Arriva oggi in sala, distribuito da
Universal, I Morti non Muoiono, il nuovo film di
Jim Jarmusch presentato in apertura in
Concorso al Festival
di Cannes 2019. Il film, una zombie comedy
nel pieno stile del regista, vede protagonista un cast d’eccezione
composto da: Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloë
Sevigny,
Steve Buscemi, Danny Glover, Caleb Landry Jones, Iggy Pop,
Selena Gomez e Tom Waits.
I Morti non
Muoiono – la recensione del film
di Jim Jarmusch
Nella tranquilla cittadina di
Centreville, qualcosa non va come dovrebbe. La luna splende grande
e bassa nel cielo, le ore di luce del giorno diventano
imprevedibili e gli animali iniziano a mostrare comportamenti
insoliti. Nessuno sa bene perché. Le notizie che circolano sono
spaventose e gli scienziati sono preoccupati. Ma nessuno prevede la
conseguenza più strana e più pericolosa che inizierà presto a
tormentare Centerville: I morti non muoiono – escono dalle loro
tombe e iniziano a nutrirsi di esseri viventi, e gli abitanti della
cittadina dovranno combattere per la loro sopravvivenza.
Jim Jarmusch presenta la zombie comedy a
Cannes 2019
Dallo scrittore-regista Jim
Jarmusch (Paterson; Gimme
Danger) arriva una commedia horror con un cast stellare
formato da attori abituali di Jarmusch e nuovi arrivati con uno
sguardo turbolento, triste e satirico sulle abitudini e i desideri
degli americani alla fine del mondo – uno stato della nazione
ironicamente terrificante, affrontato con originale
cinematografia.
Dreamcatchers
Entertainment è lieta di annunciare l’arrivo nei
cinema italiani a ottobre del documentario Searching
Eva, lungometraggio d’esordio di Pia Hellenthal presentato
all’interno della sezione Panorama alla 69ma edizione della
Berlinale e ora in concorso internazionale e in anteprima italiana
al Biografilm Festival di Bologna.
Searching Eva sfida
i limiti, i pregiudizi e i gusti del pubblico, mettendo in scena
attraverso un diario visivo la vita pubblica e privata della
ventenne Eva Collé, modella-artista-personaggio sui social media
che incarna una sorta di progetto d’arte vivente. Eva è una,
nessuna e centomila, in grado di re-inventarsi ogni volta che vuole
e simbolo di una generazione fluida che si racconta attraverso i
social. Scrivendo e parlando di temi comunemente ritenuti intimi o
imbarazzanti e mostrando il proprio corpo, Eva riflette su chi è
veramente, facendo crollare le barriere dell’intimità ed
esponendosi fino in fondo. Ma qual è il confine tra essere e la sua
rappresentazione? Pia Hellenthal dipinge il ritratto dell’esistenza
contemporanea, in cui il concetto di un’identità solida e
immutabile è ormai passato di moda. Siete pronti a entrare nel
mondo senza filtri di Eva Collé? Searching Eva
arriverà nei cinema italiani a ottobre.
Searching Eva è
prodotto da Corso Film- und Fernsehproduktion, da Erik
Wunker e Martin Roelly; Giorgia
Malatrasi e Daniela Dieterich hanno
partecipato alla produzione creativa, mentre la distribuzione
italiana è affidata a Dreamcatchers Entertainment,
casa di produzione nata a Milano, alla sua prima avventura nella
distribuzione cinematografica.
Warwick Davis ha
condiviso una foto speciale dall’evento
che si è tenuto alla Islands of Adventure di Orlando, dove è stata
inaugurata una nuova attrazione a tema Harry
Potter: Hagrid’s Magical Creatures Motorbike
Adventure.
L’immagine, un vero tuffo nel
passato per i fan di Harry Potter, mostra lo
stesso Warwick Davis (Professor Vitius, ma anche
il folletto della Gringott Unci-Unci), James
Phelps e Oliver Phelps (Fred e George
Weasley), Evanna Lynch (Luna Lovegood),
Rupert Grint (Ron Weasley) e Tom
Felton (Draco Malfoy).
È dal 2011 che il cast non si
riunisce al completo, era l’anno in cui davanti agli occhi
emozionati e straziati del mondo, si concludeva la magica avventura
del franchise sul grande schermo.
Se Warwick Davis ha
continuato a lavorare nel grande cinema partecipando ai film del
franchise di Star
Wars, con i quali debutto anni fa, i giovani
interpreti non hanno avuto una carriera altrettanto ricca di
esperienze, fatta eccezione forse per Felton, che
del gruppo rappresentato in foto, è quello che ha maggiormente
sfruttato la scia del successo di Harry Potter per
continuare a lavorare, principalmente nel mondo della
serialità.
Il franchise si è ampliato con lo
spin-off di Animali Fantastici, che però non vede coinvolti nessuno
dei volti principali della saga originale. Questa nuova pentalogia
è arrivata al secondo capitolo, I Crimini di
Grindelwald, ma il progetto completo prevede altri tre
film che arriveranno nei prossimi anni in sala.
Uno dei misteri irrisolti di
A Quiet
Place potrebbe essere finalmente affrontato nel
sequel, scritto e diretto ancora una volta da John Krasinski, ovvero l’origine dei predatori
alieni privi di vista e con un udito estremamente sensibile che
hanno invaso la Terra e messo a dura prova l’esistenza della
famiglia protagonista.
A rivelarlo è una delle new entry
del cast, Brian Tyree Henry, parlando del film in
un’intervista con l’Observer:
“Sto ancora cercando di
scoprire di cosa tratterà la sceneggiatura, ma credo davvero che
esploreremo le vicende di quella famiglia che continua a
sopravvivere e il fatto che non sono i soli. Probabilmente
otterremo anche delle risposte in merito all’origine di questo
disastro ambientale perché il pubblico vuole saperlo. Ci sarà uno
sguardo sull’altro lato dell’ umanità che è sopravvissuta a questo
evento“.
Insieme all’attore sono stati
confermati Emily
Blunt, Millicent Simmonds e
Noah Jupe, che ritorneranno nei rispettivi ruoli
interpretati nel film del 2018, e Cillian
Murphy, che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe
vestire i panni di un misterioso personaggio con cattive intenzioni
che si unirà al clan familiare sopravvissuto agli eventi del primo
film.
A
Quiet Place 2 (questo il titolo ufficiale) è atteso
nelle sale il 15 Maggio 2020,
“Una piccola idea è diventata
più grande, e mentre la maggior parte dei sequel parla del ritorno
di un cattivo o del ritorno di un eroe, non volevo che il mio
andasse in questa direzione.” ha spiegato Krasinski in
un’intervista. “Di A
Quiet Place 2 abbiamo un mondo, e il resto
della popolazione che sta attraversando esattamente quella stessa
esperienza. Ci sono altri sopravvissuti? Cosa possiamo esplorare
ancora? Cosa accadrà dopo?“.
Vero e proprio caso cinematografico
della scorsa stagione, A
Quiet Place – Un Posto Tranquillo ha trasformato
l’esperienza cinematografica di milioni di spettatori proponendogli
uno spettacolo inedito.
La vicenda segue il viaggio di una
famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere vittima di
misteriose creature che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che
ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn
(Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinati a trovare un
modo per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di
contrattaccare.
Patty Jenkins è al
lavoro su Wonder Woman 1984, film sequel del
primo Wonder Woman del 2017 e in cui, oltre a
Gal Gadot nei panni della protagonista, tornerà
anche Chris Pine in quelli di Steve Trevor.
Dato che a conclusione del primo
film Trevor muore, in molti si sono chiesti come e perché la
Jenkins ha voluto di nuovo riportare sul set il personaggio e il
suo interprete. Sul come, è probabile che dovremo aspettare fino
all’uscita del film, ma sul perché è la stessa Jenkins che ci dà
delle delucidazioni, durante la tavola rotonda dei registi con
The Hollywood Reporter (via CB).
La regista ha parlato della sua
esperienza con diversi attori, spiegando quanto dà soddisfazione a
un regista lavorare con gli stessi attori nel momento in cui li
conosci anche personalmente e, in un certo senso, puoi dirigerli
meglio di altri che conosci appena.
Data la loro collaborazione anche
per la miniserie I Am the Night, la regista e
l’attore hanno instaurato un legame molto solido che oltre ad
essere professionale, appare essere anche personale. Relazioni di
amicizia tra registi e collaboratori non sono insolite, anche
nell’ambito del grande cinema di Hollywood e la collaborazione tra
Patty Jenkins e Chris Pine sembra
proprio una di queste relazioni. Speriamo che questo rapporto possa
portare, cinematograficamente parlando, buoni frutti.
Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un sequel “inusuale”, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendo Wonder Woman 1984 “la prossima
iterazione della supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
Il sequel vedrà
ancora Gal Gadot nei panni di Diana
Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per
interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche
Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e
Pedro Pascal, in un ruolo ancora misterioso.
Tutti i film dei Marvel Studios hanno avuto una o più
scene eliminate dal montaggio finale, di cui molte
contenute nelle edizioni homevideo, mentre altre sono state
soltanto scritte e mai realizzate. Tra queste ce ne sono alcune
che, col senno di poi, avrebbero decisamente cambiato il corso
della narrazione o influito su alcuni aspetti particolari dei
cinecomic.
Ma di quali parliamo?
Una donna esce dalla camera di
Valchiria in Thor: Ragnarok
Nei fumetti originali il personaggio
di Valchiria è bisessuale, e questo aspetto è
stato fortemente al centro dell’interpretazione di Tessa
Thompson nel MCU, soprattutto in Thor:
Ragnarok dove era presente una scena in cui avremmo
visto una donna lasciare la camera da letto dell’eroina.
Taika Waititi ha
effettivamente girato quel momento ma alla fine per questioni di
tempo e narrazione la sequenza non è stata inserita nel film. Al
contrario, se fosse rimasta, avrebbe reso Valchiria il primo
personaggio apertamente LGBTQ dell’universo cinematografico.
Il passato di Natasha Romanoff in
Captain America: The Winter Soldier
Dopo l’exploit in Iron Man
2, Vedova
Nera ha ottenuto un ruolo secondario in Captain America:
The Winter Soldier e nella versione originale del film
era prevista una scena in cui Alexander Pierce, interpretato da
Robert
Redford, avrebbe fornito dettagli sul passato della
spia russa parlando di Budapest, Osaka e la guerra dei bambini.
Purtroppo il dialogo è stato
tagliato e la storia delle origini di Natasha Romanoff rimandata
probabilmente al suo standalone ora in produzione.
Gamora discute con Thanos in
Avengers: Infinity War
Il rapporto chiave di Infinity
War è stato quella fra Gamora e Thanos, di fondamentale
importanza visto l’esito del film e le tappe del piano diabolico
del Titano Pazzo per ottenere tutte le gemme dell’infinito.
C’è però una scena eliminata che ha
portato alla luce ulteriori dettagli su questa relazione, in cui
vediamo Gamora nella stanza del trono e
Thanos che le mostra una visione in cui lei dice
al padre adottivo di un pianeta che accetterà i suoi termini a
causa dei suoi sforzi.
Comprendendo allora che
Gamora avrebbe voluto partecipare al suo piano di
terrore di Thanos, molti spettatori potevano farsi
un’idea dell’eroina diversa…
Il tatuaggio dei Dieci Anelli in
Ant-Man
Relativamente al personaggio di
Darren Cross aka Yellowjacket,
questa scena eliminata di Ant-Man lo mostrava al
netto di ciò che era in grado di fare con i suoi poteri. Se fate
attenzione, sul collo di una delle persone presenti sono tatuati
10 anelli, lo stesso
disegno che aveva il gruppo criminale visto in Iron
Man.
E se quell’esercito mandato dal vero
Mandarino non fosse morto ma ancora vivo tra di noi? Un
collegamento nel MCU che avrebbe suggerito
interessanti dettagli sulla relazione tra Cross e le organizzazioni
criminali.
Tensione fra Steve Rogers e Howard
Stark in Captain America: Il Primo Vendicatore
Inizialmente Captain
America: Il primo vendicatore avrebbe potuto contenere una
piccola anticipazione degli eventi di Civil
War, grazie ad una scena in cui Steve Rogers
discuteva con il giovane Howard Stark in merito
alla valutazione delle armi del’ Hydra.
Questa tensione verrà infatti
riproposta nel terzo film del franchise su Cap quando il figlio di
Stark, Tony, si troverà in disaccordo con Steve sugli accordi di
Sokovia. Peccato non aver visto la sequenza, perché avrebbe
aggiunto dettagli interessanti sul passato e le ripercussioni nella
vita dei personaggi.
La galleria di antagonisti di
The
Batman sembrerebbe ufficialmente allineata: è il sito
Geeks WorldWide a riportare infatti che nel film di Matt
Reeves, ideato per riavviare le sorti del crociato di
Gotham al cinema dopo il tentativo di Zack Snyder
con Ben
Affleck, vedremo ben quattro villain affiancare il
protagonista Robert
Pattinson.
Ma di chi parliamo?
Enigmista
Secondo i report,
l’Enigmista sarà uno dei cattivi del film, e per
questo personaggio il regista sarebbe in cerca di un attore di età
compresa fra i trenta e i quarant’anni. I primi dettagli di
produzione lo descrivono come “una mente criminale di Gotham
City che si diletta nell’integrare enigmi nei suoi schemi,
lasciandoli come indizi da risolvere per le autorità“.
Pinguino
Più che probabile il ritorno sullo
schermo di Pinguino, che le indiscrezioni
apostrofano come un “gangster di Gotham City” in una
versione non del tutto reinventata rispetto agli adattamenti
precedenti visti nella serie in onda su FOX Gotham.
Per Oswald Chesterfield
Cobblepot Reeves vorrebbe un attore maschio di qualsiasi etnia,
tra i venti e i quarant’anni anni, e non mancano i candidati: tempo
fa Josh Gad
si era proposto per il ruolo, e chissà che non ci sia speranza
di vederlo davvero nel film…
Catwoman
Per settimane si è vociferato del
suo arrivo nel progetto, ma ora sembra che Selina
Kyle aka Catwoman entrerà
sicuramente nella lineup dei personaggi di The Batman. L’antieroina
viene descritta come una “ladra di Gotham City che indossa un
completo aderente e usa una frusta come arma”. Per questo ruolo
Reeves cerca un’interprete di qualsiasi etnia di età compresa tra
venti e trent’anni, dunque molto giovane.
Firefly
Arriviamo all’ultimo villain della
lista, forse il più inaspettato: Firefly. Il
personaggio non fa parte della serie A degli antagonisti di Batman,
ma a quanto pare farà il debutto sul grande schermo in questo
adattamento dei fumetti in un ruolo secondario.
La prima descrizione spiega che si
tratta di “un incendiario professionista che tenta di bruciare
tutti i posti in cui non era ben accetto quando era orfano“.
In tv ha avuto una breve apparizione nella serie
Arrow.
Nel backstage di Avengers: Endgame era vietato
portare videocamere e scattare foto, una policy molto severa che
serviva a limitare gli spoiler. Sebbene lo studio sia riuscito, fin
quasi alla fine, a limitare i danni e ad evitare quasi
completamente gli spoiler, ora sappiamo che sul set molti degli
attori principali avevano telefoni cellulari e hanno realizzato dei
video.
Anche Chris Hemsworth ha realizzato
un video segreto, che però ha presentato per la prima volta al
mondo durante una puntata di The Tonight Show with Jimmy
Fallon. Nel video, Hemsworth indossa il costume del
Thor depresso e canta Hurt di Johnny Cash, una delle canzoni più
tristi del mondo, tenendo fede allo stato d’animo del suo
personaggio anche tra una ripresa e l’altra! Ecco il video:
Per quanto riguarda il futuro
dell’attore, il prossimo 25 luglio arriverà in Italia Men
in Black: International, in cui recita di nuovo accanto a
Tessa Thompson, la Valchiria del MCU, in uno spin off del franchise
che lanciò la carriera di Will Smith al cinema.
Intanto, il suo Thor potrebbe apparire in
Guardiani della Galassia Vol.
3, stando a come si è concluso il suo arco narrativo
in Avengers: Endgame.
A Beautiful Mind è
quel film che nel 2001 ha conquistato pubblico e critica grazie
alla sua grazia, alla regia introspettiva e alle favolose
interpretazioni degli attori protagonisti. Quella rappresentata è
la storia di uno dei più brillanti matematici del ventesimo secolo
che ha saputo affascinare milioni di persone in tutto il mondo con
le sue innovative teorie. Ecco, allora, dieci cose da
sapere su A Beautiful Mind.
A Beautiful Mind film
1. John Nash ha visitato il
set. Il reale protagonista su cui il film si basa, ovvero
John Forbes Nash Jr., ha fatto visita al set del film
e Russell Crowe ha dichiarato di essere rimasto
affascinato dal modo in cui egli muoveva le sue mani, cercando di
fare la stessa cosa nel film. Pensava che ciò lo avrebbe aiutato ad
entrare nel personaggio.
