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Superman: il costume nero nella Snyder Cut è stato realizzato in digitale

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La Snyder Cut di Justice League non rappresenta soltanto la versione del film come inizialmente concepito da Zack Snyder, ma è anche una totale rivitazione della mediocre versione theatrical messa realizzata da Joss Whedon.

Sicuramente, una delle principali storyline del film, tanto nella versione theatrical quanto nella Snyder Cut, è la resurrezione di Superman. Nel taglio di Snyder abbiamo finalmente visto il tanto agosto costume nero, che il regista ha sempre inteso come vero simbolo di rinascita e unica rappresentazione del suo viaggio emotivo.

In una recente intervista con Screen Rant, i supervisore agli effetti visivi Anders Langlands e Kevin Smith hanno parlato del processo dietro la realizzazione del costume nero dell’eroe kryptoniano, rivelando che durante le riprese Henry Cavill non indossava un vero e proprio costume nero: l’abito è stato infatti ricreato totalmente in digitale, senza ricorrere alla color correction.

“Rendere l’abito nero è stato relativamente facile con la correzione del colore. Ma rendere la S color argento invece no, perché stava diventando sempre più luminosa e riflettente”, ha spiegato Langlands. “Per alcune riprese abbiamo usato il rotoscopio e abbiamo cambiato il colore. C’era una scena nel trailer in cui Superman esce dalla nave con indosso per la prima volta l’abito nero: lì abbiamo semplicemente cambiato il colore. Per il resto abbiamo ricreato tutto in digitale, perché alla fine era più facile ottenere il risultato che volevamo. Ci ha permesso un maggiore controllo e ha dato al costume un aspetto migliore.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e NOW TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Ghost of Tsushima: il regista della saga di John Wick dirigerà il film

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Sony ha ufficialmente messo in sviluppo un film basato su Ghost of Tsushima, che sarà diretto da Chad Stahelski, regista della saga di John Wick con Keanu Reeves. Il celebre videogioco di successo creato da Sucker Punch Productions per Playstation 4 è uscito a luglio 2020 e ha venduto, in meno di un anno, oltre 6,5 milioni di copie.

Ghost of Tsushima racconta la storia di Jin Sakai, un samurai del XIII secolo proveniente dall’isola di Tsushima, che combatte contro un esercito di invasori mongoli guidati da Khotun Khan. Dopo una serie di attacchi iniziali, Jin intraprende una missione per raccogliere forze e riprendersi la sua casa. Il gioco è stato molto apprezzato al momento dell’uscita non solo per il suo gameplay ma anche per l’elegante design visivo.

Ora, come riportato da Deadline, Sony Pictures e PlayStation Productions hanno messo in cantiere un adattamento del videogioco che sarà diretto da Chad Stahelski della saga di John Wick. Il regista ha figurerà anche in qualità di produttore grazie alla sua 87Eleven Entertainment e ai suoi partner Alex Young e Jason Spitz. La Sucher Punch figurerà in qualità di produttore esecutivo. In merito al progetto, la casa sviluppatrice di videogiochi statunitense ha dichiarato: “L’idea di trasporre il nostro gioco in un nuovo mezzo è eccitante. Siamo incuriositi da questa nuova possibilità.”

L’adattamento di Ghost of Tsushima è solo l’ultimo di una serie di adattamenti basati su celebri videogiochi che arriveranno prossimamente: basti pensare ad Uncharted con Tom Holland o all’attesissima serie HBO basata su The Last of Us, con Pedro Pascal e Bella Ramsey.

Justice League Snyder Cut: WB era contraria alla scena con Batman e Joker

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Il regista Zack Snyder ha rivelato che inizialmente la Warner Bros. era contraria alla scena con Batman e Joker ambientata nel Knightmare, presente nell’epilogo della Snyder Cut  di Justice League, la versione del cinecomic ad opera del controverso regista che è stata finalmente distribuita a partire dallo scorso 18 marzo.

Non è un segreto che la produzione di Justice League sia stata una delle più complesse della storia recente. Dopo la reazione di pubblico e critica a Batman v Superman, la Warner Bros. decise di intervenire in prima persona nella realizzazione di Justice League, influenzando il processo creativo di Snyder, che alla fine, spinto dalla continue pressioni e stravolto da una lutto familiare, decise di abbandonare il progetto e lasciarlo nelle mani di Joss Whedon, che venne assunto dalla major per ultimare il film (realizzando una serie di riprese aggiuntive e travolgendo gran parte della sceneggiatura originale).

Fin dall’uscita della versione theatrical di Justice League, nel 2017, i fan hanno chiesto a gran voce la realizzazione della versione originale del cinecomic, consapevoli del fatto che quello arrivato nelle sale di tutto il mondo non era affatto il film che Snyder aveva concepito. Tra le aggiunte più importante della Snyder Cut, non si può non menzionare la presenza del Joker di Jared Leto apparso in Suicide Squad di David Ayer.

Il rapporto tra Batman e Joker imprescindibile per la Snyder Cut di Justice League

In una recente intervista con Yahoo!, Snyder ha rivelato che, inizialmente, WB non voleva che il suo taglio includesse lo scambio di battute tra Batman e il Clown Principe del Crimine nella sequenza ambientata nel Knightmare. Tuttavia, per il regista era importante inserire quel momento nella sua versione, tant’è che inizialmente sarebbe anche stato disposto a girare la scena senza la loro autorizzazione.

“La relazione tra Batman e Joker è davvero importante per entrambi i personaggi”, ha spiegato il regista. “Se non avessi fatto un altro film DC, sentivo che sarebbe stato scortese non avere quella scena con loro due. All’inizio lo studio diceva: ‘Ora come ora non la vogliamo’. Ma io insistevo: ‘La farò comunque!’. Volevo montare il screen green nel mio giardino e girarla lì, ma alla fine non è stato necessario.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e NOW TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Piccole donne: libro, trama e cast del film con Winona Ryder

Piccole donne: libro, trama e cast del film con Winona Ryder

Del romanzo Piccole donne di Louisa May Alcott esistono ben tre versioni cinematografiche sonore, la più recente delle quali è uscita al cinema nel 2019 per la regia di Greta Gerwig. Prima di questa, però, nel 1994 era stata realizzata un’altra trasposizione del libro altrettanto interessante. Diretto dalla regista australiana Gillian Armstrong, nota anche per titoli come Fuga d’inverno e Oscar e Lucinda, il film Piccole donne fu particolarmente importante per quegli anni, dimostrando che anche opere con protagoniste femminili potevano riscuotere un grande successo e che il pubblico, contrariamente a come molti produttori lo immaginano, non è composto da soli uomini.

Per realizzare questo nuovo adattamento del romanzo, infatti, ci vollero ben 12 anni. Secondo la sceneggiatrice Robin Swicord, nessuno sembrava interessato a finanziare un film dove le protagoniste erano esclusivamente donne. Per molti si trattava infatti di un progetto senza reali possibilità di incasso, poiché non avrebbe saputo attrarre anche un pubblico maschile. Fortunatamente, la Columbia Pictures si dimostrò di altre vedute, accettando di produrre il film. Realizzato sotto l’ispirazione dei dipinti della seconda metà dell’Ottocento, Piccole donne trattò per la prima volta anche temi più attuali come la crescita e l’emancipazione femminile.

Al momento della sua uscita in sala, infine, Piccole donne smentì quanti non credevano nel suo potenziale. A fronte di un budget di 15 milioni di dollari, questo arrivò infatti a guadagnarne circa 50 in tutto il mondo, ottenendo anche tre nomination ai premi Oscar. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alle differenze tra il libro e il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Piccole donne: la trama del film

Ambientato nel 1961, il film ha per protagoniste le quattro sorelle Joe, Meg, Beth e Amy March. La loro tranquilla vita viene improvvisamente sconvolta dal richiamo alle armi di loro padre, il quale partendo le lascia in una situazione economica particolarmente precaria. Data questa situazione, le quattro ragazze si ritroveranno a dover crescere più in fretta del previsto, badando a sé stesse e alla casa. In particolare, Joe, desidera però poter raggiungere un indipendenza tale che le permetta di coronare il suo sogno di diventare scrittrice. Nel tentativo di riuscirci, si imbatterà in storie d’amore turbolente e grandi sconvolgimenti emotivi, sino a decidere di raccontare la storia della sua famiglia, delle loro difficoltà e del grande affetto che lega tutti loro.

Piccole donne cast

Piccole donne: il cast del film

Ad interpretare il personaggio di Joe March è l’attrice Winona Ryder. Fu proprio il suo coinvolgimento nel film che permise di ottenere l’interessamento di alcuni studios di produzione. Tra le più note interpreti della sua generazione, la Ryder veniva infatti vista come una buona possibilità di successo per il film. Questa si dedicò poi molto allo studio del personaggio e per la sua interpretazione ottenne una nomination al premio Oscar come miglior attrice protagonista. Accanto a lei, nei ruoli dei suoi spasimanti Friedrich Bhaer e Laurie Lawrence vi sono gli attori Gabriel Byrne e Christian Bale. Quest’ultimo conobbe qui la sua futura moglie, Sibi Blazic, all’epoca assistente personale della Ryder.

Ad interpretare le altre sorelle March, Meg e Beth, vi sono invece le attrici Trini Alvardo e Claire Danes. Quest’ultima debuttò sul grande schermo proprio grazie a questo film, per poi diventare celebre qualche anno dopo come Giulietta in Romeo + Giulietta di William Shakespeare. Il casting più complesso fu quello relativo al personaggio di Amy March. Questo doveva essere infatti interpretato da due attrici, una più giovane ed una più adulta. Ad ottenere il ruolo della versione di lei da bambina fu l’attrice Kirsten Dunst, mentre quella adulta ha il volto di Samantha Mathis. L’attrice Susan Sarandon interpreta invece la madre delle quattro sorelle. Un ruolo, questo, a cui stava per rinunciare a causa dell’incompatibilità con alcuni impegni famigliari.

Piccole donne: le differenze tra il libro e il film

Nell’adattare l’amato e celebrato romanzo, la regista e la sceneggiatrice si impegnarono quanto più possibile nel rimanere fedeli a quanto in esso narrato. Nel film si ritrovano tuttavia alcune differenze, attraverso cui si esaltano determinati aspetti piuttosto di altri. Un primo cambiamento è quello riguardante le motivazioni che spingono Jo March a trasferirsi a New York. Nel romanzo, infatti, il personaggio si reca nella grande città nel tentativo di dar vita ai propri sogni da scrittrice. A spingerla, infatti, è unicamente tale desiderio. Nel film, invece, Jo va a New York per porre una certa distanza tra sé e Laurie, in seguito alla fallita proposta di matrimonio di questi. Nella città, Jo avrà poi di perseguire i propri sogni.

Allo stesso modo, cambia il modo in cui Bhaer si propone come marito alla protagonista. Nel film questo avviene in seguito ad una corsa sotto la pioggia di Jo, la quale desidera impedire all’uomo di partire. Questi, spinto dall’amore, le chiederà di sposarlo, ottenendo risposta affermativa. Nel romanzo, invece, il tutto avviene con più calma e moderazione. Bhaer viene invitato a soggiornare per alcuni giorni preso la casa dei March, così che Jo possa avere un’idea di come sarebbe la sua vita con lui. A differire, infine, è anche il finale. Il film termina infatti con la proposta di matrimonio di Bhaer e il suo bacio con Joe. Il romanzo, al contrario, termina con i festeggiamenti del compleanno di Marmee, evento che riunisce l’intera famiglia, mostrando quanto questa sia cambiata dall’inizio del racconto.

Piccole donne: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Piccole donne è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 25 marzo alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb, ScreenRant

LEGO ha rivelato tre nuovi set LEGO Star Wars

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LEGO ha rivelato tre nuovi set LEGO Star Wars

Oggi, il Gruppo LEGO ha rivelato tre nuovi set LEGO Star Wars per i costruttori adulti, ricreando alcuni dei design più iconici della galassia di Star Wars.

I nuovi set presenteranno due incredibili aggiunte alla collezione di caschi LEGO Star Wars, rivelata per la prima volta lo scorso anno: un busto ispirato a Darth Vader e uno con le sembianze del fedele Scout Trooper. Inoltre, il nuovo straordinario modello in onore dell’imponente Imperial Probe Droid completa il trio.

Grazie a questi set pensati per gli adulti e per i costruttori LEGO esperti con la passione per il mondo di Star Wars, i fan possono ora rendere omaggio all’Oscuro Signore dei Sith affrontando queste nuove sfide di costruzione.

  • LEGO Star Wars Darth Vader Helmet (75304) – cogli il fascino sinistro dell’icona di Star Wars, nonché cattivo supremo, con questo modello da 834 pezzi. Il set offre un’esperienza di costruzione coinvolgente, e l’elmo finito diventa un impressionante pezzo da esposizione.

LEGO Star Wars Darth Vader Helmet

  • LEGO Star Wars Scout Trooper Helmet (75305) – lo splendido casco da 471 pezzi è stato creato come omaggio alle capacità di ricognizione e infiltrazione degli Scout Troopers. Rispolvera la tua speeder bike, e divertiti a ricreare ogni contorno e dettaglio con i mattoncini LEGO.

LEGO Star Wars Imperial Probe Droid

  • LEGO Star Wars Imperial Probe Droid (75306) – i costruttori adulti possono ricreare le scene di Star Wars: l’impero colpisce ancora sul pianeta di ghiaccio Hoth costruendo questo caratteristico droide. Il modello da 683 pezzi è dotato di un’asta trasparente per “sospendere” il droide sulla costruibile scena innevata.

Jens Kronvold Frederiksen, Creative Director, LEGO Star Wars, afferma: “Alcuni dei nostri personaggi preferiti di Star Wars rappresentano le presenze più profonde e intimidatorie del grande schermo, nonostante non si possano vedere le loro espressioni facciali. Nel ricreare i sinistri caschi di Darth Vader e dello Scout Trooper, era importante catturare i dettagli e le caratteristiche essenziali che le persone di tutto il mondo sicuramente riconosceranno, anche quelle che non hanno troppa familiarità con la galassia di Star Wars. Penso che tutti e tre i set da esposizione siano estremamente belli e spero che i fan si divertano a costruirli, e siano entusiasti di esporli una volta completati”.

Gli appassionati potranno godersi un po’ di tempo per rilassarsi, mentre affrontano queste complesse sfide creative, ricreando ogni autentico dettaglio in puro stile LEGO. Una volta terminata la costruzione, i modelli potranno essere esposti con una targa su misura che darà il tocco finale e li renderà il perfetto ornamento da scrivania o centrotavola per i fan di Star Wars.

Oprah Winfrey intervista la poetessa Amanda Gorman per “The Oprah Conversation”

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Oprah Winfrey intervista la più giovane poetessa nella storia ad aver recitato un suo componimento alla cerimonia di inaugurazione del presidente degli Stati Uniti. In questa stimolante conversazione, nel mese dedicato della storia delle donne, si parla di come sia riuscita a trasformare le sfide in punti di forza e delle donne che hanno saputo ispirarla.

Amanda Gorman è una giovane donna che è entrata in un momento della Storia con enorme grazia e dignità“, ha detto Oprah Winfrey. “Dal primo momento in cui ci siamo incontrate sono rimasta affascinata dal suo spirito e non vedevo l’ora di sentirla raccontare tutto ciò che le è successo negli ultimi mesi.”

Classificatasi prima al National Youth Poet Laureate, e una delle voci più influenti della sua generazione, Gorman discute “The Hill We Climb”, la commovente poesia che ha pronunciato alla storica inaugurazione del presidente Joseph R. Biden e la vicepresidente Kamala Harris.

In questa straordinaria nuova intervista, Gorman si unisce a Oprah per una conversazione sincera che celebra i leggendari eroi letterari che ispirano il suo lavoro e presenta agli spettatori sua madre e le altre donne importanti della sua vita che hanno incoraggiato la sua passione per la poesia.

Gorman rivela anche il processo creativo dietro la poesia che ha affascinato il mondo intero e l’ha catapultata nella fama e condivide il racconto del percorso di formazione che l’ha portata fino a qui. Mentre riflette sull’impatto del suo lavoro, rivolge lo sguardo al futuro, pieno di speranze sia personali, che collettive.

The Oprah Conversation: cos’è

The Oprah Conversation è una serie Apple Original in cui Oprah conduce discussioni intime con i migliori giornalisti del momento, leader carismatici e i grandi professionisti di oggi, in esclusiva su AppleTV+. Filmate da remoto, le conversazioni guidate da Oprah puntano a dare nuova prospettiva a una serie di argomenti che danno forma al nostro mondo, rivelando storie avvincenti di connessione umana.

