Home Blog Pagina 607

Willow, la serie: l’incontro con Warwick Davis e Jonathan Kasdan

0
Willow, la serie: l’incontro con Warwick Davis e Jonathan Kasdan

Figlio d’arte e già sceneggiatore di Solo: A Star Wars Story, Jonathan Kasdan si fa carico di riportare in auge, dopo diversi decenni, uno dei marchi più cari alla Lucasfilm, quello di Willow, film del 1988 con Warwick Davis che adesso diventa una serie omonima, che dà seguito ai fatti raccontati in quella rocambolesca avventura.

In occasione della conferenza stampa mondiale di presentazione della serie, disponibile su Disney+ a partire dal 30 novembre, Kasdan in persona ha parlato del progetto che ha visto di nuovo coinvolto nell’iconico ruolo Davis. “C’era da tanto tempo tra me, Ron (Howard, regista del film, ndr) e Warwick l’impulso di continuare questa storia e tornare in questo mondo. Io ci sono arrivato come fan, loro invece c’erano già dentro ​​entrambi come creatori, e hanno trovato un campione in me. Ho continuato a lottare e sperare che avremmo avuto la possibilità di tornare in quel mondo, e il mio asso nella manica era ovviamente Warwick che aveva detto che sarebbe tornato e che sarebbe stato così attraente che l’America – e il mondo – sarebbero caduti in ginocchio ai suoi piedi. Penso che tutti lo abbiano capito, e tutti lo abbiano apprezzato, che c’era qualcosa di veramente speciale nell’opportunità di riportare questo personaggio sullo schermo.”

Come ogni franchise che ha radici profonde nel cuore dei fan e che viene riproposto anche ad un pubblico moderno, la via giusta dovrebbe essere quella di riuscire a tenersi in equilibrio tra ciò che i fan di lunga data si aspettano e quello che invece vuole il pubblico nuovo e che esige la storia. “Quella è la sfida – ha spiegato Jonathan Kasdansempre, con ogni episodio che stai attraversando il confine, tra renderlo familiare e soddisfare ciò che i fan si aspettano dal marchio “Willow”, e poi provare a spingerlo avanti e raccontare una storia sorprendente e inaspettata. E sai, la grande arma che avevamo con noi era Warwick, che ha dato credibilità alla serie, e nel momento in cui lo vedi sullo schermo, improvvisamente credi che questi altri sei ragazzini possano in qualche modo inserirsi in quel mondo, e abitarlo davvero. E lo hanno fatto in modo così bello e con tanto gusto ed entusiasmo. E sono stati così bravi a farlo che la serie è davvero sia un omaggio al film che una progressione naturale della sua storia.”

Willow, il ritorno di Warwick Davis

Ma, come ha detto Kasdan, non ci sarebbe stata una serie sequel del film senza Willow in persona, quel Warwick Davis a cui tanto deve la comunità cinematografica nerd, lui che in tanti anni di carriera ha portato sullo schermo tantissimi personaggi fantastici, spaziando trai franchise e nell’immaginazione dei fan. Secondo Davis, la serie arriva al termine di un lunghissimo periodo di proposte e incertezze: “Per anni se ne è parlato, non da fonti ufficiali, ma tra i fan. Mi hanno costantemente interpellato, chiedendomi quando si sarebbe realizzato un sequel del film. Ed è una domanda a cui non avrei mai potuto rispondere. Fino a quando non ho incontrato Jon Kasdan, che ho capito essere anche lui un fan del film. Eravamo sul set di Solo, e c’era questa persona che non smetterà di parlare di Willow, e io pensavo che avremmo dovuto occuparci di raccontare questa storia di Star Wars, no? Ma lui insisteva, è stato davvero il catalizzatore del progetto. In termini di sviluppo, non ci sono voluti molti anni. Prima che me ne rendessi conto ero seduto sul set, in Galles, per il primo giorno di riprese. Ancora una volta sembra “Willow”, ma una versione leggermente più vecchia, più matura e più bella. Più sexy.”

“E’ stato interessato tornare in quel mondo, per me è stato bellissimo ogni volta che il mio personaggio faceva riferimento agli avvenimenti del film, è stato un modo davvero divertente di guardare indietro, e certamente penso che i fan si divertiranno. Ma siamo tornati anche in quei luoghi e ambienti in cui eravamo già stati per il film. In particolare, Nockmaar era uno di quei posti particolari, che mi ha sempre dato i brividi. Sai, eccomi lì in piedi o seduto da qualche parte in cui Bavmorda si sarebbe seduta, e sentivo ancora la sua presenza in quel posto. Questo ti mostra quanto fosse potente il film, e quelle ambientazioni, e anche la performance di Jean Marsh.”

Oltre al ritorno di Willow, delle location e dei posti incredibili che avevano già reso emozionante il film, la serie si arricchisce di tanti volti nuovi, come quello marcato e intenso di Amar Chadha-Patel, che interpreta Boorman, o dei giovani Dempsey Bryk e Ruby Cruz, che danno vita ai gemelli Kit e Airk, eredi al regno di Tir Asleen, o ancora dell’intensa Erin Kellyman, irresistibile volto di cinema e televisione che dà vita a Jade, coraggiosa guerriera con un sogno. Del cast fa parte anche Tony Revoloni, che abbiamo visto nel ruolo di Flash Thompson negli Spider-Man con Tom Holland e che qui offre una performance per sottrazione che davvero dà giustizia alla sua fisicità così particolare e memorabile. Tra tutti loro spicca la delicata Dove, interpretata da Ellie Bamber, che per quanto apparentemente fanciulla indifesa e impacciata, riserverà molte sorprese al gruppo di avventurieri che si imbarca per una missione importantissima (e che non riveliamo per non fare spoiler!).

L’appuntamento con Willow – la serie, è su Disney+ a partire dal 30 novembre, giusto in tempo per le vacanza di natale in famiglia, per godersi questa nuova avventura del grande mago Willow Ufgood.

Lo scandalo Kennedy: trama, cast e la vera storia dietro il film

Lo scandalo Kennedy: trama, cast e la vera storia dietro il film

Quella dei Kennedy è una famiglia particolarmente nota tanto negli Stati Uniti quanto nel resto del mondo. I suoi membri più famosi sono ovviamente il presidente John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas nel 1963, e il fratello Robert Kennedy, ucciso in seguito ad un attentanto nel 1968. I due avevano però anche un terzo fratello, il senatore Ted Kennedy. Meno noto a livello internazionale rispetto agli altri due, anche egli ebbe i suoi notevoli momenti di gloria e di infamia. Il più cocente tra gli scandali di cui si è macchiato è stato poi raccontato nel film Lo scandalo Kennedy, diretto nel 2017 da John Curran.

Questo lungometraggio, presentato al Toronto International Film Festival, ripercorre infatti l’incidente di Chappaquiddick, avvenuto nel 1969. Si tratta di un episodio oggi considerato la conseguenza di una negligenza da parte del senatore, che ne avrebbe poi macchiato per sempre la carriera politica. Lo scandalo Kennedy si pone dunque l’obiettivo di ripercorrere in modo dettagliato ciò che avvenne, e anche per questo incontrò diverse resistenze alla sua distribuzione. Il regista e i produttori hanno raccontato di aver ricevuto dure critiche dal mondo politico, secondo le quali questa storia doveva rimanere dimenticata.

L’uscita del film riaccese invece il dibattito e l’analisi di quanto avvenuto, dimostrando una volta di più di come il cinema possa ancora essere un potente strumento di rielaborazione del passato. Per gli appassionati di film incentrati su intrighi politici, è questo un titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Lo scandalo Kennedy: la trama del film

La vicenda del film si svolge nel luglio del 1969, un periodo di particolare fervore per gli Stati Uniti, che si preparano ad andare sulla luna. Sull’isola di Chappaquiddick, facente parte dello stato del Massachussets, il senatore Ted Kennedy si trova in vacanza con la propria famiglia. Dopo una serata di festa trascorsa in compagnia di amici, si mette alla guida di un auto insieme alla giovane Mary Jo, che Ted ha intenzione di assumere nella propria squadra politica. Un incidente d’auto, però, porta l’uomo a perdere il controllo del mezzo e a finire in acqua. Ted riesce ad uscirne incolume, mentre la ragazza perde la vita. Sconvolto dall’accaduto, il senatore si trova ora a dover affrontare una complicata situazione e i sospetti di omicidio che ricadono su di lui.

Lo scandalo Kennedy: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del senatore Ted Kennedy vi è l’attore Jason Clarke, noto anche per i film Nemico pubblico, Zero Dark Thirty e Terminator Genisys. L’anno successivo a Lo scandalo Kennedy, inoltre, Clarke partecipò ad un altro film ambientato nel periodo dell’atterraggio sulla luna, ovvero Il primo uomo. Accanto a lui, nel ruolo della sfortunata Mary Jo, vittima dell’incidente, vi è l’attrice Kate Mara, nota per la serie House of Cards. Ed Helms, attore noto per la trilogia di Una notte da leoni, è Joe Gargan, cugino di Ted Kennedy, mentre Jim Gaffigan è Paul F. Markham. Il candidato all’Oscar Bruce Dern, interpreta il severo Joseph P. Kennedy, padre di Ted. Nel film, egli ha solo tre battute. Completano il cast Olivia Thirlby nel ruolo di Rachel Schiff e Clancy Brown in quello di Robert McNamara.

Lo scandalo Kennedy cast

Lo scandalo Kennedy: la vera storia dietro il film

Quello noto come Incidente di Chappaquiddick è un episodio piuttosto noto nella storia recente degli Stati Uniti, che ha dimostrato di come il potere tenti in tutti i modi di allontare da sé scandali e macchie. Tutto accadde il 18 luglio del 1969, quando dopo una festa il senatore Ted Kennedy si mise alla guida di un auto, su cui viaggiava insieme alla ventottenne Mary Jo Kopeche, segretaria che aveva già lavorato a precedenti campagne politiche dei Kennedy. Mentre fruiva del passaggio, Kennedy perse accidentalmente il controllo dell’auto mentre attraversavano un ponte ad carreggiata unica. L’auto finì dunque nel canale sottostante, precipitando verso il fondo.

Kennedy riuscì a liberarsi e a nuotare verso la salvezza, ma la Kopeche rimase invece incastrata, finendo con l’affogare. La situazione per il senatore si complicò ulteriormente in quanto egli denunciò l’accaduto solo 10 ore dopo. Egli venne poi condannato a due mesi di carcere per omissione di soccorso, ma poté contare su una sospensione della pena. Negli anni sono poi state numerose le teorie sulla vicenda, alcune delle quali non considerano il coinvolgimento di Kennedy. Ciò che è certo, è che l’accaduto minò profondamente la carriera politica del senatore, che continuò a svolgere tale ruolo fino alla sua morte, ma dovette rinunciare al sogno di candidarsi come presidente.

Lo scandalo Kennedy: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Lo scandalo Kennedy è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 29 novembre alle ore 21:15 sul canale Rai 5.

Fonte: IMDb

1899: recensione del primo episodio della nuova serie Netflix

0
1899: recensione del primo episodio della nuova serie Netflix

Approdata sulla piattaforma streaming il 17 novembre, 1899 è una serie tv formata, al momento, da una sola stagione di 8 episodi, di circa un’ora l’uno. Gli ideatori della serie sono Jantje Friese e Baran bo Odar, sceneggiatori già molto noti per la serie tv Dark: da questo primo episodio di 1899 è facile ritrovare delle similarità nello stile delle riprese e nell’ambientazione stessa delle vicende con Dark. La serie è prodotta dalla Germania: piccola curiosità, con un budget di 60 milioni di euro, 1899 è al momento la serie tedesca più costosa mai prodotta. Nel cast ritroviamo attori affermati nel panorama Netflix e Sky, tra cui lo spagnolo Miguel Bernardeau (Gùzman in Elite) nel ruolo di Angel, e l’inglese Emily Beecham (Fanny Logan in The pursuit of love) nei panni di Maura Franklin.

1899: la ricerca della nave scomparsa

La serie si apre con una serie di fotogrammi di paesaggi: il cielo, il mare, una nave. E poi un flashback, una visione di Maura in quello che sembra un ospedale psichiatrico: viene portata via mentre urla contro il padre, nell’ombra. Al risveglio, Maura è sul Kerberos, nave transatlantica che viaggia alla volta di New York. Qui a bordo di questo aristocratico battello si trovano tante figure, storie, segreti tutti da scoprire. Clèmence e Lucien sono una giovane coppia di francesi appena sposati: la relazione dei due risulta essere da subito molto burrascosa. Lucien allontana e respinge la moglie. Sulla Kerberos viaggiano anche una misteriosa giovane donna cinese, che da subito attira l’attenzione su di sé nella sala da pranzo della nave per gli abiti ed il trucco tradizionali; viaggia insieme ad una dama di compagnia, la quale sembra essere più una tutrice, un’educatrice per la giovane, dai modi severi che le riserva. Ramiro e Angel sono due fratelli spagnoli che viaggiano insieme: il primo è un prete pauroso, il secondo un giovane spavaldo.

La quotidianità di tutti i nobili passeggeri viene interrotta da un messaggio, ricevuto tramite telegrafo: si tratta di semplici coordinate. Il capitano inverte subito la rotta per raggiungere il punto indicato: si pensa che il messaggio possa provenire dalla Prometeus, nave scomparsa da ormai quattro mesi.

1899 recensione serie tvCiò che si è perso sarà ritrovato

Tutti gli elementi di 1899 portano lo spettatore a percepire un clima di sinistro mistero. In questo primo episodio ancora non è troppo chiaro come potrebbero proseguire le vicende: forse è proprio questo senso di imprevedibilità che crea ancora più inquietudine, ma è anche ciò che potrebbe portare ad una serie molto originale.

