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Swamp Thing: il film sarà molto più “orribile” rispetto ad altri progetti!

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Uno dei progetti che James Gunn dei DC Studios ha annunciato mentre svelava il primo stadio dell’Universo DC la scorsa settimana era un film di Swamp Thing, che è impostato per “indagare sulle origini oscure” del personaggio. Per questo motivo, il prossimo film DCU Swamp Thing sarà molto più spaventoso di qualsiasi altro progetto DC. James Gunn  ha osservato con decisione che “questo è un film molto più orribile, ma avremo comunque Swamp Thing che interagisce con gli altri personaggi”. Peter Safran ha aggiunto che Swamp Thing sarà un ottimo esempio dell’universo DC connesso pur variando di tono a seconda del progetto.

L’ultimo film di cui volevamo parlare è Swamp Thing“, ha detto Safran alla DC . “Ne parliamo perché è importante sottolineare che in queste storie, sebbene siano interconnesse, non sono tutte uguali dal punto di vista tonale. Ogni gruppo di registi apporta la propria estetica a questi film, e il divertimento è vedere come queste opere tonali diverse si fonderanno in futuro.” In seguito poi alla notizia che il regista di Logan e Indiana Jones 5, James Mangold, è in trattative per dirigere il film Swamp Thing del DC Universe, la cosa lo rende anche più interessante, visto che LOGAN a suo modo fu anche uno dei pochi film vietati ai minori e adattati dai fumetti.

Gunn ha anche parlato del successo di un personaggio come Rocket Raccoon nell’universo cinematografico Marvel nonostante non fosse un personaggio tradizionale o addirittura una persona. Gunn ha detto che con Swamp Thing avrebbe ripetuto quel concetto e lo avrebbero “migliorato” e che la sua storia avrebbe sposato appieno gli elementi horror originale del fumetto.  Attualmente, non si sa molto di Swamp Thing o della maggior parte dei progetti pianificati di DC Studios. Tuttavia, un recente rapporto di Variety suggerisce che il regista James Mangold sia in trattative per dirigere il film Swamp Thing. Mangold è attualmente in procinto di finire il prossimo film di Indiana Jones e la ruota del destino, e dirigerà prossimamente Going Electric, un film biografico su Bob Dylan con Timothée Chalamet, così come un film biografico su Buster Keaton con Rami Malek.

Swamp Thing è attualmente impostato per essere il film finale del capitolo 1 della DC, che includerà anche Gunn’s Superman: Legacy, un film incentrato su Batman e Robin chiamato  The Brave and the Bold , Supergirl: Woman of Tomorrow e  diversi programmi TV.

Everett Ross va sotto copertura nella scena tagliata di Black Panther: Wakanda Forever

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Un’altra scena cancellata di Black Panther: Wakanda Forever è stata rilasciata. La scena, intitolata “The Upstairs Toilet”, mostra Everett K. Ross di Martin Freeman mentre va sotto copertura per cercare di proteggere informazioni digitali per conto di Okoye e Wakanda. Dai un’occhiata alla  scena eliminata di Black Panther: Wakanda Forever:

https://www.youtube.com/watch?v=zj9KzB3nmVw

Ryan Coogler ha diretto Black Panther: Wakanda Forever da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Joe Robert Cole. È prodotto da Kevin Feige e Nate Moore, con Victoria Alonso, Louis D’Esposito e Barry Waldman come produttori esecutivi. “Nel film, la regina Ramonda, Shuri, M’Baku ,  Okoye e la Dora Milaje combattono per proteggere la loro nazione dall’intervento delle potenze mondiali in seguito alla morte del re T’Challa”, si legge nella sinossi. “Mentre i Wakandan si sforzano di abbracciare il loro prossimo capitolo, gli eroi devono unirsi con l’aiuto di War Dog Nakia ed Everett Ross e forgiare un nuovo percorso per il regno di Wakanda.”

Interpreta diversi membri del cast di ritorno dal primo film, tra cui Letitia Wright nei panni di Shuri, Lupita Nyong’o nei panni di Nakia, Danai Gurira nei panni di Okoye, Angela Bassett nei panni di Ramonda, Martin Freeman nei panni di Everett K. Ross, Winston Duke nei panni di M’Baku e Florence. Pastore come Ayo. Insieme a loro c’erano i nuovi arrivati ​​in franchising Tenoch Huerta (Narcos: Mexico) nei panni di Namor, Michaela Coel (I May Destroy You) nei panni di Aneka, Mabel Cadena nei panni di Namora e Alex Livinalli nei panni di Attuma.

The Last of Us: il promo dell’episodio 5

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The Last of Us: il promo dell’episodio 5

La data di uscita dell’episodio 5 di The Last of Us è stata annunciata e andrà in onda un po’ prima rispetto ad altre puntate dell’adattamento videoludico di successo della HBO. Non volendo scontrarsi con il Super Bowl la prossima settimana, HBO rilascerà invece l’episodio 5 di The Last of Us venerdì. Sarà presentato in anteprima su HBO Max e HBO On Demand il 10 febbraio alle 21:00 ET / 18:00 PT. Tornerà quindi al suo familiare slot domenicale fino al suo finale di stagione il 12 marzo. Dai un’occhiata al trailer dell’episodio 5 di The Last of Us qui sotto:

The Last of Us racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.

The Last of Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.

Giacomo Giorgio: 10 cose che non sai sull’attore

Giacomo Giorgio: 10 cose che non sai sull’attore

Giacomo Giorgio è una degli attori che più si sono distinti nella serie Mare fuori, divenuto un vero e proprio caso televisivo. Pur se ancora alle prime armi e con pochi ma significativi ruoli dalla sua parte, il giovane attore ha dato prova di possedere un certo talento, che se coltivato potrà portarlo a divenire un volto interessante della nuova generazione di attori.

Ecco 10 cose che non sai di Giacomo Giorgio.

Giacomo Giorgio: i suoi film e le serie TV

1. È noto per alcune serie TV. La carriera televisiva dell’attore ha inizio nel 2017 con I bastardi di Pizzofalcone, con Alessandro Gassmann, per poi proseguire nel 2020 con Mare fuori, dove interpreta uno dei protagonisti accanto a Carolina Crescentini, Nicolas Maupas e Serena Codato. Nel 2022 Giorgio torna in televisione con la serie Sopravvissuti, andata in onda su Rai 1 e dove ha interpretato Lorenzo Bonanno, uno dei protagonisti. Nel 2023 recita invece in Per Elisa – Il caso Claps e Noi siamo leggenda, mentre dal 2024 è nel cast della terza stagione di Doc – Nelle tue mani, con protagonista Luca Argentero.

2. Ha recitato anche  per il cinema. Oltre al debutto televisivo, nello stesso 2017 l’attore recita anche nel suo primo film per il cinema, dal titolo Non c’è campo, interpretando Marco accanto ad attori come Mirko Trovato e Vanessa Incontrada. Torna poi al cinema con un piccolo ruolo nel film The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde, interpretato da Rupert Everett e Colin Firth. Nel 2022 torna invece al cinema interpretando l’agente Zeman in Diabolik – Ginko all’attacco!, con Valerio Mastandrea. Riprende poi tale ruolo anche in Diabolik chi sei?.

Giacomo Giorgio in Doc – Nelle tue mani

3. Ha un ruolo di rilievo nella serie medical. A partire dalla terza stagione di Doc – Nelle tue mani, l’attore interpreta lo specializzando Federico Lentini. Giorgio inizialmente era restìo ad assumere il ruolo, convinto che sarebbe stato l’ennesimo medico empatico. Si è invece poi trovato di fronte ad un personaggio caratterialmente difficile, presuntuoso e quasi menefreghista, ma che dietro questi aspetti nasconde alcune fragilità. Per interpretarlo, Giorgio si è allora documentato approfonditamente sulla professione del medico, trovando così la giusta chiave interpretativa del personaggio.

Giacomo Giorgio Doc - Nelle tue mani

Giacomo Giorgio è Ciro in Mare fuori

4. È uno dei protagonisti. Nella serie Mare fuori, presente anche su Netflix, Giorgio interpreta Ciro Ricci, giovane boss recluso all’IPM e appartenente ad un’importante famiglia di camorristi. Temuto da tutti, Ciro è uno dei personaggi più pericolosi della serie, nonché uno dei principali antagonisti degli altri ragazzi presenti nel carcere minorile. Nella seconda stagione il personaggio inizia però a comparire solo saltuariamente, per via dei risvolti narrativi che lo hanno visto protagonista.

5. Vorrebbe realizzare uno spin-off sul suo personaggio. Giorgio si è detto ormai sempre più affascinato dal suo personaggio Ciro, tanto da esprimere il desiderio di vederlo protagonista di un suo spin-off. La terza stagione, come noto, si conclude con la morte del personaggio (anche se si vocifera che potrebbe non essere realmente morto). Per l’attore, tuttavia, ci sarebbe l’opportunità di esplorare altri momenti della vita di Ciro se gli venisse dedicato un progetto a parte.

Giacomo Giorgio in Noi siamo leggenda

6. Ha interpretato un ragazzo comune. Nelle serie Noi siamo leggenda, Giorgio interpreta Nicola, il fratello di Andrea. Egocentrico e vanitoso, è il bello della scuola ed è fidanzato con Sara. È insofferente per le attenzioni che i genitori rivolgono ad Andrea. A differenza dei protagonisti dotati di super poteri, il personaggio di Giorgio è un ragazzo normalissimo, ma l’attore ha raccontato di essersi divertito ad interpretare questa normalità, ricercando lo straordinario nell’ordinario.

Giacomo-Giorgio-Mare-fuori

Giacomo Giorgio in Per Elisa – Il caso Claps

7. È uno dei protagonisti della miniserie. Nella miniserie ispirata ad un reale evento di cronaca, Per Elisa – Il caso Claps, Giorgio interpreta Luciano Claps, il fratello di mezzo di Gildo e Elisa, che dopo aver terminato il servizio militare decide di entrare in polizia. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha avuto modo di approfondire la vicenda di cui si narra nella miniserie, incontrando anche il vero Luciano e avendo così modo di poterlo interpretare rendendogli giustizia.

 

Giacomo Giorgio è fidanzato?

8. È molto riservato. Ad oggi non si sa molto della vita privata dell’attore. Sui propri profili social non sono comparse immagini che possano confermare o meno la presenza di una fidanzata nella sua vita in questo momento. Giorgio è solito infatti condividere dettagli sulle sue passioni per la musica e lo sport, ma è ben attento a tenere per sé ciò che riguarda la sfera sentimentale.

Giacomo Giorgio è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. Giacomo Giorgio è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 1 milione di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato circa duecento post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Giacomo Giorgio: età e altezza

10. Giacomo Giorgio è nato nel 1998 a Napoli. L’attore è alto complessivamente 1.87 metri.

Fonte: Instagram, etalenta, IMDb

MCU: gli eroi che potrebbero diventare Avengers nella Fase 6

MCU: gli eroi che potrebbero diventare Avengers nella Fase 6

Grazie ai nuovi film e serie tv della Marvel, il MCU ha presentato diversi supereroi nuovi che hanno buone possibilità di diventare Avengers nella Saga del Multiverso. Non tutti i supereroi Marvel possono diventare Vendicatori: per questo, ScreenRant ha selezionato 6 personaggi del MCU che molto probabilmente si uniranno alla prossima squadra dei Vendicatori nella Fase 6 dell’universo: analizziamoli insieme.

Hercules

Brett Goldstein Hercules MCUCon l’introduzione di Brett Goldstein nei panni di Hercules in Thor: Love and Thunder, è stato ampiamente ipotizzato che l’intenzione della Marvel fosse quella di prepararlo per uno scontro con il personaggio di Chris Hemsworth in Thor 5. Un’epica resa dei conti potrebbe essere davvero ciò che i Marvel Studios hanno in mente ma, dato che lo studio non ha ancora confermato i piani per un quinto film su Thor, è possibile che la prossima apparizione di Hercules nel MCU avvenga in The Kang Dynasty o in Secret Wars.

Nei fumetti Marvel Comics, Hercules ha una meritata reputazione come uno dei membri più importanti dei Vendicatori. Entrato a far parte del gruppo a metà degli anni Sessanta, il Leone dell’Olimpo ha avuto due lunghi e memorabili periodi di permanenza nel gruppo durante gli anni Ottanta e Novanta. Hercules ha avuto un ruolo chiave in alcune delle stoyline più importanti, comprese quelle incentrate sul prossimo avversario della squadra del MCU, Kang il Conquistatore. Considerando la tempistica del suo debutto e la sua storia nei fumetti, Hercules potrebbe seguire le orme della sua controparte fumettistica combattendo Kang come Vendicatore nella Fase 6.

Black Knight

Il finale di Eternals ha portato il Dane Whitman di Kit Harington a imbracciare la Lama d’Ebano e a diventare Black Night. Considerando le implicazioni che derivano dal cameo del Blade di Mahershala Ali nella scena mid-credits di Eternals, è stato suggerito che la Marvel propenderà per rendere la sua interpretazione di Black Night una figura di spicco nel lato soprannaturale del MCU. Tuttavia, le sue radici fumettistiche non dovrebbero essere ignorate quando si parla del suo futuro nei film e negli show della Marvel. Come ex leader dei Vendicatori e membro di lunga data, Dane merita di essere presente in qualsiasi conversazione sul prossimo roster dei Vendicatori. Data la sua abilità con la spada, avrebbe il potenziale per portare in tavola qualcosa di veramente unico.

Shang-Chi

Shang-Chi Simu LiuA differenza di Hercules e Black Night, Shang-Chi non è assolutamente un Vendicatore “classico”. Il suo sodalizio con il gruppo è iniziato solo nel 2010, ma questo fatto potrebbe non avere importanza per il suo futuro nel MCU. Quando Bruce Banner e Capitan Marvel sono apparsi nella scena post-credits di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, sembrava che la Marvel stesse preparando il Maestro di Kung Fu a diventare un membro della prossima generazione di Vendicatori.

La scelta del regista di Avengers: The Kang Dynasty ha rafforzato questa idea; Daniel Destin Cretton, che ha diretto il film solista di Shang-Chi, tornerà a dirigere Avengers 5. Grazie al coinvolgimento di Cretton, è ancora più facile immaginare che la storia di Shang-Chi proseguirà in The Kang Dynasty, dove le sue abilità nelle arti marziali potrebbero portare un po’ di necessario equilibrio a un gruppo pieno di “potenti” del MCU, soprattutto se ci saranno personaggi come Thor, Capitan Marvel ed Hercules.

Monica Rambeau

Monica Rambeau MCUDopo aver debuttato come bambina con un collegamento alla storia di Carol Danvers nel MCU, Monica Rambeau è stata reintrodotta come agente SWORD adulto in WandaVision. Interpretata da Teyonah Parris, ha ricevuto dei superpoteri in vista del suo imminente team-up con Ms. Marvel e Captain Marvel nella Fase 5 con The Marvels. Nei fumetti, Monica si è unita ai Vendicatori poco dopo aver sviluppato i suoi poteri e ha rapidamente scalato i ranghi: non è rimasta a lungo nella squadra prima di essere eletta alla carica di presidente. Capace di farsi rispettare da personaggi molto più potenti e da eroi di lunga data, Monica ha lasciato un’eredità duratura come Vendicatore, e lo stesso potrebbe accadere un giorno al personaggio del MCU, a seconda di come si svolgerà il suo arco narrativo in The Marvels.

She-Hulk

She-Hulk: Attorney at Law MCUShe-Hulk: Attorney At Law non ha fatto mistero del disinteresse di Jennifer Walters a diventare una supereroina a tempo pieno, ma la direzione che ha preso la sua storia non esclude un ruolo in uno dei film della Fase 6 dei Vendicatori. Membro importante del gruppo sia nei fumetti classici che in quelli moderni, She-Hulk potrebbe combattere al fianco dei Vendicatori (e di suo cugino) se le circostanze lo richiedessero. In base a come l’abbiamo vista comportarsi nella serie, il suo ingresso nella squadra sarà difficilmente una sua scelta, ma l’invasione di Kang potrebbe renderlo necessario. L’approccio comico al suo personaggio in She-Hulk potrebbe consentire alcune interazioni umoristiche tra lei e i suoi compagni di squadra, se mai venisse stipulata un’alleanza del genere.

Namor il Sub-Mariner

Namor-black-pantherUno dei più grandi supereroi aggiunti alla galleria di personaggi del MCU nella Fase 4 è stato il principale villain di Black Panther: Wakanda Forever. In apparenza, Namor potrebbe non sembrare una scelta ovvia per un posto nella prossima squadra dei Vendicatori, soprattutto perché Black Panther 2 ha fatto scorrere molto sangue sulle sue mani. Detto questo, il Namor di Tenoch Huerta non sarebbe un caso isolato se passasse da cattivo a eroe. Nonostante si sia affermato come avversario ricorrente della squadra all’inizio degli anni ’60, Namor è stato invitato a unirsi al gruppo da Capitan America 20 anni dopo. Avendo perso il trono di Atlantide, Namor aveva bisogno di un nuovo scopo e lo trovò con i Vendicatori.

Uno sviluppo simile potrebbe avvicinare Namor alla squadra in Avengers: The Kang Dynasty, ma forse non è necessario. In quanto cattivo che viaggia nel tempo e che potrebbe scatenare una guerra multiversale, Kang rappresenta una minaccia per tutti, il che sarebbe un motivo sufficiente per il Figlio Vendicatore per unire le forze con gli eroi dell’MCU nella Fase 6. Con la sua forza colossale, darebbe un vantaggio significativo ai loro sforzi.

Saturday Night Live prende in giro The Last Of Us con una parodia della HBO basata su Super Mario di Nintendo

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Saturday Night Live ha utilizzato l’aspetto di Pablo Pascal come presentatore per rilanciare le sue parodia a tema HBO, questa volta la vittima è The Last Of Us. Lo sketch comico della NBC presentava un segmento pre-registrato che immaginava come sarebbe stato un dramma della HBO utilizzando i famosi personaggi dei videogiochi Nintendo Mario, Luigi e la Principessa Peach. La risposta: Abbastanza distopico.

Nella parodia, Pascal interpreta Mario e dice a Peach che “il kart qui non è un gioco. Se ce la faremo, avremo bisogno di tutto l’aiuto possibile”. Il suo backup? Luigi. La parodia suggeriva che gli spettatori avrebbero probabilmente visto “tutti i tuoi stravaganti corridori preferiti reinventati come personaggi HBO complessi e drammatici”. Yoshi e Toad erano tra i personaggi che apparivano, ed entrambi si dichiararono bisessuali. Anche Bowser è apparso.

Lo  serie fittizia è pubblicizzata come proveniente dai “produttori di  The Last of Us  e dai maestri narratori dietro Mario Kart da 1 a 8.” E un annunciatore afferma che “tutti i tuoi stravaganti piloti preferiti sono reinventati come personaggi HBO complessi e drammatici”. Alcuni blurb di recensioni false suggeriscono che HBO abbia commesso un errore nel lanciare il concept, incluso uno del noti sito americano Variety . Guarda la parodia di seguit:

Bussano alla porta: recensione del film di M. Night Shyamalan

Bussano alla porta: recensione del film di M. Night Shyamalan

In risposta ad un evento epocale come gli attentati dell’11 settembre 2001, il regista M. Night Shyamalan realizzò film come Signs, The Village e Lady in the Water, all’interno dei quali egli propose attraverso allegorie un lucido ritratto di come gli Stati Uniti (e il mondo) stavano reagendo a tale tragedia, dando voce alle paure che ne erano scaturite e suggerendo alcune possibili vie di guarigione. A distanza di circa 20 anni da quei film, Shyamalan torna nuovamente a raccontare la società umana, sconvolta ora non solo dalle guerre ma anche dai cambiamenti climatici e dalla pandemia di Covid-19, con il film Bussano alla porta, da lui anche scritto e distribuito in sala dal 2 febbraio dalla Universal.

Si tratta non di un racconto originale quello proposto dal regista, bensì dell’adattamento del romanzo del 2018 La casa alla fine del mondo, di Paul G. Tremblay. Eppure, Shyamalan riesce perfettamente a trarne un film sull’oggi, sulla paura dell’estraneo e sull’impatto che le scelte di ognuno di noi possono avere sul resto del mondo. Ed è proprio una scelta, a dir poco atroce, quella che sono chiamati a compiere Andrew (Jonathan Groff) ed Eric (Ben Aldridge), papà della piccola Wen (Kristen Cui). Quando un gruppo di quattro persone, tra cui spicca il muscoloso Leonard (Dave Bautista), si introduce in casa loro in modo tutt’altro che pacifico, i tre vengono infatti informati dell’arrivo di un’apocalisse, che può essere fermata solo con il sacrificio di uno di loro.

L’orrore oltre la soglia

Nel cinema di Shyamalan è ciò che non vediamo a spaventarci di più. Non fa eccezione questo suo Bussano alla porta, che porta lo spettatore ad essere confinato in una casa nel bosco insieme ai protagonisti. Il mondo esterno viene dunque ad essere escluso, mostrandosi unicamente attraverso le immagini dei telegiornali. La televisione diventa dunque finestra sull’esterno, proponendo immagini decisamente non dissimili da quelle che realmente passano tutti i giorni in TV o su qualunque altro dispositivo di questo tipo. Si tratta di una scelta coraggiosa per un film incentrato su di un apocalisse imminente, eppure capiamo ben presto che non occorre vedere poi molto del mondo in rovina che viene raccontato per averne terrore.

Basta una breve descrizione di quanto sta accadendo per metterci in allarme e Shyamalan sa perfettamente che, in una società dove il flusso ininterrotto di immagini rende sempre più insensibili ad esse, mostrarne il meno possibile e lasciare dunque lo spettatore privo di riferimenti è ciò che davvero può generare paura. Restiamo dunque all’interno della casa, dove si decidono le sorti dell’innocente famiglia e dell’umanità intera. Un confinamento che non può che ricordare proprio quei tre titoli citati in apertura, a cui il regista sembra ispirarsi anche nell’utilizzo dell’allegoria alla base di Bussano alla porta, attraverso la quale parlare dell’umanità.

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Bussano alla porta, un cupo e lucido film sull’oggi

Nel corso del film, dunque, in modo semplice e diretto, Shyamalan ci mette a confronto con ciò che siamo diventati e con ciò che potremo diventare se non vengono compiute le giuste scelte. La tensione è palpabile, sin dalle primissime scene, dove il giocare spensieratamente nel bosco di Wen viene interrotto dalla comparsa in scena di Leonard. Parlando proprio di quest’ultimo personaggio, difficile non accorgersi di quanto Dave Bautista si riveli un interprete capace di dar equilibrio agli opposti, non minimizzando la sua possanza ma anzi arricchendola dotando il suo Leonard di una gentilezza a cui non si è realmente pronti.

Tornando al film, dall’arrivo dei quattro estranei sarà dunque un susseguirsi di attese, non detti e colpi di scena che accrescono sempre più il senso di agitazione, avendo poi sempre in mente la premessa di base, ovvero la scelta che i protagonisti dovranno prima o poi compiere. Chissà se similmente a The Village questo Bussano alla porta si affermerà come il miglior film capace di raccontare il nostro contemporaneo, di certo si rivela un’opera coerente con la produzione precedente del regista, sia a livello estetico che tematico, offrendo una convincente evoluzione nella sua ricerca dell’essenza della società attuale.

Attraverso l’allegoria proposta con questo film, Shyamalan ci invita infatti ad una riflessione sul valore delle scelte che compiamo ogni giorno, sull’importanza imprescindibile della fede e dell’amore, ma anche a ripensare il ruolo delle immagini e il loro peso sulla coscienza umana. Un film estremamente lucido e importante, dunque, al quale si possono perdonare alcuni passaggi narrativi meno convincenti, e capace soprattutto di tenere con il fiato sospeso in modo intelligente e spingere lo spettatore ad una partecipazione attiva (cosa non frequente oramai), dal quale difficilmente si uscirà delusi. Ancora una volta, dunque, Shyamalan si conferma un magnifico narratore dei suoi (e nostri) tempi.

Top Gun: Maverick arriva su SKY e NOW

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Top Gun: Maverick arriva su SKY e NOW

Arriva su Sky Cinema Top Gun: Maverick, film campione d’incassi con protagonista Tom Cruise, che torna a vestire i panni dell’aviatore Pete “Maverick” Mitchell, lunedì 6 febbraio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.

Candidato a ben sei premi Oscar, tra cui quello per il Miglior Film, alla 95° edizione degli Academy Awards, Top Gun: Maverick è diretto da Joseph Kosinski, e vede nel cast, oltre a Tom Cruise, anche  Miles Teller, Jennifer Connelly Jon Hamm, Glen Powell, Lewis Pullman, Charles Parnell, Bashir Salahuddin, Monica Barbaro, Jay Ellis, Danny Ramirez, Greg Tarzan Davis con  Ed Harris e Val Kilmer.

La trama de film

Dopo oltre 30 anni di servizio tra i migliori aviatori della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) si trova nel posto giusto, mentre si spinge oltre i propri limiti come coraggioso pilota collaudatore, schivando l’avanzamento di grado che lo metterebbe in punizione. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento di diplomati di Top Gun per una missione specializzata come quella che nessun pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del defunto amico di Maverick e ufficiale addetto alle intercettazioni radar tenente Nick Bradshaw, detto “Goose”.

Di fronte a un futuro incerto e ai fantasmi del suo passato, Maverick è costretto a confrontarsi con le sue paure più profonde, in una missione che richiede l’estremo sacrificio di coloro che saranno scelti per guidarla.

E da lunedì 6 a domenica 12 febbraio Sky Cinema Collection si trasforma in SKY CINEMA COLLECTION – TOM CRUISE MANIA, con una programmazione di 18 film che vedono protagonista il grande attore. Tra i film previsti, immancabile il primo inossidabile capitoloTOP GUN, vincitore dell’Oscar e del Golden Globe per la migliore canzone, mentre tra gli altri film che hanno consacrato la carriera di Cruise ci sono il biopic da 2 Oscar® di Oliver Stone NATO IL QUATTRO LUGLIO, per cui Cruise ottenne la sua prima candidatura agli Oscar®; l’action ad alta velocità GIORNI DI TUONO con Nicole Kidman e Robert Duvall; il dramma giudiziario CODICE D’ONORE con Jack Nicholson, Demi Moore e Kevin Bacon; il thriller di Sydney Pollack, tratto dal bestseller di John Grisham, IL SOCIO con Gene Hackman; e la commedia sul mondo del football JERRY MAGUIRE con Renée Zellweger e Cuba Gooding Jr., premiato con l’Oscar®. E ancora il film di fantascienza diretto da Steven Spielberg MINORITY REPORT; il kolossal L’ULTIMO SAMURAI; il thriller firmato da Michael MannCOLLATERAL; e gli action nati dalla penna di Lee Child JACK REACHER – LA PROVA DECISIVA e JACK REACHER – PUNTO DI NON RITORNO.

Terminal List: confermata la seconda stagione e ordinata una serie prequel

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Prime Video ha confermato oggi una seconda stagione del conspiracy thriller di successo Terminal List prodotta da MRC Television, che si basa sul bestseller del New York Times True Believer di Jack Carr. Inoltre Prime Video ha annunciato di aver ordinato una nuova serie prequel, ancora senza titolo, che sarà creata da Carr e dal creatore/showrunner della prima stagione, David DiGilio, incentrata su Ben Edwards, il personaggio amato dai fan interpretato da Taylor Kitsch (prossimamente in Painkiller e American Primeval, Waco, True Detective). La serie prequel includerà anche altri personaggi iconici creati da Carr tra cui James Reece (Chris Pratt), Raife Hastings, Mohammed Farooq, e Ernest “Boozer” Vickers (Jared Shaw). La storia è un thriller di spionaggio che porterà gli spettatori nel percorso di Edwards dai Navy SEAL ad agente paramilitare della CIA approfondendo il lato più oscuro dei conflitti e il costo umano che implicano.

