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Il nuovo trailer de Il Talento di Mr. Crocodile

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Il nuovo trailer de Il Talento di Mr. Crocodile

Il nuovo trailer de Il Talento di Mr. Crocodile con la voce di Luigi Strangis che interpreta le canzoni italiane del protagonista, il coccodrillo Lyle, nel nuovo film live-action per famiglie. Il talentuoso cantante e polistrumentista, dopo aver vinto l’ultima edizione di Amici, ha esordito con l’album dal titolo “Strangis” che ha conquistato il vertice della classifica italiana. Il Talento di Mr. Crocodile dal 27 ottobre nei cinema italiani, il film è prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Tratto dalla serie di libri best-seller di Bernard Waber, Il Talento di Mr. Crocodile è un live-action per tutta la famiglia che racconta la storia del coccodrillo Lyle e le sue avventure insieme alla famiglia Primm. Diretto e prodotto da Will Speck e Josh Gordon, scritto da Will Davies, Il Talento di Mr. Crocodile vede nel cast Javier Bardem, Constance Wu, Winslow Fegley, Scoot McNairy, Brett Gelman. Il film contiene canzoni originali interpretate da Shawn Mendes e scritte dagli autori di The Greatest Showman, Benj Pasek e Justin Paul.

Luigi Strangis

Cantautore e polistrumentista, Luigi ha iniziato a suonare la chitarra a 6 anni. Oggi, a 21, oltre alla chitarra suona il pianoforte, la batteria, le percussioni e il contrabbasso. Proprio grazie alla sua esperienza come polistrumentista a 15 anni inizia ad autoprodurre i suoi pezzi. A settembre 2021 presenta ad Amici l’inedito “Vivo”, brano che gli regala l’ingresso al programma. A “vivo” seguono i brani “Muro”, “Partirò da zero”, “Tondo” e il singolo certificato ORO “Tienimi stanotte”, brani che fanno parte del suo esordio discografico, “Strangis”, pubblicato a giugno 2022 ed entrato subito in vetta alla classifica di vendita italiana. Durante le puntate serali del programma Luigi ha interpretato più volte cover di successo mettendosi alla prova come musicista ed arrangiatore. Attualmente è impegnato con le date del suo primo tour.

La trama

Quando la famiglia Primm (Constance Wu, Scoot McNairy, Winslow Fegley) si trasferisce a New York, il giovane figlio Josh fatica ad adattarsi alla nuova scuola e ai nuovi amici. Tutto cambia quando scopre Lyle, un coccodrillo canterino che ama i bagni, il caviale, la grande musica e che vive nella soffitta della sua nuova casa. I due diventano subito amici, ma quando l’esistenza di Lyle viene minacciata dal malvagio vicino Mr. Grumps (Brett Gelman), i Primm devono unirsi al carismatico proprietario di Lyle, Hector P. Valenti (Javier Bardem), per dimostrare al mondo che si può trovare una famiglia anche nelle situazioni più inaspettate e che non c’è niente di male in un grande coccodrillo canterino con una personalità ancora più grande.

Mahmood: il documentario al cinema e in anteprima ad Alice nella Città

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MAHMOOD è il racconto della vita di Mahmood tra Milano e l’Egitto, i suoi affetti più cari, la musica, le vittoria a Sanremo, Eurovision, il tour europeo, i backstage dei suoi lavori. Diretto da Giorgio Testi, scritto da Virginia W. Ricci e prodotto da Red Carpet, Società del Gruppo ILBE, in collaborazione con Prime Video, il docufilm racconta, attraverso la voce di Alessandro Mahmoud e le testimonianze di artisti come Blanco, Carmen Consoli, Dardust, il percorso che, da ragazzino nato e cresciuto nella periferia milanese, l’ha portato al successo facendolo diventare il fenomeno musicale MAHMOOD.

Due volte vincitore di Sanremo – nel 2019 con “Soldi” e nel 2022 con “Brividi” in coppia con Blanco, un tour europeo SOLD OUT, due fortunate partecipazioni all’Eurovision Song Contest, miliardi di visualizzazioni e stream dei suoi brani e video (tra le hit Soldi, Barrio, Brividi, Rapide, Dorado), collaborazioni, anche in veste di autore, con gli artisti più seguiti e rispettati della scena musicale contemporanea pop, R&B, rap e trap – da Blanco a Carmen Consoli, da Marco Mengoni a Elodie ed Elisa; da Fabri Fibra a Guè Pequeno, Massimo Pericolo, Sfera Ebbasta. Tutto questo è Mahmood.

MAHMOOD si spinge oltre la pura e semplice celebrazione musicale per costruire una narrazione intima, fatta di momenti solitari, di bagni di folla durante le performance live e delle relazioni con le persone che hanno lasciato un segno nella sua vita personale: la famiglia, da sempre presente e suo punto di riferimento, gli amici, i collaboratori. Un viaggio interiore che ha la musica come colonna portante e dove l’amore e l’assenza trovano il loro modo di coesistere. Grazie alla sua musica esploriamo il mondo di Alessandro, la sua ricerca di qualcosa, che l’ha portato ad avere più di quanto potesse sognare e che accompagna il suo sguardo sempre lontano, come se ogni volta dovesse tornare a casa da un viaggio o partire per una nuova meta.

Il documentario segue il cantautore lungo tutto il suo tour europeo, ricostruendo per gli spettatori cinematografici la storia di uno degli artisti italiani più amati di questi anni: un percorso interiore che ha la musica come colonna portante e dove l’amore e l’assenza trovano il loro modo di coesistere.  MAHMOOD è distribuito al cinema da Nexo Digital solo dal 17 al 19 ottobre in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYMovies.it.

Andor: tanta azione nel trailer finale della serie in arrivo su Disney+

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Lucasfilm ha dato il via al panel televisivo e cinematografico della Disney con ANDOR e ha rilasciato un trailer finale per la prossima serie Disney+. Abbiamo anche quattro fantastici nuovi poster dei personaggi che, si spera, verranno rilasciati ufficialmente qualche tempo prima della premiere. Per quanto riguarda il trailer, il nuovo contributo ricicla principalmente filmati che abbiamo già visto dallo spettacolo. Tuttavia, la presenza di Clone Troopers è molto interessante e suggerisce che esploreremo più periodi di tempo oltre ai cinque anni che precedono gli eventi di Rogue One: A Star Wars Story .

Il cast di ANDOR è arrivato sul palco per pubblicizzare la serie, ma non è riuscito a portare informazioni che non avessimo sentito prima. A poco più di 10 giorni dalla premiere, tuttavia, possiamo perdonare Lucasfilm per aver cercato di mantenere un elemento di sorpresa quando si tratta di quella che ovviamente sarà una storia tentacolare e ambiziosa di 24 episodi (che lo rende lo show più lungo nelle serie su Star Wars fino ad oggi).

Andor, la serie tv

ANDOR, la serie del franchise che arriverà in estate e che vede protagonista Cassian Andor, interpretato da Diego Luna, nelle vicende che lo hanno coinvolto prima dei fatti di Rogue One. Il personaggio, lo ricordiamo, ha esordito nello stand alone del 2016, che racconta i fatti che avvengono tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza.

ANDOR arriverà il 31 agosto su Disney+ e sarà composta da 12 episodi, che verranno seguiti da una seconda stagione sempre da 12 episodi che ci condurrà agli eventi di Rogue One. Nel cast di ANDOR compaiono Diego Luna, Adria Arjona, Denise Gough, Genevieve O’Reilly, Stellan Skarsgard, Fiona Shaw e Kyle Soller. ANDOR è incentrato su Cassian Andor (Luna), personaggio che è stato introdotto in Rogue One e come membro della ribellione contro l’Impero. La serie sarà un prequel del film, con Toby Haynes che sarà il regista principale della prima stagione che sarà composta da12 episodi. Gli altri registi coinvolti sono Ben Caron e Susanna White, mentre Stephen Schiff e Tony Gilroy sono gli sceneggiatori.

Andor è prodotto dallo showrunner Tony Gilroy, che ha scritto e prodotto  Rogue One. Inizialmente Gilroy avrebbe dovuto dirigere i tre episodi, ma è stato costretto a rinunciare a causa di problemi di viaggio legati alla pandemia. In  Rogue One un gruppo di improbabili eroi si unisce in una missione per rubare i piani alla Morte Nera, l’ultima arma di distruzione dell’Impero. Questo evento chiave nella cronologia di Star Wars riunisce persone comuni che scelgono di fare cose straordinarie e, così facendo, diventano parte di qualcosa di più grande di loro stessi.

The Mandalorian 3: teaser trailer, il ritorno di Din Djarin a Mandalore e un cameo da Rise of Skywalker

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“Non sei più un Mandaloriano.” Quelle parole inquietanti provengono da The Armourer in questo primo trailer di The Mandalorian 3, l’annunciata e attesa  terza stagione di  The Mandalorian, ed è chiaro che il prossimo lotto di episodi sposterà la storia in grande stile ora che Din Djarin non sta più cercando di riportare Grogu a stato Jedi. Gli eventi de The Book of Boba Fett hanno visto il cacciatore di taglie spogliato del suo status di “mandaloriano”, quindi il suo obiettivo ora è presumibilmente riguadagnarselo.

Come previsto, la missione di Bo-Katan Kryze di restaurare la sua casa sta chiaramente per essere messa in risalto; resta da vedere se Din troverà un alleato o un nemico in lei. Da quello che vediamo dal primo teaser sembra che stia cercando di fargli vedere le cose in un altro modo, probabilmente perché i Mandaloriani che lo hanno accolto da bambino sono percepiti come estremisti da altri che una volta chiamavano Mandalore “casa”.  Nel contributo possiamo vedere anche Carl Weathers ritorna nei panni di Greef Karga, diamo una prima occhiata a Babu Frik di The Rise of Skywalker e vediamo persino un pianeta che potrebbe essere Naboo.

The Mandalorian 3

The Mandalorian 3 è la terza stagione della serie tv live action The Mandalorian basata sull’universo di Star Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma streaming Disney+.

Ambientata nell’universo di Guerre stellari dopo le vicende de Il ritorno dello Jedi e prima di Star Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del Primo Ordine, The Mandalorian racconta le difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.

La serie è prodotta e scritta da Jon Favreau (già produttore de Il Re Leone e delle saghe di Avengers e Iron Man). Nel cast Carl Weathers (Apollo Creed nella saga di Rocky), Nick Nolte (Cape FearIl Principe delle maree), Emily Swallow (SupernaturalLe regole del delitto perfetto), Taika Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo Rabbit), Giancarlo Esposito (Fa’ la cosa giustaBreaking Bad) e Omid Abtahi (24HomelandStar Wars: The Clone Wars).

The Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi, racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A interpretarlo Pedro Pascal (Game of ThronesNarcos).

