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The Falcon and the Winter Soldier: la questione del misterioso cameo nell’episodio 5

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Nel corso delle ultime settimane, diversi membri del cast e della troupe di The Falcon and the Winter Soldier hanno ripetutamente stuzzicato i fan in merito ad un misteriosissimo cameo nell’episodio 5.

Considerando quanto accaduto con WandaVision (Paul Bettany aveva anticipato la presenza di un grande attore nell’episodio finale, che alla fine si è rivelato essere soltanto lui stesso nei panni di Visione Bianco), i fan sono ora decisamente più cauti quando si parla di possibili apparizioni all’interno della serie collegate al MCU. Parallelamente, sulla scia dell’irrefrenabile curiosità, è inevitabile che continuino a nascere teoria su chi potrebbero essere i personaggi coinvolti.

Sappiamo benissimo che i Marvel Studios non riveleranno mai l’identità del misterioso cameo che ci attende nel nuovo episodio di The Falcon and the Winter Soldier, ma ora sappiamo con certezza che non si tratterà di Black Panther. Parlando della serie con Vanity Fair, il produttore Nate Moore ha confermato che la guest star del penultimo episodio dello show non sarà il re di Wakanda interpretato dal compianto Chadwick Boseman.

Il dirigente dei Marvel Studios ha spiegato che bisogna essere particolarmente cauti nella maniera in cui si affronterà la storia di T’Challa nel più ampio MCU alla luce della prematura scomparsa del prolifico attore nel 2002 dopo una silenziosa battaglia contro il cancro durata quattro anni.

“No. Lo posso dire. Non succederà”, ha spiegato Moore. “Se fosse il contrario, sarei onesto. La morte di Chad è una cosa che ci porteremo con noi per sempre. Ho amato tanto l’attore quanto il personaggio. Penso che dobbiamo essere molto cauti e premurosi su quando eventualmente riapparirà, perché significa tanto per moltissime persone, ma anche per noi. Di certo non lo useremo in questo modo. Quindi no, posso confermare che quel misterioso cameo non sarà Black Panther.”

Il legame tra Black Panther e la serie The Falcon and the Winter Soldier

Black Panther e Wakanda sono indirettamente legati The Falcon and the Winter Soldier, poiché sono entrambi fondamentali nel processo di guarigione di Bucky. Dopo gli eventi di Captain America: Civil War, Steve Rogers ha lasciato il suo migliore amico nella nazione avanzata al fine di trovare un rifugio. Come rivelato nella scena post-credit di Black Panther e successivamente nella serie Disney+, i wakandiani sono stati in grado di riabilitarlo in maniera adeguata. Tuttavia, non era chiaro se questo aspetto fosse stato preso in considerazione dallo show fino a quando Ayo non ha fatto ritorno dopo che Zemo è fuggito di prigione. Ora, i wakandiani sono coinvolti in The Falcon and the Winter Soldier, ma il loro re non farà la sua comparsa.

Sappiamo T’Challa non sarà interpretato da un altro attore in Black Panther 2, in cui vedremo comunque il ritorno del cast del film originale e del regista Ryan Coogler. Sappiamo che il sequel si concentrerà sui luoghi inesplorati di Wakanda e sui personaggi apparsi nel primo film oltre T’Challa, ma al momento non è noto come i Marvel Studios spiegheranno l’assenza del re di Wakanda nel sequel.

Creed 3: Michael B. Jordan spiega perché Sylvester Stallone non ci sarà

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La scorsa settimana, era stato Sylvester Stallone in persona a confermare la sua assenza in Creed 3, il terzo capitolo della saga spin-off di Rocky che sarà diretto da Michael B. Jordan, interprete di Adonis “Donnie” Johnson che firmerà così il suo debutto dietro la macchina da presa.

Ora, in occasione della promozione del film Senza rimorso, è stato proprio Jordan a spiegare perché l’icona di Hollywood non farà ritorno nei panni del leggendario Rocky Balboa. Intervistato da IGN, la star di Black Panther ha spiegato che l’assenza del personaggio di Rocky nasce all’esigenza di concentrarsi esclusivamente sulla storia di Adonis, nonostante il suo mentore avrà sempre un posto speciale nel suo cuore.

“Ci sarà sempre un po’ di Rocky all’interno di Adonis”, ha detto Michael B. Jordan. “La sua essenza, il suo spirito, saranno sempre con lui. Tuttavia, questo è il franchise di Creed e andando avanti vogliamo costruire questa storia e questo mondo esclusivamente attorno al personaggio di Adonis. Avremo sempre rispetto e nutriremo sempre un profondo amore per ciò che Sly ha costruito, ma vogliamo spingere Adonis in avanti e concentrarsi sulla famiglia che lui ha creato. Spero che i fan saranno d’accordo con questa visione e con ciò che abbiamo in mente di raccontare. Credo che sarà qualcosa di molto speciale.”

Creed 3, il terzo episodio di Creed è stato ufficializzato a febbraio del 2020. All’epoca venne soltanto confermato che ad occuparsi della sceneggiatura sarebbe stato Zach Baylin, noto per aver curato lo script di King Richard, un biopic incentrato sulla vita del padre delle campionesse di tennis Serena e Venus Williams, che avrà come protagonista Will Smith e che debutterà nelle sale e su HBO Max il prossimo 19 novembre. Alla sceneggiatura collaborerà anche Keenan Coogler.

In Creed 3, oltre a Michael B. Jordan, torneranno anche Tessa Thompson (attualmente impegnata sul set di Thor: Love and Thunder) nei panni di Bianca Taylor e Phylicia Rashad, che in Creed II aveva interpretato Mary Anne Creed.

Il grande successo del franchise di Creed

Il primo Creeduscito nel 2015 (e noto in Italia col titolo Creed – Nato per combattere), è stato diretto da Ryan Coogler, regista di Black Panther, ed è stato un enorme successo sia di critica che di pubblico. Il sequel, Creed II, è uscito nelle sale nel 2018 ed è incassato 215 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 50 milioni. Il sequel è stato diretto da Steven Caple Jr., mentre Coogler è tornato in qualità di produttore esecutivo.

Titanic – Nascita di una leggenda, la miniserie con Alessandra Mastronardi

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Titanic – Nascita di una leggenda è la miniserie tv prodotta in occasione del 100º anniversario del naufragio in coproduzione con Rai, CBC, 2 Arts Entertainment e Antenna 3. La serie tv è creata e scritt ada Matthew Faulk, Mark Skeet, Stefano Voltaggio, Alan Whiting, Cirian donnely e Francesca Brill. Alla regia Ciaran Donnelly.

Titanic – Nascita di una leggenda, uscita e streaming

Titanic – Nascita di una leggenda è uscita in sei prime serate, dal 22 aprile 2012 su Rai 1. Titanic – Nascita di una leggenda in streaming è disponibile su RaiPlay.

Titanic – Nascita di una leggenda: la trama e il cast

La serie è ambientata durante la costruzione del Titanic presso i cantieri Harland and Wolff a Belfast sullo sfondo di rivolte sindacali, conflitti politici e religiosi e una storia d’amore tra un giovane ingegnere ambizioso e un immigrato italiano.

In Titanic – Nascita di una leggenda protagonisti sono Kevin Zegers nei panni di Mark Muir, Alessandra Mastronardi nel ruolo di Sofia Silvestri, Derek Jacobi nel ruolo di Lord Pirrie, Neve Campbell nel ruolo di Joanna Yaegar, Ophelia Lovibond nel ruolo di Kitty Carlton, Billy Carter nel ruolo di Thomas Andrews, Branwell Donaghey nel ruolo di Michael McCann, Martin McCann nel ruolo di Conor McCann, Ian McElhinney nel ruolo di Sir Henry Carlton, Valentina Corti nel ruolo diVioletta Silvestri, Denise Gough nel ruolo di Emily McCann Hill,

Nel cast anche Edoardo Leo nel ruolo di Andrea Valle, Gray O’Brien nei panni di Joseph Bruce Ismay, Michael McElhatton nei panni di Albert Hatton, Liam Cunningham nei panni di Jim Larkin, Chris Noth nei panni di JP Morgan, Massimo Ghini nei panni di Pietro Silvestri, Gerard McCarthy nei panni di Ashley Stokes, Charlotte Bradley nei panni di Mary McCann Jonathan Forbes nei panni di Eddy Hatton, Frank McCusker nei panni di Charles Stokes, Terence Keeley nei panni di Jack Lowry, Barry McEvoy nei panni di Chorley, Caolan Byrne nei panni diJimmy Smith, Steve Gunn nei panni di Bill Armstrong, Gabrielle Reidy nei panni diEdith Hatton, Eleanor Methven nei panni di Lady Pirrie, Karl Shiels nei panni diNeil Sutherland, Eve Macklin nei panni di segretaria di Lord Pirrie, Kate O’Toole nei panni diLady Carlton, Aaron Harris nei panni di Jordan e Tommy O’Neill nei panni di Lorcan.

Titanic - Nascita di una leggenda episodi

Gli episodi di Titanic – Nascita di una leggenda

  • Episodio 1: In “City Divided” Nel cantiere navale Hartland & Wolff di Belfast – una città divisa tra classi e religioni – fa un passo il metallurgista Dr. Mark Muir, per lavorare sulla nave più grande che il mondo abbia mai visto: RMS Titanic.
  • Episodio 2: In “Stained Steel” La scoperta di Mark lo mette in conflitto con il capo progettista Thomas Andrews, mentre le tensioni sociali aumentano nella città e nel cantiere navale. Sofia rifiuta l’apprendista di suo padre, Andrea Valle, mentre Mark incontra suo padre nel cimitero.
  • Episodio 3: In Mentre il lavoro di Mark lo avvicina a Sofia, suo padre incoraggia Andrea a combattere per il suo amore. L’esercito interrompe una marcia ei soldati uccidono un Walter Hill disarmato. Mark salva Sofia dal caos.
  • Episodio 4: Con l’escalation della violenza tra i lavoratori insoddisfatti, Pirrie inizia a negoziare con i leader sindacali. Mark fischia l’acciaio del Titanic, lascia la sua storia d’amore con Kitty per inseguire Sofia e riceve un colpo inaspettato da Bernard Doyle.
  • Episodiop 5: Dopo che Doyle svela il passato di Mark, Mark parte per una ricerca segreta. Quando una collisione rimanda l’RMS Olympic al cantiere navale, Mark deve studiare le implicazioni del relitto dal punto di vista della metallurgia del Titanic.
  • Episodio 6: Mentre Mark e Sofia si divertono in riva al mare, Henry Carlton scopre la vera identità di Mark e la storia d’amore con la figlia Kitty. Al ritorno di Mark, Henry fa chiamare Mark dal Vecchio Presidente per pagarne il prezzo.
  • Episodio 7: La situazione di Mark sembra migliorare quando JP Morgan arriva in città per assistere al progresso dell’RMS Titanic. Quando Sofia tenta di rendere pubblica la loro relazione e Mark rifiuta, decide di studiare all’estero.
  • Episodio 8: La politica sporca circonda le elezioni ed Emily è il capro espiatorio. Persino le questioni di sicurezza diventano politiche quando Ismay, presidente di White Star Lines, schiaccia la soluzione di Mark. Conor supera il limite e Mark sceglie Belfast invece di partire con Sofia.
  • Episodio 9: La sua fede in Pirrie ancora una volta danneggiata, Mark affronta una nuova crisi: l’abbandono. Sotto la pressione del padre, Sofia è costretta a scegliere Mark o Andrea. In una cerimonia mozzafiato, il Titanic viene lanciato.
  • Episodio 10: Mark abbandona Londra e rimane dov’è il suo cuore – con la nave – e scopre che l’acciaio è intrinsecamente debole. Sofia allatta il padre ferito, Emily ha sei mesi e Conor viene colpito durante un raid.
  • Episodio 11: Mark scopre il nome di sua figlia, solo per seguire una scia di speranza e delusione. Una decisione disastrosa significa troppo poche scialuppe di salvataggio a bordo e la malattia costringe Pirrie ad abbandonare il suo posto sulla nave.
  • Episodio 12: Mentre gli ambiti possessori del biglietto e i presidi della nave si preparano per il viaggio inaugurale del Titanic, una bambina di nome Sarah sale a bordo della sfortunata bellezza con sua madre, in cerca di una vita migliore.

Shang-Chi: nuovi dettagli sulla trama confermano importanti legami familiari

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Alcune immagini leaked dei toys ufficiali di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings hanno rivelato nuovi dettagli in merito alla trama dell’atteso film Marvel. Attorno al progetto l’hype è chiaramente alle stelle, non solo perché si tratta del primo cinecomic del MCU ad avere come protagonista un supereroe asiatico, ma anche perché nel film assisteremo finalmente al debutto del vero Mandarino.

Con l’avvicinarsi della data di uscita (prevista per il prossimo 3 settembre), il merchandising del film continua ad essere la migliore fonte di informazioni, non essendo ancora stato distribuito alcun materiale ufficiale. Di recente sono emerse online le immagini della prima ondata della linea di toys dedicata al film ad opera di Hasbro, e grazie a Murphy’s Multiverse sappiamo che le didascalie presenti sulle confezioni delle varie figure contengono alcuni interessanti dettagli sulla storia.

La descrizione relativa a Shang-Chi conferma che è stato allevato dall’organizzazione dei Dieci Anelli e che ora si ritrova invischiato in quel mondo a causa di suo padre, Wenwu, ossia Mandarino: proprio la figure di Wenwu mostra quella che sembra essere una nuova interpretazione del concept dei Dieci Anelli. Le figure rivelano anche il design di Death Dealer e confermano che il personaggio di Xialing sarà presente nel film nei panni della sorella perduta di Shang-Chi. Potete vedere le immagini cliccando qui.

