Abbiamo avuto il piacere di
intervistare Benedetta Rossi che ha prestato la
sua voce per doppiare uno dei protagonisti di Kina e Yuk alla
scoperta del mondo.
In Kina e Yuk alla
scoperta del mondoKina e Yuk sono una coppia di
volpi polari pronte a mettere su famiglia e vivono serenamente fra
i banchi di ghiaccio del Canada. La temperatura, però, è
anormalmente mite e il cibo scarseggia, costringendo Yuk ad
avventurarsi sempre più lontano per cacciare. Quando,
all’improvviso, un terribile suono causato dallo scioglimento dei
ghiacci sconvolge il maestoso panorama e separa le due volpi,
ognuna isolata su un pezzo di ghiaccio. Dovranno affrontare molti
pericoli ed esplorare nuovi territori nella speranza di ritrovarsi
in tempo per la nascita dei loro piccoli.
Mad
Entertainment e Alessandro
Rak ancora insieme su un nuovo film
d’animazione, Il Piccolo Principe di
Shangri-La, il cui progetto viene presentato
oggi, 6 marzo, al Cartoon
Movie di Bordeaux –
l’evento di coproduzione e pitching per lungometraggi d’animazione
europei.
Dieci anni dopo il film “L’arte
della felicità” vincitore dell’EFA European Film
Awarde dopo “Gatta
Cenerentola”,Mad
Entertainment, la factory
napoletana di Luciano Stella, Maria
Carolina Terzi, Carlo Stella e Lorenza
Stella, punto di riferimento per l’animazione in
Italia, è nuovamente accanto ad Alessandro
Rak per la realizzazione di un film d’animazione
ispirato alle vite straordinarie dell’esploratrice Alexandra
David-Neel e Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama. «Un
viaggio bambino alla ricerca di una spiritualità perduta o nuova,
per salvare il mondo adulto
dall’alienazione». Alessandro Rak
Il Piccolo Principe di Shangri-La, la
trama
Esiste un Regno dello Spirito
chiamato Shangri-La. Questa terra è sotto l’assedio delle forze di
un Oscuro Signore che vuole insidiarne il Trono. Ora che il Kundun,
l’anima luminosa che illumina il cammino dell’umanità, è morto, la
fine del Regno dello Spirito sembra ineluttabile. Cosa possono fare
due bambini ed un anziano monaco per salvare l’antica anima del
mondo? Unire le forze e mettersi sulle tracce di un Piccolo
Principe che riporti la luce perduta.
Dopo il passaggio nella sezione
Un Certain Regard al Festival
di Cannes 2023, Los Colonos di
Felipe Gálvez Haberle approda su MUBI
dal 7 marzo. Il debutto al lungometraggio del regista cileno assume
i contorni di un’epopea western su una Patagonia lasciata
all’avidità e alla legge del più forte, in dialogo con altre
pellicole che hanno rivisitato il genere cinematografico
primordiale, mettendo al centro gli oppressi, come il recente
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e
Jauja di Lisandro Alonso (2014).
Los Colonos, la trama: il
western si trasferisce in Cile
L’azione si svolge nella Terra del
Fuoco, nel 1901, e fa riferimento al prolungato e atroce genocidio del popolo
Selknam, conosciuti anche come Ona. Si dice che quando i
bianchi si insediarono ci fossero circa 4.000 Ona; all’inizio del
XX secolo ne erano rimasti solo 783, quasi tutti rifugiati nelle
missioni salesiane con a capo il monsignor Giuseppe
Fagnano.
La storia di Los
Colonos, divisa in capitoli che danno una progressione
all’azione, ruota attorno a uno spietato amministratore di terre
(Alfredo Castro) che arruola i servizi di un
militare scozzese dalla dubbia fedina penale (Mark
Stanley) per sterminare le popolazioni native della zona,
i Selknam. Con altri due uomini, un texano e un
meticcio (Benjamin Westfall e Camilo
Arancibia), parte la spedizione, che dal Cile si dirige
verso l’Argentina, dove il confine geografico è impreciso, ma non
la proprietà della terra. Questo incontro con la rappresentazione
dell'”essere nazionale” insediato in un avamposto con più dubbi che
certezze dà vita a un brutale ritratto storico, in cui l’esperto
Francisco Moreno (MarianoLlinás) cerca di segnare i limiti geografici.
Gálvez Haberle sposta poi la narrazione a sette
anni dopo, quando un inviato del presidente Montt
arriva a Chiloé per indagare sullo sterminio.
Un viaggio classico, ma in territori inesplorati
Los Colonos ritrae
con l’epica western l’altra faccia che l’immaginario
cinematografico nascondeva nell’avanzata civilizzatrice dell'”uomo
bianco”. Siamo di fronte a un western classico con tocchi
modernisti, vicino ai famosi “anti-western” che pullulavano negli
anni ’60 e ’70 e che registi come Kelly Reichardt
(Meek’s Cutoff- Il sentiero di Meek ) o lo stesso
Lisandro Alonso hanno recentemente recuperato in
Jauja: sostanzialmente, l’opera prima del cileno
Felipe Gálvez scommette su un viaggio classico del
cinema western, solo raccontato da un’altra prospettiva, luogo e
circostanza.
Los Colonos conduce
la sua missione western attraverso una serie di forti scene di
violenza nelle fasi successive, che si allontano dal senso di
leggerezza per inserire i personaggi in zone sempre più cupe. Con
il passare del tempo, questi dovranno anche confrontarsi tra
loro, poiché le loro differenze iniziano a diventare sempre più
evidenti, e si troveranno di fronte a un altro tipo di ferocia,
quella degli affari “interni”.
Fonte: The Movie Database
Colonos come Conquistadores
Il regista Felipe
Gálvez intreccia personaggi reali e di finzione, al suo
debutto alla regia dopo quindici anni di lavoro come montatore, in
questo pluripremiato western patagonico sul genocidio dei
Selknam come fondamento della civiltà cilena,
quasi fosse una risposta sudamericana al recente
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.
Quello che Gálvez
realizza è una durissima critica allo sterminio dei popoli nativi,
sugli abusi del capitalismo e sull’enorme controllo della terra
detenuto da pochi gruppi e famiglie, senza parlare troppo
direttamente di questi temi. Nel modo in cui
Menéndez si comporta, nel modo in cui i militari,
gli ufficiali e gli esploratori avanzano su tutto e tutti come se
fossero proprietari di ogni centimetro che calpestano e delimitano,
Los Colonos racconta la storia crudele delle
origini di un Paese (o due, forse) segnato dalla violenza fisica,
politica ed economica.
In Los Colonos, la violenza e il dolore sono
sussurrati
Gálvez ha il senso,
l’eleganza e l’intelligenza di suggerire più di quanto mostri: è
chiaro che avvengono atrocità di ogni tipo, ma sono intuite, viste
in lontananza, comprese attraverso certi dialoghi (sempre in nome
del “progresso”). Gli esterni della natura incontaminata del sud
del Cile e dell’Argentina sono talmente mozzafiato che non c’è modo
per Gálvez e il suo direttore della fotografia
Simone D’Arcangelo di evitare di indulgere in
certi preziosismi, ma l’esperienza sensoriale – un lavoro sonoro
straordinario e le musiche di Harry Allouche – è
coinvolgente e impressionante.
Attraversando i paesaggi della Terra
del Fuoco, Felipe Gálvez attraversa anche buona
parte della biografia del genere: dalla laconica crudeltà del
western di serie B alla sua revisione europea, passando per la
violenza senza alibi di Nessuna pietà per Ulzana e gli
scenari astratti di Jauja. In questo road movie a cavallo,
con protagonisti due malviventi e un testimone silenzioso, un
meticcio complice della follia del loro viaggio, tutti questi
riferimenti permeano, senza farsi notare, le sue immagini in modo
tanto energico quanto inquietante. C’è decisamente qualcosa di
horror in questo film, come se fosse una versione politica di
Bone Tomahawk di S. Craig Zahler con la
poetica ruvida e tagliente di Cormac McCarthy.
Che Paolo Virzì sia diretto erede di Risi,
Comencini, Monicelli e De Sica è chiaro sin da quando nel 1996, al
suo secondo lungometraggio, il regista presentò Ferie d’agosto, una tipica commedia
di costume diventata ben presto un cult del genere che si guadagnò
all’epoca persino un David di Donatello. Circa trent’anni dopo aver
fotografato un’Italia divisa in due dalle ideologie politiche,
Virzì torna a Ventotene, la così detta isola di
confino, per girarne il sequel,
Un altro ferragosto, in cui l’amara
consapevolezza che niente rispetto ad allora sia cambiato, ma
potremmo dire peggiorato, fa da sfondo a una collettività oramai
segnata – definitivamente – dalla disillusione, dall’infelicità e
dalla pochezza d’animo.
E se il presente è scoraggiante,
conferma di una società oramai spenta e povera di spirito, e il
futuro prospettato all’orizzonte non fa che sbiadirsi davanti agli
occhi, guardare al passato, a quei tempi in cui credere fermamente
nelle proprie idee era la spinta motrice per andare avanti e
sperare in un domani migliore, è tutto quello che resta. Almeno a
Sandro, che per tutto il tempo non farà altro che immaginare di
parlare con Pertini, Spinelli, Colorni, Rossi, abbracciando quella
Resistenza di cui si è sempre sentito partecipe, e la cui memoria
vuole conservare. Un altro ferragosto è
scritto a sei mani mani dai due fratelli Virzì e Francesco
Bruni, e vede il ritorno di quasi tutti i personaggi di
Ferie d’agosto, più qualche new entry di assoluto spessore
come Emanuela Fanelli, Christian De Sica e
Vinicio Marchioni.Distribuito da 01 Distribution
arriva nelle sale dal 7 marzo.
Un altro ferragosto, la trama
Ventotto anni dopo quell’incontro
avvenuto a Ventotene in un caldo mese di agosto, le famiglie Molino
e Mazzalupi tornano sull’isola ognuna per scopi differenti. La
prima arriva per una reunion organizzata da Altiero, figlio di
Sandro e Cecilia, il quale decide di far tornare tutti i familiari
(e gli amici) in quel luogo tanto amato e caro al padre che è in
punto di morte. Dall’altra parte, invece, i Mazzalupi sono in
procinto di festeggiare le imminenti nozze di Sabrina, figlia di
Ruggero (oramai defunto) e Luciana, ora diventata un’influencer
seguita, e il coatto e sterile Cesare (Vinicio
Marchioni), che le fa da manager. A Ventotene c’è
tanto fermento per il matrimonio di questa coppia, eppure la zia
Marisa – sbarcata con un nuovo compagno, l’imprenditore Pierluigi
Nardi Masciulli (Christian De Sica) – non vede di
buon occhio la loro relazione, soprattutto perché nell’uomo che la
nipote ha scelto ha intercettato una persona vile e
pressappochista. L’organizzazione dell’evento tanto atteso dalla
famiglia Mazzalupi da un lato e la malattia di Sandro dall’altro
(che sull’isola non farà altro che pensare a come tutelarne la
memoria storica) creerà nuovi attriti e litigi che porteranno i
personaggi a molte nuove consapevolezze.
Fra passato, presente e…
futuro
Con Un altro
ferragosto Virzì riparte da quelle due famiglie che
erano l’una l’antitesi dell’altra, così diverse ma anche così
simili nel loro essere irrisolte, che su Ventotene si scontrarono
con veemenza. Con ironia pungente il regista ci mette
davanti a un drammatico dipinto della nostra realtà,
sfruttando ancora una volta le vite piene di tristezza, sconfitte e
incomunicabilità dei Molino e dei Mazzalupi, gruppi politicamente
agli antipodi ma umanamente più vicini di quanto loro possano
credere, e nel farlo inserisce elementi contemporanei che rendono
il racconto al passo con questi nostri brutti tempi.
