Jamie Lee Curtis ha promesso di non attaccare
più i Marvel Studios. La premio Oscar è recentemente diventato
virale sui social media a causa di un’intervista del Comic-Con con
MTV in cui le è stato chiesto di dire in quale fase si trova il
Marvel Cinematic Universe in questo
momento. La Curtis ha risposto: “Male“. “I miei
commenti sulla Marvel sono stati stupidi e sarò migliore di
così“, ha scritto la Curtis in una dichiarazione sui social
media. “Ho contattato Kevin Feige e non giocherò più in quella sabbiera
di competizione che chiamiamo internet, né mi impegnerò nella
promozione della carta igienica o in un gioco che è progettato per
i click e non per i contenuti“.
Se da un lato la Curtis ha ammesso
di aver sbagliato a mettere pubblicamente in ombra la Marvel,
dall’altro non ha necessariamente sbagliato a valutare il MCU. Se
da un lato la Marvel è tornata in vetta al box office con “Deadpool &
Wolverine“, che è destinato a superare il miliardo di
dollari al box mondiale, dall’altro ha avuto il suo peggior anno di
sempre nel 2023 con due flop al botteghino: “Ant-Man
and the Wasp: Quantumania” e “The
Marvels“. Quest’ultimo titolo è diventato il film Marvel
con il minor incasso della storia e ha incassato solo 84 milioni di
dollari al botteghino nazionale.
My comments about Marvel were stupid and I
will do better. I've reached out to Kevin Feige and will no longer
play in that mud slinging sandbox of competition we call the
internet nor will I engage in the toilet paper promotion or game
play that is designed for clicks not content…
Jamie Lee Curtis aveva già lanciato
frecciatine ai Marvel Studios
Cutis ha anche lanciato una
frecciatina alla Marvel nel 2023, quando il suo film sul multiverso
“Everything
Everywhere All at Once” è uscito nelle sale nello stesso
periodo di “Doctor
Strange nel Multiverso della Follia” della Marvel.
All’epoca l’attrice si scatenò sui social media proclamando che il
suo film era il progetto multiverso superiore. “Non ho nulla
contro la Marvel come entità. Ho visto molti film Marvel“, ha
poi chiarito Curtis alla rivista People quando gli è stato chiesto
della scherzosa faida.
“Quello di cui parlavo è che
‘Everything Everywhere All at Once’ era un piccolo film che poteva…
e siamo stati in grado di raccontare una storia di multiverso che
ha davvero toccato le persone. Quello che stavo cercando di dire è
che non deve essere necessariamente un film della portata della
Marvel per essere uno spettacolo e per commuovere
davvero“.
Jeremy Renner ha recentemente dichiarato a US
Weekly di essere rimasto spiazzato dall’annuncio del ritorno di
Robert Downey Jr. nel Marvel Cinematic Universe. L’Occhio
di Falco di Renner e l’Iron Man di Downey sono apparsi insieme in
diversi film Marvel a partire da “The
Avengers” del 2012. I due rimangono molto amici, ma Downey
non ha fatto sapere a Renner o a nessuno degli attori originali
degli “Avengers” (Chris
Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans e Scarlett Johansson) che sarebbe tornato nel
MCU nel ruolo del cattivo Dottor Destino.
Come riportato da Variety, l’attore ha dichiarato:
“No! Non ne avevo idea. Quel figlio di puttana non mi ha detto
nulla“, ha detto Renner. “Siamo buoni amici. C’è la
chiacchierata famiglia degli Avengers. I sei originali. Non ha
detto una parola. Mi sono collegato e ho iniziato a fargli
esplodere il telefono come per dire: ‘Cosa sta succedendo? Ce l’hai
tenuto nascosto per tutto il tempo?”. È una notizia entusiasmante.
Sono davvero, davvero entusiasta“.
Downey potrebbe però non essere
l’unico a tornare alla Marvel nei prossimi due film dei
“Vendicatori”: “Avengers:
Doomsday” e “Avengers:
Secret Wars“. Jeremy Renner, la cui ultima partecipazione al
MCU è stata la serie “Hawkeye“ su
Disney+, ha dichiarato a US Weekly che
probabilmente tornerà nei Vendicatori e affronterà il Dottor
Destino di Downey, anche se è ancora presto per dirlo.
“Essere in grado di creare
storie ed esplorare personaggi all’interno dell’Universo Marvel ha realizzato
il sogno di una vita, e abbiamo scoperto una potente connessione
con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo
entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e tutto
il team Marvel per portare
questa epica avventura narrativa in luoghi nuovi e sorprendenti sia
per i fan che per noi stessi”, hanno dichiarato
Joe e Anthony Russo dopo il panel del SDCC.
Se gli anni Ottanta sono stati
caratterizzati dal ritorno del dominio dei grandi studios di
produzione, nonché dalla realizzazione dei grandi blockbuster, gli
anni Novanta hanno portato ancor più all’estremo questa tendenza a
realizzare film estremamente ambiziosi capaci di affermarsi come
campioni di incassi.
Allo stesso tempo, però, si è
sempre più affermato anche il concetto di cinema indipendente,
esistente da sempre ma che ha trovato in questo nuovo decennio le
possibilità di affermarsi in modo più netto, grazie in particolare
all’entrata in scena di nuovi registi ricchi di idee nuove e grande
voglia di sperimentare. Per orientarsi in questi anni complessi del
cinema, ecco un elenco dei migliori film anni ’90 da
vedere:
Migliori film anni ’90 americani da vedere
Come anticipato, gli anni Novanta
si sono più che mai caratterizzati per opere molto diverse tra
loro, da grandi blockbuster ricchi di effetti speciali a film
indipendenti che esulano dai canoni hollywoodiani, passando
ovviamente per importanti film d’autore affermatisi tra i più
grandi capolavori della storia del cinema. Ecco i migliori
film anni ’90 americani da vedere:
Quei bravi
ragazzi (1990). Un americano di origini italo
irlandesi fa carriera nella mafia newyorchese degli anni 50, ma la
vita da gangster riserva delle sorprese non previste. Martin Scorsese
dirige Ray Liotta,
Robert De Niro
e Joe Pesci in
questo film definitivo sul
mondo dei gangster. Un racconto che compre un ampio arco
temporale e che offre nuovi punti di vista sull’argomento.
Edward mani di
forbice (1990). Un ragazzo, che si ritrova con delle
lame di forbice al posto delle mani, rimane solo dopo la morte
dello scienziato che lo ha creato, ma una famiglia lo adotta. La
gente del paese lo evita a causa della sua diversità, ma questo non
gli impedisce di trovare l’amicizia di una famiglia.
Tim Burton realizza una
delle sue favole più belle, qui alla sua prima collaborazione con
Johnny Depp.
Un’opera ricca di emozioni, visivamente straordianaria.
Terminator 2 – Il giorno del
giudizio (1991). Il figlio di Sarah Connor, futuro
capo della resistenza del genere umano contro le macchine, è nel
mirino di un assassino indistruttibile proveniente dal futuro. Un
vecchio modello di Terminator, però, è pronto ad aiutarlo.
James Cameron realizza
il sequel di Terminator, superandosi
in ambizioni e risultato. Il giorno del giudizio è un
capolavoro di tecnica e cuore, ancora oggi insuperato.
Gli spietati
(1992). Un anziano pistolero, il suo ex partner e un giovane
avventuriero si mettono sulle tracce di alcuni uomini, finendo
coinvolti in uno scontro più pericoloso del previsto. Clint
Eastwood si consacra come autore cinematografico
con questo western crepuscolare, un’opera che rappresenta un
momento di passaggio fondamentale per il genere che lo ha reso
celebre. Premiato con l’Oscar al miglior film.
Schindler’s
List (1993). La vera storia di Oscar Schindler, un
industriale tedesco che, mettendo a rischio la propria vita e la
propria carriera, riesce a salvare migliaia di ebrei da un tragico
destino. Steven Spielberg realizza con
questo film il suo capolavoro, un’opera attesa e pensata a lungo,
attraverso cui ripercorrere una storia tanto dolorosa quanto
importante. Ancora una volta nel suo cinema, chi salva una vita
salva il mondo.
Jurassic Park (1993).
Due paleontologi e un matematico sono tra le persone selezionate
per partecipare a un giro organizzato a un parco a tema. Quando i
dinosauri si animano e prendono il sopravvento, però, la visitasi
trasforma presto in un incubo. Steven Spielberg
porta i dinosauri sul grande schermo grazie alle prodezze della
CGI. Il senso di meraviglia suscitato da questo film è ancora oggi
unico.
Pulp Fiction
(1994). Un killer si innamora della moglie del suo capo, un pugile
rinnega la sua promessa e una coppia tenta una rapina che va
rapidamente fuori controllo. Le loro storie si intrecceranno in
modi impensabili. Con la sua opera seconda, Quentin
Tarantino scrive una nuova pagina nella storia
del cinema, offrendo nuove possibilità narrative ed estetiche.
Forrest Gump
(1994). Seduto sulla panchina alla fermata dell’autobus di
Savannah, Forrest Gump racconta con voce lenta della propria
incredibile vita e dei problemi mentali e fisici che si porta
dietro dalla nascita. Tom Hanks si
consacra definitivamente grazie a questo film vincitore di diversi
premi Oscar. Un film epico, tra i più amati del decennio.
Le ali della
libertà (1994). Andy Dufresne viene condannato, benché
innocente, a due ergastoli e al carcere duro. In prigione stringe
amicizia con Red, sperimenta la brutalità della vita dietro le
sbarre, si adatta, e vive 19 anni sognando la libertà. Tim
Robbins e Morgan Freeman
recitano in questo grande classico basato su un racconto di
Stephen King. Un film sul carcere come pochi altri
ne sono stati realizzati.
Toy Story (1995).
La vita di Woody, un cowboy giocattolo e pupazzo preferito del suo
piccolo padrono, è minacciata dall’arrivo di Buzz Lightyear, un
nuovo robot colorato e pieno di luci. Toy Story è
probabilmente il più importante film d’animazione del decennio,
avendo rappresentato non solo il progresso delle tecnologie
digitali ma avendo contribuito alla riqualificazione
dell’animazione agli occhi del mondo intero.
Heat – La sfida
(1995). Uno sfuggente maestro del crimine e la propria banda
effettuano una serie di furti ad alto profilo, uno dei quali
culmina in tre morti. L’uomo conosce un detective della omicidi e
si sfidano, fino all’ultimo scontro finale. Al Pacino e
Robert De Niro si incontrano sul grande schermo
grazie a Michael Mann, il quale dirige un thriller
tra i migliori mai realizzati, ricco di ricerche introspettive ed
esistenziali.
Titanic (1997).
Il transatlantico Titanic, considerato un gioiello tecnologico ed
il più lussuoso piroscafo da crociera mai realizzato, salpa
dall’Inghilterra il dieci aprile del 1912 con oltre 1500 passeggeri
a bordo per il suo viaggio inaugurale. I viaggiatori sono collocati
in tre classi, riflesso delle differenze sociali. James Cameron dirige Leonardo
DiCaprio e Kate Winslet in
questo capolavoro vincitore di 11 premi Oscar, straordinario per
ambizioni ed effetti speciali.
Will Hunting – Genio
ribelle (1997). Will è un ventenne genio della
matematica che lavora nelle pulizie e ha piccoli precedenti penali.
Grazie all’aiuto di un terapista e di una ragazza, riuscirà a fare
i conti con il oroprio passato e a sfruttare il proprio talento.
Uno dei film più belli del decennio, un atipico coming of
age interpretato da Matt Damon e
Robin Williams,
incentrato su temi come il senso di colpa, la paura dei rapporti
umani e il desiderio di riscatto.
Salvate il soldato
Ryan (1998). Nei giorni seguenti lo sbarco in
Normandia, una madre americana sta per ricevere nello stesso giorno
la notizia della morte di tre dei suoi figli su diversi fronti
della guerra. Il comandante in capo generale Marshall dà ordine che
il quarto fratello, Ryan, sbarcato in Normandia, venga rintracciato
e portato a casa. Steven Spielberg si conferma re
indiscusso degli anni Novanta con questo ennesimo capolavoro,
fondato sull’importanza della salvezza dell’umanità.
La sottile linea
rossa (1998). Il dramma della Seconda Guerra Mondiale
vissuto dal punto di vista di una pattuglia di soldati americani
giunti sull’isola di Guadalcanal. Il leggendario regista
Terrence Malick torna al cinema dopo decenni
d’assenza con quest’opera intrisa di filosofia e con un cast di
grandi attori come Sean
Penn, George Clooney, Adrien
Brody e Jim Caviezel.
The Truman Show
(1998). Truman Burbank scopre che i primi trent’anni della propria
vita non sono stati altro che una messinscena. Inizia così a
desiderare di fuggire da una realtà alienante che però sembra
essere stata costruita su misura per lui. È se la realtà che
viviamo non fosse altro che una messa in scena? La visione di
questo iconico film con Jim Carrey ha
suscitato in tutti questa domanda. The Truman Show è un
film che ancora oggi parla di noi e della nostra società.
Matrix (1999). Esistono
due realtà: una è l’esistenza che conduciamo ogni giorno, l’altra è
nascosta. Neo vuole scoprire la verità su Matrix, mondo virtuale
elaborato al computer creato per tenere sotto controllo le persone.
Morpheus potrebbe aiutarlo. Matrix ha riscritto le regole
del suo genere di riferimento, offrendo una visione nuova del mondo
sempre più digitale in cui si stava all’epoca appena entrando.
Keanu Reeves è l’eletto, protagonista di un film
imprescindibile.
American Beauty (1999).
Lester Burnham è un marito infelice che trascorre le giornate
all’insegna della monotonia. Quando incontra Angela, amica
adolescente di sua figlia, la sua vita cambia completamente. Uno
dei film più importanti del decennio, interpretato da Kevin Spacey,
che grazie al ruolo di Lester Burnham vinse il suo secondo Oscar. È
questa un’opera impegnata ad offire l’altro volto della felice
famiglia borghese statunitense.
Essere John
Malkovich (1999). Un burattinaio e un’impiegata
scoprono un tunnel che permettedi entrare mente e il corpo di John
Malkovich per 15 minuti alla volta. Un altro esempio di film che,
sul finire del secolo, porta verso nuovi orizzonti le possibilità
del cinema. Spike Jonze dà vita ad una
sceneggiatura di Charlie Kaufman incentrata sul
concetto di identità, di celebrità e sui rapporti umani.
Fight Club (1999). Tyler Durden ed un nuovo
amico sfogano la loro aggressività creando un club di
combattimento, che assume rapidamente connotati rivoluzionari, fino
a esporre la vera identità di Tyler Durden. David
Fincher dirige Brad
Pitt ed Edward Norton in questo film
che, sul finire del secolo, ha contribuito alla ridefinizione di
cinema post-moderno, affrontando tematiche e proponendo stili in
modi del tutto inediti.
I migliori film thriller degli anni ’90
Se c’è un genere che ha avuto
grande importanza negli anni ’90, questo è il thriller. Nel corso
di questo decennio si sono infatti viste sul grande schermo opere
di questo genere macchiate anche dal soprannaturale, dall’erotico e
dall’azione, ma sempre incentrate su situazioni pericolose e con
personaggio quanto mai indecifrabili. Ecco quali sono i
film anni ’90 thriller da non perdere:
Il silenzio degli
innocenti (1991). Uno psicopatico assassino è il terrore
di giovani donne formose che aggredisce e scuoia. Solo Hannibal
Lecter può aiutare a risolvere il caso, ma è detenuto in cella di
isolamento in un manicomio criminale, essendo diventato uno
psicopatico cannibale. Una giovane aspirante agente dell’FBI,
Clarice Starling, prima ancora di completare
il suo addestramento viene incaricata di contattare Lecter, per
averne lumi intesi ad individuare e fermare il mostro.