2. Un approccio diverso per
dare vita i deliri del protagonista. Durante le riprese,
Ron Howard, regista del film, ha deciso che i
deliri di Nash sarebbe dovuti essere introdotti prima in modo
udibile e poi visivamente. Questo fornisce un indizio per il
pubblico e stabilisce i deliri dal punto di vista di Nash. Nella
vita reale, i suoi deliri erano sempre uditivi e lo stesso
protagonista ha ammesso di non averne mai avuti di visivi.
3. Una tecnica innovativa
per rappresentare le epifanie di Nash. I produttori hanno
sviluppato una tecnica per questo tipo di rappresentazione. I
matematici li hanno descritto questi momenti come “il senso del
fumo”, “lampi di luce” e “tutto ciò che si avvicinava”, così i
realizzatori hanno usato un lampo di luce su un oggetto o una
persona per indicare i momenti creativi di Nash.
A Beautiful Mind streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo
film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie
piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili,
Google Play, iTunes, Infinity e Netflix.
A Beautiful Mind frasi
5. Frasi memorabili e
bellissime. Un film come A Beautiful Mind non poteva non
dare vita ad una serie di frasi indimenticabili. Ecco qualche
esempio:
Ho bisogno di credere che qualcosa
di straordinario sia possibile. (Alicia Nash)
È soltanto nelle misteriose
equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica.
(John Nash)
Io non credo nella fortuna, ma
credo fermamente nell’assegnare un valore alle cose. (John
Nash)
La crudeltà dell’uomo è pari solo
alla sua fantasia. (William Parcher)
Personalmente ritengo che questo
corso sarà una totale perdita del vostro e decisamente più grave
del mio tempo. Tuttavia, siamo qui quindi potete frequentare o no,
potete pensare o no, potete completare il compito a vostro
piacimento. Abbiamo concluso. (John Nash)
A Beautiful Mind cast
6. John Nash poteva avere
un altro volto. Pare che siano stati molti gli attori
contattati per interpretare il protagonista, prima di arrivare a
scegliere Russell Crowe. Tra i tanti, si menzionano Bruce
Willis, John Travolta,
Tom Cruise,
Robert Downey Jr., Nicolas Cage, Johnny Depp, Ralph Fiennes,
Brad Pitt, Mel Gibson e Gary
Oldman.
7. Sono stati fatti diversi
provini per trovare il volto di Alicia Nash. Così per il
protagonista, anche per il ruolo della moglie erano state scelte
diverse attrici. Pare, infatti, che Charlize Theron fosse stata considerata per
ruolo, così come Emily Watson che però venne
considerata troppo inglese, mentre Mira Sorvino
venne considerata troppo vecchia. Alla fine, la scelta è caduta su
Jennifer Connelly.
8. Nel film appare anche la
figlia del regista.Bryce Dallas Howard, figlia del regista Ron
Howard, appare in un breve cameo durante il film, dopo la scena
della conferenza di matematica quanto John Nash è sedato dal Dr.
Rosen (Christopher
Plummer), guardando nell’auto mentre si allontana.
A Beautiful Mind trama
9. Storia di una vita
vera. Questo film si ispira alla vita di John Forbes Nash
Jr. nato in una famiglia borghese della Virginia occidentale nel
1928 e considerato uno dei più brillanti matematici mai esistiti,
grazie anche alla sua teoria dei giochi. Purtroppo, egli era anche
vittima della schizofrenia che lo ha portato da un ospedale
psichiatrico all’altro, arrivando a riprendere il controllo della
sua vita e tornando alle ricerche solo nel 1994.
A Beautiful Mind libro
10. Il film si ispira ad
una biografia.A Beautiful Mind è un film che si
ispira liberamente al libro Il genio dei numeri. Storia di John
Nash, matematico e folle, scritto nel 1998 dalla giornalista
Sylvia Nasar. Questo libro ha avuto molto successo
ed è stato anche considerato come finalista del premio Pulitzer del
’98.
Alessandro Rak,
regista d’animazione de L’Arte della Felicità e di
Gatta Cenerentola, ha presentato ad
Annecy il suo nuovo film d’animazione da regista,
The Walking Liberty, un racconto in parte ispirato
allo spirito ottimista riflesso dall’omonima scritta sul mezzo
dollaro d’argento emesso dalla Unite States Mint dal 1916 al
1947.
Come si vede nel primo trailer, in
esclusiva su Variety, il nuovo film di Rak – su
cui ha lavorato per oltre un anno – è ambientato in un mondo
post-apocalittico in cui la giungla ha coperto quasi tutto, tranne
uno schermo che proietta Il Grande Dittatore di Charlie
Chaplin.
Il film prende spunto dai
“movimenti populisti politicamente distruttivi che stiamo
vedendo spuntare in tutta Europa”, ha detto Rak. E questo
viene raccontato “attraverso gli occhi” di due personaggi, una
ragazza di 15 anni di nome Yaya, che ha elementi del protagonista
del marinaio di Hugo Pratt “Corto Maltese”, anche se in
un’incarnazione femminile, e un gigante malato di mente di nome
Lennie che ha il doppio della sua età.
“Sono entrambi innocenti senza
genitori”, ha detto Rak, il quale ha specificato che la
narrazione non chiarisce mai quali siano le origini della
distruzione del mondo. “L’idea è di raccontare la storia di due
persone che sono nate in un nuovo mondo e non hanno una connessione
diretta con la storia”, ha detto.
Per quanto riguarda la scelta di
The Walking Liberty come titolo del film, Rak ha
detto quello che gli piaceva “era la parola libertà” e il fatto che
il mezzo dollaro d’argento “ha fatto storia per vari motivi tra
cui quello che è diventato la moneta scelta per eseguire trucchi
magici.”
Inoltre, il titolo ricorda
The Walking Dead, ha aggiunto, il regista, ma
mentre quello show è “su un futuro apocalittico che è
orribile” ci piace l’idea di un futuro “che è legato
all’idea di libertà futura”, ha osservato Rak. E quindi la
parola Liberty al posto di Dead.
The Walking Liberty
è prodotto dalla consueta casa di produzione con cui lavora Rak, la
Mad Entertainment di Napoli, con alcuni fondi del
Ministero della Cultura italiano. Mad è in trattative avanzate per
trovare un produttore francese che partecipi alla produzione.
X-Men:
Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi
più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve
nell’iconica DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa
missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza
cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i
tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi
demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi
legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il
pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai
realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli
X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve
affrontare il nemico più devastante: uno di loro.
X-Men:
Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi
più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve
nell’iconica DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa
missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza
cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i
tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi
demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi
legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il
pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai
realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli
X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve
affrontare il nemico più devastante: uno di loro.
La fine di Avengers: Endgame ha visto un
lieto fine insperato per Captain America che si è
trovato a viaggiare nel tempo per risistemare le Gemme
dell’Infinito e ha finalmente colto l’occasione di rimanere con
Peggy Carter e di vivere la vita che ha sempre sognato.
Sembrava finita qui, e invece i
Fratelli Russo hanno confermato a Syfy che ci sono
altre storie da raccontare di Captain America e
che potremmo presto vederle al cinema. In merito al suo rimanere
nel passato con l’amore della sua vita, i Russo hanno spiegato:
“C’è una storia che lo spiega, una storia che noi però nel film
non vediamo. Ed è una storia che spiegheremo ad un certo
punto.”
E poi hanno aggiunto: “Stando
alle regole sui viaggi nel tempo che abbiamo stabilito nel film,
c’è una grande avventura da raccontare, un’avventura mancante, per
così dire. La cosa bella del Marvel Cinematic Universe è che se
qualcosa non viene raccontato, c’è sempre una possibilità che possa
trovare uno spazio narrativo in una produzione futura.“
Chissà cosa avranno in serbo per noi
i registi, soprattutto alla luce del fatto che il loro ingresso nel
MCU è avvenuto proprio con
Captain America: Winter Soldier e che quindi
conoscono bene e sanno raccontare il personaggio.
Dopo la reunion canora (parziale,
vista l’assenza di Victoria), le Spice Girls
tornano a far parlare di sé e annunciano un film in lavorazione
alla Paramount, con tutte e cinque le ragazze spaziali che negli
anni ’90 hanno conquistato il mondo.
Melanie
Brown (Scary), Emma
Bunton (Baby), Melanie
Chisholm (Sporty), Geri
Halliwell (Ginger) e Victoria
Beckham (Posh) sono tutte coinvolte nel progetto, stando a
quanto riporta THR.