Kitsch sarà il protagonista della serie prequel e ricoprirà anche il ruolo di executive producer al fianco di Chris Pratt per Indivisible Productions, di Antoine Fuqua per Hill District Media, dello scrittore Jack Carr, dello sceneggiatore/showrunner David DiGilio, dell’ex Ranger dell’esercito Max Adams e dell’ex Navy SEAL Jared Shaw. Terminal List è una coproduzione di Amazon Studios e Civic Center Media, in collaborazione con MRC Television.

Chris Pratt ha dichiarato: “Sono felice di annunciare che la seconda stagione di Terminal List è in arrivo e non potrei essere più entusiasta di riprendere il ruolo come James Reece. Questa stagione si preannuncia ancora più intensa e adrenalinica della prima e non vedo l’ora che tutti la possano vedere. E per coloro che sono fan del personaggio di Taylor Kitsch, Ben Edwards, sono felice di annunciare che stiamo lavorando a una serie spinoff che seguirà il suo percorso dai Navy SEAL ad agente della CIA. E per rendere il tutto ancora più emozionante sarò anche io parte della serie prequel! Posso garantire che sarà entusiasmante e coinvolgente tanto quanto Terminal List. Non vediamo l’ora di portarvi in questo viaggio con noi”.

Taylor Kitsch ha aggiunto: “Grazie a tutti i fan per aver creduto in questo show, non saremmo qui senza il vostro supporto. Sono felice di continuare questa corsa sulle montagne russe che è il personaggio di Ben Edwards e di portare in vita le incredibili storie scritte da Jack Carr.

Jack Carr ha aggiunto: “I fan di Terminal List saranno entusiasti di sapere che l’avventura di James Reece continua con un’adrenalinica storia di violenta redenzione in True Believer. Non vediamo l’ora di creare questo prequel di Terminal List e approfondire il personaggio di Ben Edwards, portato in scena con grande intensità da Taylor Kitsch. Preparatevi per un viaggio dalle squadre dei SEAL alla squadra di terra della CIA, durante il quale vedremo l’amato personaggio lottare per la sua anima.”

Il fenomenale debutto di Terminal List la scorsa estate è un riconoscimento alla creatività di Jack Carr, David DiGilio e Chris Pratt insieme al cast e ai team che hanno creato questa serie originale e avvincente” ha dichiarato Jennifer Salke, head of Amazon e MGM Studios. “Con la seconda stagione di Terminal List e la nuova serie prequel di Prime Video con il magnifico Taylor Kitsch, espandiamo le storie e i personaggi amati da così tanti nel mondo.

Elise Henderson, MRC Television President, ha aggiunto “La prima stagione di Terminal List ha avuto una forte risonanza tra i fan, siamo molto orgogliosi del lavoro svolto dal cast e dalla crew. Non potremmo essere più felici di continuare questo viaggio ed espandere questo mondo con Chris, Taylor, Dave e i nostri fantastici partner di Prime Video.”

Armie Hammer afferma di aver “contemplato il suicidio dopo l’accusa di stupro”

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Due anni dopo aver affrontato una serie di accuse di abusi sessuali che hanno posto fine alla sua carriera di star del cinema, Armie Hammer sta tentando di raccontare la sua versione della storia. In una nuova intervista, ha ammesso di aver contemplato il suicidio dopo la sua caduta e afferma di essere stato abusato sessualmente da un giovane pastore a 13 anni. Hammer – che è stato oggetto di un’indagine della polizia di Los Angeles dopo essere stato accusato di stupro – nega ogni illecito criminale, ma ammette di essere stato emotivamente offensivo nei confronti degli ex partner che aveva incontrato su Internet.

L’attore, che è stato accusato di aver professato il feticismo per il cannibalismo, ora afferma che il suo interesse per il BDSM ha origine traumatiche, probabilmente emerso dopo essere stato abuso sessuale dal suo giovane pastore quando aveva 13 anni. “Quello che ha fatto per me è stato introdurre la sessualità nella mia vita in un modo che era completamente fuori dal mio controllo”, dice Armie Hammer. “Ero impotente nella situazione. Non avevo alcuna agenzia nella situazione. La sessualità mi è stata presentata in un modo spaventoso in cui non avevo alcun controllo. I miei interessi poi sono andati a: voglio avere il controllo della situazione, sessualmente.”

Parlando con la newsletter digitale Air Mail , Hammer racconta per la prima volta la sua versione della storia. Air Mail riferisce che Armie Hammer ha raccontato a due persone dei suoi abusi infantili e la pubblicazione afferma di aver verificato la cosa con alcuni familiari dell’attore. Hammer è stato accusato nel 2021 di abusi sessuali e comportamento improprio da parte di numerose donne, le cui affermazioni sono aumentate vertiginosamente sui social media e hanno messo l’attore di “The Social Network” al centro di una tempesta mediatica. Sulla scia dello scandalo, Hammer è stato abbandonato dalla sua agenzia, WME, ed è stato licenziato da una pletora di progetti, tra cui “Un matrimonio esplosivo” di Jennifer Lopez. Negli ultimi due anni, l’attore ha lavorato come venditore di multiproprietà alle Isole Cayman e ha trascorso del tempo in una struttura di recupero. L’anno scorso, una docuserie Discovery +, House of Hammer“, ha raccontato la caduta di Hammer con una manciata di suoi accusatori che si sono fatti avanti pubblicamente davanti alla telecamera.

Hammer rivela di aver contemplato il suicidio mentre la sua vita si stava sgretolando. “Sono appena uscito nell’oceano e ho nuotato il più lontano possibile e speravo di annegare, o di essere colpito da una barca o mangiato da uno squalo“, dice Hammer a Air Mail, ricordando un periodo alle Cayman. “Poi ho capito che i miei figli erano ancora a terra e che non potevo farlo ai miei figli“. Armie Hammer è stato sposato con la conduttrice televisiva Elizabeth Chambers per 10 anni e hanno annunciato la loro separazione prima che le accuse venissero mosse contro Hammer. La coppia condivide due figli piccoli.

Nella sua nuova intervista, Hammer entra nei dettagli discutendo alcune delle accuse contro di lui, minando la natura delle accuse e dipingendo un quadro molto diverso da quello esposto dai suoi accusatori. L’accusa più schiacciante contro Hammer è stata quella di una donna, conosciuta come Effie, che lo ha accusato di averla violentata violentemente, il che ha portato alle indagini della polizia di Los Angeles. Effie è la donna dietro l’account Instagram “House of Effie“, che per primo ha rivelato accuse scioccanti contro Armie Hammer, ottenendo un’attenzione diffusa all’inizio del 2021.

Hammer commenta i suoi rapporti con le accusatrici Courtney Vucekovich e Paige Lorenze, riconoscendo che “le dinamiche di potere erano sbagliate” e ammettendo “un milione per cento” di essere stato emotivamente violento nei confronti di entrambe le donne. “Vorrei queste donne più giovani tra i 20 e i 30 anni. All’epoca ero un attore di successo. Avrebbero potuto essere felici di stare solo con me e avrebbero detto di sì a cose a cui forse non avrebbero detto di sì in altre circostanze”, dice Hammer. “Questo è uno squilibrio di potere nella situazione.”

Nell’intervista, Hammer nega l’illecito criminale e riduce il suo comportamento e le successive accuse all’essere “uno stronzo“. “Sono qui per riconoscere i miei errori, assumermi la responsabilità del fatto che ero uno stronzo, che ero egoista, che ho usato le persone per farmi sentire meglio e, quando ho finito, sono andato avanti“, dice Hammer. “Ora sono una persona più sana, più felice, più equilibrata. Sono in grado di essere lì per i miei figli in un modo in cui non lo sono mai stato… Sono davvero grato per la mia vita, la mia guarigione e tutto il resto. Non tornerei indietro se potessi cancellare tutto quello che mi è successo.

L’attore di “Chiamami col tuo nome” afferma di essere migliorato durante la sua guarigione e ora sta lavorando come con un compagno sobrio di un collega tossicodipendente uscito dalla riabilitazione. “Mi trasferirò da lui e vivrò con lui, gli farò seguire una sana routine, lo inserirò in un buon programma di riunioni [di recupero], lo porterò in palestra, cucinerò cibo sano per lui“, dice Hammer di lavorando come un compagno sobrio. “Sembra che la mia guarigione abbia preso una svolta da me che ho bisogno di aiuto per rimanere sobrio, a me che sono in grado di aiutare gli altri.

Hammer conferma anche alcune notizie diffuse secondo cui ha trovato un amico in Robert Downey Jr., che lo ha sostenuto durante la sua caduta e il periodo di riabilitazione. Secondo quanto riferito in precedenza che l’attore di “Iron Man” ha pagato per il suo trattamento e gli ha fornito ulteriore assistenza finanziaria e un posto dove stare per aiutarlo a rimettersi in piedi. “Ci sono esempi ovunque, Robert [Downey Jr.] è uno di loro, di persone che hanno attraversato queste cose e hanno trovato la redenzione attraverso un nuovo percorso. E questo, credo, è ciò che manca in questa cultura dell’annullamento e del risveglio della folla “, afferma Hammer. “Nel momento in cui qualcuno fa qualcosa di sbagliato, viene buttato via. Non c’è possibilità di riabilitazione“. Continua: “Quando gettano qualcuno come me sul fuoco per proteggersi… non fanno altro che aumentare il fuoco. E quel fuoco ora è fuori controllo e brucerà tutti”.

All Things to All Men: la trama e il cast del film con Gabriel Byrne

Thriller britannico del 2013, All Things to All Men ha segnato il debutto alla regia di George Isaac, il quale ha dimostrato buone doti nel padroneggiare tale genere. Con una sceneggiatura scritta di suo pugno, egli dà così vita ad una storia particolarmente complessa, all’interno della quale si avvicendano personaggi di ogni tipo, tra insospettabili cattivi e controversi buoni. Si arriva così a parlare di una tematica da sempre ricca di grande fascino, ovvero il confine tra bene e male, con entrambi i territori qui esplorati attraverso una serie di eventi particolarmente dinamici.

L’idea di un’opera di questo tipo venne ad Isaac nel momento in cui non riusciva a trovare nessuna sceneggiatura che lo convincesse a debuttare come regista. Si decise a quel punto a scrivere una propria storia, supportato anche dal suo amico produttore Pierre Mascolo. Il film prese così vita, venendo girato interamente nella città di Londra con un budget particolarmente esiguo. Questo si aggira infatti intorno ai 3 milioni di sterline, nonostante vanti dalla sua un cast composto da alcuni celebri nomi della recitazione di provenienza internazionale. Sono proprio questi, inoltre, a conferire al film tutto il suo carisma.

Poco noto in Italia, All Things to All Men arrivò qui direttamente in home-video, conquistando una buona fetta di spettatori amanti del genere. Con il suo passaggio in televisione si presenta ora l’occasione per riscoprire il film. Prima però, può essere utile conoscere ulteriori dettagli sulla trama e sul cast del film, come anche le piattaforme dove poter rivedere il titolo tramite noleggio o acquisto. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire tutto ciò.

La trama di All Things to All Men

Ambientato in una cupa Londra, il film si apre con l’arresto di Mark Corso, figlio del potente boss criminale Joseph, da parte del poliziotto corrotto Parker. L’agente incontra poi proprio Joseph e gli riferisce dell’arresto del figlio, proponendogli però un accordo: se lui assolderà un esperto rapinatore per un colpo, verrà chiuso un occhio a favore di suo figlio Mark. Il boss, a quel punto, accetta la proposta, e decide di affidare la rischiosa missione ad uno dei suoi ladri più abili ed esperti. Si tratta di Riley, il quale però viene tenuto all’oscuro dei grandi giochi di potere che si agitano sopra di lui.

La rapina si rivela più complessa del previsto, e necessitando di alcuni codici segreti di accesso egli dovrà fare affidamento a tutte le sue risorse per trovarli. Allo stesso tempo, però, i sospetti sui traffici illeciti di Parker aumentano, specialmente nel suo collaboratore più stretto Dixon. Questi, infatti, inizia a sospettare che i piani del suo superiore nascondino qualcosa di più grosso di quello che egli lascia intendere. Ben presto, le strade di tutti si incroceranno in modo tragico, portando a scontri e risvolti inevitabili. Bene e male si confonderanno, e per Riley diventerà sempre più difficile capire di chi potersi fidare.

All Things to All Men cast

All Things to All Men: il cast del film

Per dar vita ai personaggi del suo film Isaac ha condotto numerose ricerche, intenzionato a trovare i migliori volti possibile per i ruoli principali. Elemento fondamentale, infatti, era far acquisire a questi un carisma speciale, che potesse far appassionare gli spettatori alle loro vicende. Per il ruolo del ladro Riley, infine, è stato scelto l’attore Toby Stephens. Oggi noto in particolare per la serie Black Sails, per dar vita al personaggio egli si sottopose ad un lungo allenamento fisico, grazie al quale ha poi potuto personalmente dar vita alle principali acrobazie presenti nel film. Accanto a lui, nel ruolo del corrotto poliziotto Parker, vi è invece l’attore Rufus Sewell.

Celebre per il ruolo di Frank Frink in L’uomo nell’alto castello, Sewell raccontò in seguito di essersi documentato molto sull’attività della polizia di Londra, così da poter risultare più realistico nella sua interpretazione. Nome di grande spicco è invece quello di Gabriel Byrne, il quale interpreta qui il boss criminale Joseph Corso. Questi era divenuto particolarmente celebre nel 1995 grazie al ruolo del protagonista Dean Keaton in I soliti sospetti. Nel film è poi presente l’attrice Elsa Pataky, celebre per la saga di Fast & Furious, che interpreta qui il personaggio di Sophia Peters. Leo Gregory, infine, noto grazie a diverse serie TV, è invece l’interprete di Dixon, il poliziotto che inizierà a nutrire sospetti sulle attività di Parker.

All Things to All Men: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di All Things to All Men grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV e Chili Cinema. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno domenica 5 febbraio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Il vegetale: trama e cast del film con Fabio Rovazzi

Il vegetale: trama e cast del film con Fabio Rovazzi

Divenuto popolare grazie a tormentoni come Andiamo a comandare e Faccio quello che voglio, il cantante e youtuber Fabio Rovazzi ha infine debuttato anche al cinema nel 2018 con il film Il vegetale (qui la recensione). Questo è diretto dal regista Gennaro Nunziante, noto per essere stato l’autore dei primi film di Checco Zalone, da Cado dalle nubi a Quo vado?. Distaccatosi dal comico pugliese, Nunziante ha poi intrapreso un percorso diverso, che lo ha portato ad incrociare la strada con Rovazzi, dando vita ad una commedia tanto umile quanto apprezzabile su alcune importanti e spesso trascurate tematiche sull’Italia di oggi.

Nunziante e Rovazzi applicano infatti in modo vincente la formula usata per i film di Zalone, confezionando una commedia che ritrae con ironia uno spaccato della nostra società, la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro da parte dei giovani e i diversi problemi che affliggono il paese, dai furbetti di turno alle grandi delusioni. Tra personaggi ben caratterizzati, situazioni paradossali, l’amichevole partecipazione di Barbara D’Urso (che rappresenta uno dei momenti più divertenti del film) e battute ben pensate, il film si presenta dunque come una godibile commedia che allo stesso tempo offre un’immagine inedita di Rovazzi.

Non vi è infatti tempo per canzoni, balletti o cameo di amici celebri. Il tutto si regge unicamente sulle spalle della storia e del suo protagonista, rappresentando un ritorno alla naturalezza delle cose particolarmente apprezzabile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il vegetale

Protagonista del film è Fabio Rovazzi, giovane neolaureato in Scienze della Comunicazione alla disperata ricerca di un lavoro che rispetti i suoi criteri etici. Oltre a relazionarsi con tali problematiche lavorative, egli è anche impegnato a gestire un padre ingombrante, Bruno Rovazzi, e una sorellina capricciosa e viziata, Nives Rovazzi. Entrambi considerano Fabio un “vegetale”, buono a nulla capace solo a combinare guai e per questo del tutto inadatto a svolgere un vero lavoro. Subentrato al padre nella gestione della sua azienda, non tarda infatti a far fallire la suddetta. Un evento inatteso, però, cambierà improvvisamente in meglio la situazione di Fabio.

L’occasione giusta sembra arrivare durante il colloquio in una grande azienda, dove Fabio aveva precedentemente svolto attività di volantinaggio. Richiamato da questa, Fabio si vedrà proporre uno stage molto particolare che cambierà per sempre la sua esistenza. In contrasto con i suoi studi e le sue capacità, Fabio scoprirà a proprie spese che lo stage consiste nel lavorare come bracciante agricolo in un paesino sperduto del nord Italia. Qui, però, farà la conoscenza di Caterina, bella maestra di Scuola, e di Armando, misterioso locale che prenderà Fabio sotto la propria ala di protezione. Quella che sembrava essere la più assurda delle situazioni si rivelerà invece un’occasione molto importante di crescita.

Il vegetale cast

Il vegetale: il cast del film

Ad interpretare il protagonista, vi è dunque Fabio Rovazzi, che porta in scena una versione di sé stesso più sobria di quella che si era soliti conoscere. Accanto a lui vi sono poi diversi attori particolarmente noti, a partire da Luca Zingaretti, che interpreta il misterioso Armando, personaggio che si rivelerà particolarmente importante per la formazione personale del protagonista. L’attore Ninni Bruschetta, invece, è Bruno Rovazzi, padre del protagonista. Lo youtuber Alessio Giannone è presente nei panni di Nicola, coinquilino pugliese di Fabio, mentre Matteo Reza Azchirvani è Vidar. Nei panni di Caterina, la maestra di cui Fabio si innamora vi è Paola Calliari, mentre per la prima volta sullo schermo appare Rosy Franzese, nel ruolo della pestifera sorellina Nives.

Il vegetale: le location, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Il film è stato parzialmente girato nella città di Milano, dove si svolgono le prime scene in cui Fabio è impegnato nella ricerca di un lavoro. Gran parte del film, però, si svolge in alcune meravigliose località rurali, qui valorizzate al meglio. Tra queste vi è Bereguardo, in provincia di Pavia, con scene girate presso l’Azienda Agricola Cascine Orsine. Altre località sono Greccio, Contigliano, Labro e Cottanello, tutte presenti nella provincia di Rieti. Alcune riprese sono invece state realizzate presso il lago di Piediluco, nella provincia di Terni. Il film alterna dunque scenari urbani a scenari più naturali, esaltando la bellezza e la tranquillità di questi ultimi rispetto ai primi.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il vegetale è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4 febbraio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Bent – Polizia criminale: trama e cast del film con Karl Urban

Bent – Polizia criminale: trama e cast del film con Karl Urban

Oggi celebre per il personaggio di William “Billy” Butcher nella serie targata Amazon The Boys, l’attore Karl Urban vanta nella sua carriera diversi ruoli oggi iconici, tra cui Éomer nella trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli e Leonard “Bones” McCoy nei nuovi film di Star Trek. Uno dei suoi ultimi, e meno noti, ruoli cinematografici, è però quello nel thriller poliziesco Bent – Polizia criminale, diretto nel 2018 da Robert Maresco. Questi è meglio noto per essere stato lo sceneggiatore e il produttore di Crash – Contatto fisico, per il quale ha anche vinto un premio Oscar.

Sceneggiatore anche di questo suo nuovo lungometraggio, Maresco si è basato sul romanzo Deadly Codes, scritto da JP O’Donnell, dando vita ad un intricato crime dove bene e male non fanno che mescolarsi e confondersi continuamente. Il film, nonostante il cast e la produzione internazionale, è stato girato interamente in Italia, in particolare a Roma. Tale ambientazioni non fanno che conferire ulteriore fascino alla vicenda, la quale si presenta come una continua sorpresa per lo spettatore.

Pur se poco noto, anche a causa della sua distribuzione prevalentemente in home video, il film è un titolo che ogni amante del genere potrà apprezzare. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Bent – Polizia criminale

Protagonista del film è Danny Gallagher, un detective della narcotici che, mentre sta indagando su un caso, si ritrova incastrato per un omicidio che non ha commesso: quello del suo fidato partner. Danny finisce dunque in prigione e alla sua scarcerazione, dopo un periodo di detenzione, la prima cosa che è intenzionato a fare è quella di elaborare un piano per vendicarsi di chi lo ha tradito. Prima di tutto deve scoprire come sono andati esattamente i fatti la notte in cui il suo compagno è rimasto vittima dell’omicidio. Durante la sua indagine, il detective, con l’aiuto del suo mentore Jimmy Murtha, un ex poliziotto in pensione e all’agente governativo Rebecca, scopre qualcosa di molto importante.

Egli individua infatti un filo rosso che collega l’omicidio del suo collega ad un altro, ovvero la morte misteriosa di una donna di nome Jennifer Pierce. Quest’ultima era la sorella di un allibratore di zona, sulla cui uccisione, regna ancora un alone di mistero. Più Danny andrà avanti con le indagini e più riuscirà a ricostruire un complicato puzzle, in cui emergerà come l’omicidio del suo collega non sia che uno dei tanti tasselli di un complicatissimo complotto internazionale. Ormai consapevole di star rischiando la vita, Danny dovrà andare fino in fondo a quella storia, cercando di far emergere la verità.

Bent - Polizia criminale cast

Bent – Polizia criminale: il cast del film

Come anticipato ad interpretare il protagonista Danny Gallagher vi è l’attore Karl Urban, dal regista considerato l’unico a poter fornire al personaggio la giusta ambiguità che lo rende sia tanto misterioso quanto carismatico. L’attore, inoltre, ha qui avuto la possibilità di condividere una scena con il figlio Indy. Il bambino, infatti, compare come figlio del personaggio di Dougie, che Danny va a trovare a circa un’ora dall’inizio del film. Accanto a lui, nei panni del mentore Jimmy Murtha vi è invece l’attore Andy Garcia, celebre per film come Gli intoccabili, Il padrino – Parte III e Ocean’s Eleven.

L’attrice Sofia Vergara, nota nota soprattutto per il ruolo di Gloria Delgado-Pritchett nella acclamata serie televisiva Modern Family, è qui l’agente governativo Rebecca. Stando a quanto da lei dichiarato, per Bent – Polizia criminale l’attrice si è trovata a dar vita alla sua prima scena di nudo, condivisa con Urban e ambientata all’interno della doccia. L’attore italoamericano Vincent Spano interpreta Charlie Horvath, mentre Grace Byers e Trai Byers sono rispettivamente Kate e Chuck. Questi ultimi due, come anche il cognome suggerisce, sono sposati nella realtà.

Bent – Polizia criminale: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Bent – Polizia criminale è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

https://www.youtube.com/watch?v=lUqvIu1gRC8

Fonte: IMDb

Bardolino Film Festival – Immagini, suoni e parole sull’acqua: “In viaggio” è il tema della terza edizione

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Diventato un appuntamento imperdibile sulle rive del Garda, torna dal 21 al 25 giugno 2023 il Bardolino Film Festival – Immagini, suoni e parole sull’acqua per una terza edizione all’insegna del cinema e dell’intrattenimento di qualità in una location davvero unica. Organizzato e sostenuto dal Comune di Bardolino, con la direzione artistica del giornalista e critico cinematografico Franco Dassisti, il BFF nelle edizioni precedenti ha ospitato grandi talenti del panorama cinematografico e culturale italiano e internazionale, consolidando la propria immagine come uno degli eventi principali dell’estate sul lago. Milena Vukotic, Pierfrancesco Favino, Mario Martone, Francesco Bruni, Cristiana Dell’Anna, Barbara Ronchi sono solo alcuni dei grandi ospiti che in questi anni hanno preso parte alla manifestazione.

Fil rouge del Bardolino Film Festival 2023 è il tema “In viaggio… sulla strada e nell’anima”. I percorsi narrativi proposti dai film in concorso evocheranno non solo una delle più classiche tematiche come il viaggio on the road, ma anche il viaggio nell’anima inteso come introspezione e scoperta del sé.

“Dopo le prime due edizioni intitolate “Re-Start” (dedicata alle ripartenze post-pandemia) e “Figli della terra” (sul rapporto fra uomo e ambiente), per questa terza edizione vogliamo esplorare il tema del viaggio, fisico o interiore. Cosa ci porta a spostarci da un luogo all’altro del mondo o della nostra anima? Cosa siamo prima di un viaggio e cosa diventiamo dopo averlo intrapreso? Cercheremo le risposte nei film dei due concorsi, cortometraggi e documentari. Ma anche nelle cinque serate di cinema con grandi ospiti in riva al lago” commenta Franco Dassisti, Direttore del Bardolino Film Festival.

Principale novità di quest’anno sarà il sempre maggiore coinvolgimento del territorio: lo splendido parco Carrara Bottagisio di Bardolino ospiterà infatti un villaggio del cinema, aperto al pubblico per l’intera giornata per tutta durata della manifestazione, con stand enogastronomici e non solo.

Per l’edizione 2023 Villa Carrara Bottagisio diventerà la venue principale del BFF, che oltre al villaggio del cinema sarà la location delle proiezioni serali vista lago.

“Il Bardolino Film Festival si conferma anche quest’anno l’appuntamento culturale che vede Bardolino dal 21 al 25 giugno location perfetta per le proiezioni di film ed incontri con i maggiori attori e registi della scena cinematografica nazionale nella suggestiva cornice del parco di Villa Carrara Bottagisio. La volontà dell’amministrazione è di creare un vero e proprio “Villaggio del cinema”, luogo di ritrovo e di confronto nei giardini di Villa Carrara prospicenti le sponde del lago di Garda, dove sarà possibile incontrare gli artisti, ascoltare presentazioni di libri e apprezzare le eccellenze enogastronomiche locali. E dove ogni sera, all’imbrunire, si potrà assistere alla proiezione sul grande schermo di uno dei migliori film della stagione e incontrarne i protagonisti” aggiunge Nica Currò, Assessore alla Cultura del Comune di Bardolino “Il mio intento è continuare ad investire in cultura e nello specifico nella cultura cinematografica perché credo fermamente che questa sia capace di incidere nel costume e nella ricerca di quei valori di cui la nostra società ha sempre più disperatamente bisogno” aggiunge Nica Currò, Assessore alla Cultura del Comune di Bardolino.

Resta confermata la struttura del festival con le due sezioni competitive internazionali, BFF Doc e BFF Short, per ognuna delle quali le giurie composte da personaggi del mondo del cinema e dell’audiovisivo assegneranno il Premio per il Miglior Film.

Ad accompagnare i concorsi, cinque serate speciali in riva al lago che vedranno protagonisti altrettanti ospiti d’eccezione che si racconteranno al pubblico del festival e presenteranno alcuni tra i film di questa stagione cinematografica che meglio hanno saputo declinare il tema dell’edizione.

Non mancherà inoltre la sezione BFF Books, dedicata agli incontri con gli autori di libri sempre percorrendo la traiettoria ideale tracciata dal tema della manifestazione. Le iscrizioni per le candidature dei film sono aperte al seguente indirizzo:
https://filmfreeway.com/BardolinoFilmFestival

Jafar Panahi libero, lo annuncia la moglie su Instagram

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Jafar Panahi libero, lo annuncia la moglie su Instagram

La signora Tahereh Saeidi, moglie del famoso regista cinematografico iraniano Jafar Panahi, ha annunciato in una telefonata a Mansour Jahani, reporter cinematografico indipendente e internazionale, che con gli sforzi del signor Saleh Nikbakht e Yusef Moulai, i suoi avvocati, alle 19.00 di venerdì 3 febbraio 2023, Jafar Panahi è stato rilasciato dalla prigione di Evin a Teheran.