Il background musicale si mantiene sempre molto teso, con melodie quasi graffianti. L’ambientazione della Kerberos risulta essere un po’ lugubre: dominano spesso colori scuri, come il verde petrolio, il bordeaux dei vestiti di Maura e di Virginia Wilson, una signora inglese che viaggia da sola. Questo, però, non è nulla a confronto con ciò che il capitano e Maura stessa trovano sulla Prometeus: l’ambientazione qui è propria di un film dell’orrore. Si intravedono con il debole bagliore delle torce portate dal capitano dei cadaveri, in una distruzione totale; quelle che sembrano corde strappate pendere dal tetto.

Passando invece al vero contenuto di 1899, è chiaro come questo primo episodio pilota ci anticipi molte tematiche che si spera venir sviluppate nelle prossime puntate. Ogni passeggero sembra custodire un oscuro segreto.

Miss Maura Franklin

Tra tutti i personaggi, Maura è colei che attira maggiormente l’attenzione e la curiosità dello spettatore: ci è chiaro da subito che si tratta di una giovane donna indipendente ed intelligente. Lei è una delle prime dottoresse in Inghilterra: per l’ironia di una società ancora fortemente patriarcale e machista, le è permesso studiare medicina, ma non esercitare come medico.

“E’ questo che fanno, vi mostrano il mondo e alla fine vi dicono che non potete averlo”

Nei bisbigli che le ronzano nella testa e nelle strane visioni del passato, si può presagire una grande realtà nascosta dietro a questo personaggio. La chiave di volta per disseppellire questi segreti sembra essere il padre di Maura: già dai primi minuti di questo primo episodio, lei urla al padre di aver scoperto cosa succedeva su queste navi, sul Prometeus.

Nonostante tutto, Maura cerca di mantenersi lucida e razionale: la mattina, dopo le sue visioni nel sonno, ricorda a se stessa chi è, per restare in contatto con ciò che è reale.

Monarch: recensione del primo episodio della serie con Susan Saradon

0

In un alternarsi di musica country e faide familiari, Monarch è la nuova serie musical prodotta dalla Fox, ideata da Melissa London Hilfers. Nel cast ritroviamo la stella del cinema Hollywoodiano Susan Sarandon, premio oscar come miglior attrice protagonista per Dead Walking Man- condannato a morte, nella parte di Dottie Roman. L’inglese Anna Friel (Limitless) interpreta invece Nicky Roman. La serie è formata, al momento, da una sola stagione di nove episodi, ognuno da circa 45 minuti. Monarch, originariamente, sarebbe dovuta andare in onda nel 2021, ma per via della pandemia da covid 19 la data di uscita fu rimandata.

Monarch: la famiglia star del country

Questo primo episodio di Monarch si apre con un flash-forward: Albie Roman, marito di Dottie, di notte in un bosco spara ad un “nemico dei Roman”. Si tratterà di una vendetta?

Albie e Dottie insieme hanno dato vita a una dinastia del country: si sono affermati loro stessi come stelle della musica ed ora Dottie è pronta ad abbandonare la scena, in favore dei suoi figli, Gigi, Luke e Nicky. Quest’ultima è la destinata a divenire la nuova regina del country: con la sua bellezza, il suo talento e la sua tenacia, dovrà prendere il posto della madre. Nicky deve dimostrare di essere all’altezza di Dottie come cantante: per farlo organizza con la sorella Gigi, pecora nera della famiglia rimasta sempre fuori dai riflettori, un concerto in onore dei genitori. Con l’emergere del grande talento di Gigi, si creerà una forte competizione tra le due.

Dottie, malata ormai ad uno stadio terminale, decide di abbandonare la scena, dandosi una morte serena e senza dolore. Programma con la figlia Nicky il suo suicidio per subito dopo la fine del concerto. Rimorsi e rimpianti tormentano la memoria di Dottie, con una serie di flashback che mostrano un fienile in fiamme. I Roman si sono stabiliti come la famiglia modello nel mondo del country, con la loro Monarch Entertainment, ma nascondono tutti dei segreti sotto la superficie: tradimenti, relazioni tra cognati e fantasmi dal passato saranno certamente al centro dei prossimi episodi!

Monarch recensione susan sarandon

I contrasti dentro la famiglia perfetta

Fin dal primo episodio di Monarch sono chiare le contraddizioni tra ciò che i Roman mostrano in pubblico e ciò che è in realtà. Nella famiglia modello del country sono diverse le tensioni interne. Il rapporto tra Luke ed il padre Albie si dimostra da subito molto freddo. Per quanto Luke, CEO della Monarch Entertainment, cerchi di migliorare la società e rendere suo padre fiero, Albie non considera e non apprezza il suo lavoro. Dottie, invece tiene in grande considerazione il figlio: per evitare che Luke possa decidere di abbandonare la direzione dell’impresa di famiglia, Lei gli cede tutte le sue azioni.

La relazione tra Gigi e la madre è burrascosa quanto quella tra il padre e Luke: Gigi, vista come la ribelle della famiglia, è stata tenuta fuori dai riflettori fino al concerto per l’addio alla scena di Dottie. La stessa madre le aveva impedito in passato di esibirsi in pubblico: notando la sua bravura durante il duetto con Nicky, si potrebbe dire che Dottie abbia posto una figlia nell’ombra per farne brillare un’altra.

Gigi e Nicky sembrano, ad inizio episodio, avere un bel rapporto di amicizia: Gigi supporta Nicky nei suoi problemi di coppia con Clive, un attore britannico che la tradisce ripetutamente. Dopo il concerto, però, tra le due si crea una rivalità che potrebbe portare ad incrinare il loro rapporto nei prossimi episodi.

Monarch: curiosità e personaggi attesi

In questo episodio pilota di Monarch non vengono introdotti a dovere tutti i personaggi: Kayla, moglie di Gigi e manager di successo, compare solo in poche scene. Anche Ace, figlio adottivo di Nicky e cantante di talento è ancora poco presente. Si può ipotizzare anche un ulteriore sviluppo del personaggio di Dottie, con flashback e riferimenti al suo passato oscuro.

Alcune curiosità riguardo la serie: nelle scene in cui Nicky si esibisce, è proprio l’attrice Anna Friel a cantare senza alcun doppiaggio! Inoltre, nella serie in cui la famiglia è al centro di tutto, anche gli attori stessi lavorano in famiglia: Nei flashback Dottie da giovane viene interpretata da Eva Amurri, figlia della stessa Susan Sarandon. Pur essendo le vicende ambientate a Austin in Texas, le riprese sono avvenute ad Atlanta, Georgia.

Natale a tutti i costi: trailer della nuova commedia natalizia Netflix con Christian De Sica

0

Netflix annuncia l’arrivo di Natale a tutti i costi, l’esilarante commedia di Natale con protagonisti Christian De Sica e Angela Finocchiaro, insieme a Dharma Mangia Woods e Claudio Colica, scritta e diretta da Giovanni Bognetti. Il film è in arrivo solo su Netflix dal 19 dicembre e sono ora disponibili il Trailer ufficiale, il Poster e le prime immagini dal film.

Dopo venticinque anni la famiglia perfetta si separa: i figli, Alessandra e Emilio, abbandonano il nido e la provincia e vanno a vivere in città lasciando i genitori, Carlo e Anna, finalmente soli. I ragazzi nel giro di pochi mesi, presi dalla loro nuova vita, limitano i rapporti con i genitori a qualche breve chiamata, disertano i funerali dei parenti, non si presentano più ai compleanni e come ultima goccia, non trascorreranno il Natale insieme alla loro famiglia. Carlo e Anna, arrabbiati e disperati, decidono quindi di mentire fingendo di aver ereditato sei milioni di euro da una vecchia zia pur di riavere i loro figli. Il piano sembra funzionare e, spinti dalla speranza di poter avere la loro fetta di eredità per realizzare i loro sogni, i figli si ripresentano magicamente, assicurando persino di non potersi perdere il Natale in famiglia. Quanto potrà durare e quali conseguenze avrà la bugia di Carlo e Anna? Riusciranno a festeggiare il Natale con i loro figli? E a quale costo?

Il film è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai per Colorado Film in associazione con Sony Pictures International Productions in collaborazione con RTI, e vede nel cast anche Iaia Forte, Fioretta Mari, Francesco Marioni, Alessandro Betti. Natale a tutti i costi è basato sul film “Mes Très Chers Enfants” scritto e diretto da Alexandra Leclère, una produzione UGC. Natale a tutti i costi sarà disponibile solo su Netflix dal 19 dicembre.

Zoe Saldana ricorda la sua stranissima audizione per Avatar

0
Zoe Saldana ricorda la sua stranissima audizione per Avatar

Zoe Saldana, che è trai protagonisti di Avatar: la via dell’acqua e aveva già recitato in Avatar, rivela il suo incredibile processo di audizione per il film originale. L’attrice ha interpretato Neytiri, protagonista femminile e interesse amoroso di Jake Sully, nel 2009. Nel sequel, Neytiri non è solo la protagonista femminile, ma anche una madre poiché ha avuto dei figli con Jake nel tempo trascorso tra la storia del film originale e gli eventi di La via dell’acqua.

Ora, Zoe Saldana ha approfondito il surreale processo di audizione per Avatar del 2009 al The Tonight Show con Jimmy Fallon. Nel modo in cui Saldana pone la storia, non si poteva certo capire di cosa trattasse veramente Avatar, quando il film le è stato inizialmente proposto. Ecco cosa ha raccontato l’attrice:

“Prima mi hanno detto che si trattava di questo robot, questa donna robot. Ho pensato che fosse come Alita: Battle Angel. Ma era ambientato come nella giungla. E io ero tipo, ‘beh, non ha davvero alcun senso. Dovevo interpretare una principessa guerriera che era un robot, ma forse era come un robot senziente, cos’era?” Ma Mali Finn, che all’epoca era il direttore del casting, e il cui ruolo fu preso poi da Margery Simkin, mi chiamò. All’epoca vivevo ancora a New York, e mi proposero di registrare un video con l’audizione. A volte chiedevano cose tipo ‘Indossa qualcosa di attillato, voglio che ti arrampichi e fai delle ruote’. E io dicevo ‘okay’… Spostiamo dei mobili.’

Sento di essere stata in grado di ottenere la parte grazie al [mio background di danza]. E poi una volta, mi hanno chiamato e mi sono messa di nuovo registrata per loro, e loro mi hanno detto ‘fai solo tutti questi suoni’ *La lingua rotola* E io sono tipo ‘beh, okay’ pensando come James Cameron, una principessa guerriera robot che è nella giungla, e io sto facendo come *roteare la lingua* rotolare la mia R, non so cosa sia, ma mi piace. Mi hanno portato da New York a Los Angeles e mi hanno portato a Lightstorm. Ero tipo “oh mio dio, vado a incontrare il mio idolo, James Cameron”. E mi hanno rinchiuso in un ufficio, il che è stato un po’ spaventoso. E mi hanno dato la sceneggiatura. E la sceneggiatura era così spessa (fa un gesto con le dita). Mi hanno dato tre ore per leggerlo, io ne ho prese sei. Perché tutta la direzione che descriveva l’intero mondo di Pandora era davvero bizzarra per me. E l’inglese non è la mia prima lingua, quindi è stato un po’ difficile. E poi entra Jim, ed è stato così gentile. E lui ha detto: “Sei pronta a incontrare te stessa?” E io ho risposto “Cosa?” E in quel momento, la mia anima ha lasciato il mio corpo. E poi mi ha accompagnata nel suo ufficio, vedo questa grande ruota di una nave, non avevo idea che fosse la ruota del Titanic. Vedo il braccio del Terminator. Ero tipo, oh mio dio, sto vivendo un’esperienza fuori dal mio corpo. E il suo ufficio era bello e grande e con tutte queste cose che aveva tenuto da tutti i suoi film. E sul tavolino c’era una scultura del mio personaggio, Neytiri. Mentre osservo la scultura, è seduto di fronte a me come se mi stesse osservando. E penso “non è strano, non è strano, non comportarti in modo strano”.

E dopo due settimana Zoe Saldana ha ricevuto la chiamata che le ha cambiato completamente la vita. Ora la vedremo tornare nel ruolo di Neytiri in Avatar: la via dell’acqua.

Mercoledì: recensione della serie Netflix con Jenna Ortega

0
Mercoledì: recensione della serie Netflix con Jenna Ortega

Netflix sceglie un mercoledì di novembre per rendere disponibile in catalogo Mercoledì, la nuova serie Jenna Ortega che vede Tim Burton in veste di regista di quattro degli otto episodi della prima stagione e produttore esecutivo insieme a Alfred Gough e Miles Millar, creatori della serie televisiva Smallville.

Un coming of age a cavallo trai generi

La serie si muove a cavallo di un crocevia di generi, spostandosi tra la commedia, l’horror, il mistery e ovviamente, il coming of are con elementi teen, dal momento che protagonista assoluta dello show è una sedicenne Mercoledì Addams, alle prese con le difficoltà di “trovare un suo posto nel mondo”. Il cliché dell’adolescente difficile è qui aumentato all’ennesima potenza, dal momento che la casa Mercoledì non è soltanto un’adolescente, ma è una Addams, per cui possiede tutta una serie di caratteristiche che non sono proprio “alla moda” tra gli adolescenti. Innanzitutto è allergica ai colori, per cui veste solo di bianco e nero, poi non ride mai, né mostra alcuna emozione, anche se non è escluso che ne provi qualcuna, come il desiderio di giustizia, che per lei è più voglia di vendetta, oppure fascinazione per cose macabre, nonché uno spiccato odio verso la madre Morticia (Catherine Zeta-Jones) e verso tutto ciò che lei rappresenta.