La presidente della Paramount
Animation Mireille Soria ha dichiarato che le
Spice Girls “hanno un’idea che stanno sviluppando.
Sono tutte molto coinvolte nel progetto.” Sembra che il film sia ad
uno stadio di sviluppo embrionale.
Al momento quattro Spice su cinque
sono coinvolte nel loro nuovo tour. La Spice Girls avevano già
partecipato alla realizzazione di un film, Spice Girls – Il
film (Spice World) uscito nel 1997
e diretto da Bob Spiers. È un film musicale che presenta
come protagoniste le componenti della band britannica nei panni di
sé stesse. Nel film sono presenti le canzoni dell’album
Spiceworld, secondo album della band composto da dieci
canzoni uscito nel 1997.
Al Porto Antico di Genova,
nell’ambito della rassegna estiva “Genova Porto Antico
EstateSpettacolo”, torna dal 3 luglio la
terza edizione di Cine&Comic Fest: una
settimana di incontri e anteprime cinematografiche per un festival
dedicato a cinema e fumetto e alle reciproche connessioni e
contaminazioni.
A firmare
ilmanifesto di questa terza
edizione è ancora una
volta Zerocalcare, che interpretando
perfettamente lo spirito della manifestazione ci restituisce, con
il suo inconfondibile tratto, il Porto Antico di Genova come luogo
d’accoglienza, aperto e senza barriere, simbolico approdo per ogni
diversità.
Particolarmente nutrita quest’anno
la presenza femminile, a cominciare da Ilenia
Pastorelli, Isabella
Ragonese e Linda
Caridi, tra le più interessanti e rappresentative
giovani attrici del cinema italiano che nella magica e intima
cornice dell’Isola delle Chiatte saranno protagoniste degli
incontri del nuovo format “Dive sul Mare”.
Sempre al femminile, ma sul
versante fumetto, torna a Cine&Comic Fest Nova
Sin, per parlare con Zerocalcare dell’adattamento per
immagini di Star
Wars: Episodio IV – Una nuova speranza che hanno
realizzato insieme, riproducendo secondo il loro personalissimo
stile i momenti più significativi del titolo cinematografico.
Il 3 luglio,
ad aprire la manifestazione in perfetto stile cine&comic, sarà
l’anteprima italiana di Escape Plan 3 – L’ultima
sfida. Il film, è l’ultimo capitolo del
fortunato franchise action interpretato da Sylvester
Stallone – onorato dal Festival
di Cannes con un grande incontro dedicato alla sua carriera e
all’imminente uscita di Rambo V – qui nei panni
dell’esperto di sicurezza Ray Breslin. Accanto a lui in questa
nuova missione, torna Dave
Bautista (I guardiani della Galassia) nel
ruolo di Trent Derosa, sempre più legato alla Breslin Security ma
anche attento a mantenere la propria indipendenza e la sua
semi-segreta carriera da mercenario. Escape Plan 3 –
L’ultima sfida è un’esclusiva per l’Italia di
Lucisano Media Group e M2 Pictures e uscirà in sala il 4 luglio
2019 distribuito da M2 Pictures.
È invece ancora una donna,
interpretata da una straordinaria Jodie
Foster, la protagonista di Hotel
Artemis, in anteprima italiana a Cine&Comic Fest
il 4 luglio. Nel film ambientato in un futuro
prossimo la Foster è una misteriosa infermiera che gestisce un
ospedale sotterraneo per curare i criminali più pericolosi di Los
Angeles. Accanto a lei ritroviamo Dave Bautista,
che interpreta un inserviente incaricato di mantenere l’ordine
dell’ospedale. In tema di contaminazioni: Hotel
Artemis segna il debutto alla regia
di Drew Pearce, sceneggiatore
diIron
Man 3, Mission Imposible – Rogue Natione
della serie comica britannica di supereroi, No
Heroics. Hotel Artemis è un’esclusiva per
l’Italia di Leone Film Group, al cinema dal 1agosto 2019
distribuito da 01 Distribution.
Gli incontri con gli artisti e
le proiezioni di Cine&Comic Fest si
terranno nelle varie
location del Porto Antico di
Genova, nel cuore della città: nel teatro all’aperto (e
coperto) della Piazza delle Feste, sul
palcoscenico sospeso tra mare e cielo dell’Isola delle
Chiatte, nel suggestivo spazio della fortezza storica
di Porta Siberia, nella
multisala The Space
Cinemaenella
Libreria Coop.Inoltre, dopo la
prima esperienza del 2018, anche per il 2019 sono in programma
collegamenti e iniziative condivise con il Palazzo
Ducale di Genova.
Ma tutto questo non è che l’inizio:
altri incontri, altri nomi, altri titoli e soprattutto altre
sorprese sono in arrivo. Il programma definitivo sarà disponibile
su www.portoantico.it.
Arriverà al cinema il prossimo 25 luglio Midsommar – Il villaggio dei dannati, il nuovo
film di Ari Aster che segue il successo di
Hereditary e promette un
nuovo appuntamento con il terrore. Ecco qui il trailer italiano del
film distribuito da Eagle Pictures.
Il film vede nel cast principale
Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper
e Will Poulter. Arriverà in estate negli Stati
Uniti e quindi probabilmente in autunno in Italia. Il primo trailer
si caratterizza da colori e atmosfere che sembrano molto lontane
dal genere horror ma allo stesso tempo sembra rievocare alcuni
dettami che abbiamo riscontrato anche in
Hereditary.
Nel trailer si vede una persona
deforme, come già capitato nel primo film, e sembra che le
circostanza della narrazione siano legate a un culto dei boschi,
una qualche religione animista, lo spiritismo che poi si rivela
essere la base della storia nell’altro film.
Aspetteremo con ansia di essere
ammaliati e spaventati, ancora una volta, da Midsommar di Ari Aster,
mentre intanto il cinema ci offre l’opera seconda dell’altro
giovane regista considerato il nuovo guru dell’horror,
Jordan Peele e il suo Noi.
Prodotto da HBO e Sky Original,
Chernobyl è la mini-seri del
momento. Accolta in trionfo in tutto il mondo e trasmessa in
Italia, su Sky Atlantic, a partire da lunedì 10 giugno (e per le 4
settimane successive), lo show racconta del disastro della centrale
di Chernobyl, adottando un linguaggio che fonde dramma e thriller,
in cui l’indagine alla ricerca delle cause e delle responsabilità
per l’incidente viene affiancata dalla tragedia umana che
l’incidente stesso ha costituito.
La storia parte dalla notte
dell’incidente, il 26 aprile del 1986, e racconta delle conseguenze
a breve termine, delle prime vittime, degli scienziati ignari, dei
tentativi portati avanti per arginare una catastrofe che poteva
essere fatale per l’Europa intera. Si conclude nelle aule del
tribunale dove sono stati processati i colpevoli del disastro
nucleare, il peggiore del genere che la storia ricordi, per il
quale non è possibile, ancora oggi, quantificare i danni in termini
di vite umane.
Creato da Craig
Mazin, che ha anche firmato la sceneggiatura,
Chernobyl è un oggetto prezioso. La regia, firmata
da Johan Renck, è attenta, delicata, capace di
caricare di tensione e anche di poesia scenari catastrofici, mette
al centro della scena, soprattutto nei primi episodi, il corpo
pesante, grigio e ferito della centrale stessa. Gli squarci nei
suoi fianchi, sul suo tetto, sono ferite dai quali esce un veleno
invisibile del quale nessuno davvero conosceva ancora la
pericolosità.
Questa consapevolezza lucida e
terrificante conferisce ancora maggiore tensione al racconto, e
tutto passa attraverso le scelte della regia di indirizzare
l’attenzione dello spettatore sui volti, quelli degli operatori
impreparati, dei pompieri sfiniti, dei minatori accaldati, quei
minatori protagonisti della sequenza più bella e potente
dell’intera serie: nudi di fronte al caldo e alla fatica, come nudo
è l’uomo di fronte a catastrofi del genere, esposto alle radiazioni
che avvelenano il corpo ignaro. L’approccio così attento e
delicato, anche nel tracciare immaginari catastrofici, si associa
ad un eccellente lavoro sulla fotografia e soprattutto sul sound
design, a cui spesso è affidato tutto l’apporto emotivo e
drammatico delle scene mostrate.
