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The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”: lo showrunner sulle riprese del momento clou

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Attenzione: ci sono spoiler su The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”

Lo showrunner di The Last of Us, Craig Mazin, spiega come l’interpretazione di una star abbia reso il finale del secondo episodio della seconda stagione una delle sequenze più difficili da girare. Mentre l’episodio adattava gli strazianti eventi della morte di Joel, Mazin ha parlato a Entertainment Weekly dei momenti altrettanto emozionanti accaduti durante le riprese. Secondo lo showrunner, l’interpretazione di Bella Ramsey ha amplificato le emozioni dietro la sequenza grazie al legame con Pedro Pascal e al difficile percorso che avevano intrapreso per portare la storia sullo schermo.

“La parte più difficile è stata guardare Bella assistere a tutto questo. Pedro e Bella sono straordinariamente uniti. Lavoravano a braccetto, si tenevano profondamente l’uno all’altra. Se fingete di essere in quel momento, probabilmente è una cosa semplice, ma questa non è finzione. Posso dirvi solo stando in quella stanza, che sta succedendo: il dolore che [Ellie] prova lì e poi quella rabbia… Non è calcolato o artificiale. È stato difficile non avere la sensazione che stessimo rompendo qualcosa che avevamo dedicato così tanto tempo a costruire e far funzionare con tanta cura.

Bella Ramsey in The Last of Us - Stagione 2 episodio 2
Bella Ramsey in The Last of Us – Stagione 2 episodio 2. Cortesia di Max.

Come verrà percepita la morte di Joel per tutta la stagione

La morte di Joel è un punto di non ritorno

Nonostante la spiegazione di Mazin, lo showrunner sottovaluta in qualche modo l’incredibile impatto che la morte di Joel ha sul mondo di The Last of Us. Essendo stato il protagonista della serie sin dalla prima stagione, il pubblico è stato messo nei panni di Joel per gran parte della storia, fatta eccezione per brevi intermezzi, rendendolo il personaggio con cui gli spettatori si identificano di più, anche nei suoi momenti più dubbi. Pertanto, la sua morte ha un impatto incredibile, poiché il pubblico perde la sua prospettiva e si ritrova perso tanto quanto i suoi cari all’interno della serie.

Questo non significa sminuire l’impatto effettivo che la morte di Joel ha sul resto del cast, poiché la sua perdita trascina altri personaggi in una spirale che alla fine li porterà alla rovina. Rimasta con poco da perdere, Ellie è determinata a vendicare suo padre, replicando il ciclo in cui Joel ha messo Abby (Kaitlyn Dever) e mettendo le due in rotta di collisione. Tuttavia, nonostante abbia commesso un atto efferato, la controversa storia di Abby non è finita, poiché le esplorazioni successive la renderanno il personaggio più complicato della stagione.

Fonte: Entertainment Weekly

Anora vince il David per il Miglior Film Internazionale

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Anora vince il David per il Miglior Film Internazionale

Anora di Sean Baker si aggiudica il David come Miglior Film Internazionale. Il riconoscimento sarà assegnato mercoledì 7 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta, in prima serata su Rai 1, dagli studi di Cinecittà e trasmessa in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di Tivùsat). La conduzione dell’edizione 2025 è affidata a Elena Sofia Ricci e Mika. La serata sarà in diretta anche su Rai Radio2 – con la conduzione di Carolina Di Domenico – e sarà disponibile sulla piattaforma di RaiPlay.

Anora, presentato in prima mondiale al Festival di Cannes, dove si è aggiudicato la Palma d’Oro, racconta le vicende di una giovane sex worker di Brooklyn che incontra e sposa impulsivamente il figlio di un oligarca. La possibilità di vivere una storia da Cenerentola viene minacciata quando la notizia arriva in Russia e i genitori di lui partono per New York con l’obiettivo di far annullare il matrimonio.

Anora si è aggiudicato cinque Premi Oscar® tra cui quello per il Miglior Film. Sean Baker è stato premiato dall’Academy come Miglior Regista, per la Miglior Sceneggiatura Originale e per il Miglior Montaggio. Infine, la protagonista Mikey Madison ha vinto l’Oscar® come Miglior Attrice.

Gli altri film candidati con Anora nella cinquina per il Premio David Miglior Film Internazionale erano Conclave di Edward Berger, Juror #2 (Giurato Numero 2) di Clint Eastwood, The Zone of Interest (La zona d’interesse) di Jonathan Glazer e Perfect Days di Wim Wenders.

Tra i riconoscimenti già annunciati della 70ª edizione dei Premi David di Donatello, il David dello Spettatore a Diamanti di Ferzan Özpetek.

FolleMente batte Perfetti Sconosciuti al box office

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FolleMente batte Perfetti Sconosciuti al box office

Dopo un percorso trionfale al botteghino FolleMente continua a conquistare pubblico e batte anche Perfetti sconosciutiPaolo Genovese supera se stesso con la sorprendente commedia romantica che ha totalizzato 17.409.055 euro (Cinetel) e 2.387.306 spettatori confermandosi un vero e proprio evento cinematografico e il miglior successo di un film italiano al box office dal 2024 fino a oggi.

Il primo appuntamento di Piero e Lara – con Alfa, Giulietta, Scheggia, Trilly, il Professore, Eros, Romeo e Valium – si è trasformato in un appuntamento imperdibile per il pubblico, in un cult movie che continua a raccogliere consensi in Italia e che ha suscitato l’interesse dei mercati esteri, testimoniato dalle numerose richieste di remake già pervenute. Non solo fenomeno commerciale, ma anche potente strumento di condivisione emotiva grazie a una storia entusiasmante e universale che ha divertito e affascinato gli spettatori e al talento di un cast irresistibile:Edoardo Leo (Piero), Pilar Fogliati (Lara), Emanuela Fanelli (Trilli), Maria Chiara Giannetta (Scheggia), Claudia Pandolfi (Alfa), Vittoria Puccini (Giulietta), Marco Giallini (Il Professore), Maurizio Lastrico (Romeo), Rocco Papaleo (Valium), Claudio Santamaria (Eros).

FolleMente rappresenta inoltre il più grande successo di sempre per Lotus Production, una società Leone Film Group, per 01 Distribution e per Rai Cinema che hanno così commentato.

“I risultati straordinari di FolleMente” – hanno dichiarato la Presidente e Ceo di Lotus Production Raffaella Leone e il Ceo Andrea Leone – “hanno superato ogni aspettativa andando oltre perfino a quelli di Perfetti Sconosciuti. Un traguardo che ci riempie d’orgoglio e che è il frutto dell’eccezionale talento di Paolo Genovese, della forza di un cast incredibile, della bellissima scrittura degli sceneggiatori e del lavoro impeccabile della distribuzione di 01. Un grazie di cuore va anche al pubblico che ha accolto questo film con entusiasmo e calore rendendo tutto questo possibile.” 

 “Oltre a superare l’incasso di Perfetti Sconosciuti” – ha sottolineato Paolo Del Brocco, AD di Rai Cinema – “la commedia di Paolo Genovese segna un altro primato, consentendoci, proprio quest’anno, al compimento del 25° anno di attività di Rai Cinema, di tagliare un traguardo straordinario. Con FolleMente raggiungiamo il record di incasso mai conseguito prima da 01 Distribution, stabilendo un risultato unico nella nostra storia. Per noi è un motivo di grande orgoglio, che ci offre l’occasione di riguardare al nostro percorso come un lungo viaggio che ha attraversato il cinema nei suoi diversi mondi e che ci ha consentito di scrivere delle belle pagine insieme al pubblico, ai registi, agli autori e ai produttori. A tutti va il nostro ringraziamento. Ma oggi in particolare ringraziamo Leone Film Group, partner di grandi avventure produttive, Paolo Genovese e l’intera squadra di Rai Cinema e 01 Distribution che ci hanno permesso di arrivare fin qui. E grazie al pubblico che continua a rispondere e a premiare il cinema al cinema.” 

Luigi Lonigro Direttore 01 Distribution ha così espresso la sua soddisfazione: “Primo film italiano per incassi dal 2024 ad oggi, primo film assoluto per incassi nella storia di 01 Distribution, primo film per incassi nella storia di Rai Cinema, primo film per incassi nella storia di Lotus/Leone Film Group.  Questi e tanti altri sono stati i record battuti da FolleMente. Evviva Paolo, Pilar, Edoardo, Emanuela, Claudio, Claudia, Marco, Vittoria, Rocco, Maria Chiara, Maurizio, e Raffaella, Andrea e Paolo!” 

Da un soggetto originale di Paolo Genovese, regista e autore della sceneggiatura insieme a Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi, FolleMente è prodotto da Raffaella Leone e Andrea Leone, una produzione Lotus Production, una società Leone Film Group, con Rai Cinema e in collaborazione con Disney+ in associazione con Vice Pictures. L’opera è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo.

The Last of Us – Stagione 2, episodio 2: la spiegazione del finale

L’episodio 2 della stagione 2 di The Last of Us ha portato sullo schermo il momento più controverso del gioco e ha dato vita a un’importante sequenza di battaglia esclusiva della serie HBO. La seconda stagione, come noto, adatta il secondo capitolo della saga post-apocalittica con protagonisti Ellie (Bella Ramsey) e Joel (Pedro Pascal), acclamata dalla critica, e mentre molti si chiedevano se Joel sarebbe effettivamente morto così presto come accade nel gioco, l’episodio 2 conferma che gli episodi di questa seconda stagione appartengono davvero solo a Ellie.

L’episodio 2 riprende infatti subito dopo gli eventi dell’episodio 1 (qui la recensione e qui la spiegazione del finale), con la reazione al bacio di Dina ed Ellie ancora fresca nella mente di alcuni cittadini di Jackson. Queste piccole questioni diventano però irrilevanti quando una grande tempesta si avvicina a Jackson ed Ellie, Jesse, Joel e Dina si ritrovano fuori dalle mura di questo rifugio sicuro, mentre il gruppo di Abby (Kaitlyn Dever) è in agguato da qualche parte sulle montagne. Alla fine dell’episodio abbiamo Joel è morto e Jackson è in rovina dopo l’attacco di un’orda di infetti. Eventi che cambiano completamente la direzione della serie.

Perché Abby uccide Joel in The Last Of Us

Abby ha espresso chiaramente il suo desiderio di vendetta nel primo episodio della seconda stagione di The Last of Us. Dopo che Joel ha ucciso suo padre e il resto delle Lucciole a Salt Lake City, Abby era decisa ad assicurarsi che Joel soffrisse, e ha aspettato cinque lunghi anni per farlo. Nel frattempo, Abby e i suoi amici hanno trovato nuovi alleati e si sono uniti alla misteriosa organizzazione WLF. Anche se hanno la possibilità di uccidere Dina e persino Ellie, cosa che farebbe ancora più male a Joel, è chiaro che Abby vuole uccidere Joel per vendicare suo padre. Dina ed Ellie rimangono così vive alla fine dell’episodio, sconvolte dalla tragedia che si è consumata sulle montagne sopra Jackson.

LEGGI ANCHE: The Last of Us, Stagione 2: chi è Abby? La spiegazione del personaggio e cosa le accade nel gioco

Kaytlin Dever e Pedro Pascal in The Last of Us - Stagione 2 episodio 2
Kaytlin Dever e Pedro Pascal in The Last of Us – Stagione 2 episodio 2. Cortesia di Max.

Quanto è diversa la scena della morte di Joel rispetto al gioco

La domanda più grande che circondava The Last of Us – Stagione 2 era quanto la morte di Joel sarebbe stata accurata rispetto al gioco. Il fatto che la linea temporale sia stata estesa e riorganizzata ha fatto supporre a molti che la morte del personaggio di Pascal sarebbe avvenuta più avanti nella seconda stagione, e alcuni hanno persino pensato che potesse essere rinviata a una terza stagione. Con l’episodio 2, però, è chiaro che non è così. Joel è morto e la scena è estremamente simile a quanto accade nel gioco. Una differenza sostanziale è la persona con cui Joel muore.

Nel gioco, Tommy e Joel sono di pattuglia insieme quando salvano Abby, mentre nella serie Joel è con Dina. Per il resto, la scena della morte di Joel è abbastanza accurata, anche per quanto riguarda alcuni dialoghi pronunciati da Dever e Ramsay e l’arma che Abby usa per torturare Joel. Nonostante l’importante aggiunta dell’attacco di Jackson, Joel muore nello stesso modo in cui muore nel gioco, lasciando intendere che il resto della seconda stagione di The Last of Us rimarrà abbastanza fedele alla storia già raccontata.

Cosa significa la morte di Joel per il futuro di Ellie

La vita di Ellie cambierà irrimediabilmente dopo aver assistito alla brutale morte di Joel. Nonostante Ellie sia arrabbiata con lui quando Abby lo uccide, il suo amore per Joel è evidente quando gli urla di alzarsi prima di strisciare sul suo corpo senza vita. In un certo senso, Ellie perde il suo legame principale con la comunità di Jackson – anche se ha creato i suoi legami, questo la destabilizza in molti modi. La famiglia che ha trovato – Jesse, Dina, Tommy e Maria – le sarà sempre vicina, ma le conseguenze emotive potrebbero spingerla ad allontanare tutti quando ha più bisogno del loro sostegno.

LEGGI ANCHE: Perché Ellie è così arrabbiata con Joel in The Last of Us – Stagione 2?

Bella Ramsey in The Last of Us - Stagione 2 episodio 2
Bella Ramsey in The Last of Us – Stagione 2 episodio 2. Cortesia di Max.

Dove vanno Abby e il suo gruppo dopo aver ucciso Joel

Dopo il massacro a Salt Lake City, il futuro di Abby e dei suoi amici sembrava incerto. Sebbene Abby volesse dare subito la caccia a Joel, Owen la implorò di ragionare e di dare loro il tempo di riorganizzarsi prima di dargli la caccia. Se la serie continuerà a seguire il gioco, si scoprirà che Abby e i suoi amici sono andati a Seattle. Lì si sono uniti al Fronte di Liberazione di Washington, hanno affinato le loro abilità e si sono preparati a recarsi a Jackson cinque anni dopo per uccidere Joel. Dopo la morte di Joel nel gioco, Abby e i suoi amici tornano a Seattle, dove il WLF è impegnato in una guerra contro i Serafini, un culto religioso che ha conquistato parti della città.

Ellie cercherà Abby?

The Last of Us – Stagione 2 è in gran parte incentrato sui cicli di violenza e vendetta e, per affrontare questi temi, Ellie seguirà Abby e i suoi amici per mettere in atto il proprio. Nel secondo trailer della stagione 2, vediamo un breve filmato di due persone a cavallo che si avvicinano alla città di Seattle, quindi sembra che Ellie si dirigerà davvero verso ovest. Non è chiaro, però, chi ci andrà per primo. Nel gioco, Tommy decide di seguire per primo Abby e i suoi amici, cedendo al suo desiderio di vendetta e lasciando Jackson da solo. Come e quando Tommy raggiungerà Seattle nella serie, se lo farà, non è ancora chiaro.

Gli infetti attaccano Jackson

L’attacco a Jackson è invece la più grande deviazione dal gioco attuata da The Last of Us – Stagione 2 finora. Gli accenni al possibile arrivo di un attacco di questo tipo sono stati fatti nel corso dell’episodio 1, e l’indizio più grande sull’attacco è stato dato proprio alla fine dell’episodio 1 della stagione 2 di The Last of Us. Gli sforzi per espandere Jackson sono continuati nei cinque anni di distanza tra le stagioni 1 e 2 e questo include lo scavo delle infrastrutture costruite in precedenza. Una conduttura esposta, tuttavia, ha rivelato che una rete di cordyceps è cresciuta sotto la città.

Queste reti permettono agli infetti di comunicare tra loro e quando questa rete viene attaccata mentre si continua a costruire, gli infetti vengono chiamati a Jackson, spingendo l’orda a trovare la città murata, lasciando la devastazione nella loro scia. Il creatore Neil Druckmann ha precedentemente parlato di queste reti di cordyceps con Polygon, rivelando il loro funzionamento: “Volevamo che queste cose fossero interconnesse. Possono uscire contro di noi come una massa”.

Gabriel Luna in The Last of Us - Stagione 2 episodio 2
Gabriel Luna in The Last of Us – Stagione 2 episodio 2. Cortesia di Max.

Come Tommy sopravvive all’attacco dei Bloater

Uno dei momenti più emozionanti dell’attacco a Jackson è la lotta di Tommy con il famigerato Bloater, una mutazione massiccia degli infetti. Il Bloater è il modo in cui gli infetti si introducono a Jackson e, sebbene gli altri creino scompiglio, è questa creatura ad avere il potenziale per causare il maggior caos grazie alla sua forza bruta. Quando il Bloater ha messo gli occhi su Maria, Tommy lo distrae, allontanandolo dalla moglie, prima di ritrovarsi con le spalle al muro. Fortunatamente, Tommy è armato di un lanciafiamme ed è in grado di scatenare tutto ciò che ha contro il Bloater, riuscendo ad eliminare la minaccia.

Cosa succederà a Jackson dopo l’attacco degli infetti?

La comunità di Jackson non ha però perso solo Joel, ma anche innumerevoli civili e parti fondamentali della propria infrastruttura, il che significa che l’obiettivo principale sarà la ricostruzione dopo queste perdite devastanti. Come leader della comunità, Tommy e Maria saranno probabilmente combattuti tra ciò che è meglio per Jackson e il loro desiderio di vendetta. Dato il complesso sistema che hanno messo in piedi, la guarigione sembra possibile per Jackson. L’attacco, per quanto devastante, non è stato così grave come avrebbe potuto essere. Dato che è riuscita a resistere all’attacco, è probabile che Jackson ne uscirà rafforzata in The Last of Us.

Heartstopper: la quarta stagione sarà un film a conclusione della serie

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Finalmente ci sono novità per i fan di Heartstopper che hanno pazientemente atteso per oltre sei mesi di conoscere il destino della loro serie. Potrebbe non essere esattamente quello che speravano (la quarta stagione), ma è comunque una buona notizia: altre puntate di Heartstopper sono in arrivo e la storia di Nick e Charlie avrà una conclusione degna.

Netflix ha dato il via libera a un film di Heartstopper, interpretato e prodotto esecutivamente dai protagonisti della serie Joe Locke e Kit Connor e diretto da Wash Westmoreland (Still Alice, Colette), che fungerà da finale di serie. L’annuncio è stato fatto in occasione del terzo anniversario della première di Heartstopper, il 22 aprile 2020.

La creatrice di Heartstopper, Alice Oseman, sui cui graphic novel si basa la serie romantica di formazione, torna come sceneggiatrice del lungometraggio, che trarrà spunto dal sesto e ultimo volume della graphic novel. (La prima stagione copriva i volumi 1-2, la seconda stagione era basata sul volume 3 e la quarta stagione seguiva i volumi 4 e 5.)

Non c’è ancora una data di pubblicazione per il volume 6, che è ancora in fase di scrittura. Oseman ha indicato che idealmente, l’ultimo libro dovrebbe uscire prima della conclusione della serie TV.

Joe Locke e Kit Connor torneranno nel film di Heartstopper

Nel finale di Heartsopper, Nick (Connor) e Charlie (Locke) sono inseparabili, ma con Nick che si prepara a partire per l’università e Charlie che trova una nuova indipendenza a scuola, la realtà di una relazione a distanza inizia a pesare su di loro. I dubbi prendono piede e la loro relazione si trova ad affrontare la sfida più grande di sempre. Nel frattempo, anche i loro amici stanno affrontando gli alti e bassi dell’amore e dell’amicizia, affrontando le agrodolci sfide della crescita e del cambiamento. I primi amori possono davvero durare per sempre?