Mercoledì, la trama

Quando, per vendicare uno scherzo subìto da suo fratello Pugsley, decide di sguinzagliare dei piagna contro la squadra di nuovo della scuola, Mercoledì viene comprensibilmente espulsa e si ritrova spedita alla Nevermore Academy, la scuola per reietti guidata da Larissa Weems (Gwendoline Christie), integerrima Preside ed ex compagna di scuola proprio di Morticia. Per Mercoledì si tratta di una condanna: essere costretta a frequentare la stessa scuola della madre e implicitamente essere spinta verso il suo stesso percorso accademico, fatto di trofei sportivi, successi scolastici e ovviamente la corona di reginetta, l’ultimo anno. Ma la ragazza non si farà scoraggiare e promette un’evasione con i fiocchi. Fino a che, nella vicina cittadina di Jericho, un terribile mostro non comincia a uccidere in maniera feroce gli studenti della scuola. Il mistero sull’identità e le motivazioni del mostro convince Mercoledì a rimanere alla Nevermore e lì, suo malgrado, comincerà a trovare uno spazio per lei…

Tre punti di forza

I punti di forza indiscussi di Mercoledì di Netflix sono tre: in primo luogo la messa in scena, dai costumi di Colleen Atwood alle scenografie, alla musica firmata da Danny Elfman, la serie dimostra una cura che purtroppo non è scontata nelle produzioni della piattaforma ma che rivela grande impegno nei confronti di questo prodotto in particolare, probabilmente grazie all’impronta artistica di Burton, che da sempre ha fatto delle scenografie caratteristiche e di tutto il decor l’aspetto più indicativo dei suoi film. Il secondo aspetto interessante della serie è senza dubbio la storia; sviluppata in maniera non troppo banale ma comunque molto classica, la trama di Mercoledì è un mistery che si articola lungo un preciso percorso a tappe e che non lascia indietro nessun dettaglio. Avvincente quanto basta dal voler sapere sempre “cosa succede dopo”, fino anche all’ultimo episodio che lascia la porta aperta a un secondo ciclo, la storia non è sorprendente ma riesce a coinvolgere lo spettatore, merito soprattutto di Jenna Ortega.

E qui siamo al terzo punto di forza dello show. La giovane interprete, molto più grande del suo personaggio, è magnetica, la sua Mercoledì irresistibile, tanto che forse non è troppo credibile come outcast. Tutti le ruotano intorno, non solo gli spettatori, ma professori, studenti, pretendenti amiche e innamorati, e soprattutto potenziali rivali tra le mura scolastiche.

Il nome Mercoledì
Wednesday. (L to R) Luis Guzmán as Gomez Addams, Jenna Ortega as Wednesday Addams, Catherine Zeta-Jones as Morticia Adams in episode 101 of Wednesday. Cr. Courtesy Of Netflix © 2022

Jenna Ortega, il carisma “problematico” di Mercoledì

Proprio il carisma di Ortega è un’arma a doppio taglio. Se la Mercoledì di Christina Ricci era all’apparenza dimessa e scostante, che con parole e azioni però rivelava la sua vera natura nefasta, queste iterazione del personaggio è molto più accattivante. Occhio grandi, ciglia lunghissime, labbra carnose, questa sedicenne è un concentrato di carisma ed è impossibile non rimanere attratti da lei. L’effetto è quindi contraddittorio, perché mentre lei continua a sentirsi reietta tra i reietti, chi le sta intorno non fa altro che cercarla, adularla e, in alcuni casi, eleggerla a proprio avversaria, che nel linguaggio delle high school è comunque un riconoscimento di valore. Questa adolescente con gli hobby per la scrittura, la scherma e il violoncello è sin troppo a suo agio in questo contesto, è sicura di sé, non sbaglia mai e sembra inevitabilmente destinata al successo. Inattaccabile e impermeabile a quello che le succede, la vedremo poco a poco cedere alla normalità e ai sentimenti, i quali se da una parte per lei sono sintomo di debolezza, diventano un modo per umanizzarla e avvicinarla al pubblico.

Mercoledì serie tv netflix recensione

Diverso è bello, fino a un certo punto

Ma anche in questo caso la serie dice una cosa facendone una opposta: l’inno alla diversità, e all’importanza di esserlo, così in tema per il nostro tempo, si schianta contro questa normalizzazione di Mercoledì che si apre agli altri. Per cui il messaggio sembra essere che va benissimo ed è importante essere diversi, purché si mantenga un minimo di normalità per consentire agli altri di avere accesso alla nostra persona. Non si tratta di un demerito della serie, che comunque fa il suo dovere da un punto di vista dell’intrattenimento, ma è chiaro che siamo ancora lontani dal concetto di accettazione del reietto, quello vero, senza doti o carisma. Tutti i reietti con doti particolari che ci vengono presentati sono tutti bellissimi.

In questo senso, Mercoledì perde il suo potenziale di rappresentazione pur rimanendo un ottimo prodotto di intrattenimento, ben confezionato e interpretato. Alla fine tutti vorremmo uscire con la protagonista, o essere lei, e questo sentimento, per quanto vincente nell’ottica del successo della serie, sembra tradire lo spirito di un personaggio che è sempre stato piuttosto macabro e respingente e per questo affascinante.

1923: la nuova serie con Harrison Ford, prequel di Yellostone

0
1923: la nuova serie con Harrison Ford, prequel di Yellostone

Paramount+ presenta il trailer della nuova attesissima serie drammatica 1923, interpretata dal premio Oscar Helen Mirren e dal candidato all’Oscar Harrison Ford. Realizzata dal candidato all’Oscar Taylor Sheridan, prequel di 1923.

1923 debutterà domenica 18 dicembre negli Stati Uniti e in Canada e lunedì 19 dicembre su Paramount+ nel Regno Unito e in Australia. In Italia, 1923 debutterà su Paramount+ nel corso del 2023. 

1923, la trama

1923, il nuovo capitolo della storia della famiglia Dutton, introdurrà una nuova generazione di Dutton guidata dal patriarca Jacob (Ford) e dalla matriarca Cara (Mirren). La serie esplorerà i primi anni del XX secolo, quando pandemie, siccità storiche, la fine del proibizionismo e la Grande Depressione affliggono l’Ovest montano e i Dutton che lo chiamano casa.

1923, il cast

Oltre a Harrison Ford e Helen Mirren, 1923 è interpretato anche da Darren Mann (“Animal Kingdom”), Michelle Randolph (“A Snow White Christmas”), James Badge Dale (“Hightown”), Marley Shelton (“Scream”), Brian Geraghty (“Big Sky”), Aminah Nieves (“Blueberry”) e Jerome Flynn (“Game of Thrones”).

Prodotto da MTV Entertainment Studios, 101 Studios e Bosque Ranch Productions, 1923 è prodotto esecutivamente da Taylor Sheridan, John Linson, Art Linson, David C. Glasser, Ron Burkle, David Hutkin, Bob Yari e Ben Richardson. 1923 è l’ultima novità nel crescente programma di Sheridan su Paramount+, che oltre a 1883 e MAYOR OF KINGSTOWN, comprende TULSA KING e le prossime serie LIONESS e LAND MAN.

Trailer della serie

Bones and All – Masterclass con Luca Guadagnino a Milano

Bones and All – Masterclass con Luca Guadagnino a Milano

Dopo la presentazione di Bones and All del 12 Novembre al The Space in Piazza Duomo, Luca Guadagnino è tornato a Milano per incontrare il pubblico al Cinema Anteo. Dopo la proiezione del film, il regista ha raccontato i dettagli della realizzazione del lungometraggio, rispondendo alle domande dell’audience.

Cinque anni dopo Chiamami col tuo nome, la combo Luca Guadagnino Timothée Chalamet torna al cinema per un nuovo film. Bones and All è di nuovo la storia di un amore giovanile tra due outsider, ma ha poco a che vedere con il film del 2017. Dall’Italia ci spostiamo negli Stati Uniti: i protagonisti non sono più due giovani omosessuali ma due cannibali solitari, dal mondo borghese si passa ai margini della società. Ciò che resta dal film precedente è invece il potere immaginifico della storia e la spettacolarità delle inquadrature di Guadagnino.

L’idea dietro Bones and All

A differenza di Chiamami col tuo nome, questo film non è stato scritto da Luca Guadagnino. Il regista ammette di non essersi interessato in prima persona al progetto di Bones and All, ma confessa anche di essersi presto appassionato al romanzo Fino all’osso di Camille DeAngelis (da cui è tratto il film). ”Non ho partecipato al film nelle sue fasi di sviluppo. Non avevo letto il romanzo, non avevo preso i diritti né partecipato alla scrittura della sceneggiatura, che era stata affidata a David KajganichBones and All era stato sviluppato per un regista che io stimo, Antonio Campos.”

Fortunatamente per GuadagninoCampos ha scelto di non fare il film. ”A quel punto, quando perse il suo regista, David mi propose di fare il film.‘ Guadagnino confessa poi di aver avuto qualche resistenza: ”In parte perché avevo molte cose da fare, in parte perché non avevo un particolare slancio verso una storia di cannibali, stesso slancio che non avevo per l’ennesima storia di signori in piscina dopo A bigger splash per Chiamami col tuo nome.” Tuttavia, non appena ha letto la sceneggiatura di David Kajganich , che già aveva collaborato con Guadagnino per A Bigger Splash Suspiria, il regista è stato catturato dalla storia e ha iniziato ad immaginarsi come metterla in scena.

Il primo pensiero va a Timothee Chalamet

A progetto concluso, Guadagnino mostra il suo entusiasmo verso ambientazioni – gli Stati Uniti della Route 66 – e protagonisti diversi dal suo mondo. In particolare i protagonisti, si è legato molto a Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet). Dice di loro: ”Sono personaggi così dolenti, soli e abbandonati, sono i figli negletti di un’idea di realizzazione di sé molto americana.” Guadagnino ha colto in questi aspetti la potenzialità del film, ”Mi sembrava molto bella l’idea che i personaggi avessero un forte rapporto con il paesaggio, si stagliassero contro un paese contraddittorio, gigantesco, potente ma anche fragile come gli Stati Uniti”. 

Per quanto riguarda i personaggi, il regista di Bones and All dice chiaramente di aver pensato subito a Timothée non appena ha ”scoperto” il personaggio di Lee nella sceneggiatura. ”Mi aveva commosso leggere di lui. Ho subito pensato, in maniera istintiva, al mio Timothée. Ho detto: se Timothée accetta, allora questo potrebbe essere davvero il primo film che girerei in America. E così tutto è partito.”

Un film on the road tra le back valleys americane

Bones and allCon Bones and AllGuadagnino attraversa l’oceano e porta la sua troupe in America. La dimensione spaziale è assolutamente rilevante nel film. Il paesaggio e la cura degli ambienti sono elementi cardine di Bones and All. Dalle praterie americane invase dal colore, alle cittadine rurali fatte di piccole botteghe e supermercati sgarrupati, tutti gli spazi sono curati ed esaltati dalla macchina da presa. Una grande rilevanza viene data anche alle abitazioni: gli interni domestici in cui Marion, Lee e gli altri personaggi si trovano a vivere sono molto comunicativi: case mobili squallide e spoglie, piccoli nidi d’amore, case di anziani, ogni spazio racconta qualcosa di rilevante per il film.

Lo scoglio dell’epica della frontiera

Bones and AllAltro elemento essenziale del film è il viaggio. Il viaggio da un lato dà linearità alla storia – in Bones and All mancano completamente i flashback, dall’altro è emblematico del ricco percorso compiuto da Lee Marion, un percorso di crescita che è anche lo sviluppo di un amore e un’iniziazione. Il viaggio per le vallate americane non è cosa nuova. La novità, questa volta, è che un regista intimista e italiano come Guadagnino decide di affrontare questo percorso. Parlando di viaggio, il confronto con i registi americani sull’epica della frontiera appare inevitabile.

Nonostante ciò, Guadagnino non sembra cercare, e tantomeno temere, questa comparazione. ”Cerco di evitare di lavorare con una cifra che parte dal lavoro di altro regista. Preferisco lasciarmi guidare dall’inconscio di spettatore più che concentrarmi con le sinapsi sui registi che stimo.” E aggiunge: ”Ho avuto invece un’azione diretta nel guardare al lavoro dell’artista americano William Eggleston, che prende a soggetto l’America delle cosiddette back valleys, il retro delle strade principali.” Per Guadagnino, il lavoro di Eggleston sui paesaggi, sulla luce e con le inquadrature è stato fondamentale per la creazione della fotografia di Bones and All.

Perché Taylor Russell come protagonista?

Se con Timothee Chalamet il sodalizio era già avviato, per la protagonista di Bones and All Guadagnino ha scelto la giovane attrice Taylor Russell. ”L’avevo già vista recitare nel film Waves. Nel film, Taylor interpreta la parte della sorella del protagonista, poi ad un certo punto il fratello finisce in galera e nell’ultima parte lei prende in mano il film come protagonista. Quando ho iniziato a lavorare al Bones and All, ho ripensato a Waves. Ho fatto con Taylor una chiamata via Zoom e ho parlato con questa donna. Taylor è una donna ma sembra una bambina: ho trovato in lei i tratti giusti per farle interpretare il personaggio di Maren.” E la cosa ha funzionato: Russell e Chalamet sono un ottimo match, coinvolgente perché in primo luogo coinvolto.

Ancora una volta, in Bones and All l’armonia domina un film di Guadagnino, e questo aspetto si percepisce nonostante la stranezza dei personaggi, l’assurdità della storia d’amore e la desolazione della storia.

MCU: tutto ciò che sappiamo sulla Fase 5

MCU: tutto ciò che sappiamo sulla Fase 5

Il mega panel dei Marvel Studios al Comic-Con 2022 di San Diego ha fornito una moltitudine di notizie sulla Fase 5 dell’MCU. Ora che anche Black Panther: Wakanda Forever è uscito in sala, la Fase 4 può dirsi conclusa. Resta fuori solo lo Speciale Natalizio di Guardiani della Galassia e poi si entrerà a pieno nella Fase 5 MCU.

