La storia di
Pinocchio, il celebre burattino “figlio” della
penna e del cuore di Carlo Collodi ha ispirato
innumerevoli adattamenti al cinema e in tv. La parabola di
Geppetto, intagliatore di legno dal cuore gentile,
che costruisce il burattino del titolo e desidera che prenda vita,
crescendolo poi come un figlio, è una delle storie sempreverdi
nella tradizione letteraria italiana, che continua a vivere grazie
alla cinepresa di grandi maestri, tra cui Guillermo del Toro e Robert
Zemeckis, impegnati entrambi in trasposizioni della storia
di Pinocchio che usciranno rispettivamente su
Netflix e Disney+.
Pinocchio (1911)
Il
mediometraggio di
Giulio Antamoro
rappresenta la prima trasposizione della storia di
Carlo Collodi
al cinema. In questa versione, il burattino combina guai è
interpretato dall’attore adulto
Ferdinand Guillaume
(noto anche col nome di
Polidor)
ed è possibile visionarlo per interno sul canale ufficiale
Vimeo
della
Fondazione Cineteca Italiana.
Pinocchio (1940)
L’accattivante
storia di un burattino di legno, costruito da un vecchio falegname
solitario, che sogna di diventare un bambino vero è uno dei
classici senza tempo di
Walt Disney.
L’adattamento del 1940 diretto da registi vari ha introdotto al
grande pubblico per la prima volta i personaggi principali della
storia di
Pinocchio,
soprattutto il
Grillo Parlante,
la coscienza di
Pinocchio,
che cercherà di tenerlo lontano da situazioni difficili o
pericolose finché il burattino non avrà maturato la consapevolezza
necessaria per divenire un ragazzo vero.
Un burattino di nome Pinocchio
(1971)
Un burattino di
nome Pinocchio è un lungometraggio di animazione italiano
del 1971 tratto dal romanzo Le avventure di Pinocchio.
Storia di un burattino di Carlo Collodi.
È l’opera più nota dell’animatore e regista Giuliano
Cenci, considerato per la sua arte ed estro creativo il
“Walt Disney italiano“. Innamoratosi del
film d’animazione targato Disney e uscito nel
1940, Cenci decise di mettere la propria firma su
un nuovo adattamento del romanzo, quanto più possibile vicino al
racconto originale, ispirato ai modelli classici di Attilio
Mussino e alla cui produzione presero parte anche gli
eredi di Carlo Collodi, i nipoti
Mario e Antonio Lorenzini, che la
ritennero l’unica versione di Pinocchio che abbia
rispettato in toto l’iconografia collodiana.
Le avventure di Pinocchio
(miniserie televisiva 1972)
La genesi di questa
produzione risale in realtà al 1963 quando
Comencini e Suso CecchiD’Amico, caduti i diritti d’autore sull’opera di
Collodi nel 1940, cominciarono a scrivere una
nuova sceneggiatura a quattro mani, per poi rinunciarvi quando
Federico Fellini si dichiarò intenzionato a girare
un film sulla storia.
Comencini ci
restituisce attraverso questa serie tv una versione della storia di
Pinocchio che ne sviscera la poetica e la
delicatezza del rapporto padre-figlio, avvalendosi di grandissimi
interpreti: Andrea Balestri
(Pinocchio), Nino Manfredi
(Geppetto), Gina Lollobrigida
(Fata Turchina), Franco Franchi
(il Gatto), Ciccio Ingrassia (la
Volpe), Vittorio De Sica (il
giudice), Lionel Stander
(Mangiafoco), Domenico Santoro
(Lucignolo). Secondo Paolo
Mereghetti, lo sceneggiato ebbe un “cast perfettamente
azzeccato”, con una soddisfacente riduzione dal libro con “più
realismo sociale a (lieve) discapito della componente
fantastica”.
Bad Pinocchio (1996)
Questo adattamento horror
diretto da Kevin S. Tenney con Candace
McKenzie e Lewis Van Bergen rielabora il
racconto di Pinocchio in maniera davvero
peculiare. Dopo essere stato condannato per omicidio, il serial
killer Vincent Gorro regala al suo avvocato
JenniferGarrick un
Pinocchio di legno, suo unico oggetto personale
nonché prova recuperata da una delle “sue” scene del crimine.
Zoe, la figlia dell’avvocato, pensando che la
bambola sia un regalo indirizzato a lei, inizia ad affezionarvisi,
inconsapevole che scatenerà ben presto un serie di sfortunati
eventi.
Le straordinarie avventure di
pinocchio (1996)
Allontanandosi dal classico
Disney, questo aggiornamento in live-action di
Steve Barron include effetti speciali
all’avanguardia e una trama più vicina al materiale di partenza di
Collodi. E’ un film passato in sordina durante la
sua prima uscita nelle sale, ma che ha riguadagnato fiducia grazie
alla distribuzione home-video e che possiamo definire
intrattenimento delicato, luminoso e dal cuore tenero, pensato per
coinvolgere l’intera famiglia.
Pinocchio (cortometraggio
1999)
Laddove la versione
Disney marginalizzava gli elementi più oscuri del
romanzo, l’adattamento di Gianluigi Toccafondo li
mette al centro della narrazione. Si tratta di un cortometraggio
che ha richiesto tre anni per essere completato. Come un dipinto
onirico in movimento, questa versione di Pinocchio
vive della giocosità folle delle commedie del cinema muto,
ricordandoci come i personaggi di Buster Keaton,
Stanlio e Ollio e CharlieChaplin siano ancora tutti ragazzi nel cuore:
curiosi e ignoranti, ancora stupiti, sorpresi e inorriditi dal
mondo che li circonda.
Pinocchio (2002)
Il
Pinocchio di Roberto Benigni è stato il film più costoso
nella storia del cinema italiano, costato circa 45 milioni di euro.
Fu scelto come rappresentante dell’Italia alla 75ª edizione
degli Oscar per la categoria miglior film straniero senza
però riuscire ad essere candidato. A detta di
Benigni, l’idea del progetto risale al 1990,
quando, durante le riprese del film La voce della luna,
Fellini ribattezzò Benigni e
Paolo Villaggio “personaggi collodiani”. In
quell’occasione vennero anche girate alcune scene di prova e
Vincenzo Cerami – futuro sceneggiatore del film –
iniziò a lavorare sul soggetto.
Seppur vennero apprezzate le
scenografie, i costumi, la fotografia e la colonna sonora a cura di
Nicola Piovani, questa versione della favola di
Pinocchio venne prevalentemente criticata,
soprattutto in termini di performance, ritenute troppo
caricaturali, in particolare quella di Nicoletta
Braschi nei panni della fata turchina e dello stesso
Benigni. All’estero, la pellicola non incontrò di
certo più favore, dato che i critici attaccarono pesantemente il
doppiaggio in lingua inglese, in particolare la scelta di
Breckin Meyer come doppiatore di
Benigni, la cui voce era considerata decisamente
troppo giovanile.
Pinocchio 3000 (2004)
Pinocchio
3000, analogamente ad A.I. Intelligenza Artificiale (2001), è
un’interpretazione fantascientifica futuristica del classico
romanzo di Carlo Collodi. In questo film Pinocchio
non è un burattino animato dalla magia, ma un robot che prende vita
attingendo alla corrente elettrica di una città. Pinocchio cerca di
adattarsi alla vita degli umani, ma incontrerà parecchie difficoltà
nella città di Scamboville.
Pinocchio è accompagnato nella sue
avventure da Spencer, un pinguino robotico
parlante che lo aiuta a prendere decisioni morali, guidandolo
attraverso la città ed evitando i pericoli. È basato sul
personaggio del Grillo Parlante della storia
originale, ma a differenza di lui non ha un ruolo così importante
nella storia. È un po’ goffo e rilassato e viene mostrato come
assistente di Geppetto. Altro personaggio
rilevante è House, la casa di
Geppetto dotata di un’intelligenza artificiale in
grado di controllare porte, finestre e altri elettrodomestici. Si
tratta di un’evoluzione del concetto di casa intelligente già in
atto con progetti di abitazioni tecnologiche a
Scamboville.
Pinocchio (2012)
Attenendosi al testo di
Collodi, l’adattamento di Enzo
D’Alò vive della logica onirica e impulsiva tipica
dell’artista e che si adatta perfettamente al mezzo animato. Gli
sfondi vibranti e impressionisti che incorniciano le avventure di
Pinocchio definiscono a quest’opera largamente
apprezzata un senso visivo attraente e anticonformista, che
rispecchia ottimamente la vivacità grottesca della storia di
Pinocchio. Un film da non perdere per gli
appassionati di D’Alò e che è stato nominato agli
European Film Awards nella categoria
Miglior Film D’Animazione.
Pinocchio (miniserie televisiva
2013)
La regista Anna
Justice si rivolge chiaramente al pubblico dei più piccoli
con questo adattamento, sia per l’umorismo piuttosto sobrio che lo
contraddistingue che per la rappresentazione stessa di
Pinocchio. I bambini si identificheranno subito
con il vivace ragazzo di legno che mette costantemente alla prova i
suoi limiti, non ama ascoltare gli altri, preferisce i dolci
all’apprendimento e vuole solo piacere agli altri. Il fatto che
venga ricondotto sulla retta via da persone estranee, in primis dal
coscienzioso grillo Coco, rende anche questa
versione di Pinocchio educativamente preziosa,
nonostante la moltitudine di episodi raccontata in 180 minuti renda
nel complesso l’opera di Justice
disarticolata.
Pinocchio (2019)
Nel 2019 Matteo Garrone ha riavvicinato Roberto Benigni alla favola di Pinocchio, questa volta facendogli però
interpretare il saggio Geppetto. La sua versione
si rifà direttamente al testo di Collodi e, a
parte la digressione iniziale, che sottolinea la magia insita nella
creazione del burattino, Garrone ha optato per un
approccio duro e realistico nei confronti delle avventure del
nostro protagonista. “La nostra sfida è stata quella di tornare
alle origini. Roberto ha usato un altro approccio,
ed è bene che ci siano visioni diverse. Ho preferito tornare
all’originale e basare i disegni sulle illustrazioni che
accompagnavano la prima versione, realizzate sotto la supervisione
dello scrittore”, ha affermato Garrone.
Pinocchio: A True Story (2022)
Diretto dal regista russo
Vasiliy Rovenskiy, Pinocchio: a True
Story rielabora il racconto di Collodi in
chiave umoristica e inserendovi una storia d’amore come centro
propulsivo del racconto. Invece di sembrare un bambino, Pinocchio è
qui un giovane adulto dall’umorismo asciutto, che scappa dal suo
geniale creatore Jepetto accompagnato dal cavallo
Tibalt per scoprire il mondo e si unisce al circo
itinerante gestito dal truffatore Modjafocco.
Pinocchio (Disney, 2022)
Robert
Zemeckis (Forrest
Gump) ha firmato l’ennesimo remake dell’iconico
burattino, che arriverà su Disney+ l’8 settembre, scritto
insieme a Chris Weitz, autore anche della
sceneggiatura del remake live-action di
Cenerentola del 2015. In questo caso, più che il
burattino guastafeste, la vera attrazione del film sembra essere il
cast-all star di cui si avvale.
Vedremo infatti Tom
Hanks nel ruolo di Geppetto,
l’intagliatore che crea Pinocchio e lo tratta come
se fosse suo figlio, mentre sarà Benjamin Evan
Ainsworth (The
Haunting of Bly Manor) a dare la voce a Pinocchio e
Joseph Gordon-Levitt (500
Days of Summer) a impersonare il Grillo
Parlante che funge da guida e “coscienza” di Pinocchio.
Cynthia Erivo (Harriet) sarà la
Fata Turchina e Keegan-Michael
Key (Keanu) l'”Onesto”
John. In questa nuova versione della storia,
incontreremo poi Sofia il Gabbiano, nuovo personaggio interpretato
da Lorraine Bracco (I Soprano),
mentre Luke Evans (La
Bella e la Bestia) interpreta il
Cocchiere.
Pinocchio (Netflix, 2022)
L’adattamento di Guillermo Del Toro della favola di
Pinocchio sarà un film d’animazione stop-motion
del diretto insieme a Mark Gustafson con Gregory Mann, Ewan McGregor, Tilda Swinton, Christoph Waltz, Finn Wolfhard, Cate Blanchett, John Turturro, Ron Perlman,
Tim Blake Nelson e Burn Gorman.
Ispirato alla famosa fiaba di Carlo Collodi,
questo musical in stop motion segue le straordinarie avventure di
un bambino di legno portato magicamente in vita da un desiderio del
padre. Ambientato durante l’ascesa del fascismo nell’Italia di
Mussolini, il film di Del Toro è una storia
d’amore e disobbedienza, in cui Pinocchio fatica a
essere all’altezza delle aspettative del padre.
Si è alzato il sipario sulla 26esima
edizione di Cartoons on the Bay, il festival
internazionale promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, diretto
da Roberto Genovesi.
Primi appuntamenti, questa mattina,
alla presenza di oltre mille ragazzi delle scuole di Pescara che in
anteprima hanno potuto assistere ad alcune proiezioni e spettacoli
a loro dedicati. Ad accoglierli la Presidente del Comitato Regione
dell’Abruzzo per l’Unicef, l’organizzazione non governativa da
sempre al fianco dell’infanzia di tutto il mondo, la Presidente di
Rai Com Teresa De Santis e l’Amministratore Delegato Rai Com Angelo
Teodoli. Poi tutti in sala per la prima proiezione dal titolo
“Gino il pollo: Ehi, lo sai che i bambini hanno dei
diritti?”. La mattinata è proseguita con Vincenzo Lamolinara
della Scuola Internazionale di Comics & Games Academy per scoprire
insieme i segreti del videogioco… Per gli studenti delle scuole
secondarie di primo grado una sorpresa: inventare una storia
radiofonica guidati da Rai Radio Kids e Armando Traverso… Per i più
piccoli Cartoons on the Bay e Rai Ragazzi hanno
animato lo sport con il campione ed ex pallavolista Andrea
Lucchetta con la proiezione della serie Super Spikeball.
Cartoons on the
Bay, torna in presenza dopo due anni con trecentocinquanta
opere in concorso e quarantaquattro Paesi rappresentati, un
programma professionale, uno pubblico e uno scolastico, proiezioni
su grande schermo e spettacoli nel cuore della città. Avvio
ufficiale all’Aurum, ex sito industriale dal grande fascino a due
passi dall’Adriatico, con il sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio con delega all’Editoria, Giuseppe Moles, che ha
inaugurato le mostre “Carlos Grangel – Exhibit
‘Sketchbooks’” e “Arcane – Digital Exhibit ‘Tra Piltover e
Zaun’”. Le esposizioni saranno visitabili gratuitamente
per tutta la durata del Festival.
”Il mondo del fumetto – ha
detto Moles -, fa parte a pieno titolo di quello che è il
sistema culturale italiano, e dunque merita attenzione, tutela e
riconoscimenti. Il ritorno in presenza è bellissimo ed è
bellissimo che sia a Pescara e poi L’Aquila. Per quanto riguarda la
regione Abruzzo è il degno palcoscenico per ospitare questa
manifestazione e un ulteriore volano per la ripartenza del
turismo”.
Per l’amministratore delegato di
RaiCom Angelo Teodoli “la cosa più bella di questa edizione di
Cartoons on the Bay è che sta nascendo la consapevolezza che da
questo genere di prodotti nasce il futuro dello spettacolo, il
fantasy è nato probabilmente dal mondo autorale che sta intorno ai
cartoni animati. È un centro di pensiero e di riflessione e spero
dunque che tutto questo significhi anche disegnare un futuro per i
giovani”.
La cerimonia di inaugurazione si è
tentuta alla presenza del sindaco di Pescara, Carlo Masci, e del
presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “La regione
Abruzzo è riuscita nel grande sforzo di aggiudicarsi questa
manifestazione – ha detto Marsilio – sono presenti gli
operatori professionali del mondo del cinema di animazione. “La
nostra città e il nostro mare sono orgogliosi di accogliere
Cartoons On The Bay” – ha dichiarato il sindaco Masci.
Attesissimo l’appuntamento in
programma per stasera per la proiezione speciale in notturna al
cinema massimo di Pescara, di Jurassic Wold – il dominio.
Dopo il grande successo
del film del 2020, Disney+ propone, a partire dal 3 giugno,
Hollywood Stargirl, una nuova avventura per la
giovane dalla voce cristallina e per la sua dolce e incasinata
mamma.
La trama di Hollywood
Stargirl
Stargirl Caraway
(Grace VanderWaal) è un’adolescente che con i suoi
semplici gesti di gentilezza riesce a rendere magica la vita degli
altri. Dopo averla conosciuta nel primo film, la vediamo adesso
alle prese con un mondo nuovo, più grande, pieno di possibilità. La
ragazza infatti è costretta a lasciare il suo piccolo microcosmo a
Mica, in Arizona, per andare nella città degli angeli, dove i sogni
si realizzano. La madre (Judy
Greer), costumista cinematografica, ha infatti
ottenuto un lavoro molto prestigioso, e questo richiede la sua
presenza a Los Angeles. Controvoglia, Stargirl la segue e lì si
trova circondata da un eclettico gruppo di personaggi. Tra questi
ci sono i fratelli aspiranti registi Evan (Elijah
Richardson) e Terrell (Tyrel Jackson
Williams); il signor Mitchell (Judd
Hirsch), uno dei vicini di casa di Stargirl e Roxanne
Martel (Uma
Thurman), una musicista che Stargirl ammira e incontra
nel suo viaggio.
Julia
Hart è tornata dietro la macchina da presa e insieme a
Jordan Horowitz ha scritto la sceneggiatura
originale, basata sui personaggi del best-seller “Stargirl” di
Jerry Spinelli. Ellen Goldsmith-Vein, p.g.a. (la
trilogia di The Maze Runner), Lee Stollman,
p.g.a. (All Together Now) e Jordan
Horowitz, p.g.a. (La La Land) sono i
produttori, con Kristin Hahn, Nathan Kelly e Jerry Spinelli
impegnati come executive producer.
Il segreto è la gentilezza
Di nuovo nei panni di
Stargirl, Grace VanderWaal esegue la canzone
originale “Figure It Out” che ha scritto appositamente per
il film e si conferma una delle voci più interessanti del panorama
canoro statunitense che però non è ancora abbastanza conosciuta da
noi. Oltre alla voce, VanderWaal riesce a regalare al suo
personaggio e al film intero un garbo e una dolcezza che sembrano
completamente fuori dal modo contemporaneo di comunicare, una
gentilezza che valica anche l’essere adolescente, che notoriamente
è un periodo complicato. Anche nella ribellione e nell’imposizione
delle sue idee, Stargirl riesce ad essere sempre accogliente e
conciliante, mai distruttiva. E se c’è davvero un insegnamento, o
una morale che dir si voglia, legata a questo tipo di operazioni
che in genere servono quasi esclusivamente solo ad arricchire il
palinsesto, questo è che la gentilezza e la capacità di ascolto
verso gli altri, alla fine, paga sempre.
Dal 2 giugno su Sky,
arriva Winning Time: L’ascesa della dinastia dei
Lakers. Il basket è probabilmente, tra gli sport
maggiormente seguiti in tutto il mondo, quello che ha avuto più
difficoltà a essere “trasportato” sul grande o piccolo schermo. A
pensarci bene soltanto He Got Game di
Spike Lee è un film sul basket totalmente
riuscito, e anche questo adopera la palla a spicchi e i canestri
per mettere al centro della storia non la competizione ma il
rapporto conflittuale tra un padre e suo figlio.
Winning Time, come nasce un mito
Winning Time:
L’ascesa della dinastia dei Lakers, la serie sulla nascita
della grande dinastia cestistica dei Los Angeles Lakers degli anni
‘80, ha imparato talmente bene la lezione che di parquet e di
basket giocato lo spettatore ne vede davvero poco, almeno nelle
prime puntate. Lo show capitanato da Adam McKay
sceglie infatti di raccontare lo stile di vita, le idee e le
decisioni che portarono alla creazione di una squadra senza eguali.
Insomma, lo show targato HBO nella prima parte tende maggiormente a
restituire il ritratto sfolgorante di un’epoca che raccontare una
storia sportiva.
E questo in fondo va
anche bene, perché McKay e tutti quelli che hanno partecipato al
progetto lo fanno con enorme lucidità e più di un pizzico di
astuzia. L’assunto principale su cui Winning Time
si poggia – giustamente, aggiungiamo noi – è che dietro quel
fenomeno chiamato Los Angeles Lakers c’erano uomini con il loro
genio ma anche con i propri difetti, debolezze e demoni personali.
