Nel film ambientato nel mondo internazionale della musica classica, TÁR è incentrato sulla figura della prima donna della storia a divenire direttrice di una delle più importanti orchestre tedesche.
Ecco tutte le protagoniste del film sul red carpet della mostra.
Il copione è stato scritto per un’artista: Cate Blanchett. Se avesse rifiutato, il film non avrebbe mai visto la luce. I cinefili, gli appassionati e il pubblico in generale non ne saranno sorpresi. Dopotutto, Blanchett è una maestra assoluta. Mentre giravamo il film, l’abilità sovrumana e la verosimiglianza di Cate sono stati qualcosa di veramente sbalorditivo da vedere. Ha avuto un effetto positivo su di tutti. Il privilegio di collaborare con un’artista di questo calibro è qualcosa di impossibile da descrivere adeguatamente. Sotto ogni punto di vista, questo è il film di Cate.
Nell’ambito di Venezia Classici, alla 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la regista Nancy Buirski presenta il suo ultimo film, Desperate Souls, Dark City and the Legend of Midnight Cowboy, un interessante e appassionato documentario che ripercorre la produzione di Un Uomo da Marciapiede (in originale Midnight Cowboy) e più propriamente è un discorso su un oscuro e difficile capolavoro e sulle persone straordinariamente talentuose e imperfette che l’hanno realizzato.
Abbiamo parlato con Buirski, che ha ricordato così la prima volta che ha visto il film: “Quando ho visto Midnight Cowboy sono rimasta shoccata. Ci sono stati altri film di quel periodo che avevano un’atmosfera simile e che condividevano quei valori, come Il Laureato, me quel film era realizzato in maniera visivamente compiacente, questo era grintoso, insolito, John Schlesinger voleva realizzarlo in bianco e nero, ma non gliel’hanno permesso, e così ha scelto quella fotografia così sporca, firmata da Adam Holender che aveva già lavorato con Roman Polanski.”
Come si spiega un successo così importante per un film così controverso?
“Penso che vivessero in un periodo in cui le persone erano ricettive a questo tipo di film e di storia. C’era stata la Guerra del Vietnam, c’erano stati i primi movimenti per i diritti civili, le persone si facevano domande, cercavano di capire cosa non andava nella loro società. Erano pronti a recepire film del genere che parlavano di realtà”.
Quanto ci è voluto per raccogliere tutte le testimonianze e come mai Dustin Hoffman non è nel film?
“Non era disponibile, purtroppo. Ci abbiamo messo poco tempo, circa 3 settimane, due a New York e una Los Angeles e avremmo voluto aspettare Dustin, ma siamo stati costretti ad andare avanti per via della programmazione. Abbiamo cominciato a montare a dicembre e ci è voluto molto più tempo, perché il montaggio detta lo storytelling del film; spesso si sa come cominciare e come finire un film, ma non si sa come farlo sviluppare, poi io lavoro senza sceneggiatura, e il risultato è stato una conversazione che tocca tutti gli argomenti in maniera organica.”
Oggi si potrebbe fare un film come Un Uomo da Marciapiede?
“Non saprei, credo che alcuni temi sarebbe considerati invecchiati, siamo in un momento molto avanzato in merito alla rappresentazione dell’omosessualità, ad esempio. Poi ci sono molti film che ora hanno un aspetto così ruvido, non sembrerebbe insolito, oggi. Un sacco di film indipendenti in Europa hanno questo aspetto. Potrebbe essere fatto ma non sarebbe tanto inusuale.”
Il documentario sta acquistando sempre più importanza, anche nelle selezioni dei festival più prestigiosi, come Venezia, cosa ne pensa?
“Sono già stata selezionata a Venezia, e poi a Cannes qualche anno fa. Non mi posso lamentare della considerazione che i miei documentari hanno presso i festival europei. Penso che questo dipenda più dai periodi che da una parabola in costante ascesa. È un periodo molto importante per i documentari e per me che sono in questo settore da tempo è tutto molto bello.”
E Venezia sembra proprio il festival giusto dove presentare un documentario, dato che la sua storia annovera addirittura un Leone d’Oro trai documentari selezionati (Sacro GRA per Venezia 70).
Jennifer Walters (Tatiana Maslany) è l’ultima aggiunta tra i supereroi del Marvel Cinematic Universe. La protagonista della serie originale Disney+She-Hulk: Attorney at Law. non è solo uno dei migliori supereroi del franchise, ma è anche un incredibile avvocato.
Data la sua fama nel sistema giudiziario, Jenn Walters è viene scelta per difendere alcuni supereroi. Dopo aver i primi episodi di She-Hulk, i fan non possono fare a meno di chiedersi quali sono gli Avengers che in futuro potrebbero avere Jenn come avvocato.
Hulk
She-Hulk mostra un nuovo lato di Hulk (Mark Ruffalo) nell’MCU, ma non possiamo dimenticare il passato burrascoso di questo Avengers. Chissà in che modo il colosso verde è stato in grado di eludere le cause legate alle sue azioni irruente.
Senza dubbio, il Dottor Bruce Banner ha accumulato un debito incredibile con la legge, anche se è probabile che il suo status di Vendicatore gli permetta di essere assolto da ogni responsabilità. In ogni caso, se Bruce dovesse mai aver bisogno di un avvocato, probabilmente potrà contare sulla cugina She-Hulk.
Ant-Man
Scott Lang di Paul Rudd oggi è un Vendicatore, ma la sua storia prima di diventare un supereroe è tutt’altro che immacolata. In passato, Ant-Man era uno scassinatore ed è stato gettato in gattabuia almeno una volta.
Anche se ora è sulla retta via, di tanto in tanto Scott si trova ad essere dalla parte sbagliata della legge, non dimentichiamo la violazione dell’ordine di arresto domiciliare in Ant-Man and the Wasp. Se l’FBI scoprirà questa trasgressione, Ant-Man avrà bisogno di un difensore del calibro di Jennifer Walters.
Moon Knight
La serie MCU Moon Knight ha introdotto il pubblico alle molteplici personalità di Marc Spector, Tra queste, non può mancare l’alter ego malvagio Jake Lockley. Nella scena post-credits del finale di stagione, Lockley uccide Arthur Harrow.
L’omicidio di Harrow potrebbe tornare a perseguitare il protagonista nella seconda stagione. Immaginate se, all’apertura della prossima stagione, apparisse She-Hulkin veste di avvocato per difendendere. Marc Spector da un crimine che non sa di aver commesso. Questo cross-over sarebbe anche il modo perfetto per legare Moon Knight agli eventi del resto dell’MCU.
Il Soldato d’Inverno
Bucky Barnes, il Soldato d’Inverno, ha una storia travagliata all’interno dell’MCU. Dopo essere stato un assassino per l’HYDRA durante la Guerra Fredda, il personaggio si è riformato e ora sembra avere intenzioni più eroiche.
Bucky ha scelto di stare dalla parte dei buoni ma, data la sua propensione a disobbedire agli ordini che ritiene ingiustificati, l’ex assassino potrebbe avere qualche ricaduta. Se così accadrà, il Soldato d’Inverno avrà bisogno di un avvocato esperto come She-Hulkin grado di coprirgli le spalle in tribunale.
Hawkeye
Nonostante la sua carriera prevalentemente eroica nell’MCU, Clint Barton ha vissuto una fase particolarmente buia dopo la morte della sua famiglia nella Decimazione. Il Vendicatore ha trascorso diversi anni come Ronin e in questo periodo ha spietatamente ucciso grandi bande di criminali in tutto il mondo.
L’MCU ha sorvolato sui crimini di Barton/Ronin. Nel caso in cui il passato di Occhi di Falco fosse portato alla luce, Jennifer Walters a.k.a. She-Hulksarebbe la perfetta consulente legale di Clint.
Spider-Man
Spider-Man ha avuto la sua giusta quota di problemi legali nell’MCU. Dopo che la sua identità è stata rivelata alla fine diSpider-Man: Far From Home, Peter Parker si è ritrovato con le spalle al muro.
Anche se No Way Home ha mostrato Matt Murdock (Charlie Cox) come difensore legale di Peter, non sarebbe male vedere un altro avvocato, per di più una supereroina come She-Hulk, prendere le parti di Spider-Man. Ancora meglio, potrebbe nascere un’eroica squadra di avvocati capitanata da Murdock e Walters.
Scarlet Witch
Wanda Maximoff è stata uno dei Vendicatori più importanti prima della sua svolta malvagia in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Scarlet è responsabile dell’incidente di Westview e dell’attacco a Kamer-Taj e, se mai riapparirà nell’MCU, si troverà a fare i conti con la giustizia.
Wanda ha dimostrato di essere uno dei cattivi più potenti della Marvel. Anche se sembrano esserci poche giustificazioni per le azioni raccapriccianti di Scarlet, Jennifer Walters saprebbe come scagionare l’ex-Avengers, magari facendo leva sull’instabilità mentale causata dal Darkhold.
Doctor Strange
Doctor Strange è uno dei più grandi eroi dell’MCU, soprattutto per la sua dedizione a fare sacrifici per salvare il mondo. La sua più grande scommessa è arrivata alla fine di Avengers: Infinity War, quando Strange ha dato la Pietra del Tempo a Thanos.
Anche se la scelta di Strange alla fine ha portato alla sconfitta di Thanos, il suo piano ha causato la scomparsa della metà della popolazione per cinque anni. Coloro che sono stati vittima di questo compromesso potrebbero richiedere la condanna di Strange. In tal caso, una supereroina come She-Hulk saprebbe come difendere le motivazioni eroiche di Strange.
Captain America
Capitan America è stato spesso descritto come il supereroe che gioca sempre seguendo le regole e che non si lascia contaminare dalle aree moralmente grigie del mondo moderno. Tuttavia, più volte l’eroe MCU si è trovato dalla parte sbagliata, soprattutto in Capitan America: Guerra Civile. Nel film, il Vendicatore disobbedisce apertamente gli Accordi di Sokovia.
Molti fan si aspettano che She-Hulk approfondisca lo stato attuale degli Accordi di Sokovia, magari rivelando anche la posizione di Jennifer Walters rispetto al movimento. Data l’infatuazione di Jenn nei confronti di Steve Rogers, She-Hulk non saprebbe resistere all’opportunità di difendere il Vendicatore in tribunale.
