La versione di un mondo
post-pandemico scritta da Stephen King esiste e si chiama
The Stand. Nel 1978 il re del brivido
pubblica infatti uno dei suoi romanzi più lunghi e
amati, L’ombra dello scorpione, all’interno del quale
si narra ancora una volta dello scontro tra Bene e Male in un
contesto dove l’umanità è dilaniata da un letale virus. A distanza
di circa quarant’anni, quel racconto è ora tristemente più attuale
che mai. Mentre il mondo è ancora infestato dal Covid-19, la
miniserie tratta da quel romanzo si appresta dunque ad essere uno
dei prodotti che meglio potranno definire tale periodo storico.
Ideata da Josh Boone, questa prende ora forma in 9
episodi disponibili su StarzPlay a partire dal 3
gennaio.
Sono fin troppe le somiglianze che
legano la trama di questa alla situazione mondiale attuale. A
partire dall’errore umano, dal quale si scatena una vera e propria
fine del mondo. Un morbo, noto come Captain Trips, sfugge infatti
ad un laboratorio segreto, seminando in breve morte e terrore. Il
99% della popolazione non sopravvive all’apocalittica epidemia, e
per i pochi immuni si manifesta un’ulteriore guerra da combattere.
Due fazioni saranno infatti presto destinate a scontrarsi tra loro,
formate da chi ha deciso di seguire il Bene, rappresentato
dall’anziana Mother Abagail, e da chi invece si è affidato al Male,
incarnato dal signore delle tenebre Randall Flagg.
Raccontare la pandemia
L’uscita della serie in
concomitanza con una reale emergenza pandemica può facilmente
essere un’arma a doppio taglio. Sarà infatti inevitabile per il
titolo CBS scontrarsi con quanti non hanno, comprensibilmente, più
nessuna voglia di misurarsi con tale narrazione. Dall’altro
lato, The Stand potrà invece trarre certamente
“vantaggio” dall’inevitabile spinta mediatica. Per cercare di
arginare gli svantaggi dati dalla drammatica situazione mondiale,
gli autori sembrano inoltre puntare in particolare su uno degli
aspetti effettivamente più affascinanti del romanzo di King: la
speranza di una rinascita. Tutta la parte del libro relativa alla
diffusione del virus, lunga oltre 300 pagine, è infatti qui
sintetizzata al massimo, proprio per non riproporre situazioni già
riscontrabili ogni giorno su qualsiasi telegiornale.
Adattare un romanzo di quasi mille
pagine è certamente un’operazione quanto mai complessa, ed era
anche ovvio aspettarsi una trasposizione che necessariamente
sacrifica molti degli eventi di questo. Viene però spontaneo
chiedersi se, per far fruttare al meglio il racconto, non sarebbe
stato meglio affidarsi ad una serie di più stagioni. Pur avendo
avuto la possibilità di vedere in anteprima solo due episodi,
risulta infatti già evidente come il tutto venga ad essere
compresso in un modo tale da rendere confusionario e dispersivo il
racconto. Per cercare di dire quanto più possibile si ricorre
infatti a numerosi salti avanti e indietro nel tempo. Una presenza,
però, talmente eccessiva che rischia di disorientare quanti non
hanno confidenza con il racconto di King.
Ciò è accentuato anche dal non
avere un solo protagonista, bensì un ricco gruppo di personaggi.
Uno degli aspetti più emozionanti del romanzo è infatti la coralità
e il senso di comunità che lega questi. Un dettaglio che, almeno
nei primi due episodi, non emerge come dovrebbe. È bene ribadire
che sarebbe fin troppo facile fare inutili paragoni tra il libro e
il film, specialmente da un punto di vista degli eventi. Era però
lecito aspettarsi che il cuore di questo venisse preservato. Un
tentativo che viene qui evidentemente accennato ma, almeno per i
primi episodi, non portato a compimento.
L’importanza dei personaggi in The
Stand
Nonostante le premesse non
particolarmente entusiasmanti, The Stand potrebbe
ugualmente riservare una serie di affascinati colpi di scena,
specialmente con il progredire del racconto. I primi due episodi
risultano infatti essere ancora una presentazione della storia, dei
personaggi e del contesto. Una volta entrati nel vivo di tutto ciò,
elementi fin qui solo accennati potrebbero facilmente diventare il
vero punto di forza dell’intera serie. Non mancano infatti immagini
e scene in grado di incutere vero terrore, caratteristica
imprescindibile per la serie. Ecco perché per un giudizio più
completo bisognerà attendere il suo finale. Fortunatamente, ad
aiutare nel desiderio di voler proseguire la visione vi sono alcuni
dei principali personaggi, qui resi in modo particolarmente
affascinante.
Se è vero che manca, per ora, quel
senso di coralità, è anche vero che presi individualmente questi
sembrano poter raccontare qualcosa. In particolare, la scelta di
attori come James Marsden, Alexander
Skarsgård e Whoopi Goldberg
(per citare i più noti), risulta vincente e convincente. A
Skarsgård spetta poi il compito più difficile, quello di dar vita
al malvagio Randall Flagg. Personaggio ricorrente nell’opera di
King, questi incarna il Male assoluto. Un Male però non privo di
fascino, e che l’attore svedese, per quel poco finora visto, sembra
saper perfettamente rappresentare. Ai meno noti Odessa Young, Owen
Teague e Jovan Adepo spetta invece il
compito di dar vita ad alcuni dei personaggi più complessi. Una
sfida a cui sembrano rispondere adeguatamente.
«Questa è una storia semplice,
eppure non è facile raccontarla. Come in una favola c’è dolore, e
come in una favola è piena di meraviglia e di
felicità.» Su queste parole si apre uno dei film italiani
più celebri di sempre nel mondo, La vita è
bella, scritto, diretto e interpretato
da Roberto
Benigni nel 1997. Si tratta di una storia
incentrata sull’Olocausto, sulla deportazione degli ebrei nei campi
di concentramento, ma è anche una storia che infonde amore e
speranza là dove sembrerebbe poterci essere solo orrore. Con
quest’opera, Benigni ha consegnato agli spettatori di tutto il
mondo la concreta prova che è possibile trattare tematiche
difficili cercando allo stesso tempo di strappare un sorriso.
Reduce dai successi comici
di Johnny Stecchino e Il mostro,
il regista e attore toscano aveva intenzione di concentrarsi su un
progetto particolarmente più ambizioso. Anche La vita è
bella avrebbe originariamente dovuto essere una commedia
pura, ma si è nel tempo arricchito di sentimenti e situazioni che
lo hanno portato a sfoggiare uno spettro ben più ampio
dell’umanità, delle sue gioie e dei suoi dolori. Nello scrivere
tutto ciò, Benigni ha raccontato di essersi avvalso della
collaborazione di personalità realmente coinvolte nell’Olocausto,
come lo scrittore Rubino Salmoni, e il membro
della Sonderkommando Shlomo Venezia. Il film
fu poi girato tra Arezzo, Cortona, e Papigno, dove si trova la
vecchia fabbrica riadattata come lager.
Alla sua uscita in sala, il film si
affermò come un successo senza precedenti, arrivando ad incassare
la cifra record di 92 miliardi di lire. Tale risultato ha portato
La vita è bella a diventare il film italiano dal maggiore
incasso di sempre, nonché quello con il maggior risultato economico
nel mondo, per una cifra pari a 229 milioni di dollari. Prima di
intraprendere una nuova visione di questo, sarà certamente utile
approfondire ulteriormente alcune curiosità legate a tale titolo.
Proseguendo qui nella scrittura sarà infatti possibile ritrovare
dettagli relativi alla trama, al
cast, ai premi vinti e, infine,
alle piattaforme streaming contenenti il titolo
nel loro catalogo. Si potranno qui ritrovare anche alcune delle
frasi più belle del film.
La vita è bella: la trama del
film
La vicenda si svolge in Italia, nel
1939. Protagonista è Guido, un giovane ebreo pieno di allegria e
vitalità, il quale parte dalla campagna toscana per cercare fortuna
in città. Qui si imbatterà nella sua “principessa”, Dora, una
maestrina fidanzata con un burocrate arrogante e pomposo. Guido se
ne innamora follemente e desidera farne la sua sposa. Prima di
riuscirvi, però, dovrà dar vita ad un lungo corteggiamento, che si
rivelerà però vincente. Dal loro amore nasce Giosuè. Ma la loro
felicità viene spezzata dall’incombere delle leggi razziali: la
famiglia viene deportata in un lager nazista e separata
brutalmente. Per salvare il figlio dall’orrore che li circonda,
Guido gli farà credere che tutto ciò che vedono è parte di un
grande gioco in cui dovranno affrontare prove tremende per vincere
un meraviglioso premio finale.
La vita è bella: il cast del
film
Sceneggiatore, regista e interprete
del protagonista Guido, Roberto Benigni si dedicò
anima e corpo al suo personaggio. Pur non essendo di religione
ebraica, questi raccontò di essere riuscito a calarsi senza
problemi nei panni di Guido, in quanto umano e mosso da passioni
umane. Accanto a lui, nei panni dell’amata Dora, si ritrova
l’attrice Nicoletta Braschi. Realmente moglie di
Benigni, questa aveva già recitato in numerosi dei precedenti film
del marito. Il giovanissimo Giorgio Cantarini, che
all’epoca delle riprese aveva appena 6 anni, dà invece vita al
figlio Giosuè. Nel film si ritrovano poi anche l’attrice spagnola
Marisa Paredes, nei panni della madre di Dora, e
Horst Buchholz, in quelli del tedesco dottor
Lessing. Giustino Durano è invece Eliseo Orefice,
zio di Guido. Sergio Bustric interpreta invece
l’amico Ferruccio Papini.
La vita è bella: i premi, le
frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Tra i film italiani più premiati
nel mondo, La vita è bella arrivò ad ottenere alcuni dei
massimi riconoscimenti possibili per un’opera cinematografica.
Presentato con successo nel concorso del Festival di Cannes, questo
vinse qui il Grand Prix Speciale della giuria. Fu solo l’inizio di
un lungo e ricco percorso. Seguirono infatti ben 9 David di
Donatello, 5 Nastri d’argento, il premio César per il miglior film
straniero e 2 European Film Awards. Il film di Benigni venne poi
anche designato come rappresentante italiano agli Oscar, dove
ottenne un incredibile risultato. Qui vinse ben tre premi,
rispettivamente per la miglior colonna sonora, il miglior film
straniero e il miglior attore protagonista.
È possibile fruire di La vita è
bella grazie alla sua presenza su una delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è
infatti disponibile nel catalogo di Disney+, l’ormai popolarissima
piattaforma dedicata all’universo Disney e molto altro. Per
vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale, e si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno
sabato 2 gennaio alle ore 21:20
su Canale 5.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
Buongiorno, principessa! Stanotte t’ho sognata tutta la
notte, andavamo al cinema, e avevi quel tailleur rosa che ti piace
tanto, non penso che a te principessa, penso sempre a te!
(Guido)
Guarda i girasoli: s’inchinano al sole, ma se vedi uno che
è inchinato un po’ troppo significa che è morto. Tu stai servendo,
però non sei un servo. Servire è l’arte suprema. Dio è il primo
servitore; Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini.
(Eliseo)
Questa è la mia storia, questo è il sacrificio che mio
padre ha fatto, questo è stato il suo regalo per me.
(Giosuè)
Il network americano The
CW dopo
le foto ha diffuso le anticipazioni di di Riverdale
5×01, il primo episodio dell’attesissima quinta stagione
della serie Riverdale
creata da Roberto Aguirre-Sacasa.
In Riverdale 5×01
che si intitolerà dalla season premiere “Climax” indagine di Betty
(Lili Reinhart) e Jughead (Cole Sprouse) sull’autore li porta alla
scoperta di un sottosuolo segreto per le proiezioni in banda
rossa. Altrove, per impressionare il comandante dell’Accademia
Navale in visita, Archie (KJ Apa) accetta di partecipare a una
mostra di boxe contro un altro candidato: KO Kelly (guest star Zane
Holtz). Nel frattempo, mentre Cheryl (Madelaine Petsch) si
prepara per il ballo di fine anno, scopre un grande segreto che
Toni (Vanessa Morgan) le ha tenuto nascosto.
Riverdale
5×01
Riverdale
5 è la quinta
stagione della serie tv Riverdale
sviluppata dal direttore creativo di Archie Comics, Roberto
Aguirre-Sacasa per il network americana The CW.
In Riverdale
5 protagonisti sono i personaggi Archibald
“Archie” Andrews (stagione 1-in corso), interpretato da K. J. Apa. Giovane studente di Riverdale che
cerca di seguire la sua passione musicale senza deludere il padre
allo stesso tempo. Elizabeth “Betty” Cooper (stagione 1-in corso),
interpretata da Lili Reinhart. Veronica Lodge (stagione
1-in corso), interpretata da Camila Mendes. Sofisticata e audace ragazza
appena trasferitasi da New York con la madre dopo che uno scandalo
finanziario ha travolto la sua famiglia. Jughead Jones (stagione
1-in corso), interpretato da Cole Sprouse. Migliore amico di Archie,
intelligente e che indossa sempre un cappello grigio. Hermione
Lodge (stagione 1-in corso), interpretata da Marisol
Nichols. Madre di Veronica, con la quale si è appena
trasferita in città dopo l’arresto del marito Hiram Lodge, al
centro di uno scandalo finanziario. Cheryl Blossom (stagione 1-in
corso), interpretata da Madelaine Petsch. Sorella
gemella di Jason, è una ragazza ricca e manipolatrice, tra le più
popolari della città. Josie McCoy (stagione 1-in corso),
interpretata da Ashleigh Murray. Una delle
studenti della città, nonché cantante del gruppo Josie and the
Pussycats. Figlia del sindaco. Alice Cooper (stagione 1-in corso),
interpretata da Mädchen Amick. Madre di Betty ed
editrice del giornale locale della città. Hiram Lodge (stagione
2-in corso), interpretato da Mark Consuelos.
Quarant’anni prima di recitare
nuovamente insieme nel film Netflix Le nostre anime di
notte, gli attori Robert Redford e
Jane Fonda avevano già condiviso la scena nella
popolare commedia dal titolo A piedi nudi nel
parco. Qui interpretavano Paul e Corie,
coppia di neosposi alle prese con le prime problematiche nel loro
rapporto, tra i loro caratteri particolarmente diversi e
l’invadenza dei famigliari e del vicinato. Il film, realizzato nel
1967, è l’opera prima di Gene Saks, apprezzato
regista teatrale divenuto celebre in particolare per la sua
collaborazione con il drammaturgo e sceneggiatore
NeilSimon.
Il film è infatti l’adattamento
cinematografico dell’omonima commedia teatrale scritta da Simon,
qui presente come sceneggiatore. Portata in scena per la prima
volta nel 1963, questa esplora in modo anche irriverente i rapporti
di coppia, come anche il ruolo che una società conservativa ricopre
nei drammi personali. Divenuta da subito un grande successo
teatrale, l’opera si prestò benissimo al cinema, divenendo uno dei
maggiori successi dell’epoca per la Paramount. A fronte di un
budget di soli 2 milioni di dollari, infatti, il film arrivò ad
incassarne circa 30 a livello globale.
Oggi A piedi nudi nel
parco è ancora ricordata come una brillante commedia degli
anni Sessanta, rappresentativa di un’epoca e del suo stile di vita.
In particolare, ad essere sempre apprezzate sono le interpretazioni
degli attori protagonisti, carismatici come non mai. Prima di
intraprendere la visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire ulteriormente alcuni aspetti legati al film.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
dettagli relativi alla trama e al cast di
attori presenti. In ultimo, si elencheranno le principali
piattaforme streaming dove poter ritrovare il
titolo per una comoda visione casalinga.
A piedi nudi nel parco: la trama
del film
Protagonisti del film sono la
coppia di neosposi Paul e Corie, i quali dopo aver trascorso un
breve periodo in luna di miele, si trasferisce nella loro nuova
casa. Questa è in realtà un piccolo e spoglio appartamento al
quinto piano di un vecchio palazzo senza ascensore del Greenwich
Village. I due manifestano da subito caratteri particolarmente
contrastanti. Se lei è vitale, appassionata, romantica e
imprevedibile, lui al contrario si dimostra serio, prudente, e
ricco di contegno. Ben presto, Paul e Corie faranno amicizia con
Victor Velasco, uno stravagante vicino di casa, invitandolo in
diverse occasioni a cena da loro.
Per Corie, l’uomo sarebbe perfetto
per sua madre Ethel, donna single e tendente alla solitudine. Una
cena tra loro quattro servirà dunque per far conoscere i due, ma
finirà con il portare a galla una serie di divergenze che
rischieranno di minare il rapporto tra Corie e Paul. Per i due
neosposi verrà dunque il momento di mettere sul piatto le loro
differenze, valutando se queste possano o meno compromettere il
loro matrimonio. Riscoprire i motivi per cui si sono innamorati la
prima volta potrebbe dunque essere l’unica cosa in grado di
salvarli dal divorzio.