Westmoreland, che vanta una vasta esperienza nel cinema, succede a Euros Lyn, che ha diretto le prime due stagioni di Heartstopper, e ad Andy Newbery, che ha diretto la terza stagione. Locke e Connor si uniscono ai produttori esecutivi del film, insieme a Oseman, Lyn, Patrick Walters, Iain Canning ed Emile Sherman, che hanno tutti ricoperto il ruolo di produttori esecutivi nelle prime tre stagioni. See-Saw Films torna come casa di produzione. Le riprese dovrebbero iniziare nell’estate del 2025.

Un finale di serie cinematografica non è una novità: nel 2017, Netflix ha commissionato un film su Sense8 in seguito alle reazioni negative dei fan quando la piattaforma di streaming ha cancellato la serie fantascientifica dei Wachowski dopo due stagioni con un finale in sospeso. Tra le altre serie a cui le reti hanno dato una conclusione cinematografica ci sono Timeless (NBC), CSI (CBS) e Deadwood (HBO).

In viaggio con mio figlio: recensione del nuovo film con Robert De Niro

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Approda finalmente nelle sale cinematografiche italiane In viaggio con mio figlio (titolo originale Ezra). La pellicola, prodotta, diretta e interpretata dall’attore e regista Tony Goldwyn (Una famiglia vincente- King Richard, il presidente Grant nella serie Scandal), era già stata presentata in Italia in anteprima tra le proiezioni speciali all’Alice nella città, una sezione della Festa del cinema di Roma. L’anteprima mondiale si era invece svolta durante il Toronto Film Festival il 9 ottobre 2023. Il film, portatore di importanti tematiche come la consapevolezza sull’autismo e il rapporto padre- figlio, vede la partecipazione di un cast d’eccellenza. Bobby Cannavale (Blue Jasmine, Blonde) qui interpreta Max, un padre che fa di tutto per essere presente per suo figlio Ezra, mentre Rose Byrne (Come un tuono, Marie Antoinette) è nel ruolo di Jenna, ex moglie di Max. Altre importanti figure nel cast sono Robert De Niro (The Alto knights, Taxi Driver), padre di Max nel film, e Vera Formiga (The departed- il bene e il male, Hawkeye),  che è nei panni di Grace, un’amica di Max.

In viaggio con mio figlio: un amore senza limiti

Max lavora come stand up comedian: sta cercando di farsi notare il più possibile dai “pezzi grossi” della comicità come Jimmy Kimmel per poter finalmente essere il padre che suo figlio,  Ezra, merita. Ezra vive con la madre, in quanto i genitori sono divorziati: per quanto il bambino si diverta col padre, tutto viene un po’ complicato dal fatto che lui sia molto facilmente influenzabile e abbia delle difficoltà sociali dovute all’autismo.

Dopo un’atto di ribellione, Ezra viene espulso da scuola, con il consiglio delle insegnanti di utilizzare psicofarmaci per calmarlo e di iscriverlo in una scuola privata specializzata per bambini autistici. Max non accetta di chiudere Ezra in una campana di vetro, di non farlo crescere nel pluralismo di una scuola pubblica; dopo il litigio con Jenna, madre di Ezra, il bambino sente un pezzo di discussione tra la donna e il suo nuovo compagno Bruce in cui in due ipotizzavano di “togliere di mezzo” Max. Pensando che il proprio padre fosse in pericolo, Ezra fugge di casa e viene accidentalmente investito da una macchina.

Pensando che non si trattasse di un incidente, il medico prescrive dei farmaci al bambino: alla violenta reazione di Max, scatta per il padre un ordine restrittivo nei confronti di Ezra. Ma l’amore e l’impulsività porteranno Max a fare la qualsiasi pur di poter continuare a stare con suo figlio.

In viaggio con mio figlio: discriminazione o best interest?

L’azione che da inizio al climax di sfortunati eventi presentati in In viaggio con mio figlio è l’espulsione da scuola di Ezra, dopo che il bambino ha incitato altri compagni ad uscire da scuola. Pur trattandosi  certamente di un fatto potenzialmente pericoloso, ci si chiede se le raccomandazioni delle maestre a spostare Ezra in  una scuola “speciale” e di dargli psicofarmaci siano fatte nell’interesse del minore (in gergo giuridico best interest of the minor) o piuttosto perché si tratta di un bambino più difficile, che necessita più tutele e attenzioni di altri.

La questione quindi diventa un ottimo spunto di riflessione: per un bambino come Ezra, è meglio essere escluso a priori da un contesto pluralista come la scuola pubblica o continuare a farne parte, con tutte le difficoltà che ne possono derivare? Un ruolo fondamentale in questa scelta lo potrebbero giocare delle maestre in grado di dedicare maggiori attenzioni a un alunno come Ezra, ma in una scuola pubblica questo non è sempre possibile.

La crescita di Ezra

All’inizio del film Ezra è possibile per il pubblico notare tutte le piccole fissazioni che caratterizzano il  personaggio: citare sempre frasi di film, parlare in maniera diretta e sincera e l’odio per il contatto fisico.

Proprio durante il road trip con Max, tutte queste sue caratteristiche emergono in maniera più chiara e problematica, come l’odio per le banane e la paura per le posate di metallo. Piano piano però Ezra riesce a superare tutte queste cose, grazie al supporto del padre e anche grazie alla gentilezza di un altra bambina: sembra quasi commuovente l’abbraccio tra quest’ultima e Ezra, il quale, con uno sforzo incredibile, cerca anche di ricambiare.

Il rapporto padre- figlio

In viaggio con mio figlio è certamente una pellicola che tratta in maniera anche profonda il rapporto padre-figlio, questa volta sviluppato su tre generazioni. A legare nonno, padre e nipote sembra anche essere lo spettro autistico: proprio nei tre questo sembra manifestarsi in maniera differente. Stan, il nonno, non riesce neanche a dire la parola autismo, evitando di parlare di questo come di altre questioni serie e fortemente emotive; Max invece, nonostante cerchi di esserci per suo figlio più di quanto suo padre fece con lui, è dominato da una rabbia incontrollato e da una certa impulsività che lo porta a prendere decisioni irrazionali in nome dell’amore. Nonostante tutto, Max e Stan riusciranno a risanare il loro rapporto, avendo finalmente una discussione sincera sul passato, sul presente e sul futuro.

In viaggio con mio figlio è in definitiva una pellicola che riesce a integrare tematiche delicate come il rapporto padre- figlio in una famiglia con genitori divorziati con un contesto comunque allegro e a tratti comico.

Weapons: il trailer dell’horror/thriller targato New Line Cinema

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Weapons: il trailer dell’horror/thriller targato New Line Cinema

Dalla New Line Cinema e Zach Cregger, la mente originale dietro “Barbarian”, arriva un nuovo horror/thriller: “Weapons”.

Quando tutti i bambini di una stessa classe, tranne uno, scompaiono misteriosamente nella stessa notte esattamente alla stessa ora, l’intera comunità si ritrova a interrogarsi su chi – o cosa – sia responsabile della loro sparizione.

Il cast di Weapons

Il film è interpretato da Josh Brolin, Julia Garner, Alden Ehrenreich, Austin Abrams, Cary Christopher, con Benedict Wong e Amy Madigan.

Cregger firma la regia del film da una sua sceneggiatura originale. Lo stesso Cregger è produttore del film insieme a Roy Lee, Miri Yoon, J.D. Lifshitz e Raphael Margules. Michelle Morrissey e Josh Brolin sono i produttori esecutivi. Il team creativo dietro la macchina da presa include il direttore della fotografia Larkin Seiple, lo scenografo Tom Hammock, il montatore Joe Murphy e la costumista Trish Sommerville. Le musiche sono di Ryan Holladay, Hays Holladay e Zach Cregger.

New Line Cinema presenta una produzione Subconscious / Vertigo Entertainment / BoulderLight Pictures, un film di Zach Cregger, “Weapons”. Distribuito da Warner Bros. Pictures, il film arriverà nelle sale italiane il 6 agosto.

Ambulance: guida al cast e ai personaggi del film

Ambulance: guida al cast e ai personaggi del film

Diretto da Michael Bay da una sceneggiatura di Chris Fedak e adattato dall’omonimo film danese, Ambulance (qui la recensione) è la specialità del regista: un film d’azione ad alto tasso d’adrenalina con molta suspense e dramma. La trama ruota attorno a Will Sharp, un uomo che, alla ricerca disperata di denaro per pagare l’intervento chirurgico della moglie, si rivolge al fratello Danny per un prestito. Questi, tuttavia, lo recluta per una rapina in banca che vedrà i due portare via 32 milioni di dollari, sempre che non vengano catturati. Lee cose, naturalmente, prendono una piega inaspettata quando il loro piano va storto e sono costretti a rubare un’ambulanza nel tentativo di impedire alla polizia di inseguirli.

Uscito in sala nel 2022 e accolto da buoni pareri della critica e del pubblico, Ambulance vanta un cast che comprende alcune grandi star, tra cui un veterano come Jake Gyllenhaal, e altre in ascesa. Anche se il film è incentrato principalmente su alcuni personaggi principali, ci sono diversi attori non protagonisti che svolgono ruoli cruciali nel corso del film, il che rende alcuni aspetti del film ancora più intensi. In questo articolo, proponiamo una guida completa al cast, ai personaggi che interpretano e a quali altri progetti hanno partecipato in precedenza.

Il cast principale di Ambulance

Jake Gyllenhaal nel ruolo di Danny Sharp

Danny Sharp è un rapinatore di banche che ha un sistema collaudato per i suoi colpi, almeno fino a quando uno di essi non va storto. Egli ha infatti rapinato bene 38 banche nella sua vita ed è protettivo nei confronti del fratello, seppure si approfitta del suo aiuto per portare a termine i propri obiettivi. Il personaggio è interpretato da Jake Gyllenhaal, noto soprattutto per i suoi ruoli in Donnie Darko, Prisoners, Brokeback Mountain, Source Code, Nightcrawler, Zodiac, The Guilty e Spider-Man: Far From Home.

Ambulance spiegazione finale
Jake Gyllenhaal e Yahya Abdul-Mateen II in Ambulance. Foto di Andrew Cooper/Universal Pictures – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Yahya Abdul-Mateen II nel ruolo di Will Sharp

Will Sharp è invece il fratello di Danny. I due sono cresciuti insieme dopo che il padre di Danny lo ha accolto. All’inizio del film, Will è un veterano dei Marines degli Stati Uniti che sta lottando per trovare un lavoro e per pagare l’intervento chirurgico sperimentale della moglie, che l’assicurazione non copre. Per questo si unisce a Danny nella sua rapina in banca. Il personaggio è interpretato da Yahya Abdul-Mateen II, noto soprattutto per Candyman, Aquaman, Watchmen, Il processo ai Chicago 7, Matrix Resurrections, The Greatest Showman e la serie Netflix The Get Down.

Eiza González nel ruolo di Cam Thompson

Camille “Cam” Thompson è un paramedico. È bravissima nel suo lavoro, ma tiene le persone a distanza. Quando interviene per una rapina in banca, si ritrova ad essere un ostaggio della rapina stessa, bloccata nell’ambulanza con i due fratelli Sharp. Cam è interpretata da Eiza González, nota soprattutto per Baby Driver – Il genio della fuga, I Car a Lot, Godzilla vs. Kong, Fast & Furious – Hobbs & Shaw e Alita – Angelo della Battaglia. Più di recente ha recitato nella serie Netflix Il problema dei 3 corpi.

Garret Dillahunt nel ruolo del Capitano Monroe

Il Capitano Monroe è a capo della Sezione Investigazioni Speciali, l’unità di sorveglianza tattica del Dipartimento di Polizia di Los Angeles. Si tratta di una figura tanto bizzarra quanto divertente all’interno del film. Il personaggio è interpretato da Garret Dillahunt, noto soprattutto per Deadwood, 12 anni schiavo, Non è un paese per vecchi, Raising Hope, Fear the Walking Dead, Widows e The Mindy Project.

Keir O’Donnell nel ruolo di Anson Clark

In ultimo, nel cast principale di Ambulance vi è Anson Clark, un agente dell’FBI che si occupa della divisione banche. Anson è interpretato da Keir O’Donnell, noto soprattutto per 2 single a nozze, Fargo, L’alba del pianeta delle scimmie, Gifted – Il dono del talento e Ray Donovan.

Eiza Gonzalez in Ambulance
Eiza Gonzalez in Ambulance. Foto di Andrew Cooper/Universal Pictures – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Cast e personaggi di supporto di Ambulance

Jackson White nel ruolo dell’agente Zach

L’agente Zach è un poliziotto alle prime armi che si trova nel mezzo di una rapina in banca. Zach è interpretato da Jackson White, noto per le serie Mrs. Fletcher, SEAL Team e The Middle.

Olivia Stambouliah nel ruolo del tenente Dhazghig

Il tenente Dhazghig è un dipendente della polizia di Los Angeles ed è responsabile della sorveglianza della città dalla sua posizione di pilota di elicotteri. Dhazghig è interpretata da Olivia Stambouliah, nota soprattutto per Packed to the Rafters e Soul Mates.

Moses Ingram nel ruolo di Amy Sharp

Amy Sharp è la moglie di Will e madre del loro figlio Tate. Moses Ingram, l’attrice che la interpreta, è nota per The Tragedy of Macbeth e per la miniserie di successo di Netflix La regina degli scacchi.

Colin Woodell nel ruolo di Scott

Scott è un paramedico e partner di Cam nel lavoro. Ad interpretarlo vi è Colin Woodell, conosciuto soprattutto per le serie televisive The Flight Attendant, The Purge, Devious Maids e The Originals.

Garret Dillahunt in Ambulance
Garret Dillahunt in Ambulance. Foto di Andrew Cooper/Universal Pictures – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Cedric Sanders nel ruolo dell’agente Mark

Mark è il partner di Zach. L’attore che lo interpreta è Cedric Sanders, conosciuto soprattutto per The Social Network, American Gangster, American Koko, Future Man e ha partecipato come guest star a Law & Order: Special Victims Unit e NCIS: Los Angeles.

Jesse Garcia nel ruolo di Roberto

Roberto è il figlio di Papi, che lavora con Danny durante gli eventi di Ambulance. Jesse Garcia è conosciuto soprattutto per Narcos: Messico, Dal tramonto all’alba: la serie e Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare.

Devan Chandler Long nel ruolo di “Mel Gibson”

“Mel Gibson” è uno degli uomini di Danny, chiamato così perché ricorda l’attore. Devan Chandler Long, l’attore che lo interpreta, è apparso in Ghosts, Doom Patrol e Bosch.

Oscar 2026, nuove regole: per votare in una categoria è necessario guardare tutti i film candidati

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L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha approvato un nuovo regolamento per i premi, aggiornato il regolamento promozionale della campagna e indicato le date chiave per la prossima 98ª edizione degli Oscar 2026.

Il periodo di votazione per le nomination si svolgerà da lunedì 12 gennaio a venerdì 16 gennaio. I candidati ufficiali saranno annunciati giovedì 22 gennaio, seguiti dall’annuale pranzo dei candidati agli Oscar martedì 10 febbraio. La votazione finale per determinare i vincitori si aprirà mercoledì 26 febbraio e si chiuderà mercoledì 5 marzo, 10 giorni prima della cerimonia in diretta.

Tra le modifiche più importanti figurano i requisiti di voto rivisti, l’introduzione di un premio “Achievement in Casting” e linee guida più chiare sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa nella produzione cinematografica. Il regolamento aggiornato include anche un’estensione dei requisiti di ammissibilità per i registi internazionali e nuove scadenze per l’invio delle candidature in diverse categorie.

Oscar: dal 2027 entrerà in vigore la categoria Miglior Stunt Design

In un cambiamento procedurale fondamentale, i membri dell’Academy sono ora tenuti a visionare tutti i film candidati all’interno di una categoria per poter votare nella fase finale. Sebbene sia sorprendente che questo non fosse già un requisito formale, rimangono dubbi su come l’Academy intenda verificare il rispetto della norma e applicarla.

Similmente a come avviene il voto dei BAFTA, i membri dell’Academy potranno accedere alle schede di voto del turno finale solo per le categorie in cui hanno confermato di aver visto tutti i film nominati. L’Academy monitorerà l’attività di visione tramite la sua piattaforma streaming Academy Screening Room, riservata ai membri. Per i film visti al di fuori della piattaforma, come festival, proiezioni o eventi privati, i membri devono inviare un modulo che indichi quando e dove hanno visto il film. Questo processo di verifica, precedentemente utilizzato nelle votazioni preliminari e per le nomination per categorie come lungometraggi internazionali, lungometraggi d’animazione e cortometraggi, viene ora applicato a tutte le categorie. L’iniziativa mira a ridurre il cosiddetto “coattail voting” (voto a coda di rondine) e a incoraggiare decisioni più consapevoli da parte degli elettori.

Inoltre, tutti i candidati designati in ciascuna categoria appariranno ora nella scheda di voto finale, un aggiornamento rispetto agli anni precedenti, quando appariva solo il titolo del film. Si tratta di un cambiamento gradito per nomine di lunga data come la cantautrice Diane Warren e il sound designer Greg P. Russell.

Anche il premio per la migliore fotografia è stato aggiunto alla procedura di selezione delle shortlist. Il Cinematographers Branch selezionerà tra 10 e 20 film. Le votazioni per tutte le categorie delle shortlist, tra cui suono, effetti visivi, trucco e acconciature, documentario, lungometraggio internazionale e i tre cortometraggi, si svolgeranno dall’8 al 12 dicembre. Al momento, 12 categorie di film di alto livello utilizzano le shortlist, mentre solo scenografia, costumi e montaggio vengono ancora determinati esclusivamente durante la fase di nomination.

L’Academy ha anche pubblicato le sue prime linee guida ufficiali sull’intelligenza artificiale nel cinema. Le nuove regole stabiliscono che l’uso dell’intelligenza artificiale generativa o di altri strumenti digitali non favorirà né ostacolerà le possibilità di un film di essere candidato. Al contrario, gli elettori sono invitati a valutare il grado di creatività umana coinvolta.

La regola afferma: “Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa e altri strumenti digitali utilizzati nella realizzazione del film, gli strumenti non favoriscono né compromettono le possibilità di ottenere una nomination. L’Academy e ciascuna sezione giudicheranno il risultato, tenendo conto del grado di coinvolgimento umano nel processo creativo. Il riconoscimento nella scelta del film da premiare.”

Per essere presi in considerazione come miglior film, i film devono presentare la prova di candidatura alla Producers Guild of America in base alla loro finestra di distribuzione. I titoli usciti tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2025 devono essere presentati entro il 10 settembre. I film usciti tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2025 devono essere presentati entro il 13 novembre. La scadenza anticipata per la presentazione delle candidature è probabilmente intesa a evitare confusione, come è accaduto la scorsa stagione, quando sei dei 10 candidati al miglior film erano inizialmente elencati come “candidati da definire”.

Altre modifiche al regolamento e alla campagna includono:

  • Le votazioni per le nomination dei cortometraggi d’animazione saranno ora aperte a tutti i membri dell’Academy che aderiranno e guarderanno tutti i 15 film selezionati.
  • L’idoneità per i lungometraggi internazionali è stata estesa per includere registi con status di rifugiato o asilo.
  • Le categorie musicali hanno ora scadenze anticipate per la presentazione delle candidature: 15 ottobre per la canzone originale e 3 novembre per la colonna sonora originale.
  • I festival cinematografici qualificanti per gli Oscar, come AFI, Cannes e Doc NYC, possono ora avere accesso a case di mailing approvate per condividere informazioni sulla programmazione del festival con i membri dell’Academy.

Le date chiave per la stagione degli Oscar 2025 iniziano ad agosto e si concluderanno con la diretta a marzo. Il calendario completo delle scadenze per la presentazione delle candidature, dei periodi di votazione e degli eventi speciali è disponibile su oscars.org/rules.

La lista dei film di quest’anno sembra promettente e potrebbe includere film di Guillermo del Toro (“Frankenstein”), Chloé Zhao (“Hamnet”), Yorgos Lanthimos (“Bugonia”) e individualmente dai fratelli Safdie (“The Smashing Machine” di Benny Safdie e “Marty Supreme” di Josh Safdie). Tutti i regolamenti e le date della 98ª edizione degli Academy Awards sono soggetti a modifiche. La cerimonia di premiazione si terrà il 15 marzo 2026.

Sydney Sweeney e Michael Bay per l’adattamento di OutRun

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Sydney Sweeney e Michael Bay per l’adattamento di OutRun

Con Un film Minecraft che ha dominato il botteghino nell’ultimo mese e The Last of Us della HBO che è tornato con il botto, Universal sta cercando di aggiungere il proprio adattamento videoludico al mix con l’aiuto di due grandi superstar. Apprendiamo da Deadline che lo studio sta sviluppando un adattamento cinematografico dell’iconico videogioco arcade di Sega OutRun, con Michael Bay assegnato alla regia e Sydney Sweeney a bordo per la produzione.

Jayson Rothwell scriverà la sceneggiatura. Bay sarà anche produttore insieme al socio Brad Fuller attraverso la sua etichetta Platinum Dunes, che ha un accordo di prelazione con lo studio. Il progetto è in fase di sviluppo; al momento, Sydney Sweeney è a bordo solo per la produzione. Toru Nakahara (Sonic the Hedgehog 1-3, Knuckles, Golden Axe) produrrà anche per Sega e Shuji Utsumi (presidente/COO di Sega Corp.) supervisionerà il progetto per conto di Sega.

I dettagli della trama sono vaghi. La serie OutRun di Sega è un franchise che ha avuto origine da alcuni dei giochi arcade di maggior successo al mondo negli anni ’80. Il gioco ha aperto la strada a un nuovo genere di giochi di guida e ha generato un sottogenere di musica elettronica giustamente chiamato “OutRun”. Questa combinazione unica lo ha reso un successo mondiale. Da allora, sono stati pubblicati numerosi capitoli, comprese le versioni per console domestiche, e continua a essere uno dei franchise di punta di Sega.

Sydney Sweeney è forse una delle star più impegnate della città davanti alla telecamera, ma nell’ultimo anno si è impegnata anche sul fronte della produzione. Recentemente ha prodotto e interpretato il suo film horror su Neon, Immaculate, ed è anche produttrice del film biografico su Christy Martin, di cui è anche protagonista.

Ambulance: la spiegazione del finale del film

Ambulance: la spiegazione del finale del film

Noto soprattutto per la realizzazione di film d’azione ad alto budget, caratterizzati da un ampio uso di effetti speciali,  ha prodotto e diretto film come The Rock (1996), Armageddon (1998), Pearl Harbor (2001) e i primi cinque film della saga di Transformers (dal 2007 al 2017). Attualmente, il suo ultimo film è Ambulance (qui la recensione), uscito nel 2022 e tra i pochi suoi lungometraggi ad essere stati accolti con critiche positive. Il film offre infatti un adrenalinico inseguimento su strada tra le forze dell’ordine e due criminali rifuggiatisi all’interno di un’ambulanza.

Si tratta del remake dell’omonimo film danese del 2005 diretto da Laurits Munch-Petersen. Bay ha però ovviamente apportato del suo al progetto, scritto da Chris Fedak, che offre un’ora di racconto in più rispetto all’originale. La volontà di realizzare questo progetto è in realtà nata quasi per caso. Bay aveva in mente un altro film, ma la pandemia di COVID-19 a Los Angeles ha cancellato i suoi piani. Il regista ha poi ricordato di aver detto al suo agente: “Dannazione, voglio solo uscire e girare qualcosa in fretta! Sono stanco di stare chiuso in casa!”.

Ha così avuto modo di realizzare Ambulance, potendo avvalersi di grandi attori e un grado di realismo che rende il film molto più convincente ed emozionante, una vera e propria corsa verso l’azione più sfrenata. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Ambulance. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ambulance trama film
Jake Gyllenhaal e Yahya Abdul-Mateen II in Ambulance.

La trama e il cast di Ambulance

Protagonisti di Ambulance sono Will e Danny, due fratelli molto diversi tra loro. Il primo è un veterano di guerra, che ha bisogno di molti dollari per pagare un importante intervento a sua moglie; il secondo, invece, è un criminale affermato. Quando Will chiede aiuto economico a Danny, quest’ultimo non gli propone un prestito, ma una rapina, la più grande mai fatta alla banca di Los Angeles, che permetterebbe loro di tornare a casa con 32 milioni di dollari. Will si convince ad accettare, soprattutto perché non ha altre alternative per pagare le spese mediche della moglie.

Durante il colpo, però, qualcosa va storto. Un ufficiale di polizia, infatti, arriva nella banca per questioni personali, mandando all’aria il piano. Il poliziotto viene gravemente ferito e Will e Danny non hanno altre scelta se non la fuga col bottino. Quando s’imbattono in un’ambulanza, i due ne prendono il controllo, non immaginando che al suo interno ci sia un’infermiera, Cam Thompson con un poliziotto ferito, che ha bisogno di andare in ospedale. La fuga ad alta velocità tra le strade di Los Angeles si farà sempre più rocambolesca e i due fratelli saranno ben presto costretti a compiere delle scelte.

Ad interpretare i fratelli Will e Danny Sharp vi sono gli attori Yahya Abdul-Mateen II e Jake Gyllenhaal. I due, per la scena con l’inseguimento dell’elicottero, invece di ingaggiare controfigure, si sono cimentati Gyllenhaal nello stare appeso al lato della porta dell’ambulanza e  Abdul-Mateen II alla guida del veicolo. Recita poi nel film l’attrice Eiza González nel ruolo di Cam Thompson. Per la parte, ha affittato un’ambulanza e l’ha usata per fare pratica. Recitano poi nel film Garret Dillahunt nel ruolo del capitano Monroe, Keir O’Donnell nel ruolo dell’agente Anson Clark e Jackson White in quello dell’agente Zach.

La spiegazione del finale del film

Nel finale di Ambulance, l’ambulanza arriva all’ospedale, ma Danny minaccia di uccidere Cam davanti a un pubblico televisivo in diretta. Danny è inoltre diventato sospettoso del legame sviluppato tra la donna e il fratello Will e raggiunge un punto di rottura quando si rende conto che è stata Cam a sparare a quest’ultimo. Will però, che sa che Danny è abbastanza pazzo da ucciderla, spara a Danny al petto con un fucile da caccia. I due giacciono insieme per strada, condividendo un momento di tacito perdono mentre Danny lentamente muore.

A quel punto Cam va ad operare d’urgenza Will e incontra sua moglie Amy e il loro figlio neonato. Prima Will aveva passato a Cam una parte del denaro che avevano rubato e ha insistito perché lei lo dia a sua moglie nel caso in cui non riesca ad uscire vivo da quella vicende. Quando la incontra di persona, Cam riconosce che Amy non ha legami con la criminalità e probabilmente esiterebbe a prendere il denaro rubato, quindi Cam nasconde i soldi nel seggiolino dell’auto che contiene il figlio di Will.

Ambulance Jake Gyllenhaal cast
Jake Gyllenhaal in Ambulance. Foto di Andrew Cooper/Universal Pictures – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Cam chiede anche ad Amy di perdonare il marito, nonostante i suoi crimini. La donna la informa che Will ha salvato la vita a lei e a Zach, il poliziotto ferito, durante la loro fuga. Anche quest’ultimo, difende Will, spiegando l’eroismo di Will agli agenti che lo interrogano. Zach ritrova poi anche il suo partner, Mark. Nonostante fosse il loro primo incarico insieme, Mark è sempre stato fedele a Zach ed è stato lui a guidare l’inseguimento per salvarlo, sentendosi in colpa per aver lasciato che gli sparassero. Zach non informa nessuno che in realtà è stato Will a sparargli all’inizio.

Dopo essersi assicurata che l’assoluzione di Will sia nota, Cam lascia l’ospedale. Si mette la giacca e si prepara a tornare al lavoro. Anche se non è chiaro se qualcuno abbia tratto vantaggio dalla violenta rapina, riconosce che il denaro potrebbe aiutare la famiglia in difficoltà economiche. Cam sembra sperare che Amy possa guidare il figlio di Will verso una vita più onorevole di quella del padre. In definitiva, il finale di Ambulance di Michael Bay parla di redenzione.

Danny sembra essere irredimibile, anche se affascinante, perché è un criminale sociopatico a tutti gli effetti. Per Cam, la redenzione arriva sotto forma di pressione intensa, mettendo alla prova i suoi limiti nel salvare vite umane e dimostrando di avere le capacità per farlo. Questo permette a Cam di vedere il suo valore. Per Will, la redenzione arriva invece sotto forma di volontà di proteggere le persone anche di fronte a una scelta sbagliata, che alla fine gli fa ottenere i soldi necessari e probabilmente una condanna più lieve in seguito.

Il trailer di Ambulance e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Ambulance grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Infinity+, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.

Finché morti non ci separi 2: nuovi ingressi nel cast!

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Finché morti non ci separi 2: nuovi ingressi nel cast!

Con l’inizio delle riprese di Ready Or Not 2 (da noi attualmente noto come Finché morte non ci separi 2), al cast si sono aggiunti diversi volti nuovi, tra cui Sarah Michelle Gellar ed Elijah Wood. Il prossimo sequel vedrà il ritorno dei registi originali Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillette e della star originale Samara Weaving, che ha interpretato la final girl Grace nel precedente film. Sebbene il primo sia stato un successo di critica e commerciale, lo sviluppo del sequel è stato lento per diversi anni, con la conferma che il film sarebbe stato realizzato arrivata solo nell’ottobre dello scorso anno.

Secondo Deadline, il film, intitolato ufficialmente Ready or Not: Here I Come, ha iniziato ufficialmente le riprese a Toronto. La notizia è arrivata con il casting di Gellar e Wood, anche se i loro ruoli sono al momento ancora coperti. Al cast si aggiungono anche Shawn Hatosy, Néstor Carbonell, Kevin Durand e David Cronenberg. Il duo di registi, noto anche come collettivo Radio Silence ha dichiarato “Siamo entusiasti di tornare nel mondo di Ready or Not con Samara, Brett, Avery e Andrew, e di lavorare con questo cast di immenso talento e con gli incredibili artisti di tutti i reparti che si uniscono alla famiglia di Ready or Not“.

La Searchlight Pictures ha dunque condiviso un nuovo post per commemorare l’inizio delle riprese, con una canzone familiare che suona in sottofondo mentre una mano stende delle carte con i nomi dei nuovi membri del cast e di quelli che ritornano:

Di cosa parla Finché morte non ci separi?

Finché morte non ci separi è stato un modesto successo horror per Searchlight nel 2019. Costato appena 6 milioni di dollari, ha ottenuto un rispettabile incasso di 57 milioni di dollari in tutto il mondo. Un sequel era quindi molto probabile, soprattutto se si fosse riusciti a convincere la carismatica Samara Weaving a tornare. Nel primo film, la Grace interpretata da Samara Weaving si è appena sposata con una famiglia benestante e, durante la prima notte di nozze, i suoceri hanno in mente un tipo di rituale molto diverso per celebrare l’occasione e la costringono a un sadico gioco a nascondino.

Superman: la copertina di un libro offre un nuovo sguardo a Ultraman

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Le voci secondo cui Superman metterà l’Uomo d’Acciaio contro Ultraman si susseguono da un po’ di tempo, e le foto del set e il trailer del film sembrano confermarlo. Dopotutto, come spiegare un cattivo vestito di nero che combatte contro Superman con un’enorme “U” sul petto? Ora, un libro di prossima pubblicazione ha rivelato un nuovo aspetto di questo cattivo, che si dice abbia un legame molto importante con Superman. Tuttavia, come mostrato dalla copertina (che si può vedere qui), il suo costume è viola anziché nero.

O questo design si basa su una concept art obsoleta, oppure il piano prevede di cambiare il look di Ultraman in post-produzione. Quest’ultima ipotesi sembra più probabile, e potrebbe anche trattarsi di un secondo costume che il personaggio indosserà per la battaglia finale con Superman. Non resta che aspettare e vedere, ma si tratta di un’interessante rivisitazione di Ultraman (che di solito è una minaccia multiversale).

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

iHostage: la spiegazione del finale del film Netflix

iHostage: la spiegazione del finale del film Netflix

Il film thriller di Netflix iHostage – diretto da Bobby Boermans – racconta la storia vera di una rapina all’Apple Store di Amsterdam. Nel corso di questo drammatico episodio, una serie di ignari clienti del negozio si sono infatti ritrovati ostaggi di un uomo armato e deciso a chiedere in cambio un ricco riscatto. Dopo aver esplorato la storia vera dietro il film, in questo articolo approfondiamo il suo finale con una spiegazione apposita.  Il film inizia dunque con un uomo bulgaro di nome Ilian Petrov che arriva in città per lavoro. Si registra in albergo e, durante una telefonata con la moglie, rivela di aver perso i suoi AirPods.

Lei gli suggerisce di comprarne di nuovi, visto che sarà lontano da casa per un po’. Quindi, la sua prima tappa è l’Apple Store, che è pieno di altri clienti. Qui ci vengono presentati anche Mingus, un impiegato, che sta aiutando un cliente di nome Lukas. Ognuno è preso dalle proprie cose quando un uomo entra ed estrae una pistola. L’uomo, il cui nome si rivela poi essere Ammar Ajar, tiene dunque sotto tiro il negozio. La sua improvvisa apparizione provoca il caos e, mentre una manciata di persone riesce a scappare dalla porta d’ingresso, la maggior parte rimane intrappolata all’interno.

Mentre cerca di prendere il controllo del posto, Ammar spara due colpi, che vengono uditi dai poliziotti nelle vicinanze. Questi ultimi si precipitano immediatamente sul luogo e cercano di capire chi ha sparato, ma quando Ajar li vede, spara contro di loro, costringendoli a nascondersi e a chiamare i rinforzi. La distrazione dei poliziotti permette alla maggior parte delle persone di correre al primo piano dell’edificio e a quattro (Mingus, Lukas, Bente e sua madre, Soof) di nascondersi in un armadio senza essere notati da Ammar.

Con quasi tutto il negozio vuoto, solo una persona rimane in vista del rapinatore, Ilian, che viene preso come ostaggio e usato come scudo contro i poliziotti. Mentre viene portato un negoziatore per parlare con lui, Ammar avanza la richiesta di duecento milioni di euro in criptovalute. Il negoziatore, Lynn, cerca intanto di conquistare la sua fiducia per scoprire di più sul suo passato e sulle sue motivazioni, per capire cosa lo spinge e come può essere convinto a disinnescare la situazione. Il rapinatore, infatti, indossa un giubbotto esplosivo, che ha minacciato di far esplodere se qualcuno si avvicinerà a lui.

iHostage storia vera
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Cosa succede ad Ammar Ajar? Gli ostaggi vengono salvati?

Ammar Ajar tiene in ostaggio il negozio e i suoi dipendenti per circa cinque ore prima che l’intera vicenda si concluda. Intrappolati al primo piano, gli ostaggi chiedono immediatamente aiuto ai poliziotti, raccontando loro l’intera situazione e aiutandoli così a elaborare un piano più efficace. Tuttavia, a causa della minaccia di una bomba, non possono intervenire così rapidamente. Allo stesso tempo, Mingus usa il telefono di Bente per chiedere aiuto. Viene aggiornato sulla questione degli altri ostaggi e gli viene chiesto di rimanere calmo e tranquillo, per non attirare l’attenzione di Ammar.

Mingus aiuta poi i poliziotti a capire la planimetria del negozio per trovare un percorso alternativo attraverso il quale entrare al primo piano e far uscire tutti gli ostaggi il prima possibile. Nel frattempo, Ilian è l’unico a rischiare di essere ferito dal rapinatore e la sua disperazione cresce di minuto in minuto. Mentre la notte cala e la speranza che i poliziotti intervengano per salvarlo si riduce, Ilian cerca di crearsi un’opportunità. Dice ad Ammar di chiedere dell’acqua, di cui entrambi hanno bisogno, perché hanno passato troppo tempo nel negozio senza mangiare né bere.

Ammar chiede quindi dell’acqua, che viene consegnata alla porta del negozio da un robot. Ammar costringe Ilian ad andare a raccoglierla in ginocchio. Quando non è in grado di farlo, Ammar mette giù la pistola per prendere lui stesso la bottiglia. A questo punto l’ostaggio coglie l’occasione e scappa. Ammar, rendendosi conto dell’errore, gli corre dietro, ma Ilian è piuttosto veloce e, prima che Ammar possa raggiungerlo, i poliziotti hanno la loro occasione. Sanno che se Ilian viene preso, tutto ricomincerà da capo. Così, lo investono con l’auto. Tuttavia, l’azione è così improvvisa che Ammar viene colpito in modo piuttosto grave.

Invece di andare subito da lui, i poliziotti mandano un robot a togliergli il giubbotto, per evitare che esploda e faccia vittime innocenti. Sono scioccati e anche sollevati nello scoprire che il giubbotto è stato disarmato per tutto il tempo. Ora che il pericolo è passato, portano Ammar in ospedale. Tuttavia, l’impatto del colpo è così forte che le sue ferite diventano fatali e muore in ospedale il mattino seguente. Nel frattempo, Ilian viene salvato e trovato fisicamente illeso, anche se ancora scosso. Con Ammar eliminato, anche Mingus e gli altri ostaggi vengono fatti uscire dallo sgabuzzino in cui hanno trascorso le ultime ore e possono tornare a casa.

iHostage polizia
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Winston sarà perseguito per aver investito Ammar?

Quando si diffonde la notizia della rapina, l’agente di polizia Winston viene immediatamente chiamato in azione. In quel momento si trovava con la sua famiglia, ma, visto che il dovere lo chiama, è costretto a lasciarla. Fuori dal negozio, Winston incontra altri poliziotti che sono lì per ricevere il segnale di via libera per irrompere nell’edificio quando ne avranno l’occasione. Mentre Lynn fa parlare Ammar, usano la pianta di Mingus per entrare al primo piano dell’edificio dall’edificio adiacente e far uscire la maggior parte degli ostaggi. Tuttavia, mentre le ore passano e non c’è alcun cambiamento nell’intenzione di Ammar di lasciare Ilian, i poliziotti iniziano a chiedersi se questa situazione di stallo avrà mai fine. Poi, Ammar chiede dell’acqua e Ilian scappa.