E così l’artefice primario Jerry Buzz (John
C. Reilly) viene rappresentato nel pilot come un
playboy incallito che non esita a tradire, mentire, rigirare le
carte in tavola seguendo sempre il suo istinto geniale. Il solito
ritratto del giocatore d’azzardo che dovresti odiare ma che alla
fine non puoi non amare. McKay adopera il suo solito stile
comico-documentaristico (personaggi che parlano in camera,
didascalie sfrontate, montaggio sincopato) per confezionare un
primo episodio frizzante e ottimamente orchestrato, impregnato di
quella frivola gioiosa libertà che era alla base del progetto
Lakers di Buzz.
A livello emotivo la
serie entra però nel vivo grazie al secondo episodio in cui
protagonista è il coach ed ex-leggenda del parquet Jerry West
(Jason
Clarke), un uomo ossessionato dall’idea della
sconfitta, dal terrore di non essere all’altezza del compito più
importante, ovvero quello della vittoria dell’anello. Un
personaggio tragico nella grandezza del suo carattere
autodistruttivo, che rende la seconda puntata di un livello emotivo
superiore alla precedente. Lo stesso vale quando nella quarta
puntata la scena è dominata da Jack McKinney (Tracy
Letts), nuovo allenatore della squadra che, dopo essere
stato assistente per fin troppi anni, vede finalmente avverarsi la
possibilità di sviluppare i suoi schemi di gioco innovativi.
Insomma, Winning Time nei suoi primi episodi è un
alternarsi di personaggi quasi comici con altri decisamente più
corposi, il cui tono leggero ad essere onesti non sempre rende
giustizia. Rimangono infatti troppo in superficie, se non
addirittura vagamente parodiate, le figure di Magic Johnson
(Quincy Isaiah) e in particolar modo Pat Riley
(Adrien
Brody), le quali speriamo trovino la loro dimensione
nelle puntate successive.
Winning Time è uno spaccato d’epoca
Tratto dal libro
Showtime di Jeff Pearlman, Winning
Time in realtà lo adopera soltanto come base per mettere
in scena alcune vicende, stravolgendone in larga parte il tono
della narrazione. I creator Max Borenstein e Jim Hetch
drammatizzano le vicende dei vari personaggi con sottotrame proprio
non presenti nel testo originale, e viene lecito chiedersi se la
fonte primaria per tali avvenimenti non sia stata proprio Jeannie
Buzz, figlia di Jerry e attuale proprietario dei Los Angeles
Lakers. Poco importa, in quanto il risultato non cambia poi di
molto: Winning Time è molto divertente da gustare
come spaccato d’epoca, una commedia do costume che mostra come un
grande miracolo sportivo come quella strada sia nato per mano di
una serie di figure contraddittorie e tra loro difficilmente
amalgamabili: ma lo sport spesso fa miracoli, si sa…
Vedendo le varie puntate
si ha l’impressione che se non proprio tutti, sicuramente la
maggior parte degli artisti che hanno partecipato al progetto
Winning Time siano tifosi dei Lakers, e questo non
davvero non guasta. Lo è di sicuro Jonah Hill, che ha diretto il secondo
episodio. Tra gli altri nomi famosi che vedrete nello show meritano
citazione anche la due volte premio Oscar Sally Field,
Jason Segel, Gaby Hoffman, Rob Morgan.
Il nuovo film Searchlight Pictures
The Menu arriverà il 17 novembre nelle
sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Una coppia (Anya
Taylor-Joye Nicholas Hoult) si reca su un’isola costiera
per mangiare in un ristorante esclusivo dove lo chef (Ralph
Fiennes) ha preparato un menù sontuoso, con alcune
scioccanti sorprese.
The Menu
è interpretato da Ralph Fiennes,
Anya Taylor-Joy,
Nicholas Hoult, Hong Chau, Janet McTeer, Judith Light, Reed
Birney, Paul Adelstein, Aimee Carrero, Arturo Castro, Mark St. Cyr,
Rob Yang e John Leguizamo. Il film è
diretto da Mark Mylod, scritto da Seth Reiss & Will Tracy, e
prodotto da Adam McKay e Betsy Koch.
Ci sono film che hanno raggiunto il
successo globale e sono diventati dei blockbuster
nonostante i loro
protagonisti. A volte la storia, il cast secondario,
la fotografia, la mano di un grande regista superano la star che
dovrebbe essere al centro dell’azione. Ciò accade in ogni genere,
dai drammi sentimentali ai film d’azione. Il fatto che alcuni eroi
non abbiano un vero e proprio impatto sulla narrazione non è per
forza un problema, anzi. Ci sono lungometraggi costruiti attorno ad
un protagonista debole che funzionano proprio per questo motivo.
Vediamo 10 grandi titoli!
Ogni possibile sviluppo della trama
del
film sarebbe rimasto invariato anche senza Indy. Tutti vedono lui come l’eroe della storia, ma in
realtà è solo uno spettatore che assiste con
Marion (Karen
Allen) alla risoluzione finale del film. Sono i
nazisti stessi che, aprendo l’Arca dell’Alleanza, si
uccidono inavvertitamente.
Terminator 3: Le macchine ribelli
(2003)
Terminator 3:
Le macchine ribelli non è il film più apprezzato della saga.
Per molti è il primo di una serie di pessimi sequel, ma in ogni
caso va riconosciuto che il finale è davvero d’impatto. Dopo aver
tentato di fermare la distruzione nucleare, John Connor
(Arnold
Schwarzenegger) scopre che non c’è modo di prevenirla:
deve solo lasciare che accada.
Questa conclusione non sarebbe
possibile senza l’inutilità di Terminator. Il protagonista si
arrende di fronte alla minaccia nucleare, perdendo tutte le sue
qualità eroiche. Un gran finale per un brutto film, che però
banalizza l’intero ruolo di John nel film, qui ben lontano
dalla centralità dei primi due film.
The Batman (2022)
Il film sul Cavaliere
Oscuro di Matt
Reevesracconta un nuovo aspetto dell’eroe.
The Batman è un dramma poliziesco in cui il
protagonista viene rappresentato come ”il più
grande detective del mondo”. È la prima volta che questo aspetto di
Batman viene esplorato in un film. Va però detto che in
realtà le abilità investigative di Robert Pattinsonhanno
poco effetto sugli eventi.
Anche se Batman
capisce che una bomba dell’Enigmista (Paul
Dano) potrebbe essere posizionata nelle Wayne
Towers, non riesce a fermare l’attacco. Inoltre, l’eroe non è
in grado di salvare Gil Colson (Peter
Sarsgaard) quando è intrappolato né di impedire
l’allagamento di Gotham. L’unica cosa che Batman
riesce a fare nelle tre ore di film è aiutare un paio di persone
minacciate dai seguaci dell’Enigmista.
Con Air (1997)
Nel film cult Con
Air, un gruppo di prigionieri viene trasportato da un
penitenziario all’altro con un aereo. Su quell’aereo c’è anche
Poe Cameron (Nicolas
Cage), che è stato ingiustamente condannato per un
crimine che non ha mai commesso. Quando i prigionieri
dirottano l’aereo, Poe semplicemente osserva come uno
spettatore ciò che accade attorno a sé: tutto quello che vuole è
essere riunito con la sua famiglia.
Poe è la bussola morale del
film ma, nel grande schema della narrazione, è inutile se non
dannoso. Infatti, la maggior parte delle azioni compiute
dal protagonistahanno
conseguenze terribili: a causa sua viene ucciso un poliziotto sotto
copertura e un serial killer riesce a fuggire.
Bastardi senza gloria (2009)
I protagonisti di Bastardi senza gloria di
Quentin Tarantino forse non sono stati sfruttati
al massimo. Alcuni Bastardi non hanno nemmeno una battuta
e, a parte i principali Brad
Pitt e Christoph Waltz, rimangono
complessivamente per poco tempo sulla scena.
Anche a livello narrativo, alla fine
i Bastardi si rivelano poco importanti. L’enorme complotto
messo in piedi per uccidere Adolf Hitler nel cinema era
già stato pianificato da Shosanna.Donny
spara senza pietà a Hitler con una mitragliatrice, ma il
dittatore è già morto. Inoltre, siccome si trattava di una missione
suicida, Donny e Omar finiscono per uccidersi per
niente.
La guerra dei mondi (2005)
La guerra dei
mondi di Steven Spielberg riprende una storia già nota
ma, come accade in molti film del regista, Spielberg
trasforma il materiale originale. Da una storia su un’invasione
aliena esce fuori un dramma sul rapporto padre (Tom
Cruise) e figlia (Dakota
Fanning).
Nonostante ciò, il finale del film
non dipende minimamente dalle azioni di Ray nei
confronti di Rachel. Anche se i due fossero stati
uccisi nelle prime scene del film, La guerra dei mondi
sarebbe finita, come sempre, con gli alieni che muoiono a causa di
un raffreddore.
Chinatown (1974)
I parallelismi tra
The
Batman e questo film cult del 1974 sono numerosi. Il
protagonista di Chinatown, il detective
Jake Gittes, è assunto per seguire un uomo accusato di
avere una relazione clandestina. Come in tutti i grandi film
polizieschi, la ricerca conduce Gittes in una tana molto
più minacciosa. Proprio come Batman di MattRevees, Gittes è sempre un passo
indietro: per lui è impossibile fermare qualcosa che è già troppo
grande prima ancora dell’inizio del film.
Watchmen (2009)
Watchmen
è uno dei film di supereroi più lunghi di sempre, ma nelle sue due
ore e mezza di durata non succede molto. Nonostante il cast vasto e
la narrazione stratificata, per la maggior parte del tempo la
cinepresa segue Gufo Notturno II (Patrick
Wilson) e Rorschach
(Jackie Earle Haley), rendendoli i protagonisti
del film.
Durante tutto Watchmen, i
due supereroi tentano di sabotare un enorme complotto terroristico,
ma falliscono nel loro intento. Quando finalmente si trovano faccia
a faccia con Ozymandias, il cattivo rivela che il suo
piano è già stato realizzato, stava semplicemente giocando con i
suoi ex partner.
Eternal Sunshine Of The Spotless
Mind (2004)
Questo non è un film di
supereroi o d’azione, ma anche nel dramma sentimentale Eternal
Sunshine of the Spotless Mind – Se mi lasci ti cancello il
protagonista non ha alcun effetto sulla
narrazione. Dopo essersi lasciato con Clementine (Kate
Winslet), Joel Barish (Jim
Carrey) decide di affidarsi ad un medico per
cancellare qualsiasi ricordo della sua ex. Non appena prende parte
all’operazione, Joel si pente della scelta fatta e, per
tutto il fllm, cerca invano di aggrapparsi ai ricordi che via via
sfuggono.
Sempre parlando di Jim
Carrey, c’è un altro film in cui l’eroe
protagonista è letteralmente un burattino privo di
scampo: The Truman Show. Questa volta però, il finale dà
una svolta alla condizione del personaggio principale.
Kick-Ass (2010)
Kick-Ass segue
l’avventura di un adolescente (Aaron
Taylor-Johnson) che decide di diventare un eroe e
combattere il crimine per proteggere le strade di Staten
Island. Anche se il protagonista riesce
a salvare un paio di bambini e insegna agli uomini come difendersi,
all’interno della narrazione principale Kick-Ass è
del tutto inutile.
L’eroe non influisce sulla trama
perché il conflitto centrale è tra Big
Daddy (Nicolas
Cage) e la mafia. In seguito, quando Big
Daddy viene ucciso, il film diventa la revenge story di
Hit-Girl. L’unico reale effetto che Kick-Ass ha
sulla storia si vede quando, inavvertitamente, causa la cattura e
la morte di Big Daddy.
Il film sarà l’adattamento
dall’omonimo libro del 2020 di Suzanne Collins,
ambientato decenni prima delle avventure di Katniss Everdeen in
The Hunger Games. Ciò significa che
Jennifer Lawrence, che è diventata una superstar
nel ruolo di Katniss, non apparirà nella storia del prequel.
Nel film in uscita, Snow viene
scelto per fare da mentore a Lucy Gray, il tributo femminile del
Distretto 12, povero, durante il decimo Hunger Games. Come
introdotto nella trilogia The Hunger Games, che è
stata sviluppata in quattro lungometraggi, il barbaro evento
televisivo seleziona casualmente due adolescenti di ogni distretto
per combattere fino alla morte. Nel romanzo, la modesta Lucy Grey
attira l’attenzione di tutti cantando durante la cerimonia della
mietitura. Con il suo talento e il suo fascino, Snow crede che
potrebbe essere in grado di sovvertire le probabilità a loro favore
per vincere le partite.
Data l’abilità vocale di Lucy Gray,
non sorprende che Zegler, che ha battuto migliaia di persone per
interpretare Maria nell’acclamato remake di West
Side Story di Steven Spielberg, abbia ottenuto il
ruolo principale. Zegler apparirà presto in Shazam! Fury
of the Gods al fianco di
Zachary Levi, Helen Mirren e Lucy Liu;
e il live-action della Disney Biancaneve.
— rachel zegler (she/her/hers) (@rachelzegler)
May 31, 2022
Distribuito nel 2020, il romanzo
ruota attorno a un giovane Coriolanus Snow (interpretato da
Donald Sutherland nei film), il cattivo principale
di The Hunger Games. Anche prima che il libro
arrivasse sugli scaffali, Lionsgate ha annunciato che era in fase
di sviluppo un adattamento cinematografico. Francis
Lawrence, il regista che ha firmato il secondo,
terzo e
quarto film della saga, tornerà per questo film.
Durante la sua presentazione al
CinemaCon, Lionsgate ha annunciato (tramite Deadline) che The Ballad of Songbirds and Snakes sta
procedendo nella sua distribuzione. Sebbene rimanga senza un cast,
ha una data di uscita: 17 novembre 2023.
The Ballad of Songbirds and Snakes seguirà la
stessa trama del libro, che vede il 18enne Snow mentore di un
tributo al Distretto 12 nel 10° Hunger Games.
Diretto e sceneggiato da
Anthony Hayes, che nel film si è ritagliato il
ruolo di co-protagonista, Gold racconta la storia
di due vagabondi (la coppia formata da Anthony
Hayes e Zac Efron), che viaggiano nel vasto
deserto.
Durante il loro cammino i due si
imbattono in un’enorme pepita d’oro, la più grande mai rinvenuta.
Quanto potrebbero guadagnare con quel pezzo d’oro e quale vita
lussuosa potrebbero condurre? Ossessionati dal pensiero della
sterminata ricchezza che hanno tra le mani, i due pensano a un
piano per dissotterrare la pepita. Mentre uno dei due si mette in
viaggio per cercare l’attrezzatura necessaria all’estrazione della
pepita, l’altro resta a controllarla e ad aspettarlo. Quest’ultimo
dovrà affrontare il rigido clima del deserto, cercando di
difendersi non solo dai lupi, ma anche da altri intrusi. Mentre
lotta per restare vivo nella sterminata distesa di sabbia, inizia a
pensare di essere rimasto solo e abbandonato a un crudo
destino…
Presentata oggi in conferenza stampa
la 5^ edizione di Filming Italy
Sardegna Festival ideato e diretto da Tiziana
Rocca, che si terrà dal 9 al 12 giugnoa Forte Village di Cagliari. La manifestazione si
è affermata come unica nel suo genere perché lega per la prima
volta Cinema e Televisione con proiezioni, incontri e presentazioni
di film e serie televisive, coinvolgendo le più importanti
distribuzioni e produzioni del piccolo e grande schermo insieme ai
colossi dell’entertainment VOD e televisivo. Anche quest’anno il
Filming Italy Sardegna Festival si
svolgerà in collaborazione con APA – Associazione
Produttori Audiovisivi presieduta da Giancarlo
Leone, con il Patrocinio della Regione Autonoma
della Sardegna, del Comune di Cagliari,
del Consorzio Costa Smeralda e con la
collaborazione di Forte Village. La madrina di
questa edizione sarà Donatella
Finocchiaro, attrice dal talento straordinario e
interprete di film di grandissimo successo.
“È con grande orgoglio e
soddisfazione che oggi presento il programma della quinta edizione
totalmente in presenza del Filming Italy Sardegna
Festival. Sento di poter affermare che l’impegno e la
costanza di questi ultimi mesi hanno portato ottimi frutti nella
realizzazione di questa macchina produttiva che non si è mai
arrestata, riuscendo a fidelizzare tanti importantissimi talent,
internazionali e italiani, che dopo cinque anni considerano questo
festival un punto di riferimento nel settore. Come uno dei
pochissimi Direttori Artistici donna presenti in Europa, ammetto
che le sfide e gli sforzi sono stati notevoli, considerate tutte le
difficoltà legate a questo periodo, con particolare riferimento ai
numeri del pubblico in sala che non sono ancora particolarmente
incoraggianti. Il Filming Italy Sardegna Festival, viste
le sue date, si è ritrovato a ricoprire il ruolo di apripista della
stagione estiva cinematografica, e quest’anno più che mai non
possiamo disattendere le aspettative, iniziando proprio
dall’inaugurazione di una nuova sala all’aperto, per permettere al
pubblico una più piacevole fruizione del nostro vastissimo
programma. Tantissimi gli ospiti che saranno presenti al Festival e
dialogheranno nelle masterclass con i giovani
studenti delle scuole e delle università dell’Academy
Cinema, tra questi, la pluripremiata regista teatrale e
cinematografica Julie Taymor, i Premi Oscar
Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo,Cuba
Gooding Jr. e Regina King, e poi anche
Can Yaman, Veronica Pivetti,
James Franco, solo per citarne alcuni. Sono quasi
60 i titoli che presenteremo tra film, documentari
e serie televisive, internazionali e italiani, molti dei quali in
anteprima assoluta”, ha dichiarato Tiziana Rocca,
General Director Filming Italy Sardegna Festival.
“Non abbandoneremo l’aspetto
formativo che il Festival si è prefissato fin dalla sua prima
edizione, coinvolgendo gli studenti di ben 20
scuole, che avranno la possibilità di seguire tutti gli
eventi del festival dal vivo o tramite la piattaforma streaming,
cosa che conferirà loro dei crediti formativi. E poi, grazie alla
partnership con il Nuovo IMAIE, quest’anno anche
alcuni attori esordienti potranno vivere il Festival e partecipare
alle diverse masterclass. I temi di questa edizione si rivolgono
alla Democrazia, alla Pace, all’Ambiente e all’Empowerment
femminile, grazie sempre alla collaborazione con Women in Film,
Television & Media Italia, sezione italiana dell’associazione
internazionale che, promuovendo la parità di genere nell’industria
dell’audiovisivo e dei media, incoraggia un cambiamento culturale
che porti a una più adeguata e positiva rappresentazione della
donna nei contenuti di cinema e televisione. Voglio ringraziare a
tal proposito la madrina di questa edizione, Donatella
Finocchiaro, e naturalmente anche il Governatore della
Regione Autonoma della Sardegna, Christian
Solinas, l’Assessore regionale del Turismo, Commercio e
Artigianato della Sardegna, Giovanni Chessa, e
Lorenzo Giannuzzi, Amministratore Delegato e
Direttore Generale di Forte Village. E un sentito grazie a tutti
coloro che insieme a noi ci hanno creduto fin dalla prima edizione
e continuano a crederci, per un Festival sempre più ricco di
proiezioni, incontri e presentazioni di film e serie
televisive”.
Il Governatore della Regione
Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, ha
dichiarato: “La Sardegna ospita ancora una volta, e ne è
orgogliosa, una manifestazione cinematografica la cui eco a livello
internazionale rappresenta una straordinaria occasione di
promozione della nostra Isola, che si conferma ancora una volta una
terra ricca di fascino, attrattiva e dalle molteplici
potenzialità”. Il Presidente Solinas ribadisce l’importanza
dell’industria cinematografica e l’impegno della Regione nel
sostenere un comparto importantissimo, duramente colpito dagli
effetti della pandemia. “Continuiamo a supportare con impegno il
settore e tutte le professioni che ad esso sono legate e accogliamo
anche quest’anno con grande entusiasmo il Filming Italy
Sardegna Festival arrivato alla sua quinta edizione, che
riteniamo importantissimo per la Sardegna. Una iniziativa di grande
prestigio che contribuisce a esportare l’immagine di un’Isola dalle
bellezze straordinarie, sostenibile e ricca di potenzialità. Questa
è la risposta migliore al difficile momento che stiamo vivendo, che
desideriamo sia segnato dalla nostra grande voglia di ripartire e
di crescere”.
“Sono orgogliosa di essere stata
scelta come madrina di un festival del cinema in cui la donna ha un
posto centrale, in cui viene fatta luce sul talento e sulla grande
potenzialità del femminile”, ha dichiarato l’attrice
Donatella Finocchiaro, madrina di questa
edizione.
“Il Filming Italy Sardegna
Festival è un meraviglioso progetto nel quale abbiamo creduto
fortemente sin dalla sua prima edizione. Grazie alla forte
determinazione di Tiziana Rocca e al prezioso supporto della
Regione Sardegna, siamo riusciti a realizzare una manifestazione
dal calibro internazionale che, in pochi anni, è diventata un
appuntamento imperdibile nel calendario dei festival del cinema più
importanti. Non vediamo l’ora di poter ospitare questa nuova
edizione nella suggestiva location del Forte Village e di far
scoprire alle grandi star coinvolte, ma anche ai giornalisti ed
agli addetti ai lavori, la straordinaria unicità del nostro Resort
e della Sardegna”, afferma Lorenzo Giannuzzi,
Amministratore Delegato e Direttore Generale di Forte Village.
Oltre al nome della madrina di
questa edizione, Donatella Finocchiaro, sono stati
svelati i primi talent che prenderanno parte alla kermesse in
Sardegna e che saranno protagonisti di alcune masterclass con gli
studenti, tra questi: la pluripremiata regista teatrale e
cinematografica Julie Taymor, che presenterà al
pubblico due dei suoi maggiori successi, Across the
Universe e Titus; l’attore Josh
Hartnett, che sarà presidente della giuria dei
cortometraggi; gli scenografi Premio Oscar Dante
Ferretti e Francesca Lo Schiavo;
Winston Duke, protagonista di Black
Panther, che riprenderà il ruolo nel secondo film della saga
in uscita a fine anno negli Stati Uniti; l’attore venezuelano
Édgar Ramírez; la pluripremiata attrice francese
Anne Parillaud; il protagonista della saga di
Twilight, Billy Burke; l’attore
Jeremy Piven; l’indimenticabile Sandokan,
Kabir Bedi; l’attore e modello spagnolo
Maxi Iglesias; la star americana James
Franco; i pluripremiati attori e Premio Oscar Cuba
Gooding Jr. e Regina King; la star di
This is us, Justin Hartley; il
protagonista di Bridgerton, Jonathan Bailey;
l’attrice Kate Walsh; l’attrice e modella
Annabelle Belmondo; e Joe
Cortese. In rappresentanza del cinema italiano, saranno
presenti: Raoul Bova; Veronica
Pivetti, che presenterà il suo ultimo libro, “Tequila bang
bang”; Massimo Ghini; Teresa
Saponangelo; Euridice Axen;
Rossella Brescia; Marcello Fonte;
Giuseppe Zeno; Jasmine Trinca;
Frank Matano; Filippo Nigro;
Massimiliano Bruno; Roberto
Farnesi; Anna Safroncik; Nicole
Grimaudo; Antonia Liskova; Sarah
Felberbaum; Carlotta Natoli;
Giulio Scarpati; e Nina Zilli per
la musica.
Atteso ospite del Festival è anche
l’attore Can Yaman, che presenterà il suo libro,
l’autobiografia Sembra strano anche a me,
oltre alle nuove iniziative con la sua associazione solidale. Can
sarà premiato infatti con il Filming Italy Creativity
Award per l’Associazione “Can Yaman For Children”, nata nel
2021 con l’obiettivo di aiutare i più piccoli con donazioni e
attività filantropiche. Can ha dichiarato: “Il mio sogno più
grande? Quello di poter vedere i bambini ricoverati in ospedale
tornare a giocare. Stiamo progettando eventi benefici per sostenere
i più deboli, perché è bello condividere e regalare una speranza
non solo ai bambini ma anche alle loro famiglie”.
Adriano Panatta,
uno dei più grandi talenti del tennis italiano, sarà presente
insieme al regista e produttore cinematografico Domenico
Procacci per presentare Una
Squadra, la nuova docuserie prodotta da Fandango, Sky
e Luce Cinecittà e diretta dallo stesso Procacci, che racconta la
storia della Nazionale italiana di tennis vincitrice della Coppa
Davis nel 1976.
Steven Gaydos di Variety
conferirà un premio alla memoria di Ray Liotta,
per ricordare un grande attore e protagonista del cinema
internazionale, oltre che un grande amico. Per l’occasione sarà
proiettato il film diretto da Alan Taylor di cui Liotta è
protagonista, The Many Saints of Newark.
Ritorna anche in questa edizione lo
storico premio dedicato al maestro Nanni Loy, uno dei registi più
interessanti e visionari della nostra tradizione cinematografica e
televisiva. Il Premio Nanni Loy ideato
dal giornalista Antonello Sarno quest’anno andrà
agli attori Massimo Ghini e Veronica
Pivetti, oltre che a Massimiliano Bruno
come sceneggiatore e un premio speciale alla memoria del cinema ad
Istituto Luce Cinecittà, che verrà ritirato da Nicola
Maccanico, Amministratore Delegato di Cinecittà S.p.A.
Tra i film in anteprima, una delle
ultime produzioni Netflix, girato tra gli Stati Uniti e
l’Italia Love & Gelatodi Jenna Evans
Welch, tratto dall’omonimo best seller. Il film di apertura del
festival sarà Jurassic World – Il
dominio, ultimo capitolo del franchise targato
Universal Pictures che immergerà il pubblico di
tutte le età in una nuova era di meraviglie ed emozioni in cui i
dinosauri e l’umanità dovranno imparare a convivere. La proiezione
si terrà la sera di giovedì 9 giugno all’Open Cinema Theater del
Forte Village. A chiudere il festival, la sera di domenica 12
giugno, in anteprima mondiale il film diretto da Daniel Adams che
vede Jeremy Piven tra i protagonisti,
The Walk. Tra le proiezioni
internazionali, anche: il film in live-action Sonic
2; The Lost City con Sandra
Bullock e Channing Tatum; il film campione di incassi con Tom
Cruise, Top Gun: Maverick; in anteprima
assoluta il film horror finlandese The
Twin; Io e Lulù con
Channing Tatum; La figlia oscura di
Maggie Gyllenhaal con Dakota Johnson; l’ultimo capitolo della saga,
The
Batman, con Robert Pattinson; Animali
Fantastici – I Segreti di Silente; L’arma
dell’inganno – Operazione Mincemeat; il live-action
Cip & Ciop agenti speciali; l’ultimo
capito della saga Marvel che ha come protagonista
Benedict Cumberbatch, Doctor Strange nel
Multiverso della Follia; Nine
days con Winston Duke; Bad Roads – Le
strade del Donbass della regista ucraina Natalya
Vorozhbit.
Il film scelto da
Variety per la selezione Variety Choise è
Divine Access di Steven Chester
Prince.
Tra i film italiani in programma:
Il sesso degli angeli di Leonardo
Pieraccioni; Bla Bla Baby di Fausto
Brizzi; Marcel di Jasmine Trinca;
Corro da te di Riccardo Milani;
Ghiaccio di Fabrizio Moro e Alessio De
Leonardis; Gli idoli delle donne con
Lillo e Greg; Occhiali neri di Dario
Argento; La cena perfetta di Davide
Minnella; Non mi lasciare di Ciro Visco;
Il muto di Gallura di Matteo Fresi;
Mancino naturale di Salvatore Allocca;
Femminile singolare con Monica Guerritore
e Catherine Deneuve; Tapirulàn di Claudia
Gerini; Hill of Vision di Roberto Faenza;
Toilet di Gabriele Pignotta, con una
delle performance che accompagneranno il film nella sua uscita
nelle sale; I nostri fantasmi di
Alessandro Capitani; E buonanotte di
Massimo Cappelli; Le fantasie di David e
Stéphane Foenkinos; Sorelle per sempre
con Donatella Finocchiaro; e la trilogia C’era una
volta il crimine di Massimiliano Bruno.
I documentari che verranno
proiettati durante il Festival sono:
Underwater di Sara Ristori su Federica Pellegrini,
una delle più grandi campionesse di tutti i tempi;
L’altro buio in sala di Ciro Formisano;
Luigi Proietti detto Gigi di Edoardo Leo;
We feed people di National Geographic
diretto da Ron Howard; Una squadra di
Domenico Procacci; Pietro il Grande
diretto da Antonello Sarno, dedicato a Pietro Coccia, uno dei più
talentuosi fotoreporter del cinema italiano;
Butterfly diretto da Alessandro Cassigoli
e Casey Kauffman; Conversazioni atomiche
di Felice Farina; Cuban dancer di Roberto
Salinas.
Ampio spazio anche per le serie
televisive, tra queste: le seconde stagioni delle serie targate
Sky, Euphoria e
Diavoli; Hotel
Portofino di Adam Wimpenny; A casa tutti
bene di Gabriele Muccino; Il
Redi Giuseppe Gagliardi; la serie di Raiplay
Il Santone con Neri Marcorè e Carlotta
Natoli; la prima puntata della sesta stagione della serie di RAI1
Il paradiso delle signore.
In programma sabato 11 giugno alle
ore 12:00 un panel istituzionale in collaborazione con APA
– Associazione Produttori Audiovisivi, che vedrà coinvolti
i maggiori esponenti del settore culturale e cinematografico
nazionale, dal titolo: “Opere audiovisive senza
frontiere, da uno schermo all’altro, da un Paese all’altro.
Investire di più sulle qualità dei prodotti nazionali per affermare
la nostra industria a livello internazionale”.
Moderato da Simone Gialdini, Direttore Generale
Anec, al panel prenderanno parte: la Senatrice Lucia
Borgonzoni, Sottosegretario di Stato MiC; Nicola
Borrelli, DG Cinema; Giancarlo Leone,
Presidente A.P.A – Associazione Produttori Audiovisivi;
Marta Donzelli, Presidente CSC;
RobertoStabile, Responsabile
Progetti Speciali MiC presso Cinecittà; Steven
Gaydos, Vicepresidente di Variety; Mario
Lorini, Presidente Anec; Luigi Lonigro,
Presidente Nazionale Distributori Anica; Paolo Del
Brocco, DG Rai Cinema; Chiara Sbarigia,
Presidente Luce Cinecittà SpA; Andrea Scrosati, AU
– CEO Continental Europe Fremantle; Piera
Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia
del Cinema Italiano – Premi David di Donatello; Maria Pia
Ammirati, Direttore di Rai Fiction; Daniel
Frigo, Country Manager AU Board Member – The Walt Disney
Company Italy.
Grazie alla collaborazione con il
NUOVO IMAIE, è in programma una masterclass
speciale in cui quattro giovani attori, appartenenti alla
collecting, avranno modo di confrontarsi con alcuni dei
protagonisti del cinema italiano e internazionale. Gli attori
scelti per questa edizione sono: Luca Filippi
(Hammamet di G. Amelio), Virginia
Apicella (Nostalgia di M. Martone, Amore
Postatomico di V. Caiazzo), Rausy Giangarè
(Buongiorno Mamma) e Giuseppe Maggio
(Baby, Quattro metà, Sul più bello). “È
una collaborazione innovativa quella con il Filming Italy
Sardegna Festival – ha dichiarato il Presidente del NUOVO
IMAIE Andrea Miccichè – che ci rende
particolarmente lieti. Dov’è prevista la presenza dei giovani
talenti, come in questo caso, con masterclass e incontri con i
produttori, la nostra collecting è sempre ben lieta di fornire il
proprio sostegno agli Artisti, Interpreti, Esecutori emergenti,
favorendo loro concrete opportunità di crescita umana e
professionale”.
Confermata la vicinanza alle donne,
si rinnova la collaborazione con Women in Film,
Television & Media Italia, associazione no-profit
nata negli anni ‘70 negli USA e arrivata in Italia nel 2018, dove è
diventata un punto di riferimento nel settore audiovisivo e media.
In questa occasione, Women in Film, Television & Media
Italia presenterà: il documentario di Alessia Bottone,
La Napoli di mio padre; il film
giapponese Haiku on a Plum Tree di Mujah
Maraini-Melehi; e il cortometraggio prodotto da Matteo Rovere e
diretto da Roberta Palmieri, Capitan
Didier.
Anche quest’anno, il maestro orafo
Gerardo Sacco, con l’estro e lo stile unico che lo
contraddistinguono, realizzerà in esclusiva i premi per il
Festival. “Ho realizzato quest’opera fusa in perspex riciclabile,
con una colonna che sostiene in cima due maschere, una in argento e
l’altra in argento placcata oro. Sulla colonna la scritta
Peace e la famosa frase che pronuncia Dante all’uscita
dell’Inferno …e quindi uscimmo a riveder le stelle,
messaggio di pace molto attuale in questo periodo”.
Filming Italy Sardegna
Festival si avvale della partnership con Italy for
Movies (www.italyformovies.it), il
portale delle location e degli incentivi alla produzione realizzato
in collaborazione con Cinecittà e
conItalian Film Commissions e coordinato dalla
Direzione generale Cinema e audiovisivo del MiC.
Il portale, disponibile anche in versione app scaricabile sugli
store digitali, fornisce tutte le informazioni utili su location e
incentivi disponibili per chi vuole girare in Italia il proprio
film, oltre a notizie di settore e tantissime curiosità e
suggerimenti di viaggio per gli appassionati che vogliono visitare
i luoghi dei film.
In collaborazione con l’Università
degli Studi di Cagliari e con il Professore Ordinario di
Linguistica Italiana presso l’Università degli Studi di Cagliari,
Massimo Arcangeli, dopo il successo delle scorse edizioni, anche
quest’anno si è deciso di istituire un premio dedicato ai corti
cinematografici: FilmingItaly Sardegna – In Corto (V
edizione). I temi fissati per l’iniziativa, come nella scorsa
edizione, sono due: Democrazia e pace e Women
empowerment e integrazione. L’attore internazionale
Josh Hartnettsarà a capo della giuria d’eccezione
dedicata a questa sezione, composta da Annabelle
Belmondo, Emanuela Postacchini,
Anna Safroncik, Steven Gaydos,
Nick Vivarelli, Stefano Arduini,
Vito Sinopoli, Andrea Minuz,
oltre al Professor Massimo Arcangeli e
Tiziana Rocca. I due corti vincitori (uno per
ciascun tema) saranno trasmessi su Rai Cinema
Channel e sulla piattaforma MyMovies.
Tanti i personaggi presenti in
Sardegna durante le quattro edizioni precedenti: Harvey
Keitel, Elena Sofia Ricci,
Elizabeth Olsen, Heather Graham,
Valeria Golino, Vanessa Hudgens,
Claudia Gerini, Marta Nieto,
Martina García, Rachel Brosnahan,
Darko Perić, Valeria Mazza,
Claudio Bisio, Sabrina
Impacciatore, Gianmarco Tognazzi,
Tosca, Roberta Giarrusso,
Lina Sastri, Remo Girone,
Giulia Bevilacqua, Daniele Pecci,
Margareth Madè, Giuseppe Zeno,
Susy Laude, Dino Abbrescia,Adolfo Margiotta, Elisa Amoruso,
Francesca Archibugi, Paola
Cortellesi, Riccardo Milani, Matt
Dillon, Isabelle Huppert, Carol
Alt, Ilenia Pastorelli, Toby
Jones, Eva Longoria, Joaquim de
Almeida, MichelePlacido, Annabelle Belmondo,
Catrinel Marlon, Cristina
Comencini, Joanne Froggatt, Paolo
Genovese, Sylvia Hoeks, Paola
Minaccioni, Maria Sole Tognazzi,
Marta Milans, Violante Placido,
Ficarra e Picone, Gabriele
Muccino, Marisa Tomei,
Arisa, Giorgio Pasotti,
Nat Wolff, Darren Criss,
Lola Ponce, Melissa George,
Jesse Williams, Stefania
Spampinato, Martina Colombari,
Erin Richards, Patricia Arquette,
William Baldwin, Enrico Brignano,
Isabella Ferrari, solo per citarne alcuni.
Tra le scuole e le accademie che
hanno dato adesione al Filming Italy Sardegna Festival
2022: Teatro Azione; Accademia Teatrale Veneta; Laboratorio di
Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno; Accademia Nazionale
del Cinema; Accademia di Cinema e Televisione Griffith; Cesena Film
Academy; Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti”; Scuola di
Cinema Immagina; Scuola Mohole; ICA International Cinema Academy;
Università degli Studi di Cagliari; Sapienza Università di Roma;
Fondazione Unicampus San Pellegrino; Luiss Business School;
Accademia Internazionale di Teatro; Scuola d’Arte Cinematografica
Florestano Vancini; Scuola di Cinema di Napoli.
E’ stato attribuito alla grande
attrice francese Catherine Deneuve il Leone d’oro alla carriera
della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale di Venezia (31 agosto > 10 settembre 2022).
La decisione è stata presa dal Cda
della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del
Direttore della Mostra Alberto Barbera.
“È una gioia ricevere questo
premio prestigioso alla Mostra di Venezia, che amo e conosco da
molto tempo, da quando Bella di giorno di Luis Buñuel ha ricevuto a
suo tempo il Leone d’oro – ha dichiarato Catherine Deneuve– È un onore inoltre
essere stata scelta per questo omaggio dalla Mostra, perché mi ha
accompagnato molto spesso per tanti film. Grazie. Con
amicizia“.
A proposito di questo
riconoscimento, il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato: “Un
numero impressionante di film, la maggior parte dei quali grandi
successi internazionali. Una quantità altrettanto ragguardevole di
premi ottenuti nei maggiori festival del mondo, cui si deve
aggiungere una candidatura all’Oscar come miglior attrice
protagonista, privilegio raro per un’artista non americana. Un
susseguirsi di sodalizi artistici con alcuni tra i più importanti
registi e attori europei: Roger Vadim, Jacques Demy, Luis Buñuel,
François Truffaut, Roman Polanski, Marco Ferreri, Marcello
Mastroianni e Gérard Depardieu. Un indiscutibile talento al
servizio di doti d’interprete cui una bellezza raffinata e fuori
del comune hanno contribuito a farne il volto stesso del cinema
d’Oltralpe, una diva senza tempo, una vera e propria icona del
grande schermo. Da figura tra le più rappresentative della Nouvelle
Vague e testimone privilegiata di un’idea di stile che s’identifica
con la moda d’oltralpe, Catherine Deneuve è passata a incarnare
l’essenza della diva universalmente riconosciuta, affermandosi tra
le più grandi interpreti della storia del cinema. Per questi motivi
assume particolare rilievo il Leone d’oro alla carriera che la
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia le attribuisce in occasione del 90. anniversario dalla
prima edizione del festival veneziano, dopo il Leone d’oro vinto
con Bella di giorno di Luis Buñuel nel 1967 e la Coppa Volpi come
miglior attrice per Place Vendôme di Nicole Garcia nel
1998”.
Spider-Man: No Way Home è stato uno dei
cinecomics più sorprendenti e ambiziosi mai
realizzati. Un quarto capitolo con protagonista Peter
Parker è in fase di sviluppo presso i Marvel Studios, ma è probabile che
dovremo ancora aspettare qualche anno prima che Tom Holland sia pronto a rivestire i panni del
personaggio.
Il numero di storyline a cui casa
Marvel potrebbe ispirarsi per la
trama di Spider-Man 4 è vastissimo e, grazie a Comic Book Movie
abbiamo radunato qui le più meritevoli.
L’arrivo di Scorpion
Dopo che l’inesperto
Spider-Man ha ferito gravemente Mac
Gargan in Homecoming e la scena mid-credits ha rivelato
che il criminale era intenzionato a vendicarsi dell’arrampica-muri,
una nuova trama incentrata su Scorpion è qualcosa
che i fan attendono da tempo. Ora, con J. Jonah Jameson determinato a smascherare
Spidey e Gargan senza dubbio
ancora desideroso di affrontare l’eroe, Spider-Man 4 sembra l’occasione perfetta per
farli incontrare sul grande schermo.
Come apprendiamo dalle pagine di
Amazing Spider-Man #20, è
Jameson il responsabile della trasformazione di
Gargan in Scorpion per riuscire
ad abbattere Spidey. Questo lo coinvolgerebbe
direttamente nella trama di un famoso film (il
Jonah del MCU, oltre ad
interfacciarsi spesso con Spider-Man è
decisamente più cattivo della sua controparte a fumetti), e anche
gli Spider-Slayers potrebbero essere coinvolti nel
mix per spingere l’Uomo Ragno ai suoi limiti.
La saga “The Master Planner”
Questa storyline composta da tre
numeri (da Amazing Spider-Man #31 al
#33) ha visto Peter tentare di
sconfiggere il misterioso Master Planner, dopo
aver cercato di ottenere dal villain una cura miracolosa che
avrebbe aiutato sua zia May. Si tratta di numeri
cruciali per l’arco di Spidey, dato che vengono
introdotti alcuni dei suoi più importanti comprimari, tra cui
Gwen Stacy e Harry Osborn.
Non è chiaramente possibile adattare
per filo e per segno questa storyline dopo gli sviluppi di No Way Home, ma si potrebbe decidere di
reiventare la figura del Master Planner e
inserirla in Spider-Man 4.
Coming Home
Questo classico moderno di
Spider-Man, firmato a due mani da J.
MichaelStraczynski e John Romita
Jr., vede Peter Parker incontrare un
misterioso uomo anziano, Ezekiel Sims, che
condivide i suoi stessi poteri, e introduce un nemico quasi
inarrestabile: il vampirico Morlun.
Vedere questo epico scontro sul
grande schermo sarebbe a dir poco stupefacente, mentre
l’esplorazione della componente mistica insita nei poteri di Peter
rappresenterebbe un rinfrescante cambio di ritmo per questo
franchise. Se i Marvel Studios non
vogliono seguire questa strada, allora Ezekiel
potrebbe comunque configurarsi come creatore del ragno che ha morso
Peter, dando così la possibilità di esplorare finalmente la storia
delle origini dell’eroe, in maniera ancora più emozionante.
Back in Black
C’è molto di questa storia che
andrebbe modificato per il MCU,
ma gli elementi fondamentali di questo popolare arco narrativo
potrebbero dare vita a un film straordinario. Dopo che la sua
identità è stata rivelata al mondo, la zia May di
Spider-Man viene presa di mira da Kingpin nel tentativo di far pagare
all’arrampica-muri numerosi scontri avuti nel corso degli anni. Con
lei ferita e in lotta per la sopravvivenza, Spidey
è sul piede di guerra.
E’ pronto a indossare di nuovo il
costume nero e, con un pezzetto del simbionte ora nel MCU,
la morte di May potrebbe far imboccare a
Peter un percorso altrettanto oscuro, potenziato
solo da un nuovo costume alieno. Ci piacerebbe vedere
Mysterio prendere il posto di Wilson
Fisk, soprattutto perché è stato lui a rivelare l’identità
di Spider-Man e a mettere in moto la catena di
eventi. In più, sapeva molte cose sul Multiverso…
La saga di Hobgoblin
Nel corso degli anni, un’intera
schiera di cattivi ha ricoperto il ruolo di
Hobgoblin, ma è ormai evidente che molti fan
vorrebbero vedere Ned Leeds assumere questo ruolo
nel MCU.
Ciò che però molti sembrano dimenticare è che Ned
è stato incastrato dal vero Hobgoblin,RoderickKingsley. Tenendo conto
di questo, preferiremmo che i Marvel Studios seguissero la stessa
strada del racconto cartace, ovvero che l’amico di
Peter venga smascherato prima che appaia il vero
personaggio.
Una possibilità potrebbe essere che
Kingsley si imbattesse nel deposito di armi di
Green Goblin (sembra che abbia avuto il tempo di
aggiornare il suo equipaggiamento nei fumetti) e decidesse di
riprendere da dove aveva lasciato. Non c’è bisogno di dire che
vedere un altro Goblin farebbe saltare i nervi a
molti Spider-Man dopo lo scontro con
Norman Osborn, e inserire Ned nel
mix come un capro espiatorio potrebbe riportare lui e
MJ nella vita di Peter in maniera
scaltra.
Lo Spider-verse
Se i Marvel Studios e la Sony Pictures
volessero puntare ancora più in alto di Spider-Man: No Way Home, questo è il modo
migliore per farlo. Cercando di evitare troppe analogie con il
franchise animato Spider-Verse, un altro
team up per i tre Peter Parker in carne e ossa
sarebbe sempre ben accetto. L’aggiunta di qualche altra variante al
mix verrebbe poi da se, abbracciando ancora una volta l’idea di un
multiverso in espansione.
In questo senso, il ritorno di
Mysterio avrebbe ancora una volta
perfettamente senso. In qualche modo, egli sapeva che il
MCU era stato ribattezzato
“Terra-616” e sappiamo che ha avuto a che fare con viaggi
inter-dimensionali nei fumetti. Se lo Spidey di
Tom Holland è solo l’ultimo di una lunga serie
di uomini-ragno la cui vita è stata rovinata da
Quentin Beck, un team-up multidimensionale è il
passo successivo perfetto.
The Superior Spider-Man
L’idea di un cattivo che si
impossessa del corpo di Peter Parker, direttamente
prelevata dalla serie Superior Spider-Man
di Dan Slott è davvero divertente e darebbe a
Tom Holland l’opportunità di interpretare una
versione di Spidey mai vista prima.
Ma di chi potrebbe trattarsi?
Potremmo trovarci di fronte a un “regalo d’addio” di Green
Goblin? Oppure, Spidey potrebbe essere
stato infettato dalla stessa I.A. che ha portato Otto
Octavius su un sentiero oscuro?
Niente può fermare il
Juggernaut!
Amazing Spider-Man
#229 e
#230 hanno visto
Spidey entrare in azione contro uno dei più grandi
avversari degli X-Men per combattere un nemico inarrestabile.
Con il Juggernaut sul piede di guerra a New York
City per rapire Madame Web su ordine di Black Tom
Cassidy, Spider-Man si è trovato così ad
affrontare uno dei suoi avversari più temibili.
Questo è probabilmente materiale per
un’incredibile ed estesa sequenza d’azione, più che per la trama di
un intero film, ma ora che i Marvel Studios possono
usare il Juggernaut, perché non adattare questa
trama per Spider-Man 4? Per sconfiggere finalmente
l’enorme cattivo, Spidey ha dovuto intrappolarlo
nel cemento, sfruttando il suo ingegno per fermare l’inarrestabile:
è una storia davvero divertente che ci piacerebbe vedere tradotta
in live-action!
La morte di Jean DeWolff
In La morte di Jean
DeWolff di Peter David l’Uomo Ragno
ha affrontato un nemico decisamente umano: il
Mangiapeccati. Si tratta di un poliziotto che ha
perso la testa e ha iniziato a uccidere coloro che riteneva
avessero commesso atti peccaminosi, tra cu uno dei più stretti
alleati dell’arrampica-muri della polizia di New York, Jean
DeWolff. Nel fumetto, vengono prese di mira diverse
persone vicine a Peter, che alla fine riesce a
sconfiggere Mangiapeccati con l’aiuto di Daredevil.
Tuttavia, l’Uomo senza
Paura deve impedire a Spidey di
oltrepassare un limite da cui non si può tornare indietro e dunque
questa storyline offre un’ottimo materiale di partenza da poter
rielaborare. Inoltre, non diremo mai “no” a Spidey
che fa squadra con Matt Murdock!
Spider-Island
Quando lo Sciacallo
e la Regina dei Ragni prendono di mira Manhattan,
l’intera popolazione viene infettata dai poteri dei ragni. Molti
soccombono e si trasformano in ragni mostruosi, ma altri volti noti
(come si può vedere qui sopra) acquisiscono capacità straordinarie
simili a quelle di Peter Parker.
Se questa storia venisse adattata,
oltre ad alcuni camei di alto profilo, ci aspettiamo di vedere
Spidey costretto a intervenire per proteggere la sua casa da una
minaccia che nemmeno i Vendicatori possono contrastare. Lungo il
percorso, personaggi come MJ e
Ned potrebbero “vestirsi” e prendere parte
all’azione e, a differenza di molte delle storie più cupe che
abbiamo menzionato qui, questa è assolutamente la più divertente,
perfetta per il target dei Marvel Studios.
Il MCU si trova
attualmente di fronte al problema dell’introduzione degli X-Men nell’universo. Doctor Strange nel Multiverso della Follia
potrebbe aver trovato la risposta al quesito nei fumetti di
House of M, che indagano approfonditamente il
concerto di multiverso. Fino all’acquisizione
della Fox da parte della Disney, l’assenza degli X-Men nel MCU è stata una
difficoltà puramente contrattuale, con il precedente studio che ha
distribuito ogni film live-action incentrato sui mutanti, da
X-Men del 2000 a X-Men: Dark Phoenix del 2019.
Ora che ne detiene i diritti, il MCU deve introdurre
questi personaggi spiegando anche la loro assenza storica da
Terra-616, l’universo principale del franchise.
Piuttosto che giustificare l’assenza
degli X-Men in modo simile a quella degli
Eterni, che non potevano essere coinvolti in
eventi che non riguardavano il loro obiettivo più ampio, la scelta
ottimale sarebbe che il MCU continuasse ad
adattare la storyline dei fumetti di House of M. Infatti, qui si scopre che
l’universo 616 è un falso, una copia ricreata perfettamente da
Wanda e che i personaggi assenti, come gli X-Men e i Fantastici 4, sono sempre stati invece nella
realtà autentica.
Doctor Strange 2 ha introdotto il
concetto di viaggio multiversale
La prospettiva del
multiverso è cresciuta nel corso della Fase 4 del
MCU, ma è
stato Doctor Strange 2 a spiegarci accuratamente
come i personaggi potranno viaggiare tra gli universi in futuro. In
una conversazione con il Barone Mordo
dell’universo 838, lo stregone introduce il concetto di
dreamwalking, un incantesimo che si trova nel
Darkhold e che permette all’incantatore di
possedere il corpo di una delle sue varianti in un altro universo.
Tuttavia, il dreamwalking non è una pratica sicura
e potrebbe scatenare un’incursione che porterebbe alla distruzione
di entrambi gli universi.
Un metodo più semplice di viaggio
multiversale è stato introdotto dai poteri di America
Chavez, che le permettono di rompere i portali tra gli
universi. Precedentemente dubbiosa su come poter usare le sue
capacità a fin di bene, Doctor Strange 2 si conclude con America Chavez che riesce a cogliere
pienamente il potenziale dei suoi poteri e li usa per mostrare alla
Strega Scarlatta le conseguenze delle sue azioni
da dreamwalker. Entrambi i metodi di viaggio multiversale ampliano
la portata del MCU, dimostrando che
l’universo è più vasto di quanto illustrato nelle fasi 1-3
dell’universo.
Doctor Strange 2 ha adattato molte
storyline di House of M.
La trama di House of M vede Wanda
distrutta dal dolore dopo aver perso il controllo dei suoi poteri,
e aver ucciso nel frattempo Occhio di Falco,
Ant-Man e Visione. Decide quindi
di creare un universo in cui lei e Visione sono
felici insieme e hanno dei figli, e i mutanti hanno potere sugli
umani.
Molti di questi elementi sono stati
tradotti in Doctor Strange 2. L’introspezione sul lutto di
Wanda, tematica introdotta per la prima volta in WandaVision, è però più in linea con la
trama di House of M dove, dopo aver vissuto la presenza
dei suoi figli a Westview, la Strega
Scarlatta cerca di manipolare l’universo per riaverli
indietro. Lo stesso si può dire per l’uso della magia del caos da
parte di Wanda nel corso del film, un elemento
importante del fumetto che vede Wanda usare le sue
impareggiabili capacità magiche per manipolare il mondo a suo
piacimento.
House Of M potrebbe rivelare che
l’MCU è un “falso” universo
La capacità di Scarlet
Witch di creare un nuovo universo a sua immagine e
somiglianza è parte integrante della trama di House of M e, nonostante abbia in parte
riguardato la cittadina di Westview in
WandaVision, questa tematica non è stata
riproposta su scala più ampia in Doctor Strange 2.
Nei fumetti, la memoria degli eroi
che vivono nell’universo creato da Wanda è
distorta, e non riescono a ricordare le loro vite vissute
nell’universo principale. Se il MCU dovesse adattare
questo importante elemento dei fumetti, potrebbe rivelare che
l’universo 616 del franchise è un falso, generato da
Wanda, o da qualcuno di ancora più potente.
L’allontamento dal MCU potrebbe
introdurre i Fantastici Quattro e gli X-Men
La prospettiva che
l’universo principale del MCU sia sempre stato
un falso offrirebbe al franchise l’opportunità perfetta per
introdurre personaggi che in precedenza sembravano irraggiungibili.
Sia i Fantastici Quattro che gli
X-Men avrebbero dovuto avere un ruolo importante negli
eventi cruciali delle Fasi, come Avengers: Endgame e la morte di
Tiamut in Eternals, eppure nessuno di questi gruppi si è
visto.
Potremmo però scoprire che sia i
Fantastici Quattro che gli X-Men vivono nel vero e proprio MCU, mentre gli
altri eroi si sono semplicemente trovati in un mondo artificiale,
inconsapevoli di tutto ciò. In alternativa, le due squadre
potrebbero essere state escluse dal modello di
Wanda in un atto di sfida, proprio come la
Strega Scarlatta bandisce i mutanti dal suo mondo
perfetto in House of M. In ogni caso, allontanare la
narrazione dall’universo 616 consentirebbe al franchise di
introdurre nuovi eroi, cambiando completamente la struttura del
MCU.
Dopo gli eventi di Avengers: Endgame, molti si sono chiesti quale
sarà la prossima grande rivelazione del MCU. Kang il Conquistatore sembra essere la scelta
più ovvia come prossimo antagonista principale del franchise e il
multiverso offre una miriade di possibilità per affrontare i reboot
del cast e i vecchi buchi di trama dei film. Tuttavia, se il
MCU deve
accettare la sfida di introdurre i Fantastici Quattro e gli X-Men, allora Doctor Strange nel Multiverso della Follia
pone tutte le premesse perché il progetto universale diHouse
of M. diventi realtà.
Il 14 giugno presso
il Teatro Ettore Scola de la Casa del Cinema di
Roma si terrà la XII edizione del Premio de
“La Pellicola D’oro” che sarà condotta ancora una volta da
Sabina Stilo e con la presenza di moltissimi
ospiti. Promosso ed organizzato
dall’AssociazioneCulturale “Articolo
9 Cultura & Spettacolo” e dalla “Sas Cinema” di cui è
Presidente lo scenografo e regista Enzo De
Camillis (ideatore dell’evento), “La Pellicola
d’oro” è il primo premio in Europa a riconoscere i mestieri e
l’artigianato del cinema.
“La Pellicola d’Oro” è un riconoscimento che ha
come obiettivo l’importanza di portare alla ribalta quei “mestieri”
che hanno un ruolo fondamentale per la realizzazione di un film.
Parliamo dei titoli di coda di un film, riconoscendo dal
macchinista alla sarta di scena, dagli effetti speciali agli
Stuntman, dalle sartorie cine-teatrali ai costruttori di scene.
Accanto a questi riconoscimenti, non mancano, come ogni
anno, premi speciali che vengono assegnati ad altri artisti
del cinema, dello spettacolo e della cultura, che si sono
particolarmente distinti nella loro carriera.
A ricevere i premi speciali quest’anno saranno le attesissime
attrici Valeria Fabrizi, Claudia Gerini,l’attore
Ninetto Davoli che riceverà il
Premioall’attività artistica in
coincidenza con l’anno pasoliniano, lo sceneggiatore e
produttore Enrico Vanzina. Premio per
l’Attività Produttiva a Matilde Bernabei per
30anni di attività con la LUX Vide.
Inoltre, ritirerà il premio de “La Pellicola d’Oro 2021”
Alba Rohrwacher come Miglior
Attrice nel film “Lacci” di Daniele Luchetti.
Tra gli attori in gara per la sezione Miglior Attore
Cinema: Marco Giallini, Stefano Accorsi, Mario Autore,
Tony Servillo, Gabriele Lavia; per la sezione Miglior
Attrice Cinema: Aurora Giovinazzo, Miriam Leone, Anna
Ferraioli Ravel, Milena Vikotic, Margherita Buy. Mentre per la
sezione Miglior Attore Fiction: Giuseppe Zeno,
Claudio Bisio e Alessandro Gassman e Miglior Attrice
Fiction: Matilda De Angelis, Serena Rossi, Anna
Foglietta.
Si ringraziano per la loro adesione
il MIC (DG Cinema), Regione
Lazio, l’ANICA, l’APA,
l’Ass. For Cinema, Roma Lazio Film Commission, la
Panalight e la Fitel.
Le cinquine 2022 – Sezione Cinema
DIRETTORE DI PRODUZIONE
Gianni
MEGLIO
– La befana vien di notte
Carlo TRAINI
– Il cattivo poeta
Fabio LOMBARDELLI
– Freaks Out
Andrea FOLETTI
– Appunti
di un venditore di donne
Raffaello SARAGO’
– Un mondo in
più
OPERATORE DI MACCHINA
Emiliano CANEVARI INTOPPA – La befana
vien di notte
Luigi ANDREI
– Il cattivo poeta
Matteo CARLESIMO
– Freaks Out
Raffaele
MASSA
– Marilyn a gli occhi neri
Roberto LUZI
– I fratelli De Filippo
CAPO ELETTRICISTA
Antonio LA BARBERA
– La Befana Vien di Notte
Fabio CAPOZZI
–
Mondo cane
Loris FELICI
– Freaks Out
Ettore ABATE
– Qui rido io
Matteo ATTOLINI
– Il
cattivo poeta
CAPO MACCHINISTA
Roberto MORESCHINI
– La Befana vien di Notte
Maurizio BENVENUTO
– Mondo cane
Raffaele ALLETTO
– Freaks Out
Sandro
FABBRIANI
– Qui rido
io
Marco SANTARELLI
– I fratelli De Filippo ATTREZZISTA DI SCENA
Quasi trent’anni di differenza
intercorrono tra Jurassic Parke il
nuovo film della saga, JurassicWorld – Il
dominio. Un periodo di tempo relativamente breve,
durante il quale il cinema è cambiato però per sempre, grazie anche
al contributo proprio di quel rivoluzionario primo capitolo diretto
da Steven Spielbergnel 1993.
Quelle che all’epoca erano attrazioni digitali senza precedenti
sono oggi parte integrante della nostra idea di spettacolo
cinematografico, merito anche degli innumerevoli blockbuster
fondati sugli effetti speciali realizzati nel corso di questi tre
decenni. Cosa resta dunque da dire e mostrare a questo sesto e,
apparentemente, ultimo capitolo della saga?
Diretto da Colin Trevorrow, già regista del
Jurassic World del 2015,
Il dominio è chiamato a riprendere gli eventi da lì dove
li aveva lasciati Il regno distrutto nel
2018. Si entra così finalmente nel mondo giurassico del titolo,
preannunciato dai primi due titoli di questa nuova trilogia e ora
pronto a manifestarsi in tutto il suo splendore. Quanto messo in
moto dal film del 1993 arriva dunque ora al suo apice, nonché alla
sua conclusione, con un film che guarda al futuro mantenendo però
un approccio da vero e proprio paleontologo, ovvero ricercando nei
suoi predecessori il significato della sua esistenza.
Ora che dal parco si è passati al
mondo, Jurassic World – Il dominio si apre sulla difficile
coesistenza di esseri umani e dinosauri. A compromettere
ulteriormente l’equilibrio terrestre vi è anche una misteriosa
invasione di locuste giganti, che preannuncia un disastro nella
catena alimentare mondiale. Su questa aberrazione genetica,
apparentemente opera della controversa Biosyn, inizieranno ad
indagare Ellie Sattler (Laura Dern) e
AlanGrant (Sam Neill), i
protagonisti del film del 1993. Parallelamente, Owen
Grady (ChrisPratt) e Claire Dearing
(Bryce Dallas
Howard) si metteranno alla ricerca della figlia
adottiva Maisie, la quale sembra essere la chiave
per la salvezza dell’ecosistema.
L’attrice Bryce Dallas Howard in una scena di Jurassic World – Il
dominio
“Nessuno si impressiona più con un dinosauro
ormai”
I primi film di Jurassic
Park risultarono straordinari per il loro far coesistere nelle
stesse immagini esseri umani in carne ed ossa e creature estintesi
milioni di anni fa eppure riprodotte in modo estremamente
realistico. Quell’effetto speciale è oggi talmente tanto diffuso da
non generare più lo stupore di un tempo e proprio su questo
concetto si basa la nuova trilogia della Jurassic saga.
Per poter scatenare quel “fattore wow” tanto ricercato
dall’industria hollywoodiana, occorre dunque aprirsi a qualcosa di
nuovo, che abbia però allo stesso tempo quel sapore nostalgico
sintomo di un passato visto come più emozionante (altri esempi
recenti ed esemplari sono Spider-Man: No Way Home,
Matrix Resurrections e
Scream).
Ecco dunque che Jurassic World –
Il dominio trova la sua “novità” nel lasciare la mitica Isla
Nubar, distrutta alla fine del precedente film, per portare i
dinosauri tra le strade e i centri abitati del nostro mondo. Si
tratta di una soluzione non del tutto inedita, già parzialmente
affrontata da Il mondo perduto – Jurassic
World, il secondo capitolo della saga. La cosa viene però
qui proposta in modo più esteso, con l’obiettivo di evitare quel
rischio di “già visto” che dopo cinque film era per questo sesto
dietro l’angolo. Eppure, la prima grande sequenza che ci propone
l’incursione dei dinosauri nel mondo civile, quella ambientata a
Malta, evidenzia un cambio di registro che risulta stonato rispetto
al cuore della saga.
Combinandosi ad una non
particolarmente convincente sottotrama da spy movie, il
film sembra con questa sequenza, indubbiamente ricca di adrenalina,
accostarsi a saghe come quelle di Mission: Impossible e
Jason Bourne, perdendo però quelli che erano i suoi
caratteri identitari. I dinosauri, ad esempio, pur rimanendo una
minaccia, appaiono qui quasi più un elemento secondario in un’arena
troppo grande e dunque troppo dispersiva. La claustrofobia e il
senso di terrore dati da un ambiente imprevedibile come l’isola si
smarriscono dunque completamente. Fortunatamente, di questa cosa
sembrano essersi resi conto anche gli stessi autori del film, che
dopo aver offerto questo assaggio di novità ripropongono ben presto
un ritorno alle origini, indirizzando personaggi umani e dinosauri
verso un ambiente più naturale e, soprattutto, contenuto.
Gli attori Laura Dern e Sam Neill in una scena di Jurassic World –
Il dominio
Il ruggito del passato
Jurassic World – Il
dominio, dunque, pur estendendo il racconto a nuovi scenari e
aprendosi al nuovo, sembra essere consapevole della sua necessità
di rimanere legato al suo passato cinematografico e portare avanti
questa eredità. Quando dunque l’azione si sposta nei territori
della Biosyn, che ricordano molto gli ambienti naturali di
un’isola, lo spettatore ha davvero modo di provare nuovamente
quelle emozioni forti che la saga ha dimostrato di sapere
trasmettere. Basta il rumore di pesanti passi in avvicinamento o
l’agitarsi innaturale della vegetazione per suscitare quel misto di
attesa, terrore e meraviglia che ci si aspetta da ogni nuovo film
di questa saga. Allo stesso tempo, è proprio in questa seconda
parte che il regista concepisce immagini di grande impatto, che
erano invece fino a questo momento mancate.
Che questo sesto capitolo abbia
bisogno di trovare un equilibrio tra novità ed eredità passate lo
conferma anche la presenza di diversi dinosauri animatronici e
ancora di più quella degli attori Sam Neill,
Laura Dern e Jeff Goldblum,
che tornano ad interpretare i personaggi protagonisti dei primi
film. Il loro ruolo nella storia non è dei più significativi, ma
permette di dar vita a quell’effetto nostalgia di cui si accennava.
Rispondendo alla domanda posta in apertura di questa recensione,
dunque, Jurassic World – Il dominio si configura, come i
suoi precedenti, come un prodotto ultra contemporaneo ma con
profonde radici nel passato, tanto cinematografico quanto della
storia terrestre. In particolar modo, inoltre, porta a conclusione
quel discorso sull’etica della clonazione intrapreso nel 1993.
Se nel primo film le riflessioni
vertevano sul desiderio dell’essere umano di giocare a fare Dio,
scatenando rivoluzioni potenzialmente apocalittiche, con questo
sesto capitolo si arriva ad una riflessione di stampo
ambientalista, perfettamente al passo con i tempi. La trilogia di
Jurassic World si era da subito presentata come una
continua metafora sullo sfruttamento della natura da parte
dell’essere umano, sempre più avido e corrotto. Il dominio
propone dunque non solo grande intrattenimento (misto a qualche
passo falso, specialmente nella sceneggiatura), ma anche urgenti
riconsiderazioni sul nostro operato, sulla necessità di ritrovare
quei valori etici del passato nella consapevolezza che, citando Ian
Malcolm, “life finds a way”.
Dall’architetto e regista di
Jurassic World Colin Trevorrow, Jurassic
World – Il dominio si svolge quattro anni dopo la
distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano
insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile
rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli
esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora
condividono con le creature più temibili della storia.
Jurassic
World – Il dominio, di Universal Pictures e Amblin
Entertainment, spinge il franchise da oltre 5 miliardi di dollari
in un territorio audace e inesplorato, caratterizzato da dinosauri
mai visti, azione vertiginosa e nuovi sorprendenti effetti
visivi.
Jurassic World – Il dominio, il
film
In Jurassic
World – Il dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il Dominio si svolge quattro anni
dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e
cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio
fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte,
se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta
che ora condividono con le creature più temibili della storia.
Jurassic
World – Il dominio arriverà in sala il 2 giugno
2022.
La celebrazione mondiale del
Disney+ Day tornerà giovedì 8 settembre
2022, in occasione del D23 Expo: The Ultimate Disney Fan
Event presentato da Visa ad Anaheim, California. Per
festeggiare, la piattaforma streaming ospiterà esperienze speciali
per i fan e per gli abbonati; nuovi contenuti dei suoi brand
principali, tra cui il ritorno dell’amato classico Disney nel
nuovissimo live action Pinocchio,
debutteranno in arrivo sulla piattaforma streaming l’8 settembre,
in occasione del Disney+ Day. Da oggi sono disponibili
il teaser trailer e la key art del film, interpretato da
Tom Hanks, Benjamin Evan Ainsworth, Cynthia Erivo,
Joseph Gordon-Levitt, Keegan-Michael Key, Lorraine Bracco e
Luke
Evans. Oltre a Pinocchio,
Disney+ annuncerà nei prossimi mesi
nuovi titoli Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars, National Geographic e Star in arrivo per il
Disney+ Day.
Diretto dal vincitore dell’Academy
Award Robert Zemeckis, Pinocchio rivisita
in chiave live action l’amata storia di un burattino di legno che
intraprende un’emozionante avventura per diventare un bambino vero.
Tom Hanks interpreta Geppetto, l’intagliatore di
legno che costruisce e si prende cura di Pinocchio
(Benjamin Evan Ainsworth) come se fosse suo figlio. Joseph Gordon-Levitt è il Grillo Parlante,
guida di Pinocchio
nonché sua “coscienza”; la candidata all’Academy Award
Cynthia Erivo è la Fata Turchina; Keegan-Michael
Key è la Volpe; la candidata all’Academy Award Lorraine
Bracco è Sofia il Gabbiano, un nuovo personaggio; e
Luke Evans è il Postiglione. Il cast include inoltre
Kyanne Lamaya nel ruolo di Fabiana (e della sua
marionetta Sabina), Giuseppe Battiston in quello
di Mangiafuoco e Lewin Lloyd in quello di
Lucignolo.
Il film è prodotto da Robert Zemeckis, Derek Hogue, Andrew
Miano, Chris Weitz e Paul Weitz, mentre Jackie Levine, Jack Rapke,
Alexandra Derbyshire e Jeremy Johns sono i produttori
esecutivi.
Sarà presentato a Bologna
come Evento Speciale venerdì 17 giugno al Medica al Biografilm
Festival il nuovo progetto targato Genoma Films,
Fuorigioco – Una storia di vita e di sport, la
docu-fiction nata da una idea di Paolo Rossi Pisu e Emanuela
Zaccherini, diretta da Pier Paolo Paganelli e che racconta la
storia del grande campione Beppe Signori. Il documentario sarà
poi trasmesso in prima visione tv il 19 giugno alle ore 21.15 su
Sky Documentaries (Canali 122 e 402 di Sky) e disponibile
anche On Demand e in streaming su NOW.
Fuorigioco – Una
storia di vita e di sport è un originale docu-film sulla
vita di Beppe Signori, l’ex attaccante che ha militato in numerose
squadre (Piacenza, Foggia, Lazio e Bologna) e che è stato
vicecampione del mondo con la Nazionale Italiana nel 1994. Il film
vuole essere occasione per ripercorrere le tappe della sua carriera
e concentrarsi sugli ultimi dieci anni della sua vita, in cui è
stato coinvolto nella nota vicenda del Calcioscommesse di Cremona,
che lo ha visto indagato, processato e poi assolto. Per uscire
completamente “pulito” dalle accuse, Beppe e il suo avvocato
Patrizia Brandi del Foro di Bologna, hanno dovuto addirittura
rinunciare alla prescrizione, pretendendo così che
l’imputato venisse processato. Dopo la giustizia ordinaria,
anche quella sportiva, a dieci anni esatti dal suo arresto
(1.6.2011) lo ha potuto finalmente riabilitare (1.6.2021).
Il documentario vede la
partecipazione di molti volti noti dello sport e dello spettacolo
legati alla vita di Beppe Signori: da Zdenek Zeman, l’allenatore
che l’ha fatto debuttare in Serie A con il Foggia, a Francesco
Guidolin, l’ultimo Mister con il quale ha condiviso l’esperienza
nel Bologna, fino a Gianluca Pagliuca che non è mai riuscito a
parargli un rigore.
Commenta il produttore
Paolo Rossi Pisu: “Sono felice di aver realizzato questo
film perché sono tra coloro che hanno sempre creduto all’innocenza
di Beppe, penso che servirà a raccontare in maniera obiettiva anche
questa parentesi difficile che ormai Beppe si è messa alle
spalle”.
Fuorigioco – Una
storia di vita e di sport è stato realizzato con il
supporto della Emilia Romagna – Film Commission, e in
collaborazione con Deisa Ebano Spa (Zig Zag, Calzanetto e Ebano),
Filicori Zecchini, BCC Emilbanca, A&F, Radici Group. British
School, Mare Termale, Luca Elettronica e Policinema.
Sinossi: FUORIGIOCO
racconta le vicende sportive di un grande calciatore, ma
soprattutto gli anni vissuti all’ombra dell’infamia e del sospetto.
Un percorso di vita sportiva distrutta per un’accusa che si è
rivelata priva di fondamento. La forza di un uomo che dopo essere
stato radiato dal calcio, perdendo contratti televisivi e la
possibilità di allenare, dopo dieci anni di sacrifici, rifiuta la
prescrizione delle accuse e allunga i tempi processuali per
cominciare la sua battaglia: essere proclamato innocente.
Finalmente nella primavera del 2021 arrivano le assoluzioni e, a
seguire, la sua riabilitazione sportiva.
Il 27 maggio è
uscita su Netflix la
prima parte dellaquarta
stagionediStranger
Things. Composta da nove ”capitoli”, la serie per ora
ne ha rilasciati sette: gli ultimi due saranno disponibili sulla
piattaforma dal 1° luglio 2022. I nuovi episodi
hanno risposto ad una serie di domande lasciate in sospeso dalle
precedenti stagioni. Finalmente è stato spiegato cosa è
successo ai fratelli di Undici ad Hawkins Lab, o in che modo
esattamente Will è stato in grado di comunicare con le
luci nella stagione 1, o ancora come ha
fatto Hopper a sopravvivere all’esplosione della
macchina nella stagione 3. Tante questioni sono state
spiegate e risolte, ma altrettante sono state aperte: la settima
puntata termina con una serie di cliffhanger che devono
necessariamente trovare un senso nella Parte 2
della quarta stagionedi Stranger
Things.
Con l’avvicinarsi dell’ultima
stagione, i
fratelli Duffer, ideatori della serie, hanno iniziato
a rivelare i grandi misteri alla base dell’intera trama. Nella
prima parte della stagione 4, Undici riesce a sopraffare Henry e
a mandarlo al Sottosopra, dove assume l’identità di
Vecna. Inoltre, Mike, Will,
Jonathan e Argyle cercano l’aiuto di
Suzie per individuare le coordinate del progetto
NINA in Nevada, mentre Max e la banda di
Hawkins scoprono come sfuggire a Vecna e salvare
Nancy. Infine, Hopper, Joyce e
Murray si riuniscono dopo essersi salvati dall’attacco di
Demogorgone nella prigione russa.
Con
tutti e quattro i gruppi di personaggi ancora separati alla fine
del Volume 1, il prossimo capitolo ha il compito
di raccontare buona parte della storia prima della fine. Il
Volume 2 presenta solo due episodi, ma il finale
della
quarta stagione di Stranger
Things vanta un tempo di esecuzione di quasi due
ore e 30 minuti: ci sarà spazio a sufficienza per dare una degna
conclusione alle trame in sospeso. Dai grandi misteri relativi ai
destini di Nancy e Max in rapporto a
Vecna, alle questioni romantiche che coinvolgono
Mike e Eleven, ecco le 12 questioni che il
Volume 2 della quarta stagionedi Stranger
Things deve affrontare.
Come può il Dottor Brenner
sopravvivere all’attacco di Demogorgone?
La quarta stagionedi Stranger
Things rivela che il Dottor Martin
Brenner (Matthew Modine) è sopravvissuto
miracolosamente all’attacco di Demogorgone alla scuola
media. L’assalto si è visto alla fine della stagione
1 e per tre anni tutti – compreso lo spettatore –
hanno creduto che Brenner e i suoi colleghi fossero
morti. Sorprendentemente, quando Undici arriva al NINA
Project Lab, trova “Papa” vivo e vegeto.
Brenner è rimasto
nascosto in Nevada a lavorare sul progetto NINA.
Ora presenta una grande cicatrice sul suo volto dovuta all’attacco
di Demogorgone. Abbiamo ritrovato il personaggio, ma
rimane ancora un mistero come Brenner abbia fatto a
sopravvivere.
Cosa sta dipingendo Will?
In Stranger
Things 4 vediamo Will che sta dipingendo qualcosa in segreto nella sua
stanza: Undici suggerisce che potrebbe trattarsi di un
quadro per una ragazza di l’amico è innamorato. Will
non fa vedere a nessuno cosa ha disegnato. Tuttavia le scene
successive suggeriscono che potrebbe trattarsi di un regalo per
Mike.
Anche se Will porta
il dipinto con sé all’aeroporto quando il gruppo va a prendere
Mike in aeroporto, non dà mai l’opera al suo migliore
amico. In questa stagione di Stranger Things numerosi indizi
suggeriscono che Will sia gay e che potrebbe avere
effettivamente una cotta per il fidanzato di Undici. Detto
tutto ciò, il Volume 2 deve necessariamente
rivelare il contenuto del quadro allo spettatore (e anche il
destinatario dell’opera).
Perché Mike non riesce a dire “Ti
amo” a Undici?
In tutta la quarta stagionedi Stranger
Things, c’è un rapporto teso tra Mike e
Undici. I due hanno una serie di discussioni importanti e
il loro rapporto sembra sempre più sbilanciato. Ad un certo punto,
lei evidenzia come lui non riesca a dirle e nemmeno a scriverle ”Ti
amo”. Mike non reagisce a questa provocazione.
Se nelle precedenti stagioni
sembrava che Mike avesse sentimenti più profondi di
Undici, la quarta incrina questo aspetto della loro
relazione. Alla fine della
terza stagione, il ragazzo, pur senza dire la frase, dimostra
di amare Undici e, nel
finale,lei afferma di amare Mike. Nel
Volume 1 dell quarta stagionedi Stranger
Things, il ragazzo sembra quindi rimpiangere di non
aver detto “Ti amo“, ma non ha ancora spiegato perché non
riesca a pronunciare quelle parole.
Will ama davvero Mike?
Può
sembrare una teoria controversa, dato che
Mike (Finn
Wolfhard)
sta insieme a
Undici
e vista l’imperturbabilità di
Will.
Tuttavia, la quarta stagione di Stranger Thingsha
lanciato diversi segnali circa un possibile interesse di
Will
nei confronti dell’amico. La serie ha scelto di non dichiarare
esplicitamente l’omosessualità di
Will,
ma l’ha suggerita in vari momenti.
L’abbraccio impacciato tra i due in
aeroporto in California è un chiaro indizio, ma anche il discorso
di Will sulla difficolta nell’esporsi e dichiarare di
amare qualcuno. L’eventuale cotta di Will sarebbe
straziante: Mike ama Undici e Will
ha già sofferto abbastanza per amore in Stranger
Things, il rifiuto da parte del suo migliore amico sarebbe
il colpo di grazia.
Nancy e Steve torneranno
insieme?
È impossibile tralasciare
la tensione tra Steve e Nancy in Stranger
Things 4. La serie ha suggerito per
diverse stagioni che Steve non avrebbe mai trovato
un’altra ragazza dopo essersi lasciato con Nancy, l’unica
ragazza di cui era sempre stato
innamorato. Tuttavia, dopo aver iniziato a
uscire con Jonathan nella
stagione 2, Nancy non sembrava più guardarsi
indietro. In Stranger Things 4Dustin torna sull’argomento e menziona l’amore di
Steve per Nancy. Anche Robin suggerisce
che Steve e Nancy dovrebbero tornare insieme.
A parte le voci, è evidente
l’imbarazzante tensione romantica tra i due quando si trovano
da soli: la scena in cui lei benda le ferite di Steve nel
Sottosopra è forse la più esplicita dimostrazione
dell’attrazione tra loro. Ora però che Nancy sta con
Jonathan, questa passione rinnovata potrebbe essere causa
di grandi scombussolamenti nel finale di Stranger Things 4.
Perché il Sottosopra è bloccato al
1983?
Dopo che Nancy,
Steve, Robin ed Eddie nuotano fino al
Sottosopra, si rendono conto che la linea temporale della
dimensione è bloccata al 6 novembre 1983 – la data in cui Will
Byers è scomparso in Stranger Things 1.
Anche la stanza di Nancy
in Sottosopra viene lasciata esattamente com’era al
tempo, gettando i personaggi in consfusione. Più avanti nella
serie, si scopre che la linea temporale è bloccata esattamente
al giorno in cui Undici ha aperto il cancello. Tra le risposte concrete
che il Volume 2 di Stranger
Things deve darci c’è anche la storia della linea
temporale di Sottosopra. Perché si è bloccata?
Che cosa c’è scritto nelle altre
lettere di Max?
Nel quarto
capitolo di Stranger Things 4,
Max Mayfield (Sadie
Sink) si ritrova condannata a morte: è l’ultima
vittima di Vecna. Inoltre, Max scopre che le
prede precedenti di Vecna sono svanite 24 ore dopo aver
visto l’orologio del nonno dalla Creel House. Una
volta appreso quanto (poco) tempo le resta,
Max rimane sveglia tutta la notte a scrivere lettere
ad ogni persona a lei cara.
Max vieta ai destinatari
di leggere le lettere fino al giorno della sua morte. L’unica
lettera che Stranger Things rivela è quella che
Max legge ad alta voce sulla tomba di Billy.
Il Volume 2 dovrà quindi rivelare ciò che la
ragazza ha scritto al resto dei suoi amici.
Nancy e Max riusciranno a salvarsi
da Vecna?
Nella quarta stagione di
Stranger Things, il twist finale del
Volume 1 rivela che anche Nancy è
vittima della maledizione di Vecna, Dato che Max
è riuscita a attenuare la maledizione di Vecna solo quando
gli altri personaggi hanno intonato la sua canzone preferita –
“Running Up That Hill” di Kate Bush – ora
è necessario fare lo stesso con Nancy.
Al momento Nancy e
Max sono i bersagli della maledizione di
Vecna: il Volume 2
di Stranger
Things 4 dovrà dirci se entrambe
sopravviveranno.
Come hanno fatto i russi a
prendere un Demogorgone?
Il carcere russo in cui
Hopper è tenuto prigioniero ha un Demogorgone che
si nutre di prigionieri. Non è chiaro come questa popolazione si
sia impossessata delle creature.
Sembra che i russi abbiano aperto
un cancello per il Sottosopra, ma Hopper sa che
tutti i Demogorgoni sono morti quando il Mostro
Ombra è stato distrutto. A quanto pare, non è così: stando
a quanto mostrato dal trailer del volume 2, i
russi hanno altri Demogorgoni conservati con un
liquido in strani contenitori…
Come torneranno in
America Joyce, Hopper e Murray?
Joyce, Murray e
Hopper si sono ora riuniti nella prigione russa, ma non si
sa qual è il loro piano per tornare dai ragazzi in America. Il
trailer del Volume 2 della quarta
stagione di Stranger Things mostra
Hopper che esplora il covo di Demogorgoni della
prigione, suggerendo che il team dovrà combattere prima di tornare
a Hawkins. Inoltre, dal momento che anche il loro
aereo si è schiantato nei boschi, Joyce, Hopper e
Murray sono attualmente senza un mezzo di trasporto per
lasciare la Russia.
Si è salvato qualche bambino dal
massacro del laboratorio di Hawkins?
Il massacro del laboratorio
di Hawkins termina con un duello tra Undici
e Henry, in cui il primo scaraventa il secondo nel
Sottosopra. Sembra che 001 abbia ucciso ogni
altro bambino del laboratorio, a parte Undici, ma questo fatto non è stato confermato dal
Dottor Brenner. Per ora sappiamo che Kali è viva
perché è scappata dal laboratorio di Hawkins prima del
massacro, ma è possibile che almeno uno degli altri bambini sia
riuscito a sopravvivere all’attacco.
Mike arriverà al laboratorio prima
dell’US Army?
Alla fine del Volume
1 di Stranger Things 4,
Mike e i ragazzi della California cercano di raggiungere il laboratorio del
progetto NINA prima che l’U.S. Army arrivare
e catturare Undici. Ora che la ragazza ha di nuovo i suoi
poteri, l’U.S. Army non dovrebbe essere in grado di
portarla via così facilmente. In ogni caso, Mike e la
banda vogliono starle accanto in caso si verifichi uno scontro
mortale.
Dal momento che Undici sa
la verità su HenryCreel, nel Volume
2 Mike e gli altri personaggi dovranno
necessariamente riportarla a Hawkins per una grande
battaglia a Sottosopra prima della fine della
stagione 4 di Stranger
Things.
L’attore, infatti, ha negli ultimi
anni ridotto drasticamente i suoi impegni cinematografici,
limitandosi a brevi apparizioni che comportano dunque il minimo
impegno possibile. Questa formula, da molti criticata, si è
dimostrata particolarmente vantaggiosa per lui, che ha così avuto
modo di districarsi tra diversi lungometraggi girati tutti in brevi
periodi. Per gli amanti del genere, ad ogni modo, questi si
rivelano essere film a loro modo godibili, che offrono
intrattenimento senza troppe pretese unito all’occasione di vedere
Willis fare ciò che sa fare meglio.
Ora che l’attore ha annunciato il
suo ritiro, recuperare questi suoi ultimi film riscoprire anche i
suoi ultimi film può essere un dovuto omaggio alla sua carriera.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Extraction: la trama del film
Il film si apre nel 2005, quando
l’agente sotto copertura Leonard Turner viene
catturato da un gruppo di contrabbandieri d’armi russi che
minacciano di uccidere sua moglie Kate e suo
figlio Harry, se non otterranno una lista di tutti
coloro che fanno affari con la CIA. Turner, però, grazie alla sua
esperienza riesce a liberarsi e chiede al suo collega Ken
Robertson di mettere al sicuro la sua famiglia. Ken,
sfortunatamente, arriva troppo tardi e Kate viene uccisa come
promesso dai criminali. Ciò lascia Leonard distrutto emotivamente,
portandolo a doversi occupare da solo del figlio.
Dieci anni dopo
Harry è ora un giovane forte e ricco di
risentimento, che entra a far parte del distaccamento della CIA di
Praga, nonostante le proteste di suo padre a riguardo. Nel
frattempo, Leonard sta cercando di recuperare un moderno
dispositivo che permette di entrare nelle telecomunicazioni globali
senza bisogno di password o riconoscimenti. Quando proprio per via
di questa sua ricerca viene catturato da Drake
Chivu, Harry collaborerà con la sua ex fidanzata
Victoria per salvarlo e allo stesso tempo ottenere
vendetta per la morte di sua madre.
Extraction: il cast del film
Ad interpretare l’agente Leonard
Turner, come anticipato, vi è l’attore Bruce Willis. Negli
ultimi anni abituato ad interpretare ruoli piuttosto marginali,
questo accettò di partecipare al film a patto di girare tutte le
proprie scene nel minor numero possibile di giorni. Willis, alla
fine, completò quanto previsto per il suo personaggio in un solo
giorno. Nonostante ciò, dovette comunque arrivare sul set con una
buona preparazione fisica, così da poter eseguire anche alcune
delle acrobazie più complesse. Per lui, inoltre, si è trattato del
secondo film dove viene diretto da Miller, confermando l’ottima
intesa generatasi tra di loro e che li porterà a lavorare
nuovamente insieme per First Kill.
Nel ruolo del figlio Harry, vero e
proprio protagonista del film, si ritrova invece l’attore Kellan Lutz.
Egli ha dichiarato di aver accettato il ruolo in quanto apprezza
molto i ruoli che gli permettono di migliorare le sue abilità
fisiche. Nei panni di Victoria, invece, si ritrova la ex lottatrice
di arti marziali miste Gina Carano,
vista anche nella saga di Fast & Furious e nella serie
The Mandalorian. L’attrice ha dichiarato
di aver preso parte al film per poter recitare accanto a Willis,
suo idolo. Inoltre, la Carano ha avuto modo di interpretare diverse
scene di lotta, arrivando poi a dichiarare di considerare Victoria
il suo personaggio preferito tra quelli interpretati. Completano il
cast gli attori D. B. Sweeney nei panni di Ken e
Joshua Mikel in quelli di Drake.
Extraction: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Extraction grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Infinity+, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 31 maggio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
È fissata al 7 giugno la seconda
scadenza annuale per presentare la domanda per accedere al
contributo a fondo perduto stanziato dalla
Trentino Film Commission e destinato al
finanziamento di opere cinematografiche, di fiction, di serie,
programmi per la televisione e progetti di documentario, sia
nazionali sia internazionali.
I soggetti beneficiari che possono
presentare domanda sono le società di produzione
cinematografica, televisiva e di
documentari; i progetti saranno esaminati da un
Comitato tecnico-scientifico che stilerà la graduatoria dei
soggetti idonei, valutandone la qualità, le
credenziali della produzione e degli interpreti, la ricaduta
economica sul territorio, la capacità di promuovere il territorio,
le prospettive di distribuzione, gli accordi di co-produzione e
della certificazione di sostenibilità ambientale Green Film.
Al fine di sostenere la
realizzazione di opere audiovisive, di diffondere il patrimonio
territoriale e di favorire l’impiego di figure professionali
operanti sul territorio la Trentino Film Commission, oltre al fondo
dedicato, offre a tutte le produzioni che ne faranno richiesta
assistenza logistica e supporto alle riprese. Ne
sono un esempio le due produzioni straniere che si sono appena
concluse: il film indiano Macherla,
prodotto da ODU Movies e le cui riprese si sono realizzate in Val
di Fassa e Riva del Garda e il programma televisivo tedesco
Björn Freitag kocht grenzenlos köstlich in
Trento, prodotto da 2Bild TV.Events & Media GmbH e le
cui riprese sono avvenute a Trento centro.
I lungometraggi, cortometraggi,
serie televisive, fiction televisive e di animazione possono
ricevere un contributo massimo di importo pari a €
400.000,00 purché una parte delle riprese sia effettuata in
Trentino, venga speso sul territorio un importo pari ad almeno il
150% del contributo concesso e che venga assunto almeno il 20%
della troupe locale durante il periodo di riprese in Trentino.
I documentari e le
opere multimediali potranno invece ricevere un
contributo massimo di importo pari a € 40.000 e
anche in questo caso parte delle riprese devono essere effettuate
in Trentino, deve essere speso sul territorio un importo pari ad
almeno il 120% del contributo concesso e almeno due membri del cast
tecnico devono essere professionisti locali; in alternativa
contratto di co-produzione con una Produzione locale.
La domanda di contributo deve essere
presentata prima dell’avvio dei lavori relativi al progetto
presentato.
Nella serata a bordo lago di sabato
18 giugno, infatti, Pierfrancesco
Favino incontrerà il pubblico del festival
proprio in occasione della presentazione
di Nostalgia, ultimo lavoro di Mario Martone (in sala
per Medusa) tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea. Favino
interpreta Felice, un uomo ritornato a Napoli per la madre dopo
quarant’anni di assenza, che si troverà a riscoprire i luoghi ma
anche i fantasmi del proprio passato. La proiezione del film sarà
preceduta da un incontro con l’attore, che riceverà
il Premio Bardolino del BFF assegnato
per meriti artistici ad un personaggio del mondo del cinema.
Nella serata conclusiva, domenica 19
giugno, torna il grande cinema di Mario Martone con Qui
rido io, che riceverà il prestigioso Premio Ciak
d’Oro assegnato ad uno dei film più apprezzati dell’ultima
stagione.
Il film, incentrato sulla figura del
celebre attore e commediografo Eduardo Scarpetta acclamato
all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, sarà proiettato nel corso
della serata nella suggestiva cornice del lungo lago di Bardolino
in collaborazione con Ciak, media partner della manifestazione. A
ritirare il premio e presentare il film sono attesi il
regista Mario Martone,
l’attrice Cristiana Dell’Anna, tra i
protagonisti della pellicola, e Ippolita Di
Majo, sceneggiatrice del film con Martone.
L’appuntamento con la seconda
edizione di Bardolino Film Festival,
manifestazione organizzata e sostenuta dal Comune di Bardolino con
la direzione artistica di Franco Dassisti, è dal 15 al 19
giugno 2022.
Il programma completo del festival sarà annunciato prossimamente
nel corso della conferenza stampa di presentazione.
Guarda il trailer del film
Alla vita diretto da Stephane Freiss con Riccardo Scamarcio e Lou De
Laâge, prodotto da BA. BE Productions e
Indiana Production in collaborazione con
Vision Distribution, in collaborazione con
Fanfarons Films, in collaborazione con Sky, con la partecipazione
di Canal+, con la partecipazione di Cine+, con il contributo di
APULIA FILM FUND e della FONDAZIONE APULIA FILM COMMISSION.
Alla vita, la trama del film
Ogni estate i Zelnik, una
famiglia ebrea ultra-ortodossa di Aix-Le-Bains, passa un breve
periodo nel Sud Italia, per raccogliere cedri, frutti che, secondo
un’antica leggenda, Dio aveva sparso in questa regione. A ospitare
la numerosa famiglia nella sua tenuta è Elio De Angelis, un
gallerista che ha iniziato a occuparsi della sua azienda dopo la
morte improvvisa del padre, e che proprio per questo è stato
lasciato dalla moglie. In questo terreno brullo e arso dal sole
avverrà l’incontro tra Elio ed Esther Zelnik, ventenne ormai stanca
delle costrizioni imposte dalla sua religione. Bloccata tra
l’affetto per i parenti e il desiderio di emanciparsi, Esther sta
tentando di abbandonare la dottrina ortodossa. Sarà proprio
attraverso il rapporto con Elio che la ragazza riuscirà a capire
l’importanza della libertà e intraprendere la sua strada e, allo
stesso modo, grazie a lei, Elio riuscirà a trovare la pace che
aveva perso da tempo.
Eagle Pictures
distribuirà in Italia Creed 3, terzo
capitolo della saga cinematografica nata come spin-off del celebre,
osannato e mai dimenticato “Rocky”. Il film prodotto da MGM è
diretto e interpretato da Michael B. Jordan che ha già dato cuore ed
anima al protagonista Adonis “Donnie” Johnson nei primi due
capitoli, Creed – Nato per combattere e
Creed II (distribuiti nel nostro Paese da Warner Bros.
Italia), che hanno incassato rispettivamente 5.5 milioni
di euro nel 2016 ed oltre 7 milioni di euro nel 2019.
Creed 3,
che si divide tra azione a dramma e affronta il tema della boxe con
intimità e la descrive in tutte le sue coinvolgenti e struggenti
sfumature, arriverà nelle sale italiane il 23 novembre, in
contemporanea con gli USA.
Completano il cast:
Tessa Thompson (Creed – Nato per combattere e
Creed II, Avengers: Endgame, Passing),
Jonathan Majors (“When We Rise”, Hostiles, The Harder
They Fall), Selenis Leyva (“Orange Is the New Black”,
Spider-Man: Homecoming), Phylicia
Rashad (tick, tick…Boom!, Creed – Nato per
combattere e Creed II).
Dopo aver deciso di allontanarsi dal
bordo del ring, questa volta Sylvester Stallone (che grazie al
primo capitolo della saga del 2016 conquistò la nomination agli
Oscar nella categoria Miglior attore non protagonista) non sarà
davanti la macchina da presa per rimettere i panni di Rocky Balboa
(allenatore di Adonis), ma è coinvolto nella produzione del
film.
In vista dell’attesissima terza
stagione di The
Mandalorian, il creatore e produttore esecutivo
Jon Favreau ha confermato di aver già iniziato a
scrivere la sceneggiatura per la quarta stagione di
The Mandalorian, anche se non ha ancora
ricevuto un ordine ufficiale Jon Favreau parla
anche delle crescenti storie interconnesse con gli spettacoli di
Star
Wars di Lucasfilm e di come i team creativi si
coordinano tra loro per gestire il difficile compito di integrare
insieme i diversi fili narrativi.
“Con la televisione,
siamo molto fortunati a non dover affrettare le cose in un’ora e
mezza, due ore”, ha detto Favreau a Cinema Blend rispetto al
suo processo di scrittura “Raccontiamo storie
lentamente. Quindi ora, dato che Dave [Filoni] sta facendo Ahsoka,
è molto importante per la scrittura che sto scrivendo per la
stagione 4 di [ The Mandalorian ]. Diventa più
preciso. Penso che inevitabilmente, non importa quanto
semplice inizi, i fili della storia inizino a connettersi,
intrecciarsi e sovrapporsi, e con la profonda comprensione di Dave
Filoni di tutto ciò che riguarda il periodo di tempo, le
opportunità sorgeranno sempre quando avremo incontri e
conversazioni sulle storie”
The Mandalorian, la serie tv
The
Mandalorian ha recentemente concluso la
produzione della sua terza stagione, destinata a continuare le
avventure di Din Djarin, un solitario pistolero mandaloriano nei
confini della galassia. Prima della nuova stagione, Din
Djarin di
Pedro Pascal era già apparso nello spin-off
The
Book of Boba Fett dell’anno scorso
.
Al momento, Carl Weathers e
Gian Carlo Esposito sono gli unici membri del cast di
ritorno confermati per la terza stagione. Anche la
star di Ritorno al
futuro Christopher Lloyd si è unito alla
nuova stagione in arrivo per un ruolo da guest star.
The
Mandalorian è stato un grande successo per
Disney+ e,
con la conferma della
stagione 4 arrivata, sembra chiaro che raccontare la storia di
Din Djarin sarà una priorità per il futuro della
Lucasfilm. Mentre Rangers of the New
Republic è stato accantonato dopo il licenziamento di
Gina Carano, abbiamo già avuto uno spin-off
con The
Book of Boba Fett, con altri due titoli in arrivo
all’orizzonte: Ahsoka e Skeleton
Crew.
Mentre lo
studio sta chiaramente riscontrando un grande successo in
streaming, lo stesso non vale nei cinema. I
sequel di Star
Wars sono stati incredibilmente divisivi, mentre i
progetti imminenti come la trilogia misteriosa di Rian
Johnson e Rogue
Squadrondi Patty
Jenkins sembrano essere caduti in un limbo indefinito, la
domanda che viene fatta a Pedro Pascal è una conseguenza, Mando potrebbe
essere portato sul grande schermo? L’attore in risposta ha ammesso
a Variety: “Penso che sia inevitabile? Io, personalmente,
non ho – davvero – non ne ho idea, ma sarebbe un sogno che si
avvera. Non che altri sogni possano realizzarsi! [Ride] Forse ne ho
fatto il pieno.“
L’attore
ha poi continuato: “Vedere solo il trailer su un grande
schermo come quello, intendo il modo in cui ti avvolge e ti riporta
indietro, e allo stesso tempo, è oltremodo speciale poter vivere
l’esperienza intima che abbiamo con questi capitoli di The Mandalorian e il suo universo espanso e
tutto ciò che verrà e tutto ciò che è appena iniziato fino a
Obi-Wan Kenobi, e lo stiamo
scoprendo”.“Adoro andare al cinema. Tornare e
poter stare di nuovo con un pubblico è una delle cose più
importanti per me”, ha concluso. “Se
succede con The Mandalorian, tutto quello che posso dire è… per
favore!”
Pascal è
chiaramente ottimista sulla possibilità di interpretare questo già
iconico cacciatore di taglie in un film, e siamo sicuri che un
finale che debutterà nelle sale sarebbe un enorme successo al
botteghino. Dopotutto c’è così tanto spazio per
raccontare storie di Din nei venticinque anni circa tra
questo spettacolo e
Il risveglio della forza quindi possiamo coltivare la
speranza che Jon Favreau abbia già in mente un finale degno di
nota.
Sono iniziate a Roma le riprese
di Dicono
di te, il nuovo film di Umberto
Carteni scritto da Igor
Artibani, Max
Giusti e Giuliano
Rinaldi. Nel cast Max
Giusti, Paolo
Calabresi, Ilaria
Spada, Manuela
Zero, Lorenzo
Lavia, Grazia
Schiavo, Dado, Vittoria
Castagnotto, con Michele La
Ginestra e con la partecipazione straordinaria
di Mauro Coruzzi. Prodotto
da Rodeo Drive con Rai
Cinema, il film verrà girato a Roma per 5
settimane.
Il cast tecnico di Dicono di te è composto da Vladan
Radovic (fotografia), Lorenzo
Campera (montaggio), Fabrizio De
Luca (scenografia), Sabrina
Spissu (costumi) e da Fabio Massimo
Colasanti (musiche).
Giancarlo (Max Giusti) è un autore
tv di successo: fama, soldi, amore, praticamente un uomo
realizzato. Quando però il cugino Bernardo (Paolo Calabresi)
irrompe nella sua vita, millantando un antico rito di paese che gli
donerebbe il potere di sentire cosa dicono le persone alle spalle
degli altri, tutto quello che ha costruito comincia ad andare in
rovina. Giancarlo capisce che i colleghi lo disprezzano e che gli
amici di una vita non lo hanno mai sopportato. Per di più, sua
moglie Elena (Ilaria Spada), giornalista che sogna lo scoop della
vita, sembra lo tradisca con Raul (Michele La Ginestra), un
imprenditore ricco e famoso. Quando anche il lavoro comincia ad
andare a rotoli, Giancarlo tenta il tutto per tutto per risalire la
china e vendicarsi allo stesso tempo dei torti subiti.
Il 26 maggio è
stato rilasciato il primo trailer di Willow, la
serie prodotta dalla Lucasfilme
basata sull’omonimo
film del 1988 di Ron Howard (Solo,
Pavarotti).
In attesa dell’uscita delle otto puntate su Disney+ –
prevista a partire dal 30 novembre – vediamo le
principali curiosità suscitate dal teaser dello show.
Una nuova ricerca
In una scena del trailer,
vediamo un gruppo di eroi che guardano il mare in una giornata
burrascosa. Appare chiaro fin da subito che il
mago Willow dovrà affrontare una nuova missione,
probabilmente in nuovi luoghi e accanto a nuovi personaggi.
I nuovi arrivati sono
Graydon (Tony
Revolori), Boorman (Amar
Chadha-Patel), Dove (Ellie
Bamber), Kit (Ruby
Cruz) e Jade (Erin
Kellyman). Nel trailer di Willow, sembra
esserci EloraDanan, anche se non è stata
nominata ancora nessuna attrice per il ruolo. Non mancano però i
personaggi già noti: primo fra tutti, il protagonista sarà
interpretato come nel film originale da Warwick Davis.
Rovine sconosciute
Il gruppo che vediamo nel
trailer di Willow arriva di fronte alle rovine di
quella che dev’essere stata una grande città. Due statue fanno da
guardia alle porte di questo luogo che sembra estendersi per
chilometri. Per ora è difficile comprendere di che città potrebbe
trattarsi, ma forse le tracce di questo luogo si trovano nella
trilogia scritta da George Lucas e Chris
Claremont.
Cronache della guerra
dell’ombra è una serie di romanzi ambientata quindici anni
dopo il film di Ron Howard. Nella storia, un
misterioso evento distrugge la maggior parte del mondo, tra cui la
città di Tir Asleen. Se i libri sono l’ispirazione
della serie, la città vista nel trailer potrebbe essere
proprio Tir Asleen.
Un Willow potenziato
Nel film originale,
Willow Ufgood (Warwick
Davis) è inizialmente un contadino che aspira a
diventare mago ma che non crede di averne le potenzialità. Nel
corso del lungometraggio, Willow impara a conoscere il
mondo magico e a gestire i poteri.
Diversamente, già dal trailer della
serie conosciamo un Ufgood skillato. Willow
cammina con un possente bastone di legno che ha una gemma verde
incandescente incastonata nella parte superiore. Inoltre, lo
stregone utilizza l’arma abilmente in un duello con un nemico
sconosciuto.
Il ritorno di Sorsha
Stando al trailer,
Willow Ufgood non sarà l’unico personaggio del film
originale a tornare per la serie. Joanne
Whalley riprenderà il ruolo di Sorsha e
sembra che sarà la regina del restaurato regno di Tir
Asleen.
Nel film, Sorsha si
presenta inizialmente come un guerriero spietato che dà la caccia a
Willow, per poi rivoltarsi contro la
madre Bavmorda. Sorsha cambia
atteggiamento dopo essersi innamorata di
Madmarigan (Val
Kilmer), il guerriero che aiuta Willow
ed Elora Danan nel loro viaggio.
Sorsha sfodera di nuovo la
spada
Ciò che rende
Sorsha un grande personaggio nel film fantasy originale è
la sua spada. Questa abilità di Sorsha la eleva in
cima alle file dell’esercito di Bavmord e le permette
l’accesso alla classe dei migliori guerrieri del suo mondo.
Stando al trailer di
Willow, il personaggio continuerà ad usare l’arma
anche nella serie. Non a caso, una rapida inquadratura del video
mostra Sorsha mentre disegna una spada in quello che
potrebbe essere il suo palazzo.
La principessa guerriera
Sembra che sia la
principessa Kit (Ruby Cruz) a muovere il
gruppo di personaggi principali per la ricerca di suo fratello dopo
che il ragazzo è stato rapito.
Kit appare più volte nel
teaser di Willow, ha in mano una spada e combatte
contro nemici sconosciuti e mascherati. Qual è la storia del
personaggio? Se Kit è una principessa, potrebbe essere
figlia della regina Sorsha. Inoltre, visto che
Sorsha e Madmartigan hanno adottato Elora
Danan, potrebbe trattarsi della stessa persona, magari
chiamata nella serie con uno pseudonimo.
Dov’è Elora Danan?
Ci sono nel trailer di
Willow alcuni indizi che suggeriscono che
Elora e Kit non sono la stessa persona. Prima di
tutto, nel film Elora ha i capelli rossi e ricci, tratto
distintivo che manca a Kit. Inoltre, il film è uscito
più di trent’anni fa e la stessa quantità di tempo sembra essere
passata all’interno della storia. Elora dovrebbe quindi
avere trent’anni nella serie, un’età certamente maggiore a quella
che dimostra Kit. Viene da chiedersi: che fine ha
fatto Elora da adulta?
Elora è il nemico in
Willow?
In un punto del trailer,
Willow e il team si trovano costretti ad affrontare una
misteriosa minaccia dotata di una bacchetta simile a quella di
Raziel. Data l’assenza di Elora per tutto il
resto del video, forse è lei il cattivo che si vede?
Elora ha giocato un ruolo
principalmente eroico e positivo nel film originale, ma la serie
potrebbe allontanarsi in modo significativo dalle aspettative dei
fan. Lo show Disney+ potrebbe rivelare che
Elora crescendo è diventata una potente maga
come Bavmorda, una delle streghe più potenti mai viste al
cinema.
In ogni caso, il produttore
esecutivo e scrittore Jonathan Kasdan ha dichiarato che lo ”lo
spirito di Madmartigan è vivo’‘ anche nello show. Va detto che
l’assenza potrebbe anche essere determinata dalla storia della
serie, aprendo la possibilità per un ritorno di
Madmartigan nella seconda stagione.
Il leggendario
regista Quentin
Tarantino pubblicherà un nuovo
libro entro la fine dell’anno. Noto appassionato cinefilo,
Tarantino si è affermato come uno dei migliori registi d’autore di
Hollywood, utilizzando scelte stilistiche coerenti per realizzare
film unici e spesso sottilmente collegati. Iniziando la sua
carriera nel 1992 con
Le iene, Tarantino ha
incrociato i generi innumerevoli volte, realizzando acclamati
western come Django
Unchainede The
Hateful Eight, pezzi storici revisionisti
come Bastardi
senza gloria e C’era
una volta a Hollywood e classici del crimine,
come Pulp Fiction.
Dopo l’uscita di
C’era una volta a Hollywood nel 2019,
Tarantino ha scritto il suo romanzo d’esordio, un adattamento della
trama del film con un finale leggermente diverso. Il libro è
stato ampiamente ben accolto e rimane in stampa. Tuttavia, il
tempo di Tarantino a lavoro per opere sul grande schermo potrebbe
benissimo volgere al termine, poiché il regista è stato molto
esplicito nel corso degli anni sul ritiro dopo aver realizzato 10
film. Poiché C’era
una volta a Hollywood ha segnato
il nono lungometraggio di
Tarantino, gli resta solo un film per
completare la sua filmografia.
Il mondo letterario potrebbe
diventare la meta di approdo dopo il ritiro da dietro la macchina
da presa. Come riportato da Indiewire, il
regista si appresta a pubblicare il secondo libro del contratto
firmato con HarperCollins. E’ di oggi la notizia infatti che il
regista pubblicherà il suo primo libro di saggistica entro la fine
dell’anno. Combinando critica cinematografica, teoria e aneddoti
personali, il libro, intitolatoCinema
Speculation, si
concentrerà sui film chiave degli anni ’70 che Tarantino ha visto
come un giovane spettatore. Il libro uscirà il 25 ottobre 2022
negli USA. Ecco la sinossi completa di seguito:
“Oltre ad essere uno dei
registi contemporanei più celebrati,
Quentin Tarantino è forse l’amante del cinema più
gioiosamente contagioso del mondo. Per anni ha propagandato
nelle interviste la sua eventuale svolta a scrivere libri sui
film. Ora, con “Cinema Speculation”, è giunto il momento e i
risultati sono tutto ciò che i suoi fan appassionati – e tutti gli
amanti del cinema – avrebbero potuto sperare. Organizzato
attorno ai principali film americani degli anni ’70, che vide per
la prima volta da giovane spettatore dell’epoca, questo libro è
tanto intellettualmente rigoroso e perspicace quanto divertente e
divertente. Allo stesso tempo critica cinematografica, teoria
del cinema, un’impresa di reportage e meravigliosa storia
personale,
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
arrivato nelle sale all’inizio di questo mese per dare il via alla
stagione estiva al botteghino. Nelle ultime settimane, il sequel
dei Marvel Studios è rimasto in cima al
botteghino, ma la sua serie di vittorie si è conclusa questo fine
settimana quando è stato spodestato al debutto di Top Gun:
Maverick.
Top Gun: Maverick ha ampiamente
superato le aspettative, anche se non siamo esattamente sorpresi
visto la qualità del film e l’attesa. Di certo non è stato un
brutto fine settimana per il sequel di
Doctor Strange, poiché ha guadagnato
altri 16,4 milioni di dollari in Nord America.
Il
totale previsto per il weekend del Memorial Day di quattro giorni
sarà probabilmente di circa 21,1 milioni di dollari che gli
consentirà di raggiungere un totale di 375,47 milioni. Ciò
significa che Doctor Strange nel Multiverso della
Folliaha superato
i 369,31 milioni di dollari di The
Batmaned è diventato il film con il
più alto incasso del 2022 negli Stati Uniti. Non siamo nemmeno alla
metà dell’anno, ovviamente, quindi potrebbe non reggere questo
record a lungo. L’ultima avventura di Stephen
Strange ha anche incassato 22,9 milioni di dollari a livello
internazionale questo fine settimana, portando il suo totale
globale a 868,7 milioni di dollari. La domanda che ci si chiede ora
è se il film riuscirà ad arrivare 1 miliardo di dollari?
Probabilmente non in questa fase, anche se alla fine supererà la
soglia dei 900 milioni di dollari, un’impresa davvero non facile
per un film dopo la pandemia.
La sceneggiatura del film porterà
la firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Nel giro di pochi anni le
piattaforme streaming si sono affermate come il miglior strumento
dove poter recuperare un film o una serie TV di proprio interesse.
Nei vasti cataloghi di questi servizi si possono infatti ritrovare
titoli di ogni tipo, dai grandi classici fino ad opere più recenti,
da grandi blockbuster fino ai film più piccoli e indipendenti.
Netflix, Prime Video e Disney+ sono oggi le tre
maggiori realtà esistenti a riguardo, ma data proprio l’ampiezza
dei loro cataloghi è facile smarrire qualche opera che potrebbe
invece essere di proprio interesse. Ecco dunque che il seguente
elenco ha l’obiettivo di indicare alcuni film
consigliati, così da poter recuperare quei film che più
potrebbero andare incontro al proprio gusto.
Against The
Ice, Peter Flinth. Nel 1909 la
spedizione artica guidata dal capitano danese Ejnar Mikkelsen
(Nikolaj Coster-Waldau)
tenta di confutare la rivendicazione degli Stati Uniti sulla
Groenlandia nordorientale, basata sulla presupposizione che la
Groenlandia fosse divisa in due territori separati. Il loro viaggio
si trasforma però in una prova di resistenza quando scoprono di
essere intrappolati in quei luoghi inospitali. Against the Ice è la
vera storia di un’amicizia che racconta il potere straordinario
delle relazioni umane.
Annientamento,
di Alex Garland (2018). Quando suo marito scompare nel corso di una
missione misteriosa in una regione contaminata, la biologa Lena si
unirà ad una squadra di sole donne per avventurarsi in quei luoghi,
scoprendo verità terribili. Potente metafora della malattia umana,
il film di Garland interpretato da Natalie Portman
offre una ricca componente visiva unita a riflessioni esistenziali
tutt’altro che scontate.
Apollo 10½: A Space Age
Childhood, di Richard Linklater (2022). Un uomo
racconta la sua vita di bambino di 10 anni a Houston nel 1969, in
una narrazione che intreccia elementi nostalgici al racconto
fantastico e mirabolante di un viaggio sulla luna. Con il suo nuovo
film realizzato con la tecnica d’animazione del rotoscope,
Linlkater torna ai suoi temi più cari, dalla memoria al tempo, il
tutto nella cornice di un’età magica come l’infanzia. Apollo
10½ non è un film canonico, quanto più un lungo ricordo di
un’epoca e delle sue particolarità.
Dolemite is My
Name, di Craig Brewer (2019). La storia vera dell’artista
comico Rudy Ray Moore, che dà vita ad un personaggio oltraggioso di
nome Dolemite, nel tentativo di risollevare le sorti della sua
carriera durante gli anni Settanta. Fortemente voluto da Eddie Murphy,
che interpreta il protagonista, il film è una brillante commedia
ambientata nel contesto della blaxploitation. È inoltre il film che
ha permesso a Murphy di dare nuovamente prova del suo grande
talento.
Don’t Look Up,
di Adam McKay (2021). Una coppia di astronomi si accorge
dell’esistenza di un meteorite in rotta di collisione con la Terra.
I due scienziati cercano di avvertire tutti sulla Terra che il
meteorite distruggerà il pianeta in sei mesi, ma nessuno sembra
preoccuparsi realmente della cosa. Con ricco cast composto da
LeonardoDiCaprio, Jennifer
Lawrence, Maryl Streep,
Jonah Hill,
Mark Rylance e Cate Blanchett,
il film di McKay è una dura satira nei confronti dell’attuale
società, sempre più confusionaria a livello comunicativo e sempre
pronta a dar credito alle persone meno adatte a gestire situazioni
di crisi.
È stata la mano di
Dio, di Paolo Sorrentino (2021). Negli anni ’80 a
Napoli, un ragazzo ha l’occasione di vivere uno dei sogni più
grandi degli amanti del calcio, quando giunge nella sua città il
goleador Diego Maradona, ma a questa grande gioia si accompagnerà
una tragedia inaspettata. Il nuovo film di Sorrentino è anche il
suo più personale, ispirato alla propria giovinezza, con episodi,
personaggi ed emozioni provenienti da un passato lontano eppure
ancora vivo. Struggente e delicato, è stato uno dei grandi
protagonisti della recente stagione dei premi.
Granchio nero,
di Adam Berg. Thriller d’azione svedese ambientato in un mondo
postapocalittico dilaniato dalla guerra. Nel corso di un inverno
lungo e rigido sei soldati intraprendono una missione segreta
attraverso un arcipelago ghiacciato per trasportare un misterioso
pacco che potrebbe metter fine alla guerra. Quando si addentrano in
territorio nemico, non hanno idea dei pericoli che li aspettano o
di chi possano fidarsi. Il film, che ha suscitato particolare
interesse tra quelli usciti ad oggi su Netflix, è interpretato da
Noomi
Rapace.
Heat – La
sfida, 1995, di Michael Mann. Interpretato da due
giganti della recitazione quali Al Pacino e
Robert De Niro,
il film è un heist movie particolarmente complesso, dove
oltre alla contrapposizione tra poliziotto e ladro, si instaurano
una serie di legami che portano i due personaggi ad assomigliarsi e
confrontarsi sempre più, in un gioco di tensione che ha fatto
scuola. Secondo molti, è questo uno dei migliori film d’azione mai
realizzati.
Il potere del
cane, di Jane Campion (2021). George e Phil sono una
coppia di fratelli che possiede un ranch nel Montana. Quando George
sposa la giovane vedova Rose e la porta a vivere nel ranch, Phil
prende di mira la donna e suo figlio Peter, tormentandoli senza
sosta. Interpretato da Benedict
Cumberbatch, Kirsten Dunst e
Jesse Plemons, il nuovo film della Campion è uno
dei più acclamati drammi dell’ultimo anno, vincitore di
innumerevoli premi tra cui l’Oscar per la miglior regia.
Il processo ai Chicago
7, di Aaron Sorkin (2020). Il film narra il processo
ad un gruppo di attivisti contro la guerra in Vietnam accusati di
aver causato lo scontro tra i manifestanti e la Guardia Nazionale
il 28 agosto 1968 a Chicago. Con protagonisti Sacha Baron
Cohen, JeremyStrong, Eddie Redmayne,
Michael Keaton,
Joseph
Gordon-Levitt e Yahya Abdul-Mateen
II, il film è caratterizzato dalla solida sceneggiatura di
Sorkin, che realizza un nuovo potente dramma incentrato su uno dei
periodi più bui della storia degli Stati Uniti.
I’m Thinking of Ending
Things, di Charlie Kaufman (2020). Mentre sono in viaggio
dai genitori di lui, per lei qualcosa va storto, ma fidanzato,
famiglia e realtà frammentata non c’entrano nulla. Nuovo film
scritto e diretto da Kaufman, I’m Thinking of Ending
Things è pura espressione del suo autore, che porta lo
spettatore in un viaggio nella mente dei suoi protagonisti, dando
vita a situazioni particolarmente spaventose. Il film, che va
dall’horror al musical, è uno dei più belli presenti su
Netflix.
Malcolm &
Marie, di Sam Levinson (2021). Lui sta per sfondare a
Hollywood. La storia della fidanzata lo ha ispirato e adesso il
loro amore verrà messo alla prova. Ambientato in un’unica grande
villa, il film va alla radice di un rapporto sentimentale,
caratterizzandosi per uno splendido bianco e nero e le
interpretazioni di due soli attori, i bravissimi Zendaya e John David Washington. Divertente e
struggente, è un altro piccolo gioiello di Netflix.
Mank, di David
Fincher (2020). La Hollywood degli anni ’30 è rivalutata attraverso
gli occhi e la graffiante ironia dello sceneggiatore alcolista
Herman J. Mankiewicz, interpretato da Gary Oldman,
mentre termina di scrivere Quarto potere. Per Netflix
Fincher realizza un elegante dramma in bianco e nero, girato come
fosse un film proveniente direttamente dagli anni Quaranta, per
raccontare tanto un diverso punto di vista dietro uno dei più
celebri film di sempre, quanto per proporre riflessioni sul
dilagante imperialismo contemporaneo.
Red Notice, di
Rawson Marshall Thurber (2021). Con protagonisti Dwayne Johnson, Ryan Reynolds e
Gal Gadot. L’agente
dell’FBI John
Hartley deve affrontare un audace assalto ed è costretto a
collaborare con il più grande ladro d’arte della storia, Nolan
Booth, per catturare il ladro d’arte più ricercato al mondo di
oggi, Sarah Black. Film dal grande budget, Red Notice
offre grande intrattenimento e anche tante risate, grazie ai suoi
tre fenomenali protagonisti.
Roma, di
Alfonso Cuaron (2018). Cleo è una delle due collaboratrici
domestiche che aiutano una coppia a prendersi cura dei loro quattro
figli a Città del Messico. Tuttavia, una serie di complicazioni
stanno per sconvolgere le loro vite. Vincitore del Leone d’Oro al
Festival di Venezia e di tre Oscar
(miglior regia, miglior fotografia, miglior film straniero),
Roma è un viaggio nella memoria di Cuaron, che realizza
qui il suo film più personale alla ricerca di quei momenti cruciali
tanto nella sua vita quanto in quella del suo paese, qui raccontato
attraverso gli occhi della domestica Cleo.
Storia di un
matrimonio, di Noah Baumbach (2019). Un regista
teatrale e la moglie attrice, un tempo felicemente sposati,
intraprendono un lungo ed estenuante divorzio, che li pone di
fronte ai loro limiti e alle necessarie rinunce con cui dovranno
fare i conti. Interpretato da Adam Driver e
Scarlett
Johansson, il film è considerato il capolavoro di
Baumbach. Un potente dramma che affronta in modo estremamente
sincero e crudo la separazione e ciò che essa comporta, tanto nei
suoi aspetti più evidenti quanto in quelli più privati. Un film
tanto bello quanto doloroso.
The Adam
Project, di Shawn Levy (2022). Nel 2050 un pilota di
un caccia capace di viaggiare nel tempo finisce erroneamente nel
2022, dove incontra il se stesso ancora bambino. Qui l’uomo avrà
ugualmente la possibilità di cambiare il passato per scongiurare un
futuro apocalittico. Interpretato da Ryan Reynolds e
Mark Ruffalo,
The Adam Project unisce la fantascienza alla comicità,
senza dimenticare i tanti sentimenti che legano il racconto.
The Irishman,
di Martin Scorsese (2019). La storia di Frank Sheeran, veterano di
guerra e camionista, divenuto un sicario al soldo della malavita di
Filadelfia e assoldato per uccidere il popolare sindacalista Jimmy
Hoffa. Attraverso i suoi occhi si ripercorrono cinquant’anni di
storia americana. Opera crepuscolare sul mondo dei gangster
statunitensi, il film di Scorsese è un vero e proprio canto del
cigno di un epoca ormai appartenente al passato, con personaggi un
tempo iconici ormai ridotti alla più totale solitudine. Con
protagonisti Robert DeNiro, Al Pacino e
Joe Pesci,
The
Irishman è uno dei più importanti film di Netflix.
Tick, Tick… Boom!,
di Lin-Manuel Miranda (2021). Il film originale Netflix
diretto da Miranda ha per protagonista Jon, il quale sta per
compiere trent’anni e tenta disperatamente di trovare un produttore
per il suo musical. Rendendosi conto di non essere più
giovanissimo, Jon fatica a tollerare gli anni di ripetuti
insuccessi professionali. Qualcosa, però, sta per cambiare per
sempre. Interpretato da Andrew
Garfield, il film è un’esplosiva combinazione di
dramma, commedia e musical, che riflette sulla vita e sul valore
che le si dà.
Ex Machina, di
Alex Garland (2015). Al suo debutto da regista Garland ripropone
l’incontro tra essere umano e replicante, alla ricerca di ciò che
identifica l’uno e l’altro. È questo un film contenuto nella messa
in scena ma ricco di elementi filosofici particolarmente attuali.
Premiato agli Oscar per i migliori effetti speciali, Ex Machina ha per
protagonista Alicia Vikander
nei panni dell’androide alla ricerca della propria identità.
Film consigliati su Prime
Video
Acque profonde,
di Adrian Lyne (2022). Ben Affleck e Ana de Armas
sono i protagonisti di questo thriller psicologico diretto dal
regista di Attrazione fatale e Unfaithful – L’amore
infedele. Acque Profonde ci porta all’interno del
matrimonio apparentemente perfetto di Vic e Melinda Van Allen, dal
quale emergono però pericolosi giochi mentali e cosa accade a chi
ne resta invischiato.
Anni da cane,
di Fabio Mollo (2021). Stella sta per compiere sedici anni, eppure
è convinta di averne 112. I suoi anni infatti si contano come
quelli dei cani. Con l’aiuto dei suoi migliori amici Nina e Giulio,
stila una lista di tutte le cose che deve fare prima di morire.
Questo finchè non incontra Matte, un coetaneo timido e introverso,
il quale stravolgerà totalmente la sua prospettiva sulla vita e
sull’amore. Interpretato da Aurora Giovinazzo e
Federico Cesari, il film è una struggente storia
d’amore per adolescenti.
Being the
Ricardos, di Aaron Sorkin (2021). Sorkin racconta i
conflitti dietro le quinte di una settimana di lavorazione della
sitcom “Lucy ed io“, dalla lettura del copione alla
registrazione davanti al pubblico, mentre Lucille
Ball e Desi Arnaz affrontano una serie di
crisi personali e professionali che rischiano di compromettere il
loro show, le loro carriere ed il loro matrimonio. I due
protagonisti sono qui interpretati rispettivamente da Nicole Kidman e
Javier Bardem,
poi candidati all’Oscar.
Borat – Seguito di film
cinema, di Jason Woliner (2020). Borat è appena uscito
di prigione, dove stava scontando una condanna per aver gettato
vergogna sul suo paese. Il kazako decide di tornare in America con
la figlia quindicenne per portare un regalo a Donald Trump. Sequel
dell’iconico primo film, Sacha Baron
Cohen riprende qui i panni del suo personaggio più
celebre, dando vita ad una nuova pungente satira sulla società
statunitense.
Candyman, di Nia DaCosta (2021).
Anthony, un artista visivo, incontra un veterano che espone la vera
storia dietro Candyman. Ansioso di usare questi dettagli macabri
per i dipinti, scatena inconsapevolmente una terrificante ondata di
violenza. Protagonista del film è l’attore Yahya
Abdul-Mateen II.
Girl, di Lukas
Dhont (2018). Lara, una quindicenne nata nel corpo di un ragazzo,
sogna di diventare una stella della danza classica. Con il sostegno
del padre, la giovane si lancia in un percorso in cui disciplina e
forza di volontà sono fondamentali. Acclamato film presentato a
Cannes, Girl è stato apprezzato per il suo raccontare con
grande delicatezza un tema particolarmente attuale.
Il visionario mondo di
Louis Wain, di Will Sharpe (2021). La straordinaria storia
vera dell’eccentrico artista britannico Louis Wain, le cui immagini
giocose, a volte persino psichedeliche, hanno contribuito a
trasformare per sempre la percezione dei gatti da parte del
pubblico. Ad interpretarlo vi è il candidato all’Oscar
Benedict Cumberbatch, in una delle sue performance
più apprezzate della sua carriera.
La furia di unuomo – Wrath of
Man, Guy Ritchie (2021). La storia di un uomo freddo e
misterioso che lavora come guardia di sicurezza di un furgone
portavalori e che sorprende i suoi colleghi con inaspettate abilità
di precisione durante una rapina. Il nuovo film di Ritchie è
interpretato da Jason Stantham
e garantisce tanta azione e adrenalina.
La guerra di domani, di Chris
McKay (2021). La classica invasione aliena ai danni dell’umanità
viene qui raccontata in modo a suo modo inedito. Dal futuro si
presentano infatti squadre di soldati intenti a reclutare civili in
una guerra per il destino dell’umanità, che si verificherà di lì a
pochi anni. Per difendere il presente, dunque, occorrerà combattere
nel futuro. Il film, disponibile su Prime Video, è
interpertato da Chris Pratt.
Mai raramente a volte
sempre, di Eliza Hittman (2020). Il film è un ritratto
intimo di due ragazze adolescenti della Pennsylvania. Per una
gravidanza indesiderata e la mancanza di strutture di supporto
adeguate nella loro cittadina, Autumn e sua cugina Skylar partono
per New York in un intenso viaggio di amicizia, coraggio e
compassione.
Mandy, di Panos
Cosmatos (2018). Red Miller e Mandy Bloom vivono un tranquillo
clima familiare in una casa nel bosco. L’equilibrio si spezza
quando, durante una passeggiata nella foresta, Mandy viene notata
da Jeremiah, inquietante leader di una setta deviata. Jeremiah
vuole la ragazza come adepta della setta e ne organizza un brutale
rapimento. La loro prigionia precipita in un terribile e sanguinoso
incubo. Il film ha per protagonista Nicolas
Cage.
My Son, di
Christian Carion (2021). Un padre che lavora troppo spesso
all’estero scopre che il figlio di 7 anni è scomparso. Travolto dal
senso di colpa di aver trascurato i suoi doveri, farà di tutto per
ritrovarlo e scoprirà di avere degli impulsi di cui non era a
conoscenza. Interpretato da JamesMcAvoy, il film è noto per essere stato girato
tenendo all’oscuro l’attore della trama e dei dialoghi, portandolo
dunque ad improvvisare la sua intera performance.
No Time To Die,
di Cary Fukunaga (2021). Dopo aver lasciato i servizi segreti, Bond
si gode una vita tranquilla in Giamaica. Tuttavia, la pace
conquistata si rivela di breve durata quando il suo vecchio amico
Felix Leiter gli chiede aiuto. Ultimo capitolo della saga di 007
dove ad interpretare l’amato agente James
Bond è l’attore Daniel
Craig.
One Night in
Miami…, di Regina King (2021). La notte del 25
febbraio 1964, Cassius Clay, Jim Brown, Sam Cooke e Malcolm X si
incontrano per discutere della responsabilità di essere un uomo di
colore di successo negli anni del movimento per i diritti civili.
Tra i più apprezzati film del 2021, One Night in Miami… è
un titolo che, pur passando dal raccontare fatti reali ad altri
immaginari, sa essere estremamente preciso sulla condizione raziale
negli Stati Uniti.
Sir Gawain e il cavaliere
verde, di David Lowery (2021). Il caparbio nipote di
Re Artù, Gawain, parte per un viaggio temerario che lo porterà a
confrontarsi con il Cavaliere Verde, un misterioso gigante che ha
fatto la sua comparsa a Camelot. Rischiando la propria testa,
affronta un’epica avventura per mettersi alla prova di fonte alla
famiglia e alla corte. Suggestivo racconto del ciclo arturiano, il
film si eleva a racconto esistenziale sul rapporto dell’uomo con la
natura e la morte. Tra i film più belli del 2021.
Sound of Metal,
di Darius Marder (2020). La vita del batterista Ruben viene
sconvolta quando il musicista si rende conto di essere destinato a
perdere l’udito. In una comunità di non udenti, Ruben dovrà fare i
conti con la sua situazione e trovare il proprio equilibrio
interiore. L’attore Riz Ahmed,
protagonista del film, è stato candidato all’Oscar per la sua
incredibile performance in questo film.
Supereroi, di
Paolo Genovese (2021).
Servono i
superpoteri per amarsi tutta una vita, Anna e Marco lo sanno bene.
Lei è una fumettista dal carattere impulsivo, nemica delle
convenzioni; lui un professore di fisica convinto che ogni fenomeno
abbia la sua spiegazione. A tenerli insieme è un’incognita che
nessuna formula può svelare. Il film ha per protagonisti gli attori
Alessandro
Borghi e Jasmine
Trinca.
The
Mauritanian, di Kevin Macdonald (2021). La storia vera
tratta dalle memorie di Mohamedou Ould Slahi, che fu arrestato nel
2002 in Mauritania perché sospettato di partecipazione agli
attentati dell’11 settembre e trasferito a Guantanamo Bay. Sarà
l’inizio di un’odissea spaventosa per Slahi, il quale senza prove e
senza accuse verrà interrogato e torturato per anni nelle buie
celle della base navale americana a Cuba. Il film è interpretato da
Jodie Foster,
Shailene
Woodley, Benedict
Cumberbatch e Tahar Rahim.
The Tender Bar,
di George Clooney (2021). Tratto
dalle memorie dell’omonimo best-seller, The Tender Bar
segue le vicende di un aspirante scrittore che insegue i suoi sogni
romantici e professionali. Da uno sgabello nel bar di suo zio,
impara a crescere grazie a un variegato gruppo di personaggi
locali. Interpretato da Tye Sheridan e Ben Affleck, il
film è uno struggente racconto di formazione, che svela nuove
sfumature e sensibilità di Clooney come regista.
The Vast of Night, di
Andrew Patterson (2019). Vero e proprio gioiello del genere, questo
film è un’omaggio alla serie Ai confini della realtà,
ambientato in una cittadina statunitense degli anni Cinquanta dove
si verificano strani fenomeni paranormali. Incentrato sull’ascolto
e l’oralità, The Vast of Night offre grande tensione senza
mostrare pressocché nulla, dimostrando le capacità narrative del
suo regista.
Film consigliati su Disney+
L’Unico e Insuperabile
Ivan, di Thea Sharrock. Adattamento del premiato
best-seller su un gorilla molto speciale, L’Unico e Insuperabile
Ivan di Disney è una storia indimenticabile
sulla bellezza dell’amicizia, sul potere dell’immaginazione e sul
significato del luogo chiamato casa. Caratterizzato da un mix
suggestivo tra live-action e CGI, il film vanta le voci, in lingua
originale, di Sam Rockwell,
Angelina Jolie
e Danny DeVito,
mentre compare in carne ed ossa l’attore BryanCranston. Disponibile su Disney+,
è questo un film per famiglie da non perdere, che ci ricorda
l’importanza della memoria e dei legami.
Soul, di Pete
Docter e Kemp Powers. incitore del premio Oscar come miglior film
d’animazione, Soul è
il secondo titolo della Disney Pixar uscito nel 2020. Con le voci
di Jamie
Foxx, Tina Fey, John Ratzenberger, Daveed
Diggs è questo un ennesimo splendido film che porta a
riflettere sull’esistenza e sul valore che a questa deve essere
riconosciuto. Il tutto inserito in un contesto estremamente
musicale, con il primo protagonista di colore realizzato dalla
Pixar. Disponibile naturalmente su Disney+, è un titolo
assolutamente imperdibile.
Luca, di Enrico
Casarosa. Nel 2021 la Pixar ha dato vita ad un suo
nuovo film lungometraggio, distribuito però direttamente su
Disney+. Si tratta di Luca,
diretto dall’italiano Enrico Casarosa e ambientato
proprio in un paesino della Liguria. Prende così vita un racconto
che intreccia vita italiana con leggende folkloristiche e che
offre, come tipico della Pixar, una grandissima cura nei dettagli e
nel concepire emozioni capaci di crescere sempre più dentro lo
spettatore man mano che la visione prosegue. Candidato al premio
Oscar, è un altro titolo da non perdere.
Il richiamo della
foresta, di Chris Sanders. Dotato di grandi effetti
speciali, a partire dal cane protagonista realizzato in CGI,
Il richiamo della
foresta è un puro film d’avventura ricco di
emozioni e calore umano e animale, che ricorda la forza della
natura e dell’animo. Si tratta inoltre del primo film prodotto
dalla 20th Century Studios (precedentemente nota come Fox) in
seguito all’acquisizione della Disney, e tra i primi ad essere
distribuiti sulla piattaforma Disney+. Interpretato da Harrison Ford e
basato sull’omonimo romanzo di Jack London, è
questo un film per famiglie da non perdere assolutamente.
Assassinio sul Nilo, di Kenneth
Branagh. Sequel di Assassinio sull’Orient
Express, Assassinio sul
Nilo vanta attori del calibro di Jodie
Comer,Gal
Gadot,Armie
Hammer,Kenneth
Branagh, Tom Bateman, Rose Leslie, Annette
Bening,Emma Mackey e
Russell Brand. Adattamento dell’omonimo romanzo di
Agatha Christie, il film vede il miglior detective del mondo,
Hercule Poirot, impegnato a risolvere un misterioso omicidio
verificatosi su un battello nelle acque del Nilo. Rispetto al
titolo precedente, questo sequel è ricco di calore, pathos ed
emozioni forti, che dettano tanto l’andamento del racconto quanto
le azioni dei protagonisti.
Nightmare Alley – La fiera
delle illusioni, di Guillermo del Toro. Nightmare Alley – La fiera delle
illusioni vanta un cast composto da Bradley Cooper,
Cate Blanchett,
Toni Collette,
Willem Dafoe,
Richard Jenkins, Rooney Mara,
Ron Perlman e David Strathairn.
Adattamento del romanzo di William Lindsay
Gresham, pubblicato nel 1946 e affermatosi sempre più come
uno dei maggiori esponenti in letteratura del genere noir,
il film è il primo nella carriera di del Toro a non vantare mostri
e creature fantastiche. L’attenzione del regista è ora tutta per
l’essere umano, raccontato attraverso una storia di ascesa, vizio e
decadimento.
West Side Story,
di Steven Spielberg. Il regista Steven
Spielberg realizza il suo sogno di dar vita ad un remake
di West Side
Story, aggiornando il racconto e dando vita ad un
musical tra i più belli visti negli ultimi anni. Interpretato da
Ansel
Elgort,Rachel Zegler,
Rita Moreno,Ariana
DeBose, David Alvarez e Josh Andrés
Rivera è oggi disponibile sulla piattaforma Disney+, dove può essere ammirato in tutto il suo
splendore. Pluricandidato ai recenti premi Oscar, West Side
Story è un tripudio di emozioni, musica, colori, il tutto
tenuto insieme da una regia estremamente ispirata, che solo un
genio come Spielberg poteva concepire.
Jungle Cruise, di
Jaume Collet-Serra. Jungle Cruise è il film
del 2021 con protagonisti Dwayne Johnson,
Emily Blunt,
Jack Whitehall, Edgar Ramirez,
Jesse Plemons. Si tratta di un’entusiasmante
avventura ispirata all’omonima storica attrazione di Disneyland, in
California, che ripropone lo scontro tra forze del bene e del male
con la fantastica ambientazione della foresta Amazzonica. Un film
per famiglie che offre dunque emozioni, effetti speciali e tutta la
meraviglia di cui la Disney è capace. Inoltre, è già stato
ufficializzato anche un sequel.
Raya e l’Ultimo
Drago, di Don Hall e Carlos López Estrada, co-diretto
da Paul Briggs e John Ripa. Ambientato nel sud est asiatico, in un
mondo fantastico in cui uomini e draghi vivevano insieme in
armonia. Con il risvegliarsi delle forze del male, spetta ora alla
giovane guerriera Raya ritrovare l’Ultimo Drago, l’unico che può
salvare la sua terra. Candidato al premio Oscar come miglior film
d’animazione, è questo uno dei classici d’animazione Disney più
affascinanti degli ultimi anni, sia a livello visivo che
narrativo.
Encanto, di Jared
Bush, Charise Castro Smith e Byron Howard. Sessantesimo classico
d’animazione Disney, Encanto si è affermato
come il fenomeno animato del 2021, arrivando anche a vincere il
premio Oscar nella sua categoria di riferimento. Con le voci
italiane di Alvaro Soler,Luca Zingarettie Diana Del Bufalo, il film è un concentrato di
colori, canzoni e tanto calore emotivo, dato dalla sua storia
incentrata sul peso delle responsabilità e sulla famiglia.
Arricchito da personaggi unici e da una
dettagliata incursione nella cultura colombiana, Encanto è
un film semplicemente imperdibile.
Ron – Un Amico Fuori
Programma, di Sarah Smith,
Jean-Philippe Vine, co-diretto da Octavio
E. Rodriguez. Il film racconta la storia di Barney, un
impacciato studente delle medie, e di Ron, il suo nuovo dispositivo
tecnologico che cammina, parla, si connette e che dovrebbe essere
il suo “migliore amico pronto all’uso”. Nell’era dei social media,
gli esilaranti malfunzionamenti di Ron lanciano i due in un viaggio
ricco di azione in cui il ragazzo e il robot fanno i conti con la
meravigliosa confusione della vera amicizia. Considerato uno dei
migliori film d’animazione dell’anno, è un film perfetto per
tutti.
Free Guy – Eroe per
gioco, di Shawn Levy. Con Ryan Reynolds,
Taika Waititi e
JodieComer, il film ha per
protagonista Guy, un operatore di banca come tanti che si guadagna
da vivere in una città in cui le rapine a mano armata, le
esplosioni spettacolari, gli scontri a fuoco e qualunque genere e
tipo di guerriglia urbana sono all’ordine del giorno. Il motivo è
che Guy vive all’interno di un videogioco e ne è un personaggio non
giocante, un PNG in gergo videoludico, immerso in un open world
brutale, violento e fuori controllo. Estremamente divertente e
ricco di effetti speciali, è un titolo imperdibile.
The New Mutants,
di Josh Boone. A lungo rimandato e rimaneggiato, il film The New
Mutants ha infine visto la luce in seguito
all’acquisto della Fox da parte della Disney. Con Anya Taylor-Joy,
Maisie
Williams, Alice
Braga,Henry Zaga, Charlie
Heaton, il film appartiene al mondo degli X-Men della
Marvel e si avvale
di sfumature horror particolarmente interessanti. Passato in
sordina per via dei suoi tanti problemi e rinvii, il film è
comunque un buon titolo per gli appassionati dei cinecomic in cerca
di qualcosa di diverso rispetto ai tanti titoli ad oggi realizzati
di questo filone.
Onward – Oltre la
magia, di Dan Scanlon. In un mondo che ha perso tutta
la magia di un tempo, il neo sedicenne Ian e suo fratello Barley
hanno l’occasione di trascorrere una giornata con il loro padre,
scomparso quando entrambi erano molto piccoli. Questa, in breve, la
trama del film Pixar Onward – Oltre la
magia, capace di raccontare grandi temi come il
legame tra fratelli e l’amore verso i ricordi. Passato in sordina a
causa della sua distribuzione diretta su Disney+, è invece
questo un titolo del 2020 legato al mondo Disney da recuperare
assolutamente.
Nuvole, di
Justin Baldoni. Altro importante film Disney+ Original, basato sul libro di memorie “Fly a
Little Higher” di Laura Sobiech, questo racconta la struggente
storia di Zach Sobiech, ragazzo morto a causa di un sarcoma osseo a
18 anni, che aveva emozionato il mondo con la sua canzone
Clouds. Interpretato da Fin Argus il film
offre non solo un omaggio a Zach e al suo lascito, ma è anche un
racconto che esprime la necessità di credere nei propri sogni anche
contro ogni avversità.
Fata Madrina
Cercasi, di Sharon Maguire. Ambientata nel periodo
natalizio, Fata Madrina
Cercasi è una commedia con protagonista Eleanor,
una giovane e inesperta fata madrina in formazione che, dopo aver
sentito che la professione da lei scelta rischia l’estinzione,
decide di mostrare al mondo che le persone hanno ancora bisogno
delle fate madrine. Interpretato da Isla Fishere Jillian Bell, il film è un ode alla felicità e
alla vita, capace di regalare sorprese e magia anche nei momenti
più inaspettati.
Stargirl, di Julia
Hart. Con Grace VanderWaal, Graham Verchere, Karan
Brar, Maximiliano Hernandez, Darby Stanchfield e
Giancarlo Esposito, il film ha per protagonista
Leo Borlock, un normale studente molto diligente ma riservato. Q
incontra Stargirl Caraway, una nuova studentessa allegra e
appassionata di musica, Leo si lascia contagiare dal suo fascinano
e dal suo carisma, trascinandolo in un carosello di emozioni. Il
film, tra musica ed emozioni, è una celebrazione dell’unicità,
della gentilezza e del potere dell’umanità.
Black Beauty – Autobiografia di un
cavallo, di Ashley Avis. Moderna rivisitazione del
romanzo di Anna Sewell, il film narra la storia di
una puledra selvaggia, catturata e strappata alla famiglia che
finisce nelle scuderie Birtwick, dove incontra Jo Green, una
ragazza con cui sviluppa un legame indissolubile, fondato
sull’amicizia e l’affetto. Valori che accompagneranno entrambe
attraverso le molteplici avventure e sfide della loro vita. Il film
ha tra i suoi protagonisti l’attrice Mackenzie
Foy, mentre se visto in lingua originale si può ritrovare
la voce di Kate Winslet
come interprete di Black Beauty.
Safety, di
Reginald Hudlin. Film di genere sportivo, Safety
racconta la storia vera di Ray McElrathbey, un giovane giocatore di
football per la squadra della sua università, che si trova a
doversi prendere cura del fratellino di 11 anni. Da questa
necessità, nasceranno naturalmente ostacoli, davanti ai quali Ray
non si lascerà mai vincere. È questo un film sulla speranza, la
caparbietà e l’amore fraterno, interpretato dagli esordienti
Jay Reeves e Thaddeus J. Mixson.
Per la Disney raccontare questa storia ha significato dar voce a
chi fino ad oggi non l’ha avuta, offrendo dunque al pubblico un
racconto che oltre ad essere ricco di emozioni permette anche di
dar vita a profonde riflessioni sul senso dei legami che
abbiamo.