A piedi nudi nel parco: il cast
del film
Per dare vita al film tratto
dall’omonima opera teatrale, gli autori decisero di affidare il
ruolo dei quattro protagonisti agli attori che li avevano giù
interpretati a Broadway nel 1963. L’attrice Elizabeth
Ashley, che aveva dato volto a Corie, non poté però
prendere parte al progetto, e la parte venne allora affidata a
Natalie Wood, che aveva già recitato con Redford
in Lo strano mondo di Daisy Clover e Questa
ragazza è di tutti. Anche questa però si trovò a rifiutare
l’offerta, desiderando prendersi un periodo di pausa. Venne allora
scelta Jane Fonda, che
si era fatta notare l’anno prima con un film simile, Tutti i
mercoledì. L’attrice ha in seguito affermato di considerare
A piedi nudi nel parco uno dei film preferiti della sua
carriera, e di aver sempre desiderato dar vita ad un sequel.
L’attore Robert Redford,
invece, riprende i panni di Paul dopo averlo già interpretato sul
palcoscenico. Egli rimase particolarmente sorpreso dall’offerta di
interpretare nuovamente il personaggio, convinto che per il cinema
avrebbero preferito un altro attore. Egli, inoltre, veniva da un
periodo di forte crisi a seguito di diversi insuccessi
cinematografici. Redford aveva infatti deciso di abbandonare la
carriera da attore, ma decise di concedersi un’ultima occasione con
questo film. Rivelatosi poi un successo, A piedi nudi nel
parco gli permise di ottenere nuovi ingaggi. Nei panni di
Ethel, madre di Corie, vi è invece l’attrice Mildred
Natwick. Anche questa aveva già recitato a teatro tale
ruolo, e per la sua interpretazione venne nominata all’Oscar come
attrice non protagonista. Charles Boyer è invece
l’interprete dello stravagante Victor Velasco.
A piedi nudi nel parco: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di A piedi
nudi nel parco grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema,
Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno mercoledì 30dicembre
alle ore 21:10 sul canale Paramount
Channel.
Dopo aver inaugurato la propria
stagione europea con Match Point, il regista
premio Oscar Woody Allen ha continuato a girare
film in varie località del vecchio continente come To Rome with Love a
Roma, Vicky Cristina
Barcelonaa Barcellona e Midnight in Paris a Parigi.
Nel 2013 torna però negli Stati Uniti per dar vita ad uno dei suoi
più apprezzati lungometraggi degli ultimi anni. Si tratta di
Blue
Jasmine, commedia non priva di elementi
drammatici incentrati sulla problematica vita di una donna
facoltosa che si ritrova improvvisamente a vivere una profonda
crisi personale.
Nell’ideare tale storia, arricchita
come sempre delle sue caratteristiche ricorrenti, Allen ha tratto
grande ispirazione dall’opera Un tram che si chiama
desiderio, del drammaturgo Tennessee
Williams. Il crollo psichico della protagonista di
Blue Jasmine ricorda infatti molto quello di Blanche
DuBois. Il regista newyorkese torna così a dar vita ad un
personaggio psicologicamente molto complesso, ricco di
sfaccettature ed elementi che lo rendono particolarmente umano. Ciò
permette al film di acquisire un tono certamente meno spensierato,
ma non privo di immancabili dialoghi serrati, freddure taglienti e
ironia graffiante.
Arricchito da un cast di grandi
interpreti, il film si è poi rivelato un grande successo al momento
della sua uscita in sala. Blue Jasmine è infatti arrivato
ad incassare circa 99 milioni di dollari a livello globale, a
fronte di un budget di soli 18. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire ulteriori
dettagli legati alla trama e al
cast di questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
possibile ritrovare ciò come anche alcune delle frasi più
belle del film. Infine, si elencheranno le principali
piattaforme streaming contenenti tale pellicola
nel proprio catalogo.
Blue Jasmine: la trama del
film
La vicenda del film ruota intorno a
Jasmine, newyorkese elegante e mondana che vede la propria vita
infrangersi in seguito alla scoperta del fallimento economico di
suo marito Hal. Questi viene infatti arrestato per via di alcune
truffe finanziarie, riducendo sul lastrico la moglie. Tale evento
costringe Jasmine a confrontarsi con una serie di fallimenti, che
non fanno altro che acuire la propria fragilità psichica ed
emotiva. A causa di tale crisi di nervi, Jasmine decide di
trasferirsi nel modesto appartamento della sorella Ginger, a San
Francesco. Qui spera infatti di dare un nuovo senso alla propria
vita, ma la sua mente è costantemente annebbiata dai numerosi
antidepressivi che si trova a dover assumere.
Sebbene sia ancora in grado di
mantenere il suo portamento prettamente aristocratico, Jasmine è
sempre più preda di uno stato emotivo instabile. Nella sua nuova
casa deve inoltre relazionarsi con il fidanzato di sua sorella,
Chili, con il quale non riesce minimamente ad entrare in sintonia.
Ad urtarla maggiormente, però, sarà il doversi piegare a svolgere
un lavoro per potersi mantenere. Si trova infatti costretta ad
accettare malvolentieri alcuni impieghi, finendo con il cacciarsi
in numerose situazioni complicate. La scalata verso il successo un
tempo detenuto sarà per lei la prova più difficile di tutta la sua
vita.
Blue Jasmine: il cast del
film
Ad interpretare la protagonista del
film si ritrova l’attrice Cate Blanchett,
la quale ha qui dato vita ad una performance che le ha permesso di
vincere il suo secondo premio Oscar. Questa si è infatti preparata
con grande zelo al ruolo, studiando una serie di interviste a donne
simili a Jasmine, da cui poter prendere ispirazione. In
particolare, ha raccontato di essersi basata molto sul modo di
parlare e sul linguaggio del corpo di Ruth Madoff, moglie dell’ex
banchiere e truffatore Bernard Madoff. La Blanchett ha inoltre
collaborato attivamente alla costruzione del personaggio, fornendo
il proprio parere sul look e gli abiti. Grazie alla sua amicizia
con Louis Vuitton, ha inoltre avuto modo di indossare diversi capi
d’abigliamento di questi, conferendo ulteriore prestigio al suo
personaggio.
Accanto a lei, nel ruolo di sua
sorella Ginger, si ritrova l’attrice Sally
Hawkins. Anche lei candidata all’Oscar per il suo ruolo,
questa ha raccontato di essere stata una dei pochi membri del cast
a leggere la sceneggiatura per intero. Grazie a ciò ha avuto modo
di costruire di suo pugno una biografia del personaggio, tornatale
utile al momento di dar vita a questo. Alec Baldwin è
invece Harold Francis, il marito di Jasmine nonché truffatore
finanziario. Bobby Cannavale è invece presente nei
panni di Chili, il fidanzato di Ginger, mentre Peter Sarsgaard
è Dwight Westlake, ex fidanzato di Jasmine. Sono poi presenti anche
gli attori Louis C.K. nei panni di Al Munsinger,
amante di Ginger, e Alden Ehrenreich in
quelli di Danny, nipote delle due protagoniste. Michael
Stuhlbarg, infine, è il dottor Flicker, datore di lavoro
di Jasmine.
Blue Jasmine: le frasi, il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere tale
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Blue Jasmine
è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla
piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale
entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in
televisione il giorno mercoledì 30 dicembre alle
ore 21:00 sul canale Iris.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
C’è un limite ai traumi che una persona può sopportare
prima di mettersi ad urlare in mezzo alla strada.
(Jasmine)
I soldi non si contano, i soldi contano.
(Jasmine)
Quando Jasmine non vuole sapere qualcosa ha l’abitudine di
guardare dall’altra parte. (Ginger)
Se non ti innamori a San Francisco, non ti innamori da
nessuna parte (Ginger)
Soltanto pochi giorni fa abbiamo
appreso che Warner Bros. ha ufficializzato Wonder Woman 3, il threequel che vedrà il
ritorno sia di Patty Jenkins sia di Gal Gadot. Adesso però, in una recente
intervista con EW
in occasione della promozione di Wonder
Woman 1984 (risalente a prima della conferma di
WW3), è stata proprio Jenkins a confermare di avere già
un’idea per altre storie incentrate su Diana Prince, lasciando
intendere che potrebbe esserci addirittura un Wonder Woman
4.
“La storia continuerà dopo
Wonder Woman 1984 in altri film, al di là se sarà io a dirigerli
oppure no. Tuttavia, ho ancora due storie che vorrei raccontare.
Sarebbe il completamento di quanto raccontato in WW84. È tutto
icentrato sulle donne che entrano in azione in qualità di donne,
nel modo più amorevole, puro e naturale possibile”, ha
spiegato la regista dell’annunciato
Rogue Squadron, prossimo film della saga di Star
Wars. “E che riescono a fare la differenza nel
mondo senza dover per forza cambiare chi sono per farlo.”
Ad oggi, i segnali indicano che
Wonder Woman 3 sarà con molto probabilità
ambientato ai giorni nostri. La domanda sorge dunque spontanea:
dove potrebbe essere ambientato un ipotetico Wonder Woman
4? Sarebbe interessante, magari, andare nel futuro con un
Diana Prince che ha migliaia di anni e tenta di salvare l’umanità
un’ultima volta (in un’avventura in stile
Logan – The Wolverine).
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
È da tempo che i fan chiedono a gran
voce un sequel di
Alita: Angelo della Battaglia, il film
di Robert Rodriguez, adattamento live action
dell’omonimo manga di Yukito Kishiro del
1990, uscito nelle sale nel 2019, dopo una sviluppo particolarmente
travagliato.
Distribuito dalla Fox prima
dell’acquisizione da parte della Disney,
Alita è costato circa 170 milioni di dollari e ha
incassato poco più di 400 milioni al box office mondiale: tali
cifre, seppur lontane dal permettere di definire
Alita un flop, non sono di certo sufficienti a
giustificare per uno studio la realizzazione di un eventuale nuovo
capitolo.
Ora, in una recente intervista con
Forbes in occasione della promozione di
We Can Be Heroes(disponibile su Netflix dallo scorso 25
dicembre), è stato proprio Robert Rodriguez a
parlare del futuro di Alita.
Il regista sembra non aver perso le speranze in merito alla
realizzazione di un nuovo film, spiegando che le possibilità
offerte oggi dall’industria dello streaming potrebbero forse
garantire ad un sequel di
Alita di vedere la luce.
“Credo che tutto sia possibile.
La Disney ha comprato la Fox, hanno Disney+, quindi ritengo che una
discussione in merito abbia decisamente senso. So che anche altre
persone vorrebbero vederne un altro e io amerei girarne un altro.
Circa la storia o il motivo per cui dovrebbe essere concepito,
penso che lo streaming abbia aperto nuove opportunità in materia di
film, soprattutto per quanto riguarda i sequel. Alita è un concept
già pre-venduto, c’è già un pubblico che vuole vederlo. È una
questione di consegnarlo a loro in una maniera di facile consumo.
Non sarebbe una cattiva idea.”
Tutto quello che sappiamo su Alita
La protagonista di Alita:
Angelo della Battaglia è interpretata
da Rosa Salazar(The Divergent
Series, Maze Runner). Nel cast figurano
anche Christoph
Waltz, Mahershala
Ali, Jennifer
Connelly, Ed Skrein, Jackie Earle
Haley, Lana
Condor, Leonard
Wu, e Jorge Lendeborg Jr. Il
film è diretto da Robert
Rodriguez (Sin City, Grindhouse Planet Terror,
Machete) e prodotto da James
Cameron.
Ambientato nel 2563 ad Iron City,
Alita: Angelo della Battaglia è la storia del
cyborg Alita (Rosa Salazar) ritrovato in una
discarica di rottami caduti dalla città sospesa Zalem dal Dottor
Dyson Ido (Christoph Waltz), che si occupa di
riparare robot nella sua clinica. La maggior parte della
popolazione mondiale vive a Iron City, dove si barcamena tra umili
lavori e miseria. Una piccola parte invece risiede a Zalem,
considerato da tutti una sorta di paradiso inarrivabile. Ido prende
con sé ciò che rimane del cyborg e lo innesta in un corpo
predisposto per sua figlia Alita.
La ragazza robot non ricorda nulla
della sua vita precedente, ha solo memoria delle arti marziali che,
di fatto, la porteranno a diventare una spietata cacciatrice dei
criminali più pericolosi al mondo e una concorrente dei brutali
tornei di Motorball, una sorta di giochi di gladiatori, unico
passatempo della popolazione di Iron City. Si innamora dell’umano
Hugo (Keean Johnson), il cui sogno è quello di
raggiungere Zalem; ma dalla città sospesa, una minaccia incombe
sulla ragazza…
Mentre il 2020 volge al termine, vi
offriamo uno sguardo sul 2021 con alcune anticipazioni su serie,
film e show in arrivo su Prime
Video il prossimo anno, a partire dai film
attesissimi come One
Night in Miamidi Regina King, il ritorno di
Eddie Murphy ne Il
principe cerca figlio, e Without
Remorse, diretto da Stefano Sollima.
Nella lista a seguire trovi solo
una prima serie di anticipazioni su alcune delle novità in arrivo
su Amazon Prime
Video nel 2021. Aggiornamenti ulteriori saranno
forniti nei mesi a venire.
Parte – I film del 2021 in arrivo su Prime Video
ONE NIGHT IN
MIAMI (Amazon Original) Disponibile su Prime Video dal 15
gennaio.
Durante un’incredibile notte del
1964 quattro icone dello sport, della musica e dell’attivismo si
incontrano per festeggiare una delle rimonte più importanti della
storia della box. Lo sfavorito Cassius Clay (Eli Goree), che da lì
a poco avrebbe cambiato nome in Muhammad Ali, ha infatti
appena battuto il campione dei pesi massimi Sonny Liston presso la
Convention Hall di Miami, e vuole festeggiare con tre dei suoi
amici: Malcolm X (Kingsley Ben-Adir), Sam Cooke (Leslie Odom Jr.) e
Jim Brown (Aldis Hodge). Basato sull’omonimo, premiato spettacolo
teatrale e diretto da Regina King, One Night in
Miami è un racconto di finzione inspirato alla storica
notte che questi quattro formidabili individui hanno passato
insieme, una panoramica delle lotte che queste persone hanno
affrontato e del ruolo vitale che ognuno di loro ha ricoperto nel
movimento per i diritti civili e nella rivoluzione culturale degli
anni 60. Più di 40 anni dopo, le loro conversazioni sulle
ingiustizie razziali e religiose e sulla responsabilità personale
hanno ancora grande valore.
IL PRINCIPE CERCA FIGLIO
(COMING 2 AMERICA) (Amazon Original) Disponibile su Prime
Video dal 5 Marzo 2021
Attesissimo sequel dell’iconica
commedia Il principe cerca moglie (1988), divenuta poi un
cult e grande successo al box office con oltre 288 milioni di
dollari di incassi in tutto il mondo. Nel rigoglioso regno di
Zamunda, Re Akeem (Eddie Murphy) è appena stato incoronato e con il
suo fidato consigliere Semmi (Arsenio Hall) intraprende una nuova
ed esilarante avventura che li porta ad attraversare il globo
partendo dalla loro meravigliosa nazione africana fino al Queens,
il quartiere di New York dove tutto è iniziato.
BLISS (Amazon
Original)
Una sorprendente storia d’amore
incentrata sul neo-divorziato Greg, la cui vita cade a pezzi, e sul
suo incontro con l’incantevole Isabel, una donna che vive per
strada ed è convinta che il mondo che la circonda, così inquinato e
corrotto, non sia reale. La donna crede di vivere in una
simulazione brutta e ostile dentro un mondo che invece è bello,
pacifico e beato. Greg, inizialmente dubbioso, si ritroverà alla
fine a scoprire che forse le folli teorie cospirazioniste di Isabel
nascondono un fondo di verità.
GOVERNANCE – TUTTO HA UN
PREZZO
Renzo Petrucci, manager brillante e
senza scrupoli, è costretto ad abbandonare l’incarico di direttore
generale di un gruppo petrolifero dopo un’inchiesta per corruzione.
Convinto che a tradirlo sia stata una giovane collega, Renzo
prepara la sua vendetta ma la situazione gli sfugge di mano…
UNA
RELAZIONE
Tommaso (Guido Caprino) e Alice
(Elena Radonicich) sono una coppia da quindici anni – non sposati e
senza figli, lui musicista, lei attrice, entrambi senza successo.
Vivono a Roma, dove hanno comprato casa grazie a un mutuo che è
stata l’unica vera assunzione di responsabilità nella loro storia.