Quando Winston vede Ammar correre dietro a Ilian all’aperto, agisce immediatamente guidando la sua auto verso Ammar e colpendolo così gravemente da fargli perdere i sensi sul posto. Sebbene abbia agito pensando all’incolumità di Ilian e alla conclusione della situazione ostile, la sua posizione di ufficiale della legge non gli concede il permesso di uccidere nessuno, anche se si tratta di un criminale. Pur lodandolo per la sua prontezza di riflessi, il suo superiore gli comunica che sarà oggetto di un’inchiesta, al termine della quale si deciderà cosa accadrà a Winston per aver investito il criminale con la sua auto.

Nel frattempo, viene tolto dal servizio e rimandato a casa dopo un debriefing al mattino. Per certi versi, questa pausa è un sollievo per Winston e la sua famiglia. Nei titoli di testa alla fine del film, ci viene detto che il vero agente di polizia su cui si basa Winston è stato giudicato in grado di agire entro i limiti delle sue responsabilità di ufficiale della legge. Ciò significa che non vengono mosse accuse contro Winston. Non viene perseguito e gli viene permesso di tornare in servizio.

iHostage film Netflix
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Perché Ilian Petrov piange alla fine?

Quando inizia la giornata, Ilian Petrov non ha molti pensieri per la testa. Dovrebbe essere in viaggio per qualche giorno, come è solito fare. Perde i suoi AirPods, il che non è un grosso problema. Ma questa semplice gita all’Apple Store si trasforma in pochi minuti in una delle esperienze peggiori della sua vita. Mentre molte persone sono intrappolate all’interno dell’edificio, Ilian è l’unico ad essere costantemente sotto tiro. Le sue mani sono legate e il rapinatore lo usa come scudo nel caso in cui i poliziotti tentino di sparare. Considerando tutto questo, c’è una buona probabilità che Ilian non esca vivo dalla situazione degli ostaggi.

Se le richieste di Ammar vengono soddisfatte, egli porterebbe comunque Ilian con sé per assicurarsi che i poliziotti non lo prendano una volta uscito dal negozio. Anche in questo caso, l’ostaggio è sicuro che il rapinatore lo ucciderà. Se le richieste di Ammar non saranno soddisfatte, ucciderà Ilian per rabbia. Inoltre, ha anche un giubbotto esplosivo ed è pronto a farlo saltare in aria. Tutto sommato, le possibilità di sopravvivenza sono piuttosto scarse. Per questo motivo, quando ne ha l’occasione, scappa per salvarsi. Anche se Ilian gli sparasse, non sarebbe diverso da tutti gli scenari che si è già inventato su come sarebbero andate le cose. Fortunatamente non viene sparato alcun colpo e Ammar viene ucciso prima di poter raggiungere Ilian.

La mattina dopo, quando torna nella sua stanza d’albergo con i nuovi AirPods, riflette su quanto sia stato vicino alla morte. Durante tutte le ore trascorse nel negozio, pensava costantemente a sua moglie e a come la cosa più stressante per lui fosse la nuova casa che lei voleva che comprassero. In confronto agli eventi del negozio, la questione della casa gli sembra una cosa da niente. Quindi, le lacrime alla fine sono un riflesso del dolore mentale e fisico che ha sofferto per ore, del trauma che l’evento ha impresso in lui per tutta la vita, ma anche della felicità di essere vivo anche quando tutte le probabilità sembravano contro di lui.

Il miracolo di Sharon: le differenze tra la storia vera e il film

Il miracolo di Sharon (titolo originale, Ordinary Angels) descrive da vicino le reali sfide  affrontate dalla famiglia Schmitt e il modo in cui Sharon Stevens li ha aiutati, ma si prende alcune libertà creative per aumentare l’impatto emotivo della sua narrazione. Interpretato da Hilary Swank e Alan Ritchson (star di Reacher), il film – tratto dall’omonimo romanzo della Stevens – segue infatti la storia di una parrucchiera che aiuta un padre vedovo a salvare la vita di sua figlia dopo che una tempesta di neve gli impedisce di sottoporre la bambina a un trapianto di fegato. Sebbene la narrazione sia piuttosto lineare, Il miracolo di Sharon non lascia mai un momento di tregua grazie al suo ritratto edificante dello spirito umano e dell’importanza della comunità.

Sia Hilary Swank che Alan Ritchson offrono interpretazioni convincenti, che elevano ulteriormente l’impatto del suo struggente dramma. Tuttavia, ciò che rende la sua trama efficacemente coinvolgente e con cui è facile immedesimarsi è proprio la sua connotazione di storia vera. Grazie al modo in cui il film entra in contatto con gli spettatori attraverso la rappresentazione dei trionfi e delle lotte di persone reali, è difficile non chiedersi quanto di tutto ciò sia accaduto e quanto sia stato inventato. In questo approfondimento, esploriamo dunque la storia vera dietro il film e in che cosa differiscono.

La storia vera dietro Il miracolo di Sharon

Gli eventi reali che hanno ispirato il film si sono svolti all’inizio degli anni ’90 a Louisville, nel Kentucky, e hanno coinvolto Ed Schmitt, un vedovo che cresceva due bambine, Michelle e Ashley. Entrambe erano affette da una malattia epatica congenita e avevano bisogno di un trapianto di fegato per sopravvivere. Ashley ricevette il trapianto nel 1991. Tuttavia, tre anni dopo, Michelle, che all’epoca aveva 3 anni, era ancora in attesa di un fegato disponibile (nel film, invece, viene detto che ha 5 anni). Nel frattempo, la famiglia stava affogando nei debiti sanitari.

Per quanto riguarda la madre delle bambine e moglie di Ed, Theresa Schmitt (in Il miracolo di Sharon interpretata da Amy Acker), la donna era morta un anno e mezzo prima, nell’agosto del 1992. Come indicato nel film, morì a causa delle complicazioni di una rara patologia chiamata malattia di Wegener, oggi nota come granulomatosi. Il film afferma però erroneamente che aveva 35 anni al momento della morte. In realtà ne aveva 29 quando è morta.

Alan Ritchson in Il miracolo di Sharon (2024)
Alan Ritchson in Il miracolo di Sharon. Foto di © Lionsgate

Quando Sharon Stevens Evans, una parrucchiera locale, lesse sul giornale della situazione degli Schmitt, lanciò una raccolta di fondi per aiutare la famiglia. Secondo il Courier Journal, raccolse persino i fondi per far volare Michelle in aereo privato da Louisville a un ospedale pediatrico di Omaha, in Nebraska, dove avrebbe ricevuto il suo nuovo fegato non appena fosse stato disponibile un organo donato. Riguardo al suo lavoro di parrucchiera, il film aggiunge il personaggio di Rose.

In Il miracolo di Sharon, Rose tiene d’occhio Sharon e le impedisce di ricadere nella sua dipendenza dall’alcol (dipendenza che la vera Sharon non ha). Tuttavia, anche se è tra i protagonisti secondari del film, non è basata su una persona reale e ha fatto parte del film solo per migliorare lo sviluppo della storia e le dinamiche dei personaggi. Per quanto riguarda il modo in cui Sharon chiede aiuto per gli Schmitt, nel film la si vede chiamare una stazione televisiva per informare la comunità di ciò che la famiglia sta passando. Nella vita reale, invece, la Stevens aveva contattato una stazione radio, Newsradio 840 WHAS, dove aveva spiegato le condizioni della famiglia e il bisogno di aiuto della comunità.

Come mostrato nel film, la storia vera conferma che l’intervento di trapianto di fegato di Michelle Schmitt era previsto a Omaha, in Nebraska. È inoltre vero che la famiglia aveva solo una manciata di ore per portare Michelle in ospedale affinché l’organo fosse ancora utilizzabile. Quando la nonna di Michelle, Barbara Schmitt, ha risposto alla chiamata per il trapianto alle 9 del mattino di un giorno di gennaio del 1994, le è stato detto che un fegato avrebbe atteso Michelle entro il tramonto. Per avere le migliori probabilità di successo, dovevano arrivare all’ospedale di Omaha entro le 18.00 e al massimo le 19.00.

La notizia è però arrivata nel momento più difficile che si potesse immaginare. Louisville era infatti appena stata colpita da una storica tempesta di neve, con strade chiuse e il percorso per l’aeroporto bloccato, il che rendeva apparentemente impossibile spostarsi. Nel film, a Ed Schmitt viene detto che “Michelle dovrà volare per 700 miglia fino all’ospedale pediatrico”. Per amore della precisione, un calcolo ha rivelato che la distanza in auto è di circa 693 miglia (10 ore e 40 minuti). Tuttavia, la distanza in aereo tra Louisville, Kentucky e Omaha, Nebraska, è di 582 miglia (1 ora e 40 minuti).

Emily Mitchell in Il miracolo di Sharon (2024)
Emily Mitchell in Il miracolo di Sharon. Foto di © Lionsgate

Per risolvere la situazione, i membri della comunità, sentito l’appello via radio di Sharon, si sono precipitati al parcheggio della chiesa pronti per spalare la neve. Si affrettarono a liberare uno spazio di atterraggio per l’elicottero, come si vede in una foto dell’articolo del Courier Journal del 1994 sulla storia degli Schmitt. Michelle fu poi trasportata con successo a Omaha e ricevette il trapianto. Questo commovente episodi di solidarietà e aiuto reciproco è realmente avvenuto, l’unica differenza è che nella realtà si è svolto di giorno e non di notte. Un cambiamento adoperato dagli autori del film per conferire ulteriore drammaticità al momento.

Per quanto riguarda il donatore, questo è Brian Friesen, un bambino di 7 anni deceduto per un aneurisma cerebrale un giorno prima che il padre di Michelle Schmitt ricevesse la telefonata sulla disponibilità di un trapianto di fegato. Friesen è così diventato il donatore della bambina, permettendole di avere una seconda possibilità di vivere la sua vita. Secondo quanto riportato, gli Schmitt hanno persino incontrato i genitori di Brian dopo l’intervento chirurgico di Michelle e hanno mantenuto un rapporto stretto con loro.

Dopo il trapianto di fegato, sia Michelle che sua sorella hanno dovuto sottoporsi a controlli regolari e assumere quotidianamente diversi farmaci. Questo ha finito per compromettere la salute dei loro reni, che sono stati trapiantati nel 2011. Questa volta la donatrice di Michelle è stata la sua migliore amica, Crystal. Negli anni successivi, Michelle si è sposata e ha iniziato a lavorare all’Università di Louisville con un impiego in campo medico, a contatto con i bambini.

Sfortunatamente, all’età di 31 anni, Michelle Schmitt è morta per un aneurisma allo stomaco. Poiché le riprese di Il miracolo di Sharon erano iniziate nel 2021, la Schmitt era a conoscenza del film e, come ha rivelato la sorella, le sarebbe piaciuto sapere che “avrebbe potuto aiutare a salvare la vita di qualcuno portando l’attenzione sulla missione della donazione di organi”. Spiegando come la sorella avrebbe apprezzato gli sforzi compiuti per portare la sua storia sul grande schermo, Ashley Schmitt ha anche aggiunto che “Michelle sarebbe stata onorata da questo film e dalla consapevolezza che la sua storia contribuirà a suscitare”.

The Bouncer – L’infiltrato: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Il film del 2018 The Bouncer – L’infiltrato (il cui titolo originale è Lukas) è un thriller d’azione franco-belga diretto da Julien Leclercq, noto per il suo stile sobrio e realistico in pellicole come L’assalto e La terra e il sangue. Il film, prima di tutto, segna un deciso ritorno al genere per Jean-Claude Van Damme, che si confronta qui con un personaggio tormentato e silenzioso, lontano dai ruoli ipercinetici che lo hanno reso celebre negli anni in film come Lionheart – Scommessa vincente, The Replicant e The Order. In questa pellicola, Van Damme veste i panni di Lukas, un buttafuori di Bruxelles con un passato oscuro e una figlia da proteggere, immerso in un mondo criminale dove la sopravvivenza richiede compromessi morali.

La narrazione si sviluppa dunque a partire da un’atmosfera cupa e realistica, dove l’azione è dosata con attenzione e la tensione cresce progressivamente. Lukas, dopo essere stato licenziato per un incidente sul lavoro, viene costretto dalla polizia a infiltrarsi in un’organizzazione criminale per evitare di perdere la custodia della figlia. Il film esplora quindi temi come la paternità, la redenzione e la lotta interiore tra giustizia e vendetta, offrendo una performance intensa e misurata di Van Damme, che dimostra una notevole profondità emotiva.  

Jean-Claude Van Damme e Kevin Janssens in The Bouncer - L'infiltrato
Jean-Claude Van Damme e Kevin Janssens in The Bouncer – L’infiltrato. Foto di © LABYRINTHE FILMS, ATCHAFALAYA FILMS, UMEDIA

La trama e il cast di The Bouncer – L’infiltrato

Lukas è un ex agente di sicurezza che lavora come buttafuori in un nightclub di Bruxelles. Dopo un alterco con un cliente influente, viene licenziato e si ritrova senza mezzi per sostenere la figlia Sarah. Accetta quindi un lavoro come guardia del corpo in uno strip club gestito da Jan Dekkers, un criminale coinvolto in attività illecite. La polizia, rappresentata da Maxim Zeroual, lo costringe poi a infiltrarsi nell’organizzazione di Jan per raccogliere prove, minacciando di togliergli la custodia della figlia. Lukas si ritrova così intrappolato tra il dovere di padre e le pericolose dinamiche del mondo criminale.

Durante la sua missione, Lukas incontra Lisa Zaccherini, una donna con un passato da falsaria, che diventa una pedina fondamentale nel piano per incastrare Jan. La relazione tra lei e Lukas si sviluppa quindi in un contesto di diffidenza e necessità, mentre entrambi cercano una via d’uscita dal mondo in cui sono intrappolati. La tensione, ovviamente, crescerà man mano che Lukas si avvicina al cuore dell’organizzazione criminale, mettendo a rischio la propria vita e quella delle persone a cui tiene.

Oltre a Jean-Claude Van Damme nel ruolo di Lukas, il cast include anche Sveva Alviti nel ruolo di Lisa Zaccherini, una donna coinvolta nel mondo del crimine che diventa un’alleata riluttante di Lukas; Sami Bouajila nel ruolo di Maxim Zeroual, l’agente di polizia che manipola Lukas per i propri fini; Alice Verset in quello di Sarah, la figlia di Lukas; Sam Louwyck nel ruolo di Jan Dekkers, il boss criminale; Kevin Janssens in quello di Geert, un membro della gang; e Kaaris in quello di Omar, un amico fidato di Lukas.

Sveva Alviti in The Bouncer - L'infiltrato
Sveva Alviti in The Bouncer – L’infiltrato. Foto di © LABYRINTHE FILMS, ATCHAFALAYA FILMS, UMEDIA

La spiegazione del finale del film

Nel climax del film, Lukas convince Lisa a collaborare con le autorità per incastrare Jan. I due si recano allora in una fattoria per stampare banconote false, attirando così l’attenzione della polizia. Durante il raid, Lukas rivela finalmente la sua vera identità a Jan che, furioso per quello che ritiene essere un tradimento in piena regola, reagisce sparandogli. A quel punto, però, Maxim, invece di arrestare Jan, lo uccide sangue freddo insieme a Lisa, rivelando così la sua corruzione e le sue vere intenzioni, ovvero appropriarsi del denaro contraffatto.

Tuttavia, Lukas è sopravvissuto all’attacco e prontamente affronta Maxim in uno scontro finale. Nonostante le ferite, alla fine riesce a disarmare e uccidere il poliziotto, eliminando anche gli altri membri corrotti dell’unità. Il film si conclude così con Lukas che, gravemente ferito, chiama la figlia, simbolo della sua redenzione e del desiderio di ricostruire una vita lontano dal crimine.Ora che Jan è morto e lo sono anche i poliziotti che lo tenevano sotto scacco, può davvero ambire a riconquistare quella libertà.

Il finale di The Bouncer – L’infiltrato sottolinea dunque la trasformazione di Lukas da uomo spezzato nell’animo a padre determinato a proteggere la figlia a ogni costo. La sua lotta contro la corruzione e il crimine rappresenta una vera e propria metafora della ricerca di giustizia in un mondo dove le linee tra bene e male sono spesso sfumate. Coinvolto in questa vicenda più grande e intricata del previsto, Lukas sceglierà di fare la cosa giusta, sempre tenendo a mente la figlia come sua linea guida verso il bene.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Bouncer – L’infiltrato grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 19 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Clifford – Il grande cane rosso: tutto quello che c’è da sapere sul film

Il cane è il migliore amico dell’uomo e il cinema lo ha dimostrato in innumerevoli occasioni. I film sui cani sono infatti tanti e di vario genere, da quelli più struggenti fino a quelli fruibili da grandi e piccoli. Tutti, però, offrono sempre lo stesso messaggio: queste meravigliose creature (come tutti gli animali, d’altronde) sono capaci di offrire amore senza limiti né condizioni. Un film che di recente ha riproposto questo tema è Clifford – Il grande cane rosso, uscito nel 2021 per la regia di Walt Becker, noto per commedie come Svalvolati on the Road e Alvin Superstar – Nessuno ci può fermare.

Il film si basa su una sceneggiatura scritta da Jay Scherick & David Ronn e Blaise Hemingway e su una storia di Justin Malen ed Ellen Rapoport. La fonte originaria della storia, però, è l’omonima serie di libri illustrati per ragazzi scritta da Norman Bridwell tra il 1963 e il 2015. Da tempo si cercava di portare al cinema questo amabile personaggio con un film che coniugasse riprese live-action ed elementi in CGI. A Clifford erano infatti state dedicate fino ad oggi solo delle serie animate e un film era da sempre nelle speranze dei tanti appassionati lettori delle avventure di questo enorme e simpatico cagnolone.

La particolarità di questo Clifford cinematografico, rispetto alle altre versioni precedentemente realizzate, è il suo essere privo di parola. Una scelta fatta per far apparire più realistico un personaggio già di per sé estremamente fuori dalla norma. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Clifford – Il Grande Cane Rosso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Cliffor - Il grande cane rosso libro

Clifford – Il grande cane rosso: il libro e altre curiosità sul cane protagonista

Norman Bridwell non immaginava che una delle sue illustrazioni, raffigurante una bambina con un segugio delle dimensioni di un cavallo, potesse essere il principio di una storia più ampia. Ma è ciò che è successo quando un editore della Harper & Row gli consigliò di scrivere una storia a partire da uno dei suoi bozzetti. Dopo aver scelto appunta quella poc’anzi descritta, Bridwell ideò così Clifford, nome che prese dall’amico immaginario d’infanzia di sua moglie. Nel tempo, egli ha realizzato 80 libri su questo cagnolone di razza Labrador retriever, a cui sono poi state dedicate anche 2 serie televisive, videogiochi e, ora, questo film.

La trama e il cast di Clifford – Il grande cane rosso

La piccola Emily Elizabeth riceve come regalo da uno stravagante e magico signore un piccolo cucciolo di cane rosso, che immediatamente conquista il suo cuore. Ma Emily non avrebbe mai pensato che il cucciolo Clifford, al suo risveglio, si potesse trasformare in un gigantesco cane da caccia di oltre tre metri, capace di mettere a soqquadro il suo piccolo appartamento di New York. Mentre sua mamma è fuori città per lavoro, Emily e il suo divertente ma impulsivo zio Casey si troveranno ad affrontare una gigantesca avventura in giro per la Grande Mela.

