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Tokarev: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Negli ultimi anni l’attore Nicolas Cage ha partecipato ad alcuni film che gli hanno permesso di guadagnare nuova popolarità dopo un periodo ricco di opere poco riuscite. Titoli come USS Indianapolis, 211 – Rapina in corso, 2030 – Fuga per il futuro o Stolen hanno infatti rappresentato il fondo della carriera del premio Oscar. Oltre a questi, un altro film molto poco apprezzato ma imperdibile per i fan di questo tipo a cui l’attore ha partecipato è Tokarev.

Diretto da Paco Cabezas, regista spagnolo noto per The Appeared e Carne de neón, è questo un revenge movie dove il protagonista si vede costretto a rispolverare il proprio istinto da killer per poter ottenere vendetta. Quando si pensa ad opere di questo genere, i primi titoli che vengono in mente sono senza dubbio Io vi troverò e John Wick, ma anche Tokarev (titolo che si riferisce all’omonima pistola di fabbricazione sovietica) offre grande intrattenimento, grazie in particolare alla presenza di Cage.

Il film, conosciuto anche con il titolo di Rage, è stato distribuito in Italia direttamente con un passaggio televisivo e proprio grazie ad una nuova messa in onda può ora essere riscoperto. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Tokarev. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla descrizione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tokarev cast

La trama di Tokarev

Protagonista del film è Paul Mcguire, un uomo con un passato da criminale che ha deciso di cambiare completamente la sua vita. Ora, infatti, ha una carriera di successo nel campo dell’edilizia e convive felicemente insieme alla moglie Vanessa e alla figlia Caitlin, un’adolescente di sedici anni. Tuttavia, questa è solo una calma apparente, poiché il suo equilibrio è destinato a crollare proprio a causa del suo losco passato che torna a fargli visita. Accade tutto una sera quando Paul decide di portare a cena fuori la compagna e lasciare la figlia casa insieme ai suoi amici Mike ed Evan.

Durante la serata la bambina viene rapita da alcuni criminali che si sono introdotti clandestinamente in casa di Paul. Cominciano così le ricerche per ritrovare Caitlin ma tutti i tentativi sono vani: la ragazzina viene trovata senza vita in un parco nelle vicinanze. Dall’autopsia emerge che a causare la morte sarebbe stato un colpo di pistola, precisamente una Tokarev russa. È allora che Paul comincia a rivangare il suo passato da criminale per trovare gli assassini di sua figlia e vendicarsi una volta per tutte della sua uccisione.

Il cast del film

Ad interpretare Paul Maguire, come anticipato, vi è l’attore Nicolas Cage. Ad interpretare Paul da giovane, invece, vi è l’attore Weston Cage, il primo figlio avuto da Nicolas. La compagna Vanessa è interpretata da Rachel Nichols, mentre nel ruolo della figlia di Paul, Caitlin, vi è invece l’attrice Aubrey Peeples, conosciuta principalmente per il ruolo di Layla Grant in Nashville. Gli amici Mike ed Evan, invece, sono interpretati rispettivamente da Max Fowler e Jack Falahee. Infine, nel ruolo del detective Peter St. John vi è Danny Glover, attore celebre per la saga di Arma Letale.

Max Ryan interpreta Kane, mentre Michael McGrady è Danny Doherty, entrambi ex partner di Paul nell’ambiente criminale. L’attore, Peter Stormare interpreta invece Francis O’Connel, ex boss di Paul. Tra i più noti film a cui quest’ultimo ha preso parte si annoverano Il mondo perduto – Jurassic Park, Il grande Lebowski e Constantine. L’attore Pasha D. Lychnikoff è Chernov, il boss del crimine a cui Paul aveva sottratto una grossa somma di denaro e che ritiene essere il responsabile della morte della figlia.

Tokarev finale

Il finale del film

Dopo aver dato la caccia a Chernov, il boss criminale che ritiene responsabile di quanto accaduto, Paul trova una pistola Tokarev nel suo armadio, una reliquia della rapina che ha dato inizio alla guerra con il clan russo anni prima. È a questo punto che riesce a farsi raccontare la vera storia di quanto accaduto da Mike. La sera dell’incidente, infatti, bevendo e scherzando con la pistola, Mike aveva accidentalmente sparato a Caitlin, inscenando poi la storia del rapimento in preda al panico. Paul accetta questa versione e permette a Mike di andarsene vivo.

Tornato a casa, Paul telefona alla moglie, scusandosi e dicendo che le cose finiranno presto, mentre Chernov e alcuni dei suoi uomini superstiti entrano in casa sua. Paul racconta a Vanessa la storia della prima volta che ha ucciso, quando qualcuno gli ha dato un coltello durante una rissa in un bar. A quel punto Paul si accoltella mentre gli uomini entrano nella stanza e gli sparano, uccidendolo definitivamente. Il film si conclude con Vanessa che raggiunge la casa solo per assistere, con gli occhi pieni di lacrime, ai poliziotti che estraggono il corpo di Paul.

Il trailer di Tokarev e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Tokarev grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti in Italia. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Tim Vision e Infinity+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale e si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 20 gennaio alle ore 21:15 sul canale 20 Mediaset.

Avengers: Age of Ultron, il cast e le curiosità sul film Marvel

Avengers: Age of Ultron, il cast e le curiosità sul film Marvel

I film dedicati agli Avengers, in cui si riuniscono i principali supereroi della Marvel, erano ciò a cui lo studios puntava sin dall’inizio. Preparare un evento cinematografico del genere era un compito rischioso, quasi irrealistico, ma con pazienza e controllo il produttore Kevin Feige è riuscito a coordinare un intero universo, portando infine la squadra di vendicatori al cinema. Dato il successo del primo The Avengers, non è passato molto prima che sul grande schermo arrivasse anche il suo sequel: Avengers: Age of Ultron.

Diretto nuovamente da Joss Whedon, il film continua nella narrazione delle gesta dell’eroi gruppo, sviluppando ulteriormente personaggi e situazioni. Anch’esso caratterizzato da un impegno produttivo imponente, il film si è caratterizzato per una grande quantità di location, districate tra gli Stati Uniti, la Valle d’Aosta, e la Corea del Sud. Come nel precedente caso, anche con questo secondo capitolo gli sforzi sono stati ripagati. Il film si è infatti rivelato un nuovo campione d’incasso, arrivando a guadagnare complessivamente 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di circa 279 milioni.

Apprezzato dalla critica, Avengers: Age of Ultron viene da molti visto come un capitolo transitorio in attesa di Avengers: Infinity War, dove i supereroi devono fronteggiare la minaccia di Thanos da tempo anticipata. Eppure, tale concezione può sminuire questo secondo film, che vanta il merito di aver portato all’interno del Marvel Cinematic Universe uno dei villain più riusciti della saga. Ultron rappresenta infatti una delle più grandi sfide per gli Avengers, e data la sua complessità non ha mancato di affascinare gli spettatori, che a lungo hanno desiderato di poterlo nuovamente vedere in azione.

LEGGI ANCHE: Avengers: Age of Ultron: recensione del film

Robert Downey Jr., Chris Evans e Chris Hemsworth in Avengers Age of Ultron
Robert Downey Jr., Chris Evans e Chris Hemsworth in Avengers Age of Ultron © 2015 Marvel

La trama di Avengers: Age of Ultron

A poca distanza dagli eventi del precedente film, gli Avengers si ritrovano ora impegnati nella missione di recupero del potente scettro di Loki. Rubato da un crudele barone, questo è infatti stato utilizzato per condurre degli esperimenti sugli esseri umani. Il gruppo di vendicatori riescono infine a localizzarlo e recuperarlo in seguito ad una agguerrita battaglia. Tornati vittoriosi alla Stark Towers, Tony Stark utilizza lo scettro per completare il programma di difesa globale Ultron. Questo però, inizia ad acquisire una propria coscienza ed una propria personalità. Riuscito infine a manifestarsi sotto forma fisica, il robot è ora in grado di attaccare il gruppo, rubando lo scettro di Loki, dal quale trae linfa vitale.

Fuggito a Sokovia, Ultron incontra i fratelli Pietro e Wanda Maximoff, convincendoli ad aiutarlo, ingannandoli circa la sorte della loro famiglia. Gli Avengers, intanto, dopo essersi riorganizzati, raggiungono il nemico e intraprendono una prima battaglia contro di lui e i suoi alleati. Wanda, però, dotata di poteri incredibili, riesce a disarmare il gruppo costringendolo ad una ritirata. Questi si rifugiano presso la fattoria di Barton, alias Occhio di Falco, e iniziano a studiare una nuova strategia d’attacco. Non avranno però molto tempo a disposizione, poiché Ulton è a lavoro per dar vita ad un corpo nuovo e invincibile, con cui conquistare il mondo. Compresi i suoi piani malvagi, i fratelli Maximoff decideranno allora di allearsi con gli Avengers, in quella che nuovamente sarà una battaglia per il destino dell’umanità.

Avengers Age of Ultron cast
Ultron in una scena del film © 2015 Marvel

Il cast del film

Come ormai noto, i film del Marvel Cinematic Universe raccolgono al loro interno molti dei nomi attualmente più noti di Hollywood. Riprendono infatti i loro ruoli da protagonisti gli attori Robert Downey Jr., Chris Evans, Chris Hemsworth, Jeremy Renner, Scarlett Johansson e Mark Ruffalo. I loro Avengers vedono ulteriormente approfondite le dinamiche tra di loro, come anche le rispettive paure personali. È questo, infatti, un film dove le certezze di ognuno verranno messe alla prova, e tutti dovranno scontrarsi contro qualcosa di più grande. I personaggi, inoltre, si portano dietro quanto accaduto loro nei rispettivi film stand-alone. Tony Stark, alias Iron Man, ad esempio, sembra fare tesoro degli errori passati, desiderando a tutti i costi evitare il verificarsi concreto di minacce.

Tutti gli occhi sono però puntati anche sui nuovi entrati, a partire proprio dal villain Ultron. Per dar vita al ruolo, la prima scelta del regista è sempre stato l’attore James Spader. Questi è stato scelto per via della sua voce ipnotica, capace di essere calma e avvincente, ma allo stesso tempo minacciosa e sagace. Attratto dal ruolo, Spader vi ha dato vita tramite la motion-capture, eseguendo quindi personalmente i movimenti e le azioni del personaggio. Ad affascinare soprattutto l’attore, vi era il punto di vista di Ultron. Questi lo ha infatti descritto come un giovane immaturo, il cui sguardo sul mondo ha un che di biblico.

Al film prendono poi parte per la prima volta anche Elizabeth Olsen e Aaron Taylor-Johnson, nei panni dei fratelli Maximoff. Johnson, tuttavia, era inizialmente restìo all’idea di recitare nel titolo Marvel, spaventato dai loro contratti per più film. Quando gli fu garantito che se lo desiderava avrebbe potuto prendere parte solo a questo titolo, l’attore decise di accettare. Johnson ebbe inoltre modo di consultarsi anche con la Olsen. I due si erano infatti conosciuti su un set precedente, ed essendo già amici decisero di accettare solo a patto che anche l’altro ottenesse il ruolo. Il legame tra di loro ha permesso di dar vita ad una convincente coppia di fratelli.

Elizabeth Olsen e Aaron Taylor-Johnson in Avengers Age of Ultron
Elizabeth Olsen e Aaron Taylor-Johnson in Avengers Age of Ultron © 2015 Marvel

La location italiana del Forte di Bard e Quicksilver

Tra le location più celebri del film vi è quella del Forte di Bard, situato nella regione italiana Valle d’Aosta. Si tratta di un imponente fortezza costruita nel XIX secolo dai Savoia. Il Forte è oggi sede di musei e mostre, ed ha attratto sempre più visitatori dopo essere comparso all’interno del film. Questo, presente nelle prime sequenze, è la sede dell’Hydra, malvagia organizzazione nazista già comparsa in altri film della saga. Qui il Baron Von Strucker conduce esperimenti sullo scettro di Loki, ma anche altri eventi vi accadono. È infatti anche il luogo dove per la prima volta si fa la conoscenza dei fratelli Maximoff, e dove Utron organizza il suo malvagio piano di conquista.

Nel Forte di Bard, dunque, gli spettatori fanno la conoscenza di Pietro Maximoff, alias Quicksilver. Il supereroe è dotato di grandissima velocità, ed è stato scelto come personaggio da inserire nel film proprio per le grandi potenzialità visive. Il regista ha infatti affermato che sia lui che la sorella permettevano di sperimentare molto da un punto di vista dell’immagine. Gli effetti speciali riguardanti Quicksilver non erano ancora stati sperimentati in un film della Marvel. Ma dopo che il personaggio ebbe successo nella saga degli X-Men, i produttori e Whedon decisero di introdurlo anche nel loro universo cinematografico. Inizialmente, inoltre, il personaggio avrebbe dovuto comparire per più film. A causa della contrarietà dell’attore, però, i piani per lui vennero cambiati.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming

Avengers: Age of Ultron è presente nel catalogo di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. È inoltre disponibile, insieme agli altri titoli Marvel, nel catalogo di Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film, inoltre, sarà trasmesso in televisione lunedì 20 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Curfew, la spiegazione del finale: la serie Paramount+ si discosta dal libro originale

Paramount+ ha deliziato i fan del libro con l’annuncio di un nuovo adattamento del thriller di Jayne Cowie del 2022, Curfew, che arriverà sugli schermi in autunno – e finalmente è arrivato.

Curfew è ambientato in un futuro distopico in cui gli uomini possono uscire solo tra le 7 e le 19, impedendo loro di fatto di avventurarsi di notte. Quando un brutale omicidio avviene a tarda notte, la polizia è pronta a dare la colpa a una donna, ma un detective sospetta che il colpevole sia un uomo.

Il cast è guidato da Sarah Parish nel ruolo della dura detective Pamela, affiancata da Alexandra Burke (Helen), Mandip Gill (Sarah) e Imogen Sandhu (Cass), riporta il Mirror. Gli spettatori hanno assistito al dipanarsi del mistero, con il colpo di scena finale che ha rivelato l’identità dell’assassino. Tuttavia, gli appassionati del libro potrebbero essere rimasti sorpresi dal fatto che la conclusione della serie si discosta dal romanzo. Cosa è stato modificato esattamente? E chi è l’assassino del libro? Max aveva infranto di nascosto il coprifuoco. La fatidica notte in cui Helen muore, lui le fa visita dopo il lavoro e cerca di regalarle un fiore di carta da lui realizzato.

Come si conclude il libro?

Nel romanzo, l’identità della vittima rimane sconosciuta fino ai capitoli finali. La narrazione si svolge attraverso le quattro prospettive di Cass, Helen, Sarah e Pamela, suggerendo che una di queste donne potrebbe essere la vittima. Alla fine, il corpo viene identificato come quello di Helen.

Il colpo di scena è arrivato quando Tom Roberts, lo spasimante di Helen, e non Max, è stato smascherato come l’assassino. Mentre i telespettatori guardavano con attenzione, sono cadute le allusioni al fatto che Tom potesse essere colpevole a causa della sua vicinanza a Helen.

Tuttavia, l’enigma è rimasto: come ha potuto Tom commettere un tale crimine mentre era agli arresti domiciliari con un cartellino che avrebbe dovuto far scattare l’allarme dopo il coprifuoco?

In Curfew, il metodo utilizzato da Tom per eludere il riconoscimento, sfilandosi il cartellino, rimane un mistero. Lo scrittore stuzzica i lettori, rivelando che: “Era Tom Roberts. Aveva trovato un modo per togliersi la targhetta senza essere scoperto”.
Dopo aver appreso la tragica fine di Helen, Sarah e Cass rimangono sconvolte, il loro mondo è sconvolto dalla straziante rivelazione.

Cosa sappiamo sulla serie tv?

La storia ha dimostrato più volte che nessun sistema amministrativo rivoluzionario o riforma sociale è abbastanza infallibile, per quanto pratico o nobile sia il suo fondamento, a meno che chi lo sostiene e lo fa rispettare non sia onesto nel suo tentativo. Il dramma criminale britannico di Paramount+, Curfew, lo sottolinea con un esempio nel finale della prima stagione della miniserie di sei episodi. La serie si svolge in un futuro alternativo in cui, per garantire la sicurezza delle donne, è stato imposto il coprifuoco notturno a tutti i membri della società, ad eccezione dei soccorritori di emergenza, e per assicurarsi che i divieti siano mantenuti, viene apposta una targhetta alla caviglia.

