Arrivano i primo nomi di nuovi
volti per Billions 5, l’annunciata
quinta stagione della serie tv Billions
firmata Showtime. Ebbene oggi Deadline rivela che due attori hanno fatto il
loro ingresso nel cast.
Si tratta di Roma Maffia e Daniel
Breaker che entreranno a far parte del gruppo di nuovi volti della
serie. Maffia reciterà nel ruolo di Mary Ann Gramm, la brillante e
dura procura distrettuale di Manhattan. Breaker è ricorrente
nel ruolo di Scooter Dunbar, il brillante e bloccato capo dello
staff del titano Michael Michael (Corey Stoll).
Billions 5
In Billions 5 protagonisti sono il premio
Oscar, vincitore di Emmy e Golden Globe, Paul Giamatti e vincitore dell’Emmy e Golden
Globe
Damian Lewis, Billions
è una delle serie drammatiche più importanti della rete, con una
media di cinque milioni di spettatori settimanali su tutte le
piattaforme. Le prime tre stagioni di Billions
sono andate in onda in Italia su Sky Atlantic e sono disponibili su
Now Tv.
Quando tutti sono fuori per cercare
vendetta, nessuno è al sicuro. Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck
Rhoades (Giamatti), ex nemici, e Wendy Rhoades (Maggie Siff),
moglie del primo e fidata consigliere del se condo, si sono uniti
per formare un’alleanza difficile da pensare ma molto efficace,
mirata allo sradicamento di tutti i loro rivali, tra cui Grigor
Andolov (guest star
John Malkovich), Taylor Mason (Asia
Kate Dillon), Brian Connerty (Toby Leonard Moore) e Waylon
“Jock” Jeffcoat (guest star Clancy Brown). L’ambizione e il
tradimento sono da sempre al centro di BILLIONS, e in questa
stagione tutti i personaggi scoprono esattamente quanto è alto il
prezzo che dovranno pagare per soddisfare tali esigenze. La serie
vede protagonisti nel cast anche David Costabile, Condola Rashad,
Kelly AuCoin, Jeffrey DeMunn e
Malin Akerman.
Billions
è stato creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian
Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew
Ross Sorkin.
I fan non aspettano altro che
l’arrivo di Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker nelle sale, non solo
perché si tratta del capitolo finale della trilogia sequel, ma
anche perché il film segnerà ufficialmente la fine della saga degli
Skywalker.
In una recente intervista con il
magazine giapponese Sora News,
il regista del film J.J. Abrams sembra aver
confermato che in Episodio IX ci sarà una gradita sorpresa
per tutti gli appassionati del franchise: si tratta del cameo di un
personaggio dell’universo di Guerre Stellari molto amato
dai fan, ossia Ahsoka Tano, apparso nel film
d’animazione Star Wars: The Clone Wars, nella serie
omonima e in Star Wars Rebels.
Durante l’intervista è stato chiesto
ad Abrams quale fosse il suo personaggio preferito della saga: il
regista ha risposto Han Solo e ha poi rigirato la domanda al
giornalista, che ha risposto menzionando la giovane
Padawan Jedi di Anakin Skywalker. A quel punto Abrams ha
dichiarato: “Mmm… Ahsoka, eh? Bene! Allora, probabilmente
dovrai guardare con molta attenzione L’Ascesa di
Skywalker!”
Le parole di J.J.
Abrams confermano, dunque, che in Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker ci sarà un cameo – o comunque
un riferimento di qualche tipo – ad Ahsoka Tano,
anche se il modo in cui il personaggio verrà integrato all’interno
della storia rimane ovviamente un segreto.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
Possiamo affermare, senza paura di
essere smentiti, che l’Ordine Nero (i figli di Thanos) non è stato
sfruttato a pieno, né in Avengers: Infinity War
che in Avengers: Endgame. Nonostante
siano stati protagonisti di alcune scene di battaglia davvero
memorabili, è stato evidente che, a parte Ebony Maw, nessuno di
loro ha avuto la gloria che meritava, sul grande schermo.
Tuttavia, la loro rappresentazione
sullo schermo ha comunque richiesto un ingegno e un gesto artistico
notevoli, per poterli realizzare per il grande schermo. Adesso,
Iron Studios, ha dato loro giustizia in
un magnifico set di action figure che li vede disposti in posa
d’attacco accanto al loro “padre”, Thanos.
Il set prevede cinque pezzi in cui
la statuina del Titano Pazzo risponde alla cifra di 199.99 dollari,
mentre tre dei quattro membri dell’Ordine Nero, Corvus Glaive,
Ebony Maw e Proxima Midnight, costano “solo” 129.99 al pezzo. A
causa della stazza della statuina, Cull Obsidian costa 249.99
dollari.
Le statue, la loro grandezza e la
loro fattura permettono di ammirare ogni piccolo dettagli dei
costumi e delle fattezze che presentano nel film. Peccato che
bisognerà aspettare finoad ottobre 2020 affinché queste piccole
opere d’arte siano disponibili!
Lo scorso luglio avevamo appreso che
la Hasbro era intenzionata a proseguire con la saga cinematografica
dei Power Rangers, nonostante i risultati poco
incoraggianti del reboot del 2017 di Dean
Israelite al box office mondiale.
Adesso, arriva la conferma che un
nuovo reboot del franchise di Power Rangers è
ufficialmente in sviluppo e che il progetto è stato affidato a
Jonathan Entwistle, creatore della serie NetflixThe End of the
F***ing World.
Entwistle si occuperà della regia
del nuovo film, mentre la sceneggiatura porterà la firma di
Patrick Burleigh, autore dello script di Peter Rabbit 2 – Un
birbante in fuga.
Il nuovo film sarà l’ennesimo
riavvio del franchise, quindi non sarà in alcun modo collegato alle
pellicola del 2017 né tantomeno vedrà il ritorno del cast del film
di Israelite che, ricordiamo, annoverava Dacre
Montgomery, Naomi
Scott, RJ Cyler, Trini
Kwan, Ludi Lin, Elizabeth Banks, Bryan
Cranston e Bill Hader.
Al momento non sono stati rivelati
dettagli sulla trama del nuovo film, ma stando alle prime
indiscrezioni al centro della storia dovrebbe esserci un viaggio
nel tempo: i teenager che scopriranno di avere la capacità di
trasformarsi negli eroi del titolo verranno trasportati negli anni
’90 – epoca d’oro per il franchise – e dovranno riuscire a trovare
un modo per ritornare nel presente.
Sbarcato nelle sale nella primavera
del 2017 sgomitando contro la ricca concorrenza (vedi La Bella e la
Bestia), la pellicola diretta da Dan
Israelite era riuscita a racimolare “appena” 142
milioni di dollari, che confrontati ai 100 del budget sono davvero
una cifra irrisoria.
L’esperimento è riuscito a catturare
l’attenzione dei fan e soprattutto del cast originale dello show
anni ’90, tanto che Jason David
Frank e Amy Jo Johnson, gli
originali Green e Pink Rangers, hanno persino partecipato al film
in un cameo.
Dopo la clip che rivela
l’incontro tra Kylo Ren e Palpatine, è stata distribuita in
rete una nuova breve sequenza di Star
Wars: L’ascesa di Skywalker, che rivela Poe, Finn
e Rey in missione segreta, sopraffare gli Stormtrooper con blaster
e con i famosi Jedi Mind Tricks, i trucchetti jedi che avevano
aiutato anche Obi-Wan Kenobi in Una Nuova
Speranza a “nascondere” i droidi alle truppe
dell’Impero.
In questo caso, invece, è Rey che
riesce a persuadere le guardie con l’armatura bianca: è
perfettamente normale che un pilota della Ribellione, un disertore
e una Jedi si trovino in quel posto! Ecco la clip:
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, scene inedite nel nuovo trailer
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova
trilogia del franchise diretto da J.J.
Abrams, arriverà nei cinema a dicembre
2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
A partire dal 2020, i fan
dell’Universo Cinematografico Marvel vivranno un’annata
davvero incredibile, non solo per l’avvio dell’attesissima Fase 4
ma anche per l’arrivo delle serie direttamente collegate al MCU che
faranno il loro debutto su Disney+.
Ciononostante, non è ancora stato
annunciato un nuovo ensemble movie, ossia un nuovo film in
stile Avengers che vedrà riunita
l’inedita squadra di vecchi e nuovi supereroi, né tantomeno
sappiamo con precisione quando i personaggi degli
X-Men o dei Fantastici Quattro
verranno ufficialmente introdotti nel MCU.
A tal proposito, in una recente
intervista in occasione del Brazilian Comic Con, il presidente dei
Marvel Studios Kevin Feige ha confermato che ci
sono già dei piani in corso per il prossimo grande crossover che
riunirà tanto il passato quanto il futuro del MCU sul grande
schermo.
“Nel MCU è tutto interconnesso,
ma preferiamo concentrarci su un film alla volta. Stiamo
realizzando il miglior film dedicato a Black Widow che potessimo
fare… lo stesso discorso vale per Gli
Eterni, Shang-Chi, Doctor Strange, Thor, Captain Marvel, Black
Panther e per l’evoluzione delle loro storie.”
