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Benedetta Rossi: intervista alla doppiatrice di Kina e Yuk alla scoperta del mondo

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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Benedetta Rossi che ha prestato la sua voce per doppiare uno dei protagonisti di Kina e Yuk alla scoperta del mondo.

In Kina e Yuk alla scoperta del mondo Kina e Yuk sono una coppia di volpi polari pronte a mettere su famiglia e vivono serenamente fra i banchi di ghiaccio del Canada. La temperatura, però, è anormalmente mite e il cibo scarseggia, costringendo Yuk ad avventurarsi sempre più lontano per cacciare. Quando, all’improvviso, un terribile suono causato dallo scioglimento dei ghiacci sconvolge il maestoso panorama e separa le due volpi, ognuna isolata su un pezzo di ghiaccio. Dovranno affrontare molti pericoli ed esplorare nuovi territori nella speranza di ritrovarsi in tempo per la nascita dei loro piccoli.

Il Piccolo Principe di Shangri-La, presentato il nuovo film di Mad Entertainment e Alessandro Rak

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Mad Entertainment e Alessandro Rak ancora insieme su un nuovo film d’animazione, Il Piccolo Principe di Shangri-La, il cui progetto viene presentato oggi, 6 marzo, al Cartoon Movie di Bordeaux – l’evento di coproduzione e pitching per lungometraggi d’animazione europei.

Dieci anni dopo il film “L’arte della felicità” vincitore dell’EFA European Film Award e dopo “Gatta Cenerentola”, Mad Entertainment, la factory napoletana di Luciano Stella, Maria Carolina Terzi, Carlo Stella e Lorenza Stella, punto di riferimento per l’animazione in Italia, è nuovamente accanto ad Alessandro Rak per la realizzazione di un film d’animazione ispirato alle vite straordinarie dell’esploratrice Alexandra David-Neel e Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama. «Un viaggio bambino alla ricerca di una spiritualità perduta o nuova, per salvare il mondo adulto dall’alienazione». Alessandro Rak

Il Piccolo Principe di Shangri-La, la trama

Esiste un Regno dello Spirito chiamato Shangri-La. Questa terra è sotto l’assedio delle forze di un Oscuro Signore che vuole insidiarne il Trono. Ora che il Kundun, l’anima luminosa che illumina il cammino dell’umanità, è morto, la fine del Regno dello Spirito sembra ineluttabile. Cosa possono fare due bambini ed un anziano monaco per salvare l’antica anima del mondo? Unire le forze e mettersi sulle tracce di un Piccolo Principe che riporti la luce perduta.

Los Colonos, recensione del film di Felipe Gálvez Haberle

Los Colonos, recensione del film di Felipe Gálvez Haberle

Dopo il passaggio nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2023, Los Colonos di Felipe Gálvez Haberle approda su MUBI dal 7 marzo. Il debutto al lungometraggio del regista cileno assume i contorni di un’epopea western su una Patagonia lasciata all’avidità e alla legge del più forte, in dialogo con altre pellicole che hanno rivisitato il genere cinematografico primordiale, mettendo al centro gli oppressi, come il recente Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e Jauja di Lisandro Alonso (2014).

Los Colonos, la trama: il western si trasferisce in Cile

L’azione si svolge nella Terra del Fuoco, nel 1901, e fa riferimento al prolungato e atroce genocidio del popolo Selknam, conosciuti anche come Ona. Si dice che quando i bianchi si insediarono ci fossero circa 4.000 Ona; all’inizio del XX secolo ne erano rimasti solo 783, quasi tutti rifugiati nelle missioni salesiane con a capo il monsignor Giuseppe Fagnano.

La storia di Los Colonos, divisa in capitoli che danno una progressione all’azione, ruota attorno a uno spietato amministratore di terre (Alfredo Castro) che arruola i servizi di un militare scozzese dalla dubbia fedina penale (Mark Stanley) per sterminare le popolazioni native della zona, i Selknam. Con altri due uomini, un texano e un meticcio (Benjamin Westfall e Camilo Arancibia), parte la spedizione, che dal Cile si dirige verso l’Argentina, dove il confine geografico è impreciso, ma non la proprietà della terra. Questo incontro con la rappresentazione dell'”essere nazionale” insediato in un avamposto con più dubbi che certezze dà vita a un brutale ritratto storico, in cui l’esperto Francisco Moreno (Mariano Llinás) cerca di segnare i limiti geografici. Gálvez Haberle sposta poi la narrazione a sette anni dopo, quando un inviato del presidente Montt arriva a Chiloé per indagare sullo sterminio.

Un viaggio classico, ma in territori inesplorati

Los Colonos ritrae con l’epica western l’altra faccia che l’immaginario cinematografico nascondeva nell’avanzata civilizzatrice dell'”uomo bianco”. Siamo di fronte a un western classico con tocchi modernisti, vicino ai famosi “anti-western” che pullulavano negli anni ’60 e ’70 e che registi come Kelly Reichardt (Meek’s Cutoff- Il sentiero di Meek ) o lo stesso Lisandro Alonso hanno recentemente recuperato in Jauja: sostanzialmente, l’opera prima del cileno Felipe Gálvez scommette su un viaggio classico del cinema western, solo raccontato da un’altra prospettiva, luogo e circostanza.

Los Colonos conduce la sua missione western attraverso una serie di forti scene di violenza nelle fasi successive, che si allontano dal senso di leggerezza per inserire i personaggi in zone sempre più cupe. Con il passare del tempo,  questi dovranno anche confrontarsi tra loro, poiché le loro differenze iniziano a diventare sempre più evidenti, e si troveranno di fronte a un altro tipo di ferocia, quella degli affari “interni”.

Los Colonos (2023)
Fonte: The Movie Database

Colonos come Conquistadores

Il regista Felipe Gálvez intreccia personaggi reali e di finzione, al suo debutto alla regia dopo quindici anni di lavoro come montatore, in questo pluripremiato western patagonico sul genocidio dei Selknam come fondamento della civiltà cilena, quasi fosse una risposta sudamericana al recente Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.

Quello che Gálvez realizza è una durissima critica allo sterminio dei popoli nativi, sugli abusi del capitalismo e sull’enorme controllo della terra detenuto da pochi gruppi e famiglie, senza parlare troppo direttamente di questi temi. Nel modo in cui Menéndez si comporta, nel modo in cui i militari, gli ufficiali e gli esploratori avanzano su tutto e tutti come se fossero proprietari di ogni centimetro che calpestano e delimitano, Los Colonos racconta la storia crudele delle origini di un Paese (o due, forse) segnato dalla violenza fisica, politica ed economica.

In Los Colonos, la violenza e il dolore sono sussurrati

Gálvez ha il senso, l’eleganza e l’intelligenza di suggerire più di quanto mostri: è chiaro che avvengono atrocità di ogni tipo, ma sono intuite, viste in lontananza, comprese attraverso certi dialoghi (sempre in nome del “progresso”). Gli esterni della natura incontaminata del sud del Cile e dell’Argentina sono talmente mozzafiato che non c’è modo per Gálvez e il suo direttore della fotografia Simone D’Arcangelo di evitare di indulgere in certi preziosismi, ma l’esperienza sensoriale – un lavoro sonoro straordinario e le musiche di Harry Allouche – è coinvolgente e impressionante.

Attraversando i paesaggi della Terra del Fuoco, Felipe Gálvez attraversa anche buona parte della biografia del genere: dalla laconica crudeltà del western di serie B alla sua revisione europea, passando per la violenza senza alibi di Nessuna pietà per Ulzana e gli scenari astratti di Jauja. In questo road movie a cavallo, con protagonisti due malviventi e un testimone silenzioso, un meticcio complice della follia del loro viaggio, tutti questi riferimenti permeano, senza farsi notare, le sue immagini in modo tanto energico quanto inquietante. C’è decisamente qualcosa di horror in questo film, come se fosse una versione politica di Bone Tomahawk di S. Craig Zahler con la poetica ruvida e tagliente di Cormac McCarthy.

Un altro ferragosto: recensione del sequel di Paolo Virzì

Un altro ferragosto: recensione del sequel di Paolo Virzì

Che Paolo Virzì sia diretto erede di Risi, Comencini, Monicelli e De Sica è chiaro sin da quando nel 1996, al suo secondo lungometraggio, il regista presentò Ferie d’agosto, una tipica commedia di costume diventata ben presto un cult del genere che si guadagnò all’epoca persino un David di Donatello. Circa trent’anni dopo aver fotografato un’Italia divisa in due dalle ideologie politiche, Virzì torna a Ventotene, la così detta isola di confino, per girarne il sequel, Un altro ferragosto, in cui l’amara consapevolezza che niente rispetto ad allora sia cambiato, ma potremmo dire peggiorato, fa da sfondo a una collettività oramai segnata – definitivamente – dalla disillusione, dall’infelicità e dalla pochezza d’animo.

E se il presente è scoraggiante, conferma di una società oramai spenta e povera di spirito, e il futuro prospettato all’orizzonte non fa che sbiadirsi davanti agli occhi, guardare al passato, a quei tempi in cui credere fermamente nelle proprie idee era la spinta motrice per andare avanti e sperare in un domani migliore, è tutto quello che resta. Almeno a Sandro, che per tutto il tempo non farà altro che immaginare di parlare con Pertini, Spinelli, Colorni, Rossi, abbracciando quella Resistenza di cui si è sempre sentito partecipe, e la cui memoria vuole conservare. Un altro ferragosto è scritto a sei mani mani dai due fratelli Virzì e Francesco Bruni, e vede il ritorno di quasi tutti i personaggi di Ferie d’agosto, più qualche new entry di assoluto spessore come Emanuela Fanelli, Christian De Sica e Vinicio Marchioni. Distribuito da 01 Distribution arriva nelle sale dal 7 marzo.

Un altro ferragosto, la trama

Ventotto anni dopo quell’incontro avvenuto a Ventotene in un caldo mese di agosto, le famiglie Molino e Mazzalupi tornano sull’isola ognuna per scopi differenti. La prima arriva per una reunion organizzata da Altiero, figlio di Sandro e Cecilia, il quale decide di far tornare tutti i familiari (e gli amici) in quel luogo tanto amato e caro al padre che è in punto di morte. Dall’altra parte, invece, i Mazzalupi sono in procinto di festeggiare le imminenti nozze di Sabrina, figlia di Ruggero (oramai defunto) e Luciana, ora diventata un’influencer seguita, e il coatto e sterile Cesare (Vinicio Marchioni), che le fa da manager. A Ventotene c’è tanto fermento per il matrimonio di questa coppia, eppure la zia Marisa – sbarcata con un nuovo compagno, l’imprenditore Pierluigi Nardi Masciulli (Christian De Sica) – non vede di buon occhio la loro relazione, soprattutto perché nell’uomo che la nipote ha scelto ha intercettato una persona vile e pressappochista. L’organizzazione dell’evento tanto atteso dalla famiglia Mazzalupi da un lato e la malattia di Sandro dall’altro (che sull’isola non farà altro che pensare a come tutelarne la memoria storica) creerà nuovi attriti e litigi che porteranno i personaggi a molte nuove consapevolezze.

Un altro ferragosto film

Fra passato, presente e… futuro

Con Un altro ferragosto Virzì riparte da quelle due famiglie che erano l’una l’antitesi dell’altra, così diverse ma anche così simili nel loro essere irrisolte, che su Ventotene si scontrarono con veemenza. Con ironia pungente il regista ci mette davanti a un drammatico dipinto della nostra realtà, sfruttando ancora una volta le vite piene di tristezza, sconfitte e incomunicabilità dei Molino e dei Mazzalupi, gruppi politicamente agli antipodi ma umanamente più vicini di quanto loro possano credere, e nel farlo inserisce elementi contemporanei che rendono il racconto al passo con questi nostri brutti tempi.

