Con il biopic su Elvis
Presley attualmente in fase di pre-produzione,
Baz Luhrmann ha nel frattempo già trovato il suo
prossimo progetto cinematografico: si tratta dell’adattamento del
romanzo The Master and
Margarita, fantasy con venature
soprannaturali dello scrittore e drammaturgo russo Michail
Bulgakov.
Il romanzo originale, edito in
Italia col titolo “Il maestro la Margherita”, si contraddistingue
per lo spiccato contenuto satirico e racconta delle persecuzioni
politiche inflitte a uno scrittore e drammaturgo definito il
“Maestro” e al suo amore Margherita Nikolaevna da parte delle
autorità sovietiche degli anni ’30. È stato pubblicato per la prima
volta tra il 1966 e il 1967.
A proposito del progetto,
Baz Luhrmann ha dichiarato: “Sento
un’incredibile connessione con la storia raccontata in The Master
and Margarita. A lungo ho cercato di ottenere i diritti su questo
romanzo straordinario. Sono eccitato all’idea di avere finalmente
l’opportunità di realizzare un mio adattamento di quest’opera
rivoluzionaria.”. Luhrmann svilupperà il progetto insieme alla
sua società, la Baz & Co.
In attesa di nuovi dettagli sul
progetto, ricordiamo che il regista sarà impegnato a breve con le
riprese del sopracitato biopic dedicato a Elvis
Presley, che vedrà Austin Butler
(C’era una volta a
Hollywood) nei panni delle leggenda del Rock’n’Roll e
Tom Hanks (Un amico
straordinario) in quelli del suo manager, il Colonnello Tom
Parker. Le riprese del film partiranno a febbraio 2020 e si
svolgeranno in Australia, città natale di Luhrmann.
Zack Snyder ha
fatto la gioia dei fan di Justice League nelle ultime ore,
quando attraverso il suo account Vero ha finalmente condiviso
un’immagine mai vista prima del tanto chiacchierato costume nero di
Superman che
Henry Cavill avrebbe dovuto indossare
nel film.
A sciogliere i dubbi di alcuni fan
che hanno pensato che l’immagine in questione provenisse in realtà
dal backstage de L’Uomo
d’Acciaio, è stato lo stesso Snyder, che
nei commenti sotto l’immagine ha rivelato che nella versione
originale del film, Cavill avrebbe dovuto indossare proprio il
costume nero.
Più o meno un anno fa, il
costumista Michael
Wilkinson aveva spiegato che Snyder “era
estremamente rispettoso dei fumetti e voleva una rappresentazione
del personaggio fedele all’originale, ed infatti tradizionalmente
il costume era nero nel momento della rinascita“.
Di recente, sempre su Vero,
Zack Snyder aveva confermato l’esistenza della
versione ribattezzata #SnyderCut del film
(esistenza messa in discussione dallo stesso Henry
Cavill), postando un’immagine che ne confermava anche
la durata: 214 minuti, quindi circa tre ore e mezza.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice League, con Snyder che ha
spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati
da varie interferenze con lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e
questo ha avuto un effetto anche sul film successivo. La mia
versione originale del film, che avevo scritto insieme a Chris
Terrio, non è mai stata girata. L’idea reale, difficile, e
spaventosa, non è mai stata realizzata per le paure dello studio, e
io e miei collaboratori eravamo insicuri proprio a causa della
reazione scatenata da Batman v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
Tra le new entry che vedremo
nell’attesissimo The
Suicide Squad di James
Gunn, una delle più interessanti è sicuramente
Idris Elba, lanciatissimo attore britannico che ha
preso parte a numerosi franchise di successo, incluso Star
Trek, Fast and Furious e persino l’Universo Cinematografico
Marvel.
È da un po’ di tempo ormai che i
fan speculano in merito al ruolo che Idris Elba
potrebbe avere in The
Suicide Squad: inizialmente alcune voci
insistevano sul fatto che l’attore avrebbe sostituito Will
Smith nei panni di Deadshot, rumor che è
poi stato prontamente smentito, accompagnato dalla conferma che
Elba avrebbe interpretato un nuovo personaggio.
Ebbene oggi, grazie al sito
FandomWire (via
Screen Rant), sembra
che il ruolo che Idris Elba avrà nel film sia
stato finalmente svelato: secondo quanto riportato dalla fonte, la
star della serie Luther dovrebbe vestire i panni di
Vigilante, personaggio che nell’Universo DC ha
assunto numerose identità; quale sarà l’ater ego che Elba andrà a
ricoprire non è ancora chiaro.
In attesa di una conferma
ufficiale, vi ricordiamo che il cast ufficiale di The Suicide
Squad comprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris
Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime indiscrezioni,
Nathan Fillion dovrebbe interpretare
Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti ricorderanno come il
criminale con la capacità di staccare i propri arti e usarli come
armi, potere guadagnato grazie ad un elemento metallico
antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano che
Sean Gunn potrebbe vestire i panni di Weasel e
Flula Borg quelli di Javelin; Pete
Davidson potrebbe interpretare Blackguard, mentre
Michael Rooker Savant.
In Avengers: Endgame abbiamo
visto il ritorno del personaggio dell’Antico
interpretato da Tilda Swinton, protagonista di una
scena insieme all’Hulk di Mark
Ruffalo, che arriva a New York per chiedere al
potentissimo mago la Gemma del Tempo.
Nei giorni scorsi l’artista
Karla Ortiz, che ha lavorato ad
Avengers: Endgame per conto dei Marvel Studios, ha condiviso
attraverso il suo profilo Twitter un concept
inedito che rivela una versione alternativa dell’incontro tra
l’Antico e Hulk.
“Uno dei miei contribuiti
preferiti al film è sicuramente una variazione della scena dove
Hulk incontra l’Antico”, ha spiegato la Ortiz a proposito del
concept, che ci mostra la scena com’era stata inizialmente
concepita: in effetti, il bozzetto presenta una situazione molto
diversa rispetto a quanto visto nel film, con Hulk che arriva nel
passato e trova l’Antico in totale relax su una sedia sdraio,
intento a sorseggiare una bevanda.
Come rivelato dall’artista, il
concept risale al 2016, quindi a tre anni prima dell’uscita del
cinecomic di Anthony e Joe Russo
nelle sale.
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe Russo hanno
chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a
termine un esperimento produttivo senza pari.
Film evento del decennio, è riuscito
in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande
schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James
Cameron.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark
Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict
Cumberbatch, Don Cheadle, Tom
Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy
Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd e
Brie Larson.
Il primo trailer
ufficiale di Wonder Woman 1984 ha
fornito ai numerosi fan un’ingente quantità di elementi sui quali
discutere. La cosa che certamente non è passata inosservata è il
fatto che Diana Prince sembra aver appeso al chiodo la spada e lo
scudo che brandiva nel primo film.
Quelle armi hanno contribuito a
rendere ancora più iconico l’arsenale della guerriera amazzone,
tanto in Wonder Woman quanto in
Batman v Superman: Dawn of
Justice e Justice
League. Perché allora non le vedremo nella
prossima avventura in solitaria di Diana?
In una recente intervista in
occazione del Brazilian Comic Con, Gal Gadot ha
spiegato i motivi per cui in Wonder Woman
1984 non vedremo Diana Prince entrare in azione con
la spada e lo scudo:
“Avevamo intenzione di
rinunciare alla spada perché c’è qualcosa di veramente aggressivo
collegato a quell’oggetto”, ha spiegato l’attrice. “Se hai
una spada, devi usarla! Così abbiamo deciso di rimuoverla e lo
stesso abbiamo fatto con lo scudo, che non abbiamo ritenuto
necessario. Diana è una divinità, sa combattere, è estremamente
forte. Ha tante abilità… e poi ha il lazo.”
Vi ricordiamo che Wonder Woman
1984 uscirà il 6 giugno
2020. Il film è stato definito dal produttore Charles
Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la
prossima iterazione della supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel
vedrà ancora Gal Gadot nei panni di
Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta
per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno
anche Chris Pine (volto del redidivo
Steve Trevor) e Pedro Pascal.
Roman Polanski ha
concesso una lunga intervista al settimanale francese Paris Match – in
uscita in patria nella giornata di oggi – nella quale ha parlato
per la prima volta della recente accusa di stupro mossagli da
Valentine Monnier, fotografa, modella e attrice
francese.
Si tratta di fatti accaduti oltre
quarant’anni fa e caduti in prescrizione, sui quali Roman
Polanski – di recente nelle nostre sale con il suo ultimo
film L’Ufficiale e
la Spia – ha finalmente rotto il silenzio.
L’intervista con il settimanale francese è stata realizzata a
Parigi lo scorso 5 dicembre: Polanski – da sempre restio a
raccontarsi ai microfoni dei giornalisti – ha ritenuto che fosse
opportuno questa volta chiarire la sua posizione.
Sulla copertina della rivista – che
ripropone un austero primo piano del regista ottantaseienne – viene
riportata una dichiarazione dello stesso Polanski: “Provano a
fare di me un mostro”. Parole dure e certamente sentite, che
anticipano le impetuose dichiarazioni rilasciate dal regista di
capolavori quali Rosemary’s Baby, Chinatown e Il
Pianista, che proprio a causa delle tumultuose vicissitudini
personali si ritrova ancora oggi a dover fare i conti con una
grossa macchia che sembra aver infangato tanto il suo nome quanto
il suo lavoro.
“Oggi è diventato tutto
possibile”, dichiara Roman Polanski. “Si
licenzia il capo di McDonald’s perché ha avuto una relazione
consensuale con un’impiegata o un ministro della difesa perché
quindici anni prima ha messo la mano sul ginocchio di una
giornalista. È assurdo! Si mette in discussione tutto: il fatto che
la Terra sia rotonda, l’evoluzione, l’esistenza dei due sessi, i
vaccini… siamo piombati in una sorta di neo-oscurantismo.”
Valentine Monnier
sostiene di essere stata violentata dal regista nel 1975, all’età
di 18 anni. Quando viene chiesto a Polanski di rievocare la loro
relazione, il regista commenta: “Non ricordo niente di quello
che racconta, perché è falso. Lo nego assolutamente. È facile
accusare quando tutto è prescritto da decine di anni e si sa che
non ci potrà essere una procedura giudiziaria a discolparmi. Mi
accusa di averla picchiata, ma io non picchio le donne! Dice che le
avrei chiesto: ‘Do You Want to Fuck?’, ma perché in inglese? Cita
come testimoni due persone che oggi sono morte… comodo così! […] È
una storia aberrante.”
Roman Polanski
torna quindi a parlare anche dei fatti del 1977, quando venne
accusato a Los Angeles di violenza sessuale ai danni di una
ragazzina di tredici anni, Samatha Geimer: “Mi
dichiarai colpevole per un rapporto illecito con una minorenne.
Quello che ho fatto è profondamente deplorevole. L’ho scritto anche
a Samantha, con cui mi mantengo in contatto. Ogni volta che
lanciano una nuova menzogna contro di me, tornano a lei […] Sono
anni che chiede che vengano ritirate le accuse contro di me. Ha
scritto più volte al procuratore che il trauma che le causa il
circo mediatico è molto peggiore di quello che le feci subire io.
Nel 1977 ho commesso un errore e la mia famiglia ne paga il prezzo
dopo quasi mezzo secolo.”
Il regista commenta poi la
situazione degli ultimi anni, fra le tante accuse di violenza
emerse e l’immediata capacità di formulare giudizi senza che
effettivamente vi sia un responso della legge, tirando in ballo
anche Harney Weinstein: “Oggi si rovinano
reputazioni, carriere e vita con poche parole. Quanti innocenti ci
sono nel mazzo? Ci sono senz’altro accuse giuste, ma non si cerca
più di distinguere il vero dal falso. Weinstein in persona ha
dissotterrato il mio passato in occasione della campagna Oscar
2003, quando aveva due film in lizza contro Il Pianista. Il suo
ufficio stampa mi definiva ‘uno stupratore di bambini’.”
Attraverso il suo account Instagram, Tom Hardy ha
prima diffuso e poi prontamente rimosso alcune nuove immagini dal
set di Venom
2, sequel che sarà diretto da Andy
Serkis (alla sua terza regia dopo Ogni tuo
respiro e Mowgli – Il figlio della giungla) e che
vedrà il ritorno di Hardy nei panni dell’antieroe del titolo.
Si tratta di due scatti dal set di
Venom
2 che ritraggono rispettivamente Serkis in azione
sul set e lo stesso del St. Estes Orphans che riporta la scritta
“Home for Unwanted Children”: quest’ultimo è un chiaro riferimento
al personaggio di Cletus Kasady, alter ego di
Carnage, che nel sequel sarà interpretato da
Woody Harrelson, già apparso nella scena
post-credits del primo film; nei fumetti il St. Estes è il luogo
dove è cresciuto Cletus.
Potete vedere le immagini – diffuse poi da ComicBookMovie – di
seguito:
Come già annunciato dal
finale del precedente capitolo, in Venom
2 assisteremo allo scontro tra il simbionte e
Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli
antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man.
Nel cast del sequel anche
Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody Harrelson (Zombieland: Double Tap)
nei panni di Cletus Kasady/Carnage e Naomie Harris
(No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese
Stephen Graham.
Nel frattempo è stato
ufficializzato anche il nome di Robert Richardson
in qualità di direttore della fotografia. “Ciò che era rimasto
inesplorato nel primo film esploderà nel secondo, soprattutto
grazie al personaggio centrale” ha dichiarato Richardson,
“Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che ovviamente farà la sua
grande entrata, vedremo cos’altro accadrà con la collaborazione tra
Sony e Marvel.”
Vi ricordiamo
che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche
nel sequel di Venom, progetto
già in sviluppo dopo l’inaspettato successo al box office dello
scorso autunno, e a confermarlo è stata la produttrice Amy
Pascal.
In occasione della UBS Global TMT
Conference a New York, Ted Sarandos, chief content
officer di Netflix, ha rivelato i dati ufficiali
relativi alla visione sulla piattaforma di streaming di The
Irishman, l’ultimo film di Martin
Scorsese con protagonisti Robert De Niro, Al Pacino e Joe
Pesci.
Stando ai numeri riportati da
Sarandos, nella prima settimana l’ultima fatica cinematografica di
Scorsese è stata vista da ben 26.404.081 spettatori (di cui 13.2
soltanto negli Stati Uniti). Si tratta del numero complessivo di
account che hanno visto almeno il 70% del film: soltanto il 18% di
questi utenti ho visto l’intero film (che – bisogna ricordarlo –
dura ben tre ore e mezza!) nel giorno di lancio, lo scorso 27
novembre.
Sarandos ha stimato che entro un
mese il film verrà visto da 40 milioni di persone. Un successo
assolutamente ragguardevole, che a quanto pare però non riuscirà ad
eguagliare il record stabilito da un’altra pellicola del colosso
dello streaming, ossia Bird
Box: il thriller fantascientifico con
protagonista il premio Oscar Sandra Bullock,
infatti, soltanto nella prima settimana di rilascio era stato visto
da ben 45.037.125 di utenti.
Resta che l’operazione The
Irishman ha già raggiunto risultati più che
notevoli: ne sono una testimonianza non soltanto l’apprezzamento da
parte del pubblico ma anche l’attenzione che la critica sta
riservando alla pellicola e il posto d’onore che l’epopea mafiosa
di Scorsese si è già conquistato all’interno della stagione dei
premi.
Ricordiamo, infatti, che The
Irishman ha ottenuto 14 candidature ai Critics Choice
Awards (tra cui Miglior Film e Miglior Regista), 5
candidature ai Golden
Globes (incluso Miglior Film Drammatico e Miglior
Regista) e 4 candidature ai SAG
Awards (incluso Miglior Cast). La pellicola è
stata inoltre eletta il Miglior Film del 2019 dalla National Board
of Review e dal New York Film Critics Circle.
Portare un supereroe sul grande
schermo è sempre un’operazione complicata, e lo sa bene
Kevin Feige che con gli Avengers
ha fatto un ottimo lavoro, pur prendendosi qualche licenza. Ebbene
sì, perché per quanto amati e apparentemente perfetti, i
Vendicatori non sono, originariamente, proprio come appaiono sullo
schermo (non tutti almeno)!
Ecco delle immagini che ci mostrano
come dovrebbero apparire gli Avengers se avessero dei costumi
fedeli alla loro controparte a fumetti!
Ant-Man
Nel caso di Ant-Man, il cambio di
costume tra film è fumetto è stato fortunato. Durante le prime
apparizioni a fumetti di Ant-Man, il suo aspetto era buffo,
indossava spandex e l’elmetto di controllo delle formiche era
un’enorme cupola d’argento simile al casco di un alieno. Solido per
la fantascienza, ma roba rozza sul grande schermo. Fortunatamente,
l’eroe di Paul Rudd sembra molto più come se indossasse una tuta da
combattimento ad alta potenza. E mentre entrambi i caschi ricordano
un aspetto simile a una formica, la versione MCU è più rock.
Black Panther
L’aspetto del principe Wakandiano
non è cambiato molto nel corso degli anni. È sempre stato una
variazione su un body nero. Di tanto in tanto, la maschera viene
bucata ad altezza mento e bocca e, a volte, ha un mantello, una
collana di denti o accessori d’oro. La Pantera del MCU è più o meno
la stessa, ma sfoggia un abito molto più tecnologico, con motivi
che contengono protezioni al vibranio, cosa che rende la sua tuta
molto meno elegante di quella dei fumetti.
Captain America
La cosa
migliore per Captain America nel MCU è il suo costume classico,
nonostante cambi in maniera più o meno sottile nel corso della
storia. La differenza più evidente è la trasformazione dello scudo
iconico. In origine, era semplicemente a forma di scudo, prima che
si evolvesse nello scudo circolare che usa oggi. Come la maggior
parte dei costumi del MCU, Captain America ha un aspetto più
tattico delle sue origini a fumetti, dove è spesso disegnato con
un’armatura a squame. Steve Rogers ha però indossato un costume più
naive e simile a quello dei fumetti all’inizio della sua carriera
come Cap, per poi evolvere i suoi indumenti in una tuta
tattica.
Falcon
Falcon non potrebbe essere più
diverso nel MCU rispetto alla sua controparte a fumetti. Il suo è
un costume da supereroe esagerato: rosso e bianco, con enormi ali
rosse e una scollatura profonda che lascia un sacco di petto nudo e
non protetto. Completato da un vero falco da compagnia. Il Falcon
del MCU è un ragazzo in abiti militari e un set di ali tecniche
altamente avanzate. Gli occhiali sembrano comunque molto più utili
e stilosi della maschera bianca dei fumetti!