Le Fasi 4, 5 e 6 fanno tutte parte della nuova Saga del Multiverso dell’MCU (le prime tre fasi compongono invece la Saga dell’Infinito). Vediamo dunque i progetti che costituiranno l’essenza della Fase 5. Come è già successo in passato, i Marvel Studios potrebbero cambiare questa tabella di marcia con progetti aggiuntivi, cancellazioni, o riprogrammazioni. In ogni caso, ecco tutto quello che sappiamo per ora sulla Fase 5.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania

ant-man and the wasp Quantumania

Il film che aprirà la Fase 5 sarà Ant-Man and The Wasp: Quantumania. . Nel nuovo capitolo, vedremo Scottalle prese con la sua nuova fama come Avenger, almeno fino a che questa non intralcerà con la sua vita familiare. Paul Rudd e Evangeline Lily riprenderanno i propri ruoli, rispettivamente di Ant-Man e di Wasp. A loro si aggiungerà anche la figlia maggiore di Scott, Cassie, interpretata dalla new entry MCU Kathryn Newton, e il cattivo Modok di Bill Murray.

Il film uscirà nei primi mesi del 2023 e avrà un nuovo cattivo: Kang il Conquistatore di Jonathan Majors. Kang sarà il cattivo principale del film ma diventerà anche una grande minaccia per tutta la Fase 5 MCU. Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars previsti per il 2025/2026 saranno film decisivi per il personaggio.

Secret Invasion

MCU Fase 5

Il passo successivo prevede l’uscita di Secret Invasion su Disney+.  La miniserie mostrerà Nick Fury, Skrull e Talos alle prese con un’avventura paranoica sugli alieni mutaforma. Nella serie ci sarà il ritorno di Maria Hill e di War Machine, e uno dei due potrebbe facilmente essere Skrulls sotto mentite spoglie.

Dato che al momento non si sa nulla dell’identità dello Skrull MCU, Secret Invasion si presenta come uno show davvero entusiasmante. Infine, è ormai certo che anche Emilia Clarke e Olivia Colman faranno il loro debutto MCUattraverso la miniserie.

Guardians of the Galaxy Vol. 3

guardiani della galassia vol. 3

Al terzo posto sulla linea del tempo c’è Guardiani della Galassia Vol. 3. Stando a quanto detto durante il Comic-Con di San DIego, il film rappresenta la fine ideale della saga del regista James Gunn. Il terzo film dei Guardiani si concentrerà in gran parte su Star-Lord mentre è alle prese con la nuova Gamora di Avengers: Endgame.

Verrà dato spazio anche alle origini di Rocket Raccoon. Chukwudi Iwuji interpreterà il cattivo del film, l’Alto Evoluzionario.

Echo

MCU fase 5Dopo essere uscita dalla storyline di Hawkeye, Maya Lopez torna nell’MCU con la serie Echo. Nello show vedremo la vita di Maya a New York. Echo torna nella sua città natale per fare pace con il suo passato e accogliere le sue origini native-americane.

La serie dovrebbe arrivare nell’estate del 2023 e prevede il ritorno del Kingpin di Vincent D’Onofrio, così come del Daredevil di Charlie Cox.

Loki 2

loki 2

Un’altra uscita estiva prevista per il 2023 è la seconda stagione di Loki. Il Dio dell’inganno dovrà affrontare le conseguenze della prima stagione e la rottura della Timeline causata da Sylvie, atto che ha generato varianti di Colui che Rimane.

La produzione di Loki 2 è già in corso: nel progetto sono coinvolti anche i personaggi MCU Sylvie e Mobius.

The Marvels

The Marvels

Il film di Nia Dacosta, The Marvels, vedrà Capitan Marvel, Ms. Marvel e Monica Rambeau/Spectrum riunirsi per creare un trio dinamico.

Stando alla scena post-credit di Ms. MarvelCarol Danvers e Kamala Khansembrano scambiarsi di posto – The Marvels si presenta come un capitolo emozionante della Fase 5 MCU.

Ironheart

Ironheart

Dopo il suo debutto in Black Panther: Wakanda Forever, Ironheart di Riri Williams riceverà una sua serie nella Fase 5 MCU. Interpretata da Dominique Thorne, Riri è un’ingegnere incredibilmente dotata: nei fumetti ha sviluppato la sua tuta da Iron Man.

Nell’MCU, Riri è amica dello scienziato capo del Wakanda e della nuova Black Panther Shuri, con la quale ha progettato l’armatura, interamente in vibranio, Ironheart Mark II.

Blade

Blade Film 2023 MCU

Dopo diversi problemi di produzione, il riavvio di Blade da parte dell’MCU è finalmente una possibilità concreta e potrebbe arrivare già nel 2024. Blade, il cacciatore di vampiri, sarà interpretato da Mahershala Ali. Il protagonista del film è stato introdotto alla fine di Eternals al fianco del Cavaliere Nero di Dane Whitman.

Inizialmente, Blade doveva essere diretto da Bassam Tariq, ma il timone è poi passato nelle mani di Yann Demange, cambio di rotta che vira verso il soprannaturale e, forse, anche verso l’horror multiversale.

Agatha: Coven of Chaos

Introdotta come Agatha: House of Harkness, la serie spin-off di WandaVision con protagonista Agatha (Kathryn Hahn) ora ha cambiato nome. Agatha: Coven of Chaos arriverà nel 2023. Nella serie sono previsti attori come Aubrey Plaza, Emma Culafield, Ali Ahn, Maria Dizzia e Joe Locke.

Agatha: House of Harknessdovrebbe seguire la potente strega mentre tenta di liberarsi dall’incantesimo subito da Wanda Maximoff. Tuttavia, nulla è ancora detto: la morte di Scarlet in Doctor Strange nel Multiverso della Follia potrebbe aver rotto l’incantesimo.

Daredevil: Born Again

MCU fase 5

In arrivo nella primavera del 2024, Daredevil: Born Again vedrà il ritorno di Charlie Cox come protagonista dopo la serie Netflix da tre stagioni. Prima dell’uscita nella serie da solista, il personaggio di Cox sarà già stato adeguatamente introdotto: Daredevil è infatti già apparso in Spider-Man: No Way Home e in She-Hulk ed è atteso anche in Echo.

È stato anche confermato che Daredevil: Born Again sarà uno show da 18 episodi, la serie con il più alto numero di episodi finora realizzata dall’MCU.

Captain America: New World Order

Captain America: New World Order

Il film Captain America: New World Order riprenderà le storyline dove si erano interrotte con Falcon e The Winter Soldier. Inoltre, il film introdurra Sam Wilson come il prossimo Capitan America dell’MCU. Brandendo l’iconico scudo, Wilson si confronterà con il mondo in continua evoluzione e, probabilmente, diventerà il prossimo leader dei Vendicatori.

Una nota sul titolo del film: potrebbe essere un riferimento al ritorno di Samuel Sterns/Il Capo di Tim Blake Nelson. Inoltre, “Nuovo Ordine Mondiale” potrebbe anche essere un’allusione all’omonima organizzazione di super criminali di Teschio Rosso.

Thunderbolts

MCU

La Fase 5 si chiuderà con il film dei Thunderbolts, in arrivo nel 2024. La squadra di antieroi Marvel uscirà allo scoperto nell’MCU con Thunderbolts: nel film appariranno personaggi come Soldato d’Inverno, Yelena Belova, U.S Agent, Red Guardian, Abominio, Taskmaster. La squadra sarà guidata dalla Contessa Valentina Allegra de Fontaine.

Il perché il fondatore dei Thunderbolts Barone Zemo non sia nel roster dei personaggi rimane un mistero, o per lo meno un aspetto da chiarire.

Spider-Man 4 di Sam Raimi, ecco il costume di Avvoltoio mai arrivato al cinema

0

Una nuova immagine dietro le quinte del mai realizzato Spider-Man 4 rivela uno sguardo ravvicinato a quello che sarebbe stato il costume di John Malkovich nei panni di Avvoltoio, il cattivo pianificato del film. Dopo aver interpretato per la prima volta il personaggio in Spider-Man del 2002, Tobey Maguire è tornato per due sequel con il regista Sam Raimi, tra cui l’acclamato Spider-Man 2 nel 2004 e il controverso Spider-Man 3 nel 2007.

Nonostante la tiepida accoglienza ricevuta da Spider-Man 3, un quarto film di Raimi era in lavorazione ma la Sony alla fine ha accantonato il progetto. Negli ultimi anni sono emersi dettagli riguardanti il ​​film di Spider-Man demolito, rivelando che John Malkovich avrebbe dovuto interpretare una versione molto oscura dell’Avvoltoio.

Ora, lo scrittore e disegnatore di fumetti Ken Penders ha rivelato uno sguardo più da vicino a come sarebbe stato il costume di Avvoltoio in Spider-Man 4 di Sam Raimi. Anche se l’immagine non mostra Malkovich che indossa il costume, dà un’indicazione di come il personaggio sarebbe stato portato in vita sullo schermo, incluso il tono generale più scuro che era stato immaginato per l’iconico cattivo.

https://twitter.com/KenPenders/status/1597048420501291009?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1597048420501291009%7Ctwgr%5E59630748e9d6cb09f9592dac56ecc6cd40de1517%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fspiderman-4-vulture-costume-revealed-new-bts-image%2F

Super Mario Bros: il nuovo poster mostra una location nota

0
Super Mario Bros: il nuovo poster mostra una location nota

Illumination ha pubblicato su Twitter un nuovo poster del film di Super Mario Bros. – il film. Il poster key art stuzzica la memoria dei fan del gioco, mostrando l’iconica location del videogioco, il Castello di Peach, che sarà inclusa nel film, e che apparentemente prenderà in prestito il design per i suoi interni da Super Mario 64. Ecco di seguito l’immagine:

https://twitter.com/illumination/status/1597354010365030400?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1597354010365030400%7Ctwgr%5E436fe0e52ae7b46c680ad9b5c261209407aae1ba%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fsuper-mario-bros-movie-poster-peach-castle-image%2F

Nella versione originale Chris Pratt sarà affiancato  dall’ex di Filadelfia Charlie Day nei panni di Luigi, Anya Taylor-Joy nei panni della Principessa Peach, Jack Black nei panni di Bowser, Keegan-Michael Key nei panni di Toad, Seth Rogen nei panni di Donkey Kong, Fred Armisen nei panni di Cranky Kong, Kevin Michael Richardson come Kamek e Sebastian Maniscalco come Spike.

Black Panther: Wakanda Forever, un concept inedito dell’armatura di Ironheart

0

Come rivelato da Adi Granov su Instagram, i primi concept art della tuta di Ironheart per Black Panther: Wakanda Forever mostrano una resa più elegante rispetto al prodotto finale del film. Granov dice che questo primo progetto per l’armatura di Ironheart era l’unica ripresa che aveva fatto, ma è comunque contento di come il concept designer Phil Saunders ha interpretato l’armatura nel film finito.

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

James Gunn rivale qual è il personaggio DC che i fan vogliono vedere al cinema!

0

James Gunn rivela quali tra gli eroi DC i fan vogliono maggiormente vedere entrare a far parte dell’Universo DC, e la risposta potrebbe essere un po’ sorprendente. Ora che Gunn è co-CEO dei DC Studios, sta lavorando con Peter Safran per mappare cosa riserva il futuro per quell’universo condiviso. Ciò include anche capire cosa il pubblico vuole vedere dalla prossima serie di film e programmi TV DC. Anche se questo includerà l’uso di personaggi che sono già consolidati nel DCU, Gunn è stato anche aperto a anticipare nuovi personaggi che potrebbero unirsi all’universo. Ha stuzzicare il suo potenziale interesse per Mister Terrific, Lobo e altro, ma questa è solo una parte dell’equazione.

DCU: tutti i film a cui James Gunn ha accennato finora

Il co-CEO dei DC Studios ha precedentemente utilizzato i social media per chiedere ai fan chi volevano vedere unirsi alla DCU. Il nuovo piano per i personaggi DCU di James Gunn includeva la richiesta all’enorme fandom di quale eroe che non ha già avuto il proprio film / show tv vogliono vedere entrare a far parte della DCU. Le risposte includevano alcuni suggerimenti non sorprendenti come i membri di Batfamily Batgirl e Nightwing, ma non erano il suggerimento più popolare. Secondo James Gunn, Booster Gold era l’eroe più richiesto per unirsi alla DCU. Il regista ha ancche chiarito che questo non garantisce che si stia già sviluppando un film su Booster Gold, ma è comunque affascinato dai risultati.

James McAvoy tornerà nel MCU come Xavier? Ecco la sua grande critica al franchise degli X-Men

0

James McAvoy rivela la sua unica critica al franchise degli X-Men quando riflette sul suo ruolo di fondatore degli X-Men, il Professor Xavier, nella serie di film Marvel prodotta dalla Fox. McAvoy si è unito al franchise nel film prequel di Matthew Vaughn del 2011 X-Men: L’inizio nei panni della versione più giovane del personaggio interpretato per la prima volta da Patrick Stewart, riprendendo il suo ruolo in tre film successivi. X-Men: L’inizio ha presentato al pubblico Charles Xavier di McAvoy nel 1962, dove incontra il giovane Erik Lensherr (Michael Fassbender) e riunisce un gruppo di giovani mutanti per opporsi all’Hellfire Club di Sebastian Shaw (Kevin Bacon), con i film seguenti che esplorano in seguito conflitti con i nemici degli X-Men, comprese le Sentinelle, così come il reclutamento dei membri più riconoscibili della squadra.

