Al via le riprese di “Wonka”
della Warner Bros. Pictures con protagonista il candidato
all’Oscar® Timothée Chalamet (“Dune”,
“Chiamami col tuo nome”), diretto dal pluripremiato regista
Paul King (i film di “Paddington”). I produttori
del film sono il candidato all’Oscar® David Heyman
(“C’era una volta… a Hollywood”), che ha prodotto i film di “Harry
Potter”, “Animali fantastici” e “Paddington”;Luke
Kelly, che ha prodotto il recente adattamento
cinematografico de Le Streghe di Roald Dahl e l’imminente
“Matilda”, e Alexandra Derbyshire produttrice
esecutiva dei film di “Paddington” e l’imminente “Jurassic World:
Dominion”. “Wonka”
è basato sui personaggi di Roald Dahl, in particolare su uno dei
suoi personaggi più amati, Willy Wonka, e si svolge prima degli
eventi de La fabbrica di cioccolato.
Il cast di Wonka con Timothée Chalamet
Al fianco di Chalamet nel film
recitano Rowan Atkinson (i film di “Johnny
English” e “Mr. Bean”, “Love Actually – L’amore davvero”),
Mathew Baynton (“The Wrong Mans”, “Ghosts”),
Jim Carter (“Downton Abbey”), l’attrice Premio
Oscar® Olivia Colman (“La Favorita”), Tom
Davis(“Paddington 2”, “King Gary”), Simon
Farnaby (i film di “Paddington”, “Rogue One: A Star Wars Story”),
Rich Fulcher (“Storia di un matrimonio” ,
“Disincanto”), la candidata all’Oscar® Sally
Hawkins(“La forma dell’acqua – The Shape of Water”, i film
di “Paddington”, “Spencer”), Kobna Holdbrook-Smith
(“Paddington 2”, “Zack Snyder’s Justice League”,
“Il ritorno di Mary Poppins”), Paterson
Joseph(“Vigil”, “Noughts + Crosses”), il vincitore
dell’Emmy e del Peabody Award Keegan-Michael Key
(“The Prom”, “Schmigadoon”), Calah Lane (“Verrà il
giorno…”), Matt Lucas (“Paddington”, “Little
Britain”), Colin O’Brien (“The Mothership”),
Natasha Rothwell (“The White Lotus”, “Insecure”), Rakhee
Thakrar (“Sex Education”, “Four Weddings and a Funeral ”)
ed Ellie White (“The Other One”, “The
Windsors”).
Il regista Paul King è anche
sceneggiatore della pellicola insieme al co-autore di “Paddington
2” Simon Farnaby (insieme a Simon Rich, Simon
Stephenson, Jeff Nathanson e Steven Levenson). Michael
Siegel e Rosie Alison sono i produttori
esecutivi.
Il team creativo di King include il
direttore della fotografia nominato all’Oscar® Seamus
McGarvey (“Anna Karenina”, “Espiazione”); lo scenografo
candidato all’Oscar® Nathan Crowley(“Tenet”, “Dunkirk”); il montatore Mark Everson
(i film di “Paddington”); e la costumista premio Oscar®
Lindy Hemming (i film di “Paddington”,
“Topsy-Turvy – Sottosopra”). Neil Hannon della
band The Divine Comedy sta scrivendo le canzoni originali per il
film.
Le riprese di “Wonka” si stanno
svolgendo nel Regno Unito, il film uscirà nelle sale nel 2023
distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.
Pochi attori sanno
veramente regalare sostanza, spessore al ruolo dell’uomo comune: a
colui che potresti incontrare in fila al supermercato, oppure avere
come anonimo vicino di casa. Martin Freeman èa nostro avviso uno di questi
attori. Forse il migliore insieme a Paul Giamatti. Come aveva già confermato con
Sherlock e Fargo,
può inoltre esplicitare i lati più oscuri e controversi di tali
personaggi. Era quindi con malcelata trepidazione che attendevamo
di vederlo interpretare un normale padre di famiglia in
Breeders, serie arrivata negli Stati Uniti grazie
a FX e di cui sono già state trasmesse due stagioni da dieci
episodi.
L’idea di partenza non
potrebbe essere più semplice in quanto racconta la vita quotidiana
di una coppia con due figli ancora piccoli, ovvero le difficoltà
che due genitori possono incontrare dovendo gestire una famiglia
nella Londra di oggi. Accanto a Freeman nel ruolo di Paul troviamo
Daisy Haggard, la quale col personaggio di Ally
affronta al meglio il primo vero ruolo da protagonista.
Nato da un’idea dello
stesso Freeman,Breeders riesce
con ammirevole adesione al reale nell’intento di mescolare commedia
e dramma: basta vedere il pilot della prima stagione
intitolato No Sleep, interamente incentrato sulla
difficoltà di riuscire a dormire quando i tuoi pargoli proprio non
vogliono saperne. Sviluppato attraverso trovate di sceneggiatura
che conducono a un finale tanto parossistico quanto esilarante,
l’episodio riesce a far sorridere lo spettatore a proposito di
momenti e situazioni che in un altro contesto potrebbero risultare
tutt’altro che divertenti. Ed è proprio questa la forza che lo show
sviluppa nel corso delle due stagioni: pur mantenendo molto spesso
toni lievi Breeders abbraccia con pienezza la
scelta di mostrare psicologie e personalità problematiche,
contraddittorie, umanissime coi loro difetti anche notevoli. Il
Paul interpretato da Freeman è ad esempio un padre amorevole e
pieno di buone intenzioni che però non sempre riesce a comprendere
quello che attraversano i propri figli, in particolar modo il
primogenito Luke.
Un perfetto equilibrio tra commedia e dramma
Cresciuto da genitori
depositari di valori passati, difficilmente adattabili al presente,
l’uomo nel corso delle puntate diventa sempre più consapevole del
divario creatosi tra lui e il figlio maggiore, e ciò si trasforma
in una fonte di frustrazione che pian piano mina le sue certezze.
In particolare nella seconda stagione – che inizia dopo un ellisse
temporale di qualche anno – Paul dovrà fare definitivamente i conti
con l’incapacità di gestire emozioni anche contrastanti. Ed ecco
che allora Breeders si mostra per quello che
veramente è: un dramma familiare travestito da commedia, il quale
episodio dopo episodio rivela la sua vera natura spingendo lo
spettatore a confrontarsi con personaggi che sono specchi fedeli e
non conciliatori del nostro modo di comportarci, di risolvere
oppure ignorare i problemi che ci si presentano.
Breeders è quanto di più sincero e attuale sia
stato prodotto in questi anni sul tema della famiglia e delle sue
dinamiche interne: oltre a Freeman gli altri due creator
Chris Addison e Simon Blackwell –
coinvolti anni fa in un’altra serie di culto come The Thick of
It – hanno ideato una serie che sa intrattenere mettendo in
scena il quotidiano e con la stessa elevata dose di efficacia
stimola il pubblico a riflettere su quanto la nostra vita di tutti
i giorni sia composta da scelte, errori, rimpianti, dubbi, piccoli
successi e grandi ipocrisie. L’uso sapiente di flashback sparsi nei
vari episodi mostra anche come Paul e Ally all’inizio della loro
relazione avessero sogni, piani e idee che poi si sono
confrontati/scontrati con la realtà della vita, con i compromessi e
le scelte che si deve fare per il bene comune, in particolar modo
quello dei propri figli. E questo rende lo show ancor più
malinconico, se non addirittura struggente. Perché ciò che conta in
fondo è arrivare a fine giornata sapendo di aver fatto il
possibile. Anche quando potrebbe non bastare.
Breeders affronta problemi e situazioni fortemente
legati al nostro presente: religione, sessualità, isolamento,
educazione ed altri temi principali diventano occasione di
confronto tra i personaggi protagonisti, attraverso una narrazione
che sviluppa conflitti il cui terreno di scontro rimane sempre e
comunque il nucleo familiare. Impossibile non affezionarsi e
parteggiare per Paul e Ally, genitori imperfetti e adulti
probabilmente ancora incompiuti. Le interpretazioni perfette di
Haggard e di Freeman dotano i rispettivi personaggi di innumerevoli
sfumature, lasciando trasparire dietro il gesto più piccolo e
comune l’enorme peso psicologico ed emotivo del ruolo di
genitori.
Due figure tratteggiate
con una precisione difficilmente riscontrabile nella fiction
odierna. Se non soprattutto, è senza dubbio anche grazie ai due
attori protagonisti che Breeders è uno show da non
perdere. Che siate genitori o anche soltanto figli, capirete
qualcosa in più su come funziona una famiglia. E, possiamo
garantirvelo, lo farete con un sorriso a denti stretti…
Il Noir in
Festival, appuntamento letterario e cinematografico
dedicato al genere Noir, presenta nell’ambito della quarta edizione
di Milano MovieWeek (4 – 10 ottobre) un imperdibile appuntamento
letterario con Christopher Bollen; lo
scrittore newyorkese presenterà in esclusiva a Milano, il 7
ottobre, ore 18.30, nella Libreria Rizzoli Galleria, il suo nuovo
romanzo Il gioco della
distruzione, edito da Bollati Boringhieri,
conversando con Annarita Briganti.
L’evento sarà introdotto dai
direttori del Noir in Festival, Giorgio Gosetti e Marina Fabbri,
che sveleranno al pubblico milanese le prime anticipazioni sulla
31a edizione, in programma a
Milano dal 10 al 15 dicembre 2021.
L’ingresso all’incontro è libero
con prenotazione obbligatoria al numero 02.86461071 o su profilo
instagram @rizzoligalleria con messaggio in direct.
CHRISTOPHER BOLLEN,
autore di Orient (2018) e di Un crimine
bellissimo (2020), entrambi pubblicati da Bollati Boringhieri,
è editor-at-large presso la rivista «Interview». I suoi lavori sono
apparsi su «GQ», «The New York Times», «New York magazine» e
«Artforum».
IL GIOCO DELLA
DISTRUZIONE
Al suo arrivo nella bellissima isola
greca di Patmos, Ian Blesoe è al verde, in fuga, e umiliato
dalle conseguenze della morte di suo padre. Ma quel luogo
incantato nasconde un lato oscuro, e presto il sogno di
riscatto di Ian comincerà ad andare in pezzi. Maestro nel cogliere
lo spirito del luogo – come già il Long Island in Orient e
Venezia in Un crimine bellissimo – Bollen ci accompagna
tra le pieghe di un intreccio appassionante e le sfaccettature di
personaggi poco prevedibili, costruendo un indimenticabile thriller
letterario sulla seduzione del denaro e la vulnerabilità delle
amicizie più consolidate.
