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“Lift Me Up”: ecco la canzone di Rihanna, tributo a Chadwick Boseman

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Dopo la prima mondiale di Wakanda Forever a Hollywood, che ha ottenuto un’accoglienza complessivamente positiva dai primi spettatori, Rihanna ha condiviso il suo singolo principale intitolato “Lift Me Up” dalla prossima colonna sonora originale del film Black Panther: Wakanda Forever. 

Il brano è stato co-scritto da Tems, dal vincitore dell’Oscar Ludwig Göransson, da Rihanna e dal regista candidato all’Oscar Ryan Coogler come tributo alla vita straordinaria e all’eredità del compianto Chadwick Boseman, che ha interpretato Re T’Challa in quattro film Marvel. I film degli Studios prima di morire tragicamente nel 2020 dopo una battaglia durata quattro anni contro il cancro al colon.

In una dichiarazione sull’ideazione della canzone, Tems ha detto: ” Dopo aver parlato con Ryan e aver ascoltato la sua direzione per il film e la canzone, volevo scrivere qualcosa che ritraesse un caloroso abbraccio da tutte le persone che ho perso nel mio vita. Ho cercato di immaginare come mi sentirei se potessi cantare per loro ora ed esprimere quanto mi mancano. Rihanna è stata un’ispirazione per me, quindi sentirla trasmettere questa canzone è un grande onore. ” La nuova uscita dovrebbe anche inaugurare una nuova era nella carriera di Rihanna, segnando il tanto atteso ritorno alla musica del vincitore di 9 Grammy Award dopo una pausa di sei anni.

Black Panther: Wakanda Forever, il film

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Lucca Comics & Games 2022: al via oggi l’edizione “Hope”

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Lucca Comics & Games 2022: al via oggi l’edizione “Hope”

Prende il via oggi venerdì Lucca Comics & Games 2022, evento unico e multiforme, amato e creato dalle centinaia di migliaia di visitatori che ogni anno si danno appuntamento in uno dei più suggestivi centri storici del mondo. Sarà il 56esimo anno che si riproduce questa magia. Hope, speranza, il tema di quest’anno meravigliosamente illustrato nel poster firmato dal maestro assoluto dell’’maginative realism, Ted Nasmith, che traduce per immagine quella speranza che è una certezza, non un dubbio.

Tra virtuale e reale, digitale e analogico, inchiostro e trucco, schermi e palchi, tutto è pronto per dare il via a una proposta culturale pensata per soddisfare le aspettative di amanti di fumetto, manga, gioco, videogioco, cinema, serie tv, animazione, anime, cosplay, narrativa fantasy. Una cinque giorni volta a stimolare la partecipazione attiva da parte di tutti i fan, ma pensata anche per chi non sarà a Lucca e seguirà da casa, su Twitch, seguendo il podcast ufficiale del festival e grazie a Rai. Si comincia, ecco gli eventi da non perdere.

LA CERIMONIA DI APERTURA

Il primo grande appuntamento sarà la cerimonia di apertura alle 11.00 al Teatro del Giglio, seguita dal taglio del nastro presso la mostra PopSalani160. Presenti, oltre al direttore di Lucca Comics & Games Emanuele Vietina, il sindaco di Lucca Mario Pardini e ospiti speciali Nolan Bushnell, il fondatore di Atari; Ted Nasmith, uno dei più abili illustratori contemporanei, colui che ha dato corpo alla fantasia di tutti i fan di Tolkien; la leggenda del fumetto italiano Alfredo Castelli e Eímear Noone, pluripremiata direttrice d’orchestra e compositrice irlandese, autrice di numerosissime colonne per videogiochi e film.

I CONCERTI E LA MUSIC & COMICS ARENA

A Lucca Comics & Games l’Area Music non si è mai spenta, ma finalmente quest’anno è possibile tornare a fare festa tutti insieme! Palcoscenico d’eccellenza sarà il Pala Tagliate di Lucca, per l’occasione trasformato nella Music & Comics Arena. Non potevano mancare a un appuntamento così importante la regina delle sigle Cristina D’Avena, il “capitano” Giorgio Vanni e una pietra miliare della storia musicale italiana come gli Oliver Onions. Ma tra gli appuntamenti imperdibili c’è sicuramente il concerto The Witcher 3: Wild Hunt, realizzato in collaborazione con il Teatro del Giglio, in programma il 28 ottobre. A condurre dal podio ci sarà Eimear Noone, autrice di 26 colonne sonore di film e videogames, tra cui World of Warcraft. Sabato 29 sarà invece la volta del symphonic power metal dei mitici Rhapsody of Fire, che da sempre traggono ispirazione dal mondo fantasy per la loro musica.

IL MEGLIO DEL MONDO COMICS

Il mondo del fumetto torna in tutte le sue variegate sfumature, toccando ogni angolo del globo e riportando a Lucca Comics & Games i grandi maestri internazionali della Nona Arte. Lucca Comics & Games 2022 segna il grande ritorno dei mangaka in Italia: Norihiro Yagi (Star Comics), autore di Ariadne In The Blue Sky, nonché del dark fantasy Claymore, Nagabe (J-Pop Manga), autore del successo da più di un milione di copie Girl From The Other Side e Atsushi Ohkubo, autore di successi mondiali come Soul Eater e Fire Force. Chester B. Cebulski, editor in chief di Marvel, tornerà a Lucca Comics & Games 2022 con Panini per svolgere principalmente attività di scouting in Area Pro, lo spazio che offre agli aspiranti fumettisti l’opportunità di mostrare il proprio lavoro agli editori e per partecipare agli appuntamenti legati al mondo Marvel, tra cui le celebrazioni di Spider-Man.

Anche Paco Roca tornerà a Lucca per celebrare i 15 anni dalla pubblicazione in Francia di Rughe, uno dei graphic novel più significativi di questo secolo (e Gran Guinigi nel 2008). Kenny Ruiz presenterà Team Phoenix in collaborazione con RW Goen, una rivisitazione in chiave action/pop dei capolavori del maestro Osamu Tezuka. Altri big internazionali portano a Lucca Comics & Games le loro ultime creazioni o edizioni speciali di storici titoli: Lee Bermejo, Brian Azzarello, Arnaud Dollen e Jérôme Alquié, Marcello Quintanilha, Miguel Repiso. Tra i nomi italiani, non potevano mancare Zerocalcare, Leo Ortolani, ma anche Sio, Dado, Fraffrog e Giacomo Keison Bevilacqua, che promettono un Gigannuncio!

IL GRANDE SABATO DEL TEATRO DEL GIGLIO

Il 29 ottobre il Teatro del Giglio ospiterà tre imperdibili appuntamenti: alle ore 10:30 spazio all’anteprima mondiale dei primi quattro episodi della serie animata Dragonero. I Paladini, tratta dal fumetto di successo creato da Luca Enoch e Stefano Vietti, coproduzione internazionale Sergio Bonelli Editore insieme a Rai Kids, Power Kids e NexusTV.

Alle 13:00 spazio a Buon compleanno Spider-Man!, un evento straordinario con il direttore editoriale di Marvel Italia Panini Comics, Marco M. Lupoi, i disegnatori Giuseppe Camuncoli (co-ideatore dello Spider-Verse) e Sara Pichelli, l’editor in chief di Marvel, C.B. Cebulski e il leggendario John Romita Jr. Non mancherà anche l’ambassador Sara “Kurolily” Stefanizzi. L’evento è curato e diretto da Marco Rizzo, uno dei tre italiani ad avere scritto le avventure di Spidey. Il pomeriggio sarà a tinte horror con l’incontro con il cast del film Dampyr, opera d’esordio di Bonelli Entertainment in co-produzione con Eagle Pictures e Brandon Box (ore 15:30).

FILM E SERIE TV PROTAGONISTI

Tra le sorprese più attese dell’Area Movie a cura di QMI c’è uno dei registi più emblematici del nostro tempo ovvero Tim Burton, che in collaborazione con Netflix arriva a Lucca per presentare l’anteprima europea del primo episodio di Mercoledì, l’attesissima serie tv diretta dal celebre regista che ripercorre gli anni di Mercoledì Addams come studentessa presso la Nevermore Academy.

Torna a Lucca Comics & Games anche Prime Video, con alcuni dei protagonisti de Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere, Cynthia Addai-Robinson, Ismael Cruz Cordova e Sophia Nomvete, che incontreranno il pubblico di Lucca in uno speciale panel domenica 30 ottobre.
Disney+ sarà alla manifestazione con due entusiasmanti progetti Lucasfilm: Willow, la nuovissima serie di avventura fantasy live-action basata sul classico film del 1988 diretto da Ron Howard e Andor, la nuovissima serie di Lucasfilm che esplora una nuova prospettiva della galassia di Star Wars. A presentarle saranno a Lucca alcuni dei protagonisti.

Tante le anteprime, dall’attesissimo One Piece Film: Red alla presenza del regista Gorō Taniguchi, accompagnato da una serie di iniziative dedicate ai fan della ciurma di Cappello di Paglia, alla première mondiale alla presenza del cast il fantasy action Dampyr, fino all’incontro con i registi di Dungeons & Dragons, Jonathan Goldstein e John Francis Daley, che mostreranno al pubblico di Lucca alcune immagini esclusive. Attese anche tante personalità del cinema e della serialità italiane: Lillo Petrolo e Frank Matano, in arrivo grazie a Prime Video; Matteo Rovere, con il suo Romulus targato Sky; Roberto Recchioni che presenterà Carne Fredda.

FUMETTI IN CARNE E OSSA

Dal 2017, anno di Una ballata per Corto Maltese, Lucca Comics & Games ha messo in scena almeno uno (due nel 2021) spettacolo all’anno tratto da un graphic novel italiano: è il Graphic Novel Theatre, progetto di commistione di linguaggi che traghetta il fumetto, da sempre legato a una fruizione privata, alla dimensione pubblica dell’evento dal vivo. Quest’anno ad andare in scena sarà Celestia, il capolavoro di Manuele Fior, uno dei più raffinati graphic novelist italiani. Lo spettacolo è adattato e diretto da Matteo Tarasco, regista pluripremiato. Da non perdere poi, il 29 ottobre alle 12.30, l’appuntamento presso Palazzo Ducale, in piazza Napoleone per l’evento speciale in collaborazione con Le gallerie degli Uffizi. Sarà presente lo special guest Denis Kitchen, celebre fumettista appartenente al movimento “underground” americano.

VIDEOGIOCHI SEMPRE PROTAGONISTI

Videogiochi in prima fila a Lucca Comics & Games con un’offerta di altissimo livello, in perfetta simbiosi con il DNA del festival, con un ampio calendario di appuntamenti, panel, incontri culturali e divulgativi dedicati al mondo del videogame e al digitale. CD Projekt Red ha scelto Lucca per celebrare i 20 anni di attività. Proporrà il progetto Museo & Art Gallery dedicato ai festeggiamenti della software house polacca, che sarà celebrata a Villa Bottini, dove si snoderà un percorso artistico interattivo dedicato ai due decenni dell’azienda.

Riot Games tornerà a Lucca Comics & Games in grande stile scegliendo ancora una volta come base operativa l’Ex Museo del Fumetto in un progetto che vede la propria community protagonista grazie ad una serie di attività dedicate in primis ai fan. Tra i principali ospiti, Nolan Bushnell, che festeggerà i 50 anni di Atari con panel e incontri dedicati; Yoshitaka Amano, tra i più influenti illustratori e character designer della sua generazione; e il Creative Director italiano Davide Soliani, che racconterà il grande lavoro dietro a ‘Mario + Rabbids’. Ritornano gli Italian Esports Open con attività e contenuti dedicati al mondo dei videogiochi ed in particolare agli esport, all’interno della Esport Cathedral in Piazza San Romano, come sempre gestiti da ProGaming Italia.

Questa incredibile offerta darà vita ad un progetto unico ed ambizioso, denominato R.E.C. (Relevant Electronic Content) e prodotto in collaborazione con i più importanti player di settore. Si tratta di un programma culturale totalmente dedicato al settore videogioco, pensato per avvicinare i fan ai brand che amano, permettendo loro di osservare il “dietro le quinte” dell’industria videoludica, tramite una serie di appuntamenti con sviluppatori, creativi, illustratori, concept designer e ogni tipo di professionista di settore. R.E.C..

SI SPIEGANO LE ALI DELLA FANTASIA

Nell’anno di HOPE e del poster tolkieniano di Ted Nasmith, Lucca Comics & Games chiude il percorso di valorizzazione del trio di artisti internazionali che hanno plasmato l’immaginario dell’epopea di Tolkien: Alan Lee, John Howe e Ted Nasmith, a Lucca con una personale. Per tutti i lettori e fan del fantasy e del fantastico la grande editoria troverà la sua naturale localizzazione in piazza San Martino, punto di contatto tra il mondo del fumetto nello storico padiglione Napoleone e il monografico di Sergio Bonelli Editore in piazza Antelminelli, passando per gli editori delle piazze del Giglio e di San Giovanni, il J-Pop District (Piazza San Martino), la Piazza Star Comics (Piazzale Vittorio Emanuele) e il Padiglione Panini (Ex Cavallerizza).

La madrina di quest’anno è sicuramente Laini Taylor, che sarà presente in fiera da sabato 29 ottobre a martedì 1° novembre. Taylor aspetta tutti i suoi fan a Lucca per parlare della sua carriera, ma anche di narrativa fantastica, folklore, miti e leggende. Il 29 ottobre l’acclamata autrice della trilogia de La chimera di Praga e della dilogia del Sognatore incontrerà i suoi fan per raccontare la magia dei suoi romanzi: miti e leggende, misteri e sogni, passione e vendetta sono la sostanza dentro cui vivono le sue storie, ambientate in mondi meravigliosi. Tra gli ospiti internazionali si comincia il 28 ottobre alle 15.00 con Licia Troisi in dialogo con J.M. Miro, autore del romanzo Oscuri talenti che presenta per la prima volta in Italia: fantasy maestoso, ambientato nell’Inghilterra di fine Ottocento, dove un manipolo di ragazzi scopre di avere arcani poteri. Definito da Alan D. Altieri “una tra le voci più significative dell’ultima generazione della saggistica e del fantastico”, Francesco Dimitri, scrittore e saggista, torna alla narrativa fantastica e lo fa presentando a Lucca Comics & Games il suo nuovo romanzo, Il bacio della Buonanotte pubblicato da Giunti.

Tornano gli incontri di Audible, con importanti ospiti e il lancio della serie audio Diabolik, tratta dal celebre fumetto di Astorina, con una performance live che coinvolgerà i protagonisti Francesco Venditti, Myriam Catania, Claudio Moneta e il disegnatore diaboliko Giuseppe Palumbo. All’interno del padiglione Carducci, invece, ritrova il suo posto accanto all’Area Performance e alle aree dedicate al gioco di ruolo e al librogioco, la narrativa e l’illustrazione di Luk For Fantasy con Fanucci Editore, Urania (che il 28 ottobre festeggerà i suoi 70 anni e porta in manifestazione la premiazione di Franci Conforti, vincitrice del Premio Urania 2022, massimo riconoscimento della narrativa di fantascienza in Italia), Marcos y Marcos, Future Fiction, Odoya, Plesio Editore, Edikit e una rinnovata offerta di fantascienza che trova nella sala Ingellis un programma dedicato agli appassionati e a tutti i curiosi che vogliono esplorare il genere. Da non perdere anche l’appuntamento del 31 ottobre con Carlos Granger: uno dei più celebri ed influenti character designer del cinema d’animazione moderno, collaboratore di lunga data di Tim Burton e Pixar.