In un’intervista con GQ, McAvoy ha riflettuto sul suo periodo nei panni di Charles Xavier nel franchise X-Men di Fox innanzitutto alla luce di un suo eventuale ritorno nell’ambito del MCU. L’attore ha avuto modo di rivelare l’unica critica che ha avuto in merito al ruolo e ai film in cui lo ha interpretato (X-Men: L’inizio, X- Men: Giorni di un futuro passato, X-Men: Apocalisse e X-Men: Dark Phoenix). L’attore ha rivelato di ritenere che i seguenti film non sfruttassero la dinamica stabilita per la prima volta tra Xavier e Lensherr nel primo film ed esplorassero ulteriormente la complessa relazione della coppia.

“La mia più grande critica a ciò che abbiamo fatto durante i quattro film dopo la prima esperienza, è stato che non abbiamo approfittato del rapporto tra [Xavier e Magneto], che ha davvero costituito la spina dorsale del primo film. Quindi mi chiedo come avremmo mai potuto sfruttare quell’incredibile arma che avevamo?”. Mentre, in merito alla sua partecipazione al MCU, James McAvoy ha dichiarato: “Sicuramente non ho ricevuto la chiamata. E se la avessi ricevuta, sicuramente non te lo direi.”

Spider-Man: Across the Spider-Verse, Miles e i genitori in una nuova foto dal film

0

Ecco una nuova foto da Spider-Man: Accross the Spider-verse in cui vediamo Miles Morales e alle sue spalle i suoi genitori. Ecco l’immagine di seguito condivisa da Nick Kondo:

https://twitter.com/NickTyson/status/1595833039233466371?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1595833039233466371%7Ctwgr%5Ef9d6302fb9713629fad81207681a2f0e1776f66e%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fspider-verse-2-image-miles-morales-family%2F

Spider-Man: Accross the Spider-verse arriverà il 2 giugno 2023 al cinema negli USA.

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere Spider-Man: Accross the Spider-verse, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci AnelliWonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney, Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason Schwartzman.

Emancipation – Oltre la libertà, Will Smith teme ritorsioni sul film per lo “schiaffo agli Oscar”

0

Will Smith affronta il modo in cui il suo famigerato momento degli Oscar 2021 potrebbe influenzare il successo del suo prossimo film, Emancipation – Oltre la libertà. Smith ha subìto un duro colpo alla carriera in seguito all’incidente agli Oscar di quest’anno. Durante la stessa cerimonia in cui ha ricevuto il suo primo premio come miglior attore, l’attore veterano ha invece trovato un lato oscuro della medaglia dal momento che ha reagito in modo violento, con uno schiaffo ai danni di Chris Rock, a una battuta, seppure di cattivo gusto. Le conseguenze hanno visto diversi progetti di Will Smith rinviati e numerosi colleghi di Hollywood hanno espresso la loro rabbia.

L’ira si è per lo più placata negli otto mesi successivi allo schiaffo. La prima uscita post-slap di Smith, Emancipation – Oltre la libertà, debutterà questo dicembre negli USA. Il film è un thriller storico che segue il personaggio di Smith mentre sfugge dai cacciatori di schiavi nelle paludi della Louisiana, avventurandosi a nord in cerca della libertà. Emancipation è diretto da Antoine Fuqua, ed è il tipo di film che probabilmente guadagnerebbe un notevole clamore agli Oscar se non fosse per il pregresso di SMith con l’Academy (che lo ha espulso). Mentre parlava con il giornalista Kevin McCarthy (tramite Variety), Will Smith ha parlato della possibilità che il contraccolpo riemergesse prima dell’uscita del film.

“Capisco perfettamente: se qualcuno non è pronto, lo rispetterei assolutamente e gli concederei lo spazio per non essere pronto. La mia più grande preoccupazione è la mia squadra: Antoine ha fatto quello che penso sia il più grande lavoro di tutta la sua carriera. Le persone di questa squadra hanno svolto alcuni dei migliori lavori della loro intera carriera e la mia speranza più profonda è che le mie azioni non penalizzino la mia squadra. A questo punto, è quello per cui sto lavorando. Spero che il materiale – la potenza del film, l’attualità della storia – spero che il bene che si può fare apra almeno il cuore delle persone per vedere, riconoscere e supportare gli incredibili artisti dentro e fuori questo film.”

Emancipation – Oltre la libertà racconta la storia incredibile di Peter (Will Smith), un uomo nato schiavo che fugge dalla schiavitù affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e all’amore profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi di eludere i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle spietate paludi della Louisiana alla ricerca della libertà. Il film si ispira alle foto della schiena di “Whipped Peter” (Peter il fustigato) scattate durante una visita medica dell’esercito dell’Unione e pubblicate nel 1863 su Harper’s Weekly; in particolare, una delle immagini nota come “La schiena flagellata” (The Scourged Back), che mostra la schiena nuda di Peter completamente ricoperta da cicatrici, frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi schiavisti, contribuì alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù.

Emancipation – Oltre la libertà è diretto da Antoine Fuqua, da una sceneggiatura di William N. Collage. Il film è prodotto da Will Smith e Jon Mone per conto di Westbrook Studios, Joey McFarland per conto di McFarland Entertainment e Todd Black per conto di Escape Artists. Chris Brigham, Antoine Fuqua, James Lassiter, Heather Washington, Cliff Roberts, Glen Basner e Scott Greenberg sono i produttori esecutivi.

Cocain orso, il poster dell’incredibile film basato su una storia vera

0

La Universal svela il primo poster ufficiale del film Cocain orso, ed è esattamente quello che ci si può aspettare. Dopo aver diretto Pitch Perfect 2 e Charlie’s Angels del 2019, entrambi accolti piuttosto male, l’attrice e regista Elizabeth Banks si è diretta in una direzione completamente diversa con il suo terzo lungometraggio dietro la macchina da presa: un thriller chiamato Cocainorso. Ispirato da un’incredibile storia vera, il film in uscita seguirà un orso bruno che si scatena in una furia omicida in una foresta del Kentucky dopo aver involontariamente ingerito cocaina.

Ora, tre mesi prima dell’uscita nelle sale, il primo poster ufficiale di Cocain orso è stato svelato su Twitter. Basti dire che il poster è esattamente quello che ci si aspetterebbe da un film su un orso che ingerisce cocaina. Il poster evidenzia che il film è “ispirato da eventi reali” con un sottotitolo “un film stupefacente”.

Warwick Davis: 10 cose che non sai sull’attore

Warwick Davis: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Warwick Davis è noto per aver recitato in alcuni dei più celebri film cult degli anni Ottanta, ma anche per la sua partecipazione a grandi saghe fantasy o di fantascienza. Oggi Davis vanta dunque uno status da icona, personaggio estremamente popolare e amato dal grande pubblico, che continua giustamente a celebrarlo. Con ogni sua interpretazione, Davis non solo regala nuove emozioni ma abbatte continuamente limiti e stereotipi.

Ecco 10 cose che non sai su Warwick Davis.

Warwick Davis: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a celebri film. Il debutto sul grande schermo avviene per Davis in Il ritorno dello Jedi (1983), con Mark Hamill. Da quel momento recita poi in Labyrinth – Dove tutto è possibile (1986), Willow (1988), con Val Kilmer, la saga di Leprechaun (1993-2003), La minaccia fantasma (1999), la saga di Harry Potter (2002-2011), con Daniel Radcliffe, Guida galattica per autostoppisti (2005), con Martin Freeman e Le cronache di Narnia – Il principe Caspian (2008). Negli ultimi anni ha recitato in Il cacciatore di giganti (2013), Il risveglio della Forza (2015), Rogue One: A Star Wars Story (2018), Gli ultimi Jedi (2017), Solo: A Star Wars Story (2018), Maleficent – Signora del male (2019) e L’ascesa di Skywalker (2019).

2. Ha recitato anche per la televisione. Oltre ad aver recitato in popolarissimi film per il cinema, l’attore ha preso parte anche a numerosi progetti per la televisione. In particolare, ha recitato nei film L’avventura degli Ewoks (1984) e Il ritorno degli Ewoks (1985). Ha poi recitato nelle serie Le cronache di Narnia (1989-1990), Il magico regno delle favole (2000), Merlin (2010), Life’s Too Short (2011) e Doctor Who (2013). Dal 2022 è uno dei protagonisti della serie Willow.

3. È anche sceneggiatore e produttore. Oltre ad essersi distinto come attore, Davis ha nel corso della sua carriera ricoperto anche il ruolo di sceneggiatore. Ha infatti partecipato alla scrittura di Agent One-Half, delle serie Life’s Too Short e Dwarves Assemble e del cortometraggio Making of Star Wars Caravan of Courage an Ewok Adventure. Per questi progetti, a lui molto cari, Davis ha poi ricoperto anche il ruolo di produttore.

Warwick-Davis-Harry-Potter

Warwick Davis in Harry Potter

4. Ha interpretato un professore di magia. Nella saga di Harry Potter l’attore ha ricoperto più ruoli, ma quello principale e più iconico è quello del professor Filius Vitious, insegnante di incantesimi e direttore di Corvonero, caratterizzato naturalmente dalla bassa statura, che gli rende necessario salire su una pila di libri per vedere al di là della cattedra. Il personaggio sarà presente in quasi tutti i film, acquisendo sempre più importanza, specialmente ne I Doni della Morte, dove lo si può ritrovare anche intento in alcuni duelli contro i Mangiamorte.

Warwick Davis in Star Wars

5. Ha interpretato diversi personaggi nel corso della saga. La carriera di Davis è strettamente legata alla saga di Star Wars, per la quale ha interpretato diversi personaggi. In Il ritorno dello Jedi, suo debutto cinematografico, ha interpretato il guerriero ewok Wicket. W. Warrick, poi ripreso anche per i film L’avventura degli Ewok e Il ritorno degli Ewok. In La minaccia fantasma ha invece è comparso brevemente in tre ruoli differenti, mentre ha poi interpretato Wollivan in Il risveglio della forza, Weeteef Cyubee in Rogue One, Wodibin in Gli ultimi Jedi, Weazel in Solo, e infine di nuovo Warrick in L’ascesa di Skywalker.

Warwick Davis in Willow

6. Il film è stato scritto appositamente per lui. Dopo aver lavorato con l’attore sul set di Il ritorno dello Jedi, George Lucas decise di dar vita ad un film dove Davis potesse essere il protagonista indiscusso, dimostrando le proprie qualità come interprete. È così nato Willow, film fantasy divenuto un vero e proprio cult, per il quale l’attore si è dovuto preparare imparando un accento diverso dal suo solito, apprendendo come prendersi cura di un bambino, come cavalcare un cavallo, come combattere con la spada e come eseguire la magia.

7. Ha ripreso il ruolo a trent’anni di distanza. In più occasioni Davis ha espresso forte interesse all’idea di poter tornare ad interpretare Willow, per scoprire cosa è cambiato nel corso della sua vita. Dopo anni di speculazioni, l’occasione è infine arrivata grazie alla serie Willow, disponibile dal 30 novembre su Disney+. Davis ha raccontato a riguardo di essersi sentito sopraffatto dalle emozioni nel corso delle riprese, avendo non solo avuto la possibilità di interpretare nuovamente il suo caro personaggio ma anche di rivedere alcuni luoghi dove era stato girato il film, ritrovandoli sempre meravigliosi.

Warwick-Davis-Star-Wars

Warwick Davis: la moglie e i figli

8. È sposato. Sul set del film Willow, che lo ha reso particolarmente celebre, Davis conosce l’attrice Samantha D. Burroughs, anch’ella affetta da nanismo. I due si sposano poi nel 1991 e sono ancora oggi una coppia molto solida. Dal loro matrimonio sono nati quattro figli, dove i primi due sono però deceduti subito dopo la nascita. Annabelle è invece nata nel 1997 e Harrison, l’ultimo figlio della coppia, è nato nel 2003.

Warwick Davis è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. Warwick Davis è presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 99.2 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena una ventina di post, principalmente relativi a momenti trascorsi in compagnia di amici o della famiglia in varie occasioni. Non mancano però anche curiosità legate al suo lavoro che l’attore condivide con i propri fan. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Warwick Davis: età e altezza dell’attore

10. Warwick Davis è nato a Epsom, in Inghilterra, il 3 febbraio del 1970. L’attore, affetto da nanismo, è alto complessivamente 1,07 metri.

Fonte: IMDb

Black Panther: Wakanda Forever, la campagna per gli Oscar sarà in “tutte le categorie”

0

I Marvel Studios lanciano la loro campagna per gli Oscar di Black Panther: Wakanda Forever mettendo in risalto la performance dell’attrice Angela Bassett. Dalla sua uscita nelle sale questo mese, il sequel di Black Panther ha incassato 676 milioni di dollari in tutto il mondo, senza segni di rallentamento. Inoltre, proprio come il suo predecessore, l’uscita è stata accolta con elogi dalla critica e pubblico entusiasta. Black Panther: Wakanda Forever segna la chiusura della Fase 4 del MCU.

La Marvel punta i riflettori sulla regina Ramonda di Angela Bassett nella loro campagna per gli Oscar per Black Panther: Wakanda Forever. Il poster, che pone l’accento sul ruolo fondamentale di Bassett nel film e tutto il coinvolgimento nella storia, chiarisce che la Marvel intende presentare il film per le nomination agli Oscar in “tutte le categorie”.

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Bones and All: il vero significato del film di Luca Guadagnino

Bones and All: il vero significato del film di Luca Guadagnino

Bones and All di Luca Guadagnino si presenta come la storia di due ragazzi cannibali, ma il suo vero significato è molto più profondo. Il film segue il viaggio di Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet) negli Stati Uniti dell’era reaganiana, il loro legame romantico e il percorso di crescita e scoperta di sè che passa anche attraverso l’orrore che condividono: la loro natura di cannibali.

