanito per
il film. Per la commedia Non così vicino, nella
scena dell’auto con Otto e Reuben, il volto di Tom Hanks è stato
ringiovanito digitalmente per farlo sembrare un trentenne. Il team
VFX ha utilizzato filmati e fotogrammi de L’erba del vicino (1989) per creare una cianografia
digitale al fine di ottenere questo effetto. In altre scene,
invece, il giovane Otto è interpretato da Truman
Hanks, figlio di Tom, che aveva 26 anni durante le
riprese.
Tom Hanks e Robin Wright in Here
Tom Hanks in Here, il suo ultimo film
8. È tornato a recitare con
una sua cara amica. Il film Here segna la
prima volta che Tom Hanks e Robin Wright tornano a recitare insieme dopo
Forrest Gump (1994). Hanks ha dichiarato a proposito
della reunion: “Abbiamo ripreso da dove ci eravamo lasciati.
Dirò che ci amiamo perché siamo così facili l’uno con l’altra. È
stato un lusso poter entrare e riprendere le stesse conversazioni
che abbiamo avuto negli ultimi 30 anni”. Nel film, i due
interpretano una coppia di sposi raccontati attraverso un ampio
lasso temporale. Per questo motivo, nel corso del film
i due sono stati anche ringiovaniti digitalmente.
9. Ha quattro figli da due
mogli. Dal 1978 al 1987 l’attore è stato sposato con
l’attrice Samantha Lewes, dalla quale ha avuto i
figli Colin, nato nel 1977 ed
Elizabeth, nata nel 1982. Colin, in seguito, ha
seguito le orme del padre diventando un noto attore. Lo si può
ritrovare in film come Orange County,
King Kong e Jumanji – Benvenuti nella giungla. Il suo debutto è
però avvenuto nel 1996 in Music Graffiti, diretto proprio
dal padre. Nel 1988, invece, Hanks ha sposato l’attrice
Rita Wilson, dalla quale ha avuto i figli
Chester, nato nel 1990, e Truman
Theodore, nato nel 1995.
L’età e l’altezza di Tom Hanks
10. Tom Hanks è nato il 9
luglio del 1956 a Concord, in California, Stati
Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.83
metri.
Tratta dall’opera
letteraria “ACAB” di Carlo Bonini edita in Italia da Giangiacomo
Feltrinelli Editore, la serie è ideata da Carlo Bonini e Filippo
Gravino e scritta da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi,
Luca Giordano e Bernardo Pellegrini, con lo story editing di
Filippo Gravino.
La serie è anche ispirata
al film “ACAB” prodotto da Cattleya con RAI Cinema e diretto da
Stefano Sollima, che in questo progetto ricopre il ruolo di
produttore esecutivo.
Cosa racconta la serie Netflix
ACAB
Una notte di feroci scontri in Val
di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del
suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di Mazinga (Marco
Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante),
però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha
imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù,
quasi da famiglia. Una famiglia con cui dovrà fare i conti il nuovo
comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia
riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una
vecchia scuola, tutta da rifondare. Come se non bastasse il caos
che investe la nuova formazione nel momento di massima fragilità
interna, si aggiunge quello dato da una nuova ondata di malcontento
della gente verso le istituzioni. Un nuovo “autunno caldo” contro
cui proprio i nostri sono chiamati a schierarsi e in cui ogni
protagonista è costretto a mettere in discussione il significato
più profondo del proprio lavoro e della propria appartenenza alla
squadra.
Sebbene abbia affrontato avventure
di viaggi nel tempo e storie fantasy classiche, Robert
Zemeckis afferma che Here è probabilmente il film più
difficile che abbia mai realizzato. Il cast di
Here riunisce Zemeckis con le star di
Forrest GumpTom
Hanks e Robin
Wright, con la partecipazione anche di Paul
Bettany e Kelly Reilly. Basato
sull’omonima graphic novel di Richard McGuire, il
film è ambientato in una sola stanza di una casa e segue diverse
famiglie che occupano la casa nel corso di un secolo. Oltre alle
limitazioni che comportano le riprese in una sola stanza, la storia
di Here ha anche richiesto che Hanks e Wright
fossero ringiovaniti.