LUCCA COMICS & GAMES PER I PIÙ PICCOLI: LUCCA JUNIOR

Grande ritorno quest’anno del Family Palace presso il Real Collegio che sarà accessibile a tutti, nella massima inclusione, senza necessità di avere alcun titolo di ingresso al festival. Un’occasione per iniziare ad esplorare gli universi di Lucca Comics & Games, scoprendoli per la prima volta o rivedendoli con la meraviglia degli occhi dei bambini. L’Area Junior sarà la location d’eccellenza per le famiglie, i piccoli lettori, gli esploratori di mondi fantastici, le scuole e anche quest’anno, il festival sarà totalmente gratuito per i bambini sotto i 10 anni (che devono essere sempre accompagnati).

Tanti gli ospiti per il pubblico dei più piccoli, come Benedetta Rossi con Super Benny, la prima produzione animata completamente dedicata alla food star e Andrea Lucky Lucchetta, protagonista dell’incontro Dall’Animazione all’azione, al gioco dello Spikeball, spirito di squadra e socializzazione, che presenterà in anteprima anche il Corto A Pesca con la Lucky Squad realizzato dalla Lucky Dreams per la FIPSAS in occasione del progetto PRE.DI.SPONE del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

WELCOME TO THE #COMMUNITYVERSE

Si entra nel Communityverse! Questo il termine scelto per delineare una nuova sezione culturale sperimentale, tra il fisico e il digitale, interamente dedicata a nuove tecnologie e linguaggi. Cinque giorni di divulgazione intelligente, per comprendere e analizzare il futuro prossimo, con ospiti ed esperti per raccontare e spiegare tecnologie quali Metaverso, NFT, SBT, blockchain, web3, intelligenza artificiale, arte generativa e crypto. Si comincia il 28 ottobre con l’incontro Multiverse of Metaverses, un laboratorio sperimentale, una mostra “live”, una performance mista fisico-digitale, un’esperienza di “arte effimera” dove l’architettura, l’arte, le performance, il business nelle molteplicità dei Metaversi si incontrano. Sempre nel luogo della mostra, la sera, ci si scatenerà con uno straordinario Deejay set con Catherine Poulain nell’arena dei gladiatori, offerto da History Channel.

LUCCA COMICS & GAMES AWARDS NIGHT

Tornano gli ‘Oscar’ italiani dedicati al fumetto e al gioco, che saranno assegnati a Lucca sabato 29 ottobre al teatro del Giglio alle 21.30 e che saranno annunciati da Wonderland su Rai 4 in seconda serata. Sarà uno speciale su tutti i vincitori e vincitrici dei Lucca Comics & Games Awards disponibile dal 30 ottobre anche on demand su RaiPlay.

GLI ORIGINAL DI RAI PLAY

RaiPlay ospiterà una sezione realizzata ad hoc nella quale saranno pubblicati in esclusiva una serie di original, (contenuti inediti creati apposta da LC&G per l’edizione 2022), una selezione delle migliori serie tv, fiction, documentari, approfondimenti e contenuti per ragazzi e bambini; oltre a tutti gli speciali che di giorno in giorno saranno trasmessi nelle altre reti del gruppo. In questa edizione saranno Alex Randolph. Regista di giochi – documentario sul primo game designer girato fra Norimberga, Venezia, Modena e Firenze; Mercoledì è il giorno perfetto! Chris Riddell intervistato da Pierdomenico Baccalario – il più grande illustratore inglese intervistato nel suo studio di Brighton.

Documentario coprodotto da Book On A Tree; John Blanche. Bosco distopico – Un incredibile viaggio nell’arte del grande maestro inglese che ci mostra i suoi lavori più personali e distopici; Sweet Mirka + Licia – Licia Troisi scrittrice e autrice di romanzi fantasy, incontra Mirka Andolfo, illustratrice, fumettista e colorista italiana. Due grandi autorità femminili del panorama editoriale si scambiano confidenze e impressioni sul mondo dell’arte e sulla vita; Hanno paura di me – reportage su Professor Bad Trip; Will Esiner, il Gigante – reportage su Will Eisner; lo spettacolo 2022 di Graphic Novel Theatre di Lucca Comics & Games dedicato quest’anno a Celestia, di Manuele Fior. E molto altro ancora. Ci vediamo a Lucca Comics & Games 2022

10050 Cielo Drive: la vera storia dietro al film

10050 Cielo Drive: la vera storia dietro al film

Recentemente ricordato in C’era una volta a… Hollywood (dove però la storia viene riscritta per differire dalla realtà dei fatti), l’eccidio di Cielo Drive rimane una delle pagine più nere della storia statunitense del Novecento. Nel 1969, tale tragico evento rappresentò un vero e proprio momento di passaggio verso un periodo particolarmente cupo, segnato da un senso di paura dilagante. Prima del film di Quentin Tarantino, questo episodio era stato raccontato anche nei film Charlie Says, Sharon Tate – Tra incubo e realtà e, in particolare, da 10050 Cielo Drive. Quest’ultimo, diretto nel 2016 da John R. Leonetti, regista anche di Annabelle, affronta l’accaduto in chiave horror.

Con il titolo originale di Wolves at the Door, il film punta infatti sull’accentuare l’orrore che realmente si verificò in quella notte d’agosto. Questo si configura dunque come un home invasion che prende spunto dai fatti verificatisi per seguire poi un proprio percorso non necessariamente fedele a quanto avvenuto. Restano però i riferimenti alle vere persone coinvolte in quel massacro, cosa che rende dunque 10050 Cielo Drive un’operazione piuttosto controversa. Pur se lodato per regia e interpretazioni, il film è stato infatti stroncato dalla critica, che ha sottolineato l’immoralità insita nell’affrontare un dramma di quel tipo in modo tanto poco rispettoso.

10050 Cielo Drive non è dunque il film da guardare se si cerca una fedele ricostruzione di quanto avvenuto, ma rimane un thriller di buona fattura, che può regalare più di un brivido ai fan del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

10050 Cielo Drive: la trama e il cast del film

Ambientato nel 1969, il film ha per protagonisti Sharon Tate, Jay Sebring, Abigail Folger, Wojciech Frykowski e Steven Parent. Riuniti in casa della Tate per una serata tra amici, questi si trovano a confrontarsi con alcuni psicopatici intenzionati ad ucciderli uno ad uno. Quando alcuni di loro iniziano a scomparire o essere ritrovati bruttalmente accoltellati, coloro ancora vivi comprendono di essere stati scelti per un sadico gioco che non può che prevedere la morte di tutti loro. In quella che sarà una notte lunghissima, Sharon e i suoi amici cercheranno di salvarsi, trovandosi però a dover lottare contro orrori indicibili e esseri umani più simili a diavoli.

Per dar vita ai protagonisti del film, Leonetti si è affidato ad alcuni attori più noti e altri grossomodo sconosciuti. L’attrice Sharon Tate è qui interpretata da Katie Cassidy, nota per aver interpretato il demone Ruby in Supernatural e Dinah Laurel nelle serie Arrow, The Flash e Legends of Tomorrow. Elizabeth Henstridge, nota come Jemma Simmons in Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., è qui Abigail Folger, mentre Adam Campbell è il suo fidanzato Wojciech Frykowski. Miles Fisher, visto anche in Final Destination 5, è Jay Sebring, mentre Lucas Adams interpreta Steven Parent. In ultimo, Spencer Daniels interpreta William Garretson.

10050 Cielo Drive storia vera

10050 Cielo Drive: la vera storia dietro al film

Quello che è ricordato come l’eccidio di Cielo Drive avvenne nella notte tra l’8 e il 9 agosto del 1969. I criminali Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Charles “Tex” Watson, appartenenti alla Famiglia Manson, si introdussero nell’abitazione dell’attrice Sharon Tate, al 10050 di Cielo Drive. Charles Manson, il mandante degli omicidi, disse ai suoi fedeli discepoli di uccidere tutti i presenti nella maniera più macabra possibile. Nella casa, quella sera, oltre all’attrice (incinta di otto mesi), si trovavano anche altre 4 persone, amici e ospiti della Tate. Arrivati all’abitazione, i criminali la isolarono tagliando la linea telefonica, dopodiché si introdussero nell’abitazione e iniziarono ad uccidere i presenti accoltellandoli ripetutamente e sparando loro più volte.

Dopo attente indagini, nell’ottobre del 1969 molti membri della famiglia Manson furono arrestitati allo Spahn Ranch nella Valle della Morte. Dei tre colpevoli materiali dell’omicidio, la Atkins è morta in carcere di tumore al cervello nel 2009, mentre la Krenwinkel e Watson stanno tutt’oggi scontando l’ergastolo in carcere. Nel corso degli anni, è stata loro negata la libertà condizionale rispettivamente per 13 e 17 volte. Manson, inizialmente, condannato alla pena di morte, vide poi commutata la pena nell’ergastolo. È deceduto all’età di 83 anni in carcere, a seguito di un arresto cardiaco, ma da tempo era anche malato di cancro al colon. Ancora oggi, quanto avvenuto in quella tragica notte del 1969 è considerato uno degli eventi più spaventosi e imprevedibili della storia americana.

10050 Cielo Drive: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 10050 Cielo Drive grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 14 giugno alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Lo stagista inaspettato: le curiosità sul film con Robert De Niro

Autrice di celebri commedie statunitensi, la sceneggiatrice e regista Nancy Meyers firma nel 2015 uno dei suoi film più apprezzati: Lo stagista inaspettato (qui la recensione). La pellicola, il cui titolo originale è The Intern, ha per protagonisti l’inedita coppia formata da Robert De Niro ed Anne Hathaway. Al centro della vicenda, vi è il rapporto tra le generazioni e quello del delicato equilibrio tra carriera e famiglia. Il tutto viene trattato sia da un punto di vista maschile che femminile, e la sequenza di eventi porta a risultati emozionanti e divertenti.

Al momento del suo rilascio in sala, il film ottenne recensioni contrastanti da parte della critica, ma trovò uno strenuo difensore nel regista Quentin Tarantino. L’autore del recente C’era una volta a… Hollywood difese infatti il film affermando che a suo giudizio avrebbe meritato di essere preso in considerazione per gli Oscar. In particolare, Tarantino lodò la sceneggiatura e l’interpretazione dei protagonisti.

Da un punto di vista dei guadagni al box office, il film ottenne una risposta particolarmente positiva da parte del pubblico. A fronte di un budget di circa 35 milioni di dollari, incassò negli Stati Uniti una cifra pari a 75,7 milioni, per un totale a livello globale di circa 195 milioni di dollari. Divenne così una delle commedie di maggior successo dell’anno, e l’interpretazione di De Niro venne indicata come una delle sue migliori degli ultimi anni.

Lo stagista inaspettato: la trama del film

Protagonista del film è Ben Whittaker, un settantenne vedovo e annoiato dal suo stato di pensionamento. In cerca di una nuova avventura, si imbatte nell’annuncio di un’azienda di Brooklyn, impegnata nella vendita di abbigliamento online, la quale ha indetto una selezione per un posto da stagista “senior”. Dopo essersi candidato e aver superato brillantemente il colloquio, Ben viene assunto e assegnato alle dipendenze di Jules Ostin, fondatrice della compagnia. La donna, però, impegnata a pieno ritmo nella gestione della società, anche a costo di sacrificare il suo tempo libero, dimostra un iniziale scettiscismo nei confronti del nuovo stagista.

Ben, tuttavia, grazie alla sua esperienza e alla sua saggezza riesce, non senza qualche iniziale difficoltà, a comprendere sempre meglio il suo dinamico nuovo lavoro. Così facendo, riesce a farsi apprezzare da tutti i suoi giovani colleghi, guadagnando la stima di Jules. Proprio con lei instaura un forte legame di amicizia. Un rapporto sul quale la donna farà affidamento nei momenti difficili, tanto in quelli professionali quanto in quelli privati. Quando infatti si troverà a dover compiere delle scelte importanti, che potrebbero ridefinire la propria carriera e il proprio ruolo di moglie, l’aiuto di Ben si rivelerà per lei fondamentale.

Lo stagista inaspettato cast

Lo stagista inaspettato: il cast del film

La scelta di assegnare i due ruoli principali agli attori Robert De Niro ed Anne Hathaway si è rivelata particolarmente vincente per la riuscita del film. I due hanno infatti sfoggiato un’ottima chimica, e la natura inedita della loro coppia sullo schermo ha certamente attratto numerosi spettatori. Originariamente, tuttavia, i ruoli erano stati pensati per tutt’altri attori. La regista, per il ruolo di Ben, aveva infatti cercato di convincere Jack Nicholson ad uscire dal suo ritiro dalla recitazione. Questi fu però irremovibile, e il ruolo venne dunque proposto all’attore Michael Caine. Alla fine, tuttavia, il personaggio venne assegnato a De Niro, il quale aveva espresso particolare interesse per la parte.

Il ruolo della carismatica Jules Ostin, invece, era stato affidato all’attrice comica Tina Fey. Venne tuttavia sostituita nel momento in cui il progetto per il film passò di mano dalla Paramount alla Warner Bros. Lo studios scelse per il ruolo l’attrice premio Oscar Reese Witherspoon, già nota per aver recitato in commedie di questo tipo. Questa dovette però rinunciare al ruolo per via di conflitti con altri impegni da lei già presi. Anne Hathaway ha così ottenuto la parte, affascinata dall’idea di poter interpretare un personaggio che ricordasse quello interpretato da Meryl Streep in Il diavolo veste Prada.

Lo stagista inaspettato: il trailer, dove vedere il film in streaming e le frasi più belle

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Lo stagista inaspettato è infatti presente a noleggio su Rakuten TV, Google Play, Infinity, e Apple iTunes. È inoltre presente nel catalogo di Netflix. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 27 ottobre alle 21:10 sul canale La 5.

Di seguito, invece, si riportano alcune delle frasi più belle pronunciate nel corso del film dai due protagonisti:

“Non si sbaglia mai a fare la cosa giusta!” (Ben)

“Ho letto che i musicisti non vanno in pensione: smettono quando non hanno più musica dentro. Beh, io ho ancora musica in me e su questo non ho alcun dubbio” (Ben)

“Detesto fare io il femminista tra noi due, ma tu meriti di fare una bella carriera e essere quello che sei, senza dover accettare che tuo marito abbia un’amante come contro partita” (Ben a Jules)

– Jules: “È in momenti come questo che hai bisogno di qualcuno su cui sai di poter contare. Perché tu sei il mio…”
Ben: “…Stagista!”
Jules: “Io stavo per dire: stagista barra migliore amico”

Fonte: IMDb

Dampyr, recensione del primo film di Bonelli Entertainment

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Dampyr, recensione del primo film di Bonelli Entertainment

Quando un vampiro si unisce con un’umana, lei darà alla luce un Dampyr. Questa è la tagline del film di Riccardo Chemello, basato sull’omonimo fumetto di Mauro Boselli e Maurizio Colombo e dal 28 ottobre al cinema. Un progetto annunciato da tanto tempo che finalmente diventa realtà, un film che rappresenta tante prime volte e soprattutto il primo passo verso un futuro promettente per l’industria del cinema italiano che guarda altre i confini del Paese.

La trama di Dampyr

Siamo nei Balcani, durante il tremendo conflitto che negli anni ’90 ha insanguinato l’Europa. Un manipolo di soldati guidati dal ruvido e coraggioso Emil Kurjak (Stuart Martin, Army of Thieves) viene incaricato di presiedere Yorvolak, una cittadina ormai deserta, i cui abitanti sembrano stati fatti a pezzi da un branco di bestie feroci. Allo stesso tempo, in un paesino non troppo lontano, un cialtrone di nome Harlan (Wade Briggs), con la complicità del suo socio, il giovanissimo Yuri (Sebastian Corft, Heartstopper), imbroglia dei contadini che credono che le loro case siano infestate dai demoni.

