Questo mondo non mi renderà cattivo, la
seconda serie di animazione per Netflix scritta e diretta da
Zerocalcare, debutterà il 9 giugno in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo. Nel teaser trailer che Netflix rilascia oggi, le
prime immagini dell’attesissima serie animata.
Prodotta da Movimenti
Production, società del gruppo Banijay, in collaborazione con BAO
Publishing, sarà composta da 6 episodi, da circa mezz’ora ciascuno,
che entreranno ancora più a fondo nelle tematiche care
all’autore.
In Questo mondo non mi renderà cattivo torneranno
il mondo narrativo, il linguaggio unico e i personaggi storici e
inconfondibili dell’universo di Zerocalcare. A Zero, Sarah, Secco,
l’Armadillo, l’immancabile coscienza di Zero, doppiato anche questa
volta dalla voce inconfondibile di Valerio Mastandrea, si aggiunge
un nuovo, centralissimo personaggio: Cesare.
Un vecchio amico torna
nel quartiere dopo diversi anni di assenza e fatica a riconoscere
il mondo in cui è cresciuto. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per
lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi
di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto
nel mondo.
Questo mondo non mi renderà cattivo racconta
la difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni
della vita. Il titolo stesso della serie, che trae ispirazione da
un brano di un cantautore romano, rappresenta una sorta di mantra,
una frase che lo stesso Zerocalcare si ripete, quasi per
auto-convincersi, nei momenti più difficili, quelli in cui diventa
più forte il rischio di fare scelte sbagliate e rinnegare i propri
ideali pur di togliersi dai guai.
Non è facile trovare nei
nostri cinema un film come l’Eureka di
Lisandro Alonso. Un film diverso da quelli ai
quali la gran parte del nostro pubblico è abituata che trova il suo
luogo naturale in una rassegna come quella dell’Un Certain
Regard del Festival di Cannes 2023. E che vanta la
presenza di due star come Viggo Mortensen e
Chiara Mastroianni nel cast di sconosciuti assemblato dal
regista e sceneggiatore argentino già noto per La
libertad (2001) e l’ultimo
Jauja (2014).
Dal
Far West di Viggo Mortensen alla riserva di Lisandro
Alonso
Sono loro i protagonisti
del western iniziale in bianco e nero, nel quale vediamo il
solitario Murphy arrivare nel più classico dei villaggi di
frontiera proprio in un momento di grandi festeggiamenti. Tra
cowboy ubriachi, gettati all’angolo della strada, e donne di
piacere seminude che se la ridono con gli indiani locali, sono in
pochi a prestargli attenzione, fino a che non si trova al cospetto
della risoluta proprietaria del saloon interpretata dall’attrice
francese di origine italiana.
La stessa che ritroviamo
in panne in tutt’altra situazione, ben più reale di quella nella
quale interpretava un ruolo, quella della riserva indiana di Pine
Ridge – tra South Dakota e Nebraska – nella quale sono costretti a
vivere Alaina e sua nipote Sadie. La prima, stanca del suo lavoro
di agente di polizia, poco considerata e ancor meno gratificata,
una sera decide di smettere di rispondere alla sua radio di
servizio, l’altra, triste, stanca di guardare inutili western in
bianco e nero in attesa del ritorno della zia e incapace di vedere
sbocchi alla sua vita, decide di iniziare il viaggio a lungo
promessole da suo nonno. Come jabiru, vola via, per portarci in un
Sud America amazzonico, dove gli indigeni locali condividono i loro
sogni, ma non tutti sembrano più felici.
Eureka: molte suggestioni, un difficile
equilibrio
Dal western alla denuncia
sociale, tra realismo e fascinazione onirica e surreale, il
racconto di Alonso sfida in continuazione la pigrizia dello
spettatore, costringendolo a cambiare le proprie coordinate e a
creare una connessione tra i diversi personaggi in scena e le
situazioni che vivono. Inizialmente più consuete, per quanto
fittizie, poi via via sempre più surreali, o fantastiche.
L’incipit affidato a
Viggo Mortensen vale da specchietto per (noi)
allodole, per catturare e insieme spiazzare lo spettatore. Che non
più distratto dallo schermo televisivo che proietta il film con
l’attore e Chiara Mastroianni è costretto a
condividere il senso di sradicamento e disperazione delle due
donne, attraverso le quali percepiamo le condizioni di vita dei
nativi nordamericani e dei loro discendenti in una riserva
indiana.
Si parla di tutto e di
niente, per far passare giornate tutte uguali, e per evitare di
farsi domande più scomode, o più fondamentali. Ma esauriti i
possibili palliativi, è inevitabile tornare alle origini per
realizzare un cambio radicale. Quello nel quale il nonno accompagna
la giovane Sadie, decisa a riscuotere la promessa fattale e volare
via, dagli Stati Uniti alla foresta brasiliana solo per scoprire
che l’Eden non esiste più.
Nella supposta civiltà e
fuori di essa ci si rifugia nei sogni e si ricorre alla violenza
per risolvere le minime controversie. La natura ci osserva, ci
parla, inascoltata. E quanto dobbiamo apparire incomprensibili al
jabiru che segue attentamente le nostre pene, i tentativi di fuga
da noi stessi nella ricerca di un avvenire migliore che sembra
accomunare tutti su questa Terra.
Il regista australiano
George Miller è noto a tutti per aver ideato e
diretto la serie cinematografica di Mad Max, unanimemente
considerata un caposaldo della fantascienza post apocalittica. Nel
corso della sua carriera, tuttavia, Miller si è cimentato anche con
racconti e generi molto diversi, passando dal drammatico L’olio
di Lorenzo al film per famiglie Babe va incittà, fino all’animazione di Happy Feet. Un
altro suo titolo particolarmente apprezzato, nonché il primo
lungometraggio da lui diretto non appartenente a Mad
Max, è Le streghe di Eastwick, con
cui Miller ha avuto modo di cimentarsi tanto con il fantasy quanto
con la commedia.
Scritto da Michael
Cristofer, il film è basato sull’omonimo romanzo del 1984
di John Updike. Uscito in sala nel 1987, il film
si affermò come un buon successo, in particolare grazie alle
interpretazioni dei quattro attori protagonisti. Le streghe di
Eastwick fu però il primo film per cui Miller si trovò a
scontrarsi con le volontà di uno studios di produzione, dovendo
dunque combattere per poter dar vita alla propria idea sul
progetto. Candidato poi agli Oscar per la miglior colonna sonora
(di John Williams) e il miglior suono, il film è
oggi ricordato come un cult del suo genere, anche grazie ad alcune
stravaganze comiche e ad effetti speciali ancora oggi
particolarmente sorprendenti.
Per tutti gli appassionati del
genere, si tratta dunque di un titolo da non perdere, anche solo
per poter vedere gli attori protagonisti alle prese con ruoli per
loro inediti e godersi gli imprevedibili colpi di scena offerti dal
racconto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
differenze con il libro. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Le streghe di Eastwick: la trama del film
La vicenda qui narrata si svolge
nella cittadina di Eastwick, dove vivono Alexandra
Medford, Jane Spofford e Sukie
Ridgemont. Tre donne che, nonostante conducano vite molto
diverse, sono legate da una profonda amicizia. Come di consueto, le
tre donne si incontrano per trascorrere una piacevole serata
insieme e fantasticano a voce alta sull’uomo dei loro sogni.
Inconsapevoli di essere dotate di innati poteri magici, le tre
donne invocano involontariamente il Diavolo nella cittadina. Sotto
le mentite spoglie dell’affascinante Daryl Van
Horne, il maligno vorrebbe ammaliarle e sedurle, poiché
desidera concepire un figlio con ognuna di loro.
Grazie al suo carisma, il Diavolo
seduce le tre streghe e decide di insegnare loro a controllare i
nuovi poteri. Dopo essere state conquistate dal corteggiamento di
Daryl, le tre amiche ne comprendono però la natura malvagia e
mostruosa e mal sopportano di essere state emarginate dal resto dei
cittadini per via di quella loro frequentazione. Alexandra, Jane e
Sukie dovranno allora unire le forze e architettare un astuto piano
grazie alle loro incredibili doti magiche. Solo così potranno avere
una speranza di sconfiggere il Diavolo, ricacciandolo da dove è
venuto. Portare a compimento il piano, però, sarà più complesso del
previsto.
Le streghe di Eastwick: il cast del film
Il tre volte premio Oscar Jack Nicholson
ha espresso interesse a interpretare il ruolo di Daryl essendone
venuto a conoscenza attraverso la sua allora fidanzata
Anjelica Huston e dopo aver saputo che
l’attore originale per il ruolo, Bill Murray, si
era ritirato. Nicholson, inoltre, sviluppò un così buon rapporto
con Miller da porsi in sua difesa contro i soprusi dei produttori,
minaccio di lasciare il film se fosse stato scelto un altro
regista. La Huston era invece in corsa per il ruolo di Alexandra
Medford. Il suo provino andò però male e la parte fu affidata a
Susan Sarandon.
L’attrice e cantante Cher, però, interessatasi al
progetto, pretese di avere per sé la parte di Alexandra.
I produttori decisero infine di
accontentarla, senza mai dare alla Sarandon il dovuto preavviso su
tale cambio. L’attrice ha infatti scoperto che il suo ruolo era
stato assegnato a Cher e che lei era invece stata scelta per
interpretare Jane Spofford solo il giorno in cui si è presentata
sul posto per iniziare le riprese. Suki Ridgemont, la terza delle
tre protagoniste femminili, è invece interpretata da Michelle
Pfeiffer. Nel cast figurano anche le attrici
Veronica Cartwright nei panni di Felicia Alden e
Carel Struycken in quelli di Fidel. L’attore
candidato all’Oscar Richard Jenkins, invece,
ricopre il ruolo del marito di Felicia, Clyde.
Le streghe diEastwick: le differenze tra il libro e il film
Sebbene il film segua la struttura
di base del romanzo, molti importanti sviluppi vengono abbandonati
o modificati. Ciò ha portato il film ad avere un tono molto meno
cupo rispetto a quello del libro. Innanzitutto, benché
l’ambientazione di entrambi sia Rhode Island, il racconto del
romanzo si svolge durante i primi anni ’70, mentre il film è
ambientato nel presente. Per quanto riguarda i personaggi, il Daryl
del libro è più simile al diavolo: meno abilitatore e più egoista,
predatore perverso e architetto del caos. Inoltre, il film omette
un episodio chiave del libro, in cui Daryl sposa inaspettatamente
una giovane ragazza innocente di nome Jenny, e le tre streghe
gelose la fanno morire magicamente di cancro. Un risvolto giudicato
troppo crudele.
Per quanto riguarda le tre streghe,
nessuna di loro rimane incinta nel libro e alla fine Daryl fugge
dalla città con il fratello minore di Jenny, Chris, apparentemente
il suo amante. Anche questo si trattava di un colpo di scena un po’
troppo ardito secondo i produttori. A cambiare sono anche alcuni
dei cognomi presenti nel libro. Il cognome di Alexandra
inizialmente era Spofford, non Medford e Jane era Jane Smart, non
Jane Spofford. Sukie, invece, era Rougemont non Ridgemont. Infine,
ci sono differenze anche nei loro capelli e nella corporatura: nel
libro Alexandra è grassoccia mentre Sukie è la rossa.
Le streghe di Eastwick: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Le
streghe di Eastwick grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 20 maggio alle ore 21:10
sul canale TwentySeven.
Ottavo film in selezione per
Martin Scorsese, vincitore della Palma d’Oro con
Taxi Driver nel 1976, e miglior
regista nel 1986 con Fuori orario. Da allora
il regista, che non ha bisogno di presentazioni, non è più tornato
nella Selezione Ufficiale, ed è un vero e proprio evento quello
accaduto questa sera dove il regista e il cast è arrivato alla
croisette per presentare Fuori Concorso al Festival di
CannesKillers
of the Flower Moon. Questo dramma poliziesco in stile
western ambientato nell’Oklahoma degli anni ’20 è basato su una
storia vera, che indica l’accesso ai diritti per i nativi
americani.
Il regista è arrivato sul red
carpet accompagnato dal suo cast e una miriade di altre stelle che
lo hanno celebrato. Ecco tutte le foto della serata:
Leonardo DiCaprio, interpreta Ernest Burkhart, allevatore e
nipote del boss criminale William Hale, ritrova Martin
Scorsese undici anni dopo il suo leggendario ruolo di
cinico agente di cambio in The Wolf of Wall
Street (2012). Robert De
Niro (William Hale) intanto, mandante degli omicidi nel
film, firma, con Killers
of the Flower Moon, la sua decima collaborazione dai
tempi di Mean Streets (1973) con il regista
newyorkese.
L’attrice americana Lily Gladstone interpreta
Molly, moglie di Ernest di origine Osage, e la prima ad essere
colpita dalle conseguenze della scoperta di giacimenti petroliferi
sotto le terre dei suoi antenati. A completare questo cast a
quattro stelle c’è Jesse Plemons ( The Power of the
Dog) nei panni di un poliziotto dell’FBI incaricato di
indagare sugli omicidi nella comunità dei nativi americani.
L’adattamento del libro per il cinema è firmato Martin Scorsese
ed Eric Roth, sceneggiatore, tra tanti altri
film di successo, di The Nickel
Ride di Robert Mulligan in Concorso nel
1974, Forrest
Gump (1994), Munich (2006) o più
recentemente da Duna (2020).
Prima di arrivare a dar vita a
grandi kolossal hollywoodiani come Arrival, Blade Runner 2049 e
Dune, il regista
canadese Denis Villeneuve ha debuttato con un
film in lingua inglese grazie a Prisoners(qui la recensione), thriller
incentrato sul disperato tentativo di un padre di ritrovare la
figlia scomparsa, arrivando anche ad utilizzare metodi brutali.
All’apparenza potrebbe sembrare una storia vista e rivista, ma il
regista dimostra da subito la sua grande capacità di conferire più
livelli di lettura, utilizzando questa storia per parlare dell’uomo
e dell’umanità, da sempre al centro del suo cinema.
La sceneggiatura di questo film è
stata scritta da Aaron Guzikowski, attualmente
noto per essere l’ideatore della serie sci-fi Raised by Wolves. Questi si
basò su un suo cortometraggio scritto anni prima, e ispirato a sua
volta al racconto Il cuore rivelatore, di Edgar Allan Poe.
A lungo rimasto in un limbo produttivo, il film riuscì infine a
prendere vita grazie all’interessamento di Villeneuve, il quale si
era dichiarato attratto dalla possibilità di misurarsi con tale
genere. L’approccio da lui scelto è estremamente affascinante,
poiché il regista decise sin da subito di dar vita ad una messa in
scena che evidenziasse come ogni personaggio è prigioniero di
qualcosa a suo modo.
Rivelatosi un successo economico,
con un incasso globale di 122 milioni di dollari,
Prisoners è stato indicato come uno dei migliori
titoli del suo anno. Il celebre direttore della fotografia
Roger Deakins ottenne inoltre una nomination
all’Oscar per il suo lavoro sulle cupe atmosfere del film. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama
di Prisoners
Protagonista del film è
Keller Dover, marito e padre amorevole con una
tranquilla vita in una cittadina della Pennsylvania. Durante i
festeggiamenti per il Giorno del ringraziamento, l’uomo si trova
però ad affrontare il peggiore incubo per un genitore. Sua figlia
di sei anni, Anna, scompare insieme alla sua amica
Joy Birches e mentre i minuti diventano ore, il
panico prende il sopravvento. Per i Dover e i Birch ha infatti
inizio un trauma senza fine, con le indagini che faticano a
rintracciare prove concrete che possano portare al ritrovamento
delle due bambine. L’unico indizio a disposizione è un camper
fatiscente parcheggiato nella loro strada, e a partire da questo
partiranno le indagini del detective che si occupa del caso.
Questi è il Detective
Loki, estremamente convinto che il colpevole sia il
proprietario del furgoncino, Alex Jones, affetto
da ritrardo mentale e sotto la custodia di sua zia
Holly. Inizialmente arrestato, la mancanza di
prove costringe al suo rilascio. Mentre la polizia segue diverse
piste, tra cui anche quella del rapimento a fini di pedofilia, la
pressione cresce e sapendo che è in gioco la vita di sua figlia, un
Dover ormai fuori di sé decide di non avere altra scelta che quella
di prendere in mano la situazione. Il percorso da lui intrapreso lo
porterà a scontarsi con i suoi demoni interiori, lasciando venire
alla luce aspetti oscuri di sé che neanche lui sapeva di
possedere.
Il cast del film
A dar vita a Keller Dover vi è
l’attore Hugh Jackman,
noto per aver interpretato Wolverine nella saga degli
X-Men. L’attore era da tempo legato al progetto, salvo poi
allontanarsene per divergenze creative. In seguito, dopo alcuni
cambiamenti nella storia, egli accettò di ricoprire il ruolo. Le
uniche indicazioni da lui ricevute da Villeneuve furono di lasciar
trasparire una sempre maggiore follia, cosa perfettamente
riscontrabile in alcune scene. Ad interpretare sua moglie, Grace
Dover, è invece l’attrice Maria Bello, vista
anche in A History of Violence.DylanMinnette, noto prevalentemente per la
serie Tredici, interpreta il figlio maggiore dei
Dover, Ralph. I coniugi Franklin Birch e Nancy Birch sono qui
interpretati dai noti attori Terrence
Howard e Viola
Davis.
Jake Gyllenhaal
interpreta invece il detective Loki. L’attore aveva già collaborato
con il regista per il film Enemy, e dato il buon rapporto
sviluppato, Villeneuve decise di affidargli il ruolo senza bisogno
di visionare alcun provino. L’idea di aggiungere al personaggio una
serie di tatuaggi e tic facciali fu proprio di Gyllenhaal, al fine
di conferire ulteriore particolarità al personaggio. La premi Oscar
Melissa Leo è
invece Holly Jones, la zia del problematico Alex. Per questo ruolo,
l’attrice ha richiesto una particolare trasformazione tramite
trucco prostetico. Ha infatti indossato protesi per apparire più in
carne come anche una parrucca grigia. A dar volto ad Alex, infine,
è l’attore Paul Dano, già
celebre per il film Il petroliere, e anche in questo caso
particolarmente apprezzato per la sua interpretazione.
Il trailer
di Prisoners e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di
Prisoners grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Tim Vision.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al
meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di sabato 20 maggio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Dopo aver raccontato la storia di
Britney Spears e di Pamela Anderson, per Netflix è la
volta di un’altra bionda prosperosa con Anna Nicole Smith
la vera storia. Il docufilm di
Ursula MacFarlane (The Lost Sons)
cerca di fare un recap della vita della celebre
Playmate di Playboy ripercorrendo
il crollo e i dolori che hanno portato la modella alla morte
prematura per overdose, colpa di un mix di metadone, valium e altri
sedativi, sola in una camera dell’Hard Rock Hotel di Hollywood
all’età di 39 anni. Anna Nicole
Smith tra gli anni Novanta e i primi Duemila è stata la
rappresentazione del sogno americano ma anche quello che
fotografava la cultura mediatica di quel periodo fatta di scandali
ed eccessi.
La trama di Anna Nicole Smith la
vera storia
La regista di Anna Nicole
Smith la vera storia, dopo una brevissima introduzione del
docufilm, parte con gli anni difficili dell’adolescenza della
protagonista, nata come Vickie Lynn Hogan e
cresciuta nella piccola cittadina di Mexia in
Texas. Dopo aver lasciato la scuola all’età di 15
anni, poi a 17 anni si sposa con il cuoco del fast food
Jim’s Krispy Fried Chicken dove lavorava per
mantenersi. Ovviamente, come succede sempre in queste storie di
provincia americana, il marito si rivela un tipo abusivo e
possessivo, la giovane donna dopo sei mesi dalla nascita del suo
primo figlio Daniel, tanto desiderato, scappa.
Vickie cambia nome in Nickie, si rifà il seno e si
esibisce come stripper in uno dei tanti locali
notturni di Houston. Qui conoscerà una delle persone, forse l’unico
uomo che ha cercato di proteggerla, anche da se stessa, cioè il
richissimo, ma molto anziano, imprenditore petrolifero
James Howard Marshall II che sposerà nel 1994,
solo dopo essere diventata famosa nello star-sistem
hollywoodiano.
Durante il periodo della
frequentazione e il trasferimento a casa di Marshall con Daniel,
Anna Nicole dopo aver posato per un fotografo della sua zona, nel
1992 viene chiamata per apparire sulla copertina
della rivista Playboy. Tutta questa vicenda nel
documentario viene raccontato da Mo Grabowski,l’editor fotografica per la West Coast del
giornale di Hugh Hefner. Da qui la carriera nella
moda di Anne Nicole vola e posa per la campagna pubblicitaria per
la marca Guess Jeans di Paul
Marciano. Nel 1993 la modella, rinominata
da tutti “la nuova Claudia Schiffer” anche se la stessa top model
si rivedeva più come figlia o reincarnazione di Marilyn
Monroe, viene eletta Playmate dell’anno.
Nel 1994 il suo esordio al cinema prendendo parte
ai film Mister Hula Hoop e soprattutto Una pallottola spuntata 33⅓
– L’insulto finale, ma la sua carriera d’attrice cinematografica
non decollò mai.
La seconda parte di
questo docufilm, della durata di quasi due ore, da
qui diventa una sequenza dei numerosi drammi che hanno travolto,
dopo il periodo di massimo splendore, la celebre coniglietta Anna
Nicole Smith. Prima vengono mostrate, utilizzando i video
registrati durante le udienze in tribunale, le lunghe cause
legali che mettevano in dubbio la legittimità sull’eredità
del marito Marshall, morto all’età di novantanni
nel 1995. Proseguendo poi, con i suoi ultimi anni, sono stati stati
segnati dalle lotte contro le dipendenza, da i diuretici per
dimagrire, da un reality show girato nella sua residenza, dalla
tragica morte di suo figlio Daniel e per finire pure la contestata
paternità di sua figlia Dannielynn Hope fino ad
arrivare alla sua triste morte. Anna Nicole Smith la vera
storia si conclude con delle rivelazioni sull’infanzia
della protagonista, dove si scopre che non era povera e che la
madre Virgie non era violenta con lei.
Da Vickie alla diva Anna
Nicole
Questo docufilm
poteva essere una buona occasione per finalmente dare in qualche
modo giustizia al personaggio Anna Nicole Smith. Ursula MacFarlane
riesce bene nella prima parte quella più
biografica dove si parla di
Vickie, una ragazza già nata bellissima, che
capisce il potere e il suo fascino che provoca sui ragazzi e poi
gli uomini, che riesce a svoltare, passando da uno strip club alle
pagine patinate dei giornali americani. Le numerose interviste che
compogono la parte dedicata alla caduta, dopo gli anni del successo
da top model, sono prive di profondità. Vengono mostrati paparazzi,
giornalisti o fotografi che non fanno altro che ripetere quanto era
stupenda e dove passava lei, loro erano sicuri di guadagnare con
scatti, foto e notizie da vendere alle riviste di gossip. La
regista alla fine rimane sempre fedele alla sua visione sulla
protagonista che non viene mai mostrata come una vittima ma una
donna consapevole del sistema.
Anna Nicole Smith la vera
storia è la tumultosa vita tra anni di splendore e periodi
neri della defunta modella, attrice e superstar dei tabloid. Per
tutto il docufilm si sente solo che la donna “desiderava
l’attenzione”, in parte è vero ma c’era molto di più e in parte il
documentario di Netflix riesce a mostrare chi era la ragazza Vickie
Lynn Hogan in arte Anna Nicole Smith.
L’account Twitter del podcast
The Video Archives curato
da QuentinTarantino assieme a Roger
Avary (co-sceneggiatore di Pulp Fiction) ha reso
nota la scomparsa il 19 maggio dell’attore Rick
Dalton, all’età di 90 anni. “Siamo dispiaciuti
nell’annunciare la scomparsa dell’attore Rick Dalton, meglio noto
per il suo ruolo nella serie tv Bounty Law e nella trilogia The
Fireman. Rick è spirato pacificamente nella sua casa delle Hawaii e
lascia la moglie Francesca”, riporta il tweet in
questione.
I fan di Tarantino e del suo cinema
noteranno però subito la stranezza della notizia, perché
Rick Daltonnon è mai esistito.
Questi è il protagonista del film C’era una volta a…
Hollywood, dove era interpretato da Leonardo
DiCaprio. Un personaggio fittizio, dunque, però
vagamente ispirato ad alcuni attori del cinema che sul finire degli
anni Sessanta videro tramontare la propria carriera. A quattro anni
dal film in cui tale personaggio dell’universo cinematografico di
Tarantino ha fatto la sua comparsa, il regista ha dunque fornito
questo triste e ironico aggiornamento.
Per di più, il New Beverly
Cinema di Los Angeles, la sala di proprietà di Tarantino,
sfoggia ora la scritta “In memoria di Rick Dalton, 1933 – 2023.
Un attore straordinario”, come si può vedere qui. Il
motivo di tale annuncio è però presto detto: si tratta di una
trovata pubblicitaria di Tarantino per il suo nuovo libro,
The Films of RickDalton, un romanzo nel quale racconta nel
dettaglio tutti i film e le serie in cui l’attore ha recitato,
proprio come se fosse realmente esistito. Non è la prima volta che
il regista torna su quel suo film per ampliarne la narrazione,
avendovi già dedicato un vero e proprio romanzo dal titolo omonimo
pubblicato nel 2021.
We are saddened by the news of the passing
of actor Rick Dalton, best known for his roles in the hit TV series
Bounty Law and The Fireman trilogy.
Rick passed away peacefully in his home in Hawaii and is
survived by his wife Francesca.
— The Video Archives Podcast (@VideoArchives)
May 19, 2023
Cosa sappiamo di The Movie
Critic, il nuovo film di Quentin Tarantino
Nell’attesa di poter leggere questo
nuovo scritto dell’irriverente regista, sappiamo intanto che
il suo prossimo lungometraggio si intitola The Movie
Critic e le riprese sono previste per questo
autunno a Los Angeles. Il film, come confermato da Tarantino, sarà
ambientato nel 1977, un periodo che ha fatto una grande differenza
nella storia del cinema. Dato il titolo, il premio Oscar si è
trovato a dover smentire le voci secondo cui The Movie
Critic sarebbe incentrato sulla famosa critica cinematografica
Pauline Kael.
Il titolo del nuovo film di
Tarantino ci suggerisce anche che la trasformazione in atto in
quella Hollywood sarà vista attraverso gli occhi di un esterno,
colpito da ciò che vede arrivare sul grande schermo. Se ciò fosse
confermato, The Movie Critic potrebbe dunque sfoggiare un
tono malinconico e romantico sulla falsariga del titolo precedente
di Tarantino, C’era una volta a…
Hollywood. Al momento, tuttavia, non si hanno
maggiori informazioni, né sulla trama né sul cast.
Il canale ufficiale Twitter di The
Flash ha diffuso un video dal backstage del film
in cui si fa luce sul personaggio di Batman di Michael Keaton, che torna all’iconico ruolo
dopo trent’anni. Ecco di seguito il contenuto video:
In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of
Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron
Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The
Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y
tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey
Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
La serata di ieri al Festival di
Cannes è stata tutta per
Cate Blanchett, l’attrice ha accompagnato il suo film The New
Boy, insieme al regista australiano Warwick Thornton.
Presenti molte star sulla croisette che hanno sfilato per
l’occasione, tra cui una sfavillante Cara Bruni e Natalie Portman. Ecco tutte le foto di
seguito.
The New Boy
segue i passi di un bambino aborigeno toccato dalla grazia,
nell’austerità di un monastero gestito da una suora
rinnegata.
Sceneggiatore e autore, vincitore della Camera d’or nel 2009
con Sansone e Dalila
presentato ad Au Certain Regard,
aveva già affrontato il tema degli aborigeni, mettendo in scena due
adolescenti del deserto australiano.
Il decimo e ultimo film di Quentin
Tarantino, come noto, è stato annunciato e si
intitolerà The
Movie Critic. Nel corso della sua carriera, l’autore
due volte premio Oscar ha scritto e diretto nove lungometraggi:
Le iene, Pulp Fiction, Jackie Brown, Kill Bill, A prova
di morte, Bastardi senza gloria, Django
Unchained, The Hateful
Eight e, più recentemente, C’era una volta a Hollywood. Il nuovo film,
il suo decimo, è inoltre stato indicato come il suo ultimo in
assoluto da regista. Nell’attesa di scoprire se ciò sarà o meno
vero, il regista e sceneggiatore Paul Schrader ha
fornito qualche dettaglio in più sul progetto.
Nel corso di un’intervista
rilasciata ad IndieWire, dove parla
principalmente del suo nuovo film Master
Gardener, Schrader ha trovato anche il tempo di
parlare del nuovo progetto di Tarantino. “Non so se le cose
siano cambiate, ma circa un mese fa stava preparando il film, che
ha qualcosa a che fare con il cinema negli anni ’70. E per parte di
questo userà spezzoni di film di quegli anni, ma rigirerà anche
alcune scene di quegli stessi film, e lui mi ha chiesto: “Posso
rifare il finale di Rollling Thunder?” e io ho detto: “sì, provaci.
Mi piacerebbe vederti rifare il finale di “Rolling Thunder”. Chissà
se lo farà davvero o no. Ma era qualcosa che solleticava la sua
immaginazione in un modo molto tarantiniano”.
Come noto, il film del 1977
Rolling Thunder è uno dei film a cui Tarantino dedica un
capitolo specifico nel suo libro Cinema
speculation, inoltre si tratta dei suoi film
preferiti, secondo quanto da lui stesso dichiarato. La sua pratica
di manipolare scene di film del passato si fa notare già in
C’era una volta a… Hollywood, ma chissà che con The
Movie Criticnon vada oltre, cambiando
qualche elemento rispetto all’originale. Come si evince, però,
Schrader non è al corrente se tale aspetto del nuovo lungometraggio
di Tarantino troverà effettivamente concretezza nel montaggio
finale. Non resta dunque che attendere maggiori informazioni a
riguardo.
Cosa sappiamo di The Movie Critic
Il prossimo lungometraggio di
Tarantino si intitola dunque The
Movie Critic e le riprese sono previste per
questo autunno a Los Angeles. Tuttavia, il regista e sceneggiatore
ha messo a tacere le voci secondo cui il film sarebbe incentrato
sulla famosa critica cinematografica Pauline Kael.
Le informazioni sono state fornite dallo stesso Tarantino durante
un evento di domande e risposte. Il film, come confermato da
Tarantino, sarà però ambientato nel 1977, un periodo che ha fatto
una grande differenza nella storia del cinema.
Il titolo del nuovo film di
Tarantino suggerisce anche che la trasformazione in atto in quella
Hollywood sarà vista attraverso gli occhi di un esterno, colpito da
ciò che vede arrivare sul grande schermo. Se ciò fosse confermato,
The
Movie Criticpotrebbe dunque sfoggiare
un tono malinconico e romantico sulla falsariga del titolo
precedente di Tarantino, C’era una volta a…
Hollywood. Al momento, tuttavia, non si hanno
maggiori informazioni, né sulla trama né sul cast.