La serie esplora argomenti rilevanti e di grande impatto trattati con ospiti provenienti da tutto il mondo regalandoci anche alcune conversazioni toccanti tra Oprah e persone simbolo del cambiamento come Emmanuel Acho, ospite della provocatoria serie web “Conversazioni scomode con un uomo nero”, in un episodio diviso in due parti; Il professor Ibram X. Kendi, autore di bestseller di “How to Be an Antiracist”; Bryan Stevenson, fondatore della Equal Justice Initiative e autore di bestseller del libro di memorie che ha ispirato l’acclamato film “Just Mercy”; l’icona della musica mondiale Mariah Carey; l’attore premio Oscar e attivista umanitario Matthew McConaughey; il leggendario vincitore del Grammy Award Stevie Wonder; la cantautrice e narratrice per antonomasia Dolly Parton; e il 44 ° presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

The Oprah Conversation: dove vederlo in streaming

The Oprah Conversation è ora disponibile, insieme a “Oprah Talks COVID-19” e “Oprah’s Book Club” su AppleTV+. AppleTV+ ospita i pluripremiati titoli Apple Originals dei narratori più creativi del momento. AppleTV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1 ° novembre 2019, Apple TV + è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Apple Originals ha ottenuto 86 premi e 329 nomination in poco più di un anno, tra cui Golden Globe Awards, Critics Choice Awards, Critics Choice Documentary Awards, Daytime e Primetime Emmy Awards, un NAACP Image Award, un Peabody Award e altro ancora.

Apple TV + è disponibile sull’app Apple TV in oltre 100 paesi e regioni, su oltre 1 miliardo di schermi, inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, smart TV Samsung, LG, Sony e VIZIO selezionate, Amazon Fire TV e Dispositivi Roku, Chromecast con console Google TV, PlayStation e Xbox e su tv.apple.com, per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire gratuitamente di un anno di Apple TV +. Questa offerta speciale è valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo idoneo.

P.S. Burn This Letter Please dal 26 marzo in esclusiva su discovery+

In uno storage abbandonato di Los Angeles viene ritrovata una scatola che porta alla luce una serie di corrispondenze di un’epoca dimenticata: la scena drag underground nella New York degli anni ’50. Questo è l’incipit dei registi Michael Seilgman e Jennifer Tiexiera che con il docu-film P.S. Burn This Letter please, dal 26 marzo in esclusiva su Discovery+, rivelano un mondo nascosto in un periodo in cui essere gay era un tabù e esibirsi travestiti era una vocazione potenzialmente pericolosa.

“Pensavamo di farlo per noi stessi. Non avevamo idea di farlo per la prossima generazione.” Miss Rita George, una delle protagoniste del docu -film commenta così il suo modo di vivere negli anni 50. Grazie a  Miss Rita George, Daphne, Josephine, Di Di Laroux e tutti gli individui che hanno vissuto quel periodo si sono potute diffondere e conservare le storie LGBTQ con l’obiettivo di educare e responsabilizzare i giovani LGBTQ, aiutare i giovani a rischio che sono ancora alla ricerca della propria identità e tutti coloro che si sforzano ogni giorno di condurre una vita più integrata. Attraverso filmati in super 8, immagini di repertorio e interviste alle “female performers” dell’epoca si  raccontano le storie più intime della comunità drag di quegli anni,  una comunità che il governo USA ha cercato di distruggere e la storia ha cercato di cancellare. P.S. Burn This Letter please è una commovente storia di amicizia e perseveranza formata da persone che hanno superato rischi insormontabili per perseguire le loro passioni. Chi ha conservato questo archivio privato di lettere? Chi e’ il misterioso destinatario? La vera identità del misterioso Reno verrà fuori e sarà per tutti del tutto inaspettata.

Presentato con successo allo scorso Tribeca Film Festival, P.S. Burn This Letter please, che secondo Hollywood Reporter “ha sottolineato gli aspetti più affascinanti della scena drag di New York” ed ha contribuito ad abbattere certe barriere grazie alle sfide che sono state combattute in quel periodo, sarà disponibile su Discovery+ dal 26 marzo.

Yes Day, recensione del film con Jennifer Garner

Yes Day, recensione del film con Jennifer Garner

Il nuovo film del regista Miguel Arteta ci presenta una coppia di genitori alle prese con uno “yes day”, giorno in cui dovranno dire di si alle richieste dei propri figli. Una commedia godibile per genitori e figli, che unisce risate assicurate a momenti di sentita riflessione. 

Yes Day: la trama

Disponibile su Netflix ed ispirato all’omonimo romanzo di Amy Krouse Rosenthal e illustrato da Tom Lichtenheld, Yes Day narra la storia di Allison (Jennifer Garner) e Carlos Torres (Edgar Ramirez) genitori di tre figli, Ellie (Everlee Carganilla), Nando (Julian Lernen) e Katie (Jenna Ortega). Katie è nella fase di preadolescenza, vorrebbe avere più autonomia e indipendenza; Nando è un piccolo genio della chimica, che si cimenta in esperimenti strampalati e un po’ fuori dalle righe. Soprattutto questi mostrano espressamente il loro malcontento nei confronti di un clima familiare che ritengono troppo autoritario e rigido. L’incontro con Mr Deacon, il consulente scolastico, suggerirà ai genitori di proporre in famiglia uno “Yes day”, giorno del sì, in cui i genitori dovranno accondiscendere alle richieste dei figli, stabilendo alcune regole generali: le loro richieste non possono riguardare il futuro e non potranno spostarsi oltre i 30 km da casa.  Inizia cosi per la famiglia Torres una giornata all’insegna dell’avventura, del sano svago familiare che rinnoverà un legame ancora più forte tra i familiari. Alla regia del film troviamo Miguel Arteta, conosciuto per “Chuck & Buck” (2000), “The Good Girl” (2002) “Youth in Revolt” (2009) e la commedia” Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare” (2014).  

Yes Day: un “si” simbolico per rafforzare l’unione familiare

Con “Yes Day” Miguel Arteta riesce a confezionare un prodotto assolutamente godibile per una visione familiare. Il regista mette in scena una storia di pazze avventure, che consta di momenti comici esilaranti, che mette in primo piano l’importanza dei rapporti familiari, la necessità di ritagliarsi del tempo per poter evadere dalla monotonia quotidiana, riscoprendosi come genitori e figli. Una gara a chi mangia più gelato, un originale car-wash, indossare gli outfit più stravaganti: sono i piccoli e grandi momenti di gioia condivisa che vanno ad incorniciare una giornata all’insegna dell’unione familiare. Un giorno in cui i genitori devono assecondare le richieste dei figli, ma che aiuterà anche i figli a capire meglio il difficile compito dell’essere genitore e gli farà constatare che, a volte, non è poi così male avere delle regole da rispettare. Colori sgargianti, un cast d’insieme molto affiato e una traccia musicale che accompagna le peripezie di figli e genitori vanno a confluire in una commedia brillante, che scalda il cuore di grandi e piccini. 

Yes Day: una giornata ormai diventata ricorrenza Oltreoceano

Lo Yes Day è diventato ormai una sorta di ricorrenza celebrata da molte famiglie americane, che si è diffusa dopo la pubblicazione del libro di Krouse e Lichtenheld. La stessa Jennifer Garner ha dichiarato di organizzarlo ogni anno per i propri figli e che questo ha aiutato a consolidare l’armonia familiare. Il film ci dimostra infatti come lo “yes day” possa risultare non solo una parentesi divertente per tutta la famiglia, ma anche, e soprattutto, un’occasione di confronto e di crescita comune. Yes Day è un inno alla condivisione, alla riscoperta della dimensione ludica e del beneficio di trascorrere del tempo tra genitori e figli. Una boccata di aria fresca in un anno segnato da numerosi divieti a causa della pandemia, che ci fa riflettere su come reinventare il tempo passato assieme in famiglia, distogliendo le menti dalle fatiche quotidiane. Allison è infatti alla ricerca di un impiego che fatica a trovare ed è molto rigida nei confronti dei figli, Carlos è totalmente assorbito dal lavoro e di conseguenza vive lo stare a casa come un momento in cui rilassarsi ed essere meno ferreo. Lo Yes Day gioverà però sia a genitori che a figli; i primi si si metteranno in discussione e mostreranno la parte più scanzonata e gioiosa del loro carattere, taciuta da tempo, mentre i secondi matureranno una coscienza maggiore e capiranno a non vivere le regole come restrizioni imposte, quanto più come suggerimenti o consigli da conservare preziosamente.

Yes Day: momenti comici dalle risate assicurate

Yes Day propone una serie di momenti comici assicurati, come la scena al Gut Buster, dove la famiglia accoglie la sfida di mangiare una coppa di gelato gigantesca per non doverla pagare a prezzo pieno. Questa scena ha richiesto ben tre giorni di riprese e gelati preparati senza latte e pochissimo zucchero, affinchè nessuno si sentisse male sul set. In aggiunta, la sfida di “Kablowey” (gioco inventato appositamente per il film) ha richiesto una settimana di riprese circa e ben 55.000 palloncini pieni di acqua colorata. Nel corso del film vediamo come la trama di Yes Day si snoda tra location all’insegna del divertimento, ad esempio un enorme parco giochi e il festival musicale che rinnoverà la fiducia tra mamma e figlia, e il focolare domestico, perno dell’unione familiare e posto sicuro a cui fare ritorno. Il ritmo e la regia dinamica di Yes Day ne sottolineano la comicità e la leggerezza, ritagliandosi però parentesi più intime per soffermarsi sul significato intrinseco di una giornata straordinaria.

Justice League Snyder Cut: tutte le differenze con la versione di Joss Whedon

Dallo scorso 18 marzo, è finalmente disponibile l’agognata Snyder Cut di Justice League. Ovviamente, il taglio del cinecomic ad opera di Zack Snyder presenta tutta una serie di differenze con la versione theatrical di Joss Whedon che definire sostanziali è usare un mero eufemismo. FandomWire ha messo a confronto i due film e ha scovato ben 35 differenze. Scopriamole insieme:

Il formato, la durata e le musiche

Aspect ratio

La versione theatrical di Joss Whedon presenta il tradizionale widescreen 16:9. Per quanto riguarda la Snyder Cut, invece, siamo in presenza di un formato 4:3, decisamente insolito per un cinecomic. È importante sottolineare che tale rapporto d’aspetto si mantiene costante per tutta la durata del film.

Secondo Snyder, si tratta del formato ideale per preservare non soltanto la sua visione, ma anche la rappresentazione di questi eroi come figure stoiche di ispirazione. La speranza, un giorno, è che la Snyder Cut possa arrivare anche al cinema, in modo da poter godere a pieno della bellezza del formato 4:3 in IMAX.

Colori e contrasto

Per alleggerire i toni del film, Joss Whedon ha concepito delle inquadrature molto più colorate e luminose. Al contrario, Zack Snyder ha impiegato un drago di colore molto più sottile e ad alto contrasto, in modo da conferire al suo film dei toni più levigati e naturali.

La durata

La Warner Bros. aveva specificato a Whedon di mantenersi entro le 2 ore di durata. Proprio per questo, la maggior parte delle scene realizzate da Snyder sono stato o ridotte o eliminate. Inoltre, Whedon e Geoff Johns avrebbero scritto scene extra che meglio si adattavano ad una versione da 120 minuti.

Fortunatamente, Snyder ci ha regalato un taglio di quasi quattro ore (242 minuti per l’esattezza) che ci ha permesso di godere al meglio di ogni avvenimento e, soprattutto, di ogni storyline.

La divisone in capitoli

Aggiungendo una quantità notevole di materiale al suo taglio, Snyder ha ben pensato di suddividere la Snyder Cut in sei capitoli, seguiti da un epilogo che anticipa ciò che – purtroppo – non vedremo mai raccontato sul grande schermo. La suddivisione in capitoli permette agli spettatori più svogliati di poter fruire della visione del film come fosse una vera e propria serie tv.

La colonna sonora

Tom Holkenborg, meglio conosciuto come Junkie XL, avrebbe dovuto occuparsi delle musiche di Justice League. Tuttavia, nella versione theatrical è stato sostituito da Danny Elfman quando Whedon è subentrato al posto di Snyder.

Per la Snyder Cut, Junkie XL ha composto una colonna sonora totalmente nuova, senza utilizzare le composizione risalenti al suo primo coinvolgimento. È inutile dire che i suoi contributi musicali hanno reso l’esperienza della Snyder Cut ancora migliore.

Il rating, la sequenza iniziale e Steppenwolf

Il divieto ai minori

La Snyder Cut di Justice League ha ottenuto un rating R, ossia un divieto ai minori di 17 anni, a causa della presenza di linguaggio volgare e scene di violenza.

Scene di combattimento più lunghe

Nella versione theatrical, Whedon aveva ridotto anche le scene di combattimento per rientrare nei 120 minuti di durata. Nella Snyder Cut, invece, assistiamo a momenti di battaglia che, oltre a durare di più, sono anche in grado di regalare allo spettatore tutta l’adrenalina e l’emozione necessaria di fronte a quello che ogni blockbuster ha come obiettivo intrinseco: regalare un grande spettacolo.

Tra le migliori scene del film non si può non menzionare la lunga battaglia di Steppenwolf contro le Amazzoni, la lotta di Superman contro i membri della squadra e, ovviamente la battaglia finale a Pozharnov.

La sequenza d’apertura

La versione theatrical di Justice League si apre con una flashback in cui due bambini si divertono a riprendere Superman (nella scena assistiamo alla famigerata rimozione dei baffi di Henry Cavill).

La Snyder Cut, invece, riprende le fila del discorso partendo dal finale di Batman v Superman, quindi dalla morte dell’eroe kryptoniano per mano di Doomsday. Si tratta di una scena cruciale, in quanto è proprio il grido di Superman a risvegliare le Scatole Madri e ad attirare Steppenwolf.

Steppenwolf

Nella Snyder Cut è possibile ammirare il design originale che Zack Snyder aveva approvato per Steppenwolf. Nella sua versione, il cattivo era molto più imponente e aveva un aspetto decisamente più alieno. Per non parlare dei dettagli relativi alla corporatura (scopriamo, infatti, che ha sette dita per ciascuna mano).

Come confermato dalla stesso Snyder, la Warner Bros. riteneva che il look del personaggio fosse troppo spaventoso: ecco perché nella versione theatrical, il design di Steppenwolf è stato completamente stravolto, optando per un aspetto meno minaccioso.

La sequenza “History Lesson”

Invece di Steppenwolf, nella Snyder Cut scopriamo che l’antica battaglia della Terra coinvolse in realtà Darkseid. I Difensori della Terra hanno combattuto contro di lui per impedire alle Scatole Madri di raggiungere il loro stato di unità.

Darkseid, l’Anti-vita e i nuovi personaggi

Darkseid

Nella versione theatrical di Justice League, il cattivo principale è Steppenwolf. Ecco perché il personaggio è stato aggiunto da Whedon nella sequenza “History Lesson”. Nella Snyder Cut, invece, fa finalmente il suo debutto l’agognato Darkseid, concepito come il cattivo finale del DCEU.

Scopriamo molto di più sulla complicata relazione di sudditanza tra i due personaggi: Steppenwolf vuole a tutti i costi pagare il suo debito nei confronti del grande cattivo e tornare così a far parte dei suoi ranghi.

Diana viene a conoscenza di Darkseid

Dopo aver visto la freccia di Artemide, Diana esplora un tempio nascosto pieno di pitture rupestri che spiegano la battaglia che ebbe luogo durante la prima era. È così che impara a conoscere Darkseid, le Scatole Madri e, probabilmente, anche l’Equazione dell’Anti-vita. In seguito, trasmette tutta la sua conoscenza a Bruce. Nella versione theatrical, invece, viene a conoscenza della Scatole Madri dagli appunti di Lex Luthor

L’Equazione dell’Anti-vita

Attraverso Darkseid, nel suo taglio Zack Snyder introduce anche l’Equazione dell’Anti-vita. Si tratta dell’arma definitiva che permetterà al Titano di controllare tutta la vita in tutto il Multiverso. L’Equazione, scolpita nella superficie della Terra, mantiene in vita le persone, ma le priva del libero arbitrio. Tutto ciò che esiste è sotto il suo controllo e, di conseguenza, sotto il controllo di Darkseid se riuscirà ad ottenerla.

Nuovi personaggi

Oltre a Darkseid, tra i nuovi personaggi della Snyder Cut figurano anche DeSaad e Granny Goodness, appartenenti ai Nuovi Dei. Il personaggio dello scienziato Ryan Choi sarebbe poi dovuto diventare Atom nei sequel mai realizzati di Justice League.

Ancora, Kiersey Clemons è presente come Iris West (che ritroveremo in The Flash), insieme a Willem Dafoe che torna nei panni di Vulko dopo Aquaman e al generale Swanwick interpretato da Harry Lennix che assume finalmente l’identità di Martian Manhunter. Inoltre, nel film appare anche una Lanterna Verde (presumibilmente Kilowog) e, naturalmente, il Joker di Jared Leto che interagisce con Batman nell’epilogo (lo avevamo già visto in Suicide Squad di David Ayer).

Il mondo degli Atlantidei

La Snyder Cut non ci ha permesso di trascorrere molto tempo ad Atlantide. Tuttavia, ha comunque presentato abbastanza bene il regno sottomarino, oltre ad aver adeguatamente impostato l’arco narrativo di re Orm. Gli Atlantidei avevano un modo di parlare diverso rispetto ad Aquaman, ma questa tradizione non è stata portata avanti nello standalone del 2018.

Flash, Cyborg e il costume nero di Superman

Barry Allen/Flash

Barry Allen è stato una sorta di intermezzo comico nella versione theatrical di Justice League. In parte, lo continua ad essere anche nella Snyder Cut, nonostante Snyder aggiungo molto più cuore al personaggio e ancora più potenziale alla sua storia.

