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I concept art dei sequel di Avatar offrono un primo sguardo ai biomi artici, desertici e vulcanici

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È confermato che gli imminenti sequel di Avatar porteranno il franchise in alcuni nuovi ed entusiasmanti biomi di Pandora, e dei concept art appena condivisi forniscono una prima occhiata agli ambienti artici, desertici e vulcanici. 13 anni dopo il film originale, Avatar: La via dell’acqua ci ha infatti portato dalla vegetazione di Pandora ad un ambiente acquatico, mostrando nuovi volti del meraviglioso pianeta ideato da James Cameron. Il successo del film ha poi consolidando i piani per i tre sequel aggiuntivi già annunciati. Rimangono molte domande sulle trame dei sequel, ma Cameron ha rivelato nelle ultime settimane che ci saranno ulteriori esplorazioni di diverse regioni di Pandora.

Alcuni nuovi concept art difussi, infatti, forniscono i primi sguardi a tre principali biomi che verranno esplorati nei prossimi sequel, tra cui artico, deserto e vulcanico. Mentre Avatar 3 è confermato presenterà un clan vulcanico di Na’vi chiamato ad ora semplicemente Popolo della Cenere, che sarà anche il primo gruppo di Na’vi cattivi, è meno chiaro quando il pubblico vedrà la famiglia Sully visitare il deserto di Pandora o le regioni artiche. Ma con tre film in arrivo, ci sarà senza dubbio tempo e modo di esplorare tutto ciò.

Con ogni successivo sequel di Avatar che prevede dunque anche l’introduzione di nuovi clan e nuovi ambienti, non è nemmeno chiaro cosa ne sarà dei clan che sono già stati introdotti. Poiché il Popolo della Cenere di Avatar 3 fungerà da antagonista secondario nel prossimo sequel, l’introduzione di ulteriori clan nei film successivi significa che la famiglia Sully potrebbe potenzialmente finire con una serie di nuovi nemici oltre a nuovi alleati. Resta da vedere come le regioni vulcaniche, desertiche e artiche di Pandora influenzeranno la storia dei sequel di Avatar, ma è chiaro che l’epico franchise di Cameron è ancora tutto da scoprire.

https://twitter.com/discoverpandor4/status/1640574228557893633?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1640574228557893633%7Ctwgr%5E1cb2360810ee27848d3619f6faea8f9af5131488%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Favatar-sequels-concept-art-pandora-volcano-desert-arctic%2F

Fonte: ScreenRant

Junk – Armadi Pieni, la docuserie in sei parti in arirvo su SKY

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Junk – Armadi Pieni, la docuserie in sei parti in arirvo su SKY

Qual è il costo reale del nostro guardaroba? Quale impatto hanno sul pianeta e sulla vita delle persone i vestiti che, con sempre più facilità, decidiamo di acquistare? Lo racconta Junk – Armadi Pieni, una docu-serie in sei puntate che apre a una riflessione sui costi sociali ed ambientali dell’eccessivo consumo di abbigliamento, disponibile da martedì 4 aprile con le prime due puntate sul canale YouTube di Sky Italia, on demand su Sky e su NOW. A partire da sabato 8 aprile la docu-serie sarà proposta anche su Sky TG24.

Co-prodotta da Will Media e Sky, Junk – Armadi Pieni accende un faro sugli effetti di questo fenomeno, mostrando le storie e le immagini delle persone e degli ecosistemi che ne subiscono direttamente l’impatto negativo. Host e co-autore è Matteo Ward, imprenditore, divulgatore e attivista, che ha curato la ricerca dei contenuti scientifici della docu-serie, scritta e diretta da Olmo Parenti e Matteo Keffer di A Thing By.

Ogni puntata di Junk – Armadi Pieni è girata in un Paese diverso e approfondisce un diverso effetto del sovraconsumo di vestiti: in Cile e Ghana, le discariche tessili del mondo, viene affrontato il tema degli scarti di indumenti. In Indonesia si scopre come la produzione di fibre artificiali stia annientando la biodiversità del Paese. In Bangladesh viene mostrato cosa è cambiato – e cosa no – a distanza di dieci anni dal crollo dello stabilimento tessile di Rana Plaza, il più grande incidente avvenuto in una fabbrica tessile, con oltre 1100 vittime. Il viaggio prosegue poi in India, per scoprire come una richiesta sempre maggiore abbia stravolto millenni di cultura della coltivazione del cotone nel Paese. L’ultima tappa è l’Italia, per raccontare i problemi che abbiamo anche a casa nostra, che però a volte sono meno visibili di altri.

Junk – Armadi Pieni si pone quindi l’obiettivo di sensibilizzare quante più persone possibile su questo fenomeno e guidarle nella sua comprensione, per stimolare in primis a vivere la moda in modo più sostenibile. Non solo un progetto per generare consapevolezza, ma anche un racconto per restituire a tutti noi la certezza che cambiare le cose è ancora possibile e che tutti possiamo giocare un ruolo in questa partita.

Questa nuova docu-serie fa parte della partnership che vede Will e Sky collaborare assieme alla creazione di nuovi contenuti digitali per raccontare i principali trend di cambiamento, dalla cultura all’ambiente, e segue il videopodcast Show Off, condotto da Francesco Oggiano e Giulia Valentina, che racconta l’evoluzione del mondo “media & entertainment“. Will e Sky avevano già collaborato perWhat’s Next, l’approfondimento curato da Will Media, in onda su Sky TG24 e sui canali social della testata, che affronta l’attualità con un linguaggio chiaro, semplice e accessibile al pubblico più giovane e il podcast sui mestieri del mondo del cinema, Retro Scena, uscito a fine dicembre e curato da Chora Media, società che con Will ha dato vita al polo italiano dell’informazione nativa digitale.

 

The Movie Critic: il film di Quentin Tarantino, ambientato nel 1977, non racconterà di Pauline Kael

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Solo un paio di giorni dopo il suo sessantesimo compleanno, il leggendario regista Quentin Tarantino lo ha reso ufficiale: il suo prossimo lungometraggio si intitola The Movie Critic e le riprese inizieranno questo autunno a Los Angeles. Tuttavia, il regista e lo sceneggiatore hanno messo a tacere le voci secondo cui il film sarebbe incentrato sulla famosa critica cinematografica Pauline Kael. Le informazioni sono state fornite dallo stesso Tarantino durante un evento di domande e risposte al Grand Rex Theatre di Parigi, in Francia. Il film, come confermato da Tarantino, sarà però ambientato nel 1977, un periodo che ha fatto una grande differenza nella storia del cinema.

È stato infatto l’anno che ha visto arrivare sul grande schermo film come Star Wars e Incontri ravvicinati del terzo tipo, ed è stato in quel periodo che alcuni dei migliori cineasti sono saliti alla ribalta in quella che oggi viene chiamata la New Wave americana del cinema, o il Rinascimento di Hollywood. Durante quel periodo, Tarantino era un adolescente che consumava ferocemente ogni prodotto cinematografico ed è stato enormemente influenzato da quegli stessi cineasti. Se davvero The Movie Critic sarà il suo ultimo film, ha perfettamente senso che il suo canto del cigno sia una lettera d’amore al periodo del cinema che lo ha formato.

Il titolo del nuovo film di Tarantino suggerisce anche che la trasformazione in atto in quella Hollywood sarà vista attraverso gli occhi di un esterno, colpito da ciò che vede arrivare sul grande schermo. Se ciò fosse confermato, The Movie Critic potrebbe dunque sfoggiare un tono malinconico e romantico sulla falsariga del titolo precedente di Tarantino, C’era una volta a… Hollywood. Al momento, tuttavia, non si hanno maggiori informazioni, né sulla trama né sul cast. Sembra però dunque certo che il film non sarà un biopic sulla celebre critica cinematografica Pauline Kael, attiva proprio in quegli anni.

Fonte: Collider

Michael Fassbende e Alicia Vikander tornano a recitare insieme per il thriller “Hope”

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Gli attori Michael Fassbender e Alicia Vikander, marito e moglie nella vita reale, torneranno a condividere il set recitando insieme in un nuovo film. Secondo alcune fonti, i due attori acclamati dalla critica reciteranno infatti in Hope, un thriller di prossima uscita del regista Na Hong-Jin, che in precedenza aveva diretto The Wailing nel 2016. Proprio nel 2016 i due attori avevano recitato insieme per la prima volta, per il film La luce sugli oceani, un dramma diretto da Derek Cianfrance.

I dettagli specifici su questo progetto rimangono attualmente segreti. Tuttavia, secondo quanto riferito, il film seguirà gli abitanti di Hopo Port, una remota città portuale, dove si combatte per sopravvivere a seguito di una misteriosa scoperta che è diversa da qualsiasi cosa mai sperimentata prima. Il film sarà girato prevalentemente in coreano, con Fassbender e Vikander che forniranno però le loro battute in inglese. Anche sui ruoli che interpreteranno i due attori rimane per ora alto il mistero. È probabile che ulteriori informazioni vengano rivelate man mano che il film si avvicini alla sua effettiva produzione.

Michael Fassbender e Alicia Vikander hanno, come già detto, collaborato sul grande schermo nel film La luce sugli oceani, nel 2016, sul set del quale si sono conosciuti e innamorati. Con i due attori che si riuniscono ora per un nuovo progetto per il grande schermo, sostenuti da una premessa misteriosa ma intrigante e da un regista affermato al timone, Hope sembra dunque avere tutte le carte in regola per rivelarsi un progetto entusiasmante per il pubblico, da tenere d’occhio in futuro.

Fonte: Collider

Ballerina: Keanu Reeves avrà ben più che un semplice cameo nel film

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Mentre John Wick 4 è attualmente in sala e continua a macinare soldi e consensi, arriva qualche informazione in più sul ruolo che Keanu Reeves, sempre nei panni di John Wick, avrà nell’atteso spin-off Ballerina. La sua partecipazione, infatti, sembra essere un po’ più sostanziale rispetto a quanto in molti teorizzano. Durante un’intervista con Collider, la produttrice del franchise di John Wick Erica Lee e il co-sceneggiatore di Ballerina Shay Hatten hanno infatti parlato di quanto i fan del John Wick di Reeves possono aspettarsi di vedere il personaggio nello spin-off guidato da Ana de Armas.

Secondo Lee, Reeves è stato sul set di Ballerina per “circa una settimana”. Mentre Lee ha descritto Reeves come un’aggiunta dell’ultimo minuto a Ballerina, Hatten ha rivelato che la presenza dell’attore nei panni di John Wick saràe ben più di un semplice cameo. “Lo abbiamo convinto a partecipare per un bel pezzo – ha detto Hatten – È un vero personaggio e non  una specie di cameo. Ha… beh, non dovrei dire troppo, ma è nel film in un modo che penso che le persone ne saranno davvero eccitate. Ed è stato bello perché era davvero… l’unico motivo per cui l’abbiamo impostato il film tra il capitolo 3 e 4, perché sembrava che ci fosse una specie di finestra temporale interessante per John lì”. 

Perché alla fine del terzo film gli hanno sparato è davvero un po’ malconcio. – ha aggiunto Hatten – Ma quando inizia il quarto film, è guarito. Si trova da un’altra parte del mondo. E viene da pensare: ‘Okay, come è passato dal punto A al punto B?’ Quindi mi è sembrato un modo davvero naturale per inserirlo e farlo interagire con la storia di quest’altro personaggio. Quindi penso che riempia una specie di pezzo mancante del puzzle che la gente riterrà interessante, si spera”. Come noto, Ballerina seguirà Rooney, l’assassina vista in John Wick 3: Parabellum, mentre dà la caccia a coloro che hanno massacrato la sua famiglia. Diretto da Len Wiseman e con Ana de Armas nel ruolo della protagonista, il film non mancherà dunque di intrecciare il proprio percorso con quello di Wick.

Fonte: CBR

Un tweet di James Gunn sembra anticipare l’arrivo dei The Terrifics nel DCU

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Come noto, James Gunn e Peter Safran hanno recentemente assunto il ruolo di nuovi co-CEO dei DC Studios e hanno rivelato la prima fase che riavvierà l’Universo DC. Questa si chiamerà “Capitolo uno: Dei e mostri” e presenta alcuni personaggi piuttosto oscuri dei fumetti come Swamp Thing, Booster Gold, The Authority e persino Creature Commandos. Gunn, da sempre molto attivo sui social media, ha nel tempo pubblicato alcuni suggerimenti su possibili ulteriori progetti e il suo ultimo tweet potrebbe essere un nuovo tassello di questa sua particolare forma di comunicazione, introducendo i The Terrifics.