In un’intervista con
Variety, Zemeckis ha approfondito il motivo per cui
Here è stato un film così impegnativo da
realizzare, affermando che sarebbe stato impossibile realizzarlo
cinque anni fa a causa delle sfide tecniche che hanno dovuto
affrontare. Il regista ha spiegato cosa significava girare in una
sola stanza (anche con una sola angolazione della telecamera) e ha
descritto nei dettagli il processo di ringiovanimento degli
attori:
“Non avremmo potuto realizzare
questo film cinque anni fa. Si è rivelato essere forse il film più
difficile che abbiamo mai realizzato. Ogni singola scena e ogni
singolo momento dovevano svolgersi e funzionare perfettamente in
questa inquadratura.”
Cosa dicono i commenti di Zemeckis
sulle sfide di Here
Sebbene girare in una stanza con
una sola angolazione della telecamera sia un’impresa impegnativa,
ciò avrebbe potuto essere realizzato cinque anni fa. Tuttavia, il
fatto che il team creativo dietro Here abbia dovuto ringiovanire Hanks e
Wright è il motivo per cui Zemeckis ha sottolineato che
questo film non sarebbe mai stato realizzato senza vari progressi
tecnologici. Per ringiovanire Hanks e Wright, che a un certo punto
del film interpretano degli adolescenti, il team creativo
utilizzato migliaia di immagini d’archivio per creare una sorta di
“trucco digitale” per entrambi gli attori, quindi lo ha sovrapposto
ai loro volti durante la post-produzione e le riprese.
Dirigere Here è stato diverso da
qualsiasi cosa Zemeckis abbia mai fatto prima
Here di Robert Zemeckis – Tom Hanks e Robin Wright – Credits Eagle
Pictures
Nella stessa intervista, Zemeckis
ha spiegato che avrebbe guardato due monitor mentre giravano per
vedere i veri volti degli attori e per vedere i loro volti con il
loro “trucco digitale”. Pertanto, dirigere Here è stato diverso da qualsiasi cosa
Zemeckis abbia mai fatto prima. Parlando del processo di utilizzo
di due monitor, Zemeckis ha almeno riconosciuto che si trattava di
un “grande strumento” sia per lui che per i suoi
protagonisti, ma che le loro performance erano ciò che ha permesso
all’illusione di “funzionare“.
Sebbene possa considerare Here il suo film più impegnativo fino ad oggi,
non è certamente l’unico film di Zemeckis ad aver richiesto effetti
visivi estesi per mantenere gli spettatori immersi nei rispettivi
mondi. Tra la creazione della sua visione del futuro in
Ritorno al futuro – Parte II, l’unione di cartoni
animati e personaggi dal vivo in Chi ha incastrato Roger
Rabbit?, l’inserimento di Hanks in Forrest
Gump in momenti storici degni di nota o l’essere uno
dei primi registi di motion capture con Polar
Express e A Christmas Carol, il regista
si è cimentato in una serie di sfide tecnologiche, confermandosi un
visionario della settima arte.
Sony ha confermato lunedì
durante la presentazione del gigante dell’elettronica al Consumer
Electronics Show di Las Vegas che Horizon Zero Dawn
diventerà un film per il cinema.
Durante la sessione stampa, durata
un’ora, i funzionari di Sony hanno anche rivelato che Columbia
Pictures e Sony PlayStation stanno lavorando a un adattamento
cinematografico del videogioco “Horizon Zero Dawn”. Questo titolo
era in
fase di sviluppo come serie per Netflix. Non sono stati
rivelati altri dettagli sul progetto cinematografico, se non che le
due unità di Sony stanno collaborando a un adattamento
cinematografico, secondo quanto dichiarato dal capo di PlayStation
Productions Asad Qizilbash.
È stato inoltre annunciato che lo
sparatutto in terza persona “Helldivers” di Arrowhead Games
sarà trasformato in un lungometraggio. L’originale “Helldivers” è
stato un cult tra i giocatori in cooperativa, ma il franchise è
esploso a livello mondiale quando il suo seguito “Helldivers 2” è
stato pubblicato nel 2024. Il sequel è uno dei giochi per
PlayStation più venduti di tutti i tempi, con 12 milioni di copie
vendute nelle prime 12 settimane di commercializzazione.