Bones & All è una storia d’amore, non una storia di cannibali

bones and all recensioneI protagonisti di Bones and All saranno anche dei cannibali, ma la loro storia è soprattutto una storia d’amore. Con Chiamami col tuo nome, Guadagnino ha adottato un approccio più diretto, raccontando quella che potrebbe essere una storia d’amore controversa ma di facile comprensione; questa volta, il regista si serve della metafora del cannibalismo per rappresentare qualcosa che la società disprezza e in modo che il pubblico possa capire che i due protagonisti sono diversi da tutti gli altri. Infatti, la maggior parte delle persone faticherebbe a empatizzare con una storia di cannibalismo, ma il sentirsi diversi dagli altri è un qualcosa che ci accomuna molto più facilmente. Questo è il cuore pulsante del film: non il cannibalismo di Maren e Lee, ma il fatto che si amano perché riescono a vedersi per quello che sono. È anche il motivo per cui il finale lascerà molti con il cuore spezzato, perché il fatto che Maren perda Lee cibandosene come testimonianza assoluta del loro amore reciproco è un’immagine estremamente potente quando si capisce cosa alimenta questo amore.

Cosa significa davvero mangiare qualcuno in “Bones & All”

Bones and all TimotheeIl concetto di mangiare qualcuno “fino all’osso” viene introdotto nel film da Jake, uno dei tanti personaggi cannibali di Bones and All. Michael Stuhlbarg fa un lavoro fenomenale nell’interpretare Jake in questa scena, creando un’atmosfera estremamente inquietante: descrive a Maren e Lee che Brad (David Gordon Green) – con cui sembra avere una relazione romantica – in origine non era un eater, ma è Jake che lo ha convertito. In seguito, dice a Maren e Lee che, nel momento in cui mangeranno qualcuno fino all’ossa, la potenza di questo atto cannibale cambierà per sempre la loro vita. Questo fa pensare che mangiare qualcuno in quel modo faccia parte della crescita, ma la dicitura fino all’osso potrebbe anche avere un significato nell’economia della storia d’amore tracciata nel film.

Nel corso di Bones and All, Maren e Lee si nascondono da tutti coloro che non sono cannibali. Prima di incontrare Lee, Maren si imbatte in Sully, la cui attrazione per Maren viene confermata alla fine del film. Tuttavia, Maren non ricambia mai i sentimenti che Sully prova per lei. Al contrario, è estremamente cauta con lui. D’altro canto, però, si apre completamente a Lee e non ha nulla da nascondergli. Ecco perché la prima volta che Maren mangia qualcuno “fino all’osso” è alla fine del film, quando decide di mangiare Lee. “Bones and all” suona molto simile all’espressione “warts and all“, che si riferisce a tutte le qualità di una persona, comprese quelle negative. Ciò significa che, in un contesto romantico, mangiare qualcuno “fino all’osso” potrebbe riferirsi alla condivisione dell’amore con qualcuno che ci accetta completamente per quello che siamo, proprio come Maren e Lee.

Il road trip di Bones & All ha a che fare con la propria casa e identità

Il road trip di Bones and All inizia come il viaggio di Maren alla ricerca di sua madre; tuttavia, questo raggiunge un epilogo insperato quando la madre tenta di ucciderla. Inoltre, l’avventura di Maren e Lee attraverso il Midwest degli Stati Uniti ha un significato molto più profondo: uno dei temi principali di Bones and All è l’identità, in particolare il modo in cui questi due giovani personaggi stanno capendo chi sono in questo mondo estremamente complicato. Il concetto di casa è molto importante per le loro identità, per ragioni diverse. Maren sta compiendo un viaggio alla scoperta di se stessa e di chi è senza più il padre nella sua vita, e parte di questo processo consiste nel trovare un posto da chiamare casa. Questo obiettivo viene raggiunto, almeno per un po’, quando lei e Lee si sistemano alla fine del film. Dall’altra parte, Lee va costantemente a trovare la sorella minore a casa. È un simbolo di come la casa di una persona sia sempre una parte di essa, che si tratti di famiglia, ricordi, valori o altro.

D’altra parte, l’ambientazione nel Midwest si collega a un messaggio universale che il film trasmette sull’identità. La relazione romantica tra Jake e Brad, insieme a una scena che presenta un incontro sessuale tra Lee e un altro uomo, allude al fatto che la trama cerca anche di affrontare la questione dell’omosessualità in America. Come già detto, sentirsi diversi dagli altri è un’emozione piuttosto universale, ma sapere che gli altri vedono qualcuno in modo diverso può portare quella persona a nascondere parti di sé. Nel Midwest americano ci sono molti pregiudizi e spesso odio verso le comunità emarginate: per questo motivo, l’ambientazione di Bones and All assume ancora più significato.

Bones and All sarà eccessivo per alcuni spettatori, ma è ben lontano da ciò che ci si aspetterebbe da un film sul cannibalismo. Mentre film come Fresh usano il cannibalismo per creare una sorta di anti-romanzo, questo film è forse la storia più romantica dell’anno. La ricchezza tematica di Bones and All garantisce che il film venga analizzato a lungo alla ricerca di significati più profondi.

Michelle Williams ringrazia la sua co-star di Dawson’s Creek ai Gotham Awards

0

Onorata con il riconoscimento alla carriera ai Gotham Awards 2022, Michelle Williams ha ritirato il suo premio dalle mani del collega e amico Paul Dano (che ha sostituito Steven Spielberg, che ha contratto il Covid), e nel discorso di ringraziamento ha porto lei stessa un tributo a Mary Beth Peil, l’attrice che in Dawson’s Creek interpretava la nonna di Jen, il personaggio culto di Williams.

A partire dal minuto 1:51:50, ecco l’introduzione di paul Dano e il discorso di ringraziamento di Michelle Williams:

The Fabelmans è scritto da Spielberg insieme al drammaturgo Premio Pulitzer Tony Kushner, storico collaboratore del regista, due volte candidato all’Oscar® per le sceneggiature di Lincoln e Munich. I produttori sono la candidata all’Oscar® Kristie Macosko Krieger, Spielberg e Kushner.

The Fabelmans, uno spaccato intenso e personale dell’infanzia americana del XX secolo, è il racconto di formazione di un giovane che scopre uno sconvolgente segreto di famiglia e il potere salvifico del cinema. Il film, che ha già vinto il Premio del Pubblico al Festival di Toronto, è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar® Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle e dal candidato all’Oscar® Judd Hirsch, con le musiche del premio Oscar® John Williams, la fotografia del premio Oscar® Janusz Kaminski e il montaggio dei premi Oscar® Michael Kahn e Sarah Broshar.

Prodotto da Amblin Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group con Rai Cinema e sarà al cinema dal 22 dicembre con 01 Distribution.

Gotham Awards 2022: tutti i vincitori. Everything Everywhere All at Once porta a casa il premio principale

0

Everything Everywhere All at Once ha portato a casa il premio principale durante la cerimonia dei Gotham Awards 2022, i premi al cinema indipendente USA. Il film ha portato a casa anche il premio alla migliore performance da non protagonista, assegnato a Ke Huy Quan, meglio noto per il suo ruolo di Data ne I Goonies e di Shorty in Indiana Jones e il Tempio Maledetto.

Di seguito, tutti i vincitori della serata:

BREAKTHROUGH TELEVISION UNDER 40 MINUTES

“Abbott Elementary” (ABC)
“As We See It” (Amazon Prime Video)
“Mo” (Netflix) – WINNER
“Rap Sh!t” (HBO Max)
“Somebody, Somewhere” (HBO)

BREAKTHROUGH TELEVISION OVER 40 MINUTES

“Pachinko” (Apple+) – WINNER
Severance” (Apple+)
“Station Eleven” (HBO Max)
“This Is Going To Hurt” (AMC+)
Yellowjackets” (Showtime)

TELEVISION PERFORMERS

Bilal Baig (“Sort Of”)
Ayo Edebiri (“The Bear”)
Janelle James (“Abbott Elementary”)
Matilda Lawler (“Station Eleven”)
Britt Lower (“Severance”)
Melanie Lynskey (“Yellowjackets”)
Sue Ann Pien (“As We See It”)
Minha Kim (“Pachinko”)
Zahn McClarnon (“Dark Winds”)
Ben Whishaw (“This Is Going To Hurt”) – WINNER

BREAKTHROUGH NONFICTION SERIES

“The Andy Warhol Diaries”
“The Last Movie Stars”
“Mind Over Murder”
“The Rehearsal”
“We Need to Talk About Cosby” – WINNER

BREAKTHROUGH DIRECTOR

Charlotte Wells (“Aftersun”) – WINNER
Owen Kline (“Funny Pages”)
Elegance Bratton (“The Inspection”)
Antoneta Alamat Kusijanovic (“Murina”)
Beth De Araújo (“Soft & Quiet”)
Jane Schoenbrun (“We’re All Going to the World’s Fair”)

BEST SCREENPLAY

Kogonada (“After Yang”)
James Gray (“Armageddon Time”)
Lena Dunham (“Catherine Called Birdy”)
Todd Field (“Tár”) – WINNER
Sarah Polley (“Women Talking”)

BREAKTHROUGH PERFORMER

Frankie Corio (“Aftersun”)
Kali Reis (“Catch the Fair One”)
Gracija Flipovic (“Murina”) – WINNER
Anna Diop (“Nanny”)
Anna Cobb (“We’re All Going to the World’s Fair”)

OUTSTANDING SUPPORTING PERFORMANCE

Mark Rylance (“Bones and All”)
Brian Tyree Henry (“Causeway”)
Ke Huy Quan (“Everything Everywhere All at Once”) – WINNER
Raúl Castillo (“The Inspection”)
Gabrielle Union (“The Inspection”)
Nina Hoss (“Tár”)
Noémie Merlant (“Tár”)
Hong Chau (“The Whale”)
Ben Whishaw (“Women Talking”)
Jessie Buckley (“Women Talking”)

OUTSTANDING LEAD PERFORMANCE

Cate Blanchett (“Tár”)
Danielle Deadwyler (“Till”) – WINNER
Dale Dickey (“A Love Song”)
Colin Farrell (“After Yang”)
Brendan Fraser (“The Whale”)
Paul Mescal (“Aftersun”)
Thandiwe Newton (“God’s Country”)
Aubrey Plaza (“Emily the Criminal”)
Taylor Russell (“Bones and All”)
Michelle Yeoh (“Everything Everywhere All At Once”)

BEST INTERNATIONAL FEATURE

“Athena”
“The Banshees of Inisherin”
“Corsage”
“Decision to Leave”
“Happening” – WINNER
“Saint Omer”

BEST DOCUMENTARY FEATURE

“All That Breathes” – WINNER
“All the Beauty and the Bloodshed”
“I Didn’t See You There”
“The Territory”
“What We Leave Behind”

BEST FEATURE

“Aftersun”
“The Cathedral”
“Dos Estaciones”
“Everything Everywhere All at Once” – WINNER
“Tár”

I Gotham Independent Film Awards sono premi cinematografici statunitensi destinati al cinema indipendente, assegnati annualmente a partire dal 1991. Presentati dall’organizzazione non a scopo di lucro Independent Filmmaker Project (IFP), i premi erano originariamente destinati solo ai film prodotti negli Stati Uniti nord-orientali, in particolare nello stato di New York, per poi ampliarsi nel corso degli anni a tutti gli Stati Uniti.

Oceano di fuoco – Hidalgo: tutto quello che c’è da sapere sul film

Non tutti i film western raccontano storie grossomodo inventate basate sullo scontro tra cowboy e indiani o sul continuo espandersi della frontiera statunitense. Ci sono infatti molti film che propongono uno sguardo più attento sulla vita di personalità realmente esistite in quel tempo. Tra questi si colloca il film Oceano di fuoco – Hidalgo, diretto nel 2004 dal regista Joe Johnston (noto per aver diretto anche Jurassic Park III e Captain America – Il primo vendicatore). Tale film narra infatti la storia di un noto cowboy e del rapporto con il suo straordinario cavallo Mustang.

Girato in stati americani quali California, Dakota del Sud, Montana e Oklahoma, ma anche in Marocco, dove si sono svolte le scene relative alla corsa tra cavalli, Oceano di fuoco – Hidalgo propone dunque una storia poco nota ma estremamente epica, nella quale in molti hanno ritrovato metafore sulla politica attuale, negate però dallo sceneggiatore John Fusco. Si tratta dunque di un film particolarmente epico, realizzato con un imponente budget di 100 milioni di dollari. Pur non avendo ottenuto il successo sperato, la pellicola ha negli anni guadagnato sempre più fama, sia per la presenza di noti attori che per alcune scene divenute molto celebri.

La storia di Oceano di fuoco – Hidalgo è infatti quantomai appassionante, ricca di tutti quegli elementi che rendono questa tipologia di film irresistibili. Gli appassionati di contesti western ma in cerca di racconti diversi dai soliti, troveranno in questo film il titolo giusto da vedere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Oceano di fuoco – Hidalgo: la trama e il cast del film

Ambientato nel 1897, il film ha per protagonista il cowboy Frank T. Hopkins, un tempo tra i Pony Express più veloci dell’esercito degli Stati Uniti e ora, tra i problemi d’alcolismo e il rimorso per quanto compiuto in guerra, finito ad esibirsi in alcuni show insieme al suo cavallo Hidalgo. Quando un giorno Frank viene invitato a partecipare all’Oceano di Fuoco, una gara di sopravvivenza di 3000 miglia nel deserto arabo, la vita sembra concedergli quella seconda opportunità che attendeva. Arrivato in Medio Oriente, però, Frank si troverà a doversi scontrare con numerosi ostacoli, rappresentati sia dalle avverse condizioni naturali sia dall’ostilità degli altri partecipanti.

