Disney+ annuncia la nuova
serie originale italiana Avetrana –Qui non è Hollywood le cui riprese
sono iniziate in questi giorni in Puglia. La serie si basa sul
delitto di Avetrana in cui perse la vita la giovane Sarah Scazzi e
sull’imponente risonanza mediatica che lo caratterizzò.
In 4 episodi da 80 minuti, ognuno
con il punto di vista di uno dei protagonisti della storia,
Sarah, Sabrina, Michele e
Cosima, Avetrana –Qui non è
Hollywood propone un racconto a più voci di uno dei
più noti casi di cronaca nera italiana. La serie è tratta dal
libro “Sarah: la ragazza di Avetrana”, scritto da Carmine Gazzanni
e Flavia Piccinni ed edito da Fandango Libri. Diretta dal regista
Pippo Mezzapesa, che ne ha scritto anche la
sceneggiatura insieme ad Antonella Gaeta e Davide
Serino con la collaborazione di Flavia
Piccinni e Carmine Gazzanni, la serie è prodotta da
Groenlandia.
Avetrana –Qui non è Hollywood: trama
È il 26 agosto 2010 quando ad
Avetrana, un piccolo paese ai margini del Salento vacanziero, una
ragazzina esce di casa per non farne più ritorno. Il suo nome è
Sarah Scazzi, ha 15 anni. Tutto il paese è in subbuglio, in
particolare la cugina Sabrina, spigliata estetista che nella sua
casa di via Deledda, proprio quel pomeriggio, l’aspetta per andare
al mare. Ma mentre tutti la cercano, Sarah è già stata inghiottita
nel nulla, sepolta in fondo a un pozzo dove verrà ritrovata dopo
quarantadue giorni dalla sua scomparsa, in quello che diventerà a
tutti gli effetti un reality show dell’orrore tra intimi segreti e
rancori taciuti.
Nel cast della serie
Vanessa Scalera, nel ruolo di Cosima Misseri,
Paolo De Vita in quello di Michele Misseri,
Giulia Perulli in quello di Sabrina Misseri,
Federica Pala nei panni di Sarah
Scazzi, Imma Villa in quelli di Concetta
Serrano, Anna Ferzetti è invece la giornalista
Daniela e Giancarlo Commare è Ivano Russo.
Nella sola area EMEA, il team
International Content and Operations di Disney ha in programma la
realizzazione di 60 produzioni locali entro il 2024, continuando a
collaborare con creatori d’eccellenza e produttori di alto livello,
come parte dell’impegno della Company a ideare, sviluppare e
realizzare produzioni originali di alta qualità in tutto il
mondo.
Con il cocente insuccesso di I
cancelli del cielo, nel 1980, ebbe fine la rivoluzione della
New Hollywood. Gli studios cinematografici si
riappropriarono del controllo sui film e puntarono a realizzare
opere sempre più ambiziose capaci di affermarsi come grandi
successi economici. In questo panorama continuarono però a lavorare
anche i registi del decennio precedente, i quali si trovarono però
a dover intraprendere percorsi diversi. C’era chi si occupò di
realizzare in modo indipendente i propri film e chi invece riuscì a
far confluire la propria poetica nelle grandi produzioni degli
studios, garantendosi popolarità e successo. Gli anni ’80, inoltre,
furono caratterizzati dal fenomeno dei blockbuster, nati con il
titolo del 1975 Lo squalo. Queste opere dai grandi budget
e dagli ancor più grandi incassi contribuirono a ridefinire il
volto del cinema statunitense. Per poter approfondire questo
decennio, ecco di seguito elencati i migliori film anni
’80.
Film anni ’80 italiani
Il cinema italiano negli anni ’80
si è caratterizzato per un’esplosione di generi, dal giallo
all’erotico, dall’horror al poliziesco. A farla da padrone, però,
sono come sempre state le commedie e i film d’autore. Ecco di
seguito alcuni dei migliori film ann ’80
italiani.
Laterrazza (1980). Nel corso di una serata mondana
su una terrazza romana, si intrecciano le vite e le esperienze di
alcuni personaggi accomunati dall’età non più giovanissima e dal
lavoro nel mondo della comunicazione. Ettore Scola
dirige attori del calibro di Marcello Mastroianni,
Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi
in questo meraviglioso film italiano.
Bianco rosso e
verdone (1981). Film diretto e interpretato da
Carlo Verdone, diviso in tre episodi in cui
l’attore interpreta vizi e virtù dell’Italia contemporanea
attraverso i personaggi del pedante Furio, dell’ingenuo Mimmo e
dello sventurato Pasquale. Si tratta di uno dei grandi classici di
Verdone, che hanno contribuito alla sua affermazione nel panorama
cinematografico italiano.
Vacanze di Natale
(1983). Una galleria di esuberanti personaggi, ritratti di diverse
tipologie di italiani, si ritrova a festeggiare il Natale a Cortina
d’Ampezzo, dando vita ad esilaranti avventure e scomode storie
d’amore, che si intrecciano con risultati imprevedibili e comici.
Primo titolo della lunga serie dei cosiddetti “Cinepanettoni”.
Questo primo film ha il merito di essere un brillante ritratto
dell’italiano medio degli anni Ottanta.
Non ci resta che
piangere (1984). Un maestro elementare e un bidello si
ritrovano, per uno strano scherzo del caso, nel 1492. Decidono di
recarsi a Palos, in Andalusia, per fermare Cristoforo Colombo e
impedirgli di scoprire le Americhe. Massimo Troisi
e Roberto Benigni sono i protagonisti di questa
popolarissima commedia sui viaggi nel tempo.
Nuovo Cinema Paradiso
(1988). La storia dell’amore per il cinema e la vita del giovane
Salvatore: la forte amicizia con Alfredo, il proiezionista del
piccolo teatro del paesino di provincia in cui vive, la scoperta
degli affetti, la terra di Sicilia. Giuseppe
Tornatore dirige questo film premiato agli Oscar, tra i
più famosi lungometraggi italiani nel mondo.
Film anni ’80 americani famosi
Nel corso degli anni Ottanta hanno
continuato a convivere sul grande schermo opere d’autore e grandi
blockbuster, portando così il cinema ad allargare i propri
orizzonti. Molti di questi sono titoli poi entrati di diritto nella
storia del cinema, sempre meritevoli di essere visti e rivisti per
la loro grandiosità di intenti, visioni, temi e altro ancora. Ecco
i migliori film anni ’80 americani famosi:
Toro scatenato
(1980). Quando Jake LaMotta sale sul ring e combatte contro gli
avversari a suon di pugni, il suo comportamento è quello di un
campione pronto a vincere ancora. Quando invece questi tratta la
famiglia allo stesso modo, la sua ira è una bomba ad orologeria che
non può essere controllata. Martin Scorsese
dirige la storia di un pugile, interpretato
da Robert De Niro,
che vuole l’amore dei propri cari ma che si lascia conquistare
dall’odio.
I predatori dell’arca
perduta (1981). L’archeologo Indiana Jones
affronta serpenti e nazisti per scovare l’arca dell’alleanza e le
tavole di Mosè. StevenSpielberg
dirige Harrison Ford
in questo classico d’avventura, primo capitolo di una saga iconica.
I predatori dell’arca perduta è davvero uno dei capolavori
del suo genere.
Scarface (1983). Tony
Montana beneficia di un’amnistia da parte del governo cubano per
giungere in Florida. Ambizioso e senza scrupoli, escogita un piano
per eliminare un boss della mafia locale e prendere il suo posto
nel traffico di droga. Al Pacino è
protagonista assoluto di questo film sul mondo della mafia.
Un’opera tanto nota quanto immensa nel valore.
Amadeus (1984).
L’anziano Antonio Salieri ricorda, attraverso i racconti intorno
alla rivalità tra i due musicisti, il genio e la natura irruenta e
insensibile di Wolfgang Amadeus Mozart, ripercorrendone la spiccata
originalità in un ambiente composto e monotono. Film premiato agli
Oscar, è il magnifico racconto di una rivalità e del genio di
Mozart.
C’era una volta in
America (1984). L’ascesa del crimine organizzato negli
Stati Uniti nel corso di quattro decadi attraverso le vicende
personali e professionali di un gruppo di gangster. L’ultimo film
di Sergio Leone è una gigantesca epopea tra le
strade di New York, dalle quali escono sprazzi di vita unici. Un
film da non perdere.
Witness – Il
testimone (1985). Samuel, un bambino della comunità
Amish, è in attesa con la madre di un treno alla stazione di
Filadelfia ed è l’unico testimone di un omicidio. Interrogato dal
detective John Book, riconosce in uno degli assassini un
poliziotto. Book si rende allora conto dei pericoli che il piccolo
corre e lo nasconde assieme alla madre. Ma il
poliziotto assassino e i suoi complici sono sulle loro tracce.
Harrison Ford è il protagonista di questo thriller
dotato di una delle migliori sceneggiature di sempre.
Platoon (1986).
Il soldato Chris Taylor viene inviato in Vietnam come volontario e
la guerra è una dura realtà al suo arrivo. I combattimenti si fanno
sempre più intensi e i soldati cercano di sopravvivere bevendo e
drogandosi. Oliver Stone racconta la guerra del
Vietnam mostrandone gli orrori. Un film ancora oggi
imperdibile.
Top Gun (1986).
Un pilota di caccia si innamora della propria bionda istruttrice,
Charlotte Blackwood, e si crede responsabile della morte del
copilota. L’esperienza nel programma di formazione lo forza a
crescere. Un grande classico degli anni Ottanta, con il merito di
aver contribuito alla consacrazione di Tom Cruise come
attore.
Rain Man – L’uomo della
pioggia (1988). Un uomo egoista scopre che la ricca
eredità del padre è andata tutta in favore a un fratello autistico
di cui non conosceva l’esistenza. Dustin Hoffman
e Tom Cruise sono i protagonisti di questo
struggente dramma, vincitore di numero premi tra cui quattro
Oscar.
L’attimo
fuggente (1989). Un insegnante di un liceo per classi
abbienti del New England utilizza metodi non convenzionali per
esortare i suoi studenti, sotto pressione dai genitori e dalla
scuola, alla libertà e creatività. Robin Williams
è protagonista di questo film fondamentale, ricco non solo di
insegnamenti ma anche di una forza emotiva unica, capace di
spingere a dare il meglio di sé e cogliere ogni attimo della
propria vita.
Film anni ’80 adolescenziali per ragazzi
Dagli anni Ottanta i film con
protagonisti adolescenti pensati per un pubblico di ragazzi hanno
subito una vera e propria rivoluzione. Queste opere raccontavano
finalmente i giovani con un tatto e una sincerità inediti, portando
a riflettere sulle emozioni e i turbamenti di un’intera
generazione. Condottiero di questa rivoluzione è stato in
particolare il regista John Hughes, che ha dato
vita ad opere memorabili. Ecco i migliori film anni ’80
adolescenziali per ragazzi.
Sixteen Candles – Un
compleanno da ricordare (1984). Un’adolescente, trascurata
dai propri genitori, sogna un’avventura sentimentale con un uomo
maturo, respingendo le attenzioni di un giovane timido e goffo. Le
circostanze però, la spingono a cambiare opinione. Molly
Ringwald è protagonista di questo grande classico per
ragazzi, ricco di situazioni brillanti e grandi sentimenti.
Breakfast Club
(1985). Cinque liceali molto diversi l’uno dall’altro devono
passare il sabato pomeriggio a scuola per punizione. Nel corso
della giornata, imparano a conoscersi meglio e ad accettare le
differenze, condividendo i loro più grandi segreti. Il capolavoro
di Hughes, un film che ha definitivamente consacrato i film per
adolescenti, osservandoli con amore e proponendo di loro un
ritratto molto più sincero e reale di quanto fosse fino a quel
momento stato fatto.
Bella in rosa
(1986). La giovane Andie Walsh vive col padre disoccupato,
frequenta una scuola in cui prevalgono alunni ricchi e s’innamora
di uno di questi. Altro grande classico per ragazzi degli anni
Ottanta, anch’esso interpretato dall’iconica Molly
Ringwald.
Una pazza giornata di
vacanza (1986). Un adolescente, determinato a saltare la
scuola, organizza una complessa serie di inganni per fare in modo
da passare un giorno indimenticabile a Chicago in compagnia di due
amici. Un altro grande classico di Hughes, che sotto la facciata
della commedia nasconde tensioni e inquietudini proprie dei giovani
dell’epoca.
I Goonies (1985).
Un gruppo di ragazzi trova la mappa del tesoro di Willie l’Orbo, un
pirata del XVII secolo, e decide quindi di ritrovarne l’oro per
salvare il quartiere dal progetto di riqualificazione urbana che
sta per separarli. Un grande classico per ragazzi degli anni
Ottanta, un’opera ricca di sentimenti amata ancora oggi da
spettatori di ogni età.