Ad interpretare Emily vi è l’attrice Darby Camp, nota per aver recitato serie televisiva Big Little Lies – Piccole grandi bugie e nel film Qualcuno salvi il Natale. L’attore comico Jake Whitehall, invece, ricopre il ruolo dello zio di Emily, Casey, mentre Tony Hale è Zac Tieran, proprietario di Lyfegro, una società di genetica che vuole Clifford. Completano poi il cast Sienna Guillory nel ruolo di Maggie Howard, madre di Emily, Izaac Wang in quello di di Owen Yu, migliore amico di Emily e John Cleese nel ruolo di Mr. Bridwell, il magico soccorritore di animali che affida Clifford a Emily. Prende il nome dal creatore del personaggio di Clifford, Norman Bridwell.

Cliffor - Il grande cane rosso come finisce

Come finisce il film? Ci sarà un sequel?

Nel finale del film, dopo che Zac Tieran, proprietario della società di biotecnologie Lyfegro è entrato in possesso di Clifford con l’intenzione di condurre su di lui degli esperimenti, Emily e Casey riescono ad introdursi nel quartier generale dell’azienda e a liberare Clifford, che poi fugge per la città con Emily in groppa. Insieme ritrovano Bridwell, che però le dice che non può far tornare Clifford piccolo, perché è stato il suo amore a renderlo grande. Le consiglia quindi di difendere Clifford e sé stessa, perché essere diversi è un dono. Emily fa allora in modo di tenere con sé il grande cane rosso, a cui tutta New York dona una cuccia adeguata alla sua stazza.

Dopo il successo ottenuto in streaming, per Clifford – il grande cane rosso è ufficialmente in fase di sviluppo un sequel. La Paramount ha infatti annunciato, nel novembre del 2021, che è in sviluppo un secondo film dedicato al personaggio e alle sue avventure. Tuttavia, lo studio non ha fornito ulteriori dettagli a riguardo e non è pertanto chiaro quando e come il film verrà distribuito e se la Paramount intende seguire la stessa formula di distribuzione ibrida riservata al primo film. Ad oggi ancora non si hanno novità in merito a questo sequel e non è dunque noto a che punto siano i lavori su di esso.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Clifford – Il grande cane rosso grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 19 aprile alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

The Mandalorian & Grogu: Sigourney Weaver rivela qualcosa in più sul suo personaggio

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Dopo il panel della Star Wars Celebration 2025 su The Mandalorian & Grogu, uno dei film di Star Wars più attesi del prossimo anno, l’attrice Sigourney Weaver ha fornito nuove informazioni sul suo personaggio, attualmente senza nome, nel fil di Star Wars. Nel corso di un’intervista a IGN, l’attrice ha affermato: “Beh, indossava un’uniforme da pilota ribelle, ed è così che è venuta fuori. E ora, naturalmente, è ancora un pilota ed è una delle persone che lavorano per proteggere la Nuova Repubblica. In realtà si trova nell’Orlo Esterno, dove ci sono le vestigia dell’Impero, quindi ha bisogno di qualcuno come il Mandaloriano e del suo fedele compagno“.

Più avanti nell’intervista, la Weaver ha aggiunto: “Mi sento come se Grogu stesse passando da una piccola creatura che impara a qualcuno che ha delle vere capacità. E in effetti ora è l’apprendista, e mi è sembrato di vedere una grande differenza tra questo aspetto nella serie“. Mentre la storia di The Mandalorian & Grogu e il ruolo di Weaver nel film (come è ovvio) rimangono al momento strettamente nascosti, questi commenti dell’attrice hanno alcune affascinanti implicazioni per questo nuovo personaggio di Star Wars. Non resta dunque che attendere di poter scoprire qualcosa in più su di esso e il suo ruolo nel film.

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The Mandalorian & Grogu, tutto quello che sappiamo sul film

Jon Favreau sta producendo e dirigendo il film insieme alla presidente della Lucasfilm Kathleen KennedyDave Filoni, CCO della Lucasfilm ed ex direttore supervisore dell’amata serie animata Star Wars: The Clone Wars. “Ho amato raccontare storie ambientate nel ricco mondo creato da George Lucas”, ha detto in precedenza Favreau. “La prospettiva di portare il mandaloriano e il suo apprendista Grogu sul grande schermo è estremamente emozionante”.

La serie di tre stagioni The Mandalorian è stata generalmente ben accolta da fan e critici. Una quarta stagione è già in fase di sviluppo presso Lucasfilm, con l’obiettivo di riallacciarsi agli eventi di Ahsoka e di altri show Disney+ di Star Wars.

Si sa molto poco del film, incluso il suo posizionamento nella cronologia di The Mandalorian e chi altro dovrebbe recitare oltre a Pedro Pascal. Sappiamo che star di Alien Sigourney Weaver sarà nel film, anche se i dettagli sul suo personaggio sono ancora segreti, mentre Jeremy Allen White di The Bear è stato recentemente scritturato per interpretare il “buffo” Rotta the Hutt.

I dettagli sulla trama di The Mandalorian & Grogu sono stati difficili da ottenere, quindi il casting di Jeremy Allen White come figlio di Jabba fornisce il primo vero assaggio di ciò che potrebbe essere in serbo per il cacciatore di taglie titolare e il suo adorabile figlio adottivo.

La serie Disney+ The Mandalorian è ambientata negli anni successivi agli eventi di Star Wars: Il ritorno dello Jedi del 1983, in cui la Principessa Leia (Carrie Fisher) strangola a morte Jabba. La recente serie spin-off The Book of Boba Fett ha rivelato che l’assenza di Jabba ha lasciato un vuoto di potere tra i boss del crimine organizzato su Tatooine; due cugini di Jabba si giocano il suo territorio, ma vengono sconfitti da Boba Fett (Temuera Morrison), che prende il sopravvento. Sembra probabile che, con il figlio di Jabba in qualche modo coinvolto nel nuovo film, anche Boba Fett e il suo vice Fennec Shand (Ming-Na Wen) saranno coinvolti.

The Mandalorian & Grogu uscirà nelle sale il 22 maggio 2026.

Ahsoka Stagione 2: una conferma e una grande novità per il cast!

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Ahsoka Stagione 2: una conferma e una grande novità per il cast!

È passato un sacco di tempo dal finale della prima stagione di Ahsoka: un anno e sette mesi. Ma dal panel dedicato nel corso della Star Wars Celebration di Tokyo sono emerse due anticipazioni sulla seconda stagione, la cuirealizzazione entrerà in produzione la prossima settimana. Innanzitutto, Hayden Christensen tornerà nei panni di Anakin Skywalker: il che è assolutamente sensato. Anakin è il Maestro Jedi di Ahsoka e i due hanno una relazione molto complessa. Ma altre novità: l’attore de Il Trono di Spade Rory McCann interpreterà il malvagio Jedi Baylan Skol dopo la morte di Ray Stevenson.

Inoltre, l’Ammiraglio Ackbar tornerà, e non è una trappola. “Si scontrerà con Thrawn“, ha promesso il creatore di Ahsoka, Dave Filoni. “Mi ci è voluto tutto lo sforzo per resistere alla tentazione di scrivere la battuta: ‘È una trappola!’ Perché pensavo, non posso farlo, sarebbe così noioso. Perché questo tizio non può sempre cadere in trappole. Ci si aspetterebbe che questa volta se ne accorgesse”, ha scherzato Filoni.

Stevenson è morto nel maggio 2023, prima del debutto della prima stagione di Ahsoka. Ha interpretato un antagonista chiave e nefasto che si scontra con Ahsoka interpretata da Rosario Dawson. Filoni si è emozionato ricordando Stevenson. “La seconda stagione è stata prevedibilmente una grande sfida a causa della perdita di Ray”, ha detto Filoni. “Conoscevo Ray perché lavoravo con lui al doppiaggio“, ha detto, “È stata una sfida per me considerare di continuare per un po’. Ma ho un meraviglioso gruppo di supporto in Jon (Favreau) e Rosario (Dawson)“.

Anche Favreau, Dawson e Christensen erano sul palco a Tokyo con Filoni. “Ho trovato un modo per entrare: avevo Ray in testa. Sono grato per tutte le mie conversazioni con lui su Baylan. Quindi, ho capito cosa fare, ci è voluto solo un po’ per arrivarci. Ora sono molto fiducioso che Ray sarebbe contento della direzione che abbiamo scelto”, ha aggiunto Filoni, che ha preso la decisione di concerto con la famiglia del defunto attore.

“Il personaggio è pensato per essere un parallelo ad Ahsoka sotto ogni aspetto. Se c’è una luce, c’è anche un’oscurità, e Baylan rappresenta un percorso diverso per un Jedi, così come tu (Rosario) rappresenti qualcuno che ha abbandonato l’ordine (Jedi), come lui. È un parallelo che deve continuare”, ha detto Filoni.

In occasione della première di Star Wars: Skeleton Crew, tenutasi a Disneyland all’inizio del mese, lo showrunner Dave Filoni aveva condiviso un aggiornamento entusiasmante sullo stato di avanzamento della seconda stagione di Ahsoka. “Sono molto impegnato anche in quella. L’ho scritta, e sono ancora l’unico sceneggiatore, e quindi mi sto divertendo a farlo, ma è una sfida, naturalmente, e lavorare su alcuni di questi archi è stata una sfida e assicurarsi che tutto questo venga fuori in un modo che penso sia eccitante per i fan”, ha detto.

Daredevil: Rinascita Stagione 2, lo showrunner anticipa altri supereroi… tornano i Difensori?

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La prima stagione di Daredevil: Rinascita si è conclusa questa settimana con un finale ricco d’azione che ha preparato il terreno per la seconda stagione, attualmente in fase di ripresa. Seguono spoiler su “Dritto all’inferno“.

Dopo aver capito che gli servirà “un esercito” per affrontare il sindaco Wilson Fisk e le sue forze, Matt Murdock raduna i pochi alleati che ha al Josie’s Bar per pianificare la loro prossima mossa. È giusto dire che la squadra dell’Uomo senza paura è ancora un po’ in inferiorità numerica, ma abbiamo sentito voci su alcuni vecchi amici che si uniranno alla difesa della città nella seconda stagione.

Durante un’intervista con EW, allo showrunner Dario Scardapane è stato chiesto delle probabilità di vedere Jessica Jones, Luke Cage e/o Danny Rand nella seconda stagione. Non ha confermato nulla, ma ha lasciato intendere che Daredevil sarà affiancato da altri “supereroi” nella sua battaglia contro Kingpin.

Senza rivelare troppo… quando lavori in quello che definirei l’angolo di Hell’s Kitchen del MCU, quei personaggi iconici sono sempre nella tua mente. Il punto è che – e questo è un po’ difficile, sto cercando di infilare un ago nella piaga – vuoi introdurre persone, relazioni e figure del passato nella vita di Matt perché aiutano la storia, in particolare in una storia in cui Fisk ha preso il controllo della città. E c’è una resistenza e una ribellione, per così dire, che stanno emergendo. Quindi ci saranno persone, vigilanti, supereroi coinvolti. Devono esserci perché questo sta accadendo alla loro città. Detto questo, vuoi anche creare una storia completamente organica per questo. Quindi chi entra e perché deve essere al di là di qualsiasi cosa si sia meritata. Quindi la risposta più semplice alla tua domanda è: sì, quei personaggi che hai appena elencato sono assolutamente nella mia testa e nella testa di tutti mentre lavoriamo. Come questo si manifesti sarà molto complicato dal punto di vista della scrittura, ma anche un segreto piuttosto gelosamente custodito a questo punto. Quindi sono volutamente cauto, ma dico anche ‘Certo che sì!’, perché è qualcosa a cui stiamo pensando.

Spider-Man potrebbe essere uno di questi eroi? È improbabile, vista l’attuale situazione dei diritti, e Scardapane non sembra troppo ottimista. “È buffo, però, perché questo fa parte del lavoro in qualcosa di così grande come l’MCU. Abbiamo il nostro piccolo angolo che è Hell’s Kitchen, un po’ in centro rispetto all’Avengers Tower. Restiamo nel nostro quartiere finché qualcuno non dice: ‘Ehi, che ne dici di…?!’. Quando persone in alto, o personaggi di altre serie o personaggi di altri film, sono interessati al nostro mondo, riceviamo qualcosa tipo: ‘Cosa ne pensi di…?’. E non ho ancora ricevuto nulla del genere su Spider-Man.”

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita è su Disney+.

Memory: la spiegazione del finale del film

Memory: la spiegazione del finale del film

Il regista Martin Campbell propone con Memory (qui la recensione) un film ricco d’azione, ma anche cupo e drammatico in quanto affronta temi delicati come il traffico di esseri umani, la corruzione sistemica e la vendetta, arricchiti da una riflessione amara sul declino mentale e sull’identità. Interpretato da Liam Neeson, il film presenta quindi una moltitudine di punti di vista e storie che si intrecciano tra loro, fornendo così un ritratto variegato delle tematiche trattate. In questo articolo, esploriamo proprio il significato del finale del film.

La trama di Memory

Nel corso del film, Alex Lewis (Liam Neeson) è incaricato di uccidere due persone: uno è un imprenditore corrotto coinvolto nel traffico sessuale; l’altro, a sua insaputa, è una giovane ragazza di nome Beatriz Leon, adolescente vittima dello stesso racket. Quando Alex scopre che Beatriz è solo una ragazza innocente, cambia radicalmente: si rifiuta di ucciderla, sfidando direttamente i suoi mandanti e, di fatto, firmando la propria condanna a morte. Questo gesto sancisce la sua ribellione morale e l’inizio di un percorso personale di espiazione.Ma la redenzione arriva troppo tardi: Beatriz viene comunque uccisa.

Alex, devastato, decide allora di vendicarsi eliminando i responsabili, tra cui il suo ex-alleato Mauricio. È in questo momento che Memory si trasforma da un action-thriller a una parabola cupa sulla giustizia personale. Tutti gli indizi portano inoltre ad un’unica figura chiave: Davana Sealman (Monica Bellucci), una potente e ricca immobiliarista del Texas, madre di Randy Sealman, uomo coinvolto nel traffico e nello stupro di Beatriz. Davana è la mente dietro il tentativo di insabbiamento: ha ordinato l’uccisione della ragazza per proteggere suo figlio, e ora è pronta a tutto pur di cancellare le prove rimaste.

Memory film 2022

La spiegazione del finale

Alex, pur se debilitato dalla malattia e da una ferita da arma da fuoco, riesce a farsi strada tra le sue guardie e a raggiungerla. Ma quando ha finalmente Davana nel mirino, non preme il grilletto. È un momento significativo: Alex non è un assassino cieco. In lui, malgrado tutto, resta un residuo di umanità e lucidità morale. Nonostante abbia vissuto una vita nell’ombra, conserva un codice etico. Viene quindi arrestato dalla polizia di El Paso. Vincent Serra (Guy Pearce), l’agente dell’FBI che segue l’indagine, insiste per ottenere il suo trasferimento in custodia federale, temendo che la malattia e la debolezza fisica possano portare alla sua morte prima di ottenere una confessione o la verità completa.

Il titolo Memory assume a questo punto un significato sempre più tragico. Alex afferma di avere le prove che possono inchiodare Davana: una chiavetta USB contenente documenti riservati che ha nascosto da qualche parte. Il problema è che non ricorda dove. Il suo Alzheimer sta progredendo rapidamente. In ospedale, sotto vigilanza, diventa il bersaglio finale di Davana, che corrompe un medico per iniettargli una sostanza letale e metterlo a tacere. Nel momento cruciale, però, Alex riesce a sopraffare il medico e a usarlo come scudo per fuggire.

Con uno stratagemma ingegnoso, riesce a far credere agli agenti dell’FBI di avere un ostaggio: quando aprono il fuoco, colpiscono l’uomo sbagliato. A bordo dell’auto di Vincent, in un attimo di lucidità, Alex balbetta un frammento di ricordo legato alla panetteria del padre e alla scritta sull’insegna. Quel dettaglio porta Vincent a scoprire dove Alex aveva nascosto la chiavetta. È un momento toccante, malinconico e carico di significato. Il killer ormai morente ha giocato la sua ultima carta, affidando a chi lo ha inseguito per tutto il film la possibilità di far luce sulla verità. La sua memoria – fragile, spezzata, inaffidabile – diventa l’ultimo barlume di giustizia possibile.

Guy Pearce in Memory

Se Alex ha cercato redenzione, Hugo Marquez – l’agente messicano sospeso da Serra nel corso del film – incarna il volto della vendetta fredda e sistematica. Rappresenta quella parte del sistema che, privata degli strumenti ufficiali della giustizia, si sporca le mani pur di ottenere un risultato. Marquez, accompagnato da Linda Amistead, agente dell’FBI, sviluppa nel corso del film un legame sempre più stretto con Beatriz, diventando una sorta di figura paterna o protettiva. Quando lei muore, qualcosa si spezza anche in lui. Con la legge incapace di colpire Davana, Hugo decide dunque di agire per conto proprio.

Mentre Linda distrae Vincent, portandolo a bere dopo l’ennesima frustrazione con il procuratore distrettuale (che si rifiuta di usare le prove recuperate ritenendole insoddisfacenti), Hugo si introduce nella residenza di Davana, vestito di nero, e la uccide tagliandole la gola. La notizia della morte di Davana arriva in TV, come un fulmine. Vincent e Linda capiscono, ma non possono (o non vogliono) fare nulla. Linda recita la preghiera di Santa Ines, che Hugo le aveva insegnato, come un atto di giustizia simbolica. Vincent, a sua volta, comprende che quella morte non è ufficialmente attribuibile a nessuno. Forse anche lui ha ormai superato il confine tra legalità e complicità.

Nessuno esce quindi davvero vincitore da questo finale. Alex è morto, consumato dalla sua mente che si sgretola e da una vita spesa nella violenza. Hugo ha ottenuto vendetta, ma non giustizia nel senso tradizionale: ha dovuto uccidere nell’ombra, diventando ciò che combatteva. Vincent e Linda si trovano a metà tra due mondi: fedeli alla legge, ma ormai consapevoli che a volte la legge non basta. Il film lascia quindi emergere una riflessione lucida e crudele: in un sistema dove il potere protegge i colpevoli e sacrifica le vittime, la vera giustizia può sopravvivere solo in forme distorte, personali, ai margini della legalità.

The Chronicles of Riddick: la spiegazione del finale del film con Vin Diesel

The Chronicles of Riddick (qui la recensione) è il secondo capitolo della saga iniziata con Pitch Black (2000) e rappresenta un’espansione ambiziosa dell’universo narrativo costruito attorno alla figura enigmatica di Richard B. Riddick, l’antieroe solitario interpretato da Vin Diesel, feroce e sopravvissuto a un passato oscuro. Se il primo film era un survival horror spaziale, questo sequel si configura invece come uno sci-fi epico che mescola mitologia spaziale, estetica dark-fantasy e dinamiche politiche imperiali. Il finale del film, cupo e sorprendente, cambia però completamente lo statuto del personaggio principale e apre una nuova dimensione narrativa e tematica che merita di essere analizzata in profondità.