Con il coprifuoco in vigore da tre anni, emergono reazioni divisive tra la gente, quando il brutale omicidio di Helen Jones solleva dubbi sull’efficacia del coprifuoco. Mentre l’identificazione del colpevole diventa una questione di grande importanza, l’indagine condotta dalla detective Pamela Green e dal novellino Eddie porta alla luce una serie di eventi misteriosi e problematici legati ai soci di Helen e al loro rapporto con lei. Dopo aver puntato il dito su una miriade di possibili sospetti nel corso di cinque episodi, il finale mette tutto a nudo: la scioccante rivelazione funge da commento al ciclo di abusi e violenze perpetrati dagli uomini e anche all’effetto inquietante di questi ultimi, che costringono le vittime a conformarsi.

Chi ha ucciso Helen Jones?

Curfew

Mentre la migliore amica di Helen, Sarah, si è affrettata ad addossarsi la colpa del suo omicidio, è stato chiaro fin dall’inizio che stava cercando di coprire il crimine di qualcun altro, oltre al fatto che presumibilmente sapeva chi fosse il vero assassino. Per un breve periodo, Sarah diventa sospettata dopo che viene rivelato che, mentre lavorava in un centro di sicurezza per donne, ha accidentalmente ucciso Paul Towsend usando un taser su di lui, e Helen, che aveva assistito agli eventi, in seguito si scaglia pubblicamente contro la sua migliore amica.

La narrazione si sposta su Cass, la figlia di Sarah, estremamente vendicativa nei confronti della madre e di Helen, che avevano deliberatamente sabotato l’auto del padre per farlo arrestare per non aver rispettato il coprifuoco. Essendo un’adolescente ribelle, Cass non ha mai ritenuto giustificate le leggi sul coprifuoco e, dopo aver saputo che la madre, anch’ella etichettatrice del coprifuoco, aveva sfruttato la legge per i propri scopi, Cass si è amareggiata nei suoi confronti.

Helen era l’insegnante di classe di Cass e Cass sapeva che Helen lavorava come camgirl; sapendo questo, Cass ha cercato di umiliare Helen ricattandola e usando un video incriminante per esporla in pubblico. Cass aveva anche rubato un tag-coder, che poteva essere usato per liberare gli uomini dai loro collari, e sembrava che una Cass vendicativa potesse essere dietro l’omicidio di Helen e che Sarah stesse coprendo il crimine della figlia. Tuttavia, la verità si rivela molto più semplice e malvagia di quanto si pensasse.

Sian Williams aveva portato la sua famiglia – suo marito Ben e i loro figli Max e Noah – dagli Stati Uniti all’Inghilterra per prendersi cura del padre malato e, come da regolamento, a tutti i membri maschi della famiglia era stata applicata una targhetta alla caviglia. Tuttavia, la targhetta di Max non era stata installata correttamente, il che significa che era libero di entrare e uscire da casa sua di notte senza allarmare le autorità. È stato Max a sventare il piano della sua compagna di classe Cass di smascherare Helen e, come giustamente deduce Pamela, anche Max si è poi innamorato della sua insegnante.

Quando Max le aveva chiesto di sposarlo la sera del tragico evento, Helen aveva rifiutato la sua proposta e Max, che aveva inconsciamente appreso orribili lezioni dal padre Ben, terribilmente violento e manipolatore nei confronti della moglie Sian, non era riuscito ad accettare il rifiuto e aveva cercato di farle delle avances senza il suo consenso. Helen, stranita, cerca di andarsene, quando Max, in preda alla rabbia, le colpisce la testa con un sasso fino a farle esalare l’ultimo respiro. Sian decide di coprire il figlio gettando l’auto di Helen in un lago, ma disgustata dal fatto che il ciclo di violenza di Ben abbia coinvolto anche il figlio, decide di fare una dichiarazione e di lasciare il corpo di Helen fuori dal Centro per la Sicurezza delle Donne. Anche perché Helen era venuta a conoscenza dei comportamenti violenti e abusivi di Ben nei suoi confronti e Sian si sentiva estremamente in colpa dopo aver saputo del suo destino.

In seguito a ciò, Ben si è fatto prendere dal panico e ha voluto lasciare il paese con la sua famiglia il prima possibile. Un Ben manipolatore aveva già intrappolato Sarah in una relazione con lui; è stato facile per lui costringere Sarah ad assumersi la colpa dell’azione di Max e costringerla a portargli un tag-coder rapendo Cass. Tuttavia, nonostante si sia fatto liberare grazie al tag-coder portato da Sarah, Ben non è riuscito a liberare i suoi figli, perché ormai Pamela era arrivata alla sua porta con un’intera unità di polizia – come la verità di Ben viene svelata alla fine.

Ben fa un ultimo tentativo per costringere Pamela a scendere a patti, prima tenendo in ostaggio il padre di Sian e uccidendolo, poi tenendo Cass sotto tiro. Tuttavia, Cass è riuscita a liberarsi e Pamela ha fatto appena in tempo a mettere fuori gioco Ben. Individuando in Max il vero colpevole, Pamela lo trattiene in custodia insieme ai suoi genitori e, sì, anche a Sian, che è stata complice attiva del crimine. Noah, il figlio più giovane, perde tutta la sua famiglia e Eddie, l’innocente detective alle prime armi, cerca di consolarlo.

Pamela svelerà il segreto dell’ispettore capo Ferguson?

Curfew

Un’altra importante sottotrama messa in luce dalla serie è stata quella di Pamela e del suo punto di vista sul coprifuoco e sulla sua necessità. Pamela ha perso la figlia a causa degli atti brutali di un uomo, pochi giorni prima dell’entrata in vigore delle leggi sul coprifuoco, e ragionevolmente ritiene che il sistema sia del tutto giustificato, e anche prima dell’inizio delle indagini sull’omicidio di Helen Jones era pienamente convinta che il crimine fosse stato commesso da un uomo.

Tuttavia, man mano che impara a conoscere la verità su Helen e sulle persone a lei legate, il mito del coprifuoco inizia a mostrare delle crepe e alla fine scopre, con l’aiuto di Eddie, che il suo capo, l’ispettore capo Ferguson, stava attivamente chiudendo i casi di omicidio in cui le donne erano sospettate, senza che nessuno lo sapesse. Con una votazione sulla giustificazione del sistema di coprifuoco esistente dietro l’angolo, Westminster aveva dato istruzioni a Ferguson di tenere nascosta ogni informazione che potesse mettere in dubbio l’efficacia del coprifuoco.

Quello che non hanno capito è che la sicurezza non può essere garantita rinchiudendo una particolare fascia della popolazione, ma che per garantire la sicurezza delle donne è necessario un approccio olistico e metodico alla riforma e alla consulenza mentale. Tuttavia, mentre Pamela si confronta con l’amministratore di tutti i casi chiusi, quest’ultimo la schernisce parlando dell’omicidio della figlia, mettendo Pamela in una situazione conflittuale. Alla fine del finale, Pamela viene affrontata dalla stampa e non si sa se rivelerà la verità che si cela dietro l’efficacia del coprifuoco o se manterrà l’ordine esistente rimanendo in silenzio, dopo essere stata manipolata dalla memoria della figlia.

Prime Target: intervista ai protagonisti Leo Woodall e Quintessa Swindel

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In arrivo il 22 gennaio su Apple TV+ , Prime Target è la nuova serie diretta da Brady Hood con protagonisti Leo Woodall e Quintessa Swindel. Ecco cosa ci hanno raccontato del progetto. Il matematico Edward Brooks (Leo Woodall) e la spia Taylah Sanders (Quintessa Swindel) sono l’unica speranza per impedire che una importante scoperta scientifica cada nelle mani sbagliate.

La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 22 gennaio 2025, con i primi due episodi degli otto totali, seguiti da un episodio settimanale ogni mercoledì, fino al 5 marzo.

La trama di Prime Target

Prime Target segue Edward Brooks (Leo Woodall), un giovane e brillante laureato in matematica sul punto di fare una grande scoperta. Se riuscirà a trovare uno schema di numeri primi, avrà in mano la chiave di tutti i computer del mondo. Ben presto inizia a rendersi conto che un nemico invisibile sta cercando di sabotare la sua idea prima ancora che nasca, per questo entra nell’orbita di Taylah Sanders (Quintessa Swindell), un’agente dell’NSA che è stata incaricata di osservare e riferire sul comportamento dei matematici. Insieme iniziano a mettere insieme i pezzi della pericolosa cospirazione in cui Edward è al centro.

Il cast comprende anche il candidato all’Oscar e vincitore del BAFTA Stephen Rea (“La moglie del soldato”), il candidato al BAFTA David Morrissey (“Sherwood”, “The Walking Dead”), la vincitrice dell’Emmy Martha Plimpton (“The Regime”), la vincitrice del BAFTA e dell’Emmy Sidse Babbett Knudsen (“Borgen”), Il candidato al SAG Award Jason Flemyng (“Il curioso caso di Benjamin Button”), il candidato al BAFTA Award Harry Lloyd (“Il Trono di Spade”), Ali Suliman (“Tom Clancy’s Jack Ryan”, “Paradise Now”), Fra Fee (“Rebel Moon”, “Hawkeye”) e Joseph Mydell (“The Eternal Daughter”).

Prime Target è prodotto per Apple TV+ da New Regency con Scott Free Productions di Ridley Scott, Ed Rubin è produttore esecutivo per New Regency insieme a Beth Pattinson, Emma Broughton, Yariv Milchan, Arnon Milchan e Michael Schaefer; Marina Brackenbury è produttrice esecutiva per Scott Free Productions insieme a David W. Zucker e Scott. Laura Hastings-Smith è produttrice esecutiva insieme allo scrittore e regista Brady Hood (“Top Boy”, “Great Expectations”), che ha anche diretto tutti gli otto episodi.

Fatti Vedere: trailer della nuova commedia italiana in arrivo al cinema

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Guarda il trailer della nuova commedia italiana in arrivo al cinema il 6 febbraio con Eagle Pictures Fatti Vedere, il nuovo film con Matilde Gioli alla guida del cast diretto da Tiziano Russo (qui la nostra recensione). Commedia leggera che cerca di non prendersi troppo sul serio, il film ha in realtà dei risvolti molto interessanti, soprattutto per quanto riguarda le relazioni tra le persone e le storie d’amore che finiscono improvvisamente.

La trama del film Fatti Vedere

Sandra (Matilde Gioli), laureata in Psicologia, è appena stata assunta dal celebre sito di psicoterapia online fattivedere.com. Tornando a casa per raccontare tutto a Stefano (Francesco Centorame), il fidanzato con il quale convive felicemente da 10 anni, lo trova con le valigie in mano: la sta mollando senza darle spiegazioni. Sandra va in crisi totale perché pretende di sapere perché sia stata lasciata.

Paradossalmente, durante il suo primo giorno di lavoro si rende conto non solo che un bug del sito le assegna erroneamente l’identità e la foto di una arzilla settantenne, ma anche che uno dei suoi primi pazienti è proprio il suo ex. Fa in tempo a spegnere la webcam per non farsi riconoscere e, camuffando la voce, si finge l’anziana psicoterapeuta. Non curante della deontologia, Sandra, per le sedute successive, decide con l’aiuto dell’investigatore privato Marco (Pierpaolo Spollon) di improvvisarsi novella Mrs. Doubtfire vestendo i panni della persona di cui ha involontariamente rubato l’identità online pur di avere la risposta alla domanda che la ossessiona: perché mi hai lasciata?

Sakamoto Days: il successo su Netflix smentisce le critiche degli haters

Sakamoto Days era una delle uscite anime più attese del 2025. Basata sul manga Shōnen Jump omonimo di Yuto Suzuki, l’anime avrebbe dovuto essere uno degli show principali dell’anno di Netflix, arrivando grazie alla piattaforma a un pubblico molto vasto, che si sarebbe aggiunto a quello del manga. Tuttavia, dopo l’uscita del primo trailer e della sequenza di apertura dell’anime, i fan si sono riversati su Internet per esprimere le loro lamentele.

Sakamoto Days è una serie comica d’azione che fonde sequenze di combattimento intense e magistralmente coreografate con il suo tono generale umoristico e spensierato. Un adattamento del manga avrebbe dovuto essere sapientemente realizzato per catturare la giusta atmosfera della serie; una larga parte dei fan credeva che l’anime in arrivo non ci sarebbe riuscito prima ancora di avere la possibilità di vedere il prodotto in onda. Ora, dopo la première di Sakamoto Days su Netflix, quei fan hanno iniziato a cambiare idea.

Sakamoto Days sta dimostrando che gli haters si sbagliavano

I critici dell’anime sono stati messi a tacere dopo la sua première

Sakamoto DaysSakamoto Days è prodotto da TMS Entertainment e, sebbene lo studio non sia famoso, è uno degli studi più antichi e rispettati nel campo degli anime. Con titoli che spaziano da iconici a estremamente popolari, come Akira, Detective Conan e, più di recente, Dr. Stone e Blue Box, chiunque conosca lo studio avrebbe saputo quanto è capace, ben prima che i trailer di Sakamoto Days causassero polemiche.

Sfortunatamente, però, molti si sono affrettati a liquidare lo show prima ancora che andasse in onda. Il primo episodio della serie, intitolato “The Legendary Hit Man“, ha rapidamente dimostrato che i suoi detrattori si sbagliavano, con animazioni fluide e sequenze di combattimento d’impatto. Sebbene la scena di flashback iniziale dell’episodio e la sparatoria finale abbiano contenuto la maggior parte dell’azione, non c’è mai stato un calo di qualità evidente, nemmeno nei suoi momenti più lenti.

Per quanto riguarda i primi episodi, Sakamoto Days ne offre uno che tocca tutte le note giuste, pur mostrando le capacità dello studio di animazione che lo ha creato. Le immagini di apertura potrebbero essere un po’ deboli rispetto alle più memorabili degli ultimi anni, come la seconda stagione di Jujutsu Kaisen o l’omaggio di Chainsaw Man all’industria cinematografica, ma non sono affatto male, né sono indicative della qualità della serie stessa. Finora è andato in onda solo un episodio, ma sembra che le masse critiche abbiano lasciato cadere la palla nelle loro prime impressioni sull’anime.

Sakamoto Days sta dando una spinta iniziale per essere il miglior anime del 2025, anche se avrà concorrenza

Il 2025 si sta delineando come un anno di successo per gli anime

Se Sakamoto Days riuscirà a mantenere la qualità del suo primo episodio per tutta la sua prima stagione, potrebbe diventare un serio contendente per il riconoscimento di anime dell’anno. Tuttavia, ci sarà una dura concorrenza nel 2025 e, prima che possa posare gli occhi sull’anno nel suo complesso, l’anime potrebbe avere difficoltà a rimanere trai migliori dell’anno. Essendo una serie d’azione, Sakamoto Days probabilmente combatterà con Solo Leveling per la ribalta questa stagione invernale, un anime che ha raggiunto livelli di popolarità da record.

Più avanti nel corso dell’anno, serie come Jujutsu Kaisen e Chainsaw Man torneranno con le loro attesissime uscite, che sicuramente attireranno l’attenzione del grande pubblico. Fortunatamente per Sakamoto Days, il suo manga originale è diventato incredibilmente popolare senza il lusso dell’adattamento anime che ne aumenta la portata e fornisce alla serie un pubblico integrato.

Indipendentemente da quale anime diventerà più popolare, il 2025 è un anno che prevede di presentare alcune delle più grandi uscite anime degli ultimi tempi e Sakamoto Days si sta dimostrando un solido punto di partenza. Dopo un primo episodio che ha sfidato le aspettative dei più severi critici della serie, gli appassionati di anime non vorranno perdersi le imprese da assassino sovrumano di Taro Sakamoto in questa stagione.

Strange Academy: Benedict Cumberbatch comparirà al fianco di Benedict Wong?

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Strange Academy è il concept più recente della Marvel Comics, dato che il team ha debuttato dopo il 2020. Creata dallo scrittore Scottie Young e dall’artista Humberto Ramos, la serie si svolge nell’angolo del Marvel Universe di Doctor Strange. Tutto è iniziato con lo Stregone Supremo che ha fondato una scuola per addestrare giovani stregoni e utilizzatori di magia nelle arti mistiche. La scuola si trova a New Orleans e tra coloro che hanno prestato servizio nella facoltà ci sono Doctor Voodoo, Zelma Stanton, Scarlet Witch e Man-Thing.

Gli studenti, nel frattempo, includono per lo più nuovi personaggi, anche se alcuni di loro hanno legami con nomi molto più grandi. Ad esempio, c’è Doyle Dormammu, il “figlio” di Dormammu, il figlio di Enchantress, Alvi Brorson e un Gigante del Gelo chiamato Guslaug.

