Divisa tra cinema e televisione, l’attrice Kelly Reilly ha negli anni costruito la propria carriera recitando in alcuni celebri titoli, dando prova di versatilità e carisma. Attualmente impegnata sul piccolo schermo, la Reilly è oggi apprezzata per il suo ruolo di Beth Dutton nella serie Yellowstone, grazie alla quale ha ottenuto nuova popolarità.
Ecco 10 cose che non sai su Kelly Reilly.
Kelly Reilly: i suoi film e le serie TV
10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice esordisce sul grande schermo con il film Maybe Baby (2000), con Hugh Laurie, per poi recitare in titoli come The Libertine (2004), con Johnny Depp, Orgoglio e pregiudizio (2005), con Keira Knightley e Matthew Macfadyen,Bambole russe (2005), Lady Henderson presenta (2005), Me and Orson Welles (2008), Sherlock Holmes (2009), con Robert Downey Jr., Ti presento un amico (2010), con Raoul Bova, Sherlock Holmes – Gioco di ombre (2011), Flight (2012), Rompicapo a New York (2013), Calvario (2014), e Bastille Day – Il colpo del secolo (2016), con Idris Elba. Negli anni successivi prende parte a Eli (2019) e soprattutto a Eden(2024) di Ron Howard, presentato al Toronto International Film Festival e al Torino Film Festival. Nel 2025 sarà tra i protagonisti di Promised Land, un thriller politico ambientato a Washington, confermando la sua presenza anche in produzioni di respiro internazionale.
9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera sono molti i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte, ma tra i più significativi si annoverano le serie Above Suspicion (2009-2012), Black Box (2014) e True Detective (2015), dove ha recitato nella seconda stagione nel ruolo di Jordan Semyon accanto a Colin Farrell e Vince Vaughn. Successivamente recita in Britannia (2017-2018), mentre dal 2018 interpreta Beth Dutton in Yellowstone, accanto a Kevin Costner, ruolo che le ha regalato popolarità internazionale e numerose candidature ai premi televisivi. Nel 2023 è stata annunciata la sua partecipazione allo spin-off Yellowstone: 2024, che proseguirà la saga dei Dutton, consolidando ulteriormente il suo legame con l’universo creato da Taylor Sheridan.
8. Ha prodotto una serie TV. In un’occasione la Reilly ha ricoperto anche il ruolo di produttrice per una serie di cui è stata protagonista. Si tratta di Black Box, dove l’attrice interpreta la neuroscienziata Catherine Black, una donna affetta da disturbi neurologici e costretta a nascondere numerosi segreti. Composta di soli 13 episodi, la serie è andata in onda nel 2014. Da allora la Reilly si è concentrata soprattutto sulla carriera d’attrice, ma il suo impegno dietro le quinte in Black Box resta un segnale della sua versatilità e capacità di spaziare anche nel campo produttivo.
Kelly Reilly è su Instagram
7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 78,3 mila persone. All’interno di questo la Reilly è solita condividere fotografie scattate durante i set a cui prende parte, come anche immagini promozionali dei suoi progetti recenti o imminenti. Non mancano ovviamente anche foto ritraenti momenti di svago o curiosità a lei legate.
Kelly Reilly in Flight
6. Ha ottenuto il ruolo grazie ad un provino molto convincente. Protagonista femminile del film Flight, dove ha una relazione con il personaggio interpretato da Denzel Washington, la Reilly fu scelta dopo che ebbe inviato un video provino alla direttrice del casting. Questa rimase particolarmente sorpresa dalla capacità della Reilly di rendere umano un personaggio tossicodipendente, e dopo averla mostrata al regista, questi la confermò per il ruolo.
Kelly Reilly in True Detective
5. Aveva sostenuto il provino per un altro ruolo. Per la seconda stagione della serie antologica True Detective, l’attrice aveva inizialmente sostenuto il provino per il personaggio della detective Antigone Bezzerides, andato poi all’attrice Rachel McAdams. Colpiti dalla performance della Reilly, però, i produttori decisero di assegnarle il ruolo di Jordan Semyon, rientrate sempre tra i personaggi principali della stagione.
Kelly Reilly in Britannia
4. Ha interpretato una guerriera. Nella prima stagione della serie Britannia, ambientata nel 43 d.C., durante la guerra tra l’esercito romano e i guerrieri della Britannia, l’attrice ha dato vita al personaggio di Kerra, figlia del re e disposta a guidare il proprio popolo in battaglia pur di salvare la propria terra.
3. Le ha permesso di sperimentare cose nuove. Assumere i panni della guerriera Kerra, ha permesso all’attrice, come da lei dichiarato, di cimentarsi in cose nuove, che mai prima nella sua carriera aveva avuto modo di fare. Tra questi vi sono i sanguinosi combattimenti, come anche la possibilità di recitare in lingue diverse da quella che le è propria.
Kelly Reilly in Yellowstone
2. Era attratta dalla forza del suo personaggio. Nell’assumere il ruolo di Beth Dutton, figlia del protagonista, la Reilly si è dichiarata particolarmente entusiasta nel poter dar vita ad un personaggio femminile caratterialmente così forte, come se ne vedono pochi. Tra i principali elementi che rendono Beth particolarmente predominante nel confronto con gli altri protagonisti vi è la sua acuta intelligenza.
Kelly Reilly: età e altezza
1. Kelly Reilly è nata a Surrey, in Inghilterra, il 18 luglio 1977. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.
Lo spin-off di Yellowstone dedicato a Beth e Rip ha ingaggiato un attore candidato cinque volte all’Oscar per interpretare il ruolo principale dell’attesissimo spin-off. Anche se la serie principale Yellowstoneè terminata senza troppo clamore, l’universo dello show continuerà.
Il Dutton Ranch, casa di Beth Dutton (Kelly Reilly) e Rip Wheeler (Cole Hauser), sarà al centro di tempi difficili e di una dura competizione, Beth e Rip faranno tutto il necessario per sopravvivere, assicurandosi che Carter (Finn Little) diventi l’uomo che è destinato a essere.
Deadline conferma che Annette Bening è stata scritturata per il prossimo spin-off su Beth e Rip. La cinque volte candidata all’Oscar interpreterà Beulah Jackson, la potente, astuta e affascinante proprietaria di un importante ranch in Texas.
Dopo l’enorme successo della serie su Netflix, Jake Weary, protagonista di Animal Kingdom, ha parlato della possibilità di tornare per uno spin-off del crime drama. Tutte le stagioni di Animal Kingdomsono attualmente disponibili su Netflix e raccontano la storia della famiglia Cody e delle attività criminali che intraprende per fare soldi. La serie ha un finale definitivo, ma c’è spazio per altro.
In un’intervista a TV Insider, Weary, che ha interpretato Deran Cody in tutte e sei le stagioni, ha parlato della possibilità di tornare per uno spin-off di Animal Kingdom. L’attore ha detto che se il produttore esecutivo John Wells gli proponesse una sceneggiatura per un sequel, lui sarebbe pronto a partecipare. Ha anche lanciato un’idea per la trama dello spin-off:
Sono un grande fan del [produttore esecutivo] John Wells. E se mi contattasse e mi dicesse: “Ehi, guarda, abbiamo una sceneggiatura”, coglierei al volo l’opportunità di lavorare di nuovo con lui. Ha così tanto talento. Credo davvero nella sua visione. Sono così felice per lui per il successo di The Pitt e Shawn [Hatosy]. Quindi, sì, che si tratti di Animal Kingdom o di qualcos’altro, penso che lo farei. Mi piacerebbe molto avere l’opportunità di lavorare di nuovo con lui.
Finn Cole è il padrino di mia figlia, quindi siamo molto amici e scherziamo sempre parlando di uno spin-off con Deran e J e di quanto sarebbe bello, a patto che fosse girato da qualche parte in Messico, così potremmo stare a Città del Messico e vedere quei due confrontarsi.
Cosa significa la dichiarazione di Jake Weary per il futuro di Animal Kingdom
Animal Kingdom si è concluso con Deran, interpretato da Weary, come uno degli ultimi membri della famiglia Cody rimasti in vita. Dopo la morte del fratello Craig, ha deciso di prendere con sé il nipote Nick e andarsene, crescendo il bambino come se fosse suo figlio. Nel frattempo, un altro personaggio, J Cody, ha tradito i fratelli principali e alla fine della serie è rimasto solo.
Tuttavia, sembra che il coinvolgimento di John Wells sarebbe necessario, e non è chiaro se il produttore esecutivo voglia continuare la storia della serie.
Mentre Weary e l’attore Finn Cole, che interpreta J, hanno scherzato sull’idea di uno spin-off con entrambi i personaggi, la serie TV poliziesca ha lasciato abbastanza questioni in sospeso tra loro da rendere possibile una reunion. Dato che il tradimento di J ha quasi portato all’arresto dei fratelli, è in parte responsabile delle morti importanti alla fine della serie, creando le premesse per un intenso confronto futuro.
Tuttavia, sembra che sarebbe necessario il coinvolgimento di John Wells, e non è chiaro se il produttore esecutivo vorrebbe continuare la storia della serie. Al momento della stesura di questo articolo, Wells è produttore esecutivo di The Pitt – stagione 2 e Untameddi Netflix. Questi progetti in corso rendono improbabile che realizzi un seguito di Animal Kingdom nel prossimo futuro.
Sarà il regista Francis Ford Coppola a tenere il discorso di encomio in onore di Werner Herzog al Festival del Cinema di Venezia mercoledì sera, quando Herzog riceverà il Leone d’Oro alla carriera. Il regista de Il padrino e Apocalypse Now renderà omaggio all’iconico cineasta tedesco, autore di Fitzcarraldo, Grizzly Man e Aguirre, furoredi Dio, il 27 agosto alle 19:00 nella Sala Grande di Venezia durante la cerimonia di apertura dell’82° Festival di Venezia. Herzog sarà premiato per con il Leone d’Oro alla carriera e presenterà il suo ultimo documentario, Ghost Elephants, fuori concorso a Venezia, il 28 agosto alle ore 14.00.
Herzog terrà poi una Masterclasslo stesso giorno alle ore 16.00 presso la Match Point Arena, al Tennis Club Venezia al Lido.
Annunciando il premio per Herzog, il direttore del Festival del Cinema di Venezia Alberto Barbera ha detto che il pioniere del Nuovo Cinema Tedesco “non ha mai smesso di sperimentare i limiti del linguaggio cinematografico, smentendo la tradizionale distinzione tra documentario e finzione. Brillante narratore di storie insolite, Herzog è anche l’ultimo erede della grande tradizione del romanticismo tedesco, un umanista visionario e un instancabile esploratore“.
Anche Coppola sarà però al centro dell’attenzione a Venezia quest’anno, con la proiezione di Megadoc di Mike Figgis, in programma giovedì nella sezione Venice Classics – Documentari sul cinema. Il film è uno sguardo dietro le quinte della realizzazione di Megalopolis, l’epopea che Coppola ha impiegato decenni a realizzare e arrivata solo l’anno scorso al cinema dopo la presentazione al Festival di Cannes. A Venezia, invece, Coppola ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla 49ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1992.
In programma su AppleTV+ nel 2026, la serie Cape Fear è ispirata al romanzo di John D. MacDonaldThe Executioners. La storia è già stata adattata due volte in precedenza, con il film Cape Fear – Il promontorio della paura diMartin Scorsesedel 1991 e una versione del 1962. Il romanzo racconta la storia di un avvocato perseguitato da un uomo che ha contribuito a mandare in prigione. Ora, con la nuova serie in arrivo, sembra proprio che il racconto si farà ancora più intenso. A rivelarlo è proprio una delle star dello show, Patrick Wilson.
Durante un’intervista con Perri Nemiroff di Collider, Wilson ha paragonato la serie agli altri adattamenti della storia. Quando gli è stato chiesto cosa distingue lo show dai due adattamenti cinematografici, Wilson ha affermato che la serie porterà le cose “oltre” rispetto a entrambi i film. “La risposta rapida è che, beh, non c’è una risposta rapida. Voglio dire, penso che, guardate, quello che il libro ha fatto a Robert Mitchum, ogni volta che hanno fatto una sorta di ricostruzione, è stato più che altro costruire un mondo ed espandere le relazioni, espandere i personaggi”.
“E quindi noi lo portiamo oltre”, ha raccontato l’attore. “Questo non è solo un adattamento del film di Scorsese, questo è certo. Prendiamo il nucleo di quello, lo rispettiamo, o un nucleo di quello, lo rispettiamo, e poi lo allunghiamo e lo rendiamo ancora più distorto. Quindi manteniamo molto di quello spirito, ma lo spingiamo decisamente oltre grazie a quello e a tutti quei grandi registi”, conclude l’attore.
Cosa significa questo per la serie Cape Fear di AppleTV+
Dato che il film Cape Fear di Scorsese del 1991 è stato sottovalutato al momento della sua uscita, molti appassionati di cinema potrebbero non ricordarlo molto bene. In realtà, alcuni potrebbero ricordare il film di Scorsese più che altro per aver ispirato un episodio parodia dei Simpsons (stagione 5, episodio 2), che è uno dei migliori della serie. Questo potrebbe indurre alcuni a sottovalutare l’importanza del commento di Wilson sulla serie in uscita. Nel film di Scorsese, la versione di Max Cady interpretata da Robert De Niro era un personaggio terrificante.
Uno dei motivi per cui il Cady del film era così spaventoso era che il film permetteva agli spettatori di comprendere meglio il personaggio. Sebbene Cady fosse maniacale e incline alla rabbia, poteva anche essere tranquillo, manipolatore e persino vulnerabile. Sulla base dei commenti di Wilson, la serie Cape Fear di AppleTV+ approfondirà il personaggio di Cady ancora più di quanto abbia fatto il film di Scorsese. Entrare davvero nella mente di un personaggio come Cady potrebbe facilmente renderlo ancora più spaventoso.
Dato che De Niro era così autorevole nel ruolo, sarà però difficile essere all’altezza di una nuova versione di Cady. Tuttavia, essendoci Javier Bardem ad interpretarlo, ci si può aspettare una grande interpretazione. D’altronde, l’attore è diventato celebre per la sua performance come spietato sociopatico nel film Non è un paese per vecchi, ancora oggi uno dei killer più spaventosi della storia del cinema. Dato anche l’aspetto del personaggio, svelato da alcune foto dal set, ci si può aspettare un nuovo minaccioso antagonista.
Blue Beetle potrebbe fare un’apparizione nella seconda stagione di Peacemaker? James Gunn sembra aver confermato in modo criptico che l’eroe con lo scarabeo apparirà in qualche momento della serie, ma non specifica in quale stagione. Parlando con IMDB (tramite l’account Instagram del sito), l’intervistatore ha detto di essere un grande fan di Blue Beetle e di sperare di vedere il personaggio apparire nei futuri episodi della serie. Gunn ha risposto in modo interessante: “Beh, sai, non direi che non sei fortunato”.
Il margine di manovra di Gunn sta nel fatto che non ha specificato in quale stagione apparirà il personaggio e non ha specificato quale Blue Beetle. Come noto, il film Blue Beetle confermava che Ted Kord un tempo ricopriva il ruolo di Blue Beetle ed era a capo della Kord Industries prima di scomparire in circostanze misteriose. Il suo destino viene accennato nella scena a metà dei titoli di coda, dove un messaggio preregistrato emerge dal suo vecchio sistema informatico.
In esso, Kord rivela di essere ancora vivo e chiede che qualcuno contatti sua figlia. Questa rivelazione ha alimentato una delle principali teorie dei fan, secondo cui Kord sarebbe rimasto bloccato in una dimensione alternativa a seguito di un esperimento fallito. Il momento in cui è stata avanzata questa ipotesi è particolarmente intrigante, dato che la seconda stagione di Peacemaker è destinata ad approfondire il concetto di realtà alternative attraverso la Quantum Unfolding Chamber, creando potenzialmente un punto di incontro con il film e un’occasione per Kord di tornare a casa.
Più recentemente, in un’altra intervista, Gunn ha anche collegato i personaggi, affermando che entrambi avevano dei progetti in un momento in cui il DCEU era in uno stato di cambiamento, rendendo molto facile portarli nel DCU. Il regista ha inoltre in precedenza confermato che il personaggio sarà uno di quelli che dal DCEU varrà “salvato” e portato anche nel DCU, quindi il suo ingresso in scena è da ritenere molto probabile da qui in avanti. Che ciò possa avvenire proprio nel corso di Peacemaker?
Tutto quello che sappiamo della stagione 2 di Peacemaker
“La gente sta capendo che la seconda stagione di Peacemaker riguarda due dimensioni, e questo è davvero il cuore della serie”, ha spiegato Gunn durante una recente intervista con Rolling Stone. “Ma non è che una di queste sia la vecchia DCEU e l’altra la DCU. La questione viene affrontata in modo diverso, in modo molto diretto in una stagione in cui quasi tutto nella prima stagione è canonico e alcune cose non lo sono. E infatti ho registrato un podcast con gli attori Steve Agee e Jen Holland“.
“Abbiamo parlato di ogni episodio di Peacemaker e in quegli episodi ho spiegato cosa è canonico e cosa non lo è. In pratica ho eliminato alcune piccole cose della prima stagione di Peacemaker che non sono canoniche, come Aquaman. Ma la maggior parte delle cose è canonica“. Stando a queste parole di Gunn, sarà dunque interessante scoprire cosa la seconda stagione aggiungerà alla storia di Peacemaker e come lo renderà a tutti gli effetti un personaggio del DC Universe.
“Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”, è stato poi riferito. I dettagli precisi sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.
InThe Batman, la trasformazione di Colin Farrell nel Pinguino ha ottenuto un grande successo, ma il suo tempo effettivo sullo schermo è stato sorprendentemente breve. Farrell ha sottolineato di essere apparso solo in cinque o sei scene, per un totale di circa nove minuti delle tre ore di durata del film. Piuttosto che essere un cattivo centrale, il suo Pinguino ha funzionato come figura di supporto, un mafioso di medio livello con legami con il dipartimento di polizia di Gotham City.
Ha fornito a Batman indizi essenziali durante le indagini e ha svolto un ruolo memorabile in una delle sequenze di inseguimento più avvincenti del film. Questo tempo limitato sullo schermo era ovviamente voluto. I realizzatori del film hanno utilizzato la sua presenza per introdurre il personaggio senza oscurare la trama principale, gettando le basi per sviluppi futuri.
Queste fondamenta hanno infatti aperto la strada a The Penguin, una serie spin-off che continua direttamente dopo gli eventi di The Batman, tracciando la sua spietata ascesa nella malavita di Gotham e consolidando la sua posizione di potente protagonista. La serie ha ricevuto ampi consensi dalla critica, con molti recensori che ne hanno sottolineato la narrazione cruda e avvincente. I critici spesso tracciano parallelismi con iconici drammi polizieschi come I Soprano, sottolineando la simile combinazione di intensità, profondità dei personaggi e ambiguità morale.
Ora, con l’attesa che cresce per The Batman – Parte II, Farrell ha condiviso durante un’intervista quel poco che sa sul ritorno del Pinguino, e sembra che la sua presenza potrebbe essere altrettanto limitata, se non minore, rispetto al primo film. “Non credo di avere molte scene, ma sarò lì per qualsiasi cosa. Matt Reeves è davvero brillante. Non so ancora quale sarà la trama”, ha detto Farrell. Considerando il potere raggiunto dal personaggio, se anche dovesse comparire per poco nel film, c’è da aspettarsi scene importanti e che il suo potere si estenda ben oltre la sua presenza in scena.
Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte II
The Batman – Parte II è uno dei film più attesi del nuovo panorama DC, ma il suo percorso produttivo non è stato privo di ostacoli. Inizialmente previsto per ottobre 2025, il sequel diretto da Matt Reeves è stato rinviato al 1° ottobre 2027. I ritardi sono stati giustificati da esigenze legate alla scrittura della sceneggiatura e al calendario riorganizzato della DC sotto la nuova guida di James Gunn e Peter Safran, che stanno ristrutturando l’intero universo narrativo. Nonostante ciò, Reeves ha confermato che le riprese inizieranno nella primavera 2026 e Gunn ha recentemente letto la sceneggiatura, definendola “grandiosa”, un segnale incoraggiante per i fan.
Sul fronte del cast, è confermato il ritorno di Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne/Batman, all’interno dell’universo narrativo alternativo noto come “Elseworlds”, separato dal DCU principale. Dovrebbero tornare anche Jeffrey Wright come il commissario Gordon e Andy Serkis nel ruolo di Alfred. I rumor più insistenti ruotano attorno alla possibile introduzione di Harvey Dent/Due Facce e Clayface(che avrà inoltre un film tutto suo) come villain principali, anche se nulla è stato ancora ufficializzato. C’è chi ipotizza un ampliamento del focus sulla corruzione sistemica di Gotham, riprendendo i toni noir e investigativi del primo capitolo, con Batman sempre più immerso in un mondo in cui la linea tra giustizia e vendetta si fa sottile.
Per quanto riguarda la trama, le indiscrezioni suggeriscono un’evoluzione psicologica per Bruce Wayne, alle prese con le conseguenze delle sue azioni e un Gotham sempre più caotica, anche dopo gli eventi della serie spin-off The Penguin con Colin Farrell (anche lui probabile membro del cast). Alcune fonti parlano di un possibile scontro morale con Harvey Dent, figura ambigua per eccellenza, o di un Batman costretto a confrontarsi con i limiti del suo metodo. Al momento, tutto è però ancora avvolto nel riserbo, ma la conferma della sceneggiatura completa e approvata lascia ben sperare per l’inizio delle riprese entro l’autunno e per un sequel che promette di essere ancora più cupo, ambizioso e introspettivo.
Reeves spera naturalmente che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves ha espanso la serie DC Elseworld con la già citata serie spin-off di Batman, The Penguin, disponibile su Sky e NOW, per l’Italia.
Il film del 2025 The Conjuring – Il rito finale è il quarto capitolo della serie di punta Conjuring (che ha anche dato vita alle serie spin-off Annabelle e The Nun), in cui Patrick Wilsone Vera Farmigainterpretano i demonologi Ed e Lorraine Warren. Al cinema dal 4 settembre, questo nuovo capitolo è stato promosso come l’ultimo della serie, al punto che i trailer promettono che gli spettatori scopriranno perché il caso alla base del film è stato l’ultimo dei Warren. Tuttavia, quel presunto gran finale potrebbe non essere poi così definitivo.
Durante una recente intervista con The Hollywood Reporter, il presidente e CCO della New Line Richard Brener ha dichiarato che “questo è l’ultimo di quelli che chiamiamo fase uno” e che “speriamo di poterne realizzare altri”, anche se “la fase due è ancora da definire”. In un’intervista con Tatiana Hullender di ScreenRant durante la promozione del film, Wilson e Farmiga hanno ora condiviso le loro reazioni all’annuncio, di cui Wilson dice di non aver sentito parlare fino a quel giorno.
“Lo adoro. Tipo, Fase Uno? Non ne avevo mai sentito parlare prima che venisse menzionato oggi. Non ne ho idea. È così difficile. Non riesco realisticamente a separare me e Vera da The Conjuring, quindi non ho idea di cosa significhi. Se decidessero di fare il film The Conjuring senza di noi, non saprei nemmeno cosa dire!“, ha affermato Wilson. L’attore ha però poi aggiunto: “Tutto quello che so è che questo film è la fine del nostro viaggio, ed è così che l’abbiamo affrontato. È sicuramente il modo giusto per concludere questa serie che abbiamo realizzato”.
“Cioè, certo, potremmo continuare. Abbiamo più di 50 anni, e Lorraine ha vissuto fino a 90 anni mentre Ed ne aveva 70, quindi la possibilità c’è. Ma ci sono così tante altre domande che vanno oltre le nostre competenze e la nostra responsabilità. Non siamo ideatori e non siamo produttori di questo progetto. Quindi non conosciamo alcun grande piano di cui stiamo nascondendo le informazioni“, conclude l’attore. Gli fa eco Farmiga, che aggiunge: “Assolutamente. Per quanto ne sappiamo, abbiamo appeso i rosari. Il crocifisso è tornato sulla parete, e questo è tutto”.
La trama e il cast di The Conjuring – Il rito finale
La sinossi ad oggi diffusa di The Conjuring – Il rito finale recita: “Cinque anni dopo il processo ad Arne Johnson, i coniugi Warren hanno lasciato l’attività investigativa per dedicarsi al lavoro universitario. Tuttavia, quando il lavoro scarseggia, i due decidono di seguire un ultimo caso, quello di Janet e Jack Smurl, la cui casa sembra ospitare un’entità sovrannaturale”.
Accanto a Vera Farmiga e Patrick Wilson, nel cast troviamo Mia Tomlinson e Ben Hardy nei ruoli di Judy Warren, figlia di Ed e Lorraine, e del suo fidanzato Tony Spera, oltre a Steve Coulter, che torna nei panni di Padre Gordon, e Rebecca Calder, Elliot Cowan, Kíla Lord Cassidy, Beau Gadsdon, John Brotherton e Shannon Kook. Chaves dirige una sceneggiatura di Ian Goldberg & Richard Naing e David Leslie Johnson-McGoldrick, su un soggetto di David Leslie Johnson-McGoldrick & James Wan basato sui personaggi creati da Chad Hayes & Carey W. Hayes.
The Conjuring – Il rito finale sarà distribuito da Warner Bros. Pictures nelle sale italiane il 4 settembre.
Il film su Elvis (qui la nostra recensione) del regista Baz Luhrmann racconta la vita della leggenda del rock and roll, concludendosi con un finale sottile che riassume il percorso del cantante come icona musicale, piuttosto che una decostruzione senza veli dei suoi ultimi giorni. Il film segue dunque Elvis (Austin Butler) dalla sua infanzia ai primi successi, ai conflitti con la sua identità, ai fallimenti, alle rimonte e, infine, a dove si è ritrovato alla fine della sua vita, il che è sia tragico che rivelatore dell’uomo che sarebbe diventato noto come “Il Re del Rock and Roll”.
Sebbene il film di Luhrmann non eviti di affrontare la sua tossicodipendenza, gli altri aspetti della sua complessa vita, tra cui l’infedeltà, il deterioramento della salute e le sue strane manie, fissazioni e stranezze, sono stati per lo più accennati o attenuati. Il film Elvis si concentra su un uomo che cercava di sfuggire a se stesso, mentre cercava di essere l’eroe della propria storia e affrontava la possibilità di non esserlo. Tuttavia, questo film biografico non mostra la vera fine della vita di Elvis Presley. Ecco allora la spiegazione del finale e del significato del film.
Elvis licenzia il colonnello Parker sul palco: è davvero andata così?
Alla fine del film, Elvis si esibisce all’International di Las Vegas dopo aver appena scoperto che il colonnello Tom Parker (Tom Hanks) gli aveva mentito per decenni sulla sua identità. Parker era in realtà un immigrato clandestino olandese di nome Andreas Cornelis Dries van Kuijk che aveva così tanta paura di essere scoperto (e deportato) da tenerlo segreto, il che ha influenzato la carriera cinematografica e musicale di Elvis Presley. Poiché Parker non poteva ottenere un passaporto, ha combattuto con veemenza contro Elvis che voleva lasciare il Paese per andare in tour, cosa che l’artista desiderava ardentemente fare (e che non ha mai fatto).
Il finale del film spiega che Elvis chiama Parker alla fine del suo spettacolo davanti a tutto il pubblico, rivelando che era un clandestino e annunciando che lo licenzia proprio prima che cali il sipario. I due si scontrano nel backstage ed Elvis ribadisce che la loro partnership commerciale è finita, spingendo Parker a redigere un elenco dei debiti che Elvis ha nei suoi confronti per i suoi servizi, al fine di porre fine alla loro collaborazione. La realtà di questa scena era leggermente diversa, ma serviva a rendere gli eventi ancora più drammatici.
La vera storia dietro questo incidente di Elvis è avvenuta nel 1973, quando Elvis si è scagliato sul palco contro l’hotel (che all’epoca era stato acquistato dalla Hilton) perché aveva licenziato un membro del personale di cucina a cui era affezionato. Sia nel film che nella vita reale, Elvis e il Colonnello hanno deciso di continuare la loro collaborazione. Il Parker di Hanks dice all’Elvis di Butler che sono “uguali”, essendo “due bambini strani e solitari, alla ricerca dell’eternità”, mostrando il modo in cui il Colonnello poteva manipolare Elvis alimentando la paura del cantante di essere dimenticato. Il Colonnello si posizionò come l’unico in grado di comprendere la situazione di Elvis.
Elvis e Priscilla: la fine del loro matrimonio e cosa significò
Nel film, il cantante Elvis e sua moglie Priscilla decidono di divorziare, il che viene condensato in un’unica scena a Graceland in cui Priscilla lo lascia, portando con sé la loro figlia Lisa Marie. Sconvolta dalla sua freddezza, dalla mancanza di affetto e dalla sua dipendenza dalle droghe, Priscilla lo lascia solo nella villa, il che viene descritto come un colpo devastante per Presley. Nella vita reale, ci furono tradimenti da entrambe le parti, un aborto spontaneo e un carattere prepotente da parte di Elvis che non prometteva nulla di buono per la moglie.
Più avanti nel film, mentre Elvis continua a fare tournée e la sua salute peggiora, il rapporto tra lui e Priscilla veniva mostrato come più amichevole e affettuoso rispetto a quando erano sposati. Questo è qualcosa che Priscilla ha menzionato negli anni successivi alla sua morte, poiché il loro legame ha assunto una nuova forma dopo il divorzio e lei è diventata una sorta di confidente per il cantante interpretato. Nell’ultima scena tra Priscilla ed Elvis, i due sono sulla pista dell’aeroporto, dove entrambi prendono posto sul sedile posteriore della sua limousine per parlare, tenendosi persino per mano.
Elvis Presley sembra stanco e cupo mentre parla, affermando che sta per compiere 40 anni e confessando la sua paura di raggiungere quel traguardo, dicendo: “Nessuno si ricorderà di me”. Priscilla riconosce il suo dolore e lo supplica di farsi aiutare, ma lui respinge il suggerimento con disprezzo. Mentre Priscilla e Lisa Marie se ne vanno per salire sull’aereo, Elvis guarda Priscilla e le sussurra: “Ti amerò per sempre”. In realtà, Elvis confessò le sue paure di essere dimenticato a una corista, cosa che Priscilla scoprì in seguito. Tuttavia, il finale del film di Baz Luhrmann spiega che Elvis avrebbe, in realtà, amato Priscilla per sempre.
Elvis interpreta Unchained Melody: perché il film termina con questa esibizione
L’ultima scena di Elvis riproduce una vera esibizione del Re, avvenuta appena sei settimane prima della sua morte durante un concerto a Rapid City, nel South Dakota, il 21 giugno 1977. L’esibizione mostrata nel film è quella di Elvis che canta la canzone “Unchained Melody” scritta da Hy Zaret, considerata da molti l’ultimo grande momento della carriera del cantante. Elvis salì sul palco e cantò a squarciagola la melodia come se stesse cantando con tutto il cuore per salvarsi la vita. Il finale del film mostra che anche in punto di morte, Elvis era in grado di cantare in modo straordinario.
Piuttosto che concludere il film con una nota triste, mostrando il cantante in eccessivo declino o morente nel bagno di Graceland, il film si concentra invece sul motivo per cui Elvis è ricordato, che non è per come è morto, ma per come ha vissuto. Per un cantante che temeva di essere dimenticato e di non raggiungere mai l’eternità, l’esibizione di “Unchained Melody” è servita a ricordare il suo potere duraturo e la sua sostenibilità, che ha portato Butler a ricreare il momento in modo quasi identico a come è andato (è l’unica scena del film in cui l’attore indossa delle protesi per mostrare l’aspetto più pesante di Elvis in quel momento).
La canzone, il momento e la performance stessa di Austin Butler sono la perfetta incarnazione del motivo per cui Elvis è così venerato, come spiegato nel finale del film di Baz Lurhmann, che racchiude il suo percorso da hit-maker sano e vivace ad artista debilitato e in difficoltà che ha ricordato al pubblico perché non sarebbe mai stato dimenticato, anche se la fine si avvicinava. La canzone accompagna il film, proprio mentre il colonnello Parker soccombe alla morte e la sua voce viene messa a tacere in ospedale, mentre quella di Elvis continua a risuonare con forza, riverberando oltre la morte.
L’intero film su Elvis ha sorvolato sui suoi problemi di salute
Alla fine della sua vita, Elvis aveva più problemi di quanti il film abbia voluto ammettere. Molti altri film biografici su musicisti, come Bohemian Rhapsody, non trattano la seconda metà della vita di queste figure prolifiche, concentrandosi principalmente sulla loro ascesa alla fama e alla notorietà. Detto questo, Elvis ha lottato con un discreto numero di problemi di salute che il film non ha affrontato, portando alla sua tragica scomparsa. La sua storia non è dissimile da quella di altri artisti che sono stati costretti a esibirsi nonostante i continui problemi di abuso di droghe e salute mentale, come Amy Winehouse.
Sebbene Elvis soffrisse di dipendenza da pillole, come spiegato nel finale del film, aveva dolori cronici e problemi di salute che potrebbero averla alimentata. Forrest Tennant, autore di The Strange Medical Saga of Elvis Presley, riteneva che il cantante soffrisse in realtà della sindrome di Ehlers-Danlos, una malattia del tessuto connettivo responsabile di dolori cronici e altri problemi di salute. Molti credono erroneamente che la morte di Elvis sia stata causata da un’overdose di droga.
Tuttavia, il Re del Rock and Roll ha effettivamente avuto un infarto, favorito dai farmaci prescritti, da un ingrossamento del cuore, dal diabete di tipo II e da una dieta gravemente malsana. Se a questo si aggiunge il fatto che probabilmente soffriva di EDS, il risultato è una ricetta per il disastro. Il suo medico personale, George Nichopoulos, è stato processato per aver prescritto farmaci in eccesso al cantante, ma è stato assolto. Tuttavia, nel 1995 gli è stata revocata la licenza medica. La gravità delle difficoltà di Elvis è stata dunque notevolmente minimizzata nel film, tanto che la loro omissione sembra una svista controintuitiva in questo omaggio altrimenti lodevole all’eredità del Re.
Data la figura iconica al centro del film biografico di successo, molti fan si chiedono quanto sia accurato il filmElvis. Il film di Baz Luhrmann offre uno sguardo ostentato sulla vita di Elvis Presley e, come in ogni progetto di Luhrmann, l’accuratezza inevitabilmente cede il passo allo spettacolo. Raccontato attraverso flashback dal punto di vista del colonnello Tom Parker (Tom Hanks), Elvis ripercorre la carriera del Re, dagli esordi nell’anonimato fino a diventare un’icona internazionale. Elvis è stato un successo al botteghino e ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui le nomination per Austin Butler come miglior attore e miglior film. Tuttavia, l’accuratezza del film è ancora in discussione.
Sebbene il rapporto tra Elvis Presley e il colonnello Tom Parker fosse certamente teso, e persino conflittuale, Elvis non fornisce una rappresentazione completa del loro tempo insieme. Alcune scene sono completamente inventate o stravolgono gli eventi per adattarli alla narrazione di Parker come antagonista assoluto. Ma questo non è l’unico aspetto in cui il film su Elvis Presley si prende delle libertà con la verità. Sia per quanto riguarda il percorso artistico di Elvis che la sua personalità come uomo, Elvis è colpevole di semplificare eccessivamente per assecondare la storia quasi idolatra di Luhrmann.
Il colonnello Tom Parker di Elvis cambia
Tom Hanks interpreta il colonnello Tom Parker nel film Elvis (2022)
Il personaggio di Tom Hanks è reso il cattivo della storia
Molti dei cambiamenti nel film su Elvis Presley ruotano attorno al controverso colonnello Tom Parker. Secondo la sua rappresentazione nel film, Parker era una figura quasi completamente venale ed egoista che, in molti casi, ha dato suggerimenti che avrebbero potuto avere conseguenze disastrose, se non fosse stato per l’intervento istintivo di Elvis. Ad esempio, relativamente all’inizio del film, Parker cerca di convincere Elvis a moderare alcuni aspetti della sua performance per soddisfare i settori più conservatori.
In un’intervista (tramiteVariety), la biografa Alanna Nash ha smentito diverse affermazioni di Elvis sul suo manager. Per quanto riguarda il desiderio di Parker di attenuare alcune delle esibizioni più osé del cantante, Nash sottolinea che era vero il contrario:
Gli piaceva che Elvis facesse ciò che attirava la gente nel grande tendone. Ascoltate, questo tizio non era uno stupido! Parker adorava che Elvis fosse come uno spogliarellista… come le ragazze del circo. Questo faceva vendere i biglietti!
Allo stesso modo, Nash ha respinto l’affermazione secondo cui Parker fosse stato minacciato dal governo nel tentativo di fermare le controverse esibizioni di Elvis come “una totale e inequivocabile sciocchezza”, sottolineando ulteriormente le discrepanze tra il film e i fatti storici.
L’interpretazione di Austin Butler sorvola su molti aspetti della vita di Elvis
Mentre rappresentare il colonnello Tom Parker come un cattivo senza ambiguità è probabilmente il cambiamento più evidente di Elvis, il film si prende anche delle libertà con Elvis Presley stesso. In particolare, il film gioca con alcune delle influenze musicali più importanti del vero Elvis, così come con le relazioni che lo hanno plasmato. Ad esempio, Nash spiega che non è vero che le influenze musicali più importanti di Elvis fossero esclusivamente nere, come suggerisce il film.
“Elvis aveva altrettante influenze bianche e già in seconda media aveva annunciato che avrebbe cantato al Grand Ole Opry. Ricordate, da bambino partecipò a un concorso per talenti cantando ‘Old Shep’ — cantare di cani morti è quanto di più country ci possa essere.”
Questo evidenzia come, quando si tratta della genesi dell’innegabile talento di Presley, Elvis a volte semplifichi eccessivamente. Ci sono anche numerosi cambiamenti apportati al personaggio di Elvis come uomo. Un aspetto che Elvis sorvola è la sua complicata storia sentimentale. Sebbene sua moglie Priscilla abbia un ruolo di primo piano, le compagne successive come Ginger Alden e Linda Thompson vengono completamente ignorate, presentando una versione grossolanamente semplicistica della vita sentimentale del Re.
Si può anche sostenere che il film sorvoli sull’inappropriatezza delle avance di Presley quando l’allora Priscilla Beaulieu aveva solo 14 anni, con Nash che descrive la rappresentazione sullo schermo come “edulcorata”. Il film cerca di dipingere la coppia come protagonista di una storia d’amore epica e commovente senza affrontare gli aspetti problematici. Data la partecipazione di diversi membri della famiglia Presley in questo film, non sorprende che sia stato adottato questo approccio. Di conseguenza, sebbene Elvis fornisca alcune informazioni sull’uomo, non c’è dubbio che il suo approccio sia ben lontano da quello di un documentario.
La storia vera di Elvis e il Servizio Militare
Il periodo militare di Elvis fu una trovata pubblicitaria?
Il periodo trascorso dall’amato cantante nell’esercito è un altro punto discutibile. Quando Elvis era già diventato una grande star, fece notizia dopo essere stato arruolato e aver prestato servizio nell’esercito come soldato semplice. Il film suggerisce che il servizio militare di Elvis sia stato frutto di un accordo con il governo per evitare la prigione per i suoi atti indecenti sul palco. La realtà è forse più interessante, soprattutto per quanto riguarda il colonnello Parker, poiché l’intero scenario è stato pianificato da lui come una trovata pubblicitaria per far apparire Elvis come un vero americano, come spiega Nash:
Voleva che Elvis non andasse nei servizi speciali, dove l’esercito era felice di metterlo, ma che prestasse servizio come qualsiasi altro soldato. Questo avrebbe smussato gli spigoli della sua immagine e lo avrebbe riportato ad essere il ragazzo americano perfetto per l’intrattenimento familiare insieme a Frank Sinatra. Tutto questo per renderlo un idolo pop amato da tutti, non un rocker pericoloso e lugubre.
La versione cinematografica degli eventi suggerisce che Parker fosse d’accordo con l’idea, poiché gli avrebbe permesso di continuare a guadagnare soldi con Elvis senza preoccuparsi troppo del pericolo che il giovane avrebbe affrontato in guerra. Tuttavia, la vera ragione dietro a tutto questo è la stessa, ma in modo più sinistro, poiché Parker usa l’idea della guerra e dei soldati che combattono per amplificare l’immagine di Elvis, senza pensare minimamente all’uomo stesso.
Lo speciale natalizio di Elvis
Lo speciale natalizio ebbe luogo nel 1968
Uno dei momenti cruciali del film è la registrazione dell’iconico speciale natalizio di Elvis nel 1968. Il film suggerisce che l’assassinio di Robert F. Kennedy avvenne durante le riprese dello speciale, influenzando Elvis al punto da spingerlo a provare un nuovo approccio. Invece del semplice spettacolo natalizio voluto dal colonnello Parker, Elvis cantò le sue hit, dando vita a una delle sue esibizioni più emozionanti che contribuì al suo ritorno sulle scene.
In realtà, l’assassinio di RFK avvenne durante le prove dello spettacolo e non durante le registrazioni. Nonostante il film lo presenti come un momento cruciale in cui Elvis si ribella a Parker e lo sfida, secondo Peter Guralnick, autore di diversi libri su Elvis Presley, Parker era d’accordo con la versione di Elvis dello speciale fin dall’inizio.
Priscilla aiuta Elvis a entrare in clinica
Priscilla commenta la lotta di Elvis contro la dipendenza
Oltre a modificare alcuni degli aspetti più problematici del matrimonio tra Elvis e Priscilla, il film esalta anche il ruolo di lei nella vita di Elvis dopo il divorzio. Priscilla è descritta come una presenza forte nella vita di Elvis e come l’opposto morale del colonnello Parker, che era invece un’influenza negativa. Questo aspetto è rafforzato nel film dal momento in cui lei aiuta Elvis a cercare aiuto per la sua dipendenza e a entrare in riabilitazione. Tuttavia, Nash suggerisce che questo non sia accurato:
“Priscilla non era così coinvolta con Elvis dopo il loro divorzio come vorrebbe far credere oggi.”
Quando le è stato chiesto in precedenza perché non avesse fatto pressione su Elvis affinché cercasse una cura per la sua dipendenza, Priscilla ha risposto:
“Elvis non avrebbe reagito a un intervento più di quanto avrebbe fatto a una richiesta di smettere di cantare.”
Ancora una volta, il film apporta delle modifiche per rendere la storia d’amore tra Elvis e Priscilla una parte più toccante ed essenziale della sua vita. Sebbene la loro storia d’amore fosse certamente un aspetto importante della sua vita che avrebbe dovuto essere trattato, il ruolo che lei ha avuto nella storia dopo il loro divorzio sembra essere stato esagerato.
La residenza a Las Vegas di Elvis
Il periodo di Elvis a Las Vegas potrebbe essere stato legato al gioco d’azzardo di Parker
La carriera di Elvis nel film giunge più o meno al termine quando accetta di esibirsi a Las Vegas. Il film suggerisce che questa sia stata un’altra nefasta iniziativa del colonnello Parker, che ha anteposto i propri interessi alla carriera di Elvis. Il film suggerisce che Parker abbia organizzato l’esibizione di Elvis all’International Hotel per saldare i propri debiti di gioco con la mafia.
Sebbene molte delle controversie su Parker in Elvis siano esagerate, Nash non smentisce apertamente questo particolare, confermando che Parker era un noto giocatore d’azzardo e che probabilmente doveva una grossa somma all’International Hotel, con voci di un accordo stretto con mafiosi locali.
Il licenziamento del colonnello Parker
Elvis ebbe davvero un crollo nervoso sul palco
Il rapporto tra Elvis e Parker giunge a una fine burrascosa nel film, quando Elvis si esibisce sul palco dell’International Hotel, denunciando prima lo status di immigrato clandestino di Parker, motivo per cui questi gli aveva impedito di andare in tour all’estero. Poi licenzia Parker mentre è ancora sul palco. Anche se l’evento non è mai avvenuto, era basato almeno in parte sulla realtà.
Elvis ha davvero avuto un crollo nervoso sul palco durante uno dei suoi spettacoli, in cui ha pubblicamente criticato l’International Hotel per aver licenziato un dipendente con cui Elvis era in buoni rapporti, secondo Nash. Lei continua spiegando che Elvis e Parker hanno litigato dopo lo spettacolo, ed è allora che Elvis ha licenziato il suo manager.
Quanto è accurato Elvis?
Elvis può essere apprezzato per le sue performance e il suo stile piuttosto che per l’accuratezza
Per molti versi, giudicare Elvis in base alla sua fedeltà storica è un errore. Il film è più interessato a ricreare l’energia e la vitalità delle performance della sua star che a riproporre fatti della sua vita. Tuttavia, anche se la verità è a volte distorta, il film non è completamente lontano dalla realtà. Ad esempio, anche se le circostanze relative al periodo di servizio militare di Elvis (che ha interrotto la carriera musicale e recitativa di Presley) sono state modificate, è chiaro che Parker tirava le fila dietro le quinte.
Allo stesso modo, Parker era un giocatore d’azzardo incallito che probabilmente ha fregato milioni di dollari al suo cliente, portando all’astio che ha caratterizzato il loro rapporto negli ultimi anni. Inoltre, Parker era davvero determinato a impedire a Elvis di andare in tour all’estero, in parte perché non aveva un passaporto statunitense a causa del suo status di immigrato, e ha messo il padre di Elvis, Vernon, come manager fantoccio in modo da poter controllare tutto dietro le quinte.
Ciò dimostra che, sebbene Elvis non sia sicuramente un racconto perfetto della vita di Presley, il film biografico di Luhrmann contiene abbastanza verità da renderlo avvincente sia come opera d’arte che come versione della storia.
Luhrmann ha frainteso il punto di vista degli artisti neri su Elvis
Il legame di Elvis con la musica nera rimane controverso
Il tema del successo di Elvis è molto dibattuto tra gli artisti neri, cosa che Baz Luhrmann non ha affrontato nel nuovo film su Elvis Presley. Sebbene il film commenti il fatto che Presley “suona” più come un artista nero, Elvis non approfondisce necessariamente il modo in cui la comunità nera percepisce questa appropriazione. In definitiva, i musicisti neri rimangono divisi sul successo di Elvis nel mondo della musica, con alcuni che sostengono che abbia sfruttato altri artisti neri e altri che affermano che si sia meritato la sua fama. Ray Charles ha parlato della fama di Elvis ed è stato particolarmente critico nei confronti dell’autoproclamato Re.
In un’intervista con Bob Costas alla NBC, Charles ha commentato: “Conosco troppi artisti che sono molto più grandi di lui. Lui faceva il nostro tipo di musica. Quindi perché diavolo dovrei essere così entusiasta?“.
Sebbene Ray Charles non ami particolarmente Elvis, il film Elvis ha descritto accuratamente il rapporto tra lui e B.B. King. Nell’autobiografia di King, Blues All Around Me, il prolifico artista ha detto:
”Elvis non ha rubato la musica a nessuno. Aveva solo una sua interpretazione della musica con cui era cresciuto, come tutti. Penso che Elvis fosse una persona integra”.
Quindi, dato che la comunità nera rimane divisa sul successo musicale di Presley, il film Elvis ha avuto la possibilità di esplorare questa dicotomia di opinioni, ma per qualche motivo ha scelto di non farlo.
La versione di Elvis interpretata da Austin Butler ha vinto un Golden Globe e ricevuto una nomination all’Oscar
Austin Butler in Elvis
Elvis si è rivelato un ruolo di svolta per Butler a Hollywood
Sebbene il film Elvis non sia accurato nella sua interezza, ciò non ha impedito al film di scalare le classifiche e ricevere numerosi riconoscimenti. Una delle cose che Baz Luhrmann ama fare è rendere perfetto l’aspetto dei suoi film. Anche se il regista non è sempre accurato nelle sue visioni, è uno showman nel cuore. Questo ha aiutato il film durante le nomination agli Oscar.
Il film ha ottenuto diverse nomination per il look di Elvis, che era molto accurato rispetto ad altri aspetti del film. Per il look di Elvis stesso, Elvis ha ottenuto nomination per il trucco e l’acconciatura e per i costumi.
Tuttavia, come prevedibile, tutti gli occhi erano puntati sull’attore incaricato di dare vita all’iconico Elvis Presley nel film. Austin Butler ha trovato il ruolo della sua vita e ha offerto una performance trasformativa che gli è valsa la vittoria del Golden Globe come miglior attore in un film drammatico, seguita da una nomination all’Oscar come miglior attore. Anche il film stesso è stato nominato come miglior film, consolidando ulteriormente il suo successo. Sebbene non tutti i fatti riportati nel film siano accurati, i riconoscimenti dimostrano che Elvis ha catturato abbastanza della storia da rendere impressionante il biopic di una leggenda della musica.
I cambiamenti apportati sono stati positivi o negativi per il film?
Elvis ha evitato alcune dure realtà sull’eredità del cantante
Per quanto riguarda l’accuratezza di Elvis come resoconto della vita dell’iconico cantante, è ovvio che sono state prese alcune libertà. È normale che un film basato su una storia vera modifichi alcuni elementi, ma la domanda è sempre se le inesattezze siano gravi e se rendano il film migliore. Nel caso di Elvis, la questione è complicata, soprattutto perché Elvis è un personaggio complesso.
L’approccio di Baz Luhrmann presenta Elvis come un personaggio più grande della vita, elevandolo a uno status venerato, che si addice alla sua eredità e alla sua popolarità. Questo tono contribuisce anche a vendere il film come qualcosa di distaccato dalla realtà e quindi non vincolato a ogni singolo fatto. Tuttavia, rendere Elvis un’entità quasi perfetta nel film rende il biopic un po’ annacquato, piuttosto che qualcosa che approfondisce gli aspetti contrastanti dell’eredità di Elvis.
Così com’è il film, Elvis era un uomo amato da tutti e la cui musica era celebrata per quello che era. Gli aspetti oscuri della sua vita vengono mostrati, ma vengono suggeriti come colpa del malvagio Colonnello Parker, sollevando Elvis da ogni responsabilità. Allo stesso modo, gli aspetti problematici della sua vita, come il matrimonio con Priscilla, che non possono essere attribuiti a Parker, vengono presentati senza controversie.
Se sia stato giusto cambiare questi elementi è una discussione diversa, ma il fatto è che Elvis avrebbe potuto essere un biopic più interessante se non avesse venerato così tanto il suo soggetto.
Prime Video ha rilasciato oggi il trailer di Hotel Costiera, la nuova serie Original italiana con protagonista Jesse Williams (Your Place Or Mine, Only Murders In The Building, Broadway’s Take Me Out). Accanto al protagonista Jesse Williams, qui anche nel ruolo di executive producer, nel ricco ensemble cast internazionale anche Maria Chiara Giannetta, Jordan Alexandra, Antonio Gerardi, Sam Haygarth, Tommaso Ragno, Amanda Campana, Pierpaolo Spollon, Alejandra Onieva e Jean-Hugues Anglade. Tutti i sei episodi di Hotel Costiera debutteranno dal 24 settembre in esclusiva su Prime Video in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Turchia, Danimarca e Norvegia, e nei Paesi di lingua inglese – Gran Bretagna, Irlanda, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Hotel Costiera è una serie internazionale action drama, piena di ironia, leggera e coinvolgente, girata in inglese in Italia e diretta dal premio Emmy Adam Bernstein e da Giacomo Martelli. La serie, da un’idea di Luca Bernabei, è scritta da Elena Bucaccio, Matthew Parkhill e Francesco Arlanch e co-prodotta da Amazon MGM Studios e Luca Bernabei per Lux Vide, una società del gruppo Fremantle.
La trama di Hotel Costiera
Con una trama avvincente dal ritmo incalzante tra azione e commedia, Hotel Costiera racconta la storia di Daniel De Luca (Jesse Williams), un ex marine di origini italiane che torna nel paese della sua infanzia per lavorare come problem solver in uno dei più lussuosi hotel del mondo, sulla spettacolare costa di Positano. Oltre a risolvere i problemi dei facoltosi ospiti dell’albergo, Daniel è anche sulle tracce di Alice, una delle figlie del proprietario, scomparsa un mese prima. Daniel deve fare tutto il possibile per riportarla a casa, ma affrontare coloro che hanno rapito la ragazza sarà una sfida più grande di qualsiasi problema Daniel abbia mai affrontato.
Main Sponsor per l’ottavo anno consecutivo, Campari torna al fianco di Biennale Cinema 2025 per celebrare e rendere omaggio alla settima arte. Passione, Creatività ed Eleganza, elementi distintivi del brand simbolo dell’aperitivo per eccellenza, faranno da fil rouge al Palinsesto di eventi esclusivi, in puro stile Red Passion. Nel corso della 82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia, dal 27 agosto al 6 settembre, ospiti e appassionati, saranno accompagnati in un viaggio unico, alla scoperta del legame profondo e autentico che unisce Campari al mondo del Cinema.
Questa edizione della kermesse cinematografica più prestigiosa in Italia, vedrà al fianco di Campari i suoi talentuosi Ambassador: l’attore Federico Cesari, in concorso a Biennale Cinema 2025 con il film “Zvanì – Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli”, l’attrice Fotinì Peluso, vincitrice nel 2023 del David di Donatello come attrice rivelazione e Margherita Vicario, cantautrice, attrice e regista italiana pluripremiata, che avranno il compito di raccontare ciò che si cela dietro alla loro passione per il mondo dell’arte, accendendo l’immaginazione e stimolando la creatività.
Storie, volti e prospettive diverse si intrecciano all’intero dell’universo Campari, confermando l’impegno del brand a sostegno del carattere, della dedizione e della visione artistica audace, attraverso la propria Red Passion, quell’elemento in grado di muovere l’istinto creativo nascosto in ognuno di noi, per un appuntamento che ogni anno ispira e sorprende, tingendo di Rosso la magia di Venezia.
A fare da cornice sarà la Campari Lounge, presso la Terrazza Biennale, di fronte al Palazzo del Casinò, location principale di quest’anno e vero cuore pulsante dove si respira il Cinema. Un luogo simbolico, punto di incontro tra i volti noti del Grande Schermo, i giovani talenti e gli appassionati di Cinema, dove si possono vivere esperienze “da film”, in un continuo dialogo sull’arte cinematografica fatto di ispirazione e contaminazione creativa.
Icona di eleganza e mistero, Campari animerà il Lido di Venezia con i suoi press junket e after-party all’insegna della Red Passion e del glam, con il cast dei film in concorso e fuori concorso. Si parte giovedì 28 agosto con La Gioia di Nicolangelo Gelormini e un appuntamento con Valeria Golino e tutto il cast al mattino, per poi brindare con una serata in puro stile Campari, dedicata al film e ai suoi protagonisti. Si prosegue lunedì 1° settembre con un party dedicato a Portobello, la serie televisiva di Marco Bellocchio sulla storia di Enzo Tortora, con protagonista Fabrizio Gifuni. E ancora, mercoledì 3 settembre sarà la volta di celebrare Duse, il film di Pietro Marcello dedicato a Eleonora Duse, con Valeria Bruni Tedeschi e tutto il cast. Infine, venerdì 5 settembre la Campari Lounge ospiterà il cast de L’isola di Andrea di Antonio Capuano, con Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni.
Non mancherà l’appuntamento con Filming Italy Venice Award, in programma domenica 31 agosto, mentre lunedì 1° settembre sarà la volta di Reel Womencon un evento tutto al femminile, per celebrare le donne visionarie nel cinema internazionale. Martedì 2 settembre, la casa di moda italiana Trussardi aggiungerà un tocco di glam con un esclusivo cocktail party in Campari Lounge. Grande protagonista della serata sarà il Campari Passion For Film Award – premio nato dalla collaborazione tra Campari e la Direzione Artistica della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – che esalta la Passione come motore della creatività ed elemento che rende ogni opera unica e coinvolgente. Con questo Award, Campari vuole valorizzare i professionisti che contribuiscono a rendere eccellente l’arte cinematografica, trasformando la propria passione in una forza creativa capace di lasciare il segno nel mondo del Cinema, un vero e proprio omaggio alla volontà di distinguersi in questa arte. Quest’anno a ricevere il riconoscimento in Sala Grande (Palazzo del Cinema) sarà il regista americano Gus Van Sant, figura iconica e innovativa del cinema contemporaneo, che ha firmato opere che hanno segnato l’immaginario collettivo, da Drugstore Cowboy a Belli e dannati, da Elephant a Milk, interpretando e anticipando le inquietudini di più generazioni.
Durante la stessa serata, Campari sarà sponsor ufficiale dell’esclusivo after-party del nuovo film del regista Dead Man’s Wire – fuori concorso – presso la Blue Lounge, location suggestiva del Lido di Venezia, insieme al cast, da Bill Skarsgård, Dacre Montgomery, Colman Domingo, Cary Elwes, Myha’la e Al Pacino.
Infine, venerdì 5 settembre, tre grandi nomi della musica italiana si alterneranno per regalare al pubblico tre momenti speciali, dove si racconteranno: Nino D’Angelo con Nino.18 Giorni, documentario intenso e toccante della carriera e vita dell’artista, Piero Pelù con Rumore Dentro, il racconto intimo di uno dei periodi più difficili dell’icona del rock italiano e Francesco De Gregori con Nevergreen, non un biopic tradizionale, ma un’esperienza immersiva nel mondo musicale del cantautore italiano.
Si chiude poi sabato 6 settembre con i Fanheart3 Awards, il premio collaterale dedicato a film e opere immersive che si distinguono per il potenziale apporto alla cultura dei fan e alle loro produzioni creative, quest’anno alla sua settima edizione.
Quest’anno, Campari ospiterà sulla terrazza biennale e in lounge la tradizionale festa di Ciak Magazine,party tra i più attesi nei giorni della Mostra del Cinema,in programma come di consueto nella seconda settimana di kermesse
Tra i più acclamati attori italiani del momento vi è Alessandro Borghi, affermatosi grazie ad alcuni ruoli in film di successo, tra il mainstream e l’autorialità. Borghi ha dimostrato in pochi anni un carisma e un talento raro nell’attuale panorama cinematografico, ottenendo tanto le lodi del pubblico quanto quelle della critica, che in più occasioni ne ha riconosciuto la bravura. Con un futuro promettente e pronto a gettarsi in progetti sempre diversi e sempre nuovi, Borghi è attualmente uno dei nomi su cui puntare per il futuro del cinema italiano.
1. Ha recitato in lungometraggi di successo. L’attore ha esordito al cinema nel 2011 con il film Cinque, per poi ottenere grande popolarità grazie al filmNon essere cattivo (2015). Nello stesso anno recita nel film Suburra, con il quale continua ad acquisire notorietà, confermando poi il suo talento con i suoi ruoli nei film Il più grande sogno (2016), Dalida (2017), Fortunata (2017), The Place (2017) e Napoli velata(2017). Nel 2018 si consacra interpretando il ruolo di Stefano Cucchi nel film Sulla mia pelle. Nel 2019 è invece protagonista del kolossal Il primo re. Nel 2021 sarà protagonista al fianco di Jasmine Trinca del filmSupereroidi Paolo Genovese. Nello stesso anno interpreterà Testacalda in Mondocane. Sarà anche il protagonista del film Delta.
L’attore ha esordito al cinema nel 2011 con il film Cinque, per poi ottenere grande popolarità grazie a Non essere cattivo (2015), presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Nello stesso anno recita in Suburra, consolidando la sua reputazione come nuovo volto del cinema italiano. Conferma poi il suo talento con i ruoli in Il più grande sogno (2016), Dalida (2017), Fortunata (2017), The Place (2017) e Napoli velata (2017). Nel 2018 si consacra definitivamente interpretando Stefano Cucchi in Sulla mia pelle, performance che gli vale il David di Donatello come miglior attore protagonista. Nel 2019 è protagonista del kolossal Il primo re., mentre nel 2021 interpreta Supereroi di Paolo Genovese, Mondocane di Alessandro Celli e Delta di Michele Vannucci. Tra i lavori più recenti figurano Le otto montagne (2022), tratto dal romanzo di Paolo Cognetti e vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, e The Hanging Sun (2022), presentato come film di chiusura alla Mostra di Venezia. Nel 2024 è tornato al cinema con Sei fratellidi Claudio Giovannesi, confermandosi come uno degli attori italiani più versatili e riconosciuti a livello internazionale. Tra i suoi lavori più recenti, nel 2024 recita in Battlefield (Campo di battaglia), dramma di Gianni Amelio presentato in concorso a Venezia 81. Nel 2025 è atteso in Testa o croce? (Heads or Tails?), un western italo-americano diretto da Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes
Alessandro Borghi: da Suburra a Diavoli
SUBURRA
2. È celebre anche per i ruoli televisivi. Nel corso della sua carriera Borghi ha preso parte ad alcuni episodi di serie TV come Distretto di Polizia (2006), Don Matteo (2009), Romanzo criminale – La serie (2010), L’isola (2013), Che Dio ci aiuti (2013) e Squadra mobile (2015). La svolta arriva con Suburra – La serie (2017-2020), prima produzione italiana Netflix, che ne accresce la popolarità a livello globale. Nel 2020 interpreta Massimo Ruggero nella serie Sky Original Diavoli, accanto a Patrick Dempsey, ruolo che riprende anche nella seconda stagione (2022). Nel 2024 è protagonista della serie Netflix Supersex, in cui veste i panni di Rocco Siffredi: la produzione ha ottenuto grande attenzione mediatica in Italia e all’estero, confermando Borghi come interprete capace di affrontare ruoli complessi e controversi.
Alessandro Borghi è su Instagram
3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, dove ha un profilo seguito da 582 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano inoltre immagini promozionali dei suoi progetti da interprete, ma anche video con cui condivide proprie novità con i suoi fan.
Alessandro Borghi ha una fidanzata
4. È impegnato in una relazione sentimentale.Dal 2019 l’attore è legato alla modella Irene Forti. La coppia è molto riservata e mantiene la propria vita privata lontana dai social network. Nel 2023 Borghi e Forti hanno annunciato la nascita del loro primo figlio, notizia riportata anche da testate nazionali, a conferma dell’attenzione che il pubblico e i media riservano alla vita dell’attore.
Alessandro Borghi: i suoi tatuaggi
5. Ha diversi tatuaggi. Grazie al profilo Instagram dell’attore si è potuta verificare la presenza di diversi tatuaggi sul suo corpo. Vi sono infatti alcune foto dove è possibile vedere due tatuaggi sulle gambe, rispettivamente una scritta sulla destra e una sulla sinistra. L’attore ha inoltre un tatuaggio al polso, uno all’altezza delle costole e uno su entrambi i piedi.
Alessandro Borghi in Suburra
6. È entusiasta della crescita del suo personaggio. L’attore si è dichiarato particolarmente contento del personaggio di Aureliano, tra i protagonisti di Suburra – La serie, affermando che il dar vita all’accresciuta consapevolezza della sua forza è una delle sfide più belle della sua carriera.
Alessandro Borghi in Sulla mia pelle
7. È dimagrito molto per il ruolo. Nel film Sulla mia pelle l’attore dà vita agli ultimi giorni di Stefano Cucchi. Per interpretare il ruolo, Borghi ha seguito una rigida dieta che lo ha portato a perdere 18 chili, ottenendo così l’aspetto fragile e malmesso del protagonista.
8. Ha vinto un David di Donatello. Per il suo ruolo, l’attore è stato premiato con il David di Donatello al miglior attore protagonista. Nel ritirare il premio Borghi si è detto grato di questa opportunità, convinto che il cinema possa ancora influenzare la realtà.
9. Ha ricevuto le lodi di Ilaria Cucchi. Dopo averlo visto dar vita al fratello nel film, Ilaria Cucchi ha chiamato l’attore per ringraziarlo della sua interpretazione, affermando di non sapere come abbia fatto ma di essere stato tale e quale al fratello.
Alessandro Borghi età e altezza
10. Alessandro Borghi è nato a Roma, Italia, il 19 settembre 1986. L’altezza complessiva dell’attore è di 180 centimetri.
Toni Servillo è uno di quegli attori che sta contribuendo a cambiare il volto del cinema italiano grazie alla sue incredibili interpretazioni. L’attore, che ha anche una carriera teatrale solida alle spelle, ha dato dimostrazione del suo talento recitativo sin da subito, della sua versatilità e dell’accuratezza del proprio lavoro.
Ecco dieci cose da sapere su Toni Servillo.
Toni Servillo: i suoi film
1. I film e la carriera. La carriera cinematografica dell’attore inizia nel 1992, quando debutta sul grande schermo in Morte di un matematico napoletano (1992), per poi proseguire con Rasoi (1993), Teatro di guerra (1998), L’uomo in più (2001), Le conseguenze dell’amore (2004) e Sabato, domenica e lunedì (2005). In seguito, lavora in La ragazza del lago (2007), Lascia perdere, Johnny! (2007), Gomorra(2008), Il divo (2008), Gorbaciof (2010), Noi credevamo (2010), Una vita tranquilla (2010), È stato il figlio (2012) e Bella addormentata(2012). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Viva la libertà(2013), La grande bellezza(2013), Le confessioni (2016), Lasciati andare(2017), La ragazza nella nebbia (2017), Hitler contro Picasso e gli altri (2018), Loro (2018), 5 è il numero perfetto(2019), Qui rido io(2021), È stata la mano di Dio (2021) e Ariaferma(2021).
La carriera cinematografica dell’attore inizia nel 1992, quando debutta sul grande schermo in Morte di un matematico napoletano, per poi proseguire con Rasoi (1993), Teatro di guerra (1998), L’uomo in più (2001), Le conseguenze dell’amore (2004) e Sabato, domenica e lunedì (2005). In seguito lavora in La ragazza del lago (2007), Lascia perdere, Johnny! (2007), Gomorra (2008), Il divo (2008), Gorbaciof (2010), Noi credevamo (2010), Una vita tranquilla (2010), È stato il figlio (2012) e Bella addormentata (2012). Tra i suoi titoli più noti figurano Viva la libertà (2013), La grande bellezza (2013, vincitore dell’Oscar come Miglior film straniero), Le confessioni (2016), Lasciati andare (2017), La ragazza nella nebbia (2017), Hitler contro Picasso e gli altri (2018), Loro (2018), 5 è il numero perfetto (2019), Qui rido io (2021), È stata la mano di Dio (2021) e Ariaferma(2021). Negli ultimi anni ha recitato in Esterno notte (2022) di Marco Bellocchio, nella commedia Tre piani (2022) di Nanni Moretti, in Rapito (2023) ancora di Bellocchio, in Iddu – L’ultimo padrino (2024) diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, e nel 2024 ha partecipato come interprete anche al docufilm Roma, Santa e Dannata curato da Sorrentino. Tra i suoi progetti più attesi, figura La grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino – in cui recita nel ruolo di Presidente Mariano De Santis – che inaugurerà la 82ª Mostra del Cinema di Venezia il 27 agosto 2025.
2. È un doppiatore affermato ed anche sceneggiatore. Nel corso della sua carriera l’attore si è cimentato con il doppiaggio, prestando la propria voce a film come L’uomo che piantava gli alberi (1987), Incidenti (2005), Il pianto della statua (2007), Non chiederci la parola (2008), L’ultima salita – La Via Crucis di Bernardino Simoni a Cervero (2009), Deserto rosa. Luigi Ghirri (2009), Il piccolo principe (2015), Il libro della giungla(2016), Zanna bianca (2018) e La famosa invasione degli orsi in Sicilia (2019). In qualità di sceneggiatore ha collaborato alla stesura dello script del film Rasoi (1993).
3. È la voce di alcuni audiolibri. Servillo ha prestato la sua voce anche alla lettura di importanti opere letterarie, trasformandosi in interprete per audiolibri di grande successo. Tra questi figurano I dolori del giovane Werther (2006), Il giorno della civetta (2009), Hanno tutti ragione (2010), Il Gattopardo (2012) e Il giorno del giudizio (2016). Questa attività ha contribuito a consolidare ulteriormente la sua reputazione di artista completo, capace di dare vita alle parole non solo sul palcoscenico e sullo schermo, ma anche attraverso la voce.
4. È sposato da molti anni. L’attore si è sposato nel 1990 con la collega Manuela Lamanna, dalla quale ha avuto due figli: infatti, nel 1996 è diventato padre per la prima volta di Eduardo, mentre nel 2003 è nato il suo secondo figlio, Tommaso.
5. Ha dovuto rinunciare a diverse cose. Per poter perseguire la sua carriera teatrale e cinematografica, l’attore ha dovuto fare tanti sacrifici (cosa che continua a fare), di cui uno in particolare: non aver la possibilità di potersi godere la famiglia come vorrebbe.
Toni Servillo in La grande bellezza
6. Ha trovato un grande senso a questo film. L’attore ha dichiarato di trovare ne Le grande bellezza la metafora di un paese che perde costantemente opportunità, mentre Roma, con la sua bellezza, mostra il fatto che c’era una volta qualcuno che ne approfittava.
7. La sceneggiatura è capitata per caso. Pare che tra l’attore e il regista Paolo Sorrentino, che sono molti amici nella vita reale, ci sia l’usanza di porgere le nuove sceneggiature sempre nei momenti più improbabili. Questo è successo anche per questo film, tanto che Sorrentino lo avrebbe chiamato di punto in bianco per dirgli di leggere la sceneggiatura appena conclusa.
Toni Servillo in Qui rido io
8. Ha interpretato un celebre commediografo. Il principale ruolo da protagonista nel 2021 Servillo lo ha avuto nel film Qui rido io, dove si racconta la storia del celebre commediografo romano Eduardo Scarpetta, dalla sua attività teatrale alla battaglia legale contro Gabriele D’Annunzio riguardante il diritto d’autore. Per questo film, Servillo si è preparato studiando approfonditamente Scarpetta, cercando però di darne una sua interpretazione evitando dunque di incorrere in una semplice imitazione.
Toni Servillo e il suo ultimo film del 2021
9. In un anno ha recitato in tre film. Il 2021 è stato un anno particolarmente importante per Servillo, che si è trovato ad essere tra i protagonisti di tre film particolarmente apprezzati da critica e pubblico. Si tratta di Qui rido io, È stata la mano di Dio e Ariaferma. In quest’ultimo, presentato fuori concorso a Venezia, l’attore interpreta Gaetano Gargiulo, un poliziotto penitenziario chiamato a gestire la difficile situazione di alcuni detenuti in procinto di essere trasferiti ma senza ancora il permesso di lasciare il carcere.
Toni Servillo: età e altezza
10. Toni Servillo è nato il 9 agosto del 1959ad Afragola, in Campania. La sua altezza complessiva corrisponde a 181 centimetri.
Diventato celebre per essere stato il primo Spider-Man cinematografico, l’attore Tobey Maguire ha negli anni dimostrato di essere un valido interprete, prendendo parte a titoli di vario genere attraverso cui far emergere le proprie potenzialità. Negli ultimi anni ha però diradato la sua attività da attore, ricoprendo principalmente il ruolo di produttore.
Ecco 10 cose che non sai di Tobey Maguire.
Tobey Maguire: i suoi film
10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema con Voglia di ricominciare (1993), con Leonardo DiCaprio, per poi recitare in Tempesta di ghiaccio (1997) di Ang Lee, Harry a pezzi (1997), Paura e delirio a Las Vegas (1998), Le regole della casa del sidro (1999), Cavalcando col diavolo (1999), Wonder Boys (2000), Seabiscuit – Un mito senza tempo (2003), Intrigo a Berlino (2006) di Steven Soderbergh, Brothers (2009) con Jake Gyllenhaal, Il grande Gatsby (2013), Un giorno come tanti (2013), e La grande partita (2014). Dopo alcuni anni lontano dal grande schermo è tornato come attore nel 2022 in Babylon di Damien Chazelle, accanto a Brad Pitt e Margot Robbie, mentre nel 2021 aveva ripreso inaspettatamente i panni di Peter Parker in Spider-Man: No Way Home, ritrovando il personaggio che lo ha reso celebre.
9. Ha interpretato un celebre supereroe. Nel 2002 l’attore acquista popolarità mondiale grazie a Spider-Man, diretto da Sam Raimi, dove dà vita al celebre supereroe Marvel. Riprende poi il ruolo nel sequel Spider-Man 2 (2004) e in Spider-Man 3 (2007). Con questa trilogia Maguire si afferma come attore di successo e diventa per molti fan la versione più iconica dell’Uomo Ragno. Dopo oltre un decennio, nel 2021 torna a sorpresa nei panni di Peter Parker in Spider-Man: No Way Home, condividendo lo schermo con Tom Holland e Andrew Garfield in un evento che ha entusiasmato milioni di spettatori.
8. È anche produttore. Maguire si è distinto negli anni anche per la sua attività di produttore, iniziata nel 2002 con La 25ª ora. Negli anni ha poi partecipato alla produzione di film come Seabiscuit – Un mito senza tempo (2003), Rock of Ages (2012), La grande partita (2014), Brittany non si ferma più (2019), Boyz in the Wood (2019), Migliori nemici (2019) con Sam Rockwell, The Violent Heart (2020) e Babylon (2022). Attualmente è impegnato anche nello sviluppo di nuovi progetti attraverso la sua casa di produzione Material Pictures.
Tobey Maguire: chi è sua moglie
7. È stato sposato. Nel 2007, dopo un periodo di frequentazione, Maguire sposa alle Hawaii Jennifer Sweetheart, di professione designer di gioielli. I due hanno avuto poi due figli, nati rispettivamente nel 2006 e nel 2009. Molto riservata, la coppia non ha mai rilasciato particolari notizie riguardo la propria vita sentimentale, ma nel 2017 annunciano pubblicamente di aver divorziato.
Tobey Maguire e il poker
6. È un noto giocatore di poker. Una delle più grandi passioni dell’attore è quella per il poker. Maguire è infatti un noto giocatore, e molto del suo patrimonio sembra derivato da sue grosse vincite, a tal punto che secondo molti è uno dei motivi per cui ha diradato i suoi lavori cinematografici. In più occasioni è inoltre stato definito come un giocatore particolarmente competitivo e agguerrito.
Tobey Maguire è Spider-Man
5. Non ha mai letto i fumetti dedicati al personaggio. Maguire ha raccontato di non aver mai letto i fumetti Marvel incentrati su Spider-Man e di non conoscere la sua storia raccontata in essi. Ciò che lo ha spinto ad accettare il ruolo è infatti stata la sola sceneggiatura, da lui giudicata particolarmente buona e comprensiva di tutto ciò che gli occorreva sapere sul personaggio.
4. Ha avuto problemi con il celebre bacio. Nel girare l’iconico bacio tra Spider-Man e Mary Jean sotto la pioggia, Maguire ha dovuto affrontare diverse difficoltà. Poiché si trovava a testa in giù, infatti, il suo naso continuava a riempirsi d’acqua per la pioggia, creandogli diverse difficoltà nella respirazione e nel mantenere la concentrazione per la scena.
3. Ha confermato la rivalità con un suo collega. Maguire e l’attore James Franco hanno interpretato rispettivamente Peter Parker e Harry Osborn, amici fraterni e in seguito rivali. Al di fuori dei loro personaggi, tuttavia, i due interpreti erano tutt’altro che in buoni rapporti. Maguire rimase infatti particolarmente offeso da un commento che Franco fece riguardo la sua recitazione, e tra loro si generò una rivalità ancora oggi esistente.
Tobey Maguire: il suo fisico
2. Si è allenato duramente per il ruolo di Spider-Man. Per poter interpretare il celebre supereroe, Maguire ha dovuto sottoporsi ad un lungo periodo di allenamento, che lo ha portato ad esercitarsi tanto nel sollevamento pesi quanto nelle arti marziali. Inoltre, ha dovuto seguire una rigida dieta di proteine, arrivando ad ottenere un fisico particolarmente scolpito e muscoloso.
Tobey Maguire: età e altezza
1. Tobey Maguire è nato a Santa Monica, in California, Stati Uniti, il 27 giugno 1975. L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.
Divenuto celebre grazie ai suoi ruoli nelle serie Stargate Atlantis e Il Trono di Spade, l’attore Jason Momoa si è poi affermato anche al cinema, dando vita a personaggi che ben rispecchiano il suo carattere gentile e duro allo stesso tempo. Oggi Momoa è un apprezzato attore, che ha dimostrato di saper coltivare il suo talento e di potersi calare in ruoli e generi sempre diversi.
Ecco 10 cose che non sai su Jason Momoa.
Jason Momoa: i suoi film
1. Ha preso parte a importanti blockbuster. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 2004 con il film Arrivano i Johnson, ma è solo con il film del 2011 Conan the Barbarian che Momoa raggiunge la celebrità anche sul grande schermo. Da quel momento si impone con la sua presenza con film come Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012), Wolves (2014), The Bad Batch (2016), C’era una volta a Los Angeles (2017), e si consacra grazie al ruolo di Aquaman nei film Justice League (2017) e Aquaman (2018). Nel 2021 torna a vestire i panni di Arthur Curry in Zack Snyder’s Justice League e nello stesso anno interpreta Duncan Idaho in Dune di Denis Villeneuve. Successivamente è protagonista del film Sweet Girl (2021) per Netflix e di Slumberland – Nel mondo dei sogni (2022). Nel 2023 entra nel franchiseFast & Furious con Fast X, dove interpreta il villain Dante Reyes, e nello stesso anno torna nei panni di Aquaman inAquaman e il Regno Perduto. Tra i progetti più recenti figurano la serie Chief of War per Apple TV+ e il sequel Fast X: Part 2, atteso nei prossimi anni.
2. È celebre per i ruoli televisivi. L’attore inizia la sua carriera televisiva partecipando ad alcuni episodi della serie Baywatch (1999-2001), e in seguito in North Shore (2004-2005). Nel 2005 viene scelto per il ruolo di Ronon Dex nella serie Stargate Atlantis (2005-2009), che gli fa acquistare grande popolarità, cresciuta poi con il ruolo di Khal Drogo in Il Trono di Spade(2011-2012). Successivamente recita in The Red Road (2014-2015), Frontiera (2016-2018) ed è protagonista della serie See (2019-2022), conclusasi dopo tre stagioni. Nel 2022 compare anche nella miniserie comica Peacemaker in un cameo nei panni di Aquaman, mentre nel 2024 è atteso come protagonista della serie storica Chief of War, dove interpreterà un leader samoano nella lotta per l’indipendenza delle Hawaii.
3. Ha ricoperto il ruolo di produttore. Nel 2018 l’attore si dedica anche alla produzione, ricoprendo tale ruolo per cinque episodi della serie Frontiera, dove è anche attore. Negli anni successivi Momoa ha continuato a impegnarsi dietro le quinte, firmando come produttore esecutivo il film The Last Manhunt (2022) e partecipando attivamente allo sviluppo della serie Chief of War di cui sarà protagonista e produttore per Apple TV+.
Jason Momoa è su Instagram
4. Ha un account personale. Momoa è presente sul social network Instagram con un proprio profilo seguito oggi da oltre 18 milioni di persone. Sul suo account l’attore condivide fotografie legate alla sua vita privata, ai suoi viaggi e alle sue passioni, come il surf e le moto, oltre a numerosi contenuti promozionali dei suoi progetti cinematografici e televisivi più recenti.
Jason Momoa: la moglie e i figli
5. È sposato. L’attore ha sposato nell’ottobre del 2017 l’attrice Lisa Bonet. La coppia, legata dal 2005 e genitori di due figli nati rispettivamente nel 2007 e 2008, ha annunciato la separazione nel 2022, mantenendo comunque rapporti sereni. Oggi Momoa è spesso accostato sentimentalmente ad altre figure del mondo dello spettacolo, ma resta molto riservato sulla sua vita privata.
Jason Momoa in Aquaman
6. Ha fatto numerosi scherzi sul set. Nonostante l’aria da duro, Momoa è una personalità molto brillante e adora divertirsi, in particolare facendo scherzi. L’attore ha raccontato di aver organizzato più volte divertenti sorprese ai colleghi durante le riprese di Aquaman e Fast X, sottolineando però di aver sempre mostrato grande rispetto per colleghe come Nicole Kidman e Charlize Theron.
7. Non si aspettava di essere scelto per il ruolo. Momoa ha dichiarato di essere rimasto particolarmente sorpreso nell’apprendere di essere stato scelto per interpretare Aquaman. Nei fumetti il personaggio ha i capelli biondi ed è di razza caucasica, ma regista e produttori hanno voluto rinnovarne l’immagine, trovando in lui la scelta ideale. Una decisione che si è rivelata vincente e che ha contribuito a dare una nuova identità all’eroe sul grande schermo.
Jason Momoa e il suo fisico
8. Ha risposto alle critiche dei fan. L’attore è noto per avere un fisico statuario, ma dopo alcune foto in cui apparve leggermente fuori forma ha ricevuto critiche dai fan. Momoa ha risposto con autoironia, mostrando i suoi addominali e scherzando sul cosiddetto “dad bod”. Negli anni successivi ha continuato a condividere i suoi allenamenti per i ruoli in Dune, Aquaman e il Regno Perduto e Fast X, dimostrando sempre un’ottima forma fisica.
Jason Momoa esegue l’Haka
9. Si è esibito nella celebre danza.Durante la premiere di Aquaman nel 2018 l’attore ha dato spettacolo eseguendo l’Haka, la danza tradizionale maori. Negli anni successivi Momoa ha più volte riaffermato il suo legame con le radici culturali polinesiane, portando l’Haka anche in altre occasioni pubbliche come simbolo di orgoglio e identità.
Jason Momoa: età, altezza e peso
10. Jason Momoa è nato a Honolulu, nelle Hawaii, Stati Uniti, il 1 agosto 1979. Oggi ha 46 anni, è alto 193 centimetri e pesa circa 106 chili. La sua imponenza fisica e il suo carisma lo rendono una presenza inconfondibile sia sul grande che sul piccolo schermo.
I Marvel Studios sembra abbiano fatto di tutto per garantire che I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la nostra recensione) durasse meno di 2 ore. Tuttavia, come per molti film dell’MCU, sono state girate diverse scene che non sono state inserite nel montaggio finale. Alcune di queste saranno probabilmente incluse nell’eventuale versione Blu-ray, mentre altre sono probabilmente incomplete e rimarranno per sempre chiuse nella sede centrale della Marvel Studios a Burbank.
L’affidabile leaker @Cryptic4KQual ha ora condiviso una panoramica di molti momenti del film che non abbiamo potuto vedere al cinema (sembra che queste informazioni siano state raccolte durante le proiezioni di prova). Per cominciare, confermano che il reboot originariamente iniziava con lo speciale della ABC che celebrava la Prima Famiglia della Marvel, e non con Reed che scopriva la gravidanza di Sue.
Guardando il film, è ovvio che la sequenza doveva avvenire prima della cena in famiglia della squadra. Per quanto riguarda il motivo per cui Reed aveva bisogno di iodio, gli eroi dovevano essere scomparsi prima dell’inizio dello spettacolo, in modo da poter andare ad affrontare Red Ghost (il personaggio interpretato da John Malkovich). “C’era molto di più su Red Ghost e le sue scimmie”, spiega il leaker. “Red Ghost ha creato dei diversivi per tenere lontani i Fantastici Quattro in modo da poter rubare la loro nave, ma Reed l’ha capito. Si precipita al Baxter Building, dove combatte contro un gruppo di scimmie e poi ferma Red Ghost”.
Più avanti nel film, “doveva esserci una scena in cui Reed visitava Red Ghost in prigione e gli offriva un programma di reinserimento lavorativo, seguita da una scena in cui lui e i suoi babbuini costruivano uno dei ponti di teletrasporto”. Altri momenti salienti includono Sue che fa visita all’Uomo Talpa a Subterranea quando lui sta pensando di iniziare una rivolta, e si dice che la sua scena nel Baxter Building sia stata aggiunta durante le riprese aggiuntive. Alcune scene di dialogo sono state tagliate dal quartier generale della squadra, così come uno scambio tra Galactus e gli eroi quando lui si rende conto che gli hanno teso una trappola a Times Square.
Un’altra sequenza che sembrava un potenziale momento saliente vedeva “Ben [uscire] per una passeggiata notturna e venire importunato da alcuni ragazzi che gli corrono accanto. Più tardi trova il corpo martoriato di H.E.R.B.I.E. nel vicolo da cui sono scappati. Porta H.E.R.B.I.E. a casa e gli altri sono sotto shock”. Non è chiaro quante di queste scene siano effettivamente state completate, ma è noto che quelle relative a Red Ghost sono state girate e poi tagliate in fase di montaggio. Sono dunque molti i fan che sperano di poterle vedere in futuro come contenuti extra.
Mentre le speculazioni sul casting di 007 continuano imperterrite, Austin Butler si ritira dalla corsa. Il candidato all’Oscar ha ammesso che sarebbe “una sorta di sacrilegio” per lui interpretare l’agente britannico dell’MI6, essendo un attore nato e cresciuto in California, nonostante la sua disponibilità a lavorare di nuovo con il regista di Dune – Part Due (2024) Denis Villeneuve.
“Non ho ricevuto alcuna chiamata al riguardo, ma adoro quell’uomo”, ha detto a Hits Radio UK. “Interpreterei James Bond? Non credo che sarebbe una buona idea. Perché sono americano. Posso imitare l’accento, ma sarebbe un po’ sacrilego”. Butler ha poi continuato: “Quei film hanno significato molto per me, ma penso che debba essere qualcuno che viene dall’Inghilterra”. D’altra parte, “Il cattivo? Quello andrebbe bene. Lo farei”.
Di certo, potremo rivedere Butler al cinema dal 27 agosto in Una scomoda circostanza – Caught Stealing, dove interpreta Hank Thompson, ex promessa del baseball ora barista in un locale malfamato di New York, che si ritrova coinvolto suo malgrado al centro delle attenzioni di varie bande criminali, senza sapere minimamente il perché di ciò. Braccato da ogni parte, Hank dovrà contare su tutto il suo ingegno per restare in vita abbastanza a lungo da scoprirlo.
A che punto è il casting per il prossimo James Bond
Da quando Amazon MGM Studios ha preso il controllo del franchise, l’attesa per scoprire il nuovo James Bond è in fermento. Il progetto — diretto da Denis Villeneuve, sceneggiato da Steven Knight e con la produzione di Amy Pascal e David Heyman — non ha ancora un protagonista ufficiale. Aaron Taylor-Johnson resta uno dei candidati più forti, mentre volti emergenti come Aaron Pierre stanno guadagnando attenzione per la loro intensità e stile sobrio.
Contemporaneamente, è salito alla ribalta un nome completamente inaspettato: Scott Rose-Marsh, attore poco conosciuto, ha scalato le quote tra i bookmaker, superando anche nomi più noti come Jacob Elordi e Harris Dickinson. Emerge quindi una cornice di casting aperta a scelte audaci: da star consolidate che garantiscono visibilità a volti nuovi che potrebbero offrire un approccio inedito all’iconico 007. Per scoprire chi sarà il prossimo interprete dell’agente segreto più famoso di sempre non resta dunque che attendere notizie ufficiali.
La prossima serie TV di Harry Potter della HBO è in fase di riprese, e arrivano nuovi video dalla stazione ferroviaria di King’s Cross a Londra. Si tratta quasi certamente del primo viaggio del giovane mago attraverso il muro magico e nascosto che conduce al binario 9¾, dove lui e i suoi compagni salgono sull’Hogwarts Express all’inizio dell’anno scolastico. Alastair Stout (Ron Weasley) e Gracie Cochrane (Ginny Weasley) sono stati avvistati mentre arrivavano alla stazione, così come Katherine Parkinson (Molly Weasley).
Ron indossa una maglietta dei Chudley Cannons, un riferimento alla sua squadra di Quidditch preferita. Non è chiaro se avremo foto degli attori mentre girano le loro scene. Anche se la serie viene girata in un luogo pubblico (e meta turistica per alcuni, dato il suo legame con la saga di Harry Potter), la sicurezza sarà probabilmente molto rigida, soprattutto con i bambini sul set. Per il momento, si possono vedere i video e le foto emersi in rete qui e qui.
La prima stagione sarà tratta dal romanzo La pietra filosofale e abbiamo già visto alcuni altri momenti chiave del romanzo d’esordio di J.K. Rowling essere trasposti sullo schermo. La prima stagione di Harry Potter dovrebbe essere girata fino alla primavera del 2026, mentre la seconda stagione entrerà in produzione pochi mesi dopo. Ogni libro dovrebbe costituire una singola stagione, il che significa che avremo sette stagioni nell’arco di quasi un decennio.
HBO descrive la serie come un “adattamento fedele” della serie di libri della Rowling. “Esplorando ogni angolo del mondo magico, ogni stagione porterà ‘Harry Potter’ e le sue incredibili avventure a un pubblico nuovo ed esistente”, secondo la descrizione ufficiale. Le riprese dovrebbero avere inizio nel corso dell’estate 2025, per una messa in onda prevista per il 2026.
La serie è scritta e prodotta da Francesca Gardiner, che ricopre anche il ruolo di showrunner. Mark Mylod sarà il produttore esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La serie è prodotta da Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films.
Come già annunciato, Dominic McLaughlin interpreterà Harry, Arabella Stanton sarà Hermione e Alastair Stout sarà Ron. Il cast principale include John Lithgow nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer nel ruolo di Minerva McGranitt, Paapa Essiedu nel ruolo di Severus Piton, Nick Frost nel ruolo di Rubeus Hagrid, Katherine Parkinson nel ruolo di Molly Weasley, Lox Pratt nel ruolo di Draco Malfoy, Johnny Flynn nel ruolo di Lucius Malfoy, Leo Earley nel ruolo di Seamus Finnigan, Alessia Leoni nel ruolo di Parvati Patil, Sienna Moosah nel ruolo di Lavender Brown, Bertie Carvel nel ruolo di Cornelius Fudge, Bel Powley nel ruolo di Petunia Dursley e Daniel Rigby nel ruolo di Vernon Dursley.
Si avranno poi Rory Wilmot nel ruolo di Neville Paciock, Amos Kitson nel ruolo di Dudley Dursley, Louise Brealey nel ruolo di Madama Rolanda Hooch e Anton Lesser nel ruolo di Garrick Ollivander. Ci sono poi i fratelli di Ron: Tristan Harland interpreterà Fred Weasley, Gabriel Harland George Weasley, Ruari Spooner Percy Weasley e Gracie Cochrane Ginny Weasley.
La serie debutterà nel 2027 su HBO e HBO Max (ove disponibile) ed è guidata dalla showrunner e sceneggiatrice Francesca Gardiner (“Queste oscure materie”, “Killing Eve”) e dal regista Mark Mylod (“Succession”). Gardiner e Mylod sono produttori esecutivi insieme all’autrice della serie J.K. Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films. La serie di “Harry Potter” è prodotta da HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television.
L’icona diStar WarsEwan McGregor ha fornito un aggiornamento apparentemente positivo sul futuro del franchise. Con una solida carriera alle spalle, che include film britannici iconici come Trainspotting, McGregor ha raggiunto la fama mondiale quando ha interpretato il ruolo del giovane Obi-Wan Kenobi nel primo prequel della saga, Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma.
Al Fan Expo Canada (come riportato da questo post), McGregor ha ora nuovamente discusso della possibilità di tornare nell’universo di Star Wars con la seconda stagione di Obi-Wan Kenobi. Sebbene il rinnovo non sia stato confermato, McGregor ha reagito positivamente quando gli è stato chiesto dell’idea di una seconda stagione, commentando dicendosi certo che prima o poi accadrà.
Cosa significa questo per le possibilità di una seconda stagione di Obi-Wan Kenobi
Obi-Wan Kenobi doveva essere una miniserie, il che significa che il piano era quello di raccontare una storia completa in una sola stagione. Tuttavia, questo non significa che non ci possa essere una seconda stagione, e i commenti di McGregor suggeriscono che è aperto (e interessato) a un ritorno nella serie, qualora venisse rinnovata una seconda stagione.
Inoltre, anche la moglie di McGregor, Mary Elizabeth Winstead, fa parte dell’universo di Star Wars e riprende il ruolo di Hera Syndulla nella seconda stagione di Ahsoka. Questo potrebbe offrire la prospettiva di un ritorno di McGregor nei panni di Obi-Wan tramite Ahsoka, invece che in una seconda stagione della sua serie, ma al momento non c’è ancora nulla di confermato. Sappiamo che ci sono diversi progetti in fase di sviluppo presso la Lucasfilm e novità potrebbero arrivare presto.
Sono passati quasi due anni dalla fine della saga cinematografica DCEU, con Aquaman e il Regno Perduto che ha segnato l’ultimo capitolo della serie decennale iniziata con L’uomo d’acciaiodi Zack Snyder nel 2013. Sebbene il DCEU abbia ricevuto un’accoglienza mista, uno dei personaggi preferiti dai fan di quella serie era l’Harley Quinn interpretata da Margot Robbie, che ha dato vita a uno dei personaggi più iconici di Batman nel film Suicide Squad del 2016. L’attrice australiana è tornata in altri due film del DCEU, uno dei quali era uno spin-off diretto dedicato a Harley Quinn dal titolo Birds of Prey.
Quest’ultimo film ha contribuito a portare sul grande schermo uno dei team più iconici della DC. Guidato da Quinn, il gruppo ha poi affrontato Black Mask, interpretato da Ewan McGregor, un altro famoso nemico di Batman dei fumetti. Ora, in una nuova intervista a Entertainment Weekly, Robbie e il suo collega di A Big Bold Beautiful Journey, Colin Farrell, che interpreta Il Pinguino nell’universo di The Batman di Matt Reeves, hanno parlato dei loro ruoli nei fumetti.
L’attrice ha così rivelato che Birds of Prey abbia quasi avuto proprio Il Pinguino come cattivo principale “Nella prima bozza di Birds of Prey scritta da Christina [Hodson], il cattivo era il Pinguino. Mapoi Matt Reeves ha detto: “Non usate il Pinguino. Lo userò nel mio film”. E così l’abbiamo sostituito con Black Mask“. Farrell ha a quel punto chiesto come sarebbe stato il Pinguino di Birds of Prey, con Robbie limitatasi a dire “fantastico”.
Se il Pinguino fosse stato utilizzato nel film del 2020, ovviamente non sarebbe stato con l’interpretazione di Farrell, poiché l’universo di The Batman esiste al di fuori di qualsiasi franchise DC condiviso ed è una delle proprietà Elseworlds. Nella nuova intervista non è mai stato menzionato se ci fossero attori in lizza per il ruolo di Oswald Cobblepot nel DCEU ma in ogni caso anche questo dettaglio è ormai defunto con tutto il resto del franchise.
Rebecca Ferguson e Idris Elba sono entrambi attori di grande talento, ciascuno a modo proprio, e sono ora pronti per presentare il loro film A House of Dynamite, regia della premio Oscar Kathryn Bigelow. È proprio la regista ora a rivelare ulteriori dettagli sulla trama del film, un thriller drammatico che racconta la storia dei membri dello staff della Casa Bianca che devono affrontare l’orrore che si scatena quando un attacco missilistico minaccia l’America. Il film è stato scritto da Noah Oppenheim e vede anche la partecipazione di Willa Fitzgerald, Jared Harris, Gabriel Basso e Anthony Ramos.
Come riportato sul sito web del Festival del Cinema di Venezia – dove il film sarà presentato in anteprima – Bigelow ha rivelato ulteriori dettagli sulla trama di A House of Dynamite. In una dichiarazione, la regista ha parlato della sua infanzia, in un’epoca in cui praticava “il protocollo da seguire per sopravvivere a una bomba atomica”. Ritiene che nell’era moderna “il pericolo sia solo aumentato”. Ha poi sottolineato che diversi paesi in tutto il mondo possiedono armi che potrebbero “porre fine alla civiltà in pochi minuti”.
Di conseguenza, ha voluto “realizzare un film che affrontasse questo paradosso”. Di seguito la citazione completa di Bigelow: “Sono cresciuta in un’epoca in cui nascondersi sotto il banco di scuola era considerato il protocollo da seguire per sopravvivere a una bomba atomica. Oggi sembra assurdo, e lo era, ma all’epoca la minaccia era così immediata che tali misure venivano prese sul serio. Oggi il pericolo è solo aumentato. Molte nazioni possiedono armi nucleari sufficienti a porre fine alla civiltà in pochi minuti.
“Eppure, c’è una sorta di torpore collettivo, una silenziosa normalizzazione dell’inimmaginabile. Come possiamo chiamarla “difesa” quando il risultato inevitabile è la distruzione totale?”. Bigelow ha poi aggiunto che: “Volevo realizzare un film che affrontasse questo paradosso, per esplorare la follia di un mondo che vive sotto la costante ombra dell’annientamento, ma che raramente ne parla”.
Il film uscirà su Netflix il 24 ottobre di quest’anno. Prima di allora, però, Bigelow presenterà il film in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Venezia, dove sarà proiettato martedì 2 settembre.
Con l’arrivo di Peacemaker nella sua nuova DCU con la seconda stagione, James Gunn sta chiarendo alcuni dubbi canonici per i fan. Dopo la premiere della stagione di questa settimana, “The Ties That Grind”, il boss della DC Studios ha spiegato che non ha intenzione di modificare la prima stagione, nonostante abbia sostituito la Justice Gang alla Justice League inizialmente presente nel finale.
“No, purtroppo dovrei cambiare troppe piccole cose nella prima stagione e costerebbe troppo”, ha detto a TV Insider. “E preferisco spendere quei soldi per qualche scena in più con i supereroi in CGI. Ma penso che ce la caveremo. Diciamo che il canone è davvero Creature Commandos, Superman, Peacemaker stagione 2. Mi piacerebbe che la gente guardasse la stagione 1. Ovviamente, abbiamo cambiato quella cosa, ma non torneremo indietro a rigirare tutto per la stagione 1, almeno non a questo punto“.
Gunn ha continuato: “A un certo punto, mi piacerebbe fare come George Lucas, ma al momento non ho i soldi”. Il riferimento è al franchise di Star Wars, che non si è mai tirato indietro quando si è trattato di retconning in passato, in particolare cambiando il fantasma della Forza di Anakin Skywalker alla fine di Il ritorno dello Jedi (1983) con Hayden Christensen nell’edizione in DVD del 2004, per mantenerlo coerente con La vendetta dei Sith del 2005.
Il diverso finale di Peacemaker – Stagione 1
Il finale della prima stagione di Peacemaker vedeva dunque il vigilante interpretato da John Cena e la sua squadra allontanarsi da una battaglia extraterrestre mentre arrivano le sagome della Justice League della DCEU, tra cui Superman (Henry Cavill), Wonder Woman (Gal Gadot), Aquaman (Jason Momoa) e The Flash (Ezra Miller). La scena mostrava anche Aquaman che scambiava alcune battute con Flash riguardo a Peacemaker, dicendogli di “andare a farsi fottere”.
Nella premiere della seconda stagione, la scena è stata invece ricreata per introdurre Hawkgirl (Isabela Merced) e Lanterna Verde (Guy Gardner) nell’episodio, con quest’ultimo che si lamenta del fatto che Peacemaker abbia diffuso la voce che lui sia un “maniaco del vomito”. A loro si sono unite le sagome di Superman interpretato da David Corenswet, Supergirl (Milly Alcock) e Mister Terrific (Edi Gathegi).
A quasi quattro anni di distanza, il futuro di Kumail Nanjiani nell’MCU non sembra roseo dopo il flop commerciale e di critica di Eternals (2021). Il candidato all’Oscar, che in precedenza aveva subito una profonda trasformazione fisica per interpretare il ruolo di Kingo, ha osservato di aver “firmato per sei film”, pensando che il film diretto da Chloé Zhao avrebbe portato a ulteriori collaborazioni con la Marvel.
“È uscito, ha ricevuto recensioni davvero negative e non ha avuto molto successo. Mi ha distrutto”, ha detto nel podcast Working It Out. “È stato allora che ho pensato: ‘Oh, ho bisogno di andare in terapia per capire cosa sta succedendo’”. Nanjiani ha continuato: “Ho pensato: ‘Questo sarà il mio lavoro per i prossimi dieci anni’. Ho firmato per sei film. Ho firmato per un videogioco. Ho firmato per un’attrazione in un parco a tema. Ti fanno firmare per tutte queste cose“.
“Ti dici: ‘Questi saranno i prossimi dieci anni della mia vita. Ok, quindi farò film Marvel ogni anno e, nel frattempo, farò le mie piccole cose. Qualunque cosa voglia fare”. L’attore ha poi aggiunto che: “Per me, ciò che mi ha davvero colpito è stato rendermi conto che gran parte della mia autostima era legata alla reazione degli altri al mio lavoro”.
Nel 2022, Nanjiani aveva ammesso di non avere “alcuna idea” se ci sarebbe stato un sequel, nonostante le voci secondo cui era in lavorazione. “Onestamente non ne so nulla”, ha detto. “Mi piacerebbe molto che Kingo tornasse. Adoro interpretare quel personaggio. È molto divertente da interpretare, ti mette di buon umore. Fai le pistole con le dita, sei come una star del cinema… cosa c’è da non amare? Sei semplicemente di buon umore per tutto il tempo“. Ad oggi, tuttavia, non sembrano esserci stati progressi a riguardo.
La trama e il cast di Eternals
Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre 2021 nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti.
Il cast di Eternals comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena.Kit Harington interpreta Dane Whitman.
Ora che Superman(qui la nostra recensione) è disponibile per la visione a casa, i fan hanno avuto la fortuna di vedere l’audizione di David Corenswetper interpretare Clark Kent. Un video autoprodotto dell’attore che recita le sue battute è recentemente diventato virale, mostrando come ha ottenuto il ruolo dell’Uomo d’Acciaio nel blockbuster diretto da James Gunn, uscito il mese scorso nelle sale cinematografiche prima di debuttare in digitale questo mese.
Nel video condiviso su YouTube da 21 Casting (ora rimosso, ma lo si può vedere qui), Corenswet si rivolge alla telecamera prima di indossare il costume di Clark Kent e recitare la scena dell’intervista con sua moglie Julia Warner che legge la parte di Lois Lane. “Faresti meglio a rimanere sbalordito dall’audizione di David Corenswet. Questo ragazzo trasuda proprio l’atmosfera di Superman”, ha scritto un fan su X con un’immagine di Corenswet in The Politician di Netflix, in cui il suo personaggio è stato paragonato al supereroe della DC.
“David Corenswet è nato per interpretare Superman! È Clark Kent!”, ha esclamato un’altra persona. “Che audizione incredibile!” Uno spettatore ha scritto: “Si capisce sempre chi ha frequentato la Juilliard e chi no. Corenswet è un ragazzo di teatro ed è fantastico. Qui canalizza [Christopher] Reeve in modo incredibile. Inoltre, se non avete visto i suoi progetti studenteschi e i suoi cortometraggi, vi state perdendo qualcosa. Sono assolutamente fantastici”. Oltre alla “bellissima” lettera scritta a mano da Corenswet che è arrivata in seguito, Gunn aveva già detto a GQ di essere stato immediatamente convinto dal provino dell’attore.
“Fin dall’inizio, era lui il candidato da battere, francamente”, ha detto. Corenswet ha detto al giornale: “James mi ha detto che l’unica cosa che lo ha sorpreso, che inizialmente ha significato qualcosa per lui, è stato l’umorismo che ho portato nella prima scena. L’ho interpretato immediatamente in termini di film con cui sono cresciuto, ovvero Singin’ in the Rain e His Girl Friday, e i film di Fred Astaire e Ginger Rogers. Proprio il tempismo, la battuta e lo stile dell’umorismo: e alla fine era proprio quello che lui aveva in mente“.
Fall for Me è un thriller erotico in lingua tedesca, disponibile su Netflix, in cui una giovane donna si ritrova coinvolta in un rovinoso complotto di manipolazione e inganno. Il film segue la storia di Lilli, una revisore contabile che si reca a Maiorca per una vacanza con la sorella Valeria. Tuttavia, quello che dovrebbe essere un periodo di relax si trasforma in qualcosa di diverso quando la sorella maggiore scopre una serie di sorprese. A quanto pare, Valeria è fidanzata con un francese di nome Manu, con cui esce da quattro mesi. Inoltre, ha già in programma di vendere la sua eredità per finanziare il suo nuovo sogno di aprire un bed & breakfast con il suo compagno. Sebbene Lilli sia giustamente sospettosa, le sue indagini sulla questione finiscono per deragliare quando il suo cammino incrocia quello di un affascinante proprietario di un club di nome Tom. Eppure, tra bugie e intrighi finanziari che circondano le due sorelle, la revisore contabile non può fare a meno di dubitare della natura di questa storia d’amore travolgente.
Il finale di Fall For Me: Tom e Lilli finiscono insieme?
La storia d’amore tra Tom e Lilli inizia rapidamente da un’intesa fulminea. Al loro primo incontro, sono semplicemente due persone in un club, inesorabilmente attratte l’una dall’altra. Tuttavia, quella che altrimenti sarebbe stata un’interazione elettrizzante e occasionale si trasforma in qualcosa di più quando il proprietario del club si rivela essere il vicino di casa del revisore dei conti. Da lì, incontri casuali legano inevitabilmente i due in una relazione passionale che sembra naturale. Tuttavia, Lilli alla fine scopre che la sua storia d’amore con Tom non è tanto un colpo di fortuna quanto l’attenta pianificazione di un agente immobiliare avido di denaro. Nick Unterwalt ha messo gli occhi sulla tenuta di Mallorca, che la madre di Valeria ha lasciato alle due sorelle in eredità. Eppure, non è uno che segue sempre le regole.
La moglie di Nick, Garisol, ha un’attività non convenzionale in cui assume uomini sfortunati per trasformarli in eleganti rubacuori. Una volta addestrate, le sue dipendenti ricevono l’incarico di individuare donne facoltose e spremere da loro quanti più soldi possibile. Pertanto, si assume la responsabilità di ottenere la tenuta di Maiorca per il marito, attirando Valeria in un pessimo affare con l’aiuto di Manu. Tuttavia, con l’arrivo di Lilli, sorge un nuovo problema. Per lo stesso motivo, Nick si rivolge a Tom, il miglior agente di sua moglie. Sebbene quest’ultimo sia riluttante e insista nel volersi lasciare questa vita alle spalle, l’agente immobiliare lo mette alle strette, costringendolo a fare ciò che gli viene chiesto. Pertanto, sebbene Tom faccia come gli viene chiesto, non è particolarmente soddisfatto dell’accordo.
Tom detesta approfittarsi delle donne e vi ha fatto ricorso solo a causa delle sue circostanze. Inoltre, è in conflitto con l’idea di aver ingannato Lilli a causa dei suoi sentimenti genuini per la donna. A differenza della relazione tra Manu e Valeria, la prima interazione di Tom con Lilli era stata del tutto sincera e casuale. La passione istantanea e sfrenata tra loro non è un trucco inventato, ma piuttosto un sentimento molto reale. Per lo stesso motivo, quando arriva il momento, accetta di aiutare Lilli affrontando gli Unterwalt e persino di costituirsi per dimostrare i loro crimini. Sebbene questo crei una certa distanza tra i due in seguito, non tutte le speranze sono perdute. Un anno dopo, quando Lilli torna a Maiorca, Tom la sta aspettando. Sebbene la storia si concluda senza una conclusione definitiva sulla loro storia d’amore, lascia aperta la possibilità che i due riprendano il loro rapporto e creino qualcosa di stabile partendo da zero.
Lilli e Valeria vendono la proprietà della madre?
Oltre alla storia d’amore piena di attriti tra Tom e Lilli, la narrazione è incentrata anche sul destino della proprietà ereditata dalle sorelle a Maiorca. La proprietà è popolata dalle rovine di una vecchia tenuta che non è più funzionale ma che indubbiamente aggiunge fascino al luogo. Da parte sua, Lilli rimane incredibilmente attaccata alla proprietà, considerandola l’ultimo ricordo della madre, persa all’età di 16 anni. A sua volta, Valeria, che aveva solo 10 anni quando la madre morì, non è altrettanto attaccata alla proprietà. Per lo stesso motivo, è più facilmente convinta a vendere la sua parte di eredità per finanziare i suoi sogni e quelli del suo fidanzato. Sebbene la sorella maggiore non sia contenta della decisione, quasi cede per la felicità della sorella.
Inoltre, dopo aver consultato una perizia predisposta da Tom, Lilli si rende conto che la proprietà è incredibilmente sottovalutata, rendendo l’offerta di Nick estremamente vantaggiosa. Eppure, inevitabilmente cala il sipario sull’intera truffa. Quando il revisore dei conti si rende conto che Manu sta manipolando Valeria nello stesso modo in cui ha fatto con Bea, curiosa e scopre la realtà del suo piano e di Nick. Nel frattempo, anche la sorella minore inizia a rendersi conto dell’inganno del suo fidanzato, una volta che finalmente si permette di guardare oltre il suo fascino subdolo. Alla fine, questo spinge le sorelle a rintracciare Tom e a costringerlo a portarle dal suo amico. Alla fine, Valeria affronta Manu, ma viene rapita da quest’ultimo.
Alla fine, tutto culmina in uno scontro su una scogliera, dove Manu tiene la sua fidanzata sotto tiro mentre Girasol aspetta lì vicino con il modulo di acquisto della proprietà della madre di Lilli. Inizialmente, quando Lilli e Tom arrivano sul posto, quest’ultimo si volta come se avesse lavorato con Garisol per tutto il tempo. Pertanto, costringe la sorella maggiore a firmare il contratto, convalidando pienamente il modulo di acquisto. Tuttavia, questo è solo un complotto per guadagnarsi la fiducia dei loro nemici. Una volta che il proprietario del locale riesce ad avvicinarsi abbastanza, attacca Manu, strappandogli la pistola dalle mani, dando a sé stesso e a Lilli l’opportunità di saltare dalla scogliera in mare. In seguito, quest’ultimo scopre che Tom aveva informato la polizia del rapimento, ponendo finalmente fine ai loschi affari di Girasol. Alla fine, una volta arrestati i cattivi, le sorelle sono libere di tornare alle loro vite precedenti senza dover vendere la tenuta ancestrale.
Cosa succede a Girasol, Manu e Nick? Vengono arrestati?
Giralsol e Nick hanno elaborato un piano aziendale di sfruttamento altamente efficiente che li aiuta ad acquisire proprietà in tutta l’isola. In effetti, hanno messo in atto la stessa tattica che avevano già provato a usare su Valarie, su Bea. Manu organizza un incontro con delle donne single e le convince a instaurare una relazione perfetta con lui. Dopo aver instaurato una relazione affidabile, inizia a estorcere loro denaro con una serie di scuse. Uno sfortunato incidente capitato alla sorella residente negli Stati Uniti è uno dei suoi ricordi preferiti. In seguito, Manu convince le donne ad acquistare una tenuta o una finca con lui. Tuttavia, non c’è mai una reale possibilità che una vendita del genere si realizzi. La proprietà che utilizza, la Finca La Teja, è un affitto di cui si occupa l’agenzia di Nick.
Pertanto, una volta che Manu riesce a estorcere alle donne l’enorme somma di denaro, le abbandona, vendendole per trarne profitto. Con Valeria, il piano cambia leggermente. Invece che per i soldi, Manu e Garisol sono alla ricerca dei beni della madre fin dall’inizio. Ciononostante, quando Lilli entra in gioco, riesce a scoprire la verità, anche grazie a Bea. Pertanto, quando quest’ultima viene trovata morta nella sua stanza d’albergo pochi giorni dopo, i sospetti nascono spontaneamente. Sebbene le sorelle cerchino di denunciare l’accaduto alla polizia, le autorità sembrano intenzionate a liquidare l’accaduto come suicidio. Tuttavia, quando Tom chiama la polizia per denunciare Garisol mentre è nel mezzo di un rapimento, diventa probabilmente più difficile per la polizia chiudere un occhio. Di conseguenza, Nick, Garisol e Manu alla fine ricevono la loro punizione, scoprendo finalmente di essere dalla parte sbagliata della legge.
Tom è stato arrestato? Perché non è in prigione?
Dopo lo scontro sulla scogliera, Tom dice a Lilli che accetterà la colpa e confesserà alle autorità. Il proprietario del club mostra subito rammarico per il suo coinvolgimento con Girasol, quando cerca di prendere le distanze dal lavoro, sostenendo di essersi lasciato quella vita alle spalle. Ciononostante, è chiaro che gli Unterwalt hanno una presa su di lui che gli impedisce di tagliare completamente i ponti con loro. Pertanto, solo quando il suo “lavoro” finisce per ferire la donna sbagliata, si rende conto del vero impatto delle sue azioni. Per lo stesso motivo, per fare ammenda e redimersi agli occhi di Lilli, decide di costituirsi definitivamente.
Eppure, nell’epilogo, che si svolge solo un anno dopo, Tom aspetta Lilli nella finca del bed and breakfast di Velaria. Sebbene la narrazione rimanga piuttosto ambigua su come il proprietario del club sia arrivato a un simile destino, si possono trarre diverse conclusioni sulla sua vita apparentemente libera dal carcere. Il fatto che Valeria sia riuscita ad acquistare la finca e a raccogliere abbastanza denaro per avviare la sua attività suggerisce che abbia recuperato i suoi soldi dagli Unterwalt, e forse anche ottenuto un risarcimento extra. Ciò suggerisce che le autorità siano riuscite a dichiarare gli Unterwalt e Manu colpevoli della loro lunga lista di reati. Pertanto, è possibile che durante il processo, Tom abbia collaborato con la polizia per rivelare i segreti nascosti dei suoi datori di lavoro. Di conseguenza, avrebbe potuto ottenere una pena minore o la libertà vigilata.
La Warner Bros. Pictures ha acquisito una sceneggiatura speculativa basata sulla drammatica storia vera dell’arrivo della leggenda NBA Kobe Bryant ai Los Angeles Lakers.
Il progetto è stato ideato dagli sceneggiatori Alex Sohn e Gavin Johannsen. Le voci sul progetto avevano suscitato l’interesse di diversi studi cinematografici e servizi di streaming. La Warner Bros. ha anticipato un’asta e ha battuto sul tempo i contendenti all’acquisto della sceneggiatura, intitolata provvisoriamente “With the 8th Pick?”, che letteralmente significa “Con l’ottava scelta?”.
Curiosamente, Kobe Bryant fu scelto dagli Charlotte Hornets con la tredicesima scelta al Draft NBA del 1996, non l’ottava. Gli Hornets cedettero poi Bryant ai Lakers in cambio di Vlade Divac. I New Jersey Nets e il loro general manager, John Nash, avevano l’ottava scelta. Nash aveva già dichiarato di voler reclutare Bryant, ma l’allenatore dei Nets John Calipari gli aveva negato la sua approvazione.
Altre fonti a conoscenza della sceneggiatura hanno descritto il film come un incrocio tra “Moneyball” e “Air”, il recente film di Ben Affleck e Matt Damon che racconta il corteggiamento di Nike nei confronti di un Michael Jordan all’inizio della sua carriera da rookie. La Warner Bros. non ha rilasciato dichiarazioni in merito al progetto.
Kobe Bryant ha giocato 20 stagioni con i Lakers, vincendo cinque campionati, tra cui un three-peat nei primi anni 2000 insieme a Shaquille O’Neal e all’allenatore Phil Jackson. È stato 18 volte All-Star ed è stato nominato MVP della lega per la stagione 2007-2008. Si è ritirato dal basket professionistico nel 2016 all’età di 37 anni. Nel gennaio 2020, Bryant è morto in un incidente in elicottero insieme ad altri otto passeggeri, tra cui la figlia Gianna.
Il primo a riportare la notizia della sceneggiatura di Bryant è stato The InSneider. Il rapporto includeva anche possibili partner di produzione, sebbene diverse fonti abbiano affermato che qualsiasi coinvolgimento di terze parti fosse prematuro.
Kobe Bryant aveva anche vinto un premio Oscar, nel 2018, per il cortometraggio Dear Basketball. Il cortometraggio era stato realizzato dal genio dell’animazione Glen Keane, con musiche di John Williams. Quando si dice “un incontro tra geni”. Il corto venne presentato al Tribeca del 2017 ed è narrato in voce fuori campo dallo stesso Bryant.
Margot Robbie è una di quelle attrici che ha saputo buttarsi nel mondo del cinema e ha avuto il coraggio di farlo: grazie ai suoi ruoli, un po’ rischiosi, ha saputo dimostrare al mondo la sua bravura, riuscendo ad conquistare un folto pubblico di ammiratori. Certo, la sua è una bellezza disarmante così come lo è il suo talento per la recitazione, tanto da non metterci molto prima di arrivare alle grandi produzioni cinematografiche, mettendosi sempre in gioco.
Ecco, allora, 10 cose da sapere su Margot Robbie.
Margot Robbie: i suoi film più significativi
1. Ha recitato in celebri film. Margot Robbie ha raggiunto la notorietà internazionale grazie al suo ruolo in The Wolf of Wall Street (2013), diretto da Martin Scorsese, dove interpreta Naomi Lapaglia. Nei successivi anni, ha consolidato la sua versatilità interpretando figure storiche intense: da Tonya Harding in Tonya (2017)—per il quale ha ottenuto la sua prima candidatura all’Oscar—alla regina Elisabetta I ne Maria regina di Scozia (2018).
In ambito indipendente e d’autore, ha lasciato il segno con Amsterdam e Babylon (entrambi del 2022), e con la parodia raffinata Barbie (2023), che ha contribuito a produrre e che ha ottenuto grandissimo successo al botteghino. Tra le sue recenti partecipazioni si annovera Asteroid City (2023) e il film romantico-fantastico ormai attesissimo A Big Bold Beautiful Journey, in uscita nel 2025.
2. Margot Robbie è anche doppiatrice e produttrice. La carriera di Margot Robbie è in continua espansione, tanto che è riuscita a svolgere delle esperienze in qualità di doppiatrice e produttrice. L’attrice, infatti, ha partecipato al doppiaggio del film d’animazione Peter Rabbit (2018) e Peter Rabbit 2 – Un birbante in fuga (2021), mentre ha lavorato alla produzione dei film Tonya, Terminal, Dreamland (2019), Una donna promettente (2020), Birds of Prey e Barbie, ma anche delle serie Dollface (2019) e Maid (2021).
Margot Robbie in The Wolf of Wall Street
3. Ha provato forte imbarazzo sul set di The Wolf of Wall Street. Sebbene la scena che ritrae Margot Robbie mentre seduce Leonardo DiCaprio nel film di Martin Scorsese sia una delle più hot da lei girate, l’attrice ha ammesso di essere stata pervasa dall’imbarazzo totale. Pare, infatti, che quella scena sia stata girata in un piccola stanza con intorno una troupe composta da circa 30 uomini. Nonostante ciò, la Robbie ha saputo nascondere l’imbarazzo e sfoggiare tutto il suo charme.
Margot Robbie è Harley Quinn in Suicide Squad
4. Ha realizzato la maggior parte delle sue performance. Per dare vita al personaggio di Harley Quinn, Margot Robbie ha acquisito diverse abilità, realizzando molte performance senza utilizzo di stuntman. Il divertimento provato nell’interpretare la celebre antieroina, infatti, era tale da aver spinto l’attrice a voler ricoprire quanto più possibile il personaggio, anche nei momenti più pericolosi. Tra le varie caratteristiche, l’attrice ha imparato a trattenere il fiato per più di 5 minuti, arrivando quasi a sentirsi in competizione con i propri stunt.
Margot Robbie in Babylon
5. È la protagonista femminile del film. Nel film Babylon la Robbie interpreta l’aspirante attrice Nellie LaRoy. Il personaggio era inizialmente stato affidato ad Emma Stone, la quale dovette però rinunciarvi per via di altri impegni. Il regista Damien Chazelle scelse a quel punto la Robbie in quanto “avevo bisogno di qualcuno assolutamente senza paura. Avevo la sensazione che lei avrebbe attaccato. C’è questa sorta di famelica spavalderia fisica in lei. D’altra parte, è anche la l’attrice tecnicamente più abile con cui potresti sperare di lavorare come regista“.
Margot Robbie in Tonya
6. Per diventare Tonya si è allenata nel pattinaggio. Interpretare Tonya Harding non è cosa facile, sia per quanto riguarda la sua personalità, sia il modo di pattinare. Per prepararsi al meglio per il ruolo, l’attrice australiana si è allenata per circa 4 mesi e quasi tutti i giorni per poter pattinare in maniera disinvolta, mentre per le parti coreografate impegnative e i salti sono stati usati degli effetti speciali. Inoltre, la Robbie ha anche studiato tante interviste rilasciate dalla vera Tonya per poter replicare la sua parlata e come si muoveva, incontrandola poi solo una settimana prima delle riprese per poter creare il personaggio senza farsi troppo influenzare.
Margot Robbie in Barbie
7. Ha fatto una specifica richiesta alla regista. In Barbie la Robbie interpreta la bambola del titolo, un ruolo da lei accettato in quanto si è fortemente fidata della visione della Gerwig per il film. Tuttavia, l’attrice ha avuto una richiesta stravagante per la regista prima di iniziare le riprese, ovvero quello di “avere la Casa dei Sogni di Barbie dove c’è uno scivolo che va dalla camera da letto fino alla piscina”. La Robbie ha infatti dichiarato di essersi appassionata alle Barbie dopo che le fu regalata la Casa dei Sogni per Natale. La sua richiesta, come il film dimostra, è stata soddisfatta.
Margot Robbie non è più su Instagram
8. Aveva un profilo Instagram ufficiale. Come tanti suoi colleghi e coetanei, anche Margot Robbie aveva deciso di aprire un proprio account Instagram ufficiale, seguito da qualcosa come 15,4 milioni di persone, cifre davvero da capogiro. L’attrice, tuttavia, non si è mai dimostrata una fanatica del social, e negli scorsi mesi ha infatti deciso di disattivare il proprio profilo. Per i fan, tuttavia, è possibile seguire le tante fan page a lei dedicate, grazie alle quali si potrà rimanere aggiornati sulle attività dell’attrice.
Margot Robbie: chi è suo marito
9. Margot Robbie è una donna sposata. Della sua vita privata non si è mai saputo più di tanto, soprattutto il versante sentimentale. Di lei si sapeva che era fidanzata da diverso tempo con Tom Ackerley, aiuto regista britannico. I due si sono conosciuti nel 2013 sul set del film Suite Francese per non lasciarsi più e sorprendere il mondo: dopo tre anni di fidanzamento, infatti, sono convolati a nozze il 18 dicembre del 2016 in Australia, con una cerimonia molto intima ed emozionante. Al momento i due non hanno avuto figli.
Margot Robbie: età e altezza dell’attrice
10. Margot Robbie è nata il 2 luglio del 1990 a Dalby, in Australia. L’attrice è alta complessivamente 1.68 metri.
Il ritorno di Harley Quinn nell’universo DC è stato affrontato da Margot Robbie. Robbie ha interpretato finora l’iconico personaggio della DC Comics tre volte in film live-action, nel 2016 in Suicide Squad, nel 2020 in Birds of Prey (and the Fantabulous Emancipation of One Harley Quinn) e nel 2021 in The Suicide Squad, tutti parte del DC Extended Universe (DCEU).
Il DC Universe (DCU) è un franchise lanciato di recente che rappresenta un soft reboot del DCEU. Il ramo live-action del nuovo franchise è iniziato con Superman del 2025, in cui David Corenswet ha sostituito Henry Cavill nel ruolo del supereroe titolare, precedentemente interpretato da Henry Cavill nel DCEU. La seconda stagione di Peacemaker, attualmente in corso, è il seguito live-action del DCU.
Durante un’intervista con Ash Crossan di ScreenRant mentre promuoveva il suo nuovo film A Big Bold Beautiful Journey, Margot Robbie ha parlato del suo potenziale futuro nel DCU. Alla domanda se avrebbe ripreso il ruolo di Harley Quinn, Robbie ha risposto che “sarebbe divertente rivisitarla”, ma ha lasciato intendere che al momento non è previsto alcun ritorno.
Leggi il commento completo di Margot Robbie qui sotto:
No, in realtà [oggi] non mi è ancora stato chiesto [di Harley Quinn]! Sarebbe divertente riprendere quel ruolo. È così divertente da interpretare.
Cosa significa questo per l’universo DC
Sebbene Margot Robbie potrebbe stare giocando a fare la timida e nascondere una sorpresa in un prossimo film DCU, sembra probabile che non le sia ancora stato chiesto di riprendere il ruolo di Harley Quinn nei film attualmente in fase di sviluppo come parte del primo capitolo della serie, “Gods and Monsters”.
Finora, non sono stati molti i personaggi del DCEU a tornare nel DCU interpretati dagli attori originali. Questi si sono limitati al cast principale di Peacemaker, che include John Cena nel ruolo del protagonista (che ha anche fatto un cameo in Superman).
Mentre altri attori sono pronti a riprendere i loro ruoli, tra cui Viola Davis nei panni di Amanda Waller, il franchise ha anche ricastato una serie di personaggi. Oltre a Superman, questi includono Lois Lane (Rachel Brosnahan, precedentemente Amy Adams), Perry White (Wendell Pierce, precedentemente Laurence Fishburne) e Jimmy Olsen (Skyler Gisondo, precedentemente Michael Cassidy).
Sebbene Harley Quinn non sia ancora apparsa in nessun film live-action, non è ancora chiaro se l’intenzione sia quella di contattare Robbie per riprendere il ruolo o di ricasting il personaggio, qualora dovesse tornare.
Una star di Dune: Parte Tre potrebbe aver rivelato quando finiranno le riprese. Dopo il successo di critica e pubblico dei due film di Denis Villeneuve tratti dal romanzo di Frank Herbert del 1965, il visionario regista sta ora adattando Dune Messiah (1969), il secondo romanzo della serie, che continua la storia di Paul Atreides e completerà la sua trilogia cinematografica.
Il cast di Dune: Parte Tre include ufficialmente il ritorno di Timothée Chalamet nel ruolo di Paul Atreides, Zendaya nel ruolo di Chani, Florence Pugh nel ruolo della principessa Irulan, Jason Momoa nel ruolo di Duncan Idaho e Josh Brolin nel ruolo di Gurney Halleck. Tra i nuovi membri del cast figurano Robert Pattinson, che secondo alcune indiscrezioni interpreterà il ruolo del cattivo Scytale, insieme a Nakoa-Wolf Momoa nel ruolo di Leto II Atreides e Ida Brooke nel ruolo di Ghanima Atreides.
Dopo l’inizio delle riprese nel luglio 2025, una star potrebbe aver accennato alla data di fine delle riprese. Parlando con Interview Magazine, Anya Taylor-Joy ha suggerito che Dune: Part Three potrebbe completare la produzione entro la fine dell’anno. L’attrice ha detto che “sarà in Medio Oriente fino alla fine dell’anno”, prima di tornare a Londra per il suo prossimo spettacolo. Leggi il suo commento completo qui sotto:
Sarò in Medio Oriente fino alla fine dell’anno, poi tornerò a Londra per il mio prossimo spettacolo.
Cosa significa il commento di Anya Taylor-Joy
Sebbene Dune: Parte Terza potrebbe facilmente terminare le riprese entro la fine dell’anno, ci sono ancora alcune incertezze riguardo alla partecipazione di Anya Taylor-Joy e alla data di conclusione delle riprese. Innanzitutto, Taylor-Joy non fa parte del cast ufficiale di Dune: Parte Terza, quindi è possibile che stia girando qualcos’altro in Medio Oriente.
Tuttavia, è probabile che Taylor-Joy stia girando Dune: Parte Terza in Medio Oriente, poiché è lì che sono state girate le scene nel deserto di Dune: Parte Due, ed è lì che probabilmente torneranno per la Parte Terza. Taylor-Joy ha fatto un cameo in Dune: Parte Seconda nel ruolo di Alia Atreides, e si prevede che tornerà con un ruolo più importante nella Parte Terza.
Anche in questo caso, è possibile che solo Taylor-Joy finisca di girare le sue scene entro la fine dell’anno e che la produzione di Dune: Parte Tre continui dopo tale data. Indipendentemente da ciò, è un segnale positivo sia per la prospettiva del ritorno di Taylor-Joy nei panni di Alia Atreides che per la data di completamento della produzione di Dune: Parte Tre.