Vin Diesel ha affermato che il finale di Fast and Furious 7 è forse la scena migliore nella storia del cinema. In seguito alla tragica scomparsa di Paul Walker, a riprese ancora in corso, fu necessario utilizzare vecchio materiale d’archivio, unito ai prodigi della CGI, per completare il film che avrebbe ufficialmente segnato l’ultima apparizione di Walker sul grande schermo.
Il finale di Fast and Furious 7 si è rivelato un doveroso e sentito omaggio al co-protagonista della celebre saga: sulla spiaggia, Brian (Walker) e Mia (Jordana Brewster) giocano con il loro figlio Jack. Dom e gli altri osservano la scena commossi, riconoscendo che è meglio che Brian stia con la sua famiglia. Dom si allontana in silenzio, ma Brian lo raggiunge ad un incrocio: Dom ricorda i bei momenti passati con l’amico, poi i due si salutano e prendono strade diverse.
In una recente intervista con NME in occasione della promozione di Bloodshot, Vin Diesel ha spiegato che dal suo punto di vista quello è uno dei momenti più incredibili della storia del cinema, perché per la prima volta una scena toccante tra fratelli ha permesso agli uomini di tutto il mondo di piangere insieme:
“È stato un momento molto difficile. Ma c’era una sorta di sollievo nel fatto che avremmo protetto la cosa dai capricci di un produttore o di chiunque altro avrebbe potuto dire: “Bene, ora vendicherai il personaggio”, usando quindi la cosa per fini narrativi. Invece siamo stati in grado di fare qualcosa di così bello e di raffinato. Potrebbe tranquillamente essere il momento migliore nella storia del cinema. Non solo nella mia carriera, ma nella storia del cinema in generale. Gli uomini di tutto il mondo hanno avuto la possibilità di piangere… per la prima volta nella storia sono stati in grado di piangere insieme ”, ha spiegato Diesel.
Proprie ieri abbiamo appreso la notizia che l’uscita di Fast and Furious 9 è stata rinviata di un anno a causa del Coronavirus. Universal Studios, la società dietro il franchising con Vin Diesel, ha preso la decisione a causa dell’impatto che il coronavirus in rapida diffusione in tutto il mondo sta avendo sull’economia globale e sul panorama della distribuzione.
I cinema restano chiusi in Italia, Corea del Sud e Cina, dove il virus ha colpito più duramente. C’è anche la sensazione crescente che alcuni cinema chiuderanno anche negli Stati Uniti mentre l’epidemia continua a diffondersi. Fast and Furious 9 uscirà ora in tutto il mondo nell’aprile 2021.
Fast and Furious 9 non è il solo grande film ad aver subito uno slittamento nella data d’uscita, basti pensare a No Time to Die che è stato posticipato a novembre.
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In Fast and Furious 9 reciteranno i veterani del franchise Vin Diesel, Charlize Theron, John Cena, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Ludacris, Tyrese Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche Michael Rooker e Cardi B.
La regia sarà firmata da Justin Lin, già regista di numerosi capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata all’aprile 2021 (inizialmente il film sarebbe dovuto arrivare al cinema nel 2020).
Ricordiamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie principale Fast and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.





La filosofia delle top 5 in Alta fedeltà
L’interprete principale, Nicola Di Benedetto, classe 1992, insegue e acciuffa la somiglianza nell’estetica e negli atteggiamenti, seppur con una fisicità diversa da quella esile di Mieli, ma manca un po’ di spessore, di profondità nel suo modo di affrontare un’interpretazione senza dubbio ardua, complice la sua giovane età. Dunque, non coinvolge fino in fondo. Solo in pochi momenti e nella parte finale del film traspare un’emozione autentica, vivida, quando le parole, le provocazioni lasciano finalmente il posto al reale tormento dell’anima di Mario, che sta arrivando alla tragica determinazione del suicidio.


















I Am Not Okay with This non è certamente l’unica serie disponibile su Netflix ad essere tratta da una graphic novel. Se siete degli appassionati di “romanzi a fumetti”, sulla piattaforma di streaming potete trovare anche Daybreak (basata sull’omonima serie a fumetti di Brian Ralph),

Pur avendo una trama ricca di personaggi sviluppati, La città incantata non è stato realizzato con una sceneggiatura. In effetti, i film di Miyazaki non hanno mai avuto sceneggiature. “Non ho la trama finita e pronta quando iniziamo a lavorare a un film”, ha detto il regista a Midnight Eye. “Di solito non ho tempo. Quindi la storia si sviluppa quando inizio a disegnare gli storyboard. La produzione inizia molto presto, quando gli storyboard sono ancora in fase di sviluppo.” Miyazaki non sa dove lo porta il racconto, quando comincia a lavorare a un film, e lascia che sia la storia ad “accadere” organicamente. “Non sono io che realizzo il film. Il film si fa da solo e non ho altra scelta che seguire la storia”.
Quando Chihiro arriva a casa di Zeniba, la lanterna che salta è un omaggio alla lampada simbolo del logo Pixar, con tanto di effetto sonoro.
Per animare al meglio la scena in cui Chihiro somministra la medicina a forza a Haku nella sua forma di drago, Hayao Miyazaki ha fatto studiare ai suoi animatori la bocca di un cane mentre gli veniva dato da mangiare e un veterinario gli teneva la mascella inferiore.
La scena che mostra la purificazione dello spirito fluviale si basa su un episodio di vita reale dello stesso Hayao Miyazaki in cui il regista ha partecipato alla pulizia del fondale di un fiume, rimuovendo, tra le altre cose, anche una bicicletta.
Per riprodurre la voce della madre di Chihiro mentre parla a bocca piena, l’attrice Yasuko Sawaguchi in realtà ha doppiato il dialogo (nella versione originale in lingua giapponese) mentre mangiava un pezzo di Kentucky Fried Chicken. L’attrice Lauren Holly ha fatto la stessa cosa nella versione inglese, mangiando però una mela.
Nella scena in cui Chihiro schiaccia con il piede il piccolo verme nero che abitava dentro ad Haku, Kamaji dice a Chihiro di “Tagliare la linea!”. Tagliare la linea è una specie di incantesimo porta fortuna giapponese eseguito facendo il gesto di un taglio attraverso gli indici collegati di un’altra persona.
La città incantata è il primo anime ad essere nominato per un Oscar e a vincerlo. È anche il film più lungo di qualsiasi altro nominato o vincente nella categoria dedicata all’animazione (125 minuti). Ad oggi è l’unico film straniero, di produzione non anglofona, ad aver vinto per miglior film d’animazione ed è, infine, l’unico film d’animazione tradizionale a vincere l’Oscar di categoria, visto che gli altri vincitori, dal 2001 (anno in cui è stato istituito l’Oscar) a oggi, sono stato tutti film in CGI.
Il titolo originale del film è Sen to Chihiro no kamikakushi che contiene un gioco di parole. L’inizio del titolo “sen to” (che significa “mille e”), se letto tutto attaccato, “sento”, in giapponese indica lo stabilimento balneare, location principale in cui è ambientato il film.
La scena alla fine del film in cui Chihiro e i suoi genitori stanno camminando attraverso il tunnel per tornare in macchina è esattamente la stessa scena dell’inizio del film, solo invertita.
I personaggi de La città incantata riflettono la loro essenza nei loro nomi. “Bô”, l’enorme figlio di Yubaba, significa ragazzino o figlio, “Kamaji” significa vecchia caldaia, “Yubaba” significa strega da bagno e “Zeniba” significa strega da soldi. Il nome dell’eroina “Chihiro” significa un migliaio di braccia o ricerche, mentre il suo nome da sguattera “Sen” significa solo mille.