Manca poco alla fine del primo mese
dell’anno e oggi vi segniamo tutti i film in uscita a Febbraio 2023
su MUBI!
Tra le uscite vi segnaliamo La
scelta di Anne – L’Événement.
Vincitore del Leone d’Oro
alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia nel 2021,
LA SCELTA DI ANNE – L’ÉVÉNEMENT di Audrey Diwan è la seconda
opera registica di Diwan, già sceneggiatrice. Tratto dal libro del
Premio Nobel Annie Ernaux, il film ripercorre le vicende
autobiografiche di Ernaux stessa, quando durante il suo periodo
universitario negli anni ‘60, si trova a dover intraprendere un
percorso per l’interruzione di una gravidanza, in una Francia dove
l’aborto era ancora illegale. La protagonista Anamaria Vartolomei
ha vinto il premio alla Migliore Promessa Femminile agli ultimi
César.
TROMPERIE –
INGANNO di Arnaud Desplechin (2021)
Arnaud Desplechin dirige
Léa Seydoux e Denis Podalydès in un racconto di adulterio. Nella
Londra degli anni ’80 uno scrittore nella incontra
regolarmente la sua amante e riflette sulle donne che ha amato
nella sua vita, usando i ricordi per le sue elucubrazioni
letterarie. Il film è tratto dal romanzo di Philip Roth “Inganno”
ed è stato presentato nella sezione Cannes Première alla 74esima
edizione del festival.
PER UN’ORA DI AMORE: DUE
FILM DI VALERIO MIELI
RICORDI? (2018) e DIECI
INVERNI (2008)
di Valerio Mieli
Nel mese di San
Valentino, aggiungiamo due titoli italiani alla nostra collezione
di film romantici “Per un’ora d’Amore”: RICORDI? e DIECI INVERNI di
Valerio Mieli. Con
Isabella Ragonese e
Michele Riondino, in DIECI INVERNI seguiamo dieci momenti
invernali dei protagonisti e lo sviluppo della loro relazione anno
dopo anno. In RICORDI?, Linda Caridi e
Luca Marinelli sono i due protagonisti la cui storia d’amore
viene rivissuta e rimodellata tramite i frammenti della loro
memoria.
PARK CHAN-WOOK: UN
DITTICO
JOINT
SECURITY AREA (2000)
e MADEMOISELLE (2016)
In concomitanza con
l’uscita in sala dell’ultimo lavoro del regista coreano,
DECISION TO LEAVE, a febbraio vi presentiamo un dittico di film
di Park Chan-wook. In JOINT SECURITY AREA, tratto dal romanzo DMZ
di Park Sang-yeon, le indagini di un misterioso incidente avvenuto
nella zona demilitarizzata coreana, unico punto di incontro tra le
due Coree, danno vita a un film poliziesco dal grande stile.
MADEMOISELLE, anch’esso tratto da un romanzo, “Ladra” di Sarah
Waters, segue le vicende di Hideko (una giovane ereditiera
giapponese vittima degli intrighi dello zio) e Sook-hee (ladra
coreana che riesce a farsi assumere come domestica di Hideko), in
un intrigante thriller che mescola elementi di drama e film
storico, riuscendo in un classico moderno.
I GRANDI FESTIVAL: LA
BERLINALE
MUTZENBACHER (Ruth Beckermann, 2022) LE VARIABILI DIPENDENTI (Lorenzo Tardella,
2022), ROBE OF GEMS (Natalia López, 2022),
UNREST (Cyril Schäublin, 2022)
Febbraio è il mese della
Berlinale. Vi proponiamo alcuni titoli dall’ultima edizione della
rassegna tedesca. Dal cortometraggio italiano LE VARIABILI
DIPENDENTI di Lorenzo Tardella, presentato nella selezione
Generation Kplus al documentario MUTZENBACHER di Ruth
Beckermann, che racconta degli open casting mettendo in discussione
le dinamiche di potere tra uomini e donne, fino a film
drammatici come ROBE OF GEMS di Natalia López e UNREST di
Cyril Schäublin.
Dal 9 marzo in sala arriva Scream
VI. Dopo gli ultimi omicidi di
Ghostface, i quattro sopravvissuti si lasciano
alle spalle Woodsboro e iniziano un nuovo capitolo. In ScreamVI,
Melissa Barrera (“Sam Carpenter”), Jasmin
Savoy Brown (“Mindy Meeks-Martin”), Mason
Gooding (“Chad Meeks-Martin”), Jenna Ortega (“Tara Carpenter”), Hayden Panettiere (“Kirby Reed”) e
Courteney Cox (“Gale Weathers”) tornano a
ricoprire i loro ruoli nel franchise insieme a Jack Champion, Henry
Czerny, Liana Liberato, Dermot Mulroney, Devyn Nekoda, Tony
Revolori, Josh Segarra e Samara Weaving.
DIRETTO DA
Matt Bettinelli-Olpin & Tyler Gillett
SCRITTO DA
James Vanderbilt & Guy Busick
BASATO SUI PERSONAGGI CREATI DA
Kevin Williamson
PRODOTTO DA
William Sherak, James Vanderbilt, Paul Neinstein
PRODOTTO ESECUTIVAMENTE DA
Kevin Williamson, Gary Barber, Peter Oillataguerre, Chad Villella,
Courteney Cox,
Ron Lynch, Cathy Konrad, Marianne Maddalena
STARRING
Melissa Barrera, Jasmin Savoy Brown, Jack Champion, Henry Czerny,
Mason Gooding, Liana Liberato, Dermot Mulroney, Devyn Nekoda, Jenna
Ortega, Tony Revolori, Josh Segarra, Samara Weaving con Hayden
Panettiere e Courteney Cox.
Manca meno di un mese all’inizio
della Fase 5 e con
Ant-Man e The Wasp: Quantumania si metterà sotto i
riflettori Kang il Conquistatore, tutti gli occhi sono puntati su
Jonathan Major per capire cosa porterà in
tavola nei panni di questo grande cattivo. Kang è solo l’ultimo dei
villain con cui avremmo a che fare in questa nuova Saga del Multiverso, prima di lui molti altri
cattivi lo hanno preceduto e uno su tutti è Thanos.
Ma ci sono anche altri cattivi che
potrebbero tornare all’azione, almeno 5 di questi li vorremmo
rivedere nella Fase 5 del MCU. Invece, altri 3
villain di questa Fase 4 forse sarebbe meglio dimenticarli.
Kingpin
Wilson
Fisk interpretato da Vincent D’Onofrio ha avuto solo un ruolo
minore in Hawkeye. Il cattivo di Daredevil è tornato nella serie
Disney+ e lo ha fatto con un
notevole potenziamento. Alcune speculazioni in merito al
personaggio affermano che abbia preso il siero del Super Soldato di
Power Broker, ma non è arrivata nessuna conferma
dai vertici del MCU.
In Hawakeye però il personaggio di
Kingpin ha raggiunto la rappresentazione migliore
ed è stato anche elogiato per questo. Inoltre il personaggio
dovrebbe apparire anche in Daredevil: Born Again. La nuova serie con
Charlie Cox però non arriverà quasi sicuramente in
questa Fase del MCU.
Scarlet Witch
È passato forse troppo poco
tempo per inserire Scarlet Witch nella lista dei
villain più forti della Fase 4 e che vorremmo rivedere in futuro. La
decisione di ritrarre il personaggio di Elizabeth Olsen sotto una luce diversa fa
parte di un lungo dibattito ma da quando ha subito la
trasformazione da Wanda Maximoff a Scarlet Witch
il suo personaggio ha rappresentato una minaccia terrificante per
la Saga del Multiverso.
Già in WandaVision avevamo assistito a un primo
cambio di registro per la Olsen ma con Doctor Strange nel
Multiverso della Follia è avvenuta la consacrazione di questo
personaggio. Tuttavia, la fine del film ha lasciato moltissimi
punti in sospeso ma, come sempre, le speculazioni sul personaggio
lasciano intendere che il futuro della Olsen nel MCU è ancora lungo, e potrebbe
portare anche alla redensione, chissà.
Wenwu
Tra gli ultimi film della
Fase 4, il più sorprendente che ha alzato le aspettative è Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli.
Oltre ad aver introdotto un nuovo possibile membro dei nuovi
Avengers la storia ha inserito anche un nuovo villain:
Wenwu – interpretato da Tony Leung – che si ha ricevuto
tante recensioni positive collocandosi tra i migliori del MCU.
Sebbene sia innegabilmente malvagio,
il fatto che la sua missione fosse così relazionabile ha fatto sì
che il padre di Shang-Chi si distinguesse dalla
massa, e Wenwu, grazie alle suo abili doti di arti
marziali si è dimostrato un abile combattente.
Namor
L’antagonista di Black Panther: Wakanda Forever ha sicuramente
conquistato la Fase 4 del MCU. La storia, così come le
motivazioni che lo hanno spinto ad agire prendendo di mira
Shuri e Riri Williams lo rendono uno dei cattivi più
nobili. Come per Wenwu, grazie a una storia d’origine avvincente e
a motivazioni comprensibili. È stato facile empatizzare con il
sovrano di Talocan, anche se le sue azioni erano spesso piuttosto
sinistre.
Alla fine di tutto, è stato
sconfitto dalla nuova Pantera Nera, ma sta ancora tramando per
portare la guerra nel mondo di superficie quando se ne presenterà
l’occasione. Prevediamo che Namor sarà una minaccia importante in
futuro, anche se negli anni a venire si troverà a passare dalla
parte dell’eroe a quella del cattivo. Un personaggio affascinante,
portato in vita perfettamente da Tenoch Huerta, che merita un posto così
alto.
Goblin
I primi tre Spider-Man diretti da Sam Raimi hanno portato alla luce uno dei
villan più spietati (e amati) del MCU. Il Goblin di
Willem Defoe è tornato per l’ultima volta in
Spider-Man: No Way Home. Seppur per poco tempo
i fan hanno potuto assaporare le vibe del Goblin: completamente
fuori di testa e spaventoso.
Goblin ha dimostrato di essere il
nemico più duro di Spidey fino ad oggi, infliggendo un colpo
mortale alla zia May. Il personaggio di Defoe è sicuramente uno dei
cattivi che vorremmo rivedere in futuro, ma che forse è più
difficile che si concretizzi rispetto ai precedenti.
Gorr
Il primo villain che forse
vorremmo dimenticare è Gorr, il personaggio di
Christian Bale in Thor: Love & Thunder. L’ex Batman non ha avuto
il materiale necessario per imporsi come cattivo. L’attore ha
portato alcune idee innegabilmente interessanti.
Poche di queste sono state portate
sul grande schermo – a causa di una serie di tagli – che quello che
risulta è confusionario. Alcuni fan hanno anche criticato il suo
costume. La sua trasformazione in Gorr è diversa
da quella dei fumetti del MCU.
Flash Smasher
The
Falcon and The Winter Soldier è stata una buona serie
televisiva, anche se ha portato alla luce uno dei personaggi
antagonisti peggiori: Flag Smasher (Karli
Morgenthau interpretata da Erin Kellyman). La sua
storia si è svolta non solo troppo in fretta ma non ha avuto un
peso così forte all’interno della storia.
Non sono bastati i sei episodi della
serie – troppo pochi per sviluppare un personaggio – per lasciarla
impressa nel cuore e nella mente dello spettatore. Il gruppo di
super soldati, seppur mossi da una causa nobile, è stato descritto
velocemente e in maniera generica lasciando il vuoto nel MCU.
Najma
Ms.
Marvel ha ricevuto fin da subito recensioni
contrastanti. Le critiche più feroci sono arrivate in seguito al
cambiamento di alcune cose dei fumetti ma nonostante questo il
personaggio di Iman Vellani si è dimostrato essere un punto
di forza per il futuro del MCU.
Quello che ha fatto storcere il naso
è Najma, il leader della banda antagonista del
film. Un attimo prima si preoccupava profondamente per il figlio,
l’attimo dopo non lo faceva più. E non dimentichiamo che
Najma è passata dal voler fare amicizia con
Kamala Khan al tentativo immediato di
ucciderla, senza uno sviluppo completo del personaggio.
Arriva oggi al cinema Anche io, il film basato sull’inchiesta del
New York Times che ha innescato il #metoo negli Stati Uniti e poi
nel mondo. La due volte candidata all’Oscar® Carey
Mulligan (Una Donna Promettente, An
Education) e Zoe Kazan (la serie
Il Complotto contro l’America, The Big Sick – Il matrimonio
si può evitare… l’amore no) interpretano le reporter del
New York Times Megan Twohey e Jodi Kantor, che insieme hanno
raccontato una delle storie più importanti di una generazione. Una
storia che ha infranto decenni di silenzio sul tema degli abusi
sessuali avvenuti a Hollywood e che ha cambiato per sempre la
cultura americana.
Dai produttori vincitori degli
Academy Award® di 12 anni schiavo, Moonlight,
Minari,Selma – La strada per la libertà
e La grande scommessa e dal produttore candidato
all’Oscar® di Zero Dark Thirty e American
Hustle – L’Apparenza inganna, il film è tratto
dall’inchiesta del New York Times di Jodi Kantor, Megan Twohey e
Rebecca Corbett e dal bestseller del New York Times “She Said:
Breaking the Sexual Harassment Story That Helped Ignite a
Movement” di Jodi Kantor e Megan
Twohey.