Ad interpretare Frank T. Hopkins vi è l’attore Viggo Mortensen, scelto sulla base del successo della trilogia di Il Signore degli Anelli. Per tale ruolo, l’attore si allenò al fine di poter eseguire personalmente quanti più stunt possibile, senza ricorrere a controfigure. Al termine delle riprese, Mortensen decise anche di adottare uno dei cavalli utilizzati, più precisamente quello chiamato T.J., che appare anche sulla locandina del film. Accanto a Mortensen si ritrovano anche Omar Sharif, interprete dello Sceicco Riyadh, ammiratore di Hopkins, e Zuleikha Robinson in quelli di Jazira, la sua figlia che stringe una tenera amicizia con il protagonista.

Oceano-di-fuoco-hidalgo-cast

Oceano di fuoco – Hidalgo: la vera storia dietro al film

Come anticipato, Oceano di fuoco – Hidalgo racconta le vicende che vedono Frank T. Hopkins (vissuto dal 1865 al 1951) partecipare alla competizione nota come Oceano di Fuoco nel deserto arabo. Il resoconto di tale competizione sarebbe descritto nelle memorie dello stesso Hopkins, consultate dallo sceneggiatore al momento della scrittura della sceneggiatura. Che Hopkins sia esistito è certo, ma ci sono molti dubbi sia sulla sua partecipazione alla competizione indicata sia sull’esistenza stessa di quest’ultima. Anzi, quanto raccontato da Hopkins è oggi generalmente ritenuto come falso, interamente frutto della sua fantasia.

Hopkins racconta di come la competizione Oceano di Fuoco si sia svolta per oltre mille anni in Arabia Saudita, prevedendo l’attraversamento a cavallo di 3 mila miglia di deserto e di come egli sia stato il primo non arabo a prendervi parte. Tutto ciò è in seguito stato smentito, con anche il governo dell’Arabia Saudita che ha precisato come una tale competizione non abbia mai avuto luogo. La storia raccontata dal film, dunque, non può essere considerata come basata su eventi realmente avvenuti, nonostante è così che sia stata pubblicizzata. Oceano di fuoco – Hidalgo è piuttosto basato sulla fantasia dello stesso Hopkins, personalità su cui ancora oggi ci sono scarse documentazioni.

Oceano di fuoco – Hidalgo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Oceano di fuoco – Hidalgo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 28 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb, Slate

L’uomo sulla strada, la recensione del film di Gianluca Mangiasciutti

Gianluca Mangiasciutti si posiziona ufficialmente dietro la macchina da presa con L’uomo sulla strada, per regalare una pellicola drammatica dalle venature romantiche che sancisce il suo esordio in regia. Per corroborare il suo prodotto, il regista cala nei panni dei suoi protagonisti un’intensa Aurora Giovinazzo, conosciuta soprattutto per Freaks Out, e un cupo Lorenzo Richelmy dallo sguardo magnetico.

L’opera prima di Mangiasciutti è stata presentata ad Alice nella città, sezione a parte della Festa del Cinema di Roma 2022. Il film può vantare già una vittoria, ossia il Premio Solinas come miglior soggetto scritto. L’uomo sulla strada è distribuito da Eagles Pictures e arriverà nelle sale italiane dal 7 dicembre.

L’uomo sulla strada, la trama

Irene (Aurora Giovinazzo) ha 8 anni quando, in una mattinata trascorsa in compagnia del padre a raccogliere funghi, si trova ad assistere alla sua morte improvvisa. Il colpevole, il cui volto lei vede attraverso il finestrino della sua utilitaria, fugge via senza neppure soccorrerlo o chiedere aiuto. Passano dieci anni, la sua vita è cambiata. Essendo lei l’unica testimone dell’incidente, nessuno è riuscito a trovare il pirata della strada, ma Irene è decisa a scovarlo e fargliela pagare. Non ha altri obiettivi nella vita, se non quello di ricordarsi il suo volto che da allora la tormenta.

Quando inizia a lavorare in una fabbrica, abbandonando momentaneamente la scuola, la ragazza incontra Michele (Lorenzo Richelmy), il proprietario, nonché unico responsabile della morte del padre. Lei non lo riconosce, non sa chi sia. Lui invece non ha dubbi a riguardo, e dopo l’incontro con Irene il senso di colpa inizia a crescere a dismisura. I due però cominciano a frequentarsi e gradualmente a provare dei sentimenti l’uno per l’altra, in una relazione pericolosa che nasconde un terribile segreto.

Una narrazione che si ferma in superficie

Mangiasciutti predispone la narrazione con un incidente scatenante intrigante, ponendo sul piatto diegetico un thriller che sembra strutturarsi su buone premesse. Il regista decide di focalizzarsi sulla protagonista, Irene, con un approccio quasi totalizzante, conferendole un temperamento impulsivo/aggressivo su cui tenta di fare un lavoro di formazione. Giovinazzo a primo impatto sembra ricordare l’Amanda Clarke di Revenge: in questo caso il suo obiettivo è trovare l’assassino del padre, anche a costo di mettere a repentaglio la sua vita già molto incrinata. La ricerca ossessiva, che dovrebbe permeare tutto il tessuto narrativo di L’uomo sulla strada, dopo alcune sequenze diventa però quasi effimera e nel progredire del racconto si discioglie come ghiaccio al sole.

Il desiderio di vendetta inizia gradualmente a non scandire più le scene che si susseguono dopo il primo atto, cedendo il passo solo alla tematica amorosa rappresentata dalla relazione pericolosa e fragile di Irene e Michele che, nel tentativo di stabilizzarsi in fretta all’interno della pellicola, perde un po’ di mordente. Molti anche i momenti appena accennati e ai quali non si concede lo spazio di un approfondimento per raggiungere un climax ultimo pregno di patos. Lo script attraverso cui i personaggi devono costruirsi non sembra porre l’accento sulla loro tridimensionalità, ed è come se la mdp avesse paura ad andare oltre, fermandosi in superficie tramite un montaggio di primi piani che purtroppo però oltre a restituire le emozioni del momento – grazie alla bravura degli attori e al setting ridotto all’osso per risaltarne la presenza – non riesce a connettere davvero lo spettatore al vero cuore dei protagonisti.

Il punto di forza è la suspense

L’universo hitchcockiano si è sempre fondato sull’elemento della suspense come meccanismo principale per confezionare un prodotto attrattivo. Tale tecnica, che costituisce il punto cardine delle pellicole del cineasta – si ricordi La finestra sul cortile o Pyscho – è sempre stata indispensabile per avere una fruizione il cui effetto ansiogeno è predominante. Lo spettatore è indotto a partecipare attivamente nonostante non possa agire direttamente da buon voyeur quale sia, e questo induce ad avere uno sguardo sulla scena molto più trepidante. Il successo di un buon thriller sta nel saperlo usare con astuzia, e Mangiasciutti riesce ad inserirlo in modo funzionale in L’uomo sulla strada.

Sin dalla prima sequenza dell’omicidio si conosce il volto del pirata della strada, ma mai quello del padre, le cui fattezze rimangono ignote per poter veicolare l’attenzione esclusivamente sull’assassino, unica vera ossessione di Irene. Questo artificio narrativo il regista lo sfrutta per stabilire la rotta attraverso cui il racconto si dipanerà, che non è approfondire la fragilità psicologica della protagonista a causa del trauma, ma piuttosto il legame con il colpevole del reato. Quando la vita di Irene comincia a intrecciarsi inconsapevolmente con quella del “killer”, il loro rapporto agli occhi di chi lo osserva oltre la quarta parete diventa molto più inquietante.

Lo spettatore, a differenza della protagonista, sa cosa è realmente accaduto e soprattutto conosce l’identità della persona che le sta di fronte. In tal modo egli vive quell’ansia caratterizzante della suspense che lo induce a domandarsi cosa succederà quando la verità sarà portata alla conoscenza di Irene. È questa la principale ragione per cui l’attenzione rimane alta, nonostante la presenza di alcune scene statiche.

È chiaro dunque che L’uomo sulla strada sia stato più un test per Mangiasciutti, una preparazione del terreno per le prossime opere il cui risultato sarà di certo più completo e approfondito. I presupposti ci sono tutti affinché il regista possa creare storie di un livello alto, sia nella disposizione narrativa che contenutistica. Seppur nella pellicola si evinca la sofferenza nel dispiegare la storia, non si può negare che Mangiasciutti conosca l’arte della cinematografia. Semplicemente, con il tempo, saprà masticarla meglio.

Mercoledì: i 7 Easter Eggs più belli della Famiglia Addams

Mercoledì: i 7 Easter Eggs più belli della Famiglia Addams

L’universo degli Addams si è risvegliato con l’arrivo di Mercoledì, serie televisiva firmata da Tim Burton, approdata il 23 novembre sulla piattaforma Netflix. Obiettivo del regista era far rivivere uno dei personaggi più iconici e anticonformisti del piccolo schermo, quello dell’inquietante e gotica Mercoledì, adolescente sopra le righe e figlia di Morticia e Gomez Addams. Un outsider che porta in scena una outsider, questo il rapporto fra la Mercoledì e Tim Burton, e che “battezza” la sua protagonista.

Degli Addams, creati dalla fantasia di Charles Addams, sono state realizzate molte versioni in passato, ma è stato solo Barry Sonnenfeld con le sue pellicole del 1991 e del 1993 a conferire un taglio macabro e mortuario a Mercoledì, con l’impeccabile interpretazione di Christina Ricci, scatenandone il successo. Seppur Tim Burton abbia scelto di focalizzarsi sul coming of age di Mercoledì, la popolarità di questa stravagante famiglia non è mai scemata. Ecco perché nelle serie non potevano mancare degli Easter Eggs riconducibili agli adattamenti più famosi degli Addams, a partire proprio dalla sitcom degli anni Sessanta. Scopriamo insieme quali sono.

Il nome Mercoledì

Il nome MercoledìCapita spesso, nella realtà, di avere un nome il cui bel suono non è l’unica ragione per cui si è stati chiamati così. A volte al suo interno si può celare una storia servita come fonte di ispirazione. Ed è proprio quello che accade con quello di Mercoledì. Uno dei primi Easter Eggs è da ricercare nel titolo dell’episodio “d’ingresso” della serie di Tim Burton, Wednesday’s Child Is Full of Woe.

Morticia, quando Mercoledì viene accompagnata alla Nevermore Academy, spiega alla preside Weems perché lei si chiami in quel modo così particolare, menzionando una filastrocca. Ma in realtà, il riferimento è a Charles Addams: quando creò la strampalata famiglia degli Addams, i suoi personaggi non avevano ancora un nome. Dopo i fumetti, il passo successivo era il piccolo schermo, per cui bisognava capire come si dovessero chiamare. Il “luogo” da cui Charles trasse ispirazione per Mercoledì fu una filastrocca di un autore anonimo, con una delle strofe che recitava proprio “Wednesday’s Child Is Full of Woe”. Essendo quella una descrizione più che azzeccata per la sadica ragazzina, decise che Mercoledì sarebbe stato il suo nome.

Lo schiocco di dita

Lo schiocco di ditaNel secondo episodio, Woe is the Lonilest Number, Mercoledì è alla ricerca di informazioni riguardo la società segreta di Nevermore, Belladonna. Verso la fine, la ragazza riesce finalmente a capire in che modo intrufolarsi nel loro Quartier Generale. Come? Facendo due schiocchi di dita davanti la statua.

Ciò che ha reso iconica e memorabile la sigla degli Addams, composta da Vic Mizzy, è stato proprio lo schiocco ripetuto delle dita al passo con il ritmo del clavicembalo. Il The Addams Family Theme ha esordito nella sitcom del 1964, per poi diventare talmente tanto popolare da farne produrre, all’epoca, un singolo. Quello introdotto nella serie è un chiaro omaggio.

Christina Ricci

Christina Ricci
Christina Ricci in Mercoledì

Questo è un riferimento più che palese. Chiunque conosca un minimo i film degli anni ’90, La famiglia Addams e La famiglia Addams 2 di Barry Sonnenfeld, saprà chi è stata Christina Ricci. L’attrice nelle due pellicole ha dato vita ad una Mercoledì differente rispetto a quella rappresentata nella serie, trasformandola a tutti gli effetti in un personaggio iconico, nonché cupo e macabro.

In Mercoledì, Tim Burton ha scelto di farla tornare nel mondo degli Addams in altre vesti. Christina Ricci fa la sua apparizione sin dal primo episodio nel personaggio di Marilyn Thornhill, la responsabile del dormitorio nonché insegnate di scienze botaniche. Sin dal suo primo approccio con Mercoledì si evince la sua predisposizione alla cordialità e alla bontà, molto differente rispetto al carattere dell’adolescente maligna che interpretava nei film.

Le ragazze scout

Le ragazze scoutUn Easter Egg derivante proprio dalla pellicola del 1991, La famiglia Addams, si palesa in una delle espressioni minacciose di Mercoledì, “Potrei mangiare le ragazze scout a colazione”, che caratterizza bene il suo essere una teenager fuori dagli schemi.

Nella pellicola di Sonnenfeld, quando Mercoledì è insieme a suo fratello Pugsley, una scout si avvicina al chiosco di limonate dei due Addams, chiedendo insistentemente se le loro bevande siano fatte con i limoni veri. Successivamente, quando la ragazzina bionda tenta di vendere dei biscotti a Mercoledì, la sua raccapricciante ma iconica risposta è “Sono fatti da vere ragazze scout?”. Un omaggio, in un certo senso, anche alla Mercoledì interpretata proprio da Christina Ricci.

Il dormitorio Ophelia Hall

Il dormitorio Ophelia HallSempre nel primo episodio, quando Mercoledì è con Morticia e Gomez insieme alla preside Weems, quest’ultima le annuncia che il suo dormitorio sarà lo stesso di quello in cui era sua madre, l’Ophelia Hall. Questo riferimento è per i più esperti della famiglia Addams, in particolare della serie televisiva del ’64.