La trama di The Chronicles of Riddick

Il film si apre con una minaccia cosmica: i Necromonger, un esercito oscuro e fanatico che viaggia da un pianeta all’altro convertendo o sterminando ogni civiltà che incontra, sono arrivati a Helion Prime, un mondo civilizzato e illuminato. Riddick, braccato da mercenari, scopre di essere l’ultimo sopravvissuto della razza dei Furian, un popolo guerriero che il Lord Marshal dei Necromonger ha tentato di sterminare decenni prima perché temeva una profezia: un Furian avrebbe causato la sua caduta. Il viaggio di Riddick in questo film è quindi doppio: da un lato, fugge come sempre da chi lo vuole morto; dall’altro, è costretto ad affrontare il proprio destino, scritto nelle stelle o nel sangue.

La spiegazione del finale

Nel terzo atto del film, Riddick riesce quindi a infiltrarsi all’interno della nave ammiraglia dei Necromonger, la Basilica, per affrontare il Lord Marshal (Colm Feore), un essere semi-divino che ha la capacità di separare la propria anima dal corpo e muoversi a velocità ultraterrene. Riddick è motivato dalla vendetta, ma anche da un senso crescente di responsabilità, soprattutto dopo la morte di Kyra (Alexa Davalos), l’unica persona che rappresentava un legame emotivo con il suo passato. Kyra, precedentemente nota come Jack in Pitch Black, è qui diventata una guerriera prigioniera dei Necromonger, e muore nel tentativo di ribellarsi al loro giogo.

Vin Diesel e Alexa Davalos in The Chronicles of Riddick
Vin Diesel e Alexa Davalos in The Chronicles of Riddick © 2003 Universal Studios. All rights reserved.

La sua morte segna dunque una svolta interiore in Riddick, che fino a quel momento aveva mantenuto un atteggiamento distaccato e cinico verso la causa più ampia del conflitto. La battaglia tra Riddick e il Lord Marshal è quindi uno scontro fisico e simbolico tra due visioni opposte del potere: il totalitarismo misticizzato dei Necromonger contro l’individualismo anarchico di Riddick. Nel corso dello scontro, Riddick riesce a colpire il Lord Marshal solo grazie all’intervento di Vaako (Karl Urban), il comandante dell’esercito necromonger, che vede l’occasione di avanzare nella gerarchia se il suo signore muore. Il colpo di grazia lo infligge però Riddick, trafiggendo il Lord Marshal con due lame.

A quel punto, accade qualcosa di inatteso: i Necromonger, fedeli al loro codice gerarchico religioso, si inginocchiano tutti davanti a lui. Una delle regole sacre del loro ordine è: “Tieni ciò che uccidi”. Riddick ha ucciso il loro leader ed è dunque lui il nuovo Lord Marshal. Il momento in cui Riddick siede sul trono del Lord Marshal è però un momento del tutto privo di gioia. L’antieroe solitario è infatti stato ricompensato con ciò che ha sempre disprezzato. È un vincitore suo malgrado, che porta il peso di un potere che non ha chiesto, ma che il destino gli ha imposto.

Uno dei temi centrali del film, e che trova compimento nel finale, è infatti il conflitto tra destino e autodeterminazione. Riddick ha passato la vita a rifiutare ogni tipo di autorità, affermando solo la propria volontà e il proprio istinto di sopravvivenza. Ma la profezia Furian lo insegue, e alla fine si compie: lui è l’unico in grado di uccidere il Lord Marshal. Il paradosso è che proprio nel tentativo di evitare il destino, Riddick lo compie (esattamente come accade ad Edipo nella celebre tragedia greca). Questo porta a una domanda centrale: siamo padroni del nostro cammino o solo strumenti di qualcosa di più grande?

Judi Dench e Colm Feore in The Chronicles of Riddick
Judi Dench e Colm Feore in The Chronicles of Riddick © 2003 Universal Studios. All rights reserved.

Il finale di The Chronicles of Riddick è dunque un ribaltamento potente e malinconico del classico schema narrativo dell’eroe. Invece di essere premiato con la pace, l’amore o la libertà, Riddick viene incoronato re di un impero che rappresenta tutto ciò che ha sempre combattuto. L’ultimo Furian diventa il nuovo Lord Marshal non per ambizione, ma per destino. E così, l’uomo che ha sempre camminato da solo nell’ombra si trova sotto i riflettori, prigioniero di un ruolo che non ha chiesto. Un finale che trasforma un film d’azione fantascientifico in una tragedia filosofica travestita da epopea. Un trono guadagnato con il sangue, ma intriso di solitudine. Un potere assoluto, ma profondamente vuoto.

Ad ogni modo, il finale non chiude la storia di Riddick, ma la rilancia su un piano nuovo. L’ascesa al potere è solo l’inizio di un nuovo conflitto: cosa farà ora? Governerà? Distruggerà? Cercherà di cambiare i Necromonger dall’interno o li abbandonerà? Questo interrogativo viene esplorato solo parzialmente nel film successivo, Riddick (2013), dove il protagonista viene tradito dalla flotta dei Necromonger e lasciato a morire su un pianeta, solo per poi dar vita ad un racconto che si muove verso altre direzioni. Pertanto,  il finale del film del 2004 resta a suo modo autoconclusivo nella sua ambiguità. Al momento è in sviluppo anche un quarto film, Riddick: Furya, che potrebbe però riprendere il discorso sul destino del personaggio.

The Nightwatcher – Il vendicatore: tutte le curiosità sul film

The Nightwatcher – Il vendicatore: tutte le curiosità sul film

Il cinema, come noto, è pieno di supereroi e giustizieri privati. Oltre a quelli noti, il più dei quali provenienti dal cinema hollywoodiano, se ne possono ritrovare anche in cinematografie meno note (e per questo anche più interessanti). Personaggi che incarnano i valori delle rispettive culture, permettendo così di imbattersi in qualcosa di decisamente nuovo rispetto al solito. Un perfetto esempio a riguardo è il brasiliano The Nightwatcher – Il vendicatore (il cui titolo originale è O Doutrinador).

Diretto da Gustavo Bonafé e Fábio Mendonça, il film è ispirato all’omonima serie a fumetti brasiliana, creata da Luciano Cunha e pubblicata per la prima volta nel 2013. Parlando di giustizia e vendetta personale, in questo adattamento cinematografico, si riflettono i sentimenti di una nazione sfiduciata dalla corruzione dilagante all’interno della propria classe politica. Attraverso la trasformazione di Miguel in un giustiziere mascherato, la pellicola esplora infatti temi come la vendetta, la giustizia e la lotta contro il sistema corrotto.

La narrazione si sviluppa in un contesto urbano e violento, dove l’azione e l’adrenalina si mescolano a una critica sociale profonda. La performance di Kiko Pissolato nel ruolo di Miguel aggiunge intensità al personaggio, rendendo credibile la sua discesa nell’oscurità per combattere il male con il male. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Nightwatcher – Il vendicatore. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Samuel de Assis e Kiko Pissolato in The Nightwatcher - Il vendicatore
Samuel de Assis e Kiko Pissolato in The Nightwatcher – Il vendicatore

La trama e il cast di The Nightwatcher – Il vendicatore

Protagonista del film è Miguel Montessanti (Kiko Pissolato), agente delle forze speciali della polizia federale brasiliana. Miguel è tra i migliori della sua divisione, ultra qualificato e altamente addestrato, è incaricato di occuparsi di casi di corruzione all’interno del Governo.
Nel suo mirino c’è il potente governatore Sandro Corrêa (Eduardo Moscovis). Nonostante sia coinvolto in diversi scandali politici, l’uomo è sempre riuscito ad eludere la giustizia e ora si candida alla Presidenza della Repubblica. Un giorno, mentre Miguel si trova a una manifestazione con l’adorata figlia, la bambina viene colpita mortalmente da un proiettile vagante.

Quando il poliziotto scopre che dietro a quello sparo c’è la mano di Corrêa, la rabbia lo trasforma. Affamato di vendetta, l’uomo decide di farsi giustizia da solo. Il suo unico desiderio è quello di eliminare con le sue stesse mani tutti i politici e gli imprenditori corrotti che si arricchiscono alle spalle del popolo e che incolpa per la morte della figlia. Mascherato e armato fino ai denti, Miguel diventa “Il Vendicatore”, iniziando così la sua personale lotta contro i potenti criminali a capo della Nazione.

Eduardo Moscovis, Samuel de Assis e Kiko Pissolato in The Nightwatcher - Il vendicatore
Eduardo Moscovis, Samuel de Assis e Kiko Pissolato in The Nightwatcher – Il vendicatore

Il finale del film

Nel climax del film, Miguel, ormai completamente devoto al ruolo di Nightwatcher, affronta il governatore Sandro Corrêa, il principale antagonista e simbolo della corruzione politica. Dopo una serie di scontri violenti e inseguimenti, Miguel riesce a smascherare pubblicamente le attività illecite di Corrêa, portando alla sua caduta. Tuttavia, il finale lascia spazio a riflessioni sulla moralità delle azioni di Miguel e sulle conseguenze della giustizia fai-da-te. La pellicola si conclude infatti con Miguel che, pur avendo raggiunto il suo obiettivo, si rende conto del prezzo personale pagato e della sottile linea che separa il giustiziere dall’antieroe.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Nightwatcher – Il vendicatore grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 18 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Superman: un video BTS mostra nuovi dettagli sul film e i personaggi

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Il 2025 sarà uno degli anni più importanti nella storia mediatica dell’Uomo d’Acciaio: David Corenswet riporterà l’iconico eroe sul grande schermo quest’estate con Superman dei DC Studios. Mentre il film di James Gunn si sta avvicinando alla data di uscita, il marketing si sta espandendo e si stanno diffondendo altre immagini del film. Con la celebrazione del Superman Day il 18 aprile, i DC Studios hanno infatti partecipato all’evento globale condividendo un nuovo trailer BTS del film.

La featurette è incentrata su Gunn, il co-CEO dei DC Studios Peter Safran e diversi membri del cast di Superman che accompagnano i fan all’interno del nuovo film. La featurette di Superman mostra diversi attori e i co-CEO dei DC Studios che parlano di cosa significhi per loro l’Uomo d’Acciaio, e che anticipano l’era del nuovo franchise DCU. Oltre al primo sguardo completo ad Anthony Carrigan nei panni di Metamorpho, il video ci mostra il misterioso clone di Superman (che si pensa si chiami Ultraman) in azione.

Si vedono anche Lois Lane (Rachel Brosnahan) e Perry White (Wendell Pierce) all’interno del Daily Planet, Hawkgirl (Isabela Merced) in posa e l’Uomo d’Acciaio (David Corenswet) alle prese con varie sfide (alcune fuori campo). Abbiamo anche quello che sembra essere un primo sguardo a Lex Luthor con la sua armatura War Suit, accurata per i fumetti, anche se la distanza rende difficile dirlo con certezza. Ad ogni modo, ecco qui di seguuito il Behind The Scenes diffuso da DC Studios:

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Pedro Pascal svela l’ispirazione per l’elastitcità di Reed Richards

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Il nuovo trailer de I Fantastici Quattro: Gli Inizi ha finalmente mostrato Reed Richards (Pedro Pascal) mentre usa i suoi poteri, mettendo fine alle speculazioni sul fatto che le bizzarre abilità del personaggio potessero essere differenti per il reboot del MCU. Anche se questi poteri saranno ovviamente portati in vita tramite CGI, Pascal ha dovuto comunque recitare le scene prima dei VFX e l’attore ha ora rivelato la sua sorprendente ispirazione per le abilità elastiche di Mr. Fantastic.

Con Reed, il suo corpo può allungarsi, ma questo è un personaggio cerebrale”, ha detto l’attore a ComicCook.com durante la Star Wars Celebration. “Credo che lo svelerò completamente. Ho pensato alla genialità di una piovra. Non in modo letterale e tradotto in termini fisici, ma l’ho inserito nel mio subconscio. Già. Questa è la più grande rivelazione segreta del personaggio che vi ho dato”. Potrebbe non sembrare un granché come rivelazione, ma dà un’idea migliore di cosa aspettarci dalla rappresentazione dei poteri di Reed.

A Pascal è stato anche chiesto di confrontare le sfide fisiche di interpretare Reed Richards rispetto al suo personaggio di The Mandalorian & Grogu, Din Djarin. “È una domanda fantastica. Sai, con Din Djarin, c’è così tanta paternità fisica che è uno sforzo collettivo, con il mio lavoro, il lavoro di Brendan Wayne, il lavoro di Latif Crowder, altri corpi che sono entrati nell’armatura, ma principalmente, quei due ragazzi e io. Con Reed, per me è stata un’esperienza del tutto nuova”.

Quella di essere autore di qualcosa che è molto, molto familiare al mondo, con autori precedenti, una comprensione molto specifica delle pagine dei fumetti, e diverse evoluzioni e cose del genere. E poi qualcosa che è così indipendente nella sua identità per quanto riguarda la nostra versione. Per me, sapete, il suo corpo può anche allungarsi, ma questo è un personaggio cerebrale, ed è proprio la sua mente la cosa più importante per me”.

LEGGI ANCHE: I Fantastici Quattro: Gli Inizi, tutte le rivelazioni dal nuovo trailer!

Tutto quello che c’è da sapere su I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film I Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà I Fantastici Quattro: Gli Inizi, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre comparire alla fine del film.

iHostage: la storia vera dietro al film Netflix

iHostage: la storia vera dietro al film Netflix

Il 22 febbraio 2022 un uomo armato di 27 anni è entrato nell’Apple Store di Leidseplein, ad Amsterdam, e ha tenuto sotto tiro i presenti per quasi cinque ore. Ha chiesto 200 milioni di euro in criptovalute e un’uscita sicura dall’edificio, ma nulla è andato secondo i piani. Bobby Boermans, regista del nuovo thriller di Netflix dal titolo iHostage, viveva vicino al negozio e ricorda quella notte surreale. “Fortunatamente, situazioni di ostaggi come questa sono rare nei Paesi Bassi. È questo che ha reso bizzarro l’incidente. Un uomo, che chiedeva 200 milioni in criptovalute, ha scelto di prendere un ostaggio in pieno giorno in una delle piazze più frequentate di Amsterdam“, ha raccontato al TIME.

Boermans aveva appena finito di girare la serie thriller di Netflix L’ora d’oro, basata su un immaginario attacco terroristico ad Amsterdam, quando un vicino gli ha inviato un messaggio sulla crisi in corso. Poco dopo è passato di lì ed è rimasto colpito dal silenzio che regnava una volta che il caos si era dissolto. “Sono rimasti solo i fori di proiettile nel vetro. Quella strana giustapposizione mi è rimasta impressa. La calma surreale dopo la tempesta. Mi sono chiesto: cosa è successo in quelle cinque ore terrificanti? È a dir poco un miracolo che tutti gli ostaggi siano sopravvissuti“.

Naturalmente, c’è il peso simbolico dell’ambientazione stessa: un marchio globale come Apple, noto per i suoi spazi puliti e tranquilli. Un luogo di design elegante e di calma… è diventato la scena di qualcosa di veramente orribile dentro e fuori“. Queste domande persistenti hanno così portato a iHostage, in uscita il 18 aprile e ispirato agli eventi reali di quel giorno d’inverno di tre anni fa. In questo approfondimento, esploriamo quello che c’è da sapere sulla vera storia di questa crisi che ha sconvolto i Paesi Bassi e su come si è conclusa.

iHostage cast film
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Un uomo armato prende ostaggi all’interno dell’Apple Store

Intorno alle 17.30 ora locale, un uomo armato e vestito in tenuta mimetica è entrato nel negozio e ha preso in ostaggio un uomo bulgaro di 44 anni mentre altri clienti cercavano di nascondersi. Anche le persone ai piani superiori dell’edificio, dove l’Apple Store occupa il piano terra, sono rimaste intrappolate. La polizia è arrivata nel giro di 10 minuti ed è stata accolta da colpi di arma da fuoco, almeno quattro. Le autorità sospettavano che l’uomo trasportasse esplosivi e hanno rapidamente bloccato l’area. Forze speciali e ambulanze si sono riversate sulla scena e ai lavoratori dei negozi vicini è stato ordinato di ripararsi in loco.

Nelle ore successive, la polizia è riuscita a far evacuare circa 70 persone dall’edificio, comprese quelle nascoste all’interno del negozio. Nel film, Boermans ha scelto di seguire fedelmente la cronologia di quella notte, pur prendendosi qualche licenza drammatica. “Mentre lavoravamo alla sceneggiatura, ci siamo consapevolmente concentrati solo sulla notte degli ostaggi. Naturalmente, in ogni film è necessario condensare il tempo, ma la maggior parte delle vicende che si vedono sullo schermo sono basate su fatti realmente accaduti. Abbiamo cambiato i dialoghi e dato a tutti i personaggi nomi di fantasia, in modo che non potessero essere ricondotti alle persone coinvolte”.

“In realtà, centinaia di persone sono state coinvolte nello scontro, ma noi ci siamo concentrati su cinque personaggi principali, ognuno dei quali proviene da un background diverso e offre una prospettiva unica“, spiega il regista. Andando avanti con la storia, l’uomo armato ha contattato la polizia chiedendo 200 milioni di euro in criptovalute (oltre 226 milioni di dollari all’epoca). Le sue motivazioni sono rimaste poco chiare. Durante l’incidente ha anche inviato selfie e foto alla stampa locale, che si sono rapidamente diffuse sui social media e nei notiziari, insieme ai video della scena.

iHostage film Netflix
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Come si è risolto il conflitto

Alle 22.30, dopo ore di trattative, l’uomo armato ha chiesto dell’acqua. La polizia ha quindi usato un robot per consegnare una bottiglia. Mentre l’ostaggio si dirigeva verso l’ingresso del negozio per recuperarla, ha colto l’attimo per fuggire e correre fuori. L’uomo armato si è messo all’inseguimento. In quel momento, un veicolo speciale della polizia ha accelerato e ha colpito il sospetto. L’uomo ha perso i sensi e i video che lo ritraggono a terra sono stati diffusi sui social media. La polizia ha confermato più tardi che l’uomo è sopravvissuto ed è stato portato in ospedale. Un giorno dopo, è stato confermato che era morto per le ferite riportate.

Il modo in cui si è conclusa la crisi – con un veicolo della polizia che ha investito l’uomo armato – ha scatenato polemiche in tutti i Paesi Bassi. “L’incidente degli ostaggi ha suscitato un intenso dibattito pubblico nei Paesi Bassi, soprattutto per il modo non convenzionale in cui la polizia ha posto fine alla situazione, utilizzando un’auto. È stato un atto di violenza unico ed estremamente decisivo, frutto di una decisione in una frazione di secondo presa da uno degli operatori delle forze speciali“, spiega Boermans. “Un video degli ultimi istanti è diventato virale quasi subito dopo, e l’intero Paese ha iniziato a discuterne.

Alcune persone hanno applaudito l’azione, mentre altre erano più esitanti o in conflitto su come è stata gestita“. Le autorità hanno indagato sull’agente che ha colpito il sospetto e hanno deciso di non sporgere denuncia. La Procura ha successivamente dichiarato che l’agente ha agito in modo appropriato e non dovrà affrontare accuse penali. Chi lo difende, afferma che era l’unica occasione per fermare il criminale, non avendo modo di bloccarlo in modo meno aggressivo. L’identità dell’uomo preso in ostaggio e le sue condizioni non sono state rivelate.

iHostage polizia
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Un passato travagliato

Alla fine si è scoperto che l’aggressore era un residente di Amsterdam con precedenti penali. Al momento dell’incidente, aveva con sé una pistola e un’arma automatica. Secondo il quotidiano olandese Het Parool, le autorità lo hanno identificato come Abdel Rahman Akkad, un nome già noto ai servizi sociali. L’avvocato Jan-Kees van den Brink, che aveva rappresentato Akkad in diverse cause legali, ha parlato al giornale della morte dell’aggressore per conto della madre, che lo aveva assunto in seguito alla situazione degli ostaggi.