Alessandro Borghi e Francesco Carrozzini presentato The hanging sun

Il film uscirà nelle sale in esclusiva il 12, 13 e 14 settembre. Sarà poi disponibile in streaming su SkyNowtvThe hanging sun è il primo film Sky original. Spiega il produttore Nils Hartmann: ”Si tratta di un’opera ambiziosa e diversa. Dopo The Young pope e ZeroZeroZero ci sono state da parte di Sky l’ambizione e la fiducia necessarie per dare un porto sicuro ai talenti. Ecco cosa accomuna tutti questi progetti, la volontà di dare sostegno nei confronti della fragilità del processo creativo. Ciò porta a realizzare belle serie e bei film, che possano piacere alla sala e anche a nostri abbonati.

Un cast internazionale

The hanging sun segue le vicende di un criminale in cerca di redenzione. John (Alessandro Borghi), per sfuggire al padre e al fratello malavitosi, si nasconde in un villaggio nell’estremo nord della Norvegia. Nella gelidità totale del luogo e dei personaggi, John viene accolto da Caleb, un ragazzino curioso e ospitale, e dalla madre Lea (Jessica Brown Findlay), una donna vittima di violenza che ha da poco perso il marito in mare. JohnLea e Caleb si scoprono anime affini e cercano, coi propri mezzi, di farsi giustizia da soli.
Il protagonista è interpretato dal volto italiano Alessandro Borghi, personalità calorosa ed entusiasta di interpretare personaggi meschini e tenebrosi. Ancora una volta dopo DiavoliBorghi partecipa ad una produzione internazionale. L’attore è entusiasta: ”Prima ancora di accettare una richiesta dall’estero bisogna riceverla e sono grato di averne avuta più di una. Si esce dalla propria zona di comfort, ci si confronta con altri attori e produzioni, si entra in un mondo e ci si scontra con un altro modo di lavorare.” Per quanto riguarda il recitare in inglese, l’attore aggiunge: ”È provato che quando noi parliamo in un’altra lingua, cambiamo alcuni tratti del nostro carattere. E questo vale anche per i personaggi: recitando in un’altra lingua, ci si libera dalla rigidità della forma e da una piccola dose di giudizio.

Ad affiancare Borghi, in The hanging sun c’è Jessica Brown Findlay, un’attrice britannica che pure ha già partecipato a serie importanti come Downtonw Abbey Black Mirror. Anche Findlay è grata di essere stata scelta per un film internazionale e ha accettato con entusiasmo di lavorare ad un’opera prima: ”Non serve sempre avere  una serie di evidenze sui lavori del passato di un regista per prendere parte ad un progetto. Credo che parte del nostro lavoro sia anche quello fidarsi del regista. Quando parli con artista ti confronti con un’idea consolidata, ne cogli la forza e, se ne hai l’opportunità, è giusto buttarsi in un progetto, devi farlo in quanto attore.”

The hanging sun è un gioco di chiaro-scuri

Francesco Carrozzini  è infatti un regista esordiente. Dopo gli studi di regia alla UCLA di Los Angeles, ha lavorato per anni come fotografo, immortalando importanti icone del cinema (da Angelina Jolie Robert De Niro, da Cate Blanchett a Scarlett Johansson). Sicuramente, le conoscenze apprese nella carriera da fotografo hanno guidato Carrozzini. Tuttavia, il regista ci tiene a precisare che il suo passato è stato un aiuto, più che un binario da seguire ciecamente. ”Cronenberg è un regista che ammiro moltissimo, fin dall’inizio. Ho sempre guardato tantissimo cinema, la fotografia per me è stato un mezzo per arrivare a fare cinema. Nel mio lavoro c’è sicuramente tanto Polanski e Antonioni, che considero due grandi maestri.”

Carrozzini ha realizzato un film noir particolarissimo, ambientato in luoghi dove la luce non scende mai sotto l’orizzonte. ”Per il lavoro con le luci e le ombre, l’idea era quella di fare un noir in cui la luce del sole fosse costante. La cosa era difficile perché il noir nasce nel buio. Ringrazio anche il direttore della fotografia di Nicolai Brüel: mi ha aiutato a mettere in scena l’idea di illuminare con pochissimo, usando poche luci movibili facilmente e illuminando sempre da fuori.”

Giochi di luci e ombre, nell’ambiente come negli animi dei personaggi sono i tratti essenziali di The hanging sun, un un noir tenebroso in cui un cast italo-britannico si muove nel sole, pallido e perenne, dell’estremo nord.

Chris Hemsworth mai più tanto muscoloso per la sua prossima apparizione come Thor

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Sin dal 2011, quando lo abbiamo visto la prima volta nei panni di Thor, Chris Hemsworth non ha fatto altro che ingigantirsi in quanto a massa muscolare. In ogni film Marvel che lo vedeva comparire, l’attore alzava la posta in gioco per il suo corpo, e dopo la parentesi buffa di fat-Thor, in Thor: Love and Thunder lo abbiamo visto grosso e muscoloso come mai prima.

Ora, nel backstage del film, disponibile su Disney+, l’attore spiega che non vuolre più diventare così grosso (o più grosso) per le sue prossime apparizioni come il Dio del Tuono. “Ogni volta che ho interpretato il personaggio e ho messo su i muscoli e la taglia, poi ho perso tutto per qualche altro film e ho interpretato un altro personaggio, ma avendo la memoria muscolare, dicevo che ogni volta diventava più facile – spiega Chris HemsworthQuesta volta però è stata particolarmente difficile. Penso perché il target a cui miravamo era molto al di sopra di quello che avevo prima. Abbiamo avuto 12 mesi in cui ero a casa, solo ad allenarmi e in qualche modo, sai, a fare il burattinaio con il mio corpo e a manipolarlo e a pensare ogni volta a un esercizio che potesse aiutarmi a raggiungere quell’obbiettivo, è stato divertente ma è stato anche estenuante. Non lo so, forse sto invecchiando, ma le cose hanno iniziato a fare più male.”

Thor: Love and Thunder, recensione del film con Chris Hemsworth

Qualunque sia il futuro di Thor sul grande schermo, possiamo senza dubbio concedere a Hemsworth di essere un pochino meno divino e un po’ più umano, purché resti sempre il Thor che tutti i fan Marvel amano.

Captain America: New World Order, ecco quale sarà il “nucleo emotivo” del film

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Il regista di Captain America: New World Order Julius Onah rivela che la relazione di Sam Wilson con il nuovo Falcon è il “nucleo emotivo” del film in uscita. Lo sviluppo del quarto film di Captain America è stato confermato nel 2021 e il suo titolo è stato annunciato ufficialmente al San Diego Comic-Con all’inizio di quest’anno con la data di uscita fissata per il 3 maggio 2024.

La serie tv Disney+ The Falcon and the Winter Soldier è servita da ponte verso una nuova era per l’immagine di Capitan America raccontando anche le conseguenze su Sam e Bucky (Sebastian Stan) delle decisioni di Steve Rogers alla fine di Avengers: Endgame. In assenza di Rogers, Sam assunse il ruolo di Capitan America per continuare l’eredità del suo amico e, di conseguenza, Sam passa la tuta alare di Falcon al suo amico Torres, che aveva aiutato lui e Bucky a indagare sui Flag Smashers nel corso della serie. Con Sam e Torres che interpretano nuovi ruoli, ci si aspettava già che Captain America: New World Order avrebbe ulteriormente esplorato la loro nuova dinamica.

Questa aspettativa è stata recentemente confermata dal regista del sequel di Captain America. Screen Rant era presente al D23 Expo quando Onah ha spiegato come sarebbe andata a finire la relazione tra Sam e Torres in Captain America: New World Order. Il regista ha rivelato che non solo la relazione della coppia è una delle sue preferite nel film, ma informa anche su come Sam vede se stesso nei panni di Capitan America.

Danny Ramirez interpreta Falcon. E Anthony è qualcuno di cui sono stato anche un grande, grande fan. Lavorare con loro, da regista a attore, ed essere in grado di plasmare questi personaggi e portare avanti la loro relazione è stato incredibile.

La loro relazione è una delle mie preferite in questo film. Aiuta davvero a formare il nucleo emotivo di come Sam deve definirsi Capitan America. Perché ama questo ragazzo, sono entrambi soldati, sono fratelli e il loro viaggio sarà qualcosa che risuonerà davvero con il pubblico.

Captain America: New World Order cosa sappiamo del film

Anthony Mackie, che ha interpretato il supereroe Sam Wilson, alias il Falcon, nel Marvel Cinematic Universe dai tempi di Captain America: The Winter Soldier, guida il film come nuovo Capitan America per la prima volta. Il cast del quarto film di “Captain America” includerà anche Shira Haas nei panni di Sabra e Tim Blake Nelson nei panni di The Leader, oltre a Danny Ramirez e Carl Lumbly, che sono apparsi nella serie The Falcon and the Winter Soldier, nei panni di Joaquin Torres e Isaiah Bradley, rispettivamente.

Lo sviluppo di Captain America 4 è stato annunciato il giorno del finale di The Falcon and the Winter Soldier, con il creatore dello show Malcolm Spellman e lo sceneggiatore Dalan Musson chiamati a firmare la sceneggiatura.

Nell’ambito del panel dello studio al Comic-Con di San Diego, a cui era presente Screen Rant, la Marvel ha rivelato la data di uscita del film: 3 maggio 2024, oltre al titolo ufficiale: Captain America: New World Order.

Hellboy: Doug Jones vorrebbe un cross-over in stile No Way Home

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Hellboy: Doug Jones vorrebbe un cross-over in stile No Way Home

Gli Hellboy di Guillermo del Toro restano nel cuore dei fan e non c’è da meravigliarsi se invece l’incarnazione più recente del personaggio dei fumetti non sta loro molto a cuore. Certo non per colpa di David Harbour, che si è speso tanto per dare al pubblico la versione migliore possibile del Diavolo Rosso.

Ora, fermo restando che sia Ron Perlman che Harbour sono stati degli ottimi Hellboy, che futuro c’è per il franchise? una proposta che sembra interessante la fa Doug Jones, interprete dei film originali e in fase di promozione del prossimo Hocus Pocus 2, in arrivo su Disney+. Secondo l’attore, che per Del Toro ha interpretato Abe Sapien, sarebbe interessante vedere i due universi collidere e le due versioni del personaggio incontrarsi, “in stile No Way Home”, ha detto. “Che è stata una scena fantastica, se riusciamo a trovare un modo per far collidere i nostri universi, lo adorerei.”

Naturalmente l’attore si riferisce allo storico incontro tra le tre versioni di Spider-Man nell’ultimo film da solista dell’arrampica-muri, con Tobey Maguire e Andrew Garfield intervenuti a dare una mano a Tom Holland. Che ne pensate di un film dedicato al personaggio di Mike Mignola in cui David Harbour e Ron Perlman uniscono le forze?

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Everyone Will Burn: trailer del nuovo horror scritto e diretto da David Hebrero

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Guarda il primo trailer di Everyone Will Burn  il film horror scritto e diretto da David Hebrero. Il film sarà presentato in anteprima nordamericana al Fantastic Fest, che si svolgerà dal 22 al 29 settembre ad Austin, in Texas. “Quando eravamo bloccati a scrivere questa follia di un film non avremmo mai pensato che saremmo stati qui al Fantastic Fest a condividere lo spazio con le icone del settore”, ha detto Hebrero. “Arrivare in Nord America insieme a Raven Banner è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita per mostrare la nuova ondata di artisti spagnoli. Siamo carichi e pronti a conquistare Austin!”

“In un piccolo villaggio di Leon, in Spagna, María José si prepara a porre fine alla sua vita dopo non essere riuscita a superare la morte di suo figlio anni prima”, si legge nella sinossi del film. “Tutto cambia quando riceve la visita di Lucía, una strana ragazzina che potrebbe essere collegata a una leggenda locale sull’arrestare un’apocalisse imminente. Con l’enigmatica ragazza al suo fianco, María José affronta la comunità corrotta, innescando strani eventi e una serie di orribili morti tra la popolazione locale” Everyone Will Burn, noto anche come And Everyone Will Burn, è scritto e diretto da David Hebrero. Nel cast Macarena Gomez, Guillermo Estrella, Sofia Garcia e Edu Hernandez.

Avengers: Infinity War, i concept art mostrano la scena tagliata di War Machine

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Avengers: Infinity War presentava un sacco di enormi battaglie, ma il nuovo concept art del film mostra una battaglia specifica con protagonista War Machine che non è arrivata al montaggio finale. In un recente post su Instagram, l’artista e concept designer cinematografico Phil Saunders ha condiviso alcuni concept art dei suoi primi giorni di lavoro su Infinity War. I disegni mostrano in particolare War Machine di Don Cheadle che combatte Proxima Midnight, un membro dell’Ordine Nero di Thanos, a Edimburgo durante il film.

L’arte stessa mostra James Rhodes che controlla l’armatura tramite un sistema olografico progettato da Tony Stark. Questo è simile a un concetto originariamente introdotto in Iron Man 3, in cui Tony Stark è stato in grado di pilotare a distanza le tute di Iron Man mentre era da qualche altra parte. Saunders osserva che il processo è stato interessante da progettare.

Il concept art non mostra solo War Machine che combatte Proxima Midnight, ma anche l’armatura di Hulkbuster, originariamente introdotta in Avengers: Age of Ultron, che affronta alcuni nemici sullo sfondo. Secondo Saunders, l’idea era originariamente quella di avere Bruce Banner a pilotare l’armatura, come fa più avanti nel film, ma alla fine la scena è stata tagliata del tutto all’inizio. Nonostante siano stati tagliati dal film, molti dei concetti dell’arte sono entrati nel film finale, incluso Banner che pilota l’armatura di Hulkbuster e War Machine che combatte contro gli eserciti di Outrider in Wakanda.

 

 

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Venezia 79: le foto di tutti i vincitori

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Venezia 79: le foto di tutti i vincitori

Ecco le foto di tutti in vincitori della 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Trai premiati Cate Blanchett, Colin Farrell (in web), Laura Poitras, Alice Diop, Luca Guadagnino, Martin McDonagh.

La Giuria di VENEZIA 79, presieduta da Julianne Moore e composta da Mariano CohnLeonardo Di CostanzoAudrey DiwanLeila HatamiKazuo Ishiguro e Rodrigo Sorogoyen, dopo aver visionato i 23 film in competizione ha deciso di assegnare i seguenti premi:

  • LEONE D’ORO per il miglior film a:
    ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED di Laura Poitras (USA)
  • LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
    SAINT OMER di Alice Diop (Francia)
  • LEONE D’ARGENTO – PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA a:
    Luca Guadagnino per il film BONES AND ALL (USA, Italia)
  • COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
    Cate Blanchett nel film TÁR di Todd Field (USA)
  • COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a: Colin Farrell
    nel film THE BANSHEES OF INISHERIN di Martin McDonagh (Irlanda, Regno Unito, USA)
  • PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a: Martin McDonagh per il film THE BANSHEES OF INISHERIN di Martin McDonagh (Irlanda, Regno Unito, USA)
  • PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a: KHERS NIST (NO BEARS) di Jafar Panahi (Iran)
  • PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a:
    Taylor Russell nel film BONES AND ALL di Luca Guadagnino (USA, Italia)

La Giuria ORIZZONTI della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, presieduta da Isabel Coixet e composta da Laura BispuriAntonio CamposSofia Djama e Edouard Waintrop dopo aver visionato i 18 lungometraggi e i 12 cortometraggi in concorso, assegna:

  • PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM a: Jang-e Jahani Sevom (WORLD WAR III) di Houman Seyedi (Iran)
  • PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA a:
    Tizza Covi e Rainer Frimmel per il film VERA (Austria)
  • PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ORIZZONTI a:
    CHLEB I SÓL (BREAD AND SALT) di Damian Kocur (Polonia)
  • PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE ATTRICE a:
    Vera Gemma nel film VERA di Tizza Covi e Rainer Frimmel (Austria)
  • PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR ATTORE a:
    Mohsen Tanabandeh nel film Jang-e Jahani Sevom (WORLD WAR III) di Houman Seyedi (Iran)
  • PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
    Fernando Guzzoni per il film BLANQUITA di Fernando Guzzoni (Cile, Messico, Lussemburgo, Francia, Polonia)
  • PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO a:
    SNOW IN SEPTEMBER di Lkhagvadulam Purev-Ochir (Francia, Mongolia)
  • VENICE SHORT FILM NOMINATION FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS 2022 a:
    SNOW IN SEPTEMBERdi Lkhagvadulam Purev-Ochir (Francia, Mongolia)

The Fabelmans: trailer del nuovo film di Steven Spielberg

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The Fabelmans: trailer del nuovo film di Steven Spielberg

Dopo la premiere al Toronto Film Festival attualmente in corso di svolgimento e l’uscita delle prime recensioni del film, arriva in rete il primo trailer ufficiale di The Fabelmans, il nuovo film di Steven Spielberg con protagonisti Paul Dano e Michelle Williams.

La vicenda di The Fabelmans, come già anticipato è una versione semi-autobiografica dell’infanzia di Spielberg. Il film è infatti incentrato su Sammy Fabelman, che sogna di diventare un regista mentre cresce nell’Arizona del secondo dopoguerra. Il film ripercorrerà la sua vita dalla sua infanzia fino alla tarda adolescenza, momento in cui scoprirà un segreto di famiglia e apprende definitivamente il potere del cinema. Oltre a dirigere il film, Spielberg è anche co-autore della sceneggiatura con Tony Kushner, che in precedenza aveva collaborato con il regista in film come West Side Story, Lincoln e Munich. Il film ha una distribuzione in sala attualmente prevista per la fine di novembre. Di seguito il poster ufficiale.

The Fabelmans vede protagonisti Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle, Jeannie Berlin, Julia Butters, Robin Bartlett, Keeley Karsten e Judd Hirsch. Il film arriverà nelle sale americane il prossimo 11 novembre.

D23 Expo, tutti gli annunci Disney, Marvel, Pixar, Lucasfilm e 20th Century Studios

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Gli studi cinematografici e televisivi della Disney, tra cui Marvel Studios, Lucasfilm, Walt Disney Studios, Pixar e Walt Disney Animation Studios, 20th Century Studios e Disney Branded Television, hanno rivelato molte novità al D23 Expo, che si è svolto dal 9 all’11 settembre presso l’Adiaheim, vicino a Disneyland Centro Congressi. Ecco di seguito l’elenco completo di tutti gli annunci:

  • FILM LIVE-ACTION

Cinema

Marvel

Ant-Man and the Wasp: Quantumania: Alla presenza di Paul Rudd, Kathryn Newton, Evangeline Lilly e Jonathan Majors, il pubblico ha assistito alla proiezione di un footage dal film che uscirà il 17 febbraio.

Black Panther: Wakanda Forever: Il pubblico ha visto una scena del film con protagonista Angela Bassett nei panni della regina Ramonda. Il film arriva al cinema il prosismo 11 novembre.

Captain America: New World Order: Shira Haas e Tim Blake Nelson si sono uniti al cast del film che vedrà protagonista Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Cap e che uscirà il 3 maggio 2024.

Fantastici Quattro: Kevin Feige ha confermato che Matt Shakman dirigerà il film che è atteso per l’8 novembre 2024 al cinema, ma non è ancora stato annunciato il cast.

Thunderbolts: Sono stati confermati diversi nomi nel cast del film che sarà diretto da Jake Schreier e che chiuderà la Fase 5 del MCU il 26 luglio 2024. Trai nomi confermati ci sono David Harbour, Julia Louis-Dreyfus, Wyatt Russell, Florence Pugh, Sebastian Stan, Hannah John-Kamen e Olga Kurylenko.

Lucasfilm

Indiana Jones 5: E’ stato mostrato al pubblico un primo trailer del lungo e remunerativo franchise. Harrison Ford si è presentato alla folla, dichiarando il suo amore per il personaggio ma anche la scelta di non farsi mai più convincere a recitarlo.

Willow: Anche di questo film è stato mostrato un trailer mentre Christian Slater è si è presentato all’evento come membro del cast. Si unisce a Warwick Davis, Joanne Whalley, Ruby Cruz, Erin Kellyman, Ellie Bamber, Dempsey Bryk, Amar Chadha-Patel e Tony Revolori.

20th Century

Avatar: La via dell’acqua: La folla ha potuto vedere un carico di filmati dal film di James Cameron da lungo tempo in lavorazione, sequel di uno dei più grandi incassi della storia del cinema.

Disney Live-Action

Mufasa: Il re leone: Annunciato il titolo del prequel del film del 2019, che arriverà nel 2024 e sarà diretto dal premio Oscar Barry Jenkins.

La Sirenetta: E’ stato mostrato un trailer e annunciata un’uscita per l’estate 2023.

Disney+

Hocus Pocus 2: E’ stato diffuso un nuovo trailer per il film che finirà direttamente sulla piattaforma il 30 settembre.

Disenchanted: E’ stato mostrato il primo trailer del sequel del film con Amy Adams, che arriverà sulla piattaforma il 24 novembre.

Peter Pan & Wendy: Il film arriverà su piattaforma nel 2023.

  • FILM D’ANIMAZIONE

Cinema

Elemental: Rivelato il cast vocale e le prime immagini del film che uscirà il 16 giugno.

Elio: Il nuovo lungometraggio Pixar sul sognatore di 11 anni Elio (Yonas Kibreab) presenterà anche America Ferrera. Adrian Molina è il regista e Mary Alice Drumm è la produttrice. La trama: Elio è artistico, creativo e ama stare in casa che fa fatica a inserirsi. Nel frattempo mamma Olga, che gestisce un progetto militare top-secret, sta lavorando per decodificare uno strano segnale dallo spazio. Ma è Elio che entra in contatto, viene teletrasportato nello spazio e successivamente viene scambiato per un ambasciatore intergalattico per la Terra. Uscirà nella primavera del 2024.

Inside Out 2: Sequel della Pixar confermato con il ritorno di Amy Poehler. Uscita prevista per l’estate 2024.

Strange World: Rilasciato il nuovo trailer per il film Disney Animation. Aprirà nelle sale il 23 novembre.

Wish: viene rivelato il prossimo lungometraggio originale di Walt Disney Animation Studio, in uscita nell’autunno 2023. I registi Chris Buck e Fawn Veerasunthorn hanno delineato la storia, ambientata a Rosas, il regno dei desideri in cui i desideri possono letteralmente avverarsi. È incentrato sulla diciassettenne Asha (Ariana DeBose) che fa un appassionato appello alle stelle, a cui risponde una forza cosmica, una piccola sfera di energia illimitata chiamata Stella. Insieme, affrontano il più formidabile dei nemici per salvare la sua comunità e dimostrare che quando la volontà di un umano coraggioso si collega alla magia delle stelle, possono accadere cose meravigliose. Alan Tudyk darà la voce a una capra di nome Valentino. Julia Michaels sta scrivendo tutte le canzoni. Il film è scritto da Jennifer Lee; Peter Del Vecho produce e Juan Pablo Reyes co-produce.

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  • TELEVISION

Marvel

Ironheart: Shakira Barrera si unisce al cast della serie Disney+ con Dominique Thorne nei panni di Riri Williams. La data d’uscita è da confermare.

Secret Invasion: E’ stato mostrato il primo trailer con Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury, la serie uscirà nel 2023.

Armor Wars: Don Cheadle riprende il ruolo del colonnello James Rhodes in una serie stand-alone che mostrerà il personaggio sotto una nuova luce, data d’uscita da confermare.

Loki: Ke Huy Quan si unisce al cast della seconda stagione della serie Disney+ con Tom Hiddleston, Owen Wilson e Sophia Di Martino. La produzione è in corso, ma la data d’uscita non è stata annuciata.

Echo: I membri del cast Alaqua Cox, Vincent D’Onofrio, Devery Jacobs, Graham Greene, Cody Lightning e Chaske Spencer hanno presentato dei filmati speciali della serie, insieme alle new entry Tantoo Cardinal e Zahn McClarnon. La data d’uscita non è stata confermata.

Daredevil: Born Again: Kevin Feige e Vincent D’Onofrio hanno parlato della serie che vedrà anche il ritorno di Charlie Cox. La produzione comincerà nel 2023.

Werewolf by Night: Lo speciale tv a tema Halloween vede protagonisti Gael Garcia Bernal e Laura Donnelly — si tratta del primo speciale Marvel Studios e arriverà il prossimo 7 ottobre.

Lucasfilm

Andor: I fan hanno visto il final trailer della serie Disney+ con Diego Luna. La serie esordirà il 21 settembre.

The Mandalorian: E’ stato presentato un trailer per la stagione 3 della serie Disney+ di grande successo con Pedro Pascal.

Star Wars: The Bad Batch: La seconda stagione della serie animata dell’universo Star Wars di Disney+ sui cloni d’élite sperimentali Bad Batch è stata spostata dal 28 settembre al 4 gennaio.

Tales of the Jedi: la serie antologica animata in forma abbreviata ambientata nell’universo di Star Wars ha svelato il primo trailer e una data di anteprima il 26 ottobre.

The hanging sun: recensione del film con Alessandro Borghi

The hanging sun: recensione del film con Alessandro Borghi

Il compito di chiudere la 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia spetta a The hanging sun – Il sole di mezzanotte, opera prima del fotografo Francesco Carrozzini. Il film è una produzione italo-britannica ma è tratto dal thriller dello scrittore norvegese Jo Nesbø (Sole di mezzanotte). Questa commistione non può che aggiungere valore ad un film multiculturale e originale: un noir tenebroso che però si muove nella luce perenne dell’estremo nord.

The hanging sun è una produzione CattleyaGroenlandia e Sky Studios e uscirà nelle sale in esclusiva il 12, 13 e 14 settembre. Sarà poi disponibile in streaming su Sky e Nowtv.

The hanging sun: la trama

John (Alessandro Borghi) sceglie di abbandonare la vita criminale, l’unica a cui suo padre l’ha abituato, e ricominciare da capo. Nell’attesa dei documenti necessari, per sfuggire al padre e al fratello malavitosi, John si nasconde in un villaggio nell’estremo nord della Norvegia. Nella gelidità totale del luogo e dei personaggi, l’uomo viene accolto da Caleb, un ragazzino caloroso, e dalla madre Lea (Jessica Brown Findlay), una donna vittima di violenza che ha da poco perso il marito in mare. Tra sospetti, segreti inconfessabili e padri ingombranti, JohnLea si scoprono anime affini che cercano, coi propri mezzi, di farsi giustizia da sole.

Alessandro Borghi (Napoli velata, Suburra, Diavoli) torna a interpretare un personaggio tenebroso e antieroico, desideroso di redenzione. Ad affiancarlo c’è l’attrice britannica dal volto impavido Jessica Brown Findlay (Downtown Abbey).

Ambientazioni gelide per spiriti glaciali

The Hanging Sun è un film ombroso, nelle immagini come nei temi. Riprendendo fedelmente il romanzo di Nesbø, il lungometraggio è ambientato nel nord della Norvegia, in quelle zone contraddittorie in cui il sole, pur non scendendo mai oltre l’orizzonte, non riesce a dare calore. I colori freddi degli interni, i paesaggi boschivi, il mare scuro del nord, tutto trasmette il tono emotivo della storia: un thriller fatto di personaggi pragmatici e bigotti. Questo vale solo per chi sta sullo sfondo: i protagonisti del film sono invece profondi, introspettivi, tentano di distaccarsi dal contesto. Nonostante tutto però, John, Lea e Caleb sono influenzati dal mondo attorno a loro: conoscono solo la realtà in cui sono cresciuti e faticano a prenderne le distanze.

Il tema del conflitto

Un tema essenziale del film è la conflittualità, prima tra tutte quella tra padri e figli. C’è un conflitto di intenti tra John e il padre, se così può essere definito, ma anche il genitore di Lea è una figura ingombrante. L’uomo è il pastore del villaggio che, a suon di colpe e divieti, detta leggi spirituali agli abitanti. Entrambe le figure paterne si sentono in diritto di manipolare la vita dei figli e di scegliere al posto loro. Entrambi i padri sono accecati dalla fede (in Dio come nella criminalità) e nessuno dei due agisce pensando al bene dei figli.

La speranza muove l’azione

The Hanging Sun - Sole di mezzanotteIn generale, il film non è troppo opprimente. La produzione italo-britannica, mescolata alla storia nordica di base e al cast multiculturale, rendono The hanging sun un film bilanciato. Il dramma  è moderato dall’azione e la tossicità dei rapporti è contrapposta alla speranza di un futuro migliore.

Man mano che il film procede, la speranza s’insinua prepotentemente nell’azione. Prendendo le distanze dai padri, John Lea cercano di farsi giustizia da soli. I due personaggi rappresentano il punto di rottura tra l’ordine del passato e quello del presente: da un lato sono figli oppressi dai padri, dall’altro sono figure genitoriali nei confronti del piccolo Caleb. Con The hanging sun, vengono infatti esplorati i pensieri e le preoccupazioni tipiche dei giovani adulti che si trovano ad affrontare il passaggio dalla figura di figlio a quella di genitore. In questa fase, l’uomo percepisce sia l’eredità, in tutti i sensi, lasciata da chi l’ha cresciuto, sia la possibilità di essere genitori migliori.

The hanging sun non è solo thriller

Seppur in termini estremi, il lungometraggio parla quindi di un archetipo essenziale per l’uomo. L’originalità di The hanging sun sta proprio nel modo spettacolare in cui affronta temi comuni: conflitti ordinari ma portati all’estremo. Per questo motivo, il film è più che un thriller: è anche un percorso introspettivo, ma soprattutto, è una storia d’amore. Il romanticismo in The hanging sun è sottile e accennato, ma addolcisce una storia di per sé molto dura. Il risultato è un film sorprendente e davvero godibile.

Watcher, la recensione del thriller dalla parte delle donne

Watcher, la recensione del thriller dalla parte delle donne

Tutti i thriller puntano a creare una sensazione di ansia e a sfruttare la naturale tendenza alla paranoia che gli spettatori moderni sembrano aver sviluppato nella vita quotidiana, tra emergenze e complottismi, ma non tutti riescono a distinguersi dalla massa. Nel bene o nel male, lo fa questo Watcher, thriller psicologico diretto dalla regista di uno dei migliori segmenti dell’antologia horror V/H/S/94, Chloe Okuno, che ha nella sua protagonista principale la Maika Monroe del It Follows di David Robert Mitchell, ma che soprattutto sfrutta la incredibile presenza scenica di Burn Gorman.

Una scelta di casting perfetta e fondamentale ai fini della storia, che ha nella giovane ex-surfista californiana e nel caratterista (visto in Crimson Peak, Enola Holmes, nei due Pacific Rim e molti altri) i due poli di un dramma nel quale non sarà facile distinguere la verità dalla fantasia, il pericolo vero da quello presunto. In questa nebbia si svolge tutto, e cresce lo spaesamento della povera Julia

A Bucarest, Nella tela del Ragno

La giovane donna, trasferitasi a Bucarest per seguire il marito nel suo nuovo lavoro, cerca di integrarsi nella nuova realtà. Proprio nel momento in cui la città viene sconvolta dagli omicidi di un misterioso serial killer, “il ragno”. Isolata e senza riuscire a comunicare, Julia si lascia suggestionare dagli avvenimenti fino ad sentirsi costantemente osservata da un uomo dal palazzo di fronte. Tra realtà e paranoia, Julia sprofonda in un vero e proprio incubo ad occhi aperti al quale nessuno sembra credere. Nemmeno il marito.

Che ha il volto di Karl Glusman (Greyhound – Il nemico invisibile, The Neon Demon, Animali notturni), chiamato a dare corpo all’indifferenza dei più – anche vicini – nei confronti della violenza sulle donne o delle minacce che spesso le circondano. Un tema centrale che il film scritto dalla stessa regista (con Zack Ford) – al cinema da mercoledì 7 settembre, distribuito da Lucky Red e Universal Pictures International Italy – sviluppa in maniera non banale, secondo direttrici tristemente attuali come gaslighting, manipolazione e stalking.

Watcher maika monroeWho watches the Watcher?

La scelta di mostrare come normale la tendenza a posizionare il proprio divano di fronte all’enorme finestra dalla quale si vede il palazzo dirimpetto fa venire il dubbio che la Romania sia un paese di voyeur ed esibizionisti, ma è una delle poche forzature di un dramma che ha in alcuni confronti troppo recitati – e in una parentesi onirica – i suoi momenti più deboli. E che invece nel silenzio delle persone, e di una metropoli grigia e aliena, costruisce intorno a noi e alla protagonista un labirinto fatto di zone tanto comuni quanto pericolose. Supermercati, cinema, sottopassaggi, cortili, stazioni si svuotano, lasciando soli vittime e carnefici, invisibili ai più, costretti a chiedere aiuto ognuno a modo proprio, secondo la propria etica. E in un panorama tanto comune, qualsiasi, tutti potremmo avere gli stessi dubbi. Anche per colpa della bravura della Okuno a sfruttare scenografie, fotografia e sonoro.

Venezia 79: le foto dal red carpet di chiusura

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Venezia 79: le foto dal red carpet di chiusura

Si è chiusa la 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, dopo avervi rivelato tutti i vincitori, ecco i protagonisti che hanno sfilato sul red carpet di chiusura di Venezia 79.

La Giuria di VENEZIA 79, presieduta da Julianne Moore e composta da Mariano CohnLeonardo Di CostanzoAudrey DiwanLeila HatamiKazuo Ishiguro e Rodrigo Sorogoyen, dopo aver visionato i 23 film in competizione ha deciso di assegnare i seguenti premi:

  • LEONE D’ORO per il miglior film a:
    ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED di Laura Poitras (USA)
  • LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
    SAINT OMER di Alice Diop (Francia)
  • LEONE D’ARGENTO – PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA a:
    Luca Guadagnino per il film BONES AND ALL (USA, Italia)
  • COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
    Cate Blanchett nel film TÁR di Todd Field (USA)
  • COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a: Colin Farrell
    nel film THE BANSHEES OF INISHERIN di Martin McDonagh (Irlanda, Regno Unito, USA)
  • PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a: Martin McDonagh per il film THE BANSHEES OF INISHERIN di Martin McDonagh (Irlanda, Regno Unito, USA)
  • PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a: KHERS NIST (NO BEARS) di Jafar Panahi (Iran)
  • PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a:
    Taylor Russell nel film BONES AND ALL di Luca Guadagnino (USA, Italia)

Thunderbolts: confermato un cast all star!

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Thunderbolts: confermato un cast all star!

Il cast di Thunderbolts, una delle prossime uscite della Marvel, sta prendendo forma. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha annunciato nomi di serie A per il cast del film di squadra in arrivo il 26 luglio 2024.

Il cast ufficiale di Thunderbolts include Florence Pugh nel ruolo di Yelena Belova, Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes alias Winter Soldier, David Harbour nel ruolo di Guardiano Rosso, Julia Louis-Dreyfus nel ruolo di La Contessa Valentina Allegra de la Fontaine, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker alias agente degli Stati Uniti, Olga Kurylenko come Taskmaster e Hannah John-Kamen come Ghost.

Jake Schreier (Robot & Frank) si siederà dietro la macchina da presa di questo nuovo film, mentre avevamo appreso che lo sceneggiatore di Black Widow Eric Pearson era stato scelto per scrivere la sceneggiatura.

Captain America: New World Order, Shira Haas e Tim Blake Nelson nel cast

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Nel corso del D-23 Expo, la Marvel ha annunciato che Shira Haas e Tim Blake Nelson entrano a far parte del cast di Captain America: New World Order, nei panni rispettivamente di Shira e il Leader.

Anthony Mackie, che ha interpretato il supereroe Sam Wilson, alias il Falcon, nel Marvel Cinematic Universe dai tempi di Captain America: The Winter Soldier, guida il film come nuovo Capitan America per la prima volta. Il cast del quarto film di “Captain America” includerà anche Shira Haas nei panni di Sabra e Tim Blake Nelson nei panni di The Leader, oltre a Danny Ramirez e Carl Lumbly, che sono apparsi nella serie The Falcon and the Winter Soldier, nei panni di Joaquin Torres e Isaiah Bradley, rispettivamente.

Lo sviluppo di Captain America 4 è stato annunciato il giorno del finale di The Falcon and the Winter Soldier, con il creatore dello show Malcolm Spellman e lo sceneggiatore Dalan Musson chiamati a firmare la sceneggiatura.

Nell’ambito del panel dello studio al Comic-Con di San Diego, a cui era presente Screen Rant, la Marvel ha rivelato la data di uscita del film: 3 maggio 2024, oltre al titolo ufficiale: Captain America: New World Order.

 

Secret Invasion, il primo trailer della serie con Samuel L. Jackson

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Al D-23 Expo è stato presentato il primo trailer di Secret Invasion, la nuova serie Marvel / Disney+ che vede tornare nel MCU Samuel L. Jackson, Cobie Smulders e per la prima volta nell’Universo Condiviso Emilia Clarke e Olivia Colman.

Secret Invasion, la serie

Secret Invasion è l’annunciata serie tv Marvel   dei Marvel Studio e Disney+. La serie è basata sull’omonimo fumetto dei Marvel Comics. In Secret Invasion protagonista sarà Samuel L. Jackson che torna nei panni di Nick Fury accanto a Ben Mendelsohn, che da Captain Marvel, torna ad interpretare lo Skrull Talos. Nel cast annunciati anche Christopher McDonald in un ruolo segreto. Annunciati anche in ruolo ancora sconosciuti Emilia Clarke e Olivia Colman.

La serie sarà presentata in anteprima su Disney+ e vede la partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che riprende il ruolo di Skrull Talos, Olivia Colman, Emilia Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e Killian Scott.

La serie di eventi comici crossover mette in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono infiltrati sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in diverse foto Marvel tra cui Spider-Man: Far From Home, Captain America: Civil War e tutti i film degli Avengers. Di recente ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione di Ann Coulter in American Crime Story: Impeachment.

Fantastici Quattro: il regista di The Boys per il film Marvel Studios

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In occasione del D-23, Marvel Studios ha annunciato il regista incaricato di dirigere il riavvio di Fantastici QuattroMatt Shakman, regista che ha lavorato tantissimo in tv e che ha firmato anche l’apprezzata The Boys di Prime Video, è stato incaricato da Kevin Feige e compagnia di riportare sul grande schermo la prima famiglia Marvel.

Fantastici Quattro, il film

Fantastici Quattro uscirà nei cinema l’8 novembre 2024 e darà il via alla Fase 6 del MCU. Un film dei Fantastici Quattro è in lavorazione da tempo, con il regista di Spider-Man: No Way Home Jon Watts che avrebbe dovuto dirigere. Watts ha abbandonato il film e al suo posto è stato incaricato Matt Shakman. Il pubblico ha avuto il primo assaggio dei Fantastici Quattro in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. John Krasinski interpreta il Reed Richards multiversale in quel film, ma è improbabile che continuerà a interpretare il ruolo e il casting per il film è ancora avvolto nel mistero.

Indiana Jones 5, mostrato il primo trailer al D-23

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Indiana Jones 5, mostrato il primo trailer al D-23

Indiana Jones 5 ha fatto sfoggio del suo primo trailer durante il D23 Expo. Sebbene il video non sia stato rilasciato online, Harrison Ford è apparso sul palco per parlare del filmato, insieme al regista James Mangold e alla co-protagonista Phoebe Waller-Bridge.

“Grazie per aver reso questi film un’esperienza così incredibile per tutti noi”, ha detto, apparendo piuttosto emotivo. “Sono molto orgoglioso di dire che questo è fantastico. [Indica Waller-Bridge] E questo è uno dei motivi”. “I film di ‘Indiana Jones’ parlano di fantasia e mistero, ma parlano anche di cuore”, ha continuato. “Abbiamo una storia davvero fantastica da raccontare, oltre a un film che ti spaccherà il culo”. Ford ha anche accennato al fatto che questa fosse la sua ultima volta nel ruolo, dicendo: “Ci siamo. Non ci cascherò più. Ma grazie mille”.

Sebbene la trama sia stata in gran parte tenuta nascosta fino ad ora, il nuovo trailer offre ai fan il primo vero sguardo a Indy di nuovo in azione. L’ultima volta che il personaggio è stato visto sullo schermo è stato 14 anni fa con Indiana Jones e il regno dei teschi di cristallo. Ford aveva 64 anni quando uscì, e ora ne ha 80, quindi sembra che nessuna barriera di età non possa fermare il più grande archeologo del mondo.

Accanto a Ford e Waller-Bridge ci sono i nuovi arrivati ​​nella serie Mads Mikkelsen, Toby Jones, Boyd Holbrook, Thomas Kretschmann e Antonio Banderas.

Indiana Jones 5 è infatti in gestazione da diversi anni, con il progetto inizialmente sviluppato da Steven Spielberg, prima che egli si ritirasse dal progetto. Il regista di Le Mans ‘66 e Logan James Mangold è poi stato chiamato a dirigere il film, con Harrison Ford confermatissimo nei panni dell’iconico avventuriero. Accanto a lui, in ruoli ancora non meglio chiariti, vi saranno gli attori Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen. Quanto oggi mostrato sembra relativo, oltre allo stesso Jones, proprio ai personaggi interpretati da questi ultimi due attori.

Nelle foto diffuse si possono infatti ritrovare quello che sembra certo essere il costume che la Waller-Bridge sfoggerà nel film, mentre ve ne è anche uno che potrebbe essere relativo all’antagonista, anche se non è ancora certo che Mikkelsen avrà effettivamente tale ruolo. Accanto ai costumi, alcuni artwork anticipano quelle che potrebbero essere delle scene del film, con ambientazioni esotiche e inseguimenti su improbabili mezzi. Si possono ritrovare tali foto dei costumi e dei concept art qui di seguito, sul profilo ufficiale di ComicBook. Indiana Jones 5 ha una data d’uscita attualmente fissata al 30 giugno 2023.

Romanzo criminale: trama, cast, e personaggi del film

Romanzo criminale: trama, cast, e personaggi del film

Uscito in sala nel 2005, il film Romanzo criminale è stato uno dei primi fortunati casi di opere ispirate a reali vicende criminali. Da quel momento è infatti un filone che ha poi avuto grande seguito negli anni, tanto al cinema quanto in televisione. Diretto da Michele Placido, il film si concentra infatti sulle vicende della celebre Banda della Magliana, considerata la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma tra gli anni Settanta e i primi dei Novanta. La storia poi riportata su pellicola viene però tratta dal romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo, pubblicato nel 2002.

Il libro, che descrive gli intricati traffici che intercorrevano tra stato e criminalità, ripercorre la storia di un decennio d’Italia cercando di offrire una panoramica completa sulla celebre banda. Dato il suo successo, i diritti per una trasposizione vennero acquistati nel giro di breve, e altrettanto rapidamente iniziò la produzione del film, con un cast di interpreti comprendente alcuni tra i nomi più celebri del momento. A lavori ultimati, il titolo aveva raggiunto la durata complessiva di 174 minuti, ridotti poi a 153 per la versione cinematografica.

Il successo fu straordinario. Oltre a rivelarsi uno dei maggiori incassi al botteghino del periodo, Romanzo criminale raccolse ampi consensi di critica, ed ottenne alcuni tra i maggiori riconoscimenti dell’industria. Il titolo si aggiudicò infatti ben otto David di Donatello e cinque Nastri d’argento. La sua popolarità divenne tanto vasta che solo pochi anni dopo, nel 2008, si diede vita ad una serie televisiva ispirata al film. Di grande successo anch’essa, contribuì alla fama del film, oggi divenuto un vero e proprio cult della cinematografia italiana dall’inizio del nuovo millennio ad oggi.

Romanzo criminale: la trama del film

La storia del film ha inizio nella fine degli anni Sessanta, quando quattro ragazzini rubano un’auto e nella fuga investono un agente. Grazie a tale colpo, scoprono il brivido suscitato dal crimine, e decidono di volerlo provare ancora. Iniziano così a stabilire i loro nomi, che sono il Libanese, il Dandi, il Freddo e il Grana. Diventati adulti, i quattro hanno già assaggiato il sapore della rovina e ne conoscono i rischi, ma decidono ugualmente di perpetrare il loro desiderio di potere dando vita ad una vera e propria banda. In poco tempo, il gruppo, a cui nel frattempo si sono aggiunti altri membri, reisce ad ottenere il controllo assoluto del traffico di droga a Roma.

Ridenominati Banda della Magliana dalla stampa, per via del loro quartiere di residenza, il gruppo in breve espande il proprio dominio anche ad altri campi, come quello della prostituzione e del gioco d’azzardo. Raggiunto un enorme potere, la banda inizia però a mostrare anche i primi segni di frattura. Libano diventa sempre più ambizioso, Freddo medita di abbandonare il giro, e una serie di altri contrasti interni inizia a minare il rapporto ta i membri. Questi si renderanno così conto di quanto possa essere pericoloso raggiungere i massimi livelli di un sistema complesso come quello della criminalità, e di quanto possa essere difficile rimanerne a capo.

Romanzo criminale: il cast e i personaggi del film

Come detto in apertura, il film vanta nel cast alcuni dei maggiori interpreti del cinema italiano. Questi ricoprono ruoli di personaggi non realmente esistiti, ma comunque ispirati ai veri criminali della storia. Il primo e più importante è Il Freddo, uno dei leader della banda, interpretato nel film da Kim Rossi Stuart. Accanto a lui, tra i principali protagonisti, si ritrovano Pierfrancesco Favino nei panni di Il Libanese e Claudio Santamaria in quelli di Il Dandi. Per poter interpretare tali ruoli, i tre attori hanno condotto diverse ricerche sul periodo storico e sui membri della vera Banda della Magliana. Favino, in particolare, venne particolarmente apprezzato per la sua performance, vincendo poi il David di Donatello come miglior attore non protagonista.

Oltre a loro, nel film si ritrovano anche Stefano Accorsi, nei panni del commissario Nicola Scialoja, Riccardo Scamarcio in quelli de Il Nero, e Jasmine Trinca nelle vesti di Roberta, la donna di cui Il Freddo si innamora perdutamente. Un giovane Elio Germano è invece Il Sorcio, criminale entrato solo in seguito a far parte della Banda. Come lui anche Il Secco, a cui dà volto l’attore Stefano Fresi. Infine, tra gli altri interpreti principali si ritrovano Anna Mouglalis nei panni di Cinzia Vallesi, Antonello Fassari in quelli di Ciro Buffoni, e Francesco Venditti in quelli di Bufalo. Massimo Popolizio dà volto a Il Terribile, mentre è presente un cameo di Placido nel ruolo del padre del Freddo.

Romanzo criminale cast

Romanzo criminale: le differenze con la storia vera

Per quanto il film aspiri a raccontare in modo più fedele possibile la vera storia della Banda della Magliana e della sua scalata al potere, diverse sono le differenze presenti con la realtà dei fatti. Per motivi di resa cinematografica, infatti, si è scelto di optare per alcune variazioni, più o meno significative, che hanno portato così ad una serie di “tradimenti” nei confronti di quello che è stato il vero corso degli eventi. La prima di queste differenze è che nella realtà non tutti i membri della banda si conoscevano sin da giovani. Contrariamente a quanto mostrato nel film, infatti, Il Freddo subentrò soltanto in seguito nel gruppo formato dal Libanese e dal Dandi. Diversa è poi la sorte di alcuni dei personaggi rispetto a quanto mostrato nel film, in particolare per quanto riguarda Il Terribile.

Nel film, inoltre non vi è nessun riferimento al bar dove i boss erano soliti riunirsi per pianificare i colpi e gli omicidi. Si dà qui maggior risalto al locale Full 80, e l’acquisto del celebre night club sarebbe dunque da porsi in un periodo successivo rispetto a quello narrato nella prima parte del film. Diverse semplificazioni furono poi fatte riguardo al giro d’affari della Banda, come anche riguardo al loro declino. A proposito di questo, è bene notare che il vero criminale a cui il personaggio de Il Freddo si ispira non è stato ucciso, ma è divenuto un collaboratore di giustizia ed è tutt’ora in vita. L’uccisione del Dandi, invece, avviene nel film per bano del Bufalo. Nella realtà, invece, quest’ultimo incaricò un killer.

Romanzo criminale: la serie e dove vedere il film in streaming e in TV

Con un totale di 22 episodi su 2 stagioni, Romanzo criminale – La serie andò in onda dal 2008 al 2010, ottenendo ampi consensi di critica e pubblico. Viene indicata come una delle prime grandi serie italiane, sulla quale si sarebbero poi basati anche grandi successi come Gomorra e Suburra. I personaggi mantengono qui gli stessi nomi, ma hanno naturalmente volti diversi rispetto a quelli del film. Francesco Montanari interpreta Il Libanese, Vinicio Marchioni Il Freddo e Alessandro Roja Il Dandi. Vi è poi Andrea Sartoretti nei panni di Bufalo, Marco Giallini in quelli di Il Terribile ed Edoardo Leo che dà vita a Nembo Kid. Alessandra Mastronardi interpreta invece la parte di Roberta.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Romanzo criminale è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 10 settembre alle ore 21:00 sul canale Cine34 del digitale terrestre.

Fonte: IMDb

Venezia 79: All the Beauty and the Bloodshed Leone d’Oro, Blanchett e Farrell migliori attori

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La giuria presieduta da Julianne Moore ha annunciato i vincitori di Venezia 79, l’edizione 2022 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

A conquistare il Leone d’Oro è stato il prezioso documentario diretto da Laura Poitras, All the Beauty and the Bloodshed, mentre doppi premi per Bones and All, che porta a casa il premio Marcello Mastroianni a Taylor Russell e la migliore regia a Luca Guadagnino, e a Gli Spiriti dell’Isola, che vince la Coppa Volpi Maschile, Colin Farrell, e la Migliore Sceneggiatura, Martin McDonagh.

Era da Venezia 70 che un documentario non conquistava il Leone d’Oro, e Laura Poitras ha raggiunto il risultato conquistato da Gianfranco Rosi con Sacro GRA. Ecco di seguito tutta la lista di vincitori.

Tutti i vincitori del Concorso di Venezia 79

  • CONCORSO

Leone d’Oro:All the Beauty and the Bloodshed,” Laura Poitras

Gran Premio della Giuria:Saint Omer,” Alice Diop

Leone d’Argento alla migliore regia:Bones and All,” Luca Guadagnino

Premio Speciale della Giuria:No Bears,” Jafar Panahi

Migliore sceneggiatura:The Banshees of Inisherin,” Martin McDormand

Coppa Volpi per la migliore attrice:Tar,” Cate Blanchett

Coppa Volpi per il migliore attore:The Banshees of Inisherin,” Colin Farrell

Premio Marcello Mastroianni al migliore attore emergente:Bones and All,” Taylor Russell

Gli altri vincitori di Venezia 79

  • ORIZZONTI

Miglior Film: “World War III,” Houman Seyyedi

Migliore Regia: “Vera,” Tizza Covi, Rainer Frimmel

Premio Speciale della Giuria: “Bread and Salt,” Damian Kocur

Migliore attrice: “Vera”, Vera Gemma

Migliore attore: “World War III,” Mohsen Tanabandeh

Migliore sceneggiatura: “Blanquita,” Fernando Guzzoni

Miglior corto: “Snow in September,” Lkhagvadulam Purev-Ochir

  • ORIZZONTI EXTRA

Premio del pubblico: “Nezouh,” Soudade Kaadan

  • LEONE DEL FUTURO

Premio Luigi de Laurentiis Migliore opera prima:Saint Omer,” Alice Diop

  • VENICE IMMMERSIVE

Premio speciale della giuria: “Eggscape,” German Heller, Jorge Tereso, Federico Heller

Gran Premio della Giuria: “From the Main Square,” Pedro Harres

Migliore Immersive Experience: “The Man Who Couldn’t Leave,” Chen Singing

  • VENEZIA CLASSICI

Miglior film restaurato: “Branded to Kill,” Seijun Suzuki

Miglior documentario: “Fragments of Paradise,” K.D. Davison

  • LEONE D’ORO ALLA CARRIERA

Catherine Deneuve e Paul Schrader

  • CAMPARI PASSION FOR FILM

Arianne Phillips

Leoncino d’Oro, vincono The Whale e Athena a Venezia 79

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Leoncino d’Oro, vincono The Whale e Athena a Venezia 79

Si è tenuta venerdì 9 settembre alle ore 17.00 presso la Sala degli Stucchi dell’Hotel Excelsior la cerimonia di premiazione del Leoncino d’Oro istituito da AGISCUOLA e promosso da A.G.I.S., A.N.E.C. e David di Donatello – Accademia del Cinema Italiano, alla presenza di Roberto Cicutto (Presidente La Biennale), Alberto Barbera (Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica), Andrea Del Mercato (Direttore Generale La Biennale), Luigi Lonigro (Presidente Unione Editori e Distributori Cinematografici).
Hanno fatto gli onori di casa: Piera Detassis (Presidente Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello), Mario Lorini (Vicepresidente AGIS e Presidente ANEC), Carmela Pace (Presidente Unicef Italia), Simone Gialdini (Direttore Generale Anec).

Giunto alla 34° edizione, il Leoncino è divenuto nel tempo uno dei premi collaterali più importanti e significativi della Mostra del Cinema di Venezia. Anche quest’anno il gruppo di giovani giurati provenienti da tutta Italia ha assegnato – in seguito ad un accordo siglato con il Comitato Italiano per l’UNICEF – il prestigioso premio Segnalazione Cinema For UNICEF, riconoscimento istituito dal Comitato Italiano per l’UNICEF presso la Mostra sin dal 1980.

Nel corso della cerimonia di premiazione, è stato assegnato il Premio Leoncino d’Oro della 79. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia al film The Whale” di Darren Aronofsky alla presenza di Andrea Romeo, CEO di I Wonder Pictures, con la seguente motivazione:

“Un’umanità strabordante, magistralmente interpretata, affronta il disperato tentativo di riscatto, tanto straziante quanto necessario. Amicizia, religione, morte e amore vengono messi in scena attraverso la tormentata ricerca della sincerità in un’atmosfera claustrofobica ispirata dall’omonima opera teatrale. Una pellicola spietata che rappresenta un accorato invito alla riconciliazione con gli altri e soprattutto con sé stessi. Per queste motivazioni, il Leoncino d’Oro della 79esima edizione del cinema di Venezia va a “The Whale” di Darren Aronofsky.”

La giuria ha assegnato la Segnalazione Cinema For UNICEF al film Athena di Romain Gavras con la seguente motivazione:

“Una moderna tragedia che si concretizza in un potente crescendo di violenza, dove diventa impossibile stabilire le reali responsabilità. L’esecuzione di un bambino innocente diviene pretesto per la rivolta. L’odio e la devastazione lacerano un tessuto sociale già fragile, in cui sono proprio i giovani ad imbracciare le armi. Discriminazione, ghettizzazione e, soprattutto assenza di tutela dei più basilari diritti umani, degenerano in una realtà ben più vicina di quanto mai avremmo potuto immaginare. Per queste ragioni la Segnalazione Cinema for Unicef della 79esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia va a “Athena” di Romain Gavras.”

Venezia 79: La Pellicola d’Oro, tutti i vincitori

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Venezia 79: La Pellicola d’Oro, tutti i vincitori

La Pellicola d’Oro, dopo il successo del premio nazionale presso la Casa del Cinema del 14  giugno scorso per la XII Edizione ricca di ospiti, è riuscito a mantenere l’appuntamento con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, anche quest’anno, presso la Sala Tropicana – Spazio Italian Pavillon all’interno dell’Hotel Excelsior.

I VINCITORI della VI Edizione del premio collaterale de La Pellicola d’Oro sono stati premiati da FRANCESCO RUTELLI (Presidente ANICA) e MIGUEL GOTOR (Assessore alla Cultura del Comune di Roma).

MIGLIOR SARTA DI SCENA – LAURA MONTALDI per il film CHIARA di Susanna Nicchiarelli prodotto da Vivo Film – Rai Cinema – Tarantula.

MIGLIOR DIRETTORE DI PRODUZIONE – BARBARA BUSSO per il film IL SIGNORE DELLE FORMICHE di Gianni Amelio prodotto da Kavac Film – IPC Movie – Tender Stories Rai Cinema.

MIGLIOR CAPO MACCHINISTA – CESARE PASCARELLA per il film IL SIGNORE DELLE FORMICHE di Gianni Amelio prodotto da Kavac Film – IPC Movie – Tender Stories Rai Cinema.

Il premio cinematografico è promosso ed organizzato dall’Ass.ne Culturale “Articolo 9 Cultura & Spettacolo” e dalla “S.A.S. Cinema” di cui il presidente è lo scenografo e regista Enzo De Camillis, sottolineando la collaborazione ed il patrocinio di: MiC Direzione Generale Cinema, RomaLazioFilmcommission, l’ANICA, l’APA, l’Ass.For. Cinema.

Ponendosi l’obiettivo di portare alla ribalta quei “mestieri” il cui ruolo è fondamentale per la realizzazione di un film ma che, allo stesso tempo, sono praticamente “sconosciuti” o non correttamente valutati dal pubblico.

“Con tale premessa ringraziamo per l’ospitalità lo spazio de Italian Pavilion, Luce Cinecittà. Un importante appuntamento che ci ha dato la possibilità di divulgare in campo internazionale il lavoro del dietro le quinte del cinema, ringraziando in particolare l’organizzazione di Cinecittà/Luce che con professionalità sono riusciti a coordinare gli eventi in tempi sempre più stretti offrendoci questa meravigliosa opportunità veneziana. La Biennale di Venezia e il suo presidente Roberto Cicutto, il Direttore Alberto Barbera che ci ha offerto questa meravigliosa opportunità” – sottolinea il Direttore del premio Enzo De Camillis.

Venezia 79, Premio Francesco Pasinetti 2022 a Siccità di Paolo Virzì

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Va a Siccità di Paolo Virzì (Venezia 79) e al cast corale dei suoi protagonisti il Premio Francesco Pasinetti 2022 assegnato a Venezia, come tradizione, dal Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI).

Lo annuncia il Direttivo del Sindacato precisando che il vincitore è stato scelto considerando tutti i film italiani presentati nelle diverse sezioni e sottolineando, comunque, la qualità e l’originalità delle proposte viste nelle diverse sezioni e in particolare nella ‘rosa’ di Venezia 79 ricca di opere che confermano la vivacità e la vocazione anche internazionale di un cinema che, grazie anche all’offerta della Mostra, merita di riaccendere l’attenzione del pubblico nelle sale.

La motivazione – Siccità, nella rappresentazione distopica di una realtà messa a dura prova da una catastrofe mette a fuoco la confusione di un tempo che la pandemia e la crisi, anche economica, rende ancora più difficile mettendo in primo piano la difficoltà delle solitudini che Virzì mette in scena anche con lo sguardo alla tradizione della commedia italiana grazie a un cast corale nel quale spiccano con diverse sfumature i personaggi interpretati da Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi e Sara Serraiocco.

Il film nasce da un soggetto di Paolo Giordano e Paolo Virzì. Scritto da Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo e Paolo Virzì, è una produzione Wildside, società del gruppo Fremantle e Vision Distribution, in collaborazione con Sky, in collaborazione con Prime Video. Sarà sale dal 29 settembre per Vision Distribution.

Venezia 79, Settimana Internazionale della Critica (SIC): tutti i vincitori

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La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2022), ha assegnato oggi, venerdì 9 settembre, i premi della 37esima edizione.

La giuria internazionale composta da Rok BičekNico Marzano Barbara Wurm ha assegnato il Gran Premio IWONDERFULL a “Eismayer” di David Wagner. Questa la motivazione: “Questa opera prima, matura e sorprendentemente coerente su molti livelli (recitazione, ambientazione, regia) è un eccezionale esempio di narrazione efficace, diretta e senza soluzione di continuità. Il film accetta la sfida di conquistare uno degli ultimi baluardi istituzionali dell’omofobia: l’esercito. Descrivendo il regno dell’autodisciplina e della mera obbedienza, rappresenta una riflessione sorprendentemente genuina e pacata sulla natura dei nostri sentimenti, sul loro nesso con i nostri corpi, i nostri atteggiamenti e le nostre convinzioni. Un film sul “coraggio di superare” e sul coming out, sul conoscere se stessi e gli altri”.

La stessa giuria ha anche assegnato una menzione speciale al film “Anhell69” di Theo Montoya perché “Mediante un’estetica audace ed eclettica, che rende conto di energie dolorose ma allo stesso tempo vitali, sospese tra la vita e la morte – quest’ultima percepita come un dato di fatto – quest’opera fluttua coerentemente attraverso gli strati urbani di tragedie imperanti. La giuria decide, all’unanimità, di premiare questo sensibile e poetico “canto di morte”, una travolgente “película trans” nel suo genere.

All’unico film italiano in Concorso, “Margini” di Niccolò Falsetti, va il Premio del Pubblico THE FILM CLUB con una percentuale di gradimento di 4,52/5,00. L’affluenza nelle sale ha superato i numeri pre-pandemia.

La giuria composta da Marta Bellamoli, Riccardo Chiaramondia, Marianna Giorgia Marchesini, Lorenzo Rigobello e Vittoria Savoia ha deciso di assegnare il Premio Circolo del Cinema di Verona al film “Anhell69” di Theo Montoya con la seguente motivazione: “Per la capacità di unire il documentario con le suggestioni tipiche della tradizione cinematografica colombiana. Per aver fatto convivere i vivi e i morti attraverso uno spiritualismo terreno, in cui sangue e sperma diventano la chiave per accedere a un mondo altro. Per una coraggiosa opera di documentarismo magico.

Il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, assegnato da un’apposita commissione di esperti composta Marco Contino, Anna Maria Pasetti e Lorenzo Rossi è andato al film “Anhell69” di Theo Montoya. La motivazione: “Per la capacità di raccontare l’annichilimento di una generazione attraverso una fotografia che innesta sulle testimonianze di vittime e sopravvissuti le atmosfere di una favola dark, un cinema nel cinema che, tra luci e tenebre, restituisce il senso di una realtà di uomini ed ectoplasmi, di vita e morte”.

Nell’ambito della settima edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica) la giuria composta da tre professionisti dell’industria cinematografica – Marco AlessiValerio Ferrara e Tita Tummillo De Palo – ha selezionato i seguenti vincitori tra i sette cortometraggi in concorso:

Premio Miglior Cortometraggio “Puiet” di Lorenzo Fabbro e Bronte Stahl con la motivazione “Per la capacità con cui l’opera filmica mantiene un costante rapporto tra immagine-movimento e immagine-tempo, affidando all’apparire del soggetto un ruolo narrativo a tratti disarmante. Un romanzo di formazione immerso in una sorta di realismo magico che ci ricolloca in una ciclicità del divenire intima e universale.

Premio Migliore Regia “Albertine where are you?” di Maria Guidone con la motivazione “Un lavoro di regia che va oltre le convenzioni stilistiche e proietta la spettatrice in un viaggio spazio temporale tra il presente, il passato e il futuro, interrogandosi sull’amore universale e libertà dei corpi. Un racconto che diventa saggio per poi tornare racconto senza perdere mai la propria eleganza, armonia e fluidità.

Premio Miglior Contributo Tecnico “Reginetta” di Federico Russotto con la motivazione “Per aver dimostrato una grande padronanza tecnica nella messa in scena, in un lavoro in cui le musiche, la fotografia e il montaggio ripropongono un immaginario storico e in costume, caro alla nostra tradizione cinematografica, sotto una nuova veste, inedita e inaspettata.

Si conclude quella che abbiamo immaginato come una “edizione della rinascita”, aperta e inclusiva, orientata a un ideale di condivisione, all’amicizia, all’amore, al senso di comunità. Abbiamo privilegiato un’idea di cinema autoriale eppure accessibile e i vincitori della SIC 2022 assecondano questa linea editoriale che vuole anche essere un segnale di fiducia e un invito al ritorno in sala da parte del pubblico”, commenta così questa edizione il Delegato Generale Beatrice Fiorentino.

È estremamente positivo il bilancio di questa 37esima Settimana Internazionale della Critica. Innanzitutto per la qualità dei film, testimoniata dalla risposta del pubblico e della stampa italiana e internazionale. Gli spettatori che hanno votato per il premio del pubblico hanno assegnato ai sette film in concorso un punteggio medio di 4 su 5. Oltre 1.000 professionisti e giornalisti hanno preso parte a un intenso programma di interviste, incontri e momenti di networking organizzati nella neonata Casa della Critica, che ben presto è diventata un punto di riferimento per le delegazioni dei film e non solo per loro. Possiamo già annunciare che l’anno prossimo la Casa della Critica sarà confermata e rafforzata con nuovi contenuti. Ci fanno particolarmente piacere le scelte delle varie giurie che hanno premiato Eismayer, uno dei film più amati e applauditi della selezione, l’italiano Margini, che ha appassionato gli spettatori, il colombiano Anhell69 che rientra perfettamente in una linea di cinema queer a cui la Sic quest’anno ha saputo dare voce e respiro con forza, autorevolezza ed energia, tanto da aggiudicarsi anche il Queer Lion andato al tedesco Skin Deep. Un grazie sentito a tutti i nostri magnifici sponsor, alla DGCA del MiC, alla Biennale di Venezia, a Cinecittà che ci ha accompagnato anche quest’anno nell’avventura di Sic@Sic”  dichiara Cristiana PaternòPresidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). 

Les miens: recensione del film di e con Roschdy Zem

Les miens: recensione del film di e con Roschdy Zem

Se c’è un tema ricorrente nei film presentatiVenezia 79 è quello delle relazioni familiari: questa volta non si tratta di padri o di figli (come in The SonThe Haunting Sun), ma di fratelliLes Miens è un film fatto di interni domestici: racconta in chiave melodrammatica i bisticci fraterni che, come mostra il regista e sceneggiatore Roschdy Zem (I figli degli altri), sono inevitabili manifestazioni d’affetto.

Les miens: sinossi del film

Nella sua famiglia, Moussa (Sami Bouajila) è considerato il fratello buono e affezionato, mentre Ryad (Roschdy Zem) incarna il familiare ricco e troppo impegnato per pensare ai suoi cari. In realtà, nonostante faccia di tutto per mascherare i suoi sentimenti, Moussa è infelice e oberato dal lavoro. Quando  finalmente decide di concedersi una serata di svago in discoteca, una brutta caduta gli causa un insolito trauma cranico. A causa della botta, Moussa perde tante delle sue qualità positive: parla senza filtri,  è aggressivo e pessimista. Il cambiamento di Moussa crea scompiglio all’interno della famiglia: tutti, dal fratello, ai figli fino alla sorella dell’uomo, devono imparare a prendersi cura di quella che, fino a quel momento, era la figura più premurosa della famiglia.

Battibecchi coinvolgenti, tra l’ironia e l’aggressività

Les miens è un film molto parlato. Le scene conviviali, attorno alla tavola, davanti ad un caffè, trasmettono il calore burrascoso della famiglia di Moussa e Ryad. È impossibile non immedesimarsi nei personaggi: ci sono zie, fratelli, nipoti, archetipi che tutti, almeno una volta, hanno incarnato ad una cena natalizia o ad un pranzo pasquale. Nel film, le discussioni sono frequenti e sono le scene di maggiore azione: i duelli verbali, i monologhi, gli sfoghi sono coinvolgenti e pungenti. Pur senza raggiungere vette estreme, il film è un continuo succedersi di climax e anticlimax e rende perfettamente l’idea degli scontri familiari: per quanto si possa discutere, ci si riappacifica sempre. Come da bambini, così anche da grandi.

Come abbiamo detto però, Les miens è un film abbastanza statico: gli interni domestici sono ricorrenti e ripetuti. Vengono intervallati solo da qualche ambientazione in esterna e dagli uffici di Moussa Ryad. Per un film così riflessivo e introspettivo la scelta si rivela efficace. Certo, un po’ di movimento in più non avrebbe guastato.

Ryad è il riflesso (deformato) di Moussa

Fin dall’inizio, Ryad e Moussa sono personaggi simili e opposti. Entrambi lavorano come matti, il primo è un famoso presentatore sportivo, il secondo è consulente in una banca. E, anche se inizialmente non si direbbe, entrambi si preoccupano per la famiglia, ma in modo diverso. Sarà necessario l’incidente di Moussa per permettere ai due fratelli di scoprire i reciproci tratti comuni e di ripensare il proprio rapporto.

In conclusione, Les miens è un dramma familiare ricercato e riflessivo. Evitando i colpi di scena, Roschdy Zem realizza un film che punta al realismo e che si muove negli spazi domestici, tra persone comuni. Les miens coglie gli aspetti emozionanti dell’ordinario e celebra l’amore fraterno, in tutte le sue sfumature.

Beyond the Wall (Oltre il Muro), recensione del film di Vahid Jalilvand

Dopo che Il dubbio – un caso di coscienza del regista iraniano Vahid Jalilvand è stato candidato nel 2019 come Miglior film straniero, il regista viene accolto da un’altra vetrina importante – il concorso di Venezia 79 – per presentare la sua ultima opera Beyond the Wall (Oltre il Muro), potente nella sua essenza di film di genere, forse addirittura una delle visioni più di intrattenimento del festival, nonostante la sua dura natura.

Il male esiste anche oltre il muro

Dopo lo stupendo Il male non esiste, vincitore dell’orso d’oro a Berlino, ci immergiamo nuovamente nell’intricato arazzo dell’apparato repressivo dell’Iran, della crudeltà e violenza del suo spietato sistema giudiziario, presentandoci scelte narrative che – non essendo state approvate dal governo italiano – lo collocano sicuramente nella schiera di dissidenti cinematografici più audaci, insieme ai tre registi già incarcerati Jafar Panahi (sempre in concorso con il suo No Bears a Venezia), Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad.

Ali, un uomo cieco, sta tentando di suicidarsi quando la sua terribile intenzione viene interrotta dal portiere del suo palazzo. Viene informato che la polizia è alla ricerca di una donna fuggita e nascosta da qualche parte nell’edificio. A poco a poco, Ali scopre che la donna, Leila, si trova nel suo appartamento. Dopo aver partecipato a una protesta dei lavoratori finita nel caos, la donna è sconvolta dalla perdita del figlio di quattro anni, che non vede da quando è stata portata via da un furgone della polizia. A poco a poco, Ali si lega emotivamente a lei. Desideroso di fuggire dalla realtà, aiutare Leila diventa un rifugio nella sua stessa immaginazione, in cui ci è concesso – non senza poca fatica – di entrare con gli occhi socchiusi.

Beyond the Wall: il fim più di genere di Jalivand

Navid Mohammadzadeh, co-protagonista del precedente film del regista e nel cast di Leila’s Brothers, film acclamatissimo a Cannes 2022, torna a collaborare con il regista nei panni di un personaggio enigmatico, che ci conduce nei meandri di una storia sul senso di colpa e sul sacrificio per l’altro, in cui un montaggio e riprese frenetiche spesso rendono difficile la decodifica di prospettive apparentemente agli antipodi, ma che capiamo fin dall’inizio che dovranno intersecarsi.

Beyond the Wall non fatica a catalizzare l’attenzione dello spettatore su di sè, avvalendosi di un crescendo tensivo verace, che lo avvicina quasi agli schemi dei film mainstream, più che d’autore, aspetto che potrebbe sorprendere positivamente anche chi non è avvezzo al cinema israeliano. Non stiamo parlando di un film perfetto, ma di un racconto che sceglie di srotolare la propria matassa di dubbi, denunce e prospettive, allacciandosi all’impianto teatrale, quel palcoscenico che ha visto Jalivand crescere e affermarsi come regista. La chiusura spazio-temporale vivifica le sorti di un protagonista indebolito dall’impossibilità di movimento e che deve trovare nel suo ignegno la chiave di lettura di un rompicapo in cui sono coinvolte più esistenze.

Anche se il finale perde di tono rispetto alle drammatiche prospettive iniziali, fondamento della storia di Ali, Beyond The Wall (Oltre il Muro) farà parlare di sè, anche solo per la sua audacia nell’assumere i connotati da film “di genere” e di gran lunga più accessibile rispetto agli altri di Jalivand.

Susanna Nicchiarelli presenta CHIARA a Venezia 79

Susanna Nicchiarelli presenta CHIARA a Venezia 79

La regista italiana Susanna Nicchiarelli torna alla Mostra internazionale di Venezia  per presentare un nuovo film sulla figura femminile. Questa volta il balzo indietro nel tempo è notevole: siamo nel 1211 e la Chiara di cui Nicchiarelli parla è Santa Chiara d’Assisi. Dopo Nico 1988 (2017) e Miss Marx (2020), il terzo ritratto di donna è giovane, avanguardista e spirituale. A interpretare la protagonista c’è Margherita Mazzucco, che già ha vestito i panni di una ragazza forte, quelli di Lenù de L’amica geniale. Accanto a Mazzucco, non può mancare l’amico e profeta di Chiara: Andrea Carpenzano (La Terra dell’Abbastanza, Calcinculo) è Francesco d’Assisi. 

Rivoluzione e femminismo del 1200

Due anni dopo Miss Marx, anche il nuovo film di Susanna Nicchiarelli è in concorso a Venezia 79. Non è la prima volta che viene realizzato un lungometraggio sui santi d’Assisi, si pensi a Fratello sole, sorella luna (1972) o a Chiara e Francesco (2007). Tuttavia, l’obiettivo di Nicchiarelli è quello di raccontare una versione diversa della fondatrice delle clarisse. Nel lungometraggio, Chiara è prima di tutto una giovane e coraggiosa ragazza di diciotto anni, che lotta per affermare i suoi ideali. ”Nel film c’è un messaggio contemporaneo molto forte perché viene raccontata una storia di disparità sociale. Chiara e Francesco portano un messaggio molto rivoluzionario, si mettono con gli ultimi”, dice Nicchiarelli. Poi aggiunge: ”Chiara è anche una femminista, voleva fare per le donne quello che Francesco ha fatto per gli uomini, ma non ha potuto”.

La scelta degli interpreti

La volontà di fare un film fresco e giovane, nonostante il tema della vocazione religiosa e l’ambientazione medievale, ha spinto la regista a scegliere per ChiaraFrancesco due interpreti come Margherita Mazzucco e Andrea Carpenzano. ”Credo siano entrambi molto bravi come attori. Non serviva essere retorici o ampollosi con questo film. Margherita e Andrea mi hanno aiutato a riscrivere le battute, ad adattarle a loro. Poi avevano età l’giusta.”

E aggiunge: ”Margherita è molto simile a Chiara, non urla, ha lo stesso tipo di tranquillità e calma.” Non a caso, Mazzucco confessa che la parte più ardua per lei è stata la rappresentazione della rabbia: ”Sì, la parte pratica è stata difficile: girare scalzi, con gli abiti. Ma più di tutto ho fatto fatica ad arrabbiarmi. Non è nella mia natura ma è una parte umana di Chiara che andava raccontata.”

Entrambi gli attori hanno fatto le loro ricerche sui santi d’Assisi, sempre guidati dalla regista. Mazzucco Carpenzano sono riusciti a portare i tratti dei loro personaggi moderni in un contesto storicamente lontano. Il realismo storico è dato dagli ambienti, dalla lingua – un mix di umbro, latino e francese – e dai costumi – ancora una volta opera del costumista Massimo Cantini Parrini  (Miss Marx, Pinocchio, Cyrano). A creare invece il ponte tra presente e passato ci pensano gli interpreti, due celebri ragazzi di oggi che recitano la parte di due famosi giovani di allora.

Il film è dedicato alla medievista Chiara Frugoni

Per scrivere il suo film, Nicchiarelli si è basata sugli scritti della storica medievista Chiara Frugoni. L’autrice è venuta a mancare lo scorso aprile, ma finché ha potuto ha partecipato attivamente alla creazione dei personaggi del lungometraggio. Nicchiarelli confessa: ”Frugoni ha dedicato la sua vita al racconto di Chiara e Francesco. Ho scoperto Chiara con i suoi libri, perché prima conoscevo una santa molto più canonizzata, quella addomesticata dalla Chiesa nei secoli successivi alla sua morte.” Continua Nicchiarelli: ”Questa storica ha svelato una Chiara diversa, più umana, e un Francesco che non solo parla agli uccelli, ma anche alle persone.”

Il supporto di Frugoni è stato essenziale anche durante la lavorazione. La regista confessa: ”Quando non sapevo come ambientare una scena o come rappresentare un personaggio, scrivevo a Chiara. In risposta, lei mi mandava delle immagini, un quadro, una raffigurazione, e da li partiva rappresentazione.”

Considerando i precedenti Nico, 1988 e Miss MarxChiara potrebbe sembrare il capitolo conclusivo di una trilogia sulla figura femminile che retrocede nel tempo. Nicchiarelli parla però di una ”trilogia involontaria”, non calcolata a tavolino ma che ha come tratto comune il racconto di donne forti. L’auspicio della regista è che ”la forza del messaggio di Chiara sia contagiosa: spero che contagi gli spettatori del film.’

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