Pare infatti che il nome del dormitorio si riferisca a Ophelia Frump, sorella di Morticia e zia di Mercoledì e Pugsley nella sitcom degli anni Sessanta. Nessuno all’interno di Mercoledì la nomina, ma per chi conosce a fondo la famiglia Addams il riferimento è palese e può godere di questa piccola sorpresa.

Il ritratto di Ignatius

Il ritratto di IgnatiusAltro Easter Egg sottile, riferito alla prima versione della famiglia Addams, lo si ha quando Mercoledì dopo essere riuscita ad entrare nella Società Belladonna arriva nel seminterrato. Qui, c’è un ritratto di una figura il cui volto è quasi del tutto coperto dai capelli biondi. Dietro il quadro, poi, c’è qualcosa di assolutamente indispensabile ai fini del caso che Mercoledì sta seguendo.

Colui che è rappresentato sulla tela altri non è che il cugino Ignatius Itt, uno dei membri originali degli Addams, presentato dallo zio Fester proprio a Mercoledì nella prima sitcom. Questo personaggio in realtà non sembra avere fattezze umane in quanto, esattamente come si vede nella serie, l’unica cosa di cui sembra essere fatto sono ciuffi biondi che gli arrivano fino a terra.

Scooby Doo

Scooby DooNel quarto episodio, Woe What a Night, Mercoledì ha una sorta di diverbio con lo sceriffo Donovan Galpin, il quale cerca di placare la sua inclinazione all’investigazione dicendole “Senti Velma, perché tu e la banda di Scooby non vi dedicate ai vostri compiti e lasciate le indagini ai professionisti?

Il riferimento è senza dubbio alla terza puntata della prima stagione di Speciale Scooby, che si chiamava Scooby Doo incontra la famiglia Addams, anche se il titolo originale è Wednesday is Missing, andata in onda 23 settembre del ’73. In quella puntata crossover, gli Addams lasciano il gruppo di investigatori insieme a Mercoledì e Pugsley, ma quando lei scompare, la compagnia di detective è obbligata a risolvere il caso della sua scomparsa prima del ritorno dei genitori.

BABYLON: nuovo trailer con Brad Pitt e Margot Robbie

0
BABYLON: nuovo trailer con Brad Pitt e Margot Robbie

Più grande è il sogno, più alto è il prezzo. Guarda il nuovo trailer di BABYLON di Damien Chazelle con Brad PittMargot Robbie e Diego Calva. #BabylonIlFilm dal 19 gennaio 2023 al cinema. Dal Premio Oscar Damien Chazelle, regista di LA LA LAND e WHIPLASH, un racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni ’20.

BABYLON, una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che ripercorre l’ascesa e la caduta di molteplici personaggi in un’epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante Hollywood. Con Brad PittMargot Robbie e Diego Calva, e un cast corale che comprende Jovan Adepo, Li Jun Li e Jean Smart. SCRITTO E DIRETTO DA  Damien Chazelle PRODOTTO DA Marc Platt, p.g.a., Matthew Plouffe, p.g.a., Olivia Hamilton, p.g.a. PRODUTTORI ESECUTIVI Michael Beugg, Tobey Maguire, Wyck Godfrey, Helen Estabrook, Adam Siegel.

CAST Brad PittMargot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun Li, P.J. Byrne, Lukas Haas, Olivia Hamilton, Tobey Maguire, Max Minghella, Rory Scovel, Katherine Waterston, Flea, Jeff Garlin, Eric Roberts, Ethan Suplee, Samara Weaving, Olivia Wilde

Il mistero dei templari – La serie dal 14 dicembre su Disney+

0
Il mistero dei templari – La serie dal 14 dicembre su Disney+

La nuova serie originale Disney+, Il mistero dei templari – La serie prodotta Disney Branded Television prodotta da ABC Signature per Disney+ proseguirà poi ogni mercoledì con un nuovo episodio a settimana.

Il mistero dei templari – La serie, quando esce e

Disney+, Il mistero dei templari – La serie in streaming debutterà il 14 dicembre sulla piattaforma streaming con i primi due episodi.

Il mistero dei templari – La serie, la trama e il cast

La vita di Jess Valenzuela (Lisette Olivera) viene stravolta quando un enigmatico sconosciuto le dà un indizio su un tesoro secolare che potrebbe essere collegato a suo padre, morto da tempo. Jess ha un talento per risolvere gli enigmi e la sua abilità viene messa alla prova quando lei e i suoi amici seguono una serie di indizi nascosti in manufatti e monumenti americani. Ma riuscirà Jess a superare in astuzia un trafficante di antichità del mercato nero in una corsa per trovare il più grande tesoro perduto della storia e scoprire la verità sul passato della sua famiglia?

Il mistero dei templari - La serie

Oltre a Lisette Olivera, la serie è interpretata da Zuri Reed (Flatbush Misdemeanors) nel ruolo di Tasha, l’amica di Jess che si unisce alla caccia al tesoro e che sarà costretta a riconsiderare il suo modo di pensare per aiutare la sua migliore amica; Antonio Cipriano (Jagged Little Pill a Broadway) nei panni di Oren, un simpatico ma egocentrico imbranato con una conoscenza enciclopedica delle teorie cospirative che cerca di riconquistare l’affetto di Tasha; Jordan Rodrigues (Lady Bird) nel ruolo di Ethan, il migliore amico d’infanzia di Jess di cui è innamorato sin dal giorno in cui si sono conosciuti; Jake Austin Walker (Rectify) nei panni di Liam, un musicista in difficoltà che piace a tutti, sempre con il dente avvelenato, che proviene da una lunga stirpe di cacciatori di tesori; Catherine Zeta-Jones (Chicago) nel ruolo di Billie, una miliardaria tosta, esperta di antichità sul mercato nero e cacciatrice di tesori che vive secondo il proprio codice; e Lyndon Smith (Parenthood) nei panni dell’agente dell’FBI Ross, un investigatore ostinato che si rende conto che una cospirazione più grande è in atto. Inoltre, Harvey Keitel (Pulp Fiction), che ha interpretato Peter Sadusky nel franchise cinematografico de Il mistero dei Templari, si unisce al cast della serie come guest star nello stesso ruolo.   Jerry Bruckheimer, Cormac e Marianne Wibberley, Jonathan Littman e KristieAnne Reed sono gli executive producer della serie insieme a Rick Muirragui, che è anche sceneggiatore. Anche Jon Turteltaub è executive producer. Mira Nair è regista ed executive producer.

Il trailer ufficiale

Jonathan Majors: 10 cose che non sai sull’attore

Jonathan Majors: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Jonathan Majors è impegnato tra cinema e televisione solo da pochi anni, ma è già diventato un nome estremamente popolare grazie alla sua partecipazione a progetti di alto profilo. Ora che è stato scelto come prossimo grande cattivo del Marvel Cinematic Universe, la sua popolarità è destinata a crescere negli anni e sempre più egli avrà modo di dar prova di tutto il suo talento.

Ecco 10 cose che non sai su Jonathan Majors.

Jonathan Majors: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in noti film. L’attore debutta sul grande schermo nel 2017 con il western Hostiles – Ostili, con protagonista Christian Bale. In seguito ha recitato in Cocaine – La vera storia di White Boy Rick (2018), con Matthew McConaughey, Out of Blue – Indagine pericolosa (2018), The Last Black Man in San Francisco (2019), Captive State (2019) e Da 5 Bloods – Come fratelli (2020), di Spike Lee. Ha poi recitato in The Harder They Fall (2021) e Devotion (2022). Nel 2022 lo si ritroverà come antagonista nei film Ant-Man and the Wasp: Quantumania (2023), con Paul Rudd, e Creed III (2023), diretto da Michael B. Jordan.

2. Ha preso parte ad alcune serie TV. Oltre a recitare per il cinema, Majors è apparso anche in alcune serie TV di particolare popolarità. Ha infatti recitato in When We Rise (2017) ed è poi stato tra i protagonisti della serie horror Lovecraft Country – La terra dei demoni (2020). Nel 2021 ha invece recitato nell’ultimo episodio della serie Marvel Loki, dedicata al celebre dio dell’inganno e con protagonista Tom Hiddleston.

3. È anche produttore. Majors non si sta interessando solo di recitazione, ma anche di produzione. Prossimamente, infatti, egli ricoprirà il ruolo di produttore esecutivo per i film The Man in My Basement e Magazine Dreams, nei quali comparirà naturalmente anche come attore. Majors sta dunque dimostrando di volersi occupare sempre di più di cinema a 360°, sostenendo attivamente i progetti che lo vedono coinvolto e nei quali crede di più.

Jonathan-Majors-Kang

Jonathan Majors è Kang nel Marvel Cinematic Universe

4. È entusiasta del ruolo. Come noto, Majors interpreterà Kang il Conquistatore nella Saga del Multiverso della Marvel. Dopo essere comparso in Loki, egli sarà presente anche in Ant-Man and the Wasp: Quantumania e in Avengers: The Kang Dynasty. L’attore si è detto entusiasta di poter dar vita a tale personaggio e in particolare di interpretare un cattivo tanto complesso e pericoloso. Sarà lui il grande protagonista delle prossime fasi dell’MCU e l’attore si sente particolarmente gratificato dal ruolo assegnatogli.

5. Si sta sottoponendo ad un duro allenamento. L’attore ha affermato che l’aspetto più difficile del dover interpretare Kang è il dover raggiungere una forma fisica impeccabile. Per rendere minaccioso il personaggio, Majors si sta infatti sottoponendo ad un durissimo allenamento fisico fatto di ore ed ore in palestra ed una rigida dieta a base di pollo, tacchino e riso. Stando a quanto svelato da alcune foto, l’attore sta però riuscendo nell’intento di metter su una massa muscolare incredibile, che renderà Kang ancor più pericoloso.

Jonathan Majors in Loki

6. Ha tenuto nascosto il suo coinvolgimento nella serie. Come noto a chi ha visto la serie Loki, l’attore compare nell’ultimo episodio nei panni di Colui Che Rimane, una delle varianti di Kang il Conquistatore. Benché ci fossero molte teorie sul coinvolgimento del personaggio nella serie, Majors è riuscito a mantenere il segreto sulla propria partecipazione fino all’ultimo. L’attore ha infatti affermato di non parlare molto con le persone e di tenere sempre un profilo basso nel proprio quotidiano. Ciò gli ha permesso di preservare il segreto e l’effetto sorpresa.

Jonathan Majors in Creed 3

7. Sarà l’avversario del protagonista. Nel nuovo capitolo della serie di film spin-off della saga di Rocky, dove Michael B. Jordan interpreta Adonis Creed, figlio di Apollo, Majors interpreta Anderson Dame, ex amico di Adonis in cerca di riscatto. Parlando del personaggio, l’attore ha anticipato che sarà un’antagonista molto umano e che sarà difficile per gli spettatori odiarlo proprio per via del suo difficile vissuto e il suo desiderio di riscatto. Majors ha poi affermato di essersi affezionato molto al personaggio e di considerarlo tra i suoi preferiti di sempre.

Jonathan-Majors-Creed-3

Jonathan Majors non è su Instagram

8. Non possiede un account. Cercando l’attore su Instagram si potrà notare come egli non possieda alcun account. Majors ha infatti confermato di non avere profili ufficiali sul noto social network, preferendo per ora non condividere le proprie attività su di esso. Come noto, l’attore ci tiene ad essere quanto più riservato possibile e non sembra intenzionato a gestire anche le responsabilità di un account su Instagram. Tuttavia è possibile seguire alcune fan page molto attive nel condividere novità legate unicamente alla sua vita professionale.

Jonathan Majors: chi è la sua fidanzata

8. È molto riservato. Come anticipato, Major è molto riservato circa la sua vita al di fuori del set e non è solito condividere particolari a riguardo. Non è dunque noto se attualmente egli sia più o meno impegnato in una relazione. L’attore ha però rivelato di aver una figlia di 9 anni, ma non ha svelato chi sia la madre della bambina né se abbia ancora una frequentazione sentimentale con tale donna. Majors si è però detto molto attento alla formazione della figlia, seguendola passo passo affinché possa crescere come una persona responsabile e attenta alle dinamiche del mondo.

Jonathan Majors: età, altezza e fisico dell’attore

10. Jonathan Majors è nato a Lompoc, California, Stati Uniti, il 7 settembre del 1989. L’attore è alto complessivamente 1,83 metri. L’attore è inoltre noto per il suo fisico particolarmente possente, atletico e muscoloso, sfoggiato nel corso di alcuni servizi fotografici e per la preparazione ai film Creed III e Ant-Man and the Wasp: Quantumani.

Fonte: IMDb, People

Bussano alla porta: il poster del nuovo film di M. Night Shyamalan

0

È stato diffuso il primo poster di Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin), il nuovo film di M. Night Shyamalan che arriverà nelle sale italiane il prossimo 2 febbraio 2023, distribuito da Universal. Eccolo:

Mentre sono in vacanza in una baita isolata, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa credere prima che tutto sia perduto.

Prodotto dal visionario regista M. Night Shyamalan, Bussano alla Portaè interpretato da Dave Bautista (Dune, Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da Ben Aldridge (Pennyworth, Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente Kristen Cui, da Abby Quinn (Piccole donne, Landline) e da Rupert Grint (Servant, la saga di Harry Potter).

Universal Pictures presenta una produzione Blinding Edge Pictures, in associazione con FilmNation Features e Wishmore Entertainment, Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin) un film di M. Night Shyamalan. La sceneggiatura è di M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman, basata sul bestseller nazionale “The Cabin at the End of the World” di Paul Tremblay. Il film è diretto da M. Night Shyamalan e prodotto da M. Night Shyamalan, Marc Bienstock (Split, Glass) e Ashwin Rajan (Servant, Glass). I produttori esecutivi sono Steven Schneider, Christos V. Konstantakopoulos e Ashley Fox.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità