Home Blog Pagina 447

Bargain – Trattativa Mortale: trailer della nuova serie in arrivo su Paramount+

0

Paramount+ ha presentato oggi il trailer ufficiale di Bargain – Trattativa Mortale, nuova serie thriller distopica sudcoreana. Tutti i sei episodi della serie saranno trasmessi in anteprima mondiale giovedì 5 ottobre su Paramount+ in Italia oltre che negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada, Australia, America Latina, Brasile, Francia, Germania, Svizzera e Austria.

Nella serie Bargain – Trattativa Mortale, gli uomini vengono attirati in un hotel isolato con la scusa di un incontro sessuale, per poi essere coinvolti in un traffico di organi che vengono venduti all’asta al miglior offerente. Dopo un terremoto catastrofico, le vittime, i trafficanti e gli acquirenti rimangono intrappolati nell’edificio in rovina. Tagliati fuori dal mondo esterno, devono lottare per sopravvivere ad ogni costo.

Bargain – Trattativa Mortale ha come protagonisti gli attori Jin Sun-kyu (Extreme Job), Jun Jong-seo (Money Heist: Korea) e Chang Ryul (My Name) ed è un adattamento dell’omonimo cortometraggio pluripremiato del regista Lee Chung-hyun, uscito nel 2015. Il regista e scrittore Jeon Woo-sung, che faceva parte del team di produzione del cortometraggio originale, ha ripreso la storia e l’ha sviluppata in una serie in sei parti. La serie è co-scritta da Choi Byeong-yun e Kwak Jae-min e prodotta dallo showrunner e creatore Byun Seungmin e da Bang Jin Ho.

Bargain – Trattativa Mortale è stata sviluppata da Paramount+ e TVING attraverso una partnership tra Paramount e il colosso coreano dell’intrattenimento CJ ENM. In Corea, Paramount+ si presenta all’interno di TVING, una piattaforma di streaming controllata da CJ ENM e attualmente operativa in Corea. L’accordo consente inoltre la diffusione di contenuti coreani nelle attività di streaming di Paramount all’estero. Bargain – Trattativa Mortale è concessa in licenza da Paramount Global Content Distribution al di fuori di Corea, Giappone e Taiwan.

La serie è stata premiata con il Critics’ Choice Award al Seriencamp Festival di Colonia a giugno e ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Canneseries all’inizio di quest’anno. Bargain – Trattativa Mortale è inoltre stata selezionata ufficialmente per il Toronto International Film Festival del 2023, dove sarà presentata in anteprima per il Nord America il 9 settembre.

One Piece: il nuovo trailer del live action targato Netflix

0
One Piece: il nuovo trailer del live action targato Netflix

A meno di un giorno dall’uscita, Netflix rilascia il nuovo trailer di One Piece, l’adattamento live-action del manga più popolare della storia creato dal Maestro Eiichiro Oda. La serie sarà disponibile dal 31 agosto 2023 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

One Piece, la trama

Basato sulla serie manga più venduta di sempre in Giappone creata da Eiichiro Oda, One Piece è una leggendaria avventura di mare come nessun’altra. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero che ha sempre sognato una vita di libertà. Luffy parte dal suo piccolo villaggio per affrontare un pericoloso viaggio alla ricerca di un leggendario tesoro, il One Piece, per diventare il Re dei Pirati. Ma, per trovare il bottino, Luffy dovrà riunire l’equipaggio che ha sempre desiderato e trovare una nave su cui salpare, perlustrando ogni centimetro dei vasti mari, scampando ai Marines, e superando in astuzia pericolosi rivali ad ogni occasione.

A comporre la ciurma saranno Iñaki Godoy nei panni del capitano Monkey D. Luffy, Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e Taz Skylar (Sanji).

Faranno parte del cast anche McKinley Belcher III, Morgan Davies, Aidan Scott, Vincent Regan, Jeff Ward, Craig Fairbrass, Langley Kirkwood, Celeste Loots, Alexander Maniatis, Ilia Isorelýs Paulino, Chioma Umeala, Steven Ward, e Michael Dorman nel ruolo di Gold Roger.

In partnership con Shueisha, One Piece è prodotta da Tomorrow Studios e Netflix. Matt Owense Steven Maeda sono gli sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunners. Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements sono produttori esecutivi.

Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré, trailer del documentario di Errol Morris

0

Apple Original Films presenta il rpimo trailer di “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” il nuovo documentario realizzato dal premio Oscar® Errol Morris (“The Fog of War – La guerra secondo Robaert McNamara”) e da The Ink Factory (“The Night Manager”). Presentato al Telluride Film Festival, il documentario racconta la vita e la carriera dell’ex spia britannica David Cornwell, meglio conosciuto come John Le Carré, autore di romanzi di spionaggio che hanno segnato il genere, come “La spia che venne dal freddo”, “La talpa”, “Il direttore di notte” e “Il giardiniere tenace”. “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” farà il suo debutto il 20 ottobre su Apple TV+.

Ambientato sullo sfondo turbolento della Guerra Fredda, il film attraversa sei decenni fino ad arrivare ai giorni nostri, all’ultima intervista rilasciata da Le Carré, la più candida e punteggiata da sketch e rari filmati d’archivio. Basandosi sul libro di memorie di Le Carré, il bestseller del New York Times The Pigeon Tunnel: Stories from My Life, il film è un viaggio inedito nella sfera meno conosciuta delle esperienze formative di un autore iconico e storicamente riservato, con la musica originale di Philip Glass in collaborazione con Paul Leonard-Morgan.

Simon e Stephen Cornwell, co-CEO e co-fondatori di The Ink Factory, che sono anche i figli di David, hanno dichiarato: «Pieno di intuizioni profonde e di aneddoti sorprendenti, divertenti e spesso profondamente commoventi, “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” traccia una conversazione tra due grandi menti: una ha tessuto una brillante narrativa dagli eventi che ha vissuto; l’altra ha proposto una riflessione su quegli eventi che ha portato spesso a una verità più grande». Insieme, esplorano gli eventi della Guerra Fredda e della vita di Le Carré, mettendo alla prova i confini della verità, della memoria e dell’immaginazione. Il film, stratificato e poco ortodosso, è un tête-à-tête tra un regista e un romanziere – entrambi maestri del loro mestiere – partendo dalle radici del processo creativo, passando attraverso il potere della finzione e la nostra responsabilità nei confronti della verità.

I produttori del documentario sono i vincitori del premio BAFTA Dominic Crossley-Holland (“All Watched Over By Machines of Loving Grace”) e Steven Hathaway (“Wormwood”), i candidati all’Emmy Simon Cornwell (“The Night Manager”) e Stephen Cornwell (“The Night Manager”). I produttori esecutivi sono il candidato all’Oscar® Hossein Amini (“Le ali dell’amore”), il candidato al BAFTA Award e vincitore dell’Emmy Award P.J. van Sandwijk (“The Rescue”), il vincitore dell’Emmy Michael Lesslie (“The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi”), Joe Tsai (“The Night Manager”), Arthur Wang (“The Night Manager”), Michele Wolkoff (“The Current War: Director’s Cut”) e Katherine Butler (“American Animals”). “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” è prodotto da The Ink Factory e Fourth Floor Productions, in associazione con Jago Films, Storyteller Productions e 127 Wall Productions.

Jeanne du Barry – La Favorita del Re, una clip dal film con Johnny Depp

0

Guarda una clip dal film Jeanne du Barry – La Favorita del Re, diretto da Maïwenn con un inedito Johnny Depp. Al cinema dal 30 Agosto distribuito da Notorious Pictures. Dopo aver aperto fuori concorso il 76° Festival di Cannes, arriva anche in Italia Jeanne du Barry – La Favorita del Re, diretto da Maïwenn (attrice e regista pluricandidata ai Premi César e vincitrice del premio della giuria al Festival di Cannes con la sua terza opera da regista, Polisse).

Un’intensa storia d’amore e di passione alla corte di Versailles che racconta la vita, l’ascesa e la caduta di Jeanne – interpretata dalla stessa Maïwenn – amante di Sua Maestà Luigi XV, che ha il volto di un inedito Johnny Depp. A completare il cast, le star Benjamin Lavernhe (The French Dispatch), Melvil Poupaud (Brother and Sister), Pierre Richard (Ti presento i tuoi), Pascal Greggory (L’ultima ora) e India Hair (La Ligne – La linea invisibile). Il film sarà distribuito nelle nostre sale da Notorious Pictures a partire dal 30 agosto.

La trama

Jeanne Vaubernier, una giovane donna della classe operaia affamata di cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di cortigiana, riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la corte…

Gary Oldman entra nel cast del nuovo film di Paolo Sorrentino

0
Gary Oldman entra nel cast del nuovo film di Paolo Sorrentino

Gary Oldman è entrato a far parte del cast del nuovo film di Paolo Sorrentino le cui riprese sono in corso a Napoli. I dettagli sul ruolo di Oldman nel film drammatico sono però tenuti nascosti.

Il decimo lungometraggio di Sorrentino parla di una donna di nome Partenope “che porta il nome della sua città ma non è né sirena né mito”, come ha detto l’autore stesso in una dichiarazione a Variety a giugno, quando sono iniziate le riprese. “La sua lunga vita racchiude in sé l’intero repertorio dell’esistenza umana: la spensieratezza della giovinezza e la sua fine, la bellezza classica e le sue inesorabili permutazioni, amori inutili e impossibili, flirt stantii e passione vertiginosa, baci notturni a Capri, lampi di gioia e sofferenza persistente, padri veri e inventati, finali e nuovi inizi”, ha aggiunto Sorrentino.

Il film è scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Le vendite internazionali saranno gestite da UTA e Fremantle.

La trama del film

La vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è né una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Dentro di lei, tutto il lunghissimo repertorio dell’esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi. Gli altri, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, le loro derive malinconiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

Fonte: Variety

Ferrari: il trailer del film di Michael Mann con Adam Driver

0
Ferrari: il trailer del film di Michael Mann con Adam Driver

Leone Film Group, Rai Cinema e 01 Distribution sono lieti di presentare il teaser trailer italiano di Ferrari, il nuovo attesissimo film del quattro volte candidato al Premio Oscar® Michael Mann, che sarà presentato domani in Concorso alla 80ma Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia Ferrari.

Nel cast il candidato all’Oscar® Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari e il Premio Oscar® Penélope Cruz in quello della moglie Laura, oltre a Shailene Woodley che interpreta Lina Lardi, Patrick Dempsey e Jack O’Connell che indossano le tute dei piloti Piero Taruffi e Peter Collins, Sarah Gadon nel ruolo di Linda Christian e Gabriel Leone in quello del carismatico Fon De Portago.

Scritto da Troy Kennedy Martin (The Italian Job) e dallo stesso Mann, il film è basato sul romanzo di Brock Yates “Enzo Ferrari: The Man and The Machine” ed è stato girato in Italia.

FERRARI è un’esperienza cinematografica epica, spettacolare e appassionante, ambientata nell’affascinante quanto rischioso mondo delle corse automobilistiche degli anni Cinquanta: la storia di una leggenda che ha costruito un mito inossidabile diventando un’icona mondiale.

Modena 1957. Enzo Ferrari, ex pilota e costruttore delle auto più famose al mondo, sta vivendo una crisi personale e professionale. L’azienda che dieci anni prima aveva creato dal nulla è in grave difficoltà e anche il matrimonio con la moglie Laura sta diventando sempre più tempestoso dopo la morte del loro unico figlio Dino e la scoperta dell’esistenza di Piero, il figlio che Ferrari aveva avuto da una relazione extraconiugale. In cerca di riscatto, il “Drake” decide di puntare tutto su una gara di velocità che si disputa in Italia: la leggendaria Mille Miglia.

Michael Mann – regista e sceneggiatore di film di culto come Heat, L’ultimo dei Mohicani, Collateral, Nemico pubblico, Miami Vice, Ali, Thief, con tre nomination all’Oscar® per Insider – Dietro la verità (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale) e una come produttore di The Aviator (miglior film), oltre a due Emmy Award® (The Jericho Mile, Drug Wars: The Camarena Story) – ha scelto di girare in Italia per restituire le atmosfere e l’autenticità di personaggi straordinariamente intensi e visionari che hanno creato quella fusione di arte in movimento e potenza da corsa che è la Ferrari.

Michael Mann è anche produttore del film con la sua Moto Pictures insieme a P.J. van Sandwijk, John Friedberg, Lars Sylvest, Thorsten Schumacher, Gareth West, Thomas Hayslip e la ILBE di Andrea Iervolino e Monika Bacardi.

Anche la troupe vanta nomi di eccellenza tra cui il direttore della fotografia, il premio Oscar® Erik Messerschmidt, la scenografa Maria Djurkovic, due volte nominata agli Academy Awards, il costumista due volte candidato all’Oscar® Massimo Cantini Parrini, l’hair & make-up artist Aldo Signoretti, 4 nominations agli Academy Awards, il premio Oscar® per il sonoro Lee Horloff e il montatore Pietro Scalia, vincitore di due Oscar®.

Prodotto da STX Entertainment, FERRARI è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema e uscirà al cinema con 01 Distribution.

“Forte è colui che va in soccorso dei deboli”, Edoardo De Angelis e Pierfrancesco Favino presentano Comandante a Venezia 80

Comandante, diretto da Edoardo De Angelis, con Pierfrancesco Favino, è il nuovo film d’apertura, in prima mondiale in Concorso, dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Il film è ambientato all’inizio della Seconda guerra mondiale, ed ha per protagonista Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte affronta un mercantile armato che viaggia a luci spente e lo affonda a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

Salvatore Todaro, il comandante che salvava l’uomo

“Mi commuove l’idea della forza intesa come la intendeva Salvatore Todaro, ovvero come la capacità di correre in soccorso di chi è più debole. Questo è l’uomo forte e ho voluto raccontare nella sua storia.”, spiega il regista Edoardo de Angelis. “Era il 2018 quando ci siamo imbattuti in essa, l’abbiamo ascoltata dall’Ammiraglio Pettorino, che in occasione della celebrazione dei 123 anni della Guardia Costiera aveva l’esigenza di dare un’indicazione ai suoi uomini su come comportarsi in mare e scelse la strada della parabola, raccontando la storia di Salvatore Todaro, che affondava il ferro nemico ma salvava l’uomo e a chi gli chiedeva perché lui rispondeva ‘lo facciamo perché siamo italiani’. Ecco, quando ho conosciuto Salvatore Todaro ho pensato che se è questo che significa essere italiano, allora voglio essere italiano!”

Nell’estate in cui è scoppiato questo disonore, io lo considero un disonore, ovvero di disattendere le più elementari e millenarie regole del mare, cioè di soccorre chi è in necessità, c’era un clima piuttosto pesante e sprezzante. – racconta il co-sceneggiatore Sandro VeronesiLa storia di Salvatore Todaro era una risposta perfetta, come ce ne sono tante, perché la storia del nostro popolo, ma direi della civiltà a cui apparteniamo, è una storia di soccorsi. Poter lavorare a questa storia, con il miracolo di avere a disposizione, grazie alla famiglia, degli effetti personali di Todaro, ci ha permesso di essere molto fedeli ad essa e capire meglio l’uomo che ne è protagonista e che ha posto il rispetto delle regole del mare davanti al servire la patria”.

Mentre stavamo ultimando il montaggio del film, a inizio 2023, è avvenuto un fatto che mi ha molto colpito. – racconta poi De Angelis, approfondendo ulteriormente i valori del film – Un natante russo in balia delle onde dell’Oceano è stato posto in salvo da un piroscafo con bandiera panamense con capitano ed equipaggio ucraini. Il marinaio russo ha poi dichiarato ‘Siamo tutti alla stessa distanza da Dio, la distanza di un braccio, quello che ti salva’. Ecco, volevo che fosse quello l’inizio del film. Per ricordarci che così come Todaro si sente lo stesso uomo che duemila anni prima guidava una triremi romana, anche noi possiamo sentirci lo stesso salvatore Todaro che salvava gli uomini inermi”.

Conferenza_Stampa_Comandante_De_Angelis__Favino__D_amico
Credits: Giorgio Zucchiatti, La Biennale di Venezia – Foto ASAC

Un film dal potenziale internazionale

Considero il cinema italiano come internazionale e credo che questo film, ad esempio, possa mostrare che siamo pronti per film che possono andare oltreoceano e spero se ne potranno fare sempre di più. – afferma Pierfrancesco Favino, chiamato a dire la sua sullo stato del cinema italiano in rapporto alle produzioni estere. – Questa produzione, quella di Comandante, è stata particolarmente coraggiosa per la nostra industria. Inoltre, vorrei che sempre più attori e attrici italiane trovino la possibilità fossero presenti in produzioni estere, specialmente se si tratta di interpretare personaggi italiani. È un problema quando attori americani, ad esempio, interpretano personaggi italiani al posto nostro. Ci sono tanti bravi attori e attrici nel nostro paese e sono tutti in attesa del giusto ruolo”.

Passa poi la parola agli altri due attori presenti alla conferenza stampa, Silvia D’Amico e Johan Heldenbergh. “Essere salita a bordo su questo film è stata un’esperienza incredibile, al di là dei suoi valori politici. – afferma la D’Amico – Sono stata accompagnata dalla sensibilità di Edoardo e dalla sua capacità di gestire i ruoli femminili. Il mio personaggio non è solo la moglie di Todaro che lo aspetta a casa, ma un punto fermo ricorrente nel suo viaggio. Fondamentali è stato poi potermi confrontare con la figlia del comandante Todaro, che ha reso questa un’esperienza ancor più formativa”. La parola passa poi a Heldenbergh, interprete del capitano belga nel film. Sono sempre stato innamorato del mio paese ma questo non vuole dire che ne sia anche orgoglioso. Ed è questo senso di amore ma non orgoglio che ho ritrovato nel film, decidendo dunque di farne parte!”

Se sono preoccupato dalle reazioni del ministro Matteo Salvini quando guarderà il film? È chiaro che le reazioni di chi guarda un film trascendono il controllo di chi il film lo ha fatto. Mi auguro che chiunque lo guarderà converrà sul fatto che esistono delle leggi eterne, immutabili, come la legge del mare e che sono leggi che non vanno infrante. Mai”. Così si conclude la conferenza stampa di Comandante, diretto da Edoardo De Angelis e da lui scritto insieme a Sandro Veronesi. Il film è una produzione Indigo Film e O’Groove con Rai Cinema, Tramp LTD, V-Groove, Wise Pictures, in associazione con Beside Productions, in collaborazione con la Marina Militare Italiana e Cinecittà. Il film sarà distribuito da 01 Distribution nelle sale italiane dal 1 novembre.

Damien Chazelle, Presidente di Giuria di Venezia 80, sostiene lo sciopero di sceneggiatori e attori

0

Con una t-shirt che lancia molto chiaramente il suo messaggio (vi si legge Writers Guild on Strike), sotto la giacca d’ordinanza, Damien Chazelle ha partecipato oggi alla conferenza stampa di apertura di Venezia 80, in qualità di Presidente di Giuria del Concorso.

Il regista premio Oscar ha ribadito in conferenza il suo sostegno agli scioperi non solo degli sceneggiatori, ma anche degli attori che vanno ormai avanti da diversi giorni, a Hollywood, situazione che affligge anche il Festival, in quanto moltissimi degli ospiti internazionali non hanno potuto e non potranno partecipare alla kermesse proprio perché impossibilitati dal sindacato in sciopero.

“Oggi è il 121° giorno in cui gli sceneggiatori di Hollywood sono in sciopero; il 48esimo giorno di sciopero degli attori”, ha esordito Chazelle. “Penso che ci sia un’idea di base secondo cui ogni opera d’arte ha un valore a se stante, che non è solo un contenuto (piece of content) – per usare la parola preferita di Hollywood in questo momento – da mettere in cantiere. E quell’idea, che è basilare per l’arte e il modo in cui l’arte è fatta e come l’arte può essere resa sostenibile per le persone che la realizzano, è stato un po’ erosa negli ultimi 10 anni”.

“Ci sono molte questioni sul tavolo in merito a questi scioperi, ma per me questa è la questione centrale. Ecco da dove nasce il dibattito, ad esempio, sui residui e su altre cose del genere. Tutto si riduce all’idea che le persone vengano remunerate per ogni opera d’arte realizzata, e possiamo trovare un modo per mantenere e recuperare quell’idea: l’arte al di sopra del contenuto. Penso che siamo qui per riconoscere che questa lotta è in corso e, di conseguenza, molte persone che altrimenti avrebbero voluto essere qui durante questo festival non possono essere qui. È un momento difficile, ovviamente, a Hollywood, soprattutto per gli sceneggiatori, gli attori ma anche la troupe che lavorano. Tutti sono colpiti dallo stato del mondo in questo momento. Quindi volevo trovare un modo per riconoscerlo mentre siamo qui a celebrare l’arte del cinema”.

Gli scioperi hanno avuto un forte impatto sulla presenza dei talent che possono partecipare al festival, portando persino Challengers di Luca Guadagnino, con protagonista Zendaya, a ritirarsi come film di apertura dell’evento. Non saranno presenti anche star di alto profilo come Bradley Cooper (Maestro) ed Emma Stone (Poor Things). Tuttavia, i film che hanno già ottenuto la distribuzione attraverso formati tradizionali (non tramite streamer) e i film indipendenti possono essere promossi al festival. Ciò significa che Adam Driver (Ferrari), il cast di Priscilla di Sofia Coppola e altri potranno sfilare sul tappeto rosso.

Harry Potter, al via le celebrazioni del Back To Hogwarts

0
Harry Potter, al via le celebrazioni del Back To Hogwarts

Il 1 settembre, come ogni anno, i fan di Harry Potter si riuniscono per celebrare il Back To Hogwarts, una delle ricorrenze più iconiche nel calendario degli appassionati di Harry Potter in tutto il mondo, che segna il momento in cui giovani maghi e streghe salgono a bordo del Hogwarts Express dal binario 9 e ¾ per iniziare un nuovo anno di magiche avventure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

In occasione del Back To Hogwarts 2023, venerdì 1 settembre e sabato 2 settembre, verrà installata un’area dedicata a Harry Potter presso la stazione centrale di Milano. All’interno dell’area i fan dell’amatissimo mago potranno vivere la loro personale esperienza di viaggio verso Hogwarts, con tre diverse aree celebrative per la realizzazione di foto e video. Ognuna di queste aree è pensata per ripercorrere alcuni dei momenti più iconici del viaggio verso la scuola: dal muro di mattoni da attraversare alla stazione di King’s Cross a Londra, alla piattaforma del binario 9 e ¾, fino alla Sala Grande di Hogwarts per lo smistamento nelle case. Nell’area saranno presenti anche 3 statue 1:1 dei protagonisti della saga: Harry Potter, Hermione Grenger, e Ron Weasley.

In occasione del Back To Hogwarts, Sky Italia lancerà una nuova edizione del pop up channel SKY CINEMA HARRY POTTER, dal 9 al 24 settembre. Il canale programmerà gli 8 film della saga, oltre a Harry Potter 20° anniversario – Ritorno a Hogwarts e Animali Fantastici – I Segreti di Silente. Tutti i film saranno disponibili anche su NOW. Inoltre, diversi partner Consumer Products parteciperanno alle celebrazioni con attività e lanci di prodotto:

United Colors of Benetton si unisce alle celebrazioni con una nuova collezione dedicata a Harry Potter: felpe e felpette girocollo, t-shirt a maniche lunghe e corte, che riprendono i colori iconici della serie che ha incantato tutto il mondo: grigio, nero, bianco crema e bordeaux i modelli da ragazzo, e per la ragazza anche l’aggiunta di violetto e rosa. I capi saranno disponibili dal 15 settembre.

Dopo il successo dell’anno scorso, Calzedonia sviluppa una capsule family con oltre 30 referenze a tema Harry Potter. Infatti, in occasione del ritorno a scuola, adulti e bambini potranno ritrovare Harry, Hermione, Ron e gli elementi iconici della serie nella nuova collezione presente nei quasi 600 punti vendita monomarca e sullo store online di Calzedonia.

Per il secondo anno di fila, Coop ha scelto Harry Potter come protagonista dei suoi prodotti a marchio e della campagna Scuola. La collezione è caratterizzata da un’offerta per tutta la famiglia, con abbigliamento, intimo e cancelleria. All’interno della collezione spiccano i pigiami e le tute per bambino e bambina, così come lo zaino e il trolley con la grafica delle quattro case di Hogwarts.

Pepco, con oltre 130 negozi di abbigliamento per tutta la famiglia e complementi d’arredo per la casa, in occasione del Back To Hogwarts ha sviluppato una collezione che presenta tutto il necessario per iniziare la scuola con divertimento e stile: abbigliamento, calzature, cancelleria e accessori. La collezione non è rivolta solo ai più piccoli, ma soddisfa i fan di Harry Potter di tutte le età, proponendo prodotti adatti a tutta la famiglia.

So.Di.Co – specializzata nei prodotti di largo consumo per la cura e il benessere della persona – lancia in occasione del Back To Hogwarts una linea composta da due referenze Eau de toilette e Bagnodoccia, create da esperti profumieri che si sono ispirati alle atmosfere di Hogwarts, alle storie e alle avventure che Harry e i suoi amici devono affrontare, e ad elementi iconici come la Burrobirra o le Cioccorane.

Anche Seven, nel periodo del Back To Hogwarts, celebra la franchise di Harry Potter con la prima linea dedicata. La collezione spazia tra diversi articoli per la scuola: da zaini di diverse dimensioni, a prodotti di cartotecnica, fino agli astucci.

I negozi Lego (25 negozi specializzati) lanceranno una meccanica esclusiva per festeggiare il Back To Hogwarts: dall’1 al 13 settembre acquistando prodotti Lego Harry Potter per un valore di 130€, si avrà la possibilità di ricevere in omaggio un playset Harry Potter.

FAO Schwarz partecipa alle celebrazioni del Back To Hogwarts attraverso l’area completamente dedicata a prodotti a tema Harry Potter all’interno del loro iconico store di Via Orefici 15 a Milano. Nel negozio i fan potranno rivivere le emozioni magiche della serie, dal 1 al 3 settembre, infatti, lo store verrà animato con attività a tema Harry Potter, e verrà attivato uno sconto del 20% (attivo dal 1 al 10 settembre) per rifornirsi di prodotti Harry Potter prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.

Quest’anno il gruppo Sperlari, leader dei prodotti stagionali e dei dolcificanti e proprietario del marchio Paluani, porterà sulle tavole degli italiani la magia di Harry Potter con un dolce lievitato perfetto da condividere: la Torta Boccino D’Oro Paluani, farcita di crema pasticcera e ricoperta di scagliette di cioccolato fondente, da spolverare con polvere dorata e decorare con le magiche ali. Perfetta per chi ha sempre desiderato di poter afferrare il boccino durante una partita di Quidditch.

Witor’s lancerà sul mercato la prima linea completa di snack dolci ispirata al magico mondo di Harry Potter e alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Cioccolato che scoppietta sul palato, rane tridimensionali che svettano sulle barrette, biglietti del treno per Hogwarts che si trasformano in biscotti, cristalli dorati che luccicano come oro, pop corn caramellati che si rivelano solo dopo l’assaggio. Un’esperienza sensoriale, che promette di travolgere con gusto e divertimento. La gamma comprende tavolette, da 50 gr e da 300 gr, e magici snack.

Privalia festeggerà il Back to Hogwarts con una sezione esclusiva sulla propria piattaforma. Dal 1° settembre, gli appassionati di Harry Potter potranno scoprire una vasta gamma di prodotti ufficiali. Dalle affascinanti statuette collezionabili ai giocattoli dei marchi più prestigiosi, dalla cancelleria tematica a oggetti per l’arredamento, la sezione offre un modo magico per portare l’atmosfera di Hogwarts nella vita di tutti i giorni.

Il Wizarding World

Negli anni trascorsi da quando Harry Potter è stato portato dalla stazione di King’s Cross al binario nove e tre quarti, le sue incredibili avventure hanno lasciato un segno unico e duraturo nella cultura popolare. Otto film di successo basati sulle storie originali di J.K. Rowling hanno dato vita a magiche storie e oggi il Wizarding World è riconosciuto come uno dei brand più amati al mondo.

Un vasto universo interconnesso, che include anche tre epici film della serie di Animali Fantastici, Harry Potter e La Maledizione Dell’Erede – il pluripremiato spettacolo teatrale – videogiochi di successo per dispositivi smartphones e concole di Portkey Games, prodotti di consumo innovativi , emozionanti spettacoli dal vivo (tra cui quattro parchi a tema) e mostre approfondite, oltre a una serie TV su Harry Potter di prossima uscita.

Il portafoglio di esperienze legate al Wizarding World di proprietà di Warner Bros. Discovery è in continua espansione, e include anche Harry Potter New York – l’iconico flagship store, Warner Bros. Studio Tour London – The Making of Harry Potter, Warner Bros. Studio Tour Tokyo e Harry Potter Shop online e negozi al dettaglio.

Il Wizarding World continua ad evolversi per fornire ai fan di Harry Potter di tutto il mondo nuove ed entusiasmanti occasioni di coinvolgimento. E accoglie le nuove generazioni e invitandole a scoprire la magia in prima persona.

Il Back to Hogwarts

Il 1 settembre, in tutto il mondo, tutte le generazioni di fan di Harry Potter si riuniscono per celebrare un giorno molto speciale nel calendario del Wizarding World: il Back To Hogwarts. Iniziata come una celebrazione spontanea dei fan molti anni fa, oggi il Back To Hogwarts è una tradizione annuale riconosciuta come uno dei momenti più importanti nel calendario dei fan di Harry Potter, il momento in cui maghi e streghe salgono a bordo dell’Hogwarts Express sul binario 9 ¾ per intraprendere un nuovo anno magico alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Una celebrazione di portata mondiale, ogni anno i fan si riuniscono online e nella vita reale per celebrare la magia di queste amate storie e interagire con la community di Harry Potter.

Jeanne du Barry, come il cinema ha raccontato nel tempo la favorita del re

Giardini regali, lunghi e sfarzosi corridoi, architetture suggestive, il castello di Louveciennes, l’amore sconfinato di re Luigi XV e l’odio profondo di Maria Antonietta: un piatto dolceamaro quello che fu servito a Jeanne du Barry, figura controversa della storia Francia, che raggiunse il potere negli anni dell’Ancien Regime, per poi trovare la morte in seguito alla Rivoluzione Francese.

Di origini umilissime, Jeanne du Barry si fece strada grazie alla sua bellezza, che la portò fino alla corte di Luigi XV, del quale divenne poi la favorita. Una figura affascinante, che il cinema ha raccontato diverse volte. Attingendo dalla sua storia, in cui la contessa è stata delineata nel tempo come una donna sovversiva, maliziosa e desiderosa di arrivare al potere, molti registi hanno voluto raccontarla, e di seguito, ecco i più significativi nel corso degli anni.

Madame du Barry – 1919

Madame du Barry

Nel 1919 la tedesca Projektions-AG Union decide di produrre Madame du Barry, film in costume con al centro la favorita del re di Francia Luigi XV, sotto la regia di Ernst Lubitsch – regista conosciuto ai più per aver contribuito in maniera sostanziosa al cinema muto americano. La pellicola in bianco e nero, che rientra fra i migliori lungometraggi rappresentanti Jeanne du Barry, ebbe all’epoca un enorme successo e sancì anche quello dello stesso Lubitsch e della sua interprete, Pola Negri. Nella storia raccontata dal regista, la contessa du Barry è indecisa tra l’amore di Armand, uomo povero ma onesto, e quello del ricco Don Diego, e cerca di scegliere fra i due contando come se fossero petali di un fiore i nastri del suo corsetto. Arrivata a Versailles, però, viene immediatamente notata da re Luigi XV, il quale decide di portarla a palazzo facendola diventare la sua nuova amante, atto che porterà Jeanne – alla fine – alla ghigliottina. Della du Barry viene restituita qui una versione molto infantile, spesso frivola e solo a tratti scandalosa, caratteristica che si evince sin dalla prima inquadratura del film.

Lubitsch, infatti, gioca molto con le espressioni della sua attrice già dalla scena iniziale, in cui si vede la du Barry provocare un gentiluomo per strada, poi baciare il suo fidanzato e infine incontrare l’aristocratico Don Diego, tutto prima di fare la conoscenza del Conte du Barry e, per ultimo, del re. Il suo personaggio è tratteggiato con estrema malizia, più teso alla leggerezza e alla comicità, non mancando comunque di sottintendere una precisa furbizia – tipica della sua figura – quando si tratta di manipolare il suo re che cade, come è davvero stato, ai suoi piedi. Solo in alcune scene dall’impatto elevato viene mostrata una Jeanne più cupa, malinconica e triste, specie nei momenti in cui subisce violenze a corte. In questo caso, quando Lubitsch affronta il tema del maltrattamento subito dalla favorita del re, è chiaro l’intento che ebbe al periodo: voler sfruttare la figura della du Barry per parlare della condizione di molte donne che, nella Germania del Dopoguerra, si prostituivano. Non dimenticando però mai di mantenere un ponte empatico fra lo spettatore e la sua protagonista che, in questa storica rappresentazione, non può fare a meno di provare simpatia per lei.

Mademoiselle du Barry – 1943

Mademoiselle du Barry

Facciamo un salto temporale e arriviamo al 1943, periodo florido per il cinema classico hollywoodiano. In quell’anno esce Mademoiselle du Barry (titolo originale Du Barry Was a Lady), una commedia musicale basata sull’omonimo musical teatrale, diretto da Roy Del Ruth, ricordato soprattutto per essere stato uno dei sette registi che contribuirono al film di successo Ziegfeld Follies di Vincent Minelli con un cast di divi eccezionali come Gene Kelly, Judy Garland, Fred Astaire e Lucie Ball. É proprio quest’ultima che diventa protagonista di Mademoiselle du Barry, la quale nella storia di Del Ruth ha un doppio ruolo: quello di May Daly e, per l’appunto, di Jeanne du Barry. Il film, girato in Technicolor, racconta della cantante May che, nel nightclub in cui lavora, è desiderata da tutti, fra questi da Louis Blore – guardarobiere – e il maestro di cerimonie Alec Howe.

Di indole simile alla du Barry, che interpreta nel locale costruendo un racconto meta-teatrale, May è incline a voler sposare un uomo ricco. Quando Alec però le si dichiara, lei lo rifiuta in favore del benestante Willie. Anche Louis è innamorato di May e quando questo vince alla lotteria, decide di rivelarle il suo amore, riuscendo ad ottenere la sua mano. Dopo questa linea comedy, il film cambia. Louis assume una bevanda contenente della droga e, cadendo in un sonno profondo, sogna di essere re Luigi XV a Versailles. May è Madame Du Barry, Alec è la Freccia Nera, Willie è il Duc de Rigor e il cameriere del nightclub Charlie è il Delfino. Fra sogno e realtà, il regista costruisce un parallelismo fra May e la du Barry, ispirandosi alla figura della contessa e attingendo dal suo carattere per plasmare la sua protagonista.

Nel segmento onirico, May/Jeanne inizia ad amare il fuorilegge Freccia Nera, lo segue, lo scruta, e questo modella il suo temperamento da guerriera ed eroina. La sua du Barry sfugge al re, lotta per il suo amore clandestino e alla fine cerca di salvargli la vita quando Luigi XV lo cattura e lo condanna a morte con la ghigliottina, confessando di amarlo. Lucie Ball restituisce delle sue protagoniste, facce della stessa medaglia, il conflitto interiore fra ciò che esse apertamente dichiarano e ciò che in verità, nel profondo, provano. La storia di du Barry, qui volutamente rivisitata, è utilizzata come espediente narrativo per parlare dell’importanza dei sentimenti che vanno oltre il mero denaro. Infatti, la componente onirica del film è sfruttata proprio per far arrivare May ad una consapevolezza: che nella vita più che lo sfarzo, il lusso, la ricchezza, esiste l’amore, l’unico che può vincere su tutto e può davvero renderci felici e appagati.

Lady Oscar – Anime ’70

Lady Oscar

Nel parlare della figura di Jeanne du Barry non possiamo fare a meno di menzionare Lady Oscar, serie anime degli anni Settanta considerata fra i capisaldi dell’animazione giapponese, adattata dall’omonimo manga pubblicato in Italia sotto il nome de La rosa di Versailles, scritto e disegnato da Riyoko Ikeda.

La storia di Lady Oscar si costruisce durante il periodo della Francia rivoluzionaria, inglobando eventi storici memorabili come l’arrivo di Maria Antonietta a corte, la sua salita al trono e la caduta della monarchia francese. Nella trama dell’anime, Oscar vive gli ultimi anni dell’Ancien Regime poiché diventa capitano delle guardie reali di Versailles. Questo suo ruolo le permette di assistere a numerosi episodi noti a palazzo, fra cui proprio l’antipatia della futura regina verso la favorita del re: Jeanne du Barry. Negli episodi in cui compare, la contessa è rappresentata come una delle antagoniste del racconto, una donna malvagia e arrivista; sin dalle prime puntate viene mostrato il suo conflitto con la Delfina, in cui le due si battono con gioielli e abiti di seta. La du Barry è odiata dalle figlie di Luigi XV, poiché sostengono che a causa sua il padre le abbia private di attenzioni, e cercano di tirare dalla loro parte anche Maria Antonietta, affinché anch’ella possa vederla con disprezzo.

Nonostante l’odio che subisce dalle tre, l’anime vuole dimostrare come la contessa comunque non sia mai stata buona ma che anzi, al contrario, sia una delle villain principali, mettendo in scena i suoi comportamenti poco ortodossi e il suo desiderio, che neppure lei nasconde, di voler solo avere un’influenza a corte per poter dimostrare a tutti di essere la donna più potente a Versailles. L’anime segue la stessa traccia – storica – della nuova serie televisiva franco-polacca Maria Antonietta, in cui anche lì, in maniera abbastanza fedele a ciò che avvenne davvero, viene spiegato come Jeanne du Barry arrivò a farsi odiare a corte, fino al suo esilio dopo la morte del re.

Maria Antonietta – 2006

Maria Antonietta

Continuiamo il nostro viaggio nella rappresentazione di Jeanne du Barry al cinema con Maria Antonietta, terzo lungometraggio di Sofia Coppola, in questo film alle prese con il ritratto biografico della regina di Francia, sposa di Luigi XVI. Il dramma in costume, con inserti pop, segue le vicende della giovane Maria Antonietta a Versailles, ponendo l’accento sulle difficoltà che la giovane arciduchessa d’Austria ebbe nell’adattarsi alla nuova vita di corte.

Stando alla storia, Maria Antonietta e la contessa du Barry non strinsero mai un vero rapporto d’amicizia e, come dicevamo in Lady Oscar, fra le due donne non scorse mai buon sangue, ma anzi era detestata dalla prima che neppure le parlava. Nella sua pellicola, Coppola decide di enfatizzare proprio questo aspetto, mettendo in risalto i tentativi che fece la favorita di re Luigi XV per potersi guadagnare almeno il saluto dalla futura regina. Jeanne du Barry qui è interpretata da Asia Argento e, rispetto alle opere precedentemente menzionate, è un personaggio molto marginale, introdotto in particolare per esaltare la figura di Maria Antonietta. Argento, infatti, non si vede molto spesso all’interno della narrazione, la troviamo il più delle volte semplicemente passeggiare o accanto al re, e gli unici momenti in cui è in scena la raffigurano come una donna abbastanza appariscente e sfrontata, utilizzata come contrasto di Maria Antonietta.

Di lei è restituita una versione poco elegante e a tratti anche abbastanza scialba, e la sequenza del rutto a tavola è la chiara prova di quanto Coppola volesse mostrate l’inadeguatezza della cortigiana e il suo essere fuori luogo a Versailles. Poche immagini ma incisive che nel film della regista hanno reso Madame du Barry una donna decisamente poco piacevole e, per certi versi, anche poco femminile.

Jeanne du Barry – La favorita del re – 2023

Una scena del film Jeanne du Barry

Concludiamo il nostro percorso con Jeanne du Barry – La favoria del re, film presentato fuori concorso alla 76° edizione del Festival di Cannes, con la regia di Maiwenn che, oltre a dirigere, interpreta la contessa du Barry. Maiwenn decide di trasporre su schermo tutta la storia della du Barry, partendo dalle sue umili origini fino ad arrivare alla sua ascesa sociale a Versailles quando il conte, Jean du Barry, la inizia alla corte con lo scopo di farla diventare l’amante del re di Francia.

Abbracciando dunque tutta la sua vita, almeno quella passata alla reggia, la regista modella una figura femminile diversa da quella che nelle precedenti pellicole abbiamo imparato a conoscere. Il ritratto è infatti quello di una donna che, oltre ad avere un indole giocosa (come vediamo anche in Madame du Barry), ha un approccio molto affettuoso (re a parte) con il figlio del marito, Adolphe, e il paggetto indiano regalatole dal sovrano. In questo contesto, Maiwenn costruisce un personaggio che attinge solo in parte alla storia, focalizzandosi su due aspetti principali: da una parte il lato materno, dall’altra il suo essere una donna emancipata, facendo di Jeanne du Barry – La favorita del re un racconto inedito, con un film che mostra la sua natura contemporanea pur essendo in costume.

La contessa viene rappresentata nella pellicola come un punto di rottura in una corte saldamente attaccata alla figura maschile e, di conseguenza, al patriarcato, e attraverso la sua indipendenza sia negli usi che nei costumi Maiwenn vuole dare la sua versione di una donna che non è stata solo la nemica di Maria Antonietta o delle figlie di Luigi XV, ma anche modello (femminista) sovversivo da seguire e da cui imparare, che infrange le regole e arriva addirittura a vestirsi da uomo. Sempre circondata da cultura, arte e bellezza, elementi in grado di elevarla ancor di più e fortificare il suo potere. Un inno dunque alla libertà d’essere, che sottolinea quanto l’amore e la devozione al proprio compagno (o in questo caso re) non tolga la possibilità di poter essere se stesse.

Jeanne Du Barry – la Storia

Di Jeanne du Barry sono state date nel tempo diverse versioni, ognuna delle quali ha contribuito, con i propri pezzi, a completare il puzzle della vita dell’ultima favorita del re Luigi XV. Affidandosi prettamente alla storia, possiamo dire che la vita della du Barry fu tutto sommato serena fino a quando non arrivò la Rivoluzione francese. Il suo nome di battesimo era Marie-Jeanne Bécu: figlia di una cuoca, Anne, e del monaco Frère Ange che non la riconobbe mai, ebbe la fortuna di essere istruita grazie ad un funzionario parigino presso cui la madre lavorava. Fu lui, infatti, a iniziarla alla letteratura, fino a mandarla in convento affinché potesse studiare meglio.

Jeanne crebbe colta, bellissima e amante dell’arte (come si vede in Jeanne du Barry – La favorita del re), ma iniziò a circondarsi anche di uomini dell’alta borghesia. Questa sua scalata sociale contribuì a farle fare un nome: a quel punto, con le sue doti da ammaliatrice, Jeanne iniziò a vendere le proprie prestazioni sessuali in cambio di gioielli e soldi, arrivando poi ad avere un amante principale, il conte Jean-Baptiste du Barry. È con lui che ebbe una svolta, perché l’uomo la spinse alla corte del re di Francia, Luigi XV, con un solo obiettivo: diventare la sua favorita. A Versailles il sovrano se ne innamorò subito; il problema, però, è che Jeanne proveniva da una famiglia povera e per essere la sua amante doveva avere un titolo nobiliare. Per queste ragioni, la donna convolò a nozze con il fratello del conte du Barry, Guillaume, (Jean era già sposato) potendo ufficialmente iniziare la sua ascesa a corte. Nel 1769 il titolo di Jeanne du Barry come favorita del re (“maitress en titre”) divenne ufficiale.

Gli anni con Luigi XV furono per Jeanne bellissimi, nonostante non fosse vista di buon grado dalle sue figlie ed ebbe molti problemi con Maria Antonietta. Neppure il popolo la apprezzava, poiché per la sua posizione a corte era considerata una traditrice, provenendo lei dal ceto popolare. La situazione per la contessa si complicò solo quando il sovrano si ammalò di vaiolo e, in punto di morte, chiese a Jeanne di abbandonare Versailles affinché lui potesse confessarsi ed espiare i suoi peccati. La du Barry fu così esiliata in un convento, ove rimase per circa un anno. Conclusasi la sua permanenza lì, tornò al castello di Louveciennes (regalo del re quando era in vita), e ci rimase per dieci felici lunghi anni. Fu la Rivoluzione francese, però, a mettere fine alla sua vita. Affiancatasi ai contro-rivoluzionari, con l’aggravante di ostentare i suoi beni che in quel momento i nobili tutti nascondevano per non suscitare l’ira del popolo, Jeanne venne arrestata e condannata alla ghigliottina. Il processo avvenne l’8 dicembre 1793 e si dice che le sue ultime parole siano state: “Ancora un momento, signor Boia, la prego!”

The Marvels: rivelata la durata, sarà il film MCU più breve di sempre

0

Secondo un nuovo rapporto, la durata di The Marvels dimostra che potrebbe essere il film più breve del Marvel Cinematic Universe fino ad oggi. L’0nsider @CanWeGetToast ha confermato un rapporto separato di @Cryptic4KQual che affermava che la durata di The Marvels è di un’ora e 33 minuti, il che significa che rende il titolo il film più corto nell’MCU da L’incredibile Hulk, che durava un’ora e 52 minuti. Puoi controllare il tweet qui sotto:

The Marvels, la trama

Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman

Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo modifiche, arriverà in sala il 10 novembre 2023.

Napoleon: Ridley Scott ha già una versione di 4 ore e mezza che vuole proiettare

0

L’epopea di Napoleon del regista Ridley Scott ha già una director’s cut di ben 4,5 ore che un giorno gli piacerebbe proiettare. Parlando con Empire Magazine, secondo World of Reel, Scott ha rivelato di avere un taglio “fantastico” di Napoleon che dura circa 270 minuti e dà al personaggio di Vanessa Kirby più tempo sullo schermo. Secondo Empire Magazine, Scott spera che Apple Studios alla fine proietterà il montaggio di 4,5 ore. Tuttavia, è anche entusiasta che il mondo veda la versione di 157 minuti uscire nei cinema nel novembre 2023.

È una storia sorprendente“, ha detto Joaquin Phoenix , che interpreta Napoleone Bonaparte. “Speriamo di aver catturato alcuni dei momenti più interessanti.” Joaquin Phoenix è il protagonista di Napoleone di Ridley Scott

Napoleon: il cast del film con Joaquin Phoenix

Accanto a Phoenix, Napoleon vede Vanessa Kirby nei panni dell’imperatrice Joséphine, Tahar Rahim nei panni di Paul Barras, Ben Miles nei panni di Caulaincourt, Ludivine Sagnier nei panni di Theresa Cabarrus, Matthew Needham nei panni di Lucien Bonaparte, Youssef Kerkour nei panni del maresciallo Davout, Phil Cornwell nei panni di Sanson ‘The Bourreau, Edouard Philipponnat nei panni dello zar Alessandro, Paul Rhys nei panni di Talleyrand, John Hollingworth nei panni del maresciallo Ney, Gavin Spokes nei panni di Moulins e Mark Bonnar nei panni di Jean-Andoche Junot.

Ridley Scott dirige da una sceneggiatura di David Scarpa. Il film è una produzione congiunta tra la produzione di Apple Studios e Scott Free Productions. Ridley Scott e Joaquin Phoenix producono insieme a Kevin Walsh e Mark Huffam mentre Michael Pruss e Aidan Elliott sono i produttori esecutivi. Napoleon racconta l’epica ascesa e caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar Joaquin Phoenix e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.

Zombie Town: svelato il poster dell’horror di RL Stine con Dan Aykroyd

0

L’horror per famiglie Zombie Town che debutterà questa settimana negli USA dell’autore di Goosebumps e Fear Street, RL Stine, che è un adattamento dell’omonimo libro dell’autore del 2012 ha ricevuto un nuovo poster ufficiale disegnato da Matthew Therrien.

Therrien ha pubblicato il poster su Facebook e ha scritto: “Come fan di Stine da sempre, non posso nemmeno iniziare a esprimere quale progetto da sogno sia stato far parte di questo!” Di seguito il bel poster del film! 

zombie town posterIl film Zombie Town

Zombie Town, diretto da Peter Lepeniotis (The Nut Job), presenta due importanti volti degli anni ’80: Dan Aykroyd e Chevy Chase. Entrambi si adattano bene a questa commedia horror, ma Akroyd ovviamente ha molto peso nel genere come acchiappafantasmi.

La storia del film vede Amy (Madi Monroe) e Mike (Marlon Kazadi) scoprire un segreto vecchio di secoli quando decidono di guardare un film esclusivo. Prima che se ne rendano conto, la loro città è stata trasformata in una culla di non morti davanti ai loro occhi. Il duo deve rintracciare un famigerato regista (Dan Akroyd) e attraversare una città di zombi affamati per spezzare la maledizione prima che sia troppo tardi. Zombie Town uscirà esclusivamente nelle sale USA questa settimana il 1 settembre 2023.

The Equalizer 3 – Senza tregua: intervista a Eugenio Mastrandrea

0
The Equalizer 3 – Senza tregua: intervista a Eugenio Mastrandrea

In occasione dell’uscita in Italia di The Equalizer 3 – Senza Tregua, il 30 agosto distribuito da Eagle Pictures, abbiamo intervistato Eugenio Mastrandrea, che fa parte del nutrito cast italiano del film con protagonista Denzel Washington e diretto da Antoine Fuqua.

The Equalizer 3 – Senza tregua, la recensione

The Equalizer 3 – Senza Tregua, il nuovo thriller d’azione di Sony Pictures diretto da Antoine Fuqua con Denzel Washington. L’attore premio Oscar torna a interpretare l’ex agente governativo Robert McCall nell’ultimo capitolo della saga dell’inflessibile giustiziere. Il film, scritto da Richard Wenk (Jack Reacher – Punto di non ritorno, The Equalizer 2 – Senza perdono) e ispirato alla serie TV anni ‘80 Un giustiziere a New-York, vede tra i protagonisti anche Dakota Fanning e David Denman. The Equalizer 3 – Senza Tregua sarà solo al cinema dal 30 agosto prodotto da Sony Pictures e Eagle Pictures, distribuito da Eagle Pictures.

Da quando ha abbandonato la sua vita di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.

DCEU: 10 momenti dei film del franchise che non avverrebbero mai nel MCU

Da quando il DCEU è stato creato, la concorrenza con il MCU è sempre stata motivo di accese e importanti discussioni. Il franchise ha cercato continuamente di raggiungere gli stessi livelli del suo “avversario”, con scarsi risultati. Intanto, possiamo dire che il DCEU non è mai riuscito a farsi una vera e propria strada nel mondo della cinematografia dei fumetti, anche a causa delle varie turbolenze interne che lo hanno caratterizzato fino alla sua conclusione. Inoltre, tutti i registi che ne hanno fatto parte, hanno contribuito a renderlo nettamente diverso dal MCU, primo fra questi Zack Snyder.

Attenzione, ciò non significa che il Marvel Cinematic Universe abbia sempre presentato film degni di lode, ma in linea generale sono stati molto piacevoli e capaci di fidelizzare il pubblico. Lo stesso merito non ce l’ha invece il DCEU, il quale è stato spesso al centro di polemiche, derivanti soprattutto dall’aver preso nel tempo decisioni rischiose e portato alcuni dei suoi personaggi in direzioni controverse. Scopriamo perciò quali sono i principali momenti del DCEU che non sarebbero mai accaduti all’interno del MCU.

L’uccisione del Generale Zod

L'Uomo d'Acciaio

Quando nel 2013 uscì L’uomo d’acciaio sotto la regia di Zack Snyder, con Henry Cavill nei panni di Superman, i fan della DC poterono avere una storia un po’ più approfondita sulle origini del supereroe kryptoniano. Il focus era capire come l’umanità avrebbe reagito alla presenza di qualcuno con i superpoteri, settando in questo modo il tono del film, che si rivelò essere molto serio. Nessun momento della pellicola però si può equiparare alla scena riguardante la morte del Generale Zod, etichettata come la più controversa.

Ad un certo punto della narrazione, Superman si trova dinanzi ad una scelta: lasciare che Zod uccida una famiglia umana oppure ucciderlo. La decisione finale che prendere l’eroe è di uccidere lo zio, seppur questa mossa gli faccia infrangere la sua regola suprema: non uccidere nessuno. Passando al MCU, i superereoi Marvel non sono (ovviamente) estranei alle uccisioni dei loro nemici, ma avere un’assassinio riluttante e vederli andare contro una delle componenti più importanti della loro caratterizzazione è forse troppo oscuro per il MCU.

L’introduzione di Batman

batman v superman

Prima che il DCEU prendesse forma, abbiamo conosciuto Batman diversi, fra cui quello Michael Keaton tornato nei panni dell’eroe pipistrello in The Flash. Per quanto riguarda invece il Batman di questo filone, il compito di portarlo in scena è stato affidato a Ben Affleck, e di lui facciamo la conoscenza con il film Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016. Pur essendo un supereroe ben accolto, tutto questo non lo ha comunque escluso da alcune controversie. Intanto diciamo subito che il Batman di Affleck è molto fedele ai fumetti della DC, ed è anche una delle incarnazioni più violente del supereroe pipistrello in live-action.

La sua introduzione nelle vesti di Batman ne è un esempio. La sua prima apparizione è abbastanza inquietante: lo vediamo infatti alle spalle di un agente di polizia alle prime armi dopo aver brutalmente picchiato e marchiato a fuoco un trafficante di esseri umani. La scena è molto intensa e, anche se potrebbe essere adatta per un film horror, non la troveremmo in un film del MCU.

Batman e la regole del… non uccidere

Ben Affleck the flash

Lo abbiamo visto prima con Superman, ma anche Batman, proprio come lui, è mosso dalla stessa sua regola: non uccidere. Il supereroe però la infrange numerose volte all’interno di Batman v Superman: Dawn of Justice, e lo fa per dimostrare che è pericolosamente vicino a trasformarsi in un villain anche se, alla fine del film, torna ad essere l’eroe nobile di sempre. Per quanto riguarda i supereroi del MCU, la maggior parte di loro ha una grande inclinazione ad uccidere e raramente ha un effetto sulla loro caratterizzazione.

La riconciliazione di Batman e Superman

razzie-award-Batman-V-Superman--Dawn-Of-Justice

Il MCU e il DCEU condividono fra loro un film molto simile a livello di dinamiche: parliamo (ancora) di Batman v Superman: Dawn of Justice e Captain America: Civil War. Entrambi vedono ad un certo punto della storia i loro supereroi principali scontrarsi. Da una parte Batman contro Superman, dall’altra Capitan America contro Iron Man. Nel film del DCEU c’è però una scena abbastanza controversa: c’è un momento in cui Superman, visivamente indebolito, dice a Batman di “salvare Martha”, riferendosi a sua madre.

Inizialmente, Batman è confuso dalle sue parole, poiché anche sua madre, morta tempo addietro, aveva quel nome. È poi Lois Lane a risolvere la questione, dicendogli che Superman sta cercando di proteggere la propria madre. In quell’occasione, con quella rivelazione, Batman capisce che il supereroe non è un aspirante tiranno come pensava. Il MCU, però, ha gestito la rivalità dei suoi eroi e l’eventuale riaccendersi della loro amicizia in modo molto diverso.

La morte di Superman

Batman v Superman: Dawn of Justice

Continuiamo a parlare di Batman v Superman: Dawn of Justice poiché il film si porta sulle spalle un altro momento molto tragico: il sacrificio di Superman per sconfiggere Doomsday. Questa scelta farà poi sì che Wonder Woman e Batman formino la famosa Justice League, oltre a portare Steppenwolf a invadere la Terra pensando che non sia più protetta.

Anche nel MCU, precisamente in Avengers: Endgame, assistiamo all’orribile morte di due Avengers amatissimi, Iron Man e Black Widow, ma le loro morti sono gestite, anche in questo caso, in maniera differente. La dipartita di Superman aveva lo scopo di dare il via alla Justice League e all’invasione apokoliptiana, con l’inevitabile resurrezione di Superman. Al contrario, le morti di Iron Man e Black Widow sono permanenti e irreversibili, e rappresentano la tragica conclusione delle loro storie nel franchise e la fine della Saga dell’Infinito.

La disperazione di Cyborg

Cyborg-film-fumetti

Fra i personaggi del DCEU meglio sviluppati abbiamo Cyborg, interpretato da Ray Fisher, e la sua evoluzione è stata quella più percepita all’interno di Justice League di Zack Snyder, pur avendolo portato in luoghi che nessun eroe del MCU avrebbe mai raggiunto. Victor Stone è un ragazzo che subisce una serie di atroci traumi, fino a quando non lo dichiarano legalmente morto.

Da lì, però, il personaggio subisce una sostanziale trasformazione, venendo ricostruito con la tecnologia apokoliptiana. Dopo essersi isolato dal resto dell’umanità, Cyborg respinge anche l’invito di Wonder Woman che lo chiama per unirsi a loro e salvare il mondo. Alla fine, Stone si unisce alla Justice Legue ed è rappresentato come uno degli eroi più altruisti, che fa di tutto per salvare gli altri. Ma, il suo picco di disperazione, lo porta in un luogo molto più oscuro degli eroi del MCU.

La morte della Justice League

Justice-League-sequel

Un altro evento che accomuna il DCEU e il MCU è il viaggio nel tempo degli eroi, con l’obiettivo di salvare i propri compagni. Lo vediamo in Justice League per quanto riguarda il franchise della DC: all’inizio, la squadra non riesce a sconfiggere Steppenwolf e l’Unità li spazza via quasi all’istante. Flash, però, che può tornare indietro nel tempo, riesce ad annullare l’avvenimento, riportando in vita tutti i membri della Justice League che, alla fine, sconfiggono Steppenwolf.

Una cosa simile avviene in Avengers: Endgame, solo che in quel caso il MCU fa prima compiere il disastro a Thanos e, solo dopo, dividendo addirittura le dinamiche in due film, fa in modo che gli Avengers saltino nel passato per salvare coloro che sono stati annientati dallo suo schiocco di dita, invertendo così la catastrofe. In questo senso, il MCU fa sì che i supereroi sopravvivano al Titano, mentre nel caso della Justice League la loro sconfitta risulta ben peggiore, salvo poi essere annullata immediatamente.

Il cameo di Superman… senza testa

Shazam!

Passiamo ad un altro film del DCEU che, nel franchise, è quello dal tono più comico e leggero. Parliamo di Shazam!, uscito nel 2019 sotto la regia di David F. Sandberg. Il film si conclude con l’arrivo di Superman, il quale va a trovare Shazam e Freddy nel liceo, dimostrando ai bulletti della scuola che lui è davvero amico dei supereroi. La sua apparizione non è però completa: l’inquadratura, infatti, non mostra il volto del kryptoniano.

Le ragioni sono due: la prima è l’indisponibilità di Cavill, la seconda riguarda i problemi legati al suo ritorno nel DCEU. Anche il finale della prima stagione di Peacemaker e la trama di The Flash hanno dovuto affrontare la stessa situazione. Il MCU, al contrario, non ha mai dovuto confrontarsi con questo tipo di scomodità e non avrebbe avuto difficoltà con un cameo del genere.

Superman torna in Black Adam

Black Adam trailer

Dopo la versione di Zack Snyder del film Justice League, Henry Cavill ha rivestito i panni del supereroe kryptoniano in Black Adam, precisamente in una scena post-credits. Il suo ritorno era, in quel momento, estremamente importante, in quanto avrebbe determinato il futuro del DCEU.

Black Adam non è stato accolto nel migliore dei modi, con dei risultati al box office non proprio entusiasmanti, e alla fine invece di essere una ripresa per Cavill come Superman, con la promessa da parte del DCEU di rivederlo in futuro, la scena è diventata la sua ultima apparizione. La promessa non mantenuta non si sarebbe mai verificata all’interno del MCU, poiché il franchise evita di prendere un impegno così grosso se non sa di poterlo portare a termine.

Flash non può salvare Flashpoint

The Flash

L’ultimo film della DC, uscito all’inizio dell’estate, è stato The Flash. Nella pellicola stand-alone del supereroe scarlatto, Barry Allen si ritrova, ad un certo punto della storia, a creare l’universo di Flashpoint, nel quale il pubblico incontra nuovamente il tanto amato Batman di Michael Keaton. Il villain principale di The Flash è di nuovo il Generale Zod e verso la fine, per tentare di sconfiggerlo, Allen forma una Justice League improvvisata composta da lui, il suo doppelgänger di Flashpoint, il Batman di Michael Keaton e Supergirl.

In quella battaglia, Batman e Supergirl muoiono, e così Flash torna ripetutamente indietro nel tempo per impedire che questo avvenga. Alla fine, Barry si accorge che tornare nel passato, anche solo di pochi minuti, non funziona, ed è costretto ad assistere alla loro morte definitiva, rimuovendo in seguito l’ universo di Flashpoint. Sebbene il MCU non sia estraneo a narrazioni cupe, la battaglia non vinta è troppo oscura per il franchise della Marvel: questo dimostra, in conclusione, quanto il DCEU sia stato e sarà sempre diverso rispetto al MCU.

Ahsoka: Disney rivela i numeri della premiere

0
Ahsoka: Disney rivela i numeri della premiere

Dopo il debutto di Ahsoka (recensione) lo scorso 22 agosto, Disney+ ha annunciato che la nuova serie Star Wars di Lucasfilm è diventata ufficialmente il titolo più visto sullo streamer la scorsa settimana. Il primo episodio, “Master and Apprentice”, ha già ricevuto 14 milioni di visualizzazioni. In una dichiarazione, la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy ha condiviso la sua reazione al raggiungimento del pubblico di Ahsoka ringraziando tutti i fan che hanno supportato lo spettacolo.

Ahsoka è diventata una delle preferite dai fan tra persone di tutte le età ed è meraviglioso vederla continuare a risuonare tra gli spettatori nella sua serie da protagonista“, ha detto Kennedy. “Voglio riconoscere il fantastico lavoro svolto dal nostro team creativo, guidato da Dave Filoni e Jon Favreau, dall’incredibile cast guidato da Rosario Dawson e dalla nostra talentuosa troupe – e a nome del team e di tutta Lucasfilm, ringraziamo. a tutti i fan che sono stati con Ahsoka in ogni fase del suo viaggio e a tutti coloro che stanno imparando a conoscerla proprio adesso in Ahsoka su Disney+”.

Chi è il cast di Ahsoka?

Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson, Natasha Liu Bordizzo, Mary Elizabeth Winstead, Ray Stevenson, Ivanna Sakhno, Diana Lee Inosanto, David Tennant, Lars Mikkelsen ed Eman Esfandi. Gli episodi sono diretti da Dave Filoni, Steph Green, Peter Ramsey, Jennifer Getzinger, Geeta Vasant Patel and Rick Famuyiwa. Dave Filoni è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo insieme a Jon Favreau, Kathleen Kennedy, Colin Wilson e Carrie Beck. Karen Gilchrist è la co-produttrice esecutiva. Ambientata dopo la caduta dell’Impero, Star Wars: Ahsoka segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia nascente in una galassia ormai vulnerabile.

Inoltre, secondo quanto riferito, anche Temuera Morrison si è unita alla serie per interpretare la versione live-action del Capitano Rex. Si prevede che anche Hayden Christensen ritorni nei panni di Anakin Skywalker, il maestro Jedi di Ahsoka Tano nella serie The Clone Wars.

Ahsoka è scritto e prodotto da Dave Filoni, meglio conosciuto per il suo lavoro sugli spettacoli animati di Star Wars preferiti dai fan, The Clone Wars e Rebels. Ambientata nella stessa sequenza temporale di The Mandalorian, la serie ruota attorno alla ricerca Jedi attraverso la galassia mentre indaga su una minaccia emergente in seguito alla caduta dell’Impero.

Resurrection: il sequel de La Passione di Cristo ha una data di inizio della produzione

0

Secondo World of Reel, la produzione del sequel di La Passione di Cristo di Mel Gibson,, intitolato Resurrection, a lungo in sviluppo, dovrebbe iniziare il prossimo anno la lavorazione. Secondo il sito precisamente a gennaio e avverrà  dopo quasi due decenni dall’uscita nelle sale del primo capitolo.

Resurrection sarà ancora una volta diretto da Mel Gibson. Si prevede che il sequel vedrà Jim Caviezel riprendere il ruolo di Gesù, la cui miracolosa resurrezione sarà al centro del prossimo capitolo. Il regista premio Oscar Mel Gibson ha recentemente parlato del progetto, scherzando sul fatto di aver co-scritto due diverse sceneggiature. Ha descritto una di queste sceneggiature come “un viaggio acido” che porterà il pubblico in “altri regni”. Al momento non è chiaro quale delle due sceneggiature Gibson sceglierà.

La Passione di Cristo raffigurava gli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo e la sua crocifissione. Oltre a Caviezel, ha interpretato Maia Morgenstern nel ruolo di Maria, Monica Bellucci nel ruolo di Maria Maddalena, Francesco De Vito nel ruolo di Pietro, Luca Lionello nel ruolo di Giuda e altri ancora. Il film ha incassato 612 milioni di dollari con un budget di 30 milioni di dollari, diventando un enorme successo finanziario. L’accoglienza della critica è stata mista, con i critici divisi sulla brutale rappresentazione della crocifissione e alcuni che hanno accusato il film di essere antisemita.

Nina dei lupi gratis al cinema con Cinefilos.it dal 31 agosto al 3 settembre

0

Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, NINA DEI LUPI, presentato alle Giornate degli Autori 2023 e diretto da Antonio Pisu, con Sergio Rubini, Sara Ciocca, Sandra Ceccarelli, Cesare Bocci, Davide Silvestri, in uscita il 31 agosto distribuito in Italia da Genoma Films.

Ecco le città in cui sarà possibile partecipare alle anteprime:

ROMA 
 
CINEMA GIULIO CESARE
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
CINEMA EURCINE
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
FIRENZE
 
CINEMA FLORA
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
BOLOGNA
 
CINEMA ROMA
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti

I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo dal 31 agosto al 3 settembre e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected]in cui andranno specificati il giorno in cui si intende utilizzare i biglietti e un secondo giorno alternativo nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di posto.

I biglietti dovranno essere richiesti improrogabilmente entro e non oltre il 31 agosto e non saranno prese in considerazioni eventuali richieste formulate successivamente alla suddetta data. L’oggetto della e-mail deve contenere il titolo del film.

NB: riceveranno risposta solo gli assegnatari dei biglietti.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità.

Guarda il trailer di Nina dei Lupi

The Equalizer 3 – Senza Tregua, da oggi al cinema

The Equalizer 3 – Senza Tregua, da oggi al cinema

Arriva oggi in sala The Equalizer 3 – Senza Tregua, il terzo e ultimo capitolo della trilogia di Robert McCall, interpretato da Denzel Washington e diretto ancora una volta da Antoine Fuqua.

La trama

Da quando ha abbandonato la sua vita di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.

Leggi la recensione di The Equalizer 3 – Senza Tregua

Venezia 80: arrivano le prime star al lido

Venezia 80: arrivano le prime star al lido

Manca ormai poco all’inizio della 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e al lido arrivano i primi divi, tutti italiani dato che il film d’apertura sarà Il Comandante. E ad arrivare sono proprio gli interpreti del film Edoardo De Angelis, Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi e Silvia D’Amico.

La 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera; si terrà al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre 2023. La Mostra è riconosciuta ufficialmente dalla FIAPF (Federazione Internazionale delle Associazioni di Produttori Cinematografici). La Mostra si propone di favorire la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, spettacolo e industria, in uno spirito di libertà e di dialogo. Una sezione è dedicata alla valorizzazione di operazioni di restauro di film classici per contribuire a una migliore conoscenza della storia del cinema.

Il film è una produzione Indigo Film con Rai Cinema, O’Groove, Tramp LTD, VGroove e Wise. Prodotto da Pierpaolo Verga, Nicola Giuliano, Attilio De Razza, Edoardo De Angelis in collaborazione con Marina Militare, Cinecittà e Fincantieri in coproduzione con Beside Productions Film realizzato con il supporto del Programma Europa Creativa – MEDIA dell’Unione Europea e della Direzione Generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura con il contributo allo sviluppo della Regione Campania Agenzia Turistica Regionale Puglia Promozione con la collaborazione dell’Apulia Film Commission Distribuito da 01 Distribution.

La trama di Il comandante

Durante la Seconda Guerra Mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina alla sua maniera: prua rinforzata in acciaio per improbabili speronamenti, colpi di cannone sparati in emersione per affrontare faccia a faccia il nemico e un equipaggio armato di pugnale per impossibili corpo a corpo. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano. Scoppia una una breve ma violenta battaglia nella quale il Comandante Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone.

Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo sarà costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini. Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, il Comandante Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

Festival di Venezia 2023: le foto della madrina Caterina Murino

Festival di Venezia 2023: le foto della madrina Caterina Murino

Pre-apertura dell’80esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e come ogni pre-apertura i primi arrivi sono quelli del Direttore della mostra, Alberto Barbera e della madrina di questa edizione, l’attrice italiana Caterina Murino.

La 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera; si terrà al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre 2023. La Mostra è riconosciuta ufficialmente dalla FIAPF (Federazione Internazionale delle Associazioni di Produttori Cinematografici).

La Mostra si propone di favorire la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, spettacolo e industria, in uno spirito di libertà e di dialogo. Una sezione è dedicata alla valorizzazione di operazioni di restauro di film classici per contribuire a una migliore conoscenza della storia del cinema.

Joika – A un passo dal sogno: trailer del film con Diane Kruger

0
Joika – A un passo dal sogno: trailer del film con Diane Kruger

Eagle Pictures ha diffuso il trailer di Joika – A un passo dal sogno, il film scritto e diretto da James Napier Robertson, con Diane Kruger e Talia Ryder al cinema dal 20 ottobre.

La trama di Joika – A un passo dal sogno

Dopo essere stata ammessa nell’Accademia di Balletto del Bolshoi, la quindicenne Joy Womack, una promettente e talentuosa ballerina si trasferisce dal Texas a Mosca con l’ambizioso obiettivo diventare la prima ballerina della prestigiosa Compagnia del Bolshoi.
Joy si allena sotto la guida della leggendaria insegnante Tatiyana Volkova in un contesto dove la competizione è estrema e feroce e la stessa Volkova esige un impegno immenso dai suoi studenti.

Joy compie sacrifici sempre più estremi per non arrendersi: una radicale perdita di peso, una routine di allenamento ossessiva e un matrimonio di convenienza con un uomo russo  per ottenere il visto di ammissione al Bolshoi. Dopo essere stata ripudiata dalla sua famiglia americana, Joy riesce a diplomarsi all’Accademia del Bolshoi, Ma per  raggiungere il suo sogno e diventare prima ballerina, dovrà sacrificare molto di più di quanto possa immaginare.

Tartarughe Ninja: Caos mutante, recensione del film d’animazione

Tartarughe Ninja: Caos mutante, recensione del film d’animazione

Il 30 agosto esce al cinema un nuovo capitolo sulle quattro tartarughe sempre pronte sempre all’erta”, come recitava la sigla cantata alla fine degli anni ’80 da Gian Paolo Daldello.

Tartarughe Ninja: Caos mutante, con la regia di Jeff Rowe e Kyler Spears, è prodotto da Nickelodeon, com’era stato per le ultime due pellicole uscite nel 2014 e 2016, ma questa volta non si tratta più di un live action con l’uso di tute per la motion capture della riproduzione degli anfibi più umanoidi che si siano conosciuti, bensì di un film di animazione vero e proprio.

I primi lungometraggi sulle ninja turtles erano usciti poco dopo la nascita dei fumetti originali, che erano stati pensati, creati e disegnati dagli statunitensi Kevin Eastman e Peter Laird. Nel 1984 i due avevano autofinanziato e fatto sorgere dal nulla una casa editrice propria, la Mirage Studios, per portare su carta il progetto di quattro supereroi molto poco convenzionali e che, anzi, irridevano noti personaggi più o meno volanti e mantellati, che in quegli anni avevano conosciuto una nuova ondata di fama e distribuzione.

Così nel 1990 esce in sala Tartarughe Ninja alla riscossa diretto da Steve Barron, con lo stesso titolo della serie animata andata in onda tre anni prima, e a questo fanno seguito due ulteriori capitoli che arrivano in sala nel giro di altri tre anni: il secondo diretto da Michael Pressman e il terzo da Stuart Gillard. L’accoglienza è tra le più entusiaste di quell’anno e il primo film incassa grandi numeri. Allora la fattura delle tartarughe era stata fatta – si fa per dire – in carne ed ossa: tutta la fisicità dei corpi era infatti stata materialmente modellata in lattice di gomma, con quel tipico effetto nostalgico delle creature fantastiche dei prodotti di quell’epoca.

Tartarughe Ninja: Caos mutante, un nuovo punto di vista

Tartarughe Ninja: Caos mutanteTartarughe Ninja: Caos mutante è lontano da tutto questo. Lontano dalla April O’Neill della prima decade degli anni 2000 vestita dagli esplosivi panni di Megan Fox, lontana dalle atmosfere un po’ cupe e umide dei mostri degli anni ’80. I mutanti stavolta sono disegnati dal team artistico che ha lavorato a Spider-Man: Across the Spider-Verse e hanno una grafica dai colori squillanti e le linee imprecise, nelle quali c’è il richiamo e l’evocazione di schizzi di matita, e la dinamicità dei movimenti ricollega immediatamente al fumetto su carta, facendo calare subito lo spettatore tra le pagine di un’avventura per preadolescenti. Come dichiarato da uno dei due registi, Jeff Rowe, l’ispirazione per il contesto è stata una via di mezzo tra Stand by me di Rob Reiner del ’89 e Lady Bird del 2017 di Greta Gerwig e, da quel punto di vista, c’è ancora una certa tonalità degli anni ’80: ma quella più trasognata da camerette al secondo piano e amici con cui condividere le sfighe, che tanto è stata ripresa e riproposta da tutto il mondo dell’audiovisivo dell’ultimo periodo.

Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo vorrebbero solo essere dei ragazzi normali, andare al liceo. Così come April O’Neill che è un’adolescente bullizzata per una reazione emotiva incontrollata avuta mentre cercava di coronare il suo sogno, aspira a farsi rispettare dai suoi compagni. E anche i cattivi, in ultima analisi, soffrono perché non sono accettati da nessuno e, anche loro, desidererebbero solo essere amati.

Non c’è un solo personaggio di Tartarughe Ninja: Caos mutante che sia esente dall’esposizione del proprio mondo emotivo, persino il vecchio Splinter che cerca al meglio di fare il padre adottivo. In tutto ciò, però, è ben presente la scrittura di Seth Rogen con quella buona e adorabile dose di spasso surreale che non manca mai e che arricchisce le battute dei protagonisti di citazioni a non finire. È dunque molto piacevole, questo nuovo capitolo delle ninja turtles. Riesce a regalare qualcosa di nuovo in maniera intelligente. E tenera.

The Killer: trailer del film di David Fincher con Michael Fassbender

0

Ecco il teaser trailer di The Killer, il nuovo film di David Fincher con protagonista Michael Fassbender e che sarà presentato in Concorso alla prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 80. Scritto da Andrew Kevin Walker e diretto da Fincher, il film è basato sulla graphic novel  “The Killer” scritta da Alexis Nolent (a.k.a Matz) e illustrata da Luc Jacamon, originariamente pubblicata in francese da Editions Casterman e vede protagonisti Michael Fassbender, Charles Parnell, Arliss Howard, Sophie Charlotte e Tilda Swinton.

Dopo un tragico incarico quasi fallito un assassino affronta i suoi mandanti e se stesso in una caccia all’uomo internazionale che crede non sia affatto personale. The Killer sarà a ottobre nei cinema italiani e dal 10 novembre su Netflix.

The Equalizer 3 – Senza tregua: recensione del film con Denzel Washington

Quando si parla di popolari giustizieri e assassini del cinema, il primo nome che viene oggi in mente è probabile sia quello di John Wick, interpretato da Keanu Reeves. C’è però un altro personaggio che da nove anni a questa parte si è guadagnato una certa reputazione a riguardo, ovvero il Robert McCall interpretato da Denzel Washington nella trilogia di The Equalizer. Dopo i primi due sorprendenti film diretti da Antoine Fuqua (anche regista di Southpaw, I magnifici 7 ed Emancipation), arriva ora in sala il capitolo conclusivo, dal titolo The Equalizer 3 – Senza tregua.

Ed è proprio una tregua quella che invece McCall va ricercando, dopo anni di sofferenze e violenza inaudita. Ritroviamo infatti il personaggio in trasferta in Italia, in Sicilia, dove è impegnato in una nuova missione che, chissà, potrebbe essere anche l’ultima. Il letale protagonista sembra infatti stanco della vita condotta fino a quel momento, stanco di piangere i suoi cari e soprattutto stanco della violenza che puntualmente si ripresenta davanti ai suoi occhi. Il Sud Italia si rivela dunque un buon posto dove sparire, ritirarsi nell’anonimato e vivere in pace. Naturalmente, sarà una vita che dovrà conquistarsi con sangue e fatica.

The Equalizer 3 – Senza tregua, un capitolo sommesso

Come confermato da Washington e Fuqua, The Equalizer 3 – Senza tregua è il film conclusivo sulle vicende di McCall (anche se si parla già di prequel e spin-off) e in effetti l’intero lungometraggio ha un tono decisamente quieto, sommesso, quasi crepuscolare. Nei vicoli di Atrani, in provincia di Salerno, il protagonista va dunque riscoprendo i piaceri della vita, da una buona tazza di tè presa in un bar che affaccia sulla piazza principale sino alle passeggiate al porto, dalle visite ai monumenti storici fino alle chiacchiere con i suoi nuovi amici italiani.

Fuqua e lo sceneggiatore Richard Wenk seguono dunque McCall in queste sue pacifiche escursioni, adeguando il ritmo del film a quello del passo inizialmente zoppicante del personaggio, rimasto ferito nel corso della sua ultima missione. Si assiste dunque ad un diradarsi di eventi “d’impatto”, quelli che nei precedenti film permettevano di costruire intrecci narrativi particolarmente densi e complessi. Con The Equalizer 3 – Senza tregua ci si scontra invece con una semplificazione delle vicende di McCall, proprio in quanto è lui a ricercare una vita più semplice.

Ciò che fa di questo nuovo film un’opera d’azione atipica, dove le esplosioni di violenza ci sono ma sono meno frequenti e meno d’impatto, dove l’attesa di tali momenti è di gran lunga più sottoposta alle attenzioni del regista rispetto all’azione vera e propria. Se si riesce ad entrare in questo mood, The Equalizer 3 – Senza tregua risulta ad ogni modo un film particolarmente godibile, pur al netto dei soliti stereotipi con cui gli statunitensi immaginano gli italiani (non che ci sia qualcosa di particolarmente falso in essi). Di certo, però, il film potrebbe facilmente scontentare i fan dei ritmi forsennati.

The-Equalizer-3-Denzel-Washington

Un film che non riesce ad essere incisivo

Il problema di The Equalizer 3 – Senza tregua non è però questo suo ritmo più pacato né l’assenza di numerose scene d’azione, bensì il non proporre una messa in scena votata all’intrattenimento visivo. Nei primi due film della serie, Fuqua è riuscito a rendere epici anche i momenti apparentemente più banali o complessi da far risultare tali. Così, anche se non vi sono combattimenti in scena, si rimane comunque attratti da ciò che si vede, provando un crescente senso di trasporto verso poi gli epici scontri finali.

E le sequenze conclusive dei precedenti lungometraggi, ambientate rispettivamente in un grande magazzino e in una cittadina evacuata per via di un incombente uragano, erano davvero spettacolari. Si traeva in quei casi il meglio che quelle ambientazioni avevano da offrire, dando vita ad gioco del gatto e del topo davvero coinvolgente. Una conclusione di questo tipo è invece ciò che manca a questo terzo film, che si risolve in modo piuttosto semplice e sbrigativo. Un peccato, considerando le opportunità che in tal senso poteva dare il paesino dove si svolge il tutto.

Complice di ciò è anche l’assenza di un antagonista temibile quanto lo sono stati quelli dei precedenti film. Nel tirare in ballo la camorra, regista e sceneggiatore non riescono a renderla una presenza davvero minacciosa, che avrebbe dovuto porre McCall ancor più in difficoltà delle precedenti volte. Non si ha invece quasi mai questa situazione di pericolo, ed è questo un altro dei punti deboli del film. Certo, non mancano momenti degni della saga e McCall si afferma nuovamente come un personaggio ricco di fascino, ma la sensazione ultima è che questa “conclusione” sia più sotto tono del dovuto.

Harry Potter: Bonnie Wright è delusa di come è stata mostrata Ginny nei film

0

Bonnie Wright, interprete di Ginny Weasley nella saga di Harry Potter, ha commentato le lamentele nei confronti della saga che ha interpretato per 10 anni e dei suoi sentimenti di delusione per il modo in cui è stato trattato il personaggio. Basato sugli amati romanzi di J.K. Rowling, il primo film di Harry Potter è uscito nel 2001, generando sei sequel. Wright è stata presentata come Ginny, la sorella di Ron, nel primo film.

Ora, in una recente intervista con Michael Rosenbaum sul suo podcast Inside of You, Wright parla di cosa prova per Ginny in Harry Potter, ormai più di un decennio dopo l’uscita dell’ultimo film. Generalmente, si ritiene che Ginny sia stata sottovalutata nei film e Wright rivela di condividere alcuni di questi stessi sentimenti:

“Sento decisamente che ci fosse ansia nell’esibirsi e nel fare la cosa migliore, per come il mio personaggio era costruito, per esempio. Del tipo: “Oh cavolo, renderò giustizia a questo personaggio che la gente ama?” Quindi è sempre stato difficile da fare, soprattutto quando, inevitabilmente, molte scene di ogni personaggio venivano tagliate dal libro al film. Quindi non avevi molto da mostrare.

“A volte è stato un po’ deludente perché c’erano parti del personaggio che semplicemente non riuscivano ad emergere perché non c’erano le scene per farlo. Questo mi ha fatto sentire un po’ ansiosa o semplicemente frustrata, immagino.

“Non c’era spazio per grandi cambiamenti in quelle sceneggiature. C’erano un milione di dirigenti che le esaminavano tutte. Penso che quello che forse ho preso, cosa che non mi sta più a cuore adesso, è che ho sentito che forse la mia ansia riguardava il fatto che poteva sembrare che la responsabilità di una brutta rappresentazione del personaggio fosse mia, piuttosto che di quei tagli, in seguito mi sono resa conto che non mi era stata data davvero l’opportunità di farlo. Quindi non è stata proprio colpa mia, esattamente.

“E quando i fan condividono quella delusione e lo fanno in un modo del tipo: ‘Sappiamo che non sei stato tu. Volevamo solo vedere di più da te’. E questo vale allo stesso per ogni personaggio. Se solo i film potessero durare 5 ore”.

Per fortuna di tutti i personaggi della Saga di Harry Potter, con le prossime serie tv in produzione alla Warner Bros, ci sarà effettivamente spazio per tutti i personaggi, e allora in bocca al lupo alla nuova interprete di Ginny Weasley.

I Marvel Studios promettono di spiegare finalmente ogni dettaglio della timeline del MCU dopo 15 anni

0

La cronologia del Marvel Cinematic Universe sarà finalmente delineata in tutti i dettagli, 15 anni dopo l’inizio del franchise con Iron Man (2008). Data la natura di ampia portata dell’MCU, la sequenza temporale è uno degli elementi più contorti nei moderni franchise di Hollywood. Probabilmente solo Star Wars rivaleggia con l’MCU per quanto riguarda una linea temporale espansiva, sebbene per il franchise “cugino” dei Marvel Studios sotto l’ombrello Disney sia già stato stilato un romanzo che esplora ampiamente in che modo ogni fatto si incastra e quando si svolge ogni singola storia, evento e momento.

Ora, i Marvel Studios promettono lo stesso con l’uscita di Marvel Studios The Marvel Cinematic Universe: An Official Timeline, come pubblicizzato sull’account Twitter di Marvel Entertainment (qui). Il post è stato pubblicato annunciando che il libro è disponibile per il preordine con una data di uscita ufficiale fissata al 24 ottobre 2023 per l’uscita. Per fortuna il romanzo esplorerà ogni singolo elemento della sequenza temporale del franchise e stabilirà l’ordine delle storie Marvel, tutti e 32 film, insieme alle varie presentazioni speciali dei Marvel Studios e alle nove serie TV Disney+ uscite finora, escludendo Io sono Groot.

Per quanto riguarda il motivo per cui l’MCU ha bisogno di una sequenza temporale definitiva ufficialmente vergata, la risposta arriva dalle dimensioni tentacolari dell’universo e dai vari salti temporali di diversi film. Prima di Avengers: Endgame, era abbastanza semplice stabilire quando fosse ambientato ogni film del MCU, con la regola pratica comune che l’anno di uscita dei rispettivi film era spesso quello in cui ognuno di essi si svolgeva nell’universo. Tuttavia, Avengers: Endgame prevedeva un salto temporale di cinque anni nel futuro, mettendo in crisi quel parametro abbastanza facile per orientarsi nel mondo MCU.

Inoltre, l’espansione dell’MCU nel mondo della TV ha aggiunto ulteriori complessità alla sequenza temporale del franchise. Le fasi 4 e 5 sono state molto meno interconnesse rispetto ai progetti dell’Infinity Saga, lasciando molti a chiedersi quando ciascun progetto si svolge. Pertanto, le aggiunte Disney+ hanno interrotto la sequenza temporale dell’MCU espandendo il franchise in modo significativo con poca o nessuna conferma da parte dei Marvel Studios sul posizionamento di ciascuna storia. Con Marvel Studios The Marvel Cinematic Universe: An Official Timeline, questo importante problema post-Endgame sarà finalmente risolto con una timeline MCU definitiva e arricchita che allevierà la confusione dell’universo Marvel in continua espansione.

Gli artisti dei VFX Disney hanno votato per la sindacalizzazione

0
Gli artisti dei VFX Disney hanno votato per la sindacalizzazione

A seguito delle accuse di maltrattamenti e superlavoro diffuse in tutto il settore, i lavoratori ai VFX della Disney hanno votato per la sindacalizzazione. I lavoratori degli effetti visivi dei Marvel Studios, filiale dei Walt Disney Studios, hanno votato a favore della sindacalizzazione all’inizio di questo mese.

Lo studio, che produce film e programmi TV del Marvel Cinematic Universe, è stato accusato dai suoi dipendenti di maltrattamenti. Si prevedeva che il loro passaggio alla sindacalizzazione avrebbe creato un precedente in grado di cambiare il settore, e gli effetti a catena si stanno già vedendo.

Poche settimane dopo che i Marvel VFX Workers hanno votato per la sindacalizzazione, le troupe degli effetti visivi della Walt Disney hanno seguito l’esempio. Secondo Variety, i lavoratori della Disney VFX hanno compiuto un passo significativo verso la sindacalizzazione richiedendo un’elezione attraverso il National Labor Relations Board (NLRB). Oltre l’80% dei 18 membri della squadra VFX impiegati direttamente dalla Walt Disney Pictures hanno presentato i documenti di autorizzazione indicanti la loro intenzione di formare un sindacato. Mark Patch, organizzatore IATSE VFX, e Matthew D. Loeb, presidente internazionale dello IATSE, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Patch: Oggi, i coraggiosi lavoratori degli effetti visivi della Walt Disney Pictures hanno superato la paura e il silenzio che hanno impedito alla nostra comunità di avere voce in capitolo per decenni. Con una stragrande maggioranza di queste troupe che chiedono la fine del “modo in cui gli effetti visivi sono sempre stati”, questo è un chiaro segno che la nostra campagna non riguarda uno studio o una società. Riguarda i lavoratori VFX di tutto il settore che utilizzano gli strumenti a nostra disposizione per elevarci e creare un percorso migliore da seguire.

Loeb: La determinazione di questi lavoratori degli effetti visivi non è solo encomiabile, è rivoluzionaria. La loro azione collettiva contro lo status quo rappresenta un cambiamento epocale in questo momento critico per il nostro settore. Il coro di voci che chiedono un cambiamento non ha precedenti e dimostra che il nostro movimento unito non riguarda una sola azienda, ma crea un precedente di dignità, rispetto ed equità per tutti.

Da quando gli effetti visivi sono stati introdotti dai film di Star Wars negli anni ’70 e ’80, il settore non è mai stato unificato sotto un sindacato. Questo fino a quando i lavoratori della Marvel VFX hanno votato per la sindacalizzazione all’inizio di questo mese, segnando una prima volta a Hollywood che avrebbe dovuto creare un precedente rivoluzionario per il settore. Lo studio di proprietà della Disney è stato criticato da molti lavoratori VFX che hanno parlato delle pessime condizioni di lavoro della Marvel, inclusi compensi ingiusti e il carico di lavoro eccessivo, allo scopo di rispettare scadenze impossibili.

La Disney non ha la stessa reputazione di maltrattare i lavoratori degli effetti visivi, sebbene abbiano contribuito a creare film da miliardi di dollari – come La bella e la bestia, Aladin e Il re leone – da cui lo studio ha tratto enormi profitti. Come parte dei loro sforzi per sindacalizzare, i lavoratori della Disney VFX stanno avanzando richieste ragionevoli, che includono un equo compenso per tutte le ore lavorate, un’adeguata assistenza sanitaria e benefici pensionistici. Queste richieste fanno eco alle crescenti richieste di miglioramenti nel settore degli effetti visivi.

Il voto dei lavoratori della Disney VFX per la sindacalizzazione arriva anche mentre i sindacati degli sceneggiatori e degli attori, WGA e SAG-AFTRA, continuano a scioperare lottando per una retribuzione giusta e migliori condizioni di lavoro.

Zendaya: ecco che ruolo vorrebbe interpretare

0
Zendaya: ecco che ruolo vorrebbe interpretare

Sebbene Zendaya sia principalmente conosciuta per aver interpretato figure positive anche se a volte turbolente, l’attrice ha raccontato che sarebbe interessata a interpretare un villain.

Diventata famosa per la prima volta nel 2010 grazie al ruolo di Rocky Blue in Shake It Up su Disney Channel, Zendaya è ora una delle figure più importanti di Hollywood, e ha all’attivo già la conquista di due Emmy Awards e un Golden Globe per la sua interpretazione in Euphoria.

In un’intervista con Elle (tramite Variety) condotta prima dello sciopero SAG-AFTRA in vista della promozione, poi saltata, di Challengers, Zendaya ha risposto a una serie di domande relative alla sua carriera. Quando le è stato chiesto di descrivere un ruolo che le piacerebbe interpretare, ha risposto: “Mi piacerebbe interpretare una sorta di cattivo. Attingere alle vibrazioni malvagie e da super cattivo. Qualunque cosa che si manifesti come tale, non penso necessariamente a un personaggio da film di supereroi, intendo solo in senso emotivo. Sento che di solito interpreto la brava ragazza, quindi mi piacerebbe interpretare il cattivo.”

Challengers, la trama

Dal visionario regista Luca Guadagnino arriva Challengers, con protagonista Zendaya nel ruolo di Tashi Duncan, un’ex prodigio del tennis diventata allenatrice: una forza della natura che non ammette errori, sia dentro che fuori dal campo. Sposata con un fuoriclasse reduce da una serie di sconfitte (Mike Faist – West Side Story), la strategia di Tashi per la redenzione del marito prende una piega sorprendente quando quest’ultimo deve affrontare sul campo l’oramai rovinato Patrick (Josh O’ConnorThe Crown), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi. Mentre il loro passato e il loro presente si scontrano e la tensione sale, Tashi dovrà chiedersi quale è il prezzo della vittoria.

The Idol: HBO cancella la serie dopo una sola stagione

0
The Idol: HBO cancella la serie dopo una sola stagione

The Idol di Sam Levinson non tornerà per la seconda stagione su HBO. Andato in onda per cinque domeniche a partire da giugno, The Idol aveva come protagonisti Lily-Rose Depp e The Weeknd, e seguiva una pop star tormentata mentre si preparava per un tour mondiale e si imbatteva nel misterioso leader di una setta. Anche prima della sua presentazione in anteprima a Cannes, The Idol è stato oggetto di numerose critiche e controversie riguardanti sia la sua creazione che la storia che raccontava.

Ora, secondo The Hollywood Reporter, la stagione 2 di The Idol non avrà luogo perché la HBO ha cancellato il progetto. Le fonti affermano che il destino della serie era in discussione fino a poco tempo fa e che, sebbene non esistessero piani definitivi per continuare la storia, Levinson aveva delle opzioni. HBO ha dichiarato in un comunicato:

“The Idol è stato uno dei programmi originali più provocatori della HBO e siamo soddisfatti della forte risposta del pubblico. Dopo molte riflessioni e considerazioni, la HBO, così come i creatori e i produttori, hanno deciso di non andare avanti con una seconda stagione. Siamo grati ai creatori, al cast e alla troupe per il loro incredibile lavoro”.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità