Nonostante abbia realizzato 85 armature di Iron Man nel MCU, Tony Stark non ha mai indossato quella più potente, e per un motivo molto importante. L’ossessione nei confronti della creazione di armature sempre più impressionanti – unito all’integrazione della nanotecnologia presa in prestito da Wakanda -, è stata per Iron Man una naturale estrapolazione della sua paura nei confronti della sicurezza dell’universo e della sua stessa impotenza.
Da Iron Man 3 in poi – quando le lotte di Tony Stark contro il PTSD, sulla scia della Battaglia di New York, vennero alla luce e si manifestarono attraverso invenzioni compulsive, l’armeria di Iron Man si potenziò ben oltre le aspettative, con alcune armature che vennero progettate esclusivamente per funzioni incredibilmente specifiche, come l’ingegneria subacquea e il volo stealth. Alla fine, sebbene siano stati distrutti da Stark utilizzando il protocollo Clean Slate, ogni prototipo ha contribuito a far avanzare la tecnologia Iron Man in modi specifici, aiutando Tony a personalizzare e perfezionare la sua armatura principale, aggiungendo abilità, riducendone il peso e migliorandone l’efficienza. Hanno anche portato allo sviluppo dell’armatura di War Machine, di Iron Spider (e delle altre armature Stark di Spider-Man) e dell’Hulkbuster. Ovviamente, tutto è andato a spese di Ultron, ma i progressi sono stati la chiave per risolvere la Saga dell’Infinito.
Ma i progressi di Tony andarono ben oltre lo sviluppo del cosume finale di Iron Man che abbiamo visto in Avengers: Endgame – sebbene la tecnologia fosse la chiave per consentirgli di usare le Gemme dell’Infinito -, perché il suo vestito più potente non è in realtà quello che indossava. Si tratta infatti dell’armatura Rescue che ha creato per Pepper Potts come regalo prima della degli eventi narrati in Endgame. E il fatto che non abbia mai indossato la sua più potente armatura, la dice lunga sulle motivazioni di Tony durante il MCU e sul suo costante bisogno di proteggere il mondo.
L’armatura viola, che si vede nella battaglia finale di Endgame, è un’arma di distruzione di massa. Quando Pepper arriva sul campo di battaglia, dimostra rapidamente le capacità della sua armatura, eliminando le navi di Thanos con la stessa facilità di Captain Marvel e mostrando i suoi repulsori galleggianti con effetti devastanti. Ha anche abbattuto un Leviathan di Chitauri, cosa che l’ha messa alla pari di Hulk in termini di potenza e mettendo superando l’armatura dell’era di Avengers di Tony. Considerando la sua paura di perdere i propri cari, Tony ha creato per Pepper un’armatura a dir poco perfetta che non solo le ha permesso di unirsi alla lotta, ma anche di non essere mai in reale pericolo. Ciò testimonia l’intera motivazione di Tony, non solo in riferimento alla creazione dell’armatura, ma in termini molto più ampi.
Iron Man e l’armatura da mettere intorno al mondo
In Avengers: Age Of Ultron, Tony Stark parla di voler mettere “un’armatura da mettere intorno al mondo”, e in un certo senso ci è riuscito. A partire dallo schiocco alla fine di Infinity War, passando per l’isolamento di Tony nello spazio e fino a prima della morte di Thanos, le sue priorità cambiano notevolmente per cercare di preservare la sua famiglia. Con la forza era stato in grado di rinunciare ad essere un eroe e concentrarsi sul vivere la vita da cui stava scappando, ma lo sviluppo dell’armatura Rescue ha lasciato intendere che Tony aveva ancora legami con il suo passato e con la possibilità che le sue paure potessero diventare realtà, come mostrato anche dalla visione che Scarlet Witch gli ha mostrato in Age Of Ultron. Nonostante i segnali di una vita personale appagante, Stark si stava ancora preparando: la sua idea del “suo mondo” che necessitava “un’armatura” era cambiata. Pepper (e Morgan) erano il suo mondo a quel punto, e il suo impegno a sviluppare per lei un armatura così potente è la testimonianza del suo bisogno di proteggere la sua famiglia.
Alla fine, Tony ha sempre saputo che non sarebbe sopravvissuto al combattimento, o che non avrebbe potuto essere sempre lì, in parte a causa dei suoi ripetuti tentativi di uccidersi per salvare tutti gli altri (due volte è sufficiente per qualsiasi eroe!). Quando Thanos ha detto che Tony Stark era ossessionato dalla conoscenza, aveva ragione, ma non era solo la consapevolezza che il mondo fosse in pericolo: era la consapevolezza che non sarebbe potuto esserci sempre per salvarlo. Ecco perché voleva l’armatura da mettere intorno al mondo e perché aveva bisogno di sviluppare le sue armature di Iron Man, al punto da sentirsi abbastanza a suo agio nel consegnarne una a Pepper abbastanza potente da proteggerla in sua assenza. Sì, forse è una manifestazione della sua arroganza e del suo egoismo, ma è anche una pura espressione del suo amore.





Sean Connery avrebbe potuto interpretare il ruolo forse più iconico dell’intera carriera di
Nel rivoluzionario successo di Spielberg del 1993, Jurassic Park, Richard Attenborough brilla nei panni del megalomane, anche se accattivante, miliardario scozzese John Hammond. Utilizzando complicate tecniche di estrazione genetica, Hammond riporta in vita dinosauri estinti e flora preistorica, rafforzando i suoi successi con l’affermazione ricorrente di non aver “badato a spese”. Sir Attenborough offre una meravigliosa variante del classico tropo miliardario cinico e corrotto; tuttavia, anche questo ruolo era stato originariamente offerto a Sean Connery.
È difficile immaginare qualcuno che superi Laurence Fishburne nei panni del saggio e pacato Morpheus in Matrix, mentre guida il Neo di
Nei famosissimi film di Harry Potter, Albus Silente è il preside della scuola magica di Hogwarts e sebbene il ruolo sia stato portato alla luce magistralmente da Richard Harris in Harry Potter e la pietra filosofale e in Harry Potter e la camera dei segreti, la morte inaspettata dell’attore ha richiesto un recasting per i film successivi, con Michael Gambon che ha raccolto fieramente la preziosa eredità. Silente è un altro ruolo che è stato offerto in origine a Sean Connery.
Quando
La scelta migliore del regista John McTiernan per il supercriminale tedesco Simon Gruber nel suo sequel di Die Hard fu senza dubbio Sean Connery. Sfortunatamente, Gruber era un po’ troppo vile per i gusti di Connery, che alla fine rifiutò l’offerta, passando così il ruolo a


Se, come ribadisce Tiziano Ferro, la musica gli ha salvato la vita, per arrivare a viverla con serenità e accettando sé stesso fino in fondo, c’è voluta fatica e ce ne vuole ancora oggi. Ferro è sì un inno alla rinascita, una speranza per quanti si trovano ad affrontare i propri demoni, un invito a valorizzare le proprie cicatrici che, dice il cantante, “hanno un ruolo essenziale”, ma restituisce anche una visione lucida e disincantata dell’impegno quotidiano che occorre per mantenere l’equilibrio, la serenità e gli altri traguardi raggiunti.