Saleh Nikbakht, un noto avvocato iraniano, ha dichiarato in un’intervista a Mansour Jahani, un giornalista cinematografico indipendente, sull’ultimo stato del caso Jafar Panahi: “Sebbene io sia felice del rilascio del signor Panahi, va detto che la sua scarcerazione sarebbe dovuta avvenire tre mesi fa, a seguito dell’accoglimento della nostra opposizione alla sua precedente decisione giudiziaria. Sono sorpreso da questi “incontri a mazza” con il signor Panahi e altri artisti, scrittori, intellettuali e giornalisti e in generale i contestatori dello status quo. Poiché trascurano persino di attuare la decisione della massima autorità giudiziaria.”

La Dott.ssa Nikbakht ha continuato il suo discorso e ha detto: La decisione della Corte Suprema è stata emessa in seguito alla nostra obiezione alla precedente sentenza del Sig. Panahi il 18 ottobre 2022, e il Sig. Panahi avrebbe dovuto essere rilasciato immediatamente su cauzione.

https://www.instagram.com/p/CoNN07kN4wZ/

Il castello di vetro: trama, cast e le differenze tra il libro e il film

Ci sono storie personali talmente travagliate o ricche di eventi da risultare perfette per un romanzo o un film. Quella di Jeanette Walls è diventata prima l’uno e poi l’altro. Il suo romanzo The Glass Castle è infatti stato trasportato sul grade schermo nel 2017 con il titolo italiano Il castello di vetro. Scritto e diretto da Destin Daniel Cretton, già autore di Shot Term 12, questo è incentrato sulla difficile infanzia dell’autrice. In particolare si concentra sui continui spostamenti da un luogo all’altro e nel difficile rapporto con il padre alcolizzato. Viaggiando nella memoria, sarà così possibile tanto per la scrittrice quanto per lo spettatore trovare la cura ad ogni ferita.

Attento nel trattare eventi e tematiche tanto delicate, il film offre così una storia famigliare particolarmente coinvolgente, capace di essere tanto specifica quanto universale. Per raccontare la sua storia, il regista sceglie di strutturare il tutto su due piani temporali, spostandosi continuamente dal presente al passato per mostrare gli effetti del secondo sul primo. Lo stretto intrecciarsi delle due narrazioni permette così di dar vita ad un intenso dramma, dove il cuore si ritrova nell’arte di perdonare e saper rimediare. Girato nello stato della Virginia Occidentale, Il castello di vetro esalta dunque la fragilità presenti in ognuno di noi, accentuate o meno dal proprio vissuto.

Apprezzato per le interpretazioni dei protagonisti, è questo un film che troverà negli amanti di storie intime e personali il suo pubblico di riferimento. Passato in sordina al cinema, Il castello di vetro chiede ora di essere riscoperto in ogni suo più affascinante aspetto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze tra il libro e il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il castello di vetro

Protagonista del film è Jeannette, seconda di quattro fratelli, la quale si ritrova a cresce con la madre Rose Mary Walls dal carattere particolarmente immaturo, e con il padre Rex Walls, affettuoso ma con gravi problemi di alcolismo, a causa dei quali non riesce a mantenere neanche un lavoro. Quando non è ubriaco, Rex si getta in progetti sconsiderati, elabora complesse strategie di guadagno e infarcisce la mente dei figli di aneddoti bizzarri e fantasiosi, che col tempo alle due sorelle maggiori non bastano più. Spostandosi da un luogo all’altro, la famiglia sarà costretta a riflettere sulla propria esistenza, trovandosi a scegliere tra il rimanere o lo scappare e tentare di sopravvivere. Ormai cresciuta, Jeannette si trova a ripensare alla propria infanzia, ricercandovi un ordine attraverso cui poter giungere a nuove consapevolezze.

Il castello di vetro: il cast del film

Originariamente, ad interpretare i protagonisti avrebbero dovuto essere gli attori Jennifer Lawrence, nei panni dell’adulta Jeannette, e Mark Ruffalo e Claire Danes in quelli dei genitori Rex e Rose. Tuttavia, a causa di diversi ritardi nella produzione, i tre si sono trovati a dover rinunciare ai ruoli. Il regista decise allora di affidare la parte dell’adulta Jeannette alla premio Oscar Brie Larson, con la quale aveva già lavorato per il suo precedente film. L’attrice accettò entusiasta il ruolo, e si preparò a questo intrattenendo lunghe conversazioni con la vera Jeannette. Parlando con lei ebbe infatti modo di apprendere tutti i maggiori retroscena sulla vicenda da raccontare, calandosi emotivamente in quel contesto. Ad interpretare Jeannette da bambina vi è invece Ella Anderson, già nota per la serie Henry Danger.

Il candidato all’Oscar Woody Harrelson è invece presente nei panni del padre Rex. Per l’attore è stato particolarmente affascinante dar vita ad un personaggio tanto complesso, che presenta tanto aspetti positivi quanto altri più negativi. Naomi Watts è invece la madre Rose Mary, mentre i tre fratelli Lori, Brian e Maureen sono interpretati da Sarah Snook, Josh Caras e Bridgette Lundy-Paine. La versione adolescente di Lori ha il volto dell’attrice Sadie Sink, divenuta celebre per aver interpretato Max nella serie Netflix Stranger Things. Iain Armitage, ora celebre per il ruolo di Sheldon Cooper in Young Sheldon, è invece Brian all’età di 6 anni.

Il castello di vetro: le differenze tra il libro e il film

Nell’approcciarsi all’adattamento della Walls, gli autori del film hanno deciso di mantenersi quanto più fedeli possibile a quanto da lei raccontato. Ciò è dovuto anche al fatto che, trattandosi di una storia vera ed estremamente personale, sarebbe stato particolarmente irrispettoso attuare cambiamenti che snaturassero la storia e le sue tematiche. Vi sono però ovviamente alcune differenze, dovute alla necessità di adattare il romanzo ai canoni del racconto cinematografico. Mentre il libro procede in ordine cronologico, partendo dall’infanzia della protagonista fino ad arrivare alla sua vita da adulta, il film procede invece in ordine differente. Il regista ha infatti scelto, come anticipato, di dar vita a due linee narrative che permettessero di vedere tanto la giovane quanto la adulta Jeannette.

Il film, inoltre, sceglie di concentrarsi sul turbolento rapporto della protagonista con il padre. Ciò ha naturalmente portato a sacrificare una serie di dettagli ed eventi relativi alla madre e ai fratelli. Alcuni degli eventi relativi al padre e alla figlia sono inoltre confluiti in episodi più brevi, come quello relativo ai tentativi di Rex di insegnare a sua figlia a nuotare. Similmente a quanto raccontato nel libro è invece l’episodio relativo alla richiesta di Jeannette al padre di smettere di bere. Piccole differenze si ritrovano anche nei vari spostamenti della famiglia, con Rex che nel film viene raramente visto lavorare. Nel romanzo, invece, viene più ampiamente descritto come questi cercasse continuamente lavoro, faticando però a tenerne uno in modo stabile.

Il castello di vetro: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il castello di vetro grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 3 febbraio alle ore 21:10 su canale Rai Movie.

Fonte: IMDb, Bustle, Refinery29

Debito di sangue: libro, trama e cast del film di Clint Eastwood

Debito di sangue: libro, trama e cast del film di Clint Eastwood

Dopo aver realizzato nel corso degli anni Novanta film come La recluta, Un mondo perfetto, I ponti di Madison County, Potere assoluto e, in particolare, Gli spietati, il regista premio Oscar Clint Eastwood è entrato nel nuovo millennio da vera e propria leggenda del cinema mondiale. Nel nuovo decennio realizzerà poi ulteriori grandi opere come Mystic River, Million dollar Baby e Gran Torino. Prima di queste, però, Eastwood ha portato al cinema Debito di sangue, un nuovo thriller poliziesco sulla scia di quelli già interpretati nei precedenti anni. Arrivato in sala nel 2002, questo ha inoltre permesso al regista di tornare a vestire i panni di un antieroe duro e senza regole, personaggio ricorrente nella sua filmografia.

Dagli anni Settanta in poi, infatti, Eastwood ha in più occasioni recitato nei panni del detective o dell’agente di polizia, e ad attrarlo di Debito di sangue vi era proprio la possibilità di dar vita, per l’ultima volta, ad un nuovo personaggio di questo genere. Fu così che con la sua casa di produzione, la Malpaso Productions, egli acquisì i diritti dell’omonimo romanzo di Micheal Connelly, pubblicato nel 1998. Pur seguendo inizialmente la trama di questo, il film finisce però con il discostarsene in modo netto, giungendo anche ad un diverso finale. Molti dei cambiamenti, in particolare, furono attuati per permettere ad Eastwood di poter interpretare il protagonista, nel romanzo in realtà molto più giovane.

Girato con la classica rapidità per cui il regista è noto, Debito di sangue venne terminato in soli 38 giorni. Il risultato in sala non fu però dei migliori, arrivando un incasso di soli 31 milioni di dollari a fronte di un budget di 50. Ad oggi è considerato un film minore del regista, eppure si tratta di un film con una serie di caratteristiche che provano l’esatto contrario. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Debito di sangue

Protagonista del film è Terry McCaleb, veterano dell’FBI e tra i migliori agenti di questa nonostante la sua età. Questi è ora sulle tracce di un pericoloso serial killer, il quale lo provoca con messaggi cifrati scritti con il sangue delle sue vittime. Grazie alla sua esperienza, McCaleb riesce a ottenere importanti indizi, arrivando ad un passo dalla cattura dell’assassino che è intanto divenuto noto come “The Code”. A rovinare i suoi piani, però, arriva un infarto improvviso, che lascia esamine l’agente e al killer la possibilità di scappare. Salvato grazie ad un tempestivo trapianto di cuore, McCaleb decide di riconoscere quello come un segnale inequivocabile della sua sopraggiunta anzianità.

Decide pertanto di abbandonare il proprio mestiere e ritirarsi in pensione. Ha così per lui inizio una tranquilla esistenza sul porto di San Diego, dove vive nella sua barca. Il richiamo della sua precedente vita non manca però di manifestarsi in più occasioni, in particolare attraverso la visita di Graciella Rivers. Questa chiede infatti all’ex agente di aiutarla a trovare l’assassino di sua sorella, il cui cuore batte ora nel petto di McCaleb. Deciso ad onorare questo debito di sangue, l’uomo torna così a vestire i panni del detective, riprendendo la sua ricerca di “The Code”. Affiancato dal collega Buddy Noone, ha così per lui una caccia all’uomo altamente rischiosa.

Debito di sangue cast

Debito di sangue: il cast del film

Consapevole di non essere più giovanissimo, Clint Eastwood ha fatto in modo di poter rendere evidente la differenza che intercorre tra l’agente Terry McCaleb da quelli precedentemente interpretati. Per l’attore si è trattata infatti di una sfida non da poco, che lo ha portato a dover rendere credibili i problemi di cuore del personaggio, impossibilitato anche per età a fare molte delle cose che Eastwood era solito fare. Ad oggi si tratta dell’ultimo agente di polizia da lui interpretato, anche proprio a causa dell’età raggiunta e che rende difficile dar vita a personaggio di questo tipo. Accanto a lui, nei panni del collega Buddy Noone si ritrova invece l’attore Jeff Daniels. Questi conobbe Eastwood giocando a golf nel corso degli anni Novanta, e il regista si disse interessato a lavorare con lui in futuro.

Ad interpretare la cardiologa Bonnie Fox vi è invece la premio Oscar Anjelica Huston. Qualche anno prima Eastwood aveva realizzato il film Cacciatore bianco, cuore nero, dedicato proprio al padre dell’attrice, John Huston. Per lei fu dunque un grande onore poter lavorare con colui che aveva interpretato il genitore con tanto rispetto. L’attrice Wanda De Jesus, nota per le serie CSI: Miami Sons of Anarchy, interpreta Graciella Rivers, mentre Dylan Walsh è il detective John Waller. L’attore Rick Hoffman, celebre in particolare per la serie Suits, è qui James Lockridge, e Tina Lifford la detective Jaye Winston. Infine, con un piccolo cameo nei panni di una giornalista, è presente anche la ex moglie del regista, Dina Eastwood.

Debito di sangue: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Debito di sangue grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 3 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

1923 rinnovato per la seconda stagione da Paramount+

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1923 rinnovato per la seconda stagione da Paramount+

Il prequel di “Yellowstone” di Taylor Sheridan 1923 che ha come protagonisti Harrison Ford nei panni del patriarca di Dutton Jacob e Helen Mirren nei panni della moglie di origine irlandese Cara è stato rinnovato per una seconda stagione da Paramount+. La serie segue la loro generazione della famiglia Dutton mentre affrontano pandemie, siccità e la fine dell’era del proibizionismo nel Montana degli anni ’20.

1923 si è rivelato un successo fin dall’inizio, diventando la premiere di Paramount+ più vista di tutti i tempi negli Stati Uniti con 7,4 milioni di spettatori. Ha anche ricevuto recensioni positive. Oltre a Ford e Mirren, lo spettacolo è interpretato da Brandon Sklenar, Darren Mann, Michelle Randolph, James Badge Dale, Marley Shelton, Brian Geraghty, Aminah Nieves, Jerome Flynn e Julia Schlaepfer. Robert Patrick, Sebastian Roché e Kerry O’Malley sono i personaggi ricorrenti e le guest star hanno incluso quest’anno volti del calibro di James Badge Dale, Jennifer Ehle, Tim DeKay, Nick Boraine, Alexandra Grossi, Michael Spears, Amelia Rico, Jessalyn Gilsig, Peter Stormare e Jacques Schembri.

1923 è prodotto da MTV Entertainment Studios, 101 Studios e Bosque Ranch Productions, e prodotto dal co-creatore di “Yellowstone” Taylor Sheridan, David C. Glasser, John Linson, Art Linson, Ron Burkle, David Hutkin, Bob Yari e Ben Richardson.

La lista di show Paramount+ firmati da Sheridan include anche altri prequel di “Yellowstone” “1883”, “Mayor of Kingstown” e Tulsa King”. Ha tre spettacoli in fase di sviluppo: “Bass Reeves“, “Lioness” e “Land Man”. “1923” ritornerà con un nuovo episodio il 5 febbraio 2023.

Thomasin McKenzie: 10 cose che non sai sull’attrice

Thomasin McKenzie: 10 cose che non sai sull’attrice

Alla giovane attrice Thomasin McKenzie sono bastati una manciata di ruoli per affermarsi come un’interprete dotata di carisma e capacità di passare con naturalezza da un genere all’altro, sperimentando dunque ogni volta con personaggi e contesti nuovi. Ad oggi è dunque considerata uno dei giovani promettenti volti della recitazione e i diversi film di rilievo in cui ha avuto modo di recitare con successo sembrano confermare tale previsione.

Ecco 10 cose che non sai di Thomasin McKenzie.

Thomasin McKenzie: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in noti film. Il primo film cui l’attrice ha recitato è stato Existence (2012), ottiene poi un piccolo ruolo in Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate (2014), con Martin Freeman, per poi ottenere grande popolarità grazie a Senza lasciare traccia (2018) e Jojo Rabbit (2019), con Scarlet Johansson. In seguito ha poi recitato in Il re (2019), con Timothe Chalamet, The Kelly Gang (201), con George MacKay, Lost Girls (2020), Old (2021) e The Justice of Bunny King (2021). Ottiene poi un piccolo ruolo in Il potere del cane (2021), con Benedict Cumberbatch, e recita poi in Ultima notte a Soho (2021) ed Eileen (2023).

2. Ha preso parte anche ad alcune serie TV. Oltre ad aver recitato per il cinema, la McKenzie si è distinta anche per alcuni progetti televisivi a cui ha partecipato. Si annoverano tra questi la soap opera Shortland Street (2015), e serie come End of Term (2015), Bright Summer Night (2016), the Cul De Sac (2017) e Lucy Lewis Can’t Lose (2017). Nel 2022 è invece tra le protagoniste della serie Life After Life, dove interpreta Ursula.

Thomasin McKenzie in Jojo Rabbit

3. Conosceva il regista da tempo. Prima di sceglierla per il ruolo di Elsa Korr nel suo film Jojo Rabbit, Taika Waititi conosceva la McKenzie sin da quando era molto piccola, poiché amico dei suoi genitori, provenienti dalla scena teatrale neozelandese. Dopo averle assegnato la parte, Waititi l’ha poi incaricata di guardare Schegge di follia (1988), per farle capire l’atmosfera che stava cercando per il suo personaggio.

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4. È stata candidata ad un importante premio. Grazie alla sua interpretazione in Jojo Rabbit, la McKenzie ha avuto modo non solo di ottenere grande popolarità, ma anche di ricevere una candidatura come miglior giovane interprete ai prestigiosi Critics’ Choice Awards. A vincere il premio poi stato il giovane Roman Griffin Davis, suo collega nel film di Waititi, ma anche solo il fatto di essere stata candidata ha permesso alla McKenzie di farsi notare ulteriormente e ottenere nuovi importanti ruoli.

Thomasin McKenzie in Old

5. Ha avuto una parte importante nel film. Nel film thriller Old, la McKenzie ricopre il ruolo di Maddox all’età di 16 anni. Il suo personaggio è la figlia maggiore dei due adulti protagonisti, interpretati da Gael Garcia Bernal e Vicky Krieps. Benché interpreti una fase di passagio del suo personaggio, l’attrice ha dato vita alla versione di Maddox che compare per più tempo in scena, partecipando dunque ai principali risvolti narrativi.

Thomasin McKenzie in Ultima notte a SoHo

6. Ha guardato diversi film per prepararsi al ruolo. Dopo averla vista in Senza lasciare traccia, il regista Edgar Wright ha fortemente voluto la McKenzie per il ruolo di Eloise, personaggio co-protagonista del film insieme alla Sandie di Anya Taylor-Joy. Per prepararsi al ruolo, l’attrice ha guardato, su consiglio di Wright, i 50 film preferiti del suddetto regista. La McKenzie ha però affermato di averli visti tutti tranne uno, Suspiria (1977) diretto da Dario Argento, grande ispirazione nella carriera cinematografica di Wright, ma da lei giudicato troppo spaventoso.

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Thomasin McKenzie in Lo Hobbit

7. Ha avuto una parte nel terzo film della trilogia. In Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate, il terzo film della trilogia diretta da Peter Jackson, la McKenzie, in una delle sue prime prove come attrice, compare brevemente nei panni di Astrid, giovane abitante di Ponte Lago Lungo. Per lei fu un esperienza particolarmente importante, che le permise di confrontarsi con un set imponente. L’attrice ha inoltre raccontato che proprio su quel set ha sviluppato una forte passione per gli elfi, aspirando ad interpretarne uno un giorno.

Thomasin McKenzie ha un fidanzato?

8. È molto riservata. Da quando è diventata popolare grazie a Jojo Rabbit e Senza lasciare traccia, la McKenzie si è da subito distinta per il suo tenerci molto affinché la propria vita privata rimanga estranea ai riflettori della notorietà. Non ha infatti mai condiviso molti dettagli sulla propria vita personale e ancor meno su quella sentimentale. Ad oggi infatti non si sa nulla riguardo possibili relazioni passate, né di eventuali attualmente in corso.

Thomasin McKenzie è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 391 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 400 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Thomasin McKenzie: età e altezza dell’attrice

10. Thomasin McKenzie è nata il 26 luglio del 2000 a Wellington, in Nuova Zelanda. L’attrice è alta complessivamente 1,65 metri.

Fonte: IMDb, Instagram, Screenrant

Gli Spiriti dell’Isola: recensione del film con Colin Farrell

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Gli Spiriti dell’Isola: recensione del film con Colin Farrell

Dopo la parentesi americana di grande successo, Martin McDonagh si ritira nella sua Irlanda con il nuovo film, The Banshees of Inisherin, che in Italia uscirà con il titolo di Gli Spiriti dell’Isola e che vede protagonista la straordinaria coppia di suoi connazionali formata da Colin Farrell e Brendan Gleeson, che aveva già diretto in In Bruges – La coscienza dell’assassino, del 2008. 

Gli Spiriti dell’Isola, la storia

Ambientato su una remota isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda, Gli Spiriti dell’Isola segue le vicende di due amici di vecchia data, Padraic e Colm, che si ritrovano in un’impasse quando Colm decide bruscamente di porre fine alla loro amicizia. Padraic, sbalordito, non accetta questo rifiuto e tenta di ricucire la relazione, aiutato dalla sorella Siobhan e da Dominic, un giovane isolano tormentato. I ripetuti sforzi di Padraic, tuttavia, non fanno che rafforzare la determinazione dell’ex amico e, quando Colm lancia un disperato ultimatum, gli eventi precipitano rapidamente, con conseguenze scioccanti.

Se indagare nelle paure e nei dubbi della psiche umana è un’abitudine dello sceneggiatore e regista irlandese, con Gli Spiriti dell’Isola McDonagh racconta anche quel sottile confine che traccia la separazione tra ingenuità e inettitudine, tra depressione e noia, attraverso i personaggi di Farrell e Gleeson che proprio non riescono a trovare un terreno di incontro di fronte a un cambiamento dello status quo.

Colm e Padraic, tra profondità e superficie

È questo il gap che si crea trai due: Colm, forse perché più anziano e più prossimo alla morte, sente avvicinarsi la fine e con essa l’urgenza e la necessità di lasciare qualcosa al mondo, vuole sopravvivere a se stesso e non gli basta il ricordo e l’affetto di chi lo ha conosciuto. Vuole creare musica e rimanere trai vivi, come è successo, ad esempio, a Mozart, che viene più volte citato nel film. Padraic invece si esaurisce nel qui e ora, si trascina lungo le coste dell’isola, beve birra, intrattiene conversazioni futili con chi incontra e questo lo soddisfa, perché non ci sono domande o paure, nella sua vita, almeno non fino a che Colm non comincia ad ignorarlo.

The Banshees of Inisherin
Photo by Jonathan Hession. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved

I due interpreti regalano due performance misurate ed eleganti, dando corpo a due personaggi quasi antitetici che prendono la vita molto diversamente ma che sono entrambi sovrastati dalla paura del domani. Se da una parte c’è chi sente l’approssimarsi della fine, dall’altra non ci si pone nessun tipo di domanda e si prova ad andare avanti come se niente fosse, come se la vita fosse immobile in un eterno presente senza prospettive né cambiamenti. Cosa che non sta bene alla sorella di Padraic che invece vuole lasciare l’isola e costruire qualcosa per se stessa, per la sua vita e il suo futuro.

Martin McDonagh firma anche la sceneggiatura

La scrittura di Martin McDonagh è ancora una volta ironica e drammatica allo stesso tempo, tratteggia con grande precisione non solo i protagonisti, ma anche tutti i personaggi di contorno, creando un microcosmo realistico e coerente seppure immerso in un mondo ai margini che sembra non essere mai esistito e su cui aleggia un velo di antica magia. La decisione scatenante di Colm fa piombare Padraic in una depressione travolgente che non conosce rimedio se non la continua ricerca del confronto, la richiesta di spiegazioni e, di fronte al rifiuto dell’altro, la frustrazione totale.

Gli Spiriti dell’Isola The Banshees of Inisherin
Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.

Un elemento importante della storia è senza dubbio l’ambientazione, che grazie all’occhio di McDonagh si mostra sempre come essenziale e fondamentale. Perché abbraccia le storie narrate, perché si erge a sfondo e testimone impassibile e perché il regista stesso riesce a sfruttarne la bellezza selvaggia senza farne una cartolina dell’azienda Soggiorno e Turismo ma rendendo il territorio uno strumento narrativo. Le lunghe traversate delle colline verdi e desolate sembrano simboleggiare la noia, la fatica, l’insoddisfazione che regna in quei luoghi, nonostante la bellezza naturale, e ogni personaggio, anche gli splendidi comprimari, trova il suo momento e il suo spazio per brillare, immerso com’è in una natura che dialoga con chi la abita.

Gli Spiriti dell’Isola racconta di un’amicizia, di chi è capace di porsi nel mondo in maniera critica e di chi invece si lascia soltanto trascinare dalla contingenza, il film di Martin McDonagh lo fa con realismo, intelligenza e delicatezza, dimostrandosi una delle opere più coese e compiute del regista. Un film piccolo con lo spirito di una bellissima novella.

Maria Antonietta: trailer della nuova serie SKY

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Maria Antonietta: trailer della nuova serie SKY

SKY ha diffuso il trailer di Maria Antonietta, la nuova serie che racconta la storia della giovane regina austriaca che sconvolse la corte di Francia per la sua mentalità moderna e all’avanguardia. Creata e scritta da Deborah Davis, sceneggiatrice del film La Favorita (per cui è stata candidata agli Oscar del 2018), e con protagonista l’attrice tedesca Emilia Schüle, la serie in 8 episodi andrà in onda in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 15 febbraio, con due nuovi episodi ogni mercoledì su Sky Serie (disponibili anche on demand).

https://youtu.be/Oe90RziBhuA

La trama di Maria Antonietta

Maria Antonietta, attraverso uno sguardo contemporaneo, esplora il lato oscuro e misogino della corte di Versailles della seconda metà del XVIII secolo, quando la futura regina, allora solo 14enne, lasciò l’Austria per diventare la moglie del Delfino di Francia (Luigi XVI). All’inizio inibita dallo stretto protocollo di corte, dalle rigide regole imposte dalla società, e sotto la pressione di una nazione straniera che avrebbe dovuto accettarla come sovrana, Maria Antonietta riuscì a rivoluzionare la sua immagine, grazie alla sua indole testarda e il suo grande carisma. Con coraggio e dignità la regina si scagliò contro il sistema decidendo di vivere in modo innovativo malgrado il disappunto francese.

Il cast

Nel cast anche James Purefoy (A Discovery of Witches), Jack Archer (The Bay), Roxane Duran (Riviera), Jasmine Blackborow (Shadow and Bone) e Louis Cunningham (Bridgerton). Maria Antonietta è prodotta da Alban Étienne e Stéphanie Chartreux di Banijay Studios France, Claude Chelli e Aude Albano di Capa Drama e Christophe Toulemonde di Les Gen

FCP conferma il trend positivo del 2022 e 2023 al cinema

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FCP conferma il trend positivo del 2022 e 2023 al cinema

Ancora una volta le 3 Concessionarie (DCA, MovieMedia, Rai Pubblicità) che curano il mezzo cinema in Italia si sono riunite per raccontare in modo coeso il ‘valore’ del media e del sistema cinema stesso e le prospettive per i prossimi mesi, alla luce dei positivi segnali del 2022 appena concluso e dei trend significativi che stanno emergendo per la nuova stagione cinematografica.

La proiezione in prima visione del pluricandidato agli Oscar Gli Spiriti dell’Isola, dal 2 febbraio in sala distribuito da The Walt Disney Company Italia, è stata l’occasione per l’evento tenutosi ieri 2 febbraio presso il Notorious Cinemas di Sesto San Giovanni alla presenza di centinaia di ospiti provenienti da Aziende e Centri Media e organizzato da FCP – Federazione Concessionarie Pubblicità in collaborazione con ANEC e Anica, Associazioni che rappresentano l’esercizio e la distribuzione cinematografica.

Durante la serata sono stati presentati alcuni dati relativi alla scorsa stagione e all’anno appena iniziato direttamente dai Responsabili delle Concessionarie – Alessandro Maggioni (DCA), Fabio Poli (MovieMedia) e Vittorio Perina (Rai Pubblicità) – che gestiscono gli spazi sullo schermo e nei foyer di tutta Italia.

Emerge in prima istanza dai dati rilevati da CINETEL il ritorno del pubblico al cinema, con un + 81% di presenze 2022 vs 2021, con un trend in continua crescita dallo scorso luglio a dicembre, e anche il mese di gennaio 2023 continua a confermare il trend positivo; un aumento di prodotti usciti in sala – 498 nuovi film al cinema nel 2022 (+141 vs 2021) e 126 contenuti complementari extra-film (+45 vs 2021); infine un maggior numero di strutture censite 1.121 cinema e 3.412 schermi, ossia un numero superiore al 2021 (+33 cinema, +63 schermi) grazie anche all’uso del tax credit per le sale e le produzioni.

Relativamente ai trend di fine 2022 e inizio 2023 si può affermare che Avatar La via dell’Acqua ha riacceso l’attenzione sul 3D, il cinema italiano continua ad ottenere importanti risultati e di quota di mercato sul totale box-office grazie ai recenti successi de Il Grande Giorno, Le Otto Montagne, Tre di Troppo, Grazie Ragazzi e altri titoli. Avatar La via dell’Acqua è stato un successo planetario nonostante la situazione odierna così differente rispetto al primo film: in Italia ad oggi è a oltre 43 milioni di incasso destinati ancora a crescere ed è il 7 incasso di sempre, nel mondo è a oltre 1.7 miliardi di dollari).

Nel 2023 aumenteranno però anche i dati di profilazione da mettere a disposizione dei possibili investitori: la novità più importante riguarda infatti CINEXPERT, un progetto di ricerca realizzato da Cinetel a cui Audimovie ha aderito. Il monitoraggio settimanale di CINEXPERT ha lo scopo di profilare nel dettaglio chi frequenta le sale e che cosa sceglie per la visione in sala, anche in relazione alle variabili storiche del momento. Per la sua realizzazione sono state utilizzate le metodologie di rilevazione e di analisi più accreditate a livello internazionale, anche attraverso il coinvolgimento di importati operatori stranieri. L’obiettivo è fornire un’analisi del mercato completa, integrando le informazioni quantitative sul numero di spettatori con dati qualitativi.

Miss Fallaci: al via le riprese della serie Paramount in Italia con Miriam Leone

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Paramount+ annuncia l’inizio delle riprese di Miss Fallaci, la nuova serie Paramount+ original con protagonista Miriam Leone, che debutterà prossimamente in esclusiva sul servizio di streaming.

Miss Fallaci è la serie in 8 episodi prodotta da Paramount e Minerva Pictures che racconta un periodo molto intenso e poco esplorato della vita di Oriana Fallaci, quando, alla fine degli anni ’50, inizia a viaggiare tra New York e Hollywood per intervistare le star del cinema, prima di diventare la prima inviata di guerra e una delle più importanti scrittrici e firme del giornalismo italiano nel mondo, con 20 milioni di copie vendute e tradotte in 25 lingue.

Nella serie, ambientata tra il 1956 e il ‘59 tra Milano, New York, Los Angeles, Roma, Londra, Firenze, Oriana Fallaci – interpretata da Miriam Leone – è una giovane inviata de L’Europeo, intelligente, brillante, dal piglio polemico e insofferente alle dinamiche di una redazione di soli uomini che possono occuparsi di politica mentre lei è relegata al ruolo della “ragazza del cinema”. Grazie alla sua determinazione, Oriana riesce a ottenere un viaggio a New York, con la promessa di intervistare la star più ambita e irraggiungibile: Marilyn Monroe.

Mettere a soqquadro la città, tuttavia, non l’aiuta a trovare l’attrice. Scrive invece di come non ce l’ha fatta, un articolo che le fa assegnare una serie di reportage da Hollywood. Con sguardo disincantato e l’inconfondibile stile caustico e irriverente della sua penna, Oriana racconta la “fabbrica dei divi”, smascherando le contraddizioni della società americana, in bilico tra moralismo ed emancipazione.

Miss Fallaci_Miriam LeoneMiss Fallaci è la storia degli inizi della brillante carriera di Oriana, che affronta e racconta per la prima volta la società americana degli anni Cinquanta. Ma è anche la storia di come una giovane e testarda donna di Firenze diventerà l’impavida reporter per cui è oggi ricordata e di che cosa ha sacrificato sulla strada del successo. Seguiremo Oriana nel suo viaggio per diventare una giornalista politica, un’autrice di best seller, un’icona mondiale che ha reinventato il giornalismo e la scrittura, documentando il mondo con l’obiettivo di cercare la verità, in una società dominata principalmente dagli uomini.

Miss Fallaci è una coproduzione Paramount e Minerva Pictures, prodotta da Santo Versace e Gianluca Curti, in associazione con RedString. La serie è basata su eventi raccontati dalla stessa Fallaci ne “I sette peccati di Hollywood” e “Penelope alla guerra”, editi da Rizzoli.

Scritta da un team internazionale, guidato dai creator e head writer Viola Rispoli (CIRCEO, “Il commissario Ricciardi”, “Doc nelle tue mani”, “Non uccidere”) e Thomas Grieves (“Safe Space”, “Dracula), di cui fanno parte la stessa Miriam Leone, Laura Grimaldi (“Nero a metà”, “Mental”), Alice Urciuolo (“Skam”, “Prisma”), e Alessandra Gonnella, autrice e regista di “A cup of coffee with Marilyn, il corto vincitore del Nastro d’Argento sulla giovane Fallaci che cerca di intervistare l’imprendibile diva, che ha ispirato la serie. Edoardo Perazzi, nipote ed erede di Oriana Fallaci, è tra i consulenti del progetto. Produttore creativo Francesca de Michele. Head Director è Luca Ribuoli, che dirige i primi 4 episodi, mentre la regia degli altri è affidata a Giacomo Martelli (episodi 5-7-8) e Alessandra Gonnella (episodio 6). Ivan Casalgrandi è direttore della fotografia, Eva Coen è la costumista, Paolo Bonfini lo scenografo. Casting di Maurilio Mangano, Montaggio di Pietro Morana, Marco Spoletini.  Produttore associato Diego Loreggian. Head Line Producer Gabriele Guidi, produttore Gianluca Curti.

Hulk: 60 incredibili anni nelle fumetterie

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Hulk: 60 incredibili anni nelle fumetterie

Hulk, l’amatissimo personaggio Marvel creato dai geniali Stan Lee e Steve Ditko, lo scorso anno ha compiuto 60 anni e – per celebrare questo grande traguardo – Panini Comics presenta Hulk: 60 incredibili anni, un imperdibile volume dedicato alla sua storia editoriale e alle sue avventure più importanti, disponibile in libreria, fumetteria e su panini.it.

Nato per caso durante un esperimento fallito coi raggi gamma, Hulk è l’alter ego del dottor Bruce Banner, uno scienziato mite e riservato che si trasforma, contro la sua volontà, nel gigante dalla pelle verde quando è sottoposto a particolare stress e pressione. Ispirato allo sdoppiamento della personalità di Jekyll/Hyde e connotato da tratti di potenza incontrollata, il Golia Verde è in realtà un personaggio la cui rabbia nasconde una profonda tristezza. Inevitabilmente spinto a mescolarsi agli umani, infatti, Hulk rivela un cuore di mostro buono, capace di difendere i più deboli e appianare i torti come di lasciare una scia di distruzione dietro di sé.

Ma chi è Hulk? Un mostro in grado di devastare qualunque cosa sul suo cammino o un uomo maledetto dai suoi stessi traumi? Hulk: 60 incredibili anni, realizzato dalla collaudata coppia formata da Marco Rizzo e Fabio Licari – già autori di alcuni volumi retrospettivi come Marvel: 80 meravigliosi anni, Capitan America: I primi 80 anni e Spider-Man: 60 stupefacenti anni – cerca di dare una risposta a questa domanda, ripercorrendo i sessant’anni di avventure del personaggio attraverso la sua storia editoriale e i grandi autori che l’hanno raccontato, come Bill Mantlo, Peter David e Al Ewing. Grazie a interviste, retroscena, curiosità e un apparato formato da infografiche di approfondimento e immagini rare, il volume è un must have che non potrà mancare nella libreria di ogni vero appassionato Marvel. 

GLI AUTORI

Marco Rizzo, giornalista e scrittore, è editor Panini Comics dal 2009, per cui cura le testate del mondo degli X-Men, gli eventi Marvel e altro ancora. Come sceneggiatore è tra gli autori italiani più rappresentativi nel filone del “graphic journalism”. Ha ricostruito, a fumetti, le vite di Peppino Impastato, Che Guevara, Marco Pantani, Jan Karski, Mauro Rostagno e Ilaria Alpi, principalmente in collaborazione con il disegnatore Lelio Bonaccorso. Sempre con Bonaccorso ha pubblicato due reportage a fumetti, Salvezza, racconto dell’esperienza a bordo di una nave di soccorso migranti, e …A casa nostraCronaca da Riace, inchiesta sul sistema accoglienza. Rizzo è anche autore di fiabe di impegno civile su mafia, immigrazione ed ecologia, ha fondato il sito di critica Comicus la rivista di fumetti sperimentale Mono e ha firmato numerosi articoli sul fumetto, oltre a saggi, inchieste, testi teatrali e il romanzo Lo scirocco femmina.

Fabio Licari è nato nel 1967 a Palermo e, dal 1988, è giornalista della Gazzetta dello Sport. Le sue passioni sono diventate il suo lavoro: il calcio (segue la Nazionale, la Champions League, il campionato) e i fumetti. È il supervisore delle collane allegate alla Gazzetta e al Corriere della Sera e ha curato Le Grandi Saghe Marvel, LeggendeMarvel, Super Eroi Il Mito, Leggende Avengers, Ultimate Spider-Man Collection, Le Grandi Battaglie Marvel, Spider-Man La Grande Avventura, Thor La Saga del Tuono, X-Men Le Storie Incredibili e Super Eroi Classic.

Dinner Club: trailer della seconda stagione in arrivo su Prime Video

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Prime Video ha svelato oggi il trailer e le prime immagini della seconda stagione dell’innovativo food travelogue Original di produzione italiana Dinner Club, disponibile in esclusiva su Prime Video dal 17 febbraio 2023 con i primi quattro episodi, seguiti dagli ultimi due il 24 febbraio.

Dopo il successo della prima stagione, Dinner Club torna per la seconda stagione con lo Chef stellato Carlo Cracco in viaggio per l’Italia assieme a quattro compagni speciali, gli attori Antonio AlbanesePaola CortellesiMarco Giallini e Luca Zingaretti, alla scoperta delle ricette e dei tesori più nascosti del nostro Paese. Mete di questo nuovo viaggio sono la Sila in Calabria, la Romagna, il Sud Tirolo e la Sicilia. Una volta rientrati al Dinner Club, i viaggiatori si uniranno a cena con le due socie onorarie Sabrina Ferilli Luciana Littizzetto regalando sei puntate piene di rivelazioni, buona cucina e tante risate. Dinner Club è prodotto da Banijay Italia per Amazon Studios, scritto da Magda Geronimo, Alessandro Saitta e Ugo Ripamonti e diretto da Riccardo Struchil e Caterina Pollini. 

La prima stagione di Dinner Club con Diego Abatantuono, Fabio De Luigi, Pierfrancesco Favino, Sabrina Ferilli, Luciana Littizzetto e Valerio Mastandrea è disponibile su Prime Video.   La seconda stagione di Dinner Club si unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1 e S2; le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi come Jack Ryan, The Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il principe cerca figlio, Senza Rimorso, Good Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre produzioni Original già annunciate sono la serie Original italiana dall’universo Citadel, Everybody Loves Diamonds e The Ferragnez – La Serie Stagione 2.

Colin Farrell rivela quanti episodi aspettarsi dallo spin-off di The Penguin

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Colin Farrell si appresta ad affrontare per la prima volta in carriere una nomination all’Oscar, grazie alla performance nell’acclamato film Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), che abbiamo avuto il piacere di vedere e recensire all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Ebbene l’attore è tutt’ora impegnato in varie interviste in vista dell’attesissima serata a Los Angeles e mentre l’attore è in attesa, come molti di voi già sapranno – l’attore si sta preparando a riprendere il ruolo di Oz – alias il Pinguino – per la serie The Penguin, lo spin-off televisivo di “The Batman” di Matt Reeves, che inizierà a girare il 28 febbraio.

Sarà una cosa in otto parti“, ha detto Colin Farrell al podcast del circuito di premi di  Variety . “Racconterà l’ascesa al potere di Oz, che ha riempito quel vuoto di potere creato quando Falcone è stato ucciso. L’idea di Matt era di far iniziare lo spettacolo The Penguin circa una settimana dopo la fine del film di Batman. E se funziona, se la traiettoria è interessante, e il pubblico lo accetta, e noi facciamo bene il nostro lavoro, il secondo lungometraggio riprenderà da dove finirà lo show della HBO.”

Come coloro che ci seguono sapranno in realtà due giorni fa i DC Studios hanno confermato che The Batman – Parte 2 arriverà al cinema nel 2025, e non dipenderà proprio dal successo della menzionata serie. In questo episodio del podcast, Farrell discute di aver ricevuto la sua prima nomination all’Oscar per aver interpretato Pádraic, il coltivatore di latte con un adorabile asino in “Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)“. Inoltre, la star irlandese 46enne parla del suo anno di successi, che includeva acclamate interpretazioni in “After Yang”, “Thirteen Lives” e appunto “The Batman”, dove ha interpretato il malvagio Pinguino.

Cosa sappiamo sulla serie tv The Penguin

The Penguin è una serie limitata di prossima uscita e uno spin-off di The Batman che sarà presentato in anteprima su HBO Max. La serie seguirà Oswald Cobblepot mentre tenta di impossessarsi della malavita criminale di Gotham City all’indomani degli eventi del film.

Infiesto, la recensione del film thriller spagnolo di Netflix

Infiesto, la recensione del film thriller spagnolo di Netflix

Infiesto è l’ultimo film Netflix che uscirà sulla piattaforma il 3 febbraio. Due detective vengono chiamati in una piccola città mineraria sulle montagne delle Asturie dove una giovane donna, data per morta da mesi, è improvvisamente apparsa. Mentre il mondo si sgretola, i detective si rendono presto conto che il virus potrebbe non essere l’unica forza oscura all’opera. Scritto e diretto da Patxi Amezcua, interpretato da Isak Férriz, Iria del Río e Luis Zahera, viene girato in diverse località della zona mineraria asturiana e della Galizia.

Infiesto, la recensione

Un piccolo paesino della Spagna di cui sappiamo poco. Una ragazza si muove verso la telecamera, visibilmente sconvolta. Tutto a partire dall’atmosfera, i colori e la colonna sonora non lasciano intendere altro: siamo di fronte a un thriller Netflix in piena regola. L’unica eccezione: il film è ambientato a Marzo 2020 all’alba della pandemia da Covid-19. La narrazione del Covid però non ha nulla a che vedere con la trama, in realtà il film si concentra su un altro argomento. La storia di Infiesto è raccontata attraverso le indagini di due detective che vanno in contro a un soggetto spietato che rapisce giovani donne e giovani uomini. Questi ultimi diventano le vittime di un sacrificio in nome di un “potere superiore”. Presto, il film si concentra proprio sulla caccia all’uomo e nel giro di un’ora e mezza porta a compimento l’indagine – con alcuni colpi di scena discutibili.

Alcuni aspetti secondari della trama sono lanciati nel marasma di informazioni investigative e successivamente vengono abbandonate. Nonostante, a volte, manchi di un filo conduttore lineare, Infiesto si presenta allo spettatore come un thriller dai colori freddi che vuole trasmettere a chi lo guarda la sensazione di immersione in un mondo surreale. La trama che scrive e dirigere Patxi Amezcua cammina su un lungo e sottile filo sfidando gli eventi. Isak Férriz e Iria del Río danno i volti ai protagonisti di questo film come due agenti di cui sappiamo poco. A eccezione di qualche informazione lasciata intendere, avrebbe fatto comodo una caratterizzazione dei personaggi.

Infiesto recensione

Questo è solo l’inizio

Infiesto, che arriverà su Netflix dal 3 febbraio, è un thriller a tutti gli effetti. Il genere che più su tutti trionfa sulla piattaforma che porta sul piccolo schermo il mix di azione, suspense e adrenalina. Il film spagnolo, infatti, intrattiene lo spettatore – complice i 90 minuti di cui si compone la pellicola – che però non può non porsi delle domande. La città che fa da ambientazione al film è deserta, sembra un mondo post-apocalittico dove da un momento all’altro potrebbe comparire uno zombie. Mentre i due agenti, Garcia e Castro lavorano incessantemente al caso della ragazza ritrovata, i giorni di isolamento aumentano e i primi casi di Covid mettono a tappeto la piccola città dell’Asturia.

Non ci è concesso empatizzare con i due protagonisti: dobbiamo volutamente saper poco delle loro storie. Il detective Castro cerca di arrivare brevemente alla soluzione di questo violento crimine mentre il compagno contrae il Covid. A parte questo accenno, non si entra in merito alle dinamiche dei governi o alla gestione internazionale della pandemia. Il Covid scandisce il racconto della storia dividendo il film nelle varie giornate di lockdown. Il crimine che ha colpito la città, infatti, si svolge nei primi 10 giorni di reclusione forzata dovuta alla diffusione crescente del virus.

Anche la storia di Garcia, interpretato da Isak Férriz, è poco articolata. Sappiamo che accudisce la madre in una casa di riposo e che ha un passato tormentato che riemerge in una delle scene più cruente del film. La violenza con cui interrogherà uno dei principali sospettati dell’indagine di rapimento sarà un campanello dall’allarme per le sorti del suo personaggio.

La fine del mondo

Parallelamente alla velocità con cui si diffonde il virus in Infiesto, il mistero riguardo la ragazza scomparsa si infittisce. I detective tentano di seguire le tracce partendo dal luogo di ritrovamento dell’adolescente. Partendo da quello e seguendo una lunga scia di possibili sospettati, subito all’occhio dell’attento spettatore si percepisce qualcosa che non va. Fuori da ogni logica che prevede l’inclusione della polizia locale all’interno di questo tipo di indagine, proprio un poliziotto (che non vedremo mai a volto scoperto, se non alla fine) si dimostra disponibile ad aiutare i detective – addirittura da fornire un biglietto da visita ai detective.

Dopo una serie di colpi di scena più o meno apparenti, in Infiesto l’adrenalina sale perché stiamo per trovarci di fronte l’indiziato numero uno: Il Profeta – ovvero proprio quel Ramos che ci era parso così strano. La storia di questo Profeta, così si fa chiamare, appartiene a un tempo passato dove aveva già colpito numerose vittime. Come una sorta di Charles Manson riusciva ad attirare a sé giovani uomini e donne nella sua setta. Inizialmente, però tutto avveniva in maniera consensuale fino a quando non è arrivata la pandemia. Da quel momento, il Profeta – come chiamato da questo suo dio – ha lavorato per un bene superiore, un fanatico che marchiava a fuoco le sue vittime.

La fine del mondo è vicina ed è rappresentata dagli ultimi istanti del film, nello scontro finale. È quel viaggio al centro della terra che Castro compie nell’ascensore della miniera che porta Castro al centro degli Inferi, nel nucleo della terra. Lì il personaggio di Iria del Río affronterà il Profeta in un combattimento non molto avvincente, anzi abbastanza lineare e scontato. Infiesto inizialmente sfrutta bene i primi colpi di scena, un crescendo che rende l’indagine abbastanza articolata, seppur con qualche sbavatura. La realizzazione però lascia a desiderare ed è in balia dello spettatore che si trova alla fine del film vista senza una spiegazione che non sia riferita al classico “bene superiore”.

I nostri ieri, recensione del film con Peppino Mazzotta

I nostri ieri, recensione del film con Peppino Mazzotta

Il nuovo film di Andrea Papini, I nostri ieri, presentato ad Alice nella città, nella diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma lo scorso ottobre, è in uscita il 9 febbraio. Dopo un thriller e un noir, il regista sceglie una storia di riscatto e seconde possibilità, ambientata all’interno di un carcere, e affida ancora un ruolo centrale a Peppino Mazzotta (Anime nere, Il commissario Montalbano), come nei suoi precedenti lavori La misura del confine e La velocità della luce. Papini cura anche il soggetto e la sceneggiatura, quest’ultima con Emanuela Tovo, oltre a produrre il lavoro con la sua Atomo Film.

La trama de I nostri ieri

Luca, Peppino Mazzotta, è un documentarista prestato all’insegnamento in carcere. In questo contesto nasce l’idea di coinvolgere un gruppo di detenuti in prima persona, come attori, in un film che ricostruisca le vicende che hanno portato ciascuno di loro dietro le sbarre. Il primo a dover raccontare e mettere in scena la sua storia è il nuovo arrivato, Beppe, Francesco di Leva. È così che questo detenuto schivo si apre al racconto di quanto commesso, l’omicidio di una ragazza, descrivendo luoghi e persone.

Sulla scorta di questo racconto, Luca si reca a fare le riprese in esterna nelle location indicate. Qui, incontra per caso Lara, Daphne Scoccia, che scopre essere la sorella della vittima, oltre che una talentuosa fotografa. Luca conosce poi la moglie di Beppe, Teresa Saponangelo, e la sua famiglia, che non ha più avuto contatti con lui da quando è in carcere. Nel frattempo, Luca riceve anche la visita di sua figlia Greta, Denise Tantucci, che non vede da molto e che gli annuncia la volontà di andare a studiare in America. Ecco che il film in lavorazione diventa un’occasione per il protagonista, Beppe, per il regista Luca, e per tutti quanti sono coinvolti nel progetto, per riannodare i fili con il proprio passato, magari rileggendolo alla luce di ciò che sono oggi.

Il potere catartico del cinema

Ne I nostri ieri Papini mette in scena una visione del cinema come elemento catartico. I protagonisti, in particolare Beppe, rappresentando le vicende che li riguardano si riconciliano col loro passato. Beppe riesce a restituire il proprio punto di vista su ciò che accadde nel giorno che segnò la sua vita per sempre. Non è in discussione la sua colpevolezza, ma Beppe riesce in qualche modo a rappacificarsi col passato. Anche Lara, la sorella della ragazza uccisa da Beppe, lo fa, grazie a quell’incontro casuale con Luca. Il film è un’occasione per rielaborare il suo dolore.

Accostarsi per la prima volta alla realtà del carcere, le fa capire che questo dolore lo condivide in qualche modo con loro, che non è l’unica a soffrire. Lì c’è una sofferenza che non può ignorare e che non vale meno della sua. La moglie di Beppe, invece, grazie a questo progetto, trova finalmente il coraggio di parlare col marito dopo tanto tempo. Anche Luca, il regista, fa un passo in più nella sua storia personale. Quel passo che non era riuscito a fare con il suo film autobiografico. Questo lo aiuta anche nel rapporto con la figlia.

Un universo carcerario non stereotipato ne I nostri ieri

I nostri ieri è il secondo film che in questo periodo approda nelle sale per affrontare il tema del carcere in modo non convenzionale, dopo Grazie Ragazzi di Riccardo Milani. Questi due lavori raccontano il mondo del carcere in modi diversi, con budget diversi, essendo il primo un film indipendente, con due registri diversi, uno comico, l’altro drammatico, ma entrambi danno la parola ai detenuti. Entrambi attraverso la recitazione fanno sì che il mondo del carcere non resti chiuso fra quattro mura, ma si apra all’esterno e che lo spettatore possa entrarvi in contatto.

Entrambi non giudicano e invitano a non giudicare, a guardare a queste storie cercando di capire. Perché anche chi è in carcere è persona, con debolezze, errori che sta pagando, ma pur sempre persona. Con I nostri ieri il cinema si conferma finestra sul mondo, anche mondi chiusi. In particolare, qui si insiste sul mondo “fuori” che entra all’interno del carcere, mentre nel lavoro di Milani sono i detenuti ad uscire. Fa piacere, ad ogni modo, che entrambi i film affrontino il tema del carcere distaccandosi dallo stereotipo del mondo carcerario come luogo truce, di violenza e umanità perdute, per abbracciare una visione più umanamente autentica.

Un dramma minimalista e un cast ben scelto

La scelta di Papini nel raccontare il dramma e il delitto è quella di farlo con molta delicatezza e pudore, tanto che il momento dell’omicidio commesso da Beppe non viene mostrato, ma lasciato all’immaginazione dello spettatore. Una corsa sulla spiaggia è tutto ciò che egli vede. È una forma di rispetto da apprezzare. Non si cerca la spettacolarizzazione. Papini, che viene dal noir e dal thriller, poi, riesce bene a creare curiosità e aspettativa.

Lo spettatore vuole sapere cosa è successo davvero, man mano che si ricostruisce la vicenda. Poi, il regista scioglie efficacemente la tensione in maniera elegante e minimalista. Si avvale poi di un cast ben scelto e in particolare, oltre alle interpretazioni solide di Mazzotta, Saponangelo e Di Leva, da segnalare sono le caratterizzazioni dei detenuti, cui danno corpo, tra gli altri, Marta Pizzigallo e Domenico Gennaro. Anche Daphne Scoccia caratterizza bene il ruolo di Lara. I nostri ieri non è solo una riflessione sul potere catartico del cinema, ma anche un invito allo spettatore a guardare senza pregiudizi al mondo del carcere e ad affrontare i propri traumi, anziché metterli da parte o rimuoverli. Solo così è possibile superarli e iniziare un nuovo percorso di vita.

Dove e quando vedere I nostri ieri

I nostri ieri è al cinema dal 9 febbraio, prodotto da Atomo Film del regista Andrea Papini con il sostegno di MiC Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Emilia Romagna Film Commission, Regione Lazio Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.

The Palace: HBO rivela il primo sguardo a Kate Winslet

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The Palace: HBO rivela il primo sguardo a Kate Winslet

HBO ha rilasciato un primo sguardo alla sua prossima serie limitata “The Palace”, che vedrà protagonista Kate Winslet. La nuova serie “racconta la storia di un anno tra le mura del palazzo di un moderno regime europeo mentre inizia a disfarsi“, secondo la sua logline ufficiale.

Diretta da Stephen FrearsJessica Hobbs , la nuova serie è interpretata anche da Matthias Schoenaerts, Guillaume Gallienne, Andrea Riseborough, Martha PlimptonHugh GrantWill Tracy è lo sceneggiatore, produttore esecutivo e showrunner.Seth Reiss, Juli Weiner, Jen Spyra, Gary Shteyngart e Sarah DeLappe stanno scrivendo insieme a TracyWinslet, Frears, Hobbs, Frank Rich e Tracey Seaward sono anche produttori esecutivi.

James Gunn chiarisce: cosa significa che The Flash “farà un reset” del DCU?

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In occasione della presentazione dei progetti DC Studios, James Gunn aveva annunciato che l’arrivo di The Flash con Ezra Miller avrebbe resettato il DCEU e avrebbe fatto partire il DCU. Ma cosa significa, esattamente?

Lo stesso Gunn lo ha spiegato meglio (anche se non a soddisfazione), nelle risposte al suo ultimo post di Instagram. The Flash resetterà gran parte di quell’universo. Alcuni personaggi rimarranno, tipo Amanda Waller per la quale è stata annunciata una serie, e altri saranno rivoluzionati. Ecco di seguito il testo originale:

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Il film The Flash

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League e sarà affiancato da Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash con Ezra Miller

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

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