Nell’episodio finale della prima
stagione di What
If…? abbiamo visto l’Osservatore mettere insieme una
squadra di eroi provenienti dagli universi esplorati negli episodi
precedenti, al fine di contrastare la minaccia dell’Ultron
potenziato dalla Gemme dell’Infinito, i cosiddetti Guardiani del Multiverso.
Tra i suoi membri figurano Captain
Carter (apparsa nel primo episodio), T’Challa Star Lord (apparso
nel secondo episodio), Killmonger (apparso nel sesto episodio),
Party Thor (apparso nel settimo episodio) e persino una variante di
Gamora che nel suo universo ha
ucciso Thanos e fatto squadra con Tony Stark. Ma da
dove spunta fuori questa versione alternativa della figlia adottiva
del Titano Pazzo, considerato che non era apparsa in nessuno degli
episodi precedenti?
Il mistero è stato presto svelato
da
Den of Geek: in realtà, la prima stagione di What
If…? doveva essere composta da 10 episodi (e non
da 9). L’episodio “fantasma” doveva essere dedicato proprio a
Gamora: l’evento Nexus al centro della storia doveva essere il
fatto che Iron Man, dopo la battaglia con i Chitauri vista in
The Avengers, non sarebbe riuscito ad attraversare in
tempo il portale, finendo alla deriva nello spazio, per approdare
poi su Sakaar.
Purtroppo, per motivi legati al
Covid-19 e per questioni di budget, l’episodio su Gamora è stato
sacrificato, ma il regista dello show Bryan Andrews ha già confermato che verrà
inserito nella seconda stagione.
La prima stagione di What If…? si è ufficialmente conclusa lo
scorso mercoledì. La prima serie animata dei Marvel Studios ha segnato un ulteriore passo
avanti nell’esplorazione del Multiverso ormai in continua
espansione, mostrando versioni alternative di mondi, storie e
personaggi già apparsi nei film destinati negli anni al grande
schermo.
Naturalmente, una delle più grande
domande che ci ha lasciato il finale di stagione di What If…? è come quello che abbiamo visto si
collegherà al più ampio MCU, soprattutto ora che il
concetto di Multiverso si appresta a diventare sempre più
importante nella narrativa della Fase 4.
Nonostante i Guardiani del
Multiverso abbiano sconfitto Ultron, permettendo a quasi tutti i
membri del team di tornare alla propria linea temporale, Natasha
Romanoff è riuscita a ritornare nell’universo esplorato nel terzo
episodio, che aveva perso la sua Vedova Nera a causa di Hank Pym.
Ciò ha dato origine ad un’accesa discussione sui concetti di
“conseguenza” e “morte” all’interno del MCU, tema affrontato anche dal
regista di What If…?, Bryan Andrews, in una
recente intervista.
Andrews ha parlato con
Variety (via
The Direct) della prima stagione dello show, soffermandosi
sull’ipotesi che le morti del MCU stiano perdendo di significato
ora che esiste il Multiverso. Secondo Andrews, la sfida più grande
quando si tratta del Multiverso è quella di avere tante versioni
dello stesso personaggio, anche se, alla fine, i fan si ritrovano
comunque a “guardare una sola una storia alla volta”.
Secondo il regista, la strada
intrapresa da lui e il suo team è quella giusta, al di là di quali
varianti siano vive o morte in un altro universo. Per Andrews,
l’obiettivo è garantire sempre e comunque una storia
avvincente.
Il Multiverso nel MCU, l’azione nel
presente e il problema delle versioni alternative
Il regista ha anche specificato che
la parte più importante della storia è “cosa sta succedendo in
quel momento, nel presente”, piuttosto che quante versioni di
quel personaggio del MCU esistono altrove, nel
Multiverso. Ciò che dal suo punto di vista ha contribuito al
successo della serie è stata proprio l’imprevedibilità di ciò che
effettivamente sarebbe apparso sullo schermo con ogni singola
storia, aspetto che il regista ha apprezzato immensamente.
Sembra chiaro, quindi, che Andrews e
il team di
What If …? volevano assicurarsi che l’attenzione dei
fan rimanesse su ciò che accadeva sullo schermo, e non su quante
versioni alternative dei vari eroi esistessero altrove nel
Multiverso.
Secondo molti fan, il miglior
episodio della prima stagione di What
If…? è il secondo, ossia quello che ci ha portato
in una realtà in cui T’Challa è stato strappato dalla Terra dai
Ravagers ed è diventato Star-Lord.
Nonostante la tragica scomparsa di
Chadwick Boseman, l’attore era comunque
riuscito a completare il suo lavoro di doppiaggio per la serie,
pochi mesi prima di morire. Ora, il regista dello show
Bryan Andrews ha confermato a
Variety che Boseman non aveva registrato alcun dialogo per la
seconda stagione, quindi il personaggio di T’Challa non farà più
ritorno.
Il regista ha anche confermato che,
se le cose fossero andate diversamente, avremmo avuto uno spin-off
incentrato proprio su T’Challa Star Lord: “Chadwick aveva
registrato tutte le parti di T’Challa Star Lord in anticipo.
Tuttavia, avevamo questi episodi più avanti in cui riappariva, ma
sarebbe passato del tempo prima di rivederlo. Non molto tempo dopo
l’ultima registrazione, è venuto a mancare. Penso si sia trattato
di un paio di mesi, forse uno. Nessuno di noi lo sapeva. Ma eravamo
riusciti a fargli registrazione tutte le sue parti della prima
stagione.”
“Penso che abbia comunque fatto
uno sforzo, perché T’Challa significava molto per lui. Anche la
versione T’Challa Star Lord era importante. Ha lasciato di nuovo il
segno”, ha aggiunto Andrews. “Non so se ne fosse al
corrente, ma c’erano dei piani per una serie spin-off di T’Challa
Star Lord, sempre con lo stesso cast e con lo stesso mondo. Eravamo
entusiasti. Siamo certi che l’avrebbe amata. Poi è successo quello
che tutti sappiamo, e il progetto è finito in un limbo. Chissà…
Forse un giorno vedrà la luce.”
Ron – Un Amico Fuori Programma racconta la
storia commovente ed esilarante sull’amicizia tra un ragazzo delle
medie e il suo robot difettoso. La nuova avventura d’animazione,
targata 20th Century Studios e Locksmith Animation, arriverà il 21
ottobre nelle sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company
Italia.
Il prossimo 15 ottobre, Ron –
Un Amico Fuori Programma sarà presentato come evento
speciale in anteprima ad Alice nella Città.
Per l’occasione, sul red carpet sfilerà il cast di voci italiane:
l’autore, attore, comico, musicista, cantante, conduttore
televisivo, radiofonico e fumettista Lillo, che
presta la propria voce a Ron; l’attore Miguel Gobbo
Diazdoppiatore di Marc; e i creators
DinsiemE (Erick e Dominick) che prestano la voce
rispettivamente a B-Bot di Ava (Erick) e B-Bot Invincibile e B-Bot
di Alice (Dominick).
Ron – Un Amico Fuori Programma è la storia di
Barney, un impacciato studente delle medie, e di Ron, il suo nuovo
dispositivo tecnologico che cammina, parla, si connette e che
dovrebbe essere il suo “migliore amico pronto all’uso”. Nell’era
dei social media, gli esilaranti malfunzionamenti di Ron lanciano i
due in un viaggio ricco di azione in cui il ragazzo e il robot
fanno i conti con la meravigliosa confusione della vera
amicizia.
Il film Ron – Un Amico Fuori Programma è diretto
da Sarah Smith e dal veterano di Pixar Jean-Philippe Vine, e
co-diretto da Octavio E. Rodriguez; la sceneggiatura è firmata
da Peter Baynham & Smith. Il film è prodotto da Julie
Lockhart, anche co-fondatrice di Locksmith, e da Lara Breay, mentre
la presidente di Locksmith Elisabeth Murdoch, Smith e Baynham sono
i produttori esecutivi.
La Lucasfilm ha messo fine alla
trilogia sequel di Star Wars con
L’ascesa di Skywalker, ma sfortunatamente quella
conclusione non è stata accolta come lo studio aveva inizialmente
sperato. In realtà, l’intera trilogia sequel della celebre saga è
stata più volte criticata per la mancanza di un vero piano
generale, cosa che ha portato, alla fine, ad una narrazione spesso
contraddittoria e con brusche correzioni di rotta.
La problematica forse più eclatante
è stato il ritorno inaspettato dell’Imperatore Palpatine, dal
momento che L’ascesa di Skywalker non fornisce alcuna risposta su
come sia sopravvissuto alla sua apparente morte ne
Il ritorno dello Jedi. È toccato ai vari media tie-in
cercare di risolvere i buchi di trama del film di J.J. Abrams. La vera storia delle origini di
Kylo Ren, ad esempio, è stata esplorata nella miniserie a fumetti
“The Rise of Kylo Ren” di CHarles Soule, mentre i romanzi hanno
confermato che lo spirito di Palpatine viveva all’interno di un
corpo clone, fornendo anche molto più dettagli sulla Diade nella
Forza.
Più di recente, la Marvel Comics ha tentanto di intrecciare
elementi della trilogia sequel con l’era classica, rivelando che
Darth Vader sapeva dell’esistenza di Exegol e introducendo Ochi di
Bestoon, l’assassino Sith destinato a uccidere i genitori di Rey.
Tuttavia, i tentativi della Marvel di risolvere i problemi
legati a L’ascesa di Skywalker non hanno avuto pieno successo:
se da un lato hanno gettato le base per ulteriori sviluppi,
dall’altro non hanno fatto altro che introdurre ancora più
incongruenze.
Ora, come riportato da
Screen Rant, Lucasfilm ha annunciato ufficialmente un nuovo
romanzo che servirà essenzialmente come prequel all’intera trilogia
del sequel di Star Wars, incentrato sulla ricerca di Luke
Skywalker e Lando Calrissian di Exegol e di Ochi di Bestoon.