De Il gioco della
distruzione hanno detto: “Un thriller letterario dalla
scrittura nitida e puntuale, pervaso dallo stesso brivido che
troviamo in Patricia Highsmith”. «The Washington
Post»; “Bella gente in visita a luoghi affascinanti,
in tutta la loro genialità del male”. «The New
York Times»; “Grande fan di Agatha Christie – come
dimostra l’avvincente intreccio della trama – Bollen è anche un
acuto psicologo dei suoi personaggi e uno scrittore di
straordinaria bravura”. «Vogue»; “Un
thriller letterario sui giochi sporchi legati al
denaro”.«Entertainment Weekly».
Nel corso degli anni, è stato
sottolineato più volte da giornalisti, critici e fan quanto
Quentin Tarantino si diverta a inserire nei
suoi film le inquadrature di piedi, in particolare piedi
femminili.
Di recente, quando il regista ha
parlato con
GQ del suo romanzo basato sul suo ultimo film,
C’era una volta a Hollywood, ha avuto anche la
possibilità di rispondere a chi lo ha sempre accusato di soffrire
di feticismo dei piedi.
“Non prendo la cosa sul
serio”, ha ammesso. “Ci sono molti piedi in molti film di
bravi registi. Si tratta soltanto di saper dirigere. Ad esempio,
prima di me, anche Luis Buñuel era stato definito un feticista dei
piedi, ed era un altro regista. Anche Hitchcock ne fu accusato,
così come Sofia Coppola.”
Di recente, Tarantino ha valutato
apertamente la possibilità di ritirarsi dal cinema dopo l’uscita
nelle sale del suo decimo, attesissimo, film. Chiaramente,
l’attenzione è tutta sulla storia che il celebre regista deciderà
di affrontare. Una cosa è certa, però: al di là della trama, il
pubblico dovrà sicuramente aspettarsi un sacco di inquadrature di
piedi.
Per quanto riguarda il romanzo
basato su C’era
una volta a Hollywood, il libro è disponibile in
Italia, in libreria e online, dallo scorso 1 luglio, edito
da La
nave di Teseo. Il romanzo espande la storia dei protagonisti
Cliff Booth e Rick Dalton e include anche diverse scene e
personaggi che non abbiamo visto al cinema.
Il MCU si è sempre divertito
a fare riferimento ad altri film del franchise, attraverso easter
egg da scovare in ogni singola inquadratura. Ciò è sicuramente uno
degli aspetti che rende questi film di supereroi così divertenti.
Tuttavia, i cinecomic della Marvel sono anche pieni di
riferimenti a classici della storia del cinema che non hanno nulla
a che vedere con la saga.
Il grande Lebowski (Avengers:
Endgame)
Ci sono un sacco di riferimenti in Avengers:
Endgame che riguardano film sui viaggi nel tempo, come
Ritorno al futuro e persino Un tutto nel passato.
Tuttavia, un riferimento non prettamente “fantascientifico” arriva
quando molti dei Vendicatori si rendono conto dello stato in cui
versa un ormai totalmente cambiato Thor, che ha smesso di
preoccuparsi del suo aspetto fisico o della sua igiene.
Nel
film, quando Thor non si toglie mai gli occhiali da sole e inizia a
ciondolare con addosso un cardigan, Tony non può fare a meno di
notare la somiglianza con il protagonista de Il grande
Lebowski. Tuttavia, poiché nel film vediamo il Dio del Tuono
bere della birra, sarebbe stato altrettanto divertente vederlo
sorseggiare un White Russian, il drink preferito dal Drugo di Jeff
Bridges.
True Lies (Captain
Marvel)
Poiché Captain
Marvel è ambientato negli anni ’90, c’è una scena assai
nostalgica che si svolge all’interno di un Blockbuster, dove è
possibile vedere un cartonato di Arnold Schwarzenegger e Jamie Lee
Curtis in True Lies, commedia di spionaggio degli anni ’90
in cui i due attori interpretano una squadra di spie composta da
marito e moglie.
Tuttavia, Captain Marvel trasforma il duo in un one
woman show. Il fotone di Carol Danvers, infatti, fa esplodere la
testa di cartone di Arnold quando sospetta, erroneamente, che lui e
la sua pistola siano una minaccia.
Metropolis (Guardiani della
Galassia Vol. 2)
Non tutti i fan del
MCU potrebbero aver notato questo
riferimento in Guardiani della Galassia Vol. 2, poiché
Metropolis è stato rilasciato nel 1927, quasi un secolo
fa.
Metropolis è un’ambiziosa
epopea futuristica e una delle immagini più spettacolari del film è
il robot Maria. Ayesha, l’Alta Sacerdotessa che tenta di abbattere
i Guardiani con la sua flotta di simulatori di volo, ha un look e
un trono che ricordano in larga parte il robot del film.
This Is Spinal Tap (Captain
America: Civil War)
Dato che Peter Parker è
come qualsiasi adolescente che vuole soltanto stare a casa guardare
film, conosce tantissimi riferimenti alla cultura pop. Da
Alien in Avengers: Infinity War a
L’impero colpisce ancora in Captain
America: Civil War, Peter usa sempre i film per dare
credito ai suoi piani. Ma c’è un altro film a cui Spidey fa
riferimento in Civil War che passa generalmente
inosservato.
Spidey dice a Tony che le sue
abilità possono arrivare “fino a 11”, un chiaro riferimento ad una
delle battute di This Is Spinal Tap, classica commedia targata
1984. Il film è un mockumentary su una rock band e la maggior parte
dei dialoghi è stata improvvisata. La battuta pronunciata da Peter
Parker è una delle battute più leggendarie mai citate in una
commedia.
King Kong (The
Avengers)
King Kong è stato rifatto più volte dal 1933. Per
questo motivo, la scena della scimmia che scaccia gli aeroplani in
cima all’Empire State Building è diventata iconica.
È
stato fatto riferimento a quella scena in film e serie tv
innumerevoli volte, ma il meglio arriva in
The Avengers, quando nientemeno che Hulk arrivare ad
imitare quella scena. Durante la battaglia di New York, quando Loki
sta invadendo la Terra, Hulk si ritrova in cima al grattacielo,
dove si sta aggrappando allo stesso modo di Kong.
L’impero colpisce ancora (Guardiani della
Galassia)
L’Impero colpisce
ancora è stato citato più e più volte nel Marvel Cinematic Universe. In
effetti, è stato fatto riferimento a quel film in ogni film del
franchise. Ad esempio, Peter (Spider-Man) è stato spinto a
sconfiggere Ant-Man in Civil War allo stesso modo in cui i
Rebel Fighters abbattono gli AT-AT. Tuttavia, i
riferimenti finiscono per andare ben oltre.
In alcuni film, il braccio di
qualcuno di solito viene sempre tagliato, proprio come il braccio
di Luke Skywalker nel film di Star
Wars. In Guardiani
della Galassia, invece, è Groot a farsi tagliare il
braccio. Non solo, ma i Guardiani vedono anche Ronan parlare con un
ologramma di Thanos, proprio come Darth Vader parla con un
ologramma dell’Imperatore Palpatine.
Una pazza giornata di vacanza
(Spider-Man: Homecoming)
Non è un segreto che Jon
Watts sia stato influenzato dai film degli anni ’80 diretti da John
Hughes tanto quanto dai precedenti film di Spider-Man. Proprio come
quei film degli anni ’80, Spider-Man: Homecoming è un coming-of-age su
un adolescente che lotta per trovare la sua identità.
Come omaggio, c’è una scena in
Homecoming che è quasi identica al finale di Una pazza
giornata di vacanza, quando Ferris sta correndo per tornare a
casa prima dei suoi genitori. Il protagonista salta tra le
recinzioni e corre nei cortili dei suoi vicini, viene inseguito dai
cani e inciampa nei giocattoli lasciati all’aperto dai bambini. La
stessa cosa accade quando Spider-Man incontra per la prima volta
Avvoltoio, poiché è all’aperto senza nulla a cui poter aggrappare
le sue ragnatele.
Men in Black (Captain America:
Il primo Vendicatore)
Oltre a Chris Evans, Captain America: Il primo Vendicatore è interpretato
anche da Tommy Lee Jones, nei panni del colonnello Phillips.
Rispetto al suo iconico personaggio dell’Agente K, c’è una
scena in quel film della Marvel che è quasi identica a
quella del primo film del la saga di Men in Black del
1997.
Phillips preme un pulsante rosso sull’aereo dell’Hydra con la
lettera K e le parole “non spingere”, in tedesco. Quando Phillips
preme il pulsante, l’aereo accelera lungo la pista. La stessa
identica cosa accade in Men in Black quando l’Agente J
preme il pulsante rosso nell’auto dell’Agente K.
Star Wars (Capitan America: The Winter Soldier)
È stato rivelato all’inizio
di Captain America: The Winter Soldier che da quando
Steve si è risvegliato ai giorni nostri, ha tenuto una lista di
cose che ha bisogno di tenere sotto controllo e alle quale ha
dovuto rinunciare. Nella lista figurano i Nirvana e il cibo
thailandese, ma c’è anche Star Wars. Il nome del franchise
è cancellato dalla lista, il che significa che Steve deve aver
visto i film in quel momento della storia.
Tuttavia, non è rimasto sorpreso dal
fatto che Mace Windu sia identico a Nick Fury, colui che ha
reclutato Steve e che ha trascorso tanto tempo con lui fino a quel
momento. Ci sono molte teorie plausibili dei fan per un crossover
tra Star Wars e il MCU, e questa potrebbe essere una
di queste.
Point Break (Thor:
Ragnarok)
In
Thor: Ragnarok, la password per sbloccare il Quinjet è
“Point Break”. La password è stata creata da Tony: si tratta di uno
scherzo rivolto a Thor per la sua strana somiglianza con Bodhi.
Insieme al fatto che Tony che chiama Thor “Lebowski” in
Endgame, sembra che il filantropo miliardario si diverta a
deridere il Dio del Tuono per il suo aspetto.
Tuttavia, questo non è il primo
riferimento a Point Break presente nel MCU. In Iron Man
3, Tony e Rhodey mangiano pesce al famoso ristorante sulla
spiaggia di Los Angeles, Neptune’s Net, proprio come facevano Bodhi
e Johnny Utah nel film del 1991.
Sono partite in
questi giorni le riprese di My Soul
Summer per la regia di Fabio
Mollo, prodotto da Bartleby
Film e Fidelio con Rai
Cinema.
My Soul
Summer è l’estate di Anita, 17 anni e tutto ancora da
scoprire. L’incontro con un famoso cantante in una estate diversa
da tutte le altre le farà conoscere il suo talento e la sua vera
passione: la musica.
My Soul
Summer è il terzo lungometraggio di Fabio Mollo – molto
attivo anche nelle serie tv: «MySoul
Summer è un romanzo di formazione – dichiara il
regista. È quell’estate che capita una volta sola nella
vita. È l’estate di Anita, che trova in sé una voce che non
pensava di avere, e che la cambierà per sempre».