Peccato solo che questa attenzione
non si rispecchi anche nella scrittura che si lascia andare,
soprattutto nella seconda parte, alla semplificazione della
situazione politica dell’Ucraina all’epoca dell’esplosione: i
cattivi finiscono per essere i rappresentanti del regime comunista,
gli scienziati vittime di un potere folle che li voleva costringere
al silenzio, i protagonisti eroi che si scagliano contro
quell’ordine. Pare infatti che la Russia abbia male accolto la
serie, annunciando la produzione di uno show sullo stesso tema che
però vorrebbe rintracciare i copevoli addirittura nelle fila della
CIA. Ma, lontanissimo dall’essere una presa di posizione politica,
quella delle serie sembra, appunto, solo una semplificazione di una
società complessa e difficilissima da leggere, soprattutto oggi,
una scelta che mira quindi ad una maggiore fruibilità da parte
dello spettatore.
Discutibile, ma anche in
questo caso comprensibile, la scelta di sintetizzare la squadra di
scienziati che lavorarono alle indagini sull’incidente,
riassumendoli nella figura della scienziata Ulana
Khomyuk che, da sola, trova la verità. Un’ulteriore
semplificazione dei fatti che invece hanno necessitato di tante
menti al lavoro, per ricostruire le dinamiche dell’incidente e
quantificare le conseguenze.
La divisione del racconto in cinque
episodi si trasforma anche un una curva di Gauss drammaturgica, in
cui il picco di maestosità viene raggiunto, in crescendo dagli
episodi uno e due, nel terzo, per poi scemare lentamente, ma pur su
livello alti, nella quarta e quinta puntata. E tutta la sezione
ascendente di questa curva vede protagonisti gli scienziati che
conducono l’indagine, l’occhio attraverso cui ci viene raccontata
la storia, ma tiene in primo piano l’orrore, la piccolezza e
fallibilità umana di fronte a un disastro che non è stato capito,
nel corso del suo svolgersi. A questa prima parte folgorante,
corrisponde una seconda parte più didascalica, che si focalizza sul
processo e sulle condanne ai colpevoli.
A prestare i volti a questi
personaggi ci sono una manciata di attori, noti e meno noti, dai
protagonisti Jared Harris, Stellan Skarsgård e Emily
Watson, ai comprimari
Barry Keoghan, Michael McElhatton e Jessie
Buckley, interpreti intensi ed equilibrati che riescono a
mettere in scena la tragedia senza crogiolarsi nell’orrore,
assecondando il gusto della regia che preferisce conferire potenza
e maestosità a protagonisti animati e inanimati attraverso le
inquadrature, senza soffermarsi sulla miseria e sul dolore.
Nell’approccio che i creatori hanno
adottato per portare sullo schermo Chernobyl, il
fatto reale, raccontato con dovizia di particolari e gusto per
l’indagine, scivola in secondo piano. Non c’è niente, dei fatti che
sono accaduti e che vengono esposti, che non si possa leggere sulla
pagina aggiornata di Wikipedia dedicata al disastro, e c’è
senz’altro una grande abilità a drammatizzare a questo livello, una
successione di eventi tanto dolorosa e spaventosa. Quello che
davvero emerge dalle scelte dei realizzatori e che conferisce forza
alla serie, sono le storie private, il sacrificio ignaro di molti,
l’enormità della tragedia, la paura, la lotta, l’ineluttabilità di
quanto accaduto e l’inenarrabile tragicità della conseguenza.
Rocketman,
biopic musicale sulla vita di Elton John, è stato
bandito in Samoa a causa delle scene gay come riportato dal sito
Reuters. L’isola del Sud Pacifico ha infatti impedito l’uscita
nelle sale del film a partire dalla scorsa settimana appellandosi
all’impossibilità di far convivere la rappresentazione
dell’omosessualità e la cultura religiosa.
Viene sottolineato come la
popolazione totale di Samoa si aggiri intorno ai 200.000 abitanti,
e il 97% di questa si identifica come cristiana. Sfortunatamente la
censura di Rocketman non
è un caso isolato, considerando che sempre più film continuano ad
essere modificati, tagliati e banditi nel mondo.
A marzo un’analisi della CNN aveva
rilevato l’esclusione di due minuti di scene da Bohemian
Rhapsody, racconto della vita di Freddie Mercury, da parte
della censura cinese. Il footage in questione riguardava momenti
legati alla sessualità del frontman dei Queen, tra cui i baci con
un altro uomo e il taglio della parola “gay”.
Una politica che definire
medioevale è alquanto approssimativo e che viene adottata dal
governo del paese dal 2016, da quando è stata legalmente vietata la
rappresentazione di “comportamenti sessuali anormali” (comprese le
relazioni gay e lesbiche) in televisione e spettacoli online. Come
diretta conseguenza, diversi membri della comunità LGBT cinese
hanno definito l’uscita di Bohemian Rhapsody nelle
sale una “vittoria” per la loro comunità, considerando il cospicuo
numero di titoli occidentali che ogni anno raggiunge i cinema
locali.
Dopo il primo trailer
internazionale di Frozen II: Il Segreto di
Arendelle, arrivano i primi meme e i primi mash-up della
rete. Tra tutti, uno dei più divertenti è quello che vede il nuovo
film Disney incontrare la serie HBO Game of
Thrones.
Nel brevissimo video che vedete di
seguito, vediamo Elsa prendere una rincorsa e Tormund con sguardo
spaventato allontanarsi, fino a che la Regina di Arendelle non
scaglia la sua magia contro la Barriera e la demolisce. Ecco
l’esilarante video:
Arriverà il sala il prossimo 27
novembre Frozen II: Il Segreto di Arendelle, il
sequel del film dei record che ha rilanciato la Walt Disney.
Frozen II: Il Segreto di
Arendelle è l’atteso sequel del film
d’animazione diretto da Chris Buck e
Jennifer Lee.
Della squadra premio Oscar
torneranno Lee e Chris Buck in regia, il
produttore Peter Del Vecho, il cast
originale, Idina
Menzel, Kristen Bell, Jonathan
Groff e Josh Gad, e le musiche
di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez.
Walt Disney Animation
Studios distribuirà il film nei cinema USA dal 27 novembre
2019.
Due giorni fa venivano rivelati
alcuni dettagli sulla versione originale di X-Men:
Dark Phoenix stravolta dalle riprese aggiuntive e
cambi repentini di sceneggiatura sovrapposizioni dovuti a presunti
parallelismi con la trama di un altro cinecomic uscito di recente
(forse Captain Marvel, suggeriscono più
fonti). Ora invece è uno dei protagonisti, Tye
Sheridan, a confermare alcune teorie sul finale previsto
inizialmente e mai realizzato nel nuovo podcast di Cinemablend:
“Originariamente, lo script
prevedeva l’arrivo di Charles Xavier e Cyclope alla sede delle
Nazioni Unite per avvisare il presidente americano che un esercito
di alieni avrebbe attaccato il pianeta. Quei nemici avevano inoltre
catturato Jean Gray […] Subito dopo Jean sarebbe arrivata e ci
sarebbe stata questa enorme battaglia tra le guardie all’ONU e la
Fenice…solo che le guardie si rivelavano essere degli
Skrull. Scott avrebbe lottato con uno di loro
nella fontana, e successivamente Jean sarebbe intervenuta per
combattere tutti gli Skrull, ritornando indietro nello spazio dopo
aver detto addio al compagno.“
Dunque la descrizione degli eventi
sembra evidenziare il supposto parallelismo
con Captain Marvel, il cinecomic targato
Marvel Studios che vedeva protagonisti anche
gli alieni mutaforma dei fumetti. È evidente che il conflitto
creatosi a livello di trama avrà spinto la Fox ad agire di
conseguenza, eliminando il terzo atto e costringendo la produzione
a optare per una soluzione diversa.
X-Men:
Dark Phoenix è già stato apostrofato da Kinberg come
l’inizio di un nuovo capitolo per la serie di film
di X-Men.“Lo vedo come un nuovo capitolo. Lo
vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una
direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il
prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può
avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan
[Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel
2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni
dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non
erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a
metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui
supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era
davvero rivoluzionario.”
È ufficialmente pronto lo spin-off
de Il Grande Lebowski di John
Turturro, intitolato Going Places, che
dovrebbe trovare una distribuzione in autunno durante il periodo
festivaliero. A confermarlo è l’attore in un’intervista,
concludendo così un’epopea iniziata nel 2016 grazie alla
benedizione dei fratelli Coen.
Turturro ha scritto, diretto e interpretato il film che segue le
avventure di Jesus Quintana, il personaggio della
pellicola originale, e la competizione con un altro criminale in
una gara di piaceri sessuali verso la stessa donna.
“Sarà eccessivo“, ha
dichiarato la star americana, “E mostrerà quanto siano stupidi
gli uomini. Di questo parlerà: delle donne, che sono i personaggi
più forti e più uniti tra loro. Ho dovuto cambiare la sceneggiatura
ma ora sento che funziona bene. Fondamentalmente sarà
un’esplorazione di Jesus che esce di prigione dopo essere stato
incastrato con l’accusa di pedofilia, ma anche una commedia molto
umana.”
Di seguito la prima sinossi ufficiale dello spin-off:
John Turturro interpreta Jesus
Quintana in Going Places, un film su un trio di disadattati la cui
dinamica irriverente e sessualmente carica si evolve in una
sorprendente storia d’amore mentre il loro atteggiamento spontaneo
e irriverente nei confronti del passato e del futuro si ritorce
ripetutamente, anche se compiono inavvertitamente buone azioni.
Quando i protagonisti di fanno nemico un parrucchiere armato di
armi, il loro viaggio diventa una costante fuga dalla legge e dalla
società.
Il film vede nel cast anche
Susan Sarandon e Bobby
Cannavale ma non è stata ancora confermata la
presenza di Jeff Bridges con un cameo nel ruolo
del Drugo.
Chris Pine ha
presenziato la celebrazione del decimo anniversario di Star
Trek, in cui, ricordiamo, interpreta il Capitano Kirk.
L’attore si è presentato domenica scorsa, 9 giugno, alla Hollywood
Forever, per la proiezione speciale del film, ma in quell’occasione
si è svolto un altro importante evento, la presentazione del
trailer del documentario Lova, Antosha, dedicato
ad Anton Yelchin.
Love, Antosha è un
film documentario diretto e prodotto da Garret Price, incentrato
sulla vita e la carriera del defunto attore Anton
Yelchin, che era il co-protagonista con Chris in Star
Trek. Il film è stato presentato in anteprima al Doc Sunder
Film Festival nel 2019 e sarà distribuito da Lurker Productions a
New York e Los Angeles il prossimo agosto.
Anton Yelchin si è
spento il 19 luglio
2016, a causa di un incidente stradale, a soli 27 anni. La
famiglia ha anche intentato una causa alla Fiat per
la morte del giovanissimo attore. Attivo sin da piccolissimo, Anton
ha partecipato a molti film, tra cinema indie e grandi blockbuster,
tra cui Terminator Salvation e Star
Trek.
Ghostbusters, l’imperdibile
classico amato da tutti torna per il suo 35° anniversario con due
edizioni da collezione imperdibili. Fan e appassionati della saga
di fantasmi e sovrannaturale più divertente della storia del cinema
si preparano a festeggiare il ritorno in home video del primo
leggendario capitolo di Ghostbusters, arrivato al suo
35° compleanno. Per l’occasione, Universal Pictures Home
Entertainment Italia realizza due imperdibili edizioni
speciali da collezione in uscita il prossimo 12
giugno, per rendere ancora più ricca la propria
collezione: verranno realizzati infatti lo Steelbook 4k
Ultra HD e l’incredibile Ghost Trap limited
edition, che contiene il disco del primo iconico film in
formato Blu-ray all’interno di un pack che ogni appassionato
desidera.
L’edizione Steelbook 4k Ultra HD
comprenderà inoltre la collection dei due film in formato Blu-ray
ed un intero disco di contenuti bonus totalmente inediti, per un
totale di 5 imperdibili dischi per rivivere al meglio la saga di
acchiappa-fantasmi che ha appassionato e divertito i pubblici di
tutto il mondo, in tutta l’alta definizione del formato 4k Ultra
HD. Per i collezionisti più sfrenati, sarà inoltre disponibile
l’esclusiva Ghost Trap limited edition, che contiene il disco del
primo iconico film in formato Blu-ray all’interno di un pack a
tiratura limitata che ogni appassionato desidera possedere.
Assolutamente da non farsi sfuggire! Per celebrare al meglio
l’anniversario, a Los Angeles si terrà un evento dedicato proprio
al primo film di Ghostbusters, a cui parteciperà il fan club di
Ghostbusters Italia.
Sia Ghostbusters che
Ghostbusters II sono diretti e prodotti da
Ivan Reitman (Polpette, Stripes – Un plotone di svitati), e
scritto da Dan Aykroyd (Papà ho trovato un amico) e Harold
Ramis (Molto Incinta). Ai film hanno partecipato tra
gli altri Bill Murray (St. Vincent), Dan Aykroyd (The
Blues Brothers – I fratelli del Blues), e Sigourney Weaver
(Aliens – Scontro Finale), Rick Moranis (Tesoro mi sis
ono ristretti i ragazzi), oltre a Ernie Hudson (la
serie televisiva “Oz”) e Annie Potts (la serie
televisiva “Quattro donne in carriera”).
Ghostbusters ha raggiunto la ventottesima posizione
nella classifica dei film americani più divertenti di sempre
stilata dall’American Film Institute.
Ghostbusters
Per un giugno tutto a tema
Ghostbusters, non mancherà in edicola in tutta Italia
PLAYMOBILSpecial 1/2019. In regalo con il magazine
sarà disponibile il personaggio originale Dr Raymond Stantz con
zaino protonico. Le 36 pagine del magazine ci faranno scoprire il
mondo Ghostbusters: prima la presentazione del team degli
Acchiappafantasmi e dei loro nemici; a seguire un fumetto dove si
assiste alla caccia e alla cattura dei terribili fantasmi che hanno
infestato il parco di Manhattan. Non mancheranno divertenti giochi
da fare in compagnia degli amici sfidandosi con curiosi indovinelli
e un gioco da tavolo. Completano il tutto 2 magnifici poster da
collezionare, assolutamente da non perdere!
Ghostbusters: I cittadini di New
York sono nel panico. Chi li salverà dall’invasione ectoplasmatica?
Il loro destino è nelle mani di tre sgangherati studenti
universitari in parapsicologia che, muniti delle loro strampalate
invenzioni, daranno vita alla Squadra Acchiappafantasmi, il pronto
intervento per spiriti e spiritelli. E allora si salvi chi può!
Ghostbusters II: Ormai sono famosi,
le armi sono diventate più potenti e l’esperienza davvero non gli
manca. Sono tornati per combattere “la melma che si nutre di
vibrazioni maligne” e per salvare il mondo. Questa volta il
pericolo si nasconde nella culla di un bambino innocente, il figlio
di Dana, che improvvisamente inizia a muoversi da solo per le
strade di New York. La donna capisce che l’Entità Soprannaturale è
tornata per tormentarla e allora non le resta che chiamare gli
Acchiappafantasmi!
CONTENUTI EXTRA ESCLUSIVI DELL’EDIZIONE STEELBOOK
4K:
GHOSTBUSTERS
Commento ai fan per il 35esimo anniversario
6 rarissime scene eliminate e mai viste, inclusa le
richiestissime scene di Fort Detmerring!
Include inoltre dei take non lavorati della sequenza di Central
Park Bums
Video di presentazione del 1984 in cui Bill Murray e Dan
Aykroyd presentano un rullo del film agli espositori!
Pubblicità televisiva di Ghostbusters + scene tagliate
GHOSTBUSTERS II
Commento al film per il 30esimo anniversario
“L’Oprah Winfrey Show: Cast di Ghostbusters II” del giugno
1989
Un raro teaser trailer non finito che contiene l’intera
pubblicità per il film!
THE REAL GHOSTBUSTERS
“The Real Ghostbusters – Pitch episodio pilota” – A Fan
Restoration
CONTENUTI EXTRA ESCLUSIVI DELLA GHOST-TRAP LIMITED
EDITION:
Chi chiamerai?
Una retrospettiva su Ghostbusters – Acchiappafantasmi
Tavola rotonda col regista Ivan Reitman e con Dan Aykroyd
Festeggia il decimo anno il
Festival di Cinema&Letteratura Del Racconto, il
Film l’unico itinerante del Sud Italia che coniuga la
passione per il grande schermo con quella per il libro in cui
vengono trattate tutte le sfaccettature del Sociale, organizzato
dalla cooperativa sociale “I bambini di Truffaut” sotto la
direzione artistica del giornalista e scrittore Giancarlo
Visitilli.
Le piazze e i luoghi di Bari,
Bitonto, Trani, Turi, Mola di Bari e Sannicandro di Bari si
apprestano dal 15 giugno al 21 luglio 2019, ad ospitare i 22
eventi: presentazioni di libri, proiezioni, spettacoli, attori,
scrittori, uomini e donne del sociale. Un traguardo importante,
quello del decimo anno, che si concluderà a Mola di Bari, lì dove
il festival è nato, con l’arrivo di Marco
Bellocchio, che dopo la presentazione del suo ultimo
film “Il traditore”, riceveràle chiavi
della città dal sindaco Giuseppe Colonna: un
riconoscimento sentito per l’artista e per la sua capacità di
interpretare il mondo e darne una visione critica il suo lavoro
riconosciuto in tutto il mondo.
Per la prima
volta, inoltre, il Festival introduce un concorso
con tre diverse sezioni: I quattrocento
colpi (film di carattere prettamente sociale);
La terra vista dalla luna (film di
carattere generale) Non ci resta che
leggere (letteratura). Al voto ci sarà una
giuria popolare e due giurie di esperti – una di Cinema presieduta
dall’attrice Francesca Inaudi e una di
Letteraratura presieduta dalla scrittrice Nadia
Terranova.
Il festival inizierà con una serie
di incontri pre-festival in programma nelle piazze dei comuni
aderenti alla “rete del Festival”, per arrivare al cuore della
rassegna dal 18 al 21 luglio a Mola di Bari,
proprio nella città in cui è nato. Per il secondo anno, il festival
ritorna nelle carceri a Turi, Bari e Trani per
coinvolgere ogni tipo di pubblico.
Tra i libri che verranno presentati
dagli autori ci sono: “Cose più grandi di noi” (Einaudi) di
Giorgio Scianna; Idda” (Einaudi) di
Michela Marzano; il finalista al Premio Strega “Il
risolutore” (Rizzoli) di Pier Paolo Giannubilo;
“Ti mangio il cuore” (Feltrinelli) di Carlo Bonini
e Giuliano Foschini; “La malalegna” (Mondadori) di
Rosa Ventrella; “Adesso tienimi”
(TerraRossa) di Flavia Piccinni; “Esercizi di
sepoltura di una madre” (Mondadori) di Paolo
Repetti; “Il ladro di giorni” (Feltrinelli) di
Guido Lombardi; “Le ultime lezioni” (Feltrinelli)
di Giovanni Montanaro e “Le parole che mancano al
cuore” (Sem) del conduttore Fabio Canino.
Alcuni tra i film che si potranno
vedere sono: “Il bene mio” di Pippo Mezzapesa;
“Dafne” del regista Federico Bondi, film vincitore
del Premio Fipresci, nella sezione Panorama dell’ultima Berlinale;
“L’esodo” di Ciro Formisano con protagonista
Daniela Poggi; film “Estate 1993” di Carla Simon
Pipó; “Il crimine non va in pensione” di Fabio
Fulco; “Karenina & I” di Tommaso Mottola;
“Ride”
opera prima di Valerio Mastandrea; “L’affido una
storia di violenza” di Xavier Legrand; “Directions
– Tutto in una notte a Sofia” di Stephan
Komandarev; “Selfie” di Agostino Ferrente
e l’ultima sera “Il
traditore” di Marco Bellocchio, di recente
andato nelle sale, dove Pierfrancesco Favino interpreta Tommaso
Buscetta, il primo importante pentito di mafia. Durante la serata
sarà presente il regista e Piergiorgio Bellocchio,
attore; Francesca Calvelli, montatrice;
Luigi Lonigro, distributore (Rai Cinema – 01
Ditribution), presidente nazionale Distributori
Anica.
Sarà Magari, opera
prima della regista e produttrice italiana Ginevra Elkann ad aprire
mercoledì 7 agosto la 72esima edizione del Locarno Film
Festival, che si concluderà sabato 17 agosto dopo la
cerimonia di premiazione con Tabi no Owari Sekai no
Hajimari (To the Ends of the Earth) del
regista, sceneggiatore e scrittore giapponese Kiyoshi Kurosawa.
La cerimonia di apertura del 72esimo
Locarno Film Festival si terrà il 7 agosto in Piazza Grande, con la
prima mondiale di Magari, introdotto dalla regista Ginevra
Elkann accompagnata dai due straordinari interpreti del film, gli
attori italiani Alba Rohrwacher e Riccardo Scamarcio. Pellicola
italo-francese, il film ripercorre l’infanzia di tre fratelli figli
di genitori divorziati all’inizio degli anni Novanta. Nel cast
anche Céline Sallette, Brett Gelman, Milo Roussel, Ettore
Giustiniani, Oro De Commarque e Benjamin Baroche. Ginevra Elkann ha
recentemente prodotto con la sua Asmara Films
alcuni titoli di qualità tra cui Land (2018) di Babak
Jalali, White Shadow (2013) di Noaz Deshe e Cloro
(2015) di Lamberto Sanfelice, e distribuito con Good Films Anime Nere (2014) di Francesco
Munzi e Non essere cattivo (2015) di Claudio Caligari, dopo
aver diretto il cortometraggio Vado a Messa (2005),
selezionato alla 62esima Mostra di Venezia.
Il Festival si concluderà con la
cerimonia di premiazione sabato 17 agosto, seguita dalla proiezione
in prima internazionale di Tabi no Owari Sekai no
Hajimari (To the Ends of the Earth) del
maestro del thriller giapponese Kiyoshi Kurosawa. Sarà uno dei più
grandi registi giapponesi contemporanei a chiudere il Locarno Film
Festival. Dopo i successi che l’hanno reso famoso – Cure
(1997), Kairo (2001), Shokuzai (Penance,
2012) – e i suoi ultimi film presentati al Festival
di Cannes, Kishibe no tabi (Journey to the
Shore, 2015) e Sanpo suru shinryakusha (Before We
Vanish, 2017) – Kurosawa torna a lavorare con la ex
cantante J-pop Atsuko Maeda, che aveva già diretto in Sebunsu
kôdo (Seventh Code, 2013) e nel già citato Sanpo
suru shinryakusha (Before We Vanish, 2017),
e con gli attori Ryo Kase, Shôta Sometani, Adiz Radjabov e Tokio
Emoto. Girato in Uzbekistan, Tabi no Owari Sekai no
Hajimari (To the Ends of the Earth) segue tra sogno e
burlesco le vicende di Yoko, presentatrice di un popolare show
giapponese di viaggi, lungo i paesaggi dell’antica Via della Seta,
nel tentativo di catturare con la sua piccola squadra un pesce
mitologico.
Lili Hinstin, Direttrice artistica del Locarno Film Festival:
“Da un promettente primo film di una giovane regista europea
(tra Francia, Italia e Inghilterra), all’ultimo film del più
importante regista giapponese oggi in attività, il Locarno Film
Festival traccia così la sua traiettoria distintiva tra l’apertura
e la chiusura del Festival: quella di scoprire i talenti di domani
e accompagnare gli autori affermati nelle loro ricerche o
esperienze più inaspettate”.
Capace di accogliere fino a 8’000
spettatori, Piazza Grande è il cuore e la vetrina del Festival e
riunisce ogni sera i diversi pubblici di Locarno davanti a uno
degli schermi all’aperto più grandi d’Europa. La sezione ha due
premi: il Prix du public UBS del valore di 30’000 CHF, assegnato
dal pubblico, e il Variety Piazza Grande Award, attribuito da
critici della rivista presenti a Locarno a un film che si distingue
per qualità artistiche e potenziale commerciale.
Il programma completo del Festival 2019 verrà reso noto durante la
conferenza stampa del 17 luglio.
La 72esima edizione del Locarno Film
Festival si terrà dal 7 al 17 agosto 2019.
Magari di Ginevra
Elkann con Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Milo Roussel,
Ettore Giustiniani, – Oro De Commarque, Céline Sallette, Benjamin
Baroche e Brett Gelman. Una Produzione Wildside con Rai Cinema –
Prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani con Lorenzo Gangarossa
per Wildside Co-prodotto da Iconoclast eTribus P Films –
Distribuzione internazionale Rai Com
Tabi no Owari Sekai no
Hajimari(To the Ends of the Earth) di Kiyoshi
Kurosawa con Atsuko Maeda, Ryo Kase, Shôta Sometani, Adiz Radjabov
e Tokio Emoto. Una Produzione Loaded Films Ltd., Tokyo Theatres
Inc. Coproduzione King Records, National Agency Uzbekkino, Doha
Film Institute, Hakuhodo DY Holdings, Asahi Shimbun Newspaper, TBS
Radio – Distribuzione internazionale Free Stone Productions Co.,
Ltd
Qualche giorno fa era stato il sito
Geeks WorldWide a suggerire che il nuovo reboot dei
Fantastici 4 targato Marvel Studios sarebbe arrivato nelle sale nel
2022 con la regia di Peyton Reed, già dietro la macchina da presa
di Ant-Man e Ant-Man and The
Wasp, e la squadra di Kevin Feige pronta
a mettere le mani sulla famiglia di supereroi creata da Stan
Lee.
La notizia, ovviamente non
ufficiale, è stata commentata da Tim Story, che ha
diretto i primi due capitoli cinematografici sui personaggi nel
2005 e nel 2007 (I Fantastici Quattro e I
Fantastici Quattro e Silver Surfer) non del tutto
apprezzati da critica e pubblico ma lontani dal sonoro disastro del
riavvio di Josh Trank del 2015.
E a quanto pare Story avrebbe più di
un consiglio per chiunque siederà sulla poltrona di regista del
prossimo cinecomic, se e quando verrà realizzato:
“Per prima cosa, gli direi di
ascoltare Kevin Feige. Kevin Feige è la persona giusta. Secondo:
fare tutte le ricerche possibili su Reed Richards. Lo stretching
non è facile. Per il resto non ho molto da dire. I Marvel Studios sono sorretti da un
incredibile sistema e non credo abbiano bisogno di suggerimenti.
Onestamente non vedo l’ora di scoprire cosa combineranno con questi
personaggi“.
Secondo le ultime indiscrezioni, lo
studio starebbe pianificando il ritorno del franchise sui
Fantastici Quattro proprio per offrire al grande pubblico una
versione dei supereroi inedita con la speranza di ottenere
risultati migliori. Per farlo potrebbero affidarsi al regista di
Ant-Man e Ant-Man and The Wasp
Peyton Reed, che già l’anno scorso aveva rivelato il suo interesse
nel progetto.
Nei mesi che hanno anticipato
l’uscita di Avengers: Endgame e la fine della Fase 4,
Kevin Feige si era però detto ancora incerto
sull’argomento, dichiarando che per il momento non c’erano sono
progetti concreti:
“Per ora ci siamo concentrati
sull’uscita di Ant-Man and The Wasp, poi finiremo la produzione di
Captain Marvel, il montaggio di Avengers 4 e
le riprese di Spider-Man: Far From Home, quindi
sarà un anno piuttosto impegnativo. […] Non potremo parlare di
Fantastici 4 nel MCU finché non ne avremo la
certezza: ecco perché per adesso ho solo idee e vaghi sogni sul
loro arrivo“.
“La verità è che sono entusiasta
per tutti loro, e non sono solo per i nomi dei supereroi che
conosciamo già al cinema, ma per quel centinaia di personaggi che i
fumetti ci offrono. Ora che la Disney è così vicina dall’ottenere
l’ accesso a qualunque cosa, sento che il sogno di bambino si
realizzerà.”
Universal Pictures
e Skybound stanno collaborando alla realizzazione
di un film su Oblivion Song. Oblivion
Song è stata l’ultima nuova serie del creatore e scrittore
di The Walking Dead, Robert
Kirkman. A partire dal suo lancio, nel marzo 2018, sono
usciti 15 numeri del fumetto e adesso il marchio diventerà un
film di fantascienza su una
sceneggiatura scritta da Sean O’Keefe.
O’Keefe ha recentemente scritto
Wonderland, un film con Mark
Wahlberg diretto da Peter Berg, che ha
completato la produzione. In precedenza, O’Keefe aveva venduto a
Netflix uno script basato sulla serie
Spenser, sempre di Kirkman.
Oblivion Song sarà
prodotto dalla squadra di Skybound, che include
Kirkman, il produttore esecutivo di The Walking
Dead, David Alpert, insieme a
Bryan Furst e Sean Furst. Il Vice Presidente
esecutivo della Universal Studios, Jon Mone, e il
direttore dello sviluppo Lexi Barta
supervisioneranno il progetto per Universal.
I fumetti sono ambientati in un
mondo post-apocalittico in cui 300.000 cittadini di Philadelphia
sono stati improvvisamente persi in Oblivion. Dopo che il governo
ha rinunciato a cercare di salvare questi cittadini, l’eroe della
storia Nathan Cole ha continuato a tornare nel mondo abbandonato.
Facendo viaggi quotidiani, Nathan Cole rischia la vita per salvare
quelli intrappolati nella città della Pennsylvania. Tuttavia, le
motivazioni di Nathan sono più profonde di una semplice spinta ad
aiutare chi è rimasto indietro.
I fumetti di Kirkman hanno generato
franchise di enorme successo, come The Walking
Dead di AMC e la serie spin-off Fear the Walking
Dead. The Walking Dead si sta sviluppando
anche nella direzione di un film, con Andrew
Lincoln in procinto di riprendere il ruolo di Rick Grimes.
I suoi fumetti di Outcast hanno dato origine a una serie al
Cinemax, Invincible è stato sviluppato in una serie animata R-rated
e in un film live-action indipendente a opera di Seth
Rogen ed Evan Goldberg.
Nei mesi scorsi si è parlato molto
dei diversi costumi che Peter Parker indosserà in Spider-Man: Far
From Home, soprattutto in relazione all’utilizzo
specifico e ai misteri dietro questo cambio di look. Dalla sua
prima apparizione in Captain America: Civil
War a Avengers:
Endgame, Tom Holland ha avuto accesso a varie
versioni, tra cui la speciale Iron Spider sfoggiata per i viaggi
nello spazio con particolari funzioni, ma a quanto pare nel sequel
in uscita a Luglio l’eroe tornerà ad un’uniforme “tradizionale”
disegnata da lui stesso.
È ciò che suggerisce questa breve
clip diffusa dalla pagina twitter ufficiale del film in cui vediamo
i dettagli della “Upgraded Suit” per la battaglia
sul Tamigi a Londra. La città verrà attaccata dagli Elementali, le
creature provenienti dal Multiverso, ed è
probabile che per questa nuova missione Peter avrà bisogno di tutto
il sostegno possibile dei suoi poteri.
“Creato da Peter
Parker” è inoltre la descrizione che ogni fan
aspettava da tempo, oltre che omaggio diretto ai fumetti: finora
nel MCU Spider-Man ha sempre
beneficiato di costumi progettati e migliorati dalla tecnologia di
Tony Stark, mentre stavolta è lui l’autore del suo
“destino”. Chissà quali sfide lo attendono e se il suo lavoro sarà
all’altezza del mentore scomparso di recente durante gli eventi di
Endgame…
Nel frattempo, potete dare uno sguardo alla clip qui sotto.
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider vista in Avengers: Infinity War.
Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli
occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo
perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova
maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano,
durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Prima di dirigere Rocketman,
Dexter Fletcher ha completato le riprese di
un altro biopic musicale, Bohemian Rhapsody, dopo
l’improvviso licenziamento di Bryan Singer,
ma a quanto pare le due pellicole potevano avere più di un elemento
in comune.
A rivelarlo è proprio il regista
spiegando che il personaggio di Freddy Mercury doveva comparire nel
film interpretato da Rami Malek creando una
sorta di cross over a sorpresa per gli spettatori. Sfortunatamente
il progetto non è stato mai concretizzato e il frontman dei Queen
viene solo nominato in una scena:
“Ad un certo punto mi era
venuta questa idea: Elton in un ristorante con sua madre, e seduti
in un altro tavolo ci sarebbero stati John Reid e Freddie Mercury.
Sarebbe stato fantastico, ma non è successo….D’altronde non sto
cercando di creare un universo cinematografico!“.
Di fatto tra i due biopic esiste
già un collegamento ed è rappresentato dal personaggio di Reid, il
manager musicale di Mercury e collaboratore, oltre che amante, di
John. Ironia dells sorte, viene interpretato sullo schermo da due
attori della serie Game of Thrones in entrambi i film, ovvero
Aidan Gillen in Bohemian Rhapsody e
Richard Madden in Rocketman.
Avengers:
Endgame verrà ricordato come il film dei record
battuti: è uno dei cinque film della storia del cinema ad aver
superato quota 5 miliardi di incasso nel mondo in sole due
settimane di programmazione, sempre più vicino ad
Avatar, che rimane per ora in vetta alla
classifica, ma la vera impresa è stata compiuta da un fan che ha
comprato ben 110 biglietti, battendo a sua volta un altro record
(quello di Anthony Mitchell, che ha visto Avengers:
Infinity War 103 volte lo scorso anno).
L’autore dell’impresa è Agustin
Alanis, postando su Twitter una foto per ogni biglietto staccato.
Il precedente detentore del record era riuscito ad attirare
l’attenzione dei fratelli Russo, e venne invitato sul set di
Endgame e alla premiére di aprile in America ricevendo cinquanta
pass per guardare in versione IMAX Ant-Man and The
Wasp.
Vi ricordiamo che ad aprile Steve
Ruppel, chiropratico del Wisconsin e fan dei Marvel Studios, era riuscito a vedere Captain
Marvel 116 volte al cinema.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.