Iron Man
Tony Stark di Robert Downey Jr. è forse l’eroe più amato dell’MCU, ma questo non lo rende indenne dalle accuse che altri Vendicatori hanno mosso verso di lui. Tra le varie, ricordiamo quelle per aver creato Ultron, l’androide che ha quasi distrutto il pianeta.
Un flashback potrebbe raccontarci come sarebbero andate le cose se Tony fosse finito sotto accusa per il suo esperimento. In questo caso, She-Hulk sarebbe stata la sua unica possibilità per uscire illeso dal processo. Essendo la cugina di uno dei più cari amici di Tony, Jenn avrebbe fatto del suo meglio per scagionare Stark, lasciando emergere le intenzioni positive del supereroe.
Lo stesso regista due volte premio Oscar ha presentato il film che, più come un racconto autobiografico, definisce una auto-fiction, e spiega: “Viviamo in un mondo molto finto e credo che pian piano ci rendiamo conto che tutte le storie sono un tentativo di dare senso alla propria vita, ma gli eventi che capitano vengono interpretati in base alle proprie esperienze e alla propria cultura. Una persona diversa da noi può interpretare quello stesso evento in maniera completamente differente, è per questo che il nostro personaggio dice che la memoria non ha verità ma solo una certezza emotiva. Non farei mai un tentativo di realizzare un film biografico, perché non conosco niente di tanto noioso come la mia vita. Questo è un tentativo di identificare momenti, ricordi, aneddoti, paure e sogni che mi hanno formato negli ultimi 20 anni. 21 anni fa in questo giorno esatto lasciavamo il Messico, è per me questo momento è un cerchio che si chiude, così come il film è circolare. È un tentativo emotivo di dare senso a cose che non ne hanno. Non c’è logica in questo film, così come i sogni non hanno logica, e questo film è proprio come un sogno. Non c’è niente di più noioso della verità, preferisco l’interpretazione.”
Il film si muove spesso su un sottile confine, tra il dramma e la commedia grottesca, come l’idea, che nel film è realtà, di Amazon che compra la California del Sud. Per Alejandro G. Inarritu non siamo tanto lontani dalla realtà: “Alcune idee del film che sembrano divertenti sono in realtà molto più realistiche di quanto non sembrino, ad esempio molte corporazioni e aziende, oggi, sono molto più ricche di interi Paesi. Torneremo al feudalesimo, secondo me, con le Corporation che danno lavoro a tantissime persone, prendete ad esempio Walmart che dà lavoro a talmente tante di quelle persone che potrebbero essere la popolazione di una nazione. Ho cercato di giocare con l’umorismo e di trovare un tono che spesso è ridicolo, spesso trascendiamo nella stupidità.”
“Non c’è niente di più noioso della verità, preferisco l’interpretazione.”
Ma cos’è il Bardo? “E’ la parola con cui i buddisti indicano quello che per i cattolici è un Limbo. Per me è dove questo personaggio vive, dove le idee e i ricordi muoiono, dove le cose si trasformano di continuo. Io sono un uomo senza terra, perché sono messicano per gli americani e americano per i messicani. Ed è una condizione da immigrato, è una posizione molto vulnerabile, una specie di Limbo.”
Silverio, il protagonista del film, è un uomo di grande successo, quanto c’è di auto-biografico in questo personaggio? “Per me il successo è dolce-amaro. Il successo ti mette in una posizione privilegiata, ma allo stesso tempo hai un sacco di obblighi e aspettative, e questo ti mette sotto i riflettori, dove a volte ne hai abbastanza. Io non mi sto lamentando del mio successo, sarei ridicolo, ma il successo ha un costo, ovvero paghi il prezzo del tempo che impieghi a costruire opere d’arte e il cinema è un lavoro molto faticoso. Ci vuole tempo per capire certe cose e quando sei giovane vuoi prendere il mondo a morsi, ma con il tempo capisci che le cose importanti sono altre, e, sì, c’è del rimpianto.”
Bardo ha molti echi di Birdman, che cosa hanno in Silverio, Riggan e Alejandro? “Nel 2012 ho cominciato a meditare ed è stato per me un punto di svolta, perché ho cominciato a vedere i miei pensieri in una maniera molto chiara. Ero sempre coinvolto nei miei pensieri, ma guardarli dall’esterno mi ha permesso di ridere di me stesso e delle mie certezze, condividendole con un po’ di paura ma con onestà. Forse i personaggi di Bardo e di Birdman hanno qualcosa in comune, ma Silverio non reagisce, lui risponde e osserva, a differenza di Michael Keaton che è molto reattivo. Uno accetta di essere nel Bardo, di non essere certo di niente, quando invece tutti noi cerchiamo di avere sempre ragione, cosa che ci porta una certa quantità di sofferenza. L’atteggiamento di Silverio è molto più liberatorio.”
Apre la sezione Orizzonti di Venezia 79Princess di Roberto De Paolis, un progetto che si proietta nella realtà e che propone allo spettatore un ritratto insolito di una “principessa” contemporanea. Il titolo del film, i credits in testa e in coda, costruiscono una cornice favolistica a una storia che invece si rivela cruda e cattiva, ma che non manca di tocchi di dolcezza e tenerezza. Una fiaba moderna, forse, o più verosimilmente uno sguardo (inizialmente) imparziale su una realtà che di fiabesco ha davvero poco.
C’era una volta Princess
Princess è una giovane clandestina nigeriana che vende il suo corpo ai margini di una grande città. Come un’amazzone a caccia, protetta dalle sue amiche, si muove in una pineta che si estende fino al mare, un bosco “incantato” in cui trovare rifugio, nascondersi dalla vita e guadagnarsi il pane quotidiano. Per sopravvivere, Princess deve ogni giorno schivare pericoli e sentimenti, fiutare l’odore dei soldi e raggirare i clienti. La sua vita è un susseguirsi di giorni sempre uguali, uno dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Finché un giorno, incontra un uomo che vorrebbe salvarla, un’animo puro che però lei sembra non riconoscere, perché non è abituata alla gentilezza e perché, prima di tutto, deve imparare a salvarsi da sola.
De Paolis ha scelto Glory Kevin per interpretare la protagonista. Lei interpreta se stessa, con quell’istinto e quella feroce tipiche degli attori dilettanti, ma con un fuoco in più, perché si capisce che Kevin, nel film, vede anche un’occasione di riscatto per se stessa. Il regista, che nella prima parte si defila ai margini della storia come un osservatore che permette alla sua protagonista di agire indisturbata in una quotidianità meccanica ma non priva di una sua magia e poesia, entra prepotentemente nella storia e nella scrittura nella seconda parte del film, che risulta infatti meno riuscita, con Princess/Glory che sembra più impacciata e incerta nei suoi passi accanto a Lino Musella, splendido e delicato coprotagonista, più una spalla, uno strumento narrativo per portare avanti la parabola della protagonista.
Tuttavia, dopo la brusca rottura che non sveliamo per non rovinare la visione, la vita della protagonista non sembra subire una svolta, almeno non in positivo, anzi, isolata da quella sua sorellanza che nella prima parte del film risultava tanto vitale e fondata per il personaggio.
Con Princess, De Paolis sceglie una strada insolita e in qualche modo coraggiosa, ma non si dimostra capace di stare al suo posto, sfruttando il grandissimo potenziale della sua protagonista e invadendone gli spazi per l’esigenza di scrivere e pilotare la storia.
Disney+ ha annunciato che la prima stagione dell’acclamata serie originale The Bear creata da Christopher Storer (Ramy, Eighth Grade – Terza media), che è anche executive producer insieme a Joanna Calo (BoJack Horseman, Undone), Hiro Murai (Atlanta, Station Eleven) e Nate Matteson (Station Eleven, The Choe Show) di Super Frog e Josh Senior, mentre Tyson Bidner (Ramy) è il produttore e Matty Matheson è il co-produttore. La serie è prodotta da FX Productions ed è stata rinnovata per una seconda stagione.
The Bear: quando esce e dove vederla in streaming
The Bear debutterà sulla piattaforma streaming il prossimo 5 ottobre in Italia, con tutti gli otto episodi disponibili.
La serie si aggiunge a una lista di titoli in arrivo in streaming in autunno su Disney+, tra cui Andor (21 settembre), la seconda stagione di The Kardashians (22 settembre), The Old Man(28 settembre) e Candy (12 ottobre).
The Bear: trama e cast
The Bear ha come protagonista Carmen “Carmy” Berzatto (Jeremy Allen White), un giovane chef proveniente dal mondo della ristorazione, che torna a casa a Chicago per gestire la paninoteca di famiglia, The Original Beef of Chicagoland, dopo uno straziante lutto in famiglia. In un mondo lontano da quello a cui era abituato, Carmy deve affrontare la dura realtà della gestione di una piccola impresa, il suo personale di cucina ostinato e riluttante, oltre ai suoi tesi rapporti familiari, il tutto affrontando le conseguenze del suicidio del fratello.
The Bear parla di cibo, di famiglia, della follia della routine, della bellezza del Senso di Urgenza e dei ripidi e scivolosi inconvenienti. Mentre Carmy lotta per trasformare sia The Original Beef of Chicagoland che se stesso, lavora al fianco di una squadra di cucina un po’ sopra le righe che alla fine si rivela essere la famiglia che ha scelto.
Oltre a White, questa serie comedy con episodi dalla durata di mezz’ora vede nel cast la presenza di Ebon Moss-Bachrach (“Richard ‘Richie’ Jerimovich”), Ayo Edebiri (“Sydney Adamu”), Abby Elliott (“Natalie ‘Sugar’ Berzatto”), Lionel Boyce (“Marcus”), Liza Colón-Zayas (“Tina”), Edwin Lee Gibson (“Ebraheim”) e Matty Matheson (“Neil Fak”).
Apre ufficialmente la vendita dei biglietti di HOPE, edizione 2022 di Lucca Comics & Games: dopo gli oltre 80.000 ingressi venduti in modalità early bird – pensata per dare opportunità agevolate ai più fedeli visitatori del festival – da oggi alle ore 16 sarà possibile acquistare ogni tipologia di ingresso e abbonamento, incluso il Level UP, lo speciale biglietto a tiratura limitata valido per i cinque giorni e con vantaggi esclusivi riservati ai suoi possessori.