Le immagini dei toys sembrano confermare anche una serie di legami familiari che vedremo nel film: come ipotizzato dai fan molto tempo fa, Shang-Chi è il figlio del Mandarino, che nel film avrà il volto del celebre Tony Leung Chiu-wai: Wenwu andrà quindi a sostituire l’originale padre del personaggio nei fumetti, ossia Fu Manchu. Inoltre, anche il personaggio di Xialing, che sarà interpretato da Zhang Meng, sembra che si distaccherà molto dall’originale dei fumetti, noto invece come Fah Lo Suee.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e The Glass Castle (di recente è uscito il suo ultimo lavoro Il Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

#MakeTheBatfleckMovie: i fan chiedono il film di Ben Affleck su Batman

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L’hashtag #MakeTheBatfleckMovie è ufficialmente in tendenza su Twitter. Dopo la distribuzione della Snyder Cut di Justice League, i fan di Zack Snyder hanno prima chiesto che l’universo DC ipotizzato dal regista venisse ripristinato, e ora vogliano che la Warner Bros. si decida a dare il via libera al film sull’Uomo Pipistrello mai realizzato da Ben Affleck.

Quel film, che Affleck avrebbe dovuto dirigere, scrivere, interpretare e produrre, è poi passato nelle mani di Matt Reeves, che lo ha trasformato nell’attesissimo The Batman con Robert Pattinson che vedremo nel 2022. Al momento né Affleck né WB hanno commentato la nuova richiesta da parte dei fan, ma sappiamo già che lo studio non è interessato a proseguire né con un sequel di Justice League né con un altro progetto che potrebbe, in qualche modo, portare avanti l’universo che Snyder aveva immaginato diversi anni fa.

Per quanto riguarda Affleck, sappiamo che il principale motivo per cui l’attore ha deciso di abbandonare il DCEU è a causa delle costanti pressioni che lo stesso ha dovuto sopportare quando ha deciso di interpretare l’iconico eroe sul grande schermo, situazione che è andata peggiorando in seguito alla turbolenta esperienza delle riprese aggiunte di Justice League, quando Snyder è stato sostituito da Joss Whedon.

I dettagli sul film di Batman mai realizzato da Ben Affleck

Ad oggi, i dettagli sul Batman di Affleck mai realizzato sono emersi più e più volte, soprattutto durante la recente promozione della Snyder Cut, con Joe Manganiello – interprete di Deathstroke – che ha più volte parlato di come sarebbe dovuto essere il film. Dopotutto, nel taglio di Snyder è stata ripristinata la versione originale della scena post-credits della versione cinematografica di Justice League in cui avviene l’incontro tra Lex Luthor e Deathstroke: se nella versione theatrical quella scena lascia intendere che Luthor e Slade Wilson uniranno le forze per creare la Injustice League, nell’epilogo della Snyder Cut quella scena apre la strada al film in solitaria di Batman in cui avremmo dovuto vedere proprio Deathstroke sulle tracce del Crociato di Gotham.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

BAFTA 2021, tutti i vincitori: quattro premi per Nomadland

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BAFTA 2021, tutti i vincitori: quattro premi per Nomadland

Ecco tutti i vincitori dei BAFTA 2021, i premi che vengono assegnati dalla British Academy of Film and Television Arts. Emerald Fennell e il suo Promising Young Woman va a casa con ben due premi, tra cui quello alla sceneggiatura, strappato a sorpresa dalle mani di Aaron Sorkin, decisamente il favorito di categoria per il suo Il processo ai Chicago 7. Lo stesso numero di premi totalizzano The Father, Soul, Ma Rainey’s Black Bottom e Sound of Metal, mentre la parte del leone continua a farla Nomadland, con ben quattro premi: regia, film, fotografia e attrice protagonista Frances McDormand. Di seguito la lista completa:

BAFTA 2021 – i vincitori

BEST FILM

NOMADLAND
Mollye Asher, Dan Janvey, Frances McDormand, Peter Spears, Chloé Zhao

OUTSTANDING BRITISH FILM

PROMISING YOUNG WOMAN
Emerald Fennell, Ben Browning, Ashley Fox, Josey McNamara

OUTSTANDING DEBUT BY A BRITISH WRITER, DIRECTOR OR PRODUCER

HIS HOUSE
Remi Weekes (Writer/Director)

FILM NOT IN THE ENGLISH LANGUAGE

ANOTHER ROUND
Thomas Vinterberg, Sisse Graum Jørgensen

DOCUMENTARY

MY OCTOPUS TEACHER
Pippa Ehrlich, James Reed, Craig Foster

ANIMATED FILM

SOUL
Pete Docter, Dana Murray

DIRECTOR

NOMADLAND
Chloé Zhao

ORIGINAL SCREENPLAY

PROMISING YOUNG WOMAN
Emerald Fennell

ADAPTED SCREENPLAY

THE FATHER
Christopher Hampton, Florian Zeller

LEADING ACTRESS

FRANCES McDORMAND
Nomadland

LEADING ACTOR

ANTHONY HOPKINS
The Father

SUPPORTING ACTRESS

YUH-JUNG YOUN
Minari

SUPPORTING ACTOR

DANIEL KALUUYA
Judas and the Black Messiah

ORIGINAL SCORE

SOUL
Jon Batiste, Trent Reznor, Atticus Ross

CASTING

ROCKS
Lucy Pardee

CINEMATOGRAPHY

NOMADLAND
Joshua James Richards

EDITING

SOUND OF METAL
Mikkel E.G. Nielsen

PRODUCTION DESIGN

MANK
Donald Graham Burt, Jan Pascale

COSTUME DESIGN

MA RAINEY’S BLACK BOTTOM
Ann Roth

MAKE UP & HAIR

MA RAINEY’S BLACK BOTTOM
Matiki Anoff, Larry M. Cherry, Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal

SOUND

SOUND OF METAL
Jaime Baksht, Nicolas Becker, Phillip Bladh, Carlos Cortés, Michelle Couttolenc

SPECIAL VISUAL EFFECTS

TENET
Scott Fisher, Andrew Jackson, Andrew Lockley

BRITISH SHORT ANIMATION

THE OWL AND THE PUSSYCAT
Mole Hill, Laura Duncalf

EE Rising Star Award

Bukky Bakray

BAFTA 2021: Yuh-Jung Youn definisce “snob” gli inglese

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BAFTA 2021: Yuh-Jung Youn definisce “snob” gli inglese

Yuh-Jung Youn è stata premiata ai BAFTA 2021 nella categoria Migliore attrice non protagonista per la sua toccante e allo stesso tempo divertente interpretazione in Minari. L’attrice, molto famosa in Corea ma sconosciuta nel resto del mondo prima di queste settimane, ha ringraziato a modo suo l’Academy, dicendo:

“Grazie tante per questo premio. Ogni premio è importante, ma questo di più, specialmente perché arriva da britannici, noti per essere snob, che approvano il mio lavoro di attrice, sono molto felice, grazie mille”.

Nella press room, la stampa ha chiesto all’attrice di spiegare il suo commento, quello “snob” riferito agli inglesi, e Yuh-Jung Youn, molto candidamente, ha spiegato: “Viene dalla mia esperienza personale. Ho visitato molte volte l’Inghilterra e ho avuto una borsa di studio a Cambridge come attrice, dieci anni fa. Li ho sempre percepiti come molto snob, ma non in una maniera negativa. Avete una lunga storia e ne siete orgogliosi. Da donna asiatica, credo che siano persone molto snob, onestamente.”

In merito all’Oscar buzz che ormai la dà per vincitrice di categoria il prossimo 25 Aprile, l’attrice ha dichiarato: “Non so niente di Oscar o di BAFTA. In Corea sono in questo business da tanto tempo, sono un’attrice molto famosa nel mio paese, ma non a livello internazionale. Non so cosa sta succedendo adesso, non so cosa mi sta succedendo, non chiedetemelo!”.

Governance – Il prezzo del potere, la recensione del film con Massimo Popolizio

Il nuovo lavoro di Michael Zampino, Governance – Il prezzo del potere, affida a uno degli attori più solidi del panorama italiano, Massimo Popolizio il compito di incarnare se non il male, uno degli istinti più brutali che muovono l’essere umano, la brama di potere. Il regista italo-francese alla sua opera seconda dopo L’Erede del 2011, interessante thriller psicologico con Alessandro Roja, conduce lo spettatore in un ambiente a lui ben noto: quello delle grandi aziende petrolifere. Dove Zampino ha lavorato per ben quindici anni. Da quest’esperienza ha tratto linfa vitale per il film.

La trama di Governance – Il prezzo del potere

Renzo, Massimo Popolizio, è il direttore generale di un grosso gruppo petrolifero. È un uomo senza scrupoli, molto abile nel convincere e manipolare gli altri, con un’ampia rete di conoscenze e relazioni. Costretto ad abbandonare il suo ruolo in seguito a un’inchiesta per corruzione, non si dà per vinto e fa di tutto pur di riprendere il proprio posto, ora occupato dalla giovane e brillante Viviane Parisi, Sarah Denys, che promette di accompagnare l’azienda in una necessaria transizione green. Renzo è convinto che sia stata proprio Viviane a tradirlo ed è determinato a fargliela pagare. Coinvolgerà nel suo piano anche Michele, Vinicio Marchioni, un vecchio amico che gli ha chiesto un favore. I due si troveranno poi a fare i conti con le conseguenze delle loro azioni. Renzo però, sa bene come muoversi in un sistema fatto di corruzione e giochi di potere.  

Governance – un noir spietato con un protagonista stellare

Si presenta con una locandina da film d’azione all’americana, stile Heat – La sfida, il nuovo thriller di Michael Zampino. Governance – Il prezzo del potere è avvincente, ha un buon ritmo e un protagonista magnetico nella sua malvagità. Lo spettatore è ansioso di vedere fin dove si spingerà e se riuscirà a cavarsela.

Il contesto nel quale i protagonisti si muovono è tratteggiato in maniera davvero molto realistica.  Qui vale l’esperienza personale di Zampino e fa la differenza. Il regista dipinge bene un mondo che conosce: le trame, gli intrighi, le ambizioni, anche fuori tempo massimo, mentre il sistema investigativo e giudiziario arranca. Traccia una visione d’insieme vivida e convincente, ma allo stesso tempo lascia intuire più di quanto non esponga. A Zampino, qui come nel suo precedente L’Erede, non interessa tanto il contesto, quanto l’uomo. Non gli interessa capire se l’accusa di corruzione contro Petrucci sia vera o falsa, scoprire la verità. Come non gli importa dirci quale sarà il destino dei due protagonisti e che ne sarà dell’indagine dell’ispettrice Ricciardi, Sonia Barbadoro. A Zampino interessa l’animo umano, con i suoi vizi e le sue virtù. Da spettatore, tuttavia, si vorrebbe sapere un po’ di più di quel mondo delle grandi compagnie petrolifere nel quale il regista ci introduce così bene e del quale molto si intuisce tenga per sé. 

Governance riesce ad essere coinvolgente anche perché non è affatto edulcorato, ha anzi in comune col cinema americano il coraggio di far sì che i cattivi lo siano fino in fondo, senza improbabili svolte buoniste a lieto fine. Spietatamente ma realisticamente, non fa sconti all’essere umano, non gli concede pentimenti, ravvedimenti. Del cinema europeo, però, ha la complessità dei personaggi. Non vi è mai una lotta manichea tra buoni e cattivi, ma piuttosto un mondo articolato in cui bene e male si mescolano in ciascun personaggio, proprio come avviene nella realtà. Merito della sceneggiatura scritta a sei mani dal regista con Giampaolo G. Rugo ed Heidrun Schleef, in cui nonostante certi elementi siano solo accennati, bastano  a far comprendere la complessità del mondo retrostante. 

Governance – recensioneMerito però anche di un attore che sa incarnare i vari aspetti della natura umana e non lascia nulla al caso. Massimo Popolizio porta letteralmente su di sé il film. Sa essere un perfetto cattivo, ma non solo. È un piacere vederlo calarsi nei panni ferini di Renzo, con quel suo modo bulimico di mangiare, con quella sua personalità quasi doppia: padre amorevole, a suo modo, ironico, ma al contempo essere brutale, capace di ogni cosa pur di ottenere ciò che vuole. Questa duttilità interpretativa è riassunta nell’inquadratura finale in cui, solo attraverso lo sguardo, riesce a restituire l’ampio spettro emotivo del suo personaggio. Difficile non vedere, come l’attore stesso ha ricordato in conferenza stampa, tanto Shakespeare dietro a questo suo Renzo.  

A Vinicio Marchioni il compito di affiancarlo, facendo perno su caratteristiche molto diverse: Michele vorrebbe imitare Renzo, nel suo piccolo, ma ha meno coraggio, meno spregiudicatezza. È il tipico uomo di strada che tenta il grande salto, ma è sempre a rischio che sia più liungo della sua gamba. Il personaggio ben interpretato da Marchioni serve per evidenziare i segni che il male lascia dentro, le macchie che non vanno più via. È quello a cui la colpa rimane più addosso. Apparentemente Renzo riesce a rimuoverla, anche se in qualche momento riaffiora, come appunto nella bellissima scena finale. A completare il cast Claudio Spadaro, nel ruolo di Marcello Zanin, Maria Cristina Heller nei panni di Carla Petrucci e la giovane Marial Bajma-Riva, convincente nei panni di Sofia Petrucci. 

La sfida dell’opera seconda può dirsi vinta per Michael Zampino e chissà che Governance – Il prezzo del potere, così intrigante, in parte ellittico e con un finale apertissimo non preluda a sviluppi futuri, magari un sequel o un approdo alla serialità.

DGA Awards 2021: tutti i vincitori di quest’anno

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DGA Awards 2021: tutti i vincitori di quest’anno

È Chloé Zhao con Nomadland a conquistare il cuore della gilda dei registi a Hollywood, vincendo il DGA Awards 2021, premio assegnato appunto dai rappresentati di categoria ai propri colleghi. Zhao è solo la seconda donna a vincere il premio, seguendo Kathryn Bigelow che aveva vinto il riconoscimento nel 2009 con The Hurt Locker.

Bigelow sbaragliò la concorrenza anche agli Oscar dello stesso anno, ed è molto probabile che anche Zhao riesca a portare a casa l’ambita statuetta, continuando a scrivere la storia dei premi con le sue vittorie.

Ecco tutti i vincitori dei DGA Awards 2021

Theatrical Feature Film

  • Chloé Zhao, “Nomadland” (Searchlight Pictures)
    Unit Production Manager: Mary Kerrigan
    First Assistant Director: Mary Kerrigan

First-Time Feature Film

  • Darius Marder, “Sound of Metal” (Amazon Studios)
    Unit Production Manager: Amy Greene
    First Assistant Director: Matthew Vose Campbell

Documentary Feature Films

  • Michael Dweck, Gregory Kershaw, “The Truffle Hunters” (Sony Pictures Classics)

Dramatic TV Series

  • LESLI LINKA GLATTER, Homeland, “Prisoners of War” (Showtime)
    Unit Production Managers: Michael Klick, Philippa Naughten First Assistant Director: Sunday Stevens
    Second Assistant Director: Wendy Bledsoe

Comedy TV Series

  • SUSANNA FOGEL, The Flight Attendant, “In Case of Emergency” (HBO Max)
    Unit Production Manager: Bonnie Muñoz
    First Assistant Director: Derek Peterson
    Second Assistant Director: Jacquie Dore
    Second Second Assistant Director: Zach Citarella Location Manager: Chris Banks

Movies for Television and Limited Series

  • SCOTT FRANK, “The Queen’s Gambit” (Netflix)
    First Assistant Director: Aldric La’auli Porter

Variety/Talk/News/Sports — Series

  • DON ROY KING, Saturday Night Live, “Dave Chappelle; Foo Fighters” (NBC)
    Associate Directors: Michael Mancini, Michael Poole, Laura Ouziel-Mack
    Stage Managers: Gena Rositano, Chris Kelly, Eddie Valk

Variety/Talk/News/Sports — Specials

  • THOMAS SCHLAMME: A West Wing Special to Benefit When We All Vote (HBO Max)
    Unit Production Manager: Debra James
    First Assistant Director: Shawn Pipkin-West
    Second Assistant Director: Courtney Franklin
    Second Second Assistant Directors: Ni’cole Pettis, Cathy Bon

Reality Programs

  • JOSEPH GUIDRY, Full Bloom, “Petal to the Metal” (HBO Max)
    Associate Director: Sean Galvin
    Lead Stage Manager: Jimmy Chriss
    Stage Managers: Rachel Shimko, Kristianna Laroda, Richard Melendez

Children’s Programs

  • AMY SCHATZ, We Are the Dream: The Kids of the Oakland MLK Oratorical Fest (HBO)

Commercials

  • MELINA MATSOUKAS (Prettybird), You Love Me, Beats by Dr. Dre (Translation)
    First Assistant Director: Paul Norman
    Second Assistant Director: Don Johnson

Barry: la recensione della prima stagione della serie di Bill Hader

Divenuto celebre grazie al popolare show Saturday Night Live, dove ha dimostrato e consolidato le proprie capacità comiche, Bill Hader ha negli anni recitato anche in diversi film come The Skeleton Twins e It – Capitolo due. Delle sue opere di fiction, però, nessuna è apprezzata tanto quanto la serie Barry, di cui Hader è ideatore insieme ad Alec Berg. Trasmessa sulla celebre emittente televisiva HBO a partire dal 2018, questa era ad oggi ancora inedita in Italia. Diventa finalmente disponibile a partire dal 12 aprile sul canale Sky Atlantic. Terminata la prima, composta da 8 episodi, da maggio sullo stesso canale arriverà anche la seconda stagione, in attesa della già annunciata terza.

Protagonista della serie è proprio Barry (Bill Hader), un ex marine che lavora ora come sicario a basso costo. Solitario, depresso e insoddisfatto della sua vita, si reca con riluttanza a Los Angeles per uccidere un aspirante attore diventato amante della moglie di un mafioso. Iscrittosi al corso di recitazione frequentato dall’uomo, si ritrova inaspettatamente ad essere accolto nella comunità di un gruppo di entusiasti e speranzosi attori, che hanno come coach Gene Cousineau (Henry Winkler). In particolare, stringe amicizia con una studentessa appassionata, Sally. Barry inizia così a sviluppare il desiderio di iniziare una nuova vita come attore, ma il suo passato criminale non gli permetterà di andarsene tanto facilmente.

Una commedia dai toni cupi

In un contesto dove le serie televisive prolificano sempre più, portando in televisione ogni genere possibile, sembra esserci sempre meno spazio per prodotti che non siano connotati da una forte originalità. La storia ideata da Hader e Berg, ad un primo sguardo, sembra offrire la non nuova storia di un assassino pentito costretto a fare i conti tanto con le proprie nuove aspirazioni quanto con i fantasmi del passato. La trama di Barry può dunque lasciar pensare ad un progetto che non ha molto da dire, eppure la serie riesce a sorprendere nel modo in cui decide di trattare questo materiale narrativo.

Hader punta naturalmente sulla commedia, suo genere di riferimento, presentando personaggi ed eventi estremamente diverti nel loro essere bizzarri e sopra le righe. Con il progredire della storia, però, ci si accorge di come la serie non si risparmia anche nel macchiare quella stessa commedia con una serie di elementi più maturi e cupi. Il dramma e il thriller entrano a far parte della storia, combinandosi in modo insolito ad elementi che normalmente sono il loro opposto. I due autori riescono così a superare le aspettative, rendendo di fatto Barry un prodotto imprevedibile, capace di parlare a spettatori molto diversi.

Il protagonista, chiaramente affetto da un disturbo da stress post-traumatico causato dai suoi anni come marine, è pur sempre un killer chiamato ad uccidere. Morte e comicità si mescolano dunque dando vita ad un equilibrio che porta a vivere un’altalena di emozioni. Non si sa mai se ad un momento divertente ne seguirà uno altrettanto comico o uno profondamente drammatico. I risultati migliori si hanno poi proprio con quest’ultimo caso, da cui si generano contrasti di cui la serie si fa forte. Gli appassionati dell’attore e regista non devono dunque aspettarsi una pura serie comedy, bensì un ibrido particolarmente vincente.

Barry Bill Hader

Barry: la recensione della serie TV

Di Barry c’è di certo che molto del suo successo è dato anche dalla grande performance di Hader. Mattatore assoluto e qui pronto a dimostrare una volta di più il suo talento. La sua persona si sposa perfettamente con il tono che la serie vuole assumere. Hader riesce infatti ad essere tanto comico pur rimanendo assolutamente serio o compiendo azioni decisamente drammatiche. Egli è inoltre regista dei primi tre episodi della prima stagione, che si affermano anche come i più affascinanti in quanto a messa in scena, dimostrando dunque anche il grande talento di Hader per la regia.

Egli sa però di non poter basare l’intera serie solo su di sé. Per ciò si circonda di una serie di attori che arricchiscono di elementi comici o drammatici la narrazione. In particolare, gradita sorpresa, è data da Henry Winkler. Globalmente noto per essere stato Fonzie in Happy Days, l’attore dà qui prova di possedere ancora il carisma del suo personaggio più celebre. Premiato con l’Emmy al miglior attore non protagonista, egli si inserisce a sua volta nel bizzarro contesto della serie con una presenza tanto brillante quanto imprevedibile. L’imprevedibilità diventa dunque il principale elemento ricorrente nella serie, capace di divertire, spaventare e infine anche commuovere nel profondo.

Il mio amico in fondo al mare, recensione del docu-film di Craig Foster

Il documentario Il mio amico in fondo al mare, titolo originale My Octopus Teacher, con la regia di Pippa Ehrlich e James Reed, disponibile su Netflix dal 7 settembre 2020, racconta la storia tra il regista Craig Foster e il suo amico polpo. Il film ha ottenuto una candidatura ai Premi Oscar, una candidatura ai BAFTA, una candidatura ai Directors Guild e una candidatura ai Producers Guild.

Il mio amico in fondo al mare: la trama

Il mio amico in fondo al mare parte dalla decisione di Craig Foster di ritirarsi nella sua casa in Sud Africa, dopo un periodo di forte pressione psicologica, che lo ha lasciato a terra. Foster si propone di combattere l’incalzante depressione con una passione coltivata da sempre: le immersioni in apnea. Il lasciarsi travolgere dalle bellezze recondite dell’oceano sarà l’occasione giusta per un evento da incorniciare: l’incontro con un semplice esemplare di polpo femmina cambierà infatti la vita del documentarista, suggellando un rapporto d’amicizia commovente e assolutamente autentico.

Un viaggio alla scoperta della parte più intima del nostro Io

Il mio amico in fondo al mare è un viaggio di riscoperta di sé stessi, di riconnessione con la parte più profonda del nostro Io; un iter di immersione e riemersione dalle acque ma anche dai turbamenti interiori di Foster, immerso in un contatto d’amicizia autentico con il polpo. La storia raccontataci non si limita all’impianto da documentario, che rimane piuttosto una cornice, ma pone il focus su un evento fortuito che entrerà a far parte in maniera preponderante e prepotentemente nella vita di Foster. Ogni piccola scoperta sulle abitudini di vita del polpo generano in Foster stupore e ammirazione, per quanta forza e intelligenza possano risiedere nel nuovo conoscente marino. Foster e l’animale si lasciano amare e coinvolgono lo spettatore in un viaggio interiore piuttosto emozionante.

Riprese magistrali di scorci marini e fondali cristallini sono lo sfondo di questa storia mirabolante, cosi incredibile nella purezza con cui dipinge il rapporto tra un essere umano e un esemplare marino. È la voce di Foster a guidarci durante il docu-film, voce del suo Io particolare ma che assurge a voce universale; immersione non solo fisicamente nel mondo marino per ripotarci le sue parvenze più naturalistiche, ma anche viaggio alla scoperta di sentimenti profondi, animi puri, di cosa si cela internamente, di tutto ciò che in superficie non sarebbe mai emerso.

“Molte persone dicono che un polpo è come un alieno. Ma la cosa strana è che, man mano che ti avvicini a loro, ti rendi conto che sei molto simile a lui, in molti modi. Stai entrando in questo mondo completamente diverso, una sensazione così incredibile, e ti senti come se fossi a un passo da qualcosa di straordinario”: dice Foster relativamente all’animale da lui incontrato. Giochi di luce, riprese mozzafiato, le sonorità marine: sono tutti elementi che incantano lo spettatore di Il mio amico in fondo al mare, che rimane estasiato di fronte alla consapevolezza di quanto la natura può regalarci.

Il mio amico in fondo al mareIl racconto parte da una dimensione fiabesca, suggerendoci che “Tutto è cominciato un giorno di tanto tempo fa”, trascinandoci in una dimensione altra, che scopriremo essere in realtà più vicina a noi di quanto ci saremmo mai aspettati. Il legame tra l’uomo e il cefalopode cresce di giorno in giorno davanti agli occhi increduli e incantati dello spettatore, che fa silenziosamente un passo indietro per poter ammirare la magnificenza della natura e dei regali che può donarci.

Il mio amico in fondo al mare: la realizzazione

Il mio amico in fondo al mare, ha richiesto dieci anni per essere realizzato. Con temperature dell’acqua fino a 7 gradi Celsius, Foster si è immerso ogni giorno per un anno intero, senza muta o attrezzatura, nel gelido oceano Atlantico. Le riprese subacquee hanno richiesto 3.000 ore di riprese e filmati, direttamente girate sulla costa False Bay, nella foresta di Kelp in Sud Africa. Dopo la realizzazione del film Craig Foster ha fondato Sea Change Project, una comunità di scienziati, narratori, giornalisti e registi dediti alla preservazione delle ricchezze marine. “Raccontiamo storie che connettono le persone alla nostra casa sottomarina – The Great African Seaforest. Il nostro lavoro sta motivando scienziati, responsabili politici e individui a impegnarsi in modo significativo per la natura e proteggere i nostri oceani”.

Il mio amico in fondo al mare ci dà la possibilità di ristabilire un contatto con la natura e con noi stessi, attraverso i movimenti morbidi e sinuosi della macchina da presa, i paesaggi subacquei dai colori mesmerici e abitati da creature meravigliose. Un’atmosfera calma e serena fa da padrona all’intera visione: un film sospeso in una bolla atemporale, dove lo spettatore, così come il protagonista, può rifuggire dal caos della vita abitudinaria. In fondo al mare potremmo essere capaci di immergerci in sfide all’apparenza insensate o invincibili, che però ci offrono la possibilità di ritrovare l’armonia e la serenità perse da tempo. Il messaggio fondamentale di Il mio amico in fondo al mare è che ogni essere umano deve necessariamente fare un passo indietro rispetto alla maestosità della natura, di fronte alla quale l’uomo capisce di non essere poi così intelligente quanto crede. Ogni angolo della natura può insegnarci qualcosa e noi, in quanto non solo ospiti, ma parte integrante del nostro pianeta, dovremmo darle il rispetto che merita, come il titolo originale “My octopus teacher”, mette in evidenza.

Il cubo 2 – Hypercube: trama, cast e curiosità sul film

Il cubo 2 – Hypercube: trama, cast e curiosità sul film

Nel 1997 il regista canadese di origini italiane Vincenzo Natali ha portato al cinema il Cube – Il cubo, opera di genere thriller dove un gruppo di personaggi si ritrova intrappolato in una struttura costituita da numerose stanze cubiche, alcune dotate di trappole mortali. Anticipatore di un filone poi reso celebre da Saw – L’enigmista, questo film ebbe un enorme successo al momento della sua uscita. Nel 2002 è poi arrivato il suo sequel, Il cubo 2 – Hypercube, diretto però stavolta dal regista polacco Andrzej Sekula, noto per essere stato il direttore della fotografia dei film Le iene e Pulp Fiction di Quentin Tarantino.

Con questo secondo capitolo, si ricalca grossomodo la struttura del precedente, introducendo però nuovi elementi come la quarta dimensione e l’iperspazio. Il film presenta infatti novità tecnologiche che vanno a rappresentare anche il progresso realizzatosi in quegli anni, e che permette ora di dar vita ad una serie di contesti e trappole tanto affascinanti quanto spaventosi. L’idea infatti, è quella di una vera e propria evoluzione, quasi come se le stanze in cui i protagonisti si ritrovano rinchiusi abbiano trovato ulteriori modi di rendersi letali. Visivamente accattivante, il film è oggi considerato, come il suo predecessore, un cult.

Nonostante ciò, al momento della sua uscita passò piuttosto in sordina al cinema, non generando il successo sperato. Per gli amanti del genere, specialmente di quei thriller che pongono i protagonisti a doversi confrontare con una serie di trappole, si tratta di un titolo imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il cubo 2 – Hypercube: la trama del film

Similmente al primo film, anche in questo sequel vi sono otto sconosciuti che si ritrovano improvvisamente rinchiusi in una serie di stanza cubiche, con diverse porte che consentono l’accesso a nuovi livelli di quell’ambiente. Questo, però, si dimostra ben presto essere molto più complesso di quello che potrebbe sembrare. Le stanze, infatti, si muovono tanto nel tempo quanto nello spazio, presentando ognuna una serie di terribili trappole mortali. Allo stesso modo, gli otto protagonisti capiranno di trovarsi lì non per caso, ma per motivi ben precisi. Se inizialmente pensavano di non avere nulla in comune, questi scopriranno a loro spese di essere tutti collegati a qualcosa.

Questo qualcosa è l’azienda Izon, una delle maggiori nella produzione di armi. Infatti Simon è un investigatore privato assoldato dai genitori di Rebecca, una dipendente della stessa compagnia scomparsa. Sasha, la ragazza cieca, è una hacker nata in provetta responsabile di avere progettato i principi del cubo a quattro dimensioni. Max è un programmatore di videogiochi, mentre Jerry ha costruito le pareti a sensori. Mrs. Paley è un’ex-matematica che ha collaborato con la compagnia per la progettazione, mentre Kate è una psicoterapeuta. Infine, Julia è l’avvocato che rappresenta la Izon. Nel comprendere ciò, gli otto dovranno anche comprendere perché si trovano in quel luogo, e come uscirne vivi.

Il cubo 2 -Hypercube cast

Il cubo 2 – Hypercube: il cast del film

Ad interpretare l’investigatore Simon vi è l’attore Geraint Wyn Davies, celebre per aver interpretato Nick Knight, vampiro poliziotto nella serie Forever Knight. Kate, la psicoterapeuta e personaggio più empatico del gruppo, è interpretata da Kari Matchett, nota per le serie Covert Affairs e 24. Sono poi presenti gli attori Grace Lynn Kung nei panni di Sasha, Neil Crone in quelli di Jerry, e Barbara Cordon nel ruolo di mrs. Paley. Matthew Ferguson, invece, è Max, il programmatore di videogiochi. Lindsey Connell è l’avvocato Julia, mentre il noto attore televisivo Bruce Gray compare nei panni del colonnello Thomas H. Maguire. Prima di intraprendere le riprese, il cast si è dovuto sottoporre ad alcune settimane di allenamento al fine di poter sostenere lo sforzo fisico previsto.

Il cubo 2 – Hypercube: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Quella di Cube è divenuta una trilogia nel momento in cui, nel 2004, è uscito al cinema il film Cube Zero, anche noto come Il cubo Zero. Questo, diretto da Ernie Barbarash, è in realtà un prequel dei precedenti due capitoli andando a narrare eventi avvenuti prima di quanto visto fino a quel momento. Tale terzo capitolo, inoltre, porta per la prima volta narrazione anche all’esterno del cubo,, fornendo spiegazioni sulla sua esistenza. Dettagli, questi, mai forniti nei precedenti film, che lasciavano così un aura di mistero qui invece chiarita. Pur non ottenendo il successo del primo, questo ricevette comunque pareri positivi, e ancora oggi è a sua volta un titolo thriller da riscoprire.

In attesa di vedere tale sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il cubo 2 – Hypercube è infatti disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 10 aprile alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Michael Zampino presenta Governance – Il prezzo del potere

Michael Zampino presenta Governance – Il prezzo del potere

Alla conferenza stampa di presentazione di Governance – Il prezzo del potere intervengono il regista Michael Zampino e i protagonisti Massimo Popolizio e Vinicio Marchioni. L’evento si è svolto in streaming e il film sarà disponibile su Amazon Prime Video dal 12 aprile. 

Governance è un noir ambientato nel mondo dell’energia, in cui il dirigente di una grande azienda petrolifera fa di tutto per non perdere il suo ruolo di potere in favore di una giovane manager esperta di ecologia e sostenibilità ambientale. Temi come la riconversione green sono oggi all’ordine del giorno. Michael Zampino stesso ha lavorato per diverso tempo in un’azineda petrolifera. Così ricorda quell’esperienza e come lo ha ispirato per raccontare questa storia: “Sono passati alcuni anni da quando non lavoro più in questo ambiente. Molte cose sono cambiate. Soprattutto la consapevolezza dell’ambiente è molto più forte oggi che dieci anni fa, quando io lavoravo ancora nell’industria petrolifera. Era appena passato il grande collasso del 2008 […] La crisi aveva rimesso in discussione tutto il modello economico di queste grandi aziende che poco a poco si sono riprese e adesso si presentano come i baluardi di un nuovo approccio più rispettoso dell’ambiente”. “Non è solo una strategia di comunicazione, ma anche una necessità industriale. Oggi si prevede che nel 2050 non ci saranno più motori alimentati con energie fossili. Questi grossi gruppi si sono adeguati”. 

Il prezzo del potere è il sottotitolo del film. D’altro canto, quale regista non è interessato alle potenzialità di questa forza come motore drammaturgico? Come conferma il regista: “Intuitivamente sento che il potere può, quando lo cerchiamo ossessivamente, essere fonte di un dramma, di una tragedia personale, di una solitudine. C’è un aspetto maledetto nella ricerca del potere. Questo è carburante per ogni drammaturgo, regista e sceneggaitore che vuole raccontare una storia accattivante. Non è stato però un calcolo di questo tipo che mi ha spinto a scrivere. […] La cornice del petrolio  è un retroscena. Seguiamo i personaggi e attraverso di loro raccontiamo anche un contesto, ma non è il contesto che trascina la storia. Il film non ambisce a dimostrare nessuna tesi”. E aggiunge che il potere “suscita un’attrazione fatale su questi personaggi, ma provoca anche tanta solitudine”. 

Nel delineare i personaggi e le dinamiche all’interno del film, dunque Zampino si è ampiamente rifatto alla propria esperienza personale: “E’ un grande piacere scrivere di personaggi che hai conosciuto. Nel caso di Renzo Petrucci, [interpretato da Massimo Popolizio ndr.] è il collage di vari personaggi che ho incontrato. Non è uno in particolare. Però è più semplice rendere vivo un personaggio sullo schermo e in scrittura, quando conosci le sue movenze, l’hai visto all’opera, sai come si comporta in certe situazioni di conflitto. È stato quindi molto ludico scrivere di qualcuno che si materializza davanti a te. Non puoi ragionare con degli schemi di scrittura artificiali. È così. Punto e basta”. “Il personaggio di Massimo rappresenta la vecchia guardia. […] È cresciuto con quello spirito da pioniere, di cotruzione, in cui le tematiche ambientali non esistevano. Lui doveva costruire, sviluppare la rete, cercare participazioni nelle raffinerie. È un uomo che ha contribuito a costruire questa società fondamentale per l’economia del paese. Però si ritrova, oggi, in un contesto che non è più suo. Da lì nasce l’aspetto ironico e tragico di questo personaggio”.

Governance – Il prezzo del potere, l’incontro stampa con Michael Zampino

Da questa esperienza nascono anche personaggi come quello interpretato da Claudio Spadaro: “L’ex amministratore delegato della società, interpretato da Claudio Spadaro, vuole il suo tornaconto pure quando è in pensione. Questo è qualcosa che ho vissuto. Mi ha stupito. All’epoca ero giovane, vedevo uomini di 65 anni con degli stipendi elevatissimi che andavano via. Dopo due anni tornavano da pensionati come responsabili di grandi progetti in qualità di consulenti esterni. Mi chiedevo: dov’è il rinnovamento? Dov’è il posto per noi? È come se questi personaggi non morissero mai. Tutto continua, questo procedere di giochi di potere”. 

I personaggi interpretati da Popolizio e Marchioni appaiono al tempo stesso simili e differenti. Ecco come i due protagonisti raccontano quest’esperienza.

Massimo Popolizio afferma di aver lavorato al personaggio di Renzo attingendo alla sua lunga esperienza teatrale, soprattutto shakespeariana: “Più che essere un film sull’Eni, dove abbiamo dei trascorsi straordinari, questa società si prende un po’ a metafora per fare una sorta di tragedia shakespeariana, con dei tradimenti, un po’ di sesso, amicizie che non sono più tali, lotta per il potere”. Il suo personaggio ha sempre un obiettivo: “Risultare simpatico a un amico, antipatico a qualcun altro, riuscire a carpire dal prete il  terreno, parlare con il politico. Tutta questa serie di obiettivi facevano il personaggio, in un certo senso. Renzo ha sempre qualcosa da portarsi a casa ed è bello che in questo ci sia l’imprevisto. Sbaglia obbiettivo […] e fa qualcosa che non deve fare.[…] Tra i personaggi di Shakespeare ci sono i biliosi. Quelli che hanno una sorta di furore interno […] Ho fatto appello a quel tipo di conoscenza perchè secondo me questo personaggio è mosso da una sorta di furore, di bile, di motore interno.” 

Sulla sua abilità nel delineare i personaggi negativi, gli antagonisti, gli “squali”, Popolizio così argomenta: “Squalo si diventa. Convinto come sono che ci si ricordi dei personaggi o degli attori soprattutto per le piccole cose più che per le grandi, uno spunto dato da Michael a cui ho subito attinto è che Renzo venisse dal basso. È un personaggio che sa come ci si comporta sulla strada. […] Per esempio, abbiamo inventato il modo in cui mangia. Mangia come se avesse sempre questa fame atavica, questo furore di mangiare, che non è normale evidentemente. Questo un po’ lo accomuna a Michele. Probabilmente uno è riuscito e l’altro no, ma le origini sono le stesse . […] Renzo è riuscito pagando certi prezzi. Uno dei prezzi è non saper dimostrare affetto. Apparentemente anaffettivo, probabilmente è un padre che vuole molto bene alla figlia, ma non sa come si fa. Vuole molto bene al figlio di Michele, ma gli dà cinquanta euro, non ha un altro modo di esprimerlo. Questo è un prezzo che si paga se ti prefiggi l’obiettivo di diventare qualcuno a prescindere da tutto.” 

D’altronde, verrebbe da dire, quello del cattivo è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo, anche perchè, continua Popolizio, “il mondo non è fatto di buoni. È difficile trovare un vero buono, a meno che non faccia proprio finta. Fondamentalmente, il mondo è popolato da cattivi. L’importante è stare fuori dallo stereotipo del cattivo. […] Molto spesso mi impegno per questo: essere fuori dal generico.” 

E a chi trova degli aspetti “gassmaniani” nella sua interpretazione risponde: “Mi fa piacere. Conoscevo Vittorio. […] Credo che lui sia stato quello che ha sdoganato l’attore teatrale a teatro. Un attore teatrale a teatro può essere efficace. Lui era over, fuori misura, ma essendo fuori misura, era credibile. In un certo senso, se questo vale anche per me mi fa molto piacere. Posso essere certe volte fuori misura. L’importante è che in questo trovi una credibilità.”

Vinicio Marchioni racconta così il suo lavoro sul personaggio di Michele: “Personalmente nella costruzione mi piace sempre partire dalle mancanze, da ciò che il personaggio non ha. Elementi pratici, psicologici, fisici”.Ho sempre visto Michele come una formichina. Inizia dallo strato inferiore. Ha quest’amicizia con Renzo. Renzo per Michele è sempre stato un punto di riferimento, la persona che poteva aiutarlo a trovarsi una posizione migliore di quella che ha. Da questa amicizia, nella maniera più italiana possibile, cerca di avere una raccomandazione per avere qualcosa in più nella vita. Inizia con tutte le migliori ntenzioni possibili. […] Renzo però è un’uomo di successo, arrivato, che ha il potere. In tutta la parte in cui Renzo insegna delle cose a Michele, […] lui invece gli succhia tanto altro: l’arrivismo, il cinismo, la possibilità di approfittare di determinate occasioni. È un po’ un corso di formazione per arrivare agli obiettivi di cui sopra. C’è un po’ uno scambio di personalità, se vogliamo. […] Quest’evoluzione era molto interessante”. Così commenta l’effetto che ha su Michle il raggiungimento di una posizione: “Quando arriva all’obiettivo, […] pecca di hybris nei confronti di Renzo […]. Gli chiede ancora di più e giustamente viene risistemato dagli dei, in questo caso da Renzo, che lo rimette al suo posto. 

Inoltre, il personaggio di Michele, spiega Marchioni, dà modo di riflettere su come spesso si parta da buone intenzioni per poi agire in maniera non edificante, o su come i confini tra bene e male siano molto meno netti di quanto si creda: “La strada per la perdizione è lastricata di buone intenzioni, come era scritto da qualche parte. Michele ha le migliori intenzioni possibili. Mi sembra un buon modo anche di riflettere sulla maniera che abbiamo di classificare il bene e il male. In realtà nella vita questi aspetti si mescolano sempre e le scelte che fai, ogni tanto ti ritrovi a farle per ottenere qualcosa, ma poi ti guardi indietro e ti rendi conto che per ottenerla hai fatto delle cose forse non meravigliose”. 

Mentre, su come sia possibile sfuggire allo stereotipo del cattivo dice: “Penso sia fondamentale farsi le domande giuste. […] Quali sono i punti di partenza che hanno portato un essere umano a fare quelle scelte e ad essere ciò che è?”. “L’essere umano è anche cattivo. […] La grandezza dell’attore è proprio  che puoi mettere in scena tutto quello che fa parte dell’essere umano. E con i cattivi ti puoi anche divertire molto di più”.

Prodotto da Alba Produzioni, Panoramic Film e Loin Derrière l’Oural, Governance – Il prezzo del potere è disponibile in streaming dal 12 aprile su Amazon Prime Video.

The Falcon and the Winter Soldier 4 mette in discussione di tutto ciò in cui i fan del MCU hanno sempre creduto

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULL’EPISODIO 4 DI THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER

Un precedente importante nella storia del MCU

Uno dei momenti più avvincenti dell’intero MCU è stato sicuramente la lotta a tre, tra Steve Rogers, Tony Stark e Bucky Barnes alla fine di Captain America: Civil War. La scena si svolge dopo che Helmut Zemo (Daniel Brühl) rivela a Tony Stark che è stato proprio Bucky, sotto l’ipnosi dell’Hydra che lo ha reso il Soldato d’Inverno, a uccidere i suoi genitori. Tony è furioso, non solo nell’apprendere la verità ma anche perché viene a conoscenza del fatto che Steve sapeva tutto. La lotta costa a Bucky il suo braccio bionico, ma non solo. A conclusione della battaglia, vediamo Tony soccombere, con Cap che potrebbe sferrargli un colpo mortale con il suo scudo.

Steve Rogers non lo farebbe mai, lui è un uomo buono prima di essere un simbolo, e questa caratteristica lo accompagnerà sempre, influenzando anche l’idea di come deve essere un Captain America, un simbolo di ispirazione e rettitudine. Come aveva visto bene il dottor Abraham Erskine, il valore di Steve, prima di prendere il Siero del Super Soldato, era già lì, dentro di lui. Decide di usare lo scudo per neutralizzare il potere dell’armatura di Tony, e non per ucciderlo. Pone fine al combattimento, in questo modo.

La caduta di un simbolo

L’episodio 4 di The Falcon and the Winter Soldier solleva nuovamente questa questione, ma questa volta lo scudo di Capitan America non è più nelle mani di Steve, ma in quelle di John Walker (Wyatt Russell). Siamo nel mondo post-Blip, post-Steve Rogers, un mondo in cui sembra non esserci posto per la levatura morale di quest’ultimo. E ciò che Walker sceglie di fare con lo scudo negli ultimi minuti dell’episodio di questa settimana va contro tutto ciò che siamo stati condotti a pensare che quel disco di vibranio rappresenti.

Ansia da prestazione

Walker sente la pressione di essere all’altezza del suo predecessore. Sam Wilson (Anthony Mackie) e Bucky si rifiutano di collaborare con lui. Quando la Dora Milaje si presenta nel rifugio dei nostri in Lettonia per arrestare Zemo, John non riesce ad essere all’altezza del combattimento. Autografa cartoline per i fan di passaggio, ma non si sente all’altezza, anzi si sente come se fosse un impostore, dal momento che non ha la forza dovuta al Siero del Super Soldato per fare ciò che riusciva a fare Steve, la cui ombra incombe su di lui.

Dopo che lui, Sam e Bucky si sono scontrati con la leader di Flag Smasher, Karli Morgenthau (Erin Kellyman), e Zemo ha colto l’occasione per distruggere le fiale rimanenti del siero, Walker ne vede una a terra e la mette in tasca. Sceglierà di iniettarselo o no?

“Buono diventa migliore, cattivo diventa peggiore”

Lemar Hoskins, alias Battlestar (Clé Bennett), dice a Walker che il potere del siero non fa che aumentare le doti di chi lo assume, “buono diventa migliore, cattivo diventa peggiore”. “Prendi costantemente le decisioni giuste nel vivo della battaglia.”, continua Battlestar.

Ma nel discorso dei due veterani si insinua un dubbio: parlando della loro esperienza in Afghanistan, dove Walker ha conquistato le medaglie che lo hanno reso degno dello scudo, secondo il Governa US, i due sono consapevoli che quello che è successo lì non è stato molto eroico, e si rammaricano del fatto che con il siero avrebbero potuto salvare più vite. I due non sono estranei a scelte difficili e Walker ammette: “Essere Cap è la prima possibilità che ho di fare davvero una cosa giusta.”

Un gesto irreversibile

A fine episodio, assistiamo alla tragica morte dello stesso Battlestar. In uno scontro, Karli lo uccide brutalmente, anche se involontariamente. Walker, accecato dalla rabbia, compie una scelta scioccante e irreversibile: uccide (e forse decapita) a colpi di scudo il compagno di Karli, tutto sotto gli occhi della folla, che lo riprende con il cellulare. Dei video che sicuramente finiranno on line: Capitan America che uccide un uomo con un simbolo di speranza e onore.

Cosa succederà ora che il mondo assisterà ad un Cap controllato dal governo US che uccide brutalmente un uomo proprio con lo scudo? E soprattutto, ora che plausibilmente John Walker verrà lasciato solo dai suoi compagni, dai suoi fan e anche dal suo Governo, con i poteri del Super siero, cosa farà, cosa diventerà?

Sam Wilson erede di Steve Rogers

Sam Wilson è senza dubbio la bussola morale della serie, ora che Steve Rogers non c’è più. Quando Zemo gli chiede se avrebbe preso il siero, Sam non esita nella sua risposta. Non prenderebbe mai il siero, allo stesso modo di Lady Galadriel che declina il potere dell’Unico Anello ne Il Signore degli Anelli, quando Frodo glielo offre. Si tratta della scelta giusta da fare, e Sam non esita.

Potere e ingiustizia

Ma l’episodio compie un’altra piccola grande rivoluzione nell’ottica dell’universo Marvel. Nel corso dei suoi 45 minuti, si parla moltissimo di potere in rapporto all’ingiustizia, soprattutto, scendendo in politica, la Marvel comincia a ragionare, come aveva fatto poche volte prima, sul concetto di assumere potere per diffondere la democrazia. I Flag Smashers stanno cercando di aiutare le persone che sono state sfollate dopo che i Blip hanno restituito ai vivi metà della popolazione mondiale, e Sam dice a Karli che è d’accordo con la sua lotta, ma non nel modo in cui lei la sta combattendo.

“Il concetto stesso di un Super Soldato disturberà sempre le persone”, dice Zemo “È quell’aspirazione distorta che ha portato ai nazisti, a Ultron, ai Vendicatori.” – “Ehi, quelli di cui parli sono i nostri amici”, risponde Sam. “I Vendicatori, non i nazisti”, aggiunge subito Bucky, tra il comico e il tragico. “Il desiderio di diventare un superumano non può essere separato dagli ideali suprematisti”, replica Zemo.

Come Steve nessuno mai

L’idea è contraria a ciò che i fan Marvel sono stati portati a caldeggiare dall’inizio di questa avventura cinematografica dei loro eroi: fare il tifo per le “super persone”. A quanto pare l’unico ad avere le capacità per gestire il Super Siero era Steve: anche nell’episodio finale della prima stagione di Agent Carter, Peggy Carter decide di disperdere l’ultima fiala di sangue di Steve nel fiume, piuttosto che consegnarla per estrarne il siero.

Il presupposto è che gli esseri umani sono così imperfetti da non essere in grado di gestire il potere vero. E forse è così, forse l’unico vero eroe è stato proprio Steve Rogers, non Captain America.

Barry, la nuova dark comedy HBO in arrivo su SKY

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Barry, la nuova dark comedy HBO in arrivo su SKY

Barry è l’acclamatissima dark comedy create da Alec Berg e Bill Hader per HBO. La prima stagione è di 8 episodi. La serie ha come protagonista Bill Hader (anche produttore esecutivo), apprezzato stand-up comedian del Saturday Night Live che ha vinto con questa interpretazione l’Emmy Award come miglior attore protagonista in una commedia, e vede nel cast, fra gli altri, Henry Winkler (Happy Days), anche lui grazie alla serie vincitore di un Emmy come miglior attore non protagonista.

Barry: quando esce e dove vederla in streaming

Arriva finalmente in Italia l’acclamatissima dark comedy HBO Barry, la cui prima stagione, in 8 episodi, andrà in onda dal 12 aprile, dalle 22.15 su Sky e in streaming su NOW. Dal 3 maggio, back to back, arriverà invece la seconda stagione.

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Barry: la trama e il cast

Nella serie tv Barry (Bill Hader) è un ex marine che vive nel Midwest e lavora come sicario a basso costo. Solitario, depresso e insoddisfatto della sua vita, si reca con riluttanza a Los Angeles per uccidere un aspirante attore diventato amante di un mafioso. Barry segue il suo “obiettivo” in un corso di recitazione e finisce per essere accolto nella comunità di un gruppo di entusiasti e speranzosi attori – che hanno come coach Gene Cousineau (Henry Winkler) – all’interno della scena teatrale di Los Angeles. In particolare, stringe amicizia con una studentessa appassionata, Sally. Barry desidera iniziare una nuova vita come attore, ma il suo passato criminale non glielo permette. Troverà un modo per tenere in equilibrio le sue due vite?

In Barry protagonisti sono  Bill Hader nei panni di Barry Berkman / Barry Block, un marine diventato sicario che si ritrova attratto dalla connessione umana tra una comunità di aspiranti attori. Barry desidera ardentemente lasciarsi alle spalle la sua storia criminale per diventare un artista a tempo pieno, ma sembra che non riesca a impedire al suo passato sanguinoso di insinuarsi nella nuova vita che cerca di costruirsi. Stephen Root nel ruolo di Monroe Fuches, Sarah Goldberg nei panni di Sally Reed, un’aspirante attrice nel corso di recitazione di Barry. Sally si concentra sul diventare un’attrice famosa.  Glenn Fleshler nei panni di Goran Pazar (stagione 1), il leader della mafia cecena che impiega Barry per uccidere un uomo che ha dormito con sua moglie. Anthony Carrigan nei panni di NoHo Hank, Henry Winkler nel ruolo di Gene Cousineau, insegnante di recitazione e mentore di Barry.

Guest star di Barry sono Tyler Jacob Moore nel ruolo di Ryan Madison (” Capitolo uno: Lascia il segno “), Melissa Villaseñor nel ruolo della cameriera del ristorante (“Capitolo uno: Lascia il segno”), Larry Hankin nel ruolo di Stovka (“Capitolo tre: Fai la scelta non sicura”), Jon Hamm nei panni di se stesso (“Capitolo quattro: Commit … To You”), Michael Beach come detective della polizia (“The Power of No”), Patrick Fabian nel ruolo di Space Dad (“The Power of No”), Sam Ingraffia nel ruolo di Thomas Friedman (“Past = Present x Future Over Yesterday”), Daniel Bernhardt nel ruolo di Ronny Proxin (“ronny / lily”), Jessie Giacomazzi nel ruolo di Lily Proxin (“ronny / lily”), Jay Roach nei panni di se stesso (“The Audition”), Allison Jones nei panni di se stessa (“The Audition”)

Gli episodi della prima stagione di Barry

  • S1. episodio 1: Un sicario disilluso vuole iniziare una nuova vita dopo aver seguito la sua preda a un corso di recitazione.
  • S1. episodio 2: Barry, che uccide per soldi, scopre di recitare quando cerca il suo obiettivo. Si rende conto che gli piace così tanto che vuole lasciarsi alle spalle la sua vecchia vita.
  • S1. episodio 3: Barry perde una lezione di recitazione per onorare un obbligo. I detective cercano di mettere insieme un puzzle di omicidio. Sally commette un errore durante un’audizione e si rivolge a Barry per chiedere conforto. I ceceni si rallegrano quando arriva un leggendario assassino.
  • S1. episodio 4: Barry scopre che sfuggire a Fuches e conquistare l’affetto di Sally è più difficile di quanto pensasse.
  • S1. episodio 5: Barry cerca di premere il pulsante di reset con Sally, ma una scena di “Macbeth” innesca una reazione che li allontana sempre di più; Moss si sposta per interrogare i membri della classe di recitazione di Gene dopo che emerge un video delle riprese; Barry si trova in imbarazzo dopo aver collaborato con Taylor, una nuova sconsiderata conoscenza, in una pericolosa missione per spazzare via un gruppo di boliviani.
  • S1. episodio 6 Barry cerca di prendere le distanze da Taylor, mentre Moss cerca di porre fine alla sua associazione con Gene.
  • S1. episodio 7 Dopo una sparatoria alla pista di atterraggio, Barry deve prendere una decisione difficile per evitare la cattura. Sally teme che la sua performance in MacBeth venga compromessa e le rovini la possibilità di fare colpo su un talentuoso agente.
  • S1. episodio 8 Nel finale di stagione, Barry giura di rinunciare alla sua vita criminale. Altrove, Pazar arruola un sostituto per prendersi cura di Fuches. Il detective Moss si chiude con un arresto che sperano possa risolvere il caso di omicidio di Madison.

Barry 2 stagioneGli episodi di Barry 2 stagione

  • S2. episodio 1 Barry cerca di convincere la classe a esibirsi nonostante l’assenza di Cousineau; Noho Hank e Cristobal lavorano alla loro nuova partnership.
  • S2. episodio 2 Di fronte alla pressione di Noho Hank, Barry fatica a mettere a segno un colpo importante. Dopo aver chiesto alla classe di estrarre i loro traumi personali per un pezzo originale, Gene decide di confrontarsi con il proprio passato.
  • S2. episodio 3 Come parte di un progetto di classe, Gene incarica Barry di rivisitare il suo passato e Sally riflette sulla propria storia. Barry si offre di fornire addestramento agli uomini di NoHo Hank. Fuches trova Barry in una posizione inaspettata.
  • S2. episodio 4 La pazienza di Barry viene messa alla prova quando una figura del passato di Sally arriva a Los Angeles. Gene riceve una piacevole sorpresa e incoraggia Barry a credere che il cambiamento sia possibile.
  • S2. episodio 5 Un incontro che Barry non avrebbe mai potuto prevedere ha effetti sorprendenti.
  • S2. episodio 6 Gene aiuta Barry a entrare nel personaggio mentre si prepara per la sua grande scena con Sally; Sally decide di abbracciare la sua verità; Noho Hank si prepara per una grande serata con i suoi uomini appena addestrati; Fuches va in missione.
  • S2. episodio 7 Barry si prepara per la sua prima audizione sotto la guida di Gene; Sally prende posizione in una riunione con un importante produttore televisivo; Noho Hank mette a nudo tutto.
  • S2. episodio 8 Barry cerca vendetta; Noho Hank affronta l’incombente minaccia di essere rimandato a casa; Sally prende una decisione in una frazione di secondo la sera della grande esibizione della classe di recitazione; Fuches si rivolge a una fonte inaspettata di aiuto.

Phoebe Waller-Bridge protagonista di Indiana Jones 5

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Phoebe Waller-Bridge protagonista di Indiana Jones 5

Sarà Phoebe Waller-Bridge ad affiancare, nel ruolo di protagonista femminile, Harrison Ford in Indiana Jones 5. Ad annunciarlo è la Lucasfilm, lo apprendiamo da Variety.

James Mangold sarà il regista del film al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni.

“Sono davvero emozionato di iniziare questa nuova avventura, e collaborare con una squadra dei sogni formata da grandi filmmaker – ha dichiarato Mangold – Steven, Harrison, Kathy, Frank e John sono i miei eroi artistici, quando ci aggiungi anche Phoebe, un’attrice abbagliante, una voce creativa brillante e la chimica che lei porterà al progetto senza ombra di dubbio, non posso fare a meno di sentirmi felice come lo stesso Indiana Jones.”

Ricordiamo che le riprese di Indiana Jones 5 dovrebbero partire in primavera. Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022.

Indiana Jones è una saga cinematografica basata sulle avventure dell’immaginario archeologo ideato da George Lucas. La saga, con Harrison Ford nel ruolo di Indiana Jones, è iniziata nel 1981 con la distribuzione del film I predatori dell’arca perduta. Un prequel intitolato Indiana Jones e il tempio maledetto è uscito nel 1984, mentre il sequel Indiana Jones e l’ultima crociata nel 1989. Un quarto film, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, è uscito nei cinema nel 2008. I film sono stati tutti diretti da Steven Spielberg.

Judas and the Black Messiah, recensione del film con Daniel Kaluuya

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Disponibile dal 9 aprile su tutte le piattaforme digitali, Judas and the Black Messiah è il nuovo film di Shaka King che si inserisce in una stagione dei premi davvero insolita (quella nell’Era del Covid), ma, da una prospettiva più ampia, anche in un filone di cinema contemporaneo che prova a ri-raccontare le battaglie per i Diritti Civili in un contesto storico, il nostro, in cui queste voci vengono ascoltate, di fronte alla necessità di rispolverare quelle lotte e quelle rivendicazioni.

La trama di Judas and the Black Messiah

La storia scritta da King con Will Berson, racconta di William O’Neil, un ladro di automobili, che nel 1968 fa un accordo con un agente dell’FBI, Roy Mitchell: tutti i suoi capi d’accusa verranno condonati se, da infiltrato nelle Black Panthers, comunicherà al bureau segreti e dettagli sulla vita di uno dei leader nascenti del movimento, Fred Hampton. Il desiderio di rivalsa personale di O’Neil si confonderà presto con il carisma, la dedizione, la forza d’animo del più giovane leader che il movimento delle Pantere Nere abbia mai avuto.

Shaka King prova a portare avanti un discorso ragionato su due piani della realtà. Il primo è quello che con una lente di ingrandimento si avvicina ai protagonisti, Hampton e O’Neil. Le due individualità, differenti e per molti versi antitetiche, si confrontano in un racconto che seppure è ambientato all’interno di un movimento per i Diritti Civili, resta orientato verso l’interno di una piccola comunità. Hampton grande aizzatore di folle, carismatico e affascinante, si incontra con O’Neil che, nascondendo un doppio fine, molto più individualista di ciò che l’apparenza lascia trapelare, si lascia in qualche modo sedurre da questo mondo, da questa ideologia, da questa necessità di uguaglianza che era ancora lontanissima all’epoca e che ancora non è raggiunta. 

Judas and the Black Messiah recesIl traditore

Giuda si lasciò sedurre dalla parola di Gesù, lo seguì e a suo modo lo servì, tuttavia le intenzioni del suo Maestro non si allinearono con le sue, più terrene e individualiste, alla fine e così scelse di tradirlo, pensando che quella sarebbe stata la via più diretta ad ottenere la “sua” giustizia. A O’Neil accade il contrario, entrato nelle grazie di Hampton con l’intenzione di tradirlo, si lascia sedurre dalla sua parola pur portando avanti il suo progetto.

Il secondo grande binario su cui si muove King, nel suo racconto di Judas and the Balck Messiah è la grande Storia, quella che mette a confronto un movimento tutt’altro che pacifista ma assolutamente giusto, in un mondo come il nostro dove la giustizia e la legalità non sempre coincidono, con un’organizzazione statale che non sempre ha operato o opera nella legalità, appunto. Il film mette bene in evidenza in che misura l’FBI abbia operato contro le Black Panther e con che strumenti, pur di mantenere uno status quo in cui nemmeno i singoli membri del bureau credevano, come dimostra il personaggio d Roy Mitchell, vero e proprio impiegato burattinaio. 

Talentuosi giovani protagonisti

E se la ricerca storica di King, la sua granitica posizione politica, il suo racconto essenziale fanno di Judas and the Black Messiah un buon film, l’elemento di eccellenza risiede tutto nella scelta del cast e nelle interpretazioni dei giovani interpreti. Daniel Kaluuya sta raccogliendo grandi frutti nel corso della stagione dei premi in corso, mentre ambisce anche all’Oscar, grazie alla sua prova nei panni del pastore Hampton. Una performance rigorosa, solida, ispirata, composta che rende giustizia al giovane talento esploso con Get Out – Scappa. Tuttavia il vero cuore emotivo del film è senza dubbio LaKeith Stanfield, che con la sua interpretazione nervosa apre allo spettatore uno spiraglio per entrare dentro alla narrazione. Menzione speciale anche a Jesse Plemons che, dai tempi di Breaking Bad, continua a crescere, senza mai sbagliare un ruolo. 

Judas and the Black Messiah offre un quadro storico accurato di ciò che è stato il movimento delle Black Panthers, ma soprattutto regala al cinema una storia potente e a due giovani attori un palcoscenico davvero prezioso per mostrare le proprie doti.

Non mi uccidere: il trailer del film con Alice Pagani

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Non mi uccidere: il trailer del film con Alice Pagani

Non mi uccidere, il teen drama e intensa storia d’amore dalle tinte horror, scritto da Gianni Romoli, il collettivo GRAMS e lo stesso Andrea De Sica e liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Chiara Palazzolo (che riuscirà nelle librerie il 29 aprile edito da SEM Società Editrice Milanese) debutta in on demand dal 21 aprile per l’acquisto e il noleggio su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio su Sky Primafila e Infinity. Protagonista Alice Pagani.

Mirta ama Robin alla follia, lui le promette che sarà amore eterno. In una cava abbandonata, la voglia di trasgredire costa la vita a entrambi. La ragazza però si risveglia e non può che sperare che Robin faccia lo stesso, proprio come le aveva promesso. Ma niente è come prima. Mirta capisce di essersi trasformata in una creatura che per sopravvivere si deve nutrire di carne umana. Ha paura. Braccata da uomini misteriosi, combatte alla disperata ricerca del suo Robin.

Completano il cast Silvia Calderoni, Fabrizio Ferracane, Sergio Albelli e con Giacomo Ferrara, con la partecipazione di Anita Caprioli. Il film è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia e Vivo film, prodotto daMarta Donzelli e Gregorio Paonessa, con il sostegno di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e IDM Alto Adige e Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.

La fotografia è di Francesco Di Giacomo, la scenografia di Daniele Frabetti, i costumi di Chiara Ferrantini, il montaggio di Pietro Morana, il casting di Gabriella Giannattasio. Le musiche originali sono composte da Andrea Farri e Andrea De Sica.

Domina: trailer della serie Sky Original con Kasia Smutniak

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Domina: trailer della serie Sky Original con Kasia Smutniak

SKY ha diffuso il trailer ufficiale di Domina, la nuova serie che debutterà tutta subito il 14 maggio su Sky e NOW. Domina, la nuova serie Sky Original che racconta per la prima volta dal punto di vista delle donne le lotte per il potere durante il principato di Gaio Ottaviano, il celebre Cesare Augusto, primo imperatore romano. Prodotta da Sky Studios e Fifty Fathoms, con Cattleya nel ruolo di executive production service, la serie è una grande coproduzione internazionale in otto episodi perlopiù girati presso i Cinecittà Studios di Roma.

Un epico dramma in costume e un racconto estremamente contemporaneo, che segue la vertiginosa ascesa della terza moglie di Gaio, Livia Drusilla, interpretata da Kasia Smutniak (Perfetti Sconosciuti,Loro, Diavoli), protagonista nei panni della terza moglie di Augusto: la sua incredibile storia vera ridefinì completamente le aspirazioni che a quel tempo una donna poteva perseguire, finendo per segnare per sempre le sorti dell’Impero romano. A interpretarla nei primi due episodi, da giovanissima, Nadia Parkes (Doctor Who, The Spanish Princess). Accanto a Kasia Smutniak un grande cast internazionale: Matthew McNulty (Misfits) nei panni del futuro imperatore Gaio Ottaviano (nei primi due episodi interpretato da Tom Glynn-CarneyDunkirk, ll re, Tolkien); Claire Forlani (Vi presento Joe Black) interpreta Ottavia, sorella di Gaio; Christine Bottomley(The End of the F***ing World) sarà Scribonia, prima moglie di Gaio nonché acerrima nemica di Livia;Colette Dalal Tchantcho (The Witcher) nei panni di Antigone, prima fidata ancella di Livia e poi donna libera sua confidente; Ben Batt (Captain America: Il primo vendicatore) interpreta Agrippa, amico d’infanzia di Gaio Ottaviano, suo generale e poi console.

Insieme a loro, una star internazionale come Liam Cunningham (Il Trono di Spade) nel ruolo di Livio, padre di Livia Drusilla, e un’icona della cinematografia mondiale, Isabella Rossellini (Velluto Blu, La morte ti fa bella), che nella serie interpreterà Balbina. Grandi eccellenze italiane di rilievo internazionale nel cast tecnico, a partire dal Premio Oscar Gabriella Pescucci che ha curato i costumi della serie, Luca Tranchino (Prison Break) alla scenografia, Katia Sisto (Penny Dreadful) al make-up e Claudia Catini (Trust: Il rapimento Getty) all’hair design. La serie è stata ideata e scritta da Simon Burke (Fortitude, Strike Back). Con lui alla sceneggiatura anche Nicola Wilson, Emily Marcuson e Namsi Khan Dietro la macchina da presa Claire McCarthy (Ophelia, The Luminaries), che guida un team di regia completato da David Evans (Downton Abbey, Cucumber) e Debs Paterson.

https://youtu.be/HU3OmCAAVtc

La trama

La storia segue il viaggio e l’ascesa di Livia, da ragazza ingenua il cui mondo si sgretola sulla scia dell’assassinio di Giulio Cesare, fino a diventare l’imperatrice più potente e influente di Roma, guidata da un profondo desiderio di vendicare il padre e di garantire il potere ai suoi figli. Ci riuscirà, brillantemente, sposando l’uomo che tutto le aveva tolto, ma scoprirà presto che non basta conquistare il potere: occorre essere in grado di tenerlo in pugno quando tutti gli altri lo bramano per sé.

DOMINA è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fifty Fathoms, con Cattleya nel ruolo di executive production service. Produttori esecutivi sono Patrick Spence, Marcus Wilson, Faye Dorn, Simon Burke e Claire McCarthy, insieme a John Phillips. La distribuzione internazionale è affidata a NBCUniversal Global Distribution.

Profeti: al via le riprese del nuovo film di Alessio Cremonini

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Profeti: al via le riprese del nuovo film di Alessio Cremonini

Dopo il successo di Sulla mia pelle, Alessio Cremonini torna dietro la macchina da presa. Sono iniziate il 6 aprile le riprese di Profeti, film di cui, oltre alla regia, Alessio Cremonini firma anche la sceneggiatura assieme a Monica Zapelli. La fotografia è di Ramiro Civita, il montaggio di Marco Spoletini.

Profeti è girato in Puglia e sono previste sei settimane di riprese. Prodotto da Cinema Undici e Lucky Red con Rai Cinema, con il contributo dell’Apulia Film Commission e con il sostegno della Direzione Generale Cinema e audiovisivo, Profeti è un film di finzione sul rapimento di una giornalista nel Medio Oriente e sul suo periodo di detenzione. Ad affiancare Jasmine Trinca, che veste i panni della protagonista e che torna a lavorare con Alessio Cremonini dopo aver interpretato il ruolo di Ilaria Cucchi, Isabella Nefar e Ziad Bakri.

She-Hulk: Renee Elise Goldsberry nel cast

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She-Hulk: Renee Elise Goldsberry nel cast

Arriva da Deadline la notizia che l’attrice Renée Elise Goldsberry è entrata a far parte del cast di She-Hulk, l’annunciata nuova serie Marvel Studios in arrivo su Disney+ nel  2022.

Renée Elise Goldsberry (Girls5eva, Hamilton) è pronta a recitare accanto a Tatiana Maslany nella prossima serie Marvel She-Hulk per Disney+, hanno detto le fonti. Goldsberry interpreterà un personaggio chiamato Amelia.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare le più belle storie Marvel e molto altro!

La serie tv She-Hulk

She-Hulk è l’annunciata serie tv Marvel Studios basata sull’universo di Hulk dei Marvel Comics che debutterà su Disney+. La serie tv è scritta da Jessica Gao e diretta da Kat Coiro con protagonisti Tatiana Maslany, Tim Roth e Mark Ruffalo. 

La serie che racconta gli avvenimenti che portano Jennifer Walters ad acquisire poteri simili a quelli di Hulk è stata scritta da Jessica Gao e si basa sul personaggio di Jennifer Walters creato da Stan Lee. Tutti i sei episodi sono diretti da Kat Coiro che è anche produttrice esecutiva al fianco Kevin Feige. In She-Hulk protagonisti sono Tatiana Maslany nei panni di Jennifer Walters, Tim RothMark Ruffalo riprenderà il suo ruolo di Bruce Banner.

WandaVision: lo showrunner spiega il motivo del casting di Evan Peters

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WandaVision è una serie che, almeno all’apparenza, ha generato un flusso ininterrotto di teorie da parte dei fan. Tra queste, la più quotata era che Mefisto avrebbe fatto la sua comparsa ad un certo punto, probabilmente nel gran finale. Tuttavia, quando Evan Peters è apparso davanti a Wanda nei panni di “Pietro Maximoff”, in molti erano convinti che la porta del Multiverso fosse stata finalmente aperta e che il MCU avrebbe avuto un “nuovo” Quicksilver.

Alla fine, abbiamo scoperto che il “finto” Pietro era soltanto un abitante di Westview caduto sotto l’incantesimo di Agatha Harkenss, di nome Ralph Bohner. Sotto l’influenza di Agatha, Ralph è stato costretto a vestire i panni di Pietro nel tentativo di scoprire come Wanda avesse creato l’Hex attorno a Westview.

Durante una recente intervista (via ComicBook), lo showrunner Jac Shaeffer ha parlato della decisione di introdurre un altro Pietro e ha spiegato che c’era una buona ragione per coinvolgere Peters. “Abbiamo fatto venire uno specialista del dolore nella stanza degli scrittori e abbiamo fatto delle ricerche sul lutto. Abbiamo scoperto che c’è molto su come le persone ricordano i volti”, ha spiegato. “L’ansia di non ricordare i volti dei tuoi cari, di ricordare male un volto caro o di ricordare attivamente le cose come tattica di autoconservazione… tutto questo è diventato estremamente affascinante per noi.”

“Abbiamo pensato che il casting di Evan Peters per il ruolo, non solo avrebbe avuto quell’effetto su Wanda, ma sarebbe stato anche meta-strato per il pubblico”, ha aggiunto Schaeffer. Quindi, nonostante quello che alcuni fan possano pensare, i Marvel Studios non hanno mai avuto intenzione di “trollare” i fan!

È stata chiaramente una decisione ponderata, ma al tempo stesso era inevitabile che i fan non sperassero che Peters sarebbe stato un’aggiunta permanente al MCU. Ovviamente, sappiamo che non sarà così, e anche se potremmo rivedere Ralph, quella di Quicksilver è ormai finita.

La donna alla finestra: nuovo trailer del film diventato Netflix

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La donna alla finestra: nuovo trailer del film diventato Netflix

Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di La Donna alla Finestra, il nuovo film di Joe Wright diventato Originale Netflix. Il regista torna a dirigere Gary Oldman al fianco di  Amy Adams e Julianne Moore.

Nel film Anna Fox (Amy Adams) si sente al sicuro a guardare il mondo dalla finestra della sua casa, ma quando i Russell si trasferiscono nell’edificio di fronte assiste a qualcosa di inimmaginabile. Cos’è successo davvero?

Diretto da Joe Wright e con un cast d’eccezione che comprende Gary Oldman, Amy Adams e Julianne Moore, il nuovo film 20th Century Fox.

Killers of the Flower Moon di Scorsese: per lo sceneggiatore “resterà nei secoli”

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In una recente intervista rilasciata in esclusiva a Collider, lo sceneggiatore Eric Roth ha parlato di Killers of the Flower Moon, il nuovo attesissimo film di Martin Scorsese che vedrà recitare nuovamente insieme Leonardo DiCaprio Robert De Niro, per la prima volta diretti dal regista di Toro Scatenato e Taxi Driver. 

Le riprese del film, che verrà finanziato da Apple e distribuito nelle sale americane dalla Paramount Pictures, sarebbero dovute partire a marzo dello scorso anno, ma causa della pandemia di Covid-19 sono state posticipate al prossimo luglio. In merito al progetto, che potrà contare su un budget di 200 milioni di dollari, Roth ha spiegato: “So che Marty sta cercando di fare un film che, probabilmente, sarà l’ultimo Western che verrà realizzato in questo modo. Una sorta di Western definitivo, con questo incredibile documento sociale, la violenza, l’ambientazione e tutto il resto. Credo che, in un certo senso, sarà diverso da tutto ciò che avete visto finora. Per me sarà uno di quei film che resterà nei secoli.”

Parlando nello specifico della storia del film, lo sceneggiatore ha poi aggiunto: “Sarà un film in costume, perché è ambientato nel 1921. Siamo durante l’epoca del proibizionismo, ma l’ethos è quello tipico del Western. Ci sarà quel tipo di atmosfera legata alla giustizia occidentale e ci saranno anche molte riflessioni su chi sono i cattivi e chi sono i buoni. E poi arriva questa specie di eroe, Tom White, interpretato da Jesse Plemons, un ex mebro dei Texas Rangers. Non potrei chiedere più Western di così.”

A proposito del personaggio interpretato da Plemons, Roth ha specificato: “Non dire che Jesse è il protagonista. Direi piuttosto che è una specie di eroe designato. Credo sia più giusto, anche se alla fine i ruoli sono abbastanza equivalenti. Quello di Leonardo DiCaprio è allo stesso tempo interessante ma anche molto complicato. È un ruolo intelligente da far interpretare ad un attore intelligente. Se Montgomery Clift fosse vivo, penso che potrebbe pensare di interpretarlo.”

La trama del nuovo film di Martin Scorsese

Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la prima volta insieme, in un film di Scorsese, Leonardo DiCaprio e Robert De Niro (in precedenza, i due avevano recitato insieme in Voglia di Ricominciare del 1993 e ne La stanza di Marvin del 1996).

In una vecchia intervista concessa a Cahiers du Cinéma, Martin Scorsese aveva così parlato del film: “Posso dire che sarà un western. È ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno dei cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra. Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione per avere ammazzato un cane che un indiano.”

The Falcon and the Winter Soldier: 10 cose da sapere su Ayo

The Falcon and the Winter Soldier: 10 cose da sapere su Ayo

Il finale del terzo episodio di The Falcon and the Winter Soldier ha visto il ritorno di Ayo, la guerriera di Wakanda interpretata da Florence Kasumba. Ma perché è apparsa nella serie e, soprattutto, perché è alla ricerca di Zemo? In attesa che il quarto episodio della serie – disponibile da oggi su Disney+ – sciolga ogni dubbio, ecco 10 cose che bisogna sapere sul personaggio:

Chi è Ayo?

L’apparizione di Ayo è stata decisamente eccitante, ma al tempo stesso ha generato parecchia confusione. I fan del MCU l’avevano già vista in azione a Wakanda, ma chi è davvero Ayo? Si tratta della seconda in comando del gruppo delle Dora Milaje (le forze speciali wakandiane). È anche una delle guardie del corpo personali di re T’Challa.

In Captain America: Civil War, ha accompagnato T’Challa alla ratifica degli accordi di Sokovia. Ha anche avuto un confronto con Vedova Nera mentre cercava di impedirle di parlare con il re. Quando Erik Killmonger ha preso possesso del trono, Ayo è stata costretta a lavorare per lui. In seguito si è riunita con T’Challa.

Perchè Ayo sta cercando Zemo?

Nel terzo episodio di The Falcon and the Winter Soldier, Bucky aiuta l’ex colonnello delle forze armate di Sokovia, il Barone Zemo, a scappare di prigione. Lui e Sam hanno bisogno del suo aiuto per affrontare i Flag-Smashers e per superare la recente ricomparsa del Siero del supersoldato.

Il problema è che Zemo è responsabile dell’attentato alle Nazioni Unite che ha ucciso il precedente sovrano di Wakanda, il re T’Chaka. Sam menziona la tragedia anche all’inizio dell’episodio. Alla fine di Captain America: Civil War, Zemo è stato arrestato e imprigionato. Il fatto che ora sia di nuovo fuori a causa di Bucky è qualcosa che i wakandiani potrebbero non aver accettato…

A cosa serviranno queste sfere?

Dopo aver liberato Zemo ed essersi riunito con Sharon Carter, Bucky vede una sfera metallica per le strade di Raga, in Lettonia. Poi ne vede un’altra ancora e riconosce subito che le sfere provengono da Wakanda. Ma a cosa servono davvero?

Ayo lascia le sfere in giro come messaggio per Bucky. Le sfere, che sono fatte di Vibranio, sono normalmente un modo per i wakandiani di comunicare tra loro. Sono apparse per la prima volta in Black Panther, quando Okoye le ha usate per far sapere a T’Challa e W’Kabi che c’erano nuove informazioni sulle attività di Ulysses Klaue nella Corea del Sud.

Ayo è presente nei fumetti?

Ayo ha fatto il suo debutto nei fumetti in “The Ultimates Vol 3.1” del 2015. Si dice che sia uno dei residente di “Terra-616” nel Multiverso. Nei fumetti, indossa principalmente una maschera. La si vede per la prima volta quando si reca nella Città d’Oro per supplicare la regina di liberare il suo commilitone e amante che sta per essere condannato a morte.

La regina rifiuta, così Ayo si prende la responsabilità di liberare il soldato. Successivamente, i due si uniscono ad altre donne per formare un forte esercito wakandiano. Stipulano quindi un accordo con T’Challa e decidono di lavorare per lui. 

Chi interpreta Ayo?

Ayo è interpretata da Florence Kasumba, un’attrice tedesca nata in Uganda. Kasumba è apparsa in molti più film e serie tv tedesche rispetto a produzioni americani. Tuttavia, è anche apparsa nel DCEU. In Wonder Woman, infatti, interpreta il Senatore Acantha, politico e guerriera amazzone.

È presente anche nel live action de Il re leone, dove presta la sua voce a Shenzi, la iena che funge da scagnozzo di Scar. Durante la sua prima apparizione nel MCU, non era nei titoli di coda. Il ruolo è stato semplicemente accreditato come “guardia di sicurezza di Black Panther”.

Ayo ha dei poteri speciali?

Ayo non ha poteri speciali ma è una combattente esperta, grazie all’addestramento speciale che ricevono i membri delle Dora Milaje. Ha dimostrato quanto fosse brava come combattente quando ha affrontato il figlio adottivo di Thanos, Corvus Glaive, nella battaglia di Wakanda. Ha anche respinto molti aggressori durante la battaglia del Monte Bashenga.

Per aiutarsi nel combattimento, Ayo ha una lancia di vibranio che può svanire in una maniglia per nasconderla. La lancia può interagire anche con la tecnologia, come si è visto quando ha attivato il sistema di drenaggio di Warrior Falls semplicemente colpendo il terreno. Indossa anche l’armatura delle Dora Milaje, anch’essa realizzata in Vibranio.

Come fa Bucky a conoscere Ayo?

Quando Bucky vede Ayo, esclama: “Mi stavo chiedendo quando ti saresti fatta vedere”. Ciò implica che Bucky conosca Ayo abbastanza bene. Ma come? I due non hanno mai interagito prima nel MCU. L’unica spiegazione possibile è che i due si sono incontrati dopo che a Bucky è stato concesso asilo a Wakanda in seguito agli eventi di Captain America: The Winter Soldier.

Durante la sua permanenza a Wakanda, i resti del braccio robotico di Bucky vennero rimossi. In seguito, è stato sottoposto al sonno criogenico e alla criostasi al fine di rimuovere la programmazione del Soldato d’Inverno. L’abbiamo visto interagire principalmente con Shuri, ma si dovrebbe presumere che abbia incontrato anche Ayo regolarmente. 

Quando l’abbiamo vista l’ultima volta nel MCU?

Come molti altri personaggi del MCU, Ayo non è stata esclusa dagli eventi di Avengers: Infinity War. Era infatti accanto a T’Challa quando i Vendicatori guidati da Steve Rogers arrivarono a Wakanda. Ha anche assistito all’arrivo delle creature Outrider.

Più avanti nel film, le è stata data la responsabilità di proteggere Shuri mentre cercava di separare Visione dalla Gemma della Mente. Qualche istante dopo, Corvus Glaive si presentò per prendere la Gemma, provocando una rissa. Anche Ayo è stata vittima dello schiocco di Thanos, ma è poi tornata insieme a tutti quelli che sono stati riportati in vita. 

È la prima volta che parla?

Durante la sua permanenza nel MCU, Ayo è stata considerata una donna d’azione. Preferisce combattere e sorvegliare piuttosto che parlare. La battuta: “Sono qui per Zemo”, rappresenta in realtà la seconda volta che il personaggio parla.

Tuttavia, anche le sue parole precedenti sono state piuttosto iconiche. Durante lo scontro con Vedova Nera dopo il bombardamento delle Nazioni Unite, Ayo le dice in modo memorabile: “Spostati o sarai spostata”. Questa è senza dubbio una delle battute più “toste” mai sentite nel MCU. Non è chiaro chi sarebbe risultato vincitore se le due avessero combattuto. 

Perché non ha fermato Killmonger?

Dato che Ayo è la guardia del corpo di T’Challa, perché non interviene durante il suo primo combattimento con Killmonger? In Black Panther, Ayo e le Dora Milaje partecipano al duello tra Killmonger e T’Challa.

Durante il combattimento, Killmonger prende il sopravvento e uccide Zuri, prendendo quindi possesso del trono. Ayo vuole intervenire, ma Okoye la ferma perché la supera. È contro le regole di Wakanda interferire in una lotta per il trono, quindi la Dora Milaje non ha altra scelta che stare a guardare. 

La compagnia del Cigno 2: Quando tutto cambia, l’amicizia rimane

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La compagnia del Cigno 2: Quando tutto cambia, l’amicizia rimane

Dopo il grande successo della prima stagione, che ha toccato punte di share superiori al 30%, arriva La Compagnia del Cigno 2, la serie di Ivan Cotroneo incentrata sull’amicizia, sul talento, sull’impegno, sulla salvezza che deriva dalla musica, sulla difficoltà e sulla bellezza di diventare grandi.

Nelle nuove puntate ritroveremo protagonisti i sette giovani musicisti, sempre guidati dall’inflessibile maestro Luca Marioni, alle soglie dell’ingresso nel mondo accademico del Conservatorio, dove la competitività si fa più serrata. Ad accelerare i conflitti l’arrivo di un nuovo maestro, Teoman Kayà, ex allievo dello stesso conservatorio Verdi, vecchio amico di Marioni e di sua moglie Irene, e ora direttore d’orchestra di fama mondiale. L’arrivo di Kayà al Conservatorio e la sua collaborazione con Marioni hanno un fine segreto e a pagarne le conseguenze potrebbero essere sia Marioni e sua moglie Irene, sia i ragazzi, spinti gli uni contro gli altri per far sì che si consumi a loro insaputa una antica vendetta.

Tra i nuovi personaggi di questa seconda stagione, il ruolo dell’antagonista, Teoman Kayà, è affidato a Mehmet Gunsur, nato a Istanbul e naturalizzato italiano (Il bagno Turco di Ferzan Ozpetek; The Gift).

Gli episodi di La Compagnia del Cigno 2

Episodio 1 – Il ritorno

Sono passati due anni dalla nascita della Compagnia e i sette ragazzi sono più legati che mai, pronti ad affrontare un momento fondamentale per la loro vita adulta: gli esami di maturità. La preoccupazione per un difficile momento famigliare rischia però di compromettere l’orale di Barbara, la più brava tra loro. A questo si aggiunge l’emozione per l’arrivo al Conservatorio di un ex allievo, Teoman Kayà, maestro e violinista di fama internazionale, che avrà l’onore di dirigere l’orchestra preparata con passione e amore negli anni da Luca Marioni. Per Luca e Irene, sua moglie, quello è il ritorno di un amico, in grado però di riaprire vecchie ferite.

Episodio 2 – Verità nascoste

Irene sente che Luca le sta nascondendo qualcosa sul suo rapporto con Teoman. C’è una frattura profonda che divide i due maestri e che ha origini lontane. I pochi giorni che Teoman trascorre ancora a Milano saranno l’occasione per riportare alla luce una scomoda verità e far capire a Teo che forse il passato non è del tutto superato come sembra. I ragazzi della Compagnia, intanto, sfruttano il poco tempo libero prima del concerto con Kayà per supportare Rosario nella ricerca del suo vero padre. Anche Barbara ripensa al suo passato, ignara che la causa del suo trasferimento a Milano sta per tornare prepotentemente nella sua vita.

Episodio 3 – Diventare grandi

Teoman ha deciso di diventare uno degli insegnanti del Conservatorio Verdi. La cosa sembra far felici tutti, eccetto Marioni che, sebbene dissimuli tranquillità, non riesce completamente a fidarsi dell’ex amico. Intanto per la Compagnia ci sono importanti novità, ma quella che dovrebbe essere una bella notizia per Matteo e Sofia, sconvolge le rispettive famiglie. Anche Matteo, dopo un primo momento di gioia, è sopraffatto dalla paura per il futuro che lo aspetta tanto da compromettere la sua storia con Sofia. E mentre Barbara deve fare i conti con una dolorosa relazione del passato, Sara e Rosario vivono i loro primi amori.

Episodio 4 – Saper tornare indietro

Sofia ha perso la fiducia nel suo rapporto speciale con Matteo. Grazie al sostegno dei due Danieli, della Compagnia e del Maestro Marioni, il ragazzo però capisce il valore di ciò che potrebbe perdere. Robbo intanto non riesce ad ignorare l’attrazione che prova per Natasha, la figlia del nuovo compagno della madre e Sara si lascia, suo malgrado, andare all’amore. Nel frattempo, Luca e Teoman portano i ragazzi ad una prima esibizione di successo, gli atteggiamenti del nuovo maestro però continuano a essere ambigui soprattutto nei confronti di Irene anche se nessuno, eccetto Luca, sembra rendersene conto.

Diario di Spezie: al via le riprese del film con Lorenzo Richelm

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Diario di Spezie: al via le riprese del film con Lorenzo Richelm

Sono iniziate in Trentino le riprese di Diario di Spezie, primo lungometraggio di finzione di Massimo Donati, tratto dal suo omonimo romanzo pubblicato da Mondadori nel 2013 e prodotto con il sostegno della Trentino Film Commission. Nel cast Lorenzo Richelmy, Fabrizio Ferracane, Fabrizio Rongione. Il film è prodotto da Master Five Cinematografica con Rai Cinema e Rodeo Drive.

Le riprese del film dureranno 6 settimane e si svolgeranno in Trentino (4 settimane) nel Lazio (1 settimana) e in Belgio (3 giorni).

Diario di Spezie è un thriller che racconta la storia di Luca Treves, chef esperto di spezie e Andreas Dürren-Fischer, celebre restauratore di quadri fiamminghi. I due appartengono a mondi opposti e non potrebbero essere più diversi: tanto timido e impacciato il primo, quanto sicuro di sé e mondano il secondo. Tuttavia, quando Luca conosce Andreas pensa sia arrivato finalmente il momento per dare una svolta alla propria carriera e abbandonare il ristorante di provincia che gli garantisce una vita tranquilla, ma che lo costringe anche a sacrificare le sue più alte ambizioni professionali. Luca però non sa che Andreas nasconde segreti inconfessabili e un passato impossibile da dimenticare.  Durante il viaggio che i due intraprendono insieme l’unico appiglio per mantenere la lucidità è il diario dove da anni Luca annota osservazioni sulle spezie e sulla preparazione delle ricette…

Trentino Film Commission: Aperta nel 2010, la Trentino Film Commission promuove e sostiene le produzioni cinematografiche, televisive e documentaristiche, sia italiane sia estere, in grado di valorizzare e diffondere il patrimonio culturale, ambientale e storico del territorio trentino.  La TFC offre alle produzioni supporto logistico attraverso la ricerca di location, facilitazioni alberghiere, il coinvolgimento di professionisti attivi sul territorio e il reperimento di contatti sia con le pubbliche amministrazioni sia con le forze dell’ordine. Al contempo, la TFC è impegnata a favorire lo sviluppo dell’industria audiovisiva locale e a proporre momenti formativi che rendano i professionisti del settore presenti sul territorio sempre più qualificati.

Clarice: su Rai2 l’attesa serie tv sequel de Il silenzio degli Innocenti

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Arriva su Rai2 l’attesissima serie tv Clarice, sequel del celebre film “Il silenzio degli Innocenti”. Il debutto italiano è previsto il 9 aprile alle 22.05 in esclusiva su Rai2, con i primi due episodi, in prima visione assoluta.

A trent’anni dall’uscita della pellicola che ha segnato la storia del cinema, la serie tv prodotta dalla MGM Television è stata trasmessa per la prima volta su CBS giovedì 11 febbraio negli Stati Uniti.

A ricoprire il ruolo di Clarice, per cui Jodie Foster conquistò uno dei cinque Premi Oscar del film, è la giovane Rebecca Breeds. Al suo fianco, Michael Cudlitz nel ruolo di Paul Krendler, Lucca de Oliveira di Tomas Esquivel, Kal Penn di Shaan Tripathi, Nick Sandow dell’agente Clarke, Devyn Tyler nei panni dell’amica Ardelia Mapp, Marnee Carpenter di Catherine Martin e Jayne Atkinson di Ruth Martin.

La storia è ambientata nel 1993, un anno dopo gli eventi de “Il silenzio degli innocenti”. Brillante e vulnerabile, Clarice ritorna ad occuparsi di serial killer e predatori sessuali. Il suo coraggio le dà una luce interiore in grado di affrontare i più pericolosi mostri e criminali. Ben presto si accorgerà che non tutto è come sembra. In una Washington livida e piovosa, dominata dagli affari della politica, Clarice si muove in un ambiente di lavoro fortemente maschilista. A sostenerla, il bisogno di sfuggire dagli inquietanti segreti di famiglia che l’hanno perseguitata per tutta la vita.

Clarice, la serie tv

Produttori esecutivi della serie sono Alex Kurtzman, Jenny Lumet, Elizabeth Klaviter e Heather Kadin. Clarice è prodotta da MGM Television e CBS Studios in associazione con Secret Hideout ed è distribuita a livello internazionale da MGM.

Prime episodi

Nel primo episodio, è passato un anno dall’uccisione di “Buffalo Bill” e l’agente dell’FBI Clarice Starling deve essere valutata da un analista che ha il compito di stabilire se dopo i fatti traumatici di cui è stata protagonista può essere riammessa al lavoro sul campo. Ruth Martin, la madre di Catherine, la ragazza scampata alla morte grazie a Clarice, è diventata Procuratore Generale degli Stati Uniti e convoca Clarice a Washington per inserirla in una task-force contro i crimini violenti – VICAP – guidata dall’agente Krendler.

Nel secondo episodio, nel Tennessee un agente dell’ATF viene ferito mentre presenta un mandato per la perquisizione di una comunità di recupero gestita da un estremista pericoloso. Sul punto di essere buttata fuori dalla squadra per insubordinazione, Clarice viene coinvolta nelle trattative dal capo del gruppo sotto assedio. Durante la permanenza all’interno, Clarice scoprirà che la comune non è affatto quel che sembra e che per venirne a capo dovrà fare i conti col proprio passato.

Black Panther 2, Lupita Nyong’o: “Chadwick Boseman vorrebbe che lo facessimo”

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Lo sviluppo di Black Panther 2 continua nonostante l’assenza di Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo scorso anno dopo aver combattuto una battaglia contro il cancro. Diversi membri del cast del primo film che torneranno per il sequel hanno già condiviso i loro pensieri in merito a come sarà lavorare al sequel senza Boseman.

Di recente Lupita Nyong’o, che tornerà nei panni di Nakia, è stata ospite dello show di Ellen DeGeneres (via CBM) e ha dichiarato che, nonostante sia stato difficile venire a patti con la perdita del suo amico e collega, crede che Boseman avrebbe voluto che il sequel venisse realizzato, anche senza il suo coinvolgimento.

“È ancora molto difficile per me venire a patti con la sua scomparsa… e ovviamente con la sua leadership”, ha spiegato l’attrice. “Ha guidato il film con enorme compassione. Bastava soltanto la sua presenza. Quando Chadwick è arrivato sul set, è sempre stato presente e ha messo tutto sé stesso nel film. Era anche molto umile. Quella leadership ci mancherà.”

L’attrice premio Oscar ha poi aggiunto: “So per certo che Chadwick vorrebbe che lo facessimo, e so che quello su cui Ryan Coogler sta lavorando onorerà al meglio sia lui che la sua eredità. Quindi mi sento tranquilla all’idea di realizzarlo.”

Black Panther 2 arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Batman v Superman: il controverso finale presente nella sceneggiatura originale

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In una recente intervista con Vanity Fair (la stessa in cui ha definito “un atto di vandalismo” la versione theatrical di Justice League ad opera di Joss Whedon), lo sceneggiatore Chris Terrio ha parlato della sua collaborazione con Zack Snyder all’interno del DCEU, rivelando nuovi dettagli anche sul controverso Batman v Superman: Dawn of Justice.

Nonostante le critiche ricevute per il tono estremamente cupo del film, Terrio ha spiegato che prima del suo coinvolgimento il film era ancora più oscuro. A quanto pare, infatti, la versione originale della sceneggiatura includeva un finale in cui Batman (Ben Affleck) avrebbe marchiato a fuoco Lex Luthor (Jesse Eisenberg). Terrio ha spiegato di aver combattuto a lungo contro lo studio per cambiare quel film, poiché credeva che Batman avesse bisogno di comprendere l’errore dietro le sue azioni prima che la storia volgesse al termine.

“Lo studio era convinto che la mia sceneggiatura di Batman v Superman fosse troppo cupa e che questo era il vero problema”, ha dichiarato Chris Terrio. “Ma quello che non hanno proprio menzionato è il fatto che, ad esempio, nella bozza della sceneggiatura del film che Warner Bros. aveva sviluppato, ossia la bozza che mi era stata consegnata quando ho preso parte al progetto, Batman non solo marchiava i criminali con il marchio del pipistrello, ma alla fine avrebbe marchiato a fuoco anche Lex Luthor.”

Terrio ha poi aggiunto: “Quel finale è stato un argomento di accesa discussione con lo studio. Ci siamo tornati sopra tantissime volte. Io sostenevo che il film non si poteva concludere con Batman che continuava con quel comportamento. Per me equivaleva ad una tortura, perché era come se il film stesse giustificando ciò che stava facendo.”

Batman v Superman: in arrivo una nuova versione IMAX

A proposito di Batman v Superman, di recente Zack Snyder ha confermato di essere a lavoro su una nuova versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo taglio di Justice League (disponibile in Italia su Sky e NOW), che ha potuto contare su un budget – senza precedenti per dei reshoot – di 70 milioni di dollari.

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