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Josh Brolin su un ritorno di Thanos nel MCU: “Se me lo chiedessero, sarei sul set il giorno dopo”

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Josh Brolin ha interpretato Thanos per la prima volta in Avengers: Infinity War. Il Titano Pazzo è stato in molti modi il personaggio principale di quest’ultimo film e, sebbene sia stato decapitato nei primi minuti di Avengers: Endgame, il cattivo è poi tornato sotto forma di Variante. La storia di Thanos è finita quando Iron Man lo ha fatto scomparire, ma la serie What If…? ci ha mostrato che ha ancora molte Varianti sparse nel Multiverso. Incontreremo Re Thanos in una delle prossime attrazioni di Disneyland, ma che ne sarà di Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars?

Parlando con Josh Horowitz, Josh Brolin è tornato a riflettere sul ruolo di Thanos e ha confermato che sarebbe felice di riprendere il ruolo se i fratelli Russo lo chiamassero. “C’è un livello di assurdità che mi piace molto… L’ho detto un milione di volte, ma risale al teatro black box, dove non hai soldi e fingi che questa cosa sia una pistola”, ha spiegato l’attore. “Se sei abbastanza convinto, la gente inizierà davvero a pensare che sia una pistola. C’era un po’ di questo in Avengers.

Avevano paura che la notizia trapelasse, quindi ci davano una scena finta e poi ci davano la scena vera quando arrivavamo sul posto, il che, per me, è un inferno. Non riesco a prepararmi, penso alle battute e a tutte queste cose, ma alla fine ha funzionato. Doveva essere un cameo. Quando me l’hanno proposto per la prima volta, stavo girando il film Everest a Londra, e mi hanno portato questa enorme bibbia, ed era solo una piccola cosa, e sarei stato nel film per 10 minuti. L’hanno cambiato. Si è trasformato in questa cosa enorme“.

Deadpool 2, ero contento che fosse un’esperienza unica. Per quanto riguarda Thanos, se mi chiamassero a Londra in questo momento e mi dicessero: ‘Facciamolo’, risponderei: ‘Sarò lì domani’”, ha ammesso Brolin. “Parlo con Downey probabilmente quattro o sei volte all’anno. Parlo con i Russo probabilmente quattro o sei volte alla settimana. Parlo molto con Joe. Li adoro entrambi“. Condividendo la sua opinione su ciò che i fratelli Russo stanno preparando con i prossimi film, l’attore ha detto: “Ovviamente tireranno fuori qualcosa di divertente. Chissà? È stato un progetto decennale, con un accordo ben definito. Non so cosa faranno, ma sono sicuro che sarà interessante. Penso che siano molto bravi in questo“.

X-Men, Alexandra Shipp offre un consiglio alla prossima Tempesta: “Rendila tua”

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Alexandra Shipp ha debuttato nel ruolo di Tempesta in X-Men: Apocalisse, prima di tornare nei panni dell’eroina mutante in grado di manipolare il tempo atmosferico in quello che sarebbe diventato l’ultimo film degli X-Men dell’era 20th Century Fox prima dell’acquisizione da parte di Disney/Marvel, ovvero X-Men: Dark Phoenix. Shipp ha fatto un ottimo lavoro con quello che aveva a disposizione, che, per sua stessa ammissione, non era molto.

Sì e no”, ha risposto Shipp quando le è stato chiesto se le sarebbe piaciuto interpretare di nuovo Tempesta in un’intervista del 2019. “Perché Tempesta ha pochissimo da dire. Non so gli altri attori, ma noi non parliamo mai. Quindi sarebbe davvero bello se non fossimo ammassati in un altro cast affollatissimo, in cui mi si vede solo sullo sfondo come un fottuto sasquatch“. L’attrice ha dunque concluso che: “Non mi interessa. Penso che ci siano altre donne che possono assumere quel ruolo e farlo davvero bene”.

Era improbabile che Alexandra Shipp venisse chiamata a riprendere il ruolo per il reboot degli X-Men dell’MCU, che recentemente ha ingaggiato il regista di Thunderbolts* Jake Schreier alla regia. Il casting è appena iniziato, ma circolano voci insistenti che lo studio sia interessato alla star di Wicked Cynthia Erivo per la parte. Ad ogni modo, a chiunque finirà per interpretare la prossima Tempesta sul grande schermo, Shipp ha ora offerto alcuni saggi consigli.

Devi renderla tua”, ha detto durante un’intervista con Collider. “Penso che molto spesso le persone vogliano confrontare le interpretazioni. Vogliono confrontare come Halle ha interpretato la sua Tempesta con la mia, o qualsiasi altro personaggio, in realtà. Non credo che questo sia giusto nei confronti dell’attore, né nei confronti del pubblico. Penso che sia importante rendere il ruolo proprio, trovare il modo di essere un individuo e lasciare che questo si formi. Perché la mia Tempesta è molto più giovane e non è addestrata“, ha continuato.

Quindi proveniva dalla strada in X-Men: Apocalisse. Per me era importante che fosse una combattente di strada, e abbiamo inserito molto di questo nel suo stile di combattimento e nel modo in cui volava. Quindi direi semplicemente: rendila tua”. Un consiglio certamente prezioso, molto più ragionato e motivato rispetto a tanti altri che vengono forniti nel passaggio di un ruolo da un attore ad un altro. Non resta a questo punto attendere di scoprire chi assumerà questo importante ruolo per il Marvel Cinematic Universe.

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Chi reciterà nel reboot degli X-Men?

Secondo quanto riferito, il casting ufficiale dovrebbe iniziare molto presto (se non è già iniziato) e personaggi del calibro di Harris Dickinson, Margaret Qualley, Elle Fanning e Julia Butters sarebbero nel mirino dello studio (secondo quanto riferito, erano in lizza per interpretare Cyclope, Rogue e Kitty Pryde, ma non sappiamo se sia ancora così), insieme alla star di Alien: Romulus David Jonsson e Trinity Bliss, che potrebbero essere in lizza per interpretare Jubilee. Altri nomi che sono emersi nelle voci di corridoio includono Hunter Schafer (Mystica), Ayo Edebiri (Tempesta) e Javier Bardem (Mr. Sinister).

Riguardo al progetto Kevin Feige ha dichiarato di avere un “piano decennale” per la saga dei mutanti. “Penso che lo vedrete continuare nei nostri prossimi film con alcuni personaggi degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci condurrà davvero in una nuova era dei mutanti Ancora una volta, è uno di quei sogni che diventano realtà. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men“.

Mercoledì – Stagione 2: perché Mercoledì perde i suoi poteri e piange lacrime nere

Dopo aver acquisito i suoi poteri poco prima di frequentare Nevermore, i poteri di Mercoledì Addams smettono di funzionare nella seconda stagione della serie Netflix. Mentre aggiorna il pubblico su ciò che è successo dopo il finale della prima stagione di Mercoledì, il personaggio interpretato da Jenna Ortega rivela infatti di aver “padroneggiato” i suoi poteri psichici, ma di aver iniziato a manifestare sintomi pericolosi durante l’estate.

Nella seconda stagione, gli occhi di Mercoledì Addams versano infatti lacrime nere quando usa i suoi poteri psichici, un sintomo grave che, come scopre, era stato sperimentato anche dalla sorella di Morticia Addams, Ofelia, un’altra emarginata psichica che ha frequentato Nevermore. Ha poi una visione intensa della morte di Enid, che le provoca lacrime nere e convulsioni prima di perdere conoscenza. Quando si sveglia, i suoi poteri hanno smesso di funzionare e non sono ancora tornati alla fine della prima parte.

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Le lacrime nere di Mercoledì sono un sintomo dell’abuso dei suoi poteri psichici

Come le spiega Morticia nell’episodio 1, le lacrime nere di Mercoledì sono causate dall’uso eccessivo dei suoi poteri psichici. Mercoledì rivela infatti che durante l’estate ha usato costantemente i suoi poteri psichici in situazioni estremamente intense, tra cui la caccia a un serial killer. Sforzando i suoi poteri con tale intensità e così spesso, il suo corpo ha iniziato a reagire con sintomi gravi.

Jenna Ortega, Catherine Zeta-Jones ed Emma Myers in Mercoledì - Stagione 2
Jenna Ortega, Catherine Zeta-Jones ed Emma Myers in Mercoledì – Stagione 2. Cr. Helen Sloan/Netflix © 2025

È paragonabile a quando Undici di Stranger Things ha il sangue dal naso dopo aver abusato dei suoi poteri, il che le fa perdere temporaneamente le sue capacità sovrumane. Per i sensitivi in Mercoledì, in particolare quelli apparentemente corvini come la protagonista e sua zia Ofelia, ciò si traduce in lacrime nere. Tuttavia, poiché Mercoledì non ha condiviso le sue esperienze con i poteri psichici con la madre Morticia Addams, non è ancora chiaro come possa far sparire le lacrime nere.

I poteri di Mercoledì smettono di funzionare dopo che li ha usati troppo

Come le lacrime nere, i poteri della protagonista della famiglia Addams smettono di funzionare perché la sua capacità di usarli è stata sfruttata eccessivamente: non riesce più a gestire lo sforzo a cui ha sottoposto i suoi poteri psichici. Le lacrime nere sono state il primo sintomo, più che altro un avvertimento che se avesse continuato a sforzarli eccessivamente, avrebbero smesso di funzionare del tutto.

Tuttavia, Mercoledì non ha ancora perso completamente i suoi poteri. Ha ancora le sue capacità psichiche, semplicemente non le ha lasciate riposare abbastanza né ha trovato una strategia per costringerle a tornare. Ma, visto il modo in cui ha usato incautamente i suoi poteri, continuare a cercare di usarli prima che siano pronti potrebbe portare a conseguenze molto più gravi.

Jenna Ortega in Mercoledì - Stagione 2
Jenna Ortega in Mercoledì – Stagione 2. Cr. Helen Sloan/Netflix © 2025

Mercoledì riuscirà a riottenere i suoi poteri nella seconda parte?

Dato che i poteri psichici di Mercoledì sono fondamentali per la sua storia nella serie Netflix, è altamente probabile che ricomincino a funzionare prima della fine della seconda parte della seconda stagione. Mercoledì crede che la risposta per riottenere i suoi poteri si trovi nel libro degli incantesimi della sua antenata psichica Goody Addams, ma Morticia suggerisce che usare una strategia contenuta nel libro potrebbe solo peggiorare le cose.

In realtà, trovare Ofelia Frump potrebbe essere la vera chiave per scoprire come sbarazzarsi delle lacrime nere e recuperare i suoi poteri. La donna è scomparsa dopo aver spinto troppo i suoi poteri “facendola impazzire”, ma le sue somiglianze con Mercoledì suggeriscono che la risposta per risolvere i problemi legati ai loro poteri sarà la stessa.

Tuttavia, oltre a una strategia più formale per i sensitivi corvo, per riottenere i suoi poteri Mercoledì dovrà quasi certamente “padroneggiare” veramente la sua abilità imparando a usarli con maggiore cautela. Per questo, probabilmente avrà bisogno di una nuova guida spirituale, di ulteriori conversazioni con sua nonna Hester Frump, di un ricongiungimento con Ofelia e di una maggiore apertura ai consigli di Morticia nella seconda parte della seconda stagione.

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Star Wars: Lucasfilm starebbe preparando nuovi film nello stile del Mandoverse

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Alla Star Wars Celebration del 2023, la Lucasfilm ha rivelato i suoi piani per un nuovo film di Star Wars incentrato sul personaggio di Rey Skywalker interpretato da Daisy Ridley. Sharmeen Obaid-Chinoy è ancora incaricata della regia del film, che ha visto avvicendarsi diversi sceneggiatori da quando è stato annunciato per la prima volta. Ora, con George Nolfi, autore di I guardiani del destino e The Bourne Ultimatum, al lavoro sull’ultima bozza, lo scooper Daniel Richtman ha condiviso alcune nuove informazioni sui piani della Lucasfilm per il post L’ascesa di Skywalker.

Richtman spiega che sarà simile al “Mandoverse”, con diverse storie raccontate in quel periodo. La prima di queste dovrebbe essere New Jedi Order (il titolo sarebbe provvisorio) con Daily Ridley, il che indica che Star Wars: Starfighter potrebbe non far parte di questa lista. È infatti stato ampiamente riportato che il film sarà ambientato 5 anni dopo l’Episodio IX, mentre quello con Rey sarà ambientato 15 anni dopo.

Potrebbero esserci alcuni collegamenti tra i due, ma non sembra che dovremmo necessariamente aspettarci che Rey appaia al fianco di Ryan Gosling e del villain Matt Smith. Il film di Obaid-Chinoy dovrebbe invece condurre a un evento che riporterà in scena molti volti noti del passato e dovrebbe concentrarsi sui tentativi di Rey di dar forma ad un nuovo ordine Jedi. I dettagli sul progetto sono però ancora scarsi, ma sembra che Lucasfilm potrebbe puntare su una formula rivelatasi piuttosto apprezzata, ovvero quella del citato “Mandoverse”.

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Daisy Ridley ha scelto di tornare a Star Wars per l’originalità della storia

Nonostante le varie voci e pubblicazioni, i dettagli su New Jedi Order rimangono scarsi. Ora, però, Daisy Ridley ha fornito un aggiornamento che indica quanto il film sarà creativo e originale. Secondo Premiere, la decisione dell’attrice di tornare nei panni di Rey Skywalker in Star Wars è dipesa interamente dalla storia che il nuovo film avrebbe raccontato. Ridley ha spiegato:

“Mi hanno semplicemente chiesto se volevo farlo, basandomi su un’idea, senza che la sceneggiatura fosse ancora scritta. Ma se non fossi stata convinta dal concetto, il film non sarebbe stato realizzato. Ci ho pensato un giorno e mi sono detta che mi ero divertita molto a realizzare quei film. Questa nuova avventura mi sembrava divertente, quindi perché dire di no? I miei pensieri sull’argomento sono piuttosto semplici: se non avessi pensato che la storia valesse la pena di essere raccontata, non sarei tornata.”

Spider-Man: Brand New Day, il ruolo di Sadie Sink sarebbe stato rivelato!

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Il misterioso ruolo di Sadie Sink in Spider-Man: Brand New Day continua a essere un argomento molto dibattuto online. Jean Grey, Mayday Parker e Gatta Nera sono solo alcuni dei nomi che circolano da quando l’attrice è stata scelta. È poi anche emersa una teoria secondo cui Sink interpreterà la figlia dello Spider-Man di Tobey Maguire. L’insider Kristan Harloff, tuttavia, riferisce di aver sentito dire con “buona certezza” che la Sink interpreterà Gwen Stacy in Spider-Man: Brand New Day.

È sicuramente perfetta per il ruolo di Gwen e, dato che Peter Parker probabilmente andrà al college, ha senso aggiungere al cast un personaggio che ha definito quegli anni per lui nei fumetti. Se Sink interpreterà Gwen, potremmo vederla diventare il nuovo interesse amoroso di Spidey o forse vestire lei stessa i panni di una supereroina. Viene a questo punto da chiedersi se la MJ di Zendaya (che alcune foto ci hanno mostrato sul set) verrà progressivamente messa da parte, dato che ora non ha più alcun ricordo di Peter Parker.

Gwen Stacy, il grande amore della vita del giovane Peter ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel 2007 in Spider-Man 3, dove è stata interpretata da Bryce Dallas Howard. Emma Stone ha assunto il ruolo nel film The Amazing Spider-Man del 2012 ed è tornata in The Amazing Spider-Man 2. In questo sequel, Gwen è stata uccisa da Harry Osborn dopo che questi è diventato il “Green Goblin” (o almeno una sua versione) e Spider-Man non è riuscito a salvarla in tempo. Non resta dunque che una conferma ufficiale che il personaggio sta tornando, con il volto di Sadie Sink.

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica di Spider-Man: Brand New Day è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

I Fantastici Quattro: un sequel sarebbe in sviluppo con Matt Shakman ancora alla regia

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I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la nostra recensione) ha subito un calo piuttosto netto al botteghino nazionale durante il suo secondo weekend nelle sale, sollevando interrogativi e preoccupazioni sul potenziale del franchise del reboot dell’MCU. I Marvel Studios non sembrano tuttavia eccessivamente scoraggiati e potrebbe già avere in programma un sequel. Sebbene non sia stato annunciato nulla di ufficiale (e probabilmente non lo sarà per un po’), Jeff Sneider ha sentito dire che “Matt Shakman tornerà probabilmente a dirigere un sequel”.

A quanto pare, i dirigenti della Marvel sono fiduciosi che un secondo film avrà un successo maggiore al botteghino una volta che il pubblico avrà familiarizzato con Reed, Sue, Johnny e Ben dopo il loro ritorno in Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Durante la conference call sui risultati finanziari di ieri, Bob Iger della Disney ha affermato che I Fantastici Quattro hanno “lanciato con successo questo importante franchise nel Marvel Cinematic Universe”, il che è stato il nostro primo indizio che altri film sui Fantastici Quattro sono in fase di progettazione.

È ovviamente troppo presto per speculare su quale potrebbe essere il tema centrale di un potenziale sequel (avremo un’idea molto più chiara dopo i film degli Avengers), ma rumor emersi di recente hanno riportato che la Marvel avrebbe in programma di realizzare un film su Galactus e Silver Surfer, interpretata sempre da Julia Garner. I due personaggi, d’altronde, sono stati semplicemente “allontanati” da Terra-828 e potrebbero facilmente tornare per confrontarsi nuovamente con i Fantastici Quattro.

Leggi qui i nostri approfondimenti su I Fantastici Quattro: Gli Inizi:

Nella nostra recensione abbiamo scritto: I Fantastici Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.

Gina Carano e Disney risolvono la controversia sul licenziamento da The Mandalorian

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Lucasfilm e The Walt Disney Company hanno raggiunto un accordo reciproco nella controversia legale con Gina Carano a seguito del suo licenziamento da “The Mandalorian”. Un portavoce della Lucasfilm ha dichiarato in un comunicato fornito a Variety: “La Walt Disney Company e la Lucasfilm sono lieti di annunciare di aver raggiunto un accordo con Gina Carano per risolvere le questioni relative alla causa legale pendente contro le società”.

“La signora Carano – si legge poi nel comunicato – è sempre stata molto rispettata dai suoi registi, colleghi e dallo staff, e ha lavorato duramente per perfezionare la sua arte, trattando i suoi colleghi con gentilezza e rispetto. Con la conclusione di questa causa, non vediamo l’ora di individuare opportunità di collaborazione con la signora Carano nel prossimo futuro“. Carano non ha risposto ufficialmente all’accordo, ma giovedì mattina ha scritto su X: “… e la verità vi renderà liberi”.

Cos’era successo tra Gina Carano e la Disney?

Tutto risale a quando Gina Carano è stata licenziata dalla serie “The Mandalorian” nel 2021 dopo aver condiviso diversi post controversi sui social media, tra cui uno che paragonava l’essere repubblicani all’essere ebrei durante l’Olocausto. All’epoca è stata anche abbandonata come cliente dall’agenzia UTA. Nel 2024, Carano ha poi intentato una causa presso il tribunale federale della California per licenziamento illegittimo e discriminazione, chiedendo inoltre che il tribunale obbligasse la Lucasfilm a scritturarla nuovamente e a pagarle almeno 75.000 dollari di danni punitivi.

Gli avvocati della Disney hanno presentato una mozione nell’aprile 2024 per respingere la causa, sostenendo che la società aveva il diritto, garantito dal Primo Emendamento, di licenziare l’attrice, affermando di avere “il diritto costituzionale di non associare la propria espressione artistica alle dichiarazioni di Carano”. Carano ha poi risposto con un post su X, scrivendo: “La Disney ha confermato ciò che era noto da tempo, ovvero che ti licenzieranno se dici qualcosa con cui non sono d’accordo, anche se per farlo devono TRAVISARE, CALUNNIARE e CARATTERIZZARE IN MODO ERRATO la tua persona”.

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Ora hanno dichiarato pubblicamente a tutti coloro che lavorano per loro che Disney coglierà ogni occasione per controllare ciò che dici, ciò che pensi, o tenterà di distruggere la tua carriera. Sono contenta che abbiamo chiarito questo punto. Il Primo Emendamento non permette a Disney di DISCRIMINARE arbitrariamente, cosa che hanno fatto nel mio caso e che ora hanno francamente ammesso. Se avete mai voluto sapere quali sono i “valori Disney” di oggi, ve li hanno appena rivelati”, si leggeva nel post.

La causa legale di Carano è stata anche finanziata da Elon Musk, proprietario di X, nonché amministratore delegato di Tesla Motors e SpaceX. Musk ha dichiarato nel 2023 che avrebbe pagato le spese legali delle persone licenziate per i loro post sulla piattaforma social media.

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James Cameron spiega perché ha realizzato solo film di Avatar negli ultimi 20 anni

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James Cameron ha dichiarato in una recente intervista a Rolling Stone che ha dedicato interamente la sua carriera cinematografica alla saga di “Avatar per decenni, nella speranza di fare del bene al mondo, non solo di guadagnare un sacco di soldi, cosa che i film hanno comunque fatto piuttosto bene finora. Il film originale “Avatar” del 2009 è infatti il film di maggior incasso di tutti i tempi (senza adeguamento all’inflazione) con 2,9 miliardi di dollari. Il sequel del 2022, “Avatar – La via dell’acqua”, è invece il terzo film di maggior incasso di sempre con 2,3 miliardi di dollari.

Negli ultimi 20 anni ho giustificato a me stesso la realizzazione dei film di ‘Avatar’ non in base a quanto denaro abbiamo guadagnato, ma sulla base della speranza che potessero fare del bene”, ha detto Cameron alla rivista. “Possono aiutarci a connetterci. Possono aiutarci a connetterci con l’aspetto perduto di noi stessi che ci connette con la natura e rispetta la natura e tutte quelle cose”.

Il regista ha continuato: “Penso che i film siano la risposta ai nostri problemi umani? No, penso che siano limitati perché a volte le persone vogliono solo intrattenimento e non vogliono essere stimolate in quel modo. Penso che Avatar sia una strategia del cavallo di Troia che ti fa entrare in un mondo di intrattenimento, ma poi in qualche modo lavora un po’ sul tuo cervello e sul tuo cuore”.

Mentre Cameron guarda avanti per espandersi al di fuori del franchise di “Avatar sviluppando nuovi film come “The Devils” e “Ghosts of Hiroshima”, ha tutta l’intenzione di rimanere a Pandora per il momento. È in fase di post-produzione di “Avatar: Fuoco e Cenere”, il terzo film che arriverà nelle sale alla fine di quest’anno, e recentemente ha dichiarato a Empire di sentirsi abbastanza in forma per dirigere personalmenteAvatar 4” e “Avatar 5”.

Bisogna risalire al 1997 e a “Titanic” per trovare l’ultima volta in cui Cameron ha realizzato un film che non fosse ambientato su Pandora. La sua decisione di dedicarsi a tempo pieno ai film di Avatar ha ovviamente diviso alcuni cinefili che apprezzano le opere di Cameron non legate a questo franchise. Il regista ha però dichiarato a Empire nel 2022 che non gli dispiaceva rimanere fedele a un unico franchise perché Avatar è “così vasto che posso raccontare la maggior parte delle storie che voglio raccontare al suo interno e provare molte delle tecniche stilistiche che spero di esplorare”.

La gente ci chiede sempre: ‘Ma perché continuate a lavorare sempre allo stesso…’ Perché George Lucas [autore di Star Wars] ha continuato a lavorare sempre allo stesso progetto? Perché Gene Roddenberry [autore di Star Trek] ha continuato a lavorare sempre allo stesso progetto?”, ha aggiunto Cameron. “Perché quando si instaura un legame con le persone, perché sprecarlo? Perché ricominciare da capo con qualcosa che potrebbe non creare lo stesso legame?

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Avatar: Fuoco e Cenere è il prossimo capitolo della saga di James Cameron

Con Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron riporta il pubblico su Pandora in una nuova avventura coinvolgente con Jake Sully (Sam Worthington), marine diventato leader dei Na’vi, la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, con sceneggiatura di Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver e soggetto di Cameron, Jaffa, Silver, Josh Friedman e Shane Salerno, vede anche la partecipazione di Sigourney Weaver, Stephen Lang, Oona Chaplin, Cliff Curtis, Britain Dalton, Trinity Bliss, Jack Champion, Bailey Bass e Kate Winslet.

Si dice che il film rappresenterà un’evoluzione importante della storia avviata con Avatar (2009) e proseguita con Avatar – La via dell’acqua (2022), espandendo ulteriormente l’universo narrativo di Pandora e introducendo nuove aree geografiche e culture Na’vi, con toni più cupi rispetto ai precedenti capitoli. Cameron ha dichiarato inoltre che questo terzo episodio segnerà un punto di svolta tematico per l’intera saga. Uno degli aspetti più attesi riguarda l’introduzione del Popolo della Cenere, una tribù Na’vi legata all’elemento del fuoco.

A differenza delle popolazioni Na’vi viste finora, questi sono caratterizzati da una visione più aggressiva e conflittuale del mondo, portando per la prima volta un punto di vista Na’vi antagonistico. Questo consentirà alla saga di esplorare dinamiche interne al mondo indigeno di Pandora, complicando la tradizionale dicotomia tra Na’vi pacifici e umani colonizzatori. Leader di questo popolo è la temuta Varang, interpretata da Oona Chaplin e di cui negli scorsi giorni era state diffuse alcune immagini ufficiali.

Cameron ha anche anticipato che Avatar: Fuoco e Cenere conterrà un importante sviluppo narrativo che ricollegherà alcuni eventi ai futuri capitoli già in lavorazione. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale: Cameron ha promesso nuove innovazioni visive, in particolare nella resa degli ambienti vulcanici e nelle sequenze incentrate sul fuoco. Questo terzo film si preannuncia dunque come un capitolo chiave per l’espansione tematica, politica e visiva dell’universo di Avatar.

Avatar: Fuoco e Cenere sarà al cinema il 19 dicembre 2025.

Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, il CEO della Warner Bros. elogia la sceneggiatura

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Il CEO della Warner Bros. Discovery ha annunciato con entusiasmo il prossimo ritorno dello studio nella Terra di Mezzo con Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum. Previsto nelle sale nel dicembre 2027, il prossimo capitolo della fortunata saga fantasy vedrà l’attore Andy Serkis, interprete di Gollum, assumere il ruolo di regista, mentre Peter Jackson scriverà e produrrà il film insieme a Fran Walsh e Philippa Boyens. Annunciato nel maggio 2024, il film sarà il primo film live-action della saga dal 2014, quando uscì Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate.

Inizialmente previsto per il 2026, l’uscita del film è stata poi posticipata di 12 mesi per consentire la finalizzazione della sceneggiatura. Durante una conference call sui risultati finanziari, il CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav ha a tal proposito rivelato di avere “una sceneggiatura fantastica” per il prossimo film del Signore degli Anelli. Questa ultima rivelazione fa seguito alla precedente affermazione di Serkis secondo cui a febbraio di quest’anno erano solo all’inizio del processo di scrittura e speravano di iniziare la produzione nel 2026.

Sebbene non siano mancati nuovi contenuti sulla Terra di Mezzo dopo la conclusione della trilogia de Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum segnerà un attesissimo ritorno alla versione di Jackson del mondo fantastico di Tolkien. Considerato lo scarso successo al botteghino di La guerra dei Rohirrim del 2024, sarà anche un importante banco di prova per la longevità del franchise. Pertanto, è fondamentale che la sceneggiatura del nuovo film non solo richiami il fascino degli originali di Jackson, ma offra anche una storia in grado di giustificare la sua creazione come film spin-off a sé stante.

Sebbene molti fan abbiano già familiarità con la ricerca di Aragorn per rintracciare Gollum, il racconto originale è stato in gran parte relegato alle appendici dei libri di Tolkien e impallidisce rispetto alla vasta ricchezza di materiale originale che ha contribuito a forgiare i film originali. La fiducia di Zavlaz nella sceneggiatura è un segnale promettente, ma i fan hanno ancora buoni motivi per essere cauti. Per poter abbassare la guardia, occorrerà attendere le riprese del film, con prime immagini e comunicazioni ufficiali riguardo il progetto.

Quando si svolgerà Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum?

Il mondo costruito da Tolkien ne Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo. “Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che vogliamo coinvolgere“.

Dato che Gollum incontra la sua fine tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che il film si svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi iconici come Aragorn, Boromir, Gandalf e Legolas potrebbero tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn nella trilogia originale, si è detto interessato se la trama è quella giusta, e anche Ian McKellen si è detto pronto a riprendere il personaggio di Gandalf.

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Piccoli Brividi: la serie Disney+ è stata cancellata dopo due stagioni

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Non ci sarà una terza stagione di Piccoli Brividi (qui la recensione della stagione 1) su Disney+. Fonti confermano a Variety che l’antologia horror basata sulla serie di libri di R.L. Stine è stata cancellata dopo due stagioni. Secondo una persona informata sui fatti, il produttore della serie Sony Pictures Television ha però intenzione di proporre lo show ad altri canali e di esplorare diverse direzioni creative per l’IP.

Di cosa parla la serie Piccoli Brividi?

Prodotta da Disney Branded Television e Sony Pictures Television, la serie era basata sulla serie bestseller Scholastic di Stine e ogni stagione presentava una nuova storia, ambientazione e cast. La seconda stagione seguiva due fratelli adolescenti che scoprono una minaccia in agguato, innescando una serie di eventi che svelano un mistero profondo. Mentre si addentrano nell’ignoto, i due si ritrovano coinvolti nella storia agghiacciante di quattro adolescenti scomparsi misteriosamente nel 1994.

Il cast fisso della serie (stagione 2) comprendeva David Schwimmer (nel ruolo di Anthony), Ana Ortiz (nel ruolo di Jen), Jayden Bartels (nel ruolo di Cece), Sam McCarthy (nel ruolo di Devin), Elijah M. Cooper (nel ruolo di CJ), Francesca Noel (nel ruolo di Alex) e Galilea La Salvia (nel ruolo di Frankie). Il cast della stagione 1 comprendeva Justin Long, Rachael Harris, Zack Morris, Isa Briones, Miles McKenna, Ana Yi Puig e Will Price.

Nicholas Stoller (The Muppets) e Rob Letterman (Pokémon: Detective Pikachu) hanno sviluppato la serie e hanno ricoperto il ruolo di produttori esecutivi, insieme alla showrunner Hilary Winston (Community), Neal H. Moritz (Fast & Furious), Iole Lucchese della Scholastic Entertainment (Clifford the Big Red Dog), Pavun Shetty (The Boys), Conor Welch (Platonic), Caitlin Friedman della Scholastic Entertainment (Stillwater) ed Erin O’Malley (New Girl).

Dave Bautista si unisce a Road House 2 e Highlander

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Dave Bautista si unisce a Road House 2 e Highlander

Deadline riporta che l’attore Dave Bautista sia pronto per firmare un contratto per due film della Amazon MGM Studios: Highlander di Chad Stahelski, prodotto anche dalla UA, e Road House 2. Bautista reciterà così al fianco di Henry Cavill nel remake del classico film di cappa e spada degli anni ’80 diretto da Shahelski. A quanto pare interpreterà Kurgan, il personaggio reso famoso da Clancy Brown nel film originale con Sean Connery e Christopher Lambert.

Kurgan era un immortale in lizza per il Premio, ovvero il potere di tutti gli immortali che fossero mai esistiti. Durante la sua vita, Kurgan era un cattivo ragazzo, uccideva e violentava, e decapitava molti immortali. Nel film originale, è un nemico di Connor MacLeod, interpretato da Lambert. Stando a ciò, Dave Bautista avrà dunque un ruolo da villain nel film.

Per quanto riguarda Road House 2, Bautista reciterà al fianco di Jake Gyllenhaal, che tornerà nei panni dell’ex lottatore UFC Dalton, da una sceneggiatura di Will Beall (Bad Boys: Ride or Die). Come già riportato, Guy Ritchie non è più il regista, ma piuttosto Iya Naishuller di Io sono nessuno. Uscito lo scorso anno su Prime Video, il film ha attirato 80 milioni di spettatori in tutto il mondo nelle prime otto settimane di servizio, uno dei film più visti di Amazon MGM Studios. Per il sequel, però, non è noto quale ruolo Bautista andrà a ricoprire.

Dove abbiamo visto Dave Bautista di recente?

Dave Bautista ha recentemente fatto un cameo nella commedia della Paramount Una pallottola spuntata, al fianco di Liam Neeson. A giugno è stato scelto come protagonista di The Romantic, una commedia romantica di Deborah Kaplan e Harry Elfont. La star della saga di Dune e Guardiani della Galassia ha poi in programma il film d’azione Trap House della Aura Entertainment e la commedia d’azione poliziesca della Amazon MGM The Wrecking Crew al fianco di Jason Momoa. Ha anche recitato nel film acclamato dalla critica The Last Showgirl, interpretato da Pamela Anderson. Bautista ha anche in programma la commedia sugli alieni Alpha Gang dei fratelli Zellner.

Il discorso perfetto: la spiegazione del finale della commedia francese

Il discorso perfetto (qui la recensione) è una commedia romantica francese del 2020 diretta da Laurent Tirard, che combina ironia, introspezione e sentimento in una narrazione brillante e coinvolgente. Il film si distingue per la sua struttura originale e per il modo in cui affronta le nevrosi contemporanee, seguendo il protagonista Adrien, un uomo alle prese con l’ansia, la solitudine e un discorso da preparare per il matrimonio della sorella. Attraverso uno stile narrativo che alterna pensieri interiori e realtà, il film regala momenti di comicità intelligente e profonda riflessione emotiva, mantenendo sempre un tono leggero ma mai superficiale.

La pellicola è tratta dal romanzo Le discours di Fabcaro (pseudonimo di Fabrice Caro), celebre autore di graphic novel e romanzi satirici. L’umorismo surreale e la sensibilità emotiva dell’autore permeano anche l’adattamento cinematografico, che riesce a restituire fedelmente il senso di inadeguatezza e il flusso continuo di pensieri che caratterizzano il protagonista. Come accade in altri film che ruotano intorno a un discorso importante — si pensi a Il discorso del re per la tensione da prestazione o a Questione di tempo per la componente sentimentale — anche Il discorso perfetto usa il pretesto del discorso per parlare, in realtà, di comunicazione, di amore e di crescita personale.

Nel corso del film, Adrien riflette infatti sulla sua relazione finita, sull’amore perduto e sulla paura di esporsi davanti agli altri. Questo lo porta a un viaggio interiore che si sviluppa parallelamente alla preparazione del discorso, culminando in un finale che, come vedremo nel resto dell’articolo, racchiude il vero significato della storia. Il discorso perfetto si interroga infatti su cosa significhi dire la cosa giusta al momento giusto, e soprattutto sull’importanza di essere sinceri con sé stessi e con gli altri, anche quando le parole sembrano mancare.

Il discorso perfetto (Le discours), recensione del film di Laurent Tirard
Benjamin Lavernhe in Il discorso perfetto

La trama di Il discorso perfetto

Il filmracconta la storia di Adrien (Benjamin Lavernhe), un uomo di 35 anni che viene invitato a una lunga e boriosa cena di famiglia, tra convenevoli e conversazioni forzate. L’uomo si è di recente lasciato con la sua fidanzata, Sonia (Sara Giraudeau) che si è presa una pausa per pensare, ma lui spera in un suo messaggio per fare pace e tornare insieme. Adrien però non ce la fa ad aspettare e decide lui di inviare un messaggio alla donna, scritto e riscritto più volte, nella speranza di mettere fine a quella interminabile pausa fra loro, ma l’attesa del sms di risposta coincide proprio con la lunga cena familiare.

Questo momento così delicato per la sua relazione e questa attesa infinita di una replica, lo rendono ansioso, irritabile, intrappolato in un limbo mentale, ma c’è qualcos’altro che inaspettatamente arriva a turbarlo: sua sorella e suo cognato, durante la cena, gli chiedono di far un discorso al loro matrimonio. Ma si può scrivere un discorso sull’amore, quando si è stati appena lasciati? Questa richiesta diventa un altro pensiero opprimente per Adrien, che ancora non riceve nessuna risposta da Sonia e continua a tormentarsi tra mille ipotesi. E se questo discorso si rivelasse, in verità, la cosa migliore che potesse succedergli, un’occasione per chiarirsi dentro e ricominciare?

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto de Il discorso perfetto, Adrien finalmente affronta la situazione che ha evitato per tutto il film: il tanto temuto discorso di nozze al matrimonio della sorella. Dopo aver lottato con le sue insicurezze, l’ansia sociale e il cuore spezzato, decide di salire sul palco e parlare davanti a tutti. Il suo intervento, inizialmente incerto, prende presto una piega ironica e profondamente toccante. Adrien racconta apertamente della sua sofferenza, del silenzio della sua ex fidanzata Sonia, e di come quel messaggio tanto atteso – un semplice “E tu come stai?” – sia bastato a riaccendere in lui una speranza, un’apertura verso il futuro.

Benjamin Lavernhe e Sara Giraudeau in Il discorso perfetto
Benjamin Lavernhe e Sara Giraudeau in Il discorso perfetto

Il discorso culmina in un riferimento a una scena vista in precedenza nel film: lui e Sonia seduti su una panchina al parco, intenti a osservare un bambino che prova ad andare in bicicletta. Sonia propone una sorta di scommessa del destino: “Se cade prima di arrivare dalla madre, allora staremo insieme per sempre”. Il bambino cade, e quel momento diventa per Adrien il simbolo di una promessa silenziosa ma potente. Sul palco, Adrien dedica il suo discorso proprio a quel bambino e a quella caduta. E lì, tra il pubblico, vediamo Sonia. Non è una proiezione mentale: è davvero tornata, commossa, ad ascoltare le parole dell’uomo che forse non ha mai smesso di amare.

Dal punto di vista tematico, il finale del film è dunque una riflessione dolceamara sulle fragilità umane, sulla paura di soffrire e sulla possibilità di rinascere. Adrien, che all’inizio del film sembrava emotivamente bloccato, ha attraversato un percorso di accettazione che lo ha portato a comprendere che il coraggio non è non cadere mai, ma scegliere di restare anche dopo essere caduti. Il film ci dice che l’amore non è sempre lineare, non è sempre facile, ma è spesso fatto di momenti imperfetti, di attese, di silenzi e poi, a volte, di ritorni inaspettati.

Cosa ci lascia il finale di Il discorso perfetto

Il discorso finale di Adrien è dunque anche una metafora sul valore dell’espressione sincera: nel momento in cui Adrien si apre davvero, riesce finalmente a comunicare — non solo con gli altri, ma con sé stesso. L’intero film ruota attorno al concetto di comunicazione emotiva, e il finale suggella l’idea che talvolta basta un gesto, una frase o un ricordo condiviso per rimettere in moto ciò che sembrava perduto. Il discorso perfetto ci lascia così con un messaggio di speranza: l’amore può farci cadere, ma anche aiutarci a rialzarci, se solo abbiamo il coraggio di affrontare il silenzio e trasformarlo in parole.

Belle & Sebastien: il film è tratto da una storia vera?

Belle & Sebastien: il film è tratto da una storia vera?

Belle & Sebastien (qui la recensione) è un film d’avventura per famiglie diretto da Nicolas Vanier e uscito nel 2013, che ha conquistato il pubblico con la sua ambientazione mozzafiato, la tenerezza del rapporto tra un bambino e il suo cane, e una narrazione semplice ma coinvolgente. Ambientato durante la Seconda guerra mondiale sulle Alpi francesi, il film racconta la storia di Sébastien, un orfano solitario che stringe un legame profondo con una grande cagna dei Pirenei, Belle, inizialmente temuta dagli abitanti del villaggio. Il film mescola così elementi di formazione, melodramma storico e avventura naturalistica, con un tono emotivo e genuino che lo rende adatto a spettatori di tutte le età.

Il successo del film ha portato alla realizzazione di due sequel e a un reboot animato, a conferma della potenza narrativa dell’universo creato. Belle & Sebastien ha infatti ricevuto consensi per la sua capacità di raccontare il coraggio, l’amicizia e la libertà con uno stile visivo fortemente ancorato al paesaggio alpino, diventato esso stesso protagonista del racconto. Per tematiche e atmosfere, può essere accostato ad altri film che valorizzano il legame tra bambini e animali in contesti storici o naturali, come Il mio amico Nanuk, Zanna Bianca o Il richiamo della foresta. Ma rispetto a questi titoli, Belle & Sebastien mantiene una forte impronta europea, più delicata e contemplativa.

Nel prosieguo dell’articolo, approfondiremo una delle domande più frequenti che il film solleva nello spettatore: Belle & Sebastien è tratto da una storia vera? Vedremo insieme quali sono le origini del racconto, analizzando le fonti letterarie e audiovisive che hanno ispirato questa emozionante storia, e chiariremo se alla base di questo legame speciale tra un ragazzo e il suo cane si nasconda anche un nucleo di realtà storica o personale.

Tchéky Karyo, Urbain Cancelier, Andreas Pietschmann e Félix Bossuet in Belle & Sebastien
Tchéky Karyo, Urbain Cancelier, Andreas Pietschmann e Félix Bossuet in Belle & Sebastien

La trama di Belle & Sebastien

Nel pieno dell’occupazione tedesca, gli abitanti del piccolo villaggio di Saint-Martin-de-Queyrières aiutano segretamente gli ebrei a raggiungere la Svizzera. Tuttavia i soldati nazisti non sono l’unico pericolo che devono affrontare: il paesino, infatti, è sotto il continuo attacco di una bestia misteriosa che distrugge senza pietà le greggi indifese. Nel frattempo le giornate di Sebastien, rimasto orfano di entrambi i genitori, scorrono sui monti senza grandi colpi di scena, facendolo diventare sempre di più un bambino solitario e triste.

La sua vita cambia radicalmente quando un giorno, sulla via per Saint-Martin, incontra un grande cane selvatico ricoperto di fango. Quella che da tutti è considerata la famigerata bestia, in realtà, diventa in poco tempo la migliore amica del ragazzino, che la chiamerà Belle. I due diventano inseparabili, anche se Sébastien sceglie di tenere per sé la loro amicizia, con l’intento di proteggere l’animale. Il loro segreto, però, viene alla luce quando, durante una passeggiata, si imbattono in due soldati nazisti.

Uno di questi è il tenente Peter (Andreas Pietschmann), arrivato nel villaggio per porre fine alla fuga degli ebrei: durante lo scontro, Belle cerca di difendere a tutti i costi il suo amico, finendo per aggredire una delle guardie. È proprio allora che la pattuglia tedesca decide di aprire una battuta di caccia per stanare e uccidere la bestia, coinvolgendo anche gli abitanti del paese. Sébastien tenterà l’impossibile per salvare la sua fedele compagna di viaggio.

Félix Bossuet in Belle & Sebastien

Belle & Sebastien è una storia vera?

Nonostante la sua ambientazione storica e il tono realistico, Belle & Sebastien non è tratto da una storia vera. Il film si basa sull’omonimo romanzo per ragazzi scritto da Cécile Aubry, pubblicato nel 1966. L’autrice, nota anche per il suo lavoro come attrice e sceneggiatrice, ideò questa storia ispirandosi all’amore per la natura e per gli animali, ma anche alla figura di suo figlio, Mehdi El Glaoui, che interpretò il protagonista nella serie televisiva originale francese trasmessa tra il 1965 e il 1970. Il personaggio di Sébastien nasce quindi più da un immaginario personale e poetico che da un fatto di cronaca, anche se inserito in un contesto storico realistico come quello della Seconda guerra mondiale.

Aubry dichiarò poi in più occasioni di essersi ispirata ai paesaggi montani dei Pirenei, dove amava trascorrere del tempo, e al fascino delle grandi razze canine da montagna, come i Patou, fedeli e protettivi. Il romanzo, così come la serie televisiva e i successivi adattamenti cinematografici, costruisce quindi una storia dal forte impatto emotivo, ma del tutto romanzata. Il successo del racconto ha attraversato i decenni, grazie alla sua semplicità narrativa e ai valori universali di amicizia, lealtà e libertà che trasmette, soprattutto attraverso il legame tra il giovane protagonista e la sua cagna.