Quando vengono invitati a cena da loro per un annuncio, gli amici
pensano sia il matrimonio. E invece i Tommaso e Alice comunicano
che hanno deciso di lasciarsi: ma vogliono farlo in modo graduale,
senza rompere, restando amici in modo naturale. La loro ambizione,
legittima ma ingenua, finisce con lo scontrarsi con il principio di
realtà: le storie finiscono perché́ le persone cambiano. E nessun
cambiamento è, nè può essere, indolore.
THE MAP OF TINY PERFECT THINGS
(Amazon Original)
Un adolescente vive felicemente la
stessa giornata in un loop temporale infinito. Ma il suo mondo sarà
sconvolto dall’incontro con una ragazza come lui bloccata in una
distorsione temporale. Quello che segue è una storia d’amore con un
twist fantastico, in cui i due tenteranno di capire come – e se –
sfuggire da questa giornata senza fine.
THE BOY FROM
MEDELLIN (Amazon Original)
The Boy from Medellín
offre un accesso senza precedenti alla superstar internazionale J
Balvin nei giorni che precedono il concerto più importante della
sua carriera – una performance sold-out nella sua città natale,
Medellin, in Colombia. Un film profondamente immersivo e incentrato
sul suo protagonista, girato da un team internazionale tra la
Colombia e New York, che offre uno sguardo inedito sui momenti più
importanti ed emozionanti della vita di una delle star più grandi
al mondo.
RUN SWEETHEART
RUN (Amazon Original)
Un appuntamento al buio diventa un
incubo di violenza e la protagonista, braccata, si dà alla fuga
verso casa attraversando Los Angeles a piedi.
TOM CLANCY’S WITHOUTH
REMORSE (Amazon Original)
Without
Remorse segue le avventure dell’agente John Clark,
conosciuto anche con il nome di John Terrence Kelly, un ex Navy
SEAL che lavora per la CIA.
THE VOYEURS
(Amazon Original)
Quando Pippa e Thomas si
trasferiscono nel loro appartamento dei sogni, notano che le loro
finestre si affacciano direttamente sull’appartamento di fronte,
ritrovandosi testimoni della volubile relazione dell’avvenente
coppia che vive nell’altro lato della strada. Ma quando proveranno
ad intervenire in maniera anonima nelle loro vite, metteranno
involontariamente in moto una catena di eventi che culmineranno in
un totale disastro.
Parte – I film del 2021 in arrivo su Prime Video
DOCUMENTARIO SU MARY J. BLIGE
(UNTITLED) (Amazon Original)
25 anni fa Mary J. Blige faceva
uscire il suo fondamentale album “My Life”. In quel periodo era
alle prese con numerose lotte personali, che è stata in grado di
incanalare in un capolavoro emozionante che è amato e apprezzato a
livello universale. Ora Mary J. Blige torna sulla sua musica e
riflette sulla donna che era allora …e sulla donna che è
diventata.
BIRDS OF PARADISE (Amazon
Original)
Basato sul romanzo “Bright Burning
Stars” dell’autrice A. K. Small, Birds of Paradise è
ambientato in una prestigiosa scuola di danza classica di
Parigi, in cui la nuova arrivata diventa amica di una
ballerina prodigio prostrata dal dolore, mentre tutti i danzatori
competono per raggiungere il premio più ambito della scuola: un
contratto con il corpo di ballo dell’Opera di Parigi. Con la
crescente pressione, le ragazze sono spinte fin al loro limite
fisico ed emotivo, il loro legame viene messo a dura prova e sono
costrette a chiedersi fino a che punto sono disposte a spingersi
per vincere.
THE MANOR – WELCOME TO THE
BLUMHOUSE 2021 (Amazon Original)
Dopo un infarto, Judith Albright si
trasferisce in una casa di riposo d’epoca, dove inizia a sospettare
che qualcosa di sovrannaturale stia incombendo sui suoi ospiti. Per
riuscire a scappare avrà bisogno di convincere tutti intorno a sé
che non c’è alcun motivo per lei di restare lì.
BLACK AS NIGHT – WELCOME TO THE
BLUMHOUSE 2021 (Amazon Original)
Un’adolescente con problemi di
autostima ritrova la sicurezza in sé stessa in maniera alquanto
inusuale: trascorre l’estate a combattere i vampiri che minacciano
i senza tetto di New Orleans con l’aiuto del suo migliore amico, il
ragazzo per il quale ha sempre avuto un debole, e una strana
ragazza di buona famiglia.
MADRES – WELCOME TO THE BLUMHOUSE
2021 (Amazon Original)
Una coppia americana di origini
messicane in attesa del primo figlio si trasferisce in una comunità
di agricoltori migranti nella California degli anni ‘70. Quando la
moglie inizia ad avere strani sintomi e visioni terrificanti,
proverà a capire se il tutto è legato a una leggendaria maledizione
o a qualcosa di ancor più terribile.
BINGO – WELCOME TO THE BLUMHOUSE
2021 (Amazon Original)
Nel barrio di Oak Springs vive un
caparbio gruppo di anziani amici che rifiutano la gentrificazione
del quartiere. Il loro leader, Lupita, li tiene uniti come una
comunità, una famiglia. Non possono di certo immaginarsi che la
sala del loro amato Bingo sta per essere venduta ad una forza ben
più potente del denaro.
INVASION (Amazon Original)
Invasion segue la storia di due
fratelli in fuga con il padre, un Marine decorato, che tenta di
proteggerli da una minaccia sovrannaturale. Man a mano che il loro
viaggio li conduce in situazioni sempre più pericolose e
inaspettate, i ragazzi dovranno affrontare l’amara realtà e
lasciarsi l’infanzia alle spalle.
LE BAL DES FOLLES (Amazon
Original – Francia)
Dramma in costume ambientato nel
XIX secolo, narra la storia della giovane appassionata Eugénie, che
scopre di avere il potere speciale di sentire i morti. Quando la
sua famiglia scopre il suo segreto, viene portata all’ospedale La
Pitié Salpétrière senza possibilità di sfuggire al proprio destino.
L’ospedale, diretto dal famoso pioniere della neurologia il Dr.
Charcot, è una clinica neurologica parigina dove vengono internate
le donne a cui vengono diagnosticate isteria, pazzia, egomania,
epilessia e altri tipi di malattie fisiche e mentali. Diretto da
Mélanie Laurent, anche interprete con Lou de Lâage, Le bal des
folles è prodotto da Légende Films.
Alan Dean Foster,
acclamato romanziere della saga di
Star Wars, è stato di recente al centro di una
battaglia con la Disney in merito ai diritti d’autore. Come vi
avevamo già rivelato nelle scorse settimane, Foster aveva
dichiarato che, dopo l’acquisizione della Lucasfilm da parte della
Casa di Topolino, gli assegni sui diritti d’autore per i suoi
romanzi non sarebbero più arrivati (cliccate
qui per approfondire).
Adesso, l’autore ha rivelato nuovi
dettagli in merito al romanzo basato su Star
Wars: Il Risveglio della Forza, scritto nel 2015. Nel
romanzo, così come nel film diretto da
J.J. Abrams, sono stati introdotti per la prima volta
i personaggi di Rey e Finn, ma le cose non sono andate esattamente
come i fan si aspettavano. Molti fan sono rimasti delusi
dall’incapacità della Lucasfilm di approfondire il rapporto tra i
due eroi, con John Boyega che nel frattempo non ha mai
fatto mistero della sua delusione in merito all’arco narrativo del
suo personaggio.
Secondo Foster, nel suo romanzo
c’era una scena che conteneva un accenno diretto ad una futura
storia d’amore tra i due personaggi. L’autore si aspettava che la
cosa avrebbe avuto un seguito ne Gli ultimi Jedi, ma così
non è stato. “C’erano un paio di cose lì dentro e un paio di
cose accadute successivamente che mi hanno infastidito”, ha
spiegato il romanziere. “Ti dirò una cosa che mi hanno fatto
togliere, perché è passato abbastanza tempo, non credo che importi
a qualcuno. Ovviamente c’è stato l’inizio di una relazione tra il
personaggio di John Boyega e il personaggio di Daisy Ridley. Mi
aspettavo di vedere che la cosa fosse sviluppata ulteriormente
nell’episodio VIII. Ma in quel film non è successo nulla.”
Con il passare degli anni, molti fan
hanno sperato in una storia d’amore tra Finn e Poe Dameron (il
personaggio di Oscar Isaac), ma anche questo aspetto non si è
mai trasformato in realtà. I sequel di
Star Wars sono pieni di opportunità perse e, senza un
piano preciso su come mandare avanti la trilogia, non c’è da
meravigliarsi che i film abbiano sofferto di un’evidente mancanza
di coesione.
Alan Dean Foster è
uno dei più prolifici romanzieri legati alla saga. Ha scritto
romanzi per il franchise dal lontano 1976, quando ha adattato
Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza su
richiesta di George
Lucas. L’autore ha continuato la sua carriera
scrivendo diversi romanzi dell’universo fantascientifico. Tra
questi figurano Splinter of the Mind’s Eye del
1978, sequel del film originale, e The Approaching
Storm del 2002, ambientato prima degli eventi
di Stars
Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni.
Creed 3
non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma il film sarà diretto
da
Michael B. Jordan e dovrebbe entrare in
produzione verso la fine del 2021. Parlando con
MTV News in occasione della promozione del film
Sylvie’s Love,Tessa Thompson ha confermato i piani sul nuovo
capitolo della serie di spin-off della saga di Rocky
Balboa, i cui eventi si svolgono nove anni dopo i fatti
narrati nel franchise con protagonista Sylvester
Stallone.
“Michael dirigerà il prossimo
Creed. Quindi penso che sarà alquanto difficile quando si impegnerà
come regista nei miei confronti… gli dirò di smorzare la
sensualità. Ma non credo che inizieremo a girare prima della fine
del 2021, quindi fino ad allora chissà cosa succederà. Non so se
tra sei mesi sarà ancora l’uomo più sexy del mondo”. Le parole
di Thompson, che tornerà a vestire i panni di Bianca Taylor in
Creed 3, fanno riferimento al fatto che, di recente,
Michael B. Jordan è stato eletto dalla rivista
People l’uomo più sexy del 2020.
Il terzo episodio di Creed
è stato ufficializzato lo scorso febbraio. All’epoca venne soltanto
confermato che ad occuparsi della sceneggiatura sarebbe stato
Zach Baylin, noto per aver curato lo script
di King
Richard, un biopic incentrato sulla vita del padre
delle campionesse di tennis Serena e Venus Williams, che avrà come
protagonista
Will Smith e che debutterà prossimamente su Netflix.
Creed 3: rivedremo anche Sylvester Stallone?
Un’importante novità in merito a
Creed
3 riguarderebbe il coinvolgimento
di Sylvester
Stallone, che potrebbe non tornare nei panni
dell’iconico personaggio in veste di mentore. In effetti, già
in Creed
2 l’arco narrativo del personaggio sembrava essersi
concluso. Lo scorso maggio l’attore aveva parlato del progetto
su Instagram durante
un Q&A – lo stesso in cui aveva confermato il sequel
di Demolition
Man -, anticipando che potrebbe non apparire nel
terzo capitolo della saga spin-off.
Stallone ha spiegato di avere
alcune idee per fare tornare il personaggio di Rocky al cinema, ma
dubita che ciò possa avvenire nel terzo
annunciato Creed. Sly ha quindi confermato di
avere alcune idee per un sequel
di Rocky, ma al tempo stesso pensa che
il suo arco narrativo nel franchise con
protagonista Michael
B. Jordan si sia esaurito.
Michael Jai White,
protagonista del film Spawn uscito nel 1997, ha
espresso i suoi dubbi in merito all’atteso riavvio cinematografico
del franchise da parte di Todd McFarlane. Durante
una recente conversazione con
CBR, White ha rivelato di essere scettico sul fatto che il
riavvio venga davvero realizzato, esprimendo anche i suoi dubbi in
merito all’entusiasmo di McFarlane di dirigere un film dalla
gestazione già piuttosto lunga.
Secondo White, McFarlane ha
paragonato la struttura narrativa del suo film a quella de Lo squalo di Spielberg, un modello piuttosto
sconcertante per il tipo di fan a cui il sequel di Spawn
dovrebbe essere destinato. White ritiene anche che McFarlane
avrebbe dovuto consentire a un regista affermato di supervisionare
il film, poiché con lui al timone, qualsiasi investimento
rappresenta una scommessa troppo rischiosa. Tuttavia, ha comunque
augurato ogni bene sia a McFarlane che a Jamie Foxx per l’imminente impresa.
“Sta cercando di realizzare un
nuovo film da circa 23 anni, quindi non lo so”, ha spiegato
White. “L’ultima volta che l’ho visto, mi stava parlando della
sua idea di Spawn… voleva rendere il personaggio come una sorta di
nebbia eterea che non si riesce a vedere, come Lo squalo: lui
colpisce, ma non lo vedi mai. Tutto quello che mi sono limitato a
dirgli è stato: ‘Okay, buona fortuna!’. Personalmente, gli auguro
ogni bene. Sarebbe un investimento importante.”
L’attore ha poi aggiunto: “Non
sapevo che Todd fosse un regista. È un po’ come Stan Lee: ha creato
tanti personaggi, ma non ha mai diretto un film. Immagino che
qualcuno dovrebbe raccogliere un sacco di soldi per permettere a
Todd McFarlane di dirigere per la prima volta un film basato su una
sua creatura. Ho sentito che Jamie Foxx reciterà nel film. Gli
auguro loro ogni bene. Non lo so… forse continua perché questo è
ciò che alla gente piace sentire da parte di Todd McFarlane. Attira
l’attenzione promettendo un altro Spawn; Non lo capisco.”
Il nuovo film dedicato
a Spawn avrà come protagonista il premio
Oscar Jamie
Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo. Del cast
dovrebbe far parte anche Jeremy
Renner nei panni di Twitch
Williams. Greg Nicotero, truccatore
di The Walking
Dead, si occuperà del trucco e degli effetti
speciali. Il film sarà prodotto da Jason
Blum e dalla sua Blumhouse Productions.
Zack Snyder ha condiviso la prima pagina di
Justice League Book 1. Il regista sta attualmente
lavorando alla tanto clamorosa
Snyder Cut del cinecomic uscito nel 2017, che dovrebbe
arrivare su HBO Max nella prima metà del 2021. Negli ultimi anni,
Snyder ha continuamente condiviso contenuti del suo taglio del
film, comprese immagini dal backstage e foto inedite.
Dopo più di due anni di campagna
incessante da parte dei sostenitori del movimento
#ReleaseTheSnyderCut, sostenuti da personalità dell’industria e
dalla maggior parte del cast e della troupe del cinecomic, la
distribuzione della versione del regista del travagliato
blockbuster è stata finalmente ufficializzata. Come la maggior
parte dei fan saprà, Snyder avrebbe dovuto dirigere Justice
League, ma a causa di una tragedia familiare è stato il
regista Joss Whedon ad assemblare il montaggio finale.
Sfortunatamente, invece di terminare semplicemente il progetto, il
regista di The Avengers ha effettuato una serie massiccia di
riprese aggiuntive che hanno cambiato in modo significativo i piani
originali di Snyder. Ora, la versione originale del cinecomic sta
finalmente per arrivare, con alcuni nuovi contenuti aggiuntivi,
come ad esempio l’inclusione del personaggio del Joker.
Ora, attraverso il suo account
Vero
ufficiale, Snyder ha condiviso un’immagine di “JL Book
1“. Come ben sapranno i suoi fan, il regista ha un debole
per gli storyboard dei suoi film: questa è la prima pagina del film
originale di Justice
League, con un’immagine che ci mostra Ben Affleck alle prese con la prova
costume di Batman.
I piani originali di Zack Snyder con la DC
La dicitura Justice League
Book 1 fa riferimento al fatto che, in origine, Zack Snyder aveva un piano che prevedeva
la realizzazione di ben cinque film per il DCEU; un piano iniziato
con L’uomo d’acciaio del 2013 e che sarebbe dovuto terminare con
Justice League Book 2 e 3.
Negli ultimi anni, la Warner
Bros.ha adottato un approccio diverso nei confronti del suo
franchise dedicato ai fumetti DC, abbandonando molti dei piani
iniziali e basandosi più sul concetto di Multiverso che
sull’interconnettività narrativa. Ciò consentirebbe l’esistenza di
due diverse Justice
League, con la versione di Whedon ufficialmente
canonica nella realtà primaria, mentre la versione di Snyder è
qualcosa appartenente ad una linea temporale alternativa.
Vi ricordiamo che la Snyder
Cutdi Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Steven Soderbergh è ufficialmente al lavoro su
un sequel spiriturale di
Contagion, film diretto dal regista premio Oscar nel
2011 e interpretato – tra gli altri – da
Matt Damon,
Kate Winslet e Gwyneth Paltrow. La pellicola, sceneggiata da
Scott Z. Burns, era incentrata su un’epidemia
legata alla diffusione di un virus mortale e sul collasso della
società in seguito alla sua rapida propagazione.