Anthony Hopkins e Jodie
Foster sono i protagonisti di questo grande classico
premiato agli Oscar.
Basic Instinct
(1992). Il detective Nick Curran sta indagando su un omicidio.
L’arma del delitto è un punteruolo da ghiaccio e la principale
sospettata è la scrittrice di successo Catherin Tramell. Nel corso
delle indagini l’uomo intraprende anche una relazione con la donna.
Sharon Stone ottiene fama mondiale grazie a questo
thriller erotico divenuto un cult senza tempo.
Seven (1995). Un
anziano ed esperto detective vicino alla pensione viene affiancato
da un giovane e irruento collega per indagare su un serial killer
specializzato nei sette peccati capitali. David
Fincher ottiene le meritate attenzioni grazie a questo
thriller con Brad Pitt e MorganFreeman. Quando si pensa ad un esempio di questo
genere degli anni ’90, Seven è il primo nome che viene
alla mente.
Mission:
Impossible (1996). Ethan Hunt, un agente segreto
ingiustamente accusato della morte di tutti gli agenti della sua
squadra, sfugge ai killer del governo, penetrando negli archivi
della CIA. Primo capitolo della saga attiva ancora oggi, questo
film diretto da Brian De Palma e con protagonista
Tom
Cruise è un avvincente thriller d’azione ricco di
suspence e adrenalina.
Il sesto senso
(1999). Malcolm è uno psicologo infantile molto stimato e si trova
doversi occupare del caso del piccolo Cole, un ragazzino di nove
anni, ossessionato da spaventose apparizioni di spiriti.
Bruce Willis è il protagonista di questo grande
classico del thriller soprannaturale. Il sesto senso è
stato per il suo regista, M. Night Shyamalan, la
definitiva consacrazione come maestro del genere.
Le migliori commedia degli anni ’90
Un altro genere tra i più popolari
degli anni ’90 è quello della commedia, che grazie a nuovi registi
e attori si è caratterizzato per storie nuove, che hanno spinto
sempre più in territori demenziali, dissacranti e irriverenti. Gli
anni Novanta hanno davvero fatto morire dalle risate il grande
pubblico ed ecco i migliori film anni ’90 commedia
da non perdere:
Mrs. Doubtfire
(1993). Divorziato dalla moglie e impossibilitato a vedere i propri
figli, un uomo decide di travestirsi da domestica per stare vicino
a loro. Toccante film interpretato da Robin
Williams, nei panni di uno dei padri migliori mai visti
sul grande schermo. Si affronta qui il tema del divorzio e della
genitorialità in una chiave divertente, che sa però trasmettere
anche forti emozioni e grandi riflessioni.
Scemo & più
scemo (1994). Due amici disoccupati, Lloyd e Harry, si
trovano coinvolti in una avventura demenziale originata da una
valigetta smarrita piena di dollari. Jim Carrey e
Jeff Daniels recitano da protagonisti in questa
popolarissima commedia anni ’90, un titolo che ha poi consacrato
Carrey come re della commedia demenziale (e non solo)
statunitense.
Il professore
matto (1996). Il professor Sherman Klump è considerato da
tutti il migliore del campus. Il suo unico problema è l’esagerata
obesità. Per risolvere la questione inventa una formula che gli
consente di perdere peso. Eddie Murphy si sdoppia
per interpretare più personaggi di questo iconico film, tanto
dissacrante quanto divertente, con scene e battute entrate
nell’immaginario collettivo.
Tutti pazzi per
Mary (1998). Dopo averla persa di vista per anni, il
goffo e impacciato Ted, decide di ritrovare la donna della sua
vita, Mary. Quel che Ted non sa, però, è che la concorrenza è
numerosa e spietata. Ben Stiller,
Cameron Diaz e
Matt Dillon
recitano in questa popolarissima commedia diretta dagli esperti del
genere Peter e Bobby
Farrelly.
American Pie
(1999). Jim, Kevin, Paul e Chris sono quattro amici che stanno per
diplomarsi al liceo e sono ossessionati dalla loro verginità. Dopo
un’altra festa passata in bianco, decidono di stringere un patto di
reciproco aiuto al fine di fare sesso prima della fine dell’anno
scolastico. L’ultima occasione è la festa a
casa di Stifler in riva al lago, dove tutti si recano dopo il ballo
di fine anno. Commedia campione d’incassi nonché primo capitolo di
una lunga saga, American Pie è un film tanto divertente
quanto scorretto, dissacrante ed emozionante.
I migliori film romantici degli anni ’90
Tra i generi cinematografici più
popolari degli anni ’90 vi è senza dubbio quello della commedia
romantica. Sono in quegli anni stati realizzati infatti titoli
caratterizzati da sceneggiature brillanti, interpretati da grandi
attori e con vicende amorose mai banali e sempre coinvolgenti. Ecco
quali sono i film anni ’90 romantici da non
perdere:
Pretty Woman (1990).
Dietro l’aspetto affascinante e una solida fama di rubacuori,
Edward Lewis nasconde un’abilità straordinaria e senza scrupoli nel
campo della finanza. La sua specialità è comprare aziende
dissestate, risanarle e rivenderle a caro prezzo. Una sera, a
Hollywood, conosce casualmente Vivian Ward, una prostituta. Lei ha bisogno di soldi e lui di una donna che
lo accompagni nei suoi pranzi di lavoro. Per i due è l’inizio di
un’inaspettata storia d’amore. Richard Gere e
Julia Roberts
recitano in questo film che non ha bisogno di presentazioni.
Semplicemente un grande classico.
Insonnia d’amore
(1993). Jonah ricorre a un programma radiofonico per trovare una
compagna al padre, vedovo inconsolabile. Nell’ascoltare la
trasmissione, una giornalista si commuove e gli scrive una lettera.
Tom Hanks e Meg Ryan recitano per
Nora Ephron in una delle commedie romantiche più
iconiche degli anni ’90, che ha il merito di aver contribuito a
rendere grande questo genere nel corso del decennio.
Qualcosa è
cambiato (1997). Una cameriera di New York City, un
pittore gay e un cane aiutano uno scrittore misantropo e ossessivo
compulsivo a raggiungere un compromesso con se stesso. Film
premiato agli Oscar, Qualcosa è cambiato è un’atipico
racconto d’amore, con un Jack Nicholson
straordinario nei panni di un uomo cinico che si apre piano piano a
dei sentimenti nei confronti di una donna, interpretata da
Helen Hunt.
C’è posta per
te (1998). John e Kathleen sono rivali in affari: lui
è proprietario di una catena di negozi di libri, lei di una piccola
libreria per bambini. I due intrecciano una relazione su un sito di
incontri al quale sono iscritti mantenendo l’anonimato. Tom
Hanks e Meg Ryan tornano a recitare
insieme per Nora Ephron in quest’altro grande
classico del cinema romantico anni ’90. Una sceneggiatura brillante
guida due attori in stato di grazia.
Notting Hill
(1999). A Notting Hill il timido William è proprietario di un
negozietto di libri dove un giorno entra Anna, diva di Hollywood, e
tra i due scatta il colpo di fulmine. Julia Roberts e Hugh
Grant sono i protagonisti di un’altra delle più celebri e
amate commedie romantiche degli anni Novanta. Un film dove l’amore
supera ogni differenza.
I migliori film per ragazzi degli anni ’90
Il cinema per ragazzi ha conosciuto
negli anni Ottanta importanti rivoluzioni. Negli anni ’90 queste
sono poi proseguite estendendosi anche a generi e racconti molto
diversi tra loro. Il cosiddetto “film per famiglie” ha infatti
trovato nel corso di questo decennio grande fortuna grazie a titoli
campioni di incassi divenuti con il tempo grandi classici. Ecco
allora i migliori film anni ’90 per ragazzi:
Mamma ho perso
l’aereo (1990). Il piccolo Kevin viene lasciato in casa da
solo a Natale e deve difendere l’abitazione da due malintenzionati
che vogliono entrare. Per farlo impiega tutta la sua astuzia ed una
serie apparentemente interminabile di trappole e di espedienti
mirati a far desistere i due malcapitati ladri. Uno dei maggiori
successi del decennio nonché uno dei film più iconici degli anni
’90. Mamma ho perso l’aereo è un film che tutti hanno
visto almeno una volta.
La vita è un
sogno (1993). Texas, 1976: è l’ultimo giorno di scuola e
un gruppo di ragazzi da sfogo ai propri desideri organizzando una
festa memorabile. Un racconto corale dove ciascuno dei protagonisti
vive uno dei momenti più importanti nell’esistenza di ognuno, ossia
il passaggio all’età adulta. Richard Linklater si
fa cantore di un’intera generazione, ritraendola nel pieno della
loro giovinezza, spensieratezza e gioia di vivere. La vita è un
sogno esula dai canoni del film hollywoodiano per dar vita ad
un flusso di situazioni, personaggi ed emozioni.
Ragazze a Beverly
Hills (1995). Cher, la ragazza più popolare del liceo,
cerca di far innamorare due insegnanti. Entusiasta del successo
ottenuto, prova a fare lo stesso con due dei propri amici, ma i
risultati non sono quelli sperati. Alicia
Silverstone è la protagonista di questo classico per
ragazzi anni ’90, un film che ha fatto scuola.
Jumanji (1995).
Due bambini scoprono un magico gioco da tavolo nella loro soffitta.
Mentre giocano, evocano animali feroci e un uomo pazzo, Alan,
scomparso ventisei anni prima durante una partita. L’avventura è
per loro appena iniziata. Altro grande classico degli anni ’90,
Jumanji è in particolare ricordato per la sua atmosfera
tra il cupo e il comico, ma ovviamente anche per la presenza
dell’iconico Robin Williams.
Space Jam (1996).
MIchael Jordan va in soccorso di Bugs Bunny e dei suoi amici che
hanno bisogno di lui per vincere una partita di basket contro i
malvagi Nerdluks, una banda di piccole e irritabili creature
provenienti dallo spazio. Un cult per ragazzi degli anni ’90,
rimasto memorabile tanto per l’uso della tecnica mista quanto per
la presenza di un’icona come Michael Jordan nei
panni di sé stesso.
I migliori film degli anni ’90 presenti su Netflix in questo
momento
Nei cataloghi delle piattaforme
streaming oggi disponibili si possono ritrovare, oltre a titoli a
noi più vicini nel tempo, anche opere meno recenti, spesso
sconosciute ma meritevoli di essere riscoperti. Questi film
permettono infatti di entrare in contatto con mondi cinematografici
oggi non più in vigore ma che hanno sempre molto da insegnare. Ecco
allora i migliori film anni 90 in streaming su Netflix:
Dracula di Bram Stoker (1992). Il conte
Dracula, colpito da una maledizione che lo costringe a nutrirsi del
sangue degli esseri viventi in cambio della vita eterna, è
determinato a riunirsi con la propria amata. Per raggiungere i
propri scopi, si reca a Londra. Francis Ford
Coppola realizza il proprio adattamento del celebre
romanzo di Bram Stoker, con Gary Oldman nel ruolo del leggendario vampiro.
Un film tanto ricco di emozioni quanto affascinante a livello
estetico.
The Game (1997).
Uno spento uomo d’affari di mezza età, si fa convincere dal
fratello minore ad iscriversi in un club che organizza giochi tanto
realistici che lo faranno precipitare in un incubo senza fine.
David Fincher realizza un nuovo thriller d’alto
livello con protagonista Michael Douglas, dando vita ad un vero e
proprio gioco mentale che sfida tanto i personaggi quanto lo
spettatore.
The Jackal
(1997). Il geniale killer “The Jackal” viene reclutato dalla mafia
russa per uccidere una figura di altissimo livello della politica
americana. Il prezzo pattuito è di settanta milioni di dollari.
Richard Gere e Bruce Willis
recitano in questo teso thriller anni ’90, liberamento tratto dal
romanzo Il giorno dello sciacallo.
Il grande
Lebowski (1998). Drugo è un disoccupato giocatore di
bowling rimasto legato agli anni Settanta, che si trova coinvolto
in un doppio complotto per un puro caso di omonimia. Cult diretto
da Joel ed Ethan Coen, il film è
reso memorabile in particolare dall’iconica interpretazione di
Jeff Bridges nei panni di Jeffrey Lebowski.
Ragazze
interrotte (1999). Una giovane donna con un disturbo di
personalità borderline, passa diciotto mesi in un istituto
psichiatrico alla fine degli anni 60. Qui conosce le altre
pazienti, tra cui Lisa, una ragazza con cui stringerà una forte
amicizia. James Mangold dirige Winona
Ryder e Angelina Jolie in questo dramma
biografico, basato sulle memorie della scrittrice
SusannaKaysen.
Alla luce degli annunci che
Marvel Studios ha
condiviso al San Diego Comic Con, a 12 anni da
The Avengers, il futuro del Marvel Cinematic
Universe sembra completamente capovolto.
Nel 2012, gli eroi più potenti della
Terra si sono riuniti per la prima volta per fermare Loki, il Dio
dell’inganno, mettendo in piedi il primissimo evento crossover
della Fase 1 del MCU iniziato con Iron Man del 2008. Ora, l’MCU si
sta preparando per un’importante inversione di tendenza che
speriamo si rivelerà incredibilmente emozionante.
Al SDCC 2025 abbiamo appreso che
Robert Downey Jr. tornerà nell’MCU come Dottor
Doom, a partire da Avengers:
Doomsday del 2026. Tuttavia, non è ancora chiaro se
RDJ interpreterà una variante oscura di Iron Man che diventa Doom o
un Victor von Doom autentico. In ogni caso, questo casting crea un
affascinante colpo di scena per l’MCU e The
Avengers del 2012, che è stato possibile soltanto grazie a
anni di narrazione interconnessa e un multiverso di realtà
diverse
In The Avengers Loki era il cattivo
principale e Iron Man l’eroe chiave
Hanno combattuto per salvare il
mondo dal dominio di Loki
In The
Avengers del 2012, Loki di
Tom Hiddleston torna sulla Terra dopo la
sconfitta in Thor del 2011, dopo essersi alleato
con Thanos per recuperare il Tesseract in cambio della
conquista e del governo della Terra con gli eserciti Chitauri del
Titano Pazzo. Ciò spinge Nick Fury di Samuel L.
Jackson a riunire gli Avengers, un gruppo degli eroi più
potenti della Terra per combattere battaglie che l’umanità non
avrebbe potuto affrontare da sola. Ciò include in particolare
Iron Man di Robert Downey Jr., il primissimo eroe dell’MCU
a debuttare nell’universo interconnesso.
Nella Battaglia di New York del
2012, Iron Man e gli Avengers salvarono il mondo e Loki fu
sconfitto, il loro primo cattivo sullo schermo. Tuttavia, Avengers:
Endgame del 2019 e il suo uso del viaggio nel tempo
hanno creato una variante di Loki, una che ruba il
Tesseract e fugge dalla cattura nel 2012. Ciò crea una nuova linea
temporale, con conseguente arresto del Dio dell’Inganno da parte
della Time Variance Authority nel Loki del 2021. Ciò dà il via al
dinamico arco eroico di Loki, visto nelle serie,
che si concluse nella seconda stagione di Loki
del 2023, dove il personaggio riscrive la sua storia, diventando il
salvatore dell’intero multiverso tenendo insieme tutte le varie
linee temporali, impedendone la distruzione.