Akkad aveva avuto diversi precedenti con la giustizia penale, anche per possesso di armi. Ha anche ricevuto una condanna a 60 ore di servizi sociali, un mese di libertà condizionale e un ordine restrittivo di tre anni per aver molestato un’ex fidanzata, secondo quanto riportato dal giornale. “La mia speranza è che questo film possa innescare un dialogo importante sul numero crescente di individui con problemi di salute mentale che vivono per strada. Molti cittadini di tutti i giorni, animati da buone intenzioni, cadono nella fessura, spesso a causa di difficoltà finanziarie o di problemi di salute mentale, e vengono trascurati dai nostri servizi sanitari pubblici”.

Si tratta di persone che avrebbero potuto ricevere assistenza prima di ricorrere tragicamente ad azioni così terribili. È straziante e spero che i nostri governi comincino a dedicare più tempo, energia e risorse al miglioramento dei nostri sistemi di salute pubblica“, afferma Boermans. Il regista di iHostage, per la realizzazione del film, ha parlato anche con i dipendenti e i clienti dell’Apple Store, i negoziatori della polizia e altre persone coinvolte nel coordinamento della risposta.

Il regista si augura che il film mostri la resilienza umana che emerge nei momenti di crisi. “E la nostra capacità di sostenerci a vicenda, anche nei momenti più difficili. Allo stesso tempo, spero che il film sia un thriller avvincente, che vi tenga sul filo del rasoio e vi tocchi emotivamente. Voglio che il pubblico sperimenti sia l’intensità che il cuore. In definitiva, spetta allo spettatore decidere per chi tifare e come interpretare la violenza rappresentata“.

Madre!: la spiegazione del finale del film di Darren Aronofsky

Madre!: la spiegazione del finale del film di Darren Aronofsky

Se c’è un finale che ha lasciato il pubblico a bocca aperta nel 2017, è quello di Madre! (Mother!) Diretto da Darren Aronofsky, Madre! (Mother!) è un film horror psicologico che sfida la narrazione tradizionale con il suo approccio allegorico, le immagini surreali e il tono emotivo intenso. Il film vede Jennifer Lawrence nei panni di una moglie devota la cui vita tranquilla con il marito poeta (interpretato da Javier Bardem) va in pezzi quando ospiti indesiderati iniziano ad arrivare nella loro casa isolata. Man mano che la casa si riempie di estranei e il caos aumenta, il film precipita in un delirio febbrile di simbolismo, violenza e crolli emotivi.

Sebbene mother! abbia polarizzato il pubblico al momento dell’uscita, è il finale del film ad aver davvero scatenato accesi dibattiti. Il finale non è solo bizzarro, è un crescendo metaforico che racchiude allegorie bibliche, commenti sull’ambiente e disperazione esistenziale in un vortice di immagini. Gli spettatori sono rimasti a chiedersi cosa significasse tutto ciò. Aronofsky non offre risposte facili, ed è proprio per questo che Madre! continua a suscitare analisi e discussioni approfondite a distanza di anni dalla sua uscita. Il finale è scioccante, ambiguo e indimenticabile. Tuttavia, con la spiegazione del finale di Madre!, è possibile apprezzare appieno la genialità del film.

Chi sono la coppia di Madre! (Mother!) e perché non tornano?

All’inizio di Madre! (qui la recensione), Lui (Javier Bardem) e la madre (Jennifer Lawrence) vivono in relativa armonia. Lui è uno scrittore in difficoltà che desidera ardentemente essere apprezzato per continuare il suo lavoro, lei è determinata a restaurare la casa ed entrambi sono felici. Poi arriva la coppia. Due personaggi conosciuti solo come Man (Ed Harris) e Woman (Michelle Pfeiffer) si presentano separatamente a casa, all’inizio apparentemente solo smarriti, ma presto diventa chiaro che sono fan del lavoro di Lui e che Man è malato e vuole vedere lo scrittore prima di morire.

La madre, già esausta dall’ospitalità del marito e dall’apparente disprezzo della coppia per la sua casa, perde il controllo quando i due si intrufolano nell’ufficio di Lui e rompono il cristallo che gli dà la vita. Chiede loro di andarsene. Tuttavia, i figli della coppia arrivano per discutere dell’eredità del padre morente e, nel corso della discussione, il figlio maggiore (Domhnall Gleeson) uccide il figlio minore (Brian Gleeson).

A un livello basilare, l’Uomo e la Donna sono i motori della trama in mother!

Il figlio maggiore scappa e la coppia e Lui portano il figlio morto all’ospedale. La madre pulisce e scopre che il sangue ha in qualche modo infestato la casa. Lui, interpretato da Javier Bardem, torna poi con la coppia e la loro famiglia allargata, che invade la casa e la privacy della madre fino a quando lei non esplode e chiede loro di andarsene per sempre.

A un livello basilare, l’Uomo e la Donna sono i motori della trama in Madre! La loro presenza è un catalizzatore del conflitto tra Lui, interpretato da Bardem, e la madre, interpretata da Lawrence, che sfocia nella creazione fondamentale del film: i due consumano la loro relazione per la prima volta dopo molto tempo e lei rimane incinta. Inoltre, la presenza dell’Uomo e della Donna ispira Lui a scrivere il suo capolavoro.

Tuttavia, hanno anche un effetto più sottile. Il sangue del Figlio Minore in qualche modo contamina la casa, lasciando un segno carnoso sul pavimento che non può essere rimosso o coperto, una rappresentazione fisica dello stress mentale che l’esperienza ha causato alla madre. Per quanto riguarda il motivo per cui l’Uomo e la Donna non tornano, è semplice: la madre li ha cacciati di casa.

Cos’è la poesia e perché ha un tale impatto?

Jennifer Lawrence in Madre! (2017)

Il contenuto della poesia scritta da Lui che dà inizio alla discesa finale non viene rivelato in Madre! Questo è, ovviamente, incredibilmente significativo. La poesia in Madre! è una sorta di MacGuffin: la sua importanza non sta in ciò che dice, ma in ciò che rappresenta. Quando la madre la legge, vede una rappresentazione visiva della creazione della casa: Lui e la madre si abbracciano nella radura e il loro amore dà vita all’edificio e all’area circostante.

La sua apprensione si rivela fondata, poiché la cultura costruita attorno al marito passa da una folla basata sulla fede alla distruzione totale.

La poesia in mother! ispira gli altri in modi diversi e personali, spingendo molti altri a visitare la casa. Il poeta ama l’adorazione e vuole accogliere chiunque nella casa, mentre la madre si oppone. La sua apprensione si rivela fondata, poiché la cultura costruita attorno al marito passa da una folla basata sulla fede alla distruzione totale.

La presentazione già fluida del tempo nel film (qualcosa che viene stabilito fin dall’inizio con la festa improvvisamente massiccia) raggiunge il culmine in questa sequenza. Gli spettatori si avvicinano sempre più all’anarchia ogni volta che la madre, ormai incinta, entra in una nuova stanza. La poesia è il motore principale di tutto questo e, metaforicamente, serve a mettere in evidenza la devozione fanatica che alcuni creatori (e i loro seguaci) hanno per una singola opera.

Perché la folla uccide il bambino?

Javier Bardem e Jennifer Lawrence in Madre! (2017)

Uno dei momenti più brutali di mother! arriva quando la folla dei suoi seguaci commette un infanticidio. Alla fine di Madre!, la madre si rifugia nel suo ufficio e dà alla luce il loro bambino, che Javier Bardem, nel ruolo di Lui, vuole mostrare ai suoi accoliti. Lei rifiuta ripetutamente, ma Lui alla fine ottiene ciò che vuole, portando a una delle sequenze più scioccanti del film: la folla si passa il bambino e poi inizia a farlo a pezzi.

La scena è girata in modo suggestivo, ma questo momento alla fine di mother! è comunque incredibilmente raccapricciante e terrificante, amplificato dalle urla di Jennifer Lawrence. È il momento in cui il finale di Madre! raggiunge il suo apice emotivo ed è incredibilmente significativo dal punto di vista metaforico. La folla uccide il bambino perché non c’è molta differenza tra la poesia che adorano e quest’altro prodotto di Lui. Sentono di possedere in egual misura la carta e l’essere umano e vogliono letteralmente un pezzo di esso.

Cos’è realmente la casa?

Javier Bardem Jennifer Lawrence in Madre! (2017)

L’intera trama di mother! si svolge nella casa, che prende vita quando un cristallo luminoso viene posto su un supporto appositamente costruito da Lui all’inizio del film. Fin dall’inizio, questo stabilisce la presentazione eterea del film e la strana connessione tra il personaggio di Jennifer Lawrence, la madre, e l’edificio stesso. Non è insolito che i luoghi siano strettamente legati ai personaggi nei film, ma in mother!

Nel film, la madre e l’edificio sono una cosa sola, e questo viene rappresentato visivamente più volte. Entrambi usano una miscela di polvere gialla per nascondere i difetti (il tonico e l’intonaco rispettivamente), il cuore che batte nella caverna nascosta nel seminterrato, che si raggrinzisce lentamente man mano che il suo contenitore viene invaso, simboleggia il suo, e la sua crescente ansia è direttamente correlata alle sollecitazioni fisiche esercitate sulla casa. Il finale di Madre! spiega che la madre non vive semplicemente nella casa, la madre è la casa.

La spiegazione del loop temporale nel finale

Michelle Pfeiffer e Ed Harris in Madre! (2017)

Dopo la morte del bambino in Madre!, la madre impazzisce e attacca la folla dei suoi seguaci. Alla fine capisce che l’unico modo per fermare la distruzione della casa per cui ha lavorato così duramente è bruciarla. Accende il gas nel seminterrato e incenerisce se stessa, l’edificio e tutti i suoi abitanti. Tutti tranne Lui, che porta i resti carbonizzati della madre nel suo ufficio, le strappa il cuore, ormai così raggrinzito e compresso da essere diventato un altro diamante, e lo mette sul supporto ormai vuoto. La vita ritorna nella casa

L’insinuazione in mother! è che il personaggio di Jennifer Lawrence sia l’ultimo ciclo di un loop temporale, e che ci siano state altre donne prima di lei (e che ne verranno altre dopo). Questo viene mostrato alla fine di mother!, quando Lui, interpretato da Javier Bardem, prende il cuore di una madre morta e lo usa per riportare in vita la casa, creando una nuova madre che se ne prenda cura.

C’è una certa ambiguità sul fatto che Lui sia buono o cattivo in questa situazione. Il film inizia e finisce con lui che ride in modo maniacale, un’azione stereotipicamente malvagia. Tuttavia, c’è anche una delicatezza nella recitazione di Bardem che suggerisce un piacere genuino. Si sta godendo il fatto di dare la vita e la consapevolezza che questo, a sua volta, gli permetterà di dare gioia agli altri.

Cosa uccide la casa?

L’altra grande domanda riguardo al loop temporale e al finale di mother! è il punto di non ritorno: quando la morte della madre e la distruzione della casa diventano certe all’interno di un dato loop? È quando viene distrutto il cristallo precedente, rendendo necessario un sacrificio per mantenere la vita? O è quando il fratello uccide il fratello, l’azione che lascia una cicatrice così evidente sulla casa? In pratica, la prima ipotesi sembra più probabile, anche se entrambe hanno un forte simbolismo.

Tuttavia, data la ricorrente rappresentazione del cuore pulsante della madre che lentamente si spegne, potrebbe esserci qualcosa di più. È lei che brucia l’edificio, ed è l’azione ripetuta dei visitatori che la spinge lentamente a quel punto. Sembrerebbe che non ci sia un momento cruciale in cui il destino della casa viene segnato in Madre!, ma è una serie di circostanze crescenti che rendono inevitabile la distruzione finale e il ricominciare del ciclo.

Madre! è un commento sul mito della creazione

Gli spettatori possono interpretare mother! in modo totalmente letterale, ma c’è un significato più profondo nella strana premessa e nella brutale conclusione. La storia surreale è la visione del regista Darren Aronofsky sulla creazione e affronta sottilmente molti temi biblici. Di tutti i segreti del finale di mother!, questo è di gran lunga il più facile da scoprire.

I parallelismi sono evidenti. Javier Bardem è Dio (da qui il “Lui” maiuscolo), e Jennifer Lawrence è Madre Terra (il che spiega il suo rapporto simbiotico con la casa). Ed Harris è Adamo e Michelle Pfeiffer Eva, che distruggono il peccato originale del cristallo. I loro figli sono Caino e Abele, la macchia di sangue sulla casa è un segno sempre presente del male, la scrittura è quindi una rappresentazione di una qualche forma di scrittura sacra. Tutto ciò che segue è una rappresentazione della devozione e dei mali della religione.

La distruzione spietata e la frivolezza di un creatore che alterna perdono e vendetta sono trattate da un punto di vista completamente umano, visto dalla posizione della donna invisibile nella relazione creatrice.

Ciò che rende unica questa allegoria è che, mentre i racconti religiosi sono tipicamente narrati dal punto di vista di Dio (la Bibbia è intesa come la sua parola), in mother! gli spettatori vedono le cose dalla prospettiva della Terra. La distruzione spietata e la frivolezza di un creatore che alterna perdono e vendetta sono trattate da un punto di vista completamente umano, visto dalla posizione della donna invisibile nella relazione creatrice. Il punto fondamentale, quindi, è che Dio è imperfetto ma costante.

C’è anche un elemento più moderno in questo. Non si tratta di una storia senza tempo ambientata nel presente, ma dell’applicazione del messaggio al mondo contemporaneo. Per ammissione dello stesso regista, mother! è stato ispirato dal panorama globale sempre più teso e dal nostro rapporto con il pianeta, sia in senso ecologico che in senso più ampio e armonico. Non sta solo rappresentando le prove della creazione, ma sta mostrando il danno che abbiamo causato e che continuiamo a causare.

Madre! parla anche della visione dell’arte di Darren Aronosky

Non è così unificante, ma c’è anche una lettura più meta del finale di mother! che si collega ad altri film di Aronofsky: una critica al modo in cui la società moderna consuma l’arte e i media. In primo luogo, ci sono parallelismi innegabili tra i personaggi della madre e di Lui e gli attori e il regista stessi. Qui, Jennifer Lawrence ha una relazione con un uomo abbastanza vecchio da poter essere suo padre, un genio tormentato, che sembra a pochi passi dalla sua relazione nella vita reale con Darren Aronofsky. Il film è stato scritto prima che i due si mettessero insieme – si sono conosciuti sul set – ma mostra comunque una consapevolezza acuta della differenza di età nelle relazioni sentimentali.

Ciò che è più interessante e pertinente, però, è il concetto di proprietà dell’arte e dell’artista. Sia The Wrestler che Black Swan parlavano molto dei creativi che lottano per la loro arte, qualcosa che è presente anche qui in relazione a Him. Tuttavia, mother! vede il regista spingersi oltre. Qui, il pubblico non solo fa immediatamente propria la scrittura che cambia la vita, ma anche l’esistenza stessa dello scrittore. Lo vedono degno di essere posseduto, forse un lamento di un regista molto personale? L’adorazione eccessiva per una semplice poesia e lo strappo del bambino sono due facce della stessa medaglia che Aronofsky ha sicuramente vissuto.

Il vero significato del finale di Madre!

Il finale di Madre! non va preso alla lettera: è un intricato e simbolico svelamento dei temi più profondi del film.

Al suo centro, mother! è un’allegoria audace e surreale che affronta la religione, la creazione, la distruzione ambientale e la natura tossica della fama e dell’ego. Darren Aronofsky usa i personaggi e gli eventi del film come sostituti di idee più grandi, e le scene finali portano queste metafore alle loro conclusioni più estreme e inquietanti.

Il personaggio di Jennifer Lawrence rappresenta Madre Terra. È nutriente, vivificante e, alla fine, sfruttata. La sua casa è la Terra stessa e, man mano che la storia procede, assiste impotente mentre viene invasa, profanata e fatta a pezzi dall’umanità. Il personaggio di Javier Bardem, accreditato come “Lui”, è una figura divina, spesso interpretata come un sostituto di Dio, o più specificamente, del Dio dell’Antico Testamento. È ossessionato dal creare, dall’essere adorato e dal ricevere devozione dagli altri, anche a costo della Madre e della loro casa.

Il messaggio di Aronofsky è chiaro: l’umanità continua a ripetere gli stessi schemi distruttivi, sia nei confronti del pianeta che degli altri.

Il finale, che vede la distruzione della casa e la nascita (e la morte orribile) del loro bambino, è un climax caotico che rappresenta il ciclo infinito della creazione e della distruzione. La violenza, l’egoismo e l’ossessione per l’adorazione dell’umanità portano al collasso totale. Eppure, Lui ricomincia il ciclo, facendo rinascere la casa e ricominciando da capo con una nuova donna, suggerendo che questa sofferenza è eterna e ciclica.

Il messaggio di Aronofsky è chiaro: l’umanità continua a ripetere gli stessi schemi distruttivi, sia nei confronti del pianeta che degli altri esseri umani. I momenti finali di Madre! sono cupi ma significativi, e sfidano gli spettatori a riconoscere le conseguenze dell’ego incontrollato, dell’incuria ambientale e dell’ipocrisia spirituale. Non è solo la fine di una storia, è uno specchio che riflette il nostro mondo, chiedendoci se riusciremo mai a rompere il ciclo.

The Handmaid’s Tale – Stagione 6, Episodio 4: la spiegazione del finale

The Handmaid’s Tale – stagione 6, episodio 4 è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine dell’ultimo capitolo di The Handmaid’s Tale. La stagione 6 di The Handmaid’s Tale è destinata a concludere la serie distopica di successo di Hulu e, sebbene sia già stato annunciato un sequel intitolato The Testaments, si prevede che la stagione 6 porterà un senso di definitività alla storia di June. C’è ancora molto da vedere nella sesta stagione di The Handmaid’s Tale, ed ecco cosa ci riserva il quarto episodio per il futuro della serie.

Il quarto episodio della sesta stagione di The Handmaid’s Tale riprende esattamente da dove si era interrotto il terzo, con June, Luke e Moira che lasciano Gilead ancora una volta. Al loro arrivo, però, scoprono che Mayday sta pianificando la loro prossima azione di resistenza: un raid contro Jezebel’s. Mayday deve quindi decidere chi tornerà indietro per avvertire le donne di Jezebel’s. Nel frattempo, il comandante Lawrence lavora per dare il via al progetto New Bethlehem, continuando a manipolare Gilead dall’interno.

C’è qualche speranza per Luke e June di salvare Hannah o rimarrà intrappolata a Gilead?

L’obiettivo principale di June e Luke in tutta la serie The Handmaid’s Tale è stato quello di salvare Hannah, che attualmente si trova in una scuola per l’addestramento delle mogli a Gilead. Dopo diverse stagioni passate a cercare di raggiungere questo obiettivo, i due non sembrano essere più vicini ad Hannah. Nella quinta stagione di The Handmaid’s Tale, una serie di aerei era pronta a partire per salvare alcuni abitanti di Gilead, tra cui Hannah. Tuttavia, gli aerei sono stati abbattuti grazie all’intervento del comandante Lawrence. Mayday sta già lavorando a un altro piano, anche se non salverà direttamente Hannah.