Nello specifico, la sua introduzione è ben diversa da quanto visto nella versione di Whedon. Scopriamo non solo le sue affinità con la razza canina, ma assistiamo anche al suo primo incontro con Iris West (totalmente assente nella versione cinematografica). Inoltre, anche la relazione con suo padre, Henry Allen, acquisisce maggiore significato, per non parlare del suo coinvolgimento nelle sequenze d’azione, che lo rendono un elemento non solo funzionale ma anche imprescindibile.

Victor Stone/Cyborg

Victor Stone/Cyborg è il vero cuore pulsante della Snyder Cut, come aveva anticipato più e più volte lo stesso regista prima dell’uscita del film. Nella versione theatrical, il personaggio è stato completamente annullato. Snyder, invece, lo ha trasformato in un dio dell’era digitale, regalandogli un arco narrativo a dir poco magnifico.

Scopriamo chi era Victor Stone (un grande giocatore di football e un essere umano ancora migliore) e veniamo a conoscenza del fatto che all’inizio, dopo il tragico incidente in cui perse la vita sua madre e che lo ridusse in fin di vita, non era disposto ad accettare la sua nuova condizione e le sue nuova capacità. Anche se Whedon ha modificato le sue origini, Snyder è stato in grado di ripartire da quanto anticipato in Batman v SupermanAlla fine, dopo aver accettato il suo status, Cyborg riesce davvero a fare la differenza all’interno del gruppo.

La resurrezione di Superman

Whedon ha trasformato la decisione di resuscitare Superman in un momento di conflitto tra i membri della squadra (prendendo ispirazione da quanto visto nei suoi The Avengers e Avengers: Age of Ultron).

Nella Snyder Cut, invece, la decisione avviene con mutuo consenso, dopo che Cyborg ha spiegato le capacità della Scatola Madre. A differenza del taglio cinematografico, il team decide di portare avanti la sua decisione all’interno del Wayne Aerospace Hangar, e non nella Batcaverna.

Il miliardario e il bad-ass

La Snyder Cut ci mostra che essere ricchi è realmente uno dei superpoteri di Bruce Wayne, cosa a cui la versione di Whedon non ha prestato la minima attenzione. Il taglio di Snyder ci mostra quanto bene abbia fatto Bryce in qualità di leader della squadra e per quanto tempo ancora continuerà ad agire in nome della giustizia (come dimostra anche l’epilogo).

Il costume nero

Zack Snyder sa come sfruttare alla perfezione le abilità di Superman non solo come eroe, ma anche come personaggio. Sono molte le differenze che sussistono tra le due versioni del film in merito all’eroe kryptoniano. La più eclatante è sicuramente l’assenza dei famigerati baffi rimossi in CGI (che all’epoca dei reshoot di Justice League generò un quantitativo spropositato di ilarità sul web) e l’introduzione del costume nero al posto del tradizionale abito rosso e blu.

L’inversione temporale, il Knightmare e Silas Stone

I camei

Zack Snyder è presente in un breve cameo nella Snyder Cut: quando Lois Lane esce fuori da una caffetteria, è possibile vedere il regista seduto ad uno dei banconi. Anche il doppiatore di Darkseid, Ray Porter, è presente durante la sequenza “History Lesson” nei panni di uno degli umani chiamati a difendere la Terra.

Inoltre, nel film appare anche Marc McClure che interpreta la parte di Jerry, l’agente di polizia a cui Lois Lane porta sempre il caffé. Si tratta di un’apparizione davvero speciale, dal momento che McClure ha interpretato Jimmy Olsen nei film di Superman con Christopher Reeve.

L’inversione temporale

Joss Whedon ha tralasciato tutta la parte relativa al viaggio nel tempo, mentre Snyder l’ha reso un elemento essenziale del suo taglio. Barry spiega che quando raggiunge la velocità, accadono cose inspiegabili al tempo. Nella Snyder Cut, inverte il tempo durante la resurrezione di Superman, poco prima di sovraccaricare la Scatola Madre. Apparentemente, aveva perso la sua occasione, perché la Scatola Madre aveva già toccato l’acqua. Ma proprio quando Barry si avvicina, la Scatola Madre e la foto di Jonathan Kent iniziarono a sollevarsi verso l’alto. Alla fine, Barry riesce a riportare Superman in vita.

Lo stesso accade anche nella battaglia finale. Ancora una volta, Barry aveva perso l’opportunità di collegare Cyborg all’Unità, e Steppenwolf stava effettivamente per avere la meglio. Tuttavia, Barry corre più veloce che mai e riesce comunque ad invertire il tempo su una scala molto più ampia. Si tratta di un’ottima anticipazione per quanto riguarda l’evoluzione delle sue capacità e ciò che vedremo in The Flash. 

Knightmare

Snyder ha aggiunto un’intera sequenza ambientata nel futuro impostato dal Knightmare. Tramite la visione di Cyborg, veniamo a conoscenza del fatto che Darkseid ucciderà Wonder Woman, Aquaman e anche Lois Lane.

Nell’epilogo ci vengono mostrate le conseguenze dell’invasione di Darkseid, con Batman che ha reclutato Flash, Cyborg, Mera, Deathstroke e il Joker per cercare di ristabilire l’ordine universale. Naturalmente, il momento clou dell’intera sequenza è lo scambio di battute tra Bruce Wayne e il Clown Principe del Crimine. Inoltre, ci viene concesso anche uno sguardo al Superman malvagio, totalmente soggiogato dall’Equazione dell’Anti-vita.

Silas Stone

Silas è sopravvissuto al taglio di Whedon, ma nella Snyder Cut gioca un ruolo molto più cruciale. Si sacrifica per marcare la Scatola Madre. Inoltre, è la sua voce che accompagna le immagini che vediamo scorrere nell’epilogo finale.

Lois e Martha

Lois e Martha hanno avuto un paio di bei momenti (anche se in una delle scene presenti nella Snyder Cut, la Martha che vediamo è in realtà Martian Manhunter sotto mentite spoglie). Inoltre, è stato davvero bello vedere Martha ricongiungersi con Clark dopo il suo ritorno dall’aldilà. Certamente ha aggiunto più valore emotivo al film.

Le battute, le scene originali e la gravidanza di Lois

Niente battute

Poiché proveniva dall’universo Marvel, Joss Whedon ha aggiunto un mucchio di battute che non si adattavano per nulla al tono impostato da Snyder. Quel che è peggio è che alcune di quelle battute erano state scritte per il personaggio di Batman! Al posto di sciocche battute fini a sé stesse, il taglio di Snyder ha aggiunto una buona dose umore, sempre autentico, calibrato e mai fuori posto.

La famiglia russa

Oltre alle battute, Whedon ha aggiunto anche una famiglia russa nella sequenza finale del suo taglio, al fine di aumentare la posta in gioco. La verità è che la posta in gioco del film era già alta, dal momento che le Scatole Madri avrebbero dovuto raggiungere l’Unità. È buono che Chris Terrio abbia trasformato Pozharnov in una landa desolata tossica, poiché ciò è servito a spiegare perché la città venne abbandonata. Inoltre, è un bene che la gara di velocità tra Superman e Flash sia stata totalmente rimossa.

Ripristinare le scene originali

Whedon aveva sostituito tante delle scene originali di Snyder. Proprio per questo, Snyder le ha ripristinate tutte. Ci sono così tante scene restaurate o aggiunte che elencarle tutte sarebbe impossibile. Dopotutto, stiamo sempre parlando di un film di quattro ore!

La morte di Steppenwolf

Nella versione theatrical, Steppenwolf viene sopraffatto dalla paura e attaccato dai suoi stessi Parademoni prima di teletrasportarsi via. Nella Snyder Cut, invece, viene sconfitto dopo aver combattuto, con Aquman che lo impala con il suo tridente e Diana che lo decapita, facendo rotolare il suo testone ai piedi di Darkseid.

Lois è incinta

Nell’epilogo della Snyder Cut, Lois si prepara a tornare a lavoro e in un cassetto del suo appartamento vediamo il kit per un test di gravidanza. Questo, insieme alla cesta che tiene in mano più avanti, anticipano che Lois è incinta del figlio di Superman. Anche il fatto che Bruce si complimenti con Clark conferma che i due diventeranno presto genitori.

L’Unità, Deathstroke e Lex Luthor

Diana la Fashionista

Snyder ha davvero trasformato Wonder Woman in una figura potente, mostrando una particolare attenzione anche all’aspetto più glamour del personaggio. Diana è sempre stata elegante, anche solo nel modo di agire e di rapportarsi con gli altri, al di là dell’aspetto puramente estetico.

Le Amazzoni

Insieme a Diana, Snyder ha gestito in modo eccezionale anche le guerriere Amazzoni. Sono state mostrate come delle combattenti senza paura che erano disposti a sacrificarsi per il bene superiore.

L’Unità

Il design della scena in cui le Scatole Madri formano l’Unità è abbastanza diverso nella Snyder Cut. E grazie a Cyborg, riusciamo persino a fare un viaggio al loro interno: quando il personaggio riesce a collegarsi all’Unità, infatti, riesce a separare tre oscure figure che stavano provando a sincronizzarsi.

Come tutti sapranno, il DCEU di Snyder è fortemente radicato nella mitologia greca. Zeus, Ares e tutti gli altri dei antichi sono stati evocati più e più volte. Proprio per questo, le tre figure che vediamo all’interno dell’Unità sono l’equivalente delle tre streghe della mitologia greca note come Le Graie.

Alfred Pennyworth

Jeremy Irons è assolutamente fantastico nei panni di Alfred Pennyworth. Quindi, il fatto che abbiamo avuto modo di vedere più interazioni con lui è stato davvero un piacere.

Deathstroke e Lex Luthor

Nella versione theatrical, la scena post-credits con Lex Luthor e Deathstroke serviva ad anticipare l’arrivo della Injustice League. Nella Snyder Cut, invece, vengono ripristinati i dialoghi originali e scopriamo che Luthor rivela a Slade Wilson che dietro l’identità di Batman si nasconde Bruce Wayne.

Ciò avrebbe dovuto spianare la strada al film su Batman mai realizzato da Ben Affleck, in cui proprio Deathstroke si sarebbe impegnato a distruggere la vita del miliardario.

The Falcon and the Winter Soldier: intervista al creatore della serie, Malcolm Spellman

Ecco la nostra intervista a Malcolm Spellman, creatore di The Falcon And The Winter Soldier, la serie Marvel/Disney che ha debuttato il 19 marzo su Disney+ e che ogni venerdì, per sei settimane, è disponibile con un nuovo episodio.

Tutti gli occhi sono puntati sullo scudo, mentre Sam Wilson, alias The Falcon, e Bucky Barnes, alias The Winter Soldier (Il Soldato d’Inverno), a causa di una nuova minaccia globale, si trovano coinvolti in una missione inaspettata che potrebbe colpirli molto da vicino. Decidono così di fare squadra, o meglio, di lavorare insieme.

Diretta da Kari Skogland con Malcolm Spellman come capo sceneggiatore, la serie in sei episodi vede protagonisti Anthony Mackie, Sebastian Stan, Wyatt Russell, Emily VanCamp e Daniel Brühl. Nel cast anche Erin Kellyman, Georges St. Pierre, Amy Aquino, Adepero Oduye e Danny Ramirez. The Falcon And The Winter Soldier debutta venerdì 19 marzo 2021 su Disney+.

 

Cosa Sarà con Kim Rossi Stuart arriva su Sky Cinema

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Cosa Sarà con Kim Rossi Stuart arriva su Sky Cinema

Arriva il 27 marzo in prima tv alle 21. 15 su Sky Cinema Due e in streaming su NOW, Cosa Sarà. Grande prova attoriale per Kim Rossi Stuart, protagonista del toccante racconto autobiografico del regista Francesco Bruni (Scialla! – Stai sereno). Bruno Salvati è un regista di commedie che non hanno successo. Da poco si è separato dalla moglie, che ora sembra frequentare una donna, e ha due figli, Adele e Tito. Nella sua vita all’improvviso tutto cambia quando gli viene diagnosticata una forma di leucemia: la mielodisplasia.

Cosa Sarà, prodotto da Vision Distribution e Palomar, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video, sarà in prima visione TV e grazie a extra, il programma fedeltà di Sky, i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema lo vedranno prima di tutti on demand nella sezione extra.

Cosa Sarà, la trama

La vita di Bruno Salvati (Kim Rossi Stuart) è in una fase di stallo. I suoi film non hanno mai avuto successo e il suo produttore fatica a mettere in piedi il prossimo progetto. Sua moglie Anna (Lorenza Indovina), dalla quale si è recentemente separato, sembra già avere qualcun altro accanto. E per i figli Adele e Tito, Bruno non riesce a essere il padre presente e affidabile che vorrebbe.  Un giorno Bruno scopre di avere una forma di leucemia. Si affida immediatamente a un’ematologa competente e tenace, che lo accompagna in quello che sarà un vero e proprio percorso a ostacoli verso la guarigione. Il primo obiettivo è trovare un donatore di cellule staminali compatibile: dopo alcuni tentativi falliti, Bruno comincia ad avere seriamente paura, Cosa sarà di lui? Suo padre Umberto, rivelandogli un segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza.  Bruno e la sua famiglia intraprendono un inatteso percorso di rinascita, che cambierà i loro rapporti e insegnerà a Bruno ad alzare gli occhi da sé stesso e a guardare gli altri.

Cosa Sarà verrà trasmesso su Sky Cinema Due il 27 marzo alle 21.15 e in streaming su NOW e sarà disponibile on demand. Con extra, il programma fedeltà di Sky, per i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema il film è già disponibile on demand nella sezione extra.

Sulla stessa onda da oggi disponibile su Netflix

Sulla stessa onda da oggi disponibile su Netflix

Debutta oggi su Netflix Sulla stessa onda, il film italiano Originale Netfli di Massimiliano Camaiti con Elvira Camarrone, Christian Roberto, Donatella Finocchiaro, Corrado Invernizzi e con  Vincenzo Amato.

Sulla stessa onda è un film NETFLIX in associazione con MEDIASET una produzione CINEMAUNDICI

La fine dell’estate, un’isola in Sicilia, un corso di vela. Sara e Lorenzo s’incontrano e s’innamorano immediatamente. Lui è il giovane istruttore, lei l’alunna più testarda. Per entrambi è il primo amore, quello in cui le emozioni viaggiano sempre più veloci. La magia sembra però finire una volta tornati a casa, a Palermo. Sara diventa inaspettatamente sfuggente e ogni tentativo di Lorenzo di ricontattarla cade nel vuoto. Ma non è l’abituale fine di un amore estivo, Sara nasconde un segreto. Un piccolo problema fisico al campus, un forte crampo a Palermo e la notizia dell’aggravamento della sua distrofia muscolare piomba nella vita della ragazza. Il corso di vela è stato il suo ultimo momento di totale spensieratezza… se tutto presto dovrà finire, che senso ha continuare a vivere il suo amore per Lorenzo? In un viaggio pieno di rischi, incoscienza e coraggio, Sara e Lorenzo saranno costretti a crescere in fretta per rendere eterno ogni momento della loro storia.

Note di regia

Una storia d’amore giovanile viene travolta dalla notizia della malattia di uno dei due protagonisti. Sulla stessa onda è senza dubbio un film di genere. Ma se un film di genere racconta, ovviamente, tematiche comuni al genere di appartenenza, le scelte stilistiche al suo interno possono divergere e allontanare enormemente una storia dall’altra. Un film di genere può diventare “unico” e personale.

Durante la scrittura di questo film ho stampato e attaccato al muro due fotografie: una di Luigi Ghirri e una di Massimo Vitali. Nella foto di Ghirri, come quasi sempre, non c’è nessuno: solo una passerella posata sulla sabbia che taglia in due l’inquadratura e va dritta verso l’acqua; in quella di Vitali, una moltitudine di persone sono assiepate, una sopra l’altra, in riva al mare. Le due foto sono state la mia nota visiva per non abbandonare mai la voglia di raccontare una storia dove due solitudini, dopo essersi incontrate, cercano di allontanarsi dalla folla che li circonda alla ricerca dell’intimità necessaria per vivere pienamente il loro amore.

Quali erano quindi la distanza e la prospettiva da utilizzare per raccontare visivamente queste emozioni? Con il d.o.p., Michele Paradisi, abbiamo cercato di catturare l’atmosfera dentro la quale far muovere i nostri personaggi effettuando le scelte stilistiche che più ci permettessero di supportare la storia. La luce che riflette sulla sabbia, sul mare, sulle maioliche dei pavimenti delle case, che rimbalza per terra per poi tornare su ad illuminare i volti dal basso. Le linee verticali, orizzontali e oblique che tagliano spesso il fotogramma. I totali, a volte dei campi lunghissimi, che si aprono a fine scena posizionando i personaggi all’interno di un contesto più vasto, come a voler “ricollocare” le problematiche dei nostri protagonisti. Infine, l’apporto della Sicilia che con le sue spiagge, i suoi monti, i suoi palazzi malridotti, porta la storia in una

dimensione quasi atemporale. L’aspetto décalé di tutto quello che troviamo su quest’isola aiuta, a mio giudizio, ad assottigliare eventuali barriere generazionali e dona al film un sapore nostalgico per un pubblico anche più maturo.

I protagonisti del film si ritrovano ad affrontare la loro prima storia sentimentale e allo stesso tempo una malattia spaventosa: la distrofia muscolare. Prendendo la malattia in una fase non ancora acuta, avevo la possibilità di concentrare le mie attenzioni sulle ricadute psicologiche più che sui problemi fisici. Avevo più spazio per raccontare relazione fra i due ragazzi.

Esiste qualcosa emozionalmente più forte dell’amore?
L’emotività del film doveva venire dalla risposta a questa domanda.

In questo contesto, era importante che i due attori avessero realmente l’età dei protagonisti in modo che l’ingenuità e la purezza di un primo amore fossero credibili. Ma una volta scelti, Elvira e Christian, durante la preparazione del film, recitano senza riuscire ad entrare nei personaggi. La situazione non migliora con l’avvicinarsi delle riprese. Tanto che l’organizzatore mi consiglia, per la prima settimana, di girare con due macchine per avere più ciak possibili. A tre giorni dall’inizio del film, lascio i ragazzi da soli nella sala prove. Quando torno, li trovo contentissimi, commossi.

Dal bar accanto, hanno passato un pezzo che li ha totalmente sbloccati. In mia assenza hanno provato una scena che, secondo loro, è venuta benissimo. Li guardo dubbioso, la rifanno, sorrido contento. Quel pezzo, Promise di Ben Howard, è stato sempre ascoltato sul set prima delle scene emotive ed oggi è diventato il brano di punta della nostra colonna sonora.

Massimiliano Camaiti

Superman: la Snyder Cut non era sufficiente a “contenere” l’intera storia dell’eroe

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L’uomo d’acciaio del 2013 aveva presentato il Clark Kent/Superman di Henry Cavill come un kryptoniano piovuto dal cielo (letteralmente!) che deve trovare il suo posto nel mondo, e decidere se diventare o meno un simbolo di giustizia e protezione. Lo SnyderVerse ipotizzato in origine da Zack Snyder avrebbe dovuto esplorare ulteriormente l’arco narrativo di Superman, nei confronti del quale si è riacceso un vivo interesse dopo quanto visto nel finale della Snyder Cut di Justice League.

Tutti sappiamo che, in origine, Snyder aveva pianificato ben cinque film del DCEU (oltre a L’uomo d’acciaio e Batman v Superman, il regista aveva pensato ad una vera trilogia per Justice League). Ora, in una recente intervista con Screen Rant, Snyder è tornato a parlare dei suoi piani originali per il personaggio, rivelando che sarebbe necessario più tempo per esplorare in profondità la storia dell’eroe che aveva in mente di raccontare.

“Ha completato l’apprendistato in termini di umanità e ora è come se avesse laurea magistrale. Per me è di questo che si tratta. So che sembra una cosa folle, considerata la durata della Snyder Cut… ma onestamente, neanche quel film è bastato ad esplorare davvero tutta la storia che avevo intenzione di raccontare. Se ci fossero stati altri due film, l’ultimo sarebbe sicuramente stato un film dedicato interamente a Superman. Al 100%.”

Superman: un’epopea troppo grande… persino per la Snyder Cut!

In entrambe le versioni di Justice League, Lois Lane aiuta Superman a riconquistare la sua umanità dopo essere tornato dal regno dei morti. Come accennato nell’epilogo ambientato nel Knightmare, i due sequel si sarebbero concentrati sull’invasione della Terra da parte di Darkseid, sulla morte di Lois e sulle conseguenze di quel tragico evento sulla vita di Superman, che avrebbe poi ceduto all’Equazione dell’Anti-vita, diventando una seria minaccia per l’umanità.

Nel futuro apocalittico impostato dal Knightmare, Batman, Cyborg e Flash (tra gli altri) agiscono insieme per inviare quest’ultimo indietro nel tempo e cercare di impedire la morte di Lois e convincere Superman a guidare gli eserciti della Terra contro Darkseid e il suo esercito. Clark non solo avrebbe riconciliato i suoi due mondi, ma ovviamente avrebbe ribadito la sua decisione di proteggere la Terra. È palese, dunque, quanto un solo film non fosse assolutamente sufficiente per contenere tutta l’incredibile epopea che Snyder aveva in mente di raccontare.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e NOW TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Taormina Film Fest 2021, dal 27 giugno al 3 luglio

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Taormina Film Fest 2021, dal 27 giugno al 3 luglio

Dopo un viaggio lungo sessantasei anni, la nuova edizione del Taormina Film Fest si apre al territorio nel segno dell’inclusione, della condivisione e del sostegno all’industria cinematografica. Per la prima volta nella sua lunga storia, il Festival vivrà in contemporanea nel suggestivo Teatro Antico e nei cinema siciliani in cui verranno proiettati in diretta alcuni dei film in concorso, i gala e le cerimonie di apertura e di chiusura. Il pubblico nelle sale siciliane potrà anche assistere ai momenti di spettacolo e informazione che precederanno le proiezioni al Teatro Antico.

Un evento organizzato in collaborazione con ANEC SICILIA, Associazione Nazionale Esercenti Cinema regionale, che ha coinvolto una serie di cinema nei capoluoghi di provincia e in altre località per favorire una circolarità e una condivisione live dei momenti più significativi del Festival e per consentire al pubblico siciliano di rivivere la magia del cinema dopo una lunga pausa.

L’iniziativa nasce dalla volontà di coinvolgimento del territorio ma anche dall’urgenza di rivitalizzare sale ed esercenti nel corso di una stagione difficile, nello spirito di partecipazione, sostegno e rinascita della Direzione Artistica del Taormina Film Fest.

“Nei momenti critici, anche sotto il profilo culturale, non bisogna guardare all’oggi, ma immaginare il domani. Il nostro avvenire – dichiarano Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia – dura già da più di un secolo: è la sala, è la culla del cinema. Portare il Teatro Antico nei cinema siciliani è portare la settima arte nel luogo cui appartiene, al pubblico cui si destina: siamo orgogliosi di questa iniziativa, siamo felici di collaborare con Anec. E di ritornare al futuro.”

Una soddisfazione condivisa dal vice Presidente Anec Sicilia, Sino Accursio Caracappa: “L’ANEC Sicilia, l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema siciliana, saluta con entusiasmo il raggiungimento di un accordo con il Taormina Film Fest che in questa fase di rilancio del settore costituisce un nodo importante per il rafforzamento del rapporto con il pubblico. Sviluppare un’offerta valida che dal Festival arriva in contemporanea alle sale siciliane garantisce visibilità ed incremento di valore ai film che non possono prescindere dalla specificità della sala e del grande schermo luogo di condivisione e socialità.”

Prodotto e organizzato da Videobank Spa nell’ambito di un mandato triennale – su concessione della Fondazione Taormina Arte Sicilia e con il patrocinio dell’Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo della Regione Sicilia, della Sicilia Film Commission, del Comune di Taormina e del MIBACT – il Festival accenderà i riflettori del Teatro Antico sul grande cinema dal 27 Giugno al 3 Luglio 2021.

Avatar 2: Stephen Lang parla di un arco narrativo affascinante per Quaritch

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Stephen Lang ha anticipato alcuni dettagli in merito all’arco narrativo del personaggio di Miles Quaritch negli attesissimi sequel di Avatar. Quaritch è stato l’antagonista principale del primo film uscito nel 2009, il cui obiettivo principale era quello di entrare in possesso dell’abbondante ricchezza delle risorse naturali di Pandora.

Sono passati più di 11 anni da quando il primo Avatar è arrivato sugli schermi di tutto il mondo e da allora i fan non hanno mai smesso di chiedersi cosa fosse successo davvero al personaggio del Colonnello. Durante la battaglia finale del film, Quaritch si scaglia contro Jake adoperando un esoscheletro da combattimento e ha la meglio, ma appena prima di ucciderlo viene trafitto da due frecce scagliate da Neytiri.

Come rivelato da Stephen Lang in un’intervista con ComingSoon.net, il personaggio di Miles Quaritch non solo tornerà nei sequel, ma dovrà affrontare tanto una “crescita” quanto una “regressione” nel corso dei prossimi quattro film del franchise. “Non dirò che sarà assolutamente lo stesso”, ha spiegato Lang. “Penso che sia un personaggio incredibilmente affascinante e non tornerebbe se anche James Cameron non fosse affascinato da lui e deciso a vedere qual è il suo destino. Dove lo spinge quel personaggio in quanto regista e sceneggiatore? E dove mi spinge quel personaggio in quanto attore? Affronterà un percorso di crescita, ma anche di regressione nel corso dei prossimi quattro film. L’importante è dare vita ad un viaggio che sia interessante. Questo è quello che stiamo cercando di fare.”

Quando le riprese dei sequel di Avatar sono iniziate nel 2017, James Cameron aveva già confermato che il personaggio di Lang sarebbe rimasto l’antagonista principale del franchise. Naturalmente, i fan non vedono l’ora di scoprire in che modo il personaggio verrà riportato in vita e, soprattutto, quali saranno le sfide che sarà costretto ad affrontare, considerando che quando lo ritroveremo, quasi certamente sarà più assetato di vendetta che mai.

Avatar 2 debutterà il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 202622 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

Estraneo a bordo: trailer del nuovo film Netflix

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Estraneo a bordo: trailer del nuovo film Netflix

Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di Estraneo a bordo, il nuovo film Originale Netflix di fantascienza diretto da Joe Penna e con Anna Kendrick, Daniel Dae Kim, Shamier Anderson e Toni Collette. Estraneo a bordo uscirà su Netflix dal 22 aprile.

In Estraneo a bordo durante una missione su Marte, un clandestino finito a bordo per caso provoca involontariamente danni ingenti ai sistemi di supporto vitale dell’astronave. Con risorse in rapido declino e lo spettro della fine che incombe, l’equipaggio è costretto a prendere una decisione impossibile.

PGA Awards 2021: tutti i vincitori, la corona a Nomadland

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PGA Awards 2021: tutti i vincitori, la corona a Nomadland

Dopo i primi premi della stagione assegnati a Nomadland di Chloé Zhao, anche i PGA Awards 2021 hanno confermato la supremazia della pellicola che aveva già trionfato alla Mostra di Venezia del 2020. Di seguito, tutti i vincitori dei premi assegnati dalla gilda dei produttori di Hollywood, per cinema e televisione.

Darryl F. Zanuck Award for Outstanding Producer of Theatrical Motion Pictures

  • “Borat Subsequent Moviefilm” (Amazon Studios)
    Producers: Sacha Baron Cohen, Monica Levinson, Anthony Hines
  • “Judas and the Black Messiah” (Warner Bros)
    Producers: Charles D. King, Ryan Coogler, Shaka King
  • “Ma Rainey’s Black Bottom” (Netflix)
    Producers: Denzel Washington, Todd Black
  • “Mank” (Netflix)
    Producers: Ceán Chaffin, Eric Roth, Douglas Urbanski
  • “Minari” (A24)
    Producer: Christina Oh
  • Nomadland” (Searchlight Pictures) – WINNER
    Producers: Mollye Asher, Dan Janvey, Frances McDormand, Peter Spears, Chloé Zhao
  • “One Night in Miami” (Amazon Studios)
    Producers: Jess Wu Calder, Keith Calder, Jody Klein
  • “Promising Young Woman” (Focus Features)
    Producers: Josey McNamara, Ben Browning, Ashley Fox, Emerald Fennell
  • “Sound of Metal” (Amazon Studios)
    Producers: Bert Hamelinck, Sacha Ben Harroche
  • “The Trial of the Chicago 7” (Netflix)
    Producers: Marc Platt, Stuart Besser

Outstanding Producer of Animated Theatrical Motion Pictures

  • “The Croods: A New Age” (DreamWorks Animation)
    Producer: Mark Swift
  • “Onward” (Pixar)
    Producer: Kori Rae
  • “Over the Moon” (Netflix)
    Producers: Gennie Rim, Peilin Chou
  • Soul” (Pixar) – WINNER
    Producer: Dana Murray
  • “Wolfwalkers” (Apple TV Plus/GKIDS)
    Producers: Paul Young, Nora Twomey, Tomm Moore, Stéphan Roelants

Norman Felton Award for Outstanding Producer of Episodic Television

  • Better Call Saul” (AMC) – Season 5
    Producers: eligibility determination pending
  • Bridgerton” – (Netflix) – Season 1
    Producers: eligibility determination pending
  • The Crown” (Netflix) – Season 4 – WINNER
    Producers: Peter Morgan, Suzanne Mackie, Stephen Daldry, Andy Harries, Benjamin Caron, Matthew Byam Shaw, Robert Fox, Michael Casey, Andy Stebbing, Martin Harrison, Oona O’Beirn 
  • The Mandalorian” (Disney Plus) – Season 2
    Producers: Jon Favreau, Dave Filoni, Kathleen Kennedy, Colin Wilson, Karen Gilchrist, John Bartnicki, Carrie Beck
  • “Ozark” (Netflix) – Season 3
    Producers: Jason Bateman, Chris Mundy, Bill Dubuque, Mark Williams, Patrick Markey, John Shiban, Miki Johnson, Matthew Spiegel, Erin Mitchell, Martin Zimmerman, Peter Thorell

Danny Thomas Award for Outstanding Producer of Episodic Television – Comedy

  • “Curb Your Enthusiasm” (HBO) – Season 10
    Producers: eligibility determination pending
  • “The Flight Attendant” (HBO Max) – Season 1
    Producers: Greg Berlanti, Kaley Cuoco, Steve Yockey, Meredith Lavender, Marcie Ullin, Sarah Schechter, Suzanne McCormack, Jess Meyer, Raymond Quinlan, Jennifer Lence, Erika Kennair
  • “Schitt’s Creek” (Pop TV) – Season 6
    Producers: Eugene Levy, Daniel Levy, Andrew Barnsley, Fred Levy, David West Read, Ben Feigin, Michael Short, Kurt Smeaton, Kosta Orfanidis – WINNER
  • “Ted Lasso” (Apple TV Plus) – Season 1
    Producers: Bill Lawrence, Jason Sudeikis, Jeff Ingold, Bill Wrubel, Liza Katzer, Jane Becker, Jamie Lee, Kip Kroeger, Brendan Hunt, Tina Pawlik, Joe Kelly
  • “What We Do in the Shadows” (FX) – Season 2
    Producers: Jemaine Clement, Taika Waititi, Paul Simms, Scott Rudin, Garrett Basch, Eli Bush, Stefani Robinson, Sam Johnson, Marika Sawyer, Derek S. Rappaport

David L. Wolper Award for Outstanding Producer of Limited Series Television

  • “I May Destroy You” (HBO)
    Producers: eligibility determination pending
  • “Normal People” (Hulu)
    Producers: Lenny Abrahamson, Sally Rooney, Ed Guiney, Andrew Lowe, Emma Norton, Anna Ferguson, Catherine Magee
  • The Queen’s Gambit” (Netflix) – WINNER
    Producers: William Horberg, Allan Scott, Scott Frank, Marcus Loges, Mick Aniceto
  • “The Undoing” (HBO)
    Producers: Susanne Bier, David E. Kelley, Per Saari, Nicole Kidman, Bruna Papandrea, Stephen Garrett, Celia Costas, Deb Dyer
  • “Unorthodox” (Netflix)
    Producers: Anna Winger, Henning Kamm, Alexa Karolinksi

Outstanding Producer of Televised or Streamed Motion Pictures

  • “Bad Education” (HBO)
    Producers: Fred Berger, Eddie Vaisman
  • “Dolly Parton’s Christmas on the Square“
    Producers: eligibility determination pending
  • “Hamilton” (Disney Plus) – WINNER
    Producers: Thomas Kail, Lin-Manuel Miranda, Jeffrey Seller
  • “Jane Goodall: The Hope“
    Producers: eligibility determination pending
  • “What the Constitution Means To Me“
    Producers: eligibility determination pending

Outstanding Producer of Non-Fiction Television

  • “60 Minutes” (CBS) – Season 53
    Producer: Bill Owens
  • The Last Dance” (ESPN) – Season 1 – WINNER
    Producers: eligibility determination pending
  • “Laurel Canyon” (EPIX)
    Producers: eligibility determination pending
  • “McMillion$” (HBO) – Season 1
    Producers: eligibility determination pending
  • “Tiger King: Murder, Mayhem and Madness” (Netflix)
    Producers: eligibility determination pending

Outstanding Producer of Live Entertainment & Talk Television

  • “8:46 – Dave Chappelle (Special)” (Netflix)
    Producers: eligibility determination pending
  • “The Daily Show with Trevor Noah” (Comedy Central) – Season 26
    Producers: eligibility determination pending
  • “Last Week Tonight with John Oliver” (HBO) – Season 7 – WINNER
    Producers: eligibility determination pending
  • “The Late Show with Stephen Colbert” (CBS) – Season 6
    Producers: eligibility determination pending
  • “Saturday Night Live” (NBC) – Season 46
    Producers: eligibility determination pending

Outstanding Producer of Game & Competition Television

  • “The Amazing Race” (CBS) – Season 32
    Producers: Jerry Bruckheimer, Bertram van Munster, Jonathan Littman, Elise Doganieri, Mark Vertullo, Phil Keoghan
  • “The Masked Singer” (FOX) – Season 3, Season 4
    Producers: eligibility determination pending
  • “Nailed It!” (Netflix) – Season 4
    Producers: eligibility determination pending
  • “RuPaul’s Drag Race” (VH1) – Season 12 – WINNER
    Producers: eligibility determination pending
  • “The Voice” (NBC) – Season 18, Season 19
    Producers: eligibility determination pending

Outstanding Producer of Documentary Motion Pictures

  • “David Attenborough: A Life on Our Planet”
  • “Dick Johnson Is Dead”
  • “My Octopus Teacher” (Netflix) – WINNER
  • “Softie”
  • “A Thousand Cuts”
  • “Time”
  • “The Truffle Hunters”

Outstanding Sports Program

  • “Defying Gravity: The Untold Story of Women’s Gymnastics” (S1) (YouTube) – WINNER
  • “Hard Knocks: Los Angeles” (HBO)
  • “Real Sports with Bryant Gumbel” (S26) (HBO)
  • “Seeing America with Megan Rapinoe” (HBO)
  • “The Shop: Uninterrupted Featuring President Barack Obama” (HBO)

Outstanding Children’s Program

  • “Animaniacs” (S1) (Hulu)
  • “Carmen Sandiego” (S3) (Netflix)
  • “Looney Tunes Cartoons” (S1) (HBO Max)
  • “The Power of We: A Sesame Street Special” (HBO Max) – WINNER
  • Star Wars: The Clone Wars” (S7) (Disney Plus)

Outstanding Short Form Program

  • “Better Call Saul Employee Training: Legal Ethics with Kim Wexler” (S3) (AMC)
  • “Between The Scenes – The Daily Show” (S5) (Comedy Central)
  • “Carpool Karaoke: The Series” (S3) (Apple TV) – WINNER
  • “Inside Pixar: Inspired” (S1) (Disney Plus)
  • “SNL Presents: Stories from the Show” (S1) (NBC)

Chris Evans rivela l’altro membro degli Avengers che avrebbe voluto interpretare

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Il finale di Avengers: Endgame ha segnato l’ultima apparizione di Chris Evans sul grande schermo nei panni di Captain America. Di recente si è parlato molto di un possibile ritorno dell’attore nei panni dell’amatissimo supereroe del MCU, ma ad oggi non esiste ancora una conferma ufficiale in merito.

Evans ha debuttato nei panni di Steve Rogers in Captain America: Il primo Vendicatore del 2011, ricoprendo l’iconico ruolo per quasi un decennio. Ora è Sam Wilson/Falcon (Anthony Mackie) che dovrà prendere il suo posto, come anticipato nel finale del cinecomic campione d’incassi di Anthony e Joe Russo e come vedremo all’interno della serie The Falcon and the Winter Soldier, il cui primo episodio ha debuttato su Disney+ lo scorso 19 marzo.

Al pari di quello di Steve, anche l’arco narrativo di Tony Stark nel MCU è ufficialmente giunto al termine. Tuttavia, a differenza del Super Soldato che è sopravvissuto alla lotta contro Thanos e ha deciso di tornare nel passato per poter finalmente vivere la sua vita insieme all’amata Peggy Carter, il genio miliardario si è sacrificato per un bene superiore, sfruttando tutto il potere delle Gemme dell’Infinito per sconfiggere il Titano Pazzo.

Chris Evans: “Iron Man è Robert Downey Jr., punto.”

Durante una recente intervista ACE Universe, a Chris Evans è stato chiesto se ci fosse qualche altro membro degli Avenger che gli sarebbe piaciuto interpretare al posto di Captain America. Senza doversi pensare troppo, l’attore ha risposto subito Iron Man, che dal suo punto di vista, oltre ad essere il vero motore della narrazione all’interno del MCU, è anche il personaggio più divertente. Tuttavia, Evans è convinto che Robert Downey Jr. sia nato per interpretare quel ruolo e che nessuno avrebbe potuto svolgere un lavoro migliore del suo.

“Credo che scegliere… Iron Man. E non è una questione di stipendio. Si tratta del ruolo… è così divertente. E poi Iron Man è il vero motore di tutto. È vita. Ad ogni modo, sarebbe una partita persa in partenza, perché non credo che ci sia qualcuno su questo pianeta che potrebbe fare meglio di quanto fatto da Downey. Capite cosa intendo? Non è un ruolo come James Bond, Superman o Batman, con cui abbiamo visto cimentarsi tanti attori. Si tratta di Iron Man e Iron Man è Robert, punto.”

Batman v Superman, Zack Snyder ricorda: “La Warner Bros. odiava il film”

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Zack Snyder è tornato a parlare di Batman v Superman: Dawn of Justice, il secondo film del DCEU da lui diretto per conto di Warner Bros. Quando Snyder si impegnò nella costruzione dell’universo condiviso, aveva in mente la realizzazione di ben cinque film: oltre a L’uomo d’acciaio e Batman v Superman, infatti, il controverso regista aveva ipotizzato una trilogia dedicata alla Justice League

Sebbene nel corso degli anni sia stato ampiamente rivalutato, all’epoca dell’uscita in sala Batman v Superman si rivelò incredibilmente polarizzante. Il film è stato un successo al botteghino (con 873 milioni di dollari raccolti in tutto il mondo), ma divise letteralmente sia la critica che il pubblico. Secondo le indiscrezioni che si susseguirono all’epoca, furono proprio le reazioni al film che spinsero la Warner Bros. ad intervenire durante la produzione di Suicide Squad di David Ayer, ordinando una serie di riprese aggiuntive al fine di smorzare i toni del cinecomic e rendere la storia meno cupa e più leggera.

Naturalmente, l’arrivo della Snyder Cut di Justice League ha rappresentato per Zack Snyder un’occasione per riflettere non solo sulla sua ultima fatica, ma anche sul suo passato con il DCEU. Intervistato da SFX (via GamesRadar), il regista ha ricordato che durante le riprese iniziali di Justice League, WB era entusiasta all’idea di poter separare il film da Batman v Superman. Secondo il regista, è stato in quel momento che sono emersi tutti i pregiudizi della major nei confronti del film.

“Sentivo come se lo studio nutrisse un odio nei confronti di Batman v Superman. Avevano su di me tantissima pressione, perché volevano che Batman v Superman e Justice League fossero due cose distinte e separate, cosa che non volevo fare e che, alla fine, non ho fatto. Onestamente, quei tre film rappresentano una trilogia, perché in qualche modo portano avanti la stessa storia. La narrazione è influenzata da ciò che è accaduto in precedenza e solo così si è potuto giungere a quel mondo in cui è stata possibile l’invasione di Darkseid… ovviamente mi sto riferendo ai piani iniziali, quando avevo pensato a cinque film.”

In arrivo una nuova versione IMAX rimasterizzata di Batman v Superman

A proposito di Batman v Superman, di recente Zack Snyder ha confermato di essere a lavoro su una nuova versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo taglio di Justice League (disponibile in Italia dallo scorso 18 marzo su Sky e NOW), che ha potuto contare su un budget – senza precedenti per dei reshoot – di 70 milioni di dollari.

Black Adam: scelto l’attore di Dottor Fate, la JSA è al completo

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Black Adam: scelto l’attore di Dottor Fate, la JSA è al completo

Il cast di Black Adam si arricchisce della presenza di un volto molto amato del panorama di Hollywood. Apprendiamo grazie a The Hollywood Reporter, infatti, che Pierce Brosnan si è unito ufficialmente al cast del cinecomic DC nei panni di Dottor Fate. Per l’ex interprete di James Bond si tratta della primissima incursione nell’universo dei cinecomic.

Il casting di Brosnan completa, dunque, la formazione della Justice Society of America, uno degli aspetti di Black Adam che destano maggiore curiosità. Nel film, insieme all’antico antieroe egiziano del titolo che sarà interpretato da Dwayne Johnson e al personaggio di Brosnan vedremo anche Atom Smasher (Noah Centineo), Cyclone (Quintessa Swindell) e Hawkman (Aldis Hodge).

Kent Nelson, alter ego di Doctor Fate, è uno dei più antichi supereroi della DC. Il personaggio è apparso per la prima volta nel 1940 quando Gardner Fox e Howard Sherman lo inserirono in “More Fun Comics #55”. Kent ha acquisito i suoi poteri magici dopo aver scoperto un antico essere noto come Nabu. Lo spirito di Nabu guida Kent nelle sue avventure: questi è incapace di provare emozioni mentre indossa il classico elmo d’oro del personaggio. Dottor Fate è anche uno dei membri fondatori della Justice Society nei fumetti e sembra che sarà lo statista più anziano della squadra che vedremo in Black Adam.

Ad oggi non sappiamo ancora quando Black Adam arriverà nelle sale. Inizialmente, il film sarebbe dovuto arrivare nelle sale il 22 dicembre 2021. Tuttavia, a causa dello scoppio della pandemia, la data di uscita è stata posticipata in maniera indefinita. È probabile che il film arrivi nelle sale per Natale 2022, ma considerato che WB e DC hanno già tre cinecomic in uscita quell’anno (The Flash, The Batman e Aquaman 2), è probabile che alla fine Black Adam slitti direttamente agli inizi del 2023.

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Black Adam, è stato affidato alla regia di Jaume Collet-Serra (Orphan, Paradise Beach – Dentro l’incubo). Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

“Questo progetto ha comportato dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e la mitologia dei fumetti saprà che Shazam! è collegato a Black Adam“, aveva raccontato l’attore in un video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non potrei essere più eccitato all’idea.”

Barry Seal – Una storia americana: trama, cast e la vera storia dietro al film

Ci sono storie spesso sconosciute ai più che hanno però influenzato eventi su larga scala, e più queste risultano incredibili più sono vere. Quella raccontata in Barry Seal – Una storia americana appartiene proprio a questo genere di racconti. Diretto nel 2017 da Doug Liman, regista affermatosi grazie a film come The Bourne Identity ed Edge of Tomorrow, il film in questione racconta infatti una storia realmente avvenuta tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Questa comprende un apparentemente innocuo pilota di aerei, il pericolosissimo cartello della droga di Medellin, operazioni di narcotraffico e le inevitabili indagini della DEA, la celebre agenzia federale antidroga.

Risulta quasi incredibile che quella di Barry Seal sia una storia quasi dimenticata, eppure così era per molti fino a quando lo sceneggiatore Gary Spinelli non vi si imbatté. Alla ricerca di una vicenda reale, con cui poter dar vita ad una storia di gangster ispirata ad opere come Quei bravi ragazzi, questi entrò a contatto con la figura di Seal, rimanendone estremamente affascinato. La sua sceneggiatura divenne in breve tra le più apprezzate di Hollywood, trovando infine nell’attore Tom Cruise il suo principale interessato. Con il coinvolgimento di questi, il progetto riuscì in breve a prendere vita con un budget di circa 50 milioni di dollari.

Arrivato in sala, Barry Seal – Una storia americana venne accolto in modo positivo dalla critica, mentre al box office arrivò a guadagnare circa 135 milioni di dollari a livello globale. Un successo che permise ad una storia sconosciuta, ma particolarmente influente, di trovare nuova vita presso il grande pubblico. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla sua storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Barry Seal – Una storia americana: la trama del film

La vicenda del film si svolge a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, quando Barry Seal, un pilota della TWA, viene reclutato dalla CIA per perlustrare alcune zone dell’America centrale e fare rapporto sulla fiorente minaccia comunista. Quella che sembrava essere una missione semplice, diventa quanto mai pericolosa nel momento in cui si ritrova a capo di una delle più grandi operazioni segrete della CIA nella storia degli Stati Uniti. Il suo compito, infatti, è quello di entrare a far parte del pericoloso cartello di Medellin, in Colombia, svolgendo ruoli di contrabbandiere di armi e trafficante di droga. Una volta arrestato, diverrà un collaboratore della DEA, a cui racconterà tutta la sua storia anche a costo di morire.

Barry Seal - Una storia americana cast

Barry Seal – Una storia americana: il cast del film

Come anticipato, protagonista assoluto del film è l’attore Tom Cruise, che interpreta il pilota contrabbandiere Barry Seal. Essendo egli realmente capace di pilotare differenti tipi di velivoli, Cruise si offrì come suo solito di interpretare personalmente tali scene, senza accettare di dover ricorrere all’utilizzo di controfigure. L’attore, inoltre, imparò anche come riuscire ad atterrare facendo schiantare brutalmente il mezzo pilotato. Dopo un lungo addestramento pratico, che gli permise di comprendere cosa si prova in quelle situazioni, egli pilotò con grande maestria lo schianto che si può vedere nel film. Per lui si è trattato inoltre della terza volta in cui ha interpretato un personaggio realmente esistito. Gli altri due film sono Nato il quattro luglio e Operazione Valchiria.

Accanto a lui, nei panni della giovane moglie Lucy, vi è l’attrice Sarah Wright. Questa, che, come i due coniugi, presenta realmente una differenza d’età di circa vent’anni con Cruise, si era affermata negli anni precedenti con i film Un compleanno da leoni e Una notte in giallo. Il celebre attore Domhnall Gleeson è invece presente nei panni dell’agente della CIA Monty Schafer, mentre Caleb Landry Jones, visto in Get Out e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, interpreta JB, il fratello di Lucy. Jesse Plemons, noto per i suoi ruoli in Breaking Bad e The Irishman, è invece lo sceriffo Joe Downing, mentre sua moglie Judy ha il volto di Lola Kirke. Nel film, infine, vi sono anche gli attori Connor Trinneer nei panni di George W. Bush e Mauricio Mejia in quelli di Pablo Escobar.

Barry Seal – Una storia americana: la vera storia dietro al film

La vicenda di Barry Seal è quantomai avventurosa. Questi aveva iniziato la propria carriera di pilota nel 1964, lavorando per la Trans World Airlines, divenendo uno dei più giovani operanti sulla linea aerea. Tuttavia, nel luglio del 1972 si ritrova licenziato poiché apparentemente coinvolto in un traffico di esplosivo con il Messico. In cerca di una nuova fonte di reddito, Seal iniziò dunque ad operare nel contrabbando di marijuana, spostandosi poi sul più redditizio mercato della cocaina. A partire dal 1980 questi ha iniziato a collaborare anche con il celebre cartello di Medellin, pilotando aerei carichi di droga in partenza dalla Colombia. Arrestato nel 1984, questi si disse disposto a collaborare con la DEA per fornire loro informazioni preziose.

La sua testimonianza permise la condanna di numerosi narcotrafficanti, e segno un duro colpo nell’attività del cartello. Grazie alla sua collaborazione, Seal venne affidato a lavori socialmente utili presso l’Esercito della Salvezza. Qui, tuttavia, viene assassinato il 19 febbraio del 1986 da alcuni sicari colombiani, assunti dai noti fratelli Ochoa, membri del cartello di Medellin. Nel raccontare la sua storia, il film gioca su un equilibrio tra ciò che è realmente avvenuto e la rielaborazione di alcuni eventi. Principalmente, ad essere modificati, sono stati gli ordini di alcuni eventi. Il vero Seal, infatti, sembrerebbe aver iniziato la propria attività nel 1975, ovvero cinque anni prima rispetto a quanto dichiarato nel film.

Barry Seal – Una storia americana: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Steven Yeun: 10 cose che non sai sull’attore

Steven Yeun: 10 cose che non sai sull’attore

È bastato un decennio all’attore Steven Yeun per diventare uno degli attori più popolari e riconosciuti del panorama cinematografico e televisivo. Grazie ai suoi ruoli sia per il piccolo che per il grande schermo, infatti, ha avuto modo di guadagnare sempre maggiori attenzioni. La sua capacità di passare con naturalezza da un genere ad un altro non è passata inosservata, portando Yeun a dar sfoggio di tutto il suo talento tanto in opere horror quanto in altre di puro stampo drammatico. Ad oggi ha ricevuto onori rari, raggiungendo traguardi e primati estremamente importanti e che lasciano presagire un futuro altrettanto brillante.

Ecco 10 cose che non sai di Steven Yeun.

Steven Yeun: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diversi celebri film. L’attore, ancora agli inizi della propria carriera, debutta sul grande schermo recitando nei film My Name Is Jerry (2009) e A Moment of Youth (2011). Tornerà al cinema nel 2014, recitando nel film fantascientifico I, Origins, accanto all’attore Michael Pitt. Dati i suoi impegni televisivi, fino al 2017 non vi sono altre sue partecipazioni a lungometraggi. A partire da quell’anno però comincia a concentrarsi principalmente nella recitazione per il cinema, apparendo in popolari film come Okja (2017), di Bong Joon-Ho e Sorry to Bother You (2018), con Tessa Thompson. Una decisiva svolta alla sua carriera è poi rappresentata dal film Burning – L’amore brucia (2018), dove è protagonista. Nel 2020 recita invece nell’acclamato Minari, grazie a cui si consacra.

2. È noto per alcune serie televisive. A rendere estremamente popolare Yeun in tutto il mondo è stata la serie The Walking Dead, dove ha recitato dal 2010 al 2016 nel ruolo di Glenn Rhee, accanto ad attori come Andrew Lincoln e Lauren Cohan. Nel mentre, però, Yeun ha avuto modo di partecipare anche ad alcuni episodi di serie quali The Big Bang Theory (2010), con Jim ParsonsLaw & Order: LA (2011), Drunk History (2014), Weird City (2019) e The Twilight Zone (2019). Dopo aver lasciato la serie a tema zombie, si è poi dedicato prevalentemente nel costruire una carriera per il cinema.

3. Ha doppiato numerose serie d’animazione. Oltre a recitare in carne ed ossa al cinema o in televisione, Yeun si è distinto negli anni anche per la sua prolifica carriera come doppiatore. Egli ha infatti iniziato con il prestare la propria voce al personaggio di Wan in La leggenda di Korra (2013), per poi ottenere ulteriore popolarità grazie alla serie Trollhunters: I racconti di Arcadia (2016-2018), dove dà voce al personaggio di Steve Palchuck. Riprenderà poi a doppiare il personaggio anche per le serie 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia (2018-2019) e I Maghi: I racconti di Arcadia (2020). Nel 2019, invece, è Speckles nella serie Netflix Tuca & Bertie.

Steven Yeun in The Walking Dead

4. Si è identificato molto con il suo personaggio. Nella serie a tema zombie The Walking Dead Yeun ha interpretato il ruolo di Glenn dalla prima alla sesta stagione. Il personaggio si è sempre distinto per il suo coraggio e per la sua volontà di aiutare e fare la cosa giusta. Qualità, queste, in cui Yeun si è sempre riconosciuto. L’attore ha infatti in più occasioni affermato di non aver mai avuto problemi a comprendere la mentalità del personaggio, ma anzi di avervi messo molto di sé. Con l’evolvere del suo ruolo nella serie, lo stesso Yeun ha raccontato di sentirsi crescere emotivamente.

5. Ha accettato il destino del suo personaggio. Come ormai noto, nel primo episodio della settima stagione Glenn viene brutalmente ucciso dal perfido Negan, interpretato da Jeffrey Dean Morgan. Yeun, a distanza di anni, ha rivelato di essere stato d’accordo con quell’esito e di non aver opposto resistenza a riguardo. Nonostante amasse profondamente il personaggio di Glenn, l’attore considerava ormai concluso il suo percorso nella serie. Il desiderio di potersi dedicare ad altri progetti, inoltre, ha favorito la sua uscita di scena dalla serie. Un momento che i fan ricordano ancora oggi con dolore.

Steven Yeun Joana Pak

Steven Yeun in The Big Bang Theory

6. Ha avuto una parte nella celebre serie comedy. Poco prima di ottenere il ruolo di uno dei protagonisti della serie The Walking Dead, Yeun era apparso nell’episodio 22 della terza stagione della celebre The Big Bang Theory. Questi interpreta Sebastian, il quale pur apparendo soltanto per un breve tempo si rende particolarmente memorabile. Il personaggio è infatti stato il coinquilino del protagonista Sheldon Cooper prima dell’arrivo di Leonard Hofstadter. Nell’episodio questi viene visto abbandonare l’appartamento non tollerando più i comportamenti stravaganti di Sheldon. Prima di uscire di scena, però, incontrando Leonard gli suggerirà di scappare da quel luogo.

Steven Yeun in Minari

7. Ha stabilito un primato storico. Nel 2020 Yeun è stato protagonista del film Minari, dove interpreta Jacob Yi, il quale decide di trasferirsi nell’Arkansas per inseguire il proprio sogno lavorativo, salvo mettere a rischio la situazione finanziaria dell’intera famiglia. Grazie alla sua struggente interpretazione, Yeun è stato candidato al premio Oscar come miglior attore protagonista. Tale nomination lo ha portato ad essere il primo attore di origini coreane ad essere candidato in tale categoria. Si tratta di una conquista particolarmente importante tanto per lui quanto per un intera categoria di attori, che iniziano finalmente ad ottenere le giuste attenzioni.

Steven Yeun e Joana Pak

8. È sposato con una fotografa. Da sempre molto riservato circa la propria vita sentimentale, l’attore non ha però mancato di far sapere del suo matrimonio avvenuto nel dicembre del 2016 con la fidanzata di lunga data Joana Pak, di professione fotografa. Non sono note le circostanza in cui i due si sono conosciuti, ma da quel momento si sono affermati come una coppia particolarmente inseparabile. Nel 2017, inoltre, è nato il loro primo figlio. Nel 2019, invece, è arrivato il loro secondo bambino.

Steven Yeun è su Instagram

9. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo personale verificato, attualmente seguito da ben 3,4 milioni di persone. All’interno di questo, però, Yeun ha ad oggi pubblicato solamente 12 post. Questi sono principalmente dedicati al film Minari, di cui è protagonista, promosso attraverso alcuni dietro le quinte e altre curiosità ad esso legate. Yeun sembra dunque più interessato ad utilizzare il social network per condividere notizie e informazioni sul proprio lavoro che non sulla propria vita privata.

Steven Yeun: il nome coreano, l’età e l’altezza dell’attore

10. Steven Yeun è nato il 21 dicembre del 1983 a Seul, capitale della Corea del Sud, con il nome di Yeun Sang-yeop. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

SAG Awards: nessun riconoscimento alla carriera, quest’anno

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SAG Awards: nessun riconoscimento alla carriera, quest’anno

SAG-AFTRA non assegnerà il SAG alla carriera quest’anno, è la prima volta in 40 anni. La decisione deriva dal fatto che la pandemia e lo spazio ridotto per la cerimonia hanno imposto al sindacato delle decisioni, ed è stato così deciso di tagliare quel momento, rimandando all’anno prossimo, dal vivo, la cerimonia.

La 27° edizione dei SAG Awards doveva durare circa due ore, ma come si legge dalla home page del sito, quest’anno lo spettacolo sarà di un’ora, sarà pre-registrato (comprese le 13 premiazioni) e andrà in onda il 4 aprile su TNT e TBS.

Il SAG Life Achievement Award, il premio alla carriera appunto, è l’onore più prestigioso del sindacato, assegnato per “risultati eccezionali nel promuovere i migliori ideali della professione di attore”. L’ultima volta che il premio non è stato consegnato è stato nel 1981. Quell’anno, il Comitato Onori e Tributi del SAG, che seleziona il destinatario del Premio alla Carriera, scelse Ronald Reagan, l’ex presidente del SAG che era stato recentemente eletto presidente degli Stati Uniti. I dirigenti della SAG, tuttavia, annullarono la premiazione a Reagan in solidarietà con il PATCO, il sindacato dei controllori del traffico aereo, che Reagan aveva decertificato dopo che questi avevano dichiarato uno sciopero, vietato per motivi di sicurezza pubblica dal loro contratto.

SAG Awards 2021: tutti i nominati dal sindacato degli attori

I 57 vincitori del SAG alla carriera sono: Stan Laurel, Bob Hope, Barbara Stanwyck, William Gargan, Jimmy Stewart, Edward G. Robinson, Gregory Peck, Frank Sinatra, Martha Raye, Rosalind Russell, Pearl Bailey, Edgar Bergen, Katharine Hepburn, Danny Kaye, Ralph Bellamy, Iggie Wolfington, Paul Newman & Joanne Woodward, Nanette Fabray, Red Skelton, Gene Kelly, Jack Lemmon, Brock Peters, Burt Lancaster, Audrey Hepburn, Ricardo Montalban, George Burns, Robert Redford, Angela Lansbury, Elizabeth Taylor, Kirk Douglas, Sidney Poitier, Ossie Davis & Ruby Dee, Clint Eastwood, Karl Malden, James Garner, Shirley Temple, Julie Andrews, Charles Durning, James Earl Jones, Betty White, Ernest Borgnine, Mary Tyler Moore, Dick Van Dyke, Rita Moreno, Debbie Reynolds, Carol Burnett, Lily Tomlin, Morgan Freeman, Alan Alda, Robert De Niro, e gli ex presidenti della gilda James Cagney, Walter Pidgeon, Leon Ames, Charlton Heston e Ed Asner.

Dolente Bellezza: il corto su Dante diretto da Roberto Recchioni disponibile dal 25 marzo

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“Dolente Bellezza” è un cortometraggio d’animazione dedicato a Dante Alighieri scritto e diretto da Roberto Recchioni. Prodotto da Direct2Brain, il progetto nasce dalla volontà del MAECI di rilanciare la cultura italiana nel mondo attraverso le diverse forme espressive ed è inserito nel percorso dei “corti d’autore”. Sarà fruibile dal 25 marzo su ITALIANA (italiana.esteri.it), il nuovo portale della Farnesina per la promozione della lingua, della cultura e della creatività italiana nel mondo.

«Il nostro approccio al mondo dell’animazione è iniziato molti anni fa con la famosa particella di sodio che inserimmo in uno spot pubblicitario dell’acqua minerale – spiega la produttrice Manuela Cacciamani – fu l’esperienza in cui comprendemmo che questa forma espressiva è fra le modalità più immediate per veicolare concetti articolati in modo semplice. Nel caso particolare di Dolente Bellezza avevamo l’obiettivo di raccontare l’opera simbolo di Dante Alighieri con uno storytelling digitale contemporaneo, un linguaggio fruibile anche dai ragazzi e con un appeal visivo affascinante per gli adulti. Per questo motivo il progetto è stato diretto da un’artista come Roberto Recchioni che è riuscito a coniugare la visual art del fumetto con la tradizione dell’opera letteraria italiana e il linguaggio moderno dell’animazione sperimentale conosciuto dai più giovani».

«Fra gli scopi del cortometraggio – sostiene Roberto Recchioni – c’è anche quello di raccontare e promuovere la grande esperienza fumettistica e di animazione della scuola italiana, legandola alla forza e alla tradizione della nostra cultura. Questo progetto nasce in un momento difficilissimo, quello della pandemia, ed è stato sviluppato quasi totalmente da remoto. La tecnologia – conclude il direttore editoriale di Dylan Dog – è stata perciò un aspetto fondamentale e imprescindibile per consentirci di completare un lavoro di gruppo con i professionisti del settore se pure distanti fisicamente».

«Questa produzione, dal valore innovativo per via di una tecnica di animazione sperimentale, ci rende particolarmente orgogliosi – spiega Gennaro Coppola, CEO di Direct2Brain – ci auguriamo che l’utilizzo di queste nuove strategie, da parte del MAECI, possa rappresentare un’ispirazione per le Istituzioni ad inaugurare una comunicazione strategica e digitale all’avanguardia».

«La scelta artistica che abbiamo adottato per la realizzazione di questo corto – racconta EmanueleSabetta, direttore artistico e creativo di D2B – è certamente quella di fondere un’illustrazione classica, quella tradizionale del fumetto con tecniche di animazione digitale. Una delle tecniche maggiormente utilizzate è quella del parallax – spiega – che consiste nel sovrapporre in maniera distanziata più livelli di illustrazione e spostando il punto di vista della camera digitale, ottenendo così un risultato di scivolamento e profondità».

Oltre che alle terzine della Divina Commedia, “Dolente Bellezza” si richiama a un altro caposaldo della letteratura italiana: “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Una similitudine inusuale che, con uno sguardo lucido e neorealista, ci conduce in un viaggio catartico agli inferi, a cui segue una sorta di rinascita. Il riferimento è ovviamente all’attuale condizione del territorio italiano, unico e irriproducibile pur nella sua martoriata bellezza.

Sulla stessa Onda: intervista al cast del nuovo film Netflix

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Sulla stessa Onda: intervista al cast del nuovo film Netflix

Ecco un estratto dell’incontro con il cast di Sulla stessa onda, il nuovo film Netflix, disponibile sulla piattaforma dal 25 marzo. Sulla stessa onda è scritto e diretto da Massimiliano Camaiti, al suo esordio come regista in un lungometraggio, e vede come protagonisti principali Elvira Camarrone, Christian Roberto, Donatella Finocchiaro, Corrado Invernizzi e Vincenzo Amato.

Il film è stato girato interamente in Sicilia, a Palermo e San Vito Lo Capo, per 6 settimane di riprese.

Ispirata a un esperimento reale che ha scioccato il mondo e all’omonimo e acclamato film tedesco, la serie “L’onda” segue un gruppo di adolescenti ribelli. Sognando un futuro migliore, creano una comunità che presto si trasforma in un fenomeno di massa. Ma quella che all’inizio sembrava una ribellione giocosa e idealistica nei confronti dell’ordine costituito prende rapidamente una piega terrificante… “L’onda” diventa ben presto una potenza inarrestabile.

Matthew McConaughey: 10 cose che non sai sull’attore

Matthew McConaughey: 10 cose che non sai sull’attore

Sono venticinque anni che Matthew McConaughey affascina il mondo intero con la sua parlata un po’ strascicata, il suo fascino da canaglia, e il suo talento incredibile. Un attore particolarmente versatile, ha interpretato tantissimi ruoli diversi: da un uomo d’affari di night club, ad un investigatore scontroso, ad un padre di famiglia che viaggia nello spazio. E noi continuiamo a seguirlo. Ha un carisma innegabile ed è stato paragonato a Paul Newman per il suo fascino classico. Cosa non sapete su di lui? Ecco dieci curiosità su Matthew McConaughey.

Matthew McConaughey: film e programmi televisivi

Matthew McConaughey film1. Matthew McConaughey: scoperto per caso. Non aveva esperienza come attore, quando fece la conoscenza di un direttore di casting in un bar alle tre e mezza del mattino. Questi gli chiese di vedersi sul set alle nove e mezza. Sei ore dopo l’incontro, la sua carriera era stata lanciata da La vita è un sogno. A quanto pare, infatti, quando il direttore del casting Don Philips e il regista Richard Linklater arrivarono ad Austin con il cast, uno degli attori principali (Shawn Andrews) non andava particolarmente d’accordo con gli altri. Matthew McConaughey studiava film all’Università del Texas e aveva ventitré anni, quando il barista gli disse di Philips. Lui gli si avvicinò con della vodka, e i due si misero a parlare. Inizialmente, Philips aveva paura che lui fosse troppo bello per il ruolo, ma le prove lo convinsero delle sue capacità, e il ruolo fu modificato per lui, e fu aggiunto parecchio dialogo per sopperire all’assenza di Andrews.

2. Matthew McConaughey: film e programmi televisivi. Dopo essersi trasferito a Los Angeles, Matthew McConaughey lavorò in un film dopo l’altro. Dopo Non aprite quella porta IV (1995), ci fu (Stella solitaria (1996), Il momento di uccidere (1996), Contact (1997), Amistad (1997), The Newton Boys (1998), Edtv (1999), U-571 (2000). Gli anni Duemila, poi, furono gli anni in cui Matthew McConaughey recitò in film romantici e commedie, tra cui Prima o poi mi sposo (2001), Come farsi lasciare in 10 giorni (2003), A casa con i suoi (2006), We Are Marshall (2006). Ci furono poi, tra i film con Matthew McConaughey di quegli anni,  Il regno del fuoco (2002), Tutti Pazzi per l’oro (2008), La rivolta delle ex (2009). Nel 2010, poi, l’attore lasciò le commedie romantiche, e si prese una piccola pausa. Il cambiamento arrivò poi nel 2011, quando riprese a recitare. Matthew McConaughey recitò quindi in una serie di ruoli iconici in film come: The Lincoln Lawyer (2011=, Bernie (2011), Killer Joe (2011), Mud (2012), The Paperboy (2012), Magic Mike (2012), Dallas Buyers Club (2013), The Wolf of Wall Street (2013). Il 2014, poi, fu l’anno di True Detective e Interstellar.

Matthew McConaughey: filmografia recente

matthew mcconaughey

3. Matthew McConaughey: filmografia recente. Tanti titoli si sono susseguiti nella sua carriera in seguito al 2014, e la filmografia di Matthew McConaughey continua ad allungarsi senza sosta. Tra i film recenti, ci sono La foresta dei sogni (2015), Free State of Jones (2016), Kubo e la spada magica (2016), Sing (2016), Gold – La grande truffa (2016), La torre nera (2018). Sempre nel 2018 è protagonista di Cocaine – La vera storia di White Boy Rick (2018), mentre nel 2019 interpreta Baker Dill in Serenity (2018), Moondog in The Beach Bum (2019). In quell’anno appare in un cammeo come se stesso in Between Two Ferns: Il film. Nel 2020 arriva con qualche ritardo dovuto alla PANDEMIA l’atteso The Gentlemen di Guy Ritchie nel quale interpreta Michael Pearson. Nel 2020 ha interpretato Hank nell’attesa serie di prossima uscita Hank the Cowdog. Mentre nel 2021 Matthew McConaughey presterà la voce a Buster Moon nell’annunciato sequel Sing 2.

Matthew McConaughey: altezza e fisico

4. Matthew McConaughey: altezza e fisico. Matthew McConaughey è alto 182 centimetri, e pesa all’incirca 85 chilogrammi. Ha 48 anni, ed è nato in Texas il 4 novembre 1969.

5. Matthew McConaughey fu preso in considerazione per due ruoli in Titanic. Sembra che, durante il casting del film, Matthew McConaughey fu preso in considerazione insieme a Chris O’Donnel, Billy Crudup, Stephen Dorff e Jared Leto per il ruolo di Jack Dawson. L’attore, però, ha negato che tale ruolo gli sia mai stato offerto: “Non mi è stato offerto il ruolo di protagonista in Titanic, come si dice in giro” ha raccontato nel 2014, per poi rivolgersi scherzando al proprio agente, “Non mi è stato offerto, giusto? Perché se mi è stato offerto, dobbiamo parlare”.

Matthew McConaughey dimagrito per Dallas Buyers Club

Matthew McConaughey fisico Dallas Buyers Club6. Per Dallas Buyers Club, Matthew McConaughey è dimagrito di più di 21 chili. Per interpretare il ruolo di Ron Woodroof, elettricista malato di AIDS protagonista di Dallas Buyers Club, McConaughey è dimagrito parecchio, non soltanto mangiando di meno. Infatti, ha cercato di allontanarsi dalle varie attività legate al cibo. Anziché mangiare, pensare al cibo, o preparasi da mangiare, ha passato il suo tempo leggendo e facendo ricerche, diventando quasi un eremita. Ha smetto di incontrare persone al ristorante: chiunque volesse incontrarlo, doveva entrare nel suo ambiente così strettamente controllato.

Matthew McConaughey: moglie

7. Matthew McConaughey: la moglie e altre storie. Nel corso degli anni, Matthew ha frequentato ed è apparso pubblicamente con una serie di donne e fidanzate. A metà degli anni Novanta, sembra frequentasse Ashley Judd. Nel 2002, a quanto pare, ha avuto una breve storia con Janet Jackson, conosciuta ai Grammy. Nel 2005, poi, Matthew conobbe Penelope Cruz sul set del film Sahara, e i due si frequentarono per più di un anno. Voci, poi, dicono che in seguito l’attore abbia frequentato Cassandra Hepburn. Nel 2012, poi, Matthew si è sposato con la modella e designer brasiliana Camila Alves, dopo essere stati insieme per ben sei anni. Matthew McConaughey, con la moglie, ha avuto tre figli: Levi, Vida e Livingston.

8. Matthew McConaughey è un uomo impegnato, e per tantissime cause. Matthew McConaughey e la moglie Camila hanno raccolto parecchi fondi e fondato la JKL Foundation, per supportare e creare programmi di esercizio per comunità che ne hanno particolarmente bisogno. Ma non solo: per aiutare l’Oprah Angel Network Hurricane Katrina and Rita Relief, l’attore ha messo all’asta la propria Chevy Corvette Stingray del 1971 su eBay, per poi donare tutto il ricavato. Nel 2006, sembra che abbia incrociato due giovani delinquenti in procinto di dare fuoco ad un gatto coperto di lacca per capelli, e che abbia salvato l’animale. Matthew McConaughey ama gli animali, e ha autografato un osso di legno venduto all’asta per aiutare la Mississipi Animal Rescue League. Ma l’attore ha supportato tantissime cause nel corso degli anni: gioventù a rischio, cancro, violenze, dipendenza, aiuto ai cittadini anziani, educazione, animali, salute mentale, e povertà.

Matthew McConaughey: l’Oscar

9. Matthew McConaughey: l’Oscar per Dallas Buyers Club. Vinse l’oscar nel 2014 per il ruolo di Ron Woodroof, ma i suoi premi e le sue nomination non si fermano lì. Infatti, l’attore ne ha ricevuti diversi nel corso degli anni, tra cui un Academy Award, un Golden Globe, un Screen Actors Guild Award, due Critics’ Choice Awards, un MTV Movie Award e un People Choice Award. Inoltre è stato nominato per cinque Teen Choice Awards e due Emmy.

10. Gli eroi di Matthew McConaughey. L’attore ha raccontato più volte dei suoi eroi, quelli dell’infanzia e quelli della vita reale. Da piccolo, era fan di Evel Knievel, e ha espresso il proprio interesse nei confronti di un film su di lui. Quando gli è stato chiesto quale supereroe gli piacerebbe interpretare, ha detto di invidiare molto coloro ai quali è stata offerta la possibilità di interpretare Hulk. Nel 2014, agli Oscar, gli è stato chiesto chi sia il suo eroe, e la risposta è stata: “Me stesso tra dieci anni. Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese e ogni anno della mia vita, il mio eroe è sempre me stesso tra dieci anni. Sono sarò mai il mio eroe. Non ci arriverò. So di non esserlo, e va bene così, perché mi dà qualcuno da cercare di raggiungere”.

Fonti: IMDb, TheRichest, UnbelievableFacts

Gwendoline Christie: 10 cose che non sai sull’attrice

Gwendoline Christie: 10 cose che non sai sull’attrice

Gwendoline Christie è famosa per essere bellissima, altissima, e tosta. I personaggi che interpreta sono sempre pieni di forza non solo fisica ma anche morale: complessi e nuovi, le hanno garantito una carriera eccezionale, all’interno di alcuni dei maggiori franchise degli ultimi anni. La conosciamo per Game of Thrones, Hunger Games e Star Wars, ma cosa non sapete su di lei?

Ecco dieci curiosità su Gwendoline Christie:

Gwendoline Christie: film e carriera

1. Un inizio da ballerina e ginnasta per Gwendoline Christie. Gwendoline Christie è nata in Inghilterra e, nei primi anni della sua vita, ha studiato danza e ginnastica artistica, ed è diventata una ginnasta semi-professionista. Il motivo per cui dovette abbandonare quella carriera, però, fu una lesione spinale che la costrinse a fermarsi per un po’, e le impedì poi di tornare. Inoltre, sembra che, ad un certo punto, Gwendoline Christie volesse diventare una suora. Ha studiato poi recitazione, laureandosi nel 2005: il suo primo ruolo è stato in una produzione di Great Expectations della Royal Shakespeare company, nell’autunno che seguì la sua laurea.

2. Gwendoline Christie: i film. Nel corso degli anni poi, Gwendoline ha recitato in una serie di piccoli ruoli, finché si è conquistata il ruolo di Brianne in Il trono di spade nel 2011, che l’ha resa famosa in tutto il mondo. in seguito, è diventata la regina dei franchise, e ha interpretato Lyme in Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 2 (2015) e Phasma in Star Wars: Il risveglio della Forza (2015), e ha interpretato se stessa in Absoloutely Fabulous: The Movie (2016). Ora, ha due progetti in arrivo, Benvenuti a Marwen e In Fabric. Inoltre, Gwendoline fa la modella, ed è stata il volto della campagna autunno/inverno di Vivienne Westweed nel 2015. Nel 2019 ha ripreso il ruolo di Brienne of Tarth nell’ultima stagione di Game of Thrones. Nello stesso anno ha interpretato Jane Murdstone in La vita straordinaria di David Copperfield, Teresa in Our Friend e Hippolyta, Queen of the Amazons / Titania, Queen of the Fairies in a Midsummer Night’s Dream. Nel 2020 ha prestato la voce nei panni di Evie nella miniserie Dirty Diana. Nel 2021 Gwendoline Christie interpreterà il ruolo di Lucifer nell’attesissima serie The Sandman.

Le foto di Gwendoline Christie di Polly Borland

3. Foto di Gwendoline Christie, scattate da Polly Borland in una collaborazione. Mentre l’attrice era in tour e al West End di Londra con Great Expectations, attirò l’attenzione di una fotografa, Polly Borland, con la quale decise di collaborare per una serie di fotografie, chiamata Bunny. Affascinata dall’altezza dell’attrice, la fotografa ha realizzato delle foto di Gwendoline Christie con le quali esplora il suo corpo attraverso diverse prospettive, per catturare un particolare senso di bellezza. In alcune fotografie, indossa una maschera da coniglio fatta con della calzamaglia rosa, esplorando le immagini normalmente associate alla bellezza femminile.

4. Gwendoline Christie è alta 1.91 metri. E crede che l’altezza sia un ottimo modo per trovare un buon compagno: se è capace di superare la cosa, allora ha del coraggio. Ma ci sono stati momenti in cui essere troppo alta è stato un po’ difficile: “Ci sono stati momenti della mia vita nei quali sono stata in difficoltà — con i quali altri milioni di persone hanno avuto difficoltà — nel sentirmi isolata, sentirmi brutta, e sentirmi di dover superare il fatto di avere un aspetto diverso da quello delle altre persone.

Gwendoline Christie in Hunger Games

gwendoline christie

5. Gwendoline Christie e Hunger Games: donne eroiche. Gwendoline Christie sceglie con cura i propri ruoli, ed è orgogliosa di far parte di un gruppo di eroine di Hollywood che combattono gli stereotipi. Gwenoline Christie, su Hunger Games, ha raccontato parecchie cose che hanno a che fare con le donne ha Hollywood (insieme a Jennifer Lawrence e Natalie Dormer), anche in relazione alla propria altezza: “Non mi avrebbero scelta spesso, anzi non mi avrebbero scelta per niente alla fine del secolo scorso. Ma ora, grazie ai film incentrati su donne eroiche, la conseguenza è che vengo scelta, come amica del personaggio principale, o come antagonista”. Ha raccontato poi di come sia inaccettabile per un uomo essere più basso della propria controparte femminile, e di come abbia a che fare con l’idea che l’uomo, nella nostra società, debba mettersi un po’ più in alto, debba essere un po’ più forte (al cinema così come nella vita reale), e ha detto “Se posso aiutare a cambiare questo, allora sarà un risultato del quale essere orgogliosa. Nessuno dovrebbe essere giudicato, per prima cosa, per la propria altezza”.

Game of Thrones e Gwendoline Christie

gwendoline christie

6. Gwendoline Christie e Game of Thrones: il ruolo se lo è andato a cercare. All’epoca, aveva recitato in Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo, quando i fan dei libri, a conoscenza del fatto che fosse cominciata la produzione della serie, cominciarono a suggerirla per il ruolo di Brienne all’interno dei forum. Un amico di lei venne a sapere della cosa, e lo raccontò a Gwendoline, la quale si incuriosì e cominciò a leggere i libri. Si innamorò del personaggio, e cominciò a trasformarsi in Brienne: lentamente, mostrando i propri progressi sui social, cercando di attirare l’attenzione del casting: si tagliò i capelli, si vestì a tema, e guadagnò 6 chili tutti di muscoli. Il direttore del casting la vide poi mentre recitava in Great Expectations, e il resto è storia.

7.Gwendoline Christie: l’interesse per Game of Thrones. È stato il ruolo che ha lanciato la sua carriera, quello di Brianne, e l’attrice lo ama per un motivo ben particolare, e che le sta a cuore: “Fare parte di qualcosa che davvero mette in discussione gli stereotipi di genere è quello che ho sempre voluto. Non devo preoccuparmi del fatto di essere attraente. Brienne ha l’aspetto di un sacco di sterco — è il personaggio, e va bene così — quindi posso concentrarmi su altre cose.

Facebook, Gwendoline Christie e la femminilità

gwendoline christie

8. La volta in cui Facebook ha commentato la femminilità di Gwendoline Christie in Star Wars. Non si sa molto su Phasma, ma è già uno dei personaggi più interessanti della nuova trilogia di Star Wars: un ruolo femminile che non è quello di una damigella in pericolo o una ragazzaccia sfacciata, ma semplicemente quello di una macchina da guerra. Qualche tempo fa, un utente di Facebook, su Gwendoline Christie in Star Wars ha avuto qualcosa da dire, commentando sulla pagina del film: l’armatura di Phasma non è “femminile”. Il commento in questione, diceva “Non per essere sessista, ma è davvero difficile capire che quella è un’armatura femminile per me”. La pagina ha risposto con prontezza: “È un’armatura. Su una donna. Non deve apparire femminile”.

Gwendoline Christie: età e data di nascita

9. Sembra che Gwendoline Christie, sulla propria età e data di nascita, non sia proprio sicura. Stando a quanto dice IMDb, la data di nascita di Gwendoline Christie sia il 28 ottobre 1978 (e l’età sarebbe quindi di 39 anni). Ma sembra anche, stando a quanto raccontato da lei durante un’intervista con Radio Times, che Gwendoline Christie, della propria età, non sia proprio sicura: ha rivelato di aver “perso il conto” dei propri anni e della propria età, e così la madre.

10. Gwendoline Christie è impegnata con un famoso designer di moda. Si chiama Giles Deacon, e su di lui l’attrice ha detto a Elle UK: “Tutto quello che voglio dire è che penso che Giles Deacon sia un uomo eccezionale e dal talento eccezionale, e una persona davvero brillante. Tutto qui”.

Fonti: Independent, We Find Wildness, Heavy, Screen Rant, JapanTimes

Emilia Clarke: 10 cose che non sai su di lei

Emilia Clarke: 10 cose che non sai su di lei

Emilia Clarke è la bellissima Madre dei Draghi, un’attrice di talento e dal successo incredibile, e una persona con uno spiccato senso dell’umorismo. Amata dai fan di Trono di Spade e non solo, è senza dubbio una delle star più famose della sua generazione. Cosa non sapete su di lei? Ecco dieci curiosità su Emilia Clarke:

Emilia Clarke: film e carriera

1. Emilia Clarke: la carriera. È nata a Londra ed è cresciuta in Inghilterra, e sa di voler fare l’attrice da quando aveva tre anni. Durante la scuola, ha recitato in diverse commedie scolastiche, per poi studiare alla prestigiosa Chang-Ren Nian, per poi apparire in televisione nella soap per Doctors. Nel 2010, dopo essersi diplomata, ha ottenuto il primo ruolo al cinema, nel film Triassic Attack – Il ritorno dei dinosauri. Il ruolo che l’ha resa famosa è arrivato poco dopo, nel 2011, quando ha sostituito Tamzin Merchant nel ruolo di Daenerys ne Il trono di spade. Da lì, la sua carriera è decollata. Tra i film con Emilia Clarke, ci sono Dom Hemingway (2013), Terminator Genysis (2015), Voice from the Stone (2017), Io prima di te e Solo: A Star Wars Story (2018). Nel 2019 è tornata a vestire i panni di Daenerys Targaryen nell’ottava e ultima stagione di Games of Thrones. Sempre nello stesso anno ha interpretato il ruolo di Susan Smith in Above Suspicion e quello di Kate nella commedia natalizia Last Christmas. Nel 2020 invece ha interpretato Malu nel film Murder Manuel. Nel 2021 Emilia Clarke presterà la voce a Malicia in The Amazing Maurice.

2. Emilia Clarke ha rifiutato il ruolo di Anastasia in Cinquanta sfumature. Tante attrici di Hollywood avrebbero dato qualsiasi cosa per interpretare la protagonista di Cinquanta sfumature di grigio, ma sembra che Emilia non sia una di queste. Infatti, sembra che il ruolo le sia stato effettivamente offerto, ma che lei lo abbia rifiutato. Infatti, l’attrice non voleva essere caratterizzata a causa delle scene di nudo del film: “Non dirò mai ‘Non farò mai del nudo’, perché l’ho già fatto. Ma potrei finire incastrata in una cosa dalla quale ho già fatto fatica ad uscire”.

Emilia Clarke: Game of Thrones

emilia clarke

3. Emilia Clarke, per Game of Thrones, non ha avuto molto tempo per prepararsi. Emilia Clarke, per Game of Thrones, ha avuto solamente ventiquattr’ore per prepararsi all’audizione. Per riuscire a presentarsi, si è data malata al lavoro e ha fatto tantissime ricerche su Wikipedia. Due giorni dopo il colloquio, ha scoperto che sarebbe diventata la Daenerys Targaryen di Game of Thrones. Una volta, ha raccontato a Jimmy Fallon cosa è successo durante l’audizione: tra le altre cose, David Benioff le ha chiesto di fare una danza. Lei ha fatto il pollo che si trasforma in un robot.

4. La vodka ha aiutato Emilia Clarke in Game of Thrones: per le scene di nudo. Emilia Clarke di Game of Thrones è conosciuta per delle famosissime scene di nudo, ma non vuol dire che queste le riescano facili. In fatti, a quanto pare, l’attrice si è affidata all’amica vodka per calmarsi prima di girare le scene in questione. La vodka e delle buone luci, ha detto, è tutto quello di cui ha bisogno.

Emilia Clarke: fidanzato

5. E ora, Emilia Clarke ha un fidanzato? Al momento, sembra che Emilia sia single. Nel corso degli anni, però, ha avuto dei fidanzati famosi (no, non Kit Harington). Nel 2012, ad esempio, Emilia Clarke aveva un fidanzato di nome Seth McFarlane. I due avevano cominciato a frequentarsi nel 2012, e si sono poi lasciati nel 2013. Emilia Clarke ha parlato del fidanzato, raccontando la difficoltà del frequentarsi quando si è personaggi pubblici: “Bene, uno dei contro è che ci sono degli sconosciuti che ti danno consigli sulla tua vita sentimentali, del tipo ‘Sono un grande fan dello show, e non sono bene sicuro di cosa tu stia facendo con quel tizio’, ai quali non ho reagito molto bene. È successo a New York, quando io e Seth stavamo insieme”.

Emilia Clarke: fisico

Emilia Clarke Daenerys6. Emilia è stata nominata la donna più sexy del mondo. Lo sappiamo tutti che Emilia è incredibilmente attraente, grazie ad un’incredibile combinazione di aspetto fisico e carisma dei personaggi che sa interpretare. Ma è stata acclamata per la propria bellezza da molte riviste, tra la quale Ask Men, che l’ha nominata la donna più desiderabile del mondo. O Esquire, che l’ha nominata donna vivente più sexy del 2015.

Emilia Clarke figli

Emilia Clarke è un’attrice molto riservata, quindi è spesso difficile riuscire a capire se ha qualche interesse amoroso o meno. Inolte non ha ancora figli anche se ha dichiarato che in futuro ne vorrebbe.

7. Emilia ha un tatuaggio. Ne ha uno, e ne vuole di più. Per ora, ha un piccolo tatuaggio di un’ape sul mignolo, fatto dallo stesso tatuatore che si è occupato del rapper canadese Drake. Durante un’intervista con Glamour, Emilia ha raccontato le sue idee per il suo prossimo tatuaggio: vorrebbe un drago, “uno metaforico”.

Emilia Clarke: Instagram

8. Emilia Clarke su Instagram: l’addio a Game of Thrones. Emilia ha detto addio a Daenerys un anno prima di tutti noi, con un post sentimentale su Instagram che è un tributo alla serie. “Sono salita su una barca diretta su un’isola per dire addio alla terra che è stata casa lontano da casa per quasi un decennio,” ha scritto.

Emilia Clarke: altezza e fisico

9. Emilia Clarke, la sua altezza e il suo fisico. Emilia Clarke è alta 157 centimetri, e pesa 52 chilogrammi.

Emilia Clarke e Kit Harington

10. Emilia Clarke e Kit Harington sono ottimi amici. Le voci su una presunta relazione tra Emilia Clarke e Kit Harington sono circolate costantemente e a più riprese, ma in realtà i due sono solamente ottimi amici. I due si sono incontrati, a quanto pare, prima dell’inizio della prima stagione di GOT. Harington ha raccontato di essere stato sorpreso “da questa bellissima, piccola ragazza con un incredibile senso dell’umorismo. Siamo diventati amici molto velocemente”. E, riguardo ai pettegolezzi sulla loro presunta relazione, Emilia Clarke ha detto: “Letteralmente, mi fa venire da piangere, tanto è lontano dalla verità”.

Fonti: IMDb, The Richest, Heavy, TheThings, Elle, Bustle

Justice League Snyder Cut: 10 modi in cui ha gettato le basi per eventuali progetti futuri

Nonostante Zack Snyder e la stessa WarnerMedia abbiano confermato che non ci sono piani per un prosieguo dopo Zack Snyder’s Justice League, è innegabile quanto l’epilogo del film lasci diverse porte aperte ad un eventuale sequel o a future storie che potrebbero essere raccontate nel DCEU. ComicBookMovie ha raccolto 10 modi in cui il film ha, di fatto, gettato le basi per un nuove eccitanti avventure…

La gravidanza di Lois Lane

Ci sono diversi indizi disseminati in tutta la Snyder Cut che lasciano intendere che Lois Lane è incinta del figlio di Superman, dettaglio che è stata poi confermata dallo stesso Snyder. Inutile dire che si tratta di un grosso problema e, al tempo stesso, di qualcosa che il regista aveva pianificato di esplorare in profondità nei prossimi due capitoli della sua trilogia mai realizzata di Justice League.

Questa rivelazione lascia una porta aperta sul futuro del personaggio di Superman, e potrebbe spiegare meglio perché l’eroe, alla fine, cade sotto il controllo di Darkseid. Sempre grazie a Snyder sappiamo che il figlio senza poteri di Superman un giorno sarebbe diventato il nuovo Batman.

La missione di Darkseid

Steppenwolf viene sconfitto dalla Lega e ora che Darkseid sa che l’Equazione dell’Anti-vita risiede sulla Terra, nulla gli impedirà di tentare di conquistarla. Alla fine del film, decide di radunare le forze di Apokolips per un’altra invasione su vasta scala, quindi è chiaro che questa battaglia contro Steppenwolf e i suoi Parademoni è stata soo la punta dell’iceberg.

Alla fine, sappiamo che Darkseid ne sarebbe uscito vittorioso, come dimostrato dall’esistenza della linea temporale del Knightmare e dall’epilogo della Snyder Cut. Tuttavia, ci sono parecchi riferimenti al Multiverso in tutto il film, quindi non possiamo fare a meno di chiederci se il regista avesse dei piani ancora più ambiziosi per esplorare, nei sequel, cosa significasse davvero quell’universo parallelo. 

Lex Luthor rivela la vera identità di Batman

La seconda scena post-credits inclusa nella versione theatrical del 2017, sempre con Lex Luthor e Deathstroke, aveva anticipato l’arrivo della Injustice League. La scena originale, invece, quella che poi è stata riutilizzata per la Snyder Cut, doveva gettare le basi per il Batman mai realizzato di Ben Affleck.

In cerca di vendetta dopo essere stato rinchiuso ad Arkham, Lex Luthor rivela a Slade Wilson che dietro il costume di Batman si nasconde il miliardario Bruce Wayne. Il viaggio di Deathstroke alla ricerca del vigilante sarebbe dovuto essere al centro del film immaginato da Affleck, e forse è qualcosa che potrebbe ancora diventare realtà in qualche forma. Dopotutto, l’attore tornerà nei panni del Cavaliere Oscuro in The Flash

La Forza della velocità

La versione di Barry Allen presente nella versione theatrical di Justice League è molto diversa da quella che abbiamo visto nella Snyder Cut, dove la storia e i poteri del personaggio hanno finalmente ricevuto lo spazio che meritavano. Dopo aver sfruttato la Forza della velocità per invertire il tempo e salvare i suoi compagni eroi, il Velocista Scarlatto diventa sempre più consapevole dei suoi poteri.

Alla fine del film, è chiaramente in grado di attingere in modo più efficace alle sue straordinarie capacità rispetto a quando lo incontriamo la prima volta. Ciò include anche la possibilità di viaggiare nel tempo, vero punto di svolta per qualsiasi universo raccontato nei fumetti. Sapevo che già la versione di The Flash ad opera di Rick Famuyiwa doveva ispirarsi alla serie “Flashpoint”: la speranza è che anche il film di Andy Muschietti si ispiri a questa iterazione. 

Il ritorno di Clark Kent

Sappiamo che Clark Kent è morto durante l’attacco di Doomsday, ma a quanto pare Kal-El è tornato ad assumere l’identità segreta di Superman, come mostrato nell’epilogo della Snyder Cut. Anche nella versione del 2017 avevano visto il personaggio fare ritorno a Metropolis, ma nel taglio di Snyder vediamo che l’Uomo d’Acciaio ha scelto di continuare ad indossare il costume nero. Ciò è sicuramente degno di nota, poiché Superman potrebbe essere tornato al tradizionale costume rosso e blu dopo essere caduto sotto il controllo di Darkseid.

Quello che non sappiamo è come Clark sia stato di grado di tornare dal mondo dei morti senza compromettere la sua identità segreta di Superman. Tuttavia, Snyder ha rivelato che aveva pianificato di esplorare le lotte interne dell’eroe che cercava di tornare in contatto con il suo lato umano nei sequel mai realizzati. Quindi, anche se quella scena dell’epilogo della Snyder Cut sembra un classico momento “usa e getta”, in realtà è un chiaro riferimento al fatto che ci fosse ancora altro da raccontare…

Gli ultimi eroi sopravvissuti

La visione di Cyborg ci dà un’idea di cosa succederà dopo gli eventi narrati nella Snyder Cut, anche se la scena ambientata nel Knightmare e contenuta nell’epilogo ci lascia molto su cui riflettere. Chiaramente, Batman ha bisogno dell’aiuto del Joker per trovare qualcosa che consentirà a Flash di tornare indietro nel tempo, salvare Lois Lane e sistemare le cose. Tuttavia, pare sia stata proprio l’inazione di Bruce che apparentemente ha causato la sua scomparsa (qualcosa che il Joker sottolinea con grande gioia).

Deathstroke, Mera e Cyborg sono gli unici eroi rimasti, a disposizione per cercare di ristabilire l’ordine, ma le cose sembra vadano male quando arriva il Superman soggiogato da Darkseid. Non è chiaro se questo avvenga prima o dopo la scena del Knightmare vista in Batman v Superman: Dawn of Justice, ma possiamo tranquillamente presumere che non tutti riescano a uscire vivi da questo confronto.

L’aumento dei poteri di Cyborg

L’arco narrativo di Cyborg nella Snyder Cut è senza dubbio il più interessante: dopo aver perso suo padre, alla fine l’eroe accetta il suo nuovo status quo, superando dolore e rabbia. Il piano originale era che Victor Stone prendesse parte al film The Flash, ma ora sappiamo con certezza che non accadrà.

Avrebbe dovuto avere anche il suo film da solista, ma è probabile che la Snyder Cut sia l’ultima volta che vedremo Ray Fisher interpretare il personaggio (a meno che Snyder non ritorni al comando del DCEU!). È emozionante pensare a dove potrebbe andare questo Cyborg potenziato: Snyder immaginava che la sua storia finisse con Victor che padroneggiava i suoi poteri al punto da poter ritornare ad essere umano.

Il ritorno a casa di Wonder Woman

Wonder Woman 1984 non è stato accolto benissimo e purtroppo non abbiamo ancora vista Diana Prince entrare in azione ai giorni nostri. Si spera che questo sia il piano per il threequel, ma Snyder sembra aver anticipato qualcosa di diverso per la sua versione del personaggio alla fine della Snyder Cut

Mentre Wonder Woman guarda tristemente in lontananza, è chiaro che sta pensando a Themyscira. Sappiamo da quello sguardo al futuro che alla fine è venuta a patti con i suoi tormenti, anche se Darkseid alla fine la uccide e dà fuoco al suo corpo di fronte alle altre guerriere Amazzoni. Una volta Snyder sperava di usare Doctor Poison per spazzare via Themyscira dopo che Diana era tornata a casa. Tuttavia questa sequenza – che è stata aggiunta insieme alla scena ambientata nel Kightmare – è piuttosto indicativa del destino nefando che attende l’eroina.

La Sala della Giustizia

Bruce Wayne aveva deciso di convertire Villa Wayne nella Sala di Giustizia anche nella versione theatrical, ma nella Snyder Cut la decisione assume un significato ancora più importante (soprattutto perché mostra Batman che esce dall’ombra). Grazie ad uno sguardo al futuro, sappiamo che il Cavaliere Oscuro alla fine è riuscito a creare la base operativa per la squadra, ma a causa del Superman controllato da Darkseid, la cosa non dura a lungo.

A un certo punto viene mostrato mentre si libra sui resti della Sala di Giustizia con Kilowog morto ai suoi piedi e il cappuccio di Batman in mano. È un’immagine sorprendente e al tempo stesso memorabile. La speranza è che sia un’idea che possa essere elaborata da Snyder in un futuro non troppo lontano… 

Il messaggio di Martian Manhunter

Nei piani originali di Zack Snyder, in questa scena ci doveva essere Lanterna Verde/John Stewart. Tuttavia, a causa dei piani sul personaggio, la Warner Bros. ha chiesto di non usare l’eroe. Martian Manhunter arriva quindi per aiutare la Lega. Ciò potrebbe in qualche modo assicurare che il futuro desolato e devastante, quello in cui Darkseid controlla Superman e la Terra, non si verifichi: l’eroe sarebbe quindi la chiave nella battaglia contro il temibile villain.

Si tratta di una conversazione molto interessante, seppur breve, tra Bruce Wayne e Martian Manhunter, anche se a quanto pare quest’ultimo non faceva parte dei piani originali di Snyder. Tuttavia, sarebbe interesse vedere come un sequel userebbe sia lui che Lanterna Verde. 

Ashley Benson: 10 cose che non sai sull’attrice

Ashley Benson: 10 cose che non sai sull’attrice

Pretty Little Liars è finito da un po’, ma tutti amiamo ancora Ashley Benson: solare, bellissima, e una delle attrici più amate della serie, è una di quelle attrici che i fan non abbandoneranno mai. Ha una carriera lunghissima, piena di piccole apparizioni in show che tutti conosciamo benissimo, è stata Hanna in Pretty Little Liars, e sembra che ami particolarmente i cuccioli.

Cosa non sapete su di lei? Ecco dieci curiosità su Ashley Benson.

Ashley Benson: film e serie tv

1. Ashley Benson ha cominciato con le soap opera. Ashley Benson è nata a Anaheim, in California. Ha cominciato a fare la modella già prima di compiere dieci anni, comparendo in cataloghi di danza e nelle pubblicità stampate della Ford. Ha cominciato a recitare, con piccoli ruoli in show famosissimi come Zoey 101, West Wing – Tutti gli uomini del Presidente, Settimo cielo, The O.C., in film come 30 anni in 1 secondo e in video musicali. All’età di quindici anni, poi, ha firmato un contratto di tre anni per Il tempo della nostra vita. Dato che si giravano dai due ai tre episodi al giorno, era sempre sul set. Nel 2007, però Ashley Benson ha deciso di lasciare lo show per privilegiare i film.

2. Ashley Benson: i film e la carriera. Dopo lo show, Ashley Benson è stata in film come Bart Got a Room, alcuni corti, e alcuni film per la TV, tra cui Cheerleader Scandal e Cupido a Natale. Tra il 2008 e il 2010, è apparsa in un episodio di CSI Miami e uno di Supernatural, per poi recitare in 12 episodi di Eastwick. È diventata famosissima, poi, per il ruolo di Hanna Marin in Pretty Little Liars, interpretato a partire dal 2010. Da allora, è apparsa in Sping Breakers – Una vacanza da sballo (2012), Time Warrior (2012), How I Met Your Mother, I Griffin, Ravenswood, Ratter: Ossessione in rete (2015), Pixels (2015), Chronically Metropolitan (2016). Nel 2018 ha interpretato Roxie Rotten nel film Her Smell.

Ashley Benson nel 2021

Nel 2021 Ashley Benson interpreterà il ruolo da protagonista di Charlie Miller nell’annunciata serie tv Sorry Charlie Miller. Sono in post- produzione invece i film The Birthday Cake nel quale interpreta Tracey e Lapham Rising, in un ruolo ancora non rivelato.

3. È stata l’unica delle star di Pretty Little Liars a essere scelta. “Allora, volevamo che una delle quattro Liars Originali, esclusa Alison, fosse bionda” ha raccontato l’autrice I. Marlene King a Cosmopolitan, “Non trovavamo nessuna che fosse giusta. Ashley era in uno show di nome Eastwick, che fu cancellato alle 8 di mattina di un lunedì. La mattina dopo, l’avevamo nei nostri uffici del casting. Letteralmente, stava piangendo perché il suo show era appena stato cancellato. Sa come usare quegli ‘occhioni da PLL’, come li chiamo io. Sapevamo di avere la nostra Hanna”.

Ashley Benson su Instagram

4. Ashley Benson, Instagram e l’amore per i cuccioli. Ashley si è auto-dichiarata una fanatica dei cani. Per chi la segue sui social media, avrà visto i cuccioli di Ashley Benson su Instagram. Se li porta dappertutto, e posta spesso loro fotografie. È anche sponsor per degli integratori per cani!

5. Ashley Benson e Shay Mitchell sono migliori amiche. Le due sono conosciute dai fan come ButtahBenzo, e sono tra le coppie di amiche che tutti vorrebbero essere. Quando Tra selfie hot e video esilaranti su Snapchat, le due hanno un rapporto speciale, del quale i fan non riescono a fare a meno. A quanto pare, Ashley Benson ha detto che si farebbe “tatuare il nome dell’amica su tutto il corpo”. È amore.

Ashley Benson hot

 

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6. Ashley Benson è stata vittima di body shaming. Ashley Benson è hot, bellissima e sexy, e dal corpo a dir poco invidiabile. Nel 2016, però, ha raccontato di essere stata vittima di body shaming: “Semplicemente, mi è stato detto che ero troppo grassa per una parte (…) Ho pianto per trenta minuti, ma poi devi scrollartelo dalle spalle, o ti causa dei problemi di alimentazione seri. Tante persone in questo ambiente dicono che hanno bisogno di perdere più peso di quel che dovrebbero”.

Tyler Blackburn e Ashley Benson

7. Tyler Blackburn e Ashley Benson in PLL: le lacrime per la fine della storia. Quando ha scoperto che Hanna e Caleb si sarebbero lasciati, Ashley ha pianto veramente: la relazione tra i due personaggi era la sua preferita di PLL e l’ha distrutta sapere che non sarebbe continuata. Fortunatamente, i due si sono rimessi insieme nella stagione finale.

8. Tyler Blackburn e Ashley Benson non stanno insieme. Hannah e Caleb sono fantastici sul piccolo schermo e Tyler Blackburn e Ashley Benson sono ottimi amici nella vita reale, ma senza scintille: non c’è niente di romantico tra i due, e Ashley ha messo a tacere i pettegolezzi a riguardo. Infatti, l’attrice ha detto che non lo frequenterebbe: “Non credo sarei capace di frequentare un attore di alto profilo come ha fatto Angelina Jolie”, ha detto inoltre.

Ashley Benson hair

 

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9. Ashley Benson hair: preferisce essere mora. Se seguite Ashley Benson, saprete che cambia in continuazione il colore di capelli. Da bionda a bruna, indossa regolarmente anche delle extension, per lavoro. Ma come ha raccontato a Cosmopolitan, preferisce essere mora piuttosto che bionda: “I capelli castani mi fanno sentire più me stessa. In quanto bionda, vengo messa nella categoria della ragazza popolare e cattiva, per quanto riguarda i ruoli, mentre io voglio solo essere la ragazza normale”.

10. Ashley Benson è ossessionata Taylor Swift. Ashley Benson è ossessionata dalla cantante (a detta sua, “la vita è troppo breve per non essere ossessionati da Taylor Swift”). Tra le due ci sono curiose somiglianza: prima di tutto d’aspetto: si somigliano parecchio. Non solo: hanno quasi esattamente la stessa età: Ashley è nata il 18 dicembre 1989, mentre Taylor è nata il 13 dicembre dello stesso anno. Ah, anche Ashley canta sin da piccola.

Fonti: Seventeen, Gurl, Entity, IMDb

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