Anita è
interpretata da Casadilego, talento musicale
già vincitrice di X Factor 2020, ora al suo esordio nel cinema,
affiancata da Tommaso Ragno nel ruolo di
Vins, Luka Zunic, Agnese
Claisse, con Anna Ferzetti e
con la partecipazione di Lunetta Savino.
Il film, le cui
riprese sono in corso in Calabria per concludersi a Roma a fine
ottobre, è una produzione Bartleby
Film e Fidelio con Rai
Cinema ed è prodotto da Massimo Di
Rocco, Luigi Napoleone per
Bartleby Film, Silvio
Maselli e Daniele
Basilio per Fidelio. Il film è scritto
da Doriana
Leondeff e Antonio
Leotti, la fotografia è di Daniele
Ciprí, il montaggio di Filippo
Montemurro, i costumi di Sara
Fanelli e Camilla Giuliani, la
scenografia di Eleonora Devitofrancesco.
Uno dei dirigenti della Marvel ha confermato che lo studio
ha ben 31 progetti in sviluppo. Nonostante la pandemia abbia
rallentano i piani dei Marvel Studios in relazione al proprio
universo condiviso, la realtà è che i lavori per cercare di
accrescere ancora di più il longevo franchise (ora espanso anche
alla serialità), non si sono mai fermati.
Quando il MCU è stato lanciato per la prima
volta nel 2008 con il primo Iron
Man, i fan si sono abituati ad uno standard di circa un
film all’anno, a volte due. Dopo The Avengers, la prassi per i Marvel Studios è diventata quella di
distribuire due film all’anno. In seguito, con l’arrivo di
Guardiani della Galassia Vol. 2, si è passati a ben tre
film del MCU all’anno. Dall’uscita di
Black
Widow è stata inaugurata ufficialmente la Fase 4, che
prevede invece la release di ben quattro titoli all’anno.
Nelle ultime ore,
The Playlist ha portato all’attenzione una dichiarazione
particolarmente audace di uno dei dirigenti dei Marvel Studios, Victoria Alonso, la quale ha affermato –
parlando con la stazione radio argentina 221
Radio – che lo studio ha circa 31 progetti attualmente in fase
di sviluppo. Entro la fine del 2021, la Marvel avrà rilasciato un totale di
32 film, il che significa che, se le dichiarazioni di Alonso
corrispondono al vero, lo studio sta già pianificando di
raddoppiare la sua produzione rispetto agli ultimi 13 anni.
Tuttavia, c’è una domanda che
dovrebbe sorgere spontanea: quanti di questi 31 progetti la
Marvel ha già reso pubblici?
Contando i nove film rimanenti della Fase 4 (che terminerà con il
reboot dei Fantastici
Quattro), i due film della Fase 5 già annunciati (Blade e
Captain America 4) e ben nove serie tv che devono
ancora debuttare su Disney+ (tra cuiMs.
Marvel, Moon Knight
e She-Hulk),
il numero si riduce a circa 20. Ciò significa che ci sono almeno
altri 11 progetti che la Marvel non ha ancora annunciato
ufficialmente.
No Time
to Die, il quinto e ultimo film della saga di James
Bond che vedrà Daniel Craig nei panni di 007, arriva
oggi nelle sale italiane. Per il momento, il futuro del longevo
franchise rimane un mistero, in quanto i produttori hanno già fatto
sapere che nessuna decisione su chi raccoglierà l’eredità di Craig
sarà presa almeno fino al 2022.
Il mandato di Craig come Bond è
iniziato nel 2006: prima, era solo uno dei tanti attori considerati
per il ruolo. Tra questi c’era anche Henry Cavill, scartato alla fine perché il
regista Martin Campbell riteneva che fosse troppo giovane
all’epoca. Nonostante abbia perso la possibilità di interpretare
l’iconico protagonista, l’attore sembra essere comunque aperto alla
possibilità di unirsi al franchise, non necessariamente nei panni
della celebre spia, ma anche in quelli di uno dei suoi nemici.
Durante una recente intervista
ripostata da
The Movie Dweeb (via
CBR), Henry Cavill ha ammesso che sarebbe disposto
ad interpretare tanto 007 quanto uno dei cattivi di Bond, quindi
l’antagonista della storia. “Se Barbara [Broccoli] e Michael
[G. Wilson] fossero interessati a me, allora sì che ne parlerei
volentieri con loro. Sarebbe qualcosa che sarei molto ansioso di
esplorare.”
Anche se molti vorrebbero che Cavill
interpretasse James Bond, anche il ruolo del cattivo potrebbe
tranquillamente essere nelle sue corde. L’attore, infatti, ha già
interpretato una super spia internazionale in Operazione
U.N.C.L.E. nel 2015, mentre in
Mission: Impossible – Fallout del 2018 ha vestito proprio
i panni dell’antagonista.
In No Time
to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica
dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere
viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio
amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
La prima volta che abbiamo
incontrato il personaggio di Cletus Kasady è stato nella scena
post-credit di Venom. Ora, il
personaggio interpretato da Woody
Harrelson si prepara a fare il suo ingresso
trionfale nell’attesissimo Venom: La furia di
Carnage, dopo finalmente vedremo in azione il suo
alter ego.
Come lo stesso titolo del sequel
preannuncia, nel nuovo film Kasady avrà un ruolo decisamente
chiave. Grazie ai vari trailer, abbiamo visto che all’inizio il
serial killer si troverà nel braccio della morte. Quando verrà poi
intervistato da Eddie, tramite un processo che per ovvie ragioni
non è ancora stato svelato, si legherà ad un simbionte rosso noto
come Carange. I due fuggiranno dalla prigione e inizieranno a
scatenare il caos, con Eddie e Venom che saranno costretti a farsi
avanti per cercare di fermarli.
I fan di Carnage sono entusiasti di
vedere finalmente l’iconico personaggio sul grande schermo, e di
certo Woody Harrelson è consapevole della
responsabilità che un ruolo così amato comporta. Parlando con
Collider, il celebre attore ha parlato di come si è preparato
per calarsi al meglio nei panni del serial killer/simbionte,
cercando di mettere da parte il pensiero dell’enorme fanbase e di
concentrarsi esclusivamente sul ruolo.
“Se avessi pensato alla grande
fanbase della Marvel, di certo sarebbe stato
molto difficile per me”, ha spiegato Harrelson. “Quindi mi
sono approcciato al personaggio come, in generale, farei con
qualsiasi altro ruolo, anche se sono consapevole che avere a che
fare con una proprietà Marvel alza inevitabilmente la
posta in gioco. È stato bello leggere tutti quei vecchi fumetti e
cercare di capire cose gli fosse capitato di così orribile durante
la sua infanzia al punto da spingerlo a diventare uno squilibrato,
un serial killer. È stato molto utile.”
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
Il prossimo 16 ottobre si terrà la
seconda edizione del DC FanDome, il grande evento targato DC e
dedicato a tutti i progetti della Warner Bros. in arrivo. È stato
già confermato che in occasione dell’evento – che si terrà online –
verranno presentate le prime immagini ufficiali di Black
Adam e The
Flash, ma anche uno sguardo al dietro le quinte dei
sequel di Aquaman
e Shazam!.
Ovviamente, uno dei grandi
protagonisti dell’evento sarà anche The
Batman, l’attesissimo film di Matt
Reeves che vedrà Robert Pattinson nei panni dell’iconico
uomo pipistrello, posticipato di quasi un anno a causa della
pandemia di Covid-19. Durante l’evento dovrebbe essere mostrato ai
fan il nuovo trailer ufficiale del film, ma a quanto pare ci
saranno tantissime altre sorprese.
Parlando con
Variety, infatti, è stato proprio Pattinson a dichiarare:
“Io e Zoë Kravitz abbiamo fatto delle cose. Sarà qualcosa di
piccolo, ma estremamente divertente. Ci sono un sacco di piccole
sorprese in arrivo. Ho da poco visto un po’ del film ed è
veramente. Davvero molto fico.”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
L’attesa è finita. Dopo
tanti rinvii, arriva finalmente nelle sale, No Time to
Die, nuovo capitolo della saga di James Bond, l’ultimo che vede Daniel Craig nei panni dell’agente
segreto più famoso al mondo. A quindici anni dal suo esordio nel
ruolo con Casino Royale, l’attore lascia il
personaggio che lo ha reso famoso presso il grande pubblico, e lo
fa in grande stile.
No Time to
Die: la trama
In No Time to
Die Bond, Daniel Craig, vorrebbe solo godersi la
pensione da ex agente segreto, in compagnia di Madeleine, Léa
Seydoux, ma non è così facile. Il rivale di sempre,
Blofeld, Christoph Waltz, non ha rinunciato all’idea di
ucciderlo e gli tende una trappola. Scampato, Bond sospetta che
Madeleine l’abbia tradito, la lascia e decide di rientrare in
gioco. Anche perchè l’MI6 e Mallory, Ralph Fiennes, avranno ancora bisogno di lui.
Cinque anni dopo, infatti, da un laboratorio segreto inglese viene
rubata una nuova arma potentissima, che in mani sbagliate può
distruggere milioni di vite. Nel dare la caccia allo scienziato
russo corrotto che può portarlo a chi ha commissionato il furto,
Bond ritroverà il suo vecchio amico Felix Leiter,
Jeffrey Wright, agente della CIA. Passerà per Cuba,
dove si farà aiutare dalla bella e capace Paloma, Ana De Armas, ma conoscerà anche lo 007 Nomi,
Lashana Lynch, la donna che ha ormai preso il suo posto e
con cui dovrà collaborare. C’è però anche un altro nemico da
sconfiggere, Lyutsifer Safin, Rami Malek, desideroso di vendicarsi con
Blofeld e con la Spectre e ideatore di un diabolico piano criminale
che minaccia tutti. Bond si ritroverà faccia a faccia con Blofeld,
avrà a che fare ancora con Madeleine e con una novità inaspettata.
Riuscirà a portare a termine la sua missione con successo anche
stavolta?
“E’ stato un lungo
viaggio”, dice Daniel Craig, nella breve clip che precede
l’inizio della pellicola, riferendosi evidentemente non solo ai
ritardi che hanno posticipato l’uscita del film, ma anche alla sua
lunga militanza nel ruolo di Bond, che qui si conclude. E
sottolinea l’importanza dell’arrivo del film sul grande schermo,
“il luogo a cui appartiene”.
Non si può dargli torto.
No Time to Die è indubbiamente bello scenicamente,
dai panorami mozzafiato di Matera e Gravina di Puglia, alla
spettacolarità delle scene in cui dominano ghiaccio, fuoco e acqua.
Chi poi ama la spettacolarità dell’azione, non resterà deluso:
inseguimenti, sparatorie, scontri, fughe rocambolesche, assieme
alle armi mirabolanti da sempre in dotazione a Bond, non mancano.
