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Citadel: Prime Video mostra le prime immagini della serie

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Citadel: Prime Video mostra le prime immagini della serie

Oggi Prime Video ha svelato le prime immagini dell’attesissimo action-spy thriller Citadel, annunciando che la serie sarà disponibile in esclusiva su Prime Video venerdì 28 aprile, con due adrenalinici episodi, seguiti da un nuovo episodio a settimana, ogni venerdì, sino al 26 maggio. Questa serie epocale è prodotta da AGBO dei Fratelli Russo e dallo showrunner David Weil, e interpretata da Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, con Stanley Tucci e Lesley Manville. Citadel sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Citadel: Otto anni fa, Citadel è caduta. L’agenzia indipendente di spionaggio internazionale – nata con lo scopo di difendere la sicurezza di tutte le persone – è stata distrutta dagli agenti di Manticore, una potente associazione che nell’ombra manipola il mondo. Con la caduta di Citadel, tutti i ricordi degli agenti scelti Mason Kane (Richard Madden) e Nadia Sinh (Priyanka Chopra Jonas) sono stati cancellati, ma loro sono riusciti miracolosamente a salvarsi. Da allora sono rimasti nascosti, costruendosi una nuova vita con nuove identità, entrambi ignari del proprio passato. Fino alla notte in cui Mason viene rintracciato dal suo ex collega di Citadel, Bernard Orlick (Stanley Tucci), che ha disperatamente bisogno del suo aiuto per impedire a Manticore di stabilire un nuovo ordine mondiale. Mason si mette alla ricerca della sua ex collega Nadia, e le due spie intraprendono una missione che li porta in giro per il mondo nel tentativo di fermare Manticore, questo mentre devono fare i conti con una relazione costruita su segreti, bugie e un amore pericoloso ma senza tempo.

Richard Madden interpreta Mason Kane, al suo fianco Priyanka Chopra Jonas veste i panni di Nadia Sinh, Stanley Tucci quelli di Bernard Orlick, Lesley Manville è Dahlia Archer, mentre Osy Ikhile è Carter Spence, Ashleigh Cummings è Abby Conroy, Roland Møller impersona Anders Silje e Davik Silje, Caoilinn Springall interpreta Hendrix Conroy, e ancora tanti altri.

Da Amazon Studios e AGBO dei Fratelli Russo, Citadel ha come executive producer Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Otstot e Scott Nemes per AGBO, con lo showrunner e executive producer David Weil. Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono executive producer per Midnight Radio. Nel ruolo di executive producer ci sono anche Newton Thomas Sigel e Patrick Moran.

Citadel continua  

Citadel, interpretato da Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas e con Stanley Tucci e Lesley Manville, è il debutto di un epocale franchise globale. Con la produzione esecutiva di AGBO dei Fratelli Russo, Citadel e le serie seguenti attraversano il globo con storie interconnesse. Ogni serie dell’universo Citadel è creata, prodotta e girata localmente, e vede protagonisti i migliori interpreti, costituendo un franchise globale peculiare. Le serie sono già in produzione in Italia e in India, interpretate rispettivamente da Matilda De Angelis, Varun Dhawan e Samantha Ruth Prabhu.

Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, una nuova featurette dal film

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Paramount Pictures ha rilasciato una nuova featurette di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri per il prossimo adattamento cinematografico live-action del popolare franchise di giochi da tavolo di Hasbro. L’arrivo nelle sale è previsto per il 31 marzo 2023.

Un affascinante ladro e un gruppo di improbabili avventurieri realizzano il colpo del secolo recuperando una reliquia perduta. Ma le cose si mettono male quando il gruppo si imbatte nelle persone sbagliate. Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri porta sul grande schermo lo straordinario mondo e lo spirito del leggendario gioco di ruolo in un’avventura divertente e ricca di azione.

Il film live-action di  Dungeons & Dragons  è scritto e diretto dal  duo di Game Night  Jonathan Goldstein e John Francis Daley. Il film è interpretato da Chris Pine (Wonder Woman 1984),Michelle Rodriguez ( F9 ), Justice Smith (Detective Pikachu), Hugh Grant(Quattro matrimoni e un funerale), Sophia Lillis (It film), Chloe Coleman (My Spy) e Bridgerton Regé-Jean Page. Il film di Dungeons & Dragons  è coprodotto e cofinanziato da Hasbro, eOne e Paramount Pictures. eOne gestisce la distribuzione nel Regno Unito e in Canada, mentre Paramount distribuisce ovunque. Sarà anche prodotto da Brian Goldner e Jeremy Latcham di Hasbro come parte del suo accordo con eOne, il braccio di intrattenimento di Hasbro.

Adam Driver nel trailer italiano di 65: Fuga dalla Terra

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Adam Driver nel trailer italiano di 65: Fuga dalla Terra

Ecco il trailer di 65: Fuga dalla Terra, il prossimo thriller fantascientifico. Il trailer presenta Adam Driver e Ariana Greenblatt che rimangono bloccati su un pianeta pieno di dinosauri. Il nuovo contributo mostra le sequenze d’azione da batticuore del film, poiché il personaggio di Adam Driver dovrà affrontare creature preistoriche per sopravvivere.

Il film dovrebbe fare il suo debutto nelle sale il 17 marzo, nello stesso weekend di uscita del il sequel DC Shazam! Furia degli Dei. Inoltre la pellicola uscirà lo stesso mese di altre pellicole di alto profilo tra cui Creed III, Scream VIJohn Wick: Chapter 4 e Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri.

65: Fuga dalla Terra è scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, noti per aver co-scritto A Quiet Place e aver diretto il film slasher del 2019 Haunt. Il film vedep protagonisti Adam Driver ( film di Star Wars), Ariana Greenblatt (Love and Monsters) e Chloe Coleman (My Spy).

Dopo un catastrofico incidente su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills (Adam Driver) scopre rapidamente di essere effettivamente bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa“, si legge nella sinossi. “Ora, con una sola possibilità per salvarsi, Mills e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza.

Il film è prodotto da Beck e Woods attraverso il loro banner Beck/Woods insieme al creatore di Evil Dead e al regista di Doctor Strange in the Multiverse of Madness Sam Raimi attraverso il suo banner Raimi Productions. Questo segnerà anche l’ultima collaborazione del duo di registi con Sam Raimi dopo aver lavorato insieme a un episodio di 50 States of Fright di Quibi . Altri produttori sono Zainab Azizi e Debbie Liebling di Raimi Productions, con Douglas Merrifield come produttore esecutivo.

Oltre a 65: Fuga dalla Terra, Adam Driver sarà presto visto in alcuni progetti di alto profilo, tra cui il film biografico sulla Ferrari di Michael Mann e l’epico dramma di Francis Ford Coppola Megalopolis . Nel frattempo, Greenblatt e Coleman sono stati entrambi scelti per progetti imminenti ad alto budget, con Greenblatt che apparirà nell’adattamento cinematografico di Borderlands di Eli Roth. Per quanto riguarda Coleman, reciterà accanto a Chris Pine in Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves della Paramount.

Ted Lasso 3: il trailer della serie Apple Tv+

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Ted Lasso 3: il trailer della serie Apple Tv+

Apple TV+ diffonde il trailer della terza stagione della serie di successo Ted Lasso 3 che farà il suo debutto il 15 marzo con il primo dei dodici episodi totali, seguito da nuovi episodi settimanali, ogni mercoledì. Con la nuova anteprima settimanale del mercoledì, “Ted Lasso” è la prima serie di Apple TV+ a essere lanciata a metà settimana.

Nella terza stagione di “Ted Lasso il neo-promosso AFC Richmond si trova ad affrontare lo scherno dell’opinione pubblica, con le previsioni dei media che lo danno ultimo in Premier League; intanto Nate (Nick Mohammed), ora acclamato come “ragazzo prodigio”, è andato a lavorare per Rupert (Anthony Head) al West Ham United e sulla scia della sua controversa partenza da Richmond, Roy Kent (Brett Goldstein) assume il ruolo di assistente allenatore, insieme a Beard (Brendan Hunt). Nel frattempo, mentre Ted (Jason Sudeikis) affronta le pressioni sul lavoro e continua a lottare con i suoi problemi personali, Rebecca (Hannah Waddingham) si concentra su come riuscire a sconfiggere Rupert e Keeley (Juno Temple) cerca di diventare il capo della sua agenzia di pubbliche relazioni. Le cose sembrano andare a rotoli, sia dentro che fuori dal campo, ma il Team Lasso è pronto a dare comunque il meglio di sé.

La seconda stagione di Ted Lasso ha battuto tutti i record diventando la serie comedy più premiata agli Emmy per il secondo anno consecutivo con quattro vittorie totali, tra cui i riconoscimenti come Outstanding Comedy Series, Outstanding Lead Actor in a Comedy Series (Jason Sudeikis), Outstanding Supporting Actor in a Comedy Series (Brett Goldstein) e Outstanding Directing for a Comedy Series (MJ Delaney). Con le due vittorie consecutive nella categoria Outstanding Comedy Series, la serie si è unita alla schiera delle uniche altre sette serie comedy nella storia che hanno vinto il premio per le rispettive prime due stagioni: “Modern Family”, “30 Rock”, “Frasier”, “The Golden Girls”, “Cheers”, “All in the Family” e “The Phil Silvers Show”.

Dopo il suo debutto su Apple TV+, Ted Lasso si è rapidamente guadagnata lodi e consensi: la prima stagione è diventata la serie comedy esordiente più nominata agli Emmy nella storia, ottenendo i massimi premi. Oltre ai riconoscimenti agli Emmy, Ted Lasso è stata premiata con un Peabody Award; un SAG Award a Sudeikis per la migliore performance maschile in una serie comedy; tre Critics Choice Awards, tra cui quello per la Miglior Serie Comica, il premio Miglior Attore in una Serie Comica per Sudeikis e quello per la Miglior Attrice Non Protagonista in una Serie Comica ad Hannah Waddingham, aggiudicandosi i massimi riconoscimenti in ognuna delle categorie in cui la serie è stata nominata; inoltre, la Writers Guild of America ha incoronato Ted Lasso con i premi per la Miglior Commedia e la Miglior Nuova Serie.

Jason Sudeikis è Ted Lasso, un allenatore di football universitario del Kansas assunto per allenare una squadra di calcio professionistica in Inghilterra, nonostante non abbia alcuna esperienza come allenatore di calcio. Ma ciò che gli manca nella conoscenza, lo compensa con ottimismo, determinazione da sfavorito… e biscotti. La pluripremiata serie Apple Original è interpretata anche da Hannah Waddingham, Jeremy Swift, Phil Dunster, Brett Goldstein, Brendan Hunt, Nick Mohammed, Anthony Head, Toheeb Jimoh, Cristo Fernandez, Kola Bokinni, Billy Harris, James Lance e Juno Temple.

Jason Sudeikis è anche produttore esecutivo, insieme a Bill Lawrence con la sua Doozer Productions, in associazione con Warner Bros.Television e Universal Television, una divisione di NBCUniversal Content. Tra i produttori esecutivi troviamo anche Brendan Hunt, Joe Kelly e Bill Wrubel, insieme a Jeff Ingold e Liza Katzer della Doozer, Jane Becker e Jamie Lee. Anche Brett Goldstein, oltre a essere sceneggiatore, è produttore esecutivo. La serie è stata sviluppata da Sudeikis, Bill Lawrence, Joe Kelly e Brendan Hunt ed è basata sul format preesistente e sui personaggi di NBC Sports. La prima e la seconda stagione di Ted Lasso sono disponibili su Apple TV+ sull’app Apple TV.

Lo strangolatore di Boston, il trailer del film con Keira Knightley

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Lo strangolatore di Boston targato 20th Century Studios dello scrittore e regista Matt Ruskin debutterà il 17 marzo 2023 in esclusiva su Hulu negli Stati Uniti, su Star+ in America Latina e su Star all’interno di Disney+ in Italia. Sono stati diffusi il trailer e il poster del thriller true-crime che ha per protagoniste le giornaliste pioniere che hanno raccontato la storia dei famigerati omicidi dello Strangolatore di Boston degli anni ’60.

Lo strangolatore di Boston è interpretato dalla due volte candidata all’Oscar® Keira Knightley (The Imitation Game, Orgoglio e pregiudizio), dalla candidata all’Emmy® Carrie Coon (Fargo, The Gilded Age), da Alessandro Nivola (Amsterdam), David Dastmalchian (Dune), Morgan Spector (Homeland – Caccia alla spia), Bill Camp (Joker) e dal vincitore dell’Oscar® Chris Cooper (Il ladro di orchidee). Scritto e diretto da Matt Ruskin (Il coraggio di lottare), il film è prodotto da Ridley Scott (Sopravvissuto – The Martian), Kevin J. Walsh (House of Gucci), Michael Pruss (American Woman), Josey McNamara (Una donnna promettente (Promising Young Woman)) e Tom Ackerley (Tonya), mentre Michael Fottrell (Fast & Furious 8) e Sam Roston saranno gli executive producer. Sam Roston supervisionerà per Scott Free e Bronte Payne per LuckyChap.

Il film segue Loretta McLaughlin (Keira Knightley), una reporter del quotidiano Record-American, che diventa la prima giornalista a trovare una correlazione tra gli omicidi dello Strangolatore di Boston. Mentre il misterioso assassino miete sempre più vittime, Loretta cerca di continuare le sue indagini insieme alla collega e confidente Jean Cole (Carrie Coon), ma il duo si trova ostacolato dal dilagante sessismo dell’epoca. Ciononostante, McLaughlin e Cole portano avanti la storia correndo un grande rischio personale e mettendo a repentaglio le loro stesse vite nel tentativo di scoprire la verità.

Nastri d’Argento Documentari 2023: i vincitori

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Nastri d’Argento Documentari 2023: i vincitori

Nastri d’Argento a La generazione perduta di Marco Turco per il ‘Cinema del Reale’ e in ex aequo per ‘Cinema, Spettaolo, Cultura’ – con il ‘Documentario dell’anno’ Sergio Leone – L’italiano che inventò l’America di Francesco Zippel, presentato a Venezia – ai film Ennio Flaiano, Straniero in Patria di Fabrizio Corallo e Valeria Parisi e Franco Battiato – La Voce del Padrone di Marco Spagnoli.

La generazione perduta racconta l’Italia degli anni ‘70 attraverso la storia di Carlo Rivolta che – tra il Movimento ‘77 e il giornalismo della prima redazione di Repubblica – cominciò ad indagare lo spaccio di eroina anche attraverso la diffusione tra i giovani, finendo poi per esserne vittima: la tragedia della sua morte segnò per sempre la fine di un’epoca in cui le lotte studentesche erano solo voglia di libertà e battaglie per il cambiamento.

Un tema ricorrente, quello dei Settanta, tra cronaca politica e fermento culturale in un’annata particolarmente interessante proprio nel racconto dei cambiamenti sociali e di costume del Paese, non solo nella memoria degli ultimi cinquant’anni ma anche nel fermento di nuove proteste che sembrano riaprire la violenza dello scontro sociale.  Nel palmarès che apre l’edizione 2023 dei Premi assegnati dai Giornalisti Cinematografici Italiani la street artistLaika, proprio per citare la cronaca di oggi, è la ‘Protagonista dell’anno’ nel documentario di Antonio Valerio Spera Life is (not) a game, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, un film che ne racconta le misteriose incursioni notturne tra provocazione e protesta militante.

La premiazione questa sera a Roma, insieme ai titoli finalisti nelle diverse categorie in selezione ufficiale, ricordando che il Direttivo dei Nastri d’Argento ha già anticipato nei giorni scorsi i due premi speciali “Cinema & lavoro” vanno a Via Argine 310 di Gianfranco Pannone, sulla vertenza Whirpool e Noi siamo Alitalia – Storia di un Paese che non sa più volare di Filippo Soldi, dedicato ai lavoratori dell’Alitalia.

Sono stati complessivamente 55 i titoli finalisti in selezione ufficiale. Li ha scelti il Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici (Laura Delli Colli presidente, Fulvia Caprara vicepresidente, Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga e Stefania Ulivi) tra i 130, editi nel 2022, visionati quest’anno. Per il ‘Cinema del Reale’ i finalisti sono – con il vincitore La generazione perduta di Marco Turco e Las Leonas di Chiara Bondì e Isabel Achával cui va un premio speciale – Kill me if you can di Alex Infascelli, Svegliami a mezzanotte di Francesco Patierno e The Matchmaker di Benedetta Argentieri.

Tra i titoli che raccontano protagonisti ed eventi di ‘Cinema, Spettacolo, Cultura’ i due film vincitori sono ex aequo  Ennio Flaiano, Straniero in Patria di Fabrizio Corallo e Valeria Parisi e Franco Battiato – La Voce del Padrone di Marco Spagnoli, finalisti con Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza di Elisabetta Sgarbi, Capelli quasi biondi, occhi quasi azzurri – 78 lettere a Pier Paolo Pasolini di Simona Risi e Souvenir d’Italie, dedicato a Lelio Luttazzi, di Giorgio Verdelli.

Ma la sorpresa di quest’edizione dei Nastri è arrivata dagli ‘eroi dello sport’, con la ‘cinquina’ speciale non solo dedicata al grande calcio: con La bella stagione di Marco Ponti, il documentario vincitore che intreccia il successo della Samp alla storia dell’amicizia fraterna tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini, un premio speciale per Nel nostro cielo un rombo di tuono di Riccardo Milani è andato al grande Gigi Riva, icona di eroismo sportivo ma anche di una Sardegna che ancora oggi continua a considerarlo un simbolo. Una menzione, per aver raccontato un ‘caso’, indimenticabile non solo nella memoria dei romanisti, è andata a Er gol de Turone era bonodi Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet.  Ancora il ‘grande calcio’ in ‘cinquina’ con È stato tutto bello – Storia di Paolino e Pablito, l’omaggio di Walter Veltroni a Paolo Rossi e infine, dal mondo del basket, Kobe – Una storia italiana di Jesus Garcés Lambert sull’indimenticabile Kobe Bryant.

I Giornalisti Cinematografici hanno assegnato a Kordon di Alice Tomassini, viaggio nella coraggiosa resistenza delle donne ucraine il ‘Premio Valentina Pedicini’, giunto alla terza edizione e promosso in collaborazione con la sede di Palermo del CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, dedicata al documentario e guidata dalla regista Costanza Quatriglio. Un riconoscimento nato per ricordare la particolare sensibilità dello sguardo di una regista scomparsa troppo presto che assegna un Premio speciale anche a La timidezza delle chiome di Valentina Bertani, segnalando in ‘cinquina’ finalista Il cerchio di Sophie Chiarello, l’opera prima di Isabella Ragonese Rosa – Il canto delle sirene e Life is (not) a game di Antonio Valerio Spera per il quale Laika è stata scelta come ‘Protagonista dell’anno’ nei Documentari. 

“Una selezione finale nella quale è prevalsa, con la qualità narrativa, anche la nostra sensibilità giornalistica – commenta a nome del Direttivo, la Presidente Laura Delli Colli. “Si chiude un’edizione particolarmente segnata dalla memoria ma anche dalla cronaca di una stagione complessa che ha siglato la svolta più significativa sul tema dei diritti civili affrontando, però, con lucidità anche le contraddizioni di un periodo segnato dall’effervescenza della contestazione e insieme dalle contraddizioni e dalle derive, non solo politiche, che hanno snaturato il sogno del grande cambiamento”.

Concludendo il bilancio di quest’edizione, con il tema dello sport mai tanto frequentato nel racconto del ‘Cinema del Reale’ molte le monografie che, nella sezione dedicata a ‘Cinema, Spettacolo, Cultura’ stanno affidando ormai sempre di più all’audiovisivo un vero e proprio archivio di memoria storica con i ritratti di autori e protagonisti. Una ‘library’ che aggiunge di anno in anno un capitolo in più ad un prezioso patrimonio culturale.  

TUTTI I PREMI – I NASTRI d’ARGENTO 

  • DOCUMENTARIO DELL’ANNO

SERGIO LEONE – L’ITALIANO CHE INVENTÒ L’AMERICA di Francesco Zippel

  • CINEMA DEL REALE

Miglior film

LA GENERAZIONE PERDUTA di Marco Turco

Premio speciale

LAS LEONAS di Chiara Bondì, Isabel Achával

  • CINEMA, SPETTACOLO, CULTURA 

Miglior film (ex aequo)

ENNIO FLAIANO, STRANIERO IN PATRIA di Fabrizio Corallo, Valeria Parisi

FRANCO BATTIATO – LA VOCE DEL PADRONE di Marco Spagnoli 

  • PROTAGONISTA dell’anno 2023

LAIKA per LIFE IS (NOT) a GAME di Antonio Valerio Spera

  • IL GRANDE CALCIO, GLI EROI DELLO SPORT

Miglior film

LA BELLA STAGIONE di Marco Ponti

Premio speciale

GIGI RIVA per NEL NOSTRO CIELO UN ROMBO DI TUONO di Riccardo Milani

Menzione speciale

ER GOL DE TURONE ERA BONO di Francesco Miccichè, Lorenzo Rossi Espagnet

  • PREMIO VALENTINA PEDICINI

Miglior film

KORDON di Alice Tomassini

Premio speciale

LA TIMIDEZZA DELLE CHIOME di Valentina Bertani

  • PREMI ‘CINEMA & LAVORO’

VIA ARGINE 310 di Gianfranco Pannone

NOI SIAMO ALITALIA – Storia di un Paese che non sa più volare di Filippo Soldi

Kill me if you can, la recensione del film di Alex Infascelli

Kill me if you can, la recensione del film di Alex Infascelli

Kill me if you can è il nuovo documentario diretto da Alex Infascelli che sarà in sala dal 27 febbraio. La sua carriera inizia già imbevuta di cinema: nipote del produttore e regista Carlo i cui figli hanno praticamente tutti seguito le sue orme, tra i quali quindi anche il papà di Alex, Carlo, muove i primi passi iniziando nel mondo della musica, sia suonandola, facendo parte di diverse band, che partecipando alla produzione di un gran numero di videoclip agli inizi degli anni ’90.

Dopo aver dato il via alla carriera da regista nel cinema di finzione, e aver vinto un David di Donatello e un Nastro d’Argento nel 2000 per Almost Blue, esce nel 2015 con S is for Stanley grazie a cui vince un altro David nel 2016 partendo ufficialmente all’esplorazione del documentario. L’anno successivo dirige la trasposizione di una piéce teatrale intitolata Piccoli crimini coniugali, con Sergio Castellitto e Margherita Buy, con la quale aveva già lavorato nel 2004 ne Il siero della vanità, per poi tornare al documentario con il celebre e patriottico – per così dire – Mi chiamo Francesco Totti, presentato tre anni fa alla Festa del Cinema di Roma, che gli vale ancora un David e un Nastro d’Argento.

Alex Infascelli si identifica con i personaggi di cui racconta. Sicuramente questo è un aspetto che riguarda chiunque si muova all’interno di un’espressione artistica in generale: specchiarsi nella propria opera è probabilmente inevitabile per un autore, oltre che fondamentale per farne anche un narratore. La peculiarità del regista è quella di essere attratto da storie che abbiano strati sotterranei che non balzano subito all’occhio.

Kill me if you can, il significato del titolo

Kill me if you can era la frase che Raffaele Minichiello si era inciso sull’elmetto quando a diciassette anni e mezzo si era arruolato nei Marines e combatteva in Vietnam. Il giovane italo americano è passato alla storia dell’epoca – nonché è entrato nel Guinness dei primati – per aver compiuto il più lungo dirottamento di un volo di linea. Il 31 ottobre del 1969, alla vigilia del suo ventesimo compleanno, sale armato su un aereo della compagnia TWA che avrebbe dovuto essere diretto a san Francisco e che lì non arriverà mai, ma che atterrerà a Roma dopo più di diciannove ore e tre scali per far rifornimento. L’uomo oggi ha settantatré e tre figli, è sorridente e calmo nel raccontarsi. La ragione della folle idea era stata un’ingiustizia subita da parte di un suo superiore riguardo a una somma di denaro che avrebbe dovuto ritirare e che aveva messo da parte durante la missione in Vietnam, ma che gli era stata data decurtata di 200 dollari.

Kill Me if you canIl ritratto che compone Infascelli dell’uomo è veramente interessante, soprattutto nel modo in cui scorre da un aspetto all’altro della sua vita e nel ritmo che dà al quadro che man mano si arricchisce di colori e sfumature fino a completarsi del tutto. Raffaele Minichiello appare quasi compiaciuto, ancora stralunato dall’inaspettato successo che un atto – dopotutto – criminale gli ha portato. Il regista segue il narcisismo del protagonista e, chissà, forse per alcuni aspetti lo soddisfa, riflettendosi in esso. È, in fondo, il destino delle personalità istrioniche quello di non avere sempre la percezione dell’effetto che le loro azioni hanno su chi gli sta attorno, o gli vive accanto. Infatti è quasi doloroso, in alcuni tratti, cogliere l’ingombro che Raffaele Minichiello, nel suo ruolo di padre, dev’essere stato soprattutto nella vita del figlio maggiore. Verrebbe quasi da domandarsi se non possa essere stato un sentimento condiviso col regista.

Ad ogni modo, la grande bravura di Alex Infascelli in Kill me if you can è distesa ed espressa alla perfezione. L’occhio narrante nel lasciare parlare lo stesso oggetto di cui vuole dire la storia, riesce a dargli un taglio che va oltre la consapevolezza stessa del protagonista. Proprio come quello che succede quando uno mostra di sé molto più di quanto vorrebbe, e l’interlocutore furbescamente lo usa per piacere personale.

The Strays: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

The Strays: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Poche tipologie di film sanno catturare l’attenzione degli spettatori come i thriller psicologici, opere caratterizzate da storie che esplorano le paure umane scavando nella fragilità della psiche umana e proponendo intrighi e colpi di scena ai quali è difficile resistere. Ogni anno vengono realizzati numerosi lungometraggi di questo tipo, ma uno che attualmente sta facendo parlare molto di sé è The Strays, disponibile su Netflix dal 22 febbraio del 2023. Si tratta dell’opera prima da regista di Nathaniel Martello-White, fino ad oggi attore noto per diversi film e opere seriali, tra cui un episodio di Small Axe, la serie di Steve McQueen.

Più che da quest’ultimo e il suo modo diretto di affrontare tematiche legate al razzismo, Martello-White sembra aver fatto sua la lezione di Jordan Peele, dando dunque vita con questa sua opera prima ad un thriller psicologico che sfocia nell’orrore puro, attraverso cui si esprime il disagio della popolazione afroamericana. Da lui anche scritto, The Strays ricorda dunque il film premiato agli Oscar Scappa – Get Out nella misura in cui ricostruisce un contesto specchio della società statunitense da cui far emergere situazioni estreme che diventano allegoria di problematiche sociali e razziali tutt’altro che estranee alla realtà.

Attualmente al 2° posto nella Top 10 dei film Netflix più visti in Italia, The Strays sembra dunque essere riuscito nel suo intento di catturare l’attenzione, stimolando un vivo dibattito. È dunque il film giusto se si è alla ricerca di un’opera che proponga un brillante misto di intrattenimento, commento sociale, tensione e colpi di scena continui. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, per chi non teme gli spoiler, si proporrà anche una spiegazione del finale del film.

La trama e il cast di The Strays

The Strays, traducibile come “i randagi”, racconta la vita apparentemente perfetta di Neve, una giovane donna con un buon lavoro in una scuola privata, che vive in un quartiere per benestanti insieme alla sua bella famiglia. La sua vita sociale è appagante e tutto fila liscio, almeno fino al giorno in cui nota la presenza di due misteriose figure. Sono un uomo e una donna, che compaiono e scompaiono in momenti imprevisti, seguendola in ogni sua mossa. Neve inizialmente pensa di poter gestire la situazione ma quando comincia ad avere dubbi sulla reale esistenza di queste persone, perde il controllo. La vita perfetta che si era creata Neve sta andando in frantumi pezzo per pezzo facendo riaffiorare le bugie che la tenevano in piedi.

Ad interpretare Neve vi è l’attrice Ashley Madekwe, meglio nota per aver interpretato Bambi nella serie Diario di una squillo perbene, ma vista anche nelle serie Revenge e Salem. Riguardo The Strays, l’attrice ha raccontato di aver accettato il ruolo in quanto entusiasta della sfida che questo comportava a livello attoriale. Accanto a lei vi sono Bukky Bakray nei panni di Abigail, e Jorden Myrie in quelli di Marvin, i due estranei che la perseguitano. Samuel Small e Maria Almeida, invece, interpretano Sebastian e Mary, i figli di Neve. Altri due attori noti presenti nel cast sono Lucy Liemann, nota per la serie Agatha Raisin, qui interprete di Amanda, e Rob Jarvis, noto per la serie Hustle, interprete qui di Robert.

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La spiegazione del finale di The Strays

Come anticipato, di seguito si propone una spiegazione del finale del film, anche in relazione all’ambiguo titolo proposto dal regista. Per chi ha già visto il film o non teme l’effetto degli spoiler, è bene sapere che tutto parte dalla vita perfetta che Neve si è ricostruita dopo essere scappata da un marito violento. Donna di colore, nel corso del film la protagonista fara di tutto pur di nascondere tale aspetto di sé, sia utilizzando trucchi pesanti sia ricorrendo a parrucche con cui nascondere i propri capelli afro. Questo suo rifiuto del proprio colore di pelle diventa però più difficile da “nascondere” nel momento in cui viene raggiunta da due misteriosi individui.

Questi, che piano piano si avvicineranno sempre di più a Neve e ai suoi due figli, sveleranno infine di essere i bambini che la donna aveva avuto dal suo primo matrimonio, quello da cui Neve è fuggita. Quando tale rivelazione viene alla luce, la protagonista decide di fare ciò che sa fare meglio, ovvero fuggire di nuovo. Ecco allora che i randagi del film non sono solo i suoi primi due figli, ma anche i figli avuti dal secondo matrimonio e che abbandona senza pensarci due volte. Randagia è però anche la stessa Neve, che con questo suo comportamento non riesce a trovare un posto che possa chiamare casa e un nucleo di persone che possa identificare come la propria famiglia, da amare e proteggere.

Attraverso il suo film, Martello-White sembra dunque andare a proporre una riflessione sulla figura della madre, la quale qualora decida di abbandonare la propria famiglia viene giudicata con maggior disprezzo rispetto a quanto avviene se a scappare è un uomo. Allo stesso tempo, il regista fa in più occasione riferimento alla comunità afroamericana, a come talvolta questa perda l’unità che la renderebbe invece più compatta e forte nel portare avanti le proprie battaglie. Il rifiuto di Neve nei confronti del proprio passato può infatti essere letto anche con questo punto di vista, ponendo dunque un vero e proprio monito.

Il trailer di The Strays e dove vederlo in streaming

Come anticipato, è possibile fruire di The Strays grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonte: IMDb, Looper

Yellowstone 5: recensione della quinta stagione con Kevin Costner

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Il Yellowstone Dutton Ranch riapre le porte per la quinta stagione. Un appuntamento attesissimo dai fan della serie dopo gli eventi della quarta stagione. Yellowstone 5 è stata divisa in due parti, composta da 14 episodi totali. I primi sei episodi iniziano la messa in onda italiana l’1 marzo con un doppio appuntamento il mercoledì sera su Sky o NOW. Mentre in America si è già arrivati al giro di boa, si attende la seconda parte della stagione che potrebbe concludere la serie iniziata nel 2018. Yellowstone ha dato vita a un vero e proprio franchise con tantissimi spinoff: 1883, che racconta la storia degli antenati della famiglia Dutton e della creazione del ranch; 1923, con Harrison Ford e Helen Mirren che racconta tramite gli eventi storici, come la Grande depressione, l’andamento del Yellowstone Dutton Ranch. Altri in arrivo sono 1944 e 6666.

Yellowstone 5, la recensione

Il ranch è al primo posto, ci siamo capiti?”

Un uomo e il suo doppio. Così inizia Yellowstone 5, proprio dove ci eravamo lasciati. La campagna elettorale si è conclusa e John Dutton (interpretato da Kevin Costner) ne esce vincitore. A differenza delle stagioni passate, l’eredità lasciata dalla serie in questo nuovo appuntamento non si porta dietro una scia di sangue. Ci sono sicuramente ferite, interiori e psicologiche, ma nessun colpo di scena sconvolgente a travolgere lo spettatore. Questo renderà le cose molto più complicate a questa stagione – forse l’ultima della serie madre – che dovrà alzare ancor di più l’asticella. Tra i temi che sono stati al primo posto nel corso di queste stagioni c’è quello della tema della sostenibilità e del suo mantenimento – soprattutto quello del ranch, l’eredità di John Dutton.

Yellowstone 5 recensione serie tvAnche in Yellowstone 5, con un nuovo governatore al comando, questa tematica ritorna prepotente. È sempre stata centrale, così come centrale è l’uomo che porta avanti questo vessillo: John Dutton. Andando indietro alla prima stagione, ricordiamo quando l’urbanizzazione stava per fare capolino all’interno del suo terreno ed ora dopo un paio di nipoti, la pensione da cowboy e qualche anno in più, Dutton da governatore blocca tutti i permessi per la costruzione dell’areoporto. Ma la serie tv narrata da Taylor Sheridan racconta anche del conflitto generazionale, di amori perduti o fortuitamente ritrovati.

Ma prima di addentrarci nella narrazione di questa stagione, già dal primo episodio di Yellowstone 5 notiamo fin da subito un cambiamento nello sguardo di John Dutton. Uno sguardo stanco anche se sempre determinato che, una volta raggiunto un ruolo politico importante, guarda indietro al suo passato. Ritorna, quindi, il doppio visto all’inizio nel frame iniziale che scinde Dutton in due: l’uomo politico e il cowboy. Quella del personaggio di Costner in questa stagione sarà una dura prova che farà da collante tra gli episodi.

 

Il selvaggio west

Una metafora quella del selvaggio west in Yellowstone 5 per descrivere – anche – burocrazia, intrighi e alleanze politiche di cui John Dutton chiaramente è già oberato. Abituato a uno stile di vita diverso, l’amministrazione di uno stato risulta essere qualcosa più grande di lui. Per riuscire ad andare avanti si serve dell’aiuto di Beth (interpretata da Kelly Reilly) che nelle cinque stagioni di Yellowstone è sicuramente il personaggio con la linea narrativa più particolare: “Beth è sicuramente la figlia che invidio”. Quello che fa la serie con il personaggio di Beth ricorda lo stesso percorso di Shiv in Succession. Entrambe le serie di successo infatti cercano di restituire una descrizione di due donne di potere che sono pronte a tutto per ottenerlo.

Yellowstone 5 selvaggio west

Sorelle, e prima ancora figlie, di uomini che giocano alla lotta di potere, Beth – come Shiv -tiene le redini della sua famiglia, prima, e della stagione, poi. Alti e bassi, invece, si prospettano all’orizzonte per Jamie Dutton (interpretato da Wes Bentley). Dopo aver visto soffiarsi davanti agli occhi la nomina come governatore adesso subisce passivamente gli ordini della sorella.

Il selvaggio west diventa come una condizione, anche interiore, di tutti i personaggi. Un tumulto, una valanga che ti cade addosso. Il selvaggio west è quello che si abbatte su Kayce (interpretato da Luke Grimes) e Monica (interpretata da Kelsey Chow). Quando quella possibilità di vedere la famiglia allargarsi gli viene strappataa dalle mani a causa di un brutto incidente, la donna inizierà a vedere le cose diversamente. Concretamente però il selvaggio west sta per prendere davvero il largo. Ancora una volta sarà il tema dell’ambiente ad accendere la miccia. Basta un semplice errore da parte dei cowboy del ranch per creare una situazione che si estenderà a macchia d’olio, che la trama porterà anche nella seconda parte Yellowstone 5: lupi del parco di Yellowstone sono stati abbattuti.

Yellowstone 5 Kevin Costner

I ricordi

In questa prima parte di Yellowstone 5 siamo catapultati nei ricordi. Sentiamo quasi la mancanza dell’odore di sterco e del fieno del ranch, lo percepiamo ancora una volta dagli occhi di John Dutton. Il capofamiglia, più che mai in questa stagione, allontanato dal suo ranch appare quasi domato, a tratti irriconoscibile, vinto da una politica troppo complessa. Le immagini però riportano, almeno lo spettatore, tra il verde e tra i boschi. Ne apprezziamo la vista e sopra ogni albero possiamo sentire quasi il profumo di questa terra in cui “non si vede la fine”.

Yellowstone 5, almeno per il momento, in questa prima parte di stagione sembra non aggiungere niente di nuovo al quadro già complesso della trama. Se i ricordi non ci ingannano infatti questi drammi familiari prima tra Keyce e Monica e poi tra Jamie e Beth sono qualcosa di già visto nelle stagioni precedenti. La seconda parte, a detta del creatore della serie sarà molto più “sanguinosa” e noi l’attendiamo con impazienza. Questa prima parte, infatti, cerca di mettere a posto le pedine sulla scacchiera. Lo spettatore però non è in grado di giocare per il momento e sta a guardare il quadro che prende forma dall’alto delle montagne di Yellowstone. Ma i ricordi hanno anche l’effetto opposto, ti scombussolano fino a tal punto da toglierti il sonno, e se sei Beth Dutton di ricordi del genere non riesci più contarli.

La figlia di John in questa stagione appare molto più combattiva ma sa anche trasformarsi in un cavallo imbizzarrito. Beth è consumata dai ricordi laddove invece il marito, Rip (interpretato da Cole Hauser), ne percepisce solo contorni sfumati. Non a caso questi ricordi coincidono con una scoperta importante per Beth che riguarda Jamie e la vita che le ha tenuto nascosto e l’arrivo di Summer (interpretata da Piper Perabo) – nuova consulente ambientale di John. I problemi e la rivalità di Beth vengono tutti a galla proprio sul finale di questa prima parte di Yellowstone 5. Summer e Beth, infatti, insceneranno una lotta ad armi pari, un combattimento quasi alla Kill Bill, difendendosi con le unghie e con i pugni pur di prevaricare.

Yellowstone 5 Beth e Rip

L’ultima cavalcata

Se non piangi guardando la tua famiglia che va via, forse non dovresti averne una”.

L’ultima cavalcata della famiglia Dutton è come un album, lo sfogli, ammiri le foto come si ammira il panorama, ricadendo in quei ricordi così cari ma così lontani. Le atmosfere che accompagnano questo finale della prima parte di Yellowstone 5 sono tristi, cupe, solitarie. Ogni personaggio porterà nella seconda parte il suo bagaglio, il peso di aspettative e rimpianti. Quella scacchiera sta per essere completata e non spetta allo spettatore fare la prima mossa. L’ultima cavalcata coincide anche con il ritorno alla natura di John Dutton che in questa mezza stagione era stato lontano. Parallelamente, mentre la famiglia Dutton si gode l’ultimo momento di pace, la politica pone le ultime pedine nella scacchiera.

Il personaggio di Kevin Costner in questo finale ritrova anche la serenità perduta senza perdere il pungo duro. Prende tutte le decisioni con la lucidità di un leader, la stessa lucidità che gli manca quando invece le scelte politiche lo sovrastano. Il ranch, un cavallo e una sella per un uomo che non ha paura del politicamente scorretto e che si fa beffe degli appuntamenti politici più importanti. Questo è John Dutton. E se questa stagione ha parlato con il cuore mettendo a nudo sentimenti, paure e incertezze dei protagonisti non lo ha fatto a cuor leggero ma per preparare lo spettatore.

La fine di Yellowstone 5 arriverà presto e sicuramente qualcuno non sopravviverà. Rimangono molte domande in sospeso, ma questi primi sei episodi non avevano come finalità quella di essere risolutivi. Nella bolla del Yellowstone Dutton Ranch il finale perfetto è questo: una grande festa, gli amici, la famiglia, nuovi amori. Non c’è politica, non ci sono intrighi, non c’è competizione, ed è quello che in cuor suo, sorridendo, si augura John Dutton.

SAG Awards 2023: Everything Everywhere All at Once piglia tutto

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SAG Awards 2023: Everything Everywhere All at Once piglia tutto

E’ stata la grande notte di Everything Everywhere All at Once, ancora una volta, perché anche i SAG Awards 2023 si sono rivelati l’ennesima celebrazione del film dei Daniels, questa volta con i riconoscimenti allo splendido cast del film che porta a casa tutti i premi in cui era candidato: Migliore Attrice (Michelle Yeoh), Migliore attore non protagonista (Ke Huy Quan), Migliore attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis) e Migliore cast in un film.

A tutti gli altri sono rimaste le briciole e un posto saldo per Brendan Fraser che porta a casa il premio per la Migliore interpretazione maschile in un film. Ecco di seguito tutti i vincitori del SAG Awards 2023, in attesa di una notte degli oscar che si preannuncia più che scontata.

  • Outstanding Performance by a Male Actor in a Television Movie or Limited Series

Sam Elliott (“1883”)

  • Outstanding Performance by a Female Actor in a Television Movie or Limited Series

Jessica Chastain (“George and Tammy”)

  • Outstanding Performance by a Male Actor in a Comedy Series

Jeremy Allen White (“The Bear”)

  • Outstanding Performance by a Female Actor in a Comedy Series

Jean Smart (“Hacks”)

  • Outstanding Performance by an Ensemble in a Comedy Series

“Abbott Elementary”

  • Outstanding Performance by a Male Actor in a Drama Series

Jason Bateman (“Ozark”)

  • Outstanding Performance by a Female Actor in a Drama Series

Jennifer Coolidge (“The White Lotus”)

  • Outstanding Performance by an Ensemble in a Drama Series

“The White Lotus”

  • Outstanding Performance by a Female Actor in a Supporting Role

Jamie Lee Curtis (“Everything Everywhere All at Once”)

  • Outstanding Performance by a Male Actor in a Supporting Role

Ke Huy Quan (“Everything Everywhere All at Once”)

  • Outstanding Performance by a Female Actor in a Leading Role

Michelle Yeoh (“Everything Everywhere All at Once”)

  • Outstanding Performance by a Male Actor in a Leading Role

Brendan Fraser (“The Whale”)

  • Outstanding Performance by a Cast in a Motion Picture

“Everything Everywhere All at Once”

  • Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble in a Motion Picture

“Top Gun: Maverick”

  • Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble in a Television Series

Stranger Things” 

The Last of us: il promo dell’episodio 8

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The Last of us: il promo dell’episodio 8

HBO MAX ha diffuso il promo dell’ottavo episodio di The Last of Us che debutterà negli USA domenica 05 marzo 2023 alle 21.00.

La serie tv

The Last of Us racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.

The Last of Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.

The Whale: il video in time-lapse della trasformazione di Brendan Fraser

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Il designer di trucco e protesi Adrien Morot aveva bisogno di creare una “fat suit” per un uomo che potesse apparire di un peso pari a 270 chili circa per il ruolo di Brendan Fraser in The Whale, ma sentirlo descrivere il compito da svolgere significa apprezzare un campo di lavoro che va ben oltre il tecnico.

“Come si fa a truccare in modo che il trucco non distragga, pur riuscendo a mantenere una capacità di empatia e accuratezza”, spiega Morot, “e che le persone dimenticheranno dopo lo shock iniziale di vedere Brendan Fraser in quello stato? Quindi le persone si immergeranno semplicemente nella storia e vedere Charlie per il resto del film? Quelle sono state le sfide più grandi fin dall’inizio”. Via EW

Dopo il successo al box office americano, e i numerosi riconoscimenti già ottenuti, tra cui le tre nomination agli Oscar – Brendan Fraser candidato come miglior attore protagonista, Hong Chau candidata come miglior attrice non protagonista e Anne Marie Bradley, Judy Chin e Adrien Morot candidati nella categoria miglior trucco e acconciatura, The Whale, l’ultimo emozionante, attesissimo film di Darren Aronofsky, arriva nelle sale italiane il 23 febbraio 2023 distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection. 

In The Whale, Brendan Fraser è Charlie, un insegnante di inglese che deve confrontarsi con i propri fantasmi e un amore mai rivelato che lo tormentano da anni, nonché con un rapporto irrisolto con la figlia adolescente, per un’ultima possibilità di redenzione.

Prodotto da A24 e da Darren Aronofsky per Protozoa Pictures, The Whale è diretto dallo stesso Aronofsky su una sceneggiatura di Samuel D. Hunter basata sulla sua omonima opera teatrale. Il film è interpretato da Brendan Fraser (la saga di grande successo “The Mummy”, “Viaggio al centro della terra”, “Crash – Contatto fisico”), con Sadie Sink (protagonista della serie di culto “Stranger Things), Hong Chau (“Downsizing – Vivere alla grande”già vincitrice del New York Film Critics Online Award proprio per The WhaleTy Simpkins (“Avengers: Endgame”, “Jurassic World”, “Iron Man 3), Samantha Morton (“The Walking Dead”, “Cosmopolis”,“Minority Report”).

David Harbour: “È tempo che Stranger Things finisca con la quinta stagione”

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L’imminente quinta stagione di Stranger Things sarà l’ultima dello show e, prima della sua conclusione, la star David Harbour ha rivelato di essere pronto a dire addio a uno dei più grandi spettacoli di sempre. Parlando con Discussing Film , Harbour – che interpreta l’ufficiale di polizia Jim Hopper nella serie – ha detto che mentre inizialmente non pensava che avrebbe mai voluto che la serie finisse, ora pensa che sia giunto il momento per la serie di finire.

“La cosa divertente è che quando ho iniziato la serie, non avrei mai voluto che finisse. Ecco perché amo la serie. Penso che sia un grande spettacolo, anche se non c’ero io”, ha detto Harbour. “Adesso che sono passati quasi nove anni dalle riprese della prima stagione penso che sia ora che finisca“. David Harbour ha detto che la serie che sta per finire avrà un finale “molto agrodolce“, ma che pensa che sia giunto il momento per tutti di “lasciare quel nido” e iniziare a provare altre cose.

Ma è, ovviamente, molto agrodolce. Sai, c’è una certa tristezza lì”, ha spiegato Harbour. “Ma anche, siamo tutti cresciuti. È tempo per noi di lasciare quel nido e provare altre cose e progetti diversi. E lasciare che anche i Duffer Brothers provino cose diverse. Voglio dire, quei ragazzi sono così talentuosi. Voglio vedere cosa inventeranno dopo. Quindi è agrodolce, ma è decisamente il momento.”

Stranger Things è ambientato negli anni ’80 nella città immaginaria di Hawkins, nell’Indiana. Quando un ragazzino scompare, una piccola città scopre un mistero che coinvolge esperimenti segreti, terrificanti forze soprannaturali e una strana ragazzina. La serie è attualmente interpretata da Winona RyderDavid HarbourFinn WolfhardMillie Bobby Brown, Noah Schnapp, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Natalia Dyer, Joe Keery, Charlie Heaton, Sadie Sink, Maya Hawke, Priah Ferguson, Cara Buono e Brett Gelman .

La quarta stagione di Stranger Things ha stabilito un record per Netflix, essendo stata vista per oltre 287 milioni di ore durante la settimana dal 23 al 30 maggio. Questo non è solo un ottimo risultato per il primo posto della settimana per Netflix, ma è anche più che sufficiente per battere il record per il più grande fine settimana di premiere della piattaforma di streaming per una serie in lingua inglese, che era precedentemente detenuto dalla seconda stagione di Bridgerton (193 milioni di ore).

James Cameron parla dei cinecomics e vorrebbe una regista donna per il prossimo Batman

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Di recente molto grandi regista hanno avuto giudizi piuttosto negativo sui i film dei supereroi e il loro dominio nel botteghino moderno, incluso James Cameron. Proprio quest’ultimo reduce dall’incredibile risultato di Avatar: La via dell’acqua, in una recente intervista, è tornato a parlare di questi film, concentrandosi sulla mancanza di film sui supereroi diretti da donne, nonché della sua affinità con Thanos. Parlando con TIME, Cameron ha affermato di essersi relazionato molto con il TITANO PAZZO di Avengers: Infinity War.

Posso relazionarmi con Thanos“, ha dichiarato James Cameron. “Pensavo avesse una risposta abbastanza praticabile. Il problema è che nessuno alzerà la mano per offrirsi volontario per essere la metà che deve lasciare la terra“. Il regista ha poi continuato a discutere commentando le sue precedenti critiche su Wonder Woman, riferendosi a quando ha commentato l’abbigliamento del personaggio che lo ritiene “un paradigma oggettivato” ormai passato. Non ho problemi con Wonder Woman. Ho adorato il film“, ha chiarito. “Quello che mi sfuggiva al momento era che va bene se la donna vuole essere bella e vestirsi bene non per lo sguardo maschile, ma per il proprio sguardo allo specchio, giusto? Forse mi ero perso quella parte in quel momento. Sai, la vita è anche inciampare. Le persone rifiutano alcune idee poi se ne parla e le cose magari possono migliorare, cambiare idea.

Infine, James Cameron ha discusso della mancanza di supereroi e film d’azione diretti da donne prima di elogiare la sua ex moglie, la regista Kathryn Bigelow, e affermare che gli piacerebbe vedere un film di Batman diretto da una donna. Era necessario che una regista donna fosse proprietaria di un film d’azione importante, anche se Kathryn Bigelow lo faceva da un po‘”, ha affermato il regista. “Avrebbe rifiutato qualsiasi film di supereroi che le fosse stato offerto se fosse stata una protagonista femminile. E questa è la prospettiva più sana, penso, personalmente. Perché le donne non dirigono i personaggi maschili? Chiedi a una donna di dirigere Batman.

Avatar: La via dell’acqua è stato diretto e co-scritto da James Cameron. Presenta il ritorno di Sam WorthingtonZoe SaldanaSigourney Weaver,  Stephen Lang, Matt Gerald. Altri membri del cast includono Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Jemaine Clement e Oona Chaplin, insieme a una lista di giovani attori. Sono previsti altri tre film, con  Avatar 3  programmato provvisoriamente per il 20 dicembre 2024,  Avatar 4  fissato per il 18 dicembre 2026 e  Avatar 5 il 22 dicembre 2028.

PGA Awards 2023: vince Everything Everywhere All at Once

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PGA Awards 2023: vince Everything Everywhere All at Once

La 34a edizione dei Producers Guild Awards – PGA Awards 2023 – ha nominato Everything Everywhere All at Once di A24 come miglior film, concludendo una settimana di celebrazioni per i candidati in onore del meglio del cinema e della TV della PGA.

Il film diretto dai Daniels, che hanno già conquistato il DGA qualche giorno fa e che è il leader degli Oscar con 11 nomination, ha arricchito il suo slancio verso gli Academy Awards, vincendo il premio Darryl F. Zanuck della PGA come miglior produttore di film cinematografici. L’elenco dei candidati includeva anche Elvis della Warner Bros, Top Gun: Maverick della Paramount e Avatar: la via dell’acqua e Black Panther: Wakanda Forever della Disney.

Il PGA (come gli Oscar) utilizza un sistema di voto preferenziale – entrambe le organizzazioni sono passate a quel sistema nel 2009 – e il premio per il miglior film del PGA è stato a lungo un indicatore del vincitore del titolo al Miglior Film per l’Academy.

L’anno scorso, il CODA di Apple ha guadagnato un grande slancio vincendo il PGA sulla strada per vincere durante la notte degli Oscar. Ha segnato la quarta volta negli ultimi cinque anni che il vincitore del PGA ha vinto il primo premio degli Oscar; il premio PGA si è sincronizzato con l’Oscar per il miglior film 22 volte negli ultimi 33 anni e ha predetto i candidati all’Oscar per il miglior film l’88% delle volte negli ultimi 13 anni.

Di seguito tutti i vincitori:

PGA Awards 2023, tutti i vincitori

  • Darryl F. Zanuck Award for Outstanding Producer of Theatrical Motion Pictures – Everything Everywhere All At Once
  • Danny Thomas Award for Outstanding Producer of Episodic Television – Comedy – The Bear
  • Outstanding Producer of Limited or Anthology Series Television – The Dropout
  • Outstanding Producer of Televised or Streamed Motion Pictures – Weird: The Al Yankovic Story
  • Outstanding Producer of Non-Fiction Television – Stanley Tucci: Searching For Italy
  • Outstanding Producer of Documentary Motion Picture – Navalny
  • Outstanding Producer of Game & Competition Television – Lizzo’s Watch Out for the Big Grrrls
  • Outstanding Producer of Live Entertainment, Variety, Sketch, Standup & Talk Television – Last Week Tonight with John Oliver
  • Norman Felton Award for Outstanding Producer of Episodic Television – Drama – The White Lotus
  • Outstanding Producer of Animated Theatrical Motion Pictures – Guillermo del Toro’s Pinocchio
  • PGA Innovation Award – Stay Alive, My Son
  • Outstanding Short Form Program – Only Murders in the Building: One Killer Question (Season 2)
  • Outstanding Children’s Program – Sesame Street
  • Outstanding Sports Program – Tony Hawk: Until the Wheels Fall Off

HONORARY AWARDS

  • David O. Selznick Achievement Award – Tom Cruise
  • Stanley Kramer Award – Till
  • Milestone Award – Michael De Luca and Pam Abby
  • Norman Lear Achievement Award – Mindy Kaling
  • Vance Van Petton Entrepreneurial Spirit Award – Lena Waithe

Berlino 2023: Orso d’Oro a On the Adamant di Nicolas Philibert, c’è anche l’Italia nel palmares

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A Nicolas Philibert con il suo On the Adamant è stato assegnato l’Orso D’Oro a Berlino 2023. Nonostante fosse in concorso con un solo film, l’Italia è riuscita a conquistare l’ìOrso d’Argento per il migliore contributo artistico, andato alla fotografia di Hélène Louvart per Disco Boy opera prima di Giacomo Abbruzzese. L’Italia porta anche a casa l’Orso d’Oro di Berlinale Serie a The Good Mothers.

La giuria è stata presieduta da Kristen Stewart e formata da l’attrice franco-iraniana Golshifteh Farahani, il regista tedesco Valeska Grisebach, il regista romeno Radu Jude, la casting director Francine Maisler, la regista spagnola Carla Simón, e l’iconico produttore e regista di Hong Kong Johnnie To. Ecco tutti i premi:

Premi della giuria internazionale

Silver Bear for an Outstanding Artistic Contribution
Hélène Louvart for the cinematography in Disco Boy.

Silver Bear for Best Screenplay
Angela Schanelec for Music

Silver Bear for Best Supporting Performance
Thea Ehre for Till the End of The Night

Silver Bear for Best Leading Performance
Sofía Ortero for 20,000 Species of Bees

Silver Bear for Best Director
Philippe Garrel for Le grand chariot (The Plough)

Silver Bear Jury Prize
Bad Living (Mal Viver) by Joᾶo Canijo

Silver Bear Grand Jury Prize
Roter Himmel by Christian Petzold

Golden Bear for Best Film
On the Adamant by Nicolas Philibert

Encounters Jury

Special Jury Award
Orlando, My Political Biography by Paul B. Preciado
Samsara by Lois Patino

Best Director
Tatiana Huezo

Award For Best Film
Here by Bas Devos

GWFF Best First Feature Award
The Klezmer Project (Adentro mío estoy bailando) by Leandro Koch and Paloma Schachmann

Berlinale Documentary Award
The Echo by Tatiana Huezo

NAACP Image Awards 2023: è stata la notte di Angela Bassett, tutti i vincitori

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Angela Bassett è stata la prima vincitrice ai NAACP Image Awards e si è aggiudicata il trofeo per Entertainer of the Year. La star aveva già vinto quest’anno come miglior attrice in una serie drammatica per 9-1-1 e come miglior attrice non protagonista in un film per il suo lavoro in Black Panther: Wakanda Forever, che ha vinto il premio come miglior film. Ora l’attrice si dirige spedita verso la notte degli Oscar, passando prima per i SAG che probabilmente la vedranno trionfare.

NAACP Image Awards tutti i vincitori

NIGHT 6 – TELEVISED AWARDS

Entertainer of the Year

Angela Bassett

Outstanding Motion Picture

Black Panther: Wakanda Forever

Outstanding Actress in a Motion Picture

Viola Davis – The Woman King

Outstanding Actor in a Motion Picture

Will Smith – Emancipation

Outstanding Comedy Series

Abbott Elementary

Outstanding Actress in a Drama Series

Angela Bassett – 9-1-1

Outstanding Actor in a Drama Series

Nicco Annan – P-Valley

Jackie Robinson Sports Award

Serena Williams

Chairman’s Award

Congressman Bennie G. Thompson

Social Justice Impact Award

Benjamin Crump

President’s Award

Gabrielle Union and Dwyane Wade

NIGHT 5

Outstanding Actor in a Comedy Series

Cedric The Entertainer – The Neighborhood

Outstanding Actress in a Comedy Series

Quinta Brunson – Abbott Elementary

Outstanding Supporting Actor in a Comedy Series

Tyler James Williams – Abbott Elementary

Outstanding Supporting Actress in a Comedy Series

Janelle James – Abbott Elementary

Outstanding Supporting Actor in a Drama Series

Cliff “Method Man” Smith – Power Book II: Ghost

Outstanding Supporting Actress in a Drama Series

Loretta Devine – P-Valley

Outstanding Television Movie, Limited–Series or Dramatic Special

The Best Man: The Final Chapters

Outstanding Actor in a Television Movie, Limited–Series or Dramatic Special

Morris Chestnut – The Best Man: The Final Chapters

Outstanding Actress in a Television Movie, Limited–Series or Dramatic Special

Niecy Nash-Betts  – Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story

Outstanding Talk Series

Sherri

Outstanding New Artist

Coco Jones – ICU

Outstanding Jazz Album – Vocal

Legacy – Adam Blackstone

Outstanding Supporting Actor in a Motion Picture

Tenoch Huerta – Black Panther: Wakanda Forever

Outstanding Supporting Actress in a Motion Picture

Angela Bassett – Black Panther: Wakanda Forever

Outstanding Independent Motion Picture

The Inspection

Outstanding International Motion Picture

Bantú Mama

Outstanding Breakthrough Performance in a Motion Picture

Jalyn Hall – TILL

Outstanding Animated Motion Picture

Wendell & Wild

Outstanding Documentary (Film)

CIVIL

Outstanding Documentary (Television)

Everything’s Gonna be All White

Outstanding Writing in a Motion Picture

Ryan Coogler, Joe Robert Cole  – Black Panther: Wakanda Forever

Outstanding Directing in a Motion Picture

Gina Prince-Bythewood – The Woman King

Outstanding Arts and Entertainment Podcast

Two Funny Mamas

Outstanding Social Media Personality 

Kevon Stage

NIGHT 4

Outstanding Podcast – News and Information

Beyond the Scenes
The Daily Show

Outstanding Podcast – Society and Culture

LeVar Burton Reads

Outstanding Podcast – Lifestyle / Self-Help

Therapy for Black Girls

Outstanding Writing in a Comedy Series

Brittani Nichols
Abbott Elementary – “Student Transfer”

Outstanding Writing in a Drama Series

Marissa Jo Cerar
Women of the Movement – Episode 101

Outstanding Writing in a Television Movie or Special

Scott Mescudi (Story By), Ian Edelman, Maurice Williams
Entergalactic

Outstanding Directing in a Comedy Series

Angela Barnes
Atlanta – “The Homeliest Little Horse”

Outstanding Directing in a Drama Series

Giancarlo Esposito
Better Call Saul – Season 6, Episode 6: “Axe and Grind”

Outstanding Directing in a Television Movie or Special

Anton Cropper
Fantasy Football

Outstanding Directing in a Documentary

Reginald Hudlin
Sidney

Outstanding Hairstyling (Television or Film)

Camille Friend
Black Panther: Wakanda Forever

Outstanding Make-up (Television or Film)

Debi Young, Sandra Linn, Ngozi Olandu Young, Gina Bateman
We Own This City

Outstanding Costume Design (Television or Film)

Ruth Carter
Black Panther: Wakanda Forever

NIGHT 3

Outstanding Short-Form Series – Comedy or Drama

“Between The Scenes”
The Daily Show

Outstanding Short-Form Series or Special – Reality/Nonfiction

Daring Simone Biles

Outstanding Short-Form (Live Action)

Dear Mama…

Outstanding Short-Form (Animated)

More Than I Want To Remember

Outstanding Character Voice-Over Performance – Motion Picture

Keke Palmer
Lightyear

Outstanding Character Voice-Over Performance (Television)

Kyla Pratt
The Proud Family: Louder and Prouder

Outstanding Performance by a Youth (Series, Special, Television Movie or Limited–series)

Ja’Siah Young
Raising Dion

Outstanding Children’s Program

Tab Time

Outstanding Animated Series

The Proud Family: Louder and Prouder

Outstanding Guest Performance

Glynn Turman
Queen Sugar

Outstanding Breakthrough Creative (Motion Picture)

Ericka Nicole Malone
Remember Me The Mahalia Jackson Story

Outstanding Breakthrough Creative (Television)

Quinta Brunson
Abbott Elementary

Outstanding Supporting Actress in a Television Movie, Limited–Series or Dramatic Special

Nia Long
The Best Man: The Final Chapters

Outstanding Supporting Actor in a Television Movie, Limited–Series or Dramatic Special

Keith David
From Scratch

Outstanding Ensemble Cast in a Motion Picture
Black Panther: Wakanda Forever

NIGHT 2

Outstanding Literary Work – Fiction

Take My Hand
Dolen Perkins-Valdez

Outstanding Literary Work – Non-Fiction

Finding Me
Viola Davis

Outstanding Literary Work – Debut Author

Illustrated Black History: Honoring the Iconic and the Unseen
George McCalman

Outstanding Literary Work – Biography/ Autobiography

Scenes from My Life
Michael K. Williams, Jon Sternfeld

Outstanding Literary Work – Instructional

Black Joy: Stories of Resistance, Resilience, and Restoration
Tracey Lewis-Giggetts

Outstanding Literary Work – Poetry

To the Realization of Perfect Helplessness
Robin Coste Lewis

Outstanding Literary Work – Children

Stacey’s Remarkable Books
Stacey Abrams, Kitt Thomas

Outstanding Literary Work – Youth/Teens

Cookies & Milk
Shawn Amos

Outstanding Variety or Game Show (Series or Special)

The Daily Show with Trevor Noah

Outstanding Host in a Reality/Reality Competition, Game Show or Variety (Series or Special) – Individual or Ensemble

Tabitha Brown
Tab Time

Outstanding Reality Program/Reality Competition Series

Lizzo’s Watch Out for the Big Grrrls

Outstanding Host in a Talk or News/Information (Series or Special) – Individual or Ensemble

Jennifer Hudson
The Jennifer Hudson Show

Outstanding News/Information (Series or Special)

ABC News 20/20 Michelle Obama: The Light We Carry, A Conversation with Robin Roberts

NIGHT 1

Outstanding International Song
“No Woman No Cry” – Tems

Outstanding Jazz Album – Instrumental
“JID014 (Jazz is Dead)” – Henry Franklin, Ali Shaheed Muhammad, Adrian Younge

Outstanding Gospel/Christian Song
“Positive” – Erica Campbell

Outstanding Gospel/Christian Album
“Kingdom Book One” – Maverick City Music & Kirk Franklin

Outstanding Duo, Group or Collaboration (Traditional)
Silk Sonic – “Love’s Train”

Outstanding Duo, Group or Collaboration (Contemporary)
Chris Brown feat. Wizkid – “Call Me Every Day”

Outstanding Music Video/Visual Album
“Lift Me Up” – Rihanna

Outstanding Soundtrack/Compilation Album
Black Panther: Wakanda Forever – Music From and Inspired By – Ryan Coogler, Ludwig Göransson, Archie Davis and Dave Jordan

Outstanding Male Artist
Chris Brown – “BREEZY” (Deluxe)

Outstanding Female Artist
Beyoncé – “Renaissance”

Outstanding Soul/R&B Song
Cuff It – “Beyoncé”

Outstanding Hip-Hop/Rap Song
“Hotel Lobby” – Quavo, Takeoff

Outstanding Album
“Renaissance” – Beyoncé

NAACP Image Award è un premio attribuito ogni anno dalla National Association for the Advancement of Colored People come riconoscimento per il lavoro svolto da persone di colore nel mondo dell’arte (cinema, letteratura, musica, teatro e TV).

Annie Awards 2023: è il trionfo di Pinocchio di Guillermo Del Toro

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Guillermo Del Toro ha trionfato anche agli Annie Awards 2023, mentre si aspetta il momento in cui porterà a casa anche l’Oscar per il migliori film d’animazione. Il suo Pinocchio in stop-motion di Netflix ha giustamente fatto breccia anche nella giuria dei premi che si occupano di omaggiare l’animazione a tutti i livelli. Ecco di seguito tutti i vincitori della serata:

La lista completa dei vincitori degli Annie Awards 2023

FEATURE

Guillermo del Toro’s Pinocchio,” Netflix Presents A Double Dare You! Film/A Shadowmachine Production in association with The Jim Henson Company

INDIE FEATURE

Marcel the Shell With Shoes On,” Marcel the Movie LLC

SPECIAL PRODUCTION

“The Boy, the Mole, the Fox and the Horse,” NoneMore Productions and Bad Robot Productions

SHORT SUBJECT

“Ice Merchants,” COLA Animation production & Wild Stream

SPONSORED

“Save Ralph,” Arch Model Studio

TV/MEDIA – PRESCHOOL

“The Tiny Chef Show,” Episode: [Pancakes], Tiny Chef Productions LLC/Imagine Entertainment

TV/MEDIA – CHILDREN

“Abominable and the Invisible City,” Episode: [Everest Returns], DreamWorks Animation

TV/MEDIA – MATURE

“Bob’s Burgers,” Episode: [Some Like It Bot Part 1: Eighth Grade Runner], 20th Television/Bento Box Entertainment

TV/MEDIA – LIMITED SERIES

“Oni: Thunder God’s Tale,” Episode: [The Demon Moon Rises], A Netflix Series/A Tonko House Production

STUDENT FILM

“The Soloists,” Student director: Mehrnaz Abdollahinia, Feben Elias Woldehawariat, Razahk Issaka, Celeste Jamneck & Yi Liu, School: Gobelins, l’école de l’image

FX – TV/MEDIA

“Love Death + Robots,” Episode: [Bad Traveling], Blur Studio for Netflix, FX Production Company: Blur Studio; Kirby Miller, Igor Zanic, Joseph H. Coleman, Steven Dupuy, Josh Schwartz

FX – FEATURE

“Avatar: The Way of Water,” 20th Century Studios/Disney Studios, FX Production Company: Weta FX; Johnathan M. Nixon, David Moraton, Nicholas Illingworth, David Caeiro Cebrian, Alex Nowotny

CHARACTER ANIMATION – TV/MEDIA

“The Boy, the Mole, the Fox and the Horse,” Episode: [special production], NoneMore

CHARACTER ANIMATION – FEATURE

“Guillermo del Toro’s Pinocchio,” Netflix Presents A Double Dare You! Film/A Shadowmachine Production in association with The Jim Henson Company; Tucker Barrie

CHARACTER ANIMATION – LIVE ACTION

“Avatar: The Way of Water,” Production Company: 20th Century Studios/Disney Studios, FX Production Company: Weta FX; Daniel Barrett, Stuart Adcock, Todd Labonte, Douglas McHale, Stephen Cullingford

CHARACTER ANIMATION – VIDEO GAME

“Cuphead – The Delicious Last Course,” Weta Studio MDHR; Chad Moldenhauer, Hanna Abi-Hanna

CHARACTER DESIGN – TV/MEDIA

“Love Death + Robots,” Episode: [Jibaro], Blur Studio for Netflix; Alberto Mielgo

CHARACTER DESIGN – FEATURE

“The Bad Guys,” DreamWorks Animation; Taylor Krahenbuhl

DIRECTION – TV/MEDIA

“The Boy, the Mole, the Fox and the Horse,” Episode: [special production], NoneMore Productions and Bad Robot Productions; Peter Baynton, Charlie Mackesy

DIRECTION – FEATURE

“Guillermo del Toro’s Pinocchio,” Netflix Presents A Double Dare You! Film/A Shadowmachine Production in association with The Jim Henson Company; Guillermo Del Toro, Mark Gustafson

MUSIC – TV/MEDIA

“The Cuphead Show!,” Episode: [Carn-Evil], Netflix Animation; Ego Plum

MUSIC – FEATURE

“Guillermo del Toro’s Pinocchio,” Netflix Presents A Double Dare You! Film/A Shadowmachine Production in association with The Jim Henson Company; Alexandre Desplat, Roeban Katz, Guillermo del Toro, Patrick McHale

PRODUCTION DESIGN – TV/MEDIA

“Oni: Thunder God’s Tale,” Episode: [The Demon Moon Rises], A Netflix Series/A Tonko House Production; Robert Kondo, Rachel Tiep-Daniels, Lia Tin, Yohei Hashizume, Masa Inada

PRODUCTION DESIGN – FEATURE

“Guillermo del Toro’s Pinocchio,” Netflix Presents A Double Dare You! Film/A Shadowmachine Production in association with The Jim Henson Company; Curt Enderle, Guy Davis

STORYBOARDING – TV/MEDIA

“Love Death + Robots,” Episode: [The Very Pulse of the Machine], Blur Studio for Netflix; Emily Dean

STORYBOARDING – FEATURE

“Puss in Boots: The Last Wish,” DreamWorks Animation; Anthony Holden

VOICE ACTING – TV/MEDIA

“Zootopia+,” Episode: [The Godfather of the Bride], Walt Disney Animation Studios; Maurice LaMarche (Character: Mr.Big)

VOICE ACTING – FEATURE

“Marcel the Shell With Shoes On,” Marcel the Movie LLC; Jenny Slate (character: Marcel)

WRITING – TV/MEDIA

“Love Death + Robots,” Episode: [Bad Traveling], Blur Studio for Netflix; Andrew Kevin Walker

WRITING – FEATURE

“Marcel the Shell With Shoes On,” Marcel the Movie LLC; Dean Fleischer Camp, Jenny Slate, Nick Paley, Elisabeth Holm

EDITORIAL – TV/MEDIA

“The Boy, the Mole, the Fox and the Horse,” Episode: [special production], NoneMore Productions and Bad Robot Productions; Daniel Budin

EDITORIAL – FEATURE

“Puss in Boots: The Last Wish,” DreamWorks Animation; James Ryan, ACE, Jacquelyn Karambelas, Natalla Cronembold, Joe Butler, Katie Parody

Un fantasma in casa: recensione del nuovo film con David Harbour

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Un fantasma in casa: recensione del nuovo film con David Harbour

Tra le figure fantastiche, quelle che finiranno sempre per attirare ed incuriosire grandi e piccini sono proprio loro: i fantasmi! Questi esseri soprannaturali vantano una produzione cinematografica ampissima, che passa dal dipingerli come mostri maligni, nei film horror o paranormali, a rappresentarli come esserini innocui (si pensi al piccolo Casper!). Un fantasma in casa come tematiche non si distacca molto da qualsiasi altra pellicola sui “fantasmi buoni”. Scritta e diretta da Christopher Landon (disturbia, auguri per la tua morte), questa horror comedy è basata sul racconto “Ernest” di Geoff Manaugh. Nel cast ritroviamo David Harbour ( Jim Hopper nella serie Stranger Things) nei panni del fantasma Ernest, mentre Anthony Mackie (8 mile, Million dollar baby, Falcon nel Marvel Cinematic Universe) interpreta Frank Presley.

Un fantasma in casa: uno spirito buono

La famiglia Presley si trasferisce in una nuova casa: si tratta di una grande ed antica villetta, stranamente venduta ad un prezzo molto basso. Fin dal primo giorno Kevin, il figlio minore, nota degli strani riflessi provenienti dalla soffitta; proprio qui, pochi giorni dopo, conoscerà  Ernest! Si tratta di un fantasma buono,  che all’inizio cerca di spaventare il ragazzo, ma poi tra i due si instaurerà un  rapporto di amicizia.

Frank, il padre di Kevin, cerca di sfruttare la presenza del fantasma nella propria casa: posta i video di Ernest fatti dal figlio sui social per guadagnarci. Il fantasma diventa virale. Tutta una serie infinita di meme, commenti e challenge iniziano a popolare Instagram e TikTok, così da rendere Ernest una vera star del web.

Mentre Kevin cerca di aiutare Ernest a superare il limbo tra vita e morte in cui si trova, la CIA inizia ad attenzionare sempre di più le vicende della famiglia Presley, così da poter intrappolare e studiare il fantasma.

Un fantasma in casa
Frank, Kevin ed il fantasma Ernest nella stanza di Kevin.

Ernest, il fantasma più famoso del web

Un fantasma in casa tratta effettivamente tutta una serie di tematiche viste e riviste nel cinema: la casa infestata, il fantasma buono, il rapporto contrastante tra il figlio adolescente ed i genitori. Sono pochi gli elementi grazie ai quali il film mantiene un piccolo margine di originalità. Qui viene introdotta la presenza dei social. Ernest, da solitario spirito di una casa infestata, diventa un fenomeno globale attraverso internet; numerose sono le testate giornalistiche interessate a questo curioso essere, mentre folle di fan adoranti si appostano a tutte le ore fuori dalla casa dei Presley. Questo ci può aiutare a riflettere su come oramai si può sviluppare del vero fanatismo su ogni cosa;  grazie alla possibilità di diffondere velocemente informazioni a livello mondiale, anche un fantasma come Ernest può diventare virale. La discussione sui social arriva anche a considerare lo status giuridico ed i diritti dei fantasmi.

Sul piano  tecnico, si può notare chiaramente in  Un fantasma in casa l’utilizzo di effetti speciali scadenti: trattandosi di esseri paranormali, è difficile che venga data una rappresentazione univoca dei fantasmi, ma in questo caso lo stesso Ernest risulta essere rappresentato in maniera poco realistica. Già dalle prime scene il fantasma nel muoversi sembra essere una sorta di nuvola di sabbia brillante. Inoltre, risulta essere incongruente il fatto che Ernest possa in alcuni casi avere una sua fisicità;  toccando gli umani, il  corpo del fantasma diventa parzialmente solido.

Degna di nota è anche la performance di David Harbour nel ruolo del fantasma Ernest; pur non potendo comunicare con la parola (l’essere non era in grado di parlare), il personaggio riesce ad esprimere le proprie emozioni  e stati d’animo in una maniera  tale da poter instillare nello spettatore un certo grado di empatia. Particolarmente toccante è  l’ultima scena del film, in cui Kevin ed Ernest si dicono addio.

Un fantasma in casa: il rapporto genitori-figli

Un tema focale in Un fantasma in casa è anche la relazione che si instaura tra genitori e figli; fin dalle prime scene ne possiamo notare un chiaro esempio. Kevin ed il padre Frank hanno un rapporto particolarmente conflittuale; per quanto all’inizio sembri solamente che sia  il padre a provare a riavvicinarsi al figlio, nel corso delle vicende diverranno chiari i motivi delle divergenze tra i due. Il reale problema riguarda la comprensione reciproca tra padre e figlio che inizialmente tende a mancare, ma che si colmerà con il volgersi alla fine della storia.

The Walking Dead: Dead City, primo promo ufficiale con Lauren Cohan

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AMC ha diffuso il primo promo ufficiale di The Walking Dead: Dead City, l’annunciata serie spin-off di The Walking Dead che vede protagonisti Maggie (Lauren Cohan) e Negan (Jeffrey Dean Morgan).

Il titolo della serie è stato rivelato contemporaneamente prima di essere ribattezzato più tardi in agosto. Ulteriori casting sono stati rivelati nell’ottobre e nel novembre 2022. Le riprese sono iniziate a New York City entro luglio e si sono concluse nell’ottobre 2022. The Walking Dead: Dead City sarà presentato in anteprima nel giugno 2023 su Disney+ e sarà composto da sei episodi.

La trama di The Walking Dead: Dead City

La serie segue Maggie e Negan che viaggiano in una Manhattan post-apocalittica isolata dalla terraferma alla ricerca del figlio rapito di Maggie, Hershel. La città fatiscente è piena di morti e abitanti che hanno fatto di New York City il proprio mondo pieno di anarchia, pericolo, bellezza e terrore.

The Walking Dead: Dead City trova Maggie e Negan che viaggiano in una Manhattan post-apocalittica molto tempo fa tagliata fuori dalla terraferma. La città fatiscente è piena di morti e abitanti che hanno fatto di New York City il proprio mondo pieno di anarchia, pericolo, bellezza e terrore. Il cast include anche Gaius Charles come Perlie Armstrong, Željko Ivanek come The Croat, Jonathan Higginbotham come Tommaso, Mahina Napoleon come Ginny, Trey Santiago-Hudson come Jano e Karine Ortiz come Amaia.

Elizabeth Olsen parla del potenziale ritorno di Scarlet Witch

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Elizabeth Olsen parla del potenziale ritorno di Scarlet Witch

Dopo un tocco di malvagità intravisto nel finale di stagione di WandaVision, Scarlet Witch interpretata da Elizabeth Olsen è diventata l’antagonista in piena regola di Doctor Strange nel Multiverso della Follia di Sam Raimi. Nella sua parabola verso la malvagità Wanda ha commesso alcuni atti piuttosto atroci sotto l’influenza di Darkhold, incluso il massacro di tutti gli Illuminati in una realtà alternativa. Alla fine, si è assunta la responsabilità delle sue azioni, distruggendo ogni copia del Darkhold e seppellendosi sotto il fatiscente Monte Wundagore.

Anche se è sembrata sulla strada della morte, ci vorrebbe più di qualche maceria per finire uno dei personaggi più potenti dell’MCU, e quasi sicuramente vedremo di nuovo Scarlet Witch ad un certo punto della storia. Ebbene in queste ore Durante un’apparizione al Comfest Con del Kuwait, a Elizabeth Olsen è stato chiesto di quali trame le piacerebbe far parte se e quando Wanda tornerà. “Beh, onestamente, se dovessi dirti esattamente cosa vorrei, penso che rovinerei qualcosa. Perché Kevin Feige ci chiede sinceramente cosa vogliamo fare con il personaggio e poi lo fa. Quindi… non so se posso condividere, ma voglio solo tornare!”

Da quello che leggiamo tra le righe delle sue dichiarazione sembra che abbia sicuramente avuto delle discussioni in merito al suo potenziale ritorno, ma probabilmente è tutto ciò che sapremo di Wanda, almeno per un bel po’. Elizabeth Olsen ha precedentemente rivelato che le piacerebbe essere coinvolta nel famigerato arco “No More Mutants”, ma è difficile immaginare che la storia sia già in discussione quando i mutanti non hanno ancora debuttato ufficialmente. Wanda dovrebbe avere un ruolo nella prossima serie Vision Quest annunciata per Disney+ e potrebbe anche apparire in Agatha: Coven of Chaos. Il personaggio è anche sicuro di entrare in Avengers: Secret Wars .

The Umbrella Academy: la quarta stagione aggiunge al cast Nick Offerman e non solo

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La quarta e ultima stagione di The Umbrella Academy prodotta da Netflix ha aggiunto tre nuovi volti al cast. Come abbiamo appreso da Variety si tratta di Nick Offerman, Megan Mullally e David Cross. Nell’agosto 2022 è stato annunciato che la serie di successo si sarebbe conclusa con la sua quarta stagione.

Nick Offerman (“The Last of Us“, “Parks and Recreation”) e Megan Mullally (“Will & Grace”, “Party Down”), che nella vita reale sono marito e moglie, interpreteranno il Drs. Gene e Jean Thibedeau. I personaggi sono descritti come “una coppia sposata di professori universitari del New Mexico che indossano calzature comode e soffrono del caso più estremo di deja vu che questa linea temporale abbia mai visto“. Cross (“Arrested Development”, “Mr. Show”) interpreterà Sy Grossman, descritto come “un onesto e timido imprenditore e padre di famiglia che cerca disperatamente di riallacciare i rapporti con la figlia separata, che non si fermerà davanti a nulla pur di riaverla”.

Il trio si unisce ai membri del cast di ritorno Elliot Page, Tom Hopper, David Castañeda, Emmy Raver-Lampman, Robert Sheehan, Aidan Gallagher, Justin H. Min, Ritu Arya e Colm Feore. La produzione dell’ultima stagione è attualmente in corso a Toronto.

Netflix deve ancora confermare ufficialmente di quanti episodio sarà composta la quarta stagione, ma diverse fonti affermano che la stagione finale sarà più breve delle stagioni di 10 episodi che lo show ha fatto in passato. La terza stagione  di The Umbrella Academy” è uscita su Netflix nel giugno 2022, con la stagione 2 in onda nel 2020 e la stagione 1 nel 2019. Lo spettacolo è basato sulle omonime graphic novel scritte da Gerard Way e illustrate da Gabriel Bá. Segue una famiglia di fratelli adottivi con superpoteri che si ritrovano a cercare di fermare la fine del mondo.

Steve Blackman ha sviluppato la serie per la televisione e funge da produttore esecutivo e showrunner nell’ambito del suo accordo globale con Netflix. Anche Jesse McKeown, Mike Richardson, Keith Goldberg, Scott Stuber e Beau Bauman sono i produttori esecutivi. Way e Bá servono come produttori co-esecutivi. La serie è prodotta per Netflix da UCP.

Warner Bros. Discovery fa causa alla Paramount per i diritti di streaming di South Park

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Warner Bros. Discovery ha intentato una causa contro Paramount Global, sostenendo che quest’ultima società si è ritirata da alcune parti del loro accordo di licenza da 500 milioni di dollari per i diritti di streaming di South Park. Secondo un rapporto di Variety, la causa – che è stata depositata venerdì presso la Corte Suprema dello Stato di New York – afferma che la Paramount ha violato il contratto indirizzando intenzionalmente gli speciali di South Park e altri contenuti alla propria piattaforma di streaming, Paramount+.

La causa sostiene inoltre che la Paramount “intendeva palesemente sostenere la Paramount+ a spese della Warner/HBO” e che la Paramount si è impegnata in “molteplici e flagranti contorsioni di fatti e violazioni del contratto“. In una dichiarazione della Warner, la società afferma che sta portando avanti la causa al fine di “rivendicare i propri diritti e recuperare le centinaia di milioni di dollari di danni subiti a causa della cattiva condotta degli imputati“. Nel 2019, HBO Max e Paramount hanno raggiunto un accordo per i diritti degli episodi di South Park , che consentirebbero di mettere su l’intera libreria di South Park, così come il film del 1999 South Park: Bigger, Longer & Uncut. HBO Max.

“South Park” è stato un punto fermo del canale via cavo Comedy Central di Paramount Global per più di 25 anni. L’intramontabile commedia animata, che proviene da Trey Parker e Matt Stone, è alla sua 26a stagione e ha accumulato più di 300 episodi fino ad oggi. La causa sostiene che quando HBO Max ha fatto un’offerta per i diritti di streaming di “South Park”, lo ha fatto con la certezza che ci sarebbero state tre nuove stagioni di 10 episodi ciascuna. La causa sostiene, tuttavia, che sono stati consegnati solo due episodi per la prima di quelle stagioni e solo sei per la seconda. HBO Max sa che anche la terza stagione sarà composta da sei episodi, per un totale di 14 nelle tre stagioni.

La causa sostiene che i nuovi episodi sono molto più preziosi di quelli vecchi e che quindi HBO Max ha pagato in eccesso per la libreria. Nel frattempo, nel 2021, MTV, una sussidiaria della Paramount, ha annunciato un accordo da 900 milioni di dollari con Parker e Stone per contenuti esclusivi di “South Park” che sarebbero stati trasmessi su Paramount+. Nel comunicato stampa, un dirigente di MTV ha affermato che l’accordo “aiuterebbe ad alimentare Paramount+“. La causa cita anche Stone che ha detto: “Adesso abbiamo dei fottuti soldi” in riferimento all’accordo.

The Buried Giant: Guillermo Del Toro programma il prossimo film d’animazione per Netflix

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Dopo il successo di critica del suo adattamento animato in stop-motion di Pinocchio , sembra che il regista Guillermo del Toro abbia ufficialmente trovato il suo prossimo progetto animato con NetflixDeadline ha annunciato che il regista premio Oscar sta attualmente sviluppando l’adattamento cinematografico animato di The Buried Giant , basato sull’omonimo romanzo fantasy del vincitore del premio Nobel Kazuo Ishiguro.

The Buried Giant continua la mia partnership di animazione con Netflix e la nostra ricerca di stop-motion come mezzo per raccontare storie complesse e costruire mondi illimitati“, ha dichiarato del Toro in una nota. “È un grande onore e una maggiore responsabilità per me dirigere questa sceneggiatura che io e Dennis Kelly stiamo adattando dal romanzo profondo e fantasioso di Kazuo Ishiguro“.

The Buried Giant sarà diretto da Guillermo del Toro da una sceneggiatura che sta scrivendo insieme a Dennis Kelly (Matilda the Musical). La storia si svolge in un’immaginaria Inghilterra post-arturiana, dove nessuno è in grado di conservare ricordi a lungo termine. È incentrato su un’anziana coppia britannica, che sta cercando il figlio che ricordano vagamente.

The Buried Giant sarà prodotto da Guillermo del Toro, con ShadowMachine come studio in stop-motion. Questo segna l’ultima collaborazione di del Toro con Netflix dopo aver lavorato insieme per la prima volta a spettacoli animati tra cui Trollhunters: Tales of Arcadia e Trollhunters: Rise of the Titans.

Succession: la serie HBO terminerà con la quarta stagione!

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Succession: la serie HBO terminerà con la quarta stagione!

In una recente intervista con il New Yorker, il creatore della serie Jesse Armstrong ha annunciato che l’acclamato dramma familiare della HBO Succession (recensione terza stagione) concluderà ufficialmente la sua storia dopo la sua prossima quarta stagione. L’ultimo capitolo della saga della famiglia Roy è prevista per debuttare negli USA il 26 marzo.

Mi sono riunito con alcuni dei miei colleghi sceneggiatori prima di iniziare a scrivere la quarta stagione, verso novembre, dicembre 2021, e in un certo senso ho detto: ‘Guarda, penso che forse dovrebbe essere così“, ha spiegato Armstrong. “Ma cosa ne pensi?” E abbiamo interpretato vari scenari: potremmo fare un paio di brevi stagioni o altre due stagioni. Oppure potremmo andare avanti per anni e trasformare lo spettacolo in qualcosa di piuttosto diverso, farlo diventare quel tipo di serie divertente lunga che va a ruota libera, dove ci sarebbero settimane buone e settimane meno buone. Oppure potremmo fare qualcosa di un po’ più solido e completo, e uscirne con un finale forte. E questa è stata sicuramente sempre la mia preferenza.”

Succession segue la storia della famiglia Roy – Logan Roy e i suoi quattro figli – che controllano uno dei più grandi conglomerati di media e intrattenimento del mondo. La serie segue le loro vite mentre contemplano cosa riserverà loro il futuro una volta che il loro anziano padre inizierà a ritirarsi dalla compagnia.

Succession è interpretata da Brian Cox, Jeremy Strong, Alan Ruck, Kieran Culkin, Sarah Snook, Nicholas Braun, Matthew Macfadyen, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Cherry Jones, Alexander Skarsgård, Stephen Root e altro ancora.

César 2023: La Notte del 12 trionfa con sei statuette

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César 2023: La Notte del 12 trionfa con sei statuette

La notte del 12 ha trionfato ai César 2023 portando a casa sei statuette, tra cui i prestigiosi premi per il miglior film e la regia, a Dominik Moll. L’innocent, film di e con Louis Garrel, che aveva dominato con 11 nomination, porta a casa invece un solo premio. Mentre Rodrigo Sorogoyen vince il premio per il miglior film straniero, con il suo As Bestas.

BEST FILM
La notte del 12 producers Haut et Court

BEST DIRECTOR
Dominik Moll, La notte del 12

BEST ACTRESS
Virginie Efira, “Paris Memories”

BEST ACTOR
Benoit Magimel, “Pacifiction”

BEST SUPPORTING ACTRESS
Noemie Merlant, “The Innocent”

BEST SUPPORTING ACTOR
Bouli Lanners, La notte del 12

BEST FEMALE NEWCOMER
Nadia Tereszkiewicz, “Forever Young”

BEST MALE NEWCOMER
Bastien Bouillon, La notte del 12

BEST ORIGINAL SCREENPLAY
Louis Garrel, Tanguy Viel, Naïla Guiguet, “The Innocent”

BEST ADAPTED SCREENPLAY
Gilles Marchand, Dominik Moll, La notte del 12

BEST DEBUT FEATURE
“Saint Omer,” Alice Diop

BEST ANIMATED FEATURE
“My Sunny Maad,” Michaela Pavlátová

BEST DOCUMENTARY FEATURE
“Returning To Reims (Fragments),” Jean-Gabriel Périot

BEST CINEMATOGRAPHY
Artur Tort, “Pacification“

BEST VISUAL EFFECTS
Laurens Ehrmann, “Notre Dame On Fire”

BEST ORIGINAL SCORE
Irene Dresel, “Full Time”

BEST SOUND
François Maurel, Olivier Mortier, Luc Thomas, La notte del 12

BEST SET DESIGN
Christian Marti, “Simone – The Journey Of The Century”

BEST EDITING
Mathilde van de Moortel, “Full Time”

BEST COSTUME DESIGN
Gigi Lepage, “Simone – The Journey Of The Century”

BEST ANIMATED SHORT
“La Vie Sexuelle De Mamie,” Urška Djukić and Emilie Pigeard

BEST DOCUMENTARY SHORT
“Maria Schneider, 1983,” Elisabeth Subrin

BEST SHORT FILM
“Partir Un Jour,” Amélie Bonnin

BEST FOREIGN FILM
As Bestas, Rodrigo Sorogoyen

Una giusta causa: la storia vera dietro al film con Felicity Jones

In periodo storico in cui le discussioni e le battaglie per la parità di genere sono particolarmente vive e intense, portando alla luce problematiche mai realmente risolte, anche il cinema contribuisce a sostenere tali cause con film che celebrano la figura della donna attraverso storie di fantasia o, spesso e volentieri, ispirate ad eventi reali. Un titolo esemplare a riguardo è il film del 2018 Una giusta causa, diretto da Mimi Leder (regista nota per i film d’azione The Peacemaker e Deep Impact) e interpretato dall’attrice Felicity Jones.

Quella raccontata in questo film è una delle più importanti figure femminili della storia statunitense, Ruth Bader Ginsburg, seconda donna a essere nominata Giudice alla Corte Suprema. Attraverso la sua storia, Una giusta causa diventa dunque un tributo a tutte le donne e alla loro forza, ma anche al non lasciarsi mai vincere dagli stereotipi, dalle imposizioni dettate dalla società e da chi crede erroneamente nell’impossibilità per una donna di ottenere ciò che le spetta di diritto. Il film, inoltre, risulta ancor più significativo in quanto scritto da Daniel Stiepleman, nipote della Ginsburg.

Grazie alla sceneggiatura da lui scritta, inserita tra l’altro nella Blacklist del 2014 dei migliori script ancora non prodotti, il racconto si rivela particolarmente attento e fedele alla vera storia della giurista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, passando poi ad esplorare la vera storia dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Una giusta causa

Prima di scoprire la vera storia dietro il film, è bene però sapere di cosa questo parla effettivamente. Protagonista è dunque Ruth Bader Ginsburg, una delle nove donne ammessa al corso di legge dell’Università di Harvard nel 1956. Nonostante questo successo, la vita di Ruth non smette di essere complessa. L’aspirante giudice si vede infatti rifiutata da tutti gli studi legali in quanto donna. L’unica che la sostiene è l’avvocato progressista Dorothy Kenyon, che la sostiene nel processo per discriminazione di genere che Ruth deciderà di portare avanti. Sfidando numerosi oppositori, Ruth si troverà dunque a dar vita a qualcosa di storico.

Per quanto riguarda il cast di attori coinvolti nel film, ad interpretare Ruth Bader Ginsburg vi è l’attrice Felicity Jones, candidata all’Oscar per il film La teoria del tutto, mentre Armie Hammer interpreta il marito Marty Ginsburg. La premio Oscar Kathy Bates è Dorothy Kenyon, mentre Justin Theroux interpreta Melvin Wulf, suo collega all’ACLU. Sam Waterston interpreta l’avvocato Erwin Griswold, mentre Cailee Spaeny è Jane C. Ginsburg, figlia di Ruth. La vera Ruth, inoltre, accettò di apparire nel finale del film, da lei poi giudicato in modo molto positivo e fedele alla sua storia.

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Una giusta causa: la vera storia dietro al film

Ma qual è dunque la storia della Ginsburg? Nata nel 1933 da genitori ebrei emigrati dall’Ucraina, Ruth non ebbe una giovinezza facile, vedendo prima morire sua sorella per la meningite e poi sua madre per via di un cancro. Nel 1955 Ruth riuscì poi ad essere ammessa al corso di laurea in giurisprudenza all’Harvard Law School, divenendo una delle sole 9 studentesse in una classe di circa 500 persone. Terminati gli studi nel 1959, Ruth iniziò a cercare lavoro ma ebbe difficoltà a trovarlo in quanto donna e pertanto giudicata non idonea all’attività giuridica e legale.

La Ginsburg iniziò dunque a lavorare come ricercatrice e docente presso la Rutgers University (con uno stipendio molto più basso rispetto ai colleghi maschi) e alla Columbia University. Nel corso degli anni Settanta, poi, decise di portare avanti una causa che costituì un precedente importante nella storia giuridica americana e che portò alla luce le discriminazioni basate sul sesso, sia per ruoli femminili che maschili. Il film si concentra infatti sul primo caso di discriminazione di genere sostenuto dalla Ginsburg, ovvero il cosiddetto Moritz v. Commissioner. Nel caso, che ebbe luogo nel 1972, la Ginsburg sostenne che la Sezione 214 del codice fiscale degli Stati Uniti, che negava a Charles Moritz il diritto di detrarre le spese per la cura della madre malata, era incostituzionale.

Inizialmente la Ginsburg non era interessata al caso, pensando si trattasse unicamente di questioni relative a tasse da pagare. Dopo essersi informata, tuttavia, capì che quel caso era l’occasione giusta per portare alla luce il tema delle discriminazioni di genere. Dopo aver vinto il caso, la Ginsburg ha co-fondato il Women’s Right’s Project presso l’ACLU (American Civil Liberties Union) nel 1972, dove ha continuato la lotta per promuovere l’uguaglianza di genere. A partire da questo momento la Ginsburg divenne infatti un attiva sostenitrice di cause legali a favore dei diritti di genere, delle donne e dunque promuovendo l’uguaglianza tra uomo e donna.

Per via del peso politico acquisito, nel 1980 venne nominata dal presidente Jimmy Carter giudice della Corte d’appello degli Stati Uniti d’america per il Distretto della Columbia. Qui lavora fino al 1993, quando il presidente Bill Clinton la nomina membro della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, divenendo la seconda donna dopo Sandra Day O’Connor a far parte di tale istituzione. Ha ricoperto tale ruolo fino al giorno della sua scomparsa, avveuta il 18 settembre del 2020 all’età di 87 anni per via di un cancro al pancreas. Questo le era stato diagnosticato pochi giorni dopo la premiere del film Una giusta causa.

Il trailer di Una giusta causa e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Una giusta causa grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 febbraio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonti: Time, IMDb

The consultant: recensione della nuova serie con Christoph Waltz

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The consultant: recensione della nuova serie con Christoph Waltz

In un intreccio continuo di suspense e paradosso, The consultant è la nuova serie thriller ideata da Tony Basgallop (Inside Men) e diretta dal regista Matt Shakman (la serie Marvel WandaVision, la serie Revenge, Fantastic Four). Questa dark comedy, formata da una sola stagione di 8 episodi, ognuno di circa trenta minuti, è tratta dall’omonimo romanzo di Bentley Little.  Nel cast ritroviamo uno strabiliante Christoph Waltz (Bastardi senza gloria, Big eyes) nel ruolo del consulente Regus Patoff; l’attore Nat Wolff (Città di carta, lo stagista inaspettato) interpreta Craig, uno dei programmatori, mentre ritroviamo Brittany O’Grady (Paula in The white lotus, Simone Davis nella serie Star) nei panni dell’ambiziosa Elaine.

The consultant: un consulente da incubo

CompWare, un a società che produce giochi per smartphone, si trova in una situazione di parziale crisi; Elaine guida un gruppo di bambini in visita nell’ufficio a conoscere il signor Sang, giovane fondatore della CompWare. Qui uno dei bambini spara a Sang, uccidendolo. Da questo momento in poi la guida della società passerà ad una misteriosa figura ingaggiata prima di morire dallo stesso Sang: il consulente Regus Patoff. Mentre Craig ed Elaine cercano di raccogliere informazioni sul loro nuovo inquietante capo, Patoff inizia a creare nell’ufficio una atmosfera di maggiore tensione, capitanata da un’accentuata competitività tossica.

Mentre la stessa Elaine verrà coinvolta sempre di più nei piani di Patoff, per via della sua feroce ambizione, Craig continua le sue indagini; il giovane programmatore si imbatterà in alcune figure del passato di Patoff. Più Craig scopre sul consulente, più la sua stessa vita e quella della sua fidanzata Patty viene messa in pericolo.

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Un intrigo parzialmente irrisolto

The consultant è una serie caratterizzata da un forte stato di tensione, continuamente trasmesso allo spettatore da semplici e piccoli particolari: la continua insistenza sulle scale di vetro scricchiolanti, specialmente quando a salirle è lo stesso Patoff. La misteriosa sparizione della signora Sang già nei primi episodi. Questa atmosfera di mistero e suspense mantiene salda l’attenzione dello spettatore, in vista di un qualche strabiliante colpo di scena.

Ciononostante, The consultant lascia alcuni dubbi in sospeso per lo spettatore: considerando il finale e la ancora mancata conferma di una seconda stagione, è possibile che le vicende si chiudano in questi soli otto episodi. In questo modo The consultant risulta essere poco completo: quando si tratta di thriller di questo genere, è necessario permettere allo spettatore di poter comprendere a pieno tutte le vicende nel finale, cosa che invece qui non è stata garantita in toto. Che cos’è veramente Regus Patoff? Nel secondo episodio della serie, la signora Sang, parlando del figlio, afferma che egli sia stato preso dal diavolo, ma che cosa significa di preciso? Questi sono solo alcuni dei dilemmi che The Consultant lascia allo spettatore. Sarebbero forse bastati alcuni episodi in più in questa prima stagione per sviluppare questa trama così interessante al massimo del suo potenziale. Ma, a questo punto non ci resta che sperare in una potenziale seconda stagione che possa chiarire tutto!

The Consultant: l’etica tossica del lavoro

Una delle tematiche più interessanti e più approfondite in The Consultant è la competitività tossica: episodio dopo episodio si nota come Patoff punti a creare un ambiente di lavoro poco sano dal punto di vista morale, ma più produttivo. All’arrivo del consulente la situazione della società è drammatica: il signor Sang, avendo solo vent’anni, aveva dato vita ad un ambiente di lavoro molto flessibile, ma allo stesso tempo pieno di “sprechi” economicamente parlando.

Già dal primo giorno in ufficio, Patoff impone tutta una serie di sacrifici ai suoi impiegati: costringe i lavoratori da remoto a doversi recare in ufficio in un’ora, licenziando una ragazza disabile perché in lieve ritardo. Il consulente era intenzionato a licenziare un manager solamente per il suo odore: quest’ultimo è costretto a lavarsi in ufficio con un sapone fornitogli dallo stesso Patoff.

Con l’avanzare delle vicende, Patoff renderà disponibile un ufficio nella parte elevata riservata ai manager a chiunque la desiderasse: in questo modo ha fatto emergere la ferocia di alcuni impiegati, disposti a lottare con ogni mezzo per ottenere l’ufficio. Questo clima, basato solo sulla fredda produttività, non ha niente a che vedere con l’ambiente presente alla CompWare durante la gestione di Sang. Dalle poche immagini nel primo episodio e da qualche flashback è chiara la differenza: se Sang aveva creato un ambiente di lavoro moderno, flessibile ed inclusivo, con Patoff permane solo competitività.

Un altro chiaro esempio di etica tossica del lavoro in The Consultant è la crescita del personaggio di Elaine. La ragazza che nei primi episodi sembra essere molto dolce e legata a dei saldi principi morali, finisce per farsi corrompere dall’ambizione e dallo stesso Patoff. Quest’ultimo la pone di fronte a molti bivi, grandi sacrifici che lei finisce per essere disposa a fare pur di ottenere l’approvazione del suo capo e le soddisfazioni lavorative tanto agognate. Elaine finirà per non vedere più il consulente Regus Patoff come una effettiva minaccia, ma come un mentore che ha aiutato la società a crescere.

Storm Reid: 10 cose che non sai sull’attrice

Storm Reid: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Storm Reid ha ad oggi ricoperto principalmente ruoli secondari o da co-protagonista, grazie ai quali ha ad ogni modo potuto dimostrare il proprio talento e la propria versatilità come interprete. Capace di passare dai personaggi più leggeri a quelli più profondamente drammatici, la Reid è dunque oggi un’interprete in piena ascesa, che continua a stupire interpretazione dopo interpretazione.

Ecco 10 cose che non sai di Storm Reid.

Storm Reid: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie come I Thunderman (2013), NCSI: Los Angeles (2014), Nicky, Ricky, Dicky & Dawn (2014) e Chicago P.D. (2015), la Reid ottiene il ruolo di Lisa nella miniserie TV When They See Us (2019). Nello stesso anno inizia a ricoprire il ruolo di Gia nella serie Euphoria, con protagonista Zendaya, ricoprendo ancora oggi questo ruolo. Nel 2023 la si può invece ritrovare nel settimo episodio della serie The Last of Us, con Pedro Pascal.

2. Ha recitato anche in noti film. Oltre alle popolari serie in cui ha recitato, la Storm ha avuto modo di prendere parte anche ad alcuni importanti film. Il primo di questi è stato 12 anni schiavo (2013), con Chiwetel Ejiofor, seguito poi da titoli meno noti come White Water (2015), The Summoning (2015), Sleight – Magia (2016) e A Happening of Monumental Proportions (2017). Nel 2018 è invece protagonista di Nelle pieghe del tempo, con Reese Witherspoon, mentre nel 2020 recita in L’uomo invisibile e nel 2021 in The Suicide Squad, con Idris Elba. Nel 2023 è protagonista del thriller Missing.

Storm Reid in Euphoria con Zendaya

3. Interpreta la sorella della protagonista. Nell’acclamata serie HBO Euphoria, l’attrice interpreta Gia, la sorella della protagonista Rue, interpretata da Zendaya. Dolce e solidale, Gia Bennett è un costante sostegno per Rue, prendendosi cura della sorella maggiore nei suoi momenti più bui. La giovane, però, porta ancora con sé le cicatrici emotive dell’aver trovato sua sorella in fin di vita a causa delle sue dipendenze dalla droga e ciò la rende un personaggio molto fragile e ricco di paure all’interno della serie.

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4. Potrebbe essere più presente nella terza stagione. Per le prime due stagioni di Euphoria Gia è tendenzialmente rimasta un personaggio secondario, ma ciò potrebbe cambiare con l’annunciata terza stagione. L’attrice ha infatti anticipato che spera si potrà vedere molto più di Gia in questa e l’ideatore della serie sembra avere proprio questa intenzione. Dopo che nella seconda stagione le due sorelle arrivano ad un duro scontro verbale, molto dell’interiorità di Gia viene tirato fuori e ciò potrebbe portare a raccontare quanto di lei è ad oggi rimasto nascosto.

Storm Reid in The Last of Us

5. Ha un ruolo importante nella serie TV. Nella serie The Last of Us, tratta dall’omonimo videogioco, l’attrice interpreta Riley, attualmente prevista solamente per il settimo episodio. Questo sarà infatti basato sul DLC Left Behind, che esplora il passato di Ellie, interpretato da Bella Ramsey. Riley, come noto a chi conosce il videgioco, è la migliore amica nonché il primo amore di Ellie. L’attrice non ha rivelato se e quanto questo sia fedele all’espansione del videogioco in cui è presente Riley, ma ha garantito che il tutto si adatterà benissimo al tono e ai temi della serie.

6. Ha amato molto il proprio personaggio. Parlando di The Last of Us, l’attrice ha raccontato di non aver mai giocato al videogioco e di sapere dunque della sua storia solo alcuni dettagli. È rimasta dunque molto colpita nello scoprire di Riley e del suo rapporto con Ellie. Nell’interpretare tale personaggio e condividere la scena con la Ramsey, la Reid ha affermato di essersi sentita estremamente grata, in quanto considera tale progetto come uno dei più importanti della sua carriera. Ha inoltre affermto che l’episodio in cui è presente è senza dubbio uno dei più commoventi e strazianti della stagione.

Storm Reid in I Thunderman

7. Ha recitato in un episodio della nota serie per ragazzi. Nel 2013, ancora agli inizi della sua carriera, l’attrice ha recitato in un episodio della serie TV per ragazzi I Thunderman. La si può infatti ritrovare nel sesto episodio della prima stagione, intitolato Questo è il lavoro giusto per…, dove i protagonisti cercano di raggranellare denaro svolgendo alcuni lavori o facendo alcune scommesse. Qui la Reid interpreta il ruolo della giovane Avery.

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Storm Reid in Suicide Squad

8. Ha avuto un ruolo nel film DC. Nel film del 2021 The Suicide Squad, diretto da James Gunn, l’attrice ha un ruolo secondario ma a suo modo importante. Interpreta infatti Tyla, la figlia di Bloodsport, personaggio ricoperto da Idris Elba. Nel film Tyla non compare poi molto, ma è il motivo per cui il padre decide di accettare di unirsi alla Suicide Squad e portare a termine la pericolosa missione prevista. Amanda Waller, interpretata da Viola Davis, ricatta infatti Bloodsport in quanto ha il potere di far uccidere Tyla in caso egli si rifiuti di partecipare alla spedizione.

Storm Reid è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 2,5 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 1000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Storm Reid: età e altezza dell’attrice

10. Storm Reid è nata il 1 luglio del 2003 ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,70 metri.

Fonte: IMDb, Instagram, HollywoodReporter

The Whale: recensione del film con Brendan Fraser

The Whale: recensione del film con Brendan Fraser

Certe ferite uccidono la mente. Dilagano imperterrite in un oceano di colpe, illusioni perdute: diventano una balena nera, che divora ogni minimo spazio in cui potremmo vedere la luce. Dopo aver vinto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con The Wrestler, Darren Aronofsky torna al Lido con The Whale, un dramma in cui il senso di colpa è incapsulato in un corpo strabordante, quello di Charlie (Brendan Fraser), che ha assunto su di se le piaghe di un’esistenza dolorosa, un oceano in cui si sguazza senza muoversi, costretti su un divano che fagocita ogni riverbero di speranza.

The Whale: la storia di Charlie

La trama, basata sull’omonima opera teatrale di Samuel D. Hunter, è incentrata su Charlie (Brendan Fraser), un insegnante di inglese solitario che soffre di grave obesità e cerca di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente (Sadie Sink) allontanata dopo essersi dichiarato omosessuale.

The Wrestler seguiva il tortuoso calvario del personaggio di Randy “The Ram” Robinson, una vecchia star del wrestling che cercava di riallacciare i rapporti con una figlia abbandonata mentre si autodistruggeva sul ring con pugni e calci acrobatici. Non solo ha incoronato il regista americano ma ha anche segnato il ritorno trionfale (anche se di breve durata) di Mickey Rourke ai vertici della recitazione: una rinascita che lo ha portato a sfiorare l’Oscar a Hollywood. Ora, con The Whale, Aronofsky sembra voler ripetere il suo successo con un claustrofobico dramma familiare in cui Brendan Fraser, condannato per anni all’ostracismo, offre un’interpretazione sensazionale. Due lavori sulle fisicità degli attori apparentemente diverse, ma completementari: il corpo come riflesso di mancanze e dipendenze, come autoflagellazione, è un discorso che Aronofsky porta avanti fin da Requiem for a Dream (2001).

 

The Whale recensione del film

Salvare gli altri per salvare se stessi

Charlie è assistito quotidianamente da Liz (Hong Chau), un’infermiera risoluta e integerrima che lo aiuta nella difficilissima gestione della sua condizioni fisica precaria, anche se, come dicevamo, questa incommensurabile afflizione affonda le radici in un fitto arazzo di cicatrici emotive. Traumatizzato da una tragica perdita e percependo la fine dei suoi giorni, Charlie cerca di ristabilire il legame con la figlia diciassettenne Ellie, ma il peso del tempo perduto si rivela un fardello difficile da portare: ci sono verità dal passato che è dura affrontare da soli. Eppure Charlie capisce che, se non può salvare se stesso, può almeno tentare di salvare gli altri, il che implica trovare un canale per intercettare il buio dell’abisso ed emergere dalle acque.

Abbracciando una messa in scena più classica e ortodossa, Aronofsky prende le distanze dalla sperimentazione formale e narrativa che ci aveva proposto con Madre! (2017), ma non abbandona l’attenzione verso spazi e situazioni claustrofobiche. Contenendo il proprio estro creativo dal punto di vista formale, Aronofsky si butta a capofitto nella drammatizzazione di relazioni scomposte e brutali, ma anche inaspettate e di breve durata, e che possiamo veramente interpretare solo rifacedoci alla biografia dell’autore del testo teatrale. L’eccesso, la tendenza verso gli estremi di Aronofsky, qui è rappresentata al meglio dal processo autodistruttivo del protagonista: grottesche aritmie e rischi di soffocamento, abbuffate selvagge, cadute, un’immobilità lacerante, anche se il dolore più lancinante per Charlie risiede nel suo cuore. Mentalmente, è lucidissimo, colto, accomodante. La letteratura, insegnata e visitata quotidianamente, è l’unico canale di comunicazione che Charlie ha con il mondo esterno. Nonostante sia un grandissimo comunicatore, si serve però spesso delle parole degli altri per fermare il pericolo, fisico e mentale.

Charlie ci appare come un personaggio toccato fin troppo dalla sventura, infausta circostanza che Aronofsky accentua invitando la maggior parte dei personaggi a trattarlo con disprezzo; è quasi come se Charlie cercasse di indurre chi gli sta intorno a cadere nel disinteresse, proprio perché egli è il primo che sembra non preoccuparsi del suo stato di salute. Tuttavia, pian piano si disvelerà ai nostri occhi il retroscena morale e idelogico di questa nuova “preghiera cinematografica” di Aronofsky, che si aggrappa nuovamente al concetto di fede nel prossimo e all’idea della conquista di una certa luce (o elevazione esistenziale) attraverso il sacrificio.

La fenomenale performance di Brendan Fraser

In questo cammino verso la morte/rinascita, Charlie non è però mai solo: certo, il dialogo con gli altri è difficile, ma c’è sempre qualcuno che vuole entrare in casa. Il delivery della pizza, il giovane evangelizzatore Thomas, la figlia Ellie e perfino l’ex moglie. L’espressività emotiva guida la penna di The Whale e la caratterizzazione di Charlie che, tra un inciampo e l’altro, si consolida come uno dei personaggi che non dimenticheremo facilmente nella prossima stagione degli Oscar.

The Whale dà infatti il meglio di sé quando Aronofsky lascia che Fraser sia Fraser. Sotto i chili di protesi c’è la stessa star sincera e dal cuore aperto che ha conquistato il pubblico negli anni Novanta: questo emerge soprattutto nel rapporto con l’infermiera Liz, veicolo per accedere non solo all’anima di Charlie ma anche alla star che vi è sotto. La dolcezza dell’anima di Fraser emerge lentamente come un potente contrappeso alla brutalità della condizione che lo consuma.

Dall’interiorità più pura passiamo all’immensità celestiale con The Whale, che conserva alcuni dei tratti di scrittura archetipici di Aronofsky ma ci fa un regalo immenso: lasciare spazio alle storia. A quella di Charlie, prima di tutto, di purezza e redenzione, a quella delle famiglie e del loro potere salvifico, e a quella di un regista che si avvicina allo spettatore come mai aveva fatto prima.

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