Disney+ ha diffuso il trailer della
serie in tre episodi The Beatles: Get Back. La docuserie originale
Disney+, diretta da Peter
Jackson, arriverà in esclusiva sulla piattaforma streaming
in tre diversi giorni: il 25, 26 e 27 novembre 2021. Realizzata
interamente con filmati inediti restaurati, questa docuserie
fornisce lo sguardo più intimo e onesto mai documentato prima sul
processo creativo di John, Paul, George e Ringo e sul loro
rapporto.
Diretta dal regista vincitore di tre
premi Oscar® Peter Jackson (la trilogia de Il
Signore degli Anelli, They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani),
The Beatles: Get Backporta il
pubblico indietro nel tempo alle sessioni di registrazione della
band nel gennaio del 1969, in un momento cruciale della storia
della musica. La docuserie mostra il processo creativo dei Beatles
durante la scrittura di 14 nuove canzoni in preparazione del loro
primo concerto dal vivo dopo oltre due anni. Di fronte a una
scadenza temporale quasi impossibile, i forti legami di amicizia
condivisi da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo
Starr vengono messi alla prova. La docuserie è il risultato dello
studio di quasi 60 ore di filmati inediti, girati in 21 giorni da
Michael Lindsay-Hogg nel 1969, e di più di 150 ore di registrazioni
audio mai ascoltate, la maggior parte delle quali sono rimaste
conservate in un caveau per oltre mezzo secolo. Jackson è l’unica
persona in 50 anni ad aver avuto accesso a questo tesoro dei
Beatles, che oggi è stato magistralmente restaurato. Quello che
emerge è un ritratto incredibilmente intimo dei Beatles, che mostra
come, anche sotto pressione, potessero ancora contare sulla loro
amicizia, il buon umore e il genio creativo. Mentre i piani
cambiano e le relazioni sono messe alla prova, vengono composte ed
eseguite alcune delle canzoni più iconiche al mondo. La docuserie
presenta, per la prima volta in versione integrale, l’ultima
esibizione dal vivo dei Beatles come gruppo, l’indimenticabile
concerto sul tetto di Savile Row, a Londra, così come altre canzoni
e composizioni classiche incluse negli ultimi due album della band,
Abbey Road e Let It Be.
The Beatles: Get Back, presentato da The Walt
Disney Studios in associazione con Apple Corps Ltd. e WingNut Films
Productions Ltd., è un’entusiasmante nuova collaborazione tra i
Beatles e Jackson. The Beatles: Get Back è diretto da
Peter Jackson e prodotto da Paul McCartney, Ringo Starr, Yoko Ono
Lennon, Olivia Harrison, Peter Jackson, Clare Olssen (They
Shall Not Grow Old – Per sempre giovani) e Jonathan Clyde
(The Beatles: Eight Days a Week – The Touring Years),
mentre Jeff Jones (The Beatles: Eight Days a Week – The Touring
Years) di Apple Corps e Ken Kamins (trilogia de Lo
Hobbit) sono gli executive producer. Jabez Olssen
(Rogue One: A Star Wars
Story) è il montatore del documentario, Giles Martin
(Rocketman) è il supervisore musicale, Michael Hedges
(Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno) e
Brent Burge (trilogia de Lo Hobbit) sono i tecnici del
suono, mentre le musiche sono mixate da Giles Martin e Sam Okell
(Yesterday).
STARZPLAY, il servizio di streaming
premium internazionale di STARZ, ha annunciato oggi che
l’attesissima seconda stagione della serie nominata ai BAFTA e agli
EMMY The
Great, sarà presentata in anteprima il 19
dicembre in Germania, Austria, Spagna, Francia, Italia,
Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, America Latina e
Brasile. Nel Regno Unito uscirà il 5 dicembre.
Nella seconda stagione
delll’acclamata serie scritta da Tony McNamara, con protagonisti
Elle Fanning e Nicholas Hoult, troviamo anche Gillian Anderson come
guest star in due episodi.
Nella nuova stagione di
The
Great Caterina conquista il trono russo, ma
capirà presto che detronizzare suo marito era solo l’inizio. Ora
deve affrontare le difficoltà di “liberare” un paese che non vuole
essere liberato. Dovrà combattere contro la corte, i suoi fedeli e
persino sua madre (interpretata dalla guest star Gillian
Anderson) nel tentativo di portare l’Illuminismo in
Russia. Nel frattempo si trova a combattere anche contro il suo
cuore con Pietro che passa dall’essere l’odiato marito ad essere un
prigioniero, o forse, un alleato o un amante… Caterina imparerà
sulla propria pelle che per cambiare un Paese devi lasciare che
esso ti cambi, che c’è una linea sottile tra idealismo e delusione,
e che diventare “la grande” richiede più di quanto avrebbe potuto
immaginare.
The
Great è una serie creata, scritta e prodotta da Tony
McNamara e prodotto da Marian Macgowan, Mark Winemaker, Elle
Fanning, Nicholas Hoult, Brittany Kahan Ward di Echo Lake, Doug
Mankoff e Andrew Spaulding, Josh Kesselman e Ron West di Thruline e
Matt Shakman. Il progetto è prodotto da Civic Center Media in
associazione con MRC Television. La serie è distribuita a livello
internazionale da ViacomCBS Global Distribution Group.
Gli
abbonati STARZPLAY hanno accesso a una
line-up esclusiva di programmi premium tra cui le serie STARZ
Original The Spanish Princess e
il secondo capitolo del cosiddetto universo
Power, Power Book II: Ghost con
Mary J. Blige, con uscite in contemporanea con gli Stati Uniti.
Serie nominate agli Emmy nel 2020 come il dramma romantico moderno
Normal People, la serie drammatica
d’epoca The Great con Elle
Fanning e Nicholas Hoult e la pluripremiata
serie The Act con la vincitrice
Oscar® Patricia Arquette e Joey King; e una raccolta di film di
successo con migliaia di titoli.
Arriva al cinema il 14
ottobre Venom: la Furia di Carnage, sequel nato
dal successo di Venom, del 2018, snobbato dalla critica ma
che ha raccolto un grande e inaspettato plauso del pubblico,
soprattutto trai più piccoli, che hanno trovato forse divertente la
dinamica da buddy movie su cui si fonda in maniera
preponderante anche questo secondo adattamento.
Venom: la Furia di Carnage, la
trama
Se il primo film aveva
come protagonista principale il simbionte nero e la sua relazione
con Eddie Brock, il giornalista che viene scelto come corpo
ospitante, Venom: la Furia di Carnage è una vera e
propria ode al personaggio di Cletus Kasady, intorno al quale ruota
tutta la trama. Il film si apre con un flashback del giovanissimo
Cletus in riformatorio, dove intreccia una relazione di amore con
Frances Barrison, una ragazza con dei poteri particolari che le
causeranno non pochi problemi, trai quali l’allontanamento dalla
struttura in cui si trova e soprattutto dal suo amato Cletus.
Torniamo poi ai nostri
giorni, in cui un Eddie Brock in rovina cerca come può di gestire
la sua convivenza forzata con il simbionte. Quando Casady, in
isolamento, fa espressa richiesta di incontrare Brock, Venom,
dentro al suo corpo ospite, scopre un indizio che permetterà alla
polizia di ritrovare i corpi delle vittime del serial killer.
L’evento avrà due conseguenze: la prima è la nuova ascesa di Brock,
la seconda è la condanna a morte per Casady. Un secondo incontro
tra i due metterà il criminale in condizione di entrare in contatto
profondo con Eddie, e non solo con lui… questo incontro avrà delle
conseguenze terrificanti.
Una buddy comedy in un solo
corpo
La recensione di Venom: la Furia di Carnage
non può prescindere da una premessa: il film è indirizzato a un
pubblico molto giovane, gioca sempre sul limite del consentito dal
rating e ha fatto tesoro di quanto di buono c’era nel primo
capitolo. Ruben Fleischer è stato
sostituito alla regia da Andy Serkis, che fa del suo meglio per
emergere da un prodotto che è fondamentalmente un insieme di scene,
a volte pretestuose, per mettere in campo gli effetti visivi che
danno vita ai due simbionti.
E, dal momento che sono
stati citati gli aspetti positivi del primo film, questo
Venom 2 potrebbe essere facilmente definito una
Buddy Comedy, in cui i due “Buddy” sono dentro lo stesso
corpo, quello di Eddie Brock/Tom
Hardy. L’idea di partenza a suo modo brillante viene
però minata da un continuo fraintendimento di tono, in cui i
battibecchi trai due sono sempre comici e sopra le righe,
risultando scollati dagli eventi che in più di un caso toccano
importanti picchi di drammaticità.
Un cast stellare messo in
difficoltà
Sono coinvolti nel cast,
a parte
Tom Hardy, una serie di attori di grande talento, come
Woody Harrelson, che dopo la scena post credits del
2018, torna a interpretare Kasady, oppure
Michelle Williams che torna a essere Anne, l’ormai ex
fidanzata di Eddie che comunque si fa coinvolgere nelle sue
accidentate vicende e che ha verso di lui un grande affetto,
nonostante la vediamo saldamente tra le braccia del suo Dan
(Reid Scott). Al cast si aggiunge
Naomie Harris, attrice dal singolare fascino e
dall’indiscusso talento che viene trascinata anche lei un questa
storia sciatta e poco convinta, in un ruolo che dovrebbe essere
drammatico, ma che non esplode mai davvero e non trova nessuna
connessione emotiva con lo spettatore.
Un ritorno al passato?
L’impressione è che
nella realizzazione di questo film ci sia molto poco di ispirato e
invece molto di calcolato, con un risultato finale sciatto e poco
interessante. Sembra, come lo era sembrato anche il film film, che
questo Venom: la
Furia di Carnage sia un cinecomic vecchio, che
ricorda la “gloria” dei primi esperimenti del genere, da I
Fantastici Quattro con Jessica Alba, al Daredevil
con Ben Affleck nella tutina dell’Uomo senza
paura. Questa sua “grande colpa” potrebbe in realtà rivelarsi anche
la sua più grande forza. Venom: la
Furia di Carnage potrebbe in effetti essere una
sveglia, un indicatore dell’esigenza di alcuni cinecomic di tornare
alle origini, di essere consciamente e autenticamente film di serie
B che intrattengono un pubblico giovane, operazioni commerciali che
non si prendono troppo sul serio e che non vanno prese sul
serio.
Andy Serkis fa del suo
meglio
Andy Serkis ha certamente provato a dare la
sua impronta al film, ci sono un paio di momenti visivamente
interessanti, come il racconto di Cletus illustrato con delle
animazioni, oppure il momento di massima espansione di Carnage,
quando, nel finale, è libero di far esplodere la sua furia omicida,
ma si fermano a momenti isolati, senza riuscire a risollevare le
sorti di un film in cui forse non credeva tanto nemmeno il suo
protagonista.
Il trailer della nuova commedia
d’avventura Disney+Home Sweet
Home Alone – Mamma, ho perso l’aereo è arrivato!
La rivisitazione dell’amato film del franchise per le vacanze
scatenerà il divertimento in queste feste natalizie, come
anticipano il nuovo trailer e le immagini. In anteprima per il
Disney+ Day, Home Sweet Home
Alone – Mamma, ho perso l’aereo debutterà il
12 novembre 2021 in esclusiva sulla piattaforma streaming. Il
Disney+ Day è una celebrazione mondiale
che coinvolgerà tutte le divisioni di The Walt Disney Company nella
giornata di venerdì 12 novembre, con nuovi contenuti, esperienze
per i fan, offerte esclusive e molto altro ancora.
Home Sweet Home Alone –
Mamma, ho perso l’aereo è interpretato da
Ellie Kemper, Rob Delaney, Archie Yates, Aisling Bea, Kenan
Thompson, Tim Simons, Pete Holmes, Devin Ratray, Ally Maki e Chris
Parnell. Il film è diretto da Dan Mazer, da una
sceneggiatura di Mikey Day & Streeter Seidell, storia di Mikey Day
& Streeter Seidell e John Hughes basata su una sceneggiatura di
quest’ultimo. Hutch Parker, p.g.a. e Dan Wilson, p.g.a. sono i
produttori, mentre Jeremiah Samuels è executive producer.
Max Mercer è un ragazzo dispettoso e pieno di risorse che è
stato lasciato a casa mentre la sua famiglia è in Giappone per le
vacanze. Così, quando una coppia sposata che cerca di recuperare un
cimelio dal valore inestimabile mette gli occhi sulla casa della
famiglia Mercer, tocca a Max proteggerla dagli intrusi… e farà di
tutto per tenerli fuori. Ne deriveranno delle peripezie esilaranti
e epiche, ma nonostante il caos assoluto, Max si renderà conto che
non c’è davvero nessun posto come la propria “casa dolce casa”.
Nonostante una carriera da attore e
doppiatore molto ricca, Mark Hamill continua a legare il suo nome a
quello di Luke Skywalker e al franchise di Star
Wars, che lo ha lanciato oltre 30 anni fa e che
continua ad essere uno dei suoi argomenti di conversazione
preferito (basta seguirlo sui social per rendersene conto).
Di recente, l’attore molto attivo su
Twitter e
Instagram, ha risposto alla richiesta di una fan che gli ha chiesto
quale fosse il suo meme preferito di Star Wars.
Hamill, nonostante fosse sopraffatto dalla quantità incredibile di
meme e battute che si fanno sempre sulla serie, ha risposto con un
meme brillante, che chiama in causa il suo collega e amico Harrison Ford. Ecco la sua risposta:
Mark Hamill ha interpretato l’eroe Luke
Skywalker in sei film sui nove che sono stati realizzati sul
racconto principale dell’universo di Star Wars, tanto che
all’uscita del nono film, due anni fa, la saga stessa è stata
intitolata The Skywalker’s Saga, proprio in onore
della famiglia le cui gesta vengono raccontate nei film.
Lo abbiamo visto anche alla fine di
The Mandalorian stagione 2, quando
prende con sé il piccolo Grogu per insegnargli le vie della Forza.
Sembra improbabile che ricompaia al cinema o in tv, ma è chiaro che
la speranza dei fan è sempre l’ultima a morire.
È una serie di post pieni di ironia
e rimandi quelli che
Jamie Lee Curtis ha deciso di condividere per
celebrare la premiere in costume di Halloween
Kills. L’evento è stato organizzato per presentare il
film che segna il ritorno di Michael Myers al
cinema e tutti gli ospiti sono stati chiamati a presentarsi in
costume di Halloween, appunto.
Curtis ha scelto un costume
speciale, che ha presentato con questa foto:
Per poi uscire allo scoperto, e
dicendo di voler onorare sua madre in tutta la sua “gory… voglio
dire gloria” (in inglese il gioco di parole è più efficace!).
Infatti, Jamie Lee ha scelto il costume di Marion Crane di
Psycho per questo Halloween, il personaggio più
famoso interpretato da mamma Janet Leigh.
E infine, l’ultima foto della
serata, in cui
Jamie Lee Curtis dichiara di essere in compagnia della
sua ombra, mentre posa con la gigantografia di Michael Myers:
Scritto da David Gordon
Green, Danny McBride e Scott Teems, basato sui personaggi
creati da John Carpenter e Debra Hill, il film sarà diretto da
David Gordon Green e prodotto da Malek
Akkad, Jason Blum e Bill Block. John
Carpenter,
Jamie Lee Curtis, Jeanette Volturno, Couper Samuelson,
Danny McBride, David Gordon Green e Ryan Freimann sono i produttori
esecutivi. Ryan Turek sta supervisionando il progetto per Blumhouse.
Abbiamo incontrato i tre
sceneggiatori, insieme alla meravigliosa protagonista Jodie Comer, per una conferenza stampa che ha
sviscerato i segreti del film e della scrittura dietro ad una
storia così attuale nonostante sia avvenuta così tanto tempo fa,
durante la Guerra dei Cent’Anni.
La struttura del film ricorda quella
di Rashomon, in cui lo stesso racconto viene
esposto attraverso diversi punti di vista. Ecco, proprio per questa
scelta precisa, è stata necessaria una scrittura a sei mani, per
dare la giusta voce e la giusta prospettiva a ogni punto di vista,
soprattutto a quello della protagonista, Marguerite. Il film è
infatti basato su un libro che racconta la storia, davvero
accaduta, di Marguerite moglie del cavaliere
Jean de Carrouges, stuprata da
Jacques Le Gris, amico del marito, che decide
di denunciare lo stupro con il rischio di morire sul rogo. La legge
dell’epoca prevedeva infatti un duello all’ultimo sangue tra il
marito della donna stuprata e lo stupratore, dove solo la vittoria,
per il volere di Dio, accertava il suo stare dalla parte della
verità. Se il marito avesse perso, anche la moglie sarebbe stata
uccisa.
Questa storia, dai toni epici e
cavallereschi ma anche estremamente attuali, ha fatto sì che
The Last
Duel venisse etichettato come un film femminista, non
a torto. Gli sceneggiatori hanno infatti dichiarato di essere loro
stessi tutti femministi e di aver preteso la presenza di
Nicole Holofcener alla scrittura proprio per dare
al personaggio di Marguerite un linguaggio e un comportamento che
rendesse giustizia all’esperienza femminile.
Holofcener ha dichiarato in merito
al suo coinvolgimento: “Ero lusingata ed elettrizzata e, non
ero sicura di potercela fare, ma l’ho fatto. Gli mandavamo delle
pagine e ci sedevamo insieme e lavoravamo. Lavoreremmo sulle scene
l’uno dell’altro. Praticamente ho scritto il terzo atto, ma anche
loro hanno avuto una mano. Perché doveva far parte dell’intero
film. E quando gli scrittori intelligenti hanno delle idee, uno
dovrebbe prenderle. E così, tra Jodie e loro è stato davvero un
processo collaborativo, anche con tutti gli attori. Quindi, a
volte, scrivevamo a parte, altre insieme.”
Matt Damon, in merito al testo originale e al
contesto in cui è ambientata la storia, ha dichiarato: “Il
punto di partenza era che il mondo delle donne è totalmente
ignorato e trascurato ed è invisibile per i primi due atti del
film. E poi viene rivelato nel terzo atto. E quello era, in realtà,
il motivo per cui Ben e io stavamo adattando un libro, mentre
Nicole stava davvero scrivendo una sceneggiatura originale. Perché
gli uomini dell’epoca erano molto… prendevano appunti molto
meticolosi su ciò che accadeva, ma non registravano ciò che
facevano le donne.”
E Ben Affleck ha aggiunto: “Ma questo non
sarebbe accaduto se Jodie non fosse stata così intelligente,
coraggiosa e complicata nella sua performance. Dal momento che lei
è stata disposta, e non sono sicuro che ogni attore sarebbe stato,
a interpretare un altro punto di vista del personaggio che lei
stessa interpretava (…) E poiché lo fa in modo così perfetto, non
hai la sensazione che, sia una versione esagerata di una persona.
Sembrano versioni di donne che abbiamo già visto nei film. E
volevamo sfruttare il fatto che, storicamente, le persone sono in
gran parte abituate al fatto che le donne siano personaggi
secondari e terziari. E lei era disposta a farlo e questo rende la
rivelazione, credo, molto più potente ed elegante, di vedere la
differenza tra una persona essenzialmente bidimensionale e un
essere umano completamente realizzato e tridimensionale.”
Quello che rimane del film, alla
fine, è una performance di Jodie Comer davvero incredibile. L’attrice di
Killing Eve che si cimenta per la prima volta con
un film di questa scala e con un regista di questa portata, sigla
definitivamente il suo ingresso nel mondo delle grandi interpreti
di questi anni, con una performance raffinata, stratificata e molto
intensa.
Con tutto il successo che sta
avendo la serie originale Netflix coreana la domanda che sorge a tutti
spontanea è Squid
Game 2 si farà? Considerato l’enorme successo della
serie, il rinnovo per una seconda stagione da parte del colosso
dello streaming americano dovrebbe essere scontato ma al momento la
piattaforma sembra essere più interessata a godersi il momento
rispetto ad annunciare piani futuri.
Di altro avviso è invece l’ideatore
della serie di enorme successo Hwang Dong-hyuk. Infatti il regista
e creatore interpellato da
Variety ha affermato senza pensarci troppo: “Non
ho piani in merito, è abbastanza faticosa come serie” … “se la
dovessi realizzare, sicuramente non sarò da solo. Prenderei in
considerazione l’idea di avere una stanza degli sceneggiatori e più
registi con esperienza”.
Tuttavia anche se lo sceneggiatore
e regista dello show Hwang Dong-hyuk si è
dimostrato naturalmente soddisfatto del successo dello show. Ma
realizzare Squid
Game è stato un processo lungo e stressante e non
qualcosa che ha intenzione di ripetere – o, almeno, non ancora del
tutto. “Non sono bravo nel lavoro di squadra”, ha detto Hwang a
Variety, anche se ammette che sta cercando di cambiare i
suoi modi. I precedenti di Hwang però ci suggeriscono che i suoi
metodi da solitario fino ad oggi gli sono stati utili per poter
produrre successi. Inoltre la cosa è confermata dal fatto che il
colosso dello streaming non ha ancora annunciato una seconda
stagione come è spesso capitato con altri serie di successo che
hanno ricevuto un via libera poco tempo dopo la conferma del loro
successo.
La serie diventata il miglior
spettacolo di Netflix negli USA
Le serie TV coreane hanno dominato
le preferenze di visualizzazione in gran parte dell’Asia
nell’ultimo decennio. Ma ci è voluto un dramma di sopravvivenza e
ansiogeno come Squid
Game per scardinare le classifiche made in usa e
diventare il primo K-drama a classificarsi come il miglior
spettacolo di Netflix negli Stati Uniti.
Rilasciato il 17 settembre, lo
spettacolo è entrato nella Top 10 il 19 settembre al n. 8, è salito
al n. 2 il giorno successivo ed è stato al n. 1 al quarto giorno di
disponibilità il 21 settembre. Sul mercato della Corea del Sud,
Squid
Game ha debuttato al secondo posto e ha raggiunto il
primo posto il giorno dopo. Ma non sono tutte rose e fiori,
Squid
Game ha ricevuto anche diverse accuse di plagio,
accusato di aver preso troppo elementi in prestito da altri film di
genere di sopravvivenza “Hunger
Games“, “Battle Royale” e, in particolare, dal film
giapponese del 2014 “As the Gods Will” del maestro
Miike Takashi.
Ma Hwang respinge
le critiche facendo riferimento ai suoi appunti per il progetto,
originariamente concepito come un lungometraggio, nel 2008.
“Ammetto liberamente di aver avuto grande ispirazione dai fumetti e
dall’animazione giapponesi nel corso degli anni”, ha
detto. “Quando ho iniziato, ero anch’io in difficoltà
finanziarie e passavo molto tempo nei caffè a leggere fumetti tra
cui ‘Battle Royale’ e ‘Liar Game’. Mi sono chiesto come mi
sarei sentito se avessi partecipato personalmente ai
giochi. Ma ho trovato i giochi troppo complessi e per il mio
lavoro mi sono concentrato invece sull’uso di giochi per
bambini”.
“Volevo scrivere una storia che
fosse un’allegoria o una favola sulla moderna società capitalista,
qualcosa che descrivesse una competizione estrema, un po’ come la
competizione estrema della vita. Ma volevo che
utilizzasse il tipo di personaggi che tutti abbiamo incontrato
nella vita reale”, ha aggiunto Hwang. “Come gioco di
sopravvivenza è intrattenimento e dramma umano. I giochi
raffigurati sono estremamente semplici e di facile
comprensione. Ciò consente agli spettatori di concentrarsi sui
personaggi, piuttosto che essere distratti dal tentativo di
interpretare le regole”.
Squid Game 2
sicuramente ci sarà, ma la lezione de La casa di carta dovrà essere
ben chiara nel momento in cui si dovrà pensare ai nuovi episodi: il
fascino del marketing e del successo mondiale è un richiamo
pericoloso che potrebbe allontanare dal magnetismo con cui la
serie ha conquistato il pubblico. Un gioco intrigante, ma a cui
bisogna saper partecipare.
Ieri è stata
confermata la notizia che Will Poulter sarà
Adam Warlock in Guardiani
della Galassia Vol. 3. Il casting era stato anticipato
da qualche rumor, ma ieri sia James
Gunn che le principali riviste di settore hanno
ufficializzato il nome del giovane interprete.
La reazione di Poulter è stata
elegante e pacata, oltre a esprimere la gratitudine verso
l’occasione che sicuramente gioverà alla sua fama e al suo
portafogli. Ecco lo scambio su Twitter:
Non solo però eleganti
ringraziamenti. La rete ieri si è mossa e come sempre Bosslogic ha realizzato
il suo omaggio al nuovo casting: ecco quindi come Will
Poulter potrebbe apparire in Guardiani
della Galassia Vol. 3 come Adam Warlock:
Netflix
Italia ha rivelato un nuovo contributo video dei dicato ai numeri
di Squid
Game, la serie originale Netflix coreana di enorme successo globale. Ci
sono voluti più di 10 anni perché l’ideatore Hwang Dong-hyuk
riuscisse a realizzare Squid
Game, ma solo 17 giorni (e 111 milioni di utenti in tutto il
mondo) per farla diventare la nostra serie più vista di sempre a
ridosso del lancio 🦑
Squid
Game è la nuova serie survival Originale Netflix
coreana scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk.
La serie di nove episodi, con Lee Jung-jae , Park Hae-soo e Wi
Ha-joon , racconta la storia di un gruppo di 456 persone che sono
invitate a rischiare la vita in un misterioso gioco di
sopravvivenza con un patrimonio di 45,6 miliardi di ( US $ 38,7
milioni).
Nella serie Un misterioso invito a
partecipare alla gara è inviato a persone con un disperato bisogno
di denaro. I 456 partecipanti di ogni ceto sociale sono
intrappolati in un luogo segreto dove competono per vincere 45,6
miliardi di won. Ad ogni turno si cimentano in un popolare gioco
coreano per l’infanzia come “Un, due, tre, stella”, ma chi perde…
muore. Chi vincerà e qual è il vero motivo della gara?
Il network americano
NBC dopo
le anticipazioni ha diffuso il promo e la trama di La
Brea 1×04, il quarto episodio della nuova serie tv
La
Brea.
In La Brea 1×04
che si intitolerà “The New Arrival” La vista di un aereo che
si schianta diffonde un’ondata di speranza inaspettata attraverso
la radura mentre Eve e gli altri sopravvissuti cercano il suo
pilota caduto . Gavin e Izzy cercano aiuto da una fonte
improbabile dopo che il governo ha sospeso definitivamente la loro
missione nella dolina.
La Brea 1×04
La Brea è
la nuova serie tv drammatica americana creata da David
Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando
un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira
centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi
cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e
pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per
sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli
eventi, che cerca di tornare insieme.
Protagonisti di La
Brea sono Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris e Jack Martin come Josh
Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris,
Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan
Mirchandaney come Scott, Lily Santiago
come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily,
Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel
Parker.
Unisciti a Lucky, Abigail e Prue in
Spirit
– Il Ribelle, un viaggio indimenticabile che racchiude
famiglia, amicizia e sana avventura da rivedere tutte le volte che
vorrai. Il nuovo film sarà disponibile dal 14 ottobre in Dvd e
Blu-ray grazie a Universal Pictures Home Entertainment e
Dreamworks. L’uscita è ricchissima di contenuti speciali per
oltre un’ora di materiale da scoprire, tra cui scene eliminate,
attività da fare a casa insieme a Spirit, interviste al cast,
karaoke e molto altro!
Spirit
– Il Ribelle è il nuovo capitolo dell’amata serie che
parla di avventura, famiglia e amicizia. Lo spirito libero Lucky
Prescott si trasferisce a Miradero per ricongiungersi con il padre.
Non è molto contenta della vita sonnolenta della cittadina, finché
non scopre un legame molto particolare con la madre scomparsa, che
era un’impavida cavallerizza acrobata. In breve tempo si affeziona
ad un mustang ribelle di nome Spirit e conosce due nuove amiche che
condividono con lei la stessa passione per i cavalli. Quando un
mandriano senza scrupoli vuole catturare Spirit e la sua mandria,
Lucky intraprende insieme alle amiche un viaggio avventuroso per
salvare il cavallo che le ha fatto scoprire l’indissolubile legame
con l’eredità della madre.
Spirit
– Il Ribelle presenta nel cast originale Isabela Merced
(Dora e la Città Perduta), Marsai Martin
(Little), Mckenna Grace (Captain Marvel), Walton Goggins
(Justified), Andre Braugher (Brooklyn Nine-Nine),
Eiza González (Fast & Furious Presents: Hobbs and Shaw), con
Julianne Moore (Kingsman: The Golden Circle) e Jake
Gyllenhaal (Spider-Man: Far From Home). Il
film è diretto da Elaine Bogan (Trolhunters: Tales of
Arcadia) e co-diretto da Ennio Torresan (Baby Boss). E’
prodotto da Karen Foster (Dragon Trainer) e le musiche
originali del film e la canzone “Fearless” è ad opera di Amie
Doherty (Marooned).
In occasione dell’uscita home
video, Spirit
– Il Ribelle si lega a FISE (Federazione
Italiana Sport Equestri) per sottolineare l’importanza del
rapporto uomo-cavallo. “Siamo felici” – dichiara il Presidente
FISE Marco Di Paola – “di partecipare al lancio del film
Spirit – Il Ribelle in uscita in Dvd e Blu-ray. Ci fa
piacere raccontare la storia di Spirit, perché il cavallo per noi è
un fedele compagno di sport e di giochi”.
FISE, fondata nel 1926, è unica
rappresentante degli sport equestri a livello olimpico per
l’Italia, nonché la sola Federazione autorizzata a disciplinare
l’attività equestre in Italia in tutte le sue espressioni
formative, agonistiche, ludiche ed addestrative. Con una struttura
capillare con centri ippici su tutto il territorio nazionale, FISE
è sinonimo di autorevolezza, esperienza e competenza quando si
parla di cavallo e sport equestri.
Così come Lucky e Spirit, il
cavallo “insieme all’uomo instaura un rapporto speciale, sempre
unico, ed è un silenzioso alleato capace di trasportare il proprio
cavaliere o amazzone in un mondo esclusivo creato per due. Campione
a tutti gli effetti e atleta al pari dell’uomo, il cavallo è un
compagno di avventure in campi di gara, in scuderia o in splendidi
scenari di una passeggiata nel verde”.
Innumerevoli i benefici e gli
insegnamenti che possiamo trarre dall’equitazione. “Ai ragazzi il
cavallo sa insegnare il rispetto e la gentilezza nei confronti
degli altri, che il modo in cui ci si muove o si parla vicino a lui
lo influenza e che è fondamentale preservare l’ambiente in cui
viviamo”, afferma Di Paola. Importante anche l’utilizzo del cavallo
in ippoterapia, paziente aiuto nei percorsi di sostegno alla
disabilità: “Straordinario terapeuta, sa accompagnare con saggezza
il percorso di bambini e adulti con disabilità, regalando loro la
possibilità di scoprire le emozioni delle attività in sella, della
preparazione e cura dell’animale e dell’intimità di una
carezza”.
Andrew Garfield è
spuntato fuori di nuovo nel materiale promozionale di
Spider-Man: No Way Home. Dopo le recenti
osservazioni di esperti di VFX relative all’autenticità di un leak
dal film di Jon Watts che vedeva coinvolto proprio
Garfield, adesso un sito russo delle Skittles propone un vero e
proprio billborad con lo Spider-Man di Garfield
che dice “non c’è strada per casa”. Ecco di seguito il tweet:
If you go on to the Russian skittles website
and follow all the instructions you will see a billboard with
Garfield's Spider-Man that plays a trailer saying "there is no way
home"
Questo elemento si associa a tutti i
rumors che fino a questo momento si sono accavallati in merito al
terzo film dell’Uomo Ragno con Tom Holland e sembra davvero che ci
sarà da aspettare una vera e propria collisione di mondi.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle
sale americane il 17 dicembre 2021.
Il regista Barry
Sonnenfeld, che negli ultimi anni si è avvicinato a marchi
famosi come Men in Black e The Addams
Family, ha confermato telefonicamente a
comicbookmovie che il suo progetto DC Metal
Men, è tornato attivamente in sviluppo.
Sonnenfeld si è
avvicinato per la prima volta al progetto nel 2012 ma da allora non
si era più parlato del film. Adesso il regista, rispondendo alla
domanda in merito al suo interesse per i cinecomic, ha detto:
“Sai, è divertente perché sto sviluppando Metal Men con la
Warner Bros. Stiamo lavorando attivamente su un trattamento. Per
me, non è tanto una cosa da supereroi quanto costruire un mondo. Se
guardi al lavoro che ho fatto, che si tratti di The Addams Family,
Men in Black, Pushing Daisies, Schmigadoon! o A Series of
Unfortunate Events, si tratta di creare un mondo. Un tipo di mondo
insolito, leggermente eccentrico e diverso; questo è quello che amo
fare”.
In sviluppo i Metal Men alla Warner Bros
“Non è specificamente,
necessariamente un supereroe, ma anche in Metal Men, che sto
sviluppando, ci sarà un tipo di mondo molto specifico – ha
continuato Sonnenfeld – È un mondo reale perché mi piace sempre
che le cose siano basate sulla realtà, ma con una leggera
inclinazione. Tutto è iniziato con La famiglia Addams, è reale ma
leggermente spinta verso il suo mondo”.
Per quelli di voi che non hanno
familiarità con i Metal Men, sono stati creati da
uno scienziato chiamato Dr. William Magnus.
Ciascuno dei sei robot è stato creato da un singolo elemento
chimico con qualità che si riflettono nelle loro personalità,
abilità e nomi. Sono stati reinventati in più occasioni negli
ultimi anni, quindi Sonnenfeld può trarre ispirazione dai
fumetti.
La Warner Bros. ha ampliato la sua
lista DC in grande stile negli ultimi anni, con un progetto per
HBO Max come Batgirl con Leslie Grace. Con
questo in mente, una proprietà oscura come Metal Men potrebbe
facilmente trovare una casa sul servizio di streaming piuttosto che
nei cinema.
Affermatosi come sceneggiatore di
film come Real Steel, The Bourne Legacy e Kong: Skull
Island, Dan Gilroy ha sfoggiato tutto il suo
talento con il thriller del 2014 Lo sciacallo –
Nightcrawler, da lui anche diretto e incentrato su uno
spregiudicato cronista d’assalto pronto a tutto pur di ottenere uno
scoop. Nel 2017 Gilroy è poi tornato al cinema con il suo secondo
lungometraggio da regista, intitolato in Italia End of
Justice – Nessuno è innocente (il titolo originale è
invece Roman J. Israel, Esq.). Si tratta anche in questo
caso di un thriller, stavolta però di natura legale.
La vicenda si svolge infatti nel
mondo dell’avvocatura, traendo ispirazione da celebri pellicole che
già avevano raccontato questo ambito, in particolare Il
verdetto, diretto nel 1982 da Sydney Lumet.
Presentato al Toronto International Film Festival, il film
ricevette però in quell’occasione un’accoglienza piuttosto tiepida,
che spinse il regista e i produttori a rimettere mano al montaggio.
Vennero così tagliati circa 12 minuti, mentre il ritmo venne
velocizzato. Questi cambiamenti permisero al film di ottenere
maggior successo al momento dell’uscita in sala. In particolare, ad
ottenere i principali riconoscimenti fu l’attore protagonista,
Denzel Washington.
Pur se meno riuscito rispetto al
precedente lungometraggio diretto da Gilroy, questa sua opera
seconda (qui la recensione) rimane
comunque ricca di spunti affascinanti, che non mancano di attrarre
gli appassionati del genere. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
End of Justice – Nessuno è
innocente: la trama del film
Il film è ambientato nella Los
Angeles dei nostri giorni, ed ha per protagonista l’avvocato
Roman J. Israel, ex attivista dei diritti civili
nei turbolenti anni ’60 e ’70 e ora prezioso collaboratore ombra di
William Jackson, celebre avvocato da sempre
schierato dalla parte dei più umili. Quando il suo socio viene
ricoverato d’urgenza per un infarto fulminante, Roman si trova di
fronte alla necessità di gestire in prima persona le varie cause
legali, incombenza che aveva sempre evitato per il suo carattere
ingestibile. Inoltre, si trova a dover affrontare la liquidazione
dello studio legale stesso.
Il gestore fallimentare
George Pierce, però, vede in quell’eccentrico e
goffo avvocato un vero genio della giurisprudenza e gli offre
pertanto un impiego nel proprio rinomatissimo studio. In un primo
momento riluttante all’idea, Roman si farà convincere dalla
necessità di lavorare, sino a farsi poi ammaliare dalle abbaglianti
tentazioni che quella nuova vita gli prospetta. Ben presto,
tuttavia, si ritroverà messo alle strette da una dura scelta:
perseguire dei cinici successi di carriera o battersi ancora una
volta per i diritti civili dell’uomo. La scelta, come scoprirà,
sarà meno semplice e scontata del previsto.
End of Justice – Nessuno è
innocente: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare
l’avvocato Roman J. Israel vi è il due volte premio Oscar Denzel
Washington, che proprio grazie a questa nuova
interpretazione ha ottenuto un’ennesima candidatura al premio Oscar
come miglior attore protagonista. Si è trattato in quell’occasione
dell’unico attore candidato, il cui film non era presente anche
nella categoria “miglior film”. L’attore si è preparato con grande
dedizione al ruolo, cercando di trovare sempre nuovi elementi per
caratterizzare il personaggio. Ad esempio, Nel film c’è uno spazio
ben visibile tra i suoi due denti anteriori. Washington aveva fatto
riparare tale divario con i cappucci dentali qualche tempo dopo il
liceo, ma ha deciso di rimuoverli per questo ruolo.
Accanto a lui, nel ruolo dello
spregiudicato George Pierce recita invece l’attore Colin Farrell.
Il suo personaggio, originariamente, era molto più presente nel
film, ma diverse sue scene sono state tagliate o trasformate in
seguito al rimontaggio operato dal regista. L’attrice
Carmen Ejogo, vista in film come Anarchia – La
notte del giudizio, Selma – La strada per la libertà e
Animali fantastici e dove
trovarli, è invece presente nel ruolo di Maya Alston. Sono
poi presenti attori come Amanda Warren nei panni
di Lynn Jackson, Tony Plana in quelli di Jessie
Salinas e Shelley Hennig come Olivia Reed.
Robert Prescott è invece il giudice Adam W.
Hilliard.
End of Justice – Nessuno è
innocente: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
End of Justice – Nessuno è innocente
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di martedì 12
ottobre alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Danai Gurira è
un’attrice famosa per i suoi ruoli nella serie The Walking
Dead e nel film MarvelBlack
Panther. Ma è anche una gran storyteller e ha fatto
davvero tanta gavetta per arrivare dove è
arrivata. Ecco dieci cose che, forse, non sapevate su
di lei.
Danai Gurira: film e carriera
1. Danai Gurira è nata in
Iowa. Danai Gurira è natao il 14 febbraio del 1978 a
Grinnell, in Iowa, da Josephine e Roger Gurira, originari dello
Zimbabwe e ha due sorelle e un fratello più grandi, Shingai, Choni
e Tare Gurira. Suo padre era un’insegnate di chimica al Grinnell
College, mentre la madre è una bibliotecaria universitaria. Quando
aveva cinque anni la famiglia si è trasferita tornando nello
Zimbabwe, andando a risiedere nella capitale Harare. Danai è poi
ritornata negli Stati Uniti, è andata a studiare psicologia sociale
al Macalester College e ha ottenuto un master universitario in
Belle Arti alla New York University.
2. Ha recitato in celebri
film. Danai Gurira ha iniziato a recitare al cinema nei
film L’ospite inatteso (2007), Ghost
Town (2008), con Ricky Gervais,
3 Barckyards (2010), My soul to take – Il cacciatore
di anime (2010), Restless City (2011), Mother of
George (2013) e All Eyes on Me (2017).
Successivamente ha conosciuto grande popolarità recitando in
Black Panther (2018),
Avengers: Infinity War
(2018) e Avengers: Endgame
(2019). Prossimamente tornerà al cinema riprendendo il ruolo di
Okoye in Black Panther: Wakanda
Forever (2022).
3. È nota anche per alcune
serie televisive. L’attrice è anche nota per aver
partecipato a diverse serie tv come Life on Mars (2009),
Law & Order – I due volti della giustizia (2009),
American Experience (2010), Lie to me (2010) e
Treme (2010-2011). Dal 2021 al 2020 ha recitato in The
Walking Dead, accanto agli attori Norman Reedus e
Lauren Cohan.
Nel 2021 doppia Okoye nella serie animata What If… ?,
appartenente al Marvel Cinematic Universe.
Danai Gurira in The Walking
Dead
4. Danai Gurira ha iniziato
a lavorare per The Walking Dead nel 2012. Nel 2012 Danai
Gurira ha cominciato a diventare famosa internazionalmente grazie
al ruolo ricorrente di Michonne nella serie The Walking
Dead, spietata cacciatrice di zombie in un mondo
postapocalittico con la sua katana, ruolo che continua ad
interpretare ancora oggi, fino all’ultima stagione. Michonne è
infatti nel tempo diventato uno dei personaggi più amati, cosa che
l’ha portata ad essere una delle principali protagoniste, ormai
insostituibile.
Danai Gurira in Black Panther e Avengers
5. Danai Gurira ha avuto un
ruolo di grande rilievo nel film Black Panther. Nel 2018
Danai Gurira ha avuto modo di partecipare al nuovo film MarvelBlack Panther e
anche ad Avengers: Infinity War,
nel ruolo della guerriera Okeye, generale delle Dora Milaje,
amazzoni e guardie del corpo del re di Wakanda, regno protetto e
avanti cento anni rispetto agli altri paesi, grazie alla tecnologia
sofisticata che deriva dal vibranio, metallo facente parte di un
meteorite caduto sulla terra diverse migliaia di anni prima. Per
intepretare questo ruolo a dovuto rasarsi a zero la testa.
Danai Gurira: a love letter to
Africa
6. Danai Gurira da voce alle
donne africane. Danai Gurira è in realtà nata come
commediografa prima di diventare attrice, mettendosi a scrivere
perché non vedeva o trovava dei ruoli in cui riuscisse a
riconoscersi e per realizzare dei progetti che influissero sui
cambiamenti sociali e che aiutassero le persone a riflettere. Ed è
l’Africa che diventa protagonista delle sue opere. Come
Eclipsed, che è andato in scena a Broadway, e che la
Gurira ha iniziato a scrivere nel 2008. Eclipsed narra la
storia di cinque donne della Liberia e della loro sopravvivenza
durante la fine della seconda guerra civile. A Broadway ha avuto
subito un gran successo, sia riguardo le tematiche, sia perché è
stata la prima opera con cast solo femminile e di colore che ha
debuttato nel cuore del teatro newyorkese.
Danai Gurira: il suo workout
7. È nota per i suoi intensi
allenamenti. Già per assumere il ruolo di Michonne in
The Walking Dead l’attrice si era dovuta sottoporre ad un
intenso allenamento fisico, sviluppando un’evidente muscolatura.
Ciò le ha permesso di poter eseguire personalmente molte delle
scene e delle acrobazie più complesse. Allo stesso tempo, la Gurira
si è esercitata nell’utilizzo di armi bianche, ottenendo una buona
dimistichezza con queste. Tali allenamenti le sono poi tornati
utili anche al momento di dover assumere il ruolo di Okoye
nell’MCU.
Danai Gurira è su Instagram
8. Danai Gurira ha un
account Instagram seguitissimo. Il profilo ufficiale
Instagram di Danai Gurira ha un pubblico di 2,5 milioni di persone.
I suoi 300 post sono dedicati alla promozione dei suoi lavori da
attrice e anche dei suoi progetti riguardo l’Africa e le donne
africane, soprattutto riguardo le giovani generazioni. Ma non solo:
diversi suoi post la raffigurano anche ad eventi di moda e alcune
foto sono dedicate anche alla sua lunga amicizia con Lupita
Nyong’o.
Danai Gurira: la somiglianza con
Viola Davis
9. Somiglia molto
all’attrice premio Oscar. Tutti conoscono la premio Oscar
Viola Davis, celebre per film come The
Help, Barriere, Widows, The Suicide Squade molti altri. Da
quando anche la Gurira è divenuta una celebrità, in molti non hanno
mancato di notare come tra le due attrici vi sia una forte
somiglianza, che spesso le ha portate ad essere scambiate l’una per
l’altra. Effettivamente le somiglianze tra loro ci sono e come, ma
le due non sono per niente imparentate.
Danai Gurira: età e altezza dell’attrice
10. Danai Gurira è nata a
Grinnell, in Iowa, Stati Uniti, il 14 febbraio del 1978.
L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.
Malignant
è l’ultima creazione dell’architetto dell’Universo
The Conjuring, James Wan (“Aquaman”, “Fast & Furious 7”). Questo nuovo
horror/thriller originale segna il ritorno del regista Wan alle sue
radici. Nel film, Madison è paralizzata da visioni scioccanti di
orribili omicidi e il suo tormento peggiora quando scopre che
questi sogni ad occhi aperti sono delle terrificanti realtà.
Malignant
è interpretato da
Annabelle Wallis (“Annabelle“, “La
Mummia”), Maddie Hasson (“Impulse” di YouTube Originals, “Mr.
Mercedes” per la TV), George Young (“Containment” per la TV),
Michole Briana White (“Black Mafia Family”, “Amiche per la morte”),
Jacqueline McKenzie (“Palm Beach”, “Reckoning” per la TV), Jake
Abel (“Supernatural” per la TV, i film di “Percy Jackson”), e
Ingrid Bisu (“The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo”, “The Nun: la
vocazione del male”).
Il film
Wan (“Aquaman”, “Fast & Furious 7”)
ha diretto il film da una sceneggiatura di Akela Cooper (“M3GAN”,
il prossimo “The Nun 2”), tratta da una storia di James Wan &
Ingrid Bisu e Cooper. Il film è prodotto da Wan e Michael Clear,
con Eric McLeod, Judson Scott, Bisu, Peter Luo, Cheng Yang, Mandy
Yu e Lei Han come produttori esecutivi.
Per il team dietro le quinte, Wan
si è avvalso dei suoi collaboratori abituali, il direttore della
fotografia Don Burgess e il montatore Kirk Morri (“Aquaman”, “The
Conjuring 2 Il Caso Enfield”), la scenografa Desma Murphy (art
director di “Aquaman”, “Fast & Furious 7”), ed alla costumista Lisa
Norcia (“Insidious: L’ultima chiave”). La musica è di Joseph
Bishara che ha composto, tra le altre, la colonna sonora per tutti
e sette i film dell’Universo The Conjuring.
New Line Cinema presenta, in
associazione con Starlight Media Inc. e My Entertainment Inc., An
Atomic Monster Production, un film di James Wan, “Malignant”, da
oggi in home premiere digitale per Warner Bros. Home Entertainment.
Malignant è già disponibile per l’acquisto e noleggio su
Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity
Rilasciate le prime foto dal set de
Il mio nome è Leggenda, la nuova
produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da
Bottega Finzioni con Matilda De
Angelis, in collaborazione con il Comune di Bologna e
Bologna Welcome.
La serie, grazie alle parole e alla
narrazione dell’attrice bolognese
Matilda De Angelis, esplora le storie vere di illustri
sconosciuti dai quali sono nati alcuni dei personaggi più noti
dell’immaginario collettivo contemporaneo. A chi si è ispirato
George Lucas quando ha creato Indiana Jones? E
Mary Shelley dove ha tratto ispirazione per la
figura del dottor Frankenstein? O ancora: da quale strano angolo di
mondo è sbucato un personaggio come Zorro?
Matilda De Angelis, nuova stella del cinema
italiano, è la compagna ideale per raccontare questo viaggio e, con
un sottile gioco meta-cinematografico, l’origine di questi “miti
d’oggi”, che saranno approfonditi dagli interventi del
mass-mediologo Roberto Grandi.
Il mio nome è
Leggenda, è una serie in 6 puntate in onda in prima serata
su Sky Arte a partire dal 7 dicembre. Il format è stato scritto da
Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco
Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva
di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti.
I PROTAGONISTI DELLE PUNTATE
saranno:
Indiana Jones – Giovanni Battista Belzoni
Frankenstein – Giovanni Aldini
Zorro – Joaquin Murrieta
Betty Boop – Helen Kane
Pippi Calzelunghe – Astrid Lindgren
Dracula – Conte Vlad III di Valacchia
Matilda De Angelis
ha affermato: “Il mio nome è leggenda è la mia prima esperienza
come narratrice e interprete di un programma televisivo solo mio.
Era una cosa nuova, che un po’ mi spaventava. Ho deciso di provare
perché le storie vere che stanno alle radici di personaggi come
Frankenstein, Betty Boop o Indiana Jones, sono storie bellissime,
incredibili, e mi hanno fatto venir voglia fin da subito di
raccontarle a tutti. Per me che sono attrice, e sono abituata a
emozionare con la recitazione, è stato un po’ strano provare a
farlo quasi solo con le parole, con il racconto, senza avere nessun
altro in scena oltre a me. Spero di esserci riuscita, questo ditelo
voi, io intanto sono già contenta di averci provato”.
Roberto Pisoni,
Director Entertainment Channels di Sky Italia, ha dichiarato:
“Siamo davvero orgogliosi di aver prodotto e poter finalmente
lanciare su Sky Arte Il mio nome è leggenda, un
progetto che abbiamo sostenuto fin dalla prima idea e che pensiamo
verrà molto apprezzato dal nostro pubblico. Il talento narrativo di
Matilda De Angelis ha impreziosito e dato una grande forza
evocativa a queste ‘incredibili‘ storie vere, biografie di uomini e
donne poco illustri, che sono all’origine di miti e leggende del
nostro immaginario”.
L’autore e capo-progetto
Michele Cogo di Bottega Finzioni ha spiegato:
“Il mio nome è leggenda è un progetto nato per caso, come
accade spesso con le cose belle. Ero al lavoro su un documentario
per Sky Arte quando mi sono imbattuto nella bellissima storia di
Giovan Battista Belzoni, l’archeologo Padovano che ha ispirato la
nascita di Indiana Jones. Ecco, da quel momento, dialogando con
Roberto Pisoni è nata l’idea di cercare altre storie di personaggi
realmente esistiti che hanno dato origini a miti d’oggi come
Frankenstein, Dracula, Betty Boop e tanti altri. Un lavoro che ci
porta a entrare in contatto con storie meravigliose”.
Per quanto riguarda gli aspetti
produttivi, il responsabile Giuseppe Cassaro
racconta che: “Bottega Finzioni ha seguito “da zero a cento” la
nascita e lo sviluppo del format: dalla scrittura delle
sceneggiature al coordinamento dei reparti di sviluppo,
dall’affiancamento della regia nella definizione degli elementi che
compongono il racconto fino al coordinamento dei reparti artistici
e tecnici, dal coinvolgimento dei partner al monitoraggio di tutte
le fasi di post-produzione. Bottega Finzioni ha inoltre definito
tutti gli aspetti relativi ai materiali di repertorio ed il
contributo delle musiche originali”.
Il regista Antonio
Monti ha infine dichiarato: “Il mio nome è leggenda è
uno strano essere a cavallo fra i linguaggi, che procede mescolando
i generi: non è un monologo teatrale, non è uno studio tv, non è
una location e non è un film. Al contempo è tutti questi elementi
assieme che hanno il compito di evocare le leggende e gli elementi
di realtà che le hanno ispirate”
IL MIO NOME È
LEGGENDA è una produzione originale Sky Arte realizzata da
Bottega Finzioni e arriverà in prima assoluta dal 7 dicembre su Sky
Arte, On Demand e in streaming su NOW.
Bottega Finzioni Produzioni è una
casa di produzione cinematografica che opera dal 2015, gestita da
Fondazione Bottega Finzioni con sede a Bologna, realtà attiva da
oltre dieci anni che conta al suo attivo anche una scuola di
narrazione e uno studio professionale.
Hanno partecipato in forma di
partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a
disposizione una delle location più suggestive della città: il
Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.
Lauren Cohan è una
modella e un’attrice conosciuta ai più per i suoi in
Supernatural e soprattutto in The Walking Dead.
Ma la sua carriera l’ha sempre vista coinvolta in numerosi
progetti, sia seriali che cinematografici.
Ecco dieci cose che non sai
su Lauren Cohan.
Lauren Cohan: serie tv e
carriera
1. Lauren Cohan ha recitato
in alcuni noti film. L’attrice ha recitato per la prima
volta per il cinema nel 2005 in Casanova, nel ruolo
di sorella Beatrice. Successivamente, ha recitato in Maial
College 2 (2006), Float (2008), Death Race 2
(2010) e Reach Me – La strada per il
successo (2014). Nel 2016 ha ottenuto un ruolo per il
film The Boy e nello
stesso anno ha fatto un piccolo cameo in Batman v Superman: Dawn
of Justice nel ruolo di Martha Wayne. Nel
2017 ha interpretato Leila Steinberg nel film biografico All
Eyez on Me, mentre nel 2018 ha fatto parte del cast di Red
Zone – 22 miglia di fuoco diretto da Peter Berg.
2. Lauren Cohan ha
partecipato a moltissime serie tv. Nel 2007 la Cohan ha
ottenuto uno dei ruoli che l’hanno resa famosa in tutto il mondo,
quello di Bela Talbot nella terza stagione di
Supernatural, un ladro che si procura oggetti
supernaturali e li vende a persone ricche e di potere. La Cohan ha
poi interpretato anche il personaggio di Rose, un vampito di 560
anni, in The Vampire Diaries, mentre nel 2011 ha fatto
parte del cast di Chuck nel ruolo ricorrente di Vivian
McArthur Volkoff, figlia del villain Alexei Volkoff. Lauren Cohan
ha partecipato anche come guest star in serie tv come Modern
Family, CSI: NY, Cold Case, Life, Archer e The Bold and
the Beautiful. Nel 2019 è protagonista di Whiskey Cavalier, la
nuova serie della ABC che la vede recitare nei panni di Frankie
Trowbridge. Il ruolo per cui è più nota è però quello di Maggie in
The Walking Dead.
Lauren Cohan: la sua attività da
modella
3. Lauren Cohan è una
modella. Prima di diventare attrice Lauren
Cohan è stata una modella, un tipo di professione che,
nonostante i suoi continui lavori sul set, non ha mai abbandonato e
continua a svolgere tuttora. Forte di una fisico magnifico e di un
viso candido acqua e sapone, questi ingredienti non fanno altro che
renderla sempre più sexy. Le sue misure da modella sono infatti
91.5-61-89.
Lauren Cohan in The Walking Dead
4. Lauren Cohan ha aumentato
la sua popolarità grazie a The Walking
Dead. Nel 2011 la Cohan inizia a far parte
del cast di The Walking Dead nel ruolo di
Maggie Greene. La sua prima apparizione avviene nella seconda
stagione. Alla conclusione dell’ottava stagione, la Cohan aveva
terminato il contratto che lei stessa non ha rinnovato per nona
stagione. In quel frangente, la Cohan aveva richiesto un salario
più alto, che si avvicinasse a quello percepito da Andrew Lincoln e
Norman Reedus.
Dopo un periodo di maretta tra lei e la AMC, verso la metà del 2018
è stata confermata la sua presenza in 6 episodi nella nona stagione
di The Walking Dead.
5. Non ha mai avuto problemi
con un certo genere di scene. Per nulla imbarazzata, per
lei non è un problema realizzare delle scene di sesso. Quelle
presenti in The Walking Dead sono state
parecchie ed ha sempre preteso, insieme al suo collega Steven Yeun, di
far sì che potessero essere il più realistiche possibili.
Lauren Cohan in Supernatural
6. Desiderava poter tornare
nella serie. In Supernatural l’attrice h
interpretato Bela Talbot, un ladro che si procura oggetti
supernaturali e li vende a persone ricche e di potere. Il suo
personaggio è apparso in sei episodi della serie, l’ultimo dei
quali coincide il penultimo episodio della terza stagione. In più
occasioni l’attrice ha ammesso di aver desiderato di poter tornare
a recitare nella serie, specialmente in occasione della sua ultima
stagione. Per via degli impegni sul set di The WalkingDead, ciò non è stato possibile.
Lauren Cohan in The Vampire Diaries
7. Ha amato interpretare una
vampira. In The Vampire Diaries l’attrice è la
secolare vampira Rose, la quale compare in sei episodi tra la
seconda e la terza stagione. Per l’attrice si è trattato di un
ruolo a suo modo unico, che le ha permesso di cimentarsi con un
carattere inedito nella sua carriera. Ricordando l’esperienza, la
Cohan ha infatti affermato di aver particolarmente apprezzato la
possibilità di entrare nei panni di Rose, che ricorda ancora oggi
come uno dei suoi ruoli preferiti.
Lauren Cohan è su Instagram
8. Lauren Cohan ha un
profilo Instagram seguitissimo. Tra i diversi social in
circolazione, Lauren Cohan ha scelto Instagram. Seguita da quasi 4
milioni di persone, i suoi post si dividono tra quotidianità
casalinga e vita di set. Tantissime le foto che la ritraggono nei
momenti di preparazione ai suoi personaggi e che la vedono
protagonista delle promozioni e premiazioni dei progetti ai quali
ha preso parte.
Lauren Cohan nella vita
privata
9. Lauren Cohan ha una vita
molto privata. Se è vero che la Cohan è un’attrice molto
attiva sui social e comunica molto con i propri fan, è anche vero
che non mette mai in mostra la sua vita personale. Oltre ai vari
progetti svolti, della sua vita privata si sa poco o nulla. Ad
esempio, non è noto se sia attualmente coinvolta in un relazione
sentimentale o meno.
Lauren Cohan: età e altezza dell’attrice
10. Lauren Cohan è nata il 7
gennaio 1982 a Cherry Hill, nel New Jersey. Lauren Cohan è
figlia di padre americano e di madre inglese: inoltre, ha radici
irlandesi, norvegesi e scozzesi. L’attrice è alta complessivamente
170 centimetri.
Guarda il trailer ufficiale di
Scream,
l’atteso film reboot targato Paramount Pictures e Spyglass Media
Group. Neve Campbell (“Sidney Prescott”),
Courteney Cox (“Gale Weathers”) e David
Arquette (“Dewey Riley”) tornano a interpretare i loro
ruoli iconici in Scream insieme a Melissa Barrera, Kyle
Gallner, Mason Gooding, Mikey Madison, Dylan Minnette, Jenna
Ortega, Jack Quaid, Marley Shelton, Jasmin Savoy Brown e
Sonia Ammar.
La trama
Nel nuovo Scream
Venticinque anni dopo la serie di efferati e crudeli omicidi che
sconvolse la tranquilla cittadina di Woodsboro, un nuovo assassino
con la maschera di Ghostface prende di mira un gruppo di
adolescenti, facendo ripiombare la città nel terrore e riaffiorare
le paure di un passato che sembrava ormai sepolto.
Denis Villeneuve è stato di recente ospite del
podcast
Happy Sad Confused e, come riportato da
IndieWire, ha avuto modo di parlare di un eventuale confronto
con David Lynch in merito al suo adattamento di
Dune,
uscito in Italia lo scorso 16 settembre e in arrivo in America (in
contemporanea nelle sale e su HBO Max) dal 22 ottobre.
A quanto pare, Villeneuve non si
aspetta di confrontarsi con il maestro Lynch a proposito non solo
del suo adattamento, ma anche di quello dell’illustre collega
uscito nel lontano 1984. “Se incontrassi Lynch, preferirei
parlare di opere d’arte, di dipinti, piuttosto che di Dune”, ha ammesso candidamente Villeneuve. “Non
mi aspetto di avere la possibilità di condividere con lui quel tipo
di pensieri.”
Parlando della possibilità che il
suo film abbia più successo dell’adattamento di Lynch, il regista
ha spiegato: “Non so ancora se posso dire di avercela fatta. Ho
un rapporto molto intimo con il film che ho realizzato. Posso
sicuramente affermare di esserne fiero, ma spetta al pubblico
giudicare. Io posso solo commentare il risultato finale e la
lavorazione.”
Ricordiamo che lo scorso anno,
Denis Villeneuve si era così espresso in
merito all’adattamento di Lynch: “Sono un grande fan di David
Lynch. È un maestro. Quando ho visto il suo Dune ricordo
l’eccitazione e la gioia, ma la sua visione… devo ammettere che ci
sono parti che amo e altri elementi che non mi fanno sentire
propriamente a mio agio. Diciamo che non sono mai stato totalmente
soddisfatto da quel film. Ecco perché ho sempre pensato tra me e
me: ‘C’è bisogno di un altro film basato su quel film… c’è bisogno
di una sensibilità diversa.'”
Viaggio mitico ed emozionante di un
eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides,
giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a
un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere
il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro
alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono
per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul
pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della
mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie
paure sopravviveranno.
Denis
Villeneuve ha diretto Dune e
ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth,
basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è
prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe
Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
I Celestiali hanno già fatto delle
brevi apparizioni nel MCU, ma sarà con l’attesissimo
Eternals
che finalmente scopriremo di più su queste misteriose e potenti
entità cosmiche. Ecco 10 cose che probabilmente solo i fan dei
fumetti conoscono sui Celestiali e che forse bisogna sapere prima
di vedere il film di Chloé Zhao.
Origini incerte
La vera origine dei Celestiali, tra gli esseri cosmici più
potenti dell’Universo Marvel, rimane un mistero. Alcuni
dettagli sono emersi nel tempo, in particolare dalla Regina di
Nevers, un’entità che rappresenta l’incarnazione vivente di ogni
possibilità.
Durante la serie “The Ultimates” nel 2017, è stato rivelato
che i Celestiali sono la creazione del Primo Firmamento, un essere
che esisteva all’inizio dei tempi. Una guerra tra questi esseri
distrusse l’esistenza, portando infine alla fusione dell’entità
cosmica Eternità.
In guerra con gli Osservatori
Uatu l’Osservatore presiede alle numerose folli realtà della
serie a fumetti “What
If…?”, divenuta ora anche una serie animata ambientata nel
MCU. Gli Osservatori sono
tradizionalmente passivi, ma una volta combatterono in una guerra
contro i Celestiali.
Questa antica guerra è stata raccontata in “Fantastic Four
#400” del 1995. Le due fazioni sembravano naturalmente predisposte
al conflitto, con i Celestiali che, da un lato, interferivano da
sempre nel progresso dei mondi, e gli Osservatori, dall’altro, che
invece non interferivano. Alla fine, è stato proprio quel
giuramento che ha impedito agli Osservatori di fermare i
Celestiali.
La creazione degli Eterni
Il più grande esempio
dell’interferenza dei Celestiali sono gli Eterni. Come raccontato
in “The Eternals #1” del 1976, gli esseri cosmici arrivarono
sulla Terra antica e iniziarono a fare esperimenti genetici
sull’umanità primitiva. La cosa è andata avanti per molto tempo e,
alla fine, ha portato alla creazione degli Eterni, un ramo del
genere umano simile agli dei.
I fan dei fumetti sanno che gli
Eterni hanno vissuto quasi nell’anonimato, nascosti dal resto
dell’umanità per milioni di anni, uscendo allo scoperto solo quando
i Celestiali sono tornati sulla Terra per giudicare i loro
progressi.
Lo scontro con i Devianti
I Celestiali tornarono sulla Terra
durante quella che chiamarono Seconda Schiera, una valutazione dei
loro sforzi sulla Terra circa 21.000 anni prima del presente. Hanno
scoperto che un altro dei loro prodotti genetici, i Devianti, aveva
ampiamente conquistato la Terra. Ciò ha portato a una guerra tra i
Devianti e gli Eterni.
I Devianti erano forme elevate di
umani, come gli Eterni, e vennero etichettati come Devianti solo a
causa del loro aspetto, che tendeva ad essere più mostruoso. La
guerra fu catastrofica e portò al naufragio di Atlantide, la casa e
il regno di Namor il Sub-Mariner.
Le Schiere
I Celestiali sarebbero tornati periodicamente sulla Terra per
valutare i progressi delle loro creazioni genetiche. Ciascuna di
questi “schiere” coinvolgeva gli esseri cosmici che approvavano il
loro progresso, lo aggiustavano o, in alcuni casi, lo distruggevano
e ricominciavano da capo. La Terza e la Quarta schiera venne
sfidata dagli Asgardiani, insieme a Zuras, un membro della razza
degli Eterni.
I
Celestiali hanno anche sottoposto a giudizio altri mondi nei
fumetti. Thor ha assistito alla distruzione totale del pianeta
Pangoria da parte di Exitar il Disinfestatore.
Arishem il Giudice
Exitar il Disinfestatore è
lo scagnozzo di uno dei Celestial più potenti, Arishem il Giudice.
Arishem è la figura che presiede al giudizio dei mondi e al loro
progresso. Ha combattuto Odino, Zuras e le forze di Asgard durante
la Quarta Schiera.
Il suo intento di distruggere la
Terra venne placato solo da un’offerta di pace dai Giovani Dei, un
gruppo di umani perfetti per lui da studiare. Inoltre, non è stato
in grado di essere fermato su Pangoria da Thor.
Gli Skrull sono stati creati dai Celestiali
Gli Skrull sono uno degli imperi
intergalattici più potenti dell’Universo Marvel e, come la Terra, anche la
loro antica evoluzione è stata manipolata dai Celestiali. Tuttavia,
la storia si è rivelata assai diversa per loro. Mentre sulla Terra
tutti e tre i rami – umano, Eterno e Deviante – più o meno
coesistono nel presente, gli Skrull moderni sono un ramo dei
Devianti.
Le altre due varianti della specie
vennero completamente eliminate, tranne Kly’bn, uno Skrull Eterno.
Potenzialmente, Kly’bn è un personaggio che potrebbe apparire nella
serie MCUSecret Invasion.
Ovunque
I fan di Guardiani della Galassia
probabilmente hanno familiarità con Ovunque, la testa fluttuante di
un Celestiale nello spazio profondo. Ovunque funziona più o meno
allo stesso modo nei fumetti, ossia come un hub intergalattico. Le
origini e lo scopo di questo Celestiale rimangono un mistero,
sebbene Knull il Dio dei Simbionti ne rivendicasse il
merito.
Knull dichiarò a Venom di aver
decapitato il Celestiale in passato con la Necrospada, la sua
potente arma cosmica. Ha poi usato la testa come base da cui
generare altri simbionti alieni.
Franklin Richards può sconfiggerli
I Celestiali hanno un
enorme potere cosmico, ma hanno trovato un potenziale nemico in
Franklin Richards, il figlio di Reed e Sue dei Fantastici Quattro.
In un arco narrativo che inizia nel numero 600 dei “Fantastici
Quattro”, un Franklin adulto arriva dal futuro per avvertire la
versione attuale dell’imminente destino dei Celestiali Folli.
Franklin, che possiede poteri di
deformazione della realtà che possono creare interi universi, è in
grado di respingere i Celestiali Folli e porta con sé persino
Galactus per aiutarlo a finire il lavoro.
Celestiali Oscuri
I Celestiali non sono un
monolite e sono suscettibili di influenza. Sono emersi all’inizio
dell’universo come opposti a degli esseri conosciuti come l’Orda.
L’Orda ha infettato alcuni Celestiali, rendendoli Celestiali
Oscuri, versioni malvagie che danno la caccia e uccidono la loro
stessa specie.
I Celestiali Oscuri hanno portato la
loro guerra sulla Terra in “Avengers n. 5 e n. 6” del 2018. Mentre
i rimanenti Celestiali combattono contro l’Orda, viene alla luce
un’importante rivelazione: i Celestiali hanno nutrito la Terra
appositamente per vedere se si sarebbe sviluppata una cura per
l’infezione dell’Orda dai loro esperimenti sui primi esseri
umani.
A gennaio del 2020,
Screen Rant ha avuto la possibilità di visitare il set di
Eternals
e di parlare con il produttore del film Nate Moore dei piani dei
Marvel Studios per la Fase 4. Moore ha
spiegato che anche in questa fase, inaugurata ufficialmente con
Black
Widow lo scorso luglio, ci sarà qualcosa di molto simile
alle Gemme dell’Infinito che legherà insieme tutti i film a venire,
esattamente come accaduto con i titoli delle prime tre Fasi della
Saga dell’Infinito.
“In un certo senso, le Gemme
dell’Infinito ci sono piovute addosso e ci hanno davvero aiutato a
connettere le cose in un modo inaspettato ma coerente, di cui
stiamo parlando ancora oggi. E penso che la Fase 4 sarà molto
simile”, ha dichiarato il produttore. “Vogliamo che il
pubblico si goda Eternals come fosse un film a sé stante, ma al tempo
stesso alcuni dei concetti e dei personaggi che vedrete in quel
film torneranno in futuro, perché ovviamente sono al servizio di
una trama più ampia.”
Sempre
Screen Rant ha riportato le dichiarazioni di Moore in merito ad
Avengers 5. Comprensibilmente, il produttore non ha
potuto divulgare alcun dettaglio specifico, limitandosi a parlare
delle sfide che lo studio dovrà affrontare nell’eventualità della
creazione di un altro film dedicato a Vendicatori che possa
risultare soddisfacente, soprattutto dopo l’enorme successo di
Endgame.
“Siamo nerd, quindi ci piace
ragionare in prospettiva e seminare indizi lungo la strada per
vedere a cosa porteranno. Penso che anche il pubblico voglia essere
sorpreso, quindi l’obiettivo principale deve essere quello di non
proporre di nuovo le stesse cose”, ha spiegato Moore.
“Bisogna interrogarsi su come sorprendere le persone e come
regalarle un nuovo film sugli Avengers che sia totalmente diverso
dai precedenti e, insieme, ancora più divertente.”
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Il network americano
NBC ha diffuso le anticipazioni di La Brea
1×04, il quarto episodio della nuova serie tv
La
Brea.
In La Brea 1×04
che si intitolerà “The New Arrival” La vista di un aereo che
si schianta diffonde un’ondata di speranza inaspettata attraverso
la radura mentre Eve e gli altri sopravvissuti cercano il suo
pilota caduto . Gavin e Izzy cercano aiuto da una fonte
improbabile dopo che il governo ha sospeso definitivamente la loro
missione nella dolina.
La Brea 1×04
La Brea è
la nuova serie tv drammatica americana creata da David
Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando
un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira
centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi
cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e
pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per
sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli
eventi, che cerca di tornare insieme.
Protagonisti di La
Brea sono Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris e Jack Martin come Josh
Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris,
Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan
Mirchandaney come Scott, Lily Santiago
come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily,
Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel
Parker.
La scomparsa della Marvel Television ha
lasciato lo status di serie come Agents of
SHIELD e Daredevil in una sorta di limbo. A lungo si è parlato
della possibilità di “soft reboot” che possano riportare nei
rispettivi ruoli attori come Charlie Cox e
Vincent D’Onofrio, o magari nelle vesti di
varianti degli stessi personaggi, ma ad oggi non esiste ancora
nessuna conferma in merito.
Ci sono molti eroi e altrettanti
cattivi di quelle serie che i fan vorrebbero vedere nel Marvel Cinematic Universe.
Naturalmente, in cima alla lista c’è Frank Castle,
interpretato da Jon Bernthal nella serie The
Punisher. In una recente intervista con Forbes, è stato
proprio l’attore a parlare della possibilità di tornare nei panni
del personaggio. “Per quanto riguarda il futuro, Frank è un
personaggio che sento davvero di portare nel cuore”, ha detto
Bernthal.
“Sono davvero grato di aver
avuto quell’opportunità. Ma non si tratta di quello che vorrei io.
Si tratta di dare ai fan quello che meritano. E Frank Castle si
merita un ritorno in grande stile”, ha aggiunto. “Se lo
fanno, saranno in grado di farlo bene? Sarà abbastanza dark? Sarà
abbastanza grintoso? Daremo ai fan che amano questo personaggio ciò
che si meritano? Se la risposta a tutte queste domande dovesse
essere sì, allora mi piacerebbe tornare.”
In un’eventuale ambientazione
MCU, probabilmente il Punitore non
riceverebbe mai un divieto ai minori di diciotto anni, ma ci sono
comunque tanti modo per rendere giustizia al personaggio, anche in
un ambiente PG-13. Ci sono tanti film e serie tv in cui Frank
Castle potrebbe ipoteticamente fare ritorno, ma tutto dipenderà
ovviamente dalla volontà di Kevin Feige e dal suo reale interesse
nei confronti del personaggio.
Abbiamo sentito spesso parlare di
Eternals
come di una storia d’amore, e non è un segreto infatti che i
personaggi di Ikaris (Richard
Madden), Sersi (Gemma
Chan) e Dane Whitman (Kit
Harington) saranno al centro di triangolo amoroso che
promette di essere molto importante ai fini della storia.
Sembra che i Marvel Studios abbiano fatto di tutto per
mantenere il più stretto riserbo attorno al ruolo di Harington, e
la teoria più accreditata è perché nel film vedremo il suo
personaggio trasformarsi in Black Knight.
Tuttavia, potrebbe non essere così, visto che il produttore Nate
Moore ha confermato a
ComicBook all’epoca di una visita sul set che la trasformazione
non avverrà nel film di Chloé Zhao.
“Non vedremo la Spada d’Ebano in
questo film”, ha confermato Moore. “Non vedremo
necessariamente Black Knight nel film, ma è qualcosa con cui
giocheremo lungo la strada. In questo film ci concentreremo molto
sul rapporto tra Dane Whitman e Sersi. Pensiamo che sia molto
interessante e che Dane sia un grande personaggio. Kit è stato
fantastico.”
La Spada d’Ebano rappresenta la
fonte dei poteri di Dane e, dalle parole di Moore, sembra che
Eternals
non mostrerà direttamente Black Knight ma preparerà il terreno per
l’arrivo del Cavaliere Nero nel MCU, le cui origini potrebbero
essere state completamente reinventate per il grande schermo.
Dopotutto, Eternals
dovrà raccontare numerose storie differenti, quindi il fatto che la
trasformazione di Dane in Black Knight sia stata riservata ad un
eventuale progetto futuro, è stato forse qualcosa di
inevitabile.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Timothée Chalamet è sicuramente uno degli
attori più lanciati del momento, nonché uno dei più apprezzati.
Dopo essersi fatto notare in Interstellar di Christopher Nolan, il giovane attore
ha raggiunto la fama internazionale grazie al ruolo di Elio in
Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, che gli ha
fatto conquistare anche la sua prima candidatura agli Oscar come
miglior attore protagonista.
Dopo gli acclamati Lady Bird e Piccole donne, entrambi diretti da Greta Gerwig,
Chalamet è balzato di nuovo all’attenzione di critica e pubblico
grazie a Dune di
Denis Villeneuve, attualmente nelle nostre sale. Prossimamente lo
vedremo in The
French Dispatch, il nuovo attesissimo film di Wes
Anderson, mentre in questi giorni l’attore è impegnato sul set di
Wonka,
nuovo film che lo vedrà nei panni di una versione più giovane di
Willy Wonka,
l’iconico personaggio partorito dalla mente dello scrittore Roald
Dahl.
In quanto attore estremamente
richiesto e amatissimo dal pubblico a livello mondiale, in molti si
chiedono se Timothée Chalamet possa approdare presto anche
nell’universo dei supereroi con un ruolo in un film Marvel o DC. Non sappiamo se
l’attore sia effettivamente interessato alla possibilità o meno, ma
di recente, parlando con il TIME, ha
rivelato di aver ricevuto da uno dei suoi “eroi” (probabilmente un
amico collega di cui non ha voluto rivelare l’identità) un
consiglio alquanto interessante: quello di non prendere mai parte
ad un cinecomics.
“Uno dei miei eroi, non dire
dire chi o mi prenderebbe a calci in cu*o, mi ha abbracciato la
prima notte che ci siamo incontrati e mi ha dato qualche
consiglio”, ha spiegato Chalamet. “Mi ha detto: ‘Niente
droghe pesanti e niente film di supereroi.'”
Parlando invece di Wonka, di
cui ha condiviso di recente le
prime immagini ufficiali attraverso i suoi profili social,
l’attore ha specificato che non sarà una favola dark. “Non è un
film che vuole celare le emozioni più oscure che si provano nella
vita. È una celebrazione del diverso e dell’accettazione delle
parta più strana di noi stessi, quella che ti fa sentire un
emarginato.”
Di recente, il regista Kevin
Smith ha avuto spesso l’occasione di parlare del
MCU, essendo considerato
da molti una sorta di autorità in materia, non solo per la sua
sconfinata passione per i fumetti, ma anche per i suoi profondi
legami con Kevin Feige.
Ora, durante una conversazione
avvenuta all’interno dell’ultima puntata di
FatMan Beyond LIVE, Kevin Smith ha svelato un
dettaglio che ha appreso di recente in merito alla segretezza che
circonda i progetti legati al Marvel Cinematic Universe. Secondo
il regista, infatti, lo studio avrebbe un vero e proprio team (una
“polizia segreta”, come l’ha definita lui) addetto alla “custodia”
dei segreti del MCU.
“Non credo che svelando questa
cosa io possa minacciare nulla di ciò che stanno facendo o che
faranno. Ho pensato che potrebbe essere qualcosa di interessante da
sapere, proveniente dall’interno di quello stesso mondo, da fonti
attendibili che però non posso rivelare”, ha dichiarato
Smith.
“C’è una polizia segreta della
Marvel, che si occupa di
scandagliare i dipartimenti cercando di capire da dove si sia
originato il leak quando le cose vengono divulgate, ma anche di
lavorare con dei sotterfugi. Sappiamo tutti che quando ci sono le
audizioni, fanno leggere delle battute che non hanno nulla a che
fare col film oggetto del casting. Sono davvero dei campioni
nell’arte del: ‘Guarda qua!’, quando in realtà i loro segreti si
nascondono da tutt’altra parte.”
“A volte lasciano in giro degli
avanzi di call sheet dove fanno delle allusioni a personaggi che
tutti sanno che non esistono”, ha aggiunto. “Sono vere e
proprie trappole che piazzano nei vari ordini del giorno dei
personaggi per vedere se vengono divulgate e capire da dove ha
origine il leak. Una roba a livello Watergate.”
Chloé Zhao, regista dell’attesissimo Eternals,
ha parlato con
Fandango del nuovo cinecomic dei Marvel Studios in arrivo a novembre e che sarà
presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma il
prossimo 24 ottobre.
Sappiamo che Eternals sarà
un film destinato a ridefinire l’interno Marvel Cinematic Universe. A tal
proposito, Zhao ha spiegato: “Penso che gran parte di ciò, di
questa grande ridefinizione, sia dovuto al fatto che il pubblico
scoprirà l’origine del MCU attraverso la mitologia dei
Celestiali.”
“Penso che dopo la visione del
film avremo una nuova comprensione della relazione del pianeta
Terra con il cosmo e anche con i suoi stessi abitanti”, ha
continuato la regista premio Oscar per
Nomadland. “In questo senso, è un film che avrà un enorme
impatto sul futuro del MCU.”
Zhao ha poi sottolineato che,
nonostante le enormi implicazioni per ciò che vedremo prossimamente
nell’universo condiviso, Eternals può
essere considerato un film a sé stante. Ha poi collegato il ritorno
di metà dell’universo in Avengers:
Endgame ad un evento che potrebbe avere delle grosse
implicazioni “ecologiche”, confermando che sarà proprio il
misterioso ritorno dei Devianti a spingere gli Eterni a tornare in
azione.
In ultimo, Chloé Zhao ha parlato delle famigerate scene
post-credits, confermando che Eternalsne
avrà bene due. “Dovete restare per entrambe”, ha avvisato
la regista rivolgendosi ai fan. “Sono ugualmente importanti per
quanto riguarda il peso che avranno sul futuro di questa grande
narrativa. Ed entrambe contengono delle grandi sorprese.”
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Già anticipato alla fine di
Guardiani della Galassia Vol.
2, Adam Warlock ha una storia editoriale che lo lega a
Thanos e al Guanto dell’Infinito. Viste come sono andate le cose
nella Fase 3, sappiamo che la sua storia cinematografica sarà
differente.