Hulk
L’Hulk dei film e quello dei fumetti
sono entrambi grandi mostri verdi di rabbia, ma l’Hulk del MCU ha
fatto alcuni passi da gigante sull’aspetto originale di Hulk.
Quando Bruce Banner si trasformò per la prima volta nel gigante
seminudo, era grigio. Hulk ha assunto una tonalità verde in breve
tempo, occasionalmente regrediva alla sua forma grigia e oscillava
tra l’essere stupido o l’essere intelligente a seconda del colore e
di qualunque scrittore volesse lasciare il segno sul personaggio in
quel momento. Nel MCU, Hulk è semplicemente “verde comune”.
Iron Man
È giusto dire che la versione di
Iron Man del Marvel Cinematic Universe è praticamente l’eroe con il
costume più simile a quello dei fumetti. Anche se Tony ha cambiato
le armature più volte di quanto possiamo contarne, le sue armature
cinematografiche sono una rappresentazione abbastanza accurata di
come appariva nei fumetti negli anni 2000. E sotto l’armatura?
Robert Downey Jr. è nato per il ruolo.
Occhio di Falco
Se c’è un Vendicatore sullo schermo
che sembra significativamente diverso dalla sua controparte a
fumetti, è Occhio di Falco. Per il grande schermo, Clint Barton ha
lasciato a casa la sua sgargiante maschera appuntita e l’uniforme
per assumere un aspetto più tattico. Le due versione, a fumetti e
cinematografica, si sono avvicinate un po’ nel 2012, quando il
costume a fumetti di Occhio di Falco è stato ridisegnato per
assomigliare più alla versione del film, e meno a un Wolverine
viola. C’è una ragione per cui non abbiamo mai visto quella
maschera di vecchia scuola sul grande schermo: è ridicola.
Quicksilver
Il Quicksilver del MCU non deve
essere confuso con il Quicksilver degli X-Men di Fox, che ha
origini mutanti più accurate rispetto ai fumetti. Il Quicksilver
dei fumetti ha indossato una tonnellata di costumi diversi, che
vanno da un tuta verde con un tema del fulmine, fino a diversi
costumi blu… con il tema del fulmine. Il MCU in maniera molto
intelligente incorpora il modello del costume nell’attrezzatura
atletica di Quicksilver, ma questo è un altro esempio in cui siamo
felici di non avere il pacchetto completo di tutina in spandex.
Scarlet Witch
Quando il colore del tuo costume è
nel tuo nome, non puoi davvero fare troppi cambi di guardaroba, ma
il MCU ha fabbricato un costume molto meno rilevante per la Scarlet
Witch in live action. Nei fumetti, non ha nient’altro che un body
scollato e un copricapo a punta. Fortunatamente per la valutazione
MPAA del MCU, il costume sullo schermo di Scarlet Witch è più
“collezione di moda autunnale” che “assistente del mago cattivo”
(con grande gioia anche di Elizabeth Olsen!).
Spider-Man
Abbiamo perso il conto di quanti
Spider-Men abbiamo avuto sul grande schermo, ma questo nuovo
ragazzo del MCU è adeguato. Da quando è apparso in Civil War,
Spidey ha fatto impazzire i fan con la precisione del suo costume.
Nessuna cinghia, nessun logo che sembra appartenere a una bevanda
energetica; solo puro Spider-Man. Nonostante una misteriosa mezza
cintura che accessoria il costume in Homecoming.
Thor
Quando Thor apparve per la prima
volta nel 1962, fu decorato con le migliori caratteristiche
pseudo-norrene, comprese le ali più grandi che tu abbia mai visto
su un elmetto e ginocchiere che avrebbero fatto arrossire un
portiere. Più strani di tutti, tuttavia, sono i sei dischi che
rivestono la parte anteriore della tunica di Thor, che sono così
iconici che sono rimasti invariati nonostante i molti cambiamenti
al costume, e appaiono persino sul suo costume da film… anche se
nessuno è veramente sicuro del loro utilizzo. Il Thor del film
indossa solo occasionalmente l’elmetto alato, mentre quello dei
fumetti preferisce una rasatura pulita.
Vedova Nera
Quando si tratta dell’aspetto di
Black Widow tra i fumetti e lo schermo, in realtà non ci sono
abbastanza differenze da menzionare. Mentre il suo vestito da
fumetto è cambiato sottilmente negli anni, entrambe le versioni
condividono tutte le basi: capelli rossi, tuta nera e oggetti
d’arma da polso. In breve, i costumi sono sono quasi identici, a
parte forse per una scollatura più generosa nei fumetti!
Visione
Nelle pagine dei fumetti della
Marvel, Vision è un androide con un design semplice: una faccia
rossa brillante e un costume verde e giallo, con una gemma solare
sulla fronte. Il Vision dei film è decisamente più simile a un
robot, coperto da motivi e disegni inconfondibilmente meccanici,
come se qualcuno volesse che la gente fosse assolutamente sicura
che questo ragazzo è un robot. Manca all’appello il collettone
giallo!
War Machine
L’aspetto di War Machine è sempre
stato una variante dei design delle armature inutilizzate o
modificate di Tony Stark. Quindi, se l’universo ha un Iron Man, War
Machine sarà il suo gemello imperfetto, probabilmente munito con
più pistole e una combinazione di colori più seria. Il War Machine
del MCU sembra uscito dalle pagine dei fumetti.
Arrivano nuove indiscrezioni sul
futuro del personaggio di Deadpool all’interno
dell’Universo Cinematografico Marvel dopo la fusione tra
Fox e Disney.
Sono in molti a chiedersi in quale
film del MCU farà il suo debutto ufficiale
Deadpool e nelle ultime ore un nuovo report di
We Got This Covered
potrebbe aver anticipato qualcosa di realmente concreto – il
condizionale è d’obbligo, non trattandosi di una notizia ufficiale!
– in merito all’ingresso del Mercenario Chiacchierone nella grande
famiglia Marvel.
Stando a quanto riportato dalla
fonte, pare che i Marvel Studios stiano pianificando due diversi
modi per introdurre il personaggio nell’Universo Marvel: questi due
modi corrisponderebbero di fatto all’introduzione di due diversi
Deadpool (entrambi interpretati da Ryan
Reynolds) collegati uno all’X-Universe della Fox e l’altro
allo stesso MCU.
La prima versione di Deadpool,
quella collegata all’X-Universe, dovrebbe apparire in un cameo
nell’atteso Doctor Strange in
the Multiverse of Madness: in uno dei suoi
viaggio attraverso le numerose realtà connesse con il MCU, lo
Stregone Supremo dovrebbe incontrare il Mercenario Chiacchierone ed
altri personaggi appartenenti all’Universo degli X-Men.
La seconda versione di Deadpool
invece, ossia quella che verrà introdotta nei successi film del
MCU, sarà una versione del personaggio che – almeno apparentemente
– è sempre stata presente nel MCU, al pari di quanto fatto dalla
Casa delle Idee con lo Spider-Man di Tom
Holland: questo per evitare che il Mercenario
Chiacchierone appaia come una sorta di viaggiatore
interdimensionale che arrivà nel MCU da un’altro universo.
Sarà davvero così? Ricordiamo che
negli ultimi anni We Got This Covered ha anticipato
diversi scoop che si sono poi rivelati veritieri, come ad esempio
Taskmaster come villain di Black
Widow.
Vi ricordiamo che a confermare
l’ingresso di Deadpool nel MCU era stato Alan
Horn, presidente di Walt Disney Studios, durante il
CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel
che presto arriverà un altro titolo della serie di film
con Ryan
Reynolds.
La Sony Pictures ha diffuso il nuovo trailer di
The Grudge, l’atteso reboot dell’omonimo film
horror di successo. Il nuovo contributo è un trailer vietato.
The Grudge si basa sulla saga horror lanciata da
Takashi Shimizu nel lontano 2004.
Il nuovo film è diretto da Nicolas Pesce (The Eyes of My Mother)
e prodotto nuovamente dal maestro dell’horror Sam
Raimi.
The Grudge è
un film horror il reboot di un classico
dell’horror, il “Ju-On: The Grudge” di Takashi Shimizu
scritto e diretto da Nicolas Pesce , basato su una storia di
Jeff Buhler e Pesce, e prodotto da Sam
Raimi, Robert Tapert e Takashige Ichise. Il film si
svolge nella stessa timeline concomitante come pellicola dello
stesso nome 2004.
Il film debutterà in Italia al
cinema dal 24 Febbraio distribuito da Sony Pictures.
The Grudge, la
trama
Una madre single e un giovane
detective, Muldoon (Andrea
Riseborough), scoprono che una casa di periferia è
maledetta da un fantasma vendicativo che condanna coloro che vi
entrano con una morte violenta. Ora corre per salvare se stessa e
suo figlio dagli spiriti demoniaci della casa maledetta del suo
quartiere. – Sony Pictures Entertainment
The Grudge, il
cast
In The Grudge
protagonisti sono
Andrea Riseborough come detective Muldoon, Demián
Bichir, John Cho come Peter, Betty Gilpin nel ruolo di Nina
Spencer, Lin Shaye come Faith Matheson, Jacki Weaver, e William
Sadler. Fanno parte del cast anche Frankie Faison nel ruolo di Mr.
Matheson, Tara Westwood nel ruolo di Fiona, Nancy Sorel nel ruolo
dell’agente Cole, Stephanie Sy nel ruolo di Amnio Nurse, Joel Marsh
Garland come il Detective Greco, David Lawrence Brown nel ruolo di
Sam Landers, Junko Bailey nel ruolo di Kayako, Robin Ruel nel ruolo
del Dr. Friedman, Zoe Fish nel ruolo di Melinda Landers
eBradley Sawatzky nel ruolo dell’ufficiale Michaels.
Nancy si guarda allo specchio, e la
macchina da presa si pone in modo tale che lo spettatore possa
vederne inquadrato solo mezzo volto. Ed è così che si vede anche
lei, incompleta, priva di quel qualcosa che le spiegherebbe davvero
chi è. Attraverso inquadrature di questo tipo, tanto semplici
quanto efficaci, la regista Christina
Choe costruisce il suo film d’esordio,
Nancy, da lei anche scritto. Una storia
costruita su di un personaggio alla ricerca di sé stesso, pronto a
perdersi pur di assaporare qualcosa di vero in un mondo sempre più
artefatto e circondato da maschere digitali.
Le vicende del film ruotano dunque
intorno a Nancy (Andrea
Riseborough), ragazza sola e dalla vita difficile, che
un giorno si imbatte in una trasmissione televisiva nella quale Leo
(Steve
Buscemi) ed Ellen (J. Cameron-Smith),
una coppia che aveva visto sparire nel nulla la propria bambina
trent’anni prima, mostrano come sarebbe oggi il volto della loro
figlia, il quale somiglia incredibilmente a quello di Nancy. La
ragazza deciderà di contattare i due, convinta di esser stata
rapita da bambina e di essere la figlia della coppia. Da lì
inizierà un percorso fatto di verità sofferte, speranza e
diffidenza.
Nancy: il film
Formatasi attraverso alcuni
documentari da lei realizzati, la regista Christina
Choe, tratta con la stessa ricerca di verità il materiale
della storia. In particolar modo si concentra sul raccontare la sua
protagonista attraverso una messa in scena eloquente, basata su
alcune scelte registiche adatte allo scopo. Per esprimere il senso
di oppressione nulla è allora meglio di un formato 4:3, che
imprigiona ulteriormente Nancy all’interno della già di suo angusta
e cupa casa. Nel momento in cui il personaggio uscirà dai propri
confini l’inquadratura si allarga, permettendo ad un maggior
respiro di vivere la scena, di pari passo alla serenità avvertita
dalla protagonista.
Fa dunque parlare l’inquadratura e
la macchina da presa la regista, supportando così una sceneggiatura
non particolarmente avvincente. Il punto debole del film sembra
infatti essere proprio questa, che nonostante le buone premesse
sembra non voler sviluppare ulteriormente il rapporto tra Nancy e i
presunti genitori, lasciando così che nulla di realmente concreto
né attraente accada. Nel seguire il percorso della protagonista
verso la verità sul suo passato si finisce infatti con il sentirsi
distaccati da lei, senza qualcosa che permetta davvero di entrare
in empatia con il personaggio.
Se la sceneggiatura risulta carente
nella seconda parte del film, e la regia di Choe pur se
affascinante non può reggere da sola il film, ad aggiungersi ai
pregi troviamo allora le interpretazioni dei tre personaggi
principali. Andrea Riseborough risulta convincente nei
panni di Nancy, proponendone un ritratto contenuto e misterioso al
punto giusto, mentre SteveBuscemi e J. Cameron-Smith si
affermano come due caratteri diversi di una coppia, completandosi a
vicenda e costruendo insieme quel senso di protezione e diffidenza
avvertiti ugualmente dalla protagonista.
Nancy: la ricerca del proprio
io
In fin dei conti quello di Nancy
può essere visto come un viaggio alla ricerca di sé stessi, di un
sé che forse si era e che ora si è dimenticato. Risulta allora
chiaro il perché nella prima parte del film il personaggio sia
costantemente in relazione con diversi dispositivi, dal cellulare
al computer, divisa tra chat, blog e portali di vario tipo. In
questo mondo dove il proprio io si frammenta attraverso
innumerevoli profili social, Nancy è così alla ricerca di quel
qualcosa che possa farla sentire unica e vera. Tali dispositivi e
profili vengono infatti a sparire nel suo spostarsi a casa
dell’anziana coppia, dove ha inizio la vera ricerca.
Una ricerca che si va basando su
piccoli dettagli, da vecchie foto alla propria cameretta rimasta
immacolata, fino ad una casa sull’albero che c’era, e che ora non
vi è più. Un film che dunque fa ricercare il proprio cuore
all’interno di piccoli e brevi frammenti. Elementi probabilmente
non sufficienti perché la storia possa dirsi compiuta, ma che
propongono un’atmosfera che può facilmente trovare il suo pubblico.
Ciò che certamente più rimane del film, è la scoperta di una nuova
regista che dimostra di saper utilizzare il mezzo, e dalla quale è
lecito aspettarsi film più maturi per il futuro.
L’attesissimo The
Batman di Matt Reeves darà al
pubblico l’occasione per rivedere sul grande schermo alcuni iconici
villain dell’Uomo Pipistrello, già apparsi in precedenza al cinema.
Tra questi figura anche il Pinguino, che nel film
in arrivo nelle sale tra due anni avrà questa volta il volto di
Colin Farrell.
In attesa di scoprire come l’attore
irlandese se la caverà nei panni della nemesi in The
Batman, è innegabile quanto nell’immaginario
collettivo sia ancora scolpita l’incarnazione di Oswald Cobblepot
da parte di Danny DeVito nel capolavoro
Batman – Il ritorno di Tim Burton, uscito
nel 1992.
In una recente intervista con
Fandango in occasione
della promozione di Jumanji – The Next
Level, è stato proprio Danny DeVito a
commentare il casting di Colin Farrell, con il
quale ha avuto modo di lavorare proprio di recente nel live action
di Dumbo, sempre
firmato da Burton.
DeVito ha approvato il casting di
Farrell, e ha dichiarato: “Penso sia una cosa grandiosa, perché
Pinguino è veramente un grande ruolo. Oswald Cobblepot è un
personaggio davvero, davvero complesso. Si tratta di una sfida
enorme… un po’ come quando interpreti King Lear o Amleto: con
Oswald non c’è alcuna differenza. Credo che sia un ruolo che tutti
dovrebbero interpretare e penso che Colin sia un attore
incredibile. Non vedo l’ora di vedere i colpi di scena.”
Il cast di The
Batman è formato da molti volti
noti: Andy Serkis sarà Alfred
e Colin Farrell sarebbe in trattative
per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe
Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo
DC), Jeffrey Wright (commissario Jim
Gordon) e Paul Dano (Enigmista),
infine John Turturro sarà il boss
Carmine Falcone. Nel cast anche Peter
Sarsgaard ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of
Justice, Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale
è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues
Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale
fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché
sono tutti sospettati“.
Warner Bros ha
fissato una serie di date di uscita nel prossimo anno per alcuni
dei suoi film più attesi. Tra questi ci sono le uscite di TheMatrix 4 (21 maggio 2021) e,
finalmente, di The
Flash (1 luglio 2022).
Trai titoli che erano invece già
previsti per i prossimi anni e che invece sono eliminati dal
calendario Warner Bros, annoveriamo
Akira, il live action affidato a
Taika Waititi, la cui data è stata invece ora
occupata da The
Matrix 4.
Per quanto riguarda The
Flash, il film si aggiunge ad Aquaman 2, previsto
per il 16 dicembre 2022, come secondo titolo di quell’anno, mentre
altri film DC sono già in programma: Birds of
Prey (7 febbraio 2020), Wonder Woman
1984 (5 giugno 2020), The
Batman (5 giugno 2021), The Suicide Squad (6 agosto 2021) e
Black
Adam ( 22 dicembre 2021).
Warner Bros ha
anche annunciato che il film di Mortal
Kombat verrà anticipato al 15 gennaio 2021, rispetto
al marzo dello stesso anno, prima data annunciata del film.
L’elenco degli annunci prevede anche l’annuncio di tre slot senza
titolo, il 16 ottobre 2020, il 5 marzo 2021 e il 29 gennaio 2021.
Mentre altri tre film sono stati rimossi dal programma, due del
2020 e uno del febbraio 2021.
Si è chiusa questa sera la 29ma
edizione del Noir in Festival, che ha portato a
Como e Milano il meglio del genere, dal cinema alla letteratura
passando per le serie TV.
Durante la serata conclusiva, presso
l’Auditorium dell’Università IULM, la giuria internazionale
composta dall’attrice Lucia Mascino, dalla regista
francese Patricia Mazuy e dalla produttrice e
direttrice del festival di Sofia Mira
Staleva, ha assegnato il Black Panther
Award 2019 a BACURAU di
Kleber Mendonça Filho e Juliano
Dornelles, con la seguente motivazione: “Un film
forte, magnifico e toccante, capace di raccontare in modo semplice
una situazione complessa. Pur giocando con i generi, ogni singola
scena è una combinazione unica di violenza e humour. È un film che
fa ridere, tremare e pensare allo stesso tempo. Che goduria per il
pubblico!”.
La giuria popolare del Premio
Caligari, composta da 80 tra studenti universitari e appassionati,
guidata dai critici Paola Jacobbi, Carola
Proto e Giulio Sangiorgio, ha invece
concluso nel pomeriggio le sue votazioni assegnando ex aequo il
Premio Caligari 2019 a LA PARANZA DEI
BAMBINI di Claudio Giovannesi e
LO SPIETATO di Renato De
Maria.
Tra i film statunitensi del regista
italiano Gabriele Muccino, Padri e
figlie viene descritto proprio dal suo autore
come uno dei più personali e sentiti, trattante le tematiche della
genitorialità, della crescita e del perdono. Il film è arricchito
da un cast di grandi attori hollywoodiani, e ha ricevuto una buona
accoglienza di pubblico tanto negli Stati Uniti quanto in
Italia.
Ecco 10 cose che non sai su
Padri e figlie.
Padri e figlie: la trama del
film
1. È basato su un’acclamata
sceneggiatura. Protagonista del film è Jake David,
romanziere premio Pulitzer rimasto vedovo, costretto a combattere
contro un disturbo mentale e intento a crescere nel miglior modo
possibile la giovane figlia Katie, di cinque anni, la quale rischia
di essergli portata via per via del suo stato di salute.
2. La narrazione procede su
due binari paralleli. Venticinque anni dopo, Katie è
diventata un’assistente sociale tirocinante. La ragazza conduce una
vita sregolata fatta di serate sfrenate e sesso senza limiti. Da
anni lontana dal padre, Katie combatte ancora contro i demoni della
propria infanzia, tormentata dall’incapacità di abbandonarsi a veri
sentimenti.
3. La sceneggiatura aveva
ricevuto numerosi apprezzamenti. Nel 2012 la sceneggiatura
del film, scritta da Brad Desch, fu inserita nella
“Black List” delle migliori sceneggiatura non realizzate. Tre anni
dopo il progetto fu affidato al regista italiano, che già aveva
affrontato simili temi.
Padri e figlie: il cast del
film
4. È composto da un cast di
grandi celebrità. Nel ruolo del protagonista Jake David si
ritrova l’attore premio Oscar Russell
Crowe, mentre in quelli di Katie adulta l’attrice
Amanda
Seyfried. Nel film recitano anche Aaron
Paul, nel ruolo dell’interesse amoroso di Katie,
Diane Kruger, in quello della zia di Katie, e
infine le attrici Quvenzhané Wallis, Octavia
Spencer e Jane Fonda.
5. Vanta diversi premi
Oscar nel cast. Il film raccoglie tre vincitori del premio
Oscar, ovvero Crowe, Spencer e Fonda. Vi è inoltre la giovane
Wallis, la più giovane nominata nella storia del premio.
6. È il quarto film
statunitense di Gabriele Muccino. Per l’italiano
Gabriele MuccinoPadri e
figlie è la quarta esperienza cinematografica
americana, avendo precedentemente realizzato i film Quello che
so sull’amore (2012), Sette anime (2008) e La
ricerca della felicità (2006).
Padri e figlie è in streaming
7. È disponibile in
streaming. Per gli appassionati del film, sarà possibile
guardarlo comodamente da casa propria grazie alla sua presenza nei
cataloghi di diverse piattaforme streaming. Tra queste si
annoverano Chili, Infinity e TIM Vision. Per riprodurre il film
sarà sufficiente noleggiarlo o sottoscrivere un abbonamento alla
piattaforma di riferimento.
Padri e figlie: le canzoni del
film
8. Il film contiene alcune
celebri canzoni. All’interno del film si ritrova la
colonna sonora scelta e curata da Paolo Buonvino, alla sua sesta
collaborazione con Muccino. Tra i braci più celebri si hanno
Fathers & Daughters, scritta e cantata da Michael
Bolton, la quale ripercorre tutti i momenti più intensi
del film. Sempre di Bolton è il brano Close to you (They Long
to be), mentre è possibile ritrovare anche un brano
interpretato da Jovanotti, ovvero quello
intitolato Amore mio.
Padri e figlie: il trailer del
film
9. Ha commosso numero
spettatori. Ancor prima di arrivare in sala il film ha
attratto a sé numerosi spettatori grazie al suo trailer, dove si
evoca l’atmosfera del film, fatta di dolcezza paterna e
drammaticità per gli inaspettati risvolti della vicenda
raccontata.
Padri e figlie: le frasi più belle
del film
10. Vi sono numerose frasi
divenute celebri. All’interno del film si ritrovano
numerose frasi diventate caratteristiche del film, che ne
racchiudono i temi e le emozioni. Ecco alcune delle frasi più belle
del film.
– Non tutte le persone che ti
amano ti lasceranno (Aaron Paul)
– Quel libro parlava di me ma
in realtà parlava della vita e di come non abbia mai rinunciato a
me era un modo per dirmi quanto fosse grande il suo amore per me e
anche il suo addio, è di questo che parla davvero il suo libro,
vuol dire non devi arrenderti, mai e poi mai, la vita sarà per
tutti complessa e anche ingiusta e alcune volte dolorosa, insomma
tu ne hai già passate tante ma non possiamo fermarci, dobbiamo
andare avanti e credere fermamente che un futuro per noi esista,
questo malgrado le esperienze difficili vissute in passato, l’unica
cosa che posso dirti è che ti voglio bene e addio!
(Amanda Seyfried)
– Gli uomini vivono senza
amore, le donne no! (DianeKruger)
Eagle Pictures ha
diffuso il trailer ufficiale di The Lodge di
Severin Fiala e Veronika Franz, in arrivo nei
cinema italiani dal 16 gennaio 2020 distribuito da Eagle
Pictures.
Già autori dell’acclamato
“Goodnight Mommy”, i registi austriaci Veronika Franz e Severin
Fiala firmano un nuovo thriller inquietante con un finale
straordinario e inaspettato.
Al centro della vicenda i
piccoli Aidan e Mia (rispettivamente Jaeden Martell e Lia McHugh),
fratello e sorella che, a seguito della scomparsa della madre,
vivono insieme al padre Richard (Richard Armitage) e alla sua nuova
compagna Grace (Riley Keough). Mentre stanno trascorrendo le
vacanze di Natale in uno chalet di montagna, un impegno improvviso
riporta l’uomo in città, creando così l‘occasione per la ragazza di
familiarizzare con i figli. Ma una volta rimasti soli, per i tre
avrà inizio un angosciante incubo.
Nel cast il giovane
attore Jaeden Lieberher, già protagonista nei panni di Bill
Denbrough del primo capitolo di “IT”
di Andy Muschietti, l’attrice Riley
Keough, apparsa in “Hold the Dark “, “Under the Silver
Lake” e “La casa di Jack”, e Richard Armitage,
protagonista nella trilogia “Lo
Hobbit” di Peter Jackson. Il film è stato
presentato in anteprima alla 37° edizione del Torino Film Festival
nella sezione non competitiva After Hours dedicata al cinema di
genere.
La trama di The Lodge
In The Lodge Richard,
dopo il suicidio della moglie, decide di trascorrere le vacanze di
Natale nel suo chalet di montagna con i due bambini e la nuova
giovanissima compagna. Un impegno improvviso lo riporta in città
per una notte, creando così l‘occasione per la ragazza di
familiarizzare coi figli. Una volta soli un’oscura presenza si
manifesta facendo riemergere nella ragazza i traumi di un doloroso
passato. Richard si rende conto dell’incombente pericolo e tenta di
tornare a casa ma potrebbe ormai essere troppo tardi…
Lucky Red ha
diffuso il primo trailer ufficiale di 18
Regali, ispirato alla straordinaria storia di
Elisa Girotto, la donna che ha commosso il mondo
lasciando 18 regali per i futuri compleanni della figlia quando ha
scoperto di avere poco tempo per vederla crescere.
18 Regali il nuovo emozionante
film, ispirato alla storia vera di una donna che con un immenso
gesto d’amore trova il modo per sconfiggere l’ineluttabilità del
destino e restare accanto alla figlia durante la sua
crescita. Grazie alla magia del cinema è possibile far
convergere passato e futuro, mettendo in scena l’incontro tra madre
e figlia. Il film celebra la vita e la potenza dell’amore di una
madre che con grande coraggio e determinazione riesce a superare
ogni confine.
La trama del film 18 Regali
Come ogni anno Alessio (Edoardo
Leo) consegna alla figlia Anna (Benedetta
Porcaroli) un regalo lasciatole da Elisa (Vittoria
Puccini).
È il giorno del diciottesimo
compleanno di Anna e da scartare le rimane l’ultimo regalo, ma un
desiderio di ribellione e un senso di vuoto incolmabile la spingono
a scappare dalla festa organizzata dal padre. Si ritrova a vagare
di notte in mezzo alla strada e una macchina, non vedendola, la
investe. Al suo risveglio Anna si ritrova faccia a faccia con la
madre che non ha mai conosciuto. Il destino le regala così
l’occasione di conoscere Elisa, e farsi conoscere a sua volta, in
uno straordinario viaggio ricco di emozioni e speranza.
Le nomination ai
Golden Globes 2020 hanno proiettato
nel vivo la stagione dei premi 2019/2020, con gli altri annunci che
si susseguono a ruota. Oggi è stato il turno dell’annuncio delle
nomination ai SAG Awards 2020, i premi
che il sindacato degli attori assegna alle migliori performance
dell’anno, per cinema e tv.
America Ferrera e
Danai Gurira hanno annunciato i nomi dei candidati
trai quali spiccano quello di Scarlett Johansson, a segno con
due nomination (migliore attrice drammatica protagonista e migliore
non protagonista), Taron Egerton, la cui
interpretazione di Elton John potrebbe portarlo fino alla cinquina
degli Oscar, e il cast di La favolosa Signora
Maisel, che ha ottenuto ben quattro candidature.
Ecco tutte le nomination ai SAG Awards
2020
Outstanding Performance by a Male Actor in a Leading
Role:
Christian Bale (“Ford v Ferrari”)
Leonardo DiCaprio (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Adam Driver (“Marriage Story”)
Taron Egerton (“Rocketman”)
Joaquin Phoenix (“Joker”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Leading
Role:
Outstanding Performance by a Male Actor in a Supporting
Role:
Jamie Foxx (“Just Mercy”)
Tom Hanks (“A Beautiful Day in the Neighborhood”)
Al Pacino (“The Irishman”)
Joe Pesci (“The Irishman”) Brad
Pitt (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a
Supporting Role:
Laura Dern (“Marriage Story”)
Scarlett Johansson (“Jojo Rabbit”)
Nicole Kidman (“Bombshell”)
Jennifer Lopez (“Hustlers”)
Margot Robbie (“Bombshell”)
Outstanding Performance by a Cast in a Motion
Picture:
“Bombshell” (Lionsgate)
“The Irishman” (Netflix)
“Jojo Rabbit” (Fox)
“Once Upon a Time in Hollywood” (Sony)
“Parasite” (Neon)
Outstanding Performance by a Male Actor in a Television
Movie or Miniseries:
Mahershala Ali (“True Detective”)
Russell Crowe (“The Loudest Voice”)
Jared Harris (“Chernobyl”)
Jharrel Jerome (“When They See Us”)
Sam Rockwell (“Fosse/Verdon”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a
Television Movie or Miniseries:
Patricia Arquette (“The Act”)
Toni Collette (“Unbelievable”)
Joey King (“The Act”)
Emily Watson (“Chernobyl”)
Michelle Williams (“Fosse/Verdon”)
Outstanding Performance by a Male Actor in a Drama
Series:
Sterling K. Brown (“This Is Us”)
Steve Carell (“The Morning Show”)
Billy Crudup (“The Morning Show”)
Peter Dinklage (“Game of Thrones”)
David Harbour (“Stranger Things”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Drama
Series:
Jennifer Aniston (“The Morning Show”)
Helena Bonham Carter (“The Crown”)
Olivia Colman (“The Crown”)
Jodie Comer (“Killing Eve”)
Elisabeth Moss (“The Handmaid’s Tale”)
Outstanding Performance by a Male Actor in a Comedy
Series:
Alan Arkin (“The Kominsky Method”)
Michael Douglas (“The Kominsky Method”)
Bill Hader (“Barry”)
Andrew Scott (“Fleabag”)
Tony Shalhoub (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Comedy
Series:
Durante una recente chiacchierata
in occasione della promozione di Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, è stato chiesto ad
Oscar Isaac di parlare anche dell’attesissimo
Dune,
il secondo adattamento cinematografico del romanzo di Frank
Herbert (dopo quello del 1984 diretto da David
Lynch).
Con profondo entusiasmo, Isaac ha
elogiato la nuova versione di Dune ad opera di Denis
Villeneuve (Blade Runner 2049) che lo vedrà impegnato nei
panni del duca Leto Atreides, al fianco di Timothée Chalamet (che sarà Paul
Atreides) e Rebecca
Ferguson (che sarà invece Lady Jessica).
“Sarà una cosa completamente
diversa”, ha spiegato Oscar Isaac ad Entertainment Weekly
parlando del paragone tra il lavoro di Villeneuve e il primo
adattamento di Lynch. “Non potevo immaginare nessuno più adatto
di Denis al tono del romanzo originale di Frank Herbert. Ci sono
alcune cose che sono da incubo… c’è questo elemento brutale nella
storia. È scioccante. È spaventoso. È molto viscerale. E so per
certo che io e Denis, ma anche io, Timothée e Rebecca, abbiamo
lavorato come una famiglia, ricercando l’emozione. Sono davvero
eccitato. Penso che sia bello sentirsi parte di qualcosa di nuovo…
di così unico e speciale.”
Considerata la nota complessità del
romanzo originale, le parole di Oscar Isaac fanno
ben sperare nel lavoro di adattamento di Denis
Villeneuve. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale
americane il 18 dicembre 2020.
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune racconta la storia di Paul Atreides, un giovane
brillante e dotato nato sotto un grande destino al di là della sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un
futuro: mentre forze maligne esplodono in un conflitto per avere il
controllo esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa
esistente (una merce in grado di sbloccare il più grande potenziale
dell’umanità), a sopravvivere saranno solo quelli che potranno
sconfiggere la loro paura“.
In DuneTimothée Chalamet interpreterà il
protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio
fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel
cast anche Javier
Bardem, Zendaya, Oscar
Isaac, Rebecca
Ferguson, Stellan
Skarsgard, Dave
Bautista, Charlotte
Rampling e Jason Momoa.
L’Hydra è stata
responsabile di numerose morti all’interno dell’Universo
Marvel. Ovunque i suoi
membri si recassero, l’unico obiettivo era rispondere ai suoi
bisogni. Perfino gli eroi e le eroine più forti non sarebbero in
grado di sconfiggerlo. Ma cosa lo rende così potente? Sono le
persone, la mitologia che si cela dietro l’organizzazione o è
qualcos’altro?
Sicuramente, uno dei motivi che
rende l’Hydra così potente è il suo logo. Per capire come mai tutti
lo temono, è importante comprendere come funziona…
Le fasce sul braccio come i nazisti
Non è un segreto che l’Hydra sia
l’equivalente della Germania Nazista durante la Seconda Guerra
Mondiale. Ci sono, infatti, alcune somiglianze tra le due
organizzazioni (a cominciare da Red Skull, braccio destro di Hitler
nel MCU).
La maggior parte dei nazisti, come
segno di fedeltà, indossava una fascia sul braccio con una
svastica. Allo stesso modo, i membri dell’Hydra sfoggiano il loro
dell’organizzazione. Alcuni membri ne hanno indossato l’uniforme
anche dopo la fine della guerra.
Le due versioni del simbolo del logo
Sapevate che l’ultimo logo
dell’Hydra è molto diverso da quello utilizzato in precedenza? In
Captain America: The Winter Soldier, infatti, la versione
digitalizzata di Arnim Zola racconta le origini dell’Hydra, ma in
realtà rivela soltanto una parte della storia…
Come si può vedere dall’immagine in
alto, in passato il simbolo del logo era meno intimidatorio e
assomigliava di più alla testa di un ariete. Spesso veniva usato
anche sottosopra e proprio questa forma sarebbe stata d’ispirazione
per la versione che conosciamo oggi. Col passare del tempo, il
simbolo del logo sarebbe stato riprogettato completamente,
diventando più dettagliato.
Il tempo necessario a progettare il design
Per chi non è appassionato di
fumetti e di cinema, ecco alcuni interessanti retroscena sulla
creazione del logo dell’Hydra, che sono stati sviscerati
dall’artista Ryan Meinerding nell’artbook: “The Art of Captain
America: The First Avenger”.
Meinerding ha spiegato che la
progettazione del logo ha richiesto molto tempo, dal momento che
l’obiettivo era quello di rendere i contorni dei tentacoli simili a
degli ingranaggi, quindi c’era bisogno del tempo necessario per
aggiungere le ventose. Secondo l’artista, gli ingranaggi
rappresentano l’ossessione dell’Hydra nei confronti della
tecnologia e delle armi avanzate.
Il logo è ispirato alla vera forma degli Inumani
Gli Inumani sono senza alcun dubbio
uno dei gruppi di personaggi più interessanti dell’Universo Marvel.
Si tratta di individui geneticamente superiori agli esseri umani,
creati tramite esperimenti della razza extraterrestre dei Kree per
essere usati come armi.
Sembra che Gli Inumani siano stati
d’ispirazione per il logo dell’Hydra. La loro vera forma ricorda il
personaggio di Cthulhu di H.P. Lovecraft o il personaggio di Davy
Jones della saga di Pirati dei Caraibi. Tuttavia, l’ispirazione
principale proviene da Hive, un disumano bandito dalla Terra a
causa dei suoi poteri parassiti. I suoi adoratori formarono una
società che mirava a riportarlo indietro. Alla fine, questa società
si è evoluta nell’Hydra.
Il primo simbolo del logo era un ariete sacrificale
Questa antica società che in seguito
sarebbe diventata l’Hydra, era in realtà molto più influente di
quanto si possa credere. Lo scopo di riportare Hive sulla Terra era
stato tramandato in tutto il mondo, fino a raggiungere altri gruppi
ed organizzazioni che era dedite ai rituali di morte e alle
uccisioni.
Alla fine, il design venne
influenzato dai miti di origini pagana sul Diavolo. Ecco perché
nella sua forma iniziale, il simbolo del logo dell’Hydra ricordava
un ariete, considerato nell’antichità la primaria incarnazione del
demonio.
È stato soggetto a numerose variazioni di colore
Sappiamo che il logo dell’Hydra è
nero e rosso, ma in realtà è stato soggetto a numerose variazioni
di colore, tra cui nero e blu, nero e verde, nero e bianco, ma
anche grigio e bianco, nero e grigio e perfino un verde neon in
versione digitalizzata, apparso sul monitori di Arnim Zola in
Captain America: The Winter Soldier.
La versione blu è apparsa su alcuni
computer dello SHIELD, mentre la versione verde è stata utilizzata
sia sui computer dello SHIELD sia nella sede centrale dell’Hydra.
Una delle versioni bianche fu usata dall’Hydra durante la Seconda
Guerra Mondiale sull’equipaggiamento e su alcuni veicoli.
Rosso e nero: i colori della bandiera nazista
Un altro elemento che accomuna
l’Hydra alla Germania Nazista è la bandiera. Il logo dell’Hydra e
la svastica sono il simbolo dell’ideologia abbracciata dai membri
dei rispettivi gruppi. Di conseguenza, il loro design doveva
riflette il “messaggio” che questi simboli dovevano inviare.
La bandiera nazista utilizza tre
colori: rosso, nero e bianco. Il logo dell’Hydra ne utilizza due:
rosso e nero. Il rosso è già di per sé un colore molto aggressivo,
ma quando lo si combina con il nero, diventa ancora più impetuoso,
andando ad accentuare la violenza generata da queste
organizzazioni. Anche la svastica è simile ai tentacoli sul logo
dell’Hydra.
Il teschio sul logo richiama il volto di Teschio Rosso
Quando si pensa all’Hydra, è
impossibile non pensare a Teschio Rosso. Il principale nemico di
Captain America, l’esatto opposto di Steve Rogers. Ecco perché la
loro rivalità e i loro combattimenti sono sempre stati così
interessanti e coinvolgenti: si tratta di uno scontro di ideologie,
del bene contro il male.
Se a rappresentare Captain America
sono le stelle e le strisce della bandiera americana, a
rappresentare Teschio Rosso è il logo dell’Hydra. Inoltre, il
teschio del logo ricorda lo stesso leader dell’organizzazione. Non
solo il suo viso è rosso come il colore utilizzato nel logo, ma il
richiamo è palese anche nel nome… Teschio Rosso, appunto!
Il collegamento con la mitologia greca
Arnim Zola lo aveva già spiegato nel
secondo capitolo dedicato alle avventure di Captain America, ma
chiunque conosca un po’ la mitologia greca non avrà particolari
difficoltà a cogliere la sottile connessione. Nei miti, l’Idra di
Lerna è un orribile mostro leggendario simile ad un enorme drago
dotato di diverse teste. Una volta tagliata una testa, molte altre
crescono al suo posto.
Sconfiggere l’Idra di Lerna era una
delle missioni di Eracle. Se ci pensiamo, Steve Rogers è molto
simile a questo antico eroe. Entrambi sono molto forti e hanno
migliorato col tempo le loro abilità umane. La differenza è che
stanno combattendo per scopi completamente diversi.
I tentacoli ricordano le teste di Idra
I tentacoli sul logo nascondono più
di un significato. Sappiamo che sono stati ispirati dalla vera
forma degli Inumani, che i loro contorni e gli spazi tra l’uno e
l’altro ricordano degli ingranaggi, ma potrebbe essere importante
sapere che ricordano anche le già menzionate teste dell’Idra.
Pensateci: l’Idra ha diversi lunghi
colli e una testa che spunta da ogni terminazione. Tutti questi
colli potrebbero essere facilmente associati ai tentacoli sul logo
dell’Hydra, che tanto ricordano quelli di un polipo.
Paul Feig,
regista della versione al femminile di
Ghostbusters, ha commentato il trailer di
Ghostbusters: Legacy dimostrando grande
entusiasmo per il franchise e per ciò che il film “autorizzato”
mostrerà al pubblico.
Nel 2016 Feig ha diretto un capitolo
molto sfortunato del franchise, che ad un cast di grande talento ha
unito una scrittura intelligente che però non ha trovato riscontro
nel pubblico, e si è scontrato contro un muro di diniego da parte
del fan duri e puri del franchise: chi sono queste donne che
vogliono prendere il posto di Rey, Winston, Peter e Egon?
Ebben, il film è stato in fiasco,
con buona pace delle talentuose attrici coinvolte, ma Paul Feig non
serba rancore, e su Twitter ha esternato il suo
entusiasmo in occasione del trailer del film di Jason Reitman:
“Questo sembra eccezionale. Complimenti vivissimi a Jason
Reitman e al suo cast e alla crew. Non vedo l’ora di vederlo!
#siamotuttighostbusters” .
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale,
composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson,
Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per
ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della
storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale
dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner
Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche
Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon,
Paul Rudd.
Sinossi:
Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre
single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione
con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata
dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman
& Gil Kenan.
Il film su Black
Widow è la next big thing in casa Marvel Studios. Il film sulla
Vedova Nera con protagonista Scarlett Johansson è un progetto
a cui Kevin Feige ha dimostrato di tenere molto e
che ci mostrerà pezzi del passato di Natasha pur non essendo
ambientato in un periodo in cui la donna era giovanissima.
“Sapevamo di voler fare un film
con Scarlett Johansson perché lei è Natasha Romanoff e non una
storia con una Vedova Nera più giovane a cui il pubblico non era
legato.” Queste le parole di Feige in occasione del CCXP di
San Paolo in Brasile, dove spiega chiaramente perché non avrebbe
avuto senso un film con un’attrice più giovane al posto di
Johansson.
Tuttavia, in merito a ciò che il
film mostrerà, Feige ha commentato: “Esploreremo il passato di
Nat e come questo abbia influenzato le avventure vissute tra Civil
War e Infinity War. Ci sono cose che lei fa in Infinity War e
Endgame che vedrete in una nuova luce dopo Black Widow.” Non
sappiamo con esattezza a cosa si riferisce il produttore, ma siamo
abbastanza consapevoli del fatto che le motivazioni di Natasha
siano legate a quello che per lei è il concetto di famiglia, in
concetto che nella sua esperienza ha trovato e capito soltanto con
i Vendicatori, che sono stati per lei padri, amanti e fratelli.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel,
mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da
Ned Benson (The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh, e Rachel Weisz.
Dopo lo straordinario successo di
Avengers: Endgame, diventato il maggiore
incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di
Natasha Romanoff/Black Widow.
Tra i prodotti Disney + annunciati
al Comic Con di San Diego
del 2019, uno di quelli che promette maggiori emozioni è lo
show su Hawkeye, Occhio di Falco, uno dei
Vendicatori “minori” che ha attraversato il cambiamento più
radicale nel corso degli ultimi film. Dalla Guerra Civile, dalla
quale è uscito agli arresti domiciliari, a Infinity
War, dove, pur non avendo partecipato alle vicende
cinematografiche, ha subito la perdita devastante della famiglia.
Fino a Endgame, dove lo abbiamo ritrovato
trasformato in puro spirito di vendetta.
Adesso, per Clint Barton, è arrivato
il momento di andare avanti con la propria vita e con la propria
carriera di supereroe, guardando al futuro e a chi raccoglierà la
sua eredità. Ecco quali sono i punti cardine confermati della serie
Disney + Hawkeye.
Jeremy Renner riprende il suo
ruolo
Nonostante alcune recenti
controversie, Jeremy Renner rimarrà nel ruolo di
Clint Barton per la prossima serie di Hawkeye. Insieme a
Black Widow, che finalmente avrà un film
da solista il prossimo anno (anche se, dal trailer recentemente
pubblicato, è chiaro che è molto, troppo tardi), Occhio di Falco è
uno degli unici Vendicatori originali del MCU a non avere il proprio film da
solista, né tanto meno una propria trilogia.
Anche Hulk ha avuto dei film tutti
per lui, sebbene non con Mark Ruffalo nel ruolo, ed è il
personaggio più difficile da raccontare di una storia da solista.
Questa sarà la sesta apparizione sullo schermo di Renner nel ruolo
del tiratore scelto del fu SHIELD.
Clint Barton allenerà Kate Bishop
per diventare Occhio di Falco
Nei fumetti, quando Clint
Barton si ritira dalla sua attività di supereroe, il mantello di
“Occhio di Falco” passa ad una giovane eroina in erba che risponde
al nome di Kate Bishop. La storia delle origini di Kate nei fumetti
è un po’ diversa dalla storia di origine che avrà nello show.
Nel materiale di origine, Kate è un
membro dei Giovani Vendicatori a cui è stato dato il nome Occhio di
Falco quando si è opposta a Steve Rogers, il quale le disse che
l’unica altra persona ad assumere quel nome era stato Clint Barton.
Nella prossima serie Disney +, sarà Clint stesso ad allenare Kate,
in modo che possa essere la sua erede.
La premiere arriverà nel 2021
Non è stata fissata una data di
uscita ufficiale per Hawkeye – o per nessuno dei prossimi show
Disney + della Marvel – ma è stata annunciata una finestra di
uscita per entusiasmare i fan. La serie arriverà sul servizio di
streaming della Casa di Topolino in rapida crescita alla fine del
2021.
Questa data renderà Hawkeye la
quinta serie MCU di Disney +. Falcon and the Winter Soldier, le cui
riprese sono già in corso, sarà la prima ad arrivare per la fine
del 2020, seguita da WandaVision e Loki all’inizio del 2021. La
misteriosa serie di antologie What If …? arriverà a metà del 2021 e
infine Hawkeye alla fine del 2021.
Jonathan Igla è a capo della
sceneggiatura
La Marvel ha assunto
Jonathan Igla in qualità di capo sceneggiatore per lavorare alla
serie Hawkeye. Igla ha scritto molto pre la tv, e tra le serie che
ha firmato ci sono Masters of Sex, Pitch e Sorry for Your Loss, con
protagoniste Elizabeth Olsen del MCU e Kelly Marie Tran, la Rose
Tico di Star
Wars.
Ma il suo lavoro più popolare è Mad
Men. Igla ha ottenuto vari premi nel suo lavoro su Mad Men. È anche
accreditato come redattore esecutivo della storia nell’acclamato
episodio finale della serie, “Person to Person”.
Hailee Steinfeld è nella lista dei
casting
Sebbene
non sia stato annunciato chi interpreterà Kate Bishop nella
prossima serie di Hawkeye, è stato confermato che Hailee
Steinfeld è nella lista dei casting. Steinfeld ha più che
dimostrato di essere una performer competente, da quando ha battuto
15.000 concorrenti per il ruolo di Mattie Ross nel remake di
Il Grinta dei fratelli
Coen e ha finito per ottenere una nomination agli
Oscar.
Da allora ha mostrato le sue
inflessioni comiche (che le potrebbero servire nel MCU) nei sequel
di Pitch Perfect e ha conquistato i fan
dei fumetti come voce di Gwen Stacy in Spider-Man: Un
Nuovo Universo.
Sono stati annunciati i primi nomi
del cast del reboot di Mamma ho perso
l’aereo, la commedia del 1990 diretta da
Chris Columbus e interpretata da Macaulay
Culkin, divenuto negli anni un vero e proprio cult ed un
classico delle festività natalizie grazie ai numerosi passaggi
televisivi.
Il reboot di Mamma ho
perso l’aereo sarà destinato a Disney+, il neonato
servizio di streaming della Casa di Topolino che ha debutto in
America lo scorso novembre e che in Italia arriverà a marzo
2020.
Al momento, il cast del reboot
annovera Archie Yates, giovanissimo attore che ha
esordito al cinema con l’acclamato JoJo
Rabbit di Taika Waititi, insieme a Ellie
Kemper (nota per essere la protagonista della serie
Unbreakable Kimmy Schmidt) e a
Rob Delaney (attore e comico americano famoso per
essere il co-protagonista e il co-sceneggiatore dello show
Catastrophe).
La trama del reboot di
Mamma ho perso l’aereo è attualmente
avvolta nel mistero. Bob Iger, CEO della Disney, aveva dichiarato
che il reboot sarabbe stato una “rivisitazione della pellicola
originale destinata alle nuove generazioni”. È probabile
che il piccolo Yates interpreti un personaggio molto simile a
quello di Kevin McCallister, mentre per quanto riguarda la Kemper e
Delaney è ipotizzabile che i due interpreteranno i suoi
genitori.
Il nuovo film sarà diretto da
Dan Mazer (Nonno Scatenato) e
sceneggiato da Mikey Day (Brittany Non Si Ferma
Più) e Streeter Seidell (CollegeHumor). Il reboot sarà prodotto
da Hutch Parke e Dan Wilson.
Nel 1990, il primo
Mamma ho perso l’aereo divenne uno dei
più alti incassi dell’anno, con oltre 934 milioni di dollari.
Diretto da Chris Columbus e sceneggiato da
John Hughes, il film ha dato vita ad un vero e
proprio franchise composta da ben 4 sequel destinati sia al grande
che al piccolo schermo: soltanto il primo, uscito nel 1992, ha
visto ancora una volta Macaulay Culkin come
protagonista.
Già nel trailer finale di
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker abbiamo visto una
scena in cui Rey e Kylo Ren sembrano distruggere insieme una statua
di Darth Vader. Non sappiamo se quello che abbiamo visto risponda a
realtà o a una visione, tuttavia il momento sembra tanto importante
da riprodurlo in un poster diffuso questa mattina dai canali
ufficiali del film.
Si tratta senza dubbio di una scena
iconica, che potrebbe ricollegarsi a quanto dichiarato da
Rian Johnson ne Gli Ultimi
Jedi. In quel film si mettevano in discussione
diversi punti fondamentali per la saga: l’elitarietà della Forza,
il potere della predestinazione, l’importanza del libero arbitrio,
il desiderio di rompere con il passato e con ciò che poteva o
doveva essere il destino scritto.
In questa immagine, potente ed
eroica, vediamo i due giovani rappresentanti del Lato Chiaro e del
Lato Oscuro abbattere l’icona del passato, l’emblema della
predestinazione. Anakyn Skywalker era il “prescelto”, corrotto da
Palpatine e votatosi al Lato Oscuro che, alla fine della sua vita,
trova quel che di buono era rimasto in lui. I due giovani
distruggono l’icona e sembrano promettersi a vicenda e promettere
ai fan un futuro di inaspettati cambiamenti, soprattutto un futuro
dove il sangue e il destino saranno meno importanti del libero
arbitrio.
Ecco il poster:
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, scene inedite nel nuovo trailer
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova
trilogia del franchise diretto da J.J.
Abrams, arriverà nei cinema a dicembre
2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
La Marvel TV così come
abbiamo imparato a conoscerla negli ultimi 10 anni non esisterà
più. La divisone della Marvel Entertainment dedicata alla serie,
infatti, verrà ufficialmente inglobata all’interno dei
Marvel Studios, sotto la supervisione di
Kevin Feige.
Nonostante l’annunciata serie
animata dedicata a Tigra & Dazzler (che
debutterà su Hulu) e la serie live action su
Helstrom restino in fase di sviluppo,
entrambe rappresenteranno gli ultimi progetti supervisionati da
Jeph Loeb, fino a poco tempo fa a capo della
divisione televisiva della Casa delle Idee. La chiusura della
Marvel TV comporterà non soltanto lo stop alla
produzione di nuovi progetti seriali, ma anche il licenziamento di
diversi dipendenti nell’immediato futuro.
Karim Zreik,
attuale vicepresidente senior della programmazione e produzione
della Marvel TV, entrerà ufficialmente a far parte
del gruppo Marvel Studios e continuerà a
supervisionare i progetti attualmente in corso.
La notizia non arriva come un
fulmine a ciel sereno, vista la cancellazione negli ultimi mesi di
numerose serie tv targate Marvel. Di recente abbiamo appreso che
sono state cancellate sia Cloak & Dagger
(destinata a Freeform) che Runaways
(trasmessa da Hulu), insieme ovviamente a Daredevil,
Jessica Jones, Luke Cage e tutte le altre serie
Marvel che erano approdate sul colosso dello streaming Netflix. Agents of SHIELD,
serie di punta della Marvel TV, debutterà con la settima e ultima
stagione nel 2020.
Continuano così i piani dei
Marvel Studios e di Kevin Feige
per espandere oltre i confini del grande schermo l’Universo
Cinematografico Marvel: ricordiamo che la Casa delle Idee è
attualmente al lavoro sulle annunciate serie che debutteranno sulla
neonata Disney+, tra le quali figurano
The
Falcon and the Winter Soldier, WandaVision, Loki,
Hawkeye, She-Hulk, Moon Knight e Ms.
Marvel.
Da Sense
8 a The
Matrix 4, Toby Onwumere ha
senza dubbio fatto un salto di qualità, forte dell’amicizia, nata
sul set della serie Netflix, con Lana
Wachowski. L’attore, che nello show chiuso alla
seconda stagione interpreta uno degli 8 protagonisti, entra nel
cast dello sci-fi avvolto dal mistero ma già molto atteso dai fan
della trilogia originale.
Proprio ieri è arrivata la conferma
che anche Jonathan Groff
(Mindhunter) si è unito al cast. Vi
ricordiamo che nel cast sono stati già confermati Yahya
Abdul-Mateen II, Keanu Reeves e
Carrie-Anne Moss e che il nuovo capitolo del
franchise sarà diretto da Lana Wachowski.
Secondo quanto riportato da
Justin Kroll di Variety, quello di Reeves
non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”,
dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più
giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre
indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il
personaggio interpretato nella trilogia originale da
Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
La sceneggiatura del film è stata
firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre
diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei
primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo
esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora
più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi
nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare
ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.
Il trailer internazionale di
Ghostbusters: Legacy contiene una
brevissima scena in più e, montato in maniera leggermente
differente rispetto a quello ufficiale che abbiamo visto due giorni
fa, risulta molto più accattivante!
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale,
composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson,
Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per
ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della
storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale
dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner
Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche
Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon,
Paul Rudd.
Sinossi:
Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre
single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione
con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata
dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman
& Gil Kenan.
Sarà lungo 7000 (settemila!)
anni l’arco temporale narrativo de Gli
Eterni, il nuovo film della Fase 4 del
Marvel Cinematic Universe,
attualmente in fase di riprese, con protagonista un cast stellare,
guidato da Angelina Jolie e Richar
Madden.
Il film desta grande curiosità e
soprattutto è avvolto dal mistero, dal momento che metterà in scena
dei personaggi che sono potenzialmente molto rischiosi. Le prime
immagini del film, mostrate lo scorso fine settimana al CCXP di San
Paolo hanno mostrato delle ambientazioni convincenti ma anche dei
salti temporali importanti.
Adesso veniamo a conoscenza del
fatto che il film percorrerà un arco narrativo di circa settemila
anni, un tempo comprensibilmente giustificato se si calcola che i
protagonisti del film sono tutti immortali.
La più importante implicazione che
ci sottopone questa notizia, confermata da Kevin Feige in persona a
Collider, è che il
film si immergerà in profondità nel passato del MCU più che mai.
Non è chiaro come la trama possa sostenere i molti salti di tempo
che senza dubbio saranno inclusi, ma visto che Eternals sarà
diverso da qualsiasi film precedente dell’universo Marvel, è
possibile che anche la storia segua uno schema diverso.
Gli Eterni,
diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast
Angelina Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit Harington (Black
Knight) Kumail Nanjiani (Kingo),
Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak),
Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan
(Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia
d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e
Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.