Scritto da Adam Christopher, “Shadow of the Sith” uscirà il 28
giugno 2022. Ecco la sinossi:
“Luke Skywalker e Lando
Calrissian tornano in questo romanzo fondamentale, ambientato tra
Il ritorno dello Jedi e Il risveglio della forza.
L’Impero è morto. A quasi due
decenni dalla Battaglia di Endor, i resti sbrindellati delle forze
di Palpatine sono fuggite negli angoli più remoti della galassia.
Ma per gli eroi della Nuova Repubblica, il pericolo e la perdita
sono compagni sempre presenti, anche in questa nuova era di
pace.
Il Maestro Jedi Luke Skywalker è
perseguitato dalle visioni del Lato Oscuro, che predice un
inquietante segreto che cresce da qualche parte nelle profondità
dello spazio, su un mondo morto chiamato Exegol. Il disturbo nella
Forza è innegabile… e le peggiori paure di Luke vengono confermate
quando il suo vecchio amico, Lando Calrissian, viene da lui con
notizie di una nuova minaccia Sith.
Dopo che sua figlia gli è stata
strappata dalle braccia, Lando ha cercato tra le stelle qualsiasi
traccia della sua bambina perduta. Ma ogni nuova voce portava solo
a vicoli ciechi e speranze sbiadite, fino a quando non ha
incrociato la strada con Ochi di Bestoon, un assassino Sith
incaricato di rapire una giovane ragazza.
Le vere motivazioni di Ochi
rimangono oscure agli occhi di Luke e Lando. Perché su una luna
discarica, un misterioso inviato dei Sith Eternal ha lasciato in
eredità una lama sacra all’assassino, promettendo che gli darà
risposte alle domande che lo hanno perseguitato dalla caduta
dell’Impero. In cambio, deve completare un’ultima missione: tornare
su Exegol con la chiave della gloriosa rinascita dei Sith: la
nipote dello stesso Darth Sidious, Rey.
Mentre Ochi dà la caccia a Rey e
ai suoi genitori ai confini della galassia, Luke e Lando affrontano
il mistero dell’ombra persistente dei Sith e aiutano una giovane
famiglia a salvarsi la vita”.
In Spider-Man: No Way Home ritroveremo il Peter
Parker di Tom Holland costretto ad affrontare non
soltanto lo svelamento della sua identità segreta, ma anche il
fatto di essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio, che
nonostante all’inizio di Far From Home si fosse presentato come un eroe, alla
fine ha rivelato la sua vera natura da cattivo.
Proprio per questo, anche se
Jake Gyllenhaal non tornerà nei panni del
personaggio nel threequel, la sua “presenza” avrà ancora un certo
peso sulla vita del giovane Peter. È innegabile che il Mysterio di
Gyllenhaal si stato memorabile sotto molti aspetti, soprattutto dal
momento in cui viene rivelata la verità alla base delle sue
motivazioni.
Eppure, sembra che il celebre attore
abbia avuto non poche difficoltà ad ambientarsi nell’universo
Marvel. Ospite dello show di
Howard Stern (via
THR), Gyllenhaal ha ammesso che durante il primo giorno di
riprese di Spider-Man: Far From Home ero così ansioso che
continuava a dimenticare le battute. Ad aiutarlo, è stato proprio
il suo giovane collega Holland.
“Stavo letteralmente
impazzendo”, ha spiegato Jake Gyllenhaal. “C’era questa
scena con Samuel L. Jackson, Tom Holland… insomma, un certo numero
di attori. E ricordo che non riuscivo a ricordare le mie battute.
Avevo fatto tabula rasa. Così sono andato da Tom e gli ho detto:
‘Amico, aiutami!’. E lui mi ha detto: ‘Va tutto bene, amico.
Rilassati’. Mi sembrava fosse me in tante situazioni del passato.
Forse mi ero caricato di troppa pressione perché amo davvero il
mondo Marvel.”
Tornano sul grande schermo il duo
comico Nunzio & Paolo che debuttano anche alla
regia col in loro terzo film. Nel cast di 2
Fantasmi di Troppo ad affiancare Nunzio e Paolo,
l’attrice Entrica Guidi (Bar Lume) che aveva già
lavorato con loro sul film Innamorati di me, Carlotta Rondana e due
volti noti della commedia italiana Enzo Salvi e Maurizio Mattioli
che rinnova la collaborazione dopo Non è vero ma ci credo.
La trama
In 2
Fantasmi di Troppo Nunzio e Paolo, uniti da una grande
amicizia ma anche da un passato fatto di imprese fallimentari,
nell’ennesimo tentativo di sbarcare il lunario si indebitano con
uno strozzino e devono assolutamente trovare un modo per ripagarlo.
Così, sfruttando le abilità tecnologiche di Nunzio, si imbarcano
in un folle business nelle vesti medium improvvisati. Di casa in
casa, consentono ai loro creduloni clienti di incontrare i propri
cari estinti (che in realtà sono solo ologrammi), finché un
giorno si ritrovano davanti due veri fantasmi, o meglio
fantasmesse: Gilda e Cettina. Nunzio e Paolo sfiniscono per essere
perseguitati dalle due, ma col tempo gli inziali (e inutili)
tentativi di liberarsene lasceranno il posto a un’insolita storia
d’amore.
Nell’attesissimo The
Batman ci sarà anche James Gordon, il ben noto
commissario del Dipartimento di polizia di Gotham City, che per la
prima volta sarà interpretato da un attore di colore,
ossiaJeffrey
Wright.
La speranza è che il nuovo trailer
dell’attesissimo film – che dovrebbe essere presentato alla
prossima edizione del
DC FanDome, fissata al 16 ottobre – ci mostri qualcosa in più
dell’iconico personaggio rispetto a quanto visto nel teaser trailer
pubblicato ormai più di un anno fa.
Parlando con
Entertainment Tonight, Wright ha condiviso alcune informazioni
su cosa possiamo aspettarci da Crociato di Gotham interpretato da
Robert Pattinson. “Robert farà le sue cose.
Abbiamo lavorato all’interno di una visione di Matt Reeves. Robert
farà quello che fa Robert e sono convinto che sarà veramente
tosto.”
“Mi è piaciuto tantissimo
lavorare con lui. Ho adorato il suo approccio al personaggio, la
sua energia sul set e il modo in cui ha portato livelli diversi in
diverse parti della storia”, ha aggiunto Wright. “Abbiamo
lavorato fianco a fianco. Io ho provato a dargli la mia versione di
Gordon, e lui ha dato vita alla sua versione di Batman.”
Abbiamo visto tante volte la
dinamica tra Batman e Jim Gordon esplorata sul grande schermo,
quindi sarà interessante vedere cosa Reeves è riuscito a costruire
di diverso. Il film è ambientato nel secondo anno di Batman come
vigilante a Gotham City; poiché Gordon è solo un detective a questo
punto, forse vedremo di più a proposito delle prime fasi del loro
rapporto.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
A circa un mese di distanza
dall’annuncio del uso coinvolgimento in Oblivion Song, arriva ora la notizia che Jake Gyllenhaal sarà il protagonista di un
altro adattamento tratto da un celebre fumetto.
Come riportato da
The Hollywood Reporter, infatti, la star di Spider-Man: Far From Home sarà il protagonista di
Prophet, film basato sull’omonimo personaggio dei
fumetti creato da Rob Liefeld (il “papà” di
Deadpool), apparso per la prima volta in “Youngblood #2″ del
luglio 1992.
Il progetto, finanziato da Studio 8,
sarà diretto da Sam Hargrave, noto per aver curato
la regia di Tyler Rake con
Chris Hemsworth, mentre Marc Guggenheim (Arrow, Legends of
Tomorrow) si occuperà della sceneggiatura. Secondo la fonte,
l’obiettivo è quello di dare vita ad un vero e proprio
franchise.
La storia seguirà John Prophet
(Gyllenhaal), un uomo che, verso la fine della Seconda Guerra
Mondiale, si offre volontario per un esperimento tedesco al fine di
sfamare la sua famiglia. Tuttavia, dopo che un bombardamento lo
seppellisce vivo e lo intrappola sottoterra per 20 anni, si
risveglia nel 1965: il mondo è andato avanti senza di lui, sua
figlia cova del risentimento nei suoi confronti e gli agenti del
KGB lo stanno cercando per creare super-soldati impiegando il suo
sangue.
Ricordiamo che l’ultimo film da
protagonista di Jake Gyllenhaal è il recente The
Guilty di Antoine Fuqua, disponibile su Netflix dal 1 ottobre. Tra i prossimi progetti che lo
vedranno coinvolto, oltre al sopracitato Oblivion Song tratto dalla serie di graphic
novel di Robert Kirkman e Lorenzo De Felici, figura anche Ambulance,
il nuovo film di Michael Bay.
Dopo essersi distinto per i film
Headhunters – Il cacciatore di teste e The Imitation Game, il
regista norvegese Morten Tyldum è tornato al
cinema nel 2016 con un film di fantascienza dal considerevole
budget. Si tratta di Passengers (qui la recensione), pellicola
che porta all’interno di un’astronave intenta a compiere un viaggio
particolarmente lungo e complesso. Durante questo, qualcosa si
complicherà fino a stringere tra loro i destini di due passeggeri,
chiamati a compiere qualcosa di più grande. Scritta da Jon
Spaihts, questa storia circolava da tempo in quel di
Hollywood, rimasta per anni in attesa di trovare qualcuno disposto
ad investirvi.
Numerosi sono i registi a cui era
stato affidato il compito di darvi vita, tra cui l’italiano
Gabriele Muccino. A spuntarla però fu infine
Tyldum, il quale si è dichiarato un grande fan del genere, pur non
apprezzando la freddezza e l’asetticità che spesso caratterizza i
film appartenenti a questo. Il regista ha così deciso di
concentrarsi principalmente sul rapporto tra i personaggi
protagonisti, i quali hanno qui maggior importanza rispetto agli
elementi futuristici. La storia, inoltre, è parzialmente basata sul
racconto 50 Girls 50, pubblicato negli anni Cinquanta
dalla Ec Comics.
Con un incasso di oltre 300 milioni
di dollari, Passengers si è poi affermato come un buon
successo, ottenendo anche le nomination all’Oscar per la miglior
colonna sonora e la miglior scenografia. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Passengers: la trama del film
Quando l’astronave Avalon entra in
collisione con alcuni meteoriti, l’ingegnere Jim
Peterson si risveglia dal suo sonno criogenico. Ben
presto, tuttavia, Jim si rende conto di essersi svegliato troppo
presto e che, solo sull’astronave, andrà incontro alla morte prima
di poter raggiungere la nuova colonia Homestead II. Jim trascorre
un anno in completo isolamento, allietato solo dalle chiacchiere
del robot barman Arthur. Mentre medita di compiere
un gesto estremo, l’attenzione dell’uomo è attirata dalla
bellissima giornalista Aurora Lane. Jim
decide di risvegliarla, facendole credere che fosse stata colpa di
un difetto della sua capsula, così come era accaduto per lui.
In questo modo, l’uomo ha
intenzionalmente scelto il destino della donna ma, essendosi
innamorato di lei, chiede ad Arthur di mantenere il segreto. Un
giorno, tuttavia, un fraintendimento compromette le menzogne di Jim
e la reazione della donna è, a dir poco, violenta e furibonda. Ad
un anno di distanza, si risveglia anche il capotecnico manutentore
Gus. L’uomo intuisce che l’astronave sta
registrando una serie di malfunzionamenti. La notizia metterà a
dura prova Jim e Aurora, che dovranno prendere una decisione sul
loro rapporto dal momento che, se riusciranno a salvare
l’astronave, saranno condannati a rinamere in orbita per altri
ottantotto anni.
Passengers: il cast del film
Ad interpretare i due protagonisti
Jim e Aurora vi sono gli attori Chris Pratt e
Jennifer
Lawrence. Per questo film l’attrice era preoccupata
per come sarebbe stato girare una scena di sesso con Chris Pratt,
il quale all’epoca era sposato. “Sarebbe stata la mia prima
volta che baciavo un uomo sposato, e il senso di colpa è il peggior
sentimento nello stomaco“, ha detto durante un’intervista. A
peggiorare le cose, ha dovuto filmare ciò da nuda. Naturalmente non
sarebbe stata mostrata nuda sullo schermo per via della clausola di
nudità, ma sarebbe stata comunque nuda con il suo co-protagonista.
Alla fine ha dovuto ubriacarsi molto in vista delle riprese.
Accanto a loro, nei panni del
barista robot Arthur vi è l’attore Michael Sheen,
il quale ha raccontato di essersi divertito molto in questo ruolo.
Questa non è poi la prima volta che Sheen interpreta un
proprietario di bar non umano, avendone anche interpretato uno come
Castor in Tron: Legacy. Vi è poi Laurence
Fishburne nei panni del capotecnico Gus Mancuso.
Infine, con un cameo, compare l’attore Andy Garcia
nel ruolo del capitano dell’astronave Norris. Nel film compare poi
anche la voce di Emma Clarke come voce
dell’astronave Avalon e quella dello sceneggiatori Spaihts come
voce dell’Autodoc.
Passengers: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È comunque possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Passengers è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV,Chili, Google
Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 7 ottobre alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
Trailer dell’atteso reboot Resident Evil: Welcome to Raccoon City, che
segna il ritorno alle origini del celebre franchise RESIDENT EVIL.
Il regista e fan della saga Johannes Roberts
riapre i giochi per un’intera e nuova generazione di appassionati.
In RESIDENT EVIL: WELCOME TO RACCOON CITY, quella che un tempo era
la sede del colosso farmaceutico Umbrella Corporation, Raccoon
City, è ora una città morente del Midwest. L’esodo della compagnia
ha trasformato la città in una landa desolata con un grande male
che si annida sotto la superficie. Quando questo male viene
liberato, un gruppo di sopravvissuti dovrà collaborare per scoprire
la verità dietro la Umbrella Corporation e restare in vita.
Prime Video ha acquisito i diritti
streaming in tutto il mondo (esclusa la
Cina) di Hotel Transylvania: Transformania di Sony Pictures Animation.
Il quarto capitolo della serie
di family film da 1,3 miliardi di dollari
sarà disponibile in oltre 240 paesi e
territori nel mondo su Prime Video dal 14
gennaio 2022.
Dracula e la sua gang sono tornati
come non li avete mai visti prima in Hotel Transylvania: Transformania.
Ritrova i tuoi mostri preferiti per un’avventura tutta nuova che
vede Dracula (Brian Hull) impegnato nella missione più terrificante
di sempre. Quando la misteriosa invenzione di Van Helsing (Jim
Gaffigan), il “Monsterification Ray”, va in tilt, Dracula e i suoi
amici mostri vengono tutti trasformati in umani, mentre Jonathan
(Andy Samberg) diventa un mostro! Nelle loro nuove sembianze,
Dracula, spogliato dei suoi poteri, e un esuberante Jonathan,
entusiasta della vita da mostro, devono fare squadra e girare tutto
il mondo per trovare una cura prima che sia troppo tardi, e prima
di farsi impazzire a vicenda. Con l’aiuto di Mavis
(Selena
Gomez) e dell’esilarante gang di umani di Dracula, la
missione è riuscire a trovare un modo per tornare indietro prima
che le loro trasformazioni diventino irreversibili. Nel voice cast
del film sono presenti anche Kathryn Hahn (Ericka), Steve Buscemi
(Wayne), Molly Shannon (Wanda), David Spade (Griffin, l’Uomo
Invisibile), Keegan-Michael Key (Murray), Fran Drescher (Eunice),
Brad Abrell (Frank) e Asher Blinkoff (Dennis).
“Il successo
del franchise di Hotel Transylvania
nel corso degli anni parla da solo”, ha dichiarato
Jennifer Salke, head of Amazon Studios.
“Il pubblico di tutto il mondo si è innamorato dei film creati dal
geniale Genndy Tartakovsky e
l’ultimo capitolo è la conclusione perfetta di un viaggio
incredibile. Non potremmo essere più entusiasti di lavorare con
Sony, Genndy, Jennifer Kluska, Derek Drymon,
Selena Gomez e il talentuoso team di produzione
per portare questo film divertente e commovente ai nostri
clienti all’inizio del prossimo anno”.
“Il franchise di Hotel
Transylvania è stato eccezionale per Sony Pictures
Animation, coprendo quasi un decennio e presentando al mondo la
visione straordinaria di Genndy Tartakovsky e siamo davvero
orgogliosi di quello che i nostri straordinari registi Jennifer
Kluska e Derek Drymon hanno portato a
questa property così speciale” ha affermato
Kristine Belson, presidente di
Sony Pictures Animation. “Questi film hanno entusiasmato
il pubblico e hanno spianato la strada a molti artisti
che lavorano nella CG Animation. Ora la saga
familiare di Dracula e di sua figlia Mavis, del
genero Jonathan e degli
amici mostri sta per concludersi. Siamo entusiasti
di lavorare con Amazon per portare questo film alle famiglie di
tutto il mondo”.
Per il capitolo conclusivo della
serie di film Hotel Transylvania, il creatore del
franchise Genndy Tartakovsky ritorna nel ruolo di sceneggiatore ed
executive producer. Anche Selena Gomez sarà executive producer,
oltre a tornare ad interpretare Mavis, la figlia di Dracula, al
fianco di Andy Samberg, che torna a prestare la voce
a Jonathan. Diretto da Derek Drymon e
Jennifer Kluska, il film è prodotto da Alice Dewey Goldstone e
gli executive producer sono Tartakovsky, Michelle Murdocca e Gomez.
La storia è di Genndy Tartakovsky, mentre la sceneggiatura è
scritta da Amos Vernon & Nunzio Randazzo
e Genndy Tartakovsky.
Kit Harington è un
attore inglese, famoso per la sua interpretazione ne Il
Trono di Spade. Di nobili origini, Kit
Harington ha una lunga gavetta teatrale alle spalle e si è
fatto conoscere mentre stava ancora studiando recitazione. Ha
scoperto di adorare il mondo della recitazione in giovane età,
mondo che non ha più lasciato. Il Trono di
Spade gli ha sicuramente regalato molta
popolarità, ma non solo: gli ha fatto conoscere anche quella che è
diventata da poco sua moglie. Nell’attesa di scoprire le sue ultime
interpretazione, tra cui quella in La mia vita con John F.
Donovan, ci sono cose di lui che non si conoscono.
Ecco, dunque, dieci cose che non sapevate di Kit
Harington.
Kit Harington: film e carriera
1. Kit Harington è nato a
Londra. Christopher Catesby Harington è nato il 26
dicembre del 1986 a Acton, Londra, da Debora Jane Catesby, una
commediografa, e da David Richard Harington, un uomo d’affari. Non
è chiaro se il suo soprannome Kit derivi dalla scelta della madre
di chiamarlo così in onore di come veniva chiamato Christopher
Marlowe. Lo zio di Kit è Sir Nicholas John Harington, il 14°
Baronetto Harington, mentre il bisnonno era Sir Richard Harington,
il 12° Baronetto Harington. Tramite la sua nonna paterna, Lavender
Cecilia Denny, Kit è imparentato con Carlo II d’Inghilterra. Anche
dal padre, Kit discende dal politico Henry Dundas. Dopo aver
completato gli studi alla Southfield Primary School dal 1992 al
1998, a 11 anni la sua famiglia si trasferì nel Worcestershire e
andò a studiare al Chantry High School fino al 2003. Cominciò ad
interessarsi alla recitazione dopo aver visto una rappresentazione
di Aspettando Godot quando aveva 14 anni e cominciò a
partecipare a diverse produzioni scolastiche. Tra il 2003 e il 2005
ha studiato teatro al Worcester Sixth Form College.
2. Kit Harington deve la sua
carriera a Ben Whishaw. Quando aveva 17 anni si convinse a
studiare recitazione in una scuola professionale dopo aver visto la
performance di Ben
Whishaw in una rappresentazione di Amleto del
2004. A 18 anni si recò a Londra e un anno dopo fu preso alla Royal
Central School of Speech and Drama, laureandosi nel 2008. Mentre
sta ancora frequentando la Royal Central School of Speech and Drama
riesce ad ottenere la parte del protagonista per le repliche di
War Horse, che si sono svolte al Royal
National Theater di Londra, ruolo che gli ha dato una notevole
popolarità.
3. Il ruolo Jon Snow è
arrivato subito. Subito dopo le repliche di War Horse, Kit Harington fece un provino per il ruolo
di Jon Snow per la puntata pilota de Il Trono di Spade.
Anche se Kit stesso ipotizza che il fatto di essersi presentato al
provino con un occhio nero gli ha probabilmente dato visibilità e
lo ha aiutato ad ottenere il ruolo, venne scritturato perchè lo
ritenevano perfetto come era per il ruolo. Fatto sta che inizia le
riprese de Il Trono di Spade nell’ottobre 2009. Harington
viene confermato per il ruolo di Jon Snow quando la HBO annuncia la
produzione della prima stagione della serie, subendo dei
cambiamenti: per entrare nel ruolo di è fatto crescere barba e
capelli. La serie ha iniziato le riprese nel 2010 e la prima
stagione è stata trasmessa l’anno successivo. Il resto poi è
storia.
4. Kit Harington ha
debuttato al cinema nel 2012. In quell’anno Harington
debutta al cinema con Silent Hill: Revelation 3D, nel 2014 recita in
Pompei e ne Il settimo figlio e presta la
voce per il film Dragon Trainer 2. Successivamente prende parte a film
come Testament of Youth, in 7 days in Hell, nel
thriller Spooks: the greater good, The vote e
Brimstone. Nel 2017 fa parte del cast della miniseries
Gunpowder per la BBC e nello stesso anno viene scelto come
testimonial del profumo The One per
Dolce & Gabbana, realizzato grazie alla regia di
Matteo Garrone. Una delle sue ultime intepretazioni
riguarda il film La mia vita con John F. Donovan di
Xavier Dolan. Nel 2021 recita invece nel film
MarvelEternals.
Kit Harington è su Instagram
5. Kit Harington non ha
nessun profilo social. Secondo le sue testimonianze,
preferisce che le sue siano, appunto sue. Come trova stressante il
fatto di stare dietro a un account e mantenerlo attivo
costantemente e di continuare a ricevere commenti per qualsiasi
cosa.
Kit Harington e il matrimonio con
Rose Leslie
6. Kit Harington e Rose
Leslie si sono sposati il 23 giugno 2018. Dal 2012 i due
attori de Il trono di spade hanno iniziato a frequentarsi,
senza mai esporsi troppo e mantenendo la loro relazione il più
privata possibile. Nel settembre del 2017 hanno annunciato il loro
fidanzamento ufficiale, per poi sposarsi 9 mesi dopo al Wardhill
Castle ad Aberdeen, in Scozia, nella proprietà della famiglia
Leslie da 900 anni.
Kit Harington: curiosità
7. Kit Harington si è rotto
una caviglia nel 2012. Rimasto chiuso fuori dal suo
appartamento, ha cercando di entrarvi arrampicandosi. Durante la
terza stagione de IlTrono di Spade si è dovuto
ricorrere ai dei trucchetti per nascondere la ferita. Kit si è
sentito talmente in colpa con il manager di produzione tanto da
regalargli una bottiglia di whiskey.
8. Kit Harington ha mai
avuto barba e capelli lunghi. Harington ha dichiarato di
non aver mai avuto i capelli così lunghi da quando ha iniziato a
interpretare Jon Snow e che intende tagliarsi capelli e barba
appena la serie si sarà conclusa. Capelli che, per il suo ruolo, ha
dovuto tingere di nero.
Kit Harington in Eternals
9. È tra i protagonisti del
nuovo film Marvel. Nell’atteso
Eternals, diretto dalla premio Oscar Chloe
Zhao, Harington interpreta Dane Whitman, un umano che si
ritrova ad intrecciare una storia d’amore con la divina Sersi,
interpretata qui da Gemma Chan.
Kit Harington: età e altezza
10. Kit Harington è nato a
Londra, Inghilterra, il 26 dicembre del 1988. L’attore è
alto complessivamente 173 centimetri.
Prepariamoci al DC FanDome
2021, la massima l’esperienza globale dei fan della DC
Comics che potranno assistere sabato 16 ottobre alle 10:00 PDT, al
nuovissimo, epico evento in streaming. L’evento virtuale gratuito
accoglierà ancora una volta i fan di tutto il mondo per immergersi
nel DC Multiverse
su DCFanDome.com e celebrare le star e i creatori dei
lungometraggi, serie televisive dal vivo e animate, giochi,
fumetti, home cinema e altro ancora.
DC FanDome 2021
sarà disponibile anche su Twitch, YouTube, Facebook e Twitter,
offrendo ai fan più modi per guardare gli eventi che si svolgono in
DC FanDome’s Sala degli eroi. Inoltre, DC Kids FanDome verrà
lanciato lo stesso giorno con una speciale esperienza per bambini
accessibile separatamente su DCKidsFanDome.com. Ma cosa vedremo
davvero durante l’evento, ecco un dettaglio offerto a tutti
voi.
DC FanDome
presenterà un raduno senza precedenti come accaduto l’anno scorso
di cast e creatori dietro i preferiti ai, fumetti, film, serie tv e
videogiochi usciti. Inoltre svelerà le ultime notizie, trailer
esclusivi e annunci, filmati inediti, conversazioni altre sorprese
che stanno per arrivare nell’Universo DC.
La Warner Bros. Television offrirà
uno sguardo alle nuove stagioni di Batwoman, The
Flash, Superman & Lois e Sweet Tooth; un tributo
d’addio a Supergirl mentre si avvicina alla sua
epica conclusione dopo sei stagioni; una celebrazione di 100
episodi di DC’s Legends of tomorrow; un primo sguardo all’imminente
nuovo dramma Naomi; e un’anteprima ad un atteso episodio di
Stargirl della DC.
DC Comics onorerà l’eredità di uno
dei più grandi supereroi e icona del mondo di libertà e
uguaglianza, ovvero, Wonder Woman, con una vetrina di tre
libri in uscita. DC esplora la sua storia con la miniserie DC
Black Label Wonder Woman Historia, che espande il mito
amazzonico con Nubia e le Amazzoni e onora l’ispirazione che lei ha
dato alle donne di tutto il mondo la graphic novel originale
Wonderful Women of the World. Inoltre, DC condividerà i
dettagli sulla prossima puntata dell’epico crossover comico
Batman/Fortnite che attraversa l’universo, e anche i fan possono
aspettarselo scopri di più sull’imminente Batman: Fear State, la
nuova serie di sei numeri Black Manta, il ritorno dell’Universo
Milestone e molto altro ancora.
HBO Max e Warner Bros. Animation, Warner Bros.
Home Entertainment
HBO
Max svelerà uno sguardo esclusivo alla prossima serie
Peacemaker e limited serie evento DMZ. Lo streamer
sta anche debuttando con altre sorprese e anticipazioni dal nuovo
serie così come gli show in corso come
Titans e Doom Patrol.
Tutte e quattro le serie grandine dalla Warner Bros.
Television.
Warner Bros. Animation offrirà uno
sguardo alla prossima serie limitata Aquaman: Re di Atlantide; fornire
un’anteprima della terza stagione della serie di commedie animate
per adulti Harley Quinn e condividi cosa c’è in serbo per #HarIvy;
dare un’occhiata molto presto al prossimo capitolo animato del
Cavaliere Oscuro nella nuovissima serie in arrivo Batman: Caped
Crociato; e dai ai fan un’anteprima di Young Justice: Phantoms
(attenzione: ci sarà spoiler!).
Warner Bros. Home Entertainment
presenterà in anteprima due DC Animated originali in arrivo Film:
un’anteprima di Superman e del resto della Justice League in Injustice, una novità
assoluta film d’animazione ispirato ai famosi giochi e fumetti,
nonché alla premiere del trailer del nuovissimo film d’animazione
Catwoman: Hunted. Entrambi i film sono prodotti in associazione con
Warner Bros. Animation. DC FanDome in tutto il
mondo
La Warner Bros
Pictures ha diffuso un nuovo trailer del DC
FanDome, l’attesissimo evento della DC
che svelerà i nuovi piani per il DC Universe.
L’evento si terrà in streaming il 16 ottobre 2021.
Black
Widow è stato accolto in maniera positiva sia dalla
critica che dal pubblico. Tuttavia, diversi fan non hanno
risparmiato alcune lamentele nei confronti di un particolare
momento nel finale.
Dopo la battaglia culminante nella
Stanza Rossa, Natasha rimane in piedi tra le macerie della fortezza
un tempo galleggiante, mentre il Segretario Thaddeus Ross (William
Hurt) irrompe sulla scena. Dato che Natasha è ancora
in fuga a causa della questione legata agli Accordi di Sokovia
in Captain
America: Civil War, si presume che l’intento di Ross sia
quello di arrestarla. Tuttavia, la scena si interrompe prima che
Ross possa effettivamente fare qualcosa: ci ritroviamo così a circa
due settimane dopo quel momento, quando una bionda Natasha è ormai
pronta a partire per riunirsi con i suoi compagni Vendicatori.
In passato, la regista Cate
Shortland aveva così motivato quell’apparente buco di
trama: “È stato intenzionale, perché volevamo lasciare la
domanda su come Nat se la sarebbe cavata, piuttosto che dare vita
ad un altro combattimento e magari arrivare a sfinire il
pubblico.Volevamo lasciare gli spettatori con una
domanda, e cioè come aveva fatto Nat ad usare la sua ingegnosità,
perché alla fine l’ha fatto. Probabilmente ha negoziato una via
d’uscita da quella situazione. Ma non lo so…”
Ora, sappiamo finalmente cosa è
successo grazie ad una scena eliminata dal film e spuntata online:
Ross arriva, scopre che Natasha ha distrutto la Stanza Rossa da
sola e la prende subito in custodia. Tuttavia, nella scena in
questione, Guardiano Rosso, Yelena Belova e Melina Vostokoff non
portano con loro Taskmaster, che invece viene preso dal Generale.
Inutile dire che questo momento sembra anticipare un possibile
arrivo dei Thunderbolts, dal momento che già in passato si
era parlato della possibilità che fosse proprio Ross ad assemblare
la squadra.
I Marvel Studios potrebbero aver cambiato rotta
su questo fronte, ma alla fine apprendiamo come Vedova Nera sia
riuscita a fuggire da Ross. Perché questa scena sia stata tagliata
dal film è difficile da dire, ora come ora. Potete vedere la scena
cliccando
qui (via
CBM).
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
La prima stagione di What If…? si è ufficialmente conclusa con il
nono episodio dal titolo “E se… l’Osservatore avesse infranto il
proprio giuramento?”, che contiene anche una scena post-credit
(l’unica dell’intera serie) che stravolge il finale di Captain
America in Avengers: Endgame dal punto di vista
di Captain Carter. Ma cosa significa davvero quella scena? E
soprattutto, come potrebbe cambiare le carte in tavola per il più
ampio MCU? Scopriamolo insieme grazie a
Screen Rant.
La storia di Captain Carter
La prima serie animata dei
Marvel Studios è essenzialmente composta da
storie isolate ambientate in diverse realtà del Multiverso.
Tuttavia, nell’episodio finale abbiamo visto una squadra composta
da diversi eroi unirsi per combattere Ultron, i cosiddetti
Guardiani del Multiverso. Il team include la versione Star Lord di
T’Challa, Killmonger, Gamora, Party Thor, Strange Supreme (la
versione dark – o villain – di Doctor Strange) e, ovviamente, Captain
Carter.
Il personaggio di Captain Carter è
stato introdotto nel primo episodio dello show, che mostra un
universo in cui è Peggy Carter, e non Steve Rogers, a ricevere il
Siero del super soldato. In quella linea temporale, Steve indossa
una tuta mech in stile Iron Man, chiamata Hydra Stomper, per
aiutare Peggy a combattere i cattivi. Proprio come nel primo film
di Captain America, Captain Carter finisce per essere strappata al
suo tempo dopo aver sconfitto l’Hydra e trasferita ai giorni
nostri, dove si unisce allo SHIELD per continuare con i suoi sforzi
eroici in tutto il mondo.
Dopo aver preso parte ai Guardiani
del Multiverso e aver aiutato l’Osservatore a sconfiggere Ultron,
Captain Carter chiede se può tornare alla sua epoca originale e
stare con Steve, ma l’Osservatore nega la sua richiesta. Invece, la
riporta esattamente dove l’avevamo lasciata nel finale del primo
episodio, sulla nave vista all’inizio di Captain America: The Winter
Soldier. Dopo aver abbattuto i terroristi a bordo con
Vedova Nera, Peggy scopre che Steve potrebbe essere vivo.
Perché l’Osservatore nega la
richiesta di Captain Carter?
Chiaramente, l’Osservatore
non disdegna di infrangere il suo giuramento di non interferenza se
la situazione dovesse richiederlo. Interviene, infatti, per
sconfiggere la versione di Ultron potenziata dalle Gemme
dell’Infinito e per collocare Vedova Nera in una realtà diversa da
quella da cui proviene, al solo scopo di renderla felice. Tuttavia,
quando Peggy gli chiede di tornare indietro nel tempo, come fa
Steve alla fine di Avengers: Endgame, l’Osservatore
rifiuta.
La sua motivazione è chiara:
l’universo odierno di Captain Carter ha ancora bisogno di lei, e
probabilmente finirebbe in grossi guai se provasse ad andare via.
Rimandarla negli anni ’40 sarebbe un cambiamento troppo grande. Al
contrario, in Endgame, Captain America ha raggiunto la
fine del suo ruolo da protagonista nella sua linea temporale. Ha
dato tutto quello che poteva, e il suo tempo da eroe è finito,
quindi il suo andare via non avrebbe comunque grandi conseguenze.
Inoltre, il viaggio nel tempo dei Vendicatori era parte della loro
realtà principale, non una divergenza di quella stessa realtà,
mentre un cambiamento attuato dall’Osservatore sarebbe stato un
importante evento Nexus.
Un finale diverso per Captain Carter
Sebbene l’Osservatore
scelga di non rimandare Captain Carter all’epoca della Seconda
Guerra Mondiale, sicuramente sapeva cosa l’aspettava nella sua
attuale linea temporale: un implicito ricollegamento a Steve.
Natasha mostra a Peggy che i terroristi sulla nave stavano cercando
un pezzo di carico particolarmente robusto: una cassa di metallo
che contiene la tuta originale Hydra Stomper, e che, secondo Vedova
Nera, ha ancora qualcuno al suo interno.
La chiara implicazione è che Steve è
in qualche modo vivo e vegeto, permettendo a Captain Carter di
avere un finale diverso rispetto a quello di Avengers:
Endgame, riunendosi con il suo amore ai giorni nostri.
Tuttavia, il fianle della prima stagione di What
If…? anticipa anche una svolta molto più oscura:
nell’universo di Captain Carter, Steve è diventato il Soldato
d’Inverno.
Steve Rogers è il nuovo Soldato d’Inverno dell’Hydra?
Anche se il finale
dell’episodio 9 non conferma ufficialmente che Steve è il Soldato
d’Inverno, la cosa è fortemente implicita. La situazione, infatti,
rispecchia il secondo film di Captain America, incentrato sui
decenni di tormento e controllo su Bucky Barnes quando era il
Soldato d’Inverno. È improbabile che Steve e l’Hydra Stomper
fossero ancora attivi senza che lo SHIELD lo sapesse, a meno che
non sia stato manipolato da un’organizzazione più oscura che
operava nell’ombra. E dal momento che l’Hydra è probabilmente
ancora attiva nella linea temporale di Captain Carter, proprio come
lo era nella Sacra linea temporale del MCU, potrebbero facilmente esserci
proprio lei dietro il ritorno di Steve.
Come sarebbe Steve Rogers nelle
vesti di Soldato d’Inverno, tuttavia, è un po’ meno chiaro. Dal
momento che l’Hydra Stomper è ancora in uso, è improbabile che
Steve sia stato modificato con il Siero del super soldato
dell’Hydra, allo stesso modo di Bucky. Una trasformazione riuscita
avrebbe reso l’Hydra Stomper irrilevante e più adatto ad un agente
meno potente. Ma se Steve non è stato modificato con il Siero del
super soldato, perché sarebbe stato tenuto in vita? In teoria,
chiunque potrebbe imparare a pilotare l’Hydra Stomper, e se fosse
caduto nelle mani sbagliate, sarebbe stato sicuramente più facile
insegnare a qualcuno dalla parte dei cattivi a usarlo, piuttosto
che cercare di costringere Steve. Ci sono molti inspiegabili
misteri legati all’apparente ritorno di Steve in What
If…?, che si spera verranno risolti nella seconda
stagione.
Cosa vedremo nella seconda stagione?
È stato già annunciato che buona parte della seconda stagione
di What If..? esplorerà realtà completamente nuove, così
come nuove varianti di personaggi già noti, inclusi alcuni della
Fase 4 del MCU. Tuttavia, ci sono anche forti
accenni nel finale della prima stagione che indicano che alcuni dei
suoi personaggi potrebbero essere ulteriormente rivisitati. Il
ritorno più ovvio è quello di Captain Carter, in particolare a
causa dell’impostazione della scena post-credit. Ma la prossima
stagione dello show rivelerà davvero la verità sulla trasformazione
implicita di Steve Roger nel Soldato d’Inverno, o si è trattato
soltanto di un’anticipazione per qualcosa di più grosso in
programma?
Captain Carter è stato uno dei personaggi più popolari della
prima stagione di What If…?, quindi avrebbe senso
rivisitarla nella seconda stagione. Dal momento che ora sa
che l’Hydra è sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale grazie
alla sua avventura nel Multiverso con Vedova Nera, potrebbe
ipoteticamente impedire che tragici eventi di Captain America:
The Winter Soldier accadano nel suo universo. Questo
potrebbe essere un risvolto interessante, e sarebbe ancora più
avvincente con una storyline del Soldato d’Inverno che coinvolgesse
Steve Rogers. È davvero vivo? Ha preso il Siero del super soldato?
O è qualcun altro che sta usando l’Hydra Stomper? Si spera che la
seconda stagione di What If…? fornisca tutte le risposte
necessarie.
Guarda il trailer del film Caro
Evan Hansen. Diretto dall’acclamato regista
Stephen Chbosky (Noi
Siamo Infinito – The Perks of Being A Wallflower, Wonder),
Caro Evan Hansen è stato scritto per il grande schermo dall’autore
dello spettacolo, già vincitore del Tony Award, Steven Levenson,
con musiche e testi realizzati dal duo vincitore di premio Oscar,
Grammy e Tony, Benj Pasek & Justin Paul (La La Land, The Greatest
Showman).
Lo spettacolo di Broadway che ha
emozionato una generazione diventa un’appassionante evento
cinematografico: dopo aver vinto Tony, Grammy ed Emmy, Ben Platt
torna a vestire i panni dell’ansioso e solitario studente liceale
che vive le sfide di comprendere sé stesso e riuscire a integrarsi
nella confusione e nella crudeltà di un’epoca travolta dai social
media.
Ad animare Caro
Evan Hansen le canzoni vincitrici del Grammy, inclusi
i brani simbolo “You Will Be Found,” “Waving Through a Window,”
“For Forever” e “Words Fail,” e le interpretazioni della sei volte
candidata all’Oscar
Amy Adams e della vincitrice del Premio Oscar
Julianne Moore, oltre a Kaitlyn Dever (La Rivincita delle
Sfigate – Booksmart), Amandla Stenberg (Il Coraggio della Verità –
The Hate U Give), Colton Ryan (su Apple
TV+ con Little Voice), Nik Dodani (su Netflix con Atypical), DeMarius Copes (a Broadway con
Mean Girls) e Danny Pino (su NBC per Law & Order: Unità Speciale).
Dear Evan Hansen è prodotto da Marc Platt (La La Land, Into the
Woods, Il Ritorno di Mary Poppins – Mary Poppins Returns) e Adam
Siegel (Cani Sciolti – 2 Guns, Drive), ed ha visto la produzione
esecutiva di Michael Bederman, Steven Levenson, Benj Pasek e Justin
Paul. Il film sarà distribuito da Universal Pictures a livello
internazionale.
È difficile immaginare un titolo più
appropriato di Venom: La
furia di Carnage per l’attesissimo sequel del
cinecomic uscito nel 2018. Tuttavia, pare che all’inizio il regista
Andy Serkis avesse pensato ad un titolo assai
diverso rispetto all’originale Let There Be Carnage.
Durante una recente intervista con
Collider, infatti, è stato proprio lui a rivelare che uno dei
titoli considerati per il sequel era ispirato ad una canzone dei
Joy Division, ossia
Love Will Tear Us Apart. “Abbiamo pensato per un
momento che si sarebbe potuto chiamare Venom: Love Will Tear Us
Apart, perché era un titolo che ci dava un’idea di
continuità”, ha spiegato Serkis. “Ma alla fine Let There
Be Carnage ci è sembrato più appropriato. Non ci sono stati molte
discussione per gli altri titoli a cui stavamo pensando. Let There
Be Carnage è sempre stato un contendente davvero forte.”
Come ha più volte ribadito Andy Serkis in passato, Venom: La
furia di Carnage affronta due storie d’amore
anticonvenzionali, decisamente contorte: da un lato la relazione
tra Eddie Brock e il simbionte Venom; dall’altra quella tra Cletus
Kasady/Carnage e la sua ex fiamma altrettanto squilibrata, Frances
Barrison/Shriek. Proprio per questo, Love Will Tear Us
Apart sarebbe stato un titolo alquanto interessante, anche se
è abbastanza facile intuire perché l’idea, alla fine, sia stata
abbandonata.
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
Lo scorso settembre avevano fatto
molto discutere
alcuni dichiarazioni del regista Denis
Villenevue, il quale aveva espresso il suo punto di vista
in merito a tutta la questione legata ai film di supereroi
(dibattito partito molto tempo prima, a seguito di alcune
dichiarazioni dell’illustre
Martin Scorsese).
Nello specifico, Villeneuve aveva
dichiarato: “Il problema oggi… beh, se parliamo della Marvel, il fatto è che tutti questi
film sono realizzati con lo stesso stampo. Alcuni registi possono
aggiungere un po’ di colore, ma alla fine vengono sempre tutti
prodotti nella stessa fabbrica. Questo non toglie nulla ai film, ma
è come se fossero già formattati.”
Tuttavia, pare che esista almeno un
personaggio appartenente al mondo dei fumetti che potrebbe
convincere il regista di Blade Runner 2049 e Dune a
realizzare un film basato su quel genere di proprietà. In una clip
diffusa dal giornalista
Josh Horowitz su Twitter (via
The Direct), Denis Villeneuve ha dichiarato:
“Batman sarebbe probabilmente l’unico personaggio con cui
potrei relazionarmi. Da quello che ho letto, come ad esempio
‘Arkham Asylum’ o altre storie con cui sono entrato in contatto da
adulto, è l’unico personaggio con cui potrei stabilire un
legame.”
Ricordiamo che prima che
Matt Reeves venisse ufficialmente ingaggiato per
The
Batman, il nome di Denis Villeneuve era spuntato fuori
tra i possibili candidati alla regia. Ora che il suo amore per il
personaggio è uscito alla scoperto, nulla potrebbe vietare alla
Warner Bros. (che di recente si è occupata proprio della
distribuzione di Dune) di
coinvolgerlo in un eventuale sequel o spin-off.
Debutta oggi al cinema distribuito da Universal
Pictures Boss Baby
2 – Affari di Famiglia. Ereditando il successo
del primo film, che ha guadagnato più di 500 milioni di dollari nel
Mondo, Boss Baby
2 – Affari di Famiglia è diretto nuovamente da
Tom McGrath e prodotto da Jeff Hermann (Kung
Fu Panda 3). Nel sequel della commedia campione d’incassi di
DreamWorks Animation nominata agli Oscar, i fratelli Templeton –
Tim (James
Marsden, noto per il franchise di
X-Men) e il suo fratello minore Baby Boss Ted (Alec Baldwin) –
sono diventati adulti e si sono allontanati. Tim è un papà e marito
pantofolaio a tempo pieno. Ted è un CEO di fondi speculativi. Ma un
nuovo baby boss dall’approccio innovativo e dall’atteggiamento
positivo li riunirà e sarà d’ispirazione per un nuovo affare di
famiglia.
Tim e sua moglie, Carol (Eva Longoria), la vera
capofamiglia, vivono nella periferia con la loro super-intelligente
figlia Tabitha (Ariana Greenblatt, Avengers: Infinity War) e l’adorabile
nuova bambina Tina (Amy Sedaris, BoJack Horseman – Netflix). Tabitha, che è la migliore della sua classe
al Centro Acorn per Bambini Dotati, idolatra suo zio Ted e vorrebbe
diventare come lui, ma Tim, ancora in contatto con la sua
iperattiva immaginazione giovanile, è preoccupato che lei si stia
impegnando troppo a discapito di un’infanzia normale.
Quando la piccola Tina rivela di essere
(SORPRESA!) un agente segreto tra i migliori della BabyCorp in
missione per scoprire gli oscuri segreti della scuola di Tabitha e
del suo misterioso fondatore Dr. Edwin Armstrong (Jeff Goldblum), i
fratelli Templeton si trovano riuniti nei modi più inaspettati e
sono portati a rivalutare il significato di famiglia e a scoprire
cosa conta veramente. Lisa Kudrow e Jimmy Kimmel riprenderanno i
loro ruoli come genitori di Ted e Tim.
La tecnica del motion
capture, che implica la registrazione e la ricreazione in
digitale dei movimenti di un attore, è sempre stata al centro di un
acceso dibattito, tra chi sostiene che si tratti di un mero
effettivo visivo e chi, invece, ritiene che sia recitazione al
100%.
Chiaramente, un attore come Andy Serkis, noto proprio per aver dato vita a
numerosi personaggi attraverso il motion capture (tra cui Gollum de
Il signore degli anelli e Cesare de Il pianeta delle scimmie), è particolarmente sensibile
nei confronti della questione e proprio durante una recente
intervista con
Total Film in occasione della promozione di Venom: La
furia di Carnage ha avuto modo di riflettere sul
futuro impiego della tecnica e su eventuali risvolti.
Serkis crede che il motion capture
sia in continua evoluzione, al fine di tradurre al meglio, in
maniera ancora più dettagliata, la performance dell’attore, al
punto che potrebbe eventualmente sostituire completamente il
makeup. “Il metodo di acquisizione del volto di un attore si
evolve continuamente. L’obiettivo è arrivare ad una riproduzione in
grado di restituire i più piccoli dettagli e le diverse
sfumature”, ha spiegato.
“Spesso le persone mi hanno
criticato perché in precedenza avevo detto che era come il makeup
digitale, ma la verità è che lo sta diventando”, ha aggiunto.
“Penso che a breve saremo in grado di interpretare un
personaggio storico grazie alla fotogrammetria e avere, ad esempio,
il vero volto di Abramo Lincoln piuttosto che una maschera
scolpita.”
Stiamo parlando di Fantastici
Quattro, l’atteso reboot dedicato alla prima grande
famiglia Marvel che sarà diretto da Jon
Watts, regista della trilogia di Spider-Man con protagonista
Tom Holland. Durante una recente intervista con
ET Canada, infatti, Smith ha rivelato che amerebbe interpretare
un personaggio assai particolare nel nuovo riavvio cinematografico,
ossia Willie Lumpkin, il postino che Stan Lee ha interpretato nell’adattamento del
2005 ad opera di Tim Story.
“Dal momento che stiamo per
avere un nuovo film dei Fantastici Quattro, mi piacerebbe
interpretare Willie Lumpkin, il postino che Stan Lee ha
interpretato nel film del 2005”, ha spiegato Kevin
Smith. “Mi piace perché non si mette nei guai. Entra
in scena, consegna la posta ed esce. Forse è stato coinvolto in
qualche avventura qua e là, non lo so. Questo è il tipo di
personaggio che vorrei interpretare. Se Kevin Feige mi dicesse:
‘Abbiamo bisogno di te per il ruiolo di Lumpkin’, lo farei senza
pensarci due volte. Ma non interpreterei mai un eroe.”
Le info sul reboot Marvel dei
Fantastici Quattro
Il film dei Fantastici
Quattro ambientato nel MCU è stato
ufficialmente annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di
Disney. Al momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo
soltanto che la pellicola sarà diretta da Jon
Watts, regista di Spider-Man:
Homecoming, Spider-Man:
Far From Home e di Spider-Man:
No Way Home, attualmente in fase di post-produzione.
Riverdale
6 è la sesta
stagione della serie tv Riverdale sviluppata
dal direttore creativo di Archie Comics, Roberto Aguirre-Sacasa per
il network americana The CW.
In Riverdale
6 ritorneranno i protagonisti Archibald “Archie”
Andrews (stagione 1-in corso), interpretato daK.
J. Apa.Elizabeth “Betty”
Cooper (stagione 1-in corso), interpretata
da Lili
Reinhart. Veronica Lodge (stagione 1-in corso),
interpretata da Camila
Mendes. Jughead Jones (stagione
1-in corso), interpretato da Cole
Sprouse. Hermione Lodge (stagione
1-in corso), interpretata da Marisol
Nichols. Cheryl Blossom (stagione
1-in corso), interpretata da Madelaine
Petsch. Josie McCoy (stagione 1-in
corso), interpretata da Ashleigh
Murray. Alice Cooper (stagione 1-in
corso), interpretata da Mädchen
Amick. Frederick “Fred” Andrews (stagione
1-in corso), interpretato da Luke Perry. Hiram
Lodge (stagione 2-in corso), interpretato
da Mark Consuelos. Kevin Keller (stagioni
2-in corso, ricorrente stagione 1), interpretato da Casey
Cott, F.P. Jones (stagioni 2-5,
ricorrente stagione 1), interpretato da Skeet
Ulrich, Reggie Mantle (stagioni 3-in
corso, ricorrente stagioni 1-2), interpretato da Ross
Butler (stagione 1) e da Charles
Melton (stagioni 2-in corso) e Toni
Topaz (stagioni 3-in corso, ricorrente stagione
2), interpretata da
Vanessa Morgan.
Sappiamo ormai da tempo
che Michael
Keaton tornerà nei panni di Batman
nell’attesissimo The
Flash diretto da Andy
Muschietti. L’attore aveva interpretato l’iconico eroe DC
nei due film diretti da
Tim Burton rispettivamente nel 1989 (Batman)
e nel 1992 (Batman
– Il ritorno).
Durante una recente apparizione al
late show di
Stephen Colbert, il conduttore ha chiesto a Keaton se
pensava di riscontrare qualche difficoltà nell’indossare il costume
originale del Cavaliere Oscuro, quello impiegato proprio sui set
dei film di Burton. “Non ho avuto alcun tipo di problema”,
ha dichiarato l’attore. “L’ho indossato senza problemi. Stesse
dimensioni… stessa vestibilità.”
Colbert ha poi chiesto a Keaton come
si è sentito a tornare nei panni di Batman. “È stato
orribile”, ha ironizzato l’attore. “No, scherzo. È stato
fantastico. Davvero fantastico. Ad oggi non so quanti Batman ci
siano stati… forse 77. Dovrebbero formare un proprio
sindacato”.
A quel punto il conduttore ha
chiesto se esistesse una sorta di “Batman Club” (alludendo alla
possibilità che Keaton si frequenti con altri attori che hanno
interpretato il Cavaliere Oscuro in passato, come George Clooney e Robert Pattinson). Keaton ha detto di non
frequentarsi con nessuno dei suoi colleghi, ma che l’idea di un
“Batman Club” potrebbe diventare una realtà se tutti decidessero di
formare quel “sindacato”.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Non ci sarà
invece Billy Crudup, che aveva interpretato
Henry Allen (il padre di Barry) in Justice
League: l’attore verrà sostituito nella parte
da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere
ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da
Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.
Letitia Wright tornerà nei panni di Shuri
nell’attesissimo Black
Panther: Wakanda Forever, sequel del cinecomic diretto
da
Ryan Coogler nel 2018, primo film dei Marvel Studios a ricevere una candidatura agli
Oscar come miglior film. Tuttavia, sembra che la produzione del
film sia stata alquanto travagliata per l’attrice britannica.
All’inizio dell’anno, Wright si è
ritrovata al centro di numerose polemiche per aver condiviso
attraverso il suo profilo Twitter un video (poi rimosso) che
metteva in discussione il vaccino Covid-19. Ora, secondo quanto
spiegato da
The Hollywood Reporter, pare che l’attrice abbia continuato a
proclamare l’antivaccinismo e “sposare” la causa anche durante le
riprese del sequel ad Atlanta.
Nel lungo report della fonte si
parla, nello specifico, di coloro che sarebbero contrari al vaccino
Covid, mettendo così a repentaglio la ripresa della “macchina
cinema” e continuando a sostenere le loro tesi no-vax tanto sui
social quanto sui set. Tra questi ci sarebbe anche Letitia Wright, che secondo una fonte vicina
alla produzione del sequel di Black
Panther, avrebbe continuato ad esprimere opinioni contro
il Covid-19 e il vaccino anche durante le riprese.
Dopo la diffusione del video dai
contenuti no-vax lo scorso dicembre, pare che il team di
rappresentati statunitense di Wright abbiano preso le distanze
dall’attrice.
THR sottolinea che nell’industria del cinema e della
televisione “non esiste un obbligo universale in materia di
vaccinazione”. Tuttavia, pare che la Disney inizierà a
implementare un sistema che porterà all’identificazione di tutti i
membri della troupe – attori inclusi – che sono vaccinati e che, al
contrario, non lo sono. Tale sistema dovrebbe entrare in vigore
entro la metà di ottobre.
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha
confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al
compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il
villain principale del sequel.
È in procinto di avvio la
sedicesima edizione della Festa del Cinema di
Roma. Dal 14 al 24 ottobre l’Auditorium Parco della Musica
ospiterà in totale sicurezza l’evento presieduto da Antonio
Monda, direttore artistico per il settimo anno di
fila.
La premessa che viene
subito fatta è che la quota che è stata rispettata su tutte, è
quella della qualità, perché le altre, al contrario, tendono a
discriminare. E così parte l’annuncio di una festa che copre il
territorio della capitale spingendosi in più sedi, molte delle
quali raggiungono luoghi importanti, come le Case Rifugio per donne
vittime di violenza, il Policlinico Gemelli con Medicinema Italia
Onlus, Palazzo Migliori con il cinema per i senzatetto, o
l’esibizione di attrici del carcere femminile di Rebibbia che si
terrà al MAXXI. Tante sono le iniziative che si spargono per la
città, non solo per il sociale, ma per «accendere schermi un po’
ovunque», come spiega la presidentessa della Fondazione Cinema per
Roma Laura Delli Colli.
Ventidue sono le registe
donne a portare i propri film in programma, e ventitré sono i Paesi
dai quali provengono molti di questi film. Trentacinque le prime
mondiali, tre le mostre dedicate: a Zerocalcare,
al Marchese del Grillo di cui ricorre il quarantesimo anniversario
e alle donne afghane.
Festa del Cinema di Roma 2021: presentato il programma
Verranno consegnati i
premi alla carriera a Tim Burton e Quentin
Tarantino, che saranno presenti a Roma apposta per
l’occasione. Mentre, come ogni anno, della sezione Film della
nostra vita sono stati selezionati una serie di nomi a tema “guilty
pleasure”, quei prodotti filmici che sappiamo benissimo non essere
capolavori assoluti ma che con un po’ d’intimo imbarazzo
continuiamo e vedere con gusto. Tra questi: Pretty
Woman, Don Camillo e l’onorevole Peppone,
le Barzellette che sarà presentato da Enrico
Vanzina e Notting Hill. Ad introdurre
ciascuna pellicola ci saranno delle clip, anziché una sigla, il cui
criterio sarà quello della raffigurazione di un duello, non
necessariamente fatto con spade e pistole, ma anche verbali o
musicali.
Ventitré sono i titoli
della Selezione ufficiale – dalla quale verrà scelto il film a cui
sarà assegnato il Premio del Pubblico – The Eyes of Tammy Faye di Michael
Showalter sarà in apertura, a cui seguiranno, tra gli
altri, L’Arminuta di Giuseppe
Bonito, C’mon
C’mon di Mike Mills, Cyrano di Joe Wright,
Passing di Rebecca Hall,
Promises di Amanda Sthers. In
chiusura verranno proiettati Eternals, direttamente dal Marvel Cinematic Universe, della
regista premio Oscar Chloé Zhao, e Belfast di Kenneth
Branagh.
Tra gli eventi speciali,
verrà mostrato il primo episodio della serie tv A casa
tutti bene di Gabriele Muccino, I
Fratelli De Filippo di Sergio Rubini,
Strappare lungo i bordi di
Zerocalcare e Vita da Carlo di
Carlo Verdone.
Gli ospiti saranno tanti
e dai nomi eccezionali, tra cui i fratelli
Manetti, che mostreranno degli stralci in anteprima del
loro Diabolik, Jessica Chastain,
Alfonso Cuaròn, Luca Guadagnino,
Marco Bellocchio e la scrittrice Zadie
Smith.
La densità, insomma, si
preannuncia in maniera molto chiara e quanto si vedrà nei dieci
giorni della Festa pare essere nettamente ricco. Quello a cui punta
lo sguardo della scelta di ogni aspetto dell’evento, è soprattutto
il cinema selezionato a partire dalla sua bellezza, non secondo un
allargamento generalizzato. Spiega Antonio Monda:
«A nostro modo di vedere si tratta della maniera migliore per
aiutare il cinema: del nostro Paese e di tutto il mondo».
Emma Roberts è una
giovane attrice americana che è riuscita a camminare con le proprie
gambe, nonostante un cognome importantee. Figlia di Eric
Roberts e nipote della più nota Julia,
Emma recita sin da bambina, iniziando a fare audizioni da quando
aveva dieci anni. L’amore per la recitazione, nato grazie alla
frequentazione dei set dove lavorava zia Julia, l’ha portata
lontano, dividendosi tra film e serie televisive.
Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Emma
Roberts.
Emma Roberts e Julia Roberts
1. Emma Roberts è un’attrice
americana. Emma Rose Roberts è nata il 10 febbraio 1991 a
Rhinebeck, New York, dall’attore Eric Roberts e da
Kelly Cunningham. I suoi genitori si sono separati
quando lei aveva meno di un anno ed Emma è stata insieme alla
mamma, allontanandosi dal padre. In ogni caso, Emma è rimasta
legata alle sorelle di suo padre, le attrici Lisa Roberts
Gillan e Julia Roberts. In seguito Emma ha cominciato
ad amare la recitazione da quando ha cominciato a frequentare i set
dove lavorava zia Julia. Quando la Roberts aveva solo 8 anni, sua
zia l’ha aiutata ad ottenere un piccolo ruolo, non accreditato,
nella commedia romantica del 2001 America’s
Sweethearts.
2. Emma Roberts lotta contro
l’accusa di nepotismo. L’attrice è stata accusata più
volte di lavorare nel mondo della recitazione grazie alla sua
famiglia e più volte lei ha cercato di lottare contro questo
pregiudizio. Emma fa il lavoro che fa per pura passione, perché ama
farlo e non perché cerca di diventare come sua zia. Emma pensa ad
essere se stessa e a fare quello che desidera, senza influenze o
grazie ai componenti della sua famiglia, ma camminando con le
proprie gambe.
Emma Roberts: i suoi film e le serie TV
3. Emma Roberts ha iniziato
a fare le audizioni all’età di dieci anni. Emma è stata
presa come la figlia di
Johnny Depp per il film Blow del 2001. Nel
2006 Emma è apparsa nella commedia fantasy Aquamarine, la
storia di due amici che scoprono una sirena che vive nella loro
piscina. L’anno successivo ha ottenuto il ruolo di Nancy Drew in un
film che si ispira alle avventure della giovane detective. In
seguito, ha recitato in Wild Child (2008) e Hotel for
Dogs (2009). Successivamente ha ottenuto grande notorietà con
film come Scream 4 (2011), Come ti spaccio la
famiglia (2013), I Am Michael (2015), Ashby – Una
spia per amico (2015), Nerve (2016), Billionaire
Boys Club (2018), Paradise Hills (2019), The Hunt (2020)
e Holidate (2020).
4. Emma Roberts ha sempre
diviso la sua carriera tra cinema e televisione. Oltre al
cinema, l’attrice è principalmente nota per le sue partecipazioni a
celebri serie televisive. Tra queste vi è American Horror Story, nella quale recita dal 2013 ad
oggi interpretando molteplici ruoli. Dal 2015 al 2016 torna invece
a recitare in una serie come
Scream Queens, commedia dell’orrore dove interpreta la
protagonista Chanel Oberlin.
Emma Roberts in American Horror
Story
5. Emma Roberts ha
interpretato due ruoli in American Horror Story. La
Roberts è entrata nel cast di AHS nel 2013 e ha recitato ben ruoli:
quello di Madison Montgomery nella terza stagione (che ha ripreso
poi nell’ottava) e quello di Maggie Esemerelda nella quarta. Emma è
apparsa anche come special guest nella settima stagione. I ruoli di
American Horror Story sono stati quelli che hanno fatto
aumentare la popolarità della giovane attrice americana.
Emma Roberts è su Instagram
6. Emma Roberts ha un
profilo Instagram molto seguito. Emma Roberts ha un
profilo ufficiale Instagram con un seguito che raggiunge qualcosa
come più di 12,5 milioni di persone. Emma è molto attiva sul social
e, oltre a farsi ritrarre tra un photoshoot e l’altro, la maggior
parte delle foto mostrano quanto Emma sia una persona solare ed
energica, ironica e autoironica. Molti post la vedono insieme agli
amici (è spesso insieme all’amica Lea Michele), al fidanzato Evan
Peters e a zia Julia.
7. Emma Roberts ha anche un
profilo Twitter. Emma Roberts possiede un account
ufficiale su Twitter che usa per comunicare con i suoi fan. Questo
social viene da lei usato per condividere i suoi post di Instagram,
e per condividere i suoi lavori con i suoi 3,65 milioni di
follower.
Emma Roberts e il fidanzato Evan
Peters
8. Emma Roberts è stata
fidanzata per anni con
Evan Peters. La storia tra i due attori, che si sono
conosciuti sul set di Adult World (2013) e che hanno
condiviso e condividono il set di American Horror Story,
dura da diversi anni è stata costellata da continui tira e molla da
parte di entrambi. I due hanno addirittura superato l’arresto e il
rilascio della Roberts, quando venne accusata di violenza domestica
e di aver picchiato il compagno all’inizio della loro relazione. La
proposta di matrimonio era arrivata all’inizio del 2014 ma poi la
coppia ha rotto nel 2015, per ritornare insieme l’anno successivo,
rompere di nuovo e riappacificarsi nel 2018. Nel 2019 si sono però
definitivamente separati.
Emma Roberts: curiosità
9. Emma Roberts ha anche una
carriera musicale. Ha debuttato con un album che ha
seguito la scia della serie televisiva Unfabolous:
l’album, infatti, si chiama Unfabolous and more che
contiene la colonna sonora della serie, è uscito il 27 settembre
2005 grazie alla Columbia Records e ha raggiunto la posizione
numero 46 nella classifica Top Heatseekers di Billboard.
10. Emma Roberts tra
ispirazione da molte attrici. Emma ammira molte attrici
del calibro di Drew Barrymore, Winona Ryder e
Rachel McAdams (con la quale vorrebbe lavorare un
giorno) e considera Anne Hathaway la sua attrice
modello.
Approda nelle nostre sale
L’uomo che vendette la sua pelle che era già
arrivato in Italia nel 2020, presentato alla Mostra
del Cinema di Venezia nella sezione “Orizzonti”, e che è stato
poi candidato agli Oscar di quest’anno come Miglior film
internazionale: la prima pellicola tunisina a concorrere per la
categoria.
Diretto dalla regista e
sceneggiatrice Kaouther Ben Hania, già nota per
Le Challat de Tunis del 2014 e La bella e
le bestie del 2017, L’uomo che vendette la sua
pelle trae ispirazione da un evento realmente accaduto e a
cui l’autrice tunisina ha assistito in prima persona mentre
lavorava come curatrice per una mostra al Louvre del controverso
artista belga Wim Delvoye.
La trama di L’uomo che vendette la sua
pelle
L’opera d’arte dello
stesso Delvoye in esposizione negli appartamenti “Napoleone III”
consisteva nella schiena realmente tatuata di un uomo (tale Tim
Steiner), il quale sedeva immobile volgendo le spalle ai visitatori
del museo parigino. L’immagine sconvolge la regista al punto da
farle prendere la decisione d’iniziare ad elaborare il soggetto di
una storia.
L’uomo che
vendette la sua pelle diventa dunque il racconto di Sam
Ali (Yahya Mahayni), un siriano fuggito dalla guerra e che a Beirut
incontra accidentalmente un performer d’arte (Koen De Bouw) che gli
offre di realizzare il suo sogno più agognato: partire da quel
luogo terribile e approdare a Bruxelles, terra di libertà in cui
potersi anche ricongiungere con la sua amata Abeer (Dea Liane), ad
una condizione sola: che gli conceda – per l’appunto – la sua
schiena per poterne fare un’opera propria.
È interessante lo
sviluppo degli argomenti, e come la regista rifletta sul
significato del ricevere dal nulla proprio ciò che un intero popolo
desidererebbe, ma con la conseguenza di averlo ottenuto a un prezzo
molto più caro di quel che il protagonista si aspetti. In più le
tematiche che serpeggiano già al principio, guizzano fuori
dall’altezzosità del mondo onnipotente abitato da chi muove
quantità di soldi inimmaginabili, che chiaramente si approccia a
qualunque cosa come a un’opportunità di business, anche quando si
tratta della vita di un uomo che ha perso tutto, e che, pertanto, è
disposto a tutto.
Kaouther Ben Hania
parla della pelle tatuata dall’artista come di carne da macello,
sfruttata fino all’osso – è proprio il caso di dirlo –
monetizzandone la storia esattamente come se si trattasse di un
quadro qualunque. Tra l’altro, il personaggio che incarna il
cinismo del denaro è l’assistente Soraya, interpretata da Monica
Bellucci e la sua impassibile inespressività, in questo caso
perfettamente funzionale alla resa del ruolo.
La recensione di L’uomo che vendette la sua
pelle
Il siriano Sam
Ali è insomma uno strumento, e anche la sua disperazione
lo diventa, finché tutto entra in collisione con la tenuta
dell’andamento del racconto. È ovviamente chiara la finalità. E
l’idea, così come gli interpreti, sono condotti bene, unitamente a
una fotografia elegante e in tono con gli ambienti da galleria
d’arte contemporanea; ma il problema sorge quando comincia a
storcersi la plausibilità dei fatti, man mano che la trama si
sbroglia.
Kaouther Ben
Hania fa un ottimo lavoro, questo è innegabile, ma per
poter portare fino in fondo un tema di una portata tale e, di
conseguenza, della storia tessuta attorno ad esso, è necessario
mantenere la stessa intensità che muove il desiderio di partenza,
aumentando il ritmo e premendo sulla gravità di ciò che si sta
trattando. Al contrario, l’effetto finale è di un salto in un
universo di fantasia, dove ogni elemento si muove come sarebbe
bello che le cose andassero, palesando la finzione e
l’inverosimiglianza di quanto mostrato, e afflosciando la bellezza
di quello che, invece, sembrava essere stato promesso
all’inizio.
Guarda il trailer di Red
Rocket, il nuovo audace film dallo scrittore e regista
Sean Baker (The Florida Project, Tangerine), con Simon
Rex in una performance magnetica e intensa, Red Rocket è
un ritratto dark, divertente e umano di un cacciatore di fortuna
americano e una cittadina che a malapena lo tollera.
Red
Rocket, sarà presentato sarà presentato alla Festa del
Cinema di Roma.