Gunn, infatti, ha recentemente pubblicato un’immagine che presenta molti dei più celebri personaggi della DC Comics, ma in primo piano vi è  Mr. Terrific e il suo team di supereroi, The Terrifics. Questo gruppo è composto dal già citato leader Mister Terrific, Phantom Girl, Plastic Man e Metamorpho. I quattro sono a lungo stati considerato la versione DC dei Fantastici Quattro della Marvel Comics, condividendo somiglianze di nome, personalità e abilità con Mister Fantastic, La donna invisibile, La torcia umana e La cosa. I The Terrifics sono stati ideati dallo scrittore Jeff Lemire e dall’artista Ivan Reis ed hanno fatto il loro debuto nel 2018 in The Terrific #1, dove si incontrano durante un viaggio nel Dark Multiverse e si scoprono per sempre legati l’uno all’altro.

Questa non è la prima volta che Gunn anticipa l’introduzione di The Terrifics nel DCU. A novembre, aveva infatti pubblicato un artwork del leader della squadra, Michael Holt/Mister Terrific, e in più occasioni i DC Studios hanno tentato di portare sul grande schermo tale gruppo di supereroi. Con la guida di Gunn e Safran, potrebbe essere finalmente arrivato il loro momento e il tweet, privo di testo, postato da Gunn sembrerebbe non lasciare molti dubbi a riguardo. Non resta dunque che attendere una conferma ufficiale, parallelamente all’inizio vero e proprio del nuovo DCU.

https://twitter.com/JamesGunn/status/1641122040395755520?s=20

Fonte: CBR

Mike Flanagan ha proposto un film su Clayface a James Gunn per il nuovo DCU

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Mike Flanagan è attualmente uno dei più grandi registi impegnati nel genere horror oggi, avendo realizzato in pochi anni titoli come The Haunting of Hill House, Midnight Mass e The Midnight Club, oltre ad aver diretto Doctor Sleep. Ora, stando ad alcune fonti, sembrerebbe che il regista sarebbe pronto a fare il suo debutto nel mondo dei cinecomic. Flanagan avrebbe infatti parlato con James Gunn e Peter Safran per una possibile realizzazione di un film nel nuovo DC Universe con protagonista Clayface.

Il regista avrebbe dunque proposto una sua personale interpretazione dell’iconico cattivo di Batman. Secondo il rapporto iniziale, questa versione di Clayface non sarebbe in contrasto con Batman né sarebbe un cattivo dell’Universo DC, ma figurerebbe invece come uno dei supereroi della DCU. Nello stesso rapporto, si dice però anche che Clayface farà parte di The Batman – Parte 2, di Matt Reeves, quindi non è chiaro se i DC Studios sceglieranno di utilizzare il progetto di Flanagan per legare il film all’Universo DC o mantenere le cose separate. Ad ogni modo, si dice che DC Studios non abbia ancora risposto ufficialmente alla proposta del regista.

Lo stesso Flanagan ci ha tenuto a prendere la parola a riguardo tramite il proprio profilo Twitter, scrivendo che “le notizie di oggi sono del tutto speculative. Quando o se qualcosa del genere diventerà reale, prometto che ve lo dirò ragazzi”. Ma chi è Clayface? In Italia noto anche come Faccia d’Argilla, è stato ideato nel 1940 ed è la personalità usata da diversi supercriminali, i quali possiedono corpi d’argilla ed hanno la capacità di mutare la propria forma. Nel tempo, Clayface è diventato uno dei principali nemici di Batman e il fatto che ora possa diventare tanto un nemico nell’atteso sequel di The Batman quanto un antieroe sotto proposta di Flanagan, lascia intendere che sarà molto probabile vederlo sul grande schermo prossimamente.

https://twitter.com/flanaganfilm/status/1641164300525113344?s=20

Fonte: ComicBookMovie

Super Mario Bros. – Il film: la scena post-credits anticipa un sequel, parola di Chris Pratt

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La star del film di Super Mario Bros. – Il film Chris Pratt afferma che la scena post-credit dell’adattamento del videogioco anticipa un potenziale sequel. Nel film, atteso in sala per il 5 aprile, Mario (Pratt) e Luigi (Charlie Day) vengono inavvertitamente risucchiati attraverso un portale e il secondo dei due viene catturato dal tirannico leader della razza Koopa, Re Bowser. Mario dovrà allora collaborare con personaggi importanti dell’iconico franchise di videogiochi per sconfiggere l’esercito invasore di Bowser per proteggere il Regno dei Funghi e liberare suo fratello.

Parlando con CBR, Pratt ha ora rivelato che Super Mario Bros. – Il film contiene una scena post-credits, che anticipa un potenziale sequel. Senza divulgare alcun dettaglio, l’attore si dice “molto eccitato” da tale prospettiva. Pratt ha potuto poi accennare al fatto che tra i produttori si è parlato di un adattamento del popolare videogioco per Nintendo GameCube, Luigi’s Mansion. “Ascolta, c’è tipo, alla fine del film, c’è una sequenza post-credits che ti dà un assaggio di ciò che potrebbe essere il sequel.  – ha affermato Pratt – E questo mi eccita molto, molto. Ma si è parlato di Luigi’s Mansion. Quello era un gioco per GameCube. Penso che sarebbe fantastico.”

Se Super Mario Bros. – Il film dovesse andare incontro a guadagni importanti, le possibilità che il sequel prenda effettivamente vita si farebbero certamente più concrete. Considerando che, imprigionato da Bowser Luigi non sarà probabilmente molto presente in scena, avrebbe senso dar vita ad un sequel che faccia di lui il protagonista, proprio come avviene nella popolarie serie di giochi Luigi’s Mansion. Per scoprire cosa la scena post-credits contiene e quali direzioni future potrebbe anticipare, non resta dunque che attendere l’uscita in sala del film. Intanto, ecco il trailer del film.

Fonte: CBR

La Disney assorbe la Marvel Entertainment e licenzia il CEO Ike Perlmutter

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La Walt Disney Company ha ufficilamente licenziato Isaac “Ike” Perlmutter, presidente della Marvel Entertainment, dopo 30 anni con la compagnia. Perlmutter, che fa parte della Disney da quando ha venduto la Marvel allo studios nel 2009 per 4 miliardi di dollari, è una figura di particolare rilievo e agli albori del Marvel Cinematic Universe supervisionava Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios. Una situazione che ha portato i due dirigenti a scontrarsi numerose, con Perlmutter che in più occasioni avrebbe cercato di far sostituire lo stesso Feige.

Come riportato ora dal New York Times, Perlmutter è stato licenziato dal suo ruolo alla Disney, dove appunto era CEO della Marvel Entertainment, una divisione che si occupava esclusivamente di prodotti di consumo. Secondo il NYT, la Marvel Entertainment sarà ora incorporata in altre divisioni Disney. Il rapporto rileva inoltre che Perlmutter avrebbe nuovamente tentato di “scuotere” il consiglio di amministrazione della Disney nell’ultimo anno. La mossa non ha però avuto successo poiché il CEO Bob Iger, appena reintegrato, ha annunciato l’intenzione di tagliare costi pari a 5,5 miliardi, licenziando circa sette mila dipendenti e ristrutturando dunque l’azienda.

Quello di Perlmutter è dunque un altro importante licenziamento in casa Disney dopo quello di Victoria Alonso. Del team ai vertici della Marvel Entertainment resterà invece Dan Buckley, che era il presidente della divisione e che ora avrà come superiore Kevin Feige. L’operato di quest’ultimo sembra dunque non subirà alcun cambiamento, né la cosa dovrebbe impattare in alcun modo sul proseguimento della Multiverse Saga attualmente in corso. Questo ennesimo assorbimento lascia però intendere che la Disney sia in cerca di una nuova situazione di equilibrio, visti gli scossoni subiti con la pandemia di Covid-19 e i recenti insuccessi, prevalentemente provenienti proprio dal lato Marvel.

Fonte NYT

Il gladiatore 2: Russell Crowe dice la sua sul mancato coinvolgimento nel sequel

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L’attore Russell Crowe ha finalmente espresso il proprio parere sul fatto che non gli è stato chiesto di tornare in Il gladiatore 2, sequel di quel film che lo ha visto interpretare Maximus Decimus Meridius e gli ha permesso di vincere l’Oscar per la sua interpretazione del generale romano diventato gladiatore. Dopo molti anni di sviluppo, un sequel con Ridley Scott che torna come regista ha dunque iniziato a fare progressi, con la star di Normal People e Aftesun Paul Mescal scelto per il ruolo principale di Lucius adulto, il figlio della Lucilla di Connie Nielsen.

Durante una recente intervista al The Ryan Tubridy Show su RTÉ Radio One per promuovere il suo nuovo film, L’esorcista del papa, Crowe ha dunque risposto ad alcune domande su Il gladiatore 2, ribadendo che non tornerà nel sequel e ammettendo di essere leggermente geloso di Mescal. “Sono sicuro che prima o poi vorranno chiedermi qualcosa, ma è da un po’ che non ho notizie. – afferma Crowe – È un’estensione della narrazione, ma è molto oltre la morte di Massimo, quindi non mi coinvolge affatto. Ho sentito che il giovane Paul è un bravo ragazzo e gli auguro buona fortuna. Penso che, dove stanno riprendendo la storia, sia un’idea molto intelligente nel mondo del film che abbiamo creato”.

“Non voglio soffermarmici troppo, perché mi riporta a un periodo in cui ovviamente ero significativamente più giovane. […] C’è una leggera punta di gelosia per il fatto che le persone abbiano quell’esperienza che ho avuto io una volta”, rivela poi l’attore. Allo stato attuale delle cose, dunque, sembra che Massimo Decimo Meridio non verrà riportato in vita come precedentemente ideato. È possibile che Crowe appaia in Il gladiatore 2 tramite un flashback o una sequenza onirica, specialmente se è il padre di Lucius, come alcuni hanno ipotizzato. Tuttavia, Crowe ha lasciato intendere che attualmente questa non è una possibilità.

Fonte: ScreenRant

Il Ritorno di Casanova, recensione del film di Gabriele Salvatores

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Da sempre autore che cambia pelle e cambia prospettiva nelle storie che racconta, Gabriele Salvatores porta al cinema Il Ritorno di Casanova, basandosi sull’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler e portando avanti un meta-racconto in cui si segue la storia di un adattamento della storia stessa, in un gioco continuo di rimandi, riferimenti e specchi, in cui l’arte e la vita mostrano il loro rapporto più intimo e la loro intrinseca natura conflittuale, che non sempre è facile gestire.

Il Ritorno di Casanova – il racconto della realizzazione di un adattamento

Leo Bernardi è un affermato e acclamato regista alla fine della sua carriera, che non ha alcuna intenzione di accettare il suo lento declino. Per la sua ultima opera, Leo ha scelto di raccontare il Casanova di Arthur Schnitzler, un personaggio incredibilmente simile a lui, più di quanto lui stesso possa immaginare. Quello raccontato da Schnitzler è un Casanova che ha ormai superato la sua gioventù, i tempi di gloria sono andati: non ha più il suo fascino e il suo potere sulle donne, non ha più un soldo in tasca, non ha più voglia di girare l’Europa. Dopo anni di esilio, ha un solo obiettivo: tornare a Venezia, casa sua. Non è un caso se Leo Bernardi abbia deciso di raccontare questa storia proprio adesso, in un momento cruciale della sua vita e della sua carriera. Le inquietudini e i dubbi dei due sono incredibilmente simili. È più importante il Cinema o la Vita? Continuare a recitare il proprio personaggio o lasciarsi andare alle sorprese che la Vita ti propone?

Il tempo che tutto porta via con sé

Gabriele Salvatores realizza un film semplice nella sua immediatezza eppure ricco di riflessioni, principalmente su quello che vuol dire lo scorrere del tempo per chi si lega a una immagine di sé che poi questo tempo stesso porta via. E così il personaggio interpretato da Toni Servillo e quello interpretato doppiamente da Fabrizio Bentivoglio sono metaforicamente (me neanche troppo), l’uno lo specchio dell’altro e forse, se non del regista che ha sottolineato il fatto che il film non parla della sua vita, di chiunque abbia fatto della finzione la sua vita e di come lo scorrere del tempo porta via quell’unico talento che in giovinezza ci ha definiti.

Dopotutto Bernardi è un regista e, come Casanova, anch’egli è un affabulatore, un seduttore che prova ad aggrapparsi agli ultimi scampoli di vita che gli si parano, inaspettati davanti, senza però voler rinunciare a trucchi e belletti, ora più necessari che mai, di fronte a un corpo che viene naturalmente meno.

Il Ritorno di Casanova – Non un comeback ma un homecoming

Il Ritorno di Casanova non è dunque un ritorno come quello a cui assistiamo nei film di Supereroi, non abbiamo di fronte un eroe che torna in azione, ma una vecchia maschera che ritorna a casa. Più che un comeback è un homecoming, in cui si cerca in tutti i modi di far pace con l’inesorabilità del tempo e della finzione, che ad un certo punto ci chiedono il conto, tornando a riposarsi, per riposare (o morire?) Nel luogo che ha visto esplodere le nostre facoltà, le stesse che ci hanno finiti e che ora non esistono più. Casanova perde il suo fascino, così come Bernardi la sua capacità di parlare al suo tempo con i suoi film, e così il suo blocco creativo, la sua incapacità a finire il suo film si sblocca soltanto quando il desiderio di vita supera finalmente il desiderio di arte.

Per i personaggi di Salvatores sembra un conflitto irrisolvibile ed escludente, ma la verità è sempre nel mezzo, nell’equilibrio e nell’impulso primordiale alla sopravvivenza che ci fa sempre trovare la forza. Di tornare a casa, appunto, o di finire un film, di abbracciare la novità, di lasciarsi andare, di capirsi, e finalmente accettare che anche il tempo che è passato ha fatto il suo lavoro e ci ha resi persone diverse, non necessariamente peggiori, ma con gli strumenti per far fronte alla contemporaneità che vivono, senza rimpiangere il passato.

Una biografia del tempo che passa

Il Ritorno di Casanova si impregna così di molteplici significati, di possibilità di letture, di spazio per una riflessione che, sebbene non sia supportata adeguatamente da diverse ingenuità di messa in scena, ha una profonda onestà intellettuale, una chiarezza di intendi e una trasparenza invidiabile nel cinema contemporaneo.

Non essere cattivo: criminalità e redenzione nell’ultimo film di Claudio Caligari

Muoio come uno stronzo. E ho fatto solo due film“. È stato Valerio Mastandrea a riportare quest’epica affermazione pronunciata da Claudio Caligari. Malato da tempo, il regista originario di Arona aveva realizzato diversi documentari, ma solo due lungometraggi: Amore tossico, del 1983, e L’odore della notte, del 1998. Nei lunghi anni intercorsi tra di essi, numerosi progetti ideati, sviluppati, proposti ma mai concretizzatisi. Almeno fino al 2015, quando, consapevole di non avere più molto tempo a disposizione, Caligari realizza il suo terzo lungometraggio: Non essere cattivo (qui la recensione). Un film che è la rappresentazione della fine di un mondo e allo stesso tempo un vero e proprio atto di speranza per il futuro.

Caligari, dopo quei primi due film, torna infatti a raccontare ciò che rimane di quel mondo pasoliniano così lucidamente mostrato in Accattone e composto da sottoproletari, piccoli criminali e personaggi in fuga dalla schiavitù del consumismo. Un mondo che al momento delle riprese del film non esisteva già più e che per Caligari era il simbolo di un’indicibile sconfitta nei confronti di un conformismo terrificante. Eppure nel fotografare questo momento di passaggio Caligari non perde la speranza e così facendo ha regalato al suo pubblico uno dei film italiani più incisivi e importanti degli ultimi anni, capaci di scuotere le coscienze ed offrire davvero uno sguardo nuovo sulla realtà.

La trama e il cast di Non essere cattivo

Non essere cattivo, dunque, si configura come la conclusione di una trilogia tematica, ma rappresentando più specificatamente un vero e proprio aggiornamento di quanto avveniva Amore tossico, con il quale condivide l’ambientazione: Ostia. L’anno è però ora il 1995 e protagonisti sono Vittorio e Cesare, due giovani delle borgate romane che si conoscono da sempre. Più fratelli che amici, entrambi si dedicano coi loro conoscenti a varie attività illegali nonché al consumo e allo spaccio di stupefacenti, rifiutando la vita da operai e cercando nella droga una via di fuga dai problemi della vita. Ma questa loro esistenza non può continuare ancora a lungo e ben presto saranno costretti a fare delle scelte su chi vogliono diventare e come.

Ad interpretare i due protagonisti, Vittorio e Cesare, ci sono gli attori Alessandro Borghi e Luca Marinelli, che proprio grazie a questo film si sono consacrati come nuove stelle della recitazione italiana. I loro personaggi, che già dal nome rappresentano degli omaggi al Cesare di Amore tossico e al Vittorio di Accattone, diventano nel corso del film due differenti modi di approcciarsi al cambiamento che, senza troppi complimenti, sta divorando quei tempi. Da prima allineati e con lo sguardo rivolto verso lo stesso orizzonte, Vittorio e Cesare iniziano sempre di più a guardare in direzioni opposte, con il primo che tenta di tirarsi concretamente fuori dalla propria quotidianità fatta di piccole attività criminali, e il secondo che invece pur provandoci quel mondo non riesce proprio a lasciarselo alle spalle.

Ma anche la nuova vita apparentemente serena che Vittorio si sta ritagliando presenta delle crepe impossibili da nascondere. Come afferma Francesca Serafini, sceneggiatrice del film insieme a Caligari e Giordano Meacci, Non essere cattivo «è anche il fallimento dell’ideologia del lavoro: il lavoro era uno dei punti di partenza del film. In questo suo terzo film Accattone prova a lavorare, ma se fai il manovale in borgata i soldi non bastano per vivere, l’unico modo è essere cattivo. Caligari fa perdere ai suoi personaggi parte del candore raccontato da Pasolini». Caligari ci pone dunque di fronte a numerose contraddizioni, punti di vista diversi su di un mondo che non sembra fare sconti a nessuno, tantomeno a quella generazione trovatasi a vivere un cambiamento sociologico epocale.

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Non essere cattivo e il suo grido di speranza

Eppure, a differenza dei due precedenti film di Caligari, Non essere cattivo si chiude su una nascita. La vita del regista finisce il 26 maggio 2015, all’età di 67 anni, ma l’ultima immagine cinematografica che egli ha offerto al suo pubblico è quella del volto di un neonato. Un’immagine che, in base alla propria interpretazione del film può assumere tanto connotati positivi quanto negativi. Chi non trova possibilità di redenzione nel racconto di Non essere cattivo, vedrà infatti nel volto di quel neonato soltanto quello di un futuro uomo schiavo di una società sempre più conformista, che poco o nessuno spazio lascia al proprio sviluppo come individuo, ma anzi contribuisce sempre più al formarsi di un imbarbarimento generazionale.

Chi, invece, al termine del film è di parere opposto, potrà ritrovare nel volto di quel pargolo il senso di speranza per un futuro che può avere la forza di discostarsi dal passato dei padri, offrendo loro anche quella redenzione tanto agognata. Caligari non giudica però i propri personaggi, li accompagna esplorando le conseguenze delle loro scelte. Scelte che sono speso e volentieri condizionate da un contesto sociale che già dai tempi di Accattone divorava, masticava e risputava quanti si opponevano a quell’inevitabile diffusione del mondo piccolo borghese. E proprio in questo suo non giudizio, nel suo riconoscere tacitamente che Cesare e Vittorio non sono altro che entrambi delle vittime, che il regista sembra voglia far propendere per questo sguardo ottimista sul volto di un neonato.

Non essere cattivo è ora in streaming su Netflix

Per questa sua forza nel proporre riflessioni sulla fine di un tempo e tutto ciò che tale tramonto ha comportato, ma anche per la bravura dei suoi interpreti, per la regia ricca di dettagli e omaggi (oltre che ad Accattone e Amore tossico, anche a Mean Streets di Martin Scorsese) di Caligari, Non essere cattivo è realmente uno dei film italiani più importanti degli ultimi anni, troppo poco premiato. Grazie ora al suo arrivo nel catalogo di Netflix, è possibile riscoprire questo titolo, che si trova attualmente al 6° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia.

Fonte: IMDb, IlManifesto

Ragazze elettriche: recensione dei primi tre episodi della serie Prime Video

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La rivoluzione è in arrivo su Prime Video dal 31 marzo e le protagoniste saranno le Ragazze elettriche uscite dalla penna della scrittrice britannica Naomi Alderman. Questa nuova serie è basata sull’omonimo romanzo distopico fantascientifico, un vero caso editoriale, vincitore del Baileys Women’s Prize 2017. L’autrice del libro cuce un racconto corale che permette di mostrare i principali personaggi nei vari stati in giro per i continenti che ci guidano tra nuovi scenari sociali e politici.

Questa è anche la scelta fatta dalla showrunner Raelle Tucker che ha lavorato con una writer’s room tutta al femminile che include Claire Wilson, Sarah Quintrell, Whit Anderson, Stacy Osei-Kuffour, Rebecca Levene, Raelle Tucker, Sue Chung, Brennan Peters e Michelle Hsu. Dietro alla macchina da presa, dei nove episodi prodotti da Amazon Studios e SISTER già casa di produzione della plupremiata miniserie Chernobyl, ci sono solo registe donne tra cui Ugla Hauksdóttir, Lisa Gunning , Neasa Hardiman , Logan Kibens e Shannon Murphy.

La trama dei primi tre episodi

Ragazze elettriche si immerge in un presente alternativo, permettendoci di immaginare il nostro mondo dal suo percorso attuale più o meno allo stesso modo di The Handmaid’s Tale. Il primo e il secondo episodio prendono il tempo necessario per introdurre con pazienza i sei personaggi principali, rendendoli in modo netto e facendoceli conoscere in ogni loro sfaccettatura. In Nordamerica viene presentata Allie (Halle Bush) una ragazza afroamericana adottatata da una famiglia del posto e vittima di abusi sessuali da parte dal padre adottivo, sempre accompagnata da una voce interiore nella sua testa, che l’aiuta a sopravvivere. In Inghilterra a Londra vive Roxy (Ria Zmitrowicz) la figlia di Bernie Monke (Eddie Marsen) un ricco mafioso londinese.

Ragazze elettriche Toni Collete
Crediti: Katie Yu/Prime Video

Intanto a Seattle troviamo la teenager Jos (Auli’i Cravalho) alle prese con le prime cotte tra i banchi per un compagno di classe e i litigi con i genitori. Purtroppo sua madre non è una donna qualunque ma la sindaca della città Margot Cleary-Lopez (Toni Collette) e il padre Rob (John Leguizamo) è un medico. L’unica voce maschile è quella di Tunde (Toheeb Jimoh) un reporter della Nigeria che pubblica su internet video incredibili con protagoniste delle giovani donne africane che diventano ovviamente subito virali. A chiudere il cerchio delle sei storyline, in giro per il mondo, c’è Tatiana Moskalev (Zrinka Cvitesic) un ex prodigio della ginnastica artistica da come viene spiegato in alcuni flashback del suo passato, e ora la “moglie trofeo” di un ditattore dell’Europa dell’Est che vive nel lusso di un fastoso palazzo che in realtà è la sua prigione, intanto il suo popolo è affamato e molto povero.

Nel terzo episodio di Ragazze elettriche finalmente si muovono le trame e si inizia a conoscere il fenomeno che ha colpito le ragazze. L’orfana Allie, che ora si fa chiamare Eve, incontra ragazze simili a lei e viene accolta in un convento gestito da delle suore. Intanto l’FBI già allarmato degli strani fenomeni, indaga e lo stesso lo fanno anche i media che sono curiosi e il blogger Tunde viene contattato direttamente dalla CNN per raccontare la storia delle “nuove streghe”. La novità sta proprio che questo strano virus colpisce durante il periodo dello sviluppo come una misteriosa mutazione genetica ma succede solo nel corpo delle giovani donne. La scena finale è decisamente quella che fa sperare alla rivoluzione al grido del “Girls Power” dove tutti esseri umani di sesso femminile sono consapevoli che è in arrivo un cambiamento radicale. Ma la domanda che sorge alla fine di questi tre episodi sarà meglio o peggio il futuro che incombe?

Ragazze elettriche Toni Collete John LeguizamoLa rivoluzione in mano alle Ragazze elettriche

La frase che subito rimane in mente come un po’ il “Nolite te bastardes carborundorum in The Handmaid’s Tale è quella detta dalla sindaca Margot che fa “Every revolution begins with a spark”. Delle parole che sono ancora così attuali, basti pensare all’immagini che passano ogni giorno al telegiornale come le rivolte dei giovani e delle donne in Iran contro un potere influenzato da una religione di stampo patriarcale o semplicemente quelle manifestazioni femministe occidentali in cui si punta sulla parità dei sessi, la questione di genere e il diritto sicuro all’aborto. Anche il tema che tutti noi abbiamo vissuto negli ultimi tre anni, come la diffusione improvvisa e selvaggia di Covid rende ancora più facile immaginare qualcosa, che si tratti di un virus o un organo che si è evoluto, che esce dal nulla. Certe scene della serie sembrano state girate negli ospedali quando la Pandemia era al suo massimo di contaminazione.

Ragazze elettriche – in originale The Power – presenta una visione al femminile, già dalla scelta di sceneggiatrici e registe, di un mondo distopico e che punta fin dalle prime scene sul messaggio che c’è in atto una rivoluzione anche nella serialità. Questa serie vuole essere una storia sulle donne che hanno il libero arbitrio, che si sentono sicure e fiduciose in un futuro femminista.

Terra e Polvere: recensione del film di Li Ruiju con Hai-Qing

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Terra e Polvere: recensione del film di Li Ruiju con Hai-Qing

Un matrimonio combinato, una convenienza, quella tra Guiying (Hai-Qing), ormai demoralizzata che viene picchiata dal fratello, e Youtie (Wu Renlin), il più umile dei contadini, che vive e si accontenta della compagnia del suo asino. Vengono da due realtà povere e non conoscono altro che la terra e contro ogni aspettativa, tra i due si sviluppa un tenero legame. Terra e Polvere di Li Ruijun – dopo aver stregato gli spettatori della Berlinale e del Far East Film Festival di Udine, dove ha vinto il Black Dragon Award e il Silver Mulberry Award – arriva in Italia dal 30 marzo. Il film racconta l’amore attraverso i silenzi e i ritmi contadini della Cina rurale.

Un lungometraggio che attraversa il tempo e ne esamina il lento scorrimento. Hai Qing è un’attrice di grande esperienza (Fire on the Plain, Operation Red Sea, Sacrifice), che viene affiancata da Wu Renlin, un vero contadino (nonché zio dello stesso regista). Il suo personaggio, infatti, incarna benissimo l’essenza del film non ha bisogno di fingere perché in Terra e Polvere racchiude le dinamiche proprie di una generazione di lavoratori che si sono fatti in quattro per quel pezzettino di terra, nonostante ci sia sempre qualcuno che tenta di portarglielo via.

Terra e Polvere, un amore viscerale

In Terra e Polvere, Youtie e Guiying hanno due personalità molto vicine tra loro. Amano la terra e con essa instaurano un rapporto viscerale. Le famiglie li hanno costretti a un matrimonio combinato e i due protagonisti hanno fatto di questo legame un sodalizio. Insieme, si guadagnano una vita regolata dai ritmi del mondo naturale, trovando nel loro matrimonio quella cura per sé stessi e per gli altri che il loro passato non gli aveva permesso di fare. Il film ci mostra fin da subito il forte impatto che ha la natura nella vita semplice dei due contadini. Il loro è un matrimonio combinato ma non per fortuna, nessuno dei due ha nulla da offrire all’altro se non un po’ di compagnia.

I beni materiali in Terra e Polvere passano in secondo piano in favore della dolcezza e della semplicità delle piccole cose. Aspettare tuo marito al freddo per offrirgli una bevanda calda, coprire con una giacca lunga tua moglie che ha freddo. La storia si svolge nella regione del Gansu, luogo molto caro al regista in quanto sua città natale. Mentre l’affetto tra i due protagonisti cresce, Youtie e Guiying decidono di crearsi un piccolo angolo di paradiso. I pochi movimenti di macchina e le inquadrature fisse, con i personaggi sempre a margine dell’inquadratura – per rispecchiare il loro essere ai margini della società – aiutano lo spettatore a empatizzare con i protagonisti.

Terra e Polvere recensione

Gioco di contrasti

A poco a poco, le loro lunghe giornate fatte di semina e raccolto vengono intervallate dalla costruzione di un nido d’amore, dove i due silenziosamente progetteranno di vivere. La vita nei bassifondi di questa Cina rurale li ha costretti ad abbandonare la loro casa due volte, come le rondini sono obbligate a cambiare il loro nido e migrare altrove. Terra e Polvere sono i materiali serviti a Youtie e Guiying per costruire la loro capanna, di cui vediamo ogni singolo mattone.

Il sesto lungometraggio di Li Ruiju mette davanti allo spettatore un continuo gioco di contrasti. Gli ambienti sono i protagonisti e rispecchiano allo stesso tempo gli umori dei protagonisti. In un primo momento, infatti, Youtie e Guiying sono distanti e la stessa distanza la percepiamo all’interno di quelle mura domestiche, nell’intimità che i due protagonisti vengono a creare. Il loro legame poi tenderà sempre di più ad avvicinarsi e questo inevitabilmente amplierà anche gli ambienti. Così quelle che prima erano spoglie mura domestiche si trasformano in un campo, aperto, dove i due costruiranno la loro nuova casa.

Terra e Polvere

Centri e periferie

Pier Paolo Pasolini, meglio di chiunque altro, è riuscito a racchiudere in poche parole la contrapposizione tra questi due spazi: Centri e periferie. Nella sua bibliografia e filmografia, Pasolini tiene a specificare l’importanza delle periferie. In Terra e Polvere avviene la stessa cosa: il regista mette in chiaro l’importanza della periferia, con i suoi difetti, ma soprattutto con i suoi pregi. La periferia ti permette di essere te stesso, di non dover fingere, di vagare per un campo sconfinato. La periferia è un luogo aperto, senza palazzi che schiacciano l’uomo, non ha margini, non è circoscritta. Lo stesso Guiying, quando la sua dolce metà viene a mancare, decide di abbandonare quel luogo perché per lui è ormai fonte di dolore e dispiacere. Farà la cosa che non avrebbe mai pensato di fare: si trasferirà in città.

La stessa città dalla quale lui e sua moglie sono fuggiti durante la visita a quell’appartamento “fatto appositamente per loro”. Quando dalla Cina rurale avrebbero dovuto abbracciare l’urbanizzazione e il progresso, Youtie e Guiying decidono di costruirsi una loro casa. La città stessa è alienante, ricca di tentazioni, di auto lussuose. Ma se per Pasolini l’una non poteva vivere senza l’altra, in Terra e Polvere il regista riesce a riportare tutto allo stato naturale delle cose ad eccezione dell’uomo costretto a vivere esiliato per punizione all’interno della città.

Murder Mystery 2: recensione del sequel di Netflix

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Murder Mystery 2: recensione del sequel di Netflix

I coniugi Spitz sono tornati con una nuova indagine, anzi con un nuovo e secondo film dellla serie Murder Mystery, sempre con per protagonisti Adam Sandler e Jennifer Aniston. Murder Mystery 2 riprende la storia da dove l’abbiamo lasciata quattro anni fa nel 2019, con gli affiatati Nick e Audrey Spitz, che dopo la loro prima indagine tra Monte Carlo e il Lago di Como, hanno finalmente festeggiato la loro Luna di Miele, rimandata per anni, a bordo del leggendario Orient Express per gentile concessione dell’Interpol e dall’ispettore Delacroix. Questo secondo film sempre distribuito da Netflix e diretto stavolta da Jeremy Garelick che punta, ancora una volta, sulla coppia d’attori americani che stavolta però indagano da un’isola paradisiaca in mezzo all’oceano fino ad arrivare alle vie di Parigi.

La trama di Murder Mystery 2

Audrey (Jennifer Aniston) e Nick (Adam Sandler) ora hanno aperto una loro propria agenzia come investigatori privati a New York ma l’attività non va bene, anzi i due sono sulla via del fallimento. Una sera la coppia riceve una chiamata a sorpresa dall’amico maharajah Vikram Govindan (Adeel Akhtar) che l’invita, all’ultimo minuto, al suo matrimonio sulla sua isola privata. L’ex agente di polizia e l’ex parucchiera di Brooklyn accettano al volo la proposta e raggiungono il ricco amico conosciuto nella precedente avventura. Mentre sembra andare tutto bene per gli Spitz, tra camera da letto sul mare, regali costosi firmati Tiffany e Apple, formaggio afrodisiaco, decisamente una vacanza da sogno a gratis e tutta pagata dal promesso sposo, la sera prima della cerimonia nunziale in  stile Bollywood, il maharajah viene rapito.

La strana coppia di detective, ancora una volta, si ritrova a indagare su un mistero solo che in questa occasione sono affiancati da Conner Miller (Mark Strong) un ex negoziatore di ostaggi dei servizi segreti britannici. La storia da qui si trasferisce nella capitale francese dove è tenuto in ostaggio Vikram, qui gli Spitz con Miller sono pronti per pagare, con un enorme somma di banconate dentro una valigetta, i rapinatori ma ovviamente quando c’è di mezzo Audrey e Nick, non va niente per il verso giusto. Intanto a Parigi si trovano oltre alla futura sposa Claudette (Mélanie Laurent) anche la sorella del maharajah Saira (Kuhoo Verma), Il colonnello Ulenga (John Kani) quello privo di un braccio e già presente nel primo film , il calciatore in pensione Francisco (Enrique Arce) e la contessa inglese Sekou (Jodie Turner-Smith) tutti invitati del matrimonio ma anche indiziati.

Sfortunamente nel momento che Murder Mystery 2 ci attrae e ci fa ridere per la totale incapacità degli Spitz di non seguire mai il piano stabilito, il film diventa prevedibile dove sai già che il cast composto dai personaggi secondari farà una brutta fine e saranno uccisi in qualche modo. Tra esplosioni di macchine e una corsa a bordo di una Lamborghini gialla con l’aiuto, di nuovo, del commissario Delacroix (Dany Boon) i coniugi americani risolvono il caso e ritrovano vivo Vikram che finalmente si può sposare. Il montaggio del film di Tom Costain e Brian Robinson permette di non pensare troppo all’incasinata parte finale del lungometraggio ambientata però in una location, parigina per eccellenza, come il ristorante della Torre Eiffel.

Murder Mystery 2. (L to R) Jennifer Aniston as Audrey Spitz and Adam Sandler as Nick Spitz in Murder Mystery 2. Cr. Scott Yamano/Netflix © 2023.

Adam Sandler e Jennifer Aniston

Il punto di forza di Murder Mystery 2 sono i famosi interpreti degli Spitz cioè Adam Sandler e Jennifer Aniston. Il primo è l’attore comico nato al Saturday Night Live, che non si tira indietro mai quando ci sono scene in cui appare sempre il più imbranato,  neanche in grado di mirare giusto con una pistola, ma che si sacrificherebbe per amore della sua compagna. L’altra è la celebre Rachel di Friends, che negli ultimi anni si è dedicata più in ruoli drammatici come la sua interpretazione di Alex nella serie The Morning Show, qua può dare libero sfogo ad acrobazie in bilico attaccata ad una fune e nel ruolo di donna desiderata da qualsiasi uomo, che sia spagnolo o francese, ma sempre fedelissima e innamorata di suo marito. Sandler e Aniston sono alla loro terza volta sul set come coppia, e si vede benissimo, se già avevano convinto nel primo del franchise Murder Mystery, qui si vede proprio che si divertono a recitare insieme.

Murder Mystery 2 una commedia in giallo

Murder Mystery 2 purtroppo possiede alcuni difetti tra cui quello di non aver avuto il coraggio di affrontare un’altro caso di omicidio da risolvere, come era stato fatto nel primo, e scegliere invece di far girare tutto intorno ad un rapimento. La scelta di utilizzare alcuni dei personaggi dal precedente, abbassano la posta in gioco, ed era più interessante rinnovare tutto il cast degli indagati come si è osato nel Glass Onion – Knives Out il sequel di Cena con delitto – Knives Out di Rian Johnson, tranne ovviamente gli insoliti investigatori. Questo sequel funziona grazie all’intesa tra Sandler e Aniston a supporto della loro comicità e il loro innato talento comico.

