Apple TV+
ha rilasciato il trailer dell’attesissima serie
Shining Girls, interpretata e prodotta dalla
vincitrice dell’ Emmy Elisabeth Moss . Il thriller metafisico farà
il suo debutto mondiale il 29 aprile con i primi tre episodi,
seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì. Ideata da
MRC Television, la serie è prodotta anche da Appian Way e adattata
per la televisione dalla showrunner Silka Luisa, con la vincitrice
dell’Emmy Award Michelle MacLaren che dirige i primi due
episodi.
Basata sul romanzo bestseller di
Lauren Beukes, “Shining Girls” segue le vicende di Kirby Mazrachi
(Elisabeth
Moss), un’archivista di un giornale di Chicago le cui
ambizioni giornalistiche si sono interrotte a seguito di una
traumatica aggressione subita. Quando Kirby scopre che un recente
omicidio rispecchia le dinamiche del suo caso, collabora con il
giornalista, esperto ma travagliato, Dan Velazquez (Wagner Moura)
per scoprire l’identità del suo aggressore. Più si rende conto che
questi cold case sono indissolubilmente legati tra loro, più i
traumi personali e la realtà offuscata di Kirby consentono al suo
aggressore di rimanere sempre un passo avanti alle indagini. Al
fianco di Elisabeth Moss e Wagner Moura, nel cast
dell’avvincente thriller troviamo Phillipa Soo, Amy Brenneman e
Jamie Bell.
Shining Girls è
adattato per la televisione e prodotto da Silka Luisa, che è anche
showrunner. Elisabeth Moss , che troviamo anche alla
regia, è produttrice esecutiva attraverso Love e Squalor Pictures,
insieme a Lindsey McManus. Leonardo DiCaprio, Jennifer Davisson e
Michael Hampton sono i produttori esecutivi di Appian Way. Michelle
MacLaren dirige la serie di cui è produttrice esecutiva insieme a
Rebecca Hobbs per MacLaren Entertainment. A dirigere la serie Daina
Reid che è produttrice esecutiva, come l’autrice Lauren Beukes e
Alan Page Arriaga.
La piattaforma americana
Paramount+ dopo il
quarto episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883
1×05, il quinto episodio della nuova serie tv 1883,
l’annunciato spin-off Yellowstone.
In 1883 1×04 che si intitolerà “The Fangs of Freedom” Shea
e Thomas affrontano le conseguenze dell’attraversamento del fiume,
ma c’è poco tempo per piangere e non mancano le sfide future. Elsa
ed Ennis condividono un momento romantico.
1883, la serie tv
1883
è la nuova serie tv prequel di Yellowstonecreata
e prodotta da Taylor Sheridan e basata
sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato
interpretato da Kevin Costner nella serie madre.
1883
segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest
attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America
selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e
un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare
un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il
Montana.
Nel cast di 1883
protagonisti saranno
Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy
bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo
passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al
Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim
McGraw e Faith Hill interpreteranno
rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la
matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle
prossime settimane.
La Warner Bros, che
è riuscita a eludere il contenzioso nel 2021 nonostante una
grandinata di proteste per le tattiche aggressive del genitore
WarnerMedia con il servizio di streaming HBO Max,
è stata chiamata in causa da Village Roadshow.
L’entità di produzione e fornitore
di lunga data dello Studio, ha citato in giudizio la WB nella Corte
Superiore di Los Angeles oggi, accusandola di violazione del
contratto. La denuncia di 50 pagine (che
Deadline fornisce a questo link) non usa mezzi termini. Il
testo distrugge “gli sforzi coordinati deliberati e coerenti di
WB per sviscerare il valore significativo della proprietà
intellettuale di Village Roadshow”.
In una dichiarazione, la Warner Bros
ha risposto: “Questo è un tentativo frivolo da parte di Village
Roadshow di evitare il loro impegno contrattuale a partecipare
all’arbitrato che abbiamo avviato contro di loro la scorsa
settimana. Non abbiamo dubbi che questo caso si risolverà a nostro
favore”.
Al centro della denuncia c’è
The Matrix Resurrections, la quarta puntata del
franchise, che ha zoppicato sulla soglia dei 200 milioni di dollari
al botteghino mondiale dopo la sua uscita a dicembre. Village
Roadshow sostiene che WarnerMedia ha ostacolato le prospettive
commerciali del film favorendo lo streaming.
Nel corso di una relazione di 25
anni con la Warner Bros, Village Roadshow ha pagato 4,5 miliardi di
dollari per produrre e distribuire quasi 100 film, sostiene la
causa. In quel quarto di secolo non c’è stato un groviglio legale
precedente, un fatto descritto come “unico nel settore dello
spettacolo”.
Non solo il franchise di
Matrix ha generato circa 2 miliardi di dollari al
botteghino, osserva la causa, ma anche altre proprietà di Village
Roadshow hanno preso il volo finanziariamente dopo il successo
delle corse cinematografiche. L’abito nomina
Joker, la serie Ocean’s,
Charlie e la Fabbrica di cioccolato e Edge
of Tomorrow.
Con il box office che assume un
valore secondario, data la prospettiva dello streaming, i partner
di produzione sono lasciati indietro, secondo Village Roadshow.
“In qualità di distributore e co-proprietario del copyright, WB
ha il dovere fiduciario di rendere conto a Village Roadshow di
tutti i guadagni derivanti dallo sfruttamento dei diritti d’autore
dei film, non solo di quelli che non può nascondere”, afferma
la causa.
La bordata di Village Roadshow
arriva dopo un anno teso, poiché WarnerMedia ha pianificato una
fusione da 43 miliardi di dollari con Discovery, un accordo che è
ancora in sospeso.
Un altro partner di produzione
chiave, Legendary Entertainment, ha inizialmente fatto rumore
l’anno scorso in merito al destino di Dune e Godzilla vs. Kong, ma
alla fine nessuno ha intentato un’azione legale, in parte perché la
società ha speso nell’ordine di $ 200 milioni per compensare
dozzine di partner per i mancati ricavi al botteghino.
La Disney, ovviamente, ha affrontato
una situazione simile pubblica la scorsa estate con la causa
intentatale da Scarlett Johansson, per l’uscita di
Black Widow della Marvel. Il caso si è risolto
settimane dopo, ma ha messo in luce le tensioni tra talent e
distributori durante il boom dello streaming.
Con il Covid che ha alterato il
panorama e chiuso i cinema per mesi nel 2020, le società di media
già impegnate in una battaglia per colmare il divario con Netflix hanno fatto una serie di mosse drammatiche.
Con HBO Max che ha avuto un inizio lento dopo il suo lancio nel
maggio 2020 e l’ex dirigente Amazon e Hulu Jason Kilar ai controlli
di WarnerMedia, la società stava cercando di cavalcare lo
streaming. Mentre altre società procedevano caso per caso, la
Warner Bros si è imbarcata in quello che internamente era noto come
Project Popcorn. Senza alcun preavviso a nessuno dei suoi partner,
lo studio ha pubblicato tutte le 17 uscite del 2021 su HBO
Max nello stesso momento in cui sono arrivate nei
cinema.
La mossa, svelata alla fine del
2020, è stata denunciata da registi come Christopher Nolan, capi delle
principali agenzie e altri. Presto, però, il clamore si è placato e
la società ha indicato che prenderà decisioni sulle singole
pellicole, piuttosto che sull’intera lista, nel 2022.
La causa di Village
Roadshow ha indicato Project Popcorn come un “piano
clandestino per ridurre materialmente il botteghino e le entrate
accessorie correlate generate dai film blockbuster”.
Quello tra il regista
Richard Donner e l’attore Mel
Gibson è un sodalizio artistico che ha dato vita a film di
grande successo, dalla saga di Arma letale al thriller
Ipotesi di complotto.
Tra questi, nel 1994, i due hanno realizzato anche
Maverick, un’insolita commedia western
che porta lo spettatore a confrontarsi con elementi di quel periodo
storico diversi dal solito. Il cuore del film non è infatti da
ritrovarsi nei celebri duelli di questo genere o in missioni
particolarmente eroiche ai limiti della frontiera. Al contrario,
quella raccontata nel film è una faccenda di soldi, gioco d’azzardo
e imprevedibili disavventure ad essi legate.
Il film, scritto dal premio Oscar
William Goldman, è tratto dall’omonima serie
televisiva distribuita in televisione dal 1957 al 1961. Composta da
cinque stagioni e trasmessa anche in Italia, questa vedeva i
fratelli Maverick impegnati in rocambolesche avventure che
reinventavano anche in chiave comica l’immaginario western. L’idea
di realizzare un’opera cinematografica a partire da quel prodotto
circolava da tempo ad Hollywood, ma solo grazie all’interessamento
di Donner e Gibson questa poté concretizzarsi. Il film si rivelò un
autentico successo, incassando 183 milioni di dollari a fronte di
un budget di soli 73.
Candidato anche al premio Oscar per
i migliori costumi, Maverick è oggi un titolo forse troppo
dimenticato, che presenta però alcuni elementi di gran fascino.
Dalle doti comiche dei protagonisti alle irresistibili peripezie a
cui vanno incontro, dagli ambienti western ai risvolti meno battuti
di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Maverick: la trama del film
La vicenda del film si svolge nel
vecchio West, dove Bret Maverick si guadagna da
vivere grazie alla sua grande abilità nel poker. Il suo bisogno di
soldi, però, non si colma mai, ma potrebbe essere saziato qualora
riuscisse a vincere un prestigioso torneo il cui montepremi è un
bottino di 500 mila dollari. Oltre al guadagno, si tratta
dell’occasione perfetta per dimostrare a tutti di essere il miglior
giocatore del suo tempo, mettendo a tacere le voci che lo
vorrebbero come un semplice baro. Per poter partecipare, però,
Maverick deve prima di tutto pagare una notevole tassa
d’iscrizione.
Andando dunque in giro a riscuotere
debiti, Maverick si imbatte nella bella truffatrice
Annabelle Bransford, la quale decide di unirsi a
lui nella sua avventura. La strada per St. Louis, dove si terrà il
torneo, è però lunga e tortuosa, ricca di insieme come gli indiani
e diversi nemici di Maverick. Tra questi, in particolare, spicca
Angel, giocatore d’azzardo più volte vistosi
truffare dal protagonista. Egli farà di tutto perché Maverick non
raggiunga il luogo del torneo, così da potersi assicurare la
vittoria. Intralciare l’astuto protagonista, però, sarà più
complesso che mai.
Maverick: il cast del film
Come anticipato, a ricoprire il
ruolo del protagonista Bret Maverick vi è il premio Oscar Mel Gibson. Per
l’occasione, egli si è trovato a dover prendere diverse lezioni per
risultare credibile nei panni del personaggio. In particolare, egli
ha imparato non solo a giocare ottimamente a poker, ma anche ad
estrarre rapidamente una pistola dalla sua fondina. Accanto a lui,
nei panni della truffatrice Annabelle Bransford vi è l’attrice
premio Oscar Jodie Foster.
Per il suo personaggio, l’attrice ha dato vita ad una numerosa
serie di scene in cui si evince la poca grazia di Annabelle. Questa
caratteristica deriva dalla prima scena in cui compare, dove nel
tentavi di scendere da cavallo cade rovinosamente a terra.
Nei panni di Angel lo spagnolo, il
giocatore di poker nemico di Maverick, vi è l’attore
AlfredMolina, mentre
James Garner, protagonista della serie da cui
il film è tratto, interpreta qui il ruolo dell’anziano sceriffo
Zane Cooper. Il premio Oscar JamesCoburn interpreta il Commodoro Duvall. Nel film,
infine, è presente anche un cameo di Danny Glover,
co-protagonista di Gibson in Arma Letale. Egli interpreta
qui un rapinatore di banche che alla vista di Gibson rimane per un
attimo interdetto, i due si scrutano come se si conoscessero (il
parallelo è sottolineato anche dal sottofondo musicale, che fa
anche parte della colonna sonora di Arma Letale), poi la
scena finisce con la fuga di Glover, che ripete una delle sue più
celebri battute della saga: “sono troppo vecchio per
questestronzate!”.
Maverick: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Maverick
è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili,Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Now
e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di lunedì 7febbraio
alle ore 21:10 sul canale Rai
Movie.
Diretto dalla vincitrice
dell’Academy Award® Domee Shi, il nuovo film Disney e Pixar
Red vede
protagonista la tredicenne Mei Lee che si trasforma in un
gigantesco panda rosso ogni volta che si emoziona troppo (che per
un’adolescente significa praticamente SEMPRE). Red sarà
disponibile in streaming in esclusiva su Disney+ dall’11 marzo per tutti gli
abbonati.
I doppiatori del film
comprendono Chiara Fabiano (Meilin Lee), Daniela Calò
(Ming Lee), Nicole Damiani (Miriam), Vittoria
Bartolomei (Abby), Sara Labidi (Priya), Antonella
Giannini (Nonna), Valeriano Corini (Tyler),
Cinzia De Carolis (Zia Chen), Mirta Pepe (Zia
Ping) e Oliviero Dinelli (Signor Gao).
Il cast di voci include inoltre
Ambra Angiolini e Sabrina
Impacciatore rispettivamente nel ruolo di Helen e
Lily, le cugine di Mei, e Shi Yang Shi
nei panni di Jin Lee, il padre affettuoso e amorevole di
Mei.
Tra i camei presenti nel film anche
quelli di Marco Maccarini, nei panni di un
conduttore radiofonico; Federico Russo, nel ruolo
di un annunciatore televisivo; e Gu Shen, che
presta la propria voce a Sui Jyu, il personaggio di un
programma televisivo che Mei guarda insieme a sua madre.
Manuelito “Hell
Raton” (Robaire), BALTIMORA
(Tae Young), Versailles (Aaron
T.), Karakaz (Jesse) e
Moonryde (Aaron Z.) prestano le proprie
voci nei dialoghi dei componenti dei 4*Town, la prima boy band di
Pixar per cui Mei e le sue amiche condividono una vera e propria
ossessione.
Il film Disney e Pixar Red
vede protagonista Mei Lee, una tredicenne maldestra e sicura di sé,
combattuta tra il rimanere una figlia disciplinata e il caos
dell’adolescenza. Sua madre, Ming, è protettiva, se non leggermente
autoritaria, e non si allontana mai da sua figlia: una realtà
imbarazzante per un’adolescente come lei. E come se i cambiamenti
dei suoi interessi, delle sue relazioni e del suo corpo non fossero
abbastanza, ogni volta che si emoziona troppo (che significa
praticamente SEMPRE), si trasforma in un gigantesco panda
rosso!
Red è diretto dalla
vincitrice dell’Academy Award® Domee Shi (cortometraggio Pixar
Bao) e prodotto da Lindsey Collins.
Apple TV+
ha presentato il trailer di “Il dilemma di
Lincoln“, la nuova docuserie in quattro parti che prende
in esame, dalla prospettiva del XXI secolo, la vita di un uomo
complicato nel contesto dei suoi tempi. Ricca di storie inedite e
focus sull’uomo Lincoln, la docuserie mette in luce un lato poco
conosciuto e più intimista del sedicesimo presidente degli Stati
Uniti d’America, offrendo una nuova prospettiva su una storia che
sembra più attuale e pertinente che mai. Narrate da Jeffrey Wright e con le voci di Bill Camp nei
panni di Abraham Lincoln e Leslie Odom, Jr. nei panni di Frederick
Douglass, tutte e quattro le parti di “Il dilemma di Lincoln”
saranno presentate in anteprima mondiale venerdì 18 febbraio su
Apple TV+.
Basata sul pluripremiato libro
dello storico David S. Reynolds, “Abe: Abraham Lincoln in His
Times”, la serie presenta approfondimenti di numerosi giornalisti,
insegnanti e studiosi di Lincoln, oltre a rari materiali d’archivio
che offrono uno sguardo più sfumato sull’uomo soprannominato il
Grande Emancipatore. Ambientato sullo sfondo della guerra civile,
“Il dilemma di Lincoln”, dà voce anche ai racconti di persone
ridotte in schiavitù, dando forma a una visione più completa di
un’America divisa su questioni come economia, razza e umanità e
sottolineando la battaglia portata avanti da Lincoln per salvare il
paese a ogni costo.
“Il dilemma di Lincoln”, è prodotto
da Eden Productions e Kunhardt Films. I produttori esecutivi sono
Peter Kunhardt, Teddy Kunhardt, George Kunhardt, Josh Tyrangiel,
Richard Plepler, Jacqueline Olive, Barak Goodman e Jelani Cobb.
Jacqueline Olive e Barak Goodman dirigono la serie.
La nuova serie si unisce alla rosa
in espansione di pluripremiati documentari e docuserie su Apple
TV+, tra cui “Boys State” vincitore dell’Emmy Award; “The
Velvet Underground”, l’acclamato documentario del regista Todd
Haynes; “Beastie Boys Story”, vincitore del Critics Choice Award e
nominato agli Emmy e ai Grammy; il documentario di successo
mondiale “Billie Eilish: The World’s A Little Blurry”; “Fireball:
messaggeri dalle stelle” di Werner Herzog, candidato al premio per
il documentario Critics Choice; così come le prossime docuserie su
Magic Johnson, “The Supermodels” e “Number One on the Call Sheet”,
narrati da Jamie Foxx, Kevin Hart, Datari Turner e Dan Cogan.
They Call Me
Magic, l’attesissimo documentario in quattro parti che
offre uno sguardo olistico e illuminante sulla vita e la carriera
di Earvin “Magic” Johnson, una delle figure più iconiche del mondo,
sarà presentato in anteprima il 22 aprile su Apple
TV+.
They Call Me Magic
si unisce alla rosa in espansione di pluripremiate docuserie e
documentari su Apple TV+, tra cui “Boys State” vincitore dell’Emmy
Award; “The Velvet Underground”, l’acclamato documentario del
regista Todd Haynes; “Beastie Boys Story” vincitore del Critics
Choice Award e nominato agli Emmy e ai Grammy Award; il
documentario di successo mondiale “Billie Eilish: The World’s A
Little Blurry”; il candidato al premio Critics Choice Documentary
Award di Werner Herzog “Fireball: messaggeri dalle stelle”, così
come i documentari di prossima uscita “The Supermodels” e “Number
One on the Call Sheet”, degli acclamati storyteller Jamie Foxx,
Kevin Hart, Datari Turner e Dan Cogan.
La trama di They Call Me Magic
La docuserie offre un punto di
vista nuovo sull’incredibile storia della vita reale di Johnson,
sull’esempio che la sua vita, sia dentro che fuori dal campo, ha
mostrato agli occhi di tutto il mondo e che ancora oggi continua ad
avere un impatto sulla nostra cultura. I quattro episodi
ripercorreranno i successi del ragazzo dalle umili
origini: nato a Lansing nel Michigan, diventato
prima il volto dei Los Angeles Lakers e consacratosi poi come la
leggenda NBA di tutti i tempi, “Magic” Johnson ha
cambiato il modo di affrontare il tema dell’HIV e si è affermato
come attivista e imprenditore di successo. Grazie a
filmati e interviste inedite, alle testimonianze di personaggi
di spicco della politica e uomini d’affari, oltre a quelle
della sua cerchia ristretta di amici e familiari, la serie offrirà
uno sguardo senza precedenti su uno dei grandi dello sport di tutti
i tempi.
Apple
TV+ ha presentato il trailer dell’attesissima serie limitata
prodotta e interpretata dal candidato all’Oscar® Samuel L. Jackson, “Gli
ultimi giorni di Tolomeo Grey”. Basata sull’acclamato
romanzo dell’autore di best-seller Walter Mosley, che ha curato
l’adattamento per lo schermo ed è anche produttore esecutivo,
l’avvincente serie di sei episodi su famiglia, memoria ed eredità
uscirà in tutto il mondo venerdì 11 marzo su Apple TV+ con i primi
due episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni
venerdì.
“Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” – la
trama
Ideato da Apple Studios,
“Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” vede Samuel L. Jackson nei panni di Tolomeo Grey,
un uomo malato dimenticato dalla sua famiglia, dai suoi amici e
persino da se stesso. Improvvisamente lasciato senza il suo fidato
custode e sull’orlo di sprofondare ancora di più in una demenza
solitaria, Tolomeo viene assegnato alle cure dell’adolescente
orfana Robyn, interpretata dalla candidata al BAFTA Dominique
Fishback (“Judas and the Black Messiah”). Quando vengono a
conoscenza di un trattamento in grado di ripristinare i ricordi
confusi dalla demenza di Tolomeo, inizia un viaggio verso verità
scioccanti sul passato, presente e futuro. Oltre a Samuel L.
Jackson e Dominique Fishback, nel cast della serie Apple Original
troviamo anche Cynthia Kaye McWilliams (“Coyote”, “Real Husbands of
Hollywood”), Damon Gupton (“Black Lightning”, “Bates Motel”),
Marsha Stephanie Blake (“Sono la tua donna – I Am Your Woman”,
“When They See Us”), Walton Goggins (“Justified,” “The Unicorn”) e
Omar Miller (“The Unicorn,” “Ballers”).
Insieme a Mosley e Jackson, “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey”
è prodotto da Diane Houslin, partner di produzione di Mosley,
da Ramin Bahrani, Eli Selden e David Levine per Anonymous Content e
LaTanya Richardson.
Una condivisione di Twitter ha messo
a disposizione dei fan di The
Batman una immagine in 4K di Robert Pattinson nel costume del Cavaliere
Oscuro, un’immagine che mostra nel dettaglio la parte alta del
costume del personaggio:
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Trai punti di maggiore forza di
Hawkeye, ecco Yelena Belova con un nuovo costume
ispirato alla Vedova Nera che non sarebbe fuori posto, quando, come
speriamo, si unirà ai nuovi Vendicatori.
Florence
Pugh, che interpreta Yelena, ha fatto il suo esordio
nel panni del personaggio in Black Widow, tornando sul
piccolo schermo in Hawkeye, la serie Disney+, che l’ha messa contro Clint
Barton, che lei crede responsabile per la morte della sorella.
Vedremo presto Yelena in altri progetti Marvel, anche se al momento il suo
percorso è segreto.
David Lynch si è
unito al cast del film drammatico di Steven Spielberg, The
Fabelmans. Il suo ruolo rimane un segreto gelosamente
custodito.
The
Fabelmans segnerà la prima collaborazione tra Lynch e
Spielberg, entrambi registi seminali emersi negli anni ’70. Lynch
ha accumulato nel corso degli anni una serie di capolavori
Mulholland Drive, Eraserhead, Velluto Blu, Una storia
vera e Strade Perdute. Il suo dramma
storico del 1980 The Elephant Man ha ricevuto otto
nomination all’Oscar, di cui una per la regia di Lynch, mentre il
suo romanzo poliziesco Cuore selvaggio ha vinto la
Palma d’Oro al Festival di Cannes del 1990.
Lynch ha ricevuto nomination
all’Oscar come miglior regista per Velluto Blu e
Mulholland Drive. Il suo film più recente,
Inland Empire, è uscito nel 2006, suscitando elogi
da parte di gruppi di critici.
David Lynch attore per Spielberg
Lynch è anche una delle menti
dietro la serie televisiva Twin Peaks, che ha
co-creato con Mark Frost. Lynch ha diretto sei
episodi delle due stagioni della serie negli anni ’90, oltre al
film prequel del 1992 Twin Peaks: Fuoco cammina con
me. Nel 2017, Lynch è tornato alla serie, dirigendo 18
episodi per Showtime.
Oltre alla regia, Lynch ha anche
avuto esperienze di recitazione. Ha interpretato l’agente dell’FBI
Gordon Cole in tutte le iterazioni di Twin Peaks e
i suoi altri crediti vanno dalle apparizioni come ospite in
Louie e The Cleveland Show, a un
ruolo in Lucky del 2017.
Sebbene Spielberg sia attualmente
trai protagonisti della stagione dei premi con West
Side Story, il regista è anche impegnato nella
realizzazione di The Fabelmans. Mentre i dettagli della trama
rimangono nascosti, The Fabelmans è descritto come un progetto
semi-autobiografico, che attinge dal periodo in cui Spielberg è
cresciuto in Arizona.
Lynch si unisce a un cast che
include Michelle Williams, Seth Rogen, Paul Dano, Julia
Butters e il nuovo arrivato Gabriel
LaBelle. Williams e Dano dovrebbero interpretare
personaggi basati sui genitori di Spielberg, mentre si dice che il
ruolo di Rogen sia influenzato dallo zio di Spielberg. LaBelle
interpreta l’aspirante regista Sammy, un alter ego di Spielberg,
mentre Butters interpreta sua sorella, Anne. L’ensemble di The
Fabelmans comprende anche Judd Hirsch, Sam Rechner, Oakes
Fegley, Chloe East, Jeannie Berlin, Robin Bartlett, Jonathan
Hadary e Isabelle Kusman.
Kevin Spacey è un
attore che diventato il simbolo dell’up and down di Hollywood,
dall’Olimpo agli Inferi in poco tempo per colpa della sua stessa
persona. Eppure, in passato l’attore aveva conquistato il mondo con
le sue indimenticabili ed intense interpretazioni, tra bravura e
grazia.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Kevin Spacey.
Kevin Spacey: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera dell’attore americano è iniziata nel
1986, debuttando con il film Heartburn – Affari di cuore.
In seguito, ha lavorato nei film Una donna in carriera
(1988), I soliti sospetti (1995), Virus
letale (1995), Seven (1995), L.A.
Confidential (1997), Il negoziatore(1998),
American Beauty
(1999), The Big Kahuna (1999) e The Shipping
News – Ombre dal profondo (2001). La sua carriera è proseguita
con The Life of David Gale
(2003), Superman Returns
(2006), 21 (2008), L’uomo che fissa le
capre (2009), Margin Call (2011) e Come ammazzare il capo… e vivere
felici (2011). Tra i suoi ultimi film vi sono Come ammazzare il capo
2 (2014), Elvis & Nixon (2016), Una vita da gatto
(2016), Rebel in the Rye
(2017), Baby Driver – Il genio della
fuga (2017) e Billionaire Boys Club (2018).
L’attore ha lavorato anche in televisione, partecipando soprattutto
alla serie House of Cards – Gli intrighi del potere
(2013-2017).
2. È anche doppiatore,
produttore, regista e sceneggiatore. L’attore americano
non ha svolto solo questa attività nella sua carriera. Infatti, ha
vestito i panni del doppiatore per i film A Bug’s Life –
Megaminimondo (1998) e Moon (2009), oltre che per il
videogioco Call of Duty: Advance Watfare (2014). In quanto
produttore, invece, ha lavorato alla realizzazione di film come
The Big Kahuna (1999), 21 (2008), The Social Network
(2010), Safe (2012), Captain Phillips – Attacco in
mare aperto (2013) e della serie House of Cards.
Inoltre, l’attore ha diretto Insoliti criminali (1996) e
Beyond the Sea (2004), che ha anche sceneggiato.
Kevin Spacey: il testo della
canzone di Caparezza
3. Il nome dell’attore è il
titolo di una canzone. Nel suo quinto album in studio,
Il sogno eretico, Caparezza ha dedicato
il titolo di una canzone proprio a Spacey. In Kevin Spacey
Caparezza, rappando, inizia a raccontare i finali di molti film
famosi, parte dei quali hanno avuto Kevin Spacey nel cast di
attori. Tra i titoli citati vi sono American Beauty, Fight
Club, L’impero colpisce ancora,
I soliti sospetti, Il curioso caso di Benjamin
Button, Psyco, Seven, Superman Returns, The Game e The Jackal.
Kevin Spacey ha una moglie?
4. L’attore è
omosessuale. Spacey è sempre stato estremamente riservato
circa la propria vita privata e non ha mai lasciato trapelare
notizie. Si sa però che non è mai stato sposato ma anzi per tutta
la durata della sua carriera si è sempre mormorato circa
l’orientamento sessuale dell’attore. È stato proprio lui a fare
infine coming out quando Anthony Rapp lo ha
accusato di molestie sessuali avvenute anni prima.
Kevin Spacey e gli Oscar
5. Ha vinto due
Oscar. L’attore, oltre agli altri numerosi premi
conquistati, ha vinto ben due Academy Award. Il primo è arrivato
nel 1996 come Miglior Attore non Protagonista per I soliti
sospetti, mentre il secondo l’ha conquistato nel 2000 come
Miglior Attore non Protagonista per American Beauty. Si
tratta delle uniche due nomination da lui ricevute, anche se in
molti sostengono esserci state anche altre occasioni in cui
l’attore avrebbe meritato ulteriori candidature.
Kevin Spacey in Seven
6. Nessuno sapeva del suo
coinvolgimento nel film. Nel celebre thriller del 1995
Seven, diretto da David Fincher,
l’attore interpreta il personaggio di Jon Doe, che si rivelerà poi
essere il killer della storia. Per mantenere un’aura di mistero a
riguardo, Spacey chiese al regista che il proprio nome non venisse
pubblicizzato, così da far diventare una vera e propria sorpresa il
suo ingresso in scena. Pur comparendo poi relativamente poco nel
film, la sua presenza è quantomai memorabile.
Kevin Spacey in American
Beauty
7. Ha improvvisato una
scena. Nel film del 1999 American Beauty, dove
Kevin Spacey interpreta il mite Lester Bunham, egli ha improvvisato
tutto quello che fa il personaggio in macchina mentre è fatto e
canta American Woman. Spacey si dedicò infatti con grande
attenzione alla costruzione di Lester e per la sua intensa
performance ha poi vinto il suo secondo Oscar.
8. Non fu la prima
scelta. Per quanto oggi sia il volto simbolo
di American Beauty, Spacey non fu il primo ad essere
stato considerato per il ruolo Lester. Pare che, in origine, per
questo personaggio furono contattati sia Chevey
Chase che Tom Hanks. Alla fine, per ragioni di altri
progetti in programma, il ruolo è andato a Kevin Spacey. Il regista
Sam Mendes si è in seguito dichiarato entusiasta
della scelta, considerando Spacey una benedizione al film.
Kevin Spacey: oggi
9. Sta lavorando ad un nuovo
film. Da quando nel 2017 l’attore è stato accusato di
molestie, la sua carriera ha subito una brusca frenata. Spacey non
ha infatti ricoperto ulteriori ruoli e si è allontanato
parzialmente dal mondo dello spettacolo. Tuttavia, egli non ha mai
del tutto messo da parte il suo lavoro e attualmente è previsto tra
i protagonisti di due nuovi film. Il primo è Peter Five
Eight, la cui trama è ancora sconosciuta, mentre il secondo è
il chiacchierato L’uomo che disegnò Dio, diretto da
Franco Nero.
Kevin Spacey: età e altezza
10. Kevin Spacey è nato il
26 luglio del 1959 nel South Orange, nel New Jersey. La
sua altezza complessiva corrisponde a 178 centimetri.
Parlando con THR in una recente
intervista su Uncharted e
No Way Home, Tom Holland
ha parlato delle sfide che derivavano dal primo. Un nuovo progetto
può sempre portare un attore in un territorio inesplorato, ed è
esattamente ciò che Uncharted
ha fatto per Holland quando si è trattato della personalità di
Drake. Riferendosi specificamente a ciò che era nuovo per lui,
Holland ha detto:
“Una delle cose più difficili di
questo personaggio è stata interpretare “il bravo ragazzo”.
Storicamente, ho sempre interpretato l’outsider che non ha molti
amici in particolare e non è un bravo ragazzo. Quindi Nathan Drake
è l’esatto opposto, ed è stato qualcosa a cui mi ci è voluto un po’
per abituarmi e sentirmi a mio agio nel farlo.”
Uncharted,
l’atteso adattamento cinematografico diretto da Ruben Fleischer con
Tom Holland, Mark Wahlberg, Sophia
Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas.
Dal 17 febbraio solo al cinema, prodotto da Sony Pictures e
distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
La trama
L’astuto ladro Nathan Drake
(Tom
Holland) viene reclutato dall’esperto cacciatore di tesori
Victor “Sully” Sullivan (Mark Wahlberg) per recuperare una fortuna
persa da Ferdinando Magellano 500 anni fa. Quello che inizia come
un furto diventa una corsa mozzafiato in giro per il mondo per
raggiungere il tesoro prima dello spietato Moncada (Antonio
Banderas), di cui ritiene di essere il legittimo erede. Se Nate e
Sully riusciranno a decifrare gli indizi e risolvere uno dei
misteri più antichi della storia, troveranno un tesoro di 5
miliardi di dollari e forse anche il fratello, scomparso da tempo,
di Nate… solo se impareranno a lavorare insieme.
Prima ancora che il mondo iniziasse
a discutere se fosse in grado o meno di essere il protagonista di
The
Batman, Robert Pattinson era segretamente ossessionato
dalla possibilità di ottenere il ruolo. Parlando con Total
Film (tramite Games Radar), l’attore ha detto che anche i
suoi agenti sono rimasti sorpresi dal fatto che fosse così ansioso
di avere la possibilità di interpretare il ruolo del personaggio
DC Comics, considerando che negli ultimi anni è
diventato gradualmente un beniamino del cinema indie.
“Miravo a cose completamente
diverse. Ovviamente è fondamentalmente il fiore all’occhiello delle
parti che puoi davvero ottenere come attore. Ma non avrei mai
pensato di essere vicino a farlo, specialmente dati i ruoli che
stavo interpretando in quel periodo.
“Ho continuato a controllare
ossessivamente per il periodo di un anno. Anche i miei agenti
dicevano, ‘Oh, interessante. Pensavo volessi solo interpretare dei
mostri?’ E io ero tipo, ‘È un mostro!'”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Juliette Binoche è
un’attrice che saputo conquistare il pubblico internazionale grazie
alla sue performance che non si solo limitate solo ai confini
francesi, riuscendo a far capitolare anche la cinematografia
mondiale ai suoi piedi. L’attrice ha sempre lavorato sodo per dare
solidità e concretezza alla sua carriera, interpretando ruoli
iconici ed indimenticabili in film che sono diventati dei cult.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Juliette Binoche.
Juliette Binoche: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. L’attrice ha debuttato nel mondo della recitazione
con il film Liberty Belle (1983), per poi lavorare in
Vita di famiglia (1985), L’insostenibile
leggerezza dell’essere (1989), Cime tempestose
(1992), Il danno (1992), Tre colori –
Film blu (1993), Tre colori – Film
rosso (1994), Il paziente inglese
(1997) I figli del secolo (1999), Chocolat (2000), In
My Country (2004) e Paris, je t’aime (2006). In
seguito è apparsa in Disimpegno (2007), L’amore
secondo Dan (2007), Copia conforme (2010),
The Son of No One (2011), Elles (2011), e
Cosmopolis (2012). Tra
i suoi ultimi lavori vi sono Mille volte Buona notte
(2013), Godzilla (2014),
Sils Maria (2014),
7 Letters (2015), L’attesa (2015), Ma Loute (2016),
Ghost in the Shell
(2017), L’amore secondo Isabelle (2017), Il gioco delle coppie (2018), High Life
(2018), Il gioco delle coppie
(2018), Le verità (2019) e
La brava moglie
(2020).
2. Ha lavorato anche in
televisione. L’attrice non ha lavorato solo sul grande
schermo, ma anche in televisione. È apparsa, infatti, sul piccolo
schermo nei film tv Dorothée, danseuse de corde (1983),
Fort bloqué (1985), Women & Men 2: In Love There Are
No Rules (1991), Mademoiselle Julie (2011) e
Antigone at the Barbican (2015), oltre che aver
partecipato alla serie Chiami il mio agente! (2017).
Prossimamente la si vedrà invece nella miniserie The
Staircase, di genere thriller, dove ricoprirà un ruolo ancora
non specificato.
Juliette Binoche: chi è suo
marito
3. Non si è mai
sposata. Nonostante l’attrice abbia avuto diverse
frequentazioni, non è mai convolata a nozze. Tra i vari partner, si
è legata con il regista Leos Carax, dal 1986 al
1991, per poi frequentare l’anno successivo il professionista di
subacqua André Halle. In seguito, dal 1994 al 1997
si è frequentata con il collega Olivier Martinez,
mentre dal 1999 al 2003 si è legata con l’attore Benoît
Magimel che ha conosciuto sul set del film I figli del
secolo, nel 1999. Se dal 2003 al 2004 ha frequentato il
collega Mathieu Amalric, la sua ultima fiamma
sarebbe stata Santiago Amigorena, sceneggiatore
argentino con si sarebbe frequentata dal 2005 al 2009.
4. Ha due figli.
Pur non essendosi mai sposata, l’attrice è comunque diventata mamma
di due figli, avuti da due compagni diversi. Nel 1993 ha infatti
dato alla luce il figlio Raphael, avuto da André
Halle, mentre nel 2000 è nata la figlia Hannah,
avuta dall’unione con Benoît Magimel. Anche se oggi la Binoche non
è più legata ai due uomini, mantiene comunque con loro buoni
rapporti così da poter crescere al meglio i due figli.
Juliette Binoche in Il paziente inglese
5. Ha voluto far parte del
film. L’attrice ha rivelato di aver saputo, tra sé e sé,
di voler far parte de Il paziente inglese non appena ha
letto la scena in cui Kip mostra ad Hana gli affreschi sui muri di
una chiesa. Rapita dalla bellezza struggente della storia, la
Binoche ha così insistito per ottenere un provino, finendo con il
convincere il regista di essere l’interprete giusta per il ruolo
dell’infermiera Hana.
6. Ha vinto un
Oscar. Grazie alla sua incredibile performance in Il
paziente inglese, la Binoche è riuscita a conquistare il
premio come Miglior Attrice non Protagonista agli Oscar del 1997,
battendo attrici del calibro di Lauren Bacall e
Jan Allen. Per lei si è trattata della prima
nomination al premio, cosa che l’ha poi consacrata come grande
interprete internazionale.
Juliette Binoche in
Chocolat
7. Ha davvero imparato la
professione. Per prepararsi al ruolo di Vianne in Chocolat, la Binoche si
è recata in una cioccolateria di Parigi affinché imparasse a fare i
cioccolatini. Alcuni dei cioccolati da lei realmente realizzati
sono poi stati utilizzati nel film. Per le scene in cui la
protagonista viene ripresa mentre prepara il cioccolato, però, le
mani che si vedono non sono quelle della Binoche ma di una
controfigura.
8. È stata nominata agli
Oscar. Grazie alla sua intensa interpretazione nei panni
di Vianne, l’attrice ha ricevuto diversi riconoscimenti e
nomination a premi prestigiosi, come i Golden Globe e gli Academy
Award del 2001. La Binoche ha così ottenuto la sua seconda
nomination al premio, stavolta però nella categoria di Miglior
Attrice Protagonista.
Juliette Binoche in Il
danno
9. È stato il film che l’ha
resa celebre. Nel 1992 la Binoche si fa notare al grande
pubblico grazie al ruolo di Anna Barton nel film Il danno di
Louis Malle, tratto dall’omonimo romanzo di
Josephine Hart. Prima di lei, tuttavia, il regista
aveva considerato anche le attrici Isabelle Adjani
e Jodie Foster, le quali però rifiutarono. Come
noto, il film portò anche la Binoche a doversi confrontare con una
delle sue prime scene di sesso, insieme al collega Jeremy
Irons. Questa fu dai due totalmente improvvisata.
Juliette Binoche: età e altezza
dell’attrice oggi
10. Juliette Binoche è nata
il 9 marzo del 1964a Parigi, in Francia.
Ha dunque oggi 57 anni e la sua altezza complessiva corrisponde a
168 centimetri.
Domenica 6 febbraio
RaiUno ci riporta nel rione, riprende a raccontare le storie di
Lila e Lenù ne L’Amica Geniale 3 – Storia di chi fugge e di
chi resta. E proprio dal titolo, ormai, lo sappiamo, c’è
chi fuggita, Elena, dalla povertà e dall’ignoranza, e chi invece è
rimasta, Raffaella, sempre alle sue condizioni.
L’Amica Geniale 3 – Storia
di chi fugge e di chi resta racconta gli anni ’70
La terza stagione della
serie HBO-Rai Fiction espande il suo racconto, non solo perché le
due protagoniste, sempre interpretate da Gaia Girace e Margherita
Mazzucco, sono cresciute ed entrambe hanno trovato la loro
strada che le rende in qualche modo uniche per la loro generazione
e il loro tempo, ma anche perché l’affresco dei romanzi, e con essi
della serie, si allarga al racconto di un’Italia tumultuosa, in cui
l’università, la fabbrica, la piazza, persino il silente e pigro
rione in cui crescono Lila e Lenù diventano teatri di scontri
politici e bracci armati, di ideologie e di conflitti destinati a
dare forma al Paese contemporaneo.
La regia della serie
questa volta ha una sola voce, quella di Daniele
Luchetti, che si sostituisce a Saverio Costanzo e
Alice Rohrwacher e che accompagna le due protagoniste, con
tutti i loro amici e nemici, per i tumultuosi anni ’70. La
produzione si conferma di ottimo livello, sia da un punto di vista
tecnico che artistico, con una riduzione da romanzo attenta e
funzionale, ma soprattutto con dei protagonisti sempre più maturi e
a loro agio con i personaggi che portano sullo schermo.
Due donne
contro
Non solo, ne
L’Amica Geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi
resta la nostre due protagoniste cominciano a
sperimentare ancora di più, sulla loro pelle, la disparità tra uomo
e donna, tra quello che è concesso agli uni e quello che devono
rubare e strappare per sé le altre. Le mani lunghe, i commenti
sgradevoli, le etichette, le imposizioni, l’essere per forza uno
strumento per la felicità dell’uomo, l’essere sottoposta a
giudizio, sottomessa a volontà maschile, essere non soggetto agente
ma oggetto reagente. E chi un modo, chi in un altro, entrambe
tentano di sottrarsi a ciò che a loro è stato destinato, entrambe
provano a scrivere una storia che sia soltanto loro.
Lila, dopo essere
scappata con il figlio dal matrimonio infelice con Stefano, grazie
all’aiuto di Enzo (Giovanni Buselli, unico
personaggio maschile positivo dell’intera serie!), lavora adesso
nel salumificio Soccavo, in cui oltre a sopportare condizioni di
lavoro disumane, deve anche tenere a bada Bruno Soccavo, vecchio
amico conosciuto a Ischia ai tempi dell’amore proibito per Nino, e
ora capo dell’azienda di famiglia e troppo sicuro di poter fare ciò
che vuole con le sue operaie, e soprattutto con Lila. Dal canto
suo, Elena sembra che sia sul punto di ottenere tutto ciò che
desidera: ha scritto il suo primo libro, lo presenta nelle librerie
d’Italia, è fidanzata con un giovane professore, Pietro, la cui
famiglia gli Airota, sembra capace di aprirle tutte le porte del
mondo accademico al quale lei si sta avvicinando.
Vite parallele ma
co-dipendenti
Due vite che scorrono
ormai parallele, ma che tornano ad incrociarsi quando Elena torna
dai genitori, al rione, e Lila chiede il suo aiuto. Si ricuce così
lo strappo che le aveva viste lontane per così tanto tempo, e le
due amiche geniali tornano a parlarsi, ad aiutarsi, a tessere
quella tela insolita e misteriosa che è la loro amicizia, sempre al
limite tra l’amore viscerale che si prova per i consanguinei, e il
disprezzo per chi rappresenta esattamente ciò che vogliamo essere e
che non riusciamo ad essere.
In L’Amica
Geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta, Lila e
Lenù continuano ad essere complementari e antitetiche, e forse
proprio questo è il segreto del fascino magnetico di questa storia
di donne profondamente ancorata al suo tempo, eppure sempre
attuale, perché nonostante gli anni e le lotte, le donne devono
sempre faticare un po’ di più, per avere successo nel lavoro, per
essere indipendenti, per far capire anche a chi le ama che sono
complete anche senza essere mogli o madri, che non sono oggetti
reagenti, che possono scegliere per sé, che possono avere il
coraggio della solitudine e stare bene con le loro
scelte.
Da Spider-man: No Way Home
a Loki, nell’Universo Cinematografico Marvel si parla sempre più
di Multiverso. Ne è una conferma l’arrivo di Doctor
Strange nel Multiverso della Follia. Con l’ex Stregone Supremo pronto a
viaggiare attraverso realtà alternative al fianco di America
Chavez, Clea e la Strega Scarlatta, la
Marvel ha la possibilità di reinventare molti
dei personaggi che conosciamo e amiamo.
Si
dice anche che il film sarà denso dicammei di attori pronti a riprendere i loro
ruoli del franchise di X-Men e non solo. Di
seguito troverete una lista di tutti i cameo che ci aspettiamo di
vedere in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia, dai più plausibili a quelli più assurdi.
ATTENZIONE: da questo momento in poi
potrebbero esserci spoiler!
Black Bolt
Black Bolt
apparirà come membro degli Illuminati nel sequel di
Doctor Strange. Data la storia di Black
Bolt, la sua presenza nel film è abbastanza probabile.
Anson Mount presumibilmente interpreterà l’eroe,
anche se non c’è la certezza che la Marvel torni
ad esplorare nella serie fallita della
ABC per pescare i suoi personaggi.
Ghost Rider
Ci sono state voci sul
debutto di Ghost Rider in MCU per diversi anni e si dice che il
franchise abbia scelto Norman Reedus per il ruolo.
Sembra che in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia, Ghost
Rider potrebbe essere liberato da una specie di prigione
spirituale, fatto che spiegherebbe la sua assenza nella
MCU fino ad ora.
Il ritorno sul grande schermo di
Ghost Rider è atteso da tempo, quindi speriamo che
questa voce sia vera.
Professor X
Patrick
Stewart ha detto di aver incontrato il presidente della
Marvel StudiosKevin Feige, e
diverse fonti hanno da allora affermato che vedremo il
Professor X in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia.
In
una variante più simile a quella di X-Men: The Animated
Series che a quella dei film di
X-Men, Charles Xavier sarà il leader degli
Illuminati Multiversali che tenteranno di combattere la
Strega Scarlatta che sembra s’impossesserà del corpo di
Wanda Maximoff.
Balder The Brave
Dopo vari ripensamenti, finalmente la Marvel ha
preso in considerazione l’introduzione di Balder the Brave,
fratello di Thor in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia. Purtroppo, sin da
Thor: The Dark World, il personaggio è sempre stato messo da parte. Ma
tutto potrebbe cambiare con questo film: si dice che Balder sarà un membro degli
Illuminati.
Altre voci suppongono che
Balder sia stato rimosso dal film durante le riprese per
rendere gli Illuminati un team più ”stellare”. Speriamo
che Balder riesca a debuttare sul grande schermo!
Mr. Fantastic
Ci sono molti indizi che
suggeriscono la presenza di Mr. Fantastic in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Probabilmente John Krasinski sarà il leader dei
Fantastici Quattro.
Abbiamo buone ragioni per credere
che questo cameo si farà veramente. Gli interpreti possibili sono
due. In primis, si è pensato alla star Jack Ryan.Tuttavia, il nome di Ioan
Gruffudd è stato fatto un paio di volte, dato che l’attore
ha interpretato l’eroe nel 2005 e nel 2007.
Iron Man
Inizialmente, Tom Cruise era stato pensato per il ruolo di
Iron Man. Arruolarlo come variante di Tony Stark
avrebbe portato un grande successo a Doctor Strange nel
Multiverso della Follia, ma ci sono stati pareri
contrastanti sul coinvolgimento della star di Mission: Impossible.
Tuttavia, nel sequel di Doctor
Strange, vedremo la variante di Iron
Man che controlla un esercito di droni Ultron
per ordine degli Illuminati e che riesce a catturare
Strange e America Chavez. Ci piacerebbe vedere
Cruise sotto il casco, ma forse ciò resterà solo
un desiderio irrealizzabile.
Loki, Sylvie e Mobius
Non ci aspettavamo che Dottor Strange
nel Multiverso della Follia ritornasse sugli eventi
vissuti da Loki, Sylvie e Mobius, ma c’è una
buona probabilità che tutti e tre questi personaggi appaiano nel
film.
Potrebbe essere per qualche spiegazione o per
colmare il divario tra la stagione 1 e la stagione 2 di Loki: in ogni caso, sarebbe un ritorno sensato del
trio. Tuttavia, c’è
l’eventualità che si tratti di tre varianti piuttosto che delle
versioni “reali” dei personaggi.
Deadpool
Ryan
Reynolds interpreterà il Mercenario
Chiacchierone nell’MCU. C’è da vedere se il
personaggio sarà un reboot di Wade Wilson o un avanzo dei
personaggi di Ant-Man del magazzino
Fox.
Si dice che
Reynolds si presenterà come Deadpool in
Dottor Strange nel
Multiverso della Follia, per poi restare
bloccato nell’MCU. Probabilmente ciò accadrà
perché il personaggio, nel tentativo di farsi coinvolgere
nella lotta tra la Strega Scarlatta e America
Chavez, cadrà in uno un portale di quest’ultima.
Doctor Strange
Già solo dal trailer di
Doctor Strange nel
Multiverso della Follia, lo Strange
Supremo che comparirà in questo film non sarà che una
trappola. E non sarà il solo! Si dice che anche “Defender
Strange” sia una Variante: il mondo di Strange sta
per essere capovolto.
Spider-Man
Il vero scoop è che
in Dottor
Strange nel Multiverso della
Follia sembra
ci sarà anche lo Spider-Man di Tobey
Maguire! Complice la presenza di Sam
Raimi alla regia, la voce si è sparsa fin dal
giorno della firma del progetto.
La possibilità di un incontro tra
questo Spidey e Strange si è aperta con No Way
Home e sarebbe fantastico per i fan un ritorno del duo
Raimi-Maguire! Speriamo che questo cameo ci faccia
fare un salto nella realtà di Spider-Man e ci dica di più
sulla sua vita con Mary Jane!
Captain Carter
Molti fan credono che l’eroe di Hayley
Atwell, protagonista di What If..?, meriti un
live-action. Sembra però che la Marvel voglia
rendere Captain Carter un membro degli Illuminati e
introdurla nel sequel di Doctor Strange.
Essendo già membro dei
Guardiani del Multiverso è logico che Peggy
sia stata coinvolta in qualche modo.
Monica Rambeau
Può sembrare strano, ma
pare che Teyonah
Parris sia destinata a tornare come Monica
Rambeau o, più precisamente, come in una Variante di
Monica. Diventerà un membro degli Illuminati e la
Capitan Marvel di un nuovo mondo.
Avendola vista così poco finora – è
apparsa solo nella serie Wandavision – è plausibile che il
cameo di Monica venga tagliato nella lavorazione finale
del film, ma mentiremmo a dire non siamo almeno un po’
incuriositi dalla possibilità di vederla nei panni
di Captain Marvel!
Wolverine
Ci sono stati pareri
contrastanti sul possibile coinvolgimento di Hugh
Jackman il Doctor Strange nel Multiverso della
Follia. Molti indizi suggeriscono che l’attore non tornerà
nei panni di Wolverine.
Jackman è
stato contattato per un cameo nel film, ed è difficile immaginarlo
in panni diversi dai soliti. L’attore ha chiarito in innumerevoli
occasioni che ha chiuso con Wolverine ma il desiderio
di stare accanto agli X-Men sul grande schermo potrebbe
portarlo a fare un’ultima strabiliante apparizione.
Uatu
La serie What if…?
sembra offrire tutta una serie di personaggi a Doctor
Strange nel Multiverso della Follia. Nello show,
l‘Osservatore si è
dimostrato una parte chiave delle storie multiversali: ha guardato
con il suo punto di vista distaccato le vite dei personaggi che
conosciamo prendere pieghe completamente diverse. Detto
ciò, non sorprende la notizia
di un cameo di Uatu nel film su
Strange.
Si dice che l’Osservatore
interverrà per salvare America Chavez durante una
battaglia con la Strega Scarlatta. Inoltre, sembra
che Jeffrey Wright sarà l’interprete
live-action di Uatu!
Capitan America
Chris Evans è in trattative per una
serie di progetti MCU, e il sequel di
Doctor Strange di Sam Raimi
potrebbe essere tra questi. Non ci aspettiamo di ritrovare Capitan Americadell’MCU nel
film. La Marvel suggerisce piuttosto la
possibilità di un cameo
di Capitan HYDRA e
un’interpretazione contorta dell’eroe che conosciamo. Ecco quindi,
un’altra possibile Variante per il Multiverso della
Follia.
I lungometraggi MCU rientrano nella categoria dei film
di supereroi, genere cinematografico che nasce
dall’adattamento per il grande schermo dei fumetti sui supereroi.
Nei film Marvel non mancano però i riferimenti e gli
elementi legati ad altri generi.
Per portare avanti il successo a
livello globale fin ad ora ottenuto, serve un’ottima capacità di
adattamento. I film MCU sono un mix esplosivo
in cui si conuigano tanti generi diversi. Visto il processo di
espansione che sta vivendo il franchise, sono già iniziate le
speculazioni sull’inevitabile Fase 5, che inizierà
probabilmente nel 2024. Per la
Marvel è tempo di escogitare nuovi scenari e nuove
interpretazioni: ci sono dieci generi cinematografici fino ad ora
non sfruttati che potrebbero essere perfetti per una futura
Fase 5…
Crime
Il crime è
indubbiamente un genere intramontabile. Dai grandi film classici,
ai cult come Il
Padrino, fino alle più recenti serie televisive come
Gomorra o I Soprano, non mancano esempi di storie
di successo che, seguendo la vita di boss e criminali, appassionano
il pubblico più variegato.
Potrebbe essere una grande
opportunità per l’MCU realizzare una serie
spin-off su un personaggio cattivo, soprattutto se il cattivo fosse
Wilson Fisk, il Kingpin. Dare al criminale la sua
serie incentrata sugli affari sporchi sarebbe sicuramente
apprezzato dai fan, visto quanto hanno amato l’interpretazione del
personaggio fatta da Vincent d’Onofrio.
Slasher
C’è un’altra categoria che
esplora personaggi e temi oscuri: il genere slasher.
Parliamo di film come Halloween – La notte delle streghe
(John Carpenter), horror in cui vi è un maniaco
omicida mascherato come antagonista che perseguita un gruppo di
persone in un piccolo spazio per ucciderle brutalmente.
Lo slasher non è un genere che
riesce sempre a ottenere successo: se saghe come Scream e
Halloween sembrano intramontabili, non sono molti i titoli
che hanno conquistato il grande pubblico. Dal canto suo, l’MCU ha un buon
numero di assassini slasher da cui attingere.Per
esempio, il Mangiapeccati potrebbe essere un grande
cattivo per il prossimo film di Spider-Man. Il killer potrebbe aprire una parentesi
slasher, presentandosi come una furia omicida a New York e
rivendicando le sue vittime uno per uno.Si dà il caso che ci sia anche un cattivo di
nome “The Slasher” nel catalogo della Marvel:
ovviamente, il personaggio incarna perfettamente il
genere.
Western
Molti paragonano il
successo dell’MCU degli ultimi anni a quello del
film western degli anni Trenta e Settanta. Entrambi i
generi hanno dominato la cultura popolare dei rispettivi periodi e
hanno saturato il mercato con la loro produzione.
Si possono ritrovare tracce dei film
western classici nella Marvel Comics che, per quanto lontana
dal mondo cinematografico, è stata sicuramente influenzata dal
genere. Personaggi come Two-Gun Kid e Kid
Colt sono emersi durante la Golden Age del western.
Sebbene questi eroi siano gradualmente passati in ombra, se il
francise volesse realizzare un western, avrebbe già tutto il
materiale necessario.
Kaiju
I
Kaijū sono i mostri tipici della fantascienza
giapponese. Per antonomasia, i film che li vedono protagonisti
prendono il nome di Kaijū. Il capostipite del
genere è Godzilla, ma ricordiamo anche film come King
Kong e Ghostbusters.
Con
il successo dell’anno scorso di Godzilla vs. Kong, ora è il momento perfetto per la
Marvel di puntare su alcuni dei propri
Kaiju, come il colossale drago Fin Fang
Foom.Le battaglie dei
mostri giganti sono una cosa che l’MCU ha
tralasciato fino ad ora, un’omissione che va recuperata.
Road movie
I road movie sono film che
oscillano sempre tra il successo e l’insuccesso, senza mai svettare
più di tanto. Il road movie è un genere di film che esiste da
sempre, soprattutto negli Stati Uniti: dalle carovane western a
Fast &
Furious, ci sono almeno un paio di titoli all’anno che ci
ricordano la bellezza di un viaggio fatto con la giusta
compagnia.
Forse un viaggio su strada può
sembrare poco entusiasmante per l’MCU, ma in
realtà il franchise ha pronta la sua perfetta avventura su strada.
In Ant-Man,
l’amicizia di Luis e Scott si sviluppa nel corso
di un viaggio in macchina, aprendo una possibilità al genere road
movie nella Marvel.
Film gialli / Mystery
Genere che spazia dalla
letteratura al cinema, il mistery è sempre affascinante
per il pubblico, che ha la possibilità di risolvere il caso mentre
si svolgono gli eventi. Il successo dei gialli è attualissimo, come
dimostrano gli adattamenti dei romanzi di Agatha
Christie da parte di Kenneth
Branagh o il grande successo di Knives Out
(Rian Johnson).
Per quanto riguarda la
Marvel, esiste già una collana di fumetti gialli
che raccontano storie misteriose: i Marvel Mystery Comics.
Vista l’attenzione che l’MCU sta mostrando nei
confronti delle storie di strada, non ci stupirebbe l’arrivo di un
detective come Jessica Jones nel franchise.
Nonostante la loro popolarità, le commedie
romantiche non vengono quasi mai toccate dal genere dei
supereroi.Un film rosa,
tuttavia, potrebbe rivelarsi piuttosto piacevole nel contesto più
ampio dell’MCU, soprattutto per introdurre nuove
coppie di supereroi come Cloak e
Dagger.
Fantasy
Per evadere dalla realtà,
il genere fantasy è l’ideale: lo dimostra il successo di saghe
come Harry
Potter, Il Signore degli Anelli o Le cronache
di Narnia.
La
Marvel tende a ambientare le sue storie in un
mondo reale e moderno, ma non taglia del tutto fuori il genere
fantasy.Infatti, con
l’introduzione del Black Knight di Kit
Harington, si è già fatto cenno ad un lontano passato:
le radici del personaggio risalgono a Re Artù e ai Cavalieri di
Camelot e non aspettano altro che essere esplorate.
Musical
Dopo il successone dei
musical anni Cinquanta come Singing in the Rain e Un
americano a Parigi, il genere ha visto una rinnovata
popolarità recentemente: dal 2016 con La La
Land fino al nuovissimo Tick, tick,… BOOM!, i
musical sembrano essere amati dal grande pubblico.
La Marvel potrebbe
sembrare lontanissima dal genere cantato, ma c’è un personaggio dei
fumetti che sarebbe perfetto in un film tutto musicale firmato
MCU: Dazzler, un mutante membro
degli X-Men che si sdoppia e diventa pop star.
Horror
Un genere che, pur avendo i
suoi alti e bassi, mantiene sempre un certo livello di interesse
agli occhi del pubblico è l’horror. Categoria senz’altro
non per tutti, ma che è in grado di generare fenomeni di fandom non
indifferenti.
I fan
dell’MCU chiedono a gran voce un film davvero
spaventoso da anni. Con Doctor
Strange,Scott Derrickson ha dato al
pubblico un assaggio di come potrebbe apparire il genere nella
Marvel, e il sequel, diretto da Sam
Raimi, sembra puntare ad un livello di horror
maggiore. Ma si può ancora fare di più per aumentare il fattore
paura: un film come Blade o uno show
su Ghost Rider potrebbero essere il luogo perfetto
per fare il primo film horror MCU.
Si parla di boxe, ma non
solo, nel film d’esordio che affianca Alessio De
Leonardis a Fabrizio Moro, noto cantante
appena visto sul palcoscenico dell’Ariston
alla 72esima edizione del Festival di Sanremo. Con la canzone che
ha vinto il premio “Sergio Bardotti per il miglior testo”, “Sei
tu”, per altro, composta per la colonna sonora di
Ghiaccio, distribuito in sala da Vision Distribution
per l’uscita evento del 7, 8 e 9 febbraio.
Ghiaccio, la trama e il
messaggio del film
Un film interpretato da
Giacomo Ferrara e Vinicio Marchioni, che idealmente lo dedica
“ai più giovani, dimenticati dalla scuola in questi anni di
pandemia”, ai quali spera che la storia del protagonista possa
idealmente “indicare una strada”, suggerire la “possibilità di
condividere qualsiasi cosa, comprese perdite e mancanze”. E in
effetti, colpisce come un film scritto due anni fa sappia
intercettare il problema di empatia che la nostra società sembra
patire dopo le quarantene subite e le tante varianti circolate.
Tutto si svolge a Roma,
nel 1999, nella zona periferica del Quarticciolo. Dove Giorgio
(Giacomo
Ferrara), giovane promessa della boxe, vive con la
madre dopo che l’assassinio del padre li ha lasciati indebitati e
in quasi povertà. Con l’aiuto dell’ex pugile Massimo (Vinicio
Marchioni), Giorgio ha finalmente la possibilità di
riscattarsi diventando professionista. Ammesso che i boss di zona
glielo consentano.
Un esordio alla regia
umano e personale
Che Moro e De
Leonardis siano stati facili profeti è possibile, molto
della storia e delle interazioni tra i personaggi, oltre ai
dialoghi proposti, restano nell’alveo del prevedibile e dello
stereotipato. D’altronde, non è la prima volta che un esordio alla
regia punta sul racconto di una storia popolare, ambientata nelle
periferie della grande città, in ambienti disagiati e ai margini
del mondo che spesso vediamo in tutt’altri film e serie tv
italiane.
Per quanto si voglia
insistentemente sottolineare, didascalicamente, quanto sottile sia
il confine tra Bene e Male in molti di noi, in certe situazioni,
non si ha quasi mai la sensazione che questo conflitto possa avere
un esito diverso da quello che ci viene mostrato. Non c’è un
problema di onestà, ché quella si percepisce senza fatica
nell’impegno dei registi e dei protagonisti, quanto piuttosto di
rappresentazione.
Debolezze e
prospettive
La retorica del
sacrificio, il valore della paura, l’importanza dei limiti e la
forza di superarli, di autodeterminarsi e seguire i propri sogni,
come anche la capacità della vita di sorprenderci e di mostrarci i
nostri errori… c’è tutto quello che ci si potrebbe aspettare e nel
modo più ‘chiaro’. Coatti dal cuore buono, criminali in grado di
comprendere solo concetti basici come onore e controllo, donne
“curiose” e un senso di comunità alla “uno per tutti” piuttosto che
“tutti per uno” al quale manca la verità – o veracità – degli
irraggiungibili
Non essere cattivo o
La terra dell’abbastanza.
Le musiche, sulle quali i
registi sembrano aver puntato, son forse un’ulteriore occasione
persa, quasi volutamente, per il timore che con un cantautore come
Fabrizio Moro a occuparsene potessero prendere il
sopravvento. A certe riprese aeree interessanti, anche della
splendida location dello Stadio Olimpico, fanno inoltre da
contraltare – purtroppo – leggerezze di montaggio e di costruzione
che denotano delle distrazioni non gravi, ma evidenti. E che
rischiano di indebolire ancor più la credibilità del racconto messo
in scena. Che avrebbe potuto essere meno confuso. “Nella vita ci
sta sempre qualcosa per cui vale la pena combattere” ci ricorda il
film, e sbagliare, potremmo aggiungere. Basando su questa massima e
sulle note positive sparse qui e lì un generico ottimismo sulle
prospettive dei due giovani registi. Sperando che traggano la
giusta lezione dal loro primo sforzo.
Jean-Claude Van
Damme è uno di quegli attori ha conquistato milioni di fan
grazie alle sue interpretazioni in numerosi film d’azione che sono
diventati dei veri e propri cult. L’attore ha lavorato duramente
per dare solidità alla propria carriera e, ancora oggi, continua a
lavorare sodo nell’industria cinematografica, rimanendo un
professionista del settore tra i più ammirati.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Jean-Claude Van Damme.
Jean-Claude Van Damme film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera dell’attore belga è iniziata nel 1979
grazie a Donna tra cane e lupo, per poi continuare con
Rombo di tuono (1984) e Kickboxers – Vendetta
personale (1986). In seguito ha recitato in Aquila
nera (1988), Cyborg (1989), DoubleImpact – La vendetta finale (1991), I nuovi
eroi (1992), Senza tregue (1993), Last Action Hero
(1993), Street Fighter (1994), A rischio della
vita (1995), La prova (1996) e The Order
(2001). In seguito, lavora in Wake of Death (2004),
The Eagle Path (2010) e Gli occhi del dragone
(2012). Tra i suoi ultimi film vi sono I mercenari 2 (2012), 6 Bullets (2012),
Benvenuti nella giungla (2013), Kickboxer – La vendetta del guerriero (2016), Kill
‘em All (2017), Kickboxer: Retaliation (2018),
Black Water (2018) e L’ultimo mercenario
(2021).
2. È anche doppiatore,
produttore, regista e sceneggiatore. Nel corso della sua
carriera ha esplorato diversi ambiti del cinema, prestando la
propria voce per i film d’animazione Kung Fu Panda 2 (2011)
e Kung Fu Panda 3 (2016).
Inoltre, ha prodotto film come Double Impact, Fino
all’inferno (1999), Assassinion Games (2011),
Full Love (2014) e della serie Jean-Claude Van
Johnson (2017- in corso). Come regista ha diretto i film
La prova (1996), The Eagle Path (2010) e Full
Love e, inoltre, ha sceneggiato film com La prova
(1996), The Order e Full Love.
Jean-Claude Van Damme: la moglie
Maria Rodriguez e le altre
3. Si è sposato
giovanissimo. L’attore si è sposato per la prima volta nel
1980, a soli diciotto anni, con Maria Rodriguez. I
due si erano conosciuti nel 1978, per poi sposarsi il 25 agosto del
1980. Tuttavia, il loro matrimonio è durato poco: infatti, i due
hanno divorziato nel 1984, dopo tre anni.
4. Si è sposato diverse
altre volte. L’attore si è poi sposato altre quattro
volte. Nello stesso anno del suo primo divorzio, l’attore si è
sposato con Cynthia Derderian nel 1985, per poi
divorziare già l’anno successivo. Nel 1987 è convolato a nozze per
la terza volta con la culturista Gladys Portugues,
dalla quale ha divorziato cinque anni dopo. Nel 1994 è stato
protagonista del quarto matrimonio, avvenuto con Darcy
LaPier, divorziando da lei tre anni dopo. Infine, dal 1999
è sposato con Gladys Portugues.
Jean-Claude Van Damme e i suoi
figli
5. Ha avuto diversi
figli. Dalla culturista Gladys Portugues Van Damme ha
avuto due figli: Kristopher Van Varenberg, nato il 20 maggio 1987,
e Bianca Bree Van Varenberg, nata 17 ottobre 1990, modella ed
esperta di arti marziali. Il figlio è anche apparso nei film
Universal Soldier – I nuovi eroi, The Quest – La
prova, Derailed, Universal Soldier –
Regeneration. Dalla moglie LaPier, invece, ha avuto un altro
figlio, Nicholas, nato il 10 ottobre 1995. Anche quest’ultimo è
apparso in un film del padre, Wake of Death.
Jean-Claude Van Damme in
Kickboxer
6. Il film del 1989 si
ispira ad un evento reale. La scena in cui Kurt ha della
carne legata alla gamba ed è inseguito dal cane di Xian Chow è
ispirata ad un evento accaduto nella vita reale dell’attore quando
era giovane. Nella fattispecie, all’attore era stato ordinato di
indossare una tuta protettiva e di resistere ai tentativi di un
cane addestrato per farlo cadere a terra.
7. È apparso in
Kickboxer: Retaliation. Nonostante l’originale
Kickboxer abbia cinque sequel, l’attore è apparso solo in
un sequel del franchise, ovvero Kickboxer:
Retaliation. Si tratta dunque della seconda volta che il
personaggio di Kurt Sloan sarà il protagonista, smentendo dunque il
fatto di essere stato ucciso come viene detto in Kickboxer
2.
Jean-Claude Van Damme in I
mercenari
8. Ha fatto parte di un cast
stellare. L’attore è stato protagonista de I mercenari
2 e l’attore Sylvester
Stallone ha confermato che il suo personaggio si
chiama Vilain per renderlo simile al nome del poeta francese del
XIX Paul Verlaine. Sul set de I mercenari 2, ha ritrovato
i suoi colleghi Dolph Lundgren e Scott
Adkins con cui aveva già lavorato altre tre volte nella
sua carriera.
9. Si è allenato a lungo per
il ruolo. Per prendere parte ad un action movie come I
mercenari 2, l’attore si è sottoposto ad un’allenamento
particolarmente intensivo al fine di poter interpretare
personalmente la maggior parte delle scene più pericolose previste
per il suo personaggio. Van Damme, come noto, non ha in realtà mai
smesso di allenarsi e presenta ancora oggi un fisico
particolarmente atletico e invidiabile, che in questo film sfoggia
una volta di più.
Jean-Claude Van Damme: età e altezza dell’attore oggi
10. Jean-Claude Van Damme è
nato il 18 ottobre del 1960 a Berchem-Sainte-Agathe, a
Bruxelles. La sua altezza complessiva corrisponde a 177
centimetri.
Mena Suvari è
un’attrice che ha conquistato il mondo con il suo fascino e il suo
talento recitativo, dimostrando di essere versatile e piena di
abilità. L’attrice americana ha sempre lavorato duro per costruirsi
una carriera solida e duratura, tanto da continuare il suo lavoro
tra film e serie tv.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Mena Suvari.
Mena Suvari: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. L’attrice debutta al cinema con Ecstasy
Generation (1997), recitando poi in Il
collezionista (1997), L’altra faccia di Beverly
Hills (1998) e Carrie 2 – La
furia (1999). Ottiene grandissimo successo grazie a
American Pie (1999) e American Beauty (1999),
con Kevin Spacey.
In seguito recita in Le insolite sospette (2001),
American Pie 2 (1999), Sonny (2002), di Nicolas Cage,
Domino (2005), con Keira
Knightley, Vizia di famiglia (2005),
con Kevin CostnerBrooklyn Rules (2007), Stuck (2007), I
misteri di Pittsburg (2007) e American Pie: ancora
insieme (2012). Negli ultimi anni ha invece recitato in
The Murder of Nicole Brown Simpson (2019), Non dirlo a
nessuno (2020), What Lies Below (2020) e Fourth
Grade (2021).
2. Non solo cinema, ma anche
televisione. L’attrice non ha lavorato solo sul gran
schermo, ma ha partecipato anche a diversi progetti televisivi. La
Suvari, infatti, è apparsa in E.R. – Medici in prima linea
(1996), Six Feer Under (2004), Psych (2010),
The Cape (2011), American Horror Story
(2011-2018), Chicago Fire (2015),
South of Hell (2015), Clarence (2014-2018) e
American Woman (2018). Oltre alla sua attività recitativa,
l’attrice ha intrapreso la strada della produzione, lavorando al
film Non chiudere gli occhi (2014).
Mena Suvari in American
Beauty
3. Il suo personaggio si
evolve con il make up. Il regista Sam
Mendes ha progettato con grande attenzione il look delle
due ragazze protagonista di American Beauty. Se quello
quello di Thora Birch usa gradualmente sempre meno
trucco, il personaggio di Mena Suvari ne usa invece gradualmente
sempre di più per enfatizzare la visione delle loro mutevoli
percezioni di se stesse. L’attrice si è detta da subito entusiasta
di questo stratagemma, trovando che descriva molto bene il
cambiamento del suo personaggio.
4. Non è stata la prima
scelta. L’attrice, in realtà, non è stata la prima scelta
per il ruolo di Angela. Infatti, furono contattate anche
Kirsten Dunst, Sarah Michelle
Gellar, Brittany Murphy e Katie Holmes,
ma tutte quante rifiutarono l’offerta. Chi arrivò a fare
l’audizione furono Tiddani Thiessen, che però non
fu soddisfacente, Majandra Delfino e Kate
Hudson. Alla fine fu proprio la Suvari a spuntarla e ad
ottenere il ruolo di Angela. Ruolo che l’ha poi consacrata nel
panorama cinematografico statunitense.
Mena Suvari in American
Pie
5. Ha partecipato ad alcuni
capitoli della serie. L’attrice americana non ha
partecipato ad un solo film della serie, cioè il primo, realizzato
nel 1999, interpretando la dolce Heather, ragazza capace di
cambiare il rude Chris. Oltre al primo capitolo, infatti, l’attrice
ha partecipato anche ad American Pie 2 (2001) e
American Pie: Ancora insieme (2012). Ricordando
l’esperienza sui set di questi, la Suvari ha affermato di non
essere rimasta inizialmente stupita dal successo della serie,
capendo solo in seguito di come questi siano diventati dei veri e
propri casi cinematografici.
6. Ha girato il film nello
stesso anno di un capolavoro del cinema. La Suvari ha
girato American Pie nello stesso anno di American
Beauty. In questi due film, l’attrice interpreta due ruoli
speculari tra loro: una ragazza dolce e casta nel primo film, e la
perturbante Angela nel secondo. L’attrice ha ricordato l’esperienza
in modo positivo, trovando che il ruolo di Heather le ha permesso
di mostrare altre sfumature di lei come interprete.
Mena Suvari: chi è suo marito
7. Ha già due matrimoni alle
spalle. L’attrice si è sposata la prima volta con il
direttore della fotografia Robert Brinkmann, più
grande di lei di 17 anni, con cui ha dato vita ad un matrimonio
durato dal 2000 al 2005. In seguito, nel 2007 ha conosciuto il
produttore musicale Simone Sestito, sposato tre
anni dopo e da cui ha divorziato nel 2012.
8. Si è sposata per la terza
volta. L’attrice si è sposata nuovamente, nell’ottobre del
2018, con Michael Hope. Egli ha lavorato in
diversi show televisivi e in alcuni film come I’ll Be Home For
Christmas, Slasher e Indian Horse. Nell’ottobre del
2020 la coppia ha annunciato di essere in attesa del primo figlio,
poi nato nell’aprile del 2021 e chiamato Christopher. La Suvari è
così divenuta mamma per la prima volta.
Mena Suvari è su Instagram
9. Ha un profilo Instagram
ufficiale. L’attrice, come la maggior parte dei suoi
colleghi, ha un account Instagram ufficiale che è seguito da circa
273 mila persone. Sono molte le foto che la vedono protagonista
sulla sua bacheca, tra momenti lavorativi e quotidiani. Si possono
infatti ritrovare post legati tanto alle sue attività come
interprete quanto a momenti più privati o relativi alle sue
battaglie ambientali. Seguendola si potrà dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue attività.
Mena Suvari: età e altezza
10. Mena Suvari è nata il 13
febbraio del 1979 a Newport, nel Rhode Island. La sua
altezza complessiva corrisponde a 163 centimetri.
Nato dalla penna di Lee Child, il personaggio di
JackReacher, un ex maggiore del
Corpo di polizia militare dell’esercito degli Stati Uniti, è stato
dal 1997 ad oggi protagonista di ben 26 romanzi. Divenuto uno dei
più celebri del genere crime, è poi stato portato anche al cinema
in due occasioni con Jack Reacher – La prova
decisiva (2012) e Jack Reacher – Punto di non
ritorno (2016), dove ad interpretarlo vi era Tom Cruise.
Dopo questi due lungometraggi, tuttavia, Child affermò che il
personaggio e le sue storie avrebbero trovato maggior soddisfazione
con una serie televisiva. A giudicare da ciò che
Reacher (questo il titolo della serie)
regala ai suoi spettatori, lo scrittore aveva pienamente
ragione.
Questa prima stagione, composta da 8
episodi, è basata sul primo romanzo della serie, Killing
Floor e vedere Reacher (interpretato da Alan
Ritchson) fare ritorno nella città rurale di Margrave, in
Georgia. Non appena vi mette piede, però, viene subito arrestato e
accusato di un omicidio verificatosi nelle stesse ore del suo
arrivo. Quando maggiori dettagli di questo delitto iniziano ad
emergere, Reacher viene scagionato ma è ormai troppo dentro la
faccenda per non prendere parte alle ricerche della polizia. Quello
che inizialmente sembrava essere per lui un caso come un altro
diventa invece una vicenda personale quando scopre che ad essere
stato ucciso è suo fratello Joe, il quale stava indagando su dei
misteriosi traffici illegali a Margrave.
Reacher: poca azione, molta tensione
Come i fan del personaggio sapranno,
Jack Reacher è noto principalmente per il suo possente fisico,
metafora della sua forza inarrestabile ma anche della sua vasta
intelligenza e preparazione ad ogni evenienza. Con questa serie si
ridona dunque al personaggio questa sua caratteristica grazie ad
Alan Ritchson, attore che sfoggia qui un corpo
talmente muscoloso da distrarre in più occasioni dal racconto. Tale
fisico è il sogno di ogni interprete di opere d’azione, eppure qui
è collocato in un contesto dove questo elemento tende ad essere
quasi messo da parte. Rispetto ai due film con Cruise, infatti,
Reacher, ideata da Nick Santora, si
configura maggiormente come un puro crime.
Tra il contesto rurale e una serie
di macabri crimini da risolvere, il pensiero va subito alla prima
ineguagliata stagione di True
Detective. Il modello sembra infatti essere proprio
quello, anche se sin da subito viene fatto intuire che dietro le
apparenze si nasconde molto altro. Più il racconto procede, più ci
si addentra in un sottobosco ricco di personaggi malsani e affari
sporchi. Elementi che si pongono in aperto contrasto con la rigida
moralità di Reacher, un uomo che si prende cura degli animali e non
dimentica di fare la raccolta differenziata. Lo spettatore è dunque
chiamato a prestare grande attenzione a ciò che avviene, seguendo
ogni sviluppo delle indagini per poter giungere alla soluzione
insieme ai protagonisti.
Così costruita, la serie
sembra dunque avere le carte in regola per attrarre non solo gli
appassionati del personaggio ma anche gli amanti di questo genere
di racconti thriller. Nel mantenersi particolarmente fedeli al
romanzo, inoltre, gli sceneggiatori trovano il giusto equilibrio
tra i tanti eventi da raccontare, donando ad ognuno la giusta
importanza all’interno del racconto complessivo. Difficilmente si
proverà dunque la sensazione di non avere tutti i tasselli del
puzzle a disposizione o di passare da una situazione all’altra in
modo forzato. Al contrario, Reacher è un vero piacere
da guardare e il merito è per buona parte del suo protagonista.
Reacher: la recensione della serie
Alan Ritchson, noto
per aver recitato nei panni di Aquaman in Smallville e in
quelli di Raffaello nel film Teenage Mutant Ninja Turtles,
dimostra di essere l’interprete giusto sin dalle primissime
inquadrature. Si potrebbe pensare che il suo fisico possente lo
renda di conseguenza anche un po’ ingessato, ma l’attore dimostra
invece non solo una grande scioltezza nell’adattarsi alle
situazioni quanto anche una perfetta padronanza del personaggio.
Egli riesce a risultare genuinamente divertente e ironico, ma
ovviamente anche minaccioso e violento. L’attore dona così una
gamma di sfumature al personaggio, il quale davvero diventa il
principale motivo di interesse della serie.
In conclusione, dunque,
Reacher punta evidentemente ad essere una
serie diversa dai tanti titoli simili. Mescolando al suo interno
diversi generi, sempre bilanciandoli a dovere, si genera così un
racconto appassionante e coinvolgente, che offre numerosi momenti
memorabili. Tra il carisma del suo protagonista e il complesso caso
in cui si trova coinvolto si avrà infatti molto da apprezzare. È
così che una serie si dimostra davvero essere il formato ideale per
la storia pensata da Child, ricca di suggestioni visive e pervasa
da un’atmosfera che trova qui modo di esprimersi al meglio.
Sono stati diffusi il trailer, il
poster e le immagini di No
Exit, il thriller targato 20th Century Studios.
Il film debutterà il 25 febbraio come Hulu Original negli Stati
Uniti in esclusiva su Hulu e a livello internazionale come film
originale su Star all’interno di Disney+
e su Star+ in America Latina.
In No
Exit, Havana Rose Liu (Mayday) debutta
come protagonista nel ruolo di Darby, una giovane donna in viaggio
per un’emergenza familiare che, bloccata da una bufera di neve, è
costretta a trovare riparo in un’area di sosta autostradale con un
gruppo di sconosciuti. Quando scopre una ragazza rapita in un
furgone nel parcheggio, si lancia in una terrificante lotta tra la
vita e la morte per scoprire chi sia il rapitore. Diretto da Damien
Power (Killing Ground), da una sceneggiatura di Andrew
Barrer & Gabriel Ferrari (Ant-Man and the Wasp) basata sul
romanzo di Taylor Adams del 2017, e prodotta dal vincitore del PGA
Award Scott Frank (La regina degli scacchi), il film è
interpretato da Havana Rose Liu, Danny Ramirez (The Falcon and
the Winter Soldier, Top Gun 2), David Rysdahl
(Nine Days), Dale Dickey (Un gelido inverno),
Mila Harris (Tyler Perry’s Young Dylan) e Dennis Haysbert
(Atto di fede).
Manca poco a San Valentino 2022 e
con l’occasione vi proponiamo una raccolta di film e serie TV
disponibili su Prime Video per
un febbraio pieno di romanticismo: partendo dalle due stagioni di
Modern Love, la serie su tutte le sfumature
dell’amore contemporaneo ispirata all’omonima rubrica del New York
Times, passando per le burrascose storie fra ex del nuovo Amazon
Original movie I Want You
Back, o le spinose relazioni sul posto di lavoro in
Ti odio, anzi no, ti amo!, fino alla nuova serie
With Love. Non mancano poi i classici romantici per
tutti i gusti, come Il favoloso mondo di Amélie, il
musical di culto Grease, e One Day per chi
ha voglia di commuoversi o Come farsi lasciare in dieci
giorni per un San Valentino con il sorriso. Questi e tanti
altri film e serie TV vi aspettano su Prime Video per celebrare la festa
dell’amore.
MODERN LOVE – S2
La
seconda stagione di Modern Love è
tornata con un cast di stelle e nuove storie d’amore e di relazioni
raccontate in tutta le loro complessità e bellezza, ispirate
all’omonima rubrica del New York Times. Vecchie fiamme che si
riaccendono, una ragazza nottambula, una storia d’amore con l’ex di
un ex, una storia di una notte e molto altro ancora: la
seconda stagione in otto episodi porta sullo schermo una
serie di storie reali con le quali confrontarsi per capire le mille
dinamiche dei sentimenti.
WITH LOVE (disponibile dall’11 febbraio)
Al centro della serie le vicende dei fratelli Diaz, Lily e
Jorge, alla ricerca dell’amore e del loro posto nel mondo. Ciascun
episodio si svolge durante una diversa festività, seguendo i
diversi membri della famiglia tra gli alti e i bassi della vita nei
giorni più importanti dell’anno. Romantic
comedy in 5 episodi da un’ora ciascuno, scritta e
creata da Gloria Calderón Kellett; con Emeraude
Toubia, Mark Indelicato, Desmond Chiam, Rome
Flynn, Vincent Rodriguez III, Isis King, Todd
Grinnell, Constance Marie e Benito
Martinez.
I WANT YOU BACK (disponibile dal 12
febbraio)
Quando Emma e Peter si
incontrano c’è una cosa che li fa legare immediatamente: sono
entrambi stati lasciati nello stesso weekend dai rispettivi
partner. Si dice “mal comune mezzo gaudio”, ma la loro
autocommiserazione prende una strana piega quando scoprono sui
social che i rispettivi partner sono già andati avanti. Sulla
trentina e terrorizzati di aver perso la loro unica possibilità di
vivere felici e contenti, i due escogitano un piano disperato per
porre fine alle nuove relazioni dei loro ex e riconquistarli. Con
Charlie Day, Jenny Slate, Gina
Rodriguez e Scott
Eastwood.
TI ODIO, ANZI NO, TI AMO! (disponibile dal 14
febbraio)
Basato sul romanzo best-seller di Sally Thorne Ti odio, anzi no,
ti amo! (edito in italia da Harper Collins), racconta la storia di
un’ambiziosa brava ragazza di nome Lucy Hutton (Lucy
Hale), ai ferri corti con la fredda ed efficiente nemesi sul
posto di lavoro Joshua Templeton (Austin Stowell). Intrappolati in
un ufficio condiviso, Lucy dà il via a una spietata competizione
contro Josh, una rivalità che diventa sempre più complicata anche a
causa dell’attrazione che lei prova per lui dopo che un’innocente
corsa in ascensore si trasforma in qualcosa di totalmente inadatto
all’ambiente lavorativo.
TIME IS UP
Vivien (Bella
Thorne) e Roy (Benjamin Mascolo) sono due ragazzi
apparentemente opposti. Vivien vuole entrare in una prestigiosa
università americana per studiare Fisica. Per lei la vita è una
formula matematica, che la spinge sempre a rimandare al futuro la
propria felicità. Roy invece è un ragazzo tormentato dal suo
passato. Ma anche le scienze esatte hanno le loro variabili e, come
sempre accade, la vita riuscirà a sorprenderli.
AFTER
La trilogia di film che
racconta il complesso rapporto amoroso tra Tessa (Josephine
Langford), studentessa e figlia modello, e il
misterioso Hardin (Hero
Fiennes-Tiffin), partendo dal loro primo incontro
all’università, momento in cui la loro vita ha preso una svolta del
tutto inaspettata. Un drama romantico ispirato all’omonima
serie di romanzi best-seller della scrittrice americana Anna
Todd.
MASCHILE SINGOLARE
Antonio (Giancarlo Commare) è costretto a mettere in
discussione tutte le sue certezze quando viene abbandonato dal
marito, dal quale dipende sia psicologicamente sia economicamente.
Con il supporto dell’amica di sempre, Cristina (Michela Giraud),
deve trovare un nuovo scopo nella vita. Va a vivere con Denis
(Eduardo Valdarnini), un ragazzo che vive una vita molto
libera, e inizia a lavorare nel forno di Luca (Gianmarco Saurino),
un affascinante amico del nuovo padrone di casa. Grazie a questa
nuova vita si accorge di quanto, in passato, abbia sbagliato a
sacrificare la propria indipendenza per il bene della sua
relazione.
GREASE
Sullo sfondo dei favolosi anni ’50 s’infiamma l’amore tra il
rubacuori Danny (John Travolta) e la dolce Sandy (Olivia
Newton-John): un indimenticabile musical in cui il gruppo dei
T-birds e delle Pink Lady si incontrano e scontrano a colpi di
memorabili canzoni e coreografie. Fu tra i film più visti del 1978,
con un incasso globale di oltre 394 milioni di dollari, a fronte
dei 6 che servirono per la produzione. Una storia d’amore
indimenticabile tra i bulli e le pupe del boom americano, che
convinse pubblico e critica per qualità artistica e profondità
delle tematiche affrontate.
LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO
Matthew (Emile Hirsch) è uno studente modello che sta per finire
le scuole superiori. Quando scopre che la sua bellissima vicina
Danielle (Elisha Cuthbert) è un’ex pornostar, Matthew si vede
sfuggire di mano la tranquilla esistenza che ha condotto fino a
quel momento. Dopo varie vicissitudini, Danielle aiuta Matthew a
uscire dal guscio e rendersi conto che, a volte, bisogna rischiare
tutto per la persona che si ama.
Arriva da Deadline la conferma che la The
CW ha dato ordine al pilot di Gotham
Knights, una nuova serie in sviluppo che proviene
dai produttori esecutivi di Batwoman,
Chad Fiveash e James Stoteraux e
dalla story editor esecutiva Natalie Abrams.
Prodotto da Berlanti Productions in associazione con Warner Bros.
Television, Fiveash e Stoteraux producono insieme a Greg
Berlanti, Sarah Schechter e David Madden. Abrams è anche
co-produttore esecutivo, mentre Danny Cannon dirigerà e produrrà il
pilot. Scritto dal trio, è basato sui personaggi dei fumetti DC
creati da Bob Kane e Bill Finger. Sebbene sia ambientato a
Gotham City, non è correlato né a Batwoman della CW, che è alla sua
terza stagione, né al videogioco in uscita della Warner Bros.
Sulla scia dell’omicidio di Bruce
Wayne, il suo figlio adottivo ribelle stringe un’improbabile
alleanza con i figli dei nemici di Batman quando vengono tutti
incastrati per aver ucciso il Crociato Incappucciato. E in quanto
criminali più ricercati della città, questa banda di disadattati
rinnegati deve combattere per riabilitare i propri nomi. Ma in una
Gotham senza Cavaliere Oscuro a proteggerla, la città diventa
presto il posto più pericoloso che sia mai stata. Tuttavia, la
speranza viene dai luoghi più inaspettati poiché questa squadra di
fuggitivi diventerà la sua prossima generazione di salvatori
conosciuti come i Gotham Knights.
Durante una delle nuove puntate di
Actors on Actors di Variety, Andrew Garfield ha parlato con Rachel Zegler di West Side
Story dei loro rispettivi lavori. Durante la loro
chiacchierata, Garfield è entrato nei dettagli di una delle scene
più amate di Spider-Man:
No Way Home: quella in cui il suo Peter salva MJ
(Zendaya).
La scena era un omaggio a come il
suo Peter non era stato in grado di salvare Gwen Stacy
(Emma Stone) in The Amazing Spider-Man
2, e in Spider-Man:
No Way Home, è stato in grado di superare quel trauma
salvando con successo MJ più o meno allo stesso modo. Secondo
Garfield, quella è stata la prima scena in assoluto che il team
creativo de gli ha presentato, dando al suo Spider-Man un arco di
redenzione in questa narrativa multiversale:
“La prima scena che mi è stata
proposta, c’è un momento molto emozionante, un salvataggio di cui
il mio personaggio fa parte. Sembrava la cosa più curativa per il
mio Peter Parker. Attraverso universi in grado di salvare l’amore
di mio fratello minore in questo altro universo multidimensionale.
Sembrava abbastanza profondo. Ero tipo “Oh, beh, questo è un
destino inquietante, roba da ‘Sliding Doors'”.
Nonostante sia stata la peggiore
Catwoman della storia del cinema, fino a questo momento, complice
anche un film davvero poco riuscito, Halle Berry
non si esime dal dare il suo consiglio a Zoe Kravitz, che sarà Selina Kyle in
The
Batman di Matt Reeves, accanto a
Robert Pattinson.
Ecco cosa ha detto Halle Berry a
Pop Culture in merito:
“Le direi di essere solo
coraggiosa e di dare la sua interpretazione al ruolo. Penso che
sarà una fantastica Catwoman. E non vedo l’ora di vedere quale sia
la sua interpretazione del personaggio.”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Fino a Spider-Man:
No Way Home non era mai stato portato realmente
all’attenzione del pubblico un “problema” che si era già presentato
in Captain America: Civil War e che potrebbe avere
delle ripercussioni sulla presentazione degli
X-Men nel MCU.
Ricordiamo che in Civil War, quando
Spider-Man fa il suo ingresso nel MCU, War Machine pone a Iron Man
il problema della giovane età del nuovo arrivato, questione che
Tony Stark dribbla con una battuta di spirito. Questa cosa però gli
si ritorce contro in Infinity War, quando vede un
ragazzino morire tra le sue braccia, lontano da casa, incenerito da
Thanos.
In Spider-Man:
No Way Home, zia May riceve lo stesso trattamento di
Tony Stark, quando, nella centrale di polizia dove viene portata
insieme al nipote a inizio film, deve rispondere all’accusa di aver
incoraggiato il ragazzo minorenne a mettersi nei guai e a
comportarsi da eroe. “Chi lo farebbe?”, chiede l’agente ad una May
naturalmente frastornata.
La donna non risponde, ma noi
potremmo, portando alla mente quel personaggio che nei fumetti
degli X-Men accoglie adolescenti spaventati, li aiuta a controllare
i proprio poteri e li addestra alla guerra nella Stanza del Perico:
Charles Xavier. Ora, questa questione che nei
fumetti non sembra essere un problema, si pone eccome se pensiamo a
come verranno rappresentati i mutanti nel MCU.
I film della Fox non hanno mai
veramente fatto i conti con questa domanda. I film originali degli
X-Men l’hanno saltato del tutto quella parte; sebbene il Professor
X gestisse una scuola, la stragrande maggioranza degli X-Men che
scendono in battaglia erano adulti. Successivamente la Fox è
tornata indietro nella sequenza temporale degli X-Men con X-Men:
L’Inizio, introducendo un’iterazione più giovane della squadra, ma
non ha mai pensato molto alle implicazioni.
Ma il MCU, con il suo più alto grado
di autoconsapevolezza, non potrà resistere all’affrontare questa
domanda. Dopotutto, lo stesso Charles Xavier non è più il completo
benefattore e lungimirante leader buono, ma assume adesso delle
ombre che nei fumetti erano sempre state presenti, ma che nei film
Fox sono state schiarite e che adesso tornano a galla: in lui c’è
un lato oscuro nella sua volontà di mandare gli adolescenti in
guerra. Per lo meno, rivela che c’è un pragmatismo in lui che
chiarisce quanto per lui i mutanti non avranno mai pace o non
saranno mai accettati, per quanto lui stesso si sforzi per ottenere
quella parità.
In un approccio realistico al MCU, i
film sugli X-Men dovranno rispondere anche a quanto sia giusto ed
eticamente corretto mettere in pericolo dei minori, per quanto essi
siano dotati di poteri incredibili.
La Universal Pictures
rivela che è stato battuta il ciak d’inizio per Renfield,
il nuovo film che ri-racconta il mito di Dracula,
questa volta dal punto di vista del suo tirapiedi, che dà il titolo
al film.
Nicolas Cage interpreterà Dracula in Renfield della
Universal, un film di mostri incentrato non sul
famigerato vampiro, ma piuttosto sul suo devoto lacchè. Come si
sapeva già, al fianco di Cage ci sarà in altro Nic, Nicholas Hoult, che interpreterà invece il
protagonista.
Noto come una storia di origine, il
film dovrebbe svolgersi ai giorni nostri. Non è chiaro quanto si
baserà sul materiale originale, il culto del horror del 1897 di
Bram Stoker“Dracula”. Nel romanzo, R.M.
Renfield era un detenuto in un manicomio. Si pensava che soffrisse
di allucinazioni che lo costringevano a mangiare creature vive
nella speranza di ottenere l’immortalità, fino a quando non si
scopre in seguito che è sotto l’influenza di un certo conte
Dracula. Chris McKay, il regista dietro The Tomorrow
War e The Lego Batman Movie,
dirige e produce il film da una sceneggiatura di Ryan
Ridley (“Rick and Morty”).
Renfield
è l’ultimo tentativo della Universal di modellare un universo
cinematografico attorno ai personaggi del vasto caveau dei mostri
“in possesso” dello studio. Dopo che il reboot con Tom
Cruise de La Mummia del 2017 è stato un flop nelle sale,
lo studio ha spostato la sua strategia lontano dalle storie
interconnesse e ha iniziato invece a concentrarsi su film
indipendenti. Ha anche mantenuto i budget di produzione nella
fascia bassa, rendendo più facile un profitto.
Ad esempio, il più recente film del
monster-verse dello studio, The Invisible Man con
Elisabeth Moss, ha incassato $ 143 milioni in
tutto il mondo nel 2020, molto meno de La Mummia e
del suo incasso globale di $ 409 milioni. Tuttavia, il film con
Moss è costato solo $ 7 milioni quello con Tom Cruise quasi $ 200
milioni. La Universal metterà alla prova il suo approccio a basso
costo con diversi progetti a tema soprannaturale già in
lavorazione, tra cui La Donna Invisibile diretto da Elizabeth
Banks e Wolfman con Ryan Gosling.
È trapelata su Twitter la
lista delle scene eliminate e delle featurette di Spider-Man:
No Way Home che vedremo nella versione in Home
Video del film.
Tra tutte, due in particolare
solleticano la nostra attenzione: da una parte quella che fa
riferimento all'”avvocato molto bravo di Happy“, che,
ormai lo sappiamo, è Matt Murdock. L’altra è quella intitolata
“The Spideys Hang Out” che sicuramente ci mostrerà i tre
Spider-Man fare cose insieme, interagire, per la gioia selvaggia di
tutti i fan.