Non sono cambiati più di tanto i due
nuclei familiari, né sono mutate le cause dei loro dissapori, ma
rispetto al 1996 qualcosa si è aggiunto, e in questo caso è
rappresentato da quel nuovo mondo di cui fanno parte i
social, i quali hanno contribuito ad alimentare un tessuto
sociale già di per sé allo sbando e corroso, e in cui Cesare è
primo vero aberrante risultato. Ecco perché adesso, rispetto ad un
tempo che non c’è più, a farla da padrona è l’ignoranza più becera,
poiché se prima i dibattiti di destra e di sinistra si avvolgevano
attorno a dei solidi principi (e ideali), ora si è completamente
sconnessi da se stessi, dagli altri e soprattutto dai veri valori
che fondano una comunità. Forse perché, ci dice Un
altro ferragosto, abbiamo speso troppo tempo a
rimanere idealisti immobili da non accorgerci che nel frattempo
attorno a noi tutto diventava maceria.
Speranze infrante
E allora è qui che il film affonda
le sue radici, diventando specchio e riflesso accecante di
un’umanità talmente egoriferita e vacua da non capire di star
distruggendo anche l’ultimo granello di speranza che possa
rendere possibile il cambio di traiettoria. Le conseguenze sono,
oltre lo smarrimento del proprio io e una felicità sempre più
irragiungibile, che i figli e i padri non parlano poiché incapaci
di capirsi e coltivare rapporti semplici, come Andrea e Sandro; che
l’amore vero viene messo da parte per lasciare spazio a un
benessere solo apparente ma non sincero, come nel caso di Marisa e
Pierluigi; e che costruirsi un’immagine falsata di sé è l’unica
soluzione per essere qualcuno, come nel caso di Sabrina, affiancata
dall’omofobo Cesare, un uomo che è pieno esempio da una parte della
mascolinità tossica ancora molto presente in alcuni uomini di oggi,
dall’altra di una politica sempre più cialtrona e disinteressata al
popolo, che mangia sull’imbroglio e i raggiri (per lui lo spessore
culturale e morale non sono prioritari per essere un esponente del
governo, tant’è che spinge Sabrina a candidarsi pur essendo lei
un’influencer di scarso intelletto.)
A tal proposito il
tragicomico monologo finale di Emanuela Fanelli è il colpo più
sferzante e doloroso dell’intero film, che va non solo a
dichiarare apertamente la frustrazione in cui annega una nazione
intera, ma anche un pessimismo cosmico che annienta ogni forma di
sogno futuro. Se sul livello contenutistico Un altro
ferragosto dunque funziona per riflessioni e impegno
tematico, non si può dire sempre lo stesso sulla messa in scena,
che a volte scricchiola su alcuni inserti confusionari e personaggi
poco accennati nel nuovo spazio narrativo, in particolare
appartenenti alla famiglia Molino, poco approfondita, facendo anche
calare di tanto in tanto l’attenzione. Comprendiamo però le
intenzioni del regista di volere con sé tutti i protagonisti di
Ferie d’agosto, ma diciamo anche che se si fosse
focalizzato solo su alcuni di loro, mantenendo la giusta coralità
di racconto, il film sarebbe stato narrativamente molto più ricco e
dettagliato.
Il midseason finale ha
lasciato tutti gli spettatori con il fiato sospeso e quindi quando
il 14 febbraio sono arrivati
su Raiplay gli episodi 7 e 8 di Mare
Fuori 4, tutto il pubblico della fortunata serie Rai è
corsa a guardare cosa sarebbe poi successo a Cardiotrap, Crazy J e
alla straniera senza nome.
Mare Fuori 4, finalmente il momento di Alina
Proprio da lì, quindi, si
avvia questa seconda parte di stagione, con i
ragazzi che riescono a sopravvivere all’esplosione grazie
soprattutto all’intervento di Alina. Si chiama così la ragazza
ucraina che non riesce a parlare con nessuno che non sia
Gianni/Cardiotrap. Finalmente scopriamo un po’ di più di questa
povera anima tormentata, ci viene offerto uno spiraglio sul suo
passato, su quello che l’ha effettivamente traumatizzata e su
quello che vuole. Parallelamente l’episodio che si intitola “Il
prezzo del cambiamento” vede protagonista anche Teresa:
abbiamo scoperto che aspetta un figlio da Eduardo e sappiamo che il
giovane aspirante boss non vuole abbandonare la ragazza a cui deve
la vita, tuttavia questo nuovo dittico ci accompagna dietro le
quinte dei comportamenti di questa ragazza, di famiglia bene, che
vuole a tutti i costi stare con una persona che chiunque le direbbe
“non fa per te”.
Per quanto riguarda
invece gli amanti sfortunati, Carmine e Rosa, anche se vengono
leggermente messi da parte in queste due puntate fortemente corali,
li vediamo comunque struggersi d’amore l’uno per l’altro. Il
giovane Di Salvo non vuole rinunciare alla sua Rosa che a sua volta
è lacerata dal dubbio. Spazio anche a Pino, che corre a spron
battuto verso un riscatto sociale e personale che lo vede buttarsi
con entusiasmo in progetti futuri, ma sul quale incombe anche un
possibile e seminato “tradimento”. Riuscirà il giovanotto di buona
volontà a coronare il suo sogno d’amore con la bella e sfuggente
Kubra? Chi invece sembra giunta a un bivio è Silvia, che potrebbe
pagare ancora una volta per le colpe degli altri, lasciata sola
anche da chi, ingannandola, aveva promesso di prendersi cura di
lei.
“Morire insieme”
Tra tutti i drammi dei
giovani protagonisti, però, sembra spiccare, ormai insormontabile,
il trauma del comandante Massimo, che proprio non riesce a trovar
pace, soffocato dai suoi demoni e con una situazione familiare che
sembra sfuggirgli sempre più di mano. Ha definitivamente perso
quell’approccio paterno e paziente verso i giovani detenuti e
sembra soltanto interessato alla vendetta.
Per questi nuovi
episodi 7 e 8 di Mare Fuori 4, gli sceneggiatori
hanno preferito una struttura fortemente corale,
che porta avanti un pezzetto della storia di ogni personaggio. Se
da un lato il tono generale del racconto viene aiutato da un ritmo
spezzettato e più veloce, perché aggira
l’impronta da melodramma che sembrava preponderante nella prima
parte della stagione, dall’altro si rischia di rimanere troppo
distanti dai protagonisti e dalle loro vicende che comunque,
arrivati a questo punto della loro storia, hanno un forte gancio
sullo spettatore.
Il Mare
Fuori comincia a diventare per molti un concetto concreto,
non solo un sogno o un miraggio aspirazionale, ma un vero e proprio
progetto, su cui investire e costruire le basi per un futuro di
riscatto. O almeno per qualcuno è così.
In generale in questa
quarta stagione si conferma però il venire meno del senso di
autenticità di linguaggio e messa in scena che ha determinato il
successo della serie all’inizio della sua corsa. La scelta di
direzione artistica sembra chiara e irrevocabile, e per quanto il
prodotto rimanga godibile e di intrattenimento, dispiace un po’ per
la perdita di quell’anima verace.
Netflix ha rinnovato Avatar:
The Last Airbender per altre due stagioni. La serie,
un adattamento live-action dell’omonima serie di successo di
Nickelodeon, si concluderà con la terza stagione, seguendo la
stessa struttura della versione animata.
La serie è ambientato in un mondo
diviso in quattro nazioni – le Tribù dell’Acqua, il Regno della
Terra, la Nazione del Fuoco e i Nomadi dell’Aria – che un tempo
vivevano in armonia, con l’Avatar, padrone di tutti e quattro gli
elementi, incaricato di mantenere la pace tra loro. Ma tutto cambiò
quando la Nazione del Fuoco attaccò e spazzò via i Nomadi
dell’Aria, il primo passo compiuto dai Dominatori del Fuoco verso
la conquista del mondo. Con l’attuale incarnazione dell’Avatar che
deve ancora emergere, il mondo ha perso la speranza fino a che Aang
(Gordon Cormier), un giovane dominatore dell’aria,
si risveglia per prendere il posto che gli spetta. Insieme ai nuovi
amici Sokka (Ian Ousley) e Katara
(Kiawentiio), fratelli e membri della Tribù
dell’Acqua del Sud, Aang intraprende una missione per salvare il
mondo e combattere il Signore del Fuoco Ozai (Daniel Dae
Kim), anche se il Principe Zuko (Dallas
Liu) è determinato a catturarlo.
Nel cast anche Paul
Sun-Hyung Lee. Albert Kim è lo
showrunner. I produttori esecutivi includono Kim,Jabbar Raisani e Michael Goi.
Inoltre, Dan Lin è stato produttore esecutivo
della prima stagione insieme a Lindsey Liberatore
per conto di Rideback, anche se da allora Lin è stato nominato capo
della divisione film presso Netflix. I registi includono
Raisani, Goi, Roseanne Liang e Jet
Wilkinson. Takeshi Furukawa è il
compositore. Kim ha discusso dei cambiamenti tra la serie
Nickelodeon e l’adattamento Netflix in un’intervista con
Variety.
Nel 2018, Netflix ha
annunciato che avrebbe realizzato un remake live-action
“reinventato” di Avatar:
The Last Airbender. DiMartino e Konietzko sono
entrambi produttori esecutivi e showrunner della serie. “Ambientato
in un mondo asiatico devastato dalla guerra, dove alcune persone
possono ‘piegare’ uno dei quattro elementi classici: acqua, terra,
fuoco o aria”, si legge nella sinossi ufficiale. “Aang (Gordon
Cormier) è l’”Avatar”, l’unico capace di piegare tutti gli
elementi, ed è destinato a portare la pace nel mondo dalla Nazione
del Fuoco. Con i suoi nuovi compagni Katara (Kiawentiio) e Sokka
(Ian Ousley), Aang si propone di dominare gli elementi mentre viene
inseguito dal principe in esilio della Nazione del Fuoco Zuko
(Daniel Dae Kim), che cerca di riconquistare il suo onore
catturando l’Avatar.
Netflix
ha in programma di rilasciare ulteriori dettagli su
Avatar: The Last Airbender durante la Geeked
Week, che si terrà dal 6 al 12 novembre 2023. Avatar: The
Last Airbender è uscito su Netflix il 22 febbraio
2024.
Paramount+ ha pubblicato il trailer ufficiale
della nuova serie con Ewan McGregor in otto episodi Un
Gentiluomo a Mosca. Dopo Stati Uniti, Canada, Regno
Unito e Australia, la serie sarà disponibile in Italia dal 17
maggio in esclusiva su Paramount+, oltre che in America Latina,
Germania, Svizzera, Austria e Corea del Sud.
Adattamento del romanzo best-seller
internazionale di Amor Towles, Un Gentiluomo a
Mosca segue il conte Alexander Rostov, interpretato
dall’attore vincitore dell’Emmy Award Ewan McGregor, che, all’indomani della
Rivoluzione russa, scopre che il suo passato dorato lo pone dalla
parte sbagliata della storia. Scongiurata l’esecuzione immediata,
viene esiliato da un tribunale sovietico in una mansarda
dell’opulento Hotel Metropol, minacciato di morte se dovesse
rimettere piede fuori. Mentre gli anni passano e alcuni dei decenni
più tumultuosi della storia russa si svolgono al di fuori delle
porte dell’hotel, le circostanze gli permettono di entrare in un
mondo molto più ampio di scoperte emotive. Mentre costruisce una
nuova vita tra le mura dell’hotel, scopre il vero valore
dell’amicizia, della famiglia e dell’amore.
