Mentre l’attesa per l’arrivo al
cinema di Spider-man: No Way Home si fa sempre
meno lunga, l’account Twitter ufficiale del film
non perde occasione per prendere in giro i fan, a seguito
dell’ondata di speculazioni e teoria che sono state promosse sul
web nelle ultime settimane.
Postando una foto dal trailer del
film, in cui compaiono Spider-Man e MJ, è stato evidenziato un
pezzetto di un palazzo alle loro spalle e il post invita a
ingrandire la foto per vedere un easter egg che sicuramente è
sfuggito ai fan.
Ingrandendo la figura, però, si
legge soltanto: “Speriamo che stiate avendo una bella giornata!”
CONTROLLATE VOI STESSI A QUESTO LINK! L’idea è
semplice ma ingegnosa e prende garbatamente in giro i cacciati di
indizi e riferimenti a tutti i costi.
L’area che comprende il Vesuvio
e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente
ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli
della sua esistenza attraverso stormi sismici ricorrenti—, è la più
densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati
sarebbero catastrofici.
Abbiamo incontrato Giovanni
Troilo, regista del documentario Vesuvio,
in occasione della presentazione del film al Noir in
Festival. Documentarista di grande successo, noto
principalmente per il suo lavoro con Sky Arte, che porta avanti da
circa dieci anni (di recente abbiamo visto Frida Viva la Vida), Troilo si presenta al
festival con un documentario insolito, dal grande fascino.
Ma che ci fa un documentario sulla regione vulcanica del
napoletano nella selezione di un festival dedicato al cinema di
genere noir?
È un linguaggio al confine tra
fiction e documentario, e devo dire che questa modalità di racconto
a Napoli funziona particolarmente bene. La prima volta che ho
pensato di fare questo film, immaginavo di realizzare un
mockumentary su questo allarme eruzione, su una possibile messa in
atto del piano di evacuazione. In realtà sin dai primi sopralluoghi
è stato subito chiaro che la finzione da noi immaginata non sarebbe
stata nemmeno vagamente simile alla messa in scena del reale che
avremmo intercettato Nella maggior parte dei casi i protagonisti
delle molte storie del film non li abbiamo cercati, ci siamo
imbattuti in loro. I più importanti sono state delle vere e proprie
epifanie, spesso giunte nel momento in cui, dopo una lunga giornata
di esplorazione, eravamo ad un passo dal desistere.
Ad esempio durante le prime
giornate di sopralluoghi, dopo una serie di insuccessi, eravamo
diretti al cratere e su questa strada verso l’apocalisse, tra le
ultimissime case che affollano il cono del Vesuvio, abbiamo scorto
un’insegna: Paradise Tv! La prima epifania ci aveva portato ad una
delle storie più importanti del film.
Come hai
rintracciato i personaggi e le storie, e quanto tempo hai
impiegato?
Abbiamo iniziato con l’idea di
questo film nel 2018, ci è voluto tanto. È stato un paziente
spendere del tempo per cercare di cogliere l’essenza del luogo. In
questo senso è stato fondamentale avere un team che, innamoratosi
del progetto, ha deciso di sposarlo in toto facendosi carico dei
molti sacrifici. Oltre al produttore Davide Azzolini che ha deciso
di imbarcarsi su questo progetto totalmente al buoi, sono molto
grato al cameraman Valerio Coccoli, al fonico Renato Grieco e
soprattutto ad Allegra Nelli che è stata fondamentale nella ricerca
delle storie e nella relazione continua con questi
personaggi.
L’idea di avere tanti
protagonisti che potessero portare ad una percezione collettiva e
condivisa di questo senso del pericolo e di come ci si può
convivere, che investe tutti dalla nascita alla morte, era
necessario. Con il tempo mi sono fatto l’idea che questo gigantesco
apparato vulcanico somiglia molto a quelli che Timothy Morton
definisce iperoggetti, ovvero degli oggetti così grandi e
multidimensionali che risulta impossibile alla singola percezione
umana leggerne l’interezza.
La soluzione che abbiamo tentato
è stata quella di aggregare le singole percezioni in una sorta di
rete sensoriale collettiva per provare a leggere meglio questo
oggetto così complesso. Che continua a sfuggire soprattutto per la
così grande differenza di scala temporale che c’è tra
la vita di un apparato vulcanico e quella di un essere
umano.
Il film è molto democratico
nelle esistenze che racconta, dal Vescovo che presenzia il miracolo
di San Gennaro al fabbricante di fuochi d’artificio, tutte le
storie hanno la stessa importanza. Di alcune Giovanni
Troilo è testimone, di altre è partecipe, con domande e
interviste vere e proprie ai personaggi che di volta in volta
incontra. In base a cosa hai scelto di intervenire o
meno?
C’è una componente
istintiva molto forte per progetti di questo tipo. Dipende molto
dal tempo, ma anche dall’utilità che ci può essere nel chiedere
qualcosa, quando la storia non passa chiaramente attraverso le
immagini. Io credo fermamente che, anche di fronte alla forza delle
parole, spesso un’immagine possa essere molto più permeante. Poi
sicuramente c’è una questione di bilanciamento del racconto,
infatti non è un caso che l’aspetto informativo sia delegato al
personaggio del vulcanologo. Questo serve allo spettatore per
orientarsi, ed è lo scheletro minimo per avere la possibilità di
avere altri momenti lisergici. Il tentativo era quello di far
partire lo spettatore dalla terra ferma, e di traghettarlo pian
piano al largo. Per ritrovarsi qualche minuto dopo un po’
disorientati, per scoprire che sotto i piedi la terra non è così
fissa, ma trema, e trovarsi in un nuovo territorio con nuove regole
fisiche, in cui non si può far altro che abbandonarsi e provare a
immedesimarsi.
Nelle note di
regia scrivi “A Napoli non si è vicini o dentro a un vulcano. Si è
vulcano.” Come sei stato accolto?
Benissimo. Sono stato
felicissimo di avere la possibilità di fare un progetto del genere
a Napoli, dove avevo già fatto diversi lavori ma con un respiro
minore. È una città che mi dà una carica energetica che mi dura per
anni. Ero certo della risposta e le aspettative sono state più che
confermate.
In che modo
Vesuvio si inserisce nel tuo percorso artistico che di recente si
era focalizzato prevalentemente sul documentario
d’arte?
Ci sono dei progetti che
abbracciano archi di tempo così differenti che necessariamente
devono convivere sul piano temporale. L’ultimo lavoro di questo
tipo che avevo fatto è stato Coeurope, un documentario molto affine
nell’approccio a Vesuvio e la cui lavorazione ha richiesto
moltissimo tempo. Sarebbe bellissimo fare solo questo, ma anche
impensabile. E così ci sono questi documentari d’arte che amo
moltissimo e che da quasi dieci anni realizzo per Sky Arte. Mi
appassiona molto il fatto di poter sperimentare dei linguaggi e di
poterli portare al cinema, è capitato di recente con
Frida, con Monet e succederà di nuovo con un progetto su
Borromini.
Presentato in anteprima
al Noir in Festival a Milano,
Vesuvio uscirà a marzo in day and date, al cinema
che in streaming, sulla piattaforma IWonder di I Wonder
Pictures, accompagnato anche da presentazioni con i
protagonisti.
In Italia lo dovremmo conoscere da
diversi anni, dal momento che è lui la mente dietro a
Mental, serie Rai che nasce come remake di uno
show finlandese, ma di lui si è parlato moltissimo dall’ultimo
festival di Venezia, dove il suo Il Cieco che non voleva
vedere Titanic ha fatto innamorare la stampa al Lido. Ora,
torna in Italia con il suo ultimo film, Nimby – Not in my backyard, presentato al
Noir in Festival: lui è Teemu
Nikki; lo abbiamo raggiunto al telefono, ecco cosa ci ha
raccontato.
Dopo Mental e Il Cieco, anche Nimby trova spazio in Italia, con
l’esordio ad un Festival del nostro Paese, cosa la lega
all’Italia?
“Prima di tutto abbiamo un distributore – risponde
Teemu Nikki, con grande semplicità e onestà –
e questo aiuta il dialogo, così i film arrivano in Italia. Per
quanto riguarda Mental è diventato un format di successo in Italia,
ma a parte questo, sembra che il pubblico italiano capisca bene il
nostro lavoro, il nostro linguaggio, il modo in cui raccontiamo le
cose.”
Nimby è una
satira sociale, politicizzata ma non cattiva. I toni sono leggeri e
a volte anche esilaranti. Che cosa era interessato a
raccontare?
“Ogni volta che
decido di fare un film è perché c’è un argomento che mi stuzzica e
che mi fa pensare. In questo caso si trattava del tema della
tolleranza, verso persone diverse, verso opinioni diverse. Quindi,
all’inizio l’idea era quella di fare una commedia, nel farlo è
diventata una commedia nera e ha assunto anche delle sfumature
politiche. Penso che in realtà quello che volevo fare era dare al
pubblico del materiale su cui riflettere. Godersi il film, sì, ma
poi cercare di capire cosa aveva raccontato, è un invito a
guardarsi allo specchio.”
Nelle note di
regia, Teemu Nikki scrive che odia quando scopre di aver avuto un
pregiudizio su qualcuno o qualcosa e che vorrebbe cambiare. Si può
quindi dire che Nimby è una specie di terapia?
“Tutti i film sono
una specie di terapia, ma forse la terapia sarebbe costata
meno!”
Gli attori,
soprattutto i giovani interpreti, offrono delle performance
autentiche e molto convincenti, sono uno degli elementi di forza
del film. Qual è stato il processo di casting, c’erano elementi
specifici che si cercavano negli attori?
“Per quello che
riguarda l’attore che interpreta il nazista, Elias Westerberg, lo
conoscevo da prima, volevo vederlo senza capelli, per questo l’ho
scelto (ride)! Ma è un bravo attore e porta nel personaggio
l’energia giusta. Per l’interprete di Mervi, Susanna Pukkila, non
avevo mai lavorato con lei, questo è il suo primo ruolo dopo essere
uscita dalla scuola di recitazione, mentre l’interprete di Kata,
Almila Bagriacik, è molto famosa in Germania, non avevo mai
lavorato con lei, ma quando li ho visti tutti insieme ho capito che
erano giusti, avevano la giusta energia.”
Dal momento che
racconta sempre le persone e la società, come sarebbe un suo film
sugli ultimi due anni, con il mondo in pandemia?
“Una commedia nera!
Ma a essere onesto, non lo so ancora, perché è ancora troppo
presto. Stiamo ancora vivendo questo periodo, potrei parlarne in un
film tra 5 anni. Ci vuole il giusto distacco”.
NIMBY – Not in my
backyard arriverà su IWONDERFULL.it, la piattaforma
streaming di I Wonder Pictures in collaborazione con MYmovies, e
contemporaneamente nei cinema a partire dal 14 dicembre, dopo
essere stato presentato in anteprima al XXXI Noir in
Festival.
Sabato 11 dicembre è stato
presentato in concorso al Noir Festival
2021Diario di Spezie, primo film di
Massimo Donati, tratto dal suo omonimo romanzo
pubblicato da Mondadori nel 2013 e prodotto con il sostegno della
Trentino Film Commission. Protagonista del film è Lorenzo Richelmy, che abbiamo raggiunto al
telefono per parlare proprio di questo thriller che lo vede
ritornare al Noir in Fest.
Dopo l’esperienza di Ride, di Jacopo Rondinelli, e
quella con Il talento del calabrone, di Giacomo
Cimini, Lorenzo Richelmy vede un altro suo film
presentato al festival del cinema di genere a Milano. Che affinità
c’è con il Noir in Festival?
“La prima volta che
ho partecipato al Noir in Festival ero un giurato, era il 2017 mi
pare – esordisce Richelmy, facendo risalire la sua amicizia
con il festival ancora a prima del 2018, anni di uscita di
Ride – Io sono un amante del genere, aborro
invece il mix di generi. Come attore appassionato d’arte, mi
piacciono le scelte radicali. Il genere permette ad un autore o a
un film di essere molto dritto. In un momento in cui è sempre più
difficile ottenere la sospensione di giudizio dal pubblico, perché
ora il pubblico è espertissimo, si fa subito le sue idee, mentre il
genere ti leva dal campo un sacco di problematiche, anche da un
punto di vista produttivo. Il genere ti permette di fare una
scelta, che poi magari è sbagliata, ma preferisco sbagliare
piuttosto che fare un film grignolino, carino, di intrattenimento.
Io non sono un grande fan del cinema come intrattenimento, mi piace
emozionarmi, non divertirmi. Quello, nella mia esperienza, lo
faccio con i videogiochi, per cui per me il cinema è un oggetto di
studio. Quindi sì, il genere mi piace, e sono legato al Noir in
Festival perché sono attratto da questo tipo di storie, sia come
attore che come spettatore. E il genere a tinte fosche mi piace
molto.”
Chi è Luca
Treves, protagonista di Diario di Spezie?
“Io cerco sempre di
scegliere delle storie che possano avere una valenza contemporanea.
Luca è un personaggio che si è accomodato, ha trovato un posto che
tutto sommato gli sta comodo. Ha il suo piccolo ristorante, anche
se poteva diventare un grande chef. Come spesso succede ai ragazzi
in questi anni, lui sceglie di accontentarsi. Negli anni ’60-’70 si
protestava per il posto fisso, che era considerato uno schifo.
Adesso un ragazzo di 20 anni elemosina un posto fisso, e dal punto
di vista generazionale per me è una sconfitta totale. Il ragazzo di
30 anni che è stato testimone della fine dell’analogico e della
nascita del digitale, secondo me, è rimasto un po’ fregato, facendo
finta che il problema non esiste. Il mio personaggio parla un po’
di questa frustrazione che si sopporta perché si riesce ad andare
avanti. Sembra che vada tutto bene, ma in realtà nasconde drammi
perché non siamo fatti per restare figli tutta la vita. Luca Treves
è figlio di sua moglie, anche, e non si decide a diventare un uomo.
All’inizio del film lo vediamo così, ma grazie ad Andreas, nel
corso della storia, dovrà trovare il suo modo di diventare uomo.
Luca è un bimbo nella sua confort zone e nell’arco del film sarà
costretto a diventare un uomo.”
Luca tiene un
diario delle spezie, in cui annota i nomi delle spezie che assaggia
e che trova, ne elenca dettagli, usi e profumi. Hai un’abitudine
del genere, tenere un diario, non di spezie ma magari di esperienze
o pensieri?
“Non scritto, ma
musicale. Sono un grande appassionato di musica, la mia playlist va
da Bach alla death metal più incazzata. Ho sempre fatto molta
ricerca, anche se ora su Spotify mi sono addormentato un po’, ma
sto anche lavorando tanto, sono cambiate delle cose. Però ero uno
che almeno una volta al mese, se non a settimana, si metteva a fare
ricerca di musica, anche perché io applico la musica al mio
mestiere: ogni personaggio ha una canzone, ogni film una playlist,
ogni scena un ritmo.”
Ci sono due
storie parallele in Diario di Spezie, da una parte le indagini,
dall’altra l’on the road di cui Lorenzo Richelmy è protagonista.
Sempre più attori tendono a leggere solo la loro parte della
sceneggiatura, per godersi lo spettacolo al cinema. Tu hai avuto
contezza della storia nell’insieme?
“Molti amici e
colleghi lo fanno, lo rispetto, ma a me sembra strano. Credo che
bisogna avere un quadro della storia. A me piace capire tutto del
film, mi piace capire che ritmo avrà il film e lavorare con il
regista, io sono uno di quelli che studia anche gli archi emotivi
degli altri personaggi, per capire bene come incastrare il
mio.”
Il film è
recitato in lingue diverse, c’è il francese, il tedesco, un po’ di
inglese e l’italiano. Questo impasto linguistico ti ha condizionato
o ti ha dato delle indicazioni, oppure è stato del tutto
irrilevante, visto che il tuo personaggio recita prevalentemente in
italiano?
“Il mio personaggio
parla in veneto, non strettissimo, ma è comunque un linguaggio
lontano dalla mia confort zone che è questa con cui ti sto
parlando. L’estetica musicale del film si lega al linguaggio. La
musica diegetica si lega molto al mix di voci e anche questo spinge
lo spettatore a non avere un riferimento attaccamento regionale.
Questo permette alla storia di essere senza spazio, e questo
alimenta il thriller, perché non ti dà modo di capire a fondo cosa
sono i personaggi, non capisci neanche che cosa vogliono fino alla
fine. Questo mix linguistico, questa non appartenenza, gioca il
gioco del thriller. E per me, che non mi diverto a fare le cose
comode, questo aspetto contribuisce a creare suspance e
curiosità.”
Presentato al Noir in Festival in
concorso, Diario di Spezie, di Massimo
Donati vede trai protagonisti, accanto a Lorenzo Richelmy, anche Fabrizio
Ferracane e Fabrizio Rongione. Il film è prodotto da
Master Five Cinematografica con Rai Cinema e Rodeo
Drive.
Fin dall’ideazione del personaggio,
che ha debuttato nel fumetto Amazing Fantasy #15 nel 1962,
la storia di Spider-Man ha ricevuto diversi
adattamenti. Che si tratti di animazione, film live-action o
videogiochi, le storyline dedicate all’amato personaggio hanno
trasceso i fumetti, conferendogli lo status di uno degli eroi più
amati di sempre.
Spider-Man è
apparso in nove film da solista fin dal 2002, con una prossima
decima (e attesissima) apparizione in
Spider-Man: No Way Home. Tom Holland, in una conversazione con Total
Film, ha affermato che il film di prossima uscita
vedrà “tre generazioni riunirsi”, e i fan di Ranker, per
ingannare l’attesa, hanno classificato tutti i film in cui
l’arrampica muri è apparso.
Spider-Man (1977)
Il
mal accolto film del 1977 sull’Uomo
Ragno,
riproposto poi come episodio pilota televisivo, presentava
l’attore
Nicholas Hammond
nel ruolo del protagonista: il film uscì solo 15 anni dopo la
nascita del personaggio nei fumetti e, purtroppo, soffrì delle
grandi limitazioni tecniche dovute all’epoca in cui venne
prodotto.
Potrebbe essere ingiusto, quindi,
criticare la confezione tecnica del film, uscito ben 25 anni prima
del debutto di Tobey Maguire nei panni dell’eroe. Nonostante
sia ritenuto il film su Spider-Man meno
memorabile, ci sono comunque aspetti tecnici del film da tenere in
considerazione, comprese alcune impressionanti inquadrature in POV
dell’arrampica-muri. È deludente che Hammond non
riprenderà il suo ruolo in
No Way Home, ha riferito l’ Hollywood
Reporter, poiché sarebbe interessante vedere la sua
versione modernizzata.
The Amazing Spider-Man 2
(2014)
Il secondo film che si
posiziona in basso nella classifica di Ranked è
The
Amazing Spider-Man ritenuto piuttosto debole in quanto
la narrazione, a detta di molti fan, si concentrerebbe maggiormente
sull’ironizzare su possibili trame e personaggi per film futuri,
senza riuscire effettivamente a mettere insieme una storia coesa e
avvincente. Indipendentemente da questa critica, The
Amazing Spider-Man 2 presenta comunque alcuni dei
momenti più memorabili di qualsiasi film di
Spidey.
Il film presenta ai fan una delle
versioni più accurate della tuta di Spider-Man,
oltre ad essere impreziosito dalla performance magnetica di
Andrew Garfield; questo film ha anche sancito
la fine temporanea delle iterazioni dell’eroe di
Garfield, che è stato riavviato nel
MCU solo tre anni dopo.
Poiché Garfield ha espresso pubblicamente che il
volere dello studio gli ha spezzato il cuore, secondo Variety sarebbe
gratificante per molti se gli fosse data l’opportunità di
riprendere il suo ruolo.
Spider-Man 3 (2007)
Dovendo
proseguire le intenzioni di due film precedenti amatissimi dal
pubblico,
Spider-Man 3
ha osato forse troppo, secondo i fan di
Ranked,
presentando agli spettatori ben tre villain principali. Oltre a
questo, il terzo film della trilogia di
Raimi
presenta la famigerata scena di
Peter
che balla per strada, che è stata parodiata un decennio dopo
in
Spider-Man: Into the Spiderverse.
Anche se il film è criticato per non
essere all’altezza dei precedenti film di Sam
Raimi, presenta comunque pregi lodevoli: c’è una
conclusione, per quanto ingarbugliata ma comunque soddisfacente
dell’arco di Peter e la sequenza finale di
Peter e MJ che ballano è
memorabile, nonostante la loro relazione tumultuosa. Può essere il
terzo peggior film di Spider-Man, ma rimane ancora
un’ottima interpretazione da parte di Toby Maguire di Peter Parker,
secondo molti.
The Amazing Spider-Man (2012)
Cinque
anni dopo l’uscita di
Spider-Man 3,
la Sony ha optato per un reboot del franchise dedicato
all’Uomo
Ragno,
con il filmThe Amazing Spider-Man,
in cui è
Andrew Garfield
a vestire i panni dell’eroe omonimo. In molti non hanno apprezzato
pienamente la direzione grintosa e vibrante con cui è stata
declinata la storia del personaggio, sostenendo che fosse una
reazione al successo dei film di
Batman
di
Christopher Nolan.
Il tono cupo, quasi privo di
umorismo, del film è stato considerato un allontanamento sgradito
dalla natura spensierata dei film precedenti, e i fan hanno
sostenuto che Spider-Man non si adatta ai
caratteri del “supereroe grintoso”. L’aspetto forse più di successo
del film è stata l’interpretazione di Garfield del
personaggio, che ha dimostrato subito quanto potenziale il giovane
attore avesse.
Spider-Man: Far From Home
(2019)
Spider-Man:
Far From Home ha segnato la quinta apparizione di
Tom Holland nei panni di Peter
Parker (compresi i film del MCU non
incentrati su Spidey), rendendolo lo
Spider-Man con il maggior numero di apparizioni
nel cinema live-action. Oltre a questo,
Far From Home ha anche introdotto un cattivo che non
era mai stato adattato prima: Quentin Beck, alias
Mysterio, interpretato da Jake Gyllenhaal.
Le interazioni tra
Mysterio e Peter si sono
dispiegate tra sequenze originali e piene d’inventiva, come quella
dell’apparizione simultanea di più versioni di
Spider-Man che attaccano Peter,
Spider-Man intrappolato in una palla di neve che è
diventata il casco di Mysterio, e una versione
zombificata del defunto mentore di Peter,
Iron Man. Queste scene hanno elevato la fattura
del prodotto e e hanno contribuito ad affermare
Mysterio come uno dei migliori cattivi di
Spider-Man.
Spider-Man: Homecoming (2017)
Il
primo film da solista di
Spider-Man
all’interno delMCU,
Homecoming,
è arrivato dopo la prima apparizione di Peter in
Captain America: Civil War.
Ricollegandosi agli eventi del film, vediamo Peter tentare di
conciliare il suo status di eroe dopo essere stato coinvolto in
battaglia dagli
Avengers.
Il film è stato lodato per la sua
rappresentazione accurata delle caratteristiche di
Peter, che molti sostengono abbia cementato
ulteriormente le capacità di Tom Holland come
grandioso Spider-Man. Una sequenza che vede
Peter trovare la determinazione di sollevare
tonnellate di macerie per fuggire, è stata particolarmente lodata
per essere un chiaro omaggio a Amazing Spider-Man #33,
dimostrando che i registi del MCU
si sono dedicati a ritrarre la spinta di Peter a superare le
avversità e ad adempiere alla sua responsabilità di proteggere il
suo quartiere.
Spider-Man: Un nuovo universo
(2018)
Come
unico film dell’Uomo
Ragno
premiato con
l’Oscar
(e il più votato suIMDb),Spider-Man: Into the Spider-Verse
è stato universalmente elogiato fin dalla sua uscita nel 2018. Il
film segue le vicende dell’adolescente
Miles Morales,
mentre si destreggia nell’acquisizione della sua nuova identità
da
Uomo Ragno.
Il film è stato lodato per il suo
impressionante stile visivo, l’umorismo e le innovazioni narrative:
vedere il giovane Spider-Man che impara ad essere
un eroe tramite interazioni con altre versioni del personaggio è
qualcosa che non era mai stato fatto prima, e ha dimostrato che il
concetto di “Spider-verse“, o multiverso, funziona
incredibilmente bene. Forse, se
No Way Home riporterà effettivamente tutti gli
Spider-Man cinematografici sul grande schermo,
dovrà il suo inevitabile successo a questo amato film
d’animazione.
Spider-Man (2002)
Indipendentemente da quante
versioni del personaggio ci siano o da quante altre ci possano
essere, nessuna esisterebbe se non fosse per il roboante successo
di Spider-Man del 2002. Il film di
Raimi, insieme a X-Men del 2000,
ha stabilito lo standard per il genere supereroistico, ponendo
probabilmente le basi per i franchise multimiliardari MCU
e DCEU.
Il primo film dell’Uomo
Ragno ad essere distribuito nei cinema presentava alcune
eccellenti sequenze d’azione che hanno subito dimostrato che
Maguire poteva essere un grande Uomo
Ragno, compresa una drammatica, emotivamente toccante,
disperata lotta contro il Green Goblin di Willem Dafoe. La vendetta di
Goblin contro l’Uomo Ragno è
profondamente personale, il che ha reso la trama del primo
Spider-Man ancora più avvincente e l’interazione
tra le due figure continuerà con la confermata apparizione di
Dafoe in No Way Home.
Spider-Man 2 (2004)
Ampiamente
considerato come uno dei più grandi film di supereroi di tutti i
tempi,
Spider-Man 2
vanta un cast e uno stile registico già ben rodato, rendendolo il
film che probabilmente ci ha consegnato la vera essenza di
Spider-Man
al meglio. Con un’incredibile performance di
Alfred Molina
nei panni del
Dottor Octopus,Spider-Man 2
è innegabilmente un classico del genere supereroistico.
Uno degli aspetti più attesi del
prossimo
No Way Home è proprio il ritorno di
Molina nei panni del tormentato cattivo 17 anni
dopo la sua prima e unica apparizione. Se le voci diffuse sul
coinvolgimento di Tobey Maguire nel film sono vere, forse il
primo film di questa lista sarà surclassato dall’attesissimo
No Way Home.
Da sempre noto per le sue commedie
sentimentali, l’attore Hugh Grant ha nel corso
degli ultimi due decenni stretto un vero e proprio sodalizio
artistico con il regista e sceneggiatore Marc
Lawrence. Dopo aver lavorato insieme a titoli come Due
settimane per innamorarsi, Scrivimi una canzone e Che fine
hanno fatto i Morgan?, i due realizzano nel 2014 l’apprezzato
Professore per amore. Si tratta anche in
questo caso di una storia d’amore, sentimento che risveglia l’animo
del protagonista, da tempo spentosi sotto i colpi della vita.
Ad impreziosire il film vi sono
diversi celebri attori di Hollywood, tra cui si annoverano anche
diversi premi Oscar alla recitazione. Proprio grazie a loro il film
ha potuto guadagnare ulteriore valore, ottenendo un buon successo a
livello internazionale. Presentato in anteprima allo Shanghai
International Film Festival, questo ha raccolto buoni consensi,
segnando un trionfale ritorno di Grant al genere che lo ha reso
celebre. Grazie a Lawrence, esperto di tale tipologia di commedia,
sono inoltre assicurati intrattenimento e buone emozioni.
Prima di cimentarsi in una visione
di Professore per amore, però, è certamente consigliabile
approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e il cast di
attori che lo compone. Proseguendo qui nella lettura sarà inoltre
possibile ritrovare alcune delle frasi più note e belle del film,
grazie alle quali si potrà avere un primo contatto con quella che è
l’atmosfera del film e il carattere dei suoi personaggi. Infine, si
elencheranno le principali piattaforme dove sarà possibile
ritrovare il film per una comoda visione in streaming.
Professore per amore: la trama del
film
Protagonista del film è
l’affascinante Keith Michaels, affermato
sceneggiatore di Hollywood, il quale ottenne un successo clamoroso
con una sua sceneggiatura, grazie a cui era addirittura arrivato a
vincere il premio Oscar. Raggiunto tale onore, però, è per lui
iniziato un periodo di declino, caratterizzato dalla difficoltà a
vendere o far fruttare le proprie storie. Con il passare del tempo,
la sua vita si riduce ad un disastro continuo, tra il divorzio
dalla moglie e la perdita di tutti i suoi averi. Per di più, Keith
non scrive più da anni, come incapace di riuscire a formulare
concetti e frasi di suo gusto.
Pur di guadagnare qualcosa e tenersi
occupato, egli accetta il consiglio della sua agente di tenere un
corso di scrittura nell’università di Binghamton, nello stato di
New York. L’idea però non lo entusiasma affatto, specialmente
perché egli è ormai convinto che scrivere sia un arte inutile.
Nell’intraprendere le prime lezioni, quindi, egli appare svogliato
e privo di stimoli, ma non può sapere che la sua condizione
cambierà presto. Proprio durante il corso, infatti, egli conosce la
studentessa Holly, una madre single di due figlie,
la quale coltiva da sempre il sogno di scrivere sue storie. La
passione da lei sfoggiata sarà ciò che permetterà a Keith di avere
una seconda chance, ritrovando la voglia di vivere.
Professore per amore: il cast del
film
Come già accennato in apertura,
l’attore Hugh
Grant veste qui i panni del protagonista Keith
Michaels. L’attore, noto per film come Notthing Hill e
Quattro matrimonio e un funerale, ha dichiarato di aver
particolarmente apprezzato il personaggio qui interpretato, poiché
questo gli permetteva di dar vita a sfumature nuove dell’animo
umano. L’attore, infatti, ha dichiarato di essersi sentito stufo di
interpretare personaggi i cui problemi sono tutti legati alla sfera
sentimentale. Nell’assumere i panni di Keith, invece, egli ha
potuto prima di tutto dar vita ad un uomo distrutto in cerca di un
nuovo sé stesso. Accanto a lui, nei panni di Holly, vi è invece la
premio Oscar Marisa
Tomei. Nota per la sua capacità di passare con
naturalezza dal comico al drammatico, l’attrice è stata
particolarmente apprezzata per la sua interpretazione in questo
film.
Nei ruoli dei personaggi secondari,
allo stesso modo, si ritrovano alcuni celebri attori di Hollywood,
scelti per conferire il massimo del carisma ai rispettivi
personaggi. Bella
Heathcote, vista anche in The Neon Demon,
interpreta qui Karen Gabney, una delle studentesse di Keith con cui
questi intreccia una breve relazione. L’attrice premio Oscar
Allison Janney, invece, è presenti nei panni della
docente Mary Weldon, con cui Keith ha degli iniziali dissapori.
J. K.
Simmons, vincitore del premio Oscar per il film
Whiplash, è invece il dottor Lerner, agente statale. Si
ritrovano infine gli attori Chris Elliott nel
ruolo di Jim e Aja Naomi King in quelli di
Rosa.
Professore per amore: le frasi, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Professore per
amore grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rai Play e
Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato
11dicembre alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Nel film sono inoltre presenti
diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si
tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non
solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti
che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più
importanti del film.
“L’insegnare, come mi aveva predetto un mio amico, ha
affondato gli artigli su di me!” (Keith Michaels)
“Scrivere un film è così gravoso… E’ come buttarsi a mare e
ti serve una scialuppa… E quella scialuppa è l’impulso dietro un
film.” (Keith Michaels)
“La differenza tra la parola quasi giusta e quella giusta è
la differenza tra il fulmine e la luce.” (Keith Michaels)
“«Sai cosa ha detto J.K. Rowling?» «Dove ho messo il mio
ultimo miliardo di dollari?» «Che il fallimento è la cosa migliore
che le sia mai capitata, perché l’ha liberata del superfluo e le ha
permesso di concentrarsi sulla cosa che importava di più,
scrivere!»” (Keith Michaels ed Ellen)
Michael J. Fox è
uno di quegli attori impossibile da non amare per diversi motivi.
Il suo è un gran talento, genuino ed unico, di una bravura tale da
conquistare il pubblico di tutte le fasce d’età e di tutto il
mondo. Ma ciò che forse lo caratterizza di più la sua forza di
volontà, la sua intraprendenza e la sua tenacia che non lo
abbandonano mai e che lo aiutano a combattere una malattia di non
poco conto come il Parkinson.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Michael J. Fox.
Michael J. Fox: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. L’attore canadese debutta sul grande schermo nel
1980 con il film Follia di mezzanotte, per poi continuare
con Classe 1984 (1982), Voglia di
vincere (1985) e Ritorno al futuro (1985), dove
recita accanto a Christopher
Lloyde che lo rende una star grazie al ruolo di
Marty McFly. In seguito recita in La luce del
giorno (1987), Il segreto del mio successo
(1987), Vittime di guerra (1989) e in Ritorno al futuro – Parte
II (1989) e Parte III (1990). Ha poi recitato in
Doc Hollywood – Dottore in carriera (1991), Amore con
interessi (1993), Caro zio Joe (1994), Il
presidente – Una storia d’amore (1995), Sospesi nel
tempo (1996) e Mars Attacks! (1996).
2. Ha recitato in note serie
TV. Per Michael J. Fox la carriera nel mondo della
recitazione inizia molto presto. Dal 1978 che comincia a lavorare
assiduamente come attore, comparendo in diverse serie tv come
Leo and Me, The Magic Lie, Lou Grant e nel film tv
Letters from Frank. Il grande successo arriva verso la
metà degli anni ’80 grazie alla serie Casa Keaton
(1982-1989). In seguito lavora nelle serie Giudice di
notte (1984), I racconti della cripta (1991) e
Spin City (1996-2001). A partire dal Duemila ha dedicato
la sua carriera al piccolo schermo partecipando alla serie
Scrubs – Medici ai primi ferri (2004), Boston
Legal (2006), The Good Wife (2010-2016) e dando vita
al The Michael J. Fox Show
(2013-2014). Di recente è invece apparso in Designated
Survivor (2018) e The Good Fight (2020).
3. Michael J. Fox è anche
doppiatore. Durante la sua carriera, Michael J. Fox ha
sperimentato diversi ambiti del cinema e, in questo senso, ha
vestito anche i panni del doppiatore. L’attore canadese, infatti,
ha lavorato al doppiaggio dei film In fuga a quattro zampe
(1993), Quattro zampe a San Francisco (1996), Stuart
Little – Un topolino in gamba (1999), Atlantis – L’impero
perduto (2001), Stuart Little 2 (2002), Stuart
Little 3 – Un topolino nella foresta (2006), The Magic
7 (2009) e ha lavorato ad un episodio di Phineas e
Ferb (2011). Ha poi dato voce al robot protagonista dei
film A.R.C.H.I.E. – Un robot a quattro
zampe (2016)
e A.R.C.H.I.E. 2 (2018).
Michael J. Fox: oggi
4. Ha annunciato il ritiro
dalla recitazione. Nonostante la sua malattia debilitante,
tale per cui anche un gesto più semplice per lui è difficile,
Michael J. Fox non ha mai smesso di recitare e lo ha fatto anche
fino ad anni recenti, partecipando ad esempio alla serie tv
Designated Survivor (2018) e lavorando come doppiatore per
A.R.C.H.I.E. 2 (2018). Nel 2021, tuttavia, Fox ha
annunciato il ritiro dal mondo della recitazione, in quanto
divenuto per lui troppo complesso svolgere tale mestiere e
ricordarsi le battute. Negli ultimi anni, in particolare, Fox aveva
usato la sua malattia per caratterizzare i suoi personaggi, almeno
fino a quando ciò gli è stato possibile.
Michael J. Fox e la malattia del
parkinson
5. Michael J. Fox ha
scoperto di avere il Parkinson a 29 anni. Mentre stava
girando il film Doc Hollywood, nel 1991, Michael J. Fox si
accorse che le sue dita tremavano senza controllo e questo lo fece
ricorrere a delle analisi approfondite che ne determinarono la
malattia di Parkinson. Il fatto di essere affetto da questo
disturbo venne reso pubblico solo nel 1998 e, nel corso di questi
anni, continuò a recitare in diversi film e serie tv. Ma con gli
anni, la malattia ha cominciato ad aggravarsi, tanto da ricorrere
all’uso di pesanti farmaci che gli riducono il tremore e la
rigidità muscolare che la malattia comporta. Nonostante ciò,
l’attore non si è mai dato per vinto e ha sempre cercato di
partecipare a tante manifestazioni cinematografiche, trovando
sempre un modo per tornare a recitare come nella sitcom ispirata
alla sua storia personale.
6. Michael J. Fox ha
rischiato l’alcolismo. Il Parkinson è una malattia
debilitante che generalmente si manifesta attorno ai 60 anni di
vita. Michael J. Fox ha ammesso, quando ha scoperto di avere questa
malattia a neanche 30 anni, di aver annegato i pensieri
nell’alcool, fino a che non ha deciso di affrontarla a muso duro.
Piano piano, dopo aver passato un periodo in cui si alternavano la
paura, lo spavento e l’incubo, l’attore ha iniziato a convivere con
la malattia, cercando di studiare e capirla per poterla accettare.
Da qui, ha anche abbandonato ogni forma di eccesso, perseguendo una
vita molto più salutare.
Michael J. Fox Foundation
7. Michael J. Fox ha dato
vita ad una propria fondazione. Dopo la diagnosi della
malattia, divenuta di dominio pubblico nel 1998, Michael J. Fox ha
deciso di dare vita, nel 2000, alla Michael J. Fox
Foundation, una fondazione che ha come obiettivo
principale quello di poter trovare una cura alla malattia di
Parkinson. Lo scopo principale è quello di poter tradurre le
scoperte scientifiche fatte in cure vere e proprie che possano
contrastare questa malattia che domina la vita di diverse milioni
di persone in tutto il mondo.
8. La fondazione di Michael
J. Fox ha finanziato una ricerca coordinata da studiosi
italiani. Nell’agosto del 2018 è stata divulgata la
notizia secondo cui si è scoperto che la l’assenza di una proteina,
chiamata Sinapsina 3, sia in grado di impedire l’accumulo di
frammenti proteici che uccidono i neuroni che producono dopamina.
La morte di questi, dà vita alle difficoltà motorie e agli spasmi
che si manifestano nei pazienti affetti da Parkinson. Questa
ricerca è stata finanziata dalla Michael J. Fox Foundation e ha
permesso a un team di ricerca internazionale, coordinato dagli
studiosi italiani del Dipartimento di Medicina dell’Università di
Brescia, di poter individuare il meccanismo di questa proteina che,
tramite studi approfonditi ed ulteriori ricerche, potrebbe dare
vita a terapie rivoluzionarie.
Michael J. Fox moglie
9. Michael J. Fox è sposato
da 30 anni con una collega. Durante lo svolgimento della
serie Casa Keaton, Michael J. Fox ha avuto l’occasione
d’incontrare l’attrice Tracy Pollan. I due si sono
subito innamorati e sono convolati a nozze nel 1988, dando alla
luce ben quattro figli: Sam Michael nel 1989, le
gemelle Aquinnah Kathleen e Schuyler
Frances nel 1995 e Esmé Annabelle nel
2001. Ancora oggi insieme, sono una delle coppie più longeve di
Hollywood.
Michael J. Fox: età e altezza dell’attore
10. Michael J. Fox è di
bassa statura. A differenza dei suoi colleghi, Michael J.
Fox è tutto il contrario di un gigante: l’attore canadese, infatti,
è alto 163 centimetri. Nonostante la sua altezza sotto la media,
l’attore ha sempre dimostrato di avere del gran talento e un certo
carisma, oltre che una grande forza di volontà da fare invidia.
Fox, inoltre, ha oggi 60 anni, essendo nato il 9 giugno del 1961 a
Edmonton, in Canada.
Vera e propria icona televisiva
degli anni Settanta e Ottanta, l’attrice Lynda
Carter mantiene ancora oggi tutto il fascino e il carisma
che l’hanno sempre contraddistinta. Pur essendo rimasta molto
legata al personaggio di Wonder Woman, che l’ha resa celebre, negli
anni si è destreggiata con successo tra attività diverse, dalla
recitazione alla musica e fino al doppiaggio.
Ecco 10 cose che non sai di Lynda Carter.
Lynda Carter: i suoi film e le serie TV
1. È celebre per alcune
serie TV. Tra le prime attività come attrice della Carter
si ricordano alcune serie televisive come Nakia (1974),
Matt Helm (1975) e, naturalmente, Wonder Woman,
dove ha recitato nei panni della supereroina dal 1975 al 1979.
Negli anni è poi apparsa anche in Starsky & Hutch
(1976), L’ultimo dei Mohicani (1994-1995) e nei
film Bambini in vendita (1981), Rita Hayworth: The
Love Goddess (1983), Modella per un giorno (1991),
La mia migliore amica (1996) e e Ricominciare ad
amare (1998). Negli ultimi anni ha invece recitato nelle serie
Law & Order – Unità vittime speciali (2005), Law &
Order – I due volti della giustizia (2005) e
Smallville (2007). Dal 2016 al 2018 è invece stata Olivia
Marsdin nella serie Supergirl, con Melissa
Benoist.
2. Ha recitato anche in
alcuni film. Il debutto sul grande schermo è avvenuto per
la Carter nel 1976 con il film Il mondo violento di Bobbie Jo
ragazza di provincia. In seguito ha recitato per il cinema
soltanto nel 1993 con Frammenti di verità e poi di nuovo
nel 2001 con Super Troopers, con Brian Cox. Ha
poi recitato in Sky High – Scuola di superpoteri (2005),
con Danielle Panabaker e
Kurt Russell,
Hazzard (2005), The Creature of the Sunny Side Up
Trailer Park (2006) e Tattered Angel (2007). Torna al
cinema nel 2017 con Super Troopers 2, mentre nel 2020 ha
un cameo in Wonder Woman 1984, con
Gal Gadot.
3. È anche
doppiatrice. A partire dal nuovo millennio la Carter si è
cimentata anche come doppiatrice, dando voce al personaggio di
Azura nei videogiochi The Elder Scrolls III: Morrowind
(2002), Elder Scrolls III: Bloodmoon (2003), The Elder
Scrolls IV: Oblivion (2006), The Elder Scrolls V:
Skyrim (2011) e Elder Scrolls Online (2014). Nel 2015
ha invece partecipato al doppiaggio del videogioco Fallout
4.
Lynda Carter è Wonder Woman
4. Wonder Woman è il ruolo
che le ha cambiato la vita. Prima di ottenere la parte di
Wonder Woman nell’omonima serie televisiva degli anni Settanta, la
Carter non aveva molte esperienze recitative. Fino a quel momento
si era infatti alternata tra gli studi, la carriera da cantante e
quella da modella. Si trovava però in una situazione economica
piuttosto difficile, con appena 25 dollari rimasti nel suo conto
bancario. Quando seppe di aver ottenuto il ruolo della supereroina,
battendo oltre duemila attrici considerate per la parte, la Carter
seppe che da quel momento la sua vita poteva davvero cambiare in
meglio.
5. Il colore dei suoi occhi
è leggermente diverso da quello visto nella serie. Uno dei
tratti caratteristici della Wonder Women della serie televisiva
sono i suoi straordinari occhi blu, estremamente attraenti. La
Carter, che realmente possiede gli occhi di color blu, ha in realtà
rivelato di come questi assumano la tonalità maggiormente evidente
visibile nella serie grazie ad un filtro utilizzato durante le
riprese, che esaltava i toni del blu.
6. Ha ideato lo stratagemma
per la trasformazione del personaggio. Nei fumetti di
Wonder Woman questa passa dalla personalità anonima di Diana Prince
a quella della supereroina semplicemente uscendo e rientrando in
scena con indosso il costume. Per la serie, tuttavia, i produttori
cercavano qualcosa di nuovo e originale, ma non riuscivano a
trovare una giusta soluzione visiva. Fu proprio la Carter a
suggerire che il personaggio avrebbe potuto trasformarsi
semplicemente eseguendo una piroetta. La cosa venne approvata e il
resto è storia.
Lynda Carter: oggi
7. Continua a recitare e
cantare. Nonostante il suo periodo di massima popolarità
sia stato tra gli anni Settanta e Ottanta, la Carter continua
ancora oggi a recitare e cantare, le sue attività preferite. In
particolare, negli ultimi anni ha pubblicato alcuni album divenuti
dei buoni successi e diverse sue canzoni sono state utilizzate nel
videogioco Fallout4, saga per la quale ha
lavorato come doppiatrice. Di recente, inoltre, ha ottenuto il
ruolo di Asteria in Wonder Woman 1984, comparendo in un
cameo dopo i titoli di coda. Riprenderà tale ruolo, in modo più
esteso, anche in Wonder Woman 3.
Lynda Carter, il marito e i figli
James e Jessica Altman
8. Ha sposato un procuratore
legale. Dopo un primo matrimonio avuto dal 1977 al 1982
con il suo agente Ron Samuels, l’attrice ha
sposato nel 1984 il procuratore legale Robert A.
Altman, con il quale ha poi avuto due figli:
James, nato nel 1988, e Jessica,
nata nel 1990, la quale è ora una cantautrice. Dopo 37 anni di
matrimonio, nel febbraio del 2021 il marito di lei è venuto a
mancare a causa di un raro tumore del sangue. La Carter ha
raccontato di sentirsi particolarmente smarita in seguito alla
scomparsa dell’amato. Il 29 ottobre 2021 l’attrice ha pubblicato
una nuova canzone, Human and Divine, dedicata all’amore
della sua vita.
Lynda Carter: Miss Mondo 1972
9. È arrivata alle
semifinali di Miss Mondo. Dopo aver inizialmente
intrapreso una carriera musicale, la Carter nel 1972 decide di
tornare in Arizona e partecipare al concorso “Miss Stati Uniti nel
mondo”. Dotata di una straordinaria e prorompente bellezza
naturale, finisce con l’aggiudicarsi il primo premio e ciò le
consente di concorrere come rappresentante del suo paese per il
concorso Miss Mondo. Qui riesce ad arrivare alle seminifinali,
ottenendo ampie lodi e una popolarità tale che le apre le porte nel
mondo della recitazione.
Lynda Carter: età e altezza dell’attrice
10. Lynda Carter è nata il
24 luglio del 1951 a Phoenix, Arizona, Stati Uniti.
L’attrice è alta complessivamente 1.80 metri.
Dopo il primo promo
Paramount+ annuncia che tra le guest star
di 1883 ci
sarà nientemeno che Tom Hanks, l’attore premio Oscar sarà dunque
nel prequel di Yellowstone.
Il debutto è previsto per la prossima settimana, il 19 dicembre.
Tom Hanks dovrebbe apparire nel secondo
episodio e interpreterà il ruolo di un generale a tre stelle in una
sequenza di flashback. In un’intervista con l’outlet, Sheridan ha
rivelato dicendo che gli spettatori dovrebbero aspettarsi più
sorprese da guest star durante la prima stagione.
1883, la serie tv
1883
è la nuova serie tv prequel di Yellowstonecreata
e prodotta da Taylor Sheridan e basata
sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato
interpretato da Kevin Costner nella serie madre.
1883
segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest
attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America
selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e
un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare
un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il
Montana.
Nel cast di 1883
protagonisti saranno
Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy
bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo
passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al
Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim
McGraw e Faith Hill interpreteranno
rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la
matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle
prossime settimane.
Oggi Disney+ ha annunciato che il
film Marvel StudiosEternals,
uno dei titoli di maggior successo dell’anno, sarà disponibile in
streaming in esclusiva su Disney+ dal 12 gennaio 2022.
La nuova squadra di supereroi del Marvel Cinematic Universe ha
condotto il pubblico del cinema in un viaggio emozionante che
attraversa migliaia di anni e, ora, gli Eterni porteranno l’azione,
l’emozione e lo spettacolo dei Marvel Studios su Disney+.
Eternals
si unisce agli altri 13 film del Marvel Cinematic Universe ora in
streaming in IMAX Enhanced su Disney+, che offre agli
abbonati un’immagine più estesa con il Formato Espanso, per
un’esperienza visiva coinvolgente direttamente da casa (la
disponibilità dei contenuti varia a seconda del Paese).
Il film Marvel Studios
Eternals segue un gruppo di eroi sovrumani che ha protetto
la Terra fin dall’alba dell’umanità. Quando mostruose creature
chiamate Devianti, ritenute scomparse da tempo, ritornano
misteriosamente, gli Eterni devono riunirsi per difendere l’umanità
ancora una volta.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Mentre il conto alla rovescia per
il Natale di Clint continua, l’episodio 4 di
Hawkeye su Disney+ si presenta ricco di Easter
Eggs, così come i precedenti. Ecco di seguito i riferimenti e gli
inside joke che l’episodio, ricco di momenti interessanti,
ci ha offerto:
L’errore di Jack con Occhio di
Falco si riferisce alla variante dei fumetti
Faccia a faccia con un
Vendicatore nel suo appartamento, Jack Duquesne fa fatica a
ricordare il nome d’arte di Clint Barton, balbettando: “Sei… sei
Arciere”, prima che Barton lo corregga.
Riferirsi a Occhio di Falco come
“Arciere” fa potenzialmente riferimento a due versioni alternative
dell’eroe Marvel. Il vero nome dell’Occhio di
Falco di Earth-9602’s Judgement League Avenger era Clinton Archer,
mentre Earth-712 aveva Wyatt McDonald, che si chiamava Golden
Archer e Black Archer, oltre a usare il soprannome di Hawkeye.
La tazza di Jack fa riferimento al
personaggio di Tony Dalton in Better Call Saul
Seduti per una
chiacchierata in famiglia, Jack Duquesne, Clint Barton, Eleanor
Bishop e Kate bevono tutti da tazze decorate con esagoni verdi e
api.
Entrambi sono segni distintivi del
franchise di Breaking Bad, il che probabilmente non è una
coincidenza, dal momento che l’attore che interpreta Jack, Tony
Dalton, è famoso per aver interpretato Lalo Salamanca in Better
Call Saul.
Occhio di Falco non dice a Eleanor
che è padre
Implorando Occhio di Falco
di non mettere in pericolo sua figlia, Eleanor Bishop chiede se
l’Avenger è un genitore, ma Clint non le risponde. Questo piccolo
dettaglio è un riferimento a Avengers: Age of
Ultron, che ha rivelato che la famiglia Barton si
nascondeva in un nascondiglio super-segreto, noto solo a pochi
all’interno dello SHIELD.
Clint ha ovviamente allentato un
po’ i criteri di segretezza da allora – apparendo pubblicamente con
i suoi figli a “Rogers: The Musical” e in un
ristorante di New York, ma mantiene ancora un’aria di segretezza
quando degli sconosciuti inaffidabili fanno domande.
Riferimenti a Madame Masque nei
dipinti
Parlando di Eleanor Bishop
come di una sconosciuta inaffidabile, molti spettatori di Occhio di
Falco sospettano che la madre di Kate sia in realtà Madame Masque
dei fumetti Marvel, o almeno che la conosca.
Giocando con questa teoria, diverse
opere d’arte appese nel lussuoso appartamento di Eleanor sullo
sfondo dell’episodio 4 mostrano una donna dal volto inespressivo,
in qualche modo simile all’aspetto tradizionale di Madame Masque.
Il primo indizio può essere visto nell’attico di Bishop dopo che
Occhio di Falco se ne va, e c’è un secondo disegno sulla parete in
basso a destra nella casa di Echo.
Il riferimento a Forrest Gump di
Jack dimostra la sua innocenza?
Jack Duquesne ha
l’adorabile abitudine di sbagliare a pronunciare alcuni detti, come
fa Forrest Gump, dicendo cose del tipo: “La vita è breve… non sai
mai cosa otterrai”. Sebbene non sia un confronto ovvio, Jack e
Forrest hanno qualcosa in comune.
Entrambi sono esteriormente
innocenti, ma spesso si trovano nel posto sbagliato (o giusto) per
coincidenza, con Duquesne che si presenta all’asta del mercato
nero, nei registri della Sloan Ltd, e ha delle caramelle mou
dall’appartamento di Armand, subito dopo la sua morte. È un segno
che, proprio come Forrest, Jack è semplicemente una vittima delle
circostanze?
“Big Guy” potrebbe essere un altro
riferimento a Kingpin
L’episodio 3 di Occhio di
Falco ha impostato il debutto di Kingpin nel MCU con una serie di riferimenti a
Wilson Fisk, inclusa la manica della tuta più sospetta nella storia
del franchise.
L’episodio 4 presenta un’altra
anticipazione del personaggio quando Clint Barton afferma che Jack
Duquesne sta riciclando denaro per “il pezzo grosso”. Il soprannome
potrebbe essere interpretato letteralmente a causa della
tradizionale stazza di Kingpin nei fumetti Marvel.
Il poster del film di Moira
Brandon è un omaggio ai fumetti Marvel
Hawkeye in precedenza aveva
stabilito che la zia di Kate Bishop fosse Moira Brandon,
personaggio minore dei fumetti Marvel, attraverso ai poster dei
film disseminati nel suo appartamento.
Rendendo più direttamente omaggio
all’originale Moira, il poster “A Chance Of Love” su cui Kate
disegna con un pennarello decisamente non cancellabile, mostra
Moira che adotta una posa presa direttamente dai fumetti.
La tazza “Thanos aveva ragione” di
Occhio di Falco
La puntata numero 1 di
Hawkeye ha fatto ironia con la scritta “Thanos aveva ragione” che
compare su un orinatoio in un bagno pubblico bagno.
L’episodio 4 rivisita la scritta,
con Clint che beve da una tazza che porta la stessa scritta.
Evidentemente, la zia di Kate Bishop è una grande fan del Titano
Pazzo.
Occhio di Falco non è il
Vendicatori con un piano
Quando Kate Bishop si
aspetta che il suo mentore escogiti un piano ingegnoso, Occhio di
Falco risponde con: “La pianificazione non fa per me”. Questo è un
riferimento a come Clint Barton fosse raramente il cervello
dell’operazione nei suoi film MCU.
Quando è richiesta una soluzione
scientifica, Hulk e Iron Man sono in comando, mentre Capitan
America ha escogitato tutte le strategie sul campo di battaglia.
Prima di allora, Occhio di Falco prendeva ordini da Nick Fury
quindi, no, la pianificazione non è proprio cosa di Clint.
Le frecce truccate si stanno
esaurendo dopo la morte di Tony Stark
Dopo la sequenza
dell’inseguimento in auto dell’episodio 3, Hawkeye ci ha lasciati
domandandoci da dove provenissero le frecce truccate di Clint
Barton. Si è ritirato dallo SHIELD e Hank Pym non si schiera come
fornitore ufficiale di Occhio di Falco, quindi a meno che Tony
Stark non stia fabbricando armi dall’oltretomba, le frecce truccate
dovrebbero scarseggiare.
Con grande sgomento di Kate Bishop,
l’episodio 4 di Hawkkeye lo conferma. A parte alcune punte di
freccia, la faretra di Jeremy Renner ha quasi esaurito le frecce
ingannevoli, rivelando un’altra conseguenza della tragica scomparsa
di Tony Stark.
Le frecce boomerang sono apparse
nel fumetto di Occhio di Falco
Occhio di Falco crede che
il concetto di “freccia boomerang” di Kate Bishop sia ridicolo e
poco pratico… ma non è quello che pensa nel fumetto di Matt
Fraction del 2012.
Durante una sequenza di
inseguimento in auto con la Tracksuit Mafia (che ha fortemente
ispirato l’episodio 3 di Hawkeye), la mossa finale di Kate Bishop
non è una freccia Pym, ma una freccia boomerang, che spara per
colpire il suo avversario alla schiena. È interessante notare che è
Clint che preferisce le frecce boomerang nel materiale di partenza
e Kate le ritiene inutili.
Il “superpotere” di Occhio di
Falco avvicina la versione di Renner a quella dei fumetti
Occhio di Falco dimostra a
Kate Bishop come il suo vero talento non sia il tiro con l’arco, ma
la precisione in generale, mentre spegne la TV lanciando una
piccola decorazione natalizia attraverso la stanza.
Questo trucco porta l’Occhio di
Falco del MCU più in linea con quello dei fumetti, dove Clint può
lanciare oggetti di ogni tipo con una precisione mortale, inclusi
stuzzicadenti e le sue stesse unghie.
Dopo una serata di
divertimento festivo, Clint Barton passa un’altra notte
ossessionato dai suoi ricordi traumatici. In un flashback, Hawkeye
ricorda la famiglia Barton che viene ripresa nella scena iniziale
di Avengers:
Endgame, la morte di Vedova Nera dallo stesso film, e ci sono anche
scene inedite di Ronin che uccide dei gangster.
Kate Bishop ha indossato la stessa
maglia nei fumetti Marvel
Rilassandosi con Occhio di
Falco nell’appartamento di sua zia, Kate Bishop indossa un top con
Laika, il cane russo che è andato nello spazio.
Kate ha indossato lo stesso capo
nei fumetti di Hawkeye di Matt Fraction, che
finora sono stati l’ispirazione principale per la serie Disney+.
Wendy Conrad e Orval sono entrambi
personaggi dei fumetti Marvel
Introdotto nell’episodio 2
di Hawkeye, c’è un riferimento a un personaggio dei fumetti ,a
alcuni dei suoi amici hanno proprio una storia nei fumetti Marvel.
Kate Bishop incontra un agente di polizia di nome Wendy Conrad – il
vero nome del cattivo Bombshell, che ha debuttato nel 1983. Anche
Orval, che potrebbe essere l’Orville Bock del MCU, rappresenta un
altro personaggio Marvel, meglio conosciuto come Oddball.
Il poster di Dungeons & Dragons si
riferisce ai vecchi rumor su Jeremy Renner
Dopo che gli appassionati
di LARP hanno fatto irruzione nel quartier generale improvvisato di
Clint, un poster di Dungeons & Dragons appare sul muro
dell’appartamento. Nel 2019, Jeremy Renner era uno dei tanti nomi
collegati all’adattamento cinematografico di Dungeons &
Dragons del 2023, anche se il ruolo alla fine è andato a
Chris Pine.
Potrebbe essere una coincidenza
(D&D è ancora sinonimo di LARPing, a torto o a ragione), ma il
poster potrebbe anche accennare a quello che poteva essere la
carriera di attore di Renner. È un episodio di What If…
? in attesa di accadere.
L’Easter Egg di Tomb Raider mette
in luce un’altra famosa arciera
All’appartamento è stata
aggiunta anche una fila di videogiochi, con Tomb Raider in primo
piano nell’inquadratura.
Sebbene i giocatori della prima ora
ricorderanno Lara Croft che impugna le doppie pistole, che
esplodono a mezz’aria e quei temuti livelli sottomarini,
l’incarnazione più recente del personaggio è meglio nota per
brandire arco e frecce, tracciando un parallelo con Kate Bishop,
altra capace arciera.
Attesa dal primo episodio,
Yelena Belova di Florence Pugh fa il suo
ritorno nel MCU dopo la scena post-credits di Black
Widow. Combattendo Clint Barton con il viso coperto,
molti spettatori hanno intuito l’identità della figura misteriosa
dal suo stile di combattimento. In particolare, durante il
combattimento, Yelena fa una posa da supereroe come quella di
Natasha.
Yelena ha deriso in modo esilarante la posa di Black
Widow durante la loro ultima avventura insieme, ma ora
ha adottato un atterraggio come suo, probabilmente come tributo
alla sorella maggiore caduta.
Yelena
Belova sembra molto diversa in Hawkeye rispetto a Black
Widow, ma la sua attrezzatura è tutt’altro che nuova.
Yelena indossa un abbigliamento stealth nero e occhiali verdi molto
simili a quelli che indossa nelle sue avventure a fumetti, che
hanno ovviamente ispirato questo costume.
I guanti stordenti rossi, nel
frattempo, sono la versione di Yelena delle classiche armi della
Vedova Nera, che potrebbe essere l’indizio che
dice a Clint Barton che il suo aggressore è un assassino della Red
Room.
Il tema di Vormir – un flashback
della morte di Natasha
Yelena
Belova che fa cadere Kate Bishop da un tetto fa sì che Occhio
di Falco sperimenti dei flashback della morte di Vedova Nera su Vormir, come visto in Avengers:
Endgame. Clint è visibilmente in preda al panico
allunga la mano come ha fatto con Natasha su Vormir.
A commento di questo parallelo,
Hawkeye ripropone lo stesso tema musicale di Vormir, anche se per
fortuna per Kate, questa volta finisce meglio.
Giada Diano e
Elisa Polimeni mettono in scena una narrazione per
immagini intima e riflessiva attraverso i ricordi e i luoghi che
hanno segnato Lawrence Ferlinghetti. In
Lawrence, il poeta e librario statunitense si racconta e
si fa raccontare dai personaggi più rilevanti del suo mondo.
Ripercorrendo i passi di
Lawrence
Il film-intervista vede
come protagonista Lawrence Ferlinghetti, pronto a
parlare della sua vita in ogni sfaccettatura. Molto spazio viene
lasciato alle vicende personali e familiari: il ritorno alle
origini paterne in Italia, i tempi del college, il legame con San
Francisco. Lawrence è però anche un dialogo con il poeta
su temi socio-culturali e politici a lui cari: l’anarchia, la
nascita della City Lights, la Beat Generation, l’ecologismo. Non
mancano nel film le poesie citate, i dipinti di
Lawrence e una serie di illustrazioni animate
delicatissime che esaltano l’ecletticità e la produttività
dell’artista.
La poesia nella vita di
Lawrence
A cosa serve oggi la poesia? Il film
si apre con questo quesito, ma senza l’intento di rispondere alla
domanda. Tutto il racconto inizia e finisce nello studio di
Lawrence: una poltrona a dondolo e una libreria
sono illuminati da una finestra tipica delle case di San Francisco.
Un luogo variopinto, solare e in tutto e per tutto simile al
poeta.
Una vita lunga e densa
Il primo aneddoto che
Ferlinghetti ci racconta è l’incontro tra i suoi
genitori: la madre francese e il padre italiano si sono conosciuti
a Coney Island. Figlio di due immigrati, Lawrence
è sempre stato desideroso di riscoprire le sue origini. Il viaggio
in Italia di Ferlinghetti, che vagando dal nord al
sud è riuscito a ritrovare il paesino originario del padre, sembra
quello degli artisti aristocratici del passato. I racconti delle
avventure e delle esplorazioni in Italia e in Europa sono una parte
importante del film, a dimostrarne l’essenzialità per l’artista.
Non solo la ricerca delle tracce di un padre mai conosciuto, ma
anche il fascino verso l’Europa del Novecento, invasa tanto dalle
guerre quanto dalle correnti culturali più disparate.
La libreria di San Francisco
Tra le avventure in Europa, c’è il
dottorato a Parigi. Qui nasce il desiderio di aprire una libreria:
ispirato dal suo caro amico George Whitman, celebre fondatore della
libreria parigina in lingua inglese “Shakespeare and Company”,
Lawrence Ferlinghetti esporta in America
l’idea.
Tutt’oggi gemellata con la libreria
parigina, la City Lights di San Francisco nasce nel 1953.
Il luogo non è solo una libreria: in breve tempo diventa un punto
di ritrovo per gli artisti della Beat Generation, nonché la casa
editrice dei loro lavori.
L’ironia e la brillantezza di
Ferlinghetti
Lawrence appare
ancora estremamente lucido, nonostante l’età. La memoria
vividissima è supportata da un incredibile simpatia. Il sorriso
tenero di un volto anziano e amichevole rendono la narrazione
estremamente piacevole. Il film, se non per poche altre voci che si
aggiungono a raccontare l’amico Lawrence, è un
monologo del protagonista. Un monologo non solo in prosa: le
poesie, le immagini, i luoghi percorsi e le illustrazioni inserite
nel film ci parlano di Ferlinghetti sotto ogni
aspetto possibile.
Le immagini che animano
Lawrence
Un elemento essenziale del racconto
Lawrence sono le immagini animate realizzate da
Lena Shaposhnikova. Immagini bidimensionali, da
graphic novel, schizzi semplici ma estremamente espressivi e, per
come vengono inseriti nel racconto, carichi di emozioni.
L’incastro tra racconti, letture di
poesie, illustrazioni, video-interviste e riprese di luoghi iconici
rendono Lawrence un piacevolissimo film per lo spettatore,
in grado di soddisfare la vista come l’udito.
Curiosità su Lawrence
Lawrence è un film di genere documentario,
diretto da Giada Diano, Elisa Polimeni e distribuito da
Gardena Film. È uscito al cinema il 09 dicembre
2021.
Dopo ben cinque film precedenti
incentrati sul mitico Spider-Man, il Marvel Cinematic
Universe ha colto la palla al balzo proponendo
un’ulteriore versione dell’eroe, interpretato dal fantastico
Tom Holland: il successo è stato immediato e i
fan non vedono l’ora di rivedere l’amichevole
Spider-Man di quartiere nell’attesissimo
No Way Home.
Ci sono molte ragioni del successo
di Spider-Man nel MCU
e una di queste è la grandiosità dei personaggi: a tutti è stato
concessa l’opportunità di brillare sul grande schermo, siano essi
villain, eroi, amici o familiari di Spidey.
Vediamo assieme le loro scene più iconiche di ciascun personaggio,
grazie a ScreenRant.
Mr. Harrington – La storia di sua
moglie
Per la maggior parte, il
signor Harrington (Martin Starr)
è presente solo in scene dal tono comico e in qualità di adulto che
sorveglia Peter e i suoi compagni di classe.
Probabilmente è proprio grazie all’impressionante talento comico di
Starr che il signor Harrington riesce a far ridere
senza averne nemmeno l’intenzione.
In
Spider-Man: Far From Home, il signor
Harrington scombina tutti i posti assegnati
sull’aereo e finisce per sedersi accanto a Peter;
racconta in modo esilarante la storia di come sua moglie abbia
finto di essere svenuta per poter scappare con un altro uomo e
l’aneddoto di come hanno organizzato un finto funerale ha reso
tutto ciò memorabile.
Nick Fury – Incontro con Peter
Parker
All’epoca
di
Far From Home,
Nick Fury
(Samuel
L. Jackson)
era già un personaggio affermato all’interno delMCU,
ma non aveva mai avuto la possibilità di interagire con Peter
Parker.
Apparentemente si sono incontrati di
sfuggita al funerale di Tony Stark, ma
Nick Fury ha davvero avuto modo di presentarsi
solo in
Far From Home. Lo ha fatto nella tipica maniera da
spia, intrufolandosi nella stanza di Peter e
sparando al suo amico Ned un tranquillante. Anche
se alla fine si trattava di uno Skrull e non di
Nick Fury, questa entrata in scena del personaggio
è comunque memorabile.
Happy Hogan
Per
la maggior parte diSpider-Man:
Homecoming,
Happy Hogan
(Jon
Favreau)
non vuole avere niente a che fare con
Peter Parker
e respinge la maggior parte delle interazioni con questi,
considerandole scocciature. Con l’assenza di
Tony Stark
in
Far From Home,
Happy
si avvicina a
zia May
ed è molto più gentile con
Peter.
Quando le cose vanno male dopo il
suo primo vero incontro con Mysterio,
Peter contatta Happy per andarlo
a prendere: sull’aereo, Happy è stato affianco a
Peter in un modo ineguagliabile, dato che
conosceva così bene Tony Stark: è stato il momento
in cui il legame tra Peter e
Happy si è consolidato definitivamente.
Zia May
Anche se i fan amano
zia May (Marisa
Tomei) e lei gioca chiaramente un ruolo importante
nella vita di Peter, non ricordiamo scene particolarmente
memorabili o iconiche del personaggio. Il suo ruolo è più che altro
quello di un’importante spalla e figura materna per Peter, che lo
aiuta nella vita quotidiana e gli offre preziosi consigli.
Alla fine di Homecoming,
Peter arriva a casa e si toglie la maschera dal
suo costume di Spider-Man, senza rendersi conto
che zia May è dietro di lui: questa si lascia
scappare un’esclamazione scioccata mentre il film si interrompe ed
è stato un momento assolutamente iconico!
Quentin Beck/Mysterio
Ciò che più aspettavano i
fan del vedere in scena Mysterio (Jake
Gyllenhaal) era la consapevolezza che le sue scene
d’azione sarebbero state visivamente stupefacenti: così è stato,
soprattutto nella sequenza in cui Mysterio si è
scontrato con Spider-Man subito dopo che
Peter ha capito che Quentin Beck
era in realtà un temibile villain.
Il combattimento è assolutamente
mozzafiato e confonde completamente la mente di Peter, mostrandogli
rappresentazioni di un Iron Manzombificato, molteplici versioni di
Mysterio, e culminando con
Spider-Man che viene investito da un treno: questo
è Mysterio al suo apice.
Adrian Toomes/Avvoltoio
Non c’è dubbio che il
momento più scioccante di qualsiasi film di
Spider-Man arrivi in Homecoming, quando viene rivelato che il padre
di Liz è Adrian Toomes (Michael
Keaton). Nel momento in cui Peter
apre la porta per salutarlo, lui e il pubblico sono veramente
sbalorditi.
Toomes impiega un
po’ di tempo per pareggiare i conti e capire chi è
Peter, il che avviene durante il tragitto verso il
ballo di fine anno. Tutto, dal riflesso della luce della strada
sulla sua faccia che passa da sfumature rosse al verde mentre
elabora il tutto, alla sua conversazione con
Peter, è accattivante e tra le migliori scene
dell’intero MCU.
Ned Leeds
Non ci sono molti
personaggi di supporto nel MCU, ma Ned
Leeds (Jacob Batalon) è certamente il più
desideroso di ricoprire quel ruolo: non appena scopre che
Peter è l’Uomo Ragno, ne è estremamente entusiasta
e non desidera altro che essere la sua spalla.
Vuole agire da dietro le quinte,
aiutando Spider-Man da una “posizione sicura”,
dandogli istruzioni e consigli via computer. Ned
ha potuto vivere quel sogno alla fine di Homecoming, quando si è seduto nel laboratorio
informatico della scuola per aiutare Peter a guidare l’auto di
Flash e rintracciare
l’Avvoltoio.
MJ
Per
la maggior parte diHomecoming,
Michelle Jones
(Zendaya)
è fondamentalmente un personaggio di secondo piano; in
Far From Home,
tuttavia, assistiamo a sviluppi maggiori dell’arco del suo
personaggio, che si avvicina a
Peter
a causa dell’interesse amoroso che nutrono l’uno per
l’altra.
MJ è una ragazza
intelligente e le continue bugie e lo strano comportamento di
Peter non l’avrebbero mai ingannata: il suo
momento di gloria arriva quando affronta Peter e
ammette apertamente di aver capito che lui è
Spider-Man. Anche se afferma di essere sicura solo
al 67%, ci azzecca in pieno e questo chiaramente contribuisce
all’evoluzione del loro rapporto.
Tony Stark
Una
grande aggiunta narrativa alla versione di
Spider-Man
diTom Holland
è stata l’inserimento di
Tony Stark/Iron Man
(Robert
Downey Jr.)
come mentore per
Peter.
Per la maggior parte diHomecoming,
in realtà, tratta Peter come un bambino e Peter si sente trascurato
anche quando
Tony
arriva ad aiutarlo.
Tony rimprovera
Peter per le sue azioni, minacciandolo di
riprendersi la tuta; quando Peter ha affermato di
non essere niente senza la sua tuta, Tony ha
risposto che questo significa che non merita di averla: era il tipo
di risposta brusca, ma detta per il suo bene, di cui Peter aveva
bisogno in quel momento.
Peter Parker/Spider-Man
Considerando
tutti i precedenti adattamenti della storia di
Spider-Man,
ci sarebbe voluto qualcosa di veramente spettacolare per
distinguere il Peter Parker diTom Holland,
regalandoci scene iconiche: il
MCU
l’ha fatto inHomecoming
quando, dopo che Tony ha ripreso la tuta da
Spider-Man,
Peter
si è trovato in una situazione terribile.
L’Avvoltoio ha
distrutto completamente un edificio dove si trovava
Peter, seppellendolo quindi sotto tonnellate di
macerie; in un momento ripreso direttamente dai fumetti, Peter
trova la forza di sollevare le macerie e rialzarsi, dimostrando la
sua potenza e capacità fisiche anche senza tuta.
Si chiude lunedì 13 dicembre il
bando di selezione per la seconda edizione di MAX3MIN,
festival di cortometraggi di breve durata di 3 minuti al massimo,
che si terrà dall’11 al 22 marzo 2022.
Il festival riconferma l’interesse
della scorsa edizione, con moltissimi film ricevuti fino ad oggi.
Il bando si chiude ufficialmente lunedì 13, ad eccezione dei film
prodotti nel 2022, per cui il bando rimarrà aperto fino al 20
gennaio 2022.
Il festival diretto dalla scenografa
italo-argentina Martina Schmied torna con la formula consolidata
nella prima edizione, con un palinsesto di opere tutte della durata
di massimo 3 minuti (esclusi i titoli), disponibili
worldwide in streaming gratuito sulla piattaforma del
festival a cui si potrà accedere tramite una semplice
registrazione.
A decretare la “playlist” dei 10
cortometraggi, tra cui sarà eletto il Miglior Film, sarà una Giuria
Internazionale composta dal regista e montatore Jacopo Quadri e
dalla programmer Carla Vulpiani, cui si aggiungeranno altri nomi
ancora da annunciare.
Oltre al Premio per il
Miglior Film del valore di 3000 euro, MAX3MIN assegnerà anche un
nuovo premio, il MAX3MIN 2022 NEXT GEN AWARD, cui concorrono tutti
i film realizzati da studenti: il vincitore riceverà un premio
tecnico (attrezzature, dispositivi etc.) utile come supporto nella
formazione e nel percorso professionale intrapreso.
Nel corso
della cerimonia di premiazione di martedì 22
marzo sarà anche assegnato il Premio del Pubblico,
decretato dagli utenti tramite votazione on-line.
Che sia su una pagina,
su un palcoscenico, o su uno schermo, fa tutto parte del
Wizarding World. L’avventura continua con il nuovo
trailer di Animali fantastici – I segreti di
Silente. Lunedì invece
arriverà il primo trailer ufficiale.
Quello che sappiamo di
Animali Fantastici: I Segreti di Silente
Una foto dal backstage di Ghostbusters:
Legacy ha svelato, per chi non avesse ancora
visto il film, l’identità dell’attrice che interpreta Gozer il
Gozeriano alla fine del film con Paul Rudd.
Ecco Olivia Wilde
in full costume, con il tipico make up del personaggio che abbiamo
visto anche nel film del 1984.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola
città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la
loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie Potts di
nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più
amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film è uscito
nelle sale italiane il 18 novembre, prodotto da Sony Pictures e
distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie
Coon ePaul
Rudd.
Disney+ ha
annunciato che in Italia The Rescue – Il
Salvataggio dei Ragazzi, il nuovo documentario di
National Geographic Documentary Films, realizzato dai registi e
produttori vincitori del premio Oscar E. Chai
Vasarhelyi e Jimmy Chin, debutterà
venerdì 31 dicembre in streaming su Disney+.
Hollywood Records ha inoltre
pubblicato la canzone originale “Believe”, del cantautore nominato
ai Grammy Aloe Blacc, co-scritta con Gary Go e Daniel Pemberton,
oltre alla colonna sonora completa del film originale firmata dal
compositore nominato all’Academy Award, Daniel Pemberton. Pemberton
ha recentemente vinto il Critic’s Choice Documentary Award 2021 per
la migliore colonna sonora proprio per il suo lavoro sul film.
The Rescue – Il Salvataggio
dei Ragazzi è stato presentato in anteprima al Telluride
Film Festival del 2021 e ha vinto il premio del pubblico come
miglior documentario al Toronto International Film Festival del
2021. Tra gli altri riconoscimenti assegnati dal pubblico nel
circuito dei festival figurano il Camden Film Festival, il Mill
Valley Film Festival, il Bend Film Festival, l’Hot Springs
Documentary Film Festival e molti altri. Negli Stati Uniti, il film
ha debuttato nelle sale cinematografiche l’8 ottobre 2021 ed è
stato uno dei soli tre documentari a superare la soglia di 1
milione di dollari di vendite al botteghino di quest’anno. Su
Rotten Tomatoes, The Rescue – Il Salvataggio dei
Ragazzi ha attualmente un punteggio del 100% da parte
del pubblico ed E. Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin sono stati anche
nominati come migliori registi ai Critic’s Choice Documentary
Awards del 2021.
“La storia di The
Rescue – Il Salvataggio dei Ragazzi racconta di un insieme
di persone di diverse nazionalità, lingue e culture che lavorano
insieme per raggiungere un obiettivo comune”, hanno dichiarato
Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin. “Nel realizzare il film, ci è
stata ricordata la bellezza dell’umanità, specialmente dopo gli
ultimi anni in cui il mondo è sembrato più diviso che mai. Siamo
entusiasti di poter portare il film al pubblico di tutto il mondo
attraverso Disney+ e permettere agli spettatori di
scoprire questa straordinaria storia di trionfo umano e
compassione”.
The Rescue – Il Salvataggio dei Ragazzi, la
trama
Nell’estate del 2018, una breve
escursione dopo gli allenamenti di calcio si trasforma in una
battaglia di sopravvivenza della durata di due settimane e in una
storia che presto cattura l’attenzione del mondo. Le piogge
monsoniche intrappolano dodici ragazzi e il loro allenatore in
una grotta labirintica nel nord della Thailandia e, in pochi
giorni, migliaia di persone si riversano nella zona per
cercare di aiutarli. Ma i ragazzi sono ancora vivi?
L’attesa e l’angoscia la fanno da padrone fino al loro
ritrovamento, intrappolati in una grotta buia come la pece a due
chilometri di profondità. La domanda successiva – immediata, ovvia
e sconcertante – è come tirarli fuori.
The Rescue – Il
Salvataggio dei Ragazzi è un racconto drammatico
ed emozionante di uno dei più pericolosi e straordinari salvataggi
dell’epoca moderna. Con interviste esclusive e una ricchezza di
materiali mai vista prima, il film ci porta nella famigerata grotta
e sottolinea gli sforzi dei Royal Thai Navy SEALs e delle forze
speciali americane, descrivendo nel dettaglio l’audace impresa
degli esperti speleosub per portare in salvo i ragazzi. Il film
coinvolge gli spettatori in prima persona mentre getta luce sul
mondo ad alto rischio delle immersioni nelle grotte, sullo
stupefacente coraggio e la compassione dei soccorritori, e
sull’umanità condivisa dalla comunità internazionale che si è unita
per salvare i ragazzi. Nella tradizione dei loro precedenti
film Free Solo e Meru, Vasarhelyi
e Chin documentano un’impresa fisica profondamente audace,
raccontando i dettagli di un salvataggio apparentemente
impossibile.
La pluripremiata colonna sonora
completa del film, realizzata dal compositore Daniel Pemberton,
insieme alla canzone originale intitolata “Believe” del cantautore
Aloe Blacc, è stata rilasciata lo scorso 19 novembre da Disney
Music. In Italia, la colonna sonora è distribuita da Virgin Records
/ Universal Music Italia ed è disponibile sulle piattaforme
digitali. Pemberton è stato spesso accreditato come una delle
nuove voci più emozionanti e originali che lavorano oggi nel campo
delle colonne sonore dei film moderni. Nel 2021, è stato nominato
per la prima volta all’Oscar per la migliore canzone originale per
il suo brano “Hear My Voice”, scritto insieme a Celeste, oltre ad
aver vinto il titolo come compositore cinematografico dell’anno
dalla World Soundtrack Academy. Lavorando costantemente con alcuni
dei nomi più rinomati del settore Pemberton ha composto progetti
per artisti del calibro di Danny Boyle
(Yesterday, Steve Jobs), Ridley Scott
(Tutti i soldi del mondo, The Counselor – Il
procuratore) Aaron Sorkin (Il processo ai Chicago
7, Being The Ricardos) e Darren Aronofsky
(Benvenuto sulla Terra, One Strange
Rock).
Pemberton ha dichiarato: “The
Rescue – Il Salvataggio dei Ragazzi è un’esperienza
cinematografica incredibilmente intensa ed emozionante. Tuttavia, i
registi Jimmy e Chai volevano lasciare al pubblico un senso di
liberazione e speranza e ci hanno incaricato di scrivere un
brano che fosse ottimista e che catturasse, nelle sue
parole, l’idea che si potesse ‘credere
nell’impossibile’. Ci sono due momenti chiave nel
film da cui tutti siamo stati attratti: quando i sommozzatori
britannici incontrano per la prima volta i ragazzi nella grotta,
Rick Stanton dice semplicemente la parola ‘credere’ più e più volte
con sorpresa e shock, e più tardi quando il marine americano Derek
Anderson chiede ‘che aspetto ha
l’impossibile?’.Tutti noi volevamo un
brano che catturasse quella sensazione, quell’euforia e quel
momento di speranza quando tutti e tredici i ragazzi, contro ogni
previsione, sono stati portati fuori vivi. È stato un viaggio
fantastico lavorare con Gary Go e Aloe Blacc per creare qualcosa
che si spera rappresenti quel momento unico di positività e
ottimismo globale”.
Aloe Blacc, cantante/cantautore di
“Believe”, ha aggiunto: “I problemi più grandi del mondo sono
complicati tanto quanto il nostro desiderio di unire le forze per
risolverli. Credo che insieme possiamo superare ogni
ostacolo”.
National Geographic Documentary
Films ha precedentemente distribuito il film Free
Solo, vincitore dell’Academy Award® e del BAFTA e il film
sette volte vincitore dell’Emmy Award® e nominato all’Academy
Award® The Cave. Altri film acclamati dalla critica
prodotti dal brand includono California: Paradiso in
fiamme di Ron Howard; i vincitori del Sundance Audience
Award, Science Fair e Sea of Shadows:
Trafficanti di mare; i vincitori degli Emmy® 1992: la
rivolta di Los Angeles e Jane, entrambi
inclusi nella top 15 dei documentari esaminati per un Academy Award
nel 2017; e il vincitore del Dupont Award Hell on Earth:
The Fall of Syria and the Rise of ISIS.
Quando Spider-Man: Accross the
Spider-verse uscirà, saranno passati quasi
quattro anni da Spider-Man: Into the Spider-Verse del 2018,
consolidatosi come il miglior film in assoluto su
Spider-Man, secondo molti fan. La
Sony ha finalmente rilasciato il primo teaser
dell’attesissimo sequel del film che, abbiamo scoperto, sarà
suddiviso in due parti.
Il first look anticipa il ritorno
in scena di Miles Morales e Gwen
Stacy, attesissimo dai fan dopo che Spider-Man: Un nuovo universo aveva
impreziosito le interazioni tra i personaggi attraverso un stile di
animazione coloratissimo ed energico. Inoltre, è stato anche
anticipato il debutto di Oscar Isaac nel ruolo di Miguel
O’Hara/Spider-Man 2099, il che ha fatto impazzire i
Redditor di
tutto il mondo!
Across The Spider-Verse sarà
suddiviso in due parti
Un
nuovo universo
si è guadagnato la reputazione di uno dei migliori film di
supereroi in generale, e non solo grazie al suo eroe titolare. Ha
impostato uno standard elevatissimo per il sequel ed è stata
anticipata la scelta audace di suddividere il prossimo film in due
parti; alcuniRedditor
hanno elogiato la decisione di estendere l’arco narrativo,
sottolineando come il team creativo probabilmente non voleva
rendere la trama troppo confusa.
Il primo film è stato acclamato con
enfasi, anche se una delle poche critiche che gli è stata mossa è
la presenza di numerosi – troppi, per alcuni – personaggi. Con
Spider-Man: Accross the
Spider-verse suddiviso in due capitoli, i fan
possono stare sicuri che la storyline principale avrà tutto il
tempo e lo spazio per respirare e prendersi tutto il tempo
necessario per svilupparsi.
Lo stile grafico e l’animazione
saranno ancora migliori
EssendoUn nuovo universo
uno dei più grandi film d’animazione mai realizzati, anche lo
standard artistico del prodotto si è classificato come
elevatissimo: infatti, uno dei maggiori punti di forza diUn nuovo universo
è stato il modo in cui ha abbracciato senza riserva alcuna le sue
radici fumettistiche e la sua vibrante estetica. Non è mai scaduto
nell’imitazione, proprio perché si è rifatto al materiale di
partenza con rispetto e cuore, e il teaser diAcross the Spider-Verse
sembra promettere suggestioni visive ancora più
spettacolari!
Su Reddit è emerso fin
da subito l’entusiasmo dei fan per Across the Spider-Verse e per il futuro
dell’animazione in generale, affermando che “stiamo andando
verso un nuovo rinascimento per l’animazione“. Allo stesso
modo, credono che i prossimi film della Sony saranno “una
rivoluzione nell’animazione 3D che si adopera per imitare la sua
controparte 2D”.
Le scene d’azione
Un’altra allettante
anticipazione che il first-look ha regalato ai fan è un’idea di
cosa aspettarsi dalle scene d’azione e combattimenti in Across the Spider-Verse. Mentre
MilesMorales si butta a
capofitto nel Multiverso in un’altra impresa di spettacolo visivo,
Spider-Man 2099 fa capolino nella dimensione di
questi, scontrandosi nella cornice del paesaggio urbano.
Questa è un’altra conferma della
superba qualità dell’animazione del film, e il modo in cui il loro
breve combattimento è stato coreografato per il teaser fa ben
sperare i fan su ciò che verrà messo in scena nel prodotto finale.
I fan di Reddit sostengo che
avere “Joaquim Dos Santos come regista è un sicuro indice di
scene di lotta e scontri di livello superiore“, lodandone il
dinamismo coreografico, un ingranaggio nel grande disegno di
Across the Spider-Verse che promette di farci
sognare.
Miguel O’Hara/Spider-Man 2099 di
Oscar Isaac
Nella scena post-credit di
Into the Spider-Verse, i fan hanno potuto dare
un’occhiata all’interazione di Oscar Isaac nei panni di Miguel
O’Hara/Spider-Man 2099 (e a una scena meta cinematografica
che prende in giro il meme più divertente di
Spider-Man). Isaac è un attore di
immenso talento e ha già un altro ruolo Marvel confermato per il
live-action in qualità di Moon Knight.
Il teaser di Across the Spider-Verse non ha deluso, poiché
ha mostrato un imponente Spider-Man 2099 in un
potenziale conflitto con lo Spider-Man di
Miles. I Redditor svelano di
essere “così contenti che Miguel sembra avere un ruolo
importante“, fornendo alcune interessanti speculazioni,
teorizzando che “se sta sostituendo Peter B. come nuovo mentore
di Miles, sarà una dinamica molto diversa“.
Ogni multiverso ha uno stile
artistico unico
Oltre alle splendide
immagini di Across the Spider-Verse, il titolo del film e
il teaser suggeriscono che gran parte dell’estro artistico proverrà
dal dato universo in cui si trova il cast. I Redditor sostengono
che al team creativo piaccia “il concetto di Miles che salta di
universo in universo marcandolo con stili artistici radicalmente
diversi“.
Questo, teoricamente, dà al team
creativo infinite possibilità in termini di ciò che vogliono
rappresentare artisticamente. Il concetto di “multiverso” da solo è
un eccellente dispositivo di trama da usare come scusa per
introdurre un tipo di animazione più audace.
Potenziale introduzione dello
Spider-Man indiano?
Un
nuovo universo ha presentato un grande cast di personaggi, e questo
primo sguardo al suo sequel sembra stuzzicare l’idea non solo
di
Spider-Man 2099:
sembra anche, infatti, che lo
Spider-Man
dell’India possa fornirci qualche idea sul sequel, visto che
possiamo intravedere
Miles
fare un salto nel Paese.
I Redditor fanno
notare che “‘Thwip’ è stato scritto in Hindi” mentre
vediamo Miles oscillare attraverso l’universo.
Data la suddivisione in due parti del film, Across the Spider-Verse (Part One) dovrebbe
essere in grado di incorporare comodamente più personaggi
“Spider“. Avendo più minutaggio da
sfruttare, c’è la possibilità che venga ampliato lo sviluppo dei
personaggi, prendendosi delle pause dall’azione meravigliosamente
vivida del film.
Una nuova tuta per Gwen Stacy
È stato chiarito nel teaser
che è passato molto tempo tra Un nuovo universo e Across the Spider-Verse: sia
Miles che Gwen Stacy sembrano
notevolmente cresciuti e la tuta di Spider-Gwen
presenta alcuni sottili, ma graditi ritocchi.
I Redditor hanno
subito notato “più ragnatele sull’avambraccio,” “più
nero nella zona del petto” e il fatto che “hanno
sostituito le sue scarpe da ballo con scarpe normali“. Anche
se si tratta di lievi modifiche, i fan ne apprezzano comunque
l’attenzione ai dettagli.
Un video dal backstage di
Spider-Man:
No Way Home, rilasciato in occasione di uno speciale
del film su The Project, ha svelato che MJ di
Zendaya, nel film, farà la cameriera.
Questa scelta ci ricorda il momento
di transizione di MJ di Raimi, nel primo film, in cui l’interesse
amoroso di Peter Parker ha fatto per un po’ la cameriera prima di
riuscire a realizzare il suo sogno, ovvero fare l’attrice.
Ecco il video. A partire dal minuto
2 si vede una breve scena con
Zendaya che indossa una divisa da cameriera da diner
americano.
Josh Hutcherson è
uno di quegli attori che il pubblico ha visto crescere sullo
schermo e di cui non ci si può non affezionare. Con le sue
interpretazioni ha saputo conquistare una gran fetta di pubblico
che non l’ha più lasciato.
Nonostante la sua carriera sia di
tutto rispetto e costellata di film dal grande successo, l’attore
americano è sempre rimasto con i piedi per terra, lavorando sodo e
non deludendo mai i suoi fan.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Josh Hutcherson.
2. Josh Hutcherson è
doppiatore e produttore. Nel corso della sua carriera,
Josh Hutcherson ha deciso di sperimentare con il cinema,
cimentandosi nelle vesti di doppiatore e produttore. L’attore
americano, infatti, ha lavorato al doppiaggio del film tv Party
Wagon (2004), ad un episodio della serie animata Justice
League (2004) e ai film d’animazione Il castello errante
di Howl (2004) e Epic – Il mondo segreto
(2013). Per quando riguarda la produzione, Josh Hutcherson è stato
produttore esecutivo per il film Detention (2011) e ha
prodotto diversi cortometraggi, come The Rusted (2015),
Honor Council (2017) e Ape (2017). La sua ultima
produzione rientra nella serie Future Man (2019) nei quali
recita come attore protagonista.
3. Ha recitato anche per la
televisione. Josh Hutcherson ha debuttato nel mondo della
recitazione nel 2002, a soli dieci anni, con un film per la
televisione intitolato House Blend, continuando a lavorare
per il piccolo schermo in serie come E.R. – Medici in prima
linea (2002) e The Division (2003) e nei film tv
Becoming Glen (2002) e I cani dei miracoli
(2003). Dal 2017 al 2020 ha interpretato Josh Futturman nella serie
comedy Future Man.
Josh Hutcherson altezza
4. Josh Hutcherson è
piccoletto. Josh Hutcherson non è proprio uno di quegli
attori che si possa definire gigante: l’attore, infatti, è alto
solo circa 170 centimetri. Ma la statura non è tutto e Josh è
sempre riuscito a dimostrare il suo talento e a superare persino
gli attori che lavoravano al suo fianco, anche se ben più alti di
lui.
Josh Hutcherson instagram
5. Josh Hutcherson ha un
profilo Instagram ufficiale. Come tutti gli attori suoi
colleghi, anche Josh Hutcherson ha deciso di aprire, nel marzo del
2017, il proprio profilo Instagram ufficiale, seguito da circa
844mila persone. L’attore americano, pur avendo il social, possiede
una bacheca totalmente vuota, segno che non è una persona che bada
molto ai social network.
Josh Hutcherson: chi è la sua
fidanzata
6. Josh Hutcherson è
fidanzato da diversi anni. Nel 2015, Josh Hutcherson ha
confermato di frequentarsi con la collega spagnola Claudia
Traisac. In realtà la loro relazione era iniziata già due
anni prima, ma i due hanno voluto tenere la loro frequentazione
lontano dai riflettori. I due, quindi, sono insieme da quasi sei
anni e le cose sembrano andare a gonfie vele anche se, a detta di
lui, viverla spesso a distanza (visto che sono entrambi attori) è
piuttosto dura.
7. Josh Hutcherson ha
dichiarato che potrebbe innamorarsi anche di un uomo. Nel
2013 Josh Hutcherson non era ancora impegnato con la sua Claudia e
alla rivista gay Out l’attore ha ammesso di essere gender free e di
avere un orientamento sessuale molto libero: “Sono etero al
100%, ma poi chissà… Magari tra un anno potrei incontrare un
ragazzo e sentirmi attratto da lui. Spesso, incontrando dei
ragazzi, mi è già capitato di pensare: “Caspita, quello sì che è
bello”. Non ho mai pensato, invece: “Lo vorrei baciare”. Amo molto
le donne. Ma penso che auto-definirsi al cento per cento in un modo
significhi avere delle vedute molto limitate.”.
Josh Hutcherson in Hunger
Games
8. Josh Hutcherson ha amato
molto il suo personaggio. Nel corso degli anni, Josh
Hutcherson ha sempre rivelato di identificarsi molto nel ruolo di
Peeta in Hunger Games, ammettendo di amare molto la sua
lealtà. Ciò che lo ha letteralmente coinvolto è stata la presa di
posizione totalmente genuina di Peeta, che non vuole in nessun modo
diventare una pedina del gioco che lo circonda e combattere sempre
per i propri valori.
9. Josh Hutcherson ha dato
il suo primo bacio cinematografico a Jennifer Lawrence.
C’è sempre una prima volta, anche per Josh Hutcherson. L’attore ha
rivelato di aver dato il suo primo bacio cinematografico e
Jennifer Lawrence, un esperienza che sarà
sicuramente indimenticabile. Ma in tutto questo c’è anche una parte
memorabile: Josh ha definito la Lawrence una baciatrice piuttosto
bavosa. In realtà, la Lawrence è nota per il suo far dispetti ai
colleghi con cui si trova a dover condividere dei baci di
scena.
Josh Hutcherson: il suo 2020
10. Josh Hutcherson ha molti
progetti all’attivo. Nel corso del 2020, nonostante la
pandemia di Covid-19, Hutcherson non ha smesso di destregiarsi tra
diversi lavori. In primis egli ha terminato le riprese della serie
Future Man, giunta alla terza stagione. Ha poi prestato la
voce inglese al protagonista delle serie animata Ultraman
e ha recitato in due nuovi film. Si tratta di The Long
Home, diretto da James Franco, e Across
the River and Into the Trees, ambientato a Venezia durante la
Seconda guerra mondiale.
Chris Evans è uno
di quegli attori che ha saputo imporsi nel mondo del cinema,
restando con i piedi per terra. Anche se è prevalentemente
conosciuto per aver interpretato diverse volte Captain America, l’attore americano ha dato
vita a tanti ruoli diversi, anche drammatici.
Evans ha una bella gavetta sulle
spalle, fatta di tanti film che spaziano tra la commedia e il
dramma, passando per i cinecomic. La sua carriera è un continuo
terreno di sfide, come quella che ha affrontato quando ha diretto
il suo primo film, Before We Go.
2. Chris Evans è anche
regista, produttore e doppiatore. Nel corso della sua
carriera, Chris Evans ha avuto modo di sperimentare, tanto da
girare, nel 2014, il suo primo film da regista (dirigendo anche se
stesso), in Before We Go. Per questo film, Evans è stato
anche produttore, come lo è stato per Playing It Cool
(2014). Ma oltre essere stato dietro a davanti la macchina da
presa, l’attore americano ha svolto anche l’attività di doppiatore,
partecipando al doppiaggio del videogioco I Fantastici 4
(2005) e Captain America: Il super soldato (2011), ad un
episodio della serie Robot Chicken (2008) e ai film
d’animazione TMNT (2007) e Battaglia per la Terra
3D (2007). Nel 2022 tornerà a ricoprire tale ruolo dando voce
al celebre Buzz Lightyear in Lightyear – La vera storia di
Buzz.
Chris Evans: il suo fisico
3. Chris Evans ha scolpito
il suo fisico per diventare un supereroe. Il suo era un
fisico asciutto già ai tempi di Non è un’altra stupida commedia
americana, ma per diventare un supereroe ci vogliono molti
muscoli. Per poter interpretare Captain America e diventare il
Chris Evans di oggi che tutti conoscono, l’attore si è infatti
dovuto sottoporre a lunghi allenamenti. Per diventare più
massiccio, Chris ha dichiarato di aver lavorato sull’incremento
della massa muscolare, basandosi sui carichi pesanti e praticando
esercizi base, come gli squat, gli stacchi o la panca
inclinata.
4. Chris Evans segue
un’alimentazione appropriata alla sua persona. Per mettere
su muscoli e per mantenerli, bisogna assumere un certo quantitativo
di calorie e diventa necessario seguire un’alimentazione precisa e
basata sulla persona. Nella fattispecie, per vestire i panni di
Captain America, Evans segue un’alimentazione molto varia: la
colazione è molto ricca, fatta di frittate e porridge, mentre
pranzo e cena si contraddistinguono per la presenza di petti di
pollo e verdure.
Chris Evans fidanzato
5. Chris Evans è,
probabilmente, single. Alla sua vita privata ci tiene
molto e non lascia mai trapelare informazioni, almeno che queste
non siano facilmente deducibili. Pare, comunque, che l’attore sia
single da diversi mesi, dopo che nel 2020 era stato avvistato in
compagnia dell’attrice Lily Collins. I
due in realtà non hanno mai confermato una loro relazione e non
hanno fatto apparizioni pubbliche insieme. Nell’autunno del 2019,
invece, hanno iniziato a circolare voci di un possibile legame tra
Evans e Selena Gomez,
ma anche in questo caso non vi è nulla di certo.
6. Chris Evans è stato
fidanzato con Jessica Biel. Nel corso della sua vita,
Chris Evan ha avuto diverse fidanzate, la maggior parte delle quali
famose. Una delle relazioni più importanti per lui è stata quella
con la collega Jessica Biel,
con la quale ha fatto coppia fissa dal 2001 al 2006, per poi dirsi
addio: i due, comunque, si ricordano con molto affetto. Dal 2016 al
2018 è invece stato legato a Jenny Slate.
Negli anni, tuttavia, ad Evans sono stati affibbiati diversi flirt
e relazioni con Minka Kelly, ma anche con
Gisele Bündchen e Kate Bosworth,
senza contare Emmy Rossum e Christina
Ricci.
Chris Evans è su Instagram
7. Ha un account
personale. A lungo Evans non è stato presente su
Instagram, preferendogli Twitter. In seguito, tuttavia, egli si è
deciso ad aprire anche un profilo sul social dedicato alle
immagini. Ad oggi possiede la bellezza di 13,5 milioni di followers
ma chi lo segue sa bene che l’attore non è solito usare il suo
profilo per fare sfoggio della sua celebrità. Al contrario, Evans
tende a condividere principalmente immagini del suo adorato cane.
Di tanto in tanto, tuttavia, rilascia qualche post per annunciare
suoi progetti futuri.
Chris Evans è Captain America
8. Chris Evans ha
interpretato Steve Rogers per i suoi principi. Scegliere
di interpretare un ruolo come quello di Captain America non deve
essere facile, le responsabilità che gravitano intorno sono tante e
il contratto ha previsto diversi film. Eppure, Chris Evans ha detto
di sì al ruolo per i sani principi di Rogers, per il fatto che
vuole fare di tutto per amore del suo paese e proprio per questo
viene scelto per diventare il Super Soldato, utilizzando i suoi
poteri per proteggere chi non può difendersi.
9. Chris Evans è stato
convinto da Robert Downey Jr. ad accettare il ruolo. Al di
là dei buoni principi del suo personaggio, Chris
Evans ha declinato per ben tre volte la parte di Steve
Rogers prima di accettarla. Ciò che più lo spaventata erano gli
effetti che la fama avrebbe risentito e che avrebbe coinvolto
maggiormente la sua vita privata. Tra chi lo ha aiutato ad
accettare il ruolo, c’è stato anche Robert Downey
Jr. che lo ha convinto facendolo riflettere sul fatto
che in ogni caso avrebbe comunque potuto scegliere di interpretare
qualsiasi altro ruolo in futuro. Dopo un incontro con il regista
Joe Jonhston e i produttori, che lo hanno
convinto, l’attore ha deciso di accettare la parte.
Chris Evans: altezza
10. Chris Evans è un
gigante. Per essere Captain America, oltre che ha una
presenza fisica eccellente, bisogna godere anche di una certa
altezza e forse è anche per questo che è stato ingaggiato Chris
Evans. L’attore, infatti, è alto ben 183 centimetri e tende a
svettare rispetto agli altri suoi colleghi. Nonostante questo,
l’attore non ha mai avuto particolari problemi nell’interpretare un
certo tipo di ruolo, interpretando persino il giovane e piccolo
Steve Rogers, prima che
diventasse il primo vendicatore (grazie ad opportuni
tecnicismi).
Dal 13 dicembre su Prime VideoTrafficante
di virus, il nuovo film con protagonista Anna
Foglietta. Una produzione Picomedia con Medusa Film, realizzata da
Picomedia, in collaborazione con Prime Video, in collaborazione con
Trentino Film Commission. Trafficante di virus è un film
di Costanza Quatriglio con Anna Foglietta, Michael
Rodgers, Andrea Bosca,Isabel Russinova, Beatrice Fedi, Fulvio
Falzarano, Alberto Basaluzzo, Francesco Biscione, Nadia Brustolon,
con la partecipazione di Roberto Citran, Paolo Calabresi nel ruolo
di Sandro, con La Partecipazione di Luigi Diberti.
Trafficante di virus, la
trama
In Trafficante
di virus Irene è ricercatrice presso un importante
istituto zooprofilattico italiano. Ha una bella famiglia e una
grande passione per il suo lavoro, che svolge con intelligenza e
lungimiranza per affrontare epidemie dilaganti tra animali che
potrebbero mettere in pericolo anche la salute degli esseri umani.
A causa di un’inchiesta giudiziaria condotta nel corso di diversi
anni, la sua vita è destinata a cambiare.
Disney+
ha diffuso il promo di Hawkeye 1×05, il quinto
episodio della prima stagione di Hawkeye,
la serie tv in onda su Disney+
che vede Clint Barton AKA Occhio di Falco riprendere arco e frecce.
Hawkeye 1×05 che si intitolerà “Black Widow”
debutterà su Disney+ il 15 dicembre 2021.
Hawkeye
è la nuova serie originale Marvel Studios ambientata nella New
York City del post blip, dove l’ex Vendicatore Clint Barton/Hawkeye
(Jeremy
Renner) ha una missione apparentemente semplice:
tornare dalla sua famiglia in tempo per Natale. Ma quando si
presenta una minaccia dal suo passato, Hawkeye si allea suo
malgrado con Kate Bishop (Hailee
Steinfeld), un’abile arciera di ventidue anni nonché
sua grande fan, per smascherare una cospirazione criminale. Il cast
della serie include anche
Vera Farmiga, Fra Fee, Tony Dalton, Zahn McClarnon, Brian
d’Arcy James e l’esordiente Alaqua Cox
nel ruolo di Maya Lopez. Diretta da Rhys Thomas e
dal duo di registi Bert e Bertie, Hawkeyedebutterà in
esclusiva su Disney+ il 24 novembre
2021.
Hawkeye, la serie
tv
Vi ricordiamo che Hawkeye
fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios
che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a
partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere
stato The Falcon and The
Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa
della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre
serie tv includono WandaVision (sempre
nel 2020?), Loki (primavera
2021) oltre a Hawkeye.Tutti
vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.
Divenuta tra gli anni Ottanta e
Novanta una delle più celebri caratteriste del cinema italiano,
Monica Scattini era nota per aver più volte
interpretato lo stereotipo della toscana benestante. Nata in realtà
a Roma, l’attrice era un concentrato di talento e bontà, che uniti
al suo grande carisma la rendevano un’interprete molto più valida
di quanto si potesse pensare. Ricca di grandi successi e premi
ricevuti, la sua carriera rimane ancora oggi un esempio per
molti.
Ecco 10 cose che non sai di Monica
Scattini.
Monica Scattini: i suoi film e la televisione
1. Ha recitato in noti
film. L’attrice ha debuttato al cinema nel 1974 con il
film Fatti di gente perbene, per poi recitare in
Concorde Affaire ’79 (1979), Dancing Paradise
(1982), Lontano da dove (1983), Ballando ballando
(1983), La famiglia (1987), Parenti serpenti
(1992), Maniaci sentimentali (1994) e Selvaggi
(1995). Da quel momento inizia a recitare in note commedie come
Uomini uomini uomini (1995) e Vacanze di Natale
2000 (1999). A partire dal nuovo millennio ha recitato in
Scacco pazzo (2003), Lezioni di cioccolato
(2007), VIP (2008), Feisbum! Il film (2009),
Tutto l’amore del mondo (2010), Baci salati
(2012), Una donna per amica (2014) e Prigioniero della
mia libertà (2016).
2. Ha recitato anche in film
internazionali. Ancora agli inizi della sua carriera, la
Scattini ha avuto modo di recitare nel film Un sogno lungo un
giorno (1982), diretto dal premio Oscar Francis Ford
Coppola. Nel 2000 ha poi ricoperto il ruolo di Amalia
Globocnik nel film Nora, interpretato da Ewan McGregor,
e incentrato sulla moglie del celebre scrittore James Joyce. Nel
2009, infine, ha recitato in Nine, accanto ad attori del
calibro di Daniel
Day-Lewis, Penélope Cruz,
Marion
Cotillard e Sophia Loren.
3. Ha recitato anche in
alcune serie TV. Nel corso della sua carriera l’attrice
non ha mancato di recitare anche per la televisione, comparendo
prevalentemente in miniserie come Marie Curie, una femme
honorable (1991), Lo zio d’America (2002), Un
papà quasi perfetto (2003), Elisa di
Rivombrosa (2005), Un ciclone in
famiglia (2005-2008), I delitti del
cuoco (2010) e Notte prima degli esami ’82
(2011). Ha poi preso parte a film televisivi come Da cosa nasce
cosa (1998), I giudici – Excellent Cadavers (1999) e
La signora delle camelie (2005).
4. Ha vinto diversi
premi. Particolarmente apprezzata per le sue
interpretazioni, la Scattini ha vinto diversi premi grazie a
queste. In particolare, tra i più prestigiosi riconoscimenti
ricevuti si annoverano il Nasto d’Argento alla migliore attrice non
protagonista per il film Lontano da dove. Nel 1994,
invece, è stata premiata, sempre come miglior attrice non
protagonista, ai David di Donatello per il film Maniaci
sentimentali,
Monica Scattini: la malattia e le
cause della morte
5. Si è ammalata molto
giovane. Come riportato dai famigliari, negli ultimi anni
della sua vita l’attrice si era ammalata di tumore maligno, una
malattia che ha condizionato molto la sua attività, portandola a
ridurre le sue attività lavorative. La Scattini si sottopose
infatti ad un ciclo di terapie volte ad eliminare il male e dopo un
periodo dall’inizio di ciò la cosa sembrò arginarsi quasi del
tutto, facendo sperare per il meglio.
6. È deceduta a 59
anni. Il 4 febbraio del 2015, tre giorni dopo il suo
compleanno, venne diffusa la notizia che l’attrice era deceduta al
Policlinico Gemelli di Roma, dove era stata ricoverata in seguito
all’aggravarsi della malattia, ripresentatasi dopo un periodo di
tranquillità. I funerali ebbero luogo nella Basilica di Santa Maria
in Trastevere a Roma, alla commossa presenza di amici e colleghi, i
quali l’hanno ricordata come un’interprete unica e una donna
speciale.
Monica Scattini: i figli e il marito
7. Ha avuto una lunga
relazione con un collega. Dopo un matrimonio con lo
scultore Giancarlo Neri, la Scattini ha avuto una
lunga relazione durata 16 anni con l’attore Roberto
Brunetti, meglio noto come Er Patata. I due sono diventati
una coppia nel 1995 ed hanno sempre condiviso ogni esperienza fino
a quando nel 2011, improvvisamente, lui decise di porre fine alla
relazione senza fornire particolari spiegazioni. La Scattini non ha
avuto figli.
Monica Scattini: la sua ultima apparizione
8. Aveva da poco diretto un
cortometraggio. Nel dicembre del 2014 l’attrice aveva
presentato un suo primo lavoro da regista, il cortometraggio
Love Sharing, da lei anche scritto e interpretato tra gli
altri da Alessandro Haber, Luca Argentero,
Sandra Milo ed Eugenia
Costantini. Questo, accolto in modo positivo, sembrò
segnare solo un primo passo verso la carriera da regista della
Scattini, che tuttavia non ebbe purtroppo modo di proseguire.
9. Ha partecipato ad un noto
show televisivo. Un mese prima della sua triste e
prematura scomparsa, il 4 gennaio del 2015, l’attrice partecipò
come concorrente al programma della Mediaset Avanti un
altro!, condotto da Gerry Scotty, in quello
che era uno speciale della domenica dedicato al film Vacanze di
Natale a Cortina. Quella fu l’ultima apparizione pubblica
dell’attrice.
Monica Scattini: età e altezza dell’attrice
10. Monica Scattini è nata
il 1 febbraio del 1956 a Roma, in Italia. L’attrice era
alta complessivamente 1.73 metri.
I membri del cast e della troupe di
West
Side Story hanno reagito alla notizia che il
film è stato vietato in diversi paesi del Medio Oriente. Il remake
di West Side Story di Steven
Spielberg farà il suo debutto nelle sale italiane il 23
dicembre 2021.
West Side Story è
stato distribuito per la prima volta nel 1961 con la regia di
Robert Wise e Jerome Robbins. Il
film era una moderna interpretazione musicale del classico di
Shakespeare Romeo e Giulietta e segue l’amore
proibito tra i membri di due gang rivali di New York. Le prime
recensioni del remake di West
Side Story di Spielberg sono state
estremamente positive e suggeriscono potenziali nomination agli
Oscar.
Le aspettative per la serata di
apertura di West Side Story sono alte,
considerando che il film originale del 1961 ha ricevuto il plauso
della critica, e gli spettatori sono ansiosi di vedere la
reinvenzione che ne ha fatto il leggendario regista Spielberg. Nel
cast del film ci sono
Ansel Elgort nei panni di Tony e Rachel Zegler nei panni di Maria, i due
giovani che coltivano un amore proibito. Il film vedrà anche la
partecipazione di Ariana DeBose, David Alvarez e
Brian d’Arcy James. Il nuovo West
Side Story darà anche il bentornato a
Rita Moreno, che nel 1961 interpretò Anita e che
in questo film recita nel ruolo di Valentina, scritto appositamente
per lei da
Tony Kushner. Tuttavia, il remake ha incontrato un
ostacolo nella distribuzione in alcuni paesi del Medio Oriente,
perché nella storia, Spielberg ha inserito un personaggio
transgender interpretato da Iris
Menas, attrice nonbinary molto nota in tv e a
teatro.
Come riportato da THR, la troupe di
West
Side Story ha risposto al divieto dei paesi del
Medio Oriente sul film. Il produttore Kevin
McCollum è tornato ai tempi di Shakespeare, quando i
puritani demolirono i teatri, mentre ancora oggi il lavoro di
Shakespeare persiste.
Indipendentemente dal fatto che il
film sia vietato, McCollum è fiducioso che il film verrà alla fine
visto da chi vuole farlo e che “l’amore vincerà”. Il membro del
cast Alvarez, che interpreta Bernardo, è intervenuto per esprimere
che mentre il divieto è “triste”, rafforza solo l’importanza dei
messaggi del film e il suo bisogno di essere ascoltato.
McCollum: “Penso che dobbiamo
ricordare che durante il periodo di [William] Shakespeare, al
culmine, i puritani entrarono e demolirono tutti i teatri. Non si
poteva andare a teatro, eppure Shakespeare sopravvisse. Quindi
questo è un film che esiste nel mondo, si proverà a fermarlo in
certi posti, ma si troverà, credo che vincerà l’amore, e questa è
una storia d’amore, fatta con amore, e racconta cosa succede quando
si cerca di impedire alle persone di amare liberamente. Penso che
per realizzare questo film abbiamo fatto il nostro lavoro in
qualità artisti, e il mondo lo scoprirà anche se alcune culture
decideranno che non lo vogliono nei loro confini. Questo film
supererà ogni confine perché sarà visto. È venuto fuori da una
storia d’amore, dalla volontà di onorare il teatro e cercando di
realizzare un film che riflette su quanto sia difficile amare
quando ti viene insegnato a odiare, ora come allora. Ecco perché,
si spera, questo film abbia ali di farfalla del cambiamento dei
sistemi di credenze delle persone. Il mondo è una rete in cui ci
troviamo tutti insieme, e l’amore è ciò che guida, quindi è per
questo che cantiamo.”
Alvarez: “È un po’ triste che
esista ancora nel mondo un divieto del genere, e penso che sia per
questo che film come questo sono così importanti. Questo film ha
così tanti messaggi e livelli diversi che entra in contatto davvero
con le persone di tutto il mondo”.
Il divieto del Medio Oriente è
arrivato dopo che diversi paesi hanno richiesto che le scene con il
personaggio di Iris Menas fossero tagliate dal
film. La Disney ha rifiutato le richieste e il film sarebbe stato
ora vietato in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman,
Kuwait, Qatar e Bahrain. Il divieto a
West
Side Story è simile al recente divieto che
Eternals della Marvel hanno affrontato il mese
scorso. Secondo quanto riferito, Eternals
è stato bandito in paesi come l’Arabia Saudita, il Kuwait e il
Qatar a causa della sua inclusione di un supereroe gay,
Phastos.
Netflix ha diffuso
il trailer ufficiale di Titans 3, la
terza stagione della serie Titans che
arriverà in Italia su Netflix.
Titans 3
Titans 3 sarà la
terza stagione della serie Titans
prodotta dalla DC Entertainmet
e creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg
Berlanti. Titans vede come produttori
esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e
Sarah Schechter.
In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick”
Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r /
Starfire,
Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e
Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan /
Beast Boy. Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan
Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka
Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey
Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno
Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua
Orpin nei panni di Superboy e Esai
Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.
Nella serie tv Dick Grayson emerge
dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi
eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono
aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche
che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di
fumetti di sempre. La prima stagione Titans
ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC
Universe, gestito da Warner Bros. Digital
Networks.
Billions 6 è la
sesta
stagione della serie Billions scritta
da Brian Koppelman, David Levien, Andrew Ross
Sorkin per Showtime.
In Billions 6
protagonisti ritorneranno i personaggi Charles “Chuck” Rhoades Jr.
(stagione 1-in corso), interpretato da Paul Giamatti, Robert “Bobby” Axelrod
(stagione 1-in corso), interpretato da Damian
Lewis, Wendy Rhoades (stagione 1-in corso),
interpretata da
Maggie Siff, Bryan Connerty (stagione 1-in corso),
interpretato da Toby Leonard Moore, Mike “Wags”
Wagner (stagione 1-in corso), interpretato da David
Costabile, Kate Sacher (stagione 1-in corso), interpretata
da Condola Rashād, Taylor Amber Mason (stagione
3-in corso, ricorrente stagione 2), interpretato da
Asia Kate Dillon, Charles Rhoades Sr (stagione 3-in
corso, ricorrente stagioni 1-2), interpretato da Jeffrey
DeMunn, “Dollar” Bill Stearn (stagione 4-in corso,
ricorrente stagioni 1-3), interpretato da Kelly
AuCoin. La guest star della quinta stagione
Julianna Margulies (The Good Wife) interpreta
Catherine Brant, una professoressa di sociologia della Ivy League e
autrice di bestseller.
Jason Momoa ci informa che le riprese di
Aquaman
and the Lost Kingdom si sono ufficialmente concluse.
La conferma è arrivata da un video sulle storie Instagram
dell’attore in cui lui stesso dichiara:
“Questa è la fine, è la fine
delle riprese di Aquaman and the Lost Kingdom. Ho così tanto
da condividere con voi, vorrei … potrei dirvi così tanto. Che
giornata epica. Vi amo. È così bello essere stato a casa per
portare a termine queste riprese, ci saranno tante belle sorprese.
Vi amo e… è passato molto tempo. Mi sto prendendo una pausa.
Aloha.”
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni
dell’eroe in Aquaman and the
Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost
Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre
2022.
È ora disponibile la concept art
del nuovo lungometraggio d’animazione Walt Disney Animation
StudiosStrange
World. L’originale film d’azione e avventura
viaggia nel profondo di una terra inesplorata e pericolosa in cui
creature fantastiche attendono i leggendari Clades, una famiglia di
esploratori le cui differenze minacciano di far fallire la loro
ultima e, di gran lunga, più importante missione.
Secondo il regista Don
Hall, Strage
World è un riferimento alle riviste pulp: narrativa
popolare della prima metà del 20esimo secolo stampata su carta
economica. “Crescendo, amavo leggere i vecchi numeri delle
riviste pulp”, ha affermato. “Erano grandi avventure che
vedevano un gruppo di esploratori alla scoperta di un mondo
nascosto o creature antiche. Sono state di grande ispirazione
per Strange World”.
Diretto da Hall (il film vincitore
del premio Oscar Big Hero 6, Raya
e l’ultimo Drago), co-diretto e scritto da
Qui Nguyen (co-sceneggiatore di
Raya e l’ultimo Drago), e prodotto da Roy
Conli (il film vincitore del premio
OscarBig Hero 6, Rapunzel – L’intreccio
della torre), Strange World arriverà
a novembre nelle sale italiane.
Paramount+ in occasione dei “The Game
Awards” ha diffuso finalmente il trailer di Halo, l’attesissimo
adattamento televisivo dell’omonimo videogioco per XBOX.
Halo
Halo è
l’annunciata serie tv basata sull’omonimo videogioco
prodotta dalla Amblin Television di Steven
Spielberg. Halo è sviluppata e
scritta da Kyle Killen e Steven Kane. La serie sarà distribuita
globalmente da CBS Studios International. Produttori esecutivi
della serie sono Steven Spielberg,Justin
Falvey,Darryl Frank,Steven
Kane,Kyle Killen,Otto
Bathurst,Kiki Wolfkill,Frank
O’Connor,Bonnie Ross,Karen
Richards,Toby Leslie eScott
Pennington
La serie tv Halo seguirà “un epico
conflitto del 26° secolo tra l’umanità e una minaccia aliena nota
come Covenant. Halo intesserà storie personali profondamente tratte
con azione, avventura e una visione del futuro riccamente
immaginata”.
In Halo protagonisti
Pablo Schreiber come Master Chief
Petty Officer John-117, un imponente supersoldato noto
come “Spartan”. Natascha
McElhone come Dr. Catherine Halsey ,
una scienziata per l’UNSC e creatrice del progetto
Spartan-II. Yerin Ha come Kwan Ha.
Charlie Murphy come Makee. Shabana
Azmi nel ruolo dell’ammiraglio Margaret Parangosky,
direttore dell’ONI. Nel cast anche Bokeem Woodbine
come Soren-066, Olive Grey come Miranda Keyes, Kate Kennedy come
Kai-125, Natasha Culzac come Riz-028, Bentley Kalu come Vannak-134
e Danny Sapani come Capitano Jacob Keyes