Sappiamo da un po’ che i Marvel Studios stanno lavorando a una serie TV di Strange Academy e lo scooper @MyTimeToShineH ha appena condiviso un grande aggiornamento. A quanto pare, è riuscita a confermare che l’interprete di Wong Benedict Wong sarà il protagonista dello show. Il Doctor Strange di Benedict Cumberbatch non è stato confermato in questa fase e, se ci sarà, sarà per un “piccolo ruolo”.

La scomparsa di Stephen Strange in Avengers: Infinity War ha significato che Wong è diventato Stregone Supremo, un titolo che detiene ancora. In vista di Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars, questo renderà sicuramente l’eroe una figura chiave nella lotta contro il Dottor Destino.

Benedict Cumberbatch in Strange Academy?

si dice che la serie Strange Academy, di cui si vociferava da tempo, abbia ricevuto il via libera ufficiale dai Marvel Studios. In passato, è stato riferito che lo Stregone Supremo di Benedict Wong, Wong, sia al centro della scena, probabilmente addestrando la prossima generazione di stregoni dopo il devastante attacco di Scarlet Witch a Kamar-Taj.

Non vediamo Strange dal 2022, ma in una recente intervista che ripercorre la sua carriera, Benedict Cumberbatch ha confermato che girerà Avengers: Doomsday quest’anno.

“Questo è Doctor Strange”, ha esordito l’attore britannico. “È un personaggio Marvel e, beh, sarò molto onesto, la gioia di interpretarlo è immensa. Ma la gioia di interpretarlo significa anche che posso contribuire a creare e dare vita a storie e scritti meno commerciali. È un dono in molti, molti modi nella mia vita di produttore e attore. Adoro interpretarlo. È molto divertente. Non vedo l’ora che arrivi Avengers l’anno prossimo, che sta scatenando una tempesta”, ha anticipato Cumberbatch.

In The Mood For Love: evento speciale al cinema per i 25 anni

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In The Mood For Love: evento speciale al cinema per i 25 anni

Lucky Red, in collaborazione con Tucker Film, è lieta di comunicare il ritorno in sala del capolavoro di Wong Kar Wai: a 25 anni dalla prima uscita torna sul grande schermo In The Mood For Love nella versione in 4K del 2021, restaurata dall’Immagine Ritrovata di Bologna e dalla Criterion sotto lo sguardo attento del regista.

Presentato nel 2000 al Festival di Cannes, In the Mood for Love ottenne il premio per la miglior interpretazione maschile a Tony Leung, e il Grand Prix tecnico per la fotografia di Christopher Doyle. Melodramma intenso e raffinatissimo che ha fatto la storia, il film ètratto dal romanzo breve Un incontro di Liu Yichang.

Sulle note di una colonna sonora ricchissima in cui domina l’inconfondibile tema musicale Yumeji’s Theme del compositore giapponese Shigeru Umebayashi, e con inquadrature che sembrano opere d’arte, una storia d’amore struggente e sensuale, un racconto universale e senza tempo diventato ormai un cult assoluto che, grazie anche alla versione restaurata, esplode sul grande schermo in tutto il suo fascino.

Per il 25° anniversario sarà disponibile nei cinema sia in versione originale con i sottotitoli che nella versione doppiata, un evento speciale solo il 17, 18 e 19 febbraio.

La trama di In the Mood for Love

Hong Kong, 1962. Chow (Tony Leung), redattore capo di un quotidiano locale, trasloca con sua moglie in un nuovo appartamento situato in un immobile abitato per lo più da persone della comunità di Shanghai. Incontra Li-zhen (Maggie Cheung), una donna giovane e molto bella  che si è appena trasferita lì insieme a suo marito. La donna lavora come segretaria in una ditta di esportazioni, mentre suo marito è rappresentante per conto di una società giapponese, pertanto viaggia frequentemente per affari. Dato che anche sua moglie è spesso fuori casa, Chow trascorre molto tempo in compagnia di Li-zhen. Si ritrovano spesso a giocare a mah-jong o a discutere degli ultimi pettegolezzi. Chow e Li-zhen diventano molto amici, fino a quando scoprono che i loro rispettivi coniugi hanno una relazione…

 

Anthony Mackie svela come ha saputo che sarebbe diventato il nuovo Captain America

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I Marvel Studios hanno fatto un lavoro fenomenale nel tenere nascosti i più grandi segreti di Avengers: Endgame. Tra questi c’era il momento in cui uno Steve Rogers (Chris Evans) più anziano ha passato il suo scudo a Falcon, Sam Wilson (Anthony Mackie), investendolo del ruolo di nuovo Captain America.

In The Falcon and the Winter Soldier, è stato rivelato che Sam aveva deciso di non impugnare lo scudo. Ma tutto ciò che è successo con John Walker alla fine gli ha fatto cambiare idea, ovviamente, e l’eroe sarà il prossimo protagonista in Captain America: Brave New World.

Ecco come Anthony Mackie ha scoperto che sarebbe stato il nuovo Cap

Durante una recente intervista per promuovere il film, Anthony Mackie ha riflettuto sul momento in cui ha scoperto che sarebbe stato il Vendicatore a stelle e strisce del MCU. “Eravamo un gruppo di noi a casa sua[Chris Evans] aveva questa casa pazzesca – seduti lì a guardare una partita, sparando cazzate. Quindi lui dice, ‘Hai letto la nuova sceneggiatura?’ Ho detto, ‘No.’ E lui era tipo ‘Non lo sai?’ E sai, essendo nero, ho detto ‘Morirò, accidenti. Si stanno liberando di me, amico. Non creo nemmeno problemi. Me ne sto in fondo, come se non dessi fastidio a nessuno.'”

“Quindi lui ha risposto tipo ‘Dai, dai.’ Nella sua casa, aveva una specie di botola che portava a un seminterrato che era come la caverna degli uomini di tutte le caverne degli uomini. Ha tutte le sue cose Marvel disposte, il suo nuovo copione e tutte queste cose. E io sono tipo ‘Oh, questa è la tua sala di preparazione.'”

“Lui prende il nuovo copione. Va alle ultime 10 pagine e dice ‘Leggilo!’ Quindi io che penso che mi abbiano ucciso arrivo alla parte ed è tipo, sai, sto leggendo la scena tra noi, e dice ‘Gli porge lo scudo.’ Io dico, “Allora perché mi hai dato lo scudo?” Lui risponde, “Perché sei il fottuto Capitan America”. Ci abbracciamo, saltiamo su e giù. È stato esilarante”.

Rimpiazzare Steve Rogers/Chris Evans non è impresa da poco, e Anthony Mackie è consapevole di questa pesante eredità. Tuttavia ha la possibilità di assumere il ruolo di Cap e di dimostrare in che modo può essere diverso e forse migliore, per i tempi in cui versa il MCU.

The Falcon and The Winter SoldierQuello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.

Beau DeMayo dice che l’episodio 4 di X-Men ’97 è sembrato “strano” perché la Marvel lo ha affidato a un editor di What If…?

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X-Men ’97 ha ricevuto recensioni molto positive ed è stato accolto con calore dalla maggior parte dei fan. Alcuni episodi sono stati migliori di altri, ma una puntata in particolare si è distinta come un punto basso della stagione per molti spettatori.

L’episodio 4, “Motendo; Lifedeath – Parte 1”, presentava un’avventura di Jubilee per lo più autoconclusiva insieme alla prima parte di una storia incentrata su Tempesta/Forge che avrebbe dovuto costruire una relazione romantica tra i personaggi.

Sfortunatamente, questa parte dell’episodio è sembrata molto affrettata, con lamentele sul fatto che la connessione tra Ororo e il mistico inventore mutante sembrava forzata, soprattutto considerando quanto è importante questo momento nei fumetti, per Tempesta. “Lifedeath – Parte 1” ha anche introdotto l’avversario demoniaco di Tempesta, una creatura simile a un uccello che arriva verso la fine dell’episodio con poche spiegazioni.

In un thread, l’ex showrunner Beau DeMayo sostiene che il motivo per cui questo episodio è sembrato così “strano” è perché il co-produttore esecutivo dello show (supponiamo si riferisca a Victoria Alonso) “odiava” la sua idea originale, “ha rubato l’episodio e l’ha dato a un editor di What If per rifarlo secondo la sua visione, il che per coincidenza ha sviscerato circa 1/3 della storia di Tempesta e ha diviso l’Ep4 in due parti separate”.

DeMayo dice anche che ha dovuto lavorare molto duramente per convincere l’attore di Yellowstone Gil Birmingham a dare la voce a Forge dopo che i Marvel Studios hanno rovinato il loro rapporto tagliando il suo personaggio di un Dio nativo americano da Thor: Ragnarök senza dirglielo (DeMayo potrebbe sbagliarsi, dato che Birmingham era effettivamente elencato nei titoli di coda di Eternals). Mentre tutto ciò che DeMayo dice potrebbe essere corretto, è importante contestualizzare il suo problema con la Marvel.

Beau DeMayo vs Marvel, la saga continua

L’anno scorso, abbiamo saputo che i Marvel Studios/Disney avevano licenziato Beau DeMayo poco prima della première mondiale dello show animato. Da allora, Internet è stato pieno di voci e speculazioni su cosa avrebbe potuto portare al suo licenziamento, e la Marvel ha finalmente rilasciato una dichiarazione sulla questione alla fine del 2024. “Il signor DeMayo è stato licenziato a marzo 2024 a seguito di un’indagine interna. Data la natura scandalosa delle conclusioni, abbiamo immediatamente reciso i legami con lui e non ha più alcuna affiliazione con la Marvel.”

Sebbene ci siano alcuni resoconti contrastanti su cosa sia successo esattamente, si dice che DeMayo sia stato licenziato per aver inviato foto oscene a membri del suo staff, e ci sono state ulteriori accuse che affermano che era fisicamente e sessualmente inappropriato con molti dei suoi colleghi.

DeMayo ha sempre negato, suggerendo che il suo licenziamento fosse semplicemente dovuto all’omofobia e affermando che è stato privato del suo credito nella seconda stagione di X-Men ’97 poco dopo aver condiviso una fan art del Gay Pride Month di se stesso in un succinto costume da Ciclope.

Oceania 2 supera il miliardo di incasso globale

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Oceania 2 supera il miliardo di incasso globale

Oceania 2, originariamente concepito come una serie televisiva per lo streaming, è ufficialmente un successo da un miliardo di dollari al botteghino. Il sequel animato ha generato 445 milioni di dollari a livello nazionale e 567 milioni di dollari a livello internazionale, portando il suo totale complessivo a 1,009 miliardi di dollari a livello globale dopo otto weekend di uscita.

Oceania 2 è la terza uscita del 2024 della Disney a entrare nel club dei miliardi di dollari dopo Inside Out 2 e Deadpool & Wolverine, concludendo un anno stellare per lo studio cinematografico. Nessuno dei suoi rivali ha messo in campo una singola uscita da 1 miliardo di dollari nel 2024, sebbene Universal sia stata la più vicina con Cattivissimo Me 4 (969 milioni di dollari).

Il successo di Oceania 2, sia per la Disney che per gli esercenti, dovrebbe essere un esempio incoraggiante a favore del cinema perché il seguito è stato sviluppato come una serie per Disney+ prima di essere riorganizzato in un lungometraggio. Ora, il film continuerà a guadagnare attraverso le finestre di intrattenimento domestico prima di approdare sulla piattaforma di streaming della Disney.

Il remake in live action di Oceania

Il primo Oceania ha avuto un modesto successo con 680 milioni di dollari a livello globale nel 2016, ma l’avventura oceanica è esplosa in popolarità su Disney+, dove è rimasto uno dei titoli in streaming più visti. La Disney sta anche sviluppando un remake live-action dell’originale, la cui uscita è prevista per il 2026.

Dwayne Johnson e Auli’i Cravalho hanno ripreso i loro ruoli vocali come il semidio tatuato Maui e l’eroina omonima “Oceania 2”, in cui il coraggioso esploratore si addentra nell’oceano per trovare un’isola nascosta e spezzare una maledizione.

Johnson sta producendo Oceania così come Lin-Manuel Miranda, che ha scritto le canzoni originali. Il cast di supporto include John Tui nel ruolo di Chief Tui, Frankie Adams nel ruolo di Sina e Rena Owen nel ruolo di Gramma Tala. Oceania uscirà nelle sale il 10 luglio 2026.

Skeleton Crew: ecco la Jedi che è stata tagliata dalla serie!

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Skeleton Crew: ecco la Jedi che è stata tagliata dalla serie!

Yasmine Al Massri, un’attrice palestinese apparsa in film come Caramel, Quantico e The Strangers’ Case, ha rivelato di aver girato almeno una scena per il recente finale di stagione di Skeleton Crew, ma il suo personaggio non è sopravvissuto al montaggio.

Sembra che Al Massri dovesse apparire come la Jedi senza nome che prende sotto la sua ala un giovane Jod Na Nawood (Jude Law) poco dopo gli eventi della Purga dell’Ordine 66 descritti in La vendetta dei Sith. In “The Real Good Guys“, Jod rivela la sua storia passata a Wim, spiegando che era un bambino affamato e indigente finché uno Jedi non lo trovò. Vide del potenziale in Jod e iniziò a insegnargli le vie della Forza, ma alla fine fu rintracciata (presumibilmente dagli Inquisitori dell’Impero) e uccisa proprio di fronte a lui.

“Questo è stato il lavoro di recitazione più breve che abbia mai fatto, ma il più significativo per la bambina che è in me… interpretare uno Jedi per una scena in Skeleton Crew… Ho fatto un discorso quando la troupe ha concluso sul set dicendo: avete appena creato la prima Jedi araba… grazie… la scena purtroppo non è arrivata al montaggio finale perché queste cose succedono… ma non posso non condividere la mia esperienza e i miei sentimenti… persino Liam (figlio dell’attrice, ndr) ha provato quella scena con me e ho potuto vantarmene con i suoi amici, il che mi ha fatto guadagnare per un momento il rispetto della mamma più cool.”

Ecco la foto di Yasmine Al Massri in costume per Skeleton Crew

Star Wars: Skeleton Crew è ora disponibile in streaming per intero su Disney+.

Hugh Jackman potrebbe rimanere il Wolverine del MCU per almeno un altro decennio

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Deadpool & Wolverine è stato il primo film vietato ai minori dei Marvel Studios e ha incassato oltre 1,3 miliardi di dollari. Il terzo capitolo della trilogia dedicata al Mercenario Chiacchierone non solo ha dimostrato che non tutti i titoli MCU devono essere PG-13, ma è servito anche come un imperativo promemoria di quanto sia un’enorme attrazione che il pubblico nutre per Hugh Jackman quando sfodera gli artigli di Logan.

Ciò non toglie nulla a Ryan Reynolds o Deadpool; tuttavia, Wolverine, come Spider-Man, rimane uno dei personaggi più popolari della Marvel e quando si combina questo con l’interpretazione di Jackman dell’X-Man, l’interesse non fa che aumentare.

Qual è il futuro di Hugh Jackman nel MCU?

Si è detto molto su cosa faranno i Marvel Studios dopo Avengers: Secret Wars. Jackman è destinato a essere una parte importante di questo film, come di Avengers: Doomsday Pochi fan si lamenterebbero se Henry Cavill assumesse il ruolo dopo il suo cameo in Deadpool e Wolverine… anche se la totalità del pubblico sarebbe sicuramente più felice di vedere tornare Jackman!

In ogni caso, The Cavillrine potrebbe essere sfortunato perché, secondo lo scooper @MyTimeToShineH, l’attore australiano “non è nemmeno vicino a finire” e intende interpretare Wolverine per almeno altri 10 anni.

È un’affermazione azzardata, anche se piuttosto credibile se si considera il fatto che Hugh Jackman sembra almeno 10 anni più giovane di quanto non sia in realtà (56) ed è ansioso di far parte dell’MCU. Dopotutto, quel film di cui si vocifera di Hulk contro Wolverine non ha lo stesso fascino con qualcun altro nel ruolo, e Jackman deve sapere che ci sarà molto divertimento – e soldi da fare – nel prossimo decennio se continuerà a indossare il costume. L’insider aggiunge che i Marvel Studios vogliono anche una trilogia di Deadpool e Wolverine, cosa non sorprendente dopo che l’ultimo film ha più che compensato un 2023 difficile con un incasso al botteghino da record.

James Gunn conferma che stanno lavorando a un DC Studios Elseworlds

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Quando i piani DCU dei DC Studios sono stati rivelati per la prima volta, è stato confermato che James Gunn e Peter Safran avrebbero distribuito sia film, programmi TV e videogiochi ambientati nello stesso mondo che progetti “Elseworlds.