Aspetti questi, che avrebbero risentito molto di una fruizione in
un luogo diverso dalla sala, togliendo al film gran parte del suo
fascino.
Tra gli elementi
d’indubbio impatto va poi citata la colonna sonora, con il tema
principale del film interpretato ottimamente da Billie
Eilish.
Una sceneggiatura
ipertrofica e un villain che non convince per un (troppo) lungo
addio
Il problema di questo
No Time to Die, 25esimo episodio della saga di
James
Bond è l’ipertrofia. Dentro, c’è troppo. Più la narrazione
procede, più si ha l’impressione che il regista – anche
sceneggiatore con Neal Purvis, Robert Wade e Phoebe Waller-Bridge – per l’ultima interpretazione di
Craig nei panni di Bond abbia voluto strafare e accompagnare gli
spettatori in un lunghissimo addio. No time to die
conta almeno quattro location e quattro intrecci, con risvolti non
sempre chiari. Poi c’è la sfera personale, che acquisisce
un’importanza mai avuta prima, alla quale si dà spazio con un Bond
a tratti perfino romantico. Ciò comporta una durata fuori dal
comune, che sfiora le tre ore e finisce per risultare
eccessiva.
Altra nota stonata,
Rami Malek, scialbo e inespressivo, che non
riesce a far suo il ruolo del villain ed è l’unico, grosso neo in
un cast con nomi eccellenti. Al fianco di Craig troviamo Ralph Fiennes e Christoph Waltz, assieme a tre figure femminili cui
viene dato ampio spazio e che affiancano il protagonista con grinta
e carattere: Léa
Seydoux, Lashana Lynch e Ana De Armas, senza dimenticare Naomie Harris, che veste di nuovo i panni
di Miss Moneypenny.
Gli elementi sopra
citati forse non disturberanno più di tanto chi voleva godersi fino
all’ultima goccia il Bond di Daniel Craig, tra i più amati dal pubblico, ma
obiettivamente non rendono un buon servigio al film. Il 25esimo
episodio della saga di Bond, No time to
die, è in sala da giovedì 30 settembre,
distribuito da Universal Pictures.
È da tempo ormai che si parla di un
possibile sequel
de Il
Gladiatore, celebre film di Ridley Scott che vedeva contrapporsi il
gladiatore Russell
Crowe contro l’imperatore Joaquin
Phoenix. Essendo il personaggio di Massimo Decimo
Meridio morto alla fine della pellicola originale, in molti hanno
cominciato a chiedere in che modo l’ipotetico sequel avrebbe fatto
i conti con il destino dell’iconico personaggio.
Le ultime news in merito al sequel
risalgono al 2018, quando Scott aveva dichiarato che sarebbe
tornato dietro la macchina da presa e che stava lavorando alla
sceneggiatura con Peter Craig (ad oggi, però, non
sappiamo se sarà ancora lui ad occuparsi dello script). La storia
dovrebbe raccontare di Lucio, il figlio di Lucilla che fu
interpretata da Connie Nielsen nel film del 2000: sarà
ambientata 25 anni dopo, quando Lucio sarà ormai adulto ma avrà
ancora come punto di riferimento il sacrificio di Massimo.
Ora, in una recente intervista con
Empire in occasione della promozione di The Last
Duel, Ridley Scott è tornato sulla questione,
rivelando di essere intenzionato a girare il sequel de Il Gladiatore subito dopo Kitbag, il biopic su Napoleone Bonaparte che
avrà come protagonista il premio Oscar Joaquin Phoenix. “Sto già facendo scrivere
la sceneggiatura del sequel del Gladiatore, proprio ora”, ha
confermato il regista. “Quando avrò concluso i lavori sul film
dedicato a Napoleone, il Gladiatore sarà pronto a
partire.”
Meglio noto come il Luì dei
Me contro Te, Luigi Calagna è oggi
una vera e propria celebrità, diviso tra il mondo di YouTube, il
cinema, la televisione e numerose altre attività nel mondo dello
spettacolo. Sempre di più il duo di cui fa parte è una solida
certezza nel mondo dell’intrattenimento, capace come pochi di far
presa sulle fasce più giovani degli spettatori.
Ecco 10 cose che non sai di
Luigi Calagna.
Luigi Calagna: i suoi film e
l’attività su YouTube
10. È diventato celebre
grazie al canale YouTube. La fonte principale della fama
dei Me contro Te è il loro canale YouTube, aperto nel
2014. Caricando qui i loro video, il duo ha formato un proprio
riconoscibilissimo stile, guadagnando nel giro di pochi anni un
numero di iscritti attualmente pari a 5,12 milioni. Nei loro video,
pubblicati con grande frequenza, i due sono soliti dar vita ai
contenuti più disparati, pensati, anche nel linguaggio, per
intrattenere un pubblico di bambini.
2. Hanno recitato in alcuni
film per il cinema. Il 17 gennaio del 2020 è uscito in
sala il lungometraggio Me contro Te – Il film: La
vendetta del Signor S. Scritto dagli stessi
Calagna e Scalia, il film è stato prodotto dalla Warner Bros., in
collaborazione con la Me Contro Te Production. La trama ruota
intorno alla celebre coppia, che si trova a dover fronteggiare il
malvagio e misterioso Signor S., il quale aspira a diventare il
padrone del Mondo. Nel 2021 è invece uscito un nuovo film del duo,
intitolato Me contro Te – Il film: Il
mistero della scuola incantata. Il 1° settembre 2021 hanno
poi annunciato il terzo ed ultimo capitolo della trilogia, Me contro Te – Il film: Persi
nel tempo, il quale uscirà in sala il 1° gennaio del
2022.
3. La TV ha contribuito al
successo. Dopo aver ottenuto un buon successo su YouTube,
i Me contro Te sono stati assunti come protagonisti della
serie Like Me, distribuita su Disney Channel, e pressocché
adattata ai personaggi di Luì e
Sofì. I due hanno in seguito svolto il ruolo di
conduttori per il game show Disney Challenge Show – Me contro
Te, dove diversi bambini venivano sfidati attraverso diverse
prove da superare. Queste significative incursioni televisive hanno
contribuito all’ulteriore popolarità della coppia.
Luigi Calagna e i Me contro
Te
4. È noto per le canzoni
del duo. Uno degli ambiti in cui i Me contro Te
hanno ottenuto molto consenso è quello legato alla musica. Con i
loro video hanno infatti diffuso diverse canzoni da loro composte
ed eseguite, arrivando, nel febbraio del 2020, a pubblicare il loro
primo album, intitolato Il Fantadisco dei Me controTe, posizionatosi per due settimane al primo posto in
classifica, vincendo poi un disco d’oro e uno di platino.
Dall’album è stato estratto il singolo Me con te, divenuto
una vera e propria hit.
5. Possiede un sito di
merchandising. Una delle maggiori fonti di guadagno per il
duo è il sito “mecontroteshop.it“. Qui sono infatti
disponibili per l’acquisto una vasta gamma di prodotti legati al
marchio dei Me contro Te. È infatti possibile trovare dai libri ai
dischi, dalle magliette alle felpe e fino agli zaini. Sul sito si
possono poi ritrovare tutte le informazioni per quanto riguarda
l’acquisto e la consegna.
Luigi Calagna e Sofia Scalia
6. Sono fidanzati nella
realtà. Come noto, Luigi Calagna e
Sofia Scalia sono una coppia anche al di fuori delle loro
attività nel mondo dello spettacolo. A quanto pare, i due si sono
conosciuti nel 2012 grazie al cugino di lei, amico di Lugi. Hanno
poi frequentato insieme la facoltà di Scienze della Comunicazione.
In seguito, i due hanno poi tramutato la loro comune passione nel
loro lavoro, dando vita alla Me contro Te Srl.
7. La Chimica li ha
avvicinati. Dopo essersi conosciuti, ad unire ancor di più
i due ci ha pensato la materia scolastica “chimica”. Luigi, che
all’epoca frequentava la facoltà di Farmacia, ha infatti aiutato
Sofia a migliorare i propri voti in questa. In seguito, lui ha
lasciato la facoltà iscrivendosi nella medesima di
Sofia. A quel punto, però, la chimica di coppia tra i due era
diventata così forte da renderli inseparabili.
Luigi Calagna è su Instagram
8. Ha un account
personale. Luigi Calagna è presente su Instagram con un
proprio account verificato il cui nome è semplicemente
@luigi.calagna. All’interno di questo vanta attualmente e556 mila
follower, ed è solito pubblicare post di vario genere. Questi ad
oggi sono più di 100 e spaziano da momenti di svago in compagna di
amici o della sua famiglia sino alla promozione dei suoi progetti
cinematografici e televisivi. Seguendo il suo profilo, dunque, si
potrà essere sempre aggiornati sulle sue attività.
9. È presente anche sul
profilo dei Me contro Te. Oltre al profilo
personale di Luigi, è possibile trovare su Instagram anche
l’account ufficiale dei Me contro Te, seguito ad oggi da
1,5 milioni di persone. In questo, con oltre 1.600 post, il duo è
solito condividere fotografie inerenti alle loro attività, dai
viaggi ai progetti realizzati e in via di realizzazione. Tutti i
loro fan non possono dunque non seguire tale account, rimanendo
informati su tutto ciò che riguarda i Me contro Te.
Luigi Calagna: età e luogo di
nascita
10. Luigi Calagna è nato a
Palermo, in Sicilia, il 6 dicembre del 1992 ed ha oggi 28
anni.
La decisione di WarnerMedia di
distribuire l’intero catalogo dei film della Warner
Bros. attesi per il 2021 in contemporanea nelle sale e in
streaming su HBO Max, è qualcosa che ha fatto molto discutere e
subito numerosi contraccolpi anche da parte di numerosi registi,
che pubblicamente hanno criticato la strategia della major.
Basti pensare a Christopher
Nolan (Tenet) e
Denis Villeneuve (Dune),
mentre di recente la regista Patty Jenkins ha definito l’uscita congiunta
di Wonder
Woman 1984“un’esperienza straziante”. Ora,
anche Jason Kilar, CEO di WarnerMedia, ha ammesso i suoi dubbi in
merito alla decisione presa, riconoscendo che probabilmente ci
sarebbe dovuto essere un maggiore dialogo tra lo studio e i registi
coinvolti.
“Sarò il primo a dirlo, e me ne
assumo la piena responsabilità. Col senno di poi, avremmo dovuto
prenderci più tempo per avere quelle 170 conversazioni necessarie –
è questo è il numero di partecipanti alle pellicole del nostro
listino del 2021”, ha ammesso Kilar durante la Code Conference
di Vox Media (via
The Hollywood Reporter). Abbiamo cercato di fare tutto in
un lasso di tempo estremamente compresso, meno di una settimana,
perché eravamo consapevoli che ci sarebbe stata una fuga di notizie
e tutti avrebbero inevitabilmente detto la loro circa quello che
avremmo o non avremmo dovuto fare.”
“Abbiamo detto dall’inizio che
avremmo trattato ogni singolo film come un blockbuster, dal punto
di vista economico, per i partecipanti, che saremmo stati onesti e
generosi, che avremmo fatto la cosa giusta”, ha aggiunto.
“La buona notizia è che l’abbiamo fatto, abbiamo lavorato
veramente sodo per farlo. Ora siamo in un momento
favorevole”.
Ecco un estratto di una nostra
chiacchierata con lo sceneggiatore Nicola
Guaglianone, che ha firmato lo script dell’attesissimo
Freaks Out, di Gabriele
Mainetti, e che aveva messo la sua firma anche sulla
sceneggiatura di Lo chiamavano Jeeg Robot, primo film del
regista romano. Tra ispirazioni e futuro, ecco cosa ci ha
raccontato Guaglianone.
Get Lost: perdersi
nell’esperienza di un film al cinema e ritrovarsi migliorati nello
spirito e nel corpo. Viaggiare lontano con la mente e con la
fantasia comodamente seduti sulla propria poltrona, circondati dal
suono, a luci spente e di fronte al grande schermo. Una sfida e una
missione contro il multitasking, la vita always on fatta di
continue distrazioni davanti a display e monitor, tra notifiche,
squilli e chat. L’invito a disconnettersi dal mondo e tuffarsi
nella magia della sala arriva da The Space
Cinema, circuito presente in Italia con 36 multiplex, che
lancia oggi il suo film manifesto, creato da Joint Agency London,
in collaborazione con Ridley Scott, che appare anche nel
film, diretto da suo figlio Jake.
“Get Lost mostra
quanto sia prezioso sapersi perdere in una grande storia –
commenta Francesco Grandinetti, General Manager di
The Space Cinema – È una fuga dalla routine che
arricchisce la quotidianità. Alcune storie sono pensate per essere
viste in un solo modo: al cinema, per permettere davvero a chi le
guarda di immergersi completamente nei suoni e nelle immagini. Ogni
energia, ogni attenzione e ogni investimento di The Space va in
questa direzione: arricchire e rendere uniche quelle poche ore
fuori dal mondo, lontani dalla realtà. Un messaggio che oggi è
ancora più importante che in passato.”
E oltre la magia, c’è
anche la scienza a confermare i benefici fisici, mentali
ed emotivi dell’esperienza cinematografica in sala. A dirlo è
l’University College of London, che ha pubblicato i
risultati della ricerca commissionata da Vue International
(gruppo proprietario del circuito The Space Cinema) per esplorare
cosa succede al corpo e alla mente durante la visione di un film
al cinema.
La ricerca suggerisce tre
elementi specifici e particolarmente distintivi dell’esperienza
cinematografica: l’attività focalizzata, la socialità
condivisa e l’elemento culturale.
“Esperienze culturali
come andare al cinema offrono al nostro cervello l’opportunità di
dedicare la nostra completa attenzione per periodi di tempo
prolungati – ha commentato il Dr Joseph Devlin,
Professore di Neuroscienze Cognitive all’UCL– Al cinema
nello specifico, non c’è altro da fare se non immergersi. La nostra
capacità di mantenere la concentrazione e l’attenzione gioca un
ruolo fondamentale nella costruzione della nostra resilienza
mentale, perché la risoluzione dei problemi richiede in genere uno
sforzo concentrato per superare gli ostacoli, e questo ci rende più
produttivi. Le attività con un focus sociale condiviso, d’altra
parte, aumentano la nostra creatività, le prestazioni di squadra e
il legame con gli altri, ed è stato anche dimostrato che riducono i
sentimenti di solitudine e depressione.”
Allo studio, condotto
dalla Facoltà di Psicologia Sperimentale dell’Università
londinese, ha partecipato un gruppo di volontari che ha preso parte
alla proiezione di un film della durata di due ore indossando dei
sensori biometrici, con i quali i ricercatori sono stati in grado
di misurare un notevole aumento della frequenza cardiaca dei
partecipanti durante la visione: un ritmo
equivalente a
un’attività cardio leggera. Il monitoraggio ha rilevato
anche un progressivo allineamento dei battiti degli
spettatori, quasi fino a sovrapporsi per andare all’unisono. I
test sulla cute hanno mostrato inoltre che in alcuni momenti più
coinvolgenti nella trama si è innescato un aumento dei livelli
di eccitazione emotiva.
“Uno dei sintomi della
nostra cultura, fissata con lo smartphone, è che ci stiamo sempre
più ritirando in esperienze solitarie sui nostri dispositivi. Non
sorprende quindi che la solitudine sia una sensazione sempre più
frequente in tutte le fasce d’età, specialmente in questi ultimi
tempi – aggiunge Tanya Goodin, fondatrice di Time to
Log Off e autrice del libro Off– Siamo diventati più
connessi che mai e il multitasking è diventato la norma. Anche se
spesso pensiamo che sia produttivo, tutte le prove dimostrano che
in realtà questa attitudine rallenta le prestazioni del cervello e
abbassa il QI. Per anni gli psicologi hanno conosciuto gli effetti
positivi dell’essere completamente immersi in un’esperienza o in
uno ‘stato di flusso’. È riposante e rigenerante per il nostro
cervello iperstimolato, esattamente come perdersi in un film sul
grande schermo.”
“Tra il destreggiarsi
tra più dispositivi e il vivere in un mondo in cui non siamo quasi
mai offline, spegnere tutto non è mai stato così importante –
ha concluso Tim Richards, CEO di Vue
International– Il cinema è uno degli ultimi posti in cui ci
si può davvero perdere, e questa ricerca conferma che non è solo un
modo di dire, ma che gli effetti benefici sono persino misurabili
scientificamente.”
Get Lost è stato
proiettato ufficialmente per la prima volta martedì 28 settembre in
occasione dell’anteprima italiana di No Time To Die, al
The Space Cinema Moderno di Roma, da poco
ristrutturato e rinnovato e, sempre dal 28 Settembre, è on air
anche su tutti i canali social di The Space Cinema, che lo
proietterà in tutte le sale a partire da Giovedì 30
settembre.
Dopo aver ricevuto il plauso della
critica e ottenuto oltre 50.000 spettatori nei cinema italiani con
ANTROPOCENE – L’EPOCA UMANA, che indagava l’impatto
dell’uomo sul pianeta attraverso straordinarie immagini,
Fondazione Stensen e Valmyn sono
lieti di portare nei cinema anche il secondo capitolo della
colossale opera sull’ambiente realizzata da Jennifer
Baichwal ed Edward Burtynsky: Watermark –
L’acqua è il bene più prezioso, uno straordinario
documentario fotografico sul fondamentale ruolo che l’acqua ricopre
nella formazione e nello sviluppo dei Popoli.
L’acqua costituisce oltre il 70% del
pianeta e del nostro corpo, attorno a lei sono nate la società e la
tecnologia e si sono sviluppate le grandi civiltà. Probabilmente
per il suo controllo combatteremo le guerre del futuro.
Watermark – L’acqua è il bene più
prezioso è un ritratto di grande attualità, che
restituisce un quadro visivamente affascinante della complessità
della situazione attuale, che spazia dalle gigantesche
infrastrutture costruite dall’uomo ai sempre più numerosi disastri
ambientali (esondazioni, allagamenti, erosione delle coste…), dagli
sprechi del mondo ricco fino all’ingegno storico di conservazione e
mantenimento di un bene così prezioso per la vita.
Il percorso dei registi porta lo
spettatore tra le enormi fattorie galleggianti al largo della costa
cinese del Fujian, al cantiere di Xiluodu, la più grande diga ad
arco al mondo, nel delta del deserto dove si arena il possente
fiume Colorado, tra le concerie di cuoio di Dhaka. Ma anche agli
Open di Surf di Huntington Beach negli Stati Uniti e al Kumbh Mela
ad Allahabad, dove si radunano 30 milioni di persone per immergersi
tutte insieme nel sacro Gange. Ulteriori immagini accompagnano gli
scienziati che estraggono carote di ghiaccio dalle profondità del
sottosuolo della Groenlandia e tra coloro che esplorano
l’incontaminato spartiacque della Columbia Britannica
settentrionale.
Questi sono solo alcuni degli
straordinari luoghi filmati e raccontati nel documentario
WATERMARK – L’acqua è il bene più
prezioso, in arrivo nei cinema italiani a partire dal
14 ottobre in occasione della Giornata
Mondiale dell’Educazione Ambientale.
Le premesse sono state gettate nel
2020, quando Eike Schmidt, direttore delle
Gallerie degli Uffizi, ha partecipato a Lucca ChanGes, l’edizione
segnata dalla pandemia di Lucca Comics & Games. Oggi il Ministero della
Cultura, le Gallerie degli Uffizi e Lucca Comics & Games si alleano in
nome del fumetto, partendo dall’iniziativa ministeriale Fumetti nei
Musei, che proprio il festival lucchese, nel 2018, premiò come
migliore iniziativa editoriale.
52 autoritratti di alcuni tra i più brillanti fumettisti della
scena italiana entrano nella collezione delle Gallerie degli
Uffizi. Le opere – realizzate con tecniche, formati e stili diversi
– saranno presentate a Lucca Comics & Games 2021 dall’8
ottobre al 1 novembre nell’ambito della mostra “Fumetti
nei musei | Gli autoritratti degli Uffizi” a cura di
Mattia Morandi e Chiara Palmieri. La mostra –
dedicata a Tuono Pettinato, fumettista recentemente scomparso e
autore per Fumetti nei Musei dell’albo ambientato alla Galleria
dell’Accademia di Firenze – è una delle iniziative previste dal
protocollo d’intesa siglato dalle Gallerie degli Uffizi e da Lucca
Crea per favorire lo sviluppo e la promozione del fumetto in Italia
e all’estero. L’intesa prevede, inoltre, la partecipazione degli
Uffizi e del Ministero della Cultura alla designazione del Maestro
del Fumetto di Lucca Comics & Games nell’ambito dei
Lucca Comics Awards e l’ingresso, ogni anno, dell’autoritratto del
vincitore nella collezione degli autoritratti del museo fiorentino.
L’accordo avrà durata biennale e sarà rinnovabile: nel suo ambito
potranno essere intraprese iniziative condivise di svariate
tipologie: oltre alle esposizioni anche eventi, produzioni
culturali, partnership creative, didattiche, di natura scientifica
e molto altro ancora.
Le opere che andranno in mostra a Lucca sono state generosamente
donate dagli artisti che hanno partecipato a Fumetti nei Musei, il
progetto ideato dal Ministero della Cultura e realizzato in
collaborazione con la casa editrice Coconino Press – Fandango.
Dalla ‘A’ di ALTAN alla ‘Z’ di ZUZU, il nuovo nucleo di
autoritratti, che spazia tra numerosi linguaggi e diverse
generazioni, sarà un vero e proprio atlante del fumetto italiano
contemporaneo che arricchirà la collezione di autoritratti delle
Gallerie degli Uffizi, notoriamente la più ricca e prestigiosa al
mondo: queste opere verranno esposte nelle nuove sale dedicate agli
autoritratti che apriranno nei prossimi mesi al primo piano del
museo vasariano.
“Grazie alle artiste e agli artisti per questa importante
donazione che rappresenta un’ulteriore evoluzione di un percorso di
valorizzazione del fumetto contemporaneo che nasce attorno
all’ambizioso progetto Fumetti nei Musei. Questo nuovo fondo è una
novità importante per il panorama artistico contemporaneo italiano:
gli Uffizi divengono così uno dei primi musei di arte classica a
scommettere sulla vitalità e la forza creativa della nona
arte”, dichiara il Ministro della Cultura, Dario
Franceschini.
“Con questa inedita, innovativa alleanza tra gli Uffizi e
Lucca Comics, una delle manifestazioni del fumetto più importanti
al mondo, l’obiettivo è ribadire un concetto chiave: la cultura è
pop e deve raggiungere con efficacia quante più persone possibili.
L’accordo che presentiamo oggi è il primo del suo genere al mondo:
sono convinto che darà vita a grandi risultati e farà da apripista
a tanti altri ‘crossover’ fruttiferi di idee, creatività e spunti
per il futuro”, commenta il direttore degli Uffizi Eike
Schmidt.
Grande soddisfazione per la collaborazione è espressa anche
dalla Presidente di Lucca Crea, Francesca Fazzi, a cui fanno eco le
parole del Direttore Generale Emanuele Vietina: “Anche l’edizione più difficile di Lucca Comics & Games ha generato
frutti entusiasmanti. La presenza di Eike Schmidt sul palco del
Teatro del Giglio ha segnato l’avvio di una collaborazione, che
oggi si concretizza in un’iniziativa che porterà, ogni anno, il
Maestro del Fumetto incoronato a Lucca all’interno delle Gallerie
degli Uffizi. È un grande riconoscimento per il Festival e per
tutto il fumetto italiano”
Fumetti nei Musei è
un progetto ideato dall’Ufficio Stampa e Comunicazione del
Ministero della Cultura, realizzato in collaborazione con la casa
editrice Coconino Press – Fandango e con il supporto di Ales S.p.A.
La collana editoriale, nata per avvicinare i ragazzi al mondo
museale, è composta da 51 storie a fumetti che raccontano la
contemporaneità di 51 musei italiani. Gli albi sono anche
distribuiti in omaggio ai ragazzi che partecipano ai laboratori e
alle attività educative dei musei coinvolti. Nel 2018 Fumetti nei
Musei ha vinto il premio ‘Gran Guinigi’ nell’ambito dei Lucca
Comics Awards come migliore iniziativa editoriale dell’anno con
queste motivazioni: “Un’operazione che raccoglie i migliori
nuovi talenti della scena italiana con un’impeccabile veste
editoriale. Un prodotto di altissimo livello che sposa le
intenzioni educative all’amore per la narrativa sequenziale”.
Nel corso degli anni, Fumetti nei Musei è stato protagonista di
numerose esposizioni: le tavole originali sono attualmente in
mostra nel Santuario dell’Ercole Vincitore di Villa d’Este a
Tivoli. Fumetti nei Musei è stato presentato nei principali saloni
del libro italiani e nei festival del fumetto, ed è stato al
centro, nel 2020, della Settimana della Lingua Italiana nel mondo
organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione
internazionale. Tutte le informazioni sul sito www.fumettineimusei.it
I Lucca Comics Awards sono i premi
dedicati al fumetto di Lucca Comics & Games, i principali
in Italia. L’obiettivo dei Lucca Comics Awards è premiare le
migliori opere a fumetti e i loro autori, indipendentemente da
nazionalità, formato editoriale e modalità di distribuzione.
Nell’ambito dei Lucca Comics Awards il riconoscimento principale è
quello dedicato al Maestro del Fumetto, che avrà, ogni anno,
l’opportunità di realizzare un autoritratto per le Gallerie degli
Uffizi.
Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film
Production e
Me Contro Te, Me Contro Te Il Film – Il Mistero
della Scuola Incantata.
Me Contro Te Il Film – Il
Mistero della Scuola Incantata, la trama
SINOSSI –Una
bellissima scuola sta per riaprire dopo molti anni e Luì e Sofì (Me
contro Te) sono gli ospiti d’eccezione della festa di
inaugurazione, ad attenderli lì il loro amico Pongo. La scuola
potrebbe però nascondere un mistero e, ancora una volta, i Me
contro Te dovranno affrontare con coraggio il malefico Signor S e
cercare di sabotare i suoi perfidi piani nel nome dell’amicizia.
Nella scuola, per la prima volta, Luì e Sofì potrebbero venire a
conoscenza di un importante segreto sul loro passato. Una nuova
“magica” avventura per Luì e Sofì, in un mondo tutto fatato, con
tante sorprese e divertimento per i loro piccoli fan e tutte le
famiglie.
Da un soggetto di Luigi Calagna e
Sofia Scalia, Me Contro Te Il Film – Il Mistero della
Scuola Incantata è scritto da Emanuela Canonico,
Andrea Boin, Luigi Calagna e Sofia Scalia. Il film è diretto da
Gianluca Leuzzi.
La fotografia del film è di Davide
Crippa, il montaggio di Davide Cerfeda, la scenografia di Mario
Torre e i costumi di Tecla Turiaco. Le musiche originali del film
sono di Stefano Della Casa. Me contro Te Il Film – Il
Mistero della Scuola Incantata è una produzione
Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Me
Contro Te.
Il film sarà disponibile dal
5 Ottobre per l’acquisto e noleggio su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity.
Dalla Warner Bros.
Pictures, è in arrivo il nuovo intenso film drammatico del
regista/produttore Clint Eastwood, Cry Macho – Ritorno a
casa.
Clint Eastwood è anche protagonista del film,
nel ruolo di Mike Milo, ex stella del rodeo e ora allevatore di
cavalli in declino, che nel 1979 accettò l’incarico di un ex boss
di riportare a casa il figlio dal Messico. Costretto a percorrere
strade secondarie nel loro viaggio verso il Texas, l’improbabile
coppia affronta un viaggio inaspettatamente arduo, durante il quale
l’allevatore di cavalli, ormai stanco di tutto, trova dei legami
imprevisti oltre che il suo senso di riscatto.
Del film fanno parte anche
Eduardo Minett nel ruolo del ragazzo, Rafo, al suo
debutto cinematografico, Natalia Traven
(“Collateral Damage”, “Soulmates” per la TV) in quello di Marta,
Dwight Yoakam (“Logan Lucky”, “Sling Blade”) interpreta l’ex
impiegato di Mike, Howard Polk. Il cast include inoltre
Fernanda Urrejola (“Blue Miracle”, “Narcos:
Mexico” per Netflix) nel ruolo di Leta e Horacio Garcia-Rojas
(“Narcos: Mexico” per Netflix, “La querida del Centauro” per la TV)
in quello di Aurelio.
Il premio Oscar Clint Eastwood, ha diretto il film da una
sceneggiatura di Nick Schenk e N. Richard Nash, ispirata al romanzo
di Nash. Eastwood, Albert S. Ruddy, Tim Moore e Jessica Meier sono
i produttori del film, con David M. Bernstein come produttore
esecutivo. Il team dietro la macchina da presa include il direttore
della fotografia nominato ai premi BAFTA, Ben Davis (“Three
Billboards Outside Ebbing, Missouri”, “Captain Marvel”), lo scenografo Ron Reiss
(arredatore in, “Richard Jewell” e “The Mule”), il montatore premio
Oscar Joel Cox (“Unforgiven”), che ha editato moltissimi film del
regista, il montatore David Cox (“Den of Thieves”, assistente al
montaggio in “Richard Jewell” e “The Mule”), e la costumista, sua
collaboratrice di lungo corso, Deborah Hopper. Le musiche sono di
Mark Mancina (“Oceania”). La Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Malpaso/Albert S. Ruddy, “Cry Macho – Ritorno a casa”.
Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros.
Pictures. L’uscita nelle sale italiane è prevista per il 2 dicembre
2021.
Guarda il trailer
ufficiale diThe
Harder They Fall, l’attesto western originale Netflix in arrivo quest’anno. In questo western, il
fuorilegge Nat Love (Jonathan Majors) viene a sapere che il suo
nemico Rufus Buck (Idris
Elba) sta per essere rilasciato di prigione e riunisce la gang
per rintracciarlo e vendicarsi.
Diretto da Jeymes Samuel con la
sceneggiatura di Samuel e Boaz Yakin e prodotto da Shawn Carter,
James Lassiter, Lawrence Bender e Jeymes Samuel, The
Harder They Fall vanta una colonna sonora
irresistibile e un cast stellare mozzafiato, in cui brillano
Jonathan Majors, Zazie
Beetz, Delroy Lindo, LaKeith Stanfield, Danielle Deadwyler, Edi
Gathegi, R.J. Cyler, Damon Wayans Jr., Deon Cole, Regina
King e Idris
Elba. Mai come in questo caso, la vendetta è un piatto
da servire freddo!
Di recente, James McAvoy ha parlato della possibilità di
tornare ad interpretare Charles Xavier nel MCU, argomento che è stato
nuovamente toccato dall’attore in un’intervista con
ComicBook. È probabile che non lo rivedremo mai più nei panni
del Professor X, ma se dovesse mai accadere, per McAvoy tutto
dovrebbe sempre dipendere dalla sceneggiatura.
“Ogni volta che mi viene offerta
una buona sceneggiatura, sono sempre entusiasta, quindi sarebbe lo
stesso anche con Charles, nonostante senta di avergli regalato un
degno finale. Ho avuto la possibilità di esplorare alcuni aspetti
davvero validi della sua storia e della sua personalità,
soprattutto con i primi due film degli X-Men che ho fatto”, ha
dichiarato. “Se il mio tempo è davvero finito, posso ritenermi
comunque soddisfatto per quello che ho fatto. Se dovesse arrivare
una buona sceneggiatura e se mi vorranno di nuovo a bordo, io sarò
disponibile. Ma ribadisco: la storia dovrebbe essere davvero
valida.”
Parlando invece dell’introduzione
dei mutanti nel Marvel Cinematic Universe, McAvoy
ha invece dichiarato: “Alla Marvel sono persone intelligenti.
Sono davvero bravi a mettere insieme le loro cose. Sanno come
incastrare tutto, anche se questo vuol dire non coinvolgere più gli
attori del passato. In fin dei conti, potrebbe essere una completa
rivisitazione. Da fan, sarei entusiasta allo stesso modo,
soprattutto di scoprire cosa accadrà. Se dovessimo essere
coinvolti, sarebbe bello, ma non so cosa abbiano in mente. Da fan
sono entusiasta di vedere qualunque cosa faranno.”
Finora, non c’è stata ancora nessuna
conferma ufficiale su quando e come gli X-Men saranno incorporati nel celebre
franchise di successo, nonostante Kevin Feige abbia menzionato
brevemente il franchise quando ha annunciato la lista dei titoli
della Fase 4 al SDCC 2019. È probabile che i Marvel Studios vogliano andarci con i piedi di
piombo in merito ai loro piani sui mutanti, il che ha senso
considerando la sfilza di progetti già confermati.
No Time
to Die sarà l’ultimo film di Daniel Craig nei panni di James
Bond. Sebbene all’inizio il casting dell’attore fosse stato
accolto con scetticismo, negli anni Craig si è dimostrato
all’altezza dell’iconico ruolo, tant’è che ad oggi è considerato da
molti il miglior 007. In attesa di vederlo per l’ultima volta nei
panni dell’agente segreto più amato del grande schermo,
ripercorriamo insieme i migliori momenti di Craig nei panni di
Bond, da Casino Royale del 2006 a Spectre del
2015.
Lasciar andare Green (Quantum of Solace)
Quantum of Solace è considerato all’unanimità il film
minore della saga di Bond con protagonista Craig, è ciò è dovuto
essenzialmente al grande cattivo del film, Dominic Green. Tuttavia,
la scena finale di Bond con Green rappresenta decisamente un
momento culminante.
Dopo
che Green ha rivelato a Bond tutto ciò che sa sulla sua
organizzazione malvagia, 007 mantiene la sua promessa e lo lascia
andare. Lo porta nel deserto e gli dice che d’ora in avanti sarà
libero. Gli fornisce anche una lattina di olio per motori, nel caso
avesse sete. È un momento sorprendentemente brutale per il nostro
eroe.
Il Giorno dei Morti
(Spectre)
Nonostante Sam Mendes sia
tornato alla guida del franchise, Spectre è un altro film
che molti considerano non all’altezza dei precedenti, soprattutto
di Skyfall. Tuttavia, il film si apre con una scena
davvero incredibile che vede Bond nel bel mezzo delle celebrazioni
del Giorno dei Morti nella Città del Messico.
Sembra che Mendes, con quella scena,
si sia preparato per quello che avrebbe poi realizzato con
1917, dato che il film inizia con uno sbalorditivo long
take che segue Bond per le strade e che culmina con un’emozionante
sequenza d’azione. È un peccato che il resto del film non sia
riuscito a viaggiare sui medesimi standard.
Tornare al lavoro (Skyfall)
Skyfall è
considerato uno dei film di Bond più maturi di sempre, e ciò è
dovuto in parte alla performance di Craig, che probabilmente in
questo film ha davvero raggiunto il suo apice. Dopo essere
scomparso per un po’, Bond torna all’MI6 per salvare ancora una
volta la situazione.
Tuttavia, non è lo stesso uomo.
Mentre Bond viene sottoposto all’esame fisico, è debole, stanco e
disorientato. Questo momento rappresenta un nuovo affascinante
sguardo all’eroe che sembra essere sempre un passo avanti rispetto
a tutti gli altri.
Lo scontro con Mr. Hinx (Spectre)
Un altro momento clou del
deludente – per alcuni – Spectre è sicuramente il ruolo di
Dave Bautista nel panni del silenzioso scagnozzo Mr. Hinx.
Nonostante non abbia quasi battute, Bautista riesce ad incarnare
alla perfezione un personaggio che, a tutti gli effetti,
rappresenta una minacciosa forza della natura.
Hinx e Bond vengono finalmente alle
mani in un’emozionante battaglia in treno. Hinx si lancia in come
un toro, senza alcun preavviso,: il combattimento va avanti con
un’energia brutale e intensa fino alla divertente conclusione. È
anche bello vedere Bond che di tanto in tanto viene preso a calci
da un nemico più potente.
L’inseguimento sul treno (Skyfall)
Ogni film di Bond si apre con una grande
sequenza d’azione che stabilisce quasi sempre quale sarà il tono di
questa nuova avventura. AncheSkyfall, chiaramente, segue questa tradizione,
regalando una delle sequenze d’apertura più intense della
serie.
Bond e Moneypenny inseguono un uomo che ha
rubato un hard disk contenente tutte le identità degli agenti NATO
infiltrati nelle maggiori organizzazioni terroristiche e criminali
mondiali. L’inseguimento porta Bond a guidare una motocicletta su
un treno, quindi a combattere il nemico in cima ad esso.
L’inquadratura di Bond che si sistema i gemelli dopo essere salito
a bordo è decisamente un tocco di classe.
La tortura (Casino Royale)
Casino Royaleha offerto una versione finalmente più
radicata e brutale di Bond dopo che il franchise stava iniziando
seriamente a perdere colpi. La scena della tortura tra Bond e Le
Chiffre ne è un ottimo esempio.
Invece di usare squali o laser, Le
Chiffre spoglia Bond nudo e usa una corda annodata per colpirlo
nelle parti basse. È di certo scomodo guardare un nuovo lato
affascinante di Bond. Di solito non lo vediamo mai così
brutalizzato. Eppure, riesce ancora a ridere in faccia al
nemico.
Il mio nome è Bond (Casino Royale)
Casino Royale ha
cercato di evitare alcuni dei più grandi cliché del franchise, come
la battuta del Martini. Tuttavia, riserva la linea più iconica di
Bond per i momenti finali del film, è bisogna dire che vale davvero
la pena aspettare.
Bond rintraccia Mr. White, l’uomo
misterioso dietro tutto quello che accade. Dopo avergli sparato ai
piedi, Bond appare con una pistola enorme e dice a lui, e al mondo:
“Il nome è Bond. James Bond”.
Il combattimento a Shanghai (Skyfall)
Avere un regista come Sam Mendes al lavoro
suSkyfallha davvero aiutato a dare al franchise un
mode completamente nuovo. Insieme all’acclamato direttore della
fotografia Roger Deakins, Mendes ha dato vita ad alcune immagini
davvero impressionanti.
Probabilmente, la sequenza più bella arriva
quando Bond rintraccia un sospettato a Shanghai. Mentre si trovano
su un grattacielo, i due uomini combattono stagliati contro
immagini oniriche proiettate fuori dalla finestra. È un momento che
ha dimostrato che questi film potrebbero dare agli spettatori
qualcos’altro, oltre le scene d’azione.
L’inseguimento a piedi (Casino Royale)
Oltre a introdurre una
versione più grintosa di Bond, Casino Royale offre anche
alcune delle migliori scene d’azione del franchise. Forse la più
impressionante di tutte è l’inseguimento a piedi in stile parkour
all’inizio del film.
Come il resto del film,
l’inseguimento è violento, disordinato e mette in mostra la natura
implacabile di Bond. È il classico esempio di scena d’azione in cui
lo spettatore resta con il fiato sospeso fino alla fine. Molti film
hanno provato a replicarla, ma nessuno è mai riuscito a restituire
quell’aspetto così elettrizzante.
Lo status di 007 (Casino
Royale)
Casino Royale
mostra Bond nella sua prima missione come agente 00, ma la scena
più memorabile del film mostra proprio come ha raggiunto questo
status. Bond rintraccia un uomo che ha venduto segreti del governo
al miglior offerente.
La scena si alterna con immagini di
Bond che affronta con calma quest’uomo e altre in cui uccide il suo
contatto. È l’introduzione perfetta alla versione di Bond di Craig,
poiché lo vediamo come l’assassino soave e freddo, nonché un uomo
che non ha paura di sporcarsi le mani.
Squid
Game è la nuova serie survival Originale Netflix
coreana scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk.
La serie di nove episodi, con Lee Jung-jae , Park Hae-soo e Wi
Ha-joon , racconta la storia di un gruppo di 456 persone che sono
invitate a rischiare la vita in un misterioso gioco di
sopravvivenza con un patrimonio di 45,6 miliardi di ( US $ 38,7
milioni).
Squid
Game: quando esce e dove vederla in streaming
Squid Game in
streaming sarà disponibile dal 17 settembre 2021 su
Netflix.
Squid Game: trama e cast
Un misterioso invito a partecipare
alla gara è inviato a persone con un disperato bisogno di denaro. I
456 partecipanti di ogni ceto sociale sono intrappolati in un luogo
segreto dove competono per vincere 45,6 miliardi di won. Ad ogni
turno si cimentano in un popolare gioco coreano per l’infanzia come
“Un, due, tre, stella”, ma chi perde… muore. Chi vincerà e qual è
il vero motivo della gara?
In Squid
Game protagonisti sono Lee
Jung-jae come Seong Gi-hun (n. 456). Autista e dipendente
dal gioco d’azzardo, vive con sua madre e lotta per sostenere
finanziariamente sua figlia. Partecipa
al Gioco per saldare i suoi numerosi debiti.Park
Hae-soo come Cho Sang-woo (n. 218). Il capo del team di
investimento in una società di titoli, era un junior di Gi-hun, ed
era uno studente dotato che è entrato alla Seoul National
University
, ma ora è ricercato dalla polizia per aver rubato denaro ai suoi
clienti. Oh Yeong-su come Oh Il-nam
(n. 001). Un uomo anziano con un tumore al cervello che preferisce
giocare al Gioco piuttosto che aspettare di morire all’esterno.
HoYeon Jung come Kang Sae-byeok (n. 067).
Un disertore nordcoreano
che entra nel Gioco per pagare un intermediario in grado di trovare
e recuperare i suoi familiari sopravvissuti dal
paese. Heo Sung-tae come Jang Deok-su
(n. 101). Un gangster che entra nel Gioco per saldare i suoi enormi
debiti di gioco. Anupam Tripathi come Abdul Ali
(n. 199).Un lavoratore
straniero dal Pakistan
che entra nel Gioco per provvedere alla sua giovane famiglia dopo
che il suo datore di lavoro si è rifiutato di pagarlo per
mesi. Kim Joo-ryoung come Han Mi-nyeo
(n. 212). Una donna misteriosa e manipolatrice che afferma di
essere una povera madre single.
Gli episodi della prima stagione Squid Game
Stagione 1, episodio 1: Sperando di vincere soldi facili, un
Gi-hun al verde e disperato accetta di prendere parte a un gioco
enigmatico. Non molto tempo dopo il primo round, si verificano
orrori imprevisti.
Stagione 1, episodio 2: Diviso se continuare o uscire, il
gruppo tiene un voto. Ma le loro realtà nel mondo esterno
potrebbero rivelarsi spietate quanto il gioco.
Stagione 1, episodio 3: Alcuni giocatori entrano nel
turno successivo – che promette dosi uguali di dolce e mortale –
con vantaggi nascosti. Nel frattempo, Jun-ho si intrufola
dentro.
Stagione 1, episodio 4: Quando si formano alleanze tra i
giocatori, nessuno è al sicuro nel dormitorio dopo lo spegnimento
delle luci. Il terzo gioco sfida la squadra di Gi Hun a pensare in
modo strategico.
Stagione 1, episodio 5: Gi-hun e la sua squadra, a turno, fanno
la guardia per tutta la notte. Gli uomini mascherati incontrano
problemi con i loro co-cospiratori.
Stagione 1, episodio 6: I giocatori si accoppiano per la quarta
partita. Gi-hun è alle prese con un dilemma morale, Sang-woo
sceglie l’autoconservazione e Sae-byeok condivide la sua storia non
raccontata.
Stagione 1, episodio 7: Il leader mascherato accoglie gli
ospiti VIP nella struttura per una visione in prima fila dello
spettacolo. Nel quinto gioco, alcuni giocatori crollano sotto
pressione.
Stagione 1, episodio 8: In vista dell’ultimo turno, sfiducia e
disgusto sono profondi tra i finalisti. Jun-ho scappa, determinato
a svelare gli sporchi segreti del gioco.
Stagione 1, episodio 9: Il round finale presenta un’altra prova
crudele ma questa volta come andrà a finire dipende da un solo
giocatore. Il creatore del gioco esce dall’ombra.
Si è tenuta nella serata di ieri la
world premiere dell’atteso No Time
to Die, il nuovo capitolo del franchise di 007 che
vede protagonista Daniel Craig nei panni
dell’iconico agente speciale James
Bond. Alla premiere tenutasi alla Royal Albert Hall a Londra,
presenti oltre al protagonista tutto il cast: Léa
Seydoux, Naomie Harris , Ben Whishaw, Rory
Kinnear, Rami Malek e
Ana de Armase ovviamente immancabilmente la
famiglia reale. Di seguito alcune foto per gentile concessione di
Universal Pictures.
1 di 20
Photo by Jeff Spicer/Getty
Images for EON Productions, Metro-Goldwyn-Mayer Studios, and
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In No Time
to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica
dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere
viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio
amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Le
prime reazioni a Venom: La
furia di Carnage sono state abbastanza positive
finora. Tuttavia, le cose sono andate in maniera leggermente
diversa quando il primo film con protagonista Tom Hardy venne distribuito nel 2018.
Il film detiene un punteggio su
Rotten Tomatoes pari al 30% e ora è stato proprio Hardy ad
affrontare la questione in una recente intervista con
CinemaBlend. Alla domanda sull’accoglienza negativa riservata
al primo film, l’interprete di Eddie Brock ha sottolineato che
Venom è stato un successo molto più grande in termini
di reazione dei fan, cosa difficile da contestare in quanto il film
è stato, effettivamente, un grande successo al botteghino.
“Penso che quando fai qualcosa
che ti sta a cuore, vuoi sempre cercare di portare a casa il
risultato”, ha spiegato Hardy. “Purtroppo i critici non
l’hanno apprezzato. Anzi, ci hanno letteralmente massacrato. Il
pubblico, invece, è andato a vederlo in massa. Tutto ciò è stato
bellissimo. È stato come vedere qualcuno considerato un perdente
che, piano piano, viene apprezzato e considerato per ciò che
realmente è.”
“Così abbiamo telefonato subito
a Tom Rothman della Sony e gli abbiamo detto: ‘Guarda, possiamo
provare a buttare giù una bozza per il secondo film, perché davvero
non vediamo l’ora di prendere ciò che abbiamo imparato grazie al
primo e metterlo nel secondo, provando a spingerci oltre'”, ha
concluso l’attore.
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è stato un
grande successo al botteghino e la dinamica tra l’eroe eponimo e
suo padre Wenwu si è rivelata uno dei elementi più interessanti,
nonché essenziali, della storia. Il leader dei Dieci Anelli ha
fatto sentire la sua presenza nel Marvel Cinematic Universe in grande
stile, nonostante alla fine sia morto per proteggere il figlio dal
Divoratore di Anime.
L’attore Tony Leung ha regalato una performance
incredibile nel film: è un vero peccato che la sua corsa nei panni
del “Mandarino” sia già giunta al termine. E se i piani dei
Marvel Studios fossero diversi? Se Leung
avesse davvero la possibilità di tornare nei panni del personaggio?
Il giornalista Jeff Yang, che ha lavorato come consulente culturale
durante le riprese di
Shang-Chi, è stato ospite all’interno del podcast
They Call Us Bruce (via
Murphy’s Multiverse) e ha condiviso alcuni suoi pensieri sul
film della Fase 4.
È stato proprio durante quella parte
della conversazione che Yang ha lasciato intendere che potrebbe
ancora esserci un futuro per Wenwu nel MCU. “Dato che avevano a
disposizione un attore come Tony Leung, speravo che rendessero più
chiaro il fatto che ci saranno altri posti del MCU in cui lo ritroveremo”, ha
anticipato. “Meglio non dire altro e lasciare le cose come
stanno.”
Non ci aspettiamo che Wenwu
resusciti dopo gli eventi di
Shang-Chi, ma considerando il fatto che il
personaggio esiste da migliaia di anni, ci sono molti altri
progetti in cui potrebbe effettivamente tornare. Uno di questi è
sicuramente Eternals,
ma solo il tempo ci dirà se sarà davvero così.
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
Leung nei panni del Mandarino,
e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un
“leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà
il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che
si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la
sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è
l’ipnosi.
The Great 2 è la
seconda stagione della serie The
Great creata da Tony McNamara e liberamente
ispirato l’ascesa al potere di Caterina la Grande, imperatrice di
tutte le Russie.
The Great 2: quando esce e dove vederla in streaming
La seconda stagione di The
Great sarà presentata in anteprima il 19 novembre
2021 negli USA, su HULU. The Great 2 in streaming
sarà disponibile su Starzplay.
The Great 2: trama e cast
The Great è un dramma satirico e
comico sull’ascesa di Caterina la Grande da estranea alla sovrana
più longeva nella storia della Russia. La serie è romanzata e
ritrae Caterina nella sua giovinezza e il matrimonio con
l’imperatore Pietro III concentrandosi sulla trama per uccidere il
marito depravato e pericoloso.
Protagonisti di The
Great 2 sono
Elle Fanning come Caterina la Grande,
Nicholas Houltcome Pietro
III di Russia, Phoebe Fox come Marial,
Sacha Dhawan come Conte Orlo,
Charity Wakefield come Georgina Dymova,
Gwilym Lee come Grigor Dymov, Adam
Godley come arcivescovo “Archie”, Douglas
Hodge come Generale Velementov, Belinda
Bromilow come zia Elizabeth, Bayo
Gbadamosi come Arkady, Florence
Keith-Roach come Tatyana, Danusia Samal
come Lady Antonia Svenska e Sebastian de Souza
come Leo Voronsky.
The
Great è creato e scritto da Tony McNamara che ne
è anche il produttore esecutivo, gli altri produttori esecutivi
sono Marian Macgowan, Josh Kesselman e Ron West della Thruline,
Brittany Kahan Ward della Echo Lake, Doug Mankoff e Andrew
Spaulding, Elle Fanning, Mark Winemaker e Matt Shakman. Il progetto
è prodotto dalla Civic Center Media in associazione con MRC
Television.
Nei ruoli ricorrenti troviamo anche
Louis Hynes come Vlad Freddie Fox come re Hugo di Svezia Jamie
Demetriou nel ruolo del dottor Chekov Christophe Tek come Tartar
Nick Charlie Price come Ivan Alistair Green come Conte Smolny
Abraham Popoola come Alexei Rostov James Smith come Conte Gorky
Stewart Scudamore come Tolsten Phill Webster come guardia di
palazzo Adam Darlington come capo cameriere Dustin Demri-Burns nel
ruolo di Voltaire Christianne Oliveira come contessa Belanova.
Gli episodi di The Great 2
Gli episodi della seconda stagione non sono stati resi noti
ancora.
Il reboot cinematografico
di Spawn ad opera di Todd
McFarlane è ormai in sviluppo da molto tempo. Nel
corso degli anni il fumettista canadese ha mostrato una certa
ostinata determinazione a voler far decollare a tutti i costi il
progetto, assicurandosi non soltanto il coinvolgimento della
Blumhouse di Jason
Blum alla produzione, ma anche quello del premio
Oscar Jamie
Foxx in qualità di protagonista.
Era da un po’ che non avevamo
aggiornati sul film, e adesso è stato proprio McFarlane a parlare
del progetto in una recente intervista con
CBR. Stando a quanto rivelato dal fumettista, che sarà
coinvolto nel riavvio di Spawn in qualità di regista, il
film non sarà una storia di origini, dal momento che quel tipo di
approccio è stato già impiegato dall’adattamento del 1997 con
protagonista Michael Jai White. McFarlane, infatti, vuole
che il reboot sia molto diverso e, soprattutto, rivelando per il
pubblico di oggi.
“Per il mio film, non volevo
adattare la storia delle origini raccontata nei primi numeri del
fumetto”, ha spiegato. “Abbiamo cercato diversi
sceneggiatori che potessero dare vita a qualcosa di molto diverso,
senza però spiegare loro nulla di quello che volevamo.
Sfortunatamente, l’80-90% di questi sceneggiatori si è adagiato ed
è caduto nella trappola di raccontare una storia di origini. Ma la
verità è che abbiamo già visto quel film… È uscito più di 20 anni
fa. Questo reboot deve invece essere interessante e rivelante per
il mondo di oggi, sia in termini di cinema che di contenuti
social.”
Il nuovo film dedicato
a Spawn avrà come protagonista il premio
Oscar Jamie
Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo. Del cast
dovrebbe far parte anche Jeremy
Renner nei panni di Twitch
Williams. Greg Nicotero, truccatore
di The Walking
Dead, si occuperà del trucco e degli effetti
speciali. Il film sarà prodotto da Jason
Blum e dalla sua Blumhouse Productions.
Il network americano
NBC ha diffuso il promo e la trama di La
Brea 1×02, il secondo episodio della nuova serie tv
La
Brea.
In La Brea 1×02
che si intitolerà “Day Two” Con la vita di Josh in pericolo,
Eve attraversa il pericoloso deserto fino alla radura per salvarlo.
Nel disperato tentativo di avviare una missione di salvataggio,
Gavin e Izzy lavorano per dimostrare che ci sono sopravvissuti vivi
all’interno della dolina mentre gli agenti del governo seguono ogni
loro mossa.
La Brea 1×02
La Brea è
la nuova serie tv drammatica americana creata da David
Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando
un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira
centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi
cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e
pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per
sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli
eventi, che cerca di tornare insieme.
Protagonisti di La
Brea sono Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris e Jack Martin come Josh
Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris,
Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan
Mirchandaney come Scott, Lily Santiago
come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily,
Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel
Parker.