Il prossimo piano di Mayday prevede di usare Jezebel per scoprire quali comandanti sono stati coinvolti nell’abbattimento degli aerei, per poi ucciderli. Anche se questo non porterà direttamente June da Hannah, potrebbe aiutare nel lungo periodo. Eliminare alcuni comandanti potenti potrebbe indebolire Gilead, danneggiando le loro difese e permettendo al prossimo piano di salvataggio di Mayday di funzionare. Dato che l’obiettivo principale di June è stato quello di salvare Hannah, il mistero se ci riuscirà o meno probabilmente non sarà risolto fino al finale di The Handmaid’s Tale. Tuttavia, il libro sequel The Testaments fornisce già una risposta.

La citazione di Lawrence alla fine dell’episodio 4 della stagione 6 di The Handmaid’s Tale spiegata

Il comandante Lawrence fornisce una voce fuori campo durante i titoli di coda della sesta stagione di The Handmaid’s Tale, episodio 4, mentre legge un libro. Il libro è A Little Princess, un libro per bambini del 1905 scritto da Frances Hodgson Burnett. Il libro segue le vicende di una ragazzina mandata in un collegio da un capitano dell’esercito britannico, che lì si trova ad affrontare varie situazioni. Il brano letto dal comandante Lawrence è tratto dall’inizio del libro, e la voce fuori campo è in realtà un richiamo a una scena precedente in cui Lawrence legge il libro a sua figlia.

Quando Lawrence legge il libro, dice a sua figlia che era uno dei preferiti di Eleanor, la sua defunta moglie. Questo indica che Lawrence è ancora legato al ricordo di Eleanor, la cui morte ha scosso profondamente la sua fede in Gilead. Mentre legge la storia, l’episodio passa a Janine. Poiché il brano parla di una ragazza che è invecchiata a causa delle sue esperienze di vita, questo fa da parallelo a Janine e alle altre ancelle che sono state private della loro vita e della loro libertà. Infine, questo libro segnala che Lawrence sta crescendo sua figlia affinché idolatri le donne potenti.

Cosa sta succedendo tra Serena Joy e il comandante Wharton

Serena Joy continua ad essere uno dei personaggi più interessanti di The Handmaid’s Tale, e il suo nuovo legame con l’Alto Comandante Wharton la rende ancora più interessante. Dopo essersi incontrati nei primi tre episodi, The Handmaid’s Tale stagione 6, episodio 4 sembra preparare una storia d’amore tra i due. Cucinare e ballare sotto la pioggia dimostra che Wharton non è un Comandante tipico, e Serena Joy sembra essersi innamorata di lui.

Tuttavia, le intenzioni di Wharton sono ancora misteriose. Il piano New Bethlehem del comandante Lawrence dimostra che Serena Joy è una risorsa preziosa grazie alla sua influenza su Gilead, e Wharton potrebbe sperare di sfruttare questa influenza. I comandanti di Gilead hanno dimostrato di essere manipolatori, ed è possibile che Wharton stia manipolando Serena Joy. Tuttavia, è impossibile dirlo fino a quando non usciranno altri episodi della sesta stagione di The Handmaid’s Tale.

North Of North – stagione 1, la spiegazione del finale e del grande segreto di Neevee

La nuova sitcom di Netflix, North of North, ha un finale agrodolce che lascia la porta aperta per una seconda stagione. La storia inizia quando la protagonista Siaja sta per apportare alcuni cambiamenti importanti nella sua vita. In apparenza, Siaja vive una vita perfetta per la sua comunità, è sposata con la “superstar del villaggio” e sta crescendo una dolce bambina. Tuttavia, suo marito Ting è manipolatore e crudele, e il primo episodio si conclude con Siaja che lo lascia. La serie è per lo più leggera, ma con il progredire della trama, North of North inizia ad affrontare temi più cupi.

Siaja deve confrontarsi con le norme culturali e il giudizio degli altri membri della sua comunità mentre cerca di costruirsi una nuova vita. Siaja trova lavoro rendendosi indispensabile a Helen, l’amministratrice della città. Conosce il padre, che era sempre stato assente, si trasferisce temporaneamente con la madre e si innamora di un nuovo residente del paese. North of North si conclude con una festa e una celebrazione del paese di Ice Cove, ma tocca anche alcuni temi cupi. La madre di Siaja rivela un segreto doloroso e un nuovo arrivato porta incertezza sia per Ice Cove che per Siaja.

La figlia segreta di Neevee

 

Neevee è uno dei personaggi più complessi di North of North. È un’alcolista in via di recupero e Siaja spiega che spesso si è sentita più una madre che una figlia. Neevee è irritabile e ostile quando sente che Alistair si sta avvicinando troppo a lei e a Siaja. Il motivo viene rivelato nell’ultimo episodio, quando Neevee confessa a Siaja di avere un’altra figlia, che le è stata portata via dal padre. Siaja dà la priorità al confortare Neevee, ma è probabile che una futura stagione di North of North si concentrerà sulla ricerca di sua sorella.

Anna Lambe (Siaja) è originaria del Nunavut e farà parte del cast del prossimo film d’azione di Brad Pitt, Heart of the Beast.

La maggior parte degli attori di North of North sono di origine indigena Inuk e la serie è stata elogiata per la sua accurata rappresentazione della comunità Inuk. Molte delle comunità indigene del Canada sono state costrette a frequentare scuole residenziali, scuole religiose finanziate dal governo e create per far adottare ai bambini indigeni la cultura euro-canadese. Questo tema è spesso citato nei film indigeni del Nord America e, sebbene sia ben lungi dall’essere il tema principale della serie, influenza molte delle azioni di Neevee. Uno dei momenti più toccanti di North of North mostra Neevee che stringe un legame con un anziano parlando delle loro origini.

Siaja e Ting fanno pace?

Durante la penultima puntata, Ting ha un incidente, che dà il via alle ricerche per ritrovare il residente più popolare di Ice Cove. Dopo aver avuto una rivelazione mentre era disperso e ferito, lui e Siaja fanno di nuovo l’amore, ma lei se ne pente immediatamente. Ting torna presto alle sue vecchie abitudini e i due decidono di crescere insieme Bun, ma il rapporto tra loro rimane teso. Nell’episodio finale di North of North, sembra che Siaja abbia deciso di voltare pagina, anche se ci sono ancora margini per futuri conflitti.

Ting è uno dei personaggi meglio scritti in una serie piena di personaggi fantastici.

Quando Siaja descrive Ting per la prima volta, lui sembra più un archetipo di “himbo”, che la fa sentire inadeguata perché è bravo in tutto. Ben presto diventa chiaro che c’è un lato molto più sgradevole di Ting, che la sminuisce, la rimprovera per essere caduta dalla barca durante una caccia alle foche e cerca di costringerla ad adottare un bambino senza nemmeno chiederle il permesso. Ting è uno dei personaggi meglio scritti in una serie piena di personaggi interessanti, ed è possibile che una stagione successiva di North of North lo renda ancora più cattivo.

Perché Siaja e Kuuk continuano a nascondere i propri sentimenti

North of North Anna Lambe

Nel corso degli otto episodi di North of North, Siaja e Kuuk stringono un legame grazie al gioco degli scacchi. Sebbene sia chiaro che formano un’ottima squadra, entrambi sembrano uscire da relazioni complicate e sono riluttanti a confessare i propri sentimenti ad alta voce. Nell’episodio “Carnivores”, Siaja è pronta a dire a Kuuk cosa prova, ma rimane scioccata quando arriva la sua ragazza, Alexis. Nell’episodio finale, Kuuk dice a Siaja che sia lui che Alexis rimarranno a Ice Cove. I due provano chiaramente qualcosa l’uno per l’altra, ma non trovano mai il momento giusto per dirlo.

Alexis sembra lavorare come influencer e si descrive come ambasciatrice di un marchio. Appare amichevole e cerca di confortare Siaja quando Ting scompare, ma il finale di North of North crea un conflitto tra le due donne. Alexis ha accettato un lavoro con Helen e Siaja e descrive la città di Ice Cove come “la tabula rasa perfetta dove può “ottimizzare davvero il modo in cui funzionano le cose”. Con North of North che mostra il dolore causato dal colonialismo, questo sembra molto minaccioso e la reazione di Siaja non è positiva.

Cosa intende Alistair quando dice a Neevee che resterà “per loro”

Per gran parte di North of North, sembrava che Neevee e Alistair stessero per ricucire il loro rapporto. Bun e Alistair andavano d’accordo e, dopo un incontro molto imbarazzante, lui e Siaja hanno iniziato a passare del tempo insieme. Alistair non conosce ancora il segreto di Neevee e quindi non riesce a capire perché lei saboti la loro relazione. La goccia che fa traboccare il vaso arriva quando i due litigano e lei va a letto con un altro uomo, con Alistair che accetta che la relazione sia finita. Quando dice a Neevee che resterà a Ice Cove “per loro”, intende Siaja e Bun.

Il segreto potrebbe venire alla luce in una stagione successiva, se Siaja chiederà aiuto ad Alistair per rintracciare sua sorella.

Quando Alistair esprime il desiderio di conoscere meglio sua figlia, Neevee si infuria, dicendogli che Siaja non appartiene a un uomo bianco. La sua reazione sembra estrema, ma viene contestualizzata quando il finale di North of North rivela il destino della precedente figlia di Neevee. Neevee ha avuto la sua prima figlia prima di incontrare Alistair, ma la sua reazione viscerale all’idea di perdere un’altra figlia a causa di un uomo bianco è comprensibile se contestualizzata. Il segreto potrebbe venire alla luce in una stagione successiva, se Siaja chiederà l’aiuto di Alistair per rintracciare sua sorella.

Come il finale di North of North prepara grandi cambiamenti per Ice Cove nella seconda stagione

North of North è ambientato nella città immaginaria di Ice Cove, che Siaja ama, e lei trascorre gran parte della serie cercando di renderla un posto migliore. Siaja si offre volontaria per raccogliere i rifiuti, cerca di rendere più interessante la Notte degli Anziani e aiuta a promuovere la città nella speranza di farvi costruire una stazione di ricerca. Sebbene Ice Cove non ottenga la sua stazione di ricerca, la serie si conclude con la progettazione di un avamposto più piccolo. Questo porterà dei cambiamenti, con Alistair e Kuuk che vivranno a Ice Cove e Alexis che lavorerà nel municipio.

North of North è ancora una serie nuova, ma ha ottenuto recensioni estremamente positive, con il pubblico di Rotten Tomatoes che le ha assegnato un punteggio dell’88%. Le recensioni della critica sono state ancora più impressionanti, con North of North che ha ottenuto il 100%. Il finale della serie ha aperto diverse possibilità di sviluppo della trama se dovesse essere realizzata una seconda stagione. Sebbene Netflix abbia l’abitudine di cancellare le serie popolari, il creatore di North of North, Aglok MacDonald, ha dichiarato a Elle Canada che “[loro] possono raccontare stagioni con una storia come questa”. Questo dà un aggiornamento speranzoso ed è possibile che North of North continui con la seconda stagione.

Abbott Elementary – stagione 4, la spiegazione del finale: Ava ottiene il suo miglior finale fino ad ora

Il finale della quarta stagione di Abbott Elementary è sorprendentemente poco emozionante, ma questo ha rappresentato un cambiamento gradito dopo la tensione degli episodi precedenti. Non c’è dubbio che l’adorabile cast di personaggi di Abbott Elementary sia ciò che rende la serie un tale successo, ma ciò non ha impedito alla quarta stagione di mantenere le promesse in termini di trama frenetica. Sebbene la sitcom mockumentary ambientata sul posto di lavoro non sia tipicamente nota per la sua trama intricata, la seconda metà della quarta stagione ha alzato notevolmente la posta in gioco quando la storia dello sviluppatore del campo da golf è giunta al termine.

Durante l’intera stagione, il personale dell’omonima scuola ha accettato tangenti da un losco sviluppatore di campi da golf in cambio di chiudere un occhio sulle violazioni del codice edilizio. Abbott Elementary‘s Principal Ava si è presa la colpa di queste tangenti quando il distretto scolastico ne è venuto a conoscenza e, con grande shock di tutti, è stata licenziata in tronco. Fortunatamente, l’Abbott Elementary – stagione 4 episodio 21 ha riportato Ava quando tutti, dal PTA agli studenti, agli insegnanti, agli imprenditori locali e persino gli sviluppatori, si sono schierati dalla sua parte.

Il finale della quarta stagione di Abbott Elementary vede una divertente gita scolastica

Questa trama si è conclusa con le scene finali dell’episodio 21 della quarta stagione, “Rally”, quando Ava è stata reintegrata nel suo vecchio ruolo. La maggior parte dei cattivi della quarta stagione di Abbott Elementary sono stati redenti nel corso della vicenda, con l’avvocato del costruttore Miles, la sorella della confraternita di Ava Crystal e il padre da lei allontanato Frank che si sono presentati per difenderla. Tuttavia, questo significa che l’episodio 22 della quarta stagione, “Please Touch Museum”, è stato un finale relativamente sottotono per la stagione.

Secondo Philadelphia Magazine, “Please Touch Museum” è stato girato interamente sul posto, presso l’iconico punto di riferimento di Filadelfia. Tutta la scuola è entusiasta della gita, tranne i cinici studenti di terza media di Jacob, che ritengono che la loro classe non sia adatta all’evento. Sebbene Tracy Curran, COO del vero Please Touch Museum, abbia dichiarato al Philadelphia Magazine che “il Please Touch Museum racchiude ricordi d’infanzia speciali per Quinta Brunson”, creatrice e protagonista della sitcom, la classe di Jacob ha comunque impiegato un po’ di tempo per accettare la gita.

In una gag esilarante e creativa, gli insegnanti hanno recitato in una commedia che reimmaginava la faida di Ava con il distretto scolastico in termini assurdamente unici.

Fortunatamente, una guida turistica ha suggerito ai ragazzi più grandi di mettere in scena una commedia sugli insegnanti e la classe di Jacob ha saggiamente seguito il suo consiglio. In una gag esilarante e creativa, gli insegnanti hanno interpretato se stessi in questa recita, che ha reimmaginato la faida di Ava con il distretto in termini assurdamente unici. Mentre la quarta stagione di Abbott Elementary ha dimostrato che Gregory sarebbe diventato un ottimo preside, i bambini che lo descrivevano come un robot privo di emozioni hanno fatto ridere persino suo padre, solitamente rigido e stoico.

Ava ottiene il finale perfetto nel finale della quarta stagione di Abbott Elementary dopo un anno difficile

Non solo Ava ha riottenuto il suo lavoro, ma ha anche ritrovato il suo amore della quarta stagione, O’Shon, in “Please Touch Museum”. All’inizio della gita, O’Shon ha compensato la sua assenza al raduno comprando ad Ava un paio di orecchini esorbitanti. Sfortunatamente, Ava odiava gli orecchini che O’Shon le aveva comprato e, per la prima volta nella sua vita da star schietta, non riuscì a dirglielo. Ava voleva evitare di ferire i sentimenti del suo interesse amoroso, ma alla fine i due ne hanno parlato e O’Shon si è dimostrato, come al solito, indifferente al malinteso.

Janine e Gregory di Abbott Elementary continueranno la loro storia d’amore

Una stagione dopo che Janine e Gregory si sono finalmente messi insieme nel finale della terza stagione, Ava e O’Shon continuano la loro storia d’amore all’inizio della quinta stagione di Abbott Elementary. Sebbene la nuova coppia abbia ammesso di aver avuto qualche intoppo a causa del gusto discutibile di O’Shon in fatto di orecchini, i due hanno superato la crisi quando lui ha accettato di restituire il regalo indesiderato e ha impressionato Ava con un’opzione meno costosa, ma più di buon gusto, che in realtà preferiva fin dall’inizio. Nel frattempo, Ava e O’Shon di Abbott Elementary non erano l’unica coppia felice all’inizio della quinta stagione.

Janine è riuscita a impressionare il padre di Gregory e a migliorare il loro rapporto padre/figlio quando ha convinto il signor Eddie, ormai anziano, ad abbassare la guardia e a rilassarsi con i bambini. Gregory inizialmente è rimasto scioccato nel vedere il padre, solitamente serio, scherzare con i bambini, ma suo padre gli ha spiegato che Janine aveva tirato fuori in lui lo stesso calore che aveva tirato fuori in Gregory. Ha persino detto a Gregory che Janine gli ricordava la sua defunta madre nel momento più toccante del finale.

Cosa è successo a Gregory dopo il ritorno di Ava in Abbott Elementary

Così, il finale della quarta stagione di Abbott Elementary ha migliorato entrambe le principali storie d’amore, dato che O’Shon e Ava hanno dimostrato di avere un futuro e Gregory e Janine hanno continuato ad andare forte nel loro secondo anno insieme. Tuttavia, mentre il ritorno di Ava in Abbott Elementary era effettivamente inevitabile data la sua popolarità, è giusto che gli spettatori si chiedano cosa sia successo a Gregory in “Please Touch Museum”. Quando Ava è stata licenziata, Gregory è diventato preside ad interim per un breve periodo.

Gregory voleva diventare il preside della Abbott sin da quando aveva iniziato a lavorare lì e ha dimostrato di essere all’altezza del ruolo durante il suo periodo come preside ad interim. Tuttavia, in “Please Touch Museum” lo abbiamo rivisto nel ruolo di insegnante e apparentemente soddisfatto di questa posizione. Anche se era infastidito dal fatto che Ava avrebbe annullato tutte le modifiche che lui aveva apportato all’inizio dell’episodio, Gregory sembrava soddisfatto del suo lavoro per il momento.

Come il finale della quarta stagione di Abbott Elementary ha preparato la quinta stagione

Mentre Jacob di Abbott Elementary interpretava Barbara e Melissa prendeva in giro Jacob nell’ambito della recita scritta dagli studenti, era difficile capire cosa avrebbe riservato la quinta stagione. Abbott Elementary è andata sempre più rafforzandosi nella quarta stagione, con la trama dello sviluppatore del campo da golf che ha fornito la spina dorsale per diversi episodi autonomi di grande successo.

La quarta stagione di Abbott Elementary ha affrontato temi reali come l’epidemia di divieti di libri nelle scuole statunitensi e gli insegnanti sottopagati che fanno un secondo lavoro per sbarcare il lunario. Tuttavia, la sitcom si è anche divertita molto con alcuni ospiti a sorpresa come Eric Andre e le star di It’s Always Sunny in Philadelphia, oltre al ritorno di Manny, interpretato da Josh Segarra, e del Capitano Robinson, interpretato da Mike O’Malley.

È stato un finale agrodolce che ha dimostrato che più le cose cambiano nella scuola del titolo, più rimangono uguali.

“Please Touch Museum” si è concluso con gli insegnanti che salutavano la classe dei diplomati, ma guardando con entusiasmo ai nuovi arrivi dell’anno successivo. È stato un finale agrodolce che ha dimostrato che più le cose cambiano nella scuola del titolo, più rimangono uguali. Pertanto, anche se gli spettatori non possono indovinare quali argomenti saranno affrontati nella prossima stagione di “Abbott Elementary”, il finale della quarta stagione è stato un addio dolce e appropriato per la sitcom.

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