Jeremy Renner si è rotto 8 costole in 14 punti: la prima intervista dopo l’incidente

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Jeremy Renner siederà di fronte a Diane Sawyer per la sua prima intervista televisiva dopo il grave incidente con lo spazzaneve che gli è quasi costato la vita all’inizio dell’anno. Lo speciale di ABC News, intitolato “Jeremy Renner: The Diane Sawyer Interview – A Story of Terror, Survival and Triumph”, andrà in onda ad aprile prima della prima mondiale della nuova serie Disney+ di Renner Rennervations, e sarà la prima volta che l’attore torna a farsi vedere in pubblico dopo l’incidente. “Tutto”, dice Renner a Sawyer quando gli viene chiesto quanto dolore ricordi. “Ero sveglio in ogni momento.”

Renner è stato ricoverato in ospedale per trauma toracico contusivo e lesioni ortopediche all’inizio di gennaio dopo che il suo Sno-Cat, un grande spazzaneve che pesa almeno 6 tonnellate, lo ha investito. L’attore stava cercando di aiutare suo nipote a uscire dalla neve vicino a casa sua a Lake Tahoe quando il gattone lo ha schiacciato.

“L’ho visto in una pozza di sangue che gli usciva dalla testa”, dice il nipote di Renner a Sawyer nello speciale di ABC News. “Sono corso da lui. Non pensavo fosse vivo”. Un teaser per l’intervista a Renner include la scioccante chiamata al 911 fatta per salvare la vita di Jeremy Renner (si sente l’attore gemere per il dolore mentre le persone gli dicono di “continuare a combattere”), così come Sawyer che legge un lungo elenco di ferite di Renner, che includono “otto costole rotte in 14 punti. Ginocchio destro, caviglia destra rotta… Caviglia sinistra rotta. Spalla destra rotta. Faccia, orbita oculare, mascella rotta. Il polmone è collassato.”

“Come sarà il mio corpo?” Renner ricorda di aver pensato a tutte le sue ferite. “Sarò solo una spina dorsale e un cervello come un esperimento scientifico?” Pochi giorni dopo la messa in onda dell’intervista, Renner apparirà di persona alla prima mondiale di Rennervations, che si terrà l’11 aprile al Regency Village Theatre di Los Angeles. L’attore parteciperà a una sessione di domande e risposte dopo una proiezione. Tutti e quattro gli episodi della serie, il nuovo programma di rinnovamento dei veicoli dell’attore, inizieranno in streaming il 12 aprile su Disney+.

Dall’incidente di gennaio, Jeremy Renner ha utilizzato i social media per tenere aggiornati i suoi fan in merito alla sua terapia fisica. Proprio di recente, l’attore di Hawkeye ha pubblicato un video in cui è apparso camminare per la prima volta con l’assistenza di un tapis roulant antigravitazionale. L’attore ha sottotitolato il post: “Ora è il momento per il mio corpo di riposare e riprendersi dalla mia volontà”.

“Jeremy Renner: The Diane Sawyer Interview – A Story of Terror, Survival and Triumph” andrà in onda il 6 aprile su ABC. Lo speciale sarà disponibile anche per lo streaming su Hulu.

Beau ha paura: un interessante backstage del film con Joaquin Phoenix

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A24 ha rilasciato una nuova featurette backstage di Beau ha paura (qui il trailer), l’attesissimo nuovo film di Ari Aster. Beau ha paura promette di condurre il pubblico in un viaggio psichedelico dalla nascita alla morte, con Joaquin Phoenix che interpreta il personaggio principale in diverse età della vita.

Nella nuova featurette, Aster dice: “Penso a questo film da tipo dieci anni. C’è una parte di me che non riesce a credere che lo stiamo girando”. Anche se non sappiamo ancora molto della trama di Beau ha paura, Aster ha pubblicato un cortometraggio intitolato Beau nel 2011, su un uomo che ha troppa paura di lasciare il suo appartamento e che mantiene un costante contatto telefonico con sua madre. Beau ha paura sembra essere in qualche modo collegato a questo primo cortometraggio, poiché la trama ruota attorno al personaggio di Phoenix che cerca di raggiungere la casa di sua madre e sperimenta ogni sorta di cose stravaganti lungo la strada. Come dice Aster, “È come un ebreo Il Signore degli Anelli, ma sta solo andando a casa di sua madre”.

Dopo Hereditary, presentato al Sundance Film Festival nel 2018 e Midsommar, inserito fra i 10 migliori film indipendenti del 2019 dal National Board of Review Awards, il pluripremiato autore di culto Ari Aster tornaa stupire il pubblico con un’opera che intreccia mistero e humor nero in un viaggio folle e immersivo.

Scritto, diretto e prodotto da Ari Aster, Beau ha paura presenta Joaquin Phoenix nel ruolo del titolo affiancato da un cast che include Nathan Lane (vincitore di un Emmy per “Only Murders in the Building” Tv, “The Producers – Una gaia commedia neonazista”), la candidata all’Oscar e al Golden Globe Amy Ryan (“Il ponte delle spie”, “Birdman”,“Gone Baby Gone”), con l’attrice nominata al Golden Globe Parker Posey (la serie tv “The Staircase – Una morte sospetta”, “Café Society”, “Scream 3”, “Superman Returns”, “Blade Trinity”) e la vincitrice di Grammy Patti LuPone (“American Horror Story” Tv, “L’accademia del bene e del male”).

Asteroid City: il primo trailer del nuovo film di Wes Anderson

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Asteroid City: il primo trailer del nuovo film di Wes Anderson

Dopo il primo poster e l’annuncio che, con ogni probabilità, il suo film verrà presentato al Festival di Cannes 2023, Wes Anderson mostra il primo trailer di Asteroid City. Anderson ha scritto Asteroid City con Roman Coppola che è prodotto dai partner regolari Steven Rales e Jeremy Dawson. Focus ha fissato l’uscita negli Stati Uniti per il 16 giugno e il trailer del film arriva domani.

Il film si annuncia molto divertente, e Anderson raramente sbaglia con la commedia. Il cast di Asteroid City include Scarlett Johansson, Margot Robbie, Tom Hanks, Jeffrey Wright, Tilda Swinton, Jason Schwartzman, Jeffrey Wright, Bryan Cranston, Edward Norton, Adrien Brody, Liev Schreiber, Hope Davis, Stephen Park, Rupert Friend, Maya Hawke, Steve Carell, Matt Dillon, Hong Chau, Willem Dafoe, Tony Revolori, Jake Ryan, Grace Edwards, Aristou Meehan, Sophia Lillis, Ethan Lee, Jeff Goldblum e Rita Wilson. Sono stati annunciati anche dei cameo per i musicisti Seu Jorge e Jarvis Cocker che interpreteranno dei cowboy, ma bisogna vedere se sopravvivono al montaggio.

Ambientato in un’immaginaria città desertica americana intorno al 1955, il film racconta di un incontro bizzarro. Ecco cosa recita la sinossi ufficiale del film: “L’itinerario di un convegno Junior Stargazer/Space Cadet (organizzato per riunire studenti e genitori di tutto il paese per borse di studio e competizione accademica) è sconvolto in modo spettacolare da eventi capaci di cambiare l’ordine del mondo.”

Anderson ha scritto Asteroid City con Roman Coppola che è prodotto dai partner regolari Steven Rales e Jeremy Dawson. Focus ha fissato l’uscita negli Stati Uniti per il 16 giugno e il trailer del film arriva domani.

Quasi a Modo: trailer del film in arrivo su Disney+

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Quasi a Modo: trailer del film in arrivo su Disney+

Disney+ ha diffuso il trailer di Quasi a Modo di Searchlight Pictures. La commedia con Kevin Heffernan, Adrianne Palicki, Steve Lemme, Jay Chandrasekhar, Paul Soter ed Erik Stolhanske debutterà il 20 aprile in esclusiva su Disney+ in Italia

Dal team che ha realizzato Super Troopers 1 e 2 e Festa della birra, Quasi a Modo è la storia di uno sfortunato gobbo in cerca dell’amore che si ritrova però nel mezzo di una faida tra il Papa e il Re di Francia, dove ognuno ordina al gobbo di uccidere l’altro.

Searchlight Pictures presenta Quasi a Modo, un film di Broken Lizard diretto da Kevin Heffernan.  Heffernan, Steve Lemme, Jay Chandrasekhar, Paul Soter ed Erik Stolhanske hanno scritto la sceneggiatura, oltre a essere produttori esecutivi e protagonisti. Richard Perello ha prodotto il film, interpretato anche da Adrianne Palicki. Il direttore della fotografia è Joe Collins, la scenografa è Bianca Ferro, la costumista è Kelly Kwon, la responsabile del reparto parrucco è Lorna Reid, la responsabile del reparto trucco è Amy Sparks, il line producer è Matt Medlin e la direttrice del casting è Wendy O’Brien. Quasi a Modo è supervisionato da Richard Ruiz, Searchlight Pictures’ VP of Production e dal Creative Executive Apolline Berty.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Il sol dell’avvenire: trailer del nuovo film di Nanni Moretti

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Il sol dell’avvenire: trailer del nuovo film di Nanni Moretti

01 Distribution ha diffuso il trailer di Il sol dell’avvenire, il nuovo film di Nanni Moretti che con ogni probabilità vedremo al prossimo Festival di Cannes. Protagonisti Nanni Moretti,  Margherita Buy, Silvio Orlando, Mathieu Amalric, Barbora Bobulova. Tra i temi del film ci sono il cinema, il circo, gli anni ’50.

Evelyne tra le nuvole, la recensione di una commedia “slow”

Evelyne tra le nuvole, la recensione di una commedia “slow”

Una “commedia sofisticata” la definisce la sua regista, con dentro di tutto un po’, ma soprattutto “una commedia Green dall’andatura Slow” che potrebbe conquistare diversi di tipi di pubblico, soprattutto di quello della Anna Di Francisca di La bruttina stagionata. Dopo un paio di altri film, vari documentari, tanta televisione (da Un medico in famiglia a Le ragioni del cuore) e i monologhi teatrali de Le confidenze del pene (con Neri Marcorè, ricorrente nei suoi cast), la filmmaker milanese arriva in sala con il suo ultimo Evelyne tra le nuvole, prodotto e distribuito – dal 30 marzo – dalla Orange Film.

Protagonista assoluta la Eleonora Giovanardi (Quo vado?, La California) intorno alla quale si intrecciano le sorti – e le mire – dei vari Gilbert Melki (Destini in fiamme), Antonio Catania e Violante Placido, sulla scena moglie di Marco Maccieri e figlia di un ritrovato Andrea Roncato. Tasselli di un mosaico abruzzese, nel quale appaiono anche Lucia Vasini e la francese Claire Nebout.

Nel mondo di Evelyne

L’antico casale dove vivono Sofia e il fratello Claudio (Maccieri) è lontano da tutto, e fuori dal mondo, anche se non abbastanza. Visto che al suo agriturismo approdano turisti in cerca di pace, ma anche un imprevedibile rappresentante sostenitore dei benefici della bava di lumache e uno “straniero”, che punta a strappare un accordo per collocare il ripetitore di una nota compagnia telefonica internazionale che porterà il progresso non solo a Sofia ma a tutta la zona.

Rompendo un equilibrio naturale, nel quale la giornata è scandita dai ritmi della natura e della cura della mucca Evelyne, e familiare. Soprattutto per l’intenzione di Mario – e sua figlia Erika (la cognata di Sofia) – di lucrare sull’accordo e racimolare i soldi necessari a conquistare la Lepre d’Oro per i migliori cacciatori della zona. Interessi diversi, difficilmente conciliabili, come il far convivere natura e silenzi con la tecnologia, forse non sempre indispensabile a migliorare la nostra vita.

Evelyne-tra-le-nuvole-recensione

In fuga dalla città, l’amore e le mucche

Non sembra esser cambiato molto nei dieci anni buoni trascorsi dal suo precedente Due uomini, quattro donne e una mucca depressa del 2012, una storia dalle molte analogie con l’attuale. Sia per il cast in grado di assemblare volti più o meno noti e qualche apparizione (da Miki Manojlovic e Maribel Verdù, al ‘solito’ Neri Marcorè, Serena Grandi e Marisa Paredes) sia per la scelta di regalare la ribalta a un’altra mucca. Una simpatia evidente della regista, che di nuovo con Evelyne tra le nuvole sembra esser mossa da un desiderio personale di trovare una forma filmica a pensieri e riflessioni proprie.

E che di nuovo pare affidarsi a un contesto umano lontano – e in fuga – dai ritmi cittadini, a scelte musicali non banali al limite del dissonante ed elementi ricorrenti (oltre alle mucche, anche la stessa musica e musicisti devono essere una passione della regista). Una costruzione molto studiata e curata, che a tratti perde di fluidità, con l’inserimento di personaggi e azioni meno naturali dell’ambientazione scelta – all’ombra della splendida Pietra di Bismantova che domina molte inquadrature – e un insistito uso del dialetto, che non migliora la situazione.

Daredevil: 5 cose che gli Avengers dovrebbero imparare da Matt Murdock

Daredevil fa ora parte del MCU e ci sono molte cose che gli Avengers dovrebbero imparare dal personaggio. Indipendentemente dal fatto che il MCU faccia o meno riferimento alle serie Marvel precedenti, tra cui Daredevil e The Defenders di Netflix, l’interazione di Daredevil con un universo Marvel più ampio è l’occasione perfetta per reinventare il modo in cui il MCU ha concepito gli Avengers.

Daredevil valorizza la sua identità segreta

The Defenders recensione serie tvDaredevil dà valore alla sua identità segreta in un modo che la maggior parte dei Vendicatori del MCU non conosce. In un universo costruito sulla rivelazione di Tony Stark come Iron Man alla fine del primo film, è stato difficile recuperare il vero significato delle identità segrete dei supereroi. Tuttavia,per quanto la battuta improvvisata di Tony Stark “Io sono Iron Man” abbia funzionato, le identità segrete non avrebbero dovuto essere abbandonate nel MCU. Certo, nei fumetti molti Vendicatori non si preoccupano di tenere separate le loro vite di supereroi da quelle di civili, ma maschere ed elmetti non hanno praticamente alcun significato nel MCU.

Persino Spider-Man, il cui intero arco nei fumetti si basa sul tentativo di conciliare la sua vita da Peter Parker con quella segreta da Uomo Ragno, sembrava non preoccuparsi più di tanto di rivelare il suo volto a tutti i Vendicatori. Con Daredevil ora nel MCU, il franchise deve fare attenzione a non dimenticare una parte così cruciale del personaggio di Matt, che teme che la sua vita da Daredevil e quella da Matt Murdock si intersechino. Matt ha quasi perso i suoi migliori amici a causa della sua identità segreta di Daredevil, che non ha mai rimpianto di aver nascosto. In effetti, Kingpin, venendo a conoscenza dell’identità segreta di Daredevil, ha quasi condannato Matt e tutti coloro che lo circondano.

Daredevil non lavora per nessuna organizzazione

Nick FuryLo SHIELD è stato uno dei fondamenti dell’MCU fin dalla Fase 1. Sebbene lo SHIELD sia sempre stato una parte importante dei fumetti Marvel, è diventato ancora più importante per il Marvel Cinematic Universe, poiché avere un’organizzazione onnipotente che vigila sui potenziali supereroi e cattivi potrebbe rendere molto più facile la creazione di un universo cinematografico interconnesso. Lo SHIELD è diventato il filo conduttore che collega tutti gli angoli della Fase 1 del MCU, con Nick Fury che è stato il responsabile della creazione dei Vendicatori. Anche al di fuori dello SHIELD, molti supereroi del MCU sono o sono stati associati a un gruppo più ampio, come Doctor Strange e gli stregoni.

Daredevil non lavora per nessuna organizzazione e non è associato a nessun gruppo che gli dica cosa fare o in quali missioni impegnarsi. A parte la breve collaborazione con i Defenders e gli occasionali team-up con il Punitore ed Elektra, Daredevil lavora da solo. Matt Murdock non ha bisogno di istruzioni per la sua prossima missione come Daredevil: deve indagare da solo ogni volta che qualcosa non va. Dato che Daredevil opera in modo unico rispetto a Hulk o Capitan Marvel, sarà interessante vedere come Daredevil si inserirà negli Avengers se Charlie Cox apparirà in Avengers: The Kang Dynasty o Avengers: Secret Wars.

Daredevil veglia sempre sulla sua città

Charlie Cox DaredevilPer molti Vendicatori del MCU, essere un supereroe è solo una parte della loro vita. Per Tony Stark, ad esempio, essere Iron Man costituiva solo uno dei tanti impegni quotidiani. Prima di scoprire la verità sullo SHIELD, Steve Rogers aspettava che Nick Fury gli indicasse la prossima missione. Lo stesso vale per Vedova Nera e Occhio di Falco, che per molto tempo sono stati entrambi un’estensione della volontà di Nick Fury e dello SHIELD. Anche Spider-Man ha iniziato il suo percorso di supereroe nel MCU aspettando che Iron Man lo reclutasse per missioni più importanti.

Un altro esempio è Ant-Man, che ora è una celebrità dopo gli eventi di Avengers: Endgame. Al contrario, per Matt Murdock, non c’è mai stato alcun prestigio associato all’essere Daredevil. L’idea di indossare una maschera e combattere la gente ogni notte era in realtà l’opposto di ciò in cui Matt credeva, eppure ha risposto alla classica “chiamata dell’eroe”. La frase iconica di Spider-Man “Da un grande potere derivano grandi responsabilità“, che è stata reintrodotta nel MCU solo dopo la morte di zia May in Spider-Man: No Way Home, si adatta perfettamente al viaggio di Matt. Ecco perché Daredevil pattugliava spesso Hell’s Kitchen durante la serie omonima: era sempre in cerca di aiuto. Tra la crociata in tribunale di Matt Murdock e le missioni notturne di Daredevil, il personaggio si riposava raramente.

Daredevil si preoccupa davvero dei più deboli

I Vendicatori del MCU hanno affrontato semidei, titani impazziti, conquistatori del tempo e ogni sorta di esercito alieno. Tuttavia, raramente abbiamo visto supereroi come Iron Man o Capitan America combattere le minacce quotidiane per proteggere i più deboli. Ogni volta che i Vendicatori sono stati rappresentati insieme sullo schermo, è perchè stavano reagendo a qualcosa. Che si tratti di un Tesseract rubato o di Thanos alla ricerca delle Gemme dell’Infinito, i Vendicatori erano sempre impegnati in una missione specifica. Qualsiasi scena di salvataggio o interazione con i civili era di solito solo una conseguenza della distruzione causata dai Vendicatori stessi.

Captain America: Civil War ha evidenziato come, ovunque i Vendicatori vadano, la distruzione li segua. Nella serie Netflix, Daredevil era raramente impegnato in una missione specifica, anche se si è fatto rapidamente molti nemici. Tuttavia, nonostante Wilson Fisk abbia giocato tutte le sue carte contro il vigilante mascherato o abbia dovuto affrontare la misteriosa Mano, Daredevil non ha mai smesso di vegliare su coloro che avevano più bisogno. Ovviamente, il fatto che Daredevil sia un supereroe molto più radicato nella quotidianità rispetto a Thor o Hulk rende più facile l’inserimento di questo aspetto. Tuttavia, molti eroi del MCU, tra cui Spider-Man, lasciano molto a desiderare rispetto a Daredevil quando si tratta di aiutare le persone.

Daredevil non uccide

Mentre eroi come Batman e Spider-Man sono noti per il loro mantra del non uccidere, che ha caratterizzato i loro viaggi nei fumetti per decenni, la maggior parte degli Avengers del MCU non si pone il problema se uccidere o meno un nemico. Certo, il fatto che i Vendicatori e gli eroi del MCU in generale affrontino spesso creature aliene o robot aiuta il franchise a evitare il dibattito sull’opportunità di uccidere o meno un personaggio, ma Vendicatori come Vedova Nera e Capitan America non hanno mai avuto problemi a uccidere. Molti supereroi del MCU sono stati addestrati come soldati o agenti segreti per tutta la vita, cosa che non vale per Daredevil.

Avendo deciso di usare le sue capacità per aiutare le persone solo durante il college, Matt Murdock ha dovuto creare un proprio insieme di regole per essere un supereroe. Il codice morale di Daredevil è uno degli aspetti più interessanti del personaggio, che la prima scena della serie Daredevil di Netflix ha catturato perfettamente. Matt Murdock è un uomo violento, ma non supera mai certi limiti: Daredevil si rifiuta di uccidere, cosa che ha scatenato la sua rivalità con il Punitore. La prima conversazione tra Daredevil e il Punitore nella seconda stagione di Daredevil riassume il modo in cui Matt percepisce la sua crociata come Daredevil, un tipo di sfumatura che manca agli Avengers del MCU.

Jason Momoa: “Penso che Aquaman sarà coinvolto” nel futuro del nuovo universo DC

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Jason Momoa è abbastanza fiducioso che Aquaman e il regno perduto non sarà la sua ultima volta nei panni dell’omonimo supereroe nell’Universo DC. Con James Gunn e Peter Safran ora a capo dei DC Studios e alla guida di un Universo DC revisionato, molti fan dei film a fumetti si chiedono se Aquaman di Momoa continuerà la sua traiettoria sullo schermo. Henry Cavill verrà sostituito come l’Uomo d’Acciaio (il Superman: Legacy diretto da Gunn si concentrerà su una versione più giovane dell’eroe), mentre il futuro di Gal Gadot come Wonder Woman è in dubbio (Patty Jenkins è uscita da Wonder Woman 3 differenze creative). Aquaman non è stato incluso nel primo round di nuovi titoli DC Universe che Gunn e Safran hanno rivelato a gennaio.

Penso assolutamente che Aquaman sarà coinvolto nel DCU“, ha recentemente dichiarato Momoa alla rivista Total Film. “Ci siamo, fratello – non c’è nessuno più grande di Aquaman! Ma spero anche che le persone siano entusiaste di vedere il nuovo. È divertente. Mi piace molto fare la commedia. Ci sono alcune cose davvero divertenti con Patrick Wilson. Lo adoro davvero. Ci siamo divertiti molto a lavorare insieme. È come se fossimo fratelli. Ci sono un sacco di cose interessanti che accadono in questo.

Momoa ha confermato a Variety al Sundance Film Festival di aver incontrato Gunn e Safran poco dopo che avevano rilevato i DC Studios alla fine dell’anno scorso. Sono circolate voci secondo cui Momoa avrebbe potrebbe abbandonare Aquaman e interpretare un altro supereroe, Lobo, nel nuovo universo DC. Momoa non ha confermato nulla, ma ha stuzzicato il pubblico con un generico “potrebbero esserci altri personaggi” provenienti da lui lungo la linea alla DC.

“La cosa bella [di Aquaman e il regno perduto] è che io e il mio partner abbiamo scritto il primo trattamento e si trattava di un trattamento di 55 pagine, e molto ha a che fare con me che parlo con le Nazioni Unite di cosa sta succedendo con lo scioglimento delle calotte glaciali”, ha detto Momoa. “Non esiste una galassia lontana che venga a distruggere noi o alieni da un altro luogo. Stiamo rovinando il nostro pianeta. Dobbiamo metterci insieme e salvare la nostra casa”.

Jason Momoa ha concluso: “Sarò sempre Aquaman. Non c’è nessuno che viene lì a prendere il mio posto. Potrebbero esserci anche altri personaggi. Posso interpretare anche altre cose. Posso essere divertente, selvaggio e affascinante.”

Sulla base dei nuovi commenti di Momoa alla rivista Total Film, sembra che l’attore abbia tutte le intenzioni di interpretare Aquaman anche se dovesse essere un nuovo personaggio di supereroi. Aquaman e il regno perduto uscirà nelle sale italiane il 21 dicembre da Warner Bros.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha fallito al box office, cosa sta andando storto in casa Marvel?

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Dopo un weekend di apertura che ha letteralmente asfaltato i numeri delle aperture dei due precedenti capitoli (106 milioni a livello nazionale a febbraio), Ant-Man and the Wasp: Quantumania è crollato nelle settimane successive, diventando un vero e proprio flop per il MCU, dal momento che potrebbe essere il primo film del franchise a non raggiungere i 500 milioni di dollari al botteghino mondiale.

Dopo sei settimane dall’uscita, ha guadagnato 470 milioni in tutto il mondo, cosa accaduta però anche per altri film Marvel, tra cui Black Widow ($ 379 milioni in tutto il mondo mentre debutta anche su Disney+), Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli ($ 432 milioni) e Eternals ($ 402 milioni). E sicuramente, Ant-Man non è l’eroe di Serie A della Marvel, come potrebbero esserlo Doctor Strange o Thor, protagonisti di due dei film Marvel più recenti. Il dato ancora più preoccupante è che Ant-Man and the Wasp: Quantumania difficilmente raggiungerà gli incassi di Ant-Man 1 e 2, rispettivamente $ 519 milioni e $ 622 milioni.

Con un budget di produzione di $ 200 milioni e una spesa di marketing di almeno $ 100 milioni, Ant-Man and the Wasp: Quantumania dovrebbe raggiungere un incasso di circa $ 600 milioni per raggiungere il pareggio nella sua corsa cinematografica. I recenti film Marvel, hanno ottenuto una specie di amnistia per aver perso incassi a causa della distribuzione contemporaneamente su Disney+ o sono stati proiettati in un momento in cui le persone erano più riluttanti ad andare al cinema, a causa delle preoccupazioni COVID. Tuttavia Ant-Man and the Wasp: Quantumania non può usare le stesse scuse. L’unico aspetto positivo è che potrebbe recuperare alcuni costi attraverso l’home entertainment. La Disney non ha ancora commentato questo tipo di riflessione sull’incasso del film.

“Non c’è dubbio, il pubblico non era soddisfatto di ‘Ant-Man 3′”, afferma David A. Gross, che gestisce la società di consulenza cinematografica Franchise Entertainment Research. “I fan dei supereroi sono molto in sintonia con queste storie, e questo aiuta quando i film si collegano, il che è accaduto quasi sempre. Ma in questo caso, ha fatto male.”

I numeri al botteghino confermano questa valutazione. La Marvel rimane a prova di critica in termini di incassi per il fine settimana di apertura, ma i suoi film non sono più immuni al tonfo successivo. Il passaparola generalmente determina il “multiplo” di un film, che nel linguaggio dell’industria è il rapporto tra il suo totale lordo dal suo debutto. La maggior parte dei film mira a un multiplo di tre o quattro. Nel caso di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, avrà a malapena due multipli al botteghino nazionale, segno che l’interesse è completamente svanito dopo l’arrivo sul grande schermo. In confronto, il primo film aveva un multiplo di 3,2 e il sequel aveva un multiplo di 2,9.

In Nord America, Quantumania si sta assestando sui $ 209 milioni, che è superiore all’originale Ant-Man ($ 180 milioni) ma inferiore il sequel Ant-Man and the Wasp ($ 216 milioni). Anche se probabilmente raggiungerà il suo predecessore al botteghino nazionale, il terzo film dovrebbe portare un guadagno superiore. Dopotutto, ha debuttato con il 40% di anticipo rispetto alla seconda puntata.

“Per la Marvel, c’è sempre un livello così alto che qualcosa di meno di un fuoricampo del grande slam al botteghino è visto come deludente”, afferma Paul Dergarabedian, analista senior di Comscore. “Con ‘Ant-Man 3′, il film di maggior incasso uscito quest’anno finora, è possibile che i fan stiano cercando un po’ più della magia che ha fatto parte del marchio Marvel per così tanti anni e attraverso così tanti grandi film”.

Quest’anno è stato difficile per gli adattamenti dei fumetti, un genere che di solito è intoccabile al botteghino. Anche Shazam – La furia degli Dei è crollato dall’apertura a metà marzo, guadagnando la misera somma di 46 milioni di dollari fino ad oggi. Il sequel con un budget di 110 milioni di dollari, di Warner Bros. e DC, si preannuncia uno dei peggiori risultati per un moderno film di supereroi.

Tuttavia, gli analisti del botteghino non stanno ancora piangendo la stanchezza dei supereroi – e Guardiani della Galassia Vol. 3 e Spider-Man: Across the Spider-Verse sembrano proiettarsi a diventare i leader al botteghino estivo. Tuttavia, i risultati segnalano un prossimo futuro in cui gli studi non potranno più distribuire nelle sale cinematografiche qualsiasi adattamento di fumetti con un budget enorme con l’aspettativa che si trasformi in un successo al botteghino. Il vero problema di Quantumania però, è che il film è stato tacciato, a ragione purtroppo, di mancanza di Qualità.

“Il pubblico sta facendo sapere che lo stesso standard Marvel è molto alto”, afferma Shawn Robbins, capo analista di BoxOfficePro. “La buona volontà non sopravvive senza un incentivo periodico del motivo per cui è lì in primo luogo.”

Il Marvel Cinematic Universe della Disney rimane ancora senza rivali nel panorama attuale di Hollywood. È un franchise che ha prodotto 31 film in 15 anni, tutti usciti al n. 1. Ma già dall’epica conclusione di Avengers: Endgame del 2019, che è il secondo film di maggior incasso della storia, hanno iniziato a emergere delle crepe. “Il track record della Marvel è stato davvero notevole. Sono disposto a concedere loro il beneficio del dubbio”, afferma Gross. “La Marvel raramente sbaglia. Ma succede regolarmente con tutti i tipi di film.”

Potrebbe essere troppo presto per trarre conclusioni, ma c’è preoccupazione perché l’ultimo Ant-Man ha avuto l’alta responsabilità di dare il via alla Fase Cinque del Marvel Cinematic Universe, oltre a presentare il malvagio Kang il Conquistatore di Jonathan Majors come l’erede apparente a Thanos. Qualsiasi calo di interesse è problematico perché i film Marvel hanno prosperato grazie alla loro natura interconnessa.

Le vendite dei biglietti per Guardiani 3, che debutterà il 5 maggio, dovrebbero allinearsi maggiormente con le avventure precedenti guidate da Star-Lord e compagnia, che hanno avuto successo con $ 773 e $ 863 milioni a livello globale. Ma l’imminente trequel, diretto da James Gunn, è l’ultimo dei blockbuster eredi della Marvel “di successo” che è stato annunciato ufficialmente.

La responsabilità si sta spostando sui nuovi eroi per recuperare il gioco. Le prossime puntate, come The Marvels e Blade, sono incentrate su personaggi meno conosciuti rispetto a Thor, Captain America e Doctor Strange, che sono diventati tutti nomi familiari nel periodo precedente a Avengers: Endgame. Ma per continuare a costruire nell’era post-“Endgame”, i film non possono semplicemente fare affidamento sull’entusiasmo per ciò che è accaduto prima. Dovranno essere di qualità sufficiente per continuare ad attrarre acquirenti di biglietti oltre il weekend di apertura, presentandoli e coinvolgendoli emotivamente nel destino di altri vigilantes. Secondo Robbins: “Questo è ciò che renderà la Fase 5 così importante nel contesto più ampio dell’MCU e della sua abilità al botteghino”.

Billions: la settima stagione sarà anche l’ultima della serie SHOWTIME

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In una recente apparizione al Football Night di NBC Sports Chicago , l’attore comico Dan Soder, che ha interpretato il ruolo ricorrente di Dudley Mafee in Billions, ha confermato che il dramma di successo di Showtime concluderà la sua storia dopo la sua prossima settima stagione. La sua rivelazione arriva dopo che è stato recentemente annunciato che Damian Lewis riprenderà il miliardario Bobby Axelrod nella prossima stagione dopo essere uscito dalla serie nella terza stagione.

La settima stagione, l’ultima stagione di Billions, è in arrivo“, ha detto Soder (tramite Deadline ). “Non dovrei dirlo? Non so se dovrei dirlo. Il finale arriva mentre Showtime sta attualmente sviluppando molteplici spin-off basati su Billions per l’imminente rebranding negli USA della rete premium in Paramount + con Showtime. I creatori della serie Brian Koppelman e David Levien stanno sviluppando quattro potenziali spin-off: Millions sui finanzieri emergenti; Trilioni sugli ultra-ricchi; e altri due spettacoli senza titolo che si svolgeranno rispettivamente a Miami e Londra.

Billions attualmente è interpretato da Paul Giamatti, Damian Lewis, Corey Stoll, Maggie Siff, Asia Kate Dillon, David Costabile, Toby Leonard Moore, Condola Rashad, Jeffrey DeMunn, Kelly AuCoin e Daniel Breaker.

Nella settima stagione, le alleanze vengono capovolte“, si legge nel logline. “Le vecchie ferite sono riemerse. Le lealtà sono messe alla prova. Il tradimento assume proporzioni epiche. I nemici diventano amici diffidenti. E torna Bobby Axelrod, mentre la posta in gioco cresce da Wall Street al mondo“. Billions è creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew Ross Sorkin. Puoi riprodurre in streaming le stagioni precedenti sulle piattaforme di Showtime.

House of the Dragon 2 avrà meno episodio rispetto alla prima stagione!

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La quantità di episodi che arriveranno nella seconda stagione di House of the Dragon è stato rivelato e alcuni fan rimarranno delusi di scoprire che la nuova stagione del prequel di Game of Thrones.

Infatti, secondo un rapporto di Deadline, è probabilmente che i nuovi episodi arriveranno in anteprima nell’estate del 2024, e il conteggio degli episodi della seconda stagione di House of the Dragon sarà di otto episodi. Dunque ben due episodi in meno rispetto alla prima stagione, che era lunga dieci episodi.

Secondo quanto riferito inizialmente la stagione doveva essere un arco di 10 episodi, ma a causa di alcune riscritture delle sceneggiature, la stagione è stata ridotta a soli otto. Mentre la Warner Bros. è diventata nota ultimamente per la sua politica di riduzione dei costi, si dice che questa sia una decisione puramente creativa a causa della struttura della storia. Non si sa molto della prossima stagione, anche se è stato detto che ci saranno molti più draghi rispetto al primo ciclo di episodi.

La serie tv

Basato su  Fire & Blood di George RR Martin,  House of the Dragon  racconta l’ascesa e la caduta dei Targaryen, l’unica famiglia di signori dei draghi sopravvissuta al destino di Valyria. Si svolge 200 anni prima degli eventi del pluripremiato adattamento in serie di Game of Thrones, che ha trasmesso il suo episodio finale nel 2019.

Con la seconda stagione di House of the Dragon destinata ad approfondire ulteriormente te la guerra di successione nota come “La danza dei draghi”, non è troppo sorprendente scoprire che saranno presentate molte più creature. Finora, abbiamo avuto modo di osservare oltre 10 draghi nella serie, e con il romanzo Fire & Blood dell’autore George RR Martin che si svolge in un arco temporale davvero lungo, abbiamo un sacco di tempo per poter ammirare nuovi draghi!

Disney+: tutto quello che arriverà sulla piattaforma ad aprile 2023

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Con Marzo 2023 che volge a termine è tempo di scoprire tutte le novità che sono in arrivo su Disney+ a Aprile 2023. Tra le varie ricorrenze di Aprile c’è anche La Giornata della Terra che è il 22 aprile e per festeggiare Disney+ offre una nuova serie di documentari di National Geographic in quattro parti, I segreti degli elefanti, prodotta da James Cameron e narrata da Natalie Portman nella versione originale.

Tra le varie uscite da segnalare Rennervations, la nuova serie originale di Jeremy Renner composta da quattro episodi che lo vede reimmaginare veicoli dismessi e ricostruirli per trasformarli in creazioni straordinarie al servizio delle comunità di tutto il mondo. Ogni costruzione ha uno scopo. Con l’aiuto di Anthony Mackie, Vanessa Hudgens, Anil Kapoor e Sebastián Yatra. In streaming dal 12 aprile.

La primavera è arrivata su Disney+ e con essa una serie di novità per tutti i gusti. Non mancano gli adattamenti letterari: l’attesissimo live action Peter Pan & Wendy reimmagina il classico racconto di JM Barrie per una nuova generazione, con Jude Law nell’iconico ruolo di Capitan Uncino, mentre Kathryn Hahn dà vita a una tormentata zia in difficoltà in Le piccole cose della vita, tratto dal bestseller di Cheryl Strayed. Inoltre, gli abbonati potranno immergersi nel mondo di The Good Mothers, la nuova serie originale italiana Disney+ che racconta la ‘ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla.

Tutti i film in arrivo ad Aprile 2023 su Disney+

Peter Pan & Wendy – Il film originale in esclusiva dal 28 aprile su Disney+

Yara Shahidi Trilli Peter Pan & Wendy

Peter Pan & Wendy racconta la storia di Wendy Darling, una giovane ragazza che ha paura di lasciarsi alle spalle la sua casa d’infanzia, che incontra Peter Pan, un ragazzo che si rifiuta di crescere. Insieme ai suoi fratelli e a una fatina, Trilli, viaggia con Peter verso il magico mondo dell’Isola che non c’è. Lì incontra un malvagio pirata, Capitan Uncino, e intraprende un’avventura emozionante e pericolosa che cambierà la sua vita per sempre.

Tutti le serie tv in arrivo ad Aprile 2023 su Disney+

The Good Mothers

Tutti gli episodi della serie originale italiana dal 5 aprile su Disney+

The Good Mothers serie tv 2023Basata su una storia vera, The Good Mothers ripercorre le vicende di Denise, figlia di Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce, tre donne che osano contrapporsi alla ‘ndrangheta. Ad aiutarle la P.M. Anna Colace che, appena arrivata in Calabria, ha un’intuizione: per poter abbattere i clan della ‘ndrangheta, è necessario puntare alle donne. È una strategia che comporta grandi rischi: la ‘ndrangheta è nota e temuta per il suo pugno di ferro e il potere insidioso. The Good Mothers segue Denise, Giuseppina e Maria Concetta nel loro tentativo di affrancarsi dal potere criminale e collaborare con la giustizia.

Faccia a faccia con Papa Francesco

Tutti gli episodi dello speciale originale spagnolo dal 5 aprile su Disney+

Faccia a faccia con Papa Francesco propone conversazioni schiette e sincere tra una delle persone più influenti del mondo e dieci giovani adulti di lingua spagnola tra i 20 e i 25 anni che sollevano domande e preoccupazioni su un’ampia varietà di argomenti, tra cui femminismo, ruolo delle donne nella Chiesa, aborto, perdita della fede, crisi migratoria, diritti LGBTQIA+, abusi all’interno della Chiesa, razzismo e salute mentale. L’incontro tra il Papa e i dieci giovani adulti si è svolto nel luglio 2022 al Pigneto, uno dei quartieri più eclettici di Roma. Il Papa parla senza riserve e il risultato è una conversazione intensa e dinamica, fondata su empatia, curiosità, rispetto e apprendimento reciproco.

le piccole cose della vita

La serie originale in esclusiva dal 7 aprile su Disney+

le piccole cose della vitaBasato sul bestseller di Cheryl Strayed, le piccole cose della vita segue Clare (Kathryn Hahn), una scrittrice in crisi che diventa una venerata giornalista titolare di una rubrica di consigli, anche se la sua vita sta andando a rotoli.

Quando incontriamo Clare per la prima volta nella serie, il suo matrimonio con il marito Danny arranca, la figlia adolescente Re la allontana e la sua carriera di scrittrice, un tempo promettente, è ormai inesistente. Così, quando una vecchia amica scrittrice le chiede di sostituirla nella rubrica di consigli Dear Sugar, lei pensa di non avere il diritto di dare consigli a nessuno. Tuttavia, dopo aver assunto a malincuore il ruolo di Sugar, la vita di Clare si dipana in un complesso tessuto di ricordi, esplorando i suoi momenti più importanti dall’infanzia a oggi e scavando nella bellezza, nelle difficoltà e nell’umorismo delle sue ferite non rimarginate. Attraverso Sugar, Clare crea un vero e proprio balsamo per i suoi lettori – e per se stessa – per dimostrare che non siamo irrecuperabili, che le nostre storie possono in definitiva salvarci. E, forse, riportarci a casa.

How i met your Father – stagione 2

La prima parte della seconda stagione della serie originale dal 19 aprile su Disney+

How i met your Father 2
Jesse (Christopher Lowell, Valentina (Francia Raisa), Meredith (Leighton Meester), Sid (Suraj Sharma), and Sophie (Hilary Duff) shown. (Photo by: Patrick Wymore/Hulu)

In un futuro prossimo, Sophie sta raccontando a suo figlio la storia di come ha incontrato suo padre: una storia che riporta lo spettatore nel 2021, dove Sophie e il suo affiatato gruppo di amici stanno cercando di capire chi sono, cosa vogliono dalla vita e come innamorarsi nell’era delle app di incontri e delle possibilità senza limiti.

Will Trent

I primi due episodi della serie dal 12 aprile su Disney+

Will Trent serie tv 2023L’agente speciale Will Trent del Georgia Bureau of Investigation (GBI) è stato abbandonato alla nascita e ha vissuto un’infanzia difficile nel sovraffollato sistema di affidamento di Atlanta. Ma ora, determinato a usare il suo punto di vista unico per assicurarsi che nessuno venga abbandonato come lui, Will Trent vanta della più alta percentuale di casi risolti del GBI.

Le Serie da non perdere questo mese

  • 9-1-1 LONE STAR – S4 In streaming dal 12 aprile
  • THE RESIDENT S6 – BATCH B In streaming dal 5 aprile
  • ARRESTED DEVELOPMENT S1-3 In streaming dal 5 aprile
  • SAM – UNA VITA DA SASSONE La serie originale in streaming dal 26 aprile
  • CROSSOVER Tutti gli episodi della serie originale Disney+ in streaming dal 5 aprile

The White Lotus: la terza stagione sarà ambientata in Thailandia

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The White Lotus: la terza stagione sarà ambientata in Thailandia

L’acclamata serie tv The White Lotus è diretto verso la Thailandia, secondo quanto apprendiamo da Variety che ha rivelato che diverse fonti vicine alla produzione hanno individuato la location per la prossima terza stagione. 

Poiché le prime due stagioni di The White Lotus di Mike White sono state girate rispettivamente nei resort Four Seasons alle Hawaii e in Italia, è possibile che la terza stagione si svolga in una delle quattro proprietà del colosso degli hotel di lusso in Thailandia, che sono situato a Bangkok, Chiang Mai, Koh Samui e il Triangolo d’oro. I resort Four Seasons della Thailandia sono sparsi in città, campagna, giungla e spiaggia, offrendo a Mike White un sacco di ambientazioni con cui giocare, se lo desidera.

White aveva precedentemente accennato al fatto che la terza stagione potrebbe svolgersi in Asia e concentrarsi sulla “morte e religione e spiritualità orientali”. La prima stagione mette in risalto i soldi, e poi la seconda stagione è il sesso“, ha detto White in una clip dedicata alla fine del finale della seconda stagione. “Penso che la terza stagione sarebbe forse uno sguardo satirico e divertente alla morte, alla religione e alla spiritualità orientali. Sembra che potrebbe essere un ricco arazzo fare un altro giro al White Lotus£.

La produzione della terza stagione di The White Lotus deve ancora iniziare, poiché fonti affermano che White ha passato del tempo in Thailandia a esplorare i siti. I dettagli del casting devono ancora essere annunciati, ma poiché la seconda stagione presentava principalmente un nuovo ensemble, è lecito ritenere che ci saranno molti volti nuovi in ​​vacanza in Asia.

The White Lotus ha vinto 10 premi Emmy per la sua prima stagione, tra cui quello per l’eccezionale serie limitata o antologica e l’attrice non protagonista per Jennifer Coolidge, che ha ripreso il ruolo di Tanya McQuoid nella seconda stagione ambientata in Sicilia. All’inizio di quest’anno, Coolidge ha vinto un Golden Globe per la seconda stagione, che ha portato a casa anche la migliore serie limitata, serie antologica o film per la televisione. La serie ha anche vinto due premi SAG, per il miglior ensemble televisivo e per la performance di Coolidge. White, che scrive e dirige The White Lotus, è produttore esecutivo insieme a David Bernad e Mark Kamine.

X-Files: in sviluppo un reboot firmato Ryan Coogler

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X-Files: in sviluppo un reboot firmato Ryan Coogler

Arriva a Variety la notizia che  Ryan Coogler sta sviluppando una nuova versione di ” X-Files “. Il creatore della serie originale Chris Carter ha rivelato la cosa durante un’intervista con “On The Coast with Gloria Macarenko per celebrare il 30° anniversario di “X-Files“. Durante l’intervista, Carter ha dichiarato: “Ho appena parlato con un ragazzo, Ryan Coogler, che sta per rilanciare ‘X-Files’ con un cast diverso. Quindi ha il suo bel da fare per lui, perché abbiamo coperto così tanto territorio“.

I rappresentanti di Coogler non hanno commentato la notizia. 20th Television, lo studio dietro la serie originale, ha rifiutato di commentare. Poiché il progetto è nelle sue primissime fasi, non si sa su quale rete o piattaforma andrà in onda. Molto probabilmente, tuttavia, andrebbe in onda su Hulu piuttosto che sulla rete originale di “X-Files“, Fox, poiché Fox e 20th TV non fanno più parte della stessa compagnia dopo l’acquisizione da parte della Disney di 21st Century Fox. Questo revival si aggiunge a quelli giù attualmente in sviluppo di serie che un temo erano targate Fox come “Futurama” e “King of the Hill”, tutti show che dovrebbero approdare su Hulu.

The X-Files è andato in onda originariamente su Fox dal 1993 al 2001 prima di essere riproposto in rete per altre due stagioni nel 2016 e nel 2018.

Coogler svilupperebbe il progetto nell’ambito del suo contratto quinquennale con Walt Disney Television, di cui 20th TV fa parte. Coogler è meglio conosciuto per aver scritto e diretto i due film di “Black Panther” per la Marvel e per il suo lavoro nei tre film di “Creed” con Michael B. Jordan. Coogler ha anche scritto e diretto il film acclamato dalla critica “Fruitvale Station”, interpretato anche da Michael B. Jordann. Come produttore, i suoi crediti includono “Judas and the Black Messiah” e “Space Jam: A New Legacy“.

Deadpool 3: Matthew Macfadyen nel cast!

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Deadpool 3: Matthew Macfadyen nel cast!

L’uomo che è sopravvissuto per quasi quattro stagioni alla alla famiglia Roy nell’acclamata serie tv HBO “Succession Matthew Macfadyen è stato ora scritturato per un ruolo nell’annunciato Deadpool 3. A darne notizia è stato il noto sito americano Variety. Il franchise di Ryan Reynolds darà il benvenuto a Macfadyen . L’attore inglese si è unito al  nuovo sequel che come molti di voi ormai sapranno farà rivivere anche l’amato personaggio degli X-Men Wolverine interpretato da Hugh Jackman. Shawn Levy torna come regista e Rhett Reese e Paul Wernick scriveranno la sceneggiatura.

Questo sarà il primo progetto di “Deadpool” realizzato da quando i personaggi  sono passati alla Disney con l’acquisizione della 20th Century Fox. Tutti i creativi coinvolti insistono sul fatto che il film manterrà la sua estrema violenza e il tono volgare, oltre a un rigido rating R. “È così bello ridere ogni giorno. È così delizioso ascoltare, scrivere e inventare queste scene in cui le persone parlano male. E la violenza è nella tua faccia e hardcore, ed è proprio un film di ‘Deadpool‘”, ha detto il regista Shawn Levy l’anno scorso accompagnando l’annuncio ufficiale.

Al momento i rappresentanti di Matthew Macfadyen e dei Marvel Studios non hanno rilasciato nessun commento alla notizia, dunque non sappiamo quale sarà il ruolo dell’attore inglese. A dicembre è stato riferito che la produzione del terzo Deadpool inizierà a maggio. I suoi crediti precedenti includono “Orgoglio e pregiudizio” di Joe Wright, “Frost/Nixon”, “The Assistant” e “Operation Mincemeat”. Apparirà prossimamente nel film “Holland, Michigan” al fianco di Nicole Kidman e Gael Garcia Bernal. La quarta e ultima stagione di “Succession” è attualmente in onda su HBO. In Italia è possibile seguirla su SKY.

Deadpool 3, quello che sappiamo

Shawn Levy dirigerà Deadpool 3. Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux.

Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di Morena Baccarin come Vanessa e T.J. Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold.

Paul Wernick e Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3 uscirà il 6 settembre 2024.

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