Oltre a McGregor, la serie è
interpretata da Mary Elizabeth Winstead (Ahsoka, Kate, Birds of Prey) nel ruolo
dell’affascinante attrice cinematografica Anna Urbanova,
Alexa Goodall (L’ora del diavolo, Lockwood and Co)
nel ruolo della giovane amica del Conte, Nina; Johnny Harris
(Without Sin, This is England ’86) nel ruolo del combattuto agente
della polizia segreta Osip; e Fehinti Balogun (Dune, I
May Destroy You) nel ruolo di Mishka, la migliore amica del Conte
ai tempi dell’università. Il cast comprende
anche Leah Harvey (Foundation), Paul Ready (Motherland, The
Terror), John Heffernan (Becoming Elizabeth, The Pursuit of Love),
Lyès Salem (Coupez, Abou Leila), Björn Hlynur Haraldsson (Lamb,
The
Witcher), Dee Ahluwalia (Consent, Sex Education), Anastasia
Hille (I Hate Suzie Too), Daniel Cerqueira (Judy), Leah Balmforth
(Silent Roar), Billie Gadsdon (One Day) e Beau Gadsdon (The
Crown).
Un Gentiluomo a
Mosca è prodotta da Lionsgate Television in
associazione con Paramount. Ben Vanstone è lo showrunner della
serie, che è la prima produzione realizzata dalla Lionsgate grazie
all’accordo con la Popcorn Storm Pictures, la società di Tom
Harper. Harper (Guerra e pace, Peaky Blinders)
sarà anche produttore esecutivo insieme a Vanstone, McGregor,
Sharon Hughff, (Three Pines), Pancho Mansfield (Queen of the
South), Xavier Marchand di Moonriver TV (Nautilus, Mrs. Harris Goes
to Paris) e l’autore del romanzo, il best-seller del New York Times
Amor Towles. Il regista vincitore del premio BAFTA® e
candidato agli Emmy Sam Miller (Surface, I May Destroy You, Luther)
è il regista di alcuni episodi e produttore esecutivo. Sarah O’Gorman (The Witcher, The Last Kingdom) è anche
regista.
Un nuovo trailer di Godzilla
x Kong: Il nuovo Impero rivela un nuovo look di
Godzilla, dimostrando il modo in cui avrà molteplici
forme nel film di squadra con il suo amico peloso. Il film vedrà il
famoso kaiju ottenere un aspetto potenziato che fa diventare rosa
le sue scaglie e i suoi occhi, una nuova forma in modo che possa
affrontare il Re Skar e altre minacce nel film. Tuttavia, il
regista Adam Wingard aveva precedentemente
affermato che il film presenterà molteplici forme per il Re dei
Mostri man mano che la coloritura rosa prende il sopravvento sul
suo corpo.
Ora, Kaiju News Outlet ha pubblicato
uno spot televisivo prima dell’uscita di Godzilla x
Kong, che accenna brevemente a una nuova forma per
Godzilla.
Al minuto 0:04, si può vedere il
Titano nuotare nell’acqua, con scaglie bianche pallide che emergono
dalla superficie. Ciò suggerisce una forma di colore bianco, anche
se non è chiaro a che punto del film potrebbe apparire questa
versione.
Mentre i dettagli della trama vengono tenuti pesantemente nascosti,
la sinossi anticipa che il film metterà “L’onnipotente
Kong e il temibile Godzilla contro una colossale minaccia
sconosciuta nascosta nel nostro mondo, sfidando la loro stessa
esistenza e la nostra. Il film approfondisce i le storie di questi
Titani, le loro origini e i misteri di Skull Island e oltre, mentre
scopri la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi
straordinari esseri e li ha legati all’umanità per
sempre.“
I dettagli del personaggio non sono
stati rivelati. Insieme a Carla Gugino, altri protagonisti, come
annunciato in precedenza, includono Sarah Pidgeon,
Constance Wu, Ann Dowd, Noma Dumezweni, Felix Solis e
Owen Teague.
Vincitore del National Book Award
for Fiction 2018, The Friend segue una scrittrice
di New York all’indomani della morte inaspettata del suo amico di
sempre e mentore. Successivamente, la donna dovrà affrontare la
complicata eredità letteraria di lui, tre eccentriche ex mogli e un
enorme alano dal cuore spezzato di nome Apollo.
Scott McGehee e
David Siegel dirigono il film basandosi su una
loro sceneggiatura, e producendo anche attraverso la loro nuova
società Big Creek Projects. Liza Chasin sta anche producendo per la
sua 3dot Productions (The Lost City, Anatomy of a Scandal). Il
dirigente di Watts produce insieme a Mike Spreter per Big Creek e
Margaret Chernin per 3dot, con CAA Media Finance che si occupa dei
diritti nazionali del film.
La giovane Clotilde
Esposito vanta ad oggi una carriera prevalentemente
televisiva, con titoli grazie ai quali si è costruita una buona
reputazione di interprete capace di passare con naturalezza da toni
drammatici ad altri più spensierati. Ad averla resa una delle
interpreti da tenere d’occhio per il futuro ci ha però pensato la
popolare serie Mare
fuori, dove Esposito stagione dopo stagione ha dato
continua prova del proprio talento.
Clotilde Esposito: i suoi film e le serie TV
1. È nota per alcune serie
TV. L’esordio in televisione per Esposito avviene nel 2012
con la partecipazione alla soap opera Un posto al sole.
Successivamente recita nella miniserie Pupetta – Il coraggio e
la passione (2013), dove interpreta la protagonista da
giovane, nella serie Sotto copertura (2015) e nella serie
Furore – Il vento della speranza (2014-2017), dove è la
co-protagonista Giuseppina Fiore. Dal 2020 recita invece nella
popolare serie Rai Marefuori, condividendo la scena con gli
attori Massimiliano Caiazzo, Nicolas Maupas, GiacomoGiorgio,
Artem e Matteo Paolillo.
2. Ha recitato in un
film. Ad oggi Esposito ha preso parte ad un solo film per
il cinema. Si tratta di Milionari, diretto nel 2014 da
Alessandro Piva, tratto dal romanzo “I
milionari” scritto da Luigi Alberto Cannavale
e Giacomo Gensini e ispirato alle vicende di un
clan criminale napoletano. In questo film l’attrice interpreta la
versione di Rosaria, che da adulta è poi interpretata dall’attrice
Valentina Lodovini. Nel film recitano anche
CarmineRecano,
Francesco Scianna e Francesco Di Leva.
Clotilde Esposito in Mare
fuori
3. È una delle protagoniste
della serie. In Mare fuori Esposito interpreta Silvia Scacco,
un’adolescente civettuola e piacente che ha fatto della seduzione
la sua arma principale, seguendo i consigli della madre. Cresciuta
con il mito dei soldi e della vita facile, si ritrova a finire in
carcere dopo essere stata incastrata da quello che credeva il suo
amore. All’interno dell’IPM sviluppa poi ottimi rapporti di
amicizia con la maggior parte delle detenute, per le quali si
dimostra sempre di grande supporto quando queste ne hanno bisogno,
senza dimenticarsi però delle proprie ambizioni.
4. Non si ritrova nel
proprio personaggio. Parlando di Silvia, l’attrice ha
raccontato di aver fatto abbastanza fatica a calarsi nei suoi panni
per la serie Mare fuori, non condividendo poi molto con lei e
ritenendosi anzi all’estremo opposto. Con il tempo, tuttavia,
Esposito ha imparato a comprendere Silvia e a scoprirsi
profondamente affascinata dal suo modo di essere, di vivere la
vita, dal suo senso di libertà e dalla sua energia. Una volta
compreso ciò, ha trovato la giusta chiave per interpretarla.
Clotilde Esposito in Sotto copertura
5. Ha preso parte alla
serie poliziesca. Nel 2015 Esposito recita con il ruolo di
Giuliana Simeone nella prima stagione della serie Sotto
copertura. In essa si racconta l’attività investigativa che
porta all’arresto del capo del Clan dei Casalesi Antonio Iovine per
mano del commissario Michele Romano (ispirato alla figura di
Vittorio Pisani), capo della squadra mobile di Napoli, aiutato dal
suo gruppo composto da Rosanna Croce, Arturo De Luca, Salvo Izzo e
Carlo Caputo.
Clotilde Esposito in Un posto al sole
6. Ha avuto un ruolo nella
celebre soap opera. Dopo aver iniziato a studiare
recitazione presso la Scuola di Cinema Teatro e Danza “La Ribalta”
di Castellammare di Stabia, nel 2012, in quello stesso anno
Esposito ha ottenuto un primo ruolo da attrice, ovvero quello
dell’adolescente Greta Fournier nella celebre soap opera Un
posto al sole. Pur essendo un ruolo piccolo, ha permesso a
Esposito di iniziare il proprio percorso artistico, facendosi
notare e ottenendo una prima notorietà.
Clotilde Esposito: Maria Esposito è sua sorella?
7. Non è la sorella della
sua collega di set. A partire dalla seconda stagione di
Mare
fuori si è unita al cast anche l’attrice Maria Esposito, fattasi subito notare per il
ruolo di Rosa Ricci. Data anche una certa somiglianza che
intercorre tra Maria e Clotile, i fan hanno iniziato a supporre che
quel cognome in comune indicasse che le due sono sorelle. In
realtà, come rivelato, non c’è alcun legame di parentela tra di
loro e il loro ugual cognome è solamente una coincidenza. Esposito
è infatti, come noto, un cognome estremamente diffuso in
Campania.
Clotilde Esposito è su Instagram
8. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguita da 567 mila
persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 400 post.
Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti
o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità,
momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni
ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le
sue novità.
Clotile Esposito: chi è il suo fidanzato?
9. È molto
riservata. L’attrice ha sempre dimostrato di voler
mantenere una certa separazione tra la propria vita lavorativa e
quella personale. Ha dunque evitato di condividere particolari
dettagli su di essa e pertanto ad oggi non è noto, ad esempio, se
abbia un fidanzato o no. Si tratta di un aspetto della sua vita
privata che comprensibilmente – e giustamente – Esposito preferisce
non far sapere, limitando ciò che si sa di lei alla sola sfera
lavorativa.
Clotilde Esposito: età, altezza e origini dell’attrice
10. Clotilde Esposito è
nata il 20 aprile del 1997 a Napoli. L’attrice è alta
complessivamente 1,65 metri.
Cameron Diaz è in trattative per recitare
nella commedia dark Outcome. Il film sarà diretto
da Jonah Hill e vedrà Keanu
Reeves nel ruolo principale. Reeves interpreta una star di
Hollywood di nome Reef che è costretta ad affrontare i suoi
problemi ed espiare i suoi errori passati dopo essere stata
minacciata con un bizzarro video dal suo passato.
Secondo Apple Original
Fims (tramite Variety), Cameron
Diaz è ora in trattative per unirsi al cast di Outcome. La
natura del ruolo di Diaz non è stata ancora confermata, poiché
altri personaggi oltre a Reef non sono stati ancora rivelati.
Questa notizia conferma anche il
ritorno di Cameron Diaz alla recitazione.
Nel 2018, l’attrice ha fatto notizia
annunciando che avrebbe fatto un passo indietro dalla recitazione
per concentrarsi sulla sua carriera di autrice e imprenditrice. Non
ha avuto un ruolo cinematografico da quando ha interpretato
Miss Hannigan nel remake di Annie
del 2014. Da allora, è stato annunciato che avrebbe recitato al
fianco di Jamie Foxx in Back in
Action, in uscita quest’anno. Questi due nuovi ruoli
quindi confermano che Diaz sta ufficialmente emergendo dalla
pensione.
Outcome riunirà
anche Cameron Diaz e Keanu Reeves
sullo schermo. L’ultima volta che la coppia ha recitato insieme è
stata nella commedia dark del 1996 Due mariti per un
matrimonio.
Final Destination 6
riceve un importante aggiornamento sulle riprese dal produttore
Craig Perry.
Con un esordio di successo nel 2000, la serie di Final
Destination rimane uno dei franchise horror più famosi e
anche divertenti. Un
quinto film è stato distribuito nel 2011 e il franchise è
rimasto inattivo per più di un decennio, ma l’anno scorso è stato
confermato che un sesto film è effettivamente in lavorazione dai
registi Zach Lipovsky e Adam B.
Stein. Si prevede che il film seguirà un gruppo di primi
soccorritori mentre incontrano la loro fine in modi inaspettati,
continuando la tradizione del franchise.
Craig Perry rivela
sui social media (tramite Bloody Disgusting), che le
riprese di Final Destination 6 sono ufficialmente
iniziate. Oltre al post di Perry sulle riprese del film, il report
include anche la conferma che il prossimo sequel si chiamerà
Final Destination: Bloodlines. Ecco il commento di
Perry: “Dopo un lungo e faticoso duro lavoro dovuto alla
pandemia e agli scioperi, il primo giorno è finalmente
pronto”, scrive Perry. “Il 2025 segnerà il 25°
anniversario dell’uscita del primo capitolo della serie. Onorare
l’occasione con un’altra uscita cinematografica mondiale (in IMAX,
niente meno) è una cosa rara e meravigliosa. Ci vediamo l’anno
prossimo! PS: lo so, lo so – Pet Sematary: Bloodlines. Ma questo è
il titolo che abbiamo da tre anni e lo manteniamo… per
ora”.
Finora non c’è stata alcuna conferma
ufficiale sul fatto che Final Destination 6 sarà
l’ultimo capitolo, ma un aggiornamento condiviso lo scorso ottobre
suggerisce che potrebbe potenzialmente essere l’inizio di una nuova
versione del franchise.
James Gunn ha
replicato alle ultime voci sui casting del DC
Universe, questa volta legate a Wonder Woman nello show televisivo
Paradise Lost. Mentre l’universo DC di Gunn
ha trovato il suo Superman in David
Corenswet e Supergirl in Milly Alcock, ci sono ancora diversi eroi
iconici rimasti da scegliere per il franchise. Uno dei ruoli ancora
mancanti nel prossimo riavvio è Wonder Woman,
personaggio che verrà riformulato nell’universo DC dopo la
conclusione della sequenza temporale del film DCEU nel 2023.
Mentre il film Superman di
James
Gunn
è ora in produzione, i fan del DC
Universe sono già ansiosi di scoprire chi interpreterà
l’iconica amazzone. Nonostante fosse impegnato a girare il suo
nuovo film, a Gunn è stato chiesto su Threads se una recente voce
sul casting di Wonder Woman fosse vera o no.
Quando Matthew
Simmons gli ha chiesto se Elizabeth
Debicki sarebbe stata scelta per interpretare
Wonder Woman, Gunn ha semplicemente dichiarato:
“Proviene da un sito che sta inventando un sacco di cose (adoro
lavorare con Elizabeth ma non ho mai nemmeno pensato a
questo).” Debicki non è estranea al genere dei cinecomic,
poiché è apparsa in Guardiani della Galassia Vol. 2 e in Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo di
Ayesha.
Dato che Gal Gadot ha ufficialmente finito con
Wonder Woman e non la interpreterà nel nuovo
franchise di Gunn, si pone la domanda su quale sia effettivamente
lo status di Diana nell’universo DC. Quando i DC Studios hanno
annunciato i loro numerosi film e programmi TV sull’Universo DC nel
gennaio 2023, non era previsto in quella lista iniziale un film da
solista dedicato a Wonder Woman. Resta da vedere se un film su
Wonder Woman possa essere messo in cantiere o meno più avanti nel
corso del capitolo 1, “Gods and Monsters“, poiché
ci sono ancora progetti non annunciati, secondo Gunn e Peter
Safran.
Dato lo status iconico di
Wonder Woman, è lecito ritenere che Diana sarà
vista prima o poi nell’Universo DC. Sarebbe scioccante se non
avesse il suo film entro i primi cinque anni dal lancio
dell’Universo DC. Ma per ora, il tempo dirà quali piani l’Universo
DC ha in serbo per Wonder Woman e se apparirà in
Paradise Lost mentre viene reinventata per il
grande schermo.
Prime Video ha annunciato oggi il rinnovo per una
seconda stagione della serie Original italiana The Bad Guy con
Luigi Lo Cascio e
Claudia Pandolfi, a cui si unirà per questa nuova stagione
anche Stefano Accorsi. Con loro nel cast anche Selene
Caramazza, Giulia Maenza e Antonio Catania. Le riprese della
seconda stagione si sono svolte nel Lazio, in Emilia Romagna e in
Sicilia.
La prima stagione di The Bad
Guy, acclamata da pubblico e critica, ha raccontato
l’incredibile storia di Nino Scotellaro (Lo Cascio), integerrimo
pubblico ministero siciliano che, dopo la condanna per mafia,
decide di mettere a segno un machiavellico piano di vendetta,
diventando il “bad guy” in cui è stato ingiustamente trasformato.
Questa seconda stagione torna come un ponte tra passato e futuro,
tra i fantasmi di rimpianti e rimorsi e il desiderio di una nuova,
irraggiungibile vita, in un racconto che unisce
il crime con la dark comedy.
Diretta da Giuseppe G. Stasi e
Giancarlo Fontana, creata da Ludovica
Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, e scritta da Fortunata
Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica
Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, la seconda stagione di
The Bad Guy è prodotta da Nicola
Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri di
Indigo Film in coproduzione con Amazon MGM Studios, in associazione
con il distributore internazionale FIFTH SEASON e in collaborazione
con Rai Cinema, che per la prima volta trasmetterà una serie
originale Prime Video sulla televisione lineare. La seconda
stagione di The Bad Guy debutterà in Italia su Prime Video
nel 2025, e successivamente sarà trasmessa da Rai che manderà in
onda anche la prima stagione in chiaro. Le vendite internazionali
nel resto del mondo, sia della prima che della seconda stagione,
saranno gestite da FIFTH SEASON.
_StefanoAccorsi_TheBadGuy2_foto di Andrea Miconi
“La seconda stagione di The Bad
Guy ricomincia dal punto esatto in cui abbiamo lasciato i
nostri protagonisti. E li segue nella loro lenta discesa in quella
voragine in cui Bene e Male, Buoni e Cattivi si mescolano tra loro
al punto da apparire indistinguibili. Il sapore giocoso e ironico
della prima stagione persiste, ma nel lavoro di scrittura fatto
assieme abbiamo deciso di virarlo gradualmente su una tonalità più
intimista, emotiva e tragica. Se ci trovassimo davanti alla
partitura di una Messa da Requiem, The Bad Guy sarebbe il
Lacrimosa”, hanno raccontato Giuseppe G.Stasi e Giancarlo
Fontana.
“Siamo felicissimi di riportare al pubblico The Bad
Guy, e di vedere che direzione prenderà questo geniale
intreccio nella seconda stagione”, ha commentato Nicole Morganti,
head of Originals, Italy & Southern Europe, Prime Video. “Questa
serie offre un racconto innovativo e accattivante, un cast
straordinario – che anche in questa stagione riserverà altre
bellissime sorprese – un team creativo e produttivo di grandissimi
talenti, e un entusiasmante approccio che sperimenta con i generi
rivoluzionandoli.”
“Siamo sempre alla ricerca di modi nuovi per sperimentare con il
nostro approccio alla distribuzione, e la collaborazione con Indigo
Film, Rai Cinema e FIFTH SEASON segna un passo avanti nel nostro
rapporto con l’industria italiana e con le produzioni del nostro
paese. Non vediamo l’ora di condividere questa nuova stagione col
nostro pubblico dopo l’entusiastica accoglienza che ha riservato
all’innovativo stile narrativo della prima stagione”, ha affermato
Marco Azzani, Country Managing Director di Prime Video Italia.
_GiancarloFontana_GiuseppeGStasi_TBG2_foto di Andrea
Miconi
“La seconda stagione di The Bad
Guy rappresenta un’importante sfida produttiva anche per la
responsabilità di essere all’altezza di una prima stagione che è
stata così amata da pubblico e critica. Siamo entusiasti del lavoro
creativo del nostro preziosissimo team di scrittura e
dell’immaginario visivo che i registi stanno realizzando per
rilanciare il racconto. Tutto lo sforzo produttivo mira a rendere
possibile la visione degli autori per dare alla serie una
fortissima e peculiare identità, che speriamo riesca a sorprendere,
spiazzare e divertire gli spettatori così come succede ogni giorno
a tutti coloro, talent, reparti tecnici e artistici, che ci stanno
accompagnando in questo incredibile viaggio”, ha dichiarato Nicola
Giuliano, Indigo Film.
Jennifer Ebell, EVP of EMEA Sales and Acquisitions di FIFTH
SEASON, ha aggiunto: “The Bad Guy innova il genere “storie
di mafia” con un concept fresco e originale in cui un protagonista
fondamentalmente buono subisce una trasformazione per diventare un
cattivo e trovare giustizia e vendetta. Questa serie complessa,
avvincente e divertente offre un soggetto contemporaneo e un cast
di prima classe, che ne fanno lo show italiano migliore che abbiamo
visto negli ultimi anni. The Bad Guy è esattamente ciò che
i buyers cercano in questo momento, e in questa nuova
collaborazione strategica con Amazon, non vediamo l’ora di
riportare questa serie di grande successo al pubblico
internazionale.”
Dakota Johnson ha condiviso i suoi pensieri
brutalmente onesti sulla realizzazione di Madame
Web e sulla sua accoglienza negativa da parte di
stampa e pubblico. Mentre l’universo cinematografico Marvel si sta sviluppando bene
intorno allo Spider-Man di Tom Holland, l’universo
Spider-Man di Sony ha realizzato a oggi una serie di film
deludenti.
Parlando con Bustle, Dakota Johnson ha rivelato che probabilmente
non realizzerà mai più un film come Madame Web.
L’attrice ha parlato della sua esperienza nel realizzare il film e
ha rivelato la conclusione a cui è arrivata dopo l’intero processo,
dicendo: “Non ho senso in quel mondo. E ora lo so”. Le
parole di Johnson – e l’accoglienza negativa del film – rendono
impossibile quindi la realizzazione di Madame
Web 2, e l’attrice sembra
d’accordo, poiché ha rivelato di comprendere le critiche che il
film ha dovuto affrontare.
“È stata sicuramente
un’esperienza per me realizzare quel film. Non avevo mai fatto
niente del genere prima. Probabilmente non farò mai più niente del
genere perché non ho senso in quel mondo. E adesso lo so. Ma a
volte in questo settore, firmi per qualcosa, e pensi sia un
determinato tipo di progetto e poi, mentre lo realizzi, diventa una
cosa completamente diversa, e dici: “Aspetta, cosa?” è stata una
vera esperienza di apprendimento, e ovviamente non è bello far
parte di qualcosa che è stato ridotto a brandelli, ma non posso
dire di non capire.”
Dakota Johnson ha detto che è stato brutto far
parte di un film che è stato “fatto a pezzi”, come nel caso di
Madame Web. Durante l’intervista, l’attrice ha
spiegato ulteriormente perché il film ha avuto un’accoglienza così
negativa. Alla domanda se fosse infastidita dalle recensioni
negative, Johnson ha rivelato di non essere sorpresa dal fatto che
l’accoglienza di Madame
Web sia stata negativa.
