La Costume Designers Guild ha annunciato le
nomination ai CDG Awards 2023. Di seguito trovate
tutte le nomination divise per le diverse categorie che concorrono
alla conquista dei premi per i migliori costumi del cinema e della
televisione negli ultimi 12 mesi:
Excellence in
Sci-Fi / Fantasy Film
“Avatar: The Way of Water” – Deborah L. Scott
“Black
Panther: Wakanda Forever” – Ruth E. Carter
“Everything Everywhere All at Once”- Shirley Kurata
“Hocus
Pocus 2” – Salvador Perez
“Thor:
Love and Thunder” – Mayes C. Rubeo
Excellence in
Contemporary Film
“Glass
Onion: A Knives Out Mystery” – Jenny Eagan
“Nope”
– Alex Bovaird
“Tár” –
Bina Daigeler
“Top
Gun: Maverick” – Marlene Stewart
“Women
Talking” – Quita Alfred
Excellence in
Period Film
“Babylon” – Mary Zophres
“Don’t
Worry Darling” – Arianne Phillips
“Elvis”
– Catherine Martin
“Mrs.
Harris Goes to Paris” – Jenny Beavan
“The
Woman King” – Gersha Phillips
Excellence in
Sci-Fi / Fantasy Television
“House
of the Dragon: The Heirs of the Dragon” – Jany Temime
“The
Lord of the Rings: The Rings of Power: A Shadow of the Past” – Kate
Hawley
“Westworld: Generation Loss” – Debra Beebe
“What
We Do in the Shadows: The Wedding” – Laura Montgomery
“The
Witcher: Blood Origin: Of Mages, Malice, and Monstrous Mayhem” –
Lucinda Wright
Excellence in
Contemporary Television
“Emily
in Paris: What’s it All About…” – Marylin Fitoussi
“Euphoria: Trying to Get to Heaven Before They Close the Door” –
Heidi Bivens
“Hacks:
The Captain’s Wife” – Kathleen Felix-Hager
“Wednesday: Wednesday’s Child is Full of Woe” – Colleen Atwood &
Mark Sutherland
“The
White Lotus: In the Sandbox” – Alex Bovaird
Excellence in
Period Television
“Bridgerton: The Choice” – Sophie Canale
“The
Crown: Ipatiev House” – Amy Roberts
“The
Gilded Age: Let the Tournament Begin” – Kasia Walicka-Maimone
“The
Marvelous Mrs. Maisel: Maisel vs. Lennon: The Cut Contest” – Donna
Zakowska
“Pam &
Tommy: I Love You, Tommy” – Kameron Lennox
Excellence in
Variety, Reality-Competition, Live Television
“Beauty
and the Beast: A 30th Celebration” – Marina Toybina
“Dancing with the Stars: Halloween Night” – Daniela Gschwendtner &
Steven Norman Lee
“Lizzo’s Watch Out for the Big Grrrls: Girl Run That Sh*t Back” –
Carrie Cramer & Jason Rembert
“RuPaul’s Secret Celebrity Drag Race: RuPaul-A-Palooza!” – Tony
Iniguez
“Saturday Night Live: Miles Teller/Kendrick Lamar” – Tom Broecker,
Ashley Dudek & Cristina Natividad
Excellence in
Short Form Design
Disney+ Has All the GOATs (Commercial)
– Melissa DesRosiers
McDonald’s: Black Panther: Wakanda Forever (Commercial) – Sarah
Kinsumba
Nike:
Father Time (Commercial) – Shawna Trpcic (For Jason Momoa)
Not
Today Flu feat. Jason Alexander (Commercial) – Dawn Ritz
Yeah
Yeah Yeahs: “Spitting Off the Edge of the World” (Music Video) –
Natasha Newman-Thomas
Chasing
Waves è una docuserie originale Disney+ che accende i
riflettori sulla cultura giapponese del surf. Composta da otto
episodi è ora disponibile in esclusiva sulla piattaforma
streaming.
Sulla scia del debutto del surf
alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, Chasing Waves descrive
le persone e i luoghi che stanno definendo la posizione del
Giappone nella cultura globale di questo sport acquatico ed esamina
le diverse aree, i personaggi straordinari e il surf senza fine che
si può praticare lungo gli oltre 28.000km di costa che rendono il
Giappone unico nel suo genere.
La docuserie, che unisce riprese girate con cineprese 4K
all’avanguardia e splendido materiale d’archivio in pellicola in 16
mm, segue atleti provenienti da diversi contesti culturali che
inseguono i loro sogni, dipingendo un’affascinante quadro della
vita giapponese e mostrando ciò che serve per avere successo
nell’industria internazionale del surf. Tra i protagonisti di
Chasing Waves ci sono i surfisti professionisti Mahina
Maeda, Yuma Takanuki, Sara Kohrogi, la medaglia d’argento olimpica
2021 Kanoa Igarashi e il surfista australiano-giapponese Connor
O’Leary.
Dalla piscina a onde al coperto chiamata “Ocean Dome” di
Miyazaki ai terreni consacrati degli instancabili surfisti nelle
acque gelide di Hokkaido, Chasing Waves descrive il mondo
della cultura giapponese del surf attraverso coloro che lo vivono
in modo magico e nuovo.
Chasing Waves è prodotta da Boardwalk Pictures e
Station 10 Media, con Christopher G. Cowen (Cheer,
Last Chance U, Decades Series, State of
Play) come executive producer e co-regista e Andrew Fried
(Cheer, Chef’s Table, Val) come
executive producer. Jason Baffa (Singlefin: Yellow,
One California Day, Bella Vita, Loopers: The
Caddie’s Long) è regista ed executive producer.
Great Freedom di
Sebastian Meise (2021), selezionato
dall’Austria per rappresentarla agli Oscar 2022, è
un commovente racconto di libertà collettiva e individuale.
Nella Germania del dopoguerra, la liberazione degli Alleati non fu
sinonimo di libertà per tutti. Hans Hoffman
(Franz Rogowski, Freaks Out) è giudicato
colpevole per la sua omosessualità, ritenuta motivo di detenzione
ai sensi del comma 175, legge che nella Germania dell’ovest
considerava le relazioni omosessuali un crimine e nel corso di
decenni verrà spiato e ripetutamente incarcerato. In prigione
svilupperà un forte legame con il suo compagno di cella Viktor,
condannato per omicidio.
GREAT FREEDOM, finora inedito in Italia, è stato premiato
con il Premio della Giuria Un Certain
Regard al Festival di Cannes
2021.
MUBI è
un servizio di streaming globale, una casa di produzione e di
distribuzione di film che ha la missione di valorizzare il grande
cinema. MUBI produce, acquisisce, seleziona e promuove film
eccezionali, rendendoli accessibili al pubblico di tutto il
mondo.
MUBI è un luogo dove
scoprire film ambiziosi, sia di registi iconici che di autori
emergenti. Ogni giorno arriva sulla piattaforma un nuovo film
selezionato con cura dai programmatori di MUBI. Notebook esplora
tutti gli aspetti della cultura cinematografica, sia su carta che
online. E con MUBI GO, i membri di alcuni paesi possono ottenere un
biglietto gratuito ogni settimana per vedere i migliori film in
uscita in sala.
Tra le distribuzioni MUBI
recenti e prossime ci sono Petite Maman di Céline Sciamma, Aftersun
di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg, Memoria di
Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt e Shiva
Baby di Emma Seligman. Le coproduzioni di MUBI includono il
prossimo film di Michel Franco, Memory, One Fine Morning di Mia
Hansen-Løve, Farewell Amor di Ekwa Msangi (vincitore al Sundance
Film Festival) e Our Men di Rachel Lang.
MUBI è la più grande
comunità di appassionati di cinema, disponibile in 190 Paesi con
oltre 13 milioni di membri in tutto il mondo.Nel gennaio 2022, MUBI
ha acquisito le rinomate società di vendita e produzione The Match
Factory e Match Factory Productions.
Arriva da il
Mattino l’annuncio che Paolo Sorrentino è
al lavoro per dirigere un film sulla sirena Partenope. La pellicola
ha già il protagonista: sarà il napoletano Giampiero De
Concilio, classe 1999. L’attore ha esordito al cinema nel
2018, recitando sul set della pellicola “Un
giorno all’improvviso” di Ciro D’Emilio.
Il film sarà un nuovo omaggio alle sue origini e alla sua città,
Napoli.
Negli ultimi tempi il capoluogo
campano è diventato la location preferita di tante produzioni, sia
italiane sia europee che hollywoodiane. A riprova del successo di
questa città come scenario di pellicole e prodotti televisivi c’è
il recente film Napoli magica di
Marco D’Amore, così come le serie
televisive Uonderbois su Disney
Plus o Equalizer
3 con protagonista Denzel Washington.
Il mito di Partenope dovrebbe
raccontare la leggenda che ha dato origine alla stessa Napoli (e
per questo l’aggettivo partenopeo si riferisce a questa città).
“Il progetto, compreso il titolo, è un work in progress, ma la
macchina produttiva ormai è avviata. Le riprese potrebbero partire
entro l’estate dell’anno prossimo in città, tra il lungomare,
Castel dell’Ovo, borgo Marinari, centro storico, l’università, il
Duomo”, si legge su il Mattino. Secondo quanto
riferisce il giornale, Giampiero De Concilio è
l’attore partenopeo ventenne che si ritroverà a interpretare un
quarantenne, motivo per cui dovrà probabilmente essere invecchiato
ad arte dai truccatori. Sarà lui quello che avrà a che fare con la
sirena Partenope, il mitico personaggio attorno a cui ruoterà tutta
la storia.
Oggi Apple ha
rilasciato il trailer di Sharper,
il nuovo film Apple Original con la vincitrice del premio Oscar
Julianne Moore che farà il suo debutto il 17
febbraio su Apple TV+.
La trama del film si snoda tra i segreti di New York, dagli
attici della Fifth Avenue agli angoli oscuri del Queens. Le
motivazioni dei protagonisti sono sempre sospette e le aspettative
vengono stravolte quando nulla è come sembra.
Sharper è diretto da Benjamin
Caron e presenta un cast stellare guidato da Julianne Moore,
Sebastian Stan, Justice Smith, l’esordiente Briana Middleton e
John Lithgow. Il film è prodotto da Jessica
Switch e Erik Feig di Picturestart, insieme a
Julianne Moore, Bart Freundlich, Brian Gatewood e
Alessandro Tanaka, che ne hanno anche curato la scrittura.
Julia Hammer e Amy Herman sono i produttori
esecutivi.
Apple
TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di
qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento
per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i
tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019,
Apple
TV+ è diventato il primo servizio di streaming
completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha
presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto
riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di
streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali
Apple sono stati premiati con 300 vittorie e 1.316 nomination ai
premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il
vincitore dell’Oscar come Miglior film di quest’anno
“CODA“.
Regista di alcuni tra i più celebri
film catastrofici di sempre, Roland Emmerich ha
diretto nel corso della sua carriera anche film non legati a tale
genere. Tra questi, in particolare, spicca Il
patriota, lungometraggio del 2000 che segna per
Emmerich un incursione nel dramma storico dopo aver diretto
Godzilla e prima di dar
vita a The Day After Tomorrow.
Scritto da Robert Rodat, già autore di Salvate il soldato Ryan
e Kursk, questo presenta
una storia originale ambientata però nel violento contesto della
Guerra di indipendenza americana, toccando dunque tutte le
principali tematiche relative a questo brutale scontro.
Per Rodat ed Emmerich, dunque, era
fondamentale dar vita ad un racconto che fosse storicamente
accurato, così da poter rendere più libero le vicende che invece
seguivano sviluppi frutto di fantasia. Nonostante tale volontà,
Il patriota divenne particolarmente noto per le numerose
controversie circa la rappresentazione di alcuni eventi e
personaggi, i quali sembrano avere poco a che fare con la realtà
dei fatti. In particolare, il film sembra distorcere il delicato
concetto di patriottismo, sfociando in una violenza spesso
inaudita. Nonostante tali critiche, il film riuscì ad ottenere un
buon risultato al box office.
Il patriota arrivò infatti
a guadagnare 215 milioni di dollari, ottenendo anche tre nomination
ai premi Oscar per la miglior fotografia, la miglior colonna sonora
e il miglior sonoro. Se visto con la consapevolezza dei suoi limiti
storici, il film rimane indubbiamente un titolo particolarmente
affascinante e coinvolgente. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il patriota: la trama del
film
La vicenda narrata si svolge nel
1776, nella Carolina del Sud coloniale. Benjamin
Martin, un eroe di guerra franco-indiano ossessionato dal
suo passato, ora non vuole altro che vivere in pace nella sua
piccola piantagione e non intende partecipare a una guerra con la
nazione più potente del mondo, la Gran Bretagna. Nel frattempo,
però, i suoi due figli maggiori, Gabriel e
Thomas, non vedono l’ora di arruolarsi nel neonato
Esercito Continentale. Quando la Carolina del Sud decide di unirsi
alla ribellione contro l’Inghilterra, Gabriel si iscrive
immediatamente per combattere, senza il permesso di suo padre.
Ma quando il colonnello
William Tavington, famoso per le sue tattiche
brutali, arriva e dà alle fiamme il loro villaggio, la tragedia
colpisce duramente Benjamin. Più addolorato che arrabbiato, egli
sembra non possedere più alcuno spirito combattivo, ma lasciare che
gli inglesi conquistino la sua terra non è concepibile e con grande
sforzo Benjamin decide di imbracciare le armi per un’ultima volta.
Egli si ritrova dunque rapidamente combattuto tra il dover
proteggere la sua famiglia e cercare vendetta, oltre a far parte
della nascita di una nuova, giovane e ambiziosa nazione.
Il patriota: il cast del
film
Mentre scriveva la sceneggiatura del
film, Rodat aveva da subito pensato a Mel Gibson come
interprete ideale di Benjamin Martin. Per sottolineare tale
volontà, descrisse il personaggio come padre di sei figli, proprio
quanti ne aveva realmente Gibson. Quando però all’attore nacque
anche il settimo figlio, anche Benjamin ne guadagnò uno in più.
Prima di proporre il ruolo al premio Oscar, però, i produttori
contattarono Harrison Ford, il quale però rifiutò
ritenendo il film troppo violento. Scelto dunque Gibson per il
ruolo, egli fu pagato la cifra record di 25 milioni di dollari.
Accanto a lui, nel ruolo della
moglie Charlotte, vi è l’attrice Joely Richardson,
mentre Gregory Smith interpreta il figlio Thomas
Martin. Heath Ledger, qui in
uno dei suoi primissimi ruoli di rilievo, interpreta il figlio
Gabriel. Tale personaggio ha segnato una svolta nella sua carriera,
poiché fino a quel momento egli riceveva solo offerte per ruoli da
adolescente. Tra gli altri figli di Benjamin si ritrovano anche
Trevor Morgan come Nathan, Logan Lerman come
William e Skye McCole Bartusiak come Susan.
L’attore Jason Isaacs interpreta
lo spietato colonnello William Tavington, mentre Chris
Cooper è il colonnello Harry Burwell e Tom
Wilkinson il generale Charles Cornwallis, realmente
esistito.
Il patriota: la vera
storia e gli errori presenti nel film
Come accennato, gli eventi
principali del film sono frutto dell’immaginazione degli autori,
mentre il contesto in cui questi avvengono è assolutamente
veritiero, o quasi. Alcuni dei personaggi dell’esercito britannico
sono infatti chiaramente ispirati a veri colonnelli e generali.
Tavington, ad esempio, ricalca l’ufficiale Banastre
Tarleton, tra i più valorosi della cavalleria inglese. Nel
film, però, questi è rappresentato come un sadico criminale, mentre
nella realtà non era più violento di Francis
Marion, l’uomo a cui ci si è ispirati per il protagonista
Benjamin. Quest’ultimo era tutt’altro che di animo nobile come il
protagonista del film, bensì era noto come schiavista convinto,
sempre pronto a terrorizzare la popolazione della Carolina.
Allo stesso modo, nel ritrarre
Charles Cornwallis si è data un’immagine di lui
quale arrogante ed egocentrico militare. In realtà, Cornwallis si
era spesso espresso a favore dei coloni americani, servendo il suo
paese in esercito solo per spirito di dovere. Infine, errori si
ritrovano anche nella rappresentazione della battaglia finale, che
ricalca quella celebre svoltasi a Cowpens. Nella realtà, però, non
vi era Cornwallis al comando dei britannici, bensì lo stesso
Tarleton, con circa mille uomini contro i quasi duemila
rivoluzionari americani. Per l’esercito inglese si trattò di una
disfatta particolarmente scottante, ma sul campo di battaglia non
vi era traccia di Marion, né questi si scontrò apertamente con
Tarleton come avviene nel film.
Il patriota: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il
patriota è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 12
gennaio alle ore 21:25 sul canale
Nove.
Somebody
I Used To Know è diretto da Dave
Franco (The Afterparty, Now You See
Me franchise) e scritto da Franco con
Alison Brie (Community, GLOW).
Si tratta della quarta collaborazione tra Franco e Brie (The
Rental, The Disaster Artist, The Little
Hours). Il cast corale, guidato da
Alison Brie e Jay
Ellis (Insecure, Top Gun: Maverick), è
composto da Kiersey Clemons
(Dope, Sweetheart), Haley Joel
Osment (The Sixth Sense, Pay It
Forward), Danny Pudi
(Community, Knights of Badassdom) e
Julie Hagerty (Freddy Got
Fingered, Airplane!).
Ally
(Alison
Brie), produttrice TV maniaca del lavoro, affronta una
grande battuta d’arresto professionale che la porta a trovare
conforto nella sua cittadina d’origine. Passa una serata frenetica
a ricordare il suo primo amore, Sean (Jay Ellis), e inizia a
mettere in discussione tutto rispetto alla persona che è diventata.
La situazione si fa ancora più confusa quando scopre che Sean si
sta per sposare con Cassidy (Kiersey Clemons) la cui sicurezza e
creatività ricordano a Ally la persona che era lei stessa un tempo.
Diretto da Dave Franco e scritto da Franco & Alison
Brie, Sombody I Used To Know è una storia
d’amore non convenzionale su tre persone che inaspettatamente
si aiutano l’un l’altra a riscoprire chi sono veramente, da dove
arrivano e dove stanno andando.
Diretto
da Dave Franco Scritto da Dave Franco &
Alison Brie Cast Alison Brie, Jay Ellis,
Kiersey Clemons, Haley Joel Osment, Danny Pudi, Julie Hagerty, Amy
Sedaris
Con l’arrivo nelle sale di tutto il
mondo del film Harry Potter e la pietra
filosofale prende vita una delle saghe fantasy più
celebri e dal maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli
spettatori vengono condotti dal regista Chris
Columbus alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei
maghi. Un mondo nato dalla penna di J. K. Rowling
e che ha negli anni conquistato sempre più fan in ogni parte del
mondo per le sue tematiche legate alla crescita, all’amicizia e al
coraggio.
Tutto prende vita nel momento in cui
la Warner Bros. compra i diritti del libro nel 1999, avviando la
produzione della sua trasposizione. Il libro, pubblicato nel 1997,
era in breve tempo diventato un vero e proprio caso letterario,
tradotto in 77 lingue e con una vendita complessiva di circa 120
milioni di copie. Tale risultato spinse da subito lo studios
cinematografico a portare sul grande schermo tale storia,
avvalendosi di effetti speciali, scenografie e costumi rimasti
nell’immaginario collettivo. Dopo lunghi preparativi, il film fu
infine pronto per arrivare in sala e andare incontro ad un pubblico
particolare curioso.
Nonostante non tutti fossero
convinti del successo assicurato di cui si teorizzava, Harry
Potter e la pietra filosofale si affermò da subito come un
vero e proprio campione di incassi. A fronte di un budget di circa
125 milioni, il titolo ha infatti incassato oltre un miliardo di
dollari a livello globale. Ad oggi è il secondo film dal maggior
successo della saga, secondo solo a Harry Potter e i Doni
della Morte – Parte 2. Tale risultato permise di far
proseguire le avventure cinematografiche del giovane mago, con
ulteriori 7 sequel e numerosi altre attività legate al titolo. Ad
oggi, quello di Harry Potter è infatti uno dei franchise più
redditizi della storia.
Harry Potter e la pietra
filosofale: la trama del film
La storia del film si apre sul
piccolo Harry Potter, rimasto orfano all’età di un
anno viene consegnato agli zii materni, i quali li accolgono
malvolentieri e lo fanno crescere in un clima ostile. Crescendo il
ragazzo impara a sopportare i soprusi degli zii e di suo cugino
Dudley, finché arriva il giorno della sua rivalsa.
Alla vigilia del suo undicesimo compleanno, infatti, Harry riceve
una misteriosa lettera dalla scuola di magia e stregoneria di
Hogwarts. Egli si ritrova così ad essere ammesso lì dove i suoi
stessi genitori studiarono e si conobbero. Liberatosi degli
asfissianti zii, Harry intraprende così il primo vero viaggio della
sua vita. Durante questo ha modo di conoscere nuovi amici, come
Ron, Hermione e il guardiacaccia
Hagrid. Sulla sua strada non mancheranno però
anche dei nemici, come il giovane e arrogante Draco
Malfoy.
Giunto alla scuola, Harry si ritrova
catapultato in un mondo incredibile, ricco di magia, segreti e
possibilità. Ben presto, però, egli capirà di essere al centro di
qualcosa di più grande. La cicatrice a forma di saetta che porta
sulla fronte sin dal giorno in cui i suoi genitori morirono inizia
a bruciare più che mai. È un avvertimento, che lo porterà a
scoprire che qualcosa di malvagio si aggira per la scuola. Qualcosa
che si credeva morto ma che sembra esserlo solo in parte. Harry si
troverà così al principio di una battaglia che gli rivelerà il suo
oscuro passato, e che potrà vincere soltanto con l’aiuto dei suoi
nuovi amici. Se c’è una cosa che infatti il giovane mago comprende
durante la sua permanenza ad Hogwarts è che la magia più forte di
tutte è l’amicizia.
Harry Potter e la pietra
filosofale: il cast del film
Per un film tratto da un romanzo
tanto popolare la scelta degli interpreti è fondamentale. I
produttori svolsero lunghi casting per cercare gli interpreti più
idonei per quei personaggi tanto iconici. Per il ruolo di Harry
Potter venne infine scelto Daniel
Radcliffe, all’epoca noto solo per alcune
partecipazioni televisive. I genitori di questi, tuttavia, erano
inizialmente restii a lasciare che il figlio ottenesse la parte,
spaventati dalla popolarità che avrebbe ottenuto. Questi si
lasciarono però infine convincere, e la stessa Rowling affermò che
Radcliffe possedeva proprio il genere di volto che aveva immaginato
per il personaggio. Il personaggio di Ron Weasley, migliore amico
di Ron, è invece interpretato da Rupert Grint.
Grande fan dei libri, questi si ritenne perfetto per la parte
essendo rosso di capelli, e dopo aver inviato un video provino
venne ricontattato ottenendo infine il ruolo.
Emma
Watson venne proposta per la parte di Hermione Granger
dalla sua insegnante di teatro. L’attrice sostenne ben cinque
provini prima di ottenere il ruolo, e a convincere i produttori fu
proprio la fiducia in sé stessa dimostrata. Il ruolo di Rubeus
Hagrid è stato invece ricoperto da Robbie
Coltrane, a sua volta grande fan dei libri e che si
preparò alla parte parlando con l’autrice del passato e del futuro
del personaggio. Il celebre preside Albus Silente è invece qui
interpretato da Richard Harris. Questi
inizialmente aveva rifiutato il ruolo, ma cambiò idea dopo che sua
nipote gli disse che non gli avrebbe più parlato se non lo avesse
interpretato. Tra i più celebri personaggi della saga, Severus
Piton è interpretato dal grande Alan Rickman, il
quale accettò entusiasta e lavorò a lungo insieme alla Rowling per
caratterizzare il personaggio sia caratterialmente che
esteticamente. Infine, Tom
Felton è l’interprete di Draco Malfoy, mentre
Maggie Smith della professoressa McGranitt.
Harry Potter e la pietra
filosofale: le differenze tra il libro e il film
Nell’adattare il romanzo in un film,
il regista e lo sceneggiatore hanno definito l’operazione come
particolarmente complessa. Molte delle situazioni descritte nel
testo risultavano infatti di difficile realizzazione. Altre si
preferì tralasciarle poiché ininfluenti ai fini della storia
principale. Nel processo di riscrittura, ad ogni modo, la Rowling
ebbe modo di supervisionare il lavoro, arrivando ad approvare una
sceneggiatura finale che per lei era particolarmente fedele a
quanto narrato nel romanzo. Grossomodo, gli autori del film
modificarono solo alcuni piccoli dettagli, eliminando personaggi
come quello di Pix e alterando alcuni degli incontri tra i
principali personaggi. Harry e Draco, ad esempio, nel film si
conoscono per la prima volta proprio all’interno di Hogwarts.
Per quanto riguarda la struttura
degli eventi, invece, il film mantiene inalterato quanto viene
narrato nel film, dimostrandosi effettivamente come un adattamento
particolarmente fedele. Inizialmente, però, lo sceneggiatora aveva
incluso un particolare dettaglio, mai rivelato, che fu però rimosso
su volontà della Rowling. La scrittrice, infatti, affermò che
questo entrava in aperto contrasto con una rivelazione che si
sarebbe concretizzata soltanto nel quinto libro, al quale stava in
quel momento lavorando. L’introduzione di quel dettaglio
contraddiceva questo evento futuro, e si preferì dunque rimuoverlo.
L’autrice non ha però mai voluto rivelare la natura di questo,
lasciando così il dubbio ai suoi numerosi lettori.
Harry Potter e la pietra
filosofale: il trailer e dove vedere il film in streaming
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Harry Potter e la pietra filosofale è
infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 12
gennaio alle ore 21:20 su Canale
5.
La settima stagione di
Che Dio ci aiuti sarà in prima serata su Rai 1 dal 12
gennaio, ma i prossimi dieci saranno solo gli ultimi episodi – per
ora – di una fiction che dal 2011 accompagna e avvince il pubblico
italiano. Grazie anche, e soprattutto, alla Suor Angela di Elena Sofia Ricci, ancora una volta protagonista,
nonostante questa sia la stagione del passaggio di testimone, come
confermato alla presentazione ufficiale della serie diretta da
Francesco Vicario e Isabella Leoni.
Più di una serie, più
di una Fiction
“Una carezza per
l’anima” secondo Luca Bernabei di Fremantle, che
sottolinea l’autoironia e la dolcezza del personaggio principale,
una chiave per un prodotto che racconta il mondo dei sentimenti con
leggerezza, ma anche profondità. E “qualità”, parola chiave per
Maria Pia Ammirati, alla base di “un successo
ininterrotto da 12 anni nel quale il pubblico si riconosce”
anche per la capacità di intercettare “certe realtà”, di
rappresentare una “famiglia nuova, inclusiva, ampia, non più da
‘Mulino Bianco’, ma nella quale tutti i protagonisti sono sullo
stesso piano”.
Una “favola, ma non
una favoletta”, continua la Direttrice di Rai Fiction, nella
quale le suore, “giovanissime e più mature, sagge e
imprevedibili”, sono coinvolte in “dinamiche nuove”. Originate
spesso da personaggi nuovi, che si mescolano agli inevitabili
ritorni di volti noti. Come sottolinea il regista, che presenta i
volti nuovi di una stagione nella quale vedremo Suor Angela
costretta ad allontanarsi temporaneamente dal Convento degli Angeli
Custodi, lasciando un vuoto nel cuore di Azzurra. Novizia, che farà
di tutto per farla tornare, e che sarà parecchio impegnata con i
personaggi di cui seguiremo (dis)avventure, drammi e nuovi
amori.
Novità e conferme di
Che Dio ci aiuti 7
Come la Sara Luparini di
Federica Pagliaroli, esuberante romana in fuga con la
passione per le acconciature e il make-up che, dietro unghie
laccate e abiti provocanti, cela un’anima ferita e che nel convento
scopre “un Universo della sua vita che non conosceva”, come
dice Vicario, che ne anticipa “la storia d’amore molto complicata”.
E poi Cate Saltalamacchia e Ludovica Perini, di Ileana D’Ambra
ed Emma Valenti, l’una – quasi una “mascotte“, “il
personaggio più in difficoltà”, “molto comica, ma ci farà
commuovere” – col desiderio di cantare e l’altra con la voglia
di diventare un’avvocata di successo e in cerca di un alloggio,
entrambe ancora ignare che, forse, quello che sognano non è quello
di cui hanno realmente bisogno, e che promettono tutte delle
parabole di crescita notevoli.
Con loro, il barista
Ettore e il piccolo Elia, oltre ovviamente alla Suor Teresa di
Fiorenza Pieri, che il regista definisce “bravissima”
nel portare “dinamiche molto divertenti” nel suo essere
“antagonista”. Un difficile compito di inserirsi in questo contesto
come nuova suora, che lei stessa racconta. “E’ stata come una
vestizione, davvero – dice. – Non prendo il posto di nessuno, ma
sono un nuovo elemento. Inizialmente antipatica, ma di una rigidità
costruita, con una armatura che il mio personaggio mette per
ripararsi da quel che ha dovuto affrontate nella vita. Un
atteggiamento esteriore, che mi ha divertito costruire”.
Su tutte, senza nulla
togliere a nessuno, Francesca Chillemi, la Azzurra Leonardi
in Corsi Alla quale “non è stato insegnato a essere amata, e
amare, – come ricorda. – Qualcosa che ha scoperto nel
convento. Ti scalda il cuore pensare che non tutti nasciamo con le
stesse potenzialità, anche dal punto di vista affettivo, e Che dio
ci aiuti dà quella speranza, di trovarla e costruirla. Quando hai
accanto una famiglia cosi scalmanata è quella che ti fa crescere,
ed entrare in quel convento è stato come vincere una
lotteria”.
“L’amore è il
protagonista di questa serie, e il pubblico si è sentito
investito di tutto questo amore, è questa la grande forza di Che
dio ci aiuti – chiosa Elena Sofia Ricci, che torna sul proprio destino
all’interno della produzione. – Una serie che non è facile
lasciare dopo qualche anno“. Dice ancora, prima di ringraziare
“la Rai, Lux Vide del gruppo Fremantle e chi la scrive, per
l’attenzione molto forte al femminile che c’è da tanti anni e per i
moltissimi casi di femminile e di ragazze in difficoltà raccontati
in una televisione che da sempre dà tanto spazio agli attori e
nella quale non è facile trovare tutte queste possibilità di
interpretare dei ruoli di donne. E’ importante. Grazie per aver
dato voce a tutte queste donne”.
“Ma nella serie viene
trattato in maniera meravigliosamente umana anche l’aspetto
spirituale” – ricorda l’attrice. – Suor Angela è scorretta,
una delle più grandi peccatrici della tv italiana, qualcosa che ce
la rende umana e ce l’ha fatta tanto amare, come anche la sua
capacità di umanamente relazionarsi con il mistico. Sono memorabili
i suoi dialoghi con Cristo, con Dio, che a ogni fine puntata ci
gettano nel mare degli interrogativi nel quale annaspiamo tutti i
giorni. E che qualche volta ci hanno anche permesso di dare qualche
risposta, almeno a vedere le testimonianze del pubblico che spesso
ci scrive. Che Dio ci aiuti è un po’ un ansiolitico, in questo
senso”.
Inevitabile concludere
con il tema caldo di quest’anno, quello che era stato presentato
come l’addio della protagonista della serie. “Suor Angela
quest’anno ci sarà un pochino meno, è cosa nota – dice la Sofia
Ricci. – ma la amo talmente che non so cosa sarà nel futuro, si
vedrà…“. Parla di un “rigurgito“, sovrapponendo Suor
Angela a sé stessa, quando aggiunge di aver avuto la voglia e il
bisogno di tornare “a fare teatro, cui era tanto affezionata da
ragazza, quando tra una rapina e un’altra faceva uno spettacolo”.
Si parla della sua tournée de La dolce ala della giovinezza. “E’ la
quinta donna di Tennessee Williams che porto in scena, ma il teatro
è da dove vengo, è la mia passione, che ho lasciato per tanti anni,
ma siccome sono una attrice fuori di testa ho bisogno di cambiare.
Sono allergica alla ripetitività, per questo passo dal cinema alla
tv al teatro, anche come regista, devo continuamente mettermi in
discussione, per carattere, alzare l’asticella, crescere, cambiare.
Sono una donna molto curiosa, più passano gli anni e più lo
divento”. “Da Suor Angela però facevo fatica a separarmi, la amo
troppo. Ci ricascavo sempre perché mi è entrata nel cuore. In
questa serie ci sarò, la chiuderò, poi vedremo nel futuro cosa
sarà. Da me ci si può aspettare un po’ di tutto, vai a sapere… Come
diceva mio analista: ‘la parola fine nella vita si può mettere, e
togliere”.
Il primo seme di
mutazione è stato impiantato nel MCU, ufficialmente con Mrs
Marvel. Il gene degli X-Men è stato impiantato
nell’MCU. Il tratto distintivo dei mutanti, il
gene-X, è stato ora ufficialmente scoperto dai personaggi
del Marvel Cinematic
Universe. Ora al franchise non resta che sviluppare i
tratti dei personaggi e le loro storie. Come si inserirà il team
all’interno di un franchise cinematografico già complesso?
Ecco allora come
potrebbero apparire gli X-Men dell’MCU. Queste idee sono
tratte principalmente da 3 fonti: dagli eventi che hanno già avuto
luogo nell’MCU; dai fumetti della Marvel Comics – sia dentro che fuori
da Terra-616 – e dall’articolo qui citato di
ComicBookMovie.com.
1La prima apparizione
MCU: The Mutants
Detto questo, il progetto MCU
“The Mutants” potrebbe essere una
nuova serieDisney+ che
in ogni episodio si contentra su un X-Men diverso. Il
primo episodio potrebbe avere Xavier come protagonista per raccontare come si sono
manifestati i suoi poteri, com’è entrato in contatto con gli altri
mutanti e, ovviamente, le origini della scuola.
Questa operazione fornirebbe tutte le
informazioni necessarie sugli X-Men attraverso un unico
prodotto specifico, senza dover per forza introdurre i singoli
membri approssimativamente in un film. Allo stesso modo, ogni film
con uno o più X-Men potrebbe concentrarsi sull’azione
senza dover perder tempo a contestualizzare i vari
personaggi.
Proprio come il primo film dei
Vendicatori, il primo film degli X-Men dovrebbe
mostrare la formazione della squadra a partire dai mutanti nella
scuola di
Xavier. Sempre come nel primo film dei
Vendicatori, non ci dovrebbe essere nessun personaggio con
tutti i riflettori puntati su di sé. Il focus sarebbe la nuova
squadra MCU. Concludendo il paragone,
Wolverine potrebbe essere l’Hulk degli
X-Men. E voi siete d’accordo con queste teorie? Come vi
immaginate la versione MCU degli
X-Men?
I Fantastici Quattro saranno parte integrante
della Fase 6 del MCU, ma alcuni film
e serie tv della Fase 5 potrebbero nascondere la loro prima
apparizione segreta. Marvel’s Fantastic Four introdurrà l’omonima
famiglia di supereroi nel Marvel Cinematic Universe
all’inizio del 2025, ma la loro effettiva prima apparizione
nell’universo potrebbe avvenire molto prima del loro film
solista.
Mister Fantastic,
la Donna Invisibile, la TorciaUmana e la Cosa saranno
sicuramente personaggi importanti nella Fase 6 e
nel culmine della Saga del Multiverso, ma il MCU deve cogliere
l’opportunità di introdurre la Prima Famiglia
Marvel molto prima, magari in uno dei numerosi film e
serie della Fase 5 in arrivo. In questo modo si potrebbe
preparare perfettamente l’attesissimo
film solista dei Fantastici Quattro e consolidare il loro posto
nella più ampia Saga del Multiverso.
1Captain America: New World
Order
Captain America: New World Order introdurrà
probabilmente, come dice il nome, una nuova gerarchia di potere nel
Marvel Cinematic Universe, mentre Sam
Wilson continuerà a farsi strada come nuovo Capitan
America. Captain America 4 è importante per
il MCU non
solo come esplorazione del nuovo Capitan America, ma anche per la
costruzione della prossima schiera di Vendicatori. Il film dovrebbe
esplorare il ruolo di Sam come nuovo leader dei Vendicatori,
facendo potenzialmente conoscere al protagonista del MCU diversi nuovi
eroi, ma forse nascondendo l’introduzione a sorpresa dei
Fantastici Quattro.
Sebbene molte teorie abbiano suggerito i
titoli più “cosmici” della Fase 5 come prima apparizione dei
Fantastici Quattro, New World Order può perfettamente introdurre
la squadra in modo concreto, stabilendo il suo ruolo per l’umanità
prima di seguirla nelle sue imprese eroiche decisamente poco
“terrene”. Un’apparizione del genere potrebbe anche spiegare la
storia delle origini dei Fantastici Quattro nel
MCU, che
evidentemente non sarà inclusa nel loro prossimo film da solista.
L’apparizione della Prima Famiglia Marvel in New World
Order, o in qualsiasi altro titolo della Fase 5, darebbe al pubblico un irresistibile
assaggio di ciò che verrà, aumentando ancora di più l’attesa per
Fantastic Four nel 2025.
Dopo lo straordinario
successo di The
Father – Nulla è come sembra, film rivelazione
vincitore di due Premi Oscar, Florian
Zeller torna alla regia con il suo secondo film, The
Son, opera seconda della sua trilogia,
che è stato presentato in Concorso alla
79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia.
Nel cast del film The
SonHugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Zen McGrath,
Hugh Quarshie e con Anthony
Hopkins. The Son è prodotto
da Ciné@, Embankment
Films, Film4 e See-Saw
Films ed è un’esclusiva per
l’Italia Leone Film Group. Il film è
distribuito nelle sale italiane da 01
Distribution.
La trama del film
Due anni dopo il divorzio dei
genitori, il diciassettenne Nicholas non può più vivere con sua
madre. Il male di vivere che sente è diventato una presenza
costante e il suo unico rifugio sono i ricordi dei momenti felici
di quando era bambino. Il ragazzo decide di trasferirsi dal
padre Peter, che ha appena avuto un figlio dalla sua nuova
compagna. Peter prova a occuparsi di Nicholas pensando a come
avrebbe voluto che suo padre si prendesse cura di lui ma nel
frattempo cerca di destreggiarsi tra la sua nuova famiglia e la
prospettiva di un’allettante carriera politica a Washington.
Tuttavia, mentre cerca di rimediare agli errori del passato, perde
di vista il presente di Nicholas. THE SON è un racconto
destinato a risuonare profondamente in chiunque abbia dovuto
lottare per la propria famiglia. Qual è il confine tra ciò che
è meglio per noi e le responsabilità che abbiamo verso gli altri e
verso i nostri figli?
Sul finire degli anni Novanta
l’attrice Jennifer Coolidge è diventata una vera e
propria icona grazie ai film di AmericanPie.
Dopo di questi, la sua carriera è proseguita principalmente su toni
comici o demenziali, tra serie e film. Solamente in anni più
recenti ha ottenuto ruoli più interessanti, che le hanno permesso
di dimostrare nuovi aspetti del suo talento. Oggi è un’attrice
particolarmente amata e rispettata, con nuova seconda vita
lavorativa dalle buone promesse future.
Ecco 10 cose che non sai di Jennifer
Coolidge.