Feige ha poi aggiunto: “È
chiaro, è sempre divertente vederli tutti insieme all’interno di un
film più grande. Il che, lo giuro, è assolutamente nei nostri
piani.”
Ovviamente non ci è dato sapere
nulla su questo nuovo grande crossover, né tantomeno se il
progetto in questione sarà destinato al grande schermo o alla tv.
La linea narrativa della Fase 4 inizierà a tracciarsi con l’uscita
di Black
Widow e a diventare ancora più chiara –
probabilmente – con l’arrivo nelle sale del film dedicato agli
Eterni.
La battaglia finale di
Avengers: Endgame è stata una
delle sequenze più epiche mai realizzate all’interno del MCU, dal
momento che – tra eroi e villain – ha riunito quasi tutti i
personaggi dell’Universo Marvel sul grande schermo.
Come rivelato di recente
dall’artista Jerad S. Marantz, nella sequenza di
Avengers: Endgame in questione avrebbero
dovuto fare la loro apparizione anche i Giganti di
Ghiaccio, gli abitanti del pianeta Jotunheim che appaiono
all’inizio di Thor, il primo capitolo
delle avventure dedicato al Dio del Tuono diretto nel 2011 da
Kenneth Branagh.
Attraverso il suo account Instagram, Marantz ha spiegato:
“Nella battaglia finale, stavano considerando l’idea di far
tornare anche i Giganti di Ghiaccio. Nei concept che ho realizzato
per il film, esploravo l’idea che grazie ai loro poteri riuscissero
a generare delle armature di ghiaccio.”
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Film evento del decennio, è riuscito
in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande
schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James
Cameron.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark
Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict
Cumberbatch, Don Cheadle, Tom
Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy
Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul
Rudd e Brie Larson.
L’account Instagram Atlanta Filming ha condiviso
nuove immagini dal set di WandaVision che
potrebbero anticipare la presenza di un nuovo personaggio dei
fumetti Marvel che farà il suo debutto
nella serie.
Dopo la prima foto ufficiale della
serie, che ritraeva Elizabeth Olsen e Paul Bettany
come una coppia felice in una sit-com anni
Cinquanta, queste nuove foto rubate sembrano suggerire la
presenza di Agatha Harkness nello show Disney
+.
Nelle foto si vede infatti
Kathryn Hahn che, sotto alla giacca, indossa
degli indumenti di colore viola, che rimandano al personaggio.
Questo potrebbe anche non significare nulla, nel senso che magari
la Hahn ha sotto la giacca solo un costume di scena generico, me
potrebbe anche essere un indizio importante!
Come al solito lo sapremo soltanto a
serie ultimata, ma visto che sappiamo che nella serie Wanda
prenderà finalmente l’identità di Scarlet Witch, sembra probabile
che la storia veda anche in azione la potente maga di oltre 20000
anni che nelle storie a fumetti è mentore di Wanda stessa.
“Wandavision
sarà una sitcom classica con la grandezza e l’epica tipiche della
Marvel”, ha dichiarato uno dei registi Matt Shakman (Game
of Thrones, The Boys), confermando le voci sul tono specifico
dello show e l’ambientazione.
“Non possiamo dire molto e in
questo momento è praticamente tutto bloccato, ma sarà interessante
esplorare la strana dinamica del rapporto tra l’eroina e
l’androide. Visione non è umano ma forse è più umano di chiunque
altro. Ha sempre cose sagge da dire e vede il mondo per quello che
è, mentre Wanda è influenzata dai numerosi traumi subiti come la
perdita di suo fratello e il fatto di essere un’orfana.” aveva
raccontato il regista a variety. “Penso che tutto il team si
stia concentrando su questa unione, frutto di un amore bizzarro, ma
assolutamente giusto“.
Come rivelato da Charles Murphy nel
nuovo episodio del suo podcast, la produzione dovrebbe partire il 4
novembre – e non a settembre – nei Pinewood Studios di Atlanta, la
“casa” di quasi tutti i cinecomic Marvel. Nel report viene nominato
anche il titolo di lavorazione dello show, “Big
Red“.
A 41 anni dall’uscita di
Grease – Brillantina, Danny
Zucko e Sandy Olsson sono di nuovo insieme. I
due personaggi iconici, protagonisti del film di Randal
Kleiser, uscito nel 1978, furono interpretati da
John Travolta e Olivia Newton
John, che in occasione della prima tappa del Meet ‘N’
Grease, hanno vestito di nuovo i panni dei due personaggi.
È la prima volta che i due
interpretano di nuovo Danny e Sandy e ci aspettiamo che lo faranno
anche durante le altre due tappe dell’evento, in tre città della
Florida (West Palm Beach, Tampa e Jacksonville), che prevede la
proiezione con la versione sing-a-long del film (ovvero il film con
i testi delle canzoni in sovrimpressione, così che tutto il
pubblico possa cantare).
Ecco le foto condivise da
John Travolta sul suo account Instagram:
Si è spenta all’età di 79 anni
Anna Karina, una delle muse della Nouvelle Vague.
A darne notizia è stato il suo agente che ha riferito che l’attrice
danese soffriva da tempo di un tumore che l’ha uccisa.
Fu compagna e attrice per Jean-Luc
Godard, con il quale lavorò in Le petit
soldat (1960), La donna è
donna (1961), Questa è la mia
vita (1962), Band à part (1964),
Agente Lemmy Caution, Missione Alphaville (1965), Il
bandito delle undici (1965), Una storia
americana (1966).
Al fianco di Serge Gainsbourg, Anna
Karina portò avanti anche la carriera di cantante, che accostò a
quella di attrice, con un discreto successo. Questo contribuì a
fare di lei una vera e propria icona viva ancora oggi.
A maggio, come molti di voi già
sapranno con l’uscita di Black
Widow prenderà il via ufficialmente la
Fase 4 e la nuova era continuerà con il film sugli
Eterni.
Tuttavia è ancora Avengers:
Endgame a catalizzare l’attenzione soprattutto in
vista del lancio di Disney Plus che in Italia avverrà nei primi
mesi del 2020.
Ebbene, oggi Brandon
Davis ha condiviso un altro taglio della sceneggiatura che
ha rivelato un cut che non è presente nella scena della morte di
Tony Stark. Infatti da come possiamo vedere nella
scena ormai divenuta iconica, Tony si lasciava ad alcun pensieri
finali che non sono presenti nella versione che abbiamo visto al
cinema, sebbene sia in linea con il personaggio di Stark.
Dopotutto, come
Iron Man, Tony è sempre stato gravato dall’idea che era sua
responsabilità mantenere il mondo al sicuro mentre cercava di
mantenere un impegno con la sua famiglia, e
Endgame lo vede sacrificare
tutto ciò che ha amato per garantire un futuro per l’umanità.
Naturalmente, come spesso accade al
cinema ci sono stati molti cambiamenti alla sceneggiatura del film
durante lo sviluppo, quindi non è del tutto sorprendente scoprire
che questo particolare momento è stato tagliato. Dopotutto
gli sceneggiatori inizialmente pensavano di lasciare vivere
Tony Stark e hanno anche rimosso una scena che lo mostra
nell’aldilà .
Vi ricordiamo che
Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura
diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un
arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un
esperimento produttivo senza pari.
Avengers: Endgame
è il film sui supereroi più atteso di tutti i tempi. Il cast vede
Robert Downey Jr. nel ruolo di Iron Man,
Chris Evans nel ruolo di Captain America, Mark
Ruffalo nel ruolo di Bruce Banner, Chris Hemsworth nel ruolo di Thor, Scarlett Johansson nel ruolo di Vedova
Nera, Jeremy Renner nel ruolo di Occhio di Falco, Brie Larson nel
ruolo di Captain Marvel, Paul Rudd nel ruolo di Ant-Man, Don
Cheadle nel ruolo di War Machine, Karen Gillan nel ruolo di Nebula
e Danai Gurira nel ruolo di Okoye. Il film vede inoltre il ritorno
di Gwyneth Paltrow nel ruolo di Pepper Potts, Jon Favreau nel ruolo
di Happy Hogan, Benedict Wong nel ruolo di Wong e Tessa Thompson
nel ruolo di Valchiria. Josh Brolin interpreta ancora una volta il
famigerato antagonista del film, Thanos.
Il film Marvel Studios
Avengers: Endgame è diretto dai registi vincitori
dell’Emmy Award Anthony e Joe Russo a partire da una sceneggiatura
originale scritta da Christopher Markus e Stephen McFeely. Kevin
Feige è il produttore del film, mentre Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo, Trinh Tran, Jon Favreau, James
Gunn e Stan Lee sono i produttori esecutivi.
La squadra creativa dei registi
Anthony e Joe Russo comprende inoltre il direttore della fotografia
Trent Opaloch (Avengers: InfinityWar, Captain America: Civil War),
lo scenografo Charles Wood (Avengers: Infinity War, Matrix), i
montatori Jeffrey Ford, ACE (Avengers: Infinity War, Captain
America: Civil War) e Matthew Schmidt (Avengers: Infinity War,
Captain America: The Winter Soldier), la costumista candidata a tre
premi Oscar® Judianna Makovsky (Avengers: InfinityWar, Captain
America: Civil War), il visual effects supervisor candidato
all’Oscar Dan DeLeeuw (Avengers: InfinityWar, Captain America:
Civil War), lo special effects supervisor candidato all’Oscar Dan
Sudick (Avengers: Infinity War, Black Panther) e la stunt
coordinator Monique Ganderton (Avengers: Infinity War, Atomica
Bionda).
Basato sulla serie di fumetti
Marvel pubblicata per la prima volta nel 1963, Avengers:
Endgame è il proseguimento delle epiche avventure
cinematografiche raccontate in Iron Man, L’Incredibile Hulk, Iron
Man 2, Thor, Captain America – Il Primo Vendicatore, The Avengers,
IronMan 3, Thor: The Dark World, Captain America: The Winter
Soldier, Guardiani della Galassia, Avengers: Age of Ultron, Ant-Man,
Captain America: Civil War, Doctor Strange, Guardiani della
Galassia Vol. 2, Spider-Man: Homecoming, Thor: Ragnarok, Black Panther, Ant-Man and The
Wasp, Avengers: Infinity War, Captain Marvel e l’acclamato
Spider-Man: Far From Home.
Divenuto celebre per il suo ritratto
del musicista Ray Charles, l’attore Jamie Foxx ha
da quel momento continuato ad affermare la propria fama,
partecipando a film di successo arricchiti dai personaggi da lui
interpretati. Capace di sfoggiare tanto sfumature comiche quanto
drammatiche, Foxx si è negli anni affermato grazie alla sua
versatilità, elemento che gli ha permesso di ottenere anche ottimi
riscontri di critica e pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Jamie Foxx.
Jamie Foxx: i suoi film
1. Ha recitato in
lungometraggi di successo. Il debutto cinematografico
dell’attore avviene nel 1992, con il film Toys –
Giocattoli, per poi recitare anche in Ogni maledetta
domenica (1999) e Alì (2001). Nel 2004
diventa celebre per i suoi ruoli nei film Collateral
e Ray, ricevendo nomination agli Oscar per entrambi e
vincendo come miglior attore con il secondo dei due. Forte della
fama ottenuta, l’attore recita poi in importanti film come
Jarhead (2005), Miami vice (2006),
Dreamgirls (2006), Il solista (2009),
Appuntamento con l’amore (2010), Parto col folle
(2010), Come ammazzare il capo… e vivere felici (2011) e
Django
Unchained (2013), con cui riconferma la propria celebrità.
Negli ultimi anni l’attore ha poi avuto ruoli di rilievo nei film
The Amazing
Spider-Man 2 – Il potere di Electro (2014), Annie – La
felicità è contagiosa (2014), Baby Driver – Il genio
della fuga (2017), Robin Hood –
L’origine della leggenda (2018) e Il diritto di
opporsi (2019), dove recita accanto all’attore Michael B.
Jordan.
2. Ha recitato anche in
televisione. Agli inizi della sua carriera l’attore ha
recitato nel ruolo di George nella serie Roc (1992-1993),
per poi affermarsi con un ruolo di rilievo nella serie In
Living Color (1991-1994). Qualche anno più tardi l’attore è
protagonista della serie The Jamie Foxx Show (1996-2001).
Successivamente l’attore concentra invece la sua produzione nella
carriera cinematografica.
3. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Negli anni l’attore è stato anche produttore
per alcuni dei progetti a cui ha preso parte o verso cui nutriva un
semplice interesse. Tra questi si annoverano le serie The Jamie
Foxx Show, Laffapalooza, From G’s to Gents, In the Flow with Affion
Crockett e White Famous.
Jamie Foxx: la sua vita
privata
4. È stato fidanzato con una
celebre attrice. Nel 2013 l’attore intraprende una
relazione con l’attrice Katie
Holmes, all’epoca fresca di divorzio dal marito
Tom
Cruise. La loro relazione è tuttavia stata resa nota
soltanto nell’estate del 2017. I due si sono poi separati
nell’agosto del 2019.
Jamie Foxx in Ray
5. Ha suonato realmente i
brani al pianoforte. L’attore è rinomato per essere anche
un talentuoso pianista, a tal punto da aver eseguito personalmente
i brani al pianoforte presenti nel film, senza ricorre all’utilizzo
di controfigure.
6. Ha indossato delle lenti
che lo rendevano quasi del tutto non vedente. Per riuscire
a calarsi meglio nel ruolo del musicista non vedente Ray Charles,
l’attore si è avvalso dell’utilizzo di alcune particolari lenti a
contatto che gli limitavano in modo massiccio la vista. Per
sopperire a tale mancanza, l’attore ha inoltre preso lezioni di
Braille, per riuscire a calarsi ancor di più nel ruolo.
Jamie Foxx in Django Unchained
7. Consigliò il ruolo da
protagonista ad un suo amico. Originariamente il ruolo del
celebre Django era stato scritto da Quentin
Tarantino per l’attore Will
Smith, il quale tuttavia rifiutò. Foxx, venuto a
conoscenza del progetto, consigliò allora all’amico Idris
Elba di accettare la parte. Tuttavia, dopo un
colloquio con il regista, fu proprio Foxx ad essere scelto, merito
anche della sua pregressa esperienza nell’equitazione.
Jamie Foxx: il suo fisico
8. È noto per il suo fisico
possente. Nel film Django Unchained l’attore
appare più volte svestito, sfoggiando un fisico particolarmente
scolpito e possente. Dopo essere apparso in tali vesti, l’attore ha
potuto aggiungere anche tale aspetto di sé ai motivi della sua
celebrità.
Jamie Foxx: il suo patrimonio
9. È un attore
particolarmente ricco. Grazie ai suoi ruoli in film di
successo, e ai numerosi premi vinti nel corso della carriera, Foxx
detiene ad oggi un patrimonio stimato di circa 100 milioni di
dollari.
Jamie Foxx età e altezza
10. Jamie Foxx è nato a
Terrell, in Texas, Stati Uniti, il 13 dicembre 1967.
L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Nota per i suoi ruoli televisivi,
l’attrice Abigail Spencer ha saputo dar vita a
personaggi di rilievo in alcune delle più note serie TV degli
ultimi anni. Con la fama acquisita ha potuto debuttare anche al
cinema, prendendo parte ad alcuni film di successo. Ad oggi
l’attrice è in cerca del ruolo che possa consacrarne la carriera, e
nel frattempo si può godere gli apprezzamenti ricevuti da parte
della critica.
Ecco 10 cose che non sai di
Abigail Spencer.
Abigail Spencer: i suoi film
1. Ha recitato in diversi
lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo nel
2001 con il film Campfire Stories. Successivamente
prende parte a Truth and Dare (2003), Jekyll
(2007) e In My Sleep (2010). Nel 2011 ottiene un ruolo di
rilievo nel film Cowboys & Aliens
(2011), per poi recitare in Una spia non basta (2012),
Chasing Mavericks (2012), The Haunting in Connecticut
2: Ghosts of Georgia (2013) e in Il grande e potente Oz (2013). Negli ultimi anni è
apparsa al cinema nei film This Is Where I Leave You
(2014), The Forger (2014) e Bastardi insensibili
(2015).
2. È nota per i ruoli
televisivi. La Spencer è particolarmente nota per i suoi
ruoli televisivi, in particolare nelle serie La valle dei
pini (1998-2000), Angela’s Eyes (2006), Mad
Men (2009), Hawthorne – Angeli in corsia (2010),
Childrens Hospital (2010-2012), Burning Love
(2012-2013), How I Met Your Mother (2007 e 2014), True
Detective (2015), Rectify (2013-2016),
Timeless (2016-2018), Suits (2011-2019),
Grey’s Anatomy (2017-2019)
e Reprisal (2019).
Abigail Spencer – in the SundanceTV original series “Rectify” –
Photo Credit: James Minchin
Abigail Spencer è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo seguito da 536 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma anche numerose immagini
promozionali dedicate ai suoi progetti da interprete.
Abigail Spencer ha un ex
marito
4. È
divorziata. L’attrice sposò Andrew Pruett nel 2004.
Nel 2008 la coppia diede vita al loro unico figlio. Nel febbraio
del 2012 annunciano la separazione per incompatibilità con i
rispettivi stili di vita, giungendo poi al divorzio nel 2013.
Abigail Spencer al Royal
Wedding
5. Era tra gli invitati al
matrimonio reale. Nel maggio del 2019 si svolge il
matrimonio tra il principe Harry e l’attrice statunitense Meghan
Markle. La Spencer figura tra gli invitati al matrimonio, in quanto
amica della sposa. L’abito sfoggiato quel giorno è inoltre stato
indicato come uno dei più belli visti al matrimonio.
Abigail Spencer in How I Met Your
Mother
6. Ha interpretato un
personaggio divenuto celebre. Pur comparendo soltanto in
due episodi della serie How I Met Your Mother, l’attrice è
rimasta celebre per aver interpretato una delle fiamme di Ted
Mosby, nota come Blah Blah, poiché il protagonista non riusciva a
ricordare il suo nome ma soltanto il suo essere logorroica.
Abigail Spencer in True
Detective
7. Ha interpretato un
personaggio nella seconda stagione. Nella seconda stagione
della serie antologica, l’attrice ricopre il ruolo di Gena, moglie
del personaggio di Ray, interpretato dall’attore Colin
Farrell. L’attrice ha definito il suo personaggio non
come una vittima ma come una sopravvissuta ai terribili eventi che
circondano la sua storia nella stagione.