Detto ciò, sebbene Belle & Sebastien sia frutto di finzione, non mancano nella realtà storie simili, soprattutto nei contesti rurali o montani durante periodi di guerra, dove cani e bambini si trovavano a condividere esperienze di sopravvivenza, fuga o resistenza. Durante la Seconda guerra mondiale, in particolare, molte famiglie e comunità nelle zone alpine ebbero un ruolo attivo nel proteggere rifugiati e partigiani, e il coinvolgimento di animali in queste dinamiche, come sentinelle o compagni fedeli, è ben documentato. Tuttavia, la vicenda di Sébastien e Belle rimane una narrazione originale e simbolica, più che una ricostruzione storica.

Il padrino: la spiegazione del finale del film

Il padrino: la spiegazione del finale del film

Il finale de Il Padrino è uno dei più iconici nella storia del cinema, e ha consolidato la reputazione di Francis Ford Coppola come regista, oltre a preparare il terreno per gli eventi de Il Padrino – Parte II. Basato sul romanzo originale del 1969 di Mario Puzo, Il Padrino è incentrato sulla famigerata famiglia mafiosa dei Corleone di New York e inizia con Don Vito Carleone, interpretato da Marlon Brando, e Michael Corleone, interpretato da Al Pacino, il figlio integerrimo che non ha alcun interesse per gli affari del padre. Tuttavia, alla fine del film, Michael è diventato il capo dell’impero dei Corleone ed è spietato proprio come suo padre, se non di più.

La trasformazione di Michael si completa però solo nell’atto finale de Il Padrino. Con una raffica di sangue, una fotografia mozzafiato, violenza e dialoghi iconici, il finale soddisfa ogni aspettativa e, a dopo più di 50 anni dalla sua uscita nelle sale, continua a rappresentare il punto di riferimento per i finali cinematografici culminanti. A testimonianza della sottigliezza della regia di Coppola e della profondità della sceneggiatura di Puzo, il finale de Il Padrino viene infatti ancora analizzato e sviscerato a distanza di decenni dalla sua uscita. Ma soprattutto, i momenti finali consacrano Michael come il prossimo Padrino e dimostrano che ha pienamente accettato la sua nuova posizione di Don della mafia senza compromessi.

Cosa succede alla fine de Il Padrino

Il finale de Il Padrino inizia dopo la morte di Vito Corleone nel comfort del suo giardino. Prima della sua dipartita, tuttavia, Vito e Michael, ora indiscusso boss della famiglia, avevano elaborato un grande piano per eliminare tutti i loro nemici e consolidare l’eredità dei Corleone per gli anni a venire. Il piano inizia il giorno del battesimo del nipote e figlioccio di Michael. Michael Corleone organizza l’eliminazione di diversi rivali della famiglia nello stesso giorno, assicurando così il futuro dell’impero dei Corleone e inviando un chiaro messaggio ai loro rivali. Il primo a morire è Victor Stracci, capo della famiglia Stracci, che Clemenza uccide in un ascensore.

Il padrino film
Marlon Brando in Il padrino

Sebbene non sia la minaccia più grande per la famiglia Corleone, Stracci è alleato con Barzini, il principale rivale di Vito. La figura intrappolata e uccisa nella porta girevole è un altro capo meno importante delle Cinque Famiglie, Carmine Cueno. Tuttavia, alla fine de Il Padrino Michael non ha eliminato solo i gangster rivali. Si assicura anche che chiunque abbia fatto del male alla famiglia Corleone venga rapidamente punito. Insieme a Victor Stracci, Moe Greene viene colpito all’occhio in un salone di massaggi. Era un ostacolo agli interessi dei Corleone a Las Vegas e, cosa ancora più importante, aveva aggredito fisicamente il fratello di Michael, Fredo Corleone, in pubblico.

Un membro della cerchia ristretta di Michael, Rocco Lampone, spara a Philip Tattaglia mentre questi si diverte a letto con una prostituta. La famiglia Tattaglia era responsabile dell’attentato alla vita di Vito all’inizio del film, così Michael si assicura che la vendetta sia servita anche a lui. Il futuro braccio destro di Michael, Al Neri, indossa la sua vecchia uniforme da poliziotto e uccide Emilio Barzini, il nemico giurato della famiglia Corleone e la forza trainante dietro la morte di Sonny. Dopo i festeggiamenti, Michael fa infine uccidere Tessio e Carlo, suo cognato, per i loro rispettivi tradimenti.

Come il finale de Il Padrino mostra le differenze tra Vito e Michael

Il finale de Il Padrino è senza dubbio iconico. Tuttavia, il motivo per cui è così apprezzato non è dovuto alla violenza della malavita o all’intricato schema machiavellico di Michael Corleone, ma alle immagini e al simbolismo che lo caratterizzano. Il frequente alternarsi di scene con immagini religiose e passaggi biblici e atti di violenza brutale e mortale rende il famigerato montaggio del “battesimo di sangue” intenzionalmente sconvolgente e consolida il tipo di Don che Michael è diventato, senza lasciare spazio a dubbi. Il figlio minore di Vito rinuncia al diavolo all’altare e promette di proteggere suo nipote in nome di Cristo. Contemporaneamente, una serie di omicidi viene compiuta in suo nome.

Il padrino cast
Al Pacino e Marlon Brando in Il padrino

Questa contrapposizione crea uno sfondo di ipocrisia che troverà il suo compimento nell’ultima scena de Il Padrino. Mentre Vito e Michael assumono esattamente lo stesso ruolo di capo dell’organizzazione criminale dei Corleone, la sequenza del battesimo getta una luce molto diversa sul personaggio di Pacino rispetto a quella di suo padre. Nel primo atto, il film descrive Don Vito come un padre di famiglia devoto. Balla al matrimonio di sua figlia, vuole che la foto di famiglia sia perfetta e si prende cura di coloro che si rivolgono a lui per chiedere aiuto e lo chiamano Padrino. Il pubblico è a conoscenza delle attività criminali di Vito e del suo ricorso alla violenza letale contro i capi banda, ma la sua iniziale presentazione come padre di famiglia attenua l’impatto.

Quando Michael mette in atto il suo grande progetto il giorno del battesimo del figlio di Connie e completa la sua trasformazione nel nuovo Padrino, viene dipinto in una luce molto più crudele. Michael viene smascherato come un uomo che mente di fronte a Dio, un uomo che non ha remore a partecipare a un evento familiare mentre i suoi scagnozzi commettono omicidi su suo ordine, e un leader dal cuore di ghiaccio e dal volto impassibile. Anche Vito era tutte queste cose, ma l’oscurità intrinseca che avvolge la posizione di Don diventa pienamente chiara solo quando Michael assume il ruolo.

In tutto Il Padrino, il sound design è utilizzato per rappresentare lo stato d’animo di Michael. Ad esempio, i rumori sempre più forti del treno che culminano nel primo omicidio di Michael. Man mano che i cadaveri si accumulano e Michael continua a sembrare sempre più distante, la musica dell’organo e i pianti dei bambini raggiungono un crescendo, stabilendo che questo momento è il suo battesimo come nuovo Don Corleone. Questo uso del suono durante il finale del film mostra il conflitto al centro del suo personaggio: la guerra tra la persona che era e il Don che deve essere, ed è chiaro quale parte sta vincendo la battaglia.

Al Pacino nel finale di Il padrino
Al Pacino nel finale di Il padrino

La spiegazione della scena della porta che si chiude

Nella scena finale de Il Padrino, Connie affronta Michael in modo isterico riguardo alla morte di Carlo, supponendo correttamente che suo marito sia stato ucciso per ordine del fratello. Michael non conferma né smentisce le accuse di Connie, ma si limita ad abbracciarla, prima di mandare sua sorella al piano di sotto da un medico. Il confronto avviene sotto gli occhi della moglie di Michael, Kay (Diane Keaton), che ha ricevuto precise istruzioni di non fare mai domande sugli affari di famiglia da quando suo marito ha assunto il controllo. Incapace di trattenersi, Kay chiede però a Michael se è davvero coinvolto nella morte di Carlo.

Inizialmente reagisce con rabbia, ma poi Michael si calma e permette a Kay di fargli una sola domanda sui suoi affari. Lei lo fa, e Michael, freddo e risoluto come sempre, nega qualsiasi coinvolgimento nella morte di Carlo. Un’ondata di sollievo si diffonde sul volto di Kay, ma dopo aver lasciato la stanza e essersi voltata indietro, vede Michael circondato dai suoi tre capi, tutti abbracciati al loro leader e che gli baciano la mano. Guardando direttamente Kay, Al Neri si avvicina lentamente alla porta dell’ufficio e la chiude, lasciando Kay con un misto di sfiducia e cruda consapevolezza.

Questa scena nel finale de Il Padrino è la vera fase finale dell’evoluzione di Michael in un boss mafioso. La palese menzogna alla moglie è un segno che il loro rapporto è diventato molto più distante rispetto alle prime scene trascorse a fare shopping natalizio ed è un presagio di ciò che verrà, dato che Michael continua a condurre una doppia vita come boss criminale e onesto padre di famiglia. Chiudendo la porta a Kay, il finale sottolinea sia la decisione di Michael di escludere la moglie dai suoi affari, sia l’atteggiamento generale della mafia nei confronti del ruolo della donna. Mentre all’inizio del film Michael trattava Kay con dignità, rispetto e un’aria di uguaglianza (per l’epoca, almeno), ora Michael è l’archetipo del Don.

Il padrino - Parte II film
John Cazale e Al Pacino in Il padrino

Egli gestisce gli affari di famiglia con i suoi capi in un ufficio chiuso, mentre le donne della casa si occupano dei loro doveri materni e domestici, due mondi che non devono mai scontrarsi. Kay, ovviamente, è una donna istruita e professionale, e non è disposta a chiudere un occhio sulle attività di Michael come potrebbero fare altre mogli di mafiosi. L’espressione sul volto di Diane Keaton che funge da scena finale de Il Padrino indica che, nonostante inizialmente fosse sollevata dalla smentita di Michael, la sua fiducia nei suoi confronti è stata irrimediabilmente compromessa. Kay non sente più di conoscere veramente che tipo di uomo sia suo marito, né di cosa sia capace, e vede il mondo all’interno di quelle mura come il divario tra lei e l’uomo di cui si è innamorata.

Cosa ci lascia il finale di Il padrino

Il finale de Il Padrino ci lascia dunque con una riflessione profonda su cosa significhi davvero il potere, e su quanto esso possa trasformare un uomo. Michael Corleone inizia la storia come un figlio devoto e distante dagli affari illeciti della sua famiglia, ma termina il film come un Don freddo e calcolatore, capace di mentire alla moglie e ordinare l’uccisione di parenti e nemici. Il film ci parla del prezzo dell’ambizione e del sacrificio dell’identità personale in nome del dovere familiare. Il Padrino mostra che per ottenere il controllo, Michael deve rinunciare alla sua umanità. E lo fa, senza guardarsi indietro.

Matthew McConaughey escluso da Titanic per colpa del suo accento

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Matthew McConaughey escluso da Titanic per colpa del suo accento

Non è una novità che Matthew McConaughey si fosse proposto per il ruolo di Jack Dawson in Titanic, ruolo poi andato a Leonardo DiCaprio. Tuttavia, dopo anni, è ora stato svelato il perché McConaughey sia stato scartato per la parte. Secondo Puck, che riporta un estratto dal libro di memorie del compianto produttore di quel film, Jon Landau, The Bigger Picture, McConaughey perse il ruolo da protagonista perché non voleva abbandonare il suo accento texano. Mentre la Winslet era “affascinata da Matthew, dalla sua presenza e dal suo charme”, Cameron suggerì un approccio diverso, che McConaughey però rifiutò.

Ecco lo scambio riportato nell’estratto dal libro: “Lo abbiamo fatto venire per girare una scena con Kate Winslet. Volevamo verificare l’alchimia tra i due, non solo come apparivano sullo schermo, ma anche come interagivano. Kate era affascinata da Matthew, dalla sua presenza e dal suo fascino. Matthew ha girato la scena con il suo accento. “Ottimo”, ha detto Jim Cameron. “Ora proviamo in un altro modo”. Matthew ha risposto: “No. Era abbastanza buono. Grazie”. Diciamo solo che per McConaughey era finita lì“.

Cosa significa questo per Matthew McConaughey

Lo scambio tra McConaughey e Cameron sembra suggerire che l’attore ritenesse che il suo provino fosse andato nel miglior modo possibile e che quindi il suggerimento del regista di provare “in modo diverso”, probabilmente allegerendo il suo accento, fosse superfluo. In un’intervista del 2018 con The Hollywood Reporter, McConaughey ha espresso proprio questo, affermando di “aver fatto un buon provino. Me ne sono andato abbastanza sicuro di avercela fatta”.

Sebbene McConaughey abbia recitato in numerose commedie romantiche, il che suggerisce che avesse le potenziali emotive per Titanic, il suo accento strascicato era qualcosa che Cameron riteneva non adatto al personaggio, tanto da suggerire qualcosa di “diverso” e decidere infine per DiCaprio. Fortunatamente, il fatto che McConaughey abbia perso il ruolo da protagonista in Titanic non ha influito molto sull’attore, che è diventato poi famoso grazie ad altri film di successo ed ha infine vinto l’Oscar per Dallas Buyers Club.

A House of Dynamite: la prima immagine di Rebecca Ferguson nel film di Kathryn Bigelow

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Rebecca Ferguson è la protagonista della nuova immagine tratta da A House of Dynamite. Diretto da Kathryn Bigelow, vincitrice di due Oscar per The Hurt Locker, con una sceneggiatura scritta da Noah Oppenheim (Zero Day di Netflix), il thriller politico di prossima uscita segue un team di funzionari della Casa Bianca mentre corrono contro il tempo per rispondere a un imminente attacco missilistico contro gli Stati Uniti.

Il film vanta un cast stellare che include oltre a Ferguson anche Idris Elba, Gabriel Basso, Jared Harris, Tracy Letts, Anthony Ramos, Moses Ingram, Jonah Hauer-King, Greta Lee e Jason Clarke. Ora, tramite La Biennale di Venezia su X, è stata dunque rivelata la prima immagine di Rebecca Ferguson nel film, mostrando l’attrice nei panni di un personaggio di nome Olivia Walker, apparentemente un’agente governativa che coordina un’operazione in un centro di comando, trasmettendo con urgenza informazioni mentre mappe e dati lampeggiano dietro di lei.

Il post definisce poi A House of Dynamiteun viaggio nella follia di un mondo sotto la costante minaccia di annientamento”. Come noto, il film sarà presentato in concorso al Festival di Venezia, per poi arrivare su Netflix a partire dal 24 ottobre 2025. La sinossi ad oggi riportata recita: “Quando un singolo missile, non attribuito ad alcuna nazione, viene lanciato contro gli Stati Uniti, ha inizio una corsa contro il tempo per scoprire i responsabili e decidere come reagire“.

Cosa la nuova immagine ci dice di A House Of Dynamite

Questa è la seconda immagine di A House of Dynamite che è stata rivelata, la prima mostrava due agenti dei servizi segreti, armati di fucili d’assalto, che scortavano un uomo in giacca e cravatta con un borsone attraverso un corridoio di cemento scarsamente illuminato. Ora, la seconda immagine ha invece rivelato una delle protagoniste del film, Rebecca Ferguson.

L’attrice ha avuto un periodo piuttosto intenso recentemente con Dune, Mission: Impossible – Dead Reckoning e Silo. In A House of Dynamite, sembra interpretare un’ufficiale dei servizi segreti di alto rango, forse della CIA o della Homeland Security, incaricata di supervisionare la crisi nazionale in rapida escalation. A giudicare dall’intensa ambientazione del centro di comando, il suo personaggio potrebbe coordinare gli sforzi per rintracciare la minaccia interna.

Avengers: Doomsday, James Marsden rompe il silenzio sul suo ritorno come Ciclope

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Avengers: Doomsday vedrà la partecipazione di diversi attori originali degli X-Men, e uno di loro ha finalmente deciso di parlare della sua apparizione nel Marvel Cinematic Universe. Con la Saga del Multiverso che volge al termine, diversi eroi saranno come noto presenti nel prossimo film sugli Avengers, dove si uniranno per affrontare il Dottor Destino interpretato da Robert Downey Jr.. A marzo, i Marvel Studios hanno fatto forse uno degli annunci più importanti di tutti i tempi, rivelando che diversi attori degli X-Men dell’era Fox-Marvel riprenderanno i rispettivi personaggi in Avengers: Doomsday.

Con la timeline dell’MCU che incrocia quella dell’universo cinematografico degli X-Men, i mutanti e gli Avengers potranno così finalmente condividere lo schermo insieme. In una nuova intervista con Vanity Fair, James Marsden ha dunque ora finalmente parlato del suo ritorno nei panni di Ciclope nel film attualmente in produzione. Marsden, che è stato il primo attore a dare vita a Ciclope in un film live-action, ha chiarito di essere entusiasta di avere l’opportunità di tornare, come ha dichiarato che “Sto diventando un po’ troppo vecchio per indossare il costume da supereroe“.

Ha poi continuato affermando: “Ero entusiasta perché fai parte di qualcosa di gigantesco, e ho passato 20 anni ad ascoltare la gente che mi diceva: “Quando torni? Quando torni? Tornerai?”. Sono morto. Beh, forse no. Avrei avuto difficoltà a infilarmi nel costume se avessero aspettato ancora un paio d’anni. Quindi è stato fantastico. Davvero. È stato un bel ritorno a un ruolo che mi ha davvero reso famoso. È stato il primo vero progetto importante a cui ho partecipato, e un personaggio molto amato, questa icona dei fumetti. Quindi tornare a interpretare quel ruolo è stato piuttosto speciale”.

Marsden, come ben sapranno i fan, ha ripreso il ruolo di Ciclope l’ultima volta nel 2014 in X-Men – Giorni di un futuro passato, dopo che la linea temporale è stata resettata, cancellando la sua morte da X-Men – Conflitto finale. Mentre diversi membri del cast di Avengers: Doomsday sono stati annunciati nel marzo 2025, Kevin Feige ha confermato che non tutti sono stati ancora rivelati. Per cui c’è ancora molta curiosità e attesa nei confronti dei nomi ancora da annunciare e che potrebbero aggiungere al film altri degli X-Men dell’era Fox.

Cosa significano i commenti di James Marsden su Ciclope per Avengers: Doomsday

Dato che il franchise degli X-Men non ha sempre fornito a Ciclope, interpretato da Marsden, il materiale migliore con cui lavorare, i suoi commenti sul ritorno al ruolo Marvel sono perfettamente comprensibili. Ciclope è riconosciuto come uno dei personaggi più popolari degli X-Men di tutti i tempi, ma i film Fox-Marvel non sempre gli hanno reso giustizia. Ciò include anche il fatto che il Ciclope di Marsden non ha mai potuto indossare il suo costume tradizionale dei fumetti. Ma con la sua apparizione in Avengers: Doomsday, i Marvel Studios potrebbe finalmente dare all’eroe di Marsden tutto ciò che non ha mai avuto nei film originali degli X-Men.

Spider-Man: Brand New Day, foto dal set confermano il ritorno di Zendaya!

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Il primo sguardo a Zendaya in Spider-Man: Brand New Day è stato finalmente rivelato attraverso nuove foto dal set del Marvel Cinematic Universe. @justbuzz.exe ha recentemente pubblicato nuove foto (si possono vedere qui) dal set del nuovo film dedicato all’Uomo Ragno, che finalmente mostrano (confermandone il ritorno) Zendaya nei panni di MJ, dopo gli eventi di Spider-Man: No Way Home. Nelle foto dal set, MJ è stata avvistata insieme a Peter Parker, interpretato da Tom Holland, mentre entrambi visitano la tomba di May Parker, dopo la sua tragica morte in Spider-Man: No Way Home. Resta da vedere se MJ non sappia ancora chi sia Peter, sulla base di queste foto dal set.

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica di Spider-Man: Brand New Day è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

Will Smith e Michael Bay: salta la reunion per divergenze creative sul nuovo film

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Will Smith e Michael Bay non lavoreranno più insieme per Fast and Loose. Il film vedrà ancora Smith nei panni di un uomo che si risveglia a Tijuana senza alcun ricordo e lentamente scopre di aver vissuto una doppia vita come boss della malavita e agente segreto della CIA, ma Bay non ne sarà il regista. Il film, basato su una sceneggiatura scritta da Jon Hoeber, Erich Hoeber, Chris Bremner ed Eric Pearson, aveva guadagnato Bay come regista nell’ottobre 2024. Secondo Deadline, tuttavia, Bay ha però ora lasciato Fast and Loose a causa di divergenze creative con Smith.

Secondo il rapporto, il film contiene momenti sia comici che d’azione, ma il duo regista-attore non era d’accordo sul bilanciamento di questi due aspetti. Bay voleva concentrarsi maggiormente sulle sequenze d’azione, mentre Smith era più interessato alla commedia. Non riuscendo a risolvere le loro divergenze, Bay ha quindi lasciato il film. Questo costringerà Netflix a cercare un nuovo regista, poiché il progetto sta comunque andando avanti e lo studio spera di poter girare il film nell’ottobre di quest’anno.

Cosa significa questo per Fast and Loose con Will Smith

Si tratta di una notizia spiacevole per i fan di Will Smith e Michael Bay, poiché sarebbe stata una reunion entusiasmante. Bay ha diretto i primi due film di Bad Boys, che hanno contribuito a lanciare Smith come star del cinema e ad elevare Bay stesso come regista. Quest’ultimo non è poi tornato per gli altri due film di Bad Boys, quindi è passato molto tempo dall’ultima volta che lui e Smith hanno lavorato insieme. Fast and Loose avrebbe dunque rappresentato la loro nuova collaborazione come attore-regista dopo oltre vent’anni dalla precedente.

Inoltre, sarebbe stato divertente vedere la coppia collaborare ancora una volta in un film d’azione come Fast and Loose. Detto questo, i fan di Bay non dovranno preoccuparsi della mancanza di contenuti del regista nei prossimi anni. Il regista ha recentemente discusso di un ritorno all’universo di Transformers. Anche se la reunion con Smith non avverrà, questo potrebbe essere un modo per Bay di tornare a lavorare con uno dei suoi franchise più importanti.

Dune – Parte Tre: Josh Brolin elogia la sceneggiatura e anticipa un epico finale

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La sceneggiatura di Dune – Parte Tre riceve un aggiornamento promettente da Josh Brolin, che parla del ruolo del suo personaggio nel prossimo film. Dopo l’enorme successo del primo e del secondo capitolo della versione di Denis Villeneuve del romanzo Dune di Frank Herbert, è stato rapidamente annunciato un terzo capitolo. Timothée Chalamet tornerà a guidare il cast di Dune – Parte Tre nei panni di Paul Atreides, con Zendaya, Rebecca Ferguson, Florence Pugh e Jason Momoa a loro volta pronti a riprendere i propri ruoli. Il film, attualmente in produzione, dovrebbe arrivare nelle sale a dicembre 2026.

Durante una recente intervista al podcast Happy Sad Confused di Josh Horowitz, Brolin ha dunque elogiato la sceneggiatura di Dune – Parte Tre, definendola “molto buona. Davvero. È molto buona. È super buona”. L’attore ha poi risposto riguardo alla marginalità o meno del suo ruolo, suggerendo che per questo terzo film avrà un ruolo minore. “Ci sono. Sì. Ma non sono richiesto sul set al momento. Ok. Ho ricevuto messaggi da persone che sono anche loro nel film e che apparentemente non hanno letto la sceneggiatura o hanno letto solo le loro parti, cosa che non capisco, perché è per questo che ho contattato Denis“.

Mi sono chiesto: “Perché tutte queste persone pensano: ‘Ehi, sei già qui? Andiamo alle terme di Budapest?’” E io ho risposto: “Amico, leggi la sceneggiatura. Fai il tuo lavoro”. Brolin ha poi accennato anche a come il terzo film concluderà la saga, anticipando che sarà un finale “in grande stile. In grandissimo stile. Ho appena parlato con uno dei dirigenti della Warner Brothers e sono molto, molto entusiasti, in modo viscerale. È una cosa positiva. Sì. Ho detto qualcosa del tipo: “Ho sentito che i giornalieri sono davvero buoni”. E lui mi ha risposto: “Come lo sai?”. E io ho detto: “Perché lo so”.

Cosa significa questo per Dune – Parte Tre 

Brolin ha avuto un ruolo relativamente importante nei primi due film di Dune, con Gurney che fungeva da mentore di Paul. Nel secondo film, fa un ritorno trionfale per guidare un assalto terrestre contro la Casata Harkonnen. Messia di Dune di Herbert, tuttavia, si svolge 12 anni dopo gli eventi descritti nel finale del primo libro, e Gurney ha un ruolo meno attivo poiché la storia rimane incentrata su Paul come sovrano. Il secondo romanzo, dal punto di vista del tono e della trama, è piuttosto diverso dal primo, sollevando una serie di domande su come Villeneuve lo adatterà.

È possibile che il regista apporti modifiche sostanziali al materiale originale per rendere Dune – Parte Tre più simile a una conclusione epica della saga. Il fatto che Gurney abbia un ruolo minore nel film, tuttavia, suggerisce che Villeneuve continuerà ad attenersi al romanzo almeno in parte. Al di là del ruolo di Gurney, però, i commenti di Brolin sulla sceneggiatura del terzo film sono un segnale promettente che il film sarà all’altezza in termini di qualità. Dune – Parte Due è stato acclamato dalla critica e ha avuto un grande successo al botteghino, e ha evidentemente creato grandi aspettative per la conclusione della storia di Paul.

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Cosa aspettarsi da Dune – Parte Tre

In precedenza, parlando con la rivista Time, Villeneuve ha confermato che Dune 3 sarà basato sul secondo romanzo della serie di Frank Herbert, “Messia di Dune“. Il regista ha diviso il primo romanzo in due metà per adattarlo in due film. Ma il terzo film coprirà Messia di Dune nella sua interezza.

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

In Dune – Parte Tre, tratto dal romanzo Messia di Dune di Frank Herbert, possiamo aspettarci una narrazione molto più intima e politica rispetto all’epica espansiva di Parte Due. Dopo aver conquistato Arrakis e assunto il ruolo di Imperatore, Paul Atreides dovrà affrontare le conseguenze del jihad scatenato in suo nome e il peso del potere assoluto. Il film esplorerà la disillusione di Paul, i suoi dubbi morali e le macchinazioni di chi vuole distruggerlo dall’interno. La storia si muoverà dunque tra intrighi religiosi, crisi identitarie e visioni profetiche, aprendo un nuovo capitolo più cupo e riflessivo nell’universo di Dune.

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James Gunn è al lavoro sul “prossimo capitolo della famiglia Super”

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Il film Superman di James Gunn è il primo della serie e finora ha ottenuto risultati positivi al botteghino, con un successo particolarmente forte sul mercato interno. Grazie anche alle recensioni positive, il futuro sembra roseo per l’Uomo d’Acciaio e il suo cast di supporto, ma anche per l’intero DC Universe, a cui prossimamente si aggiungeranno numerosi altri titoli tra film e serie.

Durante una conference call sui risultati finanziari, il CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav ha dunque confermato che James Gunn sta lavorando a una sorta di sequel di Superman, affermando: “James Gunn si sta già preparando a scrivere il prossimo capitolo della famiglia Super”. Con Supergirl in uscita nel 2026 dopo che Superman ha introdotto l’eroina interpretata da Milly Alcock, forse i due personaggi potrebbero unirsi in un capitolo della “famiglia Super”.

Cosa significano le parole di Zaslav sul prossimo film DC di James Gunn dopo Superman

Sebbene i nuovi commenti di Zaslav confermino che il prossimo film DCU di Gunn è un progetto della “famiglia Super”, questa non è la prima volta che sentiamo parlare del film. Gunn sta anticipando il segreto progetto DC già da tempo, avendo precedentemente confermato che Superman avrebbe avuto un ruolo importante nel film.

Tuttavia, quando gli è stato chiesto, Gunn ha spiegato che il suo prossimo film era un sequel di Superman, ma non in senso stretto, affermando: “Non direi necessariamente”. Sulla base della conferma del progetto da parte di Zaslav e del commento di Gunn sulla scrittura di un episodio della “Super famiglia”, sembra che il film potrebbe essere una collaborazione tra Superman, Supergirl e forse altri eroi.

Il cameo di Supergirl nel Superman di James Gunn ha preparato perfettamente il terreno per il suo film da solista. L’Uomo d’Acciaio di David Corenswet ha spiegato l’atteggiamento da ragazza festaiola della cugina, con la Supergirl di Milly Alcock che ama andare sui pianeti con un sole rosso, il che indebolisce i suoi poteri e le permette di ubriacarsi. È stato anche confermato che Supergirl è la proprietaria di Krypto. Entrambi sono fondamentali per il film DC del 2026 e chissà cosa riserverà loro il futuro.

Il blindato dell’amore: la spiegazione del finale del film con Eddie Murphy

Il blindato dell’amore è l’ultima commedia d’avventura prodotta di Prime Video, con Eddie Murphy e Pete Davidson nei panni di due colleghi improbabili che finiscono per aiutare e favorire una rapina da 60 milioni di dollari contro la loro volontà. Proprio come i migliori film di Murphy, anche questo offre un affascinante mix di commedia slapstick e personaggi eccentrici che intrattengono il pubblico dall’inizio alla fine. La trama principale ruota attorno a Russ, interpretato da Murphy, e Travis, interpretato da Davidson.

Il loro camion viene rapinato da Zoe (Keke Palmer) e dalla sua banda, che intendono utilizzarlo per compiere una rapina in un casinò di Atlantic City. Travis e Russ sono inizialmente costretti ad aiutarli, ma la loro disponibilità a collaborare con i criminali evolve man mano che il film procede. Il blindato dell’amore potrebbe non essere all’altezza degli altri grandi ruoli di Murphy, ma è comunque un’aggiunta divertente alla filmografia del comico, che sa esattamente cosa vuole essere e, per lo più, ci riesce. Il finale del film fa infatti un ottimo lavoro nel riunire tutti i fili della trama, lasciando però alcuni dettagli aperti alla speculazione.

Come è riuscita Zoe a fuggire e perché Russ e Travis l’hanno lasciata andare?

Durante tutto il film, Zoe fa di tutto per mettersi al sicuro e seminare la polizia. Tuttavia, nei momenti finali del film, i poliziotti riescono a raggiungere la sua banda mentre arrivano alla pista di atterraggio dove lei ha preparato un aereo per scappare dal paese. Zoe ammette di aver pianificato questa rapina per quasi due anni, quindi non sorprende che la sua fuga sia stata pianificata nei minimi dettagli, con anche un aereo pronto a portarla a Bali poche ore dopo la rapina. Sebbene ci siano alcuni intoppi lungo il percorso, il piano alla fine funziona perché Russ e Travis sono disposti a lasciarla scappare mentre loro si prendono la colpa della polizia.

Eddie Murphy, Pete Davidson e Keke Palmer in Il blindato dell'amore
Eddie Murphy, Pete Davidson e Keke Palmer in Il blindato dell’amore. Foto di © Prime Video

Nonostante tutto quello che lei ha fatto loro passare, Russ ha sviluppato un certo rispetto per Zoe e probabilmente si sente in debito con lei perché ha impedito a Miguel e Banner di ucciderli tutti. C’è molta comicità in Il blindato dell’amore, ma il finale del film cattura anche un senso di amicizia e sentimentalismo che è fondamentale per comprendere questi personaggi e le loro azioni. Russ non ha perdonato Zoe per tutti i suoi crimini, ma ha iniziato a vedere l’essere umano dietro la facciata e ha preso la rapida decisione di lasciarla andare libera.

Russ e Travis hanno evitato le accuse per la rapina?

Nonostante abbiano rubato 60 milioni di dollari da un casinò e apparentemente causato la morte di molte persone con la loro guida pericolosa, sembra che Russ e Travis siano tornati a casa senza conseguenze dopo gli eventi del film. Travis prevede accuratamente all’inizio del film che saranno considerati innocenti perché costretti, ma è sicuramente sorprendente che non sembrino subire alcuna conseguenza.

Nella sequenza prima dei titoli di coda, Travis riesce finalmente a mettersi in contatto con Zoe e si scopre che sta continuando la sua formazione nella polizia, o almeno lo stava facendo. Questo non sarebbe stato possibile se avesse dovuto affrontare accuse gravi per la rapina, quindi è lecito supporre che sia lui che Russ (che ha cambiato carriera per diventare proprietario di un hotel) siano riusciti a spiegare adeguatamente la loro situazione.

Keke Palmer in Il blindato dell'amore
Keke Palmer in Il blindato dell’amore. Foto di © Prime Video

Zoe e Travis riusciranno finalmente a stare insieme?

La storia d’amore tra Zoe e Travis è una delle sottotrame più divertenti di Il blindato dell’amore, e la coppia ottiene finalmente il suo lieto fine nei momenti finali del film. Sebbene molte recensioni del film abbiano criticato la scrittura di questa relazione, essa apporta una dinamica molto divertente alla storia complessiva che viene ricompensata nella scena finale del lungometraggio.

Dopo che Travis finalmente ricorda il numero di Zoe, riesce dunque a mettersi in contatto con lei e scopre che è fuggita a Bali con tutti i soldi. Lei lo invita sull’isola, e si capisce che finalmente potranno stare insieme senza la pressione della rapina che incombe su di loro. Il biglietto che hanno inviato a Russ insieme ai suoi soldi reca le loro iniziali, il che suggerisce che alla fine si sono effettivamente incontrati.

Perché Zoe e Travis hanno mandato i soldi a Russ?

Il modo in cui i personaggi di Il blindato dell’amore si riuniscono nonostante tutto quello che si sono fatti passare è quindi uno dei temi più avvincenti del film, dimostrando che nessuno può essere facilmente classificato come “buono” o “cattivo” in questa vicenda. Russ lo riconosce in Zoe, ed è per questo che alla fine del film la lascia scappare dalla polizia. Si superano così le più semplicistiche etichette in nome di riscatti personali e nuove possibilità di vita.

Eddie Murphy ed Eva Longoria in Il blindato dell'amore
Eddie Murphy ed Eva Longoria in Il blindato dell’amore. Foto di © Prime Video

La spiegazione più plausibile per cui Zoe ha inviato una parte dei suoi soldi a Russ e Natalie è che vuole ripagarlo per averle permesso di essere libera e per averla vista per quella che è veramente. Naturalmente, Travis avrebbe incoraggiato questa decisione, poiché chiaramente vuole essere suo amico in futuro. Si tratta dunque di una sorta di risarcimento per ciò che Russ ha compiuto nei suoi confronti e che le ha permesso di rifarsi una vita.

Il vero significato del finale di Il blindato dell’amore

Nonostante il punteggio deludente ottenuto da Il blindato dell’amore su Rotten Tomatoes, c’è qualcosa di molto divertente e avvincente nel modo in cui questi personaggi improbabili riescono a vedere oltre le loro dure apparenze nei momenti finali del film. Russ e Travis non sono certamente gli eroi che verrebbero tradizionalmente presentati in qualsiasi altro film d’azione, come già detto nemmeno Zoe è proprio la cattiva che viene descritta.

Al di là della commedia slapstick e delle sequenze d’azione ad alto rischio, Il blindato è dunque un film su quanto saremmo disposti a spingerci oltre per i nostri cari. Che si tratti di Russ che cerca di proteggere Natalie dal pericolo, Travis che accetta di partecipare alla rapina di Zoe a causa dei suoi sentimenti per lei, o Zoe che ruba i soldi per vendicare la morte ingiusta di suo padre, ognuno di questi personaggi sta servendo qualcosa che va oltre se stesso ed è questo che il film vuole lasciarci.

Weapons: la storia vera che ha ispirato il film horror

Weapons: la storia vera che ha ispirato il film horror

Il nuovo film di Zach Cregger con Julia GarnerJosh Brolin e Benedict Wong dal titolo Weapons segna il ritorno del regista dopo il suo acclamato debutto con Barbarian. Questa volta, però, Creggers affronta il tema della drammatica realtà dei bambini scomparsi. Con l’uscita del trailer di Weapons, i fan hanno dunque mostrato interesse verso le ispirazioni reali (se ce ne sono state) alla base del film. Sebbene sia un’opera di finzione, il film presenta effettivamente alcuni elementi ispirati a storie vere.

Il film narra di una piccola città americana dove un’intera classe di studenti delle elementari si è inspiegabilmente alzata e se n’è andata nel buio della notte. Il film si concentra poi sui genitori dei bambini scomparsi, che puntano il dito contro l’insegnante (interpretata da Julia Garner) come principale sospettata. Parlando con Entertainment Weekly, il regista ha ammesso che, sebbene il nuovo film sia una storia completamente fittizia, è stato ispirato da alcune esperienze personali e da casi reali di bambini scomparsi.

Cregger ha in quell’occasione descritto cosa ha portato alla scrittura del suo secondo film, raccontando: “ho vissuto una tragedia nella mia vita che è stata davvero molto dura. Una persona molto, molto, molto cara è morta improvvisamente e, onestamente, ero così affranto dal dolore che ho iniziato a scrivere Weapons, non per ambizione, ma solo come un modo per fare i conti con le mie emozioni“. Il regista ha poi definito Weaponsuna storia incredibilmente personale”, aggiungendo che ci sono elementi che sono “autenticamente autobiografici, che mi sembra di aver vissuto”.

Josh Brolin in Weapons
Josh Brolin in Weapons

Su quali storie vere è basato Weapons?

Come descrive il regista Zach Cregger, Weapons non è necessariamente una storia vera, ma è saldamente radicato in esperienze di vita reale. Il famoso regista horror ha dunque utilizzato alcune delle sue esperienze personali (qualunque esse siano) come spunto per iniziare a scrivere il nuovo film. Tuttavia, come da lui dichiarato in altre interviste, si è basato su alcuni reali casi di scomparsa di bambini per la scrittura del film ed il racconto di come i genitori gestiscono l’evento.

Secondo il Centro statunitense per la prevenzione dei crimini contro i minori e la loro sicurezza, ogni 20 secondi negli Stati Uniti un bambino scompare o viene rapito. Tra i tanti casi di questo genere si possono citaer quello di Madeleine McCann, scomparsa mentre era in vacanza a LAgos con la sua famiglia, o ancora quello di Etan Patz. Perdere un figlio è il peggior incubo di un genitore, quindi Weapons pone la domanda: cosa succederebbe se decine di bambini scomparissero tutti in una volta?

Per il film, Cregger ha dunque esaminato casi di questo genere, dando vita a quest’incubo nel suo nuovo film. Non si è però ispirato a nessun caso in particolare, preferendo partire da questo scenario per dar vita ad un film che sfocia poi nel puro horror, con situazioni agghiaccianti e misteri ancor più spaventosi. È il racconto di una comunità sconvolta e senza risposte, proprio come quella che potrebbe presentarsi qualora si verificasse uno scenario simile a quello narrato dal film. In Weapons, dunque, ritroviamo il dolore e la paura per la scomparsa di qualcuno a fare da motori dell’intero racconto.

The Vampire Diaries: la spiegazione del finale della serie

The Vampire Diaries: la spiegazione del finale della serie

The Vampire Diaries ha accompagnato per anni gli spettatori in un viaggio emotivo ricco di colpi di scena, con due fratelli che ripetono il loro destino di lottare per la stessa ragazza attraverso le epoche, morti in famiglia e esseri soprannaturali malvagi che cercano di fare del male ai loro cari. Anche le complessità morali dell’essere un vampiro succhiasangue entrano in gioco nella trama. Alcuni si sono adattati bene al vampirismo, mentre altri hanno lottato con l’idea di soffrire per l’eternità.

Seguendo un gruppo di amici in una piccola città chiamata Mystic Falls, The Vampire Diaries approfondisce dunque le loro vite altamente insolite attraverso gli occhi di Elena Gilbert (Nina Dobrev), una ragazza del posto che ha perso i genitori in un incidente d’auto. Si innamora di un vampiro e viene coinvolta nel mondo soprannaturale, scoprendo di essere lei stessa un fenomeno soprannaturale chiamato doppelganger. Si ritrova quindi divisa tra due amori che sono fratelli e la scelta di essere umana o vampira.

Damon ed Elena hanno avuto il loro lieto fine

All’inizio della serie, Elena, che è umana, si innamora di Stefan, ma la sua epica storia d’amore si complica gradualmente quando si ritrova ad innamorarsi di Damon mentre sta attraversando la transizione per diventare un vampiro. Proprio quando Elena sta per legarsi a Damon come la coppia umana che aveva sempre desiderato, viene messa a dormire da una magia che lega la sua vita a quella di Bonnie. Senza una soluzione, le ultime due stagioni di The Vampire Diaries presentano una trama senza Elena.

Il finale della serie riporta però in scena Elena, così come la sua doppelgänger malvagia, Katherine, che trova un modo per tornare nel mondo umano dall’inferno. Bonnie e i suoi amici mirano a fermare il piano di Katherine di scatenare il fuoco infernale sulla terra e rimetterla al suo posto. Nonostante sia una sopravvissuta, viva o morta che sia, il piano malvagio di Katherine fallisce. Bonnie riesce a riportarla all’inferno insieme al fuoco infernale. Trova anche un modo per aggirare la magia che ha fatto addormentare Elena e riesce a svegliarla.

Stefan passa poi la cura a Damon, che lo rende umano. Elena finalmente si sveglia e si ricongiunge con Damon dopo essere stati separati per gran parte della serie. Dopo aver lottato con se stessa per capire chi voleva essere, Elena diventa un medico come suo padre. Nonostante il fatto che essere umano spaventasse Damon, lui lo diventa per Elena. I due si sposano e poi si ricongiungono con i loro cari nell’aldilà. Così, Elena si ricongiunge con sua zia Jenna, sua madre e suo padre, che erano morti in un incidente d’auto all’inizio di The Vampire Diaries.

Il destino di Stefan

Elena è l’amore epico di Stefan, ma lui è destinato a perdere la ragazza a favore di suo fratello Damon. Dopo Elena, Stefan passa la maggior parte del tempo a lavorare sul rapporto molto complicato che aveva con il fratello. Ha avuto alcune avventure, ma nessuna è durata fino a quando non si è innamorato di Caroline, che aveva rifiutato nella prima stagione. Naturalmente, il rapporto tra loro è complicato. Quando Joe viene ucciso, le streghe trasferiscono i suoi gemelli nel corpo di Caroline. Stefan viene invece marchiato dalla Cacciatrice e deve fuggire per salvarsi la vita, mentre Caroline mette su famiglia con Alaric, dopo aver dato alla luce i gemelli.

La situazione non si risolve alla fine di The Vampire Diaries. Caroline, che è diventata madre e compagna di Alaric, vuole continuare a far parte della famiglia nonostante non provi più sentimenti romantici per lui. Prova invece ancora amore per Stefan, ma stare con lui significherebbe separarsi dalla sua famiglia. Anche Stefan diventa umano e non può unirsi a Caroline nell’eternità. Tuttavia, i due si sposano nel finale, ma poco dopo Stefan sacrifica la sua vita per salvare Elena e la città da Katherine. Si unisce così alla sua amica Lexie nell’aldilà, mentre Caroline e Alaric trasformano la Salvatore Boarding House in una scuola per bambini dotati di poteri magici. Sebbene Stefan non riesca a trascorrere il resto della sua vita con Caroline, i due ottengono comunque la loro versione di lieto fine.

Per Stefan, l’evoluzione del suo personaggio ha sempre ruotato attorno al suo rapporto con Damon. I due hanno avuto una storia complicata, essendo entrambi innamorati della stessa ragazza. Stefan ha sempre voluto salvare Damon, mentre quest’ultimo ha sempre combinato pasticci. Stefan, percepito come l’eroe, ha sempre conquistato la ragazza, mentre Damon, essendo il cattivo, raramente ci è riuscito. Il loro conflitto è durato per secoli, ma alla fine della serie viene finalmente risolto con Damon che salva Stefan. Per Caroline, si tratta di responsabilità e impegno nei confronti dei suoi figli e dei suoi studenti. Caroline è la figlia dello sceriffo, che è anche un membro attivo della società. Il finale la vede proprio in questo ruolo.

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Bonnie impara ad amare se stessa

Bonnie è invece sempre quella che si sacrifica per garantire la sicurezza dei suoi amici. Nel corso della serie, perde le persone che ama; muore e torna in vita; diventa un punto di collegamento tra il mondo dei vivi e l’aldilà, sentendo il dolore di ogni anima soprannaturale che passa; e perde Enzo, l’uomo con cui vorrebbe trascorrere il resto della sua vita. Bonnie tiene molto ai suoi amici, ma raramente si prende cura di sé stessa. Fa fatica a gestire la magia, le sue capacità e la responsabilità di essere una strega. In quanto tale, viene avvicinata da persone con cattive intenzioni che cercano di sfruttarla a proprio vantaggio.

Dopo aver vissuto esperienze traumatiche e aver perso le persone che amava, blocca mentalmente anche la propria capacità di praticare la magia. Bonnie è quindi senza dubbio la persona che soffre di più in The Vampire Diaries. Mentre le lezioni degli altri, come Damon ed Elena, riguardano la ricerca dell’amore e della famiglia, la lezione di Bonnie Bennett riguarda l’amore per se stessa. Il finale la vede finalmente libera dai limiti che si era imposta, ma senza voltare le spalle a ciò che la rende ciò che è: la sua empatia e il desiderio di aiutare gli altri.

Bonnie salva la città un’ultima volta respingendo il fuoco infernale da dove è venuto. Dopo aver affrontato la sua paura della magia, rompe l’incantesimo del sonno per assicurarsi che le persone che ama abbiano il loro lieto fine. E dopo aver aiutato i suoi amici, Bonnie inizia finalmente a concentrarsi sui propri bisogni e desideri, il che significa anche lasciarsi Enzo alle spalle. A differenza di altri, l’amore romantico non è al centro dell’evoluzione del personaggio di Bonnie. Ha vissuto grandi storie d’amore con Jeremy ed Enzo, ma questi servono allo scopo di darle forza. Alla fine, il viaggio di Bonnie consiste nel trovare e amare se stessa.

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Molti volti familiari sono riapparsi nel finale di The Vampire Diaries

Le serie soprannaturali come The Vampire Diaries fondono realtà e magia, dove esistono esseri come fantasmi e guardiani, ma la serie trasmette anche un messaggio commovente sull’amore e la famiglia: coloro che se ne sono andati non se ne vanno mai veramente. Rimangono ancora e guidano i loro cari attraverso le difficoltà. L’ultimo episodio di The Vampire Diaries è infatti pieno di volti familiari, anche se non tutti i fantasmi sono amichevoli. Vicki Donovan si unisce all’esercito di Katherine per scatenare l’inferno sulla Terra e liberarsi dalla sua infelicità. Il finale la vede suonare la campana di famiglia con suo fratello Matt Donovan che cerca di fermarla.

Matt, dopo aver vissuto una vita da umano in una città piena di vampiri, decide di intraprendere il proprio viaggio fuori da Mystic Falls. La nonna di Bonnie, Grams, che ha sostenuto Bonnie per tutta la serie, riappare un’ultima volta insieme ai loro antenati per aiutare Bonnie nell’incantesimo. Anche la madre di Caroline, morta di cancro, fa un breve ritorno per far sentire la sua presenza quando Caroline consegna alcuni documenti alla nuova Salvatore Boarding School. Così facendo, la serie rende omaggio a tutti i suoi principali personaggi, a quelli che ci sono ancora e a quelli che non ci sono più, regalando ai fan un’ultima grande emozione.

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Blade Runner 2099: la serie è in post-produzione, ma l’uscita resta un’incognita

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Con una storia che si svolge 50 anni dopo la fine di Blade Runner 2049, la serie Blade Runner 2099 di Prime Video amplierà infatti ulteriormente l’iconico universo fantascientifico che esplora gli individui bioingegnerizzati noti come Replicanti. Il cast è guidato dalla vincitrice dell’Oscar Michelle Yeoh e dalla star di Euphoria Hunter Schafer. Ridley Scott, che ha diretto il film originale Blade Runner del 1982, è coinvolto come produttore esecutivo insieme a Zucker, mentre Silka Luisa di Shining Girls è la showrunner.

La produzione si è conclusa ormai nel dicembre 2024 e da quel momento non ci sono stati molti altri annunci. Il produttore esecutivo David Zucker ha però fornito qualche dettaglio in più sull’uscita della serie ambientata nel mondo dei replicanti. Durante un’intervista con Liam Crowley di ScreenRant per Alien: Pianeta Terra, a Zucker è infatti  stato chiesto se potesse rivelare quando uscirà Blade Runner 2099.

Il produttore ha dunque affermato: “Dipende da quando Amazon vorrà mandare in onda la serie. Ma siamo nel pieno della post-produzione. Non credo che la vedremo sugli schermi prima della fine del prossimo anno”. Questo indica che ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che Blade Runner 2099 possa essere disponibile in streaming. Il lavoro di post-produzione è ancora in corso, Prime Video non ha ancora deciso di divulgare una finestra di rilascio e “alla fine del prossimo anno” è solo una stima a questo punto, anche se le cose potrebbero cambiare.

Sebbene l’incertezza possa essere deludente per coloro che attendono con impazienza il seguito in formato serie di due grandi film di fantascienza di tutti i tempi, questa non è una situazione insolita nel settore dello streaming. Blade Runner 2099 avrà un alto valore di produzione, il che significa un periodo di post-produzione più lungo per rendere giustizia al suo mondo fantascientifico sul piccolo schermo.

Prime Video e altri servizi di streaming apportano costantemente modifiche man mano che il settore continua a evolversi. Ciò comporta spesso che le finestre di rilascio rimangano segrete per lungo tempo, cosa che probabilmente continuerà ad essere il caso di Blade Runner 2099, la cui data di uscita non sembra essere stata annunciata nel prossimo futuro. Tuttavia, è incoraggiante sapere che i lavori proseguono e che, indicativamente, presto si potrebbero avere maggiori dettagli.

Mercoledì – Stagione 2: tutte le canzoni presenti nei primi 4 episodi!

La musica gioca un ruolo significativo nella seconda stagione di Mercoledì, con tante canzoni divertenti e cover da scoprire. La prima parte, composta da 4 episodi (i successivi 4 arriveranno il 3 settembre) è ora disponibile su Netflix, con la commedia horror che amplia il fantastico mix di generi della prima stagione, utilizzando la musica come potente strumento per sottolineare proprio questo mix di toni.

Mentre il pubblico attende la seconda parte della seconda stagione di Mercoledì, la colonna sonora dello show, che include maestri classici come Mozart e Wagner, oltre a icone del rock come Bruce Springsteen, è decisamente un modo entusiasmante per rimanere nell’atmosfera di Nevermore. Andiamo allora a scoprire tutte le canzoni presenti nei primi 4 episodi e quando possiamo ascoltarle!

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Le canzoni di Mercoledì – Stagione 2, episodio 1

Emma Myers e Jenna Ortega nella serie Netflix Mercoledì
Emma Myers e Jenna Ortega nella serie Netflix Mercoledì. Cr. Helen Sloan/Netflix © 2025

“My Favorite Things” – The Lennon Sisters: La cover delle Lennon Sisters di questa canzone classica tratta da The Sound of Music può essere ascoltata in sottofondo durante la sequenza di apertura della seconda stagione di Mercoledì, episodio 1, in cui la protagonista è seduta legata nel seminterrato di un serial killer. È un uso piuttosto minaccioso di una canzone tipicamente allegra, dato che Mercoledì è imbavagliata a un tavolo di bambole.

“Un Mundo Raro” – Chavela Vargas: Questa è la seconda volta che Chavela Vargas appare in Mercoledì, con la sua canzone “La Llorona” in sottofondo nella premiere della prima stagione. La canzone può essere ascoltata durante la prima scena insieme di Mercoledì e Morticia Addams, in cui quest’ultima chiede a sua figlia quando le sarà permesso di leggere il suo romanzo.

“Tropical Island” – Berry Lipman Singers: Lungo l’autostrada, la famiglia Addams supera un altro veicolo, dal quale si sente la canzone “Tropical Island” dei Berry Lipman Singers. Il suono è ovattato, proveniente dall’interno dell’auto.

“Kiss Me” – Sixpence None the Richer: Poco dopo la canzone precedente, la prima auto arriva in un’area picnic, dove un uomo sta ascoltando Kiss Me alla radio. In linea con la scelta della canzone, una donna esce dall’auto e bacia appassionatamente l’uomo sul posto.

“Um Oh Ah Yeh” – MAMAMOO: La canzone accompagna la prima apparizione di Enid nella seconda stagione, e Netflix Tudum ha rivelato che è stata scelta appositamente per rispecchiare la personalità della giovane licantropa.

“The Dance Of The Knights” – Prokofiev: Mercoledì riprende a suonare il violoncello da dove aveva interrotto con un’esibizione dal Romeo e Giulietta di Prokofiev nella premiere della seconda stagione. Suona da sola in una stanza buia mentre lo show passa a un montaggio di Morticia, Pugsley, lo stalker di Mercoledì e altri personaggi.

“No Time to Cry” – Sisters of Mercy: La canzone suona in sottofondo durante l’evento Nevermore Founder’s Pyre, quando Mercoledì ed Enid arrivano per la prima volta alla ricerca del manoscritto del romanzo. La canzone in stile gothic si adatta perfettamente al tono della serie, aggiungendo un senso di cupezza ed eccitazione.

“Nevermore Alma Mater” – Pitch Slaps: Il brano corale è cantato dal coro della Nevermore, di cui fa parte anche Bianca Barclay. La canzone è stata scritta appositamente per la serie ed è interpretata dai Pitch Slaps.

“Dancing in the Dark” – Bruce Springsteen: Poco dopo Nevermore Alma Mater, il preside Dort cambia l’atmosfera con un po’ di Bruce Springsteen, suonando uno dei classici di tutti i tempi mentre balla sul palco. Mentre la folla di studenti festeggia la canzone, cala il silenzio totale quando Dort annuncia il proprio nome.

Le canzoni di Mercoledì – Stagione 2, episodio 2

Catherine Zeta-Jones nella serie Netflix Mercoledì
Catherine Zeta-Jones nella serie Netflix Mercoledì. Cr. Helen Sloan/Netflix © 2025

“You Really Got Me” – The Kinks: I Kinks sono una delle rock band più iconiche di tutti i tempi e uno dei loro successi è utilizzato nel secondo episodio della stagione. Dopo che Enid ha introdotto l’idea del Prank Day, lo vediamo in pieno svolgimento quando la scena si sposta nel cortile della Nevermore, dove gli studenti usano i loro poteri in modi assurdamente pericolosi per prendersi in giro a vicenda.

“Voi Che Sapete” – Mozart: Anche se si sente solo molto debolmente in sottofondo, l’incontro tra Morticia Addams e Bianca al cottage all’inizio dell’episodio 2 è accompagnato da “Voi Che Sapete” di Mozart.

“Dies Irae” – Verdi: L’episodio 2 presenta anche un altro brano d’opera, il “Dies Irae” di Verdi, in una delle scene più divertenti della serie fino ad oggi. Mercoledì prende il posto dell’allieva e dell’insegnante nella lezione di guida di Enid, sottoponendo l’istruttore di guida a un viaggio terrificante. L’opera intensa e potente aggiunge umorismo alla scena.

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Le canzoni di Mercoledì – Stagione 2, episodio 3

Billie Piper è Isadora Capri in Mercoledì
Billie Piper è Isadora Capri in Mercoledì. Cr. Helen Sloan/Netflix © 2025

“La Cumparsita” – Roberto Alagna: Il richiamo della tristezza si apre con una scena in cui Morticia e Gomez Addams affrontano lo stress materno della prima, prima di lanciarsi in un ballo appassionato. Il loro tango è accompagnato da un classico brano del 1916, eseguito da Roberto Alagna nel 2012.

“I Walked with a Zombie” – Roky Erickson: Una delle storie della seconda stagione di Mercoledì vede Pugsley diventare compagno di uno zombie di nome Slurp, e la canzone accompagna Pugsley mentre arriva al Camp Jericho con lui.

“La cavalcata delle Valchirie” – Wagner: Da Apocalypse Now a numerosi altri film, l’opera epica di Wagner è uno dei brani cinematografici più famosi di tutti i tempi. Nella seconda stagione di Mercoledì, durante la partita Cadets vs Outcasts, viene riprodotta “La cavalcata delle Valchirie” quando Mercoledì chiama i rinforzi aerei. Questo comporta il coinvolgimento delle api di Eugene e l’eliminazione dei giovani cadetti.

“Bad Moon Rising” – Creedence Clearwater Revival: L’episodio 3 della seconda stagione presenta un altro classico del rock, questa volta dei Creedence Clearwater Revival, cantato da Catherine Zeta-Jones e Billie Piper rispettivamente nei panni di Morticia Addams e Miss Capri. La versione folk di questo brano viene eseguita attorno al falò al Camp Jericho mentre Mercoledì conduce le sue indagini separatamente.

“Bésame Mucho” – Pedro Vargas: Morticia non è l’unica genitrice della famiglia Addams ad avere un numero musicale nella seconda stagione. Anche Gomez ha l’opportunità di cantare, anche se in un ambiente più isolato, sotto la doccia. Almeno fino a quando Slurp non interrompe il suo bagno.

“Losing My Religion” – R.E.M. (cover di GnusCello): Dopo il duello di scherma alla cieca tra Mercoledì e Morticia, l’episodio si conclude con un montaggio finale. Il montaggio è accompagnato dalla voce di Mercoledì e da una versione classica di Losing My Religion dei R.E.M. Il pubblico potrebbe riconoscere la melodia, anche se lo stile musicale è molto diverso dall’originale.

Le canzoni di Mercoledì – Stagione 2, episodio 4

Fred Armisen e Jenna Ortega nella serie Netflix Mercoledì
Fred Armisen e Jenna Ortega nella serie Netflix Mercoledì. Cr. Helen Sloan/Netflix © 2025

“I Want to Know What Love Is” – Foreigner: Fred Armisen, ex membro del cast di SNL, è uno dei guest star preferiti dai fan di Mercoledì e torna nella seconda stagione nei panni dello zio Fester. Quando la polizia irrompe nella sua stanza di motel, lo trova che canta questa classica canzone rock in una vasca da bagno piena di bolle.

“Ain’t That a Kick in the Head” – Dean Martin: Il viaggio dello zio Fester verso l’istituto psichiatrico inizia con un po’ di alta tensione, poiché questa canzone di Dean Martin viene riprodotta durante la sua terapia elettroconvulsivante.

“The Andante di Molto” – Mozart: Questo brano di Mozart può essere ascoltato in sottofondo durante la lezione di arte all’aperto di Fester, anche se è molto debole e difficile da sentire senza prestare particolare attenzione.

“Dream Weaver” – Gary Wright: Fester ha un nuovo interesse amoroso nella seconda stagione di Mercoledì: la signora Louise, addetta alla mensa. Questa appassionata canzone d’amore suona in sottofondo quando si incontrano per la prima volta, poi di nuovo pochi istanti dopo, quando iniziano a baciarsi in un ripostiglio vicino.

“All by Myself” – Eric Carmen: Miss Capri guida lungo l’autostrada, cantando a squarciagola “All by Myself” di Eric Carmen, mentre Mercoledì ascolta dal bagagliaio, intrufolandosi a Willow Hill.

“Zombie” – The Cranberries (cover originale al pianoforte): Offrendosi di guarire le ferite che la medicina non può curare, Miss Capri esegue una versione al pianoforte di “Zombie”, un altro classico del rock. Suona per la comunità di Willow Hill mentre Mercoledì e Fester mettono in atto il loro piano, facendo scattare gli allarmi e interrompendo il brano. Ovviamente, c’è uno zombie vero in libertà.

“Scene D’Amour” – Bernard Herrmann: La colonna sonora di La donna che visse due volte viene utilizzata per la parte successiva della storia d’amore di Fester e Louise a Widow Hill, verso la fine dell’episodio 4 della seconda stagione di Mercoledì, mentre stanno in piedi sotto la pioggia mentre intorno a loro scoppia la rivolta nel manicomio.

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Daredevil: Rinascita – Stagione 2, Hunter Doohan commenta un possibile ritorno di Muse

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La prima stagione della serie Disney+ Daredevil: Rinascita (qui la recensione della Stagione 1) ha visto il Matt Murdock interpretato da Charlie Cox tornare dalla pensione come vigilante quando Wilson Fisk (interpretato da Vincent D’Onofrio), è stato eletto sindaco di New York City. Nella serie recita anche Hunter Doohan nel ruolo di Bastian Cooper, un paziente tormentato di Heather Glenn, interpretata da Margarita Levieva. Nell’episodio 7 viene anche rivelato che Cooper è Muse, il serial killer mascherato che crea opere d’arte con il sangue delle sue vittime a New York.

L’episodio si è poi concluso con Muse ucciso da Glenn dopo che Daredevil le ha salvato la vita per un soffio. Ora, in un’intervista con IndieWire per discutere della seconda stagione di Mercoledì (dove interpreta Tyler), a Doohan è stato chiesto del suo potenziale ritorno nella seconda stagione di Daredevil: Rinascita. L’attore ha affermato che “mi piacerebbe molto. Quel personaggio era così divertente. Non so, primo, perché la gente mi vede così tanto come un serial killer, o secondo, perché mi sembra di essere ucciso in ogni singolo programma televisivo che faccio“.

Ci sono alcuni “investigatori” là fuori, perché alcune persone l’hanno capito molto presto. Avevo persino paura di pubblicare qualcosa al riguardo o qualsiasi altra cosa per non rovinare la sorpresa. Adoro mantenere i segreti. Quando ho recitato in “Your Honor” e sono morto alla fine della prima stagione, non l’ho detto a nessuno. È stato davvero divertente vedere le reazioni di tutti i miei amici e della mia famiglia. Mia madre mi ha chiamato ed era così arrabbiata con me“.

Al di là delle dichiarazioni dell’attore, dato che Muse sembrava essere morto nella sua ultima apparizione nella prima stagione, sarebbe logico che Doohan non tornasse nella seconda stagione. Il focus narrativo della prossima sarà chiaramente incentrato su Matt e il suo esercito che sconfiggono Fisk dopo aver dichiarato la legge marziale sulla città e aver messo fuori legge il vigilantismo, il che lascerebbe poco spazio per il ritorno di Muse.

L’altro motivo chiave per cui l’assenza di Doohan sembra confermata è che i suoi commenti indicano che è disposto a tornare nei panni di Muse, ma non lo ha ancora fatto. Le riprese della seconda stagione di Daredevil: Rinascita si sono concluse all’inizio di luglio e, a meno di un’altra importante revisione creativa della serie come avvenuto per la prima stagione, è improbabile che ci siano ulteriori riprese sufficienti per inserirlo.

Detto questo, ci sono ancora modi in cui Doohan potrebbe ritrovarsi a ricomparire nella seconda stagione. La Marvel è nota per assicurarsi che i suoi attori non rivelino i suoi segreti, e il ritorno di un personaggio morto sarebbe una cosa piuttosto importante. Inoltre, dato che Matt è ancora sconvolto dal fatto che Muse abbia quasi ucciso Glenn nella prima stagione, potrebbe avere incubi o visioni allucinatorie del cattivo.

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La trama e il cast di Daredevil: Rinascita

In Daredevil: Rinascita della Marvel Television, Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con capacità straordinarie, lotta per ottenere giustizia nel suo vivace studio legale, mentre l’ex boss mafioso Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue le sue iniziative politiche a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano inevitabilmente su una rotta di collisione. Entrambi torneranno nella Stagione 2.

La serie vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

La prima stagione è disponibile su Disney+.

Mortal Kombat 2: la nuova foto presenta il ritorno di Bi-Han nei panni dell’oscuro Noob Saibot

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L’interpretazione di Joe Taslim (The Raid, The Night Comes For Us) del gelido assassino Sub-Zero è stata innegabilmente un momento clou di Mortal Kombat, e sebbene il suo personaggio abbia incontrato la morte per mano (beh, per mano del respiro del teschio infuocato) di Scorpion nella battaglia culminante del film, il recente teaser trailer di Mortal Kombat 2 ha confermato che Taslim tornerà nei panni di Noob Saibot.

Come ogni fan della longeva serie di videogiochi saprà, Bi-Han è stato resuscitato come l’oscuro ninja da Quan Chi dopo essere stato ucciso nel primo gioco, e alla fine del primo film c’era un chiaro indizio che Shang Tsung avesse piani simili per il personaggio. Durante un’intervista del 2021 con THR, a Taslim è stato chiesto della possibilità di vestire i panni di Saibot in Mortal Kombat 2.

“Sì, questa è la prossima trasformazione del personaggio, ma ovviamente non lo sappiamo ancora. Se i fan vogliono che questo franchise continui, allora ci sono forti probabilità che il prossimo passo per Bi-Han sia interpretare Noob Saibot. Incrocio le dita, ma spero che accada perché voglio assolutamente interpretare quel personaggio. Ma a essere onesti, la strada più interessante, secondo me, è quella di realizzare un prequel. Sarebbe una storia su Bi-Han e il suo addestramento nei Lin Kuei. Quando è stato rapito dai Lin Kuei, i suoi genitori sono stati uccisi. Quindi racconterebbe il processo di lui e suo fratello che diventano assassini, e penso che anche questo sia piuttosto interessante.”

Nei giochi, il fratello più onorevole di Bi-Han, Kuai Liang, assume il ruolo di Sub-Zero, quindi anche se non avremo un film prequel completo, c’è una forte possibilità che Taslim realizzi il suo desiderio di una storia sulle origini tramite dei flashback.

Ecco cosa ha detto il regista Simon McQuoid sull’adattamento del personaggio per il live-action.

“Per tradurre il suo caratteristico aspetto da ‘spettro ombra’ nel film, ci siamo ispirati principalmente alla recente versione del gioco. Cappi ha avuto la brillante idea di creare materiali e finiture unici che riflettessero la luce, pur rimanendo fedeli all’idea singolare di Bi-Han di essere un’ombra. Il suo corpo era realizzato in gomma nera testurizzata e poco lucida, mentre la sua armatura aveva uno stile organico e presentava una finitura riflettente perlescente grigio scuro. Il clone ombra al suo interno è un personaggio diverso, quindi avevamo bisogno di un costume e di un colore diversi, ma condividevano i materiali, assicurando che il suo aspetto unico fosse chiaramente distinto dal suo clone ombra, pur essendo sempre nato dallo stesso personaggio.”

Date un’occhiata a Noob Saibot qui sotto (via Collider).

Il cast di Mortal Kombat 2

Mortal Kombat 2 è diretto da Simon McQuoid da una sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore di Moon Knight Jeremy Slater. Il sequel vedrà il ritorno di Lewis Tan come Cole Young, Jessica McNamee come Sonya Blade, Josh Lawson come Kano, Tadanobu Asano come Lord Raiden, Mehcad Brooks come Jax, Ludi Lin come Liu Kang, Chin Han come Shang Tsung, Joe Taslim come Bi-Han e Sub-Zero, Hiroyuki Sanada nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion e Max Huang nei panni di Kung Lao.

Il sequel d’azione introdurrà anche una serie di nuovi personaggi oltre al Johnny Cage di Karl Urban, ovvero Adeline Rudolph (Resident Evil) nei panni di Kitana, Tati Gabrielle (You) nei panni di Jade, Martyn Ford (F9) nei panni dell’imperatore Shao Kahn, Damon Herriman di Mindhunter nei panni del demone di Netherrealm Quan Chi, Desmond Chiam (The Falcon and the Winter Soldier) nei panni del Re Edeniano Jerrod e Ana Thu Nguyen (Get Free) nei panni della Regina Sindel. Ulteriori dettagli sulla trama sono ancora tenuti nascosti. Il film è prodotto da James Wan, Michael Clear, Todd Garner e E. Bennet Walsh.

Il film sarà al cinema dal 23 ottobre 2025.

Spider-Man: Brand New Day, Tom Holland si dondola tra i grattacieli nelle nuove foto

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Le riprese sul set di Spider-Man: Brand New Day a Glasgow, in Scozia, sono state sospese perché la troupe si sta ora trasferendo in una nuova location, ma sono emerse online un paio di nuove incredibili immagini di Tom Holland che si dondola tra i grattacieli. Condivise dalla pagina Spider-Man: Brand New Day Updates e dal fotografo @lifearielly, queste foto (si possono vedere qui, qui e qui) ci offrono una nuova incredibile visione della controfigura di Tom Holland in costume completo mentre si muove attraverso la città.

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica del film è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

Punisher alla guida della Mano? La nuova teoria

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Punisher alla guida della Mano? La nuova teoria

In una delle prime foto dal set di Spider-Man: Brand New Day, abbiamo notato un carro armato con un simbolo demoniaco sul lato. Molti fan si sono affrettati a concludere che il mezzo appartenesse agli Inner Demons, ma a quanto pare Mister Negative non apparirà nel film.

Sebbene sia un po’ deludente, se quel simbolo significa ciò che pensiamo, potrebbe essere un punto di svolta per l’MCU e, più specificamente, per The Punisher. Si suppone che sia lui a guidare quel carro armato, e il simbolo assomiglia vagamente a quello della Mano.

Si era già parlato di cattivi di ispirazione giapponese in Spider-Man: Brand New Day, e il ritorno della Mano probabilmente porterebbe direttamente alla terza stagione di Daredevil: Rinascita.

Nei fumetti, a Frank Castle fu offerta la possibilità di guidare la Mano, ma accettò solo quando promisero di resuscitare sua moglie, Maria. Utilizzando le immense risorse dell’organizzazione ninja, il Punitore dichiarò guerra agli inferi, uccidendo il Signore della Guerra e il Mercante d’Odio, oltre a sterminare gli Apostoli della Guerra, un gruppo di trafficanti d’armi fondato dal Dio della Guerra Ares per perpetuare la guerra in tutto il mondo.

Frank ordinò loro anche di catturare pedofili, stupratori e assassini che erano stati liberati e di giustiziarli lui stesso. Inevitabilmente, il vigilante si rese presto conto che stavano uccidendo anche innocenti e, con grande sforzo, riuscì a liberarsi dalla loro influenza.

Questa storia si adatta a Spider-Man: Brand New Day? Si tratta di molto materiale da raccontare in un solo film, certo, ma Peter Parker potrebbe essere tentato dalla promessa di riportare in vita Zia May in un mondo che lo ha dimenticato? Diremmo che c’è una possibilità, e sappiamo che Frank farebbe qualsiasi cosa nella sua guerra al crimine, oltre al fatto che in vista di Punisher Special Presentation possiamo aspettarci molto dal Frank!

Cosa aspettarsi da Punisher Special Presentation

Considerando come Daredevil: Rinascita ha lasciato il personaggio, era solo questione di tempo prima che Frank Castle, interpretato da Jon Bernthal, mettesse insieme un nuovo ensemble tattico, anche se la foto dal set di Punisher Special Presentation offre alcuni spunti intriganti. Per cominciare, nella scena post-credits, in cui Castle è fuggito dalla prigione di Kingpin a Red Hook, il personaggio era ancora rasato, senza quasi nessuna traccia di barba.

Dato che la foto dal set mostra Bernthal con la barba folta, sembra probabile che Punisher Special Presentation sia ambientato mesi dopo la prima stagione di Daredevil: Rinascita. Ciò è ulteriormente confermato da un recente video dal set in cui è stato visto con lo stesso aspetto durante una sequenza di combattimento diurna.

Un’altra indicazione che la serie avrà luogo alcuni mesi nel futuro dell’MCU è il suo prossimo ruolo in Spider-Man: Brand New Day del personaggio. Le foto dal set del sequel con Tom Holland indicano che sarà ambientato verso la seconda metà del 2027, mentre la prima stagione di Daredevil: Rinascita si svolge principalmente all’inizio del 2027, suggerendo quindi un salto temporale.

Indipendentemente dalla sua linea temporale, tuttavia, il nuovo costume di Punisher indica che sta imparando da ogni battaglia precedente come affrontare al meglio la prossima. Nella sua apparizione nella serie con Daredevil lo abbiamo visto usare principalmente un giubbotto antiproiettile, una cintura porta munizioni e fondine alla vita, ma dopo essere stato sconfitto dall’Anti-Vigilante Task Force, probabilmente sta cercando di prepararsi meglio.

Questo gli tornerà utile anche per affrontare le minacce che lo attendono nel suo futuro nell’MCU. Oltre all’AVTF, che ha deciso di stravolgere l’ideologia di Punisher per i propri scopi, Punisher Special Presentation lo vedrà infatti affrontare l’iconica cattiva dei fumetti Ma Gnucci, mentre Spider-Man: Brand New Day lo metterà probabilmente contro un Hulk furioso, anch’egli confermato nel film.