Testimonianza del potere del
giornalismo investigativo, Anche Io racconta il viaggio di reporter
e redattori impegnati nell’incessante ricerca della verità e mette
in luce il coraggio di coloro che sono sopravvissute e di chi ha
scelto di farsi avanti per fermare un predatore seriale. Insieme,
il loro impegno e la loro forza d’animo hanno dato vita a una
conversazione nazionale, hanno contribuito a riportare alla luce il
movimento #MeToo e alimentato una riflessione sul sistema che lo
aveva reso possibile.
Il film vede nel cast anche la
candidata all’Oscar® Patricia Clarkson (Shutter
Island, Schegge di April), dal vincitore dell’Emmy Andre
Braugher (Homicide, Thief – Il professionista), dalla
vincitrice del Tony Award JenniferEhle (Zero Dark Thirty, Orgoglio e Pregiudizio) e
dalla candidata all’Oscar® Samantha Morton
(Minority Report, In America – Il sogno che non c’era). Anche io è diretto dalla vincitrice
dell’Emmy Maria Schrader (la serie Unorthodox) ed è scritto da
Rebecca Lenkiewicz, sceneggiatrice del film
vincitore del premio Oscar® Ida.
Il film è prodotto dai vincitori
dell’Academy Award® Dede Gardner e Jeremy
Kleiner per Plan B Entertainment, ed è
prodotto esecutivamente dal premio Oscar® Brad
Pitt e Lila Yacoub e dalla candidata
all’Oscar® Megan Ellison e Sue Naegle per Annapurna Pictures.
Universal Pictures presenta una produzione Annapurna e Plan B.
Ecco la nostra intervista a Giuseppe Battiston che esordisce alla regia
con Io Vivo Altrove! Nel film, che vedremo in sala
dal 19 gennaio, insieme allo stesso Battiston, c’è Rolando
Ravello. Il film è distribuito da Adler
Entertainment.
Biasutti, Giuseppe
Battiston, e Perbellini,
Rolando Ravello, si conoscono per caso ad un incontro
per appassionati di fotografia. Sono due uomini di mezza età con lo
stesso nome, Fausto. Perbellini è ancora succube della madre,
Ida Marinelli, mentre Biasutti è un bibliotecario
che vive di ricordi. I due scoprono presto di essere stufi delle
proprie vite in città e iniziano a coltivare il sogno di
trasferirsi in campagna. Sogno che sembra concretizzarsi quando
Biasutti riceve in eredità la vecchia casa della nonna, in un
piccolo paesino nelle campagne friulane. Lui e Perbellini lasciano
il lavoro, la città, e si trasferiscono, convinti che vivranno del
frutto delle proprie fatiche. All’arrivo, però, non tardano ad
accorgersi che la situazione è più complessa di quel che credevano
e l’accoglienza da parte dei locali non è delle migliori.
Negli ultimi due anni, alcuni
personaggi della Marvel Television sono andati incontro a
reboot nel MCU,
ma ci sono ancora una manciata di attori che, come Charlie Cox, meritano una seconda possibilità
nell’universo.
Ecco un elenco di personaggi delle
serie tv Marvel che riteniamo degni di
entrare nel MCU,
ma per cui un reboot è assolutamente d’obbligo.
Elektra
La seconda stagione di
Daredevil
ha fatto un ottimo lavoro nel creare una dinamica avvincente tra
Matt Murdock ed Elektra, ma
le ha anche dato una storia d’origine fin troppo contorta.
A parte tutte le assurdità di
Black Sky, ogni logica è andata perduta quando è
stata uccisa così presto, e meno si parla del suo ritorno in
The
Defenders, meglio è. Tuttavia, si tratta di un
personaggio che ha un disperato bisogno di essere rilanciato e che
dovrebbe assolutamente trovare spazio nel MCU
con Daredevil:
Born Again e oltre.
Polaris
The
Gifted è stato realizzato dalla Marvel Television in collaborazione con la Fox
e si è rivelata una serie abbastanza peculiare. Con legami
piuttosto marginali con il franchise degli X-Men
sul grande schermo, si è focalizzata su due genitori ordinari che
mettono la loro famiglia in fuga dal governo quando scoprono che i
loro figli hanno abilità mutanti. Non è stata una serie
particolarmente entusiasmante, ma abbiamo avuto modo di passare del
tempo con alcuni grandi personaggi dei fumetti.
Tra questi, Emma
Dumont nel ruolo di Polaris, la figlia di
Magneto che condivide la padronanza del magnetismo
del padre. LornaDane è un grande
personaggio a cui non è mai stata data la possibilità di brillare
nei film degli X-Men, e ci piacerebbe vedere
questo cambiamento nel MCU.
The Punisher
Il
Punitore ha sempre faticato a trovare il successo sul
grande schermo e, sebbene le rispettive interpretazioni di
Thomas Jane e Ray Stevenson
godano di una buona dose di fan, nessuno dei due ha mai convinto i
lettori dei fumetti come Jon Bernthal. Il
Frank Castle perfetto fin dall’inizio, che si è
anche guadagnato un Emmy per la sua interpretazione nella seconda
stagione, è andato incontro a un destino infausto: è stato inserito
in un terribile spin-off che ha complicato ulteriormente la sua
storia d’origine estremamente semplice e ha trasformato questo
violento vigilante in qualcuno che si occupa più di cospirazioni
che di crimini.
In futuro, ci sarà sicuramente un
posto per il Punitore nel MCU,
anche se marginale. Potrebbe incrociarsi con Moon Knight, prendere di mira
Spider-Man o addirittura essere un vecchio amico
di Clint Barton dai tempi in cui era il killer
Ronin.
Jessica Jones
La prima stagione di
Jessica Jones è stata fantastica, mentre la
seconda e la terza non hanno convinto i fan. Ciononostante,
Krysten Ritter è stata assolutamente brillante nel
ruolo dell’investigatrice privata ed è riuscita ad aggiungere una
grande quantità di profondità al personaggio anche nelle stagioni
successive. L’introduzione di un investigatore privato dotato di
superpoteri nel MCU
ha senso, soprattutto perché porterebbe qualcosa di nuovo in questo
mondo condiviso.
Siamo sorpresi che questo non sia
avvenuto in She-Hulk: Attorney at Law, soprattutto perché
la Jennifer Walters del MCU
è specializzata in diritto superumano e apprezzerebbe senza dubbio
l’aiuto di un’investigratrice privata come questa per difendere i
suoi clienti. Ora, speriamo solo che questo accada in Daredevil:
Born Again, una serie che sembra essere un rifugio per
molti di questi eroi di Netflix.
Morgan le Fay
La serie di breve durata
Runaways ha rivelato che questa versione di
Morgan le Fay (Elizabeth Hurley)
era una potente incantatrice intrappolata nella Dimensione Oscura e
un tempo leader di una congrega di streghe. Questo la collegherebbe
sia al cattivo di Doctor Strange,
Dormammu, sia ad
Agatha Harkness di WandaVision,
rendendo facile il suo inserimento in entrambi i franchise.
La Hurley si è
chiaramente divertita nel ruolo di leFay e, con il regista giusto (e un materiale
leggermente migliore rispetto alla serie Hulu), potrebbe fare
qualcosa di veramente speciale con il personaggio. Non stiamo
suggerendo che Morgan diventi un personaggio
importante, ma sarebbe divertente vederla assieme ad
Agatha nella prossima serie Disney+ dedicata alla villain.
Gladiator
Torniamo nel mondo di
Daredevil per concentrarci su un personaggio meno
noto, ma che ha sicuramente un grande potenziale nel MCU.
La Marvel Television non ha mai
esplorato veramente l’alter-ego di Melvin Potter e
ha completamente sorvolato sui suoi problemi di salute mentale e su
come questi lo abbiano portato a diventare un supercriminale noto
come Gladiatore. Non stiamo suggerendo di utilizzarlo come cattivo
principale in una futura serie televisiva o in un film, ma di certo
potrebbe essere un efficace cattivo secondario in Daredevil:
Born Again.
Matt Gerald è uno
di quegli attori che sono apparsi in molti film e show televisivi
diversi, ma la sua stella sembra essere in ascesa dopo un ruolo
piuttosto memorabile in Avatar: La via dell’acqua.
Quake
Agents of
S.H.I.E.L.D. ci ha fatto conoscere molti grandi
personaggi, ma la maggior parte di essi sono stati creati ex novo o
sono stati in qualche modo mal interpretati (per averne la prova,
basta guardare Deathlok). Tuttavia, non si può
certo biasimare Chloe Bennet nel ruolo di
Quake, e anche se il suo percorso da
Skye a Daisy Johnson è stato al
limite del ridicolo, il MCU
può superarlo.
Probabilmente il personaggio più
popolare della serie, il ritorno di Quake sarebbe una mossa
intelligente sotto diversi punti di vista e la Bennet ha tutte le
carte in regola per diventare una vera e propria star del cinema.
Secret Invasion potrebbe essere un buon punto
di partenza per introdurre Daisy come una delle protette di
Nick Fury, con una nuova versione, accurata
dal punto di vista fumettistico, dei Guerrieri
Segreti che potrebbero riunirsi in seguito. Ripartire da
zero con questo personaggio sarebbe la mossa giusta, anche se una
scelta del genere potrebbe sconvolgere i fan di lunga data di
Quake sul piccolo schermo.
Io vivo
altrove! è l’esordio alla regia di Giuseppe Battiston, uno degli attori
italiani più talentuosi e capaci. Negli anni ha lavorato sia in
teatro che al cinema, dove è stato diretto da
Soldini, Segre,
Genovese, Zanasi. Ha avuto anche
un fortunato sodalizio con Carlo Mazzacurati. L’attore, regista e
sceneggiatore, assieme a Marco Pettenello, trae
qui liberamente ispirazione da un romanzo di Gustave Flaubert,
Bouvard e Pécuchet, adattandolo al contesto nostrano.
Ambientato nella campagna friulana, Io vivo altrove! è stato
presentato alla stampa l’11 gennaio scorso, in anteprima in sala ad
Udine il 16 gennaio, mentre arriva nei cinema di tutta Italia dal
19 gennaio.
Da Flaubert a Io vivo
altrove!
Giuseppe Battiston e Marco
Pettenello, assieme autori del soggetto e della sceneggiatura di Io
vivo altrove!, rielaborano l’ultimo romanzo scritto da Flaubert,
rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1881. L’autore di
Madame Bovary, mettendo alla berlina i protagonisti
Bouvard e Pécuchet, portava avanti una dura critica al sapere
enciclopedico. Qui invece, la loro storia assume tutt’altro sapore.
Nascono così Biasutti e Perbellini: due solitudini che si
incontrano e tra le quali nasce una solida amicizia.
La trama di Io vivo
altrove!
Biasutti, Giuseppe
Battiston, e Perbellini,
Rolando Ravello, si conoscono per caso ad un incontro
per appassionati di fotografia. Sono due uomini di mezza età con lo
stesso nome, Fausto. Perbellini è ancora succube della madre,
Ida Marinelli, mentre Biasutti è un bibliotecario
che vive di ricordi. I due scoprono presto di essere stufi delle
proprie vite in città e iniziano a coltivare il sogno di
trasferirsi in campagna. Sogno che sembra concretizzarsi quando
Biasutti riceve in eredità la vecchia casa della nonna, in un
piccolo paesino nelle campagne friulane. Lui e Perbellini lasciano
il lavoro, la città, e si trasferiscono, convinti che vivranno del
frutto delle proprie fatiche. All’arrivo, però, non tardano ad
accorgersi che la situazione è più complessa di quel che credevano
e l’accoglienza da parte dei locali non è delle migliori.
Una fiaba sulle orme di
Mazzacurati
Io vivo
altrove! può essere considerata come una fiaba con
elementi tragicomici e grotteschi. Ha un incedere che ricorda
lavori di Carlo Mazzacurati, come
La sedia della felicità e La passione. Battiston stesso afferma che era
suo intento omaggiare questo maestro del nostro cinema, con cui ha
lavorato nei due film succitati e ne La giusta distanza.
L’inguaribile ottimismo che anima i protagonisti può apparire da
“deficienti”, come dice la signora Gina, interpretata da
Ariella Reggio, ha del surreale. L’insistere di
Biasutti e Perbellini, convinti, nonostante i fallimenti, che le
cose si sistemeranno e saranno, per una volta, a loro favore,
delinea una vera e propria poetica dell’ottimismo, che vede le
relazioni umane come salvezza dal dolore perpetuo e da un’esistenza
squallida.
Bene o male che vada, alla fine,
sicuramente resta la salda amicizia dei protagonisti. Restano i
legami che, nonostante tutto, sono riusciti ad instaurare con la
gente del paese, come la farmacista Seraphine, interpretata da
Diane Fleri e il parroco, padre Walter, che ha il
volto di Teco Celio. Il vivo altrove! mette anche
in guardia dai falsi miti. Primo tra tutti, il mito della campagna,
che si rivela fallace. La realtà della campagna, però, seppure
dura, è comunque migliore per i due protagonisti, rispetto a quella
che vivevano nelle loro esistenze cittadine.
Buone caratterizzazioni
con un filo narrativo esile
Non è una commedia da risate a
crepapelle questo esordio da regista di Giuseppe
Battiston. Si sorride piuttosto, più inteneriti che
esilarati. Il film è pervaso da un velo di malinconia, da un senso
di solitudine e dalla consapevolezza della vita che scorre veloce.
Biasutti e Perbellini, però, cercano e riescono ad esorcizzare
tutto ciò con la forza vitale che li contraddistingue, come due
moderni Don Chisciotte, animati dal leitmotiv: non
accontentiamoci.
Io vivo
altrove! si sviluppa su una traccia narrativa
piuttosto esile, e chiede al pubblico di entrare nel gioco di una
fiaba per adulti, cosa che non tutti sono inclini a fare. Si avvale
comunque delle efficaci interpretazioni dei protagonisti, Battiston
e Ravello, e di buone caratterizzazioni, che danno vita a una
godibile galleria di paesani: da Teco Celio, Padre Walter, a Diane
Fleri, Seraphine, ad Ariella Reggio, la signora Gina, fino al cameo
di Roberto Citran. Da citare anche le scenografie
di Maja Moravec, che rendono bene gli ambienti,
soprattutto quello della vecchia casa di campagna di Biasutti.
Un esordio alla regia senza urgenza
espressiva
Forse Io vivo
altrove! non è tanto un esordio alla regia frutto di
un’urgenza espressiva e creativa, quanto della volontà di riunire
un gruppo di lavoro. Battiston ritrova qui Marco Pettenello, con
cui aveva già lavorato. Forse l’attore e regista ha bisogno di
altro tempo per trovare il progetto giusto, che faccia emergere un
racconto davvero appassionato, nato da una necessità di raccontare.
Il film resta tutto sommato godibile. I protagonisti fanno
tenerezza e alla fine il pubblico si affeziona, come spesso accade
coi sognatori. Io vivo altrove! è una favola leggera, che ricorda e
omaggia Carlo Mazzacurati, con due buone prove di attori e un
guizzo sarcastico nel tratteggiare quell’umanità friulana che il
regista di Udine conosce bene, divertendosi a metterla in burla in
una versione un po’ sopra le righe.
Quando e dove
vederlo
Io vivo
altrove! è prodotto da Rosamont con
Rai Cinema e Staragara, in
collaborazione con Minimum Fax Media e
Tucker Film e distribuito da Adler
Entertainment. Arriva al cinema il 19 gennaio 2023.
Mentre sul lungo termine l’MCU avrà un nuovo Wolverine,
Hugh Jackman è pronto a riprendere il ruolo in
Deadpool 3 e si dice persino che faccia parte
degli ambiziosi piani di Avengers: Secret Wars dei
Marvel Studios. Il riavvio degli X-Men al
cinema sembra essere ancora molto lontano, e certamente non accadrà
nella Multiverse Saga.
Per quello che riguarda il futuro
del mutante canadese sul grande schermo, un attore che è
rapidamente emerso come la scelta preferita dai fan per indossare
quegli artigli di adamantio è la star di Kingsman
e Rocketman, Taron Egerton.
L’attore gallese ha recitato in
Eddie the Eagle al fianco di Jackman, e l’attuale
Wolverine ha condiviso i suoi pensieri sulla possibilità che
Egerton subentri come Wolverine durante una recente conversazione
con Empire (tramite Screen
Rant).
“Taron è uno degli attori più
talentuosi in giro. E puoi vedere che la sua gamma è
incredibile”, ha risposto quando gli è stato chiesto della
prospettiva di passare il testimone a Egerton. Tuttavia, continuava
a scherzare: “Ma
deve solo rinfrescarsi un po’“. Non siamo sorpresi che la
star di Logan si senta così, anche scherzando,
specialmente quando finalmente gli viene data la possibilità di
interpretare il Wolverine definitivo nel MCU. Nei prossimi anni, Jackman
potrebbe indossare il costume, affrontare Hulk e persino
collaborare con gli Avengers!
Netflix ha svelato un teaser promozionale per
l’intera lista di film del 2023 e nel video è incluso anche un
primo sguardo a quella che è la prossima uscita probabilmente più
attesa dello streamer, Rebel Moon di Zack
Snyder.
L’immagine promozionale ci offre un
primo sguardo del personaggio principale di
Sofia Boutella, Kora. L’attrice di Star Trek
Beyond interpreterà “una giovane donna con un passato
misterioso che cerca guerrieri dai pianeti vicini per aiutare una
pacifica colonia ai margini della galassia a prendere posizione
contro il tirannico Regent Balisarius”.
Oltre al personaggio di Kora che
vediamo nella prima foto ufficiale del film, il filmato rilasciato
da Netflix mostra anche il personaggio di
Djimon Hounsou che raduna le truppe per la
battaglia,
Charlie Hunnam che estrae la sua arma, uno
scorcio di una nave che atterra su un pianeta desolato.
Rebel Moon, il film
Rebel Moon ruota attorno a una piccola colonia
ai margini di una galassia sul punto di essere sopraffatta da un
tiranno di nome Belisario e dai suoi eserciti. Nella speranza di
salvare la loro galassia, le persone di questa colonia inviano
giovani donne su altri pianeti per trovare chi le assisterà. Snyder
ha co-scritto la storia di Rebel Moon, insieme a Shay
Hatten e Kurt Johnstad. Sofia Boutella è stata la prima a unirsi al
cast nei panni della giovane guerriera inviata dalla piccola
colonia per ottenere l’aiuto degli altri.
Ecco una clip in esclusiva di
Audition, che uscirà al cinema come evento in
edizione restaurata il
prossimo 23-24-25 gennaio con Wanted Cinema. Il celebre horror
di Takashi Miike, uscito per la prima volta nel
1999, torna in sala per sconvolgere il pubblico in un’edizione
restaurata in collaborazione con il Far East Film Festival.
Audition narra la
storia di Shigeharu Aoyama (Ryo Ishibashi), produttore
cinematografico giapponese di mezz’età, vedovo da sette anni. Su
consiglio di un amico, decide di trovare una nuova moglie (Eihi
Shiina) con un sotterfugio: una finta audizione per trovare la
protagonista di un film, in realtà la donna ideale per lui. Ritiene
di averla trovata quando si imbatte in Asami Yamasaki (Eihi
Shiina), una giovane donna dolce e un po’ misteriosa, della quale
si innamora immediatamente iniziando una relazione con lei.
L’astuto gioco diventa presto una bomba ad orologeria e il sogno
d’amore si trasforma in un incubo inimmaginabile. La donna-ragno
protagonista del film – tanto seducente quanto terrificante –
sconvolse e sconvolge ancora gli spettatori di tutto il mondo.
“Volevo fare un film che gli
spettatori si sarebbero pentiti di aver visto”, ha dichiarato il
regista, che ha concepito il film come una storia d’amore contorta
e beffarda. A chi gli chiede se la visione di Audition possa
essere pericolosa per gli spettatori più impressionabili, Takashi
Miike risponde: “Il mio film è pericoloso, ma sempre meno di quanto
possa diventarlo un essere umano”. Uscito per la prima volta nel
1999, Audition diventò il fenomeno del festival di
Rotterdam di quell’anno, conferendogli una visibilità
internazionale senza precedenti.
TAKASHI MIIKE è nato nel 1960. Si è
formato come assistente di Shohei Imamura su Ze-Gen, il signore
dei bordelli (1987) e Black Rain(1989). Come
Kiyoshi Kurosawa, le sue prime opere appartengono al V-cinema,
direttamente distribuito in Video club. Nei film di yakuza Dead
or Alive (1999), Ichi The Killer (2001), o Gozu
(2003), Miike non si tira indietro di fronte alle gore, alle
situazioni assurde e alle sequenze erotiche senza tabù. Non rientra
in registro preciso e può anche spaziare dalla commedia nera come
Visitor Q (2001), ispirata alTeorema di Pasolini, al
film drammatico ricco di poesia con The Bird People in China
(1998), girare Zebraman (2004), una commedia stravagante su
un supereroe o The Great Yokai War (2005), un film per
bambini.
Negli anni 2010, Miike ha rivisitato
il genere del chan-bara (film di spada) con 13 assassini
(2010) e Hara-Kiri – Death of a Samurai (2011), selezionato
al Festival
di Cannes, remake in 3D dal classico di Masaki Kobayashi.
Superbamente realizzati, questi film di samurai riscoprono la
ferocia e l’eleganza dei loro predecessori. Il suo ultimo
capolavoro è L’immortale (2017) il cui eroe, un guerriero
immortale, deve uccidere un migliaio di uomini corrotti per espiare
i suoi crimini passati e trovare pace.
Audition è
l’adattamento di un romanzo di Ryu Murakami, reso famoso da Coin
Locker Babies (1980) che ha fatto molto per la scoperta della
nuova letteratura giapponese. Non va comunque confuso con
l’altro Murakami, Haruki, la cui immaginazione è molto meno
eccitata. La sceneggiatura è di Daisuke Tengan, figlio maggiore di
Shohei Imamura. Per inciso, è stato con Imamura che
Miike si è formato come assistente alla regia in Il mezzano
(1987) e Pioggia nera (1989). Non c’è dubbio che il
cinema molto fisico di Miike e la sua assenza di tabù abbiano un
legame con quello dell’autore di La Vendetta è mia (1979)
Audition– Edizione restaurata tornerà in sala
come evento il prossimo 23-24-25 gennaio grazie a WANTED
Cinema.
Jeremy Renner è stato finalmente in grado di
lasciare l’ospedale e tornare a casa questa settimana dopo il suo
grave incidente con lo spazzaneve in cui è stato coinvolto
all’inizio di gennaio, ma sembra che la star della Marvel avrà davanti a sé una lunga
strada per arrivare a guarigione completa, forse anni di
fisioterapia.
Renner, che interpreta Occhio di
Falco nel Marvel Cinematic Universe,
ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico d’urgenza dopo aver
riportato ferite gravissime quando è stato accidentalmente
investito dal suo stesso spazzaneve il giorno di Capodanno. I
dettagli sulle ferite dell’attore sono stati vaghi, ma
un report ha riferito che l’attore ha subito un trauma toracico
contusivo e lesioni ortopediche.
Per fortuna, finora gli interventi
chirurgici hanno avuto successo e Jeremy Renner si è rivolto ai social
media per fornire aggiornamenti sul suo stato. Gli aggiornamenti
sono stati sicuramente confortanti, ma sono emersi nuovi dettagli
che dipingono un quadro molto più cupo delle condizioni attuali
dell’attore. Il sito web Radar Online riferisce in esclusiva che
gli amici intimi di Renner descrivono le condizioni dell’attore
come “molto peggiori di quanto si sappia”.
Entrando più nei dettagli, la fonte
ha detto al sito web: “Il lato destro del petto di Jeremy era
schiacciato e la parte superiore del busto era crollata. Aveva
anche una brutta ferita alla testa che sanguinava e una ferita alla
gamba.”
Nel frattempo, un altro insider ha
affermato che la strada per la riabilitazione
che Jeremy Renner ha davanti a sé è molto
lunga e che potrebbero volerci fino a due anni prima che torni in
forma piena. “Si dice che il danno al torace di Jeremy fosse
così consistente che doveva essere ricostruito in un intervento
chirurgico”, ha detto la fonte.
Sebbene la Marvel fosse apparentemente sulla
via di mandare Occhio di Falco in pensione, o almeno ridurre il suo
ruolo nel MCU, il personaggio ha comunque
svolto un ruolo di mentore per Kate Bishop di Hailee
Steinfeld nella serie Disney+ e potrebbe comunque avere un
ruolo nel futuro del franchise. Una pausa di due anni eliminerebbe
Renner fino al 2025, il che mette in discussione la sua
disponibilità per le riprese dei prossimi film collettivi del
franchise, poiché Avengers: The Kang
Dynasty uscirà a maggio 2025.
Naturalmente, queste preoccupazioni
per il film vengono dopo la salute di Jeremy Renner. Data l’entità delle ferite
riportate, sembra che sia fortunato ad essere ancora vivo in questo
momento. Renner ha finora subito due interventi chirurgici e
“probabilmente la situazione della sua gamba ne richiederà
altri nelle prossime settimane”, ha detto una fonte. “I
medici tendono a distanziare le operazioni per dare tempo
all’inizio del naturale processo di guarigione del corpo, e questo
è il caso qui.” Si spera che tutti gli interventi chirurgici
rimanenti vadano bene e che l’attore si riprenda completamente.
È uno dei generi più disprezzati da
chi dice che di cinema se ne intende, ma e uno dei più amati dal
grande pubblico. Mentre alcuni sono film di qualità discutibile,
altri sono prodotti di autentici geni della comicità: stiamo
parlando del genere dei film demenziali. Che sia
intrattenimento facile e grottesco, o che sia un genere che
mantiene una certa originalità e un carattere primitivo,
i film comici demenziali ci strappano una
risata senza fare troppa fatica. E ci hanno anche regalato dei
veri e propri cult.
Ormai tra i generi americani per
eccellenza, il cinema demenziale è esploso con National
Lampoon’s Animal House, di John Landis. Un film che
ha anche il merito di aver dato vita ad un sottogenere
particolarmente apprezzato come i film demenziali sui college
americani. Che c’è di più demenziale di studenti svogliati e
allo sbaraglio? O delle confraternite? Cosa ci dice sugli USA?
Spesso questi film nascondo dietro la comicità spicciola una forza
anarchica e un tono di forte critica nei confronti della
cultura statunitense.
Nel genere, in seguito, ha trovato
spazio anche la comicità inglese, con personaggi come
Austin Powers o i Monty Python, fino all’ampliamento
con contaminazioni con la fantascienza, l’horror, l’action e
qualunque altro genere classico del cinema. Il cinema comico
demenziale rimane però di base un genere grottesco e sopra le
righe, fatto di situazioni estreme e personaggi bizzarri. Per chi
volesse approfondire questa tipologia di film, riscoprendo i suoi
migliori esemplari, ecco un elenco dei
dieci migliori film demenziali da vedere.
Film comici demenziali
Cominciamo dai
fondamentali: i classici della parodia e della comicità demenziale
inglese. Una bella triade di film demenziali:
10) Frankenstein Junior,
1974, Mel Brooks. Il
dottor Frankenstein, un affermato neurochirurgo, non ama essere
associato al celeberrimo parente. Un giorno, però, viene invitato a
recarsi in Transilvania, per motivi relativi al testamento del
nonno. Si riavvicinerà alle proprie radici, decidendo di trafugare
un cadavere e ritentare l’esperimento del suo predecessore.
9) Austin Powers in
Goldmember, 2002, Jay Roach. Il dottor Male si è
alleato con l’olandese Goldmember con l’obiettivo di
impadronirsi della Terra, con un piano che prevede viaggi nel tempo
e il rapimento di Nigel Powers, il padre di Austin. Per fermare i
due malvagi e strambi antagonisti, Austin viaggia nel tempo, e
viene aiutato nell’impresa dalla sua vecchia fiamma Foxxy
Cleopatra.
8) Monty Python e il Sacro
Graal, 1975, Terry Gilliam e
Terry Jones. Forse il più celebre dei fil dei Monty
Python. Una parodia del Medioevo e della storia di Re Artù,
incorniciata da un omicidio avvenuto nel presente. Artù conduce i
propri cavalieri alla ricerca del Sagro Graal, durante la quale
affrontano prove terribili: un tenace Cavaliere Nero, un gigante a
tre teste, un mago pazzo, e i Cavalieri che dicono Ni. La ricerca
leggendaria diventa una serie di gag e personaggi comici.
Film demenziali americani
I film demenziali sono uno dei
generi americani contemporanei per eccellenza, ed hanno portato sul
grande schermo attori memorabili e simboli della commedia
contemporanea: Jim Carrey, Ben Stiller, Owen Wilson e Will Ferrell. Per
continuare, ecco i film demenziali americani cult degli anni
Novanta e Duemila:
7) Ace Ventura –
L’acchiappanimali, 1994, Tom Shadyac. Ventura è un
investigatore privato di Miami è specializzato nel ritrovamento di
animali persi o rapiti. Quando la mascotte dei Miami Dolphins
Fiocco di Neve viene rapito prima del Super Bowl, Ventura viene
assunto per risolvere il caso.
6) Zoolander, 2001, Ben Stiller. Derek
Zoolander è un modello vanesio e alquanto imbranato, ma dal cuore
buono. Purtroppo, i suoi anni d’oro sembrano essere finiti. Dopo
essersi ritirato dalle passerelle, finisce per essere coinvolto in
un piano di due spietati colossi della moda per assassinare il
Primo Ministro della Malesia, un progressista che vuole introdurre
misure per eliminare il lavoro minorile.
5) Scemo e più scemo, 1995,
Peter Farrelly. Due coinquilini svitati: Lloyd è un autista
di limousine e Harry è un curatore di cani da esibizione. Quando
Lloyd accompagna in aeroporto una bellissima donna di nome Mary, i
due si ritrovano tra le mani una valigia piena di soldi che lei
sembra ver accidentalmente lasciato in aeroporto. Decidono di
raggiungere la donna ad Aspen per restituire il denaro, ma non
sanno che ha a che fare con un rapimento…
Film demenziali al college
Genere inaugurato dagli anni
Settanta da Animal House, questo è diventato uno
dei generi preferiti di coloro che sono cresciuti all’inizio degli
anni Duemila grazie al celeberrimo American Pie. Si
parlano di sessualità e anarchia, ribellione contro le istituzioni
e, in generale, in modo assurdo del complesso processo di crescità
dalla giovinezza all’età adulta. Vediamo dunque nel dettaglio i due
capisaldi di questo filone.
4) Animal House,
1978, John Landis. Due giovani matricole non
vedono l’ora di unirsi ad una confraternita del loro college.
Vengono accettati solo dalla sgangherata Delta Tau Chi, fatta di
studenti ripetenti con una condotta disastrosa e uno spirito
anarchico.
3) American Pie, 1999,
Paul Weitz. Jim, Kevin, Paul e Chris sono quattro
amici che stanno per diplomarsi al liceo e sono ossessionati dalla
loro verginità. Dopo un’altra festa passata in bianco, decidono di
stringere un patto di reciproco aiuto al fine di fare sesso prima
della fine dell’anno scolastico. L’ultima occasione è la festa
a casa di Stifler in riva al lago, dove tutti
si recano dopo il ballo di fine anno.
I migliori film demenziali
recenti
Fin qui sono stati elencati titoli
piuttosto indietro negli anni, ma che ancora oggi sono
indubbiamente gli esempi migliori per il genere demenziale.
Sull’insegnamento di quelle pellicole, però, anche negli ultimi
anni sono stati realizzati dei film di questa tipologia capaci di
rinnovare i canoni di riferimento per proporre nuove assurde
storie. Ecco di sequito due ottimi esempi di film
demenziali recenti.
2) Tropic Thunder,
2008, Ben Stiller. Un gruppo di attori viziati e
narcisisti passa dal recitare in un film di guerra al prendere
parte ad un conflitto reale nella giungla del Sud Est asiatico.
Stiller, uno dei maggiori esponenti di questo genere, ha nel 2008
realizzato questo film che prende in giro i film di guerra e anche
l’intera industria del cinema hollywoodiano. Tropic
Thunder è ancora oggi un puro concentrato di comicità
demenziale.
1) Borat, 2006, Larry
Charles. Il presentatore televisivo Kazako Borat arriva negli
Stati Uniti per raccontare uno dei paesi più grandi e affascinanti
del mondo, in compagnia della sua troupe. Ma il suo principale
interesse diventerà trovare e sposare Pamela Anderson.
Sacha Baron Cohen si è dimostrato essere un degno
erede di questa tipologia di film (oltre ad essere un ottimo attore
drammatico). Borat è ancora oggi un esempio insuperato di
film demenziale recente.
Film demenziali su Netflix
Oltre ai film qui elencati, di
seguito si propongono invece altri film demenziali
che si possono comodamente ritrovare sulla piattaforma
Netflix. Si tratta di titoli estremamente
spassosi, interpretati da alcuni dei grandi attori di questo genere
e con storie semplicemente al limite della follia.
Anno uno, 2009,
Harold Ramis. Due primitivi scansafatiche
intraprendono un viaggio attraverso il mondo antico dopo essere
stati cacciati dal loro villaggio. Jack Black e
Michael Cera recitano in questa folle avventura di
stampo primitivo, imbattendosi in ogni situazione assurda e
comicamente stupida possibile.
Sballati per le
feste, 2015, Jonathan Levine. Ethan,
Isaac e Chris sono amici fin dall’infanzia. Ora che sono adulti,
organizzano un’ultima rimpatriata e per renderla il più possibile
memorabile, si prefiggono di trovare il Nutcracka Ball, il Santo
Graal delle feste natalizie. Demenzialità e Natale, un connubio
perfetto per un film assolutamente irresistibile.
Scary Movie,
2000, Keenen Ivory Wayans. Alcuni studenti si
rendono complici di un omicidio e giurano di mantenere il segreto.
Dopo un anno, qualcuno inizia a minacciare una di loro, dando prova
di essere a conoscenza del crimine che i giovani hanno commesso,
finché una ragazza viene uccisa da un uomo mascherato ed armato di
coltello. Il panico inizia a serpeggiare così
all’interno del campus universitario. Il film è il primo di
una fortunata saga che fa la parodia dei più famosi film horror di
sempre.
Quando la line-up dei Thunderbolts è
stata rivelata per la prima volta attraverso alcuni concept art, il
team era composto da Contessa Valentina Allegra de Fontaine, Red
Guardian, Ghost, Yelena Belova, Bucky Barnes/The Winter Soldier,
John Walker/U.S. Agente e Taskmaster, ma alcuni rumors sembrano
indicare che il roster di attori che parteciperà al film non
rispecchierà quel concept.
Secondo le voci, infatti, Ghost di
Hannah John-Kamen è stato eliminato dal progetto e non
appare nella sceneggiatura finale. Ghost, alias Ava Starr, ha fatto
il suo debutto nel MCU come cattivo in Ant-Man
and the Wasp. Non è mai stata più menzionata, quindi era
legittimo pensare che fosse stata eliminata dal MCU, almeno fino a quando non
l’abbiamo vista nel concept di Thunderbolts.
Nonostante la buona prestazione di
John-Kamen, Starr non era esattamente un villain memorabile, ma era
chiaramente l’unico membro della squadra con superpoteri reali
(senza contare gli individui potenziati dal siero), quindi è
probabile che la sua presenza potesse alterare l’equilibrio della
squadra. Restiamo in attesa di comunicazioni ufficiali.
A pochi giorni dall’arrivo di
The Last of Us sulla HBO, diamo uno sguardo ai
10 migliori film e serie tv sui videogiochi mai realizzati
classificandoli dal peggiore al migliore, secondo Rotten
Tomatoes.
Anche se sono gli adattamenti dei
fumetti ad avere il predominio ad Hollywood, alcune trasposizioni
di videogiochi potrebbero presto fargli concorrenza, in particolare
con film come The
Super Mario Bros. Movie e God of War in arrivo, dunque, si prospetta un
anno più che interessante per prodotti di questo tipo.
Tomb Raider (53%)
Cosa dice la critica:
Tomb Raider riavvia il franchise con un approccio più concreto
e con una star chiaramente più che all’altezza del
compito.
I recenti giochi di Tomb
Raider hanno tentato di dare un taglio concreto alla
storia delle origini di Lara Croft e questo film
ha seguito una strada simile. Purtroppo, come la serie da cui è
tratto, il film non si è rivelato particolarmente
interessante. Il lato positivo è che Alicia Vikander è stata bravissima nel ruolo e
che il film si è rivelato comunque migliore di altri adattamenti di
videogiochi usciti in quel periodo, come Warcraft
e Assassin’s Creed. Purtroppo, i piani per un
sequel sono stati abbandonati.
Mortal Kombat (54%)
Cosa dice la critica:
Dedicato in gran parte ai fan del materiale di partenza,
Mortal Kombat fa rivivere il franchise in modo adeguatamente
violento.
Il franchise di Mortal Kombat ha sempre faticato sullo
schermo, anche se non siamo del tutto sicuri del motivo. Dopotutto,
c’è una mitologia molto ricca alle spalle e le epiche Fatality
implorano di essere adattate per un kolossal vietato ai minori.
Questo sforzo del 2021 si è rivelato un buon tentativo e, sebbene
non sia stato un film eccezionale (a tratti giudicato davvero
terribile), i fan hanno avuto comunque modo di apprezzarlo.
Speriamo che il sequel previsto sia in grado di perfezionare la
formula.
Sonic (63%)
Cosa dice la critica:
Opportunamente frenetico e spesso divertente,
Sonic the Hedgehog è un’avventura ispirata ai videogiochi che
può piacere a tutta la famiglia – e un’ottima scusa per Jim Carrey
per attingere all’energia maniacale che ha lanciato la sua
carriera.
Quando è stato rilasciato il primo
trailer di Sonic the Hedgehog, i fan sono rimasti
sconvolti dal suo character design completamente reinventato, tanto
che il nuovo look inquietante è diventato virale e la Paramount ha
deciso in maniera intelligente di posticipare l’uscita del film per
apportare delle modifiche. Di conseguenza, quando il film è uscito,
nessuno ha commentato il look di Sonic,
concentrandosi invece sulla memorabile interpretazione di Jim Carrey e su quello che si è rivelato un
blockbuster live-action davvero divertente.
Detective Pikachu (68%)
Cosa dice la critica:
Pokémon Detective Pikachu potrebbe non portare la sua premessa
meravigliosamente bizzarra fino a dove avrebbe potuto, ma questo
adattamento fuori dagli schemi dovrebbe catturare la maggior parte
– se non tutti – i fan del franchise.
I piani di Legendary per la
realizzazione di un film Pokémon in live-action
hanno suscitato grande entusiasmo, ma l’attesa di tutti è crollata
quando è stato rivelato che si trattava di… Detective Pikachu. Perché non raccontare la
storia di Ash Ketchum o di un altro allenatore
piuttosto che di un Pikachu parlante? Non abbiamo ancora una
risposta a questa domanda, ma il film è stato uno spasso e ha fatto
un ottimo lavoro nel portare in vita il mondo dei Pokémon.
Sonic 2 (69%)
Cosa dice la critica:
Non è divertente come i più grandi giochi del piccolo ragazzo
blu, ma se avete apprezzato il primo film,
Sonic the Hedgehog 2 è un sequel complessivamente
accettabile.
Dopo che il primo film si è rivelato
un successo, il sequel di Sonic the Hedgehog ha fatto di tutto
per abbracciare i giochi in grande stile. Forse un po’ troppo
impegnato con Knuckles, Tails e
il ritorno di Eggman, è stato comunque un degno
seguito. Riteniamo che il punteggio di cui sopra sia un po’ basso,
ma comprendiamo che questo franchise non è di gradimento per tutti.
Speriamo che il terzo capitolo possa imparare dai primi due per
eccellere davvero.
Halo (70%)
Cosa dice la critica:
Halo si
ispira troppo a serie di fantascienza migliori per emergere come un
prodotto d’élite pienamente strutturato, ma qualche barlume di
speranza e la fedeltà al materiale di partenza indicano che può
ancora riscattarsi.
In realtà, molti si sono lamentati
del fatto che Halo
abbia una percentuale così alta di gradimento su Rotten Tomatoes.
Serie di fantascienza descritta più che altro come anonima, in cui
la decisione di smascherare Master Chief ha avuto
poco senso e ha tolto molto di ciò che rendeva i giochi così
divertenti. È una serie che ha avuto i suoi momenti, ma per la
maggior parte è stata completamente dimenticabile.
The Angry Birds Movie 2 (73%)
Cosa dice la critica:
Come i suoi personaggi non aerodinamici, The Angry Birds
Movie 2 spicca un volo improbabile ma deliziosamente
divertente, mettendo a segno colpi umoristici lungo il
percorso.
Chi si immaginava che questo film
fosse così in alto nella lista? Non è “Certified Fresh”, ma ci si
avvicina più di qualsiasi altro adattamento su questa lista.
Aumentando le risate e migliorando la storia, The
Angry Birds Movie 2 è stato uno spettacolo divertente.
È chiaro che il cast vocale si è divertito e non ha dato
l’impressione di essere una spudorata presa per i fondelli del
videogioco (come invece era successo con il primo film). Di
conseguenza, potreste rimanere sorpresi da quanto vi piacerà questo
film!
The Witcher (81%)
Cosa dice la critica:
Anche se il mondo di
The Witcher a volte sembra incompleto, Henry Cavill porta il
suo carisma in una serie ricca di elementi fantasy sovversivi e di
umorismo nero. La
seconda stagione di The Witcher si espande rispetto alla prima
in tutti i modi migliori e, soprattutto, rimane molto
divertente.
The Witcher ha sicuramente avuto i suoi
momenti di gloria da quando è arrivato su Netflix, ma un’apparente mancanza di rispetto per il
materiale di partenza ha già inaridito molti fan su questo
adattamento. Nonostante ciò, rimane uno dei titoli di punta della
piattaforma. Il punteggio sopra riportato è la valutazione
combinata dello show per le stagioni 1 e 2, anche se quest’ultima è
stata in realtà “Certified Fresh”.
Werewolves Within (86%)
Cosa dice la critica:
Werewolves Within è un’insolita commedia horror che offre
un’eguale quantità di entrambi i generi – e aggiunge un sacco di
divertimento al tutto.
Se né questo film né il gioco da cui
è tratto vi ricordano nulla, non abbattetevi. Basato su un
videogioco VR relativamente sconosciuto uscito nel 2016,
Werwolves Within ha ricevuto solo un’uscita
limitata nelle sale cinematografiche. Nonostante ciò, è il film di
videogiochi con la più alta valutazione di tutti i tempi su Rotten
Tomatoes, lasciandoci chiedere se questa divertente horror-comedy
sia la prova che gli adattamenti funzionano meglio quando fanno di
testa loro!
The Last of Us (97%)
Cosa dice la critica:
Mantenendo gli aspetti più coinvolgenti del suo amato materiale
di partenza e scavando più a fondo nella storia,
The Last of Us è un’opera televisiva degna di nota che si
colloca tra i più grandi adattamenti di videogiochi di tutti i
tempi.
The Last of Us è incredibilmente fedele al suo
materiale di partenza e non si allontana mai troppo dalla storia
originale, risultando un adattamento praticamente impeccabile.
Pedro Pascal e Bella Ramsey sono
perfettamente calati nei panni di Ellie e
Joel e, chi ha visto tutti e 9 gli episodi in
anteprima afferma con alcun dubbio che si tratti dell’adattamento
della HBO del gioco della Naughty Dog è davvero il miglior
adattamento di videogiochi di tutti i tempi.
Tratto dall’omonimo romanzo dello
scrittore tedesco
Erich Paul Remark, Niente di nuovo sul fronte
occidentale (Im Westen nichts Neues) è una pellicola
drammatica, di guerra, diretta dal regista Edward Berger (Patrick
Melrose, Deutschland 83). Il film, prodotto da Stati Uniti e
Germania, è la terza trasposizione cinematografica della storia. La
prima risale al 1930, diretta da Lewis Milestone, e la seconda,
diretta da Delbert Mann, è del 1979.
Inoltre, Niente di nuovo sul
fronte occidentale è stato selezionato per rappresentare
la Germania agli Oscar 2023 nella categoria
miglior film straniero. E’ stato compreso nella più recente short
list pubblicata dall’Academy. La pellicola ha ottenuto una
candidatura ai
Golden Globe 2023 e ben 14 nomination ai
BAFTA 2023. Nel cast ritroviamo sia figure già affermate nel
cinema internazionale, come
Daniel Brühl (il soldato di prima classe Frederick
Zoller in
Bastardi senza gloria), sia figure emergenti, come
l’austriaco Felix Kammerer.
Niente di nuovo sul fronte
occidentale: dalla gloria alla distruzione
Partendo dalle ben note vicende
della Prima guerra mondiale, Niente di nuovo sul fronte
occidentale presenta questo capitolo di storia attraverso
gli occhi dei soldati, in particolare attraverso Paul Bäumer
(Felix Kammerer). Il ragazzo, appena
diciassettenne, viene convinto dai tre amici, Albert, Franz e
Ludwig, a partire verso il fronte per combattere gloriosamente per
la propria patria, andando anche contro il volere dei genitori. I
giovani tedeschi sono convinti ad arruolarsi grazie a vaneggiamenti
di imprese eroiche: combattere il nemico, avanzare e conquistare
fino a raggiungere Parigi in poche settimane.
Già dai primi giorni nel fronte
occidentale la guerra si mostra ai nuovi soldati per quello che è:
morte e distruzione. La vita nelle trincee finisce per avere ben
poco di eroico, tra il freddo, il fango ed il terrore perenne. Paul
resiste al logoramento della guerra grazie all’appoggio di Kat, un
soldato più ansiano. Nei periodi trascorsi fuori dalle trincee i
due legano molto, insieme ad Albert, Franz e Tjaden, un altro
veterano, sognano la loro vita dopo la fine del conflitto. Nel
frattempo, l’ufficiale Matthias Erzberger (Daniel Bruhl) inizia le
trattative con i comandanti alleati per porre fine alla violenza
con un armistizio. Ma, mentre la pace tarda ad arrivare, la Grande
Guerra continua a mietere le sue vittime.
Una bellissima rappresentazione di
violenza
Prima della visione di
Niente di nuovo sul fronte occidentale, è
importante avvisare l’aspirante spettatore su ciò che andrà a
guardare. Tutta la durata del film è costellata di scene di guerra
particolarmente crude e violente, le quali potrebbero urtare la
sensibilità anche di un pubblico adulto più suscettibile alla
visione del sangue. Questo non è un aspetto prettamente negativo
della pellicola, anzi contribuisce all’autenticità stessa della
trasposizione.
Analizzando in maniera più tecnica
Niente di nuovo sul fronte occidentale, si nota
chiaramente una spiccata attenzione alla fotografia. Tutti i
fotogrammi sono presentati allo spettatore con particolare
chiarezza e nitidezza. Ciò contribuisce a rendere le scene di
guerra ed i paesaggi di quieta devastazione sul campo di battaglia
ancora più toccanti.
A questi si alternano riprese della
natura boschiva innevata dell’Europa centrale, andando a
rappresentare quasi come la natura in se si mantenesse ferma,
estranea ai conflitti tra gli uomini. L’autenticità della
rappresentazione è resa possibile anche dagli effetti speciali. Nel
totale, Niente di nuovo sul fronte occidentale
permette allo spettatore di calarsi interamente all’interno delle
vicende. A questo proposito, non a caso il film ha ottenuto la
nomination ai BAFTA anche nelle categorie miglior fotografia e
migliori effetti speciali.
Crediti – Reiner Bajo
Altro fattore rilevante in
Niente di nuovo sul fronte occidentale sono le
performance degli attori, in particolare di Felix Kammerer e di
Albrecht Schuch, il quale per l’interpretazione di Kat ha ottenuto
la candidatura ai BAFTA per miglior attore non protagonista. La
potenza e la precisione con cui il personaggio di Paul Bäumer
sorprende ancora di più se si considera che questo è il primo ruolo
di Kammerer per il grande schermo.
La guerra dei potenti combattuta
dai soldati
In Niente
di nuovo sul fronte occidentale viene
presentato un parallelismo tra come la Grande guerra viene vissuta
dai soldati e come viene vissuta dai potenti, da coloro che muovono
solamente i fili della geopolitica europea lontano dai campi di
battaglia. I soldati vengono mandati al fronte con il pretesto di
difendere la propria patria. La realtà della Prima guerra mondiale,
come di tutte le guerre internazionali, è che si combatte perché
chi è al governo, chi ha il potere politico decide così.
Sotto questo aspetto, la situazione
di soldati come Paul o Kat non è tanto diversa da quella dei
soldati russi che attualmente combattono in Ucraina, molti
costretti a combattere per la leva obbligatoria. Una scena iconica
in Niente di nuovo sul fronte occidentale in cui è
chiaramente esposta questa tematica è il momento in cui il generale
Friedrichs osserva dallo sfarzo di una vasta tenuta i soldati
tedeschi che muoiono al fronte per un attacco da lui ordinato. Ma
la differenza tra i soldati ed i potenti si nota anche in tante
altre piccole cose. Al generale ed all’ufficiale Erzerberger
continua ad essere garantita la ricchezza nel cibo, la raffinatezza
di porcellane e posate, mentre i soldati muoiono di fame.
L’attrice Samantha
Morton è una delle più grandi trasformiste del cinema
hollywoodiano, capace di trasformarsi a livello psicologico e
fisico per dar vita a personaggi memorabili. Passando con
naturalezza attraverso generi diversi e da personaggi positivi ad
altri invece estremamente crudeli, la Morton si è guadagnata
una popolarità e un rispetto invidiabili.
2. Ha recitato anche in note
serie televisive. L’attrice ha iniziato la sua carriera
recitando in serie TV quali Soldier Soldier (1991),
Cracker (1994), The Vet (1995), Band of
Gold (1995-1996) e The History of Tom Jones, a
Foundling (1997). È tornata poi a recitare per la televisione
in The Last Panthers (2015), Rillington Place
(2016) e Harlots (2017-2019). Dal 2019 al 2020 è invece
stata Alpha nella serie zombie The Walking Dead, recitando accanto a
Norman Reedus e
Jeffrey Dean
Morgan. Ha poi ripreso il personaggio nel terzo
episodio della serie antologica Tales of the Walking
Dead (2022). Nel 2022 è poi protagonista nei panni di
Caterina de Medici nella serie The Serpent Queen.
3. Doveva essere Samantha in
Her. Chi ha visto il film del 2013 Her sarà rimasto incantato
dalla voce di Scarlett
Johansson nei panni di Samantha, il sistema operativo
iper intelligente che sviluppa una relazione molto complessa con il
protagonista, interpretato da Joaquin
Phoenix. Originariamente, però, la voce di Samantha
era data dalla Morton, la quale recitò tutte le sue battute salvo
venire poi sostituita in fase di montaggio. Il regista,
Spike Jonze, si accorse infatti che il lavoro
svolto dall’attrice non si incastrava come avrebbe dovuto con il
tono del film e, di comune accordo con la Morton, decise di far
ridoppiare il personaggio alla Johansson.
Samantha Morton in Minority
Report
4. È una dei pre-cog nel
film. Nel film fantascientifico di Steven
Spielberg, ambientato in un futuro in cui grazie al
sistema Precrimine è stata eliminata ogni forma di
criminalità, l’attrice interpreta una dei tre pre-cog, individui
dotati di poteri extrasensoriali di precognizione: Agatha,
descritta come la più talentuosa dei tre. Il film è stato per lei
la definitiva consacrazione a Hollywood, avendola resa
particolarmente celebre.
5. Si è rasata i capelli per
il ruolo. Nel corso della sua carriera, Samantha Morton ha
mostrato una forte propensione a cambiare il suo aspetto in base al
ruolo che le veniva assegnato di interpretare. In Minority Report sfoggia
dunque una testa parzialmente rasata. L’attrice ha racontato di non
aver avuto nessuna esitazione a farlo, proprio perché entusiasta di
potersi mettere in gioco anima e corpo. 17 anni dopo essersi
tagliata i capelli per questo film, si è completamente rasata a
pelle quando ha assunto il ruolo dell’arcinemico Alpha in The
Walking Dead.
Samantha Morton in Animali
fantastici e dove trovarli
6. Ha avuto un ruolo nel
film. Nel film Animali fantastici e dove
trovarli, primo titolo della saga prequel di Harry
Potter, l’attrice compare nel ruolo di Mary Lou Barebone, una
no-mag, ovvero una non maga, dalle idee conservatrici e leader del
gruppo estremista I Secondi Salemiani, che aspira a scovare
e uccidere tutti i maghi e le streghe. Il personaggio riveste una
particolare importanza nel film anche in quanto madre adottiva di
Credence Barebone, intrepretato da Ezra Miller. La
Morton, tuttavia, non ha ripreso il ruolo nei film successivi.
Samantha Morton è Alpha in The
Walking Dead e Tales of the Walking Dead
7. Ha costruito da sé il
personaggio. Scelta per interpretare la pericolosa Alpha
nelle stagioni 9 e 10 di The Walking Dead, l’attrice ha
raccontato di non aver avuto da subito una sceneggiatura da leggere
e che pertanto ha iniziato a costruire il personaggio basandosi su
proprie riflessioni e su ciò che le era stato raccontato di lei,
esplorando cosa significasse essere una leader madre in quel mondo
devastato dall’apocalisse zombie. La sua interpretazione di Alpha è
poi stata particolarmente apprezzata dai fan, che la ritengono una
degli antagonisti migliori della serie.
8. Ha esplorato le origini
del suo personaggio. Grazie alla serie antologica
Tales of the Walking Dead, l’attrice ha potuto riprendere
il personaggio come Alpha esplorando la sua vita prima di diventare
la leader dei Sussurratori. Nel terzo episodio della serie,
infatti, la si incontra come Dee, madre protettiva che cerca di
garantire una salvezza per sé e sua figlia, ancora non
trasformatasi nella spietata donna conosciuta in The Walking
Dead. L’attrice si è detta estremamente grata di aver potuto
riprendere tale ruolo, considerandolo estremamente prezioso.
Samantha Morton e gli Oscar
9. È stata candidata due
volte al prestigioso premio. Nel 2000, ovvero pochi anni
dopo aver intrapreso la sua carriera d’attrice, la Morton è stata
candidata al premio Oscar come miglior attrice non protagonista per
il film Accordi e disaccordi. A vincere in quell’occasione
fu però Angelina Jolie
per Ragazze interrotte. Nel 2004 torna agli Oscar
candidata come miglior attrice per In America – Il sogno che
non c’era, ma anche in questa seconda occasione non vince,
battuta da Charlize Theron
per Monster.
Samantha Morton: età e altezza
dell’attrice
10. Samantha Morton è nata
il 13 maggio del 1977 a Nottingham, in Inghilterra.
L’attrice è alta complessivamente 1,60 metri.
Netflix ha diffuso il nuovo reel dei titoli
originali che vedremo nel 2023, e tra questi spicca
Damsel, il film che la piattaforma ha prodotto in
contributo alla costruzione della carriera di Millie Bobby Brown, che ne è la
protagonista.
La prima foto del film mostra
l’attrice, conosciuta al mondo per il ruolo di Undici in Stranger Things, nei panni di
Elodie, una principessa che accetta di sposare
l’affascinante principe Henry prima di rendersi conto che la sua
famiglia reale l’ha reclutata come sacrificio a un drago per
ripagare un antico debito. Quando diventa chiaro che nessun
cavaliere in armatura scintillante verrà a salvarla, Elodie decide
di prendere in mano la situazione e uccidere lei stessa la bestia
sputa fuoco.
Non abbiamo ancora un trailer, ma il
look di Brown, il cast del film, che comprende Angela Bassett e Robin Wright, e la storia fanno pensare a un
fantasy action e divertente. Di seguito, l’immagine:
After being sacrificed to a bloodthirsty
dragon, a young damsel soon realizes that no one is coming and that
she must save herself.
La terza stagione della serie di
successo di Apple
TV+Ted Lasso 3 sarà presentata in
anteprima nella primavera del 2023. La piattaforma ha messo anche a
disposizione la prima foto della serie che mostra Ted (Jason
Sudeikis) e Nathan (Nick Mohammed)
uno di fronte all’altro dopo essere diventati rivali nel finale
della seconda stagione.
La notizia è emersa dalla
presentazione di Apple durante il tour stampa dell’inverno 2023
della Television Critics Association, che ha visto anche il
co-creatore di Ted Lasso 3Bill
Lawrence e lo scrittore/protagonista Brett Goldstein in un panel sulla loro
prossima serie comica Shrinking. Quando gli è
stato chiesto di Ted Lasso 3 durante il panel,
Lawrence è rimasto a bocca aperta, ma sulla terza stagione, ma ha
detto: “Ho visto delle scene, ed è fottutamente
incredibile”, mentre Goldstein ha sottolineato il suo orgoglio
per la stagione.
Sebbene non sia stata rilasciata
alcuna conferma ufficiale, sembra che Ted Lasso 3
segnerà la chiusura della serie. Sudeikis ha dichiarato a
Entertainment Weekly nel 2021 di aver visto un
arco di tre stagioni per la serie, ma che sarebbe potenzialmente
disposto a farne di più, mentre Goldstein ha detto al Sunday Times
che la terza stagione era stata scritta come una chiusura.
Sudeikis è produttore esecutivo insieme a Bill
Lawrence tramite la sua Doozer Productions, in
associazione con Warner Bros. Television e Universal Television.
Jeff Ingold di Doozer è anche produttore esecutivo
con Liza Katzer come co-produttore esecutivo. La
serie è stata sviluppata da Sudeikis, Lawrence, Hunt e Joe
Kelly e si basa sul format e sui personaggi preesistenti
di NBC Sports.
Principalmente ricordato per film
come La guerra del fuoco, Il nome della rosa o Sette
anni in Tibet, il regista francese Jean-Jacques
Annaud vanta nella sua filmografia diversi lungometraggi
di particolare importanza, con i quali egli si è sempre proposto di
offrire un cinema spettacolare alternativo a quello hollywoodiano.
Tra i suoi più affascinanti film vi è in particolare Il
nemico alle porte (qui la recensione), un kolossal
bellico ispirato alla battaglia di Stalingrado. Si tratta di una
co-produzione tra Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito e
Irlanda, un progetto dunque particolarmente complesso che ancora
oggi trova il favore di critica e pubblico.
Pur caratterizzato da diverse
inesattezze storiche, Il nemico alle porte si configura
come un’epica vicenda divisa tra gli orrori della guerra e le forti
passioni dei protagonisti. Annaud si è infatti preoccupato di
fornire una rappresentazione quanto più realistica possibile della
guerra, e non per niente videogiochi bellici come Call of
Duty e Sniper Elite si sono esplicitamente ispirati
ad alcuni aspetti del film. Come ogni buon opera di guerra, però,
si tratta di un film divisivo, che ha in diverse occasioni generato
dibattititi sia circa la rappresentazione dei soldati russi sia
riguardo lo svolgimento di alcune situazioni critiche.
A distanza di oltre vent’anni rimane
però uno dei film di Annaud di maggior fascino, talvolta poco
citato e per questo meritevole di essere scoperto o riscoperto.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori, ma anche riguardo al
libro da cui è tratto e alla vera storia
narrata. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Il nemico
alle porte
La vicenda si svolge a Stalingrado,
nell’autunno del 1942. La giovane recluta dell’armata rossa
Vasilij Grigor’evic Zajcev viene catapultato
insieme ad altri sventurati compagni nell’inferno della città
simbolo dell’Unione Sovietica assediata ormai da settimane dalle
truppe del Terzo Reich. Durante uno dei tanti ed assurdi attacchi
suicida a cui gli ufficiali dell’Armata Rossa lo costringono a
partecipare, Vasilij conosce Politruck Danilov,
ufficiale addetto alla propaganda, a cui ha modo di mostrare la sua
incredibile abilità di tiratore affinata durante l’infanzia in cui
era solito cacciare i lupi negli Urali.
Danilov vede dunque nel ragazzo
quell’eroe di cui l’esercito ha bisogno per mantenere alto il
morale ed avere nuove motivazioni in battaglia. Spalleggiato dal
cinico Nikita Khrushchev, Danilov farà di Vasilij
Zajcev un mito, una sorta di leggenda, e Vasilij a sua volta
diventerà l’incubo dei tedeschi collezionando vittime su vittime
soprattutto tra gli ufficiali. Il rapporto di grande complicità tra
Danilov e Vasilij comincerà però ad incrinarsi quando una donna,
Tania Chernova, si intrometterà fra loro generando
invidie e gelosie. Nel frattempo, per porre fine al mito di
Vasilij, il comando tedesco invierà al fronte il migliore dei
tiratori della Wermacht: il maggiore Erwin
Konig.
Ad interpretare il soldato russo
Zajcev vi è Jude Law,
protagonista dunque del film. Nei panni del maggiore tedesco Konig,
invece, si ritrova Ed Harris. È
noto che i due attori sono stati scelti principalmente per la
grande espressività dei loro occhi. Sono infatti numerose le scene
in cui i due si trovano a dover recitare unicamente tramite questi,
senza la presenza di battute. Nel ruolo di Danilov vi è invece
l’attore Joseph Fiennes,
mentre la premio Oscar Rachel Weisz è
Tania Chernova. Completano il cast gli attori Bob
Hoskins nel ruolo di Nikita Chruscev, futuro segretario
generale del Partito Comunista dell’Unione Sovieta, e Ron
Perlman in quelli del soldato Koulikov.
Il nemico alle porte: la
vera storia dietro il film e il libro da cui è tratto
Il film di Annaud è basato sul libro
di carattere storiografico Enemy at the Gates: The Battle for
Stalingrad, scritto nel 1973 da William Craig
e nel quale si descrivono gli eventi riguardanti la Battaglia di
Stalingrado, svoltasi nell’inverno del 1942-1943. La vicenda,
riportata poi anche nel film di Annaud, è in particolare quella del
presunto duello tra due cecchini, il tedesco Konig e il russo
Zajcev, svoltosi durante tale battaglia. Riguardo il loro scontro
vi sono diverse voci contrastanti, alcune delle quali affermano che
quanto raccontato di questo sarebbe pura esagerazione. Del duello
verificatosi tra i due cecchini parlano infatti quasi
esclusivamente fonti russe, la cui attendibilità sarebbe dunque da
prendere con le dovute precauzioni.
Mentre di Zajcev ci sono numerose
testimonianze storiche, tra cui anche sue fotografie e una sua
autobiografia, che riportano ad esempio di come durante la
battaglia di Stalingrado uccise 225 tra soldati e ufficiali della
Wehrmacht, di Konig si hanno scarse notizie. La sua vita rimane ad
oggi pressocché sconosciuta e ciò che si sa di lui lo si apprende
da ciò che Zajcev ha riportato. Proprio per tale motivo, sono in
molti a mettere in dubbio la stessa esistenza di Konig. Ad ogni
modo, secondo quanto riportato da Zajcev, la sfida tra di loro si
sarebbe sviluppata nell’arco di quattro giorni, fino a quando con
uno stratagemma il soldato russo riuscì a far credere al nemico di
essere stato colpito.
Zajcev, insieme al suo compagno
Kulikov, sollevarono i loro elmi, i quali vennero colpiti dai
proiettili di Konig. Il soldato tedesco pensò dunque di aver
colpito i propri nemici ed espostosi per assicurarsene, sarebbe a
quel punto stato colpito a morte da Zajcev. Per quanto riguarda
invece la relazione tra Zajcev e una donna di nome Tanja, anche qui
si ritrovano pareri discordanti, con il libro di Craig che riporta
tale relazione e altre fonti che invece sottolineano l’assenza di
testimonianze a riguardo. In fin dei conti, dunque, il libro di
Craig è stato unicamente preso come spunto e Il nemico alle
porte non può essere considerato un suo diretto
adattamento.
Il nemico alle porte: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
nemico alle porte grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes,
Now, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 18 gennaio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Mel Gibson è
sempre stata una personalità piuttosto controversa nel panorama
cinematografico hollywoodiano. Oltre che per il suo carattere e le
sue vicende personali, ad aver fatto molto discutere sono anche
alcuni dei film da lui diretti. Dopo l’Oscar vinto per Braveheart – Cuore
impavido nel 1995, egli è tornato alla regia nel 2004 con
la sua opera più discussa: La passione di
Cristo. Duramente criticato per la sua estetizzazione
del dolore e per gli eccessi visivi, questo film è stato ed è
tutt’oggi una delle opere più iconiche, nel bene o nel male,
dedicate alla figura di Cristo.
Gibson, anche sceneggiatore del film
insieme ad altri autori, ha con questo film tentato di ricostruire
il racconto che i Vangeli offrono della Passione di Gesù. Sono però
state utilizzate anche altre fonti come La dolorosa passione
del Nostro Signore Gesù Cristo della mistica tedesca
Anna Katharina Emmercik e la Storia di
Cristo di Giovanni Papini. Si ricostruiscono
così le ultime 12 ore della vita di Gesù, che Gibson mira a
riproporre con il massimo del realismo, dall’uso della lingua
latina ed ebraica fino alla ricerca di trucchi e costumi che
potessero contribuire a tale ricerca di maniacale precisione.
Non si può certo dire che La
passione di Cristo non sia un film particolarmente riuscito in
ciò, capace ancora oggi di sconvolgere proprio per questa sua
estrema volontà artistica. Tra dubbi morali, storiografici ed
estetici, è dunque senza dubbio alcuno uno dei film più controversi
del nuovo millennio. Prima di intraprendere una sua visione, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e
all’annunciato sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di La
passione di Cristo
Il film, come accennato, va a
raccontare le ultime 12 ore della vita di Gesù
Cristo, dal suo arresto nel Giardino del Getsemani fino
alla sua crocifissione. Nell’arco di queste ore, Cristo riceve la
visita di Satana, che lo tenta offrendogli una via
di salvezza, di Pietro, Giovanni
e degli altri apostoli, nonché quella del traditore Giuda
Iscariota, che lo consegna ai soldati. Dodici ore nelle
quali Cristo va incontro a torture inimmaginabili, alleviate
unicamente da visioni del passato, di quando era felice insieme a
sua madre Maria. Mentre si avvia verso il suo
ultimo cammino, accompagnato anche da Maddalena,
Cristo ricerca dunque un senso al suo dolore, sapendo di non potere
né volere scappare da esso.
Ad interpretare Gesù Cristo vi è
l’attore Jim Caviezel,
per il quale il set è stato un’autentica prova di resistenza.
L’attore, preparatosi a lungo al ruolo venendo anche assistito da
un sacerdote, fu sottoposto a grandi sforzi psicofisici,
ammalandosi anche di polmonite per il forte freddo e dovendosi in
seguito sottoporre ad un intervento al cuore per via dello stress
provato. Fortunatamente per lui, non tutte le scene più cruente
necessitarono la sua presenza. Nella maggior parte delle scene dove
Gesù è morente sulla croce, Caviezel è stato sostituito da una
fedele riscostruzione robotica in modalità animatronica, capace
dunque di muovere la testa, gli arti ed ansimare.
Il film, prevalentemente girato in
Italia, si avvale poi della partecipazione di molti attori
italiani. Monica Bellucci
interpreta Maria Maddalena, mentre Rosalinda
Celentano compare nei panni di Satana. Vi sono poi
Francesco De Vito nel ruolo di Pietro,
Hristo Zivkov in quelli di Giovanni e Sergio Rubini
per il ruolo di Disma. Luca Lionello, che
interpreta Giuda Iscariota, ateo al momento delle riprese ha
raccontato di essersi convertito al cattolicesimo dopo l’esperienza
su questo set. Davide Marotta interpreta
l’Anticristo, mentre l’attrice rumena Maia
Morgenstern interpreta Maria la madre di Cristo. Sono poi
presenti Hristo Sopov nei panni di Ponzio Pilato,
Claudia Gerini
in quelli di Claudia Procula, moglie di Pilato, e Luca De
Dominicis in quelli di Re Erode.
La passione di Cristo 2: il sequel si farà?
Nel giugno 2016, lo scrittore e
regista Randall Wallace ha dichiarato che lui e
Gibson avevano iniziato a lavorare a un sequel de La passione
di Cristo incentrato sulla risurrezione di Gesù. Nel settembre
dello stesso anno, Gibson ha effettivamente espresso il suo
interesse a dirigere tale sequel, descrivendolo come un grande film
parzialmente ambientato all’Inferno e in Paradiso. Dopo due anni di
silenzio, è Caviezel a confermare che il film è in fase di sviluppo
e che il titolo sarà The Passion of the Christ:
Resurrection. L’attore lo ha addirritura definito come “il
più grande film della storia del mondo“. In seguito alla
notizia della volontà di Gibson di realizzare tale sequel, si sono
naturalmente scatenate molte polemiche ma anche molte ilarità da parte del popolo di
Internet.
Dopo anni di incertezze, però,
sembra proprio che il progetto sia pronto a prendere vita. Gibson,
che non dirige un film dal 2016, anno di La battaglia di Hacksaw
Ridge, sarebbe infatti pronto a tornare dietro la
macchina da presa, con le riprese fissate attualmente per la metà
del 2023. Caviezel riprenderebbe naturalmente il ruolo di Gesù
Cristo, ma per il momento non ci sono ulteriori informazioni
riguardo il restante cast del film né dove si svolgeranno le
riprese. In realtà, per quanto sembri confermato, non ci sono
ancora certezze ufficiali, che potrebbero arrivare solo con il
reale inizio dei lavoro sul set. Non resta dunque che attendere e
vedere se realmente il film sulla resurrezione di Cristo vedrà la
luce.
Il trailer di La passione di
Cristo e dove vedere il film in streaming e in TV
Attualmente La passione
di Cristo non è disponibile su nessuna delle
principali piattaforme streaming disponibili su Internet. Ciò non
esclude che potrebbe tornare ad essere fruibili su alcune di queste
in futuro, ma per il momento non è dunque possibile rivolgersi allo
streaming per vedere il film. Questo, però, è presente nel
palinsesto televisivo di mercoledì 18 gennaio alle
ore 21:00 sul canale Warner TV.
Sarà dunque quella una buona occasione per vedere, o rivedere, il
film.
Probabilmente non tutti conosceranno
Jeremy Camp, cantautore statunitense ed esponente
della cosiddetta musica cristiana contemporanea. All’interno di
questo genere egli è però una vera e propria leggenda, con undici
album pubblicati e numerosi premi vinti nel corso degli anni. Di
lui, in particolare, è celebre la canzone I Still Believe,
dedicata al non perdere la fede nonostante le avversità. Quella
stessa canzone dà anche il titolo ad un film del 2020, in Italia
distribuito come Cosa mi lasci di te
(qui la recensione), incentrato
sulla storia di Camp e su un particolare incontro che ha cambiato
per sempre la sua vita.
Diretto dai fratelli
Andrew e Jon Erwin, divenuti noti
grazie ad un film simile quale Una canzone per mio padre,
Cosa mi lasci di te è basato però non solo sulla canzone
di Camp, ma anche sull’omonimo libro autobiografico da lui scritto,
dove narra dell’amore tra lui e la sua prima moglie. Affermatosi
come un grande successo per la struggente storia raccontata, ma
anche per le emozioni in esso contenute e il forte messaggio di
speranza e fede, il libro è poi stato opzionato per diventare il
film che oggi si può ammirare. Chiamato a sintetizzare tale
racconto, Camp lo ha descritto come la capacità dell’amore di
sopravvivere al dolore.
Passato in sordina a causa della
pandemia di Covid-19, il film è stato distribuito prevalentemente
per l’home video, ottenendo comunque un buon successo. Per tutti
gli appassionati di storie struggenti, meglio ancora se realmente
accadute, Cosa mi lasci di te è decisamente un
titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi al
cast di attori al libro e alla
storia vera. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Cosa mi lasci di
te
Protagonista del film è il
cantautore di musica cristian Jeremy Camp, il
quale nel pieno della sua popolarità conosce la giovane
Melissa, innamorandosene da subito. La ragazza,
tuttavia, è affetta da una grave malattia che non le lascia molto
da vivere. Nonostante ciò, Jeremy non intende rinunciare al loro
amore e si dice pronto a sposarla e starle accanto nel bene e nel
male. Più la salute di Melissa va peggiorando, però, più la fede
del cantante viene messa a dura prova. Per loro, prima che sia
troppo tardi, sarà importante riflettere sulla loro relazione, su
cosa questa lascia in loro e su come l’amore, una volta destato,
continui a compiere il suo percorso nonostante le difficoltà.
Cosa mi lasci di te: il
libro e la storia vera
Jeremy Camp e sua
moglie Melissa Lynn Henning-Camp si sposarono il
21 ottobre del 2000. Avevano rispettivamente 22 e 21 anni e
sapevano già della malattia che affligeva lei, un cancro ovarico
che non lasciava grandi speranze di vita. Pochi mesi dopo il giorno
più felice della loro vita, il 5 febbraio del 2001, Melissa si
spense, lasciando Jeremy a confrontarsi con un dolore che non
credeva possibile. Il miglior rimedio a questo era scrivere nuove
canzoni e riflettere su quanto accadutogli. Camp compose dunque
I Still Believe, struggente brano attraverso cui racconta
di come nonostante le avversità egli abbia deciso di non perdere la
fede. Nel 2011 Camp ha poi pubblicato il suo primo libro,
l’autobiografia I Still Believe.
In questo egli racconta del rapporto
con Melissa. Pur attenendosi al testo, gli sceneggiatori hanno
naturalmente dovuto dar vita ad alcune modifiche. In primo luogo,
il matrimonio tra Jeremy e Melissa non è avvenuto in spiaggia e la
scoperta della lettera nella chitarra che si vede nel film non è
citata nel libro. Il conflitto che vede contrapposti Jeremy e
Jean-Luc, entrambi innamorati di Melissa è reale ma differisce per
il fatto che nella realtà non era Jean-Luc ad essere interessato
alla ragazza, bensì un amico di lei di nome Jason, non presente nel
film. In ultimo, rispetto a quanto riportato nel libro, il film non
sottolinea il grande legame di Jeremy con la madre.
Cosa mi lasci di te: il
cast del film
Per quanto riguarda il cast del
film, ad interpretare il protagonita Jeremy Camp si ritrova
l’attore KJ Apa. Questi
è noto in particolare per il ruolo di Archie Andrews, protagonista
della popolare serie Riverdale. Nei panni di Melissa, invece, vi è
l’attrice Britt
Robertson, nota per i film La risposta è nelle
stelle e Tomorrowland. La
Robertson aveva già recitato con Apa nel film Qua la
zampa! ed è stato proprio il collega a suggerirla per la parte
di Melissa e contattarla per presentarsi al provino. Sono poi
presenti gli attori Gary Sinise e Shania
Twain nei pani di Tom e Teri Camp, i genitori di Jeremy.
Melissa
Roxburgh, celebre per i film di Diario di una
schiappa, interpreta Heather, sorella di Melissa. Nathan Parsons,
invece, è Jean-Luc, amico comune dei due protagonisti.
Il trailer di Cosa mi lasci di
te e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Cosa mi lasci di te grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 18 gennaio alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
La Ligne – La
Linea Invisibile, in concorso al Festival di Berlino
dell’anno scorso, è il nuovo film della regista svizzera
Ursula Meier, che era già ben nota per
Home del 2008, presentato a Cannes e che
aveva ricevuto una candidatura ai César, e
Sister del 2012 che, tra vari
riconoscimenti, era stato selezionato per rappresentare la Svizzera
agli Oscar del 2013 come Miglior film straniero.
In entrambe le sue
precedenti pellicole, di cui ha scritto anche la sceneggiatura
insieme ad Antoine Jaccoud, al centro della storia
c’è una famiglia, e non fa eccezione nemmeno La Ligne –
La Linea Invisibile. I temi ricorrenti di Meier sono
lo strazio delle difficoltà nell’integrare i disagi interiori,
relazionali e sociali, che qua esplodono sin dalla prima sequenza
riprodotta in slow motion.
La Ligne – La Linea Invisibile, la trama
Margaret
(Stéphanie Blanchoud) è una giovane adulta che
vive insieme alla madre Christina (Valeria
Bruni Tedeschi) e alla sorellina minore di dodici
anni, Marion (Elli Spagnolo). La sua ira è una
bomba ad orologeria ciclica che è destinata a devastare tutto e
tutti quelli che incrocia. Dalle primissime inquadrature, appunto,
si capisce che la linea del titolo è un’interdizione nei confronti
di Margaret dall’avvicinarsi alla madre – sulla quale si è
scagliata, ferendola – a una distanza inferiore a cento metri per
un periodo di tre mesi.
Il linguaggio del
racconto è appoggiato quasi esclusivamente sulle immagini,
soprattutto nella prima parte del film, dove ci sono un condensato
di primi e primissimi piani sul volto minuto e ferito di Margaret,
con silenzi o brevi frasi che scambia con l’ex compagno Julian
(Benjamin Biolay) a cui viene affidata per i tre
mesi. E a fare da sfondo una Svizzera ghiacciata, grigia, quasi
scarna, che è pienamente parte narrante del film.
Ad accompagnare i
personaggi e il racconto, c’è la musica, che lega tutti e che tutti
maneggiano a modo proprio. La madre Christina era stata una
pianista eccellente, Margaret una cantante e chitarrista delicata e
di raro talento che duettava con Julian e la piccola Marion è una
corista nella parrocchia di quartiere.
È fortemente denso di
significati e significanti La Ligne – La Linea
Invisibile, che scaraventa in scena situazioni ai
limiti dell’imbarazzo – rese con prove attoriali
decisamente degne di nota – che farebbero accapponare la pelle al
migliore degli assistenti sociali, e al contempo regala attimi di
finezza gelida, traboccante d’intensità, stratificando la
narrazione e rendendola ricolma di angolazioni e sguardi a
disposizione dello spettatore.
Per alcuni aspetti, la
storia pare suddivisa in tre momenti coincidenti con le tre
principali donne di cui la regista prende il punto di vista:
Margaret, sua madre e la sua sorellina minore. Meier ne racconta la
disperazione, il vuoto, la solitudine e lo riesce a fare
posizionando la macchina all’altezza emotiva di ciascuna delle tre,
come se fosse lo stesso stile musicale a loro appartenente: ne
coglie le sfumature, il modo di guardare di ognuna, la loro
corporeità, e le usa per spiegare le loro ragioni, nonostante
restino quasi completamente inascoltate.
Il disagio familiare di
cui si tratta è sostanzialmente quasi un pretesto per comporre dei
ritratti incredibilmente amorevoli nei riguardi di tre donne la cui
vita è praticamente alla deriva. L’incredibile capacità di Meier
risulta essere, quindi, quella di sbrogliare le motivazioni dei
comportamenti più indegni che una madre e una figlia potrebbero
mettere in atto l’una nei confronti dell’altra, riuscendo ad
illuminare lentamente il piccolo spazio esistenziale in cui tutte e
tre son costrette a muoversi, donando un quadro finale
dolorosissimo, ma carico di perdono.
La Ligne – La
Linea Invisibile è la dolcezza dello sguardo che con
la macchina da presa Ursula Meier è in grado di tirare fuori, a
partire dalle devastazioni emotive più profonde e, apparentemente,
irrecuperabili.
Are you the one?
Italia, la versione locale dello show di MTV, prodotta da
Fremantle, arriverà in esclusiva il 15 Febbraio su Paramount+. Il 19 febbraio il primo
episodio dello show sarà disponibile anche su Pluto TV e, alle ore
21.00, andrà in onda anche su MTV (canale Sky 131 e in streaming su
NOW) e VH1 (canale 167 DTT, 22 Tivùsat e Sky canale 715).
Alla guida dello show debutta come
conduttore Luca Vezil, content creator da oltre 1 milione di
follower e già ambassador di diversi brand iconici. Il suo percorso
fino ad oggi, la sua sensibilità, l’aria da amico fidato, oltre al
suo amore per i viaggi, lo sport e la natura contribuiscono a fare
di lui il presentatore ideale per il nuovo entusiasmante reality
show che approda su Paramount+.
Lo show televisivo Are you
the one? Italia
Are you the one?
Italia è il più ambizioso esperimento di dating-game mai
visto prima, in cui dieci ragazzi e dieci ragazze dovranno trovare
(o meglio, rintracciare!) il vero amore. Un pool di esperti,
infatti, ha selezionato i venti concorrenti abbinandoli in dieci
coppie perfette.
Per vincere il montepremi di
200.000 euro i ragazzi dovranno individuare tutti i dieci match,
pena la perdita dell’intera somma di denaro. Ad aiutarli nella
ricerca, una serie di giochi e di sfide che darà ai vincitori la
possibilità di conoscersi meglio nel corso di date romantici. I
daters in questione verranno poi mandati nella “Stanza della
verità”, dove verrà svelato loro se sono un “match perfetto” oppure
no. La casa sceglie infatti una coppia tra i vincitori della sfida,
da votare nella “Stanza della verità”: l’unico modo per confermare
se si tratti di una “coppia perfetta” o meno.
Le ore trascorse nella splendida
villa di Gran Canaria, gli appuntamenti romantici e la stanza della
verità permetteranno ai concorrenti di scoprire affinità e venire
in contatto con i propri sentimenti.
Ad accompagnare i nostri daters in
questo viaggio guidandoli tra le varie sfide del programma sarà
Luca Vezil, mentre i meravigliosi paesaggi di Gran Canaria faranno
da sfondo alle dinamiche tra i concorrenti, dando vita ad un
reality, ma anche a un dating e gaming show.
Vision
Distribution ha diffuso il trailer del film L’ultima
Notte di Amore, diretto da Andrea Di Stefano con
protagonista
Pierfrancesco Favino e che verrà presentato
al 73º Festival Internazionale del Cinema di
Berlino nella sezione Berlinale Special
Gala.
La pellicola è una produzione
INDIANA PRODUCTION, MEMO FILMS, ADLER
ENTERTAINMENT e VISION DISTRIBUTION.
Prodotto da FRANCESCO MELZI D’ERIL, GABRIELE MORATTI, MARCO
COLOMBO. Prodotto da MARCO COHEN, BENEDETTO
HABIB, FABRIZIO DONVITO, DANIEL CAMPOS PAVONCELLI. In
collaborazione con SKY.
La trama del film
Di Franco Amore si dice che è Amore
di nome e di fatto. Di sé stesso lui racconta che per tutta la vita
ha sempre cercato di essere una persona onesta, un poliziotto che
in 35 anni di onorata carriera non ha mai sparato a un uomo. Queste
sono infatti le parole che Franco ha scritto nel discorso che terrà
all’indomani della sua ultima di notte in servizio. Ma quella notte
sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto
immaginare. E metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il
lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la moglie
Viviana, l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita. In
quella notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di una
Milano in cui sembra non arrivare mai la luce.
La serie di The Walking
Dead si è conclusa, ma AMC non lascerà che il
franchise di zombi cadràa così facilmente nel dimenticatoio. Oggi,
il canale via cavo ha confermato una serie di date per il
debutto inanteprima per gli spin-off pianificati insieme alla
conferma che
Fear The Walking Dead si concluderà con la sua
ottava stagione. Fear The Walking Dead stagione 8
sarà diviso in due parti, con sei episodi in onda tra maggio e
giugno, e gli ultimi sei programmati per uno slot attualmente non
confermato più avanti nel 2023.
A riempire il vuoto lasciato dalla
serie madre sarà The Walking Dead:Dead City lo spin-off con
Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan. Sebbene in precedenza
avessimo sentito che il piano prevedeva che lo spettacolo fosse
presentato in anteprima ad aprile, ora è stato confermato per un
lancio a giugno. La serie segue Maggie (Cohan) e Negan
(Morgan) che viaggiano in una Manhattan post-apocalittica tagliata
fuori dalla terraferma. La città fatiscente è piena di morti e
abitanti che hanno fatto di New York City il proprio mondo pieno di
anarchia, pericolo, bellezza e terrore. Oltre ai due protagonisti,
la serie è interpretata da Gaius Charles, Zeljko Ivanek,
Karina Ortiz, Jonathan Higginbotham e Mahina
Napoleon.
Per quanto riguarda
The Walking Dead: Daryl Dixon, anche questo è stato
confermato per un’uscita programmata nel 2023. In questo, Daryl
(Norman
Reedus) arriva a riva in Francia e fatica a mettere insieme
come è arrivato lì e perché. La serie segue il suo viaggio
attraverso una Francia spezzata ma resiliente mentre spera di
trovare un modo per tornare a casa. Mentre compie il viaggio, però,
le connessioni che forma lungo la strada complicano il suo piano
finale. Clémence
Poésy e Adam Nagaitis sono gli unici altri membri del
cast confermati.
Infine, lo
spin-off ancora senza titolo con Andrew Lincoln e Danai Gurira entrerà in produzione quest’anno
per un debutto nel 2024, e lo spettacolo presenta un’epica storia
d’amore di due personaggi cambiati da un mondo cambiato. Separati
dalla distanza. Da un potere inarrestabile. Dai fantasmi di chi
erano. Rick e Michonne vengono gettati in un altro mondo, costruito
su una guerra contro i morti. E infine, una guerra contro i vivi.
Riusciranno a trovare l’un l’altro e chi erano in un luogo e in una
situazione diversi da quelli che hanno mai conosciuto prima? Sono
nemici? Amanti? Vittime? Vincitori? Senza l’altro, sono ancora vivi
o scopriranno che anche loro sono morti che camminano?
Inutile dire che è un momento
entusiasmante per essere un fan di questo franchise, e mentre molti
fan sono stati sollevati nel sapere che finalmente la fine di
The Walking Dead si è compiuta, sembra che ci sia ancora
molta vita nella property considerando ben tre spin-off
all’orizzonte!
Paramount+ ha appena pubblicato il primo
trailer di una nuova serie horror chiamata Wolf
Pack, con protagonisti Armani Jackson,
Bella Shepard, Chloe Rose Robertson, Tyler Lawrence Gray,
Rodrigo Santoro e Sarah Michelle
Gellar. La premiere della serie di Wolf Pack debutterà il
26 gennaio, esclusivamente su Paramount+.
La serie è basata sulla serie di libri di
Edo Van Belkom, che segue un ragazzo e una ragazza adolescenti che
assistono all’emergere di una creatura soprannaturale durante un
incendio in California. Feriti durante il caos, i due, insieme
ad altri due adolescenti, si rendono conto di essere stati morsi da
un lupo mannaro.
Wolf
Pack fa parte dell’accordo pluriennale di Davis
con gli MTV Entertainment Studios, e attualmente sta lavorando a
doppio servizio per la Paramount+, scrivendo e producendo anche il
film “Teen Wolf”. Oltre a Davis, Joe Genier, Mike Elliott e Karen
Gorodetzky sono i produttori esecutivi di Capital Arts. Jason
Ensler, Gellar e Christian Taylor sono anche produttori
esecutivi.
La star di Buffy the Vampire Sarah
Michelle Gellar, che è anche a bordo come EP, interpreta un membro
di una task force congiunta che indaga sulla causa dell’incendio,
ma sulla base di ciò che vediamo in questo promo, diremmo che c’è
un discreto possibilità che anche lei sia appassionata di alcune
attività lunari carnivore! Wolf Pack sarà presentato in anteprima
giovedì 26 gennaio 2023 su Paramount+ per gli abbonati negli Stati
Uniti e in Canada.
Anche se non sembra che nulla
di ufficiale sia davvero in fase di sviluppo, un remake dell’amata
storia d’amore soprannaturale del 1990Ghostpotrebbe essere
all’orizzonte. Secondo una storia di copertina
di Vanity
Fair, la società di produzione di
Channing Tatum, la Free Association, possiede
i diritti cinematografici del film originale, interpretato da
Patrick Swayze,
Demi Moore e
Whoopi Goldberg.
Channing Tatum lo ha confermato
nell’intervista nel pezzo della rivista, suggerendo che stanno
pensando di andare avanti con il progetto. “In realtà abbiamo i
diritti”, ha detto
l’attore. “Sì, abbiamo i diritti per
Ghost, ma faremo qualcosa di diverso. Penso che debba cambiare un
po’”.Questo è praticamente tutto ciò che
sappiamo sulla cosa, ma il rapporto afferma che, se il riavvio
dovesse andare avanti, Channing Tatum assumerebbe il ruolo di
Patrick Swayze.
Ghostè stato
diretto da Jerry Zucker e raccontava del personaggio di Swayze che torna dalla morte per avvertire la
sua ragazza (Moore)
che gli uomini che lo hanno ucciso la stanno prendendo di mira.
Whoopi Goldberg ha vinto un Oscar come migliore
attrice non protagonista per la sua interpretazione di una
sensitiva di nome Oda Mae Brown, che facilita la loro
riunion.
C’era molto scetticismo
quando
James Cameron annunciò il suo piano per dirigere
un sequel o più del suo blockbuster fantascientifico del 2009, ma
Avatar: La Via
Dell’Acqua ha dimostrato di essere
un grande colosso al botteghino a sé stante acquisendo pian piano
la sua posizione nella lista dei film più redditizi mai
realizzati.
Ebbene oggi gli ultimi
aggiornamenti sono arrivati e, dopo aver superato la soglia di
1,9 miliardi di dollari a livello globale, 20th Century Studios ha
annunciato cheAvatar: La Via
Dell’Acqua ha ufficialmente superatoSpider-Man: No Way Homeper diventare il sesto film di maggior incasso di tutti i
tempi in tutto il mondo. All’estero, il sequel ha
raccolto altri $ 9,5 milioni lunedì, portando il suo cumulo
offshore a $ 1.344,6 milioni. Ora è il quinto film più grande
di sempre a livello internazionale.Può
Avatar: La Via
Dell’Acqua sperare di continuare
questa traiettoria d’incasso? Probabilmente no, ma è comunque un
risultato sorprendente!
Attualmente sono previsti altri tre
film del franchise, con Avatar
3 programmato provvisoriamente per il 20
dicembre 2024, Avatar
4 fissato per il 18 dicembre 2026 e Avatar
5 il 22 dicembre 2028.
Con Avatar: La
Via Dell’Acqua, l’esperienza cinematografica raggiunge
nuove vette: Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di
Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione. Ambientato
più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via Dell’Acqua inizia a
raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro
figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad
arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che
combattono per rimanere in vita e delle tragedie che
affrontano.
Diretto da
James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la
produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da
Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Sigourney
Weaver, Stephen Lang e
Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James
Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di
James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh
Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i
produttori esecutivi.
James Gunn, recentemente nominato co-CEO dei
DC Studios, ha confermato che sono in lavorazione
diversi progetti DCU per il grande
e piccolo schermo, ma i fan sono probabilmente più interessati a
sapere cosa c’è in serbo per L’uomo d’Acciaio. Quando Henry Cavill ha lasciato il ruolo, James Gunn ha rivelato che sta pianificando un
riavvio completo con una versione più giovane di
Superman, che si concentrerà sui suoi
primi giorni come giornalista del Daily Planet/supereroe
residente a Metropolis. A parte alcune voci prive di
fondamento, non abbiamo davvero molto altro su cui basarci, ma
James Gunn ha ora surriscaldato gli animi
quando con il suo ultimo post diffuso sui social medi
“Il segreto della felicità è
iniziare la giornata con caffè e fumetti“, ha twittato il
regista, insieme a una foto di se stesso che legge la Deluxe
Edition di All-Star Superman di
Grant Morrison, Frank Quitely e Jamie Grant.
Quando un fan si è chiesto se questa fosse la prima volta che
sperimentava l’acclamato racconto, James Gunn ha risposto che l’ha letto “molte,
molte volte”.
Il fumetto vincitore dell’Eisner
Award è uscito sugli scaffali nel 2005 ed è ancora ampiamente
considerato come una delle migliori storie di Superman mai
raccontate. È del tutto possibile che James Gunn potrebbe prendere ispirazione per
la sua nuova interpretazione dell’ultimo figlio di Krypton… oppure,
potrebbe semplicemente godersi una buona lettura con il suo caffè
mattutino! Gunn ha promesso che presto arriveranno alcuni
annunci ufficiali riguardanti l’Uomo d’Acciaio, ma il casting non
sarà tra questi annunci. Dunque non resta che aspettare ulteriori
notizie!
My thoughts are no one has been cast as
Superman yet. Casting, as is almost always the case with me, will
happen after the script is finished or close to finished, and it
isn’t. We’ll announce a few things in not too long, but the casting
of Superman won’t be one of them. 🧜♂️ https://t.co/2SGWV2RSI7