Fingendosi un dampyr, un essere nato dall’unione di un vampiro e un’umana e dotato di poteri efficaci contro le creature della notte, Harlan finge di scacciare un malocchio che non c’è, per ricevere in cambio offerte di polli, formaggio e alcool, che lo aiuta a stordirsi e a tenere lontani gli incubi che lo tormentano sin da ragazzino. Quando però viene convocato proprio a Yorvolak, non può sottrarsi agli ordini dei militari in territorio di guerra. Lì scoprirà che non tutte le leggende sono inventate e che lui stesso ne è la prova.

Una lunga attesa precede Dampyr

Annunciato nel 2018, Dampyr arriva accompagnato da grande curiosità e aspettative. Si tratta infatti dell’esordio di Sergio Bonelli Editore in veste di produttore e segna ufficialmente la nascita di Bonelli Entertainment, la divisione del colosso dell’editoria che approda su piccolo e grande schermo con le sue IP. Non a caso si parlava di prime volte. 15 milioni raccolti da SBE con Brandon Box e Eagle Pictures per mettere in piedi un progetto ardito, e il risultato, per quanto non perfetto, è assolutamente convincente, tanto che la Sony Pictures si è assicurata i diritti della distribuzione worldwide del film.

La prima volta di Riccardo Chemello

Si parlava di esordi, e infatti la pellicola segna anche la prima volta dietro alla macchina da presa di Riccardo Chemello, che arriva dalla pubblicità e ha diretto spot per Armani e Red Bull e un documentario sul parkour (suo primo amore). Affidargli questa regia così importante è stato un vero e proprio atto di fede da parte di SBE e soci, che il giovane regista, con un immaginario ricco di riferimenti al cinema contemporaneo, ha ricambiato con slancio e faccia tosta, senza farsi intimorire dal compito assegnatogli, ma proponendo il suo punto di vista su una proprietà intellettuale che ha ormai oltre 20 anni di storia editoriale e un pubblico di appassionati che, si sa, sono i giudici più feroci.

Un intelligente lavoro di adattamento

Il film è basato sui primi due numeri del fumetto, Il figlio del diavolo e La stirpe della Notte, e il lavoro di adattamento è stato affidato a Giovanni Masi, Alberto Ostini e Mauro Uzzeo, sceneggiatori della scuderia Sergio Bonelli Editore con una solida esperienza nella scrittura per il cinema.

Lavorando gomito a gomito con Boselli, il trio ha messo a punto una sceneggiatura solida e avvincente, ha onorato il testo di partenza, attualizzandone la lingua e i caratteri per il pubblico del 2022, ha ridotto i personaggi, spostato alcuni eventi, modificandoli all’occorrenza, in alcuni casi ha persino migliorato alcune dinamiche trai protagonisti e cambiato l’ordine degli eventi per dare più drammaticità alla parabola di Harlan, insomma ha trasformato il linguaggio dei fumetti in linguaggio cinematografico, conservando e rispettando lo spirito della storia originale, un’avventura a tinte horror.

Un film di genere tra i generi

Parlare di Dampyr definendolo un film dell’orrore è però impreciso e riduttivo, perché il film di Chemello ha tante anime: quella fantasy che percorre e ripropone il mito sempreverde del vampiro e che il cinema ama particolarmente; quella del film di guerra, resa credibile principalmente dalle maestose scenografie, che accendono un riflettore su un conflitto, quello dei Balcani, mai adeguatamente raccontato dal cinema e che purtroppo torna attuale, nei tempi difficili che vive il cuore dell’Europa oggi; quella che strizza l’occhio al cinema gitano di Emir Kusturica, ai suoi personaggi pittoreschi e sbilenchi; quella puramente action, che ci prende per mano e ci accompagna in un viaggio che è sì, grande avventura, ma è anche storia di formazione e ricerca di se stessi in un mondo ostile, che chiede al protagonista di abbracciare il mostruoso che è in sé e di scegliere da che parte schierarsi. 

Harlan Draka, l’eroe “di mezzo”

Harlan Draka è un dampyr, un “errore del sistema” che non sarebbe dovuto esistere, mezzo uomo e mezzo mostro, senza famiglia, senza razza, colui che può essere, allo stesso tempo, estremamente pericoloso e inestimabilmente prezioso, una creatura ibrida che dovrà compiere una scelta e che sarà affiancato da due compagni di viaggio che più diversi non potevano essere: il soldato, fiero e integerrimo, che sceglie quale guerra combattere e porta avanti i suoi ideali contro ogni avversità; la vampira, Tesla (Frida Gustavsson, Vikings: Valhalla), creatura della notte, che invece si erge contro la sua stessa natura demoniaca perché vuole essere libera dal male che l’ha soggiogata e condannata a una vita di non-morta. Harlan imparerà a fidarsi di entrambi, affidando la propria vita a quelli che in altre circostanze potrebbero essere suoi nemici naturali. Ma la guerra, si sa, fa cadere molti confini, e rende possibile l’impossibile, persino che un soldato e una vampira imparino a fidarsi l’uno dell’altra.

I volti di Dampyr – il film

A dare corpo ai personaggio di Mauro Boselli e Maurizio Colombo un cast di volti noti e meno noti, tra cui Sebastian Corft e David Morrissey, guidato da Wade Briggs, Stuart Martin (su tutti) e Frida Gustavsson, un trio carismatico che rappresenta uno degli elementi più felici della pellicola. A questo va sicuramente aggiunto il lavoro fatto in fase di ricerca delle location. Il film è girato in Romania, in veri e propri set a cielo aperto, che restituiscono a pieno le immagini dei luoghi anche solo accennati nei disegni di Majo, in alcuni casi ricostruiti uno a uno.

Ma anche il lavoro necessario per portare indietro nel tempo i luoghi, gli abiti, i volti, quello per fotografarli nella luce migliore, quello fondamentale per rendere credibile il fantastico e minacciosi i vampiri, hanno contribuito in maniera fondamentale a dare a Dampyr la sua atmosfera cupa, sospesa nel tempo eppure perfettamente ancorata nella ruvida realtà della guerra, vero fiore all’occhiello del film. Peccato per alcune ingenuità nella resa del terzo atto, là dove lo scontro finale doveva essere il cuore dello spettacolo e invece si rivela leggermente sottotono rispetto ad una prima parte entusiasmante e convincente.

L’ambizione internazionale di Dampyr

Nonostante qualche incertezza, che si può perdonare ad un’opera prima di questa portata, Dampyr dà al cinema di produzione italiana una spinta verso il mercato internazionale con tanta ambizione ma anche con le spalle forti di una squadra che è riuscita a mettere in piedi un film, che non è solo un’avventura per il cinema avvincente ed emozionante, ma anche un primo mattone su cui costruire un universo che porterà sul grande e piccolo schermo le avventure SBE. Con l’obbiettivo di mettere sempre al centro l’autore e il personaggio, Bonelli Entertainment si prepara a dare corpo a tutti quei personaggi di carta e inchiostro che hanno popolato l’immaginario collettivo, guardando oltre i confini del mercato italiano. E Dampyr è solo il primo passo.

Dampyr distribuito nel mondo da SONY

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Dampyr distribuito nel mondo da SONY

In occasione della conferenza stampa di presentazione di DAMPYR, film di Riccardo Chemello al cinema dal 28 ottobre, Roberto Proia di Eagle Pictures annuncia che il film sarà distribuito worldwide da Sony Pictures.

Il film aprirà il Lucca Comics and Games con la premiere mondiale e arriverà su 300 schermi distribuito da Eagle nel nostro paese. Dampyr segna anche l’esordio di Bonelli Entertainment sul grande schermo.

Opera prima di Riccardo Chemello, DAMPYR è una co-produzione Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, la celebre Casa editrice di fumetti col suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon Box.

Girato interamente in lingua inglese, DAMPYR è una produzione impressionante con un budget di oltre 15 milioni di dollari; questo primo film del Bonelli Cinematic Universe annovera dietro le quinte le migliori maestranze del cinema italiano: l’Hair Designer Giorgio Gregorini, Premio Oscar® per il Miglior Trucco ed acconciatura nel film Suicide Squad, la Makeup Designer Francesca Galafassi (“Game of Thrones”, Ben-Hur), Vladimir ‘Furdo’ Furdik come Fight Choreographer (Skyfall, “Game of Thrones”, “The Witcher”), Lubomir Misak come Supervising Stunt Coordinator (“Game of Thrones”, The Last Legion, Kingdom of Heaven) e Giovanni Casalnuovo come Costume Designer (Wanted, Romeo & Juliet, Beowulf). I producer sono Roberto Proia, Vincenzo Sarno, Andrea Sgaravatti.

Il film, basato sulla serie a fumetti creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, è sceneggiato da Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto Ostini, Mauro Uzzeo. Un cast tutto internazionale in cui Dampyr è Wade Briggs (Still Star Crossed, Please Like Me, “Foundation”, “His Dark Materials”), Stuart Martin è Emil Kurjak (“Jamestown”, “Medici”, “Crossing Lines”, “Army of Thieves) e Frida Gustavsson è Tesla (“Dröm”, “Eld Lagor”, “Arne Dahl”, “Vikings: Valhalla”). Al loro fianco, David Morrissey come Gorka (“Britannia”, “The Missing”, “Good Omens”, “The Walking Dead”), Sebastian Croft come Yuri (“Game of Thrones”, “Horrible Histories: The Movie”, “Doom Patrol”, “Heartstopper”) e Luke Roberts a interpretare Draka (“Game of Thrones”, “Pirates of the Caribbean”, 300: Rise of an Empire, The Batman).

Il mio vicino Adolf, recensione del film con David Hayman

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Il mio vicino Adolf, recensione del film con David Hayman

Programmato in uscita nelle sale italiane per il prossimo 3 novembre, Il mio vicino Adolf è una commedia diretta dal regista israeliano Leon Prudovsky e scritto dallo stesso in collaborazione   con Dmitry Malinsky. Il film, pur trattando la tematica dell’olocausto, si mantiene molto leggero ed ironico. Nel cast ritroviamo l’attore scozzese David Hayman (Macbeth, il bambino con il pigiama a righe), il quale interpreta uno dei due protagonisti, il signor Polsky, insieme al tedesco Udo Kier (American Animals, figlia mia). Il mio vicino Adolf è stato prodotto congiuntamente da Israele e Polonia, e distribuito da Wonder Pictures.

Il mio vicino Adolf: il tedesco della porta accanto

Sud America, anni 60. L’anziano signor Polsky vive isolato da tutto e da tutti nella sua casa in collina. La sua esistenza calma e tranquilla è dedicata interamente a leggere le strategie di scacchi sul giornale e ad accudire meticolosamente il suo cespuglio di rose nere, unico ricordo della sua amata e della sua famiglia. La sua pace si interrompe quando, un giorno, un individuo sospetto, il signor Herzog, si trasferisce nella casa accanto, grazie all’ausilio della signora Kaltenbrunner (Olivia Slihavy). Dopo le immediate antipatie per via di alcune controversie riguardo ai confini tra le due proprietà, e dopo aver visto Herzog negli occhi, il signor Polsky si convince di una folle teoria: il suo nuovo vicino di casa è Adolf Hitler. Farà di tutto per dimostrare questa sua convinzione, dalle innocue ricerche fino ad introdursi in casa del vicino alla ricerca di prove. Ciononostante, i due anziani vicini riusciranno a legare, fino ad avere un vero rapporto d’amicizia, tramite una passione in comune: gli scacchi.

il mio vicino Adolf
Il signor Polsky che spia Herzog dalla finestra.

Il mio vicino Adolf: dramma e commedia

L’elemento veramente interessante di un film come Il mio vicino Adolf è la perfetta coesistenza di comicità e di tematiche storiche serie. In particolare, in questo caso possiamo notare come l’evento della Shoa, e come è stato elaborato da un sopravvissuto, il Signor Polsky, venga articolato in una pellicola tutt’altro che pesante. Nella storia del cinema si ritrovano altri esempi di opere simili. Si pensi al Grande Dittatore, film di Charlie Chaplin che ironizza sulla figura stessa di Hitler, o, volgendo lo sguardo a film più recenti, a Jojo rabbit. Inoltre, in Il mio vicino Adolf, gli elementi della vicenda che dovrebbero portare maggiore drammaticità vengono lasciati latenti e poco sviluppati, come la morte della famiglia di Polsky. Sono presenti nel film solo in alcuni singoli fotogrammi, come la foto di famiglia sullo scaffale o il numero identificativo tatuato sull’braccio di Polsky. A questi pochi fattori di dramma, si alternano diverse scene di piena commedia: i commenti da parte dei due anziani signori sulla signora Kaltenbrunner, l’ultima prova che Polsky chiede a Herzog per dimostrare di non essere Hitler.

Da un punto di vista prettamente linguistico, si può trovare molto curiosa la presenza di un persistente multilinguismo nel film, guardando il mio vicino Adolf in lingua originale. Le vicende si svolgono in Sud America, quindi le persone locali nel film parlano lo spagnolo, come ad esempio nel caso del postino. Invece, sia Polsky che Herzog parlano in tedesco, ma, comunicando tra loro o con la signora Kaltenbrunner, utilizzano l’inglese.

Herzog e Polsky: nemici amici

Tutte le vicende di Il mio vicino Adolf ruotano attorno a due soli personaggi coprotagonisti: il polacco ebreo Polsky e Herzog, il suo vicino tedesco. Queste due figure inizialmente sembrano essere antitetiche. Il primo vive un’esistenza umile e semplice, in una casa molto spoglia, mentre il secondo è più elegante e curato, sia nel vestiario che nell’arredamento della propria abitazione. Anche i rapporti che si istaurano tra i due anziani sono inizialmente molto tesi. Polsky, sopravvissuto all’olocausto, sembra non riuscire a superare al massimo il trauma subìto e questo lo porta a vedere da subito questo suo vicino di casa come una figura invadente, che rovina la sua quieta vecchiaia, e poi anche come una figura nemica. Dall’altro lato il signor Herzog si presenta in partenza come un individuo misterioso, nascosto dietro degli occhiali da sole e dietro la signora Kaltenbrunner. I due riusciranno poi ad instaurare un rapporto grazie agli scacchi e scopriranno di non essere poi così diversi.

Io sono l’abisso, la recensione del film di Donato Carrisi

Io sono l’abisso, la recensione del film di Donato Carrisi

Donato Carrisi torna al cinema con il suo terzo film, Io sono l’abisso, adattamento del suo omonimo romanzo pubblicato dalla casa editrice Longanesi nel 2020. La pellicola, che mette in scena la psiche del genere umano, volge lo sguardo verso il background dei serial killer e su come questo influenzi la loro “trasformazione in mostri”. Il film sarà nelle sale dal 27 ottobre, distribuito da Vision Distribution e accompagnato dalla colonna sonora composta da Vito Lo Re ed edita da Edizioni Curci e Palomar.

Io sono l’abisso, la trama

Un paese sul lago di Como. L’uomo che pulisce, un netturbino la cui vita è piena di solitudine, trova nella spazzatura che raccoglie l’unica fonte di verità. Nella casa in cui abita, oltre una porta laccata di verde, un uomo sconosciuto gli parla. Dietro il suo aspetto apparentemente normale, si cela un serial killer che segue uno schema ben preciso: uccidere donne bionde e avanti con l’età.

La Ragazzina dal ciuffo viola è un’adolescente che sta annegando in un lago; il tentato suicidio di lei è frutto di una vita che non riesce a sostenere, fatta di tesori materiali ma non affettivi. La Cacciatrice di mosche, è una “pazza” a cui la vita ha tolto tanto, e che adesso combatte affinché le donne vittime di violenza possano avere una voce e possano salvarsi. Tre vite apparentemente separate le une dalle altre ma che ad un certo punto si incontrano e, inevitabilmente, si intrecciano. Cosa le lega? Gli omicidi perpetrati da parte dell’uomo.

La potenza distruttiva della solitudine

Premessa: i protagonisti di Io sono l’abisso non hanno nomi. E neppure degli attori interpreti bisogna saperlo. La scelta, spiegata in una lettera del regista al suo spettatore, è puramente artistica. È come se attribuire un nome al personaggio lo marchiasse con un’etichetta di riconoscimento, ponendo quasi una distanza e impossibilitando l’altro ad andare oltre la sua identità. Al contrario, privandolo di qualcosa, non associando i nomi a nessun volto, avviene quel processo essenziale nel cinema: l’immedesimazione da cui nasce l’empatia.

Carrisi si pone dunque un obiettivo: condurre lo spettatore ad empatizzare con i protagonisti, in primis con L’uomo che pulisce, ossia il serial killer. Un modus operandi insolito e per certi versi anche anomalo, ma necessario per il regista affinché possa portare in scena uno stato sociale e umano che purtroppo non è raro al giorno d’oggi: la solitudine. Quella solitudine che nel percorso chiamato vita tocca l’esistenza di ognuno almeno una volta. A volte questa morbosa compagna arriva, si annida e si avvinghia. Altre volte, per fortuna, è solo di passaggio; dopo aver salutato, chiude la porta e scompare.

Nel caso dell’Uomo che pulisce questa “strana amica” ha preso il sopravvento, e ha alimentato quei mostri che l’assassino si trascina dietro come un grande e pesante fardello da quando era piccolo. Un susseguirsi di flashback, alternati ad attimi del presente, strutturano e destrutturano il personaggio; portano lo spettatore indietro nel tempo e mostrano senza pietà il trattamento “anti materno” di Vera, una madre che tutto vuole tranne un figlio. L’Uomo, qui ancora bambino, viene poi seguito mentre passa da un istituto all’altro, deriso dai suoi compagni di stanza e, ancora una volta, abbandonato.

È la “ricostruzione” della sua infanzia che permette l’identificazione con il serial killer, una persona lasciata al suo triste destino, violentata psicologicamente e privata dell’amore genitoriale nel momento in cui più ne aveva bisogno. Il passato lo ha plasmato nel mostro che è oggi, e nonostante la sua psiche deviata cerchi di condurlo costantemente verso la strada “della morte”, lui ad un certo punto prova a redimersi salvando la Ragazzina nel lago. E inizia a proteggerla. Perché lei è sua amica. Ed è a lei che, nel suo modo controverso, lui regala quell’affetto di cui non ha mai sentito il sapore; lo fa con qualcuno che, alla fine, rovescia la sua posizione di mostro, tramutandolo nel salvatore.

La trasposizione di un racconto crudo

Attraverso un montaggio alternato, la macchina da presa invade la vita dell’Uomo che pulisce, della Ragazzina e della Cacciatrice di mosche; essa li segue nei loro tormenti, nella psiche fragile e nella loro eterna alienazione. Io sono l’abisso dispone così di tre trame, nessuna con una valenza inferiore rispetto all’altra, ma con impatti visivi ed emotivi differenti che Carrisi mostra allo spettatore attraverso tecnica e stile.

Quando si segue L’uomo che pulisce, le inquadrature sono oblique, distorte. Un parallelismo sottile con la mente dell’assassino e i suoi malsani pensieri. L’alternanza di luce e ombra, poi, che avvolgono il suo volto in continua agonia, enfatizzano la combutta fra bene e male insita in lui. Per le due donne, invece, il regista predilige i primi piani sul volto, gli occhi e soprattutto sul loro sguardo smarrito.

L’Uomo, la Ragazzina e la Cacciatrice, ognuno con la sua storia e le proprie profonde ferite, sono legati simbolicamente da un filo rosso comune: sono perduti. E sono tutti e tre quasi incapaci di relazionarsi con una società che non sembra capirli. Anzi, a volte non vuole. Sono, per motivi differenti, alla ricerca costante di quella luce proveniente dal faro, quando la tempesta in mare aperto non permette di vedere l’orizzonte e si ha bisogno di un segnale che faccia ritrovare la strada di casa.

Io sono l’abisso diventa perciò un manifesto del dolore figlio della solitudine, che può avere forme e conseguenze diverse in base alla persona di cui si “ciba”. È un’opera che, ad un certo punto, scioglie la suspense del thriller e regala un sentimento di compassione verso qualcuno che, seppur non sia giustificabile, si sente il bisogno di abbracciare. Spesso i mostri diventano tali perché altri prendono il sopravvento nella loro vita, distruggendola. Donato Carrisi ha portato in scena il loro background, insediandosi senza filtri nella loro psiche. Spente le luci in sala, il cuore si apre. È pronto ad accogliere la storia nella sua interezza.

Black Panther: Wakanda Forever: nuovo spot TV e l’arrivo della canzone di Rihanna che omaggerà Chadwick Boseman

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Il nuovissimo spot televisivo di Black Panther: Wakanda Forever è stato rivelato, con alcune nuove riprese di Namor di Tenoch Huerta mentre si chiede se Wakanda sia un alleato o un nemico. Il film arriverà nelle sale cinematografiche l’11 novembre.

Inoltre, è stato anche annunciato che il primo singolo della prossima colonna sonora originale di Black Panther: Wakanda Forever verrà lanciato venerdì 28 ottobre. Il singolo principale intitolato “Lift Me Up” sarà interpretato dall’artista vincitore di un Grammy Rihanna mentre fa il suo tanto atteso ritorno musicale. La canzone arriva da Tems, dal premio Oscar Ludwig Göransson, da Rihanna e da Ryan Coogler come tributo alla vita straordinaria e all’eredità di Chadwick Boseman.

Dopo aver parlato con Ryan e aver ascoltato la sua direzione per il film e la canzone, volevo scrivere qualcosa che ritraesse il caloroso abbraccio di tutte le persone che ho perso nella mia vita. Ho cercato di immaginare come mi sentirei se potessi cantare per loro ora ed esprimere quanto mi mancano“, ha detto il cantautore Tems in una nota. “Rihanna è stata un’ispirazione per me, quindi sentirla trasmettere questa canzone è un grande onore”.

Black Panther: Wakanda Forever, il film

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Superman: le cose stanno finalmente migliorando per l’uomo d’acciaio di Henry Cavill nella nuova era dei DC Studios

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DC Films non c’è più e DC Studios ora sembra destinato a cambiare davvero la gerarchia dell’Universo DC. James Gunn e Peter Safran non inizieranno a lavorare fino al 1 novembre, ma dobbiamo pensare che stiano già pianificando il futuro di questo franchise; la domanda è: Superman sarà in prima linea nei loro piani? Sebbene Henry Cavill sia stato riportato all’ovile prima dell’assunzione di Gunn e Safran, sembra che un nuovo film di Superman rimanga una priorità per la Warner Bros. Discovery. 

Nel loro pezzo sul futuro dei DC Studios, Variety osserva che “un sequel di Superman prodotto da Chuck Roven [sta] attualmente sollecitando proposte da parte degli scrittori”. Ciò è in linea con i precedenti rapporti sul sequel di Man of Steel inteso come una priorità per il nuovo regime e probabilmente significa che inizierà a prendere forma alla svelta.

Anche se ci sono state voci sul fatto che il regista di Mission: Impossible – Fallout Christopher McQuarrie potrebbe essere nella lista dei papabili. Inoltre non è un buon momento per ipotizzare un regista dato le speculazione ora sono dilaganti sul fatto che Gunn potrebbe essere trai papabili. In precedenza abbiamo sentito dire che gli è stato offerto un progetto per Superman prima di dirigere The Suicide Squad e al momento non sappiamo se voglia continuerà a scrivere e dirigere progetti anche dopo aver assunto questo ruolo esecutivo.

Che si tratti di mettersi dietro la macchina da presa per dirigere o semplicemente di scrivere la sceneggiatura, saremmo comunque sorpresi se James Gunn non finisse per essere coinvolto in questo film in qualche modo. Potrebbe essere il nuovo inizio di cui l’uomo di domani ha così disperatamente bisogno, anche se ci aspettiamo che Dwayne Johnson rimanga trai leader del nuovo corso. Dopotutto, è stato determinante nel ritorno di Cavill in questo ruolo e ha inviato il seguente Tweet in risposta all’attore britannico che ha confermato di essere ufficialmente tornato come Superman della DCU.

Charlize Theron prende in giro il suo futuro nell’MCU nei panni di Clea

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Molte scene post-crediti della Fase 4 sono state dedicate all’introduzione di nuovi personaggi, che si tratti di Hercules, Blade, Jake Lockley o Clea. Quest’ultima si è presentato alla fine dei titoli di coda di Doctor Strange nel multiverso della follia, reclutando l’ex Stregone Supremo per una missione nella Dimensione Oscura. I fan dei fumetti sapranno quanto sia importante Clea per la storia di Stephen Strange e i Marvel Studios si sono assicurati di arruolare un talento di serie A per dare vita al personaggio con il premio Oscar Charlize Theron

Ebbene all’attrice durante l’ultima ospitata al Jimmy Kimmel Live,  è stato chiesto cosa le aspetta nel MCU. “Spero che [il cameo] non sia vero, ma vedremo, sì”, ha detto Theron, facendo la timida. “Penso di saperlo, voglio dire, a meno che, sono sicuro che possano cambiare idea, a seconda di quello che dico in questo show! [Ride]”Spinta per le risposte (da alcuni cliché tra il pubblico), ha aggiunto: “Interpreto Clea… e… diciamo solo che ho del lavoro da fare. Non so ancora chi sia, ma io volere.”

Chiaramente, Charlize Theron è entrato nell’MCU per questo cameo, ma non ha avuto la possibilità di fare un tuffo nella storia del personaggio. Non possiamo biasimarla, ovviamente, soprattutto quando rivela che non sa esattamente quando e dove Clea farà il suo ritorno insieme al Dottor Strange. Anche se probabilmente sarà in un Doctor Strange 3, non saremmo scioccati se questi due personaggi apparissero prima altrove, probabilmente in uno dei prossimi film di Avengers. È stata una strana introduzione poiché Strange aveva apparentemente abbracciato quel terzo occhio (nonostante fosse inorridito nella scena precedente a quella) e non aveva problemi a saltare nella Dimensione Oscura con poche spiegazioni da parte di Clea.

Siamo sicuri che i Marvel Studios abbiano una sorta di piano in atto,  e non possiamo pensare che abbiamo assunto Charlize Theron solo per un cammeo, sicuramente il suo casting cela qualcosa di più di un semplice cameo.  Guarda l’intervista completa qui sotto. 

Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha visto Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, ha visto anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è uscito al cinema dal 4 maggio 2022. La sceneggiatura del film è stata scritta da Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.

Secret Invasion: svelato il ruolo di Emilia Clarke nello show – SPOILER

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Ci sono state molte speculazioni su chi interpreterà Emilia Clarke in Secret Invasion, l’attesa prossima serie tv dell’universo Marvel  L’aggiunta del cast dell’attrice è stata per molto tempo una delle notizie più eccitanti dell’universo Marvel seriale. I fan sperano che l’attrice possa rimanere nell’MCU a lungo, anche se il suo ruolo potrebbe essere altrettanto facilmente concluso in questa saga multiverso sempre più impegnata. 

In precedenza avevamo sentito dire che la Emilia Clarke interpreterà uno Skrull chiamato G’iah, ma nuove prove ora suggeriscono che è destinata a recitare come un nome molto più grande dei fumetti. L’account ufficiale di Secret Invasion su Tenor ha pubblicato una GIF con il personaggio di Emilia Clarke e il file si chiama “Its The Beginning Abigail Brand GIF”. Di conseguenza, tutti i segni ora indicano che l’attrice di Daenerys Targaryen interpreta quell’eroe, un personaggio che è di gran lunga più importante di un mutaforma casuale.

Secret InvasionNei fumetti, Abigal Brand è il Direttore di SWORD, un gruppo con cui abbiamo già trascorso del tempo in WandaVision. Non c’era alcuna menzione di lei lì, ma c’è una possibilità che Secret Invasion serva come una sorta di storia delle origini per il personaggio (con lei che alla fine si prenderà cura del gruppo dopo aver aiutato Nick Fury a fermare gli invasori). 

C’è sempre la possibilità che si tratti di un errore, quindi probabilmente è meglio non eccitarsi troppo per il momento. Tuttavia, se Abigail Brand si unirà mai al MCU, ci piacerebbe pensare che lo sarebbe in questo spettacolo. Data la sua relazione con gli X-Men, è possibile che il personaggio possa essenzialmente diventare la nuova Fury, fungendo da collegamento con i più potenti eroi della Terra durante tutte le future avventure cosmiche. Dovremo aspettare e vedere, ma è probabile che maggiori dettagli sullo spettacolo verranno rivelati prima della fine dell’anno. Secret Invasion uscirà su Disney+ all’inizio del 2023.

Deadpool 3: Ryan Reynolds e Hugh Jackman spiegano come è nata la loro reunion e anticipano possibili titoli

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Il 2022 è quasi alla fine e facciamo fatica a immaginare che ci sia una notizia più grande di quella di Hugh Jackman che si unisce al MCU come Wolverine per Deadpool 3. L’annuncio ha fatto irruzione in Internet e sia lui che il co-protagonista Ryan Reynolds hanno ora parlato di come è nata la loro l’idea in un’intervista con Variety .

Hugh Jackman ha iniziato dicendo che il suo interesse a interpretare di nuovo il mutante con gli artigli è sorto per la prima volta nel 2016. “Sono andato a una proiezione di ‘Deadpool’. Ero dentro 20 minuti ed ero tipo, ‘Ah, dannazione!’ Tutto quello che continuavo a vedere nella mia testa era “48 Hours” con Nick Nolte ed Eddie Murphy. Quindi è stato questa voglia è stata fermentata dentro la mia testa per molto tempo. Mi ci è voluto solo più tempo per arrivare qui”.

Ovviamente, a quel punto, avevo già girato Logan, un film che ha posto fine alla storia di Wolverine ed è servito come ritiro “ufficiale” di Jackman dal ruolo.  Tuttavia, dopo le continue suppliche “quotidiane” di Ryan Reynolds di tornare come X-Men, l’attore ha finalmente deciso di ritornare lo scorso agosto. Fu allora che chiamò il suo vecchio amico. “Penso, in realtà, che a quel punto si fosse arreso”, dice Jackman. “Penso che sia stato un grande shock per lui. C’è stata una pausa enorme, e poi ha detto: ‘Non riesco a credere al tempismo di questo.'”

Stranamente, la chiamata è arrivata proprio mentre l’attore di Deadpool stava per incontrare il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige “Oh mio Dio, sono elettrizzato. È come la vecchia settimana casalinga. Essere sul set con uno dei miei amici più cari ogni giorno è un sogno che diventa realtà. Ma farlo con questi due personaggi iconici fianco a fianco,  va al di là dei nostri sogni più sfrenati”, afferma Reynolds, rivelando di aver spinto per l’inclusione di Wolverine in Deadpool 3 quando si sono incontrati per la prima volta tre anni e mezzo fa. 

“Allora non era possibile” , aggiunge. “Che questo accada ora è dannatamente eccitante.” Ci riferiamo tutti a questo film come Deadpool 3, ma è così che Hugh Jackman si aspetta che questo film si chiamerà? “Beh, non nel mio cuore. Sono abbastanza sicuro che Wolverine non gradirebbe quel titolo.” Deadpool 3 ( Deadpool vs Wolverine ?) uscirà nelle sale l’8 novembre 2024.

Deadpool 3, quello che sappiamo

Shawn Levy dirigerà Deadpool 3. Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux.

Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di Morena Baccarin come Vanessa e T.J. Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold.

Paul Wernick e Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3 uscirà il 8 novembre 2024.

Henry Cavill emozionato parla per la prima volta del suo ritorno!

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“Mi sono detto che lo lascerò riposare e cuocere a fuoco lento in sottofondo. Non ho mai perso la speranza, quella era la chiave per me”. Henry Cavill ha finalmente fatto il suo tanto atteso ritorno nei panni di Superman per un breve cameo nei titoli di coda in Black Adam, e l’attore ha confermato che rimarrà nei panni dell’Uomo d’Acciaio nel DCU per il prossimo futuro all’inizio di questa settimana. Ora, l’attore si è seduto per la sua prima intervista da quando ha indossato di nuovo l’iconico costume rosso e blu, e sembra che qui contenuti visti in maniera parziale sono una versione più “sperata” del leggendario eroe della DC Comics abbiano molto da aspettarsi.

“Il personaggio significa molto per me. Sono passati cinque anni ormai. Non ho mai perso la speranza”, ha detto Henry Cavill al pubblico mentre parlava con Josh Horowitz per il podcast Happy Sad Confused. “È incredibile essere qui ora a parlarne di nuovo. C’è un futuro così luminoso davanti al personaggio. Sono così entusiasta di raccontare una storia con un Superman estremamente gioioso”.

Sebbene l’interpretazione di Henry Cavill su Supes sia generalmente ben considerata, l’interpretazione più oscura del personaggio che ha interpretato in Man of Steel di Zack Snyder e Batman V Superman: Dawn of Justice è stata oggetto di molte critiche. Ha avuto l’opportunità di aggiungere una iterazione più giocosa alla sua interpretazione in Justice League, ma il suo lavoro è stato in gran parte oscurato da quella mascella in CGI!

Henry Cavill ha continuato rivelando di aver ricevuto la chiamata per filmare la sua scena di Black Adam durante le riprese di The Witcher di Netflix, ma non gli è stato permesso di rivelare il motivo per cui stava chiedendo una pausa! “Sono andato alla Warner Bros.” studio nel Regno Unito e sono tornato nella tuta”, ha aggiunto. “È stato un momento molto potente per me. Non ero sicuro di come mi sarei sentito… se sarebbe stato qualcosa di molto forte emotivamente parlando perché ho indossato di nuovo l’abito ‘Man of Steel’. Ho scelto quello in particolare per via della nostalgia attaccata all’abito. Per me era importante essere lì e godermi quel momento. Questo è uno dei momenti migliori della mia carriera. È fantastico avere l’opportunità di indossarlo di nuovo”.

Sappiamo che la Warner Bros. Discovery sta attualmente sviluppando un altro film di Superman da solista e sta sollecitando proposte da sceneggiatore, ma se Cavill sa qualcosa sul progetto e non ha intenzione di rivelare i dettagli: “Sai che non posso dirtelo”.

https://youtu.be/OBsvPsb0wSE

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point: prime foto ufficiali di Christian Bale

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Arrivano da Vanity Fair le primissime immagini di Christian Bale nell’atteso film Netflix in uscita The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, diretto da Scott Cooper (Crazy Heart, Antlers) e basato sul romanzo di Louis Bayard. The Pale Blue Eye  arriverà nelle sale selezionate il 23 dicembre 2022, ha annunciato Netflix questo mese, mentre il film debutterà i in streaming su Netflix dal 6 gennaio 2023 .

Christian Bale interpreta il detective in pensione Augustus Landor, incaricato di indagare su una serie di omicidi. Guarda le nuove immagini qui sotto, per gentile concessione di Vanity Fair oggi. La cosa particolarmente interessante di questo progetto per i fan dell’horror è che  Edgar Allan Poe è un personaggio centrale nella storia e recentemente abbiamo appreso che l’attore di Harry Potter  Harry Melling  è stato scelto per il ruolo di Poe. Melling, che è apparso di recente in “The Queen’s Gambit”, è forse meglio conosciuto per aver interpretato Dudley Dursley nel franchise di Harry Potter. Anche il ritratto di Poe da parte di Melling è preso in giro in queste nuovissime immagini di prima visione.

Embedded from Vanity Fair – Credito fotografico: SCOTT GARFIELD
Robert Duvall, Christian Bale and Harry Melling examine books on the occult in The Pale Blue Eye. Credit foto: SCOTT GARFIELD
Embedded from Vanity Fair – Credito fotografico: SCOTT GARFIELD
Toby Jones and Gillian Anderson as the unusual Dr. and Mrs. Marquis. Embedded from Vanity Fair – Credito fotografico: SCOTT GARFIELD
Embedded from Vanity Fair – Credito fotografico: SCOTT GARFIELD

Nel cast del film Gillian Anderson  ( The Crown ),  Lucy Boynton  ( Bohemian Rhapsody ),  Charlotte Gainsbourg  ( Antichrist ),  Toby Jones  ( First Cow ),  Harry Lawtey  ( Industry ),  Simon McBurney  ( Carnival Row ),  Timothy Spall  ( Mr. Turner ),  Hadley Robinson  ( Moxie ),  Joey Brooks  ( Il gioco di Molly ),  Brennan Cook  ( Incontro ),  Gideon Glick  (Anche la meravigliosa signora Maisel ),  Fred Hechinger  ( The White Lotus ),  Matt Helm  ( Tragedy of Macbeth ),  Steven Maier  ( The Plot Against America ),  Charlie Tahan  ( Ozark ) e Robert Duvall  ( The Judge ).

West Point, 1830. Nelle prime ore di un mattino invernale, viene ritrovato il cadavere di un cadetto. Ma dopo che il corpo giunge in obitorio, la tragedia assume toni brutali quando si scopre che il cuore del ragazzo è stato rimosso con precisione. Temendo danni irreparabili per l’accademia militare appena inaugurata, i direttori si rivolgono al detective locale Augustus Landor (Christian Bale) per risolvere l’omicidio. Ostacolato dal codice del silenzio tra le reclute, Landor assolda uno di loro per eseguire le indagini, un eccentrico cadetto di nome Edgar Allan Poe (Harry Melling) che disprezza la rigidità del mondo militare e ama la poesia. Tratto dal romanzo di Louis Bayard, THE PALE BLUE EYE – I DELITTI DI WEST POINT, Christian Bale oltre ad essere il protagonista, è anche il produttore del film.

Rai Cinema ospita una mostra su NFT e Cinema nel Metaverso

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Rai Cinema ospita una mostra su NFT e Cinema nel Metaverso

Rai Cinema continua il suo percorso di innovazione, ricerca e sperimentazione dei linguaggi partecipando alla creazione di una mostra su NFT e cinema nel mondo del Metaverso. Nello spazio di Rai Cinema nel Metaverso The Nemesis – gratuito e facilmente accessibile da pc o smartphone – sarà infatti possibile scoprire ed esplorare la versione digitale della mostra “NFT Cinema. Digital Storytelling e Metaverso” a cura di Simone Arcagni e Mattia Nicoletti che sarà ospitata anche – in versione fisica – a RomeVideoGame Lab a Cinecittà dal 3 al 6 novembre. Una produzione Cinecittà per RomeVideoGameLab in collaborazione con Rai Cinema e ANICA – Unione Editori e Creators Digitali.

Una mostra su NFT e cinema nel mondo del Metaverso per testimoniare come il digitale e il Metaverso debbano essere pensati come una opportunità ulteriore della produzione cinematografica. Un percorso tra aste, offerte, mostre e lanci per mostrare le diverse forme di relazione tra il mondo del cinema e gli NFT. Si tratta di un percorso storico e critico che seleziona alcuni casi particolarmente indicativi e specifici di questo rapporto mettendo in evidenza i diversi approcci, le pratiche e le modalità. Una mostra che è frutto di una ricerca più ampia che intende interrogare queste tecnologie mettendo in evidenza i processi e i possibili impatti, con un focus sul mondo della produzione cinematografica.

Uno spazio raggiungibile come detto anche in versione digitale – da pc o smartphone – nelle stanze di Rai Cinema sul metaverso The Nemesis. Lo spettatore potrà così raggiungere lo spazio espositivo virtuale e avere un’esperienza diversa delle opere passeggiando con il proprio avatar. Tra gli NFT presentati anche il primo NFT di Rai Cinema ‘RaiCinema2500Pics’ realizzato da Brivido&Sganascia, un collage di 2.500 foto dei red carpet dei Festival più importanti del mondo e prodotto in collaborazione con Consensys, partner tecnologico di The Nemesis.

NFT e Cinema nel MetaversoLa dichiarazione di Paolo Del Brocco, Amministratore Delegato di Rai Cinema: “Il nostro primo NFT presentato in occasione del lancio del Metaverso di Rai Cinema è un ulteriore tassello del nostro percorso di posizionamento sui temi dell’innovazione e di costruzione di una cultura digitale nel campo dell’audiovisivo. Oltre al ruolo principale di affiancare e promuovere la produzione cinematografica, Rai Cinema ha il compito di garantire un presidio culturale italiano dei media innovativi, sostenere ed alimentare i nuovi linguaggi e storytelling digitali con l’obiettivo di avvicinare nuovi pubblici alla cultura cinematografica”.

House of the Dragon: 10 avvincenti scontri al potere

House of the Dragon: 10 avvincenti scontri al potere

La fine di House the Dragon mostra una presa di potere che scatena una serie di eventi a catena: dopo la morte del suo secondogenito, Rhaenyra si appresta a conquistare il Trono di Spade. Con una sola mossa, Aemond distrugge ogni speranza di pace tra i Verdi e Neri e scatena la Guerra Civile che distrugge quasi completamente il Continente Occidentale.

Quella del finale di stagione non è la prima scioccante presa di potere che vediamo nella serie: ecco le scene più avvincenti che mostrano la lotta al potere tra i personaggi di House of the Dragon.

Vaemond vuole il trono di Driftwood

Vaemond Velaryon in House of the DragonSe c’è una cosa che dai libri viene trasferita nella serie House of the Dragon è l’ambizione di Vaemond Velaryon. Nello show, il personaggio tenta di persuadere i vertici del potere di Approdo del Re di essere colui che merita di sedere sul trono di Driftwood.

Durante la presa di potere, Vaemond lancia un epiteto sgradevole a Rhaenyra. Alla fine, con un colpo di scena, Vaemond paga il prezzo per quanto detto e viene fatto decapitare da Daemon.

Larys uccide il padre e il fratello

Larys Strong House Of The DragonCi sono molti personaggi intelligenti in House of the Dragon, ma Larys Strong ha dimostrato di essere molto più furbo degli altri. Il personaggio è anche particolarmente spietato: uno dei momenti più sorprendenti della prima stagione mostra Larys che appicca il fuoco per uccidere il padre e il fratello.

Si tratta di un’azione crudele anche per le cruente abitudini del mondo di Westeros. Il fatto più preoccupante è che Larys riesce a farla franca: il personaggio è senza scrupoli e non prova alcun rimorso nell’aver ucciso la sua famiglia per raggiungere il potere.

Otto spinge la figlia Alicent verso Viserys

House of the Dragon Rhys Ifans

Per tutta la durata della serie, Otto Hightower dimostra di essere uno dei Primi Cavalieri più efficienti del Continente Occidentale. Otto sa come far funzionare efficacemente il regno: sa prendere in mano il potere quando gli si presental’opportunità.

Ad esempio, incoraggia subdolamente sua figlia Alicent a fornire conforto al re Viserys durante il suo lutto. Otto, per assecondare il suo desiderio di potere, fa passare in secondo piano la differenza di età tra i due e getta la figlia tra le braccia di Viserys.

Larys è privo di scrupoli

Larys the Clubfoot Lord CaswellDopo aver ucciso il fratello e il padre, Larys conclude la sua presa di potere ricattando la regina Alicent. In House of the Dragon Larys si dimostra disposto a fare qualsiasi cosa per rafforzare il proprio potere ed espandere la sua influenza.

Dall’inizio della serie, in cui il personaggio è praticamente ininfluente, Larys compie un’ascesa davvero scioccante. E non è tutto: stando al libro, durante la Danza dei Draghi assisteremo alla trasformazione di Larys in un individuo totalmente privo di scrupoli.

I Velaryon e la figlia dodicenne

House Of The Dragon

La morte di parto della regina Aemma porta una feroce lotta al potere in House Of The Dragon. Le case che detengono il potere ad Approdo del Re tentano di mettere le proprie donne al fianco di Viserys. Ad esempio, Rhaenys Targaryen e Corlys Velaryon, vogliono convincere il re a sposare la propria figlia Laena.

Il dato più scioccante è l’età della ragazza: ha appena 12 anni. Questo è solo uno dei tanti indicatori della spietatezza delle grandi case del Continente Occidentale, che non si fanno scrupoli per garantirsi la vicinanza al Trono di Spade.

Il matrimonio tra Daemon e Rhaenyra

Daemon Rhaenyra Targaryen-Valyrian House Of The DragonDaemon Targaryen di Matt Smith si mostra implacabile nella lotta al potere. Daemon è pronto a tutto, non importa quante volte deve oltrepassare i limiti sociali e morali, non importano gli scontri con il fratello.

Il matrimonio con Rhaenyra è l’apice di questi sforzi. Anche se l’avvenimento viene aleggiato per tutta la durata di House of the Dragon, è comunque scioccante vedere le nozze tra zio e nipote. Vedremo prossimamente che l’amore tra i due sarà una di quelle prese di potere in grado di cambiare il destino di Westeros.

Daemon ruba l’uovo di drago

DaemonFin dal primo episodio di House of the Dragon, Daemon mostra al pubblico – e suo fratello – cosa è disposto a fare pur di raggiungere il potere. Tra le sue imprese, ricordiamo il momento in cui ruba un uovo di drago e fugge a Dragonstone. L’uovo serve prprio per dimostrare al fratello e al regno che Daemon merita di essere nominato successore.

Inoltre, Matt Smith annuncia che prenderà Mysaria come seconda moglie. Insomma, Daemon cerca in ogni modo di accrescere il proprio potere e, soprattutto, di infastidire il fratello.

Aemond vuole Vhagar

Aemond Aegon in House of the DragonUna parte fondamentale di House of the Dragon sono, naturalmente, i draghi. Le creature sono, ognuna in modo diverso, imponenti e temibili. Ad esempio, Vhagar è veramente una creatura titanica: è più grande e più potente di tutti gli altri draghi del periodo. Possedere Vhagar è simbolo di potere.

Nella serie, viene cavalcata da Laena, ma probabilmente la creatura tornerà in futuro. Nella Danza dei Draghi sarà una risorsa molto preziosa per i Verdi quando dovranno lottare per il diritto di far sedere Aegon sul Trono di Spade.

Rhaenys si serve di Meleys

rhaenyrs finaleNel penultimo episodio di House of the Dragon, Rhaenys dimostra di essere uno dei personaggi più preziosi della serie. Anche se viene imprigionata dai Verdi durante il loro colpo di stato, grazie al suo drago Meleys, riesce comunque a organizzare una fuga da Fossa del Drago.

La fuga è un momento davvero sorprendente che stabilisce la potenza di Rhaenys. Dalla fuga in poi, il personaggio smette di essere semplicemente una pedina nelle mani di altri e inizia a muoversi per sé stessa.

Il Consiglio dei Verdi

house of the dragon the green council

La presa di potere più scioccante di tutta la prima stagione di House of the Dragon è quella messa in atto dai Verdi. È difficile credere che il corpo di Viserys sia realmente freddo quando i Verdi si incontrano per far deporre Rhaenyra e installare Aegon sul Trono di Spade.

Anche per gli standard di Westeros si tratta di una mossa particolarmente spietata che, oltretutto, immergerà l’intero regno in una terribile guerra civile. Proprio sul finale di House of the Dragon, le azioni dei membri del Consiglio minano profondamente la stabilità della dinastia Targaryen.

Trailer della quarta e ultima stagione di Servant

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Trailer della quarta e ultima stagione di Servant

Apple ha svelato oggi l’inquietante trailer dell’epica stagione conclusiva di Servant, l’acclamato thriller psicologico che tornerà per la sua quarta e ultima stagione. Dal produttore esecutivo M. Night Shyamalan, la serie farà il suo debutto il 13 gennaio 2023 su Apple TV+ con il primo dei dieci episodi totali, seguito da un nuovo episodio settimanale ogni venerdì, fino al 17 marzo 2023.

Dopo il finale ricco di suspense della terza stagione, la quarta porta la storia dei Turner a una conclusione epica ed emozionante. La guerra di Leanne con la Chiesa dei Santi Minori si fa sempre più intensa, fino a minacciare non solo Spruce Street, ma l’intera città di Philadelphia e oltre. Nel frattempo, la famiglia Turner è a pezzi e si trova a fare i conti non solo con il pericolo di Leanne, ma anche con la consapevolezza che Dorothy si sta svegliando. Mentre le fondamenta della famiglia continuano a sgretolarsi, le domande trovano finalmente una risposta: chi è davvero Leanne Grayson e chi è il bambino che vive nella loro casa?

https://youtu.be/suf4LCXGnPo

Servant è interpretato da Lauren Ambrose, Toby Kebbell, Nell Tiger Free e Rupert Grint, che tornano nei panni dei loro personaggi per la stagione finale. Oltre a Shyamalan, la serie è prodotta da Ashwin Rajan, Jason Blumenthal, Taylor Latham, Larissa E. Michel, Steve Tisch e Todd Black.  Alla regia di questa stagione troviamo M. Night Shyamalan, Ishana Night Shyamalan, Carlo Mirabella-Davis, Dylan Holmes, Celine Held & Logan George, Kitty Green, Nimrod Antal, Veronika Franz & Severin Fiala; gli scrittori sono Ishana Night Shyamalan, Alyssa Clark, Laura Marks, Devin Conroy, Henry Chaisson, Amy Louise Johnson e Kara Lee Corthon. “Servant” è prodotta da Blinding Edge e Escape Artists production. La serie è stata creata da Tony Basgallop, produttore esecutivo e scrittore nominato ai British Academy of Film and Television Art.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 276 vittorie e 1.175 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar® come Miglior film di quest’anno “CODA”.

Fall, la recensione di un thriller da vedere seduti al cinema

Fall, la recensione di un thriller da vedere seduti al cinema

Le abbiamo viste in fuga su strade desolate, e altrettanto spesso assediate da lupi, fiere varie ed enormi squali cattivi (una falsità che ci rende meno adorabile il Grande Steven Spielberg), ma non capita spesso di seguire il dramma di giovani “Damigelle in pericolo” sospese a oltre 600 metri da terra. Un’esperienza inusuale che ci offre il Fall di Scott Mann che Bim Film distribuisce nei cinema a partire dal 27 ottobre. Un’avventura che le due protagoniste – la Mary dei due Shazam!, Grace Caroline Currey, e la Virginia Gardner di Gaslit e Runaway – ricorderanno per sempre a prescindere dal risultato professionale.

In primis, perché sono state costrette in prima persona a restare sospese nel vuoto durante riprese durante i quali i pericoli non sono mancati, tra intensi temporali, raffiche di vento a 100 km/h e persino il cameo di uno sciame di formiche volanti. E per fortuna che il regista di L’ultima partita e Bus 657 non le ha portate in cima alla torre dove si svolge la vicenda, ma su un traliccio di 30 metri ricostruito in cima a un dirupo delle Shadow Mountains, nel deserto del Mojave, in California.

La voglia di volare passa, la vertigine resta

Dopo che un’escursione sulle Montagne Rocciose di tre esperti freeclimber finisce in tragedia, l’azione si sposta infatti in Arizona, sulla quarta torre di trasmissione abbandonata più alta degli Stati Uniti. E’ qui che Hunter spera di spingere a superare le proprie paure l’amica Becky, ancora in lutto a un anno dalla disgrazia nella quale è scomparso il ragazzo Dan (Mason Gooding, a completare lo scarno cast con il sempre carismatico Jeffrey Dean Morgan), una presenza sempre costante nella vita delle due, e nel prosieguo di Fall. Che ci racconta i loro tentativi di chiedere aiuto e di sopravvivere alla mancanza di provviste e alle  condizioni atmosferiche avverse che rendono ancora più da brivido questo anomalo assedio nel mezzo del deserto.

Un thriller tra alti e bassi

“Mi piacerebbe averlo scritto”, pare abbia twittato Sua Maestà Stephen King, paragonando il film al Duel – ancora – di Spielberg. Un film a basso budget (3 milioni di dollari, ben spesi) nel quale la paura rischia di essere fin troppo tangibile e la tensione ha un andamento costante, a differenza che in questo. Un riferimento forse inarrivabile per tutti, che non vale la pena prendere in considerazione per giudicare un survival movie a suo modo originale, definito “vertiginoso” per ovvi motivi ed effettivamente in grado di regalare emozioni.

Come annuncia la produzione, “la vera star è la torre“, e la regia non fa che sottolinearlo adeguatamente. A partire dalle riprese – tanto semplici quanto spettacolari – che non ne mostrano che una porzione intermedia, privandoci di qualsiasi rassicurante riferimento spaziale e dando l’impressione di una ‘Starway to Heaven‘ vera e propria. Fino a quelle effettuate dall’immancabile drone, che ci portano a una altezza alla quale non molti di noi arriverebbero mai, come anche la maggior parte di avventure come questa.

Fall “cade” nel consueto

Che purtroppo scivola (attenzione!) nel consueto quando dal survival puro si passa alle sottotrame relative al passato e al rapporto tra le due ragazze, e alla principale chiave di volta dell’intreccio, che per lo meno restituisce senso alle diverse incongruenze mostrate nel corso della narrazione, che a tratti ristagna in attesa della nuova svolta in grado di riaccendere quanto meno la curiosità. Difetti che i produttori Mark Lane e James Harris avevano mostrato già in occasione dei precedenti 47 Metri (e sequel).

Resta il dubbio che ci possa essere un intento educativo nel mostrare le poche precauzioni che fanno da premessa al dramma, e i danni che produce l’affidarsi a cattivi maestri quanto contare su follower e ‘amici’ virtuali… elementi ormai ricorrenti, vista la presenza dei social nelle nostre vite. Stante una recitazione che spesso risulta secondaria in tanta adrenalina, resta da notare in Fall il buon momento delle ‘ceneri’, per quanto interlocutorio, e un uso intelligente e strategico della musica, chiamata spesso in causa a spiazzare lo spettatore con jumpscare annunciati ai quali non viene dato seguito, lasciando la tensione libera di svilupparsi altrimenti.

Bros: la recensione del film di Nicholas Stoller e Billy Eichner

Bros: la recensione del film di Nicholas Stoller e Billy Eichner

A quanti è capitato di guardare una commedia romantica e immedesimarsi nell’amore struggente e idilliaco vissuto dai protagonisti? Considerata la popolarità che questo genere di film vanta nella storia del cinema, si direbbe che sia successo a molti. Con Bros, finalmente, potrà capitare anche a qualcuno di più. Il nuovo film diretto da Nicholas Stoller e da lui scritto insieme all’attore Billy Eichner porta infatti sul grande schermo la prima storia d’amore tra due omosessuali, non relegati a ruoli da comprimari bensì protagonisti assoluti di questo racconto. Presentato con successo alla Festa del Cinema di Roma, il film vanta però anche altri importanti primari.

Si tratta infatti non solo di un film con attori appartenenti alla comunità LGBTQ+, bensì del primo lungometraggio incentrato su di un amore gay ad essere distribuito da una major hollywoodiana, la Universal. Un dettaglio non da poco, che permetterà alla storia d’amore tra Bobby Lieber (Billy Eichner) e Aaron (Luke Macfarlane) di raggiungere un pubblico particolarmente ampio. Il primo dei due è il conduttore di un podcast gay, ora incaricato di aprire il primo museo newyorkese sulla storia della comunità LGBTQ+. Il secondo, invece, è un giovane aitante particolarmente dedito alla cura del proprio corpo. Il loro incontro sarà un vero e proprio colpo di fulmine, ma per potersi realmente amare dovranno prima rinunciare ad ogni pregiudizio e paura.

Una rom-com tradizionale ma originale

Erano anni che Stoller ed Eichner progettavano di portare al cinema un film come Bros, che potesse unire commedia, amore ed omosessualità in modo genuino, rispettoso e brillante. I due hanno dunque scritto un racconto che rientra perfettamente nei classici canoni del genere, visti non come una costrizione bensì come l’opportunità per normalizzare la storia di Bobby e Aaron e allo stesso tempo far emergere la loro unicità. Classici di questo genere come Harry, ti presento Sally…, Insonnia d’amore e C’è posta per te vengono omaggiati apertamente nel film, anche solo con la presenza di Marc Shaiman, l’autore delle colonne sonore di quei film, chiamato a realizzare le musiche per Bros.

Il film procede dunque per una serie di “tappe obbligatorie” di questa tipologia di racconti: dall’incontro all’interesse, dai primi problemi all’allontanamento e fino al lieto fine. L’intelligenza di Stoller (autore di brillanti commedie come The Five-Year Engagement e Cattivi vicini) e Eichner sta poi nel riempire tali fasi del racconto con situazioni particolarmente sincere e il più possibile realistiche nei confronti delle relazioni omosessuali. L’appartenenza di Eichner alla comunità LGBTQ+ aiuta in tal senso a garantire un ritratto onesto di tale argomento, che non ripropone dunque i classici stereotipi più e più volte riproposti proprio dall’industria hollywoodiana.

In Bros, infatti, i protagonisti e quanti intorno a loro non vengono mai proposti come fossero oggetti estranei da studiare. L’approccio che Stoller ed Eichner hanno nei loro confronti, e nei confronti della storia in generale, è identico a quello che si può riscontrare in qualunque altro film di questa tipologia ma con protagonisti etero. Non ci sono differenze nel modo in cui Bobby e Aaron vengono raccontati, perché non ce ne sono neanche nella realtà. L’amore, ribadiscono gli autori del film, non si distingue da questi dettagli. I sentimenti messi in campo sono dunque universali e ciò consente a chiunque di poter godere di Bros in quanto film profondamente romantico e sinceramente divertente.

Bros-recensione

Bros, una divertente commedia politica

Lo spettatore che si concederà una visione priva di pregiudizi potrà dunque facilmente ritrovarsi ad identificarsi ora in Bobby ora in Aaron. Entrambi compiono gesti e pronunciano frasi che a chiunque può capitare di fare e dire nel quotidiano. Oltre questa ricerca di realismo, però, Bros non dimentica di essere anche una commedia, proponendo dunque scene, battute e gag particolarmente divertenti, che grazie alla regia di Stoller vengono ulteriormente valorizzate. Il film riesce a far ciò anche per via del suo non dimenticare mai il contesto culturale vigente al momento della sua produzione. Trovano dunque ampio spazio riflessioni sul nostro mondo digitale fatto di app di incontri e ritmi esagitati, ma anche quelle relative al concetto di uomo e genere.

Bros si propone a riguardo come un’opera particolarmente irriverente, capace di affrontare i luoghi comuni esistenti a riguardo smontandoli passo dopo passo senza perdere in ritmo e vivacità. Il merito va anche ai due protagonisti, lo stesso Eichner e Macfarlane, i quali risultano particolarmente generosi nei confronti dei loro personaggi, fornendoli di sincera umanità. In ultimo, al di là del divertimento e delle riflessioni proposte, non bisogna dimenticare quanto Bros possa essere anche un film politico, che in un periodo come quello attuale in cui i dibattiti sui diritti umani si sprecano, si eleva sopra di essi per ricordarci che l’amore è un diritto di tutti.

Linea d’Ombra Festival, Paolo Calabresi: “In Boris dovevo essere René Ferretti”

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Tutti lo conoscono come il capo reparto elettricisti Augusto Biascica, una delle colonne della (fuori) serie cult Boris, che proprio oggi, 26 ottobre, torna con la sua quarta stagione nella sua nuova casa, la piattaforma streaming Disney+. Paolo Calabresi, ospite della quarta serata di Linea d’Ombra Festival Salerno, è però molto altro, come ha raccontato nel corso dell’incontro con il pubblico rispondendo alle domande del co-direttore artistico Boris Sollazzo, svelando però anche un aneddoto che risale alle origini della serie.

«In realtà io feci il provino per la parte di René Ferretti. Fu Giacomo Ciarrapico, uno dei tre autori di Boris, che subito dopo l’audizione mi disse “no, tu sei Biascica, tu farai Augusto Biascica”. Lì per lì ci rimasi anche male, ma perché ancora non avevo chiaro quanto Boris fosse e sia una serie assolutamente corale, in cui Renè è un centro a cui ruotano tutti gli altri in eguale misura».

Impossibile non ricordare nell’occasione il compianto Mattia Torre, geniale autore di Boris e di tante altre cose, mancato il 19 luglio del 2019 a soli 47 anni.

«Credo che la ragione per cui Boris non si è fatto per così tanto tempo sia stata proprio perché tutti volevano che Mattia avesse il tempo di fare altre cose quando si è ammalato, e si doveva sbrigare a farne, a cominciare da La linea verticale, che per me è un capolavoro assoluto e dove anche lì ho avuto la fortuna di partecipare con altri amici e colleghi. E gli spettacoli teatrali che adesso, tra l’altro, sono stati ripresi con la regia televisiva di Paolo Sorrentino, andranno in onda a novembre. Aveva bisogno di fare cose non da solo, non senza gli altri, ma di raccontare delle cose sue. E tutti noi gli avremmo dato volentieri anche molto altro tempo».

Ma la ragione per cui Linea d’Ombra ha invitato Paolo Calabresi era prima di tutto per parlare del suo romanzo (quasi) biografico, nonché d’esordio, “Tutti gli uomini che non sono. Storia vera di una falsa identità” (Salani editore, 2022).

«In realtà avrei voluto intitolarlo “L’uomo che non c’era”, purtroppo era già stato usato dai fratelli Coen e quindi non mi è sembrato il caso» ha raccontato l’attore-autore, che ha anche spiegato la genesi, dolorosa, di quanto narrato nel romanzo.

«Questo libro nasce da un periodo che ho realmente vissuto in cui ho pensato bene di fingermi persone realmente esistenti in situazioni reali, all’insaputa di tutti. Questa follia, che ho portato avanti per anni, era frutto di un precedente momento molto doloroso. Avevo perso entrambi i genitori a distanza di dieci giorni l’uno dall’altro, e poco dopo ho perso anche il mio padre artistico, Giorgio Strehler. Mi ero ritrovato completamente svuotato, senza più la voglia di fare il mio mestiere, ma lo facevo, perché avevo già una famiglia numerosa e non potevo non lavorare. Ma c’era qualcosa di spezzato in me. Finché, un giorno, nel gennaio del 2000, ero a Milano, stavo lavorando in uno spettacolo di Luca Ronconi, e la domenica c’era Milan-Roma a San Siro. I biglietti erano finiti, e allora decisi di mandare all’ufficio stampa del Milan un fax da parte di un sedicente agente di Nicolas Cage dicendo che era a Milano e che avrebbe avuto piacere di vedere la partita. Era la mattina del venerdì prima della partita. Il pomeriggio avevo i biglietti. E da lì è iniziato tutto».

Ed è raccontato nel libro, che non è una biografia tradizionale, ma ha una costruzione intrigante, partendo da uno psichiatra che nel corso di un congresso presenta un singolare caso di Sindrome da Personalità Multipla. Fa così ascoltare le registrazioni delle sedute del paziente Paolo C., attraverso le quali si scoprono le gesta nel corso degli anni del vero Paolo Calabresi che impersona Marilyn Manson, John Turturro e molti altri. Mentre questa sorta di terapia andava avanti, l’attore si accorgeva che c’era dell’altro dietro.

«Quella che all’inizio era una grande ubriacatura di recitazione folle, mi sono reso conto pian piano che era lo specchio di una società che cominciava a confondere in maniera seria il vero con il falso, usando dei filtri che oggi sono diventati all’ordine del giorno. Il confine tra la verità e la bugia cominciava a essere molto labile. Era il periodo in cui cominciavano i reality che di reality non avevano nulla, non ci poteva essere niente di più finto. A me irritava e man mano che andavo avanti con queste “installazioni” mi rendevo conto che stavo facendo una cosa profondamente giusta dal mio punto di vista e dal punto di vista di chi come me, aveva imparato il mestiere dell’attore in maniera seria».

Un mestiere che lo ha portato a recitare con i già citati Strehler e Ronconi, colossi della storia del teatro italiano, per farlo poi approdare al cinema, dove ha lavorato a classici moderni come la trilogia di Smetto quando voglio, il profetico Bentornato Presidente di Giuseppe Stati e Giancarlo Fontana, e scelto da grandi autori come Giuseppe Tornatore (La corrispondenza), Daniele Vicari (Diaz) e Marco Bellocchio, con cui ha lavorato nell’ultimo film del maestro di Bobbio, ancora in post produzione, La conversione. Dal 10 novembre Paolo Calabresi, oltre che su Disney+ con Boris 4, sarà al cinema con il musical diretto da Nicola Abbatangelo, appena presentato alla Festa del cinema di Roma, The Land of Dreams.

Barbie Channel approda su Boomerang+1 dal 3 al 9 novembre

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Barbie Channel approda su Boomerang+1 dal 3 al 9 novembre

Approda su Boomerang+1 (610 di Sky) BARBIE CHANNEL, un canale interamente dedicato a Barbie, l’iconico personaggio diventato negli anni un fenomeno pop e un cult per intere generazioni. Dal 3 al 9 novembre il canale manderà in onda una programmazione speciale che vedrà protagonista Barbie, le sue affezionate sorelle e i loro amici. Le giornate saranno caratterizzate da tanti episodi tratti dalle serie BARBIE DREAMHOUSE ADVENTURES e le nuove attese puntate di BARBIE SIAMO IN DUE. 

In BARBIE DREAMHOUSE ADVENTURES Barbie e le sue sorelle affronteranno avventure (e disavventure!) di ogni tipo con umorismo, allegria e fantasia, rimanendo complici in tutte le situazioni. Viaggi on the road, festival di musica, esperimenti culinari e weekend all’insegna della natura, saranno lo sfondo di tante emozionanti storie che porteranno le protagoniste a comprendere che insieme si può superare qualsiasi ostacolo.

BARBIE SIAMO IN DUE segue, invece, le avventure di Barbie “Malibu” Roberts e Barbie “Brooklyn” Roberts. Entrambe frequentano l’accademia delle arti e dello spettacolo di New York. La serie, che veicola l’importanza di valori quali l’amicizia, la famiglia, la passione e la perseveranza, racconta la vita delle due amiche che dovranno lavorano duramente – pur divertendosi – per inseguire i loro sogni. Nelle nuove avventure di BARBIE SIAMO IN DUE non mancheranno, inoltre, nuovi personaggi, inedite ambientazioni e sei entusiasmanti canzoni da cantare a squarciagola!

Ma non è finita qui! All’interno di BARBIE CHANNEL da non perdere l’appuntamento – ogni giorno alle 8.10 e alle 19.40 – con i movie, tra questi: Barbie Mermaid Power, Barbie Princess Adventure, Barbie Big City, Big Dreams e ancora Barbie e la magia del delfino, Barbie e Chelsea: Il compleanno perduto e tanti altri. Infine, sul canale YouTube di Boomerang, saranno disponibili playlist interamente dedicate agli show di Barbie. Un appuntamento quindi, quello con il BARBIE CHANNEL, che farà immergere grandi e piccoli in un universo divertente, spensierato e ricco di avventura in compagnia dell’iconica Barbie, simbolo di girlpower ed inclusione.

Forever Young (Les Amandiers): trailer del nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi

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Lucky Red ha diffuso il trailer di Forever Young (Les Amandiers), il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi, che dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes, uscirà in sala il 1 dicembre in Italia. Protagonisti Nadia Tereszkiewicz, Sofiane Bennacer, Louis Garrel, Micha Lescot, Clara Bretheau, Noham Edje, Vassili Schneider, Eva Danino, Liv Henneguier, Baptiste Carrion-Weiss, Léna Garrel, Sarah Henochsberg, Oscar Lesage, Alexia Chardard, Suzanne Lindon, Franck Demules, Isabelle Renauld, Sandra Nkake, Bernard Nissille.

prodotto da ALEXANDRA HENOCHSBERG e PATRICK SOBELMANcoprodotto da ANGELO BARBAGALLO una co-produzione AD VITAM PRODUTION, AGAT FILMS, ARTE FRANCE CINÉMA e BIBI FILM con LUCKY RED, RAI CINEMA, CANAL+, CINÉ+ e ARTE FRANCE distribuito da LUCKY RED

Francia, 1986. Stella, Adèle, Victor e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza. Entrati nella prestigiosa scuola teatrale Les Amandiers creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle mani. Lanciati a piena velocità nelle proprie passioni, vivranno insieme l’entusiasmo, le paure, gli amori, ma anche le loro prime grandi tragedie.

Marta Miniucchi, intervista alla regista di Gente Strana – Watu Wa Ajabu

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Presentato come evento speciale di Alice nella Città, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2022, Gente Strana – Watu Wa Ajabu è il nuovo mockumentary di Marta Miniucchi (Benelli su Benelli) con Matteo Gatta e Cesare Bocci.

Abbiamo incontrato la regista, Marta Miniucchi, che ha raccontato come è nato il documentario sull’organizzazione non governativa CEFA, il Comitato europeo per la formazione e l’agricoltura fondato a Bologna il 23 settembre 1972 per iniziativa di Giovanni Bersani e di padre Angelo Cavagna, che si propone di realizzare progetti per contribuire a vincere fame e povertà.

“Ho conosciuto il CEFA un anno fa e quella del film è stata una lavorazione molto veloce – dice Miniucchi – Molte delle ONG più famose, come Emergency ad esempio, lavorano sulle emergenze, mentre CEFA si occupa di progetti a lungo periodo, lavorano tantissimo e costantemente, tutti i giorni, è un’organizzazione stimata, ma sconosciuta ai più. Quest’anno CEFA compie 50 anni, e Paolo Rossi Pisu mi ha offerto la regia di un documentario che raccontasse questa realtà, ma che lo facesse in una maniera che potesse arrivare a tutti. Con il sostegno di Genoma film, ho pensato che il modo più accattivante per raccontare CEFA a chi non lo conosceva era quella di mescolare storia e finzione, e quindi il risultato è quello che si può definire mockumentary, un documentario con dei filmati di finzione, quindi il repertorio insieme alla vera fiction, così che il risultato avesse un brio che il semplice filmato di repertorio non ha. In questo modo spero che Gente Strana – Watu Wa Ajabu possa essere interessante non solo per chi già conosce l’organizzazione, ma anche per chi non ha idea di cosa sia.”

Questa natura ibrida del film di Marta Miniucchi si rispecchia dal punto di vista linguistico in una serie di stili e tecniche che si mescolano per dar vita a un documentario effettivamente molto interessante, sia nella forma che nel contenuto.

“In Tanzania abbiamo girato con una mini dv, tecnologia vecchia, perché avevo bisogno che quel personaggio, il ragazzo che parte volontario, sembrasse davvero lì a quel tempo e avevo bisogno che si adattasse al repertorio di quel tempo. Per quanto riguarda il reporter, lì abbiamo fatto cinema vero e proprio con la tecnologia più recente, muovendoci in quel linguaggio. Ho invece intervistato il ragazzo tanzaniano con un punto di osservazione di ripresa classico, con due macchine da presa, mentre lui è seduto nel suo ufficio. In questo modo ho potuto raccontare diversi punti di vista, che potessero racchiudere più o meno tutti quelli di chi si sarebbe trovato a guardare il film: il cinismo diffidente, l’entusiasmo di donarsi, il trovarsi in difficoltà e accogliere l’aiuto.”

Dal punto di vista stilistico, dunque, Gente Strana – Watu Wa Ajabu non è un documentario canonico, ma si arricchisce di un’ibridazione che moltiplica lo sguardo e offre davvero una comprensione a 360° di quello che è il progetto CEFA, senza scadere in un linguaggio pedagogico o presuntuoso. A evitare questo rischio, anche “l’utilizzo” di Lodo Guenzi come fosse Margot Robbie… Almeno nelle parole di Marta Miniucchi: “Volevo che il coinvolgimento di Lodo fosse estemporaneo, venisse dal nulla, e come reference ho dato proprio il ruolo di Margot Robbie ne La grande scommessa di Adam McKay. Nel film, che racconta la crisi immobiliare del 2008, Robbie compare di punto in bianco, in una vasca di bolle e con un bicchiere di champagne in mano a spiegare in termini tecnici cosa c’era dietro agli investimenti a rischio e dietro allo scoppio della bolla immobiliare. Nel mio film, Lodo irrompe nella narrazione e spiega, numeri alla mano, cos’è il CEFA”. Il riferimento è abbracciato a pieno e il risultato è tanto più coinvolgente quanto l’intervento sembra fuori contesto, proprio come nel film di McKay.

Ma perché il film si intitola Gente Strana? “La gente strana è, agli occhi di chi vive in questi posti in cui interviene il CEFA, quella che viene in qualità di volontaria ad aiutare, che spera in un mondo migliore incurante delle difficoltà che si incontrano per perseguire il proprio sogno. È gente strana in senso buono, naturalmente. In questo tipo di esperienze, si va lontano da casa per insegnare ad altri delle tecniche di sopravvivenza, dall’agricoltura all’allevamento, ma la verità è che si impara a propria volta tantissimo. In questo progetto del CEFA c’è la conoscenza che porti in questi luoghi, ma anche quella che acquisisci, perché ti confronti con un mondo talmente nuovo che devi imparare ad abitare da zero. È un dare ma è anche un prendere continuo, e volevo raccontare questa bella storia da più punti di vista.”

Gente Strana – Watu Wa Ajabu sarà disponibile prossimamente al cinema con GENOMA FILMS e successivamente su Sky Documentaries e in streaming su NOW.

Doctor Who passa ufficialmente a Disney+

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Doctor Who passa ufficialmente a Disney+

Avevamo sentito voci che questo potesse essere il caso, ma la BBC e Disney+ hanno finalmente confermato i piani per Doctor Who per lo streaming che diventa esclusivamente la nuova casa per il franchise al di fuori del Regno Unito e dell’Irlanda. Mentre la BBC continuerà a essere la sede dello spettacolo in UK, i fan d’oltremare potranno guardare le nuove stagioni su Disney+. Sotto una visione creativa condivisa, le due società sembrano destinate a offrire questo spettacolo tipicamente britannico alle generazioni future su una scala senza precedenti, e il prossimo Dottore, Ncuti Gatwa, ha dato la notizia su  Live with Kelly e Ryan .

Un comunicato stampa rileva che entrambi i partner si sono allineati sotto la visione audace dello showrunner Russell T Davies, che assume il controllo del TARDIS nel 2023. È stato responsabile del revival di Doctor Who nel 2005 ed è accreditato di aver spinto lo spettacolo in una delle serie TV più grandi successi. Potrebbe anche supervisionare gli spinoff per lo streamer? Resta da vedere.  Davies afferma: “Adoro questo spettacolo, e questo è il meglio di entrambi i mondi: con la visione e la gioia della BBC e di Disney+ insieme possiamo lanciare il TARDIS in tutto il pianeta, raggiungendo una nuova generazione di fan pur mantenendo il nostro tradizionale a casa saldamente sulla BBC nel Regno Unito”.

Il presidente di Disney+, Alisa Bowen, aggiunge:  “Siamo entusiasti dell’opportunità di portare le nuove stagioni di questo amato franchise in esclusiva su Disney+ e presentare lo spettacolo alla prossima generazione di pubblico in più di 150 mercati in tutto il mondo”. “La serie è un’aggiunta perfetta al nostro catalogo in continua crescita di contenuti globali che continua a rendere Disney+ la casa per una narrazione eccezionale”.

I nuovi episodi di Doctor Who torneranno sugli schermi a novembre 2023 in concomitanza con il 60° anniversario e saranno presentati in anteprima esclusivamente sulla BBC per il Regno Unito e l’Irlanda. David Tennant interpreterà il Quattordicesimo Dottore per tre speciali, prima che Ncuti Gatwa assuma il ruolo del Quindicesimo Dottore durante le festività natalizie.

DC Extended Universe non esiste più; La Warner Bros. Discovery dà finalmente un nome ufficiale

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Forse non molto di voi sapranno che il “DC Extended Universe” non è il nome ufficiale del mondo in cui si svolgono film come Justice League , Aquaman e Peacemaker avviato con il lavoro di Zack Snyder. In realtà, “DCEU” è stato utilizzato per la prima volta in un articolo di Entertainment Weekly del 2015 dallo scrittore Keith Staskiewicz. Da allora ha rivelato che “l’ha inventato per scherzo” perché “sembrava il genere di cose che si possono chiamare così o che lo studios avrebbe chiamato così. Nonostante ciò, abbiamo tutti usato il nome da allora, e persino Dwayne Johnson ha parlato riferendosi con la dicitura “DCEU” mentre promuoveva Black Adam esaltando quel mondo.

Ora, però, il DCEU ha un nuovo nome ufficiale. Infatti sulla scia della notizia che il regista di The Suicide Squad James Gunn e il produttore della DC Films Peter Safran si occuperanno dei DC Studios per almeno i prossimi quattro anni, è stato confermato che questo mondo condiviso sarà ora chiamato The DCU (DC Universe).

DC Studios? DCU? Suona familiare, giusto?  Indipendentemente da ciò, il promemoria ottenuto da The Wrap  conferma che questo è il nuovo nome, con il CEO di Warner Bros. Discovery David Zaslav che ha anche affermato in merito: “Per oltre 60 anni, questi e altri personaggi DC hanno affascinato e ispirato generazioni di fan in tutto il mondo, e poiché amministratori dell’iconico franchise, sentiamo la vera responsabilità di preservare ed espandere il DCU per il divertimento delle generazioni future”.

È un momento emozionante per i un fan della DC, poiché questo sembra sicuramente un punto di svolta per il franchise travagliato. Mentre Gunn continuerà a promuovere Guardiani della Galassia Vol. 3 il prossimo anno, lo farà come capo dei DC Studios. A causa del suo accordo esclusivo con la Warner Bros., tuttavia, non tornerà a lavorare nel MCU durante quel periodo di quattro anni.  Cosa ne pensi di questo marchio “DCU”? Facci sapere i tuoi pensieri.

The Batman: il sequel non arriverà prima del 2025!

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The Batman: il sequel non arriverà prima del 2025!

Nella notte, abbiamo appreso che il regista di The Suicide Squad James Gunn e il produttore Peter Safran sono stati assegnati ai nuovi ruoli di co-presidenti e amministratore delegato dei DC Studios, e Variety ha ora condiviso alcuni interessanti aggiornamenti. Mentre Gunn e Safran supervisioneranno le divisioni DC Film, TV e Animations, non saranno coinvolti nell’imminente sequel di Joker di Todd Phillips , né nel seguito di Matt ReevesThe Batman poiché nessuno di questi progetti è ambientato nel DCEU principale.

Quest’ultimo ha recentemente ricevuto il via libera ufficiale, con Reeves e Mattson Tomlin che hanno scritto la sceneggiatura. Sfortunatamente, sembra che una sceneggiatura completa sia ancora molto lontana dall’essere ultimata, poiché il sito afferma che il sequel non dovrebbe uscire nei cinema fino al 2025. Avevamo pensato che fosse possibile sperare in un’uscita entro il 2024 ma sembra proprio che sarà improbabile vedere il film prima del 2015.

Non abbiamo ancora idea di cosa aspettarci da The Batman – Parte 2 , ma il primo film si è concluso con l’introduzione di Joker (Barry Keoghan). Anche se questo non garantisce necessariamente che tornerà come il cattivo principale del sequel, ma saremmo sorpresi se non facesse parte della la trama in qualche modo. THR conferma anche che un nuovo film di Superman è in sviluppo presso i DC Studios. Non abbiamo molto altre informazioni se non che Chuck Roven sta producendo e il progetto sta “attualmente sollecitando proposte da parte degli sceneggiatori”, ma Henry Cavill ha recentemente reso ufficiale il suo ritorno al ruolo con la promessa che il suo cameo in Black Adam era solo “un piccolo assaggio di ciò che verrà”.

Batgirl: tutto quello che avremmo potuto vedere nel film

Batgirl: tutto quello che avremmo potuto vedere nel film

Batgirl è stato un film lungamente atteso e desiderato. Il progetto DCEU sarebbe dovuto uscire entro la fine dell’anno negli Stati Uniti sulla piattaforma HBO Max, ma è stato cancellato. L’annuncio risale alla scorsa estate: il film era praticamente ultimato ma, per motivi principalmente interni alla direzione della Warner Bros., il progetto è andato in fumo.  Oltre allo spreco in termini di budget e di lavoro per centinaia di artisti del settore, la perdita tocca anche il mondo narrativo del DCEU. Il film era ricco di nuovi eroi e di cattivi e prevedeva anche il ritorno di un grande personaggio amato dai fan.

Il lungometraggio avrebbe seguito Batgirl, interpretata da Leslie Grace, mentre creava un’alleanza con Bruce Wayne(Michael Keaton) per affrontare una nuova minaccia a Gotham: il malvagio piromane Firefly (Brendan Fraser). Con la cancellazione di Batgirl, molti elementi importanti del franchise, dalle storie ai personaggi, potrebbero essere stati perduti per sempre. Vediamo tutto quello che avrebbe potuto regalarci il film diretto di Adil El Arbi e Bilall Fallah.

Leslie Grace nei panni di Batgirl

Leslie-Grace-BatgirlCon Batgirl, Barbara Gordon avrebbe debuttato in un lungometraggio. L’attrice Leslie Grace avrebbe dovuto guidare il debutto cinematografico del personaggio: nonostante le precedenti rappresentazioni live action di Batman e Robin, con il film si sarebbe vista una nuova versione di Batgirl. Barbara Gordon è una delle supereroine femminili più famose dei fumetti e meritava un suo spazio al di fuori della carta stampata. Inoltre, un’attrice talentuosa come Leslie Grace era perfetta per il ruolo. Leslie Grace poteva essere una delle prime supereroine nere protagoniste di un film: potevamo assistere ad un enorme passo avanti in termini di inclusività di genere. Inoltre, il film avrebbe aperto la strada per il franchise di Batman all’interno del DCEU. Anche se Batman di Ben Affleck è apparso in Aquaman 2, Barbara Gordonavrebbe potuto essere il volto della famiglia at della DCEU. I piani per il futuro di Batgirl non sono certi, ma si spera di vederla presto in azione all’interno dell’universo condiviso.

Il ritorno di Batman di Michael Keaton

Michael Keaton Batman

Un aspetto importante di Batgirl era il ritorno di Michael Keaton nei panni di Batman dopo trent’anni. Con il film avremmo visto la seconda apparizione di Keaton nel DCEU, dopo The Flash. Se la presenza di Michael Keaton in The Flash avrebbe un senso marginale, il ruolo dell’attore in Batgirl avrebbe comportato una presenza più consistente del personaggio all’interno del franchise. Avere due versioni di Batman nello stesso universo era una scelta audace, ma era uno degli elementi più interessanti del film cancellato. Vista la situazione, possiamo solo ipotizzare il destino dei due personaggi: è possibile che Batman di Ben Affleck fosse destinato alle storie della Justice League, mentre Batman di Michael Keaton fosse legato a quelle della famiglia Bat e all’addestramento di Batgirl. Al momento possiamo solo augurarci di realizzare il desiderio, già pregustato, di rivedere Keaton nei panni di Batman.

JK Simmons nei panni del Commissario Gordon

Barbara Gordon è la figlia del commissario James Gordon.Batgirl avrebbe quindi mostrato la seconda apparizione del Commissario Gordon di JK Simmons dopo il suo debutto in Justice League. E va detto: ci sarebbe voluta una parte dignitosa per il Commissario Gordon, dal momento che l’apparizione di JK Simmons in Justice League è stata piuttosto limitata. JK Simmons è un attore amato dai fan ed è uno degli sprechi maggiori di Batgirl. Inoltre, Gordon è un personaggio essenziale anche nella storia di Batman. Il film cancellato avrebbe finalmente dato a Gordon i riflettori che meritava all’interno del DCEU. Chissà se vedremo mai Gordon in azione insieme alla figlia – o accanto a Bruce – sul grande schermo…

Brendan Fraser come il cattivo Firefly

firefly-brendan-fraserBrendan Fraser avrebbe interpretato Firefly, il cattivo principale di Batgirl. Firefly doveva essere un veterano di nome Ted Carson che, dopo aver perso i suoi benefit, si trasformava in criminale. La storia era qualcosa di completamente nuovo rispetto ai fumetti. Fraser è una delle più grandi star del comedy e dell’action anni ’90 e 2000. A causa di alcuni tragici eventi personali, l’attore si è preso una lunga pausa dalla carriera, apparendo solo in pochi progetti (Doom Patrol e The Whale per citare i più recenti). Sicuramente, il suo ruolo come principale antagonista di Batgirl avrebbe permesso a Fraser di ributtarsi appieno nel genere action. Fraser aveva parlato con entusiasmo del film, spiegando i dettagli di un lungometraggio che, putroppo, non vedremo mai.

Il programma dell’Area Movie di Lucca Comics & Games

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Il programma dell’Area Movie di Lucca Comics & Games

E’ stato diffuso il programma dell’Area Movie del Lucca Comics & Games, edizione 2022 a cura di QMI. Tra gli eventi vi segnaliamo l’attesissima anteprima di Dampyr, l’anteprima di One Piece Film: Red e l’attesissimo arrivo di Tim Burton.

VENERDI 28 OTTOBRE

CINEMA ASTRA

  • h. 14:30 Crunchyroll e Toei Animation presentano: One Piece la serie – Aspettando RED! Puntata 1029 – Un ricordo distante. Rufy e Uta, la figlia del Rosso Puntata 1030 – La promessa di una nuova genesi! Rufy e Uta Episodio Speciale – Il log appartenuto a una leggenda! Shanks il Rosso! (v.o. sub ita, 70’, JP)
  • h. 16:30 Slim Dogs Production presenta: Nostos di Mauro Zingarelli (20’, Ita) Modera: Gabriella Giliberti Saranno presenti: Mauro Zingarelli, Marco Cioni e Cydonia
  • h. 20.00 Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore e Brandon Box presentano:
    Dampyr. Prima mondiale (110’, ITA) Saranno presenti gli attori: Stuart Martin, David Morrissey, Luke Roberts, e il regista Riccardo Chemello.

SABATO 29 OTTOBRE

CINEMA ASTRA

  • h. 11.30 SABATO 29 OTTOBRE Paramount Pictures presenta: Dungeons & Dragons – L’onore dei Ladri Incontro con i registi Jonathan Goldstein, John Francis Daley, e il produttore Jeremy Latcham. Contenuti in anteprima. Modera Cristina Scabbia.
  • h. 15.30 Anime Factory e Toei Animation presentano: One Piece Film: Red – Anteprima italiana (v.o., 115’, JP) Introducono l’evento gli ospiti d’eccezione Goro Taniguchi e Masayuki Sato. *Ingresso con prenotazione e biglietto del festival.
  • h. 19.00 Prime Video presenta: INVERSO – The Peripheral Episodio 1 e 2. (USA)

CINEMA CENTRALE

  • h. 12.00 Warner Bros. Discovery Benedetta Rossi presenta: Super Benny
  • h.14.30 Adler Entertainment presenta: Carne Fredda – Anteprima Nazionale (50’, ITA) A seguire Incontro con il regista Roberto Recchioni
  • h. 16.30 Rai Teche e Rai Play presenta: Spazio 1999 – episodio originale restaurato. (50’, UK) h.
  • 19.30 Prime Video presenta: Pretty Little Liars: Original Sin – Anteprima italiana Episodio 1 e 2. (106’, USA)

TEATRO DEL GIGLIO

  • h.10.30 Sergio Bonelli Editore, Rai Kids, Power Kids e NexusTV presentano: Dragonero. I Paladini – Anteprima Mondiale. I primi 4 episodi della serie animata. Con Luca Enoch e Stefano Vietti.

DOMENICA 30 OTTOBRE

CINEMA ASTRA

CINEMA CENTRALE

TEATRO DEL GIGLIO

h.11.00 Prime Video presenta: Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – incontro con il cast. Saranno presenti: Cynthia Addai-Robinson, Ismael Cruz Córdova e Sophia Nomvete Modera: Emanuele Vietina *Ingresso con prenotazione e biglietto del festival.

LUNEDì 31 OTTOBRE

CINEMA MODERNO

  • h.20.00  Netflix presenta: Mercoledì – European Fan Screening Episodio 1 (v.o. sub ita) Introduce Tim Burton. Modera Gianmaria Tammaro. *Ingresso con biglietto gratuito speciale ritirabile dalle ore 08.30 alle ore 17:00 del giorno dell’evento, alla biglietteria di Piazzale Verdi, SOLO per i possessori di biglietto LC&G

Foudre, recensione del film di Carmen Jaquier

Foudre, recensione del film di Carmen Jaquier

In concorso alla Festa del Cinema di Roma 2022 arriva anche Foudre, il primo lungometraggio della giovane regista svizzera Carmen Jaquier, prodotto dalla casa di produzione ginevrina Close Up e realizzato con il sostegno dell’Ufficio federale della cultura, del Cineforum e del Bourse Suissimage. Questo progetto è caratterizzato da una grande ambizione in termini di rappresentazione del risveglio carnale di una gioventù chiusa nel rigore di una piccola comunità e del loro passaggio all’età adulta.

Foudre: il colpo di fulmine del risveglio carnale

Nell’estate del 1900, Elisabeth (Lilith Grasmug) ha diciassette anni e sta per prendere i voti dopo cinque anni di convento, quando la morte improvvisa e inaspettata della sorella maggiore la costringe a tornare dalla sua famiglia, per aiutare nei campi. Qui, Elisabeth dovrà confrontarsi ancora una volta con la vita di duro lavoro che si è lasciata alle spalle, ma non è più una bambina e i misteri che circondano la morte della sorella la porteranno a riflettere sulla sua vita.

Foudre – “fulmine” – è un titolo metaforicamente appropriato per questo film. Sopra il borgo di montagna dove si svolge l’azione, il cielo non è mai tempestoso. I cieli, così misticamente maestosi da poter essere indicati al plurale, sono invece di una bellezza travolgente, con tramonti rosa o addirittura rosso sangue. Non dovrebbe esserci nulla di più banale del cielo che si estende a perdita d’occhio davanti ai personaggi di Foudre, eppure la messa in scena di Carmen Jaquier lo trasforma in un’enigmatica terra incognita dove il presagio metereologico del fulmine colpirà direttamente i corpi di una gioventù pronta a ribellarsi ben prima del 1968.

Un frame di Foudre

Un dialogo tra due voci

Elisabeth dovrebbe conoscere il cielo, avendo appena trascorso l’adolescenza in un convento. In seguito alla morte della sorella maggiore, Innocente, torna alla fattoria di famiglia dove l’unico linguaggio possibile sembra essere quello del silenzio e della vergogna: quello che è successo a Innocente è più di un mistero, è un tabù che Elisabetta è chiamata ad accettare senza discutere, come un dogma. “Il diavolo è venuto a riprendersi la sua ancella“, le viene detto al massimo. Mentre Elisabeth si chiede se ha pregato abbastanza o abbastanza bene per proteggere la sorella, un secondo monologo interiore si sovrappone al suo: attraverso un diario nascosto, Innocente parla di nuovo.

Che cosa aveva visto Innocente nel cielo per cui meritava di morire? Foudre è pieno di misteri. Quelli della fede, quelli della segretezza, quelli della sessualità, quelli dei rituali (una scena di festa filmata come un sabba di streghe, una scena di masturbazione come un atto magico), quelli dei simboli (un diario che assomiglia a un grimorio, un’icona che assomiglia a una creatura fantastica). Carmen Jaquier mostra senza alcun dubbio un talento sorprendente per la messa in scena, vero punto di luce del film, che si perde invece a livello narrativo, soprattutto per la rappresentazione offuscata e caricaturale di quegli adulti da cui i ragazzi vogliono allontanarsi.

Foudre fatica a trovare una collocazione

Se gli immensi paesaggi delle Alpi sono sottolineati da composizioni mozzafiato, la bellezza visiva di Foudre – assolutamente incontrastata – tende a risultare decorativa, non supportata da un apparato narrativo intelligente come quello di Ritratto della giovane in fiamme (2019), film a cui la Jaquier guarda tanto. Se il fuoco dell’emancipazione arde nei corpi stessi di Innocent ed Elisabeth, consuma anche il film nel suo complesso, sovraesponendone oltremodo la materia narrativa, laddove dovrebbe limitarsi a suggerire quello che il paesaggio già fa intendere. Attraverso effetti di montaggio, illuminazione e colori saturi, Jaquier dà l’impressione che i protagonisti che filma siano letteralmente “in fiamme” ma, al di là di qualche sequenza indovinata, dove davvero riusciamo a intuire stati d’animo profondi solo grazie alle suggestioni visive, Foudre sembra perdersi in un territorio esplorato dal già citato film di Céline Sciamma, The VVitch di Robert Eggers e Il Sabba di Pablo Agüero.

L’indagine che conduce Elizabeth alla morte della sorella Innocente è anche il percorso che la porta alla scoperta del suo corpo e dei suoi desideri. I sassolini seminati dalla sorella maggiore, i suoi scritti segreti, i suoi tanti amori, sono tutte rivelazioni, persino epifanie. Perché vivere se significa essere ostacolati? Perchè essere sottoposti a un duplice sguardo – quello ardente degli uomini della comunità e quello del rigore religioso – senza cercare di guardare prima dentro il proprio corpo? Tematicamente intriganti, i quesiti di Foudre forse trovano risposta nelle capacità tecniche di una promettente cineasta, piuttosto che nella costruzione di un mondo specifico, organico e supportato narrativamente quanto visivamente.

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