Non sono cambiati più di tanto i due nuclei familiari, né sono mutate le cause dei loro dissapori, ma rispetto al 1996 qualcosa si è aggiunto, e in questo caso è rappresentato da quel nuovo mondo di cui fanno parte i social, i quali hanno contribuito ad alimentare un tessuto sociale già di per sé allo sbando e corroso, e in cui Cesare è primo vero aberrante risultato. Ecco perché adesso, rispetto ad un tempo che non c’è più, a farla da padrona è l’ignoranza più becera, poiché se prima i dibattiti di destra e di sinistra si avvolgevano attorno a dei solidi principi (e ideali), ora si è completamente sconnessi da se stessi, dagli altri e soprattutto dai veri valori che fondano una comunità. Forse perché, ci dice Un altro ferragosto, abbiamo speso troppo tempo a rimanere idealisti immobili da non accorgerci che nel frattempo attorno a noi tutto diventava maceria.

Speranze infrante

E allora è qui che il film affonda le sue radici, diventando specchio e riflesso accecante di un’umanità talmente egoriferita e vacua da non capire di star distruggendo anche l’ultimo granello di speranza che possa rendere possibile il cambio di traiettoria. Le conseguenze sono, oltre lo smarrimento del proprio io e una felicità sempre più irragiungibile, che i figli e i padri non parlano poiché incapaci di capirsi e coltivare rapporti semplici, come Andrea e Sandro; che l’amore vero viene messo da parte per lasciare spazio a un benessere solo apparente ma non sincero, come nel caso di Marisa e Pierluigi; e che costruirsi un’immagine falsata di sé è l’unica soluzione per essere qualcuno, come nel caso di Sabrina, affiancata dall’omofobo Cesare, un uomo che è pieno esempio da una parte della mascolinità tossica ancora molto presente in alcuni uomini di oggi, dall’altra di una politica sempre più cialtrona e disinteressata al popolo, che mangia sull’imbroglio e i raggiri (per lui lo spessore culturale e morale non sono prioritari per essere un esponente del governo, tant’è che spinge Sabrina a candidarsi pur essendo lei un’influencer di scarso intelletto.)

A tal proposito il tragicomico monologo finale di Emanuela Fanelli è il colpo più sferzante e doloroso dell’intero film, che va non solo a dichiarare apertamente la frustrazione in cui annega una nazione intera, ma anche un pessimismo cosmico che annienta ogni forma di sogno futuro. Se sul livello contenutistico Un altro ferragosto dunque funziona per riflessioni e impegno tematico, non si può dire sempre lo stesso sulla messa in scena, che a volte scricchiola su alcuni inserti confusionari e personaggi poco accennati nel nuovo spazio narrativo, in particolare appartenenti alla famiglia Molino, poco approfondita, facendo anche calare di tanto in tanto l’attenzione. Comprendiamo però le intenzioni del regista di volere con sé tutti i protagonisti di Ferie d’agosto, ma diciamo anche che se si fosse focalizzato solo su alcuni di loro, mantenendo la giusta coralità di racconto, il film sarebbe stato narrativamente molto più ricco e dettagliato.

Mare Fuori 4: recensione degli episodi 7 e 8

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Mare Fuori 4: recensione degli episodi 7 e 8

Il midseason finale ha lasciato tutti gli spettatori con il fiato sospeso e quindi quando il 14 febbraio sono arrivati su Raiplay gli episodi 7 e 8 di Mare Fuori 4, tutto il pubblico della fortunata serie Rai è corsa a guardare cosa sarebbe poi successo a Cardiotrap, Crazy J e alla straniera senza nome.

Mare Fuori 4, finalmente il momento di Alina

Proprio da lì, quindi, si avvia questa seconda parte di stagione, con i ragazzi che riescono a sopravvivere all’esplosione grazie soprattutto all’intervento di Alina. Si chiama così la ragazza ucraina che non riesce a parlare con nessuno che non sia Gianni/Cardiotrap. Finalmente scopriamo un po’ di più di questa povera anima tormentata, ci viene offerto uno spiraglio sul suo passato, su quello che l’ha effettivamente traumatizzata e su quello che vuole. Parallelamente l’episodio che si intitola “Il prezzo del cambiamento” vede protagonista anche Teresa: abbiamo scoperto che aspetta un figlio da Eduardo e sappiamo che il giovane aspirante boss non vuole abbandonare la ragazza a cui deve la vita, tuttavia questo nuovo dittico ci accompagna dietro le quinte dei comportamenti di questa ragazza, di famiglia bene, che vuole a tutti i costi stare con una persona che chiunque le direbbe “non fa per te”.

Per quanto riguarda invece gli amanti sfortunati, Carmine e Rosa, anche se vengono leggermente messi da parte in queste due puntate fortemente corali, li vediamo comunque struggersi d’amore l’uno per l’altro. Il giovane Di Salvo non vuole rinunciare alla sua Rosa che a sua volta è lacerata dal dubbio. Spazio anche a Pino, che corre a spron battuto verso un riscatto sociale e personale che lo vede buttarsi con entusiasmo in progetti futuri, ma sul quale incombe anche un possibile e seminato “tradimento”. Riuscirà il giovanotto di buona volontà a coronare il suo sogno d’amore con la bella e sfuggente Kubra? Chi invece sembra giunta a un bivio è Silvia, che potrebbe pagare ancora una volta per le colpe degli altri, lasciata sola anche da chi, ingannandola, aveva promesso di prendersi cura di lei.

“Morire insieme”

Tra tutti i drammi dei giovani protagonisti, però, sembra spiccare, ormai insormontabile, il trauma del comandante Massimo, che proprio non riesce a trovar pace, soffocato dai suoi demoni e con una situazione familiare che sembra sfuggirgli sempre più di mano. Ha definitivamente perso quell’approccio paterno e paziente verso i giovani detenuti e sembra soltanto interessato alla vendetta.

Per questi nuovi episodi 7 e 8 di Mare Fuori 4, gli sceneggiatori hanno preferito una struttura fortemente corale, che porta avanti un pezzetto della storia di ogni personaggio. Se da un lato il tono generale del racconto viene aiutato da un ritmo spezzettato e più veloce, perché aggira l’impronta da melodramma che sembrava preponderante nella prima parte della stagione, dall’altro si rischia di rimanere troppo distanti dai protagonisti e dalle loro vicende che comunque, arrivati a questo punto della loro storia, hanno un forte gancio sullo spettatore.

Il Mare Fuori comincia a diventare per molti un concetto concreto, non solo un sogno o un miraggio aspirazionale, ma un vero e proprio progetto, su cui investire e costruire le basi per un futuro di riscatto. O almeno per qualcuno è così.

In generale in questa quarta stagione si conferma però il venire meno del senso di autenticità di linguaggio e messa in scena che ha determinato il successo della serie all’inizio della sua corsa. La scelta di direzione artistica sembra chiara e irrevocabile, e per quanto il prodotto rimanga godibile e di intrattenimento, dispiace un po’ per la perdita di quell’anima verace.

Avatar: The Last Airbender, Netflix rinnova per seconda e terza stagione

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Netflix ha rinnovato Avatar: The Last Airbender per altre due stagioni. La serie, un adattamento live-action dell’omonima serie di successo di Nickelodeon, si concluderà con la terza stagione, seguendo la stessa struttura della versione animata.

La serie è ambientato in un mondo diviso in quattro nazioni – le Tribù dell’Acqua, il Regno della Terra, la Nazione del Fuoco e i Nomadi dell’Aria – che un tempo vivevano in armonia, con l’Avatar, padrone di tutti e quattro gli elementi, incaricato di mantenere la pace tra loro. Ma tutto cambiò quando la Nazione del Fuoco attaccò e spazzò via i Nomadi dell’Aria, il primo passo compiuto dai Dominatori del Fuoco verso la conquista del mondo. Con l’attuale incarnazione dell’Avatar che deve ancora emergere, il mondo ha perso la speranza fino a che Aang (Gordon Cormier), un giovane dominatore dell’aria, si risveglia per prendere il posto che gli spetta. Insieme ai nuovi amici Sokka (Ian Ousley) e Katara (Kiawentiio), fratelli e membri della Tribù dell’Acqua del Sud, Aang intraprende una missione per salvare il mondo e combattere il Signore del Fuoco Ozai (Daniel Dae Kim), anche se il Principe Zuko (Dallas Liu) è determinato a catturarlo.

Nel cast anche Paul Sun-Hyung Lee. Albert Kim è lo showrunner. I produttori esecutivi includono Kim, Jabbar Raisani e Michael Goi. Inoltre, Dan Lin è stato produttore esecutivo della prima stagione insieme a Lindsey Liberatore per conto di Rideback, anche se da allora Lin è stato nominato capo della divisione film presso Netflix. I registi includono Raisani, Goi, Roseanne Liang e Jet Wilkinson. Takeshi Furukawa è il compositore. Kim ha discusso dei cambiamenti tra la serie Nickelodeon e l’adattamento Netflix in un’intervista con Variety.

Nel 2018, Netflix ha annunciato che avrebbe realizzato un remake live-action “reinventato” di Avatar: The Last Airbender. DiMartino e Konietzko sono entrambi produttori esecutivi e showrunner della serie. “Ambientato in un mondo asiatico devastato dalla guerra, dove alcune persone possono ‘piegare’ uno dei quattro elementi classici: acqua, terra, fuoco o aria”, si legge nella sinossi ufficiale. “Aang (Gordon Cormier) è l’”Avatar”, l’unico capace di piegare tutti gli elementi, ed è destinato a portare la pace nel mondo dalla Nazione del Fuoco. Con i suoi nuovi compagni Katara (Kiawentiio) e Sokka (Ian Ousley), Aang si propone di dominare gli elementi mentre viene inseguito dal principe in esilio della Nazione del Fuoco Zuko (Daniel Dae Kim), che cerca di riconquistare il suo onore catturando l’Avatar.

Netflix ha in programma di rilasciare ulteriori dettagli su Avatar: The Last Airbender durante la Geeked Week, che si terrà dal 6 al 12 novembre 2023. Avatar: The Last Airbender è uscito su Netflix il 22 febbraio 2024.

Un Gentiluomo a Mosca: trailer della serie con Ewan McGregor

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Un Gentiluomo a Mosca: trailer della serie con Ewan McGregor

Paramount+ ha pubblicato il trailer ufficiale della nuova serie con Ewan McGregor in otto episodi Un Gentiluomo a Mosca. Dopo Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia, la serie sarà disponibile in Italia dal 17 maggio in esclusiva su Paramount+, oltre che in America Latina, Germania, Svizzera, Austria e Corea del Sud.

Adattamento del romanzo best-seller internazionale di Amor Towles, Un Gentiluomo a Mosca segue il conte Alexander Rostov, interpretato dall’attore vincitore dell’Emmy Award Ewan McGregor, che, all’indomani della Rivoluzione russa, scopre che il suo passato dorato lo pone dalla parte sbagliata della storia. Scongiurata l’esecuzione immediata, viene esiliato da un tribunale sovietico in una mansarda dell’opulento Hotel Metropol, minacciato di morte se dovesse rimettere piede fuori. Mentre gli anni passano e alcuni dei decenni più tumultuosi della storia russa si svolgono al di fuori delle porte dell’hotel, le circostanze gli permettono di entrare in un mondo molto più ampio di scoperte emotive. Mentre costruisce una nuova vita tra le mura dell’hotel, scopre il vero valore dell’amicizia, della famiglia e dell’amore.

Oltre a McGregor, la serie è interpretata da Mary Elizabeth Winstead (Ahsoka, Kate, Birds of Prey) nel ruolo dell’affascinante attrice cinematografica Anna Urbanova, Alexa Goodall (L’ora del diavolo, Lockwood and Co) nel ruolo della giovane amica del Conte, Nina; Johnny Harris (Without Sin, This is England ’86) nel ruolo del combattuto agente della polizia segreta Osip; e Fehinti Balogun (Dune, I May Destroy You) nel ruolo di Mishka, la migliore amica del Conte ai tempi dell’università. Il cast comprende anche Leah Harvey (Foundation), Paul Ready (Motherland, The Terror), John Heffernan (Becoming Elizabeth, The Pursuit of Love), Lyès Salem (Coupez, Abou Leila), Björn Hlynur Haraldsson (Lamb, The Witcher), Dee Ahluwalia (Consent, Sex Education), Anastasia Hille (I Hate Suzie Too), Daniel Cerqueira (Judy), Leah Balmforth (Silent Roar), Billie Gadsdon (One Day) e Beau Gadsdon (The Crown).

Un Gentiluomo a Mosca è prodotta da Lionsgate Television in associazione con Paramount. Ben Vanstone è lo showrunner della serie, che è la prima produzione realizzata dalla Lionsgate grazie all’accordo con la Popcorn Storm Pictures, la società di Tom Harper. Harper (Guerra e pace, Peaky Blinders) sarà anche produttore esecutivo insieme a Vanstone, McGregor, Sharon Hughff, (Three Pines), Pancho Mansfield (Queen of the South), Xavier Marchand di Moonriver TV (Nautilus, Mrs. Harris Goes to Paris) e l’autore del romanzo, il best-seller del New York Times Amor Towles. Il regista vincitore del premio BAFTA® e candidato agli Emmy Sam Miller (Surface, I May Destroy You, Luther) è il regista di alcuni episodi e produttore esecutivo. Sarah O’Gorman (The Witcher, The Last Kingdom) è anche regista.

Un Gentiluomo a Mosca, il poster

Godzilla x Kong: Il nuovo Impero, un nuovo teaser trailer suggerisce il nuovo look di Godzilla

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Un nuovo trailer di Godzilla x Kong: Il nuovo Impero rivela un nuovo look di Godzilla, dimostrando il modo in cui avrà molteplici forme nel film di squadra con il suo amico peloso. Il film vedrà il famoso kaiju ottenere un aspetto potenziato che fa diventare rosa le sue scaglie e i suoi occhi, una nuova forma in modo che possa affrontare il Re Skar e altre minacce nel film. Tuttavia, il regista Adam Wingard aveva precedentemente affermato che il film presenterà molteplici forme per il Re dei Mostri man mano che la coloritura rosa prende il sopravvento sul suo corpo.

Ora, Kaiju News Outlet ha pubblicato uno spot televisivo prima dell’uscita di Godzilla x Kong, che accenna brevemente a una nuova forma per Godzilla.

https://twitter.com/KaijuNewsOutlet/status/1765026866002321695?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1765026866002321695%7Ctwgr%5Ed2eb4d65b0c6d4a6a7af25a25c23de68a99d1fdb%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fgodzilla-x-kong-movie-trailer%2F

Al minuto 0:04, si può vedere il Titano nuotare nell’acqua, con scaglie bianche pallide che emergono dalla superficie. Ciò suggerisce una forma di colore bianco, anche se non è chiaro a che punto del film potrebbe apparire questa versione.

Mentre i dettagli della trama vengono tenuti pesantemente nascosti, la sinossi anticipa che il film metterà “L’onnipotente Kong e il temibile Godzilla contro una colossale minaccia sconosciuta nascosta nel nostro mondo, sfidando la loro stessa esistenza e la nostra. Il film approfondisce i le storie di questi Titani, le loro origini e i misteri di Skull Island e oltre, mentre scopri la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi straordinari esseri e li ha legati all’umanità per sempre.

Il film è interpretato da Dan Stevens (Legion; The Guest), Rebecca Hall (Iron Man 3;  Transcendence), Brian Tyree Henry (Atlanta ; Eternals), Kaylee Hottle (Godzilla vs. Kong ; Magnum PI), Fala Chen (Shang-Chi e La leggenda dei dieci anelli;  The Undoing), Alex Ferns (The BatmanWrath of Man) e Rachel House (Thor: RagnarokNext Goal Wins). Wingard torna alla regia con una sceneggiatura di Terry Rossio, Jeremy Slater e Simon Barrett. Godzilla x Kong: Il nuovo Impero arriverà nei cinema il 15 marzo 2024!

Carla Gugino si unisce a Naomi Watts e Bill Murray in The Friend

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Carla Gugino si unisce a Naomi Watts e Bill Murray in The Friend

Dopo aver ottenuto una nomination al Critics Choice’ Award per il ruolo di Verna nell’horror gotico di successo di Netflix La caduta della casa degli Usher, l’ultimo di molti progetti che ha intrapreso con il creatore Mike Flanagan, Carla Gugino è stata scelta per un ruolo in The Friend, la commedia drammatica indipendente con Naomi Watts e Bill Murray, che adatta il bestseller del New York Times di Sigrid Nunez.

I dettagli del personaggio non sono stati rivelati. Insieme a Carla Gugino, altri protagonisti, come annunciato in precedenza, includono Sarah Pidgeon, Constance Wu, Ann Dowd, Noma Dumezweni, Felix Solis e Owen Teague.

Vincitore del National Book Award for Fiction 2018, The Friend segue una scrittrice di New York all’indomani della morte inaspettata del suo amico di sempre e mentore. Successivamente, la donna dovrà affrontare la complicata eredità letteraria di lui, tre eccentriche ex mogli e un enorme alano dal cuore spezzato di nome Apollo.

Scott McGehee e David Siegel dirigono il film basandosi su una loro sceneggiatura, e producendo anche attraverso la loro nuova società Big Creek Projects. Liza Chasin sta anche producendo per la sua 3dot Productions (The Lost City, Anatomy of a Scandal). Il dirigente di Watts produce insieme a Mike Spreter per Big Creek e Margaret Chernin per 3dot, con CAA Media Finance che si occupa dei diritti nazionali del film.

Clotilde Esposito: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Clotilde Esposito: 10 cose che forse non sai sull’attrice

La giovane Clotilde Esposito vanta ad oggi una carriera prevalentemente televisiva, con titoli grazie ai quali si è costruita una buona reputazione di interprete capace di passare con naturalezza da toni drammatici ad altri più spensierati. Ad averla resa una delle interpreti da tenere d’occhio per il futuro ci ha però pensato la popolare serie Mare fuori, dove Esposito stagione dopo stagione ha dato continua prova del proprio talento.

Clotilde Esposito: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. L’esordio in televisione per Esposito avviene nel 2012 con la partecipazione alla soap opera Un posto al sole. Successivamente recita nella miniserie Pupetta – Il coraggio e la passione (2013), dove interpreta la protagonista da giovane, nella serie Sotto copertura (2015) e nella serie Furore – Il vento della speranza (2014-2017), dove è la co-protagonista Giuseppina Fiore. Dal 2020 recita invece nella popolare serie Rai Mare fuori, condividendo la scena con gli attori Massimiliano Caiazzo, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Artem e Matteo Paolillo.

2. Ha recitato in un film. Ad oggi Esposito ha preso parte ad un solo film per il cinema. Si tratta di Milionari, diretto nel 2014 da Alessandro Piva, tratto dal romanzo “I milionari” scritto da Luigi Alberto Cannavale e Giacomo Gensini e ispirato alle vicende di un clan criminale napoletano. In questo film l’attrice interpreta la versione di Rosaria, che da adulta è poi interpretata dall’attrice Valentina Lodovini. Nel film recitano anche Carmine Recano, Francesco Scianna e Francesco Di Leva.

Clotilde Esposito in Mare fuori

3. È una delle protagoniste della serie. In Mare fuori Esposito interpreta Silvia Scacco, un’adolescente civettuola e piacente che ha fatto della seduzione la sua arma principale, seguendo i consigli della madre. Cresciuta con il mito dei soldi e della vita facile, si ritrova a finire in carcere dopo essere stata incastrata da quello che credeva il suo amore. All’interno dell’IPM sviluppa poi ottimi rapporti di amicizia con la maggior parte delle detenute, per le quali si dimostra sempre di grande supporto quando queste ne hanno bisogno, senza dimenticarsi però delle proprie ambizioni.

Clotilde Esposito Mare fuori

4. Non si ritrova nel proprio personaggio. Parlando di Silvia, l’attrice ha raccontato di aver fatto abbastanza fatica a calarsi nei suoi panni per la serie Mare fuori, non condividendo poi molto con lei e ritenendosi anzi all’estremo opposto. Con il tempo, tuttavia, Esposito ha imparato a comprendere Silvia e a scoprirsi profondamente affascinata dal suo modo di essere, di vivere la vita, dal suo senso di libertà e dalla sua energia. Una volta compreso ciò, ha trovato la giusta chiave per interpretarla.

Clotilde Esposito in Sotto copertura

5. Ha preso parte alla serie poliziesca. Nel 2015 Esposito recita con il ruolo di Giuliana Simeone nella prima stagione della serie Sotto copertura. In essa si racconta l’attività investigativa che porta all’arresto del capo del Clan dei Casalesi Antonio Iovine per mano del commissario Michele Romano (ispirato alla figura di Vittorio Pisani), capo della squadra mobile di Napoli, aiutato dal suo gruppo composto da Rosanna Croce, Arturo De Luca, Salvo Izzo e Carlo Caputo.

Clotilde Esposito in Un posto al sole

6. Ha avuto un ruolo nella celebre soap opera.  Dopo aver iniziato a studiare recitazione presso la Scuola di Cinema Teatro e Danza “La Ribalta” di Castellammare di Stabia, nel 2012, in quello stesso anno Esposito ha ottenuto un primo ruolo da attrice, ovvero quello dell’adolescente Greta Fournier nella celebre soap opera Un posto al sole. Pur essendo un ruolo piccolo, ha permesso a Esposito di iniziare il proprio percorso artistico, facendosi notare e ottenendo una prima notorietà.

Clotilde Esposito: Maria Esposito è sua sorella?

7. Non è la sorella della sua collega di set. A partire dalla seconda stagione di Mare fuori si è unita al cast anche l’attrice Maria Esposito, fattasi subito notare per il ruolo di Rosa Ricci. Data anche una certa somiglianza che intercorre tra Maria e Clotile, i fan hanno iniziato a supporre che quel cognome in comune indicasse che le due sono sorelle. In realtà, come rivelato, non c’è alcun legame di parentela tra di loro e il loro ugual cognome è solamente una coincidenza. Esposito è infatti, come noto, un cognome estremamente diffuso in Campania.

Clotilde Esposito Maria Esposito Mare fuori

Clotilde Esposito è su Instagram

8. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguita da 567 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 400 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Clotile Esposito: chi è il suo fidanzato?

9. È molto riservata. L’attrice ha sempre dimostrato di voler mantenere una certa separazione tra la propria vita lavorativa e quella personale. Ha dunque evitato di condividere particolari dettagli su di essa e pertanto ad oggi non è noto, ad esempio, se abbia un fidanzato o no. Si tratta di un aspetto della sua vita privata che comprensibilmente – e giustamente – Esposito preferisce non far sapere, limitando ciò che si sa di lei alla sola sfera lavorativa.

Clotilde Esposito: età, altezza e origini dell’attrice

10. Clotilde Esposito è nata il 20 aprile del 1997 a Napoli. L’attrice è alta complessivamente 1,65 metri.

Fonti: Wikipedia, Instagram, ETalenta, Elle

Cameron Diaz in trattative per recitare con Keanu Reeves nel nuovo film di Jonah Hill

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Cameron Diaz è in trattative per recitare nella commedia dark Outcome. Il film sarà diretto da Jonah Hill e vedrà Keanu Reeves nel ruolo principale. Reeves interpreta una star di Hollywood di nome Reef che è costretta ad affrontare i suoi problemi ed espiare i suoi errori passati dopo essere stata minacciata con un bizzarro video dal suo passato.

Secondo Apple Original Fims (tramite Variety), Cameron Diaz è ora in trattative per unirsi al cast di Outcome. La natura del ruolo di Diaz non è stata ancora confermata, poiché altri personaggi oltre a Reef non sono stati ancora rivelati. Questa notizia conferma anche il ritorno di Cameron Diaz alla recitazione.

Nel 2018, l’attrice ha fatto notizia annunciando che avrebbe fatto un passo indietro dalla recitazione per concentrarsi sulla sua carriera di autrice e imprenditrice. Non ha avuto un ruolo cinematografico da quando ha interpretato Miss Hannigan nel remake di Annie del 2014. Da allora, è stato annunciato che avrebbe recitato al fianco di Jamie Foxx in Back in Action, in uscita quest’anno. Questi due nuovi ruoli quindi confermano che Diaz sta ufficialmente emergendo dalla pensione.

Outcome riunirà anche Cameron Diaz e Keanu Reeves sullo schermo. L’ultima volta che la coppia ha recitato insieme è stata nella commedia dark del 1996 Due mariti per un matrimonio.

Final Destination 6: le riprese sono ufficialmente iniziate!

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Final Destination 6: le riprese sono ufficialmente iniziate!

Final Destination 6 riceve un importante aggiornamento sulle riprese dal produttore Craig Perry. Con un esordio di successo nel 2000, la serie di Final Destination rimane uno dei franchise horror più famosi e anche divertenti. Un quinto film è stato distribuito nel 2011 e il franchise è rimasto inattivo per più di un decennio, ma l’anno scorso è stato confermato che un sesto film è effettivamente in lavorazione dai registi Zach Lipovsky e Adam B. Stein. Si prevede che il film seguirà un gruppo di primi soccorritori mentre incontrano la loro fine in modi inaspettati, continuando la tradizione del franchise.

Craig Perry rivela sui social media (tramite Bloody Disgusting), che le riprese di Final Destination 6 sono ufficialmente iniziate. Oltre al post di Perry sulle riprese del film, il report include anche la conferma che il prossimo sequel si chiamerà Final Destination: Bloodlines. Ecco il commento di Perry: “Dopo un lungo e faticoso duro lavoro dovuto alla pandemia e agli scioperi, il primo giorno è finalmente pronto”, scrive Perry. “Il 2025 segnerà il 25° anniversario dell’uscita del primo capitolo della serie. Onorare l’occasione con un’altra uscita cinematografica mondiale (in IMAX, niente meno) è una cosa rara e meravigliosa. Ci vediamo l’anno prossimo! PS: lo so, lo so – Pet Sematary: Bloodlines. Ma questo è il titolo che abbiamo da tre anni e lo manteniamo… per ora”.

Finora non c’è stata alcuna conferma ufficiale sul fatto che Final Destination 6 sarà l’ultimo capitolo, ma un aggiornamento condiviso lo scorso ottobre suggerisce che potrebbe potenzialmente essere l’inizio di una nuova versione del franchise.

James Gunn risponde alle voci sul casting di Wonder Woman nel DC Universe

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James Gunn ha replicato alle ultime voci sui casting del DC Universe, questa volta legate a Wonder Woman nello show televisivo Paradise Lost. Mentre l’universo DC di Gunn ha trovato il suo Superman in David Corenswet e Supergirl in Milly Alcock, ci sono ancora diversi eroi iconici rimasti da scegliere per il franchise. Uno dei ruoli ancora mancanti nel prossimo riavvio è Wonder Woman, personaggio che verrà riformulato nell’universo DC dopo la conclusione della sequenza temporale del film DCEU nel 2023.

Mentre il film Superman di James Gunn è ora in produzione, i fan del DC Universe sono già ansiosi di scoprire chi interpreterà l’iconica amazzone. Nonostante fosse impegnato a girare il suo nuovo film, a Gunn è stato chiesto su Threads se una recente voce sul casting di Wonder Woman fosse vera o no.

Quando Matthew Simmons gli ha chiesto se Elizabeth Debicki sarebbe stata scelta per interpretare Wonder Woman, Gunn ha semplicemente dichiarato: “Proviene da un sito che sta inventando un sacco di cose (adoro lavorare con Elizabeth ma non ho mai nemmeno pensato a questo).” Debicki non è estranea al genere dei cinecomic, poiché è apparsa in Guardiani della Galassia Vol. 2 e in Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo di Ayesha.

Dato che Gal Gadot ha ufficialmente finito con Wonder Woman e non la interpreterà nel nuovo franchise di Gunn, si pone la domanda su quale sia effettivamente lo status di Diana nell’universo DC. Quando i DC Studios hanno annunciato i loro numerosi film e programmi TV sull’Universo DC nel gennaio 2023, non era previsto in quella lista iniziale un film da solista dedicato a Wonder Woman. Resta da vedere se un film su Wonder Woman possa essere messo in cantiere o meno più avanti nel corso del capitolo 1, “Gods and Monsters“, poiché ci sono ancora progetti non annunciati, secondo Gunn e Peter Safran.

Dato lo status iconico di Wonder Woman, è lecito ritenere che Diana sarà vista prima o poi nell’Universo DC. Sarebbe scioccante se non avesse il suo film entro i primi cinque anni dal lancio dell’Universo DC. Ma per ora, il tempo dirà quali piani l’Universo DC ha in serbo per Wonder Woman e se apparirà in Paradise Lost mentre viene reinventata per il grande schermo.

The Bad Guy: annunciata la seconda stagione della serie Prime Video

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Prime Video ha annunciato oggi il rinnovo per una seconda stagione della serie Original italiana The Bad Guy con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi, a cui si unirà per questa nuova stagione anche Stefano Accorsi. Con loro nel cast anche Selene Caramazza, Giulia Maenza e Antonio Catania. Le riprese della seconda stagione si sono svolte nel Lazio, in Emilia Romagna e in Sicilia.

La prima stagione di The Bad Guy, acclamata da pubblico e critica, ha raccontato l’incredibile storia di Nino Scotellaro (Lo Cascio), integerrimo pubblico ministero siciliano che, dopo la condanna per mafia, decide di mettere a segno un machiavellico piano di vendetta, diventando il “bad guy” in cui è stato ingiustamente trasformato. Questa seconda stagione torna come un ponte tra passato e futuro, tra i fantasmi di rimpianti e rimorsi e il desiderio di una nuova, irraggiungibile vita, in un racconto che unisce il crime con la dark comedy.

Diretta da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, creata da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, e scritta da Fortunata Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, la seconda stagione di The Bad Guy è prodotta da Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri di Indigo Film in coproduzione con Amazon MGM Studios, in associazione con il distributore internazionale FIFTH SEASON e in collaborazione con Rai Cinema, che per la prima volta trasmetterà una serie originale Prime Video sulla televisione lineare. La seconda stagione di The Bad Guy debutterà in Italia su Prime Video nel 2025, e successivamente sarà trasmessa da Rai che manderà in onda anche la prima stagione in chiaro. Le vendite internazionali nel resto del mondo, sia della prima che della seconda stagione, saranno gestite da FIFTH SEASON.

_StefanoAccorsi_TheBadGuy2_foto di Andrea Miconi

“La seconda stagione di The Bad Guy ricomincia dal punto esatto in cui abbiamo lasciato i nostri protagonisti. E li segue nella loro lenta discesa in quella voragine in cui Bene e Male, Buoni e Cattivi si mescolano tra loro al punto da apparire indistinguibili. Il sapore giocoso e ironico della prima stagione persiste, ma nel lavoro di scrittura fatto assieme abbiamo deciso di virarlo gradualmente su una tonalità più intimista, emotiva e tragica. Se ci trovassimo davanti alla partitura di una Messa da Requiem, The Bad Guy sarebbe il Lacrimosa”, hanno raccontato Giuseppe G.Stasi e Giancarlo Fontana.

“Siamo felicissimi di riportare al pubblico The Bad Guy, e di vedere che direzione prenderà questo geniale intreccio nella seconda stagione”, ha commentato Nicole Morganti, head of Originals, Italy & Southern Europe, Prime Video. “Questa serie offre un racconto innovativo e accattivante, un cast straordinario – che anche in questa stagione riserverà altre bellissime sorprese – un team creativo e produttivo di grandissimi talenti, e un entusiasmante approccio che sperimenta con i generi rivoluzionandoli.”

“Siamo sempre alla ricerca di modi nuovi per sperimentare con il nostro approccio alla distribuzione, e la collaborazione con Indigo Film, Rai Cinema e FIFTH SEASON segna un passo avanti nel nostro rapporto con l’industria italiana e con le produzioni del nostro paese. Non vediamo l’ora di condividere questa nuova stagione col nostro pubblico dopo l’entusiastica accoglienza che ha riservato all’innovativo stile narrativo della prima stagione”, ha affermato Marco Azzani, Country Managing Director di Prime Video Italia.

the bad guy 2
_GiancarloFontana_GiuseppeGStasi_TBG2_foto di Andrea Miconi

“La seconda stagione di The Bad Guy rappresenta un’importante sfida produttiva anche per la responsabilità di essere all’altezza di una prima stagione che è stata così amata da pubblico e critica. Siamo entusiasti del lavoro creativo del nostro preziosissimo team di scrittura e dell’immaginario visivo che i registi stanno realizzando per rilanciare il racconto. Tutto lo sforzo produttivo mira a rendere possibile la visione degli autori per dare alla serie una fortissima e peculiare identità, che speriamo riesca a sorprendere, spiazzare e divertire gli spettatori così come succede ogni giorno a tutti coloro, talent, reparti tecnici e artistici, che ci stanno accompagnando in questo incredibile viaggio”, ha dichiarato Nicola Giuliano, Indigo Film.

Jennifer Ebell, EVP of EMEA Sales and Acquisitions di FIFTH SEASON, ha aggiunto: “The Bad Guy innova il genere “storie di mafia” con un concept fresco e originale in cui un protagonista fondamentalmente buono subisce una trasformazione per diventare un cattivo e trovare giustizia e vendetta. Questa serie complessa, avvincente e divertente offre un soggetto contemporaneo e un cast di prima classe, che ne fanno lo show italiano migliore che abbiamo visto negli ultimi anni. The Bad Guy è esattamente ciò che i buyers cercano in questo momento, e in questa nuova collaborazione strategica con Amazon, non vediamo l’ora di riportare questa serie di grande successo al pubblico internazionale.”

Dakota Johnson sul flop di Madame Web: “Il pubblico sarà sempre in grado di fiutare le str*nzate”

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Dakota Johnson ha condiviso i suoi pensieri brutalmente onesti sulla realizzazione di Madame Web e sulla sua accoglienza negativa da parte di stampa e pubblico. Mentre l’universo cinematografico Marvel si sta sviluppando bene intorno allo Spider-Man di Tom Holland, l’universo Spider-Man di Sony ha realizzato a oggi una serie di film deludenti.

Parlando con Bustle, Dakota Johnson ha rivelato che probabilmente non realizzerà mai più un film come Madame Web. L’attrice ha parlato della sua esperienza nel realizzare il film e ha rivelato la conclusione a cui è arrivata dopo l’intero processo, dicendo: “Non ho senso in quel mondo. E ora lo so”. Le parole di Johnson – e l’accoglienza negativa del film – rendono impossibile quindi la realizzazione di Madame Web 2, e l’attrice sembra d’accordo, poiché ha rivelato di comprendere le critiche che il film ha dovuto affrontare.

“È stata sicuramente un’esperienza per me realizzare quel film. Non avevo mai fatto niente del genere prima. Probabilmente non farò mai più niente del genere perché non ho senso in quel mondo. E adesso lo so. Ma a volte in questo settore, firmi per qualcosa, e pensi sia un determinato tipo di progetto e poi, mentre lo realizzi, diventa una cosa completamente diversa, e dici: “Aspetta, cosa?” è stata una vera esperienza di apprendimento, e ovviamente non è bello far parte di qualcosa che è stato ridotto a brandelli, ma non posso dire di non capire.”

Dakota Johnson ha detto che è stato brutto far parte di un film che è stato “fatto a pezzi”, come nel caso di Madame Web. Durante l’intervista, l’attrice ha spiegato ulteriormente perché il film ha avuto un’accoglienza così negativa. Alla domanda se fosse infastidita dalle recensioni negative, Johnson ha rivelato di non essere sorpresa dal fatto che l’accoglienza di Madame Web sia stata negativa.

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L’attrice ha poi spiegato più nel dettaglio: “Le decisioni vengono prese da comitati [nei grandi film], e l’arte non funziona bene quando viene decisa da comitati”. La posizione di Johnson sull’argomento è che il pubblico è abbastanza intelligente da rendersi conto quando gli viene venduto qualcosa che non corrisponde alla promozione e che i dirigenti non credono che il pubblico se ne accorga. Ciò si collega in modo interessante al marketing di Madame Web che ha anticipato le quattro eroine simili a Spider-Man solo per vederle brevemente nel film.

“È così difficile realizzare dei film, e in questi grandi film che vengono realizzati – e sta cominciando a succedere anche con i più piccoli, ed è questo che mi fa davvero impazzire – le decisioni vengono prese da comitati, e l’arte non funziona bene quando è fatta dal comitato. I film sono realizzati da un regista e da un team di artisti che lo circondano. Non puoi creare arte basandoti su numeri e algoritmi. Da molto tempo ho la sensazione che il pubblico sia estremamente intelligente e i dirigenti hanno iniziato a credere che non lo siano. Il pubblico sarà sempre in grado di fiutare le stronzate.”

Outlander: Tobias Menzies svela se tornerà per la stagione finale

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Buone notizie per Jamie e Claire Fraser, cattive notizie per la fervente fan base di Outlander. Tobias Menzies non riprenderà i suoi ruoli di Frank o Jonathan “Black Jack” Randall prima che la serie Starz concluda la sua ottava e ultima stagione, ha detto l’attore in esclusiva a TVLine.

Cosa posso dire?” Menzies rifletté, ridacchiando (e inavvertitamente alimentando le nostre speranze… poco prima di deluderle). “Sarebbe fantastico. [Ma] no, non mi vedrai”.

La notizia non è un grande shock, dato che sia Frank – il marito di Claire ai suoi tempi – sia il suo sadico antenato Black Jack – che ha tormentato i Fraser in vari modi per anni – sono entrambi morti nella storia.

[SPOILER DEL LIBRO IN AVANTI] Tuttavia, grazie ai capricci del viaggio nel tempo, Black Jack appare brevemente in Written in My Own Heart’s Blood , il nono capitolo della serie di romanzi di Diana Gabaldon su cui è basato lo spettacolo. E ci sono sempre flashback, sogni e visioni… anche se sembra che nessuno di questi sia nelle carte di Black Jack o del suo molto più mite discendente del 20° secolo.

Outlander ha concluso la prima metà della sua settima stagione nell’agosto 2023. Starz non ha ancora annunciato quando Outlander tornerà per la stagione 7B. All’inizio del 2023, la rete via cavo ha fatto sapere ai fan che il dramma storico si concluderà con una stagione 8 di 10 episodi. Inoltre, Starz ha ordinato una serie prequel, Outlander: Blood of My Blood, che racconterà le storie dei genitori di Jamie e Claire.

Outlander terminerà con l’ottava stagione

Prima della premiere della settima stagione, Outlander è già stato rinnovato per la sua ottava e ultima stagione. Starz ha anche ordinato una serie per il prequel di Outlander intitolato Outlander: Blood of My Blood, che esplorerà la storia d’amore dei genitori di Jamie, Brian Fraser ed Ellen Mackenzie.

Basato sulla serie di romanzi bestseller di Diana Gabaldon, Outlander inizia quando un’infermiera militare del 20° secolo nel 1945 si ritrova trasportata indietro nel tempo fino al 1743, dove incontra e si innamora del guerriero delle Highland Jamie Fraser. Nel cast Caitriona Balfe, Sam Heughan, Sophie Skelton, Richard Rankin, Maria Doyle Kennedy, Duncan Lacroix, David Berry, César Domboy, Lauren Lyle, Colin McFarlane, Caitlin O’Ryan e altri.

Outlander è prodotto da Ronald D. Moore, Maril Davis, Matthew B. Roberts, Toni Graphia, Andy Harries e Jim Kohlberg. È prodotto da Tall Ship Productions, Left Bank Pictures e Story Mining & Supply Co., in associazione con Sony Pictures Television.

Daniel Day-Lewis ha chiuso con la recitazione. Critica aspramente gli streamer

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Sembra che la decisione di Daniel Day-Lewis di ritirarsi dalla recitazione sia irrevocabile e che non tornerà davanti alla macchina da presa, almeno secondo Jim Sheridan, suo amico e regista che lo ha diretto in tre film: Il mio piede sinistro nel 1989 che valse a Daniel Day-Lewis il suo primo premio Oscar, Nel nome del padre per il quale è stato nominato del 1993 e The Boxer del 1997.

“Dice che ha chiuso. Continuo a parlare con lui”, ha detto Sheridan a ScreenDaily (via Variety) sull’argomento della pensione di Daniel Day-Lewis. “Mi piacerebbe fare di nuovo qualcosa con lui. È come tutti gli altri. Apre gli streamer e ci sono settemila scelte, nessuna buona. Il film è stato spostato dal dominio pubblico a quello privato: se hai un telecomando, puoi fermarlo. Non è la stessa esperienza. Sarebbe bello vedere Daniel tornare e fare qualcosa perché è così bravo.”

Daniel Day-Lewis ha annunciato il suo ritiro dalla recitazione nel giugno 2017, diversi mesi prima dell’uscita di Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson. Quel film, che valse a Day-Lewis un’altra nomination all’Oscar come miglior attore, è stato quindi il suo ultimo film. “Daniel Day-Lewis non lavorerà più come attore”, disse all’epoca il portavoce dell’attore in una nota. “È immensamente grato a tutti i suoi collaboratori e al pubblico nel corso di questi anni. Questa è una decisione privata e né lui né i suoi rappresentanti faranno ulteriori commenti sull’argomento. “

Riflettendo più tardi sulla sua decisione in un’intervista con la rivista W, Day-Lewis ha detto che “prima di realizzare [Il filo nascosto], non sapevo che avrei smesso di recitare”. Parte del motivo per cui Day-Lewis ha annunciato il suo ritiro in una dichiarazione pubblica era che avrebbe avuto più difficoltà a uscirne. Voleva “tracciare una linea” nella sabbia e fare piani concreti per eliminare gradualmente Hollywood dalla sua vita.

“Sapevo che era insolito rilasciare una dichiarazione”, ha detto Day-Lewis. “Ma volevo tracciare una linea. Non volevo essere risucchiato in un altro progetto. Per tutta la vita ho parlato di come avrei dovuto smettere di recitare, e non so perché questa volta fosse diverso, ma l’impulso di smettere ha messo radici in me e quella è diventata una compulsione. Era qualcosa che dovevo fare.”

Day-Lewis ha recentemente partecipato ai premi del National Board of Review e si è riunito con Martin Scorsese, che lo ha diretto in Gangs of New York, l’uscita pubblica ha alimentato le voci su un possibile ritorno dell’attore, anticipando una futura collaborazione tra loro.

Daniel Day-Lewis ha vinto tre premio Oscar come migliore attore protagonista. Il primo per Il mio piede sinistro, il secondo ne Il petroliere di Paul Thomas Anderson e il terzo per Lincoln, di Steven Spielberg.

Young Sheldon: CBS ordina lo spin-off su Georgie e Mandy

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Young Sheldon: CBS ordina lo spin-off su Georgie e Mandy

È ufficiale: la CBS ha ordinato una serie per uno spin-off di Young Sheldon incentrato su Georgie e Mandy.

La serie ancora senza titolo – scritta dai co-creatori di Young Sheldon Chuck Lorre e Steven Molaro, e dal veterano di TBBT (e attuale showrunner di Sheldon) Steve Holland – seguirà le vicessitudini dei personaggi preferito dai fan interpretati Montana Jordan ed Emily Osmentmentre crescono la loro giovane famiglia in Texas mentre affrontano le sfide dell’età adulta, della genitorialità e del matrimonio“, secondo il logline ufficiale.

Come riportato per la prima volta da TVLine, la settima stagione di Young Sheldon presenterà il matrimonio di Georgie e Mandy.

È stato un privilegio trascorrere gli ultimi sette anni con Sheldon e la famiglia Cooper e ora questo meraviglioso viaggio continuerà con Georgie e Mandy“, ha dichiarato martedì in una dichiarazione il presidente della CBS Entertainment Amy Reisenbach. “Chuck ed entrambi gli Steve hanno fatto un lavoro magistrale sviluppando questi personaggi e intrattenendo generazioni di fan con storie commoventi e riconoscibili portate in vita da Montana ed Emily. Attendiamo con impazienza il prossimo capitolo di questo amato universo”.

Lorre, Molaro e Holland hanno aggiunto: “Da The Big Bang Theory a Young Sheldon, il mondo della famiglia Cooper è stato incredibilmente speciale per noi. Siamo molto entusiasti di continuare le loro storie attraverso gli occhi di Georgie e Mandy”.

A differenza di Young Sheldon, che si è concentrato su un formato a telecamera singola, lo spin-off di Georgie e Mandy tornerà alla multi-camera e girerà di fronte a un pubblico in studio dal vivo, proprio come The Big Bang TheoryIl conteggio degli episodi e la data di uscita per la prima stagione non sono ancora stati confermati, ma la serie sarà presentata in anteprima durante la stagione televisiva 2024-25.

Supponendo che la narrazione di Young Sheldon mantenga un ritmo costante, Sheldon compirà 14 anni nella settima stagione – l’età in cui, secondo la  cronologia precedentemente stabilita di Big Bang, il futuro vincitore del Premio Nobel si trasferisce da Medford, Texas, a Pasadena, California, per iniziare i suoi studi universitari presso il California Institute of Technology.

Nello stesso anno, Georgie si sposa per la prima volta e il patriarca della famiglia George incontra il suo creatore, preparando Young Sheldon per un addio agrodolce non diverso dal classico dei primi anni ’90 The Wonder Years. Ma il tempo dirà se lo spin-off rimarrà fedele al canone. Come Holland  aveva precedentemente avvertito TVLine, “solo perché [è successo qualcosa durante  il Big Bang ] non significa che sia una storia che [il nostro narratore] deve raccontare”.

Superman: Nicholas Hoult, cresciuto con Smalville, si è allenato per Lex

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Chi pensava che Lex Luthor fosse solo un supercriminale dalla mente acuta si sbaglia: il Lex di Nicholas Hoult che vedremo in Superman di James Gunn ha avuto bisogno di allenarsi. Almeno è questo quello che l’attore ha raccontato a Michael Rosenbaum durante un’ospitata al podcast “Inside of You”.

Hoult ha spiegato che ha preso a modello un passaggio di All-Star Superman, in cui Lex Luthor parla del suo corpo e dei suoi muscoli per dire se sono o meno frutto del lavoro e del sudore e sembra che l’attore abbia preso sul serio quella parte. Inoltre, come abbiamo già visto, si è anche rasato la testa.

Tuttavia non è stato questo il momento migliore dell’incontro con Michael Rosenbaum. Hoult ha infatti confessato al collega e grande amico di James Gunn che il suo Lex di Smalville è stato il primo che lui abbia mai conosciuto. “Sono cresciuto con Smallville, avevo 11 o 12 anni” ha spiegato Nicholas Hoult. “Era una serie che amavo, è stata la prima con cui ho conosciuto la storia di Superman e Lex.” Per poi dilungarsi in una serie di complimenti per l’interpretazione di Luthor offerta da Rosenbaum nella serie al fianco di Tom Welling.

Cosa sappiamo sul nuovo Superman?

Superman avrà come protagonisti anche Rachel Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a Isabela Merced nel ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister Terrific, Nathan Fillion in quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in quello di Metamorpho.

Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi The Authority e María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo film su Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora stato confermato.

Non sappiamo ancora con esattezza come questi altri supereroi si inseriranno nella storia, ma James Gunn ha precedentemente rivelato che la doppia vita di Superman

Ewan McGregor ricorda il suo peggior momento sul set di Star Wars

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Anche se generalmente la trilogia prequel di Star Wars non è amata quanto la prima originale dai fan della prima ora del franchise, ci ha pur sempre regalato la performance di Ewan McGregor nei panni di Obi-Wan Kenobi da padawan e poi da giovane maestro Jedi.

Ebbene, l’attore ha trovato il modo di raccontare quale è stato il peggior momento della sua vita sul set di Star Wars e il video in cui lo fa è diventato virale su TikTok.

https://twitter.com/JasonKPargin/status/1764715339852431628?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1764715339852431628%7Ctwgr%5E94d6472e4e69a7b565717cb6768d72e131fa6d5e%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fstar-wars-ewan-mcgregor-worst-moment-video%2F

Il racconto di Ewan McGregor si sofferma nel descrivere una delle scene più importanti della trilogia, la conclusiva consegna del neonato Luke a suo zio Owen. Ebbene, complice una scenografia completamente fatta di green screen, il racconto di McGregor è esilarante e il suo stato d’animo in quel momento deve davvero essere stato bizzarro, dal momento che si aspettava di dover recitare una grande scena e aveva invitato i suoi amici sul set.

Nonostante la spudorata CGI, c’è da dire che la scena conclusiva di La Vendetta dei Sith è comunque molto emozionante e evocativa, ed è entrata nell’immaginario collettivo, così come quella del giovane Luke che guarda il tramonto binario su Tatooine.

Abbiamo rivisto da poco Ewan McGregor nei panni del cavaliere Jedi nella serie per Disney+ Obi-Wan Kenobi. Nonostante delle recensioni non proprio entusiastiche, la piattaforma sta valutando l’idea di una seconda stagione che avrebbe il sostegno del protagonista.

John Wick: il franchise si espanderà con un’altra serie

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John Wick: il franchise si espanderà con un’altra serie

Michael Burns, vicepresidente della Lionsgate, ha rivelato che la casa di produzione è al lavoro sull’espansione del franchise di John Wick. “Penso che prenderemo uno dei nostri grandi franchise d’azione con Keanu Reeves, penso che sarà una serie televisiva”. Ha spiegato in occasione di una conferenza stampa.

Keanu Reeves ha interpretato l’eroe d’azione in quattro film, usciti tra il 2014 e il 2023. Inoltre, il franchise è stato già arricchito da The Continental, una serie presentata in anteprima su Peacock e disponibile in Italia su Prime Video.

La nuova serie di John Wick, confermata da Deadline, sarà il prequel The Continental, che consisteva in tre film da un’ora e mezza. “Abbiamo finito per stringere un accordo a breve termine su quello show con Peacock e Amazon”, ha detto Burns riguardo all’evento in tre parti, che ha debuttato a ottobre.

I quattro film di John Wick fino ad oggi hanno incassato più di 1 miliardo di dollari al botteghino globale. In arrivo c’è anche Ballerina, uno spin off del film, che vede protagonista Ana de Armas.

Twilight: Lionsgate al lavoro su una serie animata

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Twilight: Lionsgate al lavoro su una serie animata

La Lionsgate sta espandendo il franchise di Twilight con una nuova serie animata. Michael Burns, vicepresidente della Lionsgate, ha condiviso la notizia durante una conferenza stampa di Morgan Stanley, rivelando: “Usciremo con la serie ‘Twilight’, una serie animata, penso che ci sarà molto interesse per questo progetto.”

La serie animata sarebbe basata sull’omonima serie di libri di Stephanie Meyer, precedentemente adattata in un franchise cinematografico, con Kristen Stewart, Robert Pattinson e Taylor Lautner.

Ci sono stati quattro romanzi della serie – “Twilight”, “New Moon”, “Eclipse” e “Breaking Dawn” – pubblicati tra il 2005 e il 2008. Nel 2015, Meyer ha pubblicato il libro “Life and Death: Twilight Reimagined”, che racconta la storia scambiando i due personaggi principali, Bella e Edward. Infine, nel 2020, Meyer ha pubblicato “Midnight Sun”, che raccontava la storia del primo libro dal punto di vista di Edward invece che da quello di Bella.

La serie cinematografica, conosciuta collettivamente come “The Twilight Saga”, comprendeva cinque film (il libro “Breaking Dawn” è stato diviso in due) usciti tra il 2008 e il 2012. I cinque film di “Twilight” hanno incassato oltre 3 miliardi di dollari al cinema. box office globale in totale.

Bob Iger rivela che la Disney ha accantonato diversi film e contesta la teoria dell’affaticamento del pubblico

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Sul palco della conferenza di Morgan Stanley Technology, Media, and Telecom a San Francisco, Bob Iger CEO di Disney ha parlato di ciò che stava facendo per correggere la rotta dello STUDIOS che è tornato a dirigere. 

Devi uccidere le cose in cui non credi più“, ha detto, “e non è facile perché o hai iniziato, o hai dei costi irrecuperabili, o è una relazione con i tuoi dipendenti o con la comunità creativa.”

Bob Iger non ha dichiarato i titoli di quali progetti sono stati accantonati e ha continuato: “Devi fare quelle scelte difficili. In realtà abbiamo fatto quelle chiamate difficili. Non siamo stati così pubblici a riguardo, ma abbiamo già eliminato alcuni progetti, che semplicemente non ritenevamo fossero abbastanza forti”.

Il dirigente è noto per i suoi forti rapporti con i talenti a Hollywood e ha affermato di aver trascorso del tempo con i registi dando loro “i suoi appunti” e chiedendo loro di guardare i film più volte prima del rilascio per garantire che lo studio mantenga il suo standard di eccellenza.

La scorsa settimana la Disney ha annunciato che Sean Bailey avrebbe lasciato la carica di presidente degli studi cinematografici e sarebbe stato sostituito dall’ex co-presidente della Searchlight Pictures David Greenbaum mentre Bob Iger tentava di rimescolare le carte all’interno del team esecutivo e riavviare lo studio cinematografico.

Dopo che The Marvels ha incassato poco più di 200 milioni di dollari in tutto il mondo lo scorso anno – in calo dell’81% rispetto al botteghino di 1,1 miliardi di dollari dell’originale Captain Marvel del 2019 – e Ant-Man And The Wasp: Quantumania  ha deluso con 476 milioni di dollari in tutto il mondo, Iger ha messo in discussione il concetto secondo la quale “il pubblico sarebbe stanco dei film di supereroi e franchise”.

I buoni film, ha detto, attirano la gente al cinema e ha citato come esempio il candidato all’Oscar Oppenheimer della Universal.

Bob Iger ha sottolineato che non è un caso che i primi 33 film dei Marvel Studios abbiano prodotto quasi 30 miliardi di dollari al botteghino globale. Il programma dei Marvel Studios è stato ridotto e ha detto di sentirsi bene con la squadra. L’unica uscita di supereroi dello studio quest’anno è l’atteso Deadpool & Wolverine, la  cui uscita è prevista per il 26 luglio negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Il CEO della Disney ha pubblicizzato gli highlights cinematografici di quest’anno, tra cui  Il Regno del pianeta delle scimmie  il 10 maggio negli Stati Uniti, Inside Out 2  il 14 giugno,  Oceania 2  il 27 novembre e Mufasa: Il Re Leone  il 20 dicembre.

Bob Iger ha anche fatto riferimento alla lotta per procura in corso con gli investitori attivisti Nelson Peltz di Trian Partners e Blackwells Capital e ha detto che stava cercando di non lasciarsi distrarre dalla questione. Sto lavorando davvero duramente per non lasciare che questo mi distragga perché quando mi distraggo, tutti quelli che lavorano per me si distraggono e non è una buona cosa“, ha detto.

Gli investitori attivisti sono in lizza per un posto nel consiglio di amministrazione e hanno pubblicato un libro bianco sulla governance aziendale di Disney chiedendo tagli, azioni urgenti sul business della TV lineare e la necessità di unire Disney+ e Hulu.La questione dei posti nel consiglio sarà determinata durante l’assemblea generale annuale della Disney il 3 aprile.

Inexorable: la spiegazione del finale del film

Inexorable: la spiegazione del finale del film

Quante sfumature esistono dell’amore? Se lo chiede anche il regista belga Fabrice du Welz, che con i suoi film ha in particolare esplorato gli aspetti più orrorifici di questo sentimento e di ciò che in suo nome si è capaci di compiere, specialmente quando per determinati individui si manifesta l’impossibilità di possedere del tutto la persona amata. Un tema, quello della follia che corrompe l’amore, che il regista ha affrontato con la cosiddetta Trilogia delle Ardenne, composta dai film Calvaire (2004), Alleluia (2014) e Adorazione (2019). Trilogia che diventa però ora quadrilogia con il suo ultimo lungometraggio Inexorable, realizzato nel 2021.

Ricorrente in questi film è un personaggio di nome Gloria, che in Inexorable diventa l’incarnazione di tutti questi sentimenti e temi che al regista interessa esplorare e il film in sé si dimostra un solido thriller capace di incuriosire, affascinare, sedurre e terrorizzare, fino al suo scioccante finale, presentando anche alcune dinamiche che richiamano al film premiato agli Oscar Parasite. Apprezzato da critica e pubblico ma passato in sordina, grazie ora al suo passaggio televisivo è possibile riscoprire Inexorable ed unirsi al regista nel suo riflettere sulle perversioni dell’amore e dei confini oltre cui non si può più parlare di tale sentimento, essendo sfociati in ben altro.

Per gli appassionati del genere, si tratta dunque di un titolo da non lasciarsi sfuggire, che grazie ai suoi colpi di scena e alla sua atmosfera di tensione offre una visione difficile da dimenticare. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Inexorable. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Inexorable

Protagonista del film è Marcel Bellmer, uno scrittore egocentrico e mendace che, dopo aver pubblicato un romanzo di successo, Inexorable, fatica a trovare l’ispirazione per continuare a scrivere. Per cercare di superare questo fastidioso blocco, l’uomo decide allora di trasferirsi insieme alla moglie e alla figlia in una grande abitazione di famiglia da poco ereditata, che si trova in aperta campagna. Qui, nella pace dell’ambiente naturale, Marcel spera di trovare nuove ispirazioni. Le sue speranze verranno esaudite in modo imprevisto, quando nella sua vita comparirà Gloria, una misteriosa ragazza che sembra celare dei segreti capaci di porre a rischio gli equilibri all’interno della famiglia.

Ad interpretare Marcel vi è l’attore Benoît Poelvoorde, noto per aver recitato in film come Dio esiste e vive a Bruxelles, 7 uomini a mollo e Una famiglia in affitto. Accanto a lui, nel ruolo della moglie Jeanne vi è invece l’attrice Mélanie Doutey, anche lei vista in 7 uomini a mollo ma anche nella serie Le 7 vite di Léa. L’attrice Alba Gaïa Bellugi, invece, ricopre qui il ruolo di Gloria. Classe 1995, Bellugi ha recitato in Quasi amici, nel film italiano La stoffa dei sogni e nella serie Into the Night. Completano il cast l’attrice Janaina Halloy nel ruolo di Lucie, figlia di Marcel e Jeanne, Anaël Snoek in quelli di Paola e Sam Louwyck in quello di Harry Ledoux.

Inexorable spiegazione cast

La spiegazione del finale di Inexorable

Come anticipato, la tranquillità della famiglia Bellmer viene messa a dura prova dopo che la giovane Gloria riesce a farsi assumere presso di loro come addetta alle pulizie della villa. Inizialmente affabile e di buoni modi, Gloria piano piano manifesterà sempre più comportamenti strani, facendo emergere degli evidenti legami passati con Marcel. Cercando di capire cosa lo lega a quella giovane che è convinto di non aver mai visto prima, lo scrittore scoprirà che si tratta di una figlia avuta da una precedente relazione. Tuttavia la cosa si complica in quanto Gloria prova anche una forte attrazione per quello che è dunque suo padre.

Tanta è la sua determinazione che arriverà anche a compiere un gesto incestuoso, scoperto poi dalla moglie di Marcel. A quel punto diventa sempre più evidente un intento distruttivo della giovane nei confronti della famiglia Bellmer. Nel finale, dunque, Marcel e Gloria si uccidono a vicenda e la loro morte appare l’unica e inesorabile soluzione possibile per quel loro rapporto. Così facendo, però, la ragazza di fatto ottiene ciò che desiderava, ovvero distruggere la vita e la reputazione di quel padre amato e odiato ma anche quella di sua moglie Jeanne, vista come un’usurpatrice. Non da ultima, quella della piccola Lucie, la quale come Gloria dovrà crescere con l’assenza di un padre.

Il trailer di Inexorable e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Seven grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 5 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Margherita delle stelle: la storia vera dietro il film

Margherita delle stelle: la storia vera dietro il film

Ispirato liberamente all’autobiografia Nove vite come i gatti. I miei primi novant’anni laici e ribelli, il film Margherita delle stelle (qui la recensione) porta in TV la storia di Margherita Hack, tra le più apprezzate astrofisiche a livello internazionale e incarnazione di una serie di valori e ideali tanto nobili quanto troppo spesso trascurati. A dirigere questo biopic è Giulio Base (già regista di film come Il maledetto e À la recherche), che affida a Cristiana Capotondi il ruolo della Hack, raccontata dalla giovinezza e fino all’età adulta, ripercorrendo le tappe più importanti della sua vita e facendone emergere l’unicità d’animo e di pensiero.

Il film, che attinge da fonti inedite ed esclusive, tra cui la già citata autobiografia Nove vite come i gatti, scritta dalla stessa Hack insieme al giornalista e divulgatore scientifico Federico Taddia, celebra dunque le battaglie portate avanti dall’astrofisica contro il regime fascista, contro il maschilismo degli ambienti accademici, ma anche la sua passione per lo sport, l’amore con il compagno di tutta una vita e il forte legame con i genitori. Nel 2022 ricorreva il centenario dalla nascita di Hack, motivo per cui il film a lei dedicato diventa l’occasione per riscoprire una delle personalità che più hanno conferito prestigio all’Italia.

Coprodotto da Rai Fiction e Minerva Pictures e scritto da Monica Zapelli insieme allo stesso Taddia, Margherita delle stelle si presenta dunque come un coming of age intimo ed emozionante di una donna che è stata, oltre che una grande astrofisica, un vero modello di emancipazione, curiosità e autenticità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad alcuni accenni sulla storia vera di Margherita Hack. Infine, si riporterà dove e quando poter vedere il film in TV o in streaming.

Margherita delle stelle trama

La trama e il cast di Margherita delle stelle

Il film racconta gli anni meno noti di Margherita Hack, dall’infanzia agli anni scolastici dove è costretta a scontrarsi con le imposizioni di un mondo maschile e con la diffusione dell’ideologia fascista. Margherita cerca di opporsi però a tutte le forze che le si pongono contro, cercando di crescere mantenendo sempre quella voglia di libertà e autonomia insegnatale dai due amorevoli genitori. L’adolescente diventa poi la giovane donna che si innamora del mondo delle stelle e, a dispetto di tutte le convenzioni e i limiti posti alle aspirazioni femminili, riuscirà ad emergere in un mondo fatto e governato da soli uomini.

Ad interpretare Margherita Hack vi è l’attrice Cristiana Capotondi, nota per film come Notte prima degli esami, Nome di donna e la miniserie Le fate ignoranti. Capotondi interpreta qui la scienziata dai suoi anni giovanili fino a quelli dell’anzianità, sfoggiando per questi ultimi un trucco che le ha permesso di somigliare maggiormente alla vera Hack. Nel ruolo di Aldo de Rosa, amico e poi marito di Margherita, vi è invece l’attore Flavio Parenti, recentemente visto anche in La lunga notte – La caduta del Duce. Cesare Bocci (il celebre Mimi Augello di Il commissario Montalbano e Sandra Ceccarelli interpretano invece Roberto e Maria Luisa Poggesi Hack, genitori di Margherita.

Margherita delle stelle cast

La vera storia dietro Margherita delle stelle

Il film, dunque, si concentra sul racconto dei primi anni di vita di Margherita Hack, durante i quali si formerà come persona e svilupperà le idee che la porteranno poi a diventare la celebrata astrofisica che oggi conosciamo. Hack, che nasce nel 1922, anno della Marcia su Roma, consegue nel 1940 il diploma di maturità classica, laureandosi poi in fisica cinque anni più tardi, nel 1945 con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, realizzata presso l’osservatorio di Arcetri di Firenze. Proprio in quegli anni, però, Hack si trova a scontrarsi con le imposizioni del regime fascista, che mal vedevano la presenza di una donna in ambienti considerati esclusivamente maschili.

Hack dichiererà infatti di essere stata “fascista fino al 1938, fino al giorno in cui entrarono in vigore le leggi razziali“, momento a partire dal quale capì che il nazionalismo professato dal partito intendeva porsi al di sopra di tutto e tutti, cosa che non era disposta ad accettare. Ebbe dunque numerosi scontri negli ambienti accademici, dove dovette in più occasioni dimostrare il doppio dei colleghi uomini per provare di meritarsi il proprio posto in quel contesto. Dopo aver insegnato all’Università di Firenze dal 1948 al 1951, dal 1954 al 1963 passa a lavorare all’Osservatorio astronomico di Merate e ottenendo poi nel 1964 la cattedra di astronomia all’Università di Trieste dove insegnerà fino al 1º novembre 1992

È stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale. Oltre al suo lavoro di scienziata, Hack in gioventù praticò con successo la pallacanestro e l’atletica leggera e fu campionessa di salto in alto e in lungo in campionati universitari. Negli anni, si betté poi per i diritti civili, da quelli per gli omosessuali a quello per l’eutanasia e fino a quelli della vita animale. Accanto a lei, per tutto il tempo, c’è stato il marito Aldo de Rosa, sposato il 19 febbraio 1944 e con il quale rimase insieme fino alla fine dei loro giorni.

Il trailer di Margherita delle stelle e quando vedere il film su Rai 1 e in streaming su RaiPlay

Il film è presente nel palinsesto televisivo di martedì 5 maggio alle ore 21:25 sul canale Rai 1. Di conseguenza, sarà poi presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Regé-Jean Page con Michael Fassbender e Cate Blanchett per Steven Soderbergh

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Regé-Jean Page reciterà al fianco di Michael Fassbender e Cate Blanchett nel thriller Focus Feature Black Bag, diretto da Steven Soderbergh. David Koepp ha scritto la sceneggiatura con la produzione di Casey Silver e Greg Jacobs.

I dettagli della trama vengono tenuti nascosti, a parte il fatto che il film viene descritto come un thriller di spionaggio. Il mese scorso, Deadline ha dato la notizia che Focus aveva ottenuto i diritti di Black Bag dopo essere arrivato sul mercato e che il piano sarebbe stato di girare questa primavera.

Dopo il suo ruolo da protagonista nella serie di successo di Netflix Bridgerton, Regé-Jean Page ha registrato un aumento di notorietà e di prestigio legato al suo nome, tanto che in molti si sono litigati la sua attenzione, anche se le sue scelte non hanno rispecchiato, a oggi, questa promessa di grandezza. Oltre a Bridgerton, è apparso di recente in Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri della Paramount e nel film d’azione di Netflix The Grey Man. Attualmente è anche destinato a recitare nel reboot di Paramount di The Saint con Doug Liman che ha recentemente firmato per dirigere.

Il Robot Selvaggio: trailer e il poster del film

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Il Robot Selvaggio: trailer e il poster del film

Dalla DreamWorks Animation arriva Il Robot Selvaggio, il nuovo adattamento di una straordinaria opera letteraria, l’amato e pluripremiato bestseller del New York Times n. 1 di Peter Brown, Il Robot Selvatico.

L’epica avventura segue il viaggio di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta orfana.

Il Robot Selvaggio, il poster

Il Robot Selvaggio ha per protagonisti la vincitrice del premio Oscar® Lupita Nyong’o (Noi, Black Panther) nel ruolo del robot Roz; il candidato agli Emmy e al Golden Globe Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nel ruolo della volpe Fink; la vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Campioni di razza) nel ruolo dell’opossum Pinktail; il candidato al premio Oscar® Bill Nighy (Living, Love Actually – L’amore davvero) nel ruolo dell’oca Longneck; Kit Connor (Heartstopper, Rocketman) nel ruolo dell’oca Brightbill e la candidata al premio Oscar® Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once, The Fall Guy in uscita quest’estate) nel ruolo di Vontra, un robot che si unirà a Roz sull’isola.

Il film si avvale anche delle voci di Mark Hamill, icona della cultura pop e vincitore dell’Emmy Award (Star Wars, Il ragazzo e l’airone), di Matt Berry (What We Do in the Shadows, SpongeBob – Il Film) e di Ving Rhames (Mission: Impossible, Pulp Fiction), vincitore di un Golden Globe e candidato agli Emmy.

Una storia emozionante sulla scoperta di sé stessi, un’emozionante analisi sul legame tra tecnologia e natura, una commovente esplorazione di cosa significhi essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.

Il Robot Selvaggio è scritto e diretto dal pluricandidato all’Oscar® Chris Sanders – sceneggiatore e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch di Disney Animation Studios – ed è prodotto da Jeff Hermann (Baby Boss 2 – Affari di famiglia della DreamWorks Animation; co-produttore del franchise Kung Fu Panda).

Il robot selvatico di Peter Brown, romanzo illustrato per ragazzi pubblicato per la prima volta nel 2016, è diventato un fenomeno, balzando al primo posto della classifica dei bestseller del New York Times. Il libro ha poi ispirato una trilogia che ora comprende La fuga del robot selvatico e The Wild Robot Protects. Il lavoro di Brown sulla serie Il robot selvatico e sugli altri suoi bestseller gli è valso un Caldecott Honor, un Horn Book Award, due E.B. White Awards, due E.B. White Honors, un Children’s Choice Award come illustratore dell’anno, due Irma Black Honors, un Golden Kite Award e un New York Times Best Illustrated Book Award.

Adèle Exarchopoulos: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Adèle Exarchopoulos: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Da quando nel 2013 è stata protagonista di La vita di Adele, l’attrice francese Adèle Exarchopoulos è divenuta sempre di più una delle nuove stelle della recitazione francese. Già in quell’intenso film lasciava trasparire tutta la sua capacità di mettersi al servizio di un personaggi complesso, tormentato ed emotivamente intenso, conferendogli una naturalezza disarmante. Nel tempo l’attrice ha riproposto queste sue qualità, maturando come interprete e guadagnando continuamente consensi.

Adèle Exarchopoulos: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice intraprende la propria carriera nel mondo del cinema recitando in film come Boxes (2006), I ragazzi di Timpelbach (2008) e Vento di primavera (2010). È poi con il film La vita di Adele (2013) che si consacra a livello internazionale e in seguito a quel titolo reciterà in Il tuo ultimo sguardo (2016), di Sean Penn, Quattro vite (2016), Le Fidèle – Una vita al massimo (2017), Nureyev – The White Crow (2018), Sybil – Labirinti di donna (2019), Mandibules – Due uomini e una mosca (2020), Generazione Low Cost (2021), Passages (2023), Le ladre (2023), The Animal Kingdom (2023) e Je voirai toujours vos visages (2023).

2. Ha preso parte anche a prodotti televisivi. Oltre a recitare per il cinema, Exarchopoulos si è concessa anche qualche incursione nella televisione. Agli inizi della sua carriera, nel 2006, ha infatti recitato in un episodio della serie R.I.S. Police Scientifique, mentre nel 2020 è stata tra le protagoniste delle serie Le Flamme e Le Flambeau, les aventuriers de Chupacabra. Nel 2023 è stata tra i concorrenti della terza stagione della versione francese di LOL: Chi ride è fuori!, venendo però eliminata per terza.

Adèle Exarchopoulos in La vita di Adele

3. È spesso stata un tutt’uno con il personaggio. Buona parte delle riprese dedicate ad Adèle Exarchopoulos che sono state utilizzate in La vita di Adele sono in realtà dell’attrice quando non era nel suo personaggio. La telecamera la riprendeva infatti anche in momenti di pausa, mentre mangiava e persino quando dormiva sul treno mentre si recavano sul set. D’altronde, la stessa attrice ha raccontato che uno dei motivi per cui ha ottenuto il ruolo in seguito al provino è per il modo in cui mangia e che dunque c’è molto di lei nel personaggio. Il nome del suo personaggio è stato anche cambiato da Clementine (come è nella grafic novel da cui è tratto il film) ad Adèle.

Adele Exarchopoulos La vita di Adele

4. Ha stretto un ottimo legame con la sua co-protagonista. Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux hanno dichiarato di aver riso e scherzato molto durante le riprese delle scene di sesso, cosa che le ha aiutate a sciogliersi e a sentirsi più a proprio agio l’una con l’altra. Le due hanno così sviluppato un ottimo legame, che ha però portato anche all’emergere di alcune voci secondo cui tra loro ci fosse una relazione. Sia Léa Seydoux che Adèle Exarchopoulos hanno però poi dichiarato che la relazione dei loro personaggi non ha un corrispettivo nella realtà, ma che si considerano molto amiche.

5. Si è espressa a favore delle scene di sesso. Come noto, le scene di sesso in La vita di Adele hanno generato diverse polemiche e la stessa Seydoux le ha giudicate eccessive. Exarchopoulos, però, non è di questo parere. “Tutti facciamo sesso, è come una droga, tutti lo amano. Dovevamo mostrare come fare l’amore con qualcuno sia viscerale. Dovevamo trasmettere quanto di te stesso metto in quest’atto. Così abbiamo scelto di mostrare a tutti l’emozione che si cela dietro la scoperta della propria sessualità. Siamo adulti, quindi andiamo. È finzione, è cinema. Non capisco il problema”, ha affermato l’attrice.

Adèle Exarchopoulos in Le ladre

6. Si è esercitata per una scena in particolare. Nel film del 2023 Le ladre, disponibile su Netflix, Exarchopoulos interpreta Alex, la socia di una criminale decisa a ritirarsi da quel mestiere, non prima però di aver compiuto un ultimo colpo. Per questo film, l’attrice si è dovuta prepare fisicamente ad una serie di sequenze complesse, tra cui una scena di lotta sulle note della musica classica di Strauss, scena che è anche un chiaro riferimento a quella della lotta nel casinò abbandonato nel film Arancia meccanica.

Adèle Exarchopoulos in Passages

7. Ha accettato di recitare nel film senza neanche aver letto la sceneggiatura. Nel 2023 l’attrice ricopre il ruolo di Agathe, che si ritrova coinvolta in un triangolo amoroso nel film Passages, diretto da Ira Sachs. Nel corso di un’intervista ha raccontato di aver accettato la parte senza neanche il bisogno di leggere prima la sceneggiatura. Ha infatti incontrato il regista per un caffè e in seguito alla sua sola spiegazione del progetto l’attrice si è detta così affascinata e coinvolta dalle parole di Sachs da aver subito dato la propria disponibilità a recitare nel film.

Adele Exarchopoulos Passages

Adèle Exarchopoulos è su Instagram

8. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 2 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 400 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Adèle Exarchopoulos e la sua vita privata: Doums e il figlio

9. Ha avuto un figlio da un noto rapper. L’attrice ha avuto una relazione a partire dal 2016 con il rapper francese Mamadou Coulibaly, noto come Doums, membro del gruppo collettivo hip hop francese L’entourage. I due hanno poi avuto un figlio, nato nel 2017, ma in quello stesso anno si sono anche separati. In precedenza, dal 2012 al 2015 ha avuto invece una relazione con l’attore Jérémie Laheurte, conosciuto sul set di La vita di Adele. Ad oggi non è noto se l’attrice sia single o meno.

Adèle Exarchopoulos: età, altezza e origini dell’attrice

10. Adèle Exarchopoulos è nata a Parigi il 22 novembre del 1993. L’attrice è alta complessivamente 1,73 metri. È iglia di Didier Exarchopoulos, un insegnante di chitarra di origine greca da parte di padre, e di Marina Niquet, un’infermiera. Ha due fratelli minori, Baptiste ed Émile.

Fonti: IMDb, Instagram

Margherita delle stelle: recensione del film sull’astronoma Hack

Margherita delle stelle: recensione del film sull’astronoma Hack

Margherita Hack ci ha lasciati il 29 giugno 2013, ma il 12 giugno 2022 ricorrevano i cento anni dalla sua nascita, e in occasione di quella ricorrenza nasce il film Margherita delle stelle, affidato dalla Rai a Giulio Base – e a una “squadra molto importante”, come la definisce Maria Pia Ammirati direttrice di Rai Fiction – e dal 5 marzo disponibile in prima serata su Rai 1 e su RaiPlay.

A riportare in vita la grande astrofisica italiana c’è Cristiana Capotondi, da poco apparsa sul grande schermo con Alessandro Siani e nel televisivo Le fate ignoranti, che qui troviamo accompagnata da Cesare Bocci, Sandra Ceccarelli e Flavio Parenti in alcuni ruoli chiave di questo “ritratto intimo” e personale di colei che ancora oggi dovrebbe essere un modello per tutti, di emancipazione, coraggio, libertà di pensiero e impegno civile. Come dimostrano le sue parole, oggi più che mai valide e attuali: “Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra“.

Margherita delle stelle, la trama

Come si vede sin dalle prime scene del film, nelle quali ci viene presentata la piccola Margherita (interpretata da Sveva Zalli), autonoma e curiosa sin da bambina e sostenuta da due genitori straordinariamente anticonformisti (Bocci e Ceccarelli) che le insegnano la libertà di scegliere e di opporsi a certi dogmi dalla società, primi fra tutti quelli dell’oppressiva ideologia fascista. Vegetariana, amante dello studio e della natura, Margherita cresce fuori dagli schemi, diversa, per modo di vestire e di pensare, da tutte le sue coetanee, anche quando, liceale, alza la voce contro l’espulsione di una insegnante ebrea dal proprio istituto, rischiando di subire la stessa sorte. Ma sono anche gli anni della scoperta dello sport agonistico, altra sua grande passione, della scoperta delle stelle e del ritorno del piccolo Aldo (Parenti), ormai cresciuto e con il quale nasce un legame che li unirà – anche in matrimonio – fino alla morte. E che la accompagnerà nelle successive tappe della sua vita, sempre affrontate con coraggio e indipendenza, che l’hanno portata a emergere in un mondo fatto e governato da soli uomini, grazie alle sue forza di volontà e competenza, che da fenomenale ricercatrice l’hanno fatta arrivare al centro Astronomico di Merate, dominato da dinamiche baronali e maschiliste, e diventare la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste.

Margherita Hack, stella polare

Già protagonista di documentari e imperdibili interviste (disponibili su RaiPlay, oltre che su YouTube), Margherita Hack continua a essere un raro esempio di libertà e onestà intellettuale, oltre che di tenacia. Caratteristiche che insieme allo studio indefesso e a una incrollabile forza di volontà l’hanno resa la donna corretta, indipendente e geniale che non poteva che meritare un ulteriore approfondimento. Che in questo caso si ispira – “liberamente” al libro “Nove vite come i gatti” scritto dalla stessa Hack con Federico Taddia, dal quale Monica Zapelli ha tratto la sceneggiatura di quello che si configura come vero e proprio romanzo di formazione, un coming of age che sceglie di raccontare Margherita più che la Professoressa Hack, non a caso partendo dalla sua infanzia e adolescenza.

Margherita delle stelle recensione serieUna missione, in un certo senso, dalla valenza educativa più auspicata che dichiarata, ma che della unicità del singolarissimo personaggio fa il suo principale punto di forza. Una chiave perfetta per raccontare la possibilità di non piegarsi alle barbarità – passate e presenti – della nostra società, senza abbandonarsi alla pigrizia (non solo mentale) o cedere al sopruso, che vive della simpatia e delle conquiste della protagonista, encomiabilmente interpretata da una Cristiana Capotondi resa dal trucco quasi più credibile come Margherita adolescente che con il doppio mento e i capelli grigi. Elementi che sicuramente hanno pesato sul ritorno di Giulio Base alla produzione televisiva dopo più di dieci anni e dopo l’ultimo À la recherche presentato alla Festa del Cinema di Roma, ma che non possono non averlo condizionato – e in definitiva frenato – nella sua intenzione di realizzare un “racconto poco ortodosso, poco lineare, poco scontato” e capace di emozionare.

Margherita delle stelle, da vedere

Compito non semplice, d’altronde, dovendo selezionare ampiamente tra i tanti momenti fondanti di una vita come quella della Hack e gli episodi più rappresentativi e coerenti con la storia di empowerment femminile, ma non priva di leggerezza, che si puntava a costruire. Nella quale sono sorprese positive gli inserimenti di materiale di repertorio e foto d’epoca, ma che procede spesso per tappe fin troppo sintetiche e affrettate. Che nulla tolgono al valore di testimonianza e dell’operazione in generale, ma che non riescono a far dimenticare l’origine celebrativa della stessa e a toccare le corde sperate.

Kevin Spacey sarà “il Diavolo” nel nuovo film di Massimo Paolucci

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Kevin Spacey apparirà nei panni di un personaggio chiamato “Il Diavolo” nel thriller psicologico di Massimo Paolucci, The Contract, di cui si sono appena concluse le riprese principali a Roma. Il film in lingua inglese, descritto come avente una trama simile a Angel Heart di Alan Parker e L’avvocato del diavolo di Taylor Hackford, vede nel cast anche Eric Roberts e Vincent Spano. Kevin Spacey è arrivato a Roma lo scorso dicembre per girare il film.

La carriera della star di House of Cards è implosa a causa delle accuse di cattiva condotta sessuale nel 2017, ma da allora è stato ritenuto non responsabile in una causa intentata nell’ottobre 2022 dall’attore di Star Trek: Discovery Anthony Rapp ed è stato dichiarato non colpevole in un processo per aggressione nel luglio 2023 nel Regno Unito. Presto tornerà sugli schermi cinematografici statunitensi con il thriller indipendente Peter Five Eight, interpretato anche da Rebecca de Mornay, che uscirà negli Stati Uniti in versione limitata il 22 marzo. Il film segna il primo ruolo da protagonista di Spacey da quando è stato prosciolto dal processo di Londra.

In The Contract, Spacey interpreta un personaggio chiamato “Il Diavolo”, che secondo la dichiarazione è in qualche modo simile al ruolo di Al Pacino in L’avvocato del diavolo, in cui interpreta Satana che assume le sembianze di un avvocato umano, e a quello di Robert De Niro in Angel Heart, un uomo d’affari satanico che assume uno squallido detective privato per scendere all’inferno. I produttori Massimiliano Caroletti e Sandro Lazzarini hanno detto di aver “corteggiato” Spacey per otto mesi per convincerlo a interpretare il ruolo.

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