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WandaVision: lo storico produttore di X-Men non sapeva nulla di Quicksilver

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Dopo aver interpretato Quicksilver nella saga di X-Men realizzata da Fox, Evan Peters ha fatto il suo debutto nel MCU nella serie WandaVision. L’attore ha interpretato una nuova versione di Pietro, che alla fine si è rivelato essere soltanto un impostore (inconsapevole, tra l’altro) di nome Ralph Bohner.

Ora veniamo a scoprire che Simon Kinberg, storico produttore della saga di X-Men, nonché regista di X-Men: Dark Phoenix, non era a conoscenza del coinvolgimento di Peters nello show. Intervistato da Screen Rant, infatti, Kinberg ha ammesso di aver scoperto del ruolo dell’attore nella serie guardando semplicemente gli episodi, proprio come tutti gli altri.

“Lo so che può sembrare assurdo, ma giuro che non sapevo che sarebbe successo”, ha spiegato Simon Kinberg. “Non ho neanche visto quel momento in contemporanea. Ero in ritardo di un giorno o forse due, ma ovviamente ho Twitter e due figli che sono dei fan accaniti degli X-Men e della Marvel. Quando lo hanno visto mi hanno subito mandato un messaggio: ‘Papà, hai visto Quicksilver?’. E io ho risposto: ‘No, non ho ancora visto l’episodio. Grazie per avermi rovinato la visione.'”

Essendo una figura strettamente collegata ai film di X-Men, l’apparente sorpresa di Kinberg per non essere stato informato del ruolo di Peters in WandaVision è comprensibile. Tuttavia, non dovrebbe sorprendere più di tanto che i Marvel Studios non lo abbiano minimamente avvisato, considerando che la serie disponibile su Disney+ è completamente slegata dalla saga di X-Men, e che il Quicksilver che appare nello show non è il Pietro del FoxVerse.

Outlander 6: teaser promo della sesta stagione

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Outlander 6: teaser promo della sesta stagione

Il canale americano Starz ha diffuso il teaser promo di Outlander 6, l’attesa sesta stagione dell’acclamata serie Outlander.

Outlander 6

La trama della sesta stagione e i dettagli non sono stati ancora rivelati.

Nella sesta stagione di Outlander ritorneranno Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in corso), interpretata da Caitriona Balfe,  James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso), interpretato da Bill Paterson, Frank Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso), interpretato da Steven Cree, Roger Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato da Richard Rankin, Brianna “Bree” Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata da Sophie Skelton, Lord John William Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel “Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato da César Domboy e Capitano Raines (stagione 3-in corso), interpretato da Richard Dillane.

Wonka: Timothée Chalamet mostra il suo costume!

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Wonka: Timothée Chalamet mostra il suo costume!

Timothée Chalamet ha offerto una prima occhiata al suo costume in Wonka, il prossimo film in cui interpreterà una versione molto giovane del celebre cioccolataio già visto al cinema con il volto di Gene Wilder e di Johnny Depp.

L’attore ha pubblicato la foto sul suo account Instagram con la didascalia “La suspense è terribile, spero che durerà”, riferendosi a una battuta pronunciata dal Wonka di Gene Wilder nell’adattamento originale del 1971, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Chalamet ha anche pubblicato l’immagine sul suo Twitter, mentre Warner Bros. l’ha condivisa tramite Facebook e Instagram.

Mentre i dettagli della trama vengono tenuti nascosti, per ora si sa che il prequel della Warner Bros. esplorerà il modo in cui Willy Wonka è diventato un illustre produttore di caramelle. Al momento si sa che il film sarà un musical e che quindi Chalamet sarà impegnato anche con canto e ballo, oltre che con la recitazione.

Willy Wonka è stato creato dal famoso autore Roald Dahl. Il personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964, Charlie e la fabbrica di cioccolato. Il libro è stato adattato due volte per lo schermo, nel 1971 e nel 2005, quando Tim Burton ha scelto Johnny Depp per il ruolo in questione.

Paul King, il regista dietro la serie di Paddington, firma la regia di Wonka. David Heyman produce. Insieme a Timothée Chalamet, il cast comprende anche Rowan Atkinson, Sally Hawkins, Olivia Colman, Keegan-Michael Key. Wonka uscirà nelle sale il 17 marzo 2023.

Timothée Chalamet nei panni di Willy Wonka!

https://twitter.com/RealChalamet/status/1447284476124487682?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1447284476124487682%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvariety.com%2F2021%2Ffilm%2Fnews%2Fwonka-timothee-chalamet-debuts-costume-upcoming-prequel-1235085799%2F

Ant-Man 3, per Evangeline Lilly la sceneggiatura è “fenomenale”

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Ant-Man 3, per Evangeline Lilly la sceneggiatura è “fenomenale”

Ant-Man and the Wasp: Quantumania è destinato ad avere un impatto sul più ampio MCU assai diverso rispetto ai due capitoli precedenti del franchise, soprattutto a causa del coinvolgimento nel film del personaggio di Kang il Conquistatore.

Durante una recente intervista con Collider, Evangeline Lilly ha ammesso di non poter dire nulla sul film, oltre al fatto che le riprese sono attualmente in corso. L’attrice, tuttavia, si è lasciata andare ad una serie di elogi per la sceneggiatura, scritta da Jeff Loveness (Rick and Morty).

“Ero entusiasta della sceneggiatura. Jeff Loveness è il nuovo sceneggiatore del film. Non abbiamo mai lavorato con lui prima. Penso che sia davverofenomenale”, ha spiegato Lilly. “Penso che sia uno dei migliori sceneggiatori che abbiamo mai avuto. Penso che abbia un’incredibile padronanza della materia. Leggendo la sceneggiatura mi sono resa conto che era riuscito a sfruttare le capacità di ogni singolo personaggio.”

“Penso che questo terzo film sarà davvero speciale”, ha aggiunto. “Penso che sarà davvero un buon film. Anzi, penso che abbia davvero le carte in regola per essere il migliore che abbiamo fatto finora.”

Dal momento che nel film rivedremo Jonathan Major nei panni di Kang il Conquistatore, Evangeline Lilly ha anche rivelato di essersi tenuta al passo con la serie Loki, spiegando come i temi dello show l’abbiamo fortemente impressionata. “L’appassionata di scienza che è in me adora il mondo in cui la Marvel riesce ad affrontare certi argomenti così complessi, cosa che la maggior parte dei grandi blockbuster non fa mai”, ha spiegato l’attrice. “Voglio dire, hanno affrontato la teoria del caos… È stato incredibilmente coraggioso e audace. È stato davvero fantastico.”

Ancora non sappiamo quale variante di Kang vedremo nel threequel di Ant-Man, anche se la più probabile è Nathaniel Richards, lo scienziato che ha dominato i viaggi interdimensionali. Ciò permetterebbe ai Marvel Studios di esplorare le sue origini e di raccontare chi fosse prima di diventare il Conquistatore.

Le info su Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

Titans 3×11: foto e trama dall’episodio

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Titans 3×11: foto e trama dall’episodio

La piattaforma HBO MAX ha diffuso foto e trama di Titans 3×11, l’undicesimo episodio dell’annunciata terza stagione della serie Titans.

In Titans 3×11 che si intitolerà “The Call is Coming from Inside the House ” Crane e Red Hood pianificano la morte di Nightwing.

Titans 3×11

Titans 3 sarà la terza stagione della serie Titans prodotta dalla DC Entertainmet e  creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg Berlanti. Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. 

In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick” Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r / Starfire, Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan / Beast Boy.  Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua Orpin nei panni di Superboy e Esai Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.

Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre. La prima stagione Titans ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Universe, gestito da Warner Bros. Digital Networks.

Sir Gawain e il Cavaliere Verde: recensione del film con Dev Patel

La libera trasposizione cinematografica del romanzo cavalleresco del XIV Secolo rappresenta per David Lowery un passaggio fondamentale, ovvero quello da cineasta con una poetica ancora in fieri ad autore a tutto tondo. Dopo un paio di film con degli spunti estetici interessanti quali Ain’t Them Bodies Saints e A Ghost Story, e altri due “su commissione” come Il Drago Invisibile e The Old Man and the Gun, il cineasta trova infatti con Sir Gawain e il Cavaliere Verde (The Green Knight) un connubio che pochi colleghi sono riusciti a ottenere in questi ultimi tempi: quello tra visione precisa e libertà creativa per tradurla in immagini. 

Sir Gawain e il Cavaliere Verde (The Green Knight) rappresenta la visione del suo regista

Fin dalla prima scena si può capire quanto il suo ultimo lungometraggio possieda dinamiche e regole interne che richiedono allo spettatore una partecipazione attiva: nell’uso dei tempi di racconto, nello sviluppo di situazioni e atmosfere, nell’esposizione della psicologia dei personaggi principali Sir Gawain e il Cavaliere Verde (The Green Knight) risponde con accuratezza alla visione di Lowery, il quale intende costruire un universo in cui realismo e dimensione fantastica si scontrano al fine di provocare uno stridore estetico affascinante. Il pubblico deve necessariamente abbracciare la scelta del regista, accettarne la densità di racconto e messa in scena.

Si tratta di un universo filmico in cui vale assolutamente la pena calarsi, poiché appena fatto Sir Gawain e il Cavaliere Verde (The Green Knight) si dipana subito come un fantasy che avvolge, se non addirittura ipnotizza. Il viaggio a tappe del protagonista Sir Gawain (Dev Patel) si carica progressivamente di simbolismi sviluppati con pienezza da una messa in scena vibrante: l’occhio di Lowery per la composizione di inquadrature e movimenti di macchina sfrutta al meglio il lavoro del direttore della fotografia Andrew Droz Palermo e del production designer Jade Healy. Anche a livello narrativo le modifiche apportate da Lowery sono coerenti con il tentativo di rendere la figura principale maggiormente accessibile: Gawain è un giovane che deve ancora trovare il suo posto nel mondo e accetta la sfida del mostruoso Cavaliere Verde perché alla ricerca di falsi valori.

Un viaggio di formazione

Il percorso verso il compimento del suo destino rappresenta invece il momento della vera crescita, il confronto con la maturazione che deve passare anche attraverso dolore, perdita, sacrificio. Quando Gawain incontrerà nuovamente l’essere soprannaturale dovrà necessariamente essere una persona diversa. David Lowery mette in scena questo viaggio creando momenti di cinema visivamente difficili da dimenticare, soprattutto perché carichi di una potenza espressiva che raramente abbiamo visto sul grande schermo in tempi recenti. Le immagini autunnali ed eleganti si fanno spesso portatrici di un significato simbolico pulsante, il quale non deve essere compreso a tutti i costi quanto piuttosto esperito. Sir Gawain e il Cavaliere Verde (The Green Knight) in più di un momento è infatti un lungometraggio volutamente criptico ma non per questo meno potente.

Comprimari di lusso nel cast del film

Dev Patel in Sir Gawain e il Cavaliere Verde (2021)
Foto di Eric Zachanowich / A24 Films

Alla fine del viaggio di Gawain è impossibile non sentire di averlo accompagnato in un’avventura ai confini dell’animo e della mente: questo è quanto Lowery garantisce con il suo film a chi decide di accettare tale sfida cinematografica. Un Dev Patel molto efficace nel disegnare con pochi tratti e uno stile di recitazione trattenuta l’arco narrativo di Gawain è un protagonista vibrante. Accanto a lui nelle varie tappe del suo itinerario incontriamo comprimari di lusso quali Joel Edgerton, Alicia Vikander, Barry Keoghan, Sarita Choudhury e una inquietante ma poderosa coppia di reggenti formata da Sean Harris e Kate Dickie.

Ognuno di questi attori riesce ad assecondare con la propria performance sempre in bilico tra naturalismo e stilizzazione la visione di Lowery: è anche grazie a loro se Sir Gawain e il Cavaliere Verde (The Green Knight) è un film che trova un equilibrio ammirevole tra forma e contenuto, diventando un sogno/incubo capace di sprigionare enorme energia cinematografica. 

Acapulco: recensione della serie Appletv+

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Acapulco: recensione della serie Appletv+

Scrivere una recensione di Acapulco potrebbe sembrare semplice, data la natura leggera della serie AppleTV+, tuttavia sono molte le specifiche che rendono questo prodotto interessante. La serie, disponibile sulla piattaforma dall’8 ottobre, è creata da Austin Winsberg, Eduardo Cisneros e Jason Shuman, con Winsberg che è anche showrunner insieme a Chris Harris.

Acapulco, la trama

Acapulco racconta la storia del ventenne Máximo Gallardo (Enrique Arrizon), il cui sogno diventa realtà quando ottiene un lavoro come cabana boy nel resort più alla moda di Acapulco. Ben presto si rende conto che il lavoro è molto più complicato di quanto avesse mai immaginato e che, per avere successo, deve imparare a gestire contemporaneamente una clientela esigente, un mentore volubile e una vita familiare complicata, senza perdere la strada cercando scorciatoie o lasciandosi andare alle tentazioni. La serie, recitata sia in spagnolo che in inglese, è ambientata nel 1984, con Eugenio Derbez che è voce narrante del film e interpreta il personaggio principale, Máximo Gallardo, ai giorni nostri.

Acapulco, il cast

Nel cast, accanto a Enrique Arrizon, troviamo anche Fernando Carsa, Damián Alcázar, Camila Perez, Chord Overstreet, Vanessa Bauche, Regina Reynoso, Raphael Alejandro, Jessica Collins, Rafael Cebrián, Regina Orozco e Carlos Corona.

Il segreto di questa serie, come dicevamo all’apparenza così leggera, è proprio il fatto che attraverso un tono da commedia romantica, riesce a raccontare di problemi che erano validi negli anni ’80 come oggi: l’integrazione, la povertà, l’ambizione di migliorare la propria posizione, i vincoli sociali, le differenze tra ricchi e poveri. La serie mette sul piatto tutto questo, facendoci affezionare al Máximo e a tutta la variopinta squadra di personaggi che lo circonda. 

Dalle comparse, sempre sullo sfondo ad impreziosire la scena, a quelli che sono poi dei veri e propri coprotagonista, Acapulco crea un mosaico di volti amici, senza mai mettere in scena dei veri e propri antagonisti, ma lasciando spazio agli eventi e alle difficoltà quotidiane il compito di rendere movimentata e interessante la vita di Máximo. Lui è un giovane romantico e sognatore, ma anche scaltro e leale, e queste sue doti riusciranno, alla fine, a concedergli la fortuna che tanto cerca. 

Colori pastello e tematiche importanti travestite da commedia

La serie diventa inoltre molto riconoscibile grazie a scelte scenografiche e registiche molto raffinate, con un ambiente sempre immerso in tonalità pastello e delle inquadrature simmetriche e precise. La serie, recitata in doppia lingua, è al momento un unicum per Appletv+, tuttavia rappresenta un esperimento interessante che testimonia la volontà della piattaforma di differenziare la sua offerta e di volersi rivolgere al maggior numero di spettatori possibili.

L’amore di Máximo per la vita e per i suoi sogni rendono tutto il racconto magico, a volte sospeso, con dei toni quasi da poema cavalleresco, come un “drago” da combattere e una fanciulla da soccorrere, e il nostro eroe è sempre la persona giusta al momento giusto. Con uno sguardo al presente neanche troppo velato, nonostante l’ambientazione principale negli anni ’80, Acapulco è un piccolo tesoro da scoprire in streaming su AppleTV+.

Jared Leto a Roma documenta la protesta contro il Green Pass

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Jared Leto a Roma documenta la protesta contro il Green Pass

Si è svolta ieri nel tardo pomeriggio nel cuore di Roma una protesta contro l’obbligatorietà del Green Pass. Le zone interessate sono state Piazzale Flaminio e Via del Corso, dove la fin troppo nutrita folla di manifestanti si è scontrata con la polizia. La notizia ha fatto ovviamente il giro dei tg nazionali, ma quello che è sembrato davvero insolito è che la piccola sommossa ha trovato spazio anche nei notiziari stranieri per via di un testimone d’eccezione.

Jared Leto, l’attore premio Oscar per Dallas Buyers Club, si è trovato coinvolto nel parapiglia e, invece di allontanarsi come avrebbe fatto chiunque, si è buttato nella mischia per documentare ciò che accadeva.

Sulle sue storie Instagram sono ancora visibili alcuni dei video che l’attore ha girato a Via del Corso.

Mio fratello, mia sorella: intervista ai protagonisti

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Mio fratello, mia sorella: intervista ai protagonisti

Ecco la nostra intervista a Alessandro Preziosi, Claudia Pandolfi, Ludovica Martino, Francesco Cavallo e Roberto Capucci, protagonisti e regista di Mio fratello, mia sorella, film Netflix disponibile dall’8 ottobre sulla piattaforma.

Mio Fratello, Mia Sorella, la trama

Alla morte del padre, Tesla e suo fratello Nik si ritrovano, per un singolare patto successorio, a dover convivere per un anno sotto lo stesso tetto, pur non essendosi più visti da più di vent’anni. Nella casa vivono anche i figli di Tesla: Sebastiano, un violoncellista di grande talento affetto da schizofrenia ad alto funzionamento, al quale la donna ha dedicato la vita e un’ossessiva e soffocante protezione, e Carolina, con la quale invece ha un rapporto difficile e conflittuale. La convivenza difficile innescherà scontri e continui battibecchi tra Nik e Tesla, due fratelli agli antipodi, e la nascita di un inaspettato forte legame tra Nik e suo nipote Sebastiano. Col tempo tutti troveranno pian piano un equilibrio, fino a quando una serie di eventi porteranno i personaggi a dover fare i conti con le proprie paure e segreti, in un difficile viaggio verso il perdono e l’accettazione di sé stessi e dei loro legami affettivi e familiari.

Mio fratello, mia sorella trailer

Quo Vadis, Aida: recensione del film di Jasmila Žbanić

Quo Vadis, Aida: recensione del film di Jasmila Žbanić

Presentato in concorso a Venezia 77 e candidato all’Oscar al miglior film straniero alla cerimonia di Aprile 2021, Quo Vadis Aida?, della regista bosniaca Jasmila Žbanić, è il primo film a ricostruire la strage di Srebrenica del 1995, genocidio di oltre 8000 musulmani bosniaci, per la maggior parte ragazzi e uomini, durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina. La strage fu perpetrata da unità dell’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina guidate dal generale Ratko Mladić, con l’appoggio del gruppo paramilitare degli “Scorpioni”. Il film è disponibile nelle sale cinematografiche italiane dal 30 Settembre 2021.

“Quo vadis, Aida?”: il primo film a raccontare il massacro di Srebrenica

Nel 1995, durante le guerre di dissoluzione della Jugoslavia, l’esercito serbo occupa la città bosniaca di Srebrenica. Aida (Jasna Djuricic), una traduttrice bosniaca, si trova nella base dell’ONU, tutelata da un contingente olandese, mentre migliaia di cittadini d’etnia bosgnacca sono ammassati oltre i cancelli dell’accampamento, cercando un rifugio dall’imminente invasione serba, che si sta avvicinando sempre più al perimetro. La famiglia di Aida è dispersa nel marasma di cittadini e Aida dovrà trovare il modo di salvarli, e salvarsi, dal massacro imminente.

La Corte internazionale di giustizia ha stabilito nel 2007 che il massacro di Srebrenica è identificabile come un vero e proprio genocidio, essendo stato commesso con lo scopo preciso di distruggere il gruppo etnico dei bosgnacchi. La corte penale internazionale dell’Aia ha dichiarato Ratko Mladić e Radovan Karadžić all’ergastolo per i crimini di guerra commessi.

Sono gli occhi di Aida a filtrare il degrado e la miseria di una guerra disumana e incessante: donna, madre premurosa disposta a tutto pur di salvare marito e figli, e traduttrice, figura autorevole nella comunità bosniaca proprio grazie alla sua professione. Aida dimostra la propria umanità e cerca di sancire la propria esistenza tramite i mezzi espressivi che più le sono congeniali: è il lavoro, il precedente incarico come insegnante e la professione attuale di traduttrice, a plasmare il carattere di Aida, esuberante nell’atteggiamento nevrotico di chi cerca di confinare con le proprie mani un orrore collettivo.

Alle vittime del genocidio bosniaco è dedicata l’opera: ”i nostri padri, mariti, fratelli, cugini e vicini” citati dai titoli di coda rivivono negli occhi di Aida, la cui caratterizzazione è plasmata da una finezza di scrittura notevole. Non c’è nulla di sensazionalistico nel racconto della regista, ma solo la forte volontà di calibrare perfettamente tempi narrativi e drammaticità mai spettacolarizzata.

“Quo vadis Aida?”: Aida come interprete di tutti noi

Quo vadis, Aida?”: quesito di partenza della regista, diventa anche la quest narrativa, l’inferenza spettatoriale che si prospetta di fronte alla messa in scena di un massacro collettivo: Aida vaga per la durata dell’intero film, scandendo un ritmo narrativo errante, multiforme e perpetuo. Tragedia individuale e umanitaria vengono a coincidere nel percorso di una donna e madre che si lascia pedinare da una cinepresa invasiva, perché solo tramite la testimonianza, il racconto, l’istinto vitale di Aida e degli innumerevoli bosgnacchi può sopravvivere.

E’ doveroso porre l’accento su come “Quo vadis, Aida?” rappresenti un enorme sforzo produttivo per il cinema bosniaco, solito a produrre mediamente un film all’anno. Si tratta di una produzione imponente, che ha cercato di trattare con veridicità storica la vicenda del massacro, con accuratezza di location e numero di comparse, tra cui figurano uomini e donne che vissero sulla propria pelle gli orrori della guerra jugoslava. Inoltre, attori serbi interpretano nel film personaggi bosniaci, e viceversa, proprio per suggerire un’idea di appartenenza nazionale, culturale e sociale, che la guerra dei balcani oscurò completamente.

Aida è interprete, ma senza interlocutori: il dramma dell’incomunicabilità riecheggia infatti durante il corso dell’intera opera, la cui sceneggiatura verte su incessanti domande destinate a rimanere senza risposta, in un contesto privato di ogni velleità umana. Tutto è nell’impasse, stanziato in una bolla di atarassia impenetrabile, che cozza con l’unicità di obiettivo del personaggio in continuo movimento: Aida.

“Quo vadis, Aida?” è un film di incomunicabilità claustrofobica, di memoria perduta ancora prima che questa diventi fattualità, di estensione spaziale ma sottrazione umanitaria, di un passato che diventa sogno proibito e un presente inafferrabile. Non c’è dialogo o fotogramma che riesca a descrivere in maniera esaustiva il silenzio esistenziale che imperversa nell’hangar-prigione: unica opzione di battaglia è il moto inesauribile di Aida, traghettatrice silenziosamente multilingue, figura cristologica portatrice di un impulso vitale che non si arrende alla dispersione dilagante.

Aida è interprete di tutti noi; è vita incessante, che va oltre la paura dell’altro e di ciò che è diverso, che si struttura in maniera labirintica e consta di una circolarità tutta sua, fatta di attimi nevrotici e ossessivi, che tentano necessariamente di tenere in vita i legami familiari andando perfino contro il corso della Storia. La radicalizzazione privata dell’esperienza di Aida diventa dunque funzionale al consolidamento di una narrazione organica, che vive dell’esperienza privata per ricordarci di come la voce del silenzio gridi ferocemente all’odio, e l’unica soluzione per disossarla sia diventare interpreti di vita per noi e per gli altri.

Eva Green: 10 cose che non sai sull’attrice

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Eva Green: 10 cose che non sai sull’attrice

Eva Green è considerata una delle donne più sexy del mondo e una delle attrici più brave del cinema. Dopo aver studiato recitazione per diversi anni, ha avuto successo grazie a Bertolucci e al suo The Dreamers, film che l’ha fatta conoscere a livello internazionale. Attrice francese, e anche modella, ci sono molte cose di lei che non si conoscono è considerata una delle donne più sexy del mondo e una delle attrici più brave del cinema.

Dopo aver studiato recitazione per diversi anni, ha avuto successo grazie a Bertolucci e al suo The Dreamers, film che l’ha fatta conoscere a livello internazionale. Attrice francese, e anche modella, ci sono molte cose di lei che non si conoscono.

Ecco, allora, dieci cose che non sapevate di Eva Green.

Eva Green: film e carriera

1. Eva Green è un’attrice francese. Il primo film di Eva Green è stato The Dreamers – I sognatori. Dopo il film di Bertolucci, la Green ha preso parte al cast di film come Arsenio Lupen (2004), in Le crociate – Kingdon of Heaven (2005) e Casino Royale (2006), diventando la quinta attrice francese ad interpretare una bond girl. Successivamente recita in La bussola d’oro (2007), Franklyn (2008) e Womb (2010).  Nel 2012 viene scritturata per essere l’antagonista del film Dark Shadows di Tim Burton, con Johnny Depp e Helena Bonham Carter. Ha poi recitato in 300 – L’alba di un impero (2014), Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali (2016), Quello che non so di lei (2017) e Dumbo (2018).

Eva Green Film

Nel 2023 ha interpretato Milady nel film I tre Moschettieri – D’Artagnan e il suo seguito I tre Moschettieri – Milady, uscito sempre nello stesso anno. Nel 2024 sarà protagonista del nuovo film di Martin Campbell, con il quale aveva già lavorato in Casino Royal, Dirty Angels. Attualmente in post produzione.

2. Ha recitato anche per la televisione. La Green si è negli anni dedicata anche alla televisione, recitando da prima in alcuni episodi della serie Camelot (2011), per poi ottenere il ruolo di Vanessa Ives in Penny Dreadful (2014-2016), serie che le permette di ottenere ulteriore popolarità e numerosi premi. Nel 2020 ha invece recitato nella miniserie I Luminari – Il destino nelle stelle. Prossimamente tornerà a recitare per la televisione nella serie Liaison.

3. Ha numerosi progetti in cantiere. Attalmente l’attrice vanta diversi progetti in lavorazione, la cui uscita è prevista nell’immediato futuro. Tra questi vi sono i film Nocebo, di genere thriller, e Les Trois Mousquetaires, dove interpreterà Milady accanto a noti attori come Vincent Cassel, Louis Garrel, Vicky Krieps e Romain Duris. Prossimamente parteciperà invece alle riprese di A Patriot, film ambientato in un futuro distopico, dove reciterà accanto a Helen Hunt e Charles Dance.

Eva Green partner

Eva Green in The Dreamers

4. Ad Eva Green era stato sconsigliato di girare The Dreamers. Il film di Bernardo Bertolucci del 2003 è stato il debutto cinematografico di Eva Green, film per il quale ha studiato per due mesi con un coach inglese per perfezionare meglio la lingua. Con questo film la Green ha raccolto molti consensi positivi, attirando anche una notevole attenzione dal pubblico maschile per le sue scene di nudo frontale in diverse scene del film. Per il ruolo di Isabelle, la sua famiglia e il suo agente le avevano consigliato di rifiutare, per paura che la sua carriera potesse avere lo stesso destino di quella di Maria Schneider dopo Ultimo tango a Parigi.

Eva Green in Casino Royale

5. Ha ottenuto grandi lodi per il suo ruolo. Grazie a Casino Royale, Eva Green è stata nominata la ventesima donna più sexy del mondo da Maxim. Capelli corvini, occhi chiari, fisico statuario e un tocco di malizia hanno reso Eva Green una delle donne più sexy del mondo. Certamente la sua carica erotica è stata messa in luce da The Dreamers, ma con il corso degli anni è riuscita ad affinarla e ad essere quasi inconsapevolmente hot. Grazie a queste qualità, nel 2007 è diventata testimonial del profumo Midnight Poison di Dior, è stata modella per Armani e Lancôme e nel 2015 è stata scelta come protagonista per il calendario Pirelli.

6. Compare nel film solo dopo molto tempo dall’inizio. Nonostante sia indicata come una dei principali protagonisti del film, la Green nel ruolo di Vesper Lynd compare solamente dopo cinquantotto minuti dall’iinzio del film. Ciò non le ha impedito di affermarsi come un personaggio molto amato e tra i più amati di quelli presenti nei nuovi film. Ancora oggi molti fan non mancano di manifestare una certa nostalgia di lei, dimostrando il grande impatto avuto dal personaggio.

Eva Green in Sin City

7. Non ha avuto problemi con le scene di nudo. A Eva Green è stato chiesto se avesse mai avuto qualche trepidazione a mostrarsi così tanto nuda nel film Sin City – Una donna per cui uccidere. A riguardo, l’attrice ha dichiarato “Qualsiasi attore e qualsiasi attrice è molto nervoso quando dobbiamo fare quel tipo di scena. Il modo in cui il mio personaggio usa la sessualità per ottenere uomini e usa gli uomini non è gratuito, fa parte del suo carattere. Ma è anche non realistico. È arte. Robert lo illumina in questo modo. Mi ha promesso che ci sarebbero state molte ombre e cose e che le cose sarebbero state aggiunte in post. Questo è stato molto importante per me”.

Eva Green: chi è il suo partner

8. È molto riservata. Riguardo la sua vita sentimentale, l’attrice è sempre stata il più riservata possibile. Si sa che è stata legata per 5 anni, dal 2005 al 2009, a Marton Csokas, attore neozelandese che ha vestito i panni di Celeborn nella trilogia di Il signore degli anelli e che ha recitato in Le crociate – Kingdom of Heaven, dove ha conosciuto appunto Eva Green, Alice in Wonderland, Sin City e molti altri. Alcuni rumors vociferavano anche di una relazione con Tim Burton, con il quale l’attrice ha lavorato in Dark Shadow, Miss Peregine – La casa dei ragazzi speciali e Dumbo, ma nessuno dei due ha mai confermato né smentito. Attualmente, dunque, non si sa se la Green abbia o meno un partner.

Eva Green è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da un milione di followers. Su questo, con oltre 900 post, l’attrice è solita pubblicare immagini di vario genere. Queste spaziano da momenti di svago in compagna di amici o della sua famiglia sino alla promozione dei suoi progetti cinematografici e televisivi. Seguendo il suo profilo, dunque, si potrà essere sempre aggiornati sulle sue attività.

Eva Green: età, altezza e cognome dell’attrice

10. Eva Green è nata a Parigi, in Francia, il 6 luglio del 1980. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri. Il cognome di Eva non andrebbe pronunciato all’inglese, ma alla svedese in grain/greyne. Il cognome paterno Green deriva alla parole svedese gren che significa ramo d’albero.

Fonti: IMDb

Maggie Gyllenhaal: 10 cose che non sai sull’attrice

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Maggie Gyllenhaal: 10 cose che non sai sull’attrice

Maggie Gyllenhaal è una delle attrici più apprezzate sia a teatro che al cinema. Sorella di Jake, figlia del regista Stephen Gyllenhaal e della sceneggiatrice Naomi Foner, ha iniziato a recitare a teatro, per poi passare al cinema, spesso in ruoli di supporto. Non solo attrice ma anche modella: è stata, infatti, modella per Reebok, Agent Provocateur e Miu Miu. Persona umile, moglie e madre devota, ci sono cose che non si sanno di lei.

Ecco, allora, dieci cose che non sapevate di Maggie Gyllenhaal.

Maggie Gyllenhaal: film e carriera

1. Maggie Gyllehaal è nata a New York. Margaret Ruth Gyllenhaal è figlia del regista svedese-statunitense Stephen Gyllenhaal e della sceneggiatrice Naomi Foner. Sorella maggiore di Jake Gyllenhaal, la sua famiglia discende da una famiglia nobile svedese, quella dei Gyllenhaal. I suoi genitori hanno divorziato nel 2009. Da parte del padre ha origini svedesi, inglesi e svizzero-tedesche. Maggie ha studiato alla Harvard-Westlake prep school, dove si è diplomata nel 1995. In seguito ha frequentato la Columbia University a New York, laureandosi nel 1999 in letteratura e religioni orientali. Maggie ha poi studiato alla Royal Academy of Dramatic Art a Londra.

2. Ha recitato in numerosi film di successo. Maggie Gyllenhaal ha debuttato nel 1992 con il film Waterland-Memorie d’amore, un film del padre Stephen. In seguito ha avuto ruoli sporadici durante i suoi anni di adolescente. Dopo essersi diplomata a Londra, Maggie ha cominciato ad apparire in ruoli di supporto come in A morte Hollywood (2000) e in Donnie Darko (2001) accanto a suo fratello Jake. Recita poi in Secretary (2002), Il ladro di orchidee (2002), Confessioni di una mente pericolosa (2002), Mona Lisa Smile (2003), World Trade Center (2006). Nel 2008 sostituisce Katie Holmes in Il Cavaliere Oscuro. Successivamente recita in Crazy Heart (2009),  Hysteria (2011), Sotto assedio – White House Down (2013), Frank (2014) e Lontano da qui (2018).

3. Ha recitato anche per la televisione. Verso la fine degli anni Novanta l’attrice ha recitato per alcuni film televisivi diretti dal padre, tra cui Shattered Mind (1996), Un miracolo anche per me (1998) e Resurrection (1999). Successivamente è tornata in televisione nel 2004 per il film Strip Search – Qualcosa avverrà. Negli ultimi anni ha invece recitato nelle serie The Honourable Woman (2014) e in The Deuce: la via del porno (2017-2019), di cui è stata anche produttrice.

Maggie Gyllenhaal: Secretary

Maggie Gyllenhaal in Secretary

4. Maggie Gyllenhaal si è fatta conoscere con la commedia Secretary. Nel 2002, Maggie ha partecipato al film Secretary, al fianco di James SpiderIl film, diretto da Steven Shainberg, parla di sottomissione e autolesionismo, ma anche di rapporti sadomaso, trattati con tanto black humor. Per il suo ruolo in questa commedia, Maggie ottiene una nomination al Golden Globe e tantissime critiche positive, anche se all’inizio era un po’ titubante nell’accettare il ruolo, data la presenza di diverse scene di sesso esplicito e di nudo.

Maggie Gyllenhaal in Batman

5. Ha sostituito un’altra attrice. Nel 2008 l’attrice ha recitato nel ruolo di Rachel Dawes nel film Il cavaliere oscuro, secondo capitolo della trilogia di Christopher Nolan dedicata a Batman. Nel precedente film, in realtà, tale ruolo era ricoperto dall’attrice Katie Holmes, la quale ha però rinunciato alla possibilità di riprendere il ruolo per motivi non meglio noti. Al suo posto è dunque stata scelta la Gyllenhaal, la quale proprio grazie a questo film di grande successo ha consolidato ancor di più la sua popolarità in quel di Hollywood.

Maggie Gyllenhaal in The Deuce

6. Ha fatto riscrivere il suo personaggio. In The Deuce – La via del porno, dove si racconta della legalizzazione dell’industria pornografica, l’attrice interpreta Eileen “Candy” Merrell, una professionista del sesso che decide di entrare nell’emergente settore del cinema porno. Originariamente gli autori avevano previsto per il personaggio una carriera da produttrice di film a luci rosse, ma la Gyllenhaal suggerì invece di affidargli il ruolo di regista. Si decise pertanto di approvare questo consiglio, apportando modifiche al personaggio.

Maggie Gyllenhaal Batman

Maggie Gyllenhaal in Donnie Darko

7. Ottenne un ruolo nel film grazie ad una sua precedente interpretazione. Durante il casting per il ruolo della sorella di Donnie, lo scrittore e regista Richard Kelly ha attirato l’attenzione sul fatto che Maggie Gyllenhaal, che all’epoca aveva pochi crediti cinematografici, sarebbe stata disponibile per le riprese. L’agente che ha proposto il suo casting ha ricordato a Kelly la sua scena in A morte Hollywood (2000), dove beveva urina. Sebbene Kelly fosse leggermente riluttante all’idea, gli piaceva il modo in cui l’attrice beveva l’urina e sapeva che non avrebbe dovuto faticare molto per creare una rivalità fraterna tra lei e suo fratello Jake.

Maggie Gyllenhaal è su Instagram

8. Maggie Gyllenhaal ha un profilo Instagram. A differenza di suo fratello Jake, Maggie Gyllenhaal possiede un account Instagram seguito da 142mila persone. Generalmente non condivide foto dei suoi momenti quotidiani e privati. I suoi post sono dedicati alla promozioni dei suoi lavori, a diversi shooting e a qualche foto con gli amici, nonché con suo fratello.

Maggie Gyllenhall e Peter Sarsgaard

9. Maggie Gyllenhaal è sposata con Peter Sarsgaard. Dal 2002 Maggie ha intrapreso una relazione con Peter Sarsgaard, amico di suo fratello Jake. Hanno annunciato il fidanzamento nel 2006 e nello stesso anno è nata la loro prima figlia, Ramona. I due si sono sposati il 2 maggio 2009 a Brindisi e nell’aprile 2012 nasce la seconda figlia, Gloria Ray.

Maggie Gyllenhaal: età e altezza dell’attrice

10. Maggie Gyllenhaal è nata a New York, Stati Uniti, il 16 novembre del 1977. L’attrice è alta complessivamente 175 centimetri.

Fonti: IMDb

Stanlio & Ollio: tutte le curiosità sul film

Stanlio & Ollio: tutte le curiosità sul film

Nella storia del cinema ci sono tante coppie di interpreti che hanno trovato fortuna proprio grazie al loro lavoro di squadra. Occorre avere molto carisma e tanta chimica interpersonale per potersi affermare in questo ambito, e pochi ci sono riusciti tanto quanto Stan Laurel e Oliver Hardy. I due comici, in Italia noti come Stanlio e Ollio, sono infatti una delle coppie cinematografiche ancora oggi più celebri di sempre, che hanno dato vita a innumerevoli film capaci di rivoluzionare la commedia con gag e situazioni paradossali sempre originali e brillanti. La loro storia è ora stata raccontata nel film biografico Stanlio & Ollio.

Questa pellicola del 2018, diretta da Jon S. Baird, è più precisamente basata sui loro ultimi anni di attività come anche sui dettagli dell’amicizia che univa i due. Tutto ciò sullo sfondo di una tournée nel Regno Unito, intervallata dai loro tentativi di realizzare un nuovo film insieme. Da tempo Hollywood cercava di rendere loro omaggio con un film che ne raccontasse il genio, i momenti migliori ma anche quelli più difficili. Per la sua sceneggiatura, Jeff Pope si è basato sul libro Laurel & Hardy – The British Tours, che ripercorre proprio quel celebre viaggio compiuto dai due comici, consapevoli di essere al termine delle loro carriere.

Apprezzato da critica e pubblico, e vincitore di diversi riconoscimenti, Stanlio & Ollio è un ottimo modo per riscoprire il talento di una coppia immortale, che ancora oggi emoziona e diverte con intelligenza. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Stanlio & Ollio: la trama del film

La vicenda del film si svolge nel 1953, quando Stan Laurel e Oliver Hardy si ritrovano ben sedici anni dopo i loro massimi successi a Hollywood. I due, ora invecchiati e con diversi problemi di salute, decidono di riunirsi per un’ultima torunée in Inghilterra. Lungo il loro percorso, tuttavia, dovranno confrontarsi con il cambiare dei tempi, dei gusti e delle emozioni. A minare il loro nuovo successo, però, ci saranno proprio le incomprensioni tra i due, le delusioni e la paura dell’insuccesso. Per Laurel e Hardy, il tour diventerà dunque un’occasione per trascorrere del tempo insieme al di fuori delle esibizioni e scoprire lati inesplorati l’uno dell’altro.

Stanlio & Ollio: la vera storia dietro al film

La storia del film differisce in parte dagli eventi realmente svoltisi. A partire dall’ottobre 1953, Laurel e Hardy trascorsero effettivamente otto mesi in tournée. Arrivati a Cobh in Irlanda il 9 settembre 1953 e sbarcati dalle SS America, ricevettero un caloroso benvenuto, come viene mostrato nella scena finale del film. Dopo la loro serata di apertura al Palace Theatre di Plymouth il 17 maggio 1954, Hardy ebbe un lieve infarto. Egli ha poi soggiornato al Grand Hotel di Plymouth durante il recupero. La coppia è dunque tornata negli Stati Uniti il 2 giugno. Il resto del tour fu cancellato e Laurel e Hardy non si esibirono mai più insieme sul palco. Non c’è mai stato un piano per continuare il tour senza Hardy, poiché Laurel si sarebbe rifiutato di lavorare con chiunque altro.

Stanlio & Ollio storia vera

Stanlio & Ollio: il cast del film

Per interpretare il celebre duo comico, una responsabilità non da poco, regista e sceneggiatore pensarono da subito agli attori Steve Coogan e John C. Reilly, rispettivamente come Stan Laurel e Oliver Hardy. Durante le riprese, Coogan e Reilly hanno dovuto imparare, guardare, provare a fare la famosa danza del duo di Way Out West e persino recitare gli errori che la famosa coppia ha effettivamente commesso durante le riprese. I due attori si sono infatti documentati molto sulla coppia comica, cercando di offrirne un’interpretazione sincera e non imitativa. Coogan, inoltre, indossa lenti blu al fine di avere lo stesso colore degli occhi di Laurel.

Reilly, invece, ha dovuto prendere numerosi chili per poter arrivare ad una stazza simile a quella di Hardy. Perdere questi a film finito fu poi un processo lunghissimo e molto complesso, che spinse l’attore a giurare di non farlo mai più. Egli, inoltre, porta un pesante trucco per tutto il film che gli permette di assomigliare di più al vero Hardy. Nel film è poi presente l’attore Danny Huston nei panni del celebre produttore Hal Roach, con cui la coppia ha avuto diversi contrasti. Shirley Henderson e Nina Arianda interpretano invece Lucille Hardy e Ida Kitaeva Laurel. Richard Cant interpreta infine l’attore Harry Langdon, altro noto interprete del cinema muto.

Stanlio & Ollio: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È comunque possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Stanlio & Ollio è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 9 ottobre alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb

La Famiglia Addams 2: trailer del film sequel d’animazione

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La Famiglia Addams 2: trailer del film sequel d’animazione

Dopo l’incredibile successo del primo capitolo, sarà presentato ad Alice nella città – sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma (14-24 ottobre) –  La Famiglia Addams 2, sequel d’animazione che segna il ritorno sul grande schermo della famiglia più spaventosa di tutti i tempi. Virginia Raffaele (Morticia), Pino Insegno (Gomez), Eleonora Gaggero (Mercoledì), Luciano Spinelli(Pugsley) e Loredana Bertè (Nonna Addams) tornano a dare voce ai sequel d’animazione di questa stramba famiglia, e saranno protagonisti di un red carpet “da brivido” dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie. Diretta da Greg Tiernan e Conrad Vernon, la pellicola di animazione sarà al cinema il 28 ottobre distribuito da Eagle Pictures, per un Halloween da paura!

La Famiglia Addams 2, la trama

In La Famiglia Addams 2 Morticia e Gomez vivono con turbamento la fase adolescenziale dei loro figli, Mercoledì e Pugsley, che crescendo si mostrano sempre più indifferenti alle cene di famiglia e sempre più interessati ai loro passatempi mostruosi. Per recuperare il rapporto decidono di organizzare un viaggio in camper che coinvolga tutta la famiglia, tranne Nonna Addams che resterà a fare la guardia alla grande casa dove troverà il modo di spassarsela. Con l’orribile camper stregato, gli Addams si avventurano nei luoghi d’America più terrificanti, dove insieme a zio Fester ed al cugino IT vivranno spaventose avventure durante le quali, però, verranno turbati dalle stranezze di Mercoledì che si sente profondamente diversa dai suoi genitori. Come mai è tanto infastidita dalle loro egocentriche manifestazioni d’affetto? E chi sono i due sconosciuti che li seguono minacciosi?

Ai confini del male, il nuovo film Sky Original dal 1 novembre su Sky e NOW

Arriverà il 1° novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand, Ai confini del male, il nuovo film Sky Original, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution.

Ai confini del male, diretto da Vincenzo Alfieri con Edoardo Pesce e Massimo Popolizio come protagonisti, è un thriller denso di colpi di scena, una storia che varca ogni confine. Il film è incentrato sulla sparizione di due giovani a seguito di un rave party ed è liberamente ispirato al romanzo “Il Confine” di Giorgio Glaviano (Marsilio Editore) e sceneggiato da Vincenzo Alfieri,Fabrizio Bettelli e Giorgio Glaviano.

Nel cast, accanto a Edoardo Pesce (Gli Indifferenti, La Regola D’oro, Dogman) e Massimo Popolizio (I Predatori, La Grande Bellezza, Il Divo), Chiara Bassermann (Bent -Polizia Criminale, Tutte le strade portano a Roma, Watch them fall), Roberta Caronia (La strada verso casa,  Momenti di trascurabile felicità, Se ti diranno di me), Luka Zunic (Non odiare, Bene ma non Benissimo), Nicola Rignanese(Il giorno più bello del Mondo, La nostra terra, Qualunquemente).

Uno sperduto paese al limite del bosco, un rave, due giovani scomparsi, l’incubo di un mostro che torna dal passato. Indagano i carabinieri Meda, un uomo sconfitto dalla vita e Rio, il capitano inflessibile e rigoroso. Ma questa volta il mostro ha rapito la persona sbagliata.

Ai confini del male, un film Sky Original prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, è una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution. Il 1° novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.

La trama

Uno sperduto paese al limite del bosco, un rave, due giovani scomparsi, l’incubo di un mostro che torna dal passato. Indagano i carabinieri Meda, un uomo sconfitto dalla vita e Rio, il Capitano inflessibile e rigoroso. Questa volta il mostro ha rapito la persona sbagliata.

La trama lunga

Meda e Rio. Due uomini, due carabinieri, due padri. Uno vittima delle proprie ossessioni e psicosi da quando ha perso moglie e figlio in un incidente d’auto, l’altro un Capitano integerrimo, fiore all’occhiello dell’arma. Un vecchio male si risveglia in un paesino di 2.000 anime, un pazzo assassino. L’Orco, così lo definì la stampa 10 anni prima, quando rapì alcuni adolescenti torturandoli e uccidendoli. Ora è tornato, ma stavolta ha rapito il ragazzo sbagliato, il figlio del Capitano Rio.

Il Tenente Meda e il Capitano Rio, uno l’opposto dell’altro si ritroveranno a indagare sullo stesso caso. Ma ogni passo in più verso il mostro sarà per entrambi una discesa ulteriore nei gironi infernali della propria follia, fino alla verità finale, la più terribile, inaspettata e disperata possibile.

NOTE DI REGIA

“Someone take these dreams away (…) A dual personality, a strange but true reality” Le parole della canzone “Dead Souls” dei Nine Inch Nails descrivono al meglio l’anima del film e dei suoi protagonisti.

Il tema della famiglia mi ha sempre accompagnato nei miei lavori, questa volta, ancora di più. La domanda che mi sono posto è: cosa sarei disposto a fare per salvare la vita di una persona a me cara? Un tema sempre attuale. Una domanda in apparenza semplice ma che, per sua natura, conserva risposte molteplici e complesse.

“Ai Confini del Male” tenta di dare una risposta a queste domande, modulandosi sull’andamento di un thriller classico, ma al tempo stesso moderno. Con un ritmo incalzante, così come la regia, con colpi di scena sorprendenti e con un dubbio da lasciare allo spettatore sulla soluzione del giallo finale.

Con questo film, il mio obiettivo è di riuscire ad intrecciare un racconto di suspense con una storia familiare calda ed emotiva. Due elementi che trovano la loro sintesi nei protagonisti della storia: Meda e Rio, due anime diverse ma uguali. Uno ridotto a una vita solitaria, dilaniato dai sensi di colpa per la morte del figlio e perseguitato dalle proprie ossessioni. L’altro osannato dal mondo esterno ma allontanato dalla moglie, che vede in lui la causa della scomparsa del proprio figlio.

In una storia dove il tema è continuamente in ballo e dove il protagonista e il cattivo capiranno di essere due facce della stessa medaglia, “Ai Confini del Male” non è solo un film di persone, ma anche di luoghi. Il fitto bosco e il lago che incastonano il paese sono protagonisti insieme a Meda e Rio. La luce del giorno non li rende meno tetri, anzi. In effetti, sembrano rappresentare visivamente le nostre più profonde paure. Soprattutto quelle di Meda, tormentato dai fantasmi del suo passato.

Come “Seven” di David Fincher o “Prisoners” di Denis Villeneuve, “Ai Confini del Male” è un classico thriller ma dallo stile moderno e realistico, con in più un’atmosfera tetra e sospesa. Mi sono concentrato tanto sui segni del tempo in cui si svolgono le vicende, quanto sulle dinamiche di una società sempre più soffocata dagli effetti collaterali dei mass media.

La mia speranza è quella di riuscire a restituire allo spettatore il senso di una ferita profonda e la possibilità di una guarigione, attraverso un antieroe che diventa eroe, pur sbagliando tutto per sopravvivere agli altri e ai propri limiti.

Ma ogni ferita lascia una cicatrice.

La Ruota del Tempo: Amazon rivela il poster ufficiale

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La Ruota del Tempo: Amazon rivela il poster ufficiale

Amazon Prime Video ha rivelato oggi il poster ufficiale della serie fantasy La Ruota del Tempo basata sull’omonima serie di romanzi best-seller. I primi tre episodi della prima stagione saranno disponibili da venerdì 19 novembre, con un nuovo episodio disponibile ogni venerdì, sino al finale di stagione il 24 dicembre.

la ruota del tempo poster

La Ruota del Tempo

La Ruota del Tempo è una delle serie fantasy più popolari e durature di tutti i tempi, con oltre 90 milioni di libri venduti. Ambientata in un mondo epico e tentacolare in cui la magia esiste e solo alcune donne possono utilizzarla, la storia segue Moiraine (Rosamund Pike), componente di una organizzazione tutta al femminile incredibilmente potente e chiamata Aes Sedai, al suo arrivo a Two Rivers. Lì inizia un pericoloso viaggio intorno al mondo insieme a cinque giovani uomini e donne, uno dei quali si profetizza sia il Drago Rinato, destinato a salvare o a distruggere l’umanità.

Basato sui best-seller fantasy di Robert Jordan, La Ruota del Tempo è stata adattata per la televisione dall’executive producer/showrunner Rafe Judkins. Larry Mondragon e Rick Selvage di iwot productions, Mike Weber e Ted Field di Radar Pictures, Darren Lemke, Marigo Kehoe e Uta Briesewitz saranno qui anche executive producer, con Briesewitz che dirigerà i primi due episodi. Rosamund Pike è produttrice e Harriet McDougal con Brandon Sanderson sono i consulting producer.  La Ruota del Tempo è co-prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television.

La Ruota del Tempo: il trailer della serie Fantasy Prime Video

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La Ruota del Tempo: il trailer della serie Fantasy Prime Video

Amazon Prime Video ha diffuso il trailer ufficiale di La Ruota del Tempo, l’attesissima serie fantasy targata Amazon Studios basata sull’omonima serie di romanzi best-seller. I primi tre episodi della prima stagione saranno disponibili da venerdì 19 novembre, con un nuovo episodio disponibile ogni venerdì, sino al finale di stagione il 24 dicembre.

La Ruota del Tempo

La Ruota del Tempo è una delle serie fantasy più popolari e durature di tutti i tempi, con oltre 90 milioni di libri venduti. Ambientata in un mondo epico e tentacolare in cui la magia esiste e solo alcune donne possono utilizzarla, la storia segue Moiraine (Rosamund Pike), componente di una organizzazione tutta al femminile incredibilmente potente e chiamata Aes Sedai, al suo arrivo a Two Rivers. Lì inizia un pericoloso viaggio intorno al mondo insieme a cinque giovani uomini e donne, uno dei quali si profetizza sia il Drago Rinato, destinato a salvare o a distruggere l’umanità.

Basato sui best-seller fantasy di Robert Jordan, La Ruota del Tempo è stata adattata per la televisione dall’executive producer/showrunner Rafe Judkins. Larry Mondragon e Rick Selvage di iwot productions, Mike Weber e Ted Field di Radar Pictures, Darren Lemke, Marigo Kehoe e Uta Briesewitz saranno qui anche executive producer, con Briesewitz che dirigerà i primi due episodi. Rosamund Pike è produttrice e Harriet McDougal con Brandon Sanderson sono i consulting producer.  La Ruota del Tempo è co-prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television.

Venom: le 10 migliori storyline dai fumetti

Venom: le 10 migliori storyline dai fumetti

Mentre sale l’attesa per l’arrivo nelle sale italiane di Venom: La furia di Carnage, scopriamo insieme, grazie a Screen Rant, quali sono i 10 migliori archi narrativi presenti nei fumetti che hanno visto protagonista il celebre simbionte.

Le origni di Venom

Le origini di Venom, per certi aspetti, risalgono all’evento crossover “Secret Wars” del 1985, anche se la vera introduzione del personaggio è avvenuta in “The Amazing Spider-Man #298-300”. Questo arco narrativo è fondamentale, in quanto stabilisce Venom come l’imponente cattivo e la grave minaccia per Spider-Man che tutti conosciamo.

Immune al senso di ragno di Peter Parker, permeato di molti dei suoi poteri da ragno ed esperto di molti aspetti della sua vita, Venom ha rappresentato un nuovo grande cattivo per Spider-Man in questa storyline che ha dato il via alla sua storia.

Ultimate Venom

L’origine di Venom è stata reinterpretata nell’universo “Ultimate” di Terra-1610 ed è altrettanto fondamentale, poiché alcuni dei fumetti della serie hanno avuto un’influenza sui film. L’adattamento del 2019 con Tom Hardy, ad esempio, ha presentato Venom come il prodotto di un esperimento scientifico avvenuto in laboratorio, e non come un simbionte strettamente alieno.

Nell’universo Ultimate, il legame tra Eddie Brock e Peter Parker è ancora più marcato, cosa che ha reso la loro relazione e la loro eventuale rivalità ancora più complesse rispetto a quanto visto in Terra-616.

La sposa di Venom

I fan dei fumetti ricorderanno probabilmente Anne Weying come uno degli ospiti più celebri del simbionte Venom. L’archivio narrativo “The Bride of Venom” tratto da “The Amazing Spider-Man #374-375” è fantastico perché mette Eddie Brock al centro di una storia molto più complessa, in riferimento soprattutto all’introduzione della sua ex moglie Anne.

Fino a quel momento, Eddie sembrava un personaggio assai monotono. Al contrario, Anne ha mostrato che Eddie non solo ha un cuore, ma che ha persino avuto un passato difficile. Inoltre, anche se per un breve momento, Anne crea una delle varianti più interessanti di Venom, She-Venom, quando il simbionte si lega a lei per salvare la vita.

Spider-Island

Il passaggio di Venom da uro cattivo ad eroe è stato molto lungo. In tal senso, uno dei passaggi cruciali è rappresentato da “Spider-Island”. Al momento di questo enorme arco narrativo, Venom era legato a Flash Thompson. È in piena modalità eroe, mentre guida la resistenza contro le orde di persone mutate in ragni dalla Spider Queen. 

Questa storia è importante anche in quanto è l’arco in cui Flash, antagonista di lunga data di Peter Parker, scopre di essere in realtà Spider-Man. Sacrifica perfino la sua vita per fermare Spider Queen e salvare il mondo dal suo piano malvagio. 

Il pianeta dei simbionti

Il mondo è stato quasi invaso in un altro grande arco narrativo di Venom, “Il pianeta dei simbionti”. Questa storia a fumetti, risalente alla metà degli anni ’90, ha visto la Terra invasa da altri simbionti, dopo che Eddie Brock ha cercato di allontanare Venom per dare una svolta alla sua vita.

Lo sviluppo dettagliato della mitologia del simbionte alieno rende questo uno degli archi narrativi migliori di Venom. Inoltre, deline la minaccia cosmica dei simbionti, che ha anticipato il recente mega evento “King in Black” dei fumetti.

Agent Venom

Il simbionte Venom ha cambiato ospite diverse volte nei fumetti. Uno dei migliori archi narrativi mostra il legame con Flash Thompson, dal quale emerge Agent Venom. I primi numeri della serie su Agent Venom mostrano come Flash Thompson, ferito in combattimento, si leghi al simbionte Venom per riguadagnare l’uso delle gambe.

Le conseguenze sono moralmente oscure per Venom, come sempre. Mentre Thompson è un soldato e un eroe, il simbionte lo spinge a fare cose estreme e violente, incluso arrivare quasi ad uccidere il cattivo Jack O’Lantern.

Protettore Letale

“Protettore Letale” è la prima miniserie di Venom e per molti versi l’inizio della transizione da cattivo a antieroe. Questa serie della metà degli anni ’90, scritta da David Michelinie e disegnata da Mark Bagley, segue Eddie Brock mentre si trasferisce a San Francisco e cerca di ricominciare con la sua vita.

Diventa il difensore dei senzatetto in città, ma anche di tutti quelli che non hanno protezione. Questa storia è fondamentale anche per l’introduzione di diverse “emanazioni” del simbionte Venom, tra cui Phage, Lasher, Riot, Scream e Agony.

Re in Nero

Il recente arco narrativo “Re in Nero” mostra Venom forse nel suo aspetto più potente ed eroico. La complessa mitologia dei simbionti culmina nell’invasione della Terra da parte di Knull, il dio simbionte, e delle sue apparentemente infinite orde aliene.

Venom guida la lotta contro di loro. Nel corso della storia, diventa il nuovo Re in Nero e uno degli esseri cosmici più potenti dell’Universo Marvel. Sconfigge Knull e raggiunge l’apice del suo essere un supereroe.

Ansia da separazione

Un arco narrativo a fumetti a cui Venom: La furia di Carange potrebbe potenzialmente fare riferimento è “Ansia da separazione”. In questa serie limitata del 1994, Eddie Brock viene catturato dalle autorità, per essere poi separato con la forza dal simbionte.

Questo potrebbe essere l’innesco per l’origine di Carnage nei film, ma in caso contrario, la storia rimane avvincente per come l’altra progenie di Venom si allea per cercare di salvarlo. Phage, Scream e gli altri giocano tutti un ruolo chiave nel rimettere insieme Eddie e Venom, costruendo l’universo dei simbionti e le loro complesse dinamiche.

Venomverse

L’universo dei simbionti esplose nel Multiverso con “Venomverse”, un arco narrativo a fumetti del 2017 che riunisce un numero infinito di varianti di Venom. La storia vede Venom reclutato in una guerra interdimensionale con i Poison, una razza di esseri che si nutre dei simbionti e dei loro ospiti.

La trama è fantastica per i fan del fiorente Multiverso del MCU, poiché introduce una serie di nuove versioni di Venom che sono legate ai classici personaggi Marvel come Captain America, Ghost Rider e tanti altri.

Watermark – L’acqua e bene più prezioso al cinema dal 14 ottobre

Watermark – L’acqua e bene più prezioso al cinema dal 14 ottobre

Dopo aver ricevuto il plauso della critica e ottenuto oltre 50.000 spettatori nei cinema italiani con ANTROPOCENE – L’EPOCA UMANA, che indagava l’impatto dell’uomo sul pianeta attraverso straordinarie immagini, Fondazione Stensen e Valmyn sono lieti di portare nei cinema anche il secondo capitolo della colossale opera sull’ambiente realizzata da Jennifer Baichwal ed Edward Burtynsky: Watermark – L’acqua e bene più prezioso, uno straordinario documentario fotografico sul fondamentale ruolo che l’acqua ricopre nella formazione e nello sviluppo dei Popoli.

Questi sono solo alcuni degli straordinari luoghi filmati e raccontati nel documentario Watermark – L’acqua e bene più prezioso, in arrivo nei cinema italiani a partire dal 14 ottobre in occasione della Giornata Mondiale dell’Educazione Ambientale.

Watermark – L’acqua e bene più prezioso, il film

L’acqua costituisce oltre il 70% del pianeta e del nostro corpo, attorno a lei sono nate la società e la tecnologia e si sono sviluppate le grandi civiltà. Probabilmente per il suo controllo combatteremo le guerre del futuro. Watermark – L’acqua e bene più prezioso è un ritratto di grande attualità, che restituisce un quadro visivamente affascinante della complessità della situazione attuale, che spazia dalle gigantesche infrastrutture costruite dall’uomo ai sempre più numerosi disastri ambientali (esondazioni, allagamenti, erosione delle coste…), dagli sprechi del mondo ricco fino all’ingegno storico di conservazione e mantenimento di un bene così prezioso per la vita.

Il percorso dei registi porta lo spettatore tra le enormi fattorie galleggianti al largo della costa cinese del Fujian, al cantiere di Xiluodu, la più grande diga ad arco al mondo, nel delta del deserto dove si arena il possente fiume Colorado, tra le concerie di cuoio di Dhaka. Ma anche agli Open di Surf di Huntington Beach negli Stati Uniti e al Kumbh Mela ad Allahabad, dove si radunano 30 milioni di persone per immergersi tutte insieme nel sacro Gange. Ulteriori immagini accompagnano gli scienziati che estraggono carote di ghiaccio dalle profondità del sottosuolo della Groenlandia e tra coloro che esplorano l’incontaminato spartiacque della Columbia Britannica settentrionale.

Shotgun: al via le riprese del film scritto e diretto da Marta Savina

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Sono iniziate sui monti Nebrodi, nel suggestivo paesaggio della Sicilia settentrionale, le riprese del film Shotgun (titolo provvisorio), primo lungometraggio scritto e diretto da Marta Savina.

SHOTGUN è la storia di Lia una giovane ragazza che reagisce alla più terribile delle violenze con un atto di ribellione che scardinerà le consuetudini sociali della sua epoca. In un mondo in cui regna la legge del più forte, la mafia è radicata e accettata come parte naturale della vita, i potenti decidono e i più deboli eseguono, il suo coraggio spalancherà la strada alla lotta per i diritti delle donne.

Il film è prodotto da Virginia Valsecchi per Capri Entertainment in coproduzione con Medset Film (società francese) e con Tenderstories, in collaborazione con Vision Distribution e Rai Cinema. Con il contributo del MIC. Sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution.

Nel cast Claudia Gusmano, Fabrizio Ferracane, Francesco Colella, Manuela Ventura, Dario Aita, con la partecipazione di Thony, Maziar Firouzi, con il piccolo Francesco Giulio Cerilli e con Paolo Pierobon.

Foundation: Apple TV+ rinnova per una seconda stagione

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Foundation: Apple TV+ rinnova per una seconda stagione

Apple TV+ ha annunciato oggi che la serie di successo globale Fondazione (Foundation), prodotta da Skydance Television e dall’innovativo narratore David S. Goyer, e interpretata dai candidati all’Emmy Award Jared Harris e Lee Pace, è stata rinnovata per una seconda stagione. Dopo il lancio su Apple TV+ avvenuto il 24 settembre, Foundation si è dimostrato di forte impatto con il pubblico di tutto il mondo. Il rinnovo di oggi arriva prima della premiere del quarto episodio della serie, con i restanti sei episodi della prima stagione che debutteranno in anteprima settimanale, ogni venerdì su Apple TV+.

“Siamo stati così entusiasti di vedere il pubblico globale abbracciare l’affascinante, suspense e vortice di brividi che è Foundation, ha commentato Matt Cherniss, responsabile della programmazione di Apple TV+. “Sappiamo da quanto tempo i fan di queste amate storie di Asimov hanno aspettato di vedere il suo iconico lavor  prendere vita come una serie di eventi visivamente spettacolare e ora non vediamo l’ora di mostrare ancora di più del questo mondo ricco di narrazione avvincente e del mondo straordinario – costruito da David S. Goyer anche per la seconda stagione”.

“Fin dalla mia infanzia ho sognato come sarebbero apparsi Hari Seldon ed Eto Demerzel, come si sarebbero sentiti Terminus e Trantor”, ha commentato lo showrunner e produttore esecutivo David S. Goyer. “Ora, con la seconda stagione, il nostro pubblico potrà visitare altri personaggi e mondi indelebili che Asimov ha creato, tra cui Hober Mallow, il generale Bel Riose e tutti gli Outer Suns. Sono entusiasta che un’intera nuova generazione di fan stia leggendo il brillante racconto di Asimov.Un capolavoro. Stiamo lavorando a lungo con ‘Foundation’ e sono grato ai miei partner di Apple e Skydance per avermi affidato questa epopea. Allacciate le cinture. Stiamo per chiudere un nuovo cerchio. “

Fondazione (Foundation) di David Goyer ha superato tutte le mie aspettative portando la filosofia e le idee di mio padre sullo schermo in modi che mio padre non avrebbe mai potuto fare rimanendo fedele al suo lavoro”, ha detto Robyn Asimov, che è produttore esecutivo della serie. “So che mio padre sarebbe stato orgoglioso di vedere la sua storia iconica prendere vita attraverso la bellezza visiva dello show e i personaggi stratificati, capire bene che le sue parole avrebbero avuto bisogno di questa traduzione cinematografica. Mio padre era profondamente in debito con i suoi fan, con la loro lealtà e ha sempre sperato che il suo lavoro sarebbe passato alle generazioni successive. La serie TV “Fondazione” sta esaudendo il suo desiderio (e il mio) presentando il suo lavoro a una vasta gamma di nuovi lettori. Data la natura cerebrale dei libri della Fondazione, questa serie è un tour de force”.

Caratterizzato da un cast internazionale guidato da Harris e Pace, insieme alle stelle nascenti Lou Llobell e Leah Harvey, il monumentale adattamento racconta le storie di quattro individui cruciali che trascendono lo spazio e il tempo mentre superano crisi mortali, lealtà mutevoli e relazioni complicate che alla fine determineranno il destino dell’umanità. Il dramma Apple Original è interpretato anche da Laura Birn, Terrence Mann, Cassian Bilton e Alfred Enoch.

Quando il rivoluzionario Dr. Hari Seldon predice l’imminente caduta dell’Impero, lui e una banda di fedeli seguaci si avventurano ai confini della galassia per stabilire la Fondazione nel tentativo di ricostruire e preservare il futuro della civiltà. Infuriati per le affermazioni di Hari, i Cleons al potere, una lunga stirpe di cloni imperatori, temono che il loro regno senza rivali possa indebolirsi poiché sono costretti a fare i conti con la potenziale realtà di perdere per sempre la loro potente eredità.

Nel nuovo episodio di questa settimana, “Barbarians at the Gate”, Salvor affronta un nemico dell’Impero. Brothers Day e Dusk sono in disaccordo, mentre il fratello Dawn ha lottato con la sua verità.

“Foundation” è guidato dallo showrunner e produttore esecutivo David S. Goyer e prodotto per Apple da Skydance Television con Robyn Asimov, Josh Friedman, Cameron Welsh, David Ellison, Dana Goldberg e Bill Bost che sono anche produttori esecutivi.

Watermark – L’acqua è il bene più prezioso, il trailer

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Watermark – L’acqua è il bene più prezioso, il trailer

Dopo aver ricevuto il plauso della critica e ottenuto oltre 50.000 spettatori nei cinema italiani con ANTROPOCENE – L’EPOCA UMANA, che indagava l’impatto dell’uomo sul pianeta attraverso straordinarie immagini, Fondazione Stensen e Valmyn sono lieti di portare nei cinema anche il secondo capitolo della colossale opera sull’ambiente realizzata da Jennifer Baichwal ed Edward Burtynsky: Watermark – L’acqua è il bene più prezioso, uno straordinario documentario fotografico sul fondamentale ruolo che l’acqua ricopre nella formazione e nello sviluppo dei Popoli.

L’acqua costituisce oltre il 70% del pianeta e del nostro corpo, attorno a lei sono nate la società e la tecnologia e si sono sviluppate le grandi civiltà. Probabilmente per il suo controllo combatteremo le guerre del futuro. Watermark – L’acqua è il bene più prezioso è un ritratto di grande attualità, che restituisce un quadro visivamente affascinante della complessità della situazione attuale, che spazia dalle gigantesche infrastrutture costruite dall’uomo ai sempre più numerosi disastri ambientali (esondazioni, allagamenti, erosione delle coste…), dagli sprechi del mondo ricco fino all’ingegno storico di conservazione e mantenimento di un bene così prezioso per la vita.

Il percorso dei registi porta lo spettatore tra le enormi fattorie galleggianti al largo della costa cinese del Fujian, al cantiere di Xiluodu, la più grande diga ad arco al mondo, nel delta del deserto dove si arena il possente fiume Colorado, tra le concerie di cuoio di Dhaka. Ma anche agli Open di Surf di Huntington Beach negli Stati Uniti e al Kumbh Mela ad Allahabad, dove si radunano 30 milioni di persone per immergersi tutte insieme nel sacro Gange. Ulteriori immagini accompagnano gli scienziati che estraggono carote di ghiaccio dalle profondità del sottosuolo della Groenlandia e tra coloro che esplorano l’incontaminato spartiacque della Columbia Britannica settentrionale.

Questi sono solo alcuni degli straordinari luoghi filmati e raccontati nel documentario WATERMARK – L’acqua è il bene più prezioso, in arrivo nei cinema italiani a partire dal 14 ottobre in occasione della Giornata Mondiale dell’Educazione Ambientale.

My Son, recensione del film con James McAvoy

My Son, recensione del film con James McAvoy

Dopo aver realizzato quattro anni fa Mon garçon con protagonisti Guillaume Canet e Mélanie Laurent, il regista francese Christian Carion ha ripetuto la stessa, stuzzicante formula in questa versione aggiornata in lingua inglese: al protagonista maschile James McAvoy è stata consegnata soltanto l’idea alla base di My Son, ovvero quella di un uomo che viene avvisato dalla moglie della misteriosa scomparsa del figlio quando il bambino si trovava in campeggio. Senza l’apporto di alcuna sceneggiatura l’attore ha quindi dovuto sviluppare l’arco narrativo e le reazioni emotive del proprio personaggio basandosi soltanto sull’improvvisazione e l’apporto sul set dei colleghi, a cui erano stati invece forniti i dialoghi da recitare perché la storia progredisse nella direzione voluta. 

My son, la trama del film

Partendo da tale premessa era impossibile o quasi pensare che questo thriller non si basasse principalmente sulla prova di attore di James McAvoy. Di fronte alla sfida professionale l’interprete fin dalla prima scena abbraccia il personaggio conferendogli la giusta dose di forza emotiva: trattenuto quando ancora non ha ben chiaro sia successo al suo bambino, il personaggio di Edmond Murray viene scandito all’inizio con la necessaria lucidità di un uomo abituato a prendere decisioni sotto pressione. Più di una trama di genere che deve essere necessariamente sviluppata con semplicità, il film trova la sua forza primaria proprio nella rappresentazione psicologica dell’uomo, i cui conflitti interiori insieme ai rimorsi vengono progressivamente in superficie creando una backstory che ben si interseca con il crescendo drammatico. Le azioni che Murray compie per tentare di ritrovare suo figlio sono dettate in larga parte anche dal rimpianto fino a quel momento sopito per essere stato un padre troppo distante, allontanato da un lavoro di grande responsabilità e potenzialmente pericoloso per lui e le persone che gli erano vicine.

McAvoy lavora sulla vita interiore di Murray lasciandola eruttare in superficie senza andare mai sopra le righe, anche nelle scene più drammatiche. Accanto a lui co-protagonista molto efficace troviamo una Claire Foy come sempre credibile e raffinata nell’esplicitare le sfumature della ex-moglie Joan. Christian Carion sviluppa con accuratezza la prima parte del film, la quale intende seminare idee e indizi su chi possa aver rapito il giovane Ethan. Anche il lavoro sulla messa in scena dell’ambientazione principale risulta efficace: la brumosa e malinconica campagna britannica si dimostra una cornice precisa e capace di esprimere con potenza visiva il senso di desolazione che avvolge la vicenda. 

Un film recitato senza copione

Paradossalmente proprio alcuni dei punti di forza di My Son possono però essere visti anche come i suoi limiti intrinseci: se l’idea di un attore che recita senza copione è intrigante, allo stesso modo ci si chiede spesso durante lo svolgimento della storia se il film avrebbe lo stesso spessore drammatico per uno spettatore ignaro dell’esperimento. La risposta è incerta, il che non è propriamente un buon segno. Volendo quindi analizzare l’aspetto strettamente narrativo, My Son si sviluppa con una linearità che certamente non apporta nulla di nuovo la genere. Le evidenti pause nello sviluppo della trama per consentire a McAvoy di costruire il personaggio e orientarsi nella vicenda non contribuiscono al ritmo interno del lungometraggio, il quale in almeno un paio di momenti si insabbia perdendo di forza emotiva. Il film procede in questo modo a strattoni, fino ad arrivare a un finale prevedibile nell’epilogo ma interessante nell’assunto che chiude la storia: nessuno è la di sopra della legge, qualunque sia il motivo che spinge a determinate azioni. 

Sorretto con sicurezza da un James McAvoy a tratti vibrante, My Son ha tra i suoi punti a favore anche il fascino enigmatico dell’ambientazione e un paio di momenti di forte presa emotiva. Con una trama maggiormente articolata ne sarebbe potuto venir fuori un film di genere memorabile, mentre alla fine l’esperimento di far recitare il protagonista senza un copione limita le possibilità narrative dell’operazione stessa. Ed è un peccato, viste le potenzialità soprattutto drammatiche di setting e cast.

Garibaldi vs Zombies: disponibile il graphic novel di Andrea Guglielmino

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E’ finalmente disponibile, sullo store online della Emmetre Edizioni, l’attesissimo GARIBALDI VS ZOMBIES, il graphic novel più fuori di testa del 2021, lanciato con una campagna di crowdfunding su Kickstarter, conclusasi con enorme successo i primi di luglio.

Garibaldi vs Zombies è un racconto a fumetti, un graphic novel di 60 pagine, ideato da Andrea Guglielmino e disegnato da Fabrizio De Fabritiis (copertina di Alberto Dal Lago e prefazione di Andrea Cavaletto),  un volume di 17×23 cm., per 80 pagine totali a colori. Oltre al fumetto, la pubblicazione comprende anche studi, approfondimenti, work in progress e illustrazioni esclusive di Sudario Brando. 

GARIBALDI VS ZOMBIES finalmente disponibile

L’idea, audace e al contempo innovativa nel panorama fumettistico del bel paese, è quella di collocare nella storia italiana, in particolare nell’epoca del Risorgimento che è piena di intrighi e figure eroiche, un racconto appassionante, dall’impianto action e fantasy, immaginando come “supereroi” i personaggi della nostra tradizione, a partire proprio da Garibaldi, e metterli a confronto con situazioni e personaggi di tradizioni letterarie e cinematografiche di solito tenute a distanza, come quella horror e quella fantascientifica. Il tutto condito con abbondanti dosi di umorismo e un tocco di steampunk all’italiana. In questo splendido graphic novel troveremo un incredibile susseguirsi di eventi, una storia bizzarra che prenderà vie completamente inaspettate e regalerà diversi colpi di scena! Oltre agli zombies, che in questo caso sono “elettrici”, ci sarà molto altro e, come tutti gli eroi che si rispettano, il nostro Garibaldi dovrà vedersela anche con un nemico molto ostinato… Garibaldi vs Zombies è un graphic novel avvincente, completamente fuori di testa, ricco di azione, avventura, horror e tantissimo umorismo, supportato da una narrazione vivace e originale e dai potentissimi disegni di Fabrizio e Fabritiis 

Potete acquistare il volume e l’artbook di GARIBALDI VS ZOMBIES a questo link. Per maggiori informazioni potete visitare la pagina dedicata sul sito Emmetre Edizioni.

Su YouTube potete vedere la versione doppiata da Ludo Thorn delle prime pagine:

What If…?: il mistero dell’episodio su Gamora che non abbiamo visto

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Nell’episodio finale della prima stagione di What If…? abbiamo visto l’Osservatore mettere insieme una squadra di eroi provenienti dagli universi esplorati negli episodi precedenti, al fine di contrastare la minaccia dell’Ultron potenziato dalla Gemme dell’Infinito, i cosiddetti Guardiani del Multiverso.

Tra i suoi membri figurano Captain Carter (apparsa nel primo episodio), T’Challa Star Lord (apparso nel secondo episodio), Killmonger (apparso nel sesto episodio), Party Thor (apparso nel settimo episodio) e persino una variante di Gamora che nel suo universo ha ucciso Thanos e fatto squadra con Tony Stark. Ma da dove spunta fuori questa versione alternativa della figlia adottiva del Titano Pazzo, considerato che non era apparsa in nessuno degli episodi precedenti?

Il mistero è stato presto svelato da Den of Geek: in realtà, la prima stagione di What If…? doveva essere composta da 10 episodi (e non da 9). L’episodio “fantasma” doveva essere dedicato proprio a Gamora: l’evento Nexus al centro della storia doveva essere il fatto che Iron Man, dopo la battaglia con i Chitauri vista in The Avengers, non sarebbe riuscito ad attraversare in tempo il portale, finendo alla deriva nello spazio, per approdare poi su Sakaar.

Purtroppo, per motivi legati al Covid-19 e per questioni di budget, l’episodio su Gamora è stato sacrificato, ma il regista dello show Bryan Andrews ha già confermato che verrà inserito nella seconda stagione.

Marvel: il Multiverso sta “rovinando” le morti del MCU?

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Marvel: il Multiverso sta “rovinando” le morti del MCU?

La prima stagione di What If…? si è ufficialmente conclusa lo scorso mercoledì. La prima serie animata dei Marvel Studios ha segnato un ulteriore passo avanti nell’esplorazione del Multiverso ormai in continua espansione, mostrando versioni alternative di mondi, storie e personaggi già apparsi nei film destinati negli anni al grande schermo.

Naturalmente, una delle più grande domande che ci ha lasciato il finale di stagione di What If…? è come quello che abbiamo visto si collegherà al più ampio MCU, soprattutto ora che il concetto di Multiverso si appresta a diventare sempre più importante nella narrativa della Fase 4.

Nonostante i Guardiani del Multiverso abbiano sconfitto Ultron, permettendo a quasi tutti i membri del team di tornare alla propria linea temporale, Natasha Romanoff è riuscita a ritornare nell’universo esplorato nel terzo episodio, che aveva perso la sua Vedova Nera a causa di Hank Pym. Ciò ha dato origine ad un’accesa discussione sui concetti di “conseguenza” e “morte” all’interno del MCU, tema affrontato anche dal regista di What If…?, Bryan Andrews, in una recente intervista.

Andrews ha parlato con Variety (via The Direct) della prima stagione dello show, soffermandosi sull’ipotesi che le morti del MCU stiano perdendo di significato ora che esiste il Multiverso. Secondo Andrews, la sfida più grande quando si tratta del Multiverso è quella di avere tante versioni dello stesso personaggio, anche se, alla fine, i fan si ritrovano comunque a “guardare una sola una storia alla volta”.

Secondo il regista, la strada intrapresa da lui e il suo team è quella giusta, al di là di quali varianti siano vive o morte in un altro universo. Per Andrews, l’obiettivo è garantire sempre e comunque una storia avvincente.

Il Multiverso nel MCU, l’azione nel presente e il problema delle versioni alternative

Il regista ha anche specificato che la parte più importante della storia è “cosa sta succedendo in quel momento, nel presente”, piuttosto che quante versioni di quel personaggio del MCU esistono altrove, nel Multiverso. Ciò che dal suo punto di vista ha contribuito al successo della serie è stata proprio l’imprevedibilità di ciò che effettivamente sarebbe apparso sullo schermo con ogni singola storia, aspetto che il regista ha apprezzato immensamente.

Sembra chiaro, quindi, che Andrews e il team di What If …? volevano assicurarsi che l’attenzione dei fan rimanesse su ciò che accadeva sullo schermo, e non su quante versioni alternative dei vari eroi esistessero altrove nel Multiverso.

What If…?: c’era uno spin-off su T’Challa Star Lord in cantiere

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What If…?: c’era uno spin-off su T’Challa Star Lord in cantiere

Secondo molti fan, il miglior episodio della prima stagione di What If…? è il secondo, ossia quello che ci ha portato in una realtà in cui T’Challa è stato strappato dalla Terra dai Ravagers ed è diventato Star-Lord.

Nonostante la tragica scomparsa di Chadwick Boseman, l’attore era comunque riuscito a completare il suo lavoro di doppiaggio per la serie, pochi mesi prima di morire. Ora, il regista dello show Bryan Andrews ha confermato a Variety che Boseman non aveva registrato alcun dialogo per la seconda stagione, quindi il personaggio di T’Challa non farà più ritorno.

Il regista ha anche confermato che, se le cose fossero andate diversamente, avremmo avuto uno spin-off incentrato proprio su T’Challa Star Lord: “Chadwick aveva registrato tutte le parti di T’Challa Star Lord in anticipo. Tuttavia, avevamo questi episodi più avanti in cui riappariva, ma sarebbe passato del tempo prima di rivederlo. Non molto tempo dopo l’ultima registrazione, è venuto a mancare. Penso si sia trattato di un paio di mesi, forse uno. Nessuno di noi lo sapeva. Ma eravamo riusciti a fargli registrazione tutte le sue parti della prima stagione.”

“Penso che abbia comunque fatto uno sforzo, perché T’Challa significava molto per lui. Anche la versione T’Challa Star Lord era importante. Ha lasciato di nuovo il segno”, ha aggiunto Andrews. “Non so se ne fosse al corrente, ma c’erano dei piani per una serie spin-off di T’Challa Star Lord, sempre con lo stesso cast e con lo stesso mondo. Eravamo entusiasti. Siamo certi che l’avrebbe amata. Poi è successo quello che tutti sappiamo, e il progetto è finito in un limbo. Chissà… Forse un giorno vedrà la luce.”

Ron – Un Amico Fuori Programma al cinema dal 21 ottobre

Ron – Un Amico Fuori Programma al cinema dal 21 ottobre

Ron – Un Amico Fuori Programma racconta la storia commovente ed esilarante sull’amicizia tra un ragazzo delle medie e il suo robot difettoso. La nuova avventura d’animazione, targata 20th Century Studios e Locksmith Animation, arriverà il 21 ottobre nelle sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company Italia.

Il prossimo 15 ottobre, Ron – Un Amico Fuori Programma sarà presentato come evento speciale in anteprima ad Alice nella Città. Per l’occasione, sul red carpet sfilerà il cast di voci italiane: l’autore, attore, comico, musicista, cantante, conduttore televisivo, radiofonico e fumettista Lillo, che presta la propria voce a Ron; l’attore Miguel Gobbo Diazdoppiatore di Marc; e i creators DinsiemE (Erick e Dominick) che prestano la voce rispettivamente a B-Bot di Ava (Erick) e B-Bot Invincibile e B-Bot di Alice (Dominick).

Ron – Un Amico Fuori Programma è la storia di Barney, un impacciato studente delle medie, e di Ron, il suo nuovo dispositivo tecnologico che cammina, parla, si connette e che dovrebbe essere il suo “migliore amico pronto all’uso”. Nell’era dei social media, gli esilaranti malfunzionamenti di Ron lanciano i due in un viaggio ricco di azione in cui il ragazzo e il robot fanno i conti con la meravigliosa confusione della vera amicizia.

Il film Ron – Un Amico Fuori Programma è diretto da Sarah Smith e dal veterano di Pixar Jean-Philippe Vine, e co-diretto da Octavio E. Rodriguez; la sceneggiatura è firmata da Peter Baynham & Smith. Il film è prodotto da Julie Lockhart, anche co-fondatrice di Locksmith, e da Lara Breay, mentre la presidente di Locksmith Elisabeth Murdoch, Smith e Baynham sono i produttori esecutivi.

Star Wars: un romanzo prequel risolverà i buchi di trama di Episodio IX

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La Lucasfilm ha messo fine alla trilogia sequel di Star Wars con L’ascesa di Skywalker, ma sfortunatamente quella conclusione non è stata accolta come lo studio aveva inizialmente sperato. In realtà, l’intera trilogia sequel della celebre saga è stata più volte criticata per la mancanza di un vero piano generale, cosa che ha portato, alla fine, ad una narrazione spesso contraddittoria e con brusche correzioni di rotta.

La problematica forse più eclatante è stato il ritorno inaspettato dell’Imperatore Palpatine, dal momento che L’ascesa di Skywalker non fornisce alcuna risposta su come sia sopravvissuto alla sua apparente morte ne Il ritorno dello Jedi. È toccato ai vari media tie-in cercare di risolvere i buchi di trama del film di J.J. Abrams. La vera storia delle origini di Kylo Ren, ad esempio, è stata esplorata nella miniserie a fumetti “The Rise of Kylo Ren” di CHarles Soule, mentre i romanzi hanno confermato che lo spirito di Palpatine viveva all’interno di un corpo clone, fornendo anche molto più dettagli sulla Diade nella Forza.

Più di recente, la Marvel Comics ha tentanto di intrecciare elementi della trilogia sequel con l’era classica, rivelando che Darth Vader sapeva dell’esistenza di Exegol e introducendo Ochi di Bestoon, l’assassino Sith destinato a uccidere i genitori di Rey. Tuttavia, i tentativi della Marvel di risolvere i problemi legati a L’ascesa di Skywalker non hanno avuto pieno successo: se da un lato hanno gettato le base per ulteriori sviluppi, dall’altro non hanno fatto altro che introdurre ancora più incongruenze.

Ora, come riportato da Screen Rant, Lucasfilm ha annunciato ufficialmente un nuovo romanzo che servirà essenzialmente come prequel all’intera trilogia del sequel di Star Wars, incentrato sulla ricerca di Luke Skywalker e Lando Calrissian di Exegol e di Ochi di Bestoon. Scritto da Adam Christopher, “Shadow of the Sith” uscirà il 28 giugno 2022. Ecco la sinossi:

“Luke Skywalker e Lando Calrissian tornano in questo romanzo fondamentale, ambientato tra Il ritorno dello Jedi e Il risveglio della forza.

L’Impero è morto. A quasi due decenni dalla Battaglia di Endor, i resti sbrindellati delle forze di Palpatine sono fuggite negli angoli più remoti della galassia. Ma per gli eroi della Nuova Repubblica, il pericolo e la perdita sono compagni sempre presenti, anche in questa nuova era di pace.

Il Maestro Jedi Luke Skywalker è perseguitato dalle visioni del Lato Oscuro, che predice un inquietante segreto che cresce da qualche parte nelle profondità dello spazio, su un mondo morto chiamato Exegol. Il disturbo nella Forza è innegabile… e le peggiori paure di Luke vengono confermate quando il suo vecchio amico, Lando Calrissian, viene da lui con notizie di una nuova minaccia Sith.

Dopo che sua figlia gli è stata strappata dalle braccia, Lando ha cercato tra le stelle qualsiasi traccia della sua bambina perduta. Ma ogni nuova voce portava solo a vicoli ciechi e speranze sbiadite, fino a quando non ha incrociato la strada con Ochi di Bestoon, un assassino Sith incaricato di rapire una giovane ragazza.

Le vere motivazioni di Ochi rimangono oscure agli occhi di Luke e Lando. Perché su una luna discarica, un misterioso inviato dei Sith Eternal ha lasciato in eredità una lama sacra all’assassino, promettendo che gli darà risposte alle domande che lo hanno perseguitato dalla caduta dell’Impero. In cambio, deve completare un’ultima missione: tornare su Exegol con la chiave della gloriosa rinascita dei Sith: la nipote dello stesso Darth Sidious, Rey.

Mentre Ochi dà la caccia a Rey e ai suoi genitori ai confini della galassia, Luke e Lando affrontano il mistero dell’ombra persistente dei Sith e aiutano una giovane famiglia a salvarsi la vita”.

Tom Holland aiutò Jake Gyllenhaal a vincere l’ansia sul set di Far From Home

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In Spider-Man: No Way Home ritroveremo il Peter Parker di Tom Holland costretto ad affrontare non soltanto lo svelamento della sua identità segreta, ma anche il fatto di essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio, che nonostante all’inizio di Far From Home si fosse presentato come un eroe, alla fine ha rivelato la sua vera natura da cattivo.

Proprio per questo, anche se Jake Gyllenhaal non tornerà nei panni del personaggio nel threequel, la sua “presenza” avrà ancora un certo peso sulla vita del giovane Peter. È innegabile che il Mysterio di Gyllenhaal si stato memorabile sotto molti aspetti, soprattutto dal momento in cui viene rivelata la verità alla base delle sue motivazioni.

Eppure, sembra che il celebre attore abbia avuto non poche difficoltà ad ambientarsi nell’universo Marvel. Ospite dello show di Howard Stern (via THR), Gyllenhaal ha ammesso che durante il primo giorno di riprese di Spider-Man: Far From Home ero così ansioso che continuava a dimenticare le battute. Ad aiutarlo, è stato proprio il suo giovane collega Holland.

“Stavo letteralmente impazzendo”, ha spiegato Jake Gyllenhaal. “C’era questa scena con Samuel L. Jackson, Tom Holland… insomma, un certo numero di attori. E ricordo che non riuscivo a ricordare le mie battute. Avevo fatto tabula rasa. Così sono andato da Tom e gli ho detto: ‘Amico, aiutami!’. E lui mi ha detto: ‘Va tutto bene, amico. Rilassati’. Mi sembrava fosse me in tante situazioni del passato. Forse mi ero caricato di troppa pressione perché amo davvero il mondo Marvel.”

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