12 anni dopo, i ruoli di Loki e
Iron Man sembrano essersi invertiti
Combattere per salvare il
multiverso dal Dottor Doom?
Gentile Concessione Disney – (Photo by Jesse Grant/Getty Images for
Disney)
Alla luce della notizia che
RDJ diventerà Dottor Doom, sembra che i ruoli di
Loki e Iron Man di Avengers del 2012 si siano
effettivamente invertiti. 12 anni dopo, il personaggio di
Tom Hiddleston è diventato un eroe che protegge
il multiverso mentre RDJ sarà un cattivo che
probabilmente tenterà di rifarlo a sua immagine o di smontarlo come
principale antagonista di Avengers:
Doomsday (e probabilmente anche di Secret
Wars).
Se questo fosse un passo calcolato o
meno, soprattutto in vista dell’incidente di percorso con il
personaggio di Kang di Jonathan Majors, non ci è
dato sapere. Tuttavia è molto interessante questo risultato di
capovolgimento totale che si è potuta permettere una narrazione
coerente e solida costruita nel corso di oltre dieci anni.
Non abbiamo più visto il Samuel
Sterns di Tim Blake Nelson dalla sua
trasformazione in Il Leader durante gli ultimi momenti de L’incredibile Hulk del 2008. Tuttavia, farà il suo
atteso ritorno nel prossimo febbraio in Captain America: Brave New World. Parlando con
GamesRadar+ al San Diego
Comic-Con dello scorso fine settimana, l’attore ha condiviso la sua
eccitazione per l’ingresso nel franchise di Capitan
America, prima di confermare che il Leader “non è stato
con le mani in mano” dall’ultima volta che lo abbiamo
visto.
Nonostante i piani per portare in
vita l’iconico cattivo di Hulk con effetti pratici, Nelson ha
accennato fortemente a un’interpretazione accurata del cattivo nei
fumetti. “Si può andare a vedere nei fumetti per capire cosa
abbiamo in mente“, ha detto. “Penso che l’espansione di
questo aspetto nel linguaggio cinematografico sarà
sorprendente“. GamesRadar+ ha anche incontrato Giancarlo Esposito, che abbiamo appreso
interpreterà
Sidewinder, un personaggio che la star di Breaking Bad sembra entusiasta di approfondire nel
MCU in più progetti.
“Beh, sapete, nelle ricerche che
ho fatto quando ho saputo che avrei interpretato il capo della
Serpent Society, qualcuno che l’ha formata e la gestisce, ho voluto
saperne di più“, spiega. “Volevo tornare indietro e capire
quali sono i suoi poteri, che aspetto hanno, cosa fanno“.
“Non credo che tutte queste cose saranno svelate in questo
film, quindi credo che ci sarà più tempo a disposizione con
Sidewinder… vedrete un personaggio complicato e molto interessante
che avrà la possibilità di estendersi per un certo periodo di
tempo“.
L’attore ha anche condiviso nuove
informazioni sulla trama di Captain
America: Brave New World e su come la Società del
Serpente influirà su essi. “È tutta una questione di adamantio,
è tutta una questione di sostanze chimiche“, rivela Esposito.
“È tutta una questione di quale prezzo daremo a questa
sostanza, di chi ne avrà di più e di chi la venderà.
Quindi, in un certo senso, penso che molti dei personaggi di
questo film, compreso Sidewinder, siano mercenari e stiano cercando
il dollaro più alto e penso che stiano cercando a chi venderlo e
penso che stiano cercando il potere“.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà il leader della
Serpent Society,
Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso.
Nonostante dunque avrà degli
elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il
nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“,
ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale
comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui
ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Un nuovo spinoff di Yellowstone
sarebbe in attesa di Kurt Russell, Michelle Pfeiffer e Patrick J.
Adams per entrare nel cast. Il franchise neo-western è stato creato
da Taylor Sheridan, che ora supervisiona la serie principale e
diversi spinoff attualmente in onda e in fase di sviluppo. Yellowstone si concluderà alla fine di quest’anno,
quando andrà in onda la seconda parte della quinta stagione, e uno
spinoff ambientato dopo quegli eventi è da tempo in fase di
sviluppo, e secondo alcuni rapporti potrebbe avere come
protagonista Matthew McConaughey.
Ora, TVLine riporta che lo spinoff, precedentemente
noto come2024, si
intitoleràThe
Madison. Russell, Pfeiffer e Adams
sono tutti prossimi all’accordo per recitare nella serie, che
seguirà la matriarca del clan Clyburn, Stacy, mentre trasferisce la
famiglia nel Montana dopo la morte del marito e del cognato in un
incidente aereo. La produzione inizierà alla fine del mese e la
data di uscita è prevista per il 2025. Non è chiaro per quali ruoli
Adams, Russell e Pfeiffer siano in trattativa.
AGGIORNAMENTO: 2024/08/02 13:19
EST DA ALEXANDER HARRISON
Un nuovo rapporto
sostiene cheThe Madisonè diverso dal sequel
diYellowstone
Dopo che TVLine ha
pubblicato la storia di The Madison, un nuovo rapporto di
Matt Belloni di Puck sostiene che lo spinoff è stato
inesattamente confuso con il sequel di Yellowstone
precedentemente annunciato. Michelle Pfeiffer era stata presa in
considerazione per il ruolo di protagonista femminile in
quest’ultima serie, cosa che Belloni identifica come la probabile
fonte di confusione. Inoltre, sostiene che, sebbene The
Madison sia probabilmente parte dell’universo di
Yellowstone , ciò non è ancora garantito.
Il suo rapporto conferma che le star
di Yellowstone, Cole Hauser, Kelly Reilly e Luke Grimes,
torneranno per il sequel della serie, ma Matthew McConaughey, che
inizialmente era in trattative per il ruolo di protagonista, ora è
improbabile che venga coinvolto.
Madison potrebbe tenere in vita
Yellowstone
Uno spinoff contemporaneo è
esattamente ciò di cui il franchise ha bisogno
Sebbene Yellowstone abbia
trovato successo in spinoff come 1883 e 1923,
l’attrattiva intrinseca dello show principale è la sua
ambientazione moderna mescolata al suo atteggiamento da cowboy. La
continuazione di questo aspetto ai giorni nostri sarà la chiave del
successo futuro del franchise, che si è arenato a causa dell’uscita
di scena di Kevin Costner dalla serie principale. Nonostante
l’uscita di scena di Costner, però, si dice che alcuni
membri del cast diYellowstonetorneranno in un futuro spinoff, anche se non è chiaro se
inThe Madisono in
un’altra serie.
Ora, sembra che il clan
Clyburn incarnerà la dinamica del pesce fuor d’acqua che la serie
cita spesso.
Ciò che è chiaro è che The
Madison aggiungerà una nuova dinamica alla formula dello show.
Yellowstone ha preso in giro i furbetti di città che
tentano di impadronirsi dell’etica dei cowboy, ma la serie è sempre
stata incentrata sui Dutton che proteggevano la loro terra da
quelle stesse persone, tra le altre. Ora sembra che il clan Clyburn
incarnerà la dinamica del pesce fuor d’acqua che la serie cita
spesso. Non è chiaro come possano essere collegati ai
Dutton, ma sarà interessante vedere come The
Madison colmerà il divario tra sé e Yellowstone.
Con TVLine che riporta che le
riprese inizieranno quest’anno e l’uscita prevista per il 2025,
sembra che la Paramount sia intenzionata a mantenere lo slancio del
franchise dopo la fine di Yellowstone. Altre serie, come 1944 e
6666, sono attualmente in fase di sviluppo, ma sembra che la rete
voglia accelerare i tempi per The Madison per garantire che
l’interesse rimanga alto. Era già chiaro che il franchise di
Yellowstone non sarebbe andato da nessuna parte, ma con star come
Russell, Pfeiffer e Adams in prima linea in una nuova serie, la
serie potrebbe ritrovarsi ancora una volta al vertice nonostante il
finale tumultuoso dello show originale.
Prime
Video ha annunciato oggi che l’attesissima serie
Original Citadel: Honey Bunny debutterà
il 7 novembre. La serie indiana dal mondo di Citadel
è diretta da Raj & DK (Raj Nidimoru e Krishna DK) e
scritta da Sita R. Menon, insieme a Raj & DK. La
serie è prodotta da D2R Films, Amazon MGM Studios e vede i Fratelli
Russo, con la loro AGBO, come produttori esecutivi.
Anthony Russo, Joe Russo, Angela Russo-Otstot e Scott
Nemes di AGBO, insieme a David
Weil (Hunters) sono executive producer di
Citadel: Honey Bunny e di tutte le serie nel mondo di
Citadel.
Anche Midnight Radio è executive
producer. La serie vede come protagonisti i talentuosi
Varun Dhawane Samantha e il sempre più poliedrico
Kay Kay Menon, affiancati da un cast d’eccezione,
che include Simran, Saqib Saleem, Sikandar Kher, Soham
Majumdar, Shivankit Parihar e Kashvi Majmundar.Citadel: Honey Bunny debutterà in esclusiva su Prime Video in India e in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo il 7 novembre.
Prime Video ha confermato la data di
debutto della serie in occasione di un evento emozionante a cui
hanno partecipato i fan di Varun, Samantha e Raj & DK, i quali
hanno potuto assistere e partecipare all’originale e gigantesco
svelamento della data di uscita della serie. Il servizio ha,
inoltre, presentato un emozionante teaser che mostra una sequenza
di azione autentica non-stop, performance impeccabili e la portata
visiva della nuova serie che sarà per il pubblico come un giro
sulle montagne russe quando uscirà a novembre. Citadel: Honey
Bunny ha una trama avvincente, che fonde gli elementi
adrenalinici di un grintoso action thriller di spionaggio con una
toccante storia d’amore, il tutto ambientato nella vibrante cornice
degli anni ‘90.
“Siamo entusiasti di annunciare
oggi la data di debutto dell’attesissima Citadel: Honey Bunny. La
serie indiana dell’universo Citadel unisce il fascino degli anni
‘90 a una narrazione coinvolgente e alle interpretazioni davvero
convincenti di Samantha nel ruolo di Honey, di Varun in quello di
Bunny e dell’intero cast. La serie riporterà il pubblico alla
genesi di questa agenzia clandestina internazionale di spionaggio,
approfondendone la fondazione, le attività, l’influenza e l’ascesa
con la firma distintiva e sensazionale di Raj & DK che il pubblico
ha imparato ad amare, apprezzare e ammirare. È stato possibile
toccare con mano la forte emozione per la serie tra i super fan di
Varun e Samantha e la loro partecipazione a questo evento
incredibile è davvero da considerarsi un’esperienza memorabile per
tutti i presenti”, ha dichiarato Nikhil Madhok, Head
of Originals, Prime Video, India.
“Citadel: Honey Bunny è una miscela irresistibile di action,
veloce e crudo, e drama coinvolgente con interpretazioni
eccezionali. Siamo entusiasti di presentare Varun come audace
action hero, mentre Samantha spinge il suo ruolo d’azione al
livello successivo. Siamo inoltre entusiasti di aver potuto
collaborare ancora una volta con il grande Kay Kay Menon e siamo
fortunati ad avere un cast così incredibile”, hanno dichiarato Raj
& DK. “Da quando la serie è stata annunciata, abbiamo ricevuto
grande sostegno e appoggio da parte dei fan, e questo è stato
davvero gratificante. Quindi, è stato naturale oggi volerli
includere nel nostro svelamento della data d’uscita. La risposta al
teaser è stata molto incoraggiante e crediamo che sia una riprova
della dedizione dell’intero team. Non vediamo l’ora che il pubblico
di tutto il mondo possa godersi uno dei nostri progetti più
ambiziosi!”.
Sul finire della Prima guerra
mondiale. Due ufficiali medici, amici d’infanzia lavorano nello
stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i
feriti più gravi. Molti di loro però si sono procurati da soli le
ferite, sono dei simulatori, che farebbero di tutto per non tornare
a combattere.
Stefano, di famiglia altoborghese,
con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è
ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a
suo modo lo sbirro. Giulio, apparentemente più comprensivo e
tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, è
più portato verso la ricerca, avrebbe voluto diventare un
biologo.
Anna, amica di entrambi dai tempi
dell’università, sconta il fatto di essere donna. A quei tempi,
senza una famiglia influente alle spalle, era difficile arrivare a
una laurea in medicina. Ma lei affronta con grinta un lavoro duro e
volontario alla Croce Rossa. Qualcosa di strano accade intanto tra
i malati: molti si aggravano misteriosamente. Forse c’è qualcuno
che provoca di proposito delle complicazioni alle loro ferite,
perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche
mutilati, purché non tornino in battaglia.
C’è dunque un sabotatore dentro
l’ospedale, di cui Anna è la prima a sospettare. Ma sul fronte di
guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie
di infezione che colpisce più delle armi nemiche. E presto contagia
anche la popolazione civile…
Le location di Weekend
a Taipei saranno sicuramente uno dei punti di forza
del film, e anche la storia è piuttosto avvincente: Evans
interpreta John Lawlor, un agente della DEA che vive solo per il
suo lavoro. Si impegna al massimo per catturare i cattivi, ma
forse c’è un motivo per cui si è seppellito nel lavoro: 15 anni
prima si è innamorato di una donna che è stata costretta a
separarsi da lui a causa di alcuni eventi piuttosto
oscuri legati al crimine e alla corruzione. Ora, però, John
si ricongiunge con Joey Kang (Gwei Lun-mei),
incontrata per caso durante un lavoro a Taipei, dove conosce
anche il figlio di lei (Wyatt Yang).
Un altro membro importante del cast
di Weekend a Taipei è Sung Kang. Uno dei personaggi più
amati dai fan del franchise di Fast and Furious, Kang è stato co-protagonista con
Evans in Furious 6. Nel franchise,
Evans interpretava Owen Shaw, il fratello minore di Deckard
(Jason
Statham). Nella storia, Owen è indirettamente
responsabile della morte di Han (Kang) e ci sono volute alcune
puntate per risolvere la questione.
Weekend a Taipei è diretto
da George Huang, al suo primo lungometraggio dopo
How To Make a Monster del 2001. Huang ha
scritto la sceneggiatura insieme a Luc Besson (Lucy).
In una dichiarazione ufficiale, l’amministratore delegato della
Ketchup Entertainment , Gareth West, ha affermato
che Huang ha “diretto magistralmente” il film d’azione e lo ha
definito “un film emozionante”.
Negli ultimi anni la Ketchup
Entertainment ha registrato una serie di successi. Oltre a
Weekend In Taipei, di cui è distributore negli Stati
Uniti, la società di distribuzione è impegnata in titoli come
Memory, vincitore del Festival di Berlino,
Ferrari
di Michael Mann e il prossimo (e attesissimo)
reboot Hellboy: The Crooked
Man. Weekend a Taipei uscirà nelle sale il 1° novembre.
I fan sono stati felicissimi della
notizia
del ritorno di Bob Odenkirk per Io sono nessuno 2 (Nobody
2). Il film è stato costantemente aggiornato con l’aggiunta di
star come Sharon Stone, Connie
Nielsen e il regista Timo
Tjahjanto. Ora c’è un altro motivo per rallegrarsi:
l’attore veterano Christopher Lloyd è entrato a far parte del
cast e riprenderà il ruolo del padre di Hutch (Odenkirk), David
Mansell, come riporta Deadline.
Il film del 2021 segue un docile
padre di famiglia, Hutch Mansell, che rivela la sua natura
violenta dopo che la sua casa viene svaligiata, il che lo porta
a una guerra con un boss del crimine russo. Lloyd interpreta il
padre di Hutch e un agente dell’FBI in pensione, mentre Nielsen
interpreta la moglie di successo Becca Mansell. Anche se i dettagli
della trama sono tenuti strettamente nascosti, il casting indica
una nuova direzione per la famiglia Mansell con volti
familiari.
Cosa aspettarsi da Io sono
nessuno 2 (Nobody 2)?
Tjahjanto dirigerà il film da una
sceneggiatura di Derek Kolstad, Aaron
Rabin, Odenkirk e Umair Aleem. Visti i
crediti di Tjahjanto in film horror e d’azione come May
the Devil Take You e segmenti del franchise
V/H/S, i fan possono aspettarsi
che Nobody 2 offra la stessa eccitazione e azione al
cardiopalma che i fan hanno adorato nell’originale. Tra i
produttori del film figurano anche Kelly McCormick
e David Leitch, che hanno prodotto anche il
film del 2021 e che con la loro 87North hanno realizzato
quest’anno il film d’azione The
Fall Guy, per cui i fan possono prepararsi ad
un’azione ad alto tasso di tensione.
Io Non
sono nessuno (Nobody) è stato un successo inaspettato e ha
visto l’evoluzione di Odenkirk da star della commedia a star
dell’azione, che è stata elogiata da fan e critica. Il film era
ambientato a Winnipeg e la produzione del sequel tornerà nel
grintoso paesaggio della città alla fine dell’estate per iniziare
le riprese. Visti i dettagli della produzione, sembra che il film
manterrà il suo tono nel sequel in arrivo.
Il film originale ha offerto una
nuova interpretazione del genere d’azione, mescolando senza
soluzione di continuità umorismo nero e brutali coreografie di
combattimento. Il film è diventato un successo al botteghino,
incassando circa 57,5 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte
di un budget di 16 milioni di dollari, il che pone le basi per il
prossimo sequel. Il film ha un indice di gradimento del 94% su
Rotten
Tomatoes e vanta alcune interpretazioni stellari da parte
di Lloyd, Aleksey Serebryakov,
RZA e Nielsen.
Un membro del cast di Thunderbolts*
sfoggerà un look inedito quando il film Marvel debutterà il prossimo
anno. Thunderbolts*
è stato uno dei tre film presentati dai Marvel Studios durante il
panel della Hall H al San Diego Comic-Con sabato sera e il regista
Jake Schreier e il cast erano presenti al SDCC e i
presenti hanno potuto vedere il primo filmato dal film. Questa
strana squadra di eroi, come confermato, è guidata dalla Yelena
Belova di Florence Pugh e da Bucky Barnes/Soldato
d’Inverno di Sebastian Stan. I fan hanno visto Bucky per
l’ultima volta in The Falcon and the Winter Soldier, ma
in Thunderbolts*
tornerà ad avere un aspetto familiare.
Una descrizione del filmato
proiettato al SDCC ha infatti rivelato che il Soldato d’Inverno
tornerà a portare i capelli lunghi. Dopo Avengers: Endgame, Bucky Barnes si era
tagliato i capelli corti per The Falcon and the Winter
Soldier, ma sembra che il suo look originale tornerà con
questo nuovo film. Al momento abbiamo solo la descrizione del
filmato dei Thunderbolts*
e dovremo aspettare fino a quando non verrà rilasciato un primo
sguardo o un trailer ufficiale per sapere quanto saranno
effettivamente lunghi i capelli di Bucky.
Nell’attesa, ecco la descrizione del
filmato riportata da ComicBook: “Yelena bussa
alla porta di Alexei. Lui si sta spaparanzando sul divano e cerca
di mettere a posto la casa e se stesso prima di aprire la porta, ma
è ancora molto, molto disordinato. Afferma di aver fatto dei passi
avanti con molto lavoro e di essere soddisfatto, mentendo
chiaramente. Le chiede cosa la porta qui. “C’è qualcosa di
sbagliato in me”, risponde lei.
Bucky entra in un’aula di
tribunale. L’agente americano guarda gli articoli di cronaca che lo
riguardano. Yelena ha un combattimento in corridoio che ricorda
quello di Vedova Nera in Iron Man 2. Indaga in una stanza, trova
delle carte e viene colpita dall’agente americano. Ghost interviene
in suo aiuto, mentre un altro nemico aiuta l’agente americano.
“Bob” entra nella stanza indossando un camice da ospedale. Le porte
della stanza si chiudono.
Yelena spiega di essere
un’assassina su commissione e di aver capito che qualcuno li vuole
tutti morti. La stanza si trasforma in una fornace. In una sala con
lo scettro di Loki in una teca di vetro, Bucky non è felice di
vedere Valentina. Indossa il suo braccio di Vibranio. La musica
rende l’intero filmato un po’ delirante. I toni scuri dei colori lo
rendono grintoso. C’è una scena in quella che potrebbe essere la
Torre dei Vendicatori“.
Gentile Concessione Disney – (Photo by Jesse Grant/Getty Images for
Disney)
Tutto quello che c’è da sapere su
Thunderbolts*
Diretto da Jake Schreier (Paper
Towns), il cast di Thunderbolts*
comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes,
Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias
Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker,
David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov
alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov
alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus
‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di
Bob alias Sentry. Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena
Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della
serie Marvel Disney Plus
Occhio di Falco).
Inoltre, Julia
Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine,
con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che
sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di
impegni). Lo sceneggiatore di Black Widow e
Thor:
Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di
Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a
porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts*
arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo rispetto alla
precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli
scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate
aggiornati sul MCU con la nostra
guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno
sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.
Un mondo fantastico, due coraggiosi
grandi amici, una locomotiva travestita da drago e un’avventura da
sogno. Dal 1° agosto, distribuito da Be Water Film
in collaborazione con Medusa Film, arriva al
cinema Le Avventure di Jim Bottone, un
dolce film per famiglie diretto dal regista tedesco Dennis
Gansel e ispirato all’omonimo racconto per ragazzi
del celebre scrittore Michael Ende, autore tanto amato per
alcune delle fiabe che hanno segnato l’infanzia di intere
generazioni, come La Storia Infinita e
Momo.
Le Avventure di Jim Bottone
trama
C’era una volta, al di là del mare,
la minuscola isola di Coloropoli, così piccola da
avere spazio soltanto per una montagna con due vette: una più alta
e una più bassa. Su questa montagna sorgeva un pittoresco palazzo
reale, mentre ai suoi piedi si trovavano due case e una piccola
stazione ferroviaria. Coloropoli ospitava solo quattro abitanti che
vivevano in pace e armonia: il bizzarro Re Alfonso, Luca il
macchinista, la dolce Signora Cosa e il brontolone Signor
Manica.
Le Avventure di Jim Bottone – Foto del film
Il perfetto equilibrio di Coloropoli
venne però scosso un giorno dall’arrivo di un curioso e
inaspettato pacco contenente un bambino, Jim Bottone.
Accudito dall’intera isola, il bambino crebbe felice tra l’emporio
della Signora Cosa e la stazione ferroviaria di Luca e della sua
amata locomotiva Emma. Tutto sembrava andare bene finché il Re
Alfonso, preoccupato del sovrappopolamento di Coloropoli, ordinò a
Luca di sbarazzarsi di Emma per fare spazio sull’isola.
Contrariato, Luca decise di mettersi
in mare e abbandonare segretamente il suo paesino natio. Quando Jim
lo scoprì, fece di tutto pur di seguirlo e vedere cosa
c’era oltre la minuscola e confortevole Coloropoli. È da
qui che inizia l’emozionante e tenero viaggio di Jim e Luca,
un’avventura che presto si trasforma in una missione di
salvataggio. Questa li porterà attraverso la Foresta delle Mille
Meraviglie e oltre la Fine del Mondo, tutto per trovare la
Città Nascosta dei Draghi e salvare la Principessa Li
Si.
Le Avventure di Jim Bottone – In foto l’attrice Leighanne
Esperanzate nei panni della Principessa Li Si.
Un viaggio alla ricerca di se stessi
Proprio come Emma la locomotiva, che
dopo una vita su dei binari ben precisi prende improvvisamente una
nuova strada, libera da qualsiasi traiettoria prestabilita, così
Luca e Jim intraprendono un viaggio straordinario.
Si ritrovano a esplorare luoghi esotici misteriosi verso i confini
del mare e del deserto, combattendo contro crudeli pirati e
spaventosi draghi, affezionandosi a giganti immaginari e conoscendo
popoli e culture differenti. Jim, dopo aver trascorso dieci anni
nella sicura e pacifica Coloropoli, sente il bisogno di riscoprire
se stesso, di indagare sulle proprie origini e su
ciò che lo ha portato tra le braccia amorevoli della Signora Cosa.
Questo viaggio diventa per lui un percorso di auto-scoperta
e di crescita personale, spinto dalla voglia di
comprendere chi è veramente e di trovare il luogo che può
chiamare davvero “casa”.
Dunque, se da una parte il grosso e
caparbio Luca è mosso da un desiderio di ribellione ed evasione
dalla monotonia e prevedibilità della sua vita quotidiana;
dall’altra Jim è impegnato in un viaggio più interiore,
alla ricerca di risposte profonde e intime. Insieme, i due
amici affrontano le loro paure, scoprono nuovi mondi e,
soprattutto, trovano un modo per crescere e cambiare attraverso le
esperienze condivise.
Le Avventure di Jim Bottone – In foto il giovane attore Solomon
Gordon e l’attore tedesco Henning Baum.
Il topos del viaggio
dell’eroe non è l’unico tema affrontato. Le Avventure
di Jim Bottone è, infatti, un racconto di
formazione che ricorda, a grandi e piccini, l’importanza
di accettare e abbracciare le diversità del prossimo. Inoltre,
attraverso le vicende di Jim e Luca, il racconto esalta il
valore della famiglia, non intesa solo come legame di
sangue, ma come quella che ti cresce o che si sceglie. Il piccolo
Jim, adottato e cresciuto dalla Signora Cosa, dimostra che
la vera famiglia è quella che ti ama e ti
sostiene, indipendentemente dalle origini biologiche.
Questi temi sono particolarmente potenti in un mondo sempre più
globalizzato e multiforme, dove l’inclusione, la tolleranza e
l’empatia sono valori non solo cruciali, ma necessari.
Una fiaba classica e rincuorante
Pur avendo ridotto ai minimi termini
un racconto e dei personaggi molto più ricchi e articolati
nell’opera originale di Ende, il film di Gansel riesce a portare
con estrema delicatezza e commozione una fiaba classica dai
messaggi universali. Con scenografie ed effetti speciali
teatrali, che contribuiscono alla creazione di un’atmosfera
immaginaria “d’altri tempi”, le avventure di Jim e dei
suoi amici non sono solo fisiche, ma anche, e soprattutto, emotive.
Queste avventure guidano Jim e lo stesso pubblico attraverso un
percorso di crescita personale semplice ma profondamente
significativo.
Le Avventure di Jim
Bottone, richiamando un mondo fantastico e
nostalgico dove il bene trionfa sempre sul male, non solo
intrattiene dignitosamente lo spettatore, ma si presenta anche come
una storia senza tempo, capace di parlare al cuore
di ogni generazione.
Dire che il Marvel Cinematic Universe
è stato un po’ in difficoltà dopo l’uscita di Avengers:Endgame sarebbe un eufemismo. Dopo
che molti degli amati membri del cast sono stati in grado di
concludere la loro permanenza nei panni dei rispettivi personaggi
con una nota positiva, il MCU è passato alla
Saga del Multiverso, che è diventata molto confusa per coloro
che non hanno una conoscenza approfondita del canone dei fumetti.
Uno dei pochi vantaggi offerti dalla Saga del Multiverso è il concetto di
Vuoto, un’area al di là delle linee temporali dove i resti di
diversi universi tangenti vanno a morire. Il Vuoto può aver avuto
un ruolo significativo nella storia di Deadpool
& Wolverine, ma è stato gestito molto meglio
in Loki.
Le critiche a Deadpool &
Wolverine possono sembrare irrilevanti a questo punto; il film
ha già infranto i record di incassi sia per i film R-Rated che per i
film di supereroi e si appresta a diventare il primo film
del MCU a superare il miliardo di dollari al box office globale
dopo l’impressionante bottino di
Spider-Man: No Way Home nel 2021. Sebbene
l’accoglienza della critica sia stata un po’ più contrastante
rispetto ai due precedenti film del franchise di Deadpool, il film
sembra aver colpito il pubblico a cui era destinato, composto da
aficionados del MCU semplicemente felici di vedere qualcosa di
familiare. Tuttavia, Loki è un
progetto superiore con una maggiore longevità perché ha
utilizzato il Vuoto in modo creativo per far progredire gli archi
dei personaggi.
Loki ha usato il Vuoto per
avere una crisi esistenziale
L‘uso del Vuoto inLokiè fondamentale per scatenare
la crisi esistenziale del personaggio principale, una
trama che ha dominato entrambe le stagioni dello show. Dopo aver
ricevuto un’anteprima di come fosse la sua intera vita in un
universo alternativo grazie alla tecnologia della Time Variance
Authority, una variante di Loki (Tom
Hiddleston) viene intrappolata nel Vuoto, dove
incontra diverse versioni alternative di se stesso. Questo è stato
un modo brillante per umiliare uno dei personaggi più notoriamente
arroganti del MCU, dimostrandogli che non è poi così speciale come
sosteneva un tempo. È attraverso le sue esperienze nel Vuoto che
Loki impara il potere di riporre fiducia in se stesso e di lavorare
per il miglioramento degli altri; dopo essere emerso dal Vuoto con
un ritrovato senso dello scopo, Loki compie l’ultimo sacrificio alla fine della seconda stagione
dello show, che rappresenta uno dei momenti più profondi
del MCU fino ad ora.
Sebbene l’insipidezza visiva si sia
insinuata in molte puntate del MCU, l‘uso del Vuoto
inLokiha contribuito a
rendere la serie visivamente dinamica ed emozionante. A
differenza di altri progetti Marvel, il Vuoto non presenta un “Big
Bad” che gli eroi devono affrontare in una generica battaglia
finale. Piuttosto, ha costretto Loki e il suo nuovo gruppo di
alleati a lottare per la propria sopravvivenza, evitando
forze apocalittiche determinate a fare piazza pulita della
“spazzatura” dell’universo. L’ingegnosità visiva era giustificata
dallo strano ruolo del Vuoto nel MCU, che permetteva di avvicinarsi
nello stile a un episodio di Doctor Who o
a un classico film d’avventura come Viaggio al centro
della Terra piuttosto che a qualsiasi cosa vista nel
multiverso fino a quel momento. Anche se tecnicamente è separato
dalla Sacra Linea Temporale, il Vuoto ha fatto sembrare il MCU
molto più piccolo.
Deadpool e Wolverine hanno
fatto sentire il Vuoto insipido
L’idea di vedere Wade Wilson
(Ryan
Reynolds) e Logan (Hugh
Jackman) vivere una serie di avventure selvagge in
un’area dell’universo Marvel che non rispetta le regole
tradizionali che non rispetta le regole tradizionali è divertente,
ma il segmento diDeadpool &
Wolverineincentrato sul Vuoto è
probabilmente la parte meno interessante del film.Loki ha incentrato la minaccia sul Vuoto stesso e sui
pericoli ad esso inerenti, ma Deadpool & Wolverine lo ha
usato semplicemente come un’opportunità per introdurre un nuovo
cattivo, Cassandra Nova (Emma
Corrin), il cui legame con il Professor Charles
Xavier (Patrick
Stewart) e con il più ampio franchise degli
X-Men viene spiegato solo brevemente.
Deadpool avrebbe meritato di
combattere contro una forza del male in grado di infrangere le
regole come lui, ma il Vuoto è in definitiva solo un ripensamento
in Deadpool & Wolverine. In effetti, il film risparmia la
sua sequenza d’azione più emozionante per un momento successivo, in
cui Deadpool & Wolverine fuggono dal Vuoto per rintracciare
Mr. Paradox (Matthew
Macfadyen) e affrontare i Deadpool Corps.
Deadpool &
Wolverinefa apparire il Vuoto visivamente
scialbo e privo di interesse, in quanto sembra irrilevante
se paragonato ad altre location desertiche di proprietà
fantascientifiche, come Tatooine nel franchise di Guerre
Stellari o la landa post-apocalittica della serie
Mad Max di George Miller. Shawn
Levy non è un regista particolarmente fantasioso quando si
tratta di mettere in scena location interessanti, ma l’ambiente del
Vuoto sembra relativamente poco sviluppato, anche rispetto al modo
in cui la TVA è stata rappresentata all’inizio del film. Se c’è mai
stato un film del MCU che avrebbe potuto “diventare più strano”, è
stato Deadpool & Wolverine. Purtroppo, Loki
sembra indicare che le proprietà più idiosincratiche del franchise
sono destinate a rimanere in televisione.
Il MCU ha bisogno di prendere
più rischi come Loki
La moltitudine di camei di
personaggi precedenti nei film Fox Marvel può essere stata
sufficiente per far apprezzare Deadpool & Wolverine ad
alcuni critici, ma il MCU ha un disperato bisogno di
ritrovare il dramma rischioso e basato sui personaggi che ha
fatto il successo diLoki.Loki è
riuscito a sfidare le aspettative sul personaggio perché l’eroe
titolare ha dovuto lottare con la propria eredità in tempo reale.
L’uso del Multiverso ha reso difficile pensare che qualsiasi cosa
nel MCU abbia una vera posta in gioco se qualsiasi personaggio può
tornare per un cameo inaspettato, ma Loki è riuscito a
mostrare lo sviluppo e l’attitudine al sacrificio del suo
protagonista. Loki può essere nato come una serie di
nicchia, ma è chiaro che è lo standard che il resto del MCU
dovrebbe seguire.
WandaVision
ha generato più sequel di qualsiasi altra serie TV Disney+. La storia della Strega
Scarlatta è proseguita in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia, mentre a settembre
uscirà Agatha
All Along. Guardando ancora più lontano nel futuro, sta
prendendo forma una nuova serie TV su Visione che promette di
riprendere la storia dell’androide dopo la sua resurrezione da
parte dello S.W.O.R.D., anche se senza le sue emozioni. Il
progetto, inizialmente intitolato Vision Quest,
sembra ora si intitolerà semplicemente Vision.
A riguardo, è opinione diffusa che
vedremo il Vendicatore creare una nuova famiglia di androidi simile
alla pluripremiata serie di fumetti Vision di Tom
King. Parlando con Inverse, Kevin Feige ha confermato che Terry
Matalas, autore della terza stagione di Star
Trek: Picard, è stato scelto come showrunner della serie
Disney+. “È così che l’ho
conosciuto“, ha esordito il boss dei Marvel Studios. “È stato grazie
al suo incredibile lavoro su Picard. Ho detto: È incredibile. Non
so come faccia a esistere una cosa simile. Fatemi trovare la
persona che l’ha realizzato“.
La terza stagione dello show ha
ricevuto ampi consensi dalla critica e diversi premi. Feige è un
noto trekkie e in precedenza è apparso con Matalas in un episodio
di due ore del podcast di Star Trek Inglorious Treksperts.
Sarà dunque molto interessante vedere dove andrà a finire la storia
di Visione, soprattutto con altri due film sui Vendicatori
all’orizzonte. Difficile dire se Visione potrebbe far parte di uno
o entrambi quei film, poiché al momento non è noto se
Vision uscirà prima o dopo tali progetti.
Paul Bettany tornerà in Vision
È passato un po’ di tempo
dall’ultima volta che PaulBettany ha detto qualcosa di concreto sul suo
ruolo nel MCU, anche se all’inizio di quest’anno ha confermato il
suo ritorno dicendo: “Beh, sì… voglio dire, perché non dovrei?
Sì, al 100%“. Per quanto riguarda il modo in cui si è
avvicinato al personaggio nel corso degli anni, l’attore ha
aggiunto: “Il mio piano prevedeva che fosse una specie di
ingenuo onnipotente quando è nato. Poi, man mano che diventa sempre
più sofisticato con la quantità di dati che riceve, diventa più
umano“.
“Quando si tratta di robot,
persone artificiali o altro, credo che le due storie siano davvero
Pinocchio e Frankenstein. ‘Ora sono un bambino vero’ o ‘Chi mi ha
creato e per quale motivo? Credo che siano le due storie. Quindi
eravamo decisamente nel campo di Pinocchio. Ed è una storia molto
divertente da interpretare“. “E come ho fatto a renderlo
umano? Io sono uno di loro“, ha concluso Bettany. “E mi
dipingono di viola e mi mettono in una tuta da robot. E io penso
che quella roba sia già stata sistemata e mi concentro solo sulle
cose umane“.
Netflix
ha appena rilasciato il tanto atteso trailer completo di
Terminator Zero,
l’adattamento anime che sarà presentato in anteprima mondiale il 29
agosto. Questa data è particolarmente importante perché
coincide con il famigerato Giorno del Giudizio
nell’universo di Terminator, il giorno in cui Skynet
prende coscienza di sé e inizia il suo devastante assalto
all’umanità. Mentre ci prepariamo all’imminente apocalisse,
possiamo almeno trovare conforto nei nuovi contenuti che ci
distraggono.
Nel trailer appena rilasciato, ci
viene presentata la voce di Sonoya Mizuno
(House
of the Dragon) nel ruolo di Eiko, una combattente della
resistenza inviata dal futuro per prevenire la minaccia incombente
di Skynet. L’impressionante cast vocale comprende anche
Timothy Olyphant (Deadwood) nel ruolo di
Terminator, AndréHolland
(Moonlight) nel ruolo di Malcolm Lee, Rosario Dawson (Ahsoka)
nel ruolo di Koroko e Ann Dowd (The Handmaid’s
Tale) nel ruolo di The Prophet. Il trailer presenta un mix
emozionante di battaglie futuristiche ad alto rischio, complessi
dilemmi morali, esplosioni nucleari e viaggi nel tempo che
sconvolgono la mente, promettendo un’esperienza accattivante sia
per i fan veterani del franchise che per i nuovi arrivati. La
serie, composta da otto episodi, è diretta da Mattson
Tomlin, noto per il suo lavoro su Project
Power e sul prossimo
The Batman – Parte 2.
Di cosa parla Terminator
Zero?
Terminator Zero è
ambientato in due periodi critici: il futuro del 2022, devastato
dalla guerra, in cui gli ultimi sopravvissuti umani combattono
contro un assalto incessante di macchine, e l’anno cruciale del
1997, quando l’entità AI Skynet raggiunge l’autocoscienza e inizia
la sua guerra contro l’umanità. La storia segue Eiko, un soldato
del futuro, che viene inviato nel 1997 con la missione di
proteggere Malcolm Lee, uno scienziato sul punto di creare un
sistema di intelligenza artificiale in grado di competere con
Skynet. Mentre Malcolm è alle prese con le implicazioni etiche del
suo lavoro, lui e i suoi tre figli diventano il bersaglio di un
implacabile Terminator inviato per eliminarli.
In questo futuro distopico, Il
Profeta emerge come un faro di speranza, offrendo una guida
filosofica all’umanità e ai combattenti della resistenza mentre
navigano in un mondo avvolto dalla paura e dall’incertezza.
Nonostante i temi oscuri, l’animazione promette di offrire
un’esperienza visivamente straordinaria, aggiungendo un livello
vibrante all’esplorazione della serie sulla resilienza umana contro
l’intelligenza artificiale.
Segnate sul calendario il 29 agosto
2024 e preparatevi a immergervi in questo nuovo capitolo
dell’universo di Terminator, in esclusiva su Netflix, sempre che non vi stiate nascondendo nei
vostri bunker.
L’eroica squadra 126 di 9-1-1:
Lone Star farà il suo atteso ritorno in
autunno con 9-1-1: Lone Star 5,
la quinta e forse ultima stagione dello show. E con questa
nuova stagione arriva anche il sostituto dell’amata centralinista
Grace, interpretata da Sierra McClain, che ha lasciato
lo show a giugno. In una nuova anteprima condivisa su
X (ex Twitter), il figlio di Judd (Jim Parrack),
Wyatt (Jackson Pace), lavora come nuovo
dispatcher, un percorso di carriera molto diverso dalle sue
iniziali aspirazioni antincendio.
Creata per la Fox da Ryan
Murphy, Brad Falchuk e Tim
Minear, 9-1-1: Lone Star è uno spin-off
della serie drammatica procedurale 9-1-1
e ha debuttato il 19 gennaio 2020. Il cast è composto da un
brillante ensemble che comprende Rob Lowe nel ruolo di Owen Strand,
Liv Tyler nel ruolo di Michelle Blake,
Ronen Rubinstein nel ruolo di Tyler Kennedy “TK”
Strand, Natacha Karam nel ruolo di Marjan Marwani,
Brian Michael Smith nel ruolo di Paul Strickland,
Rafael L. Silva nel ruolo di Carlos Reyes,
Julian Works nel ruolo di Mateo Chavez,
Gina Torres nel ruolo di Tommy Vega e McClain e
Parrack.
Non solo la quinta stagione di
9-1-1: Lone Star vedrà Wyatt interpretare un nuovo
ruolo, ma i fan potranno anche aspettarsi di vedere Paul e
Marjan competere per la posizione di capitano dopo le
dimissioni temporanee di Judd dalla 126. Inoltre, le foto dietro le
quinte pubblicate in precedenza dal cast e dalla troupe
suggeriscono che Carlos seguirà le orme del suo defunto padre
diventando un Texas Ranger. Vale anche la pena ricordare che Wyatt
ha dovuto rinunciare alle sue ambizioni di pompiere dopo aver
subito un incidente quasi mortale in bicicletta, che lo ha portato
a sottoporsi a un intervento chirurgico alla spina dorsale nel
penultimo episodio della quarta stagione.
Cosa succederà nella quinta stagione di “9-1-1: Lone
Star”?
Sebbene 9-1-1: Lone
Star sia stata rinnovata per una quinta stagione nel
maggio 2023, solo questo mese la Fox ha
fissato ufficialmente la data della
première, con un ritardo dovuto allo sciopero
SAG-AFTRA del 2023. Inoltre, non si sa ancora se la prossima
stagione sarà l’ultima per la serie, ma i fan possono ancora
sperare in qualcosa di più, visto che non è ancora stata
cancellata. Per quanto riguarda il futuro della squadra 126, la
sinossi ufficiale lo anticipa:
“Nell’imminente quinta stagione,
i capitani Strand e Vega, insieme alla squadra 126, entrano in
azione quando, in una trama di apertura multi-episodica, un
catastrofico deragliamento del treno mette in pericolo diverse
vite, comprese alcune delle loro.Con Judd che si dimette
dal 126 per prendersi cura del figlio Wyatt, da poco disabile, Owen
deve trovare un nuovo tenente per sostituire Judd e si trova di
fronte a una decisione difficile quando sia Marjan che Paul si
candidano per la promozione”.
9-1-1: Lone Star 5
debutterà il 23 settembre, dalle 20 alle 21. Date un’occhiata
all’ultima anteprima qui sotto e restate sintonizzati con
Cinefilos.it per ulteriori aggiornamenti sulla prossima
puntata.
Another trailer for ‘9-1-1: LONE STAR’
Season 5 has started airing on FOX, featuring our first look at
Wyatt as the new dispatcher!
#911LoneStarpic.twitter.com/ZoXxZXazj3
Dopo il suo debutto nelle sale lo
scorso fine settimana, Deadpool &
Wolverine non solo ha battuto diversi record al
botteghino, ma ha sollevato parecchie domande sul futuro del
Marvel Cinematic Universe. A quanto
pare, la risposta a una delle domande più scottanti varrà la pena
di essere attesa. All’inizio di Deadpool &
Wolverine, Mr. Paradox (Matthew
Macfadyen) e l’Autorità per le Variazioni Temporali mostrano a
Wade Wilson / Deadpool (Ryan
Reynolds) il suo potenziale futuro come Vendicatore, compresa
una tragica scena ambientata in un certo momento nel futuro.
In essa, si vede Thor (Chris
Hemsworth) cullare un Deadpool ferito mentre piange, ma Paradox
passa oltre prima che si possa avere un ulteriore contesto. Tale
scena diventa oggetto di menzioni ricorrenti nel corso del film,
con Deadpool che in più occasioni cerca di capire perché Thor
stesse piangendo. Naturalmente, Reynolds sa perfettamente il
perché. “So perché Thor stava piangendo”, scrive l’attore
su X. “Non posso non saperlo“. Con tutta probabilità, in
futuro anche il pubblico potrà scoprire il perché, anche se
le teorie a riguardo non promettono bene per Deadpool.
“I Marvel Studios
presentano il loro errore più significativo fino ad oggi – Deadpool
& Wolverine“, si legge nella nuova sinossi. “Uno svogliato
Wade Wilson si affanna nella vita civile. I suoi giorni come
mercenario moralmente flessibile, Deadpool, sono alle spalle.
Quando il suo mondo natale si trova di fronte a una minaccia
esistenziale, Wade deve indossare di nuovo i panni di un riluttante
ancora più riluttante… riluttante? Più riluttante? Deve convincere
un riluttante Wolverine a… Cazzo! Le sinossi sono così f*ttutamente
stupide“.
Oltre a
Ryan Reynolds e
Hugh Jackman nei ruoli principali, Deadpool &
Wolverine vede il ritorno di Morena Baccarin (Vanessa), Leslie Uggams
(Blind Al), Rob Delaney (Peter), Brianna
Hildebrand (Negasonic Teenage Warhead) e Shioli
Kutsuna (Yukio) nei rispettivi personaggi, A loro si
aggiungono le new entry del franchise Emma Corrin
(The
Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), che
interpreteranno un agente televisivo e la controparte malvagia di
Charles Xavier, Cassandra Nova.
Nonostante sia stato generalmente
ben accolto dalla critica, The Marvels è stato un disastro al botteghino per i
Marvel Studios, rendendo molto
scarse le possibilità di un sequel diretto. Tuttavia, è quasi certo
che prima o poi rivedremo le tre eroine del titolo nel MCU.
Parlando con The Playlist, a Brie Larson è infatti stato chiesto se fosse
in programma una reunion con le co-protagoniste Iman Vellani (Kamala Khan) e Teyonah
Parris (Monica Rambeau).
“Mi è piaciuto tantissimo stare
con loro“, ha risposto la premio Oscar. “E penso che il
sentimento di questo film sia così giusto per me ed è molto più
vicino al punto in cui mi trovo nella mia vita, ovvero che non c’è
un solo supereroe che possa salvarci. Ci vogliono tutti i tipi di
persone che hanno le loro abilità speciali e la capacità di capire
che l’orlo del disastro non può essere fermato da uno solo. È
necessario che tutti noi ci uniamo. Perciò questo mi sembra davvero
giusto“.
“Per quanto riguarda il futuro,
ci sono cose che so, ma non posso dirvi“, conclude poi
l’attrice. Quando le è stato chiesto se queste “cose” che conosce
potrebbero coinvolgere Carol Danvers in Avengers:
Doomsday e/o Avengers:
Secret Wars, la Larson ha deciso di non rivelare ulteriori
dettagli. “Non posso dire nulla e non posso nemmeno dire che
non so nulla, perché questo potrebbe significare che c’è qualcosa
da dire o da non dire“, ha detto. “Quindi dirò solo che
non posso dirlo“.
A proposito di Avengers:
Doomsday, a Brie Larson è stato anche chiesto se
sapesse qualcosa del recente annuncio del SDCC che Robert Downey Jr. sarebbe tornato nel MCU nei
panni del cattivo Dottor Destino. “Voglio essere chiara. Ero
con Kevin [Feige]. Era lo stesso giorno. E lui mi ha detto: ‘Oh sì,
faremo una cosa al Comic-Con’. Non l’ha detto affatto! Per
niente!“. Ad ogni modo, da quanto rivelato – o non rivelato –
dall’attrice, è lecito supporre che rivedremo la sua Captain Marvel
in uno dei prossimi Avengers.
“Essere in grado di creare
storie ed esplorare personaggi all’interno dell’Universo Marvel ha realizzato
il sogno di una vita, e abbiamo scoperto una potente connessione
con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo
entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e tutto
il team Marvel per portare
questa epica avventura narrativa in luoghi nuovi e sorprendenti sia
per i fan che per noi stessi”, hanno dichiarato
Joe e Anthony Russo dopo il panel del SDCC.
Netflix
ha presentato oggi il trailer e la finestra di uscita di
Sakamoto Days, una nuova serie
anime in arrivo nel catalogo dello streamer. La serie è incentrata
su Taro Sakamoto (doppiato da Tomokazu Sugita), un
ex sicario che era considerato il migliore nella sua professione,
fino a quando non ha deciso di smettere, mettere su famiglia e
gestire un minimarket. La serie anime è prevista per
l’inizio del 2025.
Il trailer di Sakamoto
Days mette in risalto il contrasto tra le vecchie abitudini di
Sakamoto e la sua vita attuale, e sembra che questa differenza sarà
un tema ricorrente nella serie. Mentre il passato del protagonista
ha un aspetto serio e quasi privo di colori, il presente di
Sakamoto è vivace e ricco di momenti d’azione e di commedia.
Questo significa, ovviamente, che i fan di Sakamoto Days
avranno due serie in una. Insieme al trailer, Netflix
ha svelato anche il poster della serie, un’opera in bianco e nero
che mostra entrambe le versioni del protagonista come una carta di
un mazzo.
Allo stesso tempo, c’è molto
potenziale per le sequenze d’azione nel presente di Sakamoto, dato
che il personaggio non ha dimenticato tutte le arti marziali e le
armi da fuoco che lo hanno reso il migliore nel suo campo.
Tuttavia, la comicità dello show deriverà dal fatto che i nemici di
Sakamoto lo sottovaluteranno perché sembra essere invecchiato e
rammollito da quando ha smesso di uccidere. Come sottolinea
il trailer, tuttavia, Sakamoto sarà ancora un avversario
formidabile che potrebbe essere ancora più pericoloso di quello di
un tempo, perché ora è in gioco la sicurezza della sua
famiglia.
Sakamoto Days è basato su un manga?
Sakamoto Days è basato
sulla serie manga dell’autore Yuto Suzuki. I
capitoli del manga sono iniziati nel 2020 e
attualmente il titolo ha 5 milioni di copie in circolazione. Gli
episodi della serie anime sono diretti da Masaki
Watanabe (Seikaisuru Kado), che all’inizio di
questo mese ha condiviso un messaggio con i fan per rivelare
la sua eccitazione per l’adattamento e ciò che spera di ottenere
con la casa di produzione TMS Entertainment (Dr.
Stone, Lupin the Third). Ha scritto:
“Quando ho letto il manga
Sakamoto Days, ricordo di essere stato entusiasta delle
scene d’azione dinamiche.Per l’anime, vorremmo incanalare
quell’eccitazione attraverso l’azione e la velocità, utilizzando il
“movimento”, il “colore” e il “suono” unici dell’animazione.Speriamo di preservare l’umorismo disseminato nella storia, pur
rappresentando appieno il personaggio di Sakamoto come il killer
no-kill amante della famiglia che è.L’intero staff di
produzione è attualmente al lavoro, quindi vi invitiamo a
pazientare fino alla prima della serie!”.
Netflix presenterà Sakamoto Days nel
gennaio 2025. In deroga alla sua strategia di rilascio, lo streamer
rilascerà gli episodi con cadenza settimanale. Lo streamer non ha
ancora rivelato una data di uscita specifica. È possibile vedere il
trailer qui sotto:
Alcune immagini e un poster
trapelati di recente ci hanno permesso di dare un primo sguardo ai
personaggi principali della prossima serie live-action di
Star
Wars della Lucasfilm,
Star Wars: Skeleton Crew, e grazie ad alcune foto
promozionali ufficiali, ora abbiamo uno sguardo molto più chiaro
sul misterioso Jod Na Nawood di Jude Law e sui bambini che prende sotto la sua
protezione.
“Mi sono divertito moltissimo a
realizzarlo con tutte le persone coinvolte“, ha dichiarato
l’attore in un’intervista a People, parlando della collaborazione
con i suoi giovani compagni di cast. “I quattro in particolare
che hanno lavorato a stretto contatto con me sono stati
divertentissimi e incredibilmente professionali, e sono
immensamente orgoglioso di far parte della loro squadra“.
I creatori della serie Jon
Watts e Christopher Ford hanno fatto eco
a questi sentimenti. “Poiché è sempre con i ragazzi, si è
sentito come un co-regista, un co-produttore e un co-allenatore,
dando consigli ai ragazzi, che guardavano a lui. È diventato una
sorta di mentore per i ragazzi“, ricorda il regista di
Spider-Man: No Way Home. Ford aggiunge: “E non era
obbligato a farlo, lo faceva solo perché era bello e avrebbe fatto
funzionare le cose alla grande“.
I dettagli specifici sul personaggio
di Law non sono ancora stati resi noti, ma voci precedenti hanno
indicato che potrebbe essere un ex Jedi o, per lo meno, un
utilizzatore della Forza di qualche tipo. Law ha anche suggerito
che potrebbe non essere così eroico come sembra. Di seguito, ecco
le prime immagini ufficiali della serie, la quale ha ora finalmente
anche una data di uscita ufficiale.
Quando arriverà Star Wars:
Skeleton Crew su Disney+?
“Quando quattro ragazzi fanno
una misteriosa scoperta sul loro pianeta natale apparentemente
sicuro, si perdono in una galassia strana e pericolosa“,
secondo la sinossi ufficiale dello show. “Trovare la strada di
casa, incontrare improbabili alleati e nemici sarà un’avventura più
grande di quanto abbiano mai immaginato“.
Oltre a Jude Law, l’equipaggio del film sarà composto
da Ravi Cabot-Conyers nel ruolo di Wim,
Kyriana Kratter nel ruolo di KB, Robert
Timothy Smith nel ruolo di Neel e Ryan Kiera
Armstrong nel ruolo di Fern. Abbiamo anche notizie di un
nuovo membro del cast, Nick Frost, che presterà la
voce a un droide chiamato SM 33. “È una specie di vecchio
droide arrugginito e scorbutico che aiuta i ragazzi con
riluttanza“, dice Frost del suo personaggio. “L’altra cosa
che lo riguarda è che è il primo ufficiale di una nave
misteriosa“.
Star Wars: Skeleton Crew debutterà su Disney+ il 3 dicembre.
Mentre l’attesissimo
Dragon Ball Daima dovrebbe
arrivare a ottobre, senza che sia stata ancora divulgata una data
precisa, ComicBook ha una notizia entusiasmante per i fan. Come
riportato, è stato annunciato un evento in anteprima mondiale per
la serie anime, che si terrà all’inizio del mese della première
originale in Giappone e si intitolerà “Dragon Ball Daimatsuri”,
dove i partecipanti potranno vedere il primo episodio della serie.
Una bella sorpresa per i fan più accaniti, che solo una settimana
fa hanno avuto un assaggio di ciò che accadrà in questo anime
grazie a un nuovissimo trailer.
Dragon Ball Daimatsuri, l’evento su
invito, si terrà il 6 ottobre e prevede la partecipazione della
doppiatrice di Son Goku Masako Nozawa. Inoltre, ci
saranno alcuni aggiornamenti importanti per i giochi di Dragon
Ball, come Dragon Ball Sparking Zero, Dragon Ball Z
Dokkan Battle, Dragon Ball Legends e Dragon Ball Super Divers.
Serie prequel di
Dragon Ball Super, Dragon Ball
Daima si svolgerà dopo la morte di Kid Bu ma prima dell’arrivo
di Whis e Beerus. Analogamente a Dragon Ball
GT, l’anime di ottobre vedrà un desiderio
espresso sulle Sfere del Drago, che trasformerà Goku e i
suoi collaboratori in versioni “Mini” di loro stessi. Come si legge
nella sinossi: “A causa di una cospirazione, Goku e i suoi amici
sono diventati piccoli. Per sistemare le cose, partiranno per un
nuovo mondo! Si tratta di una grande avventura con un’azione
intensa in un mondo sconosciuto e misterioso. Poiché Goku deve
compensare le sue dimensioni minuscole, utilizza il suo Power Pole
per combattere, cosa che non si vedeva da molto tempo”.
Dragon Ball Daima svela il nuovo Dragon Ball in un
trailer
Circa una settimana fa, è stato
pubblicato un nuovo trailer per il prossimo capitolo del
franchise di Dragon Ball , che
offriva un punto di vista diverso su Goku. Non sorprende che il
trailer prometta la più grande avventura che verrà, con il
protagonista che viaggerà attraverso pianeti e aree mai viste
prima. Inoltre, l’anteprima ha presentato agli spettatori un nuovo
tipo di Dragon Ball, illuminato di blu, che si differenzia
notevolmente da quelli dorati visti in passato con Shenron.
Inoltre, essendo l’ultimo
adattamento anime aggiunto all’acclamato franchise,
Dragon Ball Daima introdurrà una nuova direzione mai vista
prima nel manga o nell’anime. Il franchise nella sua interezza è
stato creato dal compianto Akira Toriyama
nel 1984, a partire dall’omonimo manga scritto e illustrato da
Toriyama.
Dragon Ball Daima andrà in
onda in Giappone il 6 ottobre, ma nel frattempo è possibile seguire
la serie sequel Dragon Ball Super su Crunchyroll.
Il mese scorso è stata diffusa la
notizia che Lanterns,
prodotto dei DC Studios, è stato acquisito dalla HBO. Non più
dunque un’esclusiva dello streaming di Max e tutto lascia perciò
pensare che questo sia il reboot di Lanterna Verde che abbiamo
atteso per oltre un decennio. Chris Mundy
(True
Detective: Night Country) sarà showrunner e produttore
esecutivo e scriverà Lanterns
insieme a Damon Lindelof (Watchmen) e
allo sceneggiatore di fumetti Tom King
(Supergirl).
Per coloro che non l’hanno seguita
troppo da vicino (dopo tutto, sono state programmate diverse
iterazioni dal 2011), Lanterns
dei DC Studios segue la nuova recluta John Stewart e la leggenda
delle Lanterne Hal Jordan, due poliziotti intergalattici coinvolti
in un oscuro mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel
cuore dell’America. Oggi, Nexus Point News riporta la
notizia che la produzione dell’atteso reboot inizierà nel gennaio
2025 e si protrarrà fino a giugno dello stesso anno.
Il che presumibilmente significa che
è possibile immaginare una première alla fine del 2025/inizio 2026.
Il sito aggiunge che, mentre i piani originali prevedevano che le
riprese di Lanterns
si svolgessero nel Regno Unito, la serie si sta invece preparando
per essere girata ad Atlanta. Si dice anche che il casting sia in
corso e, come abbiamo sentito in precedenza, l’idea attuale è che
Hal Jordan sia un quarantenne e John Stewart un trentenne più
giovane.
Poiché il primo è chiaramente
destinato a essere una Lanterna Verde veterana, non possiamo fare a
meno di chiederci se Parallax sia da qualche parte nel suo futuro.
È difficile dire quanto i fan saranno contenti di vederlo così
presto sulla strada dei cattivi. In ogni caso, secondo questo
rapporto, “il ruolo di Hal Jordan è destinato a un nome degno
di nota. Il casting per Hal Jordan è attualmente la priorità,
mentre quello per John lo seguirà. È probabile che si tratti di
potenziali letture di chimica per il duo“.
Ryan Reynolds in una scena del poco apprezzato film Lanterna
Verde
Cosa sappiamo di Lanterns?
La serie Lanterns
segue due personaggi centrali dell’Universo DC: la nuova recluta
John Stewart e il veterano Hal Jordan. La storia
vede i nostri poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro
mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore
dell’America, una premessa molto intrigante che promette una
miscela di avventure cosmiche e lavoro investigativo concreto, e
qualcosa di nettamente diverso dalla norma DC.
James
Gunn e Peter Safran, Co-Presidenti e Co-CEO dei DC
Studios, hanno dichiarato: “Siamo entusiasti di portare questo
titolo fondamentale della DC alla HBO con Chris, Damon e Tom al
timone. John Stewart e Hal Jordan sono due dei personaggi più
avvincenti della DC e Lanterns li porta in vita in una storia poliziesca
originale che è una parte fondamentale del DCU unificato che
lanceremo la prossima estate con Superman“.
Sembra che questa volta i Cylon
abbiano avuto la meglio. Secondo Variety, l’ambizioso reboot di Battlestar
Galactica di Peacock e Sam
Esmail è stato cancellato dopo anni di sviluppo
infernale. Originariamente annunciato come serie originale per
la piattaforma di streaming, il progetto del creatore di Mr.
Robot non è mai stato lanciato, nonostante
qualche mese fa avesse ottenuto la collaborazione dello scrittore
Derek Simonds.
In precedenza, alcuni rapporti
hanno suggerito che la visione di Sam Esmail per il nuovo show di
Battlestar Galactica si sarebbe svolta nella
stessa continuità della popolarissima iterazione del 2004, che
è ricordata come una delle versioni più prolifiche e amate dell’IP.
Al momento non è dato sapere se lo show sarebbe stato un
prequel, un midquel o un sequel della serie vincitrice di un
Emmy. C’è qualche speranza, perché secondo quanto
riferito il reboot di Battlestar Galactica di Sam Esmail
ha la possibilità di cercare un nuovo distributore, quindi solo il
tempo ci dirà se vedremo mai la visione di Esmail prendere vita su
un’altra piattaforma.
Di cosa parla Battlestar
Galactica?
Se si unisse il desiderio di
esplorazione spaziale di Star Trek
con le sequenze di battaglie intergalattiche di Star
Wars, si otterrebbe Battlestar
Galactica. Concepita per la prima volta nel 1978,
Battlestar Galactica si svolge in un futuro lontano, dove
la maggior parte dell’umanità ha colonizzato le stelle e ha quasi
dimenticato la propria storia antica. La creazione dei Cyloni, una
razza incredibilmente avanzata di intelligenza artificiale robotica
che, come prevedibile, si ribella all’umanità, segna
inavvertitamente il loro destino. Un giorno fatidico, i Cyloni
conducono un attacco a sorpresa sulla capitale umana di Caprica,
massacrando miliardi di persone e sfollando migliaia di
persone.
I pochi umani sopravvissuti si sono
rifugiati su enormi astronavi in un convoglio collegato. Il leader
di questo convoglio è la Battlestar Galactica, un’enorme nave
militare guidata dal rispettabile ammiraglio Adama
(Edward James Olmos). I due trovano un
raggio di speranza quando vengono a conoscenza di un pianeta
chiamato Terra, che scoprono essere il luogo di nascita originale
dell’umanità. Tuttavia, gli umani continuano a preservare l’umanità
mentre lottano per la sopravvivenza ed eludono i Cyloni che danno
loro la caccia. Ben presto scopriranno anche che i Cyloni si sono
evoluti per creare pupazzi umanoidi e che anche i personaggi più
fedeli della serie potrebbero essere agenti dormienti robotici
sotto mentite spoglie.
Mentre il futuro del reboot di Sam
Esmail è incerto, la serie Battlestar Galactica del 2004 è
disponibile in streaming su Prime Video.
Come ormai noto a chi ha visto il
film Deadpool &
Wolverine, Chris Evans è tornato nel MCU ma con il ruolo non di Captain
America bensì del primo supereroe da lui interpretato, ovvero
Johnny Storm, la Torcia Umana di I Fantastici 4. Ora,
Evans ha condiviso una storia sul suo profilo Instagram per ringraziare Ryan Reynolds per avergli permesso di
interpretare nuovamente tale personaggio dopo una pausa di 17 anni.
Suo è infatti uno dei più sorprendenti camei del film.
“Grazie a Ryan Reynolds, Hugh
Jackman e Shawn Levy per avermi permesso di far parte di un film
così incredibile!”. Ha scritto Evans accanto a una foto di
loro quattro sul set di Deadpool &
Wolverine. “Sono tre dei ragazzi più simpatici che
si possano incontrare. Un ringraziamento speciale a Ryan per aver
reso possibile tutto questo. Interpretare di nuovo Johnny è stato
un sogno che si è avverato e lui avrà sempre un posto speciale nel
mio cuore”.
“I Marvel Studios
presentano il loro errore più significativo fino ad oggi – Deadpool
& Wolverine“, si legge nella nuova sinossi. “Uno svogliato
Wade Wilson si affanna nella vita civile. I suoi giorni come
mercenario moralmente flessibile, Deadpool, sono alle spalle.
Quando il suo mondo natale si trova di fronte a una minaccia
esistenziale, Wade deve indossare di nuovo i panni di un riluttante
ancora più riluttante… riluttante? Più riluttante? Deve convincere
un riluttante Wolverine a… Cazzo! Le sinossi sono così f*ttutamente
stupide“.
Oltre a
Ryan Reynolds e
Hugh Jackman nei ruoli principali, Deadpool &
Wolverine vede il ritorno di Morena Baccarin (Vanessa), Leslie Uggams
(Blind Al), Rob Delaney (Peter), Brianna
Hildebrand (Negasonic Teenage Warhead) e Shioli
Kutsuna (Yukio) nei rispettivi personaggi, A loro si
aggiungono le new entry del franchise Emma Corrin
(The
Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), che
interpreteranno un agente televisivo e la controparte malvagia di
Charles Xavier, Cassandra Nova.
La HBO è di nuovo alle prese con le
fughe di notizie: l’attesissimo finale di stagione di
House of the Dragon è stato pubblicato
prematuramente sui social media. Alcuni spezzoni dell’episodio,
originariamente previsto per la
prima ufficiale del 4 agosto,
sono stati pubblicati online martedì sera. Il filmato,
catturato filmando uno schermo con un dispositivo secondario, è
stato rapidamente diffuso su piattaforme come TikTok e altri siti
di social media. In risposta, la HBO ha rilasciato
una dichiarazione in cui riconosce la fuga di notizie.
“Siamo consapevoli che alcuni
spezzoni del finale di stagione di House of the Dragon sono stati
diffusi sui social media.Le clip sono state pubblicate dopo
un rilascio involontario da parte di un distributore internazionale
di terze parti.La HBO sta monitorando e rimuovendo
aggressivamente le clip da internet, e i fan potranno vedere
l’episodio nella sua interezza questa domenica sera su HBO e
Max”.
Questo incidente segna il
secondo finale di stagione consecutivo di
House of the Dragon che trapela prima del
previsto. Anche il franchise di
Game of Thrones, compresa la serie prequel, ha
una storia nota di fughe di notizie, che di solito si verificano
nella settimana precedente l’uscita ufficiale di un episodio,
quando il contenuto viene inviato ai partner internazionali della
HBO per scopi quali il doppiaggio dei sottotitoli e la
distribuzione regionale. Dato l’interesse globale per la serie, gli
episodi vengono distribuiti simultaneamente in più regioni, il che
rende difficile prevenire tali fughe di notizie.
Quali altre fughe di notizie
hanno afflitto “Game of Thrones”?
L’ultima fuga di notizie sul finale
di stagione di
House of the Dragon non è un incidente
isolato, ma fa parte di uno schema che ha afflitto la serie. La
quinta stagione di Game of Thrones ha subito una
violazione significativa quando i primi quattro episodi sono
trapelati online prima della messa in onda della stagione. Queste
fughe sono state attribuite a screeners forniti a recensori e
media, che sono stati poi condivisi su siti web di pirateria.
Forse l’incidente più noto si è
verificato durante la stagione 7. Il quarto episodio,
intitolato “The Spoils of War”, è stato diffuso da un
partner di distribuzione della HBO in India. L’episodio trapelato
si è rapidamente diffuso online, anche prima della sua messa in
onda ufficiale, portando a una pirateria diffusa. Inoltre, il
sesto episodio della stagione, “Beyond the Wall”, è stato
accidentalmente trasmesso dalla HBO Spagna per un’ora intera prima
di essere tolto, dando ai pirati tutto il tempo di catturare e
distribuire l’episodio.
Anche la stagione finale non è
stata immune da fughe di notizie. Punti chiave della trama e scene
sono apparsi online prima degli episodi, comprese descrizioni
dettagliate e filmati parziali. Si è ipotizzato che queste fughe di
notizie provenissero da fonti interne o da canali di distribuzione
internazionali.
Il finale della seconda stagione di
House of the Dragon sarà disponibile
domenica alle 21.00 sulla HBO.
Netflix ha
annunciato ufficialmente che Squid
Game – Stagione 2, l’attesissima seconda stagione
di Squid Gamedebutterà il 26
dicembre. In uno sviluppo entusiasmante per i fan, il
gigante dello streaming ha anche confermato che il popolare drama
coreano è stato rinnovato per una terza e ultima stagione, il cui
debutto è previsto per il 2025.
L’annuncio è stato fatto attraverso
uno speciale comunicato video, che conteneva anche una lettera
accorata del creatore, regista e produttore esecutivo della
serie Hwang Dong-hyuk. Nella lettera, Hwang
ha espresso il suo entusiasmo e la sua gratitudine per il viaggio
della serie. Ha scritto: “Sono entusiasta di vedere il seme
piantato nella creazione di un nuovo Squid Game crescere e
dare i suoi frutti fino alla fine di questa storia”.
Squid Game – Stagione 2 vedrà il
ritorno di Lee Jung-jae come protagonista, Player 456, insieme
a Lee Byung-hun, Wi Ha-jun e Gong Yoo.
L’espansione del cast include nuovi volti come Yim Si-wan,
Kang Ha-neul, Park Gyu-young e altri ancora, che
promettono di aggiungere un nuovo punto di vista con ulteriori
intrighi alla serie. Secondo la descrizione ufficiale, la storia
riprende tre anni dopo la vittoria di Gi-hun nei giochi
mortali. Consumato dal desiderio di smantellare la sinistra
organizzazione che sta dietro ai giochi, Gi-hun usa la sua nuova
ricchezza per dare la caccia all’inafferrabile figura che recluta i
partecipanti giocando a ddakji nella metropolitana. Tuttavia,
approfondendo la questione, scopre che il percorso per porre fine
ai giochi è irto di pericoli ancora più grandi, che lo costringono
a rientrare nella competizione letale.
Quanto successo ha avuto Squid Game?
Squid Game | In foto l’attore protagonista Lee Jung-jae. Credit:
Netflix
La
prima stagione di Squid
Game era incentrata su un gruppo di 456 partecipanti,
tutti alle prese con gravi difficoltà finanziarie, che vengono
invitati a partecipare a una serie di giochi per bambini in cambio
di un sostanzioso premio in denaro. Tuttavia, questi giochi
apparentemente innocenti hanno un risvolto mortale: perdere una
partita comporta la morte del giocatore. La competizione si
svolge in una località remota e segreta, gestita da guardie
mascherate sotto la supervisione di un misterioso supervisore noto
come Front Man.
Squid
Game è stato un fenomeno culturale, diventando la
serie più vista di Netflix con un numero di spettatori da record.
La prima stagione ha ottenuto 14 nomination agli Emmy e sei
vittorie, tra cui quella per la miglior regia di Hwang Dong-hyuk e
quella per il miglior attore in una serie drammatica di Lee
Jung-jae. Il successo della serie non solo ha evidenziato il
fascino dei contenuti internazionali, ma ha anche aperto la strada
a una narrazione più diversificata nei media tradizionali.
Squid Game – Stagione 2 tornerà su Netflix il
26 dicembre.
Lo scorso fine settimana al San
Diego Comic-Con, i Marvel Studios hanno ufficialmente
detto addio ad Avengers: The Kang Dynasty dando il
benvenuto ad Avengers:
Doomsday. Questo significa, ovviamente, che la Marvel ha
probabilmente chiuso con il Kang il Conquistatore di Jonathan Majors, dato che il
finale della seconda stagione di Loki permette allo
studio cinematografico di concludere la storyline di Kang/TVA senza
lasciare nulla in sospeso.
Sembra che TMZ abbia incontrato Majors a
West Hollywood nella prima mattinata di ieri, dove ha chiesto
all’attore cosa ne pensa del fatto di essere stato sostituito dal
Victor von Doom di Robert Downey Jr. nei prossimi due film degli
Avengers. “Ho il cuore spezzato”, ha detto Majors in
risposta alla domanda. “Certo, ho il cuore spezzato. Amo Kang.
Certo, il Dottor Destino è malvagio”.
Il giornalista di TMZ ha poi chiesto
se Majors ritenesse ingiusto il fatto che a Robert Downey Jr., con una condanna per
possesso di droga e armi sulla sua fedina penale, sia stata data
questa seconda opportunità, mentre Majors, con un reato minore, sia
per ora estromesso dal futuro del MCU. Tuttavia, Majors non ha
abboccato all’amo e ha scelto con cura la sua risposta.
“Credo sia giusto che il signor
Downey sia stato accolto con pazienza, curiosità e amore e che
[Ezra] Miller abbia ricevuto lo stesso trattamento. E che sia stato
permesso loro di lavorare con la loro arte e di essere creativi a
quel livello… a me non è stato concesso”, ha affermato
Jonathan Majors.
Il giornalista di TMZ ha continuato
a interrogare Majors, cercando chiaramente di fargli dire che è
stato trattato ingiustamente a causa del colore della sua pelle, ma
Majors non ha abboccato. Alla fine Jonathan Majors ha rivelato che sarebbe ancora
disposto a tornare nel MCU nei panni di Kang, dichiarando:
“Diavolo, sì”, quando gli è stato chiesto se avrebbe
ripreso il suo vecchio lavoro. “Se è quello che vogliono i fan,
se è quello che vuole la Marvel, andiamo avanti”.
“Essere in grado di creare
storie ed esplorare personaggi all’interno dell’Universo Marvel ha realizzato
il sogno di una vita, e abbiamo scoperto una potente connessione
con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo
entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e tutto
il team Marvel per portare
questa epica avventura narrativa in luoghi nuovi e sorprendenti sia
per i fan che per noi stessi”, hanno dichiarato
Joe e Anthony Russo dopo il panel del SDCC.
La serie live-action Spider-Noir di
Prime
Video ha scelto Abraham Popoola come
personaggio fisso, come ha appreso Variety.
Popoola si unisce al protagonista
precedentemente annunciato
Nicolas Cage nella serie, così come ai membri del cast
Lamorne Morris,
Brendan Gleeson e Li Jun Li. Lo show,
attualmente intitolato “Spider-Noir“, è stato formalmente
ordinato per la serie a maggio con Cage nel ruolo principale.
Secondo la sinossi ufficiale, lo
show “racconta la storia di un investigatore privato anziano e
sfortunato (Cage) nella New York degli anni ’30, che è costretto a
confrontarsi con la sua vita passata come unico supereroe della
città”.
Spider-Noir:
tutto quello che sappiamo sulla serie
Spider-Noir
è prodotto da Oren Uziel e Steve
Lightfoot, che fungeranno anche da co-showrunner e
produttori esecutivi. Hanno sviluppato la serie con il team di
Spider-Man:
Un nuovo universo composto da Phil Lord,
Christopher Miller e Amy Pascal, che
saranno anche produttori esecutivi. Harry Bradbeer
sarà il produttore esecutivo e dirigerà i primi due episodi. Pascal
è produttore esecutivo tramite Pascal Pictures. La serie è prodotta
da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios, con Lord e Miller
attualmente sotto un accordo generale con Sony.
Confermati nel cast
Nicolas Cage,
Brendan Gleeson e Lamorne Morris.
Spider-Noir è stato il secondo spettacolo annunciato
nell’ambito di una partnership tra Amazon e Sony per sviluppare
progetti sui personaggi Marvel associati a Spider-Man
controllati da Sony. Il primo è stato “Silk: Spider
Society”, a cui è stato originariamente dato il via libera
nel 2022, ma è stato riferito a maggio che il progetto non sarebbe
andato avanti.
Se poteste uccidere i vostri
colleghi, lo fareste? Questa è la premessa di base di The
Belko Experiment, il
thriller psicologico di Greg McLean, che mette
gli impiegati della misteriosa Belko Industries gli uni contro gli
altri, con una voce dall’alto che li sfida ad essere predatori o
diventare prede. Il film sfrutta dunque questo concetto per tutto
il suo valore, mostrando la graduale disgregazione della forza
lavoro in difficoltà in parti frammentate che lottano per rimanere
in vita nei loro modi unici. Naturalmente, non si tratta di una
semplice festa del gore, c’è un preciso commento sociale sornione
in gioco.
Ad aver ideato questo racconto è
stato James Gunn, il regista della trilogia di
Guardiani della Galassia e ora dell’atteso Superman.
Come da lui dichiarato, ha iniziato a scrivere il film intorno al
2007, dopo essersi svegliato da un sogno in cui si vedeva un
edificio adibito a ufficio chiuso da pareti metalliche e si sentiva
una voce che ordinava ai dipendenti di uccidersi a vicenda.
Inizialmente il film avrebbe dovuto essere diretto dallo stesso
Gunn, il quale però si tirò indietro per dedicarsi alla regia di
altri progetti e firmare dunque qui unicamente come sceneggiatore e
produttore.
Chi conosce il cinema di Gunn, sa
dunque quanto egli sia capace di gestire commedia e horror, dando
vita ad un’opera tanto bizzarra quanto irresistibile, divenuta nel
tempo un piccolo cult. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a The Belko
Experiment. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast
di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di The Belko
Experiment
A Bogotà, capitale della Colombia, è
insediata la Belko Industries, importante azienda statunitense.
Qui, un giorno, gli 80 impiegati si ritrovano improvvisamente
intrappolati negli uffici della società. I malcapitati stanno per
diventare a loro insaputa vittime di un terribile e sadico
esperimento, che viene annunciato loro da una voce sconosciuta. Ai
dipendenti viene infatti ordinato di uccidere un certo numero di
colleghi entro un periodo di tempo specificato, altrimenti i
dispositivi esplosivi che sono stati impiantati nelle loro
teste verranno fatti esplodere a distanza.
Inizialmente tutti credono che si
tratti di uno macabro scherzo, ma quando gli ordigni esplosivi
iniziano a causare la morte di diverse persone, si scatena il
panico. Ben presto, emergono due fazioni contrapposte: una guidata
da Mike Milch, che si rifiuta di partecipare a
questo gioco al massacro e un’altra guidata da Barry
Norris, pronta a seguire le istruzioni ricevute pur di
salvare la propria vita. Ben presto, il conflitto tra le due
fazioni si intensifica s’intensifica sempre più, portando violenza
e morte.
Nel film ritroviamo l’attore
John Gallagher Jr. nel ruolo di Mike Milch,
impiegato delle Belko Industries, mentre Tony
Goldwyn è Barry Norris, direttore generale ed ex soldato
delle forze speciali. Fanno poi parte del cast anche Adria
Arjona nel ruolo di Leandra Florez, assistente di Norris e
interesse amoroso di Mike, John C. McGinley nel
ruolo di Wendell Dukes, un alto dirigente e Sean Gunn nel ruolo di Marty Espenscheid,
addetto alla mensa. Infine, Melonie Diaz è Dany Wilkins, una nuova
assunta, David Dastmalchian è Alonso “Lonny”
Crane, addetto alla manutenzione e Michael Rooker
è Bud Melks, capo della manutenzione di Belko.
La spiegazione del finale del film
La Belko è un’organizzazione
no-profit con sede in Colombia che aiuta le aziende sudamericane ad
assumere lavoratori statunitensi. Attraverso gli occhi del nuovo
dipendente Dany abbiamo un assaggio della loro procedura di
assunzione: dopo aver firmato un contratto che dà pieni poteri
all’azienda, ognuno degli espatriati viene dotato di un
localizzatore che permette all’azienda di trovarli nel caso in cui
qualcosa vada storto nel pericoloso paese.
Il film non rivela che tipo di
lavoro svolgano gli impiegati, oltre a quello di reclutamento di
base, dando al lavoro una sensazione generica, che si collega anche
al fatto che la Belko non è quello che sembra. Come appare subito
evidente nel film, il vero scopo di Belko è quello di fungere da
scenario per un esperimento sociologico incredibilmente letale.
L’esperimento è istigato dall’arrivo di misteriosi agenti di
sicurezza armati, dal blocco di tutte le forme di comunicazione,
dalla chiusura completa dell’edificio stesso e da un annuncio che
ordina ai dipendenti di uccidersi a vicenda.
Al culmine del film, finalmente
riceviamo una parvenza di spiegazione, anche se breve. La Voce
rivela di far parte di un’organizzazione internazionale composta
dai più grandi pensatori e scienziati sociali del mondo, che hanno
usato denaro e influenza per creare laboratori elaborati dove poter
eseguire esperimenti complessi, liberi dai confini morali e sociali
standard. In questo caso si voleva esaminare come le diverse
persone reagiscono sotto pressione. Ma questo non è ancora il
quadro completo, come rivela l’inquadratura finale.
Dopo aver ucciso i suoi rapitori,
Mike inciampa all’esterno e l’angolazione si sposta su una
telecamera a circuito chiuso, rivelando che in realtà è ancora
sorvegliato. E non è l’unico: la telecamera zooma ulteriormente per
mostrare una serie di schermi che monitorano vari sopravvissuti
solitari a esperienze simili in altre sedi Belko in tutto il mondo
– almeno 30 – quando una voce inquietante e nuova annuncia che è il
momento della “Fase 2”. Questo cambia la precedente
spiegazione di ciò che sta accadendo.
Anche se è probabile che la Voce
fosse pienamente informata quando ha divulgato i vaghi dettagli
dell’organizzazione e dell’esperimento, il suo intervento su un
singolo edificio era solo una piccola parte di una trama molto più
grande. In effetti, sembra che la sua morte fosse in qualche modo
prevista, o quantomeno desiderata; il vero successo di Mike agli
occhi dei suoi nuovi osservatori è che è riuscito a continuare a
“giocare” anche dopo la sua annunciata vittoria in ufficio.
Presumibilmente, se non avesse ucciso la Voce e i soldati, sarebbe
stato eliminato.
Invece, vive per far parte della
Fase 2, il che significa essenzialmente che ciò che abbiamo visto è
solo l’inizio, con il vero test che deve ancora arrivare su scala
più ampia – l’intero film era fondamentalmente un processo di
selezione per trovare chi inserire nel prossimo gioco. The
Belko Experiment utilizza dunque la sua narrazione intrisa
di sangue per esplorare diversi temi interessanti relativi alla
vita moderna. Il fulcro dell’esplorazione è lo scopo in-universo
dell’esperimento, per vedere come varie persone affrontano
situazioni di estrema pressione e il peso della possibilità di
togliere la vita a un’altra persona.
Attraverso la violenza, il film non
solo pone una domanda classica, ma fornisce un commento su come
operano le grandi aziende. Persino Barry si trova impotente di
fronte al cambiamento istigato dai piani alti, incapace di
comandare la sua forza lavoro nel panico e in difficoltà nel
mettere in atto i suoi piani senza cuore. L’intero fronte di Belko
può essere letto come un’interpretazione sadica di come le aziende
senza volto possano incasinare le vite dei loro dipendenti,
spingendoli sempre più in là grazie alla distanza emotiva
consentita da una struttura manageriale a più livelli.
The Belko Experiment 2: il sequel si
farà?
Dato il suo finale estremamente
aperto, il film sembra anticipare ulteriori capitoli di questo
racconto. Tuttavia, dal 2016 ad oggi non sembrano essere in
programma dei sequel che raccontino cosa accaduto dopo la fine di
questo primo film. The Belko Experiment, pur
vantando un basso budget di 5 milioni di dollari, è arrivato ad un
guadagno di soli 11 milioni, che non sarebbe dunque stato giudicato
sufficiente a giustificare la realizzazione di ulteriori film. Lo
stesso Sean Gunn, nel 2018, aveva già rivelato
l’assenza di piani per un sequel.
Il trailer di The Belko
Experiment e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Belko Experiment grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 31 luglio alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Il film Belfast
(qui
la recensione), premiato agli Oscar, è stato elogiato per il
suo senso di autenticità, che viene naturale in quanto il film è
basato sull’esperienza reale del regista Kenneth Branagh. Pur non essendo
un’autobiografia vera e propria, Belfast
tocca l’esperienza di Branagh, cresciuto in Irlanda del Nord, e la
storia reale dei disordini del 1969 e del conseguente periodo noto
come Troubles. La comprensione della storia reale
di Belfast aiuta a far luce sul dilemma affrontato dalla famiglia
di Buddy.
Girato per lo più in bianco e nero,
Belfast
ha ricevuto il plauso della critica e una serie di nomination agli
Oscar, tra cui quella per il Miglior film, vincendo poi quello per
la Miglior Sceneggiatura Originale. Lo stretto legame personale di
Branagh con la storia potrebbe spiegare perché il film ha avuto un
successo di critica maggiore rispetto alla maggior parte dei suoi
recenti lavori da regista. Si tratta infatti di un film
particolarmente sentito, intenso, che emoziona e commuove mentre
offre un preciso punto di vista su un evento storico
particolarmente turbolento.
La trama e il cast di
Belfast
Il film racconta la storia di
Buddy, un bambino di 9 anni che vive con i
genitori e i suoi nonni, due arzilli anziani, nel North Belfast. La
sua famiglia appartiene alla working class, ma dove abita tutti si
conoscono e questo fa sì che la famiglia di Buddy sia un po’ in
tutta Belfast. Quando la tranquillità respirata a Belfast viene
soppiantata da un malcontento generale, che vede schierarsi
cattolici contro protestanti, iniziano rivolte e attacchi, finché
tutta la città non diventa lo scenario di un conflitto che porterà
inevitabilmente ai tumulti della guerra civile, segnando l’infanzia
di Buddy.
Il cast comprende la candidata al
Golden Globe Caitriona Balfe nel ruolo della madre di Buddy
e
Jamie Dornan, celebre per la trilogia di 50
sfumature digrigio, in quelli del padre. La premio
Oscar
Judi Dench e Ciaran Hinds
interpretano invece i due nonni. Per i loro ruolo, entrambi sono
poi stati candidati all’Oscar rispettivamente come Miglior attrice
non protagonista e Miglior attore non protagonista. Il film,
infine, introduce Jude Hill nel ruolo di
Buddy. Per catturare i momenti di spontaneità, Branagh spesso
girava di nascosto la telecamera su scene che Hill pensava fossero
solo prove.
La storia vera dietro il film
Come la vita di Kenneth Branagh ha
ispirato Belfast
Come Buddy, anche Kenneth Branagh è cresciuto a Belfast, figlio
di protestanti della classe operaia. Avrebbe avuto più o meno la
stessa età di Buddy durante i disordini del 1969, che si verificano
all’inizio di Belfast,
e Branagh ha parlato di come le sue esperienze infantili abbiano
influenzato la sua rappresentazione di quel luogo nel film. Le
scene a Belfast che utilizzano il colore per rappresentare
l’incanto di Buddy per il mondo del cinema potrebbero anche
rappresentare l’ispirazione reale di Branagh a diventare un
regista.
Anche la famiglia di Branagh si è
trovata di fronte alla scelta di rimanere in una Belfast dal futuro
incerto o di trasferirsi. Come la famiglia di Buddy, anche i
genitori di Branagh hanno deciso di trasferirsi quando lui aveva
nove anni, trasferendosi a Reading, in Inghilterra. Branagh ha
raccontato di essere stato vittima di bullismo a scuola a causa del
suo accento irlandese e di aver dovuto prendere lezioni di
pronuncia per parlare con un’inflessione più tradizionale.
Nonostante queste somiglianze,
Branagh ha dichiarato che il film non è una pura autobiografia e
che gli eventi della vita di Buddy non rispecchiano del tutto la
sua vita individuale. Il regista ha detto che intendeva catturare
un’esperienza più generale della comunità in cui è cresciuto,
utilizzando nomi generici come “Buddy” e “Pa” per creare un senso
di universalità. Tuttavia, ha anche descritto Belfast
come il suo film più personale, affermando che “mi girava
intorno da 50 anni, una sorta di comprensione di un certo tipo di
vita che era stata tracciata per me all’età di 9 anni, dove avevo
assolutamente capito chi ero”.
Quali furono le rivolte all’inizio
di Belfast?
Una delle scene più memorabili di
Belfast
si svolge all’inizio del film, quando il gioco bucolico
dell’infanzia di Buddy viene interrotto da una folla inferocita che
brandisce sassi, catene e bombe molotov. Branagh utilizza una
panoramica a 360 gradi per rappresentare un senso di caos mentre la
strada scende nel panico intorno a Buddy. Questa scena di apertura
introduce il conflitto principale di Belfast,
ma si basa anche su un evento reale.
La storia vera alla base della scena
d’apertura di Belfast è
quella dei disordini dell’agosto 1969. Questi
iniziarono il 12 agosto a Derry, quando i manifestanti che si
battevano per ottenere maggiori diritti per gli irlandesi cattolici
si scontrarono con gruppi protestanti e con le forze di polizia, in
gran parte protestanti. Il caos si diffuse presto a Belfast e in
altre città dell’Irlanda del Nord. Il 14 agosto, il Regno Unito
inviò l’esercito britannico per aiutare a sedare le rivolte, una
presenza che sarebbe durata 37 anni.
Sebbene i disordini si siano
conclusi il 18 agosto, oggi sono considerati l’inizio di una lotta
più ampia, generalmente chiamata Troubles, che si
è protratta a lungo. Sebbene ci fossero state precedenti proteste e
rivolte negli anni ’60 in Irlanda del Nord, i disordini del 1969
furono di gran lunga i più dannosi. Si conclusero con 8 morti,
oltre 750 feriti e più di 150 case distrutte, con gli irlandesi
cattolici che subirono la maggior parte delle perdite. Entrambe le
parti del conflitto videro i disordini come un’indicazione di
ulteriori violenze a venire e formarono gruppi di milizia dedicati,
come il Provisional Irish Republican Army e l’Ulster Defense
Association.
Come Belfast racconta i
Troubles
Belfast
non cerca di catturare la totalità dei Troubles, un conflitto
pluridecennale troppo complesso per essere riassunto in un solo
film o articolo. In breve, tuttavia, il conflitto ha le sue radici
nella colonizzazione britannica dell’Irlanda, spesso brutale, dal
XVI al XX secolo. In questo periodo, molte persone di etnia inglese
si stabilirono nella provincia irlandese più settentrionale
dell’Ulster. Quando l’Irlanda raggiunse l’indipendenza attraverso
una rivoluzione armata nel 1922, la Gran Bretagna e i leader del
movimento indipendentista irlandese negoziarono un trattato che
manteneva l’Ulster parte del Regno Unito come Irlanda del Nord.
Questa concessione fu così
impopolare tra i nazionalisti irlandesi che causò una guerra civile
di un anno all’interno della neonata Repubblica e continua a essere
oggetto di forti tensioni politiche. Durante i Troubles, queste
tensioni sfociarono nella violenza tra gli Unionisti, a maggioranza
irlandese-cattolica, che volevano che l’Ulster diventasse parte
della Repubblica d’Irlanda, e i Lealisti, a maggioranza
anglo-protestante, che volevano che l’Irlanda del Nord rimanesse
nel Regno Unito.
Invece di un conflitto aperto, i
gruppi di miliziani clandestini di entrambe le parti hanno condotto
la guerra attraverso bombardamenti, violenza di gruppo e
intimidazioni, con i civili spesso presi di mira o coinvolti nel
fuoco incrociato. I Troubles si sono sostanzialmente conclusi con
l’accordo del Venerdì Santo nel 1998, ma non prima
che oltre 3500 persone perdessero la vita, tra cui si stima 1840
civili. La politica e la cultura nordirlandese sono ancora
fortemente divise tra gruppi unionisti e lealisti.
Belfast
fornisce solo una visione parziale di questo conflitto, dal punto
di vista di un bambino protestante nei primi giorni dei Troubles.
Tuttavia, i titoli di coda del film, che lo dedicano sia a
“coloro che sono rimasti” che a “coloro che se ne sono
andati”, suggeriscono che la scelta che la famiglia di Buddy
ha dovuto affrontare era molto comune nella Belfast di quell’epoca.
Senza dubbio molti bambini cercarono di fuggire e molti genitori
sia cattolici che protestanti dovettero fare la scelta di lasciare
le loro case per un luogo più sicuro.
Il trailer di Belfast e dove vederlo in
streaming e in TV
È possibile fruire di
Belfast grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Mediaset
Infinity, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 31 luglio alle ore
21:20 sul canale Iris.