Jennifer Coolidge: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Il primo grande ruolo cinematografico della Coolidge
lo si ha in American Pie (1999), la commedia demenziale
dove interpreta Jeanine, la mamma di Steve Stiffler, interpretato
da Seann William
Scott. L’attrice ha poi ripreso tale ruolo anche in
American Pie 2 (2001) e
American Pie – Il
matrimonio (2003). Ha poi recitato anche in La
rivincita delle bionde (2001), Una bionda in carriera
(2003), con Reese
Whiterspoon, Hot Movie – Un film con il
lubrificante (2006), Cambia la tua vita con un click
(2006), Epic Movie (2007) e Il cattivo tenente –
Ultima chiamata New Orleans (2009), con Nicolas Cage.
Nel 2012 torna ad interpretare Jeanine Stiffler in American Pie: Ancora
insieme, per poi recitare nei film Alla ricerca di
Jane (2013), Amiche in affari (2020), Una donna promettente
(2020), con CareyMulligan, Single per sempre? (2021) e
Un matrimonio esplosivo
(2023), con Jennifer
Lopez.
2. È nota anche grazie ad
alcune serie TV. Oltre a tanto cinema, nella carriera
della Coolidge non mancano anche prodotti televisivi di rilievo.
Negli anni l’attrice si è infatti distinta sul piccolo schermo per
aver recitato in alcuni episodi di serie come Seinfeld
(1994), Sex and the City (2003), Friends (2003),
La ita secondo Jim (2003-2004), Joey (2004-2006),
Nip/Tuck (2007-2008) e La vita segreta di una teenager
americana (2008-2013). Ha poi avuto un ruolo fisso, quello di
Sophie, nella sit-com 2 Broke Girls (2012-2017). Dal
2021 è una delle protagoniste di The White Lotus, mentre
nel 2022 la si ritrova anche in The Watcher.
3. Ha lavorato anche come
doppiatrice. Nel corso degli anni la Coolidge ha avuto
occasione di lavorare anche come doppiatrice, da prima dando voce
al personaggio di Miss Kremzer nella serie animata King of the
Hill e in seguito alla zia Fanny del film d’animazione
Robots, dove come doppiatori figurano anche Ewan McGregor e
Robin Williams.
Ha poi doppiato Daisy nel film Dr. Dolittle 4 (2008),
Jaclyn in Igor (2008), Lazy Susan in Gravity
Falls (2012-2016) e Mary Meh in Emoji – Accendi le
emozioni (2017).
Jennifer Coolidge in American Pie
4. Il film l’ha resa una
delle prime Milf della storia. Nel film American
Pie, prodotto nel 1999, Jennifer Coolidge interpreta la mamma
di Stifler, donna attraente e sensuale capace di far perdere la
testa a molti ragazzi, tra i quali Paul Finch. Proprio per via di
queste sue caratteristiche, viene definita dai ragazzi protagonisti
con il termine Milf. Circolante già da qualche anno,
soprattutto su internet, questo appellativo è divenuto un
tormentone globale proprio in seguito all’uscita del film. La
Coolidge può oggi essere considerata una delle prime Milf
della storia.
5. American Pie le
ha cambiato la vita. In più occasioni la Coolidge ha
raccontato di come recitare nella serie di film American
Pie le abbia cambiato la vita. Pur non essendo il suo un
personaggio particolarmente presente nei film, le scene che la
vedono protagonista sono bastate a renderle iconiche e a cambiare
la percezione che gli altri hanno di lei. L’attrice ha ad esempio
raccontato di come in seguito all’uscita del film abbia
inaspettatamente aumentato le proprie interazioni sessuali,
attirando persone che un tempo definiva non alla sua portata.
Jennifer Coolidge in Friends
6. Ha recitato in un
episodio della nota sit-com. Nel terzo episodio della
decima stagione di Friends, intitolato Abbronzatura a
spruzzo, l’attrice ha ricoperto il ruolo di Amanda
Buffamonteezi, ex coinquilina di Monica e Phoebe. Nell’episodio, il
suo tornare a trovare le due vecchie amiche riporta alla luce
antichi contrasti, generando situazioni impensabili. La Coolidge,
particolarmente apprezzata dai produttori della serie, è in seguito
stata chiamata a recitare il ruolo di Bobbie Morganstern nella
serie spin-off Joey.
Jennifer Coolidge in The White Lotus
7. Il ruolo di Tanya McQuoid
è stato scritto appositamente per lei. Nell’acclamata
serie The White Lotus, l’attrice interpreta il ruolo di
Tanya McQuoid, una donna inquieta alla ricerca di un nuovo
equilibrio nella propria vita. L’ideatore, Mike
White, ha raccontato di aver scritto il ruolo di Tanya
proprio per la Cooolidge, conosciuta su di un precedente set e con
la quale aveva anche fatto una vacanza anni prima. Secondo la
Coolidge, gran parte della propria personalità mostrata
durante il viaggio è servita da ispirazione per la serie.
8. Ha personalmente eseguito
una scena pericolosa. Particolarmente devota alla serie e
al ruolo di Tanya, l’attrice ha raccontato di aver voluto scoprire
cosa prova Tom Cruise
quando esegue personalmente gli stunt dei suoi personaggi,
chiedendo dunque di non essere sostituita da controfigure per una
pericolosa scena presente nel finale della seconda stagione.
Nonostante questa prevedesse il cadere in mare aperto, con l’acqua
particolarmente fredda, l’attrice ha insistito per girarla lei
stessa.
Jennifer Coolidge tra Emmy e Golden Globe
9. Ha vinto importanti
premi. Grazie al suo ruolo nella serie The White
Lotus, l’attrice ha ottenuto una rinnovata popolarità,
distinguendosi come un’interprete completa, capace di passare dalla
commedia al dramma. La sua interpretazione le ha inoltre permesso
di vincere alcuni premi estremamente ambiti. Nel 2022 ha infatti
ottenuto un Emmy (l’Oscar della TV) come miglior attrice non
protagonista in una miniserie o film, mentre nel 2023 ha vinto il
Golden Globe nella medesima
categoria.
Jennifer Coolidge: età e altezza dell’attrice
10. Jennifer Coolidge è nata
a Boston, Massachusetts, Stati Uniti, il 28 agosto del
1961. L’attrice è alta complessivamente 1,78 metri.
Marcel the
Shell, candidato ai
Golden Globe 2023 come Miglior Film
d’Animazione, arriverà in
Italia, solo al cinema, dal 9
febbraio distribuito da Lucky Red e Universal
Pictures International Italy.Un
mockumentary in stop motion scritto e diretto da Dean
Fleischer-Camp, all’esordio nel
lungometraggio, che trae spunto dalla serie di
fortunati cortometraggi realizzati da Fleischer-Camp con Jenny
Slate tra il 2010 e il 2014, che a oggi hanno totalizzato
oltre 48 milioni di visualizzazioni su
YouTube. Prima ancora di essere protagonista di un film
animato, il piccolo mollusco Marcel the Shell è
diventato una star del web, grazie alla tenerezza e la
semplicità con cui si mette e ci mette davanti allo stupore della
vita e alla voglia di non arrendersi mai. Il film è stato
presentato con grande successo in apertura ad Alice
nella città.
Marcel osserva la vita con lo
sguardo innocente di un bambino e come un bambino pone domande,
curioso di scoprire e dare un senso alle tante stranezze e
invenzioni del mondo umano che gli appaiono gigantesche, ma in
fondo, rispetto a cosa? Un racconto straordinario sul valore
dei sentimenti, dei legami affettivi e sull’importanza
di cercare la felicità nelle piccole cose.
Attraverso la storia di una conchiglia, il film parla di noi tutti,
del nostro modo di essere e comunicare, dei nostri desideri e delle
nostre ansie, dei nostri ricordi e delle nostre aspettative. Un
viaggio che spazia tra reale e immaginario che racchiude un enorme
senso di meraviglia.
Marcel the Shell – la
trama
Marcel è un’adorabile conchiglia
alta poco più di due centimetri, con un grande occhio e scarpe da
ginnastica. Vive un’esistenza allegra con la nonna Connie e il loro
animale domestico, Alan. Un tempo, facevano parte di un’affollata
comunità di molluschi; ora, sono gli unici sopravvissuti a una
misteriosa tragedia. Quando Marcel e Connie vengono scoperti da un
regista di documentari, diventano i protagonisti di un
cortometraggio. Marcel diventa in breve tempo una vera e propria
star e si riaccende in lui la speranza di ritrovare la famiglia
perduta grazie al mondo della rete digitale.
Director James Cameron attends
the World Premiere of James Cameron's "Avatar: The Way of Water" at
the Odeon Luxe Leicester Square on December 06, 2022 in London,
England. (Photo by StillMoving.net for Disney)
In un’intervista con B TV,
James Cameron spiega che
Avatar: la via dell’acqua è molto diverso da un
film di supereroi e che è molto più coerente, grazie alla presenza
di un cattivo generale e di una trama. Mentre alcuni film di
supereroi hanno lo stesso cattivo per più capitoli, ad esempio
Avengers: Infinity War e Avengers:
Endgame, Avatar presenterà lo stesso antagonista in ogni
singolo film.
“Non è come una storia di
supereroi in cui c’è un nuovo cattivo in ogni film. In questo caso
c’è lo stesso ragazzo, giusto? Lo stesso avversario per tutta la
faccenda. Ma anche il modo in cui si evolve è molto interessante
una volta che introduciamo altri avversari man mano che procediamo.
Avversari aggiuntivi e alleati aggiuntivi.”
Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14
dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il
20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo,
invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Ezra Miller, che sarà il protagonista di The
Flash, accetterà di dichiararsi colpevole di un caso
di furto con scasso nel Vermont. Dopo essere diventato famoso sulla
scena nazionale in E ora parliamo di Kevin e
Noi siamo infinito, la posizione di Miller a
Hollywood è cresciuta nel tempo. Con il ruolo in Justice League nei
panni del supereroe Flash, Miller si è preparato per un lungo
futuro all’interno dell’Universo DC. Sfortunatamente, dopo aver
preso parte a diverse attività criminali negli Stati Uniti, la sua
carriera ha subito una pesante battuta d’arresto.
L’attore si è costituito dopo aver
preso parte a un caso di furto con scasso. Secondo un rapporto di
NBC News, Miller
presenterà una dichiarazione di colpevolezza per violazione di
domicilio. In cambio, gli agenti delle forze dell’ordine
ritireranno le accuse di furto con scasso e furto, il che aiuterà
Miller a evitare una lunga pena detentiva. Il futuro di Miller con
la DC era in dubbio dopo un precedente arresto, e sembra che la sua
attività criminale sarà un problema dal momento che The Flash
dovrebbe uscire il prossimo 23 giugno.
Ezra Miller, che ha promesso di
lavorare sulla propria salute mentale a seguito di una serie di
eventi che lo hanno visto protagonista di diversi reati, ha
attirato per la prima volta una grande attenzione negativa dei
media il 6 aprile 2020 quando hanno iniziato a soffocare una donna
dopo questa lo aveva infastidito ripetutamente. Da allora, Miller è
stato arrestato per condotta disordinata e aggressione, ed è stato
accusato di rapimento e di aver permesso ad alcuni bambini di
accedere a delle armi. La cronologia dei problemi legali di Miller
indica che le sue controversie sono aumentate, il che è un brutto
segno per DC Films. Questo particolare incidente, per il quale
Miller si dichiarerà colpevole, riguarda il furto di bottiglie di
alcolici da una casa disabitata nel Vermont. Restiamo in attesa di
scoprire quale sarà la sorte dell’attore.
Il film
The Flash
The
Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno
2023. Il film vede
Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da
Justice League e sarà affiancato da
Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei
panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash con Ezra Miller
Dopo la vittoria del
Golden Globe di Ke Huy Quan, Steven
Spielberg ricorda il momento in cui, oltre 30 anni fa, ha
scelto l’attore per interpretare I Goonies e
Indiana Jones e il tempio maledetto. Il sequel
de I predatori dell’arca perduta di Spielberg ha
dato il via alla carriera di attore di Quan. L’anno successivo ha
interpretato Richard “Data” Wang nel classico degli anni ’80 di
Richard Donner
I Goonies. Sfortunatamente, Quan ha avuto difficoltà a
trovare la sua strada, dopo il successo di questi due film,
reinventandosi dietro alla macchina da presa. Tuttavia, dopo
l’uscita di Crazy Rich Asians, Ke Huy
Quan è stato ispirato a tornare a recitare ed è stato
scelto per il ruolo di Waymond Wang in Everything Everywhere All at Once.
Quan ha accettato il suo Golden
Globe Award come miglior attore non protagonista con un discorso
emozionante, ringraziando il presente Spielberg per il suo ruolo
cruciale nella sua carriera dell’attore. In risposta alla vittoria
di Quan, il regista ha raccontato a Access Hollywood
del casting di Quan sia per Indiana Jones e Il tempio
maledetto che per I Goonies.
Ecco cosa ha raccontato Steve Spielberg: “La
cosa da ricordare è che, ognuno di noi, quando stiamo fa un
casting, non lo sta facendo per la persona che viene scelta, ma per
il bene comune del film, della commedia. Il casting riguarda questa
domanda: come serviamo la sceneggiatura? Come serviamo l’intero
sforzo della realizzazione del film? Quindi non penso mai che dia a
qualcuno l’opportunità di entrare nella vita di qualcunaltro con
altro che non sia ottenere la parte. Lo consideravo come se fosse
un buon casting…
Così è stato con Ke, è stato
Short Round. Pensavo che sarebbe stato perfetto per Short Round.
Quando l’ho incontrato, ha preso d’assalto la stanza. Lo fa ancora!
Ha un’energia positiva. Così pieno di amore positivo. Ed è con
quella energia che ha fatto il provino da bambino. È solo più tardi
che ho capito che sia una responsabilità portare un giovane in
questo business, ma ho anche tanta ammirazione per lui per come si
è comportato in questo business. Dopo che ha interpretato Short
Round, l’ho scelto per I Goonies e lui ha interpretato Data. Ma poi
non ha lavorato così tanto e ha iniziato a lavorare dietro le
quinte quando è cresciuto. Era uno stuntman per molte scene di
combattimenti di arti marziali. Veniva sul mio set per altri film,
ci incontravamo e parlavamo. Ma stasera mi ha lasciato senza fiato.
Quando ha ottenuto il Golden Globe come miglior attore non
protagonista, il mio cuore è saltato fuori dal mio petto.”
L’attore Ke Huy
Quan ha goduto di grande popolarità sin da giovanissimo,
grazie alla sua partecipazione ad alcuni film di grande prestigio.
In seguito, la sua stella sembrava essersi spenta a tal punto che
circa vent’anni fa aveva deciso di ritirarsi dal mondo della
recitazione. Fortunatamente, Quan è ora tornato alla ribalta grazie
ad un importante film recente, dove ha dato prova di possedere un
talento e un carisma invidiabili. Ora che è uno degli attori del
momento, è bene riscoprire qualcosa di più su di lui.
Ecco 10 cose che non sai di
Ke Huy Quan.
Ke Huy Quan: i suoi film e le serie
TV
1. È noto per pochi ma
celebri film. Il debutto cinematografico di Quan, avvenuto
quando aveva 12 anni, è stato uno di quelli obiettivamente
importanti. L’attore ha infatti ricoperto il ruolo di Short
Round in Indiana Jones e il tempio
maledetto (1984), con Harrison Ford
nel ruolo del celebre archeologo avventuriero. L’anno successivo,
il 1985, ha invece recitato in I Goonies, ricoprendo il
ruolo di Data, l’inventore del gruppo. La sua carriera ha poi
subito una battuta d’arresto e Quan ha preso parte a film minori
come Passenger (1987), Uniti per vincere (1991),
Il mio amico scongelato (1992), con Brendan Fraser,
e Mou han fou wut (2002). Dopo diciannove anni di assenza,
torna a recitare per il film Netflix Alla scoperta di
‘Ohana (2021), ma ottiene rinnovata popolarità grazie a
Everything Everywhere All at
Once (2022), con Michelle Yeoh e
Jamie Lee
Curtis.
2. Ha recitato anche per la
televisione. Oltre ad aver preso parte a diversi film,
Quan ha avuto modo nel corso della sua carriera di recitare anche
in alcuni prodotti televisivi. Questi sono la serie Together We
Stand (1986-1987), dove ha recitato per 19 episodi nei panni
di Sam, e in Segni particolari: genio (1990-1991), dove ha
invece ricoperto il ruolo di Jasper Kwong per 27 episodi. Nel 1991
ha poi recitato anche nell’episodio Undertaking Palor
della serie I racconti della cripta.
3. Ha ricoperto anche altri
ruoli. Mentre la sua carriera da interprete veniva messa
da parte, Quan ha avuto modo di ricoprire anche ruoli diversi da
quello dell’attore. Nel 2000 viene infatti chiamato a lavorare come
coreografo sul set del film X-Men, dove ha poi
svolto anche il ruolo di controfigura e traduttore. Per il film
The One, con Jet Li e Jason Statham,
ha invece lavorato come assistente per le coreografie. Un altro
lavoro di rilievo è quello svolto per il film del regista
Wong Kar-wai2046, dove è stato
assistente alla regia.
Ke Huy Quan, Steven Spielberg e il
Golden Globe
4. Ha vinto il prestigioso
premio e ringraziato il celebre regista. Nel corso della
cerimonia di premiazione dei Golden
Globe, avvenuta il 10 gennaio 2023, Quan ha vinto il premio
come miglior attore non protagonista per il film Everything
Everywhere All at Once, “battendo” colleghi come Brad Pitt,
candidato per Babylon, ed Eddie Redmayne,
candidato per The Good Nurse. Salito a ritirare il
premio, Quan non ha potuto fare a meno di iniziare il suo discorso
ringraziando il regista che per primo lo ha scoperto e lo ha reso
celebre, ovvero Steven
Spielberg, presente in sala poiché candidato per il
film The Fabelmans.
Ke Huy Quan con Harrison Ford in
Indiana Jones e la maledizione del tempio perduto
5. Ha ottenuto il ruolo per
caso. Per trovare il giusto interprete per il ruolo di
Short Round, venne lanciato un bando di casting aperto a tutte le
scuole elementari. Quan si è presentò non per sostenere
l’audizione, ma semplicemente per fornire supporto morale a suo
fratello, che concorreva invece per il ruolo. Egli ha tuttavia
attirato l’attenzione del direttore del casting perché ha passato
tutto il tempo dell’audizione di suo fratello a dirgli cosa fare e
cosa non fare. A Steven Spielberg piacque la sua personalità e
chiese al giovane e ad Harrison Ford di
improvvisare la scena in cui Short Round accusa Indy di barare
durante una partita a carte. Quan ha poi vinto il ruolo battendo
circa 6.000 altri candidati.
6. Non sapeva chi fosse
Harrison Ford. In una recente intervista, Quan ha
dichiarato che al momento di recitare in Indiana Jones e il tempio
perduto non aveva la minima idea di chi fosse
Harrison Ford, non avendo visto nessuno dei suoi
film. L’attore ha poi raccontato di come Ford lo abbia aiutato
molto sul set, insegnandogli anche a nuotare. I due si sono ricontrati di
recente dopo numerosi anni, nel corso dei quali si erano persi
di vist. La loro è stata una reunion che ha naturalmente suscitato
grandissimo entusiasmo in tutti i fan del film.
Ke Huy Quan in Everything
Everywhere All at Once
7. È il ruolo che aspettava
da tempo. Circa vent’anni fa Quan aveva deciso di smettere
di recitare per via della mancanza di ruoli interessanti per attori
di origini asiatiche. A farlo tornare in scena ci hanno però
pensato i registi Daniel Kwan e Daniel
Scheinert, i quali hanno espressamente chiesto di lui per
il ruolo di Waymond Wang in Everything Everywhere All at
Once. Affascinato dal progetto e dal suo personaggio, Quan ha
dunque accettato di tornare a recitare. Nel film ha poi
interpretato oltre 200 versioni diverse di Waymond, trovando dunque
quella sfida attoriale che cercava da tempo.
8. Ha eseguito la maggior
parte degli stunt. Particolarmente devoto al film, Quan si
è reso disponibile per eseguire la maggior parte degli stunt
previsti per il suo personaggi, in particolare per le scene di
combattimento. L’attore è infatti da molto tempo un grande esperto
di taekwondo, un’arte marziale che ha praticato a lungo. Per le
scene più complesse, tuttavia, è stato sostituito da una
controfigura e il suo volto sovrapposto poi sul corpo di questa
tramite la computer grafica.
Ke Huy Quan in Loki
9. Reciterà nella seconda
stagione della serie Marvel. Grazie al film
Everything Everywhere All at Once, Quan ha ottenuto una
popolarità straordinaria. Dopo averlo visto in quel film, Kevin Feige,
presidente dei Marvel Studios lo ha dunque chiamato per chiedergli
di unirsi al Marvel Cinematic Universe. Quan ha naturalmente
accettato e nel 2023 comparirà nella seconda stagione della serie
Loki, con Tom Hiddleston.
Qui dovrebbe interpretare un funzionario della Time Variance
Authority noto come “B-O”, abbreviazione di “Oroborus”,
responsabile della sezione tech della TVA.
Ke Huy Quan: età e altezza
dell’attore
10. Ke Huy Quan è nato il 20
agosto del 1971 a Saigon, in Vietnam. L’attore è alto
complessivamente 1,65 metri.
L’arrivo alla Warner Bros Discovery
di James Gunn e Peter Safran ha fatto temere per
la sorte del sequel di The Batman di Matt
Reeves che invece sembra procedere non intaccato dal
cambio al vertice della direzione delle PI DC Comics in forze allo
studio.
Ero un po’ di tempo che
Matt Reeves non condivideva aggiornamenti
sull’atteso film, ma durante un’intervista con Collider al regista
è stato chiesto come sta procedendo il progetto. Si è rifiutato di
confermare o negare se ha intenzione di girare quest’anno, ma ha
rivelato che lui e il co-sceneggiatore stanno facendo molti
progressi sulla sceneggiatura. “Siamo profondamente coinvolti e
io e il mio partner, Mattson Tomlin, stiamo scrivendo ed è davvero
eccitante, sono davvero entusiasta di quello che stiamo
facendo.”
Non è un aggiornamento sostanzioso,
ma è bello sapere che The Batman 2 sta decisamente
andando avanti. THR ha recentemente suggerito che potrebbero
esserci piani per “adattare” il Batverse nel DCU e rendere Robert Pattinson
il Cavaliere Oscuro del mondo condiviso, ma Gunn ha smentito il
report, chiarendo che intende introdurre una versione completamente
nuova dell’eroe ad un certo punto.
Ciò sembrerebbe indicare che Oswald
Cobblepot (Colin Farrell) sarà uno dei cattivi
principali del film, ma quasi certamente Reeves introdurrà anche un
nuovo antagonista.
Il 2023 si preannuncia
un anno particolarmente interessante per il mondo delle
serie tv, dal momento che
il 16 gennaio arrivaThe Last Of Us, la serie tratta
dall’omonimo videogioco Naughty Dog e che abbiamo visto in
anteprima.
Parliamo di
adattamenti
È un grande momento
storico per gli adattamenti televisivi, un periodo in cui la
serialità, conquistatasi i suoi spazi di pregio nel mercato
audiovisivo, tenta adesso la scalata alle grandi opere di
narrazione, siano esse letterarie o di origine più “moderna”. Lo
abbiamo visto nel corso degli ultimi 10 anni con Il Trono di Spade, e di recente con House of the Dragon con Gli Anelli del Potere, e più in silenzio con His Dark Materials, arrivata alla sua conclusione nelle
scorse settimane, e adesso, la HBO (artefice di tre
delle quattro serie citate) ripropone la storia di Joel e
Ellie a un pubblico pronto ad accogliere o a respingere
quello che vedrà, con amore incondizionato o con spietato
disappunto.
The Last of Us, la
trama della serie
L’arco narrativo della
prima stagione di The Last of Us ricopre tutto il
percorso del primo capitolo del videogioco: è il 2003 e il mondo
viene travolto da una
pandemia causata dalla mutazione del fungo Cordyceps. Joel
Miller (Pedro
Pascal), papà single dell’adolescente Sarah
(Nico Parker), vive in Texas e, allo scoppio della
prima violenza con cui il mondo reagisce a questo spaventoso
“invasore botanico”, decide di andare via con la ragazza e suo
fratello Tommy (Gabriel Luna). Il suo piano però
avrà vita breve, dal momento che si scontrerà fin troppo presto con
le terribili conseguenze della follia collettiva. Ritroviamo Joel
dopo 20 anni, in una zona di quarantena di Boston.
Due decenni di pandemia
lo hanno indurito, non c’è più traccia in lui del padre affettuoso
che abbiamo conosciuto nel prologo. Separato da suo fratello, ha
intrecciato il suo cammino con Tess (Anna
Torv), anche lei segnata profondamente da quella vita.
I due sono contrabbandieri, ma Joel non ha ancora rinunciato a
riabbracciare il fratello che non vede da anni, così fa un patto
con Marlene (Merle Dandridge), leader dei
terroristi noti come Fireflies (Luci nella versione italiana del
videogioco): lei gli darà una batteria per l’auto così da potersi
spostare verso ovest, dove si trova Tommy, e lui effettuerà una
“consegna” per lei. Incontriamo così Ellie (Bella
Ramsey), una quattordicenne sfacciata e sveglia che
sembra essere importantissima per il futuro dell’umanità. Così Joel
e Tess, insieme a Ellie, si avviano nei territori invasi dai
contagiati, persone rese pazze e letali dal fungo.
Un ottimo adattamento,
autonomo rispetto all’originale
Gli elementi per una
storia ricca di azione e adrenalina ci sono tutti, le vibrazioni
à-la The Walking Dead pure, l’impegno produttivo da
parte di HBO sono tutti elementi che, soprattutto per chi non ha
mai giocato a The Last of Us, sono delle bussole
che si possono usare per capire di che prodotto stiamo parlando.
Tuttavia non c’è niente che possa preparare alla
visione della serie di The Last Of Us: se da
un lato il videogioco è rispettato, specialmente nei toni e nelle
ambientazioni, nella costruzione dei personaggi, nei dialoghi
(alcuni presi letteralmente dal gioco) e nella trama di fondo,
dall’altra è chiaro il desiderio di dare al prodotto seriale una
sua autonomia, una sua anima, tradendo, contraendo ed espandendo
l’originale, affinché dello show si possa tranquillamente dire che
è un’opera a se stante, che non ha bisogno di altro che di se
stessa per essere apprezzata.
Il risultato
sorprendente della serie di The Last of Us
E il risultato è
sbalorditivo: Craig Mazin di Chernobyl sia
allea con Neil Druckman (autore del videogioco) e
il risultato del lavoro a quattro mani sono nove episodi di
raffinata narrazione, grande scrittura, approfondimenti dei
personaggi, delle situazioni, parentesi che alimentano un world
building, il quale si srotola davanti agli occhi man mano che si
procede nell’avventura. La regia è sempre ben calibrata, affidata a
diverse mani, tutte sapienti e al servizio della storia (citiamo
tra gli altri firmatari delle regia Ali Abbasi e Jasmila Zbanic).
C’è molta meno azione di quella che ci si poteva aspettare perché
la serie di The Last of Us prima di essere un
racconto dispotico è innanzitutto la storia di due umanità che si
incontrano e trovano il modo di compenetrarsi in una maniera
inaspettata e profondissima.
Pedro Pascal e Bella
Ramsey sono il cuore della storia
Joel e Ellie, Pedro Pascal e Bella Ramsey sono il vero nucleo della
serie che non reggerebbe neanche per un secondo se questa coppia,
personaggi scritti in maniera eccellente e interpreti dedicati ed
eleganti, fosse anche solo un pochino meno eccezionale di quanto si
rivela dal primo secondo in cui i due appaiono in scena nello
stesso momento. “You are cargo” (Sei un carico) dice Joel
più di una volta a Ellie, e all’inizio va bene così, per entrambi,
non c’è personalizzazione, non c’è curiosità reciproca, solo
l’istinto di sopravvivenza che spinge i due ad appoggiarsi l’uno
all’altra. Non durerà molto, la scorza di entrambi viene piano
piano grattata dalle unghie dell’altro, una ricerca reciproca che
sfocerà in un legame viscerale, profondo, affettivo, potente e
apparentemente ingiustificato come quegli amori che non dipendono
dal sangue ma che nascono in condizioni estreme.
“You are
cargo”, ripete Joel, ma è chiaro che ad un certo punto neanche
lui ci crede più. O meglio, quel carico è diventato un bagaglio
emotivo, quasi familiare, è un pezzo di sé, e la stessa Ellie,
curiosa, vivace, ignara del mondo di prima, nata nella distruzione
e nella morte della speranza, scoprirà in Joel una persona
speciale, un senso di appartenenza e una famiglia. Sarebbe
semplicistico dire che il loro rapporto diventa quello di
padre-figlia, Joel e Ellie sono molto di più, sono compagni legati
da un patto tacito di mutuo soccorso, sono soli contro il mondo,
sono fedeli l’uno all’altra, sono l’umanità che resta nel mondo che
muore, la scintilla di quella speranza che permane anche se forse
non ha più senso.
Bella Ramsey è la vera
rivelazione
Bella Ramsey e Pedro Pascal sono una coppia mozzafiato,
e siamo certi che ruberanno il cuore di ognuno degli spettatori di
The Last of Us. Pascal ha finalmente l’opportunità
di scavare in profondità nelle sue corde drammatiche, dopo tanti
ruoli action o che richiedevano altre sfumature caratteriali;
Ramsey è però la vera rivelazione. Abbandonato l’aspetto e il tono
ruvido e diretto di Lady Mormont, come l’abbiamo conosciuta nel
Il Trono di Spade, la giovane attrice si rivela
spiritosa e intensa, vivace e spietata, spaventata e capace di atti
di grande coraggio, una folgorazione e un regalo prezioso a tutti i
fan, anche a quelli che avevano aspramente criticato il suo casting
perché non convenzionalmente bella come la Ellie del
gioco.
Una serie
lussuosa
The Last of
Us è un adattamento fedele, lussuoso per la bellezza
tecnica e artistica che mette in campo, ma anche perché si impone e
concede allo spettatore il lusso di perdersi completamente in una
storia, di sentirla fino in fondo. Soprattutto The Last of
Us riesce a vivere di vita propria nonostante sia così
legato al suo originale. È una serie che ha vita autonoma e che,
come gran parte delle opere dell’ingegno umano meglio riuscite, è
in grado di parlare alla contemporaneità, allo spettatore, a chi si
lascia inglobare nel racconto trascinante di queste due anime perse
che nella loro unione trovano un nuovo significato, un rinnovato
scopo per lottare e sopravvivere.
Personalità da sempre interessata a
vari aspetti del cinema e non solo a quello che gli compete, ovvero
la recitazione, l’attore Edward Norton
si è negli anni distinto anche come sceneggiatore, produttore e
regista. Il suo esordio in quest’ultimo ruolo risale al 2000, con
la commedia romantica Tentazioni d’amore, dove recita al
fianco di Ben Stiller.
Prima di tornare dietro la macchina da presa ci sono voluti ben 19
anni, durante i quali Norton ha atteso di avere tra le mani la
storia giusta. Questa ha poi preso forma con Motherless
Brooklyn – I segreti di una città (qui la recensione).
Tratto dal romanzo
Brooklyn senza madre di Jonathan
Lethem, il film propone una storia noir debitrice dei
grandi classici del genere, primo tra tutti Chinatown di
Roman Polanski, ma anche dei film di gangster realizzati da
Martin
Scorsese. Norton, che oltre a dirigere il tutto ha
scritto anche la sceneggiatura del film e interpreta il
protagonista, dà così vita ad un’opera cupa, ricca di torbide
passioni e intrighi altrettanto complicati. Non manca però anche
una forte componente umoristica, che alleggerisce il tono e rende
il film particolarmente godibile.
Ad aver reso questo un progetto
tanto caro a Norton, inoltre, vi è il fatto che suo nonno era
James Rouse, un urbanista che sosteneva che gli
alloggi dovrebbero essere accessibili a tutti e che le comunità
dovrebbero essere plasmate da impulsi umanistici piuttosto che
puramente economici. Norton, tramite la storia narrata, rende
dunque omaggio a Rouse e a tutto ciò in cui egli credeva,
proponendo invece una critica nei confronti di Robert
Moses, urbanista accusato di brama di potere, etica
discutibile, vendetta e razzismo, qui rappresentato dal personaggio
chiamato Moses Randolph. Ma alla luce di ciò, di cosa parla
esattamente il film?
Motherless Brooklyn – I segreti
di una città: la trama del film
Motherless Brooklyn – I Segreti
di una città segue le vicende di Lionel
Essrog, un solitario detective privato afflitto dalla
sindrome di Tourette, che si avventura a risolvere l’omicidio del
suo mentore ed unico amico, Frank Minna. Armato
solo di pochi indizi e della sua mentalità ossessiva, Lionel svela
lentamente dei segreti gelosamente custoditi che tengono in
equilibrio il destino dell’intera città. In un mistero che lo porta
dai jazz club grondanti di gin di Harlem ai bassifondi di Brooklyn
e, infine, ai salotti dorati dei potenti mediatori di New York,
Lionel si scontra con i teppisti, la corruzione e l’uomo più
pericoloso della città, per onorare il suo amico e salvare la donna
che potrebbe essere la sua stessa salvezza.
Motherless Brooklyn – I segreti
di una città: le differenze tra il libro e il film e il
finale
Nel portare sul grande schermo il
racconto di Lethem, Norton decise di prendersi diverse libertà
rispetto a quanto presente nel romanzo di Lethem, mantenendo
intatti di fatto solo il personaggio di Lionel Essrog, il suo
mentore Frank Minna e le indagini relative alla morte di
quest’ultimo. Per il resto, molto è stato cambiato, a partire
dall’ambientazione, spostata dal 1999 agli anni Cinquanta, poiché
Norton riteneva quello il più idoneo per raccontare personaggi come
quelli scritti da Lethem. Mentre Lethem ha creato una cospirazione
che ruota attorno a mafiosi, monaci buddisti e il fratello di Frank
Minna.
Norton crea invece una cospirazione
completamente nuova, che coinvolge la Borough Authority di New York
e la prole illegittima di razza mista di un potente funzionario
cittadino. Norton ha poi aggiunto personaggi come Moses Randolph
alla storia, basato come già accennato sull’urbanista di New York
City, Robert Moses, mentre ne lascia fuori altri,
come il fratello di Frank Minna, Gerard. Per altri personaggi,
invece, Norton si è ispirato a Hortense Gabel e
Jane Jacobs, che erano critici di spicco della
discriminazione abitativa a New York negli anni ’50 e ’60, e ha
sostituito l’interesse amoroso del libro Kimmerly con Laura,
l’inconsapevole figlia di Moses Randolph.
Lethem trascorre molto tempo nel
libro a descrivere l’infanzia di Lionel all’orfanotrofio St.
Vincent’s Home for Boys, qualcosa a cui il film fa invece
riferimento solo brevemente. Diverso, infine, è anche il finale
scelto da Norton per il film. Mentre il libro termina con Lionel
che torna all’agenzia investigativa trasformata ora in servizio
automobilistico, con il suo interesse amoroso che lo lascia e la
maggior parte dei suoi amici morti o dispersi, il film propone un
finale più lieto e si conclude con Lionel e Laura che, una volta
risolto il caso alla base del racconto, considerano una vita
insieme fuori Brooklyn.
Motherless Brooklyn – I segreti
di una città: il cast del film
Il film è dunque ricco di
personaggi, interpretati da un cast di noti attori, a partire dallo
stesso Norton nei panni di Lionel Essrog. Come già accenato, il
personaggio è caratterizzato dal suo essere affetto dalla sindrome
di Tourette. Per prepararsi al ruolo Edward Norton ha incontrato e
consultato molti membri della Tourette’s Association of America, al
fine di poter dar vita in modo realistico alla cosa e non sfociare
dunque in una rappresentazione macchiettistica. Proprio per questa
sua attenzione, la sua interpretazione e il film in generale hanno
poi ricevuto l’approvazione dall’organizzazione stessa. Nei panni
del mentore Frank Minna si ritrova invece l’attore Bruce Willis,
il quale ha girato le sue scene nell’arco di pochi giorni.
Alec Baldwin
interpreta invece l’imprenditore senza scrupoli Moses Randolph,
mentre Willem Dafoe è
il suo fratello ingegnere Paul Randolph. Sono poi presenti nel
film anche Leslie Mann nei
panni di Julia Minna, moglie di Frank, e Cherry
Jones in quelli di Gabby Horowitz. Bobby
Cannavale e Dallas Roberts
interpretano invece Tony Vermonte e Danny Fantl, colleghi di lavoro
di Lionel. Infine, di grande importanza è la presenza dell’attrice
Gugy Mbatha-Raw, nei panni di Laura, la donna di
cui Lionel si innamora. Dichiaratosi suo grande fan, Norton decise
di scrivere il personaggio di Laura, assente nel libro,
appositamente per lei, così da poter finalmente avere l’occasione
di lavorare al suo fianco.
Motherless Brooklyn – I segreti
di una città: il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di
Motherless Brooklyn – I segreti di una
città grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 11 gennaio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Arrivato al cinema nel 1990, il film
Mamma ho perso
l’aereo si è in breve affermato come un successo
clamoroso ed è diventato nel tempo uno dei più celebri film
natalizi che il cinema abbia mai prodotto. Si tratta infatti di una
commedia per famiglie capace di divertire grandi e piccoli,
offrendo risate a volontà, colpi di scena imprevedibili e tante
emozioni. Data la calorosa accoglienza ricevuta, appena due anni
dopo è arrivato al cinema il suo sequel dal titolo
Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New
York.
Scritto ancora una volta da
John Hughes (Breakfast Club) e
diretto da Chris Columbus (Mrs. Doubtfire – Mammo per
sempre), questo ripropone alcune dinamiche del primo film
spostando però l’azione dall’abitazione dei McCallister all’intera
città di New York. La grande mela diventa dunque un vero e proprio
palcoscenico per il giovane Kevin, chiamato ancora una volta a
difendersi dagli stessi malintenzionati del primo film. Questo
sequel presenta però anche un tono più cupo e un uso della violenza
più esplicito, elementi non particolarmente graditi da quanti
avevano invece apprezzato la leggerezza del primo film.
Mamma ho riperso l’aereo: mi
sono smarrito a New York non replica dunque i risultati
artistici del suo predecessore, ma ha comunque guadagnato la
propria schiera di appassionati nel corso degli anni. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ai suoi sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Mamma ho riperso
l’aereo: mi sono smarrito a New York
La famiglia McCallister si appresta
ad andare a Miami per trascorrere le vacanze di Natale. Questa
volta però Kevin non viene dimenticato a casa come
l’anno precedente, ma nella confusione dell’aeroporto perde di
vista i genitori e, seguendo un uomo fisicamente simile a suo padre
e che indossa un cappotto identico a quello di Peter, si imbarca su
un aereo sbagliato. Invece che andare in Florida con i genitori,
dunque, si ritrova catapultato nella grande e caotica New York.
Mentre i genitori cominciano le ricerche del figlio, il piccolo
Kevin approfitterà della situazione per dare inizio una vacanza da
sogno extra lusso.
Nel frattempo il piccolo McCallister
si imbatte anche nei due malviventi che il Natale precedente
avevano cercato di svaligiare la sua casa, Harry e
Marv, evasi da poco di prigione e che si trovano a
New York per derubare il famoso negozio di giocattoli Duncan la
notte della vigilia. Ma anche questa volta dovranno prima fare i
conti con Kevin, contro cui si vogliono vendicare dopo averlo
incontrato per le strade della città. Dal canto suo, Kevin non si
farà sfuggire l’occasione di far cadere i due ladruncoli in altre
delle sue ingegnose trappole, con l’obiettivo di sventare i loro
perfidi piani.
Mamma ho riperso l’aereo: mi
sono smarrito a New York, da Macaulay Culkin a Donald Trump…
il cast del film
Ad interpretare Kevin McCallister vi
è naturalmente ancora una volta l’attore Macaulay
Culkin. Per farlo tornare nei panni di Kevin, al
giovane attore furono offerti ben 4.5 milioni di dollari, il
compenso più alto mai dato ad un bimbo di 12 anni. Per l’attore fu
però molto più difficile girare questo sequel, poiché essendo ormai
divenuto una celebrità capitava spesso che la gente cercasse di
avvicinarglisi. Si rese pertanto necessaria la presenza di diverse
guardie del corpo sul set. Gli attori Catherine
O’Hara e John Heard riprendono il ruolo
di Kate e Peter, i genitori di Kevin, mentre Joe Pesci e
Daniel Stern tornano ad interpretare i ladri Harry
e Marv.
La donna dei piccioni è la grande
attrice Brenda Fricker, premio Oscar come Migliore
attrice non protagonista, nel 1990, per il ruolo della signora
Brown nel film Il mio piede sinistro. Completano poi il
cast gli attori Devin Ratray nei panni di
Buzz, il fratello maggiore di Kevin, Hilary Wolf
in quelli di Megan, la sorella maggiore, Michael C.
Maronna in quelli del fratello maggiore Jeff e
Gerry Bamman in quelli dello zio Frank.
Tim Curry interpreta invece Mr. Hector, il
concierge del hotel dove Kevin si reca. Proprio nell’albergo, nella
scena in cui Kevin chiede un’informazione, l’uomo che gli risponde
è il magnate ed ex Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump,
proprietario del Plaza all’epoca del film.
I sequel di Mamma ho riperso
l’aereo: mi sono smarrito a New York, il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
Pur non riscuotendo lo stesso
successo del primo film, anche Mamma ho riperso l’aereo: mi
sono smarrito a New York, ha comunque incassato un totale di
359 milioni in tutto il mondo. Ciò ha spinto a realizzare dei
sequel, anche se non da tutti riconosciuti come tali. Questo perché
caratterizzati da un diverso regista e, soprattutto, da un cast
completamente diverso. Si parla dunque non di veri e propri sequel
ma di seguiti indiretti e i titoli sono Mamma, ho preso il
morbillo (1997), Mamma, ho allagato la casa (2002),
il quale si configura come un sequel alternativo del primo film,
riproponendo il personaggio di Kevin ma interpretato da un diverso
attore, e Mamma, ho visto un fantasma (2012).
È possibile fruire di
Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New
York grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 11 gennaio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Diretto da Jason
Moore e scritto daMark Hammer,
Un
matrimonio esplosivo è prodotto
da: Todd Lieberman, David Hoberman, Alexander Young,
Jennifer Lopez, Elaine Goldsmith-Thomas e Benny Medina.Protagonisti
del film sono
Jennifer Lopez,Josh
Duhamel, Jennifer Coolidge, Sônia Braga, Cheech Marin, Selena
Tan, D’Arcy Carden, Callie Hernandez, Desmin Borges, Steve Coulter,
Alberto Isaac, e Lenny Kravitz.
In Un
matrimonio esplosivo, Darcy (Jennifer Lopez) e
Tom (Josh Duhamel) riuniscono le loro famiglie, amorevoli ma sempre
pronte ad esprimere giudizi, per il non plus ultra dei matrimoni,
proprio quando la coppia inizia ad avere dei ripensamenti. E come
se questa non fosse già una minaccia sufficiente, improvvisamente
le vite di tutti sono in pericolo quando gli invitati vengono presi
in ostaggio. “Finchè morte non ci separi” assume un significato
tutto nuovo in questa avventura comica e adrenalinica in cui Darcy
e Tom dovranno salvare i loro cari – sempre che non si uccidano
prima a vicenda.
La mattina dopo che i Golden Globes 2023 hanno incoronato i suoi
vincitori, sono state annunciate le nomination ai SAG Awards 2023,
gli Screen Actors Guild Awards 2023.
Ashley Park (“Emily in Paris”) e Haley Lu
Richardson (“The White Lotus”) hanno annunciato le
nomination sulla pagina Instagram dei SAG Awards.
La 29° cerimonia annuale degli
Screen Actors Guild Awards si terrà domenica 26 febbraio al
Fairmont Century Plaza di Los Angeles. I SAG Awards di quest’anno
andranno in onda sul canale YouTube di Netflix e in diretta su
Netflix a partire dal 2024.
Outstanding Performance by a Male Actor in a Television
Movie or Limited Series
Steve Carrell (“The Patient”)
Taron Egerton (“Black Bird”)
Sam Elliott (“1883”)
Paul Walter Hauser (“Black Bird”)
Evan Peters (“Dahmer”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Television
Movie or Limited Series
Emily Blunt (“The English”)
Jessica Chastain (“George and Tammy”)
Julia Garner (“Inventing Anna”)
Niecy Nash Betts (“Dahmer”)
Amanda Seyfried (“The Dropout”)
Outstanding Performance by a Male Actor in a
Comedy Series
Anthony
Carrigan (“Barry”)
Bill
Hader (“Barry”)
Steve
Martin (“Only Murders in the Building”)
Martin
Short (“Only Murders in the Building”)
Jeremy
Allen White (“The Bear”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Comedy
Series
Christina Applegate (“Dead to Me”)
Rachel
Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Quinta
Brunson (“Abbott Elementary”)
Jenna
Ortega (“Wednesday”)
Jean
Smart (“Hacks”)
Outstanding Performance by an Ensemble in
a Comedy Series
“Abbott
Elementary”
“Barry”
“The
Bear”
“Hacks”
“Only
Murders in the Building”
Outstanding Performance by a Male Actor in a
Drama Series
Jonathan Banks (“Better Call Saul”)
Jason
Bateman (“Ozark”)
Jeff
Bridges (“The Old Man”)
Bob
Odenkirk (“Better Call Saul”)
Adam
Scott (“Severance”)
Outstanding Performance by a Female Actor in
a Drama Series
Jennifer Coolidge (“The White Lotus”)
Elizabeth Debicki (“The Crown”)
Julia
Garner (“Ozark”)
Laura
Linney (“Ozark”)
Zendaya
(“Euphoria”)
Outstanding Performance by an Ensemble in
a Drama Series
“Better
Call Saul”
“The
Crown”
“Ozark”
“Severance”
“The
White Lotus”
Outstanding Performance by a Female Actor in a
Supporting Role
Angela
Bassett (“Black Panther: Wakanda Forever”)
Hong
Chau (“The Whale”)
Kerry
Condon (“The Banshees of Inisherin”)
Jamie
Lee Curtis (“Everything Everywhere All at Once”)
Stephanie Hsu (“Everything Everywhere All at Once”)
Outstanding Performance by a Male Actor in a Supporting
Role
Paul
Dano (“The Fabelmans”)
Brendan
Gleeson (“The Banshees of Inisherin”)
Barry
Keoghan (“The Banshees of Inisherin”)
Ke Huy
Quan (“Everything Everywhere All at Once”)
Eddie
Redmayne (“The Good Nurse”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Leading
Role
Cate
Blanchett (Tár”)
Viola
Davis (“The Woman King”)
Ana de
Armas (“Blonde”)
Danielle Deadwyler (“Till”)
Michelle Yeoh (“Everything Everywhere All at Once”)
Outstanding Performance by a Male Actor in a Leading
Role
Austin
Butler (“Elvis”)
Colin
Farrell (“The Banshees of Inisherin”)
Brendan
Fraser (“The Whale”)
Bill
Nighy (“Living”)
Adam
Sandler (“Hustle”)
Outstanding Performance by a Cast in a Motion
Picture
“Babylon”
“The
Banshees of Inisherin”
“Everything Everywhere All at Once”
“The
Fabelmans”
“Women
Talking”
Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble in a
Motion Picture
“Avatar: The Way of Water”
“The
Batman”
“Black
Panther: Wakanda Forever”
“Top
Gun: Maverick”
“The
Woman King”
Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble in a
Television Series
Dopo un’edizione fantasma, con tanto
di boicottaggio da parte di star e rete televisiva, la
Hollywood Foreign Press Association ha fatto
tesoro della lezione e ha tentato di rimettere le cose in sesto per
i Golden Globes 2023, che si sono infatti
celebrati in diretta televisiva la scorsa notte. Cambiato
l’organico, cambiate alcune regole, arricchito il palmares, la 80°
edizione della cerimonia che assegna a cinema e tv i premi per il
meglio dell’ultimo anno, gestita dall’associazione della stampa
estera a Hollywood ha aperto ufficialmente la season awards, che da
ora comincia spedita nel segno, mai come quest’anno,
dell’inclusione.
Tantissime nazionalità erano
comprese nelle nomination e molte sono state premiate, e questo
sforzo di guardare oltre quello che viene offerto solo a un primo
sguardo premierà sicuramente sulla lunga distanza la ricchezza
delle storie a cui potremo avere accesso nei prossimi anni.
Jerrod Carmichael pungente ai Golden Globes
2023
Con un maestro di cerimonie, il
comico Jerrod Carmichael, che ha settato da subito
il tono della serata, gli 80° Golden Globes Awards
si sono svolti alternando momenti ilari, qualche sorpresa
nell’assegnazione dei premi, e una conduzione caustica, forse
troppo persino per i Globes, che negli anni passati hanno gestito
con grande scioltezza personaggi del calibro di Ricky
Gervais che certo non le manda a dire! Con la sua battuta
d’apertura (“Sono qui a presentare perché sono nero”) Carmichael ha
palesato che avrebbe potuto dire di tutto, a 360°, tanto che spesso
nemmeno lo smaliziato pubblico ha partecipato o applaudito, come
per la battuta su Shelly Miscavige e Scientology,
mentre prendeva in giro Tom Cruise (forse il
momento più “freddo” della serata) e come quando ha assegnato a
Will Smith il premio “Rock Hudson per la
migliore dimostrazione di mascolinità”, anche questa battuta
arrivata troppo presto, forse, per un pubblico ancora troppo
sobrio.
Volodymyr Zelensky in da house
Punto più basso dell’intera
cerimonia, però, è stato l’intervento in video di Volodymyr
Zelensky, presentato da un commosso Sean Penn. Il presidente
dell’Ucraina ha fatto un intervento che ha lasciato di sasso il
pubblico in sala, e anche chi lo ha ascoltato da casa mentre faceva
paralleli tra la libertà di Hollywood e la mancanza di libertà del
suo popolo per colpa dell’invasore. Senza nulla togliere alla
campagna per la pace che dovrebbe essere sempre accolta e perorata,
non era quello il luogo per un tale intervento.
Gli Spiriti dell’Isola batte tutti
Ma parliamo invece dei premi, che
hanno riservato notevoli sorprese a partire dal ricco bottino de
Gli Spiriti dell’Isola ai
Golden Globes 2023. Se il premio a Colin Farrell per la migliore interpretazione
maschile in una commedia era atteso, così come quello alla
sceneggiatura per Martin McDonagh, del tutto inaspettato è arrivato
il premio al film come migliore commedia. Un vero e proprio trionfo
per il film presentato a Venezia 79 che ha battuto il favorito di
categoria
Everything Everywhere All at Once.
Dall’Oriente con furore
Il film dei Daniels non è però
andato via a mani vuote, dal momento che, confermando le
aspettative, ha portato a casa due storiche statuette, la prima a
Michelle Yeoh, come migliore attrice in
una commedia. Dopo 40 anni di carriera sempre a livelli altissimi,
l’attrice vede riconosciuta non solo un solo una grande
performance, ma anche un’intero percorso artistico che l’ha portata
a lavorare con i più grandi registi viventi. Intimando alla regia
della trasmissione di abbassare la musica che incalza quando i
discorsi di ringraziamento diventano troppo lunghi per i tempi
televisivi, Yeoh ha detto “Posso mettervi al tappeto” e sappiamo
che non è un’esagerazione.
Ma è a inizio serata che arriva il
discorso più emozionato ed emozionante, quello di Ke Huy
Quan che vince come migliore non protagonista per
Everything Everywhere All at Once. Dopo 30 anni dal
suo grande successo di attore bambino (era lui il Data dei
Goonies e lo Shorty di Indiana Jones e il
Tempio Maledetto), in occasione dei
Golden Globes 2023, Ke ha avuto una seconda
possibilità e l’ha colta, ringraziando non solo i Daniels che lo
hanno scelto per il film, ma anche Steven
Spielberg che all’epoca gli diede il suo primo lavoro.
Le altre categorie dedicate agli
attori per il cinema sono state assegnate a Cate Blanchett per
Tár, come da pronostici, seppure l’attrice era assente
alla cerimonia, a Austin Butler, emozionatissimo per il
suo primo grande riconoscimento per il suo primo grande ruolo di
Elvis nell’omonimo film, e a Angela Bassett per
Black Panther: Wakanda Forever, che porta a casa il
suo secondo Golden Globe in carriera e il primo premio della HFPA a
un attore per il Marvel Cinematic Universe.
La notte di Spielberg
E’ stata però anche la serata di
Steven Spielberg, che ha portato a casa il suo
terzo Golden Globes per la migliore regia su venti nomination, una
percentuale positiva piuttosto bassa per il regista che meglio di
tutti, oggi, rappresenta il cinema a 360°. Suo anche il premio
conclusivo della serata, quello al miglior film drammatico, andato
a quel The Fabelmans che ha aspettato oltre 50 anni
per realizzare.
E se non è stata una sorpresa che il
premio al miglior film d’animazione sia stato assegnato a
Pinocchio di Guillermo del Toro, è
stato certamente divertente il discorso di ringraziamento del
regista messicano che prima ha lodato il fatto che fossero tutti lì
insieme di persona e che qualcuno di loro fosse ubriaco (“Cosa
potrebbe andare meglio?”) e poi ha ricordato che “l’animazione è
cinema”. Que Viva Mexico, Siempre!
E se Damien
Chazelle deve “accontentarsi” del solo premio alla colonna
sonora per il suo
Babylon, ritirato dal compositore Justin
Hurwitz, il quale con quattro nomination e quattro
vittorie dimostra di stare molto a cuore alla HFPA, dei
graditissimi pacchi regalo sono arrivati in Argentina e in India da
parte dei Golden Globes 2023, che hanno assegnato il premio al
miglior film internazionale a Argentina,
1985 e il premio alla migliore canzone originale
a Naatu Naatu diKala Bhairava, M. M.
Keeravani, Rahul Sipligunj, per RRR.
Grandi assenti trai premiati ai Golden Globes
2023
I premi dedicati alle serie tv sono
forse stati più sorprendenti e forse anche trascurati dalle star
vincitrici. Zendaya,Kevin
Costner e Amanda Seyfried, tutti e tre
vincitori in diverse categorie, erano assenti. The White Lotus: Sicily ha fatto cadere più di
una mascella, portando a casa il premio a Jennifer
Coolidge e quello per la migliore miniserie (premio
misterioso che genera notevole disappunto). Mentre
Elementary Abbott è stata la più premiata tra le
serie, con tre riconoscimenti per la migliore serie comedy, la
migliore attrice comedy, Quinta Brunson, e il
migliore attore non protagonista in una comedy, Tyler James
Williams. Un successo travolgente per quella che è una
delle migliori novità dell’anno appena trascorso.
E se da una parte la
veterana Julia Garner ha finalmente ricevuto un
Golden Globes per Orzak, Jeremy Allen White ha
fatto un “tiro pulito” con una nomination e una vittoria per
l’avvincente
The Bear, che lo ha portato al successo, nell’anno
appena trascorso, mentre la controversa opera di Ryan
Murphy (premiato con il Carol Burnett Award)
Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story, ha
visto trionfare Evan Peters per una delle
interpretazioni più controverse della storia dei premi, che ha
fatto molto discutere quest’anno. C’è però da dire che il talento
sconfinato di Peters mette tutti d’accordo, e che lui stesso,
ringraziando per il premio, ha confermato che è stato un lavoro
“difficilissimo da portare a termine, difficilissimo da
guardare, e spero che se ne possa trarre anche del buono”.
La sorprese di Paul Walter Hauser e House of the Dragon
Chiudiamo la rassegna dei Golden
Globes 2023 con le due più grandi sorprese nella categoria tv. Lo
splendido Paul Walter Hauser ha conquistato prima
nomination e prima vittoria per
Black Bird, serie mozzafiato di Apple
Tv+, e
House of the Dragon ha portato a casa la
statuetta per la migliore serie drammatica, tra lo stupore di
Emma Darcy e Milly Ancock, le due interpreti di
Rhaenyra Targaryen, e lo shock dello showrunner
Miguel Sapochnik
che è arrivato sul palco senza cravatta giustificandosi “non
immaginavo di vincere, non ero pronto” e sperticandosi in lodi per
Scissione, la serie favorita che gareggiava nella
sua stessa categoria.
I
Golden Globes 2023 sono dunque solo l’inizio,
come ogni anni, di una stagione dei premi che speriamo possa essere
sorprendente e emozionante, soprattutto che possa condurre ad un
altro anno di innovazione e ricalibrazione dei punti di forza
all’interno della Hollywood Foreign Press Association.
Il trailer finale di Ant-Man & the
Wasp: Quantumania è ricco di nuovi dettagli sulla trama del
film e di Easter eggs. La Fase 4 del MCU si è conclusa,
ma questo significa semplicemente che il Marvel Cinematic Universe
sta per dare il via alla Fase 5. L’azione prenderà il via con Ant-Man & the Wasp: Quantumania, che si
posiziona come un passo cruciale nella Saga del
Multiverso. Il film continua ad ampliare il suo cast: allo
Scott Lang di Paul Rudd, alla Hope Van Dyne
di Evangeline Lilly, all’Hank
Pym di Michael Douglas e alla Janet Van
Dyne di Michelle Pfeiffer si aggiunge ora
Kathryn Netwon nel ruolo della figlia di Ant-Man,
Cassie. Ma il film segnerà anche un drastico
allontanamento dal franchise fino ad oggi, dato che sarà ambientato
per lo più nella misteriosa dimensione nota come Regno
Quantico.
Ant-Man & the Wasp:
Quantumania presenterà inoltre agli spettatori il Kang il Conquistatore di Jonathan Majors, ritenuto il cattivo
principale della Saga del Multiverso. I precedenti trailer
hanno confermato che la famiglia Ant-Man è rimasta
bloccata nel Regno Quantico dopo che uno degli
esperimenti di Cassie è andato male, e sembrava
che Scott avesse stretto un accordo con Kang nel
tentativo di tirarli fuori. Il trailer finale, rilasciato durante
la partita del campionato nazionale di football americano,
suggerisce che la posta in gioco è ancora più alta: vediamo insieme
le principali rivelazioni del trailer.
1Scott Lang viene attaccato da un
esercito di varianti di Ant-Man
Il
trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania evita il
tradizionale finale scherzoso in stile Marvel, assicurando agli
spettatori che questo è un tipo di film su Ant-Man
molto diverso. Si conclude con una nota emotiva, con Scott
Lang travolto da un esercito di varianti di Ant-Man, che
si scusa con Cassie mentre lo guarda
cadere.
Nei
fumetti, la morte di Scott ha ispirato Cassie a diventare il
supereroe Stature; il MCU sta preparando
la carriera da supereroe di Cassie dal 2015, e questo completerebbe
la sua evoluzione. Tuttavia, gli spettatori farebbero bene a non
dare per scontato che sia così; i trailer Marvel sono noti per i
loro depistaggi, e il trailer di Ant-Man & the Wasp:
Quantumania non fa certo eccezione.
Black Adam, il primo lungometraggio ad
esplorare la storia del Supereroe DC, interpretato da Dwayne
Johnson, arriva giovedì 12 gennaio in DVD, Blu-rayTM, 4K
Ultra HDTM e Steelbook 4K Ultra HDTM per
Warner Bros. Home Entertainment. Disponibile anche l’edizione
limitata esclusiva Film & Funko POP! contenente 2 dischi
(Blu-rayTM, 4K Ultra HDTM) e un’imperdibile
action figure in vinile di Black Adam alta circa 11 cm.
All’interno della
versione Blu-ray TM anche tanti esclusivi contenuti
speciali per scoprire tutti i retroscena e la curiosità del film.
Tra questi: The History of Black Adam, Who is the Justice
Society, From Soul to Screen, Black Adam: A New Type of Action,
Costume makes the Hero e molto altro ancora!
Nel film, accanto
al protagonista Dwayne
Johnson nel ruolo di Black Adam, anche Aldis Hodge
nei panni di Hawkman; Noah Centineo nei panni di
Atom Smasher; Sarah Shahi in quelli di Adrianna;
Marwan Kenzari è Ishmael; Quintessa
Swindell è Cyclone; Bodhi Sabongui è
Amon, mentre Pierce Brosnan interpreta il Dr.
Fate.
Black Adam
la trama
Quasi 5.000 anni
dopo che gli sono stati conferiti i poteri onnipotenti delle
antiche divinità, e imprigionato altrettanto rapidamente, Black
Adam (Dwayne Johnson) viene liberato dalla sua tomba terrena,
pronto a scatenare la sua forma unica di giustizia nel mondo
moderno.
Decision
to Leave, l’ultimo film dell’acclamato regista
sudcoreano Park Chan Wook, arriverà nelle sale italiane
dal 2 febbraio distribuito da Lucky Red.
Applaudito al Festival di Cannes, dove è stato premiato per la
Miglior Regia, Decision
to leave è anche stato candidato dalla Corea per la
corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale, rientrando nella
short list annunciata il 21 dicembre, e ha ricevuto una nomination
come Miglior Film Straniero ai
Golden Globes 2023.
Lontano dai toni della
trilogia della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero
Park Chan Wook, il nuovo film del cineasta
sudcoreano è un thriller dal tocco noir, che riesce a coniugare il
respiro dei grandi classici con la freschezza del cinema
contemporaneo: in molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema
di Alfred Hitchcock. Una detective story ricca di colpi di scena
che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico, portando sul
grande schermo un mistero, che è al tempo stesso sentimentale e
d’azione.
Decision to leave, la
trama
Premiato al Festival di
Cannes per la Migliore regia, Decision to leave è il nuovo film di
Park Chan Wook, che dopo la Trilogia della vendetta sceglie la
strada di un raffinato thriller sentimentale.
Mentre indaga sulla morte
di un uomo precipitato misteriosamente dalla montagna, il detective
Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae, giovane vedova della
vittima, che non sembra essere sconvolta per la scomparsa del
marito e che, proprio per questo, diventa subito la principale
sospettata dell’omicidio. Colpevole o innocente? Malinconica e
misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del detective e
accendere in lui una passione dirompente, che lo porterà a mettere
in pericolo la sua professione.
Pedro Pascal ha rivelato se vorrebbe
interpretare un ruolo nel Marvel Cinematic Universe, se i
Marvel Studios dovessero mai convocarlo. Pascal è diventato famoso
per la prima volta dopo essere apparso in Game of
Thrones nei panni del dorniano Oberyn
Martell, personaggio incredibilmente carismatico ma di
breve durata, nello show. La spavalderia e l’arroganza che ha
portato al ruolo sono diventate il punto di svolta di cui l’attore
aveva bisogno, e così ha rapidamente iniziato a recitare in ruoli
da protagonista in
Kingsman: Il Cerchio d’Oro,
The Mandalorian,
Wonder Woman 1984 e nell’imminente The Last of Us. Pascal è stato messo alla
prova in diversi franchise, sotto gli occhi del pubblico
severissimo, e ha eccelso ad ogni passo.
Tuttavia, è uno dei pochi attori in
voga a Hollywood che deve ancora apparire nell’MCU, nonostante
abbia un contratto con la Disney per The Mandalorian. Mentre sarebbe facile
presumere che Pascal semplicemente non sia interessato a un ruolo
importante all’interno di uno dei franchise della Marvel, la verità
è tutt’altra, poiché il successo di The
Mandalorian ha superato le più rosee aspettative di
Pedro Pascal, e adesso lui è interessato ad averne
di più.
In un’intervista con WIRED, a Pascal
è stato chiesto se avesse voluto interpretare un ruolo nell’MCU e
l’attore ha chiarito che gli piacerebbe ricevere la chiamata dai
Marvel Studios. “Lo voglio. Voglio essere nei film.” In
attesa che Kevin Feige alzi la cornetta, quale
potrebbe essere un personaggio adatto alle doti e alla fisicità di
Pedro Pascal nel MCU?
I sequel di Star
Wars rimangono incredibilmente divisivi, mentre il
rancore nei loro confronti è apparentemente solo aumentato da
quando i film sono usciti in sala a partire dal 2015. Le visioni di
J.J. Abrams e soprattutto di Rian
Johnson non sono state bene accolte da pubblico e critica,
condannando il franchise, almeno quello cinematografico, ad un
pantano di incertezza.
Dopo che Abrams ha realizzato un film che molti sostenevano fosse
fondamentalmente una riproposizione di Una nuova
speranza, Johnson ha ribaltato tutto ciò che il regista
aveva costruito prima di lui con
Gli ultimi Jedi, liquidando i genitori di Rey come
nessuno e uccidendo il leader supremo Snoke senza mai affrontare
ciò che doveva essere chiaramente un misterioso
retroscena.
Quando Abrams è tornato per L’Ascesa di Skywalker – in sostituzione del
regista licenziato Colin Trevorrow – è entrato in
modalità damage control, annullando gran parte di ciò che
Johnson aveva fatto. Il suo finale disordinato è stato deludente,
anche se forse non tanto quanto la gestione di Luke Skywalker da
parte di Johnson.
Come i prequel, c’è la possibilità
che i sequel vengano apprezzati meglio nel tempo e alcuni poster
appena pubblicati (tramite SFFGazette.com) potrebbero aiutare i fan
a cominciare a percorrere la strada della rivalutazione del film
con protagonista la Rey di Daisy Ridley.
L’artista Devin
Schoeffler, in associazione con Acme Archives, è
responsabile di questi straordinari nuovi poster ufficiali, con i
personaggi di ogni film messi sotto i riflettori. I poster sono
pensati con un concept eccellente, anche se è improbabile che
questo possa bastare a far cambiare idea a questa serie di film. Si
dice che i prossimi progetti per il grande schermo pianificati da
Lucasfilm saranno ambientati dopo i sequel, con la speranza che
questi possano in qualche modo rimediare ai passi falsi compiuti da
Abrams e Johnson tra il 2015 e il 2019. Ecco i poster di
seguito:
New officially licensed sequel trilogy
posters have been released!