Come già anticipato, Lucca Comics & Games, attento alla sicurezza dei visitatori, ha deciso di adottare misure di autocontenimento nell’emissione dei biglietti: il tetto massimo di biglietti vendibili è stato fissato a 55.000 per ogni singola giornata, rispetto a una superficie espositiva della manifestazione 2022 superiore a quella del 2019. Qualora le condizioni generali e le normative vigenti lo permettessero, si valuterà un eventuale ampliamento di questo limite. Nel caso in cui il numero massimo di biglietti non sia raggiunto con la vendita online, sarà possibile acquistare eventuali ingressi residui anche in loco nei giorni del festival.
L’edizione si preannuncia particolarmente ricca: dopo gli annunci di luglio, il programma vanta un’altra novità che farà la gioia dei fan dell’animazione. Tra i grandi ospitiinternazionali di questa edizione, Gorō Taniguchi regista di One Piece Film: Red, che sarà presente sabato 29 ottobre in occasione del più grande evento di One Piece mai visto in Italia promosso da TOEI Animation Europe e Anime Factory. La presenza del regista all’anteprima nazionale è solo il primo degli appuntamenti che a Lucca Comics & Games celebreranno le avventure di Rufy e la sua ciurma.
Le prossime settimane saranno fondamentali per scoprire le novità di questa edizione, i contenuti culturali, gli ospiti e le diverse aree cittadine coinvolte: sito web e canali social di Lucca Comics & Games saranno gli spazi in cui poter trovare tutte le informazioni e gli aggiornamenti, svelando giorno dopo giorno i dettagli dell’edizione 2022. Il momento clou è previsto per giovedì 29 settembre, con l’attesissima conferenza stampa in cui sarà presentato ufficialmente il programma di HOPE. L’evento, in diretta da Lucca, sarà fruibile pubblicamente in streaming sui canali del festival e segnerà il countdown finale verso il 28 ottobre.
DETTAGLI BIGLIETTERIA
Tutti i biglietti online sono print@home. Per ogni account sarà possibile acquistare fino a un massimo 15 biglietti: dopo l’acquisto non sarà possibile cambiare data o chiedere il rimborso, ma eventualmente si potrà mettere in vendita il proprio biglietto attraverso l’area dedicata Rivendita biglietti del sito Vivaticket (shop.vivaticket.com/it/handback).
I braccialetti – necessari per entrare nelle diverse aree del festival – potranno essere ritirati presso i Welcome DESK presentando i biglietti e, in caso di acquisto di biglietti per più giornate, saranno consegnati tutti insieme in un’unica occasione. Torna la possibilità di accedere al servizio “Salta il Welcome DESK” (acquistabile solo fino al 10 ottobre): con una spesa aggiuntiva di € 9,99 sarà possibile ricevere i braccialetti direttamente a casa (per gli acquisti fatti a partire dal 1° settembre).
Il prezzo di biglietti e abbonamenti ridotti è pari a quello dell’early bird. Non mancano inoltre gli amati abbonamenti per i Level UP Fan, a tiratura limitata: un’occasione per vivere al meglio le cinque giornate di Lucca Comics & Games 2022, con servizi esclusivi e opportunità dedicate. Questa tipologia di abbonamento, venduta al prezzo di € 340,00 (+ 2,50 di prevendita ed eventuali commissioni di Vivaticket), consentirà di partecipare a condizioni uniche a tutti i giorni di festival. Dall’1 al 5 settembre i Level UP Fan delle precedenti edizioni potranno acquistare in prelazione uno dei 300 abbonamenti speciali in vendita, utilizzando il codice a loro fornito. A partire dal 6 settembre, l’acquisto degli abbonamenti Level UP sarà aperto a tutti. Tra i servizi inclusi: badge esclusivo collezionabile e braccialetto dedicato, welcome Bag, accesso a due location riservate, servizio deposito gratuito e spedizione con prezzo scontato, ‘salta la fila’ ai padiglioni, ‘salta la fila’ – previa prenotazione – valido per gli incontri al cinema e per gli incontri nelle sale, incontri esclusivi con autori, aperitivi e colazioni con ospiti, serate experience con gli ospiti del festival.
Le persone con disabilità hanno diritto a un biglietto omaggio che potrà essere ritirato, insieme al biglietto ridotto per un eventuale accompagnatore, presso i Welcome Desk dedicati, che saranno comunicati nel sito web nelle prossime settimane.
L’ingresso gratuito è previsto anche per i bambini nati dal 01/01/2013 (che devono essere sempre accompagnati) ma non richiede il ritiro di un biglietto omaggio dedicato o di un braccialetto. In casi dubbi, il personale potrà richiedere di esibire un documento che ne attesti l’età.
Dal 1° settembre al 10 ottobre sul portale Vivaticket saranno disponibili anche i biglietti comitiva (solo giornalieri), acquistabili in “carnet” di 20 biglietti (1 omaggio ogni 20 biglietti acquistati) con consegna via corriere dei braccialetti. I prezzi saranno pari a quelli dei giornalieri ridotti oltre al costo della spedizione pari a € 9,99.
Come anticipato a luglio, restano attive delle speciali riduzioni legate a iniziative come la Bag of Lucca: tutti gli aventi diritto riceveranno un codice e potranno acquistare l’ingresso prescelto a prezzo ridotto l’accesso al festival; i braccialetti dovranno essere ritirati presso i Welcome Desk.
Durante il San Diego Comic-Con, la Marvel ha annunciato che a chiudere la Fase 6ci saranno due film dei Vendicatori. Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Warsusciranno nel 2025, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. I fan dei fumetti conoscono già Secret Wars. Ci sono due storie famose legate a questo titolo. Probabilmente, la miniserie più recente, quella che include il multiverso, le incursioni e un riavvio del Marvel Universe, sarà la principale fonte di ispirazione per il film Avengers. Forse non otterremo un adattamento completamente fedele, ma crediamo che l’MCU saprà fare buon uso di alcuni elementi della storia originale…
La morte dell’Universo Marvel
Secret Wars inizia in modo esplosivo, letteralmente. L’Universo Marvel e l’Ultimate Universe sono nel mezzo di un’incursione. Gli eroi di entrambi i mondi si riuniscono per cercare di salvare le realtà, anche adottando misure estreme, ma alla fine non c’è nulla che si possa fare per evitare la distruzione dei due universi.
L’Universo Marvel non ha una controparte. Chiudere la Fase 6 con la distruzione dell’MCU sarebbe sconvolgente, ma sicuramente il franchise saprà sviluppare la storia di Secret Wars in modo coerente.
La faccia di Destino
Pare che il Dottor Destino farà il suo debutto nell’MCU in Black Panther: Wakanda Forever e sicuramente Victor Von Doom resterà in giro nel franchise per i prossimi anni. Probabilmente, ad un certo punto la sua storia di origine sarà esplorata e siamo davvero curiosi di scoprire come i Marvel Studios ricreeranno il volto di Destino sotto all’iconica maschera.
L’interprete di Von Doom sarà sicuramente un attore di grande fama, ma se l’MCU seguirà la linea dei fumetti, ci sarà da attendere fino a Secret Wars prima di scoprirne il volto.
Tradimento
Dopo l’incursione, nel nuovo mondo di Secret Warspoche persone ricordano com’erano le cose in precedenza. Tra di loro c’è Doctor Strange. Doom diventa il Dio di questo nuovo mondo, ma i frammenti di realtà che ha riunito sono tutt’altro che perfetti e, per controllare il tutto, Destino ha bisogno di un aiuto. È qui che entra in gioco Stephen Strange. Inizialmente, Strange e Destino sembrano diventare amici, ma in seguito Stephen si rende conto che c’è la possibilità di rimettere il mondo nella giusta direzione.
Ovviamente, Victor non ne è felice e, con un semplice gesto della mano, uccide brutalmente il Doctor Strange. Sarebbe straziante assistere alla morte di Strange dopo così tanti anni (e film) nel Marvel Cinematic Universe, ma ci piacerebbe vedere i due personaggi lavorare insieme sulla scena.
Il Dottor Destino uccide Thanos
In Secret Wars, il Dottor Destino si trova faccia a faccia con Thanos. Il Titano Pazzo è un altro sopravvissuto dell’Universo Marvel e crede di poter rovesciare Victor, ma presto scopre di non essere all’altezza del Dio.
Nei fumetti, Doom uccide Thanoscon un pugno al petto, gli strappa via la spina dorsale e lo trasforma in polvere. Come Avengers: Infinity War ha dimostrato, Thanos è davvero potente. Se mai verrà ucciso da Destino, la lotta tra i due dovrà essere costruita in modo credibile.
Spider-Man e Miles Morales
Secret Wars è una storia intensa e di alto livello, ma non è priva di scene più leggere. Nella nuova realtà, Peter Parker e Miles Morales si riuniscono e cercano di capire cosa sta succedendo. Nel corso delle loro vicende, si trovano faccia a faccia con Molecola: si scopre che è il personaggio è il collante di questa nuova realtà. Speriamo che il Marvel Cinematic Universe includa questa parte in Avengers: Secret Wars, specialmente dopo aver visto i siparietti divertenti dei tre Spider-Man in No Way Home.
La morte della Cosa
Essendo diventano un Dio, nella nuova realtà il Dottor Destino si prende la sua piccola rivincita sui Fantastici Quattro. Mister Fantastic sparisce, Torcia umana viene usata come “sole” del mondo, e la Donna Invisibile diventa la moglie di Victor Von Doom.
La Cosa, nel frattempo, viene trasformata in un muro per proteggere il mondo dai resti di realtà più oscure. Successivamente Franklin Richards, il figlio di Doom e Sue in questo mondo, ingaggia La Cosa e, attraverso Galactus, distrugge Ben. Al di là delle trame e sottotrame, vedere i Fantastici Quattro in queste particolari vesti sarebbe curioso per i fan del Marvel Cinematic Universe.
Ritorna il Guanto dell’Infinito
In Secret Wars, Pantera Nera trova unGuanto dell’Infinito precedentemente nascosto da Dottor Strange. Nella Marvel Comics, T’Challa scatena il suo potere e lotta contro Victor. Ci piacerebbe vedere sul grande schermo il combattimento tra i due. Purtroppo, Chadwick Boseman non è più con noi, ma chiunque lo sostituirà sotto al mantello di Pantera Nera sarà in grado di affrontare Doom.
La guarigione del volto di Doom
Durante la battaglia finale, Doom finalmente fa pace con Mister Fantastic e si trova costretto ad ammettere che Reed avrebbe potuto creare un mondo molto migliore di lui se gli fosse stata data una possibilità.
È un momento umiliante per l’orgoglioso Dottor Destino, ma alla fine il leader dei Fantastici Quattro non si prende nessuna rivincita. Invece di cancellare Victor dall’esistenza, guarisce la faccia del suo più grande nemico, dimostrando fino in fondo di essere un uomo migliore. Chissà cosa succederà nella versione live-action di Secret Wars, chissà cosa hanno in mente i Marvel Studios per questa storia densa di personaggi, relazioni e conflitti.
L’attore della trilogia sequel di Star WarsDomhnall Gleeson ha recentemente affermato di essere disposto a tornare nel franchise in futuro. Dieci anni dopo la conclusione della trilogia prequel con Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, il fantasy fantascientifico è tornato al cinema con Episodio VII – Il risveglio della Forza per iniziare una nuova fase dell’universo di Star Wars. Sebbene ben accolta dalla critica, l’ultima trilogia di Star Wars si è rivelata controversa con i fan.
Nei nuovi tre film, Gleeson ha interpretato il Generale Hux, un comandante di alto rango all’interno della fazione militare malvagia il Primo Ordine, che appare in ciascuno dei film della trilogia sequel. Inizialmente comandante della Base Starkiller, un’arma delle dimensioni di un pianeta, sfida Kylo Ren (Adam Driver) per l’autorità, tradendo infine il Primo Ordine per ripicca. Tuttavia, le sue azioni provocano la sua stessa morte prematura quando viene rivelato che è una spia della Resistenza.
In una recente intervista, l’attore ha dichiarato che sarebbe entusiasta di poter tornare ad interpretare tale personaggio nella saga, avendo amato molto i film di questa. Gleeson, però, è anche consapevole che Hux non è un personaggio primario e non molti potrebbero essere interessati a vederlo nuovamente. Il fatto che il personaggio venga sbrigativamente eliminato nel corso di Star Wars: L’ascesa di Skywalker, rende inoltre più difficile un suo possibile ritorno in scena.
Come noto, però, la Disney e la Lucasfilms stanno ora puntando molto su serie spin-off come quella su Obi-Wan Kenobi, o l’attesa Andor, dedicata a Cassian Andor. Entrambi i protagonisti di queste sono morti nel corso della saga, ma i progetti a loro dedicati hanno permesso di esplorare ulteriormente la loro vita prima della tragica vita. Una simile cosa potrebbe essere fatta anche con Hux e Gleeson sarebbe dunque ben lieto di riprendere tale ruolo.
L’attrice Ana de Armas, celebre per film come Blade Runner 2049e Knives Out, interpreta l’iconica Marilyn Monroenell’atteso film NetflixBlonde. Ancor prima di diventare disponibile al pubblico, dal 28 settembre, il film sta già facendo parlare molto di sé. Negli Stati Uniti, infatti, Blonde ha ricevuto il rating “restricted”, che vieta dunque la visione ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto. Ciò sarebbe dovuto per via della presenza di scene sessualmente esplicite.
La de Armas, tuttavia, si è detta particolarmente contraria da questa decisione, non comprendendone i motivi. “Potrei citare numerosi film o show che sono molto più espliciti e che hanno molti più contenuti sessuali rispetto a Blonde. Per raccontare questa storia era importante mostrare tutti questi aspetti della vita di Marilyn, che l’hanno portata a fare la fine che ha fatto. Tutti nel cast sapevamo che avremmo dovuto esplorare anche gli angoli più bui.” Lo stesso regista, Andrew Dominik, ha affermato che per poter davvero raccontare la Monroe era indispensabile realizzare il film così come è stato realizzato, con contenuti necessariamente adulti nei toni.
Blonde, dunque, si preannuncia più cupo e introspettivo di quanto si potesse immaginare, non facendosi problemi a mostrare anche i momenti più delicati, e per questo significativi, della vita di Marilyn. La de Armas, inoltre, già sin dalle prime immagini è stata vista come l’interprete perfetta per la parte. Dalle sue parole, si può anche capire quanto tenga a questo progetto. Per poter scoprire quali aspetti il film realmente affronta occorrerà ora attendere l’arrivo del film sulla piattaforma, ma già dalla sua presentazione in concorso al Festival di Venezia si potrà avere qualche notizia in più a riguardo.
Il nuovo film di Francis Ford Coppola, Megalopolis, aggiunge Shia LaBeouf al suo cast stellato, nonostante le numerose controversie che circondano l’attore. Coppola, il leggendario sceneggiatore e regista dietro la trilogia de Il Padrino e Apocalypse Now, è ampiamente considerato uno dei più grandi registi di tutti i tempi, ma negli ultimi anni egli ha di molto diradato la sua presenza al cinema. Basti pensare che il suo ultimo lungometraggio, Twixt, risale al 2011.
Il regista è però ora pronto a tornare dietro la macchina da presa con Megalopolis, un progetto da lui scritto negli anni ’80 e ambientato in una versione di realtà alternativa di New York chiamata New Rome. La trama del film, ancora segreta, è ad oggi sintetizzata come una “storia epica di ambizione politica, genio e amore conflittuale“. Il cast di Megalopolis include già attori del calibro di Adam Driver, Forest Whitaker,Nathalie Emmanuel, Jon Voight, Laurence Fishburne e Aubrey Plaza. Ora, con le riprese previste per questo autunno, il film da 100 milioni di dollari di Coppola ha aggiunto un altro grande nome al suo cast.
Non è noto quale ruolo LaBeouf ricoprirà nel film, ma egli viene ad oggi indicato come uno dei principali protagonisti. La scelta dell’attore ha destato non poche sorpresa, viste le controversie che da qualche tempo egli si porta dietro. Nel 2020 egli era infatti stato accusato dall’ex fidanzata di aggressioni di vario tipo, mentre di recente ha fatto discutere il suo tutt’ora non chiarito abbandono del film Don’t Worry Darling e le seguenti discussioni con la regista Olivia Wilde. Nonostante queste ed altre polemiche, LaBeouf sembra pronto per un ritorno in grande stile. Il primo progetto in cui lo si potrà ritrovare sarà il film di Abel FerraraPadre Pio, che sarà presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia.
Il tanto atteso sequel di Avataruscirà finalmente a dicembre con il titolo Avatar: La Via dell’Acqua. Ad oggi sono state divulgate pochissime informazioni riguardo a questo sequel, ma è noto che gran parte del cast originale sarà parte di esso, inclusi Sam Worthington, Zoe Saldana e, naturalmente, la leggendaria attrice Sigourney Weaver. Il film, come noto, è famoso per il suo massiccio e rivoluzionario uso della CGI, ma secondo la Weaver, a rendere impegnativo il suo ruolo non è stato il dover lavorare a stretto contatto con la motion capture.
Intervistata da Interview Magazine, la star di Alien ha rivelato che il suo personaggio ha preso alcune notevoli svolte creative in questo nuovo film. L’attrice interpreta infatti non più la scienziata Grace Augustine, bensì una bambina Na’vi di nome Kiri, figlia adottiva di Jake e Neytiri. L’attrice si è detta è grata per l’opportunità di poter prendere parte al nuovo film con un ruolo inedito, affermando: “penso che se James Cameron non mi avesse conosciuto così bene, non mi avrebbe scelto per una cosa così bizzarra come questa. Ho dovuto lavorare in un modo completamente diverso per interpretare questo personaggio, un modo molto fisico”.
La Weaver interpreta dunque un personaggio adolescente, che le ha dunque richiesto una notevole attività fisica. L’attrice, tra le altre cose, sembra infatti aver dovuto imparare a tuffarsi in apnea, imparando a trattenere il respiro per oltre sei minuti. Abbinando tutto ciò a una personalità che la Weaver ha descrive come “infantile”, diventa chiaro come la parte sia stata per lei particolarmente impegnativa. Per scoprire di più riguardo a Kiri, il suo ruolo in questo universo narrativo e a cosa realmente l’attrice si è dovuta preparare, l’appuntamento è fissato al cinema a partire dal 16 dicembre.
Guardando alle scelte dei precedenti registi, i Marvel Studios tendono a considerare quegli autori che si sono già affermati con dei film di alto profilo. Prima di approdare ad Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, Joe e Anthony Russo hanno ottenuto grandi successi sia con Captain America: The Winter Soldier che con Captain America: Civil War. Allo stesso modo, Cretton si è affermato nel MCU con l’acclamato Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Un altro esempio è il regista della trilogia di Spider-ManJon Watts, che è stato scelto per il film dei Fantastici Quattro, prima di uscire però dal progetto in favore del regista di WandaVision, Matt Shakman.
Alla luce di questi esempi, si potrebbe dire che i Marvel Studios si orienteranno verso qualcuno con cui hanno già un rapporto di lavoro. Lo studio potrebbe dunque provare a richiamare Watts per Avengers: Secret Wars, ma lo stesso si può dire per la regista di LokiKate Herron. È anche plausibile che la Marvel scelga invece qualcuno il cui primo progetto deve ancora essere rilasciato. I Russo non erano ancora entrati a far parte dell’MCU fino alla metà della Fase 2, quindi il regista di Avengers: Secret Wars potrebbe essere il regista di un film o una serie della Fase 5. Tali domande potrebbero dunque trovare risposte al D23 Expo in programma dal 9 al 11 settembre.
Spider-Man: No Way Home ha battuto i record di tutto il mondo al botteghino lo scorso dicembre ed è riuscito a superare ogni aspettativa in un panorama post-pandemia tutt’altro che roseo, di fatto dando nuova speranza a tutta l’industria. Ora, la Sony Pictures ha di recente annunciato che il film tornerà in sala in versione estesa, con ben 11 minuti in più. Questa versione, nota come Spider-Man: Now Way Home –The More Fun Stuff, sarà nei cinema italiani dal 18 settembre.
In attesa che ciò avvenga, sono finalmente stati rivelati maggiori dettagli riguardo a ciò che ci si deve aspettare da questi 11 minuti aggiuntivi. A quanto pare, la scena post titoli di coda che mostrava il trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stata sostituita da scena che aiuta a chiarire come hanno fatto le Rune di Kof-Kol ad alterare i ricordi di tutti. Molte persone hanno infatti lasciato il teatro chiedendosi come l’incantesimo abbia fatto a far dimenticare a tutti chi fosse Peter Parker.
Ancor più importante è sapere che ci saranno ulteriori scene con Tobey Maguire e Andrew Garfield insieme allo Spider-Man di Tom Holland. Anche la vita scolastica di Peter otterrà maggior risalto grazie alle scene in più. Inoltre, per i fan di Daredevil, ci saranno anche più scene con Charlie Cox, rispetto alla sola vista nella prima versione del film.
Undici minuti potrebbero non sembrare molti e anche se molto probabilmente non altereranno la storia già vista, possono comunque offrire numerosi nuovi momenti divertenti ed emozionanti, che daranno ai fan della Marvel un motivo in più per amare Spider-Man: No Way Home – The More Fun Stuff.
Per la gioia dei fan, nel film Doctor Strange nel Multiverso della Follia, sequel del film del 2016 dedicato al potente stregone Marvel, compare anche, in Terra-838, il personaggio di Reed Richards, alias Mr. Fantastic dei Fantastici 4. Interpretato da John Krasinski, questi ha dunque introdotto il primo dei quattro celebri supereroi, i quali avranno prossimamente un film tutto loro, anche se non è certo che Krasinski riprenderà il ruolo.
Come noto a chi ha visto il film, ad ogni modo, Reed Richards fa tutt’altro che una bella fine. Egli viene infatti completamente disintegrato dalla potente Wanda Maximoff, alias Scarlett Witch. Originariamente, però, sembra che il suo destino dovesse essere un altro. Lo sceneggiatore del film, Michael Waldron, ha infatti di recente rivelato di come inizialmente aveva un’idea molto diversa per ciò che avrebbero dovuto mostrare le scene dei titoli di coda. Una di queste doveva infatti coinvolgere proprio Mr. Fantastic, rivelatosi dunque ancora vivo dopo gli eventi del film.
“Nella mia prima stesura, – rivela Waldron – ho scritto un tag solo per il gusto di farlo, degli eventi del film registrati e recensiti da qualcuno nel Baxter Building, e una mano elastica che entrava nell’inquadratura per riportarlo indietro”. Lo sceneggiatore in realtà non chiarisce se quella mano elastica appartiene esattamente al Reed Richards visto nel film o ad una sua variante in un altro universo.
Con l’assenza di tale scena, dobbiamo però presumere che quel personaggio sia effettivamente morto alla fine del film. Ciò non impedirà però alla Marvel di farlo comparire ancora sul grande schermo, dato che, come già anticipato, è in fase di sviluppo un lungometraggio dedicato ai Fantastici 4, che inaugurerà la Fase 6 e il cui arrivo in sala è previsto per l’8 novembre 2024.
Nel film ambientato nel mondo internazionale della musica classica, TÁR è incentrato sulla figura della prima donna della storia a divenire direttrice di una delle più importanti orchestre tedesche.
Il commento del regista
Il copione è stato scritto per un’artista: Cate Blanchett. Se avesse rifiutato, il film non avrebbe mai visto la luce. I cinefili, gli appassionati e il pubblico in generale non ne saranno sorpresi. Dopotutto, Blanchett è una maestra assoluta. Mentre giravamo il film, l’abilità sovrumana e la verosimiglianza di Cate sono stati qualcosa di veramente sbalorditivo da vedere. Ha avuto un effetto positivo su di tutti. Il privilegio di collaborare con un’artista di questo calibro è qualcosa di impossibile da descrivere adeguatamente. Sotto ogni punto di vista, questo è il film di Cate.
Secondo giorno della la 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia in concorso arriva Alejandro G. Iñárritu con il suo Bardo, falsa crónica de unas cuantas verdades. Il regista torna nel suo Messico con un film con protagonistiDaniel Giménez Cacho, Griselda Siciliani, Ximena Lamadrid, Iker Sanchez Solano, Andrés Almeida, Francisco Rubio.
La trama
BARDO, Falsa crónica de unas cuantas verdades è un’esperienza immersiva epica e visivamente straordinaria, ambientata durante l’intimo e commovente viaggio di Silverio, un noto giornalista e documentarista messicano che vive a Los Angeles. L’uomo, dopo aver ricevuto un prestigioso riconoscimento internazionale, è costretto a tornare nel suo paese natale, ignaro che questo semplice viaggio lo spingerà verso una profonda crisi esistenziale. La follia dei suoi ricordi e delle sue paure riesce a perforare il presente, riempiendo i suoi giorni di un senso di sconcerto e stupore. Tra emozioni e abbondanti risate, Silverio lotta per trovare risposte a domande universali eppure intime, riguardanti la propria identità, il successo, la fragilità della vita, la storia del Messico e i profondi legami sentimentali che condivide con la moglie e i figli. In breve, cosa significa essere umani in questi tempi molto particolari.
Il commento del regista
Alcuni anni fa, mi sono accorto all’improvviso che la strada davanti a me era molto più breve di quella che avevo già percorso. Inevitabilmente, ho incominciato a esplorarla a ritroso e nel profondo, ma entrambi i sentieri sono ingannevoli e labirintici. Il tempo e lo spazio si intrecciano, e la narrazione che costituisce ‘la nostra vita’ non è molto più di un falso miraggio, composto da fatti percepiti in modo soggettivo dal nostro imperfetto sistema nervoso. La memoria non è veritiera, possiede soltanto convinzioni derivate dalle emozioni. È quindi la verità dell’emozione che io voglio ricercare, nell’enorme baule pieno di chimere che mi porto dietro. Avviso in anticipo: non ho trovato alcuna verità assoluta, ho solo percorso un viaggio tra realtà e immaginazione. Un sogno. I sogni, come il cinema, sono reali ma non veri, e in entrambi il tempo è liquido. BARDO è il racconto di un viaggio tra quelle due illusioni dai confini indecifrabili.
Si è tenuta questa sera la cerimonia d’apertura della 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, con l’attesa premiere di White Noise, il film originale Netflix in concorso. Presenti tra gli altri il cast del film Adam Driver, Greta Gerwig e il regista Noah Baumbach. Sul red anche il presidente di Giuria Julienne Moore e la First Lady Hilary Clinton.
Esilarante e terrificante, lirico e assurdo, semplice e apocalittico allo stesso tempo, White Noise racconta i tentativi di una famiglia americana contemporanea di affrontare i banali conflitti della vita quotidiana, confrontandosi con i misteri universali dell’amore, della morte e con la possibilità di essere felici in un mondo incerto.
Il commento del regista
Ho letto il romanzo di Don DeLillo all’università, alla fine degli anni Ottanta e mi è sembrato come se fosse adesso, o meglio, l’adesso di allora. Il libro cattura perfettamente l’assurdità, l’orrore e la follia dell’America di quel periodo. L’ho riletto nei primi mesi del 2020 e mi è sembrato come se fosse adesso. Ma l’adesso di oggi. Poche settimane dopo, il mondo si è chiuso. Ho deciso di adattare il libro perché volevo fare un film che fosse folle come il mondo mi appariva. Non è solo il ritratto di un Paese, è anche la storia di una famiglia, del caos che cerca di nascondere, dei disastri da cui vengono travolti, del modo in cui fanno squadra e sopravvivono. Come scrive De Lillo, “Traendola da un persistente senso di disastro su larga scala, continuavamo a inventare la speranza”.
L’edizione più Queer della Settimana Internazionale della Critica, nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (anch’essa estremamente attenta al tema), non poteva che cominciare con un progetto come Trois Nuits par Semaine, una commedia romantica ambientata nel mondo delle Drag Queen in una Parigi notturna ed estremamente reale, tanto quanto è onirica e sospesa l’atmosfera dei numeri musicali di queste creature affascinanti e misteriose che sono le drag che incontriamo in questa storia.
Trois Nuits par Semaine, la trama
Protagonista è Baptiste, un giovane fotografo che per necessità lavora alla Fnac, come responsabile di reparto, e che cerca senza troppa convinzione un progetto fotografico che lo appassioni. Una sera, mentre la compagna Samia, infermiera volontaria, partecipa a una campagna di sensibilizzazione, prevenzione e cura contro l’AIDS, Baptiste che la accompagna incontra Cookie Kunty, una drag Queen che da subito lo affascina. Forse è proprio lei la protagonista del suo nuovo progetto fotografico. Travolto da questa misteriosa attrazione, Baptiste comincia a frequentare Cookie, e anche Quentin, l’uomo che si nasconde dietro al suo trucco, e mette in discussione se stesso, quello che credeva di sapere di sé e tutta la sua vita.
Diretto da Florent Gouelou, Trois Nuits par Semaine apre la selezione della 37° edizione della SIC con una manciata di glitter e tanto cuore. Il film è una tenera storia d’amore, non convenzionale, e che va di pari passo con la ricerca di una propria identità che non è per forza definita da un etichetta. Quello che sembrano insegnarci Baptiste e Cookie/Quentin, interpretati dagli splendidi Pablo Pauly e Romain Eck, è che non sempre la definizione del nostro orientamento sessuale esaurisce quello che siamo come esseri umani, e che molto spetto la differenza non la fa il sesso biologico o la preferenza, ma la persona in cui ci imbattiamo. Baptiste lo impara a sue spese, mettendo in discussione una vita stabile e canonica, seppure apparentemente “seduta” su dinamiche stanche.
Quando la sua testa si apre a nuove possibilità, grazie all’incontro con questa umanità tanto distante quanto diversa da lui, anche lo spettatore è spinto a farsi delle domande, a incuriosirsi e a partecipare ad un mondo per i più vistoso e kitch, che nasconde un’umanità vibrante e meravigliosa. L’occhio di Gouelou è curioso, indulgente, benevolo, sicuramente di parte, come se un nostro conoscente ci presentasse i suoi amici più cari spendendo per loro le parole migliori.
La ricerca dell’identità fuori dalle definizioni
Il tema del doppio e dell’altro dentro di sé permea tutta la storia e fino all’ultima inquadratura mette costantemente in gioco l’identità di Quentin/Cookie: chi è questa persona? La drag o l’uomo innamorato? Con chi deve confrontarsi Baptiste, con chi può sperare di essere felice? Il trucco pesante e fatto a regola d’arte è molto più dio una maschera, quindi, diventa strumento espressivo, travestimento che svela un’altra identità, contraddizione insita in una personalità che combatte per evitare la definizione, libera da tutto tranne che dalla sua stessa paura di amare e di essere amata, come succede a tutti noi.
Ci vuole un atto di coraggio per dichiarare il proprio amore, prima a se stessi e poi alla persona amata, e Trois Nuits par Semaine ce lo racconta con ironia, delicatezza e una montagna di glitter.
Considerato uno dei maestri del moderno cinema d’azione, Michael Mann ha negli anni confezionato opere di grande valore come Manhunter, Heat – La sfida e Collateral. Un altro dei suoi film più celebri è Insider – Dietro la verità, diretto nel 1999 e in cui dà vita ad un duro atto d’accusa nei confronti delle forme estreme di capitalismo occidentale. Basato su una storia vera, il film si concentra in particolare sui pericoli legati al tabagismo ma negati dalle multinazionali del tabacco. Con il suo frenetico stile di regia, Mann porta dunque ancora una volta in scena il reale in tutta la sua complessità.
Con l’utilizzo della macchina da presa a mano, frequente nel cinema di Mann, si dà infatti vita ad un’opera che si muove tra la volontà di documentarismo e il surrealismo di determinate situazioni. A differenza dei suoi precedenti film, però, Mann dilata qui i tempi dell’azione, sottolineando la condizione di malessere vissuta dai protagonisti. Scritto dallo stesso Mann con Eric Roth, il film trae ispirazione dall’articolo L’uomo che sapeva troppo, dove si parla della vera vicenda di Jeffrey Wigand, il biochimico impegnato nella sensibilizzazione dei problemi di salute legati al fumo. Una vicenda particolarmente complessa, a cui Mann ha reso piena giustizia.
Candidato a sette Oscar, tra cui miglior film e miglior regia, senza però vincerne alcuno, Insider – Dietro la verità è ancora oggi un classico del suo genere, nonché la prova che è possibile dar vita a film ispirati a storie vere che esulino però dai canoni. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Insider – Dietro la verità
Protagonista del film è Jeffrey Wigand, dirigente di un’industria americana di tabacco. Nel momento in cui viene però licenziato, l’uomo decide di ritirarsi a vita privata con la propria famiglia, cambiando casa e intraprendendo un lavoro come insegnante. A richiamarlo nel mondo del tabacco è però il cronista d’assalto Lowell Bergman, il quale desidera ardentemente intervistarlo per la trasmissione della CBS 60 minuti. Wigand però non vuole saperne, intenzionato a non violare l’accordo di riservatezza che lo lega ancora all’azienda. Nel momento in cui inizia a ricevere minacce di morte, comprende l’importanza di quanto egli sa, decidendosi a rivelare tutto. Così facendo, però, non farà altro che esporre sé stesso e la propria famiglia a numerosi nuovi pericoli.
Il cast del film
Per il ruolo di Jeffrey Wigand, a Mann venne suggerito l’attore Russell Crowe, da poco divenuto popolare grazie a L.A. Confidential. Crowe, che all’epoca aveva solo 33 anni, accettò il ruolo ma si disse piuttosto preoccupato ad interpretare qualcuno molto più grande di lui. Egli ha così trascorso molto tempo parlando del suo personaggio e dei suoi oggetti di scena, vestiti e accessori. Ha inoltre guadagnato 16 kg per il ruolo, si è decolorato i capelli sette volte e ha applicato quotidianamente rughe e macchie sulla sua pelle per trasformarsi in Wigand. Non potendo incontrare il vero Wigand, per studiare la sua voce e il modo in cui parlava, Crowe ha ascoltato ripetutamente una sua registrazione di sei ore.
Al Pacino è stata l’unica scelta di Mann per interpretare Lowell Bergman. Voleva vedere l’attore interpretare un ruolo che non gli aveva mai visto recitare prima. Pacino, che aveva lavorato con Mann in precedenza in Heat, era più che disposto ad assumere il ruolo. Per fare ricerche per il film, i due hanno frequentato i giornalisti della rivista Time, hanno trascorso del tempo con ABC News e Pacino ha effettivamente incontrato Bergman per aiutarlo a entrare nel personaggio. Nel film è poi presente l’attore Christopher Plummer nei panni del giornalista Mike Wallace. Diane Venora è invece Liane Wigand, la moglie di Jeffrey. Si ritrovano poi anche gli attori Michael Gambon nel ruolo di Thomas Sandefur e Rip Torn in quelli di John Scanlon.
La vera storia dietro al film
La vera vicenda di Wigand diviene internazionalmente conosciuta a partire dal 4 febbraio del 1996, quando egli apparve in un’intervista rilasciata al programma di inchiesta della CBS 60 Minuti, dove affermò che la Brown & Williamson aveva intenzionalmente manipolato le sue misture di tabacco aggiungendo composti chimici, come l’ammoniaca, aventi la funzione di aumentare l’assorbimento della nicotina da parte del consumatore e quindi di aumentare la dipendenza di questo dalla sostanza. Wigand affermò in quell’occasione di aver subito anche intimidazioni e di essere stato anonimamente minacciato di morte se avesse rivelato quanto di sua conoscenza.
L’intervista trasmessa in onda, però, fu pesantemente ritagliata, eliminando le parti cruciali del discorso di Wigand. In totale disaccordo con la CBS per quanto accaduto, Bergman rassegnò le sue dimissioni. Dopo la messa in onda dell’intervista rimaneggiata, la Brown & Williamson, l’azienda per cui Wigand lavorava, tentò comunque di farlo perseguire per furto, frode e infrazione di contratto presentando nei suoi confronti un dossier di ben 500 pagine. Fortunatamente per lui, le deposizioni rilasciate alle corti di Mississippi e Kentucky uscirono dai tribunali.
Queste furono pubblicate dal The Wall Street Journal come parte di una inchiesta investigativa in risposta agli attacchi subiti dal biochimico. A quel punto che la CBS decise di rilasciare l’intervista integrale, sconvolgendo l’opinione pubblica. In seguito a tali rivelazioni, quarantasei Stati statunitensi intentarono cause all’industria del tabacco. Ciò portò a sentenze di condanne e ad un pagamento di 386 miliardi di dollari per danni alla salute.
Il trailer di Insider – Dietro la verità e dove vedere il film in streaming e in TV
Attualmente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming disponibili in rete. È tuttavia possibile fruire di Insider – Dietro la verità grazie alla sua presenza nel palinsesto televisivo di mercoledì 31 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris
Quella di Nightmareè una delle saghe più fortunate e durature del cinema horror, che dagli anni Ottanta in poi ha infestato gli incubi degli spettatori di tutto il mondo. Il primo film, Nightmare – Dal profondo della notte, è ancora oggi il capitolo più apprezzato, contenente una serie di elementi che lo rendono un vero cult del suo genere che ha dato vita ad una lunga serie di imitatori e canoni poi ripresi dal cinema dell’orrore successivo. Uscito nel 1984, questo è scritto e diretto da Wes Craven, maestro del genere noto anche per film come L’ultima casa a sinistra, Le colline hanno gli occhi e la serie di Scream.
Protagonista del film è Freddy Krueger, uno dei più iconici e spietati serial killer del cinema. Nell’idearlo, Craven unì una serie di suggestioni vissute da bambino. Il nome del personaggio deriva infatti da un bullo che lo aveva infastidito a lungo, mentre l’aspetto di è stato ispirato ad un senzatetto che il regista vide fuori dalla finestra mentre lo fissava, quando aveva dieci anni. La vicenda del film, invece, è stata ispirata allo strano caso di tre bambini che, terrorizzati da alcuni incubi, decisero di non dormire più, salvo poi morire ugualmente in circostanze misteriose.
Il film, dunque, si configura come un horror di suggestione psicologica, che traduce in realtà la figura dell’Uomo Nero. Affermatosi come un grandissimo successo e analizzato sotto vari punti di vista, tematici e tecnici, Nightmare – Dal profondo della notte è ancora oggi considerato uno dei migliori horror mai realizzati. Prima di intraprendere una visione del film, sarà utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Nightmare – Dal profondo della notte: la trama del film
La vicenda del film ha inizio nel momento in cui l’adolescente Tina Grey si risveglia da un incubo dove veniva inseguita da un’orripilante uomo dalla pelle bruciata. Pur trattandosi di un sogno, la ragazza riporta realmente delle ferite su di sé. Spaventata all’idea di addormentarsi, la ragazza organizza per i giorni in cui sua madre è fuori città una riunione con i suoi amici Glen Lantz, Nancy Thompson e il fidanzato Rod Lane. Insieme, i quattro si sentono più sicuri, almeno finché il sonno non inizia ad insinuarsi tra di loro. Caduti preda di questo, i quattro si ritroveranno ad avere a che fare con lo spaventoso Freddy Krueger, il quale vive nei loro incubi e in questi è intenzionato ad ucciderli. Addormentarsi, potrebbe dunque essere l’ultima cosa che faranno.
Nightmare – Dal profondo della notte: il cast del film
Per il ruolo della protagonista, Nancy, Craven ha dichiarato di aver ricercato un’attrice dall’aspetto non troppo hollywoodiano. Trovò l’attrice giusta in Heather Langenkamp, la quale vantava all’epoca poche esperienze di recitazione. Dopo aver ottenuto il ruolo, battendo oltre 200 candidate, l’attrice si preparò alla parte guardando alcuni film horror, avendone visto solo uno sino a quel momento della sua vita. Per il ruolo di Glen, invece, venne scelto un giovanissimoJohnnyDepp, qui al suo primo ruolo cinematografico. Egli, in realtà, non si era proposto per la parte ma aveva invece accompagnato un amico ai provini. Quando Craven lo vide, decise di affidargli la parte, spinto anche dall’interesse che la figlia nutriva per Depp.
Nel ruolo di Tina Gray e il fidanzato Rod Lane vi sono invece gli attori Amanda Wyss e Nick Corri. John Saxon interpreta infine il tenente Donald Thompson, padre di Nancy. Grande protagonista del film è però ovviamente il personaggio di Freddy Krueger, interpretato da Robert Englund, divenuto iconico grazie a questo ruolo. Egli ottenne la parte poiché era riuscito a dimostrare di poter comprendere la psicologia del personaggio, sviluppando anche dei movimenti ispirati ai ratti e alle donnole. L’attore ha poi ideato la backstory del suo personaggio, parzialmente ispirandosi ad eventi della sua infanzia. Interpretare Freddy non fu però facile e gli stessi guanti con le affilate lame gli causarono problemi, ferendolo in varie occasioni.
Nightmare – Dal profondo della notte: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
La saga, nata dall’idea geniale di Wes Craven, è poi proseguita nel corso degli anni grazie ad altri registi che hanno sempre cercato di non andare troppo oltre rispetto al concept originale. Ad oggi, i film di Nightmare sono ben 9, di cui 7 quelli della serie principale, uno spin-off e un remake. Dopo il primo film si sono infatti sviluppati i seguenti film: Nightmare 2 – La rivincita (1985), Nightmare 3 – I guerrieri del sogno (1987), Nightmare 4 – Il non risveglio (1988), Nightmare 5 – Il mito (1989), Nightmare 6 – La fine (1991), Nightmare – Nuovo incubo (1994), Freddy vs. Jason (2003) e Nightmare (2010). Tranne che nell’ultimo titolo, Englund riprende sempre i panni di Freddy Krueger, mentre cambia di volta in volta il resto del cast.
Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire del primo film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.Nightmare – Dal profondo della notteè infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 31 agosto alle ore 23:05 sul canale Rai 4.
La ABC ha diffuso il trailer della terza stagione di Big Sky, ora intitolato Big Sky: Deadly Trails. Il nuovo nome non è esagerato. Il trailer presenta il ritrovamento di uno zaino di qualcuno socmparso che prota Jenny Hoyt (Katheryn Winnick), Cassie Dewell (Kylie Bunbury) e il nuovo sceriffo Beau Arlen (Jensen Ackles) nella natura selvaggia per indagare. Lì incontrano Sunny Barnes ( Reba McEntire ), il capo di un’azienda a conduzione famigliare di backcountry che sembra avere un numero sospetto di collegamenti con casi di persone scomparse.
Mentre alcuni dei volti (e antagonisti) più familiari dello show sono andati oltre (vedi: Ronald e i fratelli Legarski), è tempo di dare il benvenuto a un nuovo gruppo di personaggi. Ackles ritorna aggiornato a una serie regolare, dopo aver fatto il suo debutto nel finale della seconda stagione nei panni del buon vecchio ragazzo del Texas, Beau Arlen. Poi c’è McEntire, la cui congeniale matriarca ha indubbiamente più di qualche segreto tutto suo. Ma non abbiamo dubbi con Dewell e Hoyt sul caso, il mistero sarà risolto (anche se con molti intoppi lungo la strada). Guarda il trailer qui sopra per saperne di più. Big Sky torna su ABC mercoledì 21 settembre. in Italia la terza stagione diBig Sky arriverà su Disney+.
Big Sky
Big Sky è la serie tv del 2020 creato da David E. Kelley con Katheryn Winnick, Kylie Bunbury, Brian Geraghty,Valerie Mahaffey, Dedee Pfeiffer,Natalie Alyn Lind, Jesse James Keitel, Jade Pettyjohn, John Carroll Lynch, Logan Marshall-Green, Ryan Phillippe, Ted Levine,Jensen Ackles.
Nella nuova annunciata serie dei Marvel Studios destinata a Disney+, Wonder Man, i fan potranno ritrovare anche Trevor Slattery, il finto Mandarino interpretato dall’attore premio Oscar Ben KingsleyIron Man 3e, successivamente, in Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli. Il suo è sin dall’inizio stato uno dei personaggi più controversi dell’MCU, amato e odiato, capace di essere minaccioso ma anche profondamente comico.
La serie, attualmente in fase di sviluppo, si concentra su uno dei personaggi più antichi della Marvel, Simon Williams aliasWonder Man. Introdotto nel 1964 nei Marvel Comics, inizialmente come un cattivo, il personaggio è poi stato ripensato come un eroe negli anni ’70. Wonder Man è stato un membro fondatore dei West Coast Avengers negli anni ’80, mentre Williams aveva invece un lavoro quotidiano come attore e stuntman. Egli ha acquisito i suoi poteri quando il Barone Zemo lo trasforma in un essere di energia ionica, conferendogli forza e velocità sovrumane, invulnerabilità e manipolazione dell’energia stessa.
La serie introdurrà dunque un nuovo personaggio nel Marvel Cinematic Univers e Kingsley è confermato come uno dei protagonisti del progetto, anche se non è ancora noto quale ruolo avrà effettivamente il suo Trevor. Sappiamo però che Destin Daniel Cretton, già regista di Shang Chi e la Leggenda dei Dieci anelli, sarà il co-creatore e produttore esecutivo di Wonder Man, insieme allo sceneggiatore capo Andrew Guest (Brooklyn Nine-Nine). Attualmente non sono noti altri attori che reciteranno nel cast e in particolare non è ancora stato svelato chi ricoprirà l’ambito ruolo di Wonder Man.
Per molti, Mad Max: Fury Road è il miglior film dell’ultimo decennio, nel quale si prendono i miti del franchise cinematografico apocalittico di George Miller e li si trasformano per dar vita ad un capolavoro moderno. Quanto realizzato con quella pellicola sta ora per essere ulteriormente ampliato graize a Furiosa, un film prequel che racconterà la storia delle origini dell’eroina interpretata da Charlize Theron in Fury Road. Il personaggio, come noto, non sarà più interpretato dall’attrice sudafricana bensì da AnyaTaylor-Joy.
In una recente intervista con The AV Club, Miller ha parlato di come il personaggio sia nato durante lo sviluppo di Fury Road e di come la sua presenza abbia portato a molte altre decisioni narrative relative all’universo di Mad Max. Il regista, inoltre, ha dichiarato che in Furiosa verranno svelati molti dei misteri rimasti irrisolti in Fury Road.
“Quello era uno dei trucchi di Mad Max: Fury Road, che ci sarebbero stati riferimenti a cose del tipo da dove viene, perché sta facendo le cose che fa, ma non ci sarebbe stato tempo di approfondire tutto ciò. Ci sono pochissimi momenti di tranquillità nel film. Non abbiamo spieato mai come abbia perso il braccio, non abbiamo mai spiegato quale fosse il vero Luogo Verde delle Molte Madri e non spieghiamo mai il vero funzionamento della Cittadella”, ha affermato Miller.Stando a quanto rivelato nel corso dell’intervista, dunque, tutto ciò e molti altri segreti presenti in Fury Road verranno chiariti in Furiosa.
Come noto, la prima sinossi del film, che arriverà in sala il 24 maggio 2024, ad oggi recita: “Mentre il mondo cade, la giovane Furiosa viene rapita dal Luogo Verde delle Molte Madri e cade preda di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Scorrazzando attraverso la Zona Contaminata si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due Tiranni combattono per il dominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove mentre mette insieme i mezzi per trovare la strada di casa”.
Dopo aver diretto l’acclamato The Father, film che ha trionfato agli Oscar nella categoria miglior attore aAnthonyHopkins e miglior sceneggiatura non originale, il regista Florian Zeller è ora pronto a svelare il suo nuovo film, The Son, interpretato da Hugh Jackman e Laura Dern, nel quale si racconta ancora una volta un acceso dramma familiare. Il trailer del film è finalmente stato caricato su Twitter proprio dallo stesso Jackman, con un tweet in cui afferma di essere onorato di presentarlo al grande pubblico.
Il trailer ci mostra Jackman nei panni di Peter, un padre che deve adattarsi al fatto che suo figlio Nicholas (interpretato da Zen McGrath) stia con lui dopo essere stato lasciato da sua madre Kate (interpretata da Laura Dern). Anche se all’inizio il soggiorno di Nicholas presso il padre potrebbe non sembrare così male, la tensione inizia lentamente a crescere tra i personaggi, e il trailer ci anticipa un conflitto tra Nicholas e Beth, l’attuale partner di Peter, interpretata da Vanessa Kirby. Anche l’attore premio Oscar Anthony Hopkins, torna a collaborare con il regista dopo The Father, appando in questo trailer opposto a Peter, anche se il motivo rimane sconosciuto.
Come noto, The Son sarà presentato in anteprima al Festival Internazionale del Cinema di Venezia di quest’anno il 7 settembre. Il film uscirà poi con una distribuzione limitata nelle sale statunitensi l’11 novembre, prima di espandersi poi in più sale. Non è ancora nota invece la data di distribuzione nelle sale italiane, che potrebbe però avvenire grossomodo in concomitanza con quella americana. Nell’attesa, qui di seguito si può trovare il link al tweet di Jackman con il trailer del film.
Netflix ha svelato una prima immagine e ha annunciato la data di uscita del nuovo film del regista Scott Cooper, The Pale Blue Eye, con Christian Bale. Un progetto che Cooper ha desiderato dirigere per più di un decennio, è questo un “thriller gotico che ruota attorno a una serie di omicidi immaginari che hanno avuto luogo nel 1830 presso l’esercito degli Stati Uniti“.
Basato su un romanzo di Louis Bayard, il film arriverà su Netflix il 6 gennaio, dopo un’uscita limitata in sala il 23 dicembre, cosa che permetterà un’eventuale qualificazione ai premi di stagione. La nuova immagine mostra un Bale barbuto che cammina attraverso una nebbia piuttosto inquietante con una lanterna in mano.
The Pale Blue Eye segna la terza collaborazione di Bale con Cooper, dopo che i due avevano già dato vita insieme al film drammatico del 2013 Il fuoco della vendetta e il western Hostiles del 2017. Il film più acclamato di Cooper rimane però il dramma musicale Crazy Heart, che ha fatto vincere a Jeff Bridges l’atteso Oscar come miglior attore. Cooper è inoltre noto per aver diretto il film drammatico Black Mass – L’ultimo gangster, interpretato daJohnny Depp e che ha quasi incassato 100 milioni di dollari a livello globale nel 2015. L’ultimo film di Cooper è invece stato l’horror soprannaturale Antlers.
Il suo nuovo film, oltre a Bale come protagonista, include anche attori del calibro di Gillian Anderson, Lucy Boynton, Charlotte Gainsbourg, Toby Jones, Harry Lawtey, Simon McBurney, Timothy Spall, Hadley Robinson, Joey Brooks, Brennan Cook, Gideon Glick, Fred Hechinger and Matt Helm.
Mentre il suo fantascientifico Nopeè ancora nelle sale, il regista premio Oscar Jordan Peele ha lasciato aperta la possibilità di realizzare uno o più sequel di questo suo terzo lungometraggio. Nel corso di un’intervista con il New York Times, infatti, Peele non ha voluto rivelare troppo ma ha lasciato intendere che potrebbero esserci altri racconti con protagonisti i fratelli OJ ed Emerald (nel film interpretati da Daniel Kaluuya e Keke Palmer).
In particolare, però, l’attenzione del regista sembra concentrarsi su di un personaggio accreditato semplicemente come “Nessuno” e interpretato dall’attore Michael Bush. Presente brevemente in uno dei trailer del film ma poi tagliato dal montaggio finale, questo personaggio ha subito scatenato la curiosità dei fan, spingendo Peele ad ammettere che “La storia di quel personaggio deve ancora essere raccontata, ve lo posso garantire. Il che è un altro modo frustrante per dire, sono contento che le persone prestino attenzione. Penso che otterranno più risposte su alcune di queste cose nel futuro. Non abbiamo finito di raccontare tutte queste storie”.
Peele non ha dunque rivelato minimamente il perché tale personaggio sia stato tagliato dal film, lasciando intendere che ciò potrebbe essere stato primariamente per dar vita ad un vero e proprio gioco con gli spettatori. Conoscendo il regista, abituato a proporre enigmi particolarmente intelligenti con i suoi film, si può ora prevedere che egli porti realmente il suo pubblico ancora una volta nell’universo narrativo di Nope, facendogli scoprire ulteriori misteri ancora irrisolti.
Come anticipato, Nope, interpretato da Daniel Kaluuya, Keke Palmer e Steven Yeun è ancora in sala. Al centro del suo racconto vi è un misterioso oggetto che si nasconde tra le nuvole, nel cielo. Una minaccia che i due fratelli OJ ed Emerald decidono di smascherare, imbattendosi però in qualcosa che va al di là di ogni loro immaginazione.
Dopo aver affermato che il dramma del 2019 Honey Boy è stato in gran parte ispirato dalla sua stessa infanzia travagliata, in particolare dal suo teso rapporto con il padre, l’attore Shia LaBeouf ha ora ammesso di essersi preso importanti libertà creative sul progetto, che ha anche scritto. Parlando con il suo co-protagonista di FuryJon Bernthal nel suo podcast Real Ones, LaBeouf ha detto di aver “offeso” suo padre inventando dettagli cruciali sulla loro relazione.
LaBeouf ha infatti dichiarato che la rappresentazione di suo padre Jeffrey Craig LaBeouf in Honey Boy era “una maledetta sciocchezza“. Ha inoltre rivelato che suo padre non è mai stato violento nei suoi confronti nella vita reale. “Mio padre è stato così amorevole con me per tutta la vita. Imperfetto, certo. Disonesto, certo. Sbagliato, di sicuro. Ma mai non è stato amorevole. Era sempre lì… e io ho fatto un tour mondiale per la stampa su quanto fosse cattivo come uomo“, ha dichiarato LaBeouf nel corso del podcast.
L’attore ha poi continuato raccontando di come suo padre sia rimasto scioccato da quanto visto nel film e che la sceneggiatura che gli era stata fatta leggere non conteneva nulla di quanto poi inserito nel film sul suo conto. LaBeouf ha dunque in quest’occasione ammesso i suoi errori, cercando di chiedere scusa al genitore. Per lui si tratta di un periodo piuttosto intenso questo, poiché è il protagonista del nuovo film di Abel Ferrara dedicato alla figura di Padre Pio, ma è stato anche al centro di alcune discussioni con la regista Olivia Wilde per via del film Don’t worry, darling.
Distribuito nei cinema di tutto il mondo nel dicembre del 2017, il filmStar Wars: Gli ultimi Jediha portato avanti il racconto iniziato due anni prima da Star Wars: Il risveglio della Forza, diretto da J. J. Abrams. Questo secondo capitolo della nuova trilogia ha non solo riproposto in maniera più estesa il personaggio di Luke Skywalker, ma ha anche apportato all’universo di Star Wars numerose novità tematiche e narrative.
Il regista Ryan Johnson era per questo stato duramente criticato da molti fan della saga, i quali lo accusavano di aver snaturato quello che era il racconto originale, banalizzando molte delle caratteristiche da sempre più amate. A cinque anni dall’uscita in sala del film, però, Johnson ha dichiarato di essere “più fiero che mai” di quanto realizzato.
Intervistato recentemente da Empire, Johnson ha affermato che il suo obiettivo era quello di comprendere il nucleo del mito di Star Wars, che aveva catturato non solo la sua immaginazione da bambino ma quella di un’intera generazione. Egli Ha inoltre rivelato che Gli ultimi Jedi non è solo un film di Star Wars, ma è un film su Star Wars e cosa questo significa per i fan come lui.
“Penso che sia impossibile per chiunque di noi avvicinarsi a Star Wars senza pensarlo come un mito con cui siamo stati cresciuti e come quel mito, quella storia, si sia insinuata in noi e ci ha influenzato. L’intento finale non era quello di snaturarlo: l’intento era quello di arrivare al potere fondamentale del mito. E alla fine spero che il film risulti come un’affermazione del potere che il mito di Star Wars ha nelle nostre vite.”
Il regista, dunque, ci ha tenuto a ribadire come abbia voluto realizzare qualcosa che arrivasse al cuore di ciò che Star Wars significa e di essere certo di esserci riuscito. Per questo motivo oggi si dice più orgoglioso che mai del film, il quale è poi stato compreso, rivalutato e apprezzato anche da una buona parte dei fan della saga.
L’apertura della 19ª edizione è affidata al regista franco-libanese Wissam Charaf che ci porta a Beirut. Una storia d’amore tra due “angeli caduti” (con le parole del regista). Dirty difficult dangerous, opera seconda del regista e film d’apertura del concorso nel calendario delle Giornate, è un melodramma (con sfumature di commedia) nel quale due migranti si incontrano nella Beirut odierna e trovano nella loro unione l’unica forza possibile.
Ahmed è un rifugiato siriano, Mehdia è un’immigrata etiope. Vivono un amore clandestino fatto di baci furtivi nelle strade della capitale libanese. Come molte storie tra migranti – in questo nostro tempo di incertezze – è una storia senza futuro tra discriminazioni razziali e le costanti difficoltà suggerite dal titolo.
“Il Libano delle cronache più recenti”, dice Gaia Furrer, direttrice artistica delle Giornate, “è quello di una società colpita duramente dalla miseria. Dirty difficult dangerous racconta il dramma delle discriminazioni – che sono persino interne alle stesse comunità di migranti che popolano il paese – con la giusta distanza della leggerezza e della poesia. Wissam Charaf riesce a rappresentare i grandi drammi sociali con l’ironia e la tenerezza degna dei grandi maestri. Cominciare da questo film significa per noi aprire la strada all’umore di una selezione fatta di generi cinematografici che – mescolandosi – riescono a rappresentare le sfumature delle emozioni e arrivano a diffondere messaggi urgenti”. L’appuntamento è alle 16.15 in Sala Perla.
L’altra città è Roma. Tutta un’altra storia, quella iniziata proprio cento anni fa con la Marcia su Roma, l’avvenimento che cambiò la politica e le sorti dell’Italia. A ripercorrere i fatti di quel giorno di Ottobre del 1922 è Mark Cousins che, attraverso il montaggio di preziosi materiali d’archivio, ci offre una lettura dell’ascesa del fascismo in Europa in relazione al successo delle destre ai giorni nostri. Il film vede anche la partecipazione di Alba Rohrwacher.
Marcia su Roma è al tempo stesso un film saggio e un documento storico di Mark Cousins, regista e scrittore irlandese-scozzese, autore di documentari sui grandi maestri del cinema, da Ėjzenštejn a Welles, che ha lavorato in Iraq, a Sarajevo durante l’assedio, in Iran, Messico, Asia, America ed Europa. Cousins contestualizza la storia osservando il mondo contemporaneo e mostra un paesaggio politico oggi caratterizzato da una grande popolarità dell’estrema destra.
“Sono cresciuto nell’Irlanda del Nord degli anni Settanta, i nostri anni di piombo”, afferma Mark Cousins, “quelli dei disordini politici e settari. Era un periodo di guerra a bassa intensità – ribattezzata The Troubles – ed era anche un periodo in cui il governo britannico operava in clandestinità con i paramilitari di estrema destra per reprimere il movimento per i diritti civili. Le insidie della destra, perciò, hanno sempre fatto parte della mia vita.”The March on Rome, presentato come Evento Speciale, apre la giornata di programmazione alle 11.30 in Sala Perla.
Nella giornata inaugurale sarà inoltre presentata la mostra “L’ONDA LUNGA. Storia extra-ordinaria di un’associazione”, realizzata da ANAC in collaborazione con le Giornate degli Autori e Isola Edipo. La mostra, che ripercorre i 70 anni di attività dell’ANAC, sarà presentata nella conferenza stampa mercoledì 31 agosto alle ore 15.00 presso l’Italian Pavilion – Hotel Excelsior, e sarà visitabile dall’inaugurazione del 1 settembre alle ore 11.00 fino al 9 settembre presso la Sala Laguna di Via Pietro Buratti, 1, Lido di Venezia.