Film anni ’80 di fantascienza
Anche per la fantascienza gli anni
Ottanta sono stati un decennio importantissimo. I progressi
tecnologici hanno raggiunto nuove vette e si sono così potuti
realizzare film oggi considerati capolavori di questo genere. Tra
grandi scenari distopiche o riflessioni sulla società, ecco i
migliori film anni ’80 di fantascienza:
Blade Runner
(1982). In un 2019 distopico, il cacciatore di taglie Rick Deckard,
già agente dell’unità speciale Blade Runner, viene
forzatamente richiamato in servizio dal capitano Bryant per
“ritirare”, ossia uccidere, quattro replicanti sfuggiti al
controllo. Ridley Scott dà vita ad un
capolavoro della fantascienza, proponendo immaginari e tematiche
valide ancora oggi, incentrate sul concetto di umanità e identit.
Protagonista, un magnifico Harrison
Ford.
E.T. –
L’extraterrestre (1982). Elliott, un ragazzino
californiano di nove anni, incontra e stringe amicizia con un
simpatico alieno che non riesce a tornare a casa. Grazie all’aiuto
della sorellina e del fratello maggiore, decide di aiutarlo a
contattare i propri simili. Steven Spielberg realizza con
questo film un’opera che ha fatto innamorare milioni di persone del
cinema. E.T. è ricco di avventura, emozioni, paura,
amicizia e amore. Un film assolutamente imperdibile.
Terminator (1984). Un
cyborg proveniente dal 2029 fa il proprio arrivo a Los Angeles per
uccidere Sarah Connor, destinata a diventare madre del futuro capo
della resistenza umana in un mondo governato da robot.
James Cameron dirige Arnold
Schwarzenegger in questo capolavoro del genere
fantascientifico, proponendo il tema della macchina ribelle
attraverso idee e visioni che hanno fatto scuola.
Ghostbusters
(1984). Peter, Raymond ed Egon sono stati cacciati dall’università,
ma il loro sodalizio contro i fantasmi che popolano New York
funziona a meraviglia. E’ una lotta dura, ma i nostri eroi non
temono nulla, neppure il maligno Gozer il Gozeriano. Primo capitolo
di una saga cinematografica attiva ancora oggi,
Ghostbusters unisce a meraviglia commedia e fantascienza,
regalando emozioni uniche.
Ritorno al futuro
(1985). Il diciottenne Marty ha come amico un bislacco scienziato
che ha inventato una macchina per viaggiare nel tempo. Grazie ad
essa Marty tornerà indietro nel tempo, fino al 1955, dove dovrà
garantire l’incontro tra i suoi genitori. Uno dei più amati
film di fantascienza di sempre,
caratterizzato da una sceneggiatura magnifica e scene e
interpretazioni ormai iconiche. Un cult senza tempo.
Film anni ’80 horror
Le rivoluzioni dell’horror iniziate
negli anni Settanta hanno poi raggiunto nuove vette negli anni
Ottanta. Tra mostruosi assassini, alieni malvagi e ogni altra sorta
di demone e creatura malvagia, i film di questo decennio hanno
davvero spaventato il grande pubblico. Molti di questi si sono poi
affermati come classici senza tempo. Ecco i migliori film
anni ’80 horror:
Venerdì 13
(1980). Qualcuno o qualcosa massacra, uno dopo l’altro, tutti gli
istruttori del campo Crystal Lake, generando un ondata di terrore e
morte. Insieme a Michael Myers e Freddie Kruger, Jason è un altro
delle grandi icone del cinema horror. Primo di una lunga saga,
questo film del 1980 è un classico del genere splatter.
La casa (1981).
Nella cantina di un cottage, un gruppo di ragazzi trova un nastro
registrato: il suo ascolto risveglia dei demoni sumeri. Con questo
film Sam Raimi dà non solo prova del suo grande
talento cinematografico, ma riesce anche ad arricchire il genere
horror di nuove caratteristiche, stilemi ed elementi oggi divenuti
canonici. Un vero e proprio classico.
La cosa (1982).
La Cosa, una sostanza vivente che le radiazioni atomiche hanno
dissepolto dopo millenni di silenzio sotto i ghiacci eterni
dell’Antartide, aggredisce un gruppo di scienziati la cui base è
dislocata in Alaska. Per sopravvivere, il gruppo dovrà scoprire chi
non è ciò che dice di essere. John Carpenter
dirige Kurt Russell in questo
capolavoro horror sci-fi. Un film cupo e inquietante come pochi,
ricco di sottotesti attuali ancora oggi.
Nightmare – Dal profondo della
notte (1984). Cinque amici adolescenti sognano un uomo
dal volto sfigurato, con una voce spaventosa e un guanto da
giardiniere con dei coltelli al posto delle dita. Si rendono conto
che quello che accade nei loro sogni accade davvero, e che l’unico
modo per sopravvivere è non addormentarsi. È giunta l’ora di pagare
un debito sepolto nel loro passato. Wes Craven dà
vita ad uno dei più iconici mostri del cinema horror, divenuto oggi
parte dell’immaginario culturale.
Hellraiser
(1987). Mentre armeggia con una particolare scatola magica, un uomo
apre involontariamente le porte di accesso ad una dimensione
infernale, popolata da mostri sadomasochisti assetati di sangue.
Hellraiser è uno dei più noti e spaventosi horror degli
anni Ottanta, ricco di creature mostruose e sangue a volontà.
Film anni ’80 commedie romantiche
Gli anni ’80 sono stati un decennio
molto importante per le commedie romantiche al cinema. Grazie a
nuovi autori sono infatti state proposte storie nuove e capaci di
emozionare spettatori di ogni età. È proprio in questo decennio,
inoltre, che si definiscono ulteriormente i canoni del genere. Ecco
dunque i migliori film anni ’80 commedie
romantiche:
Tootsie (1982). Pur di
trovare lavoro, l’eclettico attore Michael Dorsey non esita a
travestirsi da donna: in questo modo egli riesce a farsi assumere,
con il nome di Dorothy Michaels, in una troupe che sta girando una
soap-opera. Sul set si innamorerà di una giovane attrice, ignara
però della sua vera identità. Dustin Hoffman e
Jessica Lange sono i protagonisti di questa
popolare commedia sentimentale, premiata agli Oscar.
Mystic Pizza
(1988). In una cittadina del Connecticut si intrecciano le vicende
sentimentali di tre ragazze cameriere del Mystic Pizza, fra
speranze, delusioni e litigi le tre scoprono di avere molto in
comune. È questo il film che ha dato a Julia Robertsil
suo primo importante ruolo cinematografico, un film divertente e
ricco di buoni sentimenti.
Una donna in
carriera (1988). Tess McGill, una bella ragazza e
segretaria frustrata, dà un ottimo suggerimento alla propria
principale, Katharine Parker, che le ruba l’idea senza riconoscerle
il giusto merito. Quando la manager finisce in ospedale con una
gamba ferita, Tess decide che è il momento giusto per vendicarsi,
soffiandole prima il posto e successivamente anche l’uomo.
Melanie Griffith, Sigourney
Weaver ed Harrison Ford sono i
protagonisti di questa vivace commedia.
Harry, ti presento
Sally… (1989). La relazione tra Harry e Sally,
conosciutisi casualmente ai tempi dell’università durante un
viaggio terribile per entrambi, si evolve nel corso degli anni,
sebbene l’uomo sia convinto che non possa esistere amicizia tra un
uomo e una donna. Una delle più note commedie romantiche della
storia del cinema, magnificamente interpretata da Billy
Cristal e Meg Ryan.
Non per soldi… ma per
amore (1989). Una studentessa diligente s’innamora di un
ragazzo un po’ scapestrato. La relazione è ostacolata dal padre di
lei, che però sa come convincere il genitore. Ione
Skye e John Cusack
recitano in questa popolarissima commedia romantica, giudicata come
una delle migliori di sempre.
Dietro ad un grande supereroe, c’è
sempre un mentore altrettanto importante. Questo vale in
particolare per i grandi personaggi Marvel.
Le trame dei film a fumetti lasciano molto spazio agli spiriti
guida. Molto spesso le scene più struggenti ed emozionanti sono
legate alla morte di un mentore che, prima di passare a miglior
vita, tiene un ultimo importantissimo discorso l proprio
”discepolo”.
La storia di origine di
Ant-Man vista nel film MCUè
unica perché è la narrazione di un passaggio di testimone.
Scott Lang è il secondo supereroe Marvel ad assumere il
ruolo di Ant-Man e arriva dopo il periodo d’oro di
Hank Pym durante la Guerra Fredda.
Hank in persona sceglie Scott per le sue
abilità di ladro.
Dopo gli errori commessi in quanto
padre single di Speranza, Hank vede il ruolo di
mentore come una seconda possibilità.
Yondu
Yondu non è
decisamente un genitore perfetto per il figlio adottivo Peter
Quill, ma il suo amore per il figliastro è esplicitato dal
sacrificio finale in Guardiani della Galassia – Vol.
2. Dopo il tradimento di Ego, Yondu fa
uno dei discorsi più struggenti mai uditi in un
film Marvel. Prima di sacrificare la
sua vita per Qull, Yondu gli
dice: “[Ego]Può essere stato tuo padre,
ragazzo, ma non era il tuo papà“.
L’elogio funebre
che Quill fa a Yondu – “Ho avuto un papà
abbastanza cool” – rivela molto del rapporto tra l’eroe e il
suo mentore.
Dr. Abraham
Erskine
Quando nessun altro era
disposto a credere nel coraggioso e giovane Steve Rogers,
il Dr. Abraham Erskine garantiva per lui. È
il Dr. Erskine a creare il Siero del Super
Soldato e rifiutare tutti gli altri candidati Marvel in favore
di Steve.
Il Dr. Erskine giustifica
brevemente la scelta di dare il siero allo
scheletrico Rogers: “L’uomo forte, che conosce
cos’è il potere da tutta la vita, potrebbe perdere il rispetto per
quel potere. Al contrario, un uomo debole conosce il valore della
forza, e conosce… la compassione.”
Clint Barton
Oltre ad essere un padre
amorevole per i suoi figli, Clint Barton ha ricoperto il
ruolo di mentore per una manciata di giovani Vendicatori.
In particolare, Clint ha allenato Wanda Maximoff nella sua prima grande battaglia contro
gli scagnozzi cibernetici di
Ultron. Inoltre, l’ha liberata dal quartier
generale dei Vendicatori per permetterle di unirsi al
Team Cap in Captain America: Civil
War.
Dopo aver guidato Wanda
nella sua carriera di Avenger, Clint ha preso un
nuovo eroe sotto la sua ala. Nella serie
DisneyHawkeye, è Kate Bishop a prendere
il posto di Occhio di Falco quando
Clint decide di ritirarsi.
L’Antico
Nel primo film di
Doctor
Strange,Stephen Strange è un chirurgo
egocentrico che pensa di sapere tutto. Dopo aver perso l’uso delle
mani in un incidente d’auto, la ricerca di una cura spinge
Strange fino a Kamar-Taj. Nel tempio,
Tilda Swinton ci offre una prestazione formidabile nei
panni del mentore magico l’Antico.
L’Antico umilia
Strange. Fa uscire il suo spirito dal corpo e
spinge Stephen a lasciare andare la sua
arroganza e ad accettare che ci sono forze fuori dal suo
controllo.
Wolverine
Non c’è figura meno paterna
dell’antieroe con artigli di adamantio protagonista
di Logan. Dopo aver rinunciato alla vita da
supereroe, Wolverine prende la figlia clonata
X-23 sotto la sua ala.
Nonostante tutto, alla fine
Wolverine dà la sua vita per salvare non solo
Laura, ma tutta la futura generazione di mutanti e offre
loro l’opportunità di vivere e diventare loro stessi dei supereroi
Marvel.
Tony Stark
Tony Stark ha
avuto una buona dose di mentori, alcuni ottimi, come il padre
Yinsen, e altri terribili, come Obadiah Stane.
Inoltre, da ”grande” è diventato lui stesso un mentore
Marvel per Peter
Parker. Quando il giovane supereroe di quartiere viene
introdotto nell’MCUcon
Captain America: Civil War, la chimica tra
Tom
Holland e Robert
Downey Jr. scatta istantaneamente e dura fino alla
straziante morte di Stark.
Zuri
T’Challa viene
presentato all’MCU in Captain
America: Civil War. Nel film, l’eroe Marvel perde suo
padre T’Chaka in un attentato terroristico. Nel
lungometraggio da solista Black Panther, è il saggio
Zuri a prendere il ruolo vacante di mentore nella
vita di T’Challa.
Zuri è il custode delle
erbe che danno T’Challa i suoi poteri. In quanto
sciamano guerriero, il personaggio è dotato di un’empatia unica e
di un amore intenso, qualità che lo rendono una perfetta figura
paterna.
Zio Ben
Ben Parker è uno
dei più importanti mentori di supereroi Marvel. È la cosa più
vicina a un padre che Peter Parker abbia mai avuto. Le
ultime parole dello ZioBen – “Con un
grande potere arriva una grande responsabilità” – hanno
guidato Peter nel fare del bene e nell’aiutare le
persone.
Nello
Spider-Man originale di Sam
Raimi, Cliff Robertson ha
interpretato meravigliosamente la figura di
ZioBen accanto al Peter
Parker di Tobey Maguire. Anche dopo
vent’anni, la scena della sua morte continua a essere radicata nel
cuore dei fan.
Charles Xavier
Charles
Xavier funge da mentore per tutti i giovani
Marvel che frequentano la
prestigiosa accademia per mutanti: in un mondo che li respinge e li
evita, i mutanti trovano un rifugio sicuro nella X-Mansion.
Nei panni di Xavier,
Patrick Stewart offre una performance
incredibile in tutti i film X-Men di 20th Century
Fox. Inoltre, il Professor X è
innegabilmente una figura paterna per supereroi come
Wolverine di Hugh Jackman e
Tempesta di Halle Berry.
Durante la recente intervista di
Emma Mackey (Sex Education) con
Total Film (tramite
GamesRadar+) per promuovere il suo nuovo film
Emily, l’attrice ha parlato di Barbie,
il film di Greta Gerwig prodotto e interpretato da
Margot Robbie.
Dal momento che la Warner Bros. sta
gestendo il progetto con una buona dose di segretezza, Mackey non
ha potuto rivelare troppo, anche se ha anticipato il tono
inaspettato del film e ha detto che molte persone ne rimarranno
sorprese.
“È inaspettato in molti modi.
Penso che le persone avranno un’idea del film molto diversa
rispetto a quello che si rivelerà, poi. Sarà una sorpresa. Sono
davvero eccitata. Ed è una commedia, grazie a Dio. Non piangerete
in questo film! Lascia che te lo dica. Non piangerete! È stato
fantastico fare una commedia pura, anche una commedia americana. E
ho avuto modo di lavorare con alcuni dei miei eroi.”
Diretto da Greta
Gerwig, che ha
co-firmato la sceneggiatura con Noah Baumbach,
il film è attualmente in fase di produzione, per una collaborazione
tra la Mattel Film e Warner Bros.
I piani per adattare la storia di
Barbie
per il grande schermo hanno subìto alcune battute d’arresto negli
ultimi anni, ma quando Robbie, Gerwig e Baumbach si sono imbarcati
nel progetto rispettivamente nel 2018 e nel 2019, le cose sono
andate a gonfie vele.
Parlando con IGN,
Julius Onah regista incaricato di Captain America: New World Order ha fatto luce
sul significato del titolo del film, spiegando che si tratta di
quello che Sam Wilson dovrà affrontare nel corso del film,
soprattutto in rapporto a quello che a suo tempo ha affrontato
Steve Rogers. Ecco cosa ha risposto:
“Che cosa significa (il titolo)?
Le decisioni che Sam dovrà prendere e le situazioni con cui dovrà
confrontarsi sono radicalmente diverse da quelle che Steve Rogers
ha dovuto affrontare. E di conseguenza, poiché ora è un leader di
questa squadra, deve prendere decisioni che avranno enormi
implicazioni. Quindi, il mondo è cambiato intorno a lui e lui è un
uomo cambiato, e penso che questo porti a una narrazione davvero
eccitante.”
Anthony Mackie, che ha interpretato il supereroe Sam
Wilson, alias il Falcon, nel Marvel Cinematic Universe dai tempi
di Captain America: The Winter
Soldier, guida il film come nuovo Capitan America per
la prima volta. Il cast del quarto film di “Captain America”
includerà anche Shira Haas nei panni di Sabra e
Tim Blake Nelson nei panni di The Leader, oltre a
Danny Ramirez e Carl Lumbly, che
sono apparsi nella serie The Falcon and the Winter Soldier, nei panni di
Joaquin Torres e Isaiah Bradley, rispettivamente.
Lo sviluppo di Captain America
4 è stato annunciato il giorno del finale di The Falcon and the Winter Soldier, con il creatore
dello show Malcolm Spellman e lo sceneggiatore
Dalan Musson chiamati a firmare la
sceneggiatura.
Nell’ambito del panel dello studio
al Comic-Con di San Diego, a cui era presente Screen Rant, la Marvel ha rivelato la data di
uscita del film: 3 maggio 2024, oltre al titolo ufficiale: Captain America: New World Order. A dirigere è
stato chiamato Julius Onah.
Anche se sarebbe ingiusto liquidare D23 come una
delusione, l’evento non è riuscito a soddisfare tutte le
aspettative dei fan. Questo è stato sicuramente il caso del
franchise di Star
Wars, poiché il presidente della
Lucasfilm Kathleen Kennedy ancora una volta non ha
condiviso alcun aggiornamento significativo sulla galassia lontana
lontana, soprattutto per il futuro sul grande schermo di Star
Wars. Tra i lati positivi però, abbiamo ricevuto
alcuni piccoli aggiornamenti sui prodotti in arrivo per il piccolo
schermo, inclusi alcuni dettagli minori su
Star Wars: Skeleton Crew. Il regista di Spider-Man: No Way HomeJon
Watts si sta occupando della serie Disney+,
Star Wars: Skeleton Crew, ma cosa lo ha portato a fare
il salto dal Marvel Cinematic
Universe a Star
Wars?
Rivolgendosi ai fan sul palco lo scorso sabato, il produttore
esecutivo Jon Favreau (The
Mandalorian ) ha ricordato una conversazione con Jon Watts
sul set dell’ultimo film di Spider-Man che lo
ha portato poi ad essere scelto per realizzare
Star Wars: Skeleton Crew. Favreau interpreta
Happy Hogan nel franchise del wall-crawler e si è subito reso conto
che il regista sarebbe stato perfetto per questo angolo
della narrazione di Star
Wars.
Le dichiarazioni di Jon Favreau
“Ho avuto la fortuna di
essere un attore nei tre ultimi film di
Spider-Man“, ha esordito. “Kevin
Feige è là dietro dicendo, ‘Sì, [al pubblico] piace
Spider-Mann. A loro piace
Spider-Man“.“Ma stavo lavorando con Jon Watts
e l’ultima volta che sono stato lì mi è capitato di dirgli che
stavo lavorando a [The
Mandalorian], e quanto sia divertente, e che vorrebbe
collaborare, pensando che forse potrebbe dirigere un episodio o
qualcosa del genere. E lui ha detto: ‘Oh, no, no. Abbiamo un’idea
davvero ben formata per quello che vogliamo fare.'”
Mentre un primo sguardo a Jude Law nella serie è stato
rivelato al D23, tutto ciò che Watts ha detto
suSkeleton Crew è
che “È uno spettacolo su un gruppo di bambini che si
perdono nella galassia di Star
Wars”. Sfortunatamente non si tratta di nuove
informazioni, ma non vediamo l’ora di vedere cosa offrirà la serie,
soprattutto perché il regista ha scelto di lavorare alla serie
piuttosto che al nuovo film dei Fantastici
Quattrodei Marvel Studios.
Ecco un clip da Hocus Pocus
2 che arriverà direttamente su Disney+ a partire dal 30 settembre
2022.
Disney ha dato il via libera a
Hocus Pocus
2 nel 2021, con Anne Fletcher al
timone. Per la gioia del pubblico, tutte e tre le originali sorelle
Sanderson stanno tornando a seminare il caos. Doug
Jones (Billy Butcherson) è l’unico altro attore del primo
film che tornerà, poiché il resto del cast è nuovo di zecca. La
sinossi sembra attenersi alla formula magica di tre liceali che
devono salvare Salem dalle sorelle Sanderson la notte di
Halloween.
Hocus Pocus
2 arriverà al cinema il 30 settembre 2022. Nel cast
tornano Bette Middler (Winifred), Kathy
Najimy (Mary) e Sarah Jessica Parker
(Sarah).
Hocus Pocus 2,
l’attesissimo film originale Disney+ che riunisce Bette Midler,
Sarah Jessica Parker e Kathy Najimy. Il sequel live action del
popolare classico di Halloween, che vede il ritorno delle
deliziosamente malvagie sorelle Sanderson per un uragano di
comicità, debutterà su Disney+ il 30 settembre.
Sono passati 29 anni da quando
qualcuno ha acceso la Candela della Fiamma Nera e ha resuscitato le
sorelle del XVII secolo, che sono in cerca di vendetta. Ora tocca a
tre studentesse liceali impedire alle fameliche streghe di
scatenare un nuovo caos a Salem prima dell’alba della vigilia di
Ognissanti. Hocus Pocus 2 è interpretato anche da Sam
Richardson (La Guerra di domani), Doug Jones (La forma
dell’acqua – The Shape of Water), Hannah Waddingham (Ted
Lasso), Whitney Peak (Gossip Girl), Belissa Escobedo
(American Horror Stories), Lilia Buckingham
(Dirt), Froyan Gutierrez (Teen Wolf) e Tony Hale
(Veep – Vicepresidente incompetente). Il film è diretto da
Anne Fletcher (Voglio una vita a forma di me, Ricatto
d’amore) e prodotto da Lynn Harris (Una famiglia vincente
– King Richard, Paradise Beach – Dentro l’incubo), con Ralph
Winter (Hocus Pocus, il franchise di X-Men),
David Kirschner (Hocus Pocus, La bambola
assassina) e Adam Shankman (Disenchanted,
Hairspray – Grasso è bello) come produttori esecutivi.
Dopo l’arrivo di Destin
Daniel Cretton sulla sedia di regia di
Avengers: The Kang Dynasty, arriva oggi la notizia che
il film ha trovato anche lo sceneggiatore. Si tratta di
Jeff Loveness, che ha già scritto Ant-Man
e The Wasp: Quantumania, e che quindi avrà un “legame” con
la narrazione di Kang che si farà nel MCU.
Al di fuori del suo lavoro con il
Marvel Universe, i crediti di
scrittura di Loveness includono più episodi di Rick &
Morty, che pare sia la motivazione principale che ha
spinto la squadra di Kevin Feige a reclutarlo per
Ant-Man.
Destin Daniel
Cretton dirigerà il film da una sceneggiatura di
Jeff Loveness. Avengers:
The Kang Dynasty, che debutterà il 2 maggio 2025. Il
seguito, Avengers:
Secret Wars, uscirà solo sei mesi dopo, il 7 novembre
2025.
Josh Heald e
Jon Hurwitz, già menti dietro al successo di
Cobra Kai, hanno commentato con Variety il
progetto dello spin-off di Una pazza giornata di vacanza, il film di
John Hughes del 1986. I due creatori si aprono
proponendo le loro intenzioni, che dovrebbero essere legate
all’esplorazione del mondo già visto e non al suo rifacimento.
Hurwitz ha dichiarato: “Siamo figli
degli anni ’80. Quando parliamo delle esperienze cinematografiche
seminali delle nostre vite, c’è un periodo di cinque anni dall’83
all’88, in cui ci sono stati per entrambi quei film. Una
pazza giornata di vacanza è stato un momento del genere
nella nostra vita. Amiamo i viaggi secondari. In quel film, c’è
questo grande desiderio che si realizza con questi due camerieri,
che portano questa fantastica Ferrari. Abbiamo solo un paio di
scorci di loro che se ne vanno, si arrampicano su una collina
gigante, prendono l’auto in volo e poi la restituiscono. Cosa sta
succedendo nelle loro vite? Sembrano vivere un’esperienza molto
diversa da Ferris, che vive nella periferia più lontana. Cosa può
averli portati ad aver bisogno di quell’auto, a volere quell’auto e
a prenderla? Quando inizi a prendere in considerazione tutte le
storie, si aprono molte idee. Siamo entusiasti di raccontare una
storia molto diversa che si svolge a Chicago quel giorno che non
riscrive ciò che accade nel film, ma che racconta altro, nello
stesso momento; non stiamo cercando di infilare la nostalgia in
gola a nessuno. Amiamo e rispettiamo i film che tutti ritengono
intoccabili, e questo non sta cercando di toccare o pasticciare con
Una pazza giornata di vacanza in alcun modo.
Josh Heald ha
aggiunto: “Non ci interessa rifare qualcosa. Ci piace così
tanto, vogliamo esplorarlo di più. La somiglianza con “Cobra Kai” è
iniziata con un punto di vista che non si vede. In “Karate Kid”, e
se fossi nei panni di Johnny? Ti fa guardare indietro a “The Karate
Kid” in un modo divertente e diverso. Mantiene vivo quel film in un
modo diverso. Se le cose funzionassero con questo, sarebbe
simile.”
Sotto questo punto di vista, sembra
un approccio molto interessante! Aspettiamo di vedere cosa
succederà, soprattutto alla luce del grande successo di
Cobra Kai.
La prima clip del quinto episodio di She-Hulk: Attorney at Law di domani è
ora online e si concentra sul grande confronto tra Jennifer
Walters e Titania. Sfortunatamente, dovremo
aspettare un po’ per vedere di nuovo questo confronto, perché
questa rivincita si svolgerà in tribunale.
Il cattivo di Jameela Jamil è apparso solo molto brevemente nel
primo episodio quando l’Amazzone Smeraldo l’ha abbattuta con
facilità dopo che è esplosa attraverso il muro dell’aula del
tribunale, ma abbiamo scoperto alla conclusione della puntata di
giovedì scorso che Titania sta facendo causa a Jen per i diritti di
She – Soprannome di Hulk! Walters arruola l’avvocato rivale
Mallory Book (Renée Elise Goldsberry) per combattere il suo caso,
ma Titania ha già protetto da copyright il nome She-Hulk per alcuni prodotti di bellezza, che ha
portato in tribunale come “prova”.
She-Hulk: Attorney at Law è l’annunciata
serie tv
Marvel Studios basata sull’universo di Hulk dei
Marvel Comics che debutterà
su Disney+. La
serie tv è scritta da Jessica Gao e diretta da Kat Coiro con
protagonisti Tatiana Maslany, Tim Roth e Mark
Ruffalo.
La serie che racconta gli
avvenimenti che portano Jennifer Walters ad acquisire poteri simili
a quelli di Hulk è stata scritta da Jessica
Gao e si basa sul personaggio di Jennifer
Walters creato da Stan Lee. Tutti i sei episodi sono
diretti da Kat Coiro che è anche produttrice esecutiva al
fianco Kevin Feige. In She-Hulk:
Attorney at Law protagonisti sono Tatiana
Maslany nei panni di Jennifer Walters, Tim
Roth. Mark
Ruffalo riprenderà il suo ruolo di Bruce
Banner.
La
foresta Aokigahara (o Jukai)
si trova alla base nord-occidentale del monte Fuji, in Giappone. Il
suo nome, letteralmente traducibile con “mare di alberi”,
lascia ben immaginare la sua vastità, che si estende per 35km².
Questa, però, più che come luogo esotico è tristemente nota anche
come la foresta dei suicidi. A partire dal 1950, si stimano circa
30 suicidi l’anno, facendo di questo il secondo posto al mondo dove
si verificano tali eventi. Divenuta oggi parte della cultura di
massa, la foresta è stata recentemente protagonista di diversi
film, tra cui Jukai – La foresta dei
suicidi, diretto nel 2016
da Jason Zada.
Fino a quel momento questa era stata
raffigurata solo attraverso alcuni documentari o con il film
drammatico La foresta dei sogni,
interpretato da Matthew
McConaughey. Il noto produttore David S.
Goyer si sorprese del fatto che non era ancora stato
realizzato un horror ambientato nella spettrale foresta. Scritto
poi da Nick Antosca, sceneggiatore anche
dell’atteso horror Antlers, il film acquisì una serie di
elementi che lo hanno portato ad essere più vicino ad un horror
psicologico che non ad uno slasher. Non fu ovviamente possibile
girare nella vera Aokigahara, portando le riprese a svolgersi in
una foresta in Serbia che potesse ricordare quella giapponese.
Il terrore si anima dunque a partire
dalle suggestioni che la foresta infonde, come anche dalla
convinzione che quanti lì deceduti abitino ancora quel luogo sotto
forma di spiriti. Per gli amanti di questa tipologia di racconti,
si tratta di un titolo particolarmente affascinante. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio
catalogo.
Jukai – La foresta dei suicidi: la trama del film
Protagonista del film è la giovane
Sara, la quale intraprende un viaggio per
introdursi nella celebre foresta Aokigahara, celebre come foresta
dei suicidi. La ragazza vi si inoltra per ritrovare la gemella
Jess che tutti credono morta. La ragazza è infatti
svanita in circostanze misteriose durante un campeggio solitario,
proprio nel luogo in cui si recano le persone intenzionate a
togliersi la vita. Ma questo non basta a convincere Sara che Jess
sia morta nella foresta degli orrori. Convinta che sia ancora lì da
qualche parte, magari dispera, vola così dall’altra parte del
pianeta per rintracciarla.
Lo spettacolo che le si presenta
davanti è però un primo ostacolo, poiché le ricorda lo scenario di
un suo incubo ricorrente Il fitto ammasso di vegetazione, inoltre,
racchiude oscuri misteri incomprensibili all’uomo, al di là dei
sentieri battuti si consumano orrende visioni di paura, strazio e
dolore, creature demoniache si nascondono nelle grotte gelate e nei
fossi coperti. Chiunque vorrebbe fuggire da quel luogo selvaggio e
labirintico, teatro di morte e sofferenza. Ma non l’ostinata Sara,
almeno non prima di aver ritrovato sua sorella. Più si addentra
nella foresta, però, più si scontrerà con una serie di inspiegabili
eventi e paure molto più grandi di lei.
Jukai – La foresta dei suicidi: il cast del film
Ad interpretare il ruolo delle
gemelle Sara e Jess Price vi è l’attrice Natalie Dormer,
divenuta celebre per il ruolo di Margaery Tyrell nella serie
Il Trono di
Spade. Per prepararsi al ruolo, l’attrice è realmente
andata in visita nella foresta dei suicidi, accompagnata da una
guida locale. La Dormer si è anche avventurata di soli cinque metri
fuori dal sentiero, avvertendo già così delle strane vibrazioni.
Uno dei motivi per cui l’attrice ha poi accettato il ruolo era la
possibilità di dar vita a due personaggi che fossero l’uno
l’opposto dell’altro. Per differenziare le sorelle gemelle
l’attrice ha dovuto tingersi i capelli di nero mentre interpretava
Jess e mantenere i capelli biondi come Sara.
Questo era anche per inserire il
simbolismo yin-yang: Sara era sempre stata la sorella più innocente
e pura, da qui i suoi capelli biondi, mentre Jess era sempre più
turbata e triste psicologicamente, da qui i suoi capelli neri. Nei
panni del reporter Aiden, vi è invece l’attore Taylor Kinney,
noto per la serie The Vampire Diaries. Egli si è
dichiarato particolarmente affascinato dalla natura del progetto,
essendo da tempo alla ricerca di un horror più celebrale che non
sanguinolento. Eoin Macken è Rob, il fidanzato di
Sara, mentre l’attore giapponese Yukiyoshi Ozawa è
Michi, la guida della protagonista.
Jukai – La foresta dei
suicidi: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Jukai – La foresta dei
suicidi è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision,
Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di mercoledì 14 settembre alle
ore 21:20 sul canale Rai
4.
Shantaram è la nuova serie
drammatica Apple Original con
Charlie Hunnam (“Sons of Anarchy”), basata sul
best-seller di Gregory David Roberts. La serie
Shantaram è co-creata e scritta da Steve Lightfoot
che è anche showrunner e produttore esecutivo. Bharat Nalluri è
regista e produttore esecutivo, come Andrea Barron, Nicole Clemens,
Steve Golin, Justin Kurzel ed Eric Warren Singer, che ha co-creato
la serie con Lightfoot. La serie è prodotta per Apple dai Paramount
Television Studios e dagli AC Studios di Anonymous Content.
Shantaram: quando esce e dove
vederla in streaming
Shantaram uscirà in
streaming dal 14 ottobre con i primi tre episodi dei
dodici totali su
APPLE TV+. Successivamente arriverà un nuovo episodio
ogni venerdì fino al 16 dicembre.
Shantaram: trama e cast
Shantaram segue le
vicende di un fuggitivo di nome Lin Ford (Charlie
Hunnam) che cerca di far perdere le sue tracce nella
vibrante e caotica Bombay degli anni Ottanta. Da solo in una città
sconosciuta, Lin lotta per sfuggire ai problemi da cui sta
scappando in questo nuovo luogo. Dopo essersi innamorato di una
donna enigmatica e intrigante di nome Karla, Lin deve scegliere tra
la libertà o l’amore e le complicazioni che ne derivano.
Oltre a Charlie Hunnam, la serie è interpretata anche
da Shubham Saraf, Elektra Kilbey, Fayssal Bazzi, Luke
Pasqualino, Antonia Desplat, Alyy Khan, Sujaya Dasgupta, Vincent
Perez, David Field, Alexander Siddig, Gabrielle Scharnitzky, Elham
Ehsas, Rachel Kamath, Matthew Joseph e Shiv
Palekar.
Shantaram: trailer
https://youtu.be/9oJqfd2M3bA
Apple
TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità,
lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini
e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi
preferiti. Dal debutto di Apple TV+ poco più di due anni fa, le
serie e i film di Apple hanno ottenuto 275 vittorie e 1.152
nomination, tra cui “CODA“,
premiato agli Oscar come Miglior film.
Apple TV+ è disponibile sull’app
Apple TV in oltre 100 paesi, su oltre 1 miliardo di schermi,
inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, specifiche smart
TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon Fire TV e dispositivi Roku,
console PlayStation e Xbox e su tv.apple.com,
per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un
periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo
iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire
gratuitamente di un anno di Apple TV+. Questa offerta speciale è
valida per tre mesi dopo la prima attivazione del
dispositivo.
Il
Leone D’OroLav Diaz (The
Woman Who Left) presenta a Venezia 79 il suo nuovo
film: When the waves are gone (Kapag Wala
Nang Mga Alon). Il lungometraggio è un thriller poliziesco
dall’alto valore estetico che riesce allo stesso tempo a fare un
elogio al cinema e una critica alle forze armate filippine.
Di cosa parla When
the waves are gone?
Hermes
Papauran (John Lloyd Cruz) viene
considerato da tutti come uno dei migliori investigatori delle
Filippine. Le sue indagini come tenente della polizia lo mettono a
dura prova. La campagna antidroga messa in atto dall’istituzione a
cui appartiene prevede l’uccisione di ogni sospettato giovanissimo
spacciatore. Il conflitto morale interno a Papauran
si manifesta nel corpo con una violenta psoriasi che costringe il
tenente a congedarsi. Ma proprio
quando Papauran decide di prendere le distanze
dal sistema corrotto in cui è costretto, l’uscita di prigione del
suo insegnante della scuola di polizia lo costringe a fare i conti
con i demoni del passato…
La perfezione estetica di Lav
Diaz
When the waves are
gone è un film corposo, in termini di durata, di temi e di
rappresentazioni. Lav Diaz è noto per i
suoi lungometraggi capaci di durare anche dodici ore. Questa volta,
il regista realizza un’opera di tre ore totalmente costruita sul
montaggio: le sequenze si alternano, i flashback sono inseriti fin
dalle prime scene. Montaggi paralleli e alternati sono essenziali
nella comprensione della storia che, per buona parte, appare
alquanto confusa. All’inizio, Papauran e il suo maestro
non sembrano aver a che fare l’uno con l’altro, ma minuto dopo
minuto, le vicende riguardanti i due personaggi appaiono sempre più
interconnesse.
Il contrasto tra l’orrore e lo
squallore di quanto rappresentato – poliziotti corrotti, povertà
dilagante, prostituzione minorile, fotografi senza scrupolo – e la
precisione estetica di When the waves are
gone è evidente e apprezzabile. Il bianco e
nero è un tratto essenziale del film. Se da un lato
l’assenza di colore ammorbidisce e annebbia la violenza delle
immagini e delle scene, dall’altro è funzionale all’atmosfera
noir dell’opera: toglie il rosso sangue e aggiunge ombre
oscure sui personaggi e sugli avvenimenti.
L’ingiustizia che pervade le
istituzioni preposte alla giustizia
Con When the waves are
gone il regista porta sulla scena una serie di personaggi
moralmente discutibili. È impossibile provare affetto per un
qualsiasi membro della storia: ci si può impietosire, si percepisce
la vergogna e l’imbarazzo di Papauran e degli altri
membri del film, ma tutti sono almeno in parte corrotti e
spregevoli.
La critica va in primo luogo alla
polizia, un’istituzione che, nonostante abbia il compito di
proteggere la cittadinanza e assicurare il rispetto delle leggi, si
rende responsabile di uccisioni extragiudiziali e
rapimenti. Diaz punta i riflettori sulle
Filippine e sul presidente Rodrigo Duterte, ma il
film serve come spunto per un discorso più ampio e globale. Il
tenente Hermes Papauran si carica della sofferenza
dell’animo filippino e, in generale, dell’animo umano. Secondo
Diaz, la brutalità a cui abbiamo assistito negli
ultimi tempi non può e non dovrebbe lasciare indisturbati. Con la
sua opera, il regista vuole far aprire gli occhi non solo alle
masse ‘ignoranti’, ma anche agli intellettuali. Le onde
di When the waes are gone simboleggiano il
flusso dei poteri malvagi e dell’ignoranza dilagante nel popolo e
nella classe politica. L’augurio, come dice il titolo del film, è
che queste onde passino quanto prima.
Dal 18 al 22 settembre nelle
multisala del Circuito UCI Cinemas arriverà Cinema in
festa, l’iniziativa promossa dal Ministero della
Cultura, in collaborazione con ANEC e ANICA, che offre agli amanti
del grande schermo la possibilità di assistere a tutti gli
spettacoli in programmazione al prezzo speciale di 3,50€ a
biglietto. Eventi speciali, anteprime e grandi titoli, dai thriller
ai film storici, dalle commedie alle animazioni, fino ai drammi,
l’occasione sarà unica per godere della magia del cinema a un
prezzo ridotto.
“Supportiamo con piacere questa
iniziativa che mira a far riscoprire al pubblico la magia del
grande schermo e il piacere di vivere le emozioni del cinema in
modo collettivo” afferma Ramon Biarnés, Managing
Director Sud e Nord Europa del gruppo ODEON Cinemas.
“I nostri cinema sono da sempre luoghi di intrattenimento,
aggregazione e di condivisione e questo progetto promosso dal
Ministero della Cultura, in collaborazione con ANEC e ANICA, si
sposa perfettamente con la nostra idea di riproporre il cinema come
un luogo alla portata di tutti, dove trascorrere del tempo di
qualità con la famiglia o gli amici”.
Durante le giornate dedicate a
Cinema in Festa UCI Cinemas proporrà
anche un’offerta esclusiva disponibile al bar, il
menù che comprende la bibita e i popcorn avranno il prezzo speciale
di 6,50 euro.
La programmazione che sarà attiva
durante il Cinema in Festa prevederà alcuni titoli molto attesi tra
cui: Spider-Man: No way home – The More Fun Stuff
Version, il film campione d’incassi diretto da
Jon Watts e distribuito da Warner Bros. Picture torna in sala con
circa 11 minuti di scene inedite; Moonage
Daydream, un’esperienza cinematografica
immersiva, diretta dal candidato agli Oscar Brett
Morgen e distribuita da Universal Pictures su una delle
rockstar mondiali più iconiche di tutti i tempi;
Don’t Worry Darling, un thriller psicologico
audace e visivamente sbalorditivo, distribuito da Warner Bros.
Pictures e diretto da
Olivia Wilde, che si avvale delle straordinarie
interpretazioni di Florence Pugh e Harry Styles e Beast,
il thriller distribuito da Universal Picture, diretto da Baltasar
Kormákur e interpretato dal grande
Idris Elba.
Il calendario vedrà anche l’uscita
di L’Immensità, Memory, Per Niente al Mondo, Un Mondo Sotto
Social, Ti Mangio il Cuore, Maigret, Amanda, Nido di Vipere,
Backstage: Dietro le Quinte e Taddeo l’Esploratore e la Tavola di
Smeraldo, una selezione di film che offre a tutti i fan
del cinema una vasta scelta in termini di genere.
È possibile acquistare i biglietti
presso le casse delle multisala coinvolte, tramite App gratuita di
UCI Cinemas per dispositivi Apple e Android e sul sito
www.ucicinemas.it. I biglietti paper-less acquistati tramite App e
i biglietti elettronici acquistati tramite sito danno la
possibilità di evitare la fila alle casse con –FILA+FILM. Il
pubblico può comunque acquistare i biglietti anche tramite il call
center (892.960) e le biglietterie automatiche self-service
presenti sul posto. Per maggiori informazioni visitare il sito
www.ucicinemas.it o la pagina ufficiale di Facebook di UCI Cinemas
all’indirizzo: www.facebook.com/ucicinemasitalia. In alternativa
contattare il call center al numero 892.960.
Il Colibrì di
Francesca Archibugi sarà il film d’apertura della diciassettesima
edizione della
Festa del Cinema di Roma che si svolgerà dal 13 al 23 ottobre
2022 all’Auditorium Parco della Musica. Lo annuncia la Direttrice
Artistica Paola Malanga, in accordo con
Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione
Cinema per Roma, e Francesca Via, Direttrice
Generale.
La pluripremiata regista e
sceneggiatrice romana, una delle più importanti cineaste in Italia,
autrice di opere di grande originalità sospese tra commedia e
dramma, realismo ed emozioni, quotidianità e conflitti
generazionali, trae il suo nuovo film dall’omonimo romanzo di
Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020, edito da La Nave
di Teseo. Sul grande schermo scorre la vita di Marco Carrera, “il
Colibrì”, un’esistenza attraversata da coincidenze fatali, perdite
e amori assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi,
da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni
‘70 fino a un futuro prossimo. Il Colibrì è
la storia della forza ancestrale della vita, della strenua lotta
per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile, anche grazie
alle potenti armi dell’illusione, della felicità e
dell’allegria.
Il Colibrì, scritto
da Laura Paolucci, Francesco
Piccolo e Francesca Archibugi, è prodotto
da Domenico Procacci per Fandango con Rai Cinema, Les Films des
Tournelles – Orange Studio e sarà distribuito da 01 Distribution.
Il film vanta un cast straordinario composto da
Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura
Morante, Sergio Albelli, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini,
Alessandro Tedeschi, Fotiní Peluso, Francesco Centorame, Pietro
Ragusa, Valeria Cavalli e con Nanni
Moretti. I titoli di coda del film, la cui colonna sonora
è firmata da Battista Lena, ospitano una canzone inedita di
Sergio Endrigo e Riccardo
Sinigallia dal titolo “Caro amore lontanissimo” che
Claudia Endrigo, figlia del grande cantautore, ha
voluto affidare unicamente alla voce di Marco Mengoni.
Il Colibrì, la trama
È il racconto della vita di Marco
Carrera, “il Colibrì”, una vita di coincidenze fatali, perdite e
amori assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che
permettono di saltare da un periodo a un altro, da un’epoca a
un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un
futuro prossimo. È al mare che Marco conosce Luisa Lattes, una
ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato
e mai si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà
un’altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele. Marco
tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo
sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti
troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che
insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati.
Il Colibrì è la storia della forza ancestrale della
vita, della strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a
ciò che talvolta sembra insostenibile. Anche con le potenti armi
dell’illusione, della felicità e dell’allegria.
La nuova stagione
de LaGrande Arte al Cinema di
Nexo Digital torna nelle sale italiane con un
docufilm dedicato a uno dei pittori simbolo di Venezia e del
Rinascimento: Tiziano Vecellio (1488/1490
–1576). L’appuntamento è per il 3, 4, 5
ottobre con Tiziano.
L’impero del colore, diretto da Laura
Chiossone e Giulio Boato e
scritto da Lucia
Toso e Marco
Panichella con la supervisione di Donato
Dallavalle, una produzione Sky, Kublai Film,
Zetagroup, Gebrueder Beetz e Arte
ZDF.
Tiziano. L’impero del colore ripercorre quasi un
secolo di vita di quel ragazzo che, all’aprirsi del 1500, in una
città coperta d’oro che svetta ammiratissima sopra una foresta
sommersa, scende dalle montagne del Dogado per essere ricordato
come “il più eccellente di quanti hanno dipinto”. Straordinario
artista e geniale imprenditore di se stesso, tanto innovativo nella
composizione di un’opera quanto nel saperla vendere, Tiziano
diviene in pochi anni pittore ufficiale della Serenissima e sommo
artista ricercato dalle più ricche e famose corti d’Europa. Da
Ferrara a Urbino, da Mantova a Roma fino alla Spagna di Carlo V e
di suo figlio Filippo II, Tiziano attraversa il secolo
illuminandolo con i suoi dipinti e ispirando artisti di tutte le
epoche successive. Perfetto interprete della religione e della
mitologia e ritrattista di immediata potenza espressiva, domina il
suo tempo oscurando i contemporanei, sempre tenendo fede al suo
motto: “l’arte è più potente della natura”.
In Tiziano. L’impero del colore, esperti, critici,
studiosi e artisti internazionali raccontano la vita e lo stile
dell’artista, il suo temperamento, le sue ambizioni. E poi la
Venezia che, per tutta la sua esistenza, rimarrà la base operativa
da cui spostarsi per conquistare e creare un “impero del colore”,
una fucina creativa eccezionale capace di accogliere viaggiatori e
influenze provenienti da tutto il mondo. Ce lo raccontano nel
film Amina Gaia Abdelouahab, curatrice
indipendente e storica dell’arte, co-founder e vicepresidente di
Progetto A, Bernard Aikema, Professore di
Storia dell’arte moderna all’Università di
Verona, Brunello Cucinelli, stilista e
imprenditore, finanziatore del Foro delle
Arti, Francesca Del Torre, assistente
scientifica all’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini
e curatrice per la pittura italiana del Rinascimento al
Kunsthistorisches Museum di Vienna, Miguel Falomir
Faus, Direttore del Museo Nacional del Prado a Madrid,
studioso di pittura italiana del Rinascimento e del
Barocco, Sylvia Ferino-Pagden, curatrice di
mostre, in precedenza Curatrice della Pittura rinascimentale
italiana e Direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum
di Vienna, Jeff Koons, uno degli artisti più
influenti e seguiti al mondo, Patrizia
Piscitello, storica dell’arte, curatrice, responsabile
Ufficio mostre e prestiti e Curatrice collezioni del Cinquecento
del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Tiziana
Plebani, storica, cultrice di Storia moderna
all’Università Ca’ Foscari di Venezia, in precedenza responsabile
del Dipartimento Storia e Didattica della Biblioteca Nazionale
Marciana, Giorgio Tagliaferro, Professore
Associato in Arte Rinascimentale all’Università di Warwick con un
Ph.D. in Storia dell’arte all’Università Ca’ Foscari di
Venezia.
A comporre le vicende dell’artista
anche le indagini sui suoi affetti, come quello per l’amatissima
figlia Lavinia, e sui rapporti con le grandi
personalità del suo tempo: il Duca di Ferrara Alfonso
I; il poeta e intellettuale Pietro
Aretino, rockstar del Rinascimento; la Marchesa di
Mantova, collezionista e mecenate senza
eguali, Isabella d’Este;
l’imperatore Carlo V; il Papa
Paolo III; il re di Spagna Filippo
II; il celebre “rivale” Jacopo
Tintoretto.
Se per tre secoli la tomba di
Tiziano, ucciso dalla peste nel 1576, sarà decorata solo da una
lapide, la sua produzione influenzerà i grandi artisti delle epoche
successive e continua tuttora a dialogare con i contemporanei come
spiega nel docufilm lo stesso Jeff Koons,
raccontando la sua assoluta fascinazione per il gesto pittorico e
la bottega di Tiziano: elementi che lo accomunano, a distanza di
oltre quattrocento anni, al rivoluzionario pittore veneziano.
La Grande Arte al Cinema è un
progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital. Per l’autunno 2022
la Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da
Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte,
MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.
Dopo il successo di X – a sexy horror story e l’accoglienza
positiva di Pearl, visto all’ultimo festival di Venezia e presto in sala,
Ti West completa la sua trilogia con la
A24 con
MaXXXine, di cui vi mostriamo il primo trailer. Il
film sarà ambientato a Los Angeles nel 1985 e sarà un sequel
diretto di X, il che vuol dire che ancora una volta troveremo la
nostra amata final girl Mia Goth.
Uscito nei cinema italiani lo scorso
luglio, X – a sexy horror story ha ottenuto ampi
consensi come film di genere, per la regia di Ti West e per le
interpretazioni del suo cast, vale a dire Goth nel doppio ruolo
dell’aspirante star Maxine e dell’anziana killer Pearl. C’è stata
sorpresa quando alla fine di X abbiamo visto il
trailer di Pearl come fosse una scena post-credits, e
invece era la presentazione di un film prequel girato in segreto e
incentrato sul personaggio principale durante la sua giovinezza per
esplorare le origini della sua tendenza omicida.
Mentre Pearl
arriverà nelle sale americane questa settimana, sappiamo già che
molto presto la trilogia di West troverà una conclusione in
MaXXXine.
Il concept artist Jeremy
Love ha condiviso su Instagram dei concept alternativi
dell’Eternità, l’entità cosmica dei fumetti Marvel vista in Thor: Love and
Thunder. Eccoli di seguito:
Thor: Love and Thunder è
il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono
nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel Studios al
Comic-Con. Il film è uscito il 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor
(Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un
film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Brie Larson anticipa l’imbarazzante
dinamica della squadra in The
Marvels. Diretto da Nia DaCosta, il
film in uscita del 2023 è il sequel del film originale di
Captain
Marvel del 2019. Invece di concentrarsi semplicemente
su Carol Danvers, i Marvel Studios hanno scelto di includere
Kamala Khan e Monica Rambeau. Collettivamente, il trio dà il titolo
al film: The
Marvels.
I dettagli della trama sono ancora
scarsi al momento. Ma grazie al D23 Expo recentemente concluso, il
primo filmato del film ha debuttato, dando ai partecipanti al panel
un’idea su cosa aspettarsi dal film. La clip non è stata rilasciata
in rete, ma stando alla descrizione del video, la scena mostrata si
concentra sulle relazioni tra i personaggi che sono probabilmente
la parte più interessante della sua narrativa. Per il contesto, sia
Carol che Monica sono state introdotte nel prequel ambientato nel
1995 diretto da Anna Boden e Ryan
Fleck, Captain
Marvel, il che significa che hanno una storia
consolidata. Incorporare un nuovo supereroe, Kamala Khan/Ms.
Marvel, nel mix, d’altra parte,
rende le cose più interessanti.
Anche se comprensibilmente
Brie Larson non può parlare dei dettagli,
ha anticipato la dinamica imbarazzante tra le protagoniste in
un’intervista con eCartelera.
L’attrice vincitrice dell’Oscar ha confrontato le differenze tra le
percezioni di Kamala e Monica di Carol, il che contribuirà all’arco
narrativo del suo personaggio.
“Ms. Marvel idolatra Captain Marvel ma non conosce davvero la vera
Carol. E poi c’è Monica, che è cresciuta con lei ma ha un po’ di
risentimento per quanto tempo è passato. Quindi hai queste
proiezioni molto diverse di chi è Carol, e Carol sta cercando di
navigare in quel mondo, quindi cercando di trovare se
stessa.”
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche
nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel di Captain
Marvelarriverà il 28 luglio 2023.
Ecco il trailer di The
School for Good and Evil, il nuovo film
fantasy di Netflix che vede una splendida (come sempre)
Charlize Theron trai protagonisti e che
uscirà sul servizio di streaming il 19 ottobre 2022.
Il film introduce il pubblico alla
scuola di fiabe e a una storia di amicizie travagliate e che vede
Sofia Wylie e Sophia Anne Caruso
nei panni di due migliori amiche che vengono trascinate in un mondo
fantastico di bene contro il male.
Adattato dal romanzo fantasy di
Soman Chainani del 2013, The School for
Good and Evil segue il viaggio di Agatha (Wylie) e Sophie
(Caruso) mentre vengono portate nella scuola che dà il titolo alla
storia, dove ai bambini viene insegnato a diventare gli eroi e i
cattivi delle fiabe. Dopo che un errore le porta nelle scuole
“sbagliate”, l’amicizia delle due ragazze viene messa a dura prova
mentre scoprono i loro veri desideri. Oltre a Charlize Theron, nel cast del film ci sono
anche
Laurence Fishburne, Michelle Yeoh,
Kerry Washington,
Cate Blanchett e Ben Kingsley, tutti diretti da Paul Feig.
Anche se adesso è una star affermata
che tutti i migliori registi di Hollywood si contendono, all’inizio
della sua carriera Jennifer Lawrence era principalmente
Katniss Everdeen del franchise di Hunger
Games. Ora che la serie di film si espanderà con un
prequel, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del
serpente, l’attrice dà il suo consiglio al giovane
cast coinvolto nella produzione.
Il occasione del Toronto
International Film Festival, Jennifer Lawrence ha offerto i suoi consigli a
Tom Blyth,
Rachel Zegler e alle altre star protagoniste del film.
L’attrice propone di mantenere la leggerezza durante le riprese e
di godersi l’esperienza. “Oh, e il prequel? Vi divertirete
molto. Divertitevi, non preoccupatevi di niente.” Sembra
chiaro che per lei la cosa abbia funzionato!
Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e del serpente, il film
Basato sul romanzo prequel del 2020
di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del
serpente è ambientato 64 anni prima degli eventi
della trilogia di Hunger Games a
partire dalla mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games, dove
un 18enne Coriolanus Snow viene assegnato come mentore per la
ragazza tributo del Distretto 12 impoverito.
Anni prima di diventare il
tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è
l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una
famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella
Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di
Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene
assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la
ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey
attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la
cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado
di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti
per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di
Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi
è un usignolo e chi è un serpente.
Tom Blyth e
Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente
Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter
Schafer sarà Tigris Snow, Peter
Dinklage sarà Casca Highbottom, Viola Davis sarà
Volumnia Gaul.
Scritto da Michael Lesslie e basato
su una bozza di Collins e Michael Arndt, il film sarà diretto dal
regista di Hunger GamesFrancis
Lawrence. Sarà guidato dalla produttrice del franchise
Nina Jacobson e dal suo partner di produzione Brad
Simpson, insieme a Francis Lawrence.
Suzanne Collins, Tim Palen e Jim Miller saranno i
produttori esecutivi. Meredith Wieck e Scott
O’Brien stanno supervisionando per conto dello studio. Il
prequel è attualmente previsto per il 17 novembre 2023 nelle
sale.
Durante un’intervista con Collider
al D23 Expo, il regista Julius Onah ha parlato del
sequel di Captain America, ufficialmente intitolato Captain America: New World Order, che è
attualmente in pre-produzione. Mentre ci sono ancora molte parti di
questa fase realizzativa che devono essere completate, Onah ha
confermato che le riprese del film cominceranno all’inizio del
prossimo anno:
“Siamo già piuttosto impegnati a
mettere insieme tutto. Come sai, con questi film, ci sono così
tanti elementi, tra il cast e la sceneggiatura, gli effetti e le
acrobazie. È davvero eccitante immergersi profondamente nella
realizzazione”.
Anthony Mackie, che ha interpretato il supereroe Sam
Wilson, alias il Falcon, nel Marvel Cinematic Universe dai tempi
di Captain America: The Winter
Soldier, guida il film come nuovo Capitan America per
la prima volta. Il cast del quarto film di “Captain America”
includerà anche Shira Haas nei panni di Sabra e
Tim Blake Nelson nei panni di The Leader, oltre a
Danny Ramirez e Carl Lumbly, che
sono apparsi nella serie The Falcon and the Winter Soldier, nei panni di
Joaquin Torres e Isaiah Bradley, rispettivamente.
Lo sviluppo di Captain America
4 è stato annunciato il giorno del finale di The Falcon and the Winter Soldier, con il creatore
dello show Malcolm Spellman e lo sceneggiatore
Dalan Musson chiamati a firmare la
sceneggiatura.
Nell’ambito del panel dello studio
al Comic-Con di San Diego, a cui era presente Screen Rant, la Marvel ha rivelato la data di
uscita del film: 3 maggio 2024, oltre al titolo ufficiale: Captain America: New World Order. A dirigere è
stato chiamato Julius Onah.
Kit Harington, star associata
inevitabilmente a Game of Thrones e al
personaggio di Jon Snow, parla del suo futuro nel Marvel Cinematic Universe dopo la
sua apparizione in Eternals.
Harington ha interpretato Dane Whitman nel film
Marvel del 2021 diretto da
Chloé Zhao, un personaggio con un misterioso
passato familiare. La scena post-credits del film ha anticipato il
potenziale futuro di Harington nel MCU facendo scoprire a Dane la lama
d’ebano, che potrebbe portarlo a diventare il personaggio della
Marvel Comics, Black Knight. La scena
post-credits ha anche introdotto Blade di
Mahershala Ali del quale però sentiamo solo la
voce.
In Marvel Comics, Black Knight brandisce la
mistica Ebony Blade. In Eternals,
la lama d’ebano è stata mostrata, ma l’alter ego di Whitman, il
cavaliere nero, non è stato visto in azione in nessun momento del
film. E anche se c’è stata una innegabile anticipazione nella scena
post-credits, non è stato fatto alcun annuncio ufficiale
sull’esordio del personaggio nel MCU.
Durante una recente intervista con
Josh Horowitz, a Kit Harington è stato chiesto del suo
possibile ritorno al MCU e se potrebbe apparire al
fianco di Blade di Ali o di Starfox, che invece è
interpretato da Harry Styles (e che è stato
introdotto da un’altra scene post-credits di Eternals)
in un futuro progetto Marvel. Harington risponde
onestamente, anche se i fan potrebbero rimanere delusi da ciò che
ha da dire.
“Io, ancora non so… ed è vero:
non so molto di quello che stanno pianificando. E sai, spero di
essere coinvolto in cose future, con quel personaggio, con Dane
Whitman, e che possa andare avanti e diventare quella cosa che
tutti mi citano per strada. Ma onestamente non lo so. Non so quali
siano i loro piani. So che stanno entrando in una specie di Fase
5″.
A questo punto speriamo che il
personaggio possa arrivare sullo schermo al meglio e che presto
avremo notizie del suo esordio in costume. Dove potrebbe apparire
Black Knight?
“Esistono persone che
non hanno visto Avatar
al cinema. Con questa nuova uscita potranno vedere in sala, lì dove
è stato pensato, il film, migliorato e adeguato alla tecnica
contemporanea.” Esordisce così
James Cameron, regista e sceneggiatore di
Avatar, alla conferenza stampa mondiale di
presentazione della versione rimasterizzata del film che nel 2009
ha rettato nuovi standard nella produzione cinematografica e nella
tecnica di messa in scena per il grande schermo. “Molte di
queste persone hanno visto il film a casa, in Home Video, in
streaming o su piattaforma, e adesso lo vedranno al cinema, così
come è stato pensato. Senza paura di apparire immodesto, sono
davvero impressionato dal lavoro che abbiamo fatto e da come appare
il film”.
Insieme a Cameron, alla
conferenza stampa, era presenta anche il cast principale: Sigourney Weaver che interpreta la Dr.ssa
Grace Augustine, il protagonista maschile, Sam Worthington/Jake Sully,
Zoe Saldana che interpreta invece la principessa
Na’vi, Neytiri, Michelle Rodriguez, nei panni di Trudy Chacón
e ovviamente il villain col. Miles Quaritch, con il volto di
Stephen Lang.
Qual è il ricordo
più bello dal set, dopo dodici anni?
Sam Worthington: “Il mio più grande
ricordo è la sensazione di gioco che l’esperienza mi ha dato, il
mondo incredibile che ha costruito James. Per me è stato come avere
5 anni ed essere in un parco giochi, eppure si trattava di
lavoro.”
Sigourney Weaver:“Il mio primo ricordo, quello
più bello, è stato quando ho interpretato la Dottoressa Augustine
in motion Capture. Non mi piacevo in quella tuta, ma mentre mi
muovevo, vedendo una preview dei miei movimenti, ed è stato
incredibile, ho pensato in quel momento che l’idea di quella
tecnica avrebbe funzionato, ma sono stata anche travolta dalla
consapevolezza che in quella piccola stanza potevamo creare mondi.
E l’unico modo per raggiungere quei mondi, per andare su Pandora, è
andare al cinema e vederlo in 3D”.
Zoe Saldana:“Non riesco a non pensare a quella
telefonata di Jim. Cambiavo il pannolino a mia nipote. E l’idea di
lavorare con un mio idolo, colui che aveva creato Sarah Connor e
Ripley! Poi leggendo la sceneggiatura ho capito che sarebbe stato
un ruolo impegnativo fisicamente, con tutte quelle capacità che ha
il mio personaggio. La mia immaginazione non è mai stata così
infinita e stimolata come quando ho girato Avatar, ed era una
condizione che non sperimentavo da quando ero piccola. Ho
partecipato davvero a un viaggio magico.”
Michelle Rodriguez:“Lavorare in un film di James
Cameron ha significato l’apertura del mio orizzonte. Ho dovuto
lavorare più duro di quanto avrei creduto possibile, e avevo
davanti un esempio di leadership incredibile, il modo in cui Jim
stimola le persone a fare di più, ognuno nel loro ambito. E
rendersi conto che quando le cose sono dove devono essere, tutto è
possibile. Questa squadra è fantastica e, a guardare le scene
realizzate alla fine di ogni giorno, ero consapevole di far parte
di qualcosa che non era ancora mia stata fatta. E’ stata
un’esperienza straordinaria e non c’è stato giorno sul set in cui
non ero vedevo qualcosa che mi lasciava impressionata”.
Stephen
Lang:“James Cameron mi ha incoraggiato a improvvisare
e a assumere un ruolo autoritario all’interno del gruppo, era
importante per il mio personaggio, e lui era il boss, il comandante
in capo, ma mi ha ceduto il comando, è stata una cosa molto
intelligente e ho apprezzato tanto quella fiducia che mi ha dato in
quel momento.”
Ma perché Avatar ha avuto
tutto questo successo di pubblico?
James Cameron:“Ogni film è tanto bello e buono
quanto lo sono le persone che ci hanno lavorato. E questo lo si può
vedere da queste cinque persone qui (indica gli attori, ndr). Le
persone risuonano con le emozioni di altre persone, e a volte anche
a creature blu estremamente alte. Il film è piaciuto per tutti i
riferimenti alla contemporaneità, ma anche per tutti gli elementi
di fantascienza. Ma non importa da dove vieni, perché le persone
hanno trovato se stesse in quei personaggi. E poi abbiamo mescolato
tutto con una tecnologia all’avanguardia e questo ha dato spessore
al film. Le persone hanno trovato nel film l’universalità di alcune
esperienze vissute dai personaggi stessi. Poi l’immersione nella
natura della storia rievoca un elemento di complessità e bellezza
che appartiene prevalentemente all’infanzia, e questo secondo me ha
agito a livello inconscio.”
Ma di cosa
James Cameron è maggiormente fiero, rispetto al lavoro fatto
con Avatar?
James Cameron: “Guardando indietro con la prospettiva
di adesso, penso di essere fiero della squadra in senso generale.
C’è bellezza nella creazione di questo mondo in tutti i dettagli
che hanno creato, il lavoro di grazia e bellezza creato dai tecnici
e da questo cast, l’abilità di giocare come bambini. Zoe, ad
esempio, che non aveva niente con cui recitare, perché era sola con
la tuta della mocap, e interloquiva con delle scatole grigie, ha
creato una bellezza feroce, incredibile. E credo sia questo il
motivo principale per cui ne ho scritti altri, perché è stata
un’esperienza bellissima.”
Avatar di
James Cameron tornerà nelle sale italiane il 22
settembre.
Per studiare incantesimi
non occorre essere Harry Potter e andare a
Hogwarts, basta iscriversi alla Scuola
Holden di Torino e imparare con Stefano Bessoni tutti i segreti
dell’animazione stop-motion, una magia in grado di dare vita a ogni
fantasia.
E se non sei a Torino,
nessun problema. Il corso è strutturato pensando a chi lavora o
studia. Un fine settimana al mese e una settimana intensiva alla
fine. Tutti i materiali professionali sono forniti dalla
scuola.
NUMERO CHIUSO a 15
studenti
Realizzare un film
d’animazione in stop-motion significa inventare un mondo, popolarlo
e poi costruirlo. Prima esiste solo nella fantasia, poi diventa
qualcosa di reale, con case, personaggi, oggetti, vestiti. Si crea
una nuova realtà, la si rende viva e la si anima di emozioni e
poesia attraverso la cura dei più piccoli dettagli. Oggi, a
differenza di qualche anno fa, non servono attrezzature costose,
tempi biblici o un intero staff di professionisti, perché per
muovere i primi passi e ottenere buoni risultati bastano una
fotocamera, un computer e una storia.
Per realizzare animazioni
in stop-motion si deve, innanzitutto, allenare l’occhio e studiare
grandi autori del nuovo panorama cinematografico come Tim
Burton, Wes Anderson, Guillermo
Del Toro e anche gli artisti storici come Starewich,
Svankmajer e i Quay Brothers. Ma non solo: questa tecnica è usata
anche in programmi televisivi, video musicali, spot, contenuti
multimediali e addirittura nei video game. Si studieranno tutte le
fasi della progettazione e della produzione e ognuno costruirà i
propri puppet snodabili con resine modellabili, gomme e tanti altri
materiali, per poi inserirli in fantastici set in miniatura, dove,
fotogramma per fotogramma prenderanno vita.
Si impareranno anche le
basi della sceneggiatura per scrivere un cortometraggio o un
progetto di film o serie. In questo modo la creazione dei
personaggi e la costruzione del mondo e della storia in cui si
muoveranno di pari passo. Ognuno potrà definire uno stile personale
che rispecchi la sua sensibilità artistica e le sue sensazioni.
Alla fine del corso:
chi già aveva provato
la stop-motion e aveva delle lacune, le avrà colmate;
se per qualcuno questo
era un mondo alieno, ora sarà in grado di muoversi con
sicurezza;
chi sta pensando di
intraprendere la stop-motion come percorso professionale, o è uno
studente di Belle Arti, di una scuola di illustrazione e fumetto o
un film-maker, avrà un nuovo mezzo espressivo a sua
disposizione;
chi ha intenzione di
iscriversi a una scuola di animazione di alta specializzazione
all’estero, avrà qualche carta in più da giocare.
chi si vuole cimentare
nella realizzazione di un proprio lavorò avrà le competenze per
farlo e anche la possibilità di lavorare assieme ai colleghi
conosciuti durante il corso.
Tutte le informazioni
dettagliate su durata, date, programma, contenuti e costi a
questo
link.
Forse solo gli spettatori
più ‘esperti’ ricorderanno un detective di peso come
Maigret, che finalmente
rivedremo al cinema – magistralmente interpretato da Gérard Depardieu – nel film omonimo diretto da
Patrice Leconte e distribuito da Adler
Entertainment a partire dal 15 settembre. Un’impresa niente affatto
scontata, vista la concorrenza dei più saccheggiati o
presenzialisti Hercule
Poirot e Sherlock
Holmes, e senza considerare i tanti colleghi
televisivi, compresa la Miss Marple che promette di venire
mitizzata nel prossimo adattamento da Agatha
Christie progettato da Kenneth Branagh.
E dire che il commissario
creato nel 1929 dallo scrittore belga Georges Simenon vanta un
ampio curriculum cinematografico, con quindici film prodotti tra il
1932 e il 1967, e soprattutto televisivo. Numeri schiaccianti
(circa duecento tra telefilm, serie, sceneggiati televisivi e film
per la tv), che non temono confronti, e che non rendono giustizia a
un investigatore forse troppo comune e umano rispetto allo sfoggio
di superpoteri indagativi cui siamo abituati.
Un caso delicato, a
lungo atteso
Lo storia che vediamo
svilupparsi sullo schermo è quella tratta dal romanzo “Maigret e
la giovane morta” del 1954, occasione d’incontro perfetta per
due come Gérard Depardieu e Patrice Leconte (che non vedevamo dal
Tutti pazzi in casa mia del 2014) che in passato si erano solo
sfiorati, e che per la loro prima volta insieme approfittano della
mediazione di un altro grande francofono, incurante di stereotipi e
aspettative quanto amante di una narrazione ben costruita, a
prescindere da ritmo e concessioni.
Poche, tutto sommato, nel
caso della morte di una giovane ragazza. Non c’è niente che la
identifichi, nessuno sembra conoscerla o ricordarla, ma le cinque
coltellate che l’hanno uccisa, inferte in maniera disordinata,
forse rabbiosa, sono il
primo dettaglio che colpisce Maigret. Che seguendo le tracce
incontra una delinquente, stranamente somigliante alla vittima, che
risveglia in lui il ricordo di un’altra scomparsa, più antica e più
intima…
Una indagine diversa, da
seguire con attenzione
Dopo Gino
Cervi e Jean Gabin, non è solo il
physique du rôle di Depardieu a renderlo un interprete perfetto a
dare corpo al protagonista. Soprattutto ai suoi tormenti
esistenziali, all’interesse verso la vita altrui, e la discrezione
nell’esplorarne le ferite, per la paura di dover mostrare le
proprie. Ma quando si ricerca la verità non è sempre facile
accettarla, o nascondersi.
In quella che ci viene
presentata come “l’inchiesta più personale” di
Maigret, il consiglio è di predisporsi
all’attenzione – dote rara al giorno d’oggi, più della pazienza
(che pure il diseguale, ma costante evolversi del caso richiederà)
– e di sposare il metodo del commissario. E di usare con lui la
stessa empatia che lo vediamo riservare agli altri personaggi,
vittime e carnefici, più che a sé stesso. Rassegnato ad avere
sempre meno certezze, come forse dovremmo fare anche noi.
Dopo aver riscritto l’esito della
seconda guerra mondiale con Bastardi senza gloria, il
regista premio Oscar Quentin
Tarantino prosegue nel suo revisionismo storico
andando a toccare il tema della schiavitù negli Stati Uniti nella
metà dell’Ottocento. Con Django Unchained
(qui la recensione) il regista
propone infatti un originale punto di vista sull’argomento,
raccontando i tentativi di rivalsa del protagonista all’interno di
una nazione che va formandosi nel suo bene e nel suo male, con
tutte le singole individualità che hanno contribuito ad alimentare
il tanto discusso “sogno americano”.
Per Tarantino, intenzionato ad
esplorare quanti più generi possibile, questa è la sua prima
incursione nel western. Da sempre il regista si è dichiarato un fan
dello spaghetti western di Sergio Leone e
SergioCorbucci, e proprio a
quest’ultimo si è ispirato, omaggiando il suo Django del
1966. Per Tarantino questa era anche l’occasione di parlare di un
tema tabù negli Stati Uniti, ovvero quella della schiavitù, che in
pochissimi hanno avuto il coraggio di trattare e che viene
giustamente considerata una delle pagine più nere della storia
americana.
Come sempre accade per i film del
regista, anche l’arrivo in sala di Django Unchained venne
atteso con grande curiosità. Ben presto questo si affermò come uno
dei maggiori successi di Tarantino, e a fronte di un budget di
circa 100 milioni di dollari arrivò ad incassarne oltre 425 in
tutto il mondo. Il film fu poi protagonista della stagione dei
premi, arrivando ad ottenere 5 nomination agli Oscar vincendone 2:
quello per il miglior attore protagonista e per la miglior
sceneggiatura originale. È un’opera questa che non ha mancato di
generare polemiche, ma che si è subito affermata come una delle più
importanti realizzazioni nella carriera del regista pulp.
Django Unchained: la trama
del film
La vicenda si apre negli Stati Uniti
del 1958, in Texas. Qui lo schiavo Django sembra
destinato ad una vita di soprusi e sofferenze, convinto che non
conoscerà mai la libertà. La sua sorte cambia però improvvisamente
quando si ritrova salvato da dottor King Schultz,
un ex dentista e cacciatore di taglie originario della Germania.
Accortosi delle capacità di Django con le armi, questi gli offre di
diventare suo socio, aiutandolo nella ricerca dei fuorilegge in
giro per l’America. Per Django si presentà così la possibilità di
diventare un uomo libero, ma il suo primo pensiero è in realtà un
altro. Egli accetta la proposta di Schultz a patto che questi lo
aiuti a sua volta a cercare la moglie Broomhilda,
da cui è stato separato brutalmente.
Mentre si fanno un nome come
infallibili cacciatori, i due uomini iniziano così a ricercare
notizie su Broomhilda, arrivando a scoprire che questa è tenuta
come schiava nella tenuta di Calvin J. Candie.
Accolti come ospiti da questo, i due uomini cercano di stipulare un
accordo, aspirando ad ottenere tra le altre cose anche la cessione
della donna. L’astuto capo della servitù Stephen,
però, fiuta l’imbroglio. Avvisato il suo padrone, questi si
rivelerà tutt’altro che l’uomo cortese che fino a quel momento è
stato. Per Django e Schultz si renderà necessario uno scontro
mortale, dove ad essere messa in gioco è la libertà. Desideroso di
salvare la moglie ma anche il loro diritto a vivere senza padroni,
per Django arriverà il momento della resa dei conti.
Django Unchained: il cast
del film
Come sempre accade per i film di
Tarantino, i personaggi principali hanno il volto di alcune tra le
maggiori celebrità di Hollywood. Celebre per i suoi cast ricchi di
star, anche stavolta il regista non si è smentito, assemblando un
gruppo di interpreti straordinari. Nel ruolo di Django vi è
Jamie
Foxx, il quale dà vita a quello che è uno dei
personaggi più celebri della sua carriera. Per ottenere la parte
l’attore dovette superare un’agguerrita selezione, venendo scelto
per il suo sguardo duro e la corporatura idonea al personaggio.
Accanto a lui vi è il celebre Christoph
Waltz nei panni del dottor Schultz. L’attore, che con
questo personaggio avrebbe poi vinto il suo secondo Oscar, aveva
inizialmente rifiutato la parte. Si convinse soltanto dopo aver
ottenuto che Schultz non avrebbe mai dovuto compiere azioni
negative nel corso del film.
Nel ruolo del cattivissimo Calvin J.
Candie vi è invece Leonardo
DiCaprio. Per l’attore si trattava del primo vero
ruolo da villain, e ciò non rese facile la vita all’attore. Questi
dichiarò infatti di aver riscontrato molta difficoltà nel calarsi
nei panni di un personaggio tanto spregevole. La sua
interpretazione finale risultò però estremamente convincente,
dimostrando una volta di più la versatilità dell’attore.
Samuel L.
Jackson, attore ricorrente nei film di Tarantino,
interpreta qui il crudele Stephen. Il personaggio venne scritto
appositamente per l’attore, che accetto da subito entusiasta
dell’occasione. L’attrice Kerry
Washington, invece, interpreta Broomhilda, moglie di
Django, mentre Walton Goggins è Billy Crash,
allenatore degli schiavi destinati ai combattimenti. Nel film si
ritrova poi anche un cameo dello stesso Tarantino nei panni di
Frankie, uno sfortunato schiavista che si imbatte in Django.
Django Unchained: la
colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Altra caratteristica fondamentale
dei film di Tarantino sono le accurate colonne sonore che egli
compone. Anche per Django Unchained il regista si avvalso
della presenza di alcuni celebri brani, tra cui diversi scritti
appositamente per il film. Tra questi ultimi si ritrova in
particolare Who Did That to You? di John
Legend, Freedom di Anthony
Hamilton e Ancora Qui di Ennio
Morricone e cantata da Elisa. Numerosi
sono poi i brani estrapolati da altri film, come Django, I
giorni dell’ira, I crudeli, Gli avvoltoi hanno fame e Lo
chiamavano Trinità… Pubblicata nel dicembre del 2012, la
colonna sonora ebbe da subito un grandissimo successo presso gli
amanti del film, e in Italia è arrivata a vincere il prestigioso
Disco d’oro.
Per gli appassionati, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruire di
Django Unchained grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Il titolo è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 13
settembre alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Affermatisi come brillanti registi e
sceneggiatori della nuova commedia statunitense, Glenn
Ficarra e John Requa hanno dal 2009 ad
oggi realizzato celebri film come Colpo di fulmine – Il mago
della truffa, Focus – Niente è come
sembra e Whiskey Tango Foxtrot. Il loro più
celebre lavoro è però il loro secondo lungometraggio,
Crazy, Stupid, Love (qui la recensione), uscito nel
2011 e affermatosi come un autentico successo di critica e
pubblico. Commedia romantica con intrecci narrativi imprevedibili,
questa vanta in particolare un grande cast di attori, su cui tutto
il film si regge. Ancora oggi è considerata uno dei migliori titoli
del decennio per il suo genere.
Scritto da Dan
Fogelman, noto per essere l’ideatore di This Is
Us e abituale collaboratore di Ficarra e Requa, il film è
basato su vere esperienze vissute dallo stesso Fogelman. Egli ha
poi riadattato quanto aveva tra le sue mani per dar vita a
molteplici storie che affrontano l’amore da punti di vista
differenti. Prende così vita un film corale che trova nei suoi
personaggi e nella sua sceneggiatura ricca di colpi di scena la sua
forza maggiore. A fronte di un budget di 50 milioni di dollari,
Crazy, Stupid, Love è arrivato a guadagnarne oltre 142 in
tutto il mondo, confermando la propria popolarità.
Candidato a numerosi premi popolari,
il film ha inoltre il merito di aver lanciato nella popolarità,
oltre ai suoi due registi, una oggi acclamata coppia
cinematografica, di cui si parlerà meglio più avanti. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Crazy, Stupid, Love: la trama del film
Protagonista del film è Cal
Weaver, un uomo convinto di avere tutto nella vita: una
bella casa, un buon lavoro, una moglie amorevole e dei figli
adorabili. Tutte le sue certezze vengono però a crollare
rovinosamente nel momento in cui sua moglie Emily
gli chiede il divorzio dopo averlo tradito. Affranto, Cal inizia a
condurre una vita allo sbando, divenendo cliente abituale di un
locale notturno, nella speranza di trovare qui qualcuno con cui
sfogare la propria solitudine. I suoi patetici tentativi di
attrarre le donne lì presenti lo portano ad imbattersi in
Jacob Palmer.
Questi è un affascinante don
Giovanni, il quale si offre di aiutare Cal solo perché impietosito
da lui. Jacob gli offre dunque una serie di consigli per risultare
più attraente, portando l’uomo a vivere una seconda giovinezza.
Allo stesso tempo, l’intera famiglia di Cal vive una serie di
complesse vicende sentimentali, e anche lo stesso Jacob sembra
perdere per la prima volta la testa per la bella
Hannah. Più le loro rispettive vicissitudini si
evolveranno, più queste si riveleranno essere particolarmente
legate, in un crescendo di equivoci e imprevisti. Ognuno sarà
infine chiamato a scoprire la propria vera anima gemella.
Crazy, Stupid, Love: il cast del film
Ad interpretare il protagonista Cal
Weaver vi è l’attore Steve Carell,
ormai tra i massimi esponenti della commedia statunitense. Egli
accettò di partecipare al film pur non apprezzando il titolo, che
affermò di trovare fuorviante. Accanto a lui, nei panni di sua
moglie Emily vi è la premio Oscar Julianne Moore,
mentre i figli Hannah, Jonah e Molly sono interpretati da Emma Stone,
Jonah Bobo e Joey King.
Quest’ultima è oggi nota per i film di The KissingBooth. Carell e la Stone avrebbero poi recitato qualche
anno dopo l’uno contro l’altro in La battaglia dei sessi.
Per la Stone, inoltre, Crazy, Stupid, Love è stato il
primo film in cui si trova a recitare insieme all’attore Ryan
Gosling.
Gosling è infatti l’interprete del
seducente Jacob. Lui e la Stone, che hanno dimostrato un’ottima
chimica di coppia, sono da qui diventati grandi amici, tornando a
recitare insieme anche in Gangster Squad e La La
Land. L’attrice Analeigh Tipton, qui al suo
secondo film dopo The Green Hornet, è Jessica Riley, la
babysitter della famiglia Weaver. L’attore John
Carroll Lynch, celebre grazie al
film Zodiac, è invece suo padre Bernie. Nel film sono
poi presenti gli attori Marisa Tomeinei
panni di Kate Tafferty, amante di Cal, e Kevin Baconin
quelli di David Lindhagen, l’uomo con cui Emily tradisce il
marito.
Crazy, Stupid, Love: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Crazy, Stupid,
Love è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 13
settembre alle ore 21:10 sul canale
TwentySeven.
Insieme a Nightmare,
Halloween e Venerdì 13, una delle saghe horror più
longeve e celebri di sempre è quella di Amityville. Basata
sui romanzi Orrore ad Amityville e Murder in
Amityville, scritti rispettivamente da Jay
Anson e Hans Holzer, questa è iniziata
nel 1979 con il film Amityville Horror. Nel corso dei
decenni sono ben 33 i film basati su questo contesto narrativo, con
titoli su titoli che rielaborano in salse diverse la storia
originale. Uno dei capitoli più recenti e apprezzati è
Amityville – Il risveglio, diciottesimo
film della saga nonché uno dei pochi a poter vantare un cast di
rilievo.
Diretto nel 2017 da Franck
Khalfoun, regista francese molto noto agli amanti del
genere (suoi sono i film -2 Livello terrore, Wrong
Turn at Tahoe – Ingranaggio mortale, Maniac), questo
nuovo capitolo si configura in modo diverso rispetto agli altri
della saga. I precedenti film di Amityville vengono
infatti presentati in questo come nient’altro che dei film,
collocando la trama di Il risveglio al di fuori della
continuità narrativa della seria. Tale nuovo lungometraggio,
dunque, è stato scritto come un capitolo a sé, nel quale è però
possibile ritrovare gli elementi tipici e ricorrenti di tutta la
saga.
Amityville – Il risveglio
ha dunque permesso di rinfrescare la serie con qualcosa di nuovo,
richiamando l’attenzione di nuove generazioni di spettatori sulla
mitologia intorno al racconto di base della saga. Per gli amanti
del genere horror, è dunque un titolo da non perdere assolutamente.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e la storia
vera. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaformestreaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
Amityville – Il risveglio:
la trama e il cast del film
Protagonista del film è
Belle, una giovane che si trasferisce con la sua
famiglia al numero 112 di Ocean Avenue, nella cittadina costiera
nota come Amityville. Sua madre Joan è infatti
riuscita a compare lì una casa ad un prezzo vantaggioso, cosa che
permette loro di far fronte alle costose spese mediche del figlio
James, il quale si trova in stato comatoso. Ben
presto, tuttavia, quello che sembrava essere per tutti loro un
nuovo inizio si trasforma in un vero e proprio incubo. La casa in
cui vivono vanta infatti un macabro passato e le voci che circolano
in città, narranti di demoni e spiriti, sembrano non essere lontane
dalla verità.
Ad interpretare la protagonista
Belle, vi è l’attrice Bella Thorne,
qui in uno dei suoi primi ruoli da protagonista. Accanto a lei, nel
ruolo della madre Joan, vi è invece l’attrice candidata all’Oscar
Jennifer Jason Leigh, mentre ad interpretare il
fratello James c’è l’attore Cameron Monaghan,
celebre per la serie Shameless. In questo film, l’attore recita per
buona parte nello stato comatoso del personaggio e le sue prime
parole arrivano solamente a circa quaranta minuti dall’inizio. La
giovane Mckenna Grace interpreta invece Juliet, la
sorella minore di Belle. L’attore Thomas Mann è
invece Terrence, amico di Belle, mentre l’attrice Jennifer
Morrison interpreta Candice.
Amityville – Il risveglio:
la vera storia dietro al film
Come tutti i film della saga di
Amityville, anche Il risveglio, pur se in modo
piuttosto libero, si basa sui reali eventi avvenuti all’abitazione
112 Ocean Avenue della città di Amityville, a Long Island, nello
stato di New York. Qui, nella notte tra il 12 e il 13 novembre del
1974, l’allora ventitreenne Ronald DeFeo Jr.
uccise i genitori e i suoi quattro fratelli. Tutte le vittime sono
state colpite con un fucile calibro 35, ma su come avvennero
effettivamente gli omicidi ci sono ancora oggi diverse teorie
discordanti. Inizialmente, inoltre, Ronald affermò che ad uccidere
la sua famiglia era stato un uomo chiamato Louis
Falini, ma in seguito, interrogato dalla polizia, confessò
di essere lui l’omicida.
Ronald aveva sempre avuto accesi
conflitti con il padre e negli ultimi anni precedenti gli omicidi
aveva iniziato ad abusare di LSD ed eroina. Ronald tentò di
difendersi affermando che a spingerlo a compiere quanto compiuto
erano state delle voci nella sua testa, sostenendo che la casa era
infestata da spiriti maligni. Proprio per questa sua affermazione
si invocò per lui l’infermità mentale, che venne però respinta. Nel
novembre del 1975 Ronald venne condannato ad un totale di 150 anni
di galera. Il 12 marzo 2021 è deceduto in carcera per cause ancora
sconosciute. Quanto da lui compiuto ebbe da subito grande risalto
mediatico e da subito libri e film esaltarono gli aspetti più
macabri e sovrannaturali della vicenda.
Amityville – Il risveglio:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Amytiville – Il risveglio grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 13 settembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
La regista premio Oscar
Sofia Coppola ha finalmente trovato il suo
prossimo impegno da regista sotto forma di un film drammatico
biografico intitolatoPriscilla, che si baserà
sul libro di memorie di Priscilla Presley
intitolatoElvis and Me.
Sofia Coppola ha
ufficialmente scelto le stelle nascenti Jacob
Elordi (Euphoria)
e Cailee Spaeny (Mare of
Easttown) per i rispettivi ruoli principali
di Elvis e Priscilla Presley. Il casting di Elordi
arriva sulla scia del ritratto ampiamente lodato di Austin Butler del re del rock ‘n’ roll
nel film biografico di successo di Baz Luhrmann
su Elvis. La
produzione dovrebbe iniziare questo autunno a Toronto.
Priscilla, il
film
Priscillasarà diretto e
scritto da Sofia Coppola, che da tempo sta cercando di
sviluppare il progetto. Il libro di memorie bestseller del
1985 è un resoconto intimo della vita di Priscilla Presley con
Elvis. Priscilla sarà distribuito da A24 per
la sua uscita in Nord America. Questo segna l’ultima
collaborazione di Coppola con A24 dopo aver lavorato insieme in
precedenza su The
Bling Ring e On
the Rocks.