Home Blog Pagina 833

Red Joan: trama, cast e la vera storia dietro il film

Red Joan: trama, cast e la vera storia dietro il film

Le storie di spionaggio sono spesso e volentieri tra le più avvincenti proposte dal cinema. Tra intrighi, tradimenti, cospirazioni e operazioni quantomai delicate, queste affascinano da sempre gli spettatori di ogni dove, a maggior ragione quando ciò che si vede è tratto da storie vere. Film come Il ponte delle spie o Argo sono solo due esempi recenti di questo filone. Tra questi si colloca anche Red Joan, titolo del 2018 diretto da Trevor Nunn. Si tratta di un’opera a suo modo anche insolita, che si concentra sul raccontare la storia di un’anziana che viene scoperta come una delle maggiori spie di sempre.

Il film si basa sul romanzo omonimo di Jennie Rooney, la quale è stata ispirata nella scrittura dalla vita di Melita Norwood. Questa è divenuta nota negli anni Novanta per aver fornito all’Unione Sovietica i segreti di stato relativi allo sviluppo di armi atomiche grazie al suo lavoro presso la British Non-Ferrous Metals Research Association. La Norwood ha però affermato di non aver voluto nessun beneficio personale per la sua attività di spia. Il suo desiderio era unicamente quello di consentire alla Russia di tenersi al passo con gli altri paesi in questo tipo di sperimentazioni, nel tentativo di evitare così conflitti più feroci.

Descritta come una delle spie donne più importanti di sempre, questa è così divenuta ulteriormente popolare grazie al film Red Joan, dove è stata interpretata da una celebre attrice premio Oscar. Un film dunque irresistibile per gli amanti del genere, che potranno qui ritrovare anche diversi elementi inediti e di fascino. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Red Joan: la trama del film

Protagonista del film è Joan Stanley, un’anziana e innocua casalinga, la quale non fa altro che condurre una tranquilla e umile vita, come qualunque altra persona della sua età. Joan, tuttavia, è tutt’altro che una normale vecchietta e ciò viene reso evidente nel momento in cui si ritrova ad essere arrestata con l’accusa di spionaggio. I servizi segreti, infatti, scoprono che la donna ha fornito importanti informazioni alla Russia comunista tra la fine degli anni Trenta e l’inizio dei Quaranta. Sottoposta ad interrogatorio, Joan si vede così costretta a ricordare e raccontare il suo passato e i motivi che la spinsero a divenire una spia.

La vicenda si sposta allora sul finire degli anni Trenta, quando Joan è una giovane studentessa di fisica. Seguendo le lezioni nell’università di Cambridge, si imbatte nell’affascinante Leo Galich, un giovane comunista che la introdurrà ad idee e pensieri nuovi sul mondo e sulla società. Con quei nuovi ideali Joan trova poi lavoro in una struttura per la ricerca sul nucleare. Con lo svolgersi della Seconda guerra mondiale, la donna inizierà sempre più a rendersi conto di come sia diventata parte di qualcosa di potenzialmente letale. Sarà a quel punto che dovrà affrontare una dura decisione, nel tentativo di mantenere quanto più possibile intatta la pace.

Red Joan film

Red Joan: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare la spia protagonista vi è una premio Oscar, l’attrice Judi Dench. Tra le più apprezzate della sua generazione, questa si è negli ultimi decenni cimentata in film di vario genere, passando con naturalezza dal dramma all’action. In particolare è ricordata per il ruolo di M negli ultimi film della serie di James Bond. Proprio il suo interpretare ruoli più dinamici l’ha portata ad essere la candidata ideale per dar vita all’anziana spia di Red Joan. Per il ruolo, l’attrice si è preparato approfondendo tanto la vita della donna a cui il film si ispira tanto il contesto storico di riferimento.

Ad interpretare Joan Stanley da giovane, invece, vi è Sophie Cookson, divenuta nota grazie ad un altro film ambientato nel mondo dello spionaggio, Kingsman – Secret Service. Tom Hughes, celebre per aver interpretato il principe Albert nella serie storica Victoria, è invece presente nei panni del giovane Leo Galich, mentre Tereza Srbova è Sonya Galich. Si ritrovano poi gli attori Stephen Campbell Moore nel ruolo del professor Max Davis e Ben Miles in quelli dell’avvocato Nick Stanley, il figlio di Joan. Infine, vi è Robin Soans nel ruolo di Clement Attle. Questo è stato il Premier del Regno Unito dal 1945 al 1951, anni in cui si svolgono le vicende del film.

Red Joan: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Red Joan è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili,  Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 16 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

Yellowstone: la seconda stagione in chiaro su Paramount Network

0
Yellowstone: la seconda stagione in chiaro su Paramount Network

In arrivo da domani su Paramount Network (sul 27 del digitale terrestre, sul canale 27 di Tivùsat anche in HD e sul 158 di Sky in HD), la seconda stagione di Yellowstone: l’acclamata e graffiante serie dei cowboy del Montana con uno straordinario Kevin Costner nei panni del redivivo John Dutton, proprietario di un grande ranch dove vive con la sua famiglia del ricavato del proprio lavoro. Il canale più cinematic di ViacomCBS Networks Italia ospiterà la seconda stagione della serie per la prima volta in free to air a partire dal 16 luglio. Yellowstone andrà in onda ogni venerdì alle 21.10 con due episodi.

Un viaggio immersivo nella vita del Montana popolato da personaggi indimenticabili che tornano sul piccolo schermo per dare azione alla scena. È infatti l’azione a regnare sovrana nella seconda stagione di Yellowstone, la serie che si ispira alla vita nel selvaggio west e che ruota intorno al patriarca e protagonista John Dutton (Kevin Costner). La seconda stagione, rispetto alla prima, si fa meno descrittiva e più viva di intensi colpi di scena e suspence. Lo sceneggiatore candidato all’Oscar Taylor Sheridan (Sicario, Hell or High Water, I Segreti di Wind River) punta maggiormente sul fascino della violenza e sull’intensità dei personaggi, soddisfacendo così la fame di azione dello spettatore contemporaneo e regalando un secondo giro di cinema seriale d’autore da non perdere.

Kevin Costner non delude le alte aspettative dei suoi fan e torna alla carica impeccabile nel suo ruolo di padre autoritario, a tratti malinconico, ma anche coraggioso ed esperto cowboy, capace di entrare in contatto con la natura e il suo mistero. Insieme a tutto il cast, Costner dà vita ad un irresistibile western moderno di grande qualità con personaggi ricchi e credibili, a cui il pubblico non farà fatica ad affezionarsi.

La seconda stagione non smette di sorprendere grazie a nuovi elementi che vengono a galla; memorie e vecchi ricordi presentano un’eredità interessante che viene qui finalmente sviscerata. Il passato diventa presente, il presente si fa passato per mescolarsi in armonia in un racconto che acquista forza e tridimensionalità, grazie ad una costruzione narrativa molto profonda e ben fatta.

Tra i personaggi principali, nella seconda stagione, ritroviamo tutta la famiglia Dutton (Luke Grimes, Kelly Reilly, Wes Bentley) al fianco di Monica Long (Klesey Asbille Chow), Rip Wheeler, Thomas Rainwater (Gil Birmingham) e Dan Jenkins (Danny Huston), sopravvissuto per miracolo e alla ricerca di vendetta. I nuovi episodi vedranno l’entrata in scena di nuovi personaggi, tra cui Travis Wheatly, interpretato dallo stesso Taylor Sheridan, Malcolm Beck, interpretato dal Neal McDonough, Teal Beck, interpretato da Terry Serpico, Steve Hendon, interpretato da James Jordan.

La seconda stagione di Yellowstone che si compone di 10 episodi, sarà trasmessa in free to air su Paramount Network ogni venerdì a partire dal 16 luglio alle ore 21.10 con 2 episodi a settimana.

Mentre da giovedì 22 luglio, alle ore 21.30, la seconda stagione della serie andrà in onda su Spike – canale 49 del digitale terrestre (DTT) sul 26 di Tivùsat e sul 169 di Sky – con due episodi per volta.

Fin: la Mattanza degli Squali, in arrivo il doc prodotto da DiCaprio su Discovery+

In un momento in cui l’attenzione alle tematiche ambientali è sempre più al centro di dibattiti politici e sociali, Eli Roth (Il giustiziere della notte – Death Wish, Il mistero della casa del tempo), regista, attore e produttore statunitense, presenta Fin: la Mattanza degli Squali, documentario di cui firma la regia e tra i più attesi a livello mondiale, che arriva in esclusiva su discovery+ dal 18 luglio. Il prossimo 24 luglio, inoltre, l’ambizioso progetto sarà premiato con l’Ischia – Docu Award nell’ambito del 19^ Ischia Global Film & Music Festival, nell’edizione dedicata al mare e all’ambiente.

Più di 100.000.000 squali vengono uccisi ogni anno in tutto il mondo, in gran parte a causa dello spinnamento, una pratica che consiste nella rimozione della loro parte più pregiata, le pinne, utilizzate per produrre la zuppa di pinne di squalo, specialità della cucina cinese. Parte da qui il viaggio di Eli Roth, che, con il supporto di scienziati, attivisti e ricercatori, viaggia tra Messico, Hong Kong, Liberia, Stati Uniti e Caraibi per documentare cosa si nasconde dietro l’assassinio di milioni di squali e denunciare l’operato delle organizzazioni criminali responsabili della loro decimazione.

Il progetto coinvolge due produttori esecutivi d’eccezione, che hanno sposato appieno la causa di Roth: il premio Oscar Leonardo DiCaprio, attivista e ambientalista da anni impegnato nella lotta al “climate change” e, l’attrice produttrice e attivista Nina Dobrev (The Vampire Diaries).

“FIN è il lungometraggio più spaventoso che io abbia mai realizzato. È sicuramente anche il più pericoloso, ma volevo lanciare un messaggio di speranza per porre fine all’ingiustificato massacro degli squali, che hanno un ruolo fondamentale nel mantenere in equilibrio gli oceani e meritano tutto il nostro rispetto”, ha dichiarato Eli Roth. “Volevo affrontare il problema della caccia agli squali in tutte le sue sfaccettature e sono sicuro che, con il supporto di una campagna d’azione organizzata, saremo in grado di attuare i cambi necessari per proteggere queste creature” continua il regista “Cinquant’anni fa il mondo si è unito per salvare le balene,i delfini, e le orche. È arrivato il momento di fare lo stesso per gli squali”. E sulla squadra di lavoro conclude “È un onore per me collaborare con Leonardo DiCaprio e presentare questo speciale al pubblico di discovery+”. 

Fin: la Mattanza degli Squali è scritto e diretto da Eli Roth, prodotto da Lionsgate e Pilgrim Media Group in associazione con Appian Away Productions. Il documentario è stato realizzato con il supporto di organizzazioni non profit come Oceana (a tutela degli oceani) Sea Shepherd (a salvaguardia della fauna ittica e degli ambienti marini) e Wild Aid (per la lotta al commercio illegale di specie selvatiche).

After 3: ecco il trailer e il poster ufficiali

0
After 3: ecco il trailer e il poster ufficiali

01 Distribution ha diffuso il trailer e il poster ufficiale di After 3, l’annunciato terzo capito della fortunata saga di libri di Anna Todd che annunci anche la nuova uscita al cinema che sarà ora l’1 settembre 2021.

Dopo il successo del primo AFTER, che nel 2019 ha incassato più di 6 milioni di euro al box office italiano, e l’incredibile risultato del secondo film, che uscito in sala il 2 settembre 2020, oltre ogni aspettativa, ha superato i 4 milioni di euro, arriva al cinema l’atteso sequel After 3, con protagonisti Josephine Langford (Tessa Young) e Hero Fiennes Tiffin (Hardin Scott).

Proprio quando Tessa sta per prendere la più grande decisione della sua vita, tutto cambia. Alcune scoperte sulla sua famiglia, e su quella di Hardin, mettono in dubbio tutto ciò che fino a quel momento era certo e rendono la conquista del loro futuro insieme ancor più difficile da rivendicare.

Cannes 74: A Chiara di Jonas Carpignano vince la Quinzaine des Réalisateurs

0

A CHIARA vince il premio principale della Quinzaine des Réalisateurs. Al film di Jonas Carpignano, prodotto da Stayblack con Rai Cinema, viene assegnato l’Europa Cinemas Label come miglior film europeo. Si tratta della seconda vittoria del regista, che aveva già vinto il premio nel 2017 per A Ciambra.

A CHIARA riceverà adesso il supporto di Europa Cinemas Network, che include ulteriore promozione, e incentivi per gli esercenti al fine di estendere la distribuzione del film sul grande schermo.

“Prima di tutto vorremmo fare le congratulazioni alla Quinzaine per un programma di film veramente forte. Con tante voci nuove e diverse. Dovevamo, però, scegliere un solo vincitore dell’Europa Cinemas Label e siamo felici che sia il bellissimo A CHIARA di Jonas Carpignano – si legge nella dichiarazione della giuria – È un film di finzione ma Carpignano conosce le location e le situazioni che racconta così a fondo, che questo gli permette di coinvolgere totalmente chi sta a guardare. La storia richiama un genere coperto in maniera esaustiva al cinema. Cionononostante, questa volta, ci viene presentata una nuova prospettiva. La storia di una ragazza e della sua graduale emancipazione, e il suo rapporto col padre e la sua famiglia allargata, è strutturata e costruita in maniera brillante. Il cast composto da attori non professionisti funziona alla perfezione. Il suond design, invece, apporta un grande contributo al film”.

A CHIARA è una produzione Stayblack con Rai Cinema, Haut et Court, Arte France Cinéma e con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Eurimages, CNC.

La famiglia Guerrasio si riunisce per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela. È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per sé stessa.

Cannes 74: oggi l’anteprima di Marx può aspettare di Marco Bellocchio

0

Anteprima mondiale, oggi, al Festival di Cannes 2021, per il film di Marco Bellocchio, coprodotto da Tenderstories, “Marx può aspettare”. Domani, invece, nel corso della giornata di chiusura della kermesse, il regista italiano riceverà un prestigioso riconoscimento alla sua lunga e intensa carriera, la Palma d’Oro d’Onore.

Il film racconta la storia di Camillo, fratello gemello di Bellocchio, morto il 27 dicembre del 1968. Una storia autobiografica, narrata senza filtri, che vuole essere universale, ovvero una riflessione sul dolore dei sopravvissuti ripercorrendo un periodo storico “rivoluzionario” per l’Italia.

“Siamo onorati di questo nuovo traguardo cinematografico e di aver lavorato con un’icona del cinema italiano, che rappresenta da decenni la nostra cultura nel mondo. Partecipare al Festival di Cannes ci riempie di orgoglio, è un film in cui crediamo, introspettivo e coraggioso”. Spiegano Moreno Zani, Presidente di Tenderstories e Malcom Pagani, Amministratore Delegato della società, attiva nella creazione di contenuti originali e nella produzione audiovisiva.

Fra i traguardi raggiunti da Tenderstories, la sua partecipazione alla 77ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia coproducendo il film “Padrenostro”, con cui Pierfrancesco Favino ha ricevuto la Coppa Volpi come miglior attore. Inoltre, la società sarà tra i produttori del film dedicato alla figura artistica di Lucio Dalla, nato da un soggetto scritto da Cesare Cremonini.

Tenderstories fa parte del Gruppo Tendercapital, uno dei player internazionali indipendenti più dinamici, attivo nel settore dell’asset management. Fondato da Moreno Zani, ad oggi è presente in vari Paesi con uffici a Londra, Dublino e Milano.

Schmigadoon! La nostra intervista ai protagonisti

0
Schmigadoon! La nostra intervista ai protagonisti

Ecco la nostra intervista ai protagonisti di Schmigadoon!, la nuova serie Appletv+ disponibile in piattaforma con i primi due episodi dal 16 luglio e con un episodio nuovo ogni venerdì, fino al 13 agosto. Abbiamo incontrato Dove Cameron (Betsy), Aaron Tveit (Danny), Ann Harada (Florence) e Cecily Strong (Melissa).

Schmigadoon! trama e cast

“Schmigadoon!”, una parodia di musical iconici della Golden Age, vede protagonisti Strong e Key nei panni di una coppia che si mette in viaggio con lo zaino in spalla per rinvigorire la propria relazione, finché non si imbatte in una città magica in cui tutti si comportano come se fossero in un musical degli anni ’40. I due scoprono anche che non possono lasciare la città finché non troveranno il “vero amore”. La prima stagione vede nel cast anche Alan Cumming, Kristin Chenoweth, Aaron Tveit, Dove Cameron, Ariana DeBose, Fred Armisen, Jaime Camil, Jane Krakowski, Ann Harada e Martin Short come guest star.

Ideata da Broadway Video e Universal Television, una divisione di Universal Studio Group, “Schmigadoon!” è co-creata da Cinco Paul e Ken Daurio. Cinco Paul, che è anche showrunner, ha scritto tutte le canzoni originali della serie. Barry Sonnenfeld dirige la serie e ne è produttore esecutivo. Oltre a recitare, Cecily Strong è produttrice, mentre Ken Daurio è produttore consulente e scrittore. Andrew Singer è produttore esecutivo con Lorne Michaels per conto di Broadway Video.

Schmigadoon! La nostra intervista ai filmmaker

0
Schmigadoon! La nostra intervista ai filmmaker

Ecco la nostra intervista a Cinco Paul, creatore, e a Barry Sonnenfeld, regista di Schmigadoon!, la nuova serie Appletv+ disponibile in piattaforma con i primi due episodi dal 16 luglio e con un episodio nuovo ogni venerdì, fino al 13 agosto.

Schmigadoon! trama e cast

“Schmigadoon!”, una parodia di musical iconici della Golden Age, vede protagonisti Strong e Key nei panni di una coppia che si mette in viaggio con lo zaino in spalla per rinvigorire la propria relazione, finché non si imbatte in una città magica in cui tutti si comportano come se fossero in un musical degli anni ’40. I due scoprono anche che non possono lasciare la città finché non troveranno il “vero amore”. La prima stagione vede nel cast anche Alan Cumming, Kristin Chenoweth, Aaron Tveit, Dove Cameron, Ariana DeBose, Fred Armisen, Jaime Camil, Jane Krakowski, Ann Harada e Martin Short come guest star.

Ideata da Broadway Video e Universal Television, una divisione di Universal Studio Group, “Schmigadoon!” è co-creata da Cinco Paul e Ken Daurio. Cinco Paul, che è anche showrunner, ha scritto tutte le canzoni originali della serie. Barry Sonnenfeld dirige la serie e ne è produttore esecutivo. Oltre a recitare, Cecily Strong è produttrice, mentre Ken Daurio è produttore consulente e scrittore. Andrew Singer è produttore esecutivo con Lorne Michaels per conto di Broadway Video.

MCU: 10 grandi segreti che i personaggi hanno dovuto mantenere

MCU: 10 grandi segreti che i personaggi hanno dovuto mantenere

I personaggi del MCU hanno sempre dovuto fare i conti con la capacità di riuscire a mantenere dei segreti. I supereroi e gli antieroi dell’Universo Cinematografico Marvel sono pieni di segreti, alcuni più oscuri, alcuni usati per proteggere coloro che amano. Screen Rant ha raccolto i 10 più grandi segreti che i protagonisti del MCU hanno dovuto mantenere:

Loki – Bandire Odino da Asgard

Nessuno può fidarsi di Loki nel MCU. Ha dimostrato ripetutamente di essere un bugiardo e un imbroglione e siamo certi che farà di tutto per andare avanti seguendo quella strada. Ha finto la propria morte in Thor: The Dark World, evento che ha fatto versare una lacrima persino al Dio del Tuono.

Tuttavia, il peccato più grande di Loki è stato quello che ha fatto proprio mentre era morto. Lanciò un incantesimo su Odino e rinchiuse il sovrano asgardiano in una casa di riposo, assumendo per sé il governo di Asgard. Quando Thor fece ammettere a Loki i suoi segreti, era troppo tardi e Odino morì dopo aver salutato i suoi figli.

Black Panther – Nascondere il Soldato d’Inverno

In Captain America: Civil War, il team di supereroi si è schierato ed è andato in guerra l’uno contro l’altro. Sia Iron Man che Black Panther si schierarono dalla stessa parte, poiché credevano che il Soldato d’Inverno avesse ucciso il padre di T’Challa.

Tuttavia, era stata in realtà una messa a punto del barone Zemo. Mentre Iron Man ha cercato comunque di uccidere Bucky per gli omicidi dei suoi genitori, Black Panther ebbe pietà dell’uomo e lo nascose a Wakanda, sperando di salvarlo piuttosto che condannarlo, e nascondendo il segreto a tutti tranne che a Captain America.

Talos – Prendere il posto di Nick Fury

Nick Fury ha sempre mentito a quasi tutti, su tutto. È la super spia perfetta grazie alla sua capacità di nascondere informazioni importanti anche a coloro che si fidano di lui. Nick Fury non è nemmeno sulla Terra in questo momento, poiché vive a bordo di un’astronave nello spazio insieme agli Skrull.

Nel frattempo Talos, che ha debuttato in Captain Marvel, ha preso il posto di Fury sulla Terra. Non si sa da quanto tempo sia in corso questo stratagemma segreto, o quante persone sulla Terra potrebbero essere, in realtà, uno Skrull…

Occhio di Falco – Nascondere la sua famiglia

Occhio di Falco ha scioccato l’intero MCU in Avengers: Age of Ultron. In quel film, Ultron è diventato malvagio e ha attaccato il suo creatore, Tony Stark, prima di dichiarare che avrebbe distrutto tutti gli umani per salvare il pianeta. Dopo che i Vendicatori hanno perso una battaglia a causa di Wanda e Quicksilver, si sono nascosti.

Quando si sono nascosti, sono finiti in un posto che solo poche persone selezionate conoscevano. Mentre lavorava per lo S.H.I.E.L.D., Occhio di Falco aveva una famiglia segreta, che viveva fuori dal resto del mondo per la propria sicurezza.

Nick Fury – Simulare la propria morte

Captain America: The Winter Soldier è stato il miglior film di spionaggio del MCU, la cui storia contiene al suo interno le bugie e i segreti di moltissimi personaggi. Tuttavia, il film non ha rivelato la più grande bugia di tutte, svelata soltanto in seguito. Nel film, il Soldato d’Inverno prende di mira Nick Fury e riempie il suo SUV di buchi. Quando Bucky è ormai intenzionato ad ucciderlo, Fury scomparve.

Black Widow e Captain America finirono in una struttura medica segreta, dove videro morire Fury. Tuttavia, Nick tornò in Avengers: Age of Ultron, dopo aver simulato la sua morte e averla tenuta segreta ai Vendicatori.

Black Panther – Tenere nascosta Wakanda

T’Challa ha ereditato un segreto da suo padre che sentiva di dover nascondere al mondo. Questo segreto era che Wakanda era un paese tecnicamente avanzato, con una scienza potenziata che il resto del mondo poteva solo invidiare.

Black Panther ha dovuto mantenere questo segreto e dire al mondo che Wakanda, al contrario, era un paese povero del terzo mondo, al fine di proteggere le proprie risorse da altri paesi. Dopo aver portato un agente dell’intelligence americana a Wakanda, T’Challa decise che era giunto il momento di rivelare il suo segreto al mondo.

Odino – Mantenere il segreto su Hela

Thor: RagnarokSpesso i segreti finiscono per tornare a ferire le persone che non hanno mai saputo la verità. Per tutta la vita, Odino ha mentito ai suoi figli, Thor e Loki. Ad esempio, ha mentito a Loki sulla sua parentela, che è tornata a tormentarlo in Thor: The Dark World.

Tuttavia, la bugia più grande è arrivata in Thor: Ragnarok. Thor e Loki hanno una sorella conosciuta come Hela, la dea della morte. Odino l’ha bandita, ma non prima che distruggesse il potente esercito delle Valchirie. Quando Odino morì, Hela tornò, e poiché né Thor né Loki sapevano nulla di lei, conquistò facilmente Asgard e contribuì alla sua distruzione.

Vedova Nera e Occhio di Falco – Nascondere il proprio passato

Proprio come Occhio di Falco, anche Vedova Nera aveva molti segreti, grazie alla sua carriera come spia per lo S.H.I.E.L.D. Ha ammesso a Bruce Banner di avere un passato oscuro e di provenire dalla Stanza Rossa. Ha detto a Loki che Occhio di Falco era venuto per ucciderla e che, alla fine, aveva preso una decisione diversa, aiutandola a disertare.

Tuttavia, sia Vedova Nera che Occhio di Falco hanno accennato ad altre cose quando hanno parlato, come battaglie e missioni di cui non avrebbero parlato a nessuno, e ulteriori segreti che questi due guerrieri nascondevano al mondo.

Nick Fury – La finta morte di Coulson

captain marvel VendicatoriLa più grande bugia che Nick Fury ha raccontato ai Vendicatori è arrivata quando si sono ritrovati in battaglia contro Loki a bordo dell’Elivelivolo. Loki incantò Hulk e costrinse i Vendicatori a combatter, mentre il Dio dell’Inganno tentava la fuga. L’agente Coulson era lì per fermarlo, ma Loki lo ha pugnalato e apparentemente ha ucciso il popolare agente dello S.H.I.E.L.D.

Fury ha quindi usato la morte di Coulson per convincere i Vendicatori a lavorare insieme per fermare Loki. Tuttavia, Fury fece sottoporre Coulson a una procedura che lo riportò in vita e lo tenne segreto per assicurarsi che i Vendicatori avessero il reale desiderio di vincere.

Lo SHIELD – Il controllo dell’HYDRA

Captain America: The Winter Soldier ha riportato in vita il migliore amico di Cap come assassino, ma non è stato nemmeno quello lo shock più grande. Si è scoperto che diverse persone avevano tenuto un segreto per decenni e poi hanno approfittato di questo momento per assumere il controllo del governo degli Stati Uniti.

Il capo di Nick Fury, molti degli alleati di Cap nello S.H.I.E.L.D. e persino i rappresentanti del Congresso nel governo degli Stati Uniti erano tutti agenti dormienti che cercavano di emergere mentre l’Hydra tentava un’acquisizione ostile.

Black Widow: nel film è presente il primo mutante del MCU?

0
Black Widow: nel film è presente il primo mutante del MCU?

Quando Natasha e Yelena (Florence Pugh) decidono di far evadere Alexi Shostakov di prigione in Black Widow, subito dopo assistiamo ad una scena in cui Guardiano Rosso fa a braccio di ferro con alcuni dei suoi compagni detenuti. Alexi si riferisce all’enorme uomo che finisce con il polso spezzato chiamandolo Ursa, e ora l’attore Olivier Richters ha confermato che il suo personaggio è davvero Ursa Major, ossia Orsa Maggiore.

Richters ha condiviso un post su Instagram in cui ha chiarito che ha interpretato il membro della Guardia d’Inverno nel film e che nei fumetti ha la capacità mutante di trasformarsi in un enorme orso. Il film non stabilisce mai questa cosa (ovviamente), ma Richters crede che questo rende ufficialmente il suo personaggio il primo X-Men ad apparire nel MCU.

Black Widow è uscito”, ha sottotitolato l’attore nella didascalia che ha accompagnato il suo post. “Dopo due anni posso finalmente dire chi è il mio personaggio: Ursa Major, il primo mutante (X-Men) ad apparire nel MCU. Ursa fa parte della Guardia d’Inverno, nota per essere la risposta russa agli Avengers. Il suo potere è quello di riuscire a trasformarsi in un orso incredibile, trascendendo le dimensioni di Hulk. Ursa appare molte volte nei fumetti combattendo contro Wolverine e Hulk.”

“Quando la produzione sul set mi ha detto chi ero veramente in Black Widow, ho versato qualche lacrima nella mia stanza d’albergo, perché il mio sogno cinematografico si è avverato: essere un supereroe ufficiale dei fumetti. Posso solo sperare che la Marvel riporti Ursa in piena forma”, ha concluso l’attore.

Clicca qui per vedere il post originale

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Libero De Rienzo, muore l’attore di Smetto Quando Voglio e Fortapàsc

0

Si è spento, a 44 anni, Libero De Rienzo, l’attore, sceneggiatore e regista che ha raggiunto la notorietà presso il grande pubblico con l’esilarante ruolo di Bartolomeo nella trilogia di Smetto Quando Voglio.

Nato a Napoli nel 1977, Libero De Rienzo aveva vinto un David di Donatello nel 2002 per Santa Maradona, e aveva ricevuto altre due nomination, da protagonista e da non protagonista per Smetto Quando Voglio, nel 2014, e per Fortapàsc, nel 2009, film di Marco Risi in cui ha interpretato il giornalista Giancarlo Siani.

Sposato con la costumista Marcella Mosca, lascia due figli di 6 e 2 anni. Dopo i funerali la salma sarà inumata in Irpinia, accanto alla mamma.

The Batman, Colin Farrell parla del suo ruolo: “Ho solo cinque o sei scene”

0

The Batman è stata una delle tantissime produzioni che hanno dovuto interrompersi a causa della pandemia di COVID-19. Tuttavia, anche quando le riprese sono ufficialmente partite, ci sono state numerose difficoltà: tra queste, il fatto che la star del film, Robert Pattinson, sia risultato positivo al Coronavirus.

Di recente, la co-star Colin Farrell ha affrontato la questione durante un’intervista con Josh Horowitz all’interno del podcast Happy Sad Confused. “Robert si è ammalato e ovviamente è stato il panico: ‘C***o, Batman ha il Covid? Batman ha il Covid? C***o!’. Dalla prima volta che abbiamo messo piedi sul set all’ultimo giorno di riprese sono trascorsi circa dodici o quattordici mesi.”

“Matt Reeves sta montando il film ora”, ha continuato Farrell. “Non ho parlato con lui né ho sentito cose al riguardo. Non so come stiano procedendo i lavori, ma so che è profondamente coinvolto nel progetto.”

Parlando invece del suo personaggio (Oswald Cobblepot, alias Pinguino), Colin Farrell ci ha tenuto a ribadire che il suo ruolo nel film sarà molto piccolo. “Ho solo cinque o sei scene. Quindi non vedo l’ora di vedere il film, perché non sarà rovinato dalla mia presenza”, ha ironizzato l’attore. “Mi sentirò un po’ a disagio per quei nove minuti a disposizione, ma per il resto non vedo l’ora di vedere come Matt ha dato vita a questo mondo.”

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

MCU: Kevin Feige parla dei piani relativi alla Contessa de Fontaine

0

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE SEGUE CONTIENE SPOILER SU BLACK WIDOW

the falcon and the winter soldierAllo stato attuale, il personaggio della Contessa Valentina Allegra de Fontaine interpretato da Julia Louis-Dreyfus è apparso in due progetti dei Marvel Studios: la serie The Falcon and the Winter Soldier e il film Black Widow. In quest’ultimo, ha reclutato Yelena Belova nella scena post-credits per dare la caccia a Occhio di Falco, mentre nella serie disponibile su Disney+ ha dato a John Walker un nuovo scopo, nominandolo U.S. Agent.

Sembra proprio che Val stia mettendo insieme una squadra… I fan sono convinti che si tratti degli Oscuri Vendicatori (i Dark Avengers), che la Contessa sta cercando di mettere insieme al pari di quanto fatto da Nick Fury all’inizio della Saga dell’Infinito con gli Avengers. Dopotutto, avendo legami con l’HYDRA, Val sarebbe la scelta più logica e coerente per “assemblare” il team di supercriminali.

Ora, durante una recente intervista (via The Direct), il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha confermato che effettivamente il personaggio di Val “sta tramando qualcosa”. “Sì, decisamente. Sembra essere in modalità reclutamento”, ha anticipato. “Yelena lavora già per lei? Sembra che abbiano una connessione in quella scena. Sì.”

Parlando del possibile futuro della Contessa nel MCU, Feige ha aggiunto: “L’idea di inserirla in quest’universo era qualcosa che abbiamo sempre voluto fare, ma dovevamo trovare il modo giusto. Alla fine è arrivato. Abbiamo avuto l’opportunità di averla in Black Widow, in The Falcon and the Winter Soldier e… in altri progetti che arriveranno. Julia Louis-Dreyfus era totalmente d’accordo e coinvolta al 100% nella cosa. È un’aggiunta straordinaria al nostro mond, e non vedo l’ora che le persone restino sorprese nello scoprire dove la rivedranno.”

Al momento è difficile prevedere dove ritroveremo la Contessa. Nella scena post-credits di Black Widow (che abbiamo analizzato in quest’articolo), Yelena incontra Val davanti la tomba di Natasha e pare che la ragazza voglia vendicarsi dell’uomo che crede sia responsabile della morte di sua sorella, ossia Clint Barton. È stato confermato l’anno scorso che Florence Pugh sarebbe tornata nella serie Hawkeye, anche se – ovviamente – all’epoca non sapevamo che Yelena avrebbe preso di mira Occhio di Falco. E se nel nuovo show Disney+ rivedessimo anche Val?

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Captain Marvel: lo sceneggiatore di Black Widow scrisse una versione del film molto diversa

0

Forse non tutti sanno che Captain Marvel avrebbe dovuto fare il suo debutto nel MCU in Avengers: Age of Ultron del 2015. Tuttavia, i piani per l’ingresso di Carol Danvers nell’Universo Cinematografico Marvel sono stati poi rivisti, fino a quando il personaggio non ha fatto la sua prima comparsa ufficiale nella scena post-credits di Avengers: Infinity War (anche se in quel caso era più un rimando diretto allo standalone che altro, dal momento che, di fatto, nella scena in questione Carol neanche appare).

A quanto pare, però, la decisione di rimuovere Captain Marvel da Age of Ultron non è stata l’unica volta che la Marvel ha cambiato idea circa i piani in merito al debutto del personaggio. In una recente intervista ComicBook, infatti, Eric Pearson, lo sceneggiatore di Black Widow, ha ammesso di aver scritto la bozza di una sceneggiatura che era molto, ma molto diversa dalla versione finale del film che è stato poi scritto da Anna Boden, Ryan Fleck e Geneva Robertson-Dworet.

Pearson ha spiegato: “Avevo scritto una sceneggiatura di Captain Marvel per il Marvel Writers Program che è diversa al 100% dalla versione che è uscita al cinema. Ricordo che alcuni anni fa ho trovato una scatola piena di roba e dentro c’erano un paio di bozze. Allora ho pensato: ‘Forse devo distruggerle?’ Va bene conservarle? E se qualcuno le trovasse?’. Ci sono un mucchio di cose là fuori. Le persone riescono a trovare pagine che non sono state tagliuzzate a dovere o che sono cadute da… non lo so. Ricordo che non c’era Thanos. Non c’era… Sto cercando di pensare a chi fosse il cattivo. In qualche modo era l’Intelligenza Suprema… ma era comunque diverso al 100%.”

Captain Marvel: in arrivo il sequel The Marvels

Ricordiamo che l’11 novembre 2022 arriverà nelle sale The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale. Il sequel sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di CandymanNel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers.

James Gunn rivela il suo più grande rimpianto a proposito di Guardiani della Galassia

0

Gran parte del successo del franchise di Guardiani della Galassia è dovuto al regista e sceneggiatore James Gunn, che ha saputo reinventare i personaggi dei fumetti trasformandoli nelle icone del grande schermo che ancora oggi i fan del MCU adorano. Tuttavia, Gunn ha comunque dei rimpianti in merito alla saga…

Intervistato da MovieMaker in occasione della promozione dell’attesissimo The Suicide Squad, il regista e sceneggiatore ha rivelato che il suo unico rimpianto in merito a Guardiani della Galassia è stato quello di aver affrettato le riprese, perché così era solito fare nelle sue precedenti produzioni. Come spiegato d a Gunn, all’epoca aveva la mentalità di un produttore che vuole finire le riprese in anticipo e andare avanti, invece di concedersi il tempo necessario di cui aveva bisogno.

“Stavo parlando di questo con il mio partner proprio l’altra sera: il mio più grande rimpianto con i Guardiani era che pensavo ancora nell’ottica di un produttore”, ha dichiarato James Gunn. “Eravamo così di fretta che pensavamo solo a finire il girato in tempo. Facevamo 54 configurazioni al giorno con una sola macchina da presa per Super, il che è inaudito. Era tutto un correre, correre, correre… e quindi quei ritmi erano diventati parte di tutto ciò che stavo facendo. Quel panico, quell’ansia che avevo sul set tutto il giorno me li sono portati dietro e hanno contaminato anche il set dei primi due film sui Guardiani. Avevo bisogno di imparare a concentrarmi su altro… di fare le cose bene ma anche di rilassarmi. Quell’ansia è forse uno dei pochi rimpianti che ho in merito a quel periodo.”

Ricordiamo che James Gunn tornerà alla regia di Guardiani della Galassia Vol. 3, che arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Black Widow: com’è stata tenuta segreta l’identità di Taskmaster durante le riprese

0

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE SEGUE CONTIENE ENORMI SPOILER SU BLACK WIDOW

In una recente intervista con Esquire, l’attrice Olga Kurylenko ha parlato di Black Widow, il cinecomic Marvel in cui interpreta il ruolo di Antonia/Taskmaster, la cui identità è stata tenuta segreta fino all’uscita del film. In effetti, la star di Quantum of Solace ha parlato proprio di quanto sia stato difficile riuscire a mantenere il segreto circa la reale identità del suo personaggio.

“Abbiamo tutti dovuto firmare un accordo di non divulgazione. Ovviamente, tutti sapevamo che sarebbe stato un grande segreto di cui non si doveva parlare”, ha spiegato l’attrice. “Stavamo girando in esterni e i paparazzi erano dappertutto. Dovevo vestirmi e camminare dalla mia tenda al set. Avevano realizzato questa sorta di ombrello con del tessuto appeso. Io ero sotto e dovevo guardare attraverso un piccolo buco per vedere dove stessi andando. Erano molto concentrati. Dicevano: ‘Nessuno vedrà chi è’. E alla fine ci sono riusciti. Voglio dire, fino ad ora nessuno lo sapeva.”

“Neanche mia madre lo sa ancora”, ha continuato Olga. “È stato divertentissimo, perché quando è uscito il trailer del film ha detto: ‘Oh mio Dio, ho visto questo trailer. Conosci il film? Sembra davvero bello. Voglio vederlo. Possiamo andare insieme?’. E io le ho risposto: ‘Certo, verrò con te’. Ancora non le ho detto che ci sono anche io. Ora penso di poterglielo dire. Povera mamma… Voglio dire: non ne ha la minima idea.”

Sempre nel corso della medesima intervista, Olga Kurylenko ha parlato anche del futuro del suo personaggio nel MCU, rivelando che dipenderà esclusivamente da ciò che i Marvel Studios decideranno di fare con la sua storia. Tuttavia, ha confermato che le piacerebbe tornare ad interpretarlo: “Immagina se dicessi: ‘No, non lo farei’. Sarebbe strano, no? Qualcuno mi crederebbe davvero? Certo che lo farei. Sarebbe davvero fantastico. Mi piacerebbe molto.”

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

The Suicide Squad: Idris Elba non sapeva chi avrebbe interpretato

0

Quando Idris Elba venne annunciato nel cast di The Suicide Squad, in molti pensavano che l’attore avrebbe interpretato il ruolo di Deadshot, andando così a sostituire Will Smith, che aveva interpretato il personaggio nel film di David Ayer.

Tuttavia, in seguito è stato confermato che la star della serie Luther avrebbe interpretato un personaggio totalmente diverso, ossia Bloodsport. Ora veniamo a conoscenza del fatto che l’attore britannico ha firmato per unirsi al cast del film senza sapere quale personaggio avrebbe effettivamente interpretato.

In un’intervista con Esquire, Idris Elba ha parlato del suo casting in The Suicide Squad, rivelando che all’epoca tutto ciò che sapeva era che il film sarebbe stato scritto e diretto da James Gunn. Come spiegato dall’attore, non aveva bisogno di sapere quale personaggio avrebbe interpretato o di conoscere eventuali dettagli sulla trama: per lui, il coinvolgimento di Gunn era già una garanzia.

“Ho firmato perché volevo davvero lavorare con James”, ha detto Elba. “È un genio. Ero davvero colpito e onorato all’idea che qualcuno con il suo talento fosse così desideroso di lavorare con me, anche se non abbiamo avuto una tabella di marcia necessaria su chi fosse il personaggio. Ho investito molto in fretta nell’esplorazione di quest’aspetto, perché potevamo spingerci ovunque.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

James Gunn trova “noiosi” i film di supereroi che non sperimentano

0

È cominciata di gran carriera la promozione di The Suicide Squad, il blockbuster che James Gunn ha realizzato per Warner Bros e che arriverà al cinema il prossimo agosto. Durante una delle sue prime interviste, il regista e sceneggiatore ha parlato con SFX Magazine del genere che lo ha reso famoso, dicendo che trova noiosi molti dei recenti film di supereroi.

Il regista ha poi continuato, spiegando che questa sua sensazione è dettata dal fatto che molti film di questo genere sono tutti uguali, si adeguano ad uno standard e non si preoccupano di innovare o cercare strade nuove, cosa che invece lui preferisce e rispetta, oltre a percorrere lui stesso sempre il sentiero dell’innovazione, soprattutto nel linguaggio.

Al momento, James Gunn si trova coinvolto con Warner Bros per DC e Disney per Marvel, dal momento che la Casa di Topolino gli ha riaffidato la regia di Guardiani della Galassia Vol. 3 dopo un momentaneo licenziamento.

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Ritorno al crimine: ecco i protagonisti vecchi e nuovi

Ritorno al crimine: ecco i protagonisti vecchi e nuovi

Dopo il grande successo di Non ci resta che il crimine, non ha sorpreso nessuno l’annuncio che Massimiliano Bruno fosse al lavoro su un sequel, che dava seguito alle disavventure di Moreno (Marco Giallini), Sebastiano (Alessandro Gassmann) e Giuseppe (Gianmarco Tognazzi). E ora, con più di un anno di ritardo per cause di forza maggiore, è disponibile su Sky Cinema e in streaming su NOW Ritorno al crimine, in cui scopriamo cosa è accaduto ai nostri tre improbabili eroi, dopo la rocambolesca fuga dalle grinfie di Regatino (Edoardo Leo).

Ma chi sono i protagonisti di questo sequel? Quali sono i volti noti e quali quelli nuovi di questa seconda sgangherata avventura alla ricerca di un tesoro? Eccoli di seguito!


Van Gogh/Antonio Gargiulo

Volto televisivo e cinematografico molto conosciuto, Gargiulo interpreta il malavitoso Van Gogh, così chiamato per via della sua incredibile somiglianza con il pittore olandese, un cui autoritratto è il MacGuffin scelto da Bruno per far procedere la sua storia nella trama ambientata nella contemporaneità. Perché Ritorno al Crimine si sviluppa su due piani temporali e due missioni differenti, che vedranno i protagonisti ancora una volta alle prese con faccende molto più grandi di loro.

Van Gogh è appunto il cattivo della linea temporale contemporanea e il suo desiderio capriccioso di possedere un originale dell’artista a cui tanto assomiglia, spingerà i nostri a cimentarsi in un furto organizzato in maniera decisamente insolita.

Contessa Roccapadula/Corinne Cléry

Ospite accogliente e altolocata, la Contessa Roccapadula compare nel secondo atto del film, in una scena all stars in cui abbiamo anche la possibilità di scorgere Achille Lauro in persona, in un dialogo breve ma esilarante con lo spaesato Regatino, alle prese con una festa un po’ snob in cui, lui, malavitoso degli anni ’80, poco riesce ad orientarsi.

Con gli eleganti lineamenti di Cléry, la Contessa è una splendida padrona di casa, il prototipo di nobildonna ricca e interessata alle belle arti, che non perde occasione di ospitare giovani artisti alle sue feste, ma a volte così accecata dal prestigio di circondarsi dell’estro di altre persone che difficilmente riconosce il vero valore. Cosa che sa bene il personaggio interpretato da Carlo Buccirosso… ma ci arriveremo!

Sabrina/Loretta Goggi

Dopo la conturbante presenza di Ilenia Pastorelli in Non ci resta che il crimine, questo sequel propone il personaggio di Sabrina in versione attempata. Scappata con il tesoro alla fine del primo film, Sabrina è ora una signora anziana (forse un po’ troppo acciaccata per i suoi quasi settanta’anni) che ha fatto fruttare la fortuna rubata e che vive con suo marito, il pittoresco Massimo Ranieri, in una villa in costiera amalfitana.

Da quel posto in bilico tra la casa dei sogni e un pacchiano agglomerato di anticaglie contraffatte si innesca l’avventura che porterà Sabrina, ancora una volta, a muoversi ai margini dell’azione, uscendone sempre e comunque vincitrice.

‘O Rattuso/Gianfranco Gallo

Chi mastica un po’ di dialetto napoletano sa che il soprannome dedicato a questo boss della camorra non è propriamente lusinghiero. Lo sgradevole personaggio interpretato da Gianfranco Gallo è infatti un viscido e lascivo criminale, pronto ad allungare le mani su ogni gonnella, che le sue attenzioni siano gradite o meno, ma che preferisce sentirsi chiamare il Dongiovanni, perché… beh, è comprensibile!

Sarà lui il principale obbiettivo del nostro trio, che torna indietro nel tempo, nella Napoli dell’82, per impedirgli di mettere al mondo quello che diventerà poi Van Gogh, vero e proprio innesco della vicenda. Usando tutte le caratteristiche folkloriche e sgradevoli del boss della mala vita, Gallo restituisce un ritratto iconografico del personaggio.

Gianfranco/Massimiliano Bruno

Jolly del primo film, una specie di cervello associato rispetto al trio di partenza, Gianfranco continua la sua parabola ascendente in questa seconda avventura, diventando a tutti gli effetti un membro di questa insolita banda. È per salvare lui che Giuseppe, Moreno e Sebastiano ri-tornano indietro nel tempo!

Dal canto suo, il buffo eppure risoluto personaggio interpretato dalle stesso regista riesce sempre ad essere il deus ex machina, salvando capra e cavoli e proponendo sempre soluzioni vincenti per fughe attraverso i decenni e scappatoie temporali salvavita.

Lorella/Giulia Bevilacqua

Se nel primo film il compito di soddisfare la richiesta di epidermide a vista era stato affidato a Ilenia Pastorelli, che con generosità aveva portato a termine la missione, in Ritorno al Crimine ci pensa Giulia Bevilacqua, che nel film interpreta proprio la figlia di Sabrina. Porta un nome in linea con i gusti della madre, Lorella Heather, in omaggio alle omonime soubrette italiane, ed è una tipa abbastanza risoluta, nonostante si trovi a recitare il ruolo di damigella in difficoltà.

Anche intorno al suo personaggio Bruno costruisce una narrativa divertente e accattivante, capace di arricchire la storia dei protagonisti, aggiungendo un pizzico di spirito femminile non convenzionale all’intera vicenda.

Massimo Ranieri/Carlo Buccirosso

Carlo Buccirosso era l’unica scelta possibile per interpretare il pittoresco Massimo Ranieri. Niente a che vedere con l’omonimo ed elegantissimo cantante, questo signor Ranieri e un cialtrone, falsario, venditore di fumo, che grazie alle sue doti di imbonitore ha messo a segno diverse truffe ai danni di ricchi ignoranti che vogliono elevarsi attraverso l’acquisto di opere d’arte delle quali non conoscono il vero valore.

È così che Massimo Ranieri conosce la Contessa Roccapadula, sua vittima prediletta, e d’altro canto è sempre grazie a questo suo talento truffaldino che la banda riesce a trovare i giusti contatti per procedere con il suo piano.

Giuseppe/Gianmarco Tognazzi

Sicuramente il più sottovalutato dei tre protagonisti, che alla fine della prima avventura trova finalmente il coraggio per dire la sua nei propri interessi, Giuseppe è un personaggio tenerissimo, sempre pronto ad aiutare i suoi amici, dal cuore aperto e accogliente, e anche in questo caso non tradisce le aspettative.

La sua memoria infallibile lo metterà anche stavolta al fianco del boss malavitoso con cui i tre si confronteranno, ma in questo caso i rapporti saranno complicati dal fatto che proprio lui, Giuseppe, dovrà essere colui che dovrà fermare ‘O Rattuso una volta per tutte.

Renatino/Edoardo Leo

Chi in questo secondo film trova più spazio e soprattutto situazioni in cui mettersi alla prova è sicuramente il Regatino di Edoardo Leo, che mescola al suo interno una grande varietà di toni. È sempre lo spietato Renatino della Banda della Magliana, ma è anche un uomo catapultato in un futuro che non capisce, fuori dal tempo, che si trova a confrontarsi con persone che conosceva bene e che a differenza sua hanno vissuto tutta una vita.

In bilico tra bene e male, di fronte a cattivi più cattivi e più assurdi di lui, Regatino troverà in questa avventura un pezzetto di quella umanità che pensava di non avere.

Sebastiano/Alessandro Gassmann

Affascinante suo malgrado, il sobrio Sebastiano, interpretato da Alessandro Gassmann, fa i conti anche in questa storia con una donna esuberante. Se però la prima volta si era trattato di un moto di amore romantico, dal momento che era stato travolto da Sabrina, questa volta verrà nuovamente sopraffatto da una potente ondata di feromone, nella persona della “Signora Rattuso”, la moglie del boss che Sebastiano verrà costretto ad intrattenere per “distrarla” dal marito.

La fine di quest’avventura lo vedrà pronto ad affrontare i suoi demoni, consapevole di ciò che desidera e soprattutto pronto a prendersi le sue responsabilità… più o meno.

Moreno/Marco Giallini

Il più carismatico dei tre protagonisti, Moreno, è quello che forse esce più trasformato da questa avventura. Il suo percorso, emotivo e personale, si corona con un finale in cui piuttosto che accontentarsi di tutto e subito, come avrebbe fatto un tempo, sceglie di essere lungimirante, sempre in maniera truffaldina, si intende, ma con progettualità e soprattutto con la complicità di una banda nuova di zecca.

Giallini, con il suo sorriso sornione che spunta sempre nelle pieghe dei suoi personaggi, con Moreno non fa eccezione, e forse è per questo che ci piace così tanto questo leader insolito e all’apparenza burbero, ma dal cuore d’oro. Lui e la banda di Ritorno al Crimine sono su Sky Cinema e in streaming su NOW, per raccogliere nuovi membri e raccontare la loro nuova avventura.

A Classic Horror Story: recensione del film Netflix

A Classic Horror Story: recensione del film Netflix

Disponibile dal 14 Luglio 2021 su Netflix, A Classic Horror Story è il frutto del sodalizio tra i registi Roberto De Feo (The Nest) e Paolo Strippoli. Horror del tutto italiano, la pellicola gioca con gli stilemi tipici del linguaggio del cinema di genere, proponendoci una versione fresca e aggiornata di cosa significhi essere un cineasta oggi; uno sguardo attento e risoluto nei confronti di un veicolo metaforico e rappresentativo di una società e di un tempo.

A Classic Horror Story: l’apologia di un nuovo teatro orrorifico

Proprio come sarebbero le premesse classiche di un film dell’orrore, A Classic Horror Story ci presenta cinque individui, passeggeri di un carpooler che vaga per la Puglia e che, cercando di evitare la carcassa di un animale, come nella più inquietante delle storie, si schiantano contro un albero. A causa dell’impatto fulmineo e violento, perdono tutti i sensi e si ritrovano poi, al loro risveglio, nel mezzo di un bosco labirintico, i cui sentieri confluiscono in un luogo nevralgico: una casa in pieno stile Fratelli Grimm. E’ una casa che ricorda la facciata di una chiesa, dalla struttura geometrica e spigolosa; all’apparenza disabitata, tuttavia con dettagli di arredamento che faranno intendere ai cinque che non sono affatto soli. Iniziano a propagarsi una serie di indizi, tra cui un altare dedicato alla leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, i “padri fondatori“ della mafia italiana (Camorra, Cosa Nostra e ‘Ndragheta), ma con un aspetto decisamente più inquietante e un’interpretazione della storia dei tre fratelli spagnoli molto più macabra e cruenta dell’originale. I cinque protagonisti, Elisa (Matilda Lutz), Riccardo (Francesco Russo), Fabrizio (Peppino Mazzotta), Mark (Will Merrick) e Sofia (Yulia Sobol) rappresentano tutti i ruoli più archetipici del cinema horror: la final girl, la bionda un po’ superficiale, il cinico maturo, lo stupido belloccio, il freak inquietante e dovranno vedersela con uno scenario sempre più terrificante e inaspettato.

A Classic Horror Story recensione film netflixLa pellicola di De Feo e Strippoli reinventa gli stereotipi del cinema e del folklore italiano, declinandoli attraverso un gusto estetico internazionale assolutamente concorde con lo spirito della piattaforma di distribuzione Netflix. A Classic Horror Story è un film che fa della ritualità uno degli elementi di matrice tutt’altro che derivativa, bensì assolutamente sovversiva: la casa, il bosco, i fantocci, le maschere; ogni elemento inserito all’interno della cornice drammaturgica è correlativo oggettivo non solo di sottolivelli di analisi di cui il film è intriso, bensì di un modo tutto nuovo di intendere e riproporre il genere, sulla falsariga di quella nouvelle vague che ha preso piede negli ultimi anni in Spagna e Francia e che, ci auguriamo caldamente, riesca a svettare anche nel nostro Paese.

I richiami alle classiche storie dell’orrore sono tanti e atti ad evidenziare il carattere atipico e pioneristico dell’opera di De Feo e Strippoli, nella loro riproposizione perfettamente studiata: il cinema di Sam Raimi, Non Aprite Quella Porta e il Silent Hill di Christophe Gans in primis. Le intuizioni splatter i colpi di scena, l’attenzione metodica ai dettagli quali location e costumi si uniscono inoltre a suggestioni di pellicole più recenti tra cui Midsommar di Ari Aster e Quella Casa Nel Bosco di Drew Goddard; oltre a ciò vi è l’eco ai grandi cineasti che hanno fatto la storia del cinema di genere in Italia quali Bava, Fulci e Argento: tutto questo è funzionale alla rielaborazione tematica e strutturale messa in moto dal duo registico.

L’horror è, per il duo registico, un veicolo, un tramite attraverso cui filtrare un punto di vista sulla realtà socio politica e culturale, come era stato per i grandi maestri degli anni ’70, tra cui figurano George Romero, Tobe Hopper, John Carpenter e Wes Craven. Ma A Classic Horror Story fa molto di più: ogni fotogramma della pellicola è una giustapposizione di suggestioni e idee che vanno ben oltre il mero citazionismo per assurgere a fondamento di una poetica intimista ma universale, suggerita e contemporaneamente ben delineata. La critica sottesa al pubblico generalista tanto quanto a quello appassionato sembra suggerita, eppure finisce per emergere prepotentemente, rivelando come una sceneggiatura arguta e, perché no, anche dai tratti irriverenti, possa costituire la chiave di lettura ottimale per una panoramica globale di ciò che è diventato oggigiorno il cinema horror, soprattutto italiano.

La meta-narrazione di A Classic Horror Story

Pennywise si cibava della paura, come recita una battuta del film; così come noi spettatori andiamo ricercando l’orrido, la paura, il mostruoso da cui essere investiti: ma chi, o cosa è il vero mostro, in un’era in cui la pigrizia e la noia dominano su ogni facoltà intellettuale, in cui è preponderante la presunzione di voler parlare pur non avendo visto o non sapendo niente? Sentenziare su film e prodotti, sulle opere altrui, definendole “vecchie”, “già viste”, è ciò che meglio riesce a fare il pubblico generalista, perennemente insoddisfatto.

Le tracce musicali di A Classic Horror Story – a cura di Massimiliano Mechelli – contribuiscono a delineare uno scenario in cui le minacce sono visceralmente simboliche, i ruoli tipologici e caratteriali si ribaltano continuamente, e le sfumature cromatiche assurgono a deittici esplicitati. Non è da meno il comparto registico, volto totalmente all’incamerare la parabola di un percorso che trova nella cornice orrorifica una rinascita, una dichiarazione d’intenti, un capovolgimento irredentista atto alla risemantizzazione dei concetti di folklore, usanze e simbolismi.

In un panorama del genere, è difficile che nuove voci, quelle coraggiose e sperimentali, riescano effettivamente ad emergere; pian piano è emersa la consapevolezza che sia piuttosto arduo fare film di genere in Italia, quasi a voler automaticamente significare che non siamo in grado di farlo. Ed ecco allora il circolo vizioso di mainstream, pellicole superficiali e senza passione, prive dell’animo di quella di De Feo e Strippoli.

A Classic Horror Story film recensione

La location della storia, assieme a un lavoro encomiabile in sede di regia, con alcune riprese assolutamente suggestive, contribuisce ad aumentare il senso di smarrimento e claustrofobia generati  dalla consapevolezza dell’impossibilità di una via d’uscita e dal costante ritorno a un punto di partenza. Riflessione, questa, imprescindibile per il discorso meta-cinematografico portato avanti dai due registi che, invece, una via d’uscita ce la suggeriscono eccome. Il voyeurismo malato, perverso, che ci fa nutrire costantemente di morte e depravazione è esattamente il punto di partenza per inscenare un nuovo spettacolo orrorifico, per costruire una sceneggiatura di tutto punto, in cui bisogna necessariamente andare oltre: il cui punto di partenza è appropriarsi di ciò che è già stato usato, rimaneggiato, riformulato, ormai considerato materiale scartabili, senza tuttavia fermarsi alla riproposizione in chiave diversa adattandolo al contesto socio-culturale (come poteva essere il pastiche postmoderno).

Si riprendono i topoi del genere, auto-criticandoli e ironizzandoci sopra, proprio perché consapevoli  dell’impossibilità di non annoiare un pubblico che ha fatto della noia il proprio mantra di vita e volto alla ricerca sempre di cose nuove. La consapevolezza stessa dello scartare porta paradossalmente al rivalutare. E quale personaggio sarebbe stato migliore di una giovane donna che parte pensando di “scartare” per una rivalutazione invece totalmente inaspettata?

Black Widow: lo sceneggiatore parla dei cambiamenti relativi a Taskmaster

0

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE SEGUE CONTIENE SPOILER SU BLACK WIDOW

Black Widow ha apportato alcune modifiche significative a Taskmaster e la rivelazione definitiva della vera identità del cattivo è stata accolta con una risposta mista per i fedeli della Marvel Comics.

Verso la fine del film, Dreykov (Ray Winstone) smaschera il suo misterioso scagnozzo, e con grande orrore dell’Avenger titolare (Scarlett Johansson), si scopre che è sua figlia, Antonia, che Nat riteneva avesse ucciso molti anni prima, quando aveva fatto esplodere l’appartamento del leader della Stanza Rossa.

Sicuramente, questo ha avuto molto più senso che introdurre un mercenario casuale di nome Tony Masters senza legami con il passato di Nat. Tuttavia, secondo lo sceneggiatore Eric Pearson, il piano originale era proprio quello…

“Il vero Taskmaster doveva essere coinvolto. Prima che arrivassi io, c’era una versione della sceneggiatura che includeva Tony Masters”, ha rivelato Pearson durante un’intervista con Phase Zero. “Dreykov e la Stanza Rossa sono legati intrinsecamente al passato di Natasha… e quindi non facevo altro che pensare: ‘Come facciamo a convincere il pubblico che questo Tony Masters è un agente della Stanza Rossa e a renderlo credibile?’.”

Per quanto riguarda le reazioni dei fan ai cambiamenti attuati sul personaggio e alla rivelazione della sua vera identità, lo sceneggiatore ha aggiunto: “Ho commesso l’errore di guardare nelle richieste di messaggi sui miei social e qualcuno ha detto: ‘Non voglio essere fuori luogo, ma Taskmaster è stato il più grande tradimento della mia vita’. E allora ho pensato: ‘Hai avuto una vita piuttosto buona allora. Se questa è la cosa peggiore che ti sia mai capitata, allora dovresti esserne felice’.”

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Loki: le domande che ci lascia il finale di stagione

Loki: le domande che ci lascia il finale di stagione

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE SEGUE CONTIENE SPOILER SUL FINALE DELLA SERIE LOKI

Il finale di stagione di Loki ha ribaltato l’intero MCU e ha posto le basi per innumerevoli storie future. Con l’introduzione di “Colui che rimane”, ossia una variante di Kang il Conquistatore, e la scelta compiuta dal personaggio di Sylvie, vediamo insieme, grazie a ComicBookMovie, quali sono le domande più “scottanti” che ci lascia questa prima stagione:

Chi era la quarta statua?

Mentre Loki e Sylvie si avvicinano ad affrontare “Colui che rimane”, entrano in una stanza con tre statue raffiguranti i Custodi del Tempo. Una quarta statua, tuttavia, è stata distrutta, lasciandoci senza una risposta sulla sua identità. Kang chiarisce fin dall’inizio che potrebbe mentire: dopotutto, il tempo trascorso a governare la sacra linea temporale lo ha chiaramente fatto impazzire.

In base a ciò, forse i Custodi del Tempo esistevano davvero una volta? Lavorando per loro – come ha fatto una volta anche la sua controparte fumettistica -, sarebbe una cosa tipica di Kang usurparli in modo da “conquistare” il tempo e finire per governare al loro posto. Questo era anche il piano di Loki, e sembra che si tratti di qualcosa che i Marvel Studios, alla fine, affronteranno… 

“Colui che rimane” è, in realtà, Immortus?

Immortus è un personaggio con una storia molto lunga e complessa alle spalle. Leggermente più eroico del suo sé più giovane e alternativo (Kang il Conquistatore), anche lui ha fatto del tempo una sorta di suo giocattolo: era, infatti, una versione del cattivo che si annoiava nel tentativo di conquistare, proponendosi di proteggere il tempo. Aveva anche un castello e stretti legami con i Custodi del Tempo, mentre Immortus interferiva spesso con la storia, proprio come il Kang che incontriamo nella serie, che ha il suo cosiddetto protettore.

Anche nei titoli di coda, il personaggio di Jonathan Majors è chiamato soltanto “Colui che rimane”, ma era davvero questa la variante di Immortus? Potremmo quasi scommetterci. Non c’è bisogno di usare il personaggio al di là di questa serie, poiché l’attenzione sarà chiaramente sulle varianti del Conquistatore, e in base al costume e ai suoi commenti sull’essere più vecchio di quanto sembri, questo Kang è molto probabilmente una nuova interpretazione di Immortus. È un modo intelligente per includerlo nella storia, ma potrebbe esserci ancora altro da scoprire su questo Kang…

Quante versione Kang vedremo?

Dopo che nel 31° secolo Kang scoprì l’esistenza del Multiverso, le sue varianti fecero lo stesso, e ciò portò ad alcune versioni malvagie che si proponevano di conquistare ogni possibile realtà. Seguì una guerra tra i Kang, ma questa versione riuscì a fermarli grazie ad Alioth, procedendo a sorvegliare la sacra linea temporale tramite la TVA per impedire che una qualsiasi delle sue varianti venisse scatenata nell’universo. La sua missione può sembrare nobile, ma il risultato è che, alla fine, è stato l’unico sovrano dell’unica e sola sacra linea temporale.

Andando avanti, potrebbe essere un po’ strano avere innumerevoli versioni di Jonathan Majors che combatte contro se stesso sullo schermo, ma i Marvel Studios possono certamente giocare con l’idea che ci siano più varianti. Iron Lad potrebbe apparire in un progetto dedicato agli Young Avengers, ad esempio, mentre la variante scienziato potrebbe forse cercare l’aiuto di Hank Pym in Ant-Man and The Wasp: Quantumania. Questo è un personaggio con un potenziale illimitato a mano a mano che si andrà avanti e quasi sicuramente sarà il prossimo grande cattivo del MCU.

Cosa ha pianificato il giudice Renslayer?

Renslayer vuole sapere chi c’è dietro la TVA tanto quanto gli altri, ma dopo che Miss Minutes le ha fornito alcuni file che “lui” crede sarebbero di maggiore utilità, si imbarca in una missione per trovare, alla fine, ciò che descrive soltanto come “libero arbitrio”. È certamente possibile che l’ex giudice voglia semplicemente liberarsi dal ruolo che le è stato assegnato, ma dato il passato romantico tra lei e Kang nei fumetti, forse anche questo verrà esplorato in futuro (forse diventerà una cattiva a pieno titolo e si trasformerà in Terminatrix?).

Kang sapeva cosa sarebbe successo nella linea temporale fino a un certo punto, ma forse ha incontrato Ravonna nel suo periodo di tempo e ora, chissà… forse le sta semplicemente indicando la giusta direzione per assicurarsi che il suo io passato incontrasse la donna che amava una volta? È una cosa abbastanza contorta a cui pensare, ma è certo che ci sono grandi piani per questo personaggio. Non saremmo sorpresi di vederla tornare in altri imminenti progetti prima della seconda stagione di Loki

Cosa farà ora la TVA?

La TVA è stata lasciata senza una sacra linea temporale da proteggere e innumerevoli linee temporali ramificate che non possono o non vogliono “falciare”. Prima che Loki incontri il Mobius che non riconosce, vediamo l’originale insieme a Hunter B-15, quindi quella linea temporale non è stata cancellata. La TVA è piena di Gemme dell’Infinito e altri artefatti pericolosi che ora potrebbero ritrovare la loro strada nel MCU (questo potrebbe anche spiegare come Doctor Strange riacquisti l’Occhio di Agamotto).

La TVA è destinata a svolgere una sorta di ruolo chiave nel processo, che sia solo nel prossimo lotto di episodi di Loki o oltre la serie Disney+. In ogni caso, è quasi certo che il MCU non tornerà ad avere una sola linea temporale, poiché il Multiverso significa che i Marvel Studios possono riportare gli attori del passato (come il Deadpool di Ryan Reynolds) o anche riformulare i personaggi con le loro varianti. Potremmo, tuttavia, vedere Loki governare su una TVA nuova e, perché no, potenziata.

Dov’è Loki?

lokiÈ importante notare che il MCU non è stato alterato in una sorta di svolta ispirata a “Flashpoint” della DC. Al contrario, la TVA in cui si trova Loki è una delle realtà ramificate create in seguito alla morte di Kang. In altre parole, Sylvie lo ha mandato nella linea temporale sbagliata, e questa è quella in cui Kang governa apertamente il flusso del tempo. Potrebbe essere una realtà in cui il cattivo ha vinto, rendendo questa TVA un gruppo molto più nefasto.

Tuttavia, per quanto fantastico sia stato questo finale, non contiamo sul fatto che Loki passi troppo tempo lì prima che riesca a scappare nella giusta linea temporale. Ovviamente, se riuscirà a trovarla… Viaggiare attraverso tutte queste diverse realtà potrebbe essere una premessa divertente per la seconda stagione, o spiegare l’ormai quasi certa presenza di Loki in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

E per quanto riguarda il resto del MCU?

Ora ci sono innumerevoli realtà alternative e questo avrà importanti ramificazioni per il MCU. La serie What If… ? promette di esplorarne alcune, mentre Spider-Man: No Way Home, con le diverse versioni di Peter Parker e con il ritorno di cattivi quali Doctor Octopus ed Electro, ora ha molto più senso, dal momento che è quasi certo che si tratterà di varianti provenienti da linee temporali alternative.

Quasi certamente Doctor Strange si farà avanti per cercare di affrontare il danno che questo ha causato alla realtà, mentre Scarlet Witch stava probabilmente ascoltando i suoi figli quando il Multiverso è rinato. Per quanto riguarda Ant-Man e The Wasp: Quantumania, è probabile invece che il threequel esplori le connessioni di Kang con il Regno Quantico e come, alla fine, lo userà per padroneggiare il viaggio nel tempo. Contiamo sul fatto che la storia di Kang si svolga forse anche più a lungo di quella di Thanos: non saremmo sorpresi se finisse per diventare il grande cattivo del prossimo film degli Avengers.

Ant-Man and the Was: Quantumania, lo sceneggiatore ironizza sul finale di Loki

0

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE SEGUE CONTIENE SPOILER SUL FINALE DELLA SERIE LOKI

Ant-Man and the Wasp: QuantummaniaJeff Loveness, lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ha commentato in modo esilarante il finale di stagione di Loki, in cui abbiamo avuto la possibilità di dare un primo sguardo al personaggio di Kang il Conquistatore interpretato da Jonathan Majors (anche se, di fatto, lo stesso non viene mai chiamato in questo modo nell’episodio finale).

Kang il Conquistatore è stato una presenza fondamentale dei fumetti Marvel sin dalla sua introduzione negli anni ’60, ma è stato introdotto solo di recente nel MCU: “Colui che rimane”, una delle tante variante di Kang, è apparso – appunto – nel finale di stagione della serie con Tom Hiddleston. Mentre Kang è un cattivo spietato nei fumetti, “Colui che rimane” stava tirando le fila della TVA per prevenire un’altra Guerra nel Multiverso. Uccidendolo, Sylvie ha permesso alla sacra linea temporale di ramificarsi, dando così vita – si presume – a tutte le diverse trame che vedremo nel futuro del MCU. Sebbene Majors abbia sempre negato di essere coinvolto in Loki, in realtà i fan erano quasi certi che Kang sarebbe apparso proprio nel finale di stagione.

Le speculazioni e le teorie sulla Fase 4 del MCU si sono scatenate da quando il finale è andato in onda (soprattutto dopo la notizia che Hiddleston potrebbe apparire nel sequel di Doctor Strange), e ora Loveness ha voluto dire la sua, in chiave ironica, su ciò che Loki ha riservato agli spettatori. Lo sceneggiatore, infatti, ha condiviso via Twitter una copertina alternativa della serie a fumetti di Kael Ngu “Venom #35” che mostra il simbionte mentre gioca a basket con Spider-Man. Nella didascalia che ha accompagnato l’immagine, Loveness ha scritto: “Loki… cosa hai fatto?”.

Clicca qui per vedere il post originale

Nonostante anche WandaVision e The Falcon and The Winter Soldier siano entrambe legate a futuri progetti del MCU, è Loki che quasi sicuramente svolgerà un ruolo fondamentale nel plasmare la Fase 4. Il concetto di Multiverso sarà chiaramente una parte cruciale della nuova Fase, con Doctor Strange che apparirà in Spider-Man: No Way Home e Scarlet Witch che giocherà un ruolo chiave in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

L’ultimo episodio di Loki non ha mostrato quali effetti avrà la scelta di Sylvie di uccidere “Colui che rimane”, tranne il fatto che il Dio dell’Inganno è ora finito in una linea temporale alternativa in cui Mobius non lo riconosce. Tuttavia, anche se Majors, al momento, non è confermato in nessun altro film del MCU oltre Ant-Man 3, il personaggio di Kang dovrebbe rappresentare una minaccia nella Fase 4 al pari di Thanos nella Saga dell’Infinito.

The Suicide Squad: James Gunn non ha mai pensato di includere Joker nel film

0

In una recente intervista con il New York Times, James Gunn ha parlato dell’attesissimo The Suicide Squad, rivelando di non essere stato minimamente influenzato dal film di David Ayer uscito nel 2016.

“Volevo creare quella che pensavo fosse, per me, la Suicide Squad. Lasciarmi influenzare dal film di David avrebbe reso il mio film l’ombra del suo”, ha spiegato il regista e sceneggiatore. “Volevo che fosse completamente a sé stante”. Gunn ha poi spiegato che la Warner Bros. non gli hai mai imposto nulla in merito ai personaggi o a determinati aspetti della storia: “Quando la Warner Bros. mi ha proposto il film, ho visto quello che David aveva fatto. Allora li ho chiamati e ho detto loro: ‘Cosa devo mantenere di questo film? E loro mi hanno risposto: ‘Niente. Ci piacerebbe solo che ci fosse Margot, ma non deve necessariamente essere così. Puoi introdurre nuovi personaggi o puoi tenere gli stessi personaggi’.”

In merito all’assenza del Joker nel film, James Gunn ha poi chiarato di non aver mai avuto intenzione di includerlo nella storia: “Joker? No! Non so neanche perché Joker dovrebbe far parte della Suicide Squad. Non sarebbe stato d’aiuto in quel tipo di contesto da guerra.”

Il regista e sceneggiatore ha poi elogiato la varietà che, dal suo punto di vista, contraddistingue il DCEU, di fatto molto diverso dal MCU: “Penso che sia grandioso”, ha detto Gunn. “Questo è uno dei modi in cui la DC può distinguersi dalla Marvel. Quello che faccio è molto diverso da quello che hanno fatto Peyton Reed con Ant-Man, o Jon Favreau con Iron Man, o Taika Waititi con Thor: Ragnarok. Tuttavia, non è così diverso da Shazam! o Suicide Squad. Penso che l’attuale gruppo di persone che lavorano alla Warner Bros. siano davvero interessate a costruire un mondo e creare qualcosa che sia unico per i suoi registi. Siamo in un momento strano, quindi tutto può succedere.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Black Widow: lo sceneggiatore parla del mancato cameo di Iron Man

0

Prima che Black Widow arrivasse nelle sale, si vociferava che Iron Man sarebbe dovuto apparire nel film. La cosa è stata poi confermata, in maniera velata, dalla regista Cate Shortland, ma ora è stato lo sceneggiatore del film, Eric Pearson a scendere nei dettagli e a svelare quale sarebbe dovuto essere il ruolo di Tony Stark nella storia.

Parlando con Phase Zero, Pearson ha rivelato che c’era una prima bozza della sceneggiatura, quando lui ancora non era parte del progetto, che includeva la conversazione finale di Nat e Tony in Captain America: Civil War: si trattava, quindi, di filmati riutilizzati; Robert Downey Jr. non sarebbe tornato per girare nuove scene. Tuttavia, attraverso le numerose fasi di riscrittura, alla fine quella scena è stata eliminata.

“Ricordo ora che una versione della sceneggiatura, prima che io venissi coinvolto, includeva il momento finale di Civil War con Tony e Natasha”, ha spiegato Pearson. “Ma erano vecchi filmati. Quindi, almeno per quanto ne so, Robert Downey Jr. non sarebbe comunque tornato sul set. Quella è stata l’unica volta che ho visto il nome di Tony nella sceneggiatura, ma era più una sorta di promemoria che altro… come a dire: ‘Hey, ci troviamo alla fine degli eventi di Civil War’.”

Lo sceneggiatore ha poi aggiunto: “Ricordo che quando sono uscite quelle voci ero a Londra, nella nostra war room. Mi sono guardato intorno e ho pensato: ‘Ho la sceneggiatura proprio qui, davanti a me, e Tony Stark non c’è’. Non so da dove provengano queste voci, a meno che qualcuno non abbia saputo di una versione molto vecchia in cui c’era quella scena, che non era nemmeno una scena nuova. Altrimenti, non saprei proprio da dove siano saltate fuori.”

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Doctor Strange 2: Tom Hiddleston apprirà nei panni di Loki?

0
Doctor Strange 2: Tom Hiddleston apprirà nei panni di Loki?

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CHE SEGUE CONTIENE SPOILER SUL FINALE DELLA SERIE LOKI

LokiPensavamo tutti che fosse stata Scarlet Witch la responsabile della distruzione del Multiverso in WandaVision, ma nell’ultimo episodio di Loki abbia scoperto che, in realtà, è stato il Dio dell’Inganno, o meglio la sua variante Sylvie. Ora, dopo il sorprendente finale di stagione, il pubblico si prepara alla serie What If… ? e ai film Spider-Man: No Way Home, Doctor Strange in the Multiverse of Madness e Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ma non solo.

Tra tutti i film e le serie che andranno a comporre la Fase 4, sappiamo che sarà il sequel di Doctor Strange quello che affronterà direttamente il Multiverso, e ora The Hollywood Reporter, nell’ufficializzare la seconda stagione di Loki, ha svelato anche che Tom Hiddleston dovrebbe apparire nel film. Si tratta della prima volta che un sito autorevole riporta la notizia e sebbene i Marvel Studios non l’abbiano ancora resa ufficiale, è altamente probabile che la storia del Dio dell’Inganno continuerà proprio nel film in arrivo nel 2022.

Resta da capire come il sequel di Doctor Strange si legherà a ciò che abbiamo visto nell’episodio finale della prima stagione di Loki, ma considerato il ruolo del Dio dell’Inganno in quello che è successo, una sua apparizione nel film di Sam Raimi avrebbe perfettamente senso. È importante ricordare che l’head writer di Loki, Michael Waldron, ha anche scritto la sceneggiatura di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, quindi non dovrebbe sorprendere più di tanto che i due progetti siano così legati tra loro.

Waldron non ha mai fatto mistero del fatto che la serie avrebbe avuto conseguenze importanti sull’intero MCU. Inoltre, dopo che il finale di WandaVision aveva impostato il ritorno di Scarlet Witch proprio in Doctor Strange 2Kevin Feige ha affermato che Loki sarebbe stato “tremendamente importante” per la Fase 4 del MCU. Insomma, i prossimi film e serie legati all’universo condiviso promettono di essere qualcosa di veramente folle per i fan dei fumetti. Di certo, sarà interessante scoprire il ruolo di Loki nei piani di Doctor Strange e Scarlet Witch…

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Guardiani della Galassia Vol. 3: James Gunn svela come ha saputo del licenziamento

0

In una recente intervista con il New York Times in occasione della promozione di The Suicide Squad, James Gunn ha parlato del suo tumultuoso viaggio tra il MCU e il DCEU, riflettendo sul suo iniziale licenziamento da Guardiani della Galassia Vol. 3.

Il regista e sceneggiatore non aveva mai parlato di come aveva appreso la notizia, e adesso ha finalmente rivelato che quel giorno ci sono state alcune strazianti telefonate tra lui e Kevin Feige, il presidente dei Marvel Studios. “Mi è stato comunicato da Kevin Feige”, ha spiegato Gunn. “La mattina che è scoppiata la cosa ho chiamato Kevin e gli ho detto: ‘Si tratta di un grosso problema?’. Lui mi ha risposto: ‘Non lo so’. Sono rimasto sorpreso. Più tardi mi ha chiamato lui. Era sotto shock. Mi ha detto cosa avevano deciso ai piani alti. Non riuscivo a crederci. Sembrava che tutto fosse andato perso. Come se tutto fosse svanito. Pensavo di dover vendere la mia casa. Pensavo che non avrei mai più lavorato. Ecco come mi sentivo.”

La notizia del licenziamento di Gunn dal franchise di Guardiani della Galassia, all’epoca, divise letteralmente Hollywood. Alla fine, il regista è stato reintegrato, con la Disney che gli ha addirittura concesso il tempo necessario per terminare i lavori su The Suicide Squad prima di tornare ad occuparsi di Guardiani della Galassia Vol. 3

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Dead Man Walking – Condannato a morte: trama, cast e curiosità sul film

Uno dei temi ancora più dibattuti negli Stati Uniti (e nel mondo) è quello relativo alla pena di morte e alla sua validità. Dei 50 stati che compongono la repubblica federale, solo 16 non prevedono più la pena di morte nel loro statuto. Un dato ancora troppo esiguo, che di fatto porta ad una presenza ancora elevata di condanne di questo tipo, di cui a livello etico si è dibattuto a lungo e si dibatte ancora. Sono molti i sostenitori dell’insensatezza di questa modalità di punizione, tra cui si annovera l’attore e regista Tim Robbins. Egli ha affrontato apertamente il tema con il suo film del 1995 Dead Man Walking – Condannato a morte.

La pellicola è l’adattamento dell’omonimo romanzo autobiografico di suor Helen Prejean, nota soprattutto per il suo impegno contro la pena di morte. Nelle pagine del suo libro, la Prejean ha ricordato e descritto gli incontri con veri condannati a morte, confrontandosi con loro in qualità di consigliera spirituale. Ritrovano nel suo racconto molte delle sue convinzioni, Robbins decise di trarne un film, tornando così alla regia dopo la sua opera prima del 1992, Bob Roberts. Attraverso Dead Man Walking egli ebbe modo di mostrare in modo quasi documentaristico lo svolgimento di tali esecuzioni, mostrandole in tutta la loro crudezza e lasciando allo spettatore il giudizio ultimo.

Proprio per via delle tematiche trattate, il film si affermò come un grande caso cinematografico e divenne un grandissimo successo di critica e pubblico. Robbins ottenne una nomination all’Oscar come miglior regista, come anche i due attori protagonisti e il musicista Bruce Springsteen, candidato per la canzone intitolata come il film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dead Man Walking – Condannato a morte: la trama del film

Protagonista del film è il detenuto Matthew Poncelet, il quale si trova nel braccio della morte con l’accusa di aver ucciso a sangue freddo una coppia di fidanzati, abusando anche sessualmente di loro prima della morte. Nonostante le prove siano piuttosto schiaccianti, l’uomo si dichiara continuamente innocente, accusando dell’omicidio il suo complice, al quale è stato concesso l’ergastolo per via della miglior difesa da parte del suo avvocato. Mentre attende inesorabilmente la propria esecuzione, Matthew riceve la visita di suor Helen Prejean, che si interessa particolarmente al caso e tenta di rinviare la data dell’esecuzione.

L’avvicinarsi al detenuto, tuttavia, porta la suora ad inimicarsi una numerosa folla di persone, composte dai famigliari delle vittime, dalle bambine di colore di cui si occupava e anche dalla sua stessa famiglia. Proprio quando sembra sul punto di desistere e allontanarsi da Matthew, la donna scopre però che egli l’ha nominata sua consigliera spirituale. Ciò le permette di assistere il condannato a morte nei suoi ultimi giorni prima della fine. Quella vicinanza permetterà a suor Helen di entrare ancor più in contatto con una realtà spesso sconosciuta, quella dei condannati a morte, comprendendone le brutalità. Matthew, dal canto suo, inizierà ad aprirsi a lei, confessandole ogni cosa della sua vita.

Dead Man Walking - Condannato a morte cast

Dead Man Walking – Condannato a morte: il cast del film

Ad interpretare la protagonista suor Helen Prejean vi è l’attrice Susan Sarandon, che proprio grazie a questo ruolo ha vinto un Oscar come miglior attrice protagonista. La stessa suor Helen fu particolarmente entusiasta della scelta di lei, avendola apprezzata in Thelma & Louise. A colpire dell’interpretazione della Sarandon, in particolare, sono i lunghi silenzi a cui dà vita e durante i quali ascolta le parole del condannato Matthew. L’attrice, infatti, si è concentrata sul costruire un personaggio fortemente dedito all’ascolto, cercando di rendere eloquenti e intensi anche i momenti in cui è chiamato a rimanere in silenzio. Ad interpretare Helen Prejean da bambina, invece, vi è Eva Amurri Martino, la vera figlia dell’attrice.

Ad interpretare Matthew Poncelet, invece, vi è l’attore Sean Penn, che grazie alla sua intensa interpretazione ha ottenuto la sua prima candidatura come miglior attore agli Oscar. Curiosamente, Penn vinse poi la prestigiosa statuetta qualche anno dopo, per Mystic River, nella stessa occasione in cui Robbins la vinse come miglior attore non protagonista. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha condotto approfondite ricerche, incontrando anche diversi veri condannati a morte. Nel film sono poi presenti anche R. Lee Ermey e Celia Weston nel ruolo di Clyde e Mary Beth Percy, genitori della ragazza uccisa da Matthew. Peter Sarsgaard è Walter Delacroix, il ragazzo ucciso, mentre Jack Black è presente nei panni di Craig Poncelet, parente di Matthew.

Dead Man Walking – Condannato a morte: le differenze con il libro, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Sceneggiato dallo stesso Robbins, il film cerca di mantenersi il più fedele possibile al racconto e alle descrizioni di suor Helen. Nel romanzo, tuttavia, la donna descrive due vicende distinte, quella di Elmo Patrick Sonnier e Robert Lee Willie, entrambi giustiziati sulla sedia elettrica nel 1984. Per semplificare il racconto, tuttavia, Robbins ha deciso di far confluire queste due vicende in un unico personaggio, quello di Matthew. Si è potuto così concentrare sul rapporto tra la suora e un solo detenuto. Allo stesso modo, egli sceglie di rappresentare l’esecuzione tramite iniezione letale, nonostante nella Louisiana dell’epoca, dove il film si svolge, fosse ancora in vigore la sedia elettrica.

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Dead Man Walking – Condannato a morte è infatti disponibile nel catalogo di Apple iTunes e Now. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 14 luglio alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

Tigers: dal 22 luglio al cinema, il trailer

0
Tigers: dal 22 luglio al cinema, il trailer

Ronnie Sandahl, sceneggiatore di “Borg McEnroe“, torna a raccontare il risvolto intimista e psicologico dello sport dirigendo TIGERS, il film distribuito da Adler Entertainment nelle sale dal 22 luglio e liberamente ispirato alla storia dell’ex calciatore prodigio Martin Bengtsson. Il racconto di un’ossessione, ma anche della disciplina necessaria a raggiungere obiettivi, del coraggio e dell’onestà verso se stessi.

Nelle parole del regista, Tigersé una storia sulle tigri del mondo del calcio. Su uomini giovani e ammirati, rinchiusi in gabbie dorate, addomesticati fino a diventare marchi”. Ronnie Sandhal è sceneggiatore, regista e autore ed ha lavorato a una trilogia di film su sport e psicologia: oltre a “Tigers” ha scritto anche la sceneggiatura di “Borg McEnroe” (2017) e del prossimo dramma sulla ginnastica “Perfect”, diretto da Olivia Wilde.

Martin Bengtsson ha raccontato la sua vicenda nel libro “Nell’ombra di San Siro” (In The Shadow of San Siro), pubblicato nel 2007: la storia di come il sogno di una vita si è trasformato in un incubo e delle circostanze esterne e interne che, combinate, lo hanno portato alla depressione e al crollo mentale.

Nel cast del film, oltre ad Erik Enge nei panni di Bengtsson, anche Maurizio Lombardi (Pinocchio, 1994, The New Pope), Lino Musella (The Young Pope, Favolacce, Il Cattivo Poeta) e Gianluca Di Gennaro (Capri-Revolution, Gomorra – La Serie 2).

TIGERS – la trama

Martin è uno dei talenti calcistici più promettenti che la Svezia abbia mai visto. A sedici anni, il sogno di una vita diventa realtà quando viene acquistato da uno dei club più prestigiosi d’Italia. Tuttavia quel sogno ha un prezzo molto alto in termini di sacrificio, dedizione, pressione e, soprattutto, solitudine. Martin inizia a chiedersi se questa sia davvero la vita che ha tanto desiderato.
“Tigers” è una corsa sulle montagne russe della vita e della morte attraverso la moderna industria del calcio. Con una prospettiva unica sul mondo degli sport professionistici, Ronnie Sandahl racconta la vera storia del sedicenne prodigio del calcio Martin Bengtsson. Un dramma di formazione sull’ossessione ardente di un giovane in un mondo in cui tutto, e tutti, hanno un prezzo.

The Mauritanian: recensione del film di Kevin Macdonald

The Mauritanian: recensione del film di Kevin Macdonald

The Mauritanian è stato presentato alla Berlinale 2021 fuori concorso, ed è ora disponibile su Amazon Prime Video. La sceneggiatura muove le fila dal libro autobiografico di Mohamedou Ould Slahi, scritto durante la detenzione in carcere nel 2005 e pubblicato soltanto dieci anni più tardi con il titolo Guantanamo Diary. Opera dai toni prevalentemente drammatici e d’inchiesta, e basata su una storia vera, indaga la ricerca di una verità celata dalla crudeltà di un governo che agisce nel silenzio generale, pur di trovare un capro espiatorio in un nemico asserito come tale, senza soppesare realmente le nozioni di innocenza e colpevolezza.

The Mauritanian: la vera storia di Mohamedou Ould Slahi

Mohamedou Ould Slahi, originario dalla Mauritania, è rinchiuso da ben otto anni nel terribile carcere di Guantanamo poiché è stato ritenuto uno dei responsabili dell’organizzazione terroristica degli attentati dell’11 settembre. Non vi è nessuna prova certa contro di lui, unicamente una serie di coincidenze e supposizioni, benchè non sia effettivamente accusato di nulla. Gli è stata estorta una confessione dopo tremende torture inflittegli, il che lo ha autocondannato a vita. Il caso di Mohamedou viene riaperto improvvisamente quando l’avvocato per i diritti civili Nancy Hollander (Jodie Foster)decide di volerne assumere la difesa in vista di un potenziale nuovo processo. Contemporaneamente, il tenente colonnello Stuart Couch (Benedict Cumberbatch) è incaricato a preparare l’accusa, scovando qualche omissione negli archivi ufficiali. Dunque Nancy e la fedele collaboratrice Teri (Shailene Woodley) iniziano a indagare per scoprire la verità celata dietro la prigionia di Mohamedou; si troveranno a che fare con un intero sistema che cerca di occultare ogni prova relativa all’esistenza di Guantanamo e delle terribili torture e ingiustizie che vi si compiono.

The Mauritanian film Jodie FosterSul piano narrativo, la trama di The Mauritanian procede su due linee parallele: da un lato, veniamo a conoscenza della vita di Slahi in prigione, dall’altro assistiamo alle indagini della Hollander e del tenente Couch. Nancy è ferma, rigorosa, ma compassionevole quando necessario. Nella sua mente, non importa se Salahi sia colpevole o meno: dopo aver invocato l’habeas corpus, il governo deve ora necessariamente accusarlo di un crimine se intende continuare la sua prigionia.   Numerosi sono i flashback delle torture subite dal protagonista, della sua infanzia e dello studio come ingegnere in Germania, quindi in Afghanistan, nel 1990,  nei campi di addestramento dei mujahideen (all’epoca alleati degli Stati Uniti  contro Mohammad Najibullah, il leader scelto dai russi, come ricorda lui stesso ai suoi torturatori), quindi a Montreal, dove secondo le accuse, avrebbe finalizzato la sua collaborazione con Al-Qaeda.

The Mauritanian si confronta direttamente con l’ideologia che è alla base di tutto: scatti persistenti di bandiere americane che sventolano sopra un cortile di una prigione mostrano un nazionalismo protettivo; il modo vago e frenetico con cui i funzionari governativi spazzano via i dubbi ci ricorda che il desiderio pubblico di sangue, dopo l’11 settembre, ha soppiantato ogni senso di giustizia.

Il punto di luce di The Mauritanian è l’interpretazione di Rahim

Il punto di luce massima di The Mauritanian è costituito dall’interpretazione di Tahar Rahim, diamante dell’intera pellicola; la capacità dell’attore risiede infatti nel delineare in maniera ottimale l’identità del prigioniero, tramite frammenti di quotidianità prelevati di soppiatto, come lo scambio di qualche frase con un altro prigioniero, senza poterlo vedere, o mentre cerca di “fare amicizia” con un’iguana. Le fasi giudiziarie sono limitate alla breve parte finale, accompagnata poi da veri filmati di repertorio, mentre il resto del racconto si concentra sulle fasi investigative e sul dramma personale vissuto dal protagonista.

Jodie Foster e Benedict Cumberbatch, sebbene regalino due performance degne di nota, sono invece costretti all’interno di una sceneggiatura che lascia loro poco spazio per mettersi in luce, puntando tutto su Tahar Rahim. Il personaggio meno centrato e motivato di tutti, risulta purtroppo essere quello dell’assistente Teri Duncan, a cui non è riservato uno sviluppo coerente e la cui presenza per lo sviluppo drammaturgico dell’opera risulta essere puramente accessoria.

The Mauritanian film Benedict CumberbatchThe Mauritanian non riesce purtroppo ad evitare di cadere in uno schematismo consolidato del genere; ne consegue che, benché le vicissitudine dei personaggi siano emotivamente coinvolgenti, è difficile individuare intuizioni o soluzioni stilistiche che riescano ad elevare la pellicola rispetto ad altri prodotti sui generis. La pellicola è un esempio, nel complesso piuttosto godibile, di cinema civile, corretto e necessario, privo tuttavia di un efficacia narrativa e filmica tale da far emergere il tutto rispetto ad altri prodotti simili. La perspicacia massima di Kevin Macdonald risiede nella claustrofobia fotografica derivante dal gioco di spazi chiusi o semi-aperti, che dominano il girato e sono indirizzati a trasmettere la sensazione di perpetua impotenza di cui è vittima Slahi.

McDonald gioca con le proporzioni e tonalità di colore per stabilire il passato di Slahi, le sue esperienze a Guantanamo e il processo. C’è un’ironica attenzione ai dettagli, che perdura per l’intero minutaggio: ne sono esempi l’indugiare su un cartello che recita “Non fare del male alle iguane”. Penalità di 10.000 dollari”.

Kevin Macdonald non risparmia pugni mentre descrive la tortura e la degradazione prevalenti a Guantanamo dopo l’11 settembre, indirizzando chiaramente lo sguardo dello spettatore alla consapevolezza che l’esperienza di Slahi non è stata unica: egli era uno dei centinaia ad affrontare questi orrori. La visualizzazione di Macdonald nei riguardi della figura di Slahi, l’uso della musica, della luce e del montaggio e la performance viscerale di Rahim costituiscono i punti vincenti dell’intera pellicola, ultimo lavoro di Kevin Macdonald e per cui, ricordiamo, Jodie Foster ha vinto il Golden Globe come migliore attrice protagonista, e Tahar Rahim ha ricevuto una nomination per il migliore attore in un film drammatico.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità