Dopo la
foto ufficiale di Selina Kyle e in attesa del trailer
ufficiale che dovrebbe debuttare domani, la Warner Bros ha diffuso
due affascinanti poster dell’attesissimo The
Batman diretto da Matt Reeves e con
protagonista Robert Pattinson nei panni di un
inedito Bruce Wayne. Il primo poster è dedicato al
pipistrello, mentre il secondo dovrebbe rappresentare l’Enigmista,
uno dei villain del film che arriverà al cinema il 03 Marzo
2022.
“The Batman
esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti.
“Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman
dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e
risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai
criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery
sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti
e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono
tutti sospettati“.
Dopo essere entrato nella storia
del cinema australiano – prima come uno dei maggiori incassi al
box-office nel week-end di apertura, e poi come uno dei maggiori
incassi di sempre al box-office nazionale – arriva, finalmente,
anche nelle sale italiane Chi è senza peccato – The Dry. Crime thriller
scritto e diretto da Robert Connolly (The
Turning) e basato sul pluripremiato bestseller di Jane Harper,
il film vede Eric Bana nei panni dell’agente federale Aaron
Falk, che fa ritorno al suo paese d’origine dopo oltre vent’anni
per un tragico funerale e riapre il vecchio caso di un omicidio
irrisolto. Nel cast anche Genevieve O’Reilly
(Guerre stellari, Tolkien), Keir
O’Donnell (American Sniper, Il pianeta delle
scimmie) e John Polson (Tutto ciò che
siamo, Mission: Impossible II).
L’agente federale Aaron Falk torna
nella sua città natale, dopo un’assenza di oltre vent’anni, per
partecipare al funerale del suo amico d’infanzia Luke, che, secondo
quanto riportato, avrebbe ucciso sua moglie e suo figlio prima di
togliersi la vita, vittima della follia che ha devastato questa
comunità dopo più di un decennio di siccità. Quando Falk accetta
con riluttanza di rimanere e indagare sul crimine, apre una vecchia
ferita: la morte della diciassettenne Ellie Deacon. Falk inizia a
sospettare che questi due crimini, separati da decenni, siano
collegati. Mentre lotta per dimostrare non solo l’innocenza di Luke
ma anche la sua, Falk dovrà fare i conti con il pregiudizio nei
suoi confronti e la rabbia repressa di una comunità
terrorizzata.
Disney+ e Walt Disney Animation Studios
hanno annunciato la nuova serie di cortometraggi con protagonista
Olaf, il pupazzo di neve ora nelle vesti di narratore, che ricreerà
alcuni momenti dei classici Disney Animation come La
Sirenetta, Oceania, Il Re Leone,
Aladdin e Rapunzel – L’intreccio della torre.
Sono disponibili il trailer e le immagini.
I Racconti di
Olaf debutterà in occasione del Disney+ Day, una celebrazione mondiale
che coinvolgerà tutte le divisioni di The Walt Disney Company nella
giornata di venerdì 12 novembre, con nuovi contenuti, esperienze
per i fan, offerte esclusive e molto altro ancora.
Ne I Racconti di Olaf, Olaf
diventa protagonista e si trasforma da pupazzo di neve a
intrattenitore, assumendo anche i ruoli di produttore, attore,
costumista e scenografo, per la sua esclusiva “rivisitazione” di
cinque delle storie animate Disney tra le più apprezzate, in questa
serie di nuovi corti animati targata Walt Disney Animation Studios.
Il carismatico e versatile Olaf dimostra il suo talento teatrale
assumendo ruoli iconici come quelli di una sirena, un genio, un re
leone (e non solo) e intrattenendo Arendelle con le sue deliziose
versioni abbreviate di queste amate storie. La regia della serie è
affidata allo storico animatore Disney Hyrum Osmond e la produzione
a Jennifer Newfield.
Nella versione italiana de I
Racconti di Olaf, l’attore e regista Enrico Brignano torna a
prestare la propria voce all’amato pupazzo di neve Olaf.
Matt Reeves ha
condiviso la prima foto ufficiale
di Zoe Kravitz nei panni di Selina
Kyle, quella che sarà Catwoman in The
Batman. Come dice lo stesso regista nella didascalia
della foto, vedremo molto di più durante il DC
Fandome che si svolgerà sabato 16 ottobre.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Negli ultimi anni il cinema è stato
invaso da numerosi film di fantascienza ambientati in un
futuro distopico, ma pochi hanno avuto successo quanto la trilogi
di Maze Runner. Composta dai
capitoli Il
labirinto,La fuga e La
rivelazione, questo è la trasposizione dell’omonimo
romanzo del 2009, facente parte di una vera e propria saga
letteraria, composta da una trilogia principale e due romanzi
prequel. Scritto da James Smith Dashner, questo
ebbe un ampio successo tra le giovani generazioni di lettori, i
quali potevano ritrovare al loro interno molte tematiche a loro
care. Dopo il successo del primo film, anche Maze
Runner – La fuga si affermò con altrettanto
valore.
Uscito nel 2015, anche in questo
caso con la regia di Wes Ball, il film portò
avanti quanto narrato nel precedente lungometraggio, con le sorti
dei giovani protagonisti ancora tutte da scoprire. Proprio questi
sono interpretati da giovani attori, le cui carriere sono state
consolidate da questa trilogia cinematografica. Attori come
Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Thomas
Brodie-Sangster e Will Poulter sono oggi
apprezzati interpreti distintisi in altri noti film di successo.
Sempre per questa trilogia, inoltre, molti di loro ebbero modo di
vedersi premiati a popolari premi come i Teen Choice Awards e gli
MTV Movie Awards.
Con un budget di 61 milioni di
dollari, Maze Runner – La fuga si dimostrò all’altezza del
primo capitolo, guadagnandone ben 312 in tutto il mondo. Un
successo che ha poi permesso di dar vita all’ultimo titolo della
trilogia. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
differenze tra il libro e il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Maze Runner – La fuga: la trama del film
Con Maze Runner – La fuga
si torna a seguire le avventure del giovane
Thomas, il quale dopo essere riuscito a scappare
dal Labirinto insieme ai suoi compagni, ha delle terribili visioni
che rivelano la verità su perché lui e gli altri ragazzi si trovino
lì. Questi furono infatti rapiti e riuniti da una misteriosa
organizzazione chiamata W.C.K.D. Nel frattempo, il gruppo trova
accoglienza presso il signor Janson in una
struttura dove possono finalmente ricevere l’assistenza necessaria.
Sebbene l’atmosfera del rifugio sia positiva e distesa, Thomas non
riesce a rilassarsi e indagando scopre che la struttura non è altro
che un enorme laboratorio, nel quale i ragazzi sopravvissuti
vengono sottoposti ad atroci esperimenti.
Alla luce di questa sconcertante
scoperta, Thomas e i suoi amici decidono di organizzarsi per
fuggire nuovamente. All’esterno, tuttavia, saranno costretti a
confrontarsi con un’orda di infetti e con il clima impervio e
desertico della Zona Bruciata. Il gruppo viene però soccorso da
Brenda e Jorge, leader di un
altro gruppo di sopravvissuti. A interrompere la loro pace vi è
però l’arrivo di Janson e dei suoi uomini, pronti a rapire
nuovamente i ragazzi. Chiedendosi come abbiano fatto ad essere
scovati, Thomas arriva a fare la terribile scoperta che qualcuno
del loro gruppo li sta tradendo segretamente, mettendo in serio
pericolo le loro vite.
Maze Runner – La fuga: il cast del film
Protagonista del film, nel ruolo di
Thomas, è ancora l’attore Dylan
O’Brien. Questi, tuttavia era stato inizialmente
scartato dal regista Wes Ball, poiché la sua capigliatura non
lasciava trasparire la fragilità che invece si ricercava per il
ruolo. In quel periodo l’attore era infatti impegnato nelle riprese
della serie Teen Wolf, dove sfoggiava una capigliatura
particolarmente vistosa. Per sua fortuna, una sua foto con i
capelli corti finì successivamente nelle mani di Ball, il quale si
pentì di averlo giudicato negativamente e decise di richiamarlo,
convinto che avrebbe potuto essere l’attore giusto per la parte.
Una volta comunicatagli la notizia, O’Brien ebbe soltanto quattro
giorni di tempo per leggere il romanzo e informarsi sulla sua
storia.
L’attore Will
Poulter decise invece di proporsi sia per il ruolo di Newt
che per quello di Gally, finendo con l’ottenere quest’ultimo.
Aml Ameen interpreta Alby, il primo arrivato nella
Radura e leader del gruppo. Per il ruolo di Teresa, l’attrice
Kaya
Scodelario fu da subito la prima scelta per il
regista. Questi si convinse che fosse la persona giusta per la
parte dopo averla vista recitare nella serie Skins.
Particolarmente coinvolta dal progetto, la Scodelario decise di
allenarsi al fine di poter eseguire personalmente le acrobazie
richieste per il film, senza avvalersi di controfigure. Ad
interpretare Newt, uno dei leader, è invece l’attore Thomas
Brodie-Sangster, mentre Ki Hong Lee è
Minho, uno degli esploratori.
L’attrice Patricia
Clarkson è Ava Paige, direttrice dell’organizzazione WCKD.
Entrano poi a far parte del film gli attori Rosa
Salazar, celebre anche per il film Alita – Angelo
della battaglia e la serie Undone, nel ruolo
della ribelle Brenda. Giancarlo Esposito,
noto per serie come Breaking Bad, The
Boyse The Mandalorian, è invece Jorge. In
ultimo, Aidan Gillen
interpreta il misterioso Janson, tra i personaggi principali di
questo sequel. Per prepararsi al film, inoltre, l’intero cast di
giovani protagonisti fu portato a partecipare ad una sfida di
sopravvivenza nella radura, dove hanno imparato a costruirsi da sé
strumenti e a mettersi al riparo dalla natura circostante.
Maze Runner – La fuga: le
differenze tra il libro e il film
Nel dar vita ad un adattamento
cinematografico del romanzo, gli autori confermarono l’intenzione
di rimanere quanto più fedeli possibile a questo. Il passaggio
dalla pagina al grande schermo ha però visto operare anche in
questo caso delle necessarie modifiche. Una tra le prime è il luogo
in cui i protagonisti giungono dopo la fuga dal labirinto. Nel film
si tratta di un edificio ampio e moderno, mentre nel libro è al
contrario descritto come un luogo piccolo e poco confortevole.
Anche il numero dei personaggi varia dal libro al film, e in
quest’ultimo ritroviamo solo quelli principali e su cui è stato
possibile concentrarsi di più. Un ulteriore elemento di differenza
è poi legato ai motivi della fuga dei personaggi.
Nel libro questi vengono infettati
dall’Eruzione, partendo dunque alla ricerca di una cura. Questo
aspetto viene invece tralasciato in favore di una semplice fuga in
cerca della verità. Altre differenze riguardano invece in modo più
specifico alcuni dei personaggi principali, tra cui Mary, il quale
non esiste nei libri ed è stato ideato appositamente per i film. A
mancare è poi anche un elemento fondamentale dei romanzi, ovvero la
capacità dei protagonisti di comunicare con il pensiero. Forse
perché complessa da trasportare in modo interessante sul grande
schermo, questa abilità è stata scartata. Differenze, in
conclusione, si ritrovano anche nel finale delle due opere.
Maze Runner – La fuga: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
In attesa di vedere il terzo
capitolo della trilogia, è possibile fruire del film grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Maze Runner – La
fuga è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV,Chili, Google Play, Apple
iTunes, Amazon Prime Video, Disney+ e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 15 ottobre alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Definita una delle attrici più sexy
e iconiche degli ultimi anni, Jessica Alba ha
raggiunto la popolarità grazie a film come Honey, Sin City
e I fantastici 4, oltre che essere stata la protagonista
delle serie televisiva Dark Angel. Ma la Alba non è solo
un’attrice, è anche modella e imprenditrice di successo.
Ecco dieci cose che forse
non sai su Jessica Alba.
Jessica Alba: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in diversi
celebri film. La Alba ha esordito al cinema nel 1994 con
il film Vacanze a modo nostro, per poi recitare in Mai
stata baciata (1999), Sin City (2005), con Bruce Willis,
I Fantastici 4 (2005), con Chris Evans,
Trappola in fondo al mare (2005), I Fantastici 4 e
Silver Surfer (2007), The Ten (2007), Awake –
Anestesia cosciente (2007), The Eye (2008),
Appuntamento con l’amore (2010), Machete (2010), Vi
presento i nostri (2010), con Ben Stiller.
Nel 2013 recita poi in Machete Kills (2013),
riprendendo poi il suo ruolo di Nancy in Sin City – Una donna
per cui uccidere (2014). Negli ultimi anni ha invece recitato
in Anime gemelle (2015), Verità sepolte (2016) e
Killers Anonymous (2019).
2. Jessica Alba ha recitato
anche in televisione. Jessica debuttò in televisione nel
1994 con il ruolo ricorrente nella popolare serie Il mondo
segreto di Alex Mack. Qui impersonava un’insopportabile
giovane snob che si dedica a far diventare miserabile la vita della
protagonista. Nello stesso anno, prese parte al ruolo di Maya in
Le nuove avventure di Flipper, andando a girare la serie
in Australia, per un totale di due stagioni. Ha poi partecipato ad
alcuni episodi di serie come Beverly Hills 90210 (1998) e
Broklyn South (1998). Dal 2000 al 2002 è stata
protagonista della serie Dark Angel, per poi recitare
anche in Entourage (2004) e The Office (2009).
Nel 2019 ha invece recitato in L.A.’s Finest.
3. Ha prodotto una serie
televisiva. Proprio di L’A.’s Finest, serie di
che mescola la commedia al poliziesco e dove interpreta Nancy
McKenna, l’attrice ha ricoperto il ruolo di produttrice esecutiva
per tutti e 26 gli episodi. Per la Alba si è trattata della sua
prima volta in tale ruolo, ma l’attrice è nota anche per le sue
capacità imprenditoriali, ed ha affermato di voler ricoprire il
ruolo di produttrice anche in futuro.
4. Ha ricevuto diversi premi
nella sua carriera. Grazie ad alcune tra le sue più
iconiche interpretazioni, la Alba ha avuto modo di guadagnare anche
diversi riconoscimenti. Nel 2001 è stata candidata come miglior
attrice in una serie drammatica per Dark Angel ai Golden
Globe. Vanta poi tre candidature nel 2006 per i film I
Fantastici 4 e Sin City. La Alba è però nota anche
per le sue svariate candidature ai Razzie Awards, i premi del
peggio del cinema annuale.
Jessica Alba: oggi
5. Ha un nuovo film in
programma. Attualmente l’attrice è impegnata nella
realizzazione del film Trigger Warning, di cui è anche
produttrice. Diretto da Mouly Surya, il film vede
la Alba ricoprire il ruolo di Parker, una donna che si trova a
diventare un’eroina riluttante della sua piccola cittadina di
residenza. In queste settimane in fase di ripresa, il film dovrebbe
poi essere pronto per una distribuzione nel corso del 2022.
Jessica Alba non recita mai
nuda
6. Jessica Alba ha sempre
rifiutato scene di nudo. Jessica Alba, sin dall’inizio
della sua carriera, ha sempre rifiutato di girare scene di nudo o
di fare servizi fotografici senza vesti. La si può vedere solo una
volta in un nudo integrale nel film Machete. In realtà,
l’attrice ha girato la scena indossando della biancheria intima che
è stata poi rimossa digitalmente in post-produzione.
7. Jessica Alba ha sempre
cercato di abbattere gli stereotipi. La Alba ha
manifestato varie volte non voler essere abbinata all’immagine
della donna sexy di turno, dichiarando di voler essere presa sul
serio come attrice. Nonostante questo, è stata nominata svariate
volte, nel corso degli anni, come una delle attrici più sexy del
mondo, apparendo anche in una copertina di Playboy
nel 2006. In questo caso la Alba fece causa alla rivista di Hugh
Hefner per aver utilizzato un’immagine promozionale del film
Trappola in fondo al mare (2005) senza il suo
consenso.
Jessica Alba: il marito e i figli
8. È sposata con un
produttore cinematografico. Dopo essere stata fidanzata
per un lungo periodo di tempo con il collega Michael Weatherly, nel
2008 l’attrice ha infine sposato Cash Warren, un
produttore cinematografico, dal quale ha avuto tre figli:
Honor Marie (2008), Haven Garner
(2011) e Hayes (2017). Le prime foto della figlia
maggiore, apparse nel numero di luglio 2008 della rivista
OK!, secondo quanto riferito, hanno fatto guadagnare
all’attrice circa 1,5 milioni di dollari.
Jessica Alba è su Instagram
9. Il social preferito da
Jessica Alba è senza dubbio Instagram. L’attrice è
presente sul social network Instagram con un profilo verificato
seguito da ben 19,3 milioni di persone. Su questo, con oltre 4 mila
post, non esita a pubblicare foto della sua vita quotidiana, tra il
marito e i suoi tre bambini. L’attrice americana usa il social
anche per sponsorizzare i prodotti della sua azienda, la The
Honest Company, fondata nel 2012 e specializzata nella
commercializzazione di prodotti per la casa e la cura della persona
esclusivamente eco-friendly
Jessica Alba: età e altezza dell’attrice
10. Jessica Alba è nata il 28 aprile 1981 a
Pomona, in California, Stati Uniti. L’attrice è alta
complessivamente 165 centimetri.
A volte anche una semplice serie
comedy come Community può fare la differenza. Ne
sa qualcosa Gillian Jacobs, diventata famosa
grazie al ruolo di Britta Perry, adesso una delle attrici
più amate dal pubblico appassionato di cinema e televisione.
Scopriamo quindi insieme tutto quello che c’è da sapere su
Gillian Jacobs, sulla sua vita privata e la sua
interessante carriera tra piccolo e grande schermo.
Gillian Jacobs: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in diversi
film. La carriera cinematografica dell’attrice comincia
subito, nel 2005, anno in cui partecipa al suo primo film,
Building Girl, diretto da Shari L. Carpenter. Da quel
momento recita in molti altri film, tra cui si ricordano
Blackbird (2007), Soffocare (2008), The
Box (2009), Solitary Man (2009), Coach
(2010), Cercasi amore per la fine del mondo (2012),
BadMilo! (2013), Una notte in giallo
(2014), Un tuffo nel passato 2 (2015), Dean
(2016), Ibiza (2018), Life of the Party (2018) e
Magic Camp (2020). Nel 2021 recita poi in Fear Street
– Parte 1: 1994, Fear Street – Parte 2: 1978 e Fear Street
– Parte 3: 1666. Prossimamente la si potrà ritrova in
Violence ofAction, Injustice, The Seven
Faces of Jane e Any Other Night.
2. È nota per le sue serie
televisive. Nei primi anni duemila, parallelamente alla
sua carriera cinematografica, Gillian comincia a muovere i primi
passi anche in tv. Dopo aver ottenuti piccoli ruoli o semplici
comparsate in serie tv di successo come The Book of
Daniel (2007), Fringe
(2008), Law & Order: Criminal Intent (2009), Royal
Pains (2009) e The Good Wife (2009), finalmente per
lei arriva la svolta grazie alla serie Community, dove
recita dal 2009 al 2015. Successivamente partecipa ad alcuni
episodi di Girl (2015) e a Love (2016-2018). Nel
2021 è tra i protagonisti di Ten Year Old Tom, mentre
nello stesso anno da voce a Atom Eve nella serie animata
Invincible.
3. È anche regista.
Grande appassionata di regia, l’attrice si era cimentata negli
scorsi anni dirigendo alcuni episodi di serie documentarie. Nel
2022 è invece atteso il suo primo lungometraggio da regista,
intitolato The Seven Faces of Jane, di cui sarà anche
protagonista. L’attrice non sarà però l’unica regista, condividendo
il ruolo con altri sette registi.
Gillian Jacobs in Community
4. È divenuta celebre grazie
alla nota serie. Nel 2009 l’attrice viene scelta per
entrare a far parte del cast di Community, una serie tv
comedy della NBC, ideata da Dan
Harmon e andata in onda fino al 2015. La serie è
ambientata al Greendale Community College e racconta la storia di
un bizzarro gruppo di studenti. Jeff Winger è un avvocato con
licenza sospesa che, deciso a tentarle tutte pur di sedurre l’ex
attivista politica Britta Perry (Gillian Jacobs),
organizza un finto gruppo di studio di spagnolo. Nonostante Jeff
abbia invitato solo Britta, lei invita anche un altro studente,
Abed Nadir, il quale a sua volta invita altre quattro persone. Il
gruppo quindi diventa reale distruggendo però i piani da gran
seduttore di Jeff. Col tempo i ragazzi fanno amicizia e si
sostengono l’un l’altro durante il loro durissimo percorso
formativo e lavorativo.
Gillian Jacobs in
Girls
5. Ha recitato in alcuni
episodi della nota serie. A partire dal 2015, Gillian
entra a far parte del cast di una nuova serie della
HBO dal titolo Girls,
ideata, interpretata e prodotta da Lena
Dunham. La serie, andata dal 2012 al 2017, racconta la
storia di quattro amiche, trasferitesi da poco a New York, e che
tentano di costruirsi una nuova vita nella Grande
Mela.La Jacobs interpreta qui Mimi-Rose
Eleanor Howard, un personaggio secondario attivo solo a partire
dalla quarta stagione della serie, in un arco temporale di 5
episodi. Mimi-Rose è un’artista che vive nel quartiere di Bushwick
a New York e che in qualche modo si intromette nel rapporto tra
Hannah e il suo fidanzato Adam Sackler (Adam
Driver).
Gillian Jacobs in
Love
6. È stata protagonista
della celebre serie romantica. Esattamente un anno dopo la
sua partecipazione alla serie Girls, Gillian ottiene il
ruolo della protagonista in una nuova serie dal titolo Love, prodotta
da Judd Apatow, Paul Rust e
Lesley Arfin per Netflix. Ambientata a Los Angeles, la serie
racconta della storia d’amore di Mickey Dobbs e Gus Cruikshank, due
trentenni completamente diversi l’uno dall’altra. Mentre Mickey,
ambiziosa, ribelle e anticonformista, lavora per una piccola
stazione radiofonica, Gus è l’insegnante privato, molto timido e
insicuro e dall’animo nerd.
Gillian Jacobs in Rick e
Morty
7. Ha partecipato al
doppiaggio di un episodio. Uno dei progetti più
interessanti a cui ha partecipato Gillian Jacobs è la serie animata
Ricky e
Morty. Grazie al suo passato di doppiatrice,
l’attrice è infatti stata scelta per dare la voce a uno dei
peronsaggi della serie. L’attrice presta la voce al personaggio di
Supernova, una supereroina che appare
nell’episodio 3×04 dal titolo Vindicators 3: The Return of
Worldender. Supernova è infatti l’ultimo dei Vindicators a
essere ancora in vita e il suo personaggio sembra essere la parodia
di Eternity, uno degli eroi della Marvel Comics. Coraggiosa e letale, Supernova
appare come una bellissima supereroina completamente di colore
viola, con lunghi capelli fluttuanti e un costume aderente che
ricorda una galassia piena di pianeti.
Gillian Jacobs: chi è il suo fidanzato?
8. È molto riservata sulla
sua vita privata. L’attrice non ama diffondere
informazioni sulla propria vita privata, come anche la sua assenza
dai social network lascia intendere. In particolare, poco o nulla
si sa delle sue relazioni sentimentali. Attualmente l’attrice
sembra essere single, ma non ci sono sufficienti informazioni per
confermare o smentire quella che è dunque solo una
supposizione.
Gillian Jacobs non è su Instagram
9. Non ha un account sul
noto social network. Contrariamente a molti suoi colleghi
del mondo dello spettacolo, la Jacobs non possiede un profilo
verificato sul social Instagram. L’attrice ha infatti raccontato di
preferire tenersi distante da questi strumenti, così da poter avere
un maggior distacco tra la sua vita lavorativa e quella personale.
Per i suoi fan, tuttavia, è possibile ritrovare sul social diverse
fanpage dedicate all’attrice, con cui si potrà rimanere aggiornati
sui suoi lavori e attività.
Gillian Jacobs: età e altezza dell’attrice
10.Gillian Jacobs è nata 19
ottobre 1982 a Pittsburgh, in Pennsylvania, Stati Uniti. L’attrice
è alta complessivamente 163 centimetri.
Marie Avgeropoulos
è conosciuta ai più per il suo ruolo di Octavia Blake in
The 100. Ma lei ha interpretato tanti diversi
ruoli e non è solo un’attrice, è anche una batterista e una modella
di talento.
Ecco dieci cose che non
sapevate su Marie Avgeropoulos.
Marie Avgeropoulos: i film e le
serie TV
1. Marie Avgeropoulos è
diventata una star grazie ad alcune apparizioni in note serie
tv. Marie Avgeropoulos è apparsa, come guest star, in
diverse serie tv, come Supernatural
(2005), Eureka (2006), Fringe
(2008) e Human Target (2010). Nel 2013, Marie ha preso
parte a un ruolo televisivo in Cult (2013), trasmessa da
The CW. Ha poi recitato anche in The Inbetweeners – Quasi
maturi (2012), 90210 (2013) e The 100
(2014-2020), grazie a cui è divenuta celebre.
2. Marie Avgeropoulos ha
recitato in diversi film. Marie Avgeropoulos ha recitato
anche in diversi film di produzione indipendente, come
Isolation – Pericolo alle Bahamas (2015), Numb
(2015) e A remarkable life (2016). Nel 2015 Marie ha
recitato, insieme a Taylor Lautner in Tracers, un
thriller della Lionsgate. La Avgeropoulos ha partecipato anche a
film più noti come come 50
e 50 (2011), nominato ai Golden Globe, insieme ai veterani
Seth Rogen e Joseph Gordon-Levitt, così come nella
memorabile commedia del 2009 Una notte con Beth Cooper.
Prossimamente tornerà al cinema con il ruolo di Jean Ann Jollett in
Butterfly in the Typerwriter.
Marie Avgeropoulos in Percy Jackson
3. Ha avuto un ruolo nel
celebre film. Ancora agli esordi della sua carriera,
l’attrice è comparsa con un cameo nel film del 2010 Percy
Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini,
adattamento dell’omonimo romanzo e primo di due trasposizioni
cinematografiche di tale personaggio. In questo la Avgeropoulos
interpreta una delle fanciulle che accompagnano la dea
Afrodite.
Marie Avgeropoulos e la serie The
10
4. Marie Avgeropoulos ha
avuto un ruolo ricorrente nella serie The 100.
Marie Avgeropoulos è una star ricorrente nel ruolo di Octavia Blake
nel dramma post-apocalittico The 100. La plurinominata
serie narra della sopravvivenza del popolo che vive su una stazione
spaziale chiamata l’Arca, che manda gruppi di 100 persone
delinquenti sulla terra.
5. Marie Avgeropoulos vive
per The 100.The 100, creata da Jason Rothenberg,
mostra come il genere umano debba sopravvivere in questa Arca dopo
che 97 anni prima la Terra è stata sconvolta da una guerra nucleare
globale. I gruppi mandati sulla terra servono per verificare se il
pianeta sia nuovamente abitabile. La Avgeropoulos ha raccontato di
vivere letteralmente per questa serie, non può fare a meno di
parlarne e di postare continuamente immagini o link che si
riferiscano alla serie tv.
Marie Avgeropoulos è su Twitter e
Instagram
6. Marie Avgeropoulos usa
twitter per il sociale e per The 100. Marie Avgeropoulos
possiede un account twitter ufficiale in cui twitta e ritwitta
tutto ciò che riguarda il suo ruolo e la sua presenza nelle serie
che l’ha resa famosa agli occhi del mondo, The 100. Ma non
solo: usa il social anche per cinguettare riguardo contesti sociali
e ricerca di fondi per cause benefiche.
7. Marie Avgeropoulos ha un
account Instagram molto seguito. Marie Avgeropoulos ha un
account Instagram ufficiale seguito da 3.1 milioni di follower. In
questo account Marie, oltre che promuovere con diversi post la
serie The 100, ha postato tante foto di sé. Oltre che
attrice, Marie è anche una modella affermata e sono molte le foto
che ne mostrano le capacità. Tra shooting e sedute di trucco, la
maggior parte dei post sono dedicati alla sua vita quotidiana e al
suo tempo libero. Tantissime le foto con il suo adorato cane e
altrettante foto realizzate per immortalare i diversi viaggi ed
esperienze accumulate.
Marie Avgeropoulos: tra Taylor
Lautner e le accuse di violenza domestica
8. Marie Avgeropoulos è
stata fidanzata con Taylor Lautner. Nel 2013, Marie
Avgeropoulos aveva conosciuto Taylor Lautner, attore noto per essere stato
il licantropoco Jacob nella saga di Twilight, sul set
di Tracers e da lì è nata la loro relazione. Tuttavia
questa è durata giusto qualche mese. La differenza di età di 6 anni
probabilmente è stata da ostacolo: mentre lei era alla ricerca di
una storia seria, lui (secondo le solite fonti anonime) aveva
voglia di divertirsi.
9. Marie Avgeropoulos è
stata accusata di violenza domestica. All’inizio
dell’agosto 2018, Marie è stata arrestata per violenza domestica.
Sembra che abbia litigato in modo abbastanza pesante con il
fidanzato, litigio conclusosi con danni subiti dal compagno. Anche
se poi lui non ha sporto denuncia, Marie è stata trattenuta dalle
forze dell’ordine e poi rilasciata dopo il pagamento di una
cauzione d 50 mila dollari. Pare che inizialmente, il fidanzato
abbia chiamato le forze dell’ordine per cercare di ridimensionare
una situazione che stava prendendo la piega sbagliata.
Marie Avgeropoulos: età e altezza
dell’attrice
10. Marie Avgeropoulos è nata a Thunder Bay, in
Ontario, Canada, il 17 giugno del 1986. L’attrice è alta
complessivamente 165 centimetri.
Jeo Russo,
co-regista di Avengers:
Endgame, ha commentato la disputa legale tra Scarlett
Johansson e la Disney, parlando di “panico” tra
le fila delle società di produzione.
Durante un’intervista con
Variety, Joe Russo si è soffermato
sull’argomento. Il regista, che ha abbondantemente lavorato
con la Disney, ha affermato che è stato “un peccato” che la causa
sia diventata di pubblico dominio. Ha continuato descrivendo
l’incidente come “indicativo di un cambiamento significativo” nel
settore, affermando che le società sono nel panico a causa delle
conseguenze a lungo termine della pandemia di COVID-19.
“Le società sono nel panico in
questo momento, perché penso che metà degli studi scompariranno nei
prossimi 5-10 anni e il gioco è cambiato radicalmente. Ci sono
produttori di contenuti che possono superare qualsiasi studio, ed è
solo un errore di arrotondamento per loro, perché sono aziende da 1
trilione di dollari. Non l’abbiamo mai visto prima nel
settore.”
Di tutti i contributi sulla
questione, questo di Joe Russo sembra davvero un
momento di riflessione importante da parte di un addetto ai lavori
che sa bene di cosa sta parlando.
In una recente intervista con
Variety che promuove il suo nuovo film, a Jonathan
Majors, interprete di Kang il
Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, è stato
chiesto della sua evoluzione da Colui che rimane a Kang il
Conquistatore. Mentre parlava di come Loki ha chiarito che
“Colui che rimane è ora nel mondo”, l’attore ha anche
parlato del lavoro con
Paul Rudd, Evangeline
Lilly e del rapporto con la
Ant-Man family.
“Beh, è una sceneggiatura
diversa, quindi c’è questa componente, sceneggiatori diversi, e sto
girando in un paese diverso, quindi c’è anche quest’altro elemento.
E sai, Colui Che Rimane è nel mondo ora, quindi sappiamo tanto su
di lui. In Loki abbiamo visto 40 minuti del personaggio che mi
hanno aiutato a raccontare una storia che adesso ha un’altra tela,
un altro campo da gioco con più giocatori. Non si tratta più
dell’incredibile Tom Hiddleston, ma questa volta ho a che fare con
Paul Rudd ed Evangeline Lilly e personaggi del calibro della
Ant-Man family. È un mondo completamente diverso”.
Durante la
visita di Screen Rant al set di Eternals
ai Pinewood Studios nel gennaio 2020,
Salma Hayek si è aperta con un gruppo di giornalisti
sulla visione del suo personaggio rispetto agli altri membri del
gruppo. Hayek ha parlato specificamente del ruolo materno di Ajak
nel gruppo e ha paragonato le sue varie relazioni con gli altri
Eterni a come un genitore ha legami diversi con ciascuno dei propri
figli.
“L’aspetto della madre è stata
interessante perché mi permette di avere una precisa prospettiva di
osservazione. Che è un modo umano specifico di vedere tutte le
persone, c’è un livello di amore, cura ed empatia. C’è un tentativo
di mantenere, non solo la missione, ma la famiglia che sta
compiendo questa missione, che è diverso. E ho un rapporto diverso
con ognuno di loro, come capita con i propri figli. Devi
differenziare le relazioni, perché sono persone diverse, è
così.”
Eternals, dal 5 novembre al cinema
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Spider-Man: No Way Home è stato descritto da
Tom Holland come “la fine di un franchise”,
mentre la sua affermazione che “se fossimo abbastanza fortunati da
immergerci di nuovo in questi personaggi, si vedrebbe una loro
versione molto diversa” ha destato qualche preoccupazione. Potrebbe
essere che il lanciatore di ragnatele stia per trovare la strada di
“casa” nell’Universo Marvel di Sony e che potrebbe non
finire bene per Spidey.
Quello che al momento sappiamo del
film è che sarà ricco di ritorni, a partire da Alfred Molina nei
panni di Doc Ock. Ma chi sono invece i personaggi che avranno un
cameo anche se non sono mai stati trai rumors di questi ultimi
mesi?
Spider-Girl
Dopo i commenti di
Tom Holland, non possiamo fare a meno di chiederci se
il piano è che
Spider-Man: No Way Home concluda il tempo dell’attore
nel MCU. Sarebbe un vero peccato, ma
una nuova realtà significa nuove opportunità di narrazione.
Se Peter Parker sta per intraprendere un viaggio attraverso il
Multiverso, allora questa ci sembra l’occasione perfetta per
visitare un mondo in cui May “Mayday” Parker è Spider-Girl.
Il debutto live-action di questo
personaggio è atteso da tempo e un cameo come questo potrebbe
preparare il terreno per uno spin-off futuro o darci un’idea di
cosa accadrà in un possibile futuro per Spider-Man. Chi dovrebbe
esserci sotto la maschera? Bene, non diremmo di no al dare a
Zendaya un leggero restyling in modo che possa
assumere un secondo ruolo in questo trequel come possibile o futura
figlia di MJ e Peter!
Scarlet Witch
Doctor
Strange in the Multiverse of Madness seguirà lo
Stregone Supremo in un viaggio attraverso chissà quante realtà
alternative, ma Spider-Man: No Way Home sarà molto
probabilmente l’avventura che apre le porte a tutto ciò (Strange ha
persino menzionato il Multiverso nel teaser trailer).
Con questo in mente, un’apparizione
di Scarlet Witch potrebbe essere scontata. Se è vero che il sequel
di Doctor Strange seguirà Wanda Maximoff mentre
attraversa queste diverse linee temporali a caccia dei suoi figli,
allora potrebbe anche essere quello che porta agli eventi di
No Way Home.
Scarlet Witch potrebbe apparire in
una scena dopo i titoli di coda, una scena magri girata
direttamente da Sam Raimi, che così tornerebbe a
girare una scena per un film di Spider-man a distanza di 14
anni.
Capitan America
La cronologia del MCU è diventata un po’ confusa
dagli eventi di Avengers: Endgame, ma quando avrà
inizio Spider-Man:
Far From Home, immaginiamo che Sam Wilson sia
diventato Capitan America.
Questo film riprende la storia da
dove si era interrotta, in
Spider-Man: Far From Home, ma sembra che faremo un
balzo in avanti di qualche mese. Con Peter Parker incastrato per
l’omicidio di Mysterio, sarebbe fantastico che Sam si presentasse e
impartisse qualche consiglio ora che Spidey non ha più Iron Man a
cui rivolgersi. Il cameo sarebbe minore, ma si tratterebbe di una
buona vetrina sul grande schermo per il nuovo Cap.
Non ci aspettiamo di certo che
l’eroe venga inserito nella trama principale, ma con le foto sul
set che suggeriscono che la Statua della Libertà sarà trasformata
per rendere omaggio a Capitan America, perché non dovrebbe
apparire? Siamo sicuri che la produzione sia avvenuta
contemporaneamente alle riprese di The Falcon e The Winter
Soldier, e tutti amano la rivalità da backstage tra
Tom Holland e Anthony Mackie!
Venom
Questo sembra un dato ormai
certo, alla luce della scena post credits di Venom: La Furia di Carnage, ma in realtà non
ci sono mai state voci su Tom Hardy sul set di Spider-Man: No Way
Home.
Non prevediamo che Eddie Brock sia
il misterioso sesto membro di quei Sinistri Sei interdimensionali,
ma non usare Venom in una scena post-credits sarebbe una mossa
sconcertante. Alla fine del suo ultimo film, Eddie era stato
apparentemente trasportato nell’MCU (proprio come Doctor
Octopus, Electro e Green Goblin). Come e
perché questi cattivi di Spider-Man di altri mondi ora sono in
questa realtà?
Questa è una domanda per la quale ci
aspettiamo una risposta in No Way Home, e sarebbe
immensamente deludente lasciare quel cliffhanger di Venom pendente,
ovvero che “rotola per la strada come uno stronzo nel vento” (dal
film del 2018).
Madame Web
Si dice che la Sony
Pictures stia sviluppando un film dedicato a Madame Web, ma non abbiamo
sentito nulla del cast o del regista. Nonostante questo, non
pensiamo che sia al di fuori del regno delle possibilità che
un’attrice sia stata scelta per interpretare questa misteriosa
presenza nella vita di Peter Parker. Dopotutto, se la Sony avesse
realizzato questo film senza i Marvel Studios, avrebbe comunque avuto bisogno
di Doctor Strange.
Se, quando tutto sarà stato detto e fatto,
Spider-Man si sarà affermato come un eroe che
viaggia da un mondo, darebbe a Sony la possibilità di utilizzare il
tessi-ragnatele di Holland in più franchise per molti anni a
venire. Madame Web che lo guida attraverso questo viaggio
può avere senso, e potremmo vederlo accadere. Gli spettatori
normali potrebbero essere confusi, ma per i fan, questo è un cameo
che avrebbe un certo peso.
Dal 15 Ottobre 2021 saranno
disponibili su
Amazon Prime Video i primi quattro episodi della serie
televisiva So cosa hai fatto, reboot dell’omonimo
e celeberrimo film I know what you did last
summer. I restanti otto episodi verranno rilasciati
ogni venerdi, culminando il 12 novembre con il finale di
stagione.
Creatrice della serie è
Sara Goodman che produce esecutivamente insieme a
Neal H. Moritz e Pavun Shetty di
Original Film, Erik Feig,
Peter Guber, James Wan di
Atomic Monster, Michael Clear, e
Rob Hackett, Craig William
Macneill e Shay Hatten.
So cosa hai fatto: una versione teen drama del celebre film del
’97
La serie è un nuovo adattamento del
romanzo di Lois Duncan I Know What You Did
Last Summer, da cui è stato tratto il film del 1997. Anche
se il film ha avuto diversi sequel, la serie prende le distanze
dall’universo impostato da Kevin Williamson,
sceneggiatore di Scream: So cosa hai fatto si
propone come prodotto inedito, dalle tinte decisamente più queer e
teen drama, sulla scia di un altro franchise in tendenza in questi
ultimi anni: Elite. La serie spagnola, infatti, riguarda le
vicende di un gruppo elitario di studenti della scuola superiore
Las Encinas, che si ritrovano invischiati in un
misterioso omicidio; anche So cosa hai fatto muove
dalle stesse premesse: un infausto evento sconvolgerà gli equilibri
– già piuttosto precari – di un gruppo di giovani ragazzi appena
diplomati, che si troveranno a dover far fronte a ciò
che hanno fatto.
Il rifacimento moderno da parte
dell’autrice e showrunner Sara Goodman riporta in vita la storia di
I Know what you did last summer per un
pubblico teen odierno. Girato a Oaho, Hawaii, la serie ci svela
come, un anno dopo l’incidente d’auto fatale che ha
perseguitato la loro notte di laurea, un gruppo di adolescenti si
ritrova legato da un oscuro segreto e perseguitato da un assassino
brutale. Mentre cercano di scoprire chi li sta inseguendo, si
svelerà il lato oscuro della loro città apparentemente perfetta e
si andranno dipanando le psicologie di ciascun personaggio: tutti,
infatti, nascondono qualcosa, e scoprire il segreto sbagliato
potrebbe essere un errore fatale.
Al
New York Comic Con dello scorso 8 Novembre, la
creatrice Sarah Goodman e il cast si sono riuniti per presentare la
serie e i personaggi, con tanto di sorpresa inaspettata da parte di
Freddie Prinze Jr., Sarah Michelle
Gellar, Ryan Phillippe e Jennifer Love Hewitt, precedenti protagonisti
del film del 1997. La presenza degli attori ha entusiasmato non
solo gli storici fan della serie, ma anche i nuovi attori del
reboot; la showrunner Sarah Goodman ha infatti dichiarato:
“Sembra che ci abbiano dato la loro benedizione; questo è
estremamente significativo per me e per tutti noi“.
“L’ultima cosa che vogliamo fare è minare quello che hanno
creato. Siamo passati alla prossima generazione nel pieno rispetto
del film e degli attori che ne fanno parte“.
So cosa hai fatto: un gruppo di protagonisti estremamente
umani
Alla giovane Madison
Iseman spetta il doppio lavoro nei panni delle gemelle
Lennon e Allison, due personaggi
completamente agli antipodi: Lennon è la ragazza più popolare della
scuola, dal carattere esuberante ed egocentrico; Allison è invece
molto più pacata e riflessiva, poco compresa da chi le sta attorno,
che la considera alienata dalla vita giovanile. Ezekiel
Goodman interpreta poi Dylan, ragazzo
conteso dalle due sorelle, impacciato ma spiritoso. Brianne
Tju interpreta invece la brillante e poco accondiscendente
Margot, con un’energia assolutamente da
personaggio principale. Il gruppo è poi completato da
Riley (Ashley Moore), dal
carattere ambiguo e misterioso e da Johnny
(Sebastian Amoruso), introverso dal cuore
tenero.
Sicuramente l’adattamento della
Goodman dimostra chiaramente l’intento di avvicinarsi al target da
teen movie attuale, in un’epoca molto diversa in termini di
tecnologia e social media rispetto agli anni ’90 e l’autrice lo fa
rendendo i giovani adulti protagonisti della serie molto esposti
attraverso i social media e, al contempo, molto più isolati nella
vita privata, con pressioni che ne intaccano i rapporti
interpersonali. Per la Goodman era infatti importante far sentire i
personaggi autentici e reali al pubblico di giovani adulti che
guarderanno la serie. Da qui anche la scelta di dare alla serie un
taglio più da thriller che da slasher, con approfondimenti
psicologici sui personaggi che faranno intendere che non ci
troviamo più di fronte all’iconico pescatore, killer psicopatico
della versione del ’97, bensì a una malvagità interiore che non
lascia salvo nessuno.
Grande attenzione è stata poi
riservata alla location della serie: l’isola di Ohao è infatti
identificabile come un altro personaggio all’interno della serie:
l’ambientazione labirintica aumenta esponenzialmente il senso di
pericolo che imperversa nelle vite dei personaggi, mostrandoci
inoltre tutta un’altra facciata delle Hawaii, difficilmente
analizzata: grotte, strade lunghissime e cupe, foreste tenebrose di
bambù, e dove la gente vive veramente, incorniciano la curva
narrativa, dall’ampio spettro da thriller psicologico.
La Goodman ha poi dichiarato che ci
sarebbero sicuramente gli spunti ideali per continuare la serie con
altre stagioni: “Vi prometto che c’è un finale soddisfacente
per questa stagione, dove saprete chi è l’assassino, ma ci sono
alcune cose molto insoddisfacenti per le quali vorrete sicuramente
tornare” ha affermato, oltre a suggerire che avrebbe in mente
anche l’idea di una potenziale serie antologica. Non ci resta
quindi che aspettare i successivi episodi della serie!
Non poteva che essere
un’epopea americana, quella della più famosa televangelista nella
storia della televisione. Perché nel cuore racconta come, nella
“Land of Free”, tutto possa essere tradotto in dollari sonanti.
Anche la fede. Anzi, soprattutto la fede. Specialmente se ce l’hai
sul serio.
La storia di The Eyes of Tammy
Faye
Ispirato dal documentario
omonimo diretto nel 2000 da Randy Barbato e
Fenton Bailey The
Eyes of Tammy Faye racconta gli inizi, l’ascesa e il
collasso dell’impero economico che il predicatore Jim Bakker e la
sua celeberrima moglie costruirono a partire dagli anni ‘60. Una
parabola iperbolica incentrata sulla figura iconica del self-made
man, che nella cultura a stelle e strisce impregnata di
individualismo funziona sempre, a prescindere dal fatto che il
successo ottenuto sia legale o meno. Un’epopea sfavillante e folle
che avrebbe potuto essere diretta dal Martin
Scorsese di Casino o The Wolf of Wall Street, magari dal
Paul Thomas Anderson di Boogie
Nights, tanto per far capire di che tipo di personaggi e
situazioni stiamo parlando.
Dal regista di The Big Sick
Invece dietro la macchina
da presa troviamo Michael Showalter, la cui
filmografia si fregia di una commedia garbata e sottile come
The Big Sick, arrivata nei cinema quattro anni
fa. Ed è proprio lo stesso tocco leggero che il regista predilige
nel mettere in scena le vicende di Tammy Faye Bakker e del
consorte. In particolar modo nella prima metà il lungometraggio
viaggia spedito sui binari della commedia di costume, incentrato
sull’ottimismo innocente e velatamente ingenuo di una donna
sorretta dal proprio credo religioso.
Il perno psicologico che
forma l’arco narrativo di Tammy Faye è quello del desiderio
inesauribile di consenso, o meglio di accettazione. Showalter
racconta la vicenda dei Bakker senza addentrarsi troppo negli
angoli più oscuri sia del rapporto di coppia sia delle magagne
finanziarie che portarono a metà anni ‘80 alla caduta dell’impero
economico. Sotto questo punto di vista
The Eyes of Tammy Faye avrebbe forse potuto essere
maggiormente incisivo, capace di una presa emotiva drammatica. Ma
in fondo non è questo lo scopo del cineasta, il quale invece
preferisce adoperare un’ironia sottile, in alcuni momenti
addirittura surreale – come nella potente sequenza dell’ultimo
concerto di Tammy Faye – per lasciar filtrare l’assurdità di una
storia che sembra irridere l’intero sistema di valori
americano.
Jessica Chastain sviluppa
un personaggio complesso
Se la fede in Dio può
diventare fonte di avidità, a cos’altro può aggrapparsi il normale
cittadino? Il film viene ovviamente caricato sulle spalle dalla
protagonista Jessica Chastain, la quale dietro la protesi
di un trucco piuttosto accentuato delinea il proprio personaggio
facendo ricorso alle sue doti di attrice più leggera, quelle che
aveva già efficacemente evidenziato in The Help,
successo capace di regalarle la prima candidatura all’Oscar.
Chastain sviluppa un personaggio sfaccettato, complesso, che mostra
semplicità di pensiero insieme a una malinconia di fondo soffusa ma
costantemente presente. È senza dubbio l’interprete il motivo
principale della riuscita di questo film biografico, a cui si
accosta come spalla sicura Andrew Garfield nel ruolo del marito Jim.
Pur senza brillare per
originalità nello sviluppo della trama,
The Eyes of Tammy Faye risulta alla fine una parabola
interessante su un personaggio emblematico e non facilmente
classificabile. Il film di Michael Showalter
riesce a mostrare molti dei lati della protagonista, senza prendere
tutto sommato una posizione precisa sul suo operato, il che è
probabilmente un bene per la riuscita del film.
Poiché se l’intento del
regista era quello di raccontare questa storia mettendone in
evidenza i lati maggiormente parossistici – e in alcuni momenti il
lungometraggio centra tale obiettivo con notevole precisione –
allora un “racconto morale” sarebbe risultato stridente con il tono
dell’opera stessa. In questo modo invece
The Eyes of Tammy Faye sa essere ironico, a tratti
addirittura sferzante, senza risultare retorico. Risultato che,
vista la psicologia e la vita della protagonista, non era
davvero semplice ottenere.
Non ce ne voglia
l’allegra brigata del reboot diretto da Paul Feig
nel 2016, ma la storia parla chiaro: Ghostbusters:
Legacy segna
il vero ritorno degli Acchiappafantasmi. Se non possiamo
apertamente parlare di trilogia, ci troviamo indubitabilmente di
fronte al vero sequel dei due film di Ivan Reitman
del 1984 e 1989. E non banalmente per la presenza del figlio Ivan
(Juno,
Tra le nuvole, Tully), che pure dà un significato particolare
all’operazione, ma per la riuscita costruzione di un ponte con il
cult di allora sul quale possano camminare insieme tanto i fan più
datati quanto i loro nipotini.
Ghostbusters: Legacy, la
trama
Senza sbilanciarci troppo
nella descrizione della premessa e del contesto – ma basta navigare
un minimo per scoprire gli indizi evidenti in cast e trama – il
film ci porta subito a empatizzare con una madre single e i suoi
due figli, tra il nerd e il disadattato, costretti a trasferirsi
nella fattoria del nonno appena deceduto. Siamo a Summerville, in
Oklahoma, cittadina falcidiata da terremoti inspiegabili e sede
della vecchia miniera abbandonata intitolata al presunto occultista
Ivo Shandor.
Un nome che potrebbe
ricordarvi qualcosa, per esempio il principale antagonista dei
nostri eroi nella versione videogame Atari del 2009, ma soprattutto
lo Shandor Building al 550 Central Park West di New
York dove avevamo fatto la conoscenza di Gozer il
gozeriano. Un ennesimo campanello che si aggiunge al
concerto, ma che ben lungi dal rovinare nessuna sorpresa vi
coinvolgerà sempre più mano mano che vedrete riannodarsi i fili o
manifestarsi le connessioni con il passato.
Paul Rudd
Il ricordo di un’epoca d’oro per il
cinema
Che non è solo quello del
franchise, ma quello legato a un’epoca d’oro per il cinema e per
gli appassionati di avventure nei quali gli eroi non superavano
spesso il metro e mezzo o i quattordici anni. Reitman stesso –
Jason, non Ivan – ha dichiarato di aver sempre sognato di
realizzare uno film come quelli che amava da ragazzino, da
ET ai Goonies. Un film nel quale
la nostalgia la facesse da padrona, ma per una volta con
intelligenza.
In troppe occasioni
sentiamo parlare di omaggio e vediamo abbondare citazioni che
suppliscono a una palese mancanza di ispirazione o a buchi vari di
sceneggiatura. Non qui. Dove tutta la narrazione, dall’inizio alla
fine, nelle sue deviazioni e parentesi, nei riferimenti e le
apparizioni, si mostra organica, organizzata e coerente. Tanto da
sembrare più incredibile della presenza di fantasmi e demoni.
Inutile creare tensione
sulla presenza o meno dei protagonisti di una volta – i camei non
mancano, anch’essi ben distribuiti e decisamente piacevoli – e dei
loro giocattoli, ci sono tutti!
Ecto-1 e zaino protonico compresi. Più divertente assistere al
lento svelarsi del collegamento tra i nuovi e i vecchi
Ghostbusters, allo sfruttamento dei filmati ‘di repertorio’ e alla
tanto attesa realizzazione dell’Apocalisse vanificata dai paladini
del bene sul famoso tetto.
Un ponte tra passato e
presente
Parlavamo di ponte, e
forse la sorpresa più bella di questo film sull’eredità degli
Acchiappafantasmi è proprio la sensazione che lascia di aver saputo
parlare ai ragazzi di ieri e ai giovani di oggi, o come ha detto il
regista: ai Ghostbusters di ieri e di oggi,
attraverso la creatura di un “figlio dei Ghostbusters”
(lui, ovviamente). Anche dal punto di vista tecnico, con il
recupero degli effetti speciali utilizzati negli anni ’80,
rimodernati senza stravolgere il risultato.
Forse si sarebbe potuto
limitare il momento ‘strappalacrime’ del prefinale, ma è davvero
una inezia che non intacca minimamente il giudizio finale o il
piacere dell’abbraccio nel quale siamo tutti inclusi. E che
gradualmente ci rassegniamo ad accettare, come fossimo a una festa
alla quale non pensavamo di divertirci tanto. E nella quale è bello
trattenersi finché possibile. Fino alla dedica immancabile
all’immortale Harold Ramis. Fino alla breve scena che
interrompe i titoli di coda per riportarci a New York per un
istante.
Matt Reeves ha
condiviso su Instagram uno screen
da quello che immaginiamo sarà il nuovo trailer di The
Batman che vedremo questo sabato durante il DC Fandome
2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Justin Chambers è
un attore affermato, interprete di uno dei ruoli più longevi ed
amati di Grey’s Anatomy, quello del dottor Alex Karev. Ma
è molto di più, è stato un apprezzato modello e una delle persone
più umili dello star system, sempre pronto a partecipare ad
iniziative benefiche e ad insegnare questi valori a tutti i suo
cinque figli. Ma non è tutto, ci sono cose sul conto che non tutti
sanno.
Ecco, allora, dieci cose che
forse non sapevate su Justin Chambers.
Justin Chambers: modello per Calvin
Klein
1. Justin Chambers ha
iniziato la sua carriera facendo il modello. Durante una
vacanza a Parigi, Justin Chambers è stato scoperto da un talent
scout ed è stato presto assunto come modello per Calvin
Klein e Giorgio Armani, viaggiando per l’Europa, il
Giappone e gli Stati Uniti. Nel 1990 si è poi stabilito a New York,
dove ha studiato agli H.B. Studios per quattro anni. Questi studi
gli hanno permesso di dedicarsi al mondo della recitazione,
apparendo in diverse produzioni off-Broadway e di interpretare
diversi ruoli televisivi.
2. È stato uno dei modelli
più noti degli anni Novanta. Grazie al suo fisico possente
e al carisma naturalmente sfoggiato sulle passerelle, Chambers è
diventato uno dei modelli più noti della sua generazione, nonché
uno dei volti di punta di Calvin Klein. Per la nota casa di moda ha
infatti vestito numerosi capi d’abbigliamento, contribuendo alla
rinnovata popolarità di questa.
Justin Chambers: i film e le serie TV
3. È noto per le sue serie
televisive. La prima apparizione di Justin Chambers è
stata nella soap Destini, per poi apparire in Harvest
of Fire l’anno successivo e in La piccola Rose della
CBS, con Jennifer
Garner. Dopo queste apparizioni, Chambers viene
catapultato nella lista di Harper’s Bazaar nel 1998, descritto come
metà James Dean e metà Marlon Brando. Successivamente recita in
serie come Four Corners (1998), Seasons of Love
(1999) e Cold Case – Delitti irrisolti (2003). Dal 2005
entra a far parte del cast di Grey’s Anatomy nei panni del dottor Alex
Karev, recitando accanto agli attori Ellen Pompeo e
Patrick Dempsey.
4. Ha recitato in alcuni
noti film. La prima apparizione sul grande schermo avviene
in Liberty Heights (1999) di Barry Levinson. In seguito ha
preso parte al cast di D’Artagnan (2001), accanto a
Catherine Deneuve e Mena Suvari, e nella commedia romantica
Prima o poi mi sposo (2001), accanto a Jennifer Lopez
e Matthew
McConaughey. Per qualche anno la sua carriera ha
subito qualche battuta d’arresto, interpretando piccole parti per
film o in televisione, tranne una parte importante di supporto ad
Uma Thurman e
Gena Rowlands per Gli occhi della vita (2002) e il ruolo
dell’ossessionato detective di The Zodiac (2005).
Successivamente è tornato al cinema in La terrazza sul
lago (2008) e Broken City (2013).
5. Interpreterà Marlon
Brando. Attualmente l’attore è impegnato nelle riprese
della serie The Offer, prevista per il 2022, e incentrata
sul making-of del celebre capolavoro del 1972 Il
padrino. In questa, che ha per protagonisti gli attori
Miles Teller, Matthew Goode e
Juno Temple, l’attore interpreterà niente di meno
che Marlon Brando,
il protagonista del film di Coppola.
Justin Chambers in Grey’s Anatomy
6. È uno degli attori più
longevi della serie. Nel 2005 Chambers ha iniziato ad
interpretare uno dei ruoli, se non il ruolo, che lo ha reso famoso
in tutto il mondo, quello del Dr. Alex Karev di Gray’s
Anatomy. Di questa serie è uno degli attori più longevi, con
il suo personaggio che dura dalla prima stagione: da specializzando
dell’ospedale è infatti diventato un professionista
compassionevole, legato al suo passato tormentato.
7. Ha detto addio alla
serie. Nonostante la sua popolarità e longevità
all’interno della serie, Chambers ha infine preferito
allontanarsene dopo quindici anni. La sua decisione ha costretto
gli sceneggiatori a costruire una giustificazione per la sua uscita
di scena, un risvolto però da molti giudicato poco credibile. In
seguito, l’attore ha motivato la sua scelta affermando di aver
sentito il bisogno di cambiare vita e routine, riavvicinandosi alla
famiglia e ricercando nuovi ruoli in cui cimentarsi.
Justin Chambers, Keisha Chambers e Jackson Chambers
8. È sposato con una talent
scout di modelli. Justin è Keisha
Chambers si sono incontrati mentre lui era un modello di
Calvin Klein e si sono poi sposati nel 1993, senza più lasciarsi. I
due hanno poi dato vita ad una famiglia numerosa composta da
Isabella, le gemelle Maya e Kaila, Eva e Jackson.
Newyorkesi convinti, Justin ha preferito fare la spola per molti
anni tra Los Angeles e New York. Recentemente, però, lui, la moglie
e i figli hanno deciso di trasferirsi proprio a L.A. lasciando loro
casa di New York.
Justin Chambers è su Twitter e
Instagram
9. Justin Chambers è molto
attivo sui social. Justin Chambers possiede un account
Twitter nel quale prevalentemente ritwitta o cita cause per il
sociale, eventi cultural o fatti riguardanti la sua serie cult,
Gray’s Anatomy. Oltre a Twitter ha anche un account
ufficiale su Instagram, con 1,7 milioni di follower. Le immagini
non sono molte, anzi, per la verità non arrivano nemmeno alla
decina, ma quelle che ci sono riguardano la sua vita quotidiana,
fatta di relax, di momenti in famiglia, senza dimenticare i post ad
effetto nostalgia.
Justin Chambers: età e altezza dell’attore
10.Justin
Chambers, William di secondo nome, è nato l’11 luglio 1970 a
Springfield, in Ohio. L’attore è alto complessivamente 180
centimetri.
Colton Haynes è un
attore conosciuto per i suoi ruoli in Teen
Wolf,Arrow e American Horror Story, ma
non solo: è anche un modello affermato e un bravo cantante. Un
talento ricco di carisma e cuore tutto da scoprire. Ecco,
quindi, dieci cose che non sai su Colton Haynes.
Colton Haynes: serie tv e film
1. Ha recitato in alcuni
noti film per il cinema. La prima esperienza sul grande
schermo di Haynes arriva nel 2007 con il film Transformers, dove ha
un breve cameo indicato come “Cafe Kid”. Successivamente si
dedicherà prevalentemente alla televisione, tornando al cinema solo
nel 2015 con il film San Andreas, con Dwayne Johnson. Nel
2017 recita invece in Crazy Night – Festa col morto,
con Scarlett
Johansson, dove interpreta il poliziotto Scotty
McBody. Più di recente ha recitato in Bigger (2018) e
Triumph (2021).
2. È noto per i suoi ruoli
in televisione. Dopo la sua breve apparizione in
Transformers, Colton Haynes ha iniziato a prendere parte a
diverse serie tv, come CSI: Miami (2007),
Privileged (2008), Al cuor non si comanda (2009)
e The Gates (2010). Nel 2011 è stato scritturato per uno
dei ruoli principali di Teen Wolf (serie durata fino al
2017) e dal 2013 è entrato nel cast della serie
Arrow, dove ha interpretato la parte di Roy Harper,
divenendo uno dei personaggi principali a partire dalla seconda
stagione e recitandovi fino al 2020. Nel frattempo, nel 2017, ha
anche preso parte ad alcuni episodi di American Horror
Story, nella settima stagione, recitando nei panni del
detective Jack Samuels.
Colton Haynes in Arrow
3. Si è allenato molto per
il suo ruolo. Al fine di poter assumere i panni di Roy
Harper, alias Arsenal, nella serie supereroistica Arrow,
l’attore si è sottoposto ad un rigido allenamento al fine di
ottenere una forma fisica ideale. Nel corso del tempo, Haynes ha
progressivamente incrementato il carico di lavoro, specializzandosi
anche nell’utilizzo di diverse armi e nel combattimento corpo a
corpo. Questo gli ha permesso di poter interpretare personalmente
molte delle scene più complesse.
4. Si credeva che avrebbe
lasciato la serie. Quando l’ottava stagione di
Arrow è stata annunciata come l’ultima della serie, a
spaventare ulteriormente i fan è arrivata anche la notizia che
Haynes non avrebbe ripreso il suo iconico ruolo. Per gli
appassionati di vecchia data si sarebbe trattata di una mancanza
particolarmente grave, per un personaggio presente sin dall’inizio
della storia. Fortunatamente, i produttori hanno in seguito
smentito l’assenza dell’attore, confermato nuovamente nei panni di
Arsenal.
Colton Haynes e sua sorella Willow Haynes
5. Ha fratelli e sorelle più
grandi di lui. Colton è il più giovane della sua famiglia,
avendo anche due fratelli maggiori di nome Clinton e Joshua e una
sorella, anche lei più grande, di nome Willow. Proprio con
quest’ultima Colton ha negli anni dimostrato una grande sintonia,
condividendo spesso e volentieri fotografie che li ritraggono in
attività svolte insieme. Si tratta dei pochi momenti di vita
personale che l’attore è solito condividere, essendo notoriamente
riservato.
Colton Haynes: il coming out e Jeff
Leatham
6. Ha avuto diversi problemi
legati all’ansia. La maggior parte dei problemi d’ansia
dell’attore sono nati dal fatto di aver nascosto per anni la sua
omosessualità e dopo aver vissuto pesanti ripercussioni per aver
rivelato a famiglia e compagni di classe il suo orientamento
sessuale. Nel 2016 è infine riuscito a fare coming out, dopo che un
utente su Tumblr aveva commentato una sua immagine riferendosi ad
un passato gay. Stanco di vivere in quello stato emotivo, l’attore
ha dunque trovato la forza necessaria per affrontare il giudizio
dell’opinione pubblica, uscendone vincitore.
7. Colton Haynes si è
sposato (ma si è anche già separato). Nel 2017 ha iniziato
a frequentare il fiorista dei vip Jeff Leatham,
con il quale si è fidanzato con l’approvazione di Cher, e si è
sposato in Messico alla fine di ottobre dello stesso anno. Ma già
dopo sei mesi viene annunciato il divorzio. Pare che il modello
americano abbia deciso di interrompere il matrimonio a causa di
ripetuti tradimenti da parte di lui, smentiti poi da Colton stesso.
Tuttavia, Colton ha eliminato dai social le foto fatte con l’ormai
ex marito.
Colton Haynes è su Twitter e
Instagram
8. Colton Haynes è molto
attivo sui social. Colton non è una di quelle star che
preferisce non mostrarsi sui social o non dare delle proprie
opinioni. A differenza, Haynes è molto attivo e uno dei suoi social
preferiti è sicuramente Twitter. Dal suo profilo ufficiale, Colton
commenta notizie di ogni tipo, specialmente riguardo il suo lavoro
e non esita a fare i complimenti ad amici che colleghi, come è
avvenuto in questi giorni dopo la consegna dei premi Emmy.
9. Colton Haynes è assiduo
utilizzatore di Instagram e You Tube. Colton Haynes non
esita a mostrarsi su Instagram. Su questo social posta almeno una
foto al giorno, in cui vengono mostrate scene di vita quotidiana o
immagini tratte da vari shooting. Principalmente, però, le foto
ritraggono sé stesso, come a mostrare il proprio percorso di
rinascita e di benessere e i suoi risultati. Su You Tube. Colton
Haynes ha un proprio canale ufficiale in cui pubblica video di
diversa natura: da video parodia a rifermenti al suo lavoro sia di
attore che di modello, fino alla pubblicazione di canzoni da lui
realizzate.
Colton Haynes: età, altezza e fisico dell’attore
10. Colton Haynes è nato il
13 luglio 1988 a Wichita, nel Kansas. Figlio di Dana
Denise e William Clayton Haynes, ultimo di quattro fratelli, ha
iniziato a quindici anni la sua carriera di modello a New York e il
suo primo successo è arrivato grazie ad una campagna firmata
Abercrombie & Fitch. Ha fatto il modello anche per J. C. Penney,
Kira Plastinina e Raplh Lauren. Fisico atletico, aspetto curato,
lineamenti delicati e occhi azzurri che non passano di certo
inosservati, la sua carriera di modello continua tutt’ora.
Venom:
la Furia di Carnage è arrivato oggi in sala e, ci
scommettiamo, uno dei momenti che maggiormente attirerà
l’attenzione degli spettatori, è la scena post-credits in cui
vediamo Eddie Brock e Venom vedere in tv lo Spider-Man di Tom Holland. La cosa si verifica a seguito di
una specie di terremoto, come uno sfasamento tra piani del
multiverso, ed è la conseguenza di qualcosa di più grande che sta
avvenendo del MCU. Quali possono essere state le
cause?
L’omicidio di Colui che rimane
Sylvie ha mantenuto la sua
promessa di uccidere la potente variante di Kang, Colui che rimane, alla fine di Loki.
La sua determinazione a vendicarsi è costata al Multiverso la sua
stabilità. La serie si è conclusa con innumerevoli flussi di tempo
fuori controllo. È possibile che una di quelle realtà possa essere
quella di Eddie Brock.
Con le linee temporali che si
scontrano l’una con l’altra ora che Kang non è più lì a vegliare su
di esse, Venom potrebbe essere una vittima degli eventi della serie
Disney+. La sequenza post-crediti in
La Furia di Carnage mostra una luce gialla
proveniente dall’esterno della stanza in cui si trova Eddie, un
colore associato al Multiverso all’interno di Loki.
L’incantesimo del Dottor
Strange
Il
trailer di
Spider-Man: No Way Home sembra mostrare che che
Doctor Strange lancia un incantesimo che ha
importanti implicazioni per il tessuto stesso del Multiverso. Con
più universi riuniti, è molto plausibile che la nemesi del
tessiragnatele, ossia Venom, venga portata nell’MCU grazie a questa magia.
Ancora una volta, la luce gialla
potrebbe collegarsi all’opera mistica dello Stregone Supremo e
tematicamente si abbinerebbe sicuramente all’imminente produzione
dei Marvel Studios e della Sony, che si concentra
su più realtà dei passati film Sony/Marvel. È forse la spiegazione più
probabile e logica per gli eventi in quanto il prossimo film
MCU di Sony è proprio No Way
Home.
L’ingerenza della realtà di
Wanda
WandaVision
ha dimostrato che la Scarlet Witch è decisamente la Vendicatrice
più forte grazie alle sue capacità di alterare la realtà. Con
apparentemente nessuno in grado di fermare lei e il Darkhold ora
nelle sue mani, Wanda potrebbe perdere il controllo del multiverso
alla ricerca dei suoi figli nello spazio e nel tempo.
La rivelazione di Scarlet Witch ha
portato con sé il bagliore giallo visto in Venom:
la Furia di Carnage, aggiungendo un elemento a
supporto di questa spiegazione. Se Tommy e Billy potessero essere
trovati nell’universo di Venom, allora Wanda potrebbe aver portato
Eddie Brock e altri elementi di quella Terra nella continuità
principale dell’MCU.
Agatha Harkness che influenza il
multiverso
Agatha
Harkness è un’altra potente maga che potrebbe aver già
iniziato a interferire con realtà alternative. Il suo piano di
prendere un Quicksilver da un’altra linea temporale non è andato a
buon fine come pensava, ma probabilmente non è stata l’ultima
apparizione di Agatha nell’MCU.
La potente strega continuerà ad
attingere a quel potere, anche se non se ne renderà completamente
conto grazie alla maledizione di Wanda. Potrebbe influenzare
accidentalmente il Multiverso, forse portando in suo aiuto esseri
dell’oscurità nella speranza di liberarla dalla prigione in cui
l’ha rinchiusa Wanda. Venom probabilmente non sarà la risposta che
desidera però.
L’interferenza di Uatu
La presenza di Uatu è
attualmente evidenziata in What
If…?, che mostra la gamma e la complessità del
Multiverso. L’Osservatore ha senza dubbio visto Eddie Brock e Venom
tra le infinite linee temporali e potrebbe aver pensato di portarlo
nell’MCU per ragioni sconosciute.
Uatu non dovrebbe interferire, ma
gli spettatori stanno imparando sempre più che la sua coscienza,
proprio come nei fumetti, sta avendo la meglio sul suo ruolo di
Osservatore. Se il Simbionte potesse essere la chiave per aiutare
Peter Parker a salvare la situazione, allora Uatu farà sicuramente
la difficile scelta di lasciarsi coinvolgere ancora una volta.
Energia infinita
Le Gemme
dell’Infinito hanno emesso un’incredibile energia
cosmica che ha provocato l’influenza di diverse specie e messo
in pericolo l’equilibrio dell’universo stesso. Dopotutto, gli
Eterni sembrano aver risposto all’enorme livello di forza cosmica
usata più volte sulla Terra.
Dato che anche i simbionti sono
stati influenzati da questi cambiamenti universali, è possibile che
le Gemme dell’Infinito abbiano contribuito a proiettare Venom in
un’altra linea temporale. È una spiegazione su cui la Marvel ha già fatto affidamento
alcune volte nell’MCU.
Reimpostare la linea temporale
Captain
America ha intrapreso una missione incredibilmente
importante in Avengers:
Endgame per cercare di ripristinare la linea temporale
e riportare le Gemme dell’Infinito esattamente da dove erano
venute. Mentre il pubblico è portato a credere che la missione sia
stata un successo, questa potrebbe invece aver avuto conseguenze
disastrose.
Non si sa cosa abbia combinato Steve
in quegli anni, ma è probabile che potrebbe aver inconsapevolmente
innescato una serie di eventi che hanno avuto importanti
implicazioni per il futuro. La comprensione del tempo dei
Vendicatori è limitata, nella migliore delle ipotesi, e quindi
potrebbero essere bellamente inconsapevoli di essere in grado di
creare delle spaccature nel tessuto del multiverso, come è accaduto
alla fine di Venom:
la Furia di Carnage.
Ecco una clip esclusiva dal film
#IoSonoQui, l’attesa nuova commedia di
Eric Lartigau, regista del film campione di
incassi La famiglia Bélier, in arrivo nei cinema dal
14 ottobre.
https://www.youtube.com/watch?v=Wda4eIvteb0
OFFICINE UBU è liete di rilasciare
il trailer italiano di #IoSonoQui, l’attesa nuova commedia di Eric
Lartigau, regista del film campione di incassi La famiglia Bélier,
in arrivo nei cinema dal 14 ottobre.
#IoSonoQui racconta di un insolito
viaggio, dai Paesi Baschi fino alla splendente Corea del Sud,
all’inseguimento di quell’incontro che potrebbe cambiare per sempre
il proprio destino. Il protagonista di questa favola romantica è lo
chef di successo Stéphane (interpretato dal regista e attore Alain
Chabat, noto per Mood Indigo, L’arte del sogno, Prestami la tua
mano, Asterix et Obelix: Missione Cleopatra) che conduce una vita
tranquilla ma priva di stimoli. Un giorno conosce su Instagram una
misteriosa donna coreana che riesce a riaccendere in lui quella
scintilla da tempo assopita. Deciso a conoscere dal vivo Soo
(interpretata da Doona Bae, nota per Cloud Atlas, la serie Sense8 e
per le sue interpretazioni nei film di Bong Joon-ho, Hirokazu
Kore-eda e Park Chan-wook), Stéphane intraprenderà un avventuroso
viaggio dall’altra parte del mondo, pieno di scoperte e imprevisti,
per poter conoscere un nuovo grande amore… e se stesso. Perché a
volte perdersi, è il miglior modo per ritrovarsi.
#IoSonoQui, diretto da Eric Lartigau, arriverà nei
cinema italiani dal 14 ottobre distribuito da Officine UBU.
#IoSonoQui – la trama
Stéphane, uno chef di successo,
conduce una vita tranquilla nei Paesi Baschi, circondato
dall’affetto dei figli e dal supporto della ex-moglie. Eppure
l’unica cosa che lo fa sentire vivo è Soo, una giovane donna
coreana che ha conosciuto su Instagram. I due parlano di arte e di
ciliegi in fiore e sembrano instaurare un solido rapporto,
nonostante la lontananza. In uno slancio emotivo, Stéphane decide
di partire per Seoul e incontrare Soo. Al suo arrivo però, lei non
si presenta e Stéphane inizia a vagare per l’aeroporto e per la
città, dove la ricerca di Soo lo porterà a riscoprire se stesso.
Riusciranno i due a incontrarsi?
Ormai è risaputo che il casting di
Gemma Chan in Eternals
è arrivato a cast completato. La notizia è sembrata strana perché
il personaggio di Sersi, che è interpretato da Chan, è il
protagonista della vicenda, nonostante si tratti di un film corale,
ma la spiegazione dei produttori in merito a questo casting ha
fatto luce sulla questione.
Il problema principale, sembra, era
che Chan era
già stata Minerva in Captain Marvel e che non avrebbe
potuto interpretare un altro personaggio all’interno del MCU. Quello che però ha convinto la
produzione a cedere è stato proprio il fatto che Minerva ha la
pelle blu, e che questo rendeva Chan meno riconoscibile agli occhi
del pubblico.
Sembra infatti che, nonostante tutte
le audizioni per Sersi, nessuna attrice, secondo Nate Moore, era
più adatta di Gemma Chan, e così la produzione ha corso il
rischio e affidato il ruolo all’attrice. “Penso che se Minerva
non fosse stata blu, non avremmo avuto il coraggio di scegliere di
nuovo lei” ha concluso Moore.
Eternals, dal 5 novembre al cinema
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Nate Moore,
produttore di Eternals,
ha cercato di rispondere a una domanda molto complicata, che mette
a paragone la forza di Captain Marvel con quella di Thena,
il personaggio interpretato da
Angelina Jolie nel film di Chloe Zhao.
“Quando Captain Marvel diventa Binary, è dura […]
Voglio dire, sono ovviamente più forti degli umani. Penso che se
guardi ai nostri fantastici eroi, come Occhio di Falco e Vedova
Nera non avrebbero problemi a sconfiggerli. Non volevamo che
fossero troppo divini perché avremmo corso il rischio di proporre
personaggi in cui non ti puoi identificare. E immagino che Thor ci
sia riuscito abbastanza bene. Ma non abbiamo necessariamente un
sistema di classificazione. Pensiamo che si occupino ognuno di cose
diverse, con ognuno il suo spazio, se e quando dovessero
incrociarsi con altri personaggi… sarà una cosa divertente da
indagare.”
Eternals, dal 5 novembre al cinema
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Evangeline Lilly ha indossato i panni di Hope
Van Dyne e poi di Wasp a partire dal 2015, è comparsa in
Ant-Man, in Ant-Man and the Wasp
e anche in Avengers: Endgame. Il prossimo
film della saga che vedrà comparire il suo personaggio, Ant-Man and the Wasp: Quantumania, è
attualmente previsto in uscita il 17 febbraio 2023.
Da questo momento in poi, dopo il
grande twist di Endgame che ha visto il ritorno di Scott come la
rinascita della speranza nel cuore dei Vendicatori rimasti, ci
aspettiamo che dal prossimo film, sia Wasp che Ant-Man possano
essere la prima linea di difesa contro i cattivi, visto che nel
film è confermata la presenza di Jonathan Majors
nei panni di Kang in conquistatore, personaggio che alla fine della
serie Disney+Loki è stato
designato come prossimo grande villain del MCU.
Secondo un’intervista con THR, il
tempo che ha separato Endgame dalla sua prossima interpretazione di
Hope van Dyne è stato utilissimo a Lilly per capire finalmente il
suo personaggio. L’attrice descrive Hope come il suo ruolo più
difficile da capire di sempre, e mentre l’ha già interpretata in
tre film, alla fine della lettura della sceneggiatura di
Ant-Man 3,
qualcosa è scattato nella sua testa:
“Hope è uno strano enigma per
me. Ma la verità è che trovo più difficile conoscere e capire Hope
rispetto a qualsiasi altro personaggio che abbia mai interpretato
prima. E dirò che dopo aver letto la sceneggiatura di
[Quantumania], ho avuto una specie di rivelazione; ho detto a
Peyton: “Oh mio Dio, penso di averla finalmente capita”. Quindi
spero che quando arriveremo alla conclusione e quando vedrò il
film, capirò la differenza. Ma non credo che qualcun altro lo farà.
Penso di essere un buon bluffatore. Questo è quello che faccio per
vivere. Ma conosco la differenza e spero che in questo, mi sentirò
come se potessi guardarlo e dire di aver gestito meglio il
personaggio rispetto alle prime volte. Questo è il mio obiettivo,
comunque. Questa è la mia speranza.”
Cary Joji Fukunaga,
regista di No Time
to Die, ultimo film di 007 in sala e ultimo film del
franchise con Daniel Craig, ha paragonato la saga
di James
Bond ai Simpson. Per quanto il
paragone possa sembrare azzardato, in effetti il regista ha
spiegato bene il suo punto.
In particolare, Fukunaga ha
confrontato il modo in cui i cattivi e le trame dell’epopea di 007
hanno spesso previsto e preceduto gli eventi mondiali in modo
simile a come spesso accade per i Simpson. Il
regista prosegue affermando che il franchise costituisce una
sequenza temporale di eventi e temi che si sono riflessi nel mondo
reale. Queste le sue parole: “È divertente, se torni indietro e
guardi alcuni dei cattivi e le loro trame vedi come si sono
sviluppati in modo diverso nel tempo, è quasi come I Simpson,
quando la serie predice le cose nel futuro. Sento che si può
tornare in alcuni dei film di Bond e individuare le cose che alla
fine abbiamo visto accadere realmente.”
In No Time
to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica
dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere
viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio
amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
ATTENZIONE L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU VENOM: LA FURIA DI CARNAGE
Andy Serkis,
regista di Venom: La
furia di Carnage, ha parlato della scena post credits
del film descrivendola come un “finale aperto” verso qualcos’altro.
Il sequel del sorprendente successo al botteghino del 2018 vede
Tom Hardy tornare nei panni del giornalista
caduto in disgrazia Eddie Brock mentre cerca di rivitalizzare la
sua carriera intervistando il serial killer interpretato da
Woody Harrelson, Cletus Kasady. Tuttavia,
Kasady diventa ospite del pericoloso simbionte alieno Carnage e si
libera dalla prigione e si ricongiunge con la sua amata, anche lei
una pazza criminale, costringendo Eddie e Venom a entrare in azione
per proteggere la città e coloro a cui tengono.
Il pubblico è attualmente in
fermento per il futuro dell’universo di Spider-Man in casa Sony
dopo la sequenza post credits del film che anticipa ciò che verrà
per il franchise e il suo legami con il Marvel Cinematic Universe.
Mentre iniziano a sorgere domande sul futuro, il regista del sequel
offre nuovi dettagli sul processo che ha portato a quella
scena.
Il regista ha affermato che mentre
la scena era destinata a mostrare al pubblico che gli universi si
scontreranno, non è ancora successo nulla e che si tratta solo di
un accenno a ciò che accadrà per entrambi i franchise.
“Volevamo lasciare che il
pubblico sapesse che questi universi si sarebbero scontrati in
qualche modo e volevamo farlo in modo tale che lasciasse ancora
spazio, non stiamo cronometrando nulla. Il portale non viene
attraversato completamente, ma serve ad aprire più domande,
suppongo, invece che dire [qualsiasi cosa] con certezza. È un
anticipo, nel senso più pieno della parola.”
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
La Universal Pictures ha appena
annunciato che il prossimo film di M. Night
Shyamalan si intitolerà
Knock At The Cabin e uscirà il 3 febbraio
2023. La data di uscita originale del film era fissata per il 17
febbraio 2023. M. Night Shyamalan ha anche
annunciato la nuova data con un video criptico sul suo Instagram,
che puoi vedere di seguito:
Questa estate Shyamalan è tornato
al cinema con Old, un film che riporta il regista alle sue
origini, e ripropone una storia costruita più sulla suspence che
sull’orrore. Il film è anche caratterizzato dal classico colpo di
scena che ha reso famosa la scrittura del regista di
Philadelphia.
Sono sempre più numerose e
interessanti le notizie che riguardano il prossimo Eternals,
il film di Chloe Zhao che arricchisce la Fase 4
del Marvel Cinematic Universe e
arriverà in sala il 5 novembre, con premiere europea alla Festa del
Cinema di Roma in corso.
Durante la
visita di Screen Rant sul set di Eternals
insieme a un gruppo di giornalisti, il produttore Nate
Moore ha rivelato che anche se la Terra è stata la casa
degli Eterni per millenni, non è l’unico pianeta che verrà visitato
nel film. È stato parco di dettagli, ma ha suggerito che “potremo
vedere altri posti”. Per quanto riguarda i luoghi della Terra mai
visti prima, ha anche detto che “potremmo vedere scorci [di
Olimpia]” anche se “non passeremo molto tempo lì”. Ecco cosa ha
dichiarato: “Il film non si svolge necessariamente sempre sulla
Terra, quindi possiamo vedere alcuni altri posti e penso sia
davvero divertente. Potremmo vedere scorci [di Olimpia] ma non ci
passeremo molto tempo.”
Moore ha anche confermato che il
film coprirà 7.000 anni di storia umana e sarà ambientato in due
linee temporali separate con una struttura simile a quella de
Il Padrino Parte II per esplorare le origini del
gruppo creato dai Celestiali e giunto sulla Terra dal pianeta
alieno di Olimpia. La cronologia passata del film vedrà gli Eterni
sradicare lentamente la malvagia razza dei Devianti nel corso degli
anni, ma anche scoprire che le loro relazioni sono state
influenzate e lentamente separate.
In Eternals,
i Devianti vengono descritti come una razza di “alieni
parassiti che vanno da un pianeta all’altro e mentre uccidono i
predatori apicali del pianeta, prendono le caratteristiche di quei
predatori e spazzano via la vita intelligente”. Dopo averli
apparentemente sconfitti e essersi separati l’uno dall’altro,
torniamo all’attuale linea temporale in cui Sersi e Sprite ancora
vivere insieme a Londra e essere sorpresi dall’arrivo di un
Deviante, il primo in 5.000 anni, che si è evoluto dal suo
originale modulo. Questo stimolerà il desiderio dei due di riunire
il gruppo per combattere i Devianti.
La decisione di raccontare la storia
di Eternals
in una doppia linea temporale è un’evoluzione intrigante nella
formula narrativa del MCU. Sebbene molti film
dell’MCU abbiano utilizzato flashback
per le loro storie, molto raramente un film ha effettivamente
scelto di dividere nettamente la trama. Questo nuovo stile per la
narrazione del film è anche in linea con la Marvel che, secondo quanto
riferito, ha dato a Zhao molta libertà creativa nel riscrivere e
dirigere il film.
Eternals, dal 5 novembre al cinema
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Film d’apertura della
sezione Alice nella città della Festa del Cinema di Roma, Ghostbusters:
Legacy sarà nei cinema italiani a partire dal 18 novembre.
Un sequel dei primi due Ghostbusters del 1984 e del 1989, diretto
dal figlio del regista di allora, Jason Reitman.
Lo abbiamo incontrato
alla Festa del Cinema di Roma, dove era già stato nel 2007 per
presentare il suo
Juno, ed è un piacere ritrovarlo per parlare
dell’eredità racchiusa nel film, un omaggio unico al celebre padre,
a quel cinema di cult indimenticabili e a tutto il pubblico, di
ieri e di oggi.
Jason Reitman sul set
dell’originale
“Ero sul set del
Ghostbusters originale, a sei anni – ricorda del film che
diede origine al mito. – Ricordo che guardavo mio padre
dirigere il film a New York, con Dan [Aykroyd] Bill [Murray] Ernie
[Hudson] in cima al palazzo, i Marshmallow che volavano in cielo…
Un film che ha fatto sì che mi sentissi un po’ intimidito. Quando
la gente mi chiedeva se avrei potuto dirigerne un sequel, la mia
arroganza mi faceva pensare che volessero vedere un MIO film,
quando invece volevano che riportassi in vita quella
storia!”
Non il solo ricordo
conservato di quell’avventura, considerato anche che nel sequel del
1989 il padre lo aveva voluto in scena, come il ragazzino che se la
prende con Aykroyd e Hudson: “Mio padre aveva tentato di
mettere tutta la famiglia nel primo film, ma quando sarebbe dovuto
toccare a me credo che fossi stato troppo monello per un premio del
genere. In compenso, nel negativo originale del film abbiamo
trovato una inquadratura di me, mia madre e mia sorella che usciamo
dal palazzo… una scena che ho voluto inserire nel trailer e che fa
parte dei filmati inediti del 1984 che ho inserito in Ghostbusters
Legacy”.
Ma da sempre il cinema è
il legame tra Ivan Reitman e il figlio, che lo
ammette senza problemi: “Il rapporto con mio padre inizia dai
film, ne abbiamo sempre parlato. E ha sempre voluto vedermi in un
film. Mi ha messo in molti dei suoi film”… Da I
gemelli a Due padri di troppo, passando
per Dave – Presidente per un giorno e soprattutto
Un poliziotto alle elementari, dove – davanti a
una macchina da presa – Jason si trovò a dare il suo primo bacio
(“mio padre mi diede un sacco di indicazioni e fece ripetere la
scena parecchie volte”). “Prima di avere il coraggio di
presentargli l’idea di questo sequel ero molto nervoso, ma l’ha
recepita molto bene. E di recente l’ho visto orgoglioso. In fondo
l’ho fatto per lui, per mia figlia e per tutta la
famiglia”.
L’eroina di Ghostbusters:
Legacy
Non a caso è una
ragazzina l’eroina del film, la Mckenna Grace di
Malignant e Tonya. “Siamo partiti dall’immagine di
questa dodicenne con uno zaino protonico, era un elemento
fondamentale dall’inizio – ricorda Jason. – Ma ho sempre
amato raccontare storie di donne nei miei film, da Juno a Tra le
nuvole, Young Adult o Tully. E sono stato fortunato a lavorare
sempre con grandi attrici”.
“Non so se sto
raccontando questa storia per mia figlia, o per me, ma non credo
sia stato un caso essere stato figlio di un acchiappafantasmi
– si ferma a riflettere, quando gli chiedono a chi sia diretto
questo film. – Abbiamo fatto un film sui nipoti dei
Ghostbusters, che parla di nostalgia e di come ci rivolgiamo al
passato. E in questo senso i fantasmi sono anche metaforici. Era
importante per tutte le persone che hanno amato quel film, e che
come noi avrebbero voluto guidare la Ecto-1 o indossare uno zaino
protonico”.
Ghostbusters –
Acchiappafantasmi resta insomma un riferimento costante,
anche dal punto di vista tecnico, con il recupero di alcuni effetti
tipici di allora. “Abbiamo realizzato parti del con animatroni,
come si faceva all’epoca – spiega il regista. – Non
abbiamo utilizzato camere virtuali, ma c’è della computer graphic.
D’altronde quando uscì il primo film era davvero all’avanguardia
come effetti speciali. E’ facile dimenticarlo ora, ma molte
tecniche usate da mio padre non erano mai state viste
prima”.
L’unicità dei film originali
“Ho riflettuto a
lungo su cosa lo abbia reso tanto unico – continua, parlando
sempre del film del 1984. – Quando uscì in sala rimase in testa
al box office per due mesi. Ma in quel momento c’erano Robert
Zemekis, Steven Spielgberg, Joe Dante e mio padre che realizzavano
intrattenimento di altissima qualità. Siamo cresciuti vedendo film
come ET, Ritorno al futuro, I Gremlins, I Goonies e volevamo
realizzare quel tipo di film. Un film per i nostri figli, nel quale
vedere dei ragazzini che girato l’angolo si trasformano in
eroi”.
Days, film
drammatico taiwanese del 2020 diretto da Tsai
Ming-liang, arriva nelle sale italiane dal 14 Ottobre
2021, distribuito da Double Line. La pellicola
era stata precedentemente selezionata per competere per l’Orso
d’oro alla 70° edizione del Festival Internazionale del Cinema di
Berlino, vincendo poi il Teddy Award
della giuria.
Days: una connessione inafferrabile tra due personaggi
lontanissimi
Negli ultimi anni, la poetica di
Tsai Ming-liang ha abbracciato un minimalismo filmico e narrativo
quasi assoluto, alla ricerca dell’essenzialità esistenziale,
ritratta con fotogrammi impressionisti ed elegiaci che, in
Days, vanno a confezionare un album fotografico
raffinato e sensoriale, assolutamente inedito nel panorama
contemporaneo. Days, inoltre, si presenta come
primo lungometraggio di finzione per Tsai Ming-Ling dai tempi di
Stray Dogs, per cui vinse il Gran Premio della
giuria nel 2013 alla Mostra del cinema di
Venezia.
Days ripercorre il
cammino di due personaggi piuttosto differenti tra di loro che,
tuttavia, si incontreranno e stabiliranno un’interconnesione
profonda in una Bangkok inondata di un realismo magico
inafferrabile, apoteosi assoluta della topografia contemplativa di
Tsai. A Taiwan, Kang (Lee
Kang-sheng) vive in una casa immersa nella natura e
trascorre le giornate tra sedute di fisioterapia, massaggi e cure
per alleviare il dolore al collo e alla testa di cui soffre. La
cinepresa ci trasporta poi a Bangkok, dove vive invece
Neon (AnongHoungheuangsy), immigrato di Laos che osserviamo
cucinare pedissequamente nel suo misero appartamento. Un incontro
tra i due personaggi nella metropoli sublimerà un’intesa
lontanissima nello spazio eppure terapeutica e fisicamente
necessaria, indagata nella seconda parte climatica dell’opera.
Days si pone in
continuità con il precedente operato di Tsai e ciò è testimoniato
dalle lunghe inquadrature fisse che scandiscono, per l’appunto, le
giornate del titolo, nonché dagli scarnissimi dialoghi e la
contemplazione del silenzio che ne consegue. Vi è però l’aggiunta
di un tassello ulteriore al puzzle impressionista di Tsai:
l’avvertimento iniziale che dichiara che il film sarà
“intenzionalmente non sottotitolato” mette in luce la vittoria del
silenzio emotivo, intimista, che accompagna le azioni sceniche dei
tableaux vivants di Tsai.
Days: la solitudine magicamente inafferrabile della poetica di
Tsai Ming-liang
Nessuna artificiosità, aggiunta
retorica o descrizioni didascaliche: il lavoro di Tsai continua a
procedere per sottrazione, narrativizzando l’esperienza personale
dell’inseparabile Lee Kang-Sheng, effettivamente sofferente a causa
di problemi fisici che ne hanno alterato il movimento. La
quotidianità dell’attore trova quindi dimensione filmica grazie
alle mani di Tsai che, partendo dalla giustapposizione di immagini
sensoriali pur rigorose nel loro impianto formale, dà vita a
suggestioni visive irripetibili.
Temi cardine della
narrazione di Tsai Ming-liang permangono l’alienazione e la
solitudine dei protagonisti, sviscerate da un’ottica pregna di
richiami bressoniani e incisivamente autoriale. Lo spettacolo della
vita è analizzato nell’estensione sequenziale quotidiana, che
percorre due vie parallele con un unico punto di intersezione, la
dimensione privata che diventa condivisione silente, ma tattile.
Una cinepresa onnipresente e onnisciente non può fare a meno di
penetrare i muri delle abitazioni dei due personaggi principali di
Days, che continuano a seguire la routine
giornalieri, consapevoli dell’immanenza di un occhio autoriale che
vuole documentare il fluire del tempo senza modificarlo in alcun
modo.
Nel racconto di
Days vi è la memoria delle precedenti prove
autoriali di Tsai: sono simboli, tematiche e motivi a ripetersi,
suggellando un percorso artistico che punta ad andare oltre le
frontiere dell’audiovisivo, proponendosi non solo come film, ma
come opera fluida, assolutamente al di li fuori di qualsiasi
ordinamento tassonomico. Tsai Ming-liang è autore e artista, prima
di regista, il cui lavoro è sempre caratterizzato da
un’inconfondibile sperimentazione visiva. Nello scenario
contemporaneo postmediale, caratterizzato da informazioni liquide e
da una divulgazione “vaporizzata”, la messa in discussione
dell’immagine filmica da parte di Tsai si inserisce perfettamente.
Avanguardia artistica, videoarte e ibridazione si fondono nei
film-sequenza di Tsai, che ha inoltre intrapreso rapporti di
collaborazione con le gallerie d’arte già a partire dalle
proiezioni di Stray Dogs, che si tennero anche nei musei.
Tsai conduce una delicata operazione
di sovrapposizione del materiale filmico e biografico,
consegnandoci un’idea di cinema vita, che vive nell’espressività
dei silenzi, nell’elegia della azioni routinarie e nella potenza
emotiva dell’unione dei corpi. Il montaggio in
Days è praticamente inesistente, eppure Tsai
riesce a conferire una potenza inesauribile al fuoricampo
invisibile: emozioni, sofferenza, passione che forgiano i
protagonisti. Quello di Days è un dialogo
rarefatto, che esplora la dimensione spirituale passando attraverso
la corporalità sceneggiata, inserita in una bolla spaziale e
temporale che ne sancisce l’universalità.
L’incontro di due solitudini trova
una completezza inedita nel racconto incantevole di
Days, caratterizzato da una purezza cristallina
negli intenti e da una composizione estremamente evocativa, che
vive di momenti epifanici, apparizioni invisibili ma assolutamente
pervasive. Il senso del fuoricampo invisibile di
Days va cercato molto più a fondo, nel marasma di
sensazioni e sentimenti che scaturiscono trovandoci di fronte a dei
quadri intimisti talmente potenti da caratterizzare l’opera di Tsai
come una lettera d’amore all’arte.
Fairfax è la nuova
serie tv comedy animata per adulti Amazon Original
e in arrivo su Amazon Prime
Video. La serie è creata da Matthew Hausfater,
Aaron Buchsbaum e Teddy Riley, amici di lunga data, i quali sono
anche executive producer. Altri executive producer sono Jon Zimelis
e Jason U. Nadler di Serious Business (@midnight); Peter
A. Knight (Bojack Horseman); e Chris Prynoski, Ben Kalina
e Antonio Cannobio per Titmouse (Big Mouth). L’artista
Somehoodlum, che ha disegnato i personaggi per la serie, è
consulting producer insieme al marchio di abbigliamento e media
brand Pizzaslime.
La serie, che nella versione
originale ha le voci di Skyler Gisondo, Kiersey Clemons, Peter Kim,
e Jaboukie Young-White, segue quattro migliori amici delle scuole
medie alla continua ricerca di popolarità su Fairfax Avenue a Los
Angeles, il cuore pulsante della cultura hypebeast.
Fairfax: quando esce e dove
vederla
Tutti gli otto episodi di Fairfax
in streaming saranno disponibili dal 29 ottobre in esclusiva su
Prime
Video in più di 240 Paesi e territori in tutto il mondo
Fairfax: trama e cast
Questa serie racconta la storia
sempre attuale di un gruppo di ragazzi che si sforzano di essere
più cool di quello che sono, il tentativo di adattarsi ma allo
stesso tempo distinguersi, e quel che si prova ad aspettare in fila
per un paio di scarpe da ginnastica che non si riuscirà mai a
rimediare.
Il voice cast di Fairfax
include fra le guest star anche Pamela Adlon, Jeff
Bottoms, Yvette Nicole Brown, Rob Delaney, Zoey
Deutch, Colton Dunn, John Leguizamo, Camila
Mendes, Larry Owens, Linda Park, Billy
Porter, Ben Schwartz, Tim Simons, e JB
Smoove, oltre a molti altri.
Skyler Gisondo dà
la voce a Dale, un ragazzino originario dell’Oregon, serio, amante
della natura e appena arrivato a Los Angeles. Ama suo padre e il
suo marsupio, e con i pantaloncini cargo e i suoi scarponi da
trekking è involontariamente testimonial della tendenza
normcore. Tra i crediti di Gisondo si annoverano anche
Booksmart e The Righteous Gemstones.
Kiersey Clemons dà la voce a Derica,
un’aspirante modella-attivista determinata a salvare il pianeta con
stile. Clemons è nota per le sue apparizioni in Hearts Beat
Loud e The
Flash.
Peter Kim dà la voce a Benny, un esperto
sneakerhead (collezionista di scarpe) in missione per
ottenere popolarità, che suona il violoncello e porta a spasso il
cane. Kim è noto come sceneggiatore di Housebroken della
Fox ed è stato nominato “New Face” al Just For Laughs Comedy
Festival del 2021.
Jaboukie Young-White dà la voce a Truman, un
autoproclamatosi auteur di cinema d’autore e un casanova
in erba. Young-White è conosciuto per essere apparso in The
Daily Show e Dating & New York.