The Penguin è stato il primo di questi, mentre anche il sequel di Batman sembra destinato a rientrare in quella categoria. L’introduzione dei DC Studios è già stata rivelata e, secondo Gunn, il piano è di mettere Superman in primo piano e al centro nel tentativo di renderlo il volto dello studio, allo stesso modo del leone per la MGM. Tuttavia, non abbiamo ancora visto un logo “Elseworlds” che possa essere utilizzato per differenziare quei progetti di realtà alternativa dalla continuità principale del DCU.

James Gunn risponde ai fan sui social

Rispondendo a un fan sui social media, il co-CEO dei DC Studios e regista di Superman ha spiegato: “Tutti i progetti televisivi [e] cinematografici DC sono ora sotto DC Studios. Poiché Harley Quinn è stato sviluppato molto prima di noi, non abbiamo pensato che fosse giusto mettere lì la fanfara dei DC Studio”.

“Su Penguin, in cui abbiamo avuto un piccolo contributo allo sviluppo, abbiamo un diverso animatore DC Studios alla fine”, ha continuato Gunn. “Stiamo attualmente lavorando all’apertura di DC Studios Elseworlds”.

Alla fine del 2023, il regista ha spiegato cosa deve essere un film o una serie TV per essere rilasciato sotto questo banner “Elseworlds“: “Uno dei problemi con i contenuti DCEU in passato era che non c’era una vera coerenza all’interno dell’universo stesso. Questo non ha mai significato – [e] non l’ho mai detto, poiché è così che lo abbiamo sempre immaginato – che tutti i contenuti animati [e] dei videogiochi sarebbero stati nel DCU”.

“Ho detto ([e] continuo a dire) che la MAGGIOR PARTE della TV [e] dei film saranno nel DCU con qualche racconto occasionale di Elseworld (come The Batman di Matt), ma dovranno essere eccezionali. Non ho mai menzionato i servizi di streaming, ma vorrei che più persone potessero guardare le storie DC”.

Annihilus: i piani del MCU vanno molto oltre la serie tv di Nova!

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Nelle ultime settimane, si è parlato molto di Annihilus, classico cattivo dei Fantastici Quattro, che potrebbe assumere il ruolo di avversario principale nella serie TV Nova pianificata dalla Marvel Television.

Anche se ha senso introdurre l’Arthrosian e la sua Annihilation Wave in quella serie, sembra dunque chiaro che il personaggio non inizierà la sua vita come antagonista nel franchise dei Fantastici Quattro. C’è qualcosa di molto eccitante nella prospettiva che Nova vedremo l’adattamento di Annihilation o che la serie prepari il terreno per l’evento in un futuro film cosmico dell’MCU (Guardiani della Galassia 4, potrebbe essere una opzione, al netto dell’assenza di James Gunn).

Ora, quest’ultima opzione sembra più probabile in base alle nuove informazioni condivise da Daniel Richtman. L’insider che Annihilus non sarà un cattivo una tantum in Nova; invece, ci si aspetta che appaia anche in altri progetti, il che probabilmente significa che l’angolo cosmico dell’MCU ha appena trovato un nuovo grande cattivo.

Non è fuori dal regno delle possibilità che Annihilus diventi il “​​prossimo Thanos”, in particolare se la sua Annihilation Wave si fa strada verso la Terra. È allora che potremmo vedere la prima famiglia della Marvel combattere il mostro, probabilmente con Nova a dare una mano.

Annihilus nei fumetti

Nei fumetti, i Tyannani erano originariamente l’unica forma di vita intelligente nella Zona Negativa e, dopo aver rilasciato inavvertitamente spore di vita su un pianeta vulcanico sterile, una di queste è mutata ed è diventata il cattivo noto come Annihilus. Acquisendo una barra di controllo cosmico che ha notevolmente esteso la sua durata di vita, Annihilus si è messo in viaggio per distruggere tutto ciò che considerava una minaccia per la sua esistenza. Ossessionato dal dominio della Zona Negativa, è diventato un vero conquistatore prima di incrociare i Fantastici Quattro.

Decenni dopo, il cattivo incontrò la Forza Opposta, la versione della Zona Negativa del Potere Cosmico. Invase quindi l’Universo Marvel con la sua Onda Annientatrice, un’armata composta da migliaia di astronavi e un esercito con innumerevoli “insetti”. Pianeta dopo pianeta, tutti caddero mentre Annihilus si metteva in viaggio per acquisire il Potere Cosmico usato da Galactus e dai suoi Araldi. Il suo obiettivo finale? Distruggere ogni forma di vita in entrambi gli universi. Alla fine, personaggi del calibro di Silver Surfer, Star-Lord, Drax e Nova si riunirono per fermare il cattivo. Fu Richard Rider a salvare la situazione, però, quando gli conficcò un pugno nella gola e lo uccise strappando gli organi interni della creatura.

Quanto di tutto questo finirà nell’MCU resta da vedere e non ci si aspetta che Nova arrivi fino a dopo l’uscita di Avengers: Secret Wars nel 2027.

Dragon Trainer: nuovi draghi e azione nel secondo trailer!

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Dragon Trainer: nuovi draghi e azione nel secondo trailer!

Sono passati un paio di mesi da quando è uscito il primo sguardo al film live-action Dragon Trainer e ora è appena uscito un nuovo trailer di un minuto che rivela altre riprese mai viste prima.

Non solo ci sono alcuni evidenti miglioramenti visivi (Sdentato in qualche modo sembra persino meglio della prima volta), ma vediamo anche i draghi Tempestosa e Zanna uncinata e altri momenti del primo incontro di Hiccup con il suo futuro migliore amico.

Anche se Dragon Trainer è semplicemente un remake inquadratura per inquadratura del classico della DreamWorks Animation, tutto ciò che vediamo qui sembra opportunamente epico e ci sono buone probabilità che questo film finisca per essere uno dei più grandi successi del 2025 (soprattutto grazie all’epica colonna sonora di John Powell).

Mason Thames in Dragon Trainer
Mason Thames in Dragon Trainer – Cortesia Universal

Descrivendo il film come “un punto di svolta”, Gerard Butler ha recentemente stuzzicato la curiosità dicendo: “Posso dire che è stata una gioia far parte di questi film, raccontare queste storie e vederle accolte dal pubblico. E lavorare con Dean DeBlois, il regista, e con tutta questa fantastica troupe, e poi vederle uscire, uno dei motivi per cui ho iniziato a fare questo lavoro è sapere che stai dando vita a magia e mondi magici, sentimenti e idee che forse affascineranno le persone e le aiuteranno nelle loro vite”. “Anche se è solo per evadere”, ha aggiunto l’attore del Capo Villaggio Stoick l’Immenso. “Sarà un classico indimenticabile. Sono semplicemente onorato di farne parte”.

Tutto quello che sappiamo sul live action di Dragon Trainer

La Universal Pictures ha riunito un cast impressionante per Dragon Trainer che include Mason Thames, Nico Parker, Gerard Butler, Nick Frost, Julian Dennison, Gabriel Howell, Bronwyn James, Harry Trevaldwyn e Ruth Codd.

Dean DeBlois, che ha scritto e diretto Lilo & Stitch e la trilogia di Dragon Trainer insieme a Chris Sanders, dirige questo remake.

Nel film d’animazione, Hiccup, un giovane vichingo che sogna di diventare un coraggioso cacciatore di draghi, stringe un’improbabile amicizia con una delle bestie volanti dopo averla ferita per sbaglio. Insieme, Hiccup e il suo nuovo amico, che lui chiama Sdentato, devono unire le loro culture in una lotta contro un gigantesco drago malvagio noto come Morte Rossa.

Dragon Trainer uscirà nelle sale nell’estate del 2025.

Captain America: Brave New World, sarà Mickie vs Ford!

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Captain America: Brave New World, sarà Mickie vs Ford!

I biglietti per Captain America: Brave New World dei Marvel Studios sono stati messi in vendita venerdì negli Stati Uniti e i Marvel Studios hanno ora pubblicato un altro spot sui social media per il prossimo film MCU.

Quest’ultima anteprima ricicla un bel po’ di filmati dall’ultimo teaser, ma ci sono alcune nuove inquadrature, tra cui un primo piano di Red Hulk (Harrison Ford) che sembra più che un po’ seccato mentre si gira per affrontare Captain America (Anthony Mackie) prima di quello che promette di essere un emozionante scontro finale.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.

Liliana: il 20, 21, 22 e 27 gennaio al cinema

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Liliana: il 20, 21, 22 e 27 gennaio al cinema

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, Liliana, film documentario diretto da Ruggero Gabbai, racconta la straordinaria storia della senatrice a vita Liliana Segre.

L’arresto, la deportazione nei campi di concentramento in cui ha dato l’ultimo struggente addio a suo padre, fino al suo profondo, generoso e ininterrotto impegno sociale per trasmettere alle giovani generazioni un messaggio di libertà e uguaglianza, contro ognisopraffazione dei diritti umani.

Il racconto intimo e personale di una delle donne più importanti del panorama culturale italiano. Una narrazione toccante e attenta che porta sul grande schermo materiali d’archivio inediti, la testimonianza di figli e nipoti, la voce di personaggi pubblici come Ferruccio De Bortoli, Mario Monti, Enrico Mentana, Geppi Cucciari, Fabio Fazio.

Un inno alla pace, all’amore e al rispetto. Una storia di forza e resistenza, per non dimenticare.

Il trailer di Liliana

Silo – stagione 3 e 4: lo showrunner aggiorna sull’inizio delle riprese

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Silo – stagione 3 e 4 riceve un aggiornamento incoraggiante dallo showrunner e produttore esecutivo Graham Yost. Il finale del thriller distopico di Apple TV+, basato sui romanzi di Hugh Howey, ha chiuso il suo secondo capitolo con fiducia. Juliette Nichols (Rebecca Ferguson) e Bernard Holland (Tim Robbins) si sono trovati faccia a faccia nel finale della seconda stagione di Silo, ma la serie ha anche aperto la strada a nuove storie. Tra queste, un flashback che cambia ciò che gli spettatori pensavano di sapere.

In un’intervista post-finale con TheWrap, Yost ha dichiarato che la terza stagione è già in fase di riprese. Lo showrunner ha aggiunto che le stagioni 3 e 4 saranno girate back-to-back per tutto il 2025, con solo una breve pausa prevista. Yost ha anche rivelato che la stagione 4 di è completamente scritta e che sapeva fin dall’inizio, già a poche settimane dalla prima stagione, che Apple TV+ avrebbe permesso loro di raccontare la storia completa.

Cosa significano gli ultimi aggiornamenti per Silo

Il rinnovo per le prossime due stagioni di Silo è stato confermato solo alla fine dello scorso anno. Con l’ultimo commento, è anche chiaro che Yost e il resto del team creativo sapevano di poter esplorare le storie nel modo in cui volevano. Questo probabilmente significa che il team ha delineato la serie fin dall’inizio, il che ha permesso di tracciare un percorso chiaro su dove la storia potesse andare. Questo si può dedurre dal finale della seconda stagione, che introduce flashback che cambiano le carte in tavola e introduce nuove importanti reliquie come il dispenser Pez.

Ciò significa anche che probabilmente la terza stagione di Silo avrà un cliffhanger ancora più grande quando la serie si avvierà verso la sua conclusione. Ci sarà un senso di sicurezza per il fatto che, a differenza di molte serie di alto profilo, i misteri principali del silo avranno probabilmente una risposta. E, cosa ancora più significativa, significa che personaggi come Juliette potranno godere di una certa chiusura. Infine, dato che le riprese si svolgeranno in successione, l’intervallo tra le stagioni 3 e 4 dovrebbe essere significativamente più breve.

Silo – Stagione 3: cast, storia e tutto quello che sappiamo

Silo – Stagione 3: cast, storia e tutto quello che sappiamo

La serie sci-fi di successo di Apple TV+ Silo è tornata per la sua seconda stagione alla fine del 2024, e ora il dramma distopico ha ottenuto il rinnovo per la terza stagione. Basata sull’omonima trilogia di romanzi di Hugh Howey, la serie segue i rimanenti sopravvissuti alla post-apocalisse, che vivono nel sottosuolo di un enorme complesso di silo. L’impulso al dramma dello show è dato da una donna di nome Juliette (interpretata da Rebecca Ferguson) che non accetta la storia del governo sul passato e su come l’umanità sia arrivata a vivere nel silo. La prima stagione è stata un successo per Apple TV+ e sono stati ordinati rapidamente altri episodi.

La seconda stagione continua il trend di alta tensione dello show, poiché Juliette ha finalmente sfidato i responsabili nel suo tentativo di scoprire cosa sia realmente accaduto all’umanità. Fuggendo dal silo, Juliette trova qualcosa che ribalta l’intera serie e diventa rapidamente un simbolo popolare per il resto dei residenti del complesso. È chiaro che questa escalation non si risolverà in due sole stagioni, e sono già in atto piani per continuare la storia in altre stagioni. Ora, Apple TV+ ha tracciato il futuro di Silo per le prossime due stagioni.

Silo Stagione 3 Ultime notizie

Apple TV+ rinnova Silo per altre due stagioni

Poche settimane dopo che la star Rebecca Ferguson aveva annunciato che erano in programma altre stagioni, l’ultima notizia conferma che Apple TV+ ha rinnovato Silo per altre due stagioni. L’annuncio arriva durante lo svolgimento della seconda stagione, il cui secondo episodio, non ancora concluso, ha già fatto leva sul pubblico attirato dall’avvincente prima stagione. L’annuncio delle stagioni 3 e 4 è arrivato anche con la rivelazione che la stagione 4 sarebbe stata l’ultima, completando così la dinamica della storia.

Lo showrunner Graham Yost, il responsabile della programmazione di Apple TV+, Matt Cherniss, e la protagonista/produttrice esecutiva della serie, Rebecca Ferguson, hanno espresso il loro entusiasmo per il futuro della serie, dichiarando:

Graham Yost: È stata un’esperienza ricca di soddisfazioni adattare i romanzi epici di Hugh con i nostri partner della Apple e siamo entusiasti di avere l’opportunità di portare sullo schermo questa storia completa nel corso di quattro stagioni. Con gli ultimi due capitoli di “Silo”, non vediamo l’ora di dare ai fan della serie una conclusione incredibilmente soddisfacente dei molti misteri e delle domande senza risposta contenute tra le mura di questi silos.

Matt Cherniss: L’avvincente, inventivo e commovente “Silo” ci ha appassionato fin dal primo giorno e ci è piaciuto vedere il pubblico mondiale diventare altrettanto innamorato del mondo creato da Graham Yost. In vista della terza e quarta stagione di questa ambiziosa serie fantascientifica incentrata sui personaggi, che concluderà il viaggio di Juliette Nichols e completerà l’epica trilogia di romanzi di Hugh Howey. Non vediamo l’ora che tutti possano sperimentare altre potenti interpretazioni dello show, guidate dall’impareggiabile Rebecca Ferguson, così come gli inaspettati colpi di scena, le svolte e le sorprese che ci aspettiamo da questa storia così umana.

Rebecca Ferguson: Ho amato ogni minuto di portare Juliette sullo schermo e sono immensamente orgogliosa di ciò che abbiamo creato con “Silo” fin dal primo episodio. Ho sempre avuto la passione di raccontare l’intera storia contenuta nei libri di Hugh Howey, quindi non potrei essere più felice del fatto che il pubblico di tutto il mondo abbia accolto con entusiasmo la serie. Insieme ai nostri partner di Apple, a Graham e a tutto il cast e la troupe, non vedo l’ora di immergermi nelle ultime due stagioni che concluderanno magnificamente questo racconto distopico.

La terza stagione di Silo è confermata

Anche se era scontato che Silo sarebbe stata rinnovata, Apple TV+ ha preso la sorprendente decisione di ordinare non una, ma ben due stagioni dell’avvincente dramma fantascientifico. Lo streamer non solo ha assicurato il futuro dello show per il momento, ma ha anche annunciato che la quarta stagione avrebbe concluso la storia, permettendo così di esplorare completamente la trilogia di libri sul piccolo schermo. Sebbene l’incombente cancellazione (dopo la quarta stagione) sia piuttosto scoraggiante, la trasparenza di Apple TV+ sulla serie significa che gli spettatori non saranno lasciati all’oscuro dei rinnovi.

La seconda stagione di Silo ha debuttato il 15 novembre 2024.

Dettagli sul cast di Silo – Stagione 3

Silo - stagione 2 finale
Cortesia di © AppleTV+

Chi tornerà nella terza stagione?