L’attrice ha poi spiegato più nel
dettaglio: “Le decisioni vengono prese da comitati [nei grandi
film], e l’arte non funziona bene quando viene decisa da
comitati”. La posizione di Johnson sull’argomento è che il
pubblico è abbastanza intelligente da rendersi conto quando gli
viene venduto qualcosa che non corrisponde alla promozione e che i
dirigenti non credono che il pubblico se ne accorga. Ciò si collega
in modo interessante al marketing di Madame
Web che ha anticipato le quattro eroine
simili a Spider-Man solo per vederle brevemente nel film.
“È così difficile realizzare dei
film, e in questi grandi film che vengono realizzati – e sta
cominciando a succedere anche con i più piccoli, ed è questo che mi
fa davvero impazzire – le decisioni vengono prese da comitati, e
l’arte non funziona bene quando è fatta dal comitato. I film sono
realizzati da un regista e da un team di artisti che lo circondano.
Non puoi creare arte basandoti su numeri e algoritmi. Da molto
tempo ho la sensazione che il pubblico sia estremamente
intelligente e i dirigenti hanno iniziato a credere che non lo
siano. Il pubblico sarà sempre in grado di fiutare le
stronzate.”
Buone notizie per Jamie e
Claire Fraser, cattive notizie per la fervente fan base di
Outlander.
Tobias Menzies non riprenderà i suoi ruoli di
Frank o Jonathan “Black Jack” Randall prima che la
serie Starz concluda la sua ottava e ultima stagione, ha
detto l’attore in esclusiva a TVLine.
“Cosa posso
dire?” Menzies rifletté, ridacchiando (e inavvertitamente
alimentando le nostre speranze… poco prima di
deluderle). “Sarebbe fantastico. [Ma] no, non mi
vedrai”.
La notizia non è un grande shock,
dato che sia Frank – il marito di Claire ai suoi tempi – sia il suo
sadico antenato Black Jack – che ha tormentato i
Fraser in vari modi per anni – sono entrambi morti nella
storia.
[SPOILER DEL LIBRO IN
AVANTI] Tuttavia, grazie ai capricci del viaggio nel
tempo, Black Jack appare brevemente in Written in My Own
Heart’s Blood , il nono capitolo della serie di romanzi
di Diana Gabaldon su cui è basato lo spettacolo. E ci sono
sempre flashback, sogni e visioni… anche se sembra che nessuno di
questi sia nelle carte di Black Jack o del suo molto più mite
discendente del 20° secolo.
Outlander
ha concluso la prima metà della sua
settima stagione nell’agosto 2023. Starz non ha ancora
annunciato quando Outlander
tornerà per la stagione 7B. All’inizio del 2023, la rete via
cavo ha fatto sapere ai fan che il dramma storico si
concluderà con una stagione 8 di 10 episodi. Inoltre, Starz ha
ordinato una serie prequel, Outlander:
Blood of My Blood, che racconterà le storie dei
genitori di Jamie e Claire.
Outlander terminerà con
l’ottava stagione
Prima della premiere della settima
stagione, Outlander è già stato rinnovato per la
sua ottava e ultima stagione. Starz ha anche ordinato una
serie per il prequel di Outlander intitolato Outlander: Blood
of My Blood, che esplorerà la storia d’amore dei genitori di
Jamie, Brian Fraser ed Ellen Mackenzie.
Basato sulla serie di romanzi
bestseller di Diana Gabaldon, Outlander inizia quando un’infermiera
militare del 20° secolo nel 1945 si ritrova trasportata indietro
nel tempo fino al 1743, dove incontra e si innamora del guerriero
delle Highland Jamie Fraser. Nel cast
Caitriona Balfe, Sam Heughan, Sophie Skelton, Richard Rankin,
Maria Doyle Kennedy, Duncan Lacroix, David Berry, César Domboy,
Lauren Lyle, Colin McFarlane, Caitlin O’Ryan e altri.
Outlander
è prodotto da Ronald D. Moore, Maril Davis, Matthew B. Roberts,
Toni Graphia, Andy Harries e Jim Kohlberg. È prodotto da Tall Ship
Productions, Left Bank Pictures e Story Mining & Supply Co., in
associazione con Sony Pictures Television.
Sembra che la decisione di Daniel Day-Lewis di ritirarsi dalla
recitazione sia irrevocabile e che non tornerà davanti alla
macchina da presa, almeno secondo Jim Sheridan, suo amico e regista
che lo ha diretto in tre film: Il mio piede
sinistro nel 1989 che valse a Daniel Day-Lewis il suo primo premio Oscar,
Nel nome del padre per il quale è stato nominato
del 1993 e The Boxer del 1997.
“Dice che ha chiuso. Continuo a
parlare con lui”, ha detto Sheridan a ScreenDaily (via
Variety) sull’argomento della
pensione di Daniel Day-Lewis. “Mi piacerebbe fare di
nuovo qualcosa con lui. È come tutti gli altri. Apre gli streamer e
ci sono settemila scelte, nessuna buona. Il film è stato spostato
dal dominio pubblico a quello privato: se hai un telecomando, puoi
fermarlo. Non è la stessa esperienza. Sarebbe bello vedere Daniel
tornare e fare qualcosa perché è così bravo.”
Daniel Day-Lewis ha
annunciato il suo ritiro dalla recitazione nel giugno 2017, diversi
mesi prima dell’uscita di Il filo
nascosto di Paul Thomas
Anderson. Quel film, che valse a Day-Lewis un’altra
nomination all’Oscar come miglior attore, è stato quindi il suo
ultimo film. “Daniel Day-Lewis non lavorerà più come
attore”, disse all’epoca il portavoce dell’attore in una nota.
“È immensamente grato a tutti i suoi collaboratori e al
pubblico nel corso di questi anni. Questa è una decisione privata e
né lui né i suoi rappresentanti faranno ulteriori commenti
sull’argomento. “
Riflettendo più tardi sulla sua
decisione in un’intervista con la rivista W, Day-Lewis ha
detto che “prima di realizzare [Il filo nascosto],
non sapevo che avrei smesso di recitare”. Parte del motivo per cui
Day-Lewis ha annunciato il suo ritiro in una dichiarazione pubblica
era che avrebbe avuto più difficoltà a uscirne. Voleva “tracciare
una linea” nella sabbia e fare piani concreti per eliminare
gradualmente Hollywood dalla sua vita.
“Sapevo che era insolito
rilasciare una dichiarazione”, ha detto Day-Lewis. “Ma
volevo tracciare una linea. Non volevo essere risucchiato in un
altro progetto. Per tutta la vita ho parlato di come avrei dovuto
smettere di recitare, e non so perché questa volta fosse diverso,
ma l’impulso di smettere ha messo radici in me e quella è diventata
una compulsione. Era qualcosa che dovevo fare.”
Day-Lewis ha recentemente
partecipato ai premi del National Board of Review e si è riunito
con Martin
Scorsese, che lo ha diretto in Gangs of New
York, l’uscita pubblica ha alimentato le voci su un
possibile ritorno dell’attore, anticipando una futura
collaborazione tra loro.
Daniel Day-Lewis ha vinto tre premio Oscar
come migliore attore protagonista. Il primo per Il mio piede
sinistro, il secondo ne Il petroliere di
Paul Thomas Anderson e il terzo per
Lincoln, di
Steven Spielberg.
È ufficiale: la
CBSha ordinato una serie per uno
spin-off di
Young Sheldon incentrato su Georgie e Mandy.
La serie ancora senza titolo –
scritta dai co-creatori di Young SheldonChuck Lorre e Steven Molaro, e dal veterano di
TBBT (e attuale showrunner di Sheldon) Steve
Holland – seguirà le vicessitudini dei personaggi preferito dai fan
interpretati Montana
Jordan ed Emily Osment
“mentre crescono la loro giovane famiglia in Texas mentre
affrontano le sfide dell’età adulta, della genitorialità e del
matrimonio“, secondo il logline ufficiale.
Come riportato per la prima volta
da TVLine, la
settima stagione di Young
Sheldonpresenterà il
matrimonio di Georgie e Mandy.
“È stato un privilegio
trascorrere gli ultimi sette anni con Sheldon e la famiglia Cooper
e ora questo meraviglioso viaggio continuerà con Georgie e
Mandy“, ha dichiarato martedì in una dichiarazione il
presidente della CBS Entertainment Amy
Reisenbach. “Chuck ed entrambi gli Steve hanno
fatto un lavoro magistrale sviluppando questi personaggi e
intrattenendo generazioni di fan con storie commoventi e
riconoscibili portate in vita da Montana ed Emily. Attendiamo
con impazienza il prossimo capitolo di questo amato
universo”.
Lorre, Molaro e Holland hanno
aggiunto: “Da The
Big Bang Theory a Young
Sheldon, il mondo della famiglia Cooper è stato
incredibilmente speciale per noi. Siamo molto entusiasti di
continuare le loro storie attraverso gli occhi di Georgie e
Mandy”.
A differenza di Young
Sheldon, che si è concentrato su un formato a telecamera
singola, lo spin-off di Georgie e Mandy tornerà alla multi-camera e
girerà di fronte a un pubblico in studio dal vivo, proprio come
The Big Bang Theory. Il
conteggio degli episodi e la data di uscita per la prima stagione
non sono ancora stati confermati, ma la serie sarà presentata in
anteprima durante la stagione televisiva 2024-25.
Supponendo che la narrazione
di Young Sheldon mantenga un
ritmo costante, Sheldon compirà 14 anni nella settima stagione –
l’età in cui, secondo la cronologia precedentemente stabilita
di Big Bang, il futuro
vincitore del Premio Nobel si trasferisce da Medford, Texas, a
Pasadena, California, per iniziare i suoi studi universitari presso
il California Institute of Technology.
Nello stesso anno, Georgie si
sposa per la prima volta e il patriarca della famiglia George
incontra il suo creatore, preparando Young
Sheldonper un addio agrodolce non diverso
dal classico dei primi anni ’90 The Wonder
Years. Ma il tempo dirà se lo spin-off
rimarrà fedele al canone. Come
Holland aveva precedentemente
avvertitoTVLine, “solo perché [è successo
qualcosa durante il Big
Bang ] non significa che sia una storia che [il
nostro narratore] deve raccontare”.
Chi pensava che Lex
Luthor fosse solo un supercriminale dalla mente acuta si
sbaglia: il Lex di
Nicholas Hoult che vedremo in Superman
di James
Gunn ha avuto bisogno di allenarsi. Almeno è questo
quello che l’attore ha raccontato a Michael
Rosenbaum durante un’ospitata al podcast “Inside of
You”.
Hoult ha spiegato che ha preso a
modello un passaggio di All-Star Superman, in cui Lex
Luthor parla del suo corpo e dei suoi muscoli per dire se sono o
meno frutto del lavoro e del sudore e sembra che l’attore abbia
preso sul serio quella parte. Inoltre,
come abbiamo già visto, si è anche rasato la testa.
Tuttavia non è stato questo il
momento migliore dell’incontro con Michael
Rosenbaum. Hoult ha infatti confessato al collega e
grande amico di James Gunn che il suo Lex di Smalville è stato il
primo che lui abbia mai conosciuto. “Sono cresciuto con
Smallville, avevo 11 o 12 anni” ha spiegato
Nicholas Hoult. “Era una serie che amavo, è stata
la prima con cui ho conosciuto la storia di Superman e
Lex.” Per poi dilungarsi in una serie di complimenti per
l’interpretazione di Luthor offerta da
Rosenbaum nella serie al fianco di Tom
Welling.
Cosa sappiamo sul nuovo
Superman?
Superman avrà
come protagonisti anche Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e
Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a
Isabela Merced nel
ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister
Terrific, Nathan Fillion in
quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in
quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara
Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di
Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato
scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche
i membri della squadra di antieroi The Authority e
María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata
scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si
dice anche che la Supergirl di Milly
Alcock farà il suo debutto prima del suo film su
Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora
stato confermato.