Abigail Spencer in Suits
8. È tornata nella serie a
distanza di tempo. L’attrice ha annunciato che sarebbe
tornata a recitare in Suits dopo anni dall’ultima
apparizione. La Spencer ha così ripreso il ruolo di Scottie,
vecchia compagna di studi del protagonista Harvey, con il quale
condivide una lunga storia d’amore.
Abigail Spencer in Grey’s
Anatomy
9. Ha partecipato alla
celebre serie medical drama. L’attrice ha ricoperto il
ruolo della dottoressa Megan Hunt nella celebre serie, salvo poi
allontanarsi dalla trama centrale e ricomparire nella quindicesima
stagione della serie.
Abigail Spencer età e altezza
10. Abigail Spencer è nata a
GulfBreeze, in Florida, Stati Uniti, il
4 agosto 1981. L’attrice è alta complessivamente 168
centimetri.
Debutterà dal 19 Dicembre il
thriller Il terzo omicidio diretto dal
pluripremiato regista giapponese
Hirokazu Kore’eda.
Il terzo omicidio: trailer
La trama del film Il terzo omicidio
Shigemori, un avvocato di successo,
assume la difesa di Misumi, un uomo di mezza età accusato di aver
brutalmente ucciso e derubato il pro- prio capo. Il presunto
assassino aveva già scontato una lunga pena de- tentiva per un
duplice omicidio di cui si era macchiato 30 anni prima. Le
possibilità di Shigemori di evitare la condanna a morte per il suo
assistito sono poche, dato che l’uomo ha già ammesso chiaramente
la propria colpevolezza.
Mentre approfondisce il caso,
ascoltando le testimonianze dei cono- scenti di Misumi, dei
familiari della vittima e dello stesso indiziato, Shige- mori
inizia a dubitare che l’uomo sia davvero colpevole.
Il terzo omicidio è un
dramma processuale ricco di suspense. Da dove ha tratto
l’ispirazione?
In primo luogo, volevo
rappresentare in modo corretto il lavoro di un legale. Poi, quando
ho parlato con gli avvocati e con il supervisore le- gale di Father
and Son, tutti mi hanno detto: «La corte non è il luogo dove
stabilire la verità». Mi dissero che nessuno può conoscere la ve-
rità. Ho pensato che fosse un argomento interessante e ho sentito
di voler fare un lm di genere forense in cui la verità non viene
rivelata.
Durante la stesura della
sceneggiatura è incappato in molti passi falsi…
In passato, ho realizzato lm da una
prospettiva in cui i personaggi non venivano giudicati. In altre
parole, ho lmato senza una prospetti- va onnisciente. Tuttavia, i
lm di suspense e i drammi processuali non funzionano senza una
prospettiva di questo tipo. Nonostante questo, non ne volevo
adottare una, perciò ho lottato con questo con itto.
È nato il 6 giugno 1962 a Tokyo.
Dopo la laurea alla Waseda University nel 1987, Hirokazu
Kore’eda è entrato nella TV Man Union dove ha diretto
diversi programmi di documentari vincitori di vari premi. Nel 2014
ha lanciato la sua casa di produzione BUN-BUKU.
Del 1995 è il suo debutto come
regista di lm con Maborosi – tratto dal romanzo di Miyamoto Teru,
vincitore del Premio Osella al 52° Festival di Venezia – una storia
dalle tinte fosche e inquietanti che vedeva nel cast l’allora
emergente attore Asano Tadanobu. Segue un altro racconto dalla
cornice fantastica, After Life (1998), ambientato in una sorta di
limbo tra cielo e terra. Il lm viene distribuito in oltre 30
nazioni e porta Hirokazu Kore’eda all’attenzione
internazionale.
Nel 2001, Distance, imperniato
sull’elaborazione del lutto da parte di un gruppo di persone
divenute loro malgrado conoscenti, è stato selezionato in
competizio- ne al Festival di Cannes. Il protagonista del suo
quarto lavoro Nessuno lo sa (2004), il tredicenne Yagira Yūya, ha
raccolto grande attenzione come il più giovane attore ad aver
ricevuto il premio per la miglior interpretazione nella storia del
Festival di
Cannes. Il lm è ispirato a un fatto di cronaca (una madre che
abbandona improv- visamente i propri gli per scappare con un uomo)
che scosse il Giappone negli anni ‘90.
Hirokazu Kore’eda: tutti i suoi film
Nel 2006, Hana, un lm di samurai sul
tema della vendetta, è stato il suo primo lm in costume. Nel 2008,
Kore-eda ha presentato Still Walking; il lm, in parte autobiogra
co, vede la partecipazione della star giapponese Abe Hiroshi, con
cui formerà un sodalizio artistico, e verte su una riunione di
famiglia nella provincia giapponese. Nel 2009, con Air Doll,
presentato a Un Certain Regard al 62°
Festival di Cannes, Kore-eda opera la sua prima incursione nel
mondo dei manga trattan- do il tema della solitudine e delle
fantasie sessuali dei giapponesi. Nel 2011, con I Wish, il regista
torna a dirigere, dopo Nessuno lo sa, un gruppo di attori bambini,
questa volta con una storia più solare che ruota attorno ai fuochi
d’arti cio. Il lm ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura
al 59° Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián.
Nel 2012, ha debuttato come regista
di una serie tv in Going Home che vede ancora una volta nel cast il
dato Abe Hiroshi.
Father and Son (2013), vincitore del Premio della
Giuria al Festival di Cannes, ha ricevuto il Premio del Pubblico ai
festival di San Sebastián, Vancouver e San Paolo e ha segnato un
nuovo record di incassi, nella lmogra a del regista, in diverse
nazioni. La vicenda ruota attorno a due famiglie che vengono a
contatto quando si scopre che i rispettivi gli sono sta- ti
scambiati per errore alla nascita. Nel 2015 è nuovamente in
concorso al Festival di Cannes con Little Sister, nuovamente tratto
da un manga, che ha ricevuto vari Japan Academy Award tra cui
quello per Miglior Film e Miglior Regia, così come il
Premio del Pubblico al Festival di
San Sebastián. Nel 2016, Ritratto di famiglia con tempesta, di
nuovo con Abe Hiroshi questa volta nella parte di un detective
priva- to, ha esordito nella sezione Un Certain Regard al 69°
Festival di Cannes. Nel 2017 il regista collabora per la prima
volta col celebre attore Yakusho Kōji nel dramma processuale Il
terzo omicidio, presentato in concorso al Festival di Venezia. A
Can- nes, Kore-eda è stato insignito della Palma d’oro con il lm
Un affare di famiglia, mentre nel 2019 ha aperto il Festival di
Venezia con la sua prima co-produzione internazionale,
Le verità, girato in Francia e con un cast che vanta
Catherine De- neuve, Juliette Binoche ed Ethan Hawke. La storia
verte sul rapporto altalenante tra una madre, diva del cinema, e la
glia sceneggiatrice.
Hirokazu Kore’eda
è stato anche produttore per giovani registi giapponesi. Kakuto,
diret- to da Iseya Yūsuke, ha debuttato all’International Film
Festival Rotterdam nel 2003. Wild Berries, dello stesso anno, è
stato scritto e diretto da Nishikawa Miwa, il cui se- condo
lungometraggio, Sway, è stato mostrato alla Semaine de la critique
di Can- nes nel 2006. Il documentario Ending Note: Death Of
Japanese Salesman (2011), rmato da Sunada Mami, ha raccolto
consensi di pubblico a livello internazionale. Kore-eda Hirokazu è
stato recentemente insignito del premio Cineasta Asiatico dell’Anno
al Busan International Film Festival del 2019.
Arriverà al cinema il 30 Gennaio dal Villetta con ospiti, il
nuovo film di Ivano De Matteo con protagonisti
Marco Giallini e Michela
Cescon.
Il primo è tratto da un soggetto e
sceneggiatura di IVANO DE MATTEO e VALENTINA FERLAN ed è prodotto
da MARCO POCCIONI, MARCO VALSANIA, una coproduzione italo-francese
RODEO DRIVE con RAI CINEMA e
LES FILMS D’ICI, ed è distribuzione da
ACADEMY TWO
Nel cast oltre ai due citati ci
sono anche MASSIMILIANO GALLO, ERICA BLANC, CRISTINA FLUTUR,
MONICA BILLIANI, TIBERIU DOBRICA e con BEBO STORTI e con
la partecipazione di VINICIO MARCHIONI.t
Di giorno le nostre signore e i
loro mariti ostentano pubblica virtù ai tavolini dei caffè. Poi, di
notte, la commedia scivola nel noir ed esplode il lato oscuro della
provincia in un susseguirsi di meschinità e violenze.
La trama del film Villetta con ospiti
Ventiquattr’ore per raccontare una
splendida famiglia borghese e una ricca cittadina del nord
Italia. Di giorno le nostre signore e i loro mariti ostentano
pubblica virtù ai tavolini dei caffè. Poi, di notte, la commedia
scivola nel noir ed esplode il lato oscuro della provincia in un
susseguirsi di meschinità e violenze.
I sette vizi capitali incarnati dai
sette protagonisti si palesano ai nostri occhi quasi con innocenza.
Nessuno è accusabile di nulla anche se, tutti insieme, si
macchieranno del peggiore dei peccati.
Danny Aiello, che ha recitato ne
Il Padrino – Parte II, Stregata dalla
Luna e soprattutto Fa’ la cosa giusta, si è spento all’età di 86
anni giovedì in una struttura medica del New Jersey a seguito di
una malattia improvvisa.
La sua morte è stata confermata dal
portavoce Tracey Miller, che ha rilasciato questa dichiarazione:
“È con profondo dolore che riferiamo che Danny Aiello, amato
marito, padre, nonno, attore e musicista, è morto ieri sera dopo
una breve malattia. La famiglia chiede privacy in questo momento.
Gli accordi di servizio saranno annunciati in un secondo
momento.”
La svolta cinematografica di Aiello
arrivò nel 1973 con un ruolo secondario nel film drammatico sul
baseball Bang the Drum Slowly, con
Robert De Niro. Un ruolo importante arrivò l’anno
seguente quando interpretò il mafioso Tony Rosato nel film premio
Oscar Il Padrino – Parte II.
Oltre a ben quattro film con Woody
Allen, Danny Aiello è ricordato per C’era una volta in America
(1984), Harlem Nights (1989), Hudson Hawk (1991), Ruby (1992),
Léon: The Professional (1994), 2 Days in the Valley (1996), Lucky
Number Slevin (2006).
La sua interpretazione del testardo
Sal in Fa’ la cosa giusta di Spike Lee ha riscosso un successo
ancora maggiore, ottenendo nomination per un Golden Globe e un
Oscar.
Ecco il trailer italiano di
Sorry We Missed You, il nuovo film di
Ken Loach presentato al Festival di Cannes 2019 e
in arrivo in Italia il prossimo 2 gennaio distribuito da Lucky
Red.
In merito a come è nata l’idea di un
film come Sorry We Missed You, il regista ha rivelato:
Quando abbiamo finito Io, Daniel Blake, ho pensato “Chissà,
forse questo è il mio ultimo film”. Ma quando eravamo andati ai
banchi alimentari per svolgere le nostre ricerche per quel film, ci
eravamo resi conto che molte delle persone che li frequentavano
avevano un impiego, part time o con contratti a zero ore. È un
nuovo tipo di sfruttamento.
La cosiddetta gig economy (il
modello economico basato sul lavoro accessorio), i lavoratori
autonomi o a chiamata dalle agenzie, la precarietà dell’impiego,
sono temi che hanno continuato a caratterizzare le ininterrotte
conversazioni quotidiane tra Paul [Laverty] e me. E pian piano è
emersa l’idea che forse valeva la pena di fare un altro film, non
esattamente complementare a Io, Daniel Blake , ma comunque legato
al primo.”
Sorry we missed you: trama
Newcastle. Ricky e la sua famiglia
combattono contro i debiti dopo il crack finanziario del 2008. Una
nuova opportunità? appare all’orizzonte grazie a un furgone nuovo
che offre a Ricky la possibilità? di lavorare come corriere per una
ditta in franchise. Si tratta di un lavoro duro, ma quello della
moglie come badante non e? da meno. L’unita? familiare e? forte ma
quando entrambi prendono strade diverse tutto sembra andare verso
un inevitabile punto di rottura.
A giudicare da alcuni titoli che
arriveranno in sala e sul piccolo schermo (o che abbiamo già visto
di recente), Hollywood sembra ossessionata dall’anno del Signore
1984. Basti pensare a Wonder Woman
1984, oppure ad American Horror Story
1984, che non solo sono ambientati in quell’anno ma
lo portano scritto anche nel titolo, a mo di dichiarazione
d’amore.
Ma cosa ha in particolare questo
anno? Insieme a WW84 e AHS 1984, altri film e serie TV recenti
ambientate nel 1984 includono Black Mirror:
Bandersnatch, il film biografico su Gary Hart del
regista Jason Reitman,The Front
Runner, la stagione 2 di Stranger
Things e la stagione 5 di The
Americans. Parti di Bohemian
Rhapsody, Motley di
Netflix Anche il film biografico di The
Dirt, Terminator:
Genisys e Cobra Kai
sono ambientati nel 1984.
Infatti, Terminator:
Genisys ricrea scene dell’originale The
Terminator di James Cameron, uscito
nel 1984, mentre Cobra Kai è un sequel
diretto di The Karate Kid del 1984 , con
Johnny Lawrence (William Zabka) che raccontava
anche gli eventi del film dal suo punto di vista, dipingendo Daniel
LaRusso (Ralph Macchio) come il vero cattivo.
Uno dei motivi principali che legano
Hollywood agli anni ’80 in generale è la nostalgia. Ma questo
potrebbe valere per l’intero decennio, mentre qui si parla di un
anno in particolare!
Mentre il 1984 sembra un “periodo
più semplice” rispetto al 2019, un anno a cui si guarda appunto con
nostalgia e con una semplicità romantica, si è trattato di un anno
molto tumultuoso. A causa della guerra fredda, l’Unione Sovietica
ha boicottato le Olimpiadi estive del 1984 tenutesi a Los Angeles.
Il 1984 ha visto una controversa elezione presidenziale in cui
Ronald Reagan ha vinto un secondo mandato su Walter Mondale, il
virus dell’AIDS è stato scoperto e reso pubblico, il primo ministro
indiano Indira Gandhi è stato assassinato e la minaccia della
guerra nucleare è caduta sul mondo. Il 1984 non ha avverato
l’oscura profezia che George Orwell aveva fatto nel suo romanzo
(1984, appunto), ma quell’anno è stato un periodo spaventoso, a
modo suo, e molti film e serie TV ambientati nel 1984 riflettono
sicuramente quella sensazione di terrore e disagio.
1984 – l’ossessione di Hollywood
Eppure, il 1984 è stato anche un
anno significativo per la cultura pop che ha creato molti
franchising duraturi. Ghostbusters,Gremlins e The
Terminator sono stati proiettati per la prima volta
quell’anno e continuano a lasciare il segno una generazione dopo;
Ghostbusters:
Legacy di Jason Reitman
promette di essere la vera continuazione del franchise mentre
James Cameron stesso è tornato finalmente a
produrre un sequel di The Terminator,
Terminator:
Destino Oscuro, diretto da Tim
Miller.
I giocattoli di Transformers e
l’annesso cartone animato sono arrivati nel 1984, Hulk
Hogan (che presto sarà interpretato da Chris Hemsworth in un film
biografico) è diventato campione della WWE e ha contribuito a
cambiare per sempre il wrestling professionale, Bruce
Springsteen ha pubblicato il suo iconico album Born In
The USA e Apple ha presentato in anteprima il famigerato spot
ispirato a George Orwell che annunciava il personal computer
Macintosh.
Il 1984 è un periodo molto
antecedente allo sviluppo di internet e dei social media, in cui
nessuno aveva uno smartphone e le persone non erano costantemente
connesse, il che offre maggiori opportunità ai cineasti di oggi che
ambientano le loro storie in quel periodo di incorporare mistero e
tensione nella loro narrazione. La tecnologia del 1984 era
lungimirante ma ancora primitiva per gli standard odierni, e la
fantascienza si appoggiava ancora più sulla “finzione” che sulla
“scienza”.
E, grazie in gran parte al romanzo
di Orwell, il 1984 porta con sé un’aura minacciosa
che lo separa dagli altri anni del decennio. In realtà, il 1984 è
un terreno fertile per film e serie TV avvincenti per tutti, e
Hollywood sta raccogliendo con intelligenza i benefici di quel
fatidico anno.
Continuano a fioccare concept art
relative ad Avengers: Endgame in cui
scopriamo il processo creativo dietro ad alcune scelte estetiche
del film. Soprattutto, scopriamo come i filmmaker sono arrivati a
raggiungere i risultati che abbiamo visto sul grande schermo in
merito ad armature, pettinature e scenografie.
In particolare ecco di seguito
quattro serie di concept art che ci mostrano la messa a punto del
look di Rescue, alias Pepper Potts con indosso l’armatura ideata da
Tony Stark per difenderla, l’aspetto di Ronin, il nuovo alter ego
vendicativo di Clint Barton, i diversi modelli di tute per il
viaggio nel tempo e infine la scelta del costume e del look per
Vedova Nera:
La storia del DCEU
è stata parecchio travagliata: non soltanto ha dovuto fare i conti
con l’eredità lasciata da Christopher Nolan e dalla sua
trilogia de Il Cavaliere Oscuro, ma anche e soprattutto
con i maggiori consensi che è riuscito a raccogliere – soprattutto
in termini di incasso – l’Universo Cinematografico Marvel.
Fortunatamente, dall’uscita di
cinecomic come Aquaman, Shazam! e
soprattutto Joker, sembra che
il DCEU si stia lentamente avviando verso una nuova e gloriosa
fase. Ciononostante, i titoli dell’Universo DC contengono errori
non soltanto a livello di storia e di tono, ma anche a livello di
continuity.
Abbiamo raccolto di seguito 10
errori di continuity nel DCEU che forse non avete mai notato:
Il mistero dell’autobus 6370
L’Uomo d’Acciaio ha portato sullo
schermo una nuova incarnazione dell’amatissimo eroe kryptoniano.
Superman si è ritrovato al
centro di un film alimentato da profonde questioni; un film che ha
abbracciato un tono più oscuro e che alla fine è emerso come una
pellicola decisamente più matura rispetto ai film del passato.
Zack Snyder è riuscito a regalare al
pubblico un film di Superman molto diverso dal solito, ma è
innegabile che al suo interno ci siano presenti alcuni errori
abbastanza palesi. Ad esempio, durante la battaglia di Metropolis,
un autobus targato 6370 viene distrutto; più tardi, quello stesso
autobus riapparirà in un parcheggio.
La ferita di Zod
Una delle sequenze memorabili de
L’Uomo d’Acciaio doveva essere la sequenza di apertura su
Krypton, ma così non è stato! Durante il combattimento tra Jor-El e
il generale Zod, quest’ultimo subisce un colpo che gli provoca una
ferita sul volto; nelle scene successive, a causa di un lavoro di
montaggio non particolarmente accurato, la ferita tenderà ad
apparire e scomparire.
Problemi di archiviazione
Dire che Batman v Superman: Dawn of
Justice abbia letteralmente diviso il pubblico è un mero
eufemismo. Le scelte creative, insieme al risultato finale, hanno
provocato disappunto tra i fan, nonostante ci sia una grossa fetta
di pubblico innamorata della visione dell’universo creato da Zack
Snyder.
In una scena del film vediamo Diana
ricevere una email da Bruce Wayne in cui l’uomo la mette al
corrente che è venuto a conoscenza del mondo dei Metaumani. Nella
scena, la dimensione totale dell’allegato e-mail è di 24 MB;
tuttavia, quando l’allegato si apre, la dimensione totale di ogni
singolo file contenuto al suo interno è pari a 800 MB… di gran
lunga maggiore!
Il barattolo magico
Il rapporto tra la Senatrice Finch e
Lex Luthor è uno dei più strani all’interno del DCEU. Ogni volta
che li abbiamo visti insieme, c’era sempre una strana tensione, con
il pubblico che spesso si è sentito a disagio.
Ecco perché anche la morte della
Senatrice Finch doveva apparire agli occhi dello spettatore come
altrettanto strana: prima che un’esplosione la uccidesse, le venne
consegnato un bicchiere contenente dell’urina con sopra scritto
“Tea alla Pesca della Nonna”. Stranamente, il barattolo appare
sigillato da un coperchio in alcuni frangenti, mentre in altri è
“magicamente” assente.
Alterare la storia
Batman v Superman e
Wonder Woman sono collegati tra loro grazie alla foto
scattata a Diana e al suo esercito durante la Prima Guerra
Mondiale. Chi avrebbe mai immaginato che questa foto avrebbe
scatenato una delle più grandi critiche che siano mai state rivolte
al DCEU?
Purtroppo, la foto presenta un
grande errore di continuity. Nell’immagine, infatti, Diana ha una
tracolla per il suo lazo posta sul lato destro; quando la foto
viene effettivamente scattata, però, appare sul suo lato
sinistro.
Una questione di unghie
Con la sua Harley Quinn, Margot
Robbie ha finalmente portato sul grande schermo uno dei personaggi
più amati dell’universo di Batman. Dopo anni di racconti a fumetti,
è arrivata al cinema un’iterazione in carne ed ossa della
Mattacchiona che i fan hanno letteralmente adorato: non a caso, la
performance della Robbie in Suicide Squad è stato uno degli elementi
più apprezzati del film di David Ayer.
Sfortunatamente, anche in merito ad
Harley Quinn sono stati commessi alcuni errori di continuity, che
riguardano il costume e il trucco. Ad esempio, nella scena del film
in cui la supercriminale controlla il telefono, vediamo che
un’unghia è dipinta, mentre nella sequenza immediatamente
successiva non lo è.
Il nome misterioso
Un altro personaggio molto amato di
Suicide Squad è stato sicuramente quello di Amanda Waller,
interpretato da Viola Davis, nonostante non si tratti di un
supereroe o di un membro del gruppo di mercenari.
Nella scena in cui la Waller si
trova a cena con i consiglieri militare per decidere chi saranno i
membri della Squadra Suicida, uno dei militari seduti al tavolo
viene identificato come Ammiraglio MacKensie. Nei titoli di cosa
però, il nome dell’attore che interpreta il personaggio è stato
sostituito con quello di qualcuno di nome “Olsen”…
Errori legati alla slow-motion
Justice League è quel film che molti fan
hanno addirittura paura di menzionare. La controversa relazione
nata tra Zack Snyder e la Warner Bros., e tra lo stesso regista e i
fan, è stata al centro di un enorme dibattito, attivo ancora oggi a
causa della “Snyder-Cut”, ossia la versione del film com’era stato
inizialmente concepito dal regista.
Era inevitabile che tutti i problemi
legati alla produzione e alla post-produzione del film avrebbero
avuto un’effetto devastante sul prodotto finale. In una scena,
infatti, The
Flash utilizza i suoi poteri per salvare tutti: la scena in
questione è stata realizzata in slow-motion. Prima di quella scena,
Wonder Woman aveva cercato di raccogliere con la mano sinistra la
sua spada; quando The Flash entra in azione e si avvicina per
toccarne la punta con un dito, vediamo che Diana la brandisce con
la mano destra.
Tutta colpa dell’oro
Per molti fan Aquaman ha
rappresentato un vero e proprio riavvio del DCEU, nonostante anche
Wonder Woman avesse raccolto numerosi consensi,
soprattutto tra i fan. Cionostante, anche il cinecomic di James Wan
presenti un errore di continuity: in una scena, un soldato paga
Black Manta per il suo lavoro, lanciandogli una borsa d’oro; quando
vediamo Black Manta nel frame successivo, l’oro è stato già
posizionato alle sue spalle.
Lo zaino funzionale
Shazam! è uno dei film di
supereroi più divertenti di sempre. L’energia del protagonista, i
colori vivaci e lo stile tipicamente anni ’80 hanno fatto sì che il
film con Zachary Levi conquistasse il cuore dei fan. Purtroppo,
però, neanche questo titolo è privo di errori di continuity: quando
Billy si trasforma nel suo alter ego adulto, strappa
accidentalmente lo zaino: più avanti, però, ritroviamo lo stesso
zaino che non sembra aver subito alcun danno.
È stato un momento rapidissimo nel
corso della battaglia conclusiva di Avengers: Endgame, eppure
quello in cui la A-Force si schiera contro le
truppe di Thanos e va all’attacco è stata una delle scene più
applaudite del film dei Fratelli Russo.
La squadra di eroine Marvel si unisce intorno a
Captain Marvel, giunta in soccorso di
Spider-Man che stringe il Guanto
dell’Infinito. La scena in questione ha dato adito a molte
speculazioni in merito all’eventualità che la Marvel stia
sviluppando un film sulla squadra al femminile, ipotesi corroborata
da molte delle attrici coinvolte nella scena.
Ecco di seguito il concept
spettacolare di Andy Park che ha messo al centro
dell’azione Captain Marvel, circondandola con le
altre eroine, da sinistra verso destra: Nebula, Valchiria, Gamora,
Wasp, Nakia, Scarlet Witch, Mantis, Rescue, Shuri e Okoye.
Ricordiamo che Avengers:
Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno,
nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con
l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno
chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a
termine un esperimento produttivo senza pari.
Per quanto riguarda invece il
tenerissimo personaggio del mondo di Star
Wars, sappiamo senza dubbio che è un ottimo
espediente per Lucasfilm e Disney per vendere milioni di
pupazzetti, soprattutto nel periodo che precede il Natale. Inoltre,
il personaggio gioca molto con la malinconia e soprattutto con il
desiderio dei fan, delusi dagli ultimi film della saga, di
riappropriarsi dei propri eroi e personaggi che hanno costruito la
nostra memoria collettiva.
Poco prima dell’arrivo di The
Irishman su Netflix, Martin Scorsese aveva rilasciato un’intervista
al noto giornalista americano Peter Travers durante il quale aveva
affrontato una questione particolare spinosa: è possibile fruire
della visione di un prodotto audiovisivo attraverso lo schermo di
uno smartphone?
All’epoca dell’intervista, Scorsese
aveva dichiarato: “Non ci ho mai pensato. Negli ultimi 20 anni
ho fatto film sia per la televisione che per il cinema, in termini
di dimensioni dello schermo, intendo… ma mai per il telefono. Non
saprei neanche come fare. Mi piacerebbe, ma non so come si fa. È
una cosa che non capisco. Sono consapevole che ci sono film
concepiti anche per quel tipo di dispositivo, ma mi sento di
suggerire, se qualcuno dovesse avere voglia di guardare un mio film
o il film di qualsiasi altro regista, di non guardarlo su un
telefonino. Guardatelo su un iPad… un iPad grande,
almeno!”.
Le dichiarazioni di Martin Scorsese sono balzate nuovamente
all’attenzione negli ultimi giorni, quando Ryan
Reynolds – in occasione della promozione di 6
Underground, il nuovo film di Michael
Bay disponibile sempre su Netflix da oggi – ha avuto modo
di commentarle alle pagine di Variety. La star di
Deadpool avrebbe dichiarato:
“Dovresti poter guardare quel che c***o ti pare su qualsiasi
c***o di dispositivo che ti pare. È così che vanne le
cose”.
A quanto pare, però, le parole
dell’attore sono state totalmente fraintese! È stato infatti lo
stesso Reynolds a riprendere l’articolo di Variety sul proprio
profilo Twitter e a
specificare – sempre con la tradizionale ironia che lo
contraddistingue – che le sue dichiarazioni non erano nella maniera
più assoluta una risposta a quelle di Scorsese: “Più che altro
stavo parlando delle preferenze del pubblico”, ha scritto
Ryan Reynolds su Twitter. “Non volevo mancare
di rispetto a Martin Scorsese, Variety! Ma sono comunque emozionato
per quella che credo sarà l’unica volta che il mio nome e quello di
Scorsese appariranno insieme sui titoli dei giornali.”
I was responding more about audience
preference than dropping a Martin Scorsese diss track @Variety. But
excited for literally the only time Scorsese and me will appear in
a headline together…
Venticinque anni fa, il 6 Dicembre
del 1994, Gian Maria Volonté finiva l’esperienza
terrena nella città di Florina, in Grecia, mentre si trovava sul
set del film “Lo sguardo di Ulisse” di Theo
Angelopoulos. Il suo funerale si svolge a Velletri, dove
risiedeva; le sue spoglie riposano, come da sua volontà, sotto un
albero nel piccolo cimitero de La Maddalena, in Sardegna. Venerdì
13 Dicembre, per rendere il doveroso omaggio all’immenso patrimonio
artistico e d’impegno civile che è nostro compito custodire e
vitalizzare, nello spazio culturale Brancaleone torna
l’appuntamento romano di “Io sto con Volonté” rassegna itinerante
nata nel 2008 e dedicata all’attore.
Per questa edizione 2019 è stata
scelta la location del Brancaleone nel quartiere Tufello, sito in
un municipio che da qualche tempo è protagonista di una nuova
sferzata culturale grazie all’impegno costruito da esperienze nate
basso come Grandecomeunacittà, Astracult e divenute punto di
riferimento e di fruizione culturale di un’intera comunità. Sarà un
momento di aggregazione popolare per celebrare il più grande attore
italiano per quanto donato alla collettività, un appuntamento di
riattivazione della memoria, ringraziandolo per aver messo il suo
straordinario talento d’attore al servizio dell’impegno civile, con
la caparbietà e un’attitudine alla verità della narrazione che gli
ha permesso insieme a Petri, Montaldo ecc. di essere elemento di
spicco della rivoluzione culturale degli anni Settanta; ciò in un
paese che con l’affievolirsi delle avanguardie di lotta non ha
esitato a presentargli il conto, spingendolo dagli anni ‘80 a
cercare lavoro all’estero. Ancora oggi i suoi personaggi sono
attuali e utili per decifrare l’anima di una collettività nel pieno
di una crisi sociale e di una perdita di memoria.
Questo 2019, in cui ricorre il
venticinquesimo anniversario della scomparsa di Volonté, è un solco
importante nel nostro paese: quest’anno, infatti, sono passati
cinquant’anni dalla strage di Piazza Fontana e dall’omicidio
dell’anarchico Pinelli, particolare sincronismo rammentato in “Tre
ipotesi sulla morte dell’anarchico Pinelli”, unico documento
cinematografico esistente che ripercorre con esatta verità la
storia dell’omicidio del Pinelli, avvenuto il 16 dicembre 1969
nella questura di Milano.
Venerdì 13 dicembre il pubblico sarà
accolto dalla mostra fotografica “Gian Maria Volonté, il personale
e il politico” a cura di Marco Geppetti che,
insieme alla MGMC, gestisce l’archivio dello storico fotografo
Marcello Geppetti. A seguire la presentazione libro di
Giovanni Savastano “Gian Maria Volonté, Recito
Dunquesono”
Seguirà la proiezione in Anteprima
Nazionale del cortometraggio indipendente dedicato a Volonté
intitolato “I Giochi” testo di Christian Raimo, idea scenica e
interpretazione di Alessandra Magrini, regia e montaggio video di
Valentina D’amore e Stefano Torreggiani, produzione LabTv.
A seguire incontro partecipato con:
Antonio Medici, coordinatore della scuola “Gian
Maria Volonté”, saggista e direttore del premio Zavattini;
Christian Raimo, scrittore e ideatore del fenomeno
culturale “Grandecomeunacittà”; Federico Fiume, attore bambino nel
film di Elio Petri “La classe operaia va in paradiso”;
Giovanni Savastano, autore del libro “Gian Maria
Volonté, recito dunque sono”; Artisti 7607 realtà
di fondamentale importanza per i diritti degli artisti;
Astracult. Nel corso della serata saranno
proiettate alcune delle esperienze cinematografiche indipendenti
del nostro cinema, da cui è possibile intuire le radici del
pensiero e l’origine dell’impegno politico da cui scaturisce il
grande cinema politico degli anni 70. “Tre ipotesi sulla morte
dell’anarchico Pinelli” è uno short-film del 1970 diretto da Elio
Petri e Nelo Risi, prodotto da Silvio Clementelli.. L’appuntamento
proseguirà dando spazio alle giovani generazioni di cineasti che
“sotto il segno di Volonté” portano avanti il difficile percorso
dell’arte indipendente. Per l’occasione sarà proiettato il promo,
in anteprima nazionale, di “12/12 Piazza Fontana” (2019) di
Matteo Bennatie Maurizio
Scarcella, e “Dimenticata Militanza” Premio
Zavattini 2016 di Patrizio Partino. A
seguire andrà in scena il reading musicale “Io sto con Volonté”,
scritto e interpretato da Alessandra Magrini con
Antonio Carboni alla chitarra.
Programma:
* ore 18:00 mostra fotografica “Gian Maria Volonté, il personale
e il politico” a cura di Marco Geppetti che, insieme alla MGMC
(Marcello Geppetti Media Company – Lens Forward), gestisce
l’archivio dello storico fotografo Marcello Geppetti, uno dei
maggiori fotografi del ‘900.
* ore 19:00 presentazione libro di Giovanni Savastano “Gian
Maria Volonté, Recito Dunque sono”
* ore 20:30 proiezione di “Dimenticata Militanza” di Patrizio
Partino (2016, 15’), Premio Zavattini – 2016
* ore 21:00 incontro con:
· Antonio Medici, saggista e direttore del premio Zavattini;
· Christian Raimo, scrittore, assessore alla cultura del Municipio
III e attivista di Grande come una città;
· Artisti 7607, Federico Fiume (attore bambino nel film di Elio
Petri: “La classe operaia va in paradiso”), Alessandra
Magrini attrice, curatrice di “Io sto conVolonté”
· Giovanni Savastano, autore del libro “Gian MariaVolonté, recito
dunque sono”;
· Matteo Bennati e Maurizio Scarcella registi di “12/12 – Piazza
Fontana”;
· Patrizio Partino regista di “Dimenticata Militanza”
· Astracult
* ore 22:30 Christian Raimo introduce “Tre ipotesi sulla morte
dell’anarchico Pinelli”, unoshort-film del 1970 diretto da Elio
Petri e Nelo Risi, prodotto da Silvio Clementelli.
* ore 23:00 proiezione di “12/12 Piazza Fontana” (2019) di
Matteo Bennati e Maurizio Scarcella, e “Dimenticata Militanza”
Premio Zavattini 2016 di Patrizio Partino.
Reading musicale “Io sto con Volonté”, scritto e interpretato da
Alessandra Magrini con Antonio Carboni alla chitarra , con la
partecipazione di Federico Fiume.
Adesso abbiamo la possibilità di
sbirciare una pagina dello script del film che invece ci mostra che
nel film era previsto un cameo di Dormammu, il villain di
Doctor Strange che, nella sua prima
apparizione nel 2016 non era stato troppo amato dai fan.
Nello script si legge che l’Antico
del 2012, in Endgame, avrebbe dovuto mostrare a Hulk un futuro
possibile attraverso lo spostamento della Gemma del Tempo. Questo
futuro possibile avrebbe dovuto mostrare Dormammu e avrebbe anche
potuto aiutare a mostrare tutte le ramificazioni degli spostamenti
delle Gemme nel corso della storia.
Sicuramente, nonostante il risultato
generale eccellente, c’è qualcosa in più che si può fare con i
villain del MCU, qualcosa che potrebbe portare
alla luce, sul grande schermo, altre figure del calibro di Loki
oppure, ovviamente, dello stesso Thanos.
Ecco lo script!
Ricordiamo che Avengers:
Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno,
nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con
l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno
chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a
termine un esperimento produttivo senza pari.
Per quanto riguarda invece il
tenerissimo personaggio del mondo di Star
Wars, sappiamo senza dubbio che è un ottimo
espediente per Lucasfilm e Disney per vendere milioni di
pupazzetti, soprattutto nel periodo che precede il Natale. Inoltre,
il personaggio gioca molto con la malinconia e soprattutto con il
desiderio dei fan, delusi dagli ultimi film della saga, di
riappropriarsi dei propri eroi e personaggi che hanno costruito la
nostra memoria collettiva.
A quanto pare, George
Lucas avrebbe tagliato il miglior duello con le spade
laser mai visto all’interno della saga di Star
Wars da Episodio III – La Vendetta dei
Sith.
A sganciare la bomba è stato
Nick Gillar – coordinare degli stunt e delle
coreografie dei combattimenti della trilogia prequel di
Star Wars – in una recente intervista con
Entertainment
Weekly.
Gillar ha parlato dei migliori
scontri presenti all’interno dei tre film della trilogia diretta da
George Lucas: ad un certo punto, lo stunt-man ha
rivelato di nutrire un po’ di risentimento nei confronti di una
battaglia con le spade laser tagliata dal montaggio finale di
Episodio III che, a suo dire, sarebbe
stata in assoluto la più epica della saga.
Secondo quanto rivelato da Gillar,
nel film avremmo dovuto assistere ad un combattimento
particolarmente complesso tra Obi-Wan Kenobi e le guardie del
Generale Grievous. Gillar ricorda che Ewan
Mcgregor si allenò tantissimo per riuscire ad imparare la
difficile coreografia, dal momento che nella scena in questione
doveva essere da solo ad affrontare le guardie.
Gillar ha spiegato che quando arrivò
il momento di girare la scena, George Lucas si
rese conto di essere fortemente in ritardo sulla tabella di marcia:
così, visto che lo scontro non era davvero importante ai fini della
trama, il regista decise di tagliarlo.
La soluzione finale, come ricordato
anche da Gillar, fu quella di far usare la Forza a Obi-Wan,
mettendo fuori gioco le guardie attraverso un container che veniva
sganciato su di loro: “Era lo scontro più complicato su cui
avessimo mai lavorato”, ha spiegato Nick
Gillar. “George mi disse: ‘Mi dispiace, farò
schiacciare le guardie da un container’.”
In attesa delle prime immagini
ufficiali di Tenet, Aaron
Taylor-Johnson – tra i membri del cast del film – ha
parlato dell’attesissima ultima fatica cinematografica di
Christopher Nolan in una recente
intervista con Collider.
Ovviamente, la star di
Godzilla e Animali Notturni non ha potuto rivelare
alcun dettaglio in merito alla trama di Tenet,
limitandosi a raccontare il lavoro sul set e spiegando che
Christopher Nolan sta letteralmente allargando gli
orizzonti del cinema con il suo lavoro:
“Amo i film di Christopher
Nolan”, ha spiegato Aaron Taylor-Johnson.
“Quando c’è stata l’opportunità di ottenere una parte nel film,
sono stato il primo ad alzare la mano e a dire ‘Fatemi provare!’.
Mi sento veramente fortunato a far parte del cast di Tenet. John
David Washington (il protagonista del film, NdR) è un
attore incredibile, fenomenale… un ragazzo meraviglioso e genuino.
Diventerà una star! Robert Pattinson (altro co-protagonista
del film, NdR) è grandioso, brillante. Ho amato lavorare con
lui”.
“Per quanto riguarda
Nolan”, continua Taylor-Johnson “lavorare con lui
significa lavorare con una leggenda. Significa avere la possibilità
di osservare come funziona la sua mente, che tipo di regista è. Il
modo in cui lavora è semplicemente straordinario. È uno che non si
risparmia mai e con Tenet sta certamente provando a spingere il
cinema oltre i suoi confini. Lo fa ricorrendo a concetti elevati e
fantascientifici. Il lato cinematografico del suo lavoro rimane
qualcosa di davvero straordinario da guardare. È stato un vero
onore, oltre che un piacere, essere al suo cospetto e lavorare in
questo film. Non posso dire di più!”
Il film, il primo lungometraggio di
Nolan dal 2017, anno di Dunkirk,
viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo
dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la
sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono
ora in corso.
Per questa volta, la colonna sonora
del film di Christopher Nolan sarà composta da Ludwig
Göransson, vincitore del premio Oscar per la colonna
sonora di Black Panther.
Tenet,
una produzione Warner Bros. Pictures, per la
regia di Christopher Nolan, è un film epico
d’azione che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.
Nolan dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà
realizzato con un mix di IMAX e pellicola
in 70mm. Il cast internazionale
coinvolto è formato da John David
Washington al fianco di Robert
Pattinson, Elizabeth
Debicki, Dimple Kapadia, Aaron
Taylor-Johnson, Clémence Poésy,
con Michael
Caine e Kenneth Branagh.
Tenet
è prodotto da Christopher
Nolan ed Emma Thomas,
con Thomas Hayslip in veste di
produttore esecutivo. Il team creativo di Nolan che ha lavorato
dietro le quinte include il direttore della
fotografia Hoyte van Hoytema, lo
scenografo Nathan Crowley, la
montatrice Jennifer Lame, il
costumista Jeffrey Kurland e il
supervisore degli effetti visivi Andrew
Jackson. Musiche ad opera del
compositore Ludwig Göransson. Warner Bros.
Pictures distribuirà Tenet in tutto il
mondo.
Dopo aver abbandonato l’universo di
Star
Wars – il duo artistico avrebbero dovuto sviluppare
una nuova trilogia -, David Benioff e D.B.
Weiss, creatori di Game of
Thrones, hanno finalmente trovato il loro prossimo
progetto cinematografico.
Stando a quanto riportato da
Deadline, infatti,
David Benioff e D.B. Weiss si
occuperanno della realizzazione di un thriller/horror ancora senza
titolo basato su Lovecraft, graphic novel di
Hans Rodionoff. Il film sarà sceneggiato da Phil
Hay (Destroyer) e Matt Manfredi (Ride Along 2).
I dettagli sulla trama non sono
stati ancora svelati, ma stando alle prime indiscrezioni la storia
ruoterà attorno ad una serie di interrogativi come “Cosa
accadrebbe se H.P. Lovecraft avesse raccontato la verità durante
tutti i suoi anni di attività? E se tutti i mostri partoriti dalla
sua mente fossero reali?”. Il film sarà ambientato nel 1920 ed
ingloberà al suo interno anche il mito di Cthulhu, creatura
immaginaria ideata proprio dallo scrittore statunitense.
Pare che Benioff e Weiss fossero in
trattative con la Warner Bros. per sviluppare il progetto da
diversi anni, ma gli impegni con Game of
Thrones non li hanno mai permesso di iniziare
ufficialmente a lavorare sul progetto. Tra i produttori esecutivi
figura anche Karyn Kusama, regista di AEon
Flux e Destroyer.
L’attrice Florence
Pugh, che nell’attesissimo Black
Widow interpreterà Yelena Belova,
non diventerà la nuova Vedova Nera nel MCU.
Nei fumetti, il personaggio di
Yelena ha seguito lo stesso programma di addestramento di Natasha
Romanoff. All’inizio, Yelena è stata la concorrente diretta di
Natasha, avendo ottenuto risultati migliori nel programma della Red
Room e prendendo il suo posto quando Natasha decise di lasciare
l’organizzazione; più tardi, quando Natasha morì, Yelena assunse
ufficialmente l’identità di Vedova Nera.
Dopo l’uscita del primo trailer di
Black Widow, molti fan hanno iniziato a
speculare sul fatto che il personaggio di Yelena interpretato dalla
Pugh potesse diventare la nuova spia dopo la tragica morte di
Natasha in Avengers: Endgame.
Ebbene, in una recente intervista
con UPROXX, è stata la
stessa Florence Pugh ad affrontare la questione.
All’attrice è stato infatti chiesto se Black
Widow servirà per passare il titolo di Vedova Nera da
Natasha a Yelena. Questa la risposta dell’attrice:
“No. In realtà già da quando
stavamo girando il film, non c’era niente di tutto ciò in
programma. Quando stavamo girando non mi è sembrato assolutamente
che fosse un film basato su un passaggio di testimone.”
L’attrice – che vedremo
prossimamente anche in Piccole
Donne – ha poi dichiarato che spera che il film
renderà giustizia alla storia di Natasha, essendo consapevole che i
fan dell’assassina biopotenziata hanno atteso per tantissimi anni
un film interamente dedicato al personaggio.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel,
mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi
da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Un enorme spoiler sulla trama di
Star
Wars – L’Ascesa di Skywalker è stato rivelato
grazie ad una nuova clip tratta dal film di J.J.
Abrams. La clip ha come protagonista il personaggio di
Kylo Ren interpretato da Adam
Driver.
ATTENZIONE: SEGUONO
SPOILER!
L’ultima clip di Star
Wars – L’Ascesa di Skywalker ci mostra Kylo Ren che
arriva su un oscuro pianeta che sembra ospitare il nascondiglio
dell’Imperatore Palpatine. Ben Solo brandise la spada laser e Darth
Sidious rivela al ragazzo di essere l’artefice dietro le voci nella
sua testa che lo hanno sempre tormentato, mentre lo sentiamo
assumere prima l’identità del Leader Supremo Snoke e poi quella di
Darth Vader.
Ciò conferma che il Leader Supremo
Snoke non era altri che Palpatine e che la forza oscura generata
dall’elmo distrutto di Darth Vader ne Il Risveglio della
Forza non era Anakin Skywalker ma bensì il malvagio Sith che
anni prima aveva portato il nonno di Kylo al Lato Oscuro della
Forza.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il
Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”