La star di
Guardiani della Galassia
Vol. 3Chris Pratt ha recentemente commentato
l’iterazione di Gamora (Zoe
Saldana) apparsa nel terzo film della saga e lo ha
definito come “uno dei migliori personaggi scritti” che abbia mai
visto. In un’intervista sul sito Web della
Marvel, Pratt ha descritto la storia di Chris
Prattcome “uno degli archi più
interessanti dell’intero Marvel Cinematic
Universe“. Il protagonista ha notato che l’arco
del personaggio “capovolgerà davvero le persone”.
“È uno dei personaggi
meglio scritti che abbia mai visto, e amo l’arco narrativo che
attraversa in questo terzo capitolo“, ha dichiarato
Chris Pratt. “Farà davvero capovolgere le
persone e sfiderà le loro aspettative su come dovresti concludere
una trilogia con due persone che sono state innamorate
prima.”
Guardiani della Galassia Vol. 3 si conclude
con una scena molto emozionante, allegra ma allo stesso tempo
malinconica, con in sottofondo una canzone dei Florence &
The Machine, “Dog Days Are Over”, e la cantante
della band, Florence Welch, ha reagito a quel
momento in maniera molto emozionata. Guardiani della Galassia Vol. 3 segna la fine
della trilogia del team nell’MCU. Mentre il regista
James
Gunn e alcuni attori lasceranno il Marvel Cinematic
Universe con il film, Guardiani della Galassia Vol. 3 non è stata
una faccenda triste ma una celebrazione. Il film si conclude in
bellezza con una canzone di Florence & The Machine
perfettamente selezionata.
Harrison Ford
torna nel ruolo del leggendario eroe archeologo per l’attesissimo
ultimo capitolo dell’iconico franchise, un’epica e travolgente
avventura in giro per il mondo. Insieme a Harrison
Ford, il cast del film include Phoebe
Waller-Bridge (Fleabag), Antonio
Banderas (Dolor y gloria), John
Rhys-Davies (I predatori dell’arca perduta),
Shaunette Renée Wilson (Black Panther),
Thomas Kretschmann (Das Boot),
Toby Jones (La Talpa), Boyd
Holbrook (Logan – The Wolverine), Olivier
Richters (Black Widow), Ethann Isidore
(Mortale) e Mads Mikkelsen (Un altro
giro).
Diretto da James Mangold (Le Mans ‘66 – La
grande sfida, Logan – The Wolverine) e con
una sceneggiatura scritta da Jez Butterworth & John-Henry
Butterworth e David Koepp e James Mangold, basata sui personaggi
creati da George Lucas e Philip Kaufman, il film è prodotto da
Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel, mentre
Steven Spielberg e George Lucas
sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora
una volta da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni
avventura di Indiana Jonesa
partire dall’originale I predatori dell’arca
perduta nel 1981.
Tra le tante star presenti al
Festival di
Cannes c’è anche l’attrice e modella spagnola
Ester Expósito, nota per aver interpretato il ruolo di
Carla Rosón nella serie televisiva Élite,
che accompagna il film “Perdidos En La Noche (Lost In the Night)”
presentato nella sezione Premiere della 76 edizione del
Festival di
Cannes. Di seguito tutte le foto del photocall del
film:
Nel film Emiliano vive in una
piccola città mineraria in Messico. Abitato da un profondo
senso di giustizia, cerca i responsabili della scomparsa di sua
madre, un’attivista che difendeva i posti di lavoro locali
minacciati da una compagnia mineraria internazionale. Non
ricevendo alcun aiuto dalla polizia o dal sistema giudiziario, la
sua ricerca lo porta alla ricca famiglia Aldama. Poi incontra
il padre, un famoso artista, la sua famosa moglie e la loro
attraente giovane figlia. Non gli ci vuole molto per lavorare
a casa loro ed è determinato a scoprire alcuni segreti ben
custoditi.
Jeanne du Barry,
girato e interpretato da Maïwenn e che segna
l’attesissimo ritorno al cinema di Johnny Depp dopo il controverso processo
Heard-Depp, ha aperto l’edizione 2023 del Festival di Cannes. Promettendo
un ritratto inedito della cortigiana diventata la favorita del re,
il film della regista francese inciampa tuttavia nelle sue stezze
intenzioni, aderendo fin troppo alle convezioni del dramma storico
e confezionando una storia di ascesa sociale sospesa
nell’incertezza di una regia poco ispirata e di una scrittura
sbiadita.
Jeanne du Barry: la trama
Jeanne Vaubernier,
figlia di un popolano e desiderosa di elevarsi socialmente, usa il
suo fascino per emergere al di sopra delle sue circostanze. Il suo
amante, il conte Du Barry, che si sta arricchendo grazie alla
lucrosa galanteria di Jeanne, vuole presentarla al re; organizza
dunque l’incontro tramite l’influente Duca di Richelieu e questo
evento supera di gran lunga le sue aspettative: tra Luigi XV e
Jeanne è amore a prima vista. Con la cortigiana, il Re ritrova il
gusto della vita, tanto da non poterne più fare a meno e decidere
di farne la sua favorita ufficiale. Tuttavia, lo scandalo è dietro
l’angolo: nessuno vuole una ragazza di strada a Corte.
Jeanne du Barry si
presenta come una storia di emancipazione femminile nel cuore di un
sistema fortemente patriarcale, in cui la protagonista stessa verrà
introdotta. Sempre in bilico tra il ricordarsi delle sue origini e
l’abbandonarsi agli agi di questa nuova condizione di vita, Jean
trova nella compagnia del re Luigi XV una chiave di svolta per
capire come vivere a Versailles. Malvoluta e al contempo spiata e
invidiata dai membri della corte – tra cui le esilaranti figlie del
Re, praticamente Anastasia e Genoveffa di Cenerentola traslate a
Versailles – Jean riuscirà a scavalcare chiunque grazie al suo
piglio ardito, uno stile inconfondibile e le maniere non proprio
reali, ma esilaranti.
Non vi è un disegno registico nè
narrativo
Ciò che emerge da questo racconto
pseudo biografico, di cui Maïwenn ha ridefinito i
contorni, è soprattutto una forte discordanza tra il significato di
Jeanne come icona femminista e quella veracità tanto promessa ma
che effettivamente manca al personaggio. Siamo di fronte a un
ritratto che, più che sovversivo, ricalca in toto i cliché del film
in costume, prediligendo la cornice romantica a quella più audace e
non riuscendo nemmeno a individuare un quadro registico preciso: la
regia del film è, infatti, completamente priva di uno schema che
giustifichi le azioni narrative. Non è la storia della popolana che
ci viene introdotta all’inizio: è la storia della corte più famosa
della storia, raccontata in un modo che già conosciamo.
Molto distante dagli sguardi più
eccentrici al passato delle corti, come quello del film La Favorita di Yorgos
Lanthimos o Il corsetto dell’imperatrice di
Marie Kreutzer Jean Du Barry evita di andare
sopra le righe, infrangendo le sue stesse promesse. È
Maiwenn come attrice a imporsi su
Jeanne, mai il contrario: forse la visione
femminista della regista stessa scavalca quello che avrebbe da dire
la sua donna del passato.
Il grande ritorno di Johnny
Depp?
Per quanto sia impossibile restare
indifferenti di fronte al fatto che il cinema europeo stia
concedendo a Depp uno spazio per esprimersi,
bisogna ammettere che l’ex Jack Sparrow risulta confinato nel ruolo
tanto oneroso del sovrano Luigi XV. Ben più di rilievo é stata
infatti sicuramente la sua performance nel film Il caso
Minamata (2020) di Andrew Levitas, presentato nel 2020 al
Festival Internazionale del Cinema di Berlino, in
cui Depp interpreta il fotografo documentarista statunitense
William Eugene Smith. Nei panni del sovrano
francese, infatti, Depp deve lottare con le insidie di una lingua
che non padroneggia quanto l’inglese e con un ruolo storicizzato:
non bastano i suoi riconoscibili manierismi e la sua verve comica –
il film lascia grande spazio all’ironia – per salvare il film.
In conclusione, Jeanne du
Barry è un film che punta molto sulla ricostruzione
d’epoca, sui costumi e sul trucco, ma non riesce ad allontanarsi
dalla convenzionalità. L’intervento anche attoriale di
Maïwenn sulla scena fagocita ogni possibilità
che il film avrebbe di brillare, inglobando perfino l’istrionico
Johnny Depp in un racconto confuso sulla
stregua dei tanto popolari young adult sulle famiglie reali.
Caotico, disturbante, complesso:
Black Flies di Jean-Stéphane Sauvaire con Sean Penn e Tye Sheridan arriva a Cannes 76. Nei primi minuti con le sirene che
stridono e i volti in primo piano, la trama incentrata sui
paramedici di New York segue questo filone concentrandosi sulle
complicazioni della vita. Tra sparatorie tra bande, aggressioni
domestiche e morti di senzatetto, gestire tutto questo per
Ollie (interpretato da Tye Sheridan) e Gene
Rutkovsky (interpretato da Sean Penn) è psicologicamente difficile.
Ollie sta studiando
medicina e fa questo lavoro per pagare le bollette, mentre
Rut è ormai navigato e anziano fa da mentore, o
per lo meno di prova. La prima notte di guardia come paramedico
Ollie deve avere a che fare con una brutta
sparatoria, preso dal panico Rut cercherà di guidarlo scegliendolo
poi come partner. Gli orrori a cui assiste durante le notti come
paramedico mettono a dura prova la sua anima: “Ho iniziato a
fare questo lavoro per aiutare le persone, senza considerare che
sono le persone che aiutano noi”.
Black Flies, la trama
Presentato in concorso al Festival di Cannes, Black
Flies vuole cercare di raccontare le paure e le debolezze
degli uomini unendo il tutto con dei momenti di forte denunci nei
confronti della società americana e in particolare sulla sanità.
Membri delle gang, le mogli maltrattate e picchiate, i senzatetto
accampati nelle lavanderie a gettoni, i tossicodipendenti, gli
immigrati ignorati e molto altro è quello che popola le loro notti
di turno come paramedici. Sono demoni che a volte riescono a
combattere altre volte invece ne vengono inglobati rischiando di
cadere in un vorticoso buco nero dal quale è difficile riemergere.
Anche imbattersi in cadaveri in putrefazione avvolti da mosche nere
è uno dei simboli del lavoro dei paramedici: “Le mosche nere
sono le prime a sentire l’odore della morte”. Loro non sono
altro che le mosche nere.
Un altro aspetto che emerge in
Black Flies è la totale assenza di personaggi
femminili a eccezione di tre significative presenze: la fidanzata
di Ollie (interpretata da Raquel Nave), l’ex
moglie di Rut (interpretata da Katherine Waterston) e la paziente incinta.
Tre personalità forti che ognuna a modo suo cerca portare alla
controparte maschile qualcosa. Per esempio, la fidanzata di Ollie
con suo figlio, potrebbe rappresentare quella vita semplice e
lontana dalle complicazioni.
(Dis)umanità
Black Flies nella sua complessità
porta a fondo delle tematiche complesse in maniera ragionata. Oltre
a far vedere in lavoro dall’interno lo vediamo anche dall’esterno,
dal mondo in cui i paramedici sono percepiti dai pazienti. Il caso
che scatena una concatenazione di eventi tragica è quello della
donna tossicodipendente incita. In quell’occasione Ollie si rende
conto di un potere quasi divino di cui dispongono i paramedici
quello di decidere della vita o della morte. “So cosa stai
pensando? Ne vale la pena?”, in un mondo segreto in cui i casi
considerati senza speranza vengono lasciati morire nel retro
dell’ambulanza.
Ollie, futuro
medico, non riesce a convivere con questo peso sulle spalle e al
suo personaggio è affidata la positività, verso una consapevolezza
diversa rispetto a quella di Rust. Se, infatti, il personaggio di
Sean Penn era ormai irrecuperabile nelle sue
azioni e nel suo modo di pensare, Ollie
rappresenta il cambiamento, una nuova generazione di personale
sanitario che magari non si farà corrompere dalla malvagità.
Arriva al Festival di
Cannes l’attrice
Cate Blanchett che è protagonista di The New Boy, il
film del regista australiano Warwick Thornton che segue
i passi di un bambino aborigeno toccato dalla grazia,
nell’austerità di un monastero gestito da una suora
rinnegata.
Sceneggiatore e autore, vincitore della Camera d’or nel 2009
con Sansone e Dalila
presentato ad Au Certain Regard,
aveva già affrontato il tema degli aborigeni, mettendo in scena due
adolescenti del deserto australiano.
“The new boy”, un bambino solitario (Aswan Reid) dotato di
poteri eccezionali crea fascino dopo il suo incontro spirituale con
Gesù. Ma l’interiorità di questo bambino aborigeno non si
adatta ai valori cristiani lodati al monastero. Il suo potere
misterioso è minaccioso. La storia diretta da Warwick Thornton
si svolge negli anni ’40 con, in uno dei ruoli principali,
l’attrice australianaCate
Blanchett che interpreta la sorella
Eileen. Un personaggio in bilico tra le sue convinzioni e
l’evidenza del dono di questo bambino, i cui valori profondi si
scontrano.
Questa storia mistica non è senza
rievocare l’esperienza del regista che fu convittore, fino all’età
di 13 anni e su iniziativa della madre, di una delle poche città
monastiche dell’Australia, a ovest del paese. In questa
istituzione gestita da monaci spagnoli, il giovane adolescente che
era e che non aveva mai messo piede in una chiesa, rimase
profondamente colpito dall’immagine di Cristo in croce, un’immagine
così diversa da quella che aveva conosciuto da bambino, e così
lontano dalla spiritualità aborigena di cui era imbevuto. La
trama del suo film è legata a questa profonda domanda: possono
armonizzarsi due spiritualità così opposte? Scritta
dall’autore 18 anni fa, la sceneggiatura di The
New Boy lo ha perseguitato da allora.
John Cena non
si aspettava minimamente di essere coinvolto nel film
Barbie come Ken versione Tritone e i suoi fan sono rimasti
altrettanto stupiti dalla notizia. Per Entertainment Weekly, l’ex
superstar della WWE diventata attore e attualmente in sala con
Fast X
ha spiegato come un incontro con la sua co-protagonista di
Suicide SquadMargot Robbie ha portato a
quest’imprevidibile partecipazione. “È stato un felice
caso”, ha detto Cena, “Le riprese di Fast X si svolgevano
letteralmente dall’altra parte della strada rispetto a dove si
stava girando Barbie”.
“Ho dunque incontrato Margot e
lei mi ha chiesto se avevo voglia di partecipare e le ho risposto
che avrei fatto tutto ciò che avrebbe desiderato”. Cena ha
dunque colto al volo l’opportunità di essere in Barbie
dopo aver, secondo quanto riferito, provato ad interpretare il Ken
principale, per il quale è poi stato scelto Ryan Gosling. “Ho provato e sono
stato rifiutato“, ha ricordato Cena. “Stavano organizzando
un casting aperto per il film. Ho capito, non ero un pezzo del
puzzle.“
Ci si può dunque aspettare un
divertente cameo di Cena nel film, il quale vanta un cast a dir
poco stellare. Oltre a Margot Robbie e
Ryan Gosling nei panni
di Barbie e Ken ci saranno infatti anche America Ferrera, Kate McKinnon,Michael Cera, Ariana Greenblatt, Issa Rae, Rhea Perlman e
Will
Ferrell. Fanno poi parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne, Emma Mackey, Hari Nef, Alexandra
Shipp, Kingsley Ben-Adi, Simu Liu, Ncuti Gatwa, Scott Evans, Jamie
Demetriou, Connor Swindells, Sharon Rooney, Nicola Coughlan, Ritu
Arya e il premio Oscar Helen Mirren.
Il film, diretto da Greta Gerwig e da lei scritto insieme a
Noah Baumbach arriverà in sala dal 21
luglio.
Dopo mesi passati a
inseguire le ipotesi nate dalle foto rubate sui set, anche
italiani, e a penare per le condizioni fisiche di
Harrison Ford (per l’infortunio subìto durante le
riprese) è finalmente arrivato il momento di Indiana
Jones e il Quadrante del Destino. Il quinto capitolo del
franchise creato da George Lucas riporta
l’avventuroso archeologo sul grande schermo per quella che potrebbe
– dovrebbe – essere la sua ultima volta, e la regia di
James Mangold (Logan-
The Wolverine) regala al pubblico un gran finale
in linea con i film precedenti, sempre diretti da Steven Spielberg. Uno spettacolo che gli
spettatori italiani scopriranno al cinema a partire dal 28 giugno,
data di uscita in sala del film distribuito da The Walt Disney
Company Italia.
Indiana Jones e il
Quadrante del Destino, l‘ultima avventura di
Indiana Jones
Durante la guerra,
catturato dai nazisti insieme all’amico Basil Shaw (Toby
Jones) mentre è alla ricerca della Lancia di Longino, il
Professor Jones si imbatte in un manufatto ancora più antico,
secondo alcuni in grado di assicurare un potere immenso a chi lo
possiede. Un oggetto sulle cui tracce è anche lo spietato Jürgen
Voller (Mads
Mikkelsen), con il quale il nostro eroe si scontra in
una sequenza iniziale emozionante che ci riporta agli anni ’40, e
ci mostra
Harrison Ford ringiovanito in digitale grazie
alle centinaia di ore di sue immagini in possesso della
Lucasfilm.
New York, 1969, a
distanza di oltre venti anni, la vita dell’archeologo e studioso è
cambiata completamente, sia quella professionale sia quella
personale, entrambe ormai non nel loro momento migliore. A scuotere
la monotonia del settantenne Indy arriva però la figlia del suo
amico, Helena Shaw (la
Phoebe Waller-Bridge di Fleabag), che
lo trascina in un’ultima avventura ai confini del fantasy in giro
per il mondo. Difficile dire se per passione, per interesse o per
riabilitare la memoria del padre, reso folle dall’ossessione per
l’Antikythera di Archimede.
Harrison Ford è sempre lui, il mito di Indy
sopravvive
Come ha
detto Mangold al Festival di
Cannes, probabilmente “non si può accontentare tutti” e
non sarebbe mai stato possibile considerati i tanti fan di un’icona
come Indiana Jones, ma se questo quinto capitolo del franchise
doveva essere un addio – e lo vedremo – probabilmente i più non
saranno delusi dall’operazione che continua a essere guidata da
Steven Spielberge
George Lucas, stavolta insieme tra i produttori
esecutivi.
A più di 40 anni da
I predatori dell’arca perduta del
1981 e a 15 dall’ultima avventura nel Regno del teschio di cristallo, del
2008, nella storia scritta dal regista con David Koepp, Jez
& John-Henry Butterworth c’è molto dello spirito e della
tradizione portata sullo schermo in tutti questi anni. C’è molto,
in generale. Al punto che ogni riferimento rischierebbe di superare
i confini dello spoiler, per quanto qualche sequenza – soprattutto
quelle più movimentate – avrebbe potuto essere asciugata un po’ (e
il costante utilizzo del tema di John Williams
ridotto).
Non tanto, non troppo,
ché dopo una sequenza d’apertura alla 007 e nonostante un pizzico
di autocompiacimento alla Tom Cruise il tono generale si avvicina a
quello del Tintin del 2011, detto senza alcuna intenzione
di sminuire questo o quello, ma con il sospetto – o la voglia – di
vederci un omaggio allo storico filmmaker di Cincinnati.
D’altronde, dal colosso cattivo ai nazisti poco reattivi, dalle
ragazze urlanti agli ambulanti travolti nell’azione tutto è fumetto
in questo film, per non parlare della svolta apertamente fantastica
(non una novità nella saga) della quale molto si è parlato nei mesi
scorsi.
Al centro di tutto una
figura della quale il suo stesso interprete ha disegnato limiti e
priorità, dimostrando di essersi saputo reinventare senza smettere
di essere fedele a un personaggio ormai immortale. In passato
dipendente “dalla sua giovinezza e il suo vigore“, oggi meno
disposto a mettersi in gioco in qualcosa non al suo livello.
Coordinate che anche la macchina da presa mostra di rispettare
nelle scene più adrenaliniche – a cavallo e in apetta, per
cielo e per mare – che Mangold costruisce alla perfezione per
evitare sforzi inutili e innaturali a Ford.
Comunque a suo agio con
inseguimenti e salvataggi, o tra insetti e mostri marini, e nelle
solite polverose camere segrete che da sempre nascondono importanti
svolte narrative. Semmai, stavolta l’accento torna spesso su un
aspetto fondamentale fin troppo tenuto in secondo piano e qui ben
evidenziato: quello dello studio, del valore della conoscenza e –
in questo caso – della matematica. Ultima e più forte tentazione
per l’anziano professore, ormai pronto ad appendere il cappello ‘al
chiodo’.
Risolta la questione
LaBeouf, citato il legame col padre scomparso, assistiamo a
qualcosa di molto simile a un passaggio di consegne a
Phoebe Waller-Bridge, che in più di una occasione
sembra interpretare scene in passato riservate a Indy. Ormai
disilluso e agguerrito, un po’ cinico e amareggiato (e acciaccato),
ma ancora in grado di riservare sorprese. Come quella che chiude il
cerchio nel finale, toccante e conciliatorio, che potrebbe –
definitivamente – accompagnarci all’uscita.
Mentre continuano le speculazioni
riguardo quali attori faranno parte del cast di Superman: Legacy,
l’atteso primo film del DC
Universe di James
Gunn, il quale sarà inoltre lo sceneggiatore e il
regista di tale film, emergono anche sempre nuovi rumor su quali
personaggi saranno presenti nel film. Oltre a Superman, Lois Lane ed un
probabile Lex Luthor, alcune
voci sostengono ora la presenza di due nuove personalità,
solitamente non facenti parte di quelle principali nelle storie
legate a Superman.
Secondo l’insider Jeff
Sneider nell’episodio di questa settimana del suo podcast
The Hot Mic, i DC Studios starebbero attualmente facendo il casting
per Mr. Terrific, personaggio dodato di grandi
doti fisiche ed umane, e un personaggio femminile chiamato
“Blitz“. Si può supporre che si tratti di
Jennifer Blitz, una potente metaumana della DC
Comics. Vi sono però anche ulteriori indiscrezioni che sostengono
la presenza nel film di Lobo, principalmente a
causa del fatto che Gunn ha recentemente pubblicato un Tweet
riguardo un solo attore ufficialmente scelto pel film, allegando
l’emoji di un tritone.
La cosa ha subito spinto i fan a
pensare che la star di Aquaman, Jason
Moma possa essere stata scelta per interpretare l’iconico
cacciatore di taglie Lobo. Naturalmente non ci sono ancora conferme
di alcun tipo circa l’effettiva presenza di tali personaggin nel
film. Gunn, dal canto suo, non sembra minimamente intenzionato a
lasciarsi sfuggire dettagli a riguardo. Poiché Superman: Legacy introdurrà gli
spettatori al nuovo universo cinematografico, è possibile
immaginare che da qui partiranno più storie e che dunque più
personaggi potrebbero essere presentati in tale lungometraggio al
fianco dell’Uomo d’acciaio.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è
attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio
ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno.
Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman:
Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista
DCU. “Non vedo
l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che
il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film
d’animazione e giochi”.
Tra i titoli più attesi
della prossima stagione cinematografica, La
Sirenetta occupa senza dubbio un posto di rilievo.
Chiacchierassimo remake in live action della
Disney, il film vede protagonista Halle Bailey nei panni, o meglio, nella coda
di Ariel,la
Sirenetta ribelle che vuole a tutti i costi conoscere il mondo
della superficie.
In occasione della
conferenza stampa mondiale del film, abbiamo incontrato Bailey e
tutto il cast del film. Presenti all’incontro c’erano anche
Jonah Hauer-King (Principe Eric), Daveed
Diggs (il granchio Sebastian), Awkwafina
(il gabbiano Scuttle),
Jacob Tremblay (il pesciolino Flounder),
Javier Bardem (Re Tritone),
Melissa McCarthy (la Strega del Mare Ursula) e
Noma Dumezweni (la Regina Selina).
La due volte candidata
all’Oscar
Melissa McCarthy non nasconde il suo entusiasmo per la
partecipazione a un progetto così importante e per la premiere di
Los Angeles: “È così eccitante, è questo il motivo per cui amo
fare film. Per me è stato un vero e proprio atto d’amore perché
canto queste canzoni da decenni.”
L’eccitazione per la
premiere mondiale è condivisa da tutti i membri del cast, compresa
la protagonista Bailey che ha avuto modo di mostrare il film, per
la prima volta, a sua sorella maggiore, Chloe
Bailey, con la quale condivide la carriera musicale e che,
a detta sua, è la sua roccia e la sua migliore amica: “Sono
così felice che le sia piaciuto. Mi ha tenuto la mano per tutta la
proiezione ed ora mi posso rilassare, perché a lei è
piaciuto.”
Sembra però che la
preoccupazione più grande fosse proprio cantare davanti a Alan
Menkel le sue stesse canzoni. È quello che ha dichiarato
Jonah Hauer-King, il principe Eric: “La
premiere è stata incredibile. Ma è stato davvero terrificante
cantare in un film di fronte a un artista nominato ai Grammy,
questo no, non è stato divertente. Ma avevamo le voci incredibili
di Melissa e di tutti gli altri. La reazione del pubblico è stata
splendida.”
Daveed
Diggs, irresistibile doppiatore di Sebastian, è stato
molto sorpreso della versione finale di In fondo al mar, per lui
vera e propria montagna da scalare: “Quando è arrivata la mia
canzone, non l’avevo mai sentita prima e non pensavo che potessi
davvero farlo. Il pubblico ha risposto benissimo.” E nemmeno
un in genere serissimo e compito
Javier Bardem, nei panni di Re Tritone, ha resistito
all’entusiasmo della prima del film: “Le persone che hanno
visto il film ne sono rimaste commosse profondamente. Tutti
applaudivano e hanno apprezzato il duro lavoro che c’è stato per
mettere insieme il film.”
La Sirenetta: incontro con il cast
del live action Disney
Nonostante la giovane
età, appena 16 anni,
Jacob Tremblay vanta già una carriera decennale ed è
stato scelto per doppiare Flounder, il pesciolino giallo e blu
amico di Ariel. “Siamo stati tutti insieme per un bel po’ di
tempo nello studio di registrazione in Inghilterra e ci siamo
conosciuti meglio. Questo ha sicuramente aiutato le nostre voci ad
andare insieme. Dopo le esperienze durante la pandemia, per me è
stato un privilegio poter registrare tutti insieme, anche perché
abbiamo tante scene tutti insieme.”
Altra scelta
incredibilmente intelligente da parte del team del casting de
La
Sirenetta è stata quella di prendere
Awkwafina per prestare la voce a Scuttle, il
gabbiano, che per molto è il personaggio più divertente
dell’originale, confermando la lunga tradizione Disney che vede
sempre nelle spalle comiche i migliori personaggi. “Ho sempre
letto le scene con altri attori – ha detto
Awkwafina– e di solito siamo dentro le cabine
di doppiaggio da soli e non ci sono quasi mai gli attori che
leggono con te. Ma siamo stati tutti in grado di farlo insieme, e
sì, secondo me è stato quello il segreto.”
Noma
Dumezweni ha avuto forse il compito più difficile, perché
il suo personaggio, la Regina Selina, non è nel catone animato
originale, ed è stato quindi un’aggiunta che ha arricchito la
storia di Eric ma che se da una parte non aveva nessun termine di
paragone, era anche qualcosa di completamente nuovo da far
accettare ai fan puristi. Venendo dal mondo del teatro, Dumezweni
si è confrontata con una serie di dinamiche differenti rispetto al
suo solito lavoro: “Per me, fare una prova sul set, è una cosa
rara, quando mi sposto tra TV e teatro. Ma amo sapere che c’è la
possibilità di fare le prove e di capire se quello che stai facendo
è fatto bene. E poi Rob e John sono bravissimi a valorizzare ognuno
dei loro attori.”
Sicuramente l’esperienza
sul set è stata formativa anche per gli attori più navigati, ma non
c’è dubbio che per Halle Bailey il ruolo di Ariel sia stato
determinante: “Sento che Ariel mi ha davvero aiutato a trovare
me stessa e mi piace questa versione di giovane donna di me, anche
perché sono ormai cinque anni che questo personaggio è con me.
Anche Ariel, come me, ha delle passioni da portare avanti e delle
cose per cui combattere e questo può essere spaventoso, ma è anche
bello poter affrontare tutto come il personaggio che
interpreti.”
Per vedere il risultato
finale di questo lavoro durante quasi cinque anni, basterà
aspettare fino al 24 maggio prossimo, quando La
Sirenetta arriverà sul grande schermo, distribuito da
The Walt Disney Company.
Ancora nessun annuncio ufficiale sul
casting di Fantastici Quattro dei
Marvel Studios, ma le voci
continuano a volare e ci sono un paio di aggiornamenti molto
interessanti. Si riporta infatti che il personaggio di Sue Storm
sia un punto focale della storia, e sembra che Kevin Feige miri a garantire al
personaggio un’attrice di primo piano. Secondo l’insider
Jeff Sneider nell’episodio di questa settimana del
suo podcast The Hot Mic, il ruolo era dunque stato offerto alla
premio Oscar Emma Stone
(The Amazing Spider-Man, La La Land), ma poiché l’attrice
chiedeva troppi soldi le trattative non sono andate a buon
fine.
Tuttavia, stando a Sneider,
l’attrice non sarebbe del tutto fuori dalle discussioni ai Marvel
Studios, che in mancanza di una valida alternativa potrebbero
tornare ad avere colloqui con la Stone. Iniziano poi ad emergere
anche rumor riguardanti gli altri personaggi del film, e uno di
questi vuole Daveed Diggs (Hamilton, La
sirenetta) ufficialmente in trattative per interpretare
Ben Grimm alias La cosa, dopo che si vociferava fosse il favorito
al ruolo già un paio di settimane fa. Adam Driversi dice abbia firmato per
interpretare Reed Richards, ma questo deve ancora essere
confermato. Ancora nessuna parola inveece su chi potrebbe essere in
lizza per interpretare Johnny Storm (Paul Mescal
avrebbe rifiutato il ruolo).
Sneider ha infine riferito che,
stando ad alcune fonti interne, la Marvel intende rimandare
l’annuncio del cast principale fino al Comic-Con che si svolgerà a
San Diego a luglio. Sembra dunque che bisognerà aspettare ancora un
paio di mesi per poter forse conoscere chi interpreterà i quattro
protagonisti e scoprire se la Stone tornerà ad essere una favorita per il ruolo di Sue
Storm o meno. Come noto, Matt Shakman dirigerà
Fantastici Quattro a partire
da una sceneggiatura di Jeff Kaplan e Ian
Springer. I dettagli della trama sono ancora un mistero,
ma Feige ha confermato che questa non sarà un’altra storia sulle
origini del super team.
Sean Penn è solidale con il sindacato degli
sceneggiatori, i cui membri sono attualmente in sciopero per
lottare per salari e condizioni di lavoro migliori nell’era dello
streaming. “Il mio pieno supporto è con la corporazione degli
sceneggiatori“, ha detto Penn durante la conferenza stampa di
oggi al Festival di
Cannes per il suo ultimo film Black
Flies, che ha debuttato in Concorso. “Ci sono
molti nuovi concetti che vengono lanciati, incluso l’uso dell’IA. E
mi sembra semplicemente un’oscenità umana che ci sia stato un
respingimento sul dibattito di questi temi.”
Sean Penn ha anche criticato la PGA definendola una
“gilda di banchieri“, affermando che “la prima cosa
che dovremmo fare in queste conversazioni è cambiare la Gilda dei
produttori e intitolarla come si comportano, che è la gilda dei
banchieri. È difficile per così tanti sceneggiatori e persone del
settore che non possono lavorare”.
Black
Flies è stato
presentato in anteprima al Palais al Festival di
Cannes dove ha ricevuto una standing ovation
di cinque minuti. Diretto da Jean-Stéphane Sauvaire e adattato dal
romanzo di Shannon Burke del 2008, la storia segue il giovane
paramedico Ollie Cross, che sogna di andare alla facoltà di
medicina. Ma fa fatica a studiare mentre affronta il lavoro intenso
e faticoso da paramedico nell’unità di emergenza a Brooklyn. Penn
interpreta un paramedico veterano, che insegna a Ollie ad
affrontare le crisi di emergenza sanitaria mentre affrontano le
difficoltà a New York City. “È stato un modo per capire
la città e i suoi abitanti”, ha detto il regista Sauvaire alla
sala dei giornalisti della realizzazione del film. “È stato un
modo per entrare nella vita delle persone e mescolare il divario
tra documentario e finzione“.
Stéphane Sauvaire, Tye Sheridan
e Sean
Penn hanno trascorso del tempo sul retro delle
ambulanze a New York prima che le riprese del film iniziassero e
quasi tutte le situazioni strazianti del film, dalle ferite da arma
da fuoco intrise di sangue alle scene inquietanti di violenza
domestica e gravidanze pericolose, sono state basate direttamente
influenzate da esperienze di vita reale. Dopo aver trascorso così
tanto tempo sul campo,
Sean Penn ha ammesso di essersi sentito scoraggiato
dallo stato del sistema sanitario americano. “Con così tanti
lavoratori in prima linea, le persone li svolgono in gran parte con
il desiderio di servire“, dice Penn dei primi soccorritori,
che sono raffigurati in “Black
Flies“. “E poi quello che scoprono è che sono
assediati da azioni di gioco politico a breve termine. Questo film,
spero, si aggiunge a quella conversazione. Speriamo tutti che lo
faccia perché è una rappresentazione delle forze primitive dei
salvatori. Devono fare qualcosa per creare un sistema sanitario
migliore. L’attore ha notato anche l’avidità al centro
del settore sanitario: “Spesso baasta raccogliere corpi per
generare Ching ching ching dell’assicurazione”. Black
Flies è in concorso a, Festival di
Cannes, dove compete per la Palma d’Oro contro
“Asteroid City” di Wes Anderson, “May December” di Todd Haynes,
“Monster” di Kore-eda Hirokazu e altri film.
Max ha diffuso il primo
trailer di Full Circle, l’attesa serie limitata
di Steven Soderbergh, che debutterà
quest’estate negli USA su MAX e in Italia presumibilmente su SKY e
NOW. “Un’indagine su un rapimento fallito svela segreti di lunga
data che collegano più personaggi e culture nell’odierna New York
City”, recita la sinossi ufficiale.
Quando esce Full Circle su Max?
L’ultimo progetto del leggendario
regista sta arrivando su Max,
conWarner Bros. Discovery
che fissa la data di uscita di Full Circle per il 13 luglio 2023.
La serie di sei episodi continuerà con due episodi settimanali fino
al finale il 27 luglio 2023. Full Circle
presenta un cast stellare, tra cuiZazie
Beetz,
Claire Danes, Jim Gaffigan, Jharrel Jerome,
Timothy Olyphant, CCH Pounder, Phaldut Sharma, Adia, Sheyi
Cole, Gerald Jones, Suzanne Savoy, Ethan Stoddard, Lucian Zanes e
Dennis Quaid. Guarda il trailer di Full
Circle qui sotto:
La serie è diretta da
Soderbergh da una storia scritta da Ed
Solomon. Full Circle è l’ultimo di una collaborazione tra
Soderbergh e HBO, con il leggendario regista che ha realizzato il
thriller del 2022 Kimi per HBO Max nel 2022. Più
recentemente, Soderbergh ha anche diretto la commedia drammatica
del 2023 Magic Mike – The Last Dance.
Netflix
ha finalmente rilasciato un teaser trailer per Nimona,
l’adattamento cinematografico animato a lungo in fase di sviluppo
dell’omonima graphic novel bestseller di ND
Stevenson. Il video presenta il nuovo eroe di
Netflix
sotto forma di un’adolescente dispettosa di nome Nimona
mentre mostra il potenziale illimitato delle sue capacità
mutaforma.
Quando il cavaliere di un futuristico mondo medievale è incolpato
ingiustamente per un crimine che non ha commesso, l’unica persona
che può aiutarlo a provare la sua innocenza è Nimona, adolescente
dispettosa e una delle creature mutaforma che lo stesso guerriero
ha giurato di distruggere. Il Nimona
dovrebbe debuttare il 30 giugno. Dai un’occhiata al teaser trailer
di Nimona qui sotto:
Quando Ballister Cuoreardito (Riz Ahmed), cavaliere di un
futuristico mondo medievale, è incolpato ingiustamente per un
crimine che non ha commesso, l’unica persona che può aiutarlo a
provare la sua innocenza è Nimona (Chloë Grace Moretz), adolescente
dispettosa amante del caos e una delle creature mutaforma che lo
stesso guerriero è stato addestrato a distruggere. Ma con l’intero
regno contro di lui, Nimona è la migliore (o forse l’unica) alleata
su cui Ballister può contare. E mentre i ruoli tra eroi, cattivi e
mostri iniziano a confondersi, i due protagonisti sono determinati
a portare scompiglio: Ballister per dimostrare la propria innocenza
una volta per tutte e Nimona per… portare solo scompiglio.
Diretto da Nick Bruno e Troy Quane, NIMONA è un’epica avventura
su come trovare l’amicizia nelle situazioni più impensate e
accettare se stessi e gli altri per come siamo. Tratto dalla
graphic novel candidata al National Book Award e bestseller
del New York Times di ND Stevenson.
Dopo anni di annunci,
gestazione complicata a causa della pandemia, e tantissime critiche
per il casting riversatesi on-line sulla produzione, il prossimo 24
maggio arriverà al cinema La
Sirenetta, il nuovo ennesimo remake live action
targato Disney, che attinge alla sua Library di
classici d’animazione per riproporre al pubblico degli anni ’20
quelle storie e quelle avventure che hanno accompagnato per anni
diverse generazioni.
Al timone del film è
stato messo Rob Marshall, che di musical sa una
cosa o due, avendo firmato, negli anni, Into the
Woods, Mary Poppins Returns e il
premiatissimo Chicago, oltre che numerosi musical
per il teatro. “Lavorare a questo film ci ha tenuti impegnati
per più di quattro anni, vederlo proiettato sullo schermo del Dolby
Theatre è stata un’emozione bellissima.” Ha esordito il
regista in occasione della conferenza stampa mondiale, all’indomani
della premiere del film a Los Angeles. “Avere tutto il cast lì,
davanti al pubblico… è stato uno dei momenti più belli della nostra
vita.”
Con Marshall, in
conferenza, erano presenti anche il produttore, John
DeLuca, e Alan Menkel, storico autore
della colonna sonora originale del film e che per questo remake ha
lavorato insieme a Lin Manuel Miranda, per
arricchire e adattare l’iconica colonna sonora del film.
E naturalmente il fuoco
dell’incontro si è spostato subito su Halle Bailey, interprete di Ariel. “Non
volevo che pensassero subito che tutto quello che dicevo era
legge – ha spiegato Alan Menkel che,
giustamente, viene visto come padre e nume tutelare della colonna
sonora originale premiata con l’Oscar – Ho chiesto a tutti i
fare proprie le canzoni prima, e poi ne avremmo parlato insieme. E
Halle è completamente adorabile. È così talentuosa. Non puoi
distogliere lo sguardo da lei. L’emozione è proprio lì sul suo viso
e dentro la sua voce. È una persona deliziosa e un’Ariel
fantastica. Quando abbiamo visto il pre-montato con le canzoni,
continuavo a piangere… è stato un lavoro di gruppo, Rob e John,
David Magee, Lin-Manuel Miranda e io ci siamo riuniti, prima
nel mio appartamento, poi in studio. Abbiamo esaminato tutti i
cambiamenti apportati alla storia e la nuova struttura. E quindi le
decisioni sono state prese in base ai personaggi e a cosa era
necessario in quel momento per per carattere. Così, per esempio,
abbiamo creato questa canzone per il Principe Eric che è una
canzone d’amore per questa ragazza misteriosa, ma anche per il mare
e per le acque inesplorate, cosa che finisce per essere un tema
portante per tutto il film. E così anche per la prima scena sulla
terra ferma e per il beat di Scuttle. Era pieno stile Lin Manuel
Miranda.”
La Sirenetta: incontro con i filmmaker
I numeri musicali del
film sono stati in molti casi riscritti e adattati, in base alle
nuove esigenze della storia. Quindi se da una parte i pilastri
della tracklist originale sono stati riproposti, ci sono canzoni
nuove e alcune cose che invece sono state modificate. “È
sorprendente, se ci pensate, che nel film originale Ariel abbia una
sola canzone, anche se con una serie di riprese – ha
dichiarato DeLuca –Ma è sempre la stessa
canzone, e così la grandezza di Alan è stata proprio nel rifare il
suo lavoro che già era allo stato dell’arte. Abbiamo creato un
altro spazio per Ariel, in cui davamo voce alle sue emozioni, anche
nelle scene in cui lei non ha la voce.”
“E poi adoro lavorare
con attori che non hanno mai fatto musical – ha spiegato
Rob Marshall – Perché si avvicinano nel modo
giusto, cantano mentre sono dentro al personaggio e mettono in
scena il personaggio attraverso la canzone, e non se ne rendono
nemmeno conto. Ricordo quando lavoravamo con Melissa o con
Awkwafina. Volevano cantare e Awkwafina ha rappato, era così
spaventata e eccitata al tempo stesso, ma ha voluto farlo. E con
Melissa, mentre provavamo delle cose, lei era sempre sorpresa di
riuscire a fare certe cose con la voce. Molti attori hanno timore a
cantare, ma lei è stata impavida.” Ed effettivamente il
risultato finale e notevole e McCarthy è una incredibile Strega del
Mare!
Sebbene non siano notizie ufficiali,
sembra che i Marvel Studios siano alla
ricerca di un nuovo sceneggiatore per l’atteso film Avengers: The Kang
Dynasty. Secondo Jeff Sneider di
The Hot Mic, Jeff Loveness – che era stato
arruolato per scrivere il film poco dopo aver consegnato la sua
sceneggiatura per Ant-Man and the Wasp:
Quantumania – sembra non ricoprirà più tale ruolo e il suo
allontanamento dal progetto sarebbe avvenuto prima dell’attuale
sciopero degli sceneggiatori.
Non ci sono ipotesi su cosa potrebbe
aver portato Loveness a lasciare The Kang Dynasty, ma c’è
una buona possibilità che la performance al di sotto delle
aspettative di Quantumania possa avere qualcosa a che fare
con questo. Affidare uno dei più più importanti della Fase 6 allo
sceneggiatore di un film che ha minato ancor di più la forza
dell’MCU deve non essere sembrata più una buona idea ai dirigenti
che, sempre secondo i rumor che attualmente circolano, avrebbero
dunque deciso di sostituirlo.
Per quanto ne sappiamo, Loveness non
aveva ancora completato una bozza della sceneggiatura, ma aveva
sicuramente un’idea approssimativa della storia che il film avrebbe
raccontato. Se la notizia venisse confermata ufficialmente, lo
studios dovrebbe ora procedere a una revisione completa di quanto
da Loveness ipotizzato, introducendo naturalmente un nuovo
sceneggiatore sul progetto. Ribadiamo che ad ora questa è solo una
voce, che non risulterebbe poi tanto sorprendente se confermata,
considerando appunto lo scarso apprezzamento ricevuto dal
precedente lungometraggio firmato da Loveness. Ad ora, Avengers: The Kang
Dynasty è previsto al cinema per il 2
maggio 2025.
RUMOR: Hearing that screenwriter Jeff
Loveness is off AVENGERS: KANG DYNASTY… and that he fell off prior
to the strike.
Deadpool 3 continua a
dare forma al proprio ufficializzando un ritorno tanto atteso
quanto gradito: Testata Mutante
Negasonica farà infatti parte del film e con lei ci
sarà anche un altro personaggio presente già in Deadpool
2, ovvero Yukio. Come riportato da Deadline,
infatti, le attrici Brianna Hildebrand e
Shioli Kutsuna hanno concluso accordi per tornare
in Deadpool 3, riprendendo i loro
ruoli dai film precedenti.Le due si uniscono a un
cast che include altri veterani di Deadpool come
Karan Soni, Leslie Uggams,
Morena
Baccarin, Stefan Kapicic e
Rob Delaney, che interpretano rispettivamente
Dopinder, il tassista di Deadpool, il suo compagno di stanza Blind
Al, la sua fidanzata Vanessa, il mutante metallico Colossus e
l’umano Peter, membro della X-Force.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3 non
siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i
Marvel
Studios di unire la serie di film di Deadpool
– l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta
all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che
i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò
preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo,
consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e
potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre
Rhett Reese e Paul Wernick, che
hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone,
scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, aveva precedentemente
assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i
primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con
tale classificazione matura. Deadpool 3 uscirà il
8 novembre 2024.
Il film, oltre a presentare
naturalmente Ryan Reynolds
di nuovo nei panni di Deadpool, vanterà anche il tanto atteso
team-up tra l’irriverente protagonista e Wolverine, con Hugh Jackman che uscirà dal suo pensionamento
da supereroe per riprendere il suo ruolo iconico degli X-Men. Anche Emma Corrin e
Matthew Macfadyen si sono uniti al cast in ruoli ancora
non del tutto resi noti, anche se la Corrin dovrebbe interpretare
uno dei villain del film. La pellicola sarà il primo film della
serie di film di Deadpool ad essere distribuito dopo l’acquisizione
da parte della Disney della 20th Century Fox.
Arriva in prima tv su
SkyDANTE,
di Pupi Avati, racconto della vicenda umana
dell’Alighieri, poeta fra i grandi e certamente più noto nel mondo,
lunedì 22 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno (alle 21.45
anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Il film prende spunto dalla
missione affidata a Giovanni Boccaccio nel 1350: portare alla
figlia di Dante, a Ravenna, una borsa di dieci fiorini per
risarcirla del tanto male che i fiorentini avevano fatto a suo
padre. Protagonista è Sergio Castellitto, che veste i panni del
Boccaccio, con lui nel cast anche Alessandro
Sperduti, Enrico Lo Verso e
Alessandro Haber.
La trama del film
Settembre 1350. Giovanni Boccaccio
viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento
simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a
Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Dante è morto
in esilio nel 1321 mentre la sua fama, grazie alla divulgazione
della Commedia, si è diffusa ovunque. Gli ultimi suoi vent’anni
sono stati terribili, in continua fuga, cercando ospitalità presso
le varie corti, con una condanna al rogo e alla decapitazione
inflitta sia a lui che ai suoi figli maschi fuggiti a loro volta da
Firenze.
Intanto nel capoluogo toscano gli
equilibri di potere sono profondamente mutati e la città cerca una
riappacificazione, seppure postuma, con un concittadino di tale
valore. I dieci fiorini sarebbero il risarcimento simbolico per la
confisca dei beni e per la condanna ad essere arso vivo e
decapitato decretata ormai quasi mezzo secolo prima dal comune
fiorentino. Contro quella parte del mondo ecclesiale che considera
la Commedia opera diabolica, Giovanni Boccaccio accetta
quest’incarico nella convinzione di poter svolgere un’indagine su
Dante che gli permetta di narrarne la vicenda umana e le
ingiustizie patite. Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla
figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate,
diede riparo e offrì accoglienza e chi, al contrario, respinse e
mise in fuga l’esule.
Ripercorrendo da Firenze a Ravenna
una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli
stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello
spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e
nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana
di Dante, fino a poterci narrare la sua intera storia.
Come ormai noto, un sequel di Il
gladiatore (attualmente noto solo come Il gladiatore 2) è a tutti gli
effetti in lavorazione, con Ridley Scott che torna alla regia del
film che vedrà protagonista Paul Mescal nei
panni di Lucius, ma anche il ritorno di Connie
Nielsen nei panni di Lucilla e Djimon Hounsou in quelli di Juba. Vi
sono però anche gli ingressi del premio Oscar Denzel
Washington, la star di The MandalorianPedro Pascal e
l’attore di Stranger ThingsJoseph
Quinn. Un altro grande nome inizialmente annunciato come
parte del cast, nel ruolo dello spietato imperatore Gela, era
l’attore Barry Keoghan,
che ha però ora dovuto rinunciare al ruolo per via di conflitti con
altri progetti.
Con la sua uscita, vi sono però
altri attori pronti ad entrare nel cast. Il ruolo di Gela è infatti
ora andato a Fred Hechinger (The White
Lotus). Si sono poi aggiunte al film anche la star di Moon
Knight, May Calamawy, Lior
Raz (6 Underground), Peter
Mensah (Avatar) e Matt Lucas
(Bridesmaids). Anche Derek Jacobi è stato
incluso nella lista del cast e riprenderà il ruolo di Gracchus dal
primo film. Il gladiatore 2 continua
dunque a preannunciarsi come un film particolarmente epico già solo
per il suo ricco e variegato cast, composto da alcuni tra i più
talentuosi attori del momento o da vere e proprie leggende della
recitazione.
Al momento non sono noti dettagli
sulla trama, ma è possibile immaginare che tra Lucius, il figlio
dell’amante di Massimo, Lucilla, e Geta possa generarsi uno scontro
al pari di quello tra Massimo e Commodo visto nel primo film. Non
resta dunque che attendere che le riprese di Il gladiatore 2 abbiano
inizio, così da poter ricevere maggiori dettagli a riguardo come
anche le prime foto in costume dei protagonisti. Ricordiamo che
Russell Crowe non
sembra essere coinvolto in alcun modo nel progetto,
specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo moriva al
termine del primo film. Ad ora, questo sequel è atteso in sala per
il 2024.
Hollywood sembra essere pronta per
il ritorno di Johnny Depp,
secondo quanto affermato da alcuni insider. Depp è stato, come
noto, una delle più grandi star del cinema prima del controverso
divorzio e della disputa legale con la sua ex moglie, l’attrice
Amber Heard. Un evento che ha avuto un
impatto negativo sulla reputazione e sulla carriera di Depp, anche
se la vittoria del processo per diffamazione contro Heard lo scorso
giugno ha aumentato le sue probabilità di un ritorno. Pochi giorni
fa, Depp è stato ora accolto calorosamente al Festival di Cannes, dove ha partecipato
alla premiere del film Jeanne du Barry, di cui
è protagonista.
Dopo aver ricevuto una standing
ovation tutta per lui, molti insider di Hollywood si sono fatti
avanti nell’affermare che la patria del cinema statunitense sarebbe
pronta per il suo ritorno, anche se l’attore giudica strana la
parola “ritorno”. Diversi agenti anonimi, produttori e altre
personalità del cinema hanno dunque parlato di come Hollywood sia
pronta a ricucire i rapporti con Depp, a condizione che si rimetta
in forma, si presenti in tempo e ricordi le sue battute. “Le
persone hanno la memoria corta. Penso che sarà lo stesso per
Johnny Depp, a meno che non continui a perdere il
controllo durante le riprese”, è una delle affermazioni
riportate
“Avrebbe più possibilità di
lavorare negli Stati Uniti se avesse un aspetto un po’ migliore.
Sembra gonfio e malsano nelle poche foto che ho visto di lui di
recente – non mi sembra una star del cinema. Se si mette in ottima
forma e se sarà professionale nei film a cui lavora, penso che
Hollywood lo ingaggerà di nuovo come protagonista”, viene
riportato nel rapporto di IndieWire. “Depp è un attore
abbastanza bravo da rianimare una carriera. Ma a causa dell’età
sarà un attore caratterista piuttosto che un protagonista: potrebbe
essere il tipo di presenza eccentrica avvincente che un Christopher
Walken o un Ian
McKellen sono stati in questi ultimi anni”, ha affermato
lo sceneggiatore Larry Gross.
In ogni caso, Depp al momento non ha
ruoli da attore previsti dopo Jeanne du Barry, con il suo
unico progetto attualmente confermato che sarà un film biografico
su Modigliani con Al Pacino
e Riccardo
Scamarcio, di cui però sarà regista. La prospettiva di
un ritorno a Hollywood rimane comunque incerta poiché Depp è ancora
una figura divisiva tra il pubblico americano ed è improbabile che
ritorni ai suoi ruoli di maggior successo commerciale come Jack
Sparrow nella serie Pirati dei Caraibi. Non è inoltre
certo che l’attore possa essere interessato a tornare
ad Hollywood, dove essersi sentito boicottato da quel mondo. Ad
ora, l’attore sembra maggiormente interessato a ricostruirsi una
carriera in Europa.