In questa fase, è difficile prevedere chi farà parte della terza stagione di Silo , dato che gran parte della seconda stagione non è ancora stata rivelata. Tuttavia, è lecito supporre che molte delle star dello show saranno presenti al loro ritorno, soprattutto perché all’orizzonte si profilano cose più importanti. Il ritorno più logico è quello di Rebecca Ferguson nel ruolo di Juliette, il cui status di martire tra i membri rimasti della comunità del silo significa che è una figura chiave nella storia. Allo stesso modo, figure di supporto importanti come l’Holston di David Oyelowo e il Sims di Common sono una necessità.

Ogni eroe ha bisogno di un cattivo, e Tim Robbins dovrebbe tornare a vestire i panni del malvagio Bernard, soprattutto quando il suo potere sulla comunità inizia a diminuire. Se il mondo al di là del silo continuerà a espandersi nelle prossime stagioni, è logico che la serie aggiungerà anche una serie di nuovi nomi al mix, anche se è impossibile indovinare chi saranno in questo momento.

Dettagli sulla trama di Silo – Stagione 3

Rebecca Fercusong nella stagione 2 di Silo
Cortesia di © AppleTV+

Anche se i libri offrono un quadro di riferimento per la serie, è difficile prevedere esattamente cosa accadrà nella stagione 3 di Silo fino a quando non saranno rivelati ulteriori dettagli nel corso della seconda stagione. Ovviamente, la tensione sta crescendo all’interno del silo e prima o poi la situazione sfocerà in uno scambio violento. È molto probabile che nella stagione 2 si verifichi una sorta di tentativo di insurrezione, ma non sarà la fine della storia. L’annuncio delle stagioni 3 e 4 lo conferma.

Le scoperte di Juliette al di fuori del silo cambieranno probabilmente la traiettoria della serie e, se riuscirà a tornare al silo principale, potrà condividere queste informazioni. Lo scenario più probabile è che la terza stagione di Silo sia completamente diversa a causa di qualche importante colpo di scena nella seconda stagione, ma fino a quel momento non c’è modo di sapere esattamente quale sarà la trama.

A Complete Unknown, alla ricerca di Bob Dylan: Timothée Chalamet, Edward Norton, Monica Barbaro e James Mangold a Roma

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In occasione del tour mondiale di A Complete Unknown, Timothée Chalamet ha fatto tappa a Roma insieme alle sue co-star, Edward Norton e Monica Barbaro, e al regista, produttore e sceneggiatore del film, James Mangold. Durante la conferenza stampa, Chalamet ha raccontato della preparazione al film e di come ha cercato di creare un personaggio che non fosse un’imitazione ma una interpretazione.

“Ci sono stati cinque anni e mezzo di preparazione ed è stato molto interessante, ma la cosa più bella è il risultato che abbiamo raggiunto come squadra e come cast. E’ la versione migliore che potevamo realizzare e lo abbiamo fatto con la guida di James (Mangold). Avevamo poco meno di 3 mesi per essere Bob o Jean, e tutto il resto della vita per essere noi stessi, quindi abbiamo dato il 150%. E’ stato un processo che ha richiesto dedizione e concentrazione, e tutti noi ci siamo impegnati in questo senso.”

Timothée Chalamet alla premiere romana di “A Complete Unknown” – Foto di Aurore Leone

James Mangold: “Nel film Timothée Chalamet, che interpreta Bob, dice che le persone dimenticano il passato e ricordano ciò che vogliono. È una cosa che ho scritto io pensando al fatto che si parla spesso di Dylan come a un cantastorie, il mio lavoro da regista è stata farmi delle domande e ho messo in dubbio questa tesi. Tutti inventiamo la nostra vita e enfatizziamo le cose belle, la parte eroica di noi stessi, è la natura umana, è il modo in cui noi persone sopravviviamo. Da cantastorie, fa filmmaker io stesso, dico che non esiste una verità assoluta, abbiamo fatto una ricerca molto approfondita sulla vita di Dylan, letto interviste e libri, visto documentari, ho parlato anche con Dylan, ma tutto questo materiale si contraddice.

I film sono realizzati da persone che sanno di essere di fronte a una macchina da presa, i biografi a loro volta scelgono cosa raccontare, di solito si tende a lasciare fuori gli errori e a raccontare le cose depurate da ciò che non ci piace. Raccontare la verità è difficile e non è una cosa solo limitata a Bob, ma riguarda come tutti noi mettiamo in quadro la nostra storia, la nostra vita. Abbiamo deciso di raccontare quindi le cose così come sono avvenute, secondo una processione temporale, con le date delle uscite dei dischi e dei concerti ben precise, ma per quello che si è rivelato inconoscibile, abbiamo cercato di trovare le sensazioni giuste per raccontare quei fatti e abbiamo trovato un tono nostro per raccontare quelle storie.”

Edward Norton e Shauna Robertson alla premiere romana di “A Complete Unknown” – Foto di Aurore Leone

Edward Norton è Pete Seeger: “Youtube è stato il mio principale mezzo di investigazione. È straordinario cosa c’è su YouTube. Penso che mi sarebbe servito un anno di lavoro per trovare tutto il materiale che ho trovato lì. Ho trovato persino un video di Pete che suona in un pub di Berlino nel ’63. È assurdo e sorprendente cosa si può avere a disposizione grazie a questo strumento. È stato utile perché l’ho ingerito come un vero e proprio pasto, in termini di voce e postura e modo di muoversi. Ma a parte questo, il nostro regista è un bravissimo psicoterapista, e ci ha suggerito di abbandonare la storia e i personaggi che avevamo studiato e di mettere in scena la storia di un giovane che incontra il suo mito, di due ragazzi che si innamorano ma che sono in competizione l’uno con l’altra, di un artista con un sogno, ci ha detto di metterci nei panni di una persona normale. E questo ci ha liberato dalla responsabilità della rappresentazione, perché ci ha concesso di avere a che fare con delle relazioni umane e non solo con i miti che mettevamo in scena.”

Leggi la nostra recensione di A Complete Unknown

Com’è stata la psicoterapia con James su Joan Baez? Monica Barbaro: “E’ difficile non avere costantemente in testa l’idea di dover rendere onore e omaggio a una persona che vedrà il lavoro finito, di dover accontentare i fan, e chi conosce Joan. Fare qualcosa che sia riconoscibile ai loro occhi, anche solo il fatto che quel personaggio possa essere riconosciuto attraverso i miei gesti, parole e movimenti. Joan stessa ha detto se vuoi fare qualcosa di estremamente perfetto lo privi di quello che lo rende interessante, lei stessa ci ha spinto a non privarci della nostra personalità. Abbiamo fatto tutta la preparazione necessaria ma allo stesso tempo potevamo essere delle persone normali che vivevano delle storie normali, e in questo James è stato estremamente d’aiuto, perché ci ha spinto a trovare il nostro percorso umano.”

Monica Barbaro alla premiere romana di “A Complete Unknown” – Foto di Aurore Leone

James Mangold: “Volevo assolutamente che loro apparissero come i personaggi che interpretano, e c’è un extra lore che ci ha aiutato a metterli insieme, tutti loro hanno studiato voci, movimenti, comportamenti, modo di camminare, e poi i costumisti, i parrucchieri sono stati fondamentali, ma non volevo che questo lavoro esterno fagocitasse quello relativo all’aspetto interiore. Non stavamo certo scrivendo una pagina di Wikipedia, stavamo facendo un film, e questo non dovevamo dimenticarlo. Il mio compito era che nessun aspetto prevalesse sull’altro, gli attori sono stati molto disciplinati e io ho fatto solo in modo che questo fiore potesse crescere in questa serra.”

A Complete Unknown arriva in sala il 23 gennaio distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Broken Rage di Takeshi Kitano dal 13 febbraio su Prime Video

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Broken Rage di Takeshi Kitano dal 13 febbraio su Prime Video

Prime Video ha annunciato la data di uscita del film Original giapponese Broken Rage, dal 13 febbraio disponibile in esclusiva su Prime Video nel mondo.

Diretto, scritto e interpretato dal leggendario regista Takeshi Kitano, acclamato in tutto il mondo, Broken Rage è basato sulla sua idea di esplorare “gli elementi della commedia all’interno di un film violento”. Il film, della durata di un’ora, si presenta diviso in due parti. La prima metà è un tipico thriller d’azione hard boiled, in cui un sicario lotta per la sua sopravvivenza, incastrato tra la polizia e l’organizzazione criminale Yakuza. La seconda parte, invece, racconta la stessa storia ma facendo ricorso in maniera brillante a tecniche di auto-parodia, trasformandola in una commedia. Il film, che lo stesso Kitano ha descritto come un’opera sperimentale, è stato presentato nella sezione Fuori Concorso della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2024. Si tratta del primo film giapponese prodotto per un servizio streaming ad essere ufficialmente selezionato dal prestigioso festival internazionale del cinema.

Broken Rage film castTadanobu Asano, nel cast di Zatōichi (2003) e Kubi (2023) di Kitano e vincitore del Golden Globe per il miglior attore non protagonista per la sua interpretazione nella serie Shogun (2023), veste i panni di un detective che costringe Nezumi a collaborare come informatore in un’indagine sul traffico di droga. Nao Omori, anche lui nel ruolo di investigatore, ha debuttato in The Outsiders (2018) ed ha preso parte a cinque film di Kitano, tra cui Dolls (2002), Achilles and the Tortoise (2008), Outrage Coda (2017) e Kubi (2023).

Il ruolo del boss di Yakuza, che sovrintende il traffico di droga, è interpretato da Shidō Nakamura, che ha debuttato nel film di Takeshi Kitano Kubi (2023); nei panni del giovane boss invece troviamo Hakuryu, già in numerosi film del cineasta giapponese. Il talentuoso cast comprende anche Takashi Nishina (Outrage Coda, Kubi), So Kaku (Sanctuary, 2023), oltre a famosi comici che per la prima volta compaiono in un film di Kitano, come Gekidan Hitori, Masanori Hasegawa (Nishikigoi), Azusa Babazono e Mogura Suzuki (Kuki Kaidan).

Broken Rage

  • Regia e sceneggiatura: Takeshi Kitano
  • Cast: Beat Takeshi, Tadanobu Asano, Nao Omori, Takashi Nishina, Shohei Uno, Shoken Kunimoto, Azusa Babazono, Masanori Hasegawa (Nishikigoi), Masato Yano, So Kaku, Shiro Maeda (Bikoon!), Jun Akiyama, Mogura Suzuki (“Kuki Kaidan”), Gekidan Hitori, Hakuryu, Shidō Nakamura
  • Musiche: Shinya Kiyozuka
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Sudestival 2025: il ricchissimo programma della 25° edizione al via dal 24 gennaio

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Dal 24 gennaio al 15 marzo 2025 torna il Sudestival, il festival lungo un inverno della Città di Monopoli, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival è espressione dell’Apulia Cinefestival Network, afferisce all’AFIC ed è componente della Rete dei Festival dell’Adriatico.

Giunto alla sua 25esima edizione, il Sudestival è il punto di riferimento del cinema italiano di qualità in Puglia, grande schermo delle opere prime del cinema italiano, della recente produzione di DOC e di cortometraggi italiani, nella splendida cornice della città di Monopoli.

Un traguardo importante, un quarto di secolo per un’edizione ricca di ospiti importanti, eventi, e proiezioni in anteprima che vedrà il fulcro come sempre nel concorso dei lungometraggi, a cui si affiancherà il concorso dei documentari – a cura di Maurizio Di Rienzo -, la sezione Gli Imprescindibili, le Masterclass, Corta è la notte – selezione di cortometraggi a cura de La Rete dei festival dell’Adriatico – e il cinema per i più piccoli con la sezione Kids – a cura di Marino Guarnieri. A impreziosire il programma l’omaggio a Claudio Caligari in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa.

Primo e unico festival di cinema italiano a svolgersi lungo un inverno, il Sudestival inaugura la sua 25esima edizione venerdì 24 gennaio con l’anteprima pugliese di E se mio padre, il film diretto da Sole Tonnini, in un appuntamento che vedrà la presenza della regista insieme agli attori Claudia Gerini, Massimo Ghini, Luca Scapparone e la piccola Margherita Pantaleo. Il film è liberamente ispirato alle vicende familiari di Sole Tonnini, che ha deciso di reinterpretare in chiave comedy-onirica la scoperta della doppia vita di suo padre. A Claudia Gerini e Massimo Ghini saranno consegnati rispettivamente il Premio “Eccellenti Visioni”- Sudestival 2025 e il  Premio “Alla Carriera” – Sudestival 2025.

Sabato 25 gennaio, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa, il Sudestival dedica un omaggio a Claudio Caligari, con la proiezione del suo iconico film Non essere cattivo. A seguire, verrà presentato il documentario Duse – The Greatest di Sonia Bergamasco. La regista, nota e apprezzata per i suoi innumerevoli ruoli di attrice, incontrerà il pubblico per raccontare il suo lavoro di autrice dedicato all’interprete più significativa del teatro italiano e riceverà il Premio “Buona la Prima!” -Sudestival 2025. Il weekend di apertura si arricchisce, il 26 gennaio, con la presenza di Elisabetta Villaggio, per accompagnare la Retrospettiva che il Sudestival dedica al suo famoso papà, Paolo Villaggio e per celebrare il cinquantenario di FANTOZZI (1975). Oltre a presentare il suo libro, Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio (Baldini + Castoldi, 2021), Elisabetta sarà presente alle proiezioni del biopic Com’è umano lui! – insieme al regista Luca Manfredi e Vincenzo Zampa, attore protagonista, di cui è stata consulente dell’opera – e di Fantozzi di Luciano Salce che quest’anno festeggia 50 anni. Il personaggio simbolo del servilismo, della “sfiga”, delle reazioni spropositate, ‘la più riuscita maschera del nostro cinema dopo Totò’, sarà al centro dell’incontro con il critico cinematografico Paolo Mereghetti ed Elisabetta Villaggio, dedicato al personaggio che Paolo Villaggio ha incarnato per anni, specchio di una determinata classe sociale e della visione sociale e culturale di un’epoca.

Si entra nel vivo del concorso lungometraggi il 31 gennaio con la première di  Nottefonda, di Giuseppe Miale di Mauro, presente in sala,  con l’attore Francesco Di Leva. A seguire, il 7 febbraio sarà la volta di Troppo azzurro con il regista Filippo Barbagallo presente in sala, e la settimana successiva, il 14 febbraio, di Anywhere Anytime di Milad Tangshir, presente in sala. Il 21 febbraio la regista Sara Petraglia presenta il quarto film in concorso, L’albero, da lei diretto; il 28 febbraio toccherà a La cosa migliore di Federico Ferrone, anche lui presente in sala. Ultimo titolo in concorso, il 7 marzo, The Opera! Arie per un’eclissi di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, pronti per accogliere le domande del pubblico in sala.

Ad affiancare il concorso dei lunghi, l’immancabile sezione DOC, che porta per la prima volta in Puglia alcuni dei titoli più interessanti nello scenario dei documentari italiani. La sezione concorsuale, curata da Maurizio Di Rienzo, si apre il 30 gennaio con Musicanti con la pianola di Matteo Malatesta, presenti in sala il regista e i musicisti Pivio e De Scalzi, e prosegue il 6 febbraio con Come quando eravamo piccoli di Camilla Filippi. Continua poi il 13 febbraio con I nipoti dei fiori di Aureliano Amadei e il 20 febbraio con Come se non ci fosse un domani di Riccardo Cremona e Matteo Keffer, che verrà proiettato in anteprima rispetto all’uscita nelle sale. Concludono la sezione Ogni pensiero vola di Alice Ambrogi, il 27 febbraio, e Lirica Ucraina di Francesca Mannocchi, il 6 marzo. Registi e ospiti in sala per ogni proiezione.

Per quanto riguarda Corta è la notte, il consueto appuntamento con la sezione cortometraggi, quest’anno saranno otto le opere in concorso. Il programma della “notte dei corti” continuerà con un’ ulteriore selezione fuori concorso curata dalla Rete dei Festival dell’Adriatico.

Lanciata nel weekend di apertura con la presenza di sua figlia, la retrospettiva di questa edizione è interamente dedicata a Paolo Villaggio, proponendo al pubblico una selezione di titoli che lo vedono e lo ‘riscoprono’ protagonista di preziose pellicole d’autore. Il 26 gennaio sarà proiettato Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli e il 1° febbraio Il… Belpaese di Luciano Salce. La retrospettiva continuerà l’8 febbraio con A tu per tu di Sergio Corbucci e il 15 febbraio con La voce della luna di Federico Fellini. Ultimo titolo dedicato alla filmografia di Villaggio sarà, il 22 febbraio, Un bugiardo in paradiso di Enrico Oldoini.

Unico festival di cinema in Italia che ha come cuore pulsante un gruppo di professori, il Sudestival dedica grande attenzione ed energie alle Masterclass, sezione che coinvolge con grande entusiasmo centinaia di giovani studenti del territorio. È un momento di arricchimento e di confronto lungo un inverno, che anche quest’anno vedrà protagonisti nomi di fama internazionale interloquire con i giovani delle scuole superiori. Ad inaugurare le masterclass sarà la regista Margherita Ferri, campionessa di incassi con il suo ultimo film, Il ragazzo dai pantaloni rosa, che il 24 gennaio racconterà ai ragazzi come ha trasposto sul grande schermo una storia e una tematica delicata nell’incontro “Dall’idea all’opera: la regia”. Ospite del Sudestival 2025 anche Esmeralda Calabria, che il 25 gennaio racconterà il lavoro e il ruolo strategico del montaggio ne La Stranezza di Roberto Andò mentre il 7 febbraio vedrà l’atteso ritorno al Festival di Antonella Gaeta, autore della fortunata serie Qui non è Hollywood, con una masterclass che avrà come argomento le peculiarità del linguaggio delle serie tv. Il 22 febbraio ritorna a Monopoli, dopo aver vinto con la sua opera prima, Francesco Costabile, che insieme al co-sceneggiatore Adriano Chiarelli racconterà il processo di trasposizione dalla pagina allo schermo del suo ultimo pluripremiato film, Familia, mentre il 1° marzo il ruolo determinante della colonna sonora sarà il tema affascinante dell’incontro con Bruno Falanga, autore della colonna sonora di Another End di Piero Messina. Durante l’ultimo weekend del Festival, il 14 marzo, Piero Marrazzo terrà la masterclass su come narrare la storia, proponendo il documentario storico I figli dell’Arat, L’Avamposto e, non da ultimo, il 15 marzo Daniele Ciprì sarà protagonista dell’incontro sull’importanza della fotografia nel cinema con il suo film È stato il figlio.

Insieme alle masterclass pensate per i più giovani, la sezione Kids è invece dedicata ai giovanissimi, ai bambini delle scuole primarie della città, con la direzione artistica di Marino Guarnieri, regista e illustratore, già presidente di ASIFA Italia. Si parte il 30 gennaio con la presentazione del suo libro Chiedi al maestro. Confronti d’autore sull’animazione e il 31 gennaio con un laboratorio da lui curato.  La sezione prosegue poi con quattro proiezioni di film di animazione: Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach il 14 febbraio, La bicicletta di Bartali di Enrico Paolantonio il 21 febbraio, Tito e Vinni: A tutto ritmo di Alois Di Leo e Sérgio Machado il 28 febbraio e infine Prendi il volo di Benjamin Renner e Guylo Homsy il 7 marzo. Inoltre, il 13 marzo un evento dedicato ai bambini della scuola dell’infanzia con uno speciale Sudestival Baby con Sapiens? di Bruno Bozzetto e Le figlie della luna di Marino Guarnieri. La visione sarà accompagnata dai laboratori di Jacopo Selicati (Collettivo Resine).

Il festival vivrà nuovamente anche la propria dimensione internazionale grazie al gemellaggio con il Golden Apricot International Film Festival di Jerevan (Armenia), e sotto il Patrocinio dell’Ambasciata di Armenia in Italia e del Consolato  Onorario di Armenia in Bari, dedicando la giornata del 13 marzo, unica sezione  a Bari, alla proiezione di tre opere armene selezionate con il GAIFF: Il colore del melograno di Sergej Paradjanov, Aurora’s Sunrise di Inna Sahakyan, e I Will Revenge This World With Love – S. Paradjanov di Zara Jian, presentato a settembre a Venezia e ora al Sudestival come première della sezione internazionale. Novità di quest’anno, figlia di un legame storico, sociale e culturale sedimentato con lo sbarco del 1991, è il focus sull’Albania, con il patrocinio e il supporto dell’Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, di AQSHF – Arkivi Qendror Shtetëror i Filmit e della Fondazione Gramsci Puglia. Nella giornata del 14 marzo verranno proiettate tre opere albanesi: Papaveri rossi sui muri di Dhimiter Anagnosti, Annulla il decreto di Fabrizio Bellomo e UDHA – Un sangue, una lingua, una fede di Alessandro Ferrantelli. Tutti gli autori saranno presenti in sala, in compagnia dei rappresentanti delle rispettive istituzioni politiche e culturali.

Non mancheranno poi i momenti di riflessione, per commemorare due importanti avvenimenti: il 29 gennaio, pochi giorni dopo la ricorrenza del Giorno della Memoria, verrà proiettato L’ultima volta che siamo stati bambini di Claudio Bisio, mentre il 12 febbraio sarà l’occasione di celebrare il Giorno del Ricordo con il documentario Io ricordo – La terra dei miei padri di Michelangelo Gratton.

Il 2 marzo è in programma la serata speciale in cui verrà conferito il premo “Eccellenze del Sud” all’attrice Isabella Ragonese. In questa occasione, Federico Pommier presenterà il libro Isabella Ragonese. Tutta la vita dentro (Cosmo Iannone Editore, 2023), curato insieme ad Anna Maria Pasetti.

Ben 12 sono i premi che saranno assegnati in questa edizione: il Faro d’Autore della Città di Monopoli e il Premio “Masseria Santa Teresa Resort” al miglior lungometraggio indicato dalla Giuria Cinema Nazionale Lungometraggi, composta da Daniele Ciprì e Marco Spolentini e presieduta da Cristiana Paternò; il Premio “900 – Albea”, assegnato dalla Giuria del Pubblico al miglior lungometraggio; la  Giuria Giovani Sudestival School assegnerà il Premio “Monholiday” al miglior lungometraggio; confermati anche quest’anno il CD d’argento per il Premio “Gianni Lenoci” alla Miglior Colonna Sonora – la cui Giuria è presieduta da Gianpaolo Schiavo e composta da Daniela Nasti e Francesco Angiuli; il Premio Apulia Film Commission “Carlo Delle Piane” alla Miglior Sceneggiatura, assegnato dalla Giuria composta da Antonella W. Gaeta, Salvatore De Mola e Anna Crispino Delle Piane, presidente. Il Premio “Albergo Diffuso”, sarà attribuito dalla Giuria Nazionale DOC, composta da Viviana Del Bianco (Presidente) con Caterina Sabato e Franco Dassisti, al miglior documentario, a cui si affiancherà il Premio Giuria Giovani Sudestival School al miglior DOC “Giù in Lab”; il Premio “Rete dei Festival dell’Adriatico” – Rai Cinema Channel sarà assegnato al miglior cortometraggio dalla giuria presieduta da Manuela Rima e composta da Ciro D’Emilio e Paola Randi, a cui si affiancherà la Giuria Giovani del Sudestival School, che assegnerà il Premio Panalight al miglior cortometraggio; infine, la Giuria KIDS Sudestival School assegnerà il Premio al Miglior Film di Animazione e l’ospite d’onore (a sorpresa) della Serata delle Premiazioni del 15 marzo riceverà il Premio “Eccellenti Visioni”, che sarà aperta dalla proiezione di Actos por partes, diretto da Sergio Milán, Premio “Raffaella Carrà” dell’edizione 2024 del Pop Corn Festival del Corto di Porto Santo Stefano, il tutto preceduto dalla esibizione dell’Orchestra del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, che eseguirà le musiche del Padrino – parte II, per celebrare un altro nobile cinquantenario: il Premio Oscar per la Miglior Colonna Sonora al Maestro Nino Rota.

LE SEZIONI del Sudestival 2025

MASTERCLASS

  • 24 gennaio – Margherita Ferri: “Dall’idea all’opera: la regia – Il ragazzo dai pantaloni rosa
  • 25 gennaio – Esmeralda Calabria: “Costruire il film: il montaggio – La stranezza
  • 7 febbraio – Antonella Gaeta: “Il linguaggio delle serie TV – Qui non è Hollywood
  • 22 febbraio – Francesco Costabile e Adriano Chiarelli: “Dalla pagina allo schermo – Familia
  • 1° marzo – Bruno Falanga: “Il ruolo della colonna sonora nell’opera filmica – Another End
  • 14 marzo – Piero Marrazzo: “Documentare la storia – I figli dell’Arat, L’Avamposto
  • 15 marzo – Daniele Ciprì: “Il ruolo strategico della fotografia – È stato il figlio

GLI IMPRESCINDIBILI: LA RETROSPETTIVA DEDICATA A PAOLO VILLAGGIO

  • 26 gennaio – Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli (1970)
  • 1° febbraio – Il… Belpaese di Luciano Salce (1977)
  • 8 febbraio – A tu per tu di Sergio Corbucci (1984)
  • 15 febbraio – La voce della luna di Federico Fellini (1990)
  • 22 febbraio – Un bugiardo in paradiso di Enrico Oldoini (1998)

CONCORSO LUNGOMETRAGGI

  • 31 gennaio Nottefonda, di Giuseppe Miale di Mauro
  • 7 febbraio – Troppo azzurro, di Filippo Barbagallo
  • 14 febbraio – Anywhere Anytime, di Milad Tangshir
  • 21 febbraio – L’albero, di Sara Petraglia
  • 28 febbraio – La cosa migliore, di Federico Ferrone
  • 7 marzo – The Opera! Arie per un’eclissi, di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco

CONCORSO DOC

  • 30 gennaio – Musicanti con la pianola, di Matteo Malatesta
  • 6 febbraio – Come quando eravamo piccoli, di Camilla Filippi
  • 13 febbraio – I nipoti dei fiori, di Aureliano Amadei
  • 20 febbraio – Come se non ci fosse un domani, di Riccardo Cremona e Matteo Keffer
  • 27 febbraio – Ogni pensiero vola, di Alice Ambrogi
  • 6 marzo – Lirica Ucraina, di Francesca Mannocchi

CORTA È LA NOTTE1° MARZO

  • Apocalypsis, di Andrés Llanezas, Emmanuel Alcalá e Nicolás Sanabria
  • Empathy, di Mattia Marano
  • Due, di Matteo De Liberato
  • Mayday, di Simone D’Alessandro
  • La Confessione, di Nicola Sorcinelli
  • Il Taglio di Jonas, di Rosario Capozzolo
  • I Topi Ballano, di Manfredi Ostuni
  • Due Sorelle, di Antonio De Palo

SUDESTIVAL KIDS

  • 30 gennaio – Presentazione del libro Chiedi al maestro. Confronti d’autore sull’animazione di Marino Guarnieri
  • 31 gennaio – Laboratorio a cura di Marino Guarnieri
  • 14 febbraio – Linda e il pollo, di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach
  • 21 febbraio – La bicicletta di Bartali, di Enrico Paolantonio
  • 28 febbraio – Tito e Vinni: A tutto ritmo, di Alois Di Leo e Sérgio Machado
  • 7 marzo – Prendi il volo, di Benjamin Renner e Guylo Homsy

Il bambino con il pigiama a righe: il film è basato su una storia vera?

Tratto dall’omonimo romanzo di John Boyne del 2006 e diretto da , il film Il bambino con il pigiama a righe porta lo spettatore a confrontarsi una storia di gioventù e innocenza in un periodo storico di violenza e divisione di massa. Un film che si inserisce all’interno del lungo elenco di opere dedicate al tema dell’olocausto e dei campi di concentramento, accanto a grandi capolavori come Schindler’s List e il recente La zona d’interesse. Uscito nel 2008, il film di Herman suscito grande interesse, in particolare per via del suo trattare i temi succitati attraverso lo sguardo innocente di due bambini.

Il film è stato dunque mostrato anche ai più giovani per spiegare cos’è stato quel periodo storico, portando però a credere che quella narrata sia una storia vera. In questo articolo, approfondiamo proprio questo aspetto, andando ad esplorare la vera storia dietro Il bambino con il pigiama a righe. Proseguendo qui nella lettura sarà dunque possibile saperne di più a riguardo. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il bambino con il pigiama a righe

Il film Il bambino con il pigiama a righe segue Bruno (Asa Butterfield), un bambino tedesco di 8 anni il cui padre (David Thewlis) è un nazista e trasferisce lui e la sua famiglia vicino ad Auschwitz, un campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Lì Bruno incontra Shmuel (Jack Scanlon), un bambino ebreo della stessa età tenuto prigioniero nel campo di concentramento. I due ragazzi diventano amici, nonostante la recinzione di filo spinato che li separa, e rimangono ignari della guerra genocida che si sta svolgendo intorno a loro, fino a quando non prenderanno decisioni che cambieranno per sempre la loro vita.

Jack Scanlon in Il bambino con il pigiama a righe
Jack Scanlon in Il bambino con il pigiama a righe © 2008 – Miramax. – All Rights Reserved

Il bambino con il pigiama a righe è basato su una storia vera?

Nonostante l’ambientazione storica, sia il film che il romanzo sono opere di fantasia. Infatti, mentre alcuni lodano la storia come un racconto di moralità che contemporaneamente introduce i bambini al tema dell’Olocausto, altri hanno criticato il modo in cui la storia è stata comunemente usata nelle classi per insegnare agli studenti l’Olocausto, poiché molti studenti sono caduti nell’equivoco di pensare che sia basata su una storia vera. Tuttavia, è importante riconoscere che questo – fatta eccezione per il contesto e determinati elementi – è un racconto inventato, in quanto gli eventi alla base del film non sarebbero mai potuti accadere nella realtà.

Un rapporto condotto dal Centro per l’educazione all’Olocausto dell’University College di Londra, pubblicato sul Guardian nel gennaio 2022 ha osservato che gli studenti che hanno studiato la storia sono spesso giunti a conclusioni che “hanno contribuito in modo significativo a uno dei più potenti e problematici fraintendimenti di questa storia, ovvero che i ‘tedeschi comuni’ avessero poche responsabilità e fossero in gran parte ‘sottoposti a lavaggio del cervello’ o comunque del tutto ignari delle atrocità in corso”. Il personaggio di Bruno ne è un esempio. In quanto giovane tedesco, figlio di un alto ufficiale delle SS, egli sarebbe stato, per legge, un membro della Gioventù hitleriana.

Avrebbe frequentato una scuola tedesca dove gli studenti giuravano regolarmente a Hitler e dove la propaganda antisemita si infiltrava in ogni parte del programma di studi. La sua caratterizzazione nel film perpetua invece la convinzione che la maggior parte dei civili tedeschi fosse ignara di ciò che accadeva intorno a loro. In realtà, l’opinione pubblica in Germania e nell’Europa occupata era ben consapevole che gli ebrei venivano perseguitati, costretti a emigrare e infine deportati. Anche la storia di Shmuel è storicamente inesatta. Un ragazzo come lui che entrava ad Auschwitz-Birkenau, è molto probabile che al suo arrivo sarebbe stato spedito direttamente nelle camere a gas, come la maggior parte dei bambini che vi arrivavano.

Il bambino con il pigiama a righe storia vera
Asa Butterfield, Henry Kingsmill, Domonkos Németh e Zac Mattoon O’Brien in Il bambino con il pigiama a righe © 2008 – Miramax. – All Rights Reserved

Questo perché i nazisti non li consideravano utili per il lavoro forzato. Un piccolo numero di bambini fu scelto per la sperimentazione medica, ma furono comunque tenuti lontani dal campo principale. Anche se Shmuel fosse stato selezionato per i lavori forzati, non avrebbe avuto la possibilità di trascorrere la maggior parte delle sue giornate seduto alla periferia del campo. Esempi di questo genere permettono dunque di capire le differenze esistenti tra Il bambino con il pigiama a righe e la vera storia riguardante i campi di concentramento e l’Olocausto. Per quanto il film permetta di avvicinarsi a quegli eventi, non va preso come una loro precisa rappresentazione.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il bambino con il pigiama a righe grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 gennaio alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Jacob Elordi: 10 cose che forse non sai sull’attore

Jacob Elordi: 10 cose che forse non sai sull’attore

Uno degli attori emergenti più popolari degli ultimi anni è senza ombra di dubbio Jacob Elordi. Affermatosi grazie ai film di The Kissing Booth e alla serie Euphoria, ha in breve conquistato le attenzioni di Hollywood. Oggi è particolarmente richiesto per progetti di varia natura, da film di genere ad opere d’autore. Così facendo Elordi sta confermando la propria versatilità come interprete, consolidando la propria personalità all’interno dell’industria cinematografica.

Ecco 10 cose che forse non sai su Jacob Elordi.

Jacob Elordi: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Dopo piccole partecipazioni a film come Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (2017) e Swinging Safari (2017), ottiene buona popolarità grazie al film Netflix The Kissing Booth (2017), prendendo poi parte anche a The Kissing Booth 2 (2020) e The Kissing Booth 3 (2021). In seguito recita sempre più spesso in lungometraggi come 2 Hearts – Intreccio di destini (2020), Acque profonde (2022), con Ben Affleck, The Sweet East (2023), Priscilla (2023), di Sofia Coppola, e Saltburn (2023), con Barry Keoghan. Nel 2024 recita in Oh, Canada, con protagonista Richard Gere, e anche nel film On Swift Horses. Prossimamente reciterà nel Frankenstein di Guillermo del Toro.

 2. È tra i protagonisti di una nota serie TV. Ad oggi, per la televisione, Elordi ha recitato unicamente nella popolare serie HBO Euphoria, accanto ad attrici come Zendaya e Sydney Sweenie. Qui ricopre il ruolo di Nate Jacobs, presente in tutte e due le stagioni ad oggi distribuite, per un totale di sedici episodi. Il suo personaggio, tra i protagonisti maschili dello show, tornerà però certamente anche nella già annunciata terza stagione.

Jacob Elordi in Euphoria

3. Prova sentimenti contrastanti per il suo personaggio. In Euphoria Elordi interpreta Nate Jacobs, un personaggio tanto problematico quanto violento e minaccioso. Parlando di lui, Elordi lo ha definito un “terrorista emotivo” e ha affermato di provare sentimenti contrastanti nei suoi confronti, poiché da una parte lo detesta e vorrebbe picchiarlo, mentre dall’altra si mette nei suoi panni, comprende il suo dolore e prova dispiacere per ciò che gli capita nel corso della serie.

Jacob Elordi Euphoria
Jacob Elordi in Euphoria

4. Ha cercato di ripartire da zero con Nate. Dopo una prima stagione in cui Nate si affema come una sorta di villain, per la seconda stagione Elordi ha cercato di non farsi influenzare nel giudizio rispetto a quanto fino a quel momento compiuto da Nate. L’attore si è dunque approcciato ai nuovi episodi cercando di ripartire da zero, con l’obiettivo di indagare il dolore di Nate e come poter far emergere anche le sue fragilità umane. Pur rimanendo un personaggio controverso, nella seconda stagione Nate vive infatti dei momenti in cui lascia intravedere la propria umanità.

Jacob Elordi in Saltburn

5. Ha studiato un certo stile di vita per prepararsi al suo ruolo. La regista Emerald Fennell ha dichiarato che il punto centrale del personaggio di Felix è la sua crudeltà involontaria. Ha dunque scelto Jacob Elordi perché nella sua audizione ha rappresentato Felix come privo di consapevolezza, piuttosto che dotato del carisma intenzionale che altri attori avevano portato. Elordi ha poi dichiarato di aver trascorso un mese vivendo nel ricco quartiere di Chelsea a Londra prima dell’inizio delle riprese, per osservare da vicino lo stile di vita delle persone benestanti con un background privilegiato simile a quello del personaggio che interpreta nel film.

Jacob Elordi è Elvis Presley in Priscilla

6. Ha cercato il fanciullo dentro l’icona. Nel film diretto da Sofia Coppola, Priscilla, dedicato alla vita e alla relazione di Priscilla Presley con l’iconico Elvis, ad interpretare quest’ultimo è proprio Elordi. L’attore, chiamato dunque a confrontarsi con uno dei ruoli più importanti e impegnativi della sua carriera fino ad oggi, ha raccontato di essersi concentrato sul ricercare il fanciullo e dunque l’aspetto umano racchiuso all’interno della personalità “larger than life” di Elvis come celebrità, cercando dunque di umanizzarlo il più possibile.

Jacob Elordi Elvis Presley Priscilla
Jacob Elordi e Cailee Spaeny in una scena di Priscilla

Jacob Elordi in Pirati dei Caraibi

7. Ha lavorato come comparsa sul film Disney. La prima esperienza di Elordi sul set di un film di Hollywood è stata per Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar, a cui ha preso parte come comparsa. Si tratta dunque di un ruolo non accreditato, svolto quando l’attore aveva da poco deciso di intraprendere questa carriera. Ancora oggi i fan, riguardando il film, cercando di individuare il volto di Elordi nelle scene di massa presenti nella pellicola.

Jacob Elordi e le sue fidanzate, da Joey King a Zendaya

8. Ha avuto una relazione con una nota attrice. Sul set di The Kissing Booth, Elordi ha conosciuto l’attrice Joey King, protagonista femminile del film. Tra i due è scattata ben presto la scintilla e nel 2017 hanno reso nota la loro frequentazione. Questa è però durata all’incirca un anno, terminando poco prima delle riprese del sequel del film. I due, tuttavia, sono rimasti in buoni rapporti, continuando dunque a recitare insieme per i film successivi della serie. Successivamente avrebbe avuto una relazione sentimentale (non confermata) con l’attrice Zendaya, conosciuta sul set della serie Euphoria, mentre Dal 2020 al 2021 ha frequentato la modella Kaia Gerber.

Jacob Elordi e Olivia Jade

L’attore ha oggi una relazione con Olivia Jade, precisamente dal 2021, quando Elordi, ad appena un mese dalla fine della sua storia con Kaia Gerber, era stato visto in un locale di Los Angeles in compagnia di una ragazza misteriosa, poi rivelatasi la Jade. I due sono piuttosto riservati riguardo la loro relazione, ma nonostante alcuni periodi di pausa oggi sembrano essere tornati insieme.

Saltburn
Jacob Elordi in Saltburn

Jacob Elordi non è su Instagram

9. Non possiede un profilo sul social network. In passato l’attore possedeva un account su Instagram, ma da poco ha deciso di disattivarlo. Sebbene non siano chiare le motivazioni, Elordi ha in più occasioni dichiarato di non essere una grande fan dei social network, dove troppo spesso la vita privata si mescola con quella pubblica. Si possono tuttavia ritrovare alcune fan page grazie alle quali sarà possibile rimanere aggiornati sui suoi progetti.

L’età, l’altezza e il fisico di Jacob Elordi

10. Jacob Elordi è nato a Brisbane, Australia, il 26 giugno del 1997. L’attore è alto 1,96 metri. Data anche la sua altezza, Elordi possiede un fisico particolarmente possente, che non manca di curare attraverso continui allenamenti.

Jacob Elordi e il look con la barba

Oltre che per il suo fisico, recentemente Elordi sta facendo impazzire i suoi fan sfoggiando un nuovo look che lo vede portare una barba piuttosto lunga. Non è noto se questa gli sia stata richiesta per un film in lavorazione, ma di certo ha permesso all’attore di sfoggiare un altro lato di sé.

Fonti: IMDb, People

Underwater: la spiegazione del finale del film con Kristen Stewart

Underwater si è rivelato un ritorno alla forma dei film horror claustrofobici degli anni ’70 e ’80, con una creatura misteriosa che si aggira nelle oscurità degli abissi, ricordandoci quanto poco sappiamo di essi e quanto possano essere terreno fertile per racconti dell’orrore. Il regista William Eubanks realizza infatti un film horror che in molti aspetti ricorda Alien, e nel modo migliore possibile. Protagonista di questo film è Kristen Stewart, qui alla guida di un cast composto anche da Vincent Cassel e Jessica Henwick, i quali durante un’operazione sul fondale marino si ritrovano intrappolati nel loro laboratorio di ricerca e trivellazione petrolifera a causa di un terremoto.

La loro missione di sopravvivenza diventa ancora più pericolosa quando si rendono conto di non essere soli e che le loro trivellazioni petrolifere e gli sconvolgimenti dell’oceano hanno attirato l’attenzione di qualcosa di spaventoso. Le complicazioni del laboratorio e dell’equipaggiamento spingono l’equipaggio ad attraversare il fondo dell’oceano per tentare di raggiungere un’altra stazione vicina. Nel corso di quest’operazione, vengono però uccisi uno ad uno da misteriosa creatura. Le cose peggiorano quando si imbattono in un intero nido di queste letali creature marine umanoidi che sembrano obbedire a una bestia ancora più minacciosa.

Alla fine del film, rimangono vivi solo Price (Kristen Stewart), Haversham (Jessica Henwick) e Smith (John Gallagher Jr.) che raggiungono l’apparente sicurezza della stazione Roebuck. È proprio alla stazione Roebuck che Price si rende però conto che solo due delle capsule di salvataggio sono funzionanti. Convince dunque Smith e Haversham a prendere le capsule e a fuggire, mentre lei è costretta a prendere un’altra decisione molto difficile. Nel finale, inoltre, si arriva ad ottenere maggiori informazioni sulla creatura che dà loro la caccia. Rimasta nell’ombra per tutto il film, solo all’ultimo si mostra, svelandosi in tutto il suo orrore.

LEGGI ANCHE: Underwater: tutte le curiosità sul film sci-fi horror con Kristen Stewart

Underwater Kristen Stewart

Cosa succede al mostro?

Come riportato, Price si rende conto della gravità della sua situazione e capisce che è imperativo che almeno qualcuno sopravviva a questa spedizione e arrivi in superficie. Decide dunque di sacrificarsi nel tentativo di eliminare la misteriosa minaccia. Price vede però che, nonostante le capsule di salvataggio di Smith e Haversham si stiano affrettando a risalire in superficie, le numerose creature umanoidi sono alle loro calcagna e sembrano destinate a raggiungerli. Inoltre, il gigantesco mostro inizia ad attaccare la stazione Roebuck per rappresaglia. Price, a quel punto, ammette la sconfitta, ma tenta comunque di eliminare il più possibile questa minaccia.

Sovraccarica dunque i motori della stazione e aumenta i livelli di energia al massimo per far esplodere la Roebuck. Il piano di Price ha successo e l’esplosione spazza via il nido di creature e dà alle capsule di salvataggio il vantaggio necessario per fuggire. Sembra che l’esplosione porti via anche Price, ma il destino del mostro più grande non è del tutto chiaro. Si vede che viene travolto dall’esplosione di Roebuck e sembra che sia stato ucciso. Tuttavia, le prove suggeriscono che potrebbe non essere l’unico esemplare di questo tipo in circolazione.

Il vero significato del finale di Underwater

Smith e Haversham sopravvivono all’attacco e sembra che Price sia dunque stata in grado di eliminare i mostri, ma la notizia più importante che emerge dal finale del film è che la società di trivellazione, la Tian Industries, sembra essere pienamente consapevole di queste minacce sottomarine e potrebbe addirittura cercare intenzionalmente di farle emergere per poterle studiare. I titoli di coda del film sono pieni di ritagli di giornale che descrivono nei dettagli le conseguenze degli eventi e sottolineano come la Tian Industries sopprima le interviste di Smith e Haversham e cerchi di mantenere il silenzio sull’intero incidente.

Underwater film Kristen Stewart

Allo stesso tempo, questi articoli indicano che eventi simili potrebbero essere responsabili di un precedente incidente di trivellazione con le Tian Industries e che la società è ancora intenzionata a espandere il proprio lavoro di trivellazione nella Fossa delle Marianne. Tutto ciò indica che la missione in Underwater è solo un pezzo di un puzzle molto più grande che coinvolge una sinistra società che potrebbe essere addirittura al livello di un’entità della Weyland-Yutani (la compagnia antagonista di Alien). Da questo punto di vista il film sembra dunque andare a proporre un messaggio ecologista, contro l’attività di sfruttamento della terra perpetrata dall’uomo.

Il finale di Underwater prepara un sequel

La notizia che la Tian Industries ha legami con qualcosa di più nefasto e la conoscenza di questi mostri sottomarini dà l’impressione che questa non sia l’ultima volta che queste creature vengono avvistate sul fondo della Fossa delle Marianne. Le future missioni di trivellazione, che siano con Smith e Haversham o con qualcuno di nuovo, potrebbero rivelare nuove bestie per alimentare un sequel. C’è anche la possibilità che Smith e Haversham vogliano cercare Price, anche se sembra abbastanza chiaro che sia morta. Tuttavia, se Underwater dimostra qualcosa è che ci sono ancora molti misteri nascosti nell’oceano.

Al momento della sua uscita in sala, Underwater si è però affermato come un fiasco, con meno di 41 milioni di dollari guadagnati in tutto il mondo, ed è stato accolto da recensioni contrastanti da parte della critica. Nel corso degli ultimi quattro anni, però, il film è stato rivalutato dai fan del genere e di recente ha ottenuto un alto numero di spettatori in streaming. Nel febbraio del 2024, riguardo la possibilità di ulteriori sequel, Eubank ha affermato: “In quel film abbiamo costruito così tante cose che non si vedono e che sono così belle. […] Spero che un giorno ci riusciremo, perché quel mondo è davvero grande e divertente da esplorare“.

Underwater: dal cast al mostro, tutte le curiosità sul film sci-fi horror

È spaventoso quanto poco sappiamo di ciò che si trova negli Oceani e sui loro fondali. Si stima che il 95% di questi non sia ancora stato esplorato, lasciando dunque spazio a teorie e fantasie, ottimo carburante per racconti che permettano di andare alla scoperta di ciò che è ancora un mistero. Più delle tante storie che propongo le possibili meraviglie che il mondo sottomarino ha da offrire, sono quelle dedicate al terrore di questi luoghi e a ciò che possono nascondere a suscitare un certo fascino. Nel 2020, un nuovo film è arrivato al cinema proprio per proporre un simile scenario: Underwater.

Diretto da William Eubank, il film si inserisce in quel filone di opere che al mistero degli abissi legano fenomeni che vanno al di là dell’umana concezione. A partire da un classico del genere come 20.000 leghe sotto i mari (1954), fino a titoli come il capolavoro di James Cameron The Abyss (1989), passando per Deep Star Six (1989), Leviathan (1989) o Sfera (1998), con Dustin Hoffman, questo sottogenere che coniuga sci-fi e horror ha sempre goduto di buone attenzioni, anche nei suoi risultati più scadenti, in quanto offre mostruosità e suspence cercando di soddisfare quella curiosità propria di ogni essere umano. In particolare, però, Underwater prende fortemente ispirazione da Alien e Aliens – Scontro finale.

Tuttavia, pur vantando un cast di noti attori e una creatura tra le più complesse mai ideate, il film si è rivelato un flop in quanto ad incassi. Frenato in parte dall’insorgere della pandemia, è dunque finito con il passare piuttosto in sordina. Per gli amanti del genere, tuttavia, si tratta di un titolo da recuperare assolutamente. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al mostro del film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

LEGGI ANCHE: Underwater: la spiegazione del finale del film con Kristen Stewart

Underwater film Kristen Stewart

La trama e il cast di Underwater

Ambientato nel 2050, il racconto si svolge presso un impianto di trivellazione situato sul fondo della fossa delle Marianne, la più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo. Qui si trovano l’ingegnere meccanico Norah Price, il capitano Lucien, la biologa Emily, l’ingegnere Liam e i ricercatori Rodrigo e Paul, impegnati a cercare nuove risorse per il pianeta. Un improvviso terremoto distrugge però intere sezioni, rendendo l’impianto pericoloso. Il gruppo decide allora di camminare sul fondo dell’oceano per arrivare ad un’altra stazione vicina. Il terremoto, però, sembra aver risvegliato qualcosa di molto antico e spaventoso: una mostruosa creatura che si aggira intorno a loro ed è pronta ad attaccare.

Ad interpretare la protagonista Norah Price vi è l’attrice Kristen Stewart. Questa non aveva mai partecipato a un survival movie prima di quel momento e ha definito l’esperienza come piuttosto difficile, per via del freddo, della lunga lavorazione e dei costumi pesanti. Ogni tuta subacquea, infatti, pesava circa 64 chili. Inoltre, l’attrice ha ammesso di non essere un’ottima nuotatrice, così come il resto del cast, al di fuori di Vincent Cassel, più consapevole dei suoi colleghi di quello che li aspettava. L’attore francese è presente nel film nei panni del capitano Lucien. Recitano poi nel film Mamoudou Athie nei panni di Rodrigo, T. J. Miller in quelli di Paul, Jessica Henwick in quelli di Emily e John Gallagher Jr. in quelli di Liam.

Underwater-cast-mostro

Chtulhu, il mostro di Underwater

Nel corso del film, naturalmente, grande importanza la acquista il mostro che minaccia i protagonisti. Originariamente, questo era stato descritto in sceneggiatura come un gigantesco behemoth, la leggendaria creatura biblica. Poiché al momento della produzione del film il tutto stava acquisendo un’atmosfera più mistica e vicina all’orrore cosmico descritto da H. P. Lovecraft nelle sue opere, il regista decise di sostituire la creatura con il mitico Cthulhu. Eubank ha poi confermato in un’intervista che il mostro marino visto nel film è, a tutti gli effetti, il Cthulhu di Lovecraft. Tale creatura non si mostra realmente se non nel finale, quando il terrore nei suoi confronti è al massimo.

Il Cthulhu di Underwater mantiene la maggior parte delle caratteristiche ormai diventate iconiche della creatura di Lovecraft. Questa è grande come una montagna, ha una parte superiore del corpo grottesca, vagamente umanoide (parte inferiore del corpo invisibile) e una testa con caratteristiche simili a un polpo. Ha un cranio allungato con quattro occhi, un mento coperto da una barba di tentacoli e una mascella che mostra molti strati di zanne e denti e una mascella inferiore che sembra divisa in due. Ha sporgenze intorno al suo corpo che assomigliano ad ali emaciate simili a ossa. Eubank ha inoltre affermato che tale creatura è più grande di Godzilla e di qualunque altro mostro mai apparso in un film.

Per quanto riguarda le origini di tale mostro, nel film queste non vengono ufficialmente chiarite, ma in alcune interviste il regista ha lasciato intendere che l’attività di scavare il fondale degli oceani per recuperare materie prime possa aver aperto un varco verso un sotto-mondo casa di queste mostruose creature, le quali da secoli vivono dunque sotto di noi. Da questo punto di vista il film sembra dunque andare a proporre un messaggio ecologista, contro l’attività di sfruttamento della terra perpetrata dall’uomo. Ma Underwater non indugia troppo su tale aspetto, concentrandosi sull’essere un film di fantascienza horror con il compito primario di intrattenere e spaventare lo spettatore.

Il trailer del film dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Underwater grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision, Disney+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 gennaio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb, WilliamEubank, BloodyDisgusting

Back In Action 2: il regista ha parlato delle possibilità di ottenere il via libera da Netflix

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Il regista di Back in Action (la nostra recensione) ha parlato della possibilità di un sequel. Il nuovo film di Netflix è una commedia d’azione diretta e co-scritta da Seth Gordon di Horrible Bosses che vede protagonisti Cameron Diaz e Jamie Foxx (al suo primo ruolo cinematografico dopo Annie del 2014) nei panni di Matt ed Emily, una coppia sposata le cui vite precedenti come spie della CIA trascinano loro e i loro figli in un’avventura ricca di azione. Il cast di Back in Action comprende anche Andrew Scott, Jamie Demetriou, Kyle Chandler e Glenn Close.

RadioTimes.com ha avuto l’opportunità di incontrare Seth Gordon per discutere del finale di Back in Action, che prevede che Emily e Matt vengano contattati da Baron (Scott) per un’altra missione, questa volta riguardante il padre di Emily. Gordon ha detto di avere “alcune idee” su cosa potrebbe comportare un eventuale sequel, che non è ancora stato ufficialmente autorizzato da Netflix. Ha anche rivelato di aver pensato a “chi potrebbe interpretare la parte” del padre di Emily. Leggete la sua dichiarazione completa qui sotto:

Oh sì, [ho] qualche idea su cosa potrebbe riguardare e su chi potrebbe interpretare la parte, ma, sai…

Cosa significa per Back in Action 2

Back in Action

In definitiva, resta da vedere se un sequel del film d’azione e commedia di Netflix riuscirà mai a decollare. Le recensioni di Back in Action gli hanno fatto guadagnare un misero 25% su Rotten Tomatoes, e al momento in cui scriviamo non ci sono ancora abbastanza recensioni degli utenti per determinare se il pubblico generale la pensa diversamente dai critici. È anche troppo presto per dire se il film debutterà nella classifica Top 10 di Netflix, che non sarà aggiornata prima di martedì. Tuttavia, se il film debutterà in una posizione elevata e manterrà una forte audience nelle prime settimane, potrebbe benissimo guadagnarsi un sequel.

Se ciò dovesse accadere, Gordon sarà pronto. Il fatto che Gordon abbia già pensato a chi potrebbe essere il protagonista di un sequel e a cosa potrebbe riguardare sembra indicare che è interessato a tornare come sceneggiatore, regista o entrambi. È anche possibile che sia Diaz che Foxx possano tornare, perché questa riflessione potrebbe essere stata stimolata dal fatto che le star hanno un contratto per apparire in un sequel se il film originale dovesse avere successo.

Cameron Diaz torna a recitare dopo 10 anni: il suo nuovo film Netflix dimostra che “ne valeva la pena”

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Dopo dieci anni di ritiro dalla recitazione, Cameron Diaz è tornata e più in forma che mai nel suo nuovo film d’azione su Netflix, Back in Action (la nostra recensione), per il quale vale sicuramente la pena di uscire dalla pensione. La carriera della Diaz è iniziata nel 1994, quando ha fatto il suo debutto cinematografico in The Mask, a soli 21 anni. Da lì, la Diaz ha continuato a ottenere ruoli sempre più importanti, passando da commedie romantiche come There’s Something About Mary a progetti più seri come Essere John Malkovich. Oggi la Diaz è ricordata anche per i suoi film in franchising come Charlie’s Angels e Shrek.

La Diaz vanta una carriera a dir poco impressionante, ed è per questo che molti sono rimasti delusi quando l’attrice ha deciso di abbandonare la sua professione. Dopo aver recitato in tre film consecutivi nel 2014 – The Other Woman, Sex Tape e Annie – la Diaz ha annunciato che si sarebbe ritirata dalla recitazione per concentrarsi sulla famiglia. La Diaz è sposata con il musicista Benji Madden dal 2015 e la coppia ha due figli. Sebbene la carriera della Diaz sembrasse al capolinea, a distanza di soli dieci anni l’attrice sta finalmente facendo il suo ritorno a Hollywood, a partire dal suo nuovo film su Netflix.

Back in Action è un grande ritorno per Cameron Diaz

Back in Action

Back in Action si sta già rivelando un solido ritorno per la Diaz. Il film segue due ex spie della CIA le cui identità segrete sono improvvisamente saltate, costringendole a rispolverare le loro vecchie abilità di spionaggio. A dire il vero, Back in Action non è un film fantastico e la Diaz è apparsa in film decisamente migliori. Tuttavia, ciò non sminuisce il fatto che questo sia un buon inizio per l’attrice. Indipendentemente dalla storia o dalla scrittura, la Diaz brilla in questo nuovo ruolo, facendo rivivere la magia che ha fatto innamorare il pubblico di lei.

Parte di ciò che rende Back in Action così divertente è il suo essere metaforico. Anche se la Diaz e il suo co-protagonista Jamie Foxx dovrebbero interpretare delle spie, c’è un senso di realtà nella situazione dei loro personaggi. Come i loro personaggi, sia la Diaz che Foxx sono stati notevolmente “fuori gioco”. Diaz si è ritirato per un decennio, mentre Foxx ha messo in pausa la sua carriera a causa di un ictus nel 2023. In questo modo, Back in Action non è solo una sciocca commedia d’azione, ma allude a una storia molto più profonda di persone che tornano a fare ciò che sanno fare meglio.

Back in Action potrebbe dare a Cameron Diaz un nuovo franchising

Back in Action film 2024

Un altro elemento eccitante di Back in Action è che potrebbe dare inizio a un nuovo franchise per la Diaz. La fine di Back in Action implica fortemente la possibilità di un sequel, e Diaz e Foxx potrebbero facilmente tornare per continuare le storie di Emily e Matt. Questa potrebbe essere la strada perfetta per la Diaz, e Back in Action ha creato almeno un altro lavoro per lei da perseguire nel prossimo futuro. Back in Action 2 potrebbe anche alzare la posta in gioco includendo altre star che hanno abbandonato il mondo della recitazione per un periodo di tempo significativo.

D’altra parte, Back in Action non ha necessariamente bisogno di un secondo film per rilanciare il ritorno della Diaz alla recitazione. Semmai, Back in Action è stato il punto di partenza da cui la Diaz può ricostruire la sua carriera. Al giorno d’oggi, innumerevoli attori che erano considerati superati sono tornati in modo eclatante sul grande schermo, come Demi Moore in The Substance o Pamela Anderson in The Last Showgirl. In questo modo, la migliore scommessa della Diaz potrebbe essere un film da Oscar che possa mettere in mostra le sue doti di attrice drammatica. Il talento della Diaz merita un progetto forte.

Cameron Diaz farà altri film?

A prescindere da ciò che il futuro può riservare o meno alla Diaz, ci sono alcuni progetti che l’attrice ha confermato di voler realizzare. Nel 2026, la Diaz riprenderà il suo ruolo di Principessa Fiona in Shrek 5. Ha anche un altro film attualmente in post-produzione, Outcome. Questo film, ricco di star, vede Keanu Reeves nei panni di Reef Hawk, un famoso attore che si è preso una pausa dallo schermo per costruirsi una nuova casa. Tuttavia, quando un video che lo ritrae mentre fa qualcosa di discutibile viene usato contro di lui, Reef deve confrontarsi con tutti coloro che ha fatto un torto a Hollywood.

Solo sulla base di questi due progetti, il ritorno di Diaz alla recitazione è valso sicuramente l’attesa. Dai momenti di svago di Back in Action al ritorno di un personaggio davvero iconico come Fiona, Diaz sta dando al pubblico esattamente quello che si aspettava. Anche Outcome sembra avere il potenziale per essere un progetto esilarante ed emozionante. Tutto sommato, Back in Action si spera sia solo l’inizio di un fantastico ritorno per Cameron Diaz.

FOTO DI COPERTINA: Cameron Diaz alla premiere di SHREK FOREVER al Tribeca Film Festival. Foto di: Kristin Callahan/Collezione Everett via Depositphotos.com

Back In Action, la spiegazione del finale: Emily e Matt continueranno a fare le spie?

Back in Action di Netflix è stato finalmente rilasciato: ecco cosa succede nel finale del film, spiegato. Back in Action (la nostra recensione) ha finalmente fatto uscire Cameron Diaz dalla pensione, con lei che recita accanto a Jamie Foxx nel suo primo film dopo Annie del 2014. Il film commedia originale di Netflix è opera del regista di Horrible Bosses e Identity Thief, Seth Gordon, e riprende lo stile comico del regista aggiungendovi molta azione. Il finale esplosivo di Back in Action vede molti cambiamenti per la Emily della Diaz e il Matt di Foxx: ecco un resoconto completo di tutto ciò che accade.

In Back in Action, Emily e Matt si sono ritirati dal loro lavoro di spie da 15 anni quando un incidente pubblico porta alla scoperta delle loro identità segrete. Ora che i nemici del loro passato li inseguono, Emily, Matt e i loro due figli devono darsi alla fuga nel tentativo di salvare la loro famiglia e scoprire chi sta cercando di ucciderli. Si scopre che questi criminali sono collegati all’ultimo caso di Emily e Matt di 15 anni fa, in cui erano stati traditi da un vecchio amico. Fortunatamente riescono a sconfiggere i cattivi e a tornare a casa, anche se Emily e Matt vengono accolti con la promessa di un’ultima missione.

Emily e Matt continueranno a fare le spie?

Back in action jamie foxx cameron diaz

Nel corso di Back in Action, l’Emily di Cameron Diaz sembra avere nostalgia dei tempi in cui lei e suo marito erano spie, spiegando che le mancano i giorni dello spionaggio e dei colpi di stato. Poco dopo, Emily e Matt sono costretti a tornare alle loro vecchie abitudini quando le loro identità vengono rivelate. Anche se ovviamente non amano che i loro figli siano in pericolo, Emily e Matt sembrano trarre un certo piacere dalla loro nuova avventura. Alla fine del film, la coppia torna in pensione, anche se gli viene offerta l’opportunità di un’altra missione.

Alla fine del film, Emily e Matt salgono in macchina e scoprono che Baron è già a bordo, seduto sul sedile posteriore. Baron spiega che non hanno ancora finito con Emily e Matt, perché hanno un problema: il corpo di Chuck non è stato recuperato. Il governo degli Stati Uniti ha quindi bisogno dell’aiuto di Emily e Matt per ritrovarlo e Baron chiede loro di reclutare un’altra spia: il padre di Emily. Sebbene la coppia sia titubante a ricongiungersi, sembra che non abbiano molta scelta, il che significa che Emily e Matt torneranno probabilmente sul campo di missione molto presto.

Perché Chuck tradisce Emily e Matt

Back In Action. Glenn Close as Ginny in Back In Action. Cr. John Wilson/Netflix © 2024.

Il grande colpo di scena di Back in Action è che il cattivo principale del film non è altro che il Chuck di Kyle Chandler, l’ex capo di Emily e Matt quando erano alla CIA. Come si scopre, Chuck ha preso una piega malvagia nei 15 anni trascorsi dal fiasco di Emily e Matt sull’aereo. Dopo aver scoperto che le loro identità sono state rivelate, Chuck individua le spie nel tentativo di rubare la chiave che Matt detiene da 15 anni. Ottenere la chiave e uccidere le spie non solo renderebbe Chuck incredibilmente ricco, ma gli permetterebbe anche di vendicarsi dopo che Emily e Matt gli hanno rovinato la vita.

Dopo aver rivelato di essere un cattivo, Chuck spiega che tutto è andato a rotoli dopo la scomparsa di Emily e Matt. La scomparsa delle spie e il fiasco sull’aereo hanno fatto sì che la colpa ricadesse su Chuck. Chuck racconta di aver perso il suo lavoro alla CIA, la sua pensione e il suo cane, il che lo ha portato a nutrire un profondo odio per Emily e Matt. Anche se vendicarsi delle spie non è la motivazione principale di Chuck, che preferisce i soldi, dice che ucciderle è un ulteriore vantaggio.

Cosa fa realmente la chiave di Balthazar Gor

Un altro cattivo di nome Balthazar Gor svolge un ruolo importante in Ritorno in azione, in quanto è il proprietario della chiave che funge da MacGuffin della storia. Sebbene si sappia che la chiave è incredibilmente preziosa, Ritorno all’azione non rivela la sua reale utilità fino alla fine del film. Durante la vendita all’asta della chiave, Chuck dice alla sua assistente di usarla e lei la collega e inizia a entrare in alcuni server della città. Questo rivela che la chiave permette apparentemente a chi la usa di controllare tutta l’elettricità di una data città, e lei spegne la corrente a Londra.

La chiave consente inoltre a Chuck di abbassare la barriera del Tamigi, con il rischio di inondare Londra. Il partecipante all’asta che la compra sembra volerla usare a Parigi, anche se non ne ha la possibilità prima della morte di Chuck. Non viene mostrata la portata dei poteri della chiave, ma in base a ciò che Back in Action rivela sull’oggetto, chiunque la possieda sarebbe una forza con cui fare i conti.

Il vero significato del finale di Back in Action

Back in Action

Sebbene il mondo di Back in Action sia pieno di armi, spionaggio e azione, il film parla in realtà di famiglia e fiducia. Nel corso del film, la mancanza di fiducia di Emily e Matt nei confronti dei loro figli è la causa di molti dei loro problemi, con i loro tentativi di far uscire la figlia dal club che fanno trapelare le loro identità in primo luogo. Nel tentativo di proteggere i loro figli, finiscono solo per metterli in pericolo. Emily e Matt devono allentare la presa sui loro figli, altrimenti rischiano di diventare come Emily e sua madre.

Fortunatamente, Emily e Matt imparano questa lezione alla fine di Back in Action. Durante la partita di calcio, Emily dice alla figlia che non deve più mentirle su ciò che sta facendo e che Emily è molto più favorevole. Si tratta di un grande cambiamento rispetto all’atteggiamento da genitore elicottero che Emily e Patt utilizzavano all’inizio del film, che evidenzia la crescita che hanno affrontato durante il loro percorso.

Come il finale di Back In Action prepara Back In Action 2

Non si è ancora parlato di un sequel di Back in Action, ma è stato annunciato un seguito. Tuttavia, Back in Action ne sta chiaramente preparando uno, con la scena finale del film che definisce la trama di Back in Action 2. La prossima storia seguirà le vicende di Emily e Matt, che hanno già avuto modo di conoscere la loro storia. La prossima storia seguirà Emily e Matt mentre lavorano con la CIA per ritrovare il corpo di Chuck. Questa volta, però, dovranno essere aiutati da un nuovo personaggio, il padre di Emily. I fan di Back in Action vorranno senza dubbio vedere questa nuova trama, che potrebbe essere realizzata se il film originale avrà successo.

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