Non sappiamo ancora con esattezza
come questi altri supereroi si inseriranno nella storia, ma
James Gunn ha precedentemente rivelato che la
doppia vita di Superman
Anche se generalmente la trilogia
prequel di Star
Wars non è amata quanto la prima originale dai fan
della prima ora del franchise, ci ha pur sempre regalato la
performance di Ewan McGregor nei panni di Obi-Wan Kenobi da padawan e poi da
giovane maestro Jedi.
Ebbene, l’attore ha trovato il modo
di raccontare quale è stato il peggior momento della sua vita sul
set di Star Wars e il video in cui lo fa è diventato virale su
TikTok.
Il racconto di
Ewan McGregor si sofferma nel descrivere una delle
scene più importanti della trilogia, la conclusiva consegna del
neonato Luke a suo zio Owen. Ebbene, complice una scenografia
completamente fatta di green screen, il racconto di McGregor è
esilarante e il suo stato d’animo in quel momento deve davvero
essere stato bizzarro, dal momento che si aspettava di dover
recitare una grande scena e aveva invitato i suoi amici sul
set.
Nonostante la spudorata CGI, c’è da
dire che la scena conclusiva di La Vendetta dei Sith è comunque
molto emozionante e evocativa, ed è entrata nell’immaginario
collettivo, così come quella del giovane Luke che guarda il
tramonto binario su Tatooine.
Abbiamo rivisto da poco Ewan McGregor nei panni del cavaliere Jedi
nella serie per Disney+Obi-Wan
Kenobi. Nonostante delle recensioni non proprio
entusiastiche, la piattaforma sta valutando l’idea di una seconda
stagione che avrebbe il sostegno del protagonista.
Michael Burns,
vicepresidente della Lionsgate, ha rivelato che la casa di
produzione è al lavoro sull’espansione del franchise di
John Wick. “Penso che prenderemo uno dei nostri grandi
franchise d’azione con
Keanu Reeves, penso che sarà una serie televisiva”. Ha
spiegato in occasione di una conferenza stampa.
Keanu Reeves ha interpretato l’eroe d’azione in
quattro film, usciti tra il 2014 e il 2023. Inoltre, il franchise è
stato già arricchito da The Continental, una serie presentata in
anteprima su Peacock e disponibile in Italia su
Prime Video.
La nuova serie di John Wick,
confermata da Deadline, sarà il prequel The Continental, che consisteva in tre film da
un’ora e mezza. “Abbiamo finito per stringere un accordo a
breve termine su quello show con Peacock e Amazon”, ha detto
Burns riguardo all’evento in tre parti, che ha debuttato a
ottobre.
I quattro film di John
Wick fino ad oggi hanno incassato più di 1 miliardo di
dollari al botteghino globale. In arrivo c’è anche Ballerina,
uno spin off del film, che vede protagonista Ana de Armas.
La Lionsgate sta
espandendo il
franchise di Twilight con una nuova serie
animata. Michael Burns, vicepresidente della
Lionsgate, ha condiviso la notizia durante una conferenza stampa di
Morgan Stanley, rivelando: “Usciremo con la
serie ‘Twilight’, una serie animata, penso che ci sarà molto
interesse per questo progetto.”
La serie animata sarebbe basata
sull’omonima serie di libri di Stephanie Meyer,
precedentemente adattata in un franchise cinematografico, con
Kristen
Stewart, Robert
Pattinson e Taylor
Lautner.
Ci sono stati quattro romanzi della
serie – “Twilight”, “New
Moon”, “Eclipse”
e “Breaking Dawn” – pubblicati tra il 2005 e il 2008. Nel 2015,
Meyer ha pubblicato il libro “Life and Death: Twilight Reimagined”,
che racconta la storia scambiando i due personaggi principali,
Bella e Edward. Infine, nel 2020, Meyer ha pubblicato “Midnight
Sun”, che raccontava la storia del primo libro dal punto di vista
di Edward invece che da quello di Bella.
La serie cinematografica, conosciuta
collettivamente come “The Twilight Saga”, comprendeva cinque film
(il libro “Breaking
Dawn” è stato diviso in due) usciti tra il 2008 e il 2012. I
cinque film di “Twilight” hanno incassato oltre 3 miliardi di
dollari al cinema. box office globale in totale.
Sul palco della conferenza di
Morgan Stanley Technology, Media, and
Telecom a San Francisco, Bob Iger CEO di
Disney ha parlato di ciò che stava facendo per correggere la rotta
dello STUDIOS che è tornato a dirigere.
“Devi uccidere le cose in
cui non credi più“, ha detto, “e non è facile perché o hai
iniziato, o hai dei costi irrecuperabili, o è una relazione con i
tuoi dipendenti o con la comunità creativa.”
Bob Iger non
ha dichiarato i titoli di quali progetti sono stati accantonati e
ha continuato: “Devi fare quelle scelte difficili. In realtà
abbiamo fatto quelle chiamate difficili. Non siamo stati così
pubblici a riguardo, ma abbiamo già eliminato alcuni progetti, che
semplicemente non ritenevamo fossero abbastanza
forti”.
Il dirigente è noto per i
suoi forti rapporti con i talenti a Hollywood e ha affermato di
aver trascorso del tempo con i registi dando loro “i suoi appunti”
e chiedendo loro di guardare i film più volte prima del rilascio
per garantire che lo studio mantenga il suo standard di
eccellenza.
La scorsa settimana la Disney
ha annunciato che Sean
Baileyavrebbe lasciato la
carica di presidente degli studi cinematografici e sarebbe stato
sostituito dall’ex co-presidente della Searchlight
PicturesDavid Greenbaum mentre Bob
Iger tentava di rimescolare le carte all’interno del team
esecutivo e riavviare lo studio cinematografico.
Dopo che The Marvels ha
incassato poco più di 200 milioni di dollari in tutto il mondo lo
scorso anno – in calo dell’81% rispetto al botteghino di 1,1
miliardi di dollari dell’originale Captain Marvel del
2019 – e Ant-Man
And The Wasp: Quantumania ha deluso
con 476 milioni di dollari in tutto il mondo, Iger ha messo in
discussione il concetto secondo la quale “il pubblico sarebbe
stanco dei film di supereroi e franchise”.
I buoni film, ha detto,
attirano la gente al cinema e ha citato come esempio il
candidato all’OscarOppenheimer
della Universal.
Bob Iger ha
sottolineato che non è un caso che i primi 33 film dei
Marvel Studios abbiano prodotto quasi
30 miliardi di dollari al botteghino globale. Il programma dei
Marvel Studios è stato
ridotto e ha detto di sentirsi bene con la squadra. L’unica
uscita di supereroi dello studio quest’anno è
l’atteso Deadpool &
Wolverine, la cui uscita
è prevista per il 26 luglio negli Stati Uniti e nel Regno
Unito.
Bob Iger ha
anche fatto riferimento alla lotta per procura in corso con gli
investitori attivisti Nelson Peltz di Trian
Partners e Blackwells Capital e ha detto che stava
cercando di non lasciarsi distrarre dalla questione.“Sto lavorando davvero duramente per non lasciare che
questo mi distragga perché quando mi distraggo, tutti quelli che
lavorano per me si distraggono e non è una buona cosa“, ha
detto.
Gli investitori attivisti
sono in lizza per un posto nel consiglio di amministrazione e hanno
pubblicato un libro bianco sulla governance aziendale di Disney
chiedendo tagli, azioni urgenti sul business della TV lineare e la
necessità di unire Disney+ e Hulu.La
questione dei posti nel consiglio sarà determinata durante
l’assemblea generale annuale della Disney il 3 aprile.
Quante sfumature esistono
dell’amore? Se lo chiede anche il regista belga Fabrice du Welz, che
con i suoi film ha in particolare esplorato gli aspetti più
orrorifici di questo sentimento e di ciò che in suo nome si è
capaci di compiere, specialmente quando per determinati individui
si manifesta l’impossibilità di possedere del tutto la persona
amata. Un tema, quello della follia che corrompe l’amore, che il
regista ha affrontato con la cosiddetta Trilogia delleArdenne, composta dai film Calvaire (2004),
Alleluia (2014) e Adorazione (2019). Trilogia che
diventa però ora quadrilogia con il suo ultimo lungometraggio
Inexorable, realizzato nel 2021.
Ricorrente in questi film è un
personaggio di nome Gloria, che in Inexorable diventa
l’incarnazione di tutti questi sentimenti e temi che al regista
interessa esplorare e il film in sé si dimostra un solido thriller
capace di incuriosire, affascinare, sedurre e terrorizzare, fino al
suo scioccante finale, presentando anche alcune dinamiche che
richiamano al film premiato agli Oscar Parasite.
Apprezzato da critica e pubblico ma passato in sordina, grazie ora
al suo passaggio televisivo è possibile riscoprire
Inexorable ed unirsi al regista nel suo riflettere sulle
perversioni dell’amore e dei confini oltre cui non si può più
parlare di tale sentimento, essendo sfociati in ben altro.
Per gli appassionati del genere, si
tratta dunque di un titolo da non lasciarsi sfuggire, che grazie ai
suoi colpi di scena e alla sua atmosfera di tensione offre una
visione difficile da dimenticare. In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative
a Inexorable. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Inexorable
Protagonista del film è
Marcel Bellmer, uno scrittore egocentrico e
mendace che, dopo aver pubblicato un romanzo di
successo, Inexorable, fatica a trovare l’ispirazione
per continuare a scrivere. Per cercare di superare questo
fastidioso blocco, l’uomo decide allora di trasferirsi insieme alla
moglie e alla figlia in una grande abitazione di famiglia da poco
ereditata, che si trova in aperta campagna. Qui, nella pace
dell’ambiente naturale, Marcel spera di trovare nuove ispirazioni.
Le sue speranze verranno esaudite in modo imprevisto, quando nella
sua vita comparirà Gloria, una misteriosa ragazza
che sembra celare dei segreti capaci di porre a rischio gli
equilibri all’interno della famiglia.
Ad interpretare Marcel vi è l’attore
Benoît Poelvoorde, noto per aver recitato in film
come Dio esiste e vive a Bruxelles, 7 uomini a mollo e Una famiglia in affitto.
Accanto a lui, nel ruolo della moglie Jeanne vi è invece l’attrice
Mélanie Doutey, anche lei vista in
7 uomini a molloma anche nella serie Le 7
vite di Léa. L’attrice Alba Gaïa Bellugi,
invece, ricopre qui il ruolo di Gloria. Classe 1995, Bellugi ha
recitato in Quasi amici, nel film italiano La stoffa dei sogni e nella serie Into the
Night. Completano il cast l’attrice Janaina
Halloy nel ruolo di Lucie, figlia di Marcel e
Jeanne, Anaël Snoek in quelli di Paola e
Sam Louwyck in quello di Harry Ledoux.
La spiegazione del finale di Inexorable
Come anticipato, la tranquillità
della famiglia Bellmer viene messa a dura prova dopo che la giovane
Gloria riesce a farsi assumere presso di loro come addetta alle
pulizie della villa. Inizialmente affabile e di buoni modi, Gloria
piano piano manifesterà sempre più comportamenti strani, facendo
emergere degli evidenti legami passati con Marcel. Cercando di
capire cosa lo lega a quella giovane che è convinto di non aver mai
visto prima, lo scrittore scoprirà che si tratta di una figlia
avuta da una precedente relazione. Tuttavia la cosa si complica in
quanto Gloria prova anche una forte attrazione per quello che è
dunque suo padre.
Tanta è la sua determinazione che
arriverà anche a compiere un gesto incestuoso, scoperto poi dalla
moglie di Marcel. A quel punto diventa sempre più evidente un
intento distruttivo della giovane nei confronti della famiglia
Bellmer. Nel finale, dunque, Marcel e Gloria si uccidono a vicenda
e la loro morte appare l’unica e inesorabile soluzione
possibile per quel loro rapporto. Così facendo, però, la ragazza di
fatto ottiene ciò che desiderava, ovvero distruggere la vita e la
reputazione di quel padre amato e odiato ma anche quella di sua
moglie Jeanne, vista come un’usurpatrice. Non da ultima, quella
della piccola Lucie, la quale come Gloria dovrà crescere con
l’assenza di un padre.
Il trailer di Inexorable e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Google Play, Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 5
marzo alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Ispirato liberamente
all’autobiografia Nove vite come i gatti. I miei
primi novant’anni laici e ribelli, il film
Margherita delle stelle (qui
la recensione) porta in TV la storia di Margherita Hack, tra
le più apprezzate astrofisiche a livello internazionale e
incarnazione di una serie di valori e ideali tanto nobili quanto
troppo spesso trascurati. A dirigere questo biopic è Giulio
Base (già regista di film come Il maledetto e À la recherche), che affida a Cristiana Capotondi il ruolo della Hack,
raccontata dalla giovinezza e fino all’età adulta, ripercorrendo le
tappe più importanti della sua vita e facendone emergere l’unicità
d’animo e di pensiero.
Il film, che attinge da fonti
inedite ed esclusive, tra cui la già citata autobiografia Nove
vite come i gatti, scritta dalla stessa Hack insieme al
giornalista e divulgatore scientifico FedericoTaddia, celebra dunque le battaglie portate avanti
dall’astrofisica contro il regime fascista, contro il maschilismo
degli ambienti accademici, ma anche la sua passione per lo sport,
l’amore con il compagno di tutta una vita e il forte legame con i
genitori. Nel 2022 ricorreva il centenario dalla nascita di Hack,
motivo per cui il film a lei dedicato diventa l’occasione per
riscoprire una delle personalità che più hanno conferito prestigio
all’Italia.
Coprodotto da Rai Fiction e Minerva
Pictures e scritto da Monica
Zapelli insieme allo stesso Taddia, Margherita
delle stelle si presenta dunque come un coming of age intimo ed emozionante di una donna che è
stata, oltre che una grande astrofisica, un vero modello di
emancipazione, curiosità e autenticità. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e ad alcuni accenni sulla storia
vera di Margherita Hack. Infine, si riporterà dove e
quando poter vedere il film in TV o in streaming.
La trama e il cast di Margherita delle stelle
Il film racconta gli anni meno noti
di Margherita Hack, dall’infanzia agli anni
scolastici dove è costretta a scontrarsi con le imposizioni di un
mondo maschile e con la diffusione dell’ideologia fascista.
Margherita cerca di opporsi però a tutte le forze che le si pongono
contro, cercando di crescere mantenendo sempre quella voglia di
libertà e autonomia insegnatale dai due amorevoli genitori.
L’adolescente diventa poi la giovane donna che si innamora del
mondo delle stelle e, a dispetto di tutte le convenzioni e i limiti
posti alle aspirazioni femminili, riuscirà ad emergere in un mondo
fatto e governato da soli uomini.
Ad interpretare Margherita
Hack vi è l’attrice Cristiana Capotondi, nota per film come
Notte prima degli esami, Nome di
donna e la miniserie Le fate ignoranti. Capotondi interpreta qui la
scienziata dai suoi anni giovanili fino a quelli dell’anzianità,
sfoggiando per questi ultimi un trucco che le ha permesso di
somigliare maggiormente alla vera Hack. Nel ruolo di Aldo
de Rosa, amico e poi marito di Margherita, vi è invece
l’attore Flavio Parenti, recentemente visto anche
in La lunga notte – La caduta del Duce. Cesare
Bocci (il celebre Mimi Augello di Il commissario
Montalbano e Sandra Ceccarelli interpretano
invece Roberto e Maria Luisa Poggesi Hack, genitori di
Margherita.
La vera storia dietro Margherita delle stelle
Il film, dunque, si concentra sul
racconto dei primi anni di vita di Margherita Hack, durante i quali
si formerà come persona e svilupperà le idee che la porteranno poi
a diventare la celebrata astrofisica che oggi conosciamo. Hack, che
nasce nel 1922, anno della Marcia su Roma, consegue nel 1940 il
diploma di maturità classica, laureandosi poi in fisica cinque anni
più tardi, nel 1945 con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi,
realizzata presso l’osservatorio di Arcetri di
Firenze. Proprio in quegli anni, però, Hack si trova a
scontrarsi con le imposizioni del regime fascista, che mal vedevano
la presenza di una donna in ambienti considerati esclusivamente
maschili.
Hack dichiererà infatti di essere
stata “fascista fino al 1938, fino al giorno in cui entrarono
in vigore le leggi razziali“, momento a partire dal quale capì
che il nazionalismo professato dal partito intendeva porsi al di
sopra di tutto e tutti, cosa che non era disposta ad accettare.
Ebbe dunque numerosi scontri negli ambienti accademici, dove
dovette in più occasioni dimostrare il doppio dei colleghi uomini
per provare di meritarsi il proprio posto in quel contesto. Dopo
aver insegnato all’Università di Firenze dal 1948
al 1951, dal 1954 al 1963 passa a lavorare all’Osservatorio
astronomico di Merate e ottenendo poi nel 1964 la cattedra
di astronomia all’Università di Trieste dove
insegnerà fino al 1º novembre 1992
È stata la prima donna italiana a
dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal
1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale. Oltre al suo
lavoro di scienziata, Hack in gioventù praticò con successo la
pallacanestro e l’atletica leggera e fu campionessa di salto in
alto e in lungo in campionati universitari. Negli anni, si betté
poi per i diritti civili, da quelli per gli omosessuali a quello
per l’eutanasia e fino a quelli della vita animale. Accanto a lei,
per tutto il tempo, c’è stato il marito Aldo de
Rosa, sposato il 19 febbraio 1944 e con il quale rimase
insieme fino alla fine dei loro giorni.
Il trailer di Margherita delle
stelle e quando vedere il film su Rai 1 e in streaming su
RaiPlay
Il film è presente nel palinsesto
televisivo di martedì 5 maggio alle ore
21:25 sul canale Rai 1. Di
conseguenza, sarà poi presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Regé-Jean Page reciterà al fianco di
Michael Fassbender e Cate
Blanchett nel thriller Focus Feature Black
Bag, diretto da Steven Soderbergh.
David Koepp ha scritto la sceneggiatura con la
produzione di Casey Silver e Greg
Jacobs.
I dettagli della trama vengono
tenuti nascosti, a parte il fatto che il film viene descritto come
un thriller di spionaggio. Il mese scorso, Deadline ha dato la notizia che
Focus aveva ottenuto i diritti di Black Bag dopo
essere arrivato sul mercato e che il piano sarebbe stato di girare
questa primavera.
Dopo il suo ruolo da protagonista
nella serie di successo di NetflixBridgerton,Regé-Jean Page ha registrato un aumento di
notorietà e di prestigio legato al suo nome, tanto che in molti si
sono litigati la sua attenzione, anche se le sue scelte non hanno
rispecchiato, a oggi, questa promessa di grandezza. Oltre a
Bridgerton, è apparso di recente in
Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri della
Paramount e nel film d’azione di Netflix The Grey
Man. Attualmente è anche destinato a recitare nel
reboot di Paramount di The Saint con Doug
Liman che ha recentemente firmato per dirigere.
Dalla DreamWorks Animation arriva Il Robot
Selvaggio, il nuovo adattamento di una straordinaria opera
letteraria, l’amato e pluripremiato bestseller del New York Times
n. 1 di Peter Brown, Il Robot
Selvatico.
L’epica avventura segue il viaggio
di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un
naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad
adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente
relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta
orfana.
Il Robot Selvaggio, il poster
Il Robot Selvaggio ha per
protagonisti la vincitrice del premio Oscar® Lupita Nyong’o (Noi,
Black Panther) nel ruolo del robot Roz; il candidato agli Emmy e al
Golden Globe Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nel ruolo della volpe Fink;
la vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Campioni
di razza) nel ruolo dell’opossum Pinktail; il candidato al premio
Oscar® Bill Nighy (Living, Love Actually – L’amore davvero) nel
ruolo dell’oca Longneck; Kit Connor (Heartstopper, Rocketman) nel
ruolo dell’oca Brightbill e la candidata al premio Oscar® Stephanie
Hsu (Everything Everywhere All at Once, The
Fall Guy in uscita quest’estate) nel ruolo di Vontra, un robot
che si unirà a Roz sull’isola.
Il film si avvale anche delle voci
di Mark Hamill, icona della cultura pop e vincitore dell’Emmy Award
(Star
Wars, Il ragazzo e l’airone), di Matt Berry (What We Do in the
Shadows, SpongeBob – Il Film) e di Ving Rhames (Mission:
Impossible, Pulp Fiction), vincitore di un Golden Globe e candidato
agli Emmy.
Una storia emozionante sulla
scoperta di sé stessi, un’emozionante analisi sul legame tra
tecnologia e natura, una commovente esplorazione di cosa significhi
essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.
Il Robot Selvaggio è scritto e
diretto dal pluricandidato all’Oscar® Chris Sanders – sceneggiatore
e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch di Disney
Animation Studios – ed è prodotto da Jeff Hermann (Baby Boss 2 –
Affari di famiglia della DreamWorks Animation; co-produttore del
franchise Kung Fu Panda).
Il robot selvatico di Peter Brown,
romanzo illustrato per ragazzi pubblicato per la prima volta nel
2016, è diventato un fenomeno, balzando al primo posto della
classifica dei bestseller del New York Times. Il libro ha poi
ispirato una trilogia che ora comprende La fuga del robot selvatico
e The Wild Robot Protects. Il lavoro di Brown sulla serie Il robot
selvatico e sugli altri suoi bestseller gli è valso un Caldecott
Honor, un Horn Book Award, due E.B. White Awards, due E.B. White
Honors, un Children’s Choice Award come illustratore dell’anno, due
Irma Black Honors, un Golden Kite Award e un New York Times Best
Illustrated Book Award.
Da quando nel 2013 è stata
protagonista di La vita di Adele, l’attrice francese
Adèle Exarchopoulos è divenuta sempre di più una
delle nuove stelle della recitazione francese. Già in quell’intenso
film lasciava trasparire tutta la sua capacità di mettersi al
servizio di un personaggi complesso, tormentato ed emotivamente
intenso, conferendogli una naturalezza disarmante. Nel tempo
l’attrice ha riproposto queste sue qualità, maturando come
interprete e guadagnando continuamente consensi.
Adèle Exarchopoulos: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. L’attrice intraprende la propria carriera nel mondo
del cinema recitando in film come Boxes (2006), I
ragazzi di Timpelbach (2008) e Vento di
primavera (2010). È poi con il film La vita
di Adele (2013) che si consacra a livello internazionale e
in seguito a quel titolo reciterà in Il tuo
ultimo sguardo (2016), di Sean Penn, Quattro vite (2016),
Le Fidèle – Una vita al massimo (2017), Nureyev – The
White Crow (2018), Sybil – Labirinti di donna (2019),
Mandibules – Due uomini e una mosca (2020), Generazione Low Cost (2021), Passages
(2023), Le ladre (2023), The Animal Kingdom (2023) e Je voirai toujours vos
visages (2023).
2. Ha
preso parte anche a prodotti televisivi. Oltre a recitare
per il cinema, Exarchopoulos si è concessa anche qualche incursione
nella televisione. Agli inizi della sua carriera, nel 2006, ha
infatti recitato in un episodio della serie R.I.S. Police
Scientifique, mentre nel 2020 è stata tra le protagoniste
delle serie Le Flamme e Le Flambeau, les aventuriers
de Chupacabra. Nel 2023 è stata tra i concorrenti della terza
stagione della versione francese di LOL: Chi ride è
fuori!, venendo però eliminata per terza.
Adèle Exarchopoulos
in La vita di Adele
3. È spesso stata un
tutt’uno con il personaggio. Buona parte delle riprese
dedicate ad Adèle Exarchopoulos che sono state utilizzate
in La
vita di Adele sono in realtà dell’attrice quando non era
nel suo personaggio. La telecamera la riprendeva infatti anche in
momenti di pausa, mentre mangiava e persino quando dormiva sul
treno mentre si recavano sul set. D’altronde, la stessa attrice ha
raccontato che uno dei motivi per cui ha ottenuto il ruolo in
seguito al provino è per il modo in cui mangia e che dunque c’è
molto di lei nel personaggio. Il nome del suo personaggio è stato
anche cambiato da Clementine (come è nella grafic novel da cui è
tratto il film) ad Adèle.
4. Ha stretto un ottimo
legame con la sua co-protagonista. Adèle Exarchopoulos e
Léa
Seydoux hanno dichiarato di aver riso e scherzato
molto durante le riprese delle scene di sesso, cosa che le ha
aiutate a sciogliersi e a sentirsi più a proprio agio l’una con
l’altra. Le due hanno così sviluppato un ottimo legame, che ha però
portato anche all’emergere di alcune voci secondo cui tra loro ci
fosse una relazione. Sia Léa Seydoux che Adèle Exarchopoulos hanno
però poi dichiarato che la relazione dei loro personaggi non ha un
corrispettivo nella realtà, ma che si considerano molto amiche.
5. Si è espressa a favore
delle scene di sesso. Come noto, le scene di sesso in
La vita di Adele hanno generato diverse polemiche e la
stessa Seydoux le ha giudicate eccessive. Exarchopoulos, però, non
è di questo parere. “Tutti facciamo sesso, è come una droga,
tutti lo amano. Dovevamo mostrare come fare l’amore con qualcuno
sia viscerale. Dovevamo trasmettere quanto di te stesso metto in
quest’atto. Così abbiamo scelto di mostrare a tutti l’emozione che
si cela dietro la scoperta della propria sessualità. Siamo adulti,
quindi andiamo. È finzione, è cinema. Non capisco il
problema”, ha affermato l’attrice.
Adèle Exarchopoulos in Le ladre
6. Si è esercitata per una
scena in particolare. Nel film del 2023 Le ladre, disponibile su Netflix, Exarchopoulos interpreta Alex, la socia di
una criminale decisa a ritirarsi da quel mestiere, non prima però
di aver compiuto un ultimo colpo. Per questo film, l’attrice si è
dovuta prepare fisicamente ad una serie di sequenze complesse, tra
cui una scena di lotta sulle note della musica classica di Strauss,
scena che è anche un chiaro riferimento a quella della lotta nel
casinò abbandonato nel film Arancia meccanica.
Adèle Exarchopoulos in Passages
7. Ha accettato di recitare
nel film senza neanche aver letto la sceneggiatura. Nel
2023 l’attrice ricopre il ruolo di Agathe, che si ritrova coinvolta
in un triangolo amoroso nel film Passages, diretto da
Ira Sachs. Nel corso di un’intervista ha
raccontato di aver accettato la parte senza neanche il bisogno di
leggere prima la sceneggiatura. Ha infatti incontrato il regista
per un caffè e in seguito alla sua sola spiegazione del progetto
l’attrice si è detta così affascinata e coinvolta dalle parole di
Sachs da aver subito dato la propria disponibilità a recitare nel
film.
Adèle Exarchopoulos è su Instagram
8. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 2
milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre
400 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
Adèle Exarchopoulos e la sua vita
privata: Doums e il figlio
9. Ha avuto un figlio da un
noto rapper. L’attrice ha avuto una relazione a partire
dal 2016 con il rapper francese Mamadou Coulibaly, noto come
Doums, membro del gruppo collettivo hip hop
francese L’entourage. I due hanno poi avuto un figlio, nato nel
2017, ma in quello stesso anno si sono anche separati. In
precedenza, dal 2012 al 2015 ha avuto invece una relazione con
l’attore Jérémie Laheurte, conosciuto sul set di
La vita di Adele. Ad oggi non è noto se l’attrice sia
single o meno.
Adèle Exarchopoulos: età, altezza e origini dell’attrice
10. Adèle
Exarchopoulos è nata a Parigi il 22 novembre del 1993.
L’attrice è alta complessivamente 1,73 metri. È iglia di Didier
Exarchopoulos, un insegnante di chitarra di origine greca da parte
di padre, e di Marina Niquet, un’infermiera. Ha due
fratelli minori, Baptiste ed Émile.
Margherita Hack ci ha lasciati il 29
giugno 2013, ma il 12 giugno 2022 ricorrevano i cento anni dalla
sua nascita, e in occasione di quella ricorrenza nasce il film
Margherita delle stelle, affidato dalla Rai a
Giulio Base – e a una “squadra molto importante”,
come la definisce Maria Pia Ammirati direttrice di Rai Fiction – e
dal 5 marzo disponibile in prima serata su Rai 1 e su RaiPlay.
A riportare in vita la
grande astrofisica italiana c’è Cristiana Capotondi, da poco apparsa sul
grande schermo con Alessandro Siani e nel
televisivo Le fate ignoranti, che qui troviamo
accompagnata da Cesare Bocci, Sandra Ceccarelli e
Flavio Parenti in alcuni ruoli chiave di questo
“ritratto intimo” e personale di colei che ancora oggi dovrebbe
essere un modello per tutti, di emancipazione, coraggio, libertà di
pensiero e impegno civile. Come dimostrano le sue parole, oggi più
che mai valide e attuali: “Cerchiamo di vivere in pace,
qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della
nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a
tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni
forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la
guerra“.
Margherita delle stelle, la trama
Come si vede sin dalle
prime scene del film, nelle quali ci viene presentata la piccola
Margherita (interpretata da Sveva Zalli), autonoma
e curiosa sin da bambina e sostenuta da due genitori
straordinariamente anticonformisti (Bocci e Ceccarelli) che le
insegnano la libertà di scegliere e di opporsi a certi dogmi dalla
società, primi fra tutti quelli dell’oppressiva ideologia fascista.
Vegetariana, amante dello studio e della natura, Margherita cresce
fuori dagli schemi, diversa, per modo di vestire e di pensare, da
tutte le sue coetanee, anche quando, liceale, alza la voce contro
l’espulsione di una insegnante ebrea dal proprio istituto,
rischiando di subire la stessa sorte. Ma sono anche gli anni della
scoperta dello sport agonistico, altra sua grande passione, della
scoperta delle stelle e del ritorno del piccolo Aldo (Parenti),
ormai cresciuto e con il quale nasce un legame che li unirà – anche
in matrimonio – fino alla morte. E che la accompagnerà nelle
successive tappe della sua vita, sempre affrontate con coraggio e
indipendenza, che l’hanno portata a emergere in un mondo fatto e
governato da soli uomini, grazie alle sue forza di volontà e
competenza, che da fenomenale ricercatrice l’hanno fatta arrivare
al centro Astronomico di Merate, dominato da dinamiche baronali e
maschiliste, e diventare la prima donna a dirigere l’Osservatorio
Astronomico di Trieste.
Margherita Hack, stella polare
Già protagonista di
documentari e imperdibili interviste (disponibili su RaiPlay, oltre
che su YouTube), Margherita Hack continua a essere un raro esempio
di libertà e onestà intellettuale, oltre che di tenacia.
Caratteristiche che insieme allo studio indefesso e a una
incrollabile forza di volontà l’hanno resa la donna corretta,
indipendente e geniale che non poteva che meritare un ulteriore
approfondimento. Che in questo caso si ispira – “liberamente” al
libro “Nove vite come i gatti” scritto dalla stessa Hack con
Federico Taddia, dal quale Monica Zapelli ha tratto la
sceneggiatura di quello che si configura come vero e proprio
romanzo di formazione, un coming of age che sceglie di
raccontare Margherita più che la Professoressa Hack, non a caso
partendo dalla sua infanzia e adolescenza.
Una missione, in un certo
senso, dalla valenza educativa più auspicata che dichiarata, ma che
della unicità del singolarissimo personaggio fa il suo principale
punto di forza. Una chiave perfetta per raccontare la possibilità
di non piegarsi alle barbarità – passate e presenti – della nostra
società, senza abbandonarsi alla pigrizia (non solo mentale) o
cedere al sopruso, che vive della simpatia e delle conquiste della
protagonista, encomiabilmente interpretata da una Cristiana
Capotondi resa dal trucco quasi più credibile come Margherita
adolescente che con il doppio mento e i capelli grigi. Elementi che
sicuramente hanno pesato sul ritorno di Giulio Base alla produzione
televisiva dopo più di dieci anni e dopo l’ultimo À la
recherche presentato alla Festa del Cinema di Roma, ma che non
possono non averlo condizionato – e in definitiva frenato – nella
sua intenzione di realizzare un “racconto poco ortodosso, poco
lineare, poco scontato” e capace di emozionare.
Margherita delle stelle, da vedere
Compito non semplice,
d’altronde, dovendo selezionare ampiamente tra i tanti momenti
fondanti di una vita come quella della Hack e gli episodi più
rappresentativi e coerenti con la storia di empowerment femminile,
ma non priva di leggerezza, che si puntava a costruire. Nella quale
sono sorprese positive gli inserimenti di materiale di repertorio e
foto d’epoca, ma che procede spesso per tappe fin troppo sintetiche
e affrettate. Che nulla tolgono al valore di testimonianza e
dell’operazione in generale, ma che non riescono a far dimenticare
l’origine celebrativa della stessa e a toccare le corde
sperate.
Kevin Spacey apparirà nei panni di un
personaggio chiamato “Il Diavolo” nel thriller psicologico di
Massimo Paolucci, The Contract,
di cui si sono appena concluse le riprese principali a Roma. Il
film in lingua inglese, descritto come avente una trama simile a
Angel Heart di Alan Parker e
L’avvocato del diavolo di Taylor
Hackford, vede nel cast anche Eric
Roberts e Vincent Spano. Kevin Spacey è arrivato a Roma lo scorso
dicembre per girare il film.
La carriera della star di
House of Cards è implosa a causa delle accuse di
cattiva condotta sessuale nel 2017, ma da allora è stato ritenuto
non responsabile in una causa intentata nell’ottobre 2022
dall’attore di Star Trek: Discovery Anthony Rapp
ed è stato dichiarato non colpevole in un processo per aggressione
nel luglio 2023 nel Regno Unito. Presto tornerà sugli schermi
cinematografici statunitensi con il thriller indipendente
Peter Five Eight, interpretato anche da
Rebecca de Mornay, che uscirà negli Stati Uniti in
versione limitata il 22 marzo. Il film segna il primo ruolo da
protagonista di Spacey da quando è stato prosciolto dal processo di
Londra.
In The Contract,
Spacey interpreta un personaggio chiamato “Il Diavolo”, che secondo
la dichiarazione è in qualche modo simile al ruolo di Al
Pacino in L’avvocato del diavolo, in cui
interpreta Satana che assume le sembianze di un avvocato umano, e a
quello di Robert De Niro in Angel
Heart, un uomo d’affari satanico che assume uno squallido
detective privato per scendere all’inferno. I produttori
Massimiliano Caroletti e Sandro
Lazzarini hanno detto di aver “corteggiato” Spacey per
otto mesi per convincerlo a interpretare il ruolo.