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Spider-Man 4: nuovo aggiornamenti sul prossimo film con Tom Holland!

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I Marvel Studios hanno introdotto il Peter Parker del MCU in Captain America: Civil War, con Tom Holland che ha preso il posto di Andrew Garfield dopo aver interpretato l’eroe nei film di The Amazing Spider-Man.

Era il 2016 e l’anno successivo uscì nelle sale Spider-Man: Homecoming. Jon Watts è salito a bordo per dirigere quel reboot, tornando poi in cabina di regia per Spider-Man: Far From Home e per Spider-Man: No Way Home, che ha battuto il record (contribuendo a rilanciare il cinema) nel 2021.

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Non è un segreto che Jon Watts abbia faticato a concludere la sua trilogia, soprattutto a causa della vastità del film e delle difficoltà imposte alla produzione dal COVID-19. Da allora, il regista ha abbandonato la regia del reboot dei Fantastici Quattro dei Marvel Studios per dedicarsi allo sviluppo di Star Wars: Skeleton Crew per Lucasfilm e Disney+. La domanda ora è: tornerà a occuparsi di Spider-Man 4?

Da tempo si vociferava che non sarebbe tornato e, secondo lo scooper @MyTimeToShineH, “sono riuscito a confermare che Jon Watts non tornerà a dirigere lo Spider-Man 4 di Tom Holland“.

Chi dirigerà Spider-Man 4?

Drew Goddard, che in precedenza ha lavorato a Daredevil e allo sfortunato Sinister Six, è stato nominato come probabile sostituto e una nuova trilogia potrebbe trarre beneficio da una serie di occhi nuovi. Il lavoro di Watts su Spider-Man è stato comunque stellare e la sua visione del wall-crawler ci mancherà senza dubbio.

Quando stavamo preparando [Spider-Man] Homecoming, le discussioni erano sempre incentrate su come fare qualcosa che non si fosse mai visto prima con Peter Parker“, ha detto il regista a proposito della sua visione della trilogia lo scorso anno. “Questo ti porta a percorrere un paio di strade diverse e a fare cose come far scoprire al suo migliore amico la sua identità, far scoprire a sua zia e poi, alla fine dell’ultimo film, far scoprire al mondo intero“.

È stato divertente giocare con questi nuovi aspetti. Ma alla fine è stato bello poter far confluire tutto nella semplice storia di Spider-Man. Ci siamo presi tutto il tempo necessario per raccontare il primo numero di Spider-Man, la storia delle origini“.

Non si sa ancora quando Spider-Man 4 uscirà, ma con le voci che girano sul fatto che Peter sarà uno dei protagonisti del prossimo film degli Avengers, sicuramente dovrà arrivare nelle sale prima del 2026.

Recentemente è stato riferito che i Marvel Studios e la Sony Pictures sono ai ferri corti sulla scelta di fare del film un’avventura di strada o un’altra avventura multiversale con Tobey Maguire e Andrew Garfield.

The Penguin: Colin Farrell più simile al fumetto nelle ultime foto e video dal set!

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Come molte altre produzioni, l’imminente spin-off di Max The Batman, che ruota attorno a uno dei cattivi più iconici del Crociato, The Penguin, è stato costretto a una pausa a causa degli scioperi di Hollywood, ma le riprese sono riprese lo scorso novembre e ora sono apparse online alcune nuove foto del set.

Gli scatti ritraggono la star Colin Farrell mentre gira le scene nei panni di Oswald “Oz” Cobblepot, e l’attore sfoggia un aggiornamento al costume accurata ai fumetti sotto forma di un cappotto foderato di pelliccia che è diventato sinonimo del personaggio (a seconda dell’artista) nel corso degli anni.

Il prossimo passo saranno il monocolo e l’ombrello? Potrebbe essere un passo eccessivo per questa interpretazione più concreta del personaggio, ma non si sa mai. La scena in questione di The Penguin sembra trovare Oz all’indomani di un’esplosione, mentre si trova faccia a faccia con un nemico. Sembra che il boss della mafia decida di attaccare, ma si ritrova a fare i conti con un manganello allungabile.

 

Siamo ancora in attesa di un trailer completo di The Penguin, ma Max ha condiviso un teaser “In Production” all’inizio di quest’anno, dandoci un primo assaggio di alcune immagini della serie. In esso vediamo Cobblepot che si afferma come “nuovo Kingpin di Gotham” dopo il vuoto lasciato nella malavita della città dalla morte di Falcone alla fine di The Batman.

The Penguin non ha una data di uscita, ma si dice che uscirà nel terzo trimestre del 2024. The Batman – Parte 2 uscirà nelle sale il 3 ottobre 2025.

Cosa aspettarsi dal Pinguino?

Ambientato nel mondo di The Batman del 2022, The Penguin si concentrerà sul passato di Oswald Cobblepot e mostrerà la sua ascesa al potere nel ventre squallido di Gotham piuttosto che rappresentarlo come un boss affermato. Il personaggio ha una ricca storia di apparizioni dal vivo, poiché Danny DeVito ha interpretato il famoso Pinguino in Batman Returns mentre Robin Lord Taylor lo ha interpretato in Gotham.

Il dramma limitato sarà basato sui personaggi DC creati da Bob Kane e Bill Finger. È stato scritto da Lauren LeFranc, che è anche la showrunner. I primi due episodi saranno diretti da Craig Zobel. Insieme a Colin Farrell recitano nella serie Cristin Milioti (Made for Love) nel ruolo della figlia di Carmine, Sofia Falcone; Michael Zegen (The Marvelous Mrs. Maisel) nel ruolo del figlio di Carmine, Alberto Falcone; e Clancy Brown (John Wick: Capitolo 4) nei panni di Salvatore Maroni, gangster di Gotham. A loro si uniscono Rhenzy Feliz, Michael Kelly, Shohreh Aghdashloo, Deirdre O’Connell, Carmen Ejogo, François Chau e David H. Holmes.

Si dice anche che Robert Pattinson potrebbe apparire nei panni di Bruce Wayne/Batman. I produttori esecutivi sono Dylan Clark e Matt Reeves di The Batman, Farrell, LeFranc, Daniel Pipski, Adam Kassanand e Rafi Crohn. È un progetto congiunto tra 6th e Idaho, DC Entertainment, Dylan Clark Productions e Warner Bros. Television.

Daredevil: Born Again, le foto mostrano lo scontro con Kingpin, lo slogan da sindaco e il ritorno di [SPOILER]

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Dopo la foto di ieri altre foto dal set di Daredevil: Born Again sono state diffuse online e sono ricche di momenti importanti e di divertenti rivelazioni sulla prossima serie Disney+.

Iniziamo con quello che sembra un altro teso confronto tra Matt Murdock (Charlie Cox) e The Kingpin (Vincent D’Onofrio). È difficile dire cosa stia accadendo, ma pensiamo che questo sia legato alla ricerca di Wilson Fisk di diventare sindaco di New York (se non lo è già a questo punto).

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Sembra inoltre che il sergente Brett Mahoney farà il suo ritorno dopo essere apparso in Daredevil, Jessica Jones e The Punisher. L’attore Royce Johnson ha accennato al suo ritorno nel MCU e sembra che sia tra gli attori sopravvissuti alla precedente versione di Daredevil: Born Again.

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Sebbene questa inquadratura sembri mostrare Charlie Cox che si diverte tra una ripresa e l’altra, rivela anche uno sguardo più ravvicinato a un berretto con lo slogan di Fisk. Ha scelto “FISK CAN FIX IT“, un’allusione al fatto che il cattivo ha promesso di rendere New York City di nuovo grande, probabilmente liberando la Grande Mela dai suoi fastidiosi vigilanti.

In questo video dietro le quinte, vediamo Murdock e la Heather Glenn di Margarita Levieva che si avvicinano, solo che la loro passeggiata viene interrotta da un gruppo di sostenitori di Fisk estremamente appassionati e chiassosi. A questo punto, siamo certi che avrete capito il parallelismo tra la candidatura di Fisk a sindaco e un certo candidato alla presidenza degli Stati Uniti nella vita reale!

@mickmicknyc So much drama on the Daredevil filming set today!!! This is pure BTS and why sometimes I prefer to avoid going…. #daredevil #drama #filmingset #bts #fyp #foryou #charliecox #press #nyc #newyork ♬ original sound – New York Mickey

Cosa sappiamo su Daredevil: Born Again

Daredevil: Born Again durerà 18 episodi e vedrà il ritorno delle star principali Charlie Cox e Vincent D’Onofrio, che riprenderanno i rispettivi ruoli di Matt Murdock/Daredevil e Wilson Fisk/Kingpin.

Lo scorso ottobre è stato reso noto che Daredevil: Born Again stava subendo un “significativo reboot creativo” dopo la pausa produttiva dovuta agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Gli sceneggiatori Chris Ord e Matt Corman sono stati tolti dal progetto insieme ai registi della serie, mentre alcune scene ed episodi già terminati saranno mantenuti con l’aggiunta di ulteriori elementi seriali.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della recente serie Echo.

Carl Weathers: morto a 76 anni l’Apollo Creed della saga di Rocky

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Carl Weathers, interprete di Apollo Creed nei primi quattro film di Rocky al fianco di Sylvester Stallone, è morto martedì, come ha confermato a Variety il suo manager Matt Luber. L’attore aveva 76 anni. Oltre alla saga di Rocky, Weathers ha recitato anche in Predator del 1987 e ha avuto un ruolo memorabile in Happy Gilmore con Adam Sandler. Più recentemente, era stato nominato per un Primetime Emmy Award come Miglior Guest Star in una serie drammatica per il suo lavoro nella serie di Star Wars, The Mandalorian, dove ha interpretato il capo della gilda di cacciatori di taglie Greef Karga.

Weathers è però noto per aver anche doppiato Combat Carl nei film di Toy Story e aver interpretato una versione romanzata di sé stesso in un ruolo ricorrente in Arrested Development. Tra gli altri suoi crediti figurano le serie televisive Street Justice, Colony, The Shield, Chicago Justice e Brothers, e i film Incontri ravvicinati del terzo tipo, Death Hunt e The Comebacks. Prima di diventare un attore, Weather si era però costruito una carriera da giocatore di football professionista, giocando per una stagione nei Oakland Raiders, nel ruolo di linebacker. Nel 1971 passò al football canadese, nei British Columbia Lions, per rimanervi fino al 1974, data del suo ritiro dall’attività agonistica.

La consacrazione arriva poi nel 1976, quando viene scelto per interpretare Apollo Creed, il pugile antagonista di Rocky Balboa nella pellicola Rocky di John G. Avildsen, ruolo che tornerà a interpretare per i successivi tre seguiti. Sylvester Stallone scelse Carl Weathers ai provini del film per via del suo carattere e il suo temperamento, simili a quelli di Muhammad Ali, pugile da cui Stallone aveva tratto ispirazione per il personaggio di Apollo Creed. Grazie a quel ruolo, oggi iconico, Weathers si è scolpito un posto nella storia del cinema, dove continuerà a vivere.

Il ritratto del Duca: la vera storia dietro al film

Il ritratto del Duca: la vera storia dietro al film

Uno dei film più apprezzati del 2021, sia dalla critica che dal pubblico, è Il ritratto del Duca, l’ultimo film diretto da Rogert Michell (meglio noto per aver diretto Notting Hill) prima della sua scomparsa, con cui va a raccontare una storia tanto singolare quanto appassionante. Il film è infatti ispirato alla vera vicenda di Kempton Bunton e all’incredibile caso del furto del ritratto del Duca di Wellington, firmato dal celebre pittore Francisco Goya. Una storia forse oggi poco nota ai più, ma passata alla storia per essere stato il primo e unico caso di furto avvenuto alla prestigiosa National Gallery di Londra.

Attraverso questa vicenda si propone dunque allo spettatore non solo una divertente commedia dall’inconfondibile sapore british, ma anche un racconto ricco di desiderio di rivalsa sociale e amore per il prossimo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, per poi passare a scoprire la vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il ritratto del Duca

Protagonista del film è Kempton Bunton, un inguaribile idealista pervaso da un forte senso civico, che impiega il suo tempo e le sue energie a sostenere e promuovere battaglie sociali a favore delle persone svantaggiate. Sua moglie Dorothy, che lavora come donna di servizio, porta invece avanti la famiglia e disapprova lo “stile di vita” del marito. Quando però un giorno Kempton si ritrova coinvolto nel furto del ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya, sarà l’occasione, per tutta la famiglia, di “ritrovarsi” e, per la signora Bumpton, di capire e comprendere, finalmente approvandolo, l’animo e il pensiero di suo marito.

Ad interpretare il ruolo di Kempton Bunton vi è il premio Oscar Jim Broadbent. L’attore era la prima e unica scelta per questo ruolo. Nel ruolo di sua moglie Dorothy vi è l’attrice Helen Mirren. Fionn Whitehead, invece, interpreta Jackie Bunton. Recitano poi nel film anche Matthew Goode nel ruolo di Jeremy Hutchinson e Anna Maxwell Martin in quelli di mrs. Gowling. Joshua McGuire ricopre il ruolo di Eric Crowther, l’assistente di Hutchinson, mentre John Heffernan ha il ruolo di Neddie Cussen, avvocato dell’accusa. Andrew Havill è Sir Philip Hendy, direttore della National Gallery, mentre James Wilby ha il ruolo ruolo di Carl Aarvold, giudice del caso Kempton.

Il ritratto del Duca cast Jim Broadbent Helen Mirren

La storia vera dietro Il ritratto del Duca

Come anticipato, quella narrata in Il ritratto del Duca è una storia vera. Nel 1961 Kempton Bunton era un autista di autobus disabile in pensione che guadagnava la misera cifra di 8 sterline a settimana (equivalenti a 189 sterline nel 2021). In quell’anno, Charles Bierer Wrightsman, un ricco collezionista d’arte americano che si guadagnava da vivere nel settore petrolifero, acquistò il dipinto di Goya Ritratto del Duca di Wellington per la somma di 140.000 sterline (390.000 dollari, equivalenti a 3.315.375 sterline nel 2021). Il governo britannico decise però di riacquistare il dipinto, per la stessa cifra, per evitare che lasciasse la Gran Bretagna. La mossa fece però infuriare Bunton, scontento dal modo in cui il governo impiegava i soldi.

Secondo il suo stesso racconto, Bunton apprese da conversazioni con le guardie della National Gallery che l’elaborato sistema elettronico di sicurezza, composto da sensori a infrarossi e allarmi, veniva disattivato la mattina presto per consentire le pulizie. La mattina del 21 agosto 1961, Bunton si introdusse allora nel museo da una finestra di una toilette, staccò il dipinto incorniciato dall’espositore ed uscì nuovamente dalla finestra, portando così a compimento il furto del prestigioso dipinto. L’agenzia di stampa Reuters ricevette poi una lettera in cui si chiedeva una donazione di 140.000 sterline in beneficenza per pagare le licenze televisive per i meno abbienti e si chiedeva un’amnistia per il ladro.

Bunton, infatti, si opponeva al canone televisivo, ritenendo che la TV dovesse essere messa a disposizione di tutti coloro che ne avevano bisogno. Si è più volte battuto per la gratuità delle licenze televisive per i pensionati ed era stato imprigionato più volte per essersi rifiutato di pagare la licenza. Nel 1965, quattro anni dopo il furto, Bunton contattò un giornale e, tramite un deposito bagagli della stazione ferroviaria di Birmingham New Street, restituì volontariamente il dipinto. Sei settimane dopo, si consegnò anche alla polizia, che inizialmente lo scartò come sospetto, ritenendo improbabile che un pensionato di 61 anni potesse aver compiuto il furto.

Il ritratto del Duca storia vera

Durante il successivo processo, la giuria condannò poi Bunton solo per il furto della cornice, che non era stata restituita. Il team di difesa di Bunton, guidato da Jeremy Hutchinson, ha sostenuto con successo che Bunton non ha mai voluto tenere il dipinto, il che significa che non poteva essere condannato per il furto. Tuttavia, Bunton è poi stato effettivamente condannato e ha scontato tre mesi di carcere. Nel 1996 però, ben trent’anni dopo la restituzione del dipinto, la National Gallery rilasciò una documentazione sul caso riguardante John Bunton, il figlio di Kempton, senza, tuttavia, scendere nei dettagli per ragioni di privacy.

Nel 2012, invece, l’Archivio Nazionale rilasciò un file confidenziale risalente addirittura al 1969 dove si rivela che fu proprio John con la complicità del fratello Kempton Jr l’autore materiale del furto del Duca. Non furono però intraprese ulteriori azioni legali da parte del Governo. L’ammissione di colpa di John era infatti troppo circostanziale e in ogni caso non sufficiente per riaprire il caso né tanto meno per perseguire Kempton per falsa testimonianza. In risposta al caso, fu però emanata la Sezione 11 del Theft Act 1968, che rendeva reato la rimozione senza autorizzazione di qualsiasi oggetto esposto in un edificio pubblico. La BBC decise poi – forse pensando a Bunton – di annullare il canone per i cittadini over 75.

Il trailer di Il ritratto del Duca e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il ritratto del Duca grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 2 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

John Rambo: trama, cast e curiosità del film con Sylvester Stallone

Nato come film per denunciare una volta di più gli orrori della guerra in Vietnam, Rambo è in breve diventato un grande classico, nonché uno dei più apprezzati film del suo anno, il 1982. È inoltre il film che, insieme a Rocky, ha contribuito a lanciare la carriera dell’attore Sylvester Stallone. Oggi inserito tra i più grandi personaggi della storia del cinema, il combattivo veterano si è visto diventare protagonista di un’intera saga, oggi composta da ben 5 film realizzati tra il 1982 e il 2019.

Nel 2008 è uscito in sala il quarto film a lui dedicato, JohnRambo, scritto e diretto dallo stesso Stallone. Questo venne realizzato a ben vent’anni di distanza dal precedente capitolo, e i motivi di tale attesa sembrano ritrovarsi nella mancanza di una storia che risultasse convincente agli occhi dell’interprete protagonista. Con il successo del film Rocky Balboa, l’altro grande personaggio di Stallone, anche Rambo venne riportato all’attenzione ed ottenne infine una nuova storia tutta per sé.

Stallone, che aveva accettato di interpretare nuovamente il personaggio, si dichiarò però scettico alla richiesta di dirigere anche il film. Si trovò però a cambiare idea nel momento in cui decide di girare la pellicola come se il regista fosse proprio Rambo, imprimendo dunque all’opera la stessa personalità del suo protagonista. L’operazione si rivelò particolarmente vincente, e portò il film a guadagnare un totale di circa 113 milioni a livello mondiale, a fronte di un budget di 50. Nel 2019, Stallone darà poi vita al quinto e attualmente ultimo capitolo della saga: Rambo: Last Blood.

La trama di John Rambo

Sono passati ormai molti anni dalle sue ultime avventure. Rambo continua la sua pacifica vita lavorando su un battello al confine tra la Thailandia e la Birmania. Su questo riceve un giorno la visita di alcuni missionari, i quali gli chiedono di accompagnarli nel territorio birmano dove si sta svolgendo un conflitto, con l’intento di portare aiuti umanitari ai soldati. Inizialmente riluttante, Rambo infine accetta, consapevole che il territorio è cosparso di pericolose mine antiuomo. A missione compiuta, scopre però che quello stesso gruppo di missionari è stato ora catturato e rinchiuso in un campo di prigionia. Insieme ad un gruppo di mercenari, il veterano parte allora in loro salvataggio.

La missione va a buon fine, e Rambo riesce a salvare il gruppo di ostaggi, che durante la loro prigionia avevano subito atroci torture. Durante la fuga, però, l’esercito birmano scopre l’accaduto ed organizza una tempestiva caccia all’uomo. Rambo è così costretto a rifugiarsi nella giungla, dove darà nuovamente prova delle sue capacità di sopravvivenza e combattimento. A finire nei guai sono però ora i mercenari che lo avevano aiutato nell’impresa. Il suo nuovo obiettivo sarà dunque ora quello di organizzare un ultimo colpo, annientando l’esercito birmano e salvando i suoi alleati.

John Rambo cast

John Rambo: il cast del film

Riprendere un ruolo come Rambo non è stato facile per Sylvester Stallone. Pur non avendo mai del tutto perso la sua celebre forma fisica, l’attore dovette sottoporsi ad ulteriori allenamenti intensivi al fine di guadagnare la muscolatura necessaria per poter eseguire le spericolate acrobazie presenti nel film. Alcuni incidenti sono però stati inevitabili. L’attore, infatti, finì per strapparsi un quadricipite realizzando una scena che lo vedeva correre attraverso la giungla. Riuscì però a recuperare alla svelta, tornando presto sul set. L’allenamento gli è inoltre tornato utile anche per poter sollevare le vere e pesanti armi presenti nel film. Stallone ebbe infatti degli iniziali problemi a gestire queste, ma lavorando sui suoi noti bicipiti ha potuto acquisire credibilità nel manovrare tali oggetti.

Stallone, che aveva deciso di ambientare il film nel contesto del poco noto conflitto birmano, decise di portare il cast a recitare in location vicine a quelle dei reali scontri a fuoco. L’attore ha poi ricordato l’esperienza come particolarmente spaventosa. Dal set era loro possibile udire il rumore degli spari e in più occasioni rischiarono di entrare in conflitto con i soldati birmani. L’esperienza fu però particolarmente utile al film, poiché portò tutti gli attori ad essere particolarmente realistici e ben calati nei panni dei rispettivi personaggi. Stallone chiarì in seguito che il suo intento, nell’ambientare lì il film, era quello di portare l’attenzione su una guerra poco conosciuta ma ugualmente brutale alle tante altre presenti nel mondo.

Nel cast del film sono poi presenti diversi noti attori di cinema e televisione. La prima di questi è Julie Benz, che ricopre qui il ruolo della missionaria Sarah Miller. L’attrice è nota in particolare per il ruolo di Rita Bennett nella serie televisiva Dexter. Stallone la volle in John Rambo proprio dopo averla vista nella serie crime, di cui si è dichiarato un grande fan. Paul Schulze, noto per le serie I Soprano, 24 e Nurse Jacke – Terapia d’urto, interpreta invece Michael Burnett, anche lui facente parte del gruppo dei missionari. L’attore Graham McTavish interpreta invece Lewis, il leader del gruppo di mercenari. Questi è in seguito divenuto noto per aver recitato in numerosi episodi della serie Preachers. Infine, nei panni dello spietato Pa Tee Tint, si ritrova l’attore Maung Maung Khin.

Il trailer di John Rambo e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. John Rambo è infatti presente su Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Prime Video e Now. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per venerdì 2 febbraio alle 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Seven: la spiegazione del finale del film con Brad Pitt

Seven: la spiegazione del finale del film con Brad Pitt

Quando si pensa al genere del thriller contemporaneo, uno dei primi nomi che vengono in mente è certamente quello di David Fincher. Oggi conosciuto per opere di grande prestigio come The Social Network e Il curioso caso di Benjamin Button, questi diede vita nel 1995 a quello che è ancora oggi considerato uno dei thriller per eccellenza. Si tratta di Seven, film che ha contribuito a riscrivere le regole del genere, gettando la base per numerose opere simili realizzate in seguito. Pur avendo una classica storia con uno psicopatico serial killer, un maligno gioco da questi orchestrato, e due detective a seguirne le tracce, il film presenta così tante originalità da essersi affermato da subito al di sopra della media.

L’idea nasce dall’esperienza di Andrew Kevin Walker, il quale agli inizi degli anni Novanta stava cercando di affermarsi come sceneggiatore a New York. Qui si imbatté nello squallore dei vizi capitali, decidendo così di costruire una storia a partire da questi. Il progetto venne poi proposto dalla New Line Cinema a Fincher, il quale era reduce dalla terribile esperienza di Alien³. Il regista vide in Seven la possibilità di realizzare un film più piccolo, attraverso il quale riscoprire la propria passione per quel mestiere. Attratto dall’intreccio, egli decise così da subito di iniziarne la lavorazione, componendo un cast di grandi attori.

Una volta arrivato in sala, il film si affermò come un successo assoluto. A fronte di un budget di soli 33 milioni di dollari, questi arrivò ad incassarne circa 327 in tutto il mondo. In Italia si classificò al quarto posto tra i film più visti della stagione cinematografica 1995/96. Seven fu un successo anche di critica, la quale elogiò l’atmosfera cupa e violenta, la sceneggiatura e le interpretazioni dei protagonisti. Particolarmente apprezzato, infine, fu anche il macabro finale. Tutto ciò, insieme anche a numerosi premi vinti, portò il film ad affermarsi come un cult, segnando un vero e proprio momento di transizione all’interno del genere thriller. Dopo Seven, questo non sarebbe più stato lo stesso di prima.

Seven cast

La trama di Seven

Protagonista del film è il detective William Somerset, saggio e anziano, egli si ritrova ora a vivere una profonda disillusione nei confronti di un mondo sempre più violento e degradato. Ad una settimana dalla pensione, egli si ritrova affiancato dal giovane e impulsivo agente David Mills, il quale prenderà il suo posto una volta riconsegnato il distintivo. Somerset inizia così ad insegnare al giovane i trucchi del mestiere, anche se date le differenze caratteriali tra i due non scorre da subito buon sangue. I due si ritrovano però improvvisamente ad indagare su un particolare omicidio. Un obeso è infatti stato costretto a mangiare fino a morire. A tale episodio segue quello di un avvocato corrotto orrendamente mutilato. Sul cadavere di questo i due agenti ritrovano scritta la parola “avarizia”.

Somerset e Mills sospettano che dietro tali omicidi vi sia un unico serial killer, e che quanto da lui compiuto sia connesso da uno strano rapporto. Ben presto, con il susseguirsi di ulteriori omicidi, i due capiranno di trovarsi di fronte ad un pazzo che punisce con la morte persone colpevoli dei sette vizi capitali. Mentre cercano di prevedere le prossime mosse di questo, Somerset e Mills stringono una buona amicizia, e questi arriva a presentare al collega la bella moglie Tracy. Nel momento in cui il killer farà capire loro di sapere chi sono, la vita dei due agenti e di quanti a loro cari finisce con l’essere in pericolo. In un crescendo di follia, il cerchio è sempre più vicino al chiudersi drammaticamente.

Seven: il cast del film

Composto da un cast di celebri attori, il film ha come protagonista nei panni del detective Somerset il premio Oscar Morgan Freeman. Il ruolo era stato originariamente proposto ad Al Pacino, il quale però rifiutò. Fincher decise allora di chiedere a Freeman, convinto però che anche questi avrebbe negato la propria partecipazione. Con sua sorpresa, l’attore si dichiarò particolarmente interessato al ruolo, e fu così il primo ad entrare nel film. Per interpretare il suo ruolo, egli venne seguito da un vero poliziotto, che gli spiegò come poter risultare più realistico. Il giovane Mills è invece interpretato da Brad Pitt, qui alla sua prima collaborazione con Fincher. L’attore accettò il ruolo desideroso di togliersi di dosso l’etichetta da “sex symbol”. Per la parte, dunque, egli cercò di evidenziare gli aspetti meno affascinanti del personaggio.

Nei panni di Tracy, moglie di Mills, vi è invece la premio Oscar Gwyneth Paltrow. L’attrice fu da subito la prima scelta per il ruolo, ma questa si dichiarò non interessata. Su consiglio di Pitt, all’epoca suo compagnò, accettò però di incontrare Fincher, il quale riuscì infine a convincerla ad accettare. L’attore Kevin Spacey interpreta invece il personaggio di Jon Doe, che si rivelerà poi essere il killer della storia. Per mantenere un’aura di mistero a riguardo, egli chiese che il proprio nome non venisse pubblicizzato, così da far diventare una vera e propria sorpresa il suo ingresso in scena. Nel film si ritrova poi l’attore R. Lee Ermey, celebre per Full Metal Jacket, nei panni del capitano di polizia. John C. McGinley, noto per la serie Scrubs, è invece il leader della squadra SWAT.

Kevin Spacey Seven spiegazione finale

Seven: la spiegazione del finale del film

Il finale di Seven è ormai uno dei più noti e scioccanti di sempre. È la perfetta conclusione di una storia cupa e senza apparente speranza. Proprio per via della sua grande drammaticità, i produttori del film non volevano che fosse questo il finale, e decisero dunque di cambiarlo. Nell’inviare la sceneggiatura a Fincher, tuttavia, questi si sbagliarono mandandogli la versione con il finale originale. Naturalmente il regista rimase estasiato, trovando perfettamente coerente con il tono. Nell’apprendere della volontà di cambiarlo, egli si oppose fermamente a tale decisione. Dalla sua parte si pose anche Pitt, il quale si rifiutò di recitare nel film se il finale non fosse stato quello con la celebre scatola.

Alla fine, i produttori dovettero cedere alle pressioni, permettendo così di realizzare un finale che ha poi effettivamente contribuito alla fama del film. Con questo, viene definitvamente alla luce il piano di Joe Doe, il quale sta sostanzialmente conducendo un gioco con il detective Mills, all’insaputa di quest’ultimo. Sia Doe che Mills fanno infatti parte dei sette peccati capitali e l’assassino è pronto a dimostrarlo facendo sì che Mills getti via la sua maschera da persona per bene per soccombere al rabbia, uccidendo Doe. Così facendo, fa però il suo gioco, dimostrando dunque che non sembra esserci via di fuga dai sette peccati capitali. Nonostante ciò, il detective Sommerset chiude il film sostenendo che vale comunque la pena lottare per il mondo, nonostante non concordi sul fatto che esso sia un bel posto.

Il trailer di Seven e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Seven è infatti disponibile nel catalogo di Infinity+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 2 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

The Warrior – The Iron Claw: la vera storia dietro al film con Zac Efron

Con il film The Warrior – The Iron Claw (qui la recensione), il wrestling torna sul grande schermo, proponendo l’appassionante ma triste vicenda della famiglia Von Erich, storica dinastia di questa disciplina caratterizzatasi per i suoi successi ma anche per i numerosi lutti che l’hanno sconvolta. Il film, diretto da Sean Durkin e con protagonisti gli attori Zac Efron, Lily James, Jeremy Allen White, Harris Dickinson e Holt McCallany, si è affermato come uno dei lungometraggi più apprezzati di questa stagione, tanto da venire inserito nell’elenco dei Dieci migliori film del 2023 stilato dal National Board of Review. Pur proponendo una storia molto coinvolgente – anche per i non fan del wrestling – il film si prende però diverse libertà rispetto alla vera vicenda dei Von Erich. Scopriamo allora qui di seguito la vera storia dietro al film.

La vera storia dietro al film The Warrior – The Iron Claw

Le origini della dinastia Von Erich

Per cominciare, è bene sapere che Von Erich non è il vero cognome della famiglia. Il capostipite, Fritz Von Erich, è infatti nato il 16 agosto del 1929 con il nome Jack Barton Adkisson. Egli assunse il personaggio di Von Erich solo dopo essere diventato un affermato wrestler professionista. Prima di intraprendere tale carriera, però, Fritz tentò senza successo di perseguirne una nel football. Capendo che non sarebbe mai diventato un professionista, iniziò ad allenarsi come wrestler sotto la guida di Stu Hart, patriarca della famiglia Hart che in seguito produrrà il cinque volte campione dei pesi massimi Bret “the Hitman” Hart. Iniziò a lottare allo Sportatorium di Dallas con il personaggio di Fritz Von Erich, un cattivo nazista di Berlino che le folle amavano odiare.

Poco dopo il debutto, aggiunse al proprio repertorio il suo attacco caratteristico, l’Iron Claw (Artiglio di ferro) – da qui il titolo del film -, che prevedeva di afferrare e stringere le tempie dell’avversario con una mano. Una mossa poi tramandata anche al resto della famiglia. Fuori dal ring, nel 1950 Fritz sposò Doris, sua fidanzata del liceo. Con la crescita della notorietà di Von Erich, iniziò a crescere anche la sua famiglia. Lui e Doris diedero il benvenuto ai figli Jack Jr. nel settembre 1952, Kevin nel maggio 1957 e David nel luglio 1958. Ma solo un anno dopo la nascita di David, persero il loro figlio maggiore. Nel 1959, all’età di appena 6 anni, Jack Jr. morì a causa di una forte scossa elettrica e al conseguente annegamento in uno stagno.

The Warrior - The Iron Claw Von Erich Zac Efron

I Von Erich salgono sul ring

La morte di Jack Jr. fu un evento che sconvolse profondamente la famiglia, ma non impedì a Fritz e Doris di avere altri figli. Nel 1960 nacque Kerry, seguito poi da Mike e Chris (quest’ultimo omesso dal film) rispettivamente nel marzo 1964 e nel settembre 1969. Con i suoi cinque figli, Fritz si alternava tra padre amorevole e severo disciplinatore. Insegnò loro a cacciare, ad andare in moto e a reagire ai bulli. Più di ogni altra cosa, però, Fritz insegnò loro l’arte del wrestling, iniziando dunque a tramandare ciò che sapeva di quella disciplina e formando così la seconda generazione Von Erich. Dal canto loro i cinque figli, pur non essendo certi di apprezzare il wrestling, non si opposero, desiderosi di poter essere come il padre.

Quanto da Fritz seminato, diede ben presto i suoi frutti. I fratelli maggiori Kevin, David e Kerry sono diventati il fulcro della federazione di Fritz, la World Class Championship Wrestling. I loro spettacoli andarono in onda in tutti gli Stati Uniti e persino in Giappone e in Medio Oriente. Questo ha aiutato l’intera famiglia a costruire una base di fan devoti, anche se i fratelli hanno avuto diversi gradi di successo sul ring. David era considerato il miglior wrestler del gruppo, ma Kerry ha ottenuto la vittoria più memorabile, battendo la superstar Ric Flair per il titolo mondiale NWA nel 1984. Kevin è invece ricordato per i suoi feud memorabili contro wrestler come Chris Adams, Fabulous Freebirds, e il già citato Flair.

La maledizione dei Von Erich

Il periodo di maggior splendore della famiglia subì però una brusca incrinatura proprio nel 1984, quando il terzo figlio, David, venne ritrovato morto nella propria stanza d’albergo in Giappone. La causa ufficiale del decesso sarebbe stata un’enterite acuta, ma nell’ambiente in molti si convinsero che fosse morto per overdose. Solo tre anni dopo, Mike – a quanto si dice il meno interessato a diventare un wrestler – si infortunò ad una spalla durante un tour in Israele e si dovette operare. Dopo l’intervento si scoprì che soffriva di sindrome da shock tossico, una patologia rarissima nei maschi adulti. Qualche tempo dopo, Mike fu costretto a ritirarsi dal ring non essendo più in grado di combattere a tempo pieno. Si suicidò il 12 aprile 1987 a Denton, Texas, ingerendo grandi quantità di tranquillanti.

La successiva tragedia arrivò nel 1991, quando Chris si è suicidato all’età di 21 anni sparandosi alla testa con una pistola. Alto circa un metro e mezzo, Chris soffriva di asma e aveva ossa particolarmente fragili e per via di ciò, nonostante i tanti sforzi, non raggiunse mai il livello di successo dei suoi fratelli. Iniziò allora a sviluppare una forma di depressione e devastato anche dalla morte del fratello Mike finì vittima della dipendenza dalle droghe. Il regista Sean Durkin ha scelto di non inserirlo nel film perché “sarebbe stata tragedia in più che il film non avrebbe potuto davvero sostenere“. Infine, nel 1993 anche Kerry si uccise sparandosi al petto. Sette anni prima, un incidente in moto gli aveva provocato l’amputazione di un piede.

The Warrior - The Iron Claw storia vera famiglia Von Erich

L’eredità della famiglia Von Erich

La morte dei figli aveva avuto ripercussioni sull’orgoglio del padre e il cancro ai polmoni e al cervello ha intaccato il suo benessere fisico, ma anche il suo matrimonio. Fritz e Doris divorzieranno infatti nel 1992. Lui, morirà il 10 settembre 1997. Kevin, rimasto solo, ha ammesso di aver dovuto lottare contro pensieri suicidi, ma è riuscito infine a trovare la pace. Dopo una serie di risultati minori ottenuti in varie federazioni, si ritirò definitivamente dal wrestling nel 1995. Oggi lui e la moglie Pam hanno quattro figli e undici nipoti. Oggi, un nuovo ramo dei Von Erich continua l’eredità di famiglia. I figli di Kevin, Ross e Marshall, competono come tag team Von Erich e hanno lavorato in promozioni come la Major League Wrestling.

La WWE, la più importante federazione di wrestling al mondo, ha poi inserito la famiglia Von Erich nella Hall of Fame nel 2009, facendo così in modo che i loro successi sul ring possano essere ricordati da generazioni di fan. Kevin ha poi dato il suo consenso alla realizzazione del film, ritenendosi soddisfatto del risultato. Quando gli è stato chiesto cosa vuole che le persone traggano da The Warrior – The Iron Claw, ha detto: “La vita è dura e le cose accadono, e ci sono molte persone che hanno avuto cose peggiori di me, ma la mia era pubblica. Ma non bisogna arrendersi. Combattete con forza. Combattete ancora di più e seguite Dio. Questo mi ha portato a superare le mie tragedie. Non è facile, ma potete farcela. Combattete per questo“.

The Last of Us – Seconda stagione: Catherine O’Hara nel cast

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The Last of Us – Seconda stagione: Catherine O’Hara nel cast

Secondo quanto appreso da Variety, l’attrice Catherine O’Hara è stata scritturata per la seconda stagione di The Last of Us della HBO. I dettagli sul personaggio che la O’Hara interpreterà non sono però stati resi noti. L’attrice si unisce così ai protagonisti Pedro Pascal e Bella Ramsey nella serie di successo, insieme ai nuovi membri del cast Isabela Merced nel ruolo di Dina, Young Mazino nel ruolo di Jesse e Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby.

O’Hara è una delle attrici comiche più celebri dei tempi moderni, avendo esordito durante la sua partecipazione all’acclamata serie di sketch comedy “SCTV”. Di recente è nota soprattutto per il suo ruolo di protagonista nella serie comica “Schitt’s Creek“, in cui ha interpretato Moira Rose per tutte le sei stagioni dello show. Per questa serie ha vinto il premio come miglior attrice in una commedia nel 2020 per la stagione finale. Ha poi recitato in celebri film come Beetlejuice – Spiritello porcello, Mamma ho perso l’aereo e Mamma ho riperso l’aereo: Mi sono smarrito a New York. A settembre di quest’anno tornerà al cinema con Beetlejuice 2.

La serie tv The Last of Us

La prima stagione di The Last of Us ha presentato Joel come un padre amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi. Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui significava una seconda possibilità per essere un PADRE.

La seconda stagione di The Last of Us si baserà sul secondo gioco della serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina. Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione, The Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto fedele. Jesse, ex fidanzato di Dina, non sarà a suo agio con l’idea che Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di stare lontani dagli infetti e dai membri della Firefly in cerca di risposte. La prima stagione di The Last of Us è attualmente in streaming su NOW.

Sonic 3: un teaser conferma il ritorno di Jim Carrey, mentre nuovi attori si uniscono al film

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È ufficiale: Jim Carrey riprenderà il ruolo dello scienziato pazzo dalla formidabile peluria facciale, il Dr. Robotnik, in Sonic 3. La notizia arriva nonostante il fatto che (seguono spoiler) il secondo film della serie si sia concluso con la caduta del Dr. Robotnik da un robot gigante al suolo, una caduta potenzialmente fatale. Nella scena post-credits del film, tuttavia, viene rivelato che il corpo del Dr. Robotnik non è stato trovato, ponendo le basi per un drammatico ritorno del principale antagonista di Sonic.

Ritorno che viene dunque ora confermato da un primo teaser del nuovo film, diffuso su X (ex Twitter), nel quale si può ascoltare la risata di Robotnik. Jeff Fowler, che ha supervisionato i primi due film, tornerà a dirigere anche questo nuovo sequel, che uscirà nelle sale il 20 dicembre 2024. Recentemente inoltre, era stato confermato con una foto che nel film farà il suo ingresso anche Shadow the Hedgehog, il cui arrivo era stato preannunciato dalla scena post credits di Sonic – Il film 2. Di seguito, ecco il teaser di Sonic 3:

Il cast di Sonic 3

A dare voce a Sonic ci sarà nuovamente Ben Schwartz, mentre Colleen O’Shaughnessey darà voce a Miles “Tails” Prower) e Idris Elba a Knuckles the Echidna. James Marsden riprenderà il ruolo di Tom Wachowski, mentre Tika Sumpter tornerà nel ruolo di Maddie Wachowski. Oltre al confermato ritorno di Jim Carrey, IGN riporta che sei nuovi attori si uniranno al sequel. Tra le nuove star ci sono Krysten Ritter (Jessica Jones) James Wolk (Zoo), Alyla Browne (Ascolta i fiori dimenticati), Jorma Taccone (Cattivi vicini), Sofia Pernas (Blood & Treasure) e Cristo Fernández (Ted Lasso), anche se non è ancora chiaro chi interpreteranno questi attori.

Mark Gustafson, vincitore dell’Oscar per il Pinocchio di Guillermo del Toro, muore a 64 anni

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Mark Gustafson, vincitore di un Oscar lo scorso anno per aver co-diretto il film d’animazione “Pinocchio di Guillermo del Toro“, è morto giovedì, come riportato da The Oregonian. Gustafson aveva 64 anni. Guillermo del Toro, suo co-regista per la rivisitazione in chiave dark del classico racconto di Pinocchio, ha pubblicato su X un tributo a lui venerdì mattina. “Ho ammirato Mark Gustafson, anche prima di conoscerlo“, ha scritto del Toro su social network. “Un pilastro dell’animazione in stop motion – un vero artista. Un uomo compassionevole, sensibile e mordacemente spiritoso. Una leggenda e un amico che ha ispirato e dato speranza a tutti coloro che lo circondavano. È morto ieri. Oggi lo onoriamo e ci manca“.

Del Toro ha poi continuato nel suo tributo a Gustafson affermando che: “Lascia un’eredità titanica nell’animazione che risale alle origini della claymation e che ha plasmato la carriera e il mestiere di innumerevoli animatori. Lascia amici e colleghi e una filmografia storica. Le preghiere e i pensieri vanno alla sua amata moglie, Jennifer. Si dice: “Non incontrare mai i tuoi eroi”… Io non sono d’accordo. Non si può essere delusi dal fatto che qualcuno sia umano. Lo siamo tutti. Bruciare l’olio di mezzanotte durante la post-produzione, o fare i cambi di animazione giornalieri via Zoom durante il COVID o essere intrappolati in un ascensore in un cinema di Londra… Sono felice di aver conosciuto Mark, l’uomo, così come sono stato onorato di aver conosciuto l’artista“.

Come ho detto, lo ammiravo prima di conoscerlo. Mi è piaciuto molto aver avuto la possibilità di condividere con lui il tempo e lo spazio durante gli alti e i bassi. Sempre e per sempre“. Gustafson ha iniziato la sua carriera di animatore negli anni ’80 e si è cimentato in diversi tipi di animazione. I suoi lavori di claymation sono visibili nello speciale televisivo del 1987 “Claymation Christmas Celebration“, nella serie “The PJs” e nello speciale televisivo “Meet the Raisins“, con i California Raisins. È stato anche il regista dell’animazione del film di Wes AndersonFantastic Mr. Fox“, candidato all’Oscar nel 2009, e ha lavorato alla claymation di “A Very Harold and Kumar Christmas“.

Guillermo del Toro e Mark Gustafson: il loro Pinocchio

Diretto da Guillermo del Toro e Mark Gustafson, il film d’animazione, premiato agli Oscar, presenta un cast vocale stellare con Ewan McGregor nei panni del Grillo Parlante, David Bradley in quelli di Geppetto, mentre l’esordiente Gregory Mann presta la voce a Pinocchio. Nel cast vocale figurano anche Finn Wolfhard, la vincitrice dell’Oscar Cate Blanchett, John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake Nelson, Burn Gorman, insieme al premio Oscar Christoph Waltz e alla vincitrice dell’Oscar Tilda Swinton.

Il film reinventa il grande classico di Carlo Collodi dedicato al burattino di legno che prende magicamente vita per riscaldare il cuore di Geppetto, intagliatore in lutto. Questo stravagante film in stop-motion si seguono dunque le spericolate e indisciplinate avventure di Pinocchio nella sua ricerca di un posto nel mondo. Il racconto è però ambientato negli anni della Seconda guerra mondiale, cosa che porterà Pinocchio anche a scontrarsi con il fascismo e le sue rigide regole di ordine e disciplina.

Adesso vinco io – Marcello Lippi: intervista a Simone Paragnani e Paolo Geremei, registi del documentario

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L’Italia lo ricorda principalmente come il condottiero che ha portato la nostra nazionale sul tetto del mondo nel 2006, i tifosi juventini come l’uomo che ha indirizzato la loro squadra del cuore su binari vincenti dopo anni di purgatorio, il mondo del calcio lo celebra ancora oggi come uno degli allenatori più vincenti della storia di questo sport.

Simone Paragnani e Paolo Geremei lo raccontano nel documentario Adesso vinco io – Marcello Lippi, presentato al Festival di Torino e scelto come film d’apertura della sezione DOC del Sudestival 2024 presentato il 1° febbraio a Monopoli. Abbiamo raggiunto telefonicamente i due registi che ci hanno raccontato la genesi del film e la collaborazione con Lippi, i suoi ex atleti e la famiglia.

Dopo Torino, Adesso vinco io – Marcello Lippi viene presentato al Sudestival. Che importanza ha il circuito dei festival per promuovere e portare avanti questi progetti? 

Paragnani: I festival sono essenziali. Il consumo cinematografico sta cambiando, lo abbiamo visto con il film di Paola Cortellesi (C’è ancora domani). Non era un film pensato per un grande pubblico, ma per un pubblico raffinato, un cinema d’autore per cui chi l’ha fatto si aspettava molto meno in termini di incassi. Invece sta cambiando qualcosa. Questo grazie anche al proliferare dei festival e di occasioni per mostrare un cinema diverso, che offre sguardi laterali. Il pubblico cinematografico è diventato un po’ più raffinato, forse il pubblico popolare trova più interesse nelle piattaforme. Essere stati al festival di Torino ci ha dato visibilità e siamo felici di essere qui al Sudestival e di essere nella selezione dei Nastri d’Argento, il film è stato visto, quindi trovo essenziale che ci siano queste occasioni, soprattutto sul territorio.

Geremei: I festival, grandi o piccoli che siano, sono fondamentali. Molti documentari hanno una vita televisiva, ma il confronto diretto con la sala può essere brusco. Invece i festival sono una cartina di tornasole, ai festival si respira un calore, una sincerità, è un’occasione di confronto che è raro trovare in altre circostanze. Poi un prodotto festivaliero è considerato sempre un progetto d’autore, che magari farà pochi soldi, invece molte volte anche i film che vengono presentati ai festival accolgono il favore del pubblico, indipendentemente da quello che raccontano. La chiave forse è proprio confrontarsi con un pubblico vario.

Come mai si è deciso di raccontare Marcello Lippi?

Paragnani: Marcello è una persona straordinaria, appartiene a quel tipo di persone che hanno l’X Factor, ha il superpotere del carisma. La cosa incredibile è che lui da calciatore non ha vinto nulla, ma da allenatore si è trasformato in questa macchina inesorabile di vittorie, pur avendo a che fare con grandissimi campioni e grandi personalità e li ha convinti tutti. È una personalità dominante, e noi abbiamo cercato di raccontare questo maestro del calcio, e attraverso il calcio, siamo arrivati a raccontare anche il suo privato.

Geremei: Umberto Cartoni e Francesco Palazzi, insieme allo stesso Simone, tutti e tre produttori, hanno espresso la volontà di raccontare la storia umana e sportiva di questo personaggio così carismatico. Ed è incredibile che questa storia non sia stata raccontata prima, abbiamo colmato una grande lacuna.

Adesso vinco io – Marcello Lippi racconta il pubblico e il privato dell’allenatore, del padre, del marito, dell’amico. Quale aspetto è stato più complicato mettere su pellicola?

Paragnani: Quarto Potere racconta la ricostruzione quasi documentaria della storia di Charles Foster Kane. Il personaggio di Joseph Cotten, Jedediah Leland, un giornalista, indaga sul mistero della grandezza di quest’uomo. Alla fine del film non risolve il mistero, ha sempre fatto le giuste domande ma non ha trovato le risposte che cercava. Ha chiesto cosa fosse questa ‘Rosebud’, ma a lui non viene svelato quel mistero, allo spettatore invece sì. Questo per dire che in realtà entrambi gli aspetti, quello pubblico e quello privato, sono difficili da raccontare, ma il documentarista deve esercitare la maieutica ed essere presente per raccogliere quello che viene raccontato. Ad esempio Davide Lippi, il figlio di Marcello, si è molto aperto nel film, ha detto delle cose che non erano mai state dette, la sua esplosione emotiva è autentica. Allo stesso modo, Marcello non è uno che parla tanto, spingeva e guidava gli eventi senza spiegare e infatti il figlio ha capito dopo quello che il padre ha fatto per lui.

Geremei: Nessuno dei due aspetti, anche se io come autore e regista ho un certo interesse nel raccontare le vicende umane nel loro intimo. Non ho provato grande difficoltà perché mi sono trovato in una situazione propizia. Davide, il figlio, era in una disposizione d’animo favorevole, voleva raccontare quelle cose del loro privato che non erano mai state dette. Abbiamo aperto un cassetto che conteneva delle cose che non vedevano l’ora di mostrarsi, nonostante la sofferenza passata e presente per certe scelte che sono state fatte. Sarebbe stato un problema se invece Davide non fosse stato così tanto disposto, se Marcello stesso fosse stato chiuso. Invece abbiamo trovato apertura e schiettezza. Il bello del documentario è anche questo: ti trovi a confrontarti con delle situazioni che non sono previste in scrittura ma che, se si verificano, diventano un vantaggio per tutti, per il soggetto intervistato ma soprattutto sono a vantaggio del film. L’unica difficoltà è stata quella di cercare di capire dove far pendere l’ago e riuscire a farsi raccontare le sconfitte. È un aspetto che a me interessa molto, ma Marcello non è un personaggio che ama raccontare le sue sconfitte, ma non gli va neanche troppo di rivangane le vittorie, è uno che ragiona molto poco con i ‘se’ e con i ‘ma’.

Com’è stato lavorare con Lippi per la realizzazione di Adesso vinco io – Marcello Lippi?

Paragnani: È stato complicato. Marcello è una persona affascinante per qualsiasi interlocutore, poi è proprio bello, non riesci a non subire il suo fascino, ma è comunque una persona che è abituata a comandare, può decidere in autonomia se parlare o meno di qualcosa. Può dire anche ‘no, questo non voglio dirlo’. Io e Paolo ci siamo avvicinati con grande rispetto e curiosità alla sua storia umana.

Geremei: Marcello non ha cercato di dare una direzione al documentario, semplicemente quando non voleva rispondere chiedeva di andare avanti e passare ad un altro argomento, faceva capire con grande serenità che non era disposto. Ma per il 95% delle nostre richieste o domande abbiamo avuto disponibilità totale, dalla famiglia, alle partite, agli schemi che utilizzava, ci ha risposto con partecipazione e disponibilità. È stato un lungo viaggio. Tutti gli atleti coinvolti sono stati molto generosi, ognuno aveva piacere a dire la sua sull’uomo, non solo sull’allenatore, e non è frequente trovare atleti che dopo 25 o 30 anni sono così affezionati al proprio allenatore.

Adesso vinco io – Marcello Lippi racconta una vicenda emozionante, anche per chi non tifa le squadre che vengono raccontate nel film, anche per chi non segue affatto il calcio. Perché la storie sportive sono sempre emozionanti?

Paragnani: Penso che lo sport ci coinvolge perché ci affezioniamo alla storia personale. A me non piace la boxe, ma in film Toro Scatenato o Rocky mi faccio coinvolgere dalla storia personale di Balboa o Marciano. Lo sport, drammaturgicamente, ha un andamento cinematografico. Ci sono delle tappe obbligate nella struttura del film sportivo che sono capaci di coinvolgere. A me piacerebbe tantissimo che questo documentario facesse nascere la voglia di fare un film su Marcello Lippi. Lancio un appello, il film è pronto, bisogna trovare solo qualcuno abbastanza bello da interpretare Marcello.

Geremei: E’ vero che lo sport è metafora della vita, nella sua difficoltà, per le sconfitte, i sacrifici, le vittorie. È tutto vero, per quanto a volte questo concetto sia banalizzato. Ma un film sportivo ripercorre una carriera apparentemente già strutturata che in realtà è imprevedibile, esattamente come la vita. Si ripercorrono gli alti e bassi, i momenti, le sliding doors, perché replica un percorso che è come quello della vita e poi perché spesso sono storie aspirazionali, sono storie che vengono condizionate dalla volontà, dalla determinazione, la fortuna non esiste nei film sportivi. Sono storie che raccontano questa determinazione.

Presentato in apertura nella sezione DOC del Sudestival 2024 il 1° febbraio a Monopoli, Adesso vinco io – Marcello Lippi arriva al cinema dal 26 al 28 febbraio.

Me Contro Te Il Film – Vacanze in Transilvania in streaming sulle principali piattaforme

Dopo il sensazionale successo dei loro primi quattro film, I Me Contro Te, i personaggi più amati dai bambini, sono tornati con una nuova avventura ‘da brividi’: questa volta in viaggio in Transilvania! ‘Me Contro Te Il Film – Vacanze in Transilvania’ arriva oggi, venerdì 2 febbraio, su tutte le principali piattaforme digitali per Warner Bros. Home Entertainment. Il film è disponibile per l’acquisto e il noleggio su Apple TV app, Prime Video, Youtube, Rakuten TV, Timvision, Microsoft Film & TV e a noleggio su Sky Primafila e Mediaset Infinity.

I Me contro Te hanno inoltre presentato sul loro canale YouTube ufficiale i primi dieci minuti del film in anteprima…

Me Contro Te Il Film – Vacanze in Transilvania, sempre per la regia di Gianluca Leuzzi, è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Me Contro Te.

Me Contro Te Il Film – Vacanze in Transilvania, la trama

 Nel laboratorio ormai abbandonato del Signor S., Viperiana, Perfidia e la banda dei Malefici stanno tramando un piano malvagio per distruggere i Me Contro Te e il mondo intero: oscurare il Sole con il prezioso diamante delle paure e rendere la Terra un posto buio e desolato. Ma il diamante è nascosto nel posto più spaventoso del Pianeta: il Castello del Conte Dracula in Transilvania! Sofì, Luì, Chicco, Tara e Ajar partono così per la Transilvania, mentre il Signor S. si mette sulle tracce dei Malefici. Qui i nostri amici dovranno vedersela con il Conte Dracula in persona, il suo fedele servitore Patumièr, e sua figlia Ombra.

Da un soggetto di Luigi Calagna e Sofia Scalia, Me Contro Te Il Film – Vacanze in Transilvania è scritto da Emanuela Canonico, Andrea Boin, Luigi Calagna, Sofia Scalia e Gianluca Leuzzi.

La fotografia del film è di Vito Trecarichi (A.I.C.), il montaggio di Davide Cerfeda, la scenografia di Mario Torre e i costumi di Tecla Turiaco. Le musiche originali del film sono di Matteo Curallo.

 

Me Contro Te Il Film – Vacanze in Transilvania è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Me Contro Te. Il film è stato distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures.

Disney+ ha diffuso il nuovo trailer di Shōgun

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Disney+ ha diffuso il nuovo trailer di Shōgun

Disney+ ha diffuso il nuovo trailer di Shōgun, l’attesissima serie evento globale di FX, che debutterà martedì 27 febbraio sulla piattaforma streaming in Italia. La serie composta da 10 episodi arriverà con i primi due, seguiti da un nuovo episodio ogni settimana.

Iscriviti a Disney+ per guardare Shōgun e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Shōgun, adattamento originale del romanzo bestseller di James Clavell, è ambientata in Giappone nell’anno 1600, all’alba di una guerra civile che segnerà un secolo. Il produttore Hiroyuki Sanada interpreta il ruolo di “Lord Yoshii Toranaga” che sta lottando per la sua vita mentre i suoi nemici nel Consiglio dei Reggenti si coalizzano contro di lui.

Quando una misteriosa nave europea viene ritrovata abbandonata in un vicino villaggio di pescatori, il suo pilota inglese, “John Blackthorne” (Cosmo Jarvis), arriva portando con sé segreti che potrebbero aiutare Toranaga a ribaltare le sorti del potere e a distruggere la temibile presenza dei nemici di Blackthorne, i preti gesuiti e i mercanti portoghesi.

I destini di Toranaga e Blackthorne diventano inestricabilmente legati alla loro interprete, “Toda Mariko” (Anna Sawai), una misteriosa nobildonna cristiana, ultima di una stirpe caduta in disgrazia. Mentre serve il suo signore in questo scenario politico difficile, Mariko deve conciliare il suo legame ritrovato con Blackthorne, il suo impegno verso la fede che l’ha salvata e il suo dovere nei confronti del padre defunto.

La serie Shōgun si avvale di un acclamato cast giapponese, senza precedenti per una produzione americana, tra cui Tadanobu Asano nel ruolo di “Kashigi Yabushige”, un noto traditore e stretto alleato di Toranaga; Hiroto Kanai nei panni di “Kashigi Omi”, il giovane leader del villaggio di pescatori dove viene trovata la nave di Blackthorne; Takehiro Hira nel ruolo di “Ishido Kazunari”, un potente burocrate che è il principale rivale di Toranaga; Moeka Hoshi in quello di “Usami Fuji”, una vedova che deve trovare un nuovo scopo nel mezzo della guerra del suo signore; Tokuma Nishioka nel ruolo di “Toda Hiromatsu”, il generale fidato e il più caro amico di Toranaga;

Shinnosuke Abe nei panni di “Toda Hirokatsu” (“Buntaro”), il marito geloso di Mariko; Yuki Kura in quelli di “Yoshii Nagakado”, lo sfacciato figlio di Toranaga che ha un forte desiderio di mettersi in gioco; Yuka Kouri nel ruolo di “Kiku”, una cortigiana rinomata in tutto il Giappone per la sua abilità artistica e Fumi Nikaido nel ruolo di “Ochiba no Kata”, la venerata madre dell’erede che non si fermerà davanti a nulla pur di porre fine a Toranaga e alla sua minaccia al potere del figlio.

Shōgun è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks, con Marks in veste di showrunner e produttore esecutivo insieme a Michaela Clavell, Edward L. McDonnell, Michael De Luca e Kondo. La serie è prodotta da FX Productions.

Death By Lightning: Matthew Macfadyen e Michael Shannon nella serie Netflix

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Come riportato da Deadline, per una nuova serie Netflix l’attore Michael Shannon interpreterà il Presidente degli Stati Uniti James Abraham Garfield, assassinato nel 1881. Ad interpretare il suo assassino, Charles Guiteau, vi sarà l’attore Matthew Macfadyen, reduce dalla vittoria all’Emmy per Succession. Questa serie, dal titolo Death By Lightning, è stata ideata dallo sceneggiatore di Bad Education Mike Makowsky, mentre sarà diretta da Matt Ross (regista di Captain Fantastic) e prodotta dalla coppia di Game of Thrones David Benioff e D.B. Weiss, i quali hanno come noto un accordo con Netflix.

Per Benioff e Weiss si tratta dunque di un nuovo progetto con l’azieda di streaming, che li porterà lontani dal genere fantasy che li ha resi celebri. Dopo Game of Thrones, i due porteranno ora su Netflix dal 21 marzo la serie Il problema dei 3 corpi, altro titolo molto atteso. Per Death By Lightning i due si sono dunque ora garantiti la presenza di due apprezzati attori. Di questa serie, ad oggi sappiamo che Makowsky, Benioff, Weiss, Bernie Caulfield e Ross sono i produttori esecutivi e che Ross dirigerà tutti gli episodi.

Death By Lightning: di cosa parlerà la serie Netflix

Basata sul libro Destiny Of The Republic di Candice Millard, la serie racconterà dunque la storia vera, più strana che fittizia, di James Abraham Garfield, riluttante 20° presidente degli Stati Uniti, e dell’avvocato disoccupato Charles Guiteau, l’uomo che sarebbe poi arrivato a ucciderlo. Guiteau, infatti, si disse scontento del trattamento ricevuto nonostante egli affermasse di essere stato determinante nell’elezione di Garfield. Una vicenda piuttosto particolare, che vedrà dunque contrapposti due personaggi altrettanto particolari.

DCU: 10 cattivi che meritano una seconda possibilità

DCU: 10 cattivi che meritano una seconda possibilità

Il nuovo universo DCU di James Gunn e Peter Safran è all’orizzonte e con esso arriveranno inevitabilmente nuove versioni di popolari cattivi della DC. Sebbene sia difficile superare interpretazioni iconiche come quella di Heath Ledger nei panni del Joker, il nuovo franchise può anche servire come seconda opportunità per i cattivi che non sono ancora stati ben rappresentati in un film o in una serie televisiva. La DC ha molti grandi cattivi che stanno ancora aspettando la loro occasione per brillare sul grande schermo, soprattutto dopo alcune versioni passate poco brillanti. Eccone allora 10 che meritano una seconda possibilità.

Poison Ivy

Sfortunatamente, l’unico adattamento in live action di Poison Ivy in Batman e Robin l’ha resa come una cattiva stereotipata. Per fortuna, il DCU ha un sacco di ottimo materiale da cui attingere per correggere questo errore. Nel corso degli anni, Poison Ivy è diventata un personaggio sempre più complesso. Ivy è la protettrice della forza elementale della DC che rappresenta la natura, quindi parte della sua cattiveria percepita è in realtà al servizio di un bene superiore. Lo sviluppo di Ivy in un personaggio più complesso è spesso legato anche alla sua relazione con Harley Quinn, che ha permesso a entrambi i personaggi di diventare più completi e meno monocorde.

Bane

Bane

Dopo l’anteprima IMAX di Il cavaliere oscuro – Il ritorno, la voce di Bane è stata modificata per essere più chiara. Il risultato finale era stranamente stonato e, sebbene iconico, divenne anche uno degli aspetti più parodiati e derisi del film. Questo ha trasformato uno dei più grandi nemici di Batman in una grande barzelletta. Poiché Christopher Nolan si è allontanato così tanto dai fumetti con il suo ritratto di Bane, il DCU dovrebbe riuscire a distinguere facilmente la sua versione reintroducendo lo steroide Venom che gli conferisce forza sovrumana e ridando a Bane la sua maschera caratteristica.

Darkseid

Originariamente tagliato fuori da Justice League del 2017, Darkseid ha fatto il suo debutto in live-action nella Zack Snyder’s Justice League del 2021. Tuttavia, questo film era stato originariamente pensato come il primo di tre film sulla Justice League. Ciò significa che nel DCEU Darkseid è stato sconfitto e si è dato alla fuga. Si vede che alla fine giura di tornare, ma senza un film che mostri di cosa è capace, la sua apparizione è piuttosto piatta.

Lex Luthor

Lex Luthor è tradizionalmente un cattivo intelligente e affascinante, pericoloso perché piace alla gente. In alcune versioni dei fumetti, Luthor era persino abbastanza popolare da essere eletto Presidente degli Stati Uniti. Questi tratti fondamentali di Lex non sono emersi nell’interpretazione di Jesse Eisenberg in Batman V Superman. Se il DCU vuole rendere Luthor il cattivo avvincente e longevo che merita di essere, dovrà assicurarsi che Nicholas Hoult – l’attore scelto per interpretare il personaggio in Superman: Legacy incanali gli aspetti fondamentali di Luthor che sono stati precedentemente elusi dalle sue iterazioni adattate in live-action.

I Rogues

rogues

I Rogues sono una delle squadre di supercriminali più interessanti della DC Comics per via delle loro regole severe. Per loro è una priorità non uccidere le persone e accettano solo membri che si fidano di seguire le regole. Al contrario, la prima apparizione dei Rogues nella serie The Flash è stata quando Capitan Cold e Heatwave si sono uniti con l’obiettivo esplicito di uccidere Barry Allen. I poteri stravaganti e il codice ammirevole dei Rogue li renderebbero un’ottima scelta per una versione più comica del DCU.

Cheetah

Wonder Woman: 1984 ha dedicato molto tempo a riportare in vita Steve Trevor nel modo più strano possibile e a sviluppare il suo cattivo principale, Maxwell Lord. Questo non ha lasciato molto tempo per sviluppare la versione di Cheetah di Kristen Wiig. È un peccato perché Cheetah è uno dei più grandi nemici di Wonder Woman, quindi vederla messa da parte è stato un duro colpo per i fan di lunga data.

Sinestro

Sebbene il fatto che Sinestro sia stato il mentore di Hal Jordan aggiunga una dinamica interessante al loro rapporto, probabilmente non è necessario che occupi molto tempo sullo schermo, se non addirittura nessuno. È probabile che l’Universo DC prenda il via dopo che Sinestro si è rivoltato contro il Corpo. Questo permetterà al DCU di concentrarsi maggiormente sugli ideali contrastanti di Sinestro con le Lanterne Verdi, e non perdere tempo cercando di rendere il suo heel turn una grande rivelazione.

Doomsday

Doomsday ha cementato il suo posto nella storia dei fumetti quando ha ucciso Superman. Purtroppo, la sua apparizione in Batman V Superman: Dawn of Justice è sembrata più un’aggiunta tardiva che una vera e propria apparizione del personaggio. Doomsday compare solo alla fine del terzo atto e serve solo a dimostrare che Superman e Batman hanno superato le loro difficoltà. Doomsday è uno dei pochi personaggi abbastanza forti da poter far male a Superman, il che lo rende una minaccia unica per l’Uomo d’Acciaio.

Talia Al Ghul

La relazione tra Bruce Wayne e Talia Al Ghul non è sempre stata rappresentata bene, e più di una volta ha sconfinato in un territorio discutibile e problematico. Tuttavia, nelle versioni migliori, viene mostrata come un’attrazione reciproca tra i due, con un affetto genuino. Due persone che si amano veramente, ma che non riescono a superare gli altri ostacoli che li trattengono, sono molto più avvincenti di quanto non lo sia uno dei due che semplicemente inganna l’altro in una trappola. Purtroppo, l’apparizione di Talia in Il cavaliere oscuro – Il ritorno ha seguito quest’ultima strada, con risultati poco brillanti. Vedere Talia e Bruce alle prese con i sentimenti che provavano un tempo l’uno per l’altro e al tempo stesso giocare al braccio di ferro sulla lealtà del figlio potrebbe aggiungere molta più profondità alle loro interazioni.

Anarky

anarky

Anarky è stato originariamente presentato come un giovane molto intelligente e molto idealista che entra in conflitto con Batman a causa delle loro diverse filosofie. Batman cerca di preservare l’ordine, mentre Anarky sostiene che certe istituzioni sociali devono essere abbattute per migliorare le condizioni di vita di coloro che vi abitano. La rappresentazione di Arrow del personaggio ha reso chiaro che la serie non era interessata ad affrontare nessuna di queste sfumature, rendendo invece Anarky motivato in gran parte dal guadagno personale e dalla vendetta.

Beetlejuice 2: svelato il titolo e il primo poster del film di Tim Burton

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Tramite il profilo Instagram ufficiale del film, è stato svelato un primo poster del film Beetlejuice 2, sequel del classico diretto nel 1988 da Tim Burton, che torna ora a dirigere questo nuovo film atteso in sala il 6 settembre 2024, come confermato proprio dal poster. In esso vediamo infatti le mani di Beetlejuice tenere una lunga striscia piena di numeri, un riferimento al numero di accettazione della sala d’aspetto in cui egli si ritrova alla fine del lungometraggio del 1988. Sembra dunque che il tempo che Beetlejuice ha dovuto aspettare stia per terminare, pronto dunque a tornare in sala. Il poster sembra inoltre rivelare anche quello che sarà il titolo definitivo del film: Beetlejuice Beetlejuice.

Beetlejuice 2 poster

Tutto quello che sappiamo su Beetlejuice 2

Beetlejuice 2 sarà diretto ancora una volta da Tim Burton. Questo segna il suo ritorno alla regia quattro anni dopo aver diretto il live-action Dumbo della Disney. Dopo aver lavorato insieme nella serie Netflix Mercoledì la star di Scream VI, Jenna Ortega si riunisce a Tim Burton e accanto a lei vi saranno le star del film del 1988: Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara. Il sequel introdurrà però anche nuovi personaggi che avranno il volto di Justin Theroux, Monica Bellucci e Willem Dafoe .

Beetlejuice, uscito nel 1988, era interpretato da Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones, Alec Baldwin e Geena Davis. Quel film è incentrato su una coppia di coniugi deceduti che ricorre ai servizi dell’antipatico e dispettoso poltergeist dell’aldilà per spaventare i nuovi residenti della loro vecchia casa. Fin dal suo debutto, il film ha ottenuto un successo sia di critica che commerciale, con un incasso di oltre 73 milioni di dollari, rendendo Burton particolarmente celebre ad Hollywood. Non si hanno invece ad ora dettagli sulla trama di Beetlejuice 2, ma sappiamo che il film uscira nelle sale il 6 settembre 2024.

Doc – Nelle tue mani 3: recensione degli episodi 7 e 8 del medical drama

Ormai siamo arrivati a metà di Doc – Nella tue mani 3 e per ora non ci sono le risposte giuste alle mille domande di questa nuova stagione. Il Dottor Andrea Fanti, Luca Argentero, ha sempre più paura delle allucinazioni e non riesce più a capire cosa è realmente vero e non nelle sue visioni. Però, in questi due episodi, finalmente vengono mostrati di più i tre specializzandi e le loro vite al di fuori del reparto di Medicina Interna.

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 7

Il primo episodio intitolato “Fantasmi” si focalizza ancora una volta su Giulia, Matilde Gioli, più specificamente sul fratello Fabio affetto da sclerosi multipla. Il giovane viene curato al Policlinico Ambrosiano, accompagnato dalla compagna Marcella e dalla loro bambina Aurora, perché pensa che la sua malattia sia progressiva. Per fortuna Doc risolve e scopre che la causa di tutto invece è un avvelenamento da piombo.

Nelle stesse ore viene ricoverata Patrizia, una donna che ha tentato il suicidio che, almeno inizialmente, sembra soffra di psicosi e allucinazioni ossessive. Doc ovviamente non crede in questa diagnosi e scoprirà che la vera causa è alla base di un tumore all’ovaio, ma per fortuna è curabile. Questo caso clinico è anche l’occasione per far avvicinare Federico, il giovane specializzando ormai affascinato dal suo lavoro da medico, con Lin che mente dicendo alla sua famiglia che studia all’università, ma alla facoltà di Finanza ed Economia.

Intanto la dottoressa Giordano e Andrea sono sempre più in sintonia sia sul lavoro e come coppia ufficiale. Giulia oltre a passare l’episodio come zia della piccola nipotina e ripensare al figlio che ha perso, riesce a trovare la donna del mistero del dottore Fanti.

Doc - Nelle tue mani 3
Foto di Virginia Bottoja

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 8

Nell’ottavo episodio “Salto nel buio” sembra invece che gli sceneggiatori di Doc – Nelle tue mani si siano ricordati dell’esistenza anche del bel dottore Damiano Cesconi. Dal pronto soccorso dell’ospedale arriva Luna, una bellissima modella caduta durante una sfilata della Milano Fashion Week, che si scoprirà immediatamente essere la fidanzata di Adriano, il fratello di Cesconi.

Come si era già mostrato anche in “Fantasmi”, Martina e Riccardo sono sempre più vicini. Il momento del bacio scatta sulla terrazza, anche per loro, ma dopo aver passato un’intera serata a compilare il database sui pazienti che tanto interessa ad Agnese. Lo specializzando senior, interpretato da Pierpaolo Spollon, dopo aver finalmente trovato un momento di gioia con la collega, dovrà assistere alla morte di un suo paziente andato in attacco cardiaco. Il deceduto era un giovane personal trainer che soffriva di vigoressia, cioè l’ossessione di possedere un fisico perfetto e muscoloso, ragione per cui aveva iniziato a fare ampio uso di steroidi e che l’hanno portato al ricovero.

Per smorzare i toni più tragici di questo episodio – composto da una scioccante morte e dalle allucinazioni sempre più frequenti ed inspiegabili di Fanti – per fortuna, arriva un simpatico Giacomo Giorgio nei panni di Federico. Lo specializzando figlio di papà, per uno scherzo del destino, finisce a casa della collega con origini asiatiche e rivela alla famiglia di Lin che in realtà la figlia svolge il ruolo di praticante all’Ambrosiano, mettendo la ragazza nei guai con i genitori. La scena finale che lascia altri dubbi, è quella della direttrice sanitaria, interpretata da Sara Lazzaro, sempre più immischiata in qualcosa di losco e che si sta trasformando nella “villian” di questa terza stagione.

Doc – Nelle tue mani 3 tra problemi con i fratelli e la vita segreta degli specializzandi

La puntata che segna il traguardo della prima metà di Doc – Nelle tue mani 3, mostra dunque un Doc in crisi e che non riesce più a distinguere il vero dal falso e viceversa. Intanto sono sempre più presenti e importanti i nuovi specializzandi, che hanno tutte le carte in regola per diventare degli ottimi medici ma anche degli ottimi personaggi ed entrare nel cuore degli spettatori. Il prossimo appuntamento con Doc – Nelle tue mani sarà dopo Sanremo, fermandosi dunque per una settimana per dare spazio al festival canoro più famoso della televisione italiana.

James Gunn potrebbe aver rivelato il team di supereroi per il DCU

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James Gunn potrebbe aver appena svelato la prima squadra di supereroi del prossimo reboot del DC Universe. Con il prossimo avvio di questo nuovo universo condiviso, sono emersi interrogativi su quale gruppo di supereroi potrebbe far parte di questo franchise, dato che nessuna informazione era stata inclusa nelle rivelazioni riguardanti il “Capitolo 1: Dei e Mostri“. Mentre il DCEU si concentrava sulla Justice League, composta da Superman, Batman, Wonder Woman, Aquaman, Flash e Cyborg, il DC Universe potrebbe prendere una strada diversa, riunendo una squadra di supereroi della DC Comics che non è mai stata adattata per il live-action.

Il co-CEO dei DC Studios, James Gunn, ha infatti ricondiviso su Instagram un’immagine della Justice League International della DC Comics, cosa che ha portato i fan a pensare che sarà questa la squadra di supereroi del DC Universe. L’immagine è tratta dalla trama di The Human Target di Tom King e Greg Smallwood del 2022, che vede la Justice League International come principale sospettata nelle indagini del detective privato Christopher Chance dopo un attentato a Lex Luthor. Anche se la condivisione di questa immagine da parte di Gunn non è certo una conferma che la Justice League International apparirà nel DCU, è bene ricordare che Gunn non fa mai nulla per caso.

Di seguito, ecco il post di Tom King ricondiviso da Gunn:

James Gunn anticipa l’arrivo della Justice League International?

La Justice League International può sembrare una squadra non convenzionale per il debutto nell’Universo DC, quando invece potrebbero comparire le più note Justice League o Justice Society. Tuttavia, questa potrebbe essere la scelta migliore per il DCU dopo il reboot del franchise, poiché l’introduzione della Justice League International darà l’opportunità a nuovi eroi di apparire in live-action e creerà una certa distanza tra il vecchio e il nuovo franchise. Le basi per il debutto della Justice League International sono inoltre già state gettate, dato che diversi membri della squadra sono stati confermati per il DCU e alcuni sono già stati scritturati.

Diversi membri della Justice League International non sono ancora stati confermati, ma Batman e Booster Gold – che non sono ancora stati scritturati – potrebbero costituire la base della squadra. Xolo Mardiueña tornerà nel ruolo di Jaime Reyes alias Blue Beetle, e sebbene Ted Kord sia stato un membro della Justice League International della DC Comics, il Blue Beetle di Reyes si adatterebbe bene alla squadra. Questo potrebbe fargli fare coppia con il Guy Gardner di Nathan Fillion e il Metamorpho di Anthony Carrigan, che debutteranno entrambi in Superman: Legacy del 2025, quindi la Justice League International potrebbe realmente essere la prima squadra dell’Universo DC.

Nastri d’Argento Documentari 2024: le cinquine finaliste

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Nastri d’Argento Documentari 2024: le cinquine finaliste

Sono state annunciate le cinquine finaliste ai Nastri d’Argento Documentari 2024. Due regie al femminile, l’opera prima di Kasia Smutniak Mur e l’intimità dei Frammenti di un percorso amoroso del viaggio autobiografico e non solo sentimentale di Chloè Barreau, tra finalisti dei Nastri d’Argento per il ’Cinema del Reale’, una cinquina alla quale si aggiungono due Premi speciali: a Roma, santa e dannata, il viaggio nelle notti romane di Roberto D’Agostino, Marco Giusti e Daniele Ciprì e a Un altro domani di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi, sulle origini della violenza contro le donne indagata anche attraverso le voci degli uomini.

Nei prossimi giorni completeranno il palmarès i riconoscimenti per il Miglior Docufilm e per il documentario che vince il ‘Pedicini’.  Oggi l’annuncio dei Giornalisti Cinematografici Italiani che assegnano i Nastri d’Argento e alla premiazione di lunedì 26 Febbraio a Roma alle ore 18:00 al cinema Barberini consegnerà anche i Nastri d’Argento a Mario Martone, ‘Nastro dell’anno’ per Laggiù qualcuno mi ama e Un ritratto in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice e alla scrittrice e sceneggiatrice Edith Bruck sopravvissuta alla deportazione, per Edith, emozionante testimonianza autobiografica sulla Shoah, da un’idea di Giovanna Boursier, con la regia di Michele Mally.

I 10 finalisti annunciati oggi, ai quali si aggiunge la ‘cinquina’ speciale dedicata ai Documentari d’Arte, sono stati scelti tra i 55 ‘concorrenti’ di quest’anno nelle due categorie dedicate al racconto del ‘Reale’ e ai film su ‘Cinema, Spettacolo, Cultura’. Sono stati selezionati tra gli oltre 130 documentari proposti nel 2023 dai Festival più importanti o nelle rassegne specializzate e poi proposti in sala o presentati anche su reti o piattaforme televisive. In selezione un panorama di temi, storie e personaggi che non dimentica l’attualità ma neanche la Storia recente con uno sguardo particolare nel Cinema del Reale all’attualità di un anno drammatico tra migrazioni, guerre, femminicidi, allarme per le mutazioni climatiche e, nel mondo dello Spettacolo e nella Cultura, un’attenzione speciale, con il Cinema, ai protagonisti della musica.

La selezione ufficiale 2024 è firmata dal Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI): Laura Delli Colli (Presidente), Fulvia Caprara (Vicepresidente), Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga e Stefania Ulivi.

Nastri d’Argento Documentari 2024: le cinquine finaliste

NASTRI d’ARGENTO DOCUMENTARI 2024

  • ‘Nastro dell’anno’ Mario Martone – Laggiù qualcuno mi ama
  • Un ritratto in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice
  •  Nastro d’Argento speciale a Edith Bruck per Edith di Michele Mally
  • a Roma, santa e dannata di Daniele Ciprì, Roberto D’Agostino e Marco Giusti 
  • e a Un altro domani di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi

LE ‘CINQUINE’ FINALISTE 

CINEMA DEL REALE

  • FRAMMENTI DI UN PERCORSO AMOROSO di Chloé Barreau
  • LE MURA DI BERGAMO di Stefano Savona
  • MUR di Kasia Smutniak
  • KRIPTON di Francesco Munzi
  • SCONOSCIUTI PURI di Valentina Cicogna, Mattia Colombo

CINEMA, SPETTACOLO, CULTURA

  • ENZO JANNACCI – VENGO ANCH’IO di Giorgio Verdelli
  • IO, NOI E GABER di Riccardo Milani
  • KISSING GORBACIOV di Andrea Paco Mariani, Luigi D’Alife
  • PROFONDO ARGENTO di Giancarlo Rolandi, Steve Della Casa
  • SEMIDEI di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta

 

DOCUMENTARI SULL’ARTE

‘cinquina speciale’

  • BORROMINI E BERNINI. SFIDA ALLA PERFEZIONE di Giovanni Troilo
  • JEFF KOONS. UN RITRATTO PRIVATO di Pappi Corsicato
  • PERUGINO. RINASCIMENTO IMMORTALE di Giovanni Piscaglia
  • REGINE DI QUADRI di Anna Testa
  • UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO di Michele Mally

The Marvels: Lashana Lynch parla del suo futuro nel MCU dopo il cameo nel film

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Nell’atto finale di The Marvels, Monica Rambeau si ritrova bloccata in un universo alternativo dopo aver riparato uno strappo nel tessuto della realtà. Al suo risveglio, nelle scene post-credits, trova Bestia degli X-Men che la fissa, ma l’ex agente dello S.W.O.R.D. incontra anche una variante più giovane di sua madre, Maria, che in questo universo ha però l’identità di Binary. Con gli X-Men che faranno la loro apparizione in Deadpool 3, si prevede ora che Binary possa tornare prima o poi nel MCU, anche se al momento non è noto quando ciò avverrà.

Parlando con Screen Rant, l’attrice che ricopre il ruolo di Maria Rambeau/Binary, Lashana Lynch, ha rotto il silenzio sulla scena post-credits di The Marvels e ha ammesso di essere stata in gran parte tenuta all’oscuro quando si trattava di sapere in quale mondo si trovasse (ricordiamo che ha interpretato anche una variante di Captain Marvel in Doctor Strange nel Multiverso della Follia). “Non so nulla su quanto potrebbe avvenire. Non so nulla, letteralmente. Ogni singolo incremento del mio personaggio è stato giocato passo dopo passo, quindi sapevo di Captain Marvel, poi sapevo di Doctor Strange, e poi sapevo di The Marvels“.

Non ho nemmeno ricevuto la sceneggiatura, ho avuto solo gli estratti che mi riguardavano. So quello che sai tu, e questo è tutto“. L’attrice dunque non ha ancora ricevuto notizie riguardo un suo ritorno nel MCU. Improbabile che ciò non avvenga, considerando che il debutto degli X-Men è ora non solo confermato ma anche sempre più prossimo. Insieme a loro, dunque, potrebbe tornare anche la sua Binary. Specialmente se si considerà che Monica Rambeau dovrà tornare nel suo universo e il personaggio di Lynch potrebbe rivelarsi per lei un aiuto indispensabile.

The Marvels, leggi la nostra recensione

The Marvels, il sequel con protagonista il premio Oscar Brie Larson, è sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non sono tornati dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, è diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman. Nel cast ci sono anche Iman Vellani (Ms. Marvel) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreta il villain principale. Il film è uscito in sala dall’ 8 novembre 2023.

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Eternals: i protagonisti del film potrebbero ricomparire nell’MCU con un episodio di What If… ?

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Il film Eternals del 2021 è stato uno dei meno apprezzati dei lungometraggi usciti dalla Fase 4 in poi e complice la pandemia ha anche faticato ad avere un certo impatto al botteghino. Ad oggi, i Marvel Studios non hanno condiviso alcuna notizia su un eventuale sequel, nonostante il cliffhanger che chiude il film. Di conseguenza, non è ancora chiaro quando sapremo cosa ne è stato degli Eterni portati via dalla Terra da Arishem per essere giudicati dopo il loro ruolo nel fermare l’emergere di Tiamut dal nostro pianeta. Sembra però che la serie What If… ? potrebbe riportarli in scena.

Nel corso dell’ultimo anno o giù di lì, ci sono state diverse voci che affermano che Eternals 2 è in lavorazione e che Ikaris dovrebbe essere presente nella serie animata Marvel Zombies in arrivo su Disney+ in un futuro non troppo lontano. Ora, lo scooper @CanWeGetToast riporta però che la terza stagione di What If…? includerà un episodio dedicato a questi personaggi. La premessa sarebbe: “E se… Gli Eterni non avessero mai fermato l’emersione?”.

Ad oggi si tratta solo di un rumor, in quanto non ci sono ancora certezze riguardo ciò che sarà o meno presente in What If… ?. Di certo, in molti si aspettano un ritorno degli Eternals ben più attivo all’interno dell’MCU rispetto ad un episodio a loro dedicato della serie che immagina differenti realtà del Marvel Cinematic Universe. Come sempre, non resta che attendere sia per sapere se davvero What If… ? conterrà questo episodio sia per sapere cosa ne sarà degli Eterni nel MCU.

La trama e il cast di Eternals

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre 2021 nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti.

Il cast di Eternals comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Wilder & Me: Christoph Waltz e altri tre noti attori nel nuovo film di Stephen Frears

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Il due volte premio Oscar Christoph Waltz (Bastardi senza gloria, Django Unchained) si è unito insieme agli attori Maya Hawke (Stranger Things), John Turturro (Il grande Lebowski) e Jon Hamm (Mad Man) al nuovo film del regista Stephen Frears, dal titolo Wilder & Me. Come riportato da Deadline, Hawke interpreterà Calista, una giovane musicista la cui vita assume un significato completamente nuovo mentre lavora sul set del film Fedora di Billy Wilder. Waltz interpreterà proprio il leggendario regista Wilder, noto per classici come A qualcuno piace caldo, Viale del tramonto e L’appartamento.

Turturro interpreterà invece il suo amico di sempre e partner di sceneggiatura I.A.L. Diamond, mentre Hamm avrà il ruolo del famoso attore William Holden. Descritto come un “dramma agrodolce”, questo progetto basato sul popolare romanzo Mr Wilder and Me di Jonathan Coe, è stato adattato per lo schermo dal due volte premio Oscar Christopher Hampton (The Father), con il premio Oscar Jeremy Thomas (L’ultimo imperatore). Il progetto riunisce dunque Hampton e Frears dopo Le relazioni pericolose e Cheri. L’inizio delle riprese è ad ora previsto per i primi mese del 2025 in Grecia.

Wilder & Me: qual è la storia del film

La storia inizia durante un’inebriante estate greca e vede Calista innamorarsi del cinema e della vita in un viaggio alla scoperta di sé stessa. Entusiasta della sua nuova avventura, Calista segue il regista Billy Wilder a Monaco e a Parigi per continuare le riprese con l’attore protagonista William Holden e vive lì il suo primo amore. Consapevole che la sua stella sta tramontando, Wilder naviga nel mutevole mondo del cinema al crepuscolo della sua carriera, mentre la carriera di Calista è appena agli inizi. Il tempo che trascorre in questa nuova vita affascinante e sconosciuta la cambierà per sempre.

The Brave and the Bold: James Gunn smentisce alcuni rumor sull’uscita del film

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James Gunn, capo dei DC Studios, ha smentito fino ad oggi diverse voci sul prossimo film di Batman, intitolato The Brave and the Bold. Ora, con una serie di recenti post sui social network, ha smentito nuovi rumor riguardanti la possibile data di uscita in sala del film. Questi indicavano che il film potrebbe arrivare al cinema poco dopo l’uscita di The Batman – Parte II, previsto per il 3 ottobre 2025. Gunn ha però smentito la cosa, lasciando intendere che potrebbe volerci più tempo prima di vedere il Batman del DC Universe arrivare sul grande schermo.

Altre voci indicano invece una possibile presenza del cavaliere oscuro già nel film Superman: Legacy, atteso in sala per l’11 luglio 2025. Anche in questo caso, però, Gunn, essendo lo sceneggiatore e il regista del film, ha affermato che saprebbe se Batman fosse previsto nel film e non lo è. D’altronde, il regista scelto per dirigere The Brave and the Bold, Andy Muschietti ha affermato di essere attualmente impegnato in altri progetti e che dunque ci vorrà del tempo prima che possa dedicarsi alla realizzazione di questo atteso progetto.

The Brave and the Bold, quello che sappiamo sul film

Insieme all’introduzione della versione DCU di Batman – che esisterà separatamente dalla versione interpretata da Robert Pattinson nei film di The Batman – il film introdurrà “la Bat-family“, ha detto James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta dallo sfortunato film del 1997 Batman e Robin. Questa versione di Robin sarà impersonificata da Damian Wayne, che Gunn ha descritto come “il nostro Robin preferito, “un piccolo figlio di puttana” e “un assassino”.  Damian, per chi non lo sapesse, è il figlio biologico di Bruce Wayne, di cui non quest’ultimo non conosceva l’esistenza.

Il regista Andy Muschietti ha firmato per dirigere The Brave and the Bold per il DCU, e si dice che il progetto abbia arruolato John Logan (Il Gladiatore, The Aviator, Hugo, Skyfall) per scrivere la sceneggiatura.

Dostoevskij: teaser della serie SKY dei Fratelli D’Innocenzo

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Dostoevskij: teaser della serie SKY dei Fratelli D’Innocenzo

Rilasciato oggi il teaser che svela le prime immagini di Dostoevskij, la serie Sky Original ideata, scritta e diretta dai Fratelli D’Innocenzo, che sarà presentata in anteprima mondiale alla 74ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, nella sezione Berlinale Special. La serie arriverà prossimamente al cinema con Vision Distribution.

Fabio e Damiano D’Innocenzo hanno legato il loro nome alla Berlinale già ai tempi del loro fulminante esordio con La terra dell’abbastanza, presentato nella sezione Panorama del Festival nel 2018, per poi arrivare a vincere l’Orso d’Argento per la Sceneggiatura con la loro opera seconda, Favolacce, selezionata per il concorso del 2020.

Dostoevskij, una produzione Sky Studios prodotta con Paco Cinematografica, è un noir con protagonista Filippo Timi (Vincere, I delitti del BarLume, Le otto montagne) nei panni di un tormentato poliziotto dal passato doloroso. Con lui nel cast Gabriel Montesi (Favolacce), Carlotta Gamba (America Latina) e Federico Vanni.

La trama di Dostoevskij

In un lasso di terra scarno e inospitale, il poliziotto Enzo Vitello, uomo dal buio passato, è ossessionato da “Dostoevskij”, killer seriale che uccide con una peculiarità: accanto al corpo l’omicida lascia sempre una lettera con la propria desolante e chiarissima visione del mondo, della vita e dell’oscurità che Vitello sente risuonare al suo interno.

Ewan McGregor ricorda le reazioni negative per Star Wars: La minaccia fantasma in occasione del 25° anniversario

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Nel 2024 ricorre il 25° anniversario di Star Wars: La minaccia fantasma, film che fu odiato da molti fan di vecchia data della saga ma per molti spettatori dell’epoca fu la prima esperienza cinematografica nella Galassia molto, molto lontana. Questo potrebbe spiegare perché il consenso sembra essersi ammorbidito negli ultimi anni, con l’intera trilogia prequel che ora vanta una consistente fanbase che in gran parte celebra il lavoro di George Lucas invece di deriderlo.

Parlando con Variety, proprio uno dei protagonisti di quella trilogia, Ewan McGregor, ha ammesso che inizialmente era “molto riluttante” a interpretare il giovane Obi-Wan Kenobi. “Non era una cosa fatta per me. Non pensavo affatto che fosse quello che ero. A quel punto credevo di essere un attore alla Danny Boyle. Il film ‘The Beach’ era più importante e lo dicevo sul serio, non era un’idea campata in aria. Ho chiesto consiglio a molte persone“.

Sono felice di essere questo personaggio per molte persone, ma quando questi film sono usciti erano così antipatici. È stata dura“, ammette. “Il primo, Star Wars: La minaccia fantasma, è stato stroncato e abbiamo dovuto comunque farne altri due! È stato strano essere in un film che è stato stroncato“. McGregor è poi passato a parlare della serie Obi-Wan Kenobi, che gli ha consentito di riprendere il ruolo del celebre Jedi a quasi vent’anni di distanza da La vendetta dei Sith.

Alla domanda se ci sarà una seconda stagione, egli ha però potuto rispondere solo con: “mi piacerebbe fare la seconda stagione, ma non se ne parla ancora“, aggiungendo poi: “Ci sono molte cose in ballo alla Disney“. Come noto, infatti, diversi nuovi film sono in fase di sviluppo, così come una seconda stagione di Ahsoka, mentre ad ora non si hanno appunto aggiornamenti su una seconda stagione di Obi-Wak Kenobi. Per quanto i fan continuino a chiederla, per ora non resta che attendere.

Obi-Wan Kenobi, la serie Disney+ con Ewan McGregor

Obi-Wan Kenobi inizia 10 anni dopo i drammatici eventi di Star Wars: La vendetta dei Sith, dove Obi-Wan Kenobi ha affrontato la sua più grande sconfitta: la caduta e la corruzione del suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker, passato al lato oscuro come il malvagio Signore dei Sith Darth Vader.

La serie è interpretata da Ewan McGregor, che riprende il ruolo dell’iconico Maestro Jedi, e segna anche il ritorno di Hayden Christensen nel ruolo di Darth Vader, prima di riprendere il ruolo in Ahsoka. Al cast si aggiungono Moses Ingram, Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma, Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone Kessell e Benny Safdie.

Obi-Wan Kenobi è diretto da Deborah Chow e prodotto da Kathleen Kennedy, Michelle Rejwan, Deborah Chow, Ewan McGregor e Joby Harold. Tutti gli episodi sono disponibili in streaming su Disney+.

Transformers – Il Risveglio su Sky e in streaming su NOW

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Transformers – Il Risveglio su Sky e in streaming su NOW

Arriva Transformers – Il Risveglio (recensione) lunedì 5 febbraio alle 21.15 su Sky Cinema Uno in streaming su NOW e disponibile on demand. Una nuova epica avventura nata dalla linea di giocattoli anni ’80 prodotta dall’americana Hasbro e dalla giapponese Takara Tomy, che nel corso degli anni ha ispirato cartoni animati, fumetti, film e videogiochi.

La trama di Transformers – Il Risveglio

Il settimo capitolo della saga, sequel di Bumblebee e secondo prequel di Transformers; ambientato nel 1994, vede protagonisti l’ex soldato Noah Diaz e la ricercatrice Elena Wallace, che uniscono le proprie forze a quelle degli Autobot per cercare di salvare la Terra dalla distruzione. Nelle battaglie in giro per il mondo entrano in scena anche altre due fazioni di Transformers, entrambe in grado di trasformarsi in animali: i Maximals, tra cui Airazor e Optimus Primal, antenati degli Autobot, e i Predacon, discendenti dai Decepticon.

Il film, in streaming su NOW e disponibile on demand, fa parte della SKY CINEMA COLLECTION – TRANSFORMERS, che da sabato 3 a domenica 11 febbraio propone la saga sci-fi che comprende i 5 film diretti da Michael Bay; é il 2007 quando arriva al cinema il primo spettacolare capitolo, TRANSFORMERS, interpretato da Shia LaBeouf, Megan Fox e Josh Duhamel, in cui due razze aliene, gli Autobots e i Decepticons, scelgono la Terra come campo di battaglia.

Il film è stato candidato a 3 Oscar nel 2008. Due anni dopo gli eventi e l’uscita del primo film, nel 2009, esce la seconda spettacolare avventura, TRANSFORMERS – LA VENDETTA DEL CADUTO, dove ritroviamo Shia LaBeouf e Megan Fox che, insieme agli Autobot, si trovano a dover combattere contro i Decepticon che hanno intenzione di risvegliare il loro capo supremo.

Il 2011 è stato l’anno di TRANSFORMERS 3, in cui John Turturro e Rosie Huntington-Whiteley si uniscono a Shia LaBeouf nel cast. Qui gli Autobot non devono solo difendersi dai Decepticons, ma anche da un nuovo terribile nemico. Nel 2014 viene realizzato il quarto capitolo della saga dedicata ai personaggi della Hasbro, TRANSFORMERS 4 – L’ERA DELL’ESTINZIONE con Mark Wahlberg e Stanley Tucci in cui, cinque anni dopo gli eventi del terzo film, un inventore ritrova Optimus Prime, il leader degli Autobot. Nel 2017 ritroviamo Mark Wahlberg, questa volta insieme ad Anthony Hopkins, in TRANSFORMERS – L’ULTIMO CAVALIERE, dove un’inaspettata alleanza si rivela l’unica possibilità per salvare la Terra da una minaccia spaziale. È uscito invece nel 2018 BUMBLEBEE di Travis Knight, primo prequel della saga, ambientato negli anni 80.

Young Avengers: Kathryn Newton rompe il silenzio sull’atteso film del MCU

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Tra la lista dei progetti Marvel che i fan sperano vedano la luce, c’è stato un particolare fervore intorno agli Young Avengers. La prospettiva che una squadra di nuovi vendicatori si riunisca in un live action ha iniziato a essere ventilata nella Fase Quattro del franchise e, sebbene un progetto su di loro non sia ancora stato annunciato ufficialmente dai Marvel Studios, la scena finale del recente film The Marvels ha mostrato Kamala Khan/Ms. Marvel (Iman Vellani) che recluta Kate Bishop/Occhio di Falco (Hailee Steinfeld) per la causa.

In una recente intervista con THR, l’attrice di Cassie Lang in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Kathryn Newton, ha rivelato di essere eccitata dalla prospettiva di tornare nel MCU per quel progetto. “Nell’universo Marvel, si spera nella possibilità di essere un giovane Vendicatore“, ha affermato Newton. “Speri di esserlo. Il mio pensiero è che sono cresciuta guardando Iron Man, e sento di essere cresciuta con quel personaggio. Quindi la mia speranza per Cassie Lang è sempre stata quella di crescere con il mio pubblico, sia che si tratti di persone della mia età che hanno visto Quantumania, sia che si tratti di persone che hanno appena iniziato a guardare i film Marvel in giovane età“.

Io ne ho visto uno quando ero un po’ più giovane, ma amo ancora questi film. Quindi, se avrò l’opportunità di continuare la storia, sarà fantastico far parte di una generazione che sta crescendo con un film. È una parte così importante della mia vita. Ma non te lo dicono davvero. Ti dicono una cosa generale, ma io non do nulla per scontato. Cerco solo di arrivare a fine giornata. Finiamo un film e poi continuiamo. Ma coglierei al volo anche l’opportunità di lavorare di nuovo con i Marvel Studios“.

Chi sono gli Young Avengers?

Gli Young Avengers debuttano nell’universo Marvel nel 2005 grazie ad Allan Heinberg e Jim Cheung, i quali danno vita a questo gruppo di supereroi adolescenti che ha un solo sogno: seguire le orme degli Eroi più potenti della Terra. Il team viene assemblato da Iron Lad, ossia Nathaniel Richards, figlio di Reed e Sue (alias Mr. Fantastic e Donna Invisibile) il quale aveva attraversato il flusso temporale nella speranza di prevenire sia un’apocalisse che il suo destino di diventare Kang. Ad oggi, un progetto su questo gruppo sembra sempre più probabile, dunque non resta che attendere maggiori notizie.

Guillermo Del Toro condivide alcune foto di location scouting per il suo Frankenstein

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Il regista Guillermo del Toro ha confermato alla fine dell’anno scorso di aver finalmente iniziato a lavorare al suo adattamento per Netflix del Frankenstein di Mary Shelley, da tempo atteso. “Sto facendo Frankenstein. Ci stiamo lavorando. Inizieremo le riprese a febbraio, ed è un film che volevo fare da 50 anni, da quando ho visto il primo Frankenstein. Ho avuto un’epifania, ed è fondamentalmente un film che ha richiesto una grande crescita e molti strumenti che non avrei potuto fare 10 anni fa. Ora sono abbastanza coraggioso o pazzo o qualcosa del genere, e lo affronteremo“.

Con l’inizio delle riprese previsto a breve, il regista premio Oscar ha ora iniziato a fare scouting delle location e ha condiviso sui social media un paio di foto dall’aspetto gelido. Chi ha letto il romanzo di Shelley, saprà che la storia inizia e finisce in un desolato ambiente artico. del Toro sta dunque attualmente ricercando le giuste location per tali cruciali momenti del racconto. Di seguito, ecco i post da lui condivisi sul social network X (ex Twitter):

Chi c’è nel cast del Frankenstein di Guillermo del Toro?

Guillermo del Toro scrive, dirige e produce Frankenstein insieme a J. Miles Dale, che è stato produttore di Guillermo del Toro’s Cabinet Of Curiosities per Netflix. Il romanzo classico di Mary Shelly segue la storia di Victor Frankenstein, uno scienziato brillante ma egoista che dà vita a una creatura in un mostruoso esperimento che alla fine porta alla distruzione sia del creatore che della sua tragica creazione. Del Toro sta sviluppando il progetto Frankenstein da diverso tempo e da tempo desiderava realizzare un film incentrato sull’iconica storia di Shelley, ma non si sa ancora quale sarà il suo punto di vista sul racconto classico.

Nel film Oscar Isaac interpreterà Victor Frankenstein, mentre Mia Goth sarà la protagonista femminile, ma il suo ruolo effettivo è ancora sconosciuto. Così come è sconosciuto il ruolo che avranno Christoph Waltz e Charles DanceAndrew Garfield era inizialmente stato scelto per interpretare la Creatura, ma ha dovuto rinuciare al film per via di altri impegni, venendo sostituito da Jacob Elordi. Le riprese del film dovrebbero svolgersi nel corso dei prossimi mesi, con una distribuizione prevista su Netflix per il 2025.

Klara e il Sole: Amy Adams in trattative per unirsi al film di Taika Waititi

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L’attrice Amy Adams sarebbe in trattative per essere la co-protagonista, insieme a Jenna Ortega, del film Klara e il Sole della 3000 Pictures della Sony, la cui regia è affidata a Taika Waititi. Basato sul romanzo bestseller del New York Times di Kazuo Ishiguro, incentrato su un’androide e il suo rapporto speciale con una bambina e sua madre. Mentre Ortega ricoprirà il ruolo dell’androide Klara, Adams – come riportato da Deadline – dovrebbe invece ricoprire quello della madre che la acquista per donarla alla propria figlia malata. Il film è prodotto da David Heyman, Garrett Basch e Waititi della Heyday Films, mentre Ishiguro sarà invece produttore esecutivo.

Dopo aver ottenuto l’impegno di Waititi proprio prima dello sciopero della WGA della scorsa primavera, 3000 Pictures ha fatto di questo film una priorità una volta risolti entrambi gli scioperi, puntando a due star per il ruolo di Klara e della madre. Una volta chiuso l’accordo per la Adams, la produzione potrebbe iniziare nelle prossime settimane. Per quanto riguarda la Adams, il progetto offre alla sei volte candidata all’Oscar un altro ruolo che attirerà l’attenzione dei premi, dato che gli adattamenti dei romanzi di Ishiguro hanno sempre raccolto l’attenzione dei premi in passato.

Klara e il Sole: di cosa parla il romanzo di Kazuo Ishiguro

Klara e il Sole racconta la storia di Klara, un’amica artificiale progettata per prevenire la solitudine. Klara viene acquistata da una madre e da una brillante adolescente di nome Josie che adora la sua nuova compagna robotica ma soffre di una misteriosa malattia. Da qui ha inizio la storia della ricerca di Klara per salvare Josie e coloro che la amano dalle sofferenze del cuore e di come, nel frattempo, Klara impari il potere dell’amore umano.