Di recente il film è tornato a far
discutere proprio a causa dell’attuale situazione globale legata al
Covid-19: non solo durante il lockdown dello scorso marzo il film è
stato uno dei più visti sulle varie piattaforme di streaming, ma in
molti hanno riscontrato diversi parallelismi tra ciò che accade
nella pellicola e il modo in cui gli Stati Uniti – e più in
generale il mondo – hanno affrontato quest’anno la pandemia di
Coronavirus.
In una recente intervista durante il
podcast
Happy Sad Confused, Soderbergh ha confermato di essere al
lavoro su un sequel di Contagion. Il regista ha parlato del nuovo
film come una sorta di sequel “filosofico” dell’originale:
il nuovo progetto infatti, che sarà nuovamente scritto da Burns,
non sarà una storia direttamente collegata al primo film o un
prosieguo di quanto visto nel 2011. I due film avranno soltanto una
trama molto simile, ma ci saranno delle sostanziali differenze.
“Ho un progetto in fase di
sviluppo a cui Scott Burns sta lavorando con me, che è una sorta di
sequel filosofico di Contagion, ma in un contesto diverso”, ha
dichiarato il regista. “Li guarderai in un certo senso come se
fossero accoppiati, ma con colori di capelli molto diversi. Scott e
io ne abbiamo parlato: ‘Allora, qual è la prossima iterazione di
una storia tipo Contagion?’. Ci abbiamo lavorato; probabilmente
dovremmo lavorarci ancora un po’.”
Non solo Contagion: pandemia tra cinema e serialità
Le opere di fiction a tema “pandemia
virale” non sono di certo una novità a Hollywood, da titoli più
datati come Virus letale del 1995 con Dustin Hoffman e
Rene Russo a serie tv più recenti come The Strain, creata
da Guillermo del Toro e Chuck Hogan,. In realtà,
vivere una pandemia nella realtà porterà adesso ad un ritratto
molto diverso di come questi tipi di storie. I concetti basati
sulla fantasia, l’immaginazione e la speculazione possono ora
essere radicati nell’esperienza della vita reale, con gli
spettatori che potrebbero iniziare a vedere dei riscontri già in
opere di imminente distribuzione, come la serie The
Stand tratta dal romanzo di Stephen King o, appunto, il
sequel spirituale di
Contagion.
Da sempre le fiabe sono fonte di
grandi ispirazioni per il cinema e le sue storie. Nei decenni sul
grande schermo si sono avvicendate innumerevoli versioni e
reinterpretazioni dei più celebri racconti di questo tipo,
arricchendo l’immaginario di generazioni e generazioni di
spettatori. Tra le tante, quella di Biancaneve è certamente una delle più
celebri. Questa è stata portata diverse volte al cinema, tra cui
con i noti adattamenti della Disney. Nel 2012 arriva però una
versione live action (qui la recensione) ispirata non
all’omonimo film d’animazione del
1937, bensì direttamente alla folkloristica fiaba popolare
europea.
Diretto da Tarsem
Singh, il film
in questione non fa infatti parte degli innumerevoli rifacimenti in
live action prodotti negli ultimi anni dalla Disney. Questo prende
come spunto di partenza la fiaba dei fratelli
Jakob e Wilhelm Grimm. La loro è
infatti la versione più conosciuta di tale racconto, pubblicata per
la prima volta nel 1812 nella raccolta Fiabe dei bambini e del
focolare. Per una strana coincidenza, quello di Singh non è
stato l’unico film dedicato a Biancaneve arrivato al cinema nel
2012. Nello stesso anno è infatti stato distribuito anche Biancaneve e ilcacciatore, una versione più dark della storia con
protagonista l’attrice Kristen
Stewart.
Tra i maggiori punti di forza del
film
Singh si ritrovano non solo un grande cast di noti attori, ma anche
la colonna sonora del veterano Alan Menken e i
costumi di Eiko Ishioka, che per il suo lavoro qui
è stata candidata al premio Oscar. Tutti questi elementi hanno
contribuito al buon successo del film, arrivato ad un incasso
complessivo di circa 183 milioni di dollari a fronte di un budget
di 85. Prima di intraprendere una visione del film, però, può
tornare utile approfondire ulteriormente alcuni aspetti di questo,
come la trama e i retroscena riguardanti il cast. Proseguendo qui
nella lettura sarà possibile scoprire ciò e molto altro.
Biancaneve: la trama del film
La vicenda si apre in un regno non
meglio definito, dove il re è da poco rimasto vedovo dell’amata
moglie. Per non lasciare l’amata figlia senza una madre, decide di
risposarsi, e sceglie come nuova consorte la bellissima regina
Clementianna. Ciò che non sa, però, è che questa è in realtà una
malvagia strega esperta di magia nera. La donna uccide infatti il
re, divenendo così l’unica regnante. Con lei ha inizio un periodo
di terrore e povertà, mentre Biancaneve si ritrova a vivere
segregata nel palazzo, temuta poiché in grado di reclamare il
trono. Clementianna, inoltre, non nasconde una profonda gelosia per
la bellezza della giovane.
Il giorno del suo diciottesimo
compleanno, però, Biancaneve decide di sfidare gli ordini della
regina e uscire dalle mura per conoscere il mondo e scoprire in che
situazione si trova il suo regno. Nel corso della sua uscita, ella
si imbatte nell’affascinante principe Alcott. Di questi è però
innamorata anche Clementianna, e temendo la concorrenza della
figliastra decide di farla portare nel bosco per essere uccisa.
Biancaneve riuscirà però a salvarsi, e nella sua fuga si imbatterà
in un gruppo di sette nani ribelli. Saranno proprio loro ad
aiutarla nella sua battaglia contro l’usurpatrice, permettendole di
reclamare ciò che le spetta di diritto.
Biancaneve: il cast del
film
Per dar vita a personaggi tanto
celebri come quelli della fiaba di Biancaneve, era
assolutamente necessario individuare gli interpreti più adeguati a
tale importante compito. Per la parte della giovane protagonista
venne infine scelta Lily Collins.
Questa dichiarò in seguito di essere sempre stata un’amante del
personaggio, e di aver inizialmente sostenuto un provino per il
film Biancaneve e il cacciatore, finendo però con
l’interpretare Biancaneve in quest’altra trasposizione.
Interpretare la protagonista le ha permesso di indossare abiti
meravigliosi, ma le ha anche richiesto un particolare studio. Per
calarsi meglio nel ruolo, infatti, l’attrice si è documentata sulle
varie versioni della fiaba, cercando di ricostruire la psicologia
di Biancaneve. Ad interpretare suo padre nel film è l’attore
Sean Bean, che
ancora una volta si trova ad interpretare un personaggio destinato
a morire.
Nel ruolo della regina cattiva vi è
invece l’attrice premio Oscar Julia Roberts. Questa
dichiarò di essere stata inizialmente contraria all’idea di
recitare in tali vesti, ma di essersi infine lasciata convincere
dal regista, di cui è una grande ammiratrice. Durante le riprese
l’attrice si è trovata ad indossare enormi abiti da ballo, e i suoi
figli, talvolta presenti sul set, erano soliti andarsi a nascondere
sotto di questi. L’attore Armie Hammer è
invece presente nei panni del principe Alcott. La sceneggiatura
originale prevedeva una scena egli a torso nudo, e la Regina che
osservava ammirata quanto fosse liscio il petto dell’uomo. Questa
scena ha dovuto essere modificata quando Hammer ha rifiutato si
radersi i peli dal petto. Il noto caratterista Danny
Woodburn è invece presente nei panni di Grimm, leader dei
sette nani.
Biancaneve: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Biancaneve grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 28
dicembre alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
Conosciuto principalmente per film
in costume come Orgoglio e pregiudizio, Espiazione e
Anna Karenina, nel 2011
il regista Joe Wright si è
cimentato con successo nella realizzazione del thriller d’azione
Hanna.
Al centro di questo vi è una giovanissima ragazza cresciuta come
una guerriera e un’assassina da suo padre, ex agente governativo.
Il motivo di tale addestramento è presto spiegato: qualcuno sta
dando la caccia ad Hanna, e lei dovrà scoprire il perché. Acclamato
come uno dei migliori film del suo genere del suo anno, tale
lungometraggio è basato sulla sceneggiatura scritta dall’esordiente
Seth Lochhead, il quale la realizzò come elaborato
finale per la scuola di cinema da lui frequentata.
Wright ha descritto il film come un
fiaba dark, dove l’innocenza della giovane protagonista è costretta
a scontrarsi con la dura realtà di un mondo tutt’altro che roseo.
Interpretabile dunque anche come una metafora sul difficile
passaggio dall’adolescenza all’età adulta, Hanna
rappresenta un’opera molto importante per il regista,
particolarmente legato a tali tematiche. Per realizzare il film,
inoltre, Wright ha affermato di essersi ispirato molto al cinema di
David Lynch, con numerosi riferimenti alle qualità
mistiche dei film di questi. Con le riprese svoltesi tra la
Germania e la Finlandia, tale opera ha così da subito acquisito
l’interesse di numerosi spettatori amanti del genere.
Una volta arrivato in sala,
Hanna è stato ben accolto dalla critica e dal pubblico. La
pellicola ha infatti incassato oltre 65 milioni di dollari a fronte
di un budget di 30. Particolarmente apprezzate sono state le
interpretazioni dei protagonisti e la qualità della regia. Prima di
intraprendere una visione del film, sarà certamente utile
approfondire ulteriormente alcuni aspetti del film, come la trama e
i retroscena relativi al cast. Proseguendo qui nella lettura sarà
possibile scoprire tutto ciò è anche diverse altre curiosità. Si
elencheranno infine anche le principali piattaforme streaming dove
è possibile ritrovare il film per una comoda visione casalinga.
Hanna: la trama del film
Protagonista della storia è Hanna,
un’adolescente dalla pelle candida, gli occhi di ghiaccio e i
capelli biondissimi e arruffati. Questa vive in nei boschi del nord
Europa, con il padre Erik, ex agente della CIA, che giorno dopo
giorno la addestra a diventare un soldato perfetto. La giovane è
infatti in grado di combattere, sopravvivere e soprattutto
uccidere. Vissuta per 16 anni in questo deserto di ghiaccio, Hanna
si troverà ora a dover fare i conti con il desiderio adolescenziale
di esplorare il mondo, inseguendo così la curiosità di scoprire
cose nuove. Ritrovatasi catapultata nel mondo vero, con enorme
meraviglia vi troverà tutte le cose di cui aveva solo letto:
l’elettricità, la musica, le altre persone.
Uscire allo scoperto, però, non si
rivelerà essere stata una buona idea. La ragazza dovrà infatti fare
i conti con le sue misteriose origini, dalle quali il padre ha
sempre cercato di proteggerla. Ben presto, sulle sue tracce si
porrà la spietata Marissa Wiegler, agente speciale della CIA, che
da tempo cerca Hanna e suo padre per eliminarli una volta per
tutte. Per la giovane arriverà dunque il momento di mettere in
pratica quanto imparato nel corso dei suoi anni di addestramento.
Ancor più che dimostrare le proprie abilità, però, dovrà dimostrare
a sé stessa di essere pronta a crescere e assumere responsabilità
impreviste.
Hanna: il cast del film
Per dar vita alla giovane
protagonista del film sono state diverse le attrici prese in
considerazione. Ad aver ottenuto il ruolo è però stata la candidata
all’Oscar Saoirse Ronan.
Fu poi proprio lei a richiedere che Wright venisse scelto come
regista, avendo già collaborato con lui per Espiazione.
Per prepararsi al ruolo, l’attrice si è poi dovuta sottoporre a
diverse ore giornaliere di allenamento fisico, praticando anche le
principali forme di combattimento corpo a corpo. Questo ha permesso
all’attrice di poter interpretare personalmente molte delle
complesse sequenze di lotta previste dal copione. L’attrice si è
inoltre sottoposta ad uno sbiancamento delle proprie sopracciglia,
così da assumere un’ulteriore particolarità, che nelle intenzioni
del regista la rende più simile ad un lupo bianco.
Accanto a lei, nel ruolo del padre
Erik è invece presente l’attore Eric Bana.
Questi ha speso diverso tempo in compagnia della Ronan, sviluppando
così con lei una buona chimica di coppia. I due hanno così potuto
dar vita ad un più realistico rapporto tra padre e figlia. La
premio Oscar Cate Blanchett
dà invece vita alla spietata agente della CIA Marissa Wiegler.
Particolarmente apprezzata per la sua interpretazione, l’attrice è
stata assistita nella sua preparazione da un ex agente dei servizi
segreti, dal quale ha potuto imparare tutti i segreti del mestiere.
Nel film sono poi presenti gli attori Tom
Hollander, già noto per la trilogia di Pirati dei
Caraibi, e qui interprete di Isaacs. Olivia
Williams, nota per film come Il sesto senso e
Anna Karenina, è invece Rachel. Jessica
Barden, celebre per il ruolo di Alyssa in The End of the F***ing
World, è invece Sophie.
Hanna: la serie TV, il trailer e
dove vedere il film in streaming
Dato il buon successo del film, nel
2019 questo viene riadattato in una serie televisiva allo stesso
modo intitolata Hanna. Distribuita su
Amazon Prime Video, questa riprende le vicende
narrate nel film, ampliando però il mondo narrativo tramite
l’introduzione di nuovi personaggi, nuovi ambienti e nuovi eventi.
Ad interpretare la protagonista è ora l’attrice Esme
Creed-Miles, divenuta celebre proprio grazie a tale ruolo.
Suo padre Erik ha invece il volto di Joel Kinnaman.
Ad oggi la serie si compone di due stagioni, per un totale di 16
episodi. Nel luglio del 2020 questa viene però rinnovata anche una
terza stagione, prevista per il 2021.
È possibile fruire di
Hanna grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 28
dicembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Diretto da Dan Scanlon e prodotto
da Kori Rae, il lungometraggio d’animazione targato Disney e Pixar
Onward – Oltre la Magiasarà disponibile
in streaming su Disney+ dal 6 gennaio 2021.
Ambientato in un immaginario mondo fantastico, il film racconta la
storia di due fratelli elfi adolescenti che si imbarcano in una
straordinaria avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un
po’ di magia.
Quando due fratelli elfi
adolescenti, Ian e Barley Lightfoot, hanno l’inaspettata
opportunità di trascorrere un giorno in più con il loro defunto
padre, si imbarcano in una straordinaria avventura a bordo
dell’epico furgone di Barley, Ginevra. Come ogni impresa che si
rispetti, la loro avventura è ricca di incantesimi magici, mappe
misteriose, ostacoli insormontabili e scoperte incredibili. Ma
quando la coraggiosa mamma dei ragazzi, Laurel, si accorge che i
suoi figli sono scomparsi, si allea con la Manticora, una ex
guerriera in parte leone, in parte pipistrello e in parte
scorpione, e inizia a cercarli. Nonostante le pericolose
maledizioni, questo singolo magico giorno potrebbe significare
molto più di quanto avessero mai immaginato.
Nella versione italiana del film,
il cast di voci comprende
Sabrina Ferilli nei panni di Laurel Lightfoot, una
mamma determinata e devota che lavora duramente e si impegna con
tutto il cuore in tutto ciò che fa; e Fabio Volo
in quelli di Wilden Lightfoot, intelligente e sicuro di sé, ha
scoperto un modo creativo e al tempo stesso fantastico per rivedere
i suoi figli molti anni dopo la sua morte. Tra le voci italiane
anche Favij, Raul Cremona e
David Parenzo che interpretano rispettivamente uno
spiritello, un apprendista stregone e un cameriere.
Nel giorno della scomparsa di
Pierre Cardin, che si è spento oggi all’età di 98 anni, Sky Arte
propone in prima visione HOUSE OF CARDIN in onda
questa sera alle 21.15 su Sky Arte e in streaming su NOW
TV. Il documentario racconta la vita, i disegni e la
gloriosa carriera del genio Pierre Cardin, che ha concesso
l’accesso esclusivo ai suoi archivi e al suo impero. La pellicola
verrà trasmessa anche mercoledì 30 dicembre alle
21.15 e martedì 5 gennaio alle 19.35 su Sky Arte e
in streaming su NOW TV.
Milioni di persone conoscono il
logo iconico e la firma presente ovunque, ma pochi sanno chi sia lo
straordinario uomo che sta dietro quel marchio. Il film cerca di
rispondere alla domanda: chi è Pierre Cardin? Qual è la storia di
questa icona leggendaria? House of Cardin rappresenta un’occasione
unica per sbirciare nella mente di un genio, è un documentario
autorizzato che racconta la vita di Pierre Cardin, che ha permesso
interviste inedite al tramonto di una gloriosa carriera.
HOUSE OF CARDIN – Questa
sera alle 21.15 su Sky Arte e in streaming su NOW
TV
Scritto e diretto da
Christopher Nolan, uno dei più celebri registi
contemporanei con i maggiori incassi nella storia del cinema,
Tenet sarà
disponibile su Infinity in 4K dal 29 dicembre.
Tenet è un film epico d’azione che si svolge
nel mondo dello spionaggio internazionale e segue le vicende di un
agente segreto che cercherà di impedire la terza guerra
mondiale.
In Tenet,
John David Washington interpreta il Protagonista che, armato
solo di una parola – Tenet – e in lotta per la sopravvivenza di
tutto il mondo, viene coinvolto in una missione attraverso il
crepuscolare mondo dello spionaggio internazionale, che si svolgerà
al di là del tempo reale. Non un viaggio nel tempo. Ma
Inversione.
Girato in sette diversi Paesi
(Estonia, Italia, India, Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Stati
Uniti) e realizzato con un mix di IMAX e pellicola in 70mm,
Tenetè l’undicesimo film del
regista britannico che utilizza il tempo, visto dalla maggior parte
delle persone come una dinamica inalterabile della nostra
esistenza, trasformandolo in un filo capace di essere manovrato,
piegato, attorcigliato, accostato… o invertito.
La squadra creativa che ha lavorato
dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Hoyte van
Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame,
il costumista Jeffrey Kurland, il supervisore degli effetti visivi
Andrew Jackson e il supervisore degli effetti speciali Scott
Fisher. La colonna sonora è opera del compositore Ludwig
Göransson.
“Devi solo toglierti la
mascherina e mostrarci chi sei veramente”. Le parole
pronunciate dal Joker ne Il Cavaliere Oscuro racchiudono una delle più
grandi crisi che Batman ha dovuto affrontare: il mondo che scopre
la sua identità. Nel corso degli anni, le diverse iterazioni
cinematografiche di Batman hanno enfatizzato (a vari livelli)
l’importanza che Bruce Wayne attribuisce alla sua maschera, al suo
simbolismo e alla protezione che offre agli altri.
Ci sono stati diversi casi nei film
in cui l’identità di Bruce è stata rivelata, sia per scelta che
contro la sua volontà. Smascherare il cavaliere oscuro offre alle
storie che vengono raccontate un potente strumento per
incorporazione al loro interno sia il conflitto che la catarsi…
Vicki Vale – Batman
Batman
di Tim Burton non è stato di certo esente da polemiche, dal
cambiare l’origine di Batman alla dimostrazione della sua volontà
di uccidere. Anche i fan di lunga data sono rimasti
comprensibilmente perplessi quando hanno visto Alfred, il fidato
maggiordomo di Bruce, che ha lasciato volontariamente Vicki Vale
nella Batcaverna.
Il co-sceneggiatore Sam Hamm ha
spiegato che non è stata una sua scelta inserire la scena nel film,
sostenendo che “quello è l’ultimo giorno di lavoro di Alfred a
Villa Wayne”, ma che il serrato programma di produzione ha
reso necessaria quell’aggiunta. La scena segue i precedenti
tentativi di Bruce di confessare a Vicki di essere Batman, e
avrebbe avuto più peso se Vicki fosse apparsa nel sequel, dove la
rivelazione avrebbe potuto incorporare qualche conflitto nella
storia. Ciò non è mai accaduto, lasciando il momento come una
sfortunata macchia nera sul curriculum di Alfred.
Coleman Reese – Il Cavaliere Oscuro
In realtà, è alquanto
sorprendente che più membri della Wayne Enterprises non abbiano
dedotto l’identità segreta di Bruce nella trilogia de
Il Cavaliere Oscuro, considerando il suo uso continuato
dei vasti giocattoli della sua azienda.
Il dipendente dell’azienda Coleman
Reese finisce per fare questa deduzione e porta le sue scoperte a
Lucius Fox. Minaccia di ricattare Bruce e la Wayne Enterprises,
cosa che Lucius sottolinea in modo esilarante, rendendola una mossa
imprudente. Con calma ricorda a Reese che l’uomo che sta accusando
– ammesso che le sue accuse siano fondate – è uno degli uomini più
potenti del mondo che passa le notti a ridurre i criminali in
poltiglia. Reese ritrae saggiamente la sua proposta di ricatto e se
ne va, soltanto per azzardare poi una mossa ancora più sciocca
mettendosi nel mirino del Joker.
Edward Nygma – Batman Forever
Batman
Forever non ha mai trovato i consensi dei fan, il che non
sorprende considerando che ci sono film di gran lunga migliori con
il Crociato Incappucciato. Eppure, una cosa che tenta seriamente di
fare è esplorare la psiche oscura di Bruce, qualcosa che il regista
Joel Schumacher avrebbe voluto approfondire ancora di più.
Nel corso della storia, Bruce
esamina le sue paure e la sua infanzia con la Dottoressa Meridian e
pone domande abbastanza esistenziali sull’essere Batman. Quando
diventa una vittima di “The Box”, l’oggetto che Edward
Nygma/Enigmista rea per infiltrarsi nella mente delle persone,
Nygma riceve l’immagine di un pipistrello gigante. Da questo deriva
naturalmente l’identità segreta di Batman e usa le informazioni per
inseguire il Cavaliere Oscuro.
Lucius Fox – Batman Begins
Dopo che Bruce torna a
lavorare alla Wayne Enterprises, fa amicizia con Lucius Fox e
inizia ad andare da lui con alcune “richieste insolite”. Lucius
capisce subito che Bruce ha i suoi assi nella manica, ma gli
fornisce comunque l’attrezzatura di cui ha bisogno.
Sapendo che il suo coinvolgimento
potrebbe implicare la colpevolezza, Lucius implora Bruce di non
dirgli cosa sta pianificando in modo da poter mantenere una
negazione plausibile, ma avverte Bruce di non considerarlo un
idiota. Bruce è d’accordo e la coppia forma una partnership
rispettosa per tutta la trilogia de
Il Cavaliere Oscuro, rendendo pragmatica e necessaria la
deduzione di Lucius sugli sforzi di Bruce per espandere la
storia.
John Blake – Il Cavaliere Oscuro: Il ritorno
Prima di diventare un
poliziotto delle forze di polizia di Gotham, John Blake ha vissuto
in un orfanotrofio da ragazzo. Un giorno, l’orfanotrofio è stato
visitato da Bruce Wayne e Blake ha riconosciuto la rabbia che Bruce
nascondeva dietro la sua facciata miliardaria, che condivide con
Bruce in futuro dopo l’esperienza di pre-morte del Commissario
Gordon.
Blake paragona il nascondere la sua
rabbia dietro un sorriso all’indossare una maschera, esplorando
ulteriormente il concetto della maschera come un simbolo, cosa che
il film approfondisce abbastanza. Nel corso del tempo, Bruce impara
a vedere l’idealismo in Blake, qualcosa che una volta possedeva, e
tenta di guidarlo lungo la strada sull’importanza di proteggere i
propri cari mantenendo la segretezza.
Barry Allen – Justice League
Il Barry Allen di Ezra
Miller è stato uno degli aspetti più popolari di Justice
League, incorporando umorismo e cuore nel tetro universo
cinematografico stabilito da Zack Snyder. Uno dei suoi momenti
migliori arriva quando arriva a casa sua nientemeno che da Bruce
Wayne.
Mentre Bruce esamina il nascondiglio
di Barry, quest’ultimo tenta di deviare le domande di Bruce sui
suoi superpoteri, aggirando in punta di piedi tutto, dai sospetti
di Bruce sulle sue capacità alle indagini sul vestito di Flash.
All’improvviso, Bruce sferza un Batarang verso Barry e Barry passa
immediatamente alla sua modalità fulminea. Fissa il Batarang mentre
gli passa accanto, poi guarda Bruce incredulo: lo prende ed esclama
la sua eccitazione nell’apprendere che Bruce è Batman.
Bane – Il Cavaliere Oscuro: Il ritorno
Il pubblico ha capito dal
momento in cui è uscito il teaser trailer de Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno che Batman aveva
qualcosa di severo. Le loro paure furono amplificate solo quando
Alfred tentò di dissuadere Bruce dall’assumere da solo la figura
massiccia.
Quando Bane saluta Batman nelle
fogne di Gotham con l’agghiacciante “Non facciamo cerimonie
qui, signor Wayne”, improvvisamente non era solo il sé fisico
di Batman a preoccupare i fan. Avendo già visto le capacità
distruttive di Bane, le implicazioni del caos che Bane avrebbe
potuto raccogliere sulla vita e la reputazione di Bruce erano
sicuramente presenti nella mente di molte persone nel momento in
cui ha rivelato la sua conoscenza dell’identità di Bruce.
Rachel Dawes – Batman Begins
Rachel Dawes rappresenta
per Bruce molto di più di un semplice interesse amoroso; è la sua
coscienza emotiva e il legame con la sua infanzia, la quale gli
spiega che lui è molto di più dell’essere solo un vigilante.
Dopo che Bruce torna a Gotham e
assume il ruolo di Batman, vede Rachel per la prima volta dopo
diversi anni. Guardando la sua macchina sportiva e la sua vita
privata, Rachel presume che non sia altro che una ricca e viziata
persona mondana. Lui cerca di spiegare che è più di quello che
vede, e lei risponde che non è chi è interiormente, ma è quello che
fa che lo definisce. Bruce le racconta questa lezione come Batman
più avanti nel film, dimostrando la cura e il rispetto che ha per
lei.
Selina Kyle – Batman: Il ritorno
La migliore scena di
Batman – Il ritorno si svolge quando Bruce Wayne e
Selina Kyle si incontrano alla sontuosa festa di Max Schrek. Oltre
all’eccellente recitazione per conto di Michael Keaton e Michelle
Pfieffer, il momento più emotivo è quando assistiamo alle loro
reciproche rivelazioni circa le identità mascherate l’uno
dell’altro.
Dopo aver litigato per via del
desiderio di Selina di uccidere Max, Bruce tenta di calmarla e la
coppia ripete le frasi che si erano detti l’un l’altro in
precedenza come Batman e Catwoman. Dopo aver realizzato che c’è di
più nella loro relazione di quanto sapessero in precedenza, si
fissano increduli negli occhi finché non decidono che è meglio
lasciare la festa verso un esito incerto.
Jim Gordon – Il Cavaliere Oscuro: Il ritorno
Il
Cavaliere Oscuro – Il Ritorno potrebbe essere considerato
da molti un atto di chiusura imperfetto della trilogia de
Il Cavaliere Oscuro, ma colpisce sicuramente in modo
toccante per come chiude la relazione tra Batman e il Commissario
Gordon. Mentre Batman si prepara a far volare la bomba via da
Gotham, Gordon dice a Batman che le persone dovrebbero conoscere
l’eroe che li ha salvati. Batman dice al Commissario che gli eroi
possono essere chiunque, anche qualcuno che fa qualcosa di semplice
come confortare un bambino traumatizzato i cui genitori erano
appena morti, per ricordare loro che il mondo non era finito.
Gordon è sbalordito mentre ricorda
il momento in cui ha incontrato Bruce. Considerando che il loro
rapporto professionale è iniziato con Gordon che vuole conoscere
l’identità di Batman, il cerchio si chiude quando Blake si
commisererà con Gordon, alla fine, che i cittadini di Gotham non
sapranno mai chi ha salvato la loro città. Gordon sorride e
risponde con: “Lo sanno. Era Batman”.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
WONDER WOMAN 1984!
Wonder
Woman 1984 ha evitato saggiamente di ripetere una
controversia legata a L’uomo
d’acciaio. In che modo? Non adattando la morte di Maxwell
Lord nei fumetti. Ambientato decenni dopo il primo film, Wonder
Woman 1984 di Patty Jenkins vede Diana Prince vivere una
vita relativamente normale a Washington D.C. lavorando come
antropologo allo Smithsonian. È lì che incontra i due possibili
cattivi del film, Barbara Minerva/Cheetah e Maxwell Lord, che
diventano entrambi cattivi usando la Dreamstone.
Barbara è innamorata della bellezza
e del coraggio di Diana, quindi desidera essere proprio come lei –
e così facendo, non solo diventa tutto ciò che aveva sempre
sognato, ma anche di più. Poiché Diana è un’amazzone con poteri
divini, Barbara ottiene anche una super forza. Nel frattempo,
Maxwell Lord si spinge molto più avanti, diventando letteralmente
la Dreamstone: usa, cioè, le sue nuove abilità per ottenere il
potere supremo e abbattere la civiltà così come la gente la
conosce. Considerando quanto potere ottiene, l’unico modo per
invertire tutto è fermarlo.
Diana usa il suo Lazo per rivelare
la verità a Maxwell Lord e al mondo, il che convince lui e tutti
gli altri a rinunciare ai loro desideri. È un finale molto più
personale rispetto al primo film e presenta un messaggio di
speranza al pubblico; tuttavia, quel finale avrebbe potuto essere
completamente diverso. Nei fumetti, infatti, Wonder Woman uccide
Maxwell Lord spezzandogli il collo, il che salva gli altri eroi ma
costringe anche Batman e Superman a rivoltarsi contro di lei ed
escluderla dalla Justice League.
Cosa potevano avere in comune
Wonder Woman 1984 e L’uomo d’acciaio?
La morte di Maxwell Lord nei fumetti
ha avuto luogo nell’arco narrativo “Sacrifice”, in cui Lord ha
usato i suoi poteri psionici per convincere Superman che i suoi
compagni eroi della Justice League erano suoi acerrimi nemici.
Wonder Woman non poteva fermarlo, se non uccidendolo. È stato un
momento assai controverso per i fan dei fumetti, e mentre Wonder
Woman che uccide Lord in Wonder
Woman 1984 avrebbe creato paragoni con quell’arco
narrativo, in realtà sarebbe stato paragonato di più a L’uomo
d’acciaio.
Come molte persone ricorderano,
Zack Snyder e L’uomo
d’acciaio hanno attirato l’ira dei fan per il fatto
che Superman ha spezzato il collo di Zod. Dato che Superman, come
Batman, dovrebbe essere contrario ad ogni forma di omicidio, la
morte di Zod per mano dell’eroe nel film del 2013 è stata
decisamente sorprendente. Per questo motivo, se Wonder Woman avesse
ucciso Maxwell Lord nel sequel, sarebbe stato di sicuro in linea
con i fumetti, ma al tempo stesso sarebbe stata anche una scelta
molto controverso: per questo motivo, è stata una mossa
intelligente evitarlo. Al contrario, Wonder
Woman 1984 si chiude in un modo migliore, con un
messaggio molto più ottimista.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Il DCEU sta iniziando a dare corpo ai piani per
espandere notevolmente il franchise, con l’ipotesi di due film
all’anno che verrebbero distribuiti direttamente su HBO Max. Il
DCEU è stato ufficialmente inaugurato nel 2013 con L’uomo
d’acciaio di Zack Snyder, con Henry Cavill nei panni di Kal-El. Tre anni
dopo Batman v Superman: Dawn of Justice ha
introdotto sul grande schermo la Wonder Woman di Gal Gadot e il Batman di Ben Affleck. Tuttavia, il franchise ha
faticato a decollare, soprattutto se paragonato al suo “naturale”
concorrente, il MCU.
Mentre il MCU è stato acclamato dalla critica
e ha battuto record su record al botteghino, il DCEU ha lottato per
riuscire a tenere il passo. Film come Suicide
Squad e Justice
League o non sono stati accolti bene dalla critica o
hanno faticato per avere un impatto al box office. Wonder
Woman del 2017 e Aquaman
del 2018 hanno cambiato tutto: entrambi sono stati ben accolti
dalla critica, con il cinecomic di James Wan che è diventato il primo film del
DCEU a superare l’incasso di 1 miliardo di dollari. Nonostante una
solida lista di titoli annunciati per i prossimi anni, i piani
circa il futuro dell’universo condiviso non sembrano essere ancora
del tutto chiari.
Ora, Walter Hamada,
presidente della DC films, ha rivelato i piani dello studio per il
futuro, che dovrebbero entrare in vigore già dal 2022. Secondo
quanto riportato dal
NYT, lo studio prevede di distribuire due film del DCEU
all’anno direttamente su HBO Max, insieme ad altri due film che
arriveranno invece soltanto nelle sale (fino a quattro titoli
all’anno). I titoli destinati alla piattaforma di streaming si
concentreranno su personaggi più piccoli e più rischiosi (come
Batgirl e Static Shock). Inoltre,
Hamada ha affermato anche che, oltre ai film, sono possibili serie
tv che si collegheranno all’universo cinematografico più ampio.
DCEU: un franchise più grande e
coerentemente interconnesso
Il più ampio universo DC è stato
oggetto di forti disordini per un bel po’ di tempo: nonostante la
Warner continuasse a produrre film, i piani dello studio in merito
al franchise non sono mai stati definiti con chiarezza. A volte,
sembrava che lo studio volesse soltanto sfornare titoli
semplicemente per competere con la Marvel, senza curarsi realmente di
creare un franchise più grande e coerentemente interconnesso.
Quello sforzo, ovviamente, non stava funzionando, e nel corso degli
anni è diventato palese che Warner Bros. e
DC Films avevano bisogno di rivalutare la loro
linea d’azione in merito ai loro adattamenti a fumetti.
WandaVision unisce televisione classica e
Marvel Cinematic Universe e vede
protagonisti Wanda Maximoff e Visione, due individui dotati di
super poteri che conducono vite di periferia idealizzate, che
iniziano a sospettare che ogni cosa non sia come sembra. La
nuova serie è diretta da Matt Shakman mentre Jac Schaeffer è il
capo sceneggiatore.
Disney+ è il servizio di streaming
dedicato ai film e ai prodotti di intrattenimento di Disney, Pixar,
Marvel, Star Wars, National
Geographic e altri brand, riuniti insieme, per la prima volta. Come
parte della divisione Media ed Entertainment Distribution di
Disney, Disney+ è disponibile sulla maggior
parte degli schermi connessi a Internet e offre una programmazione
senza interruzioni pubblicitarie con una varietà di lungometraggi
originali, documentari, serie live-action e animate e
cortometraggi. Oltre ad offrire un accesso senza precedenti allo
sterminato archivio cinematografico e televisivo di Disney,
Disney+ è il nuovo servizio di
streaming dove trovare le ultime uscite cinematografiche
distribuite da The Walt Disney Studios.
Zack Snyder pensa che la versione “Flashpoint”
di Batman ad opera di Jeffrey Dean Morgan“avrebbe potuto essere
fantastica”. Morgan ha fatto il suo debutto nel DCEU nei panni
di Thomas Wayne in Batman v Superman: Dawn of Justice. A
differenza di altri attori coinvolti nel DCEU, il ruolo di Morgan è
stato abbastanza piccolo, limitato a solo un’apparizione non
accreditata in un film.
Tuttavia, le morti di Thomas e
Martha Wayne alimentano Bruce in
Batman v Superman, così come in Justice
League. Nonostante la sua brevità, l’apparizione di Morgan
è stata sufficiente per far sperare che avrebbe interpretato il
Batman dell’universo di “Flashpoint” nell’attesissimo The
Flash: avrebbe così reso omaggio alla celebre trama dei
fumetti in cui è Thomas a diventare Batman, e non Bruce.
Anche se The Flash adatterà
la trama di “Flashpoint”, sembra che Morgan non interpreterà
Batman. Invece, Michael Keaton e Ben Affleck riprenderanno le loro
rispettive iterazioni di Bruce Wayne nel film. Sebbene entrambi i
ritorni siano particolarmente eccitanti, significa anche che il
Batman di “Flashpoint” non prenderà parte al film… almeno per ora!
Ciò è di sicuro deludente per alcuni fan, soprattutto perché Morgan
aveva precedentemente espresso interesse ad interpretare la
versione di Thomas Wayne vista nella serie a fumetti. Adesso,
sembra che anche una figura di spicco del DCEU fosse interessata a
quella versione di Batman…
Parlando con
TheFilmJunkee (via
Screen Rant), Zack Snyder ha discusso del casting di
Jeffrey Dean Morgan, spiegando: “Amo
Jeffrey Dean. L’ho scelto perché mi piaceva l’idea che Thomas Wayne
fosse un tipo un po’ tosto, non un pazzoide. Mi piace anche la
dualità, che è poi il motivo per cui sono stati uccisi… sai, era
che non ha dato subito il suo portafoglio. Ha cercato di reagire un
po’, il che penso sia una cosa che ha perseguitato Bruce in qualche
modo.”
Snyder ha poi parlato della
possibilità che Morgan interpretasse il Batman di “Flashpoint”:
“Chiaramente, potrebbe farlo. Non è un problema. Anche se non
credo che accadrà. Ma avrebbe potuto essere bello.”
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash
Ricordiamo che The
Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film
sarà diretto da Andy
Muschietti, regista di IT e IT
– Capitolo Due.Ezra
Miller tornerà a vestire i panni del Velocista
Scarlatto dopo un cameo in Batman
v Superman: Dawn of Justice e Justice
League. Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti
“Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy
Kubert.
Come sappiamo ormai da diverso
tempo, la storia dell’attesissimo Spider-Man 3, attualmente in fase di
produzione, coinvolgerà il Multiverso e probabilmente la Sony
potrebbe contribuire alla sua creazione attraverso Venom: Let
There Be Carnage.
Il personaggio dell’Uomo Ragno ha
trascorso anni fuori dall’Universo Cinematografico Marvel prima che la Sony e i
Marvel Studios raggiungessero un accordo per
“condividere” cinematograficamente i diritti
sull’eroe. Tuttavia, il successo della nuova iterazione di
Spider ad opera di Tom Holland ha riacceso le speranze in merito
ad un nuovo universo condiviso targato esclusivamente Sony. Tutto è
iniziato nel 2018 con l’uscita di Venom e
proseguirà il prossimo anno con l’arrivo di Venom: Let
There Be Carnage, sebbene i film non siano collegati
al MCU (almeno finora!).
La possibilità che i personaggi
dell’Universo Marvel di proprietà della Sony
Pictures si incrociano con il MCU e con lo Spider-Man di Holland
sembra ora più che mai decisamente probabile. Nelle ultime
settimane si è parlato moltissimo del casting di Spider-Man 3 e del ritorno di moltissimi volti
noti dei precedenti franchise cinematografici dedicati
all’arrampicamuri. È ovvio che il film tratterà in qualche modo del
Multiverso, soprattutto anche grazie alla presenza di Doctor
Strange, in attesa dell’arrivo nelle sale del sequel Doctor Strange in the Multiverse of Madness. E
anche se i fan credono che ciò che vedremo in Spider-Man 3 verrà anticipato in altri film del
MCU, è probabile che in realtà sia
proprio Venom 2
il film che potrebbe contenere al suo interno diversi indizi su
quanto vedremo nella terza avventura cinematografica di Spidey
collegata all’universo condiviso.
Uno dei più grandi rumor su Venom: Let
There Be Carnage è che Tom Holland apparirà in qualche modo nel
sequel. Tali voci circolavano da prima dell’uscita di Venom;
tuttavia, si sono rivelate false. L’apparizione di Holland in
Venom
2 non è stata al momento confermata, ma una sua eventuale
apparizione nel sequel potrebbe essere sicuramente legata al
Multiverso. Marvel e Sony hanno soltanto poche
opzioni per poter adattare un ruolo del genere alla storia e
sarebbe alquanto sorprendente se Venom 2
rendesse il Sony’s Marvel Uuniverse ufficialmente
parte della realtà principale del MCU con il cameo di Holland. Al
contrario, Holland potrebbe apparire come l’Uomo Ragno
dell’universo di Venom. Questo
potrebbe generare un po’ di confusione, con Holland che interpreta
due diverse versioni di Spider-Man, ma sarebbe un seme decisamente
intrigante da piantare prima dell’arrivo di Spider-Man 3.
Venom 2 e le infinità possibilità
di legarsi narrativamente a Spider-Man 3
Venom: Let
There Be Carnage potrebbe presentare Tom Holland come una nuova iterazione di
Spider-Man, ma l’incontro che i fan vogliono vedere di più è quello
tra l’Eddie Brock di Tom Hardy e lo Spidey di Holland del MCU. Ciò può ancora essere
realizzato nel sequel di Venom, andando
così ad impostare la trama di Spider-Man 3 in diversi modi. Potenzialmente, il cameo
di Holland potrebbe figurarsi in una realtà alternativa, con il
personaggio confuso da ciò che sta accadendo, creando così un
legame con le sue avventure nel Multiverso. C’è anche la
possibilità che l’apparizine di Holland possa essere utilizzata per
anticipare la presenza di Venom in
Spider-Man 3. Ancora, una potenziale scena post-credits in
cui Venom viene trasportato in una nuova realtà dopo aver sconfitto
Carnage, potrebbe fare molto per la trama di Spider-Man 3 e anticipare così la sua apparizione nel
film.
Le possibilità di ciò che Venom: Let
There Be Carnage potrebbe fare per legarsi a Spider-Man 3 sono alquanto vaste, in quanto
non necessitano neanche di una reale apparizione da parte di
Holland. Il trailer di Morbius
ha confermato la presenza di Avvoltoio (Michael Keaton) e persino
un poster con lo Spider-Man di Tobey Maguire. Non si sa cosa la
Sony abbia intenzione di fare con Venom: Let There Be
Carnage, ma potrebbe andare oltre lo Spidey di Holland. Il
sequel potrebbe includere o fare riferimento ad altre versioni di
Spider-Man o includere altri personaggi che appariranno in
Spider-Man 3.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
WONDER WOMAN 1984!
In Wonder
Woman 1984, l’ultima aggiunta al DCEU, la regista e il
suo team hanno scelto di proposito di non far morire alcun
personaggio. Il film è uscito il giorno di Natale nelle sale
americane e su HBO Max. Anche se le recensioni sono parecchio
contrastanti, il film è diventato l’attuale leader al botteghino
durante la pandemia, superando sia
I Croods 2 – Una nuova era che Tenet.
Chi ha apprezzato Wonder
Woman 1984 crede che il sequel sia stato
l’antidoto ideale a questo 2020, senza dubbio uno degli anni più
bui della storia. Il film trasmette un messaggio di amore e
speranza, che è in linea con le convinzioni e i valori fondamentali
di Diana Prince. In contrasto con l’originale Wonder
Woman, che si è concluso con un’enorme battaglia contro
Ares, Wonder Woman
1984 vede Diana salvare il mondo facendo appello al
meglio dell’umanità attraverso la compassione e la comprensione,
dando a tutti una possibilità di redenzione. Sebbene il film abbia
comunque molta azione, è stata una scelta intenzionale quella di
minimizzare la violenza, così come quella di non far morire alcun
personaggio.
In un’intervista con
JoBlo, Patty Jenkins e
Gal Gadot hanno spiegato che il loro intento era
quello di fare un film che non desse priorità alla violenza dei
supereroi, sottolineando quanto sia stata intenzionale la scelta di
non far morire alcun personaggio durante il film.
Gadot: “Questo è uno dei motivi
per cui abbiamo deciso che non avrebbe dovuto avere una spada o uno
scudo. Diana non è aggressiva. Non è lì per combattere. È una
pacificatrice. Sapete, è anche convinta che le persone non nascono
cattive, ma lo diventano. Siamo tutti uguali, abbiamo tutti i
nostri momenti in cui non facciamo la cosa giusta. Diana cerca di
assorbire il meglio dalle persone e il suo difetto è sempre quello
di proteggerle e di dare il buon esempio. Per lei l’umanità sarà in
grado prima o poi di capire determinate cose, ma lei farà
e darà sempre tutto ciò che ha per portare bontà
all’umanità.”
Jenkins: “E non muore una
persona in tutto il film. Potresti o non potresti accorgertene, ma
abbiamo fatto di tutto perché ciò accadesse… perché se tutte queste
persone erano sotto l’influenza di qualcos’altro, allora non era
colpa loro. Mi è piaciuto affrontare una sfida del genere. Non è
colpa loro se ti stanno attaccando, quindi è diventato parecchio
interessante…”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
È diventato abbastanza chiaro,
soprattutto nel corso degli ultimi mesi, che la Warner Bros. sta
progettando una sorta di “Multiverso della DC” per raccontare
storie, sia sul grande che sul piccolo schermo, che possano essere
collegate in futuro, ma dove si inserisce la
Snyder Cut di Justice
League all’interno di quest’ambizioso
progetto?
Sono stati spesi ben 70 milioni di
dollari per completare gli effetti visivi e reclutare i membri del
cast originale per le riprese aggiuntive, ecco perché in molti
credono che la versione del cinecomic ad opera di Zack Snyder sarà molto importante per il
futuro del DCEU. La verità è che… non è così! In base a quanto si
apprende da un nuovo profilo del
New York Times dedicato al capo della DC Films Walter Hamada,
Snyder non fa attualmente parte del “nuovo progetto della DC
Films”, con i dirigenti dello studio che descrivono la
versione targata HBO Max di Justice
League“come un vicolo cieco narrativo –una strada che non porterà da nessuna parte.”
In altre parole, le possibilità che
un sequel, uno spin-off o che questo taglio del film influenzino
altre storie del DCEU sono decisamente scarse. In realtà, la cosa
non dovrebbe sorprendere più di tanto; al contrario, potrebbe
spiegare perché si era parlato di
un’espansione dell’universo di Justice League che avrebbe
dovuto assumere la forma di un fumetto (e commissionata allo
scrittore e fumettista Scott Snyder).
Il fatto che la Snyder
Cut verrà distribuita è già di per sé una grande
vittoria, ovviamente, e il suo annuncio è stato un vero e proprio
shock, dal momento che nessuna credeva che la WB avrebbe mai
davvero assecondato il volere del fandom.
Vi ricordiamo che la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Gli Eterni sarebbe
dovuto arrivare nelle sale lo scorso novembre, ma a causa della
pandemia di Coronavirus il film è slittato di un intero anno. Sulla
trama del film non sappiamo ancora molto, ma di recente sono
trapelate online (via Redwolf) le descrizioni dei
vari personaggi che vedremo nell’attesissimo cinecomic Marvel. Potete leggerle di
seguito:
Ikaris (Richard
Madden) è il leader tattico e il più potente Eterno ed
è orgoglioso di tenere al sicuro gli altri Eterni. Virtuoso,
gentile e carismatico, Ikaris vanta il potere di una forza
incredibile, il volo e la capacità di proiettare raggi di intensa
energia cosmica dai suoi occhi. Quando i mostruosi Devianti tornano
dopo secoli, Ikaris riunirà gli Eterni dispersi per fermare la
nuova minaccia.
Sersi (Gemma
Chan) è l’Eterno con un’affinità per l’umanità. Sersi
è tanto felice di lavorare come curatrice di un museo quanto di
salvare gli esseri umani dalla minaccia dei Devianti. Sersi ha la
capacità di manipolare la materia, cambiando la composizione di
qualsiasi materiale non senziente che tocca. È anche innamorata di
Ikaris da secoli e lo aiuta a reclutare gli Eterni per un’ultima
missione.
Ajak (Salma
Hayek) è il leader spirituale degli Eterni. La sua
saggezza ha aiutato a guidare la squadra da quando sono arrivati
qui dal loro pianeta natale per aiutare a difendere l’umanità dai
Devianti e per aiutare gli umani ad avanzare verso la civiltà
moderna in cui vivono oggi. Ajak non solo può curare sia gli umani
che gli Eterni, ma è anche in grado di comunicare con i
Celestiali.
Phastos (Brian Tyree
Henry) è benedetto con il potere dell’invenzione. È in
grado di creare tutto ciò che può immaginare a condizione che abbia
abbastanza materie prime a sua disposizione. Nel corso dei secoli,
Phastos ha contribuito al progresso tecnologico dell’umanità,
mantenendo sempre il suo splendore nascosto nell’ombra.
Makkari (Lauren
Ridloff) è la donna più veloce dell’universo. Usa la sua
super velocità cosmica per esplorare i pianeti alla ricerca degli
Eterni e, in quanto unica Eterna sorda, il boom sonoro che
accompagna la sua corsa cosmica non la colpisce.
La descrizione dei personaggi che vedremo ne Gli Eterni
Druig (Barry
Keoghan) può usare l’energia cosmica per controllare la
mente degli uomini. Druig si è allontanato dagli altri Eterni
perché non era d’accordo con il modo in cui hanno interagito con
l’umanità nel corso dei secoli. Distaccato e potente, a volte è
difficile determinare se è amico o nemico.
Gilgamesh (Don Lee)
è il membro più forte e gentile della squadra. Diventa il partner
di fatto di Thena quando gli eventi del passato la esiliano dal
resto della squadra. Capace di proiettare un potente esoscheletro
di energia cosmica, Gilgamesh è un feroce guerriero che è diventato
leggendario per i suoi combattimenti con i Devianti nel corso della
storia.
Thena (Angelina
Jolie), una feroce guerriera più a suo agio in
battaglia che in qualsiasi altro contesto, ha la capacità di usare
l’energia cosmica per formare qualsiasi arma portatile a cui possa
pensare. Spesso scontrosa e distaccata, stringe un’improbabile
amicizia con Gilgamesh che abbraccia secoli.
Kingo (Kumail
Nanjiani) è l’Eterno con il potere di proiettare
proiettili di energia cosmica con le sue mani. Nel corso dei secoli
si è innamorato del concetto di fama. Al giorno d’oggi, è una
famosa star di Bollywood che deve lasciare la sua vita fatta di
ricchezza e celebrità per aiutare la squadra a respingere la nuova
minaccia Deviante.
Sprite (Lia McHugh)
è una ragazza di 12 anni che ha la capacità di lanciare illusioni
realistiche. La sua amicizia con Sersi nasconde una tristezza nei
confronti del mondo perché è stata trattata come una bambina
dall’umanità per secoli. Ma Sprite è molto più forte e intelligente
di quanto sembri, il che tornerà utile quando combatteranno con i
Devianti.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Il mondo dei supereroi è un
tripudio di testosterone. Tra Marvel e DC
Comics gli eroi mascherati ormai non si contano più. Ma
come dietro ogni uomo c’è una grande donna, anche dietro ogni
supereroe c’è una grande eroina. Nonostante siano numericamente
inferiori rispetto ai loro colleghi uomini, le supereroine giocano
un ruolo fondamentale nella lotta contro i cattivi. E oggi vi
parliamo proprio di una delle eroine Marvel più amate, Natasha
Romanoff, meglio conosciuta come Vedova
Nera.
Personaggio dei famosi fumetti
della Marvel Comics, creati dal genio di
Stan Lee,
N. Korok e Don Heck, Vedova Nera
fa parte dei Vendicatori (in inglese, Avengers) e
dello S.H.I.E.L.D. La sua prima apparizione
dell’universo bidimensionale illustrato della Marvel risale all’aprile del 1964,
nel fumetto Tales of Suspence.
Nonostante non sia dotata di poteri
speciali come i suoi colleghi Thor o Captain
America, Vedova Nera è una delle supereroine più amate
di tutti i tempi. In pochi però conoscono davvero la sua storia e
il suo passato da spia. Scopriamo quindi insieme tutto
quello che c’è da sapere su Natasha Romanoffe su
Black Widow, la sua letale identità segreta.
Natasha Romanoff in Avengers: la
storia di Vedova Nera
Natalia Alianovna
Romanova – conosciuta negli States come Natasha Romanoff –
nasce in Russia, a Stalingrado, il 5 maggio del 1984 da una
famiglia lontana discendente dei reali russi. A un mese dalla sua
nascita, a causa di un attacco degli imperialisti, la casa della
sua famiglia viene rasa al suolo. La madre, che è riuscita a
salvare solo la piccola, avendo perso tutto quello che possiede,
decide di affidare sua figlia a Ivan Petrovich, un misterioso
soldato.
Petrovich non è infatti un semplice
soldato ma una spia, un agente segreto che lavora per il
pericolosissimo KGB, i servizi segreti sovietici.
Convinto del potenziale della piccola, Ivan comincia sin da subito
ad addestrare Natalia a diventare una spia. Ben presto, infatti, la
giovane recluta entra nella Red Room, noto anche
come il Black Widow Program (in inglese
Programma Vedova Nera). Si tratta di un programma segreto
gestito dal KGB che trasforma giovani donne in letali assassine con
un durissimo addestramento e con il lavaggio del cervello.
Reclutata giovanissima dal KGB,
Natalia viene sottoposta a un indottrinamento assai intenso e
finisce col diventare una delle spie più pericolose nonché una
delle migliori assassine al mondo. Dotata di carisma, fascino e
straordinarie abilità sia fisiche che mentali, Natalia diventa ben
presto la punta di diamante della Red Room
Academy. Tuttavia, essendo stata addestrata a eseguire gli
ordini senza batter ciglio, alla ragazza viene spesso chiesto di
uccidere innocenti a sangue freddo.
Natasha Romanoff nel mirino dello
S.H.I.E.L.D.
Nonostante sembri all’apparenza
un’assassina senza scrupoli, Natalia ben presto comincia a
risentire dell’addestramento da spia e delle scelte fatte in nome
del programma Black Widow. Le esecuzioni ordinate
dalla Red Room cominciano a pesarle sulla coscienza tanto da
sentirsi quasi perseguitata dalle anime degli innocenti uccisi in
nome del KGB. Natalia negli anni ha dato tutta se stessa
all’organizzazione, rinunciando anche all’opportunità un giorno di
poter diventare madre. La sterilizzazione di tutte le reclute,
infatti, fa parte della cerimonia del diploma della Red
Room Academy.
Per poter diventare una vera spia,
ogni ragazza deve assoggettarsi completamente al volere della Red
Room, rinunciando a essere una persona per diventare un’arma al
servizio del KGB. La famiglia e la maternità sono considerate delle
mere distrazione dall’organizzazione, cose alle quali le reclute
dovranno rinunciare.
Eliminando le distrazioni e
completando il programma, Natalia comincia quindi la sua carriera
di spia, diventando la più pericolosa minaccia sovietica in tutto
il mondo. Grazie alle sue abilità e alla sua fama
worldwide, Natalia finisce nel mirino dello Strategic
Homeland Intervention, Enforcement, and Logistics Division,
conosciuto con l’acronimo S.H.I.E.L.D. Si
tratta di un’agenzia militare americana antiterrorismo e di
intelligence extra governativa, incaricata di proteggendo gli Stati
Uniti e il mondo intero da tutte le possibili minacce.
Riconoscendo nella Romanoff una
minaccia mondiale, il diretto dello S.H.I.E.L.D., Nick Fury, decide di
inviare uno dei suoi migliori agenti per eliminare la spia nemica.
La missione viene quindi affidata a Clint Burton, meglio conosciuto
come Occhio di Falco per la sua abilità con arco e frecce.
Tuttavia, riconoscendo in Natalia delle doti eccezionali, invece di
portare a termine il suo compito, Occhio di Falco propone allo
S.H.I.E.L.D. di reclutare la ragazza. Vedova Nera
lascia quindi la Russia per gli States e diventa una delle punte di
diamante dello S.H.I.E.L.D.
Vedova Nera e gli Avengers:
l’incontro con Tony Stark
Tra i primi nonché il più
importante degli incarichi assegnati alla Romanoff dallo S.H.I.E.L.D.
c’è sicuramente quello di infiltrata speciale alle Stark
Industries. Sotto copertura, Natalia viene assunta
come notaio grazie al suo incredibile curriculum, alle sue
esperienze e ovviamente grazie anche al suo fascino.
Nonostante Natalia sia ricorsa a
stratagemmi non proprio onorevoli per ottenere il posto alle Stark
Industries, il suo ruolo è solo quello di osservatrice. Nick Fury, infatti,
l’ha assegnata per tenere sotto controllo Tony Stark, inventore
visionario e CEO della sua azienda. Genio, miliardario, filantropo
e playboy, Stark è infatti il volto di Iron Man,
l’uomo dall’armatura d’acciaio.
Anni prima, Tony Stark era stato
rapito in Afghanistan da un gruppo di terroristi chiamati Ten Rings
ed era riuscito a fuggire grazie a una delle sue folli invenzioni.
Si tratta di un’incredibile armatura che gli aveva permesso di
sconfiggere i suoi nemici, scappando via e polverizzando il loro
nascondiglio. Una volta tornato a casa aveva continuato a lavorare
sulla sua armatura, creando una che si adattasse perfettamente al
suo corpo, dandogli una forza sovrumana e delle incredibili
abilità. Grazie a quell’armatura era nato un nuovo supereroe,
l’invincibile Iron Man.
Il compito di Natalia è quindi
quello di osservare Tony Stark e il suo
operato, valutando se sia adatto per entrare a far parte degli
Avengers. I Vendicatori, sono
un gruppo di supereroi creato dallo S.H.I.E.L.D. per neutralizzare
un nemico potente, impossibile da sconfiggere con armi
convenzionali. Il gruppo, nato per contrastare la comparsa del
malvagio Loki, comprende un gran numero di supereroi e supereroine.
Nel gruppo originario, comparso nel primo film della saga dei
Vendicatori, The Avengers
(2012), ci sono sei membri:
Tony Stark/Iron Man
Steve Rogers/Capitan America
Thor
Bruce Banner/Hulk
Clint Barton/Occhio di Falco
Natasha Romanoff/Vedova Nera
Nel film The Avengers
(2012), i sei Vendicatori dello S.H.I.E.L.D.
collaborano per sconfiggere il crudele e pericoloso Loki. Il nemico comune
altri non è che un alieno del pianeta Asgard,
figlio adottivo di Odino e Nemesi
nonché fratellastro di Thor. Negli anni però il
gruppo degli Avengers cresce e accogli nuovi membri tutti dotati di
poteri o abilità particolari. Stiamo parlando di:
I vendicatori della Marvel sono tantissimi e molte
delle loro storie raccontate al cinema differiscono da quelle
originali dei fumetti tanto amati dai cultori del genere. Se volete
quindi una lista completa e dettagliata di tutti gli
Avengers divisi per gruppi di appartenenza e per
epoche, vi consigliamo di dare uno sguardo alla pagina Wiki
Fandom.
Natasha Romanoff, film dedicato a
Vedova Nera
Nonostante sia sempre stato
considerato come un personaggio secondario, anche Natasha
Romanoff alias Black Widow, potrà godersi
presto il suo momento di gloria. La Vedova Nera degli
Avengers sarà infatti protagonista di un intero
film targato Marvel Studios che presumibilmente
arriverà in sala nel 2021. Il film, annunciato al San Diego
Comic-Con del 2019, sarebbe dovuto uscire in sala in
Italia il 29 aprile 2020 e il 1 maggio
2020 negli States.
A causa della pandemia da
Coronavirus e della relativa emergenza sanitaria, l’uscita
del film è stata purtroppo rimandata. Con l’avanzata dei contagi, i
lockdown e la chiusura dei cinema, la Marvel si è trovata
costretta a fare un passo indietro e a ‘parcheggiare’ il film
Black Widow. Dopo alcune indiscrezioni che davano
per certa l’uscita del film il 6 novembre 2020, Entertainment Weekly ha
poi pubblicato la data ufficiale del posticipo della Disney.
Black Widow uscirà in sala il prossimo 7 maggio
2021.
Black Widow trama e
personaggi
Il film, il primo della Phase
4 della Marvel, racconta la storia
di Natasha Romanoff – interpretata da Scarlett
Johansson -, partendo delle origini fino ad oggi. La
prima parte del film e presumibilmente alcuni flashback, saranno
dedicati al passato di Nathasha, una giovane reclutata dal
KGB negli anni ottanta e addestrata a diventare
una spia assassina. La pellicola ripercorrerà i primi anni di
reclutamento di Natasha e il suo addestramento tra le fila di
‘vedove nere’ del Black Widow Program del KGB.
Con un balzo temporale, i film ci
riporta al presente, in quel lasso di tempo tra i capitoli Captain America: Civil
War e Avengers: Infinity
War. In questo periodo, Vedova Nera, tormentata ancora
dal suo passato, decide di allontanarsi momentaneamente dagli
Avengers per affrontare così i suoi demoni personali. Nathasha
torna quindi alle sue origini, dalla sua vecchia famiglia formata
dalle spie Yelena Belova (Florence Pugh),
Melina Vostokoff (Rachel Weisz) e
Alexei Shostakov (David
Harbour).
Lentamente Natasha si accorgerà che
i demoni del suo passato, dei quali sembra essersi liberata negli
ultimi anni, sono tornati a tormentarla. C’è una pericolosa
cospirazione legata proprio al suo passato che la Romanoff dovrà
affrontare e distruggere prima che sia troppo tardi.
Esiste una sola occasione, nell’arco
di un intero anno lavorativo, in cui mi concedo di usare la prima
persona: il momento della Top 10 dell’anno. E
infatti, eccomi qui a proporvi la mia lista dei migliori
film del 2020. Lo faccio con la mia voce perché, per loro
natura, le classifiche di questo tipo contengono una componente
discrezionale troppo importante per attribuirle ad una impersonale
terza persona, ma anche perché mi diverte molto.
Intanto specifico che ho tenuto
conto, nella classifica, di quelle che sono state le difficoltà
logistiche di questi ultimi dodici mesi, durante i quali, a causa
della ormai ben nota pandemia di coronavirus in corso, le sale sono
state aperte a pieno regime soltanto a Gennaio e Febbraio,
rimanendo poi chiuse, aperte a mezzo servizio (nel periodo estivo
fino all’inizio dell’autunno) e poi ancora chiuse, come in questo
momento.
Alla luce di questa difficoltà nel
vedere i film in sala e considerato che in genere la mia classifica
comprende solo i film usciti al cinema, la lista che ho compilato
quest’anno comprenderà non solo i titoli che rispettano il
requisito classico, ma anche quelli distribuiti direttamente sulle
piattaforme di streaming on line, in abbonamento o acquisto e
noleggio.
Partiamo però dagli illustri
esclusi, che per una decisione puramente istintiva, sono i primi
esclusi tra le cose che ho visto quest’anno. Dall’intelligentissimo
remake de L’uomo Invisibile, diretto da
Leigh Whannell con Elizabeth
Moss, al divertente Palm Springs, diretto da Max
Barbakow, che gioca con gli archetipi della commedia
romantica e dei loop temporali, passando per Emma, esordio di Autumn de
Wilde che ci ricorda che i classici di Jane
Austen non sono ancora esausti e hanno ancora cose da dire
al pubblico di oggi, fino allo show di Adam
Sandler, Diamanti Grezzi, dei
Fratelli Safdie, all’allucinato e romantico
Undine di Christian Petzold,
fino al ritorno di David Fincher con l’ambizioso
Mank.
Già solo a leggere l’elenco degli
esclusi, mi rendo conto che stilare la classifica dei
migliori film del 2020 non è affatto semplice come
si può immaginare, data la chiusura delle sale e la scarsità di
film visti al cinema. Ma proprio questa sventura si è trasformata
in un elemento di ricchezza, perché l’assenza di blockbuster (con
l’eccezione di Tenet, che non è finito in classifica) ha dato
maggiore visibilità a titoli meno “rumorosi”. Così, alla luce di
queste considerazioni e queste rinunce, ecco la mia personalissima
lista dei migliori film del 2020.
I migliori film del 2020 –
parte 1
10.Sto pensando di finirla qui
Capita raramente di
trovarsi di fronte a film che mettono in discussione lo spettatore
e rendono il giudizio difficilmente “polarizzabile”. In un periodo
storico invero molto triste per la critica cinematografica e il
giudizio critico sull’opera cinematografica, in cui tutto è bianco
o nero, netto e diretto, in genere riportabile in poche righe di un
commento incazzato su qualche social, il film di Charlie
Kaufman è sfuggente, perturbante, difficile da
comprendere, lascia aperte piste, tracce, indizi per farsi leggere
senza mai lasciarsi afferrare, anche molto tempo dopo la fine della
visione.
Quando sembra che ti stia
accogliendo alla sua comprensione, Sto pensando di finirla
qui sterza, cambia direzione, deraglia sul finale, ma la
visione rimane sempre rapita e disorientata, allo stesso tempo. Non
si tratta di un film di facile fruizione, ma è sicuramente un modo
di fare cinema, di raccontare stati d’animo e situazioni, più che
storie, che fanno discutere e mantengono allenato il muscolo dello
spirito critico (che dovrebbe essere sempre in forma in ogni
spettatore, sia esso addetto ai lavori o no).
Tra le cose più interessanti ma
anche emotivamente devastanti che ho visto quest’anno, un posto
d’onore spetta al bellissimo documentario di Garrett
Bradley presentato al Sundance e poi nella Selezione
Ufficiale della Festa di Roma. Oltre ad essere un forte atto di
condanna al sistema carcerario statunitense, il film racconta una
storia d’amore travolgente.
Proprio nell’equilibro tra pubblico
e privato risiede la potenza di Time. Il suo bianco e nero morbido, i filmati
casalinghi mossi o fuori fuoco, il coraggio di una donna che per
amore ha sfidato un sistema e che, magari all’inizio
involontariamente, si è resa voce di una vera e propria piaga
sociale e portavoce di chi non poteva parlare. Un vero e proprio
terremoto d’amore, che il racconto cinematografico ha
glorificato.
Arrivato all’inizio
dell’anno su Netflix, il documentario di Jeff
Orlowski è innanzitutto interessante per la forma che
unisce una componente più corposa documentaristica a una parte
dimostrativa di fiction, che mette in scena quanto documentato. Il
film informa, spaventa, apre gli occhi, eppure la sua natura lo
rende un Giano Bifronte, pronto a svelarsi come un oggetto ideale
di quel meccanismo produttivo che lui stesso denuncia.
Oltre ogni teoria complottista,
The Social Dilemma è un film che dà
consapevolezza di un sistema all’interno del quale ci troviamo
tutti e dal quale appare impossibile uscire. Lo fa con un
linguaggio semplice, diretto forse poco inventivo ma sicuramente
funzionale.
Mentre scrivo, le ore
alla Casa Bianca di Donald Trump sono contate e il
prossimo 21 gennaio cederà la sua poltrona nella Stanza Ovale a
Joe Biden. Tuttavia, gli anni di Trump sono stati
caratterizzati da scontri e lotte tutt’altro che pacifiche per le
strade degli Stati Uniti. Non è un caso che negli ultimi 4 anni,
Spike Lee abbia diretto due film, e che questi
siano proprio BlackkKlansman e Da 5 Bloods.
Del primo si è parlato giustamente
in abbondanza e con grandi lodi. Uscito direttamente su
piattaforma, il secondo ha avuto meno visibilità (BlackkKlansman
ha vinto il Gran Prinx a Cannes 2018 e l’Oscar 2019 alla
sceneggiatura), ma è un film che sembra sia stato scritto domani.
Il regista racconta l’America di oggi, attraverso storie di ieri.
La ferocia e la lucidità di Lee si sentono ad ogni passo e il film
è un potente atto d’accusa verso una società che non ha ancora
trovato la forza di fare pace con la sua bellissima e inevitabile
varietà razziale.
I
FratelliD’Innocenzo colpiscono
ancora. Hanno vinto l’Orso d’argento a Berlino per la migliore
sceneggiatura e hanno stregato il pubblico, prima in streaming e
poi al cinema, quando quest’estate il loro film è stato quello più
visto nelle sparute sale aperte in poche città italiane. La
bellezza tribale del film ne fa un oggetto preziosissimo. La
lucidità con cui questi due giovani autori raccontano il mondo è un
tesoro da custodire e alimentare, da parte mia con il sostegno e i
soldi ben spesi per andare a vederli sempre in sala.
Storiacce di piccole bestie alle
prese con un mondo popolato di lupi, il film è un atto d’amore
verso un mondo emarginato, tanto geolocalizzato e raccontato con un
occhio più affettuoso che imparziale quanto indefinibile nel tempo
e nello spazio e per questo universale. Un’opera con una grande
finezza narrativa e un ottimo gusto cinematografico, che stride
meravigliosamente con la cattiveria e la bruttura che mette in
scena.
Seconda opera prima in
classifica (la prima era il documentario Time), il
film d’esordio di Pietro Castellitto è
interessante sotto molti punti di vista. Per prima cosa concilia
con equilibrio e garbo i registri comici e drammatici che di volta
in volta sembra abbracciare, senza mai propendere troppo da una
parte o dall’altra. Certo, c’è una strana discrepanza tra il fatto
che il film condanna chiaramente una fascia alto borghese a cui il
regista stesso appartiene e dal quale proviene e trae le
possibilità per fare cinema. Ma i ribelli “dall’interno”,
soprattutto se arguti e dotati, fanno simpatia.
In secondo luogo, e forse è la cosa
più interessante del film, I Predatori ha una sceneggiatura molto
complessa, rischiosa per una prima volta dietro la macchina da
presa. La ricchezza di personaggi e di eventi, gli intrecci e le
varie facce di ogni carattere hanno messo in luce una scrittura
matura, che sembra vada oltre il dato anagrafico e l’effettiva
esperienza del suo autore.
L’idea che Aaron
Sorkin realizzi una sceneggiatura e poi un film da uno dei
processi più discussi della storia d’America è semplicemente
elettrizzante. E infatti il suo nuovo film da regista finisce alto
alto in classifica perché è effettivamente uno dei migliori
prodotti cinematografici usciti quest’anno (purtroppo direttamente
in piattaforma). La precisione delle battute e il ritmo incalzante
rendono il film avvincente, il racconto eroico che si fa dei
protagonisti è trascinante, persino la forma classica della regia
assume nuovo spessore di fronte ad una storia scritta con tale
perizia.
Aaron Sorkin è il
più grande sceneggiatore vivente e il suo nuovo film ci dà la
dimostrazione che, qualche volta, anche solo una grande
sceneggiatura può fare un grande film. Poi, in questo caso, lo
scrittore si appoggia ad uno squadrone di attori sublimi, e il
gioco è fatto.
Arrivati in zona podio,
sembra strano trovare questo titolo, visto che è stato trai
protagonisti della scorsa stagione dei premi e sembra uscito una
vita fa, nel mondo pre-pandemia. In effetti, il film di Sam
Mendes è arrivato in sala all’inizio di Gennaio e rientra
a tutti gli effetti nel cinema di questo sfortunato 2020. Apoteosi
della tecnica al servizio della drammaturgia, il film è un esempio
di ingegno registico, visione, organizzazione, grandezza e
ambizione.
Fotografia, suono, recitazione,
regia sono raramente così devote allo scopo di raccontare
un’avventura e offrire un viaggio, senza mai dimenticare che il
viaggio stesso è un’esperienza umana che trasuda orrore e paura,
dalla prima all’ultima inquadratura, nella quale, finalmente,
si trova un briciolo di distensione e ristoro. 1917 è
meraviglioso.
In silenzio, in
pochissime sale, con una distribuzione assolutamente ingiusta e
crudele, quest’anno è arrivato in sala anche A Hidden Life
– La vita nascosta, il film di Terrence
Malick visto e amato tantissimo a Cannes 2019. Reduce da
anni difficili, in cui sembrava aver annacquato la sua potenza
narrativa in tanti film “minori”, il maestro texano torna ai fasti
del suo cinema migliore, con la rielaborazione di una storia vera.
E naturalmente incanta e ammalia.
Quello che Malick ci ricorda con
questo film è la sua grandezza, non solo per la capacità di
infondere uno spessore unico e distintivo ad ogni inquadratura, ma
anche per la freschezza con cui muove la macchina da presa,
inventando punti di vista e offrendo momenti di altissimo cinema,
per contenuto, forma e intenzione. The master is back.
Prima posizione scelta più
con le viscere che con la testa. Il film di Pablo
Larrain, anch’esso penalizzato da un’uscita in sala che
gli ha dato poca visibilità (ma almeno mi ha permesso di metterlo
sulla cima alla classifica dei migliori film del
2020), è un colpo di fulmine che mi porto dentro da
Venezia 2019. Un inno travolgente e sensuale alla vita, alla madre
terra, agli elementi e alla voglia, ferina, di trovare un posto nel
mondo, plasmandolo a propria misura.
Ema è fuoco, è danza tribale e
selvaggia, è quel ritmo di reggaeton che smuove i lombi e innesca
desideri sessuali, ossessivi, ripetitivi, che però, in mezzo al
circolo di streghe di cui la protagonista è Strega Suprema,
diventano istinti vitali, guizzi di passione, desiderio bruciante
di vita e spazio. Il film di Larrain è un’esplosione di energia
sessuale che travolge lo spettatore, sfruttando lo sguardo furbo e
puro allo stesso tempo di Mariana De Girolamo/Ema,
forza creatrice, che pota via i rami morti per dare nuova vita, una
strega, un folletto. Larrian risveglia i sensi con il suo ritmo,
riempie gli occhi con i suoi colori, travolge e irretisce, ti fa
innamorare della sua protagonista. Non fa prigionieri.
Gli eventi di
Avengers: Age of Ultron hanno segretamente anticipato
l’esistenza dei mutanti nel MCU? Nonostante il ruolo gigantesco
che svolgono all’interno di Marvel Comics, i mutanti sono stati
completamente assenti dall’universo cinematografico della Disney,
in gran parte a causa della proprietà dei diritti sugli X-Men da
parte dell’ex 20th Century Fox. Dopo l’acquisizione dello studio da
parte della Casa di Topolino, i Marvel Studios avranno il compito di spiegare
dove sono stati i mutanti in tutti questi anni; un compito arduo,
considerando che devono ancora essere menzionati nei molti film e
serie tv del franchise.
Le premesse di Age of Ultron
Tuttavia, guardando alle
storie MCU già esistenti che avrebbero
potuto accennare all’esistenza di mutanti,
Avengers: Age of Ultron si distingue rispetto alle
altre, in particolare da quando il film ha introdotto Quicksilver e
Scarlet Witch, personaggi creati per i primi fumetti degli X-Men.
Nel materiale originale, si è pensato a lungo che i gemelli
Maximoff fossero i figli mutanti di Magneto (sebbene quelle origini
siano state recentemente ricollegate). Anche se la versione di
Quicksilver del MCU è stata uccisa nel terzo atto
di Age of
Ultron, Wanda è ancora viva e sembra essere un personaggio
che giocherà un ruolo molto importante nell’evoluzione della Fase
4. Grazie all’arrivo dell’attesissima serie WandaVision, Scarlet Witch sembra aver
aumentato i suioi poteri di manipolazione della realtà. Questa
particolare abilità, precedentemente inesplorata nel MCU, si è dimostrata di grande
impatto nella trama dei fumetti “House of M”, che si è conclusa con
una Wanda sconvolta che ha cancellato l’esistenza della maggior
parte della popolazione mutante.
È da tempo che si parla del fatto
che Kevin Feige possa in qualche modo adattare “House of M” per
portare i mutanti nel MCU. Ma prima che lo faccia, sarà
probabilmente necessario rispondere ad alcune domande su Wanda e il
suo passato, la maggior parte delle quali derivano da
Avengers: Age of Ultron. Ecco come e perché il secondo
film degli Avengers tornerà probabilmente ad essere importante in
futuro…
Il retroscena di Scarlet Witch
Considerando il grande ruolo che è destinata
a svolgere nella prossima Fase 4 del MCU, si sa relativamente poco del
retroscena dell’universo di Wanda. Si scopre che lei e suo
fratello, Pietro, sono rimasti orfani dopo che la loro casa a
Sokovia è stata bombardata con armi Stark, un evento che ispira i
gemelli a offrirsi volontari per gli esperimenti dell’Hydra con lo
scettro di Loki. Wanda e Pietro sono gli unici sopravvissuti alla
sperimentazione e, per ragioni lasciate vaghe nel film,
acquisiscono capacità sovrumane.
Tuttavia, nel recente libro tie-in
“The Wakanda Files”, Shuri menziona che l’Hydra ha scelto Sokovia
come terreno di prova per le “anomalie genetiche” dei suoi
cittadini – un potenziale indizio che i gemelli potrebbero essere
stati mutanti, con un gene X, da sempre. Elizabeth Olsen, che
interpreta Wanda nei film, ha detto che l’imminente WandaVision esplorerà le radici sokoviane del
personaggio. Pertanto, è possibile che il MCU inizi a colmare le lacune della
storia delle origini di Scarlet Witch, forse entrando più nel
dettaglio su ciò che ha reso i gemelli Maximoff così speciali.
I poteri di Wanda e la sua “origine”
I poteri di Scarlet Witch
sono stati notevolmente incoerenti sia nel MCU che nei fumetti. In
Avengers: Age of Ultron, l’agente Maria Hill descrive le
abilità di Wanda come “interfacciamento neuroelettrico,
telecinesi, manipolazione mentale”, tutto ciò che mostra
durante il suo primo film. Mentre le puntate successive mostrano la
sua capacità di levitazione e di usare la telecinesi per scontrarsi
con Thanos, le sue capacità di controllo mentale sono decisamente
assenti dopo Age of
Ultron. Nelle sue prime apparizioni nei fumetti, Wanda è
in grado di creare “bulloni esagonali”, esplosioni di
energia rossa usate per influenzare la probabilità degli eventi
intorno a lei. Nel corso degli anni, gli autori hanno notevolmente
aumentato i suoi poteri, dandole la capacità di alterare la realtà
stessa. La sua capacità di piegare la realtà, così come la sua
grande abilità come maga, la rendono una delle figure più potenti
dell’universo Marvel.
L’imminente serie WandaVision sembra finalmente attingere
all’alterazione della realtà di Wanda. Nel trailer, sembra che lei
abbia (forse inconsciamente) creato la sua dimensione “tascabile”,
una realtà in cui altre persone sono state risucchiate con lei. Se
questo è qualcosa che l’iterazione MCU del personaggio è davvero in
grado di fare, è possibile che questa non sia la prima volta che ha
cambiato il mondo intorno a lei senza che nessun altro se ne
accorga. Se è così, forse i suoi poteri hanno lavorato in incognito
da (o prima) di Avengers:
Age of Ultron.
Il momento “House Of M” di
Wanda
Nella trama di “House of
M”, una Wanda affranta e fuori controllo interrompe la linea
temporale principale della Marvel dopo aver appreso che i suoi
figli, Tommy e Billy, erano in realtà estensioni delle sue capacità
e, quindi, non esistevano realmente. A differenza della sua
controparte fumettistica, la versione MCU di Scarlet Witch ha già subito
la sua enorme perdita, avendo perso i suoi genitori, suo fratello,
il suo amore e il suo intero paese nel giro di pochi anni. Durante
la battaglia culminante di Avengers:
Age of Ultron, Wanda in qualche modo apprende che suo
fratello è stato ucciso e scatena un’ondata di potere telecinetico
che distrugge i robot in avvicinamento di Ultron.
Questo momento sarebbe stato
monumentale nella vita di Wanda, ma stranamente non è mai più stato
menzionato nelle sue successive apparizioni. Sulla base di ciò che
il trailer di WandaVision anticipa sulla reale portata dei suoi
poteri, potrebbe essere possibile che questa esplosione di energia
abbia avuto conseguenze più grandi. Con la serie Disney+ che promette molte sorprese,
sarebbe una svolta intelligente se venisse rivelato che la Scarlet
Witch del MCU aveva già avuto il suo M-Day,
avendo forse cancellato una popolazione mutante per sempre o
avendoli magari depotenziati.
Il problema con la Gemma della Mente
Potrebbe risultare che non abbiamo visto
l’ultima volta di Wanda a Sokovia, anche dopo la caduta (letterale)
della nazione. Il secondo trailer di WandaVision mostra Wanda che guarda meravigliata la
Gemma della Mente, ma un’ispezione ravvicinata potrebbe suggerire
che questo sia in realtà un flashback dei giorni precedenti ad
Avengers:
Age of Ultron, un periodo in cui era ancora sotto
il controllo dell’Hydra. Innanzitutto, il suo aspetto fisico è
terribilmente simile al suo debutto cinematografico nella scena dei
titoli di coda di
Captain America: Winter Soldier. Il suo viso ha un aspetto
insolitamente affamato, i suoi capelli sono spettinati e il suo
vestito grigio sembra incredibilmente simile a quello che indossava
durante la sua prima apparizione. Inoltre, lo sfondo industriale e
tetro potrebbe benissimo rivelarsi essere la base sokoviana del
Barone von Strucker.
Poi c’è la Gemma della Mente stessa,
che ha un’aura blu che la circonda – un dettaglio strano
considerando che la gemma è gialla e la firma del potere di Wanda è
rossa. Tuttavia, prima degli eventi di Avengers:
Age of Ultron, la Gemma della mente era
ancora incorporata nel cristallo blu all’interno dello scettro di
Loki, suggerendo che Wanda a un certo punto avrebbe rimosso la
gemma dal suo involucro. La relazione di Wanda con questa
particolare Gemma dell’Infinito è stata ben consolidata (come le
origini dei suoi poteri e la sua capacità di distruggerla), ma se
questa è davvero una scena flashback, è possibile che una
connessione più profonda possa essere rivelata. Nei fumetti, Wanda
usa le capacità telepatiche del professor Xavier per aiutare a
portare le persone dell’universo nella sua nuova realtà. La Gemma
della Mente potrebbe svolgere un ruolo simile nella versione del
MCU di “House of M”?
La fase 4 potrebbe reintrodurre mutanti
Se Wanda ha davvero il
potere di alterare la realtà, potrebbe essere quel personaggio
abbastanza potente da portare i mutanti nel MCU. Inoltre, se è in qualche modo
responsabile della loro scomparsa, la Fase 4 potrebbe seguire il
suo viaggio per espiare il suo errore. WandaVision fornirà sicuramente diverse
rivelazioni su Scarlet Witch, sia per i personaggi che per lo
spettatore, e probabilmente accennerà al suo ruolo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness del 2022.
Con i personaggi già confermati che attraversano gli universi
nell’imminente
Spider-Man 3, non è da escludere la possibilità per Wanda
di avventurarsi nel Multiverso alla ricerca dei mutanti
scomparsi.
Indipendentemente da come la loro
lunga assenza verrà giustificata, i mutanti stanno sicuramente
entrando nel MCU e, data l’affiliazione dei
fumetti di Wanda con gli X-Men, è probabile che giocherà un ruolo
nel loro emergere. Tanti anni dopo la sua uscita, ci sono ancora
alcuni fili della trama irrisolti lasciati da Avengers:
Age of Ultron, molti dei quali coinvolgono
Wanda. Dal momento che Kevin Feige e i Marvel Studios non hanno mai evitato di
riesaminare i film precedenti, non diamo per scontato di aver visto
tutto di Sokovia…