Sam Neill, che ha interpretato una “falsa”
versione di Odino in Thor:
Ragnarok, ha ricordato la sua esperienza con
Taika
Waititi e con i Marvel Studios. Il Dio del Tuono
interpretato da Chris Hemsworth è uno dei Vendicatori originali più
amato del MCU, anche grazie al contributo apportato al franchise da
Waititi e dal suo Ragnarok,
che ha per molti aspetti rinvigorito il celebre personaggio dei
fumetti.
Nel frattempo, in una recente
intervista con
Collider, Sam Neill ha dichiarato di essersi sentito un
po’ smarrito quando ha visto il film per la prima volta, non
essendo un grande esperto dell’universo cinematografico Marvel.
“Non sono un vero nerd del franchise Marvel”, ha detto.
“Ero totalmente sconcertato da così tante cose. Sono andato a
vederlo con amici che ne sapevano un po’ più di me. Continuavo a
fare domande del tipo: ‘Sai su quale pianeta ci troviamo in questo
momento? Quello è Hopkins o è Loki?’. Loro mi spiegavano le cose,
ma al tempo stesso mi facevano notare: ‘Ma tu sei nel film! Perché
dobbiamo spiegartelo?’. E allora io ho risposto: ‘Perché mi sono un
po’ perso per strada. Non ci capisco nulla!’. So che non dovrei
raccontare una cosa del genere. Si suppone che io sappia cosa
stesse accadendo (ride). È una roba davvero strana. Sembra Anthony
Hopkins, ma non è lui!”
Nel film, Thor è imprigionato
dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile martello e
si trova in una corsa contro il tempo per tornare a Asgard per
fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la fine della
civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente minaccia, la
spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una mortale lotta tra
gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi amici Avengers,
l’incredibile Hulk.
Ava (Jessica
Chastain) è un’assassina professionista con un passato di
dipendenze da alcol e droga che trova prima nell’esercito, poi in
un’agenzia di spionaggio internazionale la sua scappatoia.
Già dalle prime sequenze
del film notiamo l’irrequietezza della protagonista nella sua
angosciosa ricerca di una verità sulle colpe che hanno condotto le
sue vittime a lei. Seppur questa sia la premessa, non viene
sviluppata nel resto della pellicola, nella quale vediamo Ava
avvicendarsi tra la ricerca di un contatto con il suo passato ed
inverosimili missioni alla ’007.
Ava sicuramente risente del passaggio di
testimone che ha visto alla regia prima Mattew Newton,
allontanatosi per accuse di violenza domestica, poi Tate
Taylor, che aveva diretto la Chastain già in The Help, in più, infelice è stata la
decisione di mantenere la sceneggiatura firmata dallo stesso
Newton, che probabilmente avrebbe necessitato una o più
revisioni.
Ava, una spy story al femminile
La pellicola tenta di
racchiudere in sé tante anime, mantenendo aperte troppe porte che
conducono a conflitti spesso irrisolti. Dipendenza da alcol, gioco
d’azzardo e droga, traumi familiari e drammi esistenziali sono solo
alcuni dei temi “toccati” dalla protagonista in azione: la punta di
un iceberg del quale non ci è permesso però di penetrare le
profondità.
Sballottolato da un filo all’altro della tela, penzoloni, lo
spettatore esce stordito da quella che risulta essere una
miscellanea di action di intrattenimento e tentativo di
introspezione psicologica dei personaggi.
A coadiuvare la
talentuosa Jessica Chastain, troviamo John Malkovich, alias il supervisore e mentore
Duke, che però non fa di tutto per far emozionare e Colin Farrell, nei panni di Simon, antagonista
insipido e poco convincente. Jessica Chastain, dal canto
suo, porta avanti un personaggio stereotipato, un’eroina delle
tenebre che non compie alcuna evoluzione e che alla fine del film
ritroviamo tale e quale a come l’avevamo conosciuta dapprincipio.
Ci si sarebbe potuti spingere più a fondo, evitando di ricadere in
una riproduzione storpiata dell’action movie maschile,
approfondendo le motivazioni e le fondate preoccupazioni della
protagonista, invece di prediligere una narrazione appesantita da
spunti sparsi qua e là, per niente utili a quella che sarebbe
stata, al contrario, una necessaria trasformazione e conseguente
crescita di Ava.
Esperimento non riuscito
quindi per Tate Taylor e la Chastain, ciò
nonostante Netflix si è fatto carico di questa produzione, per
salvarla dal baratro preannunciato appena dopo la breve uscita del
film nelle sale cinematografiche americane ad Agosto 2020. Chissà
quanta visibilità rimane ancora a questa tentata spy story, che
molto altro avrebbe potuto diventare, senza però
riuscirvi.
Salma
Hayek, che vedremo prossimamente nell’attesissimo
Gli Eterni, ha
rivelato che il film sarà diverso da qualsiasi altro titolo del
MCU perché è stato girato per la
maggior parte in location reali. Il film seguirà una razza di
esseri immortali creati dai Celestiali che hanno vissuto sulla
Terra per migliaia di anni senza mai rivelare la loro vera natura,
e che hanno persino contribuito a plasmare il corso della storia
umana. Le riprese sono terminate poco prima dei blocchi imposti
dalla pandemia di Coronavirus: dopo numerosi rinvii, la data di
uscita è al momento fissata per il prossimo 5 novembre.
Gli Eterni farà parte della Fase 4
del MCU e introdurrà una nuova schiera di eroi all’interno del
celebre franchise, che dovranno unirsi per proteggere la Terra da
una razza umanoide chiamata Devianti. Anche se la maggior parte
delle informazione su Gli Eterni è avvolta nel mistero, forse
proprio a causa dell’oscuro materiale di partenza, sappiamo che il
film vanta la presenza di un un cast davvero impressionante, tra
cui spiccano il premio Oscar
Angelina Jolie, Gemma Chan, Kumail Nanjiani, Brian Tyree
Henry e le ex star di Game of ThronesRichard
Madden e Kit
Harington. Nel film ci sarà anche l’amatissima
Salma
Hayek, che interpreterà Ajak, il leader degli
Eterni.
Durante una recente intervista con
ET, Hayek ha parlato di come Gli Eterni sarà
diverso dai precedenti film del MCU. Diretto da Chloé
Zhao, tra le protagoniste dell’attuale stagione dei premi
grazie all’acclamato
Nomadland, pare che Gli Eterni avrà un’atmosfera
molto diversa rispetto ai precedenti film Marvel, e questo perché è
stato girato grazie all’impiego di moltissime location reali, come
spiegato appunto da Hayek. L’interprete di Ajak sembra attribuire
questa scelta di produzione alla visione creativa di Zhao.
“Penso che abbia sicuramente il
proprio DNA all’interno dell’universo Marvel. Sarà un film diverso.
È stato diretto da una donna, Chloé Zhao, e non abbiamo girato la
maggior parte delle scene in studio. Sono tutti luoghi reali, cosa
insolita per la Marvel. Sono molto entusiasta del film, ha
sicuramente un’atmosfera speciale, davvero unica. Ne sono davvero
entusiasta. Amo il mio personaggio e, soprattutto, amo il
cast.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
L’attesa è finita! Warner Bros.
Entertainment Italia annuncia l’arrivo in Italia di Wonder
Woman 1984, l’attesissimo film diretto da
Patty Jenkins con protagonista
Gal Gadot, in esclusiva digitale da venerdì 12
febbraio, disponibile per l’acquisto e il noleggio
premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV e per il noleggio premium su Sky
Primafila e Infinity.
Dalla regista Patty
Jenkins e con protagonista
Gal Gadot nel ruolo che dà il titolo al film, Wonder
Woman 1984 fa un balzo in avanti fino agli anni ’80,
dove l’ultima avventura di Wonder Woman la vede cavalcare fulmini
nel cielo, indossare ali dorate e inseguire un suo sogno mentre è
alla caccia di due nuovi e formidabili nemici: Max Lord e
Cheetah.
In Wonder
Woman 1984, il destino del mondo è nuovamente in
pericolo, e solo l’intervento di Wonder Woman riuscirà a salvarlo.
Questo nuovo capitolo della storia di Wonder Woman, vede Diana
Prince vivere tranquillamente in mezzo ai mortali nei vibranti e
scintillanti anni ‘80—un’epoca di eccessi spinta dal bisogno di
possedere tutto. Nonostante sia ancora in possesso di tutti i suoi
poteri, mantiene un basso profilo, occupandosi di antichi manufatti
e agendo come supereroina solo in incognito. Ma adesso,
Diana dovrà uscire allo scoperto e fare appello alla sua saggezza,
alla sua forza e al suo coraggio per salvare il genere umano da un
mondo in pericolo di vita.
Nel film sono protagonisti anche
Chris Pine nel ruolo di Steve Trevor,
Kristen Wiig in quello di Cheetah,
Pedro Pascal è Max Lord, Robin
Wright è Antiope e Connie Nielsen come
Hippolyta. Charles Roven, Deborah Snyder, Zack Snyder,
Patty Jenkins, Gal Gadot e Stephen Jones hanno prodotto il
film. Rebecca Steel Roven Oakley, Richard Suckle, Marianne Jenkins,
Geoff Johns, Walter Hamada, Chantal Nong Vo e Wesley Coller sono i
produttori esecutivi.
Jenkins ha diretto da una
sceneggiatura scritta da lei stessa assieme a Geoff Johns & Dave
Callaham, da un soggetto di Jenkins & Johns, basato sui personaggi
della DC. Wonder Woman è stata ideata da William Moulton Marston.
Accanto alla regista, dietro le quinte, troviamo diversi membri
della troupe del primo “Wonder Woman”, tra cui il direttore della
fotografia Matthew Jensen, la scenografa candidata all’Oscar Aline
Bonetto (“Amélie”) e la costumista premio Oscar Lindy Hemming
(“Topsy-Turvy”). Il montatore candidato all’Oscar Richard Pearson
(“United 93”) ha curato il montaggio del film. Le musiche sono del
compositore premio Oscar Hans Zimmer (“Dunkirk”, “The Lion
King”).
Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Atlas Entertainment / Stone Quarry, un film di Patty
Jenkins, “Wonder Woman 1984”, distribuito in tutto il mondo da
Warner Bros. Pictures.
L’attore britannico Rupert
Penry-Jones ha ammesso di non aver riconosciuto Colin Farrell sul set di The
Batman quando ha visto l’attore “nascosto” dalle
protesi impiegate per il look del suo Pinguino. Nonostante sia uno
dei progetti DC più attesi dei prossimi anni, The Batman
ha dovuto affrontare non poche difficoltà prima di arrivare sul
grande schermo. La produzione è ufficialmente partita all’inizio
dello scorso anno, con Robert Pattinson che è stato scelto per
il ruolo di Bruce Wayne al fianco di un cast di supporto a dir poco
stellare.
Tuttavia, la pandemia di Coronavirus
ha costretto The Batman
prima ad uno stop forzato e poi a numerosi ritardi nelle riprese e
a continui rinvii in merito alla data di uscita. Allo stato
attuale, sappiamo che le riprese dovrebbero continuare fino a
marzo, nonostante l’uscita nelle sale sia prevista soltanto nel
2022. Tuttavia, pare che tutta quest’attesa verrà ampiamente
ricompensata. Ambientato nel secondo anno di Bruce Wayne come
vigilante, il film seguirà Batman mentre indaga su una serie di
raccapriccianti omicidi che hanno sconvolto Gotham City. In base a
ciò che sappiamo sul film, l’Enigmista di Paul
Dano dovrebbe essere il villain principale della
storia, mentre il Pinguino di Colin Farrell non è ancora la versione
definitiva dell’iconico villain che tutti conosciamo.
Nel primo trailer ufficiale del
film, abbiamo visto un Farrell nei panni di Oswald Cobblepot
praticamente irriconoscibile a causa del trucco impiegato per dare
vita al personaggio. E a quanto pare, anche il resto del cast ha
avuto non poche difficoltà a riconoscere il celebre attore
irlandese. Rupert Penry-Jones, che nel film
interpreterà una vittima non ancora identificata, è stato ospite
dello show britannico
This Morning e ha condiviso i dettagli circa un episodio
alquanto divertente avvenuto proprio sul set del cinecomic DC.
“Sono arrivato sul set e c’era
questo ragazzo in giro… così sicuro di sé. Non avevo idea di chi
fosse. Era molto amichevole, raccontava un sacco di storie, ma io
continuava a pensare: ‘Chi è questo ragazzo?’. Ho pensato che
potesse essere un attore non protagonista. Ha continuato a parlare
con me. Era davvero amichevole e gentile, poi ho cominciato a
notare i dettagli del suo look. Aveva un tutore alla gamba e queste
strane cicatrici sul viso. Allora ho pensato: ‘Che sforzo
incredibile che hanno fatto per un personaggio di supporto’. Poi,
all’improvviso, mi sono reso conto: ‘Aspetta un minuto: questo è
l’attore che devo interpretare il Pinguino… oh mio Dio, quello è
Colin Farrell!’
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Ora è ufficiale: la
Snyder Cut di Justice
League sarà vietata ai minori a causa della
violenza e del linguaggio presenti nel film. Il tanto atteso taglio
di Zack Snyder permetterà a tutti i fan del
regista di vedere finalmente la versione originale del cinecomic
arrivato in sala nel 2017, ossia il film che Snyder avrebbe
realizzato se non avesse dovuto abbandonare la produzione e
lasciare il progetto nelle mani di Joss Whedon.
La Snyder
Cut, che durerà ben quattro ore, arriverà su HBO Max il
prossimo 18 marzo. L’uscita sulla piattaforma di streaming si
avvicina sempre di più, mentre la campagna marketing è ormai in
pieno svolgimento. Proprio di recente, Snyder ha condiviso online
la prima immagine ufficiale della nuova iterazione del Joker di
Jared Leto che vedremo nel suo taglio, nella
speranza che il film possa finalmente rendere giustizia alla
performance dell’attore premio Oscar dopo tutti i problemi che ci
sono stati in fase di post-produzione durante la lavorazione di
Suicide
Squad (di fatto, gran parte delle scene previste con Leto
sono state eliminate dal montaggio finale).
Adesso, secondo quanto riportato da
Film
Ratings, sappiamo che la Snyder Cut di
Justice League è stata ufficialmente valutata
come R dall’MPAA: il film sarà quindi vietato ai minori di 17 anni
a causa della violenza e del linguaggio presenti al suo interno. Si
tratta di un ulteriore (e sostanziale) differenza rispetto alla
versione cinematografica, che all’epoca dell’uscita in sala aveva
ottenuto un tradizionale PG-13, divieto che consiglia la visione
del film da parte dei minori di 13 anni alla presenza di un
adulto.
La “classificazione” nell’opera di Zack Snyder
Considerata la carriera di Snyder,
un visto censura R non dovrebbe sorprendere. I suoi primi tre film,
L’alba dei morti viventi, 300 e Watchmen sono stati tutti
classificati come R. Nonostante nel corso degli anni abbia lavorato
anche a progetti destinati ad un pubblico di famiglie (è il caso di
Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani), il modo
in cui Snyder ha concepito gli eroi DC si è sempre basato sulla
possibilità di esplorare il loro lato più oscuro.
All’epoca L’uomo
d’acciaio è stato valutato PG-13, così come
Batman v Superman: Dawn of Justice, anche se in origine il
film era stato concepito per essere vietato ai minori (rating che
di fatto è stato poi attribuito alla “Ultimate
Edition“). La maggior parte degli studi tende a cercare di
evitare un visto censura R, soprattutto quando si tratta di film di
supereroi: essendo indirizzati soprattutto ad un pubblico
giovane, un rating eccessivo potrebbe tradursi in potenziali enormi
perdite al botteghino. Tuttavia, la Snyder Cut di
Justice
League è stata da sempre pubblicizzata come la
visione originale del regista: proprio per questo, Snyder ha sempre
concepito il suo taglio come destinato ad un pubblico più
adulto.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
La sinossi ufficiale di The Suicide
Squad conferma quale sarà la squadra principale
del film e, soprattutto, la loro pericolosa missione. Il film è in
parte un sequel del cinecomic di David Ayer del 2016, dal momento che vedrà il
ritorno di personaggi come Harley Quinn (Margot Robbie), Rick
Flag (Joel Kinnaman),
Amanda Waller (Viola Davis) e
Captain Boomerang (Jai
Courtney), in parte un reboot, visto che ci saranno tantissimi
nuovi personaggi interpretati da star del calibro di Idris Elba,
John Cena, Pete Davidson e Peter Capaldi.
I dettagli sulla trama erano stati
tenuti nascosti fino ad ora, ma i primi materiali promozionali
avevano anticipato una location nuova di zecca per la Task Force X,
una sorta di isola tropicale invece della città in rovina che la
squadra aveva attraversato nel predecessore. James Gunn è stato incaricato di scrivere e
dirigere The Suicide Squad: considerato i precedenti lavori del
regista, il film sarà certamente ricco di sorprese, soprattutto
perché i fan non vedono l’ora di scoprire in che modo il regista di
Guardiani della Galassia si è approcciato al mondo
dell’organizzazione segreta targata DC.
Ora, la sinossi ufficiale del film
Warner Bros. conferma i membri della nuova squadra, nominando
specificamente Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang,
Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e Harley
Quinn. La sinossi anticipa anche l’alto tasso di mortalità del loro
nuovo incarico e il punto in cui la banda verrà lasciata. Come
rivelato in precedenza, vedremo la Task Force X schierata
sull’isola di Corto Maltese, nome assolutamente riconoscibile per
tutti i fan dei fumetti. Potete leggere la sinossi ufficiale di
seguito (via
Screen Rant):
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant,
King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di
tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Il genere della fantascienza al
cinema ha negli anni acquisito sempre nuove forme e temi, evolvendo
di pari passo all’evolvere del mondo e delle sue caratteristiche.
Uno dei filoni più interessanti formatisi negli ultimi due decenni
è senza ombra di dubbio quello del biopunk, dove si
descrive e affronta la nascente società biotecnologica, incentrata
sul potenziamento di individui non attraverso mezzi meccanici bensì
grazie alla manipolazione genetica. Uno dei massimi esponenti di
tale genere è il film Gattaca – La porta
dell’universo, diretto nel 1997 da Andrew
Niccol, autore di noti film di fantascienza come In Time e
Anon.
Con questa sua opera prima, da lui
anche scritta, Niccol ha così affrontato tematiche che di lì a
breve sarebbero diventate sempre più centrali nel mondo del cinema
e della cultura in generale. La sua non è però tanto una
riflessione su di un contesto fantascientifico quanto sulle
capacità umane raggiungibili attraverso il potenziamento biologico.
Nel trattare ciò, il regista si è avvalso di approfondi studi ed
esperti del settore, arrivando ad ottenere importanti primati. Il
film è infatti stato definito da molti scienziati come il film di
fantascienza più accurato mai realizzato. Un risultato che ha a suo
modo contribuito a rendere ulteriormente popolare la pellicola e il
suo fascino.
Non rivelatosi da subito come un
grande successo economico, Gattaca – La porta
dell’universo è solo con il passare degli anni divenuto un
vero e proprio cult. Ancora oggi, infatti, non manca di affascinare
spettatori di ogni tipo, sfoggiando un’attualità che sembra farsi
ogni giorno più concreta. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e le frasi più belle. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Gattaca – La porta dell’universo:
la trama del film
La vicenda qui narrata si svolge in
futuro prossimo, dove è possibile far nascere esseri umani con un
preciso corredo genetico. Tramite tale processo è possibile
prevedere in anticipo le caratteristiche del nascituro,
permettendogli dunque di venire al mondo privo di imperfezioni. In
questo contesto, la società si divide in Validi, ovvero
gli esseri dal corredo genetico perfetto, e i Non Validi,
ovvero i nati con genomi naturali, condannati a restare ai margini.
Il protagonista, Vincent Freeman vuole diventare
un astronauta, ma essendo nato come Non Valido, questa
possibilità gli è preclusa. Per realizzare il suo sogno, Vincent
decide dunque di assumere l’identità di Jerome, un
valido paraplegico a causa di un incidente. Tenere nascosta
la propria identità sarà però tutt’altro che semplice.
Gattaca – La porta dell’universo:
il cast del film
Protagonista del film, nei panni di
Vincent Freeman, è l’attore EthanHawke, celebre per titoli come
Boyhood e Prima di mezzanotte. Per interpretare
il ruolo, l’attore ha affermato di essersi basato in buona parte
sulle suggestioni dategli dal nome di questi. Il personaggio
presenta infatti un nome particolarmente esplicativo. “Vincent”
indica una personalità vincente, mentre “Freeman”, significa “uomo
libero”. Da ciò Hawke è partito per costruire la psicologia e la
personalità del personaggio. Ad interpretare il ruolo di Jerome
Eugene Morrow è invece l’attore Jude Law.
Questi, in particolare, si è concentrato sulla costruzione del
personaggio attraverso il sentimento della frustrazione. Egli si
trova infatti ad essere un Valido reso invalido da un
incidente, una condizione piuttosto insolita nella società del
film.
L’attrice Uma Thurman è
invece la protagonista femminile, Irene Cassini. Questa è una
collega di Vincent, la quale lo aiuterà a realizzare il suo sogno.
Fu proprio sul set di questo film che la Thurman e Hawke
intrapresero una relazione, sposandosi nel 1998 e divorziando poi
nel 2005, dopo aver dato vita a due figli, tra cui Maya
Hawke. Nel film sono poi presenti diversi altri noti
attori, tra cui Loren Dean, nei panni di Anthony
Freeman, padre di Vincent, e Gore Vidal, in quelli
del direttore Josef. Il premio Oscar Ernest
Borgnine, noto per Marty, vita di un timido,
interpreta qui il personaggio di Caesar, mentre Tony
Shalhoub è German. Il premio Oscar AlanArkin, infine, è presente nei panni del
detective Hugo, che indaga sul caso di Vincent.
Gattaca – La porta dell’universo:
le caratteristiche, le frasi, il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Per dar vita al mondo futuro in cui
si svolgono le vicende del film, il regista decise di avvalersi di
elementi provenienti da diverse epoche. Lo stile degli abiti, delle
acconciature e l’architettura degli edifici e delle automobili
rispecchia infatti quelle dei primi anni Sessanta. Tutto ciò,
infatti presentava già di suo elementi futuristici, qui accentuati
attraverso alcuni precisi dettagli. Inoltre, durante il film è
possibile udire alcuni annunci vocali all’interno di Gattaca.
Questi sono recitati in esperanto, una lingua che contribuisce a
sottolineare l’atmosfera universale e avanzata della società
rappresentata. Per ampliare l’effetto della perfezione fisica
umana, dovuta alla selezione dei geni, il regista ha infine scelto
di utilizzare nel film prevalentemente modelli e modelle.
È possibile fruire di
Gattaca – La porta dell’universo grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV,Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 3 febbraio alle ore
21:10 sul canale Paramount
Channel.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
Per uno che non doveva far parte di questo mondo, devo
confessare che all’improvviso mi costa lasciarlo. Però dicono che
ogni atomo del nostro corpo una volta apparteneva a una stella…
forse non sto partendo, forse sto tornando a casa. (Vincent
Freeman)
Jerome era stato progettato con tutto quello che serviva
per entrare a Gattaca salvo il desiderio di entrarci. (Vincent
Freeman)
Non esiste un gene per il destino. (Vincent
Freeman)
Si diceva che un figlio concepito nell’amore avesse
maggiori probabilità di essere felice… oggi non lo dicono più.
(Vincent Freeman)
Eagle
Pictures, primaria società di distribuzione e produzione
cinematografica in Italia, ha firmato un nuovo accordo per la
distribuzione di DVD e Blu-ray Disc con Sony Pictures
Entertainment Italia, in vigore dal 1° Aprile 2021. Il
nuovo accordo riguarda film e serie TV in formato fisico sul
mercato italiano.
I titoli Sony
Pictures di prossima uscita includono “Ghostbusters:
Afterlife”, “Peter Rabbit 2”, “Uncharted”,
i film Sony Pictures dell’Universo Marvel “Morbius” e
“Venom 2: Let
There Be Carnage” e il terzo film della serie “Spider-Man:
Homecoming”. Il vasto catalogo SPE include titoli come “C’era
una volta a Hollywood”, “Blade Runner 2049”, “Angry Birds”, “L’arte
di vincere”, “Outlander”, insieme a molti altri film e serie TV,
nuovi e di catalogo.
Andrea Goretti,
Amministratore Delegato di Eagle Pictures Spa dichiara: “Siamo
orgogliosi e molto felici di questo accordo attraverso il quale un
major studio come Sony Pictures ci ha affidato la distribuzione dei
suoi prodotti, permettendoci di consolidare la nostra leadership
tra i distributori indipendenti.”
Zelda Stewart, Country
Manager di Sony Pictures Entertainment Italia dichiara: “Abbiamo
percepito la passione di Eagle per i contenuti di qualità, passione
che li rende il partner locale perfetto per la distribuzione del
nostro catalogo e delle nostre prossime novità.”
Arriva finalmente per il pubblico
in occasione del 14 Febbraio, il San Valentino di tutti gli
innamorati, Baci rubati – Amori omosessuali nell’Italia fascista
, il film documentario di Fabrizio
Laurenti e Gabriella Romano, prodotto e distribuito daIstituto Luce-Cinecittà, già presentato con vivace
attenzione al Bellaria Film Festival, e al Florence Queer
Festival – dove ha ottenuto una Menzione speciale della
giuria. Baci rubatiraccontala condizione degli omosessuali
durante il fascismo, usando principalmente la voce di chi
ha vissuto in quegli anni. Il film offre un mosaico sfaccettato e
complesso che mette in evidenza la persecuzione che i gay e le
lesbiche italiani hanno subito, ma allo stesso tempo smonta gli
stereotipi e ricostruisce la molteplicità delle loro esperienze,
gli svaghi, le amicizie, gli affetti, gli amori e le consuetudini.
Sull’argomento si sa ancora oggi molto poco poichè il
silenzio che ha circondato l’omosessualità si è protratto ben oltre
il Ventennio.
Pur sottolineando la persecuzione e
le numerose restrizioni e sanzioni imposte dal regime agli
omosessuali, l’intento è quello di riportare in luce per la prima
volta alcune storie di chi, nonostante tutto, ha “resistito” ed è
riuscito a vivere seguendo le proprie scelte.
“Chiunque (…) compie atti di
libidine su persona dello stesso sesso, ovvero si presta a tali
atti, è punito, se dal fatto derivi pubblico
scandalo, con la reclusione da sei mesi a tre anni.”
Così enunciava nel 1927, in prima stesura, l’articolo 528 del nuovo
codice penale Rocco riguardo la repressione dell’omosessualità, che
veniva in tal modo per la prima volta contemporaneamente
riconosciuta e sanzionata. Sul sanzionarla tutti d’accordo, ma
sulla necessità di riconoscere che in Italia fosse diffuso il
“turpe vizio” – come veniva allora definita una relazione non
eterosessuale – mai e poi mai! Sarebbe stata messa in discussione
la virilità stessa del maschio italiano.
Così il film interpella storici che
si sono occupati di omosessualità durante il regime di
Mussolini. Ma predilige le voci dei protagonisti che
raccontano le proprie vicende, sentimenti ed avventure. Tra il
serio ed il faceto, il sentimentale e lo sfacciato, si alternano
pagine di diari, lettere, poesie e ricordi di
amori proibiti, osteggiati, censurati, ma esistiti, vissuti,
cantati e ricordati con orgoglio.
Sono così di notevolissimo
interesse le parole di scrittori assoluti come Aldo Palazzeschi, de
Pisis, Sandro Penna, Radclyffe Hall, posti accanto agli inserti di
letteratura ‘scientifica’ dell’epoca; e più di tutto interessante
che il film raccolga voci di estrazioni sociali, mentalità,
esperienze differenti.
Parole che nel film vivono
dell’interpretazione da manuale di Luca Ward, che
restituisce con sottigliezza sulfurea la prosa scientifica sul
‘problema’ degli omosessuali, accanto alle voci partecipi e
coinvolgenti di interpreti popolari come,
Valentina Cervi,
Sabrina Impacciatore e
Neri Marcorè.
Attraverso le parole dei
protagonisti, il film documenta alcuni aspetti della repressione
dell’omosessualità come gli arresti, l’internamento in manicomio,
le ammonizioni, le indagini dei commissari, le dichiarazioni dei
prefetti, le violenze degli squadristi.
Baci
Rubatisi avvale di materiali di repertorio
molto preziosi provenienti da collezioni private,
interviste radiofoniche risalenti all’inizio degli Anni Ottanta e
brani di diari inediti, a cui fanno da controcanto le immagini
ufficiali del regime, quelle dei cinegiornali Luce, che illustrano
l’ideale fascista di virilità e femminilità.
Un montaggio serrato di immagini di
repertorio illustra il culto della virilità del regime, il clima
delle sue campagne di moralizzazione, la creazione dello stereotipo
dell’uomo “effeminato” e della donna “mascolina” ed al contempo
racconta il vissuto di omosessuali e lesbiche, testimoniato da
fotografie e filmati provenienti da archivi privati. Attraverso
questi materiali preziosi e inediti il film celebra il
coraggio di chi ha affermato le proprie scelte di vita, nonostante
l’azione repressiva della dittatura.
L’uscita on demand su piattaforma
dal 14 febbraio, giorno di San Valentino, è una dedica speciale al
coraggio e alla libertà di tutti gli amori.
Tantissime le serie in onda su Sky
e in streaming su NOW TV che saranno protagoniste ai prossimi
Golden Globes 2021. In lizza per le prestigiose
statuette assegnate dalla Stampa Estera di Hollywood al meglio
della TV (e del cinema) dell’anno appena trascorso, infatti, buona
parte dei titoli in onda su Sky Atlantic che fanno ricchissimo il
catalogo on demand di Sky.
La cerimonia, che anche quest’anno
sarà possibile seguire in esclusiva per l’Italia su Sky Atlantic,
in diretta, nella notte fra il 28 febbraio e l’1 marzo, avrà fra i
suoi protagonisti titoli come The Undoing – Le verità non dette,
l’apprezzatissimo family drama HBO con Nicole Kidman e Hugh Grant
che guida la categoria delle migliori miniserie dell’anno, Lovecraft Country – La terra dei demoni, che
gareggerà fra le migliori serie drammatiche dell’anno e che come
The Undoing è disponibile on demand su Sky e in streaming
su NOW TV, e The Flight Attendant (prossimamente su Sky),
la crime comedy segnalata fra le serie migliori dell’anno e per la
sua protagonista, l’amatissima Kaley Cuoco di The Big Bang
Theory.
Titoli che spiccano anche in ambito
attoriale. I protagonisti più amati delle serie citate vengono
tutti, infatti, nominati: trionfo per il cast di The
Undoing, con Nicole Kidman, Hugh Grant e Donald
Sutherland che guidano le rispettive categorie; il Perry
Mason oscuro e tormentato di Matthew Rhys vale
all’attore gallese la candidatura come miglior protagonista di una
serie drammatica; Ethan Hawke è nominato come miglior attore
protagonista di una miniserie per The Good Lord Bird, la
serie SHOWTIME sulla storia di John Brown; Don
Cheadle vede riconosciuto invece il gran lavoro fatto su
Black Monday.
Fra le categorie più combattute
senz’altro quella per il miglior attore protagonista di una
miniserie, una serie antologica o un film per la TV, dove a
contendersi il Golden Globe sono, oltre ai già ricordati Hugh Grant
e Ethan Hawke, anche Mark Ruffalo, già vincitore
dell’Emmy Award per Un volto, due destini – I know this much is
true, Bryan Cranston, nominato per la
performance in Your Honor, atteso legal thriller su Sky e
NOW TV dal 24 febbraio, e Jeff Daniels,
protagonista con Brendan Gleeson (anche lui
candidato) della miniserie in due parti Sfida al Presidente –
The Comey Rule, sul complicato rapporto fra Donald Trump e
l’ex direttore dell’FBI James Comey. Tutte incredibili performance
che è possibile recuperare o rivedere on demand su Sky e in
streaming su NOW TV.
Ecco il trailer ufficiale di
Coming 2 America, il cui titolo italiano
sarà Il
principe cerca figlio. Gli Amazon Studios lanceranno
il film in esclusiva in tutto il mondo su Prime
Video il 5 Marzo 2021.
Il principe cerca
figlio è diretto da Craig Brewer e si
basa su una sceneggiatura scritta daKenya Barris, Barry W.
Blaustein e David Sheffield, su un soggetti
diBarry W. Blaustein, David Sheffield e Justin
Kanew.Basato sui personaggi creati da
Eddie Murphy e prodotto da Kevin Misher e Eddie
Murphy. Costumi di Ruth E. Carter
Executive producer: Brian Oliver, Bradley Fischer,
Valerii An, Kenya Barris, Charisse Hewitt-Webster, Michele Imperato
Stabile e Andy Berman Con:
Eddie Murphy, Arsenio Hall, Jermaine Fowler, Leslie Jones,
Tracy Morgan, KiKi Layne, Shari Headley, con Wesley Snipes e James
Earl Jones. A cui si uniscono John Amos, Teyana Taylor, Vanessa
Bell Calloway, Paul Bates, Nomzamo Mbatha, Bella Murphy
Nel rigoglioso regno di Zamunda, Re
Akeem (Eddie Murphy) è appena stato incoronato e con il suo fidato
consigliere Semmi (Arsenio Hall) intraprende una nuova ed
esilarante avventura che li porta ad attraversare il globo partendo
dalla loro meravigliosa nazione africana fino al Queens, il
quartiere di New York dove tutto è iniziato.
Sarah Jessica Parker e Taraji P. Henson hanno annunciato i nominati
per i Golden Globes 2021, che quest’anno, per le
motivazioni legate alla pandemia, si svolgono con quasi due mesi di
ritardo, con la cerimonia di premiazione fissata per il 28 febbraio
prossimo, presentata da Tina Fey e Amy
Poehler.
Tutte le nomination ai Golden Globes 2021
MOTION PICTURES
BEST MOTION PICTURE – DRAMA
THE FATHER (Trademark Films; Sony Pictures Classics)
HAMILTON
(Walt Disney Pictures / RadicalMedia / 5000 Broadway Productions /
NEVIS Productions / Old 320 Sycamore Pictures; Walt Disney Studios
Motion Pictures)
MUSIC
(Pineapple Lasagne Productions / Landay Entertainment; Vertical
Entertainment / IMAX)
PALM SPRINGS
(Party Over Here / Limelight Productions; NEON / Hulu)
THE PROM
(Netflix / Dramatic Forces / Storykey Entertainment; Netflix)
BEST PERFORMANCE BY AN ACTRESS IN A MOTION PICTURE –
MUSICAL OR COMEDY
Quando la Warner Bros. ha annunciato
la data di uscita ufficiale della versione di Justice
League ad opera di Zack Snyder, i fan più attenti hanno scoperto
che Will Beall (co-sceneggiatore di Aquaman) ha
effettivamente contribuito alla storia. In realtà, proprio a Beall
era stato affidato un film dedicato alla Justice League tra il 2010
e il 2011, con Ben Affleck incaricato di occuparsi della
regia (tra gli altri).
Naturalmente, quel progetto non ha
mai visto la luce, con la Warner Bros. che ha preferito dare il via
libera al DCEU sotto l’egida di Snyder. La sceneggiatura della
Snyder Cut è stata scritta da Chris
Terrio, che ha naturalmente preso in prestito alcune delle
idee proveniente dal film mai realizzato di Beall e dalla sua
visione.
Quando Justice
League è arrivato nelle sale nel 2017, Beall non
è mai stato menzionato, quindi è probabile che ciò che aveva
pianificato per il suo film mai realizzato sia poi finito
all’interno della Snyder Cut.
ComicBookMovie ha raccolto 10 dettagli sulla sceneggiatura di
Beall per il suo Justice
League mai realizzato.
Batman e Superman erano alleati
Superman è morto all’inizio
della Snyder Cut, ma nella versione di Beall, l’Uomo d’Acciaio è in
realtà un alleato di Batman. Conoscono l’identità segreta l’uno
dell’altro e si danno appuntamento in una tavola calda di
Metropolis per fare il punto della situazione.
Prima di dirigersi a Central City
per reclutare Flash, ha luogo una battaglia nella Lexcorp Tower
contro KGBeast e Killer Croc. Lex Luthor sta tentando di acquistare
la Kryptonite dal primo, ma vengono tutti interrotti dall’arrivo di
Desaad, uno dei più fedeli seguaci di Darkseid. Questi uccide Croc
e se ne va con la Kryptonite.
Darkseid era il grande cattivo del film
Steppenwolf non aveva molto
spazio in questa versione di Justice League: infatti, era
Darkseid il cattivo principale. Il film introduceva quasi subito il
sovrano di Apokolips, con la scena iniziale che si svolgeva proprio
sul pianeta natale del cattivo. Chiaramente, Snyder e Terrio
avevano un’idea totalmente diversa in merito all’introduzione sul
grande schermo di Darkseid, dal momento che nella Justice
League di Snyder – prima che il regista abbandonasse il
progetto – il villain doveva apparire soltanto in un breve
cameo.
Avrebbe poi dovuto essere al centro
della scena nella seconda parte di Justice League, che
all’inizio era anche stata approvata dalla Warner Bros. Se fosse
stata usata la sceneggiatura di Beall, Darkseid avrebbe potuto
riscuotere il medesimo successo di un personaggio come Thanos.
Niente Aquaman
L’Aquaman di Jason Momoa è
diventato uno dei personaggi preferiti dai fan, con il suo film da
solista che nel 2018 ha incassato oltre 1 miliardo di dollari a
livello globale. Beall, tuttavia, non aveva intenzione di
utilizzare il re di Atlantide. Anche se c’erano molti altri eroi
nella sua versione di Justice League, pare che lo
sceneggiatore non sia mai riuscito a capire come portare questo
supereroe divisivo sullo schermo nella maniera più appropriata.
È importante
ricordare che quando Beall stava lavorando alla sceneggiatura del
suo Justice League, la DC Comics non aveva ancora
reinventato il personaggio di Arthur Curry attraverso l’iniziativa
editoriale “New 52”. A quel punto, sarebbe stato difficile
coinvolgere Aquaman nella storia, con Beall che ha preferito
concentrarsi sui personaggi che Snyder avrebbe poi trascurato nel
suo film, tra cui Lanterna Verde…
Un team-up tra Lanterna Verde e Hawkman
C’era un enorme elemento
cosmico nella sceneggiatura di Justice League ad opera di Beall,
con la Lanterna Verde John Stewart e Hawkman che facevano squadra
per impedire a Kanjar Ro di aiutare Dessad ad armare la Kryptonite
che aveva rubato a Lex Luthor e al KGBeast.
Non viene mai menzionato Hal Jordan:
è probabile che il film di Beall fosse ambientato in un mondo
separato da quello descritto in Lanterna Verde del 2011
con Ryan Reynolds. Parallelamente, c’era anche una sottotrama
legata a Amanda Waller e al Department of Metahuman. È interessante
notare che la sua squadra era composta da Tattooed Man, Copperhead,
Cheetah e Solomon Grundy. Sempre sulla Terra, Superman viene rapito
da Steppenwolf e dai suoi Parademoni e riportato ad Apokolips.
Il Massacro di Oa
Batman si dirige a
Themyscira per cercare l’aiuto di Wonder Woman e apprendiamo che
tra i due c’è una storia d’amore. John Stewart, nel frattempo,
torna sulla Terra e incontra Bruce, Diana e Flash nella Batcaverna
(che è piena zeppa di easter egg, tra cui l’ombrello di Pinguono e
numerose versione della Batmobile e del Batsuit).
Mentre la squadra
formula un piano per salvare Superman, John torna a Oa, solo per
trovare il pianeta decimato da Darkseid. Katma Tui, Kilowag, Guy
Gardner, Salakk e Tomar-Re sono tutti morti, segno che Beall non
stava esattamente pensando al loro potenziale futuro nell’Universo
DC… o almeno, fino a quel momento. Senza il Corpo delle Lanterne
Verdi, Darkseid può finalmente dirigersi sulla
Terra.
Batman v Superman
Superman è caduto sotto il
controllo di Darkseid e ne consegue uno scontro con Batman. Come in
Batman v Superman: Dawn of Justice e in The Dark
Knight Returns di Frank Miller, il Crociato Incappucciato
ndossa una speciale tuta corazzata per affrontare l’Uomo d’Acciaio
in un combattimento corpo a corpo.
È Wonder Woman che alla fine scopre
come liberare Superman da Darkseid, e l’eroe si unisce rapidamente
alla Lega per respingere l’invasione del cattivo. Tuttavia, le cose
si fanno un po’ strane a questo punto, poiché Kal-El si ritrova nel
futuro, a undici anni di distanza rispetto ai fatti narrati, dopo
aver viaggiato attraverso un Boom Tube. Questo deve essere il
momento che ha fornito a Snyder e Terrio lo spunto per la famosa
scena dell’incubo.
Un futuro desolato
Superman scopre che
Darkseid ha spazzato via l’80% della popolazione del pianeta e
Diana e Bruce stanno guidando ciò che resta della resistenza umana.
Batman e Wonder Woman hanno anche un figlio: Clark Wayne.
Sembra che la scomparsa di Superman
attraverso il Boom Tube abbia lasciato la Terra indifesa, e anche
Lex Luthor è ora allineato con gli eroi. “Batman’s Berzerkers” è
una squadra composta da Deathstroke, Captain Boomerang, Cacciatrice
e Cheetah, il che significa essenzialmente che il Cavaliere Oscuro
è il leader della Suicide Squad. La sede dei sopravvissuti si trova
nella Fortezza della solitudine di Superman.
Viaggio nel tempo
Sappiamo che Batman e
Cyborg sono i responsabili dell’invio di Flash indietro nel tempo
nello SnyderVerse, anche se è probabile che quelle scene siano
state riservate per il sequel.
Nel film di Beall, è Lex Luthor che
ha capito come mandare Barry Allen undici anni indietro rispetto al
presente. Il Flash del futuro arriva sulla Terra prima
dell’invasione di Darkseid e muore tra le braccia del suo io più
giovane poco dopo aver avvertito il giovane Barry di ciò che la
Lega dovrà affrontare. Dopo aver avvertito i suoi compagni di
squadra, la scena è pronta ad ospitare una battaglia epica…
L’epica battaglia finale
Superman è già stato
portato su Apokolips a questo punto, quindi Batman, Wonder Woman,
Flash e Lanterna Verde viaggiano sul pianeta per fermare Darkseid
prima che possa fare il lavaggio del cervello al loro compagno di
squadra. Superman viene salvato e gli eroi affrontano il cattivo e
le sue forze.
Il Corpo delle Lanterne Verdi, che è
vivo in questa linea temporale, presto arriva per dare una mano,
così come le guerriere ammazoni di Themyscira. Gli eroi emergono
vittoriosi dalla battaglia e impediscono a quel desolato futuro di
diventare una realtà. Darkseid p stato sconfitto, ma c’è un altro
nemico in attesa dietro le quinte…
Lex Luthor Presidente
Lex Luthor ha in programma
di candidarsi alla Presidenza, un bel suggerimento su come la sua
storia si è svolta nei fumetti. Tuttavia, c’è un’ultima sorpresa
che potrebbe preparare il terreno per un film spin-off di Superman.
Lex riceve un messaggio dal suo sé futuro e scopre che Superman è,
in effetti, Clark Kent.
La sceneggiatura di Beall non rivela
cosa fa il cattivo con quell’informazione, ma ci sono molti modi in
cui la cosa avrebbe potuto essere affrontata. In Batman v
Superman: Dawn of Justice, Lex lo deduce lui stesso. Quanto
Snyder e Terrio hanno preso in prestito da quella sceneggiatura, in
merito a quell’avvenimento, rimane ad oggi un mistero.
La
Snyder Cut di Justice
League sistemerà probabilmente uno degli aspetti più
odiati dell’iterazione del Joker da parte di Jared Leto. In Suicide
Squad di David Ayer, il Clown Principe del Crimine aveva i
capelli verdi e sfoggiava un taglio molto corto, mentre il suo
corpo era disseminato di una quantità eccessiva di tatuaggi.
La maggior parte dei fan e dei
critici ha contestato il look del famoso cattivo. Tuttavia,
Zack Snyder ha recentemente condiviso una foto
del Joker di Leto che palesa come l’aspetto controverso del villain
visto in Suicide
Squad sia stato modificato nella sua versione di
Justice
League. Nonostante il look del personaggio non sia
chiaramente visibile nell’immagine condivisa da Snyder, è comunque
evidente come il personaggio non presenti più alcun tatuaggio
(almeno, non sul viso!). Inoltre, i suoi capelli sono molti più
lunghi rispetto alla versione vista nel cinecomic di Ayer, lunghi
fino alle spalle e pettinati all’indietro.
Inoltre, il Joker indossa dei
guanti abbastanza larghi e quella che sembra essere a tutti gli
effetti una camicia di forza. Il Clown Principe del Crimine si
trova ad Arkham? Batman è andato a fargli visita? La versione del
Joker ad opera di
Jared Leto non è apparsa nella versione
cinematografica di Justice
League, rendendo di fatto la Snyder Cut la
seconda avventura del DCEU in cui ritroveremo l’iconico
personaggio. All’epoca dell’uscita di Suicide Squad nelle sale, i
fan rimasero molto delusi dal look scelto da Ayer per il
personaggio, con lo stesso regista che arriverò a scusarsi per
alcune scelte (come ad esempio il tanto bistrattato tatuaggio
“Dameged” sulla fronte).
La Snyder Cut di Justice League
renderà “giustizia” al Joker di Jared Leto?
Ad oggi è impossibile dire con
esattezza dove si collocherà il Joker all’interno della storia alla
base della Snyder Cut. È probabile che l’immagine
condivisa da Snyder faccia riferimento ad un flashback, ma la
speranza è che il nuovo taglio del cinecomic possa regalare ai fan
un’altra interpretazione unica del subdolo e spietato cattivo della
DC, lontana da quello che abbiamo visto in Suicide
Squad.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Tratto dal romanzo di Jennifer
Mathieu e diretto da Amy Poehler Girl power – La rivoluzione comincia a scuola
racconta di Vivian (Hadley Robinson) è una sedicenne all’apparenza
timida che preferisce rigare dritto e passare inosservata. Ma
quando l’arrivo di una nuova studentessa (Alycia Pascual-Peña) la
obbliga a esaminare il comportamento fuori controllo dei suoi
compagni di classe che imperversa a scuola, si rende conto di
averne avuto abbastanza. Prendendo ispirazione dal passato ribelle
della madre (Amy Poehler), Vivian pubblica anonimamente Moxie, una
fanzine clandestina che denuncia i pregiudizi e i torti subiti al
liceo dando vita inaspettatamente a un vero e proprio movimento.
Trovandosi ormai al centro di questa rivoluzione, la ragazza
instaura nuove amicizie con altre giovani donne e alleate superando
le rivalità tra combriccole e club e affrontando insieme le
difficoltà dell’adolescenza.
Edgar Wright, regista che era stato
inizialmente scelto per dirigere Ant-Man,
ha svelato di essersi riconciliato con Kevin
Feige, presidente dei Marvel Studios, per la prima volta
dalla sua dipartita dal progetto. Quando Ant-Man è
entrato per la prima volta in sviluppo nel 2006, Wright era stato
scelto dalla Marvel come co-sceneggiatore e regista.
I fan erano piuttosto eccitati
all’idea di poter vedere la visione del piccolo grande eroe da
parte del regista dell’ormai celebre “Trilogia del Cornetto”.
Tuttavia, nel 2014 Wright decise di abbandonare il progetto a causa
di alcune divergente creative, e da allora non è mai più entrato in
contatto con il mondo dei supereroi. Peyton Reed è
stato poi assunto per dirigere il primo Ant-Man, con
Adam McKay e Paul Rudd che hanno rimaneggiato lo scriopt
che Wright aveva scritto insieme a Joe Cornish.
Di recente, Edgar Wright ha curato l’ultimo speciale
numero della rivista
Empire interamente dedicato ai momenti più belli della storia
del cinema, realizzato per onorare l’esperienza cinematografica in
un momento particolarmente difficile per la sala. Proprio in
occasione di uno dei podcast della rivista, Wright ha parlato del
boss della Marvel Kevin Feige, confermando che non
aveva parlato con lui da quando aveva lasciato Ant-Man.
Edgar Wright e Kevin Feige: una
storia a lieto fine…
Pur riconoscendo che si trattò di un
addio “diplomatico” all’epoca, Wright ha ammesso che sentiva che
non c’era un reale motivo per restare in contatto. Tuttavia,
proprio mentre esaminava le proposte dei lettori per lo speciale
numero di Empire, si è reso conto di quante storie facessero
riferimento al MCU, cosa che lo ha spinto a voler ristabilire un
contatto con Feige.
“Ho pensato che sarebbe stato
falso da parte mia leggere quest’articolo senza menzionare neanche
una volta la parola ‘M’. Quindi, ho fatto quello che non avevo mai
fatto in sei anni: ho appena mandato un’email a Kevin. È stata
davvero una cosa carina, e Kevin è stato davvero toccato dal fatto
che lo avessi contattato direttamente e gli avessi detto
semplicemente: ‘Hey’. Inoltre è stato divertente, dopo sei anni
senza contatti, mandargli un’e-mail dicendo: ‘Kevin, ho bisogno che
tu scriva qualcosa per me, e ne ho bisogno domani!’. Quindi è stato
carino, ci siamo praticamente riconnessi grazie a questo articolo
ed è stato molto dolce. Sono molto contento di averlo fatto, ed ero
molto felice che la sua risposta sia stata così… è stato davvero
toccato dal fatto che lo avevo cercato e sento che quello che ha
scritto è stato fantastico. Gli ho detto che avevo letto quello che
aveva detto su Aliens a James Cameron… aveva detto che era
semplicemente folle. Quindi è stato bello. Un bel lieto fine per la
nostra storia.”
Un’immagine inedita di
Rogue One: A Star Wars Story rivela una scena con
Darth Vader eliminata dal film. Il primo spin-off della celebre
saga fantascientifica è uscito nel 2016 e racconta la storia di un
gruppo di spie ribelli che hanno sacrificato le loro vite per
rubare i piani della Morte Nera. Tale evento è stato determinante
per il disarmo dell’arma galattica da parte della Ribellione nel
film
Una nuova speranza.
Il finale di Rogue One si è quindi
collegato direttamente al primo film originale di
Star Wars. Nonostante, quindi, la presenza di nuovi
personaggi come Jyn Erso, Cassian Andor e Orson Krennic, nel film
erano presenti anche diversi volti familiari. Peter Cushing, ad
esempio, è stato ricreato tramite la CGI per consentire
l’inclusione del personaggio di Grand Moff Tarkin; ancora,
un’attrice è stata usata per il ruolo della Principessa Leia, e
tramite gli effetti visivi si è cercato di farla assomigliare
quanto più possibile a Carrie Fisher da giovane. Anche Darth Vader
era nel film, sebbene sia stato usato con maggiore parsimonia.
In
Rogue One abbiamo visto una delle sue scene più
iconiche in Star
Wars fino ad ora: la terrificante scena del corridoio.
Ma a parte questa e un paio di altre apparizioni nel film, avrebbe
dovuto esserci un’altra sequenza in cui Darth Vader era coinvolto.
Ora, un’immagine di quella scena è stata recentemente diffusa
online – via
Twitter – dal supervisore all’animazione della Industrial Light
& Magic, Hal Hickel. Nei commenti al post, Hickel ha spiegato che
Vader avrebbe dovuto avere una conversazione con Tarkin nella scena
in questione; sfortunatamente, Hickel non è stato in grado di
ricordare qual era l’argomento del loro confronto.
Non è un segreto che
Rogue One abbia subito alcuni cambiamenti
significativi in fase di post-produzione che, alla fine, hanno
alterato il finale memorabile del film. Questa particolare
inquadratura di Vader è stata inclusa nei vari trailer del film, ma
non è mai stata inserita nel montaggio finale, quindi nella
versione del film arrivata nelle sale.
Hickel non è entrato nello specifico
sul motivo per cui la scena è stata tagliata, ma ha suggerito che
non si adattava alla forma finale che il progetto aveva assunto,
per questo hanno deciso di scartarla. Nei commenti al post, i fan
hanno suggerito l’idea che Lucasfilm aggiunga questo particolare
momento – insieme a tutti quelli inutilizzati – in un’edizione
speciale di
Rogue One destinata all’home video. Hickel ha risposto che
se ci sarà abbastanza interesse, non è una possibilità da escludere
a priori.
In tempo di conflitto, un gruppo di
improbabili eroi si unisce per una missione: rubare i piani della
Morte Nera, l’arma di distruzione definitiva dell’Impero. L’evento
chiave nella timeline degli eventi di Star Wars mette insieme
persone ordinarie che scelgono di fare cose straordinarie,
diventando così parte di qualcosa di più grande di loro stessi.
Amanda Seyfried pensa che non si sarebbe
divertita a lavorare in un film di supereroi. L’attrice sta
ricevendo diverse recensioni entusiastiche per la sua
interpretazione di Marion Davies nel nuovo film di David Fincher,
Mank, dedicato
alla realizzazione del classico del 1941 Quarto potere,
con
Gary Oldman nel ruolo del protagonista. Dopo aver debutto nella
commedia adolescenziale Mean Girls, Seyfried ha avuto una
carriera di grande successo. Tra i suoi film più celebri si
ricordano certamente Mamma Mia! film, Les Misérables e
First Reformed.
In passato all’attrice era stato
offerto il ruolo di Gamora in
Guardiani della Galassia (poi andato a Zoe Saldana), ma all’epoca rifiutò perché
pensava che il film non avrebbe avuto successo. Parlando con
l’Associated
Press, Seyfried ha ammesso che ci possono essere dei limiti nel
fare determinati film e che tali limiti, dal suo punto di vista,
riguardano anche i film di supereroi. L’attrice ha spiegato di non
essere una grande fan delle tecniche impiegate per realizzare
questi tipi di film (ad esempio, recitare davanti al green screen)
e ha ammesso che, ogni volta che le veniva proposto un ruolo in un
cinecomic, ha dovuto insistere per far valere la sua volontà di non
prendervi parte.
Tuttavia, Seyfried riconosce
l’importanza del genere, così come la sua eredità e la varietà
incredibile di mondi e universi in cui sono grado di trasportare
gli spettatori. “Immagino che non ci siamo molti agenti che
pensavo che i loro clienti non trarrebbero vantaggio da un grande
film di supereroi, ma io ho sempre dovuto combattere contro questa
filosofia. Penso che i cinecomic siano meravigliosi. Semplicemente,
riescono a trasportarti in un questo incredibile universo che non
esiste. Sono divertenti e credo davvero che, per i bambini di oggi,
possano rappresentare una grande eredità in futuro. Ma ad essere
onesti non mi interessa quell’aspetto così ‘fisico’ della
recitazione, né tantomeno essere costretta a far viaggiare così
tanto la mia immaginazione ogni giorno. Non sono una fan del green
screen, questa è la verità. Voglio divertirmi quando
lavoro.”
Ogni attore ha chiaramente dei
gusti personali e, come si evince da queste dichiarazioni, i film
di supereroi non sono il genere prediletto di Amanda Seyfried. Grazie al successo di
Mank, è certo
che l’attrice avrà ancora molte opportunità in futuro. Ad oggi non
sappiamo dove il suo percorso la porterà, né quali sfide sarà
eventualmente pronta a raccogliere. Quel che è certo, ad oggi, è
che quasi sicuramente non la vedremo mai recitare in un
cinecomic.
Sono iniziate a Roma le riprese
di Carla con
Alessandra Mastronardi nel ruolo di Carla Fracci, il
primo film tv sulla straordinaria vita della più grande ballerina
italiana di tutti i tempi. Una coproduzione Rai Fiction –
Anele, diretto da Emanuele Imbucci e
prodotto da Gloria Giorgianni con Fabio
Scamoni, in onda prossimamente su
Rai1.
Liberamente ispirato
all’autobiografia di Carla Fracci “Passo dopo passo – La mia
storia” e realizzato con la consulenza diretta della
stessa Carla Fracci, del marito Beppe Menegatti e della loro
collaboratrice storica Luisa Graziadei, il film ripercorre
il percorso umano e professionale di un’icona della danza mondiale,
universalmente riconosciuta come una delle più grandi étoile del XX
secolo e definita nel 1981 dal New York Times “prima ballerina
assoluta”.
Carla: la trama
Dopo le prime settimane di
riprese a Roma e Orvieto, il set
si sposterà a Milano e in particolare al
Teatro alla Scala che, per la prima volta nella
sua storia, apre le porte a una produzione fiction permettendo di
girare all’interno dei suoi storici e prestigiosi spazi, per
celebrare un’artista che proprio nell’accademia di danza del Teatro
alla Scala ha mosso i suoi primi passi nel 1946, diplomandosi nel
1954 e diventando prima ballerina nel 1958. La sua passione unica,
una grazia assoluta e una tecnica impeccabile l’hanno portata alla
consacrazione internazionale, calcando i palcoscenici più
importanti del mondo ed incantando gli amanti della danza di tutto
il pianeta. Il racconto parte dalla storia di una Carla bambina
nell’immediato dopoguerra, poi adolescente e giovane donna nella
Milano degli anni ‘50-‘60, ne racconta l’ascesa al successo e la
difficile scelta di diventare mamma in un momento cruciale della
sua carriera. Istinto, passione e sfida, gli elementi che
caratterizzano la storia di una grande eccellenza femminile del
nostro Paese.
Carla è una
coproduzione Rai Fiction – Anele. Un film
tv da 100 minutidiretto da Emanuele
Imbucci, prodotto da Gloria Giorgianni con Fabio
Scamoni. Produttori Associati Tore Sansonetti e
Carlotta Schininà. Produttori Rai Lorenza
Bizzarri e Gianluca Casagrande. Scritto
da Graziano Diana e Chiara
Laudani, con la collaborazione di Emanuele
Imbucci e Fabio Scamoni. Con la
consulenza di Carla Fracci, Beppe Menegatti e Luisa
Graziadei. Liberamente ispirato all’autobiografia di Carla
Fracci, “Passo dopo passo – La mia
storia”, (Arnoldo Mondadori Editore, 2013).
In onda prossimamente su Rai1.
Black Widow è stato più
difficile da scrivere di WandaVision, secondo Jac
Schaeffer, creatore e capo degli sceneggiatori della serie
Marvel ambientata nel MCU. WandaVision è stato presentato in anteprima lo scorso
15 gennaio, lanciando finalmente la Fase 4 del MCU e ottenendo fin
da subito larghi consensi. La serie segue i personaggi di Scarlet
Witch e Visione intrappolati in un misterioso sobborgo chiamato
Westview, alle prese con una vita soltanto all’apparenza
perfetta.
Schaeffer aveva già lavorato con i
Marvel Studios: non solo ha contribuito alla sceneggiatura di
Captain
Marvel, ma si è anche occupata dello script
dell’attesissimo Black Widow, che sarà il
primo film della Fase 4. La Natasha Romanoff di Scarlett Johansson
avrà finalmente il suo film da solista, che esplorerà il misterioso
passato del personaggio. Sfortunatamente, l’uscita del film è stata
rimandata diverse volte a causa dell’emergenza Coronavirus: ad
oggi, la data di uscita è fissata per il prossimo maggio, ma è
molto probabile che slitterà ancora una volta. Tuttavia, la Disney
ha chiarito che il film non verrà distribuito attraverso Disney+.
Di recente, Schaeffer ha spiegato a
SYFY Wire che, contrariamente a quanto molti potrebbero
pensare, Black Widow è stato più
difficile da scrivere rispetto a WandaVision.
Schaeffer ha spiegato di essere più in sintonia con le idee alla
base di
WandaVision, inclusa l’ispirazione da sitcom che ha tratto
dalla sua personale esperienza con le serie che era solita guardare
da bambina. La regista e sceneggiatrice ha detto che Black Widow, in quanto film di
supereroi a tutti gli effetti, è stato molto più difficile da
approfondire rispetto all’ingarbugliato puzzle che rappresenta
WandaVision.
“Mi piaceva la folle idea che
fosse una sitcom, ma al tempo stesso si trattasse del MCU. È stata
una sfida enorme, ma è qualcosa che mi piace e in un certo senso
quel puzzle così intricato ha davvero un senso per me. Ho lavorato
anche a Black Widow e ho trovato più difficile mettere le mani su
una storia di supereroi diretta. È un po’ più difficile aggrapparsi
a quella storia, mentre l’esperimento di WandaVision ha impiegato
ogni singolo pezzo del mio cervello e dei miei
collaboratori.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Cathy Yan, regista
di Birds of
Prey, è tornata a parlare del cinecomic uscito nelle
sale a febbraio dello scorso anno, poco prima dello scoppio della
pandemia di Coronavirus, confermando di non avere avuto il
controllo sul montaggio finale che avrebbe invece desiderato. Già
in passato la regista aveva mostrato il suo sostegno nei confronti
della distribuzione della Ayer Cut di Suicide
Squad, lasciando intendere che la Warner Bros. aveva
interferito anche con il suo lavoro.
Ora, in occasione di un’intervista
con
The Playlist, Yan ha definito la lavorazione di Birds of Prey
“impegnativa” e ha ammesso di essere dovuta “scendere a
compromessi” in merito a ciò che alla fine sarebbe finito nel film
e ciò che invece sarebbe stato eliminato in fase di montaggio.
“Mi sarebbe piaciuto avere un maggiore controllo sul montaggio
di Birds of Prey”, ha detto Yan. “Ma è così che stanno le
cose. Non so se ci sia effettivamente un taglio di Cathy Yan là
fuori, ma penso che valga per qualsiasi regista: tutti noi ci siamo
passati, perché vogliamo esprimerci nel modo più completo
possibile. E cercare di far combaciare ciò che alla fine si vede
sullo schermo con ciò che si trova nella nostra testa.”
L’interferenza delle grande major
nei blockbuster di successo è una prassi assai comune, ma la Warner
Bros. sembra ormai trovarsi fin troppo spesso in disaccordo con le
visioni dei registi che vengono ingaggiati per portare al cinema le
proprietà della DC Comics. Birds of
Prey avrebbe riscosso più successo se Yan avesse
avuto un maggiore controllo sul film? È impossibile dirlo.
Tuttavia, l’esperienza non sembra averla scoraggiata dal dirigere
più film di supereroi in futuro.
“Non escluderei mai di farlo di
nuovo”, ha detto. “Cerco di non pensare mai a che tipo di
film potrei dirigere nuovamente. Così come non penso mai al fatto
di lavorare di nuovo con quello studio o con qualsiasi altro.
Quello che penso sempre è: ‘Questa storia è avvincente?’.
D’altronde, sono anche una sceneggiatrice. Nel caso specifico di
Birds of Prey, quello che ho sicuramente imparato è che voglio
avere un po’ più di controllo sulla storia che scelgo di
raccontare.”
Il futuro delle Birds of Prey al cinema
In passato, sia Cathy
Yan che
Margot Robbie (interprete di Harley Quinn) hanno detto
che amerebbero realizzare un sequel di Birds of Prey, ma le
possibilità che il film ottenga il via libera da WB sembrano, ad
oggi, piuttosto scarse. Robbie riprenderà il ruolo della
Mattacchiona nell’attesissimo The
Suicide Squad di James Gunn, ma per quanto riguarda
Cacciatrice, Black Canary e tutti gli altri personaggi? Non ci
resta che aspettare ed attendere eventuali sviluppi…
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, è uscito
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast Margot
Robbie(Harley Quinn), Mary
Elizabeth Winsteade Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e
Black Canary), ma anche Rosie
Perez (Renee Montoya) e Ella Jay
Basco (Cassandra Cain). Ewan
McGregorinterpreta invece uno dei due principali
villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman
Sionis; l’altro villain principale, Victor Zsasz, è intepretato
da Chris Messina.
Zack Snyder
ha diffuso una prima, misteriosa immagine di Jared
Leto nei panni di Joker, così come
apparirà in
Justice League Snyder Cut. Il personaggio di Leto, che
ha esordito in Suicide Squad di David
Ayer, torna per una piccola parte in questo nuovo
montaggio, con scene inedite, del film del 2017, questa volta nella
versione che il regista aveva immaginato dall’inizio.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Proprio negli anni in cui i
supereroi della Marvel prendevano vita al cinema,
arrivava sul grande schermo un film che a suo modo raccontava un
diverso gruppo di persone speciali, dotate di capacità come la
telecinesi e la chiaroveggenza. Si tratta di
Push, diretto nel 2009 da Paul
McGuigan, già autore di Slevin – Patto
criminale. Fu così lui a dar vita ad uno dei primi gruppi di
eroi non nati da un fumetto. Quella qui raccontata è infatti una
storia originale ideata e poi scritta da David
Bourla, all’interno della quale si ritrovano grandi colpi
di scena, ma anche tematiche come la forza che nasce dall’unione e
il conflitto con una società che mira all’uniformità.
Non nata sulla carta, la storia
di Push finì comunque con l’arrivarvi in
concomitanza con la distribuzione in sala del film. La casa
editrice Wildstorm ha infatti prodotto una miniserie a fumetti di
sei numeri incentrata sugli eventi precedenti al film. La loro
funzione è dunque quella di vero e proprio prequel, che permette di
conoscere ulteriormente i personaggi e le loro vicende in vista del
film, che può comunque essere fruito appieno anche senza la lettura
di tali albi. Nonostante questa grande promozione del
film, Push finì con il passare in sordina,
schiacciato dall’interesse verso supereroi più conosciuti e che in
quel momento iniziavano ad affollare le sale.
Si tratta però di un film
particolarmente avvincente, che in parte anticipa caratteristiche
divenute poi ricorrenti di questo genere. A distanza di più di
dieci anni dalla sua uscita, il film meriterebbe dunque di essere
recuperato e riscoperto. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Push: la trama del film
Al centro delle vicende del film vi
è una misteriosa agenzia governativa nota come la
Division. All’interno di questa si conducono una
serie di esperimenti per dar vita a soldati dotati di grandi
abilità psicofisiche. Coloro che si rifiutano di sottoporsi a
questo processo vengono immediatamente eliminati, per evitare fughe
di notizie. I problemi hanno inizio nel momento in cui
Nick, un telepate di seconda generazione, riesce a
scappare dalla Division, trovando poi rifugio ad Hong Kong. Per
evitare di essere rintracciato, nasconde per anni le proprie
abilità. A richiamarlo all’azione è però l’arrivo di
Cassie, una giovanissima veggente che gli chiede
di aiutarla a rintracciare altri ragazzi come loro.
I due, che la Division non ha mai
smesso di cercare, iniziano pertanto a radunare un gruppo di
persone dotate di abilità simili alle loro. Si forma così un vero e
proprio esercito. Tra i nuovi arrivati nel gruppo vi è anche
Kira, capace di manipolare la mente altrui e un
tempo fidanzata proprio con Nick. È lei a possedere una serie di
informazioni per sconfiggere una volta per tutte la crudele
agenzia. Per arrivare ad ottenere tale obiettivo, però, dovranno
prima di tutto scontrarsi con gli agenti che gli danno la caccia.
Tra questi vi è lo spietato Henry Carver, il quale
sembra a sua volta dotato di abilità simili a quelle dei giovani
protagonisti.
Push: il cast del film
A dar vita ai protagonisti del film
vi sono una serie di celebri nomi di Hollywood, a partire da
Chris Evans.
Dopo essere stato la Torcia Umana in Fantastici 4, e prima
di assumere i panni di Captain America, l’attore si è qui
trovato a dar vita al personaggio di Nick, dotato di telecinesi.
Originariamente il ruolo era stato offerto all’attore
Channing Tatum, il quale però dovette rinunciare a
causa di altri impegni, favorendo l’ingresso di Evans. Accanto a
lui, nel ruolo della veggente Cassie vi è invece l’attrice DakotaFanning, già particolarmente nota grazie a
film come La guerra dei mondi e
Man on Fire. Camille Belle, anche lei
attrice sin da bambina, è invece presente nei panni di Kira, abile
nella manipolazione mentale.
Facenti parte del gruppo di
protagonisti sono anche gli attori Ming-Na-Wen nei
panni della segugio Emily Wu, e Xiao Lu Li,
in quelli della veggente Pop Girl. Dalla parte dei cattivi si
ritrovano invece l’agente Henry Carver, interpretato dal candidato
all’Oscar Djimon Hounsou.
Noti sono anche gli attori Corey Stoll,
che dà qui vita all’agente Mack, e Maggie Siff,
nei panni di Teresa Stowe, aiutante di Nick e i suoi amici. Poiché
il regista ha evitato quanto più possibile di ricorrere ad effetti
speciali digitali, l’intero cast si è dovuto preparare al film
attraverso un lungo addestramento fisico. Questo gli ha permesso di
poter personalmente eseguire anche le scene più complesse da un
punto di vista dell’azione.
Push: il sequel, il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Costato circa 38 milioni di
dollari, Push è arrivato ad incassarne a livello globale
solo circa 49. Si è trattato di un risultato particolarmente al di
sotto delle aspettative, che ha portato ad abbandonare i piani per
un potenziale sequel, già ipotizzato dai produttori e dagli
sceneggiatori. Proprio per questo il film si conclude con un finale
particolarmente aperto, che rimandava la risposta a tante domande a
successivi capitoli. A sfavorire la realizzazione di un seguito vi
è stata inoltre la negativa risposta da parte della critica, come
anche la difficoltà di competere in un mercato cinematografico
sempre più invaso da nuovi film sui supereroi.
In mancanza di un sequel, è però
possibile fruire di Push grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 2 febbraio alle ore 21:00
sul canale 20 Mediaset.
Quando si nasce in un piccolo paese,
è frequente che si sviluppi un desiderio di evasione e la ricerca
di un nuovo orizzonte. Questa emozione, basica e facilmente
comprensibile per un pubblico di tutto il mondo, è alla base di
L’Ultimo Paradiso, il film interpretato
scritto e prodotto da Riccardo Scamarcio, che si fa promotore di una
storia che lo vede recitare nel suo dialetto. Alla regia c’è
Rocco Ricciardulli, che firma con Scamarcio, la
sceneggiatura, rielaborando una vecchia storia lucana, di passione,
amori clandestini e anarchia.
L’Ultimo Paradiso è
ambientato nel 1958 in un paesino del sud Italia. Qui vive Ciccio
(Riccardo
Scamarcio), un agricoltore 40enne, sposato con Lucia
(Valentina Cervi), dalla quale ha avuto un figlio.
Il sogno dell’uomo è quello di riuscire, un giorno, a cambiare le
cose nel suo paese, di modo che i più deboli non vengano più
sfruttati. Ciccio, infatti, lotta insieme ad alcuni suoi compaesani
affinché ciò non accada, ma la situazione è dura e anche un minimo
cambiamento di questo status sembra, se non impossibile, difficile
da realizzare.
Inoltre, l’uomo è segretamente
infatuato di Bianca (Gaia Bermani Amaral), figlia
di Cumpà Schettino (Antonio Gerardi), un
proprietario terriero che sfrutta i suoi contadini, nonché il tipo
di latifondista che Ciccio tanto disprezza. L’agricoltore
desidererebbe scappare lontano con Bianca, ma quando Cumpà
Schettino scopre la loro relazione e il piano della coppia, decide
di farla pagare a Ciccio.
A metà tra dramma passionale e
rivendicazione sociale
I binari principali su cui cammina
il film di Ricciardulli sono due, da una parte la storia d’amore,
avventata e passionale, tra Ciccio e Bianca, il proletario e la
figlia del latifondista, lui sposato con un bambino, lei bellissima
giovane nubile piena di sogni, dall’altra la ribellione contro un
sistema, quello del caporalato, che non faceva sconti e che
sfruttava i lavoratori per il beneficio di uno solo.
Il nodo tra questi due binari è
quello della speranza, del sogno di un mondo diverso, più giusto o
lontano dai piccoli confini del paese. Nella figura di Ciccio,
questi due temi si fondono e in lui c’è sia il ribelle che sfida la
forza del padrone, sia la sconsideratezza dell’uomo che si innamora
perdutamente e dimentica la famiglia e tutti i suoi doveri.
L’Ultimo Paradiso,
che gioca sin dal titolo tra la bellezza paradisiaca, appunto, dei
posti in cui il film è ambientato, la Murgia tra Puglia e
Basilicata, e il cognome del protagonista, vorrebbe quindi essere
un racconto che fa leva su dinamiche profonde, ancestrali, ma che
allo stesso tempo non riesce a dare profondità ai suoi intenti.
Emozioni e parole
superficiali
Le parole e le emozioni dei
protagonisti si spengono prima di infiammarsi e non diventano mai
vera e propria spinta propulsiva dell’azione. Tutte le passioni
messe in gioco sembrano superficiali, approssimative, più declamate
che sentite e forse nella scrittura debole risiede questa grande
debolezza del film, dalla quale poi deriva la poca incisività del
messaggio stesso.
Il mondo che viene rappresentato
presenta una divisione dei ruoli e delle mansioni trai generi che
all’occhio di oggi sembrano superati, tuttavia propone comunque
diversi modi di essere uomini e/o donne in un’epoca in cui il
divario economico e la lotta di classe erano davvero una questione
sociale rilevante e sentita.
Le realtà che collidono sono da una
parte quella della famiglia Paradiso, dall’altra quella di Cumpà
Schettino. Nella prima l’uomo è sì il padrone della casa, ma è una
figura solida e rassicurante, caparbia e onesta, nella seconda
l’uomo è il padre/padrone, è violento, sgradevole, ingiusto,
aggressivo e prepotente nei confronti dei sottoposti, dei deboli,
delle donne. Proprio le diverse donne che ci racconta il film, in
primis Bianca e Lucia, amante e moglie di Ciccio, sono frutto della
realtà in cui vivono.
Due donne, due vite, due
caratteri
Se da una parte Lucia, moglie e
madre devota, vive in una famiglia in cui il ruolo della donna è
fondamentale, perché per i Paradiso la donna è la forza motrice
della casa, la donna e il suo amore di madre, moglie e sorella, nel
caso di Bianca, invece, la donna è reazione alla brutalità maschile
paterna. Bianca è una sognatrice, affamata di novità, un’anima
libera che desidera altro e che vede in Ciccio una via d’uscita
dalla sua realtà chiusa.
Tuttavia, né gli sforzi di
Riccardo Scamarcio, né l’occhio del regista
Ricciardulli, né il palese impegno profuso da tutti gli interpreti
nel mettere insieme i loro personaggi, né tantomeno la bellezza
innegabile delle location naturali che tanta importanza hanno nel
testo, riescono a sopperire la mancanza del film di entrare in
profondità nelle intenzioni e i sentimenti della storia, che
risulta per questo depotenziata di tutto il suo valore, quasi
tribale, che poteva mettere in scena. Il desiderio di libertà, di
novità, la necessità di sognare per chi non ha niente, il desiderio
di evasione e di rivendicazione di sé dovrebbero esplodere dal
petto dei personaggi, che però sembrano solo pedine in un flusso di
eventi che non riesce a coinvolgere lo spettatore.
Resta una buona occasione per la
produzione nostrana originale di Netflix per ricreare un link tra
il nostro Paese e le comunità di emigranti italiani sparse per il
mondo.
Arriva il 5 febbraio su
Netflix L’Ultimo Paradiso, realizzato in associazione
con Mediaset, prodotto da Lebowski e Silver Production.
Protagonisti dell’incontro sono stati Gaia Bermani
Amaral, Valentina Cervi, il protagonista
Riccardo Scamarcio, qui anche sceneggiatore e
produttore, e infine Rocco Ricciardulli, regista e
produttori.
L’Ultimo
Paradiso è ambientato nel 1958 in un paesino del sud
Italia. Qui vive Ciccio (Riccardo
Scamarcio), un agricoltore 40enne, sposato
con Lucia (Valentina
Cervi), dalla quale ha avuto un figlio. Il sogno
dell’uomo è quello di riuscire, un giorno, a cambiare le cose nel
suo paese, di modo che i più deboli non vengano più sfruttati.
Ciccio, infatti, lotta insieme ad alcuni suoi compaesani affinché
ciò non accada, ma la situazione è dura e anche un minimo
cambiamento di questo status sembra, se non impossibile, difficile
da realizzare. Inoltre, l’uomo è segretamente infatuato
di Bianca (Gaia Bermani
Amaral), figlia di Cumpà
Schettino (Antonio
Gerardi), un proprietario terriero che sfrutta i suoi
contadini, nonché il tipo di latifondista che Ciccio tanto
disprezza. L’agricoltore desidererebbe scappare lontano con Bianca,
ma quando Cumpà Schettino scopre la loro relazione e il piano della
coppia, decide di farla pagare a Ciccio. È così che le loro
esistenze verranno presto sconvolta, ripercuotendosi
inevitabilmente sulla vita di chiunque in paese.
Ritorno alle origini
La storia rappresenta
una specie di ritorno alle origini, per Scamarcio (che in realtà
non ha mai lasciato la sua terra d’origine) e Ricciardulli, e
racconta un evento realmente accaduto in un passato recente in
Lucania. Il regista torna nella sua infanzia, alla fine degli anni
’50, dove è ambientato il film, ha sentito ora la necessità di
raccontare questa storia perché ciò che accade nel film, le sue
dinamiche “non sono poi così cambiate, sono cambiati gli
attori. Quando ero piccolo, ricordo che in paese venivano delle
ragazze a lavorare nei campi, ed erano sfruttate. Ora è lo stesso,
ma accade agli extracomunitari. Il capolarato si è trasformato, ma
c’è ancora. L’esigenza di raccontare era quella di dare alcune
risposte che giù mancano.”
Riccardo Scamarcio è famoso principalmente come
attore, ma negli anni la sua carriera si è arricchita di nuovi
ruoli in cui l’interprete si cimenta, dalla produzione alla
sceneggiatura. In L’Ultimo Paradiso ha ricoperto
questo triplice ruolo, lavorando alla sceneggiatura con un metodo
già sperimentato in altri suoi progetti: “È una specie di work
in progress che continua per tutto il tempo delle riprese. Il
finale pensato all’inizio è stato riscritto radicalmente durante le
riprese, perché durante la giornata di lavoro avevamo molti spunti
e stimoli. Questo processo comporta dei rischi, ma è un lavoro che
abbiamo portato avanti dall’inizio, da quando ho deciso di produrre
il film. Questo metodo di lavoro è andato avanti fino al montaggio,
e ha dato i suoi frutti, siamo tutti più elastici e il risultato è
più organico perché in questo modo si ha maggiore flessibilità,
fondamentale quando le risorse sono limitate.”
Il film sarà distribuito su
Netflix, il che vuol dire che questo spaccato di sud Italia
raggiungerà tutto il mondo e tutte le comunità di migranti italiani
che nel mondo sono numerosissime. “Uno degli aspetti più
interessanti del film con il quale si possono relazionare
tantissimi potenziali spettatori sparsi nel mondo – ha detto
Scamarcio – è la sensazione di chi è andato via ma porta
comunque nel cuore il ricordo della propria terra d’origine, una
nostalgia delle proprie radici. Il film racconta cose, luoghi,
sensazioni, atmosfere che riportano all’infanzia chi le ha vissute
in quei luoghi.”
“Essere
produttore – dice Scamarcio – è un privilegio, perché ti
permette di seguire il film dall’inizio, ho il vantaggio di avere
il controllo di fatto del set, ho dovuto imparare molte cose che
non conoscevo, ma lo faccio da dieci anni quindi sto cominciando ad
avere familiarità con i meccanismi. L’idea di base per me è quella
di mettere in comunicazione la parte artistica e la parte
produttiva.”
In un mondo, quello de
L’Ultimo Paradiso, in cui la legge è quella della
prepotenza del patriarcato, il film propone dei modelli di donne
molto differenti, che in maniera opposta si confrontano con la loro
realtà. Da una parte c’è Bianca, interpretata da Gaia
Bermani Amaral, figlia del proprietario terriero, violento
e predatore, dall’altra Lucia, che ha il volto di Valentina
Cervi, moglie di Ciccio (Scamarcio), madre di famiglia e
donna attenta e fiera.
Le donne de L’Ultimo
Paradiso
“Bianca è un
personaggio che definirei moderno – esordisce Bermani Amaral
– è una donna che non vuole sottostare a determinate regole che
all’epoca vigevano. Lei è moderna perché rappresenta un ponte tra
ieri e oggi, per lei è importante il concetto dell’identità. Bianca
vuole soprattutto imporre la propria esistenza e identità, e si
ribella al padre, al fratello violento e cerca di cambiare la
propria condizione. Credo che questo sia l’aspetto più affascinante
del mio personaggio, caparbio e fragile.”
Per Valentina
Cervi, la sua Lucia e Bianca sono completamente opposte:
“A partire dalle famiglie in cui vivono – dice Cervi –
Nella famiglia di Bianca, il maschio è una figura preponderante e
violenta. All’interno della famiglia di Ciccio e quindi di Lucia,
le donne sono quelle che portano avanti la famiglia, sono loro la
forza d’amore. Lucia, sua madre, la sorella, sono personaggi
d’amore. Ha la capacità di comprendere il maschio, conosce il
marito, a suo modo si ribella, non può abdicare alla sua
sofferenza, ma alla fine capisce che l’amore è in qualche modo
anche capire la persona che ami e lasciarla andare.”
Con circa due dozzine di film
distribuiti in un decennio, la Saga dell’Infinito del MCU è uno degli archi narrativi più longevi
nella storia del cinema. L’universo cinematografico orchestrato da
Kevin Feige continuerà a crescere, con molti altri film e serie tv
che, sulla scia di
WandaVision, verranno presto rilasciati dai Marvel Studios (pandemia
permettendo, ovviamente!).
Per tutti i neofiti della Marvel,
c’è ancora un bel po’ di tempo per recuperare tutte le grandi
storie del MCU uscite al cinema fino ad oggi prima dell’arrivo dei
primi titoli della Fase 4, come
Black Widow, Gli Eterni e
Shang-Chi. Ma quanto tempo occorre realmente per guardare
tutta la Saga dell’Infinito?
Se si considerano anche i corti
della serie One-Shots e tutti i contenuti extra, ci vorrebbero ben
51 ore e 20 minuti per guardare l’intera Saga dell’Infinito del
MCU. Prima dell’uscita di Avengers: Endgame nelle sale,
alcune catena di cinema hanno ospitato diverse maratone del MCU che
sono andate avanti per ben tre giorni. Se si considerano tutte le
dovute pause (bagno incluso!), potrebbe essere necessaria fino ad
una settimana per vedere tutte i film che compongono la Saga
dell’Infinito.
La Saga dell’Infinito si compone di
ventitré film: il primo, Iron
Man, è uscito nel 2008; l’ultimo, Spider-Man:
Far From Home, risale invece al 2019. Calcolando
la durata di ogni singolo film (inclusi i titoli di coda), si
arriva a un totale di 49 ore e 56 minuti. Di seguito la durata di
ogni singolo film della Saga dell’Infinito:
Angelina
Jolie non è certamente estranea ai film ad alto
budget, basti pensare ai due capitoli di Tomb Raider o a
titoli come Mr. & Mrs. Smith. Tuttavia, l’attrice ha
sempre cercato di approcciarsi all’industria del cinema senza alcun
tipo di pregiudizio, dimostrando di sentirsi totalmente a suo agio
in qualsiasi tipo di produzione e con qualsiasi tipo di storia
(soprattutto dietro la macchina da presa).
Prossimamente, l’attrice premio
Oscar farà il suo debutto ufficiale nel MCU grazie a Gli Eterni, il film
dell’acclamata regista Chloé Zhao che dovrebbe debuttare in sala il
prossimo novembre (dopo essere stato posticipato diverse volte a
causa del Coronavirus). Nel film, che sembra destinato a
stravolgere ancora una volta l’assetto narrativo dell’universo
condiviso, Jolie avrà il ruolo di Thena, che è stata descritta come
una feroce guerriera più a suo agio in battaglia che in qualsiasi
altro contesto, e che ha la capacità di usare l’energia cosmica per
formare qualsiasi arma portatile a cui possa pensare.
Ora, in una recente intervista con
Vogue,
Angelina
Jolieha spiegato il motivo che
l’ha spinta ad entrare a far parte del MCU. “Adoro il cast e il
fatto che ci siamo riuniti tutti”, ha detto. “Ho deciso di
farne parte perché volevo sostenere la visione di Chloé Zhao e
l’impegno della Marvel per cercare di espandere il modo in cui il
mondo vede i supereroi. Correre in giro con un body dorato non era
come immaginavo che avrei trascorso i miei quarant’anni. Ma credo
che sia bello fare questo tipo di cose folli.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
In una recente intervista con
GQ,
Viggo Mortensen ha confermato che lui e il
regista David Cronenberg torneranno a lavorare
insieme. Cronenberg ha diretto Mortensen per ben tre volte:
nell’acclamato A History of Violence del 2005, ne
La promessa dell’assassino del 2007 (grazie al
quale Mortensen ottenne la sua prima nomination agli Oscar come
miglior attore protagonista) e in A Dangerous Method del 2008.
Cronenberg non dirige un film dal
2014, anno di uscita di Maps to the Stars, e attualmente è al lavoro
su due nuovi progetti cinematografici e anche su una serie tv.
Adesso, grazie alle dichiarazioni di Mortsensen, sappiamo che uno
dei due progetti destinati al grande schermo vedrà finalmente
l’attore statunitense e il regista canadese tornare a lavorare
insieme.
Mortensen, impegnato nella
promozione del suo debutto alla regia, il drammatico
Falling, in cui interpreta un personaggio
omosessuale (scelta
che ha generato alcune polemiche), ha rivelato a GQ
quanto segue: “Io e David abbiamo qualcosa in mente. Si tratta
di una cosa che ha scritto molto tempo fa e che non è ancora
riuscito a realizzare. Adesso l’ha sistemata e vuole finalmente
dirigerla. Speriamo di poter iniziare quest’estate. Senza
anticipare nulla, direi che è una sorta di ritorni alle sue
origni.”
Le parole di Viggo Mortensen fanno inevitabilmente pensare
al body horror, genere di cui David
Cronenberg è non solo ritenuto il maestro ma anche il
pioniere (basti pensare ad alcuni dei suoi primissimi lavori, come
Il demone sotto la pelle del 1975). Sulla possibilità che
il regista torni quindi a cimentarsi con il genere che gli ha
regalato la fama internazionale, Mortensen ha spiegato: “Sì, è
uno scenario molto interessante. Il film sarà una sorta di noir…
uno strano noir. Bello, ma al tempo stesso inquietante.
Naturalmente, rispetto ai suoi esordi, David è migliorato
tantissimo, sia dal punto di vista tecnico che in termini di
sicurezza personale.”
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che Falling ha debuttato al Sundance
Film Festival dello scorso anno ed è stato ospitato in numerosi
altri festival durante tutto il 2020. Il film è stato distribuito
già in diversi mercati europei, mentre negli Stati Uniti arriverà
il prossimo 5 febbraio, sia in sala che on demand.
Ghostbusters:
Legacy arricchirà maggiormente l’arco narrativo di
Winston Zeddemore, secondo Ernie Hudson. L’attore
ha recitato nei primi due film di Ghostbusters usciti
negli anni ’80 ed il suo Winston è sempre stato il membro del
gruppo senza alcun apparente legame con la scienza paranormale e
con il mondo dei fantasmi.
Rispetto ad altre iterazioni del
franchise di Ghostbusters, come il popolare cartone
animato degli anni ’80, i film hanno ritratto Winston come un
personaggio minore, non così importante come i suoi compagni Peter
Venkman (Bill
Murray), Ray Stantz (Dan Aykroyd) ed
Egon Spengler (Harold Ramis).
Quando Murray ha rifiutato di
tornare per un terzo film, Sony ha deciso di riavviare il franchise
con Ghostbusters del 2016, in cui è apparso anche il cast
originale. Quel film, vero e proprio reboot tutto al femminile
della saga, nonostante le recensioni per lo più positive, alla fine
si è rivelato un flop al botteghino. Alcuni anni dopo, è stato
finalmente confermato che Jason Reitman – figlio
di Ivan, regista dei due film originali degli anni ’80 – avrebbe
realizzato un altro sequel direttamente collegato ai primi due film
e con il cast originale coinvolto.
Grazie a Ghostbusters: Legacy,
Winston Zeddemore sarà finalmente “un personaggio a tutto
tondo”.
Ospite del podcast
Inside of You with Michael Rosenbaum, Ernie
Hudson ha parlato con entusiasmo del suo coinvolgimento in
Ghostbusters:
Legacye del fatto che
Jason Reitman ha finalmente reso Winston un
personaggio totalmente realizzato. Questa è certamente una buona
notizia, poiché Winston è stato ampiamente mal sfruttato nei film
originali, un vero peccato per l’unico personaggio di colore di
quei film e per un attore del talento di Hudson.
Ernie Hudson poi ha
confermato che la sua parte nei film originali è stata fortemente
ridotta rispetto a quella che era la sceneggiatura originale,
qualcosa di cui si è sempre pentito e che, dal suo punto di vista,
ha contribuito a sminuire il personaggio. Hudson ha detto:
“Grazie a Jason Reitman, Winston è finalmente un personaggio a
tutto tondo.”
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie
Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle
saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